1017 - La scoperta della baronessa - L. Carlyle 1018 - Il rapimento di Lady Rowena - C. Townend 1019 - La musa segreta - E. Redgold 1020 - Un'americana a Londra - J. MacLean 1021 - L'uomo del destino - E. Boyle 1022 - Il guerriero di fuoco - M. Willingham 1023 - La sposa dello scandalo - D. Gaston 1024 - Il ballo dello scandalo - J. MacLean 1025 - Gioco d'inganni - L. Ashford 1026 - La promessa del cavaliere - N. Locke 1027 - Scandali, inganni e veritĂ - C. Linden 1028 - Un barone per l'ereditiera - J. MacLean 1029 - La solitudine del visconte - E. Boyle 1030 - I segreti di Wiscombe Chase - C. Merrill 1031 - Un bacio per scommessa - E. Hobbes 1032 - Un amore in sospeso - A. Herries 1033 - La sposa sbagliata - G. Callen 1034 - Il nemico scozzese - N. Locke 1035 - Passione, scandali e segreti - E. Hobbes 1036 - La notte dello scandalo - D. Gaston 1037 - Una sposa da proteggere - T. Brisbin 1038 - Diario di una signorina del ton - J. McQuiston 1039 - Il signore del deserto - M. Kaye
TERRI BRISBIN
Una sposa da proteggere
Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: The Highlander's Runaway Bride Harlequin Mills & Boon Historical Romance © 2016 Theresa S. Brisbin Traduzione di Maria Grazia Bassissi Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Books S.A. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. © 2016 HarperCollins Italia S.p.A., Milano Prima edizione I Grandi Romanzi Storici ottobre 2016 Questo volume è stato stampato nel settembre 2016 da CPI, Barcelona I GRANDI ROMANZI STORICI ISSN 1122 - 5410 Periodico settimanale n. 1037 dello 08/10/2016 Direttore responsabile: Chiara Scaglioni Registrazione Tribunale di Milano n. 75 dello 01/02/1992 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - Via Mondadori, 1 - 20090 Segrate (MI) Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 045.8884400 HarperCollins Italia S.p.A. Viale Monte Nero 84 - 20135 Milano
Prologo
Scourie, Scozia nord-occidentale Eva MacKay era perdutamente innamorata. La spossatezza, il dolore e la paura dei giorni precedenti svanirono non appena accarezzò con il dito la morbida guancia della neonata adagiata contro il suo petto. Le labbra perfette a forma di bocciolo si incresparono svelando la punta della linguetta rosea. E quando gli occhi si aprirono e parvero incontrare il suo sguardo, Eva si sentì perduta. Si chinò per baciare la fronte della bimba mormorando dolci parole contro la pelle umida e vellutata. Durante le ore di travaglio per darla alla luce, Eva non aveva fatto altro che pensare all'uomo che avrebbe dovuto essere al suo fianco. Non avrebbe mai visto sua figlia. La loro figlia. Le lacrime le salirono agli occhi e traboccarono quando sussurrò il suo nome alla loro bambina. La piccola si dimenò un poco e chiuse gli occhi, addormentandosi. Allora Eva mormorò il nome che avevano scelto se avessero avuto una femmina. 5
Mairead. La avvicinò a sé, rimboccando la coperta intorno al corpicino e tenendola stretta. Non le restava altro da fare che rimettersi alla discutibile misericordia di suo padre e pregarlo di permetterle di tenere la bambina. L'atteggiamento freddo mostrato da sua madre fino ad allora le diceva che non avrebbe avuto alleati per la sua causa. Ora però doveva riposarsi prima di poter pensare a un piano. Provava una sofferenza profonda, sia per le fatiche del parto sia per il cuore spezzato. La piccola sospirò ed Eva chiuse gli occhi, godendosi il calore che emanava. Stava sprofondando nel sonno quando fu bruscamente svegliata da qualcuno che sollevava la neonata. «Che cosa fate?» chiese alla sconosciuta. La donna non rispose. Si limitò ad avvolgere la coperta intorno alla bimba e fece per andarsene. «Chi siete? Dove la state portando?» domandò con un tono di voce più alto. Lottando contro il dolore e la debolezza per il sangue perduto, Eva spinse via le coperte e tentò di alzarsi dal letto. Nessuno avrebbe portato via sua figlia. Né ora né mai. «State tranquilla, mia signora» intervenne Suisan, la donna che suo padre aveva mandato per aiutarla durante il parto, entrando nella stanza. «Ora vengo a occuparmi di voi. Nel frattempo la bambina sarà in ottime mani.» Suisan era molto efficiente e presto Eva si ritrovò lavata e con una camicia pulita indosso. Le lenzuola erano state cambiate e ogni traccia del parto era stata rimossa dalla camera. Sorseggiando un infuso 6
