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Irlanda - Inghilterra, 1175-1180 Coraggio, spirito di sacrificio, lealtà scorrono da sempre nel sangue dei MacEgan, i valorosi guerrieri di Laochre. Malgrado l’indiscusso valore, tuttavia, ciascuno di loro cela un animo sensibile segnato spesso da dolorosi segreti. Connor, che nel passato ha dovuto subire un’ingiusta punizione, ha trovato sollievo dalla sua profonda disperazione grazie alla amorevoli cure di Aileen, una bellissima guaritrice. Ewan, da parte sua, ha obblighi dinastici cui far fronte ed è alla ricerca di una moglie che gli porti una cospicua dote. Trahern, infine, colpito da una terribile tragedia, si è trasformato in un uomo amareggiato e pieno di rancore. Solo l’incontro con Morren, come lui sofferente e desiderosa di giustizia, apre una breccia nel suo cuore lasciandogli intravedere la speranza di un futuro meno cupo.
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Mary Nichols Una stagione per l'amore
Immagine di copertina: Nicola Parrella Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: The Husband Season Harlequin Mills & Boon Historical Romance © 2015 Mary Nichols Traduzione di Daniela Mento Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Books S.A. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. Harmony è un marchio registrato di proprietà Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved. © 2015 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano Prima edizione Harmony History ottobre 2015 Questo volume è stato stampato nel settembre 2015 da Grafica Veneta S.p.A. - Trebaseleghe (Pd) HARMONY HISTORY ISSN 1124 - 7320 Periodico quindicinale n. 532 del 21/10/2015 Direttore responsabile: Chiara Scaglioni Registrazione Tribunale di Milano n. 624 dell'11/10/1996 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - Via Trentacoste, 7 - 20134 Milano Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 199 162171 Harlequin Mondadori S.p.A. Via Marco D'Aviano 2 - 20131 Milano
1 1819 Miss Sophie Cavenhurst non era certo nota per il tatto e la pazienza, e nemmeno per il buonsenso, ma tali mancanze erano compensate da un bel viso, da un cuore tenero e da un carattere allegro. Molto spesso qualche giovane le proponeva di sposarlo, e veniva regolarmente respinto. «Vedete» rispondeva con un bel sorriso, per addolcire il suo rifiuto, «temo proprio che non funzionerebbe, fra noi.» Il che, a quanto sosteneva il suo caro papà, era la prova che in fondo aveva molto più buonsenso di quanto si credesse. Il fatto era che Sophie giudicava gli aspiranti alla sua mano paragonandoli ai meravigliosi mariti delle due sorelle maggiori, e di solito non reggevano al confronto. Lord Mark Wyndham, il marito di Jane, era gentile e affidabile; Sir Andrew Ashton, quello di Isabel, era bello e affascinante, amava l'avventura e portava spesso sua moglie all'estero, per qualche lungo viaggio in paesi lontani. 5
Entrambi i cognati erano molto ricchi, Mark per via di un'eredità e Drew per i suoi guadagni come importatore. Nessuno dei corteggiatori di Sophie poteva essere alla loro altezza. Di certo non voleva un marito che assomigliasse a quello scapestrato di Teddy, suo fratello, per quanto gli fosse affezionata. Un lungo soggiorno in India lo aveva reso migliore, e a dir la verità era stato lui a salvare i beni di famiglia quando sembrava che i Cavenhurst potessero perdere tutto, perfino la casa. Solo per quel motivo Sophie poteva perdonargli ogni cosa, compresa la detestabile abitudine di prenderla in giro. «Sophie, ormai hai respinto tutti i giovani della zona» le disse Teddy un giorno. «Ti sei fatta le reputazione di ragazza incontentabile.» «Il matrimonio è una scelta importante. Non voglio rischiare di commettere un errore, come quello che stava per fare Issie.» «Finirai per restare zitella.» «È per questo che voglio andare a Londra per la Stagione. Così potrò conoscere gente nuova.» «Vuoi andare a Londra per la Stagione? Quando ti è saltato in mente?» Sophie non gli avrebbe mai confessato di sentire una forte attrazione per il cognato Mark. La cosa migliore era lasciare Hadlea e andare a Londra, lontano da lui, per cercare un marito che corrispondesse alle sue ambizioni. «È da un po' che ci penso» gli rispose. «Lucy Martindale ci andrà, quest'anno, e non parla d'altro.» I Martindale possedevano una tenuta a dieci mi6
