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Helen LAURI RDickson OBINSON UNA SECONDA Il banchiere americano POSSIBILITÀ PER LADY STRATTON
Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: Resisting Her Enemy Lord Harlequin Mills & Boon Historical Romance © 2021 Helen Dickson Traduzione di Federica Causin Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Books S.A. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. Harmony è un marchio registrato di proprietà HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved. © 2022 HarperCollins Italia S.p.A., Milano Prima edizione I Grandi Romanzi Storici aprile 2022 Questo volume è stato stampato nel marzo 2022 da CPI Black Print, Spagna, utilizzando elettricità rinnovabile al 100% I GRANDI ROMANZI STORICI ISSN 1122 - 5410 Periodico settimanale n. 1302 del 16/04/2022 Direttore responsabile: Sabrina Annoni Registrazione Tribunale di Milano n. 75 dello 01/02/1992 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distribuzione canale Edicole Italia: m-dis Distribuzione Media S.p.A. Via Carlo Cazzaniga, 19 - 20132 Milano HarperCollins Italia S.p.A. Viale Monte Nero 84 - 20135 Milano
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Carlton, al confine tra Galles e Inghilterra, inizio novembre 1648 Si stava facendo buio. La pioggia ghiacciata e il vento sferzavano da ogni parte i sei uomini a cavallo che stavano riportando a casa le spoglie di Lord Thomas Stratton. Erano tempi duri e sulle strade poteva capitare d'imbattersi in bande armate. Nell'oscurità non era facile distinguere i nemici dagli amici. Se i Realisti e i soldati scozzesi non fossero stati sconfitti dalle truppe di Cromwell a Preston, in agosto, il gruppo di cavalieri avrebbe corso il rischio di essere catturato o ucciso in modo ignobile. Quel giorno però la buona sorte era stata dalla parte del Parlamento, e gli scozzesi erano stati ricacciati alla frontiera. Il castello di Carlton Bray, imponente e sinistro, con le sue mura massicce e le finestre scure, sembrava inospitale già in lontananza. 5
Era una fortezza su pianta quadrata, eretta nel Dodicesimo secolo con sudore e sangue, e mostrava i segni delle battaglie del passato. Somigliava a un braccio teso verso il cielo, pronto a ghermire e scaraventare contro le massicce mura di cinta chiunque avesse l'ardire di avvicinarsi troppo. Da quattro secoli troneggiava sul paesino sonnolento e sulla campagna circostante, roccaforte contro i nemici e rifugio per chi ci viveva. Tra poco potrò sedermi davanti a un caminetto acceso, con una coppa di vino in mano, pensò il colonnello John Stratton tirando un sospiro di sollievo. Esausti, i sei cavalieri attraversarono il ponte levatoio, che era in pessime condizioni e si estendeva sopra un fossato asciutto. Nessuno li fermò per domandare cosa volessero, quindi il ritorno a casa del signore del castello passò inosservato. Entrarono dentro le mura, tirarono le redini e scesero nella corte interna. Lo scalpitio degli zoccoli aveva infranto il silenzio generale e disturbato le guardie, che si erano assopite. Allora emersero dall'oscurità. Una farfugliò qualcosa a proposito dell'ora impossibile, ma non appena vide il feretro tacque rispettosamente. Poi, insieme agli stallieri, prese i cavalli e li condusse nelle stalle, dove sarebbero stati strigliati e rifocillati. John rabbrividì. Gli era sembrato di sentir provenire dalle segrete del castello il sussurro dei giorni andati e le voci 6
