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GIOVEDÌ 23 GENNAIO 2020 CORRIERE DELLE ALPI
REGIONE
il crac delle banche venete
Regione in abituale ritardo quando c’è da chiedere i danni La costituzione di parte civile è stata tardiva al processo Popolare di Vicenza come ora contro la camorra a Eraclea. Il libro di Mazzaro continua a essere attuale
Vera Mantengoli VENEZIA. Il fallimento delle
Banca Popolare di Vicenza e di Veneto Banca non fa ancora parte del passato. Basti pensare che, secondo l’avvocato Andrea Arman, a oggi sono soltanto un migliaio le persone che hanno presentato con successo la domanda di risarcimento su un bacino di 100 mila vittime aventi diritto in tutta la regione. La scadenza per presentare i moduli è stata prorogata dal 22 febbraio al 18 aprile, ma la compilazione è complicata. Il dato allarmante è emerso ieri nella Sala del Cuoio della sede del Consiglio regionale di Palazzo Ferro Fini, in occasione della presentazione del libro del giornalista Renzo Mazzaro “Banche, banchieri e sbancati”, edito da Laterza, discusso con i consiglieri Piero Ruzzante del Pd e Antonio Guadagnini di Siamo Veneto e con il do-
I relatori alla presentazione del libro scritto da Renzo Mazzaro
cente padovano Giorgio Rovereto. Presenti molti consiglieri dell’opposizione, come Erika Baldin dei Cinque Stelle, ma nessuno della Lega. L’assenza si è notata soprattutto perché, come ha fatto notare il professor Roverato
e come viene descritto in un capitolo nel libro di Mazzaro, la Regione non si è costituita parte civile al processo per il crac della Banca Popolare di Vicenza, nonostante una mozione votata all’unanimità dal consiglio regiona-
le il 26 giugno 2018. All’epoca aveva giustificato la sua assenza dicendo che, per un problema tecnico, non era riuscita a rispettare i tempi per presentarsi come parte civile. Ieri però Ruzzante ha fatto notare che la stessa dimenticanza è avvenuta in occasione del processo per mafia a Eraclea: la Regione si è costituita parte civile solo in seconda battuta. «La scelta del momento non è secondaria, anche perché se viene chiesto il rito abbreviato prima della costituzione di parte civile non è più possibile intervenirvi, quindi non puoi rappresentare i cittadini che sono parte lesa» spiega Ruzzante «È successo nel processo di Eraclea, e la Regione non sarà ammessa ai riti alternativi. Il sindacato Cgil, che non ha una struttura come la Regione, si è costituito subito e così il ministero dell’Interno. Vogliamo dare alla Regione un’altra possibilità, dato che il prossimo
16 maggio ci sarà l’udienza preliminare nei confronti dell’ex ad di Veneto Banca. Dopo la presentazione del libro abbiamo presentato un’interrogazione in cui chiediamo che questa volta la Regione si costituisca in tempo parte civile». Ieri, nel corso dell’incontro, sono emerse tante questioni ancora bollenti e tante domande che non hanno ancora risposta. Una tra queste è come andrà a finire il risarcimento dei truffati: «Presentare la richiesta è complicato» ha sostenuto l’avvocato Andrea Arman, presidente del coordinamento associazione banche popolari venete don Torta e volontario nel Centro primo soccorso risparmiatori (gratuito, 3478863545) «Ci sono due tipologie di richieste per il fondo indennizzo risparmiatori: a forfait per chi ha un reddito sotto i 35 mila euro e un altro per chi ce l’ha superiore». Il libro è utile per ricostruire lo spaccato sociale in cui si è verificato il crac e e può servire per analizzare anche cosa sta succedendo in altre parti del territorio italiano: «C’è una responsabilità che purtroppo i Tribunali non potranno mai sanzionare: la responsabilità sociale» ha concluso Mazzaro «I risparmiatori truffati sono stati 210mila e ci sono 300 mila ipoteche immobiliari ancora da escutere. Da quanto successo dobbiamo imparare molto, e in fretta, affinché non riaccada ancora». —
ieri la prima spedizione
Zalando ha attivato il nuovo centro logistico a Nogarole Rocca VERONA. Zalando, la piattafor-
ma europea online di fashion e lifestyle, ha spedito il primo pacco – un giubbotto da donna destinato a Cassino (Frosinone) – dai 130 mila metri quadrati di centro logistico a Nogarole Rocca (Verona). L’operatività sarà gestita dal partner di servizi logistici Fiege, che creerà mille posti di lavoro nel medio termine. Le prime operazioni sono appe-
L’interno del centro logistico
nei suoi aspetti finanziari ma che invece non è chiaro in materia di qualità delle produzioni, futuro degli stabilimenti e dei livelli occupazionali, possibili rientri delle lavorazioni di Safilo fatte negli stabilimenti esteri e così via. Come chiesto dallo stesso Patuanelli, vorremmo poter approfondire questi aspetti nella sede opportuna». Un punto di vista condiviso anche dall’assessore al Lavoro Elena Donazzan, presente all’incontro di ieri. «L’occhialeria è un settore strategico per il Veneto e per l’Italia» ha
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na iniziate, mentre i processi logistici saranno accelerati ulteriormente nel corso dei prossimi mesi. Il centro di distribuzione di Nogarole Rocca servirà non solo i clienti italiani ma anche quelli degli altri mercati del Sud-Europa, in particolare il Sud della Francia, Spagna, Austria e Svizzera. «La spedizione del primo pacco» afferma Riccardo Vola, Director Southern Europe and Gift Cards di Zalando «è un traguardo importante per la nostra catena logistica europea e per la nostra storia di successo in Italia. Con l’apertura del centro logistico di Nogarole Rocca stiamo aggiungendo capacità alla nostra catena distributiva e portando l’assortimento rilevante più vicino ai
La manifestazione Safilo di pochi giorni fa davanti al Mise
dichiarato Donazzan «la nostra capacità di essere leader di mercato è legata strettamente a due fattori: la qualità della forza lavoro e il made in Italy. La situazione che Safilo sta affrontando deve vedere il coinvolgimento di diversi attori, in primis il sindacato, ma anche
clienti italiani. Per Zalando l’Italia è un mercato attrattivo, con clienti molto fidelizzati e un segmento online in rapida crescita. Potendo contare su un concetto di intralogistica avanzata e sulla forza del team del nostro partner Fiege siamo in grado di guidare la soddisfazione del cliente con i migliori servizi della categoria e un ampio assortimento di moda». A Nogarole Rocca il sistema di automazione sarà gradualmente implementato. La superficie, inoltre, comprende spazi di interazione sociale e dedicati allo sport, tra cui alcune aree lounge e un campo da basket. La rete di Zalando è composta da 15 centri logistici in 5 Paesi, tre dei quali in fase di costruzione. —
«Risarcire subito chi ha le carte in regola»
le regioni coinvolte e il Governo, per non disperdere il capitale umano molto qualificato e formato, per non indebolire ulteriormente la stessa azienda e per rafforzare la produzione italiana». — Riccardo Sandre
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Caso Safilo, incontro in Regione Donazzan solidale con i sindacati invitato a Padova le segreterie nazionali e locali di Filctem Cgil, Femca Cisl e Uitec Uil per ragionare di ammortizzatori sociali, le tre sigle hanno risposto ieri mattina con una richiesta scritta allo stesso Mise per una nuova convocazione. «Ovviamente non siamo disposti a ragionare di tagli e ammortizzatori sociali» ha detto Michele Corso, segretario della Filctem Cgil del Veneto «prima di avere approfondito gli aspetti industriali del piano 2020-2024 di Safilo. Un piano che ci è stato sottoposto solo
risparmio tradito
I risparmiatori chiedono di essere pagati. Subito. «Chi ha la richiesta di ristoro in ordine» sostengono i rappresentanti dei risparmiatori «deve essere saldato, senza aspettare altro tempo». Due funzionari di Consap sono arrivati ieri da Roma per incontrare molte associazioni dei risparmiatori del Nordest nello studio legale Bettiol di Padova. Un incontro durato oltre due ore, durante il quale sono stati “bersagliati” di domande. Attualmente sul sito di Consap sono state caricate 40 mila domande, altre 7 mila sono le persone che hanno le credenziali e stanno completando il caricamento dei documenti. La domanda viene esaminata preventivamente da Consap in merito alla presenza di tutti i documenti, se ci sono problemi il richiedente viene contattato per completare la pratica. Le istanze vengono poi vagliate dalla Commissione tecnica. «Chiediamo che il governo intervenga e introduca una norma che consenta il pagamento di quanti rispettano la norma, una vota avuto l’ok di Consap» dice Patrizio Miatello, presidente Ezzelino III «altrimenti si dovrà attendere molto tempo anche dopo la scadenza della presentazione delle domande il 18 aprile». Secondo i dati diffusi ieri da Consap le domande più numerose caricate nel portale arrivano da Ferrara (5.857), Vicenza (3.718), Macerata (2.639), Treviso (2.697), Padova (1.070), Udine (1.068), Verona (840), Venezia (724), Rovigo (496). Ma 155 richieste giungono anche dall’estero. «Se non arriviamo ad almeno 100 mila richieste l’obiettivo per noi non è raggiunto» dichiara Valter Rigobon, presidente veneto. Nel caso non venisse usato tutto il miliardo e mezzo stanziato si alzerebbe la percentuale, oggi al 30%, dei ristori per tutti gli idonei. Nicola Brillo
700 lavoratori a rischio
VENEZIA. È ancora braccio di ferro tra Safilo e sindacati sul futuro dei 700 lavoratori coinvolti dai tagli previsti dal Piano Industriale 2020-2024. Ieri pomeriggio le categorie dei chimici tessili di Cgil Cisl e Uil hanno incontrato la Regione Veneto per un confronto che è stato in parte il riepilogo dell’attuale vertenza, ma pure la conferma di una linea dura dei sindacati che hanno visto una sponda nello stesso ministro dello Sviluppo economico, il friulano Stefano Patuanelli. E se l’azienda aveva già
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PADOVA.