bollente che la donna le aveva preparato, Eva sentì il dolore e l'ansia placarsi. «Potete riportarmela ora, Suisan» disse, restituendole la tazza. «Devo provare ad allattarla.» «È già stato tutto sistemato, mia signora. Non dovete preoccuparvi di nulla» sussurrò la donna, mentre si affaccendava attorno al letto lisciando e rimboccando le lenzuola. «Sistemato?» Quando Eva tentò di alzarsi a sedere, si accorse che il corpo non le obbediva. «Ho detto di portarmi la bambina, Suisan.» Le si annebbiò la vista e la camera parve dissolversi. «Non vi riguarda più, mia signora. Ora dovete solo riposare e rimettervi in forze» insistette la donna. «Lei è mia» ribatté Eva, ma le parole uscirono dalla sua bocca indistinte e confuse. Comprese che le era stato somministrato qualcosa per farla dormire, ma non era quello ad allarmarla. Ciò che aveva detto Suisan l'aveva spaventata terribilmente. Tuttavia, i suoi tentativi di alzarsi e andare in cerca della neonata furono vani, dal momento che il suo corpo si stava ormai arrendendo alle erbe della pozione contenuta nella tazza. «Non più, mia signora.» Suisan tirò più su le lenzuola e gliele rimboccò intorno alle spalle. «Se ne è andata. Non dovete preoccuparvi.» Tutti i pensieri svanirono quando Eva sprofondò nel buio. Passò molto tempo, durante il quale Eva alternò momenti di coscienza ad altri di totale oblio. I giorni e le notti si fusero in una sorta di nebbia fino a quando – erano passate forse tre settimane – 7
suo padre andò a prenderla per riportarla a casa. Ci volle un'altra settimana per raggiungere il loro castello a Tongue, molto lontano, a nord-est di Durness, e in quei giorni Eva non conobbe altro che desolazione e tristezza. Suo padre, Ramsey, capo del clan MacKay, non menzionò mai la bambina. Si comportava come se nulla fosse accaduto e lei comprese che quello era il suo modo di cancellare lo sfortunato incidente dalla loro esistenza. Solo quando l'intontimento provocato dalle erbe dell'infuso svanì, il vero panico si impossessò di lei: la sua bambina era viva o morta? Fu quell'angoscia a darle la determinazione di cui aveva bisogno, nonostante la debolezza, ed Eva decise che in qualche modo avrebbe saputo la verità. Se suo padre si fosse rifiutato di dirgliela, l'avrebbe scoperta da sola. Quel piano le fornì una ragione per guarire e rimettersi in forze. Fingendo di comportarsi da figlia obbediente, si dibatté nel vuoto della perdita mentre rifletteva sul da farsi. Non poteva contare sul sostegno di alcun familiare, quindi avrebbe dovuto agire da sola. Ma lo avrebbe fatto di sicuro. Erano passate altre tre settimane quando ricevette la notizia. Non riguardo a sua figlia, come aveva sperato e pregato, bensì sul suo futuro. Sarebbe andata in sposa a un parente di un importante capoclan del sud per stringere un'alleanza tra le loro famiglie. L'editto di suo padre non le lasciava scelta riguardo al matrimonio. Fu questo che la spinse ad agire. Rifiutarsi semplicemente di sposare quell'uomo non 8
era una strada praticabile: quando si trattava di farsi obbedire, Ramsey MacKay poteva diventare spietato. Se l'uomo dei Mackintosh fosse arrivato e lei fosse stata al castello, avrebbe dovuto sposarlo per forza. CosĂŹ Eva fece l'unica cosa che potesse fare... FuggĂŹ.
