Io Cittadino Competente - EBF

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Il corso è organizzato per Unità di Apprendimento, suddivise in Lezioni. Il testo, lineare nei contenuti e semplice nel linguaggio, ricorre ad un sistematico uso di schemi, visualizzazioni, esempi pratici, rubriche (Io e il Diritto, Io e l’Economia) riferiti all'attualità. Ogni Unità si completa con la Lezione speciale, in cui i temi e gli argomenti trattati vengono ripresi al fine di mostrare la diretta applicazione di norme, regole e problematiche al mondo del lavoro. Segue la rubrica infografica Territorio & Società, che facilita una comprensione intuitiva e diretta di grafici, dati e statistiche. La didattica per competenze e inclusiva si realizza attraverso le Conoscenze alla prova (verifica immediata, prove di realtà e lavoro cooperativo) di fine Lezione, la Verifica di apprendimento di fine Unità, la Sintesi dei contenuti con mappe concettuali a struttura semplificata e il Glossario dei termini chiave in 4 lingue europee.

Il corso, pubblicato in versione mista e digitale, è uno strumento didattico completo, integrato da contenuti digitali accessibili in rete: approfondimenti, esercizi interattivi e autocorrettivi, contenuti audio.

Sul sito www.bulgarini.it trovi tutte le informazioni dettagliate riguardanti questo libro.

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Questo volume, sprovvisto del talloncino qui a lato, è da considerarsi SAGGIO-CAMPIONE GRATUITO, fuori commercio (vendita e altri atti di disposizione vietati: art. 17, c. 2 L. 633/1941). Esente da I.V.A. (D.P.R. 26-10-1972, n. 633, art. 2, lett. d). Esente da bolla di accompagnamento (D.P.R. 6-10-1978, N. 627, ART. 4, N.6). La messa in commercio di questo volume senza il talloncino triangolare è passibile di denuncia per evasione fiscale.

Roberta Acquaviva BULGARINI

CITTADINO COMPETENTE CITTADINO COMPETENTE

Completa il corso di Diritto ed Economia Io cittadino competente il volume Strumenti per la didattica inclusiva, riproponendone i contenuti con adattamenti grafici e stilistici che favoriscono l’accessibilità al testo da parte degli alunni con DSA e BES

Roberta Acquaviva

I

o cittadino competente è un corso di Diritto ed Economia che pone al centro lo studente, che spesso ha difficoltà ad accostarsi a questa disciplina, dando particolare rilievo alla costruzione delle competenze indicate dal profilo educativo, culturale e professionale dell’indirizzo di studio di riferimento.

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DIRITTO ed ECONOMIA


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Roberta Acquaviva

CITTADINO COMPETENTE DIRITTO ed ECONOMIA


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©2019 Edizioni Bulgarini – Firenze, Italy www.bulgarini.it info@bulgarini.it

Progettazione, coordinamento e realizzazione editoriale a cura di GP&C Srl - Milano Consulenza e revisione testi Donatella Dell’Orso Lezioni speciali e Società & Territorio a cura di Donatella Dell’Orso e Cristina Mancini

Distribuzione esclusiva: ELI – Loreto (AN) www.elionline.com

I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento totale o parziale con qualsiasi mezzo (compresi i microfilm e le copie fotostatiche) sono riservati per tutti i Paesi. È vietata la riproduzione, anche parziale, o a uso interno didattico, con qualsiasi mezzo, non autorizzata.

Prima edizione: marzo 2019 Ristampa: 5 4 3 2 1 2019 2020 2021 2022 2023 Nell’eventualità che illustrazioni di competenza altrui siano riprodotte in questo volume, l’editore è a disposizione degli aventi diritto che non si sono potuti reperire. L’editore porrà inoltre rimedio, in caso di cortese segnalazione, a eventuali non voluti errori e/o omissioni nei riferimenti relativi. Nel rispetto della normativa vigente sulla trasparenza nella pubblicità, le immagini escludono ogni e qualsiasi possibile intenzione o effetto promozionale verso i lettori. Tecnostampa - Pigini Group Printing Division Loreto - Trevi - Marzo 2019 - 19.83.354.0


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Indice

DIRITTO I PRINCìPI geNeRalI del dIRItto

1

Lezione 1 • Che cos’è il diritto ............................................................................... Il diritto e la società ...................................................................................................... Le finalità del diritto ..................................................................................................... Conoscenze alla prova ...........................................................................................

4 4 5 5

Lezione 2 • Il diritto e le sue distinzioni ............................................................ Diritto soggettivo e diritto oggettivo ............................................................................ Diritto positivo e diritto naturale ................................................................................. Diritto pubblico e diritto privato .................................................................................. Conoscenze alla prova ...........................................................................................

6 6 7 8 9

Lezione 3 • le norme giuridiche ........................................................................... Diverse categorie di norme ........................................................................................... Le caratteristiche delle norme giuridiche .................................................................... Le caratteristiche delle norme non giuridiche ............................................................ Conoscenze alla prova ........................................................................................... Che cos’è • IL REGOLAMENTO DI ISTITUTO ........................................................................

10 10 10 12 12 13

Lezione 4 • le fonti del diritto ............................................................................... Origine e diffusione delle norme giuridiche ................................................................ La gerarchia delle fonti ................................................................................................. Conflitti tra norme giuridiche ....................................................................................... Conoscenze alla prova ...........................................................................................

14 14 15 17 17

speciale

...........................................................................

18

TERRITORIO e SOCIETÀ LE RACCOLTE DI NORME ..................................................................

20

....................................................................................................................

22 23 24 26

Lezione

SINTESI

IL CODICE DEL CONSUMO

Le parole del diritto .................................................................................................... MAPPE DI SINTESI

........................................................................................................... .........................................................................................

Verifica di apprendimento

III


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InDIce

2

Il RaPPoRto gIURIdICo

Lezione 1 • Il rapporto giuridico ........................................................................... Che cos’è il rapporto giuridico ..................................................................................... Gli elementi del rapporto giuridico .............................................................................. Conoscenze alla prova ...........................................................................................

30 30 31 31

Lezione 2 • le persone fisiche .............................................................................. I soggetti del diritto: le persone fisiche ....................................................................... La capacità giuridica e la capacità di agire .................................................................. L’incapacità di agire ...................................................................................................... Conoscenze alla prova ...........................................................................................

32 32 32 33 35

Lezione 3 • le persone giuridiche ........................................................................ I soggetti del diritto: le persone giuridiche .................................................................. L’autonomia patrimoniale ............................................................................................. Le tipologie delle persone giuridiche ........................................................................... Conoscenze alla prova ........................................................................................... Che cos’è? • L’ISTAT, ISTITUTO NAZIONALE DI STATISTICA ..................................................

36 36 37 38 39 40

Lezione 4 • I beni .......................................................................................................... Caratteristiche e classificazione dei beni ..................................................................... Conoscenze alla prova ...........................................................................................

41 41 43

speciale

IL CONTRATTO DI COMPRAVENDITA ...............................................................

44

TERRITORIO e SOCIETÀ I SEGNI DISTINTIVI DELL’IMPRESA .....................................................

46

SINTESI .....................................................................................................................

48 49 50 52

Lezione

Le parole del diritto ..................................................................................................... MAPPE DI SINTESI .............................................................................................................

Verifica di apprendimento ..........................................................................................

3

IV

lo Stato

Lezione 1 • lo Stato: elementi, poteri, organi .............................................. Gli elementi costitutivi dello Stato ............................................................................... Poteri ed organi dello Stato .......................................................................................... Conoscenze alla prova ...........................................................................................

56 56 57 58

Lezione 2 • la cittadinanza italiana ed europea ........................................... Che cosa vuol dire e come si diventa cittadini italiani ................................................ La cittadinanza europea ............................................................................................... Conoscenze alla prova ...........................................................................................

59 59 61 61

Lezione 3 • le forme di Stato ................................................................................. Le forme di Stato nella storia ....................................................................................... Conoscenze alla prova ........................................................................................... DIRITTO STORIA ITALIA, 2 GIUGNO 1946: IL SUFFRAGIO UNIVERSALE ..............................

62 62 64 65

Lezione 4 • le forme di governo .......................................................................... L’analisi delle forme di governo ....................................................................................

66 66


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InDIce Monarchia e repubblica ................................................................................................ Le diverse forme di repubblica ..................................................................................... Conoscenze alla prova ...........................................................................................

speciale

IL DIRITTO DI VIAGGIARE: NORME E DOCUMENTI

66 67 69

..........................................

70

TERRITORIO e SOCIETÀ VIAGGIARE IN EUROPA ....................................................................

72

....................................................................................................................

74 75 76 78

Lezione

SINTESI

Le parole del diritto ..................................................................................................... MAPPE DI SINTESI .............................................................................................................

Verifica di apprendimento ..........................................................................................

la CoStItUZIoNe ItalIaNa

4

Lezione 1 • la genesi della Costituzione italiana ......................................... La Costituzione, fonte delle fonti ................................................................................. Lo Statuto albertino ...................................................................................................... Il periodo fascista .......................................................................................................... Nascita della Repubblica italiana e della Costituzione italiana ................................... Conoscenze alla prova ........................................................................................... DIRITTO STORIA IL COMPROMESSO COSTITUZIONALE ......................................................

82 82 83 84 84 85 86

Lezione 2 • Caratteri e struttura della Costituzione ................................... I caratteri della Costituzione italiana ........................................................................... La struttura della Costituzione italiana ........................................................................ Conoscenze alla prova ...........................................................................................

87 87 88 89

speciale

........................................................................

90

TERRITORIO e SOCIETÀ LA TUTELA DEI PARCHI ...................................................................

92

....................................................................................................................

94 95 96 98

Lezione

SINTESI

AMBIENTE E COSTITUZIONE

Le parole del diritto .................................................................................................... MAPPE DI SINTESI

........................................................................................................... .........................................................................................

Verifica di apprendimento

5

I PRINCìPI FoNdaMeNtalI e la PaRte I della CoStItUZIoNe

Lezione 1 • I princìpi fondamentali della Costituzione italiana ............. Che cosa rappresentano i princìpi fondamentali della Costituzione .......................... Il principio democratico e lavorista .............................................................................. Il principio dell’inviolabilità dei diritti dell’uomo ......................................................... Il principio di uguaglianza ............................................................................................. Il principio del lavoro .................................................................................................... L’unità nazionale e il principio di autonomia e decentramento .................................. La tutela delle minoranze linguistiche ......................................................................... I rapporti tra lo Stato italiano e la Chiesa cattolica ..................................................... Il principio della libertà religiosa .................................................................................. La tutela della cultura, della ricerca, del paesaggio e del patrimonio storico-artistico ............................................................................................................. I rapporti internazionali e il diritto di asilo ..................................................................

102 102 103 103 104 104 105 105 105 106 106 107

V


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InDIce Il principio pacifista ...................................................................................................... La bandiera italiana ....................................................................................................... Conoscenze alla prova ........................................................................................... LA PAGINA DI DIRITTO LE COSTITUZIONI PIÙ LIBERE DEL MONDO ............................................

107 108 108 109

Lezione 2 • le libertà personali e civili .............................................................. Diritti e doveri dei cittadini .......................................................................................... I rapporti civili ............................................................................................................... La libertà personale ...................................................................................................... La libertà di domicilio ................................................................................................... La libertà di comunicazione .......................................................................................... La libertà di circolazione e di soggiorno ...................................................................... La libertà di riunione ..................................................................................................... La libertà di associazione .............................................................................................. La libertà religiosa ......................................................................................................... La libertà di espressione, di parola e di stampa .......................................................... Gli altri diritti civili ........................................................................................................ Conoscenze alla prova ........................................................................................... Che cos’è? • IL DIRITTO ALL’OBLIO ...................................................................................

110 110 111 111 112 112 112 113 113 114 114 116 116 117

Lezione 3 • Famiglia, salute e istruzione .......................................................... I rapporti etico-sociali ................................................................................................... La tutela dei diritti della famiglia ................................................................................. La tutela della salute ..................................................................................................... Il diritto all’istruzione .................................................................................................... Conoscenze alla prova ...........................................................................................

118 118 118 119 120 121

Lezione 4 • I rapporti economici ........................................................................... La tutela del lavoro e i princìpi fondamentali del sistema economico ....................... Il diritto alla giusta retribuzione ................................................................................... La tutela delle donne lavoratrici, dei minori e degli inabili ......................................... La libertà sindacale e il diritto di sciopero ................................................................... La libertà di iniziativa economica ................................................................................. Il riconoscimento della proprietà pubblica e privata .................................................. Conoscenze alla prova ...........................................................................................

122 122 123 123 124 124 125 125

Lezione 5 • I diritti politici e i doveri dei cittadini ....................................... I rapporti politici ........................................................................................................... Il diritto di voto ............................................................................................................. I partiti politici ............................................................................................................... La difesa della patria ..................................................................................................... La partecipazione alle spese pubbliche ....................................................................... La fedeltà alla Repubblica ............................................................................................. Conoscenze alla prova ...........................................................................................

126 126 127 127 128 128 129 129

Lezione

speciale

.................................................................

130

TERRITORIO e SOCIETÀ LA SANITÀ ......................................................................................

132

SINTESI .....................................................................................................................

134 135 136 138

I SISTEMI SANITARI NEL MONDO

Le parole del diritto ..................................................................................................... MAPPE DI SINTESI .............................................................................................................

Verifica di apprendimento .......................................................................................... VI


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InDIce

6

la PaRte II della CoStItUZIoNe: l’oRdINaMeNto della RePUBBlICa

Lezione 1 • Il Parlamento .......................................................................................... L’ordinamento della Repubblica ................................................................................... Che cos’è il Parlamento ................................................................................................ La struttura del Parlamento: il bicameralismo perfetto .............................................. Camera e Senato ........................................................................................................... L’organizzazione e il funzionamento delle Camere ..................................................... Le funzioni del Parlamento ........................................................................................... La funzione legislativa ................................................................................................... La funzione di indirizzo politico e di controllo ............................................................ La funzione elettiva ....................................................................................................... Conoscenze alla prova ........................................................................................... Che cos’è? • L’IMMUNITÀ PARLAMENTARE ........................................................................

142 142 143 143 143 144 145 145 149 150 150 151

Lezione 2 • Il governo ................................................................................................ Che cos’è il Governo ..................................................................................................... La composizione del Governo ....................................................................................... La formazione del Governo ........................................................................................... Le funzioni del Governo ................................................................................................ Gli atti normativi del Governo ...................................................................................... Conoscenze alla prova ........................................................................................... Che cos’è? • IL GIURAMENTO DI FEDELTÀ ALLA REPUBBLICA ..............................................

152 152 153 154 155 155 156 157

Lezione 3 • la Magistratura .................................................................................... Che cos’è la Magistratura .............................................................................................. I princìpi dell’ordinamento giudiziario ......................................................................... I gradi della giustizia e i diversi tipi di processi ........................................................... L’autonomia della Magistratura: il CSM ....................................................................... Conoscenze alla prova ...........................................................................................

158 158 159 160 161 161

Lezione 4 • Il Presidente della Repubblica e la Corte Costituzionale. Chi è il Presidente della Repubblica ............................................................................ Elezione e durata in carica del Presidente della Repubblica ...................................... Le funzioni del Presidente della Repubblica ............................................................... Le responsabilità del Presidente della Repubblica ...................................................... Che cos’è la Corte Costituzionale ................................................................................. Composizione e funzioni della Corte Costituzionale ................................................... Conoscenze alla prova ........................................................................................... DIRITTO STORIA I PRESIDENTI DELLA REPUBBLICA ITALIANA ............................................

162 162 163 164 164 165 166 166 167

la Pubblica amministrazione e le autonomie territoriali ..................................................................................................................

Lezione 5 •

Che cos’è la Pubblica amministrazione ........................................................................ I princìpi della Pubblica amministrazione .................................................................... Che cosa sono le autonomie territoriali ....................................................................... Le Regioni ...................................................................................................................... I Comuni ........................................................................................................................ Le Province .................................................................................................................... Le Città metropolitane .................................................................................................. Conoscenze alla prova ...........................................................................................

168 168 169 170 171 173 174 174 175

VII


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INdICE Lezione

speciale

........................................................................

176

TERRITORIO e SOCIETÀ IL DOCUMENTO ELETTRONICO ..........................................................

178 180 181 182 184

SINTESI

LA CITTADINANZA DIGITALE

....................................................................................................................

Le parole del diritto .................................................................................................... MAPPE DI SINTESI

........................................................................................................... .........................................................................................

Verifica di apprendimento

L’UNIONE EUROPEA E LE ORGANIZZAZIONI INTERNAZIONALI

7

Lezione 1 • L’Unione europea ................................................................................. L’Unione europea, strumento di pace .......................................................................... La costruzione dell’Unione europea ............................................................................. Le principali tappe dell’integrazione europea ............................................................. I principali organi dell’Unione europea ........................................................................ Il diritto dell’Unione europea ........................................................................................ Conoscenze alla prova ........................................................................................... Che cos’è? • LA CARTA DEI DIRITTI FONDAMENTALI DELL’UNIONE EUROPEA ........................

188 188 189 190 192 193 194 195

Lezione 2 • Le organizzazioni internazionali ................................................... Il diritto internazionale ................................................................................................. L’Italia nella società internazionale .............................................................................. Che cosa sono le organizzazioni internazionali ........................................................... L’Organizzazione delle Nazioni Unite (Onu) ............................................................... Le agenzie specializzate dell’Onu ................................................................................. La Nato .......................................................................................................................... Il Consiglio d’Europa ..................................................................................................... Conoscenze alla prova ........................................................................................... Che cos’è? • L’OMC, ORGANIZZAZIONE MONDIALE DEL COMMERCIO ..................................

196 196 197 197 197 199 199 200 200 201

speciale

“MADE

IN ITALY”

...................................................................................

202

TERRITORIO e SOCIETÀ SISTEMI DI QUALITÀ INTERNAZIONALI ..............................................

204

....................................................................................................................

206 207 208 210

Lezione

SINTESI

IL

Le parole del diritto .................................................................................................... MAPPE DI SINTESI

........................................................................................................... .........................................................................................

Verifica di apprendimento

ECONOMIA 1

VIII

I FONDAMENTI DELL’ATTIVITÀ ECONOMICA

Lezione 1 • Che cos’è l’economia ......................................................................... Come soddisfare al meglio i nostri bisogni .................................................................. La società e i comportamenti economici ..................................................................... Conoscenze alla prova ...........................................................................................

214 214 215 215

Lezione 2 • I bisogni .................................................................................................... Che cos’è il bisogno ....................................................................................................... Le caratteristiche dei bisogni .......................................................................................

