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GEOGRAFIA
SCIENZE
STORIA
Guida per l`insegnante 2 Il progetto didattico ria 4 Il volume @discipline.it • Sto 9 La Guida 10 @discipline.it • L’offerta digitale 12 Insegnare per competenze 14 Le life skills 16 Il ruolo dell’insegnante 17 L’insegnamento della storia
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UA 5 Le civiltà del Mediterraneo rative alunno Didattica partecipata Schede ope Il percorso proposto nel testo rativa alunno Ti aiuto a imparare Scheda ope
Classe 5a
60 Programmazione annuale 62 Il percorso didattico 63 Il percorso di quest’anno 64 L’accoglienza a 65 Scheda operativa alunno 20 Programmazione annuale 66 UA 1 I Greci operative alunno 22 Il percorso didattico 8 Didattica partecipata Schede 6 o 24 Il percorso di quest’anno 70 Il percorso proposto nel test za lien operativa alunno 25 L’accog 71 Ti aiuto a imparare Scheda no alun ve rati 26 Schede ope 72 UA 2 I Persiani e i Macedoni rative alunno 28 UA 1 Vivere lungo i fiumi Didattica partecipata Schede ope 4 7 no alun ve rati ope ede o 30 Didattica partecipata Sch 76 Il percorso proposto nel test o test nel to pos pro o cors operativa alunno 32 Il per 77 Ti aiuto a imparare Scheda no alun va rati ope eda Sch re ara 33 Ti aiuto a imp 78 UA 3 Gli Italici e gli Etruschi i popoli rative alunno 34 UA 2 La Mesopotamia e i suo Didattica partecipata Schede ope 0 8 no alun ve rati ope ede o 36 Didattica partecipata Sch 82 Il percorso proposto nel test o test nel to pos pro o cors operativa alunno 38 Il per 83 Ti aiuto a imparare Scheda no alun va rati ope eda Sch re ara ubblica 39 Ti aiuto a imp 84 UA 4 Roma: Monarchia e Rep operative alunno ede Sch 40 UA 3 La civiltà degli Egizi ta Didattica partecipa 6 8 no alun ve rati ope ede o 42 Didattica partecipata Sch 88 Il percorso proposto nel test o test nel to pos pro o cors operativa alunno 44 Il per 89 Ti aiuto a imparare Scheda no alun va rati ope eda Sch re ara 45 Ti aiuto a imp 90 UA 5 Roma: l’Impero rative alunno 46 UA 4 Vivere lungo il mare Didattica partecipata Schede ope 3 9 no alun ve rati ope ede o 48 Didattica partecipata Sch 95 Il percorso proposto nel test o test nel to pos pro o cors operativa alunno 50 Il per 96 Ti aiuto a imparare Scheda no alun va rati ope eda Sch re ara imp 51 Ti aiuto a
Classe 4
Storia
Presentazione
IL PROGETTO DIDATTICO Il progetto didattico di @discipline.it è stato pensato affinché tutti i bambini, ciascuno con le proprie caratteristiche, possano fare insieme un percorso, collaborando tra di loro e dando un personale contributo per ampliare le conoscenze personali e quelle di tutti e per acquisire competenze relazionate alle proprie possibilità. Il progetto didattico che presentiamo è formato da diversi testi che si integrano e interagiscono tra loro per formare il bagaglio di conoscenze degli alunni e concorrere alla formazione di un metodo di studio, riconoscendo l’importanza della valutazione e autovalutazione del lavoro svolto.
Il sussidiario delle discipline si compone di due parti che sono strettamente collegate tra loro. La sezione del Saper fare è esclusivamente operativa e fa riferimento agli argomenti trattati nella parte espositiva del volume, quella di “studio”.
Ciascun bambino avrà a disposizione, per ogni materia, un fascicolo con mappe utili per riassumere le conoscenze acquisite. La mappa è uno strumento molto utile per organizzare le informazioni in uno schema che suddivide la complessità delle conoscenze in parti più semplici mettendone in rilievo le connessioni. Il rimando che si trova in alto nelle pagine serve a collegare la mappa al volume di studio, mentre una serie di domande-stimolo permette all’alunno di completare in autonomia la mappa.
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Presentazione
Storia
Abbiamo ritenuto che un testo per le verifiche, suddivise per ambiti e per classe, separato dal volume di studio, fosse di uso più semplice per l’insegnante, che infatti può decidere se lasciare che l’alunno lo porti a casa o se tenerlo in classe per evitare che vada perso; ma soprattutto può utilizzarlo quando lo ritiene opportuno. Per ciascun argomento principale trattato nel sussidiario sono proposte due verifiche di difficoltà crescente.
A corredo dei Sussidiari è presente l’Atlante, uno per la classe quarta e un altro per la classe quinta, contenente tavole visuali di Storia, Geografia, Scienze, Matematica. Il volume rappresenta un valido e interessante supporto allo studio e alle attività, proponendo contenuti aggiuntivi e di approfondimento oppure tavole di sintesi degli argomenti presenti nel Sussidiario. Una sezione finale, poi, è dedicata al CLIL e presenta dunque una serie di argomenti in lingua inglese.
Il progetto è completato da due Lapbook, uno per l’ambito antropologico e uno per l’ambito scientifico. Si tratta di un materiale didattico fortemente inclusivo e di grande rilevanza, poiché coinvolge tutti gli stili di apprendimento sensoriale: visivo, visivo-verbale, cinestetico e uditivo. È quindi uno strumento facilitatore non solo per bambini con DSA e BES, ma per tutti gli alunni, favorendo in ciascuno la scoperta del proprio personale canale di apprendimento.
Il progetto @discipline.it è stato organizzato per essere fruibile da tutti i bambini. Inclusività significa fare in modo che i bambini lavorino tutti insieme mettendo in gioco le proprie capacità e specificità, che sono diverse per ciascuno. Ma poiché ci sono situazioni in cui alcuni alunni presentano difficoltà nell’apprendimento delle discipline (ad esempio i bambini che parlano una lingua diversa dall’italiano) può essere utile disporre del volume dei Percorsi semplificati, i cui contenuti sono gli stessi del libro, ma espressi in modo semplice. Ci sono domande-guida e, accanto, la risposta. In questo modo il bambino in difficoltà riesce più facilmente a comprendere i passaggi fondamentali dell’argomento. Le parole-chiave che trova al termine di ciascun capitolo lo guideranno nell’esposizione orale.
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Storia
Presentazione
IL VOLUME @DISCIPLINE.IT • STORIA Il volume è suddiviso in due sezioni: • nella sezione di “studio” si presentano gli argomenti e vengono proposte attività per un percorso di studio e per l’acquisizione di competenze; • nella sezione operativa Saper fare, strettamente collegata alla prima, vi sono le esercitazioni riferite agli argomenti presentati.
1 La prima parte del volume Il testo inizia con una parte che avvicina il bambino alla Storia, per aiutarlo a capire che nella descrizione di un periodo storico entra in gioco il lavoro di più scienze, due in modo particolare: la storiografia e l’antropologia. Per comprendere che gli avvenimenti vanno collocati nel tempo e nello spazio sono presentate la linea del tempo e la carta geo storica, che verranno costantemente riprese nella presentazione dei diversi argomenti. L’aspetto iconografico ha una particolare rilevanza e si può distinguere in due filoni: le fonti da un lato, e i disegni evocativi di situazioni reali, legati alla parte antropologica, dall’altro.
Proprio per rinforzare il concetto che la Storia non è un elenco di date, fatti e personaggi, si è privilegiato lo stile narrativo. Il linguaggio risulta così adatto a “far entrare” il bambino nei fatti come se potesse parteciparvi. Nella trattazione non vi sono date: esse sono presenti nella linea del tempo in modo che gli alunni imparino più a orientarsi nel tempo che a studiare un lungo elenco che dimenticheranno quasi subito.
Per ciascuna unità didattica di apprendimento,la pagina di apertura, con parole e foto, spiega quali argomenti verranno trattati.
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Presentazione
Gli argomenti
Storia
Il titolo su fondino rosso evidenzia la civiltà che sarà oggetto di studio.
Il sottotitolo evidenzia l’aspetto che ha caratterizzato la civiltà. L’argomento inizia con una riflessione o una anticipazione per introdurre il tema.
Le foto delle fonti, corredate da brevi didascalie, sottolineano l’importanza della metodologia della ricerca storica attraverso l’esame e lo studio dei documenti.
Nelle prime pagine del testo le parti essenziali alla comprensione dell’argomento sono state sottolineate. Il bambino si abitua così a ricercare i punti chiave e a evidenziarli. Sono stati inseriti titoletti laterali per far comprendere meglio al bambino le relazioni tra le parti dell’argomento e per aiutarlo nell’esposizione di ciò che ha appreso.
Le Indicazioni per lo studio rappresentano un percorso didattico che condurrà l’allievo ad acquisire un metodo di studio attraverso alcune tappe fondamentali: • comprendere correttamente il testo; • individuare le informazioni principali; • rielaborare e organizzare le conoscenze per esporle chiaramente e sinteticamente.
La rubrica Riassumendo è una sintesi dell’argomento trattato. È utile soprattutto per quei bambini che hanno bisogno di un aiuto per mettere a fuoco le informazioni più importanti.
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Storia
Presentazione
Le rubriche Le rubriche che si trovano nelle pagine di studio accompagnano il lavoro del bambino, aiutandolo a organizzare il proprio apprendimento. I compiti di realtà sono stati proposti sia a pagina intera sia in forma più ridotta, all’interno delle pagine di studio, per abituare i bambini a lavorare in situazioni che rappresentino il più fedelmente possibile la realtà che li circonda.
Coding è un termine inglese che si può tradurre con la parola “programmazione” e indica il processo che serve a scandire un lavoro in sequenze sistematiche. Premessa indispensabile all’abilità di operare in termini di coding è l’acquisizione di organizzazione del “pensiero computazionale”, cioè la capacità di scomporre una situazione o un nucleo tematico complesso in parti più semplici che mantengano un legame relazionale tra loro. Nel volume è presente in modo sistematico la rubrica Coding – Pensiero computazionale per abituare i bambini a “programmare” il proprio percorso per apprendere. La si trova al termine di ogni argomento significativo ed è correlata al volume delle mappe.
Attraverso le attività proposte nella rubrica Le mie competenze i bambini vengono stimolati a utilizzare ciò che hanno imparato per raggiungere sempre nuove competenze.
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Quando i termini o le espressioni usate si rivelano difficili o specifici, sono spiegati nei box Le parole della storia.
Presentazione
Storia
Le pagine speciali Le pagine intitolate Foto del tempo aiutano il bambino a immergersi nella realtà della civiltà che sta studiando. Sono ricche di particolari e di didascalie che fanno da guida all’esplorazione di una situazione quasi cristallizzata nel tempo.
Per affrontare lo studio di una civiltà è fondamentale localizzare geograficamente il territorio che l’ha ospitata, per comprendere le caratteristiche climatiche ed economiche che ne hanno determinato lo sviluppo. Nelle pagine di Geostoria sono sempre evidenziate le rotte degli spostamenti delle popolazioni, perché strettamente connesse con le caratteristiche di tipo geografico.
Le pagine distinte con il titolo Oggi mettono in relazione il passato con il presente, sottolineando i grandi cambiamenti o le somiglianze ancora presenti.
Il lavoro proposto nelle pagine di Cittadinanza attiva ha l’obiettivo, come affermano le Indicazioni Nazionali, di formare un cittadino consapevole di far parte di una comunità, che capisca la necessità di rispettare le leggi della natura e quelle stabilite dagli uomini.
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Storia
Presentazione
a seconda parte del volume: 2 L SAPER FARE La seconda parte del volume, Saper fare, è operativa. Riprendendo gli argomenti trattati nella prima parte, propone all’alunno una serie di attività per: • consolidare le conoscenze e le abilità; • organizzare le conoscenze in funzione di un metodo di studio; • verificare in itinere gli apprendimenti; • acquisire competenze. Alcuni approfondimenti possono essere utilizzati, se l’insegnante lo ritiene opportuno, per ampliare l’argomento o rispondere a curiosità sorte nella classe.
Ogni argomento è introdotto da un brano (La parola a uno scrittore) che ha lo scopo di far capire ai bambini che anche gli scrittori hanno raccontato avventure di personaggi ambientate in periodi storici, descrivendo così aspetti particolari delle diverse civiltà.
Al termine di ciascuna unità didattica di apprendimento una verifica di due pagine, strutturata con domande sul modello Invalsi, serve a controllare le competenze acquisite da ciascun alunno.
L’ultima pagina di ogni argomento si configura come una sintesi del capitolo corrispondente. La sintesi è espressa per punti e può essere utilizzata dall’alunno come una sorta di scaletta, che lo aiuterà a esporre, a seconda delle sue capacità, ciò che ha imparato.
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Presentazione
Storia
LA GUIDA Il progetto @discipline.it è accompagnato da una Guida, specifica per ciascuna disciplina, che può costituire un valido aiuto per l’insegnante nell’organizzazione del proprio lavoro. La Guida contiene: • la presentazione dei volumi che compongono il progetto; • l’analisi dei materiali multimediali a disposizione dell’insegnante e della classe; • suggerimenti per la programmazione per competenze; • le indicazioni metodologiche per l’insegnamento della disciplina; • la programmazione annuale di classe 4a e di classe 5a; • le attività per l’accoglienza degli alunni; • la definizione del percorso didattico annuale per ciascuna classe. La Guida intende rispettare il significato etimologico del termine “guida”; vuole essere, infatti, uno strumento che suggerisce all’insegnante modalità per affrontare e seguire un percorso didattico relativo a una disciplina o a un argomento. Nella Guida sono inseriti anche percorsi specifici per accompagnare l’insegnante nell’introduzione e nella spiegazione di ciascuna unità didattica di apprendimento contenuta nel testo. Ogni percorso proposto può servire come modello per rendere più attiva e partecipata la lezione. Per ciascuna unità didattica di apprendimento l’insegnante troverà: • una parte introduttiva: l’argomento che tratteremo. In questa parte vengono presentati in breve i contenuti dell’unità al fine di avere uno sguardo complessivo sull’argomento. Viene così delineato il percorso dell’unità didattica di apprendimento e vengono fornite informazioni aggiuntive per approfondire e chiarire quanto illustrato nel testo; • suggerimenti per introdurre l’argomento. Vengono proposte attività e domande stimolo per introdurre l’argomento, valorizzando le conoscenze pregresse degli allievi e suscitando la loro curiosità; • esempi di didattica partecipata. In ciascuna unità didattica di apprendimento alcune attività coinvolgono complessivamente gli allievi, stimolandoli a “entrare nell’argomento” in modo attivo. Esse non hanno lo scopo di fornire informazioni o nuove conoscenze. Sono invece un mezzo per coinvolgere gli allievi nella costruzione del proprio sapere, abituandoli a osservare, dedurre, ragionare, argomentare, recuperare conoscenze pregresse, prendere coscienza delle misconoscenze; • schede per le attività di didattica partecipata; • l’analisi della funzione degli strumenti forniti dal progetto @discipline.it; • i collegamenti con altre discipline e con la realtà dei bambini; • le competenze e le conoscenze che afferiscono all’argomento trattato; • l’indicazione degli strumenti utili per verificare, al termine di ciascuna unità didattica, le competenze e le conoscenze acquisite dagli allievi; • una scheda di conclusione destinata agli allievi con BES: Ti aiuto a imparare.
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Storia
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@DISCIPLINE.IT • L’OFFERTA DIGITALE Il Flip book Il progetto @discipline.it comprende anche l’estensione digitale, interattiva e multime-
diale: il Flip Book. Il Flip Book è il libro di testo digitale, ricco di risorse e strumenti da utilizzare in classe – attraverso la LIM o i devices a disposizione – oppure a casa, in modo semplice e autonomo. Pensato per potenziare la didattica, facilitare lo studio e rendere più coinvolgente il lavoro in classe e a casa, il Flip Book contribuisce anche a sviluppare le competenze digitali degli alunni. Le soluzioni digitali presenti nel Flip Book sono pensate per essere fruite in modo intuitivo e flessibile da tutti, a seconda delle proprie attitudini e della propria familiarità con la tecnologia. Il libro digitale è uno straordinario strumento da personalizzare e scoprire. Questa Guida presenta l’utilizzo base del Flip Book e delle risorse a disposizione di docenti e studenti, ma sono disponibili molti altri strumenti, per un utilizzo avanzato dell’offerta digitale. Il Flip Book di @discipline.it è scaricabile per lo studente, ma anche in DVD per il docente. La versione docente, oltre ai contenuti presenti nella versione studente, raccoglie tutta una serie di materiali scaricabili e stampabili, utilizzabili nei modi che si crederanno più opportuni.
Gli strumenti Gli strumenti di lavoro a disposizione nel Flip Book sono raccolti in una barra laterale dedicata, che può essere spostata a destra o a sinistra della schermata, a seconda delle esigenze dell’utente. Essi consentono al docente di preparare lezioni coinvolgenti ed efficaci, e allo studente di svolgere esercizi, approfondire argomenti, ripassare, creare elaborati Gli strumenti permettono di personalizzare le pagine dei volumi, arricchendole con contenuti e moltiplicando di fatto le potenzialità del libro di testo. L’utilizzo di immagini in alta definizione consente poi di proiettare il Flip Book o di utilizzarlo sulla LIM. Barra laterale posizionabile anche a destra, con gli strumenti di lavoro a disposizione.
Lo strumento segnalibro consente di selezionare le pagine di maggior interesse e di ritrovarle rapidamente, con un accesso diretto. attiva le possibilità di disegno a mano libera: matita, per Lo strumento matita scrivere sulle pagine come con una penna vera; evidenziatore, per sottolineare i testi scegliendo anche il colore e il tipo di tratto; forme, per utilizzare specifiche forme geometriche; direzione, per note grafiche lineari o per indicare un elemento con una freccia. permette di inserire, accanto alla pagina in uso del libro digitale, Lo strumento testo una pagina di lavoro, con righe di scrittura o quadretti selezionabili a seconda del livello della classe. permette di attivare le note vocali. In questo modo sarà possibile Lo strumento audio registrare appunti vocali, sintetizzare testi, rispondere a voce a domande aperte e fissare la risposta accanto all’esercizio. Questo strumento consente inoltre di inserire un file audio esterno, presente nel personal computer dell’utente o in una chiavetta di memoria esterna.
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Presentazione
Storia
Lo strumento allegati è quello che più di ogni altro moltiplica le possibilità di utilizzo del Flip Book. Infatti, con un semplice clik sarà possibile inserire un documento esterno (testi, immagini, video, link ipertestuali) all’interno del libro digitale, personalizzando, se lo si ritiene necessario, ogni singola pagina. permette di creare all’interno del libro digitale un comLo strumento elaborato ponimento completo di testo e immagini, anche di diverse pagine. Vengono messi a disposizione già alcuni template, nei quali scrivere, caricare immagini e produrre il proprio elaborato, salvabile ed esportabile in diversi formati. e cornice danno la possibilità di oscurare parzialmente Gli strumenti spotlight la pagina selezionata, consentendo quindi di focalizzare l’attenzione su una particolare porzione di pagina, far leggere il testo riga per riga, nascondere parti di pagina che non si vogliono ancora rivelare o mostrare solo le immagini senza per il momento svelare il testo.
Il libro liquido
Il Flip Book di @discipline.it ha una particolare attenzione per l’accessibilità. in alto a sinistra, è possibile passare alla versioCliccando sull’icona Alta leggibilità ne accessibile del Flip Book, conosciuta anche con il nome di Libro liquido. In essa, per consentire una lettura fluida e facilitata, è possibile: (audio, video, pdf allegati) sono presenti nella pagina, • visualizzare quali risorse senza che siano presenti icone che possono interferire con la lettura; , selezionando tutto il brano o solo una parte di esso, scegliendo • ascoltare il testo anche la velocità di lettura; • disattivare le immagini role; • evidenziare
per evitare che impediscano una corretta lettura delle pa-
gli elementi più importanti della pagina;
• personalizzare l’aspetto grafico del testo selezionando: - il tipo di carattere, tra cui l’OpenDylsexic, - le dimensioni del carattere, con la possibilità di ingrandirlo senza perdere l’impaginazione del testo, - la visualizzazione del testo, che può essere trasformato tutto in maiuscolo, - l’interlinea, - il colore di fondo della pagina.
Villa Saperi
Villa Saperi è un ambiente di apprendimento interattivo per ragazzi della Scuola Primaria: un parco giochi tematico in cui tutto può essere sperimentato sotto forma di gioco e attività. Per l’insegnante è un valido strumento multimediale per la verifica delle competenze dei propri alunni. Realizzato in grafica cartoon e con le più moderne tecnologie informatiche, Villa Saperi offre tanti oggetti digitali didattici, esperimenti e giochi di storia, geografia, matematica, scienze e tecnologia, ciascun sviluppato in un preciso ambiente tematico che compone la villa. Dal parco alla bio-area, Villa Saperi offre un tour educativo ricco di esperienze, divertimenti e conoscenze.
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INSEGNARE PER COMPETENZE La competenza: La società in cui viviamo è sempre più complessa e interessata da rapidi e imuna necessità prevedibili cambiamenti nella cultura, nella scienza e nella tecnologia. Per vivere e operare in qualsiasi campo è necessario possedere non solo conoscenze teoriche e abilità tecniche, ma soprattutto: • atteggiamenti di apertura verso le novità; • disponibilità: – all’apprendimento continuo; – all’assunzione di iniziative autonome; – alla responsabilità; – alla flessibilità. La scuola deve quindi fare in modo che gli alunni sviluppino competenze, intese come “combinazione di conoscenze, abilità e atteggiamenti appropriati al contesto” in cui operano. La competenza è trasversale, transdisciplinare. Le competenze specifiche di ciascuna disciplina si amalgamano, si integrano, e entrano a far parte di un bagaglio che aiuta a “imparare a imparare”, a “saper ragionare”, a “saper argomentare”. La competenza è una modalità di approccio alla realtà per cui ciascuno di noi, di fronte a situazioni e problemi, mette in gioco ciò che sa e ciò che sa fare, ciò che lo appassiona e ciò che vuole realizzare. È ovvio, dunque, che possedere una competenza significa aver acquisito un apprendimento o, meglio, una modalità di apprendimento che sia significativa ed esportabile in diversi contesti.
Che cosa vuol Quando si impara a guidare, le prime lezioni vengono fatte in luoghi poco fredire essere quentati, per evitare situazioni difficili, e i gesti vengono ripetuti a lungo, semcompetenti pre nello stesso modo, per riuscire a imparare bene la tecnica di guida.
Ma questo non basta: per poter ottenere la patente occorre essere veramente competenti nella guida. Non bastano le conoscenze (sapere come è fatta un’automobile e che cosa indicano i segnali stradali), non bastano le abilità (saper mettere in moto e far muovere un’automobile): occorrono le competenze. Occorre cioè essere in grado di affrontare situazioni nuove e inaspettate: occorre saper reagire a un problema improvviso (un animale che attraversa improvvisamente la strada, per esempio) e affrontare situazioni differenti (la neve, la nebbia, la pioggia…). Proprio come chi si accinge a prendere la patente di guida, anche i nostri alunni devono riuscire a conquistare la loro “patente” per la scuola e per la vita. Devono cioè essere in grado di saper applicare in ogni contesto e in situazioni differenti tutte le conoscenze e le abilità imparate in classe.
