No Time For Architecture

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NO TIME FOR ARCHITECTURE

Laboratorio Sintesi Finale A a.a. 2016 – 2017

8 novembre 2016 Elena Fauri


Larchite ura nasce dalla fusione tra arte e tecnica con lo scopo di contenere funzioni e creare comunicazioni. Da sempre ha il compito di organizzare degli spazi fruibili e confortevoli secondo le esigenze umane, avvalendosi di un estetica apparentemente formale che si ada a agli standard abitativi imposti a priori. E de nita dal critico e losofo Dino Formaggio come ‘arte dello spazio , ossia ‘‘una prassi proge uale in cui si mediano arte e scienza, intuizione e ragione , dove l arte colpisce l occhio, generando stimoli e reazioni nel sogge o, mentre la scienza si concentra sulla composizione stru urale e materica dell ogge o. Quindi, inizialmente proge are è considerato un a o compiuto dall uomo secondo una propria necessità naturale di appartenenza e di riconoscimento al luogo, che lo spinge a delineare uno spazio e a marcare dei limiti tra lui e gli altri sogge i. Tu avia, con l avanzamento delle idee ed il miglioramento delle tecniche, le opere si sono arricchite di signi cato e di sentimento, rafforzando la loro te onica, ampliando i propri orizzonti, e proie andosi in un altra dimensione proge uale: quella del tempo. Questa nuova grandezza, viene assunta come cara eristica condizionante ed imprescindibile del corpo e del mondo sensibile, in grado di cristallizzare tu i gli arti ci in un determinato periodo storico. Perciò, il tempo diventa un fa ore essenziale per descrivere le dinamiche di un luogo, e conciliandosi con lo spazio, determina una serie di eventi. Larchite ura, quindi, si trasforma in ‘arte del tempo , cioè in una disciplina che me e in forma le esigenze e gli usi del tempo. Un archite ura che è prodo o dell intelle o umano e che agisce in un suo determinato contesto di spazio-tempo, inteso come campo di energie dove vi si incontrano una varietà di fenomeni dinamici.

events

space

time architecture perception memory imagination

belonging

people

Ma quale potere di in uenza ha il tempo sul proge o? Proge are non è solo un a o pratico, ma implica anche intuizione, cioè un azione proveniente dal proprio io interiore che istintivamente utilizza percezione, memoria, ed immaginazione. Proge are è dunque un operazione spontanea ed immediata compiuta dal sogge o, che comprende per assurdo tu e e tre le dimensioni temporali (presente, passato, futuro) e le ingloba in unico manufa o nale. Pertanto, l archite ura non è più de nibile come semplice e limitata creazione di uno spazio, ma, assumendo la connotazione centrale del tempo, converte l a o proge uale in un a o perce ivo presente, che si ge a avanti in un futuro immaginario ed a inge riferimenti da una memoria passata. In sostanza, l uomo esercita il proge o nel presente, ma passato e futuro sono dimensioni temporali contenute in nell archite ura che egli piani ca e, in questo senso, antico e nuovo sono cara eristiche che in uenzano le idee della mente creativa. Nello speci co, l uomo proge a rimanendo ancorato a ciò che conosce meglio, prendendo spunto da eventi, immagini, sensazioni, e ricordi, che sono fru o di esperienze vissute in un altro luogo o in un altro momento. A raverso queste connessioni, egli sfru a la memoria sensibile e costruisce una propria visione della realtà, operando con una percezione sogge iva in grado di coinvolgere tu i i sensi. Per esempio, quando si visita per la prima volta una ci à, si ha una conoscenza approssimativa del luogo in cui ci si imba e, che ne in uenza il comportamento e che ne altera l interpretazione del luogo stesso, cambiando così il modo con il quale si vede e si percepisce lo spazio. Infa i, siamo spinti a cercare delle analogie che perme ano di riconoscere gli elementi osservati nell immediato per confrontarli con quelli rintracciabili dal passato, ossia già contenuti nella propria memoria. Quindi, automaticamente nel cervello si costruisce un database di informazioni in base ai ricordi, come i momenti più intensi o le immagini più importanti, che vengono catalogati e custoditi per essere riutilizzati nuovamente in futuro. Secondo questo pensiero, l uomo è capace di costruire un immaginario irreale o addiri ura surreale, estraniandosi dal presente e proie ando le proprie azioni ed intenzioni nel ‘non-ancora .


