Michelle Styles UNA SORPRESA
IL VICHINGO
Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: To Wed a Viking Warrior Harlequin Historical © 2022 Michelle Styles Traduzione di Elena Vezzalini
Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Enterprises ULC. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale.
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© 2022 HarperCollins Italia S.p.A., Milano Prima edizione I Grandi Romanzi Storici ottobre 2022
Questo volume è stato stampato nel settembre 2022 da CPI Black Print, Spagna, utilizzando elettricità rinnovabile al 100%
I GRANDI ROMANZI STORICI
ISSN 1122 5410
Periodico settimanale n. 1324 dello 04/10/2022
Direttore responsabile: Sabrina Annoni Registrazione Tribunale di Milano n. 75 dello 01/02/1992 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distribuzione canale Edicole Italia: m dis Distribuzione Media S.p.A. Via Carlo Cazzaniga, 19 20132 Milano
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Settembre 875
A metà strada tra Baelle Heale e Wulfhere's Clearing, Foresta di Arden, Mercia occidentale (vicino all'o dierna Solihull, Midlands occidentali, Inghilterra)
Nessun eroe a cavallo avrebbe salvato lei o Baelle Heale, la proprietà di suo padre. Avrebbe dovuto farlo da sola. Fino a poco tempo prima Elene, la figlia più giovane dell'aldermanno Wulfgar di Baelle Heale, a veva confidato nell'uomo che considerava l'amore della sua vita, finché non aveva imparato, a proprie spe se, che gli uomini facevano promesse che dimentica vano in fretta. Da quel momento in poi aveva deciso di contare solo sull'intelletto per costruire il proprio futuro, invece di pensare all'amore.
«Il futuro è mio, e di nessun altro» dichiarò.
Elene avanzava a passi decisi sul sentiero che co steggiava una marcita, trasportando un fagotto di abiti e altri oggetti che aveva radunato in fretta, prima che i galli cominciassero a cantare, quella mattina.
La ragione le diceva che avrebbe dovuto sposare un
uomo gradito al Re della Mercia per assicurare alla sua famiglia le terre che possedevano da sempre. Re Ceolwulf era stato molto chiaro, nel suo ultimo proclama: gli uomini del nord dovevano giurargli fedeltà, se volevano dei possedimenti in Mercia. I cognati di Elene, proprietari di terreni nei Five Boroughs controllati dai danesi, erano jarl al comando di bande di guerrieri, e non sarebbero mai stati fedeli a un re straniero come Ceolwulf. Erano leali alla loro gente, più che all'irascibile padre di Elene.
Suo nipote Wulfgar era troppo giovane per possedere dei terreni. Inoltre in quel momento si trovava nei Five Boroughs con la madre Cynehild, sorella mag giore di Elene. Dopo essersi recata a portare la spada del defunto marito nel luogo di sepoltura degli antena ti, Cynehild aveva finito per sposare Kal Randrson, il signore della guerra danese che controllava quelle ter re, il quale aveva adottato Wulfgar. Girava voce che il bambino avrebbe ereditato le terre del padre, quando fosse arrivato il momento.
Baelle Heale aveva bisogno di un guerriero fedele alla Mercia e al suo popolo, un concetto che suo padre le aveva inculcato dopo che lei aveva saputo del gran de tradimento. Elene, seguendo quello che le diceva il cuore, si era concessa a Nerian, il guerriero del Wessex, nel fienile, l'ultima volta in cui lui si era recato a casa loro, pensando che subito dopo sarebbe andato a chiedere la sua mano al padre. L'amplesso le era parso insoddisfacente e doloroso, mentre lui sembrava averlo apprezzato. Tuttavia, prima della fine del mese, Nerian aveva sposato una delle ereditiere più ricche del Wessex. Fino a quel momento Elene si era considerata la favorita, non la seconda scelta.
Malgrado quell'esperienza, era convinta che, quan-
do fosse giunto il momento di sposarsi, avrebbe potuto scegliere tra una rosa di uomini accettabili, invece di doversi accontentare di un unico candidato impo stole da qualcuno.
Almeno fino al giorno prima, quando aveva udito per caso il soprintendente e sua moglie parlare del suo fidanzamento con Lord Pybba di Etone come se fosse una certezza, e non un'assurda proposta nata dopo un'eccessiva bevuta di idromele.
