Traguardo discipline - Atlante 4

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AMBITO antropologico • Sussidiario Storia con Quaderno operativo: 120 + 72 pagine • Sussidiario Geografia con Quaderno operativo: 96 + 72 pagine • Quaderno delle Verifiche Storia-Geografia: 48 pagine • Atlante multidisciplinare (ambito antropologico e scientifico): 72 pagine ISBN per l’adozione: 978-88-468-4092-9

AT L A N T E

AMBITO SCIENTIFICO • Sussidiario Scienze e Tecnologia con Quaderno operativo: 96 + 72 pagine • Sussidiario Matematica con Quaderno operativo: 144 + 96 pagine • Quaderno delle Verifiche Matematica-Scienze: 48 pagine ISBN per l’adozione: 978-88-468-4093-6

Alla classe

Libri digitali con all’interno: • libro liquido (versione accessibile per alunni con BES e DSA) • AUDIOLIBRI • volumi sfogliabili con esercizi interattivi • esercizi interattivi extra per tutte le materie • attivazione dell’Atlante • simulazione di prove nazionali INVALSI

Benvenuti a VILLA SAPERI! SAPERI! VILLA SAPERI è un ambiente di apprendimento interattivo per ragazzi della Scuola Primaria. Un parco giochi tematico in cui tutto può essere sperimentato sotto forma di gioco e attività. Per l’insegnante è un valido strumento multimediale per la verifica delle competenze dei propri alunni. Realizzato in grafica cartoon e con le più moderne tecnologie informatiche, Villa Saperi offre tanti oggetti digitali didattici, esperimenti e mini-giochi di storia, geografia, matematica, scienze, tecnologia. Miss Velonosa, Madame Plum Cake, Erudito De Sapientis, Clara e Tobia accompagneranno i ragazzi negli ambienti tematici che compongono la villa: dal parco alla bio-area, in un tour educativo ricco di esperienze, divertimento e conoscenze.

Allegato a TRAGUARDO DISCIPLINE Non vendibile separatamente

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CONTENUTI DIGITALI

di storia geografia scienze

GIOCHIAMO

tutti insieme con

l’educazione civica

. STORIA . GEOGRAFIA . scienze . matematica

È DISPONIBILE ANCHE LA VERSIONE IN TOMO UNICO ISBN per l’adozione: 978-88-468-4096-7

DIRE N O F O R P P A E E R A S S PER RIPA

4 STORIA IA F A R G O GE E SCIENZ ICA T A M E MAT LIL C E N I G CON PA

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Indice Storia 2 4 6 8 10 12 14 16 18 20 22 24 26

Le linee del tempo L’esplorazione del passato: lo scavo archeologico Il Neolitico: l’uomo, le piante, gli animali I popoli della Mesopotamia I Sumeri Gli Egizi Le piramidi Le civiltà cinese e indiana G EO S TORIA

I grandi fiumi della storia Il grande mare I Fenici Gli Ebrei I Cretesi

Geografia 2 8 30 32 34 36 38 40 42 atlante 4 _STORIA 01-27.indd 1

I rilievi: la montagna I rilievi: la collina G EO S CIENZE

Gli animali della montagna… … E della collina La pianura Il fiume G EO S CIENZE

Ospitali corsi d’acqua Curiosità… marine G EO S CIENZE

La vita in mezzo al mare

4 4 Dove vivono gli Italiani 45 Dove sorgono le città 46 Luoghi da scoprire

Scienze 4 8 Chi vive sotto? 50 G EO S CIENZE Dove si nasconde l’acqua? 52 G EO S CIENZE Ecosistema acqua 54 G EO S CIENZE L’acquedotto 56 A scuola di strategia 58 Le zone minacciate della biodiversità

Matematica 0 La matematica nel mondo antico 6 61 Le misure 62 Talete e la piramide di Cheope 63 L’uso dell’angolo

Clil 4 6 66 68 69

Matter The Ancient Egyptian Society Climate Zones Weather Events

7 0 Carta muta planisfero 72 Carta muta Italia 17/12/19 13:14


LE LINEE DEL TEMPO 4000 a.C.

Sumeri

3500 a.C.

3000 a.C.

2500 a.C.

3500 a.C. Nascita della civiltà sumera

2000 a.C.

2000 a.C. Declino della civiltà sumera e invasione dei Babilonesi

2000 a.C. Invasione della Mesopotamia e conquista delle città sumere

Babilonesi

2000 a.C. Nascita della civiltà assira

Assiri 3100 a.C. Nascita della civiltà egizia e unificazione Alto e Basso Egitto da parte del faraone Menes

Egizi

2500 a.C. Nascita della civiltà degli Indi

Indi 3000 a.C. Nascita della civiltà cinese

Cinesi

2000 a.C. Nascita della civiltà fenicia

Fenici

Ebrei 2500 a.C. Nascita della civiltà cretese

Cretesi

Micenei

4000 a.C.

3500 a.C.

3000 a.C.

2500 a.C.

2000 a.C.

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1500 a.C.

1000 a.C.

500 a.C.

612 a.C. Secondo impero babilonese

1790 a.C. Primo impero babilonese

Nascita di Cristo

500 d.C.

500 a.C. Invasione dei Persiani e fine dell’impero babilonese

612 a.C. Conquista da parte dei Babilonesi

663 a.C. Invasione degli Assiri

31 a.C. Conquista dei Romani

1500 a.C. Declino della civiltà degli Indi e invasione degli Arii

700 a.C. Invasione della Fenicia da parte degli Assiri

64 a.C. Invasione della Fenicia da parte dei Romani

1850 a.C. Gli Ebrei si stabiliscono nella Terra di Canaan

70 d.C. Distruzione di Gerusalemme da parte dei Romani e inizio diaspora 1450 a.C. Declino della civiltà cretese

1600 a.C. Nascita della civiltà micenea

1100 a.C. Declino della civiltà micenea

1500 a.C.

1000 a.C.

500 a.C.

Nascita di Cristo

500 d.C.

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L’ESPLORAZIONE DEL PASSATO: LO SCAVO ARCHEOLOGICO Il lavoro archeologico consiste nello scavare a uno a uno gli strati del terreno e rimuovere tutto ciò che si trova: elementi da costruzione, oggetti di vita quotidiana (vasi, contenitori vari, monete…), residui organici; insomma tutto ciò che può essere utile per ottenere informazioni.

Il topografo ha il compito di disegnare le mappe.

L’antropologo studia l’evoluzione dell’essere umano.

Il fotografo documenta con le fotografie ogni fase dello scavo.

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A ciascuna tappa dello scavo, l’archeologo fotografa, disegna e annota su schede i diversi reperti. Vengono disegnate mappe, spesso vengono realizzati sul luogo calchi degli oggetti piĂš fragili. Inoltre viene inviato in laboratorio tutto ciò che deve essere analizzato, come semi e pollini. Ogni reperto ha un numero di riferimento che identifica il punto esatto in cui è stato rinvenuto. Gli archeologi possono essere affiancati, a seconda delle caratteristiche del sito, da una serie di studiosi specialisti. Eccoli!

Il paleontologo studia i fossili.

Il geologo analizza la composizione del terreno. Lo storico esamina le tracce e le ordina dal punto di vista cronologico; ricostruisce i fatti, confrontandoli con le conoscenze esistenti.

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IL NEOLITICO: L’UOMO, LE PIANTE, GLI ANIMALI Intorno a 10 000 anni fa terminò l’ultima glaciazione e la temperatura cominciò ad aumentare, portando a una forte riduzione degli animali di grossa taglia che l’uomo aveva cacciato fino a quel momento. Questo causò un calo della popolazione che costrinse l’uomo a cambiare alcuni suoi modi di vita. Intorno all’8000 a.C., lentamente, si crearono le condizioni ideali per nuove e importanti trasformazioni.

Grazie ai reperti fossili rinvenuti durante gli scavi archeologici, gli storici hanno stabilito che il grano e i cereali cominciarono a essere coltivati nell’8000 a.C. in posti diversi, lontani tra loro.

Gli storici pongono le più antiche tracce della diffusione dell’agricoltura in una zona che va dalle coste del Mar Mediterraneo alla Mesopotamia e lungo il fiume Nilo. In questi luoghi crescevano molti cereali selvatici, quindi fu più facile il passaggio dalla semplice raccolta alla coltivazione.

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Dal villaggio alla città Questo periodo, il Neolitico (l’età della “pietra nuova”), cambiò il sistema di lavorazione della pietra, perfezionando strumenti esistenti o creandone di nuovi. In questo periodo ebbe origine l’agricoltura e furono avviate le prime forme di addomesticamento degli animali.

Legenda Valli fluviali • agricoltura

Bovini (6500 a.C.)

Villaggi Città Luoghi e date domesticazione animali

Il lavoro nei campi, la conservazione dei raccolti e l’allevamento portarono l’uomo a diventare sedentario. I primi gruppi di contadini cominciarono a vivere in insediamenti stabili, i villaggi, costituiti da capanne in legno o in altri materiali, simili le une alle altre, perché non esistevano le case dei ricchi e quelle dei poveri. Lentamente i villaggi si ampliarono, il lavoro cominciò a diventare più specializzato: c’era chi si dedicava all’agricoltura, chi alla pesca o alla caccia, chi all’allevamento. Già intorno al 7000 a.C. esistevano dei villaggi che potevano essere considerati quasi delle città in quanto a popolazione. Gerico, ad esempio, comprendeva circa 300 persone; Catal Huyuk ospitava circa 5000 persone. Il graduale passaggio dal villaggio alla città fu evidente nelle costruzioni. Qui sotto puoi vedere una probabile ricostruzione di Gerico.

Gli archeologi hanno trovato tracce di un palazzo reale. Forse esistevano anche magazzini e templi.

Le abitazioni erano affiancate le une alle altre. L’entrata nelle case avveniva dall’alto attraverso aperture poste sui terrazzi per mezzo di scalette.