Questa alienazione dal contesto reale e successiva anticipazione di un mondo possibile, viene concretizzata tramite la forza dell immaginazione, la quale ‘‘annulla temporalmente il dato presente come ogge o morto e come azione arrestata, [...] per trasformarlo e saltar oltre, no a giungere ad una seconda rinascita dell uomo e del mondo, protesa oltre la vita stessa (Dino Formaggio). Questo vagare nel tempo, perdersi tra le immagini del passato o del futuro, e riconoscere le epifanie di spazi e tempi coincidenti, è un percorso necessario all uomo per la realizzazione del proprio proge o. Inoltre, la forza immaginativa con cui agisce l uomo, coglie un qualsiasi corpo esterno (vivente o non) come immagine oltre a sè, quindi come una proiezione statica che la mente acquisisce, stravolge, e rilancia nel mondo del ‘possibile , conferendogli così un nuovo signi cato. Ma l uomo non si limita ad essere quello che Henry Bergson de nisce ‘‘corpo come apparizione , o come ‘‘immagine tra le immagini , in quanto egli è un sogge o operante a ivo, cioè si muove, crea, distrugge, vive, trasforma, e viene travolto dagli eventi esterni. Infa i, secondo le teorie di Formaggio, ‘‘il corpo è un aggregato particellare instabile , cioè in movimento, in costante cambiamento, e con lui altri corpi me ono in moto meccanismi e generano situazioni, tali da rendere dinamico lo spazio, tali da ‘‘a ribuire una scansione temporale dello spazio . Questi singoli corpi instabili, che procedono per interscambi comunicativi con ulteriori corpi, generano un perenne caos che si riversa sulla ci à. Tale entropia, che aumenta in proporzione al trascorrere del tempo, è quindi causata da una società dinamica, cioè da un sistema organizzato e popolato da sogge i ed ogge i, che alterano, si sviluppano, si mescolano, si disgregano, ed a raversano temporalità differenti. Assieme a questo disordine universale, si evolvono i piani temporali: non siamo più parte di un tempo unitario ed omogeneo, riferito ad uno spazio statico, preciso, ed ordinato, bensì viviamo in quelle che Ernst Bloch chiama ‘temporalità multiverse . Non esiste più l idea di un tempo assoluto, bensì si contano una varietà di tempi che procedono in ogni direzione, cioè tempi elastici, che si intersecano e si diversi cano in base ai moti creati dai sogge i. Pertanto, al giorno d oggi non possiamo far riferimento ad un tempo ogge ivo, poichè ‘‘ogni singolo individuo ha una propria personale misura del tempo, che dipende da dove si trova e da come si sta muovendo (Stephen Hawking), quindi occorre frammentare tale conce o in più temporalità, secondo lo stile di vita, le abitudini e le usanze di ognuno. Perciò, le azioni quotidiane che ognuno è portato a svolgere, secondo intenzione propria o altrui, in uenzano gran parte - se non addiri ura tu o - del tempo che personalmente viviamo come sogge i e che trasme iamo a coloro con cui interagiamo. Sopra u o nell epoca più recente, l uomo non si riconosce più all interno di una società stabile e sedentaria, bensì entra a far parte di una nuova ‘cultura del divenire , dove qualsiasi cosa è in potenziale mutamento, dove governa la legge del ‘nulle è e tu o si trasforma . Tale cultura, emblema del nostro secolo, si manifesta con una propensione multidirezionale verso il futuro, ricco di percorsi e di orizzonti, dove si contemplano e si interpretano nuovi mondi possibili a raverso strumenti tecnologici moderni. Sebbene la cultura contemporanea si muova con una velocità progressiva verso mutamenti multipli, esaltando la produ ività e l innovazione, essa avanza in maniera agitata e disordinata secondo uno pensiero futurista, e direziona così l individuo verso un totale disorientamento. L uomo moderno ha perciò iniziato a studiare e a misurare il tempo a raverso un approccio razionale che gli perme esse di controllarne i passaggi e le relative trasformazioni. Infa i, a partire dall età industriale, la società si è concentrata molto di più sullo studio quantitativo, e non solo qualitativo, del tempo, determinando una piani cazione temporale delle proprie azioni scandite ed imposte dagli orologi, potendo così riconoscere e sfru are pienamente il tempo a disposizione. Come primo tentativo di controllo e manipolazione, l uomo utilizza il disegno per manifestare l essenza pura del tempo e per materializzare il suo trascorrere inesorabile. Riduce i frammenti del tempo ad immagini, li ogge iva e gli conferisce una dimensione spaziale, sensibile, nonchè visibile e regolabile. Ipotizza, quindi, il tempo rappresentato da delle gure, differenziando i vari cara eri temporali: La linea re a per un tempo lineare che scorre secondo la cronologia reale degli eventi, durante i quali l ogge o viene mosso da una condizione irreversibile che lo conduce al deterioramento dell aspe o esterno e della sostanza interna. Così affermava anche Henry Bergson: ‘ Proie iamo il tempo nello spazio […] e la successione prende per noi la forma di una linea continua . La linea circolare per un tempo ciclico che ritrae una condizione costantemente ripetitiva, una sorta di eterno processo di nascita e morte per il quale l uomo ha stabilito degli standard che lo aiutano a monitorare e a gestire il tempo più facilmente (stagioni, mesi, ore). La linea tra eggiata per un tempo puntuale, fermo ed ibernato nell ogge o, che agisce in maniera passiva a raverso i manufa i per preservare l essenza di un momento (foto, cartoline, lm).