tormentate di chi aveva vissuto a Carlton Bray, buono o cattivo che fosse. Catherine Stratton lanciò un'occhiata dalla stretta finestra, prima alle spoglie del consorte e poi agli uomini che lo avevano scortato dal Nord. Il nuovo erede di Carlton Bray era John Stratton, il Conte Fitzroy, appartenente al ramo della famiglia che viveva nel Sussex. La sua cospicua eredità comprendeva ampie proprietà nel Sussex e nelle Midlands e, secondo Thomas, era uno dei gentiluomini più ricchi d'Inghilterra. Lei non lo aveva mai incontrato, ma nei primi tempi di matrimonio il marito le aveva parlato di quel suo affascinante cugino, che non passava inosservato. Essendo un figlio cadetto, aveva assecondato la passione per l'avventura ed era diventato un soldato carismatico, che aveva compiuto gesta memorabili. Girava voce che apprezzasse molto la compagnia femminile, però era sempre stato molto discreto nelle sue relazioni. Thomas lo aveva definito arrogante e spietato, proprio il tipo d'uomo che lei detestava. E ora era lì per dare una degna sepoltura al cugino e reclamare l'eredità che gli spettava. Catherine aveva le idee molto chiare sul proprio futuro e, vedendo l'erede di Carlton Bray per la prima volta, decise che nulla l'avrebbe distolta dai suoi progetti. 7
Avvolto in un mantello nero, Lord Fitzroy si teneva a distanza dal carro. Pur non riuscendo a distinguere i suoi lineamenti, lei notò che, a differenza di Thomas, aveva i capelli scuri. Sembra nato per comandare, constatò sentendosi un po' a disagio. Non ho mai pensato nulla di simile di un uomo, nemmeno di mio padre. Come se si fosse reso conto che lo stava fissando, John alzò la testa e guardò verso la finestra. I loro occhi s'incontrarono di sfuggita, ma prima che lei riuscisse a studiare i suoi lineamenti, lui si voltò. Dopo aver ordinato alle guardie di occuparsi della sua scorta e piegandosi in avanti per contrastare il vento battente, John Stratton e il suo attendente, Will Price, salirono i ripidi gradini dell'entrata. La massiccia porta di legno e matallo cigolò sui cardini arrugginiti. Il domestico che era venuto ad aprire si fece da parte con deferenza per lasciarli entrare. I loro passi risuonarono sulle assi del pavimento. Alto e prestante, John sembrava voler reclamare persino la terra sulla quale camminava. Emanava autorevolezza e forza, due doti che avevano indotto i suoi sottoposti a obbedirgli senza esitazione durante la guerra civile. Con la mano inguantata sull'elsa della spada e il mantello zuppo sulle spalle ampie, che gocciolava sul pavimento, si fermò per guardarsi intorno e 8
constatò che era rimasto tutto come lo ricordava: il blasone intagliato sulla cappa del caminetto, le pareti di pietra coperte da stendardi impolverati e armi appartenuti a un'altra epoca, le spesse travi di legno coperte di ragnatele e un ampio caminetto in cui ardeva un fuoco scoppiettante. Will si avvicinò tendendo le mani verso il calore. John Stratton scrutò negli angoli del salone, dove iniziavano ad allungarsi le ombre del crepuscolo. Sentendo il rumore distinto di un paio di stivali che scendevano le scale di pietra, rimase immobile in attesa di vedere chi fosse venuto ad accoglierli. Un uomo, immaginò prima di accorgersi che era una gentildonna che indossava abiti maschili. È in perfetta sintonia con quello che la circonda, pensò ancora mentre il suo sguardo indugiava sulle forme che s'intravedevano sotto il farsetto imbottito. Non sembrava affatto preoccupata del suo arrivo e si fermò un istante a osservarlo con un'espressione distaccata, circospetta e sicura di sé. Era alta e flessuosa come un salice, con i capelli raccolti alla base della nuca, che ricadevano sulle spalle in trecce color oro. Aveva la pelle radiosa e candida come la panna, con un lieve rossore sugli zigomi. Le labbra erano tumide e avevano la sfumatura del corallo che si trova sul fondo dei mari tropicali mentre gli occhi erano verdi come smeraldi, impreziositi da lunghe ciglia. Ferma sul secondo gradino, lo scrutò con calma, dall'alto verso il basso. 9
