La mia scuola vol 3 - le Feste -

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L ’autrice...

Il corpo

Le feste

CLAUDIA GATTELLA: MAMMA DI ILARIA. SI OCCUPA DI educazione E formazione DA OLTRE VENT’ANNI, COORDINANDO UNA SCUOLA DELL’INFANZIA E FORMANDO DOCENTI. SCRIVE PER VARIE CASE EDITRICI E RIVISTE DI DIDATTICA PER LA SCUOLA DELL’INFANZIA. AMA PORTARE AVANTI L’IDEA CHE IL MONDO SI SCOPRA ESPLORANDO LA REALTÀ CON OGNI SENSO E IN OGNI SENSO: SOSTIENE CHE I BAMBINI SIANO MAESTRI IN QUESTO. HA PUBBLICATO: “PICCOLA PESTE” GUIDA DIDATTICA PER LA SCUOLA DELL’INFANZIA CON MIRÒ EDITORI, “INPUT INFANZIA” CON ELI EDIZIONI, “DISTRABELLA E IL DRAGHETTO ROSSELLO” CON CARAVAGGIO. PARTECIPA INOLTRE ATTIVAMENTE ALLA STESURA DI PROGETTI PER LA RIVISTA “PROGETTO TRE-SEI GULLIVER” DI EDIZIONI DIDATTICHE GULLIVER. HA OTTENUTO IL COPYRIGHT DEL FORMAT ABITARE LA SCUOLA © CHE PROMUOVE UN cambiamento della scuola VOLTO A eliminare trincee e competizioni nei diversi ruoli educativi (GENITORI-DOCENTI, BAMBINI-DOCENTI, ETC…) DI CUI TROPPO SPESSO LEGGIAMO.

#lamiascuola 3

Il volume 3... CONTINUIAMO IL VIAGGIO NEL percorso esperienziale CHE CI PORTERÀ ATTRAVERSO LE UNITÀ DI APPRENDIMENTO ALLE SEGUENTI TEMATICHE : - LE FESTE DELL’ANNO - IO E IL MIO CORPO - I COLORI - CITTADINANZA ATTIVA NELLA SCUOLA DELL’INFANZIA OGNI GIORNO C’È QUALCOSA DA ESPLORARE E DA SCOPRIRE CON APPROCCI DIVERSI E ADEGUATI ALLE CONOSCENZE E ALLE ABILITÀ CHE SI VOGLIONO CONQUISTARE IN UN FARE RICCO DI COMPITI SIGNIFICATIVI PER crescere e PER promuovere lo sviluppo di ogni bambino. IN QUESTO VOLUME TROVIAMO UN PERCORSO ORGANIZZATO IN UNITÀ DI APPRENDIMENTO CHE TIENE CONTO DEGLI OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO DEI CAMPI DI ESPERIENZA COLLEGATI AI TRAGUARDI PER LO SVILUPPO E DELLE COMPETENZE ANCHE IN CHIAVE EUROPEA.

#lamiascuola a cura di Claudia Gattella

GUIDA DIDATTICA PER GLI INSEGNANTI DELLA SCUOLA DELL’INFANZIA

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a cura di Claudia Gattella

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I colori

Cittadinanza attiva

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INTRODUZIONE Carissime/i docenti, Continuiamo il viaggio nel percorso esperenziale che ci porterà attraverso le unità di apprendimento: - Le feste dell’anno - Io e il mio corpo - I colori - Cittadinanza attiva

Nella scuola dell’infanzia ogni giorno c’è qualcosa da esplorare e da scoprire con approcci diversi e adeguati alle Conoscenze e alle Abilità che si vogliono conquistare in un fare ricco di compiti significativi per crescere e per promuovere lo sviluppo di ogni bambino. In questo volume troviamo un percorso organizzato in Unità di apprendimento che tiene conto degli obiettivi di apprendimento dei Campi di Esperienza collegati ai Traguardi per lo Sviluppo e delle Competenze anche in Chiave Europea. Le feste dell’anno vedono i bambini spronati alla partecipazione delle ricorrenze Cristiane e della tradizione del calendario. Si mira ad una partecipazione gioiosa e coinvolgente in cui i bambini si troveranno a riflettere sui valori della comunità. Io e il mio corpo è l’unità di apprendimento che pone l’attenzione sulla scoperta della realtà attraverso il corpo e i sensi. Il primo canale di comunicazione e di scoperta per il bambino è il corpo, attraverso esso egli esplora spazi, percezioni e sensazioni. Il pensiero che a tre anni è oggettivo, attraverso la sistematizzazione delle conoscenze della realtà e l’esplorazione sensoriale, diventa simbolico

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PRESENTAZIONE DEL VOLUME 3


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e gli apprendimenti sempre più concettuali. Attraverso la psicomotricità, lo yoga e il metodo Aucouturier le attività si struttureranno in modi divertenti ed efficaci. I colori è l’unità di apprendimento in cui i bambini approderanno alle sperimentazioni con i colori. Dai colori primari ai secondari, la riflessione e la pratica accompagneranno i bambini in compiti significativi affinché la percezione cromatica diventi il traguardo di una lettura della realtà carica di sfumature non solo finalizzate alla conoscenza dei colori, ma al loro utilizzo e alla fruizione in ogni ambito. Tante tecniche, tanti metodi per poter vivere la bellezza di monocromie e mescolanze della realtà e della fantasia. Cittadinanza attiva: uno dei compiti più ardui della scuola è quello di poter essere la scintilla del cambiamento del rispetto per se stessi, per la natura, per gli ambienti di vita, per le persone. Attraverso la conoscenza di atteggiamenti propositivi verso la realtà si cercherà di accompagnare i bambini in percorsi di sensibilizzazione verso la tutela dell’ambiente, del rispetto per la salute e di comportamenti civili da cittadini attivi e integrati nella società che si vive. Le attività proposte, graduate e differenziate, passeranno attraverso l’esperienza, con metodi pedagogici, strategie e tecniche della didattica che avranno come matrice sempre il gioco. Si alterneranno l’ascolto di racconti, poesie e filastrocche, ai role playng, alle attività canore, grafico-pittoriche, plastiche e al primo ingresso delle STEM con i suoi linguaggi. PRESENTAZIONE DEL VOLUME 3

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PROGETTO ESPERENZIALE:

LE FESTE DELL’ANNO - IL CORPO - I COLORI - CITTADINANZA ATTIVA Le UdA trattate creeranno il contesto educativo, esperenziale e formativo che mirerà a collegare tra di loro gli obiettivi educativi, di apprendimento e le competenze da acquisire. I bambini “impareranno a imparare” attraverso le esperienze che i nuclei tematici della natura, della scoperta del corpo, dei colori e la partecipazione alla cittadinanza attiva ci regaleranno.

IL SÉ E L’ALTRO

IL CORPO E IL MOVIMENTO

IMMAGINI, SUONI, COLORI

• Partecipare alle attività di gruppo e cooperazione. • Conoscere le emozioni. • Affrontare temi riguardo la nascita, la vita, la morte. • Conoscere le tradizioni e le feste della propria comunità. • Provare piacere a realizzare un dono.

• Consolidare la presa di coscienza del proprio corpo e del suo schema corporeo. • Eseguire movimenti seguendo un ritmo temporale. • Muoversi all’interno di un percorso da seguire. • Esercitare la manualità fine.

• Modellare, colorare e realizzare semplici manufatti. • Disegnare, dipingere individualmente e in gruppo utilizzando tecniche diverse. • Leggere immagini. • Cantare, drammatizzare, memorizzare filastrocche. • Rappresentare caratteristiche delle festività. • Conoscere e utilizzare materiali e colori in modo creativo e pertinente.

• Conversazioni guidate. • Condivisione di esperienze. • Preparazione feste ed eventi.

• Giochi motori e psicomotori. • Attività di yoga. • Percorsi e labirinti. • Giochi con semplici regole.

• Costruzione di cartelloni. • Lavori plastici. • Riuso creativo. • Laboratori d’arte. • Giochi di ruolo. • Manufatti. • Costruzione di libri.

OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO

CONTENUTI/COMPITI SIGNIFICATIVI

• Riflessioni sulla gioia di partecipare a feste della tradizione.

ABILITÀ

ABILITÀ

• Muoversi con sicurezza nello spazio.

• Lavorare in gruppo.

ABILITÀ

• Manifestare sicurezza nelle vari espressioni artistiche.

TRAGUARDI PER LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE

TRAGUARDI PER LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE

TRAGUARDI PER LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE

• Partecipa con gioia alle festività e alla loro preparazione.

• Controlla l’esecuzione del gesto, valuta il rischio. • Sa rispettare le regole.

• Sa utilizzare molti linguaggi per rielaborare esperienze. • Si muove con sicurezza nei ruoi di una rappresentazione teatrale.

COMPETENZE IN CHIAVE EUROPEA COMPETENZE SOCIALI E CIVILI

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CONSAPEVOLEZZA ED ESPRESSIONE CULTURALE

IMPARARE A IMPARARE

CONSAPEVOLEZZA ED ESPRESSIONE CULTURALE


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I DISCORSI E LE PAROLE

LA CONOSCENZA DEL MONDO

• Ascoltare, parlare, chiedere, descrivere, raccontare con fiducia, nelle proprie capacità espressive. • Arricchire il lessico. • Dividere storie in sequenze. • Giocare con le parole. • Conoscere diversi registri linguistici.

• Individuare collegamenti. • Raggruppare in base a uno o più attributi. • Operare corrispondenze. • Osservare, documentare esperienze. • Conoscere caratteristiche degli elementi e della realtà. • Sviluppare la capacità di risolvere un problema. • Eseguire percorsi motori e di coding. • Utilizzare la tecnologia per realizzare storytelling digitali. • Mettere in sequenza.

OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO

CONTENUTI/COMPITI SIGNIFICATIVI • Narrazioni con diverse tecniche. • Conversazioni guidate. • Rielaborazioni individuali. • Rime, filastrocche.

ABILITÀ

• Rielaborare contenuti linguistici. TRAGUARDI PER LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE

• Impiega espressioni e frasi adeguate ai vari contesti.

• Operazioni logico-matematiche. • Creazione di tabelle di registrazione. • Prime misurazioni. • Forme geometriche. • Linguaggi multimediali.

ABILITÀ

• Documentare in modo sistemico esperienze. TRAGUARDI PER LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE

• Osservare, analizzare, documentare le sue esperienze.

COMPETENZE IN CHIAVE EUROPEA COMUNICAZIONE NELLA LINGUA MADRE

COMPETENZE MATEMATICHE E COMPETENZE DI BASE

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UNITÀ DI APPRENDIMENTO: LE FESTE Contenuti

IL SÉ E L’ALTRO

• Affrontare temi riguardo la nascita, la vita, la morte. • Condividere esperienze con il gruppo. • Provare piacere a realizzare un dono.

• Conversazioni guidate. • Condivisione di esperienze. • Preparazione feste ed eventi.

IL BAMBINO:

IL BAMBINO:

- è in grado di lavorare in gruppo.

- partecipa con gioia alle festività e alla loro preparazione.

• Racconti. • Conversazioni. • Rielaborazioni individuali. • Narrazioni coerenti con il periodo delle festività.

IL BAMBINO:

IL BAMBINO:

I DISCORSI E LE PAROLE

• Ascoltare, parlare, chiedere, descrivere, raccontare con fiducia nelle proprie capacità espressive. • Dividere storie in sequenze.

- è in grado di ascoltare e raccontare; - rielabora contenuti linguistici.

- impiega espressioni e frasi adeguate ai vari contesti.

IL CORPO E IL MOVIMENTO

• Consolidare la presa di coscienza del proprio corpo e dello schema corporeo. • Esercita la manualità fine.

• Giochi motori. IL BAMBINO: • Attività psicomoto- - si muove con sicurie. rezza nello spazio. • Giochi con semplici regole.

IL BAMBINO: - prova piacere nelle attività motorie; - controlla l’esecuzione del gesto, valuta il rischio.

IMMAGINI, SUONI, COLORI

Traguardi per lo sviluppo

• Modellare, colorare e realizzare semplici manufatti. • Cantare, drammatizzare, memorizzare filastrocche.

• Acquisire tecniche espressive, manipolative e grafico-pittoriche. • Manufatti. • Costruzione di cartelloni.

IL BAMBINO: - manifesta sicurezza nelle vari espressioni artistiche.

IL BAMBINO: - si muove con sicurezza e piacere nei ruoli di una rappresentazione.

LA CONOSCENZA DEL MONDO

Abilità

Obiettivi

• Sviluppare la capacità di risolvere un problema. • Eseguire percorsi motori e di coding. • Mettere in sequenza.

• Operazioni logicomatematiche. • Linguaggi multimediali. • Organizzazione delle esperienze in modo sistemico.

IL BAMBINO: - documenta in modo sistemico esperienze.

IL BAMBINO: - scopre la funzione di sussidi digitali.

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TEMI E ICONE DELLE FESTE DELL’ANNO I NONNI

IL CARNEVALE

HALLOWEEN

OGNISSANTI

IL NATALE

L’EPIFANIA

IL PAPÀ

LA PASQUA

LA MAMMA

Dove non ci sono bambini non ci sono né feste né vita familiare. Rosa Luxemburg

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SOMMARIO DELLE FESTE DELL’ANNO I NONNI • La festa dei nonni Le origini della Festa dei Nonni.............. 10 Un giorno speciale.................................. 11 Le foto di famiglia................................... 12 Le rime .................................................... 13 Per la Festa dei nonni ............................. 13 Il laboratorio di nonno Remo.................. 14 Invitiamo i nonni ..................................... 18 Alla mia nonna ........................................ 19 Caro nonno ............................................. 19 La vostra festa......................................... 19

HALLOWEEN • Halloween Halloween ............................................... 20 Cirino il fantasmino ................................. 21 Il tema della paura .................................. 23 Costruiamo Cirino................................... 24 Fantasmi colorati .................................... 24 Dolci fantasmini ...................................... 25 Il pipistrello Pipi e la zucca di Halloween 26 Rappresentazione grafica ....................... 29 Il gioco delle zucche ............................... 34 Zucca da decifrare ................................. 36 Un trucco da brivido! .............................. 37 La passeggiata sulla ragnatela................ 38 Per un divertimento da paura!................ 39

OGNISSANTI • Ognissanti La festa di ognissanti .............................. 40 Leo, il bruco che sparì............................. 41 Come nasce dal bruco la farfalla?........... 43 Nasco, cresco, invecchio, muoio ............ 44 Il crisantemo per i nostri cari .................. 45

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IL NATALE

• Il Natale Ti racconto il Natale................................ 46 La grande fiera del giocattolo ................ 47 Babbo Natale.......................................... 52 La mia fiera del giocattolo ...................... 53 Costruiamo dei puzzle natalizi................ 54 Il calendario dell'Avvento ....................... 56 Un albero di bustine ............................... 56 Il calendario corre sul filo........................ 57 Decoriamo la sezione ............................. 58 Alberi in tutti i modi................................ 59 Stelle parlanti.......................................... 60 L'albero goloso ....................................... 61 Pandora e la gara dolciaria ..................... 64 Biglietto di dolci auguri .......................... 69 La spesa di Natale................................... 70 Chiudipacco di sale colorato .................. 71 Natale di pace ........................................ 72

L’EPIFANIA • L’epifania L’Epifania ................................................ 74 L'adorazione dei Magi ............................ 75 Dipingere i magi con il corpo ................. 77 La befana ................................................ 78 Storyboard .............................................. 79 Contenuti dello storytelling digitale....... 80 Quanto pesa questo sacco ..................... 81 Dove vive la Befana?............................... 82

IL CARNEVALE • Il Carnevale Il Carnevale ..............................................84 La festa di Carnevale ...............................86 Un Burattino con la carta ........................ 89 Per la decorazione .................................. 90 Variante ................................................... 90


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La maschera di carta pesta ..................... 91 Colori e musica .......................................93 Carnevale di un bambino pauroso ......... 95 Comincia il Carnevale ............................. 95 Sogni di Carnevale.................................. 95 Giochiamo fra i coriandoli ...................... 96 Pulcinella Carosella ................................. 96 Il gioco della Fata ................................... 96 I camerieri ............................................... 97 I coriandoli come Arlecchino .................. 97 Le forme dell’allegria .............................. 98 Il pagliaccio Agostino ............................. 99 Collage di forme ................................... 100 Una collana di figure geometriche ........100 Magica form-azione geometrica ...........101 Suona la forma.......................................102 Il rettangolo ...........................................103 Il quadrato .............................................103 Il triangolo..............................................103 Il cerchio.................................................103

IL PAPÀ • La festa del papà La festa del papà ...................................104 Papà orso ...............................................105 La racchetta d'auguri .............................107 Un portapenne per il mio papà .............110 Io e il mio papà .....................................111 Il tempo con te papà .............................113 Il papà pennello .....................................114

LA PASQUA • La Santa Pasqua La santa Pasqua .................................... 116 La poesia come una conta .................... 118 È Pasqua, urrà, urrà! ............................. 118 Il coniglietto e le uova di Pasqua...........119 Pasqua è nell’aria...................................121 È Pasqua stamattina... ...........................121 Filastrocca di Pasqua .............................121

Il percorso dei coniglietti .......................122 Uovo per la scuola .................................123 Coniglio pasqualino ...............................124 Lo scherzetto di Pasqua.........................126 Coloriamo le uova sode.........................130 A pesca di uova .....................................131 Fiorellone portauova .............................133 Corse rischiose.......................................134 Sassi pasquali.........................................134 Caccia agli ovetti con sfida ....................135 Uova di Pasqua .....................................137 Il coniglietto canestro ............................138 Tris di Pasqua .........................................140 Pulcini golosi..........................................142 Pasqua ...................................................143 Pasqua come... ......................................143 Pasqua come... ......................................143 Il pulcino ................................................144 Campane in allegria...............................145 Alto svetta il campanile .........................147 Campane con i bicchieri di yogurt.........148 Pasqua ...................................................149 Campane di Pasqua...............................149 Pasqua in tavola.....................................150 È risorto il Signore .................................151

LA MAMMA • La festa della mamma La festa della mamma............................152 Dov’è la mia mamma? ...........................153 Una storia in sequenza ..........................156 Ho fatto un mazzolino ...........................157 Per la mamma ........................................157 Un portafotografie.................................158 Il mio e il tuo tempo .............................159 Io e mamma a casa ...............................159 Alla mamma ..........................................161 • Scheda per l’osservazione valutativa . 162 • Diario di bordo................................... 163

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entazione s e pr

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LE ORIGINI DELLA FESTA DEI NONNI L’idea di un giorno nazionale da dedicare ai nonni è venuta per prima ad una casalinga americana, Marian Mc Quade. La signora Mc Quade, mamma di 15 figli e nonna di 40 nipoti, iniziò la campagna nel 1970 e nel 1978 l’allora Presidente americano, Jimmy Carter, proclamò che la festa nazionale dei nonni (Grandparents Day) fosse celebrata ogni anno la prima domenica di settembre dopo il Labor Day.

OTTOBRE: I NONNI


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In questo giorno in America le scuole, la chiesa e le organizzazioni specifiche onorano nonni e anziani con speciali manifestazioni. Il fiore ufficiale della festa dei Nonni è il “non ti scordar di me” che in Italia è stata istituita dal Parlamento nel 2005. Si tratta quindi per noi, a differenza che per gli americani, di una festa “nuova”, ma dal sapore antico, che dovrebbe servire a ricordare il ruolo fondamentale dei nonni nella nostra società. La festa è un momento di incontro per dire “Grazie!” a chi ci ha cresciuto e ha dedicato tanto tempo ai nipoti, seguendone i passi come angeli custodi. Il 2 ottobre, giorno della ricorrenza, è infatti dedicato anche agli Angeli Custodi. I nonni sono figure insostituibili nell’infanzia di ogni bambino, cerchiamo di dare valore a questa giornata e comunque sempre durante l'anno, anche perché spesso sono figure di aiuto e sostegno alle famiglie.

Un giorno speciale Oggi è un giorno davvero speciale, è una festa eccezionale, dedicata ai nonni è la giornata, dobbiamo festeggiare per tutta la serata! I nonni sono buoni, cari e affettuosi, saranno per sempre con noi amorosi... Un grande bacio e tanti auguri a questi saldi "porti sicuri"! Claudia Masiero

La festa dei nonni: poesia

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ità indivi duale v i t at

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LE FOTO DI FAMIGLIA Il metodo: R. STEINER

La tecnica: COOPERATIVE LEARNING

Spazio: sezione

LA CONOSCENZA DEL MONDO

COMPETENZE DI BASE IN MATEMATICA, SCIENZE E TECNOLOGIE: conoscere le fasi della vita.

Tempi: circa un’ora

Facciamo portare ai bambini alcune foto di famiglia in cui ci siano anche i nonni, creiamo un angolo dedicato nella sezione e introduciamo la conversazione: - In questa foto insieme a voi ci sono due persone anziane, vuoi dire ai tuoi compagni chi sono? - Dove abitano i tuoi nonni? - Come si chiamano? - Che cosa vi dicono i nonni quando state insieme?

(lasciamo che i bambini raccontino le loro esperienze) - Come sono i nonni secondo voi, giovani o anziani? - I nonni hanno i capelli grigi ma pensate che li abbiano sempre avuti? - Sono sempre stati dei nonni oppure prima erano delle mamme e dei papà?

(lasciamo riflettere i bambini) - E le mamme e i papà, sono sempre stati grandi come adesso o prima erano bambini?

Stampiamo su carta A4 in bianco e nero una foto di ogni bambino e lasciamo che modifichino l'immagine con i pastelli immaginando come saranno da adulti o da vecchi. Facciamo disegnare le rughe, incollare fili di lana bianca per i capelli e infine realizziamo un cartellone con i ritratti che intitoleremo: "Io come sarò da nonno?”

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OTTOBRE: I NONNI


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Facciamo costruire un albero genealogico gigante per la sezione, in cui inseriremo le figure familiari fino ai nonni.

LE RIME Il metodo: M. MONTESSORI

La tecnica: STORYTELLING

Spazio: sezione

I DISCORSI E LE PAROLE

COMUNICARE NELLA MADRE LINGUA: giocare con la lingua.

Tempi: circa un’ora

Attuiamo un gioco sonoro per sottolineare le rime: distribuiamo ad ogni bambino dei legnetti e ogni volta che incontreranno la rima faremo battere due volte.

Per la Festa dei nonni Ecco le mie manine sono pronte a lasciarvi qui in dono le mie impronte perche ́ possiate sempre, anche un domani, ricordarvi di me e delle mie mani, che ̀ e vero sono spesso impiastricciate di terra, sughi e dolci marmellate di colori, di succhi e caramella e alle volte anche di Nutella. Ma pure se non son troppo pulite io ve le porgo, nonni, che ne dite? E stringo tra le mie le vostre dita perche ́ voi siete tutta la mia vita! Jolanda Restano

La festa dei nonni: poesia

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co rac nto

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IL LABORATORIO DI NONNO REMO Il metodo: M. MONTESSORI

La tecnica: STORYTELLING

I DISCORSI E LE PAROLE

COMUNICARE NELLA MADRE LINGUA: conoscere diversi registri linguistici.

Spazio: angolo lettura Tempi: circa un’ora

Il laboratorio di nonno Remo era un'isola del tesoro per Leonardo, che tutti in famiglia chiamavano Leo. In una rastrelliera sulla parete, erano allineati i cacciaviti di tutte le dimensioni, così pure le chiavi inglesi, i martelli e alcune pinze. Sul tavolo la sega elettrica e intorno tanti strumenti di cui Leo non conosceva neanche il nome, figuriamoci l'uso. Nonno Remo era molto ordinato con i suoi attrezzi, anche perché diceva: – Si deve trovare un posto per ogni cosa e ogni cosa deve andare al suo posto! – Detto così a Leo sembrava uno scioglilingua ma poi, a pensarci bene, era vero, perché se le cose non sono in ordine, come fai a trovarle? Nonno Remo aveva la passione di lavorare il legno e il ferro ma con i suoi attrezzi sapeva fare tante altre cose: aggiustare le zampe di un mobile, riparare la presa del ferro da stiro o sostituire il vetro della finestra che si era rotto. La nonna Marisa invece, raramente entrava nel laboratorio. Lei era OTTOBRE: I NONNI


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la maga della cucina e le sue specialità erano le lasagne al ragù e la torta al cioccolato con le nocciole. Quando entrava, si limitava a stampare un bacetto sulla guancia di Leo e a dirgli: – Mi raccomando, non toccare niente, fai solo quello che ti dice il nonno! Leo rimaneva incantato ad osservare. Avrebbe voluto saper fare anche lui tutte quelle cose ma non sapeva da dove cominciare. Nonno Remo era piuttosto severo, quando prendeva un attrezzo dalla sua rastrelliera, rivolto a Leo diceva: – Vedi? Questo è un cacciavite, è maneggevole e adatto a te. Adesso con questo, togli le viti da quell'asse di legno svitandole. Devi fare così, guarda! – E gli faceva vedere come eseguire bene il lavoro. Leo obbediva ed eseguiva; era molto soddisfatto quando il nonno si complimentava con lui. Però Leo, avrebbe voluto adoperare gli strumenti a modo suo, come pareva a lui. La festa dei nonni: racconto

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co rac nto

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Una volta, approfittando dell'assenza del nonno, aveva piantato male dei chiodi su una serie di cubi di legno allineati sul tavolo del laboratorio. Al ritorno lui era andato su tutte le furie perché quei cubi gli sarebbero serviti per fare le statuine del presepe a Natale. Un'altra volta, contravvenendo a tutte le regole, aveva tirato la palla al fratellino Nico ma, mancando la mira, la palla aveva centrato in pieno la finestra rompendo il vetro in mille pezzi. Mai visto il nonno così arrabbiato! Con tono molto fermo gli aveva stretto le manine e guardandolo fisso negli occhi gli aveva detto: – Quando ti parlo, devi ascoltarmi bene, hai capito? Non fare solo finta e non devi approfittare della mia assenza! Leo aveva abbassato la testa e avvicinandosi al fratellino disse sottovoce: – Quant'è noioso il nonno, vuole comandare solo lui, vero Nico? – E Nico aveva annuito con la testa. La volta però, che Nico approfittando di un'altra assenza del nonno, era salito su uno sgabello per arrivare ad inserire la spina della sega elettrica nella presa, Leo si era spaventato e lo aveva abbracciato al volo prima che combinasse qualche grosso guaio. Stringendogli le manine nelle sue e guardandolo fisso negli occhi gli aveva detto severo: – Guai a te Nico! Quando nonno parla lo devi ascoltare hai capito? Se una cosa non si deve fare, non si fa! E nonno Remo, che in silenzio era apparso sulla porta del laboratorio, si fece scappare un sorriso affettuoso. Claudia Masiero

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OTTOBRE: I NONNI


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- Chi è il protagonista della storia? - Qual è il posto preferito di nonno Remo? - Che cosa combinano Leo e Nico quando il nonno non c'è? - Tu che cosa fai a casa dei nonni? - Dai ascolto alle parole dei tuoi nonni? - Cosa pensa Leo quando il nonno lo rimprovera? - I nonni usano lo stesso linguaggio dei genitori? Cosa cambia?

Dalla storia si evince che anche i nonni sono figure educanti e che magari, spesso, utilizzano una comunicazione un po’ più imperativa di quella a cui sono abituati i bambini. Parliamo insieme di queste differenze di comunicazione, drammatizziamo interpretando i bambini, i nonni, magari anche i genitori e chiediamo consigli a loro su come si potrebbero trasmettere alcune regole per fare in modo che tutti e tutto venga rispettato. Trascriviamo le loro osservazioni, e accogliamo i loro suggerimenti per costruire delle regole per la sezione. Se è possibile costruiamo di questo momento una videoripresa che possiamo anche mostrare ai genitori per far capire quanto i bambini siano capaci di costruire la loro deLa festa dei nonni: racconto

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ità di gruppo v i t at

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INVITIAMO I NONNI Il metodo: R. STEINER

La tecnica: COOPERATIVE LEARNING

IL SÉ E L'ALTRO

COMPETENZE SOCIALI E CIVICHE: interrogarsi sulla vita del passato. Fare interviste.

Spazio: salone Tempi: circa un’ora

Possiamo invitare i nonni nel giorno della loro festa e fare in modo che la giornata trascorra all'insegna dell'interazione generazionale tra nonni e nipoti. Ecco alcune idee: - Facciamoci raccontare vecchie filastrocche, storie, leggende, fatti accaduti o cantare vecchie canzoni, in modo da confrontarle con quelle conosciute dai nipoti e dare loro la possibilità di non dimenticare la tradizione. – I nipoti potrebbero cominciare a far vedere ai nonni come funzionano i computer, cos’è internet, come si gioca ad un gioco elettronico. – Giocare a "Cosa non c’era": i nipoti devono dire quante più cose ritengono che non esistessero durante l’infanzia dei loro nonni (la radio o il televisore, l’automobile, ecc.), i nonni dovranno rispondere e, se l’oggetto effettivamente non esisteva, devono raccontare come facevano a vivere senza.

OTTOBRE: I NONNI


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Alla mia nonna

Cara nonna sai che c'è? Oggi penso solo a te. Ti volevo raccontare che cos'hai tu di speciale: sei buona, dolce, calma e serena, e ogni volta da casa tua, parto con la pancia piena! Sei una maga in cucina e per i dolci... sopraffina! Mi ascolti, mi parli, mi fai compagnia, grazie perché sei la nonna migliore che ci sia! Claudia Masiero

Caro nonno

Caro nonno per festeggiarti innanzitutto voglio abbracciarti, poi voglio darti un bel bacino su quel simpatico nasino. Voglio farti un bel disegno e costruirti una cosa con l'ingegno. Voglio portarti a fare un giro e dormire sulle tue gambe come un ghiro. Voglio passare con te le mie giornate e mangiarci un bel gelato d'estate. Voglio prepararti il caffè, o se preferisci, un tè. Nonni che bello, è la vostra giornata, Quindi nonno oggi fai una cosa: rimani seduto e riposa. faremo una grande festa sfrenata! Mi occuperò io di te, Insieme a mamma, papà e i cuginetti come fai tu, ogni giorno con me. vi abbracceremo stretti stretti! Grazie perché state sempre con noi, Claudia Masiero ci amate in un modo che sapete solo voi. Siete davvero eccezionali, buoni, affettuosi... amici speciali!

La vostra festa

Claudia Masiero

La festa dei nonni: poesie e filastrocche

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HALLOWEEN Halloween è una delle principali festività del mondo anglosassone. Nella notte del 31 ottrobre, le strade si popolano di streghe, scheletri, pipistrelli, mostri e fantasmi. I bambini trovano molto divertente immedesimarsi per una serata in quei personaggi che di solito temono e questo consente loro di esorcizzare molte paure. Halloween si rivela, infatti, il momento migliore per esprimere ed elaborare le paure, in un clima di tranquillità e di allegria.

OTTOBRE: HALLOWEEN


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CIRINO IL FANTASMINO Il metodo: M. MONTESSORI

La tecnica: STORYTELLING

I DISCORSI E LE PAROLE

COMUNICARE NELLA MADRE LINGUA: ascoltare, parlare, chiedere, descrivere, raccontare con fiducia nelle proprie capacità espressive.

Spazio: angolo lettura Tempi: 45 minuti

Cirino era il fanstasmino più piccolo e simpatico nel gruppo classe che frequentava. Vivace e birichino, aveva sempre voglia di giocare e alla scuola dei fantasmini che frequentava, non sempre era attento alle lezioni che impartiva l'insegnante nel vecchio castello di Roccapedrosa. Doveva imparare come trascinare le catene e agitarle forte all'improvviso; come aprire le porte piano piano e farle scricchiolare nel silenzio della notte, insomma tutte quelle cose che devono fare i fantasmi per spaventare le persone. Cirino però era un fantasmino tutto particolare: aveva sì imparato tutte queste cose, ma c'era una cosa che preferiva sopra tutte le altre, a lui piacevano i camini. I grandi bei camini di una volta, quando per riscaldare le case non si usavano i termosifoni ma la legna. Il fuoco bruciava lentamente mandando potenti lingue di fuoco su per il camino, illuminando le stanze e riscaldando l'ambiente. La passione di Cirino allora, quando il fuoco veniva spento e tutto intorno era buio e silenzioso, erano le braci ancora calde sotto la cenere e i pezzi di legno annerito che il fuoco aveva risparmiato. Allora, tutto contento, prendeva quei tizzoni e disegnava sui muri

La festa di Halloween: racconto

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co rac nto

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bianchi dei saloni. Disegnava castelli diroccati, torri, montagne, fiumi... tutto ciò che la sua fantasia gli suggeriva. Si divertiva un mondo, mentre era la disperazione di sua madre. – Cirino! – gli diceva lei severa. – Se disegni con quei tizzoni ti sporchi tutto di cenere! Ma Cirino da quell'orecchio proprio non ci sentiva. Una notte però si accorse di aver proprio esagerato con i disegni, i tizzoni e la cenere. Il suo lenzuolino era diventato tutto nero. Si guardò attorno e non trovò nessuno: né i suoi amici né i suoi genitori. Corse subito fuori dal castello con il cuore in gola e cominciò a guardarsi a destra e sinistra, a guardare in alto e in basso, fino a che, dietro la statua della fontana in giardino, trovò finalmente sua mamma. Le corse incontro e la mamma, senza dire niente, lo afferrò per il lenzuolino e lo cacciò di colpo dentro l'acqua fredda della fontana. Cirino rabbrividì e finì anche due o tre volte con la testa sotto l'acqua, ma non protestò. Quando riaffiorò, si accorse con sorpresa che il suo lenzuolino era ritornato bianco, candido come la neve. Claudia Masiero

- Chi era Cirino? Che cosa gli piaceva in particolar modo? Perché? - Esistono i fantasmi? - Se esistessero ne avresti paura? - Perché? Disegnalo o descrivilo. - Cirino il fantasmino puoi paragonarlo ad un bambino come te? Perché?

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OTTOBRE: HALLOWEEN


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IL TEMA DELLA PAURA Il metodo: R. STEINER

La tecnica: LAVORO INDIVIDUALE

I DISCORSI E LE PAROLE

COMPETENZE SOCIALI E CIVICHE: giocare con le emozioni.

Spazio: salone Tempi: 40 minuti

Approfittiamo di questa festa ormai diffusa anche qui in europa per affrontare il tema della paura ed aiutare i bambini ad esorcizzarla. Dopo la lettura della storia e la rielaborazione attraverso la conversazione, facciamo raccontare ai bambini di cosa hanno più paura e il motivo. Facciamo rappresentare graficamente su cartoncini di formato diverso e di colore diverso. Si tratta di scelte molto personali e la condivisione di un'emozione come la paura non sempre è facile. Creiamo un angolo in sezione per esporre i disegni (chiedendo il permesso ai bambini), in modo che essi possano 'rileggere' la loro paura ogni volta che la guardano e magari fare domande o chiedere conforto. Proponiamo alcune attività ludiche e creative per 'giocare' alla festa di Halloween. La festa di Halloween: attività individuale

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COSTRUIAMO CIRINO Il metodo: PEDAGOGIA DINAMICA La tecnica: DIDATTICA LABORATORIALE

CONSAPEVOLEZZA ED ESPRESSIONE CULTURALE: lavori individuali e di gruppo con sperimentazioni di diverse tecniche grafico-pittoriche.

Spazio: sezione Tempi: circa un’ora

Costruiamo tanti anelli di carta riciMateriale occorrente: clata e attacchiamoli insieme in modo • Cartoncino bianco e da formare un fantasma. nero Su cartoncino nero disegniamo occhi • Forbici e bocca e incolliamoli. Possiamo ap• Pinzatrice pendere Cirino in sezione. Su dei fogli bianchi facciamo poi realizzare ad ogni bambino un fantasmino ritagliando un cerchio per fare il viso e tante strisce per fare la parte volatile del corpo. Attacchiamo i fantasmini alla porta d'ingresso.

FANTASMI COLORATI

Mettiamo a disposizione rotoli di carta igienica, carta velina arancione, bianca, verde e nera e facciamo decorare i rotoli da fantasmini colorati con cui possono fare delle scenette e interpretare liberamente il racconto, trasformandolo un po’.

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IMMAGINI, SUONI, COLORI

OTTOBRE: HALLOWEEN


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DOLCI FANTASMINI Il metodo: PEDAGOGIA TEMPESTIVA

La tecnica: GIOCO MOTORIO

IL CORPO E IL MOVIMENTO

IMPARARE A IMPARARE: muoversi nello spazio e nel gioco, da soli e in gruppo.

Spazio: palestra Tempi: circa un’ora

Procuriamoci dei dolcetti a forma di fantasmini (se abbiamo la cucina interna possiamo prepararli preventivamente con i bambini). Rechiamoci in palestra e attiviamo un gioco motorio: dividiamo i bambini in Immagine da www.mammeaspillo.it coppie e copriamoli con un lenzuolino bianco o un tulle, chiediamo ad uno dei due di interpretare la mamma di Cirino e al secondo di essere Cirino. Il bambino “Cirino” dovrà camminare ad occhi chiusi e la 'mamma' dovrà guidarlo al ritrovamento dei biscotti/dolcetti con delle consegne ben precise: due passi avanti, tre passi lato sinistro, fai una giravolta, ecc...

La festa di Halloween: gioco motorio

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IL PIPISTRELLO PIPI E LA ZUCCA DI HALLOWEEN Il metodo: M. MONTESSORI

La tecnica: STORYTELLING

I DISCORSI E LE PAROLE

COMUNICARE NELLA MADRE LINGUA: esprimere e comunicare.

Spazio: sezione Tempi: circa un’ora

Questa storia non va letta, ma raccontata. Attiviamo un setting che si ispiri alla storia. L'ambiente dovrà essere soffuso, luci basse, possibilmente con candele, qualche copertina e chiediamo ai bambini di interpretare il pipistrello Pipi durante il racconto.

Pipi non era un pipistrello come tutti gli altri, perché aveva paura del buio! I suoi fratellini e tutti gli amici, quando arrivava il tramonto, aprivano gli occhietti e cominciavano a sgranchirsi le ali, poi, al sorgere della luna e delle stelle, si staccavano dai rami dell’albero sul quale dormivano a testa in giù e cominciavano a volare tutti contenti. Pipi no, lui era diverso, sbirciava il sole mentre gli altri dormivano, perché amava la luce, ma quei raggi così chiari e potenti gli ferivano gli occhietti e così doveva volare come gli altri, nella notte. Ma aveva paura. Vedeva gli alberi neri e gli occhi grandi delle civette, sentiva gli ululati dei lupi e non si sentiva affatto tranquillo. Mentre tutti gli altri pipistrelli giocavano e ridevano, Pipi tremava di paura. Le sue migliori amiche erano le fatine luccicanti, perché portavano la luce che lui tanto amava. Ma quando le fatine se ne andavano a dormire, tutto tornava buio come prima. Una notte d’autunno Pipi, per seguire le amiche, si allontanò e, quando fu ora di tornare indietro, non ricordava più la strada! Che paura. Era tutto buio e scuro e gli alberi sembravano tutti uguali,

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OTTOBRE: HALLOWEEN


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come poteva riconoscere il suo? Cominciò a chiamare la mamma e il papà, i fratelli, gli amici, ma nessuno rispondeva. Poi, d’improvviso, Pipi vide su un campo qualcosa che brillava e si avvicinò. “Che bello, che bello, c’è la luce, c’è qualcosa che brilla!” Volando scese sul campo e si guardò attorno. Che cos’era che brillava? Zucche! C’erano tante zucche con buffe faccine illuminate. Pipi rise: era finalmente tranquillo perché non era più buio e quelle buffe espressioni lo divertivano. Ma come tornare a casa? Il pipistrello ebbe un’idea, afferrò con i denti una piccola zucca illuminata e riprese il volo, ma questa volta, grazie alla luce riuscì a ritrovare la strada di casa. Quando tornò al suo albero, i genitori, i fratelli e gli amici, che si erano molto preoccupati, lo abbracciarono forte e rimasero a bocca aperta guardando la zucca: era bellissima e tutti ne volevano una uguale! Allora Pipi tornò al campo, prese le zucche una a una e le portò al suo albero. C’erano buffe zucche di tutte le dimensioni che illuminavano la notte e quel bagliore attirò in men che non si dica tutte le creature della notte: lupi, fantasmi, streghe.

La festa di Halloween: racconto

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Che paura! Pipi aveva appena smesso di temere il buio e ora… ora la sua casa era piena di mostri! Ma mentre i pipistrelli tremavano, le creature dissero qualcosa di inaspettato: – Che bello, quanta luce! Ci vergognavamo a dirlo, ma… ma… il buio ci fa un po’ paura e adesso, con queste zucche, ci sentiamo più tranquilli! Grazie pipistrelli! Pipi allora si sentì felice come non mai: non era l’unico ad aver paura del buio! Anche quei mostri che sembravano così forti e spavaldi avevano paura, proprio come lui! Il pipistrello subito invitò le creature della notte a mangiare i frutti squisiti del suo albero. Che grande festa ci fu quella notte! Alla luce delle zucche i pipistrelli, i lupi, le streghe e i fantasmi mangiarono e danzarono, dimenticando la paura del buio!

- Chi è Pipi? - Perché non è come tutti gli altri? - Di che cosa ha paura? - Tu di che cosa hai paura? - Hai mai raccontato a qualcuno che cosa ti spaventa? - Chi sono le amiche di Pipi? - Cosa succede una notte, quando si allontana troppo? Cosa vede? - Come fa Pipi a tornare a casa?

Ripetiamo il racconto cercando di fare interpretare anche a chi in precedenza mostrava un po’ di timore.

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OTTOBRE: HALLOWEEN


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RAPPRESENTAZIONE GRAFICA Il metodo: M. MONTESSORI

La tecnica: PSICOMOTRICITÀ FINE

IL CORPO E IL MOVIMENTO

CONSAPEVOLEZZA ED ESPRESSIONE CULTURALE: sviluppare coordinazione oculo-manuale.

Spazio: sezione Tempi: circa un’ora

Fotocopiamo per ogni bambino tutti i soggetti dei modelli delle pagine seguenti in più copie (il pipistrello, il fantasma, la zucca, la strega) e facciamoli colorare a piacere. Chiediamo di ritagliare i soggetti e facciamo incollare i personaggi su diversi cartoncini neri (potrebbero servirne più di uno a bambino, che magari vorranno realizzare un vero e proprio libricino). Distribuiamo dei colori a cera bianchi e facciamo completare gli sfondi in modo libero e creativo in modo che possano inserire nuovi dettagli e proiezioni di eventuali paure oppure dare al racconto una connotazione umoristica. La festa di Halloween: racconto

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mo dello

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La festa di Halloween: modello

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zucca

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La festa di Halloween: modello

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IL GIOCO DELLE ZUCCHE Il metodo: PEDAGOGIA DINAMICA La tecnica: DIDATTICA LABORATORIALE

IMMAGINI, SUONI, COLORI

CONSAPEVOLEZZA ED ESPRESSIONE CULTURALE: modellare, colorare e realizzare semplici manufatti.

Spazio: sezione Tempi: circa un’ora

Prepariamo con gli scarti di quotidiano, che avvolgeremo nella carta velina arancione, delle super zucche dal diametro di circa 30 cm l'una. Disegniamo i tratti del volto della zucca tradizionale di Halloween e distribuiamone una per ogni bambino.

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Rechiamoci in palestra e attiviamo un gioco psicomotorio. Utilizziamo una musica adeguata al periodo (anche la nona sinfonia di Beethoven), facciamo distribuire i bambini in ordine sparso e diamo delle consegne: - prendere la zucca e metterla avanti con le braccia tese; - sulla testa a braccia tese; - piegarsi per poggiarla a terra; - scambiarla con quella di un amico, ecc... La festa di Halloween: gioco psicomotorio

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ZUCCA DA DECIFRARE Il metodo: RICERCA

La tecnica: STEM

LA CONOSCENZA DEL MONDO

COMPETENZE DI BASE IN MATEMATICA, SCIENZE E TECNOLOGIE: sviluppare la capacità di risolvere un problema.

Spazio: sezione Tempi: circa un’ora

Per fare questo gioco servono 2 dadi e 1 foglio per ogni bambino su cui è stata disegnata solamente la sagoma di una zucca: - se esce 2: disegna 2 occhi sulla tua zucca; - se esce 3: disegna il naso alla tua zucca; - se esce 4: disegna la bocca della tua zucca; - se esce 5: disegna il picciolo alla tua zucca; - se esce 6: disegna i denti della tua zucca; - se esce 7: disegna un accessorio buffo alla tua zucca (ad esempio un cappello, orecchini, sciarpa, scarpe...); - se esce 8: tira di nuovo i dadi; - se esce 9: dì il nome della tua zucca; - se esce 10: disegna sul foglio di qualcun altro uno degli elementi che mancano alla sua zucca. - se esce 11: tira di nuovo i dadi; - se esce 12: stai fermo un turno. Chi completa per primo la sua zucca vince!

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OTTOBRE: HALLOWEEN


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UN TRUCCO DA BRIVIDO! Il metodo: PEDAGOGIA TEMPESTIVA

La tecnica: ROLE PLAYING

IMMAGINI, SUONI, COLORI

CONSAPEVOLEZZA ED ESPRESSIONE CULTURALE: drammatizzare.

Spazio: sezione Tempi: circa un’ora

Un semplice trucco può trasformare i bambini in piccoli mostriciattoli e loro si divertiranno moltissimo a interpretare per una volta la parte dei “cattivi”! Si può stendere una base chiara, una cipria o un cerone bianco, su tutto il viso e poi sbizzarrirsi. Per disegnare occhiaie da zombie basterà mettere sotto gli occhi un ombretto o un rossetto rosa scuro o nero e sfumare con le dita. Per disegnare una cicatrice, basterà stendere una striscia di ombretto o rossetto rosa scuro su una guancia o sulla fronte e disegnarci sopra con la matita nera. Marcare gli occhi con la matita nera e dipingere le labbra di rosso scuro, con qualche gocciolina di “sangue” che cola, basterà per creare dei vampiri, ombretto e rossetto viola contribuiranno a trasformare le bambine in tante belle streghette! Facciamo drammatizzare alcune scenette spaventose con i personaggi creati.

La festa di Halloween: attività di gruppo

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LA PASSEGGIATA SULLA RAGNATELA Il metodo: DIDATTICA DIGITALE

La tecnica: CODING

LA CONOSCENZA DEL MONDO

COMPETENZE DIGITALI: percorsi di coding.

Spazio: salone Tempi: circa un’ora

Attacchiamo a terra del nastro adesivo Materiale occorrente: colorato a formare una gigantesca ra• Cartone gnatela. I bambini dovranno cammi• Forbici nare sulla ragnatela raccogliendo i • Elastici ragnetti ed evitando di toccare i fan• Colla tasmi seguendo un percorso di coding. Differenziamo i compiti in base all'azione che dovranno compiere: -Cinque bambini seduti davanti al reticolo hanno il compito di dare i comandi al bambino che fa il robot. -Un'altra bambina ha il compito di posizionare le frecce lungo il reticolo. -Il bambino che fa il robot ha il compito di eseguire i comandi verbali dati dai compagni. -Le insegnanti posizionano gli ostacoli nel reticolo, il quadrato contrassegnato di rosso rappresenta il punto di partenza. 1)Il bambino che fa il robot esegue il primo comando che gli viene dato dai compagni, fa un passo in avanti, la bambina che programma posiziona la prima freccia che indica il comando avanti. 2) Il secondo comando è un passo a destra e la freccia rossa viene posizionata per contrassegnare il secondo comando. 3 )Terzo comando un altro passo a destra e quindi un'altra freccia rossa.

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4) Quarto comando un passo in avanti e freccia avanti. Finalmente la meta contrassegnata dal castello è stata raggiunta e il bambino che ha fatto il robot può prendere finalmente il tesoro, cioè le caramelle che porterà agli amici come premio.

PER UN DIVERTIMENTO DA PAURA!

Realizziamo le zampe-tandem utilizzando un cartone grande. Ritagliamo un lato del cartone e disegniamoci due grandi zampe con degli artigli che dipingeremo di nero. Ritagliamo le zampe e in ognuna di esse pratichiamo quattro fori. Infiliamo nei fori un elastico a formare una "cappia" dove i bambini infileranno i piedi. Fermiamo l'elastico incollando un dischetto sotto ogni foro. Un bambino infilerà il piede nei passanti anteriori, un altro bambino in quelli posteriori e... via! La festa di Halloween: attività di gruppo

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LA FESTA DI OGNISSANTI Il giorno dei morti si celebra il 2 novembre in quasi tutto il mondo e questa può essere un'occasione per spiegare ai bambini la morte in maniera comprensibile e leggera. Spieghiamo che in molti paesi del mondo i defunti vengono celebrati con festeggiamenti e feste di origine pagana, per allontanare la paura, per esorcizzare le superstizioni e celebrare le persone amate con allegria, proprio come avrebbero voluto loro. Dopo la festa di Halloween appena trascorsa, dedichiamo una parola e un pensiero ai nostri defunti, per avvicinare le due dimensioni di gioia e tristezza legati a questa celebrazione.

NOVEMBRE: OGNISSANTI


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LEO, IL BRUCO CHE SPARÌ Il metodo: R. STEINER

La tecnica: STORYTELLING

IL SÉ E L'ALTRO

COMPETENZE SOCIALI E CIVICHE: affrontare temi riguardo la nascita, la vita e la morte.

Spazio: angolo lettura Tempi: circa un’ora

In un bel prato vivevano tanti bruchi. Erano tutti amici e si aiutavano e sostenevano a vicenda. Un giorno uno di loro si sentiva particolarmente stanco, sembrava malato, non aveva voglia di fare niente e i suoi amici lo lasciarono in pace. Ad un certo punto lo videro andare verso un fiore, arrampicarsi sullo stelo e sparire. Gli amici bruchi aspettarono il suo ritorno invano per giorni e giorni. Rimasero molto delusi e tristi quando capirono che il loro amico non sarebbe più tornato e, dato che nessuno di loro aveva capito il motivo, si fecero una promessa: il primo che sarebbe salito di nuovo su quel fiore, doveva tornare e raccontare a tutti cosa succedeva lassù. Passarono giorni, poi settimane e poi mesi e anche Leo, uno dei bruchi più simpatici, sentì la voglia di arrampicarsi su quel fiore. La festa dei morti: racconto

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co rac nto

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Si diresse verso di esso e finché si arrampicava sullo stelo si sentiva sempre più stanco, sudato e avvertiva una sensazione strana: mano a mano che saliva, si sentiva sempre più leggero e arrivato in cima... diventò una bellissima farfalla. Iniziò a volare sopra il prato e voleva salutare i suoi amici, ma per quanto si sforzasse non riusciva a scendere per raggiungerli. Fu allora che capì perché anche il suo amico prima di lui non aveva potuto mantenere la promessa: per rivedere tutti gli amici, Leo avrebbe dovuto aspettare che diventassero farfalle anche loro! Riadattato da http://dadapasticciona.blogspot.com commemorazione-dei-defunti-una-storia.html

- Chi sono i protagonisti della storia? - Un bruco si è allontanato, dove è andato? - È tornato? - Perché? - Conosci qualcuno che si è trasformato ed è volato in cielo? - Che significa?

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NOVEMBRE: OGNISSANTI


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COME NASCE DAL BRUCO LA FARFALLA? Il metodo: PEDAGOGIA DINAMICA

La tecnica: YOGA

IL CORPO E IL MOVIMENTO

CONSAPEVOLEZZA ED ESPRESSIONE CULTURALE: interpretare usando il linguaggio del corpo.

Spazio: salone Tempi: circa un’ora

Approfittiamo della storia appena racccontata per raccontare ai bambini che tutto si trasforma in natura e anche noi stessi. La trasformazione del bruco in farfalla è uno dei più noti ed affascinanti esempi di metamorfosi. Il bruco, piccolissimo, nasce dall’uovo deposto da una farfalla, poi, mangiando e mangiando, comincia a svilupparsi sino a raggiungere le dimensioni di qualche centimetro. Dunque il bruco non è altro che la larva della farfalla! Il bruco, quando ha circa otto settimane di vita, comincia a filare attorno a sé un bozzolo con la saliva. Si forma così la pupa che rimane addormentata nel bozzolo fino a primavera, quando, diventata farfalla, si libererà del suo involucro e stenderà le sue ali per volare via, pronta per trovare un compagno e ripetere il ciclo.

La festa dei morti: informazione

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Facciamo sedere i bambini a terra, uno davanti all’altro. Ognuno dovrà “abbracciare” con le gambe la vita del compagno che ha di fronte, fino a formare un bruchetto. Possiamo anche dividere i bambini in piccoli gruppi e far formare più bruchi. Facciamo partire la musica. I bambini si muoveranno con le mani trascinando il sedere senza staccarsi dal compagno che hanno di fronte; il primo bambino della fila darà la direzione al bruchetto. Al fischio dell’insegnante, tutti i bambini si dovranno alzare in piedi e dovranno sbattere le braccia come fossero ali.

NASCO, CRESCO, INVECCHIO, MUOIO

Portiamo in sezione un fiore o un mazzolino di fiori, magari di crisantemi. Diamo loro le cure necessarie per farli sopravvivere più a lungo possibile, quando saranno ormai appassiti, fermiamo l'attenzione sul fenomeno e spieghiamo ai bambini che tutti gli esseri viventi hanno una loro evoluzione: la nascita, la vita, la morte. Ogni bambino può raccontare una sua esperienza circa questo aspetto della vita: magari la perdita di un animale di casa, di una perdita luttuosa di diverso tipo. I bambini hanno bisogno di conoscere, fare domande e farsi dare spiegazioni. Con molta attenzione rispondiamo in modo semplice e veritiero. Facciamo portare foto o fare rappresentazioni grafiche...