Conoscenze, Le parole conoscenze, abilità, competenze sono entrate da anni nel lessico di abilità, ogni insegnante. competenze Cominciano a comparire nei documenti ufficiali verso la fine del secolo scorso (circa vent’anni fa) e da allora sono diventate i cardini su cui sono stati costruiti i curricoli di insegnamento di migliaia di docenti. In modo particolare negli ultimi anni i docenti hanno compreso che l’istruzione non può essere solo “scolastica”, cioè non deve servire solo ad affrontare e risolvere i problemi che si possono affrontare in classe, ma deve allargarsi alla comprensione del mondo intero e all’agire in contesti diversi.
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Storia
Ogni nozione che viene appresa a scuola è utile solo se, attraverso di essa, si possono consolidare modi di rapportarsi con la realtà per capirla, per modificarla e per “viverla”. Certamente la Scuola Primaria ha il fondamentale compito di insegnare agli allievi conoscenze e abilità (le informazioni basilari, la lettura, il calcolo), ma, soprattutto, deve dare ai bambini la possibilità di utilizzare quanto appreso in contesti nuovi e fornire loro gli strumenti affinché siano capaci di farlo. Ecco dunque la necessità di una didattica che miri anche all’acquisizione di competenze per formare ragazzi che siano in grado non solo di sapere e saper fare, ma anche di imparare ad imparare, saper ragionare, fare ipotesi, argomentare…
Uno stile di insegnamento e di apprendimento
Attivare strategie di insegnamento per competenze vuol dire adottare uno stile di insegnamento che non si limita a trasmettere nozioni, date, formule e definizioni da imparare a memoria; vuol dire invece intraprendere una nuova rotta, vuol dire fare scuola per consentire agli alunni di imparare in modo: • significativo, facendo sì che per gli studenti apprendere abbia un significato, una valenza; • autonomo, mettendo gli alunni in grado di costruire il sapere utilizzando le conoscenze pregresse e le abilità raggiunte; • responsabile, cioè con la consapevolezza che apprendere è sì un diritto, ma anche un dovere che consente un continuo miglioramento della persona e della società in cui si dovrà vivere da adulti; • curioso, cioè facendo assaporare il piacere della scoperta.
Una nuova Il concetto di competenza si è definizione di via via arricchito fino a comcompetenza prendere anche le “abilità tra-
Creatività
Relazioni efficaci
Gestione delle emozioni
Empatia
Prendere buone decisioni
Senso critico
ss lo stre ne del Gestio
Problem solv ing
sversali”, cioè le cosiddette life skills, che sono estremamente “immateriali” e che appartengono più al patrimonio personale che alle conoscenze e alle abilità. La competenza diventa dunque una sorta di integrazione di conoscenze (sapere), abilità (saper fare), capacità metacognitive e metodologiche (sapere come fare, trasferire, generalizzare, acquisire e organizzare informazioni, risolvere problemi), capacità personali e sociali (collaborare, relazionarsi, assumere iniziative, affrontare e gestire situazioni nuove e complesse, assumere responsabilità personali e sociali).
Consapevolezza di sé
Comunicazione efficace
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Storia
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LE LIFE SKILLS CAPACITÀ DI RISOLVERE PROBLEMI (PROBLEM SOLVING) Life skills: le Competenza che permette di affrontare in modo costruttivo i diversi problemi abilità di vita
trovando soluzioni anche non standardizzate.
“Favorire la soluzione dei problemi” deve sostituire “fornire la soluzione dei problemi”. Meglio proporre un’attività in meno, ma trovare il tempo per invitare gli alunni ad analizzare le situazioni, a interpretarle secondo il loro punto di vista, a trovare strategie risolutive da confrontare con gli altri.
E NELLA CLASSE?
CREATIVITÀ
Competenza che aiuta ad affrontare in modo versatile tutte le situazioni della vita quotidiana; contribuisce sia alla capacità di prendere decisioni sia alla capacità di risolvere problemi, permettendo di esplorare le alternative possibili e le conseguenze delle diverse opzioni. E NELLA CLASSE? Tutti sappiamo quanto sanno o possono essere creativi i bambini… a volte anche troppo. In ogni attività è bene lasciare spazio alla loro creatività, per portarli a riflettere sulla opportunità delle loro scelte, sull’aderenza delle stesse alla realtà, sulla percorribilità del percorso scelto.
CAPACITÀ DI PRENDERE DECISIONI
Competenza che aiuta ad affrontare in modo costruttivo le decisioni nelle diverse situazioni e nei vari contesti di vita. La capacità di elaborare in modo attivo il processo decisionale può avere implicazioni positive attraverso una valutazione delle diverse opzioni e delle conseguenze che esse implicano. Prendere decisioni valutando pro e contro non è semplice per un adulto... a maggior ragione per un bambino! Ma la capacità di imparare a valutare le situazioni per giungere a una soluzione che si ritiene positiva si può acquisire. I compiti autentici, i compiti di realtà possono essere un valido strumento. Messo di fronte a una situazione concreta, in cui si deve pensare e attuare un procedimento operativo conveniente, il bambino si misura con la necessità di prendere decisioni per giungere alla soluzione, mettendo in atto non solo conoscenze e abilità pratiche, ma anche competenze. E NELLA CLASSE?
AUTOCOSCIENZA
Autoconsapevolezza o conoscenza di sé, del proprio carattere, dei propri punti forti e deboli, dei propri desideri e bisogni. Abilità di comprensione dello stress. Prerequisito indispensabile per una comunicazione efficace, per relazioni interpersonali positive e per la comprensione empatica degli altri. E NELLA CLASSE? È necessario valorizzare l’operato degli alunni “più deboli” e ridimensionate l’operato di quelli “troppo sicuri di sé”. Questi interventi sono utili per favorire un ambiente di apprendimento che lasci spazio a tutti e soprattutto permetta di “non perdere per strada” a chi pensa “non ce la farò mai”. Saper comunicare le proprie difficoltà, richiedere aiuto quando è necessario e sapere che in ogni caso si avrà come risposta un atteggiamento accogliente permette a tutti di non “gettare la spugna” e di avere fiducia nella possibilità di ottenere risultati positivi.
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Presentazione
Storia
SENSO CRITICO
Abilità nell’analizzare informazioni ed esperienze in modo oggettivo, valutandone vantaggi e svantaggi, al fine di arrivare a una decisione più consapevole. Il senso critico può contribuire a riconoscere e valutare i diversi fattori che influenzano gli atteggiamenti e il comportamento, quali ad esempio le pressioni dei coetanei e l’influenza dei mass media. Il senso critico non è importante solo per valutare il proprio operato. In un’età così delicata, in cui il giudizio degli altri può “far male”, è veramente importante abituare gli alunni a imparare a mantenere un certo distacco da ciò che accade. Il senso critico si sviluppa anche nell’approccio alle varie discipline. Se si lascia spazio all’apprendere, inteso come ricerca continua che deve essere verificata, gli alunni si abitueranno a esprimere una propria opinione, a non incamerare il sapere come un liquido che riempie un vaso informe, ma faranno assumere a quel liquido la forma del vaso che sono loro stessi.
E NELLA CLASSE?
CAPACITÀ DI RELAZIONARSI CON GLI ALTRI
Abilità di interagire e relazionarsi con gli altri in modo positivo, sapendo creare e mantenere relazioni significative, fondamentali per il benessere psico-sociale, sia in ambito amicale sia familiare. Tale competenza permette anche la possibilità di interrompere le relazioni, quando necessario, in modo costruttivo. EMPATIA
Capacità di comprendere gli altri, di “mettersi nei loro panni”, anche in situazioni non familiari. Abilità di migliorare le relazioni sociali, l’accettazione e la comprensione degli altri. GESTIONE DELLE EMOZIONI
Capacità di riconoscere le emozioni in se stessi e negli altri. Abilità di provare emozioni intense, come rabbia e dolore. Consapevolezza di come le emozioni influenzano il comportamento e capacità di gestione delle stesse. GESTIONE DELLO STRESS
Competenza nel riconoscere le cause di tensione e di stress della vita quotidiana e nel controllarle, tramite cambiamenti nell’ambiente o nello stile di vita. Capacità di rilassarsi e gestire le tensioni. COMUNICAZIONE EFFICACE
Sapersi esprimere, sia verbalmente sia non verbalmente, in modo efficace e congruo alla propria cultura, in ogni situazione particolare. Capacità di esprimere opinioni e desideri, ma anche bisogni e sentimenti; essere in grado di ascoltare in modo accurato, comprendendo l’altro. Significa, inoltre, essere capaci di chiedere aiuto, quando necessario. Le dinamiche interpersonali tra gli alunni sono fondamentali per creare un ambiente emotivo che favorisca l’apprendimento e, soprattutto, la gioia e il piacere di apprendere. Il lavoro di gruppo o la condivisione di lavori individuali permettono agli alunni di interagire e rafforzano le conoscenze e le abilità acquisite. Lavorare in gruppo non è facile, non è sempre gratificante, ma è sempre più richiesto dalla società contemporanea e dal nuovo mondo del lavoro. Occorre imparare a gestire una capacità di adattamento che non deve essere passiva o frustrante, ma positiva nella relazione con gli altri.
E NELLA CLASSE?
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Storia
Presentazione
IL RUOLO DELL’INSEGNANTE Che cosa Per consentire agli alunni di sviluppare competenze è necessario costruire nella deve fare scuola un ambiente di apprendimento che consenta di: l’insegnante? • fare ricerca e indagare; • individuare e risolvere problemi; • discutere e collaborare con altri nel gestire situazioni; • riflettere sul proprio operato e valutare le proprie azioni.
La didattica per competenze e il lavoro per compiti autentici e significativi fanno crescere l’abitudine a lavorare insieme. Favorite le discussioni in gruppo, il lavoro di gruppo, perché i vostri alunni imparino a porre domande e a dare risposte, si abituino a prendere decisioni, a discutere con responsabilità confrontando diverse opinioni, a darsi reciproco aiuto, ad assumere responsabilità verso le persone, le cose. Attraverso la didattica per competenze ciascun alunno troverà modo e spazio per apprendere nel modo a lui più adatto, nel modo più soddisfacente e significativo. La didattica per competenze mette in gioco le caratteristiche e le potenzialità di ognuno: in più, consente di valorizzare le eccellenze e nel contempo di non far abbattere gli studenti più deboli o con significativi disturbi di apprendimento.
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Presentazione
Storia
L’INSEGNAMENTO DELLA STORIA I metodi Esistono fondamentalmente due metodi per insegnare, e dunque imparare, la
storia: • il metodo tematico, cioè la presentazione di un tema, per esempio la necessità di procurarsi cibo oppure la scrittura, cercando di capire come si è sviluppato nel tempo, in una civiltà o in una popolazione; • il metodo cronologico, cioè la presentazione di fatti in successione, seguendo una sequenza lineare e ordinata, concatenando gli avvenimenti in una prospettiva di causa-conseguenza. IL METODO TEMATICO
Il metodo tematico privilegia l’apprendimento attraverso l’osservazione delle fonti o la ricostruzione iconica di aspetti di civiltà, di avvenimenti significativi. Possiamo dire che è il “metodo dell’investigatore”. È deduttivo: è come un giallo in cui si risale ai fatti e alla loro narrazione attraverso l’esame degli indizi. È il più adatto ai bambini della Scuola Primaria perché evocativo, permette la narrazione e il coinvolgimento emotivo. È il metodo hands-on che consente di “toccare con mano”; è un approccio che consente altresì di “fare”, di costruire il proprio sapere. Non è astratto e permette di andare oltre la visione della storia intesa come una sequenza di date, guerre, re, eroi. Il metodo tematico, però, ha un difetto: non consente di “coprire” lunghi periodi, come invece avviene con l’approccio cronologico. Risulta più difficile l’utilizzo della “linea del tempo” per collocare in ordine diacronico gli avvenimenti e lo sviluppo degli aspetti antropologici e culturali (cioè seguendo il loro susseguirsi nel tempo). Indicazioni Nazionali “È necessario sottolineare l’importanza, a partire dalla Scuola Primaria, dell’apprendimento della storia centrato su temi che riguardano l’insieme dei problemi della vita umana sul pianeta: la trasformazione progressiva dell’ambiente naturale, i molti passaggi dello sviluppo tecnico, la divisione del lavoro e la differenziazione sociale, le migrazioni e la conquista dei territori, il conflitto interno e quello esterno alle comunità, la custodia e la trasmissione del sapere, i codici e i mezzi della comunicazione, la nascita e lo sviluppo delle credenze e della ritualità, il sorgere e l’evoluzione del sentimento religioso e delle norme, la costruzione delle diverse forme di governo”. IL METODO CRONOLOGICO
Il metodo cronologico è quello tipico, adottato anche in altre discipline: la letteratura e la filosofia, per esempio, sono spesso intese come lo studio della “storia della letteratura”, della “storia della filosofia”. Questo metodo offre un ampio ventaglio di conoscenze, ma rende più difficoltoso il raggiungimento delle competenze, ovvero come utilizzare le nozioni apprese per leggere la realtà, per farne tesoro nella vita personale. Con il metodo cronologico è possibile far percepire il flusso degli avvenimenti; è più facile spiegarli, se sono “messi in fila” in una successione ordinata, ed è più facile far rilevare i nessi di causalità. Relegare l’insegnamento della storia a una catena di fatti è, però, poco appassionante per i bambini, poiché essi avranno l’impressione che studiare la storia significhi studiare nomi e date. Inoltre, le causalità che mettono in relazione gli
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Presentazione avvenimenti sono spesso troppo complesse perché possano essere comprese in modo corretto da bambini della Scuola Primaria. Questo non vuol dire che debba essere escluso lo studio dei fatti, ma occorre che questi siano sempre inseriti in un quadro più “narrativo”. Inoltre, con il metodo cronologico è difficile cogliere analogie tra periodi storici diversi, comparare cultura, tecnologia, aspetti antropologici in società differenti. Gli argomenti trattati a inizio anno difficilmente saranno spontaneamente messi in relazione con un argomento trattato a fine anno. Risulta difficile anche comparare e concatenare fatti avvenuti in luoghi geograficamente diversi e lontani tra loro.
Allora qual è il metodo da privilegiare per insegnare la storia?
Premesso che la contrapposizione tra i due metodi non deve risultare una guerra culturale, la cosa migliore è la “combinazione tra i due metodi”. Per quanto riguarda i contenuti che verranno presentati negli ultimi due anni della Scuola Primaria è bene sottolineare i temi e gli aspetti trasversali alle diverse civiltà. La linea del tempo sarà assolutamente importante per aiutare gli allievi a collocare gli avvenimenti e i progressi culturali e sociali, ma occorre ricordare sempre che i periodi storici affrontati sono “molto distanti” dal nostro tempo e non bisogna sorprendersi se una spiegazione che inizia con “Nel 670 a.C.” suonerà alle orecchie degli alunni come il più classico dei “C’era una volta...”. Indicazioni Nazionali “La storia generale nella Scuola Primaria è deputata a far scoprire agli alunni il mondo storico mediante la costruzione di un sistema di conoscenze riguardanti quadri di civiltà o quadri storico-sociali senza tralasciare i fatti storici fondamentali”.
La storia di popolazioni e avvenimenti lontanissimi può essere costruita in una
L’insegnamento della storia tra sorta di laboratorio scolastico. Per farlo, occorre sollecitare la capacità deduttilaboratorio, va, evocativa e rappresentativa degli alunni. narrazione, IL LABORATORIO drammatizzazione
Lo studio della storia si fa laboratorio: la storia si collega a un ambiente, alla struttura di una società, agli aspetti culturali e antropologici. La “scoperta” delle fonti storiche, in questo approccio, costituisce il nucleo dell’insegnamento, perché la Storia viene vista non come un insieme di conoscenze, ma come l’esplorazione di una serie di oggetti e documenti che sopravvivono al passato, che ci permettono di indagarlo, di conoscerlo. Raggiunto quest’ultimo obiettivo si può passare a dare un ordine cronologico. LA NARRAZIONE E LA DRAMMATIZZAZIONE
Molto affascinante per i bambini (e non solo) è la costruzione del racconto storico attraverso la drammatizzazione. Caratterizzare la presentazione delle diverse popolazioni puntando sulle loro particolarità o specificità serve quasi a “personalizzare” un popolo, a dargli una connotazione “umana”, cioè a farlo percepire e avvertire come un insieme di uomini, donne, bambini che hanno vissuto come noi, ma in un ambiente diverso e con mezzi diversi a disposizione. IL LIBRO DI TESTO
Con questa metodologia di lavoro il libro di testo diventa l’approdo finale, che serve per mettere a fuoco le considerazioni, le intuizioni, le riflessioni sorte e affiorate grazie a un approccio laboratoriale.
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Storia
Classe 4a
PROGRAMMAZIONE ANNUALE Classe quarta Obiettivi formativi interdisciplinari • Analizzare l’interazione tra uomo e territorio. • Orientarsi nel tempo e nello spazio. • Leggere nel territorio i segni dell’intervento umano. • Cogliere la concatenazione di avvenimenti. • Individuare le cause e le conseguenze di un fatto. • Riconoscere i legami tra la nostra e le antiche civiltà. • Comprendere l’importanza dei diritti e dei doveri. TRAGUARDI PER LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE AL TERMINE DELLA CLASSE QUARTA L’alunno: • riconosce elementi significativi del passato del suo ambiente di vita • riconosce ed esplora in modo via via più approfondito le tracce storiche presenti nel territorio; comprende l’importanza del patrimonio artistico e culturale • usa la linea del tempo per organizzare informazioni, conoscenze, periodi e individuare successioni, contemporaneità, durate, periodizzazioni • individua le relazioni tra gruppi umani e contesti spaziali • organizza le informazioni e le conoscenze, tematizzando e usando le concettualizzazioni pertinenti • comprende i testi storici proposti e sa individuarne le caratteristiche • usa carte storico-geografiche, anche con l’ausilio di strumenti informatici • racconta i fatti studiati e sa produrre semplici testi storici, anche con risorse digitali
OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO USO DELLE FONTI • Riconoscere nei documenti il valore di testimonianze del passato. • Ricavare informazioni da fonti di diversa natura utili alla ricostruzione di un fenomeno storico. • Rappresentare, in un quadro storico-sociale, le informazioni che scaturiscono dalle tracce del passato presenti sul territorio vissuto. ORGANIZZAZIONE DELLE INFORMAZIONI • Saper leggere una carta storico-geografica relativa alle civiltà studiate. • Usare cronologie e carte storico-geografiche per rappresentare le conoscenze. • Confrontare i quadri storici delle civiltà affrontate. • Individuare gli elementi salienti e peculiari di un popolo per ricostruire un quadro di civiltà. STRUMENTI CONCETTUALI • Comprendere i sistemi di misura del tempo storico di altre civiltà. • Saper leggere una linea del tempo.
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CONTENUTI
PAGINE DEL VOLUME
• L’importanza della Storia • Storia e antropologia • La ricerca storica • Collocare gli avvenimenti nel tempo e nello spazio
2-3
• Le civiltà dei fiumi • La Mesopotamia • I Popoli della Mesopotamia • Le città • Come conoscere una civiltà • I Sumeri • I Babilonesi • Gli Ittiti • Gli Assiri • La Mesopotamia oggi
9-13 14 15
• Gli Egizi • L’Egitto oggi
55-71 72
• Gli Indi • I Cinesi • Le valli dell’Indo e del fiume Giallo oggi
73-78 79-85 86
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16-23 24 25-36 37-44 45-46 47-53 54
Programmazione annuale • comprende avvenimenti, fatti e fenomeni delle società e civiltà che hanno caratterizzato la storia dell’umanità dal Paleolitico alla fine del mondo antico, con possibilità di apertura e di confronto con la contemporaneità
• Saper collocare gli avvenimenti sulla linea del tempo. • Collocare nel tempo la nascita e lo sviluppo delle diverse civiltà e degli eventi storici. • Collocare nello spazio gli eventi, individuando i possibili nessi tra eventi storici e caratteristiche geografiche di un territorio. • Cogliere il nesso tra lo sviluppo delle prime civiltà e l’ambiente fluviale. • Stabilire relazioni di successione, antecedenza, contemporaneità tra gli eventi. • Individuare gli elementi di contemporaneità, gli elementi diacronici e gli elementi di durata nelle diverse civiltà. • Individuare gli elementi che caratterizzano e accomunano la formazione e lo sviluppo di una civiltà.
• Le civiltà del mare • I Fenici • La Terra di Canaan: il Libano oggi
87-92 93-99 100
• Gli Ebrei • La Terra di Canaan: Israele oggi
101-104 105
• I Cretesi • Gli Achei • Le Terre dei Cretesi e degli Achei oggi
107-113 114-117 118
• Le tribù italiche nel Paleolitico
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Storia
PRODUZIONE SCRITTA E ORALE • Confrontare aspetti caratterizzanti le diverse società, studiate anche in rapporto al presente. • Ricavare e produrre informazioni da carte storiche, reperti iconografici e consultare testi di genere diverso, manualistici e non, cartacei e digitali. • Esporre con coerenza conoscenze e concetti appresi. • Elaborare in testi orali e scritti gli argomenti studiati. • Organizzare le informazioni attraverso schemi e mappe.
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Storia
Classe 4a
IL PERCORSO DIDATTICO Il percorso seguito dal volume @discipline.it • Storia per la presentazione dei diversi argomenti tiene conto della linea didattica sull’insegnamento della storia presentata nell’introduzione di questa Guida. Nel Sussidiario di Storia si è scelto di proporre i diversi argomenti in forma narrativa, senza l’elencazione delle date in cui gli avvenimenti sono accaduti. Per ricostruire la cronologia dei fatti è sempre presente la linea del tempo, che può servire come “bussola” orientativa per una giusta collocazione dei fatti presentati in successione temporale. La parte fattuale e quella antropologica sono distinte, proprio per permettere di collegare e confrontare tra loro gli aspetti culturali, sociali, religiosi e artistici delle diverse civiltà. Questo modello di trattazione consente di cominciare ad affrontare in maniera graduale la visione storica di causalità tra i diversi avvenimenti storici.
Da dove I due macro-capitoli (Vivere lungo i fiumi, Vivere sul mare) si aprono con partire pagine introduttive che riguardano prevalentemente l’aspetto antropologico e servono per far conoscere gli aspetti comuni delle civiltà che in quei contesti storico-geografici hanno avuto origine e si sono sviluppate.
Come Per capire l’evoluzione storica di un argomento è fondamentale procedere procedere a grandi linee in questo modo: 1. descrivere una situazione iniziale, prima, cioè, che si siano innescate le trasformazioni o eventi particolarmente significativi come una migrazione o una guerra o un significativo cambiamento socio-politico; 2. mostrare riproduzioni di fonti e cercare di far rilevare indicazioni utili che aiutino a ricostruire un aspetto di carattere antropologico o un fatto storico; 3. attraverso domande o suggerimenti mirati portare gli alunni a organizzare le loro ”conquiste”, per spiegare quali possano essere stati i cambiamenti in quel contesto geostorico; 4. solo dopo questo lavoro deduttivo, passare a esplicitare chiaramente i fatti, a collocarli in un periodo, organizzandoli per comodità sulla linea del tempo; 5. a conclusione, proporre un confronto e una riflessione tra la situazione iniziale e quella finale, dopo il susseguirsi di cambiamenti di carattere antropologico, storico, sociale e politico che si sono analizzati. Questo modo di procedere consentirà di raggiungere traguardi di competenza, traguardi che non parlano solo di fatti da conoscere, ma di processi da padroneggiare.
La costruzione delle competenze
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Il metodo cronologico favorisce l’acquisizione di una grande quantità di nozioni e conoscenze, ma non è “economico” per l’acquisizione di competenze. Costruirsi competenze storiche partendo esclusivamente dalle conoscenze non è impossibile – in fondo è la strada che è stata percorsa fino a qualche decennio fa – ma è molto più faticoso e richiede tempo. Con modelli didattici più coinvolgenti, gli alunni costruiscono il loro sapere scoprendo e lavorando “come storici”.
