Elfo Puccini : RESPIRA IL TEATRO

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del TE A T R O

Antony Gormley BREATHE, 2016 Crude oil, linseed oil and petroleum jelly on paper, 256 x 134 cm Photograph by Peter White © the artist

ANTONY GORMLEYper il Teatro dell’Elfo

corpo

: il

ELFOPUCCINI:STAGIONETEATRALE2017-2018

9/2017 - 2 0 1 8


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il corpo

C’è ancora molto da scoprire in questa stagione dell’Elfo Puccini, molto teatro da ascoltare, da vedere, da respirare e da vivere. Trentaquattro spettacoli in una stagione che non finisce a giugno ma, al contrario di quanto annunciato, prosegue fino a luglio, con il ritorno del grande affabulatore Alessandro Bergonzoni, un nuovo progetto di Francesco Frongia, Cinemalteatro di Loris Fabiani e una personale di Alma Rosè. Attenzione quindi, sfogliate attentamente questo programma per scoprire le novità, i debutti dei grandi maestri del teatro, le formazioni più innovative e gli artisti più lucidi e sorprendenti delle nostre scene. Imperdibile il doppio appuntamento con Strindberg che fa a pezzi i rapporti di coppia: Gabriele Lavia è protagonista de Il Padre e Adriana Asti di Danza macabra.

del TE A T R O

Sono in arrivo l’omaggio a Pasolini di Ricci/Forte, il rinnovato lavoro su Otello di Elio De Capitani e Lisa Ferlazzo Natoli, la versione teatrale di un cult cinematografico firmata da Alessandro Gassmann e Maurizio De Giovanni, Dostoevskji secondo il regista russo Bogomolov e la lettura scenica del più folgorante romanzo di Carrère, L’avversario. E non poteva mancare l’appuntamento con il duo RezzaMastrella, premiato con il Leone d’oro dalla Biennale di Venezia. Molte ancora le produzioni “made in elfo”: dopo quattro anni torna Viva l’Italia, mentre sono inediti il progetto di Enzo Curcurù sulla comicità di Aristofane (e non solo) e quello destinato ai più piccoli che Elena Russo Arman ha dedicato a Leonardo. E si rinnova la rassegna Nuove storie che racconta “la famiglia” attraverso sette spettacoli di altrettanti gruppi giovani e indipendenti.


DI AUGUST STRINDBERG REGIA GABRIELE LAVIA CON GABRIELE LAVIA E CON FEDERICA DI MARTINO FONDAZIONE TEATRO DELLA TOSCANA

MAR-SAB 20.30 DOM 16.00

1 5 - 25 F EB BRA IO | SALA SHAKESPEARE

IL PADRE Dopo Brecht e Pirandello, Gabriele Lavia si confronta per la terza volta nella sua carriera con Il padre di Strindberg. La casa, la famiglia, la resa dei conti, motivi simbolici per il drammaturgo svedese, vengono qui portati a un confronto ultimativo, che si impone con la lucidità dell’allucinazione. Il Capitano di cavalleria Adolf si scontra con la moglie Laura sull’educazione da impartire alla figlia Berta. La consorte non esita a instillare nell’animo dell’uomo un dubbio atroce: la sua stessa paternità. Il lungo calvario mentale di Adolf lo sprofonda in un’angoscia devastante, fino a farlo precipitare nell’abisso della perdita di ogni “certezza ontologica”. Una partita inesorabile di dare e avere, dove ogni segno sposta la bilancia di una macchinosa contabilità cosmica. «L’azione di quest’opera – afferma Gabriele Lavia, che qui interpreta il marito, mentre Federica Di Martino è la moglie – è tutta interiore e stretta nella morsa tragica dell’unità di tempo, luogo e azione nella quale deve essere compiuto


il “delitto perfetto”: l’omicidio psichico. Il nostro spettacolo precipita l’azione dentro una vertigine di velluto rosso sangue dove il quieto salotto familiare comincia ad affondare nel naufragio di ogni certezza. È il naufragio del mondo e della storia. Ma forse la vita non è altro che un naufragio».

Gabriele Lavia nell’abisso di Strindberg

Composto in pochi mesi nel 1887, Il padre rivendica tutti i paradigmi della tragedia, nel senso più autentico del termine, mettendo a nudo i nodi irrisolti di un rapporto coniugale inaridito in regole che hanno reso moglie e marito estranei l’una all’altro, rivali, nemici. «L’intreccio del Padre – precisa il regista – è semplicissimo. Un intreccio, diciamolo pure, banale, che nelle mani di Strindberg diventa un “abisso”. O, meglio, il precipitare nell’abisso della perdita di ogni “certezza ontologica” dello statuto virile della paternità e l’avvento della condizione di “incertezza dell’essere” dell’uomo che, dunque, deve fare i conti con la cultura, la storia e addirittura, poiché Strindberg scrive una tragedia classica, con il mito».


DI GODFREY HAMILTON REGIA SANDRO MABELLINI CON ANGELO DI GENIO TEATRO DELL’ELFO

Quarta stagione per il fortunato spettacolo diretto da Sandro Mabellini, interpretato da Angelo Di Genio e accompagnato dal violoncello e pianoforte dal vivo di Antony Kevin Montanari. È il viaggio di un uomo per rincontrare il suo amore ma, soprattutto, è un viaggio interiore costellato da incontri che lo porteranno a infrangere paure e accorciare la distanza dagli altri e da se stesso, trasformandolo profondamente.

ROAD M O V I E MAR-SAB 19.30 DOM 15.30

20 F E B BRA IO - 1 M A RZO | SALA BAUSCH

Coast to coast sulle strade dell’anima

Di Genio gioca tutte le sue chance interpretative per dare spessore a quegli incontri. Il testo vuole divertire e conquistare, ma ha anche molta consapevolezza civile, ad esempio a proposito di safe sex, e anche un doveroso rispetto per la situazione del finale, che risulterà evidentemente malinconico. Si ride, ma con qualche amarezza. G I A N FR A N C O CA PIT TA il manifesto



DI ROBERTO SCARPETTI REGIA CÉSAR BRIE

MAR-SAB. 20.00 DOM 16.00

22 F E B BR A I O - 1 8 M A R ZO | SALA FASSBINDER

TEATRO DELL’ELFO E TEATRO DI ROMA

V I V A L'ITALIA

Le morti di Fausto e Iaio Lo spettacolo scritto da Roberto Scarpetti e diretto da César Brie torna in scena per commemorare il quarantennale dalla morte di Fausto Tinelli e Lorenzo Iannucci, uccisi al quartiere Casoretto il 18 marzo 1973. Dal suo debutto nel 2013, Viva l’Italia riesce a commuovere e coinvolgere spettatori di ogni generazione: «non

pretendendo di essere cronaca – riferisce Gianni Barbacetto sul Fatto quotidiano lo spettacolo riesce perfettamente a diventare tragedia civile, mettendo in scena passioni personali e politiche, sul filo della vita e della morte». Grazie ai cinque attori che si moltiplicano in una girandola di personaggi: gli amici, i compagni, i camerati, i poliziotti, i giornalisti...