delibera di palazzo balbi
In treno con la bicicletta De Berti proroga gli sconti VENEZIA. La Giunta veneta, su proposta dell’assessore ai trasporti Elisa De Berti, ha approvato l’estensione al 2020 di “In treno in bici”, iniziativa promossa dalla Regione che prevede uno sconto sugli abbonamenti trimestrali o annuali di Trenitalia per i possessori di una bicicletta comperata nel corso dell’anno. «Ad agosto», spiega De Berti «avevamo destinato 280 mila euro per assicurare sconti sull’acquisto di abbonamen-
ti del treno (trimestrali o annuali) a favore degli utenti di Trenitalia che avessero acquistato nel corso del 2019 una bicicletta pieghevole. L’iniziativa, entrata in vigore il 24 settembre, prevedeva una scadenza al 24 gennaio 2020 ma il consenso dei fruitori dei servizi ferroviari è stato elevato, sono stati già assicurati 713 bonus per l’acquisto di altrettante bici, perciò abbiamo prorogato l’iniziativa al 24 maggio prossimo». —
ATTUALITÀ
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Il voto in Emilia Romagna brisighella (ravenna)
Salvini punta sulla sicurezza nell’ultimo miglio di campagna Zaia: «Servono controlli. La citofonata di Matteo? Una ne pensa, cento ne fa» Il sindaco leghista: «Più furti prima che gli stranieri tornino a casa per le ferie»
dall'inviato Amedeo La Mattina
Stefano Bonaccini e Lucia Borgonzoni, i due sfidanti per la carica di presidente della Regione Emilia Romagna. Si vota domenica
Certo, dietro Bonaccini c’è un clientelismo che viene da 50 anni di governo ininterrotto, c’è l’endorsement aperto, in altri tempi si sarebbe parlato di ingerenza, dei vescovi ispirati dall’amato arcivescovo di Bologna Zuppi. E ad incoraggiare Bonaccini ci sono le ultime elaborazioni estratte dai sondaggi: esistono effettivamente elettori di centrodestra e dei Cinque stelle pronti al voto disgiunto (un 2%
potenziale in arrivo), ma soprattutto diversi elettori potrebbero limitarsi a votare Bonaccini, senza esprimere voti di lista. Ma alla fine Giuliano Cazzola, ex Cgil, ora numero uno di una lista laico-socialista, sintetizza tutto così: «Se fosse un campionato regionale vincerebbe Bonaccini, se diventerà un campionato nazionale in campo c’è solo Salvini e tutto diventa più incerto…». — © RIPRODUZIONE RISERVATA
BRISIGHELLA (RAVENNA). In piazza della Pescheria al porto di Cesenatico un gruppo di ragazzi nega di aver mai votato Lega. E giura che mai lo farà. «Mio nonno comunista uscirebbe dalla tomba e verrebbe a tagliarmi le mani». Ridono Stefano e i suoi amici, che vogliono unirsi alle sardine davanti al Papeete per chiudere la campagna elettorale. «Saranno benvenute, purtroppo siamo chiusi altrimenti offrirei alle sardine il nostro famoso mojito», dice Massimo Casanova, l’eurodeputato titolare del locale di Milano Marittima che è diventato il simbolo delle gesta di Matteo Salvini passate agli annali della politica italiana. I ragazzi di Cesenatico si avviano sul canale pieno di barche e dicono che se ne fregano se nella loro città i leghisti hanno fatto il pieno. Qui alle Europee c’è stato il botto del Carroccio (37% contro il 25% del Pd). In tutta la provincia è stato un bagno di sangue per la sinistra, tranne a Cesena che ha resistito alla piena verde. Ora si tratta di vedere se la Romagna, assieme alle province emiliane, porteranno sul trono di governatrice Lucia Borgonzoni. Questa parte della Regione ha dato molte soddisfazioni ai colonnelli leghisti. Uno di questi è il giovane avvocato di Forlì Jacopo Morrone, ex sottosegretario alla giustizia e segretario della Lega Romagna, artefice della spallata al sistema di potere rosso. «Il tema della sicurezza – spiega – ha avuto un effetto penetrante: andate a chiedere agli agricoltori nel-
Parla la cittadina bolognese che ha denunciato i presunti spacciatori «Ho foto e prove sulla situazione del traffico di droga nel quartiere»
«Matteo così ha fatto giustizia Giro con la pistola per la paura» L’INTERVISTA
nna Rita Biagini vive da trent’anni al Pilastro, un quartiere difficile oltre l’anello della tangenziale bolognese, a duecento metri dal punto in cui la banda della Uno Bianca ammazzò tre ca-
A
rabinieri nel 1991. L’altra notte, dopo la visita di Salvini e le accuse di spaccio alla famiglia tunisina via citofono, qualcuno ha spaccato i vetri della sua auto con un mattone. Sul gesto del leader leghista e sulle sue conseguenze su un ragazzo di 17 anni e sul padre, denigrati in diretta tv, non ha alcuna ri-
serva: «Io avrei fatto la stessa cosa, avrei suonato al citofono come ha fatto Salvini, perché quando uno ha ragione è giusto fare così. Ho denunciato queste persone, le ho fotografate insieme ad altri e consegnato le foto alle forze dell’ordine. Spacciano qui sotto, dappertutto, e nessuno mi leva dalla testa che sia-
Matteo Salvini fa selfie con i sostenitori in una delle tappe del tour elettorale in Emilia Romagna
le campagne». Ed è proprio la sicurezza il ferro rovente su cui batte Salvini nell’ultimo miglio elettorale, anche utilizzando la scena del citofono alla ricerca dello spacciatore tunisino. Secondo l’ex ministro dell’Interno, sicurezza, lotta alla droga e immigrazione possono fare la differenza. «Se andiamo benino a Bologna, Reggio Emilia e Modena, vinciamo a mani basse», ha detto ai suoi. Ma prima di ogni cosa vuole fare il pieno in Romagna e chiama Luca Zaia come testimone del buon governo regionale. Ieri il governatore si è immerso con Borgonzoni nelle campagne di Ravenna. A Brisighella, davanti alla Cantina sociale per le olive, sulla strada che sale sull’Appennino tosco emiliano, di sicurezza parla il titolare del frantoio. Zaia annuisce, riconosce che «qui si fa agricoltura eroica».
