LONDON 18 - 21 febbraio 2013
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LONDON 18 - 22 febbraio 2013
perche'
LONDRA
“F
acciamo un viaggio a Londra?” “Ok”
A grandi linee il grado di difficoltà riscontrata nella scelta della destinazione è stato poi questo. Sarò sincera: niente più e niente meno della voglia di partire. Nessun ragionamento, nessun legame, nessuno spirito particolare se non quello di “prendere e andare da qualche parte”.
Invece, contro qualunque aspettativa, fu proprio durante quei pochi giorni che mi innamorai così profondamente del mondo anglosassone: la cultura, lo stile di vita, l’architettura, la lingua. Una società così diversa da quella in cui sono abituata a muovermi, ma allo stesso tempo dotata di un fascino senza eguali. Sono qui a scrivere dopo ben tre anni da questo mio viaggio e non ho ancora cambiato opinione. Anzi, la mia grande ammirazione per questa città e per la sua popolazione è persino cresciuta, e riguardare le foto di quell’esperienza mi fa solo desiderare di tornarvi al più presto. Buona Londra!
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LA CITTÀ
PER ECCELLENZA Ovvero: impressione Londra.
Non ce n’è. Come Londra non ce n’è.
Per me Londra è la città, l’unica città in cui andrei a vivere domani stesso senza battere ciglio, se me lo chiedessero. Caotica? Sì. Cara? Molto.
Ma il semplice salire su un pullman rosso a due piani e sentir parlare la lingua più bella del mondo da chi ti siede accanto vale qualunque prezzo - questo se si ha la fortuna di non ritrovarsi vicino un italiano, visto che ce ne sono in quantità. Londra è pulizia, efficienza, energia, colore, cultura, stile, design. Londra è una città viva.
Sarò, forse, troppo di parte per dare un giudizio oggettivo, ma la reputo incredibilmente affascinante. D’altronde, o la si odia o la si ama. E io la amo, è chiaro, visceralmente. È una città estremamente ben servita, quindi girarla con i mezzi pubblici - pullman e metro - è stato molto semplice.
D’altro canto è molto grande, e tre giorni non sono stati sufficienti a vedere tutto ciò che mi ero prefissata - ottima scusa per tornarvi.
L’unico mio rammarico è non avere foto di Camden Town, quartiere che ho visitato di sera: dopo una lunga e sfiancante giornata, la macchina fotografica mi aveva abbandonato - e un po’ anche la voglia di vivere, lo ricordo bene. Diciamo che ho fatto del mio meglio e, tutto sommato, dei bei ricordi me li sono portati a casa. Insieme a una memorabile passata di freddo.
Mai sentito parlare del clima particolare di Londra? Ecco, vissuto sulla mia pelle: il primo giorno a passeggiare in felpa, il secondo con piumino e stivali sotto un misto di neve e pioggia.
D’altra parte, De Amicis disse che chi non ha visto piovere a Londra, non ha visto Londra, e aveva ragione!
Insomma, giornate intense sicuramente, ma ricche di magnifiche e preziose esperienze che porterò per sempre nel cuore.
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La prima tappa del mio viaggio londinese è stato il Museo di Storia Naturale.
Già solo l’architettura romanica dell’edificio lascia di stucco: le dimensioni sono certamente notevoli, e la facciata è ricchissima di dettagli e finezze; nota di particolare merito per il portone d’ingresso, incantevole.
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Appena entrati, ci si ritrova faccia a faccia con lo scheletro fossile di un dinosauro - che solo successivamente ho meglio identificato come Diplodocus. Procedendo, si scorge, comodo sulla sua poltrona di marmo bianco, Charles Darwin che domina la sala principale. Ăˆ davvero un posto memorabile.
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Poco lontano dal Museo di Storia Naturale si trovano i Kensington Gardens, uno dei parchi reali di Londra.
Al loro interno passa la Princess of Wales Memorial Walk, cioè la passeggiata lunga 11km creata in memoria della principessa Diana. Non solo.
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Due sono i monumenti particolarmente famosi che sorgono proprio in questi giardini: la statua dell’eterno bambino Peter Pan - quella ai cui piedi si sveglia Robin Williams in Hook - e l’Albert Memorial - ricordato come uno dei monumenti per antonomasia da qualunque libro scolastico d’inglese.
Cenni storici a parte, sono giardini molto vissuti dai londinesi - persino in febbraio -, e passeggiarvi, immersi nel verde, è piacevolmente rilassante.
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Poco lontano dal Museo di Storia Naturale si trovano i Kensington Gardens, uno dei parchi reali di Londra.
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Piccadilly Circus è una tappa assolutamente imperdibile di Londra, fosse anche solo perché si tratta di una piazza riconosciuta universalmente. Famosissimi i grandi display pubblicitari che la contraddistinguono, ma sopratutto la Shaftesbury Memorial Fountain, con il dio alato dell’amore - Anteros, non Eros - rappresentato in punta di piedi. Insomma, è inconfondibile.