Così asciugata, la vicenda emerge con una chiarezza e una plausibilità che agghiacciano. L’intuizione fa arrivare l’arte dove la giustizia arranca. Nessuna pila di atti giudiziari ci fa entrare nella testa di un terrorista meglio dei Demoni di Dostoevskij. Inoltre il testo intelligente e appassionato di Scarpetti ha stimolato un regista come César Brie, creatore di 80' di affascinante economia - qualche proiezione, l’uso ironico di un paio di bare di legno grigio che diventano anche cabine telefoniche, nascondigli, toilette, persino il pulpito donde pontifica un capo della Digos non si sa se stupido o determinato a depistare. Magnifica la prova dei cinque attori tra cui inquieta Umberto Terruso, stupido killer con la pistola nascosta in un sacchetto, inebriato dalla missione di vendetta ma anche in qualche modo a disagio. E non da meno gli altri, Andrea Bettaglio, Massimiliano Donato, Federico Manfredi e Alice Redini. M AS O L I N O D’AM ICO La Stampa


DI AUGUST STRINDBERG REGIA LUCA RONCONI CON ADRIANA ASTI, GIORGIO FERRARA, GIOVANNI CRIPPA

MAR-SAB. 20.30 DOM 16.00

2 - 1 1 M A R ZO | SALA SHAKESPEARE

TEATRO METASTASIO DI PRATO, SPOLETO57 FESTIVAL DEI 2MONDI

D A N Z A MACABRA «Danza macabra è un testo illustre, interpretato da sempre dalla critica come un exemplum della vita coniugale vissuta quale inferno domestico, in cui si confrontano e si scontrano la natura satanica della moglie, Alice (Adriana Asti), e il carattere vampiresco del marito, il Capitano (Giorgio Ferrara), che cerca di succhiare la vita del secondo uomo, Kurt (Giovanni Crippa), psicologicamente fragile e remissivo. In realtà si tratta di un’interpretazione

di maniera, depistata dalla forte sensibilità misogina dell’autore svedese. Una lettura più attenta del dramma consente invece di prendere atto che, più semplicemente, siamo di fronte all’inferno domestico di una coppia per niente infernale. La vicenda inizia e finisce su toni e timbri di misurata cordialità coniugale. È solo con l’arrivo del terzo, di Kurt, che cominciano le tensioni. Il Capitano e Alice sono come una


Adriana Asti e Giorgio Ferrara coppia “emancipata” destinata all’infelicità

Un Ronconi sorprendente, certo, e che si vede quanto si sia divertito a stravolgere tutto e dargli questa impronta noir, con una scena tutta nera di Marco Rossi che richiama subito alla mente la casa degli Addams, grazie anche ai costumi di Maurizio Galante e ai volti bianchi, cerei dei personaggi. Il tutto come se ci si trovasse su una nave in tempesta, coi mobili che scivolano da una parte all’altra del palcoscenico, e in più con tocchi vampireschi. PAO LO PET R O NI Gazzetta di Parma

coppia di attori, tranquilli quando non c’è pubblico, e subito eccitati dalla presenza di uno spettatore. L’arrivo di Kurt è l’occasione perché entrambi i coniugi si animino e si esibiscano, calandosi ciascuno di essi nel proprio personaggio: il vampiro per il Capitano, e la femmina diabolica per Alice, che seduce il timido Kurt. La fuga finale di Kurt riporta la coppia al punto di partenza, alla calma routine esistenziale.

Per Ronconi siamo cioè di fronte alla rappresentazione di una storia infernale ma risibile, che fa pensare curiosamente al vaudeville di Courteline, Les Boulingrin, andato in scena nel 1898, pochi anni prima della stesura di Danza macabra (1900), in cui i coniugi Boulingrin si scatenano all’arrivo di un ospite in visita, su cui proiettano farsescamente le tensioni della coppia borghese». ROBERTO ALONGE


MONOLOGHI DI E CON OSCAR DE SUMMA

DIARIO DI PROVINCIA STASERA SONO IN VENA LA CORTE OSPITALE

LA SORELLA DI GESUCRISTO LA CORTE OSPITALE, ATTODUE ARMUNIA – CASTIGLIONCELLO

Tre piccole storie che inventano un’epica Una fotografia ironica, impietosa e a sprazzi drammatica della Puglia degli anni Ottanta e di una gioventù senza prospettive. Con questa Trilogia Oscar De Summa si è guadagnato il Premio Hystrio 2016: «scrive, ma anche incarna, interprete multiforme e carismatico, un trittico per voce sola che racconta con arguzia amara i chiaroscuri di una terra che è anche geografia dell’anima». E nel 2017 ha vinto il Premio Mariangela Melato.

MAR-SAB 19.30 DOM 15.30

6 - 1 1 M A R ZO | SALA BAUSCH

T R I L O G I A DELLA PROVINCIA

Due spettacoli tutti suoi ( Stasera sono in vena e La sorella di Gesucristo ) che splendono della più bella prosa italiana, non solo teatrale, in cui mi sia imbattuto negli ultimi anni F R A NC O C O R D E L L I Corriere della Sera

Diario di Provincia (in scena il 6 marzo) è l’affresco di un paese dove non succede niente, solo la depressione da calura estiva. Stare nella piazza deserta a guardare le cosce delle donne, bere e rubare alla luce del sole: questa è la Puglia amata e odiata dal protagonista, un ragazzo che dice no all’asfissia dei giorni eternamente uguali. Stasera sono in vena (7 e 8 marzo) «inizia urlando il rock più duro, per arrivare a un drammatico ritratto di gioventù di provincia, prigioniera della droga e dei luoghi comuni e violenti. Un racconto bello e significativo, pieno di pathos e di intelligenza». La sorella di Gesucristo (9, 10 e 11 marzo) è una storia tanto semplice quanto terribile. Una ragazza prende in mano una pistola Smith & Wesson e attraversa il paese per andare a sparare al ragazzo che la sera prima l’ha costretta a subire una violenza. Una camminata semplice, determinata, senza appelli, pubblica, che obbliga tutti coloro che la incontrano a prendere una posizione.