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NOVEMBRE: OGNISSANTI


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IL CRISANTEMO PER I NOSTRI CARI Il metodo: M. MONTESSORI

La tecnica: COOPERATIVE LEARNING

I DISCORSI E LE PAROLE

IMPARARE A IMPARARE: assumere comportamenti di rispetto verso l’ambiente.

Spazio: salone Tempi: circa un’ora

Con la tecnica del Tinkering, realizziamo un Crisantemo che sboccia e si richiude, così i bambini imparano a riflettere facendo. Distribuiamo ad ogni bambino, un rotolo di carta da cucina, una cannuccia e dei pezzi di carta velina di colori vari. Facciamo colorare il rotolo con la tempera verde, strappare la carta velina a strisce da circa 10 cm, che pinzeremo sulla cannuccia a ciuffo. Inseriamo la cannuccia/fiore all'interno del rotolo, in modo che spingendolo verso l'alto il fiore spunti. La festa dei morti: attività individuale

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TI RACCONTO IL NATALE Kamishibai, in giapponese, significa “teatro di carta” ed è un modo di raccontare storie particolarmente popolare nel Giappone degli anni ’20 e ’30. Si trattava di teatrini portatili, in legno o in cartonato, che venivano utilizzati dai kamishibaja, cantastorie erranti, che giravano tra i paesi e i villaggi in bicicletta. I kamishibaja raccontavano le loro storie aiutandosi con dei fogli illustrati, che infilavano e sfilavano nel proprio teatrino: in questo modo, bambini e ragazzi potevano seguire il racconto aiutandosi con le immagini.

DICEMBRE: IL NATALE


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LA GRANDE FIERA DEL GIOCATTOLO Il metodo: M. MONTESSORI La tecnica: STORYTELLING

I DISCORSI E LE PAROLE

- IL SÉ E L'ALTRO Spazio: angolo lettura

COMPETENZE SOCIALI E CIVICHE: prendere coscienza delle diversità.

Tempi: circa un’ora

Per leggere questo bel racconto sul senso del Natale in famiglia, raccogliamo i bambini e facciamoli sedere nell’angolo del morbido o della lettura, creando la giusta atmosfera per l’ascolto. Utilizziamo il kamishibai, avendo cura di preparare preventivamente le immagini da far passare. Alla fine della lettura e dopo la conversazione facciamo rimettere in sequenza i disegni e creiamo un grande cartellone, senza dimenticare di scrivere i sottotitoli.

In una città con tantissimi bambini era finalmente arrivato l’avvenimento dell’anno: la grande fiera del giocattolo. Natale era alle porte e ogni anno, in questo periodo, la città organizzava la fiera. Era una fiera molto conosciuta: i venditori venivano da tutte le parti del mondo per far conoscere la loro merce. Là vi erano tutti i regali possibili che i genitori potevano fare ai loro bambini per renderli felici. Per l’occasione, un ricco direttore di banca decise di prendere il pomeriggio della vigilia di Natale libero: voleva anche lui visitare la fiera. Mentre si avviava, pensava tra sé: “Questo Natale voglio fare al mio bambino un grande regalo. Me lo posso permettere... Ho lavorato sodo tutto l’anno e sono disposto a spendere molto... anzi... tantissimo!” Quello stesso pomeriggio anche un giardiniere si recava alla fiera Il Natale: racconto

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e camminando pensava: “È stato un anno un po’ duro con il mio piccolo stipendio, però sono riuscito ugualmente a risparmiare un pochino... Spero di poter comprare qualcosa di carino alla mia bambina”. Intanto, le loro mogli erano rimaste a casa con i bambini e preparavano il pranzo di Natale. Il bambino del direttore era nella sua cameretta: nonostante la stanza fosse molto bella e vi fosse un armadio colmo di pupazzi e giocattoli, lui era un po’ triste. Pensava al suo papà: lo vedeva così poco. La sera tornava dal lavoro proprio quando lui doveva andare a letto. Cercava di consolarsi pensando che era quasi Natale e che avrebbe ricevuto altri bei regali. Ma la cosa che più lo rasserenò era che finalmente il papà poteva essere a casa con lui tutto il giorno. La bambina del giardiniere invece aiutava serenamente la mamma a preparare il pranzo di Natale. Non aveva molti giocattoli, ma, grazie alla vivacità dei suoi genitori, non si sentiva mai sola. “Domani è Natale, chissà che bei giochi faremo tutti insieme!” pensava felice. Giunto alla fiera, il banchiere cominciò a guardare ogni giocattolo esposto. C’era tutto ciò che un bambino potesse desiderare: dai trenini elettrici alle biciclette, dai pupazzi di peluche ai libri, ecc. Voleva comperare qualcosa di veramente sorprendente per suo figlio. Il giardiniere, arrivato anche lui alla fiera, guardava in giro con calma. Era solo un po’ preoccupato perché sperava di trovare qualcosa che potesse piacere alla sua bambina e che non fosse troppo costoso. DICEMBRE: IL NATALE


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Verso sera il direttore ed il giardiniere si incontrarono per caso davanti ad una stanza dove c’era un grande cartellone con la scritta: “Qui puoi trovare il regalo più bello per tuo figlio”. Videro entrare molta gente incuriosita, ma quasi tutti uscivano delusi e scontenti. Entrambi decisero di entrare. Era una grande stanza con le pareti bianchissime e non c’erano giocattoli. All’interno c’era soltanto un grande specchio antico appeso al muro e, seduto ad una scrivania, un vecchio signore con una lunga barba bianca. Il direttore, perplesso e deluso, stava per uscire subito, ma quando vide il giardiniere avvicinarsi al vecchio chiedendogli gentilmente chi fosse, si avvicinò anche lui. Sentì il vecchio rispondere: – Per tutta la vita ho costruito giocattoli per i bambini del mondo. Ma quest’anno ho portato qualcosa di particolare e prezioso... Questo specchio antico alle mie spalle. Il direttore ed il giardiniere si guardarono in faccia stupiti, poi riguardarono lo specchio. Disorientato e quasi irritato il direttore si girò per andarsene, ma ancora una volta si fermò, perché vide il giardiniere stringere la mano al vecchio ed esclamare: – Ho capito! Ora so cosa regalare alla mia bambina. Non sono più preoccupato... Arrivederci e grazie mille. Il banchiere, rimasto solo, guardò di nuovo lo specchio e pensò che cosa potesse fare un bambino con uno specchio così antico. Il giorno di Natale, la figlia del giardiniere aprì il regalo e ammirò con gioia le penne colorate ed i grandi fogli bianchi da disegno che suo padre le aveva comperato alla grande fiera del giocattolo. Si alzò e lo abbracciò: – Grazie papà, così potremo disegnare insieme tutte le belle cose che hai visto alla fiera. Il Natale: racconto

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– Non solo, bambina mia. – disse il padre. – Potremo disegnare altre cose molto più belle, per esempio la neve... Guarda fuori dalla finestra... sta ancora nevicando! Più tardi andremo con la mamma a fare una passeggiata tutti insieme e così potrai toccarla e giocare. Anche il figlio del banchiere era contento quel mattino. Stava aprendo un grandissimo pacco ricevuto in regalo. Con sorpresa non finiva più di tirare fuori dal pacco tanti piccoli vagoni di un treno; c’erano anche le rotaie e molte casette che figuravano da stazioni e case di campagna. Era molto felice: sicuramente il papà lo avrebbe aiutato a costruirlo... Oggi finalmente era tutto il giorno a casa con lui e la mamma. Ma, mentre si avvicinava per abbracciarlo e ringraziarlo, suonò il telefono. Il padre si alzò dalla poltrona e andò a rispondere. Il suo viso si fece serio, quando disse: – Anche oggi il lavoro mi chiama! Mi dispiace molto, ma domani devo essere a New York per una conferenza importante. Devo partire subito! Il bambino ci restò male e gli spuntarono due lacrime. Il papà cercò di consolarlo: – Non piangere! Lo sai che ti voglio molto bene. Il bambino stava per scappare piangendo nella sua stanza, ma inciampò in uno strano pacchetto e cominciò ad aprirlo. I genitori si guardarono perplessi. Quindi il padre chiese: – Non credevo ci fossero altri regali... Sei stata tu? – No! – rispose la mamma. – Non so chi possa averlo messo sotto l'albero di Natale! Il padre si avvicinò preoccupato. Il bambino intanto aveva aperto delicatamente il pacco e con sorpresa tirò fuori una palla rossa con tanti puntini bianchi, come tanti fiocchi di neve. Il padre prese la scatola per vedere se c’era qualche bigliettino DICEMBRE: IL NATALE


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con il nome di chi lo aveva portato. Con stupore lo trovò: “Babbo Natale”. Chiuse gli occhi pensieroso e subito si ricordò del vecchio con la lunga barba bianca, dello specchio e delle parole che erano scritte all’ingresso della stanza: “Qui puoi trovare il regalo più bello per tuo figlio”. E finalmente capì anche lui e si commosse. Nello specchio aveva visto la sua immagine e si rese conto che lui stesso era il regalo più bello per suo figlio! Questo il giardiniere l’aveva capito subito! Abbracciò il bambino e piangendo di felicità esclamò: – Oggi non parto... Giocheremo con la palla nuova! Mentre tutta la famiglia usciva felice per giocare insieme, cominciò a nevicare anche là dove abitava il bambino che, da quel giorno, non si sentì più solo e triste. >>http://digilander.libero.itverno

- Cosa c’era in città il giorno prima di Natale? - Siete mai stati in un posto dove c’erano così tanti giocattoli? Cosa avete provato? - Cosa succede spesso a molti giocattoli dopo un po’ di tempo che li avete? Perché? - Quali sono i vostri giocattoli preferiti? Perché? Il Natale: racconto

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Babbo Natale Con la slitta su nel cielo viaggio e rido “oh-oh-oooh!” Il mio nome io ti svelo Vuoi saperlo oppure no?

traccia cantata 3 traccia base 4

Rosso è tutto il mio vestito E la barba è bianca bianca Con le renne son partito e la slitta mai si stanca Perché io sono Babbo, Babbo Natale A grandi e piccini io porto i miei regali Non è uno scherzo di carnevale Se volo su nel cielo anche senza ali Mentre dormi nel lettino Io mi fermo sopra al tetto Poi mi infilo nel camino E i regali in casa metto Se sei stato un buon bambino Avrai in dono un regalone Se sei stato birichino Avrai forse del carbone

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LA MIA FIERA DEL GIOCATTOLO

I bambini spesso non conoscono fiere e mercatini di Natale, ma sono piĂš abituati ai corridoi degli ipermercati: facciamo lavorare la loro fantasia riempiendo di dettagli che possono suscitare la loro immaginazione e facciamo rappresentare la fiera liberamente. Distribuiamo un foglio grande di formato A3 e mettiamo a disposizione diverse tipologie di colori, ma anche pezzetti di carta da regalo, nastrini, pezzetti di legno, ecc...

Il Natale: attivitĂ individuale

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COSTRUIAMO DEI PUZZLE NATALIZI Il metodo: EDUCAZIONE TEMPESTIVA La tecnica: LAVORO INDIVIDUALE

IL CORPO E IL MOVIMENTO

CONSAPEVOLEZZA ED ESPRESSIONE CULTURALE: sviluppare coordinazione oculo-manuale.

Spazio: sezione Tempi: circa un’ora

Lasciamo scegliere a ogni bambino il disegno natalizio che preferisce (tra quelli proposti) e fotocopiamolo. Facciamo colorare dai bambini i loro disegni poi incolliamoli su un foglio di cartone delle stesse dimensioni del foglio. Tagliamo con le forbici il disegno, sagomando dei pezzi simili a quelli dei classici puzzle (possiamo prima tracciarne i contorni con una matita). Creiamo una confezione per i puzzle, utilizzando una bustina di cellophane trasparente, chiusa con un bel nastro colorato, oppure una scatolina dipinta con le tempere.

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Il Natale: modello

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IL CALENDARIO DELL'AVVENTO Il metodo: M. MONTESSORI

La tecnica: VITA PRATICA

TUTTI I CAMPI DI ESPERIENZA

IMPARARE A IMPARARE: individuare il materiale occorrente e i compiti da svolgere per eseguire una consegna.

Tempi: circa un’ora

Spiegare l'attesa non è mai semplice e comprenderla per i bambini ancor meno. Un calendario dell'avvento significativo sarà motivante e aiuterà i bambini a godere di questo viaggio verso il Natale. Proponiamo alcune idee che possono essere adattate alla propria realtà.

UN ALBERO DI BUSTINE

Con le tempere, dipingiamo 25 fogli con diversi colori. Quando i fogli saranno asciutti riportiamo su ognuno di essi il modello per costruire tante mini buste da lettera, quindi ritagliamole, pieghiamole e incolliamole come indicato. Disegniamo sul cartone un albero di Natale stilizzato, magari come un grande triangolo, e coloriamolo con la tempera verde. Incolliamo le bustine sull’albero di cartone e numeriamole con le date del mese.

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Spazio: sezione

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IL CALENDARIO CORRE SUL FILO Disegniamo sul cartoncino rosso tanti cuori di dimensioni differenti e ritagliamoli. Pratichiamo in ogni figura tanti piccoli taglietti o dei buchini fatti con la perforatrice. Consegniamo un cuore a ogni bambino e un lungo segmento di spago. Chiediamo ai bambini di far passare il filo nei fori, in modo casuale e lasciando in alto una porzione di filo sufficiente per appendere i cuori sul filo; scriviamo su ognuno di essi un numero da 1 a 25. Ritagliamo tanti piccoli fogli bianchi: serviranno per scrivere frasi, piccoli racconti, messaggi e tutto ciò che vogliamo, da leggere in ogni giornata durante il periodo dell’Avvento. Fissiamo ognuno di essi su un pezzo di spago, con una molletta o con la pinzatrice, seguendo l’ordine delle date: possiamo appendere il filo con tutti i cuoricini a una parete della sezione, dedicando nella routine quotidiana un momento all’apertura della bustina dell’Avvento.

Il Natale: attività di gruppo

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DECORIAMO LA SEZIONE Allestiamo gli angoli gioco della sezione come se fosse il paese di Natale: - l'Angolo casetta diventerà la stalla di Betlemme - dovrà essere fornita di paglia e culla. - L'Angolo dei libri e dei giochi da tavolo sarà il paese degli elfi - dovranno essere presenti alcuni abitini da elfi (anche solo i cappellini andranno benissimo).

Possiamo inventare tante postazioni quante vogliamo, per fare entrare nel clima Natalizio i bambini e per far sì che i lavori che andranno svolgendo saranno connotati da compiti significativi.

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ALBERI IN TUTTI I MODI Il metodo: M. MONTESSORI

La tecnica: LAVORO INDIVIDUALE

IMMAGINI, SUONI, COLORI

CONSAPEVOLEZZA ED ESPRESSIONE CULTURALE: realizzare semplici manufatti.

Spazio: sezione Tempi: circa un’ora

Creare un albero di Natale, grande o piccolo che sia, risulta essere un momento di condivisione e partecipazione alla preparazione della festa insostituibile. Possiamo realizzarne di varie tipologie.

Materiale occorrente: • Cartoncino ruvido • Cartoncino pesante colorato • Sagoma di abete • Colla vinilica • Pasta corta di vari formati • Vernice dorata • Pennello

Disegniamo sul cartoncino ruvido la sagoma di un abete e ritagliamola; incolliamoci sopra i vari tipi di pasta corta, sino a ricoprirne la superficie. Coloriamo la pasta con la vernice dorata e incolliamo l’albero sul cartoncino colorato.

Il Natale: attività individuale

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STELLE PARLANTI

Creiamo l'albero di Natale su una parete, ad altezza di bambino, decoriamolo con delle stelle sulle quali scriveremo delle parole di Natale e in basso creiamo una nuvola come tasca. Disponiamo a stella tre bastoncini del gelato (o tre pezzetti di cartone ritagliati nella forma di bastoncino) e fissiamoli al centro con la colla a caldo. Se vogliamo, possiamo colorare alcune stelle con le tempere e poi, dopo averle ricoperte di colla vinilica, cospargerle con la porporina. Attacchiamo bottoni o palline di cotone idrofilo sulle sei punte e al centro delle stelle, con la colla a caldo. Appendiamo ad ogni stella un cartoncino con una parola: - Abbraccio, auguri, allegria, amicizia, augurio,condivisione, donare, esultare, fiducia, fratellanza, gioia, sorpresa, sorriso, speranza. Invitiamo i bambini a realizzare dei disegni personalizzati da dedicare a quella stella e riponiamoli nella nuvola/tasca.

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L'ALBERO GOLOSO

Per lo spuntino del mattino prepariamo un albero goloso di biscotti al pan pepato: profumatissimi dolcetti tipici della tradizione anglosassone! INGREDIENTI PER CIRCA 40 BISCOTTI DI 8-10 CM

PER LA DECORAZIONE

• 420 g di farina 00 • 100 g di zucchero • 120 g di burro morbido • 160 ml di melassa (o miele) • 1 uovo grande • 3/4 di cucchiaino di bicarbonato di sodio • 1/4 di cucchiaino sale • 2 cucchiaini di zenzero macinato • 1 cucchiaino di cannella macinata • 1/4 cucchiaino di noce moscata macinata • 1/4 cucchiaino di chiodi di garofano macinati.

• 1 albume

• 200 g di zucchero a velo • Coloranti alimentari

Il Natale: attività di gruppo

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In una capiente ciotola sbattiamo il burro con lo zucchero fino ad ottenere un composto gonfio e cremoso: aggiungiamo la farina, le spezie, la melassa (o il miele), il sale, l’uovo e il bicarbonato, poi impastiamo bene tutti gli ingredienti fino ad ottenere un composto omogeneo. Avvolgiamo l’impasto nella pellicola trasparente e poniamolo in frigorifero per almeno 3 ore. Trascorse le ore necessarie, stendiamo l’impasto con

un matterello fino a ottenere una sfoglia dello spessore di 4 mm. A questo punto i bambini potranno divertirsi a ricavare delle sagome con dei tagliapasta di diverse forme natalizie! Adagiamo tutte le sagome ricavate in una teglia foderata con carta forno, distanziandole tra loro, e pratichiamo su ognuna di esse un foro abbastanza largo (poiché durante la cottura tenderà a chiudersi) che servirà per appenderle all’albero di Natale. Cuociamo i biscotti per

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circa 10-15 minuti a 180° (a forno già caldo), poi sforniamoli e facciamoli raffreddare. Prepariamo la glassa montando a neve ferma l’albume e incorporando poco alla volta, sempre sbattendo, lo zucchero a velo; aggiungiamo eventualmente del colorante alimentare per colorare la glassa che deve avere consistenza soda e cremosa: poniamola in una tasca da pasticcere con la bocchetta liscia e molto stretta, e decoriamo a piacere i nostri biscotti. Via via che andiamo avanti nell'impastare coinvolgiamo i bambini anche con delle domande: - Aggiungendo le uova diventerà più duro o più morbido l’impasto? - Di che colore diventerà? E aggiungendo il cacao? - Quando cucineranno i nostri biscotti diventeranno più grandi o resteranno uguali?

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PANDORA E LA GARA DOLCIARIA Il metodo: OUTDOOR EDUCATION

La tecnica: STORYTELLING

I DISCORSI E LE PAROLE

COMUNICARE NELLA MADRE LINGUA: ascoltare, porre domande, esprimere e comunicare.

Spazio: dal fornaio Tempi: due ore

Se possibile rechiamoci da un fornaio e con il suo aiuto (mentre prepara il dolce) raccontiamo la storia.

Era il periodo di Natale e, come ogni anno, tutti erano in fermento per la “Gara Dolciaria” del paese. Si trattava di una semplice gara culinaria, ma era “dolciaria” perché si dovevano preparare solo i dolci per la vigilia di Natale. Pandora, la signora più anziana di tutto il paese, faceva la fornaia e deteneva il record. Era veramente troppo brava ed era molto difficile batterla. Era una vecchina un po’ antipatica, raramente si vedeva sorridere, non parlava con nessuno, ma davvero in cucina era un fenomeno. Questa volta però c’era un problema: Pandora non sapeva proprio che cosa preparare. Erano anni ormai che si presentava con crostate, bignè, meringhe, biscotti e torte sempre diversi. La sera prima del grande evento, Pandora era assorta dai suo pensieri e, camminando intorno al tavolo della sua grande cucina, pensava: “Mmm… ma che cosa potrò mai inventarmi? Mi servirebbe

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una nuova idea…”. Iniziò ad aprire gli sportelli, a guardarsi intorno, aprì il frigo e continuava a pensare. “Dovrei fare qualcosa che nessuno ha mai fatto prima, un dolce nuovo, che inventerò io!” Così, si tirò su le maniche ed iniziò ad impastare dentro una ciotola: burro, farina, latte, uova e zucchero. “Vediamo… che cosa posso aggiungere… ah ecco! Pezzetti di cioccolato, così diamo anche un po’ di colore”. Pandora prese una barretta di cioccolato, la sbriciolò dentro l’impasto e continuò a girare. Ora, bastava aggiungere il lievito che avrebbe dato alla torta quel tocco in più. La vecchina, si diresse verso la credenza e prese la scatola che rovesciò piano piano, per-

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ché il lievito va dosato con molta attenzione. Proprio in quel momento, il vento fece sbattere la finestra che Pandora aveva dimenticato di chiudere e la vecchina subito si spaventò, rovesciando nella torta più lievito del previsto. “Oh no! Ma che cosa ho combinato? Povera me, ora come faccio? Non lo posso buttare, avevo solo quelle uova! E domani con che cosa mi presenterò alla gara dolciaria?”. Pandora non sapeva proprio come rimediare ed ormai si stava facendo tardi. Così si rassegnò e decise di infornare lo stesso. Il lievito non avrebbe alterato il sapore del dolce, se mai, lo avrebbe fatto crescere a dismisura. Pandora, dopo aver infornato, si mise davanti al forno con le dita incrociate e aspettò. Si stava quasi per addormentare dalla stanchezza quando, ad un tratto, alzò gli occhi e vide che nel forno il suo dolce stava quasi per strabordare. Era cresciuto tantissimo! Lo tirò fuori e, con aria dubbiosa, lo rimirò: “È terribile! Oh mio dio che cosa ho combinato! Farò una figuraccia! Sembra una montagna!”. Rassegnata, lasciò il dolce sul tavolo e andò a dormire. L’indomani mattina, era il gran giorno e Pandora cercò di dare una sistemata a quella “montagna dolciosa”. Prese un vassoio, ci sistemò al centro il dolce e decise di guarnirlo con una spolverata di zucchero a velo: il danno oramai era compiuto e l’unica cosa che poteva fare era solo renderlo un po’ più

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bello alla vista; con quello zucchero a velo, ora sembrava una montagna innevata. Pandora non era per niente convinta, ma si mise il paltò, prese il dolce e andò in piazza, presentandosi davanti alla giuria. “Buongiorno Pandora!” disse il sindaco che era a capo della giuria. “Che cosa ci farai assaggiare quest’anno?” Pandora neanche rispose, ma appoggiò il suo dolce sul tavolo inIl Natale: racconto

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sieme a tutti gli altri e, voltando le spalle, si sedette vicino alle concorrenti. La gara iniziò con una breve presentazione del sindaco e, successivamente, con una serie di assaggi da parte della giuria. Pandora se ne stava zitta zitta, con quel suo muso un po’ imbronciato a controllare. C’erano dolci di tutte le forme e dimensioni: stelle di natale, palline fritte al miele che sembravano addobbi natalizi, pezzi di torrone fatti in casa, biscottini rossi e verdi, insomma, le massaie del paese si erano proprio date da fare e Pandora si accorse che davvero, quest’anno, il suo dolce non era poi il più bello. Ormai, si era convinta che non avrebbe per nulla al mondo vinto quella gara. Al termine degli assaggi, il sindaco prese in mano il microfono per annunciare il nome del vincitore alle signore presenti. – Abbiamo assaggiato con molta attenzione tutti i dolci da voi presentati e devo dire che quest’anno, avete dato il meglio di voi. Ma ce n’è stato uno in particolare che, nonostante la sua forma strana, è risultato migliore di tutti gli altri per la fragranza e la leggerezza. Come al solito e con dispiacere nei confronti delle altre concorrenti, dobbiamo premiare la signora Pandora, che anche quest’anno ci ha deliziato il palato! Ci fu subito un grosso applauso e Pandora, che non se l’aspettava per niente, si alzò in piedi, ringraziò tutti quanti e per una volta, il suo viso si era illuminato di gioia. – Complimenti signora! – disse il sindaco rivolgendosi alla vecchina

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e consegnandole l’ennesima “Coppa Dolciaria” della sua collezione. – E siccome il suo dolce era veramente buonissimo ed originale, lo chiameremo Pandoro, in suo onore e sarà il tipico dolce natalizio del nostro paese! La vecchina non poteva credere alle sue orecchie e, tornando a casa, ancora con il sorriso sulle labbra si disse: “Visto?! Ero cosi preoccupata e invece ho inventato il nostro tipico dolce natalizio che ha preso addirittura il mio nome! È proprio vero, le cose nate per caso sono sempre le migliori!” Claudia Masiero

- Chi è Pandora? - Che cos'è la "Gara Dolciaria"? - Come si sente Pandora la sera prima del grande evento? Perché? - Che cosa decide di fare? - Che cosa inforna alla fine Pandora? - Il dolce era bello da vedere? Perché? - Alla gara, che cosa succede?

BIGLIETTO DI DOLCI AUGURI

Realizziamo un biglietto di auguri a forma di pandoro con cartoncino marrone e giallo e al suo interno facciamo dire una frase dolce ai bambini e scriviamola noi per loro.

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LA SPESA DI NATALE Il metodo: STEM

La tecnica: CODING

LA CONOSCENZA DEL MONDO

IMPARARE A IMPARARE: saper registrare e documentare.

Spazio: sezione Tempi: circa un’ora

Ritagliamo dai volantini dei supermercati le figure dei prodotti: natalizi e non. Consegniamo un foglio diviso in una tabella, in cui ogni colonna è un 'reparto d'acquisto', a ciascun bambino e mettiamo su un tavolino accessibile tutti gli elementi ritagliati. Chiediamo ai bambini di “fare la spesa” per Natale: dovranno selezionare solo i prodotti natalizi tra tutti quelli presenti sul tavolo e incollarli sul proprio foglio, nella colonna corrispondente al reparto in cui si vende nel negozio.

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CHIUDIPACCO DI SALE COLORATO Il metodo: M. MONTESSORI

La tecnica: LAVORO INDIVIDUALE

IMMAGINI, SUONI, COLORI

CONSAPEVOLEZZA ED ESPRESSIONE CULTURALE: realizzare semplici manufatti.

Spazio: sezione Tempi: circa un’ora

Realizziamo delle cartoline chiudipacco della misura di 10x10 cm. Mettiamo del sale fino in alcuni contenitori e grattugiamoci vecchi gessetti, un colore per ogni contenitore. Amalgamiamo bene le due polveri e aggiungiamo un po’ di porporina argentata. Consegniamo ai bambini fotocopie dei modelli con i disegni e invitiamoli a riempire gli spazi con la polvere colorata, dopo aver spennellato le sagome con un po’ di colla vinilica diluita con l’acqua. Il Natale: attività individuale

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NATALE DI PACE Il metodo: PEDAGOGIA DINAMICA

La tecnica: DIALOGHI LIFE SKILLS

SPIRITO D'INIZIATIVA E INTRAPRENDENZA: sostenere la propria opinione con argomenti pertinenti.

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Spazio: sezione Tempi: circa un’ora

Facciamo una pausa di riflessione sul significato del Natale come festa di pace. Stimoliamo la conversazione.

- Bambini, tra pochi giorni è Natale, è il compleanno di Gesù, una festa di pace. - Se due persone hanno bisogno di fare la pace significa che si sono arrabbiati e non sono più amici. Che significa non essere amici? - Che cosa fa un bambino che non è amico di un altro? - Quando due bambini fanno la pace tornano amici. Che cosa vuol dire essere amici? - I regali che si fanno e si ricevono sono in ricordo dei doni che Gesù ha ricevuto quando è nato. A voi piace fare i regali? - Che cosa regalereste al vostro migliore amico?

Prepariamo un regalo ai nostri amici o alle nostre famiglie che simboleggi la pace e la voglia di restare sempre sorridenti. Una sciarpa dell'amicizia e della pace. Con l’aiuto delle famiglie, procuriamoci delle stoffe colorate e ritagliamole della misura di un foglio A4 per ogni bambino; diamo come tema l’amicizia e la-

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sciamo che ognuno immagini dei simboli che possano rappresentarla (arcobaleno, mani, palloncini, alberi, ecc…). Organizziamo un laboratorio creativo nel quale metteremo a disposizione molti materiali: panno lenci, bottoni, fettucce, lana, trecce di lana, colori per stoffe, pon pon, ecc… Facciamo decorare le stoffe a piacere, dove necessario aiutiamo i bambini a ritagliare i materiali più difficili. Quando tutti i ‘pezzi d’amicizia’ o la rappresentazione di momenti di festa saranno pronti, uniamoli con della colla attaccatutto o cuciamoli con ago e filo (possiamo anche provare a far cucire ai bambini), fino a farla diventare una sciarpa lunghissima. Per l’occasione è possibile anche invitare qualche mamma disponibile che ci venga a dare sostegno nel cucire o incollare. Facciamo dire ai bambini a chi hanno pensato realizzando quel pezzetto di sciarpa.

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L’EPIFANIA Il giorno dell'Epifania, il 6 gennaio, non viene festeggiato a scuola perché rientra nel periodo delle vacanze natalizie; è comunque importante parlarne ai bambini che impareranno così a conoscere la simbologia e il significato di questa festività. La misteriosa vecchina che sorvola i cieli con coraggio e dolcezza, lasciando leccornie a tutti i bimbi, ma anche oculata e severa con chi non si comporta benissimo a cui lascia manciate di carbone, unisce magia e realtà, risultando affascinante e motivante a tutti i bimbi.

GENNAIO: L’EPIFANIA


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L'ADORAZIONE DEI MAGI Il metodo: RICERCA

La tecnica: COOPERATIVE LEARNING

IMMAGINI, SUONI, COLORI

CONSAPEVOLEZZA ED ESPRESSIONE CULTURALE: conoscere e rappresentare caratteristiche stagionali e delle festività.

Spazio: sezione Tempi: circa un’ora

Per questa lezione procuriamoci alcune riproduzioni di quadri celebri, inerenti all'argomento. Per esempio "L'adorazione dei Magi" di Masaccio, del Botticelli, di Setphan Lochner... Mostriamo le immagini e raccontiamo.

Nella notte in cui nacque Gesù, in un paese lontano, tre saggi stavano discorrendo tra loro. Uno di essi, guardando il cielo stellato, vide una stella più luminosa delle altre, una stella che sembrava avesse una coda: – Guardate! È la stella che stavamo cercando! È la stella che stavamo aspettando! – esclamò. Gli altri due lo guardarono, emozionati. – Quella stella ci avverte che è nato il bambino che attendevamo da tanto tempo. Andiamo ad adorarlo! I Magi partirono e la stella li guidò al Bambino. Si inginocchiarono davanti a lui e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. L'incenso, bruciato, dà quel profumo che si sente in chiesa. La mirra, anch'essa profumata, ai tempi di Gesù era preziosa e veniva usata solo dai re e dalle persone importanti. I Magi adorarono Gesù e ringraziarono Dio per aver inviato quel bambino, segno del suo amore per gli uomini. Poi partirono, un Angelo li avvertì in sogno di non tornare dal Re Erode perché non voleva bene al bambino Gesù. I Magi allora, tornarono al loro paese percorrendo un'altra strada. Claudia Masiero

L’Epifania: racconto

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- Chi andò a trovare Gesù? - I Magi, secondo la tradizione, erano tre, venivano da un paese lontano e dovevano attraversare anche il deserto. Secondo te, come saranno andati a piedi, a cavallo o con il cammello? - Avete mai visto i cammelli? Dove? - Come sono? Vi piacciono? - Da chi furono guidati i Magi?

Fotocopiamo l'immagine che più ci è piaciuta dei quadri d'autore e ritagliamone un segmento; facciamo completare la parte mancante con i colori a pastello dopo aver incollato su un cartoncino di colore giallo per dare risalto e creiamo una cornice con degli stecchi di legno da gelato (volendo si possono decorare con della porporina color oro). Successivamente azioniamo una ricerca sul dipinto per scoprire quali elementi che vediamo sono tutt'oggi identici nella realtà e cosa è cambiato. Creiamo una tabella di registrazione.

“Adorazione dei Magi” di Masaccio, soprannome di Tommaso di ser Giovanni di Mone Cassai

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GENNAIO: L’EPIFANIA


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DIPINGERE I MAGI CON IL CORPO Il metodo: B. MUNARI

La tecnica: PSICOMOTRICITÀ

IL CORPO E IL MOVIMENTO

CONSAPEVOLEZZA ED ESPRESSIONE CULTURALE: usare il corpo per dipingere.

Spazio: salone Tempi: circa un’ora

Dipingiamo i re magi con il corpo secondo il metodo di B. Munari. Si può colorare o dipingere con il palmo della mano, con la pianta dei piedi, ma anche con i pollici, con la punta delle dita, con i polpastrelli, con il lato della mano, con il pugno, con le nocche... Utilizziamo la tecnica per tutte le parti del nostro dipinto: il cielo, le nuvole, i cammelli; facciamolo solo cambiando colore. Questa attività si può svolgere sia singolarmente su un cartoncino che in gruppo su un cartellone.

L’Epifania: attività individuale

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ormazione inf

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LA BEFANA Il metodo: STEM

La tecnica: STORYTELLING DIGITALE

LA CONOSCENZA DEL MONDO

COMPETENZE DIGITALI: documentare con la LIM.

Spazio: LIM

Tempi: qualche giorno

Uniamo i dati della leggenda della befana con quelli del Vangelo che riguardano la venuta dei re magi e costruiamone uno storytelling digitale.

La Befana è tradizionalmente associata ad una vecchietta col naso lungo che gira a cavallo di una scopa nella notte tra il 5 e il 6 gennaio, per lasciare calze piene di dolcetti, caramelle, frutta secca, piccoli regalini e a chi è stato un po' monello non dimentica di lasciare pezzetti di carbone. Ma dove nasce la storia della Befana? Alle origini la figura della Befana rimanda all'anno che è andato via, un anno ormai vecchio proprio come la Befana, che lascia spazio a quello nuovo. E la distribuzione dei doni ha un preciso simbolo propiziatorio. Nella cultura cristiana la figura della Befana va di pari passo con quella dei Re Magi, Baldassarre, Gaspare e Melchiorre, che seguendo la stella cometa che indicava loro la strada, riuscirono dopo un lungo viaggio ad arrivare da Gesù Bambino e a portargli in dono oro, incenso e mirra. Nella versione che rimanda ai Re Magi, la storia della Befana è che i Re Magi, diretti a Betlemme per portare i doni a Gesù Bambino, non riuscivano a trovare la strada e allora chiesero informazioni ad una vecchina incontrata per strada. I Re Magi chiesero alla donna GENNAIO: L’EPIFANIA


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di accompagnarli per andare a rendere omaggio al Bambino Gesù ma lei si rifiutò. Dopo la vecchietta si pentì di non essere andata e allora preparò un cesto pieno di dolci e si mise a cercarli ma non ci riuscì. Cominciò quindi a fermarsi di casa in casa donando ad ogni bambino che incontrava dei dolcetti nella speranza che uno di essi fosse Gesù Bambino. E da quel giorno fa ogni anno il giro del mondo, di casa in casa, facendo doni ai bambini per farsi perdonare di tale mancanza.

- La Befana è passata anche da voi? Chi ha trovato i doni della simpatica vecchietta? - Dove avevate messo la calza? - Siete andati a dormire presto o tardi? - Vi siete addormentati subito? - Che cosa avete trovato nella calza? - I re magi hanno fatto lo stesso tragitto della befana? Con lo stesso mezzo? Cosa cambia?

STORYBOARD

Utilizziamo le domande della conversazione guidata come ITEMS dello storyboard. L’Epifania: racconto

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itĂ di gruppo v i t at

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CONTENUTI DELLO STORYTELLING DIGITALE - Video dei bambini che raccontano dell'arrivo della befana (massimo 4 per la durata di 40 secondi ognuno). - Immagini dei luoghi dove solitamente si mette e si trova la calza, (prese dal web o disegnate dai bambini): caminetto, finestra, letto, ecc...

- Video di bambini che raccontano quando sono andati a dormire (max. 4 da circa 40 secondi). - Viaggio della befana e viaggio dei re magi con evidenziazione dei doni e dei mezzi di trasporto (queste immagini si consiglia di ritagliarle con le funzioni dei vari programmi utilizzati solitamente). - Espressione di gioia dei bambini che hanno ricevuto i doni (con video corti o fotografie). - Chiusura con il quadro 'Adorazione dei re Magi' di Masaccio o di Botticelli.

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GENNAIO: L’EPIFANIA


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QUANTO PESA QUESTO SACCO Il metodo: B. MUNARI

La tecnica: PSICOMOTRICITÀ

LA CONOSCENZA DEL MONDO

COMPETENZE IN MATEMATICA, SCIENZE E TECNOLOGIE: scoprire caratteristiche della realtà: pesi e lunghezze.

Spazio: sezione Tempi: circa un’ora

Procuriamoci due sacchi di yuta e riempiamoli con materiali piccoli e pesanti e grandi e leggeri. Risulterà più pesante il sacco meno pieno e più leggero quello più pieno. Proponiamo ai bambini di alzare i sacchi e di paragonarne i pesi. Chiediamo anche: - Come mai il sacco più vuoto è più pesante?

Lasciamo fare ipotesi. Quando le loro ipotesi si saranno esaurite, aiutiamoli a cercare oggetti piccoli, ma pesanti (per esempio una busta di farina e un peluche della stessa grandezza) e facciamo riflettere sul fatto che non sempre la forma o la grandezza denota anche il peso di un oggetto.

L’Epifania: conversazione

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ità di gruppo v i t at

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DOVE VIVE LA BEFANA? Il metodo: STEM

La tecnica: STORYTELLING DIGITALE

LA CONOSCENZA DEL MONDO

COMPETENZE DIGITALI: documentare con la LIM.

Spazio: LIM

Tempi: qualche giorno

Se sappiamo dove si trova la casa di Babbo Natale (in Lapponia), non sappiamo dove abita la Befana. Non c'è un posto preciso, possiamo solo immaginarlo. Facciamolo immaginare ai bambini e lasciamo che lo interpretino liberamente su un foglio, disegnando anche i doni ricevuti. Dopo aver dato libera interpretazione alla loro immaginazione, focalizziamo l'attenzione sulle possibili distanze dei luoghi immaginati: se i bambini hanno detto “bosco - America - polo sud” o qualsiasi altro luogo, riportiamo a noi l'attenzione chiedendo: - Come possiamo misurare quanto è distante il posto dove vive la befana?

Siccome non lo sappiamo con certezza potremmo comunque imparare a misurare alcune distanze. Per esempio quella che passa tra casa nostra e scuola. Stampiamo da google maps una pianta della nostra città e con

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GENNAIO: L’EPIFANIA


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della lana e delle bandierine fissiamo la distanza da casa dei bambini (che possono anche disegnare in miniature ed incollare sulla cartina) e la nostra scuola. Continuiamo il percorso di ricerca e ipotesi sulle distanze, la loro misurazione e i mezzi per percorrerle, considerando che non viaggiamo sulle scope, cerchiamo di calare nella realtĂ ulteriormente. Facciamo riprodurre su un cartellone 70x100 cm le strade della mappa di google, permettendo di utilizzare righelli, squadre, ecc... Quando, a parere dei bambini, la mappa è pronta, decoriamo alcuni rotoli di carta igienica e incolliamo come un autobus che percorre le strade. Infine lasciamo che prendano altre fettucce e fili per 'misurare' liberamente l'ambiente scolastico. L’Epifania: attivitĂ di gruppo

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entazione s e pr

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IL CARNEVALE Il Carnevale è una festa che suscita allegria e curiosità e offre numerose occasioni per acquisire la padronanza dei mezzi e delle tecniche che rendono il bambino capace di esprimersi nei vari codici (grafico-pittorico, manipolativo, mimico-gestuale, ecc.). L’ambiente scolastico in questo periodo è particolarmente adatto a stimolare fantasia e immaginazione, attraverso esperienze che favoriscono lo sviluppo del pensiero divergente e della creatività. Nei diversi laboratori si organizzano numerose attività di costruzione

FEBBRAIO: IL CARNEVALE


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per costruire maschere e addobbi. Svilupperemo anche attività che mirino alla discriminazione e conoscenza delle principali forme geometriche. Spieghiamo ai bambini che in tutto il mondo il Carnevale viene celebrato con festeggiamenti e riti diversi all’insegna dell’allegria e del buonumore, che si chiamano usanze e che consistono nel ripetere ciò che tanto tempo fa facevano i nostri nonni. Lasciamo che siano i bambini stessi, insieme ai compagni di sezione, a progettare e realizzare sperimentando tecniche espressive diverse le maschere preferite, o scegliere il tipo di travestimento più consono alla loro personalità. Tutto ciò li aiuterà a sentirsi parte di un gruppo e a sviluppare, oltre il linguaggio ed il pensiero critico, la propria capacità di collaborazione. Il Carnevale: presentazione

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co rac nto

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LA FESTA DI CARNEVALE Il metodo: M. MONTESSORI

La tecnica: STORYTELLING

I DISCORSI E LE PAROLE

COMUNICARE NELLA MADRE LINGUA: ascoltare leggende e fiabe nuove delle maschere e rapportarle alla realtà.

Spazio: salone Tempi: circa un’ora

Per il giorno di Carnevale a scuola si organizzava una festa. Tutti potevano indossare un costume e portare cose buone da mangiare. In sezione c'era un gran fermento: tutti elencavano i vestiti che avrebbero indossato e a cosa avrebbero giocato il giorno della festa. Manuel non patecipava troppo alla conversazione perché era ancora indeciso su cosa indossare: avrebbe voluto indossare il vestito da pompiere, ma anche quello da Arlecchino, e non gli dispiaceva neanche essere un principe. Quasi tutti sceglievano costumi “forti”, quelli con i muscoli di gomma piuma che servivano a dare colpi e botte a qualcuno, mentre lui, Manuel, voleva solo giocare. La domenica mattina riuscì a raccontare alla sua mamma questi pensieri, perché voleva il suo aiuto. La mamma lo ascoltò con molta attenzione e gli fece una proposta. Manuel accettò e il giorno successivo chiese alla maestra di poter parlare durante l'assemblea del mattino. Chiese a tutti: – Perché ci si maschera a Carnevale? I bambini erano rimasti un po’ perplessi, ma la maestra che lo conosceva bene e sapeva che il bambino era molto curioso, rispose: – Perché ognuno può scegliere chi vuole essere e travestirsi. Può essere un vestito che riguarda un mestiere che si vuole fare da grandi o un personaggio che è piaciuto. Manuel non fu troppo convinto della risposta e continuò: – Maestra, ma allora quasi tutti i miei amici vogliono fare del male a qualcuno? FEBBRAIO: IL CARNEVALE


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A questo punto tutti i bambini che si erano programmati di essere robot terrificanti e simili, lo guardarono in silenzio. Nessuno, ma proprio nessuno rispose. FinchÊ Luca intervenne e disse: – Io sono un robot buono, non uccido nessuno. Aiuto soltanto! Dopo Luca anche tutti gli altri cambiarono in positivo i loro personaggi e cominciarono a dare spiegazioni e dettagli su quante cose buone sapevano fare. Le bambine avevano smesso di fare a gara su quale principessa era piÚ bella e cominciarono a progettare costumi da dottoresse e veterinarie.

Il Carnevale: racconto

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co rac nto

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Giacomo voleva indossare il vestito da Arlecchino di quando era piccolo suo padre, mentre Carlo che non aveva mai tempo di andare a fare compere con la mamma decise di pitturare con del verde una vecchia tuta da ginnastica bianca per diventare Brighella. Manuel decise così di travestirsi da Vigile del fuoco e in un battibaleno altri tre amici si accodarono a lui per formare la squadra dei soccorsi. La maestra fu entusiasta di questa magia. Non avrebbe dovuto fare raccomandazioni e soprattutto non avrebbe dovuto spiegare che chi è forte per davvero non sempre ha grandi muscoli. C. Gattella

- Chi è il protagonista della storia? - Da chi o da cosa si vuole mascherare Manuel? - Perchè non è convinto? - Con chi parla del suo problema? Come lo risolve? - Alla fine da chi o da cosa si veste? E tu?

Lasciamo che i bambini disegnino su un foglio la parte del racconto che hanno preferito, oppure facciamo disegnare il personaggio che vorrebbero essere per un giorno e lasciamo che lo completino con i materiali e le tecniche che preferiscono.

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FEBBRAIO: IL CARNEVALE


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UN BURATTINO CON LA CARTA Il metodo: AGAZZI

La tecnica: DIDATTICA LABORATORIALE

IMMAGINI, SUONI, COLORI

CONSAPEVOLEZZA ED ESPRESSIONE CULTURALE: dipingere, creare maschere.

Spazio: sezione Tempi: circa un’ora

Materiale occorrente: • Carta da pacchi • Forbici • Una matita • Una gomma • Pennarelli colorati • Colla per la carta (Coccoina o Vinavil) • Ritagli di carta o bristol colorato • Spillatrice • Bottoni, fettucce, altri materiali da riciclo

Prepariamo un pezzo di carta da pacchi ripiegato in due: deve essere abbastanza grande da poterci appoggiare la mano aperta e almeno metà braccio. Questo ci serve per prendere le misure giuste, in modo che a lavoro finito il burattino non ci stia stretto. Con una matita tracciamo un segno intorno alla mano e al braccio ad una distanza di almeno 3/5 cm. Tagliamo tutti e due i fogli lungo la linea. Una volta ritagliati incollaliamoli o cuciamoli con la spillatrice lungo il contorno, lasciando un'apertura sul fondo per far entrare una mano. Il Carnevale: attiività individuale

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ità di gruppo v i t at

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PER LA DECORAZIONE

Possiamo disegnare degli elementi per creare un viso su: - carta bianca (per creare un pupazzo più "grezzo"); - carta di quotidiano o rivista (per creare una maschera più originale); - ritagli di cartoncino colorato, altre chincaglierie o materiali da riciclo per personalizzare; - oppure direttamente sulla manopola con pennarelli o tempera. Per rifinire ancora meglio il burattino ritagliamo delle striscioline di carta di diverse dimensioni, a seconda di come vogliamo che siano i capelli del tuo pupazzo. Adattissima a questo scopo la carta crespa. Si può usare anche la lana.

VARIANTE

Con lo stesso sistema possiamo ottenere manopole più rifinite, in cui potremmo realizzare anche le braccia e dare in questo modo maggiore movimento al burattino.

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FEBBRAIO: IL CARNEVALE


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LA MASCHERA DI CARTA PESTA Il metodo: REGGIO CHILDREN APPROACH La tecnica: COOPERATIVE LEARNING

IMMAGINI, SUONI, COLORI

Spazio: sezione

CONSAPEVOLEZZA ED ESPRESSIONE CULTURALE: utilizzare tecniche plastiche diverse. Tempi: circa un’ora

Materiale occorrente: • Un palloncino • Un vaso per fiori • Carta di giornale • Colla • Un piattino di plastica • Acqua • Pennelli • Tempere

Gonfiamo il palloncino tanto quanto è grande la nostra faccia e posizioniamolo dentro il vaso. Prepariamo in un piattino di carta la colla mescolando una parte di colla vinilica per due di acqua.

Tagliamo con le mani dei piccoli pezzi di carta di giornale e immergiamoli uno ad uno, da un lato solo del foglio, nella colla preparata. Ricopriamo la superficie del palloncino con i fogli bagnati di colla ponendo il lato bagnato sempre verso il palloncino. Creiamo più strati senza lasciare buchi, lasciamo asciugare per una notte e poi creiamo nuovi strati fino ad arrivare ad una giusta consistenza.

Il Carnevale: attività di gruppo

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Nell’ultimo strato possiamo modellare i tratti somatici del volto della maschera (naso, ciglia). Una volta asciutta togliamo il palloncino dal vaso e scoppiamolo levandone i residui. Ritagliamo la forma desiderata (la forma dell’intera faccia o solo della parte superiore del viso), facciamo i buchi per gli occhi, il naso e la bocca. Passiamo per prima cosa una mano di tempera bianca poi coloriamo e decoriamo a piacere. Fissiamo due lacci ai lati della maschera per poterla indossare.

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COLORI E MUSICA Il metodo: AUCOUTURIER

La tecnica: PSICOMOTRICITÀ

IL CORPO E IL MOVIMENTO

CONSAPEVOLEZZA ED ESPRESSIONE CULTURALE: associare movimento alla provenienza di un suono.

Spazio: salone Tempi: circa un’ora

Educare all'ascolto, con i bambini di età di scuola dell'infanzia, passa attraverso varie fasi tra cui anche quella di sviluppare l'attenzione all'associare suoni alla loro provenienza. Facciamo disporre i bambini in ordine sparso in un ampio spazio e distribuiamo a ciascun bambino un fazzoletto. Al via della musica i bambini iniziano a ballare tenendo in mano i fazzoletti e l’insegnante dirà “Si balla!”. Quando la musica smette di suonare i bambini si siedono sul pavimento e si nascondono il viso con il fazzoletto. Successivamente affiniamo il gioco. I bambini dovranno restare accovacciati a terra con il loro fazzoletto

Il Carnevale: gioco motorio

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co motorio gio

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ad occhi chiusi. Spostiamoci con un tamburello dal lato sinistro dello spazio e chiediamo di far alzare nella direzione del suono solo i fazzoletti rossi. Poi spostiamoci dietro al gruppo e battiamo forte le mani chiedendo di far sollevare nella direzione del suono solo i fazzoletti blu. Infine, ponendoci dal lato sinistro del gruppo, suoniamo un flauto e chiediamo di far sollevare solo i fazzoletti gialli nella direzione del suono. Ripetiamo l'operazione senza dare spiegazioni ulteriori, in modo che i bambini ricordino la sequenza: - Destra/tamburello/fazzoletto rosso; - Dietro/battito di mani/fazzoletto blu; - Sinistra/flauto/fazzoletto giallo.

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Carnevale di un bambino pauroso Vorrei una maschera così spaventosa che tremi la gente più coraggiosa, da strega o fantasma, da mostro o vampiro da scheletro bianco che vaghi in giro tra gli alberi spogli del lume lunare così la gente si metta ad urlare. E nessuno sappia che il più spaventoso di tutti i costumi ce l’ha il più pauroso!

Comincia il Carnevale

Volo di coriandoli, pioggia di caramelle, colori, luci, suoni e odore di frittelle. Bimbi travestiti, carri di cartapesta vieni qui con noi, comincia ora la festa! Si balla fino a sera, il divertimento sale non sto più nella pelle… comincia il Carnevale! Valeria Forconi

Kathryn Jackson

Sogni di Carnevale Quando il Carnevale arriverà ogni mio sogno si avvererà: sarò un mago, oppure un pirata, una coccinella, la luna o una fata, volerò in alto con la fantasia e scoprirò cos’è l’allegria! Valeria Forconi

Il Carnevale: poesie e filastrocche

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GIOCHIAMO FRA I CORIANDOLI Il metodo: M. MONTESSORI

La tecnica: PSICOMOTRICITÀ

IL CORPO E IL MOVIMENTO

CONSAPEVOLEZZA ED ESPRESSIONE CULTURALE: muoversi con destrezza all'interno di un percorso imitando gli altri o con consegne da seguire.

Spazio: palestra Tempi: circa un’ora

PULCINELLA CAROSELLA

Un bambino è Pulcinella e sta al centro di un cerchio di compagni, che gli chiedono: - Cosa sai fare Pulcinella Carosella? (2 volte). Il “bambino Pulcinella” risponde, mimando la mossa che decide di fare: - Questo so fare Pulcinella Carosella! (2 volte) Il bambino salta o apre e chiude le braccia o salta su un piede solo, per due o tre volte ecc... Gli altri, successivamente, mimano quella mossa: - Anch ‘io so fare Pulcinella Carosella (2 volte).

IL GIOCO DELLA FATA

Al suono di una musica allegra e trascinante, i bambini si muovono liberamente nella stanza tentando seguire il tempo della musica. Quanto la musica si interrompe, si fermano. La fata, insegnante o bambino, “armata” di bacchetta, tocca un bambino sussurrandogli all’orecchio un’indicazione: “Sei una foglia al vento”, “Sei un palloncino gonfio d’aria”, “Sei una rana”, “Sei un gattino che danza”, “Sei un indiano che fa la danza della pioggia”, “Sei Zorro” ecc.

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Ogni bambino traduce sul piano gestuale e motorio i suggerimenti della fata, che rimette la musica, e i bambini toccati continuano a muoversi rispettando le indicazioni ricevute a suon di musica. I bambini che non sono stati toccati circolano liberamente. Nella variante del gioco per i bambini più grandi, coloro che non sono stati toccati hanno il compito di osservare i compagni e di riconoscere il suggerimento dato.