Elene abbassò lo sguardo su Bugge, il levriero ir landese che procedeva al suo fianco nella nebbia autunnale con l'aria leggermente preoccupata. «Posso farcela, non è vero? Sono in grado di fermare questa follia da sola, senza bisogno che le mie sorelle vengano a salvarmi come se fossi una bambina disobbedien te rimasta all'interno dell'affumicatoio dopo che la porta si è chiusa accidentalmente. Mi serve un po' di tempo per schiarirmi le idee, non devo farmi prendere dal panico come le galline che si rifiutano di entrare nel pollaio.»
Venne attraversata da un piccolo brivido. Dopo quell'episodio, detestava gli spazi chiusi. Sua sorella Ansithe si era scusata, offrendole del miele per farsi perdonare, affermando che non l'aveva fatto apposta. Peccato non fosse stata lei a bussare sulla porta fino a farsi sanguinare le nocche. «Sarò l'artefice del mio futuro» affermò Elene. «Non sono viziata e testarda co me il soprintendente ha detto a sua moglie. Avevo del le ottime ragioni per rifiutare quei guerrieri... ragioni che non esistono più.»
Bugge le diede un colpetto sulla mano, per prevenire un nuovo scoppio di pianto. Elene era stanca di piangere, di digrignare i denti e di lamentarsi per gli anni perduti dietro un uomo che aveva sposato un'altra
donna. Fino al giorno prima era stata pronta per una nuova vita, che sarebbe iniziata con una visita alla corte, in autunno. Anche se non era più giovane come un tempo aveva ancora un bel corpo e i capelli biondi, e avrebbe ereditato delle terre.
Era volubile, come l'aveva definita la moglie del soprintendente? Be', non era d'accordo.
«Quando mio padre si accorgerà dell'arroganza di Lord Pybba, lo caccerà da Baelle Heale, invece di insistere affinché diventi suo genero. Farò in modo che accada, Bugge. A tutti i costi.»
Elene sollevò l'orlo dell'abito per evitare le gocce di rugiada del primo mattino che, simili a una distesa di lacrime, ricoprivano il terreno. Non voleva giungere a destinazione infangata e in disordine, quando il suo o biettivo era chiedere un grande favore. Sarebbe rimasta un paio di giorni, era abbastanza vicina a casa per tornare, se fosse stato necessario, senza dover ricorre re a uno stratagemma che avrebbe potuto portare a un fidanzamento o, peggio, a un matrimonio.
«Lady Elene? Non è troppo presto per uscire da sola, senza un accompagnatore? Oppure vi piace ancora correre dei rischi?» Lord Hafual, padrone di Wulfhere's Clearing, sbucò dalla nebbia con un'espressione minacciosa sul viso. Era una delle ultime persone che Elene si sarebbe aspettata di incontrare. Non doveva essere molte miglia lontano da lì, a occuparsi degli af fari del re? Il successo del piano di Elene dipendeva da quello.
I piedi si fermarono su un masso coperto di foglie umide e di muschio. Pensando fosse un gioco Bugge corse dietro di lei, abbaiò e la travolse, facendole cedere la caviglia destra. Elene cadde, e il contenuto del fagotto si sparse sul terreno. Imprecò sottovoce. La
giornata si stava rivelando un disastro. «Io... io... Aiuto...»
«Siete ferita, mia signora? I massi possono essere scivolosi, in questo periodo dell'anno.» Il tono di voce di lui diceva che si aspettava che si fosse fatta male e che l'avrebbe aiutata, anche se la cosa lo disturbava parecchio.
«Lasciate che riprenda fiato.» Elene ruotò la caviglia, sforzandosi di ignorare la fitta di dolore che avvertì.
Hafual aveva fatto parte della grande orda pagana. Era uno degli uomini del nord che avevano invaso la Mercia come un temporale estivo, addentrandosi nei suoi territori e infine costringendo le popolazioni a firmare un trattato di pace che cedeva agli invasori del nord la metà occidentale del paese e l'East Anglia.