Le prime città furono circondate da mura costruite in mattoni.

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I POPOLI DELLA MESOPOTAMIA

Intorno al 2000 a.C. gli Ittiti, i primi popoli provenienti dall’Europa, si stanziarono in Anatolia dopo aver sottomesso le popolazioni locali. Gli Ittiti erano un popolo molto bellicoso, tanto da avere una classe di guerrieri di professione. La loro superiorità in battaglia era data anche dall’uso del cavallo e dal perfezionamento del carro da guerra.

Attorno al 1100 a.C. l’impero babilonese fu invaso dagli Assiri. Questo popolo fondò un nuovo impero con capitale Ninive e iniziò una fase di espansione sotto i re Sargon e Assurbanipal.

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Chi sa governare le acque diventa re

I Sumeri, intorno al 3500 a.C., si stanziarono nella parte inferiore della Mesopotamia. Fondarono una serie di grandi città, come Ur e Uruk, circondate da mura di difesa. Ogni città costituiva uno Stato indipendente. I Sumeri non si organizzarono mai in uno Stato unito. Il potere era nelle mani di un re. I sacerdoti ricoprivano un potere religioso, ma avevano anche il ruolo di funzionari dello Stato.

I grandi fiumi, accanto ai quali sorsero le prime grandi civiltà, offrivano molto agli uomini: acqua, pesci da poter pescare, selvaggina, la possibilità di coltivare i terreni grazie all’acqua e al sedimento prezioso del limo. Ma era fondamentale che gli uomini sapessero regolare le piene dei fiumi con dighe e canali. Le inondazioni, infatti, potevano essere catastrofiche, cancellare raccolti, ma anche interi villaggi. C’era bisogno perciò di persone capaci di gestire la forza del fiume. Secondo gli storici, i “regolatori” del fiume erano delle persone importanti fra i primi popoli agricoli: gestivano i granai collettivi, decidevano i tipi di coltura, aprivano e chiudevano gli sbarramenti dei canali. Lentamente, con l’aumento dell’agricoltura e della popolazione, gli uomini che sapevano controllare i canali e le dighe diventarono capi delle comunità. A poco a poco divennero re.

Intorno al 2000 a.C. la Mesopotamia venne invasa dagli Amorrei, un popolo nomade e guerriero che proveniva da un paese chiamato Amurru (“Occidente”). Gli Amorrei finirono per fondersi con i Sumeri dando vita a una nuova civiltà, quella dei Babilonesi. L’impero babilonese raggiunse il massimo splendore sotto il regno di Hammurabi, che formulò le prime leggi scritte. Nel 538 a.C. i Persiani conquistarono la Mesopotamia, dando vita a un nuovo potente impero.

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I SUMERI Lungo le valli del Tigri e dell’Eufrate, dove il clima era favorevole, l’acqua era abbondante e gli spostamenti e i contatti erano facilitati dalla presenza dei due fiumi, nacque una civiltà forte e originale: quella dei Sumeri. Ai banchetti ufficiali, accanto al re, partecipavano funzionari dello Stato. In queste occasioni si stringevano accordi politici e commerciali.

N el Palazzo del re

In Mesopotamia esisteva la schiavitù. Solo gli schiavi più fidati potevano servire alla tavola del re.

G li uomini e le donne Gli uomini avevano un ruolo centrale nella società. Il re era al vertice e risiedeva in un vero palazzo, ma anche ogni famiglia importante abitava in una casa a più piani riccamente decorata. Le abitazioni del re e degli alti funzionari erano protette da guardie armate. La donna ricopriva un ruolo importante nella società mesopotamica. Si occupava della gestione della casa e della cura dei figli. Non poteva partecipare ai banchetti, ma poteva avere delle proprietà, che erano tutelate dalla legge, e poteva ereditare dei beni.

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A lta verso il cielo: la ziqqurat La parola ziqqurat significa “innalzarsi”. Quella di Ur, che vedi riprodotta nel disegno, era chiamata “casa la cui altezza ispira terrore”. Infatti le ziqqurat erano edifici molto alti, probabilmente più di 90 metri, quasi quanto una casa di tre piani.

Alcune ziqqurat, come quella della città di Ur, avevano dei canali per l’acqua e un sistema di ventilazione per mantenere sempre asciutti le canne e i mattoni.

Le ziqqurat erano fatte di mattoni di argilla essiccati al sole; dei graticci di canne erano posti tra uno strato e l’altro dei mattoni. I mattoni che servivano per il rivestimento esterno erano invece cotti nel forno.

Sulla cima della ziqqurat svettava un tempio dedicato a una divinità. A Ur, per esempio, il tempio era dedicato a Nanna, dio della Luna. Si accedeva al tempio attraverso delle scale a spirale che costringevano a fermarsi a ogni piano della ziqqurat.

La grande scalinata centrale era destinata ai sacerdoti. Ai lati ce n’erano due un po’ più piccole destinate ai civili.

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GLI EGIZI 9000 anni fa in Egitto non c’era il deserto, ma la savana: vi erano abbondanti piogge e numerosi laghetti con le rive coperte di vegetazione. Qui vivevano gli antenati degli Egizi, ai quali non mancava nulla: avevano l’acqua, la selvaggina, le capanne. Verso il 5000 a.C., però, il clima cominciò a cambiare. Ebbero inizio lunghi periodi secchi che modificarono lentamente l’ambiente. L’inaridimento del terreno costrinse le comunità di uomini a spostarsi vicino al Nilo, dove le piene del fiume garantivano acqua e rendevano fertili i terreni grazie al limo. Iniziava così la civiltà egizia.

Come si viveva nell’antico Egitto Secondo le concezioni religiose egizie, la tomba doveva rappresentare la vita del defunto e assicurargli tutto ciò che gli poteva servire nell’aldilà. Per questo motivo le tombe delle persone benestanti avevano un corredo funerario molto vasto: alimenti, vasi, recipienti vari, indumenti, calzature, mobili, gioielli, profumi, cosmetici… Le pareti erano affrescate con scene di vita reale. Osservando l’affresco qui sotto, ad esempio, puoi notare come erano le barche e il modo di vestire; puoi osservare la vita nei campi e un antico aratro; puoi conoscere il tipo di vegetazione che cresceva sulle rive del Nilo…

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Ma, possiamo scoprire molto altro. In Egitto si coltivavano l’orzo e il frumento, legumi come le lenticchie, gli ortaggi, i fichi, i datteri, la vite. Dalla pianta del lino si ricavava un tessuto fine e pregiato, mentre dalla pianta del papiro si ricavavano corde, stuoie, sandali, imbarcazioni leggere e il materiale su cui si scriveva.

Le statuette in legno presenti nelle tombe ci mostrano che nelle case dei ricchi funzionari erano gli schiavi a occuparsi della preparazione dei cibi.

Gli affreschi raccontano la vita dei contadini. Nelle settimane successive al ritiro dell’inondazione del Nilo cominciava il lavoro dei contadini: dovevano zappare, arare, seminare, risistemare gli argini e le dighe, costruire canali. Tutto ciò doveva essere fatto in breve tempo per approfittare della terra ancora umida e fangosa. In primavera, poi, ricominciava il grande lavoro della raccolta.

I modellini in legno erano una specie di scena teatrale della realtà, rappresentavano le attività principali o le situazioni più importanti nella vita. Gli scribi e i funzionari dello Stato erano presenti nei momenti più importanti dell’attività. Per esempio, dovevano misurare l’estensione dei campi e registrare i dati sulle tavolette, come puoi vedere nella fascia in alto dell’affresco. Poi, quando i cereali erano raccolti e pronti per essere riposti nei granai, annotavano in modo scrupoloso la quantità di prodotto raccolto. Nel modellino di legno qui a lato si vedono i contadini mentre ripongono i sacchi e in alto uno scriba mentre sta annotando il numero degli stessi.

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LE PIRAMIDI Non si conosce esattamente il modo in cui sono state costruite le piramidi perché gli Egizi non hanno lasciato testimonianze o documenti al riguardo. Però non tutto è un mistero...

Camera della regina.

Le rampe Il sollevamento dei massi era realizzato attraverso l’uso di rampe di forme diverse, a seconda della dimensione della piramide: quelle a spirale avevano una pendenza minima; quelle su un lato erano più brevi.

A

B

Slitte di legno per trasportare grossi e pesanti carichi.

Uno dei modi ipotizzati dagli studiosi per innalzare i massi a livello era quello che vedi nell’immagine qui sopra. Il masso veniva alzato lateralmente grazie a lunghi pali, sotto i quali si infilavano poi degli spessori.

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Camera del faraone.

Grande galleria.

Corridoio.

Camera sotterranea.

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LE CIVILTÀ CINESE E INDIANA Intorno al 4000 a.C. alcune popolazioni che vivevano nell’ampia valle dell’Indo, ai piedi della catena dell’Himalaya, diedero vita a una civiltà complessa e misteriosa. Quasi nello stesso tempo, nella valle formata dal fiume Giallo in Cina, si aggregarono popolazioni che diedero vita alla civiltà cinese.

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Come vivevano IN INDIA I popoli della valle dell’Indo si dedicavano all’allevamento e all’agricoltura. Coltivavano frumento, riso, legumi e cotone, un arbusto dai fiori candidi dal quale si ricavava un batuffolo che veniva poi filato. IN CINA 1 I Cinesi coltivavano miglio, frumento e soprattutto riso. I contadini, sottomessi al potere del re e dei militari, dovevano fornire lavoro per la comunità. Uno tra questi era quello di costruire argini e canali, importanti per i terreni che si trovavano vicino al fiume Giallo, le cui piene estive avevano il potere di distruggere i raccolti. 2 La filatura della seta avveniva nel villaggio. Se ne occupavano i contadini nei momenti di pausa dai lavori agricoli. Ma erano soprattutto le donne che si dedicavano al duro lavoro di trarre il filo dal bozzolo e poi di filarlo. I bozzoli venivano prima fatti essiccare su dei graticci; in un secondo momento venivano immersi nell’acqua calda per dipanarli, cioè per trovare il capo del filo di seta.

