Elbert Green Hubbard
IO VOGLIO IRRADIARE VITA
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The roycroft dictionary. Concocted by Ali Baba and the Bunch on rainy days The Roycrofters, East Aurora 1914 Love, life & work The Roycrofters, East Aurora 1906 Little Journeys to the Homes of the Great, Vol. 1 The Roycrofters, East Aurora 1916 (Memorial edition) So Here Cometh White Hyacinths The Roycrofters, East Aurora 1907 Per ragioni di chiarezza e di stile sono stati apportati alcuni cambiamenti di secondaria importanza.
Š 2012 AH! Di Fabrizio Ponzetta Traduzione e rielaborazione di Fabrizio Ponzetta ed Elisa Vascotto Š2013 El&EL
ELBERT GREEN HUBBARD TRA BUSSINESS, UTOPIA E BUON SENSO di Fabrizio Ponzetta
I «Pessimista è colui che ha conosciuto bene un ottimista» L’epigramma riportato sopra è di Elbert Green Hubbard e ci fa catalogare, con tranquillità, l’autore alla stregua di un autorevole scrittore caustico, come un Karl Kraus o un Ambroce Bierce. Ma colui che, agli inizi del novecento, teneva conferenze dal titolo L’importanza dell’Ottimismo nel Business era sempre Elbert Hubbard e non si trattava di un conferenziere omonimo, né di conferenze ironiche. Ancora più emblematico, del suo essere una tempesta di contraddizioni (come recentemente lo è il fatto che Elbert Hubbard vantava, a intermittenza, idee di matrice socialista e anarchica ma divenne noto con Messaggio per Garcia, libello che vendette oltre quaranta milioni di copie nel
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mondo1 nire esplicitamente imbecilli i lavoratori che si aspettano il lavoro come un diritto prima che come un dovere da svolgere con passione. Amministrazioni pubbliche e private, dagli periale, ne stamparono centinaia di migliaia di copie per motivare i loro dipendenti. Ma in A Message to Garcia and thirteen other things, uno dei tanti libri pubblicati dopo il successo del pamphlet A Message to Garcia, in cui l’autore associava altri testi al suo bestseller, compare anche The Better Part, in cui l’autore si proclama esplicitamente anarchico, antimilitarista e libertario. Tuttavia, Upton Sinclair2 , per motivi che chiarianni dalla sua tragica e romantica morte che commosse l’opinione pubblica statunitense, «il verme sacro del capitalismo americano».3 1
Cfr. Russel Ash, The top ten of everything 2002, DK adult 2001. Tanto per dare al lettore che fosse a digiuno di numeri editoriali un paraAsh nel 2002, sui libri più venduti di sempre, A Message to Garcia, con sempre nel mondo. Al primo posto, per intenderci, c’è la Bibbia e al secondo posto c’è il Libretto Rosso di Mao Tse Tung. 2 Scrittore e politico (socialista) statunitense. 3 Cfr. Upton Sinclair, The Brass Check, University of Illinois Press 2002.
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Terza contraddizione apparente: Elbert Hubbard era tutto sommato un positivista, «uno dei nemici più valorosi della superstizione» come scrisse alla sua morte Richard F. Outcault4; eppure abbondano nei suoi scritti riferimenti di meglio, per dargli l’autorevolezza che meritano, precursori della psicologia umanista. Ciò che armonizza tale contraddizione è il fatto che Elbert Hubbard non faceva riferimento a misticismi, esoterismi e segreti vari per sostenere Inoltre egli aveva per davvero realizzato la vita che voleva vivere, al limite del miracolo e proprio grazie alla sua forte convinzione e motivazione interiore. creare la realtà tramite il pensiero, c’era un’altra sostanziale differenza: uno spiccato senso di ironia e autoironia. Un suo libro intitolato Health and Wealth (Salute e Ricchezza), titolo che oggigiorno è stato riciclato da almeno un centinaio di autori del settore, reca con sé un interessante sottotitolo:
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Illustratore statunitense, considerato il padre del fumetto moderno.
