Elbert Green Hubbard
MESSAGGIO PER GARCIA E ALTRI SETTE SCRITTI
I FABRIZIO PONZETTA EDITORE
“Messaggio per Garcia” è un libro sull'arte di vivere, lavorare e relazionarsi con motivazione. Fu un pamphlet, pubblicato all'inizio del XX secolo, che si rivelò magicamente motivante per chiunque lo leggesse, tanto che ha venduto oltre 40.000.000 di copie nel mondo e ancora nel 2002 la classifica di Russell Ash sui dieci libri più venduti da sempre nel mondo lo vedeva al nono posto (al primo c'era la Bibbia). Concretamente magico lo è ancora, considerando l'ampio uso che ne fanno i motivatori e i coach nei seminari di formazione aziendale, programmazione neuro linguistica e crescita personale, specie nei paesi anglosassoni. In questo nostro libro, con un saggio introduttivo di Fabrizio Ponzetta “Elbert Green Hubbard tra business, utopia e buon senso”, il pamphlet "Messaggio per Garcia” è arricchito da altri scritti dell'autore di impatto anche maggiore, per quanto sconosciuti al grande pubblico: -APOLOGIA -MESSAGGIO PER GARCIA -LA VITA È ESPRESSIONE
-DIMENTICARE SE STESSI -LA CAPACITÀ DI RICONOSCERE LA CAPACITÀ -ATTITUDINE MENTALE -VIAGGIO NELLA MENTE DI UN GENIO: BENJAMIN FRANKLIN -CREDO NELLA MATERNITÀ DI DIO Il testo che che abbiamo selezionato e stai per leggere è: “La vita è espressione” ( pagina 45 del libro).
PROPRIET LETTERARIA RISERVATA Divieto di diffusione telematica, di adattamento parziale o totale e di riproduzione non autorizzata, in qualsiasi forma e per qualsiasi scopo, salvo brevi citazioni a scopo di recensione. Ogni abuso sar perseguito a norma di legge.
Questo libro stato tratto dalle seguenti opere originali di Elbert Green Hubbard: Message to Garcia The Roycrofters, East Aurora 1916 (Memorial edition)
Love, life & work The Roycrofters, East Aurora 1906
Little Journeys to the Homes of American Statesmen The Roycrofters, East Aurora 1916 (Memorial edition)
Per ragioni di chiarezza e di stile sono stati apportati alcuni cambiamenti di secondaria importanza.
Š 2012 AH! Di Fabrizio Ponzetta Traduzione e rielaborazione di Fabrizio Ponzetta ed Elisa Vascotto Š 2013 El&EL
III LA VITA È ESPRESSIONE
osì
come
un
muscolo
cresce
forte,
attraverso un esercizio continuo, allo stesso modo lo spirito cresce attraverso l’esercizio delle sue funzioni. L’espressione è necessaria. La vita è espressione; mentre la repressione è morte, stagnazione. Ora, ci possono essere espressioni sane ed insane: se un uomo si concede una vita di eccessi e permette solo alla sua parte animale di esprimersi, egli sta reprimendo comunque una parte di se stesso, la sua parte spirituale. Quindi, com’è risaputo,
le
qualità
non
usate,
si
atrofizzano
e
infine
muoiono.