216 216 217


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InDIce Le tipologie dei bisogni ................................................................................................. Conoscenze alla prova ........................................................................................... Che cos’è? • LA SCALA DEI BISOGNI ................................................................................

218 218 219

Lezione 3 • I beni e i servizi ..................................................................................... I mezzi per soddisfare i bisogni .................................................................................... Le caratteristiche dei beni economici .......................................................................... Le tipologie dei beni economici .................................................................................... L’importanza dei servizi ................................................................................................ Conoscenze alla prova ........................................................................................... Che cos’è? • L’UTILITÀ DEI BENI ......................................................................................

220 220 221 221 222 222 223

Lezione 4 • I soggetti dell’economia .................................................................. Gli elementi del sistema economico ............................................................................. I soggetti che operano nel sistema economico ............................................................ Le relazioni tra i soggetti economici ............................................................................ Conoscenze alla prova ...........................................................................................

224 224 225 226 227

speciale

BISOGNI, BENI E SERVIZI TURISTICI

............................................................

228

TERRITORIO e SOCIETÀ IL TURISMO IN ITALIA .....................................................................

230

.................................................................................................................... .............................................................................................. MAPPE DI SINTESI ........................................................................................................... Verifica di apprendimento .........................................................................................

232 233 234 236

Lezione

SINTESI

Le parole dell’economia

2

le attIVItÀ eCoNoMICHe

Lezione 1 • le famiglie: consumo e risparmio ............................................... Il ruolo delle famiglie nel sistema economico .............................................................. La ricchezza delle famiglie: patrimonio e reddito ....................................................... Le attività economiche delle famiglie: consumo e risparmio ...................................... Risparmi e investimenti delle famiglie ......................................................................... Conoscenze alla prova ........................................................................................... LA PAGINA DI ECONOMIA CARRELLO DELLA SPESA PIÙ PESANTE AL NORD, +831 EURO SUL SUD

240 240 241 242 242 243 244

Lezione 2 • le imprese: produzione e investimento .................................. La produzione ................................................................................................................ I fattori della produzione .............................................................................................. La remunerazione dei fattori della produzione ........................................................... Profitti e investimenti ................................................................................................... I settori produttivi ......................................................................................................... Conoscenze alla prova ........................................................................................... Che cos’è? • IL CROWDFUNDING ......................................................................................

245 245 246 247 247 248 248 249

Lezione 3 • lo Stato: spesa pubblica ................................................................. Le funzioni dello Stato .................................................................................................. La spesa pubblica .......................................................................................................... Le entrate pubbliche ..................................................................................................... Il debito pubblico .......................................................................................................... Conoscenze alla prova ............................................................................................

250 250 251 251 252 253

IX


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InDIce Lezione 4 • Il resto del mondo: importazioni ed esportazioni .............. I rapporti economici internazionali .............................................................................. Il protezionismo ............................................................................................................. Il libero scambio ............................................................................................................ Conoscenze alla prova ...........................................................................................

254 254 255 255 256

Lezione 5 • la globalizzazione ............................................................................... Che cos’è la globalizzazione .......................................................................................... Il villaggio globale .......................................................................................................... Gli effetti della globalizzazione ..................................................................................... Le multinazionali ........................................................................................................... Conoscenze alla prova ...........................................................................................

257 257 258 258 259 259

speciale

...........................................................

260

TERRITORIO e SOCIETÀ I CONSUMI E I RISPARMI DEGLI ITALIANI ..........................................

262

.................................................................................................................... .............................................................................................. MAPPE DI SINTESI ........................................................................................................... Verifica di apprendimento .........................................................................................

264 265 266 268

Lezione

RISPARMI E INVESTIMENTI IN ITALIA

SINTESI

Le parole dell’economia

Il SISteMa eCoNoMICo

3

Lezione 1 • la nozione di sistema economico ............................................... Che cos’è il sistema economico .................................................................................... I problemi economici .................................................................................................... Conoscenze alla prova .................................................................................................

272 272 272 273

Lezione 2 • Il sistema economico capitalistico .............................................. Caratteristiche del sistema capitalistico ...................................................................... Vantaggi e svantaggi del sistema capitalistico ............................................................. Conoscenze alla prova ........................................................................................... ECONOMIA STORIA CAPITALISMO E QUESTIONE SOCIALE .................................................

274 274 276 276 277

Lezione 3 • Il sistema economico collettivista ............................................... La nascita del sistema collettivista ............................................................................... Caratteristiche del sistema collettivista ....................................................................... Vantaggi e svantaggi del sistema collettivista .............................................................. Conoscenze alla prova ...........................................................................................

278 278 279 280 280

Lezione 4 • Il sistema economico misto ............................................................ La crisi del 1929 e la teoria di Keynes ......................................................................... Caratteristiche del sistema misto ................................................................................. Vantaggi e svantaggi del sistema misto ........................................................................ Conoscenze alla prova ...........................................................................................

281 281 282 283 283

speciale

...............................................................................

284

TERRITORIO e SOCIETÀ LE BANCHE “TRADIZIONALI” E LE BANCHE “ONLINE” .......................

286

.................................................................................................................... ..............................................................................................

288 289

Lezione

SINTESI

IL SISTEMA BANCARIO

Le parole dell’economia X


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InDIce MAPPE DI SINTESI

........................................................................................................... .........................................................................................

Verifica di apprendimento

290 292

l’IMPReSa

4

Lezione 1 • l’imprenditore e le imprese ............................................................ L’attività dell’imprenditore ........................................................................................... Le tipologie di imprese ................................................................................................. Conoscenze alla prova ...........................................................................................

296 296 297 298

Lezione 2 • I rischi d’impresa e i costi di produzione ................................ Il ruolo dell’imprenditore tra scelte, rischi e profitti ................................................... Ricavi, costi e profitto ................................................................................................... L’analisi dei costi ........................................................................................................... Conoscenze alla prova ........................................................................................... Che cos’è? • IL BUSINESS PLAN .......................................................................................

299 299 300 301 302 303

Lezione 3 • le organizzazioni non profit .......................................................... Le caratteristiche delle organizzazioni non profit ....................................................... Il terzo settore ............................................................................................................... Le Onlus ......................................................................................................................... Conoscenze alla prova ...........................................................................................

304 304 305 305 305

speciale

COME AVVIARE UN’IMPRESA

......................................................................

306

TERRITORIO e SOCIETÀ LE START UP INNOVATIVE ................................................................

308

.................................................................................................................... .............................................................................................. MAPPE DI SINTESI ........................................................................................................... Verifica di apprendimento .........................................................................................

310 311 312 314

Lezione

SINTESI

Le parole dell’economia

5

Il MeRCato

Lezione 1 • Che cos’è il mercato ........................................................................... La nozione e i tipi di mercato ....................................................................................... Conoscenze alla prova ...........................................................................................

318 318 319

Lezione 2 • la domanda e l’offerta ..................................................................... La legge della domanda ................................................................................................ Che cos’è? • L’ELASTICITÀ DELLA DOMANDA ..................................................................... La legge dell’offerta ....................................................................................................... Il prezzo di equilibrio .................................................................................................... Conoscenze alla prova ........................................................................................... LA PAGINA DI ECONOMIA PERCHÉ IL BLACK FRIDAY È IL BLACK FRIDAY? ..............................

320 320 322 323 324 325 326

Lezione 3 • le principali forme di mercato ..................................................... Le forme di mercato e la formazione dei prezzi .......................................................... La concorrenza perfetta ............................................................................................... Il monopolio ................................................................................................................... La concorrenza monopolistica ......................................................................................

327 327 328 329 330

XI


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InDIce L’oligopolio .................................................................................................................... Caratteristiche a confronto .......................................................................................... Conoscenze alla prova ...........................................................................................

speciale

...................................................................................

332

TERRITORIO e SOCIETÀ L’E-COMMERCE IN ITALIA ................................................................

334

.................................................................................................................... .............................................................................................. MAPPE DI SINTESI ........................................................................................................... Verifica di apprendimento .........................................................................................

336 337 338 340

Lezione

LA FIDELIZZAZIONE

SINTESI

Le parole dell’economia

Il MeRCato del laVoRo

6

Lezione 1 • la domanda, l’offerta e il prezzo del lavoro ......................... Il valore del lavoro ......................................................................................................... Le tipologie di lavoro .................................................................................................... Gli elementi del mercato del lavoro ............................................................................. Il contratto di lavoro individuale .................................................................................. Il contratto collettivo nazionale di lavoro .................................................................... I sindacati ...................................................................................................................... Conoscenze alla prova ........................................................................................... Che cos’è? • IL PART TIME ..............................................................................................

344 344 345 345 347 347 348 349 350

Lezione 2 • le trasformazioni del mercato del lavoro ............................... Lavorare nel terzo millennio ......................................................................................... La disoccupazione ......................................................................................................... La flessibilità del lavoro ................................................................................................ Conoscenze alla prova ...........................................................................................

351 351 352 353 353

speciale

LE PROFESSIONI DEL WEB ...........................................................................

354

TERRITORIO e SOCIETÀ OCCUPAZIONE, CONTRATTI, OPPORTUNITÀ DI LAVORO .......................

356

.................................................................................................................... .............................................................................................. MAPPE DI SINTESI ........................................................................................................... Verifica di apprendimento .........................................................................................

358 359 360 362

Lezione

SINTESI

Le parole dell’economia

7

XII

330 331 331

la MoNeta

Lezione 1 • le funzioni della moneta ................................................................. La moneta, uno strumento non solo di scambio .......................................................... Dal baratto alla banconota ............................................................................................ Le tipologie di moneta .................................................................................................. Il valore della moneta .................................................................................................... Conoscenze alla prova ........................................................................................... Che cosa sono? • LE CARTE MAGNETICHE ........................................................................

366 366 367 368 369 370 371

Lezione 2 • l’inflazione ............................................................................................... Che cos’è l’inflazione ..................................................................................................... Cause dell’inflazione .....................................................................................................

372 372 373


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InDIce Effetti dell’inflazione ..................................................................................................... Rimedi: le politiche antinflazionistiche ........................................................................ Deflazione e stagflazione .............................................................................................. Conoscenze alla prova ...........................................................................................

374 374 375 376

Lezione 3 • la moneta unica europea ................................................................ L’euro ............................................................................................................................. La Banca Centrale Europea (BCE) .............................................................................. Conoscenze alla prova ...........................................................................................

377 377 379 379

speciale

.......................................................................

380

TERRITORIO e SOCIETÀ L’ANDAMENTO DELLA BILANCIA COMMERCIALE ITALIANA ...................

382

.................................................................................................................... .............................................................................................. MAPPE DI SINTESI ........................................................................................................... Verifica di apprendimento .........................................................................................

384 385 386 388

Lezione

LA BILANCIA COMMERCIALE

SINTESI

Le parole dell’economia

CReSCIta eCoNoMICa, SVIlUPPo e SottoSVIlUPPo

8

Lezione 1 • lo sviluppo economico e i suoi indicatori .............................. Che cos’è lo sviluppo economico .................................................................................. Come si misura lo sviluppo economico ........................................................................ Il Prodotto Nazionale Lordo (PNL) .............................................................................. Il Prodotto Interno Lordo (PIL) ................................................................................... Il PIL pro capite ............................................................................................................. L’Indice di Sviluppo Umano (ISU) ............................................................................... L’Indice di Povertà Umana (IPU) ................................................................................. Conoscenze alla prova ...........................................................................................

392 392 393 393 394 394 395 396 397

LA PAGINA DI ECONOMIA AFRICA, NEI PAESI SUB SAHARIANI IL PIL CORRE ..........................

398

Lezione 2 • gli squilibri della crescita economica e il sottosviluppo ..... Cause e conseguenze della mancata crescita economica ........................................... Il ciclo economico e le politiche anticicliche ............................................................... Squilibri mondiali nella crescita: il problema del sottosviluppo ................................. Definizione e caratteristiche del sottosviluppo ........................................................... Il circolo vizioso della povertà ...................................................................................... I rimedi al sottosviluppo ............................................................................................... Conoscenze alla prova ........................................................................................... Che cosa sono? • LE ORGANIZZAZIONI INTERNAZIONALI A FAVORE DELLO SVILUPPO ...........

399 399 400 401 402 403 403 404 405

speciale

...................................................................

406

TERRITORIO e SOCIETÀ FAIRTRADE NEL MONDO ..................................................................

408

.................................................................................................................... .............................................................................................. MAPPE DI SINTESI ........................................................................................................... Verifica di apprendimento .........................................................................................

410 411 412 414

CoStItUZIoNe della RePUBBlICa ItalIaNa ......................................

416

Lezione

COMMERCIO EQUO E SOLIDALE

SINTESI

Le parole dell’economia

1


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Unità di Apprendimento

1

I PRINCìPI GENERALI DEL DIRITTO Conoscenze

Abilità

n Diritto soggettivo e oggettivo n Diritto positivo e naturale n Norme giuridiche e non giuridiche n I caratteri delle norme giuridiche n Le fonti normative e la loro gerarchia

Lezione 1 Lezione 2 Lezione 3 Lezione 4

n Individuare le caratteristiche essenziali della norma giuridica e comprenderle a partire dalle proprie esperienze e dal contesto scolastico n Distinguere le differenti fonti normative e la loro gerarchia con particolare riferimento alla Costituzione italiana

Che cos’è il diritto Il diritto e le sue distinzioni Le norme giuridiche Le fonti del diritto

Lezione speciale

Il Codice del Consumo

2

Competenze Collocare l’esperienza personale in un sistema di regole fondato sulla Costituzione


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DIRITTO

soggettivo/oggettivo Le distinzioni del diritto

positivo/naturale pubblico/privato

IL DIRITTO

La gerarchia delle fonti

Le caratteristiche delle norme

norme giuridiche

Approfondimenti

Esercizi interattivi

Audio

Mappe modificabili

norme non giuridiche

D

alle prime forme di organizzazione sociale (piccoli villaggi, gruppi di famiglie, tribù), fondate prevalentemente su rapporti di parentela, alle società sempre più complesse, è emersa fin da subito la necessità per gli uomini di darsi delle regole, delle norme, per poter convivere in modo pacifico e civile, e per poter raggiungere il benessere collettivo. Queste regole sono le norme giuridiche che costituiscono il diritto. In questa Unità inizieremo il nostro viaggio nel mondo del diritto, che ci porterà a comprendere che cosa sono le norme giuridiche, quali caratteri hanno, a che cosa servono, come nascono e perché dobbiamo rispettarle. Vedremo anche come la vita di una società non sia regolata soltanto da norme giuridiche scritte e codificate. Ve ne sono molte altre, come le regole della famiglia o quelle di buona educazione, che non sono stabilite dallo Stato e non sono obbligatorie per tutti, ma facilitano la convivenza degli uomini. Infine avremo modo di capire che cosa sono le fonti del diritto e quale importante ruolo riveste la Costituzione nel nostro ordinamento giuridico.

3


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LezIOne

1 Che cos’è il diritto per consentire una convivenza serena e pacifica IL DIRITTO è formato da

regole di condotta stabilite dallo Stato salvaguardare le libertà di tutti i cittadini

Il diritto e la società Il diritto riveste un ruolo fondamentale nella nostra società e potremmo dire in tutte le società organizzate, perché nel momento stesso in cui più persone decidono di vivere in una comunità (che sia una tribù o uno Stato nazionale) è necessario che i comportamenti dei soggetti che ne fanno parte siano regolati: solo la presenza di regole, o norme (come vengono definite con terminologia tecnica), infatti, può garantire una pacifica convivenza. Può trattarsi di regole che nascono dalla consuetudine, di regole scritte o di regole emanate da un soggetto a cui è attribuito un particolare potere, tutte comunque rappresentano indicazioni di comportamento. Senza regole, come si potrebbe stabilire ciò che appartiene ad uno o all’altro? Come si potrebbe decidere chi deve svolgere un certo lavoro, con quali mansioni e come deve essere retribuito? In altre parole, come si potrebbero evitare i conflitti? Potenzialmente tutto deve essere regolato. Il diritto è l’insieme di regole di condotta (positive e negative) stabilite e fatte osservare dallo Stato per disciplinare i comportamenti di tutti i membri di una comunità. In sostanza questo insieme di regole ci dice: – che cosa possiamo o dobbiamo fare; – che cosa non possiamo o non dobbiamo fare; – che cosa succede se non facciamo o facciamo ciò che dobbiamo o non dobbiamo fare.

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Che cos’è il diritto

L’insieme di norme che lo Stato rivolge ai cittadini costituisce il sistema giuridico (o ordinamento giuridico) di una società. E perché una norma possa essere parte dell’ordinamento giuridico, cioè possa essere una norma giuridica, deve essere scritta ed emanata da chi è stato preposto a

questo compito, deve essere valida per tutti e deve prevedere delle sanzioni, ovvero delle conseguenze per chi non la rispetta.

Le finalità del diritto La nostra è una società costituita da gruppi sociali sempre più vari e numerosi, è una società dove i confini tra uno Stato e l’altro sono sempre meno delineati e dove le persone si spostano abbandonando il proprio “gruppo di origine” per entrare a far parte di gruppi diversi, di nuove comunità. A causa di questa complessità, il diritto ha bisogno di regole nuove e dettagliate per poter svolgere le sue funzioni, ovvero: •

LezIOne 1

DIRITTO

IO E IL DIRITTO Andare a scuola è un obbligo previsto dal diritto? In Italia è obbligatoria l’istruzione impar tita per almeno dieci anni e riguarda la fascia di età compresa tra i 6 e i 16 anni. • Per quali motivi, a tuo avviso, è previsto questo obbligo? • Questa norma risponde alle funzioni che il diritto deve svolgere?

consentire la convivenza serena e pacifica dei diversi gruppi di persone che formano una comunità;

salvaguardare le libertà dei membri della comunità ed assicurarsi che a tutti vengano concesse.

CONOSCENZE ALLA PROVA Verifica le tue conoscenze e abilità

Attiva le tue competenze

Vero o falso Indica se le seguenti affermazioni sono vere (V) o false (F).

Prova di realtà

1. Il diritto è nato con la società moderna. 2. Il diritto è l’insieme di regole di condotta stabilite dallo Stato. 3. Lo Stato fa rispettare le norme giuridiche. 4. Le regole giuridiche sono necessarie solo in società complesse e articolate. 5. Le norme giuridiche prevedono delle sanzioni. 6. Il diritto è necessario per garantire una convivenza pacifica e il rispetto delle libertà.

