Uno scandalo italiano di Cecil Cameron

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CECIL CAMERON

Uno scandalo italiano


Immagine di copertina: Elisabeth Heisler/Shutterstock Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: An Italian Scandal HarperNorth A division of HarperCollins Publishers © 2021 Cecil Cameron Traduzione di Maddalena Milani Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata in accordo con HarperCollins Publishers, Ltd, Londra, U.K. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. Cecil Cameron detiene il diritto morale di essere identificato come autore dell'opera. Harmony è un marchio registrato di proprietà HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved. © 2022 HarperCollins Italia S.p.A., Milano Prima edizione I Grandi Romanzi Storici Special luglio 2022 Questo volume è stato stampato nel giugno 2022 da CPI Moravia Books I GRANDI ROMANZI STORICI SPECIAL ISSN 1124 - 5379 Periodico mensile n. 325S del 13/07/2022 Direttore responsabile: Sabrina Annoni Registrazione Tribunale di Milano n. 368 del 25/06/1994 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distribuzione canale Edicole Italia: m-dis Distribuzione Media S.p.A. Via Carlo Cazzaniga, 19 - 20132 Milano HarperCollins Italia S.p.A. Viale Monte Nero 84 - 20135 Milano


Dedica

L'inno di Garibaldi Veniamo! Veniamo! Su, o giovani schiere, Su al vento per tutto le nostre bandiere, Su tutti col ferro, su tutti col fuoco, Su tutti col fuoco – d'Italia nel cor. Va fuora d'Italia, va fuora ch'è l'ora, Va fuora d'Italia, va fuora, o stranier!


Prologo Palermo, Sicilia, 1849 «Lo scirocco! Arriva lo scirocco!» Quella parola si diffuse per le vie e ovunque fervessero attività. Gli uomini correvano avanti e indietro, sgombrando i marciapiedi e riponendo le merci esposte sulle bancarelle all'aperto. Le barche nel porto venivano assicurate agli ormeggi e il portale della cattedrale venne chiuso e sprangato. Quando il sole giunse al suo picco, le piazze e i viali di Palermo, solitamente trafficati, erano deserti, e l'antica capitale era immobile come un condannato che attendesse il compiersi del proprio destino. Lo chiamavano il vento del diavolo, perché portava con sé follia e disperazione. Gemendo e fischiando contro gli scuri delle finestre, lo scirocco imperversava rabbioso, strappando via le tegole dai tetti e scagliando immondizia nell'aria. Casse e barili si schiantavano contro i muri, andando in mille pezzi, o finivano in mare. I bambini piangevano, mentre i vecchi si rintanavano a letto in attesa che la tempesta passasse. Nel tardo pomeriggio, un rumore di zoccoli sull'acciottolato portò una donna alla finestra. Vedendo passare un cavaliere solitario, si fece il segno della croce per allontanare il male. Soltanto il demonio poteva aggirarsi in un momento simile e il cavaliere, con la sua andatura forsennata, aveva le fattezze di Satana in persona. Galoppava per le strade strette chino in avanti sulla sella, il cappello calcato sul viso. 7


Passò davanti alle statue nude della Fontana della Vergogna, per poi addentrarsi nei vicoli ripidi e angusti del borgo vecchio. Dalla bocca del suo cavallo schizzavano fiotti di schiuma, ma lui continuò a spronarlo finché non giunse a un palazzo soprastante la città. Il cavaliere si fermò davanti a un cancello sprangato. Smontò di sella e vi gettò sopra cappello e mantello. Poi infilò un piede fra le sbarre e si issò sulla cancellata. Nella parte alta c'era un varco e lui vi si infilò, quindi si lasciò cadere dal lato opposto. Poi iniziò a camminare. Ogni tre o quattro passi alzava lo sguardo verso la balaustra che delimitava il piano superiore dell'edificio, finché non trovò quello che stava cercando. Una finestra che qualche domestico distratto aveva tralasciato di sprangare si era aperta per via del vento, le tendine di pizzo che fluttuavano all'aria. L'intruso si arrampicò sui rami di un glicine, balzò oltre la balaustra e si intrufolò in casa. Toltosi la sciarpa che portava al collo, si pulì la bocca dalla polvere. La luce fosca illuminò il suo riflesso in un vecchio specchio, rivelando un volto magro e severo. Negli occhi azzurri che ricambiarono quello sguardo, c'era una risolutezza letale. L'uomo attese, tendendo l'orecchio. L'unico suono era lo sbattere e il tremare degli scuri, perché il suo incedere verso la porta era silenziato dai tappeti sul pavimento. Il Principe Riccardo Scalia sonnecchiava sul proprio letto. Più che udire lo scatto della maniglia, lo percepì. L'istinto sviluppato in anni di cospirazioni lo fece svegliare bruscamente. Prima ancora che la porta si aprisse, era già balzato in piedi, pugnale in mano. Vedendo la sagoma dell'uomo stagliarsi sulla soglia, socchiuse gli occhi insospettito. Sul viso dell'intruso era impressa chiara la smania di vendetta. Per quanto tempo poteva tenerlo a bada? Quanto ci sarebbe voluto, prima che qualcuno li udisse lottare e chiamasse le guardie? «Ben Mavrone! I miei guardiani hanno ricevuto ordine di non fare entrare rivoluzionari in questa casa.» «I vostri domestici dormono e non li ho svegliati. Nessuno ci disturberà.» 8