Percorso didattico
Storia
VIVERE LUNGO I FIUMI I grandi nuclei tematici • Le modificazioni apportate alla vita individuale e sociale nelle prime comunità, affrontati dalla continua migrazione alla ricerca di terreni adatti all’insediamento e al
miglioramento delle condizioni di vita. • La complessità delle attività e la relativa suddivisione dei compiti; la nascita delle classi sociali; l’organizzazione del potere. • L’urbanizzazione e la nascita delle città sia come nuclei abitativi sia come manifestazione del potere politico-religioso. • Gli aspetti antropologici: abitudini di vita. • L’evoluzione delle tecnologie, delle arti, della religiosità. • Le diverse civiltà: – mesopotamiche (Sumeri, Assiri, Babilonesi, Ittiti); – della valle del Nilo (Egizi); – della valle dell’Indo (Indi); – delle valli dei fiumi Giallo e Azzurro (Cinesi). VIVERE SUL MARE
• Il mare come risorsa per gli scambi commerciali. • Le modificazioni apportate alla vita individuale e sociale nelle comunità che hanno intrapreso la navigazione marittima. • Lo sviluppo dell’artigianato, dell’arte e della cultura in relazione all’incremento degli scambi commerciali. • L’evoluzione della scrittura e la nascita dell’uso della moneta con l’incremento degli scambi commerciali. • Gli aspetti antropologici: abitudini di vita. • L’evoluzione delle tecnologie, delle arti, della religiosità. • Le diverse civiltà: – Fenici; – Ebrei; – Cretesi; – Achei.
Il percorso Nella pagina successiva l’insegnante troverà una scheda destinata agli alunni di storia per che illustra il percorso didattico proposto per la classe quarta. gli alunni Gli alunni possono osservarla, commentarla in gruppo, conservarla per valutare in itinere a quale punto sono arrivati. In questo modo gli alunni possono conoscere quale sarà il percorso tracciato, avere la consapevolezza di che cosa studieranno nel corso dell’anno e dove arriveranno a fine anno scolastico.
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Storia
Classe 4a
IL PERCORSO DI QUEST’ANNO VIVERE SUI FIUMI Le prime civiltà • I popoli della Mesopotamia: – Sumeri – Babilonesi – Ittiti – Assiri • Egizi • Indi • Cinesi
VIVERE SUL MARE Le civiltà del mar Mediterraneo • Fenici • Ebrei • Cretesi • Achei
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Gli insediamenti diventano stabili. Nascono le grandi civiltà.
Cambia il modo di vivere e di utilizzare il territorio. Si sviluppano i commerci e gli scambi culturali.
Accoglienza
Storia
L’ACCOGLIENZA Tutti noi, se entriamo in un contesto sconosciuto e ci troviamo di fronte a persone che non abbiamo mai incontrato prima, ci sentiamo a nostro agio se accolti con un atteggiamento disponibile. Lo stesso accade ai nostri alunni con le diverse discipline: devono “essere accolti” dalle materie di studio, non devono viverle come nemiche o sperare che “piacciano” o si dimostrino “facili”. Ecco dunque un primo importantissimo suggerimento: per fare un buon percorso di storia partiamo da una buona accoglienza!
Tanti Per avvicinare gli alunni al tipo di percorso che dovranno intraprendere nello punti di studio degli argomenti presentati è importante far capire loro che il “racconto vista del passato” è fatto da diversi punti di vista che si sovrappongono, si integrano, si connettono tra di loro. È il concetto di storia “su più piani”. I vari aspetti sono affrontati da diversi specialisti, con approcci diversi ma non disgiunti. LO STORICO
È lo scienziato della storia. È lo studioso che registra, ordina, confronta i fatti realmente accaduti basandosi sulle fonti. Lo storico è per sua natura il più oggettivo possibile. LO STORIOGRAFO
È il narratore della storia. Lo storiografo interpreta, racconta i fatti. È soggettivo, perché narra secondo una sua interpretazione, una sua visione della vita, una precisa scuola di pensiero. Sulla soggettività dello storiografo basti pensare a quanto si dice a proposito della storia delle guerre, narrata dalla parte dei vincitori oppure dalla parte dei vinti. L’ANTROPOLOGO E IL SOCIOLOGO
Sono gli “esperti di costume”, quegli studiosi che, attraverso l’analisi delle fonti, ci fanno rivivere le situazioni, i modi di vivere, i rapporti tra i gruppi sociali, tra la popolazione e il potere.
Esempi di didattica partecipata e inclusiva
Attività Una festa ( pagine 26-27) Per abituare gli alunni a “vedere la storia su più piani”, iniziate il vostro percorso con un “gioco storico”. 1. Distribuite agli alunni la fotocopia della scheda di pagina 26. 2. Fate osservare i vari disegni puntando l’attenzione sui particolari che possono essere utili per capire: • che cosa è accaduto; • quali usanze sono rappresentate; • quali informazioni si possono avere sugli abitanti di quella casa; • quali informazioni si possono avere circa la posizione geografica e il clima del luogo; • come si possono mettere in ordine cronologico i fatti. 3. Fate riordinare le immagini in ordine logico e cronologico. 4. Fate completare le schede dello storico, dello storiografo, dell’antropologo-sociologo (individualmente o a gruppi). 5. Fate riflettere gli alunni sul fatto che tutti e tre gli “studiosi” parlano dello stesso avvenimento, ma prendono in considerazione aspetti diversi.
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UNA FESTA 1 Osserva con attenzione le immagini. Metti in ordine logico e cronologico le sequenze,
numerando. Poi compila le schede sui diversi punti di vista.
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LA SCHEDA DELLO STORICO Il giorno . . . . ........................... alle ore ......... ..... 4 bambini sono arrivati a casa della famiglia . La porta d’ingresso è stata aperta da Il motivo era per il Alle 17,30 Alle 19 Fatto non collocabile nel tempo: Fatto che ha causato l’arrivo dei bambini: Conseguenza della festa:
. . . . . . .
LA SCHEDA DELLO STORIOGRAFO • Sulla base delle informazioni avute dalla scheda dello storico, racconta la festa inserendo un tuo commento positivo o negativo sulle feste di compleanno, sulla quantità di regali e sulla presenza dei genitori alla festa.
LA SCHEDA DELL’ANTROPOLOGO Un’usanza tipica sono i festeggiamenti dei .............................................................................................. . . . . . . . . Il più delle volte avvengono nella ...... ............................................................................................................... . . . . . . . . Il festeggiato invita gli amici più cari per mezzo di .............................................................................. . . . . . . . . . oppure . . . . . . . . . . . . . ........................................................ ............. o anche ............................................................................. . . . . . . . . I festeggiamenti avvengono in questo modo: ........................................................................................... . . . . . . . . . .... . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ........................................................ ............................................................................................................... . . . . . . . . Generalmente alla festa partecipano tutti i componenti della ...................................................... . . . . . . . Le famiglie generalmente non sono numerose. Nella maggior parte dei casi sono composte da ...................................................................................................................................................................... . . . . . . . È usanza portare al festeggiato ............ ............................................................................................................... . . . . . . . . L’edificio in cui vive questa famiglia è a più ............................................................... ; la casa è dotata di uno spazioso ................................................. ............................................................................................................... . . . . . . . . Il clima del luogo .............................................................................................................................................................. . . . . . . . .
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Storia
Classe 4a
UA 1 • Vivere lungo i fiumi
VIVERE LUNGO I FIUMI LA NASCITA DELL’AGRICOLTURA L’argomento che tratteremo 12 000 anni fa sulla Terra stava per terminare l’ultima era glaciale.
Questo fu un evento di grande rilevanza che favorì l’evoluzione dell’uomo non più dal punto di vista fisico e somatico, ma da quello culturale e tecnologico. I gruppi umani che abbandonarono i territori resi aridi dai mutamenti climatici abbandonarono pian piano anche il nomadismo, stanziandosi stabilmente lungo le rive dei grandi corsi d’acqua, originando una nuova forma di economia. L’agricoltura divenne il fulcro di ogni attività. Il fango depositato dopo le esondazioni rendeva fertile il terreno e agevolava la coltura di cereali, che si differenziarono nelle diverse zone di insediamento a seconda del clima e della natura del terreno. La possibilità di coltivare distese di terreno più vaste favorì lo sviluppo tecnologico. Si perfezionarono i primi rudimentali attrezzi che l’uomo utilizzava per seminare e raccogliere i frutti del suo lavoro: aratro, nuove forme di zappe e falcetti, inseminatoi. Tutto ciò incrementò la conoscenza delle piante coltivabili e ne permise la coltivazione di specie diverse.
Le conseguenze della nuova attività
Come introdurre l’argomento
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La necessità di preservare i campi dalle inondazioni e di irrigarli costantemente portò allo sviluppo delle opere idrauliche e di canalizzazione. La necessità di una maggiore forza lavoro per coltivare i campi, controllare gli argini, prendersi cura degli animali ebbe come conseguenza principale un importante incremento demografico. Anche la maggiore disponibilità di cibo favorì l’aumento della popolazione: iniziò così l’urbanizzazione. Un altro elemento importante e carico di conseguenze fu che le comunità di agricoltori ebbero la possibilità di accumulare proprietà; di conseguenza, iniziarono a proteggerle mettendo fine alla condivisione dei frutti del lavoro comune. In questo modo cambiarono le modalità della convivenza nello stesso territorio e iniziarono le differenze tra i gruppi, spesso basate sul possesso di campi situati in luoghi strategici. Lo stanziamento lungo le rive dei fiumi innescò un’altra serie di avanzamenti dal punto di vista tecnologico: • il fiume cominciò a essere navigato e crebbero gli scambi di prodotti, anche con gruppi che erano a buona distanza tra di loro; • il terreno ricco di argilla permise l’estrazione di questo materiale molto versatile: in un primo momento fu usato come rivestimento per isolare le pareti delle capanne costruite con pelli, legno, paglia; successivamente permise la fabbricazione di mattoni e di conseguenza di edifici più grandi e strutturati; • il fiume si caratterizzò come una difesa naturale contro gli assalti di nemici. 1. Per introdurre il tema Vivere lungo i fiumi l’insegnante può far leva sulle conoscenze acquisite durante lo studio dell’ominazione, facendo ragionare attraverso una serie di domande stimolo. Quali erano i bisogni primari che l’ominide e poi l’homo avevano necessità • di soddisfare? • Come sono riusciti a soddisfarli? Nella soddisfazione di questi bisogni c’è stata un’evoluzione, cioè è cambiato nel corso del tempo il modo di soddisfarli? Tra tutti questi bisogni qual era il principale?
UA 1 • Vivere lungo i fiumi
Classe 4a
Storia
2. Per far capire il motivo principale della migrazione dalle savane africane ai bacini fluviali è possibile offrire spunti di riflessione sui mutamenti climatici. Che cosa accade quando per un lungo periodo non piove? • • Che cosa possono aver fatto gli uomini primitivi quando si sono verificati lunghi periodi di siccità? 3. Per mettere a fuoco che lo stanziamento lungo le rive del fiume ha avuto lati positivi ma anche delle problematicità si può riflettere sulle seguenti questioni: che cosa favoriva la presenza di acqua dolce? • Era facile muoversi per lunghi tratti sul terreno se non si avevano mezzi • di trasporto adeguati? Perché era più facile muoversi lungo il corso del fiume? • Se in un determinato periodo dell’anno le piogge erano particolarmente abbondanti, che cosa succedeva all’acqua che scorreva nei letti dei fiumi, soprattutto nelle zone pianeggianti o prossime alla foce?
Esempi di didattica partecipata e inclusiva
La costante delle più antiche civiltà umane è stata il nomadismo, che ha caratterizzato la vita degli uomini primitivi sino all’introduzione dell’agricoltura nel Neolitico (dopo il 10 000 a.C.) È necessario ricordare ai bambini che i vari esemplari di homo vivevano di caccia e raccolta, perciò erano costretti a spostarsi di frequente per seguire i branchi di animali. Con i mutamenti climatici gruppi umani si sono trovati spesso in situazione di grande difficoltà: perciò praticavano il nomadismo per necessità.
Attività Dividete la classe in piccoli gruppi. Sottoponete a ogni gruppo la fotocopia delle schede delle pagine 30 e 31, seguendo i suggerimenti. 1. Il cambiamento climatico ( pagina 30) Fate osservare ai vostri alunni la scheda e proponete le seguenti domande. • Che cosa indica il fatto che in quel luogo ci sia una capanna? • Quel gruppo si trovava in quel posto di passaggio? • Che cosa ci indica che invece quello era il luogo dove vivevano? • Come è l’ambiente intorno a loro? • È possibile che quel gruppo abbia scelto quel luogo per vivere? Perché? • Che cosa può essere successo? • Che cosa avranno pensato di fare gli adulti del gruppo? 2. Un nuovo ambiente ( pagina 31) Fate osservare ai vostri alunni la scheda e ponete le seguenti domande. • Da che cosa dipende la diversità dell’ambiente che state osservando rispetto a quello della scheda precedente? • Come saranno cambiate le condizioni di vita del gruppo di uomini che è giunto nel nuovo ambiente? • Quali difficoltà avrà dovuto superare quel gruppo di uomini nel nuovo ambiente? • Che cosa avranno dovuto imparare quegli uomini a fare per adattarsi e trarre vantaggio dalle nuove condizioni?
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DIDATTICA PARTECIPATA
Alunno/a Data Classe
IL CAMBIAMENTO CLIMATICO 1 Osserva l’immagine. Fai attenzione ai particolari. Poi rispondi.
• Com’è l’ambiente in cui si trova questo gruppo di uomini?
• Come si procurano il cibo?
• Secondo te, il gruppo di uomini ha scelto questo luogo per stabilirsi o sta decidendo di abbandonarlo? Perché?
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Alunno/a Data Classe
DIDATTICA PARTECIPATA
UN NUOVO AMBIENTE 1 Osserva l’immagine. Fai attenzione ai particolari. Poi rispondi.
• Quali sono le differenze più evidenti tra l’ambiente rappresentato in questo disegno e quello precedente?
• A che cosa sono dovute queste differenze?
• Nel nuovo ambiente c’è una zona paludosa. Che cosa potrà fare il gruppo di uomini per renderla abitabile?
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Storia
Classe 4a
UA 1 • Vivere lungo i fiumi
Il percorso proposto nel testo Nel testo, in relazione a questo argomento sono presenti i seguenti materiali: TESTO
PAGINE
A CHE COSA SERVE
RUBRICHE SPECIALI
@discipline.it
9-13
Fornire conoscenze, aiutare a studiare.
• • • • •
Saper fare
2-14
Consolidare le conoscenze, sviluppare le competenze.
• La parola a uno scrittore • Compito di realtà
@mappe
2
Organizzare il pensiero, collegare le conoscenze, facilitare lo studio e la memorizzazione.
@atlante
6-7 18-19
Favorire la capacità di osservare e dedurre, favorire l’apprendimento attraverso l’uso delle immagini.
@verifiche
6e8
Verificare il raggiungimento degli obiettivi didattici programmati.
Entro nell’argomento Coding Indicazioni per lo studio Le mie competenze Riassumendo
I collegamenti L’argomento trattato può fornire spunti per alcuni collegamenti con: con altre • geografia: il fiume; le zone climatiche aride; le zone climatiche più adatte discipline e all’agricoltura e la loro posizione geografica; con la realtà • tecnologia: i mezzi di trasporto su fiume; dei bambini
• storia: i fossati dei castelli come barriera difensiva; • realtà contemporanea: le carestie nelle zone aride del nostro pianeta; le migrazioni di gruppi per raggiungere la sopravvivenza; gli Organismi Internazionali che si occupano di costruire pozzi e sistemi di approvvigionamento di acqua dolce nelle zone di grande aridità.
Quali Le conoscenze conoscenze e • Conoscere che cosa ha spinto i gruppi umani a stanziarsi lungo il corso dei grandi fiumi. competenze può raggiungere • Conoscere le importanti modificazioni nella vita dell’uomo che sono causati da ciascun allievo improvvisi cambiamenti climatici (troppo caldo, troppo freddo, troppa pioggia).
• Conoscere quali conseguenze ha avuto lo stanziamento lungo le rive dei fiumi per quanto riguarda: – economia (sviluppo dell’agricoltura); – tecnologia (opere idrauliche, strumenti per la coltivazione); – antropologia e società (incremento della popolazione, urbanizzazione, diversificazione dei rapporti all’interno del gruppo). Le competenze • Comprendere che i mutamenti prodotti da fattori climatici possono modificare la vita dell’uomo e l’economia di un territorio. • Comprendere il significato della migrazione legata alla necessità di migliorare le condizioni di vita. • Rilevare somiglianze con la contemporaneità utilizzando le conoscenze acquisite.
Come Al termine dell’unità didattica di apprendimento è possibile valutare le conoterminare? scenze acquisite, utilizzando la prima parte delle verifiche 1A e 1B.
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Alunno/a Data Classe 1 Completa
Ti aiuto a imparare
osservando le immagini.
Alcuni gruppi di uomini lasciarono le zone aride perché . . . . ........................................................ .................... . Raggiunsero le sponde dei fiumi dove trovarono ..................................................... . . . . . . . . . . Per irrigare i campi e coltivarli gli uomini impararono a costruire ............................................ . . . . . . . . . . e .......................................................................... per conservare l’acqua per i periodi di siccità.
Imparando ad attraversare i fiumi con semplici barche, l’uomo poté . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ........................................................ ...............
i prodotti dei suoi campi.
I fiumi durante il periodo delle piene ................................................................................ . L’uomo imparò così a rinforzare ................................................................................ per evitare le ....................................... ......................................... .
Il villaggio che sorgeva sulle sponde era più sicuro, perché era difeso naturalmente dal ............................. ................................................... . 33
Storia
Classe 4a
UA 2 • La Mesopotamia e i suoi popoli
LA MESOPOTAMIA E I SUOI POPOLI L’argomento che tratteremo
IL TERRITORIO TRA TIGRI ED EUFRATE
Il termine Mesopotamia fu introdotto dai Greci per indicare la zona geografica compresa tra i corsi del Tigre e dell’Eufrate. Il nome deriva dall’unione di due parole greche: μέσος (mesos, che sta in mezzo) e ποταμός (potamos, fiume) con l’aggiunta del suffisso -ia, che in genere ha il significato di “terra”. In seguito, con Mesopotamia si indicarono anche le zone limitrofe definendo i confini con la catena dei monti Zagros a est, quella del Tauro a nord, steppe e deserti a ovest e sud-ovest e, infine, la zona paludosa che si affaccia sul Golfo Persico a sud. Oggi quelle terre corrispondono a Turchia, Iraq, Siria, Iran, Arabia Saudita e Kuwait. La regione era considerata la parte orientale della mezzaluna fertile (della quale faceva parte anche la valle del Nilo) e vi si trovavano, allo stato selvatico, quelli che sarebbero diventati gli alimenti base dell’uomo dell’antichità: cereali, leguminose, ovini e bovini. Le foreste di tipo mediterraneo ospitavano querce, pini, cedri e ginepri e una fauna di animali che favorirono i primi insediamenti intorno al 10 000 a.C., al termine dell’ultima era glaciale. Spesso il bacino mesopotamico viene avvicinato per similitudine a quello del Nilo, ma esso era percorso da corsi d’acqua che avevano differenze sostanziali rispetto a quest’ultimo. Il grande fiume africano, a causa della sua nascita in zona monsonica, assicurava piene regolari, mentre le piene del Tigri e dell’Eufrate erano più imprevedibili e, per questo, furono un importante stimolo per la costruzione di opere di irrigazione e di regolazione delle acque. Così sono nate le prime opere idrauliche e di modifica dell’ambiente. LE CIVILTÀ DELLA MESOPOTAMIA
In questi territori fioriscono le prime civiltà della storia umana nel IV millennio a.C. La prima grande civiltà che nacque in Mesopotamia, all’incirca nel 3 000 a.C., fu quella dei Sumeri, un popolo di origine sconosciuta che qui vi fondò le prime città come Ur, Uruk, Lagash. Nel corso dei secoli la Mesopotamia diventò meta per altri popoli che si alternano nel dominio di quelle fertili terre. Nel 2 380 a.C. gli Accadi, guidati dal re Sargon, espansero i propri territori fino a inglobare gran parte della Mesopotamia. Nel III millennio a.C. si insediarono in Mesopotamia anche le popolazioni semitiche degli Amorrei e degli Elamiti. Nel 1 730 a.C. furono proprio gli Amorrei a dar vita a un nuovo grande Impero, con il re Hammurabi di Babilonia. I Babilonesi dominarono incontrastati sulle città della Mesopotamia, ma nell’area ben presto si affacciarono nuovi popoli conquistatori, in particolar modo gli Ittiti e i Cassiti. Nel 1 110 a.C. la Mesopotamia venne invasa e conquistata dalla popolazione guerriera degli Assiri che dapprima occuparono i territori e successivamente ne divisero il potere con i Babilonesi dando vita al secondo Impero Babilonese (o Impero Assiro-Babilonese). Nel 538 a.C. l’Impero Assiro-Babilonese crollò definitivamente sotto la spinta espansionista della popolazione dei Persiani, che sottomisero l’intera regione al potere di re Ciro di Persia.
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UA 2 • La Mesopotamia e i suoi popoli
Classe 4a
Storia
Come Prima di iniziare a introdurre l’argomento è possibile riprendere con gli alunni introdurre le informazioni che hanno acquisito nello studio dello stanziamento delle tribù l’argomento lungo il corso dei fiumi.
• Quali vantaggi offrivano i territori bagnati dai fiumi rispetto ai territori situati in montagna o in zone occupate dal deserto? • Che cosa sarà successo quando “si è sparsa la voce” che lungo le rive dei fiumi si viveva meglio? • Da dove potevano giungere le popolazioni che volevano occupare i territori più fertili?
Esempi di didattica partecipata e inclusiva
Attività
Le fonti • Come un archeologo ( pagine 36-37) Distribuite a ciascun alunno la scheda di pagina 36. Un’altra modalità può essere quella di dividere la classe in gruppi, dare a ciascun gruppo una sola immagine e farli lavorare insieme. Spiegate agli alunni che le immagini si riferiscono a popolazioni diverse che si sono stanziate in Mesopotamia. Ciascuna popolazione si è caratterizzata per alcuni aspetti particolari. Spiegate agli alunni che analizzando queste fonti con attenzione e con gli occhi di uno storico potranno scoprire quali sono questi aspetti particolari. Invitate poi gli alunni a redigere per ciascuna fonte una scheda sulla quale dovranno annotare ciò che pensano di aver scoperto. Al termine del lavoro direte a quale popolazione si riferisce ciascuna fonte. Conservate le schede redatte dagli alunni e, al termine dello studio di ciascuna popolazione, confrontate quanto ipotizzato dagli alunni con quanto studiato: coincide? • Fonte A: tavoletta con scrittura ideografica sumera. • Fonte B: estratto di alcune leggi del Codice di Hammurabi. • Fonte C: bassorilievo assiro con scene di assalto con macchinari da guerra. • Fonte D: bassorilievo nel quale si vedono armi di probabile produzione ittita. Nella scheda, accanto all’indicazione della fonte, è stato inserito un riquadro nel quale gli alunni scriveranno il nome della popolazione che l’insegnante dirà a conclusione del loro lavoro. In questo modo viene offerto agli allievi un modello di “lettura di una fonte”: potete leggere le altre fonti insieme agli alunni e segnare i particolari che danno indicazioni sulla popolazione.
35
DIDATTICA PARTECIPATA
Alunno/a Data Classe
LE FONTI 1 Osserva le fonti o riproduzioni di fonti ritrovate nelle zone in cui vivevano alcune
popolazioni che si sono stanziate in Mesopotamia. Scrivi che cosa rappresentano secondo te, poi completa le schede di rilevazione di pagina 37, immaginando di essere un archeologo.