V

F

V V

F F

V V

F F

V

F

Il diritto è un insieme di regole che si dà una comunità per garantirsi una convivenza migliore. • A tuo avviso ogni comunità può darsi delle regole diverse? E queste regole possono cambiare nel tempo? • Rifletti a questo proposito e trova due esempi concreti che dimostrino se e come il diritto cambia nel tempo e nello spazio. 5


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LezIOne

2 Il diritto e le sue distinzioni soggettivo potere degli individui tutelato dalle norme

IL DIRITTO si distingue in

oggettivo complesso delle norme giuridiche

diritto pubblico si divide in

esso rappresenta

diritto privato

diritto positivo norme giuridiche imposte dallo Stato fondato sul diritto naturale diritti propri di ogni essere umano

Diritto soggettivo e diritto oggettivo Nella nostra lingua italiana la parola “diritto” viene utilizzata con significati diversi. Analizziamo le seguenti frasi. ESEMPIO

Dal momento che ho pagato il biglietto, ho il diritto di entrare allo stadio. Tutte le persone hanno il diritto di esprimere liberamente le proprie opinioni. Il diritto italiano non ammette la pena di morte. In Francia il diritto prevede che l’istruzione obbligatoria inizi a sei anni e si concluda a sedici.

Nelle prime due frasi la parola “diritto” indica il

potere che ha una persona di fare qualcosa o di pretendere da altri un determinato comportamento. In questo caso il termine è inteso in senso soggettivo, perché ci si riferisce ai soggetti a cui le norme giuridiche sono indirizzate. Esso indica quindi i diritti delle singole persone (come il diritto all’istruzione, alla salute o il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero).

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Il diritto e le sue distinzioni

LezIOne 2

DIRITTO

Nelle altre due frasi, invece, la parola “diritto” indica le leggi di uno Stato, ossia quelle norme giuridiche che devono essere rispettate obbligatoriamente da tutti. In questo caso il diritto è inteso in senso oggettivo, perché ci si riferisce all’oggetto stesso del diritto, ovvero la norma. Da questi due diversi significati nasce la distinzione tra diritto oggettivo e diritto soggettivo. Il diritto soggettivo consiste nel potere attribuito a un soggetto di far valere un proprio interesse previsto e garantito da una norma giuridica. Ogni diritto soggettivo si fonda pertanto su una norma giuridica (ovvero sul diritto oggettivo) e nel caso in cui questo diritto venga violato, il singolo può rivolgersi al giudice che riconoscerà le sue pretese. Il diritto oggettivo è il complesso delle norme giuridiche emanate e imposte dallo Stato in un determinato momento storico, chiamato anche ordinamento giuridico.

IO E IL DIRITTO Le norme giuridiche prescrivono agli individui determinati comportamenti finalizzati a garantire un regolare svolgimento della vita sociale. ESEMPIO

Il diritto italiano (diritto oggettivo) prevede che la donna lavoratrice abbia gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore uomo (art. 37 Cost.). In base a questa norma la signora Anna ha il diritto (diritto soggettivo) di pretendere dal suo datore di lavoro lo stesso stipendio del signor Gianni, suo collega, che svolge la sua stessa mansione e ha il suo stesso orario di lavoro.

Diritto positivo e diritto naturale Il diritto che noi studieremo in questo libro è il diritto oggettivo, ovvero quel complesso unitario e ordinato di norme giuridiche che costituisce il nostro ordinamento giuridico e che coincide con il diritto positivo. Nella lingua italiana, il diritto oggettivo, l’ordinamento giuridico e il diritto positivo sono sinonimi.

Esiste un diritto positivo ingiusto? Nei Paesi dove le leggi prevedono la pena di morte, la discriminazione razziale, l’esistenza di bambini-soldato e tutte quelle situazioni che non rispettano i diritti umani fondamentali dell’uomo si parla di diritto positivo ingiusto. • Perché è definito ingiusto? Sai trovare esempi, nella storia italiana, per i quali si può parlare di diritto positivo ingiusto?

Il diritto positivo dello Stato è il complesso di norme giuridiche stabilito e imposto (in latino, positus) dalle autorità di governo in un determinato momento storico. Accanto al diritto positivo, si pone il diritto naturale, ovvero l’insieme di quei princìpi che hanno un valore universale, poiché appartengono alla natura stessa dell’uomo, come il senso di giustizia che è innato in ciascun uomo, oppure la solidarietà, la libertà, la dignità. Questi princìpi ideali del diritto naturale dovrebbero essere il fondamento del diritto positivo e in questo caso avremmo un diritto positivo giusto.

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UdA 1

I pRIncìpI geneRALI DeL DIRITTO

Diritto pubblico e diritto privato I rami del diritto

Il diritto oggettivo può essere ripartito in due grandi categorie: diritto pubblico e diritto privato. Il diritto pubblico è il complesso di norme dirette all’organizzazione dello Stato e degli enti pubblici, e alla regolazione dei rapporti tra soggetti pubblici e soggetti privati, quando i soggetti pubblici hanno una posizione di supremazia sulle persone. Il diritto pubblico comprende: • le norme di funzionamento dello Stato: quali sono i suoi organi (Parlamento, Governo, Magistratura, Presidente della Repubblica), come si compongono e quali sono i loro compiti; • le norme che disciplinano gli enti pubblici, ovvero le organizzazioni (come la Regione o il Comune) che soddisfano i bisogni della collettività in diversi settori (per esempio nella sanità o nell’istruzione); • le norme che regolano il rapporto tra i cittadini e gli enti pubblici: in questo caso nel diritto pubblico i soggetti privati assumono una posizione di subordinazione nei confronti dei soggetti pubblici, poiché sono espressione di interessi individuali, mentre i soggetti pubblici rappresentano l’interesse dell’intera collettività. ESEMPIO

Il Sindaco di un Comune (soggetto pubblico) può disporre di espropriare un terreno privato per motivi di pubblico interesse (per la costruzione di una strada o di un parco). Il proprietario del terreno (soggetto privato), anche se non è d’accordo a cedere la sua proprietà, non può impedire l’espropriazione (se questa risponde a quanto previsto dalla legge) e può pretendere dal Comune solo un equo indennizzo (ossia una somma di denaro adeguata).

Il diritto privato è il complesso di norme che tutelano gli interessi dei singoli, posti su un piano di parità, dirette a regolare i rapporti tra soggetti privati e soggetti pubblici, laddove gli enti pubblici perdono la loro posizione di supremazia e si pongono su un piano di parità.

IO E IL DIRITTO Vaccinarsi è un diritto soggettivo o un obbligo? Scegliere di rinunciare o meno a una determinata cura è un diritto che hanno solo i maggiorenni verso sé stessi, ma questa libertà non deve comportare rischi per gli altri. Dal momento che non vaccinarsi può mettere a repentaglio una parte della popolazione, le istituzioni, che devono perseguire l’interesse collettivo e la tutela dei più deboli, hanno reso obbligatori vaccini contro gravi malattie infettive. • Le vaccinazioni pediatriche, a tuo avviso, sono una libertà individuale o un dovere dei genitori? È materia che riguarda il diritto pubblico o privato?

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Il diritto e le sue distinzioni

LezIOne 2

DIRITTO

Il diritto privato comprende: • le norme che regolano i rapporti tra i cittadini posti su un piano di parità (come i rapporti tra coniugi, tra vicini di casa, o i rapporti di lavoro); • le norme che regolano i rapporti tra i cittadini e gli enti pubblici, quando questi ultimi agiscono come soggetti privati. ESEMPI

Se una scuola pubblica vuole prendere in locazione un immobile di proprietà di un privato per usarlo come palestra, dovrà prima stipulare un regolare contratto con il proprietario e poi pagare il canone d’affitto pattuito. In questo caso il soggetto pubblico non può esercitare nessuna supremazia sul soggetto privato.

Le norme di diritto privato sono contenute prevalentemente nel Codice Civile.

CONOSCENZE ALLA PROVA Verifica le tue conoscenze e abilità

Attiva le tue competenze

Vero o falso Indica se le seguenti affermazioni sono vere (V) o false (F).

Cooperative Learning: in gruppo

1. Il diritto oggettivo è l’insieme delle norme giuridiche vigenti in uno Stato. 2. Il diritto soggettivo è il potere di imporre gli interessi personali su tutto. 3. Diritto soggettivo e diritto positivo sono sinonimi. 4. Il diritto naturale è stabilito dallo Stato. 5. Il diritto pubblico riguarda esclusivamente l’organizzazione dello Stato. 6. Il diritto privato può riguardare anche i rapporti tra lo Stato e i privati.

V

F

V

F

V V

F F

V

F

V

F

Completamento Completa le seguenti frasi inserendo i termini appropriati. 1. Il diritto ……………………… è dato dal complesso di norme giuridiche dirette a tutelare gli …………………… dei singoli. 2. Nel diritto pubblico i soggetti privati, essendo espressione di interessi ……………………… , assumono una posizione di ……………………… nei confronti dei soggetti ………………………, che rappresentano l’interesse dell’intera ……………………… . 3. Il diritto soggettivo è tutelato da norme giuridiche, quindi dal diritto ……………………… .

• Dividetevi in gruppi di 5 persone. • Immaginate di essere chiamati a fare una lezione sul significato della parola “diritto” a bambini che frequentano il 3° anno della scuola primaria. • Preparate cartelloni colorati o una presentazione digitale per la LIM della scuola. Cercate di essere molto semplici, utilizzate un linguaggio facilmente comprensibile e corredate il vostro discorso con molti esempi. • Concludete la vostra presentazione con domande finali (almeno 5) a cui dovranno rispondere i bambini dopo la vostra lezione. 9


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LezIOne

3 Le norme giuridiche norme giuridiche

emanate dallo Stato e obbligatorie per tutti

norme non giuridiche

non emanate dallo Stato e rivolte a gruppi determinati

si distinguono in LE NORME

Diverse categorie di norme Quotidianamente, anche se non ce ne rendiamo conto, tutti noi rispettiamo una serie di norme che regolano la società e che possiamo distinguere in due grandi categorie. NORME GIURIDICHE Sono le regole stabilite e imposte dallo Stato. Esse costituiscono l’ordinamento giuridico dello Stato e sono obbligatorie per tutti i soggetti che ci vivono, tanto che lo Stato può imporne il rispetto ricorrendo anche all’uso della forza (monopolio legittimo della forza). NORME NON GIURIDICHE Queste regole non sono stabilite dallo Stato e non sono rivolte a tutti. Esse riguardano diversi settori e attività, e stabiliscono i comportamen-

ti da seguire o da evitare da parte di coloro che fanno parte di un determinato gruppo. Sono norme non giuridiche, per esempio, le norme sportive, religiose o familiari.

Le caratteristiche delle norme giuridiche Le norme giuridiche ci indicano che cosa possiamo fare (diritto soggettivo), che cosa non possiamo fare (divieto) e che cosa dobbiamo fare (obbligo o dovere). Le norme giuridiche normalmente sono composte da due elementi: • il precetto, ossia il comando che impone che cosa si deve o non si deve fare; • la sanzione, ossia la punizione prevista in caso di trasgressione.

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Le norme giuridiche

LezIOne 3

DIRITTO

La sanzione a sua volta può essere: • pecuniaria, se consiste nel pagamento di una somma di denaro (multa); • restrittiva, se consiste nella limitazione di alcune facoltà (ritiro della patente); • detentiva, se riguarda la privazione della libertà personale (detenzione in carcere).

Caratteristiche delle norme giuridiche

obbligatorietà (o coattività)

generalità

astrattezza

Le norme giuridiche devono essere rispettate per forza e prevedono sanzioni per chi le trasgredisce. ES: La legge prevede che chiunque si impossessa della cosa mobile altrui, cioè chi ruba, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con una multa da 154 a 516 euro.

Le norme giuridiche sono rivolte a tutti gli individui e non a singole persone. ES: La legge stabilisce che il proprietario di un cane è sempre responsabile del benessere e del controllo del proprio animale e risponde di danni o lesioni che questo può arrecare a persone, animali o cose. Questa norma vale per tutti i proprietari dei cani e non solo per alcuni.

Le norme giuridiche non si rivolgono a casi concreti già accaduti, ma a situazioni ipotetiche che si potranno o meno verificare in futuro. ES: L’articolo 575 del Codice Penale stabilisce che colui che compie un omicidio è punito con un numero di anni di reclusione non inferiore a 21 anni. Quando nella realtà si verifica un omicidio (Giovanni uccide Carlo), il giudice, dopo aver accertato la colpevolezza di Giovanni, in base a questa norma astratta lo condanna a 21 anni di reclusione (sanzione detentiva).

bilateralità

Le norme giuridiche riguardano la relazione tra due soggetti: mentre a un soggetto attribuiscono una situazione di vantaggio (diritto), a un altro impongono una situazione di svantaggio (obbligo o dovere). ES: La legge prevede che chiunque causi un danno ingiusto a un’altra persona è tenuto a risarcirlo (art. 2043 Codice Civile). Questa norma attribuisce al soggetto che ha subìto il danno una posizione di vantaggio (diritto al risarcimento) e parallelamente al soggetto che ha provocato il danno una situazione di svantaggio (obbligo di risarcire il danno).

relatività

Le norme giuridiche cambiano nel tempo (si modificano in base ai cambiamenti della società) e nello spazio (ogni Stato ha le sue leggi, ossia ha un proprio ordinamento giuridico). ES: Nel 2017 è stata emanata una legge che vieta l’uso del cellulare per chi guida sulle strade italiane e prevede il ritiro della patente per coloro che non la rispettano. Fino a pochi anni fa non era necessario emanare questa norma perché nessuno possedeva un telefono cellulare.

positività (o statalità)

Le norme giuridiche sono stabilite e imposte dallo Stato e sono applicate nell’ambito del proprio territorio. ES: Una legge stabilisce che in Italia siano tutelati le lavoratrici e i lavoratori, anche con riguardo alle differenze di genere, di età e alla condizione delle lavoratrici e dei lavoratori immigrati.

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UdA 1

I pRIncìpI geneRALI DeL DIRITTO

Le caratteristiche delle norme non giuridiche

IO E IL DIRITTO A che cosa servono le sanzioni? Si possono individuare tre funzioni principali di una sanzione: – punitiva: punisce chi ha compiuto atti illeciti; – preventiva: spinge ad evitare comportamenti scorretti; – riparatoria: pone rimedio ai danni provocati dalla violazione della norma. • Trova un esempio per ciascuna delle tre funzioni di una sanzione.

Le norme non giuridiche stabiliscono un comportamento che deve essere tenuto o evitato, e possono riguardare diversi settori della società (per esempio norme sportive, familiari, religiose). Se queste norme non vengono rispettate, spesso ci sono sanzioni o conseguenze sfavorevoli, che non sono rivolte a tutti, ma solo alle persone che appartengono al determinato gruppo. ESEMPIO

Le regole del calcio prevedono che i calciatori, ad esclusione del portiere, non possano toccare il pallone con le mani. La norma è rivolta solo chi gioca a calcio e se un giocatore di una squadra non rispetta la regola, l’arbitro accorda un calcio di punizione o un rigore alla squadra avversaria.

Analogamente, coloro che praticano la religione cattolica saranno tenuti a partecipare alla messa domenicale, mentre i musulmani dovranno rispettare il mese sacro del digiuno (ramadan) dedicato alla preghiera e alla meditazione.

CONOSCENZE ALLA PROVA Verifica le tue conoscenze e abilità

Attiva le tue competenze

Completamento Completa le seguenti frasi inserendo i termini appropriati.

Prova di realtà

1. Le norme ………………………….. sono regole stabilite dallo Stato. L’insieme delle norme giuridiche costituisce l’………………………….. giuridico dello Stato. 2. Le regole sportive sono norme ……………………….. . 3. Le norme giuridiche sono generalmente composte da due parti: il ……………….. e la …………………….. . 4. Le norme giuridiche sono ……………………….. perché cambiano nel tempo e nello spazio. 5. Le norme giuridiche sono bilaterali perché attribuiscono a un soggetto una situazione di …….………………….. e ad un altro una situazione di ……………………….. . 6. La sanzione può essere pecuniaria, restrittiva e ……… ………………….. .

12

Sicuramente anche nella tua classe si seguono regole di comportamento. • Costruisci due tabelle: elenca nella prima le regole che seguite quotidianamente in classe durante tutte le ore di lezione, nella seconda le regole di comportamento specifiche richieste da ogni singolo docente. • Confronta il tuo lavoro con quello dei tuoi compagni, poi discutetene insieme: sono indispensabili queste regole di comportamento? Quali sono i vantaggi e quali i rischi?


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Le norme giuridiche

LezIOne 3

DIRITTO

CHE COS’È? IL RegOLAmenTO DI IsTITUTO

C

ome in ogni ambiente sociale, anche nella scuola vi sono regole da rispettare e norme a cui adeguarsi. Ogni scuola raccoglie le proprie regole di funzionamento in un apposito documento chiamato Regolamento di Istituto, che deve essere elaborato rispettando i princìpi e le norme contenute nello Statuto delle studentesse e degli studenti (DPR 249/1998). Il Regolamento di Istituto è un insieme di regole che servono a garantire il corretto funzionamento della scuola e il rispetto dei diritti e dei doveri di tutte le componenti scolastiche (studenti, docenti, dirigente scolastico, personale non docente, genitori). Le norme riguardano: • il funzionamento degli organi collegiali (assemblee di classe e di Istituto); • il funzionamento degli uffici amministrativi (orario di apertura al pubblico); • l’organizzazione dell’Istituto (orario delle lezioni, calendario scolastico, intervallo); • il regolamento degli studenti (norme di comportamento, divieti, comportamenti da sanzionare e relative sanzioni disciplinari); • il regolamento dei laboratori (modalità di fruizione, uso delle attrezzature); • il regolamento della biblioteca (modalità di accesso, servizio prestiti); • il regolamento dei docenti. Riportiamo, a titolo di esempio, un articolo di un Regolamento di Istituto riguardante i divieti per gli studenti.

DOMANDE CHIAVE 1. In base a quali princìpi deve essere elaborato un Regolamento di Istituto? 2. Quali finalità deve avere un Regolamento di Istituto? 3. Analizza il Regolamento di Istituto della tua scuola e completa una tabella in cui riporterai i dati relativi alle seguenti categorie: • comportamenti sanzionabili degli alunni; • sanzione prevista; • organo competente a comminare (stabilire) la sanzione.