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1
Castello di Drumlui Rob Mackintosh, cugino e intimo amico del capo del potente clan Mackintosh, lanciò un'occhiata torva al suo laird, il quale lo ricambiò con espressione allegra. Brodie non tentava neppure di nascondere il divertimento per il disagio dell'amico. «Dannazione, Arabella!» imprecò Rob. La moglie di Brodie aveva liquidato la sua resistenza a quella proposta di matrimonio con poche parole. «Come faccio a rifiutare adesso?» Si voltò e se ne andò a grandi passi, continuando a imprecare tra i denti. I sei mesi precedenti, da quando Brodie aveva assunto il comando del clan e della Confederazione Chattan, erano stati frenetici per Rob. Dopo aver combattuto per aiutare l'amico a sconfiggere l'infido cugino Caelan e a riparare i danni che aveva causato durante il suo governo, aveva ottenuto un posto nel consiglio che sosteneva e guidava Brodie. Ma siccome tutti sapevano che questi si fidava di Rob 10
più di chiunque altro, chi voleva qualcosa dal laird aveva presto cominciato a rivolgersi direttamente a lui. Rob salutò con un cenno del capo diverse persone che incrociò nel corridoio mentre si allontanava dalla stanza di Brodie. Dal modo in cui le loro labbra si increspavano, capì che lo avevano sentito imprecare o sbattere la porta. Un contratto di matrimonio. Per lui. Con una sconosciuta del nord. Per alleare due clan ed espandere l'area d'influenza di Brodie. Era una procedura del tutto normale per un matrimonio, ma in un certo senso Rob avrebbe voluto qualcosa... di più. Qualcosa o qualcuno di diverso. Era sempre stato l'ombra di Brodie ma, non essendo così strettamente imparentato con lui, aveva sperato di essere risparmiato dalle trame politiche del clan. Chiaramente non era bastato. Girò l'angolo e proseguì lungo il corridoio, uscendo infine dalla porta che conduceva al cortile. Aveva bisogno di una boccata d'aria fresca per vuotare la mente e recuperare la lucidità. Non aveva dubbi che, se avesse rifiutato fermamente le nozze, Brodie non lo avrebbe obbligato. Ma sostenere lo sguardo di Arabella e dirle di no era tutta un'altra questione. Arabella Cameron, un tempo loro nemica, aveva restituito a Brodie la sua anima, e poi li aveva aiutati a salvare il loro clan. Nonostante la lunga tradizione di reciproco odio e diffidenza tra i Mackintosh e i Cameron, lei era riuscita nell'impresa che molti avevano ritenuto impossibile e, ancora più im11
portante, aveva salvato l'amico più stretto di Rob. A dire la verità, lui sarebbe stato obbligato a addurre ragioni molto forti se voleva sottrarsi a quell'accordo. Sospirò, guardandosi intorno. Senza che se ne fosse reso conto, i suoi piedi lo avevano portato al villaggio e ora si trovava davanti al cottage di sua sorella. Brodie aveva detto che Margaret approvava l'unione. Rob sospettava che sua sorella avrebbe sostenuto qualsiasi accordo prevedesse il suo matrimonio. Da molto tempo lo biasimava perché non si era ancora sposato e aveva persino tentato di combinargli degli incontri, ma lui aveva opposto una strenua resistenza. Probabilmente adesso stava esultando. «Margaret?» chiamò, bussando allo stipite della porta. «Sei in casa?» Sua sorella lo invitò a entrare. Chinandosi per passare sotto il basso architrave, lui la vide mettere da parte una pila di indumenti e alzarsi per salutarlo. Era sempre indaffarata, le sue mani non erano mai inoperose o vuote. Lavorava ancor più di quando il marito era vivo, offrendo ospitalità a vagabondi, viaggiatori smarriti o feriti e occupandosi di loro finché non erano in grado di proseguire. Proprio come aveva fatto nel loro accampamento sulle montagne, durante i mesi che avevano trascorso in esilio, come fuorilegge. «Ah, Robbie...» Margaret si aggrappò alle sue spalle, costringendolo ad abbassarsi per dargli un bacio. «Sei un uomo molto impegnato.» «È un modo per farmi notare che non ti faccio visita abbastanza spesso?» 12