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Libro dove è piacevolmente raccontato come essere ricco e felice, ma non troppo; contenente pensieri, sempre sinceri e talvolta profondi, riguardanti i metodi migliori per evitare di essere un peso per sÊ, una prova di pazienza per
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II «Il più grande sbaglio nella vita è la paura di sbagliare» Nella seconda metà dell’ottocento, Elbert Green Hubbard fu un giovane venditore porta a porta di saponi Larkin. Ci sapeva fare, aveva carisma, forza di volontà e una innata capacità di emoa elaborare cataloghi per per la vendita postale della Larkin, nella sede centrale dell’azienda a Buffalo. E fu un successo. Il ragazzo, poco più che ventenne, era già economicamente sistemapratica: un americano modello. Ma Elbert Hubbard sfugge alle etichettature anche da morto, Come prima cosa, all’apice di questo successo da pubblicitario, compra una grande casa, insieme ad un acro di terreno e ad un cavallo, in una piccola cittadina di campagna, a circa venti Alle ciminiere della città preferisce gli alberi e l’aria fresca di questo piccolo villaggio, East Auincontrerà Alice Moore, insegnante di scuola, signorina ventinovenne, socialista e suffragetta.
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bert e Alice passano ogni giorno intere ore a parlare di Emerson, loro diventerà una profonda unione: spirituaSiamo nel 1890 e nei tre anni seguenti le vite di conosciuta. Alice, allontanata dalla gelosia di Bertha, moglie di Hubbard, si iscrive all’Emerson College scente della Larkin, vende le azioni in suo possesso e si ritira. Vuole diventare uno scrittore e si iscrive ad Harvard dove non durerà più di un semestre, ma è a poche miglia da Alice e questa è forse la cosa più importante. mentre dall’esperienza al college nasce la sentenza di un professore: «Lei non diventerà mai uno scrittore». Elbert non divorzia dalla moglie; Alice sistema la bambina presso la famiglia di sua sorella mentre Hubbard si impegna a mantenerla versando cinque dollari a settimana a questi improvvisati genitori adottivi. Siamo nel 1894 ed un Elbert Hubbard in crisi e alla ricerca di se stesso e di uno scopo attraversa
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l’Atlantico e sbarca in Irlanda e poi in Inghilterra. Qui visita la Kelmscott Press di William Morris e ne rimane impressionato. In Morris trova un suo alter ego ideale. William Morris è poeta, scrittore, editore, artista, utopista e fu uno dei primi socialisti inglesi. Lavorò a stretto contatto con Marx ed Engels per far attecchire il movimento in Inghilterra e nel 1884 fondò la Socialist League tentando inutilmente il ruolo di mediatore tra anarchici e marxisti. Tale frustrante ruolo assumerà la forma di incipit del romanzo utopico Notizie da nessun luogo5 in cui un acceso dibattito, sfociato in lite, all’interno della Lega, porta il protagonista a desiderare di vedere cosa accadrà dopo la rivoluzione 6 lamy e di altri esempi di letteratura utopica, si ritrova nel futuro, un futuro utopico. L’attività di poeta e romanziere (poco fortunata con gli editori), il pensiero politico e la battaglia che intraprese contro l’ingerenza dell’industrializzazione nell’architettura e nelle arti
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Di prossima pubblicazione per questa collana. Scrittore statunitense, autore di Looking Backward, romanzo in cui l’autore immagina un insonne che sotto ipnosi dorme per centotredici anni e si risveglia in un futuro utopico. 6
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corrispondenza con la visita di Elbert Hubbard, a fondare una casa editrice, la Kelmscott Press, in cui si stampavano e rilegavano a mano libri di qualità, dal design ispirato a Nicolaus Jenson, tipografo della Venezia rinascimentale Il movimento di pensiero sorto attorno alle idee di William Morris si chiamava Arts and Craft. Hubbard tornò negli Stati Uniti con l’idea di divenire il paladino Arts and Craft negli USA. puristi inglesi: negli Stati Uniti, tra il 1895 e il 1899, gli eventi precipitarono o, per meglio dire, Elbert Hubbard li fece precipitare. Dall’Inghilterra aveva esportato il nome Roycroft, il logo che Nicolaus Jenson apponeva sui suoi libri (a cui aggiunse una “R”) e la determinazione ad auto pubblicarsi, come faceva Morris e sopratutto a farlo con modalità artigianali e non industriali. Un suo racconto distopico sul futuro dei libri, sfortunatamente profetico, The city of Tagaste7 la dice lunga sulla sensibilità di Hubbard in proposito. 7
Di prossima pubblicazione per questa collana, in una raccolta di scritti di Elbert Hubbard (su William Morris, Arts and Craft e il socialismo utopico) che intitoleremo Merce di poco conto crea uomini a buon mercato.