Art. 00 – È SEVERAMENTE VIETATO: • sporcare le aule e tutti gli spazi della scuola; • danneggiare attrezzature e arredi; • manomettere dispositivi e segnaletiche di sicurezza e comunque tenere comportamenti che mettano a repentaglio la sicurezza altrui; • utilizzare le uscite di sicurezza, se non per le emergenze; • utilizzare le macchine distributrici di cibo e bevande fuori dai tempi destinati alla ricreazione; • utilizzare il telefono cellulare per contattare altre persone o per ricevere messaggi scritti o vocali (qualora fosse necessario, i genitori devono essere contattati tramite gli uffici di segreteria); • utilizzare il telefono cellulare per fotografare o eseguire riprese; • compiere atti di bullismo sotto qualsiasi forma; • usare linguaggi offensivi nei confronti di altri allievi e di tutto il personale scolastico; • fumare all’interno dell’edificio scolastico e in tutti gli spazi di pertinenza della scuola; • introdurre nei locali di pertinenza della scuola sostanze stupefacenti/alcoliche; • tenere un abbigliamento non consono al contesto scolastico; • interrompere le lezioni per dare comunicazioni, far firmare documenti o altro senza aver ricevuto l’autorizzazione dal Dirigente Scolastico; • accedere alla sala insegnanti senza la presenza di un docente; • danneggiare qualsiasi documento scolastico.

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LezIOne

4 Le fonti del diritto Fonti di produzione atti o fatti che producono altre norme giuridiche LE FONTI DEL DIRITTO sono

Fonti di cognizione documenti che permettono di conoscere le norme giuridiche

Fonti-atto norme scritte Fonti-fatto norme non scritte, che si tramandano oralmente

Origine e diffusione delle norme giuridiche Le norme giuridiche in vigore in uno Stato sono contenute prevalentemente in documenti scritti, chiamati atti normativi (per esempio una legge o un regolamento), approvati da determinati organi dotati del potere di emanare, cioè approvare, le norme giuridiche secondo procedure previste a loro volta da altre norme giuridiche. Questi atti normativi prendono il nome di fonti del diritto. ESEMPIO

Le leggi sono fonti del diritto perché consistono in documenti scritti, che contengono norme giuridiche, approvati dal Parlamento nel rispetto delle modalità previste nella nostra Costituzione (artt. 70-74).

Le fonti del diritto si possono distinguere in fonti di produzione e fonti di cognizione. FONTI DI PRODUZIONE Sono atti o fatti che producono le norme giuridiche e stabiliscono gli organi preposti a emanarle. Queste fonti possono essere: Le consuetudini giuridiche

• fonti-atto: documenti scritti che contengono le norme giuridiche (Costituzioni, leggi, regolamenti), emanati da particolari organi (come il Parlamento e il Governo) secondo determinate procedure; • fonti-fatto: norme giuridiche non scritte, che sono tramandate oralmente nel tempo dalla collettività, con la convinzione che siano obbligatorie (usi o consuetudini).

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Le fonti del diritto

LezIOne 4

DIRITTO

FONTI DI COGNIZIONE Sono gli strumenti attraverso i quali le fonti di produzione vengono portate a conoscenza della collettività. Essi sono: la Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, i Bollettini Ufficiali delle Regioni, la Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea, i Testi Unici, i Codici. In Italia tutte le fonti del diritto, ad esclusione degli usi o consuetudini, sono scritte e sono organizzate in un sistema ordinato di fonti (chiamato ordinamento giuridico), in base al quale ogni fonte trae origine da un’altra fonte, che ne disciplina il modo di formazione. Al vertice di questo sistema è posta la Costituzione che rappresenta la fonte più elevata, chiamata “fonte delle fonti”: essa non è disciplinata da nessun’altra fonte, in quanto è stata scritta e approvata da un organo, l’Assemblea costituente, eletto dal popolo il 2 giugno 1946.

La gerarchia delle fonti Le fonti del diritto sono tante e non sono poste tutte su uno stesso piano, ovvero non hanno tutte lo stesso valore. Esse vengono classificate secondo un ordine di importanza (gerarchia delle fonti), in base al quale le fonti di grado superiore hanno la prevalenza su quelle di grado inferiore: la fonte subordinata non può essere in contrasto con quella di livello superiore, altrimenti dovrà essere eliminata dall’ordinamento giuridico. Tale gerarchia è necessaria per stabilire, in caso di contrasto tra le fonti, quale sia quella valida da applicare. Il principio della gerarchia delle fonti può essere rappresentato con una piramide al cui vertice è posta la Costituzione e ai livelli inferiori tutte le altre fonti. La piramide della gerarchia delle fonti

Costituzione e leggi costituzionali Regolamenti comunitari Leggi ordinarie e Atti con forza di legge Leggi regionali Regolamenti

Fonti costituzionali Fonti primarie Fonti secondarie

Consuetudini Al vertice della piramide vi sono le fonti costituzionali, le leggi fondamentali su cui si basa l’intero sistema giuridico dello Stato italiano, poi vi sono le fonti primarie, a loro volta suddivise in tre tipologie di fonti, e infine le fonti secondarie.

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UdA 1

I pRIncìpI geneRALI DeL DIRITTO

Fonti del diritto italiano

Abbreviazioni

Organo competente

Definizione La Costituzione è la legge fondamentale dello Stato. Contiene norme giuridiche rivolte a tutelare i principali diritti e doveri dei cittadini e a disciplinare il funzionamento dei principali organi dello Stato.

Cost.

LEGGI COSTITUZIONALI

L.cost.

Parlamento

Le leggi costituzionali sono le uniche leggi che possono modificare e integrare la Costituzione, perché sono poste sullo stesso piano.

REGOLAMENTI COMUNITARI

Reg.UE

Organi dell’Unione europea

I regolamenti comunitari sono leggi emanate da organi dell’Unione europea, che devono essere rispettate da tutti i Paesi che fanno parte dell’Ue.

LEGGI ORDINARIE

L.

Parlamento

Le leggi ordinarie sono leggi approvate dal Parlamento, che non possono essere in contrasto con la Costituzione.

ATTI AVENTI FORZA DI LEGGE

COSTITUZIONE

Assemblea costituente

DECRETI LEGGE

D.L.

Governo

I decreti legge sono emanati dal Governo di propria iniziativa e hanno la stessa importanza delle leggi ordinarie. Normalmente il potere di fare le leggi spetta al Parlamento, ma in casi eccezionali di necessità e urgenza il Governo può emanare le leggi al posto del Parlamento.

DECRETI LEGISLATIVI

D.Legs.

Governo

I decreti legislativi sono emanati dal Governo su richiesta del Parlamento e hanno la stessa importanza delle leggi ordinarie.

L.reg.

Consiglio regionale

Le leggi regionali sono emanate dalle Regioni, che sono enti con potere legislativo. Possono riguardare soltanto le materie di competenza regionale e sono valide nell’ambito del territorio della Regione.

DPR/DPCM DM

Governo Ministri Autorità amministrative locali

I regolamenti sono fonti secondarie, nel senso che sono subordinate alle fonti primarie. Essi possono essere emanati: • dal Governo e dai singoli ministri con validità su tutto il territorio dello Stato; • da organi regionali, provinciali e comunali con validità locale.

Fonti-fatto

Le consuetudini sono norme non scritte che si tramandano oralmente. Sono le uniche fonti-fatto del nostro ordinamento giuridico e non possono essere in contrasto con le fonti-atto.

LEGGI REGIONALI

REGOLAMENTI GOVERNATIVI, MINISTERIALI E LOCALI (regionali, provinciali, comunali)

USI NORMATIVI O CONSUETUDINI

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Le fonti del diritto

LezIOne 4

DIRITTO

conflitti tra norme giuridiche Quando si verifica un contrasto tra due norme giuridiche si possono applicare vari criteri: • il criterio gerarchico: se una fonte di livello inferiore è in contrasto con una di grado superiore, la norma di grado inferiore risulterà non valida e sarà eliminata dall’ordinamento giuridico. In questo caso si parla di annullamento. ESEMPIO

Se una legge regionale stabilisce che in una certa Regione italiana possono essere iscritti a scuola solo ragazzi nati nella stessa Regione, questa legge sarà annullata perché in contrasto con l’articolo 34 della Costituzione.

• il criterio cronologico: se sono in contrasto due fonti con lo stesso grado gerarchico, risulterà valida la fonte emanata più di recente e sarà eliminata la fonte più antica. In questo caso si parla di abrogazione. ESEMPIO

Se una legge ordinaria del 2013 prevedeva una multa di 50 euro per chi sale in autobus senza il biglietto e una legge del 2018 prevede per la stessa infrazione una multa di 250 euro, prevarrà la legge del 2018 e la precedente sarà abrogata.

CONOSCENZE ALLA PROVA Verifica le tue conoscenze e abilità

Attiva le tue competenze

Vero o falso Indica se le seguenti affermazioni sono vere (V) o false (F).

Prova di realtà

1. Le fonti di produzione sono fonti-atto e fonti-fatto. 2. La Gazzetta Ufficiale è una fonte di cognizione. 3. I regolamenti comunitari e i regolamenti governativi hanno la stessa importanza. 4. Annullamento e abrogazione sono sinonimi. 5. Le fonti del diritto hanno tutte la stessa importanza. 6. Il Parlamento ha potere legislativo. 7. Una legge ordinaria non può essere in contrasto con la Costituzione. 8. Il Governo emana leggi regionali. 9. Le leggi ordinarie sono emanate dal Parlamento. 10. La legge costituzionale è l’unica fonte che può modificare la Costituzione.

Nelle ultime pagine del libro è riportato il testo della Costituzione della Repubblica italiana.

V

F

V

F

V

F

V

F

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V V

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V

F

V

F

• Di che cosa parla l’articolo 3? • Descrivi il suo contenuto sul quaderno e illustra un fatto, di cui sei venuto a conoscenza, che viola questo articolo della Costituzione.

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Il Codice del Consumo Che cos’è il Codice del Consumo Tutte le volte che si acquista un prodotto o un servizio, sia che l’acquisto venga fatto in un negozio tradizionale oppure sia fatto on line, l’acquirente cioè il consumatore acquisisce dei diritti. La maggior parte dei consumatori ignora le norme che sono alla base dei suoi diritti e la conseguenza è che quando si verifica un problema, relativamente all’acquisto di un bene o un servizio, e non si è preparati, qualcuno può approfittare della situazione per trarne dei vantaggi. La legge italiana ha definito in modo chiaro e puntuale le norme a tutela del consumatore, che ha così la possibilità di conoscere i propri diritti e le tutele che gli spettano, nel Codice del Consumo. Il Codice del Consumo è stato emanato con il decreto legislativo 6 settembre 2005, n. 206, e aggiornato successivamente in diversi momenti; è un insieme di regole che riunisce la normativa che tutela il consumatore. Lo scopo del Codice è quello di regolamentare tutte le fasi dell’acquisto di un bene o di un servizio partendo dal momento in cui il consumatore entra in contatto con il venditore.

Chi è il consumatore? Il Codice del Consumo definisce: • consumatore “la persona fisica che agisce per scopi estranei all’attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta”; • professionista “la persona fisica o giuridica che agisce nell’esercizio della propria attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale, ovvero un suo intermediario”. La conseguenza di queste definizioni è che tutte le norme previste dal Codice del Consumo possono essere applicate solo ed esclusivamente: • se chi acquista beni o servizi lo fa per necessità di consumo privato; • chi vende deve operare come imprenditore.

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Quali sono i diritti fondamentali del consumatore? Al consumatore si riconoscono diversi diritti. Tra questi diritti ci sono il diritto alla salute, alla sicurezza dei prodotti, all’informazione, alla trasparenza, alla correttezza e all’equità nei rapporti contrattuali. Diritto all’informazione. Il Codice del Consumo stabilisce il dovere da parte del venditore di fornire al consumatore informazioni chiare e comprensibili sul prodotto (sicurezza, composizione e qualità del prodotto) o servizio che sta acquistando e su tutti gli aspetti del contratto. Inoltre il venditore è obbligato a non fornire al consumatore informazioni che possano spingerlo ad acquistare prodotti che in mancanza di quelle informazioni non avrebbe acquistato.

Clausole vessatorie Il contenuto del contratto di vendita può essere determinato liberamente dalle parti purché siano rispettati i diritti del consumatore. Spesso però il contenuto del contratto è già stato preparato dal venditore che ha predisposto moduli in cui sono definite tutte le condizione del contratto, per esempio quando si acquistano servizi telefonici, di luce oppure servizi assicurativi o bancari. Questi contratti possono contenere delle condizioni (clausole) che possono essere particolarmente sfavorevoli per il consumatore. Tali clausole si definiscono vessatorie. Tali condizioni possono riguardare, per esempio, la possibilità di modificare il prezzo di vendita o la qualità del prodotto da parte del venditore senza dare l’opportunità al consumatore di recedere dal contratto oppure l’applicazione di penali altissime in caso di ritardo dei pagamenti. Il Codice del Consumo prevede che se nel contratto sono presenti clausole vessatorie, il contratto rimane valido ma è nulla la clausola cioè non sarà applicata.


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LezIone speCIaLe

Consegna Una recente modifica al Codice del Consumo ha definito il tempo in cui il professionista è tenuto a consegnare i beni al consumatore e anche le conseguenze nel caso in cui tale periodo non sia rispettato. Il bene acquistato deve essere consegnato al consumatore “senza ritardo ingiustificato” e comunque entro 30 giorni dalla data di conclusione del contratto. Quindi il consumatore ha diritto a ricevere il bene nel termine minore possibile o al massimo entro i 30 giorni. Un aspetto importante riguarda il fatto che per consegna si intende la disponibilità dei beni al consumatore, cioè il consumatore deve avere la possibilità di poter disporre e utilizzare i beni. Se la consegna non avviene entro il termine previsto, il consumatore può recedere dal contratto, cioè esprime la volontà di sciogliere il contratto, e chiedere la restituzione delle somme che ha già versato.

Garanzia Per ogni acquisto, sia effettuato in un negozio oppure on line, il Codice del Consumo stabilisce che ci sia la garanzia legale di due anni. Questa garanzia è valida per tutti i beni di consumo acquistati purché il venditore sia un professionista. Questo pe-

dIrItto

riodo può, per volontà delle parti, essere prolungato ma non può essere ridotto. Se il bene acquistato presenta dei difetti si può chiedere la riparazione o la sostituzione del prodotto. La segnalazione del difetto deve essere effettuata entro 2 mesi dalla scoperta ed è preferibile fare la segnalazione in forma scritta con raccomandata. Per far valere la garanzia è necessario presentare o un modulo di garanzia con la data dell’acquisto e la firma del venditore oppure lo scontrino fiscale.

Il diritto di recesso È bene non confondere il diritto di recesso per ripensamento con la libertà di cambiare idea. Se il consumatore acquista beni o servizi in un negozio o in un locale commerciale non è prevista la possibilità di cambiare idea. Il prodotto può essere restituito al professionista solo se è d’accordo. Se però l’acquisto avviene fuori dai locali commerciali, per esempio online, al telefono, per strada, è possibile esercitare il diritto di recesso per ripensamento. Il diritto di recesso deve essere esercitato entro 14 giorni dal ricevimento del prodotto e non è necessario fornire delle giustificazioni. Il venditore dovrà restituire, entro 14 giorni dal giorno in cui ha ricevuto la comunicazione del consumatore di voler recedere, la somma pagata.

itoFlash Testa acquistato un’automobile usasctaonptrreassdoeiundifveetntidsul-

ri atore h nsumatore del venUn consum 13 mesi il co ei confronti n o p re o D le . va o r at fa uò re autorizz uali diritti p sumatore q l’auto. Il con ditore? ne sulla gasumo on li n o C l e d e ni nel Codic a informazio tti usati. • Rintracci a dei prodo it d n ve a ll ta su ranzia offer

DOMANDE CHIAVE 1. Che cos’è e a che cosa serve il Codice del Consumo? 2. A chi possono essere applicate le norme del Codice di Consumo? 3. Descrivi quali sono i diritti fondamentali dei consumatori.

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Le raccolte di norme 1 Il Codice Civile italiano è una raccolta di norme che disciplina i rapporti tra cittadini (diritto civile) e le attività svolte dagli imprenditori (diritto commerciale). Si compone di sei libri che regolano i rapporti della persona e della famiglia, le successioni ereditarie, i diritti derivanti dalla proprietà di beni, le obbligazioni, il lavoro e la tutela dei diritti. Il Codice Civile è stato emanato nel 1942 e ha subito nel corso degli anni molte modifiche per adattare le norme in esso contenute ai cambiamenti della società. Una delle più rilevanti modifiche è quella relativa alle adozioni. Dal 1975 per una coppia di genitori italiani è possibile adottare un minore nato in un Paese diverso dall’Italia.

Codice Civile Minori per i quali è stata rilasciata l’autorizzazione all’ingresso in Italia a scopo adottivo secondo il Paese di provenienza nel 2017 Altri 395 Bulgaria 57

Federazione Russa 228

27,5%

Perù 45

15,8%

3,1% 4,0% 5,1%

• In quale libro del Codice Civile si parla dell’imprenditore?

2

Cina 74 Brasile 76

5,6%

Vietnam 80

Il Codice Penale italiano è un insieme di norme che identifica tutti i comportamenti che lo Stato considera come dannosi, cioè i reati. Nel Codice Penale sono anche stabilite le pene per coloro che non rispettano le norme e quindi per coloro che commettono i reati. Il codice prevede pene proporzionali alla gravità dei reati commessi.

10,7%

5,3%

8,5%

6,6%

Polonia 95

7,8% Ungheria 112

India 123 Colombia 154

Fonte: Presidenza del Consiglio dei Ministri Report Commissione per le Adozioni Internazionali.

Codice Penale Numero di delitti denunciati dalle Forze dell’ordine all’Autorità giudiziaria nell’anno 2017 Strage Omicidi volontari (per furto, rapina, scopo terroristico, tipo mafioso) Omicidi colposi (incidenti stradali, percosse, violenza sessuale) Furti

• Qual è la differenza tra furto e rapina?

17 368 1705 1 265 678

Rapine

30 564

Incendi

10 310 Fonte: ISTAT.

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dIrItto

terrItorIo e Società

Codice della Strada

3

Le multe in Europa per chi guida con il cellulare Il Codice della Strada è un insieme di norme che regolano il comportamento che deve essere mantenuto da tutti coloro che circolano sulle strade del territorio italiano. Le norme del Codice della Strada non sono infatti rivolte solo ai conducenti di autoveicoli ma anche ai pedoni, ai ciclisti, ai motociclisti.

Euro 240 220 200 180 160 140 120 100 80

In Olanda, come mostra il grafico, la multa per chi viene “beccato” a guidare con il cellulare è di 230 euro. Spagna e Danimarca sono seconde a pari merito con 200 euro.

60 40 20

st ria Tu rc hi a

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Fonte: Adac.

• In Italia la multa per chi guida con il cellulare ammonta a 160 € inoltre è prevista un’ulteriore sanzione. Qual è? Fai una breve ricerca.