Fonte A
Fonte B • Queste sono frasi che sono state ritrovate su una stele. Che cosa possono essere? Qualora qualcuno apra i suoi solchi per irrigare il suo terreno, ma è malaccorto, e l’acqua allaghi il campo del suo vicino, allora paghi frumento per la sua perdita. Qualora un uomo litighi con la moglie vanno presentate le ragioni. Se non c’è alcun torto da parte della donna ed è l’uomo che la trascura, allora questa donna non avrà nessuna colpa. Ella prenderà la sua dote e tornerà alla casa di suo padre. Se un mercante ha affidato a un agente orzo, lana, olio o altro genere, perché li venda, l’agente registrerà l’argento ricavato dalla vendita e lo restituirà al mercante; l’agente prenderà una tavoletta sigillata relativa all’argento che consegna al mercante.
Fonte C
36
Fonte D
Alunno/a Data Classe
DIDATTICA PARTECIPATA
COME UN ARCHEOLOGO Fonte A
• Si tratta di . • Questa fonte fa capire che la popolazione alla quale è attribuita sapeva
.
• Penso che rappresenti
.
Fonte B
• Si tratta di . • Questa fonte fa capire che la popolazione alla quale è attribuita sapeva
.
• Penso che rappresenti
.
Fonte C e fonte D
• Si tratta di . • Queste fonti fanno capire che le popolazioni alle quali sono attribuite sapevano
.
• Penso che rappresentino
.
37
Storia
Classe 4a
UA 2 • La Mesopotamia e i suoi popoli
Il percorso proposto nel testo Nel testo, in relazione a questo argomento sono presenti i seguenti materiali: TESTO
PAGINE
A CHE COSA SERVE
RUBRICHE SPECIALI
@discipline.it
14-54
Fornire conoscenze, aiutare a studiare.
• Entro nell’argomento • Coding • I ndicazioni per lo studio • Le mie competenze • Riassumendo • Compito di realtà
Saper fare
15-32
Consolidare le conoscenze, sviluppare e verificare le competenze.
•L a parola a uno scrittore • Sapere
@mappe
3-11
Organizzare il pensiero, collegare le conoscenze, facilitare lo studio e la memorizzazione.
@atlante
8-11
Favorire la capacità di osservare e dedurre, favorire l’apprendimento attraverso l’uso delle immagini.
@verifiche
7e9
Verificare il raggiungimento degli obiettivi didattici programmati.
I collegamenti L’argomento trattato può fornire spunti per alcuni collegamenti con: con altre • tecnologia: gli strumenti per la coltivazione della terra e per la costruzione discipline e delle case; con la realtà • cittadinanza: l’importanza delle leggi per regolamentare i rapporti tra le dei bambini
persone; l’utilità delle leggi condivise; • realtà contemporanea: confronti tra culture diverse; possibilità e necessità di integrazione delle culture; l’incontro tra culture favorisce lo scambio di conoscenze ed è fonte di progresso.
Quali conoscenze Le conoscenze e competenze • Conoscere i motivi per i quali il territorio della Mesopotamia ha favorito lo stanziamento di popolazioni e la nascita delle civiltà. può raggiungere ciascun alunno • Conoscere le civiltà che sono sorte e si sono sviluppate in Mesopotamia.
• Conoscere le caratteristiche per cui le civiltà della Mesopotamia sono ricordate. Le competenze • Comprendere come le risorse di un territorio cambiano e si sviluppano. • Comprendere il significato della migrazione legata alla necessità di migliorare le condizioni di vita. • Rilevare somiglianze con la contemporaneità utilizzando le conoscenze acquisite.
Come Al termine dell’unità didattica di apprendimento è possibile valutare: terminare? • le competenze raggiunte, utilizzando la verifica delle pagine 30-31, Saper fare; • le conoscenze acquisite, utilizzando la seconda parte delle verifiche 1A e 1B.
38
Alunno/a Data Classe 1 Completa
e rispondi osservando le immagini.
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Ti aiuto a imparare
€ 1,50 € 6,95 € 1,55 € 2,40 € 12,40
OGGI • Che cosa riproduce questa immagine?
• A che cosa serve?
26 luglio h 11:23
NELL’ANTICHITÀ Un pastore consegna al funzionario del re . Il funzionario mette un gettone per ogni dentro a una sfera di argilla. • Perché il funzionario fa questo?
Sono passati molti anni e ancora i contadini consegnano ai funzionari del re i prodotti del loro lavoro. Un contadino consegna al funzionario . • Che cosa fa il funzionario?
in rosso il simbolo che • Circonda secondo te indica il grano e in blu i simboli che indicano la quantità. • Il funzionario come registra la merce nella prima immagine?
ome la registra nella seconda •C immagine?
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Storia
Classe 4a
UA 3 • La civiltà degli Egizi
LA CIVILTÀ DEGLI EGIZI LA CIVILTÀ EGIZIA L’argomento che tratteremo Circa 10 000 anni fa il Sahara non era un deserto, ma una zona abitata. L’ul-
tima glaciazione e il successivo innalzamento delle temperature causarono la desertificazione. Pochi gruppi si adattarono (gli antenati dei Tuareg), gli altri migrarono o verso l’Africa equatoriale o verso il Mediterraneo e la Valle del Nilo. I primi uomini che si affacciarono alla Valle del Nilo trovarono una grande distesa di terre fangose e disabitate. Fu solo con un lavoro durato centinaia di anni che le rive poterono ospitare gruppi di contadini sempre più numerosi che diedero origine a villaggi via via più grandi. Man mano che i primi abitanti impararono a conoscere il “loro” fiume capirono che era necessario unirsi per controllarlo e incanalare le acque che diventavano impetuose durante le piene. Dal fiume dipendeva la loro vita. Era necessario costruire dighe e argini, tenere puliti i canali per togliere la sabbia che il vento impetuoso del deserto trasportava anche sui campi coltivati. PERIODO PREDINASTICO
Nel sud dell’Egitto, attorno al 3 500 a.C. nacque la prima organizzazione di villaggi (i Nomos) simile a uno Stato, al cui sovrano fu affidato il compito di assicurare che il ciclo piena-secca del fiume fosse tenuto sotto controllo. Questa esigenza fece sì che le tribù che si stanziarono lungo le rive del Nilo imparassero a vivere sotto l’autorità di capi locali. I vari Nomos si scontrarono e si allearono tra loro, nell’arco di circa un millennio, fino a formare due regni, l’Alto Egitto al sud (costituito dalla parte meridionale della valle del Nilo) e il Basso Egitto al nord (costituito principalmente dalla zona vicino al delta del fiume). L’Alto Egitto aveva come capitale la città di Nekhen, chiamata Ieraconpoli. Il re di questo territorio adorava la dea avvoltoio Nekhbet e veniva raffigurato con un’alta corona bianca. Il Basso Egitto aveva come capitale Buto; il sovrano adorava la dea cobra Uto e cingeva una corona rossa, caratteristica di una dea del delta, Neith. Secondo le antiche leggende l’Alto Egitto, guidato dal dio Horo, sottomise il Basso Egitto, unificando tutto il territorio. Il sovrano del regno del Sud assunse da allora nella sua persona i simboli di entrambi i poteri e cinse la doppia corona. Nella realtà i due regni vennero unificati nel 3 100 a.C. in un solo impero da Menes, re dell’Alto Egitto, che inaugurò le trenta dinastie dell’antico Egitto. La capitale divenne Menfi e il sovrano unì le due corone. Fin dalle prime dinastie il re si affermò come dio in terra, con la precisa funzione di conservare il maat, l’ordine. Il faraone era tale per diritto divino e accentrava ogni funzione dello stato. A questo periodo risalgono le piramidi di Cheope, Chefren e Micerino. LE PIRAMIDI
La piramide fu, molto probabilmente, un’evoluzione della mastaba, tomba coperta da una struttura a forma di gradone che sovrasta la camera funeraria. Ormai è tramontata la teoria, dovuta più che altro ai racconti di Erodoto, dell’utilizzo di migliaia di schiavi, catturati in battaglia, per la costruzione delle piramidi. Gli studiosi concordano che queste costruzioni siano state erette da operai specializzati, che vivevano nei pressi delle future piramidi, aiutati durante la stagione dell’inondazione (periodo dell’anno in cui il Nilo allagava i campi rendendo impossibili i lavori agricoli) da contadini che, si dice, provenissero da tutto l’Egitto. Complessivamente si contano più di cento piramidi, tra grandi e piccole, ma solo una piccola parte è oggi in discrete condizioni.
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UA 3 • La civiltà degli Egizi
Classe 4a
Storia
Nelle sepolture risalenti a questo periodo sono stati rinvenuti i primi esempi di tecnica di imbalsamazione. ANTICO E MEDIO REGNO
Dal 2 700 a.C. al 1 530 a.C. In questo periodo si organizzarono grandi spedizioni commerciali e militari in Nubia e in Libia. Dal commercio arrivava in Egitto dalla Nubia l’oro, con avorio e altri prodotti esotici, dal Sinai rame in grande quantità, mentre le spedizioni commerciali in Fenicia procuravano legname, specialmente legno di cedro. Con il desiderio d’indipendenza della nobiltà, il faraone perse potere e vi furono gravi momenti di crisi che posero termine all’Antico Regno: allora nell’Alto Egitto sorse una potente nobiltà; le terre che erano state unicamente di proprietà del faraone vennero frazionate; sempre più larghi privilegi furono concessi ai sacerdoti mentre le risorse della cassa del regno si esaurirono. Verso il 2 040 a.C. la capitale fu spostata a Tebe. Il Medio Regno fu per l’Egitto antico uno dei migliori periodi della sua storia, sotto l’aspetto politico, economico ed amministrativo. La minaccia venne dagli Hyksos, genti asiatiche che stabilirono la loro capitale nel delta Orientale e invasero l’Egitto. Dagli invasori gli Egizi ebbero conoscenza dei cavalli e dei carri da guerra, fino ad allora ignoti in Egitto. L’espulsione degli Hyksos avvenne però in maniera lenta e graduale, a causa dell’indebolirsi del loro potere. NUOVO REGNO
Dal 1 530 a.C. al 1 080 a.C. L’Egitto è di nuovo riunito e unificato: ha mostrato di saper combattere ed è pronto a un nuovo periodo di splendore. L’Egitto raggiunse la sua massima espansione con il regno di Thutmose III, comprendendo la Nubia e l’Asia fino all’Eufrate. Divenne così il paese più ricco del mondo antico. Questo fu il periodo dei grandi faraoni: Akhenaton, Tutankhamon, i Ramessidi. LA CONQUISTA PERSIANA E MACEDONE
Dopo periodi di alti e bassi l’Egitto, conquistato da Cambise, figlio del re persiano Ciro, entrò a far parte dell’impero achemenide, con Cipro e la Fenicia, e diventò una satrapia. Dario I intensificò i rapporti della Persia con la satrapia d’Egitto, tanto da far costruire un canale di raccordo tra il mar Rosso e il Nilo, così da poter giungere al Mediterraneo via mare. Dopo la battaglia di Isso, nella quale venne sconfitto Dario III, l’Egitto fu inserito nell’impero di Alessandro Magno.
Come introdurre Gli alunni avranno senz’altro sentito parlare di mummie. Un buon inizio sarà l’argomento spiegare da dove deriva il termine mummia e perché chi per Halloween si traveste da mummia fa uso di una quantità di bende. La lezione potrebbe essere una drammatizzazione: fate portare a ciascun alunno un rotolo di carta igienica o carta da cucina. Invitate i bambini a vestirsi da mummie, e poi spiegate che la conservazione del corpo intatto dopo la morte era una condizione indispensabile per continuare una nuova vita.
Didattica partecipata
Le schede successive servono per introdurre gli aspetti per i quali gli Egizi sono conosciuti.
41
DIDATTICA PARTECIPATA
Alunno/a Data Classe
LE MUMMIE EGIZIE 1 Osserva le immagini, leggi le informazioni e completa. Poi, confronta le tue ipotesi
con le informazioni ottenute dopo aver studiato gli Egizi.
Questa è una mummia di un antico Egizio conservata in un museo.
• Scrivi perché, secondo te, gli antichi Egizi avvolgevano il corpo del defunto con bende di lino.
Questi sono dei vasi chiamati canopi. I coperchi sono una testa di falco, una di babbuino, una di sciacallo e una umana. In ciascuno di questi vasi venivano depositati specifici organi interni del corpo.
• Secondo te, quali organi del corpo venivano conservati?
Questo è un antico scarabeo fatto con una pietra preziosa: il turchese. Uno scarabeo veniva posto tra le bende dei defunti.
• Secondo te, perché?
42
DIDATTICA PARTECIPATA
Alunno/a Data Classe
LA PIRAMIDE E I GEROGLIFICI 1 Osserva la riproduzione dell’interno di una piramide e scrivi al posto giusto i nomi
dei diversi elementi.
camera di sepoltura del re • camera di sepoltura della regina • canali di aerazione • grande galleria • ingresso
Le pareti interne delle piramidi erano ornate con dipinti che rappresentavano scene di vita e con scritte che utilizzavano un sistema di scrittura particolare: i geroglifici. I geroglifici potevano indicare intere parole o solo lettere. Qui a lato ritrovi il nostro alfabeto “tradotto” con alcuni geroglifici egizi. In basso, trovi alcuni esempi di come venivano rappresentate le parole più comuni.
A
A
F
K
B BA F
K
A
G F
FL
K
civetta
pulcino
mano
lago
acqua
piede
filo di lino
bocca
G
H
BG
L
G
L
M
B
D E D E C D E J H H I J H I C HD I E J MBH H
C
C B
M N
N
H N I
N
N
M
OJ N
O O
T P K QL R SN T Q R S T N T O T P V VQ W WR S T Q V R W X S T Y TZ UP X Y U Z W V X Y U Z
P
U
avvoltoio
B
B
X
Y
Z
2 Utilizzando i geroglifici del disegno in alto,
scrivi il tuo nome nel cartiglio. Crea poi altri cartigli per scrivere i nomi di amici e familiari.
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Storia
Classe 4a
UA 3 • La civiltà degli Egizi
Il percorso proposto nel testo Nel testo, in relazione a questo argomento sono presenti i seguenti materiali: TESTO
PAGINE
A CHE COSA SERVE
RUBRICHE SPECIALI
@discipline.it
55- 72
Fornire conoscenze, aiutare a studiare.
•E ntro nell’argomento • Coding • I ndicazioni per lo studio •L e mie competenze • Riassumendo • Compito di realtà
Saper fare
33-41
Consolidare le conoscenze, sviluppare e verificare le competenze.
•L a parola a uno scrittore • Come uno storico • Le mie competenze • Sapere
@mappe
12-13
Organizzare il pensiero, collegare le conoscenze, facilitare lo studio e la memorizzazione.
@atlante
12-15
Favorire la capacità di osservare e dedurre, favorire l’apprendimento attraverso l’uso delle immagini.
@verifiche
10-13
Verificare il raggiungimento degli obiettivi didattici programmati.
I collegamenti con altre discipline e con la realtà dei bambini
L’argomento trattato può fornire spunti per alcuni collegamenti con: • geografia: le zone desertiche; il fiume: la foce a delta ed estuario; le cataratte; • geometria: la piramide; • tecnologia: la costruzione della piramide: dalla mastaba, costruzione a piani sovrapposi che degradano in grandezza, alla piramide; il piano inclinato e la leva: strumenti per sollevare e trasportare pesi; • scienze: gli animali e le piante del fiume e del deserto; • realtà contemporanea: lo sviluppo turistico in Egitto: resti di una civiltà, fascino del deserto, bellezze del mare.
Quali conoscenze e competenze può raggiungere ciascun alunno
Le conoscenze • Conoscere l’origine della civiltà egizia con particolare riferimento ai condizionamenti che il territorio (fiume e deserto) imponeva. • Conoscere le caratteristiche della civiltà egizia con particolare riferimento agli aspetti per la quale è ricordata: architettura, scrittura, religione, culto dei morti. Le competenze • Comprendere la relazione tra territorio, posizione geografica e attività economiche. • Rilevare somiglianze e differenze con la contemporaneità per quanto riguarda la specializzazione del lavoro, l’uso dell’arte per rappresentare situazioni, l’uso della scrittura, le credenze sull’oltretomba.
Come Al termine dell’unità didattica è possibile valutare: terminare? • le competenze raggiunte, utilizzando la verifica delle pagine 44-45, Saper fare; • le conoscenze acquisite, utilizzando le verifiche 2A e 2B.
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Alunno/a Data Classe 1 Completa
Ti aiuto a imparare
osservando le immagini.
L’Egitto si trova nell’Africa: del nord. del sud. del centro.
Il territorio era ed è attraversato dal fiume . Ai lati delle sponde del fiume si trovava e si trova ancora oggi un vasto .
Il fiume ha permesso lo sviluppo dell’ . I contadini utilizzavano l’acqua per .
Basso Basso Egitto Egitto
All’origine della civiltà Egizia il territorio era diviso in due
AltoAlto Egitto Egitto
: Egitto, Egitto.
45
Storia
Classe 4a
UA 4 • Vivere lungo il mare
VIVERE LUNGO IL MARE GEOSTORIA L’argomento che tratteremo Il termine Mediterraneo deriva dalla parola latina Mediterraneus, che significa
“in mezzo alle terre”. Il Mediterraneo è un mare caldo, sia per la sua latitudine sia perché è circondato da terre. Le temperature non raggiungono mai valori troppo elevati e le escursioni sia diurne sia annue sono modeste; la piovosità è relativamente scarsa e concentrata in primavera e in autunno. Questo tipo di clima si è rivelato idoneo per produzioni agricole “pregiate”: cereali, olivi, viti, frutta. I PRIMI INSEDIAMENTI
L’uomo si è insediato relativamente tardi lungo le coste del Mediterraneo, perché le zone pianeggianti si estendevano in spazi limitati e non vi era abbondanza di acqua dolce portata dai fiumi. Sicuramente l’innata curiosità e il desiderio di avventura ha indotto i primi abitanti di queste terre a tentare di solcare il mare con semplici zattere o barche di giunco. Ma queste semplici imbarcazioni non potevano reggere la forza del mare. Occorreva uno sviluppo tecnologico e una capacità di orientarsi senza avere punti di riferimento fissi come sulla terraferma. I CONTATTI CON LE CIVILTÀ FLUVIALI
L’incontro tra queste prime tribù stanziatesi lungo le coste e le più evolute civiltà della Mesopotamia e dell’Egitto favorì il passaggio di conoscenze in campo astronomico e tecnologico. La ricchezza di boschi sulle alture alle spalle del mare fornì il legname per la costruzione di imbarcazioni più robuste e stabili e di conseguenza l’opportunità di affrontare il mare non solo per spostarsi, ma, soprattutto, per scambiare merci. Le coste erano frastagliate e con grandi insenature per cui fornivano, quando le popolazioni costiere iniziarono ad affrontare il mare, approdi riparati per le loro navi. L’ARTIGIANATO E IL COMMERCIO
Le terre del Mediterraneo orientale videro accentuarsi l’attitudine all’artigianato anche grazie ai contatti commerciali con altre civiltà. I prodotti dell’artigianato divennero sofisticati e richiesti da tutte le classi benestanti delle diverse civiltà. Le popolazioni che svilupparono le loro civiltà lungo le coste si specializzarono nella produzione di prodotti che potevano essere “esclusivi”: i Fenici esportavano tessuti tinti con la porpora, vetro, legno di cedro e materie prime che acquistavano, come avorio e minerali; i Cretesi commerciavano olio, vino e raffinati vasi in terracotta. Si distinguevano gli Ebrei che, pur vivendo nello stesso territorio dei Fenici, la terra di Canaan, non affrontarono mai il mare ma si dedicarono alla pastorizia, e gli Achei, che si imposero subito come popolo guerriero. LA STRUTTURA SOCIALE E LA CITTÀ-STATO
La vocazione al commercio favorì l’affermarsi delle classi sociali dei mercanti e degli armatori, che avevano necessità di indipendenza e di libertà di azione. Questo fu uno dei motivi fondamentali per cui le popolazioni costiere non videro mai sorgere un unico stato, ma ogni città-stato mantenne la sua autonomia anche per difendere i propri mercati.
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UA 4 • Vivere lungo il mare
Classe 4a
Storia
L’occupazione di terre lontane dal territorio originale (le colonie) non acquisì mai la caratteristica di dominio politico, ma si connotò sempre come avamposto commerciale.
Come introdurre Fate osservare agli alunni la carta che illustra la dislocazione delle civiltà fluviali. l’argomento Chiedete loro se pensano che i territori circostanti, quelli lungo le coste, fossero disabitati oppure abitati da altri popoli. Con domande stimolo cercate di portarli ad avere la consapevolezza che la mancanza di zone pianeggianti e di corsi d’acqua impediva alle popolazioni che si erano stanziate lungo le coste di praticare l’agricoltura. Ponete dunque le seguenti domande: • che tipo di ambiente si trovava nei territori posti a ovest del Nilo? • Di che cosa avevano bisogno per vivere le popolazioni che si erano stanziate lungo la costa? • Dove erano situate le popolazioni che potevano vendere prodotti della terra e dell’artigianato agli abitanti delle coste? • Dopo queste osservazioni, riuscite a dedurre dove si trovavano le zone più densamente popolate?
Esempi di didattica partecipata e inclusiva
Osservate ancora la carta del Mediterraneo. Dopo aver individuato le zone in cui c’era una maggiore densità di popolazione, fate riflettere gli allievi con una serie di quesiti. • Se le popolazioni costiere volevano espandere i loro commerci o allontanarsi dai loro territori, quale possibilità avevano? • Che tipo di territori trovavano alle spalle della costa? • Avevano i mezzi di trasporto adatti per andare oltre quelle zone? • Che cosa c’era oltre la costa? • Con le barche che avevano a disposizione potevano affrontare il mare aperto? • I popoli delle civiltà del fiume, per ottenere raccolti migliori, hanno sviluppato tecnologie per lavorare la terra e spostare le merci. In quali campi avranno dovuto migliorare la loro tecnologia i popoli che abitavano sulle coste del mare? • Navigando in mare aperto come potevano individuare la giusta rotta per raggiungere la terra? • I viaggi potevano durare solo l’arco di tempo di una giornata di luce? • Se navigavano di notte, quale difficoltà trovavano? • Che cosa poteva aiutarli a orientarsi? • Non avendo vasti territori fertili da coltivare, in che cosa si saranno dovuti specializzare i popoli che abitavano in riva al mare? Successivamente, distribuite ai vostri alunni le schede che trovate nelle pagine seguenti.
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DIDATTICA PARTECIPATA
Alunno/a Data Classe
GEOSTORIA: L’IMPORTANZA DEL TERRITORIO 1 Osserva la carta e lavora insieme ai tuoi compagni.
POPOLI DELLA MESOPOTAMIA
EGIZI
• Colorate la parte della costa del Mediterraneo che pensate fosse più abitata. • Pensando alle popolazioni che abitavano sulle coste del Mediterraneo e alle imbarcazioni di cui disponevano, tracciate delle rotte di navigazione possibili per raggiungere altre terre dove stanziarsi e commerciare. 2 Osserva la carta di pagina 88 del libro di testo, e rispondi.
• P rova a tracciare una strada che consenta di raggiungere l’Italia dalla Mesopotamia. Quali ostacoli naturali si incontrano?
• Perché, secondo te, era difficile superarli?
48
Alunno/a Data Classe
DIDATTICA PARTECIPATA
ORIENTARSI 1 I mercanti che viaggiavano via terra avevano dei punti di riferimento.