F U O R I

P R O G R A M M A

12/ 16 MARZO

TEATRO SENZA BARRIERE Workshop di formazione per audiodescrizione e sottotitolaggio per spettacoli teatrali Info: A.I.A.C.E. Milano www.mostrainvideo.com info@mostrainvideo.com tel 02 462094

11 GIUGNO

NARRAZIONI MELODICHE DEL GIAPPONE NANAFUKU TAMAGAWA E L’ARTE DEL ROKYOKU

Conferenza-spettacolo sulla tradizionale arte del cantastorie Asiateatro in collaborazione con Teatro dell’Elfo

APRILE - GIUGNO

IL TEATRO DELLE PAROLE Corso di scrittura e tecniche narrative a cura di Iaia Caputo Info: iaiacap60@gmail.com

22/29 MAGGIO

LAIV ACTION

Festival dei laboratori delle arti interpretative dal vivo Un progetto di Fondazione Cariplo www.progettolaiv.it

9/ 11 GIUGNO

PREMIO HYSTRIO www.premiohystrio.org

12/29 GIUGNO

ATIR IN RESIDENZA ALL’ELFO PUCCINI spettacoli, incontri, laboratori www.atirteatroringhiera.it

9/ 13 LUGLIO

WORKSHOP

di Carrozzeria Orfeo per attori professionisti (selezione da cv)


DRAMMATURGIA RICCI/FORTE
 REGIA STEFANO RICCI

MAR-SAB 21.30 DOM 17.30

1 3 - 1 8 M A R ZO | SALA SHAKESPEARE

RICCI/FORTE, CSS TEATRO STABILE DI INNOVAZIONE DEL FVG

PPP ULTIMO INVENTARIO PRIMA DI LIQUIDAZIONE Omaggio a Pier Paolo Pasolini Uno smascheramento della società attraverso lo sguardo visionario e critico dell’ensemble Ricci/Forte, che da sempre s’interroga sulle metamorfosi del presente. E attraverso i romanzi di Pier Paolo Pasolini, terreno civile disseminato da spiazzamenti continui, cadute e riprese tematiche. Un cast internazionale di

performer prova a restituire il bisogno di etica che l’autore denunciava. Lingue e nazionalità differenti diventano il collante della frammentarietà, di questo conteggio delle macerie. Per una condivisione autentica delle istanze che muovono le nuove generazioni europee, impantanate in questo vischioso apparente benessere.


Eppure c’è voglia di energia positiva, come quando una danza delle ragazze su una canzone tedesca d’epoca squarcia una visione che vagheggia Bausch. E c’è voglia, se non di assolversi, almeno di capirsi meglio in profondità. C’è un’infanzia collettiva che è in qualche modo purezza: rispetto alla banalità del male quotidiano dei nostri giorni, e come consapevolezza di quella età felice e lontana in cui omologazione e globalizzazione erano fantasmi lontani, pericoli incombenti, che nessuno poteva immaginare si facessero assoluti; a parte PPP naturalmente. G I A N FR A N C O CA P I TTA il manifesto

Se tracce di pneumatici riservarono un martirio al corpo di Pasolini sulla spiaggia di Ostia, ora una catasta immensa di copertoni bianchi di polvere si staglia sulla scena di un rito contemporaneo di folgorante senso e bellezza a lui dedicato. Opera di estrema importanza sociale, poema di copiosi linguaggi letterari e artistici e spettacolo di rara coscienza intima, PPP Ultimo inventario prima di liquidazione è anche un lavoro che radicalmente volta la pagina espressiva di un gruppo percepito finora per un lessico fisico e travolgente.

MAR-SAB 19.30 DOM 15.30

20 - 25 MA R ZO / 4 - 8 A PR IL E | SALA BAUSCH

R O D O L F O D I G IA MMA RC O la Repubblica


DI E CON ELENA RUSSO ARMAN MUSICA A CURA DI ALESSANDRA NOVAGA TEATRO DELL’ELFO

MAR-SAB 19.30 DOM 15.30

20 - 25 MA R ZO / 4 - 8 A PR IL E | SALA BAUSCH

Immaginate un grande libro, chiuso, che attende di essere aperto. Immaginate che questo libro contenga la storia del più grande uomo del Rinascimento: Leonardo da Vinci. Immaginate ora che il racconto contenuto nel libro non sia fatto solo di parole, ma che, come per incanto, una volta aperto ci riveli un mondo in tre dimensioni e che, pagina dopo pagina, ripercorra la vita del

grande artista: l’infanzia nel villaggio di Vinci, l’apprendistato a Firenze, il periodo felice del primo soggiorno a Milano, l’incertezza e il suo continuo peregrinare, fino agli ultimi giorni alla corte del re di Francia. A raccontarci i successi, ma anche le difficoltà di questo incredibile personaggio, è Elena Russo Arman, una cantastorie d’eccezione che ha

L E O N A R D O, CHE GENIO!


interamente progettato e realizzato questo libro pop-up che avrebbe forse divertito Leonardo, sempre attento a intrattenere e sorprendere il suo pubblico. Il mondo che prende vita davanti ai nostri occhi è un mondo di carta, quella stessa carta di cui Leonardo si è servito per tutta la vita, osservando e annotando incessantemente ciò che lo circondava, con vivace curiosità e desiderio di conoscenza.

Lui, che amava definirsi “omo sanza lettere”, cioè “uomo illetterato” perché non aveva studiato il latino, è stato tante cose al tempo stesso: pittore, disegnatore, architetto, scienziato, urbanista, inventore di macchine da guerra, ingegnere idraulico, musicista, scrittore e scenografo. Un artista così eclettico ed enigmatico per il quale viene comunemente usata la definizione di “genio”.

Uno spettacolo pop up


DI MOLIÈRE ADATTAMENTO E REGIA MONICA CONTI ELSINOR CENTRO DI PRODUZIONE TEATRALE

MAR-SAB 21.00 DOM 16.30

20 - 25 M A RZO | SALA FASSBINDER

La folle giornata di Alceste nel teatrino del mondo

Opera in cinque atti, rappresentata per la prima volta nel 1666, Il misantropo ha visto nei secoli le più diverse interpretazioni. Il progetto di Monica Conti, al suo quarto incontro con l’autore (dopo Medico per forza, Dispetto d’amore e Le intellettuali), nasce dalla necessità di presentare a un pubblico il più vasto possibile dei classici “riscritti” attraverso un grande lavoro attoriale sul corpo e sulla parola. La ricerca registica indaga gli stati d’animo, le relazioni, le situazioni , i sottotesti e la musica. Già ne Le intellettuali si erano rivelati importanti la musicalità, il ritmo dei dialoghi e l’atletismo verbale che ne consegue. Nel Misantropo prosegue

IL MISANTROPO Dopo Le intellettuali un altro Molière messo in scena da Monica Conti. I toni satirici di queste due opere sono diversi, gli stili di approccio (e d’interpretazione) altrettanto. Ciò che ne Le intellettuali era asciutto, nel Misantropo è sfuggente, quasi liquido; ciò che era realistico, oggi è, in termini culturali, espressionista. Ma in termini non culturali possiamo a ragion veduta definirlo eccessivo: tutto lo spettacolo è fondato su furia e rabbia. La folle journée di Alceste diventa una pazza giornata per tutti gli altri. F R A NC O C O R D EL L I Corriere della Sera

questo lavoro, teso a dare rilievo al ritmo e al suono non come forme estetiche, ma come forme di espressione dell’inconscio. Qui Alceste, il protagonista interpretato da Roberto Trifirò, è un eroe tragicomico, infelice, disorientato e violento. È uno spettatore della vita eternamente immobilizzato nel suo scontento.