Codice delle Pari Opportunità XVIII Legislatura: le donne elette nei due rami del Parlamento italiano

4 Dati in %

C Camera Donne

S Senato

TOTALE NAZIONALE

Uomini

34,6

34,8

C

Il Codice delle Pari Opportunità, emanato nel 2006 e successivamente modificato, si occupa di promuovere le pari opportunità tra uomo e donna nei vari ambiti della vita sociale, politica e del lavoro. L’obiettivo delle norme contenute in questo Codice è quello di raggiungere una uguaglianza di trattamento tra il genere maschile e quello femminile, eliminando tutte le discriminazioni esistenti. Favorire la partecipazione delle donne alla vita politica, eliminare le differenze di retribuzione tra i lavoratori e le lavoratrici, parificare il ruolo della madre e del padre all’interno della famiglia sono solo alcuni degli aspetti considerati nel Codice delle Pari Opportunità.

Valle d’Aosta 100 C

Lombardia 0 S

31,4 C

Trentino Alto Adige 54,5

28,6 S

C

42,6 S

Piemonte 33,3 C

C

C

S

Emilia Romagna 40

25

C

36,4 S

C

• Leggi la mappa e individua qual è la regione con più donne elette in Parlamento e quale con meno.

C

C

C 37,5

33,3

33,3

C

S

Abruzzo

Lazio 25

34,5

S

42,6 S 25 S

28,6

42,6

C

C

S

42,9 S 14,3 S

Molise 66,7

44,8

C

S

Sicilia 40,4

S

Umbria

Campania 31,7

33,3

Marche

C

S

Sardegna 29,4

C 30,8

44,4

Toscana 31,6

34

Friuli Venezia Giulia

Liguria 31,3

S

Veneto

Calabria 44 S

45 C

44,4 S

Basilicata 16,7 14,3 C

S

0 S

Puglia 42,9 C

35 S

Fonte: Ministero dell’Interno.

21


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sintesi Che cos’è il diritto?

In senso generale, il diritto è l’insieme di regole di condotta (positive e negative) stabilite e fatte osservare dallo Stato per disciplinare i comportamenti di tutti i membri di una comunità. Esso ha il fine di consentire la convivenza serena e pacifica dei diversi gruppi di persone che formano una comunità, salvaguardare le libertà dei membri della comunità e assicurarsi che esse siano garantite a tutti.

Qual è la differenza fra diritto soggettivo e diritto oggettivo?

Il diritto in senso soggettivo indica i diritti delle singole persone, ossia il potere di far valere un proprio interesse tutelato dalle norme giuridiche. Il diritto oggettivo è l’insieme delle norme giuridiche obbligatorie per tutti, che sono emanate e imposte dallo Stato. Esso è chiamato anche ordinamento giuridico.

Che cosa sono le norme giuridiche?

Le norme giuridiche sono regole di comportamento obbligatorie, che lo Stato impone a tutti per realizzare una pacifica convivenza e un corretto funzionamento della vita sociale. L’inosservanza delle norme giuridiche è punita con una sanzione.

Quali sono i caratteri delle norme giuridiche?

Le norme giuridiche oltre ad essere obbligatorie sono: generali, perché tutti sono tenuti a rispettarle; astratte, perché prevedono delle situazioni che potranno accadere in futuro; bilaterali, perché attribuiscono ai destinatari diritti e doveri; relative, perché possono cambiare nel tempo e nello spazio; positive, perché sono imposte dallo Stato.

Che cosa sono le fonti del diritto?

Le fonti del diritto indicano da dove nascono le norme giuridiche. Si dividono in fonti-atto, ossia norme giuridiche scritte, e fonti-fatto, ossia norme giuridiche non scritte che si tramandano oralmente.

Che cos’è la gerarchia delle fonti?

La gerarchia delle fonti sta ad indicare che le fonti del diritto non hanno la stessa importanza, ma vengono ordinate secondo una scala gerarchica, al cui vertice c’è la Costituzione. Il criterio gerarchico delle fonti stabilisce che, se una fonte di grado inferiore è in contrasto con una di grado superiore, deve essere eliminata dall’ordinamento giuridico (annullamento). Il criterio cronologico delle fonti stabilisce che, se due fonti dello stesso grado sono in contrasto tra loro, avrà la prevalenza la fonte più recente e la fonte precedente sarà eliminata dall’ordinamento giuridico (abrogazione).

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I pRINcìpI gENERalI DEl DIRITTO

Come sono classificate le fonti del diritto italiano?

Che cos’è la Costituzione?

SINTESI

DIRITTO

Al primo livello sono poste la Costituzione e le leggi costituzionali, le uniche leggi che possono modificare la Costituzione. Al secondo livello ci sono i regolamenti emanati dall’Unione europea. Al terzo livello ci sono le leggi ordinarie del Parlamento, i decreti legge e i decreti legislativi emanati dal Governo. Al quarto livello ci sono le leggi regionali emanate dalle Regioni. Al quinto livello ci sono i regolamenti interni, che sono fonti secondarie emanate dal Governo e dagli enti locali (Comuni e Province). Al sesto ed ultimo livello ci sono gli usi o le consuetudini, che sono le uniche fonti non scritte. La Costituzione è la legge fondamentale dello Stato ed è la fonte più importante del nostro ordinamento giuridico. È stata emanata dall’Assemblea costituente ed è entrata in vigore il 1° gennaio del 1948.

LE PAROLE DEL DIRITTO Codici: sono testi legislativi organici e sistematici che contengono tutte le norme riguardanti una determinata materia. Nel nostro ordinamento giuridico tra i codici più importanti ci sono il Codice Civile e il Codice Penale.

Francese Inglese Spagnolo Tedesco

Codes Codes Códigos Gesetzbücher

Norma giuridica: è una regola di condotta obbligatoria prescritta dall’ordinamento giuridico.

Francese Inglese Spagnolo Tedesco

Règle juridique Legal rule Norma juridica Rechtsvorschrift

Consuetudini: sono fonti del diritto non scritte che consistono nella ripetizione di un certo comportamento da parte della collettività, ritenuto obbligatorio.

Francese Inglese Spagnolo Tedesco

Coutumes Custom Costumbres Gewohnheiten

Regolamenti: sono fonti secondarie del diritto emanate da organi del potere esecutivo nel rispetto delle leggi.

Francese Inglese Spagnolo Tedesco

Règlements Regulations Reglamentos Vorschriften

Diritto: è l’insieme di regole di comportamento stabilite dallo Stato su cui si fonda una ordinata convivenza.

Francese Inglese Spagnolo Tedesco

Droit Right Ley Recht

Sanzione: è la punizione prevista per chi trasgredisce una norma giuridica.

Francese Inglese Spagnolo Tedesco

Sanction Sanction Sanción Sanktion

23


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Uda 1

Mappe di sintesi IL DIRITTO

insieme di norme giuridiche imposte dallo Stato per assicurare una convivenza pacifica

SOGGETTIVO

OGGETTIVO

POSITIVO

NATURALE

PUBBLICO

PRIVATO

diritti delle singole persone

insieme delle norme giuridiche

complesso di norme imposte dallo Stato

princìpi di valore universale

insieme di norme giuridiche dirette ad organizzare lo Stato ed il suo rapporto con i cittadini

insieme di norme giuridiche dirette a regolare i rapporti tra i privati

LE CARATTERISTICHE DELLE NORME GIURIDICHE

OBBLIGATORIE

GENERALI

ASTRATTE

BILATERALI

RELATIVE

POSITIVE

devono essere rispettate per forza

si rivolgono a tutti

prevedono situazioni ipotetiche

riguardano due soggetti, uno in posizione di vantaggio e l’altro di svantaggio

cambiano nel tempo e nello spazio

sono imposte dallo Stato

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1

I prInCìpI GeneraLI deL studia dIrItto Che cosa l’economia MappeLezIone dI sIntesI

dIrItto

LE FONTI DEL DIRITTO

contengono le norme giuridiche

FONTI DI PRODUZIONE

FONTI DI COGNIZIONE

atti o fatti che producono le norme giuridiche

documenti attraverso i quali i cittadini possono conoscere le norme giuridiche (Codici, Gazzetta Ufficiale e Testi Unici)

FONTI-ATTO

FONTI-FATTO

documenti scritti che contengono le norme emanate dagli organi preposti

norme non scritte, sentite come obbligatorie

I CONTRASTI TRA NORME

le norme sono classificate secondo un ordine di importanza che stabilisce eventuali contrasti

CRITERIO GERARCHICO

CRITERIO CRONOLOGICO

le fonti di livello superiore prevalgono su quelle di livello inferiore

le fonti successive prevalgono su quelle precedenti

annullamento

abrogazione

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Uda 1

I prInCìpI GeneraLI deL dIrItto

VERIFICA DI APPRENDIMENTO VERO O FALSO

Easy test COMPLETAMENTO 1. Completa le seguenti frasi utilizzando

i termini sotto elencati. generalità – fatto – soggettivo – gerarchia – costituzionali – giuridiche – positività – Costituzione – atto 1. Il diritto in senso ………………………… indica i diritti delle singole persone, mentre il diritto in senso oggettivo indica l’insieme delle norme ………………….....………… stabilite e imposte dallo Stato. 2. I caratteri delle norme giuridiche sono: obbligatorietà, ……………, astrattezza, bilateralità, relatività e …..............… . 3. Le fonti del diritto indicano da dove hanno origine le norme giuridiche e si dividono in fonti ………………………….......… e fonti …………………………… . 4. La …………………………… delle fonti del diritto indica che le fonti non hanno tutte la stessa importanza, ma vengono classificate secondo un ordine gerarchico. 5. La fonte più importante è la …………… . 6. Le leggi ……………………….........…… sono le uniche che possono modificare la Costituzione.

1. Indica se le seguenti affermazioni sono vere (V) o false (F). 1. Il diritto positivo può essere chiamato anche diritto naturale. 2. Tutte le norme della società sono giuridiche. 3. Le norme giuridiche sono astratte. 4. Le norme giuridiche cambiano nel tempo. 5. La Costituzione è un insieme di leggi. 6. Le leggi ordinarie non possono modificare la Costituzione. 7. I decreti legge sono atti aventi forza di legge. 8. Le consuetudini sono fonti-atto. 9. Le fonti del diritto non hanno tutte la stessa importanza. 10. Se due fonti si trovano ad uno stesso livello, prevale la fonte più antica.

F F F F F

V V V

F F F

V

F

V

F

DOMANDE A SCELTA MULTIPLA 2. Individua la risposta esatta. 1. Le norme giuridiche sono generali perché sono obbligatorie: A per un gruppo determinato di persone B per tutti gli Stati C per tutte le persone D solo per i maggiorenni 2. Le norme giuridiche sono positive perché: A devono essere osservate da tutti B si rivolgono a situazioni future C sono emanate e imposte dallo Stato D garantiscono solo diritti 3. È la fonte più importante del nostro ordinamento giuridico: A la Costituzione B la legge ordinaria C la consuetudine D la Gazzetta Ufficiale 4. I regolamenti comunitari sono emanati: A dal Comune B dalla Regione C dall’Unione europea D dal Governo

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V V V V V


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VerIfICa dI apprendIMento

5. Le consuetudini: A sono fonti-fatto non scritte B sono fonti-fatto scritte C non sono fonti del diritto D sono fonti cognitive 6. Le norme giuridiche si riferiscono a casi ipotetici, quindi la norma giuridica è: A bilaterale B astratta C positiva D generale

Uda 1

dIrItto

ESCLUSIONI 5. Individua all’interno di ciascuno dei seguenti gruppi di parole il termine estraneo. 1. 2. 3. 4.

Positivo, naturale, giuridico, oggettivo, soggettivo Unilateralità, relatività, coattività, astrattezza, generalità Atto, fatto, di produzione, normativa, di cognizione Legge ordinaria, Costituzione, decreto legge, decreto legislativo, consuetudine

DOMANDE A RISPOSTA APERTA COMPLETAMENTO

6. Rispondi in forma orale o scritta alle seguenti domande.

3. Completa le seguenti frasi inserendo i termini appropriati.

1. Che cosa si intende per diritto naturale? 2. Quali sono le differenze tra norme giuridiche e non giuridiche? 3. Quali sono i caratteri delle norme giuridiche? Spiegane il significato. 4. Che cosa rappresenta la piramide della gerarchia delle fonti? 5. Che cosa accade se una fonte di grado inferiore è in contrasto con una fonte di grado superiore?

1. Il diritto …………………………… può essere ripartito in diritto pubblico e …………………………… . 2. Il …………………………… è il comando previsto dalla norma giuridica. 3. La sanzione è pecuniaria se il trasgressore dovrà pagare una …………………………… . 4. Le fonti del diritto non hanno tutte la stessa importanza. Al primo livello troviamo la ……………………........……… e le ……… ………………….........….. . 5. Se una legge ordinaria è in contrasto con la Costituzione dovrà essere …………………...........………… per incostituzionalità. 6. Se due fonti di uno stesso livello sono in contrasto tra di loro, avrà la prevalenza la fonte ……………………….… .

CORRISPONDENZE 4. Abbina ad ogni espressione della colonna di sinistra una espressione della colonna di destra, riportando i numeri negli appositi spazi. 1. 2. 3. 4. 5. 6.

Rapporti tra privati Diritto oggettivo Regole sportive Decreto legge Norme non scritte Modifica della Costituzione 7. Legge regionale 8. Legge ordinaria

norme non giuridiche Consiglio regionale legge costituzionale Parlamento diritto privato consuetudini Governo ordinamento giuridico

IMPARO AD IMPARARE 7. Riassumi in poche righe gli argomenti principali trattati in questa Unità, utilizzando le parole chiave suggerite. ordinamento giuridico – fonti di diritto – gerarchia – abrogazione – Costituzione – annullamento – criterio ............................................................................................................. ............................................................................................................. ............................................................................................................. ............................................................................................................. ............................................................................................................. ............................................................................................................. ............................................................................................................. ............................................................................................................. .............................................................................................................

DIZIONARIO DI DIRITTO 8. Ricerca nell’Unità di apprendimento le parole nuove di cui non conoscevi il significato e sottolineale in rosso. Poi riportale su un quaderno-rubrica e scrivi il loro significato utilizzando tutto ciò di cui disponi: libro di testo, Internet, vocabolario, spiegazione del docente o altro.

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Unità di Apprendimento

2

Il rapporto gIurIdIco Conoscenze

Abilità

n Il rapporto giuridico n Gli elementi del rapporto giuridico n La persona fisica n Gli incapaci di agire n La persona giuridica n La classificazione delle organizzazioni collettive n I beni

n Cogliere le differenze tra rapporto giuridico e non giuridico n Individuare gli elementi del rapporto giuridico n Individuare la funzione delle norme che regolano l’incapacità di agire n Cogliere analogie e differenze tra persona fisica e persona giuridica n Individuare i vari tipi di organizzazioni collettive n Individuare i vari tipi di beni

Lezione 1 Lezione 2 Lezione 3 Lezione 4

Il rapporto giuridico Le persone fisiche Le persone giuridiche I beni

Lezione speciale

Il contratto di compravendita

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Competenze Collocare l’esperienza personale e sociale in un sistema di regole


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DIRITTO

IL RAPPORTO GIURIDICO

elementi

che cos’è

soggetti

oggetto

persone fisiche

beni giuridici

persone giuridiche

servizi

T Approfondimenti

Esercizi interattivi

Audio

Mappe modificabili

utti noi possiamo facilmente comprendere quali siano le differenze che intercorrono tra un rapporto di amicizia e un rapporto rilevante giuridicamente. Mentre il primo è basato prevalentemente su regole dettate dalla morale personale, dalla correttezza, dalla sensibilità e dalla cultura, i rapporti giuridici sono relazioni interpersonali che vedono rilevanti interessi coinvolti e pertanto sono regolate da norme giuridiche, le quali stabiliscono il comportamento dei soggetti implicati. Così accade che se rimando una cena a casa di amici non dovrò pagare nessuna penalità, mentre se ho prenotato una cena con trenta amici al ristorante e cambio idea all’ultimo momento sarò tenuto a risarcire il ristoratore per i danni che ha subìto. In questa Unità definiremo che cos’è un rapporto giuridico e quali sono gli elementi fondamentali che lo costituiscono. Distingueremo i soggetti ai quali le norme giuridiche attribuiscono diritti e doveri, che possono essere persone fisiche, ossia gli esseri umani considerati individualmente, o persone giuridiche, ossia i gruppi di persone fisiche, come le società o le associazioni. Ci soffermeremo infine sull’oggetto del rapporto giuridico e precisamente sui beni giuridici e sulla loro classificazione.

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LezIOne

1 Il rapporto giuridico persone fisiche soggetti persone giuridiche

GLI ELEMENTI DEL RAPPORTO GIURIDICO

beni oggetto servizi

Che cos’è il rapporto giuridico Nella nostra vita quotidiana stabiliamo continuamente relazioni con altre persone: con i nostri genitori, con gli amici, con il gestore del bar dove facciamo colazione, con chiunque entriamo in contatto nella nostra vita sociale. Queste relazioni sono di natura diversa e molte di esse sono regolate da norme giuridiche che stabiliscono diritti e obblighi dei soggetti coinvolti. ESEMPIO

Matilde e le sue amiche trascorrono il pomeriggio in centro a passeggiare, poi decidono di andare in un negozio per fare shopping. Le due situazioni si riferiscono a relazioni di natura diversa: andare a passeggio con le amiche riguarda relazioni affettive di carattere personale, estranee al diritto; mentre acquistare abiti è una situazione regolata da norme giuridiche, perché Matilde e le sue amiche sono obbligate a pagare ciò che hanno comperato.

Nell’esempio riportato, l’obbligo tra le ragazze e il proprietario del negozio deriva da un contratto regolato dalla legge – contratto di vendita –, secondo il quale il venditore è obbligato a cedere la proprietà di un bene e il cliente è obbligato a pagarne il prezzo. Le ragazze hanno quindi il diritto di ricevere il bene acquistato e il venditore la somma di denaro corrispondente. Il contratto è uno dei rapporti giuridici più diffusi, che regola tantissime situazioni quotidiane, come prendere l’autobus o andare al cinema, ma ne esistono molti altri, come quello che si stabilisce tra lavoratore e datore di lavoro o tra marito e moglie. Il rapporto giuridico è una relazione che si stabilisce tra due o più soggetti, regolata dalle norme giuridiche, ossia dal diritto.