Poco tempo dopo che Ansithe, l'altra sorella di Ele ne, aveva sposato Moir Mimirson, un uomo del nord, Hafual aveva salvato la vita del nuovo Re della Mercia, Ceolwulf, durante una battuta di caccia al cervo nell'estate dei negoziati di pace. Ceolwulf gli aveva offerto un posto alla sua corte come capo delle guardie. Moir aveva dispensato Hafual dal vincolo del giuramento, sostenendo che i favori del re sarebbero stati la sua fortuna. Dopo aver giurato eterna fedeltà alla Mercia, Hafual aveva ricevuto come ricompensa Wulfhere's Clearing, i cui terreni si trovavano a est di Baelle Heale. Era stato un bravo signore, tuttavia, dopo la tragica morte della moglie, trascorreva il suo tempo a corte o in giro per conto del re, lasciando che la sorellastra si occupasse della proprietà e di suo figlio.
Dopo essersi convinta che la caviglia era slogata, e non fratturata, Elene sollevò il mento con aria di sfida e allungò una mano. «Lord Hafual, non avevo idea
che foste ritornato» affermò in tono soave.
Il cipiglio di lui si accentuò. «Non credevo di do vervi informare sui miei spostamenti.»
«Be, avrei dovuto sentirne parlare, no? I pettegolez zi sono sempre di moda.» Elene strinse i denti e ab bassò la mano. Avrebbe dovuto trovare un altro posto in cui nascondersi, mentre decideva del proprio futu ro. Hafual non avrebbe permesso a una donna non sposata di restare a casa sua, quando lui era presente. Dalla morte della moglie, le uniche donne ammesse a Wulfhere's Clearing erano la sorellastra e le serve.
«Quali pettegolezzi? Qualcuno sostiene forse che dovreste essere informata dei miei movimenti, come se fossimo promessi?» I lineamenti di lui si contrassero in un'espressione di profonda disapprovazione. «Chi ha osato spargere una simile voce?»
«Non si tratta di quel genere di pettegolezzo.» Ele ne deglutì a fatica. Lei e Lord Hafual? Tutti sapevano che lui non aveva tempo per una storia d'amore. Non in quel momento, o forse mai. La sorellastra sosteneva che il suo cuore era stato sepolto insieme alla moglie. «Almeno, non che io sappia... La gente parla sempre di chi torna a casa.»
«Capisco. Cosa diranno, allora, di questo nostro incontro? E in questo modo? Oppure siete solita presen tarvi ai guerrieri stranieri così?»
Elene seguì lo sguardo gelido e vide che la gonna si era sollevata, mettendo in mostra la caviglia. Era poco vestita, sdraiata sul muschio. Si affrettò ad abbassare l'abito, prima di provare ad alzarsi in piedi. Un'altra fitta di dolore le attraversò la caviglia. Con cautela fletté il piede. Sarebbe riuscita a camminare, lenta mente. Avrebbe fatto ritorno a Baelle Heale e trovato un altro sistema. In bocca sentì il sapore amaro dei
sogni svaniti. «Non diranno niente, nessuno lo saprà.»
Hafual annuì con decisione. «Bene. E, se posso a vere l'ardire, cosa ci fate su questo sentiero?» «Stavo... stavo andando a trovare vostra sorella.» E lene sfoderò un sorriso smagliante, per invitarlo a de sistere, perché non c'era niente di interessante di cui discutere. «Davvero, non mi sono fatta male, ho solo preso una storta. Non vale neppure la pena di parlarne.»
Lui inarcò un sopracciglio. «Non ricordo che Asida abbia menzionato una vostra visita. Nel fagotto c'è un dono per lei? Per caso è una delle usanze della Mer cia? La vostra generosità continua a stupirmi, tuttavia mia sorella non ha bisogno di abiti smessi, né di carità.»
Elene serrò i denti, ignorando il tono beffardo della sua voce, e si affrettò a raccogliere gli abiti sparsi. Il disprezzo di Lord Hafual era l'ultima cosa di cui aveva bisogno, in quel momento. «Volevo essere pronta, nel caso fosse accaduto qualcosa e mi fossi dovuta tratte nere. La pioggia può essere violenta, in questo periodo dell'anno. Non intendevo mancare di rispetto a voi o alla vostra famiglia.» Notando la sua espressione in credula, aggiunse: «È stata solo una precauzione, pensando al tempo».
L'espressione di lui divenne ancora più minacciosa. «Quindi avete preso delle precauzioni, anche se mia sorella forse ignora che intendete fermarvi a casa no stra. Sarà un soggiorno lungo?»
La risposta di Elene fu un'alzata di spalle. Lui non si rendeva conto del pericolo insito in un fidanzamento indesiderato.
Hafual le lanciò un'occhiata che le ricordò l'astore di suo padre, freddo e attento al minimo movimento.