glia da Hadlea e Sophie conosceva Lucinda da quando andavano a scuola insieme. Si scrivevano e si facevano spesso visita. «Che cosa ne dice papà?» si informò Teddy. «Non gliel'ho ancora chiesto.» «Dubito che riuscirai a convincerlo. Sai che la mamma non sopporta di viaggiare e lui non ti accompagnerà al suo posto.» «Lo so.» Sophie sospirò. «Però potresti venire tu a Londra, al posto loro.» «Buon Dio! E perché dovrei venire proprio io?» «Se non mi accompagni tu, chi altri potrebbe farlo?» «Chiedilo a Jane.» Quando c'era un problema in famiglia, tutti ricorrevano a Jane. «Jane adesso ha un bambino e Issie è in viaggio con suo marito, lo sai. Non resti che tu. Se mi accompagni, sono sicura che papà mi lascerà andare.» «Prima devi chiederlo a lui.» Sophie trovò suo padre in salotto, che leggeva il giornale appena arrivato da Londra, come ogni mattina. Gli piaceva tenersi sempre al corrente di tutte le notizie, anche se quelle buone erano poche. C'erano sommosse ovunque, soprattutto negli opifici del nord, e dimostrazioni per chiedere le riforme parlamentari, per non parlare della crescente impopolarità del Principe Reggente e delle voci sull'imminente divorzio da sua moglie, dalla quale era già di fatto separato. Tutti pensavano che sarebbe stato un pessimo esempio per il popolo, ma da quando era morta sua 7
figlia sembrava che il Principe Reggente non desiderasse altro che risposarsi per mettere al mondo un erede legittimo. Anche i suoi fratelli, che avevano molti figli illegittimi ma nessun erede legale, stavano cercando in tutta fretta di sposarsi. Il Duca di Kent era riuscito nel suo intento prima di tutti gli altri, la duchessa era già in dolce attesa. «Papà caro» lo apostrofò Sophie distogliendolo dal giornale con uno dei suoi migliori sorrisi, «ho una richiesta da farti.» «Una richiesta che mi costerà senza dubbio un bel po' di soldi» commentò lui. «Immagino di sì, perché tu non vorrai di sicuro deludermi, caro papà.» «Parla» la sollecitò con calma, mentre lei si sedeva su uno sgabello ai suoi piedi. «Vorrei andare a Londra per la Stagione.» «A Londra per la Stagione? Chi ti ha messo in testa questa idea? Mi aspettavo che mi chiedessi al massimo qualche vestito nuovo.» «Tutte le ragazze di buona famiglia vanno a Londra per la Stagione, è così che trovano marito. Non vuoi che rimanga zitella, vero papà?» «Zitella? Tu? Non c'è pericolo.» «Teddy ha detto che resterò zitella perché ho rifiutato tutti i giovani dei dintorni. Devo andare a Londra, se voglio trovare qualcuno che mi sposi, e lui sarebbe disposto ad accompagnarmi, se tu non intendi farlo.» «Non gli affiderei mai una tale responsabilità.» «Allora verrai tu? O la mamma?» «Non se ne parla nemmeno. Né quest'anno né mai. Non siamo così benestanti da potere spendere 8
una cifra enorme per consentirti una Stagione a Londra. Nessuna delle tue sorelle ci è andata.» «Non è vero, sono state ospiti di zia Emmeline in Mount Street.» «Solo per due settimane, per visitare la città e non per recarsi a balli e ricevimenti mondani. Sono riuscite entrambe a trovare un buon marito senza frequentare l'alta società.» «Dove potrò trovare un marito come Mark o Drew, se non vado a cercarlo?» «Mark e Andrew sono dei ragazzi molto in gamba, ma perché vuoi proprio un marito che assomigli a loro?» «Sono il mio ideale...» confessò lei timidamente. «Sophie, troverai l'uomo per te quando sarà il momento. Hai solo diciannove anni, se hai troppa fretta, rischi di fare degli sbagli.» «Dunque non mi permetti di andare?» «Temo di no. Adesso lasciami leggere in pace il giornale.» Delusa, Sophie andò a cercare la madre. Lady Cavenhurst stava raccogliendo i narcisi che fiorivano a schiere in giardino. Dopo averle spiegato la situazione, Sophie concluse: «Mamma, convincerai papà, vero? Sai quanto sia importante per una ragazza trovare un buon marito. Come posso trovarne uno in un posto come Hadlea?». «Da quando hai tutta questa fretta di sposarti, Sophie?» Lady Cavenhurst continuò a tagliare i fiori e ad adagiarli nel cesto che aveva al braccio. «Da quando Jane e Issie si sono sposate. Anch'io desidero avere un marito come Mark e Drew.» 9