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Il rapporto giuridico

LezIOne 1

DIRITTO

Gli elementi del rapporto giuridico Perché si possa stabilire un rapporto giuridico, occorre che ci siano almeno due soggetti (per esempio, il negoziante e il cliente) e un oggetto (il bene acquistato). Gli elementi del rapporto giuridico sono quindi: • i soggetti: coloro che stabiliscono un rapporto dal quale derivano diritti e obblighi. Il soggetto attivo ha una posizione di vantaggio (diritto), mentre il soggetto passivo ha una posizione di svantaggio (obbligo, dovere o onere). Soggetti del rapporto giuridico possono essere sia le persone fisiche (gli esseri umani) sia le persone giuridiche (gruppi di persone fisiche); • l’oggetto: ovvero i beni (come un libro, una casa, un motorino) e i servizi (per esempio la visita medica, la consulenza di un avvocato).

IO E IL DIRITTO Quando vado a mangiare una pizza, quali sono gli elementi del rapporto giuridico che si stabilisce? In questo rapporto: – il soggetto attivo è il ristoratore (persona fisica) che ha il diritto di essere pagato; – il soggetto passivo sei tu con i tuoi amici (persone fisiche) che avete l’obbligo di pagare il conto; – l’oggetto sono le pizze e le bevande che avete ordinato. • Analizza gli elementi di un altro rapporto giuridico che vivi quotidianamente.

CONOSCENZE ALLA PROVA Verifica le tue conoscenze e abilità

Attiva le tue competenze

Vero o falso Indica se le seguenti affermazioni sono vere (V) o false (F).

Prova di realtà

1. Tutti i rapporti tra le persone hanno effetti giuridici. 2. Dal rapporto giuridico sorgono diritti e obblighi. 3. Il rapporto tra marito e moglie è un rapporto giuridico. 4. Il rapporto tra amici non è un rapporto giuridico. 5. Il soggetto attivo ha una posizione di vantaggio. 6. Il soggetto passivo è titolare di un obbligo. 7. Il bene è l’oggetto del rapporto giuridico. 8. I soggetti del rapporto giuridico sono solo le persone fisiche.

V V

F F

V

F

V

F

V V V

F F F

V

F

Individua almeno cinque rapporti che vivi quotidianamente e per ciascuno di essi analizza gli elementi che lo contraddistinguono, utilizzando il seguente schema. RAPPORTO: ..................................... Soggetto attivo: ................................ Soggetto passivo: ..........................….. Oggetto: ....................................... Diritto: ........................................ Obbligo: ....................................... 31


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LezIOne

2 le persone fisiche capacità giuridica

idoneità ad essere titolari di diritti e doveri

si acquista alla nascita

capacità di agire

idoneità a compiere atti che modificano il proprio stato giuridico

si acquista a 18 anni

LE PERSONE FISICHE hanno

I soggetti del diritto: le persone fisiche I soggetti del rapporto giuridico (o soggetti del diritto) sono i destinatari delle norme giuridiche, ossia coloro che sono tenuti a rispettare i diritti e gli obblighi previsti dalla legge. I soggetti del diritto possono essere sia i singoli individui (persone fisiche) che i gruppi di persone (persone giuridiche). Nel diritto, la persona fisica è l’essere umano, considerato come individuo singolo. Giuridicamente, la nascita della persona fisica coincide con il momento in cui il neonato acquista vita autonoma, ossia quando si separa dal grembo materno: compiuto il primo atto di respirazione si diventa soggetti di diritto.

La capacità giuridica e la capacità di agire Tutte le persone fisiche, senza distinzioni legate al sesso, alla razza o ad altre condizioni personali, con la nascita acquistano la capacità giuridica, ossia diventano titolari di diritti soggettivi (come il diritto al nome, il diritto alla vita, il diritto all’integrità fisica).

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Le persone fisiche

LezIOne 2

DIRITTO

La capacità giuridica è l’idoneità riconosciuta ad ogni persona a divenire titolare di diritti e doveri. Si acquista con la nascita e si estingue con la morte. Avere capacità giuridica, cioè avere l’idoneità ad essere titolari di diritti, è espressione del principio di uguaglianza ed anche se può apparire ovvio, in realtà in passato non è stato sempre così. Per esempio gli schiavi erano soggetti privi di capacità giuridica: essi erano privati di ogni diritto, considerati come “cose” e come tali potevano essere comprati, venduti e sfruttati. Ed anche le donne, fino a non molto tempo fa, godevano di una capacità giuridica limitata: per esempio non avevano diritto di voto e non potevano accedere alle cariche pubbliche. La capacità giuridica si acquista con la nascita e cessa con la morte, ovvero nel momento in cui termina l’attività cerebrale e la respirazione cardiaca: con la morte dell’individuo si estinguono tutti i suoi diritti personali (mentre quelli patrimoniali si trasmettono agli eredi) e tutti i suoi doveri. Tuttavia essere titolari di diritti non significa automaticamente poterli esercitare. ESEMPIO

Filippo, appena nato, acquista la capacità giuridica e quindi può ricevere in eredità dal nonno una casa e diventarne proprietario, tuttavia egli non sarà ancora in grado di esercitare tutti i suoi diritti e doveri, quindi non potrà pagare le imposte su quella casa o venderla.

La legge ritiene che solo a 18 anni la persona abbia raggiunto un buon livello di maturità e sia in grado di curare autonomamente i propri interessi, diventando responsabile delle sue azioni e dei suoi comportamenti. Pertanto la legge distingue due tipi di capacità e prevede, oltre a quella giuridica, anche la capacità di agire. La capacità di agire è l’idoneità del soggetto ad esercitare autonomamente i diritti di cui è titolare e ad assumere obblighi giuridici. Si acquista al compimento della maggiore età.

IO E IL DIRITTO Anche se sono minorenne, posso svolgere un’attività lavorativa? Sebbene la capacità di agire si acquisti a 18 anni, sono previste delle eccezioni. In campo civile, per esempio, il minore di almeno 16 anni può essere assunto tramite un contratto di apprendistato per svolgere attività lavorativa finalizzata al conseguimento di una qualifica professionale. • Approfondisci la posizione giuridica del minore in campo penale: che cosa succede se un minore di almeno 14 anni ha compiuto un reato?

ESEMPIO

Per poter esercitare il diritto di vendere la casa ricevuta in eredità dal nonno, Filippo dovrà aspettare di compiere 18 anni, quando per legge acquisterà la capacità di agire e potrà concludere da solo un contratto di vendita.

L’incapacità di agire Il diciottesimo anno di età segna lo spartiacque per ottenere la capacità di agire, bisogna però precisare che la maggiore età

non sempre determina l’acquisto della capacità di agire. Può infatti accadere che una persona, benché maggiorenne, non sia in grado di curare autonomamente i propri interessi a causa di gravi problemi fisici o psichici, per esempio un anziano colpito da demenza senile o un adulto affetto da una grave malattia mentale.

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UdA 2

IL RAppORTO GIURIDICO

La posizione giuridica del minore

Al pari dei minorenni, quindi, la legge considera questi soggetti incapaci di agire, per evitare che possano compiere atti a loro dannosi o che altri possano approfittare della loro infermità. L’incapacità di agire indica che una persona non può compiere (incapacità assoluta), o può farlo solo in parte (incapacità relativa), atti giuridicamente validi. Gli atti giuridici che riguardano la gestione del patrimonio si distinguono in: • atti di ordinaria amministrazione: sono atti economicamente poco rilevanti, che non modificano in modo significativo il patrimonio di una persona (come affittare una casa); • atti di straordinaria amministrazione: sono atti economici che modificano in modo rilevante la consistenza patrimoniale di una persona (come vendere o comprare una casa).

Nel caso di incapacità assoluta, la persona non potrà compiere né atti di ordinaria amministrazione, né atti di straordinaria amministrazione. Nel caso di incapacità relativa, la persona può compiere autonomamente soltanto atti di ordinaria amministrazione. Vediamo nello specifico quali categorie di persone sono dichiarate incapaci di agire. Assolutamente incapaci di agire Sono coloro che non hanno raggiunto la maggiore età. La tutela dei loro interessi viene affidata ai genitori o, in loro mancanza, a un tutore nominato dal Tribunale (giudice tutelare). I minori adolescenti, pur essendo incapaci assoluti, possono compiere atti giuridici di modesto valore economico, che sono ritenuti validi in quanto si presume che siano stati autorizzati dai genitori, avendo dato loro il denaro necessario per gli acquisti. Minori

ES:

Filippo, proprietario dell’appartamento ricevuto in eredità dal nonno, è ancora minorenne. Egli non può decidere di affittare la sua casa (atto di ordinaria amministrazione), né di venderla (atto di straordinaria amministrazione). Saranno i suoi genitori che, se lo ritengono opportuno, potranno prendere queste decisioni esclusivamente nel suo interesse. Filippo, tuttavia, ogni giorno può concludere moltissimi contratti di scarso valore economico, come pagare il biglietto dell’autobus per andare a scuola, comprare la benzina per il motorino o un trancio di pizza per colazione.

Interdetti giudiziali

Sono coloro che si trovano in una condizione di grave e abituale infermità mentale e quindi non sono in grado di provvedere a loro stessi. La richiesta di interdizione viene fatta dai parenti e deve essere dichiarata – dopo accurati accertamenti – dal Tribunale (giudice tutelare), che nomina un tutore (il coniuge, un genitore, un fratello, un figlio maggiorenne).

Interdetti legali

Sono coloro che hanno ricevuto una condanna superiore a 5 anni di reclusione. Come punizione accessoria per i gravi reati che hanno commesso, essi per tutta la durata della pena sono considerati incapaci assoluti relativamente agli atti economici (non possono compiere atti di ordinaria e straordinaria amministrazione), mentre conservano la capacità per gli atti personali, come il matrimonio o il riconoscimento del figlio.

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Le persone fisiche

LezIOne 2

DIRITTO

Relativamente incapaci di agire

Minori emancipati

Sono minori di almeno 16 anni che hanno ottenuto dal Tribunale dei Minorenni l’autorizzazione a sposarsi. Possono compiere autonomamente tutti gli atti di ordinaria amministrazione, mentre per gli atti di straordinaria amministrazione sono assistiti da un curatore, nominato dal Tribunale (giudice tutelare).

Inabilitati

Sono coloro che, a causa di parziale infermità mentale, prodigalità (ossia la tendenza a sperperare il denaro), abuso di sostanze alcoliche o di stupefacenti, sordomutismo o cecità dalla nascita (se non hanno ricevuto un’educazione adeguata), possono perdere parzialmente la capacità di agire. In seguito alla sentenza di inabilitazione, essi possono compiere atti di ordinaria amministrazione, mentre per gli atti di straordinaria amministrazione devono essere assistiti da un curatore, nominato dal Tribunale (giudice tutelare).

CONOSCENZE ALLA PROVA Verifica le tue conoscenze e abilità

Attiva le tue competenze

Domande a scelta multipla Individua la risposta esatta.

Cooperative Learning: in coppia

1. La capacità giuridica: A è l’idoneità ad essere titolari di diritti e obblighi B è l’idoneità a gestire autonomamente i propri diritti C si acquista con la maggiore età D consente di contrarre matrimonio 2. La capacità di agire: A è l’idoneità ad essere titolari di diritti e obblighi B è l’idoneità a gestire autonomamente i propri diritti C si acquista con la nascita D è sempre assoluta 3. I minori emancipati possono compiere: A atti di straordinaria amministrazione B atti di ordinaria amministrazione C qualsiasi atto, di ordinaria e straordinaria amministrazione D tutti gli atti giuridici patrimoniali 4. Sono relativamente incapaci di agire: A gli interdetti legali B i minori C gli interdetti giudiziali D i minori emancipati

Lavorando insieme a un tuo compagno di classe risolvi i seguenti casi. 1. Il papà di Giovanni da tempo sperpera tanto denaro per il gioco d’azzardo, privando la famiglia di quanto è necessario per vivere. Che cosa potrà fare la mamma di Giovanni per tutelare il marito e il benessere della sua famiglia? 2. La nonna di Giulia è stata colpita da un ictus. In seguito alla malattia non è più in grado di provvedere autonomamente ai suoi interessi ed ha bisogno di una persona che la aiuti e la sostenga nella gestione quotidiana della sua vita (per riscuotere la pensione, gestire i propri risparmi, fare la spesa e così via). Che cosa possono fare i genitori di Giulia per aiutare la nonna? 35


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LezIOne

3 le persone giuridiche associazioni riconosciute scopo non lucrativo (non economico) LE PERSONE GIURIDICHE possono avere

scopo lucrativo (economico)

fondazioni

società di capitali

I soggetti del diritto: le persone giuridiche Le norme giuridiche sono rivolte non soltanto alle persone fisiche, ma anche alle organizzazioni collettive, chiamate persone giuridiche. Queste organizzazioni sono soggetti di diritto veri e propri, al pari delle persone fisiche, e sono dotate di personalità giuridica: esse possono compiere atti giuridici (come acquistare o vendere beni) e sono titolari di diritti ed obblighi. La persona giuridica è costituita da un insieme di persone fisiche che si organizzano e mettono a disposizione risorse, finanziarie e materiali, per raggiungere uno scopo comune, lucrativo (di guadagno) o non lucrativo. La persona giuridica diventa, quindi, un soggetto diverso rispetto alle persone fisiche che ne fanno parte, ha un proprio patrimonio, un proprio nome e, dopo che ha ottenuto il riconoscimento da parte dello Stato, acquisisce l’idoneità ad essere titolare di propri diritti e doveri, cioè acquisisce la personalità giuridica. Gli elementi essenziali per la nascita di una persona giuridica sono dunque: • • • •

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il gruppo di persone fisiche che decidono di organizzarsi; il patrimonio proprio, ovvero l’insieme dei beni messi in comune; lo scopo da raggiungere (lucrativo o non); il riconoscimento, cioè un atto formale attraverso il quale lo Stato attribuisce all’organizzazione la personalità giuridica.


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Le persone giuridiche

LezIOne 3

DIRITTO

L’autonomia patrimoniale Le persone giuridiche necessitano di un proprio patrimonio – denominato patrimonio sociale – costituito da beni materiali o somme di denaro messe a disposizione per raggiungere lo scopo prefissato (lucrativo o non lucrativo). ESEMPIO

La società “Zeta Trasporti” ha un patrimonio sociale iniziale di 60.000 euro, dato dalla somma delle quote versate da Giulio (20.000 euro), da Paola (20.000 euro) e da Giovanni (20.000 euro), che sarà necessario per avviare l’azienda e gestire l’attività che porterà il guadagno (scopo lucrativo). La fondazione “Giuseppe Verdi”, che gestisce una casa di riposo per musicisti (scopo non lucrativo), ha un suo patrimonio sociale che è stato inizialmente apportato dal noto compositore Giuseppe Verdi.

Il patrimonio della persona giuridica è nettamente separato da quello delle persone che la compongono (soci, associati, membri di una fondazione o altri) e questa caratteristica è definita autonomia patrimoniale perfetta. Ciò significa che i beni che compongono il patrimonio della persona giuridica appartengono alla persona giuridica e non ai componenti dell’organizzazione, pertanto ogni singolo componente non dovrà rispondere con il proprio patrimonio dei debiti contratti dalla persona giuridica. ESEMPIO

Se gli affari della società “Zeta Trasporti” S.p.A. vanno male, i soci perdono soltanto i 20.000 euro che hanno versato alla società e che hanno costituito il patrimonio sociale, perché la “Zeta Trasporti” è una società ad autonomia patrimoniale perfetta.

Tuttavia, non tutte le organizzazioni collettive sono persone giuridiche. Esistono, infatti, organizzazioni collettive alle quali non viene riconosciuta la personalità giuridica. In questo caso, quando manca la personalità giuridica, l’organizzazione, pur avendo un patrimonio distinto da quello degli associati, gode di una autonomia patrimoniale imperfetta. Ciò significa che, se l’organizzazione non può far fronte ai propri debiti, può essere richiesto il patrimonio personale degli associati per pagare tali debiti. ESEMPIO

Se l’associazione non riconosciuta “Gli amici della musica” acquista degli strumenti musicali per insegnare ai bambini a suonare e non riesce a pagare il debito contratto con il fornitore, gli associati dovranno pagare personalmente tale debito, perché l’organizzazione è ad autonomia patrimoniale imperfetta.

PERFETTA

risponde l’organizzazione

ha personalità giuridica

IMPERFETTA

risponde prima l’organizzazione e poi il singolo

non ha personalità giuridica

AUTONOMIA PATRIMONIALE

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UdA 2

IL RAppORTO GIURIDICO

Le tipologie delle persone giuridiche Un elemento per distinguere le varie tipologie di persone giuridiche è lo scopo per cui si sono formate e organizzate, che può essere: • scopo non lucrativo: un gruppo di persone può unirsi per raggiungere uno scopo non economico, cioè non finalizzato a conseguire un guadagno (lucro). Rientrano in questa sezione le associazioni e le fondazioni. ESEMPIO

L’Aism (Associazione Italiana Sclerosi Multipla) promuove la ricerca scientifica contro la sclerosi multipla e si occupa dei servizi e dei diritti delle persone affette da questa malattia.

• scopo lucrativo: un gruppo di persone può decidere di mettere insieme dei beni per svolgere un’attività economica, al fine di ottenere un utile da distribuire tra i soci. Rientrano in questa categoria le società di capitali. ESEMPIO

Giulio vuole aprire un albergo a Ferrara. Poiché deve affrontare molte spese (come comprare l’immobile, gli arredamenti, gli impianti, le attrezzature), chiede ad altre persone conosciute se vogliono partecipare all’impresa. Giulio trova dei soci in grado di conferire capitali per finanziare l’attività e che poi divideranno con lui gli utili ottenuti. Si costituisce così la società Astra S.p.A. che gestirà l’albergo Astra di Ferrara.

Persone giuridiche con autonomia patrimoniale perfetta SCOPO NON LUCRATIVO

Associazioni riconosciute

Sono costituite da persone che mettono insieme mezzi e risorse finanziarie per realizzare uno scopo di natura non economica, come possono essere le associazioni sportive, culturali, assistenziali o religiose.

Fondazioni

Nascono dalla volontà di una sola persona, il fondatore, che destina propri mezzi materiali (denaro o beni immobili) per un determinato fine di interesse sociale. L’elemento principale di queste organizzazioni è proprio il patrimonio, finalizzato spesso a promuovere ricerche scientifiche o attività benefiche. SCOPO LUCRATIVO

Società di capitali

Sono organizzazioni collettive che svolgono un’attività di tipo imprenditoriale allo scopo di realizzare profitti e ripartirli tra i soci.

Le organizzazioni collettive che non godono di personalità giuridica, perché non hanno richiesto il riconoscimento formale da parte dello Stato, e quindi sono dotate di autonomia patrimoniale imperfetta sono: le associazioni di fatto e i comitati (scopo non lucrativo) e le società di persone (scopo lucrativo).