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Soho è un’altro quartiere di cui mi sono fortemente invaghita: coloratissimo e ricco di negozi - e non solo quelli a luci rosse -, è anche sede del quartiere cinese in Londra. È insolito, effettivamente, che io rimanga affascinata da una qualche atmosfera orientale. In verità, la sensazione che mi ha trasmesso questa zona non è stata di “imitazione” della Cina, né tantomeno di una sua riproduzione. È più come se una parte della vera Cina, quella originale, con i suoi ristoranti, market e negozi di tè, vivesse in ques’angolo di Londra.
Se devo essere del tutto sincera, però, ho nostalgia di questo posto soprattutto per via del pezzo di cuore che mi è rimasto in un minuscolo negozio di vinili, dove avevo rinvenuto un 45 giri di certi quattro individui chiamati Beatles, che se ci penso mi rode il fegato ancora oggi...
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Il mio primo incontro con Starbucks della mia vita. Come dimenticarlo?
Ero preparatissima, addestrata al dettaglio: entra, ingrassa ed esci.
PerchÊ solo chi l’ha provato può davvero capire cosa sia un Frappuccino e quanta dipendenza possa creare.
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L’unica tappa che, una volta arrivata a Londra, sapevo di non potermi perdere per nulla al mondo era il British Museum. Praticamente metà del patrimonio storico mondiale è racchiuso qui, in un unico, straordinario museo.
Si presenta con una facciata neoclassica ornata da un frontone riccamente decorato.
L’edificio è circondato da un grande colonnato e in cima sventola orgogliosa la bandiera del Regno Unito; l’architettura interna, al contrario, è moderna, luminosa, immensa, ipnotica.
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Il ricordo più bello che conservo di questo viaggio di chiama Stele di Rosetta.
Alcuni potrebbero pensare che sia solo un sasso, sebbene particolarmente importante, ma solo un sasso. Per me, invece, questa lastra granitica è molto di più: da piccolina mi sentivo un po’ un’egittologa all’avventura quando leggevo di questa Stele così famosa e del suo interprete Champollion, sfogliando le schede di approfondimento che mia madre mi aveva recuperato non so dove e che io custodivo gelosamente come sacre reliquie.
La Stele di Rosetta è stata la chiave per interpretare finalmente i geroglifici; contiene il testo di un decreto tolemaico, riportato in tre lingue - geroglifico, demotico e greco. Il nome Rosetta deriva dalla città in cui è stata ritrovata - oggi Rashid - durante una delle campagne in Egitto promosse da Napoleone. Vedere e rivedere innumerevoli volte la sua copia conservata al Museo Egizio di Torino mi ha fatto desiderare spesso di potermi davvero trovare di fronte all’originale, prima o poi.
Oltretutto, prima di incontrarla al British Museum, esposta in una delle sale iniziali, ignoravo completamente che potesse trovarsi proprio lì, quindi la sua vista è stata resa doppiamente piacevole dalla sorpresa inaspettata.
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L’unico termine che efficacemente possa descrivere Buckingham Palace è “immenso”. Al suo interno sono presenti, per dirne una, ben 78 bagni.
Incredibile, poi, la quantità di turisti che circolano attorno alla residenza reale tutti i giorni, specie al momento del cambio della guardia, attesissimo e ultra fotografato.
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Se la Stele di Rosetta resta sicuramente il mio ricordo più bello, il famoso cambio della guardia davanti a Buckingham Palace è forse uno dei peggiori - un’attesa veramente infinita.
Ok, adesso non voglio denigrare l’aver assistito a questa parata, ma, purtroppo, si tratta di una sfilata molto lunga, e faceva così freddo che, sinceramente, a posteriori avrei preferito evitare. Però il cavallo era simpatico.
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SBAM.
Esci dalla metro e te lo trovi così, altissimo e imperioso proprio davanti al naso: Big Ben.
Ovviamente è un’emozione sapere di essere in uno dei posti più famosi al mondo, mentre si guarda il monumento simbolo di una nazione, il Palazzo di Westminster - the Houses of Parliament. All’interno del Palazzo di Westminster vi sono la Camera dei Lord e la Camera dei Comuni - le due Camere del Parlamento inglese. È situato proprio sulla riva del Tamigi, e, dal ponte che collega le due sponde del fiume, si gode di un’ottima vista dell’edificio nella sua interezza, torre dell’orologio compresa.
Curiosità su quest’ultima, conosciuta appunto universalmente come Big Ben: in realtà tale nomignolo affettuoso è quello attribuito alla campana più grande posta all’interno della Clock Tower, nomignolo che solo successivamente si è esteso all’intera torre.