Osserva l’immagine e segna con X quali potevano essere.
2 Osserva le immagini e rispondi.
• I primi mercanti che si sono avventurati in mare per raggiungere nuovi mercati navigavano lungo la costa. Perché?
• Quando i mercanti hanno cominciato a muoversi in mare aperto, quali difficoltà hanno incontrato?
• Che cosa hanno imparato a osservare per individuare le rotte che dovevano seguire?
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Storia
Classe 4a
UA 4 • Vivere lungo il mare
Il percorso proposto nel testo Nel testo, in relazione a questo argomento sono presenti i seguenti materiali: TESTO
PAGINE
A CHE COSA SERVE
RUBRICHE SPECIALI
@discipline.it
87-92
Fornire conoscenze, aiutare a studiare.
• Entro nell’argomento • Coding • I ndicazioni per lo studio • Riassumendo
Saper fare
47-49
Consolidare le conoscenze, sviluppare le competenze.
•L a parola a uno scrittore
@mappe
17
Organizzare il pensiero, collegare le conoscenze, facilitare lo studio e la memorizzazione.
@atlante
20-21
Favorire la capacità di osservare e dedurre, favorire l’apprendimento attraverso l’uso delle immagini.
@verifiche
14 e 16
Verificare il raggiungimento degli obiettivi didattici programmati.
I collegamenti con altre discipline e con la realtà dei bambini
L’argomento trattato può fornire spunti per alcuni collegamenti con: • geografia: il mare; i tipi di costa; le insenature; il clima; i prodotti del mare; • orientamento: le costellazioni; la Stella Polare; • tecnologia: la nave e le sue parti: la funzione della vela, dei remi, dell’ancora, della chiglia; • realtà contemporanea: il mar Mediterraneo oggi; le migrazioni dei popoli africani lungo le rotte del Mediterraneo.
Quali conoscenze e competenze può raggiungere ciascun alunno
Le conoscenze • Conoscere i motivi per i quali lungo le coste del Mediterraneo le civiltà si sono sviluppate in ritardo rispetto ai territori percorsi dai fiumi. • Conoscere i motivi per cui le civiltà del mare sono progredite più rapidamente di quelle fluviali. • Conoscere quali cambiamenti hanno portato le civiltà che si sono sviluppate sul Mediterraneo. Le competenze • Comprendere come la mancanza di risorse agricole per la produzione di beni di prima necessità abbia sviluppato le abilità tecnologiche e artistiche. • Rilevare somiglianze e differenze con la contemporaneità per quanto riguarda la navigazione sul Mediterraneo e i paesi che su di esso si affacciano, utilizzando le conoscenze acquisite.
Come Al termine dell’unità didattica di apprendimento è possibile valutare le conoterminare? scenze acquisite, utilizzando la prima parte delle verifiche 3A e 3B.
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Alunno/a Data Classe 1 Osserva
Ti aiuto a imparare
le immagini e rispondi segnando con una X.
• In quale dei due territori era possibile coltivare il terreno e ottenere ciò che è necessario per soddisfare il bisogno di alimentarsi?
• Perché il gruppo di uomini raffigurato può aver deciso di affrontare il mare?
er scambiare con altre P popolazione i loro prodotti dell’artigianato, dell’allevamento e dell’agricoltura. Per provare a vivere in un luogo sconosciuto.
2 Osserva
le immagini e segna con una X quale imbarcazione aveva più possibilità di affrontare il mare.
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Storia
Classe 4a
UA 5 • Le civiltà del Mediterraneo
LE CIVILTÀ DEL MEDITERRANEO L’argomento che tratteremo
La diffusione dell’agricoltura e dell’allevamento nelle zone costiere del Mediterraneo risale al 6 000 a.C., ma si sviluppò in modo differente nelle zone orientali rispetto a quelle occidentali, che rimasero più primitive. Tra il terzo e il secondo millennio si intensificarono le attività commerciali a cui si erano dedicate le popolazioni costiere e solo da allora si può iniziare a parlare di Civiltà. FENICI
Fenici è il nome greco per indicare i Cananei, una popolazione semitica (come gli Ebrei) che nel III millennio a.C. si stanziò nella terra di Canaan. La posizione geografica dei territori occupati dai Fenici determinò il loro destino. I rilievi montuosi erano una barriera naturale: impedivano i contatti con altri popoli e ostacolavano anche la formazione di un grande regno. Costretti in una striscia fertile, ma non abbastanza estesa per offrire grandi risorse agricole, i Fenici ebbero come vocazione naturale il commercio e il mare era la via obbligata per i loro commerci con i più potenti regni del tempo (Mesopotamici, Anatolici ed Egizi). Si svilupparono così centri abitati che sorsero sulla costa, a cavallo di un promontorio per permettere di attraccare le imbarcazioni in due punti differenti. Tra il 1 000 e l’800 a.C. i mercanti fenici dominarono il Mediterraneo stabilendo punti di appoggio alle rotte di navigazione, che divennero vere e proprie colonie, ed esercitando una funzione mediatrice e di scambio, anche a livello culturale, tra Oriente e Occidente. Ai porti della Fenicia affluivano merci che venivano esportate in Occidente, da dove i Fenici importavano materie prime. Essi erano anche abili artigiani, rinomati per la lavorazione del legno, dei metalli, dell’avorio, delle pietre preziose, del vetro e della famosa porpora. Nella loro espansione commerciale i Fenici furono spesso in contrasto con gli altri popoli. Quando vennero assaliti dagli Assiri si arresero senza ingaggiare battaglia, ma pagarono tributi e doni ai nemici per non essere sopraffatti. Così fecero e mantennero sempre una buona autonomia commerciale. Questo stato di cose perdurò anche con Alessandro Magno e perfino con i Romani. EBREI
Il nome di questa popolazione è di origine incerta. Il termine “ebreo” deriva dal semitico ever, che vuol dire “colui che attraversa” e potrebbe celare l’indicazione di “nomade” a suggellare la storia di quel popolo che è caratterizzata da continui spostamenti. La fase più antica della storia degli Ebrei non ha vere fonti, ma solo il racconto della Bibbia. Secondo questo testo il patriarca della tribù, Abramo, strinse un patto con Dio e da Ur, città caldea della Mesopotamia, si mosse verso la terra di Canaan alla ricerca della Terra Promessa. Questo spostamento fu necessario perché la tribù di Abramo si era convertita dal politeismo, praticato in Mesopotamia, al monoteismo. Nella terra di Canaan gli Ebrei divennero sedentari. Un discendente di Abramo, Giuseppe, trasferì alcune tribù in Egitto, dove rimasero fino a quando, oppressi dal faraone Ramses II (circa 1 279-1 212 a.C.), furono liberati da Mosè e tornarono nella terra di Canaan. Qui si stabilirono, lasciando ai Cananei alcune città e ai Filistei una striscia costiera. Per diverse centinaia di anni gli Ebrei rimasero organizzati in dodici tribù governate da Giudici. A causa del pericolo rappresen-
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UA 5 • Le civiltà del Mediterraneo
Classe 4a
Storia
tato dai popoli vicini, sorse la monarchia e il primo re fu Saul che guidò la guerra contro i Filistei. Gli succedette David che potenziò il regno e portò la capitale a Gerusalemme. Con il successore Salomone, sovrano che accentuò l’assolutismo, il regno si divise in due: il regno di Samaria e quello di Giudea. Nel 586 a.C. il re Nabucodonor distrusse Gerusalemme deportando la popolazione a Babilonia. Solo quando l’imperatore persiano Ciro sconfisse i Babilonesi, gli Ebrei poterono tornare nella loro terra, che fu conquistata poi da Alessandro Magno e infine dall’imperatore romano Tito nel 70 d.C. CRETESI
L’occidente si affaccia alla storia con la civiltà minoica, che conobbe un grande sviluppo dal 2 000 al 1 400 a.C. circa. La civiltà che fiorì a Creta viene divisa in due periodi. Il primo, quello dei “primi palazzi” (dal 2 000 al 1 700 a.C.), che probabilmente terminò con l’eruzione del vulcano Terra, e il secondo, quello dei “nuovi palazzi”, che durò fino al 1400 a.C. quando Micene, diventata forte e potente, probabilmente ne determinò il declino. La civiltà cretese era una civiltà urbana e le città erano sprovviste di mura, anche perché il mare proteggeva dai pericoli esterni e i conflitti interni erano rari. L’economia si basava sull’agricoltura (ulivi e la produzione dell’olio, della vite e del grano), sull’artigianato (terrecotte, tessuti) e sul commercio marittimo. Le città-palazzo, dotate di una potente flotta e governate da sovrani amici, godevano di prosperità e pace. ACHEI
L’arrivo in Grecia degli Achei, popolazione indoeuropea, si fa risalire al 2 3002 200 a.C.; si trattò di flussi a più ondate, che si fusero con le popolazioni che già risiedevano nel Peloponneso. Le Cicladi, importanti fin dal Neolitico per le risorse minerarie di cui disponevano, furono il ponte naturale verso l’Asia minore. Fu nel III millennio a.C. che nell’Egeo, grazie ai contatti favoriti dalla navigazione per mare, si verificò un processo di sviluppo che segnò un grande divario con le civiltà mesopotamiche e l’Egitto. Gli Achei, sotto l’influsso cretese, fondarono centri abitati retti da re. Dal 1 500 a.C. gli Achei sostituirono i Cretesi nel commercio marittimo e nel controllo dell’Egeo. Invasa Creta iniziò il massimo sviluppo dei regni micenei. In questo periodo i regni micenei si unirono per combattere Troia, città che, grazie alla sua posizione strategica sullo stretto tra Mar Nero e Mare Egeo, controllava importanti traffici commerciali. Da questa impresa prende spunto la narrazione dei famosi poemi omerici. Intorno al 1 200 a.C. una crisi profonda colpì molti paesi del Mediterraneo orientale, in seguito a nuove migrazioni di popoli che distrussero i regni Micenei. LE CITTÀ-STATO
Le popolazione dedite al commercio avevano tutto l’interesse a vivere nella pace e allontanare il pericolo della guerra che avrebbe messo in crisi gli affari. Anche i territori per nuovi mercati dovevano essere occupati in modo pacifico. Per questo furono fondate colonie che, pur essendo strettamente legate alla madre patria, non erano vere e proprie dominazioni. Anche la figura del capo cambia. Nelle civiltà fluviali il potere è accentrato nelle mani di un re che comanda su vasti territori agricoli, nelle civiltà dedite al commercio i mercanti e gli armatori
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Storia
Classe 4a
UA 5 • Le civiltà del Mediterraneo
sono le figure che possiedono le ricchezze, che forniscono lavoro, che portano conoscenze. Da tutto ciò deriva il desiderio di contare di più nel governo. La dimensione della città-stato è quella che consente a queste classi sociali di controllare il potere e di formulare leggi che si adattino alle loro esigenze. Questa nuova visione del governo, unita alle caratteristiche del territorio che non favoriva i contatti via terra, hanno fatto sì che le civiltà commerciali non abbiano mai dato vita a grandi regni o imperi. LE CIVILTÀ AGRICOLE E LE CIVILTÀ DEDITE AL COMMERCIO Come introdurre Per introdurre l’argomento sarà utile riprendere le caratteristiche delle civiltà l’argomento
fluviali:
• grande produzione agricola; • difficoltà di trasportare le merci, quindi di commerciare via terra; • mancanza di scambio di conoscenze. Si può far notare ai bambini che gli scambi commerciali implicano incontri con le persone, quindi vi è la necessità di comprendersi non solo attraverso la lingua, ma è anche necessario capire il carattere di chi compra e di chi vende. Tutto ciò porta a ragionamenti più complessi e dunque sviluppa competenze diverse che si possono poi applicare per cambiare la realtà. Le popolazioni che vivevano lungo le coste hanno sviluppato: • abilità artigianali; • tecniche di navigazione; • semplificazione della scrittura.
Esempi di didattica partecipata e inclusiva
Le schede di didattica partecipata possono essere utilizzate per il lavoro individuale o di gruppo e servono per rilevare due particolari aspetti dello sviluppo delle nuove civiltà del Mediterraneo, che le differenziano dalle civiltà fluviali. • Le esigenze commerciali dovute a: – scarsità di produzione di prodotti alimentari; – surplus di prodotti artigianali; – sviluppo della tecnologia per la costruzione di imbarcazioni adatte anche al trasporto di grandi quantità di merci. • Le differenti abitudini di vita che favoriscono: – le comunicazioni – misure di valore; – la convivenza; – lo scambio culturale.
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Alunno/a Data Classe
DIDATTICA PARTECIPATA
IL COMMERCIO: SCAMBIO DI MERCI E IDEEE 1 Osserva le immagini e rispondi.
Un mercante ha comperato alcuni vasi da un vasaio della sua città. È intenzionato a venderli alla popolazione che abita su un’isola lontana.
• Che cosa avranno dovuto imparare a fare i suoi marinai per garantire che i vasi giungessero intatti a destinazione? • Che cosa avranno dovuto fare per caricare sulla nave il maggior numero di vasi? • Quali conoscenze hanno sviluppato? Queste conoscenze hanno a che fare con la materia con cui sono fatti i vasi? E con la geometria? E con il calcolo? Perché? • Qual è il modo più semplice che permette al mercante di ricevere nello scambio qualcosa che abbia il valore dei vasi venduti? • Per registrare il contratto di vendita che cosa deve conoscere sia chi vende sia chi compra? 55
DIDATTICA PARTECIPATA
Alunno/a Data Classe
IL COMMERCIO E LE COLONIE 1 Rispondi.
• Quali attività si sono sviluppate nei centri abitati che sorgevano sulle rive del Mediterraneo? • Le persone che si dedicavano a queste attività avevano bisogno di possedere grandi appezzamenti di terreno? • Per le attività che svolgevano, di che cosa avevano bisogno? 2 Leggi i dialoghi tra i mercanti e rispondi.
Ormai tutti gli abitanti della nostra città possiedono almeno un vaso di quelli che ho comprato il mese scorso. A chi potrei vendere gli altri?
È vero, ma dobbiamo poterci fermare, poter riparare le imbarcazioni e depositare le nostre merci.
Dovresti raggiungere luoghi più lontani.
Insomma, dobbiamo sentirci come a casa.
• Perché i mercanti avevano necessità di fermarsi nei luoghi che raggiungevano per vendere le loro merci? • Che cosa vuol dire che “volevano sentirsi come a casa”? Questo desiderio quali conseguenze avrà portato? Avranno mantenuto le loro abitudini? • Se volevano sentirsi come a casa, avevano interesse a stabilirsi nei nuovi territori con la forza? • Perché non avevano nessun interesse a scatenare guerre? • Che cosa accade, invece, quando in un territorio arrivano popolazioni che vogliono impossessarsi di quel territorio per dominarlo? 56
UA 5 • Le civiltà del Mediterraneo
Classe 4a
Storia
Il percorso proposto nel testo Nel testo, in relazione a questo argomento sono presenti i seguenti materiali: TESTO
PAGINE
A CHE COSA SERVE
RUBRICHE SPECIALI
@discipline.it
93-120
Fornire conoscenze, aiutare a studiare.
• Entro nell’argomento • Coding • Indicazioni per lo studio • Le mie competenze • Riassumendo • Compito di realtà
Saper fare
50-67
Consolidare le conoscenze, sviluppare e verificare le competenze.
•L a parola a uno scrittore • Come uno storico • Le mie competenze • Sapere
@mappe
18-24
Organizzare il pensiero, collegare le conoscenze, facilitare lo studio e la memorizzazione.
@atlante
22-27
Favorire la capacità di osservare e dedurre, favorire l’apprendimento attraverso l’uso delle immagini.
@verifiche
15-21
Verificare il raggiungimento degli obiettivi didattici programmati.
I collegamenti L’argomento trattato può fornire spunti per alcuni collegamenti con: matematica: la compravendita; con altre • discipline e • geometria: i solidi occupano uno spazio, stimare i volumi di oggetti e lo con la realtà spazio che potrebbero occupare; i solidi più adatti a essere stipati occupando dei bambini il minor posto possibile; • tecnologia: i mezzi di trasporto delle merci oggi; • realtà contemporanea: lo scambio di merci: che cosa compriamo noi da paesi lontani? Che cosa vendiamo? L’uso delle monete e il cambio da una valuta all’altra; l’Europa e l’euro.
Quali Le conoscenze conoscenze e • Conoscere le caratteristiche delle civiltà del Mediterraneo con particolare riferimento ai condizionamenti di tipo economico che il territorio imponeva. competenze può raggiungere • Conoscere le caratteristiche dell’espansione mercantile che implicavano la ciascun alunno necessità di stabilirsi pacificamente per favorire i commerci. • Conoscere gli sviluppi e i progressi in campo tecnologico, culturale e artistico. • Conoscere il diverso approccio che hanno avuto i popoli guerrieri che occupavano territori non con uno scopo mercantile (Achei). Le competenze • Comprendere la relazione tra attività economica e caratterizzazione di una struttura sociale (città-stato, nuove classi sociali al governo). • Rilevare somiglianze e differenze con la contemporaneità per quanto riguarda lo sviluppo dei commerci e della specializzazione del lavoro, l’organizzazione del lavoro e di governo. Al termine dell’unità didattica di apprendimento è possibile valutare:
Come terminare? • le competenze raggiunte, utilizzando la verifica delle pagine 66-67, Saper fare; • le conoscenze acquisite, utilizzando la seconda parte delle verifiche 3A e 3B e le verifiche 4A e 4B.
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Ti aiuto a imparare
Alunno/a Data Classe
1 Osserva
l’immagine che ti mostra in quale ambiente erano costruite le città-stato. Poi completa.
Le città stato erano costruite: • su alture, perché
• vicino al mare, perché
• vicino al corso di un fiume, perché
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@
5
.it
Storia
Classe 5a
PROGRAMMAZIONE ANNUALE Classe quinta Obiettivi formativi interdisciplinari • Analizzare l’interazione tra uomo e territorio. • Orientarsi nel tempo e nello spazio. • Leggere nel territorio i segni dell’intervento umano. • Cogliere la concatenazione di avvenimenti. • Individuare le cause e le conseguenze di un fatto. • Riconoscere i legami tra la nostra e le antiche civiltà. • Comprendere l’importanza dei diritti e dei doveri. TRAGUARDI PER LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE AL TERMINE DELLA CLASSE QUINTA
OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO
L’alunno: • riconosce elementi significativi del passato del suo ambiente di vita • riconosce ed esplora in modo via via più approfondito le tracce storiche presenti nel territorio comprende l’importanza del patrimonio artistico e culturale • usa la linea del tempo per organizzare informazioni, conoscenze, periodi e individuare successioni, contemporaneità, durate, periodizzazioni • individua le relazioni tra gruppi umani e contesti spaziali • organizza le informazioni e le conoscenze, tematizzando e usando le concettualizzazioni pertinenti • comprende i testi storici proposti e sa individuarne le caratteristiche • usa carte storico-geo grafiche, anche con l’ausilio di strumenti informatici
USO DELLE FONTI • Riconoscere nei documenti il valore di testimonianze del passato. • Ricavare informazioni da fonti di diversa natura utili alla ricostruzione di un fenomeno storico. • Rappresentare, in un quadro storico-sociale, le informazioni che scaturiscono dalle tracce del passato presenti sul territorio vissuto.
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ORGANIZZAZIONE DELLE INFORMAZIONI • Saper leggere una carta storico-geografica relativa alle civiltà studiate. • Usare cronologie e carte storico-geografiche per rappresentare le conoscenze. • Confrontare i quadri storici delle civiltà affrontate. • Individuare gli elementi salienti e peculiari di un popolo per ricostruire un quadro di civiltà. STRUMENTI CONCETTUALI • Comprendere i sistemi di misura del tempo storico di altre civiltà. • Saper leggere una linea del tempo.
CONTENUTI
PAGINE DEL VOLUME
•L a Storia e gli storici •L e migrazioni e le civiltà •L e civiltà del Mar Egeo • I l Mar Egeo • I Greci • I fatti • La polis • Atene • Sparta • Le colonie greche • Il periodo classico • La guerra del Peloponneso • La religione • La cultura e l’arte • Le Olimpiadi • La Grecia oggi
2-3
• • • • • •
I Persiani Geostoria I fatti La religione e la cultura Persepoli La Persia oggi
35 36 37 38 39 40
• • • • •
I Macedoni Geostoria I fatti L’esercito macedone Alessandro Magno
41 42 43 44 45
4-5 7 8 9 10 11-13 14-15 16-17 20-21 22 23 24-27 28-31 32 34
Programmazione annuale • r acconta i fatti studiati e sa produrre semplici testi storici, anche con risorse digitali • comprende aspetti fondamentali del passato dell’Italia dal Paleolitico alla fine dell’Impero Romano d’Occidente, con possibilità di apertura e di confronto con la contemporaneità
•S aper collocare gli avvenimenti sulla linea del tempo. • Collocare nel tempo la nascita e lo sviluppo delle diverse civiltà e degli eventi storici. • Collocare nello spazio gli eventi, individuando i possibili nessi tra eventi storici e caratteristiche geografiche di un territorio. • Cogliere il nesso tra lo sviluppo delle prime civiltà e l’ambiente fluviale. • Stabilire relazioni di successione, antecedenza, contemporaneità tra gli eventi. • Individuare gli elementi di contemporaneità, gli elementi diacronici e gli elementi di durata nelle diverse civiltà. • Elaborare rappresentazioni sintetiche delle società studiate, mettendo in rilievo le relazioni fra gli elementi caratterizzanti.
•L ’organizzazione dell’Impero •L a civiltà ellenistica
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• • • • • • • •
L e civiltà italiche I popoli italici G li Etruschi Geostoria I fatti L a società L a religione L a tecnologia e l’arte
49 50-57 59 60 61 62 63-65 66-67
• • • • • • • •
71 72 73 74 75-77 78-80 81-84 85-92
PRODUZIONE SCRITTA E ORALE • Confrontare aspetti caratterizzanti le diverse società studiate anche in rapporto al presente. • Ricavare e produrre informazioni da carte storiche, reperti iconografici e consultare testi di genere diverso, manualistici e non, cartacei e digitali. • Organizzare le informazioni attraverso schemi e mappe. • Esporre con coerenza conoscenze e concetti appresi, usando il linguaggio specifico della disciplina. • Elaborare in testi orali e scritti gli argomenti studiati, anche usando risorse digitali.
• • •
L a civiltà romana Geostoria I fatti L a leggenda L a Monarchia L a società L a Repubblica L ’espansione militare e l’esercito L e lotte sociali L a vita nella Roma repubblicana L e guerre civili I l primo triumvirato C aio Giulio Cesare
• • • • • • • • • • • •
’Impero L Geostoria O ttaviano Augusto I l foro L e terme L e strade I ponti e gli acquedotti L a religione I l Cristianesimo G li imperatori romani L a crisi dell’Impero I popoli germanici
103 104 105 106-107 108-109 110 111 112 113 114-115 116-117 118-119
• •
Storia
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93 94-95 96 97 98 -99
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Storia
Classe 5a
IL PERCORSO DIDATTICO Dopo aver affrontato lo scorso anno la nascita e lo sviluppo delle prime civiltà fluviali e del mare, il tema centrale del percorso di quest’anno sarà lo studio delle civiltà che hanno interessato la nostra area geografica e che sono alla base della nostra cultura, della nostra organizzazione sociale e, soprattutto, delle nostre abitudini. I due grandi temi saranno: • la civiltà greca (con un accenno alla civiltà dei Persiani, che con i Greci vennero in contatto e importarono ed esportarono cultura, e alla civiltà macedone, che occupò il territorio dei Greci); • le civiltà della penisola italica con particolare attenzione alla civiltà etrusca e, ovviamente, a quella romana.
