Sandra Marton BRUCIANTE PASSIONE
Titoli originali delle edizioni in lingua inglese: The One-Night Wife The Sicilian Marriage Harlequin Mills & Boon Modern Romance © 2004 Sandra Marton © 2005 Sandra Myles Traduzione di Maria Elena Vaccarini Traduzione di Velia De Magistris Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Enterprises II B.V. / S.à.r.l Luxembourg. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. Harmony è un marchio registrato di proprietà Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved. © 2005 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano Prima edizione Collezione Harmony novembre 2005 Prima edizione Collezione Harmony febbraio 2007 Seconda edizione Harmony Vedogrande giugno 2012 Questo volume è stato stampato nel maggio 2012 da Grafica Veneta S.p.A. - Trebaseleghe (Pd) HARMONY VEDOGRANDE ISSN 1826 - 168X Periodico mensile n. 66 dello 06/06/2012 Direttore responsabile: Alessandra Bazardi Registrazione Tribunale di Milano n. 912 del 28/11/2005 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - 20090 Segrate (MI) Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 199 162171 Harlequin Mondadori S.p.A. Via Marco D'Aviano 2 - 20131 Milano
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CORTEGGIAMENTO ITALIANO
COME ACQUA CRISTALLINA
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O'Connell entrò nel casinò poco prima di mezzanotte, quando l'atmosfera incominciava ad animarsi. Savannah l'aspettava da un po' di tempo, tenendo d'occhio l'ingresso che conduceva nella sala da gioco, nel timore di lasciarselo sfuggire. Una preoccupazione insensata, poiché O'Connell non era tipo da passare inosservato. «Come lo riconoscerò?» aveva chiesto ad Alain. Alain le aveva spiegato che O'Connell era alto, di bell'aspetto e con i capelli scuri. «È circondato da un alone di ricchezza» aveva aggiunto. «Sai cosa intendo, chérie. Raffinatezza.» Sorridendo, le aveva dato un buffetto sulla guancia. «Fidati di me, Savannah. Lo riconoscerai immediatamente.» 9
Ma quando, un'ora prima, Savannah aveva messo piede nell'atrio del casinò, era stata presa dallo sconforto. Infatti, la descrizione fornitale da Alain si adattava a metà degli uomini presenti. Il casinò si trovava su un'isola esclusiva delle Bahamas e l'accesso era riservato ai giocatori più facoltosi dell'Europa, dell'Asia e dell'America. Tutti gli uomini che ne frequentavano i tavoli erano ricchi, e parecchi di loro erano belli. L'arrivo di O'Connell suscitò parecchia eccitazione. Occhiate di sfuggita da parte degli uomini, sguardi di apprezzamento da parte delle donne. Segnali sottili che sarebbero sfuggiti alla maggior parte delle persone, ma non a Savannah. Riconoscere le sfumature era il presupposto per la riuscita nel suo lavoro. Da questo dipendeva il suo successo al tavolo da gioco. E quella sera era in gioco anche il suo futuro. Ma non era il momento di pensarci. Aveva appreso anni addietro, quando spennava i turisti a New Orleans, che il solo modo per vincere era svuotare la mente e non pensare ad altro che alle carte, con la 10
consapevolezza di essere la migliore. Quella filosofia funzionava ancora. Dal gioco delle tre carte agli angoli delle strade, era passata ai tavoli di baccarat e di poker in ambienti eleganti, ma il suo approccio non era cambiato. Concentrazione. Era quella la chiave del successo. Restare calma e concentrata. Una disposizione mentale che quella sera Savannah non riusciva a raggiungere. La mano che reggeva la coppa di champagne tremava. Un movimento quasi impercettibile, ma che non sarebbe sfuggito a O'Connell. Anche lui era allenato a leggere il linguaggio del corpo dell'avversario. La sua abilità era leggendaria. Per qualunque giocatore, O'Connell era l'uomo da battere. Per qualunque donna, l'uomo da portare a letto. Tutte le donne nella sala lo sapevano. Peccato, pensò Savannah, perché in quella calda notte caraibica Sean O'Connell sarebbe appartenuto soltanto a lei. Rimase a osservarlo, sorseggiando lo champagne. Non c'era pericolo che lui la vedesse perché aveva scelto con cura quella nicchia prima di fare la propria mossa. A quanto pareva, lui si comportava nello 11