DI E CON ROBERTO LATINI FORTEBRACCIO TEATRO

«La riscrittura di una riscrittura: alla fine degli anni “70 Heiner Müller componeva un testo che era liberamente ispirato all’Amleto di Shakespeare. Oggi, tentiamo una scrittura scenica liberamente ispirata a Die Hamletmaschine di Heiner Müller. Lo facciamo tornando a Shakespeare, ad Amleto, con gli occhi di Fortebraccio, con l’architettura di Müller, su un palcoscenico sospeso tra l’essere e il sembrare. Intitoliamo a Fortebraccio il nostro sguardo sul contemporaneo, la caccia all’inquietudine nel fondo profondo del nostro centro, per riscriverci, in un momento fondamentale del nostro percorso».

Non si vorrebbe anticipare alcunché di Amleto die Fortimbrasmachine di Roberto Latini per lasciare allo spettatore il piacere assoluto di una prova di attore di inusuale intensità. Si vorrebbe svelare il meno possibile di questa riscrittura di Amleto che viaggia con coraggio e vertigine fra Shakespeare e Heiner Muller, passando per Marilyn Monroe, Blade Runner, Totò, Leo de Berardinis, Carmelo Bene. Questa renitenza inattuabile vorrebbe solo tutelare il piacere e lo stupore assoluti di chi assite... N I C O LA A RRIGO NI Sipario

MAR-SAB 21.00 DOM 16.30

+ DIE FORTINBRASMACHINE

4 - 8 AP RI L E | SALA FASSBINDER

AMLETO


DI JOHN HODGE TRADUZIONE E REGIA BRUNO FORNASARI

MER-SAB 20.30 DOM 16.00

21 - 25 M A RZO | SALA SHAKESPEARE

TEATRO FILODRAMMATICI DI MILANO

COLL ABORATORS All’ombra del grande dittatore Arriva all’Elfo Collaborators, un successo messo a segno da Bruno Fornasari e Tommaso Amadio, direttori del Teatro Filodrammatici. La commedia amara di John Hodge (sceneggiatore di Trainspotting, Piccoli omicidi tra amici, The Beach, Trainspotting 2) affronta il delicato argomento della relazione tra regime e cultura, tra potere e creazione artistica. Mosca 1939. A Michail Bulgakov, ex scrittore di successo ora mal visto

dall’intellighenzia sovietica, viene proposto di scrivere una commedia su Stalin per celebrarne il sessantesimo compleanno. Scrivere un testo che tinga di eroismo le origini e la giovinezza dell’uomo che lui considera un tiranno spietato, potrebbe salvargli la carriera, ma si trova a fare i conti con le convinzioni che l’hanno fin qui portato a essere censurato e sgradito al regime. Che fare? Per proteggere se stesso e la moglie Yelena, Bulgakov accetta.


Un testo onirico ma concretissimo. Che indaga il rapporto fra arte e potere, attraverso le figure di Bulgakov e Stalin. Carillon corale senza confini di spazio e di tempo. Con ben 14 attori in scena! Complimenti a Fornasari che ci ha visto lungo. D I E G O V I N C E N TI Il giorno

Collaborators è un miracolo di equilibrio e intelligenza registica. Spiazza le aspettative dello spettatore, facendo sentire sulla pelle tutta la fascinazione per il male e l’irragionevolezza del Potere. In nulla sacrificando la complessità impressa alla vicenda da Hodge, ma anzi denunciando i meccanismi della censura laddove questi si fanno più forti, seducenti, perversamente totalizzanti: la manipolazione delle coscienze. RO B ERTO R IZZE NT E Hystrio

La parte del leone la fanno Tommaso Amadio nei panni di Bulgakov e Alberto Mancioppi in quella di Stalin, visibilmente ispirati dalle rispettive parti, bravi a trascinare il resto del solido cast. MICHELE WEISS La Stampa


DI DALE WASSERMAN ADATTAMENTO MAURIZIO DE GIOVANNI UNO SPETTACOLO DI ALESSANDRO GASSMANN FONDAZIONE TEATRO DI NAPOLI TEATRO BELLINI

QUALCUNO V O L Ò SUL NIDO DEL C U C U L O MAR-SAB 20.30 DOM 16.00

10 - 15 A PR IL E | SALA SHAKESPEARE

Nell'inedita versione italo-partenopea di Maurizio De Giovanni Le Grandi Storie si riconoscono subito. Raccontano, in maniera semplice e comprensibile, quello che tutti abbiamo in comune: sentimenti, passioni, amicizia, amore, disperazione. Qualcuno volò sul nido del cuculo è una storia americana fatta di slang e memorie degli anni Cinquanta, di veterani e polverose province. A renderla celebre è stato il film di Miloš Forman interpretato da Jack Nicholson, che si basa sulla versione teatrale di Broadway. Alessandro Gassmann l’ha portata in scena, rendendola ancora più coinvolgente e a noi vicina grazie all’adattamento di De Giovanni, che l’ha ambientata nel 1982 nell'Ospedale psichiatrico di Aversa.


«La malattia, la diversità, la coercizione, la privazione della libertà sono temi che da sempre mi coinvolgono e che amo portare in scena con i miei spettacoli. Dario (il mio protagonista) è un ribelle anticonformista che comprende subito la condizione dei suoi compagni di ospedale, creature vulnerabili, passive e inerti. Da quel momento si renderà paladino di una battaglia nei confronti di un sistema repressivo, ingiusto, dannoso e crudele, affrontando così anche un suo percorso interiore che si concluderà tragicamente, ma riscatterà una vita sregolata e inconcludente. E, attraverso di lui, i pazienti riusciranno a individuare qualcosa che continua a esser loro negato: la speranza di essere compresi, di poter assumere il controllo della propria vita, la speranza di essere liberi. Un testo che è una lezione d’impegno civile, una straordinaria metafora sul rapporto tra individuo e potere costituito, sui meccanismi repressivi della società, sul condizionamento dell'uomo da parte di altri uomini. Un grido di denuncia che scuote le coscienze e che fa riflettere». ALESSANDRO GASSMANN

Il tutto funziona a meraviglia e i gustosi ritrattini di maniaci che a conoscerli smettono di essere allarmanti sono eccellentemente coordinati e valorizzati dalla regia. M A S O L I N O D ’A M I C O La Stampa

Lo spettacolo funziona ed emoziona e mette in luce la bella prova di un dirompente e appropriato Daniele Russo nei panni dello spavaldo delinquente, e quella di una bravissima, e bella, Elisabetta Valgoi, l'algida e inflessibile direttrice. GIUSEPPE DI STEFANO Il Sole 24ore


E L F O PUCCINI T

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T

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15 - 25 FEBBRAIO | SALA SHAKESPEARE