Riguardo quest ultima rappresentazione, l artista giapponese Hiroshi Sugimoto ci fornisce un esempio chiave:

eaters - Hiroshi Sugimoto (Akron Civic, Ohio, 1980) Con la sua serie di vedute in bianco e nero delle sale cinematogra che, cominciata nel 1976, egli esprime il senso del tempo attraverso la percezione dello spazio. L intenzione, infa i, è quella di mostrare l intera proiezione in un solo fotogramma, così egli ca ura uno sca o con un tempo di esposizione uguale alla durata della pellicola. Il risultato è quindi uno schermo totalmente bianco, nel quale è contenuta paradossalmente l intera storia del lm. La ragione di queste rappresentazioni iconogra che è un tentativo dell uomo di relazionarsi al tempo, ma ciò che si deduce è che tra queste due entità vige un rapporto reciproco per cui l uomo determina il tempo ed il tempo determina l uomo. Nessuno controlla l altro, ma entrambi agiscono indire amente sull altro. Prima di giungere a questa considerazione, però, l uomo ha cercato di approfondire ulteriormente lo studio delle forme temporali. Un pò incuriosito dall ignoto, e un pò esaltato dalle dinamiche sociali, egli tenta di avvicinarsi al tempo, per coglierlo nella sua completezza e per poi addiri ura superarlo. Questa approssimazione crescente, provoca un senso di potere interiore al sogge o, il quale non riconosce più limiti, ma solo opportunità artistiche per rovesciare i piani spaziali e temporali. Infa i, con un intento simile a quello di Sugimoto, il team tedesco realizza un percorso che possa esprime la continuità del tempo a raverso l archite ura.

Endless Stairs - Olafur Eliasson (Munich, Germany, 2004)


La scala propone un movimento continuo senza una destinazione precisa, una sorta di camminata in nita che si ripete in loop. Questa stru ura a spirale non ha nè un inizio nè una ne, ma soltanto uno sviluppo crescente e decrescente senza interruzione. Nel tentativo invano di manipolare il tempo e di conferire un cara ere in nito all opera, gli artisti hanno generato dei casi di utopia, riproposta con fa ezze differenti da uno dei team di archite i italiani più famosi, i quali utilizzano la tecnica del collage per dimostrare le possibilità e i limiti negativi dell archite ura.

