Chiesa del Ss. Crocifisso D’ete a S. Croce Ete di Mogliano
N
ella vecchia strada che portava da Mogliano a Fermo, lungo la valle dell’Ete morto, in un nodo viario ove si intersecano le strade per Monte Giorgio, Mogliano e Francavilla, si è sorpresi dalla imponenza della chiesa del SS. Crocefisso d’Ete in località S. Croce di Mogliano. Le dimensioni di questo edificio, in laterizio, adagiato in un pianoro creato da un’ansa del fiume Ete si staccano da tutti gli altri manufatti che punteggiano un paesaggio armonico fatto di valli e crinali che confluiscono verso l’Ete segnato da tante case coloniche in laterizio tipiche di questa area del centro delle Marche. Il tre maggio, indipendentemente dal giorno della settimana in cui capita, si fa festa a S. Croce. Una occasione per fare una scampagnata in famiglia, con gli amici. Da tempo immemorabile le comunità di Mogliano e di Francavilla si ritrovano a S. Croce all’Ete, raggiungendo il luogo a piedi. Negli ampi prati circostanti si svolgeva un ricco mercato, ai bambini venivano comprate “coccette”, fischietti ed ocarine in terracotta, si gustavano porchette, prodotti tipici locali con le prime ricotte e pecorini di stagione. I fedeli, che affollavano la chiesa, si preoccupavano di toccare le pareti in pietra del tempietto interno e dalla umidità presente sulla superficie traevano indicazioni sulla piovosità della stagione e quindi sulla abbondanza dei raccolti. Il muro più bagnato da una parte o dall’altra indicava se era Francavilla o Mogliano ad avere più pioggia nell’annata. Nei campi, la religiosità popolare per S. Croce, a modo di protezione dei raccolti, gli agricoltori mettevano delle croci fatte con delle canne spaccate che sostenevano ramoscelli d’olivo benedetti durante le funzioni della domenica delle palme.
La si è cominciata a chiamare S. Croce dalla prima metà del XVIII secolo quando, tale Marcelli vi portò una preziosa reliquia della croce di Cristo. La pittura originale del crocefisso dice il Pacini che può essere un sacello votivo “contra pestem” e la venerata immagine avrebbe operato dei prodigi, come quello di far parlare una pastorella, per cui con le numerose ed abbondanti offerte dei fedeli venne costruito l’attuale tempio. Pose la prima pietra il vescovo di Fermo Mons Domenico Pinelli l’11 Novembre 1579 dopo che papa Gregorio XIII aveva affidato alla confraternita del SS Sacramento il governo e l’amministrazione della costruenda chiesa.
La chiesa La chiesa è a navata unica con volta a botte, di mattoni a vista, che scarica il peso sulle pareti attraverso dieci peduncoli, assume forma di croce latina per l’apertura di due cappelle laterali all’altezza del transetto. La facciata e la parte absidale ha la stessa forma rettangolare con coronamento a timpano.
blema un calice come quello rappresentato negli architravi di ingresso del tempietto nell’architrave della porta di accesso laterale della chiesa sotto il porticato sud e nella pietra scolpita che è conservata sotto l’altare principale. Entrando in chiesa dalla porta principale, che si apre nella facciata, si possono ammirare due confessionali lignei, con laccatura policroma tipica delle Marche del XVII secolo. Nella cappella laterale di sinistra è stata a lungo ubicata la cornice della celebre pala del Lotto di Mogliano ora conservata nella Chiesa di S. Maria della Piazza. La cornice vi fu trasferita nel 1720 per decisione del consiglio generale della Città di Mogliano. Nella cappella laterale di destra vi è un altare policromo con nella nicchia una statua in cartapesta raffigurante San Giuseppe con bambino del moglianese Paolo Latini (1784-1870) ed ai lati due affreschi raffiguranti S. Onofrio e S. Lazzaro. Il pavimento in mattoni di cotto ha una composizione di forme che determina una decorazione caratteristica. In mezzo al transetto si innalza un tempietto dorico rinascimentale in pietra moscata Gessone di S. Severino. È un sacello in pietra a guisa di tabernacolo a base quadrata e piano superiore ottagonale chiuso da una cupola alleggerita da finestre. La trabeazione esterna che definisce il piano di elevazione della cupola, coronata da una balaustra, è impostata su colonne doriche e le quattro pareti sono caratterizzate da archi a tutto sesto. Nelle specchiature degli archi, tranne quello della facciata, che consente la visione all’interno, vi sono degli affreschi rappresentanti la passione di Cristo.