20 - 25 MARZO / 4 - 8 APRILE | SALA BAUSCH

IL PADRE

DI E CON ELENA RUSSO ARMAN

GABRIELE LAVIA

DI AUGUST STRINDBERG

LEONARDO, CHE GENIO! 20 - 25 MARZO | SALA FASSBINDER

ANGELO DI GENIO

IL MISANTROPO

ROAD MOVIE

DI MOLIÈRE REGIA MONICA CONTI

22 FEBBRAIO - 18 MARZO | SALA FASSBINDER

21 - 25 MARZO | SALA SHAKESPEARE

20 FEBBRAIO - 1 MARZO | SALA BAUSCH

VIVA L’ITALIA

DI ROBERTO SCARPETTI REGIA CÉSAR BRIE

2 - 11 MARZO | SALA SHAKESPEARE ADRIANA ASTI GIORGIO FERRARA GIOVANNI CRIPPA

DANZA MACABRA

DI AUGUST STRINDBERG REGIA LUCA RONCONI

6 - 11 MARZO | SALA BAUSCH OSCAR DE SUMMA

TRILOGIA DELLA PROVINCIA

DIARIO DI PROVINCIA 6 MARZO STASERA SONO IN VENA 7 - 8 MARZO LA SORELLA DI GESUCRISTO 9 - 11 MARZO 13 - 18 MARZO | SALA SHAKESPEARE

RICCI / FORTE

PPP ULTIMO INVENTARIO PRIMA DI LIQUIDAZIONE

TEATRO FILODRAMMATICI

COLLABORATORS

DI JOHN HODGE REGIA BRUNO FORNASARI

4 - 8 APRILE | SALA FASSBINDER ROBERTO LATINI

AMLETO + DIE FORTINBRASMACHINE 10 - 15 APRILE | SALA SHAKESPEARE

QUALCUNO VOLÒ SUL NIDO DEL CUCULO DI DALE WASSERMAN REGIA ALESSANDRO GASSMAN

10 - 15 APRILE | SALA FASSBINDER WALTER LEONARDI

COMA QUANDO FIORI PIOVE

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STAGIONE C

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2017 - 2 0 1 8 T

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10 - 22 APRILE | SALA BAUSCH

4 - 8 GIUGNO | SALA SHAKESPEARE

ARISTOFANE SHOW!

FOTOFINISH

ENZO CURCURÙ

17 - 24 APRILE | SALA SHAKESPEARE

DELITTO E CASTIGO DI FEDOR DOSTOEVSKIJ ADATTAMENTO E REGIA KONSTANTIN BOGOMOLOV

18 - 29 APRILE | SALA FASSBINDER

INVISIBILE KOLLETTIVO

L’AVVERSARIO

DI EMMANUEL CARRÈRE

N

E

REZZA MASTRELLA

4 - 8 GIUGNO | SALA BAUSCH

CORRADO ACCORDINO

COSÌ TANTA BELLEZZA 25 - 26 GIUGNO | SALA SHAKESPEARE

BANDA OSIRIS, FEDERICO TADDIA TELMO PIEVANI

IL MASCHIO INUTILE 2 - 13 LUGLIO | SALA SHAKESPEARE

27 APRILE - 20 MAGGIO | SALA SHAKESPEARE

IL NUOVO SPETTACOLO DI ALESSANDRO BERGONZONI

OTELLO

3 - 6 LUGLIO | SALA FASSBINDER

ELIO DE CAPITANI FEDERICO VANNI

DI WILLIAM SHAKESPEARE REGIA ELIO DE CAPITANI E LISA FERLAZZO NATOLI

CINEMALTEATRO

TESTI E REGIA DI LORIS FABIANI

3 - 13 MAGGIO | SALA FASSBINDER

9 - 13 LUGLIO | SALA BAUSCH

STRATEGIE FATALI

10 - 13 LUGLIO | SALA FASSBINDER

MUSELLAMAZZARELLI

16 - 20 MAGGIO | SALA FASSBINDER

DONNE CHE SOGNARONO CAVALLI DI DANIEL VERONESE REGIA ROBERTO RUSTIONI

PERSONALE ALMA ROSÉ LA LINGUA LANGUE

OVVERO COME IMPARARE LA LINGUA ITALIANA E VIVERE FELICI TESTO E REGIA DI FRANCESCO FRONGIA CON NICOLA STRAVALACI

* PRODUZIONI E COPRODUZIONI TEATRO DELL’ELFO

A



: OGNI FAMIGLIA HA UN SEGRETO,

E IL SEGRETO È CHE NON È COME LE ALTRE FAMIGLIE

NUOVE STORIE quest’anno si trasforma, diventa una rassegna, un mini festival che in poco meno di un mese raccoglie sette compagnie ospiti e altrettanti spettacoli sotto una bandiera tematica comune: indagare il tema della famiglia e i conflitti che la animano. Apriamo con la nuova produzione di Phoebe Zeitgesit che ha affidato la drammaturgia di MALAGRAZIA a Michelangelo Zeno (27/29 aprile). Fabio Modesti ci accompagna nella sua MALEDETTA METROPOLI, uno spettacolo di burattini per adulti, per vedere gli effetti devastanti del virus detto “uomo” (2/4 maggio).

POSTO UNICO € 15 RIDOTTO ABBONATI € 11,50

The Baby walk tornano con STABAT MATER (5/7 maggio), secondo capitolo della loro Trilogia sull’identità, dove Laura Marinoni è la madre (in video) da cui l’interprete deve emanciparsi. Dal profondo sud d’Italia viene lo struggente e feroce VACANZE DEI SIGNORI LAGONIA di Francesco Colella e Francesco Lagi (8/10 maggio). Uno scontro tra uomini è quello che vede il ritorno all’Elfo di Kronoteatro (11/13 maggio) che con CANNIBALI mette sul ring padri e figli in perenne lotta per la supremazia. Andiamo in Germania, grazie al testo di Philipp Löhle, nel divertente e dissacrante BANDIERINE AL VENTO della compagnia Evoé (15/17 maggio). Emiliano Brioschi ha chiesto a tre autori di scrivere per lui un trittico sulle difficoltà di essere o non essere padri oggi, lo spettacolo si intitola XY (18/20 maggio). Nuove storie 2018, curata da Francesco Frongia, racconta, tramite il mondo del palcoscenico, di madri, padri, figli, mariti, mogli, per discutere e ridere di noi che siamo, inevitabilmente, parte di quel mondo.


TRADUZIONE SCENICA E REGIA ENRICO ZACCHEO CON ENZO CURCURÙ TEATRO DELL’ELFO

MAR-SAB 19.30 DOM 15.30

1 0 - 22 A PR IL E | SALA BAUSCH

La satira ieri, oggi e domani

ARISTOFANE S H O W ! Aristofane Show! – interpretato da Enzo Curcurù one man show – intreccia 14 grandi personaggi del grande commediografo greco, passando da Lisistrata ad Acarnesi da Le nuvole a Tesmoforiazuse in un iperbolico meccanismo comico, accompagnato da canzoni politically s-correct. Con un linguaggio semplice, impreziosito dalle musiche della commedia all’italiana (Rota, Trovajoli, Morricone), la prospettiva temporale si avvicina ai nostri giorni, intessendo alle parole di Aristofane le parole di Ennio Flaiano.