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3 Con le fibre ricavate dal bambù i Cinesi costruivano edifici, ponti, tubature e anche oggetti di uso quotidiano. I fusti di bambù erano cavi, quindi perfetti per costruire tubi: con essi venivano irrigati i grandi campi di riso. Probabilmente anche scodelle, coltelli, vasi, oggetti di uso comune erano costruiti in bambù. Durante gli scavi, gli archeologi, infatti, non avendo trovato oggetti in pietra, hanno ipotizzato l’uso del bambù anche nel quotidiano. L’artigianato cinese era molto raffinato. Gli artigiani lavoravano oggetti in bronzo e porcellana, utilizzavano la lacca, un materiale con cui rivestivano gli oggetti in legno ottenendo un effetto lucido.

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G EO S TORIA I GRANDI FIUMI DELLA STORIA Come sono oggi i grandi fiumi intorno ai quali sono nate le grandi civiltà fluviali del passato?

Il Nilo Le sue sorgenti sono a monte del lago Vittoria. Da lì il Nilo nasce per affrontare un percorso lungo 6695 chilometri in terra d’Africa: Uganda, Sudan, Egitto, dove, in un intricato delta, sfocia nel Mediterraneo. All’inizio del suo percorso il giovane Nilo scorre attraverso una vegetazione lussureggiante. Attraversa una zona vicina all’Equatore, dove, lungo le rive, gli agricoltori coltivano sorgo, fagioli e granturco. A metà strada diventa ampio, lento e maestoso. La grande quantità di limo arricchisce le terre prossime al suo corso, rendendole fertili e coltivabili. Fino al delta, il Nilo è molto ampio ed è tutto navigabile.

Il fiume Giallo Il fiume Giallo nel suo primo tratto, quando è ancora limpido e privo di sedimenti.

Qui è già con il caratteristico color ocra.

Il fiume Giallo, o Huanghe per i Cinesi, scorre con grandi curve per 5465 chilometri. Il suo nome deriva dalle acque fangose piene di sedimenti color ocra trasportati dalla corrente. Come i draghi delle leggende cinesi, il fiume Giallo è terribile: le devastazioni legate alle sue inondazioni sono rovinose per la popolazione e i territori. Si calcola che negli ultimi venti secoli il fiume abbia travolto gli argini almeno 1500 volte. Ma alla nascita questo gigante è un semplice ruscello di acqua limpida che nasce a 4575 metri di altitudine.

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Il Tigri e l’Eufrate Il Tigri e l’Eufrate sono una coppia famosa, sono fiumi storici e sono stati importantissimi per la Mesopotamia nel periodo che stai studiando. Entrambi i fiumi sono lunghi, ricchi di un’acqua piena di sedimenti e scorrono in una regione semidesertica; ecco perché hanno un’importanza fondamentale per le popolazioni locali. L’Eufrate nasce da una regione della Turchia vicina al monte Ararat. Dopo essersi diviso in più bracci, si congiunge con il Tigri. Il nome Tigri significa “freccia”, grazie alla sua velocità in alcuni tratti. Nasce in Armenia; poi, dopo un lungo viaggio, si unisce all’Eufrate. I due fiumi, quando si incontrano, prendono il nome di Shatt al Arab e proseguono insieme fino a sfociare nel golfo Persico.

Il grande delta dello Shatt al Arab nel golfo Persico, la grande via d’acqua navigabile formata dalla confluenza del Tigri e dell’Eufrate.

Il fiume Tigri tra la Turchia e la Siria.

La rocca di Doura Europos, che sovrasta il corso dell’Eufrate.

L’ Indo L’Indo scorre vicino alla città di Dasu in Pakistan.

I primi insediamenti stabili dell’uomo in India si sono avuti nelle valli ampie e pianeggianti intorno al fiume Indo e hanno dato origine a una civiltà antichissima. Ancora oggi qui la popolazione raggiunge un’alta densità. Gli abitanti della regione del Punjab (“Terra dei cinque fiumi”), infatti, sfruttano le acque che fertilizzano i campi e che servono anche a dissetare. L’Indo nasce sull’Altopiano del Tibet in Cina, attraversa il Pakistan e sfocia nel Mar Arabico con un enorme delta.

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IL GRANDE MARE Mentre intorno all’anno 3000 a.C. i rapporti commerciali usavano le principali vie fluviali (il Nilo, il Tigri e l’Eufrate), nel II millennio i traffici commerciali si spostarono sul mare. Sorsero le prime civiltà che fecero del commercio marittimo la loro fonte di sostentamento più importante: la civiltà cretese, quella micenea, quella fenicia.

I Cretesi solcavano il Mar Mediterraneo commerciando i loro prodotti e procurandosi quelli di cui avevano necessità.

I Micenei, o Achei, conquistarono Creta verso il 1400 a.C. e si insediarono sulle coste dell’Asia Minore. Da lì navigarono per il Mediterraneo arrivando anche in Italia.

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I Fenici furono uno dei più grandi popoli di navigatori e mercanti del mondo antico. Fondarono basi per fare scalo durante i loro viaggi, che in seguito diventarono colonie. Furono grandi esploratori e intrapresero per primi la navigazione di “lungo corso”. Lo storico greco Erodoto racconta che navi fenicie avrebbero circumnavigato l’Africa intorno al VII secolo a.C. Nel V secolo a.C. due spedizioni fenicie partirono dalla colonia di Cartagine. Una navigò verso le isole britanniche e l’Irlanda, l’altra passò le Colonne d’Ercole, navigò attraverso l’oceano Atlantico e giunse in Africa Occidentale.

Legenda Circumnavigazione dell’Africa, fine VII secolo a.C. Viaggio di Annone verso la costa atlantica, inizio V secolo a.C. Viaggio di Imilcone verso le isole britanniche e l’Irlanda, metà V secolo a.C.

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I FENICI I Fenici abitarono una stretta fascia di territorio, corrispondente all’attuale Libano, dove si erano insediati intorno all’anno 2000 a.C. provenienti dalla penisola arabica. Per via dello stretto territorio montuoso che impedì loro di praticare l’agricoltura, i Fenici si rivolsero verso il mare, che diventò la loro forza. Furono abili commercianti, esperti navigatori e coraggiosi esploratori. Ricoprirono una grande importanza perché favorirono la diffusione di cultura tra Oriente e Occidente. Infatti, lo scambio di merci portava con sé anche uno scambio di idee e di tradizioni. Le imbarcazioni, quindi, erano molto importanti per i Fenici, che con esse solcarono tutto il Mediterraneo e non solo (vedi pagine 20-21).

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Abili commercianti e artigiani Per un lungo periodo i Fenici dominarono gli scambi commerciali tra l’Egitto, l’Anatolia e la Mesopotamia fornendo legname pregiato, tessuti colorati con la porpora, metalli e prodotti artigianali di pregio. I Fenici, infatti, furono abili artigiani: lavorarono il vetro, il bronzo, l’avorio. Gli archeologi hanno ritrovato numerosi oggetti in avorio nelle città assire di Nimrud e Khorsabad. I ritrovamenti dimostrano che c’erano diverse officine artigianali fenicie che lavoravano per conto di personaggi importanti non solo della Fenicia, ma anche di altri Paesi come l’Assiria o la Palestina. La lavorazione degli oggetti è finissima e dimostra la grande abilità degli artigiani nell’intaglio, come si può notare in questa placca d’avorio che ha negli intagli resti di pasta vitrea rossa incastonata negli incavi stessi.

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GLI EBREI La storia degli Ebrei è raccontata dalla Bibbia, un insieme di testi in cui furono raccolti in forma scritta fatti, usi e leggi tramandati oralmente.

tin les

MA R RO SS O

Gli Ebrei, intorno al 1700 a.C., arrivarono in Egitto, costretti a trasferirsi per una grave carestia. Qui vissero un periodo di tranquillità che si tramutò poi in persecuzione da parte dei faraoni.

Pa

Verso il 1250 a.C. Mosè liberò gli Ebrei dalla schiavitù egizia e li ricondusse in Palestina. Gli Ebrei, da popolo nomade dedito alla pastorizia, diventarono sedentari. Si diedero un governo centrale e un re e attraversarono un periodo di prosperità.

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Mesopotamia

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Gli Ebrei: una terra importante, una storia particolare La Palestina era una terra molto importante dal punto di vista commerciale. Si trovava in una posizione geografica strategica: si affacciava sul Mar Mediterraneo ed era in mezzo tra Egitto e Mesopotamia. La regione era una zona di passaggio delle principali vie commerciali dell’epoca: da lì passavano le piste carovaniere che trasportavano le merci dal sud (Egitto, zone del golfo Persico...) al nord (verso l’Assiria). Le piste carovaniere erano le vie di comunicazione del deserto: attraverso di esse passava il commercio da Oriente verso il Mediterraneo. Il commercio era condotto da lunghe carovane, composte da uomini e animali.

Verso il 1900 a.C. gli Ebrei giunsero in Palestina partendo dalla Mesopotamia. Erano tribù nomadi, dedite alla pastorizia, guidate da Abramo, capo di una delle tribù.

Gli Ebrei, nel corso della loro storia, subirono diverse dominazioni (i Babilonesi prima, i Persiani dopo) e furono anche deportati, cioè furono costretti a lasciare la propria terra. Ma fu con la conquista da parte dei Romani, che rasero al suolo le loro città, che cominciò la diaspora, cioè la dispersione del popolo ebraico nel mondo. L’immagine che vedi qui sotto è un bassorilievo scolpito nel marmo dell’arco di Tito a Roma. L’arco è stato eretto per ricordare la guerra combattuta da Tito contro gli Ebrei. Gerusalemme fu saccheggiata e il Tempio fu distrutto. Gran parte della popolazione fu G uccisa o costretta a fuggire dalla città. O P L ER Nell’immagine, dei portatori recano gli FO S arredi saccheggiati nel tempio di IC Gerusalemme, tra cui un candelabro a O sette bracci.