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Tornato in America, con uno stampatore di East Aurora e con un giornalista di Buffalo, Elbert Hubbard si muove su tre fronti: pubblica un periodico, The Philistine (Il Filisteo), in cui tuona contro l’establishment (“il popolo eletto”) politico, medico, industriale e culturale dell’epoca. Progetta e scrive libri stampati e rilegati a mano che della sua esperienza coi cataloghi sia della pubblicità su Terzo fronte: tiene cicli di conferenze a pagamento in tutto il paese durante le quali espone le sue idee. Rispetto a William Morris, Hubbard è sfacciato, determinato, sa, come Emerson, che «il segreto del successo è l’aver »; è solamente deciso a farne, con nonchalance, uno stile di vita più che uno sterile comandamento psicologico. Assume, come lavoratori, decine di paesani di East Aurora (che in tutto ha poche migliaia di abitanti) e attira anche dall’esterno artisti e artigiani che vogliono lavoe lo arreda seguendo i dettami architettonici di Arts and Craft, ci prende gusto nella produzione di mobili e quindi prepara cataloghi di vendita arredamento per corrispondenza, incrociando la promozione dei mobili con quella della rivista e
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di comunità utopica in cui convergono a risiededustrializzazione. Apre anche una locanda per i sempre più numerosi visitatori. Scrive centinaia blica in una serie sterminata di volumi della serie Little Journeys to the Homes of the Great e nel pieno di questo successo, da indipendente e di nicchia, scrive un articolo senza titolo per The Philistine che lo catapulta inaspettatamente nell’Olimpo di quei grandi che editorialmente lo avevano sempre snobbato, dal suo professore ad Harvard ai 8 presi sempre . Quell’articolo diventerà Messaggio per Garcia; fu scritto di getto, in un momento in cui si era infastidito con alcuni dipendenti di East Aurora ma lo portò a raggiungere il record della pubblicazione più venduta da sempre nella storia dell’editoria, con l’autore ancora in vita. Tanta esposizione mediatica porta anche l’invidia e il rancore dei parenti di Alice che presentarono il
dello scandalo a cui sottoponevano la madre e la bambina. Bertha Hubbard, la legittima mo8
Cfr. Elbert Green Hubbard, Io voglio irradiare vita.
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glie, chiede quindi il divorzio ed Elbert sposa ad East Aurora. Le attività intanto crescono esponenzialmente, con Alice nasce The Fra, una anche di residenti: la comunità dei roycrofters raggiunge, in quei primi anni del novecento, circa cinquecento anime, tutte cementate in un unico progetto da Elbert Green Hubbard. In quegli anni, Elbert Hubbard è famosissimo ed è al centro di un fuoco incrociato. I conservatori lo ritengono un anticonformista eccentrico mentre i radicali lo attaccano per le sue frequentazioni con noti businessman e per i suoi modi capitalisti. In Messaggio per Garcia, elogio dell’eroico lavoratore intraprendente e dell’imprenditore che invecchia precocemente, si lascia scappare in un paio di righe le sue idee sul socialismo: «Questa incapacità di agire di propria iniziativa, questa incapacità morale, questa debolezza di volontà, questa riluttanza ad accettare con passione e di buon grado un incarico ed eseguirlo... questi sono i motivi che rimandano il vero socialismo ad un futuro molto lontano.