Per ridere anche di noi. Se il Neorealismo è stato la rilettura della devastazione portata dalla Seconda Guerra Mondiale, possiamo dire che la commedia, col giusto decanto, è stata la nuova linfa che ha nutrito il senso di appartenenza e di consapevolezza di una società. Aristofane Show! traccia un arco, dalla nascita della commedia fino alla commedia all’italiana in una follia di numeri, battute, situazioni comiche, dove non manca un omaggio a Totò, il principe della risata, ma anche a Risi, Monicelli, Scola. ENRICO ZACCHEO

In una nota sentenza del 2014 la Corte di Cassazione specifica inequivocabilmente il concetto di satira e i margini che ne garantiscano la libertà, qualora i nostri contemporanei – come nell’Atene dell’epoca – cadessero nella tentazione di censurare attori ed autori.



Arte, scienza, emozione. La carta che apre una regione

120+ musei, 365 giorni, 45 euro Abbonamento Musei: l’unica tessera che dà accesso illimitato per un anno a musei e mostre in tutta la Lombardia. Per gli abbonati alla stagione 2017/18 del Teatro Elfo Puccini: tariffa speciale 40 euro abbonamentomusei.it


Il nuovo lavoro di Walter Leonardi e Carlo G. Gabardini, tra i vincitori dell’edizione 2017 dei Teatri del sacro, sfida temi esistenziali senza perdere la leggerezza. Anche grazie al cast di attori che gli spettatori milanesi conoscono e amano: Walter Leonardi, Flavio Pirini, Alice Redini, Paola Tintinelli. Un uomo viaggia in macchina. Alla prima sosta accetta di dare un passaggio a un tipo un po' strano che nel corso della storia si rivelerà essere Dio. La presenza di questo atipico autostoppista porterà l'uomo a fare un bilancio dei suoi primi cinquant'anni, momenti significativi del suo passato riaffioreranno insieme a situazioni di altre vite che avrebbe potuto vivere. Un viaggio attraverso ciò che ha fatto e ciò che non è riuscito a fare, gli amori vissuti e sognati, i lutti, la famiglia, la sua visione ormai cinica e distaccata della situazione politica e sociale del mondo, la paura, l’inesorabile avvicinamento della morte. Un viaggio fisico con Dio e un viaggio lisergico con la propria coscienza. Un pretesto per riflettere e ridere su temi che pesano come macigni sulla vita di tutti i giorni. Un racconto comico, cinico, onirico, messo in scena con semplici immagini, oggetti ed espedienti che, traendo ispirazione dal nouveau cirque, generano sorpresa e incanto.

COMA QUANDO FIORI PIOVE

Un viaggio lisergico con Dio e con la propria coscienza

MAR-SAB 21.00 DOM 16.30

BUSTER CON LA CORTE OSPITALE

1 0 - 15 A PR IL E | SALA FASSBINDER

DI WALTER LEONARDI E CARLO G. GABARDINI


DI FEDOR DOSTOEVSKIJ ADATTAMENTO E REGIA KONSTANTIN BOGOMOLOV EMILIA ROMAGNA TEATRO FONDAZIONE

DELITTO E CASTIGO DOM: 16.00 LUN-SAB 20.30

17 - 24 A PR IL E | SALA SHAKESPEARE

Quarant’anni, moscovita, Konstantin Bogomolov è tra le voci più lucide della scena contemporanea russa. Nella sua produzione degli ultimi anni ha ripensato per il teatro i testi dello scrittore russo, a partire dai I fratelli Karamazov, affrontando poi L’idiota. Da qui la scelta di Emilia Romagna Teatro di affidargli la regia di Delitto e castigo, coinvolgendo un cast tutto


italiano, pronto a immergersi nel suo stile anticonvenzionale e controcorrente. Bogomolov rifiuta ogni approccio tradizionale: «Dostoevskij è uno degli autori più interessanti anche se esiste verso di lui un ingiustificato approccio romantico; è considerato una sorta di essenza delle passioni russe, senza che se ne veda il cinismo».

Il capolavoro russo è ridotto e rimontato con gusto inedito. San Pietroburgo è un anonimo tinello anni Cinquanta e Raskol’nikov non è più tormentato dalla sua crudeltà: è un ‘finto negro’ (un attore tinto di marrone e parrucca corvina) in tuta e sneakers, indolente, spudorato con madre e sorella che ballano il ‘movimento sensuale’ e fanno shopping all’Ovs. Mikolka è un disturbato, Sonja una teenager, Porfirij Petrovic un gay. Nessuno qui si angoscia del proprio ‘male’, ognuno preoccupato com’è di sé e di ciò a cui rinuncia.

Dostoevskij in tinello

ANNA BANDET T INI la Repubblica


DI EMMANUEL CARRÈRE UNA LETTURA SCENICA DI INVISIBILE KOLLETTIVO TEATRO DELL’ELFO

MAR-SAB 21.00 DOM 16.30

18 - 29 A P RI LE | SALA FASSBINDER

L'AV V E R S A R I O Che è dentro e fuori di noi Il 9 gennaio 1993 a Prévessin-Moëns, nella Francia orientale, Jean-Claude Romand ha ucciso moglie, figli e genitori. Poi ha tentato, invano, di suicidarsi. Le indagini hanno rivelato che non era un medico come aveva sempre sostenuto e, cosa ancora più difficile da credere, non era nient'altro. Mentiva da diciotto anni e l'identità fittizia che si era costruito non copriva nulla. Quando stava per essere scoperto, ha preferito sopprimere tutte le persone di cui non avrebbe mai potuto reggere lo sguardo ed è stato condannato all'ergastolo. Scrive Emmanuel Carrère, che a questa vicenda ha dedicato uno dei suoi libri più folgoranti: «Io sono entrato in contatto con lui, ho assistito al suo processo, e ho tentato di raccontare con precisione, giorno dopo giorno, questa vita di solitudine, d'impostura e d'assenza. Di immaginare


cosa gli passasse per la testa durante le lunghe ore vuote, senza progetti né testimoni, che avrebbe dovuto trascorrere al lavoro e invece passava nei parcheggi autostradali o nei boschi del Jura. Di capire che cosa, in un'esperienza umana tanto estrema, mi ha toccato così da vicino. E tocca, credo, ciascuno di noi». Questa storia è diventata il punto di partenza di Invisibile Kollettivo - ovvero Nicola Bortolotti, Lorenzo Fontana, Alessandro Mor, Franca Penone, Elena Russo Arman - per indagare un disagio che ha a che fare con il senso di inadeguatezza rispetto alla realtà che ci circonda, con il sentirsi sempre non all'altezza delle richieste che ci arrivano dall'esterno, con l'incapacità di fare i conti con l'altro, con i suoi desideri, con quello che ci si aspetta da noi.