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I CRETESI Una fondamentale caratteristica della civiltà cretese (o minoica) sono i palazzi. Creta non aveva mura o difese militari. I Cretesi non erano infatti una civiltà dedita alla guerra, bensì ai commerci e alla ricchezza che questi procuravano. La ricchezza portava alla costruzione di suntuosi palazzi, dove risiedevano un re e una nobiltà potente. Il palazzo del re di Cnosso ne è l’esempio maestoso.

Sia gli affreschi egizi sia quelli cretesi rappresentano la figura umana di profilo, ma, contrariamente alle pitture egizie realizzate nelle tombe, quelle cretesi abbelliscono le pareti dei palazzi. Gli affreschi hanno una funzione decorativa che racconta come si svolgeva la vita della nobiltà. Feste e banchetti erano un’attività ricorrente. I dipinti di questa pagina ritraggono danzatrici dalla elaborata pettinatura sullo sfondo di un delicato blu e servitori che portano anfore colme di vino.

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Sulle pareti della stanza della Regina nel palazzo di Cnosso sono rappresentati dei delfini con un realismo e una vivacità di colori che li fanno sembrare vivi. L’ambiente marino era uno dei temi ricorrenti nella produzione artistica cretese. Nella sala del trono, invece, predomina il colore rosso. Sulle pareti completamente affrescate vi erano dei grifoni, animali fantastici con il corpo di leone e la testa d’aquila. Gli animali erano un soggetto ricorrente negli affreschi.

La pesca era un’attività molto praticata dagli abitanti delle isole. Come dimostra questo affresco ritrovato nell’isola di Thera, che ritrae un giovane pescatore.

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I RILIEVI: LA MONTAGNA Alte, ripide, imponenti, con le cime aguzze che sembrano toccare il cielo, le montagne catturano gli sguardi del viaggiatore.

I paesi di montagna si trovano nei fondovalle e comunque la presenza dei villaggi non si spinge oltre i 1600/1700 metri d’altezza.

Il paesaggio tipico dell’alta quota della montagna è quello dei nevai, cioè delle nevi perenni, e dei ghiacciai. Il limite delle nevi perenni è la quota al di sopra della quale la neve non si scioglie mai. I ghiacciai, invece, si trovano oltre i 4000 metri. Oggi sull’intero territorio italiano se ne contano circa 1300. I ghiacciai modellano le creste delle montagne scavando conche oppure raccogliendosi in cumuli che, scendendo a valle, originano una lingua di ghiaccio. I ghiacciai sono sempre in lento movimento, per effetto della massa di ghiaccio appoggiata sul terreno e che tende a scivolare verso valle.

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Tipico della montagna

I terrazzamenti sono tipici dei versanti meno ripidi del fondovalle. Sono ampi gradoni scavati nella montagna dove trovano posto i vigneti.

Le abitazioni tipiche delle zone di montagna si chiamano rascard in Valle d’Aosta, maso in Alto Adige. Di solito la base è in muratura, mentre la parte superiore della casa è costruita con tronchi di pino, abete e larice, incastrati a intaglio alle estremità. Nella parte orientale delle Alpi i rustici erano circondati da un ballatoio chiuso da stanghe di legno contro cui erano appoggiati i fasci di fieno per farli essiccare. Nella parte occidentale delle Alpi le antiche case erano sollevate da terra per mezzo di colonne a forma di fungo con il “gambo” in legno e il “cappello” formato da un disco di pietra. Quello che caratterizza diversamente le abitazioni delle due parti delle Alpi è il tetto. Nella parte orientale i tetti sono formati da tavolette di legno, chiamate scandole, sovrapposte e tenute ferme da pietre o stanghe di legno; nella parte occidentale (in Valle d’Aosta, per esempio) i tetti sono invece ricoperti da scaglie di pietra sovrapposte le une alle altre, chiamate lose. Di solito al piano inferiore si trovava la stalla e la cantina e in quello intermedio l’abitazione vera e propria. In inverno capitava che la famiglia si traferisse nella stalla. La zona riservata alle persone era situata nella parte più illuminata, a fianco della porta e vicino alle finestre, ed era separata dalla zona destinata agli animali mediante una bassa parete in tavole di legno.

In estate gli allevatori spostano le mandrie in alta montagna negli alpeggi, zone ampie di pascolo. La malga, nuova o rustica, è il ricovero dei pastori e della mandria, ma è anche la struttura in cui si trovano le attrezzature che servono per la preparazione dei formaggi.

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I RILIEVI: LA COLLINA Solitamente si pensa alla collina come a un ambiente dal clima favorevole, scelto dall’uomo fin da epoche passate come luogo salutare e facilmente difendibile dai nemici. Gli splendidi paesaggi hanno permesso a una delle zone collinari d’Italia, la Valle d’Orcia, in Toscana, di essere riconosciuta patrimonio dell’UNESCO.

Spesso nel fondovalle sorgono industrie manifatturiere che lavorano le materie prime: oleifici, aziende vinicole…

L’agriturismo è una forma di turismo molto presente nel paesaggio collinare. Vecchi cascinali sono stati recuperati e restaurati per adibirli a strutture abitative belle e accoglienti che mantengono le caratteristiche delle case antiche. I turisti sono attratti da questa forma di turismo proprio per la possibilità di vivere a stretto contatto con la natura e con le tradizioni locali.

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Tipico della collina

Tipiche della collina sono le ampie zone coltivate a frutteti e a uliveti. Nelle zone più soleggiate vengono coltivati cereali. Si pratica l’allevamento di pecore e suini.

I paesi della collina si trovano spesso su poggi e dall’alto dominano la valle sottostante. Sul borgo, circondato da mura, svetta il castello con la sua torre, mentre il centro storico rivela, nell’intrico di strette stradine, la sua origine antica. Molti di questi antichi paesi sono disabitati: se ne contano circa 6000 e sono definiti “paesi fantasmi”. Sono antichi borghi andati in declino per diversi motivi: erosione della collina, catastrofi naturali come i terremoti, esaurimento dell’agricoltura. Alcuni sono proprio delle rovine, altri si possono visitare. Civita di Bagnoregio, nel Lazio, abbandonata intorno al 700 è un esempio di paese fantasma. Lo divenne a causa dei numerosi terremoti e dell’erosione che stava facendo crollare il ponte naturale che collegava le due frazioni di Civita e Bagnoregio. Oggi il paese conta meno di dieci abitanti. È visitabile e si raggiunge percorrendo il lungo ponte in cemento costruito nel 1965.

Anche in collina si trovano numerosi terrazzamenti, tipici dei versanti meno ripidi del fondovalle. Sono ampi gradoni scavati nella montagna e protetti da muretti a secco.

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G EO S CIENZE GLI ANIMALI DELLA MONTAGNA... I mammiferi

Il cervo è un animale maestoso dalle grandi corna. Vive in branchi composti da femmine e piccoli, guidati da una femmina adulta. I suoi luoghi sono boschi misti e foreste ricche di radure, ma si spinge anche su pascoli più elevati, che raggiunge in primavera e dove trascorre l’estate.

Sono circa 1000 i lupi che vivono sulle nostre montagne: sugli Appennini, sulle Alpi Occidentali, in Lazio e Toscana. Il lupo italiano è una specie protetta. Caccia di notte, mentre di giorno dorme e gioca con gli altri membri del gruppo. Vive in branchi composti da 5-7 individui, guidati da una coppia.

Nelle montagne del Trentino, in particolare nel parco naturale dell’Adamello-Brenta, la popolazione degli orsi è di circa 48 individui. Gli orsi si possono avvistare nelle praterie alpine ricche di erba fresca. Si tratta specialmente di femmine con cuccioli. Mentre le femmine rimangono nel territorio, i maschi si spostano facilmente anche in altri luoghi.

La volpe può vivere negli ambienti più vari: dal mare fino all’alta montagna. È un animale notturno, ma è attivo anche di giorno. Si nutre di lepri, conigli, roditori, uova, ma anche di rifiuti. In estate integra la sua dieta con frutta e bacche. Normalmente forma gruppi familiari composti da un maschio e varie femmine.

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G EO S CIENZE … E DELLA COLLINA Gli uccelli

Il picchio muraiolo, con il suo becco ricurvo, scova gli insetti che si rifugiano negli interstizi della roccia.

Il codirosso spazzacamino cattura piccoli insetti sia in volo sia sul terreno appostandosi su un posatoio.

Il passero solitario consuma una grande quantità di frutti selvatici.

La ghiandaia vive nei boschi delle Alpi fino ai 1800 metri di quota. Ha un piumaggio marroncino con le ali blu chiaro contornate di nero. Si ciba di grandi insetti, larve e ghiande, noci e bacche. In inverno fa scorte di cibo nascondendolo nella corteccia degli alberi.

I rettili

Il biacco è il più comune serpente diffuso in tutto il territorio italiano e in tutti gli ambienti fino ai 2000 metri.

I vari tipi di colubro vivono dal livello del mare fino ai 2400 metri di altitudine, così come la vipera comune. Si cibano di topi, lucertole, rane.

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LA PIANURA Spesso si arriva in pianura scendendo da una strada di collina o di media montagna. È facile allora osservare il panorama dall’alto: un’ampia distesa piatta, spesso un fiume che l’attraversa, tante strade, grandi terreni coltivati (ciascuno con un colore diverso a seconda della coltivazione), piccoli boschi o filari di latifoglie.

In pianura ci sono ancora cascine che risalgono ai primi anni del ’900 e talvolta anche prima. Le cascine rappresentavano un tempo un mondo chiuso, bastante a se stesso, costituito dalle case, dalla chiesa, dal circolo sociale, da alcuni negozi. Adesso le vecchie costruzioni sono state per la maggior parte restaurate, in parte ricostruite, adattate a ricevere macchinari moderni. Alcune sono diventate grandi aziende agricole.