«Avete intenzione di causare guai, mia signora?»
«Guai?» Elene scosse il capo. «L'ultima cosa che desidero è causare guai a chicchessia.»
«Avete deciso di restare sotto il mio tetto all'insapu ta di vostro padre» le fece notare lui. «La gente potrebbe dire che vi ho rapita, o trattenuta contro il vostro volere. Come avete detto voi stessa, i pettegolezzi sono sempre in agguato.»
«Il vostro ritorno significa che la mia visita sarà più breve. Rapita, che assurdità!» Il tono di voce era più alto e concitato di quanto avrebbe voluto. Elene deglutì e provo di nuovo. Non intendeva certo suscitare la sua collera. «Vostro figlio sarà felice che siate tor nato.»
Hafual serrò le labbra in una linea dura. «Mio figlio si è nascosto dietro le gonne di mia sorella quando sono arrivato, ieri sera. La gioia era l'ultima delle sue e mozioni. O forse ho di nuovo frainteso il famoso umo rismo degli abitanti della Mercia?»
«Almeno siete consapevole che ce l'abbiamo.»
«A nessuno può sfuggire che amate scherzare, qui come a corte. Perciò rido e fingo di stare al gioco. Chi vive qui deve sempre cogliere le battute.»
Il sarcasmo era inequivocabile, stavolta. Elene sapeva che la prima volta che Hafual si era recato a Baelle Heale, l'assistente del guardiano dei porci gli aveva fatto uno scherzo. Se il capo degli uomini del nord non se ne fosse accorto, tutti l'avrebbero pagata cara.
«Vi credo sulla parola, per quanto riguarda la corte. I miei doveri a Baelle Heale mi impediscono di fre quentarla spesso.» Non solo. L'ultima volta in cui si era recata a corte, Elene era inciampata e aveva rove sciato un boccale di birra addosso alla regina. Suo pa dre le aveva suggerito di stare lontana per un po'.
Lui sogghignò. «La fiducia che riponete in me mi procura una gioia incontenibile.»
Elene fece una smorfia. Da sempre Hafual aveva il potere di farla sentire una bambina con il viso sporco, e non la donna adulta che era. Come se lei fosse il tipo da perdere i sensi alla vista del sangue, quando aveva assistito padre Oswald, durante le ultime tre operazio ni che aveva eseguito, compresa una trapanazione. «Nella mia famiglia si racconta che all'età di vostro figlio gridavo come un'ossessa, quando mio padre tor nava a casa.»
Lo sguardo di lui divenne ancora più gelido. «Le leggende di famiglia tendono a esagerare i fatti, ogni volta che vengono raccontate. Comunque grazie ancora per le briciole di conforto non richieste che mi ave te offerto. Ci rifletterò sopra e le terrò a mente come una guida.»
«Intendevo solo essere gentile.»
«È stata la gentilezza a condurvi qui? Capisco.»
Elene strinse i denti, quando si rese conto che Hafual aveva compreso il suo imbarazzo e si aspettava che lei reagisse seguendo l'impulso, invece di ragiona re a mente fredda. «Si potrebbe dire lo stesso di voi» ribatté quindi. «È evidente che eravate diretto a Baelle Heale, quando ci siamo incontrati. Perché? Non fare ste meglio a restare con vostro figlio e a occuparvi della proprietà? Vostra sorella mi ha detto di recente che ci sono decisioni che solo il signore può prende re.» Accennò un sorriso. «Abbiamo convenuto di essere in disaccordo, sull'argomento.»
Quando Hafual chinò la testa, le goccioline di rugiada imprigionate nella barba scintillarono come dia manti. «Sono venuto a sapere di una certa questione. Come un bubbone, deve essere incisa.»
Elene trasalì quando la sua ignoranza a proposito del piano di suo padre venne alla luce. «Vi riferite alla visita di Pybba e alla sua probabile offerta di fidanza mento? Voi lo considerate dannoso per la regione. Be', anch'io!»
«Pybba e io non siamo amici. A corte circola voce che stia cercando una nuova alleanza, dopo che la mo glie è morta per una febbre. Non avevo idea che il suo piano prevedesse un fidanzamento.» Lo sguardo di Hafual sembrava in grado di far gelare una pozzan ghera in un giorno d'estate. Elene si stupì di aver pensato anche solo per un istante che fosse un uomo affabile. «Anche di fronte a una tale possibilità, non mi a spettavo che sareste fuggita» aggiunse lui.