Lord Fitzroy le andò incontro e rimase turbato dall'intensità del suo sguardo. Fu scosso da un fremito di desiderio e, per un attimo, rimase senza parole. Se questa è Lady Stratton, è molto diversa da come me l'ero immaginata. Dietro quell'aria grave e fiera doveva nascondersi una gentildonna piena di qualità. Quale irresistibile fascino si celava sotto il suo abbigliamento maschile? Anche lei lo stava studiando con altrettanto interesse e quando i loro occhi s'incontrarono continuò a fissarla senza pudore. Per un attimo si sentì a disagio, perché ebbe l'impressione che gli stesse leggendo dentro e avesse scovato i suoi difetti e i suoi errori. Non aveva mai visto due occhi più profondi e traboccanti di energia. «Colonnello John Stratton, Lord Fitzroy, al vostro servizio» la salutò con un inchino. La sua voce baritonale rimbombò in tutto il salone. «So chi siete» puntualizzò Catherine, «vi aspettavamo. Avete riportato a casa Thomas e suppongo che, in quanto suo erede, siate venuto a riscuotere ciò che vi spetta. Non ho avuto notizie di mio marito per quasi quattro anni, da quando i Realisti sono stati sconfitti a Marston Moor. Sembrava svanito nel nulla fino al giorno in cui ho ricevuto la vostra missiva. Eravate insieme... alla fine?» «Purtroppo no, sono arrivato poco dopo. Questo 10
è Will Price, il mio attendente» aggiunse indicando con un cenno della testa l'uomo alto e ben piazzato, con una zazzera di capelli fulvi, che era lo accompagnava. «Perdonatemi, se non faccio la riverenza. Vestita in questo modo risulterebbe inappropriata e ridicola» disse con voce armoniosa, sicura e distintamente femminile. «Benvenuto a Carlton Bray. Vi ho fatto preparare una stanza.» Nei suoi occhi non c'erano timidezza o senso d'inferiorità e non sembrava affranta per la dipartita del consorte. Dev'essere uno spirito libero che non si piega alle convenzioni o all'etichetta, suppose John. A differenza delle giovani gentildonne che entravano e uscivano dal circolo di sua madre nel Sussex, le quali avrebbero abbassato lo sguardo anche davanti ai conoscenti, come si conveniva, la vedova Stratton non si lasciava intimidire. Non sembrava mostrare nessuno dei condizionamenti che, di norma, venivano instillati nelle fanciulle di buona famiglia. Lo guardava dritto negli occhi mentre i suoi erano accesi da una luce particolare e lasciavano intravedere il carattere che si nascondeva dietro i lineamenti graziosi. Con quel contegno altero e la sicurezza che ostentava, era la gentildonna più bella, fiera e vitale che avesse mai incontrato. Lo infastidiva sentirsi così turbato. «E così voi siete Catherine Stratton, la moglie di Thomas» osservò. 11
«In persona. Voi e il vostro attendente siete venuti da soli, immagino, quindi non mi aspetto di trovare un manipolo di soldati del Parlamento accampati fuori dalle mura del castello.» «Potete stare tranquilla, ci sono soltanto quattro uomini di cui si stanno occupando le vostre guardie. Comunque, la lealtà di mio cugino, vostro marito, al re Carlo era nota.» «Suppongo di sì. Speriamo che i soldati di Cromwell si tengano alla larga.» «In ogni caso non avrebbero difficoltà a entrare, visto che le vostre sentinelle non erano al loro posto, quando siamo arrivati.» «Percepisco una velata critica nelle vostre parole» commentò lei, glaciale. «Come chiunque altro in Inghilterra, spero che le guerre siano finite e che non ci sia più bisogno di difendere con la forza ciò che ci appartiene.» «Scusatemi, non era mia intenzione criticare, sono soltanto preoccupato. Da quando hanno smesso di combattere, molti soldati si aggirano per le strade e depredano i viaggiatori solitari oppure prendono di mira le proprietà che hanno abbassato la guardia. Neppure ora la situazione è sicura. Mi spiace che la mia presenza vi infastidisca. In quanto consorte di un Realista, lo sarete anche voi, immagino.» «Non traete conclusioni affrettate. Il fatto che mio marito fosse fedele al re non implica che debba esserlo anch'io» replicò con un mezzo sorriso. «Non condividete il suo credo politico?» 12