«Miri in alto, figlia mia.» «È un errore?» «No, cara, certo che no.» «Allora ne parlerai a papà? Potrei andare a casa di zia Emmeline.» «La zia ormai è anziana. Non credo che frequenti molto l'alta società.» «Teddy ha detto che sarebbe disposto ad accompagnarmi. Parlerai a papà, mamma?» «Gli parlerò, ma se sarà contrario non cercherò di fargli cambiare idea.» Sophie dovette accontentarsi di quella risposta. Salì in camera sua, prese lo scialle e il cappellino e andò a far visita a sua sorella che abitava a Broadacres. Broadacres era una magnifica tenuta a tre miglia da Greystone Manor. La casa non era così antica come Greystone, ma era molto più imponente. Un bel viale portava fino alla magnifica facciata, con le grandi finestre e il portone in legno di quercia. L'atrio aveva il pavimento di marmo a scacchi bianchi e neri, lo scalone era degno di un castello. Quando Sophie scese dalla carrozza venne ricevuta dal maggiordomo. «Sua Signoria è nella nursery. Devo avvertirla del vostro arrivo?» «No, andrò io da lei.» Jane stava giocando sul pavimento con Harry, il figlioletto di dieci mesi. «Sophie, come mai sei qui? Non è successo niente a casa, spero.» «No, va tutto bene. Non posso venire a far visita a mia sorella?» «Ma certo, sai che mi fai piacere. Stavo pensando 10
di portare Harry a fare una passeggiata. Vieni con noi?» Il bambino venne affidato alla balia per essere vestito e messo nella carrozzina. «Dimmi che cosa succede a Greystone» la esortò Jane mentre andavano in camera sua per prendere lo scialle e il cappellino. «Niente, sempre la solita noia. Mi piacerebbe andare a Londra per la Stagione, l'ho chiesto a papà.» «Pensi che a Londra non ti annoierai?» «Non solo non mi annoierò, ma mi troverò un marito.» «Potresti trovarlo anche qui nel Norfolk.» «Teddy dice che ormai ho rifiutato tutti i migliori partiti.» Jane rise. «Ma quante proposte hai avuto? E che cosa dice papà a proposito di andare a Londra per la Stagione?» «Mi ha risposto di no» confessò Sophie mentre scendevano nell'atrio, dove la balia le stava aspettando insieme a Harry, sorridente e già seduto nella carrozzina. «Fra non molto comincerà a camminare. Ieri ho sentito che diceva papà a Mark. È un padre straordinario, sai?» «E tu sei una madre straordinaria, Jane» rispose Sophie. La balia rimase a casa; Jane voleva occuparsi da sola del figlio, almeno fino a quando poteva. «Appena Harry crescerà, dovrò pensare a tante altre cose, e così resterà con Tilly. Fino ad allora, però, voglio stare con lui il più possibile.» Jane aveva molto a cuore l'orfanotrofio di Withe11
rington, dove era stata solita trascorrere molto tempo, prima che Harry nascesse. «Non lasceresti Harry a Tilly, per venire a Londra con me?» le chiese Sophie. «Se sei venuta per cercare di convincermi ad accompagnarti a Londra, stai perdendo il tuo tempo» l'avvertì la sorella. «Teddy sarebbe disposto a venire, ma papà dice che non vuole affidargli una simile responsabilità.» «Ha ragione.» «Non so che cosa abbiate contro Teddy. Da quando è tornato dall'India si è comportato benissimo.» «Benissimo? Scommetto che ha sperperato quasi tutto il denaro che gli era rimasto, dopo avere salvato Greystone.» «Che io sappia non ha fatto niente di male e se staremo da zia Emmeline...» «Hai già pensato a tutto, a quanto vedo. Che cosa vuoi che faccia, Sophie?» «Cerca di convincere papà che può fidarsi di Teddy. La mamma ha detto che farà quello che può, ma se parlassi anche tu a papà sarebbe meglio.» «Come mai questa voglia improvvisa di andare a Londra?» «Non è improvvisa. Ci sto pensando da quando tu e Issie vi siete sposate. Ho sempre rimandato, ma non capisco perché non potrei andarci quest'anno. Tu ci sei stata molte volte e Issie è sempre in giro per il mondo. Perché soltanto io devo sempre rimanere a casa?» Jane la fissò con attenzione. «Come dovrebbe essere, questo marito che stai cercando?» 12