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Se gli uomini non agiscono per se stessi, cosa faranno quando il loro lavoro sarà fatto per il bene comune? Sembra ci sia sempre bisogno di in mano; sembra che il timore di essere licenmantiene al proprio posto molti lavoratori.» A questo si aggiunga l’ironica metafora con cui sostanzialmente affermato che esso è come una società in cui tutti si dividono gli utili e niente e nessuno ha la responsabilità per le perdite. In America, all’epoca, ci sono socialisti utopici, che tentano inutilmente di ripetere il successo di Oneida9 e socialisti che, sul modello europeo, in ritardo rispetto al resto del mondo, si battono per i diritti dei lavoratori, creando agitazioni sindacali. I primi sono di scarso interesse per lo status quo, in quanto sono inevitabilmente destinati a fallire nel giro di pochi mesi dalla fondazione delle loro comunità a causa delle umane dinamiche interne ad ogni comune. La stessa Oneida, l’esperimento più longevo, nei primi del 9 La più longeva comunità socialista utopica del Nord America, sorta verso la metà dell’ottocento nei pressi del lago Oneida, stato
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novecento si era già rifondata in una società per azioni che produceva posate. I secondi sono in ascesa, come in ogni parte del mondo, e destano preoccupazione. Upton Sinclair è un socialista di questo tipo, un vero radicale; nel 1905 pubblica il libro La giungla, una denuncia sulle condizioni dei lavoratori immigrati ucraini per l’industria della carne in scatola. Il libro fece scalpore nell’opinione pubblica americana e anche se Jack La capanna dello zio Tom” dei salariati americani, come disse lo stesso Sinclair: «pensavo di toccare il cuore degli americani e invece li ho colpiti allo stomaco.» Ciò che infatti, sull’ondata emotiva scatenata dal libro, suscitò un’ispezione governativa furono le pessime condizioni igieniche in cui la carne in scatola, che va confezionata. Elbert Hubbard, nel frattempo di Sinclair, sull’Evening post, bollandolo come «un insulto all’intelligenza». L’industria della carne in scatola di Chicago, dal suo articolo ne fece un pamphlet dalla tiratura di un milione di copie. Sinclair, nel suo libro denuncia contro il giornalismo americano, The Brass Check10, ironizza sul fatto che una commissione voluta da Roosevelt, 10
Upton Sinclair, The Brass Check, op.cit.
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un paio di settimane dopo l’articolo di Hubbard, in The Brass Check, ad Elbert Hubbard, nel frattempo morto da quattro anni, viene dedicato un intero capitolo: Questo esplicito dargli del verme diventa creativamente la metafora portante di tutto il capitolo: «Gli egiziani avevano scarabei sacri e il giornalismo capitalista ha insetti sacri di varie sgradevoli e velenose specie. C’era un verme sacro molto venerato negli ambienti del giornalismo capitalista (…) Questo è stato Elbert Hubbard, alias Fra Elbertus11, direttore de Il Filisteo, Roycroft e Fra, fondatore dei negozi Roycroft e patrono di East Aurora. Ho accennato nel capitolo V alla mia esperienza con lui.12 I prezzi erano bassi in quei giorni e mi dicono che Hubbard ha ottenuto solo cinquecento dollari dai magnati della carne in scatola per la sua recensione contro La Giungla». Sinclair poi continua su questo tono, metafora del verme compresa, riprendendo un articolo della rivista Harper’s Weekly, uscito qualche mese prima 11
suoi scritti. 12 Sinclair si riferisce appunto alla recensione di Hubbard contro il libro di Sinclair.
