ANNO 1 I N. 0 I 100.00 COPIE 11 LUGLIO 2017
€ 7.99
NYLON
N CONTENT
ANNO 1 I N. 0 I 100.00 COPIE 11 LUGLIO 2017
NYLON
18.
Albert Watson
30.
Mick Rock
50.
Steve Double
70.
Andy Willsher
â‚Ź 7.99
BACKSTAGE Eleonora De Vecchis Direttore eleonoradevecchis@nylon.it Toni Servillo Vicedirettore toniservillo@nylon.it Sabrina Ferilli Caporedattore sabrinaferilli@nylon.it Carlo Verdone Vicecaporedattore carloverdone@nylon.it Galatea Ranzi Collaboratore galatearanzi@nylon.it Isabella Ferrari Collaboratore isabellaferrari@nylon.it Giorgio Pasotti Collaboratore giorgiopasotti@nylon.it Luca Marinelli Collaboratore lucamarinelli@nylon.it
In Copertina David Bowie fotografato da Albert Watson, New York City 1996
Roberto Herlitzka Collaboratore robertoherlitzka.it
Nylon
Nella prima uscita di Nylon troverete i personaggi nascosti dietro gli obiettivi che hanno immortalato la rivoluzione musicale iniziata negli anni ’70, a tutti nota come Glam Rock. Grazie ai loro scatti ci siamo innamorati di questo periodo storico all’insegna dell’avanguardia, a cui ancora oggi s’ispirano gli stilisti e gli artisti di maggiore tendenza. All’epoca la fotografia non vantava lontanamente i proseliti che conta oggi e i fotografi che vi presentiamo la vivevano come un hobby o una professione nuova da cui lasciarsi ispirare e con cui sperimentare. La rubrica vi accompagnerà lungo la storia di quattro maestri della fotografia contemporanea, documentata dalla loro produzione artistica. Partiremo dagli arbori della loro carriera, popolati dalle grandi star che hanno illuminato gli anni ‘70, sino ad arrivare agli anni ‘90, testimoni di un’altra svolta importante: il grunge. Ma chi sono i protagonisti d’eccellenza dell’era glam e delle fotografie che la ritraggono? David Bowie. Il re dei ritratti è senza dubbio lui, il Duca Bianco, rappresentato in ognuna delle sue infinite metamorfosi. A documentare la sua vita e carriera artistica è in primo luogo il suo fotografo ufficiale, Mick Rock, l’unico che riusciva a vederlo nello stesso modo in cui si vedeva lui. Nonostante questo, Bowie non si nasconderà agli obiettivi di altri grandi fotografi, come Masayoshi Sukita, Jorgen Angel e i nomi che incontrerete in questo dossier. Iggy Pop. Altro protagonista indiscusso del nuovo modo di vivere la musica e il palcoscenico, l’Iguana popola la maggioranza dei photobook dell’epoca.
Rubrica Fotografica
Lo vediamo spesso al fianco di David Bowie, il suo angelo custode: “Erano molto diversi, e ciascuno cercava nell’altro ciò di cui sentiva di mancare” ricorda il fotografo Masayoshi Sukita. Il fotografo giapponese conosceva bene la compagnia di Bowie, rimasto affascinato dai suoi scatti surreali e dalla cultura giapponese, poichè lo aveva seguito nel tour americano. L’ultimo esponente della triade eroica è Lou Reed, altra star del punk rock ultrafotografata, senza dimenticare Mick Jagger che vedremo spesso in loro compagnia. Freddy Mercury. Icona del glam rock, Freddy Mercury è l’artista più teatrale in assoluto, al fianco di Alice Cooper e Marc Bolan. Il Classic Rock lo ha eletto prima voce del rock e questo talento, combinato alla sua esuberanza sul palco, fa sì che venga considerato tra i più grandi frontman della storia della musica. Madonna. La regina dell’obiettivo è invece Madonna, che deve al fotografo di moda Michael McDonnell i primi shooting che l’hanno resa nota al pubblico. Catturato dai suoi jeans strappati e dai capelli cotonati, McDonnell trascorre con lei otto mesi da cui verranno fuori una serie di ritratti dove è impossibile non cogliere la scintilla della star nascente. Prince. Questo artista poliedrico è, assieme a Michael Jackson, suo rivale diretto, un altro personaggio che ha attratto numerosi fotografi. Tra gli scatti più belli troverete quello di Herb Ritts, maestro dell’equilibrio e dell’armonia, e quello di Alec Byrne, fotografo per il Melody Maker e il New Musical Express fedelissimo alla sua reflex 35mm.