I CAMERIERI

Facciamo due squadre, poi prepariamo due percorsi identici lungo i quali sistemeremo i concorrenti. Ciascuna squadra dovrà portare al traguardo, nel più breve tempo possibile, un vassoio dove avremo sistemato un bicchiere pieno di coriandoli ed un piatto di stelle filanti.

I CORIANDOLI COME ARLECCHINO

Materiale occorrente: • Fogli di giornale o rivista • Forbici con punte arrotondate • Perforatrice

Pieghiamo il foglio di giornale a fisarmonica e tagliamo lungo i lati eliminando i bordi. Ora tagliamo in piccoli pezzetti la striscia, ecco qua i nostri coriandoli. Variante: mettiamo le riviste o i giornali nella perforatrice premendo più volte fino a ottenere tanti coriandoli variopinti.

Il Carnevale: gioco

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LE FORME DELL’ALLEGRIA Il bambino a tre anni ha già iniziato il suo cammino verso il pensiero logico-matematico, egli ha intuizioni e sollecitazioni rispetto alla quantità, alle forme, alle dimensioni, all’idea di numero, all’esplorazione dello spazio attraverso il movimento, all’uso di un linguaggio verbale e non verbale volto a dare spiegazioni, chiedere e raccontare… Rappresenta, confronta, analizza figure geometriche ed opera con esse, individuandone varianti, invarianti, relazioni, soprattutto a partire da situazioni reali. Basta un po’ di spirito di osservazione per scomporre gli arredi ca-

FEBBRAIO: IL CARNEVALE


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salinghi e urbani in forme e per scoprire le forme degli oggetti di uso comune. Possiamo organizzare delle attività didattiche e dei giochi che li aiutino a osservare, a riflettere e a scoprire, anche nelle cose più semplici, la forma. Proponiamo una filastrocca divertente per introdurre l'argomento, recitiamola interpretando il pagliaccio sconclusionato:

Il pagliaccio Agostino È caduto dallo scalino si è rotto in tanti pezzettini: quadrati, cerchi e triangolini! Per fortuna ci ho messo un po’ di colla e lui per gentilezza mi ha regalato una caramella. Il pagliaccio Agostino è caduto dallo scalino, si è rotto in tanti pezzettini: quadrati, cerchi e triangolini! Per fortuna ci ho messo un po’ di colla e lui per gentilezza mi ha regalato una caramella. Il pagliaccio Agostino è caduto dallo scalino, si è rotto in tanti pezzettini: quadrati, cerchi e triangolini! C. Gattella

Il Carnevale e le forme dell’allegria: filastrocca

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COLLAGE DI FORME Il metodo: M. MONTESSORI

La tecnica: DIDATTICA LABORATORIALE

IMMAGINI, SUONI, COLORI

CONSAPEVOLEZZA ED ESPRESSIONE CULTURALE: creare con le forme geometriche.

Spazio: sezione Tempi: circa un’ora

Disegniamo, sulla carta lucida, alcuni quadrati, cerchi e triangoli di due o tre dimensioni. Facciamoli ritagliare e raggruppare, secondo i criteri del metodo Montessori: a) per forma; b) per colore; c) per dimensione.

UNA COLLANA DI FIGURE GEOMETRICHE

Facciamo modellare del DAS • Das e chiediamo di • Tempere ricavarne pic• Vernice trasparente cole figure geo• Pennelli metriche con • Perline colorate dei piccoli fori • Filo da pesca centrali. Quando il das è asciutto facciamo colorare entrambe le superfici con le tempere e spennellare con vernice trasparente. Infine facciamo passare il filo trasparente fra i buchini delle forme in das, colorate, alternandole con le perline. Materiale occorrente:

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MAGICA FORM-AZIONE GEOMETRICA Il metodo: M. MONTESSORI

La tecnica: COOPERATIVE LEARNING

LA CONOSCENZA DEL MONDO

COMPETENZE DI BASE IN MATEMATICA, SCIENZE E TECNOLOGIA: conoscere alcune forme geometriche.

Spazio: sezione Tempi: circa un’ora

Costruiamo, con il cartone delle scatole di scarpe, una cassettiera delle figure piane ispirata a M. Montessori (di diverse misure) e facciamo in modo che le figure si possano togliere e rimettere. Dopo qualche giorno i bambini avranno familiarizzato con le forme, allora facciamo realizzare, ripassandone i contorni con i pastelli colorati, delle figure in movimento, degli animali oppure oggetti della realtà. Possiamo anche far utilizzare figure solide per questa attività. Infine proponiamo ai bambini una piccola gara a più temi e tempi. Vincerà un dolcetto di Carnevale chi, con le nostre forme, riuscirà per primo a: - realizzare un omino tutto rosso (non importa con quali forme); - rappresentare un albero tutto di cerchi (non importa di che colore); - mettere i triangoli dal più grande al più piccolo; - fare una fila di algoritmi di colori e forme senza sbagliare. Per ogni consegna lasciamo a disposizione una clessidra, quando sarà terminato il suo tempo verrà proclamato il vincitore! Ripetiamo i giochi anche con le figure logiche e per migliorare la motricità fine, inseriamo qualche esercizio con la 'scatola di sabbia' montessoriana. Il Carnevale e le forme dell’allegria: gioco

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Le forme dopo la gara vengono inserite in uno scatolone, opportunamente camuffato da elemento magico. Dopo aver dato una dimostrazione, invitiamo un bambino alla volta per riconoscere gli oggetti nascosti riconoscendoli al tatto.

SUONA LA FORMA

Procuriamoci due palette di forma diversa (rotonda e triangolare), ma di colore uguale. I bambini sono seduti in cerchio. Quando alziamo la paletta rotonda, i bambini battono le mani (velocemente se la paletta è mostrata più in alto, lentamente se la mettiamo più in basso). Quando alziamo la paletta triangolare, i bambini devono alzarsi in piedi e camminare liberamente (con velocità se la paletta è in alto, lentamente se viene mostrata più in basso).

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Il rettangolo

Il rettangolo, che prodezza: con la base e con l’altezza! Ho la forma dello schermo in un cinema moderno. In libreria mi puoi trovare, sono un libro da comprare. Mi riposo sopra il letto come cuscino son perfetto!

Il quadrato

Sono un quadrato perfetto: non ho proprio nessun difetto. Mi presto di buon grado sulla faccia di ogni dado. In cucina assai prezioso sono un tavolo armonioso. Son di carta un fazzoletto se mi prendi nel pacchetto.

Il triangolo

Son triangolo preciso ho tre lati e un gran sorriso... Sul cartello sopra il palo, un pericolo segnalo! Le piramidi in Egitto, le ha formate il sottoscritto! E le vele sopra il mare senza me non sanno andare!

Il cerchio

Un bel cerchio colorato, non ha angolo nĂŠ lato! Se mi vedi in un giardino, son la palla di un bambino! Su una macchina rombante io divento un bel volante, o sto insieme ad altre tre belle ruote come me!

Il Carnevale e le forme dell’allegria: poesie e filastrocche

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LA FESTA DEL PAPÀ La festa del papà costituisce un'ottima occasione per lavorare sull’intelligenza emotiva, come capacità di conoscere le proprie emozioni, svilupparle e orientarle in modo da interagire con altri in modo efficace. È vero infatti che le competenze emotive non solo possono svilupparsi di pari passo con quelle fisiche e cognitive, ma possono anche svolgere una funzione di supporto per le altre due. I papà di oggi si occupano dei figli nello stesso modo della madre. Come per la mamma anche il papà ha una festa a lui dedicata. Sono due preziosi momenti per riflettere sul senso di appartenenza alla famiglia. Famiglia intesa in senso di luogo sicuro ed accogliente a prescindere dalla composizione del suo nucleo.

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MARZO: IL PAPÀ


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PAPÀ ORSO Il metodo: PEDAGOGIA TEMPESTIVA

La tecnica: STORYTELLING

IL SÉ E L'ALTRO

COMPETENZE SOCIALI E CIVICHE: conoscere le proprie emozioni.

Spazio: angolo lettura Tempi: circa un’ora

L’orsacchiotto Bon Bon era il più piccolo della sua famiglia. Un giorno sua sorella Margherita stava andando a comprare una maglietta per lei, e Bon Bon le chiese: – Posso venire anch’io? – Non puoi venire con me, sei troppo piccolo e puoi perderti. – rispose Margherita. Suo fratello Rino stava uscendo per andare a pescare, così Bon Bon chiese anche a lui: – Posso venire anch’io? – Non puoi venire neppure con me perché sei troppo piccolo e puoi cadere nel lago. – Uffi! – si lamentò Bon Bon. – Sono troppo piccolo per tutto! In quel momento stava uscendo il suo grosso babbo che disse: – Io vado a fare la spesa, vuoi venire con me?

la festa del papà: racconto

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co rac nto

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Bon Bon non se lo fece ripetere due volte! Andarono insieme e comprarono pane, burro, pesci, maionese e un enorme vaso di miele. Quando tornarono a casa il babbo esclamò: – Come avrei potuto portare a casa tutta questa roba senza l’aiuto del mio piccolo orsacchiotto? Bon Bon era molto felice, perché aveva trascorso un bel pomeriggio con il suo papà e aveva potuto aiutarlo a portare la spesa! adatt. da K. Jackson, 365 storie, Mondadori

• Chi è Bon Bon? • Perché suo fratello e sua sorella non lo vogliono con loro? • Che cosa fa il papà? • Dove va Bon Bon con suo papà? • Perché alla fine è felice? I bambini, dopo aver ascoltato la storia, ne disegnano le sequenze e commentano i loro disegni. Gianluca - Io ho disegnato il papà che va a fare la spesa con l’orso Bon Bon.

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MARZO: IL PAPÀ


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LA RACCHETTA D'AUGURI Materiale occorrente: • Cartoncino bianco • Pastelli • Lana • Forbici • Taglierino • Colla

Riportiamo il modello (disegnato nella pagina successiva) della racchetta e del manico sul cartoncino bianco e poi ritagliamoli. Incidiamo con il taglierino l’apertura al centro della racchetta. Pratichiamo attorno all’apertura dei forellini speculari: quattro sui “lati” più corti dell’ovale e cinque su quelli più lunghi.

la festa del papà: attività individuale

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MARZO: IL PAPÀ


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Tagliamo dei fili di lana e inseriamoli nei forellini, chiudendoli con un nodino alle estremità, in modo da creare un reticolato sulla racchetta. Incolliamo le due parti del manico in fondo alla racchetta, davanti e dietro, facendole combaciare e coloriamo a piacere. Ritagliamo dal cartoncino bianco un cartellino di circa 8x8 cm, pieghiamolo in due e scriviamo all’interno “Tanti auguri papà!”. Pratichiamo un foro su un angolo del bigliettino e uno sul bordo inferiore del manico, infiliamoci un filo di lana che chiuderemo con un fiocchetto per fissare il bigliettino al manico della racchetta.

la festa del papà: attività individuale

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UN PORTAPENNE PER IL MIO PAPÀ Il metodo: PEDAGOGIA DINAMICA La tecnica: DIDATTICA LABORATORIALE

IMMAGINI, SUONI, COLORI

CONSAPEVOLEZZA ED ESPRESSIONE CULTURALE: realizzare semplici manufatti con materiali diversi.

Spazio: sezione

Tempi: circa un’ora

Prepariamo un portapenne con materiale riciclato, come un barattolo di latta o una parte di bottiglietta di plastica. Far passare il messaggio che possiamo tenere cura dell'ambiente attraverso il riciclo e il riuso diventa un ottima motivazione se gli oggetti si trasformano di nuovo in qualcosa di utile. Ritagliamo da un foglio di gomma colorato un rettangolo che ha per base • Barattoli di pomodori la misura della circonferenza del bapelati (o simili) rattolo e per altezza quella del barat• Fogli di gomma colorati tolo più un paio di centimetri. • Forbici Incolliamo con la colla a caldo il ret• Colla a caldo tangolo nella parte esterna del portapenne lasciando sbordare il foglio di gomma sul lato aperto del barattolo, poi incolliamo la parte in eccesso verso l’interno del barattolo. Tagliamo un altro rettangolo per ricoprire l’interno del portapenne e incolliamolo. Possiamo decorare il portapenne ritagliando e incollando dai fogli di gomma figure semplici (un sole, una macchinina...).

Materiale occorrente:

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MARZO: IL PAPÀ


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IO E IL MIO PAPÀ Il metodo: PEDAGOGIA DINAMICA La tecnica: DIDATTICA LABORATORIALE

IMMAGINI, SUONI, COLORI

CONSAPEVOLEZZA ED ESPRESSIONE CULTURALE: realizzare semplici manufatti con materiali diversi.

Spazio: sezione Tempi: circa un’ora

Fotocopiamo il modello della pagina successiva quattro volte per ogni bam• Fogli bianchi A4 bino. Mettiamo un foglio di cartoncino • Due cartoncini colosotto ognuno dei quattro disegni e uno rati A4 • Colori a cera sopra, per comporre un quadernino. • Pennarelli Pinziamo il dorso del libretto, così da • Forbici unire i disegni, la copertina e il retro. • Pinzatrice Scriviamo sulla copertina, con i colori a cera: “Io e il mio papà” e lasciamo che i bambini, su ogni pagina, completino il disegno rappresentando attività che svolgono insieme al loro papà. Per inserire loro stessi nel disegno fotocopiamo e ritagliamo una fotografia di ogni bambino in 4 copie. Sarà divertente doversi concentrare su ciò che a loro piace fare insieme, piuttosto che alle caratteristiche fisiche. Facciamo scegliere ai bambini la combinazione delle attività con il papà e lasciamo che la verbalizzino, descrivendo così il loro genitore.

Materiale occorrente:

la festa del papà: attività individuale

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MARZO: IL PAPÀ


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IL PAPÀ PENNELLO Il metodo: PEDAGOGIA DINAMICA La tecnica: DIDATTICA LABORATORIALE

IMMAGINI, SUONI, COLORI

CONSAPEVOLEZZA ED ESPRESSIONE CULTURALE: realizzare semplici manufatti con materiali diversi.

Materiale occorrente: • Un vecchio pennello in legno piuttosto grande • Cartoncino bianco • Tempere e pennelli • Forbici • Colla a caldo

Spazio: sezione

Tempi: circa un’ora

Dipingiamo con la tempera celeste la parte in legno di un pennello, escludendo l’impugnatura, poi lasciamo asciugare. Tagliamo una striscia di cartoncino bianco alta circa 4 cm, avvolgiamola attorno al pennello fissandola con la colla a caldo, sotto la parte delle setole, poi disegniamoci una faccina con le tempere. Disegniamo una piccola cravatta sempre sul cartoncino bianco, ritagliamola e incolliamola sotto il “visino” del pennello. Annodiamo attorno al pennello un nastrino con attaccato un biglietto di cartoncino su cui avremo scritto “Tanti auguri papà!”, oppure una breve filastrocca:

Oggi ho letto sul giornale a caratteri cubitali: “È la festa del papà!” Tanti auguri in quantità!

la festa del papà: attività individuale

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indivi dua ività le t t a

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IL TEMPO CON TE PAPÀ Il metodo: MONTESSORI

La tecnica: COOPERATIVE LEARNING

I DISCORSI E LE PAROLE

IMPARARE A IMPARARE: assumere comportamenti di rispetto verso l’ambiente.

Spazio: Salone Tempi: circa un’ora

Seguendo le istruzioni del cartamoMateriale occorrente: dello disegniamo sul cartoncino colo• Cartoncini colorati rato le parti che compongono un • Scotch orologio da polso: il cinturino, due • Forbici cerchi uguali che rappresentano il • Pennarelli quadrante e la fibbia. Ritagliamo tutti i pezzi e incolliamo uno dei quadranti sul cinturino. Al centro del quadrante scriviamo una poesia con gli auguri per il papà: “Quando siamo insieme il tempo corre e vola in un momento non vedo l’ora di darti un bacino di giocare e starti vicino”;

Sull’altro quadrante disegniamo il viso sorridente di un orologio e lo tagliamo a metà verticalmente. Son due pezzetti di scotch attacchiamo i semicerchi del viso dell’orologio sul quadrante con la poesia, in modo che il bigliettino si apra dal centro.

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MARZO: IL PAPÀ


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la festa del papĂ : modello

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LA SANTA PASQUA Per i bambini la Pasqua è un momento di conciliazione religiosa e un momento di particolare attenzione alla pace e al rispetto del prossimo. Partendo dal vissuto dei bambini possiamo avviare una riflessione sull’importanza dell’amicizia, della fratellanza, della fiducia e della Pace. Facciamo conoscere i simboli, religiosi e non, che caratterizzano la festa della Pasqua (la colomba e l’ulivo, le palme, le campane, le uova, i coniglietti, ecc.), con alcuni racconti e giochi che si ispirano alle diverse tradizioni in cui tale festività viene celebrata.

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MARZO/APRILE: LA PASQUA


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La Pasqua è la massima festività della liturgia cristiana, perché celebra la passione, morte e resurrezione di Gesù Cristo. La festa di Pasqua, oltre alle radicate motivazioni religiose, è legata al primo risvegliarsi della natura. Fin da tempi lontanissimi l'evento ha avuto risonanze agresti ed è nato come motivo di ringraziamento e di offerta delle primizie del campo e dell'orto. Oggi, come allora, in molti paesi europei troviamo sulle tavole le spighe di grano tramutate in pane, le erbe, le uova e l'agnello. L'uovo è il simbolo della Resurrezione, il suo guscio rappresenta la tomba dalla quale esce un essere vivente. L’usanza di regalare le uova nel giorno di Pasqua è antichissima: i Persiani, ben cinquemila anni fa, a primavera, regalavano le uova di gallina per festeggiare la rinascita della natura! Dipingere e decorare le uova durante il periodo pasquale fa riferimento a questa tradizione: donarne uno colorato era sinonimo di auguri e buoni auspici. Furono i francesi a inventare la… sorpresa! La prima sorpresa dell’uovo di Pasqua che la storia ricordi fu un’incisione di legno raffigurante la Passione di Cristo. tratto da www.costanzaeroberto.it

La Pasqua: presentazione

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poesia

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LA POESIA COME UNA CONTA Il metodo: M. MONTESSORI

La tecnica: COOPERATIVE LEARNING

I DISCORSI E LE PAROLE

COMUNICARE NELLA MADRE LINGUA: riconoscere e verbalizzare simboli delle feste.

Spazio: sezione Tempi: circa un’ora

Leggiamo la poesia in gruppo come se fosse una conta e consegniamo tra le mani il simbolo pasquale che viene nominato al bambino corrispondente.

È Pasqua, urrà, urrà!

È Pasqua, urrà, urrà, mi sento scoppiare di felicità! Sono sceso dal mio letto, e ho trovato un bell’ovetto: era grande, di cioccolato, io contento l’ho mangiato, sono uscito nel giardino, e ho visto un agnellino, tutto allegro lui belava: la colomba salutava, la colomba ed i pulcini vispi, gialli e birichini! Ma la cosa che più mi piace è che a Pasqua scende la pace arriva dipinta di arcobaleno e tutto il mondo è più sereno. È Pasqua, urrà, urrà, mi sento scoppiare di felicità! Valeria Forconi

Creiamo un cartellone con i simboli pasquali incollandoli come in una mappa. Scopriamo il loro significato giorno per giono avvicinandoci verso la festa e arricchiamo la mappa con disegni e riflessioni.

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MARZO/APRILE: LA PASQUA


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IL CONIGLIETTO E LE UOVA DI PASQUA Il metodo: M. MONTESSORI

La tecnica: STORYTELLING

I DISCORSI E LE PAROLE

COMUNICARE NELLA MADRE LINGUA: comprendere contenuti e rielaborarli.

Spazio: sezione Tempi: circa un’ora

C'era una volta un coniglietto che voleva far felice la sua padroncina, perché lei lo trattava sempre molto bene e preparava per lui le cose più buone da mangiare: carote appena colte, trifoglio freschissimo e lattuga verde. Ma il coniglietto non sapeva come fare, perché non aveva neanche un soldino e non poteva andare al negozio a comprare un regalo per la sua padroncina. Intanto il tempo passava, stava arrivando la Pasqua ed il coniglietto ancora non sapeva cosa fare. Gli unici amici su cui poteva contare erano gli altri animali che vivevano con lui nel giardino della casa. Chiese al cane se aveva qualcosa da dargli, ma il cane aveva solo un osso rosicchiato; chiese al gatto, ma quello poteva dargli solo un topolino ancora vivo, che aveva appena catturato; chiese alla lucertola che prendeva il sole sul muretto, ma lei aveva solo una collezione di insetti; chiese ai topolini, ma avevano solo pezzetti La Pasqua: racconto

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di formaggio rosicchiati che avevano preso dalla dispensa. Restava solo la gallina, allora il coniglietto andò da lei e le chiese se aveva qualcosa da regalare alla sua padroncina. La gallina gli regalò le uova che aveva fatto quel giorno (era Venerdì Santo). Il coniglietto le prese, ma così gli sembravano brutte; allora ebbe un'idea: andò in casa e prese i colori della sua padroncina, e con quei colori dipinse tutte le uova che la gallina gli aveva regalato; ci mise tre giorni (i coniglietti non sono molto bravi a disegnare!), ma alla fine furono bellissime.

E la mattina di Pasqua la sua padroncina trovò in cucina quelle bellissime uova colorate e fu contentissima. Da quell'anno tutti i bambini il Venerdì Santo raccolgono le uova che le galline regalano loro e le colorano, per mangiarle poi il giorno di Pasqua! www.tiscali.it

– Chi è il protagonista della storia? – Che cosa vuole fare? – Quale animale dà al coniglietto il dono per la bambina? – Cosa fa il coniglietto con le uova? – Quando le dona alla bambina?

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MARZO/APRILE: LA PASQUA


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Pasqua è nell’aria “È Pasqua, è Pasqua!” dice allegro il sole mentre gioca con i fiori delle aiuole. “È Pasqua, è Pasqua!” già risponde il vento mentre insegue le nubi del firmamento. “È Pasqua, è Pasqua!” canta allegro il cuore “E in questo dì è risorto il Signore!” Www.filastrocche.it

È Pasqua stamattina... È Pasqua stamattina, è Pasqua, mio Signore! Per questo la collina si sveglia tutta in fiore. L’argento degli ulivi illumina i declivi; ogni fontana aspetta con l’acqua benedetta; campane e campanelle sono tutte sorelle festose, umili, chiare cominciano a cantare. Anonimo dal web

Filastrocca di Pasqua Pasqua dolce, Pasqua santa, tu che sai di primavera, non lo senti? È il cuor che canta, ti rivolge una preghiera: tanta gioia e prosperità a chi ha fede e crederà. www.filastrocche.it

La Pasqua: poesie e filastrocche

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IL PERCORSO DEI CONIGLIETTI Il metodo: STEM

La tecnica: CODING

LA CONOSCENZA DEL MONDO

COMPETENZE DIGITALI: seguire semplici percorsi secondo indicazioni ben precise.

Spazio: salone Tempi: circa un’ora

Dividiamo i bambini in coppie, creiamo un percorso con i birilli e conse• Ovetti di cioccolato gniamo a ogni coppia un cucchiaino, • Cucchiaini un ovetto di cioccolato e due frecce. • Birilli Un bambino dovrà tenere il cucchiaino in una mano, metterci sopra l’ovetto e passare nel percorso secondo le indicazioni fornite con le frecce dal suo compagno facendo lo slalom tra i birilli senza farlo cadere. La coppia che riuscirà a terminare con successo il percorso potrà mangiare il suo uovo di cioccolato, chi non riesce al primo tentativo potrà riprovare!

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Materiale occorrente:

MARZO/APRILE: LA PASQUA


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UOVO PER LA SCUOLA Il metodo: M. MONTESSORI

La tecnica: COOPERATIVE LEARNING

IMMAGINI, SUONI, COLORI

CONSAPEVOLEZZA ED ESPRESSIONE CULTURALE: realizzare decorazioni e manufatti.

Spazio: salone Tempi: circa un’ora

Materiale occorrente: • Palloncino gonfiabile • Quotidiani • Pennarello nero • Forbici • Colla • Tempere

Gonfiamo un palloncino, gigante, di quelli che si usano per le grandi manifestazioni, foderiamolo con carta impasto da cartapesta e lasciamo asciugare per qualche giorno. Quando sarà asciutto coloriamo con tempera gialla e bianca, verniciamo con il vernidas. Quando sarà asciutto con un taglierino facciamo un'apertura davanti come una finestrella e dietro un'apertura che permette di entrare nell'uovo. Utilizziamolo per fare delle foto da stampare e mettere sulle cartoline di auguri per Pasqua.

La Pasqua: attività di gruppo

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CONIGLIO PASQUALINO Materiale occorrente: • Cartoncino nei colori: grigio, rosa, verde e bianco • Pennarello nero • Matite o pennarelli • Forbici • Colla o pinzatrice

Su un cartoncino grigio, servendoci del cartamodello, tracciamo e ritagliamo la sagoma del corpo del coniglietto e la sua coda. Allo stesso modo, da un cartoncino rosa tenue, ricaviamo l’interno delle orecchie, il musino e la pancia di Pasqualino, poi assembliamo tutte queste parti come indicato dal cartamodello. Dal cartoncino bianco ricaviamo i dentini e gli occhietti, poi, incolliamoli al viso; con un pennarello nero aggiungiamo le pupille e dei simpatici baffetti. Per finire, con il cartoncino verde, realizziamo dei ciuffetti di erba da incollare dietro al coniglietto, per dare l’impressione che si trovi in un bel giardino.

MARZO/APRILE: LA PASQUA


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La Pasqua: modello

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LO SCHERZETTO DI PASQUA Il metodo: R. STEINER

La tecnica: STORYTELLING

IL SÉ E L'ALTRO

COMPETENZE SOCIALI E CIVICHE: conoscere le tradizioni attraverso racconti.

Spazio: salone Tempi: circa un’ora

La mattina di Pasqua, Gigetto il coniglietto, si era alzato all’alba, prima di tutti. Sapeva che presto la mamma avrebbe svegliato tutti i suoi fratelli per farsi aiutare a preparare la tavola, quindi doveva essere molto veloce. Infatti, voleva fare un bello scherzetto: avrebbe preso le uova di cioccolato, quelle che la mamma aveva messo sopra la credenza in cucina e, invece di sistemarle una su ogni piatto, come segnaposto per i fratelli, le avrebbe nascoste in giardino. Cosi, dopo essersi lavato e preparato, andò in cucina, dove ancora non c’era nessuno, prese tutte le uova e corse fuori: “Ah! Ah! Ah! Ci sarà da ridere oggi!” pensava. Dopo una breve occhiata a destra e sinistra, in alto e in basso, portò due uova sul tetto, due uova sotto terra, due dietro i cespugli e due dietro i vasi all’entrata di casa. Soddisfatto, a lavoro terminato, si diede una sistemata e rientrò in casa come se non fosse successo niente. Dopo poco arrivò la mamma, che aveva già svegliato tutti perché si sentiva un gran trambusto: Gigetto infatti era il più piccolo di sette fratelli. – Buongiorno tesoro e buona Pasqua! Cosa fai già in piedi? Dormito bene? – chiese la mamma a Gigetto. – Oh buongiorno mammina! Buona Pasqua a te! Sì, ho dormito benissimo ma ero così eccitato per la giornata di oggi che mi sono svegliato molto presto! – rispose Gigetto.

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MARZO/APRILE: LA PASQUA


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– Bravo tesoro, allora forza, aiutami che abbiamo un sacco di cose da fare! – concluse la mamma. Gigetto saltellava intorno alla mamma che andava avanti e indietro dalla cucina alla sala, dal piano di sopra al piano di sotto e la aiutava ad apparecchiare la tavola, a prendere i vassoi, i bicchieri e tutto il necessario. Nel frattempo scesero anche i fratelli che si misero subito ad aiutare e preparare. Con tutto quel trambusto e quel via vai, nessuno si accorse che mancavano le uova di cioccolato e Gigetto se la rideva dentro di sé, perché allora il suo scherzo era davvero riuscito bene! Passarono cosi un paio d’ore e cominciarono ad arrivare anche gli ospiti per festeggiare insieme la Pasqua. C’era Lalla la farfalla, Dina la rondine, Bartolo lo scoiattolo e Uga la tartaruga. Mamma coniglietta era un’ottima padrona di casa e infatti, in poco tempo, sistemò a tavola tutti i suoi ospiti. Il pranzo era squisito e tutti mangiarono di gusto. Finito di mangiare, mamma coniglietta rientrò in casa per prendere i dolci e… Con sua grande sorpresa,

La Pasqua: racconto

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vide che le uova dove le aveva lasciate, non c’erano più. – Oh no! Ma dove sono finite le uova di cioccolato?! Ero sicura di averle messe qui sopra alla credenza, ma perché non ci sono più? – urlò mamma dalla cucina. Gigetto, che aveva sentito la mamma urlare, entrò subito in casa: – Mammina, che cosa è successo? – Le uova! Le uova di cioccolato che avevo preparato qui sopra, non ci sono più, sono sparite! Ma com’è potuto succedere? Chi può averle prese? Gigetto, con aria indifferente continuò: – Guarda mammina, io non le ho proprio viste! – Sei sicuro Gigetto? Sei stato il primo ad alzarti, quando sei arrivato in cucina stamattina, c’erano? – Bo mamma, io non lo so…non mi ricordo… – rispose con la voce tremolante. – Gigetto…mi stai forse nascondendo qualcosa? – lo interruppe la mamma. Così, messo alle strette, Gigetto disse la verità: – Mmm… Si mammina, veramente le uova le ho prese io e… Le ho nascoste, sparse per il giardino! – Oh Gigetto! Ma come ti è venuta in mente una cosa simile? E adesso? Sai dove sono? – chiese mamma coniglietta. – Ehm… Veramente mami… Non mi ricordo… Davvero, le ho nascoste tutte quante ma… Non mi ricordo proprio! – disse Gigetto grattandosi la testa.

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MARZO/APRILE: LA PASQUA


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– Ma questo è un grosso guaio! E adesso come si fa?! Intanto in cucina era arrivato anche Fulvietto, il fratello più grande che aveva sentito il problema, e aveva subito una soluzione: – Allora facciamo così, siccome tu non ti ricordi neanche dove hai nascosto le uova, possiamo fare una bella caccia al tesoro! Se le cerchiamo tutti insieme, di sicuro le troveremo prima! – Ottima idea! – rispose la mamma. – Forza, andiamo a dirlo agli ospiti! Claudia Masiero

- Chi è il protagonista della storia? - Che scherzo combina? - Che giorno è? - Come si risolve? - Tu hai mai cercato le uova di Pasqua nascoste dal coniglietto? La Pasqua: racconto

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COLORIAMO LE UOVA SODE Il metodo: R. STEINER

La tecnica: DIDATTICA LABORATORIALE

I DISCORSI E LE PAROLE

CONSAPEVOLEZZA ED ESPRESSIONE CULTURALE: utilizzare materiali della natura e non.

Spazio: sezione Tempi: circa un’ora

Per colorare le uova non occorrono colori speciali: basta dell'acqua in una pentola, un cucchiaino di aceto e... • Per avere uova arancioni si bollono con le cipolle. • Per avere uova verdi si possono bollire con gli spinaci. • Per avere uova gialle si fanno bollire nel tè. • Per avere delle uova rosa bollirle insieme a delle barbabietole cotte grattugiate. Poi attentamente togliamo le uova dall'acqua calda e mettiamole in una ciotola. Se vogliamo che le uova siano di un colore più scuro di quello originale, lasciamole per una notte in frigorifero nell’acqua di cottura.

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MARZO/APRILE: LA PASQUA


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A PESCA DI UOVA Il metodo: M. MONTESSORI

La tecnica: PSICOMOTRICITÀ

IL CORPO E IL MOVIMENTO

CONSAPEVOLEZZA ED ESPRESSIONE CULTURALE: esercitare la manualità fine.

Materiale occorrente: • Una scatola delle scarpe • Cartoncino bianco • Tempere e pennelli • Pennarelli • Fermacampioni • 4 bastoncini della stessa lunghezza • 4 minicilindri di legno con foro al centro (1x1 cm) • 4 calamite (1 cm) • Spago • Carta velina verde • Ago da rammendo • Piatti di plastica o di carta • Forbici e colla

Spazio: salone Tempi: 45 minuti

Dipingiamo con le tempere l’esterno della scatola delle scarpe e il coperchio, poi lasciamo asciugare. Tagliuzziamo la carta velina verde, riducendola in tante striscette sottili che inseriremo nella scatola, per dare l’idea di un soffice prato. Disegniamo sul cartoncino bianco tanti ovetti uguali di circa 3x4 cm, poi ritagliamoli e dividiamoli in quattro mucchietti. Coloriamo le uova di ogni mucchietto dello stesso colore, utilizzando i pennarelli. Infiliamo al centro di ogni uovo un fermacampioni, piegando le linguette sul retro. Mettiamo tutte le uova dentro la scatola con l’erbetta.

Tagliamo quattro fili di spago di circa 45 cm e annodiamo ognuno a un’estremità di un bastoncino. Applichiamo un po’ di colla sui cilindretti di legno e infiliamoci dentro l’estremità rimasta libera dei pezzetti di spago.

La Pasqua: attività di gruppo

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Lasciamo asciugare e poi applichiamo alla base dei cilindretti di legno le piccole calamite. Dividiamo i bambini in gruppi di quattro (oppure in gruppi di due, se vogliamo che il gioco sia più tranquillo, ma in questo caso inseriamo nella scatola con l’erbetta le uova di due colori soltanto) e stabiliamo un tempo per ogni manche. Ogni bambino dovrà prendere, con la sua “canna da pesca” calamitata, più uova possibili del colore che gli verrà assegnato all’inizio della manche, poi dovrà deporle in un piattino di plastica. Chi prende più uova nel tempo stabilito vince.

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MARZO/APRILE: LA PASQUA


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FIORELLONE PORTAUOVA Materiale occorrente: • Cartoncini colorati • Bucatrice • Nastrino o cordoncino • Colla • Forbici

Ricalchiamo dal cartamodello la base del fiore più grande, ritagliamo e buchiamo con la bucatrice dove indicato. Facciamo passare il nastrino attraverso i fori e infine formiamo un fiocco all’esterno: tirando il nastrino i petali restano vicini, formando una ciotola. Decoriamo l’interno della ciotola con gli altri fiori, preparati col cartoncino colorato seguendo le indicazioni del cartamodello.

La Pasqua: attività individuale

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CORSE RISCHIOSE Il metodo: AUCOUTURIER

La tecnica: GIOCO MOTORIO

IL CORPO E IL MOVIMENTO

Tempi: circa un’ora

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CONSAPEVOLEZZA ED ESPRESSIONE CULTURALE: muoversi insieme agli altri in percorsi psicomotori nello spazio circostante.

Spazio: salone

Formiamo due squadre: i coniglietti, con un fiocco rosa intorno al collo, e i pulcini, contraddistinti da un fiocco giallo. Stabiliamo un traguardo che sarà anche il punto di svolta. L'abilità consiste nell'arrivare al traguardo, girarci intorno e tornare indietro saltando su un piede solo. Vince la squadra che terminerà per prima il percorso, senza poggiare il piede a terra.

SASSI PASQUALI

Per trasformare dei sassi bianchi in simpatici ovetti, è sufficiente procurarsi nastro, stoffe e decorazioni (bottoni, paillettes, ecc.) e dare spazio alla fantasia! Possiamo anche dipingere i sassi con le tempere, poi passare una mano di vernice trasparente, per lucidarli, e infine, quando saranno asciutti, applicare con la colla a caldo un fiocchetto sulla loro sommità.

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MARZO/APRILE: LA PASQUA


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CACCIA AGLI OVETTI CON SFIDA Facciamo decorare degli ovetti di polistirolo utilizzando due basi di colore (es. giallo e verde), mentre i dettagli possono essere personalizzabili. Dividiamo i bambini in due squadre: la squadra gialla e quella verde. Nascondiamo gli ovetti nello spazio di gioco senza farci vedere dagli alunni. Posizioniamo la scatola da scarpe aperta (magari dipinta in tema pasquale) in un angolo dello spazio di gioco. Prendiamo i foglietti, scriviamo su ognuno una semplice prova di forza, d’intelligenza o di abilità (ad esempio: “Saltella su una gamba sola da una parte all’altra della stanza!”, “Sfida un compagno della squadra avversaria a braccio di ferro!” “Indovina cos’è: ha le ali ma non cinguetta, vola nell’aria ma non ha le piume!”, ecc.), poi pieghiamo i foglietti e mettiamoli in un cestino. Stabiliamo un tempo per la ricerca delle uova (ad esempio 5 minuti). I bambini dovranno fare una classica “caccia all’uovo”, tentando di scovare tutti gli ovetti del

La Pasqua: gioco motorio

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co motori o i o g

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colore della propria squadra. Se trovano quelli degli avversari possono “rubarli” e metterli nella scatola da scarpe che abbiamo preparato. Terminato il tempo, contiamo gli ovetti trovati da ogni squadra. La squadra che ne ha meno potrà avere la sua rivincita recuperando gli ovetti rubati! Quindi ognuno degli sfidanti pescherà un foglietto nel cestino e tenterà di superare la prova indicata. Se ci riesce conquista un ovetto! Al termine delle prove l’insegnante farà di nuovo il conteggio delle uova: vedremo così se la squadra che aveva perso la gara della caccia alle uova è riuscita a… ribaltare il risultato! Al termine del gioco facciamo una bella scorpacciata di ovetti tutti insieme: vincitori, vinti e… insegnanti!

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MARZO/APRILE: LA PASQUA


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UOVA DI PASQUA Il metodo: R. STEINER

La tecnica: DIDATTICA LABORATORIALE

IMMAGINI, SUONI, COLORI

CONSAPEVOLEZZA ED ESPRESSIONE CULTURALE: realizzare decorazioni e manufatti.

Materiale occorrente: • Cartoncino bianco • Carta velina colorata • Occhietti mobili • Forbici • Colla

Spazio: sezione Tempi: circa un’ora

Disegniamo sul cartoncino bianco un uovo di circa 16x20 cm per ogni bambino e ritagliamolo. Facciamo tanti pezzetti di carta velina e accartocciamoli creando tante piccole palline colorate. Incolliamo sull’uovo gli occhietti mobili e, con il pennello, stendiamo la colla su tutta la superficie restante. Decoriamo l’uovo attaccando su tutta la superficie le palline di carta velina: alterniamo i colori, creando così delle decorazioni geometriche oppure astratte. La Pasqua: attività individuale

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ività individuale t t a

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IL CONIGLIETTO CANESTRO Il metodo: PEDAGOGIA DINAMICA La tecnica: DIDATTICA LABORATORIALE

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IMMAGINI, SUONI, COLORI

CONSAPEVOLEZZA ED ESPRESSIONE CULTURALE: realizzare semplici manufatti /sviluppare la coordinazione oculo manuale.

Spazio: sezione Tempi: circa un’ora

Dipingiamo alcuni barattoli di alluminio di diverse misure con le tempere (ogni barattolo dovrà avere un colore diverso dagli altri) e lasciamoli asciugare. Riportiamo i modelli dei coniglietti sul cartoncino bianco, ritagliamoli, assembliamoli e incolliamoli all’interno dei barattoli, in modo che sbuchino fuori. Facciamo un coniglietto per ogni barattolo. Riportiamo le sagome degli elementi presenti

MARZO/APRILE: LA PASQUA


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nel modello (uova, carotine e ciuffetti d’erba) sul cartoncino bianco, ritagliamoli e coloriamoli con i pennarelli, poi attacchiamoli sui barattoli, per decorarli e renderli più simpatici. Sistemiamo i barattoli con i coniglietti su un tavolo, tutti vicini, e mettiamo alcuni fagioli dentro una bustina di plastica. I bambini, a turno, si posizioneranno a tre passi dai barattoli e tireranno dieci fagioli, uno dopo l’altro, cercando di fare “canestro” nei barattolini. Contiamo quanti fagioli ogni bambino è riuscito a buttare dentro i barattoli, facciamo gli eventuali spareggi e decretiamo alla fine il vincitore del gioco!

Cartamodello al 50% La Pasqua: attività individuale

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o g i co

TRIS DI PASQUA Il metodo: STEM

La tecnica: ACTION MAZE

LA CONOSCENZA DEL MONDO

COMPETENZE DIGITALI: sapersi muovere su un reticolato piano.

Spazio: sezione Tempi: circa un’ora

Prendiamo un cartoncino colorato e tagliamo un quadrato dalla dimensione • Cartoncino colorato di 22 x 22 cm. • Colla vinilica Tagliamo quattro striscioline di carton• Colla a caldo cino che siano lunghe come il quadrato e larghe non più di 1 cm. Attacchiamo sul quadrato le strisce, due in orizzontale e due in verticale, in modo da creare una scacchiera di nove caselle identiche. Riportiamo l’esatta misura di una casella sul cartoncino bianco e disegniamo all’interno il muso di un leprotto con le orecchie. Ritagliamo la sagomina e riportiamola sul cartoncino altre quattro volte. Ritagliamo i leprotti, disegniamo e coloriamo con i pennarelli i particolari: occhi, interno delle orecchie, naso, ecc. Riportiamo di nuovo l’esatta misura di una casella sul cartoncino bianco, disegniamoci dentro un ovetto, ritagliamo la sagomina e riportiamola altre quattro volte sul cartoncino. Tagliamo tutte le uova e coloriamole con i pennarelli. Materiale occorrente:

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MARZO/APRILE: LA PASQUA


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Possiamo fare uova dello stesso colore o di colori diversi. Questo reticolato è un vero e proprio action maze, nel quale i bambini prima di muoversi devono riflettere e trovare la soluzione ad un problema/ostacolo. Lo scopo è quello di mettere tre elementi uguali in fila, orizzontalmente, verticalmente o in diagonale. Mentre si cerca di fare “tris” bisogna anche pensare alle possibili mosse dell’avversario e ostacolarlo!

La Pasqua: gioco

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itĂ indivi duale v i t at

PULCINI GOLOSI

Tagliamo un cerchietto del diametro di 4 cm dal cartoncino giallo; un piccolo rombo e due zampette da pulcino da quello arancione. Pieghiamo in due il piccolo rombo e incolliamolo come se fosse un beccuccio al centro del cerchietto giallo e sopra ad esso applichiamo due occhietti mobili (o degli occhietti di carta). Riempiamo il sacchetto di cellophane con i dolcetti, chiudiamolo con il nastro giallo, facciamo un bel fiocco. Fissiamo la faccina del pulcino al centro del fiocco e le zampette alla base del sacchetto.

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MARZO/APRILE: LA PASQUA


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Pasqua

Ogni nube nel turchino sembra un angelo in cammino; primavera è nelle cose; ogni siepe ha le sue rose. Dentro il cor la pace vive. Squilla intorno il campanile. Dal sepolcro come un fiore torna al ciel nostro Signore; ogni bimbo guarda sù e nel ciel vede Gesù. Renzo Pezzani

Pasqua come... Pasqua è gialla come un pulcino, come il collare di un cagnolino, è rosa e allegra come un confetto, come i bei fiori di quel rametto. Pasqua è celeste come il mare e il cielo, come la trama di questo velo, è verde brillante come un bel prato, come il trenino che ha appena sbuffato. Pasqua è dipinta di tanti colori: come i sorrisi dei nostri cuori.

Pasqua come...

Anonimo dal web

Nell’uovo di Pasqua che mai ci sarà? C’è forse nascosta la felicità? Apritelo piano se no, la per là, la dolce sorpresa scappare potrà. Anonimo dal web

La Pasqua: poesie e filastrocche

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ità indivi duale v i t at

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IL PULCINO Materiale occorrente: • Uova di polistirolo • Carta velina gialla • Colla liquida • Un cartoncino bianco, uno nero e uno arancione • Fermagli (graffette per tenere uniti i fogli) • Forbici

Creiamo con la carta velina delle palline gialle. Attacchiamo con la colla le palline sulla superficie dell’uovo di polistirolo. Per fare gli occhi ritagliamo dal cartoncino bianco e da quello nero piccoli cerchi (due di ogni colore per ogni pulcino). Per fare il becco ritagliamo dal cartoncino arancione un piccolo rombo da

piegare lungo la diagonale minore. Apriamo la parte più esterna dei fermagli e rialziamola, poi applichiamone due per ogni uovo: permetteranno ai pulcini di restare in piedi.

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MARZO/APRILE: LA PASQUA


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CAMPANE IN ALLEGRIA

LA LEGGENDA DELLE CAMPANE DI PASQUA Il metodo: M. MONTESSORI

La tecnica: STORYTELLING

I DISCORSI E LE PAROLE

COMUNICARE NELLA MADRE LINGUA: conoscere le tradizioni attraverso le narrazioni.

Spazio: angolo lettura Tempi: circa un’ora

Anna e Michelangelo erano ospiti della nonna Giuseppina per le vacanze di Pasqua. Stavano ascoltando attentamente la nonna che raccontava loro una strana storia: – Tutte le campane del mondo sono andate a Roma a trovare le loro sorelle che sono a San Pietro. – Ma sei sicura nonna? – si incuriosì Anna. – Certo, infatti da ieri non si sono più sentite suonare. – disse la nonna. Michelangelo l’interruppe: – Lo so. Tacciono perché è morto Gesù, ma quando Gesù risorgerà suoneranno di nuovo. – Verissimo, – riprese la nonna. – ma si racconta che la notte del venerdì, quando tutti dormono, le campane di tutte le chiese, zitte zitte, volino a trovare le campane di Roma. La notte del Sabato Santo ritornano alle loro chiese volando, assieme alle colombe pasquali e nel loro passaggio depongono uova e dolci per i bambini. I bambini ascoltavano attenti, ma un po’ increduli. – Che cosa fanno le colombe? – chiese Anna. La Pasqua: racconto

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co rac nto

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– Volano col rametto d’ulivo nel becco, in segno di pace. – Davvero le campane lasciano cadere uova e dolci per i bambini? – domandò Michelangelo, interessato. – Sì, ma soltanto ai bambini che credono a questa storia. – concluse nonna Giuseppina. Poco dopo i fratelli, rimasti soli, si misero a discutere: – Ma le campane non possono volare, non hanno le ali! E poi, come fanno a portare i dolci ai bambini se non hanno le mani? – Sicuramente è una favola! – esclamò Michelangelo. – Perché la nonna la racconta come una storia vera? – chiese Anna. – Forse lei ci crederà. – disse Michelangelo. – Allora aspetterà i dolci dalle campane e ci resterà male non trovandoli... – concluse Anna. I bambini pensarono al da farsi, poi ebbero un’idea e per tutto il pomeriggio del sabato furono occupatissimi. Anna in cucina, con la zia, e Michelangelo a gironzolare attorno alla colombaia, trascinandosi dietro una scala. La nonna si accorse di tutto quel traffico, ma fece finta di niente. La domenica, alla fine del pranzo, arrivò la zia con un vassoio dove c’era una grossa campana di pasta frolla. I due bambini si strizzarono l’occhio, poi la campana fu sollevata e ne uscì

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MARZO/APRILE: LA PASQUA


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una piccola colomba spaurita, che lasciò cadere un ramoscello d’ulivo. Svelto, Michelangelo lo raccolse e lo porse alla nonna: – Tieni nonna cara, è per te! Lei sorrise commossa e Anna notò che aveva le lacrime agli occhi dalla gioia. Adatt. e rid. da Vita dell’infanzia, Giunti

• Chi sono i personaggi di questa storia? • Dove vanno le campane, secondo nonna Giuseppina? • Cosa fanno i bambini per fare una sorpresa alla loro nonna? • Chi aiuta i bambini a preparare la sorpresa?

Alto svetta il campanile Alto svetta il campanile sotto un cielo primaverile poi scampana allegramente per avvisare tutta la gente che c’è festa in tutto il mondo fin nel mare più profondo forte suona la campana nella valle più lontana per portare in ogni cuore la certezza dell’amore. Giulia, www.filastrocche.it

La Pasqua: poesia

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CAMPANE CON I BICCHIERI DI YOGURT Materiale occorrente: • Bicchieri vuoti di yogurt • Carta velina gialla • Colla vinilica • Spago • Pasta tipo pennette • Carta collage di vari colori

1- Capovolgiamo i bicchieri di yogurt vuoti e tappezziamoli incollando la carta velina gialla, precedentemente tagliata in piccoli pezzetti. 2- Facciamo un foro in alto con la punta delle forbici e infiliamo lo spago, al quale annodiamo, in basso, una pennetta (per fare il battaglio).

3- Dalla carta collage ritagliamo vari simboli pasquali e incolliamoli sulle campane.

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MARZO/APRILE: LA PASQUA


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traccia cantata 11 traccia base 12

Pasqua Si apre l’uovo Del pulcino È più caldo Il mattino È sul prato Il coniglietto C’è la rondine Sul tetto Din don Din dan Suona la campana Din don Din dan Tutti fuori dalla tana Vola in cielo La colomba Ecco vuota è la tomba Tutti sono Più felici Sono gli uomini Più amici Din don Din dan Suona la campana Din don Din dan Tutti fuori dalla tana

Campane di Pasqua Din... don... dan... È Pasqua, è Pasqua cantano in coro mille campane d’oro Din... don... dan... oggi è Pasqua, grande festa Din... don... dan... suonano le campane a festa Din... don... dan... dicono è Pasqua, giorno d’amore Din... don... dan... è la festa del Signore. Din... don... dan... È Pasqua, è Pasqua cantano in coro mille campane d’oro!

La Pasqua: canzone CD

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vità di gruppo atti

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PASQUA IN TAVOLA Il metodo: RICERCA

La tecnica: COOPERATIVE LEARNING

LA CONOSCENZA DEL MONDO

Spazio: cucina

COMPETENZE IN MATEMATICA, SCIENZE E TECNOLOGIE: seguire le sequenze di una ricetta. Tempi: circa un’ora

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Ingredienti: • 680 g di zucchero • 125 g di burro • 300 ml di latte concentrato zuccherato • 2 cucchiai grandi di miele • 1 cucchiaio di vaniglia • 250 g di cioccolato • Qualche goccia di colorante alimentare giallo

Mettiamo in una ciotola zucchero, latte, miele e burro (dopo averlo sciolto) e impastiamo. Preleviamo una piccola quantità di questo impasto e coloriamolo con il colorante giallo formando dei tuorli d’uovo, poi, con il resto dell’impasto, creiamo una forma d’uovo intorno al tuorlo e lasciamo in frigorifero per 2 ore. Fondiamo il cioccolato a bagnomaria e bagniamo ogni uovo nella cioccolata. Mettiamoli poi ad asciugare su della carta da forno.

MARZO/APRILE: LA PASQUA


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È risorto il Signore Il pesco stamattina si è messo una vestina di petali rosati. Sorridono incantati al sole i primi fiori: è festa in tutti i cuori. Cantano le campane un dolce inno d’amore: Alleluia, Alleluia, è risorto il Signore! I. Monti

La Pasqua: poesie e filastrocche

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sentazione pre

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LA FESTA DELLA MAMMA La Festa della mamma è per tradizione in Italia la seconda domenica del mese. Si celebra in tutto il mondo. Il merito è della statunitense Anna Jarvis, che, celebrando anche l’impegno civile della madre a favore di altre donne e cogliendo precedenti suggestioni della stessa, si batté per l’istituzione di una ricorrenza destinata a questo scopo. Alla fine il Mother’s Day, partito di fatto da una celebrazione privata, divenne festa federale, grazie a una risoluzione congiunta approvata l’8 maggio 1914 dal Congresso e poi mediante proclamazione presidenziale.

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MAGGIO: LA MAMMA


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DOV’È LA MIA MAMMA? Il metodo: PEDAGOGIA DINAMICA La tecnica: COOPERATIVE LEARNING

I DISCORSI E LE PAROLE

COMUNICARE NELLA MADRE LINGUA: ascoltare, porre domande, rispondere e comunicare storie, narrazioni e contenuti.

Spazio: giardino Tempi: circa un’ora

Raccontiamo questa storia in giardino e prepariamo preventivamente i personaggi su dei cucchiai di legno in modo che possiamo animare la lettura nascondendoci dietro un cespuglio o creando un teatrino con altri mezzi.