Il Monumento Continuo, Grand Hotel Colosseo - Superstudio, 1969 Costruiscono una realtà paradossale a raverso geometrie naturali, sostituendo al tradizionale immaginario del monumento un insieme di ogge i estranei e provocando visioni fuori contesto. La loro interpretazione non è altro che una critica alla società moderna che aspira alle potenzialità del superuomo, il quale tu o sa e tu o vuole. Tu avia, per quanto l uomo abbia provato a fossilizzare l essenza temporale a raverso le opere, egli ha riscontrato che non può a uare guerre o di ature contro il tempo, ed ha quindi rinunciato a “considerare un edi cio come una delle più convincenti e dire e approssimazioni dell eternità” (Franco Purini). La mente creatrice, dunque, può solo ado are un approccio rassegnato nei confronti del tempo, amme endo la sua superiorità come unico governatore universale, e cercando di vincere in maniera paci ca il forte disaccordo che da sempre segna il rapporto con i uale tra uomo, spazio e tempo. Difa i, come anche Formaggio sostiene, ‘‘il proge are archite onicamente rientra in un processo di negazione che amme e il potere distru ivo del tempo: cioè con il proge o si tenta di creare qualcosa che esista e resista nel tempo, e oltre al tempo , poichè il tempo agisce in maniera lenta e distru iva, ‘‘non perdona chi lo s da, e porta sempre alla morte , senza risparmiare nessuno, nè ogge i e nè persone. Con questa macabra ma veritieria ri essione, si introduce un altra entità che scorre parallelamente alla direzione del tempo: la natura. Madre generatrice di tu e le cose, la natura si dimostra il veicolo per eccellenza di rappresentazione del tempo, in quanto evidenzia i segni della processualità che scorre inesorabile verso la ne di un ogge o e l inizio di un altro. Questo nuovo alleato del tempo si pone, quindi, contro l archite ura e si manifesta in essa a raverso i fenomeni naturali di degrado. Pertanto, secondo uno spirito ruskiniano, l uomo è portato ad abbandonare le speranze contrastanti verso il tempo, riconoscendo così la potenza naturale che incide sull opera e che, in alcuni casi, ne accresce il valore estetico. Difa i, le rovine diventano emblema della relazione con i uale tra spazio e tempo, nate come costruzione arti ciale che s da e perde contro la rigida temporalità naturale, compiendo una sorta di ‘‘rientro dell archite ura nella natura (Georg Simmel). Quindi, l archite ura, tale come spazio generato e vissuto dall uomo, può solo resistere ed aspirare ad un miglioramento relazionale con il tempo, poichè inseguendolo, ssandolo, o riproducendolo, l uomo si dimostra in continua propensione verso una con gurazione di equilibrio universale, ‘‘tale da paci care l effe iva tensione a l anima che aspira verso l alto e la gravità che tende verso il basso (Dino Formaggio).


e Secret Life of the Continuous Monument - Superstudio (Biennale d Arte di Venezia, 1978) Viaggiando su questa linea di pensiero, i membri di Superstudio immaginano una stru ura che racconta il passare del tempo ed il suo consumo, come utilizzo pratico e come deterioramento naturale. L installazione è composta da un tavolo che espone cinque sculture di sale rappresentative della storia dell archite ura (piramide, colosseo, etc.), le quali vengono sciolte dall acqua che cola su di esse e che ne svela una sorta di contenuto misterioso. Il proge o so olinea come il succedersi dei minuti, delle ore, e dei giorni, so oforma di gocce d acqua, alteri la forma ed il signi cato dei corpi archite onici, mostrandone la vera essenza.

Ice Bear - Mark Coreth e Duncan Hamilton (Copenaghen) Un ulteriore esempio ci viene fornito da degli artisti europei, i quali utilizzano il ghiaccio per esprimere il cara ere effimero dell opera. Mediante una scultura gelata a forma di orso, essi compiono una denuncia esplicita al riscaldamento globale, volta a risvegliare una maggiore consapevolezza sociale riguardo i problemi ambientali a uali. Al di là dell obie ivo, queste esposizioni si differenziano dalle archite ure permanenti per l impa o immediato che creano sull osservatore. Infa i, essendo realizzata con un materiale rapidamente deteriorabile, questa scultura è durata poche ore prima che la sua bellezza esterna si sciogliesse e rivelasse la vera e terri cante natura nascosta all interno, ovvero lo scheletro in ferro. Pertanto, amme endo la potenza superiore del tempo come unico vero governatore della vita di tu i, l uomo assume una posizione complice, che asseconda il mutamento dell uomo e delle sue azioni e lo concilia con l irreversibile passaggio del tempo. Inoltre, queste brevi esposizioni, pongono alla luce un approccio più contemporaneo di ciò che de niamo ‘archite ura , ovvero quello dell archite ura temporanea. Infa i, negli ultimi decenni è stata data molta più rilevanza al conce o di ‘effimero e lo si ha applicato all archite ura, perme endo così la nascita di una nuova forma di proge azione che comprende arte e tecnologia. Le coside e archite ure temporanee stanno sorgendo in maniera esponenziale in qualsiasi ci à del mondo, e in occasione di qualsiasi tipo di evento: culturale, sociale, artistico, o addiri ura gastronomico. Appaiono e scompaiono molto rapidamente, occupando spazi urbani liberi ma trafficati, come piazze, parchi, o aree dismesse, tali da poter coinvolgere un vasto numero e genere di persone. Si pongono volutamente in maniera discordante con il contesto, così da risaltare, da incuriosire, e da a rarre chiunque vi passi vicino.