«Non dev'essere perfetto, anzi sarebbe noioso se lo fosse. Ma deve amarmi e io devo amarlo, come vi amate tu e Mark.» «D'accordo, ma come dovrebbe essere perché tu lo ami?» «Alto, bello...» «Anche questo me l'ero immaginato.» «Gentile, generoso e affidabile.» «E dotato di molto buonsenso.» «Comunque voglio che sia anche allegro, simpatico, affascinante, che mi faccia battere il cuore e che sia capace di sorprendermi.» «Le sorprese non sono sempre piacevoli, Sophie.» «Non mi stai prendendo sul serio, Jane.» «No, no, ti prendo molto sul serio, ma vedrai che, quando ti innamorerai, le qualità che mi hai appena elencato non ti sembreranno così importanti. Ci si innamora e basta.» «So soltanto una cosa, che a Hadlea non potrei mai innamorarmi di nessuno» obiettò Sophie. «Io mi sono innamorata, qui.» «Tu hai avuto la fortuna di incontrare Mark, e ce n'è uno soltanto come lui.» Jane sorrise. «Va bene, ne parlerò con papà.» «Oh, sei la migliore delle sorelle! Grazie, grazie!» Sistemata la faccenda più importante, quella per cui Sophie era andata a far visita a Jane, cambiarono argomento, mentre continuavano la loro passeggiata nel grande parco. «Ho appena ricevuto una lettera da Isabel e da Drew. L'avevano spedita dall'India ed erano in par13
tenza alla volta di Singapore» la informò Jane. «Anche noi ne abbiamo ricevuta una dall'India. Teddy dice che Drew vuole comprare un'altra nave per i suoi commerci. Se lui e Issie tornassero a Londra prima dell'inizio della Stagione mondana, potrei stare da loro. Il fatto è che sono talmente imprevedibili nei loro spostamenti...» Quando rientrarono in casa, Harry venne affidato alla balia e Jane ordinò il tè. «Mark è andato a Norwich. Speravo che tornasse presto, ma si vede che i suoi affari lo tengono occupato. Non appena arriverà gli parlerò della tua idea di andare a Londra.» Sophie intuì che forse c'era ancora qualche speranza che Jane l'accompagnasse nella capitale, almeno per un breve periodo. Così, dopo aver preso il tè, tornò a Greystone Manor col cuore più leggero. Due giorni dopo Mark e Jane portarono Harry a far visita ai nonni. Venivano spesso a Greystone Manor, non c'era niente di insolito, ma Sophie sperò che fossero venuti per lei. «Come sono felice di vedervi!» salutò la sorella mentre prendeva in braccio Harry. «Naturalmente siamo tutti lieti di vedervi, ma credo che Sophie lo sia in modo particolare» commentò Lady Cavenhurst. «Pensi di andare a Londra per la Stagione, Jane?» «No, mamma. Adesso ho Harry a cui pensare, ma ho saputo che Teddy sarebbe disposto ad accompagnare Sophie.» «Non so proprio come abbia fatto a convincerlo.» «Perché non volete che sia Teddy a farmi da 14
chaperon?» protestò vivacemente l'interessata. «È troppo giovane, hai bisogno di qualcuno molto più maturo che ti stia vicino e che ti insegni come devi comportarti in società, per evitare situazioni che potrebbero compromettere la tua reputazione» rispose la madre. «So benissimo come devo comportarmi, non sono una bambina. E poi ci sarà zia Emmeline a consigliarmi.» Lady Cavenhurst sospirò. «Che cosa ne pensi, Jane?» «Non lo so. Ne hai parlato con Teddy?» «Mi ha detto che per lui va bene, ma ovviamente ci saranno delle spese da affrontare.» «Non preoccupatevi per il denaro» intervenne Mark. «Provvederò io a pagare le spese, ma solo se voi e Sir Edward sarete d'accordo.» «Oh, Mark! Lo faresti davvero?» esclamò Jane, guardando il marito con occhi adoranti. «Molto generoso da parte tua, Mark. Perché non ne parli con mio marito? Lo troverai in biblioteca. Digli di venire a prendere il tè insieme a noi.» Mark si alzò per andare dal suocero. Sophie era così eccitata che posò Harry sul tappeto. Il bambino raggiunse subito sua madre camminando a quattro zampe. «Non so se sarà possibile contare su zia Emmeline» osservò Jane. «L'ultima volta che siamo andati a trovarla diceva di stancarsi facilmente ed era diventata ancora più sorda.» Una cameriera arrivò con il vassoio del tè, che lasciò su un tavolino accanto a Lady Cavenhurst. Subito dopo li raggiunsero anche Mark e Sir Edward, 15