Margaret sorrise. «Be', mi rendo conto che adesso sei importante, e so che ti occupi degli affari del capoclan e che sei sempre in viaggio.» Socchiudendo le palpebre, lui cercò di capire se lo stesse canzonando. «Sì, Margaret» disse, riconoscendo infine le sottili rughe di umorismo agli angoli degli occhi. «Sono un uomo importante.» «Scherzi a parte, Rob, stai bene?» chiese lei, il tono preoccupato. Prima che lui potesse rispondere, qualcuno bussò alla porta e poi la aprì senza aspettare la risposta. «Margaret. Ci siete, ragazza mia?» Un uomo che chiamava sua sorella, una vedova, ragazza? Rob si girò per capire chi fosse e rimase esterrefatto nel vedere Magnus, uno dei guerrieri, che si chinava per entrare nel cottage. A giudicare dall'espressione sbalordita, nemmeno l'uomo si aspettava di vederlo lì. L'occhiata che scambiò con sua sorella diede a Rob la risposta alla domanda che non aveva formulato. «Sono qui, Magnus» disse Margaret andando verso il nuovo arrivato. Rob rimase di stucco nel vedere le sue guance rosee, ma era anche contento. Non lo avrebbe mai immaginato, ma evidentemente tra quei due c'era qualcosa di più della semplice amicizia. «Rob è appena arrivato.» «Rob» disse Magnus, tendendogli la mano. «Come va?» «Bene, Magnus.» Rob la strinse. «Che cosa vi porta qui?» chiese poi, pur sapendo che non aveva il diritto di chiederglielo. «Di tanto in tanto do una mano a vostra sorella per i lavori più pesanti» spiegò il guerriero con voce 13
burbera, mentre il viso di Margaret diveniva paonazzo. Lavori più pesanti, a chi volevano darla a bere? «Voi siete spesso occupato per seguire gli affari di Brodie, così quando riesco passo di qui.» Non si capiva se Margaret fosse più prossima a soffocare o a esplodere, e Rob si impietosì. «Mi fa piacere che abbiate deciso di darle una mano, Magnus, soprattutto quando io non ci sono.» Era sincero. Anche se a giudicare dal contegno degli interessati, dagli sguardi impacciati che si scambiavano e dal loro nervosismo, era chiaro che la loro relazione fosse intima. Margaret, esperta guaritrice, aveva salvato la vita di Magnus durante l'esilio, e i due avevano passato molto tempo insieme. Se a sua sorella faceva piacere avere quel guerriero al suo fianco, era contento anche lui. Margaret non aveva bisogno del suo benestare per risposarsi o per accogliere un uomo nel proprio letto. E se aveva ritrovato un po' di gioia dopo l'amara perdita del marito, Rob non si sognava nemmeno di negargliela. L'atmosfera nel cottage si fece tesa e lui si sentì di colpo fuori posto. Era venuto il momento di congedarsi, ma prima... «A proposito di viaggi, devo partire. Brodie mi ha promesso in matrimonio.» «Era ora, Rob» dichiarò Margaret, ridendo e abbracciandolo stretto. Magnus si era tirato da parte per permetterle di accostarsi al fratello. «Avevo quasi rinunciato a sperare che i miei sforzi avessero successo.» Lo lasciò andare, ma tenne la mano sul suo braccio. «Ebbene, chi è la ragazza?» A Rob sfuggì uno sbuffo a quella domanda. Non 14
solo Margaret non aveva approvato quelle nozze, non ne sapeva proprio niente. Brodie l'avrebbe pagata cara per quell'imbroglio. «Una MacKay, del nord. Brodie vuole stringere un'alleanza tra i nostri clan e a quanto pare io sono la vittima prescelta da mandare al macello.» Non ebbe bisogno di vedere il sussulto di sua sorella per rendersi conto del tono carico di amarezza che aveva usato. Se quelle nozze avessero avuto luogo, lui non voleva che il suo scontento diventasse di dominio pubblico. Margaret gli si avvicinò di nuovo. «Potrebbe essere una buona cosa per te, Rob. Brodie non affiderebbe un incarico tanto importante a qualcuno di cui non si fida.» Rob fece un cenno d'assenso. «Sì, Margaret, hai ragione. Solo, avevo sperato...» Si interruppe. Non sapeva nemmeno lui come spiegare i propri sentimenti. Uomini e donne avevano approcci diversi e, dato che il matrimonio combinato di sua sorella si era rivelato molto felice perché lei e il marito si erano perdutamente innamorati, probabilmente Margaret non avrebbe condiviso la sua titubanza. Dei rumori provenienti dall'esterno attirarono la sua attenzione, fornendogli il pretesto del quale aveva bisogno per congedarsi. «Devo andare a occuparmi dei preparativi» spiegò. Diede un bacio alla sorella e rivolse a Magnus un cenno di saluto, ma poi non resistette alla tentazione di prenderlo un po' in giro. «Attento con quei lavori pesanti, Magnus. Bisogna essere prudenti, o si corre il rischio di finire a letto.» 15