ALBERT WATSON
A l b e rt W at s on
Albert Watson Fotografia in movimento
“
“
Per il mio ventunesimo compleanno, ricevetti in regalo una fotocamera con obiettivo fisso. Fu come un fulmine a ciel sereno, una rivelazione. Fui attraversato da una scossa elettrica, capii all’improvviso quale sarebbe stata la mia strada. Non l’ho mai più abbandonata, quella macchina.
Così Albert Watson ricorda il suo incontro con la fotografia, di cui diverrà uno dei maestri contemporanei più stimati e più premiati.
Tra i riconoscimenti internazionali che ha conquistato: il Grammy Award per la cover di Come and Gone dei Mason Profitt e la Centenary Medal, premio della Royal Photographic Society. Il suo stile incisivo, determinato dall’utilizzo di contrasti netti e di un bianco e nero intenso, rende i suoi scatti inconfondibili. La sua scelta cade, infatti, sulle fotocamere Hasselblad e sulla definizione e la nitidezza che le contraddistingue e che lo sostengono nella sua ricerca ossessiva della perfezione formale, perseguita attraverso l’estrema cura del dettaglio. Attraverso questa tecnica Watson riesce a rivelare le personalità, spesso complesse, dei soggetti che ritrae. Albert Watson sin dalla nascita è non vedente da un occhio. Questo non basta, però, a
18
ridimensionare il suo interesse per la fotografia, che coltiva anche durante il suo percorso di studi. Dopo aver frequentato graphic design al Duncan of Jordanstone College of Art and Design di Dundee, s’iscrive alla facoltà di cinema e televisione al Royal College of Art di Londra che influenzerà notevolmente il suo stile:
“
Essenzialmente le mie foto sono di tre tipi: grafiche e puramente concettuali, oppure in movimento, come se fossero dei fotogrammi cinematografici. Spesso però sono entrambe le cose.
“
A
utore, tra Vogue, Rolling Stone e Time, di oltre 150 copertine, ALBERT WATSON (Edimburgo, 1942) conquista la top twenty dei fotografi più influenti di sempre stilata dalla Photo District News.
La fotografia diventa una professione negli USA, dove si trasferisce con la moglie nel 1970, grazie all’incontro con il direttore artistico di Max Factor.
A l b e rt W at s on
19
A l b e rt W at s on
20
A l b e rt W at s on
Da quel momento le foto di Watson iniziano a girare e il suo linguaggio ad essere riconosciuto. Arrivano quindi gli ingaggi da Mademoiselle, GQ e Harper’s Bazaar, per cui Watson fotografa niente meno che Alfred Hitchcock, nella famosa posa con l’oca morta:
“
È stata l’occasione della mia vita. Ero ancora agli inizi e mi offrirono di ritrarre questo personaggio di serie A. Fu divertente. Lui si accorse che ero molto nervoso e fece di tutto per mettermi a mio agio. Alla fine mi invitò persino a bere un tè con lui.
“
Hitchcock è solo il primo della lunga serie di volti celebri immortalati da Watson, per la quale verrà definito “il fotografo che ha ritratto tutti quelli che sono qualcuno”.
Dal ’76 in poi Watson lavora principalmente con Vogue, ma realizza anche numerose campagne pubblicitarie per Levi’s, Chanel, Prada, Gap, Revlon e locandine di film, tra cui Kill Bill e Memorie di una geisha. Da quanto si legge dai libri che ha pubblicato tra il 1994 e il 2010 (Cyclops, Maroc, Albert Watson, Strip Search e UFO - Unified Fashion Objectives) e dai lavori che si contano nel suo archivio di Manhattan, Watson sembra essere un vero e proprio “workaholic” continuamente in viaggio e sempre alle prese con un progetto o con una mostra.
21
A l b e rt W at s on
Keith richards - 1988
Andy Warhol - 1983
MICK ROCK
Mic k Ro c k
Mick Rock A
Se non sono immerso nella fotografia, non funziona.
partire dagli anni ’70, quando l’art-rock e la psichedelia lasciano spazio al glam e alle sue provocazioni, non c’è rockstar che non sia passata di fronte al suo obiettivo. MICK ROCK è l’autore di quelle pose impresse nella mente di tutti, le prime a cui pensiamo quando fantastichiamo sui nostri idoli. Iggy Pop con il suo fisico iper scolpito, David Bowie e le sue camaleontiche metamorfosi, Lou Reed nel suo pellame nero: “la sacra trinità”.
Posati a parte, Rock si limitava a documentare la vita dei rockers sopra e sotto il palco e a farne parte. Con David Bowie, che aveva immortalato più volte dal vivo e di cui era diventato fotografo ufficiale, Mick Rock fa i suoi primi scatti in studio, tra cui quello di Bowie con il sax che diventa subito famoso.
Ma chi è “The Man Who Shots the 70s”? Un semplice studente della Cambridge University di Londra che, in un giorno qualunque, nota una macchina fotografica a casa dell’amico benestante e inizia a scattare. Non si era mai interessato alla fotografia prima, le sue passioni erano Baudelaire, Poe, Byron e la musica. La musica e soprattutto chi la suonava.
Nonostante l’ormai usuale frequentazione dello studio, dove viene scattata anche quella che diventerà la cover di Queen II, ispirata ad una foto di Marlene Dietrich, Mick Rock apprende solo la tecnica essenziale e resta fedele all’improvvisazione, continuando a vivere la fotografia come un dono, un’indole visuale.
Grazie a David Bowie, Mick Rock entra nel circolo di quelli che lui vedeva come:
“ “
“
Talento e improvvisazione
Poeti liberi, che producevano della grande arte e che, con l’aiuto della droga, producevano arte ancora migliore!
della mia vita.
Il mio occhio è avido, sta sempre succhiando immagini. E’ questo che mi emoziona da sempre. Ora tutto ha senso. Era inevitabile che la fotografia diventasse la chiave
Seguendo questa filosofia Mick Rock sceglie anche di servirsi di un’attrezzatura minimale, e poco ingombrante.
Mick Rock non hai mai studiato fotografia né pensato di farlo:
Nonostante il cinismo della famiglia e dei colleghi del college, Mick Rock segue la sua vocazione di “fotografo per caso” facendo proprio l’assioma delle icone dell’avanguardia glam rock: “fregatevene dei giudizi, percorrete la vostra strada”.
La fotografia per me non è solo qualcosa di visivo, è proprio qualcosa di organico. Il momento giusto per scattare lo sento dentro.
30
Mic k Ro c k
31 31 31
David Bowie, Iggy Pop, Lou Reed - 1972
Lou Reed, Mick Jagger, David Bowie - 1972
Iggy Pop, Double Vision - 1972
David Bowie e Mick Ronson
Andy Warhol, Lou Reed - 1976
Iggy Pop, Londra - 1972
Lou Reed Coney Island, Baby photo shoot - 1975
Syd Barrett, The Madcap Laughs photoshoot - 1970
Syd Barrett nel suo appartamento - Autunno 1969
Syd Barrett, South Kensington - 1969
Debbie Harry- 1978
43
45
STEVE DOUBLE
St e ve Do u b le
Steve Double Il paparazzo del rock
S
teve Double ha lavorato come fotografo professionista per oltre 28 anni. E’ specializzato in ritratti di celebrità .
Durante la sua carriera ha affrontato sfide curiose e impossibili: dai 90 secondi per fotografare Bill Gates alle 6 ore per le Spice Girls fino ad essere rimproverato per il ritardo dai Public Enemy. Ha sorseggiato Caiprinha con Nick Cave e passato 5 giorni in un furgone con i Nirvana. Double fotografa i suoi soggetti in modo onesto e aperto, catturando momenti estremamente personali e, di conseguenza, mettendo in evidenza piccoli capricci e parti inedite della loro personalitĂ . Il sui scatti fanno parte della collezione permanente della National Portrait Gallery della Gran Bretagna.
50
St e ve Do u b le
Kim gordon - New York City
Red Hot Chili Peppers- 1992
Charlatans, Manchester - Settembre 1990
The Stone Roses, Glasgow - 1989
Bjork photo shoot
Bon Jovi, Parigi - Inverno 1989
Lemmy, Motรถrhead The Royal Garden Hotel, Kensington - Dicembre 2002
Jarvis Cocker - Mick rock studio
Brian Eno - Mick rock studio
63
65
ANDY WILLSHER
A n d y W il l s h er
Andy Willsher Il sogno diventato realtà
Dopo aver fotografato i concerti delle band che suonano nel locale della sua città, lo scenario perfetto per iniziare a farsi un portfolio, Willsher decise di voler vivere di fotografia e lasciò il college per cercare un lavoro reale e potersi permettere un nuovo modello di Canon. Mentre stava lavorando alla Barclays Bank,
Andy si prese una vacanza per seguire una band chiamata ‘The Hollow Men’ in Scozia e Irlanda:
“
Ho deciso da quel momento che questa era la vita per me, un passo oltre lavorare in un negozio di telecamere locali per cercare di acquisire qualche conoscenza. Penso che sia in questa fase che ho iniziato a stampare le mie foto e a mandarle alla stampa musicale nella vana speranza che volessero usare una.
“
C
resciuto tra gli appassionati di musica a Bedford, in Inghilterra, Andy Willsher è stato fortemente influenzato da David Bowie, così come da moltissime band Goth della fine degli anni ’80.
70
Alla fine arriva quel momento. Andy Willsher riceve una telefonata dalla NME Towers: “Ti andrebbe di fotografare i The Family Cat in una scuola in Crewe?”. L’opera di Andy ha catturato la cultura musicale dei nostri tempi. Tra le star che ha immortalato compaiono Jeff Buckley, Arthur Lee, U2, White Stripes e molti altri artisti iconici. Tra i grandi fotografi che lo hanno ispirato, Andy Willsher menziona Anton Corbijn, Ellen Von Unworth, Pennie Smith e Mick Rock.
A l b e rt W at s on
71
A n d y W il l s h er
72
A n d y W il l s h er
“
Sono stato fortunato a ricevere una telefonata dall’ufficio stampa di Biffy Clyro nell’aprile del 2010, che mi chiedeva di documentare alcune date del loro tour. Essendo ossessionato dall’album ‘Puzzle’ non esitai un attimo. Li avevo fotografati un paio di volte prima, ma questa era la prima volta in cui avrei potuto trascorrere con loro ogni momento. È stato un viaggio incredibile, culminato nei Festival di Reading e Leeds. Ho fotografato molte band negli anni precedenti ma posso tranquillamente dire che la loro performance è stata la migliore che abbia mai visto, grazie agli sforzi della band e del loro team di produzione. È stata una gioia assoluta fotografarli. Verso la fine del concerto stavo scattando dal lato del palco e il direttore del tour mi ha detto che erano pronti e, fortunatamente, ero nella posizione giusta per catturare quello che resterà un momento iconico nella carriera della band.
“
73
The White Stripes, NME photo shoot
Courtney Love, NME photo shoot
75
Ozzy Osbourne - 1981
79
Mo s t re in c o r so
Astrid Kirccherr
Nobuyoshi Araki
Dal 7 Luglio al 9 Ottobre Bologna - Palazzo Fava
Nell’ambito di Fotografia Europea 2017, circuito OFF di Via Roma, la Galleria 13 presenta una selezione di 50 polaroids del più spregiudicato e osannato fotografo contemporaneo giapponese, Nobuyoshi Araki. In esposizione polaroids che rappresentano 4 dei temi più amati da Araki: Kimbaku, la tradizionale legatura giapponese che negli anni ha assunto connotazioni erotiche; i Nudi; i Cieli, scattati dal terrazzo di casa popolato da lucertole di plastica e Gozilla, infine i Fiori.
La mostra Astrid Kirccherr with the Beatles è in esclusiva italiana per Genus Bononiae e presenta anche immagini e materiali fino ad oggi mai esposti, incluso un prestito della George Harrison Foundation, ripercorrendo la stretta e intima relazione tra la fotografa e il gruppo oltre che la storia di un luogo e un momento fondamentale per la Band che ha cambiato la storia della musica pop. Ginzburg Fine Arts e Kai-Uwe Franz presentano una retrospettiva che ripercorre la storia dei cosiddetti “Hamburg Days”. Up to Now
Dal 5 maggio al 9 Luglio Reggio Emilia - chiostri di san pietro
Gianni Berengo Gardin
Cento opere scattate da 37 fotografi che hanno collaborato con Fabrica, il centro di ricerca di Treviso. La mostra fa parte del festival Fotografia europea di Reggio Emilia. Cento opere scattate da 37 fotografi che hanno collaborato con Fabrica, il centro di ricerca di Treviso. La mostra fa parte del festival Fotografia europea di Reggio Emilia. Fabrica sceglie Fotografia Europea, il festival che il comune di Reggio Emilia e la Fondazione Palazzo Magnani dedicano alla fotografia contemporanea, per presentare Up to Now.
Ercole Colombo
A 35 anni dalla sua scomparsa, lo Spazio Oberdan rende omaggio alla storia umana e sportiva di Gilles Villeneuve, uno dei piloti più amati della storia dell’automobilismo. A 35 anni dalla sua scomparsa, lo Spazio Oberdan rende omaggio alla storia umana e sportiva di Gilles Villeneuve, uno dei piloti più amati della storia dell’automobilismo. Attraverso circa 170 fotografie, l’esposizione racconta la vita di Villeneuve e la sua breve carriera (5 anni) stroncata da un tragico incidente nel 1982.
84
Dal 5 Maggio al 9 Luglio Reggio Emilia - chiostri di san pietro La mostra propone di indagare l’archivio come luogo del pensiero e della creazione oltre che di custodia della memoria del proprio lavoro. Verranno esplorate le numerose connessioni tra il processo creativo e gli oggetti di lavoro del fotografo italiano, come le macchine fotografiche, le attrezzature, ma anche i provini a contatto, documenti, video, che illustrano l’atelier, l’archivio e l’opera di uno dei più importanti fotografi italiani.
Higher Learning
Dal 21 Aprile al 16 Luglio Milano - spazio oberdan
Dal 5 Maggio al 9 Luglio Reggio Emilia - galleria 13
Dall’ 8 Aprile al 16 Luglio Parma - palazzo del governatore Saranno aperte al pubblico fino al 16 luglio, al Palazzo del Governatore di Parma, Higher Learning e The NY Scene – arte, cultura e nuove avanguardie anni ’70-’80, le due grandi mostre di opere fotografiche con cui Parma dà avvio al suo omaggio di primavera all’icona del rock Patti Smith. Proseguono a Palazzo del Governatore le mostre fotografiche con cui Parma offre il suo tributo all’icona del rock: “Patti Smith - Higher Learning” e “The NY scene”.
Mo s t re in c o r so
Gianfranco Salis
Dall’1 Giugno al 29 Luglio Bologna - ono arte contemporanea
Michel Haddi
Barberino Designer Outlet in collaborazione con ONO arte contemporanea è lieta di presentare POP STYLE ICONS: 30 anni di icone da Kate Moss a David Bowie negli scatti di Michel Haddi, una mostra che attraverso i soggetti più rappresentativi del celebre fotografo di moda francese racconta non solo l’evoluzione dello stile di tre epoche segnate da profondi cambiamenti storici e culturali, ma testimonia anche il passaggio dall’analogico al digitale.
“Eros é civiltà”. Con questa frase Tinto Brass riassume tutto il suo pensiero che viene ripercorso con una mostra alla galleria ONO arte contemporanea dal 1 giugno al 29 luglio 2017. “Tinto Brass negli scatti di Gianfranco Salis” vuole raccontare questo periodo attraverso le immagini realizzate da Salis, fotografo di scena sui set di Brass, da Action (1979) a Hotel Courbet (2009). Si tratta di scatti che testimoniano un sodalizio artistico basato sul rapporto di fiducia e di perfetta interazione tra i due artisti. David LaChapelle
Hollywood Icons
Dal 12 Aprile al 10 Settembre Venezia - casa dei tre oci Una grande monografica presenta oltre 100 immagini che ripercorrono, dagli anni novanta a oggi, la carriera di uno dei più importanti e dissacranti fotografi contemporanei. Per la prima volta al mondo, sarà esposta la serie New World: 11opere che segnano il ritorno alla figura umana e che ruotano attorno a temi come il paradiso e le rappresentazioni della gioia, della natura, dell’anima. L’esposizione ripercorrerà la carriera dell’artista statunitense, dai primi progetti in bianco e nero degli anni novanta fino ai lavori, solo a colori, più recenti.
Roberto Polillo
Dal 27 Febbraio all’11 Settembre Milano - bocconi art gallery Dal 27 febbraio all’11 settembre la Bocconi Art Gallery ospita la mostra “Roberto Polillo. Future City”, a cura di Mia Photo Fair, con testo introduttivo di Alessandro Luigi Perna. L’esposizione mette in mostra le immagini scattate in alcune delle metropoli del mondo in più rapida trasformazione come se gli edifici ritratti appartenessero a un’unica grande città che è nello stesso tempo sintesi e manifesto dell’immaginario architettonico e urbano dell’uomo contemporaneo.
85
Dal 13 Maggio al 30 Luglio barberino di mugello - barberino designer outlet
Dal 24 Giugno al 19 Settembre Roma - palazzo delle esposizioni La mostra presenta 161 ritratti: dai più grandi nomi nella storia cinematografica, iniziando con le leggende del muto come Charlie Chaplin e Mary Pickford, continuando con gli eccezionali interpreti dei primi film sonori come Marlene Dietrich, Joan Crawford, Clark Gable e Cary Grant infine per concludere con i giganti del dopoguerra come Marlon Brando, Paul Newman, Marilyn Monroe, Sophia Loren e Marcello Mastroianni.
Henri Cartier Bresson
Dal 16 Giugno al 15 Ottobre San Gimignano - galleria d’arte moderna e contemporanea “raffaele de grada” La mostra – curata in origine dall’amico ed editore Robert Delpir e realizzata in collaborazione con la Fondazione Henri Cartier-Bresson – è composta da 140 scatti che ci aiuteranno ad immergerci nel suo mondo, per scoprire il carico di ricchezza di ogni sua immagine, testimonianza di un uomo consapevole, dal lucido pensiero, verso la realtà storica e sociologica. Bresson non torna mai ad inquadrare le sue fotografie, le accetta o le scarta.