Maria Strianese
Avventura Campania in
Avventura in Campania
Direttore di collana: Mariagrazia Bertarini
Testi: Maria Strianese
Art Director: Letizia Pigini
Redazione: Francesca Bugiolacchi
Correzione di bozze: Micaela Di Trani
Progetto grafico: Romina Duranti, Valentina Mazzarini
Illustrazioni: Luca Poli
Impaginazione: Carmen Fragnelli
Responsabile di produzione: Francesco Capitano
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Stampa: Tecnostampa – Pigini Group Printing Division Loreto – Trevi 24.83.305.0
ISBN 978-88-468-4446-0
Maria Strianese
Avventura Campania in
indice
cap. 1 • Fratello e sorella in missione speciale p. 5
cap. 2 • A Napoli, tra maghi e re p. 15
cap. 3 • A Portici, in cerca di felicità p. 24
cap. 4 • In cima al potente Vesuvio p. 36
cap. 5 • Nella bella Positano p. 50
cap. 6 • A Paestum non è proibito essere felici p. 58
cap. 7 • Da Padula a Pertosa p. 69
cap. 8 • Un castello melodioso p. 80
cap. 9 • In cima al passato p. 89
cap. 10 • Leggiamone un’altra p. 99
cap. 11 • Dalla reggia all’anfiteatro p. 109
cap. 12 • Nella terra del fuoco e degli oracoli p. 116
cap. 13 • Felicemente a casa p. 128
Schede operative p. 134
Capitolo 1
Fratello e sorella in missione speciale
«È mio» gridò Gaia.
«No, l’ho preso prima io» urlò Andrea, cercando di strapparle di mano il berretto.
«Tu l’hai messo ieri» strepitò Gaia.
«Non è vero» protestò Andrea.
E continuarono così, tirando il berretto rosso e urlando come selvaggi, nel tentativo di conquistarlo. Ovviamente avevano altri cappelli, ma per fratello e sorella ogni occasione era buona per litigare.
Gaia aveva dieci anni, era la maggiore, e faceva notare spesso la sua superiorità di primogenita al fratello Andrea, colpevole di essere nato un anno dopo.
Gaia urlava così forte da avere le guance arrossate, mentre Andrea, con i capelli scompigliati e lo sguardo infuocato, dimostrava di essere altrettanto arrabbiato.
«Se continuate a litigare sarà troppo tardi per andare da nonna Carmela» annunciò la mamma.
Al nome di nonna Carmela, i due si fermarono di colpo, lasciarono cadere il berretto sul pavimento e corsero entrambi al proprio armadio per prenderne un altro. In pochi minuti furono pronti, seduti in automobile, con le cinture allacciate. Andrea e Gaia amavano molto nonna Carmela e sarebbero andati a trovarla ogni giorno, se avessero potuto. Era simpaticissima, sempre allegra e spiritosa. Raccontava favole bellissime, che conosceva solo lei e che non si trovavano in nessun libro. Purtroppo abitava lontano, sulla collina dei Camaldoli, il punto più alto della città di Napoli.
Arrivati a destinazione, sentirono subito la squillante risata di nonna Carmela e corsero nella sua camera.
«Ciao, nonna» salutò Andrea.
«Come stai?» domandò Gaia.
«Come una regina sul trono» rispose la nonna, allargando le braccia per accoglierli.
I due le si lanciarono addosso e la riempirono di baci, facendo scappar via il gatto che sonnecchiava sulle sue gambe.
«A pensarci meglio» aggiunse la nonna «credo che le regine non stessero tanto comode sul trono, con quei vestiti rigidi e quelle pesanti corone in testa. Sto bene come una nonna nella sua poltrona, assieme ai suoi nipoti preferiti».
«Dai, nonna! Dici la stessa cosa a tutti i tuoi nipoti!» disse Gaia, ridacchiando.
«Perché non dovrei! Ma oggi avevo voglia di vedere proprio voi due».
«Come mai?» chiese Gaia.
«Vi faccio un indovinello?» propose la nonna.
«Nooo!» protestò Andrea.
«Va bene, arriviamo subito al punto. Voglio affidarvi una missione speciale, che solo voi due potete compiere» annunciò la nonna. «Sapete che sono nata tanti anni fa, più di settanta. Sono successe tante cose, in questo tempo, non tutte allegre, eppure sono stata sempre felice. Ora però...»
«Oh, nonna, sei triste?» esclamò Gaia.
Nonna Carmela scosse la testa e fece un bel sorriso. Poi continuò: «Mi vergogno un po’ a dirlo, ma a voi lo posso confidare. Il problema è che… non mi ricordo più perché sono felice».
Fratello e sorella restarono in silenzio, perplessi, e nonna Carmela riprese: «Ricordo bene che avevo un motivo per essere felice, un motivo speciale, ma non ricordo più qual è. Con la vecchiaia tante cose si dimenticano, però… non ricordare una cosa così importante, la ragione della mia felicità, è imbarazzante. Quando qualcuno mi chiede: “Perché sei felice?” Io non so che cosa rispondere e faccio la figura... della scemunita. Ma se voi due mi aiutate...»
«Certo, che ti aiuto» dichiarò Gaia.
«Che cosa posso fare?» domandò Andrea.
«È semplice! Dovete ritrovare il segreto della mia felicità» rivelò nonna Carmela.
Anche questa volta i due ragazzi rimasero senza parole.