Le coltivazioni tipiche della pianura sono i cereali (grano, mais, riso), coltivati in modo intensivo con l’aiuto di macchine agricole sempre più perfezionate, in grado di aiutare l’uomo nel lavoro nei campi.

I fiumi sono i grandi “personaggi” della pianura. Qui possono ampliare il loro letto e diventare imponenti. Attraversano maestosi e lenti le città e le campagne. Sono utili per l’agricoltura, perché rappresentano una riserva di acqua.

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Le grandi bonifiche della pianura: l’Agro Pontino La pianura è la sede delle grandi fabbriche siderurgiche e chimiche e delle grandi reti stradali e ferroviarie, che trovano nel terreno pianeggiante la possibilità di espandersi.

L’allevamento del bestiame bovino e suino è praticato in modo intensivo in stalle moderne, grazie anche all’abbondanza di erba e mais.

L’Agro Pontino si estende nel Lazio tra la costa tirrenica e i rilievi dell’interno. Prima del 1929 queste terre erano selvagge, ricche di zone paludose e acquitrini, ricoperte da una vegetazione selvatica popolata di cinghiali, di mandrie di cavalli e di bufali al libero pascolo. In queste zone la malaria era una malattia molto diffusa, tanto da impedire la creazione di centri abitati. Nel 1929 iniziò la bonifica, che si concluse nel 1936. L’acqua malsana fu aspirata e incanalata; furono costruite case coloniche e poderi di varia estensione; furono creati anche una rete stradale e dei canali. I documenti storici dell’epoca ci raccontano di operai giunti da tutta Italia per ricostruire la zona. In seguito arrivarono i coloni, che poterono coltivare il terreno bonificato. Oggi nell’Agro Pontino ci sono frutteti, oliveti e vigneti, si estendono ampie coltivazioni di cereali, barbabietole da zucchero e ortaggi, inframmezzate da una rete di canali indispensabili per le piantagioni. Boschi fitti costituiscono una linea di separazione tra i campi e i rilievi, mentre una rete stradale favorisce le attività agricole e le industrie.

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IL FIUME Il linguaggio geografico è preciso: con la parola “fiume” non si intendono tutti i corsi d’acqua esistenti. Ciascuno ha il suo nome. Si chiama ruscello un piccolo corso d’acqua che si forma sui pendii più ripidi e non ha un letto (o alveo) ben definito. Si chiama torrente il corso d’acqua stagionale, alimentato dalle acque dei ruscelli che incontra nel suo percorso; ha sponde irregolari e l’acqua scorre veloce per la pendenza del suo corso. Infine, si chiama fiume il corso d’acqua perenne, cioè che non diventa mai asciutto in nessun periodo dell’anno.

Affluenti e fiumi possono scavare delle valli, a volte molto larghe, a volte strettissime con le pareti che quasi si toccano. Molte valli alpine si formano in questo modo. In Sicilia il torrente Alcantara ha scavato il suo letto all’interno di rocce vulcaniche durissime dando vita alle suggestive Gole dell’Alcantara.

Mano a mano che il fiume si avvia verso la pianura la pendenza diventa più dolce. Le acque scorrono più facilmente seguendo le curve del territorio e formando anse sinuose. Nel suo percorso il fiume trasporta una grande quantità di sedimenti, che si accumulano dando origine a banchi di sabbia.

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Mentre scorre, il fiume può incontrare dislivelli del terreno. Quelli di una certa importanza danno origine alle cascate, alcune veramente spettacolari. Le cascate del fiume Serio, in Valbondione, sono alte 315 metri e sono le più alte d’Europa. Formano un salto triplo che toglie il fiato, ma si possono ammirare in estate solo per pochi giorni quando viene aperta la diga.

La fine del viaggio del fiume si chiama foce. Il fiume entra nel mare e mescola le sue acque dolci con quelle salate marine. La foce può essere a estuario, quando ha la forma di un imbuto, o a delta, quando ha la forma di un ventaglio. Vicino alla foce a delta si possono formare dei depositi che creano un vasto luogo alluvionale con un ecosistema molto particolare. Il Po ha una foce a delta che copre una superficie di circa 400 chilometri quadrati.

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G EO S CIENZE OSPITALI CORSI D’ACQUA Dai torrenti di montagna ai grandi fiumi che attraversano sia le campagne sia le città, la rete idrografica dell’Italia è particolarmente ricca di flora e di fauna. Una semplice passeggiata vicino alle sue sponde può rivelarci una piccola natura sorprendente. Dove gli alberi crescono spontaneamente gli animali ne traggono vantaggio. Sui suoli umidi delle sponde crescono salici, pioppi, ontani. In inverno i frutti dell’ontano attirano stormi di lucherini, mentre in primavera arriva il luì, che ama posarsi sui rami sporgenti sull’acqua. Ai bordi di fiumi e canali, dove il terreno è umido e l’acqua più bassa, si muove, in cerca di cibo, il piro piro piccolo. Sui fiumi si possono incontrare anche diverse anatre: la più comune è il germano reale, ma ve ne sono anche altre più schive come la marzaiola. Ha un carattere timido il martin pescatore, che si nasconde tra la vegetazione e sta immobile per molto tempo in attesa di lanciarsi sulla preda con un volo fulmineo. Ed è proprio in quel momento che si possono ammirare le penne delle ali di un azzurro intenso e luminoso. Questi ambienti accolgono anche rane e bisce d’acqua che ne sono il principale predatore. La profondità delle acque è l’habitat ideale per molte specie di pesci. I più tipici sono il barbo, la trota, il cavedano, il luccio, che se ne sta in attesa delle prede tra le erbe acquatiche delle sponde. La nutria è un piccolo mammifero che predilige le sponde fangose. Osservando attentamente il terreno vicino all’acqua, si potranno notare dei buchi a livello dell’acqua o a poca distanza che ne rivelano le tane. A volte questi animali rosicchiano interamente le piante che crescono vicine all’ingresso delle loro tane. Anche i molluschi e i crostacei sono abitanti fedeli dei corsi d’acqua. I gamberetti d’acqua dolce prosperano nelle acque ricche di calcio, indispensabile per la costruzione del loro scheletro.

martin pescatore

germano reale

luccio

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nutria

luì

marzaiola

piro piro piccolo

lucherino biscia

rana

trota gamberetto

Il crescione è una pianta tipica della vegetazione acquatica. Forma delle ampie estensioni e cresce spontaneamente solo in acque limpide alimentate da sorgenti sotterranee. Il crescione selvatico rappresentava nel passato un alimento comune nella dieta dei contadini. Le foglie di questa pianta dal gusto amarognolo, infatti, rimangono verdi anche in inverno e contengono un elevato tasso di vitamina C e di ferro. Anche oggi è possibile consumare il crescione, benché non sia facilissimo trovarlo in tutte le regioni.

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CURIOSITÀ… MARINE C ome si forma un’onda Quando il mare è calmo si usa dire che è “liscio come l’olio”, ma basta una leggera brezza che prende più forza nel corso della giornata per increspare l’acqua del mare. Ma come si forma un’onda? In mare aperto le diverse parti che costituiscono l’onda avanzano a uguale velocità. Vicino alla costa la parte inferiore dell’onda è frenata dal fondale, che si alza sempre di più mano a mano che si arriva verso la spiaggia, mentre la parte superiore continua a correre alla stessa velocità. Ecco perché l’onda si incurva e cade in avanti.

P erché il mare è salato Il sale presente nei mari proviene dal disfacimento delle rocce del fondo marino. La quantità di sale rimane costante, mentre alcuni mari chiusi ne contengono una maggiore quantità. Il Mar Mediterraneo è un po’ più salato degli oceani perché l’evaporazione è leggermente superiore rispetto all’acqua portata dai fiumi. Il Mar Morto, in Medio Oriente, è salatissimo perché è esposto al sole fortissimo.

I

grandi fondali oceanici

A più di 1000 metri di profondità la temperatura dell’acqua è molto fredda; inoltre non c’è luce, in quanto i raggi del sole non possono penetrare a queste profondità. In queste zone l’unico tipo di luminosità è data da alcuni batteri che hanno la capacità di emettere luce. Gli animali che vivono negli abissi non hanno molto da mangiare; una parte del cibo proviene dalla superficie. I ricercatori chiamano “neve marina” quella lenta caduta di materiale organico (come scaglie, pezzi di pelle) che proviene dagli animali che vivono in superficie. Ma nei grandi fondali marini la maggior parte della vita si ritrova vicino ai cosiddetti fumaioli neri, chiamati così per le acque nere che ne fuoriescono. I fumaioli rilasciano nel mare il calore necessario alla vita.

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La zona illuminata – da 0 a 200 metri – ospita i vegetali e tutti quegli animali che si nutrono di essi.

La zona crepuscolare corrisponde alla profondità massima che può raggiungere la luce, cioè 1000 metri. Qui vivono solo alcune specie come i calamari e i capodogli.

Nella zona oscura – fra i 1000 e i 4000 metri di profondità – si ha il buio perenne. Questa zona è frequentata da alcuni tipi particolari di pesci, dai crostacei e dai vermi di mare. Qui si trovano i fumaioli neri.

La zona abissale inizia oltre i 4000 metri e coincide con le grandi fosse oceaniche, che sono delle zone sotto il mare molto profonde.

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G EO S CIENZE LA VITA IN MEZZO AL MARE

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R espirare in fondo al mare Gli animali che vivono sulla terra respirano, cioè prelevano l’ossigeno di cui hanno bisogno, attraverso i polmoni. I pesci non hanno i polmoni ma le branchie; non prelevano l’ossigeno dall’aria ma dall’acqua. Per respirare, il pesce alterna dei movimenti: quando la bocca è aperta le branchie sono chiuse e viceversa. Questa alternanza di movimenti crea una corrente continua che bagna le branchie percorse da numerosi vasi sanguigni. L’ossigeno sciolto nell’acqua passa quindi direttamente nel sangue.