C
Gli uomini sono puniti dai loro peccati, non per i loro peccati. La sensualità, l’ingordigia ed una vita sregolata
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reprimono la istanze spirituali; impedendo la fioritura
dell’anima
e
questo
è
il
motivo
per
cui
si può incontrare in giro gente senz’anima. Viceversa, nel corso della storia, troviamo ripetuti esempi di individui che abbandonano con ripugnanza la via dei sensi per dedicarsi alla via dello spirito. Realizzarsi attraverso lo spirito o attraverso i sensi? Realizzarsi attraverso l’anima o attraverso il corpo? Questa dicotomia è il
punto
centrale
di
tutti
i
sistemi
filosofici
e
ha
ispirato tutte le religioni. Ogni religione si compone di due elementi che in realtà non si potrebbero assolutamente mescolare, almeno non quanto si possano mescolare insieme l’acqua e l’olio: il dogma e l’etica. Dogma è la scienza dell’invisibile, la dottrina del non conosciuto e inconoscibile e per rendere plausibile questa dottrina i suoi promulgatori hanno sempre fatto leva sull’etica. Eppure l’etica può e dovrebbe esistere senza il dogma, mentre il dogma è un parassita dell’etica. Confondere le due cose è il lavoro del sacerdote. Ma per davvero esse non si fondono mai insieme. L’etica, per dirla in breve, risponde alla
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domanda: «Come puoi usare la tua forza vitale? Hai
così
tanta
energia,
cosa
ne
farai?». Mettendosi fuori dal gregge, alcuni sedicenti pastori si sono sempre fatti avanti per dare la risposta e senza la loro supposta relazione col sacro
avremmo
potuto
anche
rifiutare
la
loro
versione su cosa è giusto e cosa è sbagliato rispetto alla nostra forza vitale. Ma essendo la loro parola la stessa parola di Dio, con tanto di ricompensa se ci crediamo e di punizione se non ci crediamo, questa auto nominatasi casta spirituale ha spinto gli uomini dove ha ritenuto più opportuno. L’evoluzione
delle
religioni
ufficiali
non
è
un
processo complesso: esse mescolano semplicemente due elementi che non sono mescolabili: l’etica e il dogma. Cosa che è alquanto evidente a chiunque abbia un cervello per ragionare. L’etica rintracciabile nella maggior parte delle religioni si riassume nelle regole dell’amore, della verità, della carità e della tendenza ad un animo mite. Tuttavia le eccezioni alle regole sono numerose, proprio come nella grammatica greca. Infatti, su suggerimento della stessa casta religiosa, sorgono dei casi ecceziona-
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li,
ovviamente
a
fin
di
“bene”
ma
a
discapito
dell’amore, della verità, della carità, della dolcezza e della giustizia predicate. Se non fosse per queste eccezioni, ovviamente non ci sarebbero, ad esempio, guerre tra paesi cristiani. La domanda relativa a come esprimere la forza vitale resterà sempre aperta poiché gli uomini si differenziano per indole e inclinazione. Vi sono uomini che non hanno un’attitudine per certi peccati della carne e ve ne sono altri che, avendo perso interesse per la sensualità, magari a causa dell’eccessiva indulgenza per essa, diventano ascetici. Tuttavia i vari sermoni religiosi pongono un’unica questione: come deve essere espressa la vita? Gli individui, quanto le razze, oscillano tra ascetismo e dissolutezza. Al giorno d’oggi un interessante esempio di ascetismo è l’ordine monastico dei Cistercensi della stretta osservanza. Essi vivono sulla cima di montagne quasi inaccessibili e si privano di ogni comodità: rimangono senza cibo per giorni, indossano abiti non certo confortevoli, sono esposti al freddo e se a uno di loro dovesse capitare per caso di guardare, anche solo in
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viso, una donna egli riterrebbe di essere a serio
rischio
d i
dannazione.
Così
essi
realizzano
l’istanza umana di dare spazio alla vita spirituale
a
d iscapito
degli
istinti
fisici. Da qualche parte, tra questo radicale ascetismo e tra la sensualità del libertino dissoluto, riposa la verità. Non si vuole capire che è proprio l’arroganza di un individuo che crede di aver scoperto una norma valida per tutta l’umanità che ha portato a
g uerre
e
conflitti
indicibili.
La legge ruota attorno a questa domanda: «Cosa gli
uomini
sono
autorizzati
a
fare?»