La linea del tempo
I resti intorno a noi
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Le Indicazioni Nazionali tracciano a grandi linee la rotta dei contenuti fattuali: “alla Scuola Primaria sono assegnate le conoscenze storiche che riguardano il periodo compreso dalla comparsa dell’uomo alla tarda antichità”, ma viene anche sottolineata la necessità di “far tesoro” della storia e di utilizzare le competenze che si possono acquisire in questa disciplina per interpretare e vivere il presente. “In particolare la conoscenza dei diversi e profondi legami, dei conflitti e degli scambi che si sono svolti nel tempo fra le genti del Mediterraneo e le popolazioni di altre regioni del mondo, rende comprensibili questioni che, altrimenti, sarebbero interamente schiacciate nella dimensione del presente. I due poli temporali, il passato e il presente, devono entrambi avere il loro giusto peso nel curricolo ed è opportuno che si richiamino continuamente. È tuttavia evidente che proprio l’attenzione alle vicende complesse del presente chiamano in causa le conoscenze di storia generale, articolate nell’arco del primo ciclo, sulla base della loro significatività ai fini di una prima comprensione del mondo”. Potrebbe sembrare un obiettivo alto e poco adatto, ma deve essere considerato il traguardo di un percorso che inizia con un approccio alla disciplina che non prediliga la sistematica strutturazione cronologica degli avvenimenti. La conoscenza degli aspetti antropologici e culturali delle civiltà che sono oggetto di studio quest’anno offre lo spunto per capire come il passato non termina improvvisamente con un evento o con un cambiamento, ma continua e determina il nostro presente. Questo è lo scopo dell’insegnamento della storia; diversamente questa disciplina diventa un apprendimento mnemonico di nomi, date, battaglie e perde il suo vero significato di “Storia maestra di vita”. Gli avvenimenti storici che gli alunni studieranno quest’anno devono essere chiaramente situati in un ordine temporale. Questo non vuol dire studio di date, perché esse verranno subito dimenticate. È importante “raccontare” i fatti e vedere la loro successione come sequenze di un racconto. La linea del tempo deve servire per “orientarsi”, deve essere come una “bussola” che serve a visualizzare la successione. Il grande patrimonio archeologico che l’Italia possiede può e deve essere sfruttato per mostrare agli alunni i resti delle antiche civiltà, per capire lo sviluppo urbanistico di paesi e città che molto spesso si sono modellati su strutture risalenti alle epoche che sono oggetto di studio degli argomenti programmati. Anche la visita a una chiesa del paese, a una casa indipendente o a un condominio, a un cimitero, a una strada che oltrepassa un fiume può far immaginare e ricostruire architetture del passato legate alle strutture e alle funzioni che permangono nel presente.
Percorso didattico
Storia
IL PERCORSO DI QUEST’ANNO Le civiltà del Mar Egeo • Greci • Persiani • Macedoni
Le civiltà italiche • Camuni • Sardi • Veneti • Liguri • Villanoviani • Umbri • Sanniti • Etruschi
La civiltà di Roma • La Monarchia • La Repubblica • L’Impero • La decadenza
Grandi civiltà che condizionarono l’arte, la cultura, il modo di vivere delle civiltà successive.
Le tribù semiprimitive si trasformarono in civiltà che segnarono il territorio italiano.
La civiltà che cambiò la storia europea.
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Storia
Classe 5a
L’ACCOGLIENZA Introdurre il bambino nel mondo dei temi di carattere storico che verranno affrontati durante il corso dell’anno ha una duplice valenza: • anticipare a grandi linee il programma in modo che quando si affronteranno i nuovi argomenti non saranno “sconosciuti” e “terribili”; • incuriosire i bambini.
Dal Le nostre abitudini, le nostre parole hanno un’origine lontana e anche alcuni passato al modi di dire che utilizziamo ancora oggi derivano dal passato. futuro Se i bambini scopriranno che molte delle nostre usanze, delle parole che uti-
lizziamo, delle strade che percorriamo, dei nomi dei nostri paesi ecc. hanno origini nel passato capiranno che questo passato “non è poi così passato”. Il passato continua nel presente e continuerà nel futuro: ciò vuol dire che ciò che noi costruiamo oggi resterà, come sono restate molte “cose” romane, greche, etrusche. La riflessione su questi aspetti è la migliore educazione alla cittadinanza che noi possiamo fare: la storia ci offre spunti per ragionare sull’inutilità di molte guerre, sulla pericolosità di personaggi accentratori, sull’importanza della circolazione delle idee e delle persone per migliorare conoscenze, arte, cultura e, di conseguenza, convivenza.
Ciò che resta del passato
Esempi di didattica partecipata e inclusiva
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I temi della programmazione di quest’anno sono particolarmente indicati a effettuare collegamenti e confronti con il passato su diversi fronti: • l’etimologia delle parole (per esempio i termini ginnastica, geografia, padre, terme ecc...); • le abitudini (perché chi si sposa mette l’anello all’anulare sinistro? Perché chi si laurea viene incoronato con una ghirlanda? Perché il soldato ha questo nome? Perché lo stipendio è detto salario?); • gli aspetti culturali (la poesia, il teatro, le materie di studio); • i nomi con cui si designano cariche pubbliche (questore, senatore, pontefice); • la struttura di certi edifici (chiese, teatri, piazze).
Attività Il trailer del film di quest’anno ( pagina 65) Distribuite ai bambini la fotocopia della scheda che trovate alla pagina seguente e chiedete loro di rispondere alle domande. Dite ai bambini che durante il corso dell’anno vedranno come le situazioni che sono rappresentate nella scheda sono in qualche modo riconducibili al passato.
Accoglienza
Storia
IL TRAILER DEL FILM DI QUEST’ANNO CODE A TRATTI CODE A TRATTI CODE ASALARIA TRATTI CODE A TRATTI SULLA VIA SULLA VIA SALARIA CODE A TRATTI SULLA VIA SALARIA SULLA VIA SALARIA
SULLA VIA SALARIA CODE A TRATTI SULLA VIA SALARIA CODE A TRATTI CODESULLA A TRATTI VIA SALARIA
SULLA VIA SALARIA
• Quale attività sta svolgendo questa bambina?
• Che cosa sarà la via Salaria?
• Dove portano la fede gli sposi e l’anello di fidanzamento le ragazze?
• Quale argomento tratta questo libro?
• Dove si trova questa persona?
TUTTI ATTORI TUTTI GLIGLI ATTORI TUTTI GLI ATTORI IN SCENA! IN SCENA! SCENA! TUTTITUTTI GLI IN ATTORI GLI ATTORI TUTTIINGLI ATTORI SCENA! SCENA! TUTTI GLIINATTORI IN SCENA!
IN SCENA! TUTTI GLI ATTORI IN SCENA!
• Dove devono recarsi gli attori?
AA BB CC D F GG HH II DD E EE F A B C II AA BB CCDDE EFFFGGGHH HI DDFN EEGF H I AJ C D E HG IG M O P Q R I AJBAJ KK BBK L C F H LC P Q R L M N O P Q R OOOQP Q QRR R P LUMNMMVN P Q JJJKJSKK LKTLML ONNWP R J SSKTTLU MV NW XX O YYYP ZZZQ R X ZZ T UVWVVW SSS TSTU XWWYX ZY TUVU XX Y YZ
S T U V W X Y Z
• Di che cosa si tratta?
QUESTO UN ATTO QUESTOÈÈÈUN UNATTO ATTO QUESTO VANDALICO! QUESTO È UN ATTO VANDALICO! VANDALICO! QUESTO È UN ATTO VANDALICO! QUESTO È UN ATTO VANDALICO! QUESTO È UN ATTO VANDALICO!
VANDALICO! È UN ATTO • Che QUESTO cosa intende dire il vigile VANDALICO! con quelle parole?
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Storia
Classe 5a
UA 1 • I Greci
I GRECI LA DECADENZA DEGLI ACHEI L’argomento che tratteremo Dopo la conquista e la distruzione di Troia (1 220 a.C.) i regni micenei affron-
tarono un periodo di crisi per una molteplicità di cause, tra le quali una serie di terremoti, la distruzione e l’abbandono di importanti centri e il conseguente declino economico, politico e culturale. In breve tempo un’altra popolazione, i Dori, occupò il territorio acheo. Allo splendore della cultura micenea seguì un’età di regressione: i “Secoli bui”. Scomparve l’uso della scrittura; i commerci e l’artigianato vennero meno. Le uniche attività economiche erano la pastorizia e una povera agricoltura determinata dalle caratteristiche del territorio. Quella che poteva essere una sorta di chiusura dei centri abitati diede origine alla nascita di una nuova forma di aggregazione politica e sociale: la polis. Nella nuova organizzazione politica i guerrieri presero il posto del re. L’aristocrazia guerriera non era però sola al potere: vi era un’assemblea dei cittadini e i magistrati che detenevano il potere esecutivo. Lentamente l’Ellade (nome che gli abitanti del Peloponneso davano alla loro terra) uscì dal suo periodo “cupo”, le poleis entrarono in contatto con i Fenici, ne assorbirono l’intraprendenza commerciale, artigianale e l’alfabeto. Nel Peloponneso emersero due poleis: Sparta e Atene. Sparta offriva l’esempio di una città in cui tutti i cittadini erano al servizio dello Stato: erano soldati e vivevano grazie allo sfruttamento dei contadini, subalterni alla classe dei discendenti dei Dori. Atene vide il sorgere e lo svilupparsi di un’organizzazione diversa: la democrazia, cioè una maggiore partecipazione popolare al governo promossa da Solone e Clistene. Fu poi Pericle a stabilire un compenso a chi si occupava del governo per permettere anche ai meno abbienti di dedicarsi alla politica. Le poleis erano indipendenti, ma unite da un forte patrimonio culturale in comune che si esprimeva nell’organizzazione della polis, nella lingua, nella religione. I Greci erano politeisti e consideravano gli dèi non dissimili dagli uomini per comportamenti e sentimenti, per questo il mondo divino e quello umano non erano separati. Non vi era una casta sacerdotale, poiché le funzioni di sacerdote potevano essere esercitate da qualunque cittadino. LE COLONIE
Nell’VII secolo vi fu un aumento della popolazione in alcune poleis cui però non corrispose un proporzionale aumento delle risorse. Si crearono tensioni sociali e si ricorse all’emigrazione. Ebbe inizio la colonizzazione che diffuse la civiltà greca in Sicilia, nell’Italia meridionale (Magna Grecia), sulle coste meridionali della Francia, su quelle orientali della Spagna, sulle rive dell’Ellesponto (stretto dei Dardanelli) e del Mar Nero. Le spedizioni erano spesso organizzate dalle poleis: sul luogo prescelto i coloni fondavano il santuario delle divinità protettrici della città di origine e si spartivano in modo equo le terre. Nei luoghi disabitati lo stanziamento avveniva senza resistenze, ma spesso la spedizione doveva affrontare la reazione dei popoli indigeni. Nonostante questo, i rapporti tra le popolazioni locali e i coloni, favoriti dai matrimoni misti, con il tempo divennero sempre più intensi in quanto favorivano scambi commerciali e benessere. La colonizzazione ebbe ripercussioni positive sull’economia dei paesi del bacino del Mediterraneo, poiché attivò una fitta rete di relazioni commerciali e potenziò i contatti con popolazioni e mercati diversi.
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Classe 5a
UA 1 • I Greci
Storia
LE GUERRE PERSIANE
L’importanza economica e culturale delle poleis greche cresceva e quando, nel 500 a.C., Dario, “il re dei re” persiano attaccò le colonie greche dell’Asia Minore per dar vita al suo sogno di dominio universale, lo scontro fu inevitabile. Solo Atene intervenne in aiuto delle colonie per frenare l’avanzata persiana. Nel 490 a.C. Dario decise di invadere l’Attica, la regione di Atene, e venne sconfitto a Maratona dagli opliti ateniesi. Nel 480 a.C. Serse, figlio di Dario, lanciò una seconda formidabile spedizione contro la Grecia. Sparta e Atene si coalizzarono. L’esercito persiano attraversò l’Ellesponto e gli Spartani avrebbero voluto ritirarsi nel Peloponneso. Questo atto, però, avrebbe significato la fine dell’alleanza con Atene e, in caso di vittoria della città “rivale”, Sparta sarebbe stata confinata in una posizione veramente marginale. Gli opliti spartani, comandati dal re Leonida, riuscirono a fermare per tre giorni i Persiani alle Termopili, ma poi dovettero soccombere alla superiorità degli Immortali, i soldati di guardia a Serse. Serse marciò su Atene; la popolazione della polis si era ritirata sull’isola di Salamina. Temistocle, capo militare e politico ateniese, attirò la flotta persiana negli spazi angusti di quel braccio di mare. Le navi persiane, pesanti e numerose, non furono in grado di manovrare agevolmente e dovettero ritirarsi. Dopo la vittoria sui Persiani, Atene consolidò la propria supremazia navale, divenne una potenza e visse un periodo di grande benessere, fama e democrazia, grazie a Pericle. LA GUERRA DEL PELOPONNESO
Verso le altre poleis, però, Atene attuò una politica imperialista e inevitabilmente entrò in rotta con Sparta. Ne scaturì una guerra, la guerra del Peloponneso (dal 431 a.C. al 404 a.C.) che si concluse con la disfatta di Atene. Ma anche Sparta aveva mire espansionistiche ed entrò in conflitto con le altre poleis. Iniziò il suo declino, che culminò con l’arrivo dei Macedoni.
Come introdurre Non è mai facile trovare un appiglio per introdurre un argomento che riguarda l’argomento fatti ed avvenimenti storici senza partire dall’ ”Oggi parliamo di…” e relegare
tutto al passato remoto, rendendo tutto poco interessante per i nostri alunni. Uno stile efficace è quello narrativo, ma se dobbiamo dare alla storia la valenza di acquisizione di una competenza per interpretare la nostra attualità, occorre trovare un aggancio con essa.
Esempi di didattica partecipata e inclusiva
Il percorso di quest’anno aiuterà gli allievi a capire come le nuove civiltà che si sono affacciate nel grande libro della Storia hanno segnato un significativo progresso dell’umanità in tutti i campi. La comunicazione tra i popoli, le mutate condizioni di vita, la necessità di raffinare i prodotti da commerciare hanno favorito anche un progresso culturale, un inizio di desiderio di affermazione di principi se non di uguaglianza, almeno di minor disuguaglianza. Per far comprendere questo nuovo scenario sono proposte due schede che evidenziano in modo semplice alcuni dei mutamenti. Lo studio della civiltà greca può prendere spunto sia dall’educazione alla cittadinanza, dunque dalla forma di democrazia nella scuola e nella società contemporanea, sia dalle forme d’arte.
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DIDATTICA PARTECIPATA
Alunno/a Data Classe
STATUE TESTIMONI DELL’EVOLUZIONE DELL’ARTE 1 Osserva le statue egizie e quelle greche, poi rispondi.
Statua del tempio egizio di Karnak.
Statua del faraone Ramses II.
Statua del dio Poseidone, esposta al museo archeologico di Atene.
Statua della dea Atena.
• Quali differenze noti? • Come sono gli abiti? Le statue esprimono movimento? • Quali statue dimostrano un progresso nell’arte di rappresentare la figura umana? 68
Alunno/a Data Classe
DIDATTICA PARTECIPATA
IL BELLO DELLE DECISIONI CONDIVISE 1 Osserva le immagini, leggi e rispondi.
I bambini del paesino di Poggi Ridenti si ritrovano spesso al campetto per giocare. Gerry è il più grande: non di età, ma è alto, forte, si sente imbattibile. È lui che decide i giochi da fare, i ruoli nelle partite, l’ora in cui vedersi e l’ora in cui smettere di giocare. Nessuno osa contraddirlo, perché Gerry incute timore anche se non picchia nessuno.
• Secondo te, come si sentono i bambini di Poggi Ridenti? • Che cosa possono fare?
Un giorno Vanessa raduna tutti gli amici: – Non dobbiamo più sopportare che uno solo decida tutto. Abbiamo anche noi il diritto di dire la nostra! – Giusto! Domani discutiamo con Gerry e gli diciamo che vogliamo decidere democraticamente, tutti insieme, che cosa fare e come giocare!
La discussione è stata lunga, la fatica tanta. Ognuno ha rinunciato a qualcosa… anche Gerry. Ora anche Gerry ha imparato che le decisioni si discutono e si prendono insieme. Nel parchetto di Poggi Ridenti è nata la democrazia!
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Storia
Classe 5a
UA 1 • I Greci
Il percorso proposto nel testo Nel testo, in relazione a questo argomento sono presenti i seguenti materiali: TESTO
PAGINE
A CHE COSA SERVE
RUBRICHE SPECIALI
@discipline.it
7-34
Fornire conoscenze, aiutare a studiare.
• Entro nell’argomento • Educazione alla cittadinanza • Coding • Indicazioni per lo studio • Le mie competenze • Riassumendo • Compito di realtà
Saper fare
3-12 16 e 18
Consolidare le conoscenze, sviluppare e valutare le competenze.
•L a parola a uno scrittore • Sapere
@mappe
2-8
Organizzare il pensiero, collegare le conoscenze, facilitare lo studio e la memorizzazione.
@atlante
2-5
Favorire la capacità di osservare e dedurre, favorire l’apprendimento attraverso l’uso delle immagini.
@verifiche
6e8
Verificare il raggiungimento degli obiettivi didattici programmati.
I collegamenti con altre discipline e con la realtà dei bambini
L’argomento trattato può fornire spunti per alcuni collegamenti con: • geografia: il Mar Egeo, il Peloponneso e le isole del Mar Egeo; • linguaggi espressivi: la scultura: modellare plastilina per esprimere movimento; il teatro: far ridere, far pensare; • letteratura: il mito: eroi, storie di dèi e dee; • realtà contemporanea: la presenza della civiltà greca intorno a noi: monumenti, parole; la lingua greca in alcuni territori italiani; la migrazione degli italiani verso altri paesi per trovare migliori opportunità di lavoro e di vita.
Quali Le conoscenze conoscenze e • Conoscere le caratteristiche della civiltà greca con particolare riferimento alla struttura della polis. competenze può raggiungere • Conoscere le caratteristiche delle due poleis principali e constatare come una ciascun alunno polis aperta come Atene abbia dato vita a una raffinata cultura. • Conoscere i principali fondamenti culturali, artistici e di organizzazione politica e sociale che sono nati in Grecia.
Le competenze • Comprendere la relazione scambio commerciale e progresso culturale. • Rilevare somiglianze e differenze con la contemporaneità per quanto riguarda lo stanziamento in territori diversi da quelli di origine e gli esiti positivi di una buona integrazione tra le culture.
Come Al termine dell’unità didattica è possibile valutare: terminare? • le competenze raggiunte, utilizzando la prima parte della verifica delle pagine 16-17, Saper fare; • le conoscenze acquisite, utilizzando la prima parte delle verifiche 1A e 1B.
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Alunno/a Data Classe 1 Osserva
Ti aiuto a imparare
le immagini, rispondi e completa.
Nelle poleis greche l’agorà era il luogo dove i cittadini s’incontravano. Era importante, perché in quel luogo si discutevano i problemi comuni. • Qual era l’agorà?
I ragazzi a Sparta e Atene ricevevano un tipo di educazione diversa. Scrivi Sparta se la scena rappresenta un momento di vita di giovani spartani, Atene se di giovani ateniesi.
Nel teatro greco si rappresentavano commedie, che dovevano divertire, e tragedie, che dovevano far riflettere su problemi e difficoltà della vita. Gli attori, durante le recite, indossavano maschere. • Osserva quelle qui riprodotte e disegna una maschera per la commedia e una per la tragedia.
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Storia
Classe 5a
UA 2 • I Persiani e i Macedoni
I PERSIANI E I MACEDONI I PERSIANI L’argomento che tratteremo Il cuore della civiltà persiana fu l’altopiano dell’attuale Iran, tra la Mesopotamia
e la valle dell’Indo. I Persiani dividevano quei territori con un’altra popolazione, i Medi, che in un primo tempo ebbero il sopravvento. Quando il re Ciro II il Grande salì al trono, nel 558 a.C., sottomise i Medi. Conquistò poi la Lidia (l’attuale Turchia centro occidentale), minacciò le città greche della costa turca e nel 539 a.C. sottomise il vasto impero babilonese. La conquista di Babilonia influenzò il mondo persiano: il modello organizzativo e la suntuosità degli imperatori babilonesi furono assorbiti dai Persiani. Sotto la guida di Ciro un popolo sconosciuto dell’altopiano divenne padrone di un vastissimo impero. Cambise, il successore di Ciro, continuò la politica espansionistica conquistando l’Egitto. Dario I, succeduto a Cambise, continuò l’ampliamento dei confini dell’Impero. Il suo tentativo di conquista di tutta la Grecia fu bloccato nella battaglia di Maratona, dove fu sconfitto dall’esercito di Milziade. Dopo Dario, anche Serse tentò la conquista della Grecia, ma fu fermato alle Termopili dal re spartano Leonida e poi definitivamente con la battaglia navale di Salamina (480 a.C.). Questa sconfitta determinò la fine dell’espansione persiana. L’Impero Persiano continuò la sua vita travagliata da lotte tra i satrapi (i governatori a cui era affidato il governo delle satrapie, le province in cui Dario aveva diviso il vasto territorio). Fu Alessandro Magno che pose fine all’Impero, sconfiggendo l’ultimo re: Dario III (330 a.C.). I MACEDONI
I Macedoni si erano stabiliti nella regione compresa fra la Tessaglia, la terra di Giasone e degli Argonauti, e la Tracia, la regione dove finiva il mondo greco. I Macedoni allevavano cavalli e si mantennero sempre fuori dalle rotte commerciali per via delle coste poco adatte all’attracco; vendevano però il legname ai Greci, per la costruzione di navi. I Macedoni, pur essendo di stirpe greca, erano considerati un popolo arretrato. Nel 359 a.C. salì al trono Filippo II, che diminuì il potere degli aristocratici e riformò l’esercito, introducendo lo schieramento a falange. Filippo aveva un progetto: creare uno stato che riunisse le poleis greche non sottomettendole, ma federandole – per evitare sommosse – e poi muovere alla conquista dell’Impero Persiano. Con la battaglia di Cheronea del 338 a.C. assoggettò le poleis, ma subito dopo venne assassinato. Alessandro, figlio di Filippo, riprese il progetto del padre per trasformare un piccolo regno in un grande impero. Formò con le poleis la lega di Corinto, per legarle in un patto di fedeltà e assicurarsi l’invio di numerosi soldati. Nel 334 a.C. con una flotta di 160 navi e un esercito di 40 000 uomini sbarcò in Asia: liberò le poleis greche e, nella battaglia di Isso, sconfisse Dario III; occupò la Siria, la Fenicia, si diresse in Egitto, governato dai Persiani. Sottomise quei territori e fondò la città di Alessandria (Alessandro, per dimostrare il suo potere, fondò numerose città alle quali diede il suo nome). Penetrò poi in Mesopotamia e in un’altra spettacolare battaglia, quella di Gaugamela, piegò l’esercito avversario. Dario fuggì e Alessandro ordinò di radere al
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UA 2 • I Persiani e i Macedoni
Classe 5a
Storia
suolo Persepoli, emblema dell’Impero Persiano. Per ingraziarsi la popolazione, quando Dario fu assassinato ordinò un suntuoso funerale, poi sposò Rossane, figlia di un importante satrapo. Continuò la sua avanzata fino alle sponde del fiume Indo. I costi umani ed economici indussero Alessandro a interrompere la spedizione. Tornò a Susa e si occupò dell’organizzazione di un così vasto impero. Per consolidare i legami con i potenti locali, sposò anche la figlia di Dario e ordinò a 80 generali di sposare giovani persiane. Al culmine del suo potere e della sua gloria, Alessandro morì di febbre, forse malarica, nel 323 a.C. a Babilonia. Alla morte di Alessandro due erano gli elementi della sua eredità: l’espansione della cultura greca, che sarebbe diventata il pilastro della civiltà ellenistica, e la difficoltà di governare un impero così vasto e con grosse diversità al suo interno. La conseguenza fu che i “diadochi”, i generali successori di Alessandro, si divisero il territorio creando regni più piccoli: Macedonia, Egitto, Siria e Persia, Pergamo. A questo assestamento pose fine la conquista romana tra il I e il II secolo a. C.