G alleggiare o non galleggiare I pesci non galleggiano, però non cadono nemmeno sul fondo: i pesci nuotano sospesi. Questa capacità è dovuta alla presenza della vescica natatoria, un organo interno pieno di gas, che si modifica in continuazione a seconda della profondità nella quale si muove il pesce. Piovre e calamari, invece, dispongono di una propulsione a getto, cioè espellono l’acqua grazie a un organo specializzato, l’imbuto, che permette all’animale di spostarsi velocemente.

L’orientamento in acqua A volte ai pesci non bastano gli occhi per orientarsi: spesso, infatti, non hanno occhi molto efficienti. Ecco che allora alcuni pesci hanno sviluppato un senso dell’odorato altissimo, altri possiedono dei baffi particolarmente sensibili, mentre altri ancora percepiscono le variazioni elettriche. Ma la maggior parte è dotata della linea laterale, posta su un lato del corpo. Questa linea è un organo di senso molto efficace ed è in relazione con un canale posto sotto la pelle nel quale le cellule nervose possono captare le variazioni nei movimenti nell’acqua.

V ivere aggrappati alle rocce Il movimento è la capacità che differenzia animali e vegetali. Eppure molti animali non si muovono per nulla. Sono gli animali che vivono vicino alle rive, aggrappati alle rocce: le ostriche e le cozze. Questi animali hanno sviluppato capacità particolari: durante l’alta marea lasciano la conchiglia semiaperta per permettere alle branchie interne di filtrare l’acqua che circola all’interno della conchiglia, prelevando così il plancton e l’ossigeno.

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DOVE VIVONO GLI ITALIANI L’Italia ha una densità media di circa 200 abitanti per km². La loro distribuzione sul territorio è tuttavia variabile: alcune zone superano di molto la media, mentre altre sono quasi disabitate. Oltre alla distribuzione della popolazione italiana, sulla carta puoi osservare anche le città più popolose; fra queste solo Milano e Roma superano il milione di abitanti, sono cioè metropoli. abitanti per km² più di 500 da 200 a 500 da 100 a 200 Bolzano

meno di 100

Trento Bergamo Brescia

Monza

Novara

Milano

Torino

Vicenza

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Ravenna

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Rimini

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Prato

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Reggio Emilia Modena Bologna

L i g u r e

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Parma

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città principali oltre 500 000 abitanti tra 100 000 e 500 000

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Salerno

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Linosa

Lampedusa atlante 4_GEOGRAFIA 28-47.indd 44

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DOVE SORGONO LE CITTÀ Il territorio italiano presenta diversi tipi di ambienti più o meno favorevoli all’insediamento dell’uomo. Sulla carta puoi osservare le città dal punto di vista delle caratteristiche dell’ambiente in cui sono sorte. Nel Nord le città di montagna e di collina sono meno numerose rispetto a quelle di pianura e di fiume, ambienti più favorevoli per l’economia. Nel Centro-Sud e nelle isole le città sorgono preferibilmente lungo le pianure costiere o nelle zone collinari.

città di mare città di collina città di montagna città di fiume città di pianura

Milano Bolzano

Sondrio Lecco Varese Bergamo Aosta Como Biella Monza Brescia Novara Milano Vercelli Pavia Torino Lodi Cremona Asti

Alessandria

Udine

Pordenone

Verona

Trieste

Venezia

Padova

Mantova

Gorizia

Treviso

Vicenza

Rovigo Po

Ferrara Parma Modena Reggio Emilia Genova Bologna Ravenna Savona La Spezia Carrara Forlì Rimini Pistoia Massa Mar Prato Pesaro Imperia Lucca Ligure Ancona Firenze Pisa Urbino Arezzo Livorno

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Cuneo

Piacenza

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Roma

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Isernia Campobasso

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Napoli

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T i r r e n o Cosenza

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Messina Enna

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Reggio Calabria

Catanzaro

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Siracusa

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LUOGHI DA SCOPRIRE Malé

Merano

Madonna di Campiglio Madesimo Gressoney Cervinia

Riva d.G.

Sirmione

Pavia

Sestriere

Grado

Padova

Chiavari

Ferrara Ravenna Cesenatico Rimini Riccione Cattolica

Ligur e

Siena

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Isola d’Elba

Perugia

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Orvieto

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Argentario

Porto Recanati

Camerino

Castiglione d.P. ca

Senigallia

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Pisa

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Mar

Venezia Chioggia

Lignano Sabbiadoro Caorle

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Bologna

S. Margherita Ligure Versilia

Trieste

Verona

Alassio

Sanremo

aree turistiche balneari

Moena

Parma

Genova

Bordighera

turismo montano aree turistiche montane

Lido di Jesolo Bergamo

Varazze

turismo storico-archeologico

Canazei

Trento

Como

Torino

turismo balneare

Tarvisio Bormio

Milano

turismo d’arte

Cortina d'Ampezzo

Livigno

Barzio

Stresa

Courmayeur

località importanti o molto importanti: di

Bressanone Selva di Valgardena

A

S.Benedetto d.Tronto

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Alba Adriatica L’Aquila

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Pescara

Rieti

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Isole Tremiti

Vasto

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Roma

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Formia

Anzio Costa Smeralda

Gaeta

Alghero

Napoli

Pompei

Ischia Capri

Otranto

Paestum Gallipoli

M a r

San Pietro

Maratea Praia Scalea

T i r r e n o

Golfo di Ta r a n t o

Santa Maria di Leuca

Crotone

Villasimius

Sant’Antioco Isole Eolie

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Palermo

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Isole Egadi

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Pantelleria

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M a r

Lipari Reggio di Calabria

Cefalù

I o n i o

Taormina

Piazza Armerina

t

Tropea

Catania

r

Agrigento

r

Ragusa

Gela

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e

Siracusa

o

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Roma

U na risorsa importante Il turismo è una delle principali risorse dell’economia italiana. Se ne distinguono diversi tipi: quello balneare, che si svolge nella stagione estiva lungo i litorali marini e lacustri; quello montano, praticato sia in estate sia in inverno; quello dedicato alla scoperta delle città d’arte o di importanti siti storici e archeologici, che richiamano turisti italiani e stranieri durante tutto l’anno.

Pisa Firenze

Canazei

a

A l mare, in montagna, in città Sulla carta della pagina precedente puoi osservare che le aree turistiche montane sono prevalenti nel Nord, mentre quelle balneari si distribuiscono lungo tutte le coste della penisola e delle isole. Il turismo storico-archeologico prevale invece nel Sud. Roma rappresenta un caso a sé, riunendo varie tipologie di turismo.

Amalfi

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CHI VIVE SOTTO? Quando si cammina in campagna o in un bosco si appoggiano i piedi su un suolo morbido fatto di terra, di foglie morte, di muschi, di ramoscelli… Ma che cosa c’è sotto lo strato superficiale del suolo? Alcuni insetti, che si spostano sulla parte più superficiale del suolo, si nutrono di resti di animali morti e di escrementi, contribuendo così a ripulire il bosco. Ma non sono i soli a ripulire il terreno: anche alcuni funghi svolgono questa funzione, così come i batteri, esseri viventi invisibili a occhio nudo, ma capaci di digerire le sostanze organiche.

L’humus è un terreno nerastro posto appena sotto lo strato di foglie. È formato da vegetali decomposti e ha un ruolo importante per lo sviluppo di piante e alberi.

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I lombrichi sono numerosissimi. Scavano gallerie sotterranee che servono a dare aria al terreno; poi, quando risalgono in superficie, “sputano” piccoli nastri attorcigliati di terra.

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Ma ci sono anche...

Numerosi insetti, come la cimice, si nutrono della linfa degli alberi. Le loro larve invece si cibano a volte di legno marcio.

Le talpe sono delle grandi mangiatrici di lombrichi, scavano numerose gallerie sottoterra, causando spesso danni ai giardini e agli orti.

Alcune specie di formiche scavano le loro tane sottoterra. Il formicaio ha varie entrate e all’interno è formato da tanti cunicoli che possono terminare in stanze adibite a scopi diversi: dispensa, allevamento di uova e larve, camera della regina.

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G EO S CIENZE DOVE SI NASCONDE L’ACQUA? N elle piante L’acqua è indispensabile ai vegetali per il loro sviluppo.Infatti essi sono costituiti in gran parte di acqua: un pomodoro ne contiene il 95%, alcuni meloni il 97%, una foglia di spinacio il 91%, un seme di grano invece solo il 14%. Le piante assumono acqua per mezzo delle radici. La linfa grezza, formata da acqua e sali minerali, sale lungo il tronco e i rami attraverso i vasi conduttori, fino a raggiungere le foglie, dove evapora. In estate, una grande quercia può liberare nell’aria fino a 500 litri di acqua ogni giorno grazie alla traspirazione. Ma anche un campo di grano, ogni estate, libera nell’atmosfera moltissima acqua.

N elle acque termali Alcune acque sotterranee affiorano in superficie dopo aver percorso un lungo tratto in profondità. Lungo il loro viaggio raccolgono numerose sostanze minerali che conservano quando affiorano in superficie, talvolta anche calde. Queste sostanze possono avere diverse proprietà curative: per le vie respiratorie, per le ossa, per le vie urinarie…

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LA MESOPOTAMIA

N el segreto delle rocce

Scorrendo lungo le pareti calcaree delle rocce, l’acqua raccoglie il calcare e ne deposita una parte. È proprio in questo modo che si formano le stalattiti, che pendono dal soffitto delle grotte, e le stalagmiti, che invece si formano partendo dal pavimento.