DI WILLIAM SHAKESPEARE REGIA ELIO DE CAPITANI E LISA FERLAZZO NATOLI

MAR-SAB 20.30 DOM 16.00

27 A P R IL E - 20 MAGG I O | SALA SHAKESPEARE

TEATRO DELL’ELFO

OTELLO La vicenda di Otello è un congegno misterioso che innesca una risposta emotiva sui presupposti ideologici e i fantasmi dell'inconscio collettivo. Elio De Capitani e Lisa Ferlazzo Natoli, co-registi nell’edizione del 2016, approfondiscono la ricerca nel cuore del meccanismo drammatico e del testo, per portare in primo piano tutta la stratificazione dei suoi significati: tragedia della gelosia e del sesso, ma anche dei rapporti inter-razziali e culturali, del dubbio e della potenza manipolatoria delle

parole. Una lettura contemporanea che si fonda sulla fluida traduzione di Ferdinando Bruni e sulla dicotomia di luci e ombre che le scene di Carlo Sala moltiplicano attraverso le grate, gli ori e le trasparenze di grandi sipari. Nel cast guidato da Elio De Capitani (Otello) e da Federico Vanni (Iago) entra quest’anno Emilia Scarpati Fanetti e tornano Alessandro Averone, Cristina Crippa, Angelo Di Genio, Carolina Cametti, Gabriele Calindri, Massimo Somaglino, Michele Costabile .


La parte buia del maschio

Ora forse, all’ennesima rappresentazione e versione, ho un’intuizione semplice: Shakespeare in Otello rappresenta il femminicidio, lo sport più antico dell’umanità, la violenza che il maschio spesso esercita sulla donna per il puro piacere di reprimerne la presenza in se stesso e nel mondo. (...) Otello , la parte buia del maschio, portato agli estremi, semplificato. Shakespeare, che vede tutto, scrive in Otello la tragedia del femminicidio. Questa la netta impressione dello spettacolo. Incisivo, perché mosso da un’idea forte; qui, a mio parere, l’attesa presciente della morte di Desdemona salmodiante sui gradini di una scala senza zenit, canta come Ofelia prima di andarsene verso la morte per acqua. R O B ERTO MU S SA P I Avvenire


SCRITTO E DIRETTO DA LINO MUSELLA E PAOLO MAZZARELLI MARCHE TEATRO

La vita e il teatro si toccano nel segno di Shakespeare

MAR-SAB 21.00 DOM 16.30

3 - 1 3 M AGGI O | SALA FASSBINDER

STRATEGIE F A T A L I È il Teatro, inteso sia come ambiente fisico che come ultimo possibile luogo di indagine metafisica, il grande tema di questo spettacolo. Ecco quindi tre storie che si intrecciano: sette attori, ovvero Marco Foschi, Annibale Pavone, Paolo Mazzarelli, Lino Musella, Laura Graziosi, Astrid Casali, Giulia Salvarani, interpretano sedici personaggi, per un’unica multiforme indagine. La compagnia MusellaMazzarelli, dopo il successo de La società (vincitore del Premio della Critica 2014) arricchisce qui il suo gioco teatrale e, usando Shakespeare e Baudrillard come chiavi, apre le porte a un numero crescente di compagni di scena, ma tiene fede alla sua cifra stilistica che si muove sul confine sottile fra comico e tragico. Un confine in cui la vita e il teatro si toccano e, insieme, prendono aria, fuoco, luce.

La vicenda di una compagnia teatrale alle prese con Otello , sotto la guida di un regista dalle idee incomprensibili, è incastonata in una macro-vignetta di due grotteschi investigatori sulle tracce di un ragazzo scomparso in un teatro abbandonato. A sostituire Otello e Desdemona arrivano Alberto, attore belloccio che ha ormai sfondato nella fiction, e la sua giovanissima compagna Sara, che nasconde un segreto scomodo riguardo alle proprie abitudini sessuali. Ma se il teatro riesce, come accade qui, a raccontare il mondo realizzando con coraggio cambi di segno così repentini e ricreando quell’infarto del reale, esso può davvero costituire l’antidoto agli oscuri presagi di Baudrillard. «Perché una scena abbia senso ci vuole l’illusione». S E R G IO LO GATTO Teatro e Critica


DI DANIEL VERONESE ADATTAMENTO E REGIA ROBERTO RUSTIONI FATTORE K, SARDEGNA TEATRO, FESTIVAL DELLE COLLINE TORINESI

Un pranzo di famiglia, tre fratelli con le rispettive mogli e una sequenza di bugie, tradimenti, sospetti, competizioni continue e ridicole che si alternano in un'atmosfera torbida e tragicomica. Nel testo di Veronese la violenza nella famiglia e nelle coppie rima con la violenza nella Storia, quella della dittatura Argentina. Ma l'attenzione è sulle relazioni umane, sulle dinamiche banali e quotidiane che possono rivelare inaspettatamente un fondo di orrore.

La realtà, innanzitutto, la vita prima di ogni altra cosa. In quest’opera gli enigmi non vengono risolti e i nodi non sono mai sciolti. Del resto ci sono risposte alla crudeltà? All’ineluttabilità della violenza? Non credo. Nel mistero della vita forse troviamo qualcosa. L’obiettivo – spero riuscito – è che gli spettatori sentano di essere dentro questa piccola stanza accanto ai sei personaggi. Come se partecipassero direttamente a questa strana cena in un microcosmo violento e nello stesso tempo ironico, ricco di humor nero. La stanza è veramente piccola, manca l’aria, è asfissiante, viene voglia di fuggire, di andarsene lontano come Lucera, la protagonista. Fuggire dalla violenza, una volta per tutte. ROBERTO RUSTIONI

MER-SAB 21.00 DOM 16.30

e bugie

16 - 20 M AG GIO | SALA FASSBINDER

DONNE CHE SOGNARONO C A V A L L I Segreti


DI E CON CORRADO ACCORDINO LA DANZA IMMOBILE, TEATRO BINARIO 7

COSÌ TANTA B E L L E Z Z A

LUN-VEN 19.30

4 - 8 GI UG NO | SALA BAUSCH

Farsi sorprendere dalla vita Un invito a non lasciarci sfuggire le occasioni di bellezza che quotidianamente accadono intorno a noi, un'esortazione a vivere il "qui e ora", liberandosi dalle strutture. La bellezza di dire ciò che potrebbe essere meglio per sé e per gli altri, di essere se stessi, la bellezza di guardare

alla nostra esistenza con ironia e leggerezza. Lo spettacolo di Accordino prova a raccontare tutto questo delineando la figura di un uomo normale alle prese con la quotidianità. Un uomo, una moglie, due figli, un lavoro dignitoso, qualche amico per il fine settimana.