«Non è così complicato come vi sembra» proseguì la nonna. «Per fortuna ho conservato delle cose che ci saranno utili».
Nonna Carmela aprì una scatola, tirò fuori un grande libro e un pacco di fogli ingialliti, e continuò: «Una cosa la ricordo: trovai il segreto della mia felicità durante un viaggio. Mio padre, il vostro bisnonno, lavorava in una libreria, a Napoli, ma durante l’estate andava in giro con un furgone a vendere libri in tutta la Campania. Io andavo
Fratello e sorella in missione speciale
con mamma a casa dei nonni, a Ischia, assieme ai cugini e agli amici, e mi divertivo tantissimo. Quell’estate, invece, dovetti rinunciare al mare e, anche se non volevo, dovetti partire con mio padre. Era il suo ultimo viaggio da venditore ambulante e voleva che lo accompagnassi». «Eri triste?» domandò Gaia.
«All’inizio sì. Per fortuna mia cugina mi regalò questo». Nonna Carmela indicò il fascio di fogli ingialliti. «Un pacco di carta da lettere. A quei tempi mica c’erano le e-mail e i cellulari! Si scrivevano le lettere, di carta, con la penna, e poi si spedivano, con un francobollo sulla busta. Così mi consolai scrivendole e raccontandole tutto il mio viaggio. Di ogni lettera feci una copia per me, con la carta carbone, come si usava allora. Su ognuna c’è la data. Così potrete leggerle nell’ordine in cui le scrissi. Sull’atlante, invece, segnai le tappe del viaggio, guardate». Nonna Carmela aprì l’atlante sulla cartina della regione Campania e riprese: «Durante il viaggio girammo tutta la Campania, dalla costa ai monti dell’Appennino. Su ogni tappa feci un cerchietto con la matita rossa, vedete? E anche se al principio ero triste, poi fui molto felice. Se fossi meno anziana partirei, ma ormai le mie ginocchia non mi reggono tanto bene. Però
potreste andare voi e rifare lo stesso percorso, in cerca della mia felicità».
«Sì, però è un viaggio lungo e noi siamo piccoli» fece notare Gaia.
«Vi accompagneranno i vostri genitori. Sarà una vacanza diversa dal solito, di un paio di settimane. Dovrete solo seguire le tappe della cartina. Sicuramente molte cose saranno cambiate.
Troverete nuove autostrade e centri commerciali. Alcuni dei luoghi che avevo visitato sono stati riconosciuti Patrimonio Mondiale Unesco».
Fratello e sorella in missione speciale
«Che cosa significa?» domandò Andrea.
«Che hanno un valore universale e vanno conservati per le generazioni future».
«Però potremmo fare un viaggio virtuale, vedere tutto su internet, assieme a te» propose Gaia.
«Sì, lo so, ma vedremmo solo le immagini. Invece, andando sul posto, voi potrete sentire i profumi, toccare le cose, incontrare le persone e sentire le emozioni. Le immagini non bastano» spiegò la nonna.
«Dici sempre sciocchezze!» esclamò Andrea, dando una gomitata alla sorella: «Io ci vado».
«Non ho detto che non voglio partire» precisò Gaia «però, che cosa dobbiamo cercare di preciso?»
«E chi lo sa! Leggete le mie lettere e… tenete gli occhi aperti. La felicità non è rumorosa o vistosa, sarà un po’ nascosta, dovrete fermarvi a osservare le cose più piccole e meno appariscenti. Sono sicura che ci riuscirete. Allora, volete partire?»
«Certo, nonna!» confermò Gaia.
«Andrò in cerca della felicità, per te» concluse Andrea.
Nonna Carmela fece un gran sorriso e diede a Gaia le lettere e ad Andrea il grande atlante.
«Grazie. E buon viaggio».
Più tardi, quel pomeriggio, nonna Carmela guardò dalla finestra i nipoti mentre si allontanavano e sussurrò: «Spero proprio che questo viaggio vi aiuti a trovare la vostra felicità».
Dopo pochi giorni le valigie erano già pronte per la partenza, ma Gaia e Andrea non avevano ancora deciso quale sarebbe stata la prima tappa. Come al solito non erano d’accordo su nulla.
«Dobbiamo fare la prima tappa a Napoli, perché
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questo è il punto di partenza» disse Andrea.
«Ma siamo già a Napoli e la nonna ci è nata, conosceva la città» replicò Gaia.
«E allora?»
«Se la sua felicità fosse stata a Napoli l’avrebbe vista subito, invece ha detto che l’ha trovata durante il viaggio… più avanti».
«Ma è partita da Napoli e quindi dobbiamo visitare la città» insistette Andrea.
«È un’idea scema».
«Non è vero. Sull’atlante c’è un cerchietto proprio su Napoli».
«Fammi vedere» ordinò Gaia.
«E tu fammi leggere le lettere» urlò Andrea, chiudendo l’atlante.
«No, le ha date a me» e Gaia chiuse di scatto il cassetto in cui le aveva riposte.
I due si guardarono storto. Andrea andò a sedersi sul letto dando le spalle alla sorella, con l’atlante aperto in grembo. Poteva seguire sulla carta il viaggio della nonna, ma avrebbe voluto conoscere anche la descrizione dei posti.
Gaia pure diede le spalle al fratello, sfilò la prima lettera dal cassetto e cominciò a leggerla in silenzio. Ma aveva una grande voglia di vedere l’atlante.