N elle acque del sottosuolo Le acque sotterranee, a un certo punto del loro percorso, possono unirsi e formare dei veri e propri fiumi. Questi fiumi quando sgorgano in superficie sono chiamati risorgive. Nel sottosuolo si nascondono grotte, voragini, cuniculi, laghi di acqua pura. Questo è dovuto al lento lavorio dell’acqua piovana, che in migliaia e migliaia di anni è penetrata nelle fessure delle rocce calcaree.

N ella falda acquifera sotterranea Quando piove o quando si sciolgono le nevi, una parte dell’acqua penetra nel terreno e va a formare le falde acquifere sotterranee. Il livello dell’acqua nella falda varia a seconda dei periodi di pioggia stagionali: quando piove poco si abbassa il livello cosiddetto di “magra”, mentre quando piove molto si alza il livello di piena. Quando la piena è abbondante la falda può salire e inondare i terreni circostanti. Per recuperare l’acqua dalle profondità si perfora il terreno per ottenere un pozzo: da qui l’acqua viene pompata con apposite strumentazioni.

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G EO S CIENZE ECOSISTEMA ACQUA L e mangrovie Le mangrovie sono piante che crescono sulle coste dei mari tropicali, nella fascia sommersa dalle maree. Sono piante speciali perché filtrano il sale marino attraverso le radici e lo accumulano nelle foglie. Le mangrovie costituiscono delle vere e proprie foreste e sono considerate importanti perché proteggono le coste dall’erosione delle correnti marine. Sono un ecosistema in cui si trovano animali che si sono specializzati a vivere in questo ambiente così particolare. Un tipico abitante delle foreste di mangrovie è il saltafango, un pesce capace di arrampicarsi addirittura sugli alberi! Può adattarsi a vivere anche fuori dall’acqua grazie alla capacità di respirare l’aria e alle pinne pettorali che usa per sollevarsi e spostarsi sul terreno.

L e zone umide Con questa espressione si identificano i fiumi, i laghi, le paludi, le torbiere, il delta dei fiumi, le saline, le risaie… Le zone umide sono ambienti con una altissima biodiversità. L’alzarsi e l’abbassarsi delle acque, infatti, fa sì che avvenga un continuo rimescolamento dei principi nutritivi, che sono, così, sempre disponibili. La vegetazione delle zone umide è piuttosto caratteristica e varia a seconda che siano di acqua dolce o salata. Troviamo canneti, piante acquatiche, gramigne, biancospino e rovi. I piccoli boschetti sono costituiti dal pioppo nero e bianco, dall’olmo, dal leccio e dalla tamerice. Questo mondo suggestivo è la casa di piccoli microrganismi, di mammiferi, di uccelli che in queste zone sono numerosi: il germano reale, la folaga, le alzavole, gli aironi bianchi e cinerini, la garzetta, il cavaliere d’Italia, il fenicottero, il falco di palude…

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L a torbiera La torbiera è una palude nella quale si trovano alcuni muschi particolari, che, quando muoiono, si accumulano in strati sul fondo. Con il passare del tempo si trasformano in torba, una specie di carbone. In Italia troviamo zone di torbiera nella regione alpina (per esempio nella zona del monte Avic in Valle d’Aosta o in Val di Fiemme), in Calabria sulla Sila e in Aspromonte. In alcuni Paesi come l’Irlanda e la Finlandia la torba veniva usata nel passato come combustibile fossile per cucinare e per il riscaldamento. La vegetazione tipica delle torbiere è formata soprattutto dallo sfagno, un tipo di pianta dal fusticino sottilissimo che è in grado di assorbire grandi quantità di acqua. Un’altra pianta tipica è la drosera, che è insettivora e cattura gli insetti grazie a una goccia di liquido viscoso. L’insetto viene intrappolato e digerito in alcuni giorni.

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G EO S CIENZE L’ACQUEDOTTO Per bere, cucinare, lavarci… abbiamo bisogno di acqua. Per averla ci basta aprire un rubinetto. Ma da dove proviene l’acqua che utilizziamo tutti i giorni? È acqua che giunge da una sorgente o da una falda acquifera e a portarla nelle nostre case è l’acquedotto (dal latino aqua, “acqua”, e ducere, “condurre”). Un acquedotto è costituito da diverse parti, ognuna con un compito preciso: le opere di presa, le opere di trasporto, l’impianto di depurazione e la rete di distribuzione.

1. Le opere di presa sono i sistemi che permettono di prelevare l’acqua. L’acqua può sgorgare in superficie da una sorgente oppure essere prelevata dalla falda sotterranea tramite un pozzo e una pompa, che la risucchia verso l’alto.

2. L e opere di trasporto sono l’insieme delle tecniche che servono a trasportare l’acqua dal luogo in cui viene prelevata fino a destinazione. Le tubature sono in ghisa, acciaio o cemento e all’esterno sono ricoperte di catrame, per evitare rischi di contaminazione dell’acqua.

3. L’impianto di depurazione o di potabilizzazione è il sistema che permette di rendere l’acqua potabile, cioè buona da bere. L’acqua viene fatta passare attraverso filtri che trattengono tutte le impurità. Poi viene immesso il cloro, un disinfettante che elimina tutti i germi nocivi per il nostro organismo.

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4. A lla fine di questo percorso, l’acqua viene raccolta in grandi serbatoi che funzionano anche da riserva per i momenti in cui potrebbe essere scarsamente disponibile. Da questi serbatoi parte la rete di distribuzione, cioè i tubi che portano l’acqua fin nelle nostre case. Perché non crei problemi di salute ai consumatori, l’acqua viene continuamente controllata da tecnici attraverso analisi che ne verificano la purezza.

5. L e acque di scarico, cioè le acque “sporche”, utilizzate nelle case e nelle industrie, finiscono nelle fognature attraverso altri tubi, per confluire infine nei fiumi o nei mari. Prima, però, devono essere depurate, altrimenti inquinerebbero. A questo scopo esiste l’impianto di depurazione.

6. Q ui le acque sporche passano attraverso una griglia che trattiene i corpi estranei più grossolani, mentre il resto finisce in una vasca di decantazione che fa depositare sul fondo le particelle rimaste.

7. D opo questa fase, le acque passano in un’altra vasca, nella quale vivono alcuni batteri in grado di eliminare quasi tutte le sostanze inquinanti. Infine, in un’ultima vasca, vengono raccolti i “fiocchi di fango” che si sono formati. A quel punto le acque possono essere rimesse nei fiumi e nei mari.

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A SCUOLA DI STRATEGIA Arriva la bassa marea: come sopravvivere quando non si può fare a meno dell’acqua?

Alcuni molluschi, come le cozze o le ostriche, lo sanno bene: chiudono saldamente la conchiglia imprigionando l’acqua piena di sostanze nutritive.

Alcuni gamberetti o gli anemoni di mare si riparano in pozze che si formano negli incavi delle rocce.

Ci sono granchi piccoli come una moneta che tengono un anemone marino infilato in ciascuna delle chele. Sono così caratteristici da essere soprannominati granchi pon-pon. Il motivo? Gli anemoni, con i loro tentacoli urticanti, aiutano i granchi a difendersi dalle prede, ottenendo in cambio frammenti di cibo dai pasti dei granchiolini. Questo è una vera e propria simbiosi.

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Come mimetizzarsi quando intorno ci sono predatori affamati? Alcuni pesci usano i colori e le forme. L’ippocampo, per esempio, possiede dei filamenti che lo fa assomigliare a delle alghe tra le quali si rifugia.

Altri pesci utilizzano una strategia efficace: stanno tutti insieme in un banco unito e si spostano tutti nella stessa direzione.

I “pigiami rigati� sono pesci che si camuffano cambiando colore, mentre i pesci pagliaccio diventano imprendibili quando si nascondono tra i tentacoli urticanti degli anemoni di mare.

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LE ZONE MINACCIATE DELLA BIODIVERSITÀ Conoscere la biodiversità significa anche conoscere le zone della Terra in cui essa è più minacciata. I biologi hanno individuato circa 34 “zone calde” in cui vivono la metà delle piante del pianeta e il 42% delle specie animali (mammiferi, uccelli e anfibi). Per essere un “punto caldo” della biodiversità queste zone devono possedere un numero alto di esseri viventi (circa 1500) e devono aver perduto parecchio dell’ambiente originario. Europa: 4 punti caldi, tra cui il bacino del Mediterraneo.

Americhe: 9 punti caldi che ospitano un sesto di tutte le piante del pianeta, oltre a 664 specie di anfibi di cui 450 a rischio estinzione.

L e cause La deforestazione Le foreste vengono abbattute per creare terreni coltivabili. Il Brasile è in testa alla negativa classifica della deforestazione. Grandi parti di foresta vengono distrutte ogni anno. Il riscaldamento climatico Il riscaldamento del clima può rappresentare un pericolo per molte specie, perché influenza i cicli vitali di piante e animali, spostando per esempio le migrazioni o favorendo l’arrivo di nuove malattie o la crescita di specie infestanti. La cementificazione Minacce derivano dalla distruzione degli ambienti naturali dovute alla creazione di strade, parcheggi, costruzioni che tolgono spazio.

Africa: 8 punti caldi, tra cui le isole dell’Oceano Indiano.

Scomparsa delle zone umide Molte zone umide sono state prosciugate per far posto a terreni agricoli.

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Alcune specie a rischio La lista è stilata dall’Unione per la conservazione della natura (IUCN). I seguenti sono solo alcuni degli animali in pericolo di estinzione.

Asia - Pacifico: 13 punti caldi e numerose isole ricchissime di biodiversità.

Lince iberica Minacciata per la diminuzione della sua preda principale: il coniglio.

Zebra di Grevy È a rischio per mancanza d’acqua, malattia e degrado dell’ambiente naturale.

Foca del Caspio È a rischio per la caccia indiscriminata.

Diavolo della Tasmania È a rischio a causa di una malattia che colpisce il muso e gli impedisce di mangiare. Coccodrillo di Cuba È a rischio per la caccia indiscriminata per la sua pelle e la sua carne.