«Posso chiedervi il motivo della vostra visita?» «Sapete bene perché sono qui.» «So che eravate coinvolto nella rivoluzione. Vige ancora un mandato d'arresto contro di voi. Ma credevo che foste fuggito in Irlanda o altrove.» «Eppure avete comunque provato a farmi catturare. Siete ricorso a ogni mezzo, dalle spie ai sicari. E, non riuscendo nel vostro intento, avete arrestato mio fratello, incurante del fatto che fosse innocente. Lo avete usato come esca per farmi tornare in Sicilia.» Mentre parlava, Mavrone portò la mano all'elsa del pugnale. Lo espose alla luce, facendo correre il dito lungo la lama. In quella guerra di nervi fra i due uomini, ogni mossa era attentamente calcolata. Il Principe Scalia si mise a gambe divaricate. Mavrone era più giovane, ma lui era il più lucido dei due. Non doveva fare altro che raggiungere la pistola riposta nel cassetto. «Suvvia! Vostro fratello era stato processato e condannato per tradimento. Sarebbe stato fucilato se Re Ferdinando, impietosito, non gli avesse risparmiato la vita. La sua morte in carcere è stata un incidente. Un incidente evitabile, permettetemi di dirlo, se solo voi foste tornato prima.» Scalia aveva previsto la reazione del suo avversario. Non appena Mavrone balzò in avanti, lui si scostò di lato, di modo che il fendente gli passasse sopra la spalla. Entrambi avevano sfoderato i pugnali, ma Scalia aveva il vantaggio di trovarsi controluce. Schermandosi il viso con un braccio, iniziò a spostarsi di lato. Mavrone lo seguì passo dopo passo, mentre entrambi si muovevano in cerchio. Giunto in prossimità di un angolo della stanza, Scalia si sentì rinfrancato. Il cassetto era socchiuso e si trovava a meno di mezzo braccio di distanza. Poi Mavrone fece la propria mossa. Stava giocando con lui come il gatto con il topo e ciò suscitò nel principe una furia cieca. Gli si gettò addosso, mirando al cuore. Si era aspettato che il pugnale penetrasse nella carne, ma l'arma gli schizzò via di mano. Mavrone lo colpì alla testa 9


con il lato della lama. A Scalia cedettero le ginocchia. Barcollò, prima di cadere contro un massiccio paravento, facendolo ribaltare e portando a terra con sé il suo avversario. Mavrone lo inchiodò con il proprio peso e gli si sedette a cavalcioni sul petto, puntandogli il coltello al mento. «In nome di Dio! Cosa state facendo?» gridò una voce femminile. Bianca! Il principe aveva creduto che sua moglie stesse dormendo nelle proprie stanze. Il rumore doveva averla svegliata. Pregò che la sua comparsa fosse come quella di un angelo giunto a dargli un'occasione di riscossa, ma Mavrone non si mosse. «Andatevene, Bianca» le intimò. «Misericordia, siete impazziti?» Bianca stava tirando Mavrone per le spalle. «Lasciateci soli, se non volete assistere alla morte di vostro marito.» «Perché, in nome del cielo? Cosa vi ha mai fatto?» «Alex è morto. È stato assassinato in carcere.» Il Principe Scalia fece una smorfia quando la lama gli lacerò la pelle. Mentre il sangue gli gocciolava dal mento, guardò Bianca. Perché non aveva avuto l'accortezza di chiamare le guardie? Perché non si metteva a gridare, invece di restarsene lì come se si fosse appena tramutata in pietra? Quella stupida cagna! Non capiva che Ben Mavrone non era capace di pietà? «Non vi credo! Riccardo mi ha detto che la condanna era stata ridotta.» «So per certo di non sbagliare. Ho visto il suo corpo con i miei occhi. È stato ucciso il giorno stesso in cui sono tornato in Sicilia.» «Dio misericordioso...» Lo sguardo del principe si fissò sul viso della moglie, mentre la voce di lei si riduceva a un sussurro. «È vero?» Scalia strinse i denti quando Mavrone lo afferrò per i capelli e lo costrinse a rovesciare il capo all'indietro. «Ditele la verità» gli ordinò. 10