«Non sto fuggendo. Ho bisogno di tempo per ideare un piano.»
«Davvero? Be', siete sempre stata la più impulsiva delle tre sorelle. In ogni caso vi aiuterò, dal momento che ne avete bisogno.»
Elene strinse le mani a pugno. «Perché tutti pensa no che io debba essere salvata? Sono una donna adulta. Avrò tutto sotto controllo, quando Lord Pybba arri verà.»
Hafual inarcò un sopracciglio, e una fossetta si disegnò sulla sua guancia, come se lei esistesse al solo scopo di farlo divertire. «Eppure state fuggendo, mia signora, anche se lo negate. Per la fretta siete anche inciampata e avete preso una storta. Oppure è diventa ta un'abitudine?»
«Mi avete spaventata» si difese lei. «E se vi riferite al mio ultimo soggiorno a corte, ero inciampata nell'orlo del vestito.» Qualcuno le aveva fatto lo sgam betto, ma lei sapeva che Hafual non ci avrebbe credu to, proprio come le sue sorelle.
Lui le rivolse un inchino, come se fossero a corte e non su un sentiero fangoso. «Volevo solo farvi notare che le conseguenze delle vostre azioni ricadranno su tutti gli abitanti della zona. Questa storia con Pybba non riguarda soltanto voi. Guardate la faccenda da un altro punto di vista, come vi suggerirebbero di fare le vostre sorelle, se fossero al mio posto.»
«Quali conseguenze può avere una visita a vostra sorella?» Elene strinse più forte il collare di Bugge. Avrebbe dovuto pensare a cosa le avrebbero detto le sue sorelle? Era una vita che lo faceva, e non credeva di essere migliorata, per quello.
«Non sapete niente di quale sia, di preciso, il mio rapporto con Pybba» riprese lui. «Cercate di piegare mia sorella al vostro volere senza pensare al suo bene. Ho l'impressione che vogliate essere come la regina e le sue dame, che si preoccupano solo di loro stesse.»
Elene levò gli occhi al cielo, invocando la protezio ne di Santa Etheldra e di tutti gli altri santi. Il cielo era testimone che agiva per salvare il proprio futuro senza aspettare che qualcuno la salvasse. E non era egoista, da parte sua, voler assicurare la propria incolumità e quella della sua gente. In fondo al cuore sapeva, mal grado ciò che il soprintendente dichiarava, che qualsiasi alleanza con Pybba sarebbe stata la rovina, per Baelle Heale. «Vi siete alleato con quello sbruffone odioso di Pybba?» gli domandò con quel tono mellifluo che le sue sorelle avevano imparato a temere. «Non smetterete mai di stupirmi?»
Un muscolo guizzò sulla guancia di Hafual. «Dopo la campagna di primavera contro le bande di guerrieri Hwicce che appiccavano il fuoco alle fattorie sul con fine, Pybba ha iniziato una guerra silenziosa nei miei confronti, cercando di sminuire la mia influenza pres-
so il re. Spera di aprire un nuovo fronte, mettendo in trappola voi e vostro padre.»
Il tono eccessivamente altezzoso irritò Elene, perché lasciava intendere che l'unico obiettivo delle azio ni di Pybba riguardasse lui, e non la prosperità di Baelle Heale o l'influenza che la sua famiglia esercitava. Elene si rimangiò la prima risposta che le era venuta alla mente e continuò a parlare in tono pacato, accompagnato da un frenetico battito di ciglia. «Pybba sarebbe un problema per Baelle Heale a prescindere dal suo ruolo. Mio padre, tuttavia, deve imparare la lezione senza il mio intervento. Voglio dargli il tempo di capirlo da solo e di ammettere che l'idea lo ripugna. Considerando i loro caratteri, prevedo che Pybba non sarà un problema per questa regione per lungo tem po.»
Il muscolo della guancia fremette di nuovo, come se Hafual stesse cercando di trattenere una risata. «Pybba di Etone si offende facilmente, e vostro padre è un uomo irascibile. La combinazione può scatenare uno scontro, in determinate circostanze. Tuttavia, mia signora, questo genere di conflagrazione può avere conseguenze inaspettate.»