Tartaruga stellata È a rischio per il commercio di animali e per il consumo della sua carne.

Albatro delle Galapagos È a rischio a causa della pesca industriale e del turismo eccessivo.

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LA MATEMATICA NEL MONDO ANTICO La matematica in Mesopotamia La nostra conoscenza della matematica in Mesopotamia deriva dal ritrovamento di più di 400 tavolette in scrittura cuneiforme. I popoli della Mesopotamia usavano un sistema basato sul 6 e sul 10. Scrivevano i numeri sommando questi segni: usavano quindi un sistema addizionale. Per scrivere un numero grande usavano molti segni. Per scrivere i numeri fino a 59 usavano incidere 5 cunei larghi (ciascuno rappresentava 10 unità) disposti di lato e 9 cunei verticali che rappresentavano l’unità.

La matematica degli Egizi Anche gli Egizi usavano un sistema addizionale. Questi erano i loro simboli.

I simboli potevano essere ripetuti quanto era necessario, fino a 9 volte. Ad esempio, il numero 4622 (presente su una iscrizione nel tempio di Karnak) era scritto così:

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LE MISURE Le misure nell’antichità servivano per controllare i commerci e forse anche le tasse. Si misurava a spanne, a palmi, a cubiti, in piedi… Ecco le unità di misura di lunghezza degli antichi Egizi.

CUBITO Dal latino cubitus: gomito. Questa unità di misura era in uso presso i vari popoli del Mediterraneo.

PALMO Corrisponde al palmo della mano alla base delle quattro dita. Il valore del palmo andava dai 22,3 ai 26,45 cm.

SPANNA Corrisponde alla larghezza della mano aperta, dal mignolo al pollice. Poteva corrispondere a circa 22,25 centimetri.

DITO Misura di lunghezza corrispondente alla larghezza di un dito. Corrispondeva a 1/24 di cubito.

PIEDE Antica misura di lunghezza, molto usata nel mondo antico. Fu la base del sistema metrico dei Greci e dei Romani. Il valore del piede andava dai 30 ai 50 cm circa.

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TALETE E LA PIRAMIDE DI CHEOPE

Talete fu un importante matematico e filosofo greco. Si narra che misurò la piramide di Cheope attraverso un’esperienza. Avvenne durante un viaggio in Egitto, in cui il faraone, saputo della sua presenza e volendo mettere alla prova la sua bravura scientifica, gli chiese di misurare l’altezza della piramide. Non fu cosa facile. Talete pensò e ripensò, finché concepì la convinzione che il rapporto tra lui e la sua ombra fosse uguale a quello tra la piramide e l’ombra della stessa. Mise in pratica la sua idea, si mise vicino alla piramide e aspettò il momento del giorno in cui l’ombra del corpo di una persona è uguale alla sua altezza; quindi si mise ben dritto in pieno sole. Quando la lunghezza della sua ombra fu uguale alla sua statura, ordinò di piantare un bastone nel punto in cui arrivava l’ombra della piramide. Poi misurò l’ombra e seppe che la piramide di Cheope misurava 147 metri in altezza.

altezza della piramide = lunghezza dell’ombra della piramide x altezza della persona : lunghezza dell’ombra della persona

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L’USO DELL’ANGOLO Gli Egizi idearono un metodo per tracciare un angolo retto. Tale metodo nacque dall’esigenza pratica degli agrimensori (cioè dai misuratori di terreno) per misurare le estensioni dei campi in base alle suddivisioni utili per il pagamento delle tasse.

A 1 1

Prendevano una corda su cui facevano 11 nodi alla stessa distanza. Poi congiungevano le due estremità e fissavano sul terreno il terzo e l’ottavo nodo. Si otteneva in questo modo un triangolo rettangolo, che si trovava alla congiunzione delle estremità.

2 2 3 3

B

11

10

9

11

10

9

4 8

7

8

7

6

5

6

5

4

3 3 4 4 5

2

5

2

6 6

1

7

1

7

90° 90°

8

9

10

11

8

9

10

11

AB 63

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MATTER

R isorse online per l’insegnante

Ascolta e leggi.

Properties of matter are: weight and volume.

• Weight is the quantity of matter.

• Volume is the quantity of space occupied by an object.

Osserva le immagini e indica con una X. 1 They are all animals. 2 They can all run. 3 They all occupy a space. 4 They are all red. 5 They are all living. 6 They all have a weight.

T T T T T T

F F F F F F a tree

water

a snake

a motorbike

a boy

Completa. Poi ascolta e controlla. They occupy ............................ and they have a ............................... because they are matter.

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Ascolta e leggi.

Matter is formed by very small particles: molecules. Molecules are linked one to another. The bonds between molecules can be strong or weak.

Ascolta e collega numerando. The three states of matter are:

SOLID LIQUID GAS

3

1 2

• In solids the bonds between molecules are strong. • In liquids they are weak. • In gases they are very weak.

Osserva l’illustrazione e completa. All matter can change state. •F rom solid to liquid through: ......................................... •F rom liquid to gas through:

MELTING

EVAPORATION

FREEZING

CONDENSATION

......................................... •F rom gas to liquid through: ......................................... •F rom liquid to solid through: .........................................

solid

liquid

gas

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THE ANCIENT EGYPTIAN SOCIETY

R isorse online per l’insegnante

Numera le classi sociali dell’antico Egitto dalla più potente alla meno potente. Poi ascolta e controlla.

        

Pharaohs are kings or queens of Egypt. People consider Pharaohs like gods. Scribes can read and write using hieroglyphics. Craftsmen make things: clothes, shoes, pottery, jewellery and statues. Viziers help Pharaohs rule the country. Slaves aren’t usually Egyptians, they are people captured during wars. They have no rights. Nobles rule the provinces of Egypt. Soldiers protect the country. People consider soldiers like heroes. Farmers work on Pharaohs’ land. Priests rule temples, perform rituals and ceremonies for people.

Completa la piramide sociale della civiltà egizia: scrivi i nomi dei gruppi sociali al posto giusto.

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Cerchia la parola giusta. Poi ascolta e controlla.

The Great Pyramid of Giza is about 140 / 240 metres tall.

Ancient Egyptians invent toothpaste / the bycicle.

To transform a body to mummy, ancient Egyptians need 7 / 70 days.

There are about 20 / 2000 Egyptian gods and goddesses.

The Egyptian alphabet contains about 70 / 700 hieroglyphics. The bandage a on a mummy is about 1.6 kilometres / 16 metres long.

The bandage a on a mummy is about 1.6 kilometres / 16 metres long.

Ancient Egyptians invent toothpaste / the bycicle. The Egyptian alphabet contains about 70 / 700 hieroglyphics.

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CLIMATE ZONES

R isorse online per l’insegnante North Pole polar zone temperate zone

tropical zone Equator subtropical zone

temperate zone

polar zone South Pole Leggi e collega. Poi ascolta e controlla.

temperate zone

Extremely cold, long winters. Cool summers.

polar zone From warm to hot countries. Many deserts of the world are in this zone.

tropical zone

Hot and wet countries. There are only 2 seasons: wet season and dry season.

Warm summers and cool winters with snow.

subtropical zone Completa la tabella scrivendo un nome per ciascuna zona climatica. Se sei in difficoltĂ , cerca su Internet. polar zone

temperate zone

tropical zone

subtropical zone

a mammal a bird a fish a fruit

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WEATHER EVENTS

R isorse online per l’insegnante

Esistono bufere e tornado di tanti tipi. Scrivi le parole date al posto giusto. Poi ascolta e controlla. • sea tornado • snow storm • sand storm • sea storm • lightning storm • snow devil • tornado

2

• dust devil

1 .............................................................. ..............................................................

3

5 ..............................................................

4 .............................................................. ..............................................................

6

8 7 ..............................................................

.............................................................. ..............................................................

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AMBITO antropologico • Sussidiario Storia con Quaderno operativo: 120 + 72 pagine • Sussidiario Geografia con Quaderno operativo: 96 + 72 pagine • Quaderno delle Verifiche Storia-Geografia: 48 pagine • Atlante multidisciplinare (ambito antropologico e scientifico): 72 pagine ISBN per l’adozione: 978-88-468-4092-9

AT L A N T E

AMBITO SCIENTIFICO • Sussidiario Scienze e Tecnologia con Quaderno operativo: 96 + 72 pagine • Sussidiario Matematica con Quaderno operativo: 144 + 96 pagine • Quaderno delle Verifiche Matematica-Scienze: 48 pagine ISBN per l’adozione: 978-88-468-4093-6

Alla classe

Libri digitali con all’interno: • libro liquido (versione accessibile per alunni con BES e DSA) • AUDIOLIBRI • volumi sfogliabili con esercizi interattivi • esercizi interattivi extra per tutte le materie • attivazione dell’Atlante • simulazione di prove nazionali INVALSI

Benvenuti a VILLA SAPERI! SAPERI! VILLA SAPERI è un ambiente di apprendimento interattivo per ragazzi della Scuola Primaria. Un parco giochi tematico in cui tutto può essere sperimentato sotto forma di gioco e attività. Per l’insegnante è un valido strumento multimediale per la verifica delle competenze dei propri alunni. Realizzato in grafica cartoon e con le più moderne tecnologie informatiche, Villa Saperi offre tanti oggetti digitali didattici, esperimenti e mini-giochi di storia, geografia, matematica, scienze, tecnologia. Miss Velonosa, Madame Plum Cake, Erudito De Sapientis, Clara e Tobia accompagneranno i ragazzi negli ambienti tematici che compongono la villa: dal parco alla bio-area, in un tour educativo ricco di esperienze, divertimento e conoscenze.

Allegato a TRAGUARDO DISCIPLINE Non vendibile separatamente

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DIRE N O F O R P P A E E R A S S PER RIPA

4 STORIA IA F A R G O GE E SCIENZ ICA T A M E MAT LIL C E N I G CON PA

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