Così
troviamo leggi che puniscono i suonatori di violino, i “disturbatori della pubblica coscienza”, le “persone che danzano sensualmente”, i “bestemmiatori” e in Inghilterra, all’inizio del XIX secolo, c’erano ben trentasette reati punibili con la morte. Quale espressione vitale sia giusta e quale non lo sia è semplicemente una questione di opinione. Una confessione religiosa attuale non permette il canto; per alcuni la musica strumentale è stato motivo di scandalo, in quanto tramite il senso dell’udito può stimolare pensieri indecenti nello spirito; altri ancora pensano che
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la danza sia malvagia, certi invece consentono la musica dell’organo ma pongono un limite al violino; altri ancora si servono di un’intera orchestra per le loro cerimonie religiose. Ci sono poi quelli che considerano le immagini come strumenti dell’idolatria; mentre gli Hook and Eye Baptists5 considerano i bottoni immorali. È la vita stessa di un individuo che testimonia le sue strane evoluzioni. Ad esempio, Lev Tolstoy, un grande uomo buono, un tempo dedito ai piaceri dei sensi, ora è diventato ascetico; si tratta di un’evoluzione comune nelle vite dei santi. Ma sebbene quest’uomo sia eccezionale, c’è ancora un grave difetto che ad un certo livello vizia la verità che lui desidera insegnare: l’assenza dell’elemento bellezza. Non si interessa dell’armonia nel colore, delle forme e dei suoni; lui è ben disposto a negare queste cose. La maggior parte delle anime ha fame di bellezza,
esattamente
come
il
corpo
fisico
ha
fame
di cibo. La bellezza comunica con lo spirito attraverso i sensi ma un Tolstoj renderebbe la vostra casa sterile, quasi sull’orlo della povertà.
5
Setta
religiosa
ottocentesca
operante
nello
Stato
di
New
York,
il loro nome derivava degli anabattisti europei e dalla loro usanza di sostituire i bottoni con ganci di metallo.
50
La mia devozione per Tolstoj è profonda, tuttavia ne faccio menzione qui per mostrare il serio pericolo che si cela nel permettere a qualunque uomo, anche uno dei più saggi, di dettare ciò che è meglio per altri. Noi stessi siamo i giudici migliori. La maggior parte
delle
spaventose
crudeltà,
inflitte
agli
uomini nel passato, sono derivate da una divergenza di opinioni, derivata a sua volta da una differenza di temperamenti. Da duemila anni a questa parte la domanda è sempre quella che chiede cosa bisogna fare, come bisogna esprimere la propria vitalità per essere salvati. Ed è una concreta assurdità rispondere che noi tutti dobbiamo fare la stessa cosa. Forse, un domani, la
razza
umana
evolverà
fino
al
punto
in
cui
gli
uomini saranno disponibili a lasciare all’individualità di ciascuno la scelta su come esprimere la propria vita; ovviamente ciò non accadrà fino
a
quando
non
la
smetteremo
di
cercare
di
obbligare tutti gli altri a vivere seguendo un unico modello. La maggior parte delle persone sono ansiose di fare ciò che è meglio per se stesse e allo stesso tempo meno dannoso per gli altri. Ora l’uomo medio
ha
un’intelligenza
sufficiente:
l’Utopia
non è lontana se i governanti fossero semplice-
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mente disponibili a fare anche agli altri ciò che fanno per loro, potrebbero occuparsi del proprio lavoro e smetterla di legiferare su ciò che appartiene alla sfera intima di altre persone. La guerra
tra
le
nazioni,
così
come
i
litigi
tra
gli
individui, sono il risultato dell’avaro spirito di controllare le abitudini e le usanze altrui. Un poco in più di pazienza, di amore e di carità per tutti; meno inchini al passato e all’ignoranza delle presunte autorità; uno sguardo coraggioso al futuro, con maggior sicurezza in se stessi e più
fiducia
nei
nostri
simili;
solo
così
la
razza
umana sarà matura per una grande esplosione di vita e di luce.
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Elbert Green Hubbard
Benjamin Franklin in un disegno di Elbert Green Hubbard
INDICE Elbert Green Hubbard tra business, utopia e buon senso di Fabrizio Ponzetta
5
MESSAGGIO PER GARCIA E ALTRI SETTE SCRITTI
29
Apologia
31
Messaggio per Garcia
35
La vita è espressione
45
Dimenticare se stessi
53
La capacità di riconoscere la capacità
59
Attitudine mentale
65
Piccolo viaggio nella mente di Benjamin Franklin
71
Credo nella Maternità di Dio
97
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Buona lettura.