Sono landmarks provvisori che offrono insoliti scenari e che sovvertono i preconce i di come le ci à dovrebbero essere, stimolando così nuovi comportamenti in prospe iva di archite ure rivoluzionarie. Sebbene non sembra abbiano uno scopo preciso, esse vengono realizzate con un duplice obie ivo, favorevole per chi proge a ma anche per chi visita. Difa i, per architetti e designers si dimostra una valida s da volta alla sperimentazione di nuove tecniche costru ive, forme, materiali e tecnologie, aiutandoli così a spingersi oltre i con ni dell archite ura e me endo in discussione le geometrie permanenti degli anni passati. Dall altro lato, si propongono come mutazioni spaziali che tentano un dialogo pratico e aperto con il pubblico, il quale svolge un ruolo chiave per poter valutare la piena formazione e prestazione di tali spazi innovativi. Quindi, cosa possiamo de nire come ‘archite ura temporanea ? Esse possono essere etiche ate come stru ure sperimentali e intenzionalmente di breve durata, che ospitano esposizioni o programmi volti all interazione e al coinvolgimento colle ivo. Questi ambienti effimeri possono variare a seconda della dimensione o della destinazione d uso, ma sono sempre ad uso pubblico e perme ono di ri e ere riguardo temi stre amente connessi alla vita quotidiana. Anche se al giorno d oggi ci sia più familiarità con tali spazi espositivi che circondano l ordinario, essi non rientrano esclusivamente all interno di un archite ura contemporanea, bensì esistono n dai primi anni del Novecento. Infa i, i primi padiglioni sorgono grazie al movimento moderno, ponendosi come protesta contro i tradizionali canoni dell arte e, più spontaneamente, offrendosi come prototipi per un nuovo stile di vita.

Padiglione Tedesco - Mies van der Rohe (Barcellona, 1929) Le idee provocatorie volte ad un ripensamento della società contenute all interno di questi padiglioni, sono similmente comparabili alle stru ure temporanee a uali, ad eccezione che quelli odierni effe ivamente hanno una durata limitata e non de ano uno speci co prototipo abitativo da assumere come modello ripetibile a grande scala. Piu osto, tendono a mostrare la singolarità dell in nita varietà di composizioni che si possono realizzare grazie ai rinnovati strumenti disponibili su mercato. Sono stru ure uniche che spezzano le regolarità delle forme, sono veicoli utili ad esprimere informazioni, idee, e situazioni che a raverso i normali edi ci è impossibile rappresentare. Difa i, spesso il grande impa o non è dato tanto dalla pelle esterna dell ogge o in sè, quanto dal contenuto conce uale che conservano al loro interno. Pertanto, l archite ura temporanea nasce da una forte spinta verso l evoluzione, poichè tali stru ure vengono proge ate proiettandosi verso un cambiamento certo che viene previsto ed agevolato, trasformandosi di pari passo con l andamento culturale. Sono archite ure che sfru ano il momento evocativo dell idea, a cui danno vita mediante espedienti tecnologici (stampante laser, stampante 3D, ..), senza aspe are che il proge o raggiunga la sua piena monumentalità e perda così il suo scopo iniziale. Si de niscono temporanee perchè vogliono inglobare una condizione non-statica e non-puntuale della società, ma plasmabile, su cui si può potenzialmente operare e migliorare in maniera continua. Utilizzano forme semplici, in grado di comporre delle stru ure dinamiche, che mutano, si muovono, si aprono, si chiudono, o si illuminano, scatenando così innumerevoli impulsi e reazioni da parte dell osservatore.