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Le persone giuridiche

senza scopo di lucro con personalità giuridica

LezIOne 3

DIRITTO

• associazioni • fondazioni

con scopo di lucro

società di capitali

senza scopo di lucro

• associazioni di fatto • comitati

con scopo di lucro

società di persone

PERSONE GIURIDICHE senza personalità giuridica

Le persone giuridiche possono inoltre essere distinte in: • private: sono tutte le organizzazioni collettive che nascono per iniziativa dei privati e che sono dirette a soddisfare interessi privati determinati, di tipo lucrativo o non lucrativo; • pubbliche: dette enti pubblici, sono particolari organizzazioni nate per rispondere ai bisogni di pubblico interesse (per esempio il bisogno di ordine pubblico, di giustizia, di gestione dei rifiuti) e di realizzare il benessere dell’intera collettività. L’ente pubblico più complesso è lo Stato, a cui si aggiungono gli enti pubblici territoriali (come le Regioni, le Province, i Comuni) e gli enti pubblici non territoriali, che svolgono funzioni a carattere specifico (come l’Inps che si occupa di pensioni, o l’Inail che si interessa di infortuni sul lavoro).

CONOSCENZE ALLA PROVA Verifica le tue conoscenze e abilità

Attiva le tue competenze

Vero o falso Indica se le seguenti affermazioni sono vere (V) o false (F).

Cooperative Learning: in gruppo

1. Le persone giuridiche sono gruppi organizzati di persone fisiche. 2. Lo scopo lucrativo è uno scopo non economico. 3. La Provincia è un ente pubblico. 4. Ogni gruppo organizzato ha un proprio patrimonio costituito dalla somma delle quote versate dai singoli associati. 5. Le fondazioni hanno scopo lucrativo. 6. Le società di persone hanno scopo lucrativo. 7. Le società di persone hanno autonomia patrimoniale perfetta. 8. Le associazioni non riconosciute sono prive di personalità giuridica e presentano un’autonomia patrimoniale imperfetta.

V V V

F F F

V V V

F F F

V

F

V

F

• Dividetevi in gruppi di 5 persone. • Ipotizzate di essere un gruppo organizzato che voglia raggiungere uno scopo di vostro interesse, stabilendo: – il nome e lo scopo dell’organizzazione (che può essere lucrativo o non lucrativo); – il tipo di organizzazione (società di persone o di capitali, associazione, comitato, o altro). • Spiegate per quale motivo avete scelto quel tipo di organizzazione e individuate i rischi economici ai quali andate incontro. 39


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UdA 2

IL RAPPORTO GIURIDICO

CHE COS’È? L’ISTAT, ISTITUTO NAZIONALE DI STATISTICA

L’

Il profilo giuridico

Istat è un ente di ricerca pubblico con una propria personalità giuridica, un proprio patrimonio e personale dipendente, e svolge la propria attività secondo uno Statuto e Regolamenti interni, che disciplinano gli aspetti organizzativi, gli aspetti patrimoniali e quelli contabili. L’Istat è stato istituito nel 1926 ed è stato riorganizzato nel 1989 con l’istituzione del Sistema Statistico Nazionale che ha definito norme sui compiti dell’Istat e la sua organizzazione. La sede centrale dell’Istat si trova a Roma. Esiste poi una rete di uffici su tutto il territorio nazionale. In ogni Regione è presente una struttura che collabora con gli altri enti locali (province e comuni).

Le funzioni L’Istat ha il ruolo fondamentale di realizzare indagini, studi e analisi con lo scopo di produrre statistiche ufficiali per soddisfare i bisogni informativi della collettività. Le statistiche prodotte dall’Istat, che possono essere consultate da tutti, sono a disposizione dei cittadini ma soprattutto della Pubblica Amministrazione. Le analisi e i risultati delle analisi prodotte dall’Istat devono seguire il principio dell’imparzialità e affidabilità. Imparzialità significa che le analisi non devono essere condizionate da fattori o da soggetti esterni e affidabilità significa che devono rispecchiare con accuratezza e precisione la realtà che vogliono rappresentare.

Le informazioni prodotte dall’Istat riguardano diversi aspetti: economici, sociali, territoriali e ambientali. Gli strumenti che utilizza l’Istat per raccogliere le informazioni sono i

censimenti totali o campionari. I più diffusi sono i censimenti campionari con i quali l’Istat seleziona un campione rappresentativo del fenomeno che vuole analizzare. Il campione rappresentativo, scelto con regole molto precise, permette di avere informazioni generali sul fenomeno analizzato.

La maggior parte delle indagini e delle statistiche prodotte dall’Istat riguardano dati economici. L’Istat pubblica statistiche sul reddito medio degli Italiani, sull’indice di inflazione, sul numero delle aziende presenti sul territorio nazionale divise per settori economici (agricoltura, industria, commercio, servizi), sulla ricchezza di cui dispongono i cittadini italiani, dati riguardanti il numero delle persone occupate e quelle disoccupate e molto altro. Questi dati sono importantissimi per le Istituzioni e in particolare per il Governo quando deve prendere decisioni che riguardano la politica economica. Un altro importante aspetto analizzato dall’Istat è quello sociale demografico che permette di avere un quadro preciso sulla struttura della popolazione dello Stato o di aree geografiche più ristrette. Tali indagini consentono di conoscere il numero delle persone che vivono nello Stato, il numero degli uomini e delle donne, il numero delle famiglie, il numero dei componenti delle famiglie, il livello di istruzione dei cittadini, le loro abitudini e molto altro.

Volumi e comunicati stampa I risultati delle indagini dell’Istat sono pubblicati in volumi, per esempio l’Annuario Statistico nazionale che riporta le principali tavole statistiche prodotte dall’Istat. Vengono inoltre diffusi moltissimi comunicati stampa sugli indicatori socio-economico del Paese, tali comunicati vengono diffusi attraverso e-mail alle istituzioni, agli organi di stampa (giornali, televisioni) e vengono pubblicati sul sito ufficiale dell’Istat.

DOMANDE CHIAVE 1. Che cos’è l’Istat? 2. Quali sono le sue funzioni principali?

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LezIOne

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immobili mobili mobili registrati

materiali immateriali

I BENI GIURIDICI possono essere

I beni privati pubblici

Caratteristiche e classificazione dei beni L’oggetto del rapporto giuridico sono i beni e i servizi (le prestazioni umane).

Altre tipologie di beni

ESEMPIO

Se acquisto un libro, tra me e il libraio si stabilisce un rapporto giuridico il cui oggetto è il libro (bene). Se vengo assunto da un’impresa, si stabilisce un rapporto giuridico tra me e il mio datore di lavoro il cui oggetto è la mia prestazione di lavoro (servizio).

Da un punto di vista giuridico (art. 810 del Codice Civile), sono considerati beni tutte quelle cose che possono essere oggetto di diritti. SECONDO LA MATERIALITÀ , ovvero in base alla loro consistenza fisica o meno, sono: • beni materiali: quelli che hanno una consistenza materiale e si possono percepire con il corpo; • beni immateriali: quelli che non hanno una corporalità in quanto frutto dell’intelletto umano. Essi possono riguardare il mondo della cultura (brani musicali, romanzi) e della tecnica industriale (invenzioni). ESEMPIO

Giulio ha comperato un cd di Marco Mengoni: Giulio è il proprietario di un bene materiale. Mentre Marco Mengoni, che ha scritto le sue canzoni, è proprietario di un bene immateriale (la sua creazione intellettuale): egli avrà il diritto di sfruttarla economicamente (diritto d’autore) e di impedire che altre persone la possano copiare (plagio musicale).

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UdA 2

IL RAppORTO GIURIDICO

SECONDO LA TRASPORTABILITÀ, ovvero se i beni sono o meno incorporati al suolo:

IO E IL DIRITTO Una ricetta d’autore è un bene giuridico? Sul diritto d’autore in cucina il dibattito è ancora aperto. Tra i beni immateriali, infatti, si collocano le opere dell’ingegno di carattere creativo, tuttavia tra queste opere il legislatore non menziona le ricette d’autore. • A tuo parere, ricette come “Riso, oro e zafferano” oppure “Dripping di pesce”, creazioni dell’illustre maestro della cucina italiana Gualtiero Marchesi, recentemente scomparso, possono essere considerate opere dell’ingegno? Perché?

• beni immobili: i beni ancorati al suolo naturalmente (terreni, fiumi) o artificialmente (fabbricati, ponti). Essi sono sottoposti a una particolare disciplina giuridica, che prevede l’iscrizione in appositi registri e la redazione di un contratto scritto in caso di trasferimento (vendita) ad altre persone; • beni mobili: i beni non ancorati al suolo, che si possono spostare da un luogo a un altro (gioiello, quadro, libro, bicicletta). Il trasferimento (vendita) di proprietà di questa tipologia di beni può essere fatto in qualsiasi forma, anche verbalmente; • beni mobili registrati: particolari beni mobili individuati da un numero di targa o di matricola (auto, barche) che seguono una disciplina simile a quella degli immobili, pertanto il loro trasferimento di proprietà necessita di un atto scritto e di una apposita registrazione. ESEMPIO

Se Marco vuole vendere la sua auto (bene mobile registrato) a Carlo, dovrà fare il passaggio di proprietà, con la relativa registrazione all’Aci (Automobile Club d’Italia) e all’Ufficio Pra (Pubblico Registro Automobilistico). Tale passaggio deve essere poi annotato sulla Carta di circolazione del veicolo. Se Martina vuole vendere la sua borsa (bene mobile) a Paola, il passaggio di proprietà può avvenire con un semplice accordo verbale.

SECONDO L’APPARTENENZA , sia i beni mobili che immobili possono essere: • beni privati: se appartengono a soggetti privati, sia persone fisiche sia persone giuridiche; ESEMPIO

È un bene mobile privato il cellulare di Carlo, è un bene immobile privato la sua casa, così come lo sono i cellulari o i capannoni di proprietà di una società, perché sono tutti beni che appartengono a soggetti privati.

Riso, oro e zafferano.

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Dripping di pesce.


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I beni

LezIOne 4

DIRITTO

• beni pubblici: se appartengono a soggetti pubblici (Stato ed enti pubblici territoriali e non territoriali). Questi beni vengono utilizzati per soddisfare gli interessi di tutta la collettività e a loro volta possono essere: – beni demaniali: possono appartenere solo allo Stato o agli altri enti territoriali (Regione, Provincia, Comune) e non possono essere venduti ai privati (come i fiumi); – beni patrimoniali indisponibili: possono essere venduti ai privati solo a determinate condizioni (come foreste, miniere, beni di interesse storico e artistico); – beni patrimoniali disponili: possono essere liberamente venduti ai privati perché non hanno un particolare interesse pubblico. ESEMPIO

Le spiagge sono un bene pubblico demaniale, proprietà dello Stato, perché tutti devono poterne usufruire. Lo Stato non può venderle, ma può darle in concessione a privati (dietro pagamento di un canone prestabilito), i quali possono utilizzarle a scopo di lucro per realizzare gli stabilimenti balneari. Tuttavia i concessionari devono consentire il libero accesso alla battigia (5 metri), anche ai fini della balneazione, a tutti.

CONOSCENZE ALLA PROVA Verifica le tue conoscenze e abilità

Attiva le tue competenze

Completamento Completa le seguenti frasi inserendo i termini appropriati.

Cooperative Learning: in gruppo

1. Dal punto di vista giuridico sono considerati beni tutte quelle cose che possono essere ……………………… di diritti, sia cose materiali sia cose ……………………. . 2. In base all’appartenenza i beni possono essere ……… e …………………………. . 3. I beni …………………… sono quelli incorporati al suolo, mentre tutti gli altri sono definiti beni …………………. .

Domande a risposta aperta Rispondi in forma orale o scritta alle seguenti domande. 1. Che cosa vuol dire che un bene è “l’oggetto di un diritto”? 2. Qual è la differenza tra beni materiali e beni immateriali? Rispondi riportando qualche esempio. 3. Quale modalità deve essere utilizzata per il trasferimento dei beni immobili? 4. Come possono essere classificati i beni pubblici? 5. I beni demaniali possono essere venduti a soggetti privati?

Questa foto è tratta da Totò truffa 62, in cui Totò organizza la famosissima vendita della Fontana di Trevi ad un credulone turista italo-americano. • Cercate di rivedere, in classe o individualmente a casa, la scena tratta dal film di Totò. • Poi definite in termini giuridici il tema della gag, indicando che tipo di bene è la Fontana di Trevi e per quale motivo non può essere venduta. 43


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Il contratto di compravendita Il rapporto giuridico tra compratore e venditore Il contratto di compravendita è il contratto attraverso il quale un soggetto detto venditore trasferisce la proprietà di un bene o di un diritto ad un altro soggetto detto venditore dietro pagamento di un prezzo. Il contratto di compravendita presenta le seguenti caratteristiche: • è bilaterale: perché in esso inter vengono sempre due parti compratore e venditore; • è consensuale, perché produce effetti giuridici con il consenso delle parti; • è a titolo oneroso, perché dalla sua conclusione derivano obblighi per entrambe le parti; • è traslativo della proprietà, perché ha come effetto il trasferimento della proprietà del bene o del diritto dal venditore al compratore.

verso procedure elettroniche con lo scambio telematico di documenti. In questo caso le firme vengono apposte attraverso la firma digitale che ha lo stesso valore giuridico della firma autografa. • L’ultima fase è l’esecuzione del contratto. Questa fase prevede la consegna del bene da parte del venditore al compratore e il pagamento del prezzo in base a quanto pattuito.

Le fasi del contratto di compravendita La compravendita prevede tre fasi: trattativa, stipulazione ed esecuzione. • La trattativa è la fase con la quale compratore e venditore entrano in contatto. In questa fase solitamente il compratore contatta il venditore per richiedere informazioni relative al bene da acquistare, sulle condizione applicate e sul prezzo. La trattativa può avvenire anche a distanza, attraverso lettere, con l’utilizzo del telefono oppure via Internet. Quando compratore e venditore si sono accordati su tutti gli aspetti, il contratto è concluso. • La seconda fase della compravendita è la stipulazione del contratto che può avvenire con diverse forme. Nel caso di beni di modesto valore, solitamente il contratto si stipula verbalmente. Negli altri casi si preferisce la forma scritta perché in caso di controversie è più facile stabilire le responsabilità. Oggi, la maggior parte dei contratti viene concluso attra-

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Obblighi del venditore • Consegnare il bene o prestare il servizio. • Offrire la garanzia dall’evizione, cioè garantire che nessuno può avanzare diritti sul bene acquisiti prima della stipulazione del contratto. • Offrire la garanzia per i vizi occulti, cioè garantire che il bene non presenti difetti non visibili o non riconoscibili da parte del compratore. Obblighi del compratore • Ritirare il bene oppure usufruire del servizio. • Pagare il prezzo del bene o del servizio.


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LezIOne SpeCIALe

Gli elementi del contratto In un contratto di compravendita devono essere presenti alcuni elementi che si definiscono essenziali e possono esserne inseriti altri che si definiscono accessori. Elementi essenziali Sono elementi essenziali in un contratto di compravendita: • la quantità dei beni acquistati che può essere espressa in varie modalità (numero, peso, lunghezza o capacità); • la qualità dei beni acquistati che può essere specificata in vari modi. Si può far riferimento al materiale, per esempio una maglia di cotone, a quanto visto su un catalogo oppure si possono descrivere le caratteristiche del prodotto; • il prezzo dei beni cioè la somma di denaro che il compratore dovrà dare al venditore per ricevere il bene. Anche nel caso in cui si acquisti un gelato, questi 3 elementi sono presenti: un gelato, panna e cioccolato, 3 euro.

DIRITTO

Elementi accessori Gli elementi accessori che possono essere inseriti nel contratto di compravendita riguardano: • la consegna della merce: si possono prevedere clausole (cioè condizioni) sia relative al tempo della consegna, cioè quando i beni verranno consegnati, sia relative al luogo di consegna, cioè dove i beni saranno consegnati. • il pagamento: si possono prevedere clausole che definiscono il tempo di pagamento, cioè quando il compratore dovrà pagare i beni acquistati, e anche la modalità di pagamento cioè lo strumento che si dovrà utilizzare per pagare. Infatti il pagamento potrà essere fatto utilizzando denaro contante (fino al limite consentito dalla legge), assegni bancari o circolari, carte di debito o carte di credito, bonifici o giroconti bancari. • l’imballaggio: si può prevedere il tipo di imballaggio da usare e a chi spetta di pagarlo. Nel contratto si può infatti stabilire se l’imballaggio deve ritenersi a carico del venditore oppure se sia il compratore a farsi carico di tale costo.

Flash Tes’atutomobile, per il pagamentoli to un 2 rate mensi Hai acquista amento in 1 ag p il o st 9 rate, non è stato previ aver pagato o p o D . 0 ,0 . Che cosa da € 1.500 pagamento il re ta le p riesci a com succede?

DOMANDE CHIAVE 1. Perché il contratto di vendita è a titolo oneroso? 2. Quali sono i vincoli per il compratore e il venditore nella fase della trattativa? 3. Fai un esempio di vizio occulto in un contratto di vendita.

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I segni distintivi dell’impresa La ditta, insieme a marchio e insegna, fa parte dei segni distintivi dell’impresa. I segni distintivi servono a distinguere le attività e i prodotti di un’impresa rispetto alle altre imprese.

Ditta

1 TOP 10 modelli auto immatricolate in Italia in base all’azienda produttrice nel novembre 2018 Fiat

12.777

Lancia

4.463 Ypsilon

Jeep

Renegade

3.608

Renault

3.466

Dacia

3.416 Sandero

Fiat

Clio

3.334 Fiat 500x

Jeep

3.093

Compass

Volkswagen

2.924

Golf

Volkswagen

2.837

Tiguan

Citroën

2.837

C3

Fonte: www.mit.gov.it.

Panda

La ditta è il nome utilizzato dall’imprenditore per esercitare la propria attività. Tutte le imprese sono obbligare a identificarsi con un nome.

Impresa individuale Se l’impresa è una impresa individuale, il suo nome deve contenere almeno il cognome dell’imprenditore. Ad esempio “Lavanderia Martini Giovanni”, oppure “Graziosi B. profumi per tutti”.

Impresa collettiva Se l’impresa è un’impresa collettiva (società) deve contenere l’indicazione della forma giuridica (Snc, Srl, SpA). Essa corrisponde alla ragione sociale, nelle società di persone e alla denominazione sociale nelle società di capitali. La ragione sociale deve contenere il nome di uno dei soci accompagnato eventualmente da un nome di fantasia. Esempi di ragione sociale possono essere “lavanderia Bravetti Luigi SNC” oppure “Fantasy lavanderia di Bravetti Luigi SNC”. La denominazione sociale può essere un nome di fantasia purché sia presente l’indicazione della forma giuridica, per esempio “Saturno SpA”.