no stati loro a rompermi i vetri della macchina». Non si sente strumentalizzata politicamente? «Non mi aspettavo che ci sarebbero state telecamere e giornalisti, così come lo schieramento di polizia. Pensavo che ci sarebbe stato solo un colloquio con Salvini, poi è stato lui a trasformarlo in un evento pubblico. Può aver sbagliato, ma conosciamo Salvini e sappiamo com’è spontaneo. Io comunque non mi sento usata, mi sento dalla sua parte, e l’importante è che questa storia sia venuta fuori». Com’è nata l’idea di incontrare il leader della Lega qui al Pilastro? «Martedì ho ricevuto una telefonata del maresciallo dei
Il Veneto un modello? «Noi – dice agli agricoltori che sono venuti ad ascoltarlo – i fondi europei li anticipiamo. Andate a chiedere ai vostri colleghi veneti se sono contenti». E ancora il martello della sicurezza. A noi spiega così la crescita impetuosa della Le-
Il capo del Carroccio: «Se andiamo benino a Bologna, Reggio e Modena, vinciamo» ga: «Si avverte la necessità di un ricambio generazionale, ma è forte il bisogno di sicurezza». Vola alto l’ex ministro dell’agricoltura, mentre mangia piadina con salame e beve Sangiovese: cita la teoria dei bisogni di Friedman, «ha più bisogno chi ha avuto e non ha più». Gli chiediamo che ne pensa della citofonata
Anna Rita Biagini
carabinieri che mi ha detto che sarei stata avvisata del suo arrivo da un collaboratore di Salvini. Si fidava ciecamente di me perché sapeva che ho tutto in mano sulla situazione dello spaccio in
di Salvini, dell’incidente diplomatico che ne è venuto fuori. Sorride come per dire che Salvini una ne pensa e cento ne fa, ma viene sempre fuori l’anima leghista: «Certo che di tunisini ne sono venuti tanti da noi. Chi viene non deve essere un lazzarone». Accanto c’è Massimiliano Pederzoli. È il sindaco di Brisighella, ex democristiano, faccia paciosa, il primo leghista a vincere in provincia di Ravenna, per 10 anni presidente Coldiretti della provincia e presidente del Canale emiliano-romagnolo che porta acqua nelle campagne della Romagna. Dice: «Molti migranti che vivono qui lavorano, però...». Fa una pausa, un sorrisetto da zio buono. Però? «Abbiamo notato che nel periodo prima delle ferie e di tornare nei loro Paesi, c’è un incremento di furti nelle campagne. Sarà un caso?». — © RIPRODUZIONE RISERVATA
quartiere, foto e prove». Ma se suonassero al suo di campanello, accusandola di un reato grave, come reagirebbe? «Non ho niente da nascondere, li farei entrare e mi farei spiegare com’è nata quella voce. Sono schietta e pulita». Sì ma la privacy delle persone? «E la mia privacy dove sta quando questi tipi sono qui sotto a spacciare?». È vero che gira armata? «Solo di sera, quando esco col cane, porto con me una pistola regolarmente denunciata. Ce l’ho da 6-7 anni, da quando mi hanno minacciata di morte». — FRA.GIU. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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REGIONE
Il presidente di Confartigianato Treviso lancia un appello a Zaia: va trovato un accordo con il Friuli su Cimpello-Gemona
Sartor: «Gli utili di Cav alla Pedemontana e prolungare la A27 fino a Tai di Cadore» L’INTERVISTA
Albino Salmaso
«L
e statali che Zaia ha regalato all’Anas? Sono la prova che noi veneti non abbiamo mai superato la sindrome del mezzadro. Ci serve un padrone che ci dica cosa fare, per poi imprecare». Vendemiano Sartor, 67 anni, trevigiano, imprenditore dell’autostrasporto, è una delle bandiere storiche di Confartigianato e tra il 2008-2010 ha ricoperto la carica di assessore all’Economia nella giunta Galan. Si definisce un democristiano mai pentito, orgoglioso della prima Repubblica. Lei è stato uno degli artefici di Cav, nata dal patto tra Anas e Regione: cosa ne pensa dell’idea della holding delle autostrade a Nordest? «Cav è la società che controlla il Passante di Mestre, unico caso di federalismo autostradale in Italia, nato da una proposta dirompente della
nostra classe politica. Non bisogna dimenticare la spinta riformista figlia dei decreti Bassanini del 2001, oggi va ripreso l’intero disegno attorno a due assi: il completamento della Pedemontana e il prolungamento della A27 fino a Tai di Cadore in previsione delle Olimpiadi di Cortina 2026». Sfide complesse: forse per la Pedemontana si potrà tagliare il traguardo entro l’anno, ma i costi sono esorbitanti. 12 miliardi in 39 anni... «Sono ottimista e credo che i
«Le strade all’Anas dimostano che abbiamo ancora la sindrome del mezzadro» Vendemiano Sartor, presidente di Confartigianato Treviso
ricavi incassati dai pedaggi ripagheranno l’investimento ma ad una sola condizione: vanno realizzate tutte le opere complementari di viabilità nei paesi per favorire l’accesso ai 16 caselli dislocati lungo i 94 km da Montecchio a Spresiano. Gli utili di Cav
vanno assolutamente vincolati a questo obiettivo, altrimenti c’è il rischio che la Pedemontana non venga utilizzata dai residenti ma solo dai Tir stranieri». Perché mai il grande traffico merci sull’asse Mila-
no-Tarvisio-Trieste dovrebbe abbandonare la A4 e il Passante? «La Pedemontana è nata proprio con l’obiettivo di spostare il traffico merci internazionale a Nord per liberare la Patreve e quindi va costruito un
accordo con il Friuli tra Cav e Autovie per completare il tratto tra Pordenone e Gemona. Zaia e Fedriga si debbono parlare, indicare le priorità e questi 58 chilometri sono fondamentali per consentire a chi entra sulla Pedemontana a Montecchio nel Vicentino di sbucare sulla A27 a Spresiano e poi salire fino all’innesto con A28 e raggiungere Tarvisio o il valico per Trieste. Solo con il raccordo Ci mpello-Gemona avremo un anello alternativo alla A4 Milano-Venezia-Udine-Trieste». Cos’altro c’è da realizzare sulle grandi opere? «Il governo ha stanziato 1 miliardo per le Olimpiadi di Milano e Cortina e nuove risorse sono previste con i fondi Cio e la legge speciale per i Giochi 2026 sulla neve. Credo sia un’occasione unica per superare quel collo di bottiglia che paralizza il traffico a Pian di Vedoia, alle porte di Longarone: la A27 va prolungata almeno fino a Tai e Pieve di Cadore e poi si tratta di decidere come arrivare in Austria». Se questo è lo scenario, an-
che lei scommette sulla revoca delle concessioni ad Aspi-Atlantia per punire Benetton dopo Genova? «No. Io penso che lo Stato abbia due ruoli fondamentali: programmare lo sviluppo e controllare la gestione che va affidata ai privati. La revoca delle concessioni non può essere una battaglia ideologica perché c’è il rischio della paralisi con un contenzioso infinito. Alla fine lo Stato sarà costretto a pagare le penali ad Atlantia e a farsi carico della manutenzione delle autostrade senza incassare più i canoni delle concessioni. Meglio tornare alla cura Di Pietro: quand’era ministro aveva avviato rigorosi controlli» Confindustria ha lanciato il dibattito su Patreve, lei che ne pensa? «Il tema esiste da 30 anni. Il Veneto della fabbrica diffusa si snoda tra la pedemontana da Pordenone a Verona e lungo l’asse centrale metropolitano: siamo la terra del policentrismo perfetto, con 5 province che producono al ritmo della Baviera e due realtà piccole ma altrettanto strategiche. Stiamo perdendo colpi rispetto all’Emilia Romagna, che in termini di export e Pil ci sta superando. Vanno quindi organizzati i servizi della Patreve senza formule burocratiche, ma con gli accordi tra le categorie economiche e le istituzioni. Un ruolo decisivo lo deve giocare il metrò di superficie, l’Sfmr va tirato fuori dal cassetto della Regione». —
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Nordest
AUTONOMIA, TESTI SOTTO ESAME Autonomia, legge quadro e proposte delle Regioni sotto esame. «Il lavoro prosegue - ha detto il ministro Francesco Boccia - e va avanti senza sosta».
Giovedì 23 Gennaio 2020 www.gazzettino.it
Il Mose potrà alzarsi da fine giugno L’annuncio del Consorzio Venezia Nuova durante la riunione `Di fatto, visto che l’estate non è un periodo di acqua alta, della Cabina di regia: dighe in funzione da quota 140 centimetri l’attivazione in caso d’emergenza avverrà solo in autunno `
mitatone, per rifinanziare la legge speciale. La salvaguardia della laguna e della città di Venezia, infatti, deve avere una visione complessiva e può passare solo attraverso investimenti su tutto il bacino scolante». Ma il Comitatone annunciato entro Natale, non è ancora stato convocato. E Marcato ha polemizzato: «Questa Cabina è davvero un tavolo operativo, non capita di trovarne tanti. Penso proprio al Comitatone. Qui decidiamo, lì siamo in attesa».
LA GRANDE OPERA VENEZIA Il Mose, da fine giugno, metterà al sicuro Venezia dai disastri. Non dalle acque alte per così dire “normali”, ma da quelle più dannose. Per questo si sta valutando a che previsione di marea sollevare le enormi dighe, da giugno e fino a fine 2021, fase di avviamento dell’opera. L’ipotesi è di puntare su una previsione di marea attorno ai 140 centimetri sopra il medio marea, una quota che comporta l’allagamento del 59% per cento della città storica, con disagi notevoli per tutte le attività a pianterreno e per la vivibilità stessa di Venezia. Una soglia ben più alta dei 110 centimetri, previsti dai protocolli del sistema Mose a regime, ma che a Venezia sono ben tollerati, consentono l’utilizzo di passerelle nei punti strategici e comunque comportano l’allagamento “solo” del 12% della città. Altra cosa rispetto ai 140 o peggio, con disastri come quelli del 12 novembre scorso, con i suoi 187 centimetri, che il Mose a questo punto eviterebbe.
QUESTIONE DI SCADENZE Si è parlato anche di questo, ieri, in Prefettura a Venezia, dove il prefetto Vittorio Zappalorto ha convocato la Cabina di regia sul Mose. Al centro dell’incontro quel cronoprogramma accelera-
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L’ULTIMO TEST Le paratoie del Mose affiorano alla bocca di porto di Chioggia (foto NUOVE TECNICHE)
to che dovrà consentire proprio la funzionalità dell’opera, in casi di acque alte particolari, anche prima della sua consegna a fine 2021, già tra sei mesi. Scadenza che era stata annunciata dal commissario straordinario del Mose, Elisabetta Spitz, un paio di settimane fa. E che ieri è stata confermata dagli amministratori del Consorzio Venezia Nuova. Il si-
stema potrà essere messo in funzione per fermare le acque alte sulla carta già da fine giugno, ma visto che l’estate non è stagione di acqua alta, la scadenza effettiva slitta all’autunno. Comunque un punto fermo che pare abbia soddisfatto i tanti partecipanti a questa Cabina di regia, pensata soprattutto per tenere informata la città sull’opera.
IN ATTESA DEL COMITATONE
+ 154 15 novembre 2019
«Un incontro veramente proficuo - ha commentato l’assessore regionale Roberto Marcato -. È un risultato importante sapere che per l’estate di quest’anno il Mose sarà operativo a fronte delle più urgenti necessità. A nome della Regione ho ribadito anche la richiesta di 150 milioni di euro, già fatta al Governo in sede di Co-
BRUGNARO: «CAMBIATA L’IMPOSTAZIONE CHE PREVEDEVA IL COMPLETAMENTO DEI LAVORI E POI 3 ANNI DI AVVIAMENTO»
Soddisfatto anche il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro: «Siamo riusciti a cambiare i termini rispetto all’iniziale impostazione, che prevedeva prima il completamento dell’opera e poi i tre anni di avviamento». Resta l’incognita dei finanziamenti necessari a questa fase, che già in passato hanno visto scontrarsi Provveditorato e Cvn. «Andranno rivisti i contratti tra lo Stato e il Cvn Nuova per normare i pagamenti» ha annotato il sindaco. Questione non semplicissima. Brugnaro ha portato anche altri argomenti sul tavolo, a cominciare dal quel protocollo fanghi, che in attesa di una revisione, sta bloccando gli scavi in laguna, con ripercussioni sui lavori del Mose, ma soprattutto sull’operatività del Porto. «Ci hanno assicurato tempi brevi, pare che stavolta ci siamo». Il tavolo tecnico del Provveditorato ha licenziato l’ultima versione del testo ribattezzato protocollo sedimenti che è stato inviato all’Istituto superiore di sanità per il parere. Poi mancherà solo la firma dei ministri. Roberta Brunetti © RIPRODUZIONE RISERVATA
offra l’intera visita a tutti gli aspetti della Basilica».
IL PROGETTO VENEZIA Biglietti, alcuni a pagamento e prenotazioni. È il futuro molto vicino - sarà realtà a inizio marzo, al più tardi ad aprile - per la visita a San Marco. Che, come detto, diverrà prenotabile e, prima volta nella sua storia secolare (ma soltanto in caso di prenotazione), anche a pagamento. Come avviene in un museo. È la rivoluzione «intelligente» disegnata in ogni suo aspetto dalla Procuratoria di San Marco con l’obiettivo di ridurre le code all’esterno della cattedrale di Venezia, soprattutto nei giorni in cui la città d’acqua è sommersa da turisti. C’è poi l’intenzione di «rendere fruibile e consapevole la visita alla Basilica senza affollarla - spiega Pierpaolo Campostrini, Procuratore di San Marco - Magari prevedendo accessi contingentati e numerati su fasce orarie. Con entrambi i biglietti verranno date anche delle audioguide per capire ciò che si guarda». Sparirà anche il deposito zaini all’Ateneo San Basso, a due passi dalla Basilica, sostituito da una biglietteria per gli accessi giornalieri e programmati
DA FANGHI A SEDIMENTI
TICKET OBBLIGATORI
SAN MARCO A sinistra turisti in coda a uno degli ingressi della Basilica e, sopra, il Procuratore Pierpaolo Campostrini
San Marco, prenotazioni a pagamento per entrare in basilica senza fare la fila all’interno di San Marco.
C’È CHI PAGHERÀ I dettagli su come si entrerà a San Marco da qui a poco più di un mese, sono allo studio della
L’INGRESSO RESTERÀ GRATUITO MA SI PENSA ANCHE A CHI VUOLE PROGRAMMARE UNA VISITA SENZA PERDITE DI TEMPO
Procuratoria che li sta limando. Il grosso del lavoro però è già stato fatto e tutto è pronto per entrare a regime tra inizio marzo e inizio aprile. L’accesso in Basilica sarà sempre gratuito a tutti i turisti (lo dice una disposizione della Conferenza episcopale italiana per le basiliche, ndr) anche se per la prima volta è stato previsto un biglietto a pagamento per accedere dagli ingressi che danno sulla Piazza. “Chi”, “come” e “cosa” pagherà, è lo stesso Campostrini a spiegarlo: «Ci sarà la possibilità di prenotare il proprio tour alla
Basilica. Nel caso di un turista che arriva a Venezia e decide da casa, con settimane di anticipo, di visitare l’interno della Basilica scegliendosi giorno e orario dell’ingresso, sarà chiesto un contributo per l’accesso, anche in caso di visita solo nella chiesa». Quanto si pagherà, è in via di definizione: «Ci saranno tre livelli di pagamento che dobbiamo ancora definire nei dettagli, ma il biglietto a pagamento comprenderà la visita alla Pala d’oro, al Tesoro e magari anche l’accesso al campanile. L’ottica nella quale sono state prese que-
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ste decisioni - continua - è quella di contingentare i flussi, spingendo i turisti che arrivano in città da altre parti del mondo a prenotarsi con un biglietto che
CI SARANNO TRE LIVELLI TARIFFARI E IL BIGLIETTO COMPRENDERÀ ANCHE PALA D’ORO, TESORO E CAMPANILE
Chi invece deciderà all’ultimo di entrare nella chiesa che ospita i resti mortali dell’evangelista Marco, dovrà comunque avere tra le mani un ticket d’accesso. Sarà un biglietto gratuito fornito all’Ateneo San Basso, negli stessi locali che ora ospitano il deposito degli zaini. «La biglietteria alla mattina venderà gli accessi per la mattinata e al pomeriggio quelli per la seconda parte della giornata - spiega Campostrini - La chiesa è piccola al suo interno e va difesa» anche dalle migliaia di turisti che ogni anno ne calpestano i marmi. «Resterà l’accesso sempre libero a qualsiasi ora dalla Porta dei Fiori (lato Piazzetta dei Leoncini, ndr) per i fedeli che intendono entrare in chiesa per pregare». L’idea, insomma, è quella di mettere un limite nel rapporto turisti/ora per l’ingresso. «Seguiremo le disposizioni della Questura sui controlli, come avviene a Palazzo Ducale e per altri musei», la chiude Campostrini. Nicola Munaro © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Nordest
LA FIRMA CONEGLIANO (TREVISO ) Dice il profilo: giovane, manager, poliglotta. Uomo? Ebbene no, donna. E non una, oltretutto nel ruolo di presidente, ma “addirittura” due. La padovana Marina Montedoro e la trevigiana Silvia Mion sono le rappresentanti della Regione nel consiglio direttivo della neonata “Associazione per il patrimonio delle colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene”, ufficialmente costituita a sei mesi dalla vittoria di Baku, con l’obiettivo di gestire il futuro agroambientale, urbanistico e turistico dell’unico paesaggio viticolo al mondo riconosciuto dall’Unesco. «Un soggetto agile e operativo, non certo un carrozzone di poltrone», si era raccomandato il governatore Luca Zaia al ritorno dall’Azerbaijan, salvo scoprire in questi giorni che all’interno del Consorzio di tutela della Docg si era consumata una faida tale da richiedere ieri mattina un suo intervento al piano nobile della storica Scuola Enologica di cui è stato giovane allievo.
IL RETROSCENA
Attorno all’austero tavolo a ferro di cavallo, nella gloriosa aula di degustazione, erano riuniti i soci fondatori della nuova entità: Regione e Consorzio, appunto, ma anche Provincia di Treviso, Camera di Commercio di Treviso e Belluno, Intesa programmatica d’area “Terre Alte della Marca Trevigiana”. Gli occhi ai documenti redatti dal notaio Paolo Broli, le orecchie per la tirata di Zaia. «Un forte appello al lavoro di squadra, nello spirito che ci ha portati all’iscrizione nella lista del Patrimonio mondiale dell’umanità», hanno riferito i presenti all’incontro ristretto, mentre in sede pubblica il governatore ha glissato sulla polemica della mancata designazione a consigliere del presidente consortile uscente Innocente Nardi, in favore dell’imprenditore Lodovico Giustiniani: «Non entro nelle partite altrui, preferisco pensa-
IL PASSO INDIETRO DI NARDI A FAVORE DI GIUSTINIANI: «HO LAVORATO E LAVORERÒ SEMPRE PER QUEST’AREA»
LA POLITICA VENEZIA I renziani di Italia Viva hanno disertato l’incontro convocato martedì sera a Padova per scegliere il candidato governatore del centrosinistra da contrapporre a Luca Zaia. C’erano tutti: Pd, i civici del Veneto che Vogliamo (il cartello di Arturo Lorenzoni, candidato in pectore), socialisti, Verdi, +Europa, Italia in Comune del sindaco di Parma Pizzarotti, Sinistra Italiana, Azione di Carlo Calenda. Mancava solo Italia Viva. Il motivo? «A parte un qui pro quo sulla convocazione, su cui comunque non vogliamo fare polemica, la verità è che si trattava di un tavolo confuso - ha detto la deputata veneziana di Italia Viva, Sara Moretto - con un dibattito ancora aperto su primarie sì o primarie no, sul candidato civico o non civico, insomma è un confronto ancora molto arretrato». Moretto ha puntualizzato: «Non stiamo chiudendo la porta, anzi, abbiamo occhi e orecchie aperte, ma vogliamo capire se questo progetto assumerà caratteristiche e confini più concreti». Ma Italia Viva ci sarà o no alle elezioni regionali del Veneto?
Giovedì 23 Gennaio 2020 www.gazzettino.it
Unesco, una donna al top sulle colline del Prosecco La padovana Montedoro è la presidente `Tensioni nella Docg, richiamo di Zaia: dell’associazione che curerà il sito tutelato «Ora lavoriamo per 1 milione di presenze» `
in Economia e Pubbliche Relazioni, arriva invece dalla scuderia di H-Farm, dove ha consolidato la sua esperienza nel marketing digitale lanciando la startup Zooppa. «Due ragazze che parlano l’inglese come l’italiano», ha rimarcato Zaia, ricordando quanto cruciale sia questo aspetto nelle relazioni internazionali di un sito Unesco. In attesa che l’assemblea dei soci possa indicare tre ulteriori componenti, per il momento con loro in squadra ci sono quattro uomini: Giuseppe Maset per la Provincia, Ivo Nardi per la Cciaa, Vincenzo Sacchet per l’Ipa e appunto Giustiniani per il Consorzio.
L’IMBARAZZO
PROTAGONISTI Lodovico Giustiniani, Luca Zaia, Marina Montedoro, il notaio Paolo Broli, Silvia Mion, Giuseppe Maset, Ivo Nardi e Vincenzo Sacchet (foto
Marina, l’esperta di agraria ex Ue La padovana Marina Montedoro, classe 1976, è stata designata alla presidenza. Laureata in Agraria, è direttore dell’istituto Spallanzani di Brescia, ma le sue esperienze pregresse spaziano dall’Unione Europea al ministero delle Politiche Agricole
Silvia, la manager di startup digitali La trevigiana Silvia Mion, classe 1982, è stata scelta come consigliere. Laureata in Economia e Pubbliche relazioni, proviene dalla scuderia di H-Farm, dove ha consolidato la sua esperienza in marketing digitale lanciando la startup Zooppa.
FRANCESCO DA RE)
re alle nostre nomine, due donne...». E che donne, come emerge dal curriculum di entrambe.
A Verona l’edizione numero 114
LA SQUADRA
Mobilitazione contro la cimice a Fieragricola
Montedoro, classe 1976, laureata in Agraria, è l’attuale direttore dell’istituto Spallanzani di Brescia, ma le sue pregresse esperienze professionali spaziano dall’Unione Europea al ministero delle Politiche Agricole, dove ha conosciuto Zaia, al quale si è ispirata per la sua prima promessa: «Lavoreremo pancia a terra, già da questo pomeriggio, per essere un alleato di queste colline. Un territorio caratterizzato da cultura, storia, arte e agricoltura, in cui il popolo veneto ha messo tutta la sua passione e dedizione». Mion, classe 1982, laureata
VENEZIA Per fermare i danni («Una strage nei campi») provocata dalla cimice killer, migliaia di agricoltori della Coldiretti delle diverse regioni saranno con i loro trattori all’apertura, mercoledì 29 gennaio, di Fieragricola a Verona, la più grande manifestazione dedicata al settore in Italia, dove sono attesi esponenti delle istituzioni europee, nazionali e regionali. La 114ª edizione di Fieragricola è stata presentata ieri a Roma. E dai numeri si è visto che è una
Regionali, i renziani disertano il vertice del centrosinistra «Noi vogliamo esserci - ha detto Moretto - Da soli è impossibile, guardiamo con interesse alla Puglia». In Puglia Italia Viva di Renzi e Azione di Calenda hanno deciso di non sostenere Michele Emiliano, che però non ha più la tessera Pd in quanto magistrato, ma di correre assieme con un proprio candidato.
RENZIANI CIVICI Che in Veneto il modello Puglia sia riproducibile appare al momento difficile. Non solo per-
MORETTO: «È ANCORA UN TAVOLO CONFUSO, CI PIACEREBBE UN’ALLEANZA SOLO CON AZIONE DI CALENDA COME IN PUGLIA»
ché Azione con Emanuele Cagnes (ex segretario organizzativo del Pd regionale) e Federico Vantini (che è stato forse il primo renziano di tutto il Veneto, già sindaco di San Giovanni Lupatoto) erano all’incontro di martedì sera con il resto della costruenda coalizione, ma anche perché ci sono dinamiche territoriali confliggenti: a Padova, ad esempio, i referenti di Italia Viva Antonino Pipitone e Romualdo Zoccali hanno aderito al manifesto de Il Veneto che Vogliamo, rassemblement di movimenti e associazioni, a partire da Coalizione Civica del vicesindaco arancione di Padova Artuo Lorenzoni, che sabato terrà la sua assemblea regionale.
IL RINVIO Renziani a parte, l’incontro del centrosinistra di martedì sera non ha segnato battute d’arresto,
fiera in assoluta crescita: 10 padiglioni occupati, 900 espositori, due aree esterne, 800 capi di bestiame, oltre 130 convegni in quattro giorni, delegazioni estere provenienti da 30 nazioni per un evento che punta su innovazione, sostenibilità ed economia circolare. «Fieragricola 2020 accende i riflettori sulle grandi sfide alle quali l’agricoltura è chiamata a dare risposte, a partire dal Green Deal illustrato dalla Commissione Ue presieduta da Ursula von der
anche se il tema caldo - come scegliere il candidato governatore, se con riunioni e trattative tra gli alleati o se con elezioni primarie aperte - è rinviato a martedì 28. Un altro passaggio cruciale sarà la direzione regionale del Partito Democratico convocata per venerdì 31 gennaio: sarà in quella sede che i dem avranno l’ultima parola in merito e sarà interessante capire con quale relazione si presenterà il segretario Alessandro Bisato: appoggiando una candidatura civica o insistendo per una scelta interna? Per ora i possibili alleati hanno trovato una intesa di massima sul programma, con sanità e ambiente quali cavalli d battaglia. Le porte restano aperte al M5s, anche se qui bisognerà capire dopo il voto di domenica in Emilia Romagna se in Veneto vincerà l’ala governista del ministro Federico D’Incà o quella refrattaria a qualsiasi alleanza con il Pd dell’attuale capogruppo in Regione Jacopo Berti. Resta il fatto che, con o senza M5s, il tentativo di Pd & C, è di andare oltre il cartello elettorale e di diventare massa critica in consiglio regionale. Il dilemma, però, è sul candidato governatore: civico o tesserato? Alda Vanzan © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Leyen e che coinvolge anche il sistema agricolo in maniera articolata», ha detto il presidente di Veronafiere, Maurizio Danese. A sfruttare il palcoscenico della fiera veronese sarà intanto la Coldiretti per parlare della cimice: «Si tratta della prima mobilitazione degli agricoltori italiani contro l’invasione di insetti alieni portati in Italia dai cambiamenti climatici e dai ritardi nella prevenzione e nei controlli dell’Unione Europea».
Inevitabilmente sulla cerimonia è aleggiato un velo di imbarazzo, viste le tensioni interne all’ente dei produttori, pare legate anche alla corsa per la successione di Nardi alla presidenza del lo stesso Consorzio. Un possibile ruolo rispetto a cui Giustiniani, esponente della nobile famiglia Collalto e presidente di Confagricoltura Veneto, non si è tirato indietro: «Se il consiglio di amministrazione me lo chiedesse, mi metterei a disposizione». Decisamente signorile, comunque, l’uscita di scena di Nardi: «Auguro buon lavoro alla nuova associazione ed è chiaro che le sarò sempre amico. Ho lavorato, lavoro e lavorerò sempre per queste colline, perché ci credo sia come agricoltore che come cittadino».
IL PATTO
Un territorio che «non è casa mia, ma patrimonio di tutti», come hanno ricordato gli studenti dell’istituto guidato da Mariagrazia Morgan, citati per questo da Massimo Riccardo, ambasciatore italiano all’Unesco e fra i protagonisti della missione azera, insieme ai curatori del dossier Mauro Agnoletti, Amerigo Restucci e Leopoldo Saccon. Si è affidato ai ragazzi pure Fabrizio Megani, nuovo soprintendente del Veneto Orientale, per dare la misura «di quello che si potrà e non si potrà fare» nella zona: «Serve un patto tra scuola, istituzioni, viticoltori e cittadini per il bene comune». Zaia ha però fissato anche un più prosaico obiettivo numerico: «Portare le presenze da 350.000 a 1 milione, in alberghi diffusi da raggiungere a piedi, in nome di un turismo informato sui luoghi e rispettoso dell’ambiente». Angela Pederiva
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«Servizi per i neonati non bandiere venete» `Formalizzata
la Family Card del dem Sinigaglia LA PROPOSTA VENEZIA «Fatti contro propaganda, servizi anziché bandiere se davvero vogliamo aiutare le famiglie venete in difficoltà e incentivare la natalità, che è il vero problema della nostra regione». A dirlo è il consigliere regionale del Partito Democratico Claudio Sinigaglia che ieri in Prima commissione a Palazzo Ferro Fini ha illustrato il progetto di legge sulla Family Card di cui è primo firmatario e che è stato sottoscritto da tutto il gruppo. «La Regione - ha detto Sinigaglia - invece di spendere 400mila euro in due anni per regalare le bandiere con il Leone di San Marco ai nuovi nati, destini quei soldi agli enti locali che decideranno di istituire la Family Card. I neo genitori non hanno bisogno di simboli per
essere orgogliosi di appartenere a un territorio, ma di servizi, a partire dagli asili nido a cui ha diritto appena un bambino su quattro». Sinigaglia ha ricordato che «in Veneto il calo della natalità è costante e drammatico, -25% in dieci anni: davvero Zaia e la Lega pensano di risolverlo regalando la bandiera di San Marco? Se ci sono delle risorse per le famiglie, poche o tante che siano, vengano spese in modo efficace, garantendo agevolazioni economiche a chi è in difficoltà per l’acquisto di pannolini, omogeneizzati e altri alimenti».
WELFARE La Prima commissione del consiglio veneto ha dato inoltre il via libera ad ampia maggioranza, senza voti contrari, al provvedimento della giunta sulla previdenza complementare di natura collettiva con lo sviluppo di sistemi di welfare integrato. È prevista l’istituzione di un ente regionale denominato Veneto Welfare. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Primo Piano
Giovedì 23 Gennaio 2020 www.gazzettino.it
Il Giorno della memoria IL CASO VENEZIA Oggi il Veneto sarà il primo in Italia a varare una legge per la conoscenza della Shoah e per il Giorno della memoria. Una ricorrenza che lunedì il governatore Luca Zaia onorerà al Ghetto di Venezia indossando la sua kippah viola, dopo che l’altro ieri la sua Lega in Consiglio regionale ha assicurato l’appoggio alla risoluzione dell’opposizione a sostegno della commissione parlamentare contro il razzismo, quella che al Senato era stata approvata con la contrarietà del centrodestra. Nel 75° anniversario della liberazione di Auschwitz-Birkenau, il presidente della Regione pone le sue personali e politiche pietre d’inciampo all’intolleranza, affermando princìpi che marcano una netta distanza da certe posizioni antisemite: «Ma proprio perché non ci devono essere ambiguità – dice – mi permetto di suggerire alla senatrice Liliana Segre, una donna dalla storia tragica e dalla levatura straordinaria, di rinunciare alle troppe cittadinanze onorarie che sono solo strumentalizzazione politica, chiedendo che vengano conferite piuttosto alla Comunità Ebraica».
Veneto, una legge per la Shoah Zaia: «I giovani devono sapere» Il governatore: «Prima Regione ad emanare norme `Appello alla Segre: «Troppe cittadinanze strumentali in materia, contro il negazionismo che dilaga in rete» Rinunci e le faccia assegnare alle Comunità ebraiche» `
Gli appuntamenti
Dibattito in Consiglio e cerimonia in Ghetto I COMUNI
IL PROGETTO Zaia è solito condannare pubblicamente gli episodi di violenza e offesa nei confronti degli ebrei e delle vittime dell’Olocausto, ultime in ordine di tempo l’aggressione in piazza San Marco all’ex deputato Arturo Scotto e la mancata posa delle Stolpersteine nelle strade di Schio. Ma indubbiamente il progetto di legge che stamattina sarà licenziato dalla commissione Cultura di Palazzo Ferro Fini, nel corso di una seduta straordinaria a cui assisterà anche un centinaio di ragazzi, è un’iniziativa senza precedenti: ogni anno la Regione stanzierà 100.000 euro per finanziare svariate iniziative dedicate al 27 gennaio, fra cui un concorso studentesco, viaggi di istruzione nei lager, eventi con deportati ed esperti, premi per tesi di laurea. «Ci rivolgiamo soprattutto ai giovani – spiega il governatore
LA POLEMICA MILANO Settemila abitanti all’estrema periferia di Bologna, un quartiere di edilizia popolare con poco spazio, tante etnie, una storia di degrado e tensioni sociali. E di violenza: al Pilastro il 4 gennaio 1991 la banda della Uno bianca crivellò di colpi tre carabinieri di pattuglia. E qui abita Anna Rita Biagini, 61 anni: «Ci vivo da trent’anni, ma le cose negli ultimi tempi sono peggiorate. La sera quando porto il cane a fare una passeggiata ho una pistola in tasca, regolarmente registrata. Mi spiace ma è così», raccontava martedì a Matteo Salvini in campagna elettorale per le regionali.
DOSSIER CONTRO I PUSHER Poi si è spinta oltre, indicando al leader della Lega il citofono di un ragazzo tunisino che, a suo dire, spaccia. E Salvini, ripreso dalle tv, schiaccia il bottone: «Buonasera, suo figlio è un pusher?». Risponde il padre di Y., balbetta qualcosa e appende. Ora la citofonata è un caso diplomatico e politico, con le proteste ufficiali della Tunisia e l’indignazione dell’opposizione. «Se avesse bussato alla mia mamma, che abita al Pilastro, gli sarebbe andata molto peggio», commenta il sindaco Pd di Bologna, Virginio Merola. Oggi dovrebbe partire la denuncia della famiglia del diciassettenne contro Salvini: «Le possibili ipotesi di reato sono molteplici, a
ambiguità, ribadisce Zaia: «Non ho mai visto posizioni antisemite nella Lega. Ma se ci fossero, sarei io il primo a intervenire».
CON LA KIPPAH Luca Zaia onorerà il Giorno della memoria indossando il copricapo degli ebrei
E la senatrice annuncia: «Basta visite alle scuole» LA TESTIMONIANZA ROMA Dal prossimo aprile la senatrice a vita Liliana Segre, sopravvissuta ad Auschwitz, non andrà più nelle scuole per raccontare l’inferno che provò a 13 anni quando, in conseguenza delle leggi razziali, fu espulsa da scuola, arrestata e portata nel più famigerato campo di sterminio. «Questo non vuol dire che non continuerà a testimoniare la sua esperienza», spiega il figlio della senatrice a vita, Luciano Belli Paci: «Dopo 30 anni di continui appuntamenti è stanca, provata», ma ha in programma un «ultimo, grande incontro» tra qualche mese, in provincia di Arezzo.
Agli studenti di tutt’Italia Liliana Segre ha descritto, con la sua voce calma ma risoluta, l’orrore del tentativo di fuga verso la Svizzera, l’arresto, i mesi passati nel carcere di San Vittore, in cella col padre, e poi l’orrore di Auschwitz. L’ultimo incontro nella casa circondariale milanese, dove ha voluto tornare: «Della cella 202 del quinto raggio ricordo tutto: in quel nulla mi sono impressa ogni dettaglio», ha detto ai detenuti. Non più tardi di due giorni prima aveva lanciato un messaggio agli oltre duemila studenti incontrati al teatro Arcimboldi di Milano - che l’avevano salutata con una standing ovation - invitandoli a «battersi sempre per la libertà».
– perché sappiamo quanto possono essere coinvolti dal negazionismo che dilaga in Rete. Siamo orgogliosi di essere i primi in Italia, nella consapevolezza di custodire a Venezia il Ghetto più antico del mondo, che per noi è continua testimonianza dell’orrore rappresentato dalla Shoah». Relatore del provvedimento in aula sarà lo zaiano Alberto Villanova, il quale ne sottolinea la valenza anche politica: «Questa norma scardina una diffusa quanto immotivata narrazione che vorrebbe la Lega guardare a presunte posizioni di tipo fasciste». Nessuno spazio alle
Lunedì 27 gennaio, nel 75° anniversario della liberazione di Auschwitz-Birkenau, la cerimonia nel Ghetto di Venezia promossa dalla Comunità Ebraica e dalla Regione si terrà a partire dalle 11 alla presenza dei presidenti Paolo Gnignati (Comunità), Luca Zaia (Giunta) e Roberto Ciambetti (Consiglio). Proprio nella sede dell’assemblea legislativa, questa mattina alle 10 si svolge la seduta straordinaria della commissione Cultura, chiamata a licenziare il progetto di legge sulla Shoah in vista del via libera definitivo da parte dell’aula. L’evento istituzionale “Educare alla Memoria” vedrà l’intervento, oltre che di Gnignati, anche di Davide Romanin Jacur, rappresentante dell’Unione comunità ebraiche italiane.
VILLANOVA: «COSÌ SI SCARDINA LA DIFFUSA E IMMOTIVATA NARRAZIONE DI UNA LEGA CHE GUARDA A POSIZIONI FASCISTE»
IL RAGAZZO ACCUSATO DI SPACCIARE: «STO MALE, SONO STATO SOMMERSO DA BUGIE» PRIVACY, IL GARANTE APRE UN FASCICOLO
zo tranquillo. E mi sono visto piombare Matteo Salvini in casa». Y. gioca a calcio e va a scuola, ma vuole abbandonarla per trovarsi un impiego e aiutare la famiglia. Il padre lavora come corriere alla Bartolini, ha un fratello più grande con un precedente per rissa, «la droga non c’entra nulla». E allora perché la signora Biagini ha scelto proprio il suo citofono? «Si incontrano la sera mentre portano a spasso il cane, sotto il portico del condominio del ragazzo si spaccia e l’ha tirato in mezzo», è la ricostruzione del legale. Lei, mentre scorta Salvini tra le aiuole del quartiere, racconta la sua vita difficile, del fi-
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BOLOGNA Il blitz del leader della della Lega Matteo Salvini che, a favore di telecamere, ha suonato al citofono di un presunto spacciatore di droga tunisino
Citofonata, la famiglia denuncia Salvini E protesta anche la Tunisia: «Razzista» memoria mi vengono in mente almeno sei o sette illeciti tra civili e penali», dice l’avvocato Cathy La Torre, che segue il ragazzo. Ieri pomeriggio era nel suo studio: «Come sto? Male. Sono stato sommerso dalle bugie, non sono uno spacciatore, sono un ragaz-
Con questo stesso spirito, il presidente della Regione motiva il voto favorevole annunciato dal capogruppo leghista Nicola Finco alla proposta di Patrizia Bartelle (Italia in Comune), condivisa pure da Partito Democratico e Movimento 5 Stelle, di aderire alla mozione Segre per l’istituzione della commissione bicamerale: «Sì, senza se e senza ma. Proprio per questo mi dispiace vedere la senatrice al centro, suo malgrado, della sceneggiata delle cittadinanze onorarie, un’evidente strumentalizzazione politica ai suoi danni. Lo vediamo nei Comuni: troppe dediche non sono fatte con il cuore, né per legame territoriale, ma solo per antagonismo locale. Segre faccia un passo a lato e chieda che le cittadinanze onorarie vadano alla Comunità Ebraica». Vale anche per Treviso, città a guida leghista, dove l’idea del conferimento è stato oggetto di una disputa con i dem? «Vale per tutti – conclude Zaia – anche per Verona, dov’è stato veramente brutto vedere la cittadinanza a Liliana Segre contrapposta all’intitolazione di una via a Giorgio Almirante. Serve una riconciliazione e penso che si possa ottenere nel nome della Comunità Ebraica». Angela Pederiva
glio trentenne malato di Sla e stroncato da un’overdose. Da quel momento la lotta allo spaccio è diventata la sua missione e per questo, afferma, la minacciano e lei gira con un’arma in tasca. Consegna all’ex ministro il dossier di una personale indagine, con foto e segnalazioni dei pusher di zona. «Chiedo semplicemente di poter uscire di casa tranquillamente e qui da un po’ non mi sento sicura. Ho visto questa zona peggiorare con gli anni. E dal presidente di quartiere mi sento dire che invece le cose vanno bene. Per questo apprezzo Salvini, mi è sembrato che su questi problemi abbia le
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idee chiare e mi convince. Da tempo ci promettono una nuova caserma dei carabinieri, ma rimandano sempre».
SCONTRO DIPLOMATICO Ieri mattina i familiari di Anna Rita Biagini si sono ritrovati con
LA DONNA CHE HA SPINTO L’EX MINISTRO A SUONARE: «ORA ESCO CON LA PISTOLA» DI NOTTE DANNEGGIATA L’AUTO DEI FAMILIARI
la macchina semi distrutta, il parabrezza danneggiato e i vetri laterali in frantumi. «Tornerò - promette Salvini - Non sono pentito, ho risposto a una madre coraggiosa. Noi siamo andati a disturbare la piazza dello spaccio. In galera in questo momento ci sono più di duemila spacciatori tunisini». Il vicepresidente del Parlamento di Tunisi, Osama Sghaier, irrompe nella polemica definendo il segretario «un razzista, che mina i rapporti tra Italia e Tunisia». L’ambasciatore Moez Sinaoui scrive al presidente del Senato Elisabetta Casellati denunciando «una deplorevole provocazione, fatta in maniera illecita, senza rispetto per il domicilio privato di una famiglia tunisina». E all’autorità per la privacy è già arrivata una segnalazione e il presidente Antonello Soro anticipa: «La esamineremo». Claudia Guasco © RIPRODUZIONE RISERVATA
III
Primo Piano
IL RETROSCENA CONEGLIANO Innocente Nardi attraversa con passo deciso l’aula magna dell’Istituto Cerletti. Sono in molti a fermarlo e a stringergli la mano. Lui, come d’abitudine, misura le parole e sorride prima di prendere posto in prima fila, accanto a Mario Pozza (socio fondatore per la Camera di Commercio) e a Stefano Marcon (Presidente della Provincia). «Mi auguro il meglio per il Consorzio e per la nuova Associazione Unesco», risponde con signorilità. È tutto. Quando sale a firmare come legale rappresentante del Consorzio del Prosecco superiore il documento che sancisce la nascita del nuovo organismo, il Presidente Zaia gli sorride e gli mette una mano sulla spalla. Non servono molte altre parole per ribadire la stima. Poi scende, riprende posto e segue i lavori sbirciando più volte lo smartphone. Anche quando vengono chiamati i membri del nuovo Consiglio di Amministrazione Unesco, esibisce un invidiabile understatement. Attento, però, a non incrociare mai Giustiniani. Avrebbe potuto essere il coronamento di un’operazione storica. È una mattinata in cui mettersi una maschera addosso. La decisione di metterlo in minoranza è frutto di dinamiche interne e giochi di pesi maturati nelle ultime settimane, in cui la linea secessionista ha accelerato.
Giovedì 23 Gennaio 2020 www.gazzettino.it
Nardi, il padre nobile silurato dai “grandi” ` «Resto un produttore e come tale Il numero uno uscente ha pagato la voglia di discontinuità di molti big mi auguro il meglio per il Consorzio» `
IL CLIMA RIMANE TESO: «HA FATTO TANTO PER I VITICOLTORI PERCHE’ FARLO USCIRE DI SCENA COSI’?»
PRUDENZA «Preferisco non entrare nelle dinamiche del Consorzio», avverte subito il Governatore Zaia nell’androne del Cerletti. Le modalità di questo avvicendamento rendono oggettivamente un po’ più opaca però questa cerimonia. Anche se riuscire a dipanare la matassa non è semplice, da più parti nel mondo del Prosecco si parla di indelicatezza se non di ingratitudine nei confronti del Presidente. «Perchè riservargli un’uscita di scena così difficile?», si chiedono alcuni produttori. La verità è che è davvero difficile interpretare il sentiment interno alla Docg. I falchi da tempo chiedono un’inversione di rotta, una scelta di discontinuità. Ma le colombe ribadiscono: «Chi avrebbe potuto governare in maniera così equilibrata tutte le divisioni interne? Siamo di fronte a un voltafaccia che non fa bene al mondo delle colline».
I TRAGUARDI
IL DUELLO Quanto accaduto all’interno della Docg ha la forma di un regolamento di conti. Da tempo sono due le fazioni che si fronteggiano: i grandi produttori di Confagricoltura da una parte e i piccoli (che poi tanto piccoli non sono) della Coldiretti. Portare Giustiniani all’interno della Fondazione silurando Nardi è stato un segnale preciso: le dinamiche che hanno governato gli ultimi nove anni stanno cambiando e i grandi, ora, reclamano più spazio. Nardi, stando ai sussurri, paga l’eccessiva visibilità oltre al pasticcio dell’accantonamento del diretto-
re Vettorello. La Fondazione avrebbe dovuto essere la sua via d’uscita onorevole dalla Docg per fare spazio a un nuovo presidente. Ma così non è stato. E le elezioni di marzo prometto scintille.
LA FIRMA Innocente Nardi presidente del consorzio Docg ripreso al momento della firma per la nuova associazione Unesco
Il siparietto
Una conifera tra le vigne: il pino di Collagù accende la cerimonia
FOTO SIMBOLO Il pino di Collagù
CONEGLIANO «Possiamo tagliare un pino?». A fine cerimonia, il governatore Luca Zaia rivolge la domanda al soprintendente Fabrizio Magani. La platea del Cerletti mostra di non capire, allora il presidente della Regione si spiega: «Avete visto il video sulle colline Unesco? Ecco, in mezzo all’immaginesimbolo c’è un pino che non c’entra niente...». In effetti la conifera si staglia, imponente e solitaria, fra le dorsali immortalate a Collagù, nel territorio comunale di Farra di
Soligo. Così poco dopo, durante il brindisi nella Bottega del Vino, il leghista incrocia il sindaco Mattia Perencin e torna alla carica: «Bisogna togliere quell’albero, cosa ci fa in mezzo alle vigne?». Tutti ridono alla battuta: si tratta evidentemente di una simpatica provocazione botanica. Perciò anche il primo cittadino sta al gioco e si lancia strenuamente in difesa dell’incolpevole sempreverde: «Prima l’avevamo potato al livello del vigneto, ma poi
siamo andati sempre più in alto, per far prendere luce alle viti». Il siparietto incuriosisce pure l’ambasciatore Massimo Riccardo: «Quanti anni ha questa pianta?». Risponde il 33enne Perencin: «Avrà 40 anni, l’ho sempre vista là. Non è neanche un pino di Natale, è un’altra varietà». Così alla fine, tra un calice di Prosecco e un piatto di risotto, il sindaco fa finta di avvertire Zaia: «Presidente, guarda che se il pino sparisce, so dov’è il responsabile...». (a.pe.)
Innocente Nardi ha guidato per 9 anni la Docg, inserendo un limite di mandato e portando il Consorzio al traguardo Unesco. A luglio esultava a Baku reggendo la bandiera italiana e pochi mesi dopo appone una firma all’atto di nascita che è poco più che una formalità. Tra i big delle colline c’è malessere per uno sgarro che va a punire (“ingiustamente” si sente ripetere) uno dei padri nobili del riconoscimento Unesco. Ma i falchi ribadiscono che la politica accentratrice ha portato ad una spaccatura. Forse, inoltre, la cacciata dell’ex direttore Vettorello ha prodotto un redde rationem in zona Cesarini. Ma di questo nessuno all’interno della Docg parla apertamente. «Perchè i panni sporchi si lavano in famiglia», confermano tra le colline del Prosecco superiore. EF
PER NOVE ANNI HA GESTITO IL CONSORZIO GUIDANDOLO FINO AL TRAGUARDO MONDIALE
La manager Silvia Mion
L’outsider di H-Farm voluta da Zaia «Porto questo patrimonio sul web» LA NOMINA RONCADE Domani è già troppo tardi. E lo sa bene Silvia Mion, business manager open innovation di H Farm, che da anni ormai si occupa di start up e nuove idee. 38 anni, trevigiana, Mion è una delle due outsider volute da Luca Zaia a rappresentare la Regione all’interno della nuova associazione Unesco. Con Marina Montedoro, direttore Coldiretti Lombardia e presidente del consiglio direttivo, poi Vincenzo Sacchet per l’Ipa (Terre alte della Marca Trevigiana), Giuseppe Maset per la Provincia, Ivo Nardi (per la Camera di Commercio) e Lodovico Giustiniani (Consorzio Docg). «Il mio ruolo? Portare il sito Unesco sul web, con strategie attente per lo sviluppo delle attività» spiega. «È il territorio in cui sono cresciuta. Sono orgogliosa che la bellezza di queste colline sia oggi patrimonio dell’Umanità
e sono felice di portare le mie competenze». Mion, che ha fatto ieri mattina il suo debutto ufficiale, ha le idee chiare. «C’è bisogno di innovazione per fare il grande salto».
IL CAMBIAMENTO Il suo lavoro è insegnare come portare il cambiamento all’interno delle aziende. Si chiama opening innovation. Silvia è arrivata a H Farm, l’incubatore di nuove start-up, di Ca’ Tron, durante la tesi di laurea. «Sono arrivata con il lancio della piattaforma Zoopa. Mi sono avvicinata a H Farm e Zooppa per raccogliere materiale sulla mia tesi, facevo interviste sul tema della “collaborative innovation”, e ci sono rimasta». Zoopa è una piattaforma per la creazione di contenuti creativi. Attorno al sito è stata sviluppata una community di utenti composta da professionisti della comunicazione che devono rispondere alle necessità dei clienti. Zoopa
però non organizza solo contest: è una community di creativi che risolve le necessità delle aziende. «La start-up è cresciuta in H Farm, che ci ha aiutato ad uscire dai confini italiani per due ragioni: ricerca di investimenti e aziende oltreoceano; il nostro modello interessa molto il mercato americano come tipo di progetto. Ha portato a un beneficio enorme visto che ha due sedi: Seattle e Usa, e ora un ufficio comunicazione su Londra». Intende quindi spingere su processi digitali anche per la nuove associazione Unesco. La sua idea? «Dobbiamo stare sempre incollati alle novità alle evoluzioni. Ma soprattutto dobbiamo sviluppare il germe dell’innovazione in ogni organismo di cui facciamo parte». Grazie a Mion il sito Unesco vuole partire con un progetto di digital transformation.
MODULO FORMATIVO «Credo sia importante aver vo-
Chi è
Si occupa da sempre di start up e business Silvia Mion, business manager open innovation di H Farm, da anni ormai si occupa di start up. 38 anni, trevigiana, Mion è una delle due outsider volute da Luca Zaia a rappresentare la Regione all’interno della nuova associazione Unesco. È arrivata a H Farm, l’incubatore di nuove start-up, di Ca’ Tron, durante la tesi di laurea. E lì è rimasta.
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PREMIATO Il paesaggio delle colline del prosecco patrimonio Unesco
luto la presenza di due manager -dice Zaia- la presidente Montedoro, profonda conoscitrice del mondo dell’agricoltura, e la dottoressa Mion, esperta di digital marketing». Il presidente della Regione ha sottolineato l’apertura di un nuovo modulo formativo promosso da Confcommercio. Si intitola: diventare ambasciatore Unesco e partirà il 17 febbraio sia a Pieve di Soligo che a Valdobbiadene. Questo primo modulo vede, in cattedra, i formatori delle
Langhe, zona che ha già vissuto l’esperienza Unesco. «Abbiamo voluto inserirci in un percorso più ampio il cui obiettivo è quello di attuare uno sviluppo socio economico integrato - spiega il presidente Federico Capraro- Ciascun imprenditore, quindi, deve uscire dalla dimensione puntiforme della propria impresa per trascendere ad una visione più ampia, nella quale è il paesaggio, ossia il territorio, ad essere impresa». (e.f.)