stesso modo, guardandosi accuratamente intorno prima di scegliere un tavolo. Era ancora sulla porta, immobile. Savannah non potÊ evitare di ammirarlo. O'Connell sapeva suscitare l'interesse senza il minimo gesto. Tutte quelle occhiate di uomini ansiosi di essere le prossime vittime! E quei sorrisi di donne ansiose di essere vittime a loro volta, sebbene in modo diverso. Savannah la Giocatrice capiva gli uomini. Chiunque si fosse seduto a un tavolo da gioco avrebbe voluto mettersi alla prova con un giocatore della fama di O'Connell. Ma Savannah la Donna non capiva quei sorrisi femminili. Conosceva la reputazione di O'Connell. Sapeva che passava da una conquista all'altra, lasciandosi alle spalle una scia di cuori infranti. PerchÊ correre quel rischio? Tuttavia, doveva riconoscere che Sean O'Connell era affascinante. Alto, con i capelli scuri, indossava uno smoking nero aperto su un girocollo di seta nera e pantaloni neri che evidenziavano il corpo asciutto e muscoloso. E gli occhi? Alain non ne aveva parlato. Probabilmente erano azzurri, pensò, e per un istante immaginò che cos'avrebbe provato se avesse attra12
versato la sala e si fosse fermata di fronte a lui, guardandolo negli occhi. Savannah increspò la fronte e bevve un altro sorso di champagne. Il colore degli occhi di O'Connell non era importante. Contava solo quello che sapeva di lui e come se ne sarebbe servita quella sera per portare a termine il proprio compito. O'Connell era considerato uno dei migliori giocatori al mondo. Freddo, impassibile, intelligente. Era anche un uomo che non sapeva resistere a una sfida, che si trattasse di carte o di belle donne. Per questo si trovava lÏ quella sera. Alain l'aveva mandata per attirare O'Connell in una trappola. Savannah non si era mai servita di proposito del proprio aspetto per sedurre un uomo, spingendolo a desiderare di conquistarla piÚ di quanto desiderasse vincere la partita. Ma quella sera era diverso. Quella sera voleva che la vittima designata guardasse lei e non le sue mani o le carte. Lo scopo era vincere su tutta la linea. Battere Sean O'Connell. Umiliarlo di fronte a tutti. Dopo di che, sarebbe stata libera. Libera, pensò Savannah, e il suo cuore di13
venne improvvisamente più leggero. Ci sarebbe riuscita. Doveva. E non vedeva l'ora che il gioco cominciasse. Quell'attesa incominciava a irritarla. Avanti, O'Connell, pensò. Scegli un tavolo, e che inizino le danze. Be', avrebbe sempre potuto fare lei la prima mossa... No, pessima idea. Doveva aspettare che lui fosse pronto. O'Connell era ancora fermo sulla soglia. Un cameriere gli portò qualcosa da bere. Bourbon, probabilmente. Era la sola cosa che beveva. Anche quell'informazione gliel'aveva fornita Alain. Il suo bersaglio era americano come lei, anche se sembrava nato in quel sofisticato ambiente internazionale. O'Connell sorseggiò il Bourbon con aria rilassata. Nessuno gli andò vicino. Gli lasciavano il suo spazio. «Tutti sanno che non devono pressarlo» le aveva spiegato Alain. «A O'Connell piace considerarsi un lupo solitario.» Sbagliato. O'Connell non era affatto un lupo. Era una pantera, nera e pericolosa, pensò Savannah mentre un brivido di eccitazione la percorreva. Sarebbe stato un gioco pericoloso. L'aveva riconosciuto anche Alain. 14