Accordino anima questo personaggio con precisione e trasporto, così che una forte attesa aleggia in platea. Succede allora un fatto finalmente imprevisto: il personaggio perde l’uso della parola, dice parole che non hanno significato, e nonostante questo è calmo e sereno... Non sa più usare questo magnifico strumento, il linguaggio, e per questo il regista glielo toglie. Ma questo togliere non crea senso di mancanza, ma di pace, perché la bellezza è anche perdere, liberarsi delle strutture per ricominciare. S H E I LA KA H N teatro.it


(MAI) SCRITTO DA ANTONIO REZZA ALLESTIMENTO SCENICO FLAVIA MASTRELLA CON ANTONIO REZZA E CON IVAN BELLAVISTA

Rezza e Mastrella: Leoni d’oro per il Teatro alla Biennale di Venezia 2018 Antonio Rezza e Flavia Mastrella in trent’anni di attività hanno realizzato 13 opere teatrali, film e trasmissioni televisive, ottenuto i principali riconoscimenti del teatro. Con i loro spettacoli hanno girato il mondo: dall’Italia a Parigi, passando per Mosca e Madrid e il loro Pitecus è stato rappresentato al teatro La Mama di New York. L'Elfo Puccini accoglie anche nel 2018 il teatro di Rezza e Mastrella perché non si

può restare nemmeno una stagione senza vedere o rivedere almeno una delle loro creazioni che legano indissolubilmente l’arte contemporanea alla performance. Fotofinish ci cattura in un allestimento scenico costituito da cinque totem che con le braccia tentano di contenere il circostante. Qui va in scena la storia di un uomo che si fotografa per sentirsi meno solo. Apre così uno studio dove si immortala fingendosi ora cliente ora fotografo esperto.

LUN-VEN 21.00

FOTOFINISH

4 - 8 G IUGNO | SALA SHAKESPEARE

REZZAMASTRELLA, TSI LA FABBRICA DELL'ATTORE TEATRO VASCELLO


la stagione continua...

ANCHE D' E S T A T E L’Elfo Puccini a luglio non chiude per ferie. Tutt’altro: è in arrivo il nuovo e attesissimo spettacolo di Alessandro Bergonzoni, che il pubblico milanese aspetta dal 2016, da quando l’attore aveva chiuso la tournée di Nessi, proprio dalla sala Shakespeare. Il titolo di questa nuova avventura è ancora in via di definizione... ma non è urgente, state connessi e tutto si chiarirà. In sala Fassbinder torna a grande richiesta Cinemalteatro, il format d’intrattenimento teatrale a forte coinvolgimento degli spettatori, e debutta in anteprima La lingua langue, lo spettacolo scritto e diretto da Francesco Frongia per Nicola Stravalaci (qui nei panni di un improbabile professore), che rivedremo anche nella stagione 2018/19. In sala Bausch carta bianca al gruppo Alma Rosé.

2 - 13 LUGLIO | SALA SHAKESPEARE

IL NUOVO SPETTACOLO DI ALESSANDRO BERGONZONI

3 - 6 LUGLIO | SALA FASSBINDER

CINEMALTEATRO

TESTI E REGIA DI LORIS FABIANI TEATRO DELL’ELFO

9 - 13 LUGLIO | SALA BAUSCH

PERSONALE ALMA ROSÉ 10 - 13 LUGLIO | SALA FASSBINDER

LA LINGUA LANGUE

OVVERO COME IMPARARE LA LINGUA ITALIANA E VIVERE FELICI per gli spettacoli di luglio sono validi i prezzi e gli abbonamenti della stagione 2017/18

TESTO E REGIA DI FRANCESCO FRONGIA CON NICOLA STRAVALACI TEATRO DELL’ELFO


MUSICA E TESTI DI BANDA OSIRIS, FEDERICO TADDIA, TELMO PIEVANI

Un genere in via di estinzione?

LUN-MAR 21.00

IL M A S C H I O INUTILE

La Banda Osiris, insieme a Federico Taddia e Telmo Pievani, riporta in scena il suo applauditissimo spettacolo, analisi tanto esilarante quanto spietata della condizione maschile contemporanea, tra parodie, cantate pop rock e d'operetta, improbabili lezioni di anatomia, testimonianze "scientifiche" e talk show. Gli autoproclamatisi terapisti affrontano i gironi infernali della mascolinità per scoprire che i loro cromosomi stanno diventando obsoleti, che il corpo maschile è pieno di parti inutili e che in natura esiste una vera e propria esplosione di diversità nella quale il cosiddetto “maschio tradizionale” si sente piccolo e trascurato. La soluzione potrebbe essere quella di mettere da parte l’immagine ormai démodé del maschio tutto testosterone e scoprire finalmente il segreto scientifico della loro esistenza, che risiede proprio nella diversità.

25 - 26 G I UGNO | SALA SHAKESPEARE

BANDA OSIRIS SNC


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ABBONAMENTI 2 0 1 7 -

2 0 1 8

novità: abbonamento elfo+

carnet

abbonamento personale per 5 spettacoli a scelta da utilizzare fino a luglio • € 65 (€ 13 A TAGLIANDO) • € 55 (€ 11 A TAGLIANDO) RIDOTTO PER CHI HA GIÀ SOTTOSCRITTO UN ABBONAMENTO NELLA STAGIONE 17/18

• € 171 (€ 19 A TAGLIANDO) carnet non personale da 9 ingressi da utilizzare senza vincoli per tutti gli spettacoli della stagione

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• € 61 2 ingressi da utilizzare senza vincoli chi utilizza un tagliando dell’abbonamento per tutti gli spettacoli della stagione elfo+ per lo spettacolo Otello può portare un ospite omaggio

promozione elfo+5+1

coppia • € 196 (€ 14 A TAGLIANDO) • € 168 (€ 12 A TAGLIANDO) RIDOTTO (GIOVANI < 25 E ANZIANI > 65) 7 spettacoli a scelta per due persone (l'intestatario più un accompagnatore)

prima settimana • € 84 (€ 10,50 A TAGLIANDO) abbonamento personale per 8 spettacoli a scelta. Valido esclusivamente per le prime 6 repliche

prima settimana in due • € 168 (€ 10,50 A TAGLIANDO) 8 spettacoli a scelta per due persone (l'intestatario più un accompagnatore) valido esclusivamente per le prime 6 repliche

più tre • € 45 (€ 15 A TAGLIANDO) abbonamento personale per tre spettacoli a scelta nel periodo marzo-giugno

under 18

• € 30 (€ 10 A TAGLIANDO) abbonamento libero da 3 ingressi da utilizzare senza vincoli per tutti gli spettacoli della stagione

Gli abbonamenti possono essere utilizzati, per la verifica della disponibilità e l’acquisto dei biglietti, anche tramite la biglietteria online dell’Elfo Puccini (il servizio richiede l’iscrizione al portale Vivaticket.it) Gli abbonamenti sono validi per la stagione 2017/2018 e per la rassegna Nuove Storie. Non sono validi per lo spettacolo Leonardo, che genio! e per gli eventi fuori programma. Gli abbonati possono ritirare i biglietti prenotati 30 minuti prima dell’inizio dello spettacolo. Le prenotazioni (telefoniche, via mail o tramite form sul sito elfo.org) possono essere modificate o annullate fino alle 19.00 del giorno precedente lo spettacolo. Tutti gli abbonamenti sono validi anche per gli spettacoli di luglio


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