Dimostrazione ne è il CCP Pavilion, realizzato in Cile dal team di archite i República Portátil: una moderna costruzione in legno smontabile e trasportabile, situata temporaneamente nella piazza principale di Concepción.

CCP Pavilion - República Portátil (Cile, 2016) Questa installazione ospita eventi, a ività, esibizioni, e tu o ciò che può relazionarsi alla creatività e alla produzione culturale della ci à. Essa si pone al centro della piazza in maniera visibile ed evidente, come un ogge o estraneo al contesto, anomalo, e nuovo, provocando curiosità ai passanti ed invitandoli silenziosamente ad avvicinarsi per poterlo esplorare anche all interno. Si tra a di uno spazio semplice, bizzarro, ma affascinante che è capace di a rarre spontaneamente le persone e di raccoglierle a orno a sè, stimolando così incontri, esperienze comunicative, ed interconnessioni. Forme e materiali innovativi lavorano assieme per creare qualcosa di diverso, che possa risvegliare la società dormiente in cui viviamo, una società volta costantemente al cambiamento, ma che necessita di nuovi impulsi per evadere dalla fase di stallo in cui si trova. Impulsi che non sono scaturiti da un unico ogge o archite onico, bensì provengono da molteplici fa ori determinanti in questo passaggio temporale verso un nuovo metabolismo culturale. Il CCP Pavilion, infa i, è solo un esempio delle innumerevoli installazioni artistiche che si incontrano oggigiorno, ognuna delle quali ha l obie ivo di scuotere gli animi creativi ed intelle uali, esortandoli a mostrarsi e ad uscire dal corpo custode in cui sono rinchiusi. Ognuno di questi sistemi compositivi si differenzia per l aspe o apparente, ma si somiglia per l intento e per la tecnica costru iva. Difa i, il loro segreto sta nell a uazione di un processo meccanico di assemblaggio, a raverso l impiego di elementi modulari e prefabbricati che perme ono di risparmiare tempo nella fase di produzione (realizzazione materica), per dedicare maggior tempo alla creazione (sviluppo dell idea). Tramite questo approccio regolarizzato, si tende verso un archite ura ‘in nita che non insegue più il tempo, ma lo accompagna e lo asseconda nei suoi cambiamenti. Quindi, il termine ‘archite ura non comprende più soltanto l estetica spaziale di un palazzo, l importanza storica di un monumento, o l imponente grandezza di un gra acielo, bensì si estende no ai scenari di cara ere effimero, costruiti con l intento di informare e coinvolgere la comunità, tramite un rinnovato gioco delle forme. Ed è forse proprio in questa direzione che ci stiamo avventurando: un futuro popolato da una società ludica, in cui l uomo si libera dall automatizzazione del lavoro produ ivo, e sviluppa la propria crescita a raverso l a o creativo. Egli riconosce la sua libertà e scopre una vita in perenne viaggio, in cerca di nuovi stimoli, nuove esperienze e nuove possibilità, formando una ‘società di nomadi , così ipotizzata e rappresentata da Constant Nieuwenhuys nella sua opera ‘New Babylon .


New Babylon - Constant Nieuwenhuys (1959 -1974) Tra asi di una megastru ura archite onica che si dedica ad un nuovo tipo di relazione tra uomo e società, dove l homo ludens è pienamente libero e cosciente di poter operare sul mondo a raverso creatività ed ingegno. Essa nasce come stru ura universale, applicabile a qualsiasi sistema territoriale, capace di rami carsi nel contesto secondo una maglia di se ori, all interno dei quali l uomo può regolare il proprio spazio in tu e le sue qualità (temperatura, colori, aspe o, ..). Con quest o ica, si avanza verso un contesto in nito e mutevole, ma regolabile nel de aglio da ciascuno di noi.

Bibliogra a | Si ogra a ‘‘Estetica, tempo, proge o - Dino Formaggio (Studi e proge i - Collana di proge azione dell archite ura del Politecnico di Milano; a cura di E. DAlfonso ed E.Franzini) h h h h

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