«Ma ce la puoi fare, chérie» l'aveva rassicurata. «Ti ho mai ingannata?» No, non da quando si erano conosciuti. Ma di recente il suo atteggiamento verso di lei era cambiato. Il modo in cui la guardava o le sfiorava la mano... Ma non era quello il momento di pensarci. Aveva un compito più importante da portare a termine. Avrebbe giocato a poker con Sean O'Connell, usando la seduzione più dell'abilità. Si sarebbe assicurata che perdesse fino all'ultimo dollaro, di fronte a tutti, in modo che l'umiliazione fosse completa. «Voglio che Sean O'Connell perda più di quanto abbia mai immaginato» aveva mormorato Alain in tono raggelante. «Dovrà perdere tutto, non soltanto il denaro, ma la calma, l'orgoglio, l'arroganza. Dovrai lasciarlo solo con i vestiti addosso.» Poi aveva sorriso, un sorriso che era quasi una smorfia. «Ti darò un premio, cara. Potrai tenerti tutto il denaro che vincerai. Non sarà divertente?» Oh, sì. Certo. Perché una volta che avesse avuto quel denaro, sarebbe stata libera. Fino a poco tempo addietro non aveva mai osato soffermarsi su quell'idea, per paura che Alain le leggesse nel pensiero. Ma ormai 15
non riusciva a pensare ad altro. Aveva lasciato credere ad Alain che lo faceva per lui, ma la verità era che lo faceva solo per sÊ. Per sÊ e per Missy. Dopo quella notte, avrebbe avuto il denaro che le serviva per andarsene e per prendersi cura della sorella. Si sarebbe liberata di Alain e di ciò che temeva che avrebbe potuto pretendere da lei in futuro. Non importava se questo avrebbe comportato l'umiliazione e la rovina di Sean O'Connell. Dopo tutto, O'Connell era solo un estraneo. Ed era anche un ladro. Un anno prima, durante una partita di poker durata tre giorni a bordo dello yacht di Alain nel Mediterraneo, O'Connell gli aveva rubato un milione di dollari. Savannah non era presente. Come ogni primo del mese, era andata a trovare Missy nella clinica di Ginevra. Ma Alain le aveva riferito tutti i particolari: come si fosse accorto che aveva barato solo dopo che O'Connell se ne era andato, al loro arrivo a Cannes. Alain progettava da un anno il modo di pareggiare i conti. Il problema non era il denaro. Per lui era una questione di principio. E Savannah riusciva a capirlo. 16
C'erano tre tipi di giocatori: quelli abili, quelli stupidi, e i bari. I primi rendevano eccitante il gioco. Con i secondi non c'era gusto. Ma i bari erano diversi. Erano soltanto feccia, gente che svuotava d'ogni valore il talento. Chi era scoperto a barare veniva espulso dai casinò oppure, se aveva giocato con le persone sbagliate, poteva ritrovarsi con le mani fratturate. Nessuno chiamava la polizia. Alain aveva in mente qualcosa di diverso. O'Connell l'aveva offeso in privato, e ora intendeva restituirgli il favore in pubblico. Alla fine aveva escogitato un piano, ma gliene aveva parlato solo la settimana precedente, subito dopo la sua visita alla sorella. «Come sta Missy?» le aveva domandato dopo averle messo un braccio intorno alle spalle. «Sta facendo progressi? Sai, forse è venuto il momento di pensare a qualche cambiamento.» C'era stata una velata minaccia nel suo tono. Savannah era rimasta a fissarlo indecisa. Qualche istante dopo, però, Alain aveva sorriso e le aveva dato un bacio sulla fronte. «Ti divertirai, chérie. In un certo senso, sarà il tuo debutto in società, un modo per ce17
lebrare il tuo ventunesimo compleanno.» Savannah era stata colta di sorpresa. Non aveva mai giocato in un casinò. Fino ad allora, Alain le aveva permesso di partecipare solo a partite private. Aveva conosciuto Alain cinque anni addietro nelle strade di New Orleans, dove Savannah si guadagnava da vivere con il gioco delle tre carte. Era comparso una sera ai margini del gruppetto di persone radunate intorno a lei ed era rimasto a osservarla. Durante una pausa, si era avvicinato. «Sei in gamba, chérie» le aveva detto, sorridendo. Savannah l'aveva guardato dritto negli occhi. «La migliore» aveva replicato con la sfrontatezza acquisita vivendo per strada. Alain aveva sorriso nuovamente, allungando la mano verso le carte. «Ehi!» aveva protestato Savannah. «Lasciale. Sono mie.» Ma lui l'aveva ignorata. Dopo aver mischiato le carte, l'aveva guardata. «Dov'è la regina?» le aveva chiesto. Savannah gliel'aveva indicata. Sorridendo, Alain aveva mescolato nuovamente le carte, questa volta molto più in fretta. «E adesso dov'è, chérie?» 18