Rob uscì in fretta dal cottage, ma non prima di avere udito l'imprecazione della sorella e la risata tonante di Magnus. In cuor suo era contento di sapere che Margaret era di nuovo felice e che il guerriero sarebbe stato al suo fianco. Il resto della giornata trascorse in fretta, troppo per i suoi gusti. Rob si dedicò soprattutto all'addestramento dei soldati, uno degli incarichi che preferiva e che svolgeva in virtù delle abilità con le armi e delle strategie che aveva affinato combattendo con e per Brodie negli ultimi anni. Più tardi, a cena, diede al suo laird e ad Arabella la risposta che aspettavano. La reazione di Brodie fu esattamente quella che aveva immaginato: un cenno d'intesa e un lampo soddisfatto negli occhi. Arabella... Be', Arabella balzò in piedi e corse da lui. Gli gettò le braccia al collo e lo abbracciò stretto, nonostante il ventre prominente. «Sono così contenta, Rob.» Si asciugò gli occhi, lasciandolo andare. «Spero di cuore che la giovane MacKay vi piaccia e che il vostro sarà un matrimonio molto felice.» Brodie si avvicinò, facendogli passare la voglia di obiettare o di correggerla. La sua espressione prometteva vendetta e dolore nel caso in cui lui avesse osato guastare la felicità della moglie riguardo a quel matrimonio. Essendo stato più di una volta bersaglio della rabbia dell'amico, Rob stabilì che fosse meglio lasciare che Arabella si crogiolasse nel suo sconfinato ottimismo. Di conseguenza, si limitò ad annuire. 16
«Quando partirai?» chiese Brodie, mentre riaccompagnava la moglie a sedere. «Tra un giorno, forse due. Ho delle cose da sistemare prima della partenza.» «Quanti uomini porterai con te?» Rob respirò a fondo, poi lasciò uscire il fiato prima di rispondere al suo laird. Ci aveva pensato tutto il giorno mentre si occupava dei suoi incarichi. Se la sua missione fosse fallita, non voleva avere testimoni. Non sapeva però se Brodie sarebbe stato d'accordo. «Andrò da solo.» Il silenzio che accolse le sue parole durò diversi lunghi secondi. Lui incontrò lo sguardo del cugino. Brodie stava riflettendo sulle sue parole. «Preferirei che prendessi almeno una piccola scorta. Tuttavia, attraverserai terre di nostri alleati o parenti, inoltre sai difenderti» riconobbe infine. «Quanto ti ci vorrà per arrivare a destinazione?» «Se il tempo tiene, non più di una quindicina di giorni per arrivare e altrettanti per tornare indietro. Resterò là per tutto il tempo necessario.» «Rob...» cominciò Brodie. Lui alzò la mano per prevenirlo. «Io sono sereno, Brodie. Se non riuscirò a sopportare la donna o se avrò delle grosse obiezioni, te lo dirò.» Il laird sorrise e annuì. «Sono sereno» ripeté allora Rob, «ma tutt'altro che soddisfatto.» Facendosi riempire la coppa di vino da una serva, bevve in un sorso. Era stato sincero con Brodie: se ci fosse stato qualcosa che non andava con la ragazza, si sarebbe opposto alle nozze. Se ci fosse stato 17
qualche impedimento o qualche altro motivo di obiezione, si sarebbe tirato indietro. Se non ci fosse stato nulla in contrario, avrebbe dovuto sposarla. Due giorni piÚ tardi, Rob montò a cavallo e prese le redini dell'animale da soma. Uscendo dalle porte della fortezza di Drumlui, pensò che al suo ritorno sarebbe stato un uomo diverso. Un uomo sposato, nel bene e nel male. Poteva solo pregare che sarebbe stato nel bene. Ma la situazione che lo accolse al suo arrivo gli fece capire che non aveva molte speranze.
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A spasso con un libertino EVA LEIGH LONDRA, 1816 - Eleanor Hawke dirige un giornale di pettegolezzi. Daniel Balfour, Conte di Ashford, ne è il principale soggetto! E le propone di accompagnarlo nel mondo del vizio.
La missione della novizia MARGARET MOORE INGHILTERRA, 1214 - Sir Gerrard non è più il dissoluto perdigiorno di un tempo. L'improvviso ritorno a Dunborough di Celeste D'Orleau rischia però di vanificare ogni suo sforzo.
Passato, scandali e fiori d'arancio CAROLINE LINDEN INGHILTERRA, 1822 - Rimasta vedova e senza denaro, Olivia è perseguitata da Lord Clary, intenzionato a sposarla. Ma in suo aiuto arriva proprio l'amato James Weston e...
Per il cuore di un'attrice ELIZA REDGOLD LONDRA, 1852 - Deciso a dimostrare che tutte le attrici sono cacciatrici di titoli, Darius Carlyle, Duca di Albury, scommette che persuaderà Calista Fairmont a sposarlo. Peccato che... Dal 3 novembre
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