«Nessun uomo può impormi cosa pensare» gli assicurò lasciando a lui dedurre da quale parte stese. «Comunque, se il vento soffiasse dalla parte giusta per l'Inghilterra, potrei anche cambiare idea. Negli ultimi tempi è stato gelido.» «Purtroppo il problema non è il vento, Lady Stratton. È il momento che viviamo che ci sta raggelando dentro e fuori.» «Potete dire quello che volete sul tempo, comunque nelle prigioni dove sono stati rinchiusi i Realisti fa piuttosto freddo.» «È un fatto comune che la moglie assecondi le convinzioni del marito» dichiarò lui, socchiudendo gli occhi. È difficile intuire cosa pensa. Dev'essere una di quelle persone che considerano soltanto il proprio punto di vista. Forse gli anni vissuti al castello, in un territorio che da sempre sostiene re Carlo, hanno influito sull'idea che si è fatta. Che il cielo l'aiuti, se è davvero così, rifletté preoccupato. «E così avete portato a casa la salma di Thomas» disse Catherine. «Adesso siete il padrone di Carlton Bray. Avete intenzione di trasferirvi subito?» gli domandò con un tono pratico e sbrigativo. John si prese qualche istante prima di replicare. C'era qualcosa di solitario e irraggiungibile in lei. Era tesa come una corda d'arco e forse il suo arrivo era stato la goccia che aveva fatto traboccare il vaso. «No, non ho fretta. Devo ancora incontrare i legali di Thomas, che purtroppo in questo momento 13
sono a Londra, quindi bisognerà attendere. In qualità di moglie e beneficiaria dovrete sentire anche voi quello che hanno da dire. L'ultima volta che sono stato al castello ero adolescente e sono curioso di vedere se è ancora come me lo ricordo, prima di ripartire per Londra.» «Il funerale verrà celebrato a breve. Ho avvisato il reverendo Armstrong ed è tutto pronto.» «Domani è l'ideale per tutti. Sono qui anche per conto di vostro padre.» Catherine rimase in silenzio, limitandosi a socchiudere leggermente gli occhi. John Stratton poteva soltanto immaginare la tempesta che si agitava dietro quell'espressione imperturbabile. «Perché non è venuto lui?» «È... impegnato.» «Mio padre non ha mai avuto tempo da perdere per la famiglia e quello che faccio non gli interessa» ribatté lanciandogli un'occhiata beffarda. «Voi siete molto legato a lui?» «Sì, abbiamo combattuto insieme ed entrambi conoscevamo Thomas. Vostro padre e il mio erano amici di lunga data.» «In effetti, quand'ero bambina, ricordo di aver sentito parlare della famiglia Stratton, ma ero piccola e prestavo poca attenzione.» «Vostro padre si scusa per non essere venuto di persona e vi manda questa» le spiegò tirando fuori una lettera dal farsetto. «Suppongo che dovrei essere grata per queste 14