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Se, mentre si guarda il Palazzo di Westminster, ci si volta di 180°, ci si ritrova di fronte il London Eye, la famosa ruota panoramica di Londra una delle più alte al mondo. Ci sono salita? No.
Mi rifarò di questa mancanza, un giorno? Certamente sì.
Tornerò esattamente nel punto in cui ho scattato la foto in prospettiva e, (me) lo prometto, non mi priverò di questa straordinaria esperienza! 49
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Tappa obbligata: Westminster Abbey.
È una delle due principali chiese della città - l’altra è St Paul’s Cathedral - ed è importante soprattutto per le personalità che sono sepolte al suo interno, a partire dai sovrani d’Inghilterra fino ad arrivare a Dickens, Newton e Darwin..
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ricetta:
FISH & CHIPS Pensando alla cucina inglese, il piatto tipico più famoso che immediatamente mi sovviene è il Fish and Chips.
ingredienti
È un piatto molto semplice, ma - se cucinato bene - non è affatto male, detto da una a cui il fish non piace particolarmente.
• patate gialle
Bisogna lavare e pulire il merluzzo, tagliarlo a filetti e asciugarlo con cura; le patate, pelate e tagliate, vanno fritte in olio di semi.
Va aggiunto un pizzico di sale alla farina, e va sciolto il lievito in polvere in un cucchiaio di aceto; poi bisogna unire i composti e aggiungere acqua frizzante e tuorlo d’uovo, sempre mescolando. I pezzi di merluzzo vanno immersi prima in questa pastella e poi nell’olio bollente, per circa 3-4 minuti, facendoli dorare bene da entrambi i lati. Devo dire buono.
• merluzzo • farina • tuorlo d’uovo • acqua frizzante • olio e aceto • lievito in polvere Il mio piatto di Pesce e Patatine londinese l’ho ordinato in un fast food non troppo lontano dal British Museum, ma si può trovare davvero ovunque in città, un po’ come per noi prendere un pezzo di pizza in un qualsiasi bar cittadino. 57
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Il cielo si spegne e le luci di Londra si accendono. Dal Big Ben al London Eye, da Camden Town a Soho, fino ai grandi magazzini Harrods.
Ogni cosa, ogni casa è illuminata, e il Tamigi pare d’oro quando vi si specchia imponente l’House of Parliament.
Il London Bridge.
Che - attenzione! - non è affatto il Tower Bridge. Perché, ammetto la mia ignoranza, io la differenza non la conoscevo. A dimostrazione di ciò, il seguente aneddoto.
Prendo la metro, leggo “London Bridge”, lo confondo con il Tower Bridge e scendo di getto. Sbuco sul fatidico London Bridge e mi trovo davanti un ponte piatto, dritto e assolutamente anonimo. Delusa come non mai, giro i tacchi e me ne torno tristemente da dove sono venuta.
La sera stessa, stanca e affamata, dopo aver camminato per chilometri in su e in giù per tutta Londra, mi ritrovo - senza sapere come ci sono arrivata, tra l’altro - proprio di 60
fronte al tanto sperato Tower Bridge - ovviamente con la macchina fotografica scarica e come unica fonte di scatto il cellulare.
Mentre gioisco e mi congratulo con me stssa per il mio, tutto sommato, nemmeno troppo scarso senso dell’orientamento, mi volto appena e vedo che a circa 500 metri in linea d’aria si staglia il London Bridge. Ed è in quel momento che capisco che la fama del London Bridge non è data dal ponte in sé e per sé, ma dalla sua strategica posizione, adattissima a fotografare il Tower Bridge - quello bello - nel migliore dei modi. Il modo, cioè, in cui non l’hanno fotografato tutti tranne me. Il Genio.
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Termina qui il mio soggiorno di qualche giorno nella City inglese.
Sono stati giorni pienissimi, faticosi sicuramente, ma anche emozionanti. Ho avuto modo di aprire la mente e il cuore al mondo anglosassone, un’apertura che ha cambiato radicalmente il mio modo di concepire l’universo attorno a me. Grazie a questo viaggio, ho capito l’importanza di uscire dal nostro solito spazio, dal nostro orticello, per conoscere luoghi diversi e, in essi, diversi modi di vivere.
È stato un contributo importante alla mia crescita e alla formazione di ciò che sono oggi, ma anche di ciò che diventerò domani, scoprendo, per la prima volta, le differenze che naturalmente ci contraddistinguono. Londra è stato il mio “battesimo” ai viaggi, l’iniziazione al confronto con altre realtà. E, beh, mi è piaciuto molto.
Sicuramente tornerò in questa città, sicuramente mi stupirà ancora, sicuramente mi farà innamorare nuovamente di lei. E non vedo l’ora.
arrivederci
LONDRA
Londra è un uomo indipendente che fuma la pipa in un pub. L’ultimo vagabondo americano, Jack Kerouac - 2002
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