Come introdurre La figura di Alessandro Magno si presta ad introdurre un altro aspetto della l’argomento ricerca e della narrazione storica: la monografia di personaggi carismatici.
Si può dunque partire da una discussione su che cosa intendono i nostri alunni per “personaggio importante” e “personaggio famoso”. Scopriranno così che fama non è sempre sinonimo di importanza. Un altro concetto da cui partire è la determinazione nel perseguire un proprio disegno o progetto. Questo modello di approccio vale sia per i Persiani sia per i Macedoni. Il progetto di un impero universale e la determinazione nel metterlo in atto accomuna i sovrani di questi due popoli. Sarà importante introdurre anche il concetto che con questi sovrani si affaccia alla Storia l’idea della creazione di un’identità culturale e della condivisione di principi comuni. Le guerre sono sempre di conquista, ma in quest’epoca nasce anche il riconoscimento della cultura e delle conoscenze dei popoli sottomessi. È uno spunto per introdurre una riflessione sulla situazione contemporanea per cercare di valorizzare culture diverse dalle nostre.
Esempi di didattica partecipata e inclusiva
Per avvicinare gli alunni allo studio delle civiltà che sono oggetto della nuova unità didattica sarà molto utile partire dalla Geostoria. I territori dove si sono sviluppate la civiltà persiana e quella macedone sono gli stessi che hanno visto la nascita e lo sviluppo delle civiltà mesopotamiche, egizia e greca. L’osservazione delle carte geostoriche permetterà di introdurre un aspetto storico che da questi anni prenderà inizio e si trascinerà per millenni: l’espansione territoriale in versione imperialistica. Nel confronto tra le mappe, sarà bene far notare agli alunni come l’espansione era ancora centrata sulle terre poste a est della nostra penisola, a dimostrazione che quei luoghi sono stati i più favorevoli all’insediamento (civiltà fluviali e del mare).
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DIDATTICA PARTECIPATA
Alunno/a Data Classe
I SUGGERIMENTI DELLE CARTE Mar Nero
Mappa A
Atene
Mar Nero Sinope Bisanzio Trebisonda Melitene Sardi
Mar Caspio
Mappa B
Mar Caspio
Mileto
Aleppo
Battra
Arbela
Mar Mediterraneo
Atene
Mar Caspio TERRITORIO DEI MEDI
Babilonia Gerusalemme
Ecbatana Damasco Mar NeroGerusalemme MarSusa Sinope Babilonia Caspio Bisanzio Pasargade Chorasmia Menfi Trebisonda Petra Persepoli Melitene Sardi
Mileto
Tebe Mar Mediterraneo
NUOVO IMPERO BABILONESE
Menfi
TERRITORIO DEI PERSIANI
Mar Mediterraneo Tebe
Menfi
TERRITORIO DEI MEDI Babilonia Gerusalemme
Aleppo
Damasco Gerusalemme Babilonia Menfi Petra
Proftasia Samarcanda
Pattala Battra
Ecatompilo
Arbela
Proftasia
Ecbatana Susa Pasargade Persepoli
Pattala
Tebe
NUOVO IMPERO BABILONESE TERRITORIO DEI PERSIANI
Territorio dell’Impero Babilonese.
Tebe
1 Osserva la mappa A e rispondi.
• Ricordi che cosa rappresenta? • Quali popolazioni potevano rappresentare una minaccia per le popolazioni che occupavano i territori della mappa A? 2 Osserva la mappa B e rispondi.
• Ricordi che cosa rappresenta? Completa la didascalia. • Che cosa può essere accaduto? 3 Osserva queste fonti e scrivi quali “indizi” ti suggeriscono per “indagare” sulla civiltà
che stai per conoscere.
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Taxila
Ecatompilo
Mar Mediterraneo
Mar Nero
Samarcanda
Chorasmia
Taxila
DIDATTICA PARTECIPATA
Alunno/a Data Classe
FAMA, VALORE E... MANIA DI GRANDEZZA 1 Osserva la mappa e rispondi. Alessandria Escate
Alessandria Margiana Alessandropoli
Mar Nero Pella
Rage
Gordio Isso
Granico
Gaugamela
Alessandria
Alicarnasso
Tiro
Mar Mediterraneo
Ecbàtana
Babilonia
Battra
Alessandria degli Arii
Susa
Alessandria Carmania
Alessandria di Characène
Alessandria Bucefala Alessandria Nicea
Alessandria al Caucaso
Alessandria Proftasia
Opis Damasco
Alessandria Tarmata
Samarcanda
Mar Caspio
Alessandria di Aracosia Alessandria di Makarène
Alessandria Opiane Pattala
Persepoli
Alessandria
Oceano Indiano
Menfi
Conosci già i territori definiti dalla parte evidenziata in
.
• Quali civiltà che hai studiato lo scorso anno si erano sviluppate in quei territori?
• Che cosa noti nei nomi delle città?
• A che cosa ti fa pensare il fatto che così tante città abbiano lo stesso nome? 2 Osserva gli itinerari evidenziati e rispondi.
• Da dove partono?
• Che cosa potranno indicare? 3 Rispondi.
• Se qualcuno ti dicesse che questa mappa rappresenta il territorio conquistato da un re di nome Alessandro, partito da una piccola regione chiamata Macedonia, riterresti veritiera questa spiegazione? Perché? 75
Storia
Classe 5a
UA 2 • I Persiani e i Macedoni
Il percorso proposto nel testo Nel testo, in relazione a questo argomento sono presenti i seguenti materiali: TESTO
PAGINE
A CHE COSA SERVE
RUBRICHE SPECIALI
@discipline.it
35-48
Fornire conoscenze, aiutare a studiare.
•E ntro nell’argomento • Coding • I ndicazioni per lo studio • Le mie competenze • Riassumendo • Compito di realtà
Saper fare
13-18
Consolidare le conoscenze, sviluppare e verificare le competenze.
• Sapere
@mappe
9-10
Organizzare il pensiero, collegare le conoscenze, facilitare lo studio e la memorizzazione.
@verifiche
7e9
Verificare il raggiungimento degli obiettivi didattici programmati.
I collegamenti L’argomento trattato può fornire spunti per alcuni collegamenti con: con altre • storia: le civiltà della Mesopotamia e dell’Egitto; discipline e • realtà contemporanea: l’organizzazione amministrativa: divisione in tercon la realtà ritori per amministrare meglio uno stato; l’utilizzo di una lingua comune che dei bambini permetta la comunicazione tra popoli diversi. Quali conoscenze e competenze può raggiungere ciascun alunno
Le conoscenze • Conoscere le caratteristiche della civiltà persiana e macedone. • Conoscere le tappe storiche della costruzione di due grandi imperi. Le competenze • Comprendere l’influenza e il condizionamento (positivo e negativo) della personalità del “leader”. • Rilevare somiglianze e differenze con la contemporaneità nell’influenza che può avere l’importazione di abitudini, culture e modelli organizzativi.
Come Al termine dell’unità didattica di apprendimento è possibile valutare: terminare? • le competenze raggiunte, utilizzando la seconda parte della verifica delle pagine 16-17, Saper fare; • le conoscenze acquisite, utilizzando la seconda parte delle verifiche 1A e 1B.
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Alunno/a Data Classe
Ti aiuto a imparare
1 Osserva
la carta geostorica e colora: • in giallo il territorio dove si è sviluppata la civiltà degli Egizi; • in verde il territorio dove si è sviluppata la civiltà dei Babilonesi; • in rosso il territorio dove si è sviluppata la civiltà greca.
Mar Nero
Mar Caspio
TERRITORIO DEI MEDI
Mar Mediterraneo
Menfi
Babilonia Gerusalemme
NUOVO IMPERO BABILONESE
TERRITORIO DEI PERSIANI
Tebe
2 Osserva
la fonte e rispondi.
• Che cosa rappresenta?
• Con che cosa combattono i soldati?
3 Nella
fonte, circonda i volti dei due re che stanno combattendo l’uno contro l’altro. 77
Storia
Classe 5a
UA 3 • Gli Italici e gli Etruschi
GLI ITALICI E GLI ETRUSCHI L’argomento Con il nome di popoli italici si indicano le popolazioni che si sono stanziate nella che tratteremo penisola italiana durante l’Età del ferro e prima dell’ascesa di Roma.
La conformazione dell’Italia, lunga penisola distesa nel mar Mediterraneo, prevalentemente montuosa, separava e isolava le popolazioni entro aree geografiche circoscritte. I PRIMI INSEDIAMENTI
La penisola italica era già abitata dalla preistoria da popolazioni neolitiche. Contemporaneamente alla diffusione della lavorazione dei metalli, migrarono in Italia nuove popolazioni di lingua indoeuropea. Provenivano dal nord e si spostarono in diverse ondate. Questi gruppi cominciarono a darsi una struttura sociale e culturale quando vennero in contatto con popolazioni più evolute. Le tribù italiche, guerriere perché avevano la necessità di difendere i pochi raccolti e il bestiame, avevano forme di governo legate al consiglio degli anziani. I popoli italici si differenziavano per origine, lingua e abitudini. Le diversità dei territori hanno fortemente influenzato sia la tipologia di attività sia quella delle abitazioni. Le popolazioni stanziate lungo le rive dei laghi costruirono i loro villaggi su palafitte e si dedicarono alla caccia, all’agricoltura e alla pastorizia. Nei villaggi della Pianura Padana, chiamati oggi terramare, cioè “terre grasse”, il terreno fertilissimo favorì l’agricoltura. Gli abitanti di questa ricca cultura palafitticola verso il 1 200 a.C. improvvisamente abbandonarono la Pianura Padana e incominciarono a espandere i loro territori, contribuendo allo sviluppo della civiltà villanoviana. In Valcamonica, il popolo dei Camuni ci ha lasciato una straordinaria testimonianza del suo passaggio dallo stadio Paleolitico a quello Neolitico in 170 000 incisioni rupestri. Le coste adriatiche erano popolate da agricoltori che attraverso il passo del Brennero commerciavano ambra, stagno e argento con i Celti del Mar Baltico. I Liguri furono montanari e marinai spesso saccheggiatori. Indotti per necessità a cercare le vie del mare commerciavano con i Fenici e con i Cartaginesi, costruendo porti sicuri dove sorgono le attuali Nizza, Monaco e Genova. In Sardegna, infine, una società di guerrieri, navigatori e contadini ci ha lasciato circa 7000 nuraghi, torri di diverse dimensioni costruite a scopo di difesa, e centinaia di bronzetti di squisita fattura che testimoniano attività artigianali delle popolazioni che abitarono l’isola. GLI ETRUSCHI
Gli Etruschi furono la più importante popolazione dell’Italia preromana. Dalla regione originaria compresa tra l’Arno e il Tevere, che da loro prese il nome di Toscana (i Romani chiamavano Tusci gli Etruschi), estesero i loro confini verso Nord in Emilia Romagna e verso Sud in Campania. Sull’origine degli Etruschi sono state sostenute diverse tesi: da quella di una presenza in Italia fino da età antichissima (discendenza dalla civiltà villanoviana quindi dai terramaricoli) a quella di una migrazione dal nord o dal mare. Sicuramente un iniziale nucleo si arricchì dell’apporto di contatti con altri popoli per via degli intensi scambi commerciali.
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UA 3 • Gli Italici e gli Etruschi
Classe 5a
Storia
Gli Etruschi costruirono città-stato, ma non vi fu mai un’unificazione in un’unica entità politica. La città-stato etrusca aveva caratteristiche sociali ed architettoniche molto simili alla polis greca. Come le poleis si riunivano in Leghe, che avevano però più una valenza religiosa che politica; infatti, mai una città venne in aiuto di un’altra seppure affratellate per appartenenza alla stessa lega. Tra il VII e il VI secolo a.C. le città etrusche raggiunsero la massima espansione e, con i Fenici, fermarono l’avanzata ellenica nel Tirreno. Fu il periodo della grande influenza etrusca su Roma, che vide i Tarquini re di quella città. Nel 509 a.C. iniziò il declino con l’espansione romana in territorio etrusco e le sconfitte a opera della flotta greca in Campania; nel 396 a.C. cadde in mano romana la città di Veio e poi via via tutte le altre città-stato. Ogni città etrusca era governata da un re. Le insegne del potere dei re etruschi saranno riprese dai Romani: la corona, il bastone del potere sormontato da un’aquila, la tunica e il mantello ornato di porpora e intessuto con fili d’oro, i littori che scortavano il re portando un fascio di verghe e una scure (diventerà il “fascio littorio”). Il re fondava il suo potere sull’appoggio di una classe aristocratica di ricchi proprietari terrieri che facevano coltivare le terre dagli schiavi. Ciò che colpiva era il ruolo della donna, che partecipava attivamente alla vita sociale. Grande importanza avevano i banchetti, momenti di svago ma anche di ostentazione di benessere e occasione di contatti d’affari. Popolo molto pratico, gli Etruschi concentrarono le loro ricerche su ciò che poteva venire utile. Semplificarono le regole urbanistiche (introdussero il cardo, il decumano, i quartieri, le insulae, che saranno ripresi dai Romani), costruirono fognature e acquedotti, perfezionarono la lavorazione della ceramica (bucchero) e dell’oro (granulazione e filigrana). Perfezionarono anche l’arco, introducendo l’utilizzo della chiave di volta, una pietra che con la sua forma a cuneo chiudeva gli elementi della fiancata permettendo di scaricare il peso sui pilastri laterali.
Come introdurre Nelle unità didattiche precedenti non si è mai parlato della nostra penisola, quindi l’argomento una prima domanda sarà chiedere agli alunni quali sono secondo loro i motivi.
Si mostrerà loro un planisfero e si individueranno quali sono state le rotte che hanno portato i primi uomini verso terre lontane dalla rift Valley. Li si porterà a dedurre che le prime popolazioni sono arrivate attraverso le Alpi e che solo con lo sviluppo delle tecniche di navigazione queste sono entrate in contatto con civiltà evolute come Greci e Fenici. Quando gli alunni giungeranno a dedurre che la penisola italica era abitata, si potrà mostrare la carta della Mezzaluna Fertile e la carta fisica dell’Italia. Sarà importante ricordare quali sono stati i motivi dello sviluppo delle zone in cui si sono sviluppate le civiltà fluviali per comprendere come in Italia la diversa conformazione del terreno abbia impedito un analogo sviluppo. La mancanza di contatti commerciali non ha favorito uno sviluppo economico e culturale.
Esempi di didattica partecipata e inclusiva
L’attuale divisione dell’Italia in regioni rispecchia a grandi linee la divisione in territori abitati da diverse popolazioni. I bambini noteranno che nella nostra penisola c’è una grande pianura, ma ci sono anche zone montuose, collinari e un lungo litorale.
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DIDATTICA PARTECIPATA
Alunno/a Data Classe
PROVIAMO A IMMAGINARE 1 Leggi, osserva e rispondi.
Questa è la carta fisica dell’Italia. Circa 3 000 anni prima di Cristo la sua conformazione era già quella che puoi vedere. Rispetto a oggi, vi erano alcune differenze nelle zone pianeggianti o sul litorale, dove erano presenti paludi malsane. Ora prova a immaginare dove si saranno stanziate le prime tribù che sono giunte sulla nostra penisola.
• Per quale via saranno giunte?
• Perché? 2 Colora:
• i n rosso le zone dove, secondo te, potevano abitare le popolazioni che sono venute in contatto con i Greci; • i n giallo le zone dove potevano abitare le popolazioni che sono venute in contatto con i Fenici; • in arancio le zone dove potevano localizzarsi le popolazioni che abitavano in zone paludose.
3 Osservando la carta fisica dell’Italia, riesci a dedurre quali potevano essere le attività
principali a cui si dedicavano le popolazioni italiche? Scrivile.
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DIDATTICA PARTECIPATA
Alunno/a Data Classe
POPOLAZIONI DEL PASSATO... REGIONI DEL PRESENTE 1 Questa carta indica i nomi delle prime popolazioni che hanno abitato la nostra penisola.
Non importa che tu impari i nomi delle popolazioni: osserva e rispondi.
Camuni Celti Liguri
Veneti Villanoviani Etruschi
Sardi
Piceni Petruzi Liburni Umbri Vestini Sabini Peligni Falisci Marrucini Equi Carpenati Marsi Frentani Volsci Latini Ernici Carecini Apuli Peuceti Ausoni Aurunci Pentri Irpini Iapigi Sidicini Caudini Campani Lucani Messapi Alfaterni Enotri Bruzi
Fenici
Elimi
Fenici Siculi Sicani Iblei Morgenti
• Quali nomi di regioni o località che tu conosci ricordano i nomi di antiche popolazioni?
• Dove si concentrava la maggior parte dei popoli?
• Secondo te, queste popolazioni parlavano la stessa lingua? • La tua regione da quale popolo era abitata?
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Storia
Classe 5a
UA 3 • Gli Italici e gli Etruschi
Il percorso proposto nel testo Nel testo, in relazione a questo argomento sono presenti i seguenti materiali: TESTO
PAGINE
A CHE COSA SERVE
RUBRICHE SPECIALI
@discipline.it
49-70
Fornire conoscenze, aiutare a studiare.
•E ntro nell’argomento • Coding • Indicazioni per lo studio • Come uno storico •L e mie competenze • Riassumendo • Compito di realtà
Saper fare
19-32
Consolidare le conoscenze, sviluppare e verificare le competenze.
• La parola a uno scrittore • Sapere
@mappe
12-13 23
Organizzare il pensiero, collegare le conoscenze, facilitare lo studio e la memorizzazione.
@atlante
8-9
Favorire la capacità di osservare e dedurre, favorire l’apprendimento attraverso l’uso delle immagini.
@verifiche
10-13
Verificare il raggiungimento degli obiettivi didattici programmati.
I collegamenti con altre discipline e con la realtà dei bambini
L’argomento trattato può fornire spunti per alcuni collegamenti con: • geografia: la conformazione del territorio della penisola italica; la Regione: ente locale che considera un territorio nella sua unità sia geografica sia storica; • realtà contemporanea: l’organizzazione amministrativa in Regioni.
Quali conoscenze e competenze può raggiungere ciascun alunno
Le conoscenze • Conoscere le caratteristiche delle prime popolazioni che hanno abitato la penisola italica. • Conoscere le caratteristiche antropologiche della civiltà etrusca. • Conoscere le principali tappe della storia degli Etruschi. Le competenze • Comprendere l’influenza e il condizionamento della posizione geografica di un territorio. • Comprendere l’importanza degli scambi commerciali e culturali per il progresso.
Come Al termine dell’unità didattica di apprendimento è possibile valutare: terminare? • le competenze raggiunte, utilizzando la verifica delle pagine 30-31, Saper fare; • le conoscenze acquisite, utilizzando le verifiche 2A e 2B.
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Alunno/a Data Classe
Ti aiuto a imparare
Gli Etruschi, il popolo che per primo sviluppò una civiltà organizzata in Italia, furono abilissimi artigiani. Perfezionarono molte tecniche che erano già conosciute anche da altri popoli ottenendo oggetti molto raffinati. Impararono a costruire edifici solidi perfezionando l’uso dell’arco, già conosciuto anche dai Mesopotamici. Ecco alcuni oggetti che mostrano la grande tecnica e la creatività etrusca. 1 Collega
ciascun oggetto all’immagine e alla definizione corrispondenti, numerando.
1 2
bucchero filigrana
3 4
granulazione chiave di volta
Tipo di ceramica nera e lucida, spesso fine e leggerissima.
Tecnica usata nella produzione di gioielli. L’oro è lavorato in preziosi fili sottili.
Tecnica usata nella produzione di gioielli che sono formati da piccole sfere saldate sopra a una lamina di base, seguendo un disegno prestabilito.
La pietra fondamentale che chiude l’arco nella sua parte alta. 83
Storia
Classe 5a
UA 4 • Roma: Monarchia e Repubblica
ROMA: MONARCHIA E REPUBBLICA LA MONARCHIA L’argomento che tratteremo La tradizione fa risalire la fondazione di Roma al 754-753 a.C. e, basandosi su
leggende latine, romane e greche, la mette in relazione con i Troiani che, guidati da Enea, erano fuggiti da Troia (Ilio). Le testimonianze archeologiche, invece, provano che già dal X secolo a.C. sui colli romani e in particolare sul Palatino, esistevano villaggi di pastori. Questi villaggi si allearono in leghe religiose per difendersi. In un primo tempo la supremazia fu di Alba, in coincidenza con la leggenda. Dopo la distruzione di Alba, Roma, con il re Servio Tullio, divenne egemone all’interno della Lega. La “serie dei sette re” contiene probabilmente elementi di verità, ma il numero, i nomi e la successione furono ricostruite in epoche successive. Si possono però distinguere due fasi: quella latino/sabina e quella etrusca. La fase etrusca corrisponde con l’espansione di questo popolo nell’Italia centrale e meridionale. I re etruschi tentarono di indebolire il Senato e i patrizi reagirono appoggiando le sommosse della plebe. LA REPUBBLICA
Nel 509 a.C. cadde la Monarchia. A capo della città vi erano due consoli, carica riservata ai patrizi. Sotto i re etruschi Roma aveva raggiunto un notevole grado di prosperità e importanza politica nel Lazio ma con il declino degli Etruschi e l’inizio della Repubblica la città subì un periodo di crisi. Il re etrusco Porsenna ne approfittò per tentare la conquista di Roma. Roma pian piano si riprese e nel V secolo sconfisse Veio. Fu poi la volta dei Latini, Volsci, Equi. Roma era ormai padrona del Lazio e condusse diverse guerre per espandersi (contro i Galli, i Sanniti, la colonia greca di Taranto che si era alleata con Pirro, re dell’Epiro) fino alla Magna Grecia. Il III e il II secolo a.C. videro Roma impegnata nella conquista del Mediterraneo occidentale: le tre guerre puniche (264-146 a.C.) combattute contro Cartagine, la sconfitta dei Galli sul Po e la conquista di una parte della Penisola Iberica. Dal 200 al 133 a.C. le guerre espansionistiche si rivolsero verso la parte orientale del Mediterraneo. LA MONARCHIA: ANTROPOLOGIA
Nell’epoca dei re la struttura sociale e politica era ancora fondata sulla ripartizione in tribù. All’interno di queste tribù vi erano le gentes, cioè le antiche famiglie di grande potenza economica i cui capi, (i patres, patrizi) costituivano il Senato. Vi era poi la plebe, la moltitudine dei romani, priva di fondamentali privilegi politici, religiosi e sociali che si scontrò spesso con i patrizi per avere la piena parità. Il re nel periodo della Monarchia era il supremo magistrato, capo dell’esercito, pontefice massimo, legislatore e giudice eletto dai patres. Era scelto dal Senato e doveva ottenere il placet degli dèi attraverso gli aruspici. Le insegne del re erano di derivazione etrusca: dodici littori che portavano i fasci e le asce lo accompagnavano, sedeva sulla sedia curile, indossava toga e scarpe color porpora e un diadema bianco.