briciole di attenzione. Premuroso da parte sua scrivere a sua figlia» puntualizzò risentita. «Cosa mai può volere da me?» «Magari desidera vedervi.» «Se fosse davvero così e volesse scusarsi per avermi sempre ignorata, sarebbe comunque troppo poco e troppo tardi» replicò abbozzando un sorriso sprezzante. Scese gli ultimi due gradini e tese la mano per prendere la missiva. Dopo averla letta con attenzione, si avvicinò al caminetto, dove la gettò e la guardò diventare cenere. John rimase colpito dal suo portamento sicuro e fiero. Ha un'aria maestosa e solenne, realizzò. «È proprio come pensavo» gli confermò. «Avendo saputo della morte di Thomas, desidera che io vada a Oakdene House, solo il cielo sa perché. Io, però, non ho alcuna intenzione di assecondarlo. Non voglio sapere nulla della proprietà o di lui.» «Siete molto dura con vostro padre. È evidente che voi due non la pensate allo stesso modo.» Catherine rimase in silenzio per un po', poi si voltò e lo fissò dritto negli occhi. «Non siamo mai andati d'accordo. Il problema è la sua fanatica ossessione per questa guerra infernale che io detesto.» «S'impegna per il bene del regno.» «Mio padre si spende per il proprio bene» lo corresse arricciando le labbra in una smorfia. «Pensa soltanto a se stesso, a Edward Kingsley. Stava dalla parte del re, prima che il sovrano alzasse il suo ves15
sillo a Nottingham. Poi ha deciso di appoggiare il Parlamento, per il bene dell'Inghilterra, e il suo credo politico è diventato mutevole come le stagioni. Se lo conoscete bene, sapete che non sto mentendo. Lui è il peggior nemico di se stesso e si lascia trascinare sin troppo facilmente. Anch'io desidero ciò che è meglio per il regno, tuttavia agirei in modo diverso.» John prese tempo per riordinare le idee. Catherine Stratton ragionava da figlia e voleva prendere le distanze dal padre, quindi aveva un punto di vista diverso dal suo. «Sarei molto curioso di conoscere la vostra opinione.» «Non burlatevi di me. Non sono come mio padre, che ama avere potere sugli altri. Lui vuole il controllo perché è convinto di essere il più forte. Non tiene in grande conto le donne, soprattutto me. Per sua moglie Blanche, la mia matrigna, che è molto più giovane di lui, ha un po' più di considerazione. Lui voleva un figlio, desiderava a ogni costo un erede, non gli interessava avere una figlia femmina, quindi immagino che sia rimasto molto deluso quando sono nata io. Dopo di me, mia madre ha perso altri due figli. Sono stata usata come una pedina e ho dovuto sposare vostro cugino, che era considerato un buon partito, senza neanche essere stata consultata.» «Comunque avete dimostrato una lealtà ammirevole nei riguardi di vostro padre.» «Avevo soltanto sedici anni» replicò senza ab16
bassare gli occhi. «La lealtà non può nulla contro la realtà dei fatti. Il matrimonio è stato celebrato con una fretta imbarazzante ed è stato vantaggioso sia per Thomas sia per mio padre. Era un'unione pensata per assicurare potere e ricchezza a entrambe le famiglie. Sir Edward era convinto di aver trovato in mio marito un valido alleato politico ed è rimasto deluso dalla sua incrollabile fedeltà al re. Sono quasi sicura che, non appena ha saputo della sua morte, si è messo alla ricerca di un altro buon partito e l'avrà senz'altro già trovato. Chissà perché pensa che accetterei di sposarmi una seconda volta, quando in realtà non ne ho alcuna intenzione. Pur essendo una donna, non mi considero inferiore a nessun uomo.» «Per tutti i diavoli!» esclamò esterrefatto. «Siete molto diretta, una caratteristica non molto comune tra i membri del gentil sesso.» «Molti uomini considerano la mia indipendenza una minaccia» ribatté Catherine con un lampo bellicoso nello sguardo. «Su tutto ciò che è mio preferisco essere io a decidere.» «Senza dover rendere conto a un marito. Mi sembra che la morte di Thomas sia stata una liberazione per voi. Non avete sentito la sua mancanza?» «Nonostante la vostra impertinenza, avrò la cortesia di rispondervi. No, non mi mancava affatto. Non andavamo d'accordo e non fingerò che non fosse così. Il nostro matrimonio è stato combinato da mio padre per raggiungere un obiettivo. E voi, avete una moglie?» 17
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