«È vero.» Dalle labbra gli uscì un secco gracchiare. «È stato ucciso... su mio ordine.» Bianca cadde in ginocchio e si aggrappò al braccio di Mavrone. Per la prima volta, lui si voltò a guardarla. «Risparmiatelo, Benito. Altrimenti uccideranno anche voi.» «Finora non ci sono mai riusciti.» «Ma ora commettereste un omicidio! Un crimine malvagio come quello che ha commesso lui, se prima non gli concederete un processo.» Fra le dita strinse spasmodicamente la stoffa della manica di lui. «Alex è forse morto per questo? Non condannate la vostra anima alla dannazione eterna. Vi prego, se provate ancora un briciolo d'affetto per me!» Stava piangendo e il principe trattenne il fiato. Mavrone non avrebbe mai commesso un omicidio davanti a Bianca! Si illuse di essere salvo, ma solo finché Mavrone non la spinse da parte. In quel preciso istante, Riccardo Scalia conobbe il terrore della morte. Mavrone non indugiò oltre. Alzò il pugnale e tagliò prima una guancia del principe, poi l'altra. Il sangue sgorgò, scorrendogli sul collo e chiazzandogli di vermiglio la camicia. Scalia gridò e si prese il volto fra le mani. Le sue urla echeggiarono per la stanza, affievolendosi insieme alle sue forze, finché non calò il silenzio. Mavrone si chinò a strappare il lembo di un arazzo, lo usò per pulire il pugnale dal sangue e infine lo gettò sul corpo inerte di Scalia. Bianca teneva il viso affondato fra le mani e lui le sfiorò i capelli. «L'ho risparmiato per amor vostro, Bianca. Questa la terrò in ricordo della vostra devozione.» Per un istante, le affondò le dita fra i capelli come un amante. Poi ne recise una ciocca e la racchiuse nel palmo della mano. Quando Bianca sollevò il capo, Mavrone se ne stava andando. Non si voltò indietro. La porta si chiuse alle sue spalle e l'ululare del vento attutì il suono dei suoi passi mentre lasciava gli appartamenti del Principe Scalia, furtivo come quando vi era entrato. 11


Il futuro di Thisbe Moreland CANDACE CAMP Londra, 1868 - Desmond Harrison lavora con il famigerato professor Gordon, un ex scienziato dedito allo spiritualismo. Quando questi gli affida il compito di recuperare un antico artefatto in grado di provare le sue teorie sui fantasmi, Desmond scopre che l'unico modo per impadronirsene è usare la donna che ama, Thisbe Moreland.

Uno scandalo italiano CECIL CAMERON Inghilterra-Italia, 1859 - Con la reputazione rovinata, Carina Temple si reca in Italia, in attesa che i pettegolezzi si sgonfino. Tuttavia in Sicilia la situazione è rovente e il popolo spaccato in due fazioni. Mentre Carina si muove goffamente in questa realtà di conflitti fa la conoscenza del capitano dei rivoluzionari Ben Mavrone, non sapendo...

La resa del libertino SOPHIE JORDAN Inghilterra, 1848 - Introdursi nella camera da letto di un uomo non è da Mercy Kittinger. Soprattutto se quell'uomo è Silas Masters, proprietario della più famosa casa da gioco di Londra. Mercy però non ha scelta, poiché deve distruggere il pagherò che prova che lui ha vinto al gioco i beni della sua famiglia. Ma le cose non vanno come aveva pianificato.

La maledizione del laird JEANINE ENGLERT Scozia, 1740 - La giovane Moira Fraser è vedova e, per volere del padre, deve risposarsi. Ma come desiderare un secondo matrimonio, se il primo si è rivelato una fonte di sofferenza? L'unica soluzione è scegliere un uomo destinato a morire presto. La risposta alle sue preghiere è Rory McKenna, colpito da una maledizione di famiglia.


Le ragazze del cielo LORRAINE HEATH Texas, 1941 - Mentre la guerra al di là dell'Atlantico si espande sino a coinvolgere anche l'America, tre donne straordinarie, Jessie, Rhonda e Kitty, fanno la loro parte per portare il Paese a una conclusione vittoriosa del conflitto, riversando tutte le loro energie nella preparazione dei giovani piloti cadetti. Ma le loro vite presto cambieranno per sempre, segnate dall'amore e dalla perdita... Il nuovo attesissimo romanzo di Lorraine Heath. Una storia imperdibile ed emozionante, ispirata a fatti realmente accaduti.

L'ultimo duca JULIA LONDON Londra, 1855 - La testarda e volitiva Principessa Justine, erede al trono del Regno di Wesloria, viene mandata in Inghilterra per imparare dalla Regina Vittoria il mestiere di sovrana e trovare un marito adeguato al suo rango. Il compito di sorvegliarla viene affidato a Lord Douglas, un affascinante libertino ben inserito nel bel mondo. Tuttavia Justine non è certo tipo da farsi influenzare, soprattutto quando si tratta di affari di cuore, così ben presto la buona società inglese non ha più candidati da sottoporle. E se l'ultimo scapolo ancora in lizza fosse proprio Lord Douglas?

Dal 14 settembre


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