• Nel percorso casa-scuola certamente incontri alcune imprese individuali, stila un elenco.

2 46

1

3


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territorio e Società

2

diritto

Insegna

L’insegna è il segno distintivo che viene affisso nei locali in cui l’imprenditore svolge la propria attività. Può essere costituita da parole oppure da immagini e può essere generica, ad esempio “Lavanderia” oppure può essere specifica, ad esempio “Lavanderia Splendor”. Per poter esporre un’insegna è necessario chiedere un’autorizzazione al Comune in cui si svolge l’attività.

3 Marchio Il marchio serve a identificare:

I 10 marchi più importanti al mondo (valore del marchio* in miliardi di $)

un prodotto o un servizio di una particolare impresa. Per esempio a ogni modello di automobile, le case costruttrici, attribuiscono un marchio; una linea di prodotti o servizi di un’impresa. Per esempio una linea di smartphone prodotti da una stessa azienda con alcune caratteristiche comuni;

150,8

Amazon

146

Apple 120,9

Google un prodotto o servizio di più imprese. In questo caso il marchio, che si definisce collettivo, garantisce l’origine o la qualità di determinati prodotti.

92,3

Samsung

89,7

Facebook Si possono distinguere, in relazione agli elementi che lo compongono, tre categorie di marchio: un marchio costituito solo da parole detto nominativo; un marchio costituito da un’immagine reale o di fantasia detto marchio emblematico o figurativo; un marchio costituito da parole e immagini detto marchio misto.

AT&T

82,4

Microsoft

81,2

Verizon

62

Walmart

61,5

ICBC

59,2

L’unico segno distintivo obbligatorio è la ditta. Insegna e marchio non sono obbligatori. *Il valore del marchio è dato dal risultato della riconoscibilità e diffusione sul mercato e gli utili investiti dall’azienda. • Conosci il significato degli acronimi AT&T e ICBC? Documentati.

Fonte: Brand Finance, 2018.

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Sintesi Che cos’è il rapporto giuridico?

Quali sono i soggetti del rapporto giuridico?

Il rapporto giuridico indica una relazione tra due o più soggetti regolata dalle norme giuridiche, in base alle quali ad un soggetto, chiamato soggetto attivo, è attribuita una situazione di vantaggio (diritto), mentre all’altro soggetto, definito soggetto passivo, una situazione di svantaggio (dovere o obbligo). Possono essere soggetti del rapporto giuridico sia le persone fisiche sia le persone giuridiche. Le persone fisiche sono tutti gli esseri umani nati vivi e considerati singolarmente. Le persone giuridiche sono gruppi di persone fisiche.

Che cos’è la capacità giuridica?

Con la nascita ogni essere umano acquista la capacità giuridica, ossia l’idoneità a essere titolare di diritti e di doveri. La capacità giuridica si estingue con la morte della persona fisica.

Che cos’è la capacità di agire?

Con la maggiore età la persona fisica acquista la capacità di agire, ossia l’idoneità ad esercitare autonomamente i propri diritti ed assumere obblighi giuridici.

Chi sono gli incapaci di agire?

Gli incapaci di agire si dividono in due categorie: incapaci assoluti e incapaci relativi. Gli incapaci assoluti sono i minorenni, gli interdetti giudiziali e gli interdetti legali. Essi non possono compiere atti né di ordinaria né di straordinaria amministrazione ed i loro interessi sono tutelati dai genitori o da un tutore. Gli incapaci relativi sono gli inabilitati e i minori emancipati. Possono compiere autonomamente solo gli atti di ordinaria amministrazione, mentre per quelli di straordinaria amministrazione devono essere assistiti da un curatore.

Che cos’è la persona giuridica?

Oltre alle persone fisiche, sono soggetti del diritto anche le persone giuridiche, ossia gruppi organizzati di persone legate da uno scopo comune, che può essere lucrativo e non lucrativo. Lo scopo lucrativo è quello che riguarda le società i cui soci si uniscono per interesse economico. Lo scopo non lucrativo è quello che riguarda le associazioni e le fondazioni, i cui interessi comuni non sono di carattere economico ma di altro genere (beneficenza, solidarietà, sport).

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IL RAppORTO GIURIDICO

Quali sono le persone giuridiche pubbliche?

Qual è l’oggetto del rapporto giuridico?

SInTeSI

DIRITTO

Le persone giuridiche pubbliche, chiamate anche enti pubblici, si dividono in: – enti pubblici territoriali, come lo Stato, le Regioni e i Comuni; – enti pubblici non territoriali, come l’Inps. L’oggetto di un rapporto giuridico sono i beni giuridici e i servizi. In senso giuridico, il bene è “oggetto di diritto” in quanto può soddisfare l’interesse di un soggetto coinvolto nel rapporto giuridico, che può vantare su di esso un diritto o un potere. I beni giuridici possono essere classificati in base: – alla materialità: beni materiali o immateriali; – alla trasportabilità: beni immobili, mobili o mobili registrati; – all’appartenenza: beni privati o pubblici.

LE PAROLE DEL DIRITTO Capacità di agire: indica l’idoneità del soggetto a compiere validamente atti giuridici, cioè ad esercitare i propri diritti. La capacità di agire si acquisisce per legge con la maggiore età.

Francese Inglese Spagnolo Tedesco

Capacité d’agir Ability to act Habilidad para actuar Handlungsfähigkeit

Incapace: chi non è in grado di curare i propri interessi e non è riconosciuto in grado di agire responsabilmente.

Francese Inglese Spagnolo Tedesco

Incapable Unable Incapaz Unfähig

Capacità giuridica: indica l’idoneità ad essere soggetto del diritto, ossia titolare di diritti e obblighi. Si acquisisce con la nascita.

Francese Inglese Spagnolo Tedesco

Capacité juridique Legal capacity Capacidad juridica Rechtsfähigkeit

Rapporto giuridico: è la relazione tra due o più soggetti regolata dalle norme del diritto.

Francese Inglese Spagnolo Tedesco

Relation juridique Legal relationship Relación legal Rechtliche Beziehung

Ente: è un’organizzazione collettiva con propri fini e un proprio patrimonio, a cui lo Stato conferisce una personalità giuridica.

Francese Inglese Spagnolo Tedesco

Organisme Authority Organismo Juristische Person

Scopo lucrativo: nelle società indica la finalità di realizzare dei guadagni (utili) che verranno divisi tra i soci.

Francese Inglese Spagnolo Tedesco

But lucratif Lucrative purpose Propósito lucrativo Lukrativer Zweck

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UdA 2

Mappe di sintesi IL RAPPORTO GIURIDICO

relazione fra due o più soggetti regolata da norme giuridiche

SOGGETTI le parti del rapporto che sono tenute a rispettare diritti e doveri previsti dalla legge

OGGETTO

beni

servizi

diritto SOGGETTO ATTIVO ha una posizione di vantaggio

dovere

SOGGETTO PASSIVO ha una posizione di svantaggio

SOGGETTI DEL RAPPORTO GIURIDICO: LE PERSONE FISICHE

l’essere umano, considerato come individuo singolo dotate di

CAPACITÀ GIURIDICA idoneità ad essere titolari di diritti e doveri

CAPACITÀ DI AGIRE idoneità ad esercitare i propri diritti e doveri

si acquista con la nascita e si estingue con la morte

si acquista al compimento della maggiore età

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MAppe DI SInTeSI

IL RAppORTO GIURIDICO

DIRITTO

I SOGGETTI DEL RAPPORTO GIURIDICO: LE PERSONE GIURIDICHE

entità costituite da un insieme di persone e di beni che si organizzano per raggiungere uno scopo comune, lucrativo o non lucrativo

attraverso un riconoscimento dello Stato

hanno personalità giuridica

senza un riconoscimento dello Stato

godono di autonomia patrimoniale perfetta

non hanno personalità giuridica

sono

SENZA SCOPO DI LUCRO • associazioni • fondazioni

godono di autonomia patrimoniale imperfetta sono

SENZA SCOPO DI LUCRO

CON SCOPO DI LUCRO • società di capitali i

• associazioni di fatto • comitati • Onlus

CON SCOPO DI LUCRO • società di persone i

OGGETTO DEL RAPPORTO GIURIDICO: I BENI

tutte quelle cose che possono essere oggetto di diritto

secondo la materialità

• materiali • immateriali

secondo la trasportabilità

• immobili • mobili • mobili registrati

secondo l’appartenenza

• privati • pubblici

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UdA 2

IL RAppORTO GIURIDICO

VERIFICA DI APPRENDIMENTO Easy test COMPLETAMENTO 1. Completa le seguenti frasi utilizzando

i termini sotto elencati. enti – capacità – fisiche – attivo – interdetti – agire – soggetti – maggiore – scopo – svantaggio – gruppi 1. Il rapporto giuridico è una relazione tra due o più ………………………. regolata dal diritto. Il soggetto ………………………. occupa una posizione di vantaggio, mentre il soggetto passivo una posizione di ….… . 2. Soggetti del rapporto giuridico possono essere sia le persone ………………………. sia le persone giuridiche. 3. La ………………………. giuridica si acquista con la nascita, mentre quella di agire si acquista con la ……………… età. 4. La capacità di ………………………. indica l’idoneità del soggetto ad esercitare autonomamente i diritti di cui è titolare. 5. L’incapacità assoluta riguarda i minorenni e gli ………………………. giudiziali e legali. 6. Le persone giuridiche sono ………………… organizzati di persone fisiche che possono avere uno ………………………. lucrativo o non lucrativo. 7. I Comuni e le Regioni sono ………………… pubblici territoriali.

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VERO O FALSO 1. Indica se le seguenti affermazioni sono vere (V) o false (F). 1. La capacità di agire si acquista dalla nascita. 2. Un bambino di tre anni può essere proprietario di un terreno. 3. I minori emancipati possono compiere atti di ordinaria amministrazione. 4. L’inabilitazione è un provvedimento del giudice che limita la capacità di agire. 5. Gli interdetti possono compiere atti di straordinaria amministrazione. 6. Le associazioni riconosciute hanno autonomia patrimoniale perfetta. 7. Tutte le società hanno personalità giuridica e autonomia patrimoniale perfetta. 8. Un brano musicale è un bene immateriale. 9. I beni demaniali sono beni privati. 10. Il lido del mare può essere venduto a privati.

V

F

V

F

V

F

V

F

V

F

V

F

V V V V

F F F F

DOMANDE A SCELTA MULTIPLA 2. Individua la risposta esatta. 1. La capacità giuridica: A viene concessa con provvedimento del giudice B si acquista con la nascita C è subordinata alla capacità di intendere e di volere D si acquista con il raggiungimento della maggiore età 2. Le persone giuridiche: A sono organizzazioni collettive con autonomia patrimoniale perfetta B sono organizzazioni collettive con autonomia patrimoniale imperfetta C sono persone fisiche prive di capacità di agire D sono solo le società di capitali 3. La Regione è: A una fondazione B un’associazione C un ente pubblico territoriale D un ente pubblico istituzionale


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VeRIfICA DI AppRenDIMenTO

4. Le associazioni riconosciute: A sono persone giuridiche con scopo non lucrativo B sono persone giuridiche con scopo lucrativo C sono organizzazioni collettive prive di personalità giuridica D sono promosse da un fondatore 5. Lo Stato è: A un ente pubblico territoriale B una società C una persona fisica D una fondazione 6. Una nave può essere definita: A un bene immobile B un bene mobile registrato C un bene mobile D un bene demaniale

COMPLETAMENTO 3. Completa le seguenti frasi inserendo i termini appropriati. 1. Le società di capitali sono organizzazioni collettive che hanno scopo ........…. . Esse hanno personalità giuridica e quindi godono di autonomia patrimoniale …............… . 2. I beni possono appartenere a soggetti ………………… , ma anche a soggetti ………………………. . Se appartengono allo Stato o ad altri enti pubblici, territoriali e istituzionali, vengono denominati beni ……………..…………. . 3. I beni pubblici si classificano in beni……………………. , patrimoniali …………………. e patrimoniali indisponibili.

CORRISPONDENZE 4. Abbina ad ogni espressione della colonna di sinistra una espressione della colonna di destra, riportando i numeri negli appositi spazi. 1. Oggetto del rapporto giuridico 2. Soggetto del rapporto giuridico 3. Fondazione 4. Società 5. Lido del mare 6. Inabilitato 7. Regione 8. Associazione riconosciuta

scopo lucrativo bene demaniale ente pubblico territoriale persona giuridica persona fisica incapace relativo bene scopo non lucrativo

UdA 2

DIRITTO

ESCLUSIONI 5. Individua all’interno di ciascuno dei seguenti gruppi di parole il termine estraneo. 1. Soggetto attivo, persona fisica, oggetto, persona giuridica, soggetto passivo 2. Condannato a 6 anni di reclusione, bambino, adolescente, alcolista, infermo mentale grave 3. Provincia, Stato, Regione, Comune, associazione riconosciuta

DOMANDE A RISPOSTA APERTA 6. Rispondi in forma orale o scritta alle seguenti domande. 1. Qual è la definizione di rapporto giuridico? 2. Quali sono le differenze tra persona fisica e persona giuridica? 3. Quali sono i casi in cui la persona fisica è incapace di agire? 4. Quali sono le differenze tra autonomia patrimoniale perfetta e imperfetta? 5. Quali sono le differenze tra associazione e fondazione?

IMPARO AD IMPARARE 7. Riassumi in poche righe gli argomenti principali trattati in questa Unità, utilizzando le parole chiave suggerite. rapporto giuridico – soggetto – diritti – capacità – incapacità .......................................................................................... .......................................................................................... .......................................................................................... .......................................................................................... .......................................................................................... .......................................................................................... .......................................................................................... .......................................................................................... ..........................................................................................

DIZIONARIO DI DIRITTO 8. Ricerca nell’Unità di apprendimento le parole nuove di cui non conoscevi il significato e sottolineale in rosso. Poi riportale su un quaderno-rubrica e scrivi il loro significato utilizzando tutto ciò di cui disponi: libro di testo, Internet, vocabolario, spiegazione del docente o altro.

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Unità di Apprendimento

3

lo stato

Conoscenze

Abilità

n Lo Stato: elementi, poteri e organi n La cittadinanza italiana n Le forme di Stato n Le forme di governo

n Comprendere il concetto di Stato e individuarne gli elementi costitutivi, i poteri e gli organi fondamentali n Individuare i caratteri fondamentali delle diverse forme di Stato n Cogliere l’evoluzione del concetto di Stato nel tempo n Saper collocare le diverse forme di Stato nel tempo e nello spazio n Riconoscere i caratteri fondamentali delle diverse forme di governo oggi vigenti

Lezione 1 Lezione 2 Lezione 3 Lezione 4

Lo Stato: elementi, poteri, organi La cittadinanza italiana ed europea Le forme di Stato Le forme di governo

Lezione speciale

Il diritto di viaggiare: norme e documenti

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Competenze Comprendere l’evoluzione e le diversità dei tempi storici in una dimensione diacronica e sincronica


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DIRITTO

ELEMENTI

FORME DI GOVERNO

POTERI

STATO

FORME DI STATO

ORGANI

I Approfondimenti

Esercizi interattivi

Audio

Mappe modificabili

l termine Stato indica un concetto molto astratto, immateriale, riferito a qualcosa che non possiamo percepire con i nostri sensi e quindi di difficile definizione. In questa Unità cercheremo di comprenderne meglio il significato, iniziando dagli elementi che lo costituiscono, ovvero il popolo, il territorio e la sovranità. La nascita dello Stato coincide infatti proprio con la presenza di questi tre elementi: quando l’uomo ha iniziato a organizzarsi in società complesse, stanziate in territori delimitati e dotate di un’autorità a cui era riconosciuto il potere di stabilire le regole e di farle rispettare, di fatto ha dato vita ad un’organizzazione politica stabile, ad uno Stato. Ma come funziona uno Stato? E che cosa significa farne parte? Partiremo proprio dalla definizione dei tre poteri fondamentali di uno Stato (legislativo, esecutivo e giudiziario) ed esamineremo gli organi a cui sono affidati, per poi cercare di capire che cosa vuol dire essere cittadini di uno Stato e come lo si diventa. Conosceremo quindi le diverse forme che lo Stato ha assunto nel tempo, dallo Stato assoluto a quello democratico, analizzando come cambiano in esse i rapporti fra il popolo e il potere sovrano. Infine tratteremo le differenze fondamentali tra le diverse forme di governo: quelle che intercorrono tra monarchia e repubblica, ma anche tra repubblica presidenziale, come quella americana, e repubblica parlamentare, come quella italiana.

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LezIOne

1 lo stato: elementi, poteri, organi GLI ELEMENTI COSTITUTIVI DELLO STATO sono

il popolo

il territorio

la sovranità

Gli elementi costitutivi dello Stato La metafora “Lo Stato è un essere umano”

Quando parliamo di Stato italiano, Stato tedesco o Stato francese facciamo riferimento a organizzazioni politiche diverse tra loro, ognuna delle quali è regolata da leggi proprie. Lo Stato è un ente pubblico, ossia è una particolare organizzazione collettiva che si forma quando un popolo si stanzia in modo stabile su un determinato territorio e si sottopone a una autorità centrale, la quale ha il potere di stabilire e imporre le norme giuridiche. Affinché si possa parlare di Stato, quindi, occorre la presenza di un popolo, di un territorio e della sovranità dello Stato. Esaminiamo questi tre elementi fondamentali. POPOLO Il popolo è formato da tutti coloro che sono legati allo Stato da un rapporto di cittadinanza, ossia è l’insieme dei cittadini che appartengono giuridicamente ad uno Stato e ad esso sono legati da un complesso di diritti e doveri. Questo concetto non va confuso con quello di popolazione, che indica tutti coloro che in un dato momento sono presenti sul territorio statale, quindi non solo i cittadini, ma anche gli stranieri (cittadini di altri Stati) e gli apolidi (coloro che sono privi di cittadinanza e non appartengono giuridicamente a nessuno Stato). Il concetto di popolo è inoltre diverso da quello di nazione, anche se spesso questi termini vengono usati come sinonimi. La nazione è l’insieme di persone legate tra loro da vincoli di razza, di lingua, di storia e tradizioni, di religione, cioè persone che hanno una propria identità culturale: può accadere, quindi, che in uno stesso Stato vivano persone con nazionalità diverse (come in Svizzera).

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Lo Stato: elementi, poteri, organi

LezIOne 1

DIRITTO

TERRITORIO Il territorio è lo spazio, delimitato da confini, