RASSEGNA STAMPA DEL 2 MARZO 2020

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IV

Primo Piano

Lunedì 2 Marzo 2020 www.gazzettino.it

L’emergenza virus

FRONTE COMUNE Il titolare del Radika in Fonderia e dell’Odissea a Spresiano tirano le fila dei 90 locali: martedì riunione col segretario nazionale, poi incontro col presidente della Regione Luca Zaia

Eurobaita fa dietrofront «Rispetteremo i divieti ma libertà nel weekend» Brugnaro: «Non posso sfidare disposizioni di legge `Intanto i titolari delle sale da ballo attivano una siamo tutti sulla stessa barca, andiamo avanti uniti» chat: «Vogliamo al più presto un incontro con Zaia» `

LA CHAT TREVISO La movida di Marca rischia il tracollo. La chiusura prolungata dei locali da ballo di un’altra settimana, stabilita dal Dpcm dell’1 marzo, è però un boccone che i gestori non hanno alcuna intenzione di digerire. Le discoteche, dunque, fanno quadrato e i titolari dei principali locali della Marca e del Veneto si sono dati da fare. Sabato hanno creato una chat per scambiarsi opinioni. E per organizzarsi. Insieme al Comitato Veneto imprenditoria dell’intrattenimento e spettacolo dichiarano lo stato di crisi e chiedono aiuto al Consiglio dei Ministri perchè prenda in considerazione l’emergenza in atto dando disposizioni “chiare e tempestive” a sostegno di questa situazio-

alla decisione che verrà presa. Siamo tutti nella stessa barca e le fughe in avanti non servono a risolvere una situazione davvero pesante per tutti noi e per chi lavora in questo settore. Penso ai dipendenti, dalle cassiere, ai dj, al personale della sicurezza, penso ai collaboratori, agli orchestrali. Anche loro subiscono un pesante contraccolpo».

ne. Con l’hastag “liberidiuscire”. “Liberidiaprire”.

DECISIONE SOFFERTA E così Marco Brugnaro, titolare della Baita al Lago e dell’Urban Klub di Castelfranco, ha deciso il passo indietro. «Ero pronto a riaprire i locali giovedì per le nostre serate di ballo. Ed ero pronto a pagare una multa secondo quanto inizialmente detto dall’Ascom di Castelfranco. Poi le cose sono cambiate. La chiusura dei locali da ballo è stata prorogata e io non posso sfidare le disposizioni di legge» dice uno sconsolato Brugnaro. Che, però, non dispera. «Martedì mattina è prevista una riunione con i titolari di 90 locali da ballo in Veneto. In quella sede capirò esattamente cosa possiamo fare per accelerare la riapertura. Comunque mi omologherò

PREOCCUPATO Marco Brugnaro titolare di Eurobaita e Urban

LE CONTROMOSSE

stato sui profili dei singoli locali su Facebook raccogliendo in un giorno 5mila condivisioni e 1 milione di visualizzazioni. Lo stesso video è visibile anche su Istagram. Nel video dicono, in coro: «90 locali rischiano il fallimento. Vogliamo tornare liberi di cenare, di ballare, di sorridere, di cantare. Liberi di lavorare. Riattaccateci la spina». A firmare questo inno alla riapertura i locali trevigiani l’Anima club, la Casa di caccia,

A tirare le fila del malcontento Renzo Venerandi, patròn dell’Odissea, dell’Anima, del Diamantik e del Garden, segretario trevigiano del Silb-Fipa. Insieme a Riccardo Checchin titolare, con altri soci, di vari locali tra cui il Radika e il Playa Loca beach, oltre a locali sparsi tra Padova, Cortina, Jesolo e Vicenza. Checchin ha ideato un video che è stato po-

GESTIONI IN PERDITA: «RISCHIAMO IL FALLIMENTO» E LANCIANO UN VIDEO SU FACEBOOK CHE FA 5MILA CONDIVISIONI

il dancing Spade, il Diamantik, l’Eurobaita al Lago, il Garden, il Glam club, il Melodi, il Momà, il New Age, il New Mille, l’Odissea Fun City, il Pergola D&B, il Playa Loca, il Quadrifoglio, il Radika, il Supersonic, il Theatro, l’Urban Klub.

IL CONFRONTO «L’incontro tra noi e il presidente nazionale di categoria Maurizio Pasca è già stato fissato per martedì a Padova. Cerchiamo anche un confronto con il presidente della Regione, Luca Zaia, e potrebbe essere già domani. I dievieti devono fermarsi venerdì 6 marzo» attacca Venerandi. E Checchin aggiunge: «Le discoteche lavorano nei fine settimana, cioè otto serate al mese. Chiuderne 4 vuol dire metterci in ginocchio». Poi, entrambi fanno presente: «L’Ikea ieri è stata presa d’assalto e il sabato sera non si può costringere i giovani a stare a casa. Semplicemente affollano un altro tipo di locale come i pub». Danni? «Tantissimi. Siamo stati subissati di telefonate per sapere se siamo aperti - rincara Brugnaro - e dobbiamo dire che continuiamo a restare chiusi. Chi ci restituirà gli incassi che perdiamo? Speriamo di non dover licenziare nessuno». E Venerandi: «Tanti di noi hanno anche la ristorazione. Noi, abbiamo ricevuto decine di disdette per cene e compleanni. Adesso, è vitale ripartire». E Checchin chiude: «Il confronto con i politici è indispensabile. Non vogliamo andare contro alla legge ma vogliamo comprensione». Valeria Lipparini

Gli amministratori Marcon e Conte

PREOCCUPATI Il presidente Marcon e il sindaco Conte

«Capiamo le loro enormi difficoltà ma non c’è altro modo di agire»

che e seguire le direttive che arrivano da Governo e Regione. Poi, da sindaco trevigiano ogni giorno impegnato nel territorio, chiede più collaborazione e comprensione anche da parte dei cittadini: «La tendenza è quella di analizzare la situazione esclusivamente in base alle proprie esigenze, comprensibilmente, ma lo sforzo che dobbiamo fare è quello di ragionare da comunità. Una comunità che oggi è stata messa in sicurezza e che vuole gettare le basi per recuperare il danno subito da questo evento straordinario. Il mio impegno e quello di tutti i colleghi sindaci va proprio in questa direzione, tutelare tutte le fasce di popolazione cercando allo stesso tempo di trainare la ripartenza dei territori». P. Cal.

LE REAZIONI TREVISO Stefano Marcon, sindaco di Castelfranco, allarga idealmente le braccia: «Sono vicino agli imprenditori e ai lavoratori del settore intrattenimento e spettacolo. Capisco i disagi, tutto il comparto risente moltissimo degli effetti di questo Coronavirus. Ma bisogna prendere atto che queste misure ci sono e vanno rispettate. Immagino le perdite di chi gestisce discoteche, cinema o teatri. Ma non c’è altro modo.

Impossibile obbligare tutti i clienti a lavarsi le mani per entrare o a restare a un metro di distanza l’uno dall’altro all’interno del locale. Purtroppo non c’è altra soluzione». E le difficoltà ci sono per tutti.

«TRASPORTI BLOCCATI» Marcon parla della propria azienda: «Mi occupo di trasporti - dice - e i nostri camion partono da Terranova dei Passerini, nel lodigiano, piena zona rossa. Vanno essenzialmente verso l’est Europa. Bene: da due settimane non carichiamo

più niente. E le nostre difficoltà sono le stesse di tantissime altre imprese».

«PENSIAMO DA COMUNITÀ» Anche Mario Conte, sindaco di Treviso e presidente regionale dell’Anci, invita alla pazienza e a guardare anche oltre l’orizzonte dei propri interessi: «Ragioniamo da comunità», chiede. «Viviamo una situazione complicata che però ha superato la fase più problematica, pur proseguendo il periodo dei divieti restrittivi - osserva oggi viviamo una fase di consa-

IL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA: «ANCHE LA MIA AZIENDA DI TRASPORTI E’ FERMA DA 2 SETTIMANE»

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pevolezza sulle caratteristiche del virus e sulle modalità per affrontarlo nel migliore dei modi». Questa consapevolezza però ancora non basta ad allentare la presa da dei divieti. Conte, da presidente dei sindaci veneti, invita tutti a mantenere nervi saldi, evitare le polemi-


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LUNEDÌ 2 MARZO 2020 CORRIERE DELLE ALPI

E mail belluno@corrierealpi.it Belluno Piazza Martiri, 26/b Centralino 0437/957.711 Fax 0437/957.750 Abbonamenti 800.860.356 Pubblicità 0437/942.967

BELLUNO gli interventi

Post Vaia, tra un mese partono 25 cantieri investiti 104 milioni sui siti valanghivi Le zone interessate sono quelle di Livinallongo, Rocca Pietore e Selva di Cadore. Lavori per mettere in sicurezza le case Francesco Dal Mas BELLUNO. Se il coronavirus risparmierà i cantieri di Vaia, fra un mese, ai primi di aprile, la società “Veneto Strade” sarà in grado di avviarne 25. «I primi di quest’anno» annuncia il direttore generale Silvano Vernizzi. L’investimento complessivo sarà di 104 milioni di euro e la quota maggiore riguarderà Livinallongo, Rocca Pietore e Selva di Cadore. «Metteremo in sicurezza, con i siti valanghivi, centinaia di case e, quindi, di abitanti» conferma l’assessore alla Protezione civile Gianpaolo Bottacin, che precisa: «Questi sono appalti ormai assegnati, quindi cantierabili, in carico al 2019. Poi ci sono altri 100 milioni da appaltare quest’anno». “Veneto Strade” ha in gestione la sicurezza della viabilità. Ma di questa sicurezza fa parte quella dei versanti che a monte o a valle delle arterie rischiano di abbattersi contro abitazioni ed altri edifici. Si tratta, quindi, di cantieri molto attesi, a sentire, ad esempio, il sindaco di Livinallongo, Leandro Grones. «In questa prima fase sono 7 i cantieri che saranno lavorati – precisa -. Ne restano altri 11. Ma sono i principali, interessano 128 immobili dove vivono 256 persone. Si trovano ad Andraz, Liviné ed in altre frazioni. Resteranno da sistemare 51 stabili con 71 persone». «Strategico», secondo il vocabolario di Vernizzi, è anche la definitiva sistemazione della strada interna fra

Il passaggio di Vaia in Agordino (Foto Riva)

Selva di Cadore ed Alleghe. Una parte dei lavori è stata realizzata l’anno scorso, l’opera verrà conclusa, si spera, prima del cuore dell’estate. Di primaria importanza anche le opere attese a Rocca Pietore. Si parla sempre di siti valanghivi, “periziati” dall’Arpav come pericolosi. Si tratta, peraltro, di cantieri complessi e delicati, che richiedono a volte tempi supplementari per la sicurezza che s’impone. «È per questo motivo – afferma il numero uno di Veneto Strade – che l’opera complessiva di sistemazione non si concluderà che nell’estate del 2023, con l’ultima tran-

che di finanziamenti, nel 2022. L’ultimo stanziamento ricevuto dal Commissariato è di circa 280 milioni che si sommano ai 468 del piano 2019. Dei circa 45 milioni di

L’opera complessiva di sistemazione non ci concluderà prima del 2023 euro destinati a opere relative al ripristino delle strade l’intervento più importante, sul quale Veneto Strade è già al lavoro, è lo svincolo per Cibiana». «È un’opera fondamentale

in vista delle Olimpiadi, che puntiamo possa essere realizzata prima dei Mondiali 2021» precisa l’assessore regionale Gianpaolo Bottacin. Lo svincolo, che prevede un ampliamento della 51 Alemagna, verso la valle del Boite, consentirà un accesso più comodo alla strada per Cibiana. Dopo lo svincolo – è quanto si augurano i sindaci Mattia Gosetti e Marianna Hofer, rispettivamente di Cibiana e di Valle di Cadore – bisognerebbe metter mano alla costruzione del nuovo ponte, anziché alla riqualificazione di quello esistente. Ma sarà un’opera, prevedibilmente, per le olimpiadi. L’unico cantiere di Veneto

Strade oggi in essere – informa Vernizzi – è la conclusione della messa in sicurezza di Schiucaz, con la costruzione del fossato. Un lavoro di somma urgenza, da completare anche in condizioni di precarietà come quelle invernali. Intanto per i lavoratori dei prossimi cantieri sono partiti i corsi di formazione per la patente a punti, presso la cassa edile di Belluno. Si parte, come è noto, da 15 punti e ogni singolo dipendente dovrà stare attento a rispettare le regole previste per non incappare nelle sanzioni. Il mancato uso dei dispositivi di protezione individuali, per esempio, può costare

una perdita che va da 5 a 10 punti. «Si parla sempre e molto di sicurezza ma – conclude Vernizzi – noi siamo andati oltre le parole e concreta-

Nel frattempo sono partiti i corsi di formazione per i lavoratori mente abbiamo avviato questo progetto che, grazie anche alla collaborazione delle imprese, darà una nuova consapevolezza a chi opera nei cantieri». — © RIPRODUZIONE RISERVATA


VIII

Provincia

Lunedì 2 Marzo 2020 www.gazzettino.it

Stazione: «Poche certezze sui tempi» Per il restauro completo del fabbricato sono stati stanziati `Al momento avviato solo il cantiere per rialzare le banchine: 8 milioni di euro dal Cipe: fine lavori prevista a inizio 2021 De Carlo: «Difficile il rispetto scadenze ma l’avvio è importante»

`

È da qualche anno che si annunciano i lavori per la sistemazione della stazione di Calalzo di Cadore, per qualcosa come 8 milioni di euro finanziati dal Cipe, e come fine lavori si assicurava inizio 2021, giusto in tempo per i mondiali di sci di Cortina. Ma non sarà così. Al momento a Calalzo si lavora solo per alzare i marciapiedi, un intervento molto importante, costa 1.900.000 euro, ma nulla a che vedere con la sistemazione dell’edificio, per quello si dovrà aspettare, «ma è comunque importante che si lavori» commenta il sindaco Luca De Carlo.

Calalzo potrà offrire un miglior accesso alle carrozze, non servirà più salire tre gradini perché il treno sarà a livello del marciapiede; così si garantirà il più comodo accesso anche ai disabili. Bene che si stia lavorando, un segnale positivo anche se resta il dubbio su quando aprirà il cantiere per il restyling dell’edificio stazione. Ancora De Carlo: «Dubito che vengano rispettati i tempi annunciati, quanto si sta facendo è la prima fase del più vasto progetto per la sistemazione complessiva della stazione. Credo che la prospettiva olimpica del 2026 abbia rallentato i ritmi rispetto a quanto ipotizzato, ma ripeto: l’importante è che si lavori».

NERO SU BIANCO

PRIMA L’ACCESSIBILITÀ

Come spiega Rete Ferroviaria Italiana il cantiere che limita la mobilità nell’area della stazione, molti cartelli indicano agli utenti il solo passaggio oggi possibile verso il binario, è per i lavori necessari all’innalzamento di marciapiedi a servizio dei tre binari, è la prima fase dell’operazione che li porterà a quota 550 millimetri. I lavori sono iniziati nell’autunno scorso, per completarli sono stati previsti 440 giorni. Con quest’opera la stazione di

Avanti dunque con la sistemazione dei marciapiedi che non è operazione banale perché si trat-

CALALZO DI CADORE

DE CARLO: «CREDO CHE LA PROSPETTIVA OLIMPICA ABBIA RALLENTATO I RITMI RISPETTO A QUANTO ERA STATO IPOTIZZATO»

Cortina

Nevicata improvvisa: auto in panne Oggi allerta per criticità e maltempo Tre centimetri di neve fresca è caduta ieri a Cortina: le strade erano percorribili, ma non sono mancati episodi di auto rimaste “incastrate” in situazioni pericolose a causa del manto bianco improvviso. I vigili del fuoco del distaccamento di Cortina hanno effettuato diversi interventi di soccorso alle vetture. Il primo, in mattinata alle 6.50, ha richiesto anche l’intervento dei colleghi con autogru da Belluno. Una macchina con due giovani turisti friulani, scendendo da una stradina, è finita dentro in un ruscello e si è cappottata. È accaduto nella zona di Pecol, in direzione di Alverà, a Sonpiei.

Miracolati i due occupanti che sono usciti dalla vettura senza neanche un graffio. Altro allarme per due donne che non riuscivano più a muoversi a Villaggio al Mas. Infine lungo intervento per recuperare una macchina che si era avventurata sulla strada verso le 5 torri, che è totalmente chiusa per la neve. Un altro caso si era verificato qualche giorno fa. E il maltempo proseguirà. Il Centro funzionale decentrato della Protezione Civile del Veneto ha emesso un avviso di criticità idrogeologica ed idraulica, tra oggi e domani: probabili nevicate anche consistenti sulle Dolomiti sopra i 1000 m.

ta di spostare anche tutte le linee dei servizi, adeguare gli spazi. E’ questa l’operazione accessibilità con l’innalzamento dei marciapiedi, la modifica delle rampe delle scale del sottopasso per inserimento ascensori, prolungamento del sottopasso per collegarlo direttamente alla pista ciclabile. Lo scorso luglio nel contratto di programma tra ministero delle Infrastrutture e trasporti e Rfi 2017-2021, il Cipe aveva approvato il finanziamento per la completa ristrutturazione della stazione di Calalzo, intervento che prevede il completo restauro e ammodernamento della stazione, che verrà dotata di nuovi servizi e funzionalità e in cui sarà creato un vero polo di intercambio fra mezzo ferroviario, autobus, auto privata e bici. Da Calalzo infatti partono i mezzi di Dolomitibus per servire non solo Cortina ma l’intero Cadore e il Comelico e parte anche la ciclabile Lunga via delle Dolomiti che da un lato arriva a Cortina, Cimabanche e su fino a Dobbiaco, collegandosi con l’itinerario della Pusteria italiana e austriaca, e dall’altro si collega al centro Cadore e ad Auronzo verso Misurina. Insomma un gran bel progetto quando sarà completato. Giuditta Bolzonello

IL CANTIERE I lavori per il marciapiede sono partiti in autunno, il crono-programma prevedeva 440 giorni per il termine delle operazioni

Il traguardo: vent’anni di Università degli adulti COMELICO L’università degli adulti e anziani del Comelico e Sappada compie vent’anni. Un traguardo che segnala questo sodalizio culturale come uno dei più radicati nel comprensorio comelian-sappadino. Un connubio di vallate ladina e germanofona che non ha risentito del passaggio del Comune di Sappada in Friuli Venezia Giulia e che continua a proporre tematiche di cultura che non hanno confini nè geografici nè linguistici, ma offrono ai corsisti opportunità di aggiornamento e informazione che mantengono vigile la mente anche nell’avanzare degli anni. Per ricordare i ventesimo compleanno è stato pubblicato un libretto con titolo in italiano, ladino e plodarisch, dove i coordinatori della sezione dell’università, Duilio Casanova De Marco, Achille Carbogno e Olga Riva Piller hanno rievocato il percorso dei due decenni con le varie iniziative proposte e realizzate, e con numerose fotografie dei momenti più significativi delle gite culturali, delle visite guidate a musei e luoghi particolari del territorio comelian-sappadino. «E’ una realtà unica - scrivono i coordinatori dell’università degli adulti e anziani - che, tramite la sua intensa attività culturale, riesce a trasmettere argomenti di comune interesse, a intrecciare conoscenze e amicizie fra corsisti. Oggi a vent’anni dalla fondazione, la sezione del Comelico e Sappada ha raggiunto circa cento iscritti. Stima e amicizia reciproca aiutano a socializzare e a vivere più serenamente questo periodo di cambiamenti rapidi e per questo faticosi da affrontare». Un ricordo particolare è riservato a Massimiliano Pachner, che collaborava con impegno e entusiasmo all’attività dell’università e che negli ultimi giorni prima di morire ha espresso proprio nei confronti del sodalizio il suo auspicio: «promettetemi di continuare». LEC

Contribui ai comprensori, ma Trieste dimentica Sappada SAPPADA La Regione Friuli Venezia Giulia dimentica Sappada, sesto polo sciistico della montagna friulgiuliana. È dei giorni scorsi la delibera della Giunta, presieduta da Massimiliano Fedriga, che stanzia i fondi per gli investimenti di Promoturismofvg sulle località di Piancavallo, Zoncolan, Forni di Sopra, Tarvisio, Sella Nevea. E per fare sei avrebbe dovuto esserci anche Sappada, mentre invece, nella delibera della Giunta, del Comune transitato nel 2017 in provincia di Udine non si fa alcuna menzione.

LA DELIBERA La Giunta friulgiuliana defini-

sce gli indirizzi per lo sviluppo degli interventi proposti ed individua i criteri e le modalità di finanziamento della partecipata regionale Promoturismofvg, che avrà il compito di realizzare le opere previste per un totale complessivo di 21.529.150 euro. Si va dai 2.399.150 di Piancavallo, ai 4.300.000 di Forni di Sopra, ai 7.030.000 dello Zoncolan, ai 5.000.000 di Tarvisio, ai 2.800.000 di Sella Nevea. E cosa prevedono gli interventi nelle cinque località sciistiche, esclusa Sappada? La delibera lo esplicita: «Gli investimenti proposti devono essere finalizzati al miglioramento ed all’ampliamento del demanio sciabile, nonché al potenziamento degli impianti di innevamento esistenti ed allo sviluppo ed adeguamento delle

strutture, in funzione del turismo estivo, con particolare attenzione agli aspetti della prevenzione». Le opere che saranno finanziate e realizzate dalla Promoturismo sono relative all’innevamento, potenziamento e nuove opere di raccolta acqua e distribuzione. Agli investimenti relativi alla fruizione estiva della montagna. Alla realizzazione di nuove piste e miglio-

LA LOCALITÀ PASSATA AL FRIULI VENEZIA GIULIA TRATTATA DA “CENERENTOLA” DALLA GIUNTA

ramento di quelle esistenti.

LA DELUSIONE

I CONTRIBUTI Il Friuli Veneiza Giulia si dimentica di Sappada

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La delusione per l’esclusione di Sappada dalla programmazione regionale sui poli sciistici del Friuli Venezia Giulia si è registrata in paese, anche in considerazione dell’incertezza nella gestione degli impianti di risalita, constatato che la Promoturismo è entrata in possesso degli skilift dei Campetti e della seggiovia di Pian dei Nidi, mentre quella del Siera e di Sappada 2000, così come la Pista Nera sono ancora di proprietà della Gts, in attesa di definizione della cifra che Promoturismo deve corrispondere per acquisire anche quegli impianti. Contro la delibera della Giunta è intervenuto il capogruppo del Pd in consi-

glio regionale, Sergio Bolzonello: «La Giunta Fedriga e il consigliere leghista Mazzolini stanno dando una brutta immagine della politica, facendo il gioco delle tre carte e spostando risorse da un polo turistico all’altro, per correre dietro alle tante promesse elettorali. Alla montagna, dopo tante parole, sono stati destinati 21 milioni, e si è tralasciato l’impegno promesso ma ancora non coperto di 15 milioni su Sappada». Pur soddisfatti per l’andamento della stagione invernale, che, anche in mancanza di neve naturale, registra buone presenze turistiche, gli operatori sappadini manifestano la preoccupazione per le mancate promesse sugli investimenti sugli impianti di risalita. Lucio Eicher Clere


V

Belluno

Lunedì 2 Marzo 2020 www.gazzettino.it

Il Pd: «Meglio la ferrovia l’autostrada è superata» `Alla riunione

del circolo Oltrardo invitato anche Padrin LA RIUNIONE BELLUNO Un secco “no” al pro-

LA SEDE L’Usl 1 Dolomiti beneficiaria della volontà testamentaria di Dolores Leonetti, venuta a mancare nel maggio del 2017

La sarta muore e lascia tutto all’Usl (una casa) e alla curia La donna di Sargnano era mancata `Nel testamento ha voluto che i beni un paio di anni fa all’età di 94 anni andassero a beneficio della collettività `

IL CASO BELLUNO Muore e lascia tutto alla curia e all’Usl. Ma oggi l’azienda sanitaria locale mette in vendita la casa. La generosa cittadina è Dolores Leonetti che, tra le disposizioni date in merito alla divisione dei suoi beni dopo la morte, ha chiesto andassero, anche, a favore della chiesa e dell’Usl 1 Dolomiti. La donna è mancata all’età di 94 anni nel maggio del 2017 nella casa di riposo di Agordo dove era ospitata da qualche mese, ma solo in questi giorni l’azienda sanitaria ha deciso di mettere in vendita il bene. La donna, nubile, ha trascorso la sua vita nella casa di famiglia di Sargnano. Un’abitazione

singola a due piani con ampio giardino attorno dove ha vissuto e lavorato, come sarta e ricamatrice attività per le quali era molto conosciuta nel paese. Profondamente devota e senza figli, Leonetti ha voluto che dopo la sua morte i beni andassero alla chiesa e all’Usl, in particolare la sua casa. L’abitazione si trova al lato della strada che attraversa il paese, è ampia ma

L’AZIENDA SANITARIA HA MESSO IN VENDITA L’ABITAZIONE DI DUE PIANI DOVE LA BENEFATTRICE AVEVA VISSUTO

datata e all’azienda sanitaria locale non sembra interessare. Dopo un’analisi, infatti, è risultato che l’immobile necessita di lavori di adeguamento alla normativa antisismica e di adeguamento strutturale e così l’Usl ha deciso di disfarsene. Verrà dunque pubblicato un avviso di vendita nel sito dell’azienda e resterà online per una ventina di giorni, allo scadere dei quali gli uffici procederanno con la trattativa diretta. Non è certo la prima volta che l’azienda sanitaria si trova menzionata in testamenti e al centro delle ultime volontà dei cittadini che, spesso, come atto di gratitudine per le cure prestate dai medici decidono di donarle i propri beni. È capitato in passato con altri immo-

bili, ma anche con gioielli, terreni, opere d’arte, etc. In molti casi la dirigenza ha optato per la vendita delle donazioni, tanto più quando si tratta di edifici perchè in mancanza di una funzione da dare all’immobile il risultato è quello di avere sulle spalle una spesa di gestione in più. La tendenza dell’azienda, negli ultimi anni, è proprio quella di liberarsi delle strutture sottoutilizzate e di accorpare il più possibile i servizi alienando i beni per ridurre le spese e introitare fondi. Politica, d’altra parte, abbracciata anche dal Comune di Belluno il cui piano alienazioni è particolarmente nutrito e consta di antichi palazzi come di terreni. Alessia Trentin

Il Radio Club ha rinnovato il direttivo radio affidabile fra i Coc - Centro operativo comunale e il Com Centro operativo misto di riferimento. La zona di competenza prevista dal Piano Provinciale di Protezione Civile si identifica con il territorio dell’Unione Montana Alpago e dell’Unione Montana Valbelluna. In queste aree i volontari hanno installato impianto radio presso i Coc e i Com, completando la rete radio in alcuni anni. Attualmente hanno il compito di mantenere in efficienza il sistema con verifiche periodiche e di provvedere agli interventi di manutenzione e implementazione.

`Lucchet confermato

alla presidenza e Salvador al N.O.R.E. LA ONLUS BELLUNO Avanti tutta: il Nore rinnova il suo Consiglio direttivo e invita gli appassionati a entrare nella squadra. Alla guida del Radio Club Belluno Nore è stato confermato Elvi Lucchet, mentre Luca Salvador si occuperà del Coordinamento del Nucleo operativo Radio Emergenze. I due presiederanno la onlus per il biennio 2020-2021, gestendo e coordinando le tante attività del gruppo che spaziano dalla partecipazione ad attività per la popolazione in caso di emergenza a fini dilettantistici.

IL RADIO CLUB Il Radio Club Nore è un’associazione di club amatori e radioamatori che opera principalmente a Belluno e nel territorio provinciale bellunese. Si propone la diffusione del radiantismo e favorisce lo sviluppo associativo che può derivare da un proficuo uso delle radio ricetrasmittenti per

L’APPELLO

LA DOTAZIONE Un mezzo mobile del Radio Club N.O.R.E. Bellumo

scopi dilettantistici e non professionali. Ma non solo. Il gruppo si mette a disposizione in caso di emergenze e comunque nelle occasioni nelle quali serve comunicare via radio. Riserva infatti particolare attenzione alle attività che possono essere svolte con le radio ricetrasmittenti in caso di necessità e per le esigenze di volontariato di Protezione Civile. L’associazione, senza fini di lu-

cro e iscritta dal 1989 al registro regionale del volontariato, è autorizzata dal Ministero a fregiarsi dell’emblema di Protezione Civile. Dal 2001 è anche inserita nel registro regionale del Volontariato di Protezione Civile della Regione Veneto.

I COMPITI Il compito istituzionale del Nore è garantire un collegamento

A occuparsi di tutto questo sono cittadini volontari, che dopo aver svolto la prevista formazione sulle tecniche di comunicazioni radio in emergenza e dopo aver ricevuto le dotazioni personali hanno ottenuto la funzione operativa. Attualmente i volontari con la specifica formazione tecnica sono una ventina. Eventuali persone interessate alle attività di volontariato possono partecipare, e sono le benvenute, alle riunioni del primo e terzo venerdì di ogni mese alle 21 nella sede di Villa Montalban a Belluno. A. Tr.

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lungamento dell’A27 ed una chiara spinta per l’Anello delle Dolomiti. Questo quanto emerso nell’incontro organizzato dal Pd. Il circolo Dem dell’Oltrardo ha convocato il parlamentare Roger De Menech, il presidente della provincia Roberto Padrin, l’ingegner Luigi Panzan, l’ingegner Andrea Costa e Ezio Paganin. Obiettivo: fare chiarezza sulla questione Ferrovia e Anello ferroviario delle Dolomiti. Il verbale firmato dal segretario del circolo Mario Svaluto Moreolo evidenzia che gli interventi hanno riguardato «la riaffermazione dell’attuazione del progetto della Ferrovia e la preoccupazione per le criticità che presenta l’articolazione istituzionale e di Governo della Provincia. Risulta prosegue il verbale - debole e contraddittoria l’interlocuzione con Regione e Governo per la mediocrità della classe politica ed amministrativa condizionata dalla frammentazione territoriale».

proseguimento dell’autostrada che non risponde più alle strategie consolidate sovranazionali e priva del sostegno del Veneto e del Bellunese, forse potrà rispondere ad un possibile affare, pur legittimo, di determinati ambienti ma scorretto a fronte della immediatezza della ferrovia».

LE PREMESSE

Ma il Pd punta anche il dito contro la «grave distorsione del metodo in atto sulla decisione del percorso del Treno delle Dolomiti laddove la scelta definitiva spetterà ad un luminare della Regione a causa della rinuncia degli organismi politico amministrativi locali ad esercitare il proprio ruolo». Inoltre il circolo «non condivide l’obbiettivo del consenso politico, quasi sempre adottato dalle amministrazioni ai vari livelli in assenza di una visione complessiva del territorio bellunese». AZ

«TUTTI I PARTITI SONO INVITATI A PRENDERE POSIZIONE CON CHIAREZZA E COERENZA SULL’ANELLO»

DOCUMENTO DI SINTESI

Alla fine del confronto è stato stilato un documento di sintesi che mette in fila una serie di considerazioni. Ma punta anche sui suggerimenti e sugli inviti. Partiamo da questi. Il circolo Pd Oltrardo «invita tutti i partiti politici attraverso i propri rappresentanti in provincia a dichiarare con chiarezza e coerenza il proprio appoggio alla realizzazione dell’intero Anello delle Dolomiti, suggerisce di non lasciarsi infatuare dalla proposta da più parti avanzata del

VIABILITA’ / 1 DIVIETI PER LAVORI IN VIA MEZZATERRA Oggi, dalle 9 alle 17, per consentire il posizionamento di un autocarro con gru necessario ai lavori di manutenzione di un impianto di telefonia mobile, si rendono necessarie alcune modifiche alla viabilità in via Mezzaterra. Ecco le modifiche: divieto di sosta con rimozione forzata dei veicoli in tutti gli stalli di sosta presenti sul lato sinistro in via Mezzaterra, compresi tra i civici 45 e 53; divieto di transito veicolare, limitatamente al tratto di via Mezzaterra compreso tra i civici 45 e 53; senso unico alternato di circolazione veicolare regolato mediante l’ausilio di idoneo personale, in via Sant’Andrea nel tratto compreso tra piazza Duomo e l’intersezione con via Mezzaterra, per consentire l’uscita dei veicoli da via Andrea Brustolon; senso unico alternato di circolazione veicolare regolato mediante l’ausilio di idoneo personale, in via Mezzaterra nel tratto compreso tra il cantiere e l’intersezione con via San Lucano, per permettere ai residenti di raggiungere le proprie abitazioni.

VIABILITA’ / 2 CANTIERI IN VIA SAFFORZE Per consentire i lavori di realizzazione di una condotta fognaria a servizio dei fabbricati ospitanti la sede della Motorizzazione Civile, si rendono necessarie le seguenti

IL RENDERING Del prolungamento

modifiche alla viabilità, dalle 8 di oggi alle 18 del 13 marzo, con esclusione dei giorni festivi: senso unico alternato di circolazione veicolare, regolato da impianto semaforico e/o, all’occorrenza, da idoneo personale, in via Mariano Tonegutti, nel tratto di strada compreso tra l’intersezione con via Safforze e l’ingresso della carrozzeria al civico 6; senso unico alternato di circolazione veicolare, regolato da impianto semaforico e, all’occorrenza, da idoneo personale, in via Safforze all’altezza dell’entrata alla Motorizzazione Civile.

CORONAVIRUS SALTA LA QUARTA “LECTURAE DANTIS” (db) Salta anche il quarto e ultimo appuntamento delle “Lecturae Dantis” già rinviato dal 26 febbraio al 4 marzo. L’iniziativa del Comitato provinciale di Belluno, presieduto dalla professoressa Orietta Costantini Longo, è stata rinviata a data da destinarsi per l’indisponibilità dell’aula magna dell’Istituto “Segato-Brustolon” chiusa in seguito alle disposizioni regionali e del Ministero della Salute. Conversazione differita, pertanto, nella quale l’esperto Maurizio Mellini avrebbe dovuto riferire sul tema “Il paesaggio della Divina Commedia nell’arte” dopo avere disquisito in precedenza sul medesimo argomento del paesaggio come appare nei versi danteschi delle tre cantiche.


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Venezia

Lunedì 2 Marzo 2020 www.gazzettino.it

L’epidemia nel Veneziano

Non c’è la messa: parroco si inventa il “tg” su facebook La riflessione sui testi sacri di don `Polemico il parroco di Chirignago: Natalino Bonazza fa “boom” sul web «Aperti i supermercati e non le chiese» `

MONDO CATTOLICO MESTRE Una domenica insolita, quasi surreale, quella di ieri, per i preti costretti a non celebrare le messe, anche se le chiese, tutte le chiese, sono rimaste aperte per chi volesse entrare a fare una preghiera, magari con l’ausilio del testo del Vangelo appoggiato su un leggio o di qualche piccolo sussidio preparato per l’occasione. Il divieto di trovarsi, però, aguzza l’ingegno. C’è chi, come don Natalino Bonazza, in settimana si è inventato il “Tg prima di cena”, una breve meditazione di un quarto d’ora, 20 minuti offerti in diretta streaming, su Facebook, dal suo studio nella canonica di San Giuseppe che ha fatto il “botto” di spettatori (col picco di 2mila contatti giovedì scorso). E c’è chi, come don Roberto Trevisiol, parroco di Chirignago, sta pensando di escogitare qualcosa per questa settimana, ma intanto, com’è solito non mandarle a dire, sul cancello della chiesa ha appeso un cartello che la dice lunga su come la pensa: «Dura lex, sed lex (la legge è severa, ma è la legge, ndr). Il parroco di Chirignago in totale disaccordo con chi tiene aperti i supermercati e le palestre, ma chiude le chiese, informa che domenica primo marzo non ci sa-

ALLA SALUTE VENEZIA «Auspico che la Chiesa venga considerata come gli altri luoghi di aggregazione, non è solo un luogo dove ci sono gli anziani. Molte volte viene detto “ma è un luogo di anziani e gli anziani sono a rischio”. Io direi che la Chiesa è fatta di bambini, pensiamo ai patronati, alla iniziazione cristiana, alle famiglie. Ritengo che non possa essere collocata come una agenzia per anziani. Certamente gli anziani in chiesa sono presenti, trovano momenti importanti anche per la loro socializzazione e per la loro vita spirituale. Le chiese devono essere trattate a livello degli altri luoghi di aggregazione».

LA RICHIESTA Il patriarca di Venezia e presidente della Conferenza episcopale del Triveneto, Francesco Moraglia, ancora una volta chiede la ripresa delle celebrazioni eucaristiche pubbliche. E lo fa in occasione della Messa della prima domenica di Quaresima celebrata a porte chiuse nella rotonda piccola della Basilica della Madonna della Salute a Venezia. Una messa conclusa con la preghiera di affidamento della città e delle terre venete a colei che salvò la Se-

ranno messe”». Entrambi, ieri, hanno comunque vissuto una giornata di corsa. A mezzogiorno hanno fatto risuonare le campane a distesa come “grido di speranza”, com’era stato richiesto dalla diocesi. L’unica “sosta” è stata per seguire la messa che il patriarca Moraglia ha celebrato dalla basilica della Salute in diretta tv e streaming: «Senza domenica non possiamo, vogliamo tornare a celebrare l’eucarestia», il suo appello accorato. «Quand’è iniziata l’emergenza ho pensato che fosse doveroso inventarmi qualcosa per raggiungere soprattutto i bambini e i ragazzi che non possono frequentare il catechismo né l’oratorio e che magari restano affidati ai nonni», spiega don Natalino, parroco a San Giuseppe ma anche al quartiere Pertini, nonché vicario foraneo. Il sacerdote celebra messa in forma privata, poi lancia la diretta su Facebook dove offre una breve medi-

IL VICARIO FORANEO: «VOLEVO RESTARE IN CONTATTO CON I MIEI PARROCCHIANI» DON TREVISIOL ESPONE UN CARTELLO

ON LINE Don Natalino Bonazza

CHIRIGNAGO Don Roberto Trevisiol

tazione sulla Parola, facendosi vivo nelle case e facendo sentire la sua vicinanza alle famiglie.

volentieri». A Chirignago don Trevisiol ha messo il cartello affacciato sulla Miranese. «Due pesi e due misure – afferma – Permettono la frequentazione di luoghi potenzialmente affollati, come i supermercati e le palestre, ma ci vietano le messe. Una settimana si sopporta, due rischiano di diventare tanto. Io speravo che qualcosa cambiasse, trovo che la psicosi sia esagerata e condivido l’appello rilanciato dal patriarca Moraglia: la messa della domenica è il fulcro del cristiano. Speriamo di tornare presto alla norma-

UN TG ORIGINALE L’iniziativa è apprezzatissima. «Sono giorni in cui può prevalere l’ansia e il panico. Servono invece positività e leggerezza. Il “prima del Tg” vuol essere un modo per mostrare comunque un volto di Chiesa anche in giorni per tutti noi difficili. Non potersi incontrare pesa. I parrocchiani mi hanno chiesto di andare avanti anche questa settimana e lo faccio ben

lità, stamattina (ieri, ndr) tanti fedeli sono passati per un saluto e se ne sono andati amareggiati dal non poter celebrare assieme. È la prima volta in vita mia che mi capita una situazione del genere». I sacerdoti devono fare i conti anche con i funerali: all’inizio erano vietati e la salma del defunto doveva essere trasportata di-

IL “MANIFESTO” DI DON ROBERTO Il cartello esposto ieri fuori dalla chiesa parrocchiale di Chirignago da parte del parroco don Roberto Trevisiol, che non condivide la misura decisa dalle autorità

L’appello di Moraglia: «Le chiese siano trattate come altri luoghi pubblici» renissima dalla peste del 1.630, affinché «vigili sui giorni che viviamo infondendo speranza e indicandoci la strada» e con il suono a distesa delle campane della diocesi quale grido di speranza. «Dobbiamo prendere atto di una situazione che può essere solo valutata dai tecnici – afferma il patriarca - i quali noi pensiamo scelgano per il nostro bene, per il bene della comunità. Viviamo un momento di disagio e di sofferenza. Declinando insieme la sicurezza e la vivibilità ordinaria, chiediamo nel rispetto dei protocolli della salute di poter ritornare presto a celebrare la Messa, anche con degli accorgimenti, con dei limiti se è il caso. Ma riuscire a celebrare di nuovo per noi è troppo importante. La Chiesa vive il suo momento fondamentale nell’Eucarestia, non può non celebrarla. Ringrazio i giornalisti, le emittenti televisive che ci hanno aiutato in questo momento di difficoltà. Spero che già da domenica prossima ci possa essere un cammino di condivisione per vedere come

PATRIARCA Francesco Moraglia

IN UN CLIMA SURREALE LA MESSA ALLA SALUTE TRASMESSA IN TV NELLA BASILICA AMMESSE SOLO UNA VENTINA DI PERSONE

riuscire a gestire questo momento». Anche se viene confermato il fermo per un’altra settimana Moraglia auspica un allentamento dei divieti. «Ringrazio le autorità regionali che si sono dimostrate sempre molto attente – dichiara il patriarca Non è sempre stato possibile realizzare quello che noi auspicavamo, spero che questo avvenga presto, cominciando dalla prossima settimana. Ho sentito Zaia, avrebbe un progetto per riuscire a rendere le celebrazioni possibili già nei prossimi giorni con dei protocolli che garantiscano la salute pubblica, come sempre in questi giorni l’ho trovato attento ad ascoltare e a far il possibile a venirci incontro». Moraglia si schiera con i suoi parroci che protestano sui social e con cartelli davanti alle parrocchie per la disparità di trattamento tra ipermercati, ora anche i musei, e le chiese, auspicando un trattamento uguale tra gli assembramenti che riguardano la vita sociale, civile, economica, di vivibilità delle fami-

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«CHIEDIAMO, NEL RISPETTO DEI PROTOCOLLI DELLA SALUTE, DI POTER TORNARE A CELEBRARE»

glie venete. Così come approva i video comparsi sui “social” dei parroci. «In periodi di emergenza questa fantasia all’interno di quelle che sono le regole liturgiche credo dica lo zelo dei nostri preti – spiega Moraglia - Zelo anche di persone, meno visibili di altre, che hanno telefonato al patriarca o


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Primo Piano

Lunedì 2 Marzo 2020 www.gazzettino.it

«Le scuole vanno sanificate, mancano sapone e salviette» I genitori sono d’accordo con la decisione di prorogare di 7 giorni la chiusura e sollecitano interventi per adeguare gli istituti alle necessarie norme igieniche

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LE REAZIONI

rettamente dall’obitorio al cimitero. Poi la Regione ha permesso la celebrazione in chiesa, purché avvenga alla presenza di un numero ristretto di familiari. «Come vicario foraneo – fa sapere don Bonazza – ho invitato i confratelli a limitarsi a una liturgia della Parola. La messa di suffragio può essere celebrata in segui-

to». Da questo punto di vista è più favorito chi opta per la cremazione, per la quale sono necessari alcuni giorni: in quel caso, il sacerdote potrà poi raccogliersi in preghiera una volta che ai congiunti sarà restituita l’urna con le ceneri. Alvise Sperandio © RIPRODUZIONE RISERVATA

LA CELEBRAZIONE La messa celebrata ieri mattina al Patriarca Moraglia alla Salute

VENEZIA Ancora a casa da scuola fino all’8 marzo: la notizia è arrivata sabato dopo ore di attesa e di dubbi. I genitori durante il weekend si sono costantemente tenuti in contatto tra di loro attraverso le varie chat di classe per capire come organizzarsi con i figli nell’eventualità che le scuole rimanessero ancora chiuse. Ora che questa eventualità si è concretizzata, la maggior parte appoggia in toto la scelta del Governo, e al tempo stesso solleva una questione cruciale: la sanificazione dei locali e la dotazione, spesso mancante di sapone e altri dispositivi igienici nel bagni delle scuole. “La politica si è affidata alla comunità scientifica: il prolungamento della chiusura è una precauzione necessaria – commenta Claudia Zennaro, presidente del Consiglio d’Istituto del comprensivo Morosini – In momenti come questo deve prevalere l’interesse collettivo mai quello del singolo. Ed è fondamentale mantenere i nervi saldi anziché intasare le varie chat scolastiche con 1000 messaggi”. Anche Mattia Donega, presidente del Consiglio d’Istituto del comprensivo San Girolamo è sulla stessa linea: “Dobbiamo necessariamente adattarci alle indicazioni del Governo legate al contenimento del coronavirus, anche se questo rappresenta in molti casi un problema organizzativo e un onere per le famiglie”.

FUORI DAL CORO Una voce fuori dal coro è rappresentata invece da Eva Bassi, presidente del consiglio d’istituto del comprensivo Dante Alighieri: “Per me è una follia: la situazione non giustifica un tale disagio. Visto che però le scuole

mosfera surreale che si percepiva ieri in basilica della Salute.

CLIMA SURREALE

si sono fatte vive in altro modo chiedendo “posso fare questo?”. Ho incoraggiato tutte queste forme di sana fantasia pastorale che dicono la sacerdotalità di chi le propone, all’interno ovviamente di quelle che sono le regole che la Chiesa ci dà». Parole che vanno oltre l’at-

La basilica, sempre gremita alla presenza del patriarca, era quasi vuota, le porte sbarrate, i pochi fedeli ignari dei divieti costretti a ritornare sui propri passi. All’interno, solo una ventina di persone: i seminaristi, quattro suore del vicino convento delle Salesie, il rettore del seminario don Fabrizio Favaro, il segretario del patriarca don Morris Pasian, il sacrestano. Con il patriarca a concelebrare erano don Marco Zane, vice rettore seminario, e don Enzo Piasentin, padre spirituale dei seminaristi. «Accettiamo questa situazione per vivere meglio la nostra realtà di cittadini e di cristiani – ha esordito il patriarca a inizio celebrazione, rivolgendosi a quanti hanno seguito la messa in diretta dalla pagina social del settimanale diocesano Gente Veneta e da due emittenti televisive private - Questi limiti, a volte, ci aiutano a ripensare a certe cose cui eravamo abituati e che abbiamo dato per scontato». A mezzogiorno in punto le campane hanno suonato a distesa in tutta la Diocesi. «Sono un grido di speranza umile ma forte che diventa segno pubblico – ha spiegato Moraglia - un grido che dice vogliamo tornare a celebrare il giorno del Signore». Daniela Ghio © RIPRODUZIONE RISERVATA

I SINDACATI VENEZIA Le scuole riapriranno con tutta probabilità lunedì 9 marzo, ma rimangono ancora parecchie questioni in sospeso: dalla sanificazione dei locali alle informazioni sui comportamenti da adottare da parte del personale e dei genitori. Un punto cruciale, quest’ultimo, anche perché pochi giorni fa è stato ripristinato l’obbligo di presentare il certificato medico dopo 5 giorni d’assenza. E questo vuol dire in poche parole che chi era stato assente venerdì 21, in teoria non verrà accettato a scuola lunedì 9 marzo senza il certificato medico che ne attesti la buona salute. Sul tema della corretta informazione sono intervenuti i sindacati della funzione pubblica di Cgil e Uil che, congiuntamente, hanno richiesto al Comune, e in particolare all’Assessore alle politiche educative Paolo Romor, al direttore dello sviluppo organizzativo Giovanni Braga e al direttore di Ames Nicola Cattozzo di diffondere nelle scuole alcune regole comportamentali di base. «Chiediamo che in tutte le scuole vengano affisse le regole di comportamento da tenere per l’utenza che si reca nelle strutture e che vengano forniti dispenser di gel igienizzanti e mascherine – si legge nel comunicato firmato da Daniele Giordano Fp Cgil e Ma-

ELEMENTARI I rappresentanti della Primaria Diaz hanno scritto all’Ufficio servizi educativi del Comune

restano chiuse per un’altra settimana, si dovrebbe approfittare per compiere una seria sanificazione dei locali. Alla primaria Renier Michiel per esempio le tende nelle aule non vengono lavate da ben 7 anni creando non pochi problemi ai bambini allergici”. Sulla questione dell’igiene è intervenuta anche Claudia Zennaro: “Mi auguro che da qui parta una svolta: le scuole non possono restare senza sapone o cartaigienica come spesso accade. L’ordinanza per il contenimento del Covid-19 elenca anche le misure igieniche da adottare

mettendo al primo posto l’azione di lavarsi spesso le mani. Il problema è che in parecchie scuole molto spesso manca il sapone, oltre a carta igienica e salviette per asciugarsi. Ora si tratta di usare la paura e l’emergenza come un’opportunità: per assumere un atteggiamento più consapevole e responsabile”.

SAPONE E SALVIETTE Dai rappresentanti della primaria Diaz è partita una comunicazione verso l’ufficio dei servizi educativi del Comune di Venezia in cui si denuncia appunto la carenza cronica di sapone e

«Da definire norme di comportamento per docenti e allievi» rio Ragno Fpl Uil – Riteniamo anche utile informare l’utenza del ripristino del certificato medico per i bimbi che rientrano dopo 5 giorni di assenza e che vengano date chiare indicazioni al personale comunale e di Ames rispetto alla gestione di bambini che dovessero manifestare sintomi sospetti».

IL VADEMECUM

UIL Mario Ragno

I RAPPRESENTANTI DEI LAVORATORI CHIEDONO CHE AL PERSONALE SIANO FORNITE INDICAZIONI PRECISE

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Alla lettera inviata dai sindacati ha risposto la dirigente dei Servizi Educativi Silvia Grandese: «Verranno consegnati il vademecum sui 10 comportamenti da seguire, elaborato dal ministero della salute e dall’istituto superiore della sanità, inoltre le cassette di pronto soccorso di quasi tutte le scuole (le altre verranno rifornite il prima possibile) verranno rifornite di una mascherina facciale filtrante del tipo FFP2 e FFP3. L’attività dovrà essere svolta seguendo tutte le norme di igiene e in particolare il lavaggio frequente delle mani con acqua e sapone. Per quanto riguarda i bambini con febbre o con evidenza di malattia acuta respiratoria questi andranno allonta-

salviette per asciugarsi le mani: “A prescindere dalle cautele rese necessarie dalla diffusione del coronavirus noi genitori vogliamo che venga mantenuto il diritto all’igiene dei bambini. Avendo una settimana di tempo prima del rientro insistiamo a voler essere informati per scritto su cosa è stato fatto per adeguare i bagni alle norme igieniche basilari indicate dal Ministero e dall’Istituto Superiore della Sanità visto che l’urgenza del caso non ammette perdite di tempo”. Alice Carlon © RIPRODUZIONE RISERVATA

nati o non accettati, e si dovranno seguire le normali indicazioni che valgono già oggi per l’allontanamento, questo anche per la tutela e il rispetto della salute degli altri bimbi». Una risposta che però non ha soddisfatto i sindacati: «Come Cgil consideriamo giusta l’ordinanza di proroga viste le incertezze che ancora permangono nella gestione dei bambini e nel rapporto con l’utenza. Continuiamo a ribadire - dichiara Daniele Giordano Cgil - che servono indicazioni chiare al personale educativo e a quello ausiliario sulla gestione dei bambini sia dall’accoglienza che al manifestarsi di sintomi. Non è pensabile che il Comune risponda alle nostre sollecitazioni sostenendo che nelle scuole il personale può lavarsi le mani perché il rispetto dell’igiene deve essere indicato in modo chiaro, disponendo anche dispenser igienizzanti, a chi porta i bambini nelle scuole. Allo stesso modo servono indicazioni univoche al personale educativo e a quello ausiliario sulla gestione dei bambini che dovessero manifestare i sintomi successivi all’ingresso a scuola. Per questa ragione non basta la disposizione della dirigente che invita a non accettare o a allontanare chi presenta sintomi, cosa da sempre vigente, ma va chiarito l’eventuale utilizzo delle mascherine e il rapporto con i bambini». (A.C.) © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Primo Piano

Lunedì 2 Marzo 2020 www.gazzettino.it

L’emergenza a Nordest

Anche Fedriga chiude le scuole: scoperti 8 casi in Friuli Venezia Giulia Contagiati 4 docenti: avevano partecipato `La regione non è stata inserita nel decreto a un convegno all’Università di Udine del governo. Cinema e musei restano aperti

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LA DECISIONE UDINE Otto i casi di coronavirus, manifestatisi tra sabato sera e ieri (gli ultimi due positivi, non gravi, sono stati registrati in serata a Trieste e sono stati affidati al servizio sanitario), hanno spinto il presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, a a firmare un’ordinanza che chiude le scuole e le università per altri sette giorni. Un’ordinanza che comunque non è compresa nel decreto del Governo. «Vogliamo

IL PRESIDENTE: «RISCHIAVAMO DI ALLEGGERIRE TROPPO LE MISURE DI PREVENZIONE»

abbassare il rischio il più possibile - ha detto Fedriga - e circoscrivere i casi per cercare di fermare ogni possibile ulteriore contagio. Rischiavamo di alleggerire troppo le misure di prevenzione visti i nuovi casi accertati tra sabato e ieri».

IL PRIMO INFETTO Il primo caso di coronavirus in Friuli Venezia Giulia risale a sabato sera: si tratta di un cinquantenne goriziano che avrebbe contratto il virus andando a trovare un parente ricoverato in un ospedale veneto. E nel tardo pomeriggio di ieri si è appreso che anche un collega di lavoro del cinquantenne è risultato positivo al test. Entrambi si trovano in osservazione domiciliare. Gli altri sei casi riguardano invece tre docenti di Udine, una ricercatrice di Trieste e altri due triestini, risultati positivi al tampone ieri sera. Gli ultimi due casi si trovano in quarantena do-

miciliare. Tra i positivi i docenti che il 20 febbraio avevano partecipato a un convegno all’Università di Udine con un agronomo piemontese, risultato positivo al test. Il piemontese aveva soggiornato a Udine 2 giorni, così sono stati eseguiti tamponi sul personale dell’albergo (tutti negativi). Per quanto riguarda i tre casi di Udine, si tratta di maschi asintomatici che sono stati messi in quarantena, come la ricercatrice triestina che invece è sintomatica. E avrebbe partecipato all’incontro udinese anche un professore di Praga, primo caso accertato di coronavirus della Repubblica Ceca. «Per ora non ci sono ricoverati in Regione - ha informato il vicepresidente con delega alla salute Riccardo Riccardi -. Posso dire che il sistema sta funzionando: solo domenica pomeriggio abbiamo fatto 324 tamponi e in totale le persone in quarantena sono 122. Stiamo ricostruendo tutta la filiera di

quanti hanno avuto contatti con i contagiati per poter intervenire il più rapidamente possibile».

MAGLIE LARGHE L’ordinanza del presidente Fedriga ha chiuso per altri sette giorni scuole e università della regione. Ma rimarranno invece aperti cinema, teatri, musei e luoghi di aggregazione sportiva e culturale. Con l’invito a seguire comunque le linee guida che chiedono di evitare assembramenti e seguire scrupolosamente le norme igieniche basilari. Ed è proprio sull’apertura delle scuole, che sembrava certa fino a ieri, che si sono scatenate delle vere e proprie risse verbali sui social tra genitori pro e contro il rientro nelle aule. Alcuni “minacciavano” di non mandare i figli a lezione, specialmente i più piccoli, temendo la promiscuità soprattutto nelle mense scolastiche. Altri ancora ricordavano come molti studenti del vicino

Le discoteche: «Rispettiamo le direttive, ma siamo in crisi» LE PERDITE

LA PROTESTA VENEZIA In quanto luoghi di aggregazione, il 23 febbraio le discoteche avevano subìto la sospensione dell’attività. E trattandosi di ballo, da ieri gli stessi locali non possono nemmeno garantire il rispetto del metro di distanza a prova di droplet, facoltà ammessa per altri tipi di strutture. Per questo i gestori, al giro di boa fra la prima e la seconda settimana di stop, lanciano un grido d’allarme: «Tutti noi, insieme al Comitato veneto imprenditoria dell’intrattenimento e spettacolo, dichiariamo lo stato di crisi e chiediamo aiuto al Consiglio dei ministri perché prenda in considerazione il prima possibile l’emergenza in atto, dando disposizioni chiare e tempestive a sostegno di questa situazione».

LA LINEA A farsi portavoce della categoria, e in particolare delle 90 strutture che in Veneto aderiscono al Silb-Fipe, è il segretario trevigiano Giannino Venerandi (Odissea, Anima Club, Garden e Diamantik), dopo che l’associato Marco Brugnaro (Eurobaita al Lago e Urban Klub) era sbottato: «Giovedì riapro, a costo di prendere una multa». La linea ora è di procedere tutti insieme, rispettando le direttive. «Per questo abbiamo attivato una chat – riferisce Venerandi – con la quale ci scambiamo pareri e preoccupazioni. Da quando è stata emanata la prima ordinanza, siamo stati costretti a non lavorare e ci siamo tenuti in contatto, in modo da formulare una proposta che abbiamo trasmes-

GESTORE Giannino Venerandi

so al governatore Luca Zaia». Il referente degli esercenti la spiega così: «Siccome per noi la cosa più sensata è tornare al più presto alla normalità, o si sbarra tutto come in Cina per 15-20 giorni, in modo da azzerare completamente il rischio di contagio, oppure non cambia niente, perché il fatto di chiudere certi contenitori ha come risultato quello di riempirne degli altri, basti pensare alle piazze e ai bar sovraffollati di persone che stanno appiccicate l’una con l’altra: lì niente contagio?».

VENERANDI (SILB): «O SI CHIUDE TUTTO, O NON HA SENSO: COSÌ SI SVUOTANO I NOSTRI LOCALI E SI AFFOLLANO I BAR»

Siccome la serrata totale è impensabile, alla categoria non resta che chiedere che la scadenza delle prescrizioni sia la più ravvicinata possibile: «Se il periodo di incubazione è di 14 giorni, allora auspichiamo che anche la nostra “quarantena” abbia la stessa durata, calcolandola dall’esplosione del caso venerdì 21 febbraio. Di conseguenza secondo noi le limitazioni dovrebbero scadere venerdì 6 o al massimo sabato 7 marzo». Le perdite lamentate dal settore, rimarca Venerandi, sono ingenti: «Abbiamo lasciato a casa i dipendenti e i collaboratori, per il momento mettendoli in ferie, ma è chiaro che serviranno ammortizzatori sociali di sostegno alle imprese, che non sono solo quelle che hanno in gestione i locali, ma anche le ditte dell’indotto che ci gira attorno: maestranze, idraulici, elettricisti, fornitori di bibite e cibo, addetti alle pulizie. Intanto tasse e bollette restano comunque da pagare».

IL VIDEO Per sensibilizzare le istituzioni ma anche l’opinione pubblica, il comitato degli imprenditori veneti aderente a Confcommercio ha lanciato sui social un video: «La nightlife veneta dice basta: 90 locali, 90 aziende in Veneto rischiano il fallimento. Vogliamo tornare liberi: liberi di cenare, liberi di ballare, liberi di sorridere, liberi di cantare, liberi di lavorare. La notte ha un cuore: 5.000 operatori nel settore che vogliono essere liberi di agire. Ri-attaccateci la spina». A.Pe. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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TENDE ANTICONTAGIO Una struttura montate all’esterno di un ospedale

Veneto frequentano istituti superiori non solo in provincia di Pordenone.

LEZIONI A DISTANZA Intanto nei licei, almeno quelli pordenonesi, le dirigenti scolastiche e i docenti si preparano a utilizzare la nuova tecnologia o,

meglio, la piattaforma dei registri elettronici attraverso la quale fare lezioni a distanza. L’obiettivo è quello di proseguire, seppur in modo non convenzionale, l’attività didattica nonostante la chiusura delle scuole. Susanna Salvador © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Primo Piano

Lunedì 2 Marzo 2020 www.gazzettino.it

L’emergenza Coronavirus SCUOLE CHIUSE ROVIGO Storia, Geografia e Italiano a portata di un semplice clic. Il Coronavirus non ferma la voglia di imparare e di scoprire il mondo. Da oggi e fino a sabato prossimo le scuole medie “Leonardo da Vinci” di Papozze e la “Marino Marin” di Adria, che rientrano nell’istituto comprensivo “Adria 1”, promuoveranno l’insegnamento a distanza grazie alla didattica online. L’emergenza coronavirus in Veneto e in Polesine, infatti, ha fatto slittare la riapertura degli istituti scolastici al prossimo 9 marzo. E così le scuole di Papozze e Adria sono corse ai ripari, riadottando l’innovativo metodo già sperimentato, con sorprendente successo, negli ultimi anni. Due settimane senza lezioni rischiano di interrompere la continuità nell’apprendimento formativo, ma le scuole del Basso Polesine hanno riproposto queste “lezioni 2.0”.

INSEGNANTE “DIGITALE” A raccontare l’evoluzione della scuola, da una matrice d’impronta tradizionale, con lezioni frontali, a una visione digitale, è l’insegnante Roberta Celeghin, docente di Italiano, Storia e Geografia nel plesso di Papozze. «Per tutta la settimana i ragazzi potranno seguire le lezioni grazie all’applicazione Google Edu - spiega l’insegnante - Non facciamo morire di noia i nostri alunni a casa, aiutiamoli nel ripasso e nelle ricerche, così quando torneranno a scuola non saranno arrugginiti. Google mette a disposizione di università e scuole di tutta Italia questo dominio, un grosso contenitore che contiene una piattaforma chiamata Classroom. Ogni insegnante può aprire la propria classe virtuale e iscrivere gli alunni che possono così frequentare le lezioni online. Viene attivato uno scambio di materiale, ricerche e compiti da assegnare. Il docente può anche correggere i lavori in tempo reale. E’ un dominio protetto dai docenti, che iscrivono gli allievi, moderano e amministrano la Classroom. In alcuni casi, è possibile anche aprire una chat collettiva per dialogare con i ragazzi».

METODO RIVOLUZIONARIO Una vera e propria rivoluzione, quindi, attende gli alunni di Papozze e Adria: «Si abbatte la frontiera di una scuola fatta solamente di aule e banchi. Per le classi terze è stato studiato un programma ‘Meet’ per le videoconferenze e sono previste si-

LEZIONI A DISTANZA In alcuni istituti da oggi inizieranno le lezioni a distanza grazie all’utilizzo di un’applicazione di Google. Sotto, l’insegnante Roberta Celeghin

Ad Adria e Papozze si fa lezione con l’app Grazie a un’applicazione di Google verranno formate delle classi “virtuali” La docente: «Frequenza facoltativa, ma così i ragazzi non si annoieranno»

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mulazioni delle prove Invalsi, sempre per gli alunni di terza media, che hanno maggiore dimestichezza con la tecnologia», spiega l’insegnante.

iano di più. Tratteremo le seguenti materie: Italiano, Storia, Geografia, Matematica, Scienza, Inglese e Francese. Saranno approfondite praticamente tutte le discipline, tranne arte ed educazione fisica».

FREQUENZA FACOLTATIVA Lezioni e tutorial, è bene sottolinearlo, che saranno facoltativi e non obbligatori: «Ma già in passato abbiamo riscontrato grande interesse da parte dei nostri studenti - rivela la Celeghin - Gli alunni apprezzano questa metodologia d’insegnamento, forse in classe si anno-

IL PROGRAMMA Ecco qualche interessante anticipazione: «Per gli alunni di prima media studieremo l’Iliade, mentre per le seconde le lezioni riguarderanno l’Illuminismo. E per le classi terze approfondimenti sula decolonizzazione in Asia», dice la docente. La collega di Matematica, invece, lavorerà con le frazioni e sulla simulazione delle prove Invalsi.

AI RAGAZZI VERRANNO FATTE DELLE SIMULAZIONI DI PROVE INVALSI OLTRE ALLE LEZIONI SU VARIE MATERIE

CIRCOLARE DELLA DIRIGENTE Sulla didattica online, la dirigente scolastica dell’istituto comprensivo “Adria 1” dovrebbe emettere una circolare pro-

Messa per pochi intimi, s’infuria il sindaco di Guarda CELEBRAZIONI RELIGIOSE ROVIGO Il coronavirus sospende manifestazioni sportive, culturali e religiose in Polesine. Ma, a sorpresa, ieri mattina si sono svolte celebrazioni religiose a Guarda Veneta, a Polesella e nella frazione di Raccano. L’ordinanza firmata dal governatore del Veneto Zaia e dal ministro della Salute Roberto Speranza aveva validità fino a tutto il 1 marzo. Il comportamento dei parroci è stato pesantemente criticato sia dalla comunità che dalle istituzioni locali. Il sindaco di Guarda Erminio Colò è andato su tutte le furie: «C’è un’ordinanza del comune e c’erano le indicazioni del vescovo della Diocesi di Adria-Rovigo, monsignor Pierantonio Pavanello, che proibi-

vano di svolgere celebrazioni religiose. Alcuni compaesani domenica mattina mi hanno contattato e mi hanno riferito che don Fabio Bolognesi avrebbe tenuto una messa ristretta per pochi fedeli. Mi sembra una mossa azzardata. Avrei voluto chiarire con il parroco questa vicenda, nel corso della giornata l’ho chiamato e gli ho spedito un messaggio, ma purtroppo non mi ha mai risposto».

venzione prese dal Governo, trasmesse poi alle Regioni e ai comuni, che vanno rispettate» rimarca il primo cittadino di Guarda Veneta. E s’interroga: «Perché don Fabio ha celebrato messa solo a Guarda e non a Pontecchio?». In effetti, nella vicina Pontecchio, seguita sempre dal parroco, non c’è stata alcuna celebrazione religiosa, come assicura il sindaco Simone Ghirotto: «Domenica mattina ero in

piazza e posso confermare che la nostra chiesa è rimasta chiusa. Eravamo impegnati in una riunione in comune, con i componenti delle associazioni e i parrocchiani che solitamente frequentano la chiesa alla domenica mattina».

NESSUNA SPIEGAZIONE

SINDACO INFURIATO Colò scuote la testa e va all’attacco: «Voglio capire perché il prete si è comportato in questa maniera. Non facciamo il solito giochino della contrapposizione Peppone-Don Camillo nel piccolo paese, qui in ballo ci sono questioni sanitarie ben più importanti, eccezionali misure di pre-

UNA VIOLAZIONE DELL’ORDINANZA CHE VIETA LE CELEBRAZIONI CI SAREBBE STATA ANCHE A POLESELLA

CRITICATO Don Fabio Bolognesi ieri ha celebrato la messa

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La scelta di don Fabio rimane inspiegabile. Il sacerdote, contattato più volte, ieri non ha mai risposto per fornire la sua versione dell’accaduto. Secondo altre testimonianze raccolte a Guarda, quello non era un semplice momento di preghiera, ma una messa ristretta ai parrocchiani. Tanto è vero che diverse auto ieri verso le 9.30 erano parcheggiate nei pressi di via Guglielmo Marconi, dove si trova, appunto, la chiesa di San Domenico.

POLESELLA E RACCANO E la polemica divampa pure a Polesella e Raccano. Don Umberto Rizzi ha celebrato messe per pochi intimi sia nel centro che nella frazione, nonostante il decreto ministeriale che sospendeva ogni cerimonia in tutto il Veneto. Il sindaco Leonardo Raito è rimasto spiazzato: «Mi pareva che la Curia avesse dato disposizioni di non fare le messe» si limita a osservare. Ieri, alle 18, il vescovo Pavanello ha officiato la messa della prima domenica di Quaresima dalla cappella del seminario, trasmessa in diretta su Radio Kolbe e sul canale YouTube della Diocesi. Una formula inedita per inaugurare la Quaresima, visto che il coronavirus sta sconvolgendo anche il mondo ecclesiastico. Ale.Gar.


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PRIMO PIANO

LUNEDÌ 2 MARZO 2020 MESSAGGERO DEL LUNEDÌ

L’emergenza in Fvg L’EMERGENZA CORONAVIRUS IN FRIULI VENEZIA GIULIA

Casi di contagio accertati in Fvg

3

8

Tamponi eŮettuati

246

Persone in isolamento

122

Test in corso

12

Udine 2 Gorizia

3 Trieste

Sale a otto il numero dei contagiati scuole e atenei chiusi altri sette giorni La decisione di Regione e Governo: il virus è stato riscontrato nei luoghi della formazione, lezioni sospese fino all’8 marzo le: con diversi contagiati, quattro dei quali avvenuti all’università, «abbiamo proposto al Governo di chiudere le scuole e le università per un’altra settimana» ha spiegato Fedriga ricordando che «le scuole sono i luoghi dove si diffondono maggiormente i virus. Non vorremmo – ha aggiunto – favorire il rischio contagio all’esterno delle aule». Tempo qualche ora e da Roma è arrivata la conferma: nelle scuole e nelle università della regione, compreso lo Stormo 31esimo Fighter Wing della base di Aviano, le lezioni sono sospese per ulteriori sette giorni.

Giacomnina Pellizzari UDINE. Aumentano i contagia-

ti da coronavirus in Friuli Venezia Giulia e le scuole e le università restano chiuse un’altra settimana. Da sabato sera a ieri mattina i pazienti colpiti dal coronavirus sono passati da uno a otto. Sono tutti in quarantena nelle loro abitazioni: due a Gorizia, tre a Udine e tre a Trieste. Il numero potrebbe salire ancora visto che si attendono gli esiti dei test effettuati su altre 12 persone attualmente sotto osservazione. Almeno quattro contagiati avevano partecipato a un convegno sui Sistemi rurali organizzato dall’università di Udine a palazzo di Toppo Wassermann, gli scorsi 20 e 21 febbraio. Lo stesso aveva fatto un professore sessantottenne di Praga ricoverato ora nel suo Paese. Questi i fatti che motivano la sospensione delle lezioni nelle scuole di ogni ordine e grado (compresi gli asili nido) e nelle università della regione per un’altra settimana, fino all’8 marzo. L’unico ateneo che ha sospeso, ma solo per oggi, anche l’attività tecnico-amministrativa è quello di Udine. La scelta è stata determinata dalla necessità di bonificare gli spazi di palazzo di Toppo Wassermann dove si è svolto il convengo due giorni prima dello stop della didattica. LA GIORNATA

Dopo il caso riscontrato sabato sera, intorno alle 20, a Gorizia (a quell’ora è giunta la conferma della positività del test), quella di ieri è stata un’altra giornata di massima allerta per la task-force regionale che sta cercando di arginare l’emergenza sanitaria da coronavirus. La conferma degli almeno quattro professori contagiati a Udine è arrivata alle 2, nella notte tra sabato e ieri, e da allora è scattata la caccia a tutti coloro che hanno partecipato all’incontro. A portare il virus a Udine è stato un professore piemontese che ha soggiornato in un albergo del capoluogo friulano. Una volta rientrato nella sua regione, il docente ha iniziato ad avvertire i primi sin-

L’ORDINANZA

seguire per consentire a tutti di stare più tranquilli». A fare stare tranquillo Fontanini è anche la qualità della sanità friulana. «È uno dei nostri fiori all’occhiello - assicura -. L’ospedale è pronto e sono sicuro che se dovessero presentarsi dei casi sarebbe in grado di accogliere tutti nel migliore dei modi». Per quanto riguarda le misure prese dalla Regione, Fontanini sottolinea che «la chiusura delle scuole è temporanea» e precisa che «il dialogo con le istituzioni è continuo, anche domani (oggi per chi legge, ndr) faremo il punto per quanto riguarda i contagi e le eventuali contromisure da adottare». — C.RI.

Questa volta, a differenza da quanto annunciato da Fedroiga, il ministro della Salute, Roberto Speranza, non ha firmare l’ordinanza. Il documento della Protezione civile porta la firma solo di Fedriga. È un fatto tecnico: fino in serata il governatore e il ministro si sono sentiti e confrontati sul testo del documento divulgato in serata. «Questo il testo: Visto che nel territorio della Regione Veneto si sono verificati finora 223 casi conclamati di contagio e che la diffusione interessa anche aree contigue al territorio regionale, che ad oggi nella Regione Fvg sono stati accertati sei casi di contagio in gran parte riconducibili ad attività legate ad attività di formazione, il presidente della Regione adotta straordinarie misure per il contenimento adeguato per contrastare l’evolversi della situazione epidemiologica». Tradotto: gli studenti di ogni ordine e grado, compresi gli universitari, resteranno a casa fino all’8 marzo. Qualche istituto si sta attrezzando per recuperare online alcune lezioni e ridurre così le carenze formative che potrebbe determinare lo stop da coronavirus. Restano chiusi anche gli asili nido e, forse, questa è la decisione che crea maggiori problemi alle mamme lavoratrici. Il presidente comprende, ma di fronte all’emergenza da coronavirus all’università deve tutelare, prima di tutto, la sicurezza e la salute dei cittadini. —

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Da sinistra Roberti, Riccardi, Fedriga e Rosolen alla conferenza stampa di Trieste sugli ultimi sviluppi dell’epidemia di coronavirus in Fvg

Ricoverato a Praga anche il professore della Repubblica Ceca che era stato a Udine tomi provocati dal coronavirus. Si è sottoposto ai controlli ed è risultato positivo al test. A quel punto il personale del servizio prevenzione del Piemonte ha allertato i colleghi del Friuli Venezia Giulia che sono risaliti alle persone con le quali il docente aveva avuto contatti. Al momento

sono almeno quattro i contagiati: tre professori a Udine e uno a Trieste. In serata è arriva la conferma di altri due contagiati a Trieste, ma non si sa se sono legati al convegno dell’università di Udine. Qualche ora prima da Praga si era già saputo che anche il professore della Repubblica Ceca al quale era stata affidata la lectio magistrale è ricoverato per coronavirus. Controlli sono stati effettuati anche nell’albergo dove ha soggiornato il professore piemontese, in questo caso però i tamponi sono risultati tutti

negativi. LA REGIONE

Alle 9 nella sede della protezione civile la task-force con il vice presidente della Regione, Riccardo Riccardi, era già collegata con il Comitato nazionale per valutare la nuova situazione. Il Dpcm del Governo non era ancora disponibile e quindi si poteva pensare a una nuova sospensione delle lezione. A Palmanova sono giunti anche il prefetto di Udine, Angelo Ciuni, e un rappresentante della questura, mentre Riccardi si

il sindaco di udine

Fontanini: nessun allarmismo e non ci saranno zone rosse UDINE. Il sindaco di Udine,

Pietro Fontanini, invita a mantenere la calma dopo la conferma delle prime tre persone risultate positive al coronavirus nel capoluogo friulano. «Non facciamo allarmismi, si tratta per ora di pochi casi e per tutti è stata individuata la “causa” del contagio di conseguenza è stato possibile prendere le contromisure necessarie a contenere la diffusione», spiega. Ecco per-

ché «al momento - assicura non c’è alcuna ipotesi di possibili zone rosse». Anzi, il primo cittadino invita gli udinesi a «non farsi prendere dal panico e a continuare a condurre una vita normale prendendo però tutti gli accorgimenti del caso: innanzitutto bisogna lavarsi le mani spesso». Un consiglio che anche il Comune ha seguito: «Già da alcuni giorni - continua Fontanini - ho fatto posizionare

dei disinfettanti per le mani e chi entra negli uffici viene invitato a utilizzarli. Si tratta di una prassi di buon senso che è bene rispettare. Poi - aggiunge - è meglio evitare per quanto è possibile di frequentare luoghi troppo affollati e mantenere una certa distanza dalla persone quando si parla e soprattutto quando qualcuno tossisce. Sono piccoli accorgimenti che in questo momento è importante

L’ordinanza è stata firmata da Fedriga d’intesa con il ministro della Sanità Speranza dirigeva a Trieste. La delicatezza della questione ha richiesto un confronto con il governatore, Massimiliano Fedriga. «Non rilascio dichiarazioni, ci sentiamo più tardi» si è limitato a dire l’assessore lasciando il grande cubo di Sottoselva. Due ore più tardi la comunicazione ufficia-


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SAN GIORGIO DI NOGARO - TORVISCOSA

LUNEDÌ 2 MARZO 2020 MESSAGGERO DEL LUNEDÌ

san giorgio di nogaro

Stop ai Tir nei paesi I sindaci: vanno usate strade parallele all’A4 La proposta sarà discussa a un incontro con Autovie Venete Ma la Regione ha già deciso di commissionare uno studio

Francesca Artico SAN GIORGIO DI NOGARO. Utilizzare le strade di servizio già in uso per i lavori di costruzione della terza corsia, che corrono parallele alla A4. È così che il consigliere regionale Alberto Budai propone di ridurre i tempi e i costi per il superamento degli ostacoli legati alle criticità viarie presenti nei Comuni del territorio della Bassa friulana che sopportano il traffico pesante in discesa dalla Napoleonica, diretto alla zona industriale di San Giorgio di Nogaro e al porto commerciale, o alla Bipan di Bicinicco. Un’ipotesi progettuale, la sua, che ha già trovato l’appoggio dell’assessore regionale alle Infrastrutture, Graziano Pizzimenti, e degli stessi amministratori locali. A cominciare dal sindaco di

San Giorgio, Roberto Mattiussi. Sulla problematica, la Regione commissionerà uno studio di area vasta che approfondisca le necessità che vanno oltre ogni singolo Comune. Il primo passo sarà incontrare i vertici di Autovie Venete per valutare la proposta. Intanto, mercoledì scorso all’incontro indetto dall’assessore Pizzimenti, presente anche lo stesso consigliere Budai, insieme a Mattiussi e ai colleghi di Castions di Strada, Gonars, Porpetto, Bicinicco e Santa Maria la Longa, si è discussa la criticità legata alla denominata viabilità “verticale”. Ovvero il traffico in discesa dalla Napoleonica con immissione sulla Provinciale 80 e la strada regionale 14, di mezzi pesanti, aumentato negli ultimi anni in modo esponenziale sia per la ripresa economica

palmanova

Stroncato da un infarto Pensionato di 71 anni trovato morto in casa PALMANOVA. L’allarme l’ha lanciato un vicino di casa: s’è insospettito quando ha notato che l’auto di Guerrino Bergamasco, 71 anni, non si era mossa per tutta la mattina dal cortile della casa di via Caterina Percoto. Entrato poco dopo le 14 di ieri nell’abitazione dalla porta posteriore, il conoscente ha trovato il pensionato riverso a terra, in bagno, esanime. L’arrivo del personale medico e infermieristico del

118, allertato dall’uomo, è servito unicamente a certificare il decesso del settantunenne, molto conosciuto nella frazione di Jalmicco. Secondo una prima ricostruzione, come confermano i familiari di Bergamasco, la morte risale alla sera prima ed è stata causata da un attacco cardiaco. Sul posto per i rilievi di legge anche i carabinieri di Palmanova e i vigili del fuoco, allertati attraverso la centrale del numero unico per la

dell’area industriale Sangiorgina sia per i problemi legati al traffico di manufatti di ferro (bramme) dovuti alla presenza di cinque laminatoi, ma anche diretto all’azienda Bipan di Bicinicco. «Dall’esame della situazione, alla luce delle diverse problematiche emerse – dice Mattiussi –, l’assessore Pizzimenti si è impegnato a commissionare uno studio di fattibilità per la risoluzione della questione che consideri tutta l’area interessata e non solo le particolarità di ogni singolo comune. La proposta del consigliere Budai necessita della valutazione dei vertici di Autovie Venete, poiché prevede l’eventuale possibile utilizzo delle strade di servizio già in uso durante i lavori per la costruzione della terza corsia (che poi si innesterebbe nella realizzanda bretella di Villal-

gestione delle emergenze. La data dei funerali (disposizioni della Diocesi legate al coronavirus permettendo) sarà fissata oggi: è probabile che la comunità ialmicchese potrà salutare Bergamasco mercoledì, nella chiesa frazionale. Il settantunenne, che viveva da solo e non si era mai sposato, lascia le sorelle Maria e Alida (un terzo fratello, Edi, è morto un anno e mezzo fa), oltre ai nipoti. Per decenni aveva lavorato come carrozziere alle officine Goriziane di Villesse: era in pensione dal 2010. Carattere mite e riservato, l’ex operaio aveva una grande passione, la pesca: frequentava un gruppo di appassionati e anche sabato era uscito per gettare ami e lenze in acqua. «A volte lo rimproveravo, gli dicevo

Il tratto di A4 le cui strade di servizio si potrebbero usare per i Tir dalla Napoleonica a Ziac e porto sangiorgini

ta di Porpetto, OES): ipotesi che ridurrebbe notevolmente i tempi e i costi per alcuni apprezzabili tratti. È evidente – afferma – che il nostro Comune è il terminal di gran parte della viabilità della Bassa friulana, dalla Napoleonica, alla Sr 14 con tutte le diramazioni di collegamento nord-sud. Pertanto, non possiamo che apprezzare la volontà di tutti i Comuni interessati e della

Regione in primis, per un tavolo che condivida una soluzione complessiva, senza ritornare, come in un recente passato, a conflitti da “piccolo villaggio Gallico”, tanto per scomodare Asterix». Come rimarca il vicesindaco di Porpetto, Simone Bernardi, presente all’incontro, «la proposta, condivisa dal punto di vista tecnico, prevede una soluzione a impatto li-

che doveva rallentare un po’ con la pesca ed evitare soprattutto di uscire da solo», ricorda affranta la sorella Maria. Poche ore prima della morte del fratello, Maria era stata a casa sua per dargli una mano a sbrigare un po’ di faccende domestiche: «Gli ho lasciato un bigliettino con alcune cose da fare – racconta –. Alle 18 non era ancora rientrato a casa e me ne sono andata». Una vita cadenzata da azioni abitudinarie, come quella di uscire la mattina, di buonora, per acquistare il giornale: quando il vicino di casa si è reso conto che l’auto di Guerrino non aveva lasciato lo spazio antistante il cancello s’è insospettito. E ha capito. — Chr.S.

san giorgio di nogaro

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SAN GIORGIO DI NOGARO. Le

nuove attrezzature per l’attività di animazione e fisioterapia destinate ai due centri diurni e al centro residenziale gestiti dall’Asp saranno inaugurate martedì 10 marzo, alle 10.30, dal presidente della Fondazione Friuli Giuseppe Morandini e dal presidente della Casa di riposo Asp “Chiabà” di San Giorgio di Nogaro, Ivan Franco. Con queste attrezzature sarà completato il progetto “Gli anziani e il loro benessere: miglioramento dei ser-

La minoranza alla giunta: costruiamo un polo scolastico GONARS. Una serie d’investi-

menti importanti, per tipologie e importi, è prevista a favore della scuola primaria di Gonars. E il gruppo di minoranza “Lista civica Cignola” rilancia, proponendo di riunire i finanziamenti ricevuti, reperirne altri e realizzare una nuova scuola primaria in via delle Risorgive, vicino alla scuola

dell’infanzia e vicino al costruendo palazzetto dello sport. I tre consiglieri comunali, Ivan Cignola, Mara Bonini e Isabella Tondon hanno infatti presentato un ordine del giorno in cui chiedono a sindaco e giunta di valutare la possibilità di predisporre uno studio di fattibilità tecnica ed economica per la costruzione di una nuova scuola primaria in un’area che potrebbe diventare un

polo di servizi comprensoriali, sia in campo scolastico che sportivo. Il capogruppo Cignola fa un po’ di conti. «Per la nuova mensa scolastica – dice – il Comune prevede di investire 519 mila euro quest’anno e 300 mila il prossimo. Altri 100 mila euro saranno impiegati per lo studio di fattibilità tecnica ed economica dei lavori di adeguamento sismico della scuola (per i quali è previsto

La scuola primaria di Gonars

un investimento non ancora finanziato di 1,1 milioni di euro). Inoltre – continuano gli esponenti della Civica –, in consiglio comunale, il sindaco Ivan Boemo ha parlato dell’ipotesi di realizzare quat-

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Attrezzi di fisioterapia in arrivo per gli anziani

gonars

Monica Del Mondo

mitato, potendo usufruire della strada di servizio esistente laterale alla terza corsia da Palmanova, intercettando la bretella di Villalta in fase di ultimazione. Ciò permetterebbe ai mezzi pesanti di non pagare i ticket autostradali, evitando anche il passaggio sui paesi e i danni che procurano alle strade, limitando la pericolosità per i cittadini». —

tro nuove aule scolastiche a servizio della primaria. Dal momento che, sia da parte della Regione che dello Stato, c’è apertura a finanziare anche la realizzazione di nuove scuole, ci chiediamo se non sia più

vizi” finanziato dalla Fondazione Friuli per fornire un aiuto concreto agli anziani della comunità e alle loro famiglie. Il progetto apporterà migliorie sostanziali ai servizi di animazione e di riabilitazione rivolte agli utenti, implementando l’offerta sulla base delle tradizioni, della cultura e delle richieste degli utenti, mediante le proiezioni di filmati d’epoca, dei luoghi di origine degli utenti, oltre che l’ascolto di musica. — F.A. © RIPRODUZIONE RISERVATA

logico valutare di percorrere anche questa strada, soprattutto considerando che i lavori previsti per mensa e adeguamento sismico non saranno brevi e comporteranno inevitabilmente disagi». Questa ipotesi, secondo la minoranza, consentirebbe di avere a disposizione una struttura moderna, sicura, adeguata alle nuove esigenze della didattica, vicina alla scuola dell’infanzia e a un palazzetto dello sport che potrebbe essere utilizzato dalla scuola stessa. E libererebbe spazi nell’attuale sede della primaria che potrebbero essere messi a disposizione delle vicine scuole secondarie di primo grado e delle associazioni. Dell’argomento si discuterà nel prossimo consiglio comunale. —


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Venezia

Lunedì 2 Marzo 2020 www.gazzettino.it

Tenta di rubare le offerte in chiesa, placcato dai fedeli LA CATTURA VENEZIA È agli arresti domiciliari in attesa di comparire davanti al giudice per la direttissima fissata oggi. A mettere le manette ai polsi a Bruno Soldan, 38enne veneziano, sono stati gli agenti delle Volanti lagunari che lo hanno bloccato in campo Santi Apostoli dopo che aveva tentato di rubare all’interno dell’omonima chiesa. A mandare all’aria quello che l’autore credeva un colpo facile facile è stato il custode che ha visto uno sconosciuto entrare nel luogo sacro e tentare di for-

LADRO BLOCCATO La chiesa dei Santi Apostoli, presa di mira dal ladro bloccato però dai fedeli

zare la cassetta delle offerte. Quando i poliziotti sono arrivati l’aspirante ladro, che vistosi scoperto aveva cercato di dileguarsi, era stato placcato da tre fedeli che, non senza fatica, stavano cercando di immobilizzarlo per trattenerlo il tempo necessario a consegnarlo agli uomini in divisa A inchiodare Soldan, già noto alle forze dell’ordine per precedenti specifici, non solo la testimonianza diretta del sagrestano, ma anche gli arnesi del mestiere: dentro lo zaino che portava in spalla, infatti, c’erano alcuni arnesi di cui non ha saputo spiegare il possesso e che sono stati sequestrati.

E poi, come se non bastasse, a completare le prove a carico la cassettina delle offerte mostrava segni evidenti di scasso recente. Il 38enne, una volta portato in questura e identificato, è stato ristretto fra le mura domestiche, in attesa del processo come

SABATO MATTINA NELLA PARROCCHIALE DEI SANTI APOSTOLI. AI DOMICILIARI UN 38ENNE VENEZIANO ARRESTATO DAI POLIZIOTTI

disposto dal magistrato di turno: l’accusa nei suoi confronti è di tentato furto aggravato. Non è la prima volta che la parrocchiale dedicata ai Santi Apostoli finisce nel mirino dei ladri. Nel dicembre del 2018, all’antivigilia di Natale, erano stati sottratti due candelieri d’argento, un’acquasantiera e un mazzo di chiavi. Anche quella volta però il responsabile era stato scoperto, inseguito e bloccato e assicurato alla giustizia, recuperando l’intero bottino. Praticamente lo stesso copione recitato l’altro ieri, nella tarda mattinata. © RIPRODUZIONE RISERVATA

La crisi e la resistenza di negozi e artigiani «Così cerchiamo di risalire la china» Punto Eat si rivolge a clienti di vicinato dopo l’esperienza della grande distribuzione. E Dolcetta diventa “storico” `

COMMERCIO VENEZIA Aperture, chiusure, rico-

noscimenti. Tre storie emblematiche del commercio e delle attività economiche a Venezia. Una realtà “mobile”, fatta di sfide da parte di chi non si rassegna alla monocultura turistiche o da parte di chi punta sulla tradizione e la qualità, ma anche di chi non ce la fa, piegato non solo da un mercato sempre più difficile, ma anche da situazioni contingenti, come l’acqua alta del 12 novembre o l’attuale psicosi da coronavirus, che ha messo in ginocchio molti. Ma ora la voglia di ripartire è forte.

IL NEGOZIO PER RESIDENTI La prima storia è quella di un negozio “controcorrente”, che strizza l’occhio non tanto al turista bensì al veneziano, al residente, un negozio di vicinato in cui poter acquistare prodotti alimentari di vario tipo, molti a chilometro zero, con un reparto di orto frutta ben fornito e vini di qualità. Una storia a suo modo emblematica, legata conseguenza della trasformazione della grande distribuzione e di quella vicenda che riguarda il passaggio dei negozi Auchen a Conad, passaggio difficile per molti dipendenti del gruppo francese a rischio licenziamento. Punto Eat ha aperto i battenti in Salizada Sant’Antonin, a Castello all’interno dei locali occupati fino allo scorso 31 dicembre da un punto Prodet della catena Tigotà - Acqua & Sapone dell’azienda Gottardo spa, specializzato in detersivi. A gestire il nuovo esercizio commerciale è Gino Bellemo, veneziano di San Polo, proprietario anche dell’attigua bottega “Punto Casa” nonchè ex titolare del Punto Simply di Castello a San Lorenzo. «Lo scorso maggio - spiega Bellemo - Conad ha chiuso un accordo per l’acquisizione della quasi totalità delle attività di Auchan Retail, supermercati e negozi di prossimità con i marchi Auchan e Simply, disposti sul

territorio italiano e, ovviamente, anche qui a Venezia, dove il primo Punto Simply a cambiare insegna e contenuti sarà quello di campo Santa Margherita, già a partire dal prossimo 28 marzo. Considerando il fatto che sarebbero cambiati i miei interlocutori e non avrei più avuto rapporti con le persone con cui lavoravo abitualmente, ho preferito voltare pagina, lasciare il Punto Simply e affiancare al mio negozio “Punto Casa” questa nuova attività, il Punto Eat. La rivendita di alimentari sarà la mia nuova scommessa: credo che a Venezia ci sia bisogno, nonostante lo spopolamento, di negozi di vicinato, che facciano consegne a domicilio e vendano prodotti del territorio».

EFFETTO ACQUA ALTA Luca Bernardini, titolare dei saloni Luca La Fenice, ha deciso di cedere uno dei suoi tre saloni di acconciatura, quello in campo Santa Margherita, mantenendo aperti i negozi a San Marco, vicino al Teatro La Fenice e a

Cannaregio, alla Misericordia. «Purtroppo ho subito parecchi danni in tutti e tre i locali a causa dell’acqua alta - spiega Luca Le spese di gestione aziendale sono sempre più elevate mentre diminuisce la clientela residente, così, sia pur a malincuore, visto che sono costretto la lasciare a casa due miei dipendenti, ho deciso di cedere l’attività in campo Santa Margherita». Nel settore dalla fine degli anni ‘80 Luca Bernardini ha avuto esperienze di lavoro anche Barcellona, Parigi, Londra, Amsterdam e, grazie a tutte queste esperienze ha acquisito una tecnica personale di taglio. Anche il salone Monika e Umberto, ac-

MA C’E’ ANCHE CHI RISENTE DEI PROBLEMI DI UN INTERO SETTORE: LUCA BERNARDINI CEDE A S. MARGHERITA IL SALONE DI ACCONCIATURA

COMMERCIANTI E ARTIGIANI A sinistra, Lucio e Aldo Dolcetta In alto, la vetrina del Punto Eeat e il parrucchiere Umberto Corrà

conciatore ed estetista inserito nell’elenco delle attività storiche della Regione Veneto, rimarca le problematiche del settore: affitti alle stelle, abusivismo dilagante, spopolamento e mancanza di ricambio di manodopera. «Le spese generali per gestire l’azienda aumentano di continuo mentre i prezzi dei servizi che offriamo sono rimasti simili a quelli praticati nei primi anni del 2000», spiega Umberto Corrà, che gestisce con la figlia Monika il salone situato al primo piano di un palazzetto del ‘400, nelle eleganti Mercerie San Salvador. Da non sottovalutare, poi, l’influenza negativa dell’abusivismo, un elemento che mette in difficoltà soprattutto il residuo settore dei barbieri. Ultima, ma

pesantemente più volte me e i miei colleghi mentre stavamo lavorando, al punto da farci desistere dal rimanere. Deciso di andarcene già con la gondola a metà canale, la signora ha provato a saltarmi a bordo e non riuscendoci è caduto in acqua. Il resto è nel video. P.s. La signora non è una turista ma una che lavora a Venezia». L’episodio é accaduto al Sotoportego de le Acque. «Ero andato in bar a bere un caffè racconta il pope - con due amici e questa signora voleva attaccar bottone dicendo cose senza senso, poi sono andato via e dopo un po’ è tornata a infastidire me e tre colleghi. Mi è saltata sopra a prua rischiando di danneggiarmi la barca, ed è caduta in acqua».

stato aperto da Attilio nel 1937 in campo Santa Marina poi, dopo tre anni, il trasferimento a San Lio, in un palazzo del XIII secolo, raro esempio di stile veneto-bizantino. Mio nonno era un intraprendente artigiano del legno, corniciaio, decoratore e intagliatore e, a partire dal 1969, coadiuvato dai figli, tra cui mio padre Lucio, integrò l’attività con la finitura e la vendita di mobili artigianali in stile, realizzati nel suo laboratorio». Tuttora da Dolcetta, a distanza di 80 anni, è possibile acquistare mobili d’arte su misura progettati da Aldo e fatti realizzare in diversi laboratori del veronese. «Oggi, dopo la chiusura del nostro laboratorio, ci limitiamo solo alle finiture, personalizzando il mobile con maniglie e serrature scelte dal cliente», aggiunge Aldo. A partire dagli anni 2000, quando è iniziata la crisi demografica e, al contempo, hanno aperto diversi mobilifici in terraferma, l’attività dei Dolcetta, pur mantenendo attivo il settore mobili d’arte, si è rivolta soprattutto agli articoli d’arredo. “Oltre allo spopolamento della città - aggiunge Aldo - c’è da dire che il gusto, soprattutto quello dei giovani, è cambiato, il mobile in stile non piace più, così abbiamo scelto di allargare il ventaglio dell’oggettistica”. Entrando da Dolcetta, che sin dal 1962 ha l’autorizzazione comunale ad allestire una mostra di mobili e arredi su una pedana affacciata in calle da rimuovere quotidianamente. «Scegliamo la nostra merce da oltre 60 laboratori italiani specializzati in suppellettili in stile - conclude Aldo - Con l’acqua alta del 12 sono oltre due mesi che dedico parte del mio tempo a restaurare mobili e oggetti finiti in acqua», puntualizza sorridendo Aldo. Claudia Meschini

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non di minor rilievo, la difficoltà di trovare manodopera specializzata anche per coloro che sono in grado di assumere regolarmente nuovi collaboratori.

TRA STORIA E TRADIZIONE Sono inseriti nell’elenco dei luoghi storici del commercio delle Regione Veneto e da 80 anni vendono mobili in stile oltre ad un ampio ventaglio di articoli d’arredo di gusto classico. Parliamo di Dolcetta Mobili d’Arte, un negozio in Salizada San Lio aperto nel maggio del 1940 da Attilio Dolcetta ed oggi gestito dalla terza generazione. «Siamo riusciti a risalire a questa data precisa grazie ad una dichiarazione dei redditi risalente all’epoca, stilata da mio nonno spiega il titolare Aldo Dolcetta Il primo negozio Dolcetta era

Assalto troppo focoso al gondoliere: cade in canale L’AVVENTURA VENEZIA (t.borz) Vuole salire a

tutti i costi in gondola per approcciarlo, ma il gondoliere stacca la barca dalla riva, va verso metà canale e lei, imperterrita, tenta di saltare a bordo cadendo in acqua. Ieri il video che riprende parte della scena (visibile anche sul nostro sito internet) è iniziato a girare tra le bacheche social diventando oggetto di discussione, tanto che il “bancale” in questione è intervenuto direttamente spiegando la versione dei fatti: «Prima che qualcuno faccia commenti non sapendo realmente cosa sia successo, vi spiego l’accaduto. La signora nel video (un po’ alticcia) per circa 40 minuti ha infastidito

L’ASSALTO FOCOSO Un fotogramma del video, riportato anche sul nostro sito internet, con la veneziana focosa finita in canale dopo aver tentato di balzare su una gondola e dare “l’assalto” al pope

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6 Primo Piano

L'ARENA

Lunedì 2 Marzo 2020

L’emergenzaincittà

265

SONO265ICONTAGIATI NELLAREGIONEVENETO

Inumeridell’epidemiae lecontromisure adottate

Solosalitia265inVenetoicasipositivi al Coronavirus, 42 in più del report precedente. Di questi 265, 88appartengonoalfocolaiodicontagiodiVòEuganeo,72aTrevisoe

provincia,42a Venezia,14a Limena,6aMirano,3aVicenzaeprovincia,31aPadovaeprovincia,4aVerona, 2 a Belluno. Per 46 casi è ancoraincorsol’assegnazioneepide-

miologica ad un cluster - gruppo specifico. I ricoverati complessivi sono64,dicui14interapiaintensiva. Finora si sono registrati 3 decessiinVeneto.

LASITUAZIONE. I datisono quellidiffusi dall’ultimo bollettino dellaRegioneVeneto. «Nonc’è motivodi allarmarsi»

CoronavirusaVerona Sonoquattroicasipositivi CLUSTER*

Totale Variazione Deceduti casi

Vo’ Vicenza - Provincia

88

+1

Verona - Provincia

4

+ 2

Venezia - Provincia (escl. Mirano)

42

+23

Treviso - Provincia

72

+30

Padova - Provincia (escl. Vo’ e Limena)

31

+26

Mirano

6

+1

Limena

14

+2

Casi collegati a Lombardia

2

+1

Belluno - Provincia

2

+2

Assegnazione epidemiologica in corso

1

-46

265

+42

TOTALE REGIONE VENETO

1

3

1

2

*CLUSTER: aggregazione di casi che si verifica in un luogo e in un intervallo temporale circoscritti

Traicontagiatiancheunmedico eungiovaneresidenteincittà Duepersonesonoasintomatiche Siaspettanogliesamidiunadonna Alessandra Vaccari

Quattro casi di positività al Coronavirus tra Verona e provincia. E il numero è destinato a salire. La cifra è quella dell’ultimo bollettino ufficiale diffuso dalla regione Veneto. Come si temeva prima o poi sarebbe successo, tra quelle persone c’è anche un medico. Come già era accaduto a Milano con un infettivologo e un neurochirurgo, che erano risultati positivi ai tamponi per il virus Sars-Cov-2, eseguiti presso l’ospedale la scorsa settimana. I primi due contagi registrati a Verona sono un cinquantenne che lavora in ospedale e un venticinquenne residente a Verona, indiano di nasci-

ta. Il medico è asintomatico, sta bene. In giornata poi sono stati accertati altri due casi, che sono in isolamento a casa loro. Nessuno di loro era stato in Cina. Poi c’è un altro caso che ieri ha suscitato preoccupazione, è quello di una veronese, cinquantenne, ricoverata a Legnago, in Malattie infettive. La paziente è arrivata la notte tra sabato e domenica in ospedale con complicazioni polmonari. Lei abita in un comune della Bassa Veronese. E si attendono gli esiti degli accertamenti, con i campioni inviati allo Spallanzani. Quindi per ora questo caso non è certo. Il giovane straniero, ha febbre alta e per questo si era recato in ospedale ed è stato ricoverato nel reparto di malat-

tie infettive dell'ospedale di Borgo Roma. Era prevedibile che anche Verona avesse i suoi casi, impossibile ipotizzare che non accadesse. «Le persone stanno bene, non sono in terapia intensiva, bensì in reparto. Non c'è motivo di allarmarsi, la situazione è sotto controllo», ha detto il direttore generale dell'azienda ospedaliera universitaria di Verona, Francesco Cobello, «sono scattati i protocolli sanitari di sicurezza». Ed ora si tratta di andare a ritroso per verificare con chi i quattro siano entrati in contatto. Ma mentre per il medico è relativamente semplice, molto più complicato è per gli altri pazienti. Comunque anche per i familiari dei soggetti positivi è stata disposta la quarantena a casa in attesa di eventuali sviluppi. Solo saliti a 265 in Veneto i casi positivi al Coronavirus, 42 in più del report precedente. Lo ha reso noto la Regione. Di questi, 88 appartengono al focolaio di contagio di Vò, 72 a Treviso e provincia, 42 a Venezia, 14 a Limena, 6 a Mirano, 3 a Vicenza e provincia, 31 a Padova e provincia, 4 a Verona, 2 a Belluno. Per 46 casi è ancora in corso l’assegnazione epidemiologica ad un cluster (gruppo) specifico. I ricoverati complessivi sono 64, di cui 14 in terapia intensiva. La condizioni dei pazienti veronesi allo stato non destano comunque preoccupazione. I tecnici della Regione precisano infatti che le persone che temono di essere entrate in contatto con soggetti infetti, ma che non hanno alcun sintomo o che presentano sintomi lievi come febbre e/o tosse senza difficoltà respiratoria, non devono chiamare il 118 e non devono recarsi in ospedale; devono invece rivolgersi al numero verde che in base alle notizie riferite fornirà tutte le informazioni e le eventuali istruzioni. •

Unascatolacon i testper individuare il Coronavirus

Ilreparto di malattieinfettive dell’ospedalediBorgo Roma dovesono statericovera

La differenza tra batterio e virus

BATTERI

VIRUS Capside

Pili Ribosomi

DNA o RNA Flagello

Parete cellulare Membrana citoplasmatica

Elementi di ancoraggio

Citoplasma

ELEMENTI IN COMUNE Infettano gli umani

Contengono proteine e materiale genetico

CARATTERISTICHE DEI BATTERI

L’EGO-HUB

Casi confermati totali al 01.03 ore 17

Si presentano in molte forme

CARATTERISTICHE DEI VIRUS

DIMENSIONE 0,001 mm

TRATTAMENTO Antibiotici

DIMENSIONE 0,000000001 mm

TRATTAMENTO Antivirali

RIPRODUZIONE Si autoriproducono

TIPOLOGIA Sono organismi viventi

RIPRODUZIONE Necessitano di un ospite per propagarsi

TIPOLOGIA Non sono organismi viventi

MISUREDIPREVENZIONE. Allafirma leordinanze perallestire centri operativi comunalia Veronaea Legnago

Allertanei Comuni, sipensa a due Coc Itavoli dicoordinamento dovrannogestire l’evoluzione della situazione conmonitoraggiocostante Per ora è un’ipotesi, ma potrebbe concretizzarsi nelle prossime ore. Istituire a Verona il Coc, il Centro operativo comunale, così come già previsto dall’Anci, in collaborazione con la Protezione civile, già a fine gennaio, quando si ipotizzava un periodo di allerta di sei mesi per la diffusione dell’epidemia da Covid-19. Visti i nuovi casi di positivi-

tà, il Coc potrebbe essere aperto a Verona e a Legnago. In città, una delle ipotesi di sede potrebbe essere al comando della polizia Locale e a Legnago in municipio. Il sindaco Graziano Lorenzetti ha già diramato «l’allertamento per i volontari di protezione civile». Il Coc è un tavolo centrale di coordinamento a livello comunale, composto da almeno 9 persone con un coordinatore, che spesso è il sindaco, ma il primo cittadino può delegare una persona di sua fiducia, che entra in operatività piena al verificarsi di un’e-

mergenza; il compito è quello di gestire l'evolvere della situazione, attraverso un costante monitoraggio, una razionale e opportuna distribuzione delle risorse umane sul territorio. La nota dell’Anci prevedeva che venisse attivato in via precauzionale il Centro operativo comunale in tutti i Comuni, soprattutto per quelli con popolazione superiore ai 20mila abitanti e lasciando l’opportunità di attivazione nei restanti Comuni. Si tratta di disposizioni che riguardano esclusivamente i Comuni o le aree nei quali ri-

IComuni si sonoattivatiper apriredeiCoca Veronae Legnago

sulta positivo almeno un caso interessato dal contagio non riconducibile ad una fonte di trasmissione proveniente da un’area già interessata dal contagio. Il fine del Coc è il contenimento e la gestione adeguata e proporzionata all’evolversi della situazione epidemiologica. L’attivazione del Coc, quale misura precauzionale, con la presenza della funzione sanità oltre che della funzione assistenza alla popolazione, serve per ribadire una corretta comunicazione alla popolazione in relazione agli eventuali profili di rischio, per aggiornare il monitoraggio dei soggetti vulnerabili, per condividere le mappe dei servizi sanitari specializzati in caso di presenza di focolai epide-

miologici e tutte quelle misure ritenute utili al fine di velocizzare ed ottimizzare la risposta del sistema locale in relazione alle eventuale attivazione dei protocolli di emergenza adottati dal governo e dalle regioni. Si tratta inoltre di una misura precauzionale che consente di condividere tutte le informazioni utili verso i cittadini per adottare i comportamenti adeguati anche attraverso la metodologia indicata dalla Direttiva del 3 dicembre 2008 recante “Indirizzi operativi per la gestione delle emergenze” e con la presenza, tra gli altri, della delegazione della prefettura, della azienda sanitaria di riferimento, delle organizzazioni di volontariato. • A.V.


LUNEDÌ 2 MARZO 2020 IL MATTINO

PRIMO PIANO

11

L’allarme globale: le misure economiche il caso

L’Ue pronta a dare 3,6 miliardi all’Italia e lancia una squadra per battere il virus Von der Leyen teme ripercussioni sui conti dell’Eurozona Gentiloni al lavoro contro i rischi per la crescita e il lavoro BRUXELLES. «Due decimali di Pil non sono certo la fine del mondo». Se davvero il piano del governo italiano per rispondere all’emergenza coronavirus prevedesse una spesa extra pari allo 0,2% del Pil – i 3,6 miliardi annunciati dal ministro Roberto Gualtieri -, difficilmente l’Europa storcerà il naso, assicura una fonte Ue. Non è dunque la richiesta italiana (non ancora arrivata ufficialmente negli uffici della Commissione) a disturbare i sonni di chi tiene sott’occhio i conti pubblici dei Paesi Ue a Bruxelles. Il vero timore è per le possibili ripercussioni sull’economia dell’Eurozona e per lo spettro di una recessione che si fa sempre più minaccioso. È di questo che discuteranno mercoledì i ministri delle Finanze dei 27 in una riunione straordinaria convocata (in videoconferenza) dal presidente dell’Eurogruppo Mario Centeno. Un evento eccezionale che dà l’idea dei timori e dell’urgenza. Anche Ursula von der Leyen ha deciso di intensificare gli sforzi per affrontare a 360 gradi i problemi legati al coronavirus. Oggi la presidente della

Commissione lancerà la creazione di una “squadra speciale” nell’esecutivo Ue per affrontare l’emergenza. Ne faranno parte i commissari Paolo Gentiloni (Economia), Janez Lenarcic (Gestione delle Crisi), Ylva Johansson (Affari Interni), Stella Kyriakides (Salute) e Adina Valean (Trasporti). «Di fronte alle conseguenze economiche (del coronavirus, ndr) lavorerò perché l’Ue coordini la risposta e usi gli strumenti necessari contro i rischi per crescita e lavoro», dice Paolo Gentiloni, che da commissario all’Economia si sta muovendo per cercare di contrastare la frenata dell’economia. Non solo in Italia, ovviamente. Fonti Ue mettono però le mani avanti e spiegano che dal vertice a 27 non usciranno soluzioni magiche né rivoluzionarie. Nessun “maxi-piano Ue” in vista, dunque: «In questa fase non è previsto un accordo su politiche precise da prendere a livello Ue». Quello, semmai, sarà il passo successivo. Le stesse fonti spiegano che l’incontro servirà per «condividere le valutazioni sulla situazione economico-finanziaria e per coordinare le azioni tra i

l’intervista

Padoan: «Definire tutte le priorità per chiedere fondi» «Prima bisogna decidere le cose da fare e poi si decide quanto stanziare», avverte l’ex ministro dell’Economia Piercarlo Padoan. Di fronte alla prospettiva che la crisi del coronovirus possa dilagare in tutta Europa rilancia la proposta di un’assicurazione europea contro la disoccupazione. Padoan, in un’intervista pubblicata oggi da La Stampa sottolinea che c’è una scala di interventi: «Il virus sta comparendo anche negli Usa e non possiamo sapere che impatto potrà avere, è importante che i mercati finanziari siano rassicurati». Ma all’Italia bastano 3,6 miliardi per la terapia d’urto? «C’è innanzitutto la questione della liquidità delle imprese che si possono trovare senza mercato e senza clienti. Poi ci sono obiettivi di livello più avanzato» per combattere il rischio recessione.

Il premier Giuseppe Conte con la presidente della Commissione Ue Ursula Von der Leyen

governi nell’immediato e soprattutto». I ministri saranno chiamati a spiegare i loro piani nazionali per far fronte all’emergenza economica legata all’emergenza sanitaria. È in questo contesto che Gualtieri presenterà ai colleghi le misure del governo italiano, al momento il più colpito, per giustificare la richiesta di ulteriore flessibilità. Come più volte ripetuto da Gentiloni, le regole europee consentono flessibilità extra per gli eventi eccezionali. E a prima vista la somma richiesta da Roma non sembra in grado di far alzare le barricate. A Bruxelles continuano a ripetere che nei confronti dell’Italia

«c’è solidarietà e disponibilità» e pare difficile immaginare che i governi solitamente più rigidi sul fronte dei conti pubblici questa volta si mettano di traverso. Nelle prossime ore verranno stabiliti i primi contatti formali sull’asse Roma-Bruxelles, probabilmente già con una prima richiesta ufficiale di flessibilità. Il Tesoro ha infatti intenzione di muoversi in pieno coordinamento con la Commissione proprio per evitare di scatenare frizioni. Le misure vanno condivise, anche perché la situazione dei conti pubblici italiani non è per nulla semplice: in autunno l’Ue aveva rilevato il «rischio di una de-

viazione significativa» 2019 e nel 2020. Per l’anno scorso i numeri dovrebbero essere migliori del previsto, come certificheranno oggi i dati Istat. Ma per il 2020 il buco è decisamente più ampio: a fronte di una richiesta di ridurre il deficit strutturale dello 0,6% del Pil, la Commissione aveva registrato un aumento dello 0,3%. Anche al netto della flessibilità per il piano contro il dissesto idrogeologico (0,2%), lo scarto resta notevole (0,7%). Ma a Bruxelles sono certi che – di fronte all’emergenza sanitaria – non saranno certo quei 3,6 miliardi di spese extra a far saltare il banco. — © RIPRODUZIONE RISERVATA

Da Buffagni ai membri della commissione Bilancio: nel mirino Gualtieri. E Conte non esclude un rinvio del referendum del 29 marzo

Le critiche della fronda M5S: «Servono molti più soldi» IL RETROSCENA

ochi, troppo pochi. E poi: destinati a che cosa? Un ulteriore effetto del coronavirus è stato riaccendere la fiamma del dibattito dentro il governo tra il Partito democratico e il Movimento 5 Stelle. O meglio: tra una parte del M5S e il Tesoro guidato dal ministro dem Roberto Gualtieri. Nelle chat dei grillini è girato molto il comunicato in cui la Cgia di Mestre ha bocciato come «insufficiente» il piano integrativo annunciato dal ministero dell’Economia: «Servono misure coch di almeno 10 miliardi». Un grido di allarme che è stato raccolto innanzitutto dagli eletti veneti e lombar-

P

di del M5S: i membri della commissione Bilancio, su tutti Raphael Raduzzi, considerato il capofila della fronda sovranista assieme ad Alvise Maniero, entrambi molto critici sui vincoli di Bruxelles. Ma c’è anche chi chiede di fare molto di più da dentro il governo. Dopo aver fatto emergere le proprie perplessità su Facebook, il viceministro allo Sviluppo economico Stefano Buffagni è ritornato a chiedere «più audacia» a Gualtieri e al premier Giuseppe Conte, «per non morire di zero virgola». Tra l’altro, riflette, la situazione di un contagio che si sta espandendo nel resto d’Europa, ma che vede l’Italia con il triste primato per numero di infettati e morti, «dovrebbe darci più forza

con l’Uunione europea, per muovere le leve che vanno mosse subito». ASSE LOMBARDO-VENETO

L’asse lombardo-veneto dei grillini tenta così di non lasciare a Matteo Salvini facili autostrade che portano al cuore degli imprenditori disperati dal possibile collasso dell’economia. Anche per questo motivo ieri è stato fatto filtrare alle agenzie, da fonti riferibili ai vertici del M5S, che non sono stati graditi né gli annunci di Gualtieri sullo sforamento del deficit (che hanno rotto il silenzio elettorale visto che il ministro ieri era in corsa per le suppletive di Roma) né ’incontro fissato per questa mattina da Nicola Zingaretti tra una delegazione del Pd e le parti socia-

li: «Sembra di assistere alle stesse scene viste lo scorso anno con Salvini» quando convocò sindacati e imprese al Viminale. «Tanto più che Conte ha annunciato già un tavolo con le parti sociali per mercoledì». I fronti per il premier si moltiplicano. E sono almeno quanti i settori travolti dall’emergenza Convid-19. Il mondo del calcio, dello spettacolo, del commercio. E quello della politica che riesce con fatica a lasciarsi le scorie polemiche di questi mesi di conflitto. Fonti ufficiali di Palazzo Chigi smentiscono che sia in corso un ripensamento riguardo al referendum del 29 marzo sul taglio dei parlamentari. Ma a nessuno è sfuggito che Conte abbia confessato

al “Fatto” «di riservarsi di prendere una decisione definitiva nei prossimi giorni». Il capo del governo intuisce quale situazione si prospetti nelle prossime settimane. Mancano 27 giorni all’apertura delle urne ed è facilmente pronosticabile

Dal Quirinale le rassicurazioni a Palazzo Chigi: fiducia intatta che l’emergenza non rientrerà al punto da rendere possibili comizi, incontri elettorali, insomma tutto ciò che è in grado di garantire una campagna politica non falsata. Le preoccupazioni di Con-

te, inutile nasconderlo, sono anche personali. Il suo destino dipende molto da come l’Italia uscirà dall’incubo del virus. I contatti con il Quirinale sono costanti e dalle parti del presidente Sergio Mattarella più volte nelle ultime ore ci sono state rassicurazioni sulla fiducia intatta del Capo dello Stato, nonostante alcuni retroscena raccontassero il contrario, con puntuali riferimenti anche alla Segreteria di Stato vaticana. Alla fine, i sondaggi sembrano ancora premiare Conte, ma le voci di possibili capovolgimenti interni per disarcionarlo da Palazzo Chigi, soprattutto in caso di una soffocante crisi economica, non fanno piacere. — © RIPRODUZIONE RISERVATA


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