insieme a Teddy, che sembrava appena rientrato da una cavalcata. «Vado a cambiarmi e torno subito» annunciò dopo aver salutato Jane e il nipotino. «Allora, papà, posso andare a Londra?» chiese Sophie a Lord Cavenhurst che si stava sedendo sul divano. «Sembra che tu ti sia trovata molti alleati, figlia mia. Come posso dirti di no?» «Vuoi dire che sei d'accordo? Oh, grazie, grazie!» esclamò Sophie, correndo ad abbracciare Sir Edward. «È Mark che devi ringraziare.» «Il mese prossimo andrò a Londra e accompagnerò te e Teddy. Vi lascerò dalla zia e dovranno essere lei e tuo fratello a occuparsi di te» le spiegò il cognato. «Oh, Mark, sei meraviglioso! Se solo potessi trovare un marito come te!» «Sophie!» la rimproverò la madre. Mark rise per nascondere il proprio imbarazzo. «Troverai di sicuro l'uomo per te, Sophie. Non essere impaziente» replicò. Teddy tornò, dopo essersi cambiato. «Allora, avete deciso?» domandò. «Spero che tu sappia quello che ti aspetta» gli rispose il padre. «Dovrò badare alla mia sorellina e stare attento che non si cacci nei pasticci» ribatté lui sedendosi e accettando una tazza di tè dalla madre. «Proprio così» confermò Sir Edward. «E dovrai cercare di tenerti anche tu alla larga dai guai. Niente gioco d'azzardo, siamo intesi?» 16
«Niente carte e dadi, papà?» Teddy era deluso. «Non ti sembra di pretendere un po' troppo?» «Giocherai poco, solo durante le occasioni sociali e facendo puntate basse. E soltanto quando Sophie sarà seguita da vostra zia, Lady Cartrose. Niente bische.» «Va bene.» «Perciò, se Lady Cartrose accetta di ospitarvi, potrete andare a Londra quando Mark deciderà di partire. Bessie verrà con voi» decise Sir Edward. Bessie Sadler era da molti anni la cameriera personale di Lady Cavenhurst, ormai vicina alla pensione. Adesso stava istruendo una giovane cameriera che avrebbe preso il suo posto. Conosceva Sophie fin dalla nascita e l'avrebbe tenuta lontana dai guai anche meglio di Teddy e di zia Emmeline. Sophie era talmente felice che avrebbe abbracciato tutti, ma l'argomento di conversazione era già cambiato. Jane voleva parlare dell'orfanotrofio e così Sophie scoprì che Mark sarebbe andato a Londra per organizzare un concerto proprio per raccogliere fondi per la benemerita istituzione. Lady Cavenhurst scrisse a Lady Cartrose, la zia Emmeline, per chiederle se fosse disposta a ospitare i nipoti. La risposta arrivò qualche giorno dopo. La zia dichiarava che sarebbe stata lieta di avere Teddy e Sophie con sé e che avrebbe fatto il possibile per presentare loro tutti i suoi amici e farli invitare ai ricevimenti più importanti. Mancava ancora un mese alla partenza, e Sophie trascorse gran parte del proprio tempo a sognare a 17
occhi aperti la sua prima Stagione londinese. Non le mancavano di certo i vestiti, ma dopo aver dato un'occhiata al suo guardaroba capì che non aveva niente all'altezza di quello che l'aspettava nella capitale. I suoi abiti andavano benissimo per Norfolk, ma a Londra le avrebbero fatto fare la figura della provinciale, mentre invece doveva apparire al meglio, se voleva trovare un buon partito. Si potevano salvare soltanto il vestito che aveva indossato al matrimonio delle sorelle e quello che aveva comperato per il battesimo di Harry, ma tutto il resto lo avrebbe lasciato a casa. Jane venne in suo soccorso prima che Sophie avesse il coraggio di rivolgersi al padre affinché provvedesse. «Mark è così generoso, mi dice sempre di comperarmi tutti i vestiti che voglio» le confidò un giorno in cui Sophie era andata a farle visita. «Così ho il guardaroba pieno di abiti che non indosso mai. Sono sicura che qualcuno potrebbe andarti bene, con qualche modifica per renderlo più alla moda.» Jane era una vera esperta di cucito e quando si mise all'opera riuscì a trasformare i suoi vestiti in modo che sembrassero appena usciti da una grande sartoria. Nessuno avrebbe potuto immaginare che venivano dal suo guardaroba. Purtroppo Sir Edward avrebbe dovuto comperare le scarpe, perché Sophie aveva il piede più piccolo della sorella, ma fu così felice di avere risparmiato sui vestiti che non protestò. Come se non bastasse l'immenso dono che le aveva fatto, Jane volle aggiungerne un altro. 18