Sui soprarchi dell’arco di facciata vi è una pittura murale che rappresenta l’Annunciazione. Sulla parete aperta del tempietto, verso l’assemblea vi è addossato l’altare con un pregevole tabernacolo ligneo, dorato a colonnine tortili.
All’interno del tempietto Attraverso due porte segnate da cornici in pietra che nell’architrave richiamano il calice simbolo della confraternita si entra all’interno del tempietto. Nella parete absidale si trova l’originario affresco della seconda metà del secolo XIV di sapore giottesco. Il dipinto le figure sono disposte secondo una struttura piramidale che ha in alto la figura del Dio Padre che, nell’atto di sorreggere il figlio crocifisso, a braccia aperte domina dall’alto l’intera composizione, con S.Caterina di Alessandria Vergine e martire e l’apostolo S. Giacomo che mostra simbolicamente la chiavi del pellegrino.
La storia La chiesa è stata eretta nel 1579 per proteggere e valorizzare un’edicola preesistente con la denominazione di SS. Crocefisso all’Ete.
All’esterno due porticati assolvevano la funzione di riparo ed accoglienza dei pellegrini che si recavano a Loreto. Sul lato sud svetta il campanile a vela con tre celle campanarie che accolgono due campane: una del 1598 fusa nella bottega di Federico Brunetti di S. Severino e l’altra donata a fine ’600 dal Moglianese Giacinto Sgamba, preda di guerra da saccheggio della città di Castro. Addossato alla parete sud vi è un edificio a tre piani parzialmente utilizzato per l’ospitalità. La proprietà è della confraternita del S.S. Sacramento di Mogliano. La confraternita del SS. Sacramento è erede della confraternita del SS. Corpo di Cristo che esisteva a Mogliano sin dagli inizi del secolo XVI e che aveva come em-
L’opera da cui deriva il nome della chiesa ha le caratteristiche della rappresentazione della trinità così come la ritroviamo nella chiesa di S. Giovanni di Monterubbiano o nella più importante e famosa rappresentazione del Masaccio del 1426-1428 così come appare nella navata di sinistra della chiesa di S. Maria Novella a Firenze. La colomba, simbolo dello Spirito Santo è mancante nella nostra opera, potrebbe essere stato tagliato il dipinto nella parte alta quando attorno ad esso fu eretto il tempietto, si noti che anche l’arco ogivale che confina il dipinto risulta tagliato.
Nelle pareti laterali i santi Biagio, Martino, Lucia e la Sacra Famiglia con S. Giovannino. Gli affreschi sono datati e firmati da Pier Francesco Renolfi da Novara nel 1594.
Gli affreschi sono inquadrati da stucchi bianchi e dorati, da decorazioni con delfini telamoni e motivi vegetali. I pittore Renolfi ha lasciato opere in Piemonte a Vercelli, e chiamato a Mogliano da Novara ha operato sino al 1603, data di esecuzione dell’affresco che orna il presbiterio della chiesa nel Convento di S. Colomba sempre a Mogliano, ha operato a Montolmo oggi Corridonia anche se non si conosce l’ubicazione delle sue opere. Le pareti esterne del tempietto sono levigate dalla abitudine dei fedeli di toccarle per costatarne il livello di umidità. Sulla parete nord della chiesa vi è murata una lapide che riporta la seguente scritta: .D.O.M. R.D. IOSEPH. SFORZINUVS.MOLLIAN. PIETATE.AC.RELIGIONE.SPECTABI LIS.QVI.VIXIT.ANN.XLVI.EX.LIBERA SODALIT.SS.mi.SACRAMENTI.CON LATIONE.HVIVS.SAC.AEDIS.AD. ..I.LVSTRA.AEDITVI.MVNURE.OPT. ..VCTUS.IDIB.SEP.REQVIESCENS.IN. PACE.HIC.DEPOSTVS.EST.A.D.MDCCL
All’interno della cupola Salomone David Giovanni e Mosè alternati con le Sibille Cumana, Eritrea, Delfica e Tiburtina.
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Amedeo Grilli
Bibliografia: - Agnese Vastano in Le arti nelle Marche a tempo di Sisto V.A cura di Paolo Dal Poggetto Fondazione Cassa di Risparmio di Fermo 1994 - Delio Pacini - Mogliano e i “da Mogliano” nella storia. Fondazione Cassa di Risparmio di Fermo 2005