Con un'occhiata condiscendente, Savannah l'aveva indicata di nuovo. Alain aveva scoperto la carta. Nessuna regina! «Osserva ancora» l'aveva invitata. Savannah aveva osservato ancora, e ancora. Dopo cinque minuti, aveva scosso la testa, stupita. «Come ci riesci?» Lasciando cadere le carte, Alain aveva fatto un cenno in direzione della limousine nera che era comparsa all'improvviso accanto al marciapiede. «Vieni con me e te lo mostrerò. Tu sei in gamba, chérie, ma io t'insegnerò a usare la testa oltre che le mani. Insieme guadagneremo una fortuna.» «Sembra che lei ce l'abbia già una fortuna, signore!» Alain aveva riso di nuovo. «Sì, ma si può sempre avere di più. Inoltre, c'è qualcosa in te che m'incuriosisce. Sei sporca...» «Ehi!» «Ma è la verità, chérie. Sembri un monello, ma hai un certo non so che... Per me rappresenti una sfida. Sarai Eliza e io il professor Higgins.» «Non conosco nessuna Eliza né nessun professor Higgins» aveva replicato in modo seccato Savannah. 19
«La sola cosa che devi sapere è che io posso cambiare la tua vita.» Ma quel tipo la prendeva per scema? Dopo quattro anni passati in affidamento e un anno di vita di strada, non era così ingenua da salire sull'auto di uno sconosciuto! Ma non era nemmeno così stupida da lasciarsi sfuggire un'occasione del genere. Aveva guardato la limousine e quell'uomo nel suo vestito costoso. Poi aveva guardato Missy, seduta accanto a lei sul marciapiede, che canticchiava una nenia che soltanto lei era in grado di sentire. Solo allora Alain aveva notato Missy. «Lei chi è?» «Mia sorella» aveva risposto Savannah, sollevando il mento con aria di sfida. «Che problema ha?» «È autistica.» «E cioè?» «Significa che non può parlare.» «Non può o non vuole?» Nessun assistente sociale aveva mai fatto quell'acuta distinzione. «Non so» aveva ammesso Savannah. «Non parla e basta.» «Ci sono dottori che possono aiutarla. Io posso aiutarla. Dipende da te.» 20
Savannah l'aveva fissato. Poi aveva pensato al lungo coltello sottile che teneva nascosto sotto il braccio. ÂŤSe tenterai qualcosa di strano, te ne pentiraiÂť l'aveva minacciato con voce gelida, ma con il cuore che batteva per la paura. Alain aveva annuito e le aveva teso la mano. Ignorandolo, Savannah aveva aiutato Missy ad alzarsi ed entrambe si erano incamminate verso una nuova vita: bagni caldi, cibo in abbondanza, una stanza tutta sua e una casa di cura per Missy. Alain aveva mantenuto la parola. Le aveva insegnato tutto quello che sapeva finchĂŠ Savannah non era stata in grado di vincere con qualunque combinazione di carte a poker, blackjack o chemin de fer. Non l'aveva nemmeno toccata. Fino a quel momento. Da qualche tempo il suo sguardo aveva incominciato a indugiare sul suo corpo come una carezza sgradita che le metteva i brividi. O, peggio ancora, Alain aveva incominciato a esibirla davanti agli ospiti, che la guardavano con occhi bramosi, sfiorandole la guancia o le spalle con la mano. Per questo aveva accettato di ridurre sul 21
lastrico Sean O'Connell. Alain avrebbe raggiunto il suo scopo, mentre lei avrebbe avuto abbastanza denaro per andarsene e per prendersi cura di Missy senza il suo aiuto. Savannah posò su un tavolo la coppa di champagne vuota e si lisciò il vestito rosso aderente e troppo corto che Alain aveva scelto per lei. Non era nel suo stile ma, dopo tutto, nemmeno la vita che conduceva lo era. Tirando un profondo respiro, Savannah scacciò dalla mente ogni pensiero e si concentrò sul gioco. Spinse indietro i lunghi capelli biondi ed emerse dall'ombra.
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