«Ecco, questo è per te» le disse, mostrandole un astuccio che conteneva una collana di zaffiri e diamanti. «La indosserai con il vestito azzurro.» «Jane, non posso accettarla! Mark l'aveva regalata a te.» «Ho tanti di quei gioielli, mia cara, che posso di sicuro fare a meno di questo.» Sophie gettò le braccia al collo della sorella. «Grazie a voi farò una magnifica figura, a Londra!» «Ricordati di comportarti sempre come si deve. Sei una Cavenhurst, non dovrai essere né troppo orgogliosa né troppo umile.» «Seguirò i tuoi consigli, cara Jane» promise Sophie, al colmo della felicità. Partì per Londra con il cuore leggero e pieno di sogni, in una mattina di maggio. Dopo aver salutato i genitori e la sorella maggiore salì sulla carrozza di Mark, insieme a Teddy, finalmente in viaggio per la capitale. L'unica delusione era il tempo, che dopo una settimana di sole si era fatto freddo e piovoso. Il viaggio durò due giorni e arrivarono a Londra alla sera del secondo, dopo aver cambiato spesso i cavalli alle stazioni di posta e aver dormito in una locanda. C'erano bandiere dappertutto, nella capitale, per festeggiare la nascita della figlia del Duca di Kent, la nuova erede al trono, avvenuta il ventiquattro maggio. Lady Cartrose, la zia Emmeline, li accolse nella sua casa in Mount Street con calore e affetto, più florida e sorda che mai. 19
«Benvenuta, bambina mia!» Abbracciò Sophie dopo averla esaminata affettuosamente da capo a piedi. «Come sei bella! Non ci sarà problema a trovarti un marito.» Sophie cercò di rispondere con una battuta di spirito, ma la zia non capì e dovette ripeterla più volte prima che sentisse. Poi zia Emmeline si rivolse a Teddy. «L'ultima volta che ti ho visto è stata al matrimonio delle tue sorelle, che avevano voluto sposarsi nello stesso giorno. Hai già una fidanzata?» «No, zia.» «Vedremo di fare il possibile anche per te. Molti dei miei amici hanno figlie bellissime.» «Non sono qui per trovare moglie, zia, ma solo per accompagnare mia sorella» protestò Teddy, ma Lady Cartrose non gli badò. «Come state, milord?» chiese invece a Mark. «E la mia cara Jane? E il piccolo Harry? Un giorno forse lo conoscerò. Restate a cena, vi prego, così mi parlerete di lui.» Mark declinò l'invito, ma accettò di rimanere per il tè e di rispondere a tutte le domande che la zia gli faceva sulla moglie e sul figlioletto. Sophie era impaziente di sapere a quali ricevimenti avrebbero partecipato e chiese alla zia che programmi avesse per il giorno dopo. «Ho pensato che sareste stati stanchi per il viaggio, quindi non ho fatto alcun programma» fu la risposta. «Al massimo una passeggiata in carrozza a Hyde Park, se non farà troppo freddo, e poi ceneremo a casa.» Sophie era delusa, e Mark sorrise. «Non preoccu20
parti, mia cara. Quando ti sarai riposata potrai partire alla conquista della capitale» cercò di consolarla. «Un temporale? Dite che ci sarà un temporale, milord? Spero proprio di no, sarebbe un disastro per i miei reumatismi.» Teddy e Sophie cercarono di non scoppiare a ridere, mentre Mark spiegava alla zia quello che aveva detto. «Oh, avete ragione, Sophie conquisterà certamente l'alta società di Londra. Ne sono sicura. Mrs. Malthouse, una mia cara amica, ha una figlia della sua stessa età. Cassandra è una fanciulla adorabile e quest'anno debutta anche lei in società. Sono sicura che andrete molto d'accordo, Sophie, e che ti inviterà a tutti i ricevimenti a casa sua. La prossima settimana ci sarà il ballo dei Rowland e sono certa di poterti procurare un invito, se lo chiederò alla mia amica Augusta.» Sophie si sentì rassicurata e cominciò a pensare a cosa avrebbe potuto indossare. Mark, dopo aver accettato di tornare a cena la sera seguente, si accomiatò, e anche Teddy decise di uscire. Sophie, rimasta a casa con la zia e con Margaret Lister, la sua dama di compagnia, si mise a scrivere una lettera ai suoi genitori e un'altra a Jane, come aveva promesso, per raccontare loro del viaggio e dell'arrivo a Londra. Solo qualche anno prima la presenza in città di Adam Trent, il Visconte Kimberley, avrebbe gettato scompiglio fra le giovani debuttanti e anche fra le signore sposate. Era uno dei giovani più belli e affascinanti fra quelli che frequentavano i salotti e i 21