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della morte di Hubbard: In questo articolo, sostanzialmente viene riportata una corrispondenza privata tra Hubbard e dello sciopero dei minatori in Colorado. Nelle lettere Hubbard scrive di essersi fatto l’idea che quei minatori, stranieri, poveri e ignoranti hanno la naturale attitudine al combattimento e sono preda di agitatori sociali senza scrupoli. Quindi riassume un articolo che ha scritto per la sua rivista Fra e propone l’acquisto di un certo numero di copie per una distribuzione ottifeller ed Hubbard genera giustamente l’ironia di Sinclair e del redattore dell’Harper’s Weekly, il quale deduceva che Hubbard stava vendendo la sua opinione ad un Rockefeller che voleva però prima vederla stampata. “L’uomo d’affari” infatti voleva prima vedere cosa comprava, come si evince dalla corrispondenza. E Sinclair ci andò a nozze con la metafora del “padrone” che vuole prima vedere che tipo di seta produce il suo “verme”. Difendere Hubbard in proposito non ha molto senso, la sua posizione idealista, riassumibile nell’assunto: «non serve scioperare per cinque dollari in più, fai bene il tuo lavoro e verrai promosso», più che ingenua, appartiene a un mondo che
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non è quello dell’industrializzazione, appartiene al mondo che lui, nel suo piccolo, aveva certo creato ad East Aurora ma non certo a quello che paesello. Se ne accorse forse troppo tardi, allo scoppio della prima guerra mondiale quando scrisse su Il Filisteo l’articolo “Chi ha scoperchiato l’inferno?” in cui accusava i grandi capitalisti di questo doveva essere vietato. “Il verme sacro del capitalismo”, con buona pace di Sinclair, non strisciò sulla prima guerra mondiale ma si imbarcò, seguito da Alice, sul transatlantico Lusitania per andare, a quasi sessant’anni, in Europa come reporter di guerra e con la genuina presunzione di tentare di mediare la pace col Kaiser. Il governo americano che ipocritamente non aveva nulla da ridire sul blocco navale degli inglesi e molto su quello dei tedeschi, aveva nascosto armi per i britannici nel transatlantico, all’insaputa dei passeggeri. I tedeschi invece lo sapevano. La loro ambasciata fece pubblicare, a proprie spese, un avviso sulla stampa statunitense, avvertendo i cittadini americani di non imbarcarsi su quella nave, poiché, qualora avesse forzato il blocco, sarebbe stata affondata.
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Circa duemila persone si imbarcarono lo stesso. Tra questi Elbert e Alice. Quando seppe del Titanic, che affondò qualche anno prima a causa di un iceberg, Hubbard rimase molto toccato dalla storia dei coniure sulle scialuppe di salvataggio. Com’è noto, Ida Straus disse in quel drammatico momento: «No, io non lascio mio marito, in tutti questi anni abbiamo viaggiato insieme e ci separiamo adesso? Il nostro è un unico destino». Elbert Hubbard in proposito scrisse: «Signori Straus, vi invidio questa eredità di amoSapevate come fare tre cose grandi: come vivere, come amare e come morire. Una cosa è certa, ci sono solo due modi per morire in modo rispettabile: l’uno è di vecchiaia, l’altro è per caso. La malattia è indecente, il suicidio atroce. Ma andare al creatore come avete fatto voi è glorioso. Pochi hanno questo privilegio da amanti felici: non separarsi mai nella vita come nella morte »
questo privilegio: il Lusitania, colpito da un siluro tedesco, affondò. Le parole che Ernest C.
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sicuramente Elbert e Alice al rango dei signori Straus:
loro cabina che era sul lato sinistro della nave e venire verso il ponte. Non erano per nulla turpre visti sul ponte, si fermarono per chiedersi cosa fare. Gli passai davanti con un bambino che stava prendendo la scialuppa di salvataggio quando lui mi disse: “Bene Jack... ci hanno preso, si tratta di uno spettacolo dannatamente peggio di quanto avessi mai immaginato”. Non si muovevano molto lontano dalle cabine. Quando mi stavo trasferendo dall’altra parte della nave per calarmi in acqua, l’ho chiamato: “Che hai intenzione di fare?” e lui ha scosso la testa mentre la signora Hubbard sorridendo ha detto: “Non sembra ci sia nulla da fare”. Eppure l’espressione di tuo padre sembrava quella di un uomo d’azione e infatti, da li a poco, gli ho visto fare una delle cose più drammatiche che abbia mai visto fare in vita mia: si è semplicemente girato con la signora Hubbard e sono entrati in una delle cabine sul ponte più alto, la cui porta era aperta e l’hanno chiusa dietro di loro.»
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AFORISMI
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A mico è uno che sa tutto di te e nonostante questo gli piaci.
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C onio della saggezza: Il riposo è ruggine e la vita reale è nel lavoro, nell'amore e nella risata.
U n' idea che non è pericolosa non è degna di essere chiamata cosÏ.
S e non comprende il tuo silenzio non comprenderĂ neanche le tue parole. Lascia stare.
C oltiva solo quelle abitudini da cui sei disposto a farti dominare
P essimista è colui che ha conosciuto bene un ottimista.
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INDICE Elbert Green Hubbard tra bussiness, utopia e buon senso
di Fabrizio Ponzetta
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I Invocazioni
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II Mi è stato chiesto di scrivere chi sono
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III Alice Hubbard
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Aforismi
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