Elene si sistemò una ciocca di capelli dietro l'orecchio, sforzandosi di mantenere un'aria dignitosa, inve ce di cedere al comportamento sconsiderato di un tempo. L'estate in cui Hafual, Moir e Ansithe avevano sal vato Nerian e lei dai banditi, era stata incauta, e aveva perso il controllo. «Pensate che io abbia la padronanza e la delicatezza di un orso ballerino. Be', lasciate che vi dica che non è così.»
«Chi ha detto una cosa simile?»
«Il soprintendente e sua moglie. Li ho uditi parlare del fidanzamento e di ciò che devono fare perché io lo
accetti.» Elene non si preoccupò di nascondere l'amarezza. «A quanto dicono non servirà molto, basterà un ciondolo o un abito nuovo, perché pensano che io sia un tipo volubile. In fondo, a causa del mio passo falso con la regina, mio padre non è sommerso di offerte di matrimonio.»
Un sorriso distese i lineamenti di Hafual, li addolcì, trasformandolo di nuovo nel guerriero gentile che lei aveva conosciuto e apprezzato, prima che la moglie morisse. «Il soprintendente di vostro padre dev'essere cieco, o forse è uscito di senno, se lo pensa. Voi e le vostre sorelle siete testarde e più scaltre di molti guer rieri. Io porto ancora i segni del mio primo incontro con voi.»
«Ecgbert ha sposato di recente una donna di Etone. È invaghito di lei e ripete ogni sua parola come se fosse una perla di saggezza.» Elene scosse il capo. «So spetto gli sia stata promessa una promozione, se il fi danzamento avverrà. Sapete quanto è ambizioso. Prima che Cynehild andasse a portare la spada del suo defunto marito in territorio danese, Ecgbert aveva pensato che mia sorella potesse sposarlo.»
La bocca di Hafual si incurvò in un'espressione ar cigna. «Non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire.»
«Il fidanzamento dovrebbe essermi comunicato come un fatto compiuto. Secondo la moglie di Ecgbert, è il modo migliore per convincermi ad accettare.» Elene scosse di nuovo il capo. «Come se fosse possibile!»
«Si sono fatti un'idea davvero sbagliata di voi.» Hafual rivolse verso l'alto il palmo di una mano, su cui si posarono delle gocce d'acqua. «Comincia a piovere, e persino le donne che non sono... Come avete detto? Sì, volubili, non devono bagnarsi. Mi spiegherete tutto
quando arriveremo a casa mia, poi cercheremo insieme una via da seguire.»
Elene aprì la bocca per dichiarare che solo lei a vrebbe deciso del proprio futuro, ma l'espressione tru ce di Hafual la fece desistere. «Bugge detesta l'umidi tà» ribatté invece.
Una scintilla illuminò gli occhi azzurri di lui. «Al lora il vostro cane ha deciso. Accettate il mio aiuto, datemi il fagotto.»
Elene rimase dov'era. «Posso scegliere?»
«Potete farlo, ma sempre con me.» Hafual si strinse nelle spalle. «Non ho mai capito perché alle donne piaccia portare i pesi da sole.»
Lei strinse il fagotto al petto. «Forse desiderano mostrarsi indipendenti.»
«È una buona ragione.» Hafual le rivolse un inchino. «Anche se io volevo solo rendermi utile.»
Lei ignorò la mano che le porgeva. «Non ho biso gno di aiuto. Ce la faccio da sola, vorrei che fosse chiaro.»
«Per adesso.»
Elene serrò le labbra. Non voleva che le sue sorelle, né nessun altro, la salvassero. Aveva solo bisogno di tempo per far comprendere a suo padre che errore sarebbe stato, obbligarla a sposare Lord Pybba. Eppure, per qualche motivo sentì la tensione al petto allentarsi, mentre l'alto uomo del nord camminava al suo fianco. «Per sempre.»
«Rifletterò sulle vostre parole» le assicurò lui, poi aggiunse: «Anche se ho l'impressione, Lady Elene, che abbiate bisogno di aiuto nei momenti più inopportuni».
«Non accadrà più, ho imparato la lezione.» Elene incrociò le dita mentalmente. «Il mio piano per impe-
dire a Pybba di assumere il controllo di Baelle Heale funzionerà. Devo solo sistemare qualche dettaglio, e mi auguro che vostra sorella...» Si zittì e sollevò lo sguardo sul viso dall'espressione minacciosa. «E mi auguro di potermi fidare di lei, e di voi.»
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