club della capitale. Veniva perseguitato dalle matrone londinesi e dalle loro figlie e nipoti, ansiose di accalappiarlo. Era un mistero come fosse riuscito a rimanere celibe fino ai ventotto anni, e suo cugino Mark glielo aveva chiesto. «È molto semplice, non ho ancora incontrato la donna che fa per me. A parte quello, sono troppo occupato per pensare all'amore» era stata la risposta. Adam a quel tempo aveva appena ereditato il titolo da suo padre e la grande tenuta di famiglia a Saddleworth, nello Yorkshire, e indubbiamente aveva molto da fare. In seguito aveva commesso l'imperdonabile errore, secondo l'alta società, di sposare Anne Bamford, figlia del proprietario di un opificio del suo paese. Non si era mai capito se lo avesse fatto per amore o per la ricca dote della ragazza, ma da allora si era visto raramente a Londra. Nel giro di breve tempo il suocero era deceduto, lasciandogli l'opificio, e poi aveva perso anche la moglie, morta dando alla luce il loro primo figlio, che non era sopravvissuto. Per superare il dolore di quelle perdite, Adam si era dedicato anima e corpo agli affari. Era un avvenimento rivederlo a Londra. Quella sera, mentre passeggiava lungo South Audley Street in direzione di Piccadilly, incrociò suo cugino. «Mark! Che fortuna incontrarti!» lo salutò con calore. «Adam, per tutti i fulmini!» Mark sorrise, contento. «Che cosa ci fai a Londra?» 22
«Un affare urgente, altrimenti avrei evitato di venirci.» «Mi è dispiaciuto tanto per tua moglie... Ma ormai non sei più in lutto.» «Il lutto può durare tutta la vita, Mark.» «Sì, certo, ma... Hai voglia di venire da White's insieme a me?» Adam accettò e ben presto furono seduti per la cena a un tavolo del noto club per gentiluomini. «Mi dispiace di non essere potuto venire alle tue nozze con Jane» si scusò Adam, «ma quando ti sei sposato mio suocero era appena morto e dovevo occuparmi della fabbrica. C'erano molte sommosse, ho faticato parecchio a convincere i miei operai a non unirsi alle marce di protesta.» Dal nord industrializzato, due anni prima, erano scesi a protestare gli operai tessili del Lancashire, per manifestare al Principe Reggente lo stato disastroso dell'industria tessile e per chiedere che venisse abolita la legge che permetteva di imprigionare chi partecipava ai cortei. C'erano stati degli arresti, e la petizione rivolta al Principe Reggente non era mai stata consegnata. «Purtroppo temo che ci saranno altri disordini, se il governo non ascolterà le istanze degli operai» commentò Adam. «Eppure hai la fama di essere un padrone di larghe vedute.» «Faccio del mio meglio, ma questo non basterà. Li pago più degli altri e provvedo ai loro pasti, ma questo atteggiamento mi ha reso odioso agli occhi degli altri imprenditori. Dicono che sono un cattivo esempio, che adesso tutti i loro operai vorranno lo 23
stesso trattamento e che è colpa mia se ci saranno altre sommosse. Ho dimezzato le ore di lavoro dei bambini, ho chiamato un maestro perché insegni loro a leggere e a scrivere. I genitori mi hanno accusato di mettere strane idee nella testa dei figli, gli altri imprenditori dicono che gli operai, se diventano istruiti, protesteranno ancora di più.» «Pensavo che un uomo che sa leggere e scrivere potesse essere un lavoratore migliore» obiettò Mark. «Anch'io sono della stessa opinione, ma a quanto pare non è molto condivisa. Mi sembra che tu e Jane stiate facendo qualcosa del genere con gli orfani.» «È più un progetto di mia moglie, che mio. Jane ha chiamato dei bravi insegnanti, ma ci sono sempre più orfani e dobbiamo ingrandire l'istituto e trovare nuovi fondi. È per questo che sono venuto a Londra, per cercare un architetto e qualcuno che voglia partecipare all'impresa.» «Non sei in difficoltà economica, vero, Mark? Hai una magnifica tenuta.» «Jane vuole che l'orfanotrofio abbia anche altri mecenati. Adesso abbiamo un figlio, dobbiamo occuparci di lui. Harry ha appena compiuto dieci mesi.» Adam chinò lo sguardo. «Anch'io ho avuto un figlio, ma purtroppo...» «Lo so, Adam. Mi dispiace moltissimo, ma vedrai che ti risposerai e avrai altri figli.» «Ne dubito. Non esiste un'altra donna come Anne.» «Tutti siamo unici, a modo nostro. Non sarà An24
ne, ma troverai un'altra donna che ti amerà e ti darà dei figli.» «Non voglio più soffrire così tanto, Mark.» Quell'affermazione mise fine all'argomento. «Dopo cena facciamo una partita a whist?» «No, mi dispiace, sono stanco. Sono venuto a Londra per accompagnare mia cognata e mio cognato da una zia. Ma tu dove alloggi?» «In un albergo. Sai che non ho mai avuto una residenza londinese.» «Perché non ti trasferisci da me, a Wyndham House? Ci faremo compagnia» gli propose Mark. Adam accettò di buon grado. Dopo cena tornò in albergo e ordinò al suo valletto, Alfred Farley, di pagare il conto e di fare le valigie, in modo da potersi trasferire subito a Wyndham House.