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UA 4 • Roma: Monarchia e Repubblica
Classe 5a
Storia
LA REPUBBLICA: ANTROPOLOGIA
Il Senato era il vero pilastro politico della Repubblica. Già presente nell’età della Monarchia, era costituito da 300 membri, capi delle famiglie patrizie (Patres) ed ex consoli e aveva la funzione di fornire pareri e indicazioni ai magistrati. Approvava inoltre le decisioni prese dalle assemblee popolari. Il comando dell’esercito e il potere giudiziario furono assegnati dal Senato a due consoli. Il potere religioso fu attribuito al pontifex maximum. Esisteva poi la carica di dittatore, che costituiva un’eccezione sia per la durata in carica sia perché le sue decisioni non erano prese collegialmente. In periodi di emergenza (sempre militari) un singolo dittatore veniva eletto con un mandato di 6 mesi in cui gestiva da solo la guida dello Stato. Eleggeva un suo collaboratore (che comunque gli rimaneva subordinato) detto maestro della cavalleria (magister equitum). LE MAGISTRATURE
Quando l’amministrazione dello Stato divenne più complessa si istituirono le magistrature, che si occupavano di aspetti specifici dell’organizzazione. Gli edili si occupavano della gestione delle strade, dei bagni pubblici e degli edifici; della gestione dei mercati; della gestione dei giochi pubblici e circensi. I censori fissavano l’importo dei tributi e potevano punire i comportamenti scorretti degli altri magistrati privandoli della loro carica. I questori affiancavano i consoli e si occupavano di questioni penali, gestivano il tesoro pubblico custodito nel tempio di Saturno e la concessione dei terreni. La magistratura dei tribuni della plebe fu creata quando, in seguito all’abbandono in massa della città da parte dei plebei, Menenio Agrippa promise loro l’istituzione di una magistratura a cui potessero avere accesso anche i plebei per difendere le loro esigenze. Un altro pilastro su cui si reggeva la Repubblica erano le assemblee popolari, convocate solo dai magistrati, che avevano diverse funzioni, tra cui quella di eleggere i magistrati e di votare le leggi. La più importante era quella dei comizi centuriati, che raccoglieva tutti i cittadini romani, riuniti in 5 centurie a seconda del censo. L’appartenenza alle varie centurie assicurava, a seconda della ricchezza, maggiore potere politico, ma anche maggiori obblighi, soprattutto in campo militare. I comizi tributi comprendevano tutti i cittadini, distribuiti in 35 tribù. L’Assemblea della plebe escludeva tutti i patrizi. Solo i tribuni della plebe (tribuni plebis) potevano convocare l’assemblea della plebe e le loro decisioni avevano valore molto limitato. I Tribuni della plebe erano eletti dall’assemblea.
Come introdurre l’argomento ed esempi di didattica partecipata e inclusiva
Per introdurre un argomento così vasto, complesso e vario è preferibile iniziare dalla narrazione. Si può quindi riprendere il tema dei miti Greci, della guerra di Troia e dei suoi eroi, di come quelle figure mitiche fossero conosciute e ammirate nell’antichità: dall’ammirazione per questa civiltà è nata la leggenda della città da cui ha avuto inizio la storia della nostra penisola. Si può dunque proseguire raccontando la leggenda di Romolo e Remo, sottolineare la somiglianza con la tradizione etrusca della divinazione per la scelta del luogo e con quella di Mosè, altro personaggio significativo, che è stato abbandonato nelle acque del Nilo. Questo rappresenterà un’occasione per far capire agli alunni come nulla nella storia dell’uomo sia isolato, ma come il contatto tra popoli abbia sempre influenzato e arricchito la cultura e le abitudini.
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DIDATTICA PARTECIPATA
Alunno/a Data Classe
ROMA: CHE COSA NE SO IO? 1 Leggi, osserva, completa e rispondi.
Sigla che appare molto spesso nelle scritte su resti romani; è l’abbreviazione di Senatus popolusque romanus. Statua che ricorda la mitica nascita di Roma.
• Prova a tradurla:
Ricostruzione di soldati romani accampati.
Soldati romani riprodotti in un antico monumento.
• Osservando queste immagini, che idea ti puoi fare dell’antica Roma?
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Alunno/a Data Classe
DIDATTICA PARTECIPATA
TUTTE LE STRADE PORTANO A ROMA... Placentia ANCORA OGGI! 1 Osserva questa carta. Riproduce i percorsi delle strade principali che avevano costruito Ariminum Genua
gli antichi Romani. Dai un colore a ciascuna strada nella legenda, poi colora le strade Pisae nella carta. Ancona
Roma
Placentia
E oggi? Molte strade statali, cioè fondamentali per i collegamenti di vari punti Castrum Truentinum della nostra penisola, sono proprio quelle romane, ovviamente rimesse a nuovo!
La via Aurelia: è la strada statale n.1. Genua Coincide ancora oggi con l’antica via Aurelia, Pisae Capua Brundisium Ancona e continua a essere chiamata così dagli Castrum Truentinum italiani. Costeggia il Tirreno fino a raggiungere la Liguria e il confine con la Francia. Roma La Cassia attraversa la Toscana e va a Capua Placentia Brundisium Firenze. È la strada statale n.2. La Flaminia attraversa l’Appennino e si dirige Ariminum Genua Pisae Ancona sull’Messana Adriatico, a Rimini: è la strada statale n.3. Castrum Truentinum La Salaria, laRhegium strada statale n.4, si dirige Messana anch’essa sull’Adriatico ed è la vecchia Rhegium Lilibeum Roma Catina Lilibeum Catina arteria per il commercio del sale; arriva a San Capua Brundisium Syracusae Syracusae Benedetto del Tronto. La Tiburtina, la strada statale n.5, porta a via Aemilia via Aemilia Scaura Tivoli, da cui prende il nome, e poi prosegue via Appia via Aemilia via Aurelia attraversando l’Abruzzo per arrivare anch’essa via Cassia Messana via Aemilia Scaura via Flaminia Rhegium via AppiaCatina sull’Adriatico, a Pescara. via Salaria Lilibeum via Popilia via Aurelia Syracusae via Valeria La Casilina è la strada statale n.6 e porta a via Pompeia via Cassia Caserta (anticamente Casilinum). via Flaminia via Aemilia via Aemilia Scaura L’Appia, la strada statale n.7, la regina viarum via Salaria via Appia via Aurelia via Popilia per la sua bellezza, famosa in tutto il mondo via Cassia via Flaminia via Valeria via Salaria per il tratto romano ancora oggi intatto, si via Popilia via Pompeia via Valeria dirige verso sud arrivando fino a Taranto, in via Pompeia Puglia. Ariminum
2 Ti è mai capitato di sentire, quando sei in auto,
le indicazioni sul traffico? Ti dicono niente queste vie: via Nomentana, via Tiburtina, via Appia Antica, via Ardeatina, via Ostiense? Colorale nella carta.
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Storia
Classe 5a
UA 4 • Roma: Monarchia e Repubblica
Il percorso proposto nel testo Nel testo, in relazione a questo argomento sono presenti i seguenti materiali: TESTO
PAGINE
A CHE COSA SERVE
RUBRICHE SPECIALI
@discipline.it
71-102
Fornire conoscenze, aiutare a studiare.
• Entro in argomento • Coding • Indicazioni per lo studio • Le mie competenze • Riassumendo • Compito di realtà
Saper fare
33-58
Consolidare le conoscenze, sviluppare e verificare le competenze.
•L a parola a uno scrittore • Sapere
@mappe
14-19
Organizzare il pensiero, collegare le conoscenze, facilitare lo studio e la memorizzazione.
@verifiche
14-17
Verificare il raggiungimento degli obiettivi didattici programmati.
I collegamenti L’argomento trattato può fornire spunti per alcuni collegamenti con: geografia: accenno alle regioni italiane; la rete stradale in Italia; le nazioni con altre • europee, africane e asiatiche che occupano oggi i territori della Roma repubdiscipline e con la realtà blicana; dei bambini • tecnologia: le case: ancora oggi sono presenti case con più nuclei abitativi
e case indipendenti; • realtà contemporanea: le cariche pubbliche nell’antichità e oggi; il Senato oggi e all’epoca romana.
Quali Le conoscenze conoscenze e • Conoscere le caratteristiche della civiltà romana. competenze • Conoscere i principali fatti e personaggi storici dell’epoca della Monarchia e può raggiungere della Repubblica a Roma. ciascun alunno Le competenze • Comprendere l’influenza e il condizionamento delle diverse culture. • Comprendere come abitudini e tradizioni del passato si siano tramandate.
Come Al termine dell’unità didattica di apprendimento è possibile valutare: terminare? • le competenze raggiunte, utilizzando la verifica delle pagine 56-57, Saper fare; • le conoscenze acquisite, utilizzando le verifiche 3A e 3B.
88
Alunno/a Data Classe
Ti aiuto a imparare
1 Utilizza
le immagini per raccontare a voce la leggenda di Romolo e Remo.
2 Rispondi
e completa.
• I l numero 7 ricorre più volte nella storia più antica di Roma. Perché? • L a società romana era divisa in classi sociali. Scrivi chi erano: – i patrizi:
– i plebei:
– i clientes:
• I nomi Cartagine, Annibale, Scipione l’Africano a quali guerre si riferiscono? • Con queste guerre che cosa ottenne Roma?
•T riumvirato significa “governo di tre uomini”. Ricordi i nomi dei tre personaggi che diedero vita al primo triumvirato? •T ra i tre uomini che diedero vita al triumvirato, chi è il personaggio che compì le imprese più straordinarie e si impadronì del potere da solo?
89
Storia
Classe 5a
UA 5 • Roma: l’Impero
ROMA: L’IMPERO GIULIO CESARE L’argomento che tratteremo Durante il suo governo Giulio Cesare aveva già cominciato a portare notevoli
cambiamenti nell’organizzazione politica e sociale di Roma. I territori dominati erano vasti e l’assetto che andava bene per un territorio relativamente piccolo risultava assolutamente inadeguato per un dominio in continuo sviluppo. Vi erano stati decenni di guerre politiche (guerre sociali, guerre civili). Cesare assunse poteri che avevano i caratteri della Monarchia anche se, nominalmente, Roma continuava a essere res publica. Si nominò dittatore a vita e imperator cioè comandante: riservò a sé il diritto di nominare le cariche delle magistrature, di proporre le leggi e riformare l’amministrazione delle province. Il senato, nel quale Cesare introdusse senatori di censo minore e anche provenienti dalle province, perse di fatto, se non di diritto, ogni potere. Le basi per trasformare la Repubblica in Impero erano state gettate. Ma i Romani non erano ancora pronti ad avere di nuovo un re, così Cesare fu ucciso. Alla morte di Cesare scoppiò una nuova guerra civile a causa del contrasto tra Ottaviano e Antonio per l’eredità nel passaggio dei poteri. Il Senato vedeva in Bruto e Cassio i tirannicidi liberatori della Repubblica, ma temeva la ribellione del popolo che da Cesare aveva ottenuto qualche beneficio, e si schierò a fianco di Ottaviano, figlio adottivo di Cesare. ANTONIO E OTTAVIANO
Tra Antonio e Ottaviano si realizzò un compromesso. Antonio sconfisse Bruto e Cassio a Filippi. Insieme a Lepido si costituì il secondo triumvirato per riordinare lo Stato. Ottaviano si occupò dell’Occidente, Antonio dell’Oriente e Lepido dell’Africa. Antonio in Oriente nominò Cleopatra regina e il Senato temette che una parte dei territori andassero perduti. Ottaviano si presentò come il garante dell’unità della Repubblica e dichiarò guerra a Cleopatra. Nella battaglia di Azio sconfisse la regina e ridusse l’Egitto a provincia. Antonio e Cleopatra si suicidarono e Ottaviano celebrò il suo trionfo chiudendo le porte del tempio di Giano, per significare che le guerre erano finite. GIULIO CESARE OTTAVIANO AUGUSTO
Con lui inizia il periodo dell’Impero. Augusto non cambiò le linee fondamentali della struttura repubblicana tanto da apparire il restauratore dei principi di un tempo. Potenziò le magistrature che si riferivano alla sua persona, assunse il comando di tutti gli eserciti e il pontificato massimo. Gli furono attribuiti i titoli di Imperatore e Augusto (da augeo, “accresco”) termine che si riferiva alla sfera del sacro: quindi la sua persona assunse un carattere militare e sacro, diventando oggetto di venerazione. Rafforzò l’importanza della romanità: le province mantennero un ruolo di sudditanza, le ricchezze dovevano confluire a Roma. Per non creare però ribellioni, sentì la necessità di instaurare un buon governo. Con una serie di riforme cercò di eliminare la corruzione nelle magistrature e istituì il principio che i funzionari dovessero essere retribuiti. Assicurò così un periodo di pace, la Pax Augustea. Dopo la morte di Augusto continuò l’espansione di Roma, che raggiunse la massima espansione con Traiano (117 d.C.).
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Classe 5a
UA 5 • Roma: l’Impero
Storia
L’IMPERO DOPO OTTAVIANO AUGUSTO
Le dinastie (Giulio-Claudi, Flavi, Antonini, Severi) si succedettero. Successivamente, furono le legioni a proclamare gli imperatori a scapito del potere del Senato. Iniziò una crisi economica e, contemporaneamente, la pressione dei popoli germanici ai confini dell’Impero si fece più pericolosa. Gli ultimi tre secoli dell’Impero videro sempre più aggravarsi tre grandi problemi: la trasformazione dell’Impero pagano in Impero cristiano (con la diffusione di idee di uguaglianza e pace), la minaccia delle invasioni a Nord e a Oriente, l’affermarsi dell’idea di governo assoluto. La crisi portò alla nascita di una servitù nelle campagne, alla decadenza di città, all’indebolimento dell’uso della moneta, al rafforzamento della gerarchia delle classi sociali, all’incertezza dei confini. Diocleziano, per sedare le guerre civili e quelle esterne ai confini, modificò la struttura dell’Impero. Istituì la tetrarchia: il titolo imperiale fu diviso tra due Augusti e due Cesari, loro subordinati. I Cesari raccoglievano il diritto alla successione. Era la prima divisione tra Occidente e Oriente. Costantino ristabilì l’unità politica dell’Impero, cercando anche un’unità spirituale, riconoscendo il primato della religione cristiana (313 d.C.). Per venire incontro alle nuove necessità strategiche ed economiche spostò la sede imperiale a Bisanzio. Roma decadde dal punto di vista politico. Fu saccheggiata dai Goti di Alarico e dai Vandali di Genserico. Le crisi erano continue e dopo l’imperatore Teodosio, che cercò di arginare i Germani arruolandoli nell’esercito, l’Impero fu diviso in due: Oriente e Occidente. In Occidente prevalsero i capi barbarici. Nel 476 d.C. il barbaro Odoacre fu acclamato re dai suoi soldati, depose Romolo Augustolo, ultimo imperatore, decretò la fine dell’Impero d’Occidente e diede vita ai regni Romano Barbarici. I FATTI
44-42 a.C. Terza guerra civile tra i cesaricidi, guidati da Bruto e Cassio, e gli eredi di Cesare, Ottaviano e Marco Antonio. 43 a.C. Ottaviano, Marco Antonio e Marco Emilio Lepido formano il secondo triumvirato. 31 a.C. Ottaviano sconfigge Marco Antonio e Cleopatra nella battaglia di Azio; l’Egitto diventa una provincia romana. 27 a.C. Fine della Repubblica: a Ottaviano viene assegnato il titolo di Cesare Augusto. 79 d.C. Tito diventa imperatore; un’eruzione del Vesuvio distrugge Pompei ed Ercolano. 98 d.C. Traiano diventa imperatore. 285 d.C. Diocleziano nomina Massimiano Augusto dell’Occidente mentre egli stesso si dichiara Augusto dell’Oriente. 313 d.C. Costantino emana l’Editto di Milano, mettendo fine alle persecuzioni contro i cristiani e proclamando la tolleranza religiosa in tutto l’Impero. 330 d.C. Costantino rende Costantinopoli capitale dell’Impero. 395 d.C. Teodosio I divide l’Impero in due parti. 410 d.C. Roma viene saccheggiata da Alarico I. 452 d.C. Attila viene allontanato da Roma da Papa Leone I. 455 d.C. Roma viene saccheggiata dai Vandali. 476 d.C. Il generale germanico Odoacre uccide Oreste, costringe Romolo Augusto ad abdicare e si proclama Rex Gentium.
91
Storia
Classe 5a
UA 5 • Roma: l’Impero
Come introdurre Gli alunni hanno già conosciuto come grandi figure storiche del passato abbiano l’argomento cercato di espandere i loro territori e di sottomettere le popolazioni confinanti,
per evitare il pericolo di essere a loro volta invasi. Anche Roma, dal suo esordio sulla scena della storia, ha attuato una politica espansionistica. Per spiegare la trasformazione da Repubblica a Impero occorre far notare agli alunni come fosse difficile, a quei tempi, controllare “in modo democratico” vasti territori. La trasformazione in un governo che mantenesse con la forza l’ordine era la soluzione “più facile”. È bene anche far riflettere sul fatto che dominare un territorio così vasto, con culture e abitudini così differenti, portò a soluzioni che cambiarono nel corso del tempo, fino a quando la situazione divenne davvero insostenibile e l’Impero si frantumò.
LA GIORNATA IN UNA FAMIGLIA PATRIZIA ROMANA Esempi Per avvicinare gli alunni alla vita quotidiana è utile raccontare la giornata di una di didattica partecipata famiglia patrizia. e inclusiva La vita nelle case romane iniziava all’alba con gli schiavi che pulivano i pavimen-
ti con acqua e segatura. Anche i padroni si alzavano presto, e i servitori portavano bacili e catini di bronzo perché potessero lavarsi. Non si usava il sapone, perché non era conosciuto, ma cenere di faggio, lisciva, creta triturata e pietra pomice. Nella stanza adibita ai lavacri abbondavano recipienti di vetro con unguenti e profumi. Dopo la cura dei capelli per le donne e la rasatura per gli uomini c’era la vestizione con una tunica che poteva essere di tessuti diversi: lino, lana, seta. La tunica dei senatori era bordata di rosso. Gli uomini più importanti indossavano anche la toga. Le donne indossavano una tunica lunga e la stola. La colazione era veloce e gli uomini spesso la consumavano presso le bancarelle per strada. I contadini, i commercianti e gli artigiani si recavano al lavoro; i patrizi rimanevano in casa dove ricevevano i clientes o persone per affari oppure andavano al Foro per discutere di politica e di economia. Il pomeriggio era dedicato alle terme, dove c’era di tutto: danzatori, mimi, musicisti ma anche giocatori di dadi, scommettitori per le gare tra i gladiatori e i cavalli. Un altro svago erano le passeggiate nei giardini imperiali che gli imperatori aprivano al pubblico. Verso sera si tornava a casa e la giornata terminava con la cena tutti insieme in famiglia e, molto spesso, con invitati. Ai banchetti partecipavano anche le donne (usanza di derivazione etrusca). Sugli sgabelli, in disparte, c’erano gli schiavi degli ospiti. La storia dell’Impero Romano è complessa e per gli alunni non è di facile comprensione. L’approccio più semplice è quello di porre l’accento sull’espansione del territorio e sulla costruzione di grandi opere che ancora oggi testimoniano il fasto della città che all’epoca era la “capitale del mondo”.
92
Alunno/a Data Classe
DIDATTICA PARTECIPATA
IMPERI A CONFRONTO 1 Osserva le tre carte: rappresentano i territori dell’Impero Persiano, dell’Impero di Alessandro
di Macedonia e dell’Impero Romano. Per ciascuna carta, scrivi il nome dell’impero che è rappresentato e ordinalo cronologicamente, numerando. Poi rispondi.
• I Persiani e i Macedoni si sono spinti verso Oriente. Secondo te, perché?
• Roma espanse il suo dominio non verso le terre dove erano fiorite le grandi civiltà del passato, ma verso il continente europeo. Pensa alla posizione di Roma e poi prova a spiegare il perché di questa scelta. 2 Osserva e rispondi.
• Questa è la carta che rappresenta i paesi che fanno parte dell’Unione Europea. Quali somiglianze e quali differenze noti rispetto al territorio dell’Impero Romano nel periodo della sua massima espansione?
93
DIDATTICA PARTECIPATA
Alunno/a Data Classe
I GRANDI EDIFICI ROMANI
Questi sono i resti del Circo Massimo.
Questa è la sua ricostruzione.
Questi sono i resti del Foro romano.
Questa è la sua ricostruzione.
Queste sono le terme di Caracalla a Roma.
Questa è la loro ricostruzione.
1 Scrivi quali erano, secondo te, le attività che si svolgevano negli edifici riprodotti
nelle immagini.
• Circo Massimo: • Foro: • Terme: 94
Classe 5a
UA 5 • Roma: l’Impero
Storia
Il percorso proposto nel testo Nel testo, in relazione a questo argomento sono presenti i seguenti materiali: TESTO
PAGINE
A CHE COSA SERVE
RUBRICHE SPECIALI
@discipline.it
103-120
Fornire conoscenze, aiutare a studiare.
• Entro nell’argomento • Coding • Indicazioni per lo studio • Le mie competenze • Riassumendo • Compito di realtà
Saper fare
58-72
Consolidare le conoscenze, sviluppare e verificare le competenze.
• L a parola a uno scrittore • Sapere
@mappe
20-22 24
Organizzare il pensiero, collegare le conoscenze, facilitare lo studio e la memorizzazione.
@atlante
12-17
Favorire la capacità di osservare e dedurre, favorire l’apprendimento attraverso l’uso delle immagini.
@verifiche
18-21
Verificare il raggiungimento degli obiettivi didattici programmati.
I collegamenti L’argomento trattato può fornire alcuni spunti per collegamenti con: geografia: accenno alle nazioni europee, africane e asiatiche che occupano con altre • oggi i territori della Roma imperiale; discipline e con la realtà • tecnologia: le terme: il riscaldamento dell’acqua; gli acquedotti: confronto dei bambini con gli acquedotti moderni; • realtà contemporanea: l’Impero Romano: la parte europea e la Ue.
Quali conoscenze e competenze può raggiungere ciascun alunno
Le conoscenze • Conoscere le caratteristiche della civiltà romana nel periodo imperiale. • Conoscere i principali fatti e personaggi storici dell’epoca dell’Impero. Le competenze • Comprendere l’influenza e il condizionamento delle diverse culture. • Comprendere come abitudini e tradizioni del passato si siano tramandate. Al termine dell’unità didattica di apprendimento è possibile valutare:
Come terminare? • le competenze raggiunte, utilizzando la verifica delle pagine 70-71, Saper fare; • le conoscenze acquisite, utilizzando le verifiche 4A e 4B.
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Ti aiuto a imparare 1 Completa
Alunno/a Data Classe
osservando le carte.
A • La carta A rappresenta
B
• La carta B rappresenta
2 Completa
osservando le immagini. Placentia Placentia Genua Pisae Genua Pisae
Ariminum Ancona Ariminum Ancona Castrum Truentinum Castrum Truentinum
Roma Roma
Capua Placentia
Capua Genua Pisae
Lilibeum
Roma conquistò vari territori perché aveva un addestrato ed efficiente.
Brundisium
Ancona
Messana Lilibeum
Brundisium Ariminum
Castrum Truentinum
Rhegium Messana Roma Catina Rhegium Syracusae Catina Capua Syracusae
Brundisium
Roma controllava i vasti territori perché aveva sviluppato una fitta rete di Messana
Rhegium
Lilibeum
Catina Syracusae
I Romani costruirono grandi opere anche nei territori dell’Impero lontani da Roma.
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Per portare l’acqua potabile nei centri più importanti costruirono
Per il divertimento e lo svago costruirono