C'era una volta un riccio che viveva da solo in una tana in riva a un fiume. Un giorno decise di andare a cercare un amico. Camminò e camminò fino ad arrivare nel bosco. Lì vide una piccola tana, bussò alla porta e venne ad aprirgli una coniglietta rosa di nome Tobi, che gli disse: – Tu chi sei? E che cosa vuoi? – Io sono il riccio e vivo da solo, potrei venire ad abitare con voi? – Aspetta che chiedo alla mamma... La coniglietta cercò la mamma nella tana, ma non riuscì a trovarla, allora tornò dal riccio, che la aspettava sull’uscio. – Riccio, presto, vieni qui, la mia mamma non c'è più! La festa della mamma: racconto

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co rac nto

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Allora il riccio corse dalla coniglietta che piangeva disperata; al riccio venne un’idea: – Andremo a cercarla insieme e, ovunque sia, la troveremo. Così partirono subito. Chiesero a tutti gli animali che incontrarono, ma niente, non si trovava proprio. Loro però non si arresero e continuarono a cercare duramente. Il giorno seguente incominciò all'improvviso la primavera, videro germogliare i fiori sugli alberi e tra l'erba e videro uscire piccole farfalle di tutti i colori. Si fermarono ad osservarle un po', ma proprio in quel momento arrivò un contadino con un grosso trattore. Loro cercarono di fuggire ma il trattore si avvicinava sempre di più. Mentre correvano la coniglietta cadde a terra e fu sopraffatta dalla paura. Per fortuna arrivò un grosso coniglio nero che saltò sul trattore, si attaccò al freno a mano e lo fermò. Che sorpresa! Quel coniglio era proprio la mamma di Tobi! La piccola esclamò: – Che gioia rivederti mammina! Ti abbiamo cercato dappertutto, dov’eri? – Ero andata a cercare un riccio che vive solo, per farti una sorpresa, ma poi non l’ho trovato e ho deciso di tornare a casa. La coniglietta sapeva bene che

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MAGGIO: LA MAMMA


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riccio intendesse dire sua madre: – Scusa, è per caso lui? La mamma si voltò e lo vide che stava saltando dalla gioia: – Si, è proprio lui! A proposito, come fai a conoscerlo? – È successo ieri, è venuto a bussare alla nostra porta, io sono andata ad aprirgli e lui mi ha chiesto se poteva vivere con noi. – Certo che può rimanere! Ma ora torniamo a casa. – rispose mamma coniglia. La notte fu lunga e spaventosa, arrivò perfino un grosso gufo, ma per fortuna il riccio si appallottolò mostrando le sue spine, così il gufo scappò via. Arrivati a casa, la mattina seguente, il riccio e la coniglietta fecero un patto, quello di restare sempre amici.

• Cosa voleva il riccio che era andato a bussare nella tana di Tobi? • Dove andarono insieme il riccio e la coniglietta? • Come fecero a trovare mamma coniglia? • A qualcuno di voi è mai capitato di non trovare la mamma? Chi vi ha aiutato a cercarla?

La festa della mamma: racconto

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UNA STORIA IN SEQUENZA Il metodo: M. MONTESSORI

La tecnica: COOPERATIVE LEARNING

IMMAGINI, SUONI, COLORI

CONSAPEVOLEZZA ED ESPRESSIONE CULTURALE: rappresentare una storia in sequenza.

Spazio: sezione Tempi: circa un’ora

Dividiamo i bambini in gruppi e chiediamo loro di disegnare le fasi principali del racconto.

1) Il riccio bussa alla porta di Tobi.

2) Tobi e il riccio vanno insieme a cercare mamma coniglia.

3) Tobi sta per finire sotto un trattore e viene salvata dalla mamma.

4) Tobi e la mamma si abbracciano. 5) Il riccio va a vivere nella tana con le conigliette.

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MAGGIO: LA MAMMA


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Ho fatto un mazzolino Ho fatto un mazzolino, coi fiori del giardino, li ho colti stamattina, insieme al mio papà. Sono i fiori per la tua festa, cara mamma eccoli qua. Una rosa perché ti voglio bene, una viola perché sarò ubbidiente, un papavero, non so perché, un nontiscordardime. Un mughetto insieme ad un gelsomino, da quest'oggi sarò sempre più buono, una primula vuol dire che, il primo pensiero sei per me. Qualche ciclamino, perché dimentichi che sono birichino, un girasole, una margherita, perché tu sei il fiore della vita.

Per la mamma

Con due sillabe soltanto posso avere il mondo in mano quando è sera e mi racconti una fiaba sul divano. E se il mattino con un bacio mi risvegli dalla nanna, tutto è più dolce con te, mamma. R. Fontana

La festa della mamma: poesie e filastrocche

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UN PORTAFOTOGRAFIE Il metodo: PEDAGOGIA TEMPESTIVA La tecnica: DIDATTICA LABORATORIALE

IL SÉ E L'ALTRO

COMPETENZE CIVICHE E SOCIALI: preparare la festa della mamma con entusiasmo e partecipazione.

Spazio: sezione Tempi: circa un’ora

Materiale occorrente: • Colla a caldo • Forbici • Cartoncini ondulati • Una custodia per CD • Una matita (lunga circa 8 cm) • Una fotografia del bambino (o del bambino con la mamma)

Dai cartoncini ondulati tagliamo delle strisce larghe 1 cm circa e lunghe 13 cm. Creiamo delle spirali colorate con le strisce che abbiamo ritagliato e incolliamole, con la colla a caldo, lungo il bordo esterno della custodia. Incolliamo la base della matita all’interno della custodia (dove di solito mettiamo il CD). Ritagliamo e infiliamo la fotografia nello spazio solitamente riservato alla copertina.

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MAGGIO: LA MAMMA


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IL MIO E IL TUO TEMPO

Ricostruiamo la storia dei bambini da quando erano nella pancia della mamma ad oggi realizzando una linea temporale 'pieghevole' in cui l'anno 0 è la mamma con la pancia (possiamo farci portare una foto) e successivamente per ogni linea una torta con una candelina in più per ogni anno.

IO E MAMMA A CASA Il metodo: AUCOUTURIER

La tecnica: PSICOMOTRICITÀ

IL CORPO E IL MOVIMENTO

CONSAPEVOLEZZA ED ESPRESSIONE CULTURALE: padroneggiare il proprio comportamento motorio.

Spazio: salone Tempi: circa un’ora

Rechiamoci nell'angolo della casetta (ma se coinvolgiamo tutta la sezione possiamo occupare tutto lo spazio a disposizione) e attiviamo un setting psicomotorio come in quelli di Aucouturier: 1. Il luogo dell’espressività motoria (le azioni recitate). 2. Il luogo del raccontare (la parola). 3. Il luogo dell’espressività grafica (il disegno).

La festa della mamma: gioco motorio

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co motorio

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Ogni bambino avrĂ un ruolo: - la mamma; - i figli; - il papĂ ; - la nonna/nonno; - il cane; - la zia; - la vicina, ecc... Al nostro via facciamo in modo che ogni bambino interpreti il suo ruolo e agisca di conseguenza. Facciamo durare l'attivitĂ per almeno 40 minuti, poi rechiamoci nell'angolo della conversazione e discutiamo sull'importanza di rispettare i ruoli di ogni componente della famiglia, ma anche dell'importanza del collaborazione tra tutti.

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MAGGIO: LA MAMMA


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Completiamo costruendo una casa di cartone. Facciamo portare da ogni bambino una scatola di scarpe, chiediamo di quali ambienti è fatta la loro casa e suddividiamo con del cartone, successivamente facciamo connotare ogni stanza con materiale da riciclo: pezzi di stoffa, tappi, piccole scatole di medicinali o alimentari, carte di scarto, tappi, ecc... Creiamo con dei tappi di sughero i 'personaggi' e facciamo raccontare cosa succede. Infine proponiamo una scheda in cui i bambini possono rappresentare le attività che solitamente svolgono le mamme. Alla mamma I bambini spesso non osserTanti auguri, cara mammina, vano con molta attenzione col piccol dono d’una cosina. ciò che succede in casa, con È tanto dolce starti vicino, un'attività di questo tipo se è come un sogno per me piccino. ne può dare un ottimo La mia festa è tutta qui: se tu lo vuoi restiamo così. spunto di riflessione. F. Cardenti

La festa della mamma: poesia

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LE FESTE

Scheda per l’osservazione valutativa di competenze e apprendimenti NOME DEL BAMBINO: INDICATORI DI COMPETENZA

NO

IN PARTE

• Affronta temi riguardo la nascita, la vita, la morte.

I DISCORSI E LE PAROLE

• Conosce le tradizioni della comunità. • Analizza, scompone e rielabora un testo narrativo.

• Esegue movimenti seguendo un ritmo temporale.

LA CONOSCENZA IMMAGINI, DEL MONDO SUONI, COLORI

• Prova piacere a realizzare un dono.

IL CORPO E IL MOVIMENTO

IL SÉ E L’ALTRO

E APPRENDIMENTI ATTESI

• Conosce diversi registri linguistici.

• Si muove all’interno di un percorso da seguire. • Ha sviluppato il controllo motorio. • Modella, colora, realizza semplici manufatti. • Canta, drammatizza, memorizza filastrocche. • Rappresenta caratteristiche stagionali e delle festività. • Osserva e documenta esperienze. • Conosce caratteristiche degli elementi e della realtà. • Sviluppa la capacità di risolvere un problema. AUTONOMIA IDENTITÀ SOCIALIZZAZIONE

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LE FESTE: OSSERVAZIONE VALUTATIVA

NOTE


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DIARIO DI BORDO

Esperienze preziose da documentare per il progetto feste LE NOSTRE ESPERIENZE PIÙ SIGNIFICATIVE

In gruppo

Individualmente

LE OSSERVAZIONI DELL’INSEGNANTE

Note ambito emotivo

Note ambito Note ambito cognitivo progettazione

Esperienze e annotazioni dell’Insegnante

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IL CORPO # _Layout 1 02/04/19 16:50 Pagina 164

IL CORPO Questo progetto accompagna i bambini alla scoperta del loro corpo, dello spazio che li circonda e delle percezioni attraverso i cinque sensi. Attraverso attività psicomotorie che si propongono di aiutare il bambino a vivere il proprio corpo in modo consapevole e creativo, poiché conoscere e controllare la propria emotività e motricità, mettersi in relazione con le persone e l’ambiente sono componenti fondamentali nell’equilibrio della persona nella sua dimensione cognitiva, relazionale, comunicativa, espressiva ed operativa. La concretezza e la “fisicità” del bambino devono diventare il primo oggetto di scoperta, conoscenza e consapevolezza per il bambino stesso. Guardare e conoscere le cose, gli altri, lo spazio, per mezzo dei sensi e del movimento, è il punto di partenza verso l’elaborazione delle informazioni in sistemi di pensiero. Il bambino gioca, esplora, percepisce, comunica agli altri e sente gli altri. L’esperienza del corpo è, perciò, anche esperienza affettiva, di “fiducia” in sé, nelle proprie capacità di relazione col mondo e con l’altro. Il corpo e il movimento rappresentano senz’altro uno degli elementi portanti della dimensione individuale e sociale nello sviluppo della persona. L’importanza della psicomotricità nell’organizzazione globale del bambino è innegabile, in quanto valorizza i nessi tra il corpo e la psiche, con attenzioni particolari agli assi evolutivi delle dimensioni affettiva, cognitiva e sociale.

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IL CORPO # _Layout 1 02/04/19 16:50 Pagina 165

Abbi buona cura del tuo corpo, è l’unico posto in cui devi vivere. Jim Rohn

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IL CORPO # _Layout 1 02/04/19 16:50 Pagina 166

Traguardi per lo sviluppo

Contenuti

• Riconoscere le reazioni in base a emozioni provate. • Condividere esperienze con il gruppo.

• Conversazioni guidate. • Lavori di gruppo.

IL BAMBINO:

IL BAMBINO:

- è in grado di padroneggiare una conversazione.

- riflette, si confronta, discute con il gruppo dei pari.

• Denominare le parti del corpo e le sua azioni.

• Poesie e filastrocche.

IL BAMBINO:

IL BAMBINO:

- memorizza poesie e filastrocche.

- conosce il nome delle parti del corpo.

IL BAMBINO: - conosce il proprio corpo.

IL BAMBINO: - prova piacere nelle attività motorie; - sperimenta schemi motori adeguati all’età.

IL BAMBINO: - legge opere pittoriche.

IL BAMBINO: - rapporta i propri vissuti a opere d’arte.

IL BAMBINO: - è in grado di utilizzare i 5 sensi.

IL BAMBINO: - sa conoscere la realtà attraverso i sensi.

IMMAGINI, SUONI, COLORI

• Conoscere lo schema corporeo in modo glo- • Giochi motori. bale e analitico. • Attività psicomoto• Sviluppare il controllo rie. motorio. • Riconoscere il concetto di lateralità. • Percepire la realtà attraverso i 5 sensi.

• Conoscere opere pittoriche e rapportarle al proprio vissuto. • Rappresentare lo schema corporeo. • Conoscere e riconoscere caratteristiche percettive di materiali.

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Abilità

Obiettivi

LA CONOSCENZA DEL MONDO

IL CORPO E IL MOVIMENTO

I DISCORSI E LE PAROLE

IL SÉ E L’ALTRO

UNITÀ DI APPRENDIMENTO: IL CORPO

• Opere di Haring.

• Giochi di percezione sensoriale.


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SOMMARIO DEL CORPO IL CORPO • Percezione globale del corpo La Percezione globale del corpo............... 168 Lo specchio................................................ 170 Davanti allo specchio ................................ 171 Il gioco dello specchio............................... 171 Le sagome del corpo - Keith Haring ......... 172 Murales: gli abbracci di K. Haring ............. 173 Insieme a Haring........................................ 178 Il puzzle del corpo ..................................... 181 Componi e scomponi ................................ 182 Siamo la coppia più bella del mondo........ 184 Il controllo del proprio corpo .................... 187 Rilassamento ............................................. 189 La danza del corpo .................................... 191 Dove sei stato toccato?............................. 192 Puzzle speciali............................................ 193 Questa è la mia faccia ............................... 193 Faccio il mio ritratto .................................. 194 Questo sono io .......................................... 195 Autoritratto................................................ 196 Il viso.......................................................... 196 Fuscellini fitti fitti ....................................... 196 Filastrocca allo specchio............................ 197 Muovo il mio corpo ................................... 197 Le dita della mano..................................... 198 Motricità fine della mano .......................... 199 Lateralizzazione ......................................... 200 • Percezione sensoriale I cinque sensi ............................................. 201 Con le mani: Il tatto................................... 202 Io sono il tatto ........................................... 202 Liscio-ruvido .............................................. 203 Asciutto - bagnato..................................... 204 Lettere tattili.............................................. 204 Freddo - tiepido - caldo ............................ 205 Indovina cos'è............................................ 206 Leggero - pesante ..................................... 206 Il senso stereognostico.............................. 207

Suoni o rumori? ......................................... 208 Caccia al rumore........................................ 209 L'udito ....................................................... 209 Le cose rumorose e non ............................ 210 I suoni vicini e lontani ................................ 210 Il concertino............................................... 211 Che cos'è il silenzio? ................................. 212 La scoperta del silenzio ............................. 212 Il gioco dei suoni, dei rumori e del silenzio....................................................... 213 Filastrocca dei suoni .................................. 214 Indovina la canzone ................................... 214 Suoni ed emozioni..................................... 215 Filastrocca di suoni e colori ....................... 216 Filastrocca di tutti i colori .......................... 216 Il gioco del bambino cerca suoni .............. 218 La vista....................................................... 219 Trova il particolare ..................................... 219 Aguzziamo la vista!.................................... 219 Orientamento spaziale .............................. 220 L'oggetto mancante.................................. 220 Le caselle colorate..................................... 221 Le illusioni ottiche...................................... 222 Il gusto....................................................... 224 Che sapore ha?...........................................224 Dolce e salato............................................ 225 Dolce e salato............................................ 226 Amaro e acido ........................................... 227 Le papille gustative addormentate ........... 228 L'olfatto ..................................................... 229 La passeggiata olfattiva............................. 229 La tombola degli odori...............................230 • L’igiene Il bagnetto no no!...................................... 232 Igiene......................................................... 234 L’omino del pulito...................................... 236 • Scheda per l’osservazione valutativa...... 238 • Diario di bordo ....................................... 239

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entazione s e pr

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LA PERCEZIONE GLOBALE DEL CORPO I bambini, fin dai primi giorni di scuola, devono essere aiutati a prendere coscienza del valore del corpo, inteso come una delle espressioni della personalità e come condizione funzionale, relazionale, cognitiva, comunicativa e pratica, da sviluppare in ordine su tutti i piani di attenzione formativa. La conquista dell’identità corporea (e conseguentemente dell’identità personale) la padronanza e il graduale affinamento degli strumenti percettivi non possono essere pensati al di fuori di un contesto relazionale, grazie al quale il bambino rafforza la consapevolezza di essere altro rispetto a ciò che lo circonda. Winnicott parla, a questo proposito, di una funzione speculare giocata dalle persone che circondano il bambino, e in particolare della madre. Dunque un gioco di specchi che trasforma, a poco a poco, un rap-

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IL CORPO: PERCEZIONE GLOBALE


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porto prevalentemente biologico, in relazione comunicativa e sociale, che si apre ad altre relazioni, grazie alle quali è possibile per il bambino la costruzione di un io originale attraverso un corpo che diventa il “veicolo dell’essere-al-mondo”. In questo processo evolutivo il corpo, lo spazio, gli oggetti diventano, in un intreccio costante, strumenti e oggetti di esperienza e di conoscenza. Come si fa?

Il bambino deve potersi muovere, infatti l'età cronologica della scuola dell'infanzia è quella in cui egli scopre ancora il mondo attraverso l'esplorazione e lo fa muovendosi. Inoltre egli conosce se stesso in relazione agli altri anche in movimento: la coordinazione motoria, il rispetto dello spazio personale ed altrui, il confronto e la conquista di movimenti sempre più raffinati. Dunque ogni attività strutturata, di qualsiasi campo d'esperienza, dovrebbe essere connotata da un momento motorio: l'imitazione di un personaggio, le strutture geometriche, i contenuti graficopittorici, ecc... Proponiamo qui alcune attività mirate alla scoperta del sé corporeo e di affinamento dei cinque sensi che possono essere di spunto ed esempio a come inserire la motricità in qualsiasi ambito. Percezione globale del corpo: presentazione

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er vazione oss

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LO SPECCHIO Il metodo: RICERCA

La tecnica: PSICOMOTRICITÀ

IL CORPO E IL MOVIMENTO

COMPETENZA ED ESPRESSIONE CULTURALE: conoscere il proprio corpo.

Spazio: sezione Tempi: circa un’ora

Conoscere se stessi parte dalla conoscenza delle proprie caratteristiche fisiche che, nel bambino, via via, si arricchiscono di dettagli. Egli dapprima percepisce se stesso globalmente e successivamente nota particolari nuovi. In sezione dovrebbe essere sempre presente uno specchio, poiché l'osservazione e la scoperta accidentale permettono una migliore interiorizzazione del sé corporeo. Procuriamoci uno specchio a figura intera e facciamo posizionare ogni bambino a turno davanti ad esso, poi chiediamo: • Cosa vedi?

I bambini dovranno descriversi nominando le parti del corpo. Mano a mano che i bambini nominano le parti del corpo, facciamo altre domande: • Con le braccia cosa fai? • Con le gambe cosa fai? ecc.

Continuiamo il gioco facendo sedere i bambini a semicerchio intorno a noi che saremo lo specchio. Ogni volta che ci muoviamo, i bambini dovranno ripetere i movimenti come se fossero realmente davanti a uno specchio.

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IL CORPO: PERCEZIONE GLOBALE


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Davanti allo specchio Metti te stesso davanti allo specchio, come la luna si specchia nel secchio. Guardati bene, guardati attento, l’autoritratto si fa in un momento. È lungo il tuo viso? È largo? È rotondo? Allora disegna il cerchio del mondo. E gli occhi? Il naso? Hai i capelli all’insù? Dì alla matita di farne di più. Guardati ancora più giù, fino al mento: è l’autoritratto di un viso contento. www.scuola-materna.net

IL GIOCO DELLO SPECCHIO Dividiamo i bambini a coppie e ogni coppia stabilisce chi è “lo specchio”. Mentre un bambino esegue dei movimenti al suono di una musica, l’altro che fa lo specchio di fronte a lui deve imitarli. Dopo qualche minuto, i ruoli si scambiano. Percezione globale del corpo: gioco

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ità di gruppo v i t at

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LE SAGOME DEL CORPO - KEITH HARING Il metodo: REGGIO CHILDREN APPROACH

La tecnica: PSICOMOTRICITÀ

IMMAGINI, SUONI, COLORI

COMPETENZA ED ESPRESSIONE CULTURALE: conoscere opere pittoriche e confrontarle nel proprio vissuto.

Spazio: salone

Tempi: circa un’ora

Confrontarsi con se stessi e con gli altri è un'altra attività che permette ai bambini di conoscersi. Haring è un ottimo mediatore per presentare attività che coniugano arte e corpo. L’attività che andremo a fare favorisce il rapporto e la collaborazione fra bambini. Stendiamo a terra un grande foglio di carta e chiediamo ai bambini di distendersi sopra il foglio assumendo diverse forme (si pensi alle sagome di Haring). Riproduciamo le sagome dei bambini tracciando il contorno e coloriamole con le tempere.

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IL CORPO: PERCEZIONE GLOBALE


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MURALES: GLI ABBRACCI DI K. HARING Rechiamoci nell’angolo della conversazione e raccontiamo ai bambini la vita di Keith Haring, animandola con l’aiuto dei bambini a cui distribuiremo le riproduzioni di alcune sue opere: bimbo radiante e cane che abbaia. Possiamo sintetizzare la storia tratta dal libro “Keith Haring: voglio stare sempre sveglio”. Vi alleghiamo una versione già sintetizzata:

«Keith Haring non la smetteva mai di disegnare. Già da bambino, con suo padre, si divertiva a creare spesso delle piccole vignette e una volta con il fumetto che aveva ideato vinse un premio scolastico. Dopo il diploma, si iscrisse, su suggerimento dei suoi, alla scuola di graphic design a Pittsburgh. In questa scuola realizzavano disegni per cartelloni pubblicitari, ma ben presto Keith scoprì che non voleva seguire solo progetti pubblicitari e che gli piaceva molto di più creare opere sue. Gli interessava esplorare il mondo della sua immaginazione. E così andò a New York. Mentre frequentava la School of Visual Arts di New York, Keith comprese che voleva portare l’arte a tutti, invece di creare opere solo per i musei o per singole persone. Voleva lavorare con tanta gente diversa e ispirare l’immaginazione e i sentimenti di tutti loro. La cosa più importante per Keith era quella di riuscire a comunicare con il mondo intero. Percezione globale del corpo: informazione

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ormazion f n e i

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Un giorno, mentre viaggiava in metropolitana, Keith vide i fogli di carta nera appesi per coprire tutti gli spazi pubblicitari inutilizzati. Corse in un negozio a comperare dei gessetti bianchi, ritornò nella metropolitana e cominciò a disegnarci sopra. Keith sapeva che rischiava di passare dei guai con la polizia, se l’avessero sorpreso a disegnare lì, perciò doveva fare in fretta. Bastavano poche linee per dar vita alle sue sagome. A volte diventavano cani che abbaiavano o gruppi di teste. Altre volte degli omini che si abbracciavano fra loro, o piramidi, lampadine, dischi volanti. Dopo un po’ che aveva preso l’abitudine di disegnare nelle stazioni della metro, Keith cominciò ad attirare parecchia attenzione. Spesso la gente si fermava lì e si limitava a guardarlo, ma a volte qualcuno gli chiedeva cosa volessero dire i suoi disegni. Keith allora rispondeva: “Spetta a te deciderlo. Io sto solo disegnando!”. Gli artisti hanno diversi modi per comunicare agli altri che un dipinto è stato fatto da loro. Possono firmarlo o metterci su un simbolo speciale. Keith disegnava spesso un “bimbo radiante” come questo. Essendo convinto che l’arte dovesse essere ovunque, Keith faceva disegni come il “bimbo radiante” su oggetti di uso quotidiano

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IL CORPO: PERCEZIONE GLOBALE


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come poster, bottoni e t-shirt. Ma ci sono altre immagini, oltre al “bimbo radiante”, che Keith utilizzava ripetutamente e che adesso sono famose in tutto il mondo. Disegnava anche il “cane che abbaia” e degli omini danzanti in tanti colori. Spostando e ricollocando le stesse figure in modi diversi, Keith riusciva a cambiare il senso e le emozioni trasmesse da ogni disegno. Ben presto fu chiamato a dipingere sui muri di tutto il mondo. A Pisa c’è un murales grandissimo, il più grande d’europa che si

Italia, Pisa - Tuttomondo, Murales di Keith Haring realizzato nel 1989 sulla parete esterna della canonica della

Percezione globale del corpo: informazione

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ormazione f n i

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chiama TUTTOMONDO, con cui Haring dipinge la pace e l’amicizia del mondo. Invece di finire nei guai, veniva invitato dalle autorità a dipingere dei murales! A volte c’erano bambini che lo aiutavano ma, di solito, venivano a guardarlo disegnare... Ci tenevano a dirgli che a loro piacevano le cose che faceva e, a volte, gli chiedevano di decorare le magliette, i jeans e persino le scarpe che indossavano. Keith diventò sempre più famoso, ma trovava sempre il tempo per lavorare con i bambini su progetti che considerava importanti. testo sintetizzato da C. Gattella tratto da HYPERLINK

BARCELLONA, SPAGNA- settembre 20,2015: Particolari della riproduzione della pittura di Keith Haring che dipinse nel 1989. Quartiere Raval, Barcellona.

http://www.lezionidarte.blogspot.com" www.lezionidarte.blogspot.com

Dopo aver raccontato (meglio raccontare che leggere essendo una biografia) la storia ai bambini e rifacendoci al modo creativo di sottoscrivere i propri lavori di Haring, chiediamo loro di inventare un simbolo grafico da apporre ai propri disegni come ‘firma’ che li

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IL CORPO: PERCEZIONE GLOBALE


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rappresenti. Successivamente, per conoscere meglio l’artista ed individuare il suo messaggio di ‘abbraccio’, pace e condivisione, realizziamo una lettura delle immagini presentando alcune delle sue opere.

Il cane. Cani che danzano, abbaiano o mordono sono altre figure ricorrenti nella produzione di Haring e sono diventate fra le immagini più iconiche associate all’artista. Il riferimento va all’Antico Egitto, dove il dio Anubi con la testa di sciacallo era il guardiano della morte.

L’alfabeto segreto. Nell‘alfabeto di simboli pittorici, come dei pittogrammi, che Haring si era creato, ogni figura ricorrente non è per nulla casuale o fine a se stessa, ma implica in sé tutta una serie di fonti e porta tutta una serie di messaggi che contribuiscono al senso più ampio che l’opera vuole comunicare, che si rivela così molto più complesso di quello che una lettura superficiale farebbe intendere.

Percezione globale del corpo: informazione

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ività di gruppo t t a

INSIEME A HARING Il metodo: RICERCA

La tecnica: PSICOMOTRICITÀ

IL CORPO E IL MOVIMENTO

COMPETENZA ED ESPRESSIONE CULTURALE: conoscere il proprio corpo.

Spazio: sezione Tempi: circa un’ora

Fotocopiamo, in bianco e nero, su carta di formato A3 alcuni delle opere che abbiamo ‘letto’ insieme, uniamo le fotocopie tra loro con la colla, a formare uno striscione, e, con del nastro adesivo, fissiamo sul pavimento per permettere di lavorare tutti insieme. Prepariamo alcuni colori a dita, cercando di utilizzare quelli che ha usato Haring nei suoi originali, mettiamoli in alcuni piattini di carta e distribuiamoli in modo omogeneo.

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IL CORPO: PERCEZIONE GLOBALE


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Facciamo sedere i bambini intorno allo striscione e invitiamoli a colorare.

Percezione globale del corpo: attivitĂ di gruppo

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ività di g ruppo t t a

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Quando avremo terminato fissiamo su un muro come i murales di Haring. Fotocopiamo anche singolarmente “l’abbraccio” e facciamolo colorare ad ogni bambino con colori a pennarello tipici della grafic e popular art (coniata da Haring). Possiamo anche continuare il lavoro sugli omini facendo ritagliare su cartoncini colorati (due o tre colori) e chiedendo di incollare le sagome come algoritmi: rosso/blu/giallo in sequenza ritmica.

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IL CORPO: PERCEZIONE GLOBALE


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IL PUZZLE DEL CORPO Il metodo: M. MONTESSORI

La tecnica: PSICOMOTRICITÀ

IL CORPO E IL MOVIMENTO

CONSAPEVOLEZZA ED ESPRESSIONE CULTURALE: conoscere lo schema corporeo in modo analitico.

Spazio: sezione Tempi: circa un’ora

Disegniamo la figura umana su un cartoncino usando colori diversi per le diverse parti del corpo. Ritagliamo poi la figura in quattro parti: testa, braccia, tronco e gambe. I bambini dovranno ricomporre esattamente la figura. Successivamente, per aumentare la difficoltà, il disegno può essere ritagliato in più parti. Infine, possiamo togliere una parte del disegno e chiedere ai bambini quale manca.

Il nostro corpo da tante parti è composto, divertiamoci insieme a rimetter tutto a posto!

Percezione globale del corpo: attività individuale

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vitĂ individuale i t t a

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COMPONI E SCOMPONI

Per ogni bambino, riportiamo il modello della pagina accanto sul cartoncino e lasciamo che ognuno colori, ritagli e componga da solo la sagoma del corpo. Quando tutti avranno finito, facciamo un buchino sulle sagome dove indicato dal modello e inseriamo i fermacampioni: ogni bambino potrĂ giocare e muovere le parti del corpo alla figura che ha composto.

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IL CORPO: PERCEZIONE GLOBALE


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Percezione globale del corpo: modello

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co motorio o i g

IL CORPO # _Layout 1 16/04/19 12:49 Pagina 184

SIAMO LA COPPIA PIÙ BELLA DEL MONDO Il metodo: PEDAGOGIA TEMPESTIVA

La tecnica: PSICOMOTRICITÀ

IL CORPO E IL MOVIMENTO

CONSAPEVOLEZZA ED ESPRESSIONE CULTURALE: sviluppare il controllo motorio.

Spazio: sezione Tempi: circa un’ora

Sviluppiamo un'attività motoria che stimoli l'apprendimento peer to peer. I bambini suddivisi in coppia riusciranno a esercitare un migliore controllo motorio. Invitiamo i bambini a mettersi in coppia; le coppie devono muoversi nello spazio seguendo le nostre indicazioni: - tenetevi per mano; - camminate con le spalle unite; - mettete un braccio attorno alla vita

del vostro compagno; - camminate con le fronti unite; - camminate tenendo a contatto le natiche; - camminate tenendo a contatto una gamba; - camminate tenendo a contatto una guancia.

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IL CORPO: PERCEZIONE GLOBALE


IL CORPO # _Layout 1 02/04/19 16:51 Pagina 185

Per svolgere la seguente attività, è utile mettere una musica rilassante di sottofondo. Invitiamo i bambini a mettersi nuovamente in coppia, in ordine sparso nello spazio a disposizione: uno dei due componenti della coppia si sdraierà e l'altro si metterà in ginocchio, oppure seduto vicino. Invitiamo i bambini in ginocchio a: - posare le mani sulla fronte del compagno; - posarle sulle ginocchia; - posarle sullo stomaco; - posarle sull'addome; - posarle sul petto per ascoltare il respiro del compagno; Percezione globale del corpo: gioco motorio

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co motori o i o g

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- accarezzare il viso del compagno; - accarezzargli le mani. Facciamo ripetere l'esercizio invertendo i ruoli delle coppie. Ăˆ importante che tutti i bambini assumano entrambi i ruoli: il ruolo "attivo" permette di consolidare la conoscenza delle parti del corpo, il ruolo "passivo" permette di sperimentare sensazioni attraverso il corpo.

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IL CORPO: PERCEZIONE GLOBALE


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IL CONTROLLO DEL PROPRIO CORPO

I bambini hanno un bisogno innato di stabilire relazioni sociali con gli altri esseri umani. La psicomotricità rappresenta un aspetto fondamentale di questo grande processo di socializzazione, per favorire lo sviluppo delle capacità di controllo e autocontrollo del proprio corpo. Il bambino scopre il mondo attraverso il suo corpo, attraverso l’esperienza diretta. Per mezzo della propria fisicità può esprimere il suo mondo interiore. In particolare, l’espressività mimica deve essere decodificata e interpretata come la modalità più autentica di comunicazione del bambino. È dunque fondamentale aiutare i bambini ad esprimere le proprie emozioni per arricchire la loro personalità e favorire la consapevolezza e la sicurezza di sé.

Percezione globale del corpo: psicomotricità

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comotricità psi

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Organizziamo uno spazio per le attività motorie, attrezziamolo con tappetoni morbidi, palle, cerchi colorati, birilli, ecc. e cominciamo a far prendere confidenza ai bambini con il proprio corpo, partendo da movimenti molto semplici (correre, saltare, stendere le braccia, abbracciare le gambe con le braccia, sollevare una gamba, fare capriole, ecc.)

Mano a mano che le competenze motorie dei bambini si approfondiscono e consolidano, aggiungiamo gradi di difficoltà ai movimenti proposti (creiamo percorsi a ostacoli, facciamo gare di velocità e di destrezza, ecc.).

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IL CORPO: PERCEZIONE GLOBALE


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Quando tutti i bambini avranno acquisito una perfetta padronanza del proprio corpo, potremo strutturare attività motorie più complesse (giochi di gruppo, attività sportive, piscina, palestra, danze coreografiche, ecc.).

RILASSAMENTO

Stendiamo a terra dei tappetoni e invitiamo i bambini a sdraiarsi in posizione comoda, supini o proni, a occhi chiusi. Mettiamo in sottofondo una musica rilassante (che richiami i suoni della natura), a volume non troppo alto.

Quando i bambini sono tranquilli invitiamoli, con tono pacato, a concentrarsi sul proprio corpo e compiere dei movimenti di rilassamento. Percezione globale del corpo: psicomotricità

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comotricità i s p

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Chiediamo loro di: - respirare profondamente e “sentire” l’aria che entra ed esce dal corpo; - “sentire” le parti del proprio corpo a contatto con il suolo; - contrarre i muscoli del corpo diventando “duri, duri”; - rilassare tutti i muscoli e a sentirsi “morbidi”; - sollevare un braccio e tenerlo alzato fino a sentirlo pesante, poi rilasciarlo lentamente; - fare la stessa cosa con l’altro braccio, con una gamba e poi con l’altra; - contrarre e poi rilasciare la pancia; - contrarre e poi rilasciare le natiche; - stringere forte e poi rilasciare le mani; - tenere sollevato il capo, contraendo il collo e poi rilasciarlo; - contrarre la bocca e le labbra e poi rilasciarle; - stringere forte i denti e poi rilasciare; - chiudere gli occhi stretti stretti e poi rilasciarli.

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IL CORPO: PERCEZIONE GLOBALE


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LA DANZA DEL CORPO Il metodo: PEDAGOGIA TEMPESTIVA

La tecnica: PSICOMOTRICITĂ€

IL CORPO E IL MOVIMENTO

CONSAPEVOLEZZA ED ESPRESSIONE CULTURALE: consolidare la presa di coscienza del proprio corpo e del suo schema corporeo.

Spazio: salone Tempi: 40 minuti

Disponiamo i bambini in fila e sistemiamoci a fianco della stessa. Iniziamo a camminare, alziamo le braccia in alto e ruotiamo la testa da una parte. I bambini dovranno ripetere il gesto a occhi chiusi. Ricominciamo a camminare e portiamo le mani alle spalle con il viso rivolto verso l'alto. I bambini ripetono i movimenti a occhi chiusi e si ricomincia. Aggiungiamo di volta in volta elementi nuovi sino a far muovere tutto il corpo.

Percezione globale del corpo: gioco motorio

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co sensorial o i e g

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DOVE SEI STATO TOCCATO? Il metodo: M. MONTESSORI

La tecnica: PSICOMOTRICITÀ

IL CORPO E IL MOVIMENTO

COMUNICARE NELLA MADRE LINGUA: conoscere e denominare le parti del corpo.

Spazio: sezione Tempi: circa un’ora

Conoscere il proprio corpo e denominarne le parti in maniera corretta non è una conquista che sempre va di pari passo. Proponiamo un gioco motorio che escludendo la vista stimola la produzione verbale e la riflessione linguistica. Bendiamo un bambino e invitiamolo a sdraiarsi comodo su un tappeto. Appena è pronto, tocchiamo, per esempio, la sua spalla e domandiamo se ha sentito qualcosa e in quale punto del corpo. In modo graduale, è importante modificare il tocco rendendolo sempre più leggero così che richieda più concentrazione da parte del bimbo. L'attività è ancora più divertente in gruppo perché si può trasformare in una sfida a chi indovina con maggiore precisione il punto esatto in cui è stato toccato.

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IL CORPO: PERCEZIONE GLOBALE


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PUZZLE SPECIALI Il metodo: M. MONTESSORI

La tecnica: PSICOMOTRICITÀ

IL CORPO E IL MOVIMENTO

COMPETENZA ED ESPRESSIONE CULTURALE: conoscere le parti del viso.

Spazio: sezione Tempi: circa un’ora

Procuriamoci una decina di immagini, piuttosto grandi, del viso umano, di personaggi dei cartoni animati o animali. Tagliamo ogni figura in due o più pezzi (ovviamente, più sono i pezzi, maggiore è la difficoltà) e distribuiamoli, a caso, sopra il tavolo. Invitiamo i bambini a ricomporre le immagini, chiedendo di nominare le parti del volto o del corpo che mettono insieme. Possiamo trasformare il gioco in una gara: vince chi riesce a formare più figure.

Questa è la mia faccia

E questa è la mia faccia, speriamo che ti piaccia: la fronte è una campagna, il naso è una montagna, gli occhi son fontane, le orecchie son due tane, la bocca è una gran grotta, la lingua è una marmotta che un po’ sta sotto i fiori, poi mette il muso fuori! BLBLBLBLBL!

E questa è la mia piazza, speriamo che ti piaccia: la fronte è un grande viale, il naso è un campanile, gli occhi son lampioni, le orecchie due portoni, la bocca è casa mia, la lingua è una poesia che prima resta muta, poi salta fuori tutta! BLBLBLBLBL! R. Piumini

Percezione globale del corpo: schema corporeo

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vità individuale i t t a

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FACCIO IL MIO RITRATTO I bambini dovranno disegnare su un foglio la sagoma del viso e dipingerla con la tempera rosa, poi con il pongo dovranno realizzare i capelli, il naso e la bocca. Quando il ritratto di pongo sarà terminato, incolliamolo su un cartoncino colorato così da renderlo più stabile; infine appendiamolo alla parete con un appendi quadro adesivo. Possiamo anche realizzare il lavoro direttamente sul cartoncino.

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IL CORPO: PERCEZIONE GLOBALE


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QUESTO SONO IO Invitiamo i bambini a disegnare se stessi, così da riuscire a stabilire se la loro percezione corporea è completa e corretta. Quando gli autoritratti saranno completi, attacchiamoli in sezione e commentiamoli insieme.

Percezione globale del corpo: attività individuale

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sie e filastrocch e o e p

Autoritratto

Il viso Ho fatto un tondo che non era un mappamondo. Ho fatto due cerchietti simili agli occhietti. Ho fatto un segno in giù è un naso un po’ all’insù. Ho fatto un segno che quasi il naso tocca, invece è solo il posto della bocca. E quando il disegno era finito, ho capito che quel tondo, altro non era che il viso di un bimbo dal sorriso giocondo.

Metti te stesso davanti allo specchio, come la luna si specchia nel secchio. Guardati bene, guardati attento, l’autoritratto si fa in un momento. È lungo il tuo viso? È largo? Rotondo? Allora disegna il cerchio del mondo. E gli occhi? Il naso? Hai i capelli all’insù? Dì alla matita di fare di più. Guardati ancora, più giù, fino al mento: è l’autoritratto di un viso contento. M. Cecchi e B. Tognolini, “La Melevisione”

Fuscellini fitti fitti Neri o biondi rossi fitti come alberi diritti come fuscelli sopra le teste siamo i capelli.

Angela Latini

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IL CORPO: PERCEZIONE GLOBALE

Tiziana Dorigo


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Filastrocca allo specchio

Allo specchio all’improvviso ho visto il mio viso. Lassù in alto i miei capelli, se li pettino son belli. Un po’ in giù ci sono gli occhi, si chiudon subito se li tocchi. Le orecchie ai lati stanno: le tiriamo al compleanno. In mezzo al viso c’è il nasino un po’ rotondo e piccolino.

Muovo il mio corpo

Questo è il piedino, piego la gamba e faccio un saltino, alzo le braccia e guardo lontano, tocco il ginocchio con la mia mano, mi siedo per terra e faccio l’indiano poi ti saluto agitando la mano. Rita Sabatini

Poi viene la bocca se un poco scendi, dentro ci sono lingua e denti. Proprio bello il mio visino: adesso è ora, un bel sorriso! Filastrocca tratta da scuola-materna.net

Percezione globale del corpo: poesie e filastrocche

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LE DITA DELLA MANO

Le filastrocche sono da sempre un ottimo metodo per insegnare ai bambini elenchi di parole da ricordare. Leggiamo insieme la filastrocca e ripetiamola insieme:

Le dita della mano

La mia mano ha cinque dita POLLICE è il più bello INDICE è monello MEDIO è lungo lungo L’ANULARE fa da fungo al MIGNOLINO che di tutti è il più piccino!

- Come si chiama il nome del dito più piccolo? Vogliamo ripetere anche il nome delle altre dita? - Apriamo bene le nostre mani, guardiamole... il palmo, il dorso. - Chiudiamo un momento gli occhi e con le mani facciamo due pugni, stringiamo forte e ascoltiamo le sensazioni.

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IL CORPO: PERCEZIONE GLOBALE


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MOTRICITÀ FINE DELLA MANO Il metodo: M. MONTESSORI

La tecnica: PSICOMOTRICITÀ

IL CORPO E IL MOVIMENTO

COMPETENZA ED ESPRESSIONE CULTURALE: consapevolezza ed espressione culturale; sviluppare la motricità fine.

Spazio: sezione Tempi: circa un’ora

Uno degli obiettivi più importanti da conquistare alla fine della scuola dell'infanzia è la motricità fine, intesa soprattutto dall'abilità di coordinazione indice-pollice, che servirà anche per avere un buon approccio con la scrittura all'arrivo della scuola primaria. In questo senso proprio le semplici attività quotidiane legate alla cura della persona possono essere utilissime per sviluppare la motricità fine: - allacciarsi le scarpe, infilare bottoni, usare le posate nel modo corretto. Ma anche: mettere le monete nel salvadanaio, usare le mollette per il bucato (magari creando un trenino colorato), giocare con la pasta modellabile, fare scarabocchi, provare a colorare all'interno dei bordi di un disegno abbastanza grande. Proponiamo l'uso delle forbici già dai tre anni, anche in attività non strutturate. Via via che la motricità e la presa della forbice si affina, possiamo dare consegne più elaborate.

Percezione globale del corpo: attività individuale

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g io

co motorio

LATERALIZZAZIONE

Proponiamo vari giochi motori in cui è richiesto l'utilizzo di un solo lato del corpo. 1. Lanciamo la palla e chiediamo di prenderla 'al volo' solo con una mano. 2. Chiediamo ai bambini di disporsi in riga, al nostro via con il battito di un tamburello il primo della riga deve spostarsi di un posto, così fino alla fine della riga. Continuiamo per tutti i bambini. 3. Camminare di lato al perimetro del muro. 4. Distribuiamo un foglio bianco ad ogni bambino. Facciamo posare sul foglio prima la mano destra, poi la sinistra e facciamo tracciare i contorni. Stimoliamo i bambini a notare le differenze e invitiamoli a far coincidere le mani con i bordi tracciati. Distribuiamo le forbici e facciamo ritagliare il foglio a metà, ottenendo così due fogli per le due mani. Dopo averli mescolati, chiediamo ai bambini di trovare il disegno corrispondente ad ogni mano e nominarla esattamente.

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IL CORPO: PERCEZIONE GLOBALE


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I cinque sensi Occhio che vedi le luci e i colori dimmi se anch’io sono fatto di fiori. Orecchio che senti i rumori e i suoni, quando io grido, la voce ho dei tuoni? Naso che senti le puzze e i profumi dimmi se anch’io faccio odore di fumi. Lingua che senti il dolce e il salato il mio sapore lo hai mai assaggiato? Mano che tocchi la forma e il colore questo tamburo che senti è il mio cuore. da “Melevisione”

Percezione sensoriale: filastrocca

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CON LE MANI: IL TATTO Il metodo: M. MONTESSORI

La tecnica: PSICOMOTRICITÀ

IL CORPO E IL MOVIMENTO

CONSAPEVOLEZZA ED ESPRESSIONE CULTURALE: percepire caratteristiche tattili.

Spazio: sezione Tempi: circa un’ora

Questa unità può essere preceduta da una serie di piccoli espedienti per preparare le mani del bambino ad una maggiore sensibilità: lavare accuratamente le mani e asciugarle bene.

Iniziamo chiedendo ai bambini di riconoscere delle differenze tattili presentando due sole superfici. Prima con gli occhi aperti e poi con gli occhi chiusi.

Io sono il tatto Io sono il tatto assai curioso, lavoro sempre e mai riposo. Aiuto le mani a toccare, per capire ed imparare. Trasmetto sensazioni attraverso la pelle, a volte son brutte ma spesso son belle. Posso sentire il dolore ma anche una carezza che trasmette amore. M. F.

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IL CORPO: PERCEZIONE SENSORIALE


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LISCIO-RUVIDO Procuriamoci oggetti lisci (vetro, piatti, marmo, coperchi di metallo, specchi, stoffe lisce, ma anche materiale riciclato, ecc.) e oggetti ruvidi (carta smerigliata, mattoni, sassi, ecc.)

Incolliamo con colla a caldo su dei pannelli di compensato (lasciamone fuori qualche elemento di ogni tipologia) tutti gli oggetti e invitiamo i bambini a toccarli, lasciando che esprimano liberamente le proprie sensazioni, senza richiedere i termini esatti. Possiamo anche mettere i pannelli a terra e far fare l'esercizio a piedi nudi. Chiediamo che cosa hanno di diverso e spighiamo il significato dei termini liscio e ruvido. Successivamente, chiediamo ai bambini di riconoscere e indicare nell'ambiente le superfici ruvide e lisce. Infine, racchiudiamo in una scatola tutti gli oggetti e pratichiamo sul coperchio un foro che permetta il passaggio di una mano del bambino. Invitiamo i bambini a toccare, riconoscere ed estrarre l'oggetto liscio o ruvido e continuiamo le attivitĂ di percezione con gli occhi chiusi. Percezione sensoriale: attivitĂ individuale

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ASCIUTTO - BAGNATO

Organizziamo un bucato per la biancheria delle bambole o degli indumenti "senza padrone". Durante il gioco invitiamo i bambini a sentire e percepire le differenze tattili tra gli indumenti asciutti e quelli bagnati e anche le differenze tra i diversi tessuti. Il gioco può essere eseguito anche con gli occhi chiusi.

LETTERE TATTILI

Dal cartone ritagliamo le lettere dell'alfabeto e caratterizziamo ognuna con una percezione tattile diversa, foderandole con vari materiali: con la lana, sabbia, pezzetti di carta vetrata, velluto, ecc... Lasciamole a disposizione per far giocare i bambini più piccoli in attività percettive, mentre i bambini di 5 anni potranno associare sensazioni al simbolo.

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IL CORPO: PERCEZIONE SENSORIALE


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FREDDO - TIEPIDO - CALDO

Invitiamo i bambini a toccare con le proprie mani le guance, la fronte, il collo e lasciamoli esprimere le loro sensazioni dal punto di vista termico. Chiediamo poi ai bambini di toccare il termosifone caldo (o qualcos'altro) e introduciamo la conversazione: - Come sono le vostre guance? E la fronte? Il collo? - Il pavimento com'è? - Il vetro della finestra? - E la vaschetta dei cubetti di ghiaccio? - Il forno, quando cuoce una torta, com'è? Successivamente, presentiamo tre recipienti: uno con l'acqua fredda, uno con l'acqua calda e uno vuoto. Lasciamo che i bambini immergano le mani prima nell'acqua fredda e poi in quella calda, chiedendo le varie sensazioni e le differenze. In modo visibile, mescoliamo l'acqua calda con quella fredda nel recipiente vuoto fino a quando l'acqua raggiunge una temperatura tiepida. Percezione sensoriale: gioco

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g ioco

INDOVINA COS'È Procuriamoci degli oggetti (sassi, legno, monete, ecc.) e nascondiamoli in una cassetta con la sabbia. Facciamo toccare gli oggetti e chiediamo di descriverne le caratteristiche, infine di nominarli (gomitoli di lana, stoffe leggere, palle di gomma, ecc.) e descrivere le differenze. Chiediamo poi loro di riconoscerli ad occhi chiusi.

LEGGERO - PESANTE

Procuriamoci cinque sacchetti di nylon della stessa dimensione: uno riempito con sabbia; uno riempito con pasta tipo fusilli, penne o sedani; uno riempito con pezzi di stoffa e l'ultimo riempito con aria. Lo scopo è quello di dimostrare che il peso e la forma o il volume non sono necessariamente in relazione. Invitiamo i bambini a rilevare la differenza di peso, pesando i sacchetti con le mani. Il gioco, può essere ripetuto a occhi chiusi. I bambini dovranno quindi mettere i sacchetti in gradazione: dal più pesante al più leggero e viceversa. Infine, invitiamo i bambini a cercare nell'ambiente oggetti di peso diverso.

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IL CORPO: PERCEZIONE SENSORIALE


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IL SENSO STEREOGNOSTICO Questo termine indica la capacitĂ di riconoscere un oggetto servendosi esclusivamente del tatto, senza la percezione visiva. Questo senso si esercita bene sulle forme solide. Presentiamo ai bambini degli oggetti di uso comune e invitiamoli a prenderli, toccarli, osservarli e denominarli. Disponiamo poi gli oggetti su un tavolo e bendiamo uno a uno i bambini. Dovranno riconoscere l'oggetto usando solo il tatto.

Percezione sensoriale: gioco

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SUONI O RUMORI? Cominciamo una disamina su ciò che percepiscono le nostre orecchie. Dividiamo la classe in gruppi. In successione, il primo gruppo batte le mani, il secondo batte i piedi, il terzo canta una canzoncina, il quarto fa strisciare rumorosamente le sedie sul pavimento, il quinto batte le matite o i pennarelli sul tavolino. Usciranno fuori suoni o rumori? Chiediamo ai bambini di selezionarli, non sempre è facile distinguerli. Ascoltiamo il suono gradevole di una chitarra. Ascoltiamo il suono sgradevole di una chitarra scordata.

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IL CORPO: PERCEZIONE SENSORIALE


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CACCIA AL RUMORE Registriamo sul cellulare vari rumori che i bambini conoscono. Uno alla volta facciamoli ascoltare ed ogni volta oltre ad indovinare dovranno mostrare l'oggetto da cui arriva il rumore, oppure disegnarlo. - Rumori di stoviglie -Giochi che emettono un suono (quelli con le batterie) - Palla che palleggia - Sedia sul pavimento - Pc che si accende - Telefono che squilla - Rumore di macchine

L'udito Ecco arrivo io che son l'udito e l'orecchio da me è servito: io gli porto tanti suoni, rumori, musiche e canzoni. Ma mi devi accudire se ogni cosa vuoi sentire. M.F.

Percezione sensoriale: filastrocca

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IL CORPO # _Layout 1 16/04/19 12:54 Pagina 210

LE COSE RUMOROSE E NON

Proponiamo ai bambini di ritagliare da riviste oggetti che producono suono o rumore e facciamoli incollare su un foglio A4, che avremo precedentemente suddiviso in due parti.

PRODUCE UN SUONO

PRODUCE UN RUMORE

I SUONI VICINI E LONTANI

Ascoltiamo dei suoni e rumori vicini e lontani. Quando sono lontani, i bambini allargano le braccia all'altezza della spalla; se sono vicini, tengono le braccia verso il basso, lungo il corpo.

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IL CORPO: PERCEZIONE SENSORIALE


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IL CONCERTINO Proponiamo un "dialogo sonoro" da realizzare dividendo la classe in 4 gruppi. Al primo gruppo affidiamo dei campanelli, al secondo dei legnetti, al terzo i triangoli, al quarto i tamburelli e in successione li facciamo suonare. Poi tutti insieme, in un concertino finale! Che cosa è venuto fuori? Un bel concerto?

Percezione sensoriale: gioco

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CHE COS'È IL SILENZIO? Chiediamo ai bambini che cosa vuol dire per loro "silenzio". Possono disegnare un'immagine o esprimere un loro pensiero sul silenzio. Per sviluppare la capacità di creare relazioni tra suono e segno grafico e viceversa, utilizziamo sia il linguaggio verbale che quello grafico.

LA SCOPERTA DEL SILENZIO

Facciamo sedere i bambini per terra disposti a ferro di cavallo oppure con la schiena appoggiata al muro. Devono rimanere in assoluto silenzio. Quando al nostro orecchio non arrivano né suoni né rumori, possiamo "sentire" il silenzio.

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IL CORPO: PERCEZIONE SENSORIALE


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IL GIOCO DEI SUONI, DEI RUMORI E DEL SILENZIO

Prepariamo dei cartoncini: celeste per il suono, rosso per il rumore, bianco per il silenzio e consegniamo a ogni bambino uno strumento. Quando alzeremo il cartoncino celeste, i bambini dovranno suonare, quando alzeremo quello rosso, i bambini dovranno fare rumore (far cadere una sedia, sbattere sul tavolo ecc.) e quando alzeremo quello bianco i bambini dovranno stare in silenzio. Possiamo inventare qualsiasi sequenza ritmica. Percezione sensoriale: gioco

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Filastrocca dei suoni co musical o i e g

Bussa la pioggia sopra l’ombrello trilla alla porta il campanello picchia la mamma sopra il tamburo lancia la tromba un sonoro siluro. E qual è il suono che manda un bambino? Strilla più forte di un flauto e un violino.

INDOVINA LA CANZONE

Disponiamo i bambini in cerchio vicino al supporto audio, invitiamoli al silenzio e alla quiete. Facciamo partire una musica o cantiamo un brano facilmente riconoscibile. I bambini dovranno cercare di riconoscere prima degli altri il titolo della canzone proposta. Chi ricorda la canzone che abbiam ascoltato l’altro dì, chi aiuta l’insegnante a ricordar così?

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IL CORPO: PERCEZIONE SENSORIALE


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SUONI ED EMOZIONI Proviamo ad analizzare delle corrispondenze tra suoni ed emozioni. Creiamo delle atmosfere per ogni emozione che vogliamo suscitare organizzando il setting. Spieghiamo ai bambini, in modo semplice e utilizzando degli esempi, il rapporto tra la musica e le emozioni. Una musica triste è lenta, suonata piano, spenta, fa dormire o piangere; una musica felice è all’opposto: veloce, accesa, fa venir voglia di saltare o correre; una musica arrabbiata è esplosiva, a volte fa paura. A questo punto i bambini saranno invitati a tradurre in semplici suoni, uno alla volta, una delle emozioni a scelta. Gli altri bambini del gruppo dovranno indovinare l’emozione ascoltata. Se vogliamo far sperimentare la paura utilizziamo un brano come la IX sinfonia di Bethoveen da fare ascoltare in un ambiente poco illuminato, successivamente distribuiamo colori a tempera, grandi fogli A3 e facciamo dipingere liberamente. Così procediamo anche per le altre emozioni. - Di che colore è la notte? - Di che colore è il giorno? - Di che colore è la rabbia?

- Di che colore è l'amicizia? - Di che colore è l'allegria?

Percezione sensoriale: attività individuale

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sie e filastrocch e o e p

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FILASTROCCA DI SUONI E COLORI Una risorsa semplice, quanto preziosa, per lo sviluppo del bambino sono le filastrocche. Con il termine filastrocche, s’intendono quei componimenti solitamente in rima, o comunque con una forte componente ritmica, legati ai primi giochi con il corpo: formule rituali, aiuto nell’apprendimento del linguaggio, gioco, divertimento... Le filastrocche fanno da sempre parte della cultura di tutti i popoli della terra. Esse sono da considerarsi un tipo di gioco verbale, motorio e ritmico da cui scaturisce, quasi automaticamente, un’attenzione all’affettività che è pienamente inserita in una dinamica relazionale. Recitiamo insieme la filastrocca di tutti i colori:

Filastrocca di tutti i colori La filastrocca di tutti i colori, dice le cose con suoni e rumori, dice le cose di giorno e di sera, noi la cantiamo con voce leggera.

La filastrocca dell'arcobaleno, dice le cose in modo sereno, dice le cose per farci sognare, se nel silenzio sappiamo ascoltare. La filastrocca del bianco e del nero, dice le cose in modo sincero, dice le cose tra il chiaro e lo scuro, per far suonare pian piano il tamburo.

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IL CORPO: PERCEZIONE SENSORIALE


IL CORPO # _Layout 1 02/04/19 16:53 Pagina 217

La filastrocca di grigie giornate, dice le cose che sembran malate, dice le cose tra smog e cemento, nessuno suoni per qualche momento. La filastrocca del rosso di fuoco, dice le cose un po' serio o per gioco, dice le cose attizzando la brace, battiamo le mani a chi vuole la pace. La filastrocca di un bel verde mare, dice le cose per farci sperare, dice le cose con qualche eleganza e noi balliamo in mezzo alla stanza. La filastrocca del giallo e del viola, dice le cose con ogni parola, dice le cose guardandoci in viso perchĂŠ ci vuole donare un sorriso. La filastrocca di tutti i colori, dice le cose con suoni e rumori, dice le cose per far divertire... ma a questo punto dobbiamo finire! Mario Piatti dalla raccolta "Filastroccantando" (1989) https://www.youtube.com/watch?v=mMaqHuebuBc

Percezione sensoriale: poesie e filastrocche

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IL CORPO # _Layout 1 16/04/19 12:56 Pagina 218

IL GIOCO DEL BAMBINO CERCA SUONI Questo è un gioco divertente che aiuta i bambini a sviluppare le capacità del proprio orecchio musicale e ad orientarsi nello spazio guidato da suoni. Il bambino "cerca suoni", bendato, viene fatto girare tre volte su se stesso per disorientarlo mentre un compagno a turno suonerà uno strumento. Chi suona deve spostarsi all'interno dello spazio da gioco.

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IL CORPO: PERCEZIONE SENSORIALE


IL CORPO # _Layout 1 02/04/19 16:53 Pagina 219

La vista Ciao bambini son la vista, dei cinque sensi la prima in lista. Io faccio il mio dovere e aiuto gli occhi a vedere. A vedere i colori, le forme e ogni cosa che rende la vita meravigliosa.

TROVA IL PARTICOLARE

M.F.

Consegniamo ai bambini dei disegni di burattini o bambini a cui manca un particolare. Per esempio in un foglio disegniamo il burattino senza gamba, in un altro un burattino senza gli occhi, in un altro un burattino senza braccia. I bambini dovranno disegnare il particolare mancante.

AGUZZIAMO LA VISTA!

Disponiamo su un tavolo alcuni oggetti e invitiamo un bambino a sceglierne uno, osservarlo nei particolari (forma, colore, eventuali figure, pulsanti, ecc.). Stabiliamo un tempo massimo per l'osservazione trascorso il quale, copriremo l'oggetto con una coperta e chiederemo di descriverlo in modo dettagliato a memoria.

Percezione sensoriale: gioco

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IL CORPO # _Layout 1 16/04/19 12:56 Pagina 220

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ORIENTAMENTO SPAZIALE

Organizziamo alcuni giochi motori in cui i bambini devono raggrupparsi in fila, in riga o per schieramenti motori e spostarsi con delle regole ben precise. Successivamente disponiamo un pannello gigante foderato di carta da pacchi grande e chiediamo di rappresentare graficamente con i pennelli gli schieramenti.

L'OGGETTO MANCANTE

Disponiamo su un tavolo alcuni oggetti di diverso genere. Chiamiamo un bambino per volta e invitiamolo ad osservare bene gli oggetti sul tavolo per un tempo stabilito. Proponiamo poi al bambino di uscire dall'aula e noi nascondiamo uno degli oggetti. Al rientro, il bambino dovrà indovinare qual è l'oggetto mancante.

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IL CORPO: PERCEZIONE SENSORIALE


IL CORPO # _Layout 1 02/04/19 16:53 Pagina 221

LE CASELLE COLORATE

Prepariamo con i bambini un foglio diviso in tante caselle colorate e altre caselle dello stesso colore che poi dovranno essere ritagliate. Il gioco è quello di sovrapporre le tessere dello stesso colore al posto giusto. Percezione sensoriale: gioco

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erimento esp

IL CORPO # _Layout 1 16/04/19 12:57 Pagina 222

LE ILLUSIONI OTTICHE Il metodo: M. MONTESSORI

La tecnica: PSICOMOTRICITÀ

IL CORPO E IL MOVIMENTO

CONSAPEVOLEZZA ED ESPRESSIONE CULTURALE: percepire caratteristiche tattili.

Spazio: sezione Tempi: circa un’ora

Un’illusione ottica è una qualsiasi illusione che inganna l'apparato visivo umano, facendogli percepire qualcosa che non è presente o facendogli percepire in modo scorretto qualcosa che è presente. In base al meccanismo che ne è causa, quindi, si hanno tre categorie di illusioni: - ottiche, quando sono causate da fenomeni puramente ottici e pertanto non dipendenti dalla fisiologia umana; - percettive, in quanto generate dalla fisiologia dell'occhio: un esempio sono le immagini postume che si possono vedere chiudendo gli occhi dopo avere fissato un'immagine molto contrastata e luminosa; - cognitive, dovute all'interpretazione che il cervello dà delle immagini. Un caso tipico sono le figure impossibili e i paradossi prospettici. Proponiamo alcuni esempi, sarà divertente mostrarli ai bambini.

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IL CORPO: PERCEZIONE SENSORIALE


IL CORPO # _Layout 1 02/04/19 16:53 Pagina 223

Fissando l'immagine, i cerchi sembrano ruotare. Fissando il punto nero, allontanando e avvicinando la testa alla figura, sembra che si muova tutto. Fissando l'immagine, il centro sembra spostarsi. Fissandola, l'immagine inizierà a muoversi con effetto ondulatorio. Fissiamo bene il disegno e poi guardiamo una superficie chiara. Cosa vediamo? Alla fine del percorso, possiamo avviare i bambini più piccoli ad

una prima lettura fatta di immagini semplici e di facile comprensione, utilizzando i libretti cartonati, di plastica, di stoffa, da toccare, osservare e sfogliare, stimoli sicuri per coltivare nel bimbo il “piacere di leggere” ed avvicinarlo così al mondo dei libri “veri” e alla nostra biblioteca.

Percezione sensoriale: esperimento

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IL CORPO # _Layout 1 02/04/19 16:53 Pagina 224

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Il gusto A me gusto mi han chiamato, sono molto fortunato, con la lingua posso gustare ogni cosa che voglio mangiare. Tutto quando ha il suo gusto, è accertato: il dolce, l'amaro, l'insipido, il salato. Di riconoscerli sono capace, così tu scegli ciò che ti piace! M. F.

CHE SAPORE HA? Facciamo sedere i bambini in cerchio a occhi chiusi. Distribuiamo ad ogni bambino una caramella alla frutta che deve essere scartata e messa in bocca senza guardare. I bambini dopo averla assaggiata dovranno riconoscerne il gusto.

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IL CORPO: PERCEZIONE SENSORIALE


IL CORPO # _Layout 1 02/04/19 16:54 Pagina 225

DOLCE E SALATO

Presentiamo ai bambini un vassoio con dei bicchieri e due brocche contenenti una acqua salata e una acqua zuccherata. Invitiamo un bambino ad assaggiare l'acqua salata e stimoliamo la conversazione: - Com'è quest'acqua? Che sapore ha? Dopo aver fatto sciacquare la bocca la bambino, facciamogli assaggiare l'acqua zuccherata e chiediamo: - Quest'acqua ha lo stesso gusto di quella bevuta prima? - Che sapore ha?

In un secondo momento proponiamo ai bambini dei piattini contenenti biscotti dolci, salati, grissini, fette di pane, dolcetti. I bambini dovranno distinguere il dolce dal salato. Adottando come simbolo due cerchi colorati, formiamo l'insieme dei dolci e l'insieme dei salati.

Percezione sensoriale: attivitĂ individuale

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nzone CD ca

IL CORPO # _Layout 1 02/04/19 16:54 Pagina 226

traccia cantata 13 traccia base 14

Dolce e salato Quando mangio il cioccolato O mi gusto un buon gelato Sento in bocca qualcosina E mi viene l’acquolina Dolce dolce Salato salato Quanti gusti sul palato Dolce salato Dolce salato A distinguerli ho imparato Se mi mangio il salamino O il formaggio nel panino Forse non ci crederete Ma mi viene tanta sete Dolce dolce Salato salato Quanti gusti sul palato Dolce salato Dolce salato A distinguerli ho imparato

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IL CORPO: PERCEZIONE SENSORIALE


IL CORPO # _Layout 1 02/04/19 16:54 Pagina 227

AMARO E ACIDO

Possiamo ora iniziare la conoscenza di altri gusti: l'amaro (caffè o tè non zuccherati) e l'acido (limone, aceto, yogurt bianco). Diamo ai bambini la possibilità di fare i vari assaggi seguendo le sequenze proposte per il dolce e il salato. Quando i bambini avranno imparato a distinguere i quattro sapori principali, potranno essere proposti degli esercizi per l'affinamento del gusto: distinguere l'acqua naturale da quella frizzante, il tè normale dal tè alla menta, la spremuta di limone da quella d'arancia.

Percezione sensoriale: attività individuale

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IL CORPO # _Layout 1 02/04/19 16:54 Pagina 228

LE PAPILLE GUSTATIVE ADDORMENTATE Questo semplicissimo esperimento aiuterà i bambini a rendersi conto che è la lingua che permette loro di percepire il sapore degli alimenti. Se le papille gustative non funzionano bene, non possiamo sentire pienamente il sapore del cibo. Consegniamo ad ogni bambino un cubetto di ghiaccio che dovrà succhiare per un minuto in modo da raffreddare la lingua. Invitiamoli poi a dare un morso su un frutto e sentirne il sapore. Dopo qualche minuto, invitiamoli ad assaggiare di nuovo il frutto. Ha lo stesso sapore? Il frutto ha meno sapore quando la lingua è fredda perché il freddo dei cubetti ha gelato le papille linguali che sono come addormentate e non riescono a percepire bene i sapori, funzionano male.

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IL CORPO: PERCEZIONE SENSORIALE


IL CORPO # _Layout 1 02/04/19 16:54 Pagina 229

L'olfatto Del tuo naso ho premura e di lui mi prendo cura. Gli permetto di odorare, percepire ed annusare. Ma se prendi un po' di raffreddore, forza corri dal dottore! Se il naso è tappato, il mio lavoro è annullato. Olfatto io mi chiamo, se non riesci... dillo piano. M. F.

LA PASSEGGIATA OLFATTIVA

Proponiamo ai bambini una "passeggiata olfattiva" per le vie della cittĂ , in un bosco, in un vivaio ecc... Invitiamoli a stare attenti agli odori intorno a loro. In aula, annotiamo gli aggettivi che emergono durante il percorso ed elaboriamo insieme una filastrocca o un cartellone. Percezione sensoriale: filastrocca

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LA TOMBOLA DEGLI ODORI

L'olfatto è uno dei sensi meno esercitati, spesso ci si riduce a differenziare semplicemente una puzza da un profumo. Le sfumature sono invece molte: fragrante, pungente, nauseante, ecc... Esercitiamo la distinzione con un'attività percettiva.

Riempiamo dei bicchieri di plastica (meglio ancora se sono di vetro) con varie sostanze: - cotone imbevuto di aceto; - caffè macinato; - detersivo della lavatrice; - cotone imbevuto di profumo; - spicchio di limone; - pezzetti di cipolla cruda; - cotone con olio essenziale di menta; - cotone con olio essenziale di rosa; - terra.

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IL CORPO: PERCEZIONE SENSORIALE


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Per ogni odore disegniamo su un foglio l'oggetto corrispondente per dare maggiore concretezza e per aiutare i bambini con difficoltà espressive così potranno indicare la figura invece di nominare l'odore. Chiudiamo i bicchieri e lasciamo un buco sopra per avvicinare il naso. Chiamiamo un bambino per volta, che sceglierà un bicchiere, riconoscerà l'odore e troverà il disegno corrispondente. Possiamo continuare l'attività anche durante altri progetti dell'anno scolastico, via via che incontriamo elementi con caratteristiche olfattive nuove.

Percezione sensoriale: attività individuale

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co rac nto

IL CORPO # _Layout 1 18/04/19 23:55 Pagina 232

IL BAGNETTO NO NO! Il metodo: M. MONTESSORI

La tecnica: STORYTELLING

I DISCORSI E LE PAROLE

COMUNICARE NELLA MADRE LINGUA: ascoltare e comprendere semplici narrazioni.

Spazio: sezione Tempi: circa un’ora

C’era una volta un bimbo che aveva paura del bagnetto: ogni volta che era ora di lavarsi, Niccolò si nascondeva e la mamma doveva cercarlo per tutta la casa. Per metterlo nella vasca, poi, bisognava chiamare anche il papà: Niccolò piangeva, urlava e calciava. Ad aggravare la situazione, ci si mise anche la nonna, che un giorno, per sbaglio, fece finire Titù nella lavatrice, insieme ai pantaloni blu del nonno. Titù era un buffo pupazzetto di pezza, dal quale Niccolò non si separava mai; se lo portava dappertutto: a fare la nanna, a scuola, in macchina e persino dal dottore. Era di colore giallo, aveva gli occhi grandi e un simpatico cappellino rosso. Quando Niccolò, dopo averlo cercato in tutti i posti della casa dove di solito giocavano insieme, si accorse che era finito in lavatrice, rimase a guardarlo dall’oblò per tutto il tempo del lavaggio: Titù girava e rigirava, in mezzo a tutta quell’acqua, alla schiuma e alle bolle. La nonna, per consolare il suo nipotino, gli disse che Titù aveva deciso di farsi un bagnetto e che si divertiva un mondo a nuotare in mezzo ai pantaloni del nonno. Niccolò avrebbe voluto credere alle parole della nonna Adele, ma la storia del bagnetto non lo convinceva affatto: – Nuota, Titù! Non avere paura! Sono qui che ti aspetto! Quando avrai finito, ti asciugherò subito! Ogni tanto la macchina si fermava e Niccolò voleva aprire l’oblò

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IL CORPO: IGIENE


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per salvare Titù, ma appena avvicinava la manina allo sportello, subito la lavatrice si rimetteva in moto e il pupazzo era di nuovo sballottato a testa in giù, in mezzo all’acqua, che sembrava non finire più. Quando finalmente la macchina si fermò e nonna Adele aprì l’oblò, Niccolò si tappò gli occhi: aveva paura che il suo amico fosse affogato e non voleva guardare. Quando poi lo vide, spalancò la bocca e cominciò a gridare: – Noooooooo! Nonna! Nonna! Titù è diventato tutto blu!!! Lo sapevo che affogava! Altro che bagnetto! Noooo!!!! Era proprio così: i pantaloni blu del nonno, con l’acqua calda, avevano rilasciato un po’ di colore e avevano fatto diventare blu pure il pupazzetto del piccolo Niccolò. Ma anche se la nonna gli aveva spiegato e rispiegato come erano andate le cose nella lavatrice, il nipotino non le credeva più: era disperato e non la smetteva di piangere e singhiozzare. Da quel giorno, si convinse che fare il bagnetto avrebbe fatto diventare anche lui tutto blu, come Titù.

Igiene del corpo: racconto

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co rac nto

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Per giorni e giorni, nessuno riuscì più a far entrare Niccolò nella vasca da bagno. Aveva talmente paura dell’acqua, che non voleva bagnarsi nemmeno un piedino. Senza mai fare il bagnetto, il bambino era diventato sporco e puzzolente e nessuno voleva più giocare con lui. Per fortuna era estate e nonna Adele lo portò al mare: gli aveva regalato un enorme coccodrillo gonfiabile, nella speranza che Niccolò decidesse di giocarci in mezzo all’acqua. E invece Niccolò, neanche a dirlo, ci giocava sulla spiaggia: lo copriva con la sabbia, gli saliva in groppa come fosse un cavallo e ci appoggiava le conchiglie, ma di metterlo in acqua non ci pensava nemmeno! Ora che Titù era “affogato”, il coccodrillone era diventato il suo compagno di giochi. Un giorno, mentre Niccolò ci giocava sulla spiaggia, tirò un po’ di vento, che sollevò il coccodrillo facendolo finire in acqua. Niccolò si mise a gridare e la nonna arrivò subito: – Nonna, corri! Vai a salvare il mio coccodrillo! – Ci vado solo se vieni con me: ho paura di non farcela da sola! Niccolò non ci pensò nemmeno un attimo e si tuffò in acqua, per salvare il suo amico. Quando finalmente lo afferrò, lo abbracciò forte e, con l’aiuto della nonna, gli saltò sulla groppa. Insieme giocarono a lungo: Niccolò fece i tuffi e mise persino la testa sotto! Si divertiva così tanto, che aveva dimenticato la sua paura dell’acqua. Comunque, quando tornò verso la spiaggia, si guardò subito il costumino: per fortuna non era diventato blu!!! Silvia Civerchia

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IL CORPO: IGIENE


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traccia cantata 15 traccia base 16

Igiene

Il bagnetto no no no, non lo voglio fare mai. A lavarmi non ci sto ma così saranno guai. Puzzo come una capretta, sono sporchi tutti i denti, ma se in bagno corro in fretta, saran tutti più contenti. Si è più belli pettinati, con le mani ben pulite. Anche i denti van lavati, è una legge, udite udite! Prima di mangiar la pappa ci si lava le manine, del tesoro la gran mappa sono queste regoline. Si è più belli pettinati, con le mani ben pulite. Anche i denti van lavati, è una legge, udite udite!

Igiene del corpo: canzone CD

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ività di gruppo t t a

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L’OMINO DEL PULITO Materiale occorrente: • Carta da pacchi • Pennarelli • Forbici

Tagliamo la carta da pacchi in modo da ottenere 4 grandi fogli bianchi che consegneremo ai bambini, divisi in 4 gruppi.

I bambini dovranno disegnare “l’omino del pulito” procedendo così: noi porremo delle domande sull’igiene e il gruppo che risponde correttamente avrà il diritto di disegnare sul suo foglio una parte del personaggio che sarà diviso in cinque pezzi (corpo, braccia, gambe, testa e capelli). Vince la squadra che riesce a completare per prima l’omino. Esempi di domande: • Prima di mangiare cosa bisogna fare? • Che cosa occorre per lavarsi le mani? • Che cosa dobbiamo fare la sera, dopo aver corso, giocato e sudato? • Come si chiama il prodotto che usiamo per lavarci i capelli?

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IL CORPO: IGIENE


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• Quando gocciola il naso cosa bisogna fare? • Per quanto tempo dobbiamo spazzolarci i denti? • Che cosa serve per lavarsi i denti? • Come si chiamano gli oggetti che servono per pettinarsi i capelli?

Igiene del corpo: attività di gruppo

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IL CORPO

Scheda per l’osservazione valutativa di competenze e apprendimenti NOME DEL BAMBINO: INDICATORI DI COMPETENZA

I DISCORSI E LE PAROLE

• Conosce e denonima le parti del corpo.

• Conosce lo schema corporeo globalmente e analiticamente.

LA CONOSCENZA IMMAGINI, DEL MONDO SUONI, COLORI

NO

IN PARTE

• Riconosce reazioni emotive sul proprio corpo.

IL CORPO E IL MOVIMENTO

IL SÉ E L’ALTRO

E APPRENDIMENTI ATTESI

• Memorizza poesie e filastrocche.

• Conosce le caratteristiche sensoriali della realtà. • Ha sviluppato il controllo motorio. • Associa suoni a colori. • Sa rappresentare graficamente lo schema corporeo. • Riconosce caratteristiche percettive della realtà. • Utilizza i primi strumenti di misurazione.

AUTONOMIA IDENTITÀ SOCIALIZZAZIONE

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IL CORPO: OSSERVAZIONE VALUTATIVA

NOTE


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DIARIO DI BORDO

Esperienze preziose da documentare per il progetto corpo LE NOSTRE ESPERIENZE PIÙ SIGNIFICATIVE

In gruppo

Individualmente

LE OSSERVAZIONI DELL’INSEGNANTE

Note ambito emotivo

Note ambito Note ambito cognitivo progettazione

Esperienze e annotazioni dell’Insegnante

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IL COLORE I bambini devono potersi esprimere con infiniti linguaggi e lasciare il segno, utilizzare i colori, conoscerli per leggere la realtà in modo più sinergico, ed è ciò che avviene nella scuola dell’Infanzia. Il mondo intorno a noi è un vortice di colori e il bambino li coglie e li sperimenta in modo del tutto naturale; con le attività strutturate della scuola gli porgiamo un aiuto oggettivo per sistematizzare le conoscenze. Proporremo ai bambini di utilizzarli liberamente con varie tecniche, di “toccarli con mano” attraverso il gioco e con gli oggetti che ci circondano e di associarli alle cose per arrivare alla loro piena discriminazione e denominazione. Il progetto rappresenta un luogo di creatività, libertà, sperimentazione, scoperta. Si propone di avviare all'apprendimento attraverso il gioco e di avvicinare i bambini ai colori attraverso "il fare", che è proprio l'esperienza visiva e manuale, motore del progetto. I bambini incontreranno anche l'arte con Haring, poiché l'arte contribuisce a migliorare le capacità espressive, a favorire l’apprendimento logico-matematico e linguistico, a rafforzare la consapevolezza di sé e a liberare le potenzialità creative insite in esso.

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Ogni mattina il mondo è un foglio di carta bianco e attende che i bambini, attratti dalla sua luminosità , vengano a impregnarlo dei loro colori. Fabrizio Caramagna

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UNITÀ DI APPRENDIMENTO: IL COLORE

• Conversazioni guidate. • Condivisioni di esperienze. • Lavori di gruppo. • Associazione di emozioni ai colori.

IL BAMBINO:

IL BAMBINO:

- è in grado di lavorare in gruppo.

- riconosce le emozioni e le associa ai colori.

• Narrazioni con tecniche diverse. • Rielaborazioni individuali. • Rime, filastrocche. • Storytelling finalizzati alla scoperta dei colori.

IL BAMBINO:

IL BAMBINO:

I DISCORSI E LE PAROLE

• Ascoltare, comprendere e rielaborare brevi racconti. • Interpretare ruoli di una storia. • Conoscere i colori della natura.

- rielabora contenuti linguistici.

- sa rielaborare racconti.

IL CORPO E IL MOVIMENTO

• Consolidare la presa di coscienza del proprio corpo e dello schema corporeo. • Acquisire una consapevole percezione dello spazio.

• Giochi motori e psicomotori. • Percorsi e labirinti. • Giochi con semplici regole.

IL BAMBINO: - sa muoversi con sicurezza nello spazio.

IL BAMBINO: - ha una buona coordinazione globale e analitica.

• Modellare, colorare e realizzare semplici manufatti. • Conoscere i colori primari e secondari. • Disegnare, dipingere individualmente e in gruppo.

• Lavori plastici. • Laboratori d’arte. • Riuso creativo. • Manufatti. • Utilizzare colori primari e secondari.

IL BAMBINO: - conosce e utilizza colori primari e secondari.

IL BAMBINO: - sa utilizzare i colori in modo pertinente.

• Conoscere materiali diversi. • Fare associazioni. • Raccogliere dati e documentare. • Sperimentare il colore scientificamente.

• Operazioni logicomatematiche. • Creazione di tabelle di registrazione. • Prime misurazioni. • Manipolazione del colore.

IL BAMBINO: - è in grado di documentare in modo sistemico esperienze.

IL BAMBINO: - scopre le scale di colore.

IL SÉ E L’ALTRO

• Conoscere e condividere le emozioni.

IMMAGINI, SUONI, COLORI

Traguardi per lo sviluppo delle competenze

Contenuti

LA CONOSCENZA DEL MONDO

Abilità

Obiettivi

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SOMMARIO DEI COLORI

PERCEZIONE GLOBALE • Percezione globale

La percezione globale del colore ................ 244 La percezione del colore nelle fasi dell’infanzia... 245 L’effetto emotivo del colore ........................ 250 La macchietta............................................... 251 I sacchetti delle emozioni ............................ 252 Le coperte delle emozioni ........................... 253 La festa dei colori ........................................ 254 Polveri colorate.............................................255

IL ROSSO • Il colore rosso

Il colore rosso................................................256 Il linguaggio visivo ........................................257 Il bambino che sceglie il rosso......................258 Il bambino che non sceglie mai il rosso........259 Scopriamo il colore rosso .............................260 Il colore rosso................................................260 Il rosso nelle cose..........................................261 Voglio un mondo rosso scarlatto ..................263 Rosso ............................................................263 Un racconto tutto rosso................................264 Il gioco dei palloncini rossi ...........................269 Rosso cuore ..................................................270 Scelgo il rosso e creo....................................272

IL GIALLO • Il colore giallo

Il colore giallo ...............................................274 Simbologia del colore giallo.........................275 Preferire il colore giallo.................................276 Il bambino che sceglie il giallo .....................276 Il bambino che non sceglie mai il giallo .......277 Scopriamo il colore giallo .............................278 Filastrocca gialla ...........................................279 Le cose gialle della natura ............................280 Voglio un mondo tutto giallo........................282 Giallo giallo...................................................282 Filastrocca del colore giallo ..........................283 La filastrocca del colore giallo ......................283 Giallo sole - luna - stelle ...............................284 Il gioco del sole giallo...................................286 Ancora sole giallo .........................................288 La casetta gialla ............................................290 Io sono il giallo..............................................291 La sparizione del giallo .................................292

IL BLU

• Il colore blu

Il colore blu ...................................................296 Il bambino che sceglie il blu .........................297 Il bambino che non sceglie mai il blu ...........298 Scopriamo il colore blu.................................300 La filastrocca del colore BLU ........................300 A caccia del colore blu .................................301 Le onde del mare..........................................302 Blu in cielo e in mare ....................................302 Colore e materiale ........................................303 Sfumature in cielo .........................................304 Tecniche libere nel segno del blu .................305 Voglio un mondo tutto blu ...........................305 Onde blu.......................................................306 Il gioco dei pesciolini blu ..............................308

I PRIMARI

• I colori primari

Tutti insieme i colori primari .........................310 Rosso, giallo e blu.........................................312 Tante cose colorate.......................................313 Ogni oggetto al suo colore ..........................314 Mi piace, non mi piace .................................315 Colori nascosti ..............................................316 Tecniche e colori ...........................................317 Colla e polveri colorate ................................317 Tempera e colla ............................................318 Pittura su tovaglioli .......................................321 Macchie simmetriche....................................321 Stencilling .....................................................323 Giochi di colore ............................................325 Colori leggerissimi ........................................326 Palloncini colorati..........................................327

I SECONDARI • I colori secondari

I colori secondari ..........................................328 Mescola il pentolone ....................................330 Bottigliette di sale colorato ..........................331 I colori dell’arcobaleno .................................332 Il bruco colorato ...........................................335 I pastelli.........................................................336 Quale preferisci?...........................................337 L’atelier di Arno Stern...................................338 Classificazione secondo il colore ..................340 • Scheda per l’osservazione valutativa ........ 342 • Diario di bordo.......................................... 343

Il colore: racconto

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entazione s e pr

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LA PERCEZIONE GLOBALE DEL COLORE Il bambino vive immerso, fin dalla sua nascita, in un mondo fatto di colori. La loro presenza è cosi importante, ai fini dello sviluppo globale, perché attraverso la scoperta della realtà cromatica, egli impara a conoscere anche altri ambiti della sua vita quotidiana. Infatti, tutto ciò che sta intorno a lui, gli oggetti con cui gioca, i cibi che mangia, le immagini che osserva, gli spazi che lo circondano attraggono la sua attenzione proprio perché sono “fatti” di colore.

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IL COLORE: PERCEZIONE GLOBALE


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LA PERCEZIONE DEL COLORE NELLE FASI DELL’INFANZIA Dalla nascita al primo mese: Il bambino mette a fuoco gli oggetti posti ad una distanza di 20-35 cm dai suoi occhi.

Dai 2 ai 5 mesi: Il bambino è attratto dalle tinte forti e aumenta la distanza di veduta.

Dai 6 ai 12 mesi: Il bambino vede le immagini ben contornate e inizia ad analizzare i particolari.

Dai 2 ai 4 anni:

Il bambino sviluppa la percezione visiva dello spazio e arriva ad avere una vista perfetta, riconoscendo le varie sfumature dei colori. È proprio in questa fase infantile (fino a 6 anni) che l’interesse del bambino per il colore rende più facile l’appprendimento delle varie tonalità, ma soprattutto associando il nome al colore esatto e quale metodo migliore se non giocando. Percezione globale del colore: informazione

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ormazione inf

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Per ragioni di sviluppo, il bambino è legato inizialmente ad un globalismo percettivo che lo conduce ad usare pochi colori e soprattutto ben definiti. Per attuare tutte le distinzioni che opera l’adulto, il bambino dovrà passare attraverso alcune fasi che non necessariamente corrispondono all’età cronologica. Così può essere frequente che un bambino di due anni e mezzo conosca già una vasta gamma di colori e un bambino di sei anni abbia una confusione discriminativa tra blu e viola. È bene non forzare il bambino nella scelta del colore. Forzare il bambino in tale scelta significa non solo non tenere in considerazione lo sviluppo cognitivo, ma anche i fattori emotivi ad esso legati. A livello didattico, è importante favorire nel bambino lo sviluppo dell’abilità sensoriopercettiva indirizzata, in questo caso, alla discriminazione del colore. Alcune correnti psicologiche sostengono che il bambino utilizzi il colore per esprimere le proprie emozioni.

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IL COLORE: PERCEZIONE GLOBALE


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Nello specifico:

BLU Esprime serenità, calma, predisposizione ai gesti affet-

tuosi. Se è dominante può rappresentare un forte autocontrollo.

GIALLO Coerenza con le proprie scelte, costanza, determi-

nazione. Se è dominante può essere indice di un rapporto difficile con il papà (se dominante in concomitanza con la nascita di un fratellino è indice di gelosia).

MARRONE Esprime gioia, periodo felice. Se è dominante

è indice di chiusura. Se è dominante sulle persone e sulla casa esprime tristezza. Attenzione se disegna l’albero tutto marrone (radici-troncochioma) è indice di conflitto e incomprensione con la mamma. Se disegna il sole marrone e questo colore è dominante nel contesto indica carenza di affetto da parte del papà.

NERO Esprime ansia, paure, dolore. Se è dominante indica

un atteggiamento estremo di rinuncia ai rapporti familiari e cova un pensiero di abbandono.

ROSSO Esprime vivacità, energia, voglia di fare. Se è do-

minante è indice di ostilità, aggressività. Il sole rosso è indice di astio nei confronti del papà. Se disegna tutta la famiglia in rosso indica rabbia repressa. Tronco e chioma dell’albero in rosso indicano invece crescita sessuale. Percezione globale del colore: informazione

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ormazione inf

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VERDE Esprime la crescita interiore, maturità, equilibrio.

Se è dominante è indice di pigrizia, passività. Se disegna l’albero con radice e tronco marroni e grossa chioma interamente in verde significa armonia familiare e sociale (a scuola per esempio).

VIOLA Esprime un carattere poco razionale e molto fanta-

sioso. Se disegna il tetto della casa interamente in viola è indice di un eccessivo carico di responsabilità o di studio. Se è dominante può anche portare all’incapacità di distinguere e di qui fino all’irresponsabilità. La scelta di questo colore dimostra che per loro il mondo è un luogo magico, in cui possono ottenere tutto ciò che desiderano: stato d’animo che ha certo un suo fascino, ma che non è bene se persiste nell’età adulta.

GRIGIO Esprime chiusura, difesa (alzano un muro) rifiuto di

impegnarsi per proteggersi da ogni stimolo e da qualsiasi influenza familiare. Non desidera lasciarsi coinvolgere e rinuncia a qualsiasi partecipazione. Se è dominante è indice di atteggiamento di protesta e di insoddisfazione. Attenzione se il piccolo disegna i pesci in grigio è indice di carattere chiuso, evitante. Se disegna il fumo del comignolo marcatamente in grigio è indice di ansia familiare. Attenzione ai colori dominanti, sono indice di una rielaborazione, il bambino sta rielaborano e allestendo dei meccanismi di difesa.

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IL COLORE: PERCEZIONE GLOBALE


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Ogni bambino e ogni bambina si accosta al mondo dei colori attraverso una gamma di esperienze visive e tattili che coinvolgono anche la sfera emotiva: fare per il piacere di fare. Attraverso la manipolazione di una moltitudine di materiali (farina, pasta sale, carta velina, schiuma, brillantini, panna montata, tempera, pastelli a cera), i bambini interiorizzeranno i colori primari e secondari e potranno scoprire modalità personali e creative per familiarizzare con essi, per avere delle preferenze e anche per poter scegliere in base alla propria emotività quale colore lo rappresenti. Per ognuno sarà diverso e non sempre ci sono regole ben precise. Fare esperienze con i colori, toccando tutti i campi d’esperienza, permetterà di facilitare i processi di scoperta, ricerca e conoscenza che sono le chiavi dell’imparare a imparare.

Percezione globale del colore: informazione

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or mazione f in

L’EFFETTO EMOTIVO DEL COLORE Il metodo: REGGIO CHILDREN APPROACH

La tecnica: DEBATE

IL SÉ E L'ALTRO

COMPETENZE SOCIALI: conoscere le emozioni.

Spazio: sezione Tempi: circa un’ora

Il colore ha un effetto incredibile sulle persone, sull'umore, sulla percezione e anche sulle scelte. Il nostro cervello primordiale è la parte di noi programmata per sopravvivere. Ci fa reagire istintivamente. I colori rappresentano una buona parte delle nostre percezioni. Per esempio l'arancione viene spesso usato per rendere più invitanti quei prodotti che hanno un prezzo alto, perché psicologicamente li fa sembrare più convenienti. Il rosso è il colore più usato nei fast food, infatti stimola l'appetito e richiama la velocità con cui vi verrà servito il pasto.

LE EMOZIONI COLORANO IL VISO

Rechiamoci alla LIM e mostriamo ai bambini alcune immagini di bambini con diverse espressioni emotive: sorridenti, tristi, arrabbiati, spaventati. Facciamo notare che quando si prova una forte emozione il colore del viso cambia: quando siamo arrabbiati o molto emozionati diventiamo rossi, quando siamo spaventati o molto arrabbiati diventiamo bianchi, ecc. Attiviamo un dibattito e per analizzare le reazioni di ciascuno e verificare insieme se è possibile fare delle generalizzazioni. Registriamo i pareri e le risposte su un cartellone e iniziamo un lavoro di ricerca che possiamo attivare con delle interviste a casa e anche facendo ritagliare dalle riviste persone con espressioni diverse, raggruppate per insiemi.

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IL COLORE: PERCEZIONE GLOBALE


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La macchietta

traccia cantata 17 traccia base 18

Una macchietta rossa ha lasciato il mio pennello, una macchietta rossa proprio lì sul mio grembiule, una macchietta rossa, mamma mia che farò? Rit

Prendo il pennello di verde colorato, disegno un gambetto e un papavero farò! Prendo il pennello di verde colorato, disegno un gambetto e un papavero farò! Una macchietta gialla ha lasciato il mio pennello, una macchietta gialla proprio lì sul mio grembiule, una macchietta gialla, mamma mia che farò?

Rit

Prendo il pennello di arancione colorato, disegno tanti raggi e un bel sole io farò! Prendo il pennello di arancione colorato, disegno tanti raggi e un bel sole io farò! Una macchietta blu ha lasciato il mio pennello, una macchietta blu proprio lì sul mio grembiule, una macchietta blu, mamma mia che farò?

Rit

Prendo il pennello di azzurro colorato, disegno grandi onde e un bel mare io farò! Prendo il pennello di azzurro colorato, disegno grandi onde e un bel mare io farò!

Quante macchie colorate ha lasciato il mio pennello, quant’è bello il mio grembiule ora è tutto colorato! Vedo un quadro ben dipinto, la mia mamma che vedrà? Rit

Il mio grembiulino ora è proprio bello, mamma guarda con amore, certo sorriderà! Il mio grembiulino ora è proprio bello, mamma guarda con amore, certo sorriderà!

Percezione globale del colore: canzone CD

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vità individuale atti

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I SACCHETTI DELLE EMOZIONI Continuiamo a parlare ai bambini delle emozioni e chiediamo loro quali og• Sacchetti di stoffa getti e quali situazioni associano ad colorata ogni sentimento. Prendiamo tanti sac• Fogli di carta chetti colorati (o normali buste di pla• Colori di vario tipo stica che chiuderemo con nastri colorati) e diamo ad ognuno il nome di un sentimento, in base al colore: sacchetto della felicità, sacchetto della paura, sacchetto della tranquillità, ecc. Prendiamo un sacchetto alla volta e chiediamone il nome ai bambini. Quando tutti avranno risposto e individuato il sentimento che il colore rappresenta, facciamo disegnare ai bambini una situazione legata ad esso. Riponiamo i disegni dentro al sacchetto e ripetiamo la stessa operazione anche con gli altri. I bambini, nel corso di tutto l'anno, potranno disegnare gli avvenimenti più significativi (legati sia all'ambiente scolastico, sia a quello familiare) e inserirli nel sacchetto che ritengono più appropriato. Questa attività può risultare molto utile sia al bambino, che ha la possibilità di elaborare ed esprimere i suoi sentimenti attraverso rappresentazioni pittoriche, sia a noi, che avremo uno strumento in più per comprendere i nostri alunni e percepire eventuali disagi.

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Materiale occorrente:

IL COLORE: PERCEZIONE GLOBALE


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LE COPERTE DELLE EMOZIONI Il metodo: RICERCA

La tecnica: STEM

IMMAGINI, SUONI, COLORI

COMPETENZE DI BASE IN MATEMATICA, SCIENZE E TECNOLOGIE: fare associazioni.

Spazio: sezione Tempi: circa un’ora

Prendiamo delle stoffe colorate e associamo ad ogni colore un'emozione, facendoci aiutare dai bambini nelle associazioni. Il nero potrebbe essere la tristezza, il rosso la rabbia, il giallo l'allegria, ecc. Disponiamo i nostri teli colorati a terra in palestra o nel salone. Ogni bambino, al nostro via, dovrà correre verso la stoffa del colore che esprime la propria emozione in quel momento e dovrà utilizzarla come coperta.

Poi facciamo scegliere ai bambini una coperta colorata in base a situazioni proposte da noi: “Quale coperta scegliereste se la vostra mamma vi sgridasse?”, “Quale coperta scegliereste se un amico vi portasse un dono?”, ecc. Facciamo in modo di far comprendere ai bambini che tutte le emozioni sono normali e giuste, anche la rabbia, la tristezza e la paura. Tutti proviamo dei sentimenti ed ogni evento, ogni discorso, provocano in noi delle reazioni che è bene riuscire ad esprimere. Percezione globale del colore: attività di gruppo

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rmazion e info

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LA FESTA DEI COLORI - INDIA In India si celebra la festa dei colori, chiamata Holi. Guido Gozzano diceva che “a questo popolo, il colore è necessario come la luce”, poiché riveste significati religiosi e culturali e infatti, in India, tutto è colorato: dalle città ai gioielli, dagli abiti ai turbanti. In occasione di questa festa si indossano abiti più colorati del solito (le donne indossano il sari, l'abito tradizionale, formato da una stoffa colorata alta poco più di un metro e lunga ben sei metri, che si drappeggiano abilmente intorno al corpo), si spruzza acqua colorata e si lanciano polveri colorate. L'allegria serpeggia tra le vie delle città, mentre i colori si depositano ovunque.

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IL COLORE: PERCEZIONE GLOBALE


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POLVERI COLORATE Il metodo: R. STEINER

La tecnica: DIDATTICA LABORATORIALE

IMMAGINI, SUONI, COLORI

CONSAPEVOLEZZA ED ESPRESSIONE CULTURALE: utilizzare materiali in modo creativo.

Spazio: sezione Tempi: circa un’ora

Poniamo su un taMateriale occorrente: volino un'abbon• Talco dante quantità • Aniline colorate di talco, poi la• Sacchetti (vanno bene sciamo che i quelli per il freezer) bambini lo di• Elastici vidano in tanti mucchietti. Prendiamo le aniline colorate e diamole ai bambini: dovranno mischiare un po' di polverina colorata ad ogni mucchietto di talco, in modo da colorarlo. Se non abbiamo le aniline, possiamo usare lo zafferano, la cannella, ecc. Quando avremo i nostri mucchietti di talco colorato, formiamo dei sacchetti che chiuderemo con un elastico. Possiamo anche creare dei quadri da decorare con le polveri ottenute.

Percezione globale del colore: attività di gruppo

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sentazione pre

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IL COLORE ROSSO Il rosso è quasi universalmente riconosciuto come il colore della potenza e della forza, il bisogno di riuscire, il desiderio di ottenere successo. Il rosso indica la necessità di ottenere risultati e successo, la volontà di provare sensazioni intense ed esprime la pienezza vitale. Sotto la forma dell’ossido di ferro, ha accompagnato il cammino dell’umanità a partire dalla preistoria; nell’arte cristiana tradizionale il rosso era il colore del sangue sacrificale di Cristo e dei martiri, dell’amore fervido e della fiamma pentecostale dello Spirito Santo.

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IL COLORE: ROSSO


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Il “rosso cardinalizio” stava invece ad indicare che chi portava tale veste doveva essere sempre pronto a versare il suo sangue per la difesa della Chiesa. Il rosso divenne poi il colore dell’inferno e del diavolo. Nella simbologia popolare il rosso è comunque rimasto il colore dell’amore, spesso posto in relazione con i fiori e tra questi, in particolare, con la rosa. Nell’ambito della psicologia del profondo il rosso, quando compare nei sogni, ha sempre a che vedere con la sfera delle emozioni.

IL LINGUAGGIO VISIVO Il linguaggio visivo è un insieme di segni. Il rosso è un colore caldo, vivo, deciso, a seconda della luce che lo illumina, del colore che lo circonda, della sensibilità e della percezione visiva del lettore. Il rosso ha un forte effetto visivo illusorio, come nelle immagini accanto, in cui il quadrato rosso con un bordo bianco sembra più piccolo di quello con un bordo nero. Quando il rosso è inserito in una campionatura di colore scuro, appare più chiaro e pertanto sembra essere più grande, mentre la campionatura chiara ha l’effetto opposto. Il colore rosso: psicologia

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p si

Quando guardiamo un cerchio l’occhio è portato a guardarne il centro. Quando guardiamo un triangolo, a causa delle sue linee di forza (i lati) siamo portati a guardare fuori, spinti dalla punte. Il cerchio è morbido, è la mamma, ci accoglie. Il triangolo invece è il padre, per le punte, e ci da attenzione.

IL BAMBINO CHE SCEGLIE IL ROSSO Il bambino che utilizza spesso il rosso ha una forte vitalità, vuole il potere e desidera vincere ad ogni costo: è impulsivo, attivo, energico, ama gli sport competitivi e anche la lotta e le arti marziali. Il rosso indica il desiderio e la ricerca di una trasformazione, di un cambiamento che il bambino vorrebbe ottenere immediatamente. Il bambino che preferisce il rosso vorrà tendenzialmente intraprendere numerose attività e investirà in ognuna di esse fiducia, determinazione e gioia. Tali attività potranno richiedere cooperazione, creatività, ma potrà anche essere portato per la drammatizzazione. Il bambino "rosso" vorrà sempre stupire gli altri perché ama la grandiosità. Il genitore o l'educatore che si accorge di un uso molto frequente del rosso da parte di un bambino deve aiutarlo a calmarsi, a scio-

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IL COLORE: ROSSO


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gliere le sue ansie... È probabile che il bambino sia frustrato per la mancanza di attenzioni, affetto o aprezzamento per cui l'adulto può impegnarsi per cercare di essere più presente e manifestargli in modo più esplicito la sua attenzione.

IL BAMBINO CHE NON SCEGLIE MAI IL ROSSO

Può capitare che un bambino escluda sempre dai suoi disegni il colore rosso... Questo accade perché può percepire come minacciosa la vitalità che il rosso esprime. Il rifiuto di questo colore può dipendere sia da motivi fisici sia psichici: può essere segnale di un periodo di stress, di stanchezza o di nervosismo per il piccolo. Può trovarsi in uno stato di sovraeccitazione e irritarsi con estrema facilità. Di solito l'origine di questo stato d'animo è da ricercarsi in ambito familiare. Di fronte ad una situazione di tensione il bambino si sente impotente ed incapace di trovare delle soluzioni che gli permettano di risolvere i problemi. Percepisce l'ambiente come ostile e cerca di sfuggire a qualunque cosa che secondo lui potrebbe peggiorare questa situazione. Il colore rosso: psicologia

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ità di gruppo v i t at

SCOPRIAMO IL COLORE ROSSO Materiale occorrente: • Schiuma da barba • Tempera rossa • Fogli di carta da pacchi

Ricopriamo i tavoli con la carta da pacchi e spruzziamovi sopra la schiuma da barba. Diamo ai bambini dei tubetti di tempera rossa ed invitiamoli a miscelarla con la schiuma da barba. Chiediamo loro di creare, con le mani, le forme tipiche del colore rosso come un cuore, una mela, una fragola, poi lasciamoli liberi di imbrattare i tavoli a loro piacimento. Alla fine dell’attività facciamo giocare i bambini recitando la filastrocca del colore rosso, agitando le mani che saranno imbrattate di questo colore, infine, facciamo asciugare il nostro dipinto rosso, attacchiamolo in sezione e... tutti a lavare le mani!

Il colore rosso

Rosso è il rubino e il pesciolino; rossa la cresta del gallo e la collana di corallo. Son rosse le tegole del tetto e il vestito di Cappuccetto, il papavero sul bordo del fosso, il semaforo acceso sul rosso.

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IL COLORE: ROSSO


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IL ROSSO NELLE COSE Il metodo: B. MUNARI

La tecnica: DIDATTICA LABORATORIALE

IMMAGINI, SUONI, COLORI

CONSAPEVOLEZZA ED ESPRESSIONE CULTURALE: conoscere i colori primari.

Spazio: sezione Tempi: circa un’ora

Facciamo assaggiare ai bambini alcuni Materiale occorrente: cibi rossi: fragole, mele, radicchio. • Foglio di carta da Successivamente posizioniamo a terra pacchi grande un grande foglio di carta da pacchi e • Tempera rossa disegniamo con un pennarello delle • Pennelli figure che abbiano attinenza con il co• Pennarello o matita lore rosso. Volendo, possiamo utilizzare i modelli delle pagine seguenti. Invitiamo i bambini a dipingere con la tempera rossa le figure disegnate; alla fine dell’attività attacchiamo il cartellone alla parete della sezione.

Il colore rosso: attività di gruppo

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IL COLORE: ROSSO


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Voglio un mondo rosso scarlatto Voglio un mondo rosso scarlatto dove ciascuno sia soddisfatto, con le ciliegie più scure e più chiare, con dolci fragole da assaporare, con le rose senza spine, con i tulipani sul confine, con pomodori dell'orto maturi, con cuori che battono come tamburi. Voglio una bocca sorridente per salutare tutta la gente!

Rosso

Rosso vivo è il peperone, rosso il viso del beone; rosso è il pesce che nuota nel vaso, rossa dal freddo la punta del naso.

Son rossi i ciuffi dei cimieri, rossa la muleta dei toreri; rossa è la veste del cardinale ed il velluto del trono regale.

Di un rosso acceso è il pomodoro, rossa la lingua di Teodoro; rossa è la fragola profumata, rossa l'anguria appena tagliata.

Rosso chi suda se si affatica, rosse le pareti di una stanza antica; rosso il volto dell'avvocato nel foro, e le ciliege? Rosse anche loro!

"ALT!" ordina il semaforo rosso, rosso il papavero sull'orlo del fosso; rossi son tutti i fanali di coda e l'ombrellino all'ultima moda.

Rossa è la fascia del traguardo, rosso chi arriva in forte ritardo; rosso è dell'oro una tinta ed il colore di un'unghia dipinta.

Rosso è il segnale che ferma il treno. Il tuorlo dell'uovo è rosso un po' meno; rosso è il geranio sul balcone, rossa la salsa nel minestrone.

Rosso è il cielo del tramonto assolato, rosso chi paga un conto salato; rosso anche il sangue di tutti noi... ed ora, su, continuate un po' voi!

Il colore rosso: poesie e filastrocche

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UN RACCONTO TUTTO ROSSO Il metodo: M. MONTESSORI

La tecnica: STORYTELLING

I DISCORSI E LE PAROLE

COMUNICARE NELLA MADRE LINGUA: ascoltare, comprendere e rielaborare brevi racconti.

Spazio: angolo lettura Tempi: circa un’ora

Stefi amava il rosso, era il suo colore preferito, perché è il colore del cuore, delle ciliegie e delle fragole che le piacevano tanto, della palla con cui si divertiva tanto a giocare. La bambina chiedeva sempre alla mamma di comprarle vestitini rossi: magliette rosse, gonnelline rosse, scarpette rosse… La mamma le diceva: – Stefi, va bene vestire di rosso, ma non sempre, esistono anche altri colori! – Mamma, ma a me piace il rosso! È proprio il colore più bello, è bellissimissimo! Come darle torto? La mamma si era rassegnata e la accontentava per quel che poteva: di certo non le comprava tutto rosso, ma un particolare di quel colore nell’abbigliamento della bimba non mancava mai. Stefi a scuola, nemmeno a dirlo, usava solo il suo colore preferito. Disegnava molto bene, ma i suoi capolavori erano tutti… Rossi! Case, persone, animali, alberi, oggetti: immancabilmente rossi.

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La maestra aveva più volte tentato di far utilizzare alla bambina altri colori, invitandola a disegnare un pulcino giallo, il mare blu, un verde prato, ma non c’era nulla da fare, Stefi aveva la sua passione e non l’abbandonava per niente al mondo! Un giorno la maestra ebbe un’idea geniale: creò tanti occhialini di cartoncino su cui applicò lenti di colori diversi: creò occhiali con le lenti rosa, altri con lenti blu, verdi, gialle… Poi li portò a scuola e li mostrò agli alunni. I bambini li trovarono bellissimi e vollero subito provarli. Tutti cominciarono a guardare il mondo con le lenti colorate e si divertivano tantissimo, ridevano come matti. Stefi cercò gli occhiali rossi, ma non li trovò. – Stefi, li ho messi io, – disse la maestra. – devi prenderne un altro paio. Ma Stefi non ne voleva un altro paio, così chiese alla maestra di darle quelli che aveva indosso. – No Stefi, li ho scelti io, se vuoi divertirti con i tuoi amici devi pren-

Il colore rosso: racconto

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dere un altro paio di occhiali! La bimba decise di non metterli affatto, ma poi guardò i suoi compagni che ridevano e si divertivano e la voglia di provare anche lei gli occhiali magici fu tanta, che ne prese un paio con le lenti verdi e li indossò. Meraviglia! Il mondo sembrava diverso da come lo vedeva sempre: il prato e gli alberi erano di un verde così acceso che non si era mai visto e anche tutto il resto era verde: verdi i suoi amici, la maestra, l’altalena, gli uccellini… Che bello! – Maestra, posso provare un altro paio di occhiali? – chiese Stefi. – Ma certo! La bambina allora prese un paio di occhiali gialli, poi ne provò un paio con le lenti rosa, poi blu… Non si stancava mai di cambiare colore, perché ogni volta la scuola e il giardino sembravano dei luoghi nuovi e fantastici, da fiaba! La maestra, facendo finta di niente, osservava Stefi e sorrideva perché vedeva la sua espressione stu-

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IL COLORE: ROSSO


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pita e meravigliata ogni volta che cambiava occhiali. Capì di aver avuto l’idea giusta, ma doveva ancora esserne certa… Così chiese ai bambini di togliersi gli occhiali. Stefi fu l’ultima ed era molto dispiaciuta di farlo. – Bambini, ora cosa vedete? – chiese la maestra. – Una farfalla! – disse un bambino. – Il giardino! – disse un altro. Arrivò un coro di risposte: “Una coccinella… Lo scivolo… Giulia...” – Bravi bambini, è vero, ci sono tutte queste cose… E di che colore sono? – Di tanti, tantissimi colori, tutti belli! – urlò Stefi. La maestra sorrise: – È vero, Stefi, è proprio così! La bimba disse allora: – Però il mio preferito è sempre il rosso! La maestra rise e anche tutti gli amici di Stefi che sapevano quanto amasse quel colore.

Il colore rosso: racconto

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– Tutti abbiamo un colore o dei colori preferiti, l’importante è sapere che ne esistono tanti altri e che il mondo ne è pieno! La piccola continuò ad amare il suo rosso, ma da quel giorno nei sui disegni comparvero anche gli altri colori e, di tanto in tanto, la si poteva vedere correre in giardino con indosso un vestitino tutto colorato! Valeria Forconi

• Qual era il colore preferito di Stefi? • E il tuo qual è? • Com’erano i disegni della bambina? • Che idea venne in mente alla maestra? • Cosa successe? • Come finisce la storia? • Quanti colori ci sono nel mondo? Consegniamo a ogni bambino un foglio bianco e facciamo scegliere un pastello del colore preferito, poi chiediamo di fare un “quadro” utilizzando solo quel colore, come fa la bambina del racconto. Quando tutti avranno realizzato la loro opera, consegniamo un altro foglio e, questa volta, tutti i pastelli. Quindi facciamo realizzare lo stesso “quadro” utilizzando tutti i colori!

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IL COLORE: ROSSO


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IL GIOCO DEI PALLONCINI ROSSI Materiale occorrente: • Carta di giornale • Palloncini rossi • Farina • Una grossa bacinella

Prendiamo dei palloncini rossi e riempiamoli di farina, poi chiudiamoli con un nodino. Prendiamo dei fogli di giornale, stropicciamoli, accartocciamoli e riempiamo con essi la bacinella, poi inseriamo i palloncini rossi e “mescoliamo”. Dividiamo i bambini a coppie e bendiamoli: dovranno cercare con il tatto i palloncini rossi all’interno della bacinella. Vince la gara chi riesce a prenderne di più. Facciamo giocare tutti i bambini a coppie e poi facciamo gli spareggi tra i vincitori delle singole manche, così da poter festeggiare, alla fine, il Re dei palloncini rossi!

Il colore rosso: gioco

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ROSSO CUORE Materiale occorrente: • Cartoncino rosso • Carta velina, carta collage e carta crespa rossa • Porporina rossa • Stoffe nei toni del rosso • Fogli A4 • Forbici

Disegniamo sul cartoncino rosso un grande cuore di circa 50x50 cm e poi ritagliamolo.

Disegniamo sui fogli bianchi, sulle diverse carte che abbiamo a disposizione e sulla stoffa tanti cuori di diverse dimensioni (non più grandi di 8x8 cm).

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IL COLORE: ROSSO


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Incolliamo sui cuoricini bianchi tanta porporina rossa. Riempiamo il grande cuore di cartoncino con tutti i cuoricini piccoli che abbiamo creato con i diversi materiali.

Il colore rosso: attivitĂ di gruppo

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SCELGO IL ROSSO E CREO Il metodo: R. STEINER

La tecnica: DIDATTICA LABORATORIALE

IMMAGINI, SUONI, PAROLE

ESPRESSIONE E COMPETENZE CULTURALI: disegnare, dipingere individualmente e in gruppo utilizzando tecniche diverse.

Spazio: sezione Tempi: circa un’ora

CON LA TEMPERA

Lasciare traccia di sé è per il bambino una delle attività più gratificanti perché egli prova la sua forza, fisica ed emotiva, e il colore si trasforma nell'energia che in quel momento il bambino ha a livello emotivo e cognitivo. Distribuiamo dei fogli e della tempera rossa, facciamo ascoltare una musica new age di vari ritmi e facciamo tracciare liberamente con il colore.

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IL COLORE: ROSSO


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CON I MATERIALI

Attiviamo un laboratorio per creare dei 'cattura sogni' con tanti elementi rossi. Prendiamo del filo di ferro e creiamo un cerchio che possiamo foderare con carta o stoffa. Mettiamo a disposizione strisce di carta, piume, cianfrusaglie di vario tipo e lasciamo che i bambini inventino dei pendagli da fissare sul cerchio. Diamo la consegna che ad ogni pendaglio attaccato dovrà corrispondere un 'sogno' grandissimo da catturare, che scriveremo su cartellini di cartoncino rosso e potremo attaccare al cerchio oppure su un cartellone in sezione. Quando il lavoro sarà terminato attacchiamo il 'cattura sogni' in sezione.

CON LE LINEE

Lavoriamo con il colore rosso su un percorso più strutturato in cui chiederemo ai bambini di fare dei tracciati secondo le nostre consegne. Distribuiamo un foglio in cui daremo delle indicazioni di tracce da seguire: verticale, orizzontale, oblique, zig zag, onde, ecc.

NEL PERCORSO

Continuiamo il gioco di fruizione e utilizzo del rosso con un percorso grafico fatto di cerchi e linee, che i bambini dovranno percorrere con un tratto fatto a slalom in verticale. Il colore rosso: attività di gruppo

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IL COLORE GIALLO Il colore è un mezzo educativo di notevole importanza per chiunque si occupi di infanzia. Permette di cogliere il mondo profondo di un bambino che egli non riesce ad esprimere, ancora, con la parola. I bambini amano i colori perché, essendo meno condizionati dalla razionalità, percepiscono più istintivamente l’universo interiore, sono immediati, alle volte attenti, altre istintivi. Si concentrano e lasciano parlare le loro emozioni. Hanno la capacità, mentre parlano, di “far filosofia”: dialogano sull’amore, sugli altri, sul cuore, sulla vita. Ascoltarli attentamente significa stupirsi della loro capacità intuitiva

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e guardare i loro occhi aperti su di un mondo che noi adulti vediamo e immaginiamo poco, presi come siamo dalla corsa frenetica verso “il fare” della vita. Ci sono i bambini “creativi” originali, con molti interessi, intuitivi; altri “riproduttivi” più perfezionisti, attenti ai particolari, osservatori, con buona memoria ecc. Entrambi hanno un approccio diverso con il colore e con il disegno. I loro pennelli, matite colorate, pennarelli, pastelli, ecc., si riempiono di sensibilità e tenerezza e, spesso, sono voraci di colori intensi o di sfumature. Mentre spaziano con le immagini, utilizzano l’acqua per diluire l’impatto, quasi essa sia una calda affettività a cui affidarsi. Un temperamento entusiasta e vivace, sempre in movimento, avrà preferenza per i colori intensi; chi invece manifesta un carattere sensibile sceglierà colori delicati e disegnerà molti particolari aggraziati, in sintonia con una ricchezza interiore. dott.ssa Rosa Rita Formica

SIMBOLOGIA DEL COLORE GIALLO

Il giallo è un colore solare per antonomasia, perché è il colore che rappresenta il sole. Inoltre esprime onore e lealtà. Il colore giallo: presentazione

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In alcune accezioni viene relazionato con la codardia e, per la sua stretta relazione cromatica con l’oro, viene associato al lusso. Il giallo è anche il colore della saggezza. Ma sopratutto è anche relazionato con il pericolo (si pensi ai vari colori del semaforo). Nel mondo della natura se associato al nero comunica pericolo. Mentre il rosso stimola e attiva il sistema circolatorio, il giallo regola la frequanza cardiaca e la pressione arteriosa.

PREFERIRE IL COLORE GIALLO

Il giallo: colore solare, energico e vivo. Non ci sono molti colori che danno tutte queste sensazioni positive in un colpo solo. Chi predilige il colore Giallo è una persona estroversa che accoglie con gioia le novità ed è solitamente dotata di una fervente immaginazione e manifesta una vitalità a fasi alterne con picchi più o meno alti. Chi ama il giallo ha un impulso ad avvicinarsi agli altri, ad uscire dai propri confini individuali, talvolta anche in modo invadente. Il giallo è sblocco delle tensioni, scioglimento dei problemi e soluzione delle preoccupazioni.

IL BAMBINO CHE SCEGLIE IL GIALLO

Il bambino che sceglie il giallo si trova in un periodo di grande attività che però si manifesta con scarsa continuità.

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IL COLORE: GIALLO


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Il piccolo che ama questo colore è speranzoso, è in attesa di situazioni che spera gli portino gioia e felicità maggiori. Il bambino è orientato verso il futuro, verso il nuovo, desidera progredire, andare avanti nelle scoperte della vita e nel suo sviluppo. Alcune volte può essere utilizzato anche per esprimere il desiderio di uscire da eventuali difficoltà, di trovare una via d'uscita ai problemi, di sollevarsi dalle tensioni attuali. Inoltre il bambino che sceglie il giallo è proteso verso il cambiamento, inteso come desiderio di esperienze alternative a quelle che vive. Chi predilige il giallo desidera anche acquisire importanza e stima da parte degli altri e infine sarà sicuramente un bambino che ama l'avventura e che evaderà spesso nell'immaginazione.

IL BAMBINO CHE NON SCEGLIE MAI IL GIALLO Se il bambino tende a rifiutare il giallo significa che si trova in uno stato di delusione delle sue speranze... Si sente isolato e tagliato fuori dagli altri. Questo è uno stato d'animo serio, capace di far perdere la vivacità. Nel periodo caratterizzato dalla non scelta del giallo il piccolo è facilmente irritabile, non ha fiducia in se stesso e crede che anche gli altri non ne abbiano in lui. Il colore giallo: psicologia

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Quindi cosa deve fare l'adulto in questo caso? È il momento di incoraggiarlo, di trasmettere fiducia al bambino e di stimolarlo, dopo un periodo di quiete, a riprendersi con coraggio e a mettersi di nuovo in gioco. Rosalba Perrotti

SCOPRIAMO IL COLORE GIALLO Il metodo: PEDAGOGIA TEMPESTIVA La tecnica: DIDATTICA LABORATORIALE

IMMAGINI, SUONI, COLORI

Spazio: sezione

CONSAPEVOLEZZA ED ESPRESSIONE CULTURALE: conoscere i colori primari e secondari. Tempi: circa un’ora

Attiviamo una caccia al tesoro in cui saremo i “cercatori di oro giallo”: dividiamo i bambini in gruppi e invitiamo a cercare tutto ciò che di colore giallo troveranno. Quando daremo il time out,

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IL COLORE: GIALLO


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dividiamo gli oggetti per categorie ed incolliamo su un cartellone 100x70 cm. Se vi sono elementi come polveri o liquidi chiudiamoli in sacchetti di plastica trasparenti e fissiamoli ugualmente.

Filastrocca GIALLA

Il limone è tutto giallo come il pulcino figlio del gallo gialla è la paperina o le punte della stellina i girasoli che sono nel campo e la luce che fa il lampo anche il grano è giallo dorato e a me sembra un tesoro fatato

Il colore giallo: poesie e filastrocche

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LE COSE GIALLE DELLA NATURA Il metodo: R. STEINER

La tecnica: DIDATTICA LABORATORIALE

LA CONOSCENZA DEL MONDO

COMPETENZA DI BASE IN MATEMATICA, SCIENZE E TECNOLOGIE: fare associazioni.

Spazio: giardino/LIM Tempi: circa un’ora

Materiale occorrente: • Foglio di carta da pacchi grande • Tempera gialla • Pennelli • Pennarello o matita

Rechiamoci in giardino a fare una passeggiata, lasciamo giocare i bambini liberamente e, quando la loro curiosità sarà esaurita, sediamoci a fare una breve conversazione. - Cosa troviamo di giallo nella natura?

Lasciamo che elenchino e se non sono presenti in giardino gli elementi nominati, continuiamo la ricerca sul web. Successivamente facciamo rapprensentare su un grande foglio di carta da pacchi tutti gli elementi, stampiamo le foto da internet e incolliamole.

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IL COLORE: GIALLO


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Il colore giallo: modello

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Voglio un mondo tutto giallo

Voglio un mondo tutto giallo dove la pace non sia un intervallo, con grandi distese coltivate a grano con spighe dorate in un campo africano, con la mimosa per donne e bambine, con un bel piatto di fettuccine, con aspri limoni al naturale, con dolci gelati di crema speciale. Voglio un sole dai raggi lucenti per illuminare i cuori e le menti!

Giallo giallo

Giallo il sole in alto brilla e coi raggi suoi scintilla, giallo il grano sopra il prato stende un gran manto dorato, gialla la luna, gialle le stelle che le notti fanno belle giallo splendido colore che riempie tutto di calore! Valeria Forconi

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IL COLORE: GIALLO


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Filastrocca del colore giallo

È giallo il pulcino, giallo il canarino, giallo il cinesino. Giallo il grano che dondola al vento e la luna nel firmamento. Giallo il sole che brilla al mattino e la corona del principino. dal web: nonnainfabula.com (Nonna Tina)

La filastrocca del colore giallo È giallo il pulcino e il fieno del contadino; giallo è il limone e giallo è anche il lampione, in cielo il sole è giallo come le ali del pappagallo. Se c’è il semaforo giallo io devo aspettare, perché il rosso sta per arrivare.

Il colore giallo: poesie e filastrocche

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GIALLO SOLE - LUNA - STELLE Il metodo: B. MUNARI

La tecnica: DIDATTICA LABORATORIALE IMMAGINI, SUONI, COLORI CONSAPEVOLEZZA ED ESPRESSIONE CULTURALE: disegnare, dipingere individualmente e in gruppo utilizzando tecniche diverse.

Materiale occorrente: • Carta da pacchi • Cartoncino bianco • Tempere, acquerelli e pennelli • Carta velina e carta crespa gialla • Stoffa nei toni del giallo • Pennarelli • Pastelli • Colori a dita e a cera • Farina gialla • Porporina dorata • Colla e forbici • Spugnette

IL COLORE: GIALLO

Spazio: sezione Tempi: circa un’ora

Prendiamo un grosso foglio di carta da pacchi e dipingiamolo con l’acquerello giallo, creando una base tenue. Disegniamo sul cartoncino bianco dei soli, delle lune e delle stelle, ritagliamo tutte le sagome e consegniamole ai bambini che dovranno colorarle di giallo utilizzando le tecniche che preferiscono: potranno utilizzare colori e materiali di vario tipo. Incolliamo tutte le sagome sul cartellone che abbiamo precedente dipinto con gli acquerelli.


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Il colore giallo: attivitĂ individuale

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IL GIOCO DEL SOLE GIALLO

Strutturiamo un attività di gruppo, in cui ognuno è 'dipendente' dai movimenti degli altri. Prendiamo il nastro giallo e creiamo con esso dei fili lunghi circa 1 m (uno per ogni bambino). Annodiamo un’estremità di tutti i fili sulla cima di un bastoncino di legno. Annodiamo all’estremità libera di ogni filo un pennarello giallo. Consegniamo a ogni bambino un foglio bianco (possiamo far giocare i bambini in piccoli gruppi, se vogliamo evitare la confusione).

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IL COLORE: GIALLO


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Facciamo partire una musichetta vivace e teniamo in mano il bastoncino con i fili di nastro giallo, poi recitiamo una breve filastrocca. Tutti i bambini dovranno avvicinarsi a noi, prendere uno dei pennarelli legati al bastoncino e poi allontanarsi il più possibile, così da “allungare” i raggi del sole. A quel punto dovranno sedersi e disegnare un elemento giallo sul foglio che abbiamo consegnato loro all’inizio del gioco.

Il colore giallo: attività di gruppo

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ANCORA SOLE GIALLO Materiale occorrente: • Carta da pacchi bianca • Tempera gialla • Pezze di stoffa vecchia • Porporina color oro • Colla

Ritagliamo un grande triangolo isoscele da un foglio. Intingiamo le pezze nella tempera gialla. Invitiamo i bambini a riempire tutto il triangolo di “sole”, cioè a colorarlo tutto di giallo con le pezzette. Quando il foglio sarà asciutto, spennelliamo con la colla e cospargiamo di porporina.

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IL COLORE: GIALLO


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Realizziamo un sole polimaterico per permettere ai bambini di manipolare ulteriormente anche in sfumature diverse. Predisponiamo il laboratorio e mettiamo a disposizione bottoni di varie gradazioni di giallo. Diamo ai bambini un cartoncino giallo, rotondo, a forma di sole. Spalmiamo la colla e lasciamo che i bambini ci incollino i bottoni come preferiscono. Attacchiamo il sole e i raggi sul cartellone blu. Materiale occorrente: • Cartoncino blu e giallo • Colla • Bottoni gialli

Il colore giallo: attività di gruppo

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LA CASETTA GIALLA Il metodo: M. MONTESSORI

La tecnica: DIDATTICA LABORATORIALE

IMMAGINI, SUONI, COLORI

CONSAPEVOLEZZA ED ESPRESSIONE CULTURALE: utilizzare materiali in modo creativo.

Spazio: sezione Tempi: circa un’ora

Materiale occorrente: • Cartoncino bianco e colorati • Carta vellutina • Carta collage marrone • Tempere • Colori a cera • Colla

Tagliamo delle strisce di carta vellutina e di carta collage per fare i tronchi degli alberi e spezzettiamo con le mani i cartoncini colorati. Disegniamo su un cartoncino bianco la sagoma di una casa e coloriamone le pareti e il tetto con il colore a cera giallo. Incolliamo i tronchi sul foglio bianco e fissiamo sulla chioma i pezzetti di cartoncino colorato precedentemente spezzettati.

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IL COLORE: GIALLO


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Pieghiamo a metà il cartoncino arancione, pratichiamo due tagli paralleli di circa 2 cm al centro della piegatura, poi spingiamo verso il centro lo scalino che abbiamo così creato. Fissiamo con la colla (poniamola però soltanto lungo i bordi) il foglio al centro del cartoncino color arancio (riportando anche i due taglietti), in modo che lo scalino resti sollevato. Dopo aver ritagliato i contorni della casa, attacchiamola sullo scalino: quando il lavoro si aprirà, la casetta si alzerà creando un effetto tridimensionale. Quando ogni bambino avrà realizzato la sua casetta creiamo una città, aggiungendo strade ed abitazioni. Diamo alla città il nome di 'paese del sole' e inventiamo storie arricchendo di dettagli e sottolineando la positività e l'allegria che dona il colore giallo agli abitanti. Possiamo continuare facendo rappresentare graficamente la storia.

Io sono il giallo... Come la coda del pappagallo, come una pera matura, come un girasole nella pianura, come una dolce banana, come un gomitolo di lana, come un pulcino appena nato, come il sole appena spuntato.

dal web: maestra-nella.blogspot.com

Il colore giallo: filastrocca

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co rac nto

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LA SPARIZIONE DEL GIALLO Il metodo: M. MONTESSORI

La tecnica: STORYTELLING

I DISCORSI E LE PAROLE

CONSAPEVOLEZZA ED ESPRESSIONE CULTURALE: utilizzare materiali in modo creativo.

Spazio: angolo lettura Tempi: circa un’ora

Raccontiamo la storia nell'angolo della lettura, preparando preventivamente le immagini dei protagonisti, che possiamo anche distribuire tra i bambini e far alzare quando vengono menzionati.

Vi racconto le disavventure di un pittore sbadato di nome Gerolamo. Un giorno, mentre dipingeva un bel quadro tutto rosso, sentì fuori dalla finestra tanti sospiri. Si affacciò e non vide nessuno, richiuse la finestra ma... Ai sospiri si accompagnarono i lamenti, e dunque tornò ad affacciarsi, ma anche stavolta non vide nessuno e così pensò, tra sé e sé, “Sono diventato matto, ho immaginato

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IL COLORE: GIALLO


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di sentire dei lamenti!”, e poi riprese a dipingere il suo bel quadro rosso. Questa volta però sentì dei veri e propri singhiozzi e decise di uscire in cortile e seguire le voci per capire da dove venivano. In un angolo del prato vide dei pulcini che beccavano, piangendo, dei fiori con i petali a penzoloni e un covone di paglia che sussultava dai singhiozzi. Quello che gli sembrava strano era che tutti avevano solo i contorni neri, e perciò chiese loro: – Ma dove avete messo i vostri colori? I poveretti risposero: – Devi sapere che la strega Birimbella, per farci un dispetto, con una magia ci ha portati via i nostri colori; come faremo mai? Poveri noi! – La nostra mamma Coccodè – aggiunsero i pulcini. – non ci riconoscerà più! – E noi cosa dovremmo dire? – si lamentavano i girasoli. – Abbiamo tutti i petali a penzoloni, non sembriamo nemmeno più dei fiori! – E io? – disse piangendo il covone di paglia. – Sembro uno scarabocchio! Ad un tratto una voce grossa grossa interruppe tutte le lamentele e i pianti dicendo: – Vi lamentate voi? Cosa debbo dire allora io che sono l’astro più importante?! Il pittore alzò gli occhi e si ac-

Il colore giallo: racconto

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co rac nto

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corse che a parlare era il sole, pure lui nelle stesse condizioni, e gli chiese: – Anche a te la strega Birimbella ha fatto un brutto scherzo? – No, – rispose il sole. – è stata la nuvola Gelsomina che passandomi davanti mi ha portato via il colore. Povero me! Come farò mai a illuminare la Terra, a scaldarla con i miei raggi? Sono proprio disperato... Ti prego, aiutaci! – Mi raccomando, non dimenticarti di me! – intervenne l’arcobaleno. – Sono magro magro, la strega mi ha portato via una striscia: come farò ad avvertire la gente che è finito il temporale? Il pittore promise di fare il possibile per trovare il loro colore e, salutandoli, tornò a casa. Appena entrò nell’ingresso, da sbadato com’era, non si accorse che in un angolo c’era uno strano barattolo che non aveva mai aperto, perciò con un calcio lo fece rotolare, anzi volare, e la caduta fu così disastrosa che si aprì il coperchio, facendo così fare il bagno al povero gatto che se la dormiva tranquillamente. Povero Archimede! Non solo aveva cambiato colore, ma era tutto bagnato e talmente spaventato che, infilata la porta ancora aperta, se la filò nel giardino. Il pittore non si accorse di tutto quello che era successo e, impegnato a pensare a come poter aiutare quei poveretti, sentì dal prato delle voci allegre che gridavano a perdifiato: – Evviva! C’è riuscito! Urrà per il pittore! Gerolamo si precipitò fuori di casa e vi lascio immaginare il suo stupore quando vide Archimede che si pavoneggiava e i poverelli

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IL COLORE: GIALLO


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(che prima piangevano disperati) che battevano le mani, ridevano e cantavano con calore. Il pittore chiese: – Che cosa è successo? Cos’è che vi rende tanto felici? Risposero tutti in coro: – Siamo felici perché hai scoperto il nostro colore! Dai, coloraci subito! Allora il pittore guardò bene il gatto Archimede che era diventato tutto giallo, poi tornò in casa e scoprì che nello sgabuzzino aveva un barile di quel colore! Armato di un pennellone grosso grosso, colorò prima i pulcini poi il sole, il covone di paglia e i fiori. Alla fine esclamò: – Ora sì che siete veramente belli! Poi chiamò l’arcobaleno che felice gli si avvicinò per farsi aggiungere quel colore e così tutto finì bene. I pulcini ripresero felici a beccare nel prato, il covone si gonfiò pavoneggiandosi, il sole in alto tornò a brillare e il girasole ricominciò a girare seguendone i raggi. Il gatto invece iniziò a lavarsi il pelo con la lingua, l’arcobaleno si dondolò di nuovo in cielo e il pittore tornò al suo quadro rosso e... Indovinate: ci aggiunse dei bellissimi fiori gialli! adatt. da Noemi Fabbri

- Cosa sentiva il pittore dalla sua finestra? - Perché il pulcino piangeva? - E tutti gli altri? - Come si risolse il problema?

Il colore giallo: racconto

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entazion e pres

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IL COLORE BLU Il Blu declinato nelle sue varianti azzurre è il colore del cielo, del mare, della quiete, dell’armonia, della profondità, del silenzio. È un colore ricco di valenze materne, perché è un colore legato ai sentimenti puri, alla protezione, alla dolcezza, alla fedeltà, al raccoglimento, ma il blu è anche il colore della malinconia, del ricordo nostalgico. Il colore blu è associato alla calma e alla tranquillità. Chi ama questo colore è una persona dai sentimenti profondi, serena ed equilibrata. Il blu è anche associato alla sfera della comunicazione e dell’ascolto del proprio intuito.

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IL COLORE: BLU


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In generale però la scelta dell'azzurro indica che si ha davanti un bambino sereno e paziente, che possiede delle grandi capacità, delle quali al momento non è ancora consapevole e che quindi per ora non utilizza.

IL BAMBINO CHE SCEGLIE IL BLU

Se il bambino sceglie ripetutamente il colore blu, vi sta trasmettendo una grande necessità di tranquillità emotiva, di pace, di armonia, di gioia e serenità. Egli avverte un profondo bisogno fisiologico di rilassarsi per poter ristabilire il suo equilibrio interiore. Il piccolo che sceglie il blu desidera un ambiente calmo intorno a lui... Le persone che lo circondano devono essere comprensive e pazienti nei suoi confronti. Il bambino vorrebbe un ambiente in cui prevalgono i valori tradizionali che per lui rappresentano una fonte di sicurezza. Chi si rapporta con un bambino che sceglie ripetutamente il blu deve tenere conto che ha davanti un bambino molto sensibile, disposto a dare fiducia ma nello stesso tempo che necessita di averne. Il colore blu: psicologia

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ologia psic

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IL BAMBINO CHE NON SCEGLIE MAI IL BLU

Il piccolo che rifiuta il blu è un bambino che vive nell'ansia di sentire insoddisfatto il suo bisogno di fiducia. Questo bambino, spesso, vorrebbe eliminare tutti i rapporti affettivi che originano in lui dei comportamenti irrequieti. Di solito questo ha una ricaduta a livello scolastico, nel senso che il bambino sta attraversando un periodo di grande agitazione ed è quindi incapace di concentrarsi.

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IL COLORE: BLU


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Se notate che è piuttosto frequente, cercate di capire cosa c'è che non va nella sfera affettiva del piccolo. E comunque esprime uno stato momentaneo e non definitivo! Rosalba Perrotti

L’uso dei colori è soggettivo, slegato dalla realtà e i piccoli artisti associano il colore a quello che percepiscono nell’ambiente. Il blu può essere scuro e simboleggiare la paura e la notte oppure può trasformarsi in tonalità azzurre o celesti, che indicano trasparenza. Al bambino dobbiamo dare la possibilità di esprimersi con libertà. Tutti noi abbiamo un rapporto completamente personale e unico con il colore, basato sulle nostre esperienze di vita. Per questa ragione è assolutamente indispensabile permettere di far utilizzare i colori in modo libero e autonomo, in ogni caso.

Il colore blu: psicologia

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ità di gruppo v i t at

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SCOPRIAMO IL COLORE BLU Il metodo: AGAZZI

La tecnica: DIDATTICA LABORATORIALE

IMMAGINI, SUONI, COLORI

CONSAPEVOLEZZA ED ESPRESSIONE CULTURALE: conoscere i colori primari.

Spazio: laboratorio Tempi: circa un’ora

Se non viviamo al mare, mostriamo ai bambini filmati, foto e raccontiamo una storia sul mare. Parliamo loro del colore blu con una filastrocca e facciamo riprodurre il mare su un grande foglio di carta da pacchi con le spugne e la tempera, ma anche con le mani per chi è più coraggioso.

La filastrocca del colore BLU

Blu è la notte che ci fa dormire; ed è blu il mare che ci fa nuotare, blu è l’aquilone che vola nel cielo. Blu è un colore dell’arcobaleno, tanti colori scoprirai tu... Ora è la volta di giocare col blu.

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IL COLORE: BLU


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A CACCIA DEL COLORE BLU Materiale occorrente: • Oggetti colorati che non abbiano il colore blu • Oggetti di colore blu

Raduniamo i bambini nell’angolo conversazione e proponiamo un gioco di attenzione: nascondiamo tre o quattro oggetti blu. Facciamo uscire un bambino dall’aula con una conta, facciamogli vedere quali oggetti dovrà, poi, cercare e diciamogli che lo chiameremo appena sarà tutto pronto. Quando il bambino sarà fuori, con l’aiuto dei bimbi presenti, nascondiamo nell'aula gli oggetti blu e quando sarà tutto pronto chiamiamo il bambino che era uscito. Guidiamolo nella ricerca con parole che lo possono orientare: “blu notte” se si trova lontano, “celeste” se è vicino all'oggetto che sta cercando.

Il colore blu: gioco

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vità di gruppo i t t a

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LE ONDE DEL MARE Realizziamo un laboratorio plastico, molto divertente e funzionale all'acqui• Colori a tempera sizione del colore blu. Sperimentare i • Scaglie di sapone colori con più materiali permette a tutti • Carta e cartoncini di riflettere su quella cromia in modo di• Amido da bucato • Acqua verso. Mescoliamo in un recipiente una • Pettini tazza di amido da bucato, una tazza di • Cannucce acqua, due tazze di sapone in scaglie. • Pennelli grandi Dividiamo l’impasto in diversi piattini e • Colori digitali in ognuno aggiungiamo un diverso colore con cui realizzeremo dei disegni sul cartoncino. Prendiamo l’impasto blu e quello bianco, spalmiamoli su un foglio di carta o sul cartoncino e passiamoci sopra il pettine muovendolo sinuosamente: ecco un mare con onde che scendono e che salgono. Materiale occorrente:

Blu in cielo e in mare Blu è il colore della magia vola in alto con la fantasia, sale nel cielo e lo colora e le nuvole gridano: “Ancora!” Si posa dolce su un palloncino per far felice ogni bambino si tuffa in mare e lì si riposa mentre un’onda lo guarda curiosa! Valeria Forconi

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IL COLORE: BLU


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COLORE E MATERIALE

Mettiamo tutti i materiali sul tavolo e facciamoli denominare. Diamo ad ogni bambino un cartoncino celeste e chiediamo di realizzare una storia che si svolge in fondo al mare: possono ritagliare dalle riviste immagini e in seguito creare il paesaggio con la restante parte di materiali. Materiale occorrente: • Carta da pacchi • Cartoncino bianco • Colori blu di diverso tipo • Carte blu di diverso tipo • Pasta e riso • Stoffe blu • Vecchi spazzolini, pennelli, rulli, spugnette • Forbici • Colla

Mettiamo a disposizione colori e materiali blu e creiamo con le foto un cartellone da appendere alle pareti della scuola.

Il colore blu: attività di gruppo

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g ioco

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SFUMATURE IN CIELO Il metodo: PEDAGOGIA DINAMICA La tecnica: OUTDOOR EDUCATION

LA CONOSCENZA DEL MONDO

COMPETENZE DI BASE IN MATEMATICA, SCIENZE E TECNOLOGI : conoscere i colori della natura.

Spazio: giardino/lab. Tempi: circa un’ora

Prima di cominciare il gioco, rechiamoci in giardino o all'aperto ad osservare il cielo e attiviamo una brevissima conversazione: - Di che colore è il cielo in questo momento? - È sempre uguale? - Cosa cambia?

Lasciamo rispondere tutti liberamente. Poniamo l'attenzione sulle percezioni di chiaro e scuro che essi manifestano e successivamente rechiamoci in laboratorio. Questo è un gioco pittorico che fa riflettere i bambini sul colore del cielo nell’arco della giornata. Dividiamo i bambini in quattro gruppi. Posizioniamo i tavoli in modo che i gruppi si trovino l’uno accanto all’altro. Distribuiamo a ogni gruppo un foglio bianco del formato A3 e un piattino con tempera blu. Chiediamo ai bambini di spiegarci di che colore è il cielo al mattino, verso l’ora di pranzo, nel pomeriggio e di notte. Noi, in base alle riflessioni dei bambini, creeremo varie tonalità di blu con le tempere: via via che i quattro gruppi si saranno accordati nella definizione di “più chiaro” e “più scuro” noi aggiungeremo la tempera bianca o nera, nelle quantità indicate dai bambini nel piattino con il colore blu.

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IL COLORE: BLU


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Lasciamo che i gruppi riempiano i fogli/cielo con la tonalità di blu scelta: ne otterremo un cielo in trasformazione fantastico. I quattro cieli si possono unire ed è anche possibile ampliare il lavoro aggiungendo le azioni che si compiono nell’arco della giornata.

TECNICHE LIBERE NEL SEGNO DEL BLU Mettiamo a disposizione dei bambini che partecipano all’attività le diverse gradazioni scure e chiare del blu e proviamo la stampa del colore con diverse tecniche: con i rulli, con la spugna intrisa di tempera, con fogli di carta sui quali avremo disegnato dei grafismi di colore. Andranno poi capovolti e usati come timbri sui fogli ruvidi.

Voglio un mondo tutto blu Voglio un mondo d'azzurro e di blu senza difetti e con molte virtù, con strane nuvole da ammirare, con acqua fresca da sorseggiare, con un mare calmo da attraversare, con tanti pesci da pescare, con notti serene e tranquille con tante stelle fino a mille. Voglio due occhi grandi e sinceri per mandar via i brutti pensieri!

Il colore blu: filastrocca

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ità indivi duale v i t at

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ONDE BLU Il metodo: PEDAGOGIA DINAMICA La tecnica: OUTDOOR EDUCATION

LA CONOSCENZA DEL MONDO

COMPETENZE DI BASE IN MATEMATICA, SCIENZE E TECNOLOGIE: conoscere i colori della natura.

Materiale occorrente: • Carta da pacchi bianca • Cartoncino bianco, blu e azzurro • Carta crespa e carta velina blu e azzurra • Stoffa nei toni del blu • Tempere e pennelli • Pastelli e pennarelli • Carta igienica bianca • Colla vinilica • Acqua • Forbici

Disegniamo sul cartoncino bianco, azzurro e blu delle onde di circa 40x6 cm e ritagliamole. Consegniamo a ogni bambino alcune onde di cartoncino bianco e lasciamo che ognuno le colori con la tecnica che preferisce, utilizzando però sempre il blu: si

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IL COLORE: BLU

Spazio: giardino/lab. Tempi: circa un’ora


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possono usare colori di vario tipo, oppure si possono incollare palline di carta, pezzetti di stoffa, ecc. Diluiamo un po’ di colla vinilica con l’acqua, imbeviamo nella soluzione dei pezzetti di carta igienica e utilizziamoli per ricoprire alcune delle onde bianche. Creiamo più strati, in modo da dare alle onde un effetto tridimensionale, e poi lasciamo asciugare. Quando la carta si sarà asciugata del tutto dipingiamola con la tempera blu. Incolliamo tutte le onde che abbiamo realizzato, quelle di cartoncino bianco e azzurro e quelle bianche decorate, su un grosso foglio di carta da pacchi bianca, così da realizzare un bellissimo mare. Il colore blu: attività individuale

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co motorio o i g

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IL GIOCO DEI PESCIOLINI BLU Il metodo: M. MONTESSORI

La tecnica: GIOCO MOTORIO

IL CORPO E IL MOVIMENTO

CONSAPEVOLEZZA ED ESPRESSIONE CULTURALE: acquisire una consapevole percezione dello spazio.

Materiale occorrente: • Gessetto blu • Cartoncino blu • Pennarelli • Forbici • Spago • Un cestino • Lettore CD

Spazio: giardino/lab. Tempi: circa un’ora

Realizziamo un gioco motorio per poter sperimentare il colore blu anche attraverso la motricità. Facciamo partecipare i bambini alla realizzazione del setting in modo da rendere tutto più coinvolgente. Facciamo realizzare a ogni bambino il suo manufatto.

Disegniamo sul cartoncino blu tanti pesciolini e ritagliamoli, pratichiamo un forellino sulla cima di ognuno di essi e infiliamoci un pezzetto di spago lungo circa 30 cm, così da realizzare dei ciondoli. Poniamo i ciondoli nel cestino. Disegniamo al centro della stanza, con il gessetto blu, un grosso cerchio. Teniamo in mano il cestino con i ciondoli dei pesciolini e facciamo muovere liberamente i bambini nello spazio di gioco: l’importante è che non entrino nel cerchio.

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IL COLORE: BLU


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Recitiamo questa simpatica filastrocca: Corri corri bel bambino e diventa un pesciolino che si tuffa dentro il mare e con gli altri va a nuotare!

A questo punto i bambini dovranno prendere e indossare una collanina ciascuno per saltare dentro il cerchio (il mare), facendo finta di nuotare come tanti simpatici pesciolini azzurri! Quando i bimbi saranno in mezzo al “mare” faremo partire un’allegra canzoncina che renderà l’attività ancora più coinvolgente. Il colore blu: gioco motorio

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entazione s e pr

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TUTTI INSIEME I COLORI PRIMARI “Il tempo, lo spazio, il numero, la struttura, il colore, sono gli elementi principali del mondo degli oggetti, tra i quali il bambino deve orientarsi”. (Gesell)

Dopo aver sperimentato i colori primari in modo analitico, attiviamo un percorso di fruizione dei tre colori contemporaneamente, fino ad arrivare alla creazione dei colori secondari con mescolanze o per scoperta accidentale. L’organizzazione percettiva in funzione del colore assume due aspetti fondamentali nella progettazione con i bambini tra loro complementari: l’esplorazione libera e le attività guidate, rappre-

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I COLORI: PRIMARI


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sentate dalle ricerche, dall’abbinamento e dal raggruppamento degli oggetti, dai giochi degli oggetti nascosti, dalle seriazioni e dalle rappresentazioni grafiche ecc. Progressivamente il secondo aspetto assume un ruolo prioritario rispetto al primo, e l’esplorazione libera ha luogo soltanto durante le attività di gioco. Tuttavia nelle prime fasi del lavoro quello che conta è che i bambini sappiano individuare le differenze dei colori e raggrupparli anche se non sono ancora capaci di nominarli così come proposto nelle pagine precedenti. Lo spazio dedicato al laboratorio di “sperimentazione del colore” dovrebbe essere in un locale a parte. In questo modo i bambini trovano tutto ciò che serve per sperimentare l’uso del colore e per mettere su tela i propri vissuti e le proprie esperienze.

I colori primari: presentazione

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ità di gruppo v i t at

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ROSSO, GIALLO E BLU Il metodo: PEDAGOGIA TEMPESTIVA La tecnica: PRODUZIONE COOPERATIVA

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IMMAGINI, SUONI, COLORI

CONSAPEVOLEZZA ED ESPRESSIONE CULTURALE: conoscere colori primari.

Materiale occorrente: • Cartoncini grandi bianchi • Matita o pennarello nero • Tempera rossa, gialla e blu

I COLORI: PRIMARI

Spazio: laboratorio Tempi: circa un’ora

Con l’aiuto dei bambini disegniamo tante cose rosse, gialle e blu in tre cartelloni ben distinti e scriviamo: Rosso come..., Giallo come... e Blu come...; Invitiamo i bambini a discriminare i colori e gli oggetti rappresentati nei vari cartelloni.


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TANTE COSE COLORATE Materiale occorrente: • Cartoncino grande per cartellone • Fotografie di immagini di colore rosso, giallo e blu • Colla • Oggetti vari colorati, come: piatti di carta, cucchiai di plastica, fili di lana, ecc • Costruzioni, pennarelli colorati, ecc

Continuiamo il lavoro di discriminazione dei tre colori primari anche in maniera individuale. Distribuiamo ad ogni bambino un cartoncino in formato A4 che piegheremo in tre parti. Facciamo ritagliare da riviste oggetti di colore giallo, rosso e blu. Sulla prima sezione scriviamo giallo e andiamo ad incollare tutto ciò che sia inerente a questo colore. Sulla sezione centrale scriviamo rosso e incolliamo tutto ciò che sia inerente a questo colore. Sulla sezione di destra scriviamo blu e fissiamo tutto ciò che è inerente a questo colore. Alla fine del lavoro invitiamo i bambini a discriminare i colori e gli oggetti rappresentati nei vari cartelloni.

I colori primari: attività di gruppo

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g ioco

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OGNI OGGETTO AL SUO COLORE

Per tutto il periodo in cui analizzeremo i colori primari creiamo un angolo di 'raccolta differenziata' dei colori. Materiale occorrente: • Carta crespa rossa, gialla e blu • Cartoncino nei colori: rosso, giallo e blu • Forbici • Pinzatrice

Prendiamo un cartoncino rosso, uno giallo ed uno blu e con le forbici ritagliamo tre sagome di macchie di colore. Prendiamo un foglio di carta crespa rossa, uno giallo ed uno blu e creiamo tre sacchetti e chiudiamoli con la pinzatrice. Sempre con la pinzatrice attacchiamo i sacchetti ognuno al suo colore corrispondente. Invitiamo i bambini a cercare nell’aula oggetti di colore rosso, giallo e blu e facciamoli inserire nei sacchetti corrispondenti. Possiamo interpretare lo stesso gioco prendendo tre cerchi colorati e posandoli in terra, invitando i bambini a mettere gli oggetti nel cerchio del colore corrispondente. Alla fine delle attività registriamo le varie percezioni dei bambini.

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I COLORI: PRIMARI


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MI PIACE, NON MI PIACE Il metodo: RICERCA

La tecnica: STEM

LA CONOSCENZA DEL MONDO

CONSAPEVOLEZZA ED ESPRESSIONE CULTURALE: raccogliere dati e documentare.

Spazio: laboratorio Tempi: circa un’ora

La raccolta di dati, la loro registrazione e la relativa rappresentazione è un’attività che incoraggia i bambini a fare metacognizione, a discutere sul metodo di rappresentazione, a fare confronti, a trarre conclusioni e a inventare problemi. Oltre a essere un’attività piacevole per i bambini, essa accresce i loro interessi in diversi campi e sviluppa la capacità di guardare più a fondo le cose. Rechiamoci nel laboratorio e chiediamo: “Quale colore vi piace di più?” Avremo modo di fare una statistica e sapere quale colore è il più gradito e quale meno. Costruiamo dunque un primo grafico motivandolo con la necessità di non dimenticare i dati appena raccolti. Prepariamo un cartellone su cui abbiamo tracciato una linea di base, sotto inseriamo il simbolo dei colori prescelti. Disegniamo una decina I colori primari: osservazione

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erimento esp

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di quadrati (a seconda del numero dei bambini) su ogni simbolo, partendo dalla linea di base. Compito di ciascun bambino è di colorare un quadrato in base alla risposta scelta. “Il cartellone rappresenta ciò che abbiamo detto a parole?”; “I numeri sono gli stessi?”; “Come è più facile ricordarli?”. Spieghiamo bene cosa è stato fatto e quanto è importante raccogliere dati e documentarli.

COLORI NASCOSTI Il metodo: RICERCA

La tecnica: DIDATTICA LABORATORIALE

LA CONOSCENZA DEL MONDO

CONSAPEVOLEZZA ED ESPRESSIONE CULTURALE: sperimentare il colore scientificamente.

Spazio: laboratorio Tempi: circa un’ora

Sperimentiamo la separazione dei coMateriale occorrente: lori con il metodo della cromatografia. Con le forbici, tagliamo a striscioline la • Pennarelli: rosso, carta assorbente. Disegniamo una palgiallo e blu lina colorata in fondo ad ogni striscio• Carta assorbente lina: gialla, rossa e blu. • Bacinella con acqua Agganciamo un filo a due supporti, • Mollette da biancheper tenerlo sopra la bacinella con l’acria qua. Appendiamo le striscioline al filo, • Filo o cordicella sistemandole in modo che l’acqua ne • Forbici tocchi appena il margine, senza toccare la pallina colorata. L’acqua assorbita sale lungo la strisciolina. I colori si “spostano” a distanza diversa insieme all’acqua e ogni inchiostro viene separato nei colori che lo compongono.

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I COLORI: PRIMARI


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TECNICHE E COLORI

COLLA E POLVERI COLORATE

Con questa tecnica si possono realizzare paesaggi, alberi, oggetti, immagini di grandi dimensioni, che successivamente possono essere completati o perfezionati con pastelli, acquerelli, tempere. Si disegna su un foglio il contorno di un soggetto a piacere con una matita. Si stende la colla nelle parti che si vo-

gliono colorare. Si ricopre il foglio di polvere colorata scelta adeguatamente e, dopo qualche secondo, si scuote sopra un giornale aperto sul tavolo. Restano coperte di colore solo gli spazi precedentemente coperti di colla. Dopo aver lasciato asciugare bene,

I colori primari: tecniche

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tecniche

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si procede mettendo la colla sulle zone rimaste bianche e ricoprirle di polvere di colore diverso. Al posto del colore in polvere possiamo fare composizioni versando lustrini, coriandoli, riso, pastina fine, sabbia.

TEMPERA E COLLA

Ăˆ una tecnica molto stimolante per i bambini, che permette di ottenere decorazioni dall’aspetto leggero e aereo, particolarmente adatta a rappresentare il mare in burrasca, chiome di alberi ricche di foglie, ecc.

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I COLORI: PRIMARI


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Si stendono con il pennello strisce o macchie di colla vinilica sul foglio di carta. Immediatamente, prima che la colla si asciughi, si dipinge rapidamente in modo che la tempera si mescoli con la I colori primari: tecniche

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tecniche

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colla formando un composto denso. Prima che le macchie asciughino, si passa con una spatola di cartone o un coltello di plastica, creando linee curve, ondulate, ghirigori o segni a piacere.

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I COLORI: PRIMARI


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PITTURA SU TOVAGLIOLI

Tracciare un disegno sul piano di formica del tavolo o su un altro piano con i colori a tempera. Si prende un tovagliolino di carta bianca e si preme sul piano del disegno dipinto. Si toglie il tovagliolino e si stende per farlo asciugare. Si ottiene un disegno molto interessante, che permette ai bambini di confrontarlo con quello del tavolo.

MACCHIE SIMMETRICHE

Con questa tecnica si possono realizzare belle composizioni cromatiche che suscitano l’interesse dei bambini e divengono utili per

http://simonabalmelli.blogspot.com/2014/02/colori-3-macchie-simmetriche.html

I colori primari: tecniche

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tecniche

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fare osservazioni sul colore e sulle simmetrie. Si piega il foglio a metà. Si versano poche gocce di colore su un lato del foglio e si piega di nuovo. Si preme con forza per sovrapporre bene le due parti. Si apre di nuovo il foglio e appare un bel disegno simmetrico sulle due facce. La carta di giornale è ottima e poco costosa per quest’esperienza. Una variante è quella che prevede l’utilizzo di pezzi di spago, bastoncini, righelli, pezzettini di stoffa che si appoggiano su metà del foglio. Si piega la carta, si preme perché le due parti aderiscano bene e si riapre, togliendo gli oggetti con delicatezza. Sul foglio, come per magia, appariranno macchie, linee curve, ghirigori, in una composizione cromatica molto interessante.

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I COLORI: PRIMARI


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STENCILLING

Negli ultimi anni è aumentato l’interesse per l’arte povera, che comprende anche il metodo di pittura decorativa chiamato Stencilling.

“Stencil” è un termine inglese, derivato dal francese étinceler che significa letteralmente “brillare” o “coprire di stelle”. Lo stencilling è una tecnica che consiste nell’applicazione di pitture, inchiostri o colori tramite particolari mascherine, o stampini (stencil), che possono essere ritagliate da qualunque materiale resistente e sono pertanto riutilizzabili. Oggi gli stencil più comuni sono di carta oleata oppure di acetato.

I colori primari: tecniche

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tecniche

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Con questi materiali e tramite un taglierino si possono costruire a casa oppure si possono trovare già fatti in commercio. Il cartoncino per stencil è facilmente reperibile in qualunque negozio di articoli per belle arti. Si tratta di carta manila imbevuta di olio di semi di lino, che la rende molto flessibile, in modo che possa aderire anche a superfici curve. L’acetato, venduto in rotoli o fogli, è particolarmente utile quando si tratta di realizzare motivi ripetuti più volte. Inoltre essendo trasparente, potrete trasferire il disegno con facilità perché basta ricalcarlo con un pennarello indelebile. Il principale svantaggio dell’acetato è la scivolosità, che rende più complesse le operazioni di taglio. Inoltre tende a lacerarsi in corrispondenza degli angoli e delle sagome più articolate, tanto che si consiglia di limitarne l’utilizzo a modelli semplici e di grandi dimensioni. Il lavoro più impegnativo consiste proprio nel taglio della mascherina. Una volta che lo stencil è pronto si procede alla parte più divertente e si comincia così a trasformare un oggetto in una vera e propria opera d’arte!

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I COLORI: PRIMARI


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GIOCHI DI COLORE Il metodo: AUCOUTURIER

La tecnica: PSICOMOTRICITÀ

IL CORPO E IL MOVIMENTO

CONSAPEVOLEZZA ED ESPRESSIONE CULTURALE: consolidare la presa di coscienza del proprio corpo e del suo schema corporeo.

Spazio: giardino/lab. Tempi: 30 minuti ogni gioco

CACCIA AL BOTTONE

Mettiamo a disposizione dei bambini dei bottoni colorati. Formiamo gruppi di quattro bambini. Ogni bambino prende bottoni di uno stesso colore e inizia a camminare per lo spazio. Quando suoniamo il tamburello, tutti lasciano cadere un bottone per terra: faranno così fino a quando non gliene resterà più nessuno in mano. Poi continueranno a camminare, finché suoneremo il tamburello a un ritmo più veloce: ognuno dovrà raccogliere i bottoni del proprio colore il più velocemente possibile e consegnarli al gruppo successivo. Vince la squadra che impiegherà meno tempo a raccoglierli.

L’ARCOBALENO

Dividiamo i bambini in gruppi di sette. Ogni bambino dovrà tenere in mano un cartoncino colorato nei colori dell’arcobaleno. I bambini camminano liberamente per lo spazio-gioco con il loro cartellino colorato in mano. Posizioniamoci al centro dello spazio-gioco tenendo in mano un cartoncino con tutti i colori dell’arcobaleno. Quando pronunciamo la parola “Arcobaleno” e mostriamo il grande disegno, tutti i bambini devono sedersi, l'uno di fianco all'altro, rispettando l'ordine dei colori dell'arcobaleno. I colori primari: gioco

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gio

co motorio

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COLORI LEGGERISSIMI Gonfiamo e portiamo nel salone centrale tanti palloncini nei colori primari quando i bambini si saranno divertiti correndo e ballando per la stanza, facendo volare i palloncini e lanciandoseli, strutturiamo dei giochi motori che serviranno sia per sviluppare capacitĂ corporee, sia per consolidare la conoscenza dei colori primari. Chiediamo il silenzio per poter far ascoltare bene la consegna che consisterĂ nel dire ad alta voce il nome di un colore primario: i bambini dovranno correre, andare a prendere un palloncino del colore che abbiamo nominato e tenerlo sopra la testa, rimanendo immobili. Chiamiamo un altro colore: i bambini dovranno rimettere a terra il palloncino che hanno in mano e correre a prenderne un altro.

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I COLORI: PRIMARI


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Possiamo nominare due o più colori insieme o fare delle trappole chiamando lo stesso colore più volte, oppure nominando un colore che non è presente, in modo da verificare il grado d’attenzione dei bambini. Disponiamo tre cerchi dei colori primari al centro della stanza. Chiamiamo un bambino alla volta e diamo il via: il bambino dovrà prendere tre palloncini, uno per ogni colore, e riporre ognuno nel cerchio del colore corrispondente, mentre noi cronometriamo. Vincerà il gioco chi impiegherà meno tempo.

Palloncini colorati Palloncino, palloncino blu vola e va sempre più su. Palloncino, palloncino giallo vola in aria mentre ballo. Palloncino, palloncino rosso vola tu che io non posso! Guarda quanti palloncini sono come noi bambini portano a tutti l’allegria e col vento volan via! Valeria Forconi

I colori primari: gioco

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entazione s e pr

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I COLORI SECONDARI Quanto più il bambino avrà visto, udito e sperimentato, quanto più avrà conosciuto e assimilato, quanto maggiore sarà l’entità di elementi della realtà, che avrà avuto a disposizione della sua esperienza, tanto più significativa e feconda riuscirà la sua attività immaginativa. (L. Vygotskij, Immaginazione e creatività nell’età infantile)

Il mondo è pieno di colori e noi ci siamo dentro, sono intorno a noi e dentro di noi... Nei nostri pensieri, nei nostri sogni! Utilizzare il colore è un'attività pittorica ricca di stimoli. La scoperta dei colori e la magia delle mescolanze sono un evento meraviglioso e pitturando il bambino si apre e si rilassa, rimanendo contemporaneamente concentrato sul suo lavoro.

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I COLORI: SECONDARI


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Esso impara ad osservare la realtà tramite il gioco, l’esplorazione e le scoperte; con l’aiuto dell’adulto forma categorie per immagazzinare conoscenze e riutilizzarle. Lo sviluppo delle abilità senso-percettive è alla base di tutte le forme di intelligenza e il colore è una delle prime caratteristiche da cui è colpito. La scuola dell’infanzia ha perciò il compito di favorire la percezione cromatica, consolidando prima la conoscenza dei colori fondamentali e stimolando poi la scoperta di quelli derivati e delle gradazioni cromatiche. Soprattutto essa ha il dovere di proteggere l'utilizzo del colore come 'gioco' in cui il bambino potrà provare piacere e curiosità.

I colori secondari: presentazione

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erimento esp

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Il metodo: H. TULLET

MESCOLA IL PENTOLONE

La tecnica: DIDATTICA LABORATORIALE

IMMAGINI, SUONI, COLORI

CONSAPEVOLEZZA ED ESPRESSIONE CULTURALE: scoprire i colori secondari.

Spazio: laboratorio

Tempi: circa un’ora

Materiale occorrente: • Polveri colorate (gialla, rossa, blu) • Provette (si trovano in farmacia) • Acqua • Base per reggere le provette (es. scatole delle fìale capillari)

Prepariamo il materiale necessario e predisponiamolo su di un tavolo. Immedesimiamoci nel ruolo di maga e cominciamo a fare magie dicendo:

- Nel mio pentolone scoppierà un polverone! Metto un po’ di giallo e un po’ di rosso... e arancione a più non posso!!

Mettiamo nella provetta della polvere gialla e della polvere rossa, aggiungiamo acqua quanto basta per mescolare bene il tutto e far apparire il colore richiesto. Così, eseguita la prima magia, avvaliamoci dell’ausilio dei bambini per gli esperimenti successivi.

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I COLORI: SECONDARI


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BOTTIGLIETTE DI SALE COLORATO Materiale occorrente: • Bottigliette del succo di frutta • Sale fino da cucina • Gessetti colorati o il filtro colorato che si trova dentro i pennarelli • Bicchiere di plastica • Cucchiaio e imbuto

Prendiamo una bottiglietta vuota e laviamola facendola asciugare bene. In un bicchiere di plastica versiamo del sale fino da cucina, prendiamo dei gessetti colorati, o il filtro colorato che si trova dentro i pennarelli, e facciamolo girare nel bicchiere col sale. Come per magia il sale si colora; poi con l'aiuto di un cucchiaio e di un imbuto facciamo scivolare il sale, a strati, nelle bottiglie.

I colori secondari: esperimento

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rimento e p es

I COLORI DELL’ARCOBALENO

Per vedere i colori dell’arcobaleno nelle giornate invernali, quando il sole è basso all’orizzonte ma molto limpido, si possono organizzare varie attività. Si fanno le bolle di sapone vicino ai vetri dell’aula, in modo che i raggi del sole possano colpire la bolla: si osserva... Si apre la finestra, si appoggia al davanzale un bicchiere piuttosto capace pieno d’acqua, e si sistema sul pavimento un grande foglio di carta bianca: si osserva... Se si riesce a trovare un prisma di vetro (negozi universitari per chi-

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I COLORI: SECONDARI


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mici) lo si riempie di acqua e lo si espone al sole, si potrà vedere ancora un arcobaleno sul foglio bianco. Se il sole non è basso sull’orizzonte si può usare uno stratagemma: si fa riflettere il raggio del sole su uno specchio, che sarà guidato su un catino di acqua messo per terra; per vedere meglio i colori si può mettere nell’acqua un poco di latte. Dopo aver constatato che la sovrapposizione del fascio di luce di due torce gialla e blu produce luce bianca, si può proporre ai bambini di verificare un’ulteriore possibilità di mescolare il giallo e il blu. Si ritaglia un cerchio di cartone, dividendolo in spicchi e dipingendo ciascuno di essi alternativamente in giallo e in blu. Si infila poi questo disco in una corta matita a sezione esagonale che si farà girare come una trottola: i due colori non saranno più distinguibili e al loro posto si vedrà invece il colore verde. Sempre sulle mescolanze di colore si può organizzare un divertente gioco di gruppo: al centro di un grande foglio bianco posato sul pavimento vengono collocati, abbastanza vicini, tre bicchieri contenenti tempera nei colori rosso, blu, giallo. I bambini seduti intorno si passeranno una palla che ser-

I colori secondari: esperimento

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erimento esp

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virà per rovesciare i bicchieri sul foglio. Si combineranno così moltissime sfumature di colore. Ancora più divertente sarà quando su questo foglio macchiato si farà passare una bella automobile con grosse gomme. Di che colore vengono le tracce delle gomme dell’automobile? Successivamente ciascun bambino dovrà dichiarare, prima di lanciare la palla, quale colore intende formare. Ad esempio, se dice «arancio» dovrà colpire il bicchiere rosso e poi quello giallo. Con il foglio servito di base per questo gioco si possono organizzare altre attività, ad esempio: con un colore scelto dai bambini e un pennello a spatola abbastanza sottile si segna l’esatto confine tra un colore e l’altro. (Molti bambini avranno difficoltà a causa delle sfumature: più giallo, meno giallo...). Interpretazione delle macchie: che cosa sembrano? Quando un bambino riesce ad individuare un forma precisa viene invitato a ritoccare il disegno, per farlo riconoscere anche ai compagni.

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I COLORI: SECONDARI


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Un ulteriore approfondimento sulle mescolanze di colore può essere offerto dalla tecnica del mosaico, nella quale la sfumatura è ottenuta avvicinando tessere di tonalità di colore più scura o più chiara. Dopo aver giocato a costruire i percorsi con tutti i colori si può proporre ai bambini di preparare le tessere a mosaico: più grandi se dipinte con la tempera, più piccole se colorate con le matite. Alla preparazione delle tessere seguirà poi il momento della composizione nella quale si potranno utilizzare insieme tessere dipinte o ritagliate da riviste illustrate.

Il bruco colorato Il bruco colorato un giorno andò nel prato. La testa aveva gialla e gli occhi di farfalla. Blu era il cappello, rosso il suo ombrello, il corpo era arancione e verde ogni piedone. Temeva d’esser brutto e andava zitto zitto, ma i fiori che lo videro insieme gli sorrisero e dissero: — Per il tuo bel colore per noi sei come un fiore! M T. Stancarone

I colori secondari: filastrocca

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co rac nto

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I PASTELLI C’erano dei pastelli che appena riposti nella loro scatola non facevano che litigare, e sempre per lo stesso motivo: chi era il più bello. - Sono io, - diceva il rosso. piaccio più di tutti: sono il colore del sole, del fuoco, del sangue. - Non dire sciocchezze. - insorgeva il giallo. - Sei il colore dei divieti stradali e di chi si vergogna. Il preferito sono io, il colore della gioia. - Illusi, sono io! - gridava il verde. E siccome ogni pastello pretendeva di essere il più bello e il più amato, non smettevano mai di litigare. Un giorno, in una pausa di quel continuo baccano, si udì una vocina: - È inutile che litighiate. Il preferito sono io e posso dimostrarlo! Tutti gli altri risero. - Tu? Ma guarda come sei ridotto, quasi non ti si può più usare,

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I COLORI: SECONDARI


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corto come sei! Era infatti il più corto di tutti, ridotto ormai a un mozzicone. Ma lui non si smontò. - Proprio questo, che sono il più consumato, - disse. - dimostra che sono io il favorito, il più usato di tutti. Nessuno, allora, rise più. Quale colore era? La storia non lo dice, però è vero che in ogni scatola c’è un favorito. C’è anche nella vostra il colore che amate di più: è facile accorgersene, è il pastello più consumato.

Quale preferisci? Quale preferisci tu? Fra i colori che vedi intorno quando è sera, quando è giorno? Verde, rosa, celestino, grigio, azzurro, mandarino, il turchese, l’amaranto? I colori mi piaccion tanto. Non c’è tinta preferita. Tutti allietan la mia vita. I. Chimenti

I colori secondari: filastrocca

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ità indivi duale v i t at

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L’ATELIER DI ARNO STERN Il metodo: ARNO STERN

La tecnica: DIDATTICA LABORATORIALE

IMMAGINI, SUONI, COLORI

CONSAPEVOLEZZA ED ESPRESSIONE CULTURALE: conoscere il gioco del Closlieu.

Spazio: atelier Tempi: circa un’ora

“Si pensa che con un pennello in mano una persona impari a dipingere ma, nel closlieu, con un pennello in mano la persona impara ad essere”.

https://www.aplayfulpath.com/painting-

https://www.youtube.com/watch?v=4KS

Arno Stern è stato dapprima un educatore di orfanotrofio ed è da lì che comincia la sua ricerca nella quale individua che in tutti i disegni dei bambini compaiono delle 'tracce' uguali (spirali, linee, lisca, ecc.). Egli proseguirà questa indagine per oltre 60 anni e scoprirà che in tutte le latitiduini succede la stessa cosa (per ulteriori info ww.arnostern.com).

Queste tracce sono la 'memoria organica' (confermata dalle neuroscienze), rappresentano l'esigenza di riprodurre le tracce della natura (lumache, alberi, lisce, di pesce, ecc.). I bambini, nel loro sviluppo naturale, non disegnano per un risultato ma per un bisogno naturale. Negli atelier Closlieu, coniati da Stern, le persone da 3 a 99 anni possono entrare e utilizzare i colori in maniera 'libera' ed esprimere se stessi tornando alla funzione primaria di disegno come 'gioco'.

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I COLORI: SECONDARI


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Lo spazio è organizzato su tre pareti di legno coperte da carte da pacchi, non ci sono finestre né interferenze. I gruppi son da 5 a 15, ognuno lavora accanto all'altro ma ognuno è nel suo gioco. Ci sono 18 colori, con 18 pennelli e 18 ciotoline d'acqua: - non si interferisce; - non si dà uno spunto; - non si giudica; - non si fanno domande; - c'è assoluta libertà di utilizzo del colore; - si disegna su fogli 50x70 cm.

Riproponiamo anche noi un atelier simile in uno spazio adeguato a scuola, per permettere di entrare in contatto con se stessi e di poter utilizzare il colore in piena libertà. Una delle caratteristiche dell'atelier Closlieu è quella di non esporre i lavori.

Nicoletta Franchini - www.ilsassolino.org

http://www.alaya.es/2018/06/13/ni-arte-

I colori secondari: probabilità

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ità indivi duale v i t at

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CLASSIFICAZIONE SECONDO IL COLORE Il metodo: ARNO STERN

La tecnica: DIDATTICA LABORATORIALE

CONSAPEVOLEZZA ED ESPRESSIONE CULTURALE: conoscere il gioco del Closlieu.

Materiale occorrente: • Fogli di cartoncino colorati: uno rosso, uno blu, uno verde, uno giallo • Foglio di carta bianca da pacchi • Pennarelli colorati

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IMMAGINI, SUONI, COLORI

Spazio: atelier Tempi: circa un’ora

L’insegnante, su ogni foglio di cartoncino colorato, disegna due quadrati, due triangoli equilateri (cm 8 di lato) e due cerchi (cm 8 di diametro), ottenendo così 24 figure. I “grandi” ritagliano le figure. Disporre i cartoncini colorati e il foglio di carta bianca su un tavolo o sul pavimento. L’insegnante traccia con il pennarello rosso un ampio cerchio e invita il bambino a scegliere tutti i car-

I COLORI: SECONDARI


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toncini rossi e a metterli dentro il cerchio rosso. Quando il bambino è riuscito ad eseguire l’esercizio, l’insegnante ripete il procedimento con i cartoncini blu e con quelli verdi disegnando, sullo stesso foglio, un cerchio per ogni colore. Alla fine, fa notare di che colore sono i cartoncini rimasti. L’insegnante sottolinea come, nonostante i cartoncini differiscano per più aspetti, siano stati raggruppati secondo il colore, ottenendo una classificazione.

I colori secondari: attività individuale

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IL COLORE

Scheda per l’osservazione valutativa di competenze e apprendimenti NOME DEL BAMBINO: INDICATORI DI COMPETENZA

NO

IN PARTE

I DISCORSI E LE PAROLE

• Analizza, scompone e rielabora un testo narrativo.

IL CORPO E IL MOVIMENTO

• Conosce le sue emozioni.

• Consolida la presa di coscienza del proprio corpo e del suo schema corporeo.

LA CONOSCENZA IMMAGINI, DEL MONDO SUONI, COLORI

IL SÉ E L’ALTRO

E APPRENDIMENTI ATTESI

• Modella, colora, realizza semplici manufatti.

• Interpreta ruoli di una storia. • Conosce e denomina i colori della natura.

• Ha acquisito una consapevole percezione dello spazio.

• Conosce i colori primari e secondari. • Disegna, dipinge individualmente e in gruppo. • Raccoglie dati e documenta.

• Sperimenta il colore scientificamente.

AUTONOMIA IDENTITÀ SOCIALIZZAZIONE

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IL COLORE: OSSERVAZIONE VALUTATIVA

NOTE


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DIARIO DI BORDO Esperienze preziose da documentare per il progetto olore LE NOSTRE ESPERIENZE PIÙ SIGNIFICATIVE

In gruppo

Individualmente

LE OSSERVAZIONI DELL’INSEGNANTE

Note ambito emotivo

Note ambito Note ambito cognitivo progettazione

Esperienze e annotazioni dell’Insegnante

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CITTADINANZA ATTIVA Cittadinanza è un modo di stare insieme che parte dal benessere con se stessi e arriva alle relazioni spontanee che nascono lavorando intorno ad un tavolo, giocando nel giardino della scuola, nella piazza del paese; si sviluppa nella co-progettazione degli spazi e nella costruzione di una vita sociale organizzata; trova un senso nello stare insieme e sentendo di appartenere, accogliendo e sentendosi accolti. Per mettere in pratica questo “stile di cittadinanza” che sia attivo, partecipato, relazionale ed ecologico, bisogna partire da se stessi: partendo dal benessere fisico, dalla salute e dalla sicurezza. Con queste basi è possibile prendersi cura anche dell'ambiente, imparare i codici e le regole per vivere in democrazia e saper accogliere il prossimo. Il nostro sarà un viaggio che parte proprio da se stessi, dal come volersi bene con una sana alimentazione, un'adeguata igiene e prevenzione dentale, fino ad estendere il nostro prenderci cura all'ambiente naturale e alla città. I bambini hanno una spiccata capacità di essere 'attivi e propositivi'; faremo delle loro capacità la forza delle azioni didattiche ed educative che costruiremo in questo breve percorso.

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“Il nostro paese è il mondo e la cittadinanza l'umanità intera.” William Lloyd Garrison

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UNITÀ DI APPRENDIMENTO: CITTADINANZA ATTIVA IL SÉ E L’ALTRO

• Conversazioni guidate. • Condivisioni di esperienze. • Rielaborare racconti. • Dibattiti su ciò che è di bene comune.

IL BAMBINO:

IL BAMBINO:

- è in grado di lavorare in gruppo.

- conosce il significo di cittadinanza.

• Narrazioni con tecniche diverse. • Rielaborazioni individuali. • Rime, filastrocche. • Utilizzo del linguaggio verbale per rielaborare informazioni.

IL BAMBINO:

IL BAMBINO:

I DISCORSI E LE PAROLE

• Ascoltare, comprendere e rielaborare brevi racconti. • Interpretare ruoli e personaggi. • Comprendere messaggi e morale da un racconto.

- rielabora contenuti linguistici.

- sa rielaborare racconti.

• Costruire ed eseguire percorsi. • Acquisire una consapevole percezione dello spazio.

• Giochi motori e psicomotori. • Percorsi e labirinti. • Giochi con semplici regole.

IL BAMBINO:

IL BAMBINO:

- sa muoversi con sicurezza nello spazio.

- sa orientarsi nello spazio.

• Modellare, colorare e realizzare semplici manufatti. • Disegnare, dipingere individualmente e in gruppo utilizzando tecniche diverse. • Utilizzare i materiali in modo creativo.

• Lavori plastici. • Laboratori d’arte. • Riuso creativo. • Manufatti. • Rielaborare graficamente esperienze.

IL BAMBINO:

IL BAMBINO:

- conosce e utilizza colori primari e secondari.

- sa rielaborare contenuti.

• Conoscere le caratteristiche degli elementi della natura. • Raccogliere dati e documentare. • Imparare ad usare contenuti con la LIM. • Conoscere le funzioni del cibo.

• Creazione di tabelle IL BAMBINO: di registrazione. - è in grado di docu• Esperienze in natura. mentare in modo siste• Orientarsi nel proprio mico esperienze. habitat. • Azioni e attività legate al benessere fisico.

IL CORPO E IL MOVIMENTO

• Discutere sull’utilità della natura nella vita dell’uomo. • Organizzare i propri apprendimenti. • Maturare atteggiamenti di rispetto verso l’ambiente.

IMMAGINI, SUONI, COLORI

Traguardi per lo sviluppo

Contenuti

LA CONOSCENZA DEL MONDO

Abilità

Obiettivi

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IL BAMBINO: - acquisisce comportamenti responsabili e di prevenzione nei confronti di se stessi, degli altri e dell’ambiente.


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SOMMARIO CITTADINANZA ATTIVA EDUCAZIONE ALLA SALUTE • Educazione alla salute Educazione alla salute ............................... 348 Il cibo a scuola ........................................... 350 Cosa mangiamo?....................................... 351 Il viaggio del cibo ...................................... 352 L’apparato digerente................................. 353 Menu giusto .............................................. 355 Cose buone che fanno bene ..................... 357 Proteine ..................................................... 357 Vitamine..................................................... 357 Carboidrati ................................................ 357 Grassi......................................................... 357 Tutti in cucina ............................................ 358 Il nostro menu............................................ 360 Cooking class ............................................ 362 Fare e conoscere ....................................... 364 Fare e documentare .................................. 364 Quantificare gli ingredienti ....................... 365 Gara di cuochi ........................................... 366 Colazione................................................... 367 Il minestrone.............................................. 367 Pranzo........................................................ 367 Teatro dolce............................................... 368 Il galateo al ristorante ............................... 371 Il pranzo del sabato ................................... 373 La frittata ................................................... 373

EDUCAZIONE AMBIENTALE • Educazione ambientale Educazione ambientale ............................. 374 Osserviamo il giardino............................... 376 Il collage del giardino................................ 377 L’erbario..................................................... 377 L’albero è amico dell’uomo ...................... 378 A cosa servono gli alberi? ........................ 380 Amico albero ............................................. 382 La storia dell’albero................................... 382 Dall’albero al foglio ................................... 384 Carta riciclata............................................. 385 Salva un albero: ricicla la carta! ................. 386 La carta riciclata......................................... 386 Al lavoro .................................................... 388 Giochi logici............................................... 390 Classificazioni ............................................ 390 Seriazioni ................................................... 390 La foglia gemella ....................................... 390

Foglie e quantità ....................................... 391 Rispettiamo gli alberi ................................ 392 Pesciolini in pericolo.................................. 393 Una gita al fiume ....................................... 395 Grande e piccolo al fiume ......................... 398 La mia barchetta........................................ 399 Tito, amico del mondo pulito!................... 400 Tito il pupazzo ........................................... 401 Ricicliamo .................................................. 401 Ricicliamo! ................................................. 403 Differenziamo davvero! ............................. 404 Una passeggiata ecologica ....................... 405 L’omino del detersivo ................................ 406 Di quanti colori è il cielo? .......................... 407 Inquinamento ............................................ 407 Una città pulita .......................................... 407

EDUCAZIONE STRADALE • Educazione stradale La città di tutti ........................................... 408 Filastrocca della città................................. 409 Fiore, un bambino coraggioso .................. 410 Rappresentiamo la città di Fiore ............... 411 A cosa serve la strada? .............................. 412 In giro per la città ...................................... 412 Percorsi stradali ......................................... 413 I nomi delle strade..................................... 413 Le strisce pedonali..................................... 414 Le strisce pedonali sono un “ponte” ........ 414 I segnali stradali......................................... 415 I segnali dei bambini ................................. 415 Segui il segnale ......................................... 417 Conosciamo la città ................................... 418 I segnali stradali......................................... 419 Gioco del semaforo................................... 420 I colori del semaforo.................................. 420 Il vigile urbano ........................................... 421 Costruisco la paletta del vigile .................. 422 Come parla il vigile? .................................. 423

INCLUSIONE • Inclusione Io e gli altri nel mondo .............................. 424 Distrabella e il draghetto Rossello ............ 426 • Scheda per l’osservazione valutativa ..... 431 • Diario di bordo ...................................... 432

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EDUCAZIONE ALLA SALUTE

Bambini sani saranno cittadini migliori, un'affermazione lungimirante, tanto che il MIUR ha inserito l’area dell’Educazione alla Salute nell’insegnamento di Cittadinanza e Costituzione (C.M. n.86 del 27 ottobre 2010 applicativa della legge 169 del 30 10 2008). Le life skills per la salute sono competenze che ben si coniugano con le competenze di cittadinanza attiva e con l’obiettivo di stili di vita sani quindi di persone autonome e responsabili (cittadini di oggi e di domani). È fondamentale che la scuola proponga modelli di alimentazione corretti.

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Cittadinanza attiva: EDUCAZIONE ALLA SALUTE


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È noto che le abitudini alimentari si acquisiscono già durante l’infanzia e si consolidano con l’adolescenza; è quindi importante incoraggiare i più piccoli a seguire una dieta bilanciata fin dalla più tenera età. Un ruolo chiave nel rapporto bambino-cibo è svolto anche dai genitori, che devono dare il buon esempio: pertanto, se mamma e papà si alimentano correttamente, non saltano i pasti e cercano di prestare attenzione alla scelta dei cibi e delle bevande consumati, il bambino imparerà naturalmente ad alimentarsi bene. Mangiare è un piacere, non un obbligo: bisogna far comprendere ai più piccoli che mangiare è divertente, oltre che piacevole. Stare a tavola significa nutrirsi, quindi l’alimentazione deve essere variata e saporita, ma significa anche convivialità, opportunità per condividere con gli altri un momento sereno e stare insieme. La prima colazione è importante: al risveglio il corpo ha bisogno di energia, per cui il primo pasto della giornata è fondamentale per avere l’energia che serve per affrontare le attività e per evitare di mangiare fuori orario; una colazione ricca in carboidrati, latte e frutta fornisce tutta l’energia necessaria per concentrarsi e studiare. I cibi non si dividono in “buoni” e “cattivi”: dovrebbero essere consumati tutti i gruppi di alimenti presenti nella piramide alimentare per essere sicuri di assumere tutti i nutrienti. È la quantità che va controllata: se non si eccede, tutti i cibi sono buoni. Il pane e la pasta sono fondamentali: l’organismo deve avere a disposizione l’energia, le vitamine e i minerali necessari; i carboidrati sono essenziali e dovrebbero apportare all’incirca la metà delle calorie Educazione alla salute: presentazione

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della dieta. Frutta e verdura devono essere sempre consumati in abbondanza: tra pasti principali e merende bisognerebbe mangiare varie porzioni di frutta e verdura ogni giorno, per assumere vitamine, minerali e fibre nelle giuste quantità.

IL CIBO A SCUOLA

Ristorazione: area strategica per lo sviluppo di attività esperienziali positive se fortemente integrata con i programmi di educazione alimentare. - Momento fondamentale dell’educazione alimentare se si considerano tutti gli elementi responsabili del comfort dei bambini: qualità del servizio e dell’ambiente di consumo. - La mensa, da luogo inospitale che incide negativamente sulla percezione della qualità del cibo e del servizio, a luogo confortevole e protetto: "il ristorante". - I genitori hanno bisogno di partecipare all'educazione alimentare dei bambini, in collaborazione con i docenti, sottoscrivendo “un patto con la scuola” sull’educazione alimentare.

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Cittadinanza attiva: EDUCAZIONE ALLA SALUTE


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COSA MANGIAMO? Il metodo: RICERCA

La tecnica: COOPERATIVE LEARNING

LA CONOSCENZA DEL MONDO

COMPETENZE DI BASE IN MATEMATICA, SCIENZE E TECNOLOGIE: registrare in tabella.

Spazio: sezione Tempi: circa un’ora

Dopo aver conversato con i bambini e aver registrato le prime conoscenze riguardanti i cibi, creiamo un cartellone che ci indichi alcuni degli alimenti più conosciuti dai bambini. Ricerchiamo delle immagini che rappresentino alimenti confezionati e altre immagini che rappresentino cibi che crescono dalla terra. Dividiamo a metà un foglio di carta da pacchi grande: nella parte sinistra mettiamo il titolo “Questi sono cibi confezionati” e invitiamo i bambini ad incollare tutte le immagini che rappresentino cibi che possiamo trovare al supermercato. Nella parte destra mettiamo il titolo “Questi sono cibi che ci dona la natura” e facciamo incollare tutte quelle immagini che non appartengono al mondo dell’alimentazione. Alla fine dell’attività facciamo disegnare su fogli A4 tanti cibi a piacere. QUESTI SONO CIBI CONFEZIONATI

QUESTI SONO CIBI CHE CI DONA LA NATURA

Educazione alla salute: attività di gruppo

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IL VIAGGIO DEL CIBO Il metodo: RICERCA

La tecnica: DIDATTICA DIGITALE

Spazio: LIM

LA CONOSCENZA DEL MONDO

COMPETENZE DIGITALI: imparare ad organizzare contenuti con la LIM.

Tempi: circa un’ora

La bocca è un macinino per il cibo. Riduce tutti gli alimenti in poltiglia affinché possano essere deglutiti più facilmente. I denti sminuzzano il cibo e la lingua lo rimesta dentro la bocca. La saliva ammorbidisce il cibo per farlo scivolare giù con facilità. Il boccone che abbiamo appena inghiottito continua il suo viaggio e arriva fino allo stomaco. Lo stomaco ha l’aspetto di una sacca floscia e si trova all’altezza dei nostri gomiti. Lo stomaco produce dei succhi che servono ad ammorbidire il cibo. Quando mangiamo troppo lo stomaco si gonfia fino a fare male. Il cibo ridotto in poltiglia prosegue il viaggio per il tubo digerente lungo un tratto pieno di curve: il piccolo intestino. Qui il cibo è attaccato dai succhi intestinali: sostanze che riducono la poltiglia in frammenti ancora più piccoli.

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Cittadinanza attiva: EDUCAZIONE ALLA SALUTE


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All’uscita del piccolo intestino, il cibo passa nel grande intestino e da qui scivola sempre più in giù fino a diventare “cacca”, ovvero ciò che resta del cibo non utilizzato. Facendo la cacca, di solito una volta al giorno, liberiamo il nostro corpo dai rifiuti. Il cibo può impiegare anche tre giorni ad attraversare tutto il tubo digerente. L’APPARATO DIGERENTE Per aiutare i bambini ad approfondire e sistematizzare le conoscenze sull’apparato digerente, realizziamo sulla LIM un personaggio che chiameremo il “pupazzo mangiatutto”, molto goloso, che ingoia senza regola tanti gelati e tanti cibi. Tracciamo la sagoma del corpo e disegniamo gli elementi dell’apparato digerente: • la bocca, con la masticazione e la saliva che sono la prima fase della digestione; • l’esofago, nel quale passa il cibo per arrivare allo stomaco; • lo stomaco, dove avviene la digestione e il cibo si riduce in tanti pezzetti; • l’intestino, dove passa il cibo ormai ridotto a composto, in cui vengono trasmesse le sostanze nutrienti al sangue. Educazione alla salute: informazione

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Disegniamo anche dei cibi golosi vicino alla bocca, oppure ritagliamo le loro immagini dalle riviste e incolliamole sul cartellone. Facciamo divertire i bambini a far mangiare di tutto al nostro goloso. Permettiamo di cercare immagini nella galleria e 'trasportarli' nel gioco. Prendiamo spunto dal gioco per discutere sulla necessitĂ di mangiare cibi sani e in giuste quantitĂ , in modo da non ostacolare il percorso della digestione.

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Cittadinanza attiva: EDUCAZIONE ALLA SALUTE


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MENU GIUSTO Il metodo: RICERCA

La tecnica: PROBLEM SOLVING

LA CONOSCENZA DEL MONDO

COMPETENZE DI BASE IN MATEMATICA, SCIENZE E TECNOLOGIE: compiere prime operazioni logico matematiche.

Spazio: sezione Tempi: circa un’ora

Materiale occorrente: • Cartoncini quadrati • Colori • Colla • Un sacchetto di stoffa • Cartellone

Attiviamo il gioco del ristorante e specifichiamo bene che per aprire c'è bisogno di un menù ben organizzato.

Educazione alla salute: gioco

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Prepariamo un cartellone diviso in cinque sezioni: primi piatti, secondi piatti, verdura, frutta, dolci. Prepariamo dei cartoncini quadrati su cui disegneremo cibi diversi (pasta, insalata, una mela, un uovo...).

Mettiamo i cartoncini in un sacchetto. Lasciamo che i bambini, a turno, peschino un cartoncino e lo vadano a incollare nella sezione giusta. Possiamo approfondire, spiegando che nella pasta, nel pane, nelle patate e nei dolci ci sono i carboidrati, sostanze che ci danno energia; nei secondi piatti (carne, pesce, formaggio) ci sono le proteine, che ci fanno crescere; nella frutta e verdura ci sono le vitamine, che proteggono il nostro organismo. Primi piatti

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Secondi piatti

Verdura

Frutta

Dolci

Cittadinanza attiva: EDUCAZIONE ALLA SALUTE


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COSE BUONE CHE FANNO BENE Il metodo: M. MONTESSORI

La tecnica: CIRCLE TIME

I DISCORSI E LE PAROLE

IMPARARE A IMPARARE: acquisire ed interpretare informazioni.

Spazio: sezione Tempi: circa un’ora

Per mantenerci sani dobbiamo fare uso di quattro tipi di alimenti.

PROTEINE

Il primo tipo comprende quei cibi che aiutano i bambini a crescere.

VITAMINE

Per funzionare bene il nostro corpo ha bisogno di vitamine e di minerali: frutta e verdura ne hanno in abbondanza.

CARBOIDRATI

Alcuni alimenti fanno molto bene perché ci danno molta energia.

GRASSI

Ci sono dei cibi grassi che ci danno energia, ma se ne mangiamo troppi ci fanno molto male.

Educazione alla salute: informazione

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Il metodo: R. STEINER

La tecnica: DEBATE

TUTTI IN CUCINA LA CONOSCENZA DEL MONDO

COMPETENZE DI BASE IN MATEMATICA, SCIENZE E TECNOLOGIE: conoscere le funzioni del cibo.

Spazio: sezione

Tempi: circa un’ora

Con l'aiuto delle cuoche (dove è possibile) organizziamo un laboratorio in • Cartoncino cucina. Facciamo porre su un tavolo • Giornali e riviste tutte le tipologie di cibi e comin• Colla ciamo a fare una catalogazione. • Forbici Predisponiamo un cartellone con raffigurati alimenti disegnati, o ritagliati, con le seguenti didascalie a lato: • nel primo insieme mettiamo carne, pesce e uova. Didascalia: “Servono a crescere perché contengono le proteine”; • nel secondo insieme mettiamo latte, formaggio, yogurt. Didascalia: “Servono per avere denti sani e ossa forti; il latte e i suoi derivati contengono grassi, zuccheri, vitamine e acqua”; • nel terzo insieme mettiamo pane, biscotti, riso, dolci. Didascalia:

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Materiale occorrente:

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“Servono per avere forza e energia: contengono glucosio, cioè zucchero”; • nel quarto insieme mettiamo olio, burro, margarina. Didascalia: “Servono per insaporire e si chiamano anche grassi. Contengono vitamine e altre sostanze che danno energia, ma non bisogna esagerare nell’uso”; • nel quinto insieme inseriamo finocchi, ciliegie, banane, carote, mele. Didascalia: “Fanno bene alla salute del nostro corpo; contengono vitamine, sostanze molto piccole che si chiamano A, B, C, D, E, PP. Le verdure contengono anche fibre utili per il buon funzionamento dell’intestino”.

Educazione alla salute: attività di gruppo

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ità di gruppo v i t at

IL NOSTRO MENU Il metodo: M. MONTESSORI

La tecnica: VITA PRATICA

IL SÉ E L’ALTRO

IMPARARE A IMPARARE: organizzare i propri apprendimenti.

Spazio: sezione Tempi: circa un’ora

Facciamo sì che i bambini confrontino gusti e abitudini, che discutano sulle scelte alimentari delle mamme o della mensa scolastica: è importante, per i bambini, che queste considerazioni e osservazioni spontanee siano sistematizzate, rese esplicite e socializzate. Su un foglio individuale, ciascuno disegnerà la sua colazione ideale, inserendo anche le cose che la mamma non vuole dare o comprare per la colazione, basta che siano alimenti esistenti. Possiamo trarre lo spunto da questi disegni per parlare con i bimbi del motivo per cui certi cibi sono più adatti ad alcuni momenti della giornata, o del perché la mamma insiste tanto affinché si mangino (o non si mangino) certi alimenti. Non è necessario spiegare il ruolo e le proprietà nutritive dei diversi cibi; basta ascoltare le considerazioni dei bambini e sottolineare le espressioni più sensate e significative. Costruiamo un diagramma a istogrammi: nella parte in basso disegniamo i cibi e le bevande indicate dai bambini

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Cittadinanza attiva: EDUCAZIONE ALLA SALUTE


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e poi invitiamo ciascuno a segnare con una crocetta ciò che preferisce. Leggendo il diagramma viene fuori la colazione ideale della nostra classe. Ripetiamo la stessa attività con gli altri pasti. In questo modo otteniamo il menu per tutta la giornata, che può essere inviato alle famiglie o alla commissione-mensa della scuola, affinché la mensa possa venire incontro anche ai nostri desideri.

Educazione alla salute: attività di gruppo

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COOKING CLASS Il metodo: REGGIO CHILDREN APPROACH

La tecnica: DIDATTICA LABORATORIALE

SPIRITO DI INIZIATIVA E INTRAPRENDENZA: cooperare con gli altri nel lavoro e nel gioco.

TUTTI I CAMPI

Spazio: sezione Tempi: circa un’ora

Le esperienze di cucina non sono una novità nella vita dei bambini. A casa fanno parte della loro quotidianità e a scuola sono frequenti, perché alla cucina è comunemente dedicato uno spazio attrezzato: il momento del pranzo fa parte della routine quotidiana e spesso l’angolo del gioco simbolico prevede una cucina per i giochi della famiglia. In sintesi, nella realtà e nella fantasia, i bambini partecipano frequentemente alle operazioni di cucina. Ma quante volte le sperimentano direttamente? Ovviamente, per fare delle esperienze didatticamente e culturalmente attendibili, non possiamo soltanto ripetere a scuola esperienze già fatte (fare il pane, preparare un dolce per una festa, confezionare i biscotti per la merenda, ecc.) ma dobbiamo ampliarne la portata con attività rappresentative, quali la registrazione con il disegno e con i simboli, la comprensione e la realizzazione di un testo regolativo (la “ricetta”, come insieme di regole da rispettare). La progettazione di ogni intervento didattico deve tener conto di alcune moderne considerazioni: • cucinare è una situazione sperimentale ricca di operazioni, pro-

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Cittadinanza attiva: EDUCAZIONE ALLA SALUTE


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cessi, cambiamenti, risultati, verifiche, che sollecitano i bambini a confrontarsi con ciò che fanno, a misurarsi con gli esiti del loro fare, come in un laboratorio scientifico; • la cucina è uno spazio ricco di implicazioni emotivo/affettive radicate nel vissuto di ciascun bambino, di relazioni interpersonali significative, che innescano dinamiche psichiche importanti; • per i bambini di tre anni l’attenzione è posta sulle operazioni concrete, sul piacere di manipolare, di pasticciare, di fare con le mani, di imitare i grandi; • per i bambini di quattro-cinque anni l’attenzione è rivolta ai processi che si compiono, alla comprensione/descrizione/rappresentazione degli stessi, perché non basta più “riuscire a fare”, ma occorre capire o almeno cominciare a fare “raccontando” le esperienze fatte sul piano verbale, grafico-pittorico, simbolico.

Educazione alla salute: informazione

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FARE E CONOSCERE

Le esperienze di cucina richiedono una molteplicità di operazioni manuali, che esigono attenzione e conoscenza del rapporto che intercorre fra il materiale utilizzato, l’utensile adeguato e il risultato previsto. Tali operazioni sono: • sbucciare, pelare, affettare, tagliare, ecc.; • impastare, frullare, sbattere, ecc.; • appallottolare, stendere la pasta, modellare, battere, spezzare, ecc. La manualità si fa gradualmente più precisa attraverso continue esperienze compiute direttamente. A poco valgono i giochi di drammatizzazione alla cucina dell’angolo specifico che richiedono solo un’imitazione simbolica e approssimativa. Inoltre, proprio perché attiene alla quotidianità, l’attività in cucina tende a essere vissuta senza particolari implicazioni cognitive e intellettive. Per questo è necessaria la nostra presenza con interventi espliciti che favoriscano la rappresentazione simbolica dell’esperienza e lo sviluppo delle competenze cognitive.

FARE E DOCUMENTARE

Per aiutare i bambini a sviluppare le competenze cognitive occorre creare le condizioni perché rendano esplicita la sequenza opera-

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Cittadinanza attiva: EDUCAZIONE ALLA SALUTE


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tiva, sia in chiave di produzione, sia in chiave di rappresentazione documentativa. In altri termini: da un lato occorre partire da ricette preparate e rappresentate attraverso codici (disegni, sequenze di immagini, testo scritto...); dall’altro lato occorre rappresentare tutte le operazioni che si fanno fino a realizzare un vero e proprio schedario delle ricette, ottenuto con disegni, lavoro di collage, fotografie, illustrazioni di giornali, ecc. Con i bambini di cinque anni è bene passare a rappresentazioni e documentazioni più simboliche, ricorrendo a codici condivisi e comprensibili all’interno della sezione, ma anche all’esterno, con un’opportuna “legenda”.

QUANTIFICARE GLI INGREDIENTI

Nella manipolazione degli ingredienti per ottenere i cibi, i bambini si trovano ben presto di fronte al problema di “quantificare”, cioè di identificare la quantità degli elementi, poiché da questo dipende la qualità del preparato. Come procedere? Le modalità sono diverse e possiamo introdurle gradualmente: • utilizzare una bilancia (specialmente a due piatti, con i pesi), se la si ha a disposizione; • individuare alcuni contenitori da utilizzare come misure standard (cucchiai per lo zucchero e la farina, misurini di plastica, bicchieri...), ufficialmente accettati da tutti, registrati e successivamente simboleggiati. Educazione alla salute: informazione

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GARA DI CUOCHI Materiale occorrente: • Pancarrè • Maionese • Prosciutto cotto • Ortaggi sott’olio • Salamino

Per la lavorazione: • Formine • Stuzzicadenti

Dividiamo i bambini in due squadre e invitiamo ciascuna squadra a realizzare, in un tempo che stabiliremo a inizio gara, uno o più soggetti (una casa, un albero, un animale, ecc.) con il pancarrè farcito, ben ritagliato con l’aiuto delle formine e decorato con gli ingredienti: prosciutto, salamino, ortaggi sott’olio... Quando il tempo sarà concluso, i soggetti realizzati potranno essere esposti su due tavoli e una giuria “esterna” (i bimbi delle altre sezioni o i genitori) deciderà quale squadra è la vincitrice (si può utilizzare il metodo dell’Applausometro per dichiarare il vincitore). Alla fine facciamo merenda tutti insieme: bambini, insegnanti e giuria!

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Cittadinanza attiva: EDUCAZIONE ALLA SALUTE


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Colazione

Quando mi alzo la mattina scendo subito in cucina a tavola in tutta fretta c’è già il latte che mi aspetta! Con il pane o col biscotto di energia io sono ghiotto. Due zollette per favore! Si risveglia il buon umore ancora un po’ per cortesia! E ora a scuola: pronti, via! Raffaella Persichella

Pranzo

Mentre gioco nella scuola tutto il tempo in fretta vola e mi trovo a mezzogiorno che ho una fame da liocorno. Mangerei anche la luna ma per pranzo per fortuna la mia mamma fa con cura pasta, carne e tanta verdura. Se poi mangio un po’ di pane d’improvviso non ho più fame!

Il minestrone A me piace il minestrone ne mangio un bel piattone è ricco di verdurina che viene dalla collina quando l’acqua bolle ci metti le cipolle, un po’ di fagiolini, verdi pisellini le patate ben sbucciate io ne mangio tutto un piatto e mi sento soddisfatto. www.portoveneredidattica.it

Raffaella Persichella

Educazione alla salute: poesie e filastrocche

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TEATRO DOLCE Il metodo: R. STEINER

La tecnica: ROLE PLAY

I DISCORSI E LE PAROLE

COMUNICARE NELLA MADRE LINGUA: interpretare ruoli e personaggi.

Spazio: sezione Tempi: circa un’ora

Ecco una piccola recita a tema alimentare da leggere a più voci o rappresentare in sezione. Il testo è adatto anche per un breve spettacolo di burattini.

I PERSONAGGI

Il presentatore, il mago, la strega, il gallo, la ciambella, il coro, la volpe, il lupo.

LA RECITA

Mago: – Strega mi prepari una ciambella? Strega: – Va bene, preparerò una ciambella con uova fresche di gallina, farina molto fina, con miele dorato e uvetta di moscato. Mago: – È proprio una bella ciambella! Adesso me la voglio mangiare. Strega: – No, aspetta che si raffreddi, così non è buona! (la ciambella rotola e scappa via verso il bosco)

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Cittadinanza attiva: EDUCAZIONE ALLA SALUTE


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Gallo: – Ehi, ho una gran fame, voglio mangiarti! Ciambella: – Sì, non fare complimenti, prima però voglio raccontarti la mia storiella. Ascolta. Coro e Ciambella: – Questa è la mia storiella: mi chiamo Bella Ciambella, fatta con uova fresche di gallina, con farina molto fina, con miele dorato e uvetta di moscato. Il Mago mi voleva mangiare e sono riuscita a scappare. Nemmeno tu mi mangerai, con un palmo di naso resterai! Ciambella: – Ciao gallo!!! (la ciambella rotola via di nuovo)

Volpe: – Ho una gran fame, voglio mangiarti!!! Ciambella: – Sì, non fare complimenti, prima ascolta la mia storiella e poi mi mangerai con più gusto. Ascolta. Coro e Ciambella: – Questa è la mia storiella: mi chiamo Bella Ciambella, fatta con uova fresche di gallina, con farina molto fina, con miele dorato e uvetta di moscato. Il Mago mi voleva mangiare e sono riuscita a scappare. Il gallo mi voleva mangiare e sono riuscita a scappare. Nemmeno tu mi mangerai, con un palmo di naso resterai! Volpe: – Aspettami!!! (la ciambella scappa)

Educazione alla salute: drammatizzazione

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Lupo: – Bella ciambella, ho una gran fame, e voglio mangiarti. Ciambella: – Prima ti voglio raccontare la mia storia. Ascoltami. Coro e Ciambella: – Questa è la mia storiella: mi chiamo Bella Ciambella, fatta con uova fresche di gallina, con farina molto fina, con miele dorato e uvetta di moscato. Il Mago mi voleva mangiare e sono riuscita a scappare. Il gallo mi voleva mangiare e sono riuscita a scappare. La volpe mi voleva mangiare e sono riuscita a scappare. Nemmeno tu mi mangerai, con un palmo di naso resterai! Lupo: – Aspettami! (la ciambella saluta il pubblico ed esce di scena.)

Presentatore: – La ciambella nessuno sa che fine abbia fatto. Si sa soltanto che è una ciambella magica, perché fatta da una strega!

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Cittadinanza attiva: EDUCAZIONE ALLA SALUTE


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IL GALATEO AL RISTORANTE Il metodo: M. MONTESSORI

La tecnica: VITA PRATICA

IL SÉ E L'ALTRO

COMPETENZE CIVICHE E SOCIALI: acquisire le principali regole della convivialità.

Spazio: sezione Tempi: circa un’ora

Allestiamo la sezione come se fosse un ristorante: disposizione dei tavoli, angolo cucina, credenza per piatti e stoviglie... facciamo anche un angolo del mercato. Lasciamo che i bambini scelgano il loro ruolo nel gioco: il cuoco, il cameriere, il cassiere, il venditore del mercato, gli ospiti. Prepariamo per l'occasione un block notes (per le ordinazioni), un menu, delle tovaglie da tavolo, i numeri per i tavoli oppure dei segnaposto con un simbolo (es. il tavolo rosso avrà un cartellino tutto rosso...). Al via della maestra, il gioco ha inizio. I primi personaggi a cominciare il gioco saranno il cuoco, i camerieri e il venditore del mercato. Educazione alla salute: gioco

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Lasciamo che i bambini organizzino la loro attività di ristorazione in piena regola: il cuoco si reca al mercato per fare la spesa e decide il menu. Tornato al ristorante, fa disegnare ai camerieri il menu del giorno e questi sistemano anche “la sala” per accogliere gli ospiti. Quando il ristorante apre, i camerieri dovranno raccogliere le ordinazioni sul block notes, il cuoco dovrà preparare i piatti ordinati... Ai bambini piace molto questo gioco e spesso lo realizzano spontaneamente, ma è importante, in questo progetto, il nostro intervento, che “affini” le modalità di gioco con l’inserimento di qualche regola di galateo: 1. lavarsi le mani prima di mangiare; 2. non si parla con il cibo in bocca; 3. non si urla; 4. non si mangia con le mani.

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Cittadinanza attiva: EDUCAZIONE ALLA SALUTE


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Il pranzo del sabato Oggi che è sabato e non giovedì il nostro pranzo è fatto così: un bel brodino ben consumato, col parmigiano reggiano grattato. Una zuppiera di spaghetti lunghi, con il prosciutto, la panna e i funghi. Una bistecca di carne bovina, con un contorno di insalatina. Un pesce bianco del mare danese, con il prezzemolo e la maionese. Una banana tagliata a fettine, con il marsala e lo zucchero fine. Una ciambella appena sfornata, con la vaniglia e la panna montata. R. Pimuni - B. Tognolin, “Rimelandia”, Ed. Mondadori

La frittata Andiamo a cogliere le erbette per fare la frittata; è girata e rigirata, ecco fatta la frittata. “Il grande libro delle filastrocche”, Ed. Piemme

Educazione alla salute: poesie e filastrocche

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EDUCAZIONE AMBIENTALE Oggi più che mai l'educazione ambientale è riconosciuta come attività essenziale poiché mira alla formazione di coloro che saranno i futuri cittadini consapevoli del valore dell'ambiente e della necessità della sua salvaguardia. Attraverso l'esplorazione della realtà che lo circonda (casa, scuola, territorio) il bambino acquisisce conoscenze sempre più ampie. L'interazione ed i rapporti quotidiani con i compagni e gli adulti gli permettono di intuire la necessità di seguire norme di comportamento comuni per “star bene” nell'ambiente in cui si vive. L'intervento educativo della scuola, promuovendo “una pedagogia attiva” di mediazione che valorizzi “l'esperienza, l'esplorazione,

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Cittadinanza attiva: EDUCAZIONE AMBIENTALE


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il rapporto con i coetanei, con la natura, gli oggetti, l'arte, il territorio”, risulta fondamentale affinché il bambino possa integrare i diversi aspetti della realtà e riflettere sui comportamenti corretti per la tutela dell'ambiente e delle sue risorse. In una fase storica in cui le condizioni umane ed ecologiche, sia locali che globali, richiamano tutti ad un forte senso di responsabilita ̀ e sobrietà, la scuola riveste un ruolo primario nell'educare alle “buone pratiche” per uno “sviluppo sostenibile”e alla cittadinanza attiva e partecipata. Diventa sempre più importante ri-educare, adulti e bambini insieme, ad una logica che abbia a cuore la natura e le sue risorse per evitare danni all'ecosistema, ma anche sprechi, consumi eccessivi ed immotivati che già nelle piccole azioni di ogni giorno possono essere evitati. La consapevolezza dei crescenti problemi di inquinamento ci porta ad educare le nuove generazioni ad una cultura dell'attenzione e del rispetto di regole condivise per la tutela del mondo e delle sue fonti: naturali, energetiche, vegetali, animali.

Educazione ambientale: presentazione

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a ser v zione s o

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OSSERVIAMO IL GIARDINO Il metodo: OUTDOOR EDUCATION La tecnica: ESPLORAZIONE DIRETTA

LA CONOSCENZA DEL MONDO

COMPETENZE DI BASE IN MATEMATICA, SCIENZE E TECNOLOGIE: conoscere le caratteristiche degli elementi della natura.

Spazio: giardino Tempi: circa un’ora

Rechiamoci in giardino per una prima esplorazione e un primo approccio alla natura. Facciamo osservare ai bambini gli alberi e il prato del giardino. Sottolineiamo che l'erba e gli alberi non sono sempre uguali: l'erba è sempre verde, ma può essere lunga, oppure corta, umida o secca. Gli alberi hanno forme e altezze diverse e anche le foglie hanno forme e colori diversi. Facciamo raccogliere ai bambini un po' d'erba, i fiori che riescono a trovare nel prato, le foglie che più gli piacciono, pigne e pezzetti di corteccia, che potranno servirci per i lavori in classe.

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Cittadinanza attiva: EDUCAZIONE AMBIENTALE


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IL COLLAGE DEL GIARDINO Il metodo: PEDAGOGIA DINAMICA La tecnica: DIDATTICA LABORATORIALE

IMMAGINI, SUONI, COLORI

IMPARARE A IMPARARE: disegnare, dipingere, realizzare semplici manufatti.

Materiale occorrente: • Un grosso foglio di carta spessa • Materiali naturali tipo erba, foglie, corteccia, pigne, sassolini, ecc • Colori a tempera • Colla • Pennarelli

Spazio: sezione Tempi: circa un’ora

Facciamo realizzare ai bambini un collage del loro giardino, servendosi degli elementi che hanno raccolto e portato in classe dopo l'uscita. Realizziamo gli alberi con i pezzetti di corteccia e con dei pezzettini di foglie. Realizziamo il prato con l'erba e i fiori. Arricchiamo con sassolini, pigne e foglie intere. Coloriamo il cielo con le tempere, per completare il lavoro.

L’ERBARIO

Raccogliamo le piante, i fiori e le foglie che vogliamo inserire nel nostro erbario (possiamo iniziare con gli elementi che si trovano nel nostro giardino e ampliare, poi, nel corso dell'anno). Essicchiamo le nostre piante: sistemiamo ogni elemento tra due fogli di giornale che inseriremo in mezzo a due pezzi di compensato. Una volta che le nostre piantine si saranno seccate, attacchiamole sui fogli di carta bianca con una colla resistente, per esempio quella per il legno, e proteggiamole con un foglio di carta velina sopra. Educazione ambientale: attività di gruppo

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co rac nto

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L’ALBERO È AMICO DELL’UOMO Il metodo: M. MONTESSORI

La tecnica: STORYTELLING

I DISCORSI E LE PAROLE

COMUNICARE NELLA MADRE LINGUA: comprendere messaggi e morale di un racconto.

Spazio: angolo lettura Tempi: circa un’ora

C’era una volta un albero che voleva bene a un bambino che ogni giorno giocava con lui: raccoglieva le foglie e ci faceva la corona per giocare al re della foresta, si dondolava sui rami, si nascondeva dietro il tronco, ci si arrampicava e quando era stanco si sedeva all’ombra della sua chioma. Il tempo passò, il bambino diventò grande e non andò più a giocare con l’albero. Un giorno il giovanotto tornò e l’albero gli disse: – Vieni a giocare con me, dondolati sui miei rami. Il ragazzo rispose: – Sono troppo grande, vorrei aver i soldi per comperarmi tante cose. – Mi dispiace, – disse l’albero. – io non ho i soldi, ma prendi le mie mele e portale a vendere, così avrai i soldi e sarai felice. Passò tanto tempo, il ragazzo non tornava e l’albero era triste. Un giorno il giovane tornò e l’albero gli disse: – Vieni a giocare con me, dondolati sui miei rami. L’uomo disse: – Sono troppo grande, ora voglio sposarmi e mi serve una casa, tu me la puoi dare? L’albero rispose: – Una casa non ce l’ho, ma puoi tagliare i miei rami e farne una casa, così sarai felice. L’uomo prese i rami e li portò via. Passò tanto tempo, l’uomo non tornava più e l’albero era triste. Un giorno ritornò e l’albero disse : – Vieni a giocare con me, dondolati sui miei rami. L’uomo rispose: – Sono troppo grande ormai per fare queste cose,

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Cittadinanza attiva: EDUCAZIONE AMBIENTALE


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vorrei una barca per vedere tutti gli altri paesi. L’albero rispose: – Prendi il mio tronco e facci la barca, così sarai felice. L’uomo prese il tronco e ci costruì la barca. Passò molto tempo e l’uomo, un giorno, ritornò dall’albero: – Mi dispiace non ho più niente, mi è rimasto solo il ceppo. L’uomo rispose : – Sono troppo vecchio, le mele sono troppo dure per i miei denti, non gioco più sui rami e sono molto stanco. – Bene, – disse l’albero. – un vecchio ceppo è perfetto per riposare. Ora l’uomo e l’albero erano insieme e felici. Shel Silverstein, Ad. da L’albero, Salani

- Chi sono i protagonisti della storia? - Cosa faceva il bambino? - L'albero come si sentiva? - Quando è cresciuto cosa è successo? - L'albero come rispondeva? - E da vecchio? - L'albero lo ha abbandonato? - Cosa ti fa pensare questa storia? Educazione ambientale: racconto

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sentazione grafic e r p a rap

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Facciamo rappresentare ai bambini i diversi momenti della storia. 2

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– Dondolati sui miei rami!

– Il bambino gioca con l’albero.

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– Prendi le mie mele!

– Prendi il mio tronco!

– Prendi i miei rami!

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7

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– Il ragazzo ha costruito la casa.

4

– Costruirò una barca.

– Un vecchio ceppo è perfetto per riposare.

A COSA SERVONO GLI ALBERI? Il metodo: RICERCA

La tecnica: DIDATTICA LABORATORIALE

IL SÉ E L’ALTRO

Spazio: sezione

COMPETENZE CIVICHE E SOCIALI: discutere sull'utilità della natura alla vita dell'uomo. Tempi: circa un’ora

Dopo aver letto la storia “L’albero è amico dell’uomo” invitiamo i bambini a pensare in quanti modi un albero può essere utile alle nostre vite. Chiediamo ai bambini di illustrare, con la tecnica che preferiscono, alcune delle considerazioni emerse.

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Cittadinanza attiva: EDUCAZIONE AMBIENTALE


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Martina: gli alberi ci danno i fiori da regalare alla mamma e alla sposa. Daniele: servono agli uccelli che ci fanno i nidi per viverci.

Stefania: serve per fare i mobili, le porte, le mensole, le persiane, i tavoli e le sedie.

Giulio: gli alberi si fanno crescere perché così ci danno l’ossigeno che è quello da respirare.

Luca: serve con le radici a tenere ferma la terra che se no può fare le frane.

Samuele: l’albero ci dà la legna da mettere nel caminetto per far fuoco e riscaldarci quando è freddo.

Silvia: ci danno i frutti che sono le mele, le pere, le banane, le pesche e le ciliege.

Educazione ambientale: rappresentazione grafica

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ita didattica c s u

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AMICO ALBERO Spesso, nell’immaginario dei bambini, l’albero rappresenta un’entità forte e sicura, accogliente e saggia. I bambini scopriranno quanto sia prezioso ogni albero, concetto che potremo estendere anche ad altri elementi naturali.

LA STORIA DELL’ALBERO

Conduciamo i bambini ad osservare da vicino un albero e raccontiamo loro che l’albero è come una casa, una grande casa dove molti uccellini fanno il loro nido tra i rami. La corteccia, che sembra così seria e rude è invece dolcissima con le coccinelle, con gli scarabei e altri piccoli insetti. Lascia che animali più grossi, come gli scoiattoli o le civette, si nascondano tra le pieghe della sua “pelle” e accetta che si rintanino nelle sue “stanze”. Insomma, ogni albero è una vivacissima “casa” piena di amici. I bruchi, dopo aver mangiato le foglie, appena sentono i brividi dell’inverno, si rinchiudono in bozzoli e dormono sicuri tra i rami del grande amico del bosco per poi uscire a primavera trasformati in bellissime farfalle e lo rallegrano con balli variopinti. Insieme ai bambini, nel bosco possiamo raccogliere dei semi per

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Cittadinanza attiva: EDUCAZIONE AMBIENTALE


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poi piantarli prima in un vaso e poi in giardino: vedere spuntare radici e germogli ha qualcosa di magico e aiuta ad accrescere in loro il senso di rispetto e di protezione verso un essere vivente. Lasciamo che i bambini raccolgano tutto quello che attira la loro attenzione: foglie, funghi, piccoli insetti, muschio, legnetti, ecc. In questo modo i bambini prendono confidenza con l’ambiente, scoprendone le caratteristiche percettive: i suoi colori, i suoi odori, le diverse sensazioni tattili. Educazione ambientale: uscita didattica

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ormazione inf

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Giungeremo insieme alla conclusione che l’albero si prende cura di noi ed è nostro dovere proteggerlo. A questo proposito è fondamentale sensibilizzare i bambini alla raccolta e al riciclo della carta.

DALL’ALBERO AL FOGLIO

Per fabbricare la carta occorre prendere il legno degli alberi. Il legno deve essere spezzettato e sminuzzato. Poi si aggiunge l’acqua e si forma così una poltiglia collosa, che poi viene fatta passare attraverso dei rulli e messa a seccare. Si ottengono così i fogli di carta. Parliamo un po’ con i bambini di questo processo, chiediamo loro cosa sapevano sul modo in cui si fabbrica la carta; informiamoli sul fatto che la carta si produce nelle cartiere, diciamo loro dove si trovano le più importanti e se ci sono nella nostra regione. Concludiamo facendo notare ai bambini che all’inizio di tutto c’è un albero; per fare i fogli di carta occorre il legno degli alberi, che devono essere tagliati. E aggiungiamo: - è un vero peccato tagliare gli alberi: non solo sono belli da vedersi, sono anche utili per tutti gli esseri viventi. C’è qualcosa che possiamo fare per salvare gli alberi: riciclare la carta!

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Cittadinanza attiva: EDUCAZIONE AMBIENTALE


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Carta riciclata Per fare un foglio ci vuole il legno per fare il legno ci vuole un albero per fare un albero ci vuole il seme per fare il seme ci vuole il frutto per fare il frutto ci vuole un fiore per fare un fiore ci vuole un albero.

Prendiamo spunto dalla canzone per dividere i bambini in piccoli gruppi e affidiamo, ad ogni gruppo, un capoverso della canzone. Seguendo il testo della canzone, ogni gruppo ricerca sui giornali gli elementi presenti nella propria frase e incolla su un cartellone le immagini trovate. Il primo gruppo quindi cercherĂ le immagini di un foglio di carta e del legno; il secondo, le immagini del legno e di un albero, e cosĂŹ via. Alla fine mettiamo in ordine tutte le immagini e otteniamo questo schema:

Educazione ambientale: attivitĂ di gruppo

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ità di gruppo v i t at

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SALVA UN ALBERO: RICICLA LA CARTA! Il metodo: PEDAGOGIA DINAMICA La tecnica: COOPERATIVE LEARNING

LA CONOSCENZA DEL MONDO

IMPARARE A IMPARARE: assumere comportamenti di rispetto verso l’ambiente.

Spazio: sezione

Tempi: circa un’ora

Recuperiamo un cartone da imballaggio e disegniamoci sopra un grande albero; dipingiamolo insieme ai bambini e poi ritagliamolo. Sotto al grande albero mettiamo uno scatolone, che diventa il nostro contenitore della carta da riciclare: ogni settimana verrà svuotato a turno da un bambino.

LA CARTA RICICLATA

Quanti alberi bisognerà tagliare per avere tutta questa carta? Tantissimi, anzi, certamente troppi! Abbiamo imparato che l’albero è un bene prezioso, perché serve a moltissime cose! Per questo la carta non va sprecata e, una volta scritta, se possibile, andrebbe “riciclata”. Ma cosa significa questa parola? Cosa si fa con la carta che noi mettiamo nei raccoglitori delle nostre città? Proviamo insieme a riciclare la carta!

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Cittadinanza attiva: EDUCAZIONE AMBIENTALE


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Per capire un po’ di più come si fabbrica la carta e soprattutto che cos’è la carta riciclata, di cui anche loro hanno sentito parlare, proponiamo ai bambini un nuovo esperimento: riutilizzare i ritagli di carta per fare un nuovo foglio. Possiamo usare la macchina fotografica e riprodurre ogni sequenza, così da avere una documentazione del percorso seguito. Sminuzziamo il più possibile i ritagli di carta, mettiamoli nella bacinella e aggiungiamo l’acqua tiepida fino ad impregnarli. Mescoliamo a turno con il bastone e impastiamo il composto con le mani. Stendiamo il composto sul telo (o retina) spianandolo con il mattarello per farlo sgocciolare e, quindi, essiccare. Ripetiamo l’operazione più volte affinché tutti i bambini abbiano la possibilità di compiere l’esperimento e così potremo anche preparare più fogli. Quando i nuovi fogli sono pronti, proponiamo ai bambini di usarli così: - uno lo incolliamo come etichetta-simbolo sul contenitore della carta da riciclare; - gli altri li usiamo come supporti, come piccole “tele” su cui dipingere. Sull’etichetta simbolo incolleremo anche il logo del riciclaggio.

Educazione ambientale: attività di gruppo

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ità di gruppo v i t at

AL LAVORO

Durante il procedimento c'è il rischio di sporcare, quindi per proteggere il tavolo appoggiamo dei giornali o altre protezioni per mantenere pulita la superficie. 1. Strappiamo la carta in tanti piccoli pezzi. Mettiamoli in una bacinella e rovesciamoci dell’acqua. 2. Aiutandoci con i mattarelli pestiamo la carta, fino ad ottenere una molle poltiglia.

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Cittadinanza attiva: EDUCAZIONE AMBIENTALE


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3. Strizziamola e mettiamone dei mucchietti sul tavolo, sul quale avremo già steso le tovaglie. 4. Col mattarello stendiamo i mucchietti di pasta di carta, lasciando che perdano l’acqua in eccesso. Poi portiamo i fogli, con tutta la tovaglia, ad asciugare all’aperto.

Educazione ambientale: attività di gruppo

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GIOCHI LOGICI Il metodo: STEM

La tecnica: GIOCHI STRUMENTALI

LA CONOSCENZA DEL MONDO

COMPETENZE DI BASE IN MATEMATICA, SCIENZE E TECNOLOGIE: compiere prime operazioni logico-matematiche.

Spazio: sezione Tempi: circa un’ora

CLASSIFICAZIONI

Raccogliamo insieme ai bambini le foglie di piante diverse, sistemiamole su un grande foglio di carta e impariamo a classificarle raggruppando quelle uguali per forma.

SERIAZIONI

Quando abbiamo discriminato e classificato le foglie, possiamo seriare quelle uguali (dalla più grande alla più piccola e viceversa), costruire ritmi di foglie uguali (grande-piccola-grande...) o ritmi a due alternanze con foglie diverse (una foglia di platano-una foglia di tigliouna foglia di platano...) o ritmi a tre alternanze (vite-tiglio-platano-vite...).

LA FOGLIA GEMELLA

Dopo aver fatto una bella raccolta di foglie, nelle quali ci siano sempre coppie di foglie uguali, possiamo progettare tanti giochi che permettono di sviluppare le capacità di osservazione, confronto e discriminazione: - i bambini ordinano le foglie: sovrappongono e abbinano quelle

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uguali; - il capogioco (insegnante o bambino) isola una foglia qualsiasi, la mostra ai partecipanti e li invita e cercare quella uguale; - il capogioco distribuisce un numero consistente (5, 6, 8, 10...) di foglie a ciascun partecipante e ne tiene alcune per sé. Mostra a una a una le sue foglie, le appoggia sul tavolo e invita i bambini a sovrapporre quelle che hanno forma uguale.

FOGLIE E QUANTITÀ

Predisponiamo un cartellone sul quale disegniamo 2 alberi di media dimensione e appendiamolo al muro in sezione. Proponiamo ai bambini attività di quantificazione giocando a incollare foglie sulle chiome (utilizziamo le foglie raccolte e incolliamole con un po’ di scotch sul retro), in base alle seguenti indicazioni: • TANTE FOGLIE - POCHE FOGLIE • UNA FOGLIA - NESSUNA FOGLIA • 2-3-4-5-6-7-8-9-10 FOGLIE Proponiamo di contare, di volta in volta; procediamo alla simbolizzazione su foglio: disegniamo gli alberi con le diverse quantità e facciamo corrispondere a ciascuna quantità una crocetta nell’istogramma che avremo disegnato su un lato del foglio. Con i bambini più grandi associamo al simbolo della quantità quello numerico.

Educazione ambientale: giochi logici

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RISPETTIAMO GLI ALBERI Creiamo con i bambini un cartellone che contenga le regole per prenderci cura al meglio dei nostri amici alberi. Possiamo prendere un foglio di carta da pacchi e disegnare un grande albero, sui cui rami incolleremo le raccomandazioni che verranno fuori dalla discussione in sezione.

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PESCIOLINI IN PERICOLO Il metodo: M. MONTESSORI

La tecnica: STORYTELLING

I DISCORSI E LE PAROLE

COMUNICARE NELLA MADRE LINGUA: comprendere messaggi e morale di un racconto.

Spazio: angolo lettura Tempi: circa un’ora

Alla pesciolina Mina piace sguazzare nell’acqua fresca del fiume. Nuotando felice da mattina a sera, non si accorge nemmeno del tempo che passa. La mamma deve sempre chiamarla più volte per la cena perché lei è troppo presa dalle sue acrobazie per accorgersi che il sole sta tramontando sul fiume! Un giorno Mina, nuotando, incontra Pino, un pesciolino verde e birichino. I due cominciano a giocare insieme, scappano e s’inseguono, fanno capriole e piroette in acqua, ma a un certo punto qualcosa li ferma, non riescono più a muoversi! I due pesciolini si agitano, muovono le pinne, ma non c’è niente da fare, non riescono a ripartire, sono intrappolati e non sanno cosa fare! – Aiuto, aiuto, qualcuno ci salvi! – gridano spaventati, ma non c’è nessun altro pesce lì intorno, nessuno può sentirli. Le forze cominciano a mancare e Mina e Pino sono sempre più disperati: come faranno a tornare dalle loro mamme? Educazione ambientale: racconto

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co rac nto

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In quel momento Robi, un bambino, passeggiando lungo il fiume, vede i due piccoli amici intrappolati dentro una busta di plastica, corre da loro e li libera. I due pesciolini guizzano fuori felici e cominciano a saltare fuori dall’acqua facendo piroette davanti agli occhi divertiti del bambino. – Grazie, grazie, ci hai liberato, ora possiamo tornare dalle nostre mamme! Robi non può capire il loro linguaggio, ma capisce che sono felici di non essere più bloccati da quella brutta busta di plastica. Sa di averli salvati ed è molto contento di vederli nuotare di nuovo, pieni di energia. Il bimbo saluta Mina e Pino e riprende la sua passeggiata. Il fiume è molto bello, ma è pieno di rifiuti sparsi dappertutto. Perché ci sono persone che inquinano i fiumi, il mare, l’aria e la terra senza pensare alle conseguenze? Tutti dovremmo difendere la natura e non metterla più in pericolo, il mondo sarebbe più bello e tutti noi saremmo di certo più felici! Valeria Forconi

• Cosa fa Mina da mattina a sera? • Chi incontra un giorno? • Cosa succede ai due pesciolini? • Chi li salva? • Perché è triste il bambino? • Cosa pensi delle persone che inquinano l’ambiente? • Tu cosa fai per difendere la natura?

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Cittadinanza attiva: EDUCAZIONE AMBIENTALE


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UNA GITA AL FIUME Il metodo: RICERCA

La tecnica: ESPLORAZIONE

LA CONOSCENZA DEL MONDO

COMPETENZE IN MATEMATICA, SCIENZE E TECNOLOGIE: acquisire comportamenti di rispetto verso l’ambiente.

Spazio: fiume Tempi: circa tre ore

Organizzare una gita al fiume è molto utile, sia per far conoscere meglio ai bambini il territorio in cui essi vivono, sia per farli entrare a contatto con un ambiente naturale che dovranno imparare a rispettare e a difendere. La giornata potrà cominciare con una bella passeggiata tra la vegetazione tipica dell’ambiente fluviale.

Elena:

Michele:

– Che bello, andiamo tutti al fiume!

– Ci sarà un serpente tra l’erbetta?

Si potrà chiedere l’accompagnamento di una guida che indicherà e farà conoscere ai bambini le piante e gli animali. La guida (della quale, all’occorrenza, potremo fare le veci) spiegherà ai bambini che il fiume nasce da un monte e dal monte corre, corre, corre finché non sfocia in un altro fiume più grande, in un lago, oppure nel mare. Nei periodi in cui piove e nevica il

Educazione ambientale: uscita didattica

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u

ta didattica i c s

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fiume è molto grande, pieno d’acqua che scorre tumultuosa; nei periodi in cui piove poco e c’è siccità, il fiume si assottiglia fino a diventare un rivoletto. Se i bambini si mostreranno incuriositi, si potrà provare a insegnare loro i termini legati al fiume e costruire, al rientro in sezione, un plastico che rappresenti la 'strada' del fiume, i suoi paesaggi, la sua struttura nelle varie fasi.

Luca: – Chi ci vive qui?

Andrea: – Guarda, sembra il tunnel della casa degli orrori!

Sorgente: è il punto da cui nasce il fiume. Letto: è il terreno su cui il fiume scorre. Anse: sono le curve descritte dal fiume. Foce: è il punto in cui il fiume si butta nel mare.

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Cittadinanza attiva: EDUCAZIONE AMBIENTALE


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Educazione ambientale: uscita didattica

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a ser v zione s o

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GRANDE E PICCOLO AL FIUME Il metodo: RICERCA

La tecnica: DIDATTICA LABORATORIALE

LA CONOSCENZA DEL MONDO

COMPETENZE DI BASE IN MATEMATICA, SCIENZE E TECNOLOGIE: compiere le prime operazioni logico-matematiche.

Materiale occorrente: • Elementi raccolti al fiume (o fotografie) • Fogli bianchi A3 • Pennarelli colorati

Spazio: sezione Tempi: circa un’ora

Lungo il fiume si trovano tanti elementi interessanti: sassi, sabbia, foglie, ecc. (se necessario potremo mostrare ai bambini gli elementi raccolti come “promemoria” dell’uscita didattica). Facciamo notare che lo stesso elemento può avere, a volte, forme e misure diverse: ci sono sassi grandi e piccoli, foglie grandi e piccole, pezzi di corteccia grandi e piccoli e così via.

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Cittadinanza attiva: EDUCAZIONE AMBIENTALE


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Dividiamo i fogli in due parti con una linea di pennarello, orizzontale, poi creiamo delle caselle con delle linee verticali: nelle caselle che si trovano in alto i bambini disegneranno gli elementi grandi che hanno visto al fiume, nelle caselle corrispondenti, in basso, gli stessi elementi piccoli.

La mia barchetta Nero, buio è il fiume. E la sabbia è dorata. Va tra le lunghe file di alberi. Trascina verdi foglie e fiocchetti di spuma, vi galleggia la mia barchetta‌ Il fiume va e va, oltrepassa il mulino, oltrepassa il villaggio e la collina. E sul fiume che va altri bimbi troveranno sulla sponda la mia barchetta. L. Stevenson

Educazione ambientale: poesia

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riciclo

TITO, AMICO DEL MONDO PULITO! Il metodo: STEM

La tecnica: ROBOTICA

LA CONOSCENZA DEL MONDO

IMPARARE A IMPARARE: assumere comportamenti di rispetto verso l’ambiente.

Spazio: sezione Tempi: circa un’ora

Presentiamo ai bambini un simpatico personaggio. Tito è un animale curioso: ha la testa di un dinosauro, il corpo di un canguro, le ali e delle zampe fatte con delle bottiglie di plastica. Questo personaggio adora la pulizia e l’ordine, infatti la sua caratteristica è quella di guardare sempre per terra. Appena trova una sporcizia la raccoglie e, come se non bastasse, divide i rifiuti: la carta la butta in un container verde, il vetro in un container rosso, la plastica in un container azzurro. Il nostro amico è capace di macinare tutti i rifiuti per riutilizzarli successivamente. Questo personaggio avrà la funzione di consolidare atteggiamenti di rispetto verso l’ambiente, dei quali, uno dei più importanti, è certamente la raccolta differenziata!

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TITO IL PUPAZZO Materiale occorrente: • Carta da pacchi • Tappi di bottiglie • Lattine • Pezzi di plastica • Bottoni, spago • Giornali e riviste • Lana • Forbici, colla • Cannucce

Disegniamo sulla carta da pacchi il personaggio Tito. Facciamo realizzare il personaggio con tutti i materiali di recupero a disposizione. Quando il personaggio è completo, ritagliamo una sagoma identica al nostro Tito e incolliamolo. Fissiamo dei pezzetti di cannucce tagliate sul retro con della colla a caldo e facciamo passare lo spago nelle cannucce. Raggruppiamo tutti i fili che si allungano, facendoli passare per un rotolino di cartone che ha la funzione di non farli intrecciare tra loro, e tiriamo i fili facendo muovere le varie parti di Tito.

RICICLIAMO

Proponiamo ai bambini, successivamente, una scheda in cui sono rappresentati i tre container e facciamo disegnare accanto a ciascuno ciò che Tito vi getterà dentro. Educazione ambientale: riciclo

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Il bambino disegna vicino a ogni container i rifiuti che Tito getterĂ .

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RICICLIAMO! È molto importante far comprendere ai bambini l’importanza di salvaguardare l’ambiente riciclando i rifiuti: il riciclaggio è l’unica possibilità concreta che abbiamo attualmente per risolvere il problema gravissimo dello smaltimento dei rifiuti. Ognuno di noi sa bene come qualsiasi prodotto che consumiamo (alimenti, detersivi, acqua in bottiglia, detergenti…) ha una confezione che viene buttata nella spazzatura. Si tratta di una quantità enorme di materiali (plastica, carta, latta, vetro…) che, una volta gettata nel sacchetto, verrà distrutta e quindi perduta per sempre. Il riciclaggio è d’importanza fondamentale perché: – Permette di ridurre al minimo la parte di spazzatura da distruggere, limitandola solo agli avanzi di cibo e a pochi materiali che non si possono riciclare. – Consente di recuperare i materiali come plastica, carta, cartone, ferro, vetro, che possono essere riutilizzati per produrre altre merci. – Permette di recuperare migliaia di tonnellate di materiali, che altrimenti verrebbero bruciati attraverso l’inceneritore che è, a sua volta, fonte di inquinamento. Educazione ambientale: riciclo

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Disegniamo su un grosso foglio di carta da pacchi tre sacchi per rifiuti e dipingiamoli con tempere di colori diversi. Scriviamo sopra ognuno di essi la tipologia di rifiuti che deve contenere: plastica, vetro e lattine, carta. Accertiamoci che tutti i bambini riescano ad associare il colore giusto ai diversi rifiuti. Consegniamo ai bambini riviste e giornali e invitiamoli a cercare immagini di elementi da “gettare” nella raccolta differenziata: bottiglie di vetro e di plastica, lattine delle bibite o dei cibi in scatola, sacchetti di carta, ecc. Quando ogni bambino avrà trovato almeno un “rifiuto” dovrà ritagliarlo e andare ad incollarlo sul sacchetto giusto.

DIFFERENZIAMO DAVVERO!

Dopo aver compreso come si differenziano i rifiuti, proviamo a farlo davvero in sezione! Appoggiamo tre seggioline contro una parete libera e appoggiamo su due di esse due sacchetti di colori diversi per la plastica

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e il vetro (preferibilmente scegliendo gli stessi colori utilizzati per l’attività precedente) e uno scatolone per la carta (dipingiamolo utilizzando il colore che nell’attività precedente abbiamo assegnato alla carta). Prendiamo tre fogli di carta e scriviamo con i pennarelli: “carta”, “plastica” e “vetro”. Attacchiamo le scritte sulla parete della raccolta differenziata, collocandole sopra il contenitore corrispondente. I bambini, per gettare via i rifiuti, dovranno prima riconoscerne la tipologia e poi individuare il contenitore giusto.

UNA PASSEGGIATA ECOLOGICA

Quando i sacchetti saranno pieni… Andiamo a gettarli nei cassonetti! I bambini si divertiranno molto e avranno occasione di osservare “dal vero” i contenitori per la raccolta differenziata. Possiamo proseguire la passeggiata camminando un po’ per la città e osservandola bene. Facciamo notare ai bambini come la città sia spesso inquinata da rifiuti gettati a terra, da gas di scarico, ecc. Non sarebbe più bella senza sporcizia, senza rifiuti, con il cielo azzurro?

Educazione ambientale: differenziare

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riciclo

L’OMINO DEL DETERSIVO Materiale occorrente: • Una bottiglia di detersivo o di ammorbidente • Pannolenci verde e marrone • Quotidiani • Tempere • Bottoni • Forbici e colla • Spillatrice

Accartocciamo un foglio di quotidiano e diamo forma alla testa (una palla) e ai capelli del pupazzo (possiamo fare dei rotolini attorcigliati). Pitturiamo la testa con la tempera rosa, facciamo gli occhi con il marrone e la bocca con il rosso. Dal pannolenci verde ritagliamo un mantello che fisseremo con due punti di spillatrice alla bottiglia che sarà il corpo dell’omino. Dal pannolenci marrone ritagliamo i pantaloni che fisseremo alla bottiglia con un po’ di colla. Con i fogli di quotidiano realizziamo anche le scarpe che pittureremo con la tempera marrone e fisseremo alla base dei pantaloni con un punto di spillatrice. Dal pannolenci verde ritagliamo una corona e incolliamola sulla testa.

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Cittadinanza attiva: EDUCAZIONE AMBIENTALE


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Di quanti colori è il cielo? Di quanti colori è il cielo? Di milleduecento e ne sono contento. Qual è la notizia del momento? Siamo vicini al disastro: rischiamo un cielo da impiastro, se non ci diamo da fare per smettere di inquinare non avremo più neanche il mare!

Inquinamento Inquinamento, inquinamento! Questa parola ogni giorno sento. Vorrei tornare indietro nel tempo quando sulla Terra c’era l’atmosfera: farei volare un aquilone come vola un vero airone, nel cielo sconfinato e incantato.

Una città pulita Una città pulita è ciò che voglio per tutta la vita. Mi devo impegnare, non basta solo sognare. L’aiuola del parco è anche mia che bellezza allora sapere di ecologia! Mi servirà per conoscere il mio mondo perché sia sempre splendente a tutto tondo.

Educazione ambientale: poesie e filastrocche

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LA CITTÀ DI TUTTI Spesso la città agli occhi di un bambino risulta un groviglio di suoni, rumori e confusione. Eppure è necessario far comprendere che anche essa ha le sue regole e organizzazione. Partendo dall'educazione stradale alla strutturazione degli spazi comuni, al rispetto per la funzione di ogni persona che la vive. Dall'osservazione della realtà, dalle esperienze e dalla valorizzazione delle conoscenze acquisite dal bambino si giungerà alla consapevolezza che in tutti gli ambienti, anche se diversi per caratteristiche

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Cittadinanza attiva: EDUCAZIONE STRADALE


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fisiche e biologiche, vigono normative e mezzi di segnalazione universalmente riconosciuti e rispettati. L’interiorizzazione, fin dalla prima infanzia, dei comportamenti corretti da tenere, assume un significato fondamentale nel percorso di crescita del bambino in qualità di futuro cittadino e di utente consapevole e responsabile del sistema stradale e di tutti gli spazi comuni. Ed è in questa prospettiva che conoscere gli spazi e i comportamenti adeguati in città, acquista una funzione sempre più importante all’interno della progettazione della scuola dell’infanzia, perché sviluppa la sicurezza dei bambini, aiutandoli a conoscere le regole e le figure di riferimento alle quali possono appoggiarsi in caso di necessità; sollecita la conoscenza dei linguaggi che incontra in ambiti diversi dal suo, che hanno una rilevanza educativa considerevole.

Filastrocca della città Rumori, luci, gente in città: tram, bus, semafori, uffici, case e venditori. Quante cose nuove ogni giorno sono curioso e voglio guardarmi intorno! C. Gattella

Educazione stradale: presentazione

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co rac nto

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FIORE, UN BAMBINO CORAGGIOSO! C’era una volta, in un paese pieno di confusione, un bambino di nome Fiore, era un bambino come voi: andava a scuola, guardava la Tv, andava in palestra e giocava. Amava tanto giocare all’aria aperta con i suoi amici, ma un giorno, mentre erano fuori che giocavano, la palla rotolò in mezzo alla strada: Fiore corse per andare a raccoglierla, ma un automobilista molto indisciplinato lo investì. Era una cosa molto comune in quel paese visto che non esistevano i semafori, le strisce pedonali, i marciapiedi e tanto meno i segnali stradali. La mamma del bambino era molto preoccupata e una sera, mentre era in ospedale vicino al suo bambino, espresse un desiderio e una promessa: se Fiore, fosse uscito dal pericolo, avrebbe lottato con tutte le sue forze per mettere fine a quella confusione che regnava nel loro paese. Per fortuna: nel giro di qualche giorno Fiore guarì e la mamma gli raccontò della sua promessa. Il bambino, che era molto affezionato alla sua mamma, decise di aiutarla in quel compito così difficile. Invitò tutti i suoi amici per una merenda a casa sua e in quella sede raccontò loro del progetto, gli altri bambini furono felici di aiutarlo e anche le loro madri. Decisero di andare a parlare con il sindaco per spiegare che in quel paese non si poteva più vivere senza delle regole. Il sindaco, che

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era un uomo anziano, decise di pensarci. L’uomo non riusciva a darsi pace: in fondo, i bambini e i genitori non avevano chiesto niente di impossibile. Comprare dei segnali, far costruire dei marciapiedi, insomma, sistemare la città in modo più moderno era una cosa fattibile! Così riunì tutte le autorità e fece approvare quell’idea così bella. Ma, in cambio, chiese a Fiore di aiutarlo a disegnare i segnali stradali. Il bambino accettò di buon grado e si mise subito al lavoro, erano così tanti i segnali da preparare!!! Claudia Gattella

• Cosa successe a Fiore? Perché? • Cosa mancava nel paese? • Come risolsero il problema? • Anche nella nostra città c’è tanta confusione?

RAPPRESENTIAMO LA CITTÀ DI FIORE

Educazione stradale: racconto

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A COSA SERVE LA STRADA? Proponiamo ai bambini una passeggiata per la città e al rientro verifichiamo le conoscenze acquisite. - Cos'è la strada? A cosa serve? - Chi va sulla strada? - Dove devono camminare i pedoni? - Cosa sono le strisce pedonali? - Come si fa ad attraversare la strada?

In giro per la città

Sul marciapiede va il pedone come tutte le persone però per attraversare sulle strisce deve andare. Sulla strada un ciclista corre come fosse in pista, ma il ciclista ligio e abile sceglie la pista ciclabile. Corre l'auto sulla strada nella giusta carreggiata strisce bianche e segnali sono aiuti assai speciali. L'autobus per la città quanta gente porterà? La sua corsa è a puntate: Attenzione alla fermate! dal web www.icscasellapedara.gov.it

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PERCORSI STRADALI Il metodo: AUCOUTURIER

La tecnica: VITA PRATICA

IL CORPO E IL MOVIMENTO

CONSAPEVOLEZZA ED ESPRESSIONE CULTURALE: costruire ed eseguire percorsi.

Spazio: sezione Tempi: circa un’ora

Costruiamo alcuni percorsi in sezione o in palestra, con il supporto di nastri o funi, poi invitiamo i bambini a percorrere le strade (strette, larghe, a curve, dritte...). Riproponiamo vari percorsi sullo spazio foglio e lasciamo che i bambini segnino il tracciato con colori diversi per strade diverse. Facciamo costruire percorsi anche con le costruzioni, per esempio una strada del centro o il percorso casa-scuola...

I NOMI DELLE STRADE Un’altra caratteristica delle strade: tutte hanno un nome.

Io mi chiamo ................................................................................................................................... La strada dove abito si chiama ........................................................................................ La strada della scuola si chiama .....................................................................................

Educazione stradale: attività di gruppo

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or mazione f in

LE STRISCE PEDONALI Il metodo: RICERCA

La tecnica: FUNZIONI STRUMENTALI

LA CONOSCENZA DEL MONDO

COMPETENZE DI BASE IN MATEMATICA, SCIENZE E TECNOLOGIE: conoscere le funzioni della segnaletica.

Spazio: sezione Tempi: circa un’ora

Spieghiamo ai bambini la funzione del marciapiede: è la strada dei pedoni; è assolutamente vietato circolare con mezzi con le ruote sopra il marciapiede; quando si cammina a piedi è obbligatorio usarlo sempre. Proponiamo immagini in bianco e nero rappresentanti la strada e chiediamo ai bambini di colorare solo i marciapiedi di rosso.

LE STRISCE PEDONALI SONO UN “PONTE”

Le strisce pedonali sono un ponte per far passare i pedoni e le auto, così come tutti i mezzi di trasporto, si dovrebbero fermare, per farli passare. Purtroppo non sempre accade, ma è bene che i bambini conoscano questa regola: ovviamente anche i pedoni hanno le loro regole, infatti ogni volta che devono attraversare, anche se sono sulle strisce, hanno l’obbligo di guardare a destra e a sinistra, assicurandosi che non arrivino automezzi o che questi si fermino. Disegniamo su un foglio le strisce pedonali e lasciamo che i bambini ritaglino delle figure di persone che incolleremo sulle strisce.

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Cittadinanza attiva: EDUCAZIONE STRADALE


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I SEGNALI STRADALI Possiamo proporre alcune schede dove sia necessario individuare le forme geometriche. Si dovrà associare il colore alla forma corrispondente. Per verificare, possiamo fare un gioco in cui tutti i bambini siano invitati a individuare nella sezione tre oggetti a forma di cerchio, tre oggetti a forma di triangolo, tre oggetti a forma di quadrato e raggrupparli. Materiale occorrente:

I SEGNALI DEI BAMBINI

Tagliamo i fogli di polistirolo in tanti • Cartoncino pesante cerchi di circa 25 cm di diametro, qua• Fogli spessi di polidrati e triangoli di 22 cm di lato.Tastirolo gliamo dal cartone pesante dei cerchi • Colori acrilici o temdi 25 cm di diametro, dei quadrati e pere triangoli di 22 cm di lato. • Nastro adesivo Disegniamo sulle forme di cartone, con • Appendiquadri adei colori acrilici o con le tempere, dei sesivi gnali reali (divieto d’accesso, attraversamento pedoni, pista ciclabile, ecc.) e dei segnali inventati per i bambini: vietato giocare a palla; vietato tirarsi l’acqua; zona della lettura e del riposo; il bagno è di là; ecc.

Educazione stradale: attività di gruppo

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Quando i segnali si saranno asciugati, attacchiamoli sulle forme corrispondenti di polistirolo, applicando sul retro di ognuna un appendiquadro adesivo. Sistemiamo i segnali inventati per i bambini in giro per la scuola, per dare indicazioni e regole. Poi utilizziamo i segnali “reali” per giochi mirati sull’educazione stradale.

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Cittadinanza attiva: EDUCAZIONE STRADALE


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SEGUI IL SEGNALE Il metodo: AUCOUTURIER

La tecnica: VITA PRATICA

IL CORPO E IL MOVIMENTO

CONSAPEVOLEZZA ED ESPRESSIONE CULTURALE: costruire ed eseguire percorsi.

Spazio: sezione Tempi: circa un’ora

Disegniamo un percorso “stradale” a terra, con un gessetto e conse• Segnali stradali realizgniamo i segnali di polistirolo in zati nella precedente mano ai bambini. attività Realizziamo una biforcazione dove fa• Un fischietto remo posizionare un bambino con il • Gessetti colorati divieto d’accesso, mettiamo uno stop; tracciamo le strisce pedonali e mettiamo lì vicino un bambino con il segnale di attraversamento pedonale, ecc. I bambini, uno alla volta, dovranno compiere il percorso correndo e seguendo i segnali: dunque non dovranno entrare nella strada con il divieto d’accesso, dovranno rallentare davanti alle strisce, si dovranno fermare allo stop, ecc. Facciamo tenere i segnali, a turno, a bambini diversi. Materiale occorrente:

Educazione stradale: attività di gruppo

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CONOSCIAMO LA CITTÀ Nelle nostre città la strada ha assunto una complessità ed una articolazione sempre maggiori, acquisendo particolare rilevanza nell’esperienza di vita dei bambini. Essi realizzano la propria identità personale anche attraverso un costante confronto con l’ambiente di vita quotidiana: in questa prospettiva, le strade che quotidianamente percorrono assumono rilevanza.

Realizziamo un cartellone. Dividiamo il cartellone in tre parti scrivendo in ognuna: divieto - pericolo - indicazione. Attacchiamo in alto la foto di cartelloni fotografati durante la nostra uscita nel quartiere. Distribuiamo schede rappresentanti segnali stradali e facciamole colorare seguendo le nostre indicazioni. Attacchiamo il segnale colorato su un cartoncino rigido della stessa forma.

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Cittadinanza attiva: EDUCAZIONE STRADALE


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Attacchiamo nel cartellone, con adesivo a strappo (in modo che i segnali si possono riutilizzare in seguito), nello spazio corrispondente alla tipologia di segnale.

I segnali stradali

Siamo una grande famiglia come schierati in una squadriglia cerchi e triangoli, righe a terra colorate strisce bianche disegnate sulla strada viviamo a chi circola pericoli segnaliamo e le regole della circolazione diamo. Anna Russo

Partendo dalle indicazioni dei segnali stradali costruiamo una cittĂ con cartoni riciclati, senza dimenticare di caratterizzare i vari edifici o spazi verdi comuni: ospedale, posta, comune, parco... Organizziamo dei role play dando importanza ad ognuno di questi edifici e a chi vi opera, analizzandone le funzioni e la grande importanza sociale. Possiamo organizzare anche uno storytelling digitale in cui possiamo aggiungere: opinioni, immagini, musiche e filmati. Educazione stradale: filastrocca

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g ioco

GIOCO DEL SEMAFORO Il metodo: PEDAGOGIA TEMPESTIVA

La tecnica: GIOCO MOTORIO

IL CORPO E IL MOVIMENTO

COMPETENZA ED ESPRESSIONE CULTURALE: saper gestire la motricità e l'immobilità del corpo.

Spazio: sezione Tempi: circa un’ora

Rechiamoci in palestra e dividiamo i bambini in tre squadre: rossi, gialli e verdi. La maestra decide chi si deve “accendere” e come. I bambini devono restare fermi fino a quando la maestra non alza un cartoncino di uno dei tre colori, dando una consegna: “Il giallo saltella”. Allora tutti i bimbi della squadra gialla dovranno seguire la consegna, così anche per gli altri colori. I bambini che si fermano prima di una nuova consegna, o che la eseguono diversamente, vengono esclusi dal gioco: i finalisti saranno tre bambini di diverso colore che si sfidano. Infine il gioco termina con l’ultimo bambino in gara, il vincitore, e allora la maestra dirà: il semaforo è acceso di colore...?

I colori del semaforo Altolà bambino mio perché rosso sono io; quando giallo mi vedrai... aspettare un po' dovrai. Verde poi diventerò e passare ti farò. Col verde puoi passare... col rosso non andare, col giallo aspetta, aspetta che il verde arriva in fretta! S.W. Cartesi

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Cittadinanza attiva: EDUCAZIONE STRADALE


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IL VIGILE URBANO Il metodo: M. MONTESSORI

La tecnica: VITA PRATICA

IL SÉ E L'ALTRO

COMPETENZE CIVICHE E SOCIALI: acquisire le principali regole della convivialità.

Spazio: sezione Tempi: circa un’ora

Invitiamo nella nostra scuola un vigile urbano, per parlare delle regole della strada e dei comportamenti corretti da adottare. Il vigile, che si presenterà con la tipica divisa: cappello, fischietto e paletta, stimolerà nei bambini domande e curiosità spontanee. Ma è possibile anche prepararsi preventivamente, per non rischiare di dimenticare qualche domanda importante. Ecco alcune domande che possiamo porre al vigile: • A cosa servono il fischietto e la paletta? • Quali sono le regole per chi cammina a piedi? • Come si attraversa la strada? • Quando fate le multe le fate anche ai pedoni? • Conosce tutti i segnali stradali? • È vero che il vigile conosce tutti i nomi delle strade? Come fa? Dopo una chiacchierata preventiva, con cui i bambini daranno sfogo alla loro curiosità, invitiamo i bambini a seguire il vigile che ci porterà a fare una “prova su strada”, per vedere concretamente come si è utenti attenti delle regole della strada.

Educazione stradale: conversazione

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COSTRUISCO LA PALETTA DEL VIGILE Il metodo: R. STEINER

La tecnica: DIDATTICA LABORATORIALE

IMMAGINI, SUONI, COLORI

COMPETENZE ED ESPRESSIONE CULTURALE: realizzare semplici manufatti.

Spazio: sezione Tempi: circa un’ora

Prendiamo il tubo di carMateriale occorrente: tone e, con la colla, rivestiamolo con la stoffa. • Un rotolo di cartone Attacchiamo insieme i della carta da cucina due piatti di carta e colo• Un pezzo di stoffa riamo da una parte di bianca • Due piatti di carta rosso e da una parte • Colori a tempera di verde. • Colla Dopo aver praticato un taglio al tubo di cartone, infiliamoci i piatti ed ecco pronta la nostra paletta. Per far conoscere ai bambini il lavoro del vigile possiamo decidere di invitarlo a scuola.

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Cittadinanza attiva: EDUCAZIONE STRADALE


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COME PARLA IL VIGILE? Scopriamo il linguaggio dei gesti insieme al vigile: durante l’uscita i bambini avranno notato come il vigile ha fermato il traffico con un gesto e come con un altro ha riavviato la circolazione. Spieghiamo ai bambini che con le braccia aperte si può passare, con le braccia perpendicolari bisogna fermarsi. Imitiamo il vigile riproponendo il gioco animato della strada, in palestra, dove i bambini a turno faranno il vigile. Di seguito, ricordiamo insieme quali altri gesti conosciamo che fanno compiere azioni:

Mettere un dito sulla bocca = silenzio

Mandare un bacio... Agitare la mano in alto = saluto

Poi possiamo inventare nuovi gesti per dire qualcosa. Educazione stradale: linguaggio dei gesti

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IO E GLI ALTRI NEL MONDO

Una scuola che “INCLUDE” è una scuola che “PENSA” e che “PROGETTA” tenendo a mente proprio tutti. Una scuola che, come dice Canevaro, non si deve muovere sempre nella condizione di emergenza, in risposta cioè al bisogno di un alunno con delle specificità che si differenziano da quelle della maggioranza degli alunni ‘normali’ della scuola. Una scuola inclusiva si deve muovere sul binario del miglioramento organizzativo perché nessun alunno sia sentito come non appartenente, non pensato e quindi non accolto. (P. Sandri) Ma prima di parlare di inclusione, facciamo un passo indietro, torniamo a parlare della capacità di integrazione o meglio IN-TE-grAZIONE, che non è un errore di sillabazione, ma un modo semplice e immediato per evidenziare l’azione dell’integrare l’altro. I bambini hanno questa capacità innata di integrarsi e integrare senza pregiudizi e filtri, come dire che "IN TE C’È UN’AZIONE POSSIBILE PER ACCOGLIERE IL DIVERSO”.

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Cittadinanza attiva: INCLUSIONE


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Perché il diverso non è qualcosa di dannoso, ma semplicemente unico. Dovremmo poter riuscire a trasmettere ai bambini che: TU sei: corpo-mente-anima-unico. L'ALTRO è: corpo, mente, anima, unico. Come ci si incontra?

- Curiosità, conoscenza, libertà di espressione, rispetto. Quale sarà il risultato?

- Accettazione, appartenenza, passaggio dall'io al noi. L’inclusione è l’integrazione di uno o più soggetti estesa a tutta la maglia sociale: scuola, territorio, stato, ecc. Se non vi è integrazione non vi può essere inclusione. Inclusione: presentazione

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DISTRABELLA E IL DRAGHETTO ROSSELLO “Distrabella e il draghetto Rossello”, è un libro per bambini pubblicato nel 2017 dalla casa editrice Caravaggio editore, esso favorisce l'empatia e l'inclusione. Pubblicato col patrocinio dell'Unicef, ha fatto il giro d'Italia: il Bologna book fair e il Salone Internazionale del libro a Torino. Con questo libro si desidera favorire l'ingresso degli adulti nel mondo fantastico e divertente dei bambini. Distrabella e il draghetto Rossello si pone l’obiettivo di sottolineare l’unicità di ogni bambino e la sua naturale capacità di saper accogliere e includere “l’insolito”, senza nessun particolare insegnamento alla comprensione della diversità. Ci piace parlare di “In-Te-gr-Azione”, che non è un errore di sillabazione, ma un modo semplice e immediato per evidenziare l’azione dell’integrare l’altro. I bambini hanno questa capacità innata di integrarsi e integrare senza pregiudizi e filtri; non avrebbero nemmeno bisogno di azioni educative in tal senso, se i genitori non si sforzassero - a volte in modo del tutto inconsapevole - di sopprimere questo talento, piantando paletti ed etichette per incasellare cose e persone. Il libro ha ottenuto il patrocinio morale dell’Unicef e per ogni copia acquistata verranno donati due pasti Plumpynut (panetti di pasta di arachidi addizionati con vitamine, sali minerali e altri preziosi ingredienti che permettono il recupero del peso in tempi rapidi) a bambini malnutriti nei Paesi in via di sviluppo. Sono stati attivati laboratori di lettura con attività specifiche per la scuola dell'infanzia e primaria in tutte le scuole d'Italia. È un ottimo mediatore per raccontare integrazione e inclusione nel linguaggio dei bambini: il bambinese.

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Cittadinanza attiva: INCLUSIONE


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LA STORIA La chiamavano tutti Distrabella. Orietta il suo vero nome. Distrabella perché era bella, riccioluta, rossa rossa e con occhi verdi da monella. Bella di tutto punto. Bella mentre ballava, bella mentre mangiava, bella mentre sfogliava pagine e pagine di libri e bella anche quando cadeva nelle pozzanghere per vedere se erano il mare che immaginava mentre ci saltava dentro. Ma Distrabella, perché? Perché proprio non riusciva a far una cosa alla volta, sempre due, tre, quattro attività insieme e allora qualche volta (anzi, semprissimo) se mangiava, mentre giocava sopra al dondolo, con la televisione accesa e il cappello da fata in testa capitava che… Una delle quattro cose si rifiutava di partecipare. Spesso era la minestra del piatto che voleva provare a fare un giro sul dondolo. Ecco, questa è più o meno Distrabella. Ho detto più o meno.

Dunque… Orietta, alias Distrabella, aveva nuovamente dimenticato che la maestra aveva chiesto di portare da casa una scatola da scarpe vuota, che serviva a fare il lavoretto di Natale: dovevano costruire un presepe! E mentre varcava la soglia della sua sezione le venne in mente che la bidella Gertrude aveva un ripostiglio in cui teneva di tutto e ricordava che quando la maestra l’aveva mandata a prendere la scopa, quel giorno che girandosi per salutare Michaela aveva buttato a terra il vaso di prezzemolo, aveva visto anche una scatola di scarpe. Così anziché entrare andò a cercare Gertrude; la bambina la vide che parlava con la bidella del piano superiore: la signora Adele, allora si avvicinò, la chiamò e la chiamò e la chiamò… Inclusione: racconto

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ma le due signore non le prestavano attenzione. Sicché Distrabella cominciò a tirarle la gonna, ma niente, le signore parlavano delle loro torte al cioccolato e di quanta farina serviva per non farle venire troppo umide. Decise di andare nel ripostiglio da sola… La porta era socchiusa e la bambina si trovò davanti ad un mondo magico…. C’era di tutto: libri, matite, pennarelli, pennelli spennacchiati, quaderni vecchi, un quaderno era pieno di polvere, ma aperto e si vedeva una pagina di Q di quadro scritte con una forza tale che il bambino che l’aveva scritto doveva aver mangiato mezzo chilo di nutella per colazione, infatti la penna rossa della maestra aveva scritto: ”Devi imparare a premere di meno quando scrivi”. E poi c’erano stracci, secchi, scope e un mappamondo… E un po’ più in alto una scatola di scarpe. ”Hurràààà!” pensò Distrabella. “Questa volta non dovrò fare la figura della bambina con la testa tra le nuvole!”. Si arrampicò sullo sgabello e in punta di piedi stendendo le braccia, riuscì ad afferrare la scatola senza farla rovesciare, ma… Proprio in quel momento “Ohio…!!! Chi è??? Che volete???”. Dalla scatola spuntò la testa di uno strano esserino tutto rosso, sembrava un topolino, ma no forse era un draghetto,… siii…, era un draghetto. La bambina riuscì a non far cadere la scatola, per un senso di protezione verso quello strano esserino che sembrava simpatico, pure se un po’ curioso. – Mamma mia, che spavento! – disse con una voce comicamente spaventosa Distrabella. – Ah, ora sei tu che ti spaventi??? Io stavo mangiando gustosissime matite colorate provenienti dalla Svezia e sono stato catapultato giù come in un terremoto! Chi sei? Che cosa vuoi da me? – disse seccato

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Cittadinanza attiva: INCLUSIONE


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il draghetto. – Beh, io veramente mi chiamo Orietta, ma tutti mi chiamano Distrabella, perché dimentico sempre qualcosa oppure combino qualche pasticcio…. eh, ecco… proprio come adesso… Io non ti volevo disturbare, ma non sapevo della tua esistenza… Avrei bisogno di una scatola vuota e così ho pensato di venire qui nel ripostiglio a cercare, visto che me ne ero dimenticata. – Io mi chiamo Rossello e mi sono perso, vengo da un paese che si chiama Choix e credo sia molto lontano, mi potresti aiutare a tornare a casa? – commentò un po’ rattristato. Distrabella, cercò di fare velocemente ordine nei suoi pensieri, ma pur concentrandosi (utilizzando il trucco dello spremi meningi) non ci riuscì. Però le venne in mente un’idea. – D’accordo, Rossello, troveremo un modo per rispedirti a casa, ma intanto tu potresti restare qui buono, buono e cercare di aiutarmi a non a fare brutte figure con la maestra? Tu devi sempre dire di sì e vedrai che diventeremo amici. E così la bambina, con la scatola tra le mani, imitando un po’ Melchiorre, re magio, si diresse in classe. – Avete portato la scatola? – esordì la maestra. Ci fu un grande trambusto e la scrivania della maestra in un battibaleno si riempì di scatole di cartone di tutti i colori. Distrabella sentiva le capriole nello stomaco, era agitatissima, non aveva ancora deciso cosa dire alla maestra e proprio mentre cercava di pensare ad una scusa per giustificare la presenza di Rossello accadde l’impensabile. Distrabella si appoggiò sbadatamente alla cattedra ehhhhh... PATA-

Inclusione: racconto

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PUMBUMBIDRIBAM! Tutte le scatole si sparsero per la classe e Rossello aprì le sue piccole ali a righe e volò sulla testa della maestra… In un solo momento: confusione, risate, urla, spavento e la faccia della maestra che non capiva cosa stesse succedendo. – Bambini, ma che cos’è tutto questo chiasso? Pare abbiate visto un mostro! E perché mi guardate i capelli?!?!? – Un animale! – Un drago – Un Topo – Aiutoooo!!! – gridavano confusamente i bambini. A questo punto la maestra si mise le mani tra i capelli e... – Aiutatemiiiiiiii... Ho un animale in testa, vi prego! E strillava e piangeva e siccome Rossello cominciava a fare le facce buffe i bambini cominciarono a ridere a crepapelle. Distrabella decise di prendere in mano la situazione e così si avvicinò alla maestra e con un movimento velocissimo prese Rossello tra le sue mani. La signora Gertrude arrivò e, senza prestare troppa attenzione a cosa fosse successo, decise di portare una camomilla alla signora maestra, che finalmente si calmò. Orietta cercò di spiegare l’incontro con Rossello e finalmente cominciarono le presentazioni. Il draghetto si mise in piedi sulla cattedra e in classe c’era così tanto silenzio che la maestra cominciò a preoccuparsi. Lo strano ospite si mise a parlare del suo mondo e fu una scoperta eccezionale: c’erano fiumi, laghi, monti, un mare meraviglioso, alberi, fiori e prati sterminati... Cominciò a singhiozzare piano piano e i bambini si commossero a tal punto che decisero di mettere in azione un piano... Ma di questo vi parlerò la prossima volta.

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Cittadinanza attiva: EDUCAZIONE AMBIENTALE


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CITTADINANZA ATTIVA

Scheda per l’osservazione valutativa di competenze e apprendimenti NOME DEL BAMBINO: INDICATORI DI COMPETENZA

LA CONOSCENZA IMMAGINI, DEL MONDO SUONI, COLORI

IL CORPO E IL MOVIMENTO

I DISCORSI E LE PAROLE

IL SÉ E L’ALTRO

E APPRENDIMENTI ATTESI

NO

IN PARTE

NOTE

• Discute sull’utilità della natura e della vita dell’uomo.

• Ascolta e comprende un testo narrativo. • Interpreta ruoli di una storia. • Comprende messaggi e morale di un racconto. • Costruisce ed esegue percorsi. • Ha acquisito una consapevole percezione dello spazio. • Modella, colora, realizza semplici manufatti • Utilizza i materiali in modo creativo. • Disegna, dipinge individualmente e in gruppo. • Raccoglie dati e documenta. • Conosce le funzioni del cibo. • Conosce le caratteristiche degli elementi della natura. AUTONOMIA IDENTITÀ SOCIALIZZAZIONE

Cittadinanza attiva: OSSERVAZIONE VALUTATIVA

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DIARIO DI BORDO

Esperienze preziose da documentare per il progetto cittadinanza attiva LE NOSTRE ESPERIENZE PIÙ SIGNIFICATIVE

In gruppo

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Individualmente

LE OSSERVAZIONI DELL’INSEGNANTE

Note ambito emotivo

Note ambito Note ambito cognitivo progettazione

Esperienze e annotazioni dell’Insegnante


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