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531 - LA ROSA DI WATERLOO
di Louise Allen
"Io sono un soldato e uccido per vivere. Non sono capace di essere fedele." Potrebbero essere queste le parole provenienti dalla bocca del maggiore Adam Flint, ma di certo non corrispondono appieno all'uomo che ha salvato la bella Rose Tatton. Lui è un figlio illegittimo, un soldato implacabile e un incorreggibile dongiovanni, ma Rose non ha mai conosciuto nessun altro con un senso dell'onore più granitico. Chi altri, infatti, trovandosi tra le braccia una donna priva di memoria a causa dei traumi della battaglia, rinuncerebbe ad assecondare l'intensa attrazione che brucia tra loro? Le spose di Waterloo
532 - UNA STAGIONE PER L'AMORE
di Mary Nichols
Sophie Cavenhurst desidera un matrimonio d'amore ed è decisa a trovare l'uomo giusto, per questo chiede al padre di poter trascorrere un'intera stagione a Londra così da realizzare il suo sogno. Ma la grande città è un luogo pieno di trappole per una signorina di campagna poco avvezza a raggiri e doppi giochi. E quando viene "salvata" dal visconte Adam Trent, Sophie pensa che è l'ultimo uomo sulla terra che vorrebbe vicino. Adam stesso non ha alcuna intenzione di sposarsi di nuovo, men che meno con una fanciulla testarda, senza peli sulla lingua e per nulla attenta all'etichetta come miss Sophia.
533 - UNA DEBUTTANTE PER IL DUCA
di Ann Lethbridge
Frederick, Duca di Falconwood, ha giurato a se stesso che non si sarebbe mai sposato, preferendo proteggere il suo Paese da intrighi e colpi di stato. Ma quando, malgrado la sua volontà, si trova a dover preservare la reputazione della bella e seducente Minette Rideau, l'unica soluzione che trova è proporle un fidanzamento lampo. Con lui. La giovane Minette è molto lusingata dall'offerta e, in cuor suo, non può che bramare il tocco dell'affascinante duca, ma allo stesso tempo sa che dietro la sua proposta c'è solo un forte senso del dovere. Decidono di comune accordo di fingere, ma...
534 - IL RITORNO DEL CAPITANO
di Georgie Lee
Intrappolato tra i ghiacci dell'Artico, l’intrepido esploratore Conrad Essington ha un unico pensiero che tiene viva la sua speranza: Katie Vickers, la bella fidanzata che lo aspetta. Finalmente a casa, non vede l’ora di stringerla tra le braccia. Ma gli ultimi diciotto mesi non sono stati facili nemmeno per Katie. Vittima delle maldicenze dello zio di Conrad, il potente Marchese di Helton, la sua credibilità di ricercatrice presso la comunità scientifica è stata messa seriamente in discussione e, oltre a questo, era ormai convita che non avrebbe più rivisto l'amato fidanzato.
DAL 18 NOVEMBRE
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CHATSFIELD HOTEL Sinonimo di Stile, esclusività e lusso Quest’anno, da MARZO ad OTTOBRE, non perdete nemmeno un’uscita della serie
CHATSFIELD HOTEL Negli hotel più esclusivi di tutto il mondo, da Londra a Sydney, la famiglia Chatsfield e la loro ricca clientela vi coinvolgeranno in torbidi scandali e passioni travolgenti.
La prossima tappa è nella vivace e frizzante Londra con
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presenta
Il club dei milionari Amore e Potere sono le chiavi dell’alta società. Uno dei più influenti membri del club è scomparso: cosa si cela dietro agli scandali e agli intrighi del club dei milionari? “Sono veramente felice che la serie continui!” Amazon Reviews
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Questa nuova imperdibile serie vi terrà compagnia fino a Dicembre.
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Una scarpetta, un principe azzurro… il tutto nel XXI secolo! Per tutte le inguaribili romantiche, Cenerentola è tornata: siete pronte a vivere la Favola? Ho bisogno di una fidanzata! Subito. Raff Rafferty erty, rampollo di una famiglia molto facoltosa di Londra, è appena stato messo alle strette da suo nonno. Raff pensa che ci sia solo una persona in grado di aiutarlo senza volere in cambio niente: Clara Castleton. Ora si tratta solo di convincerla, ma in fondo a quale donna non piacerebbe indossare abiti da mille e una notte e gioielli d’altri tempi? Ma Clara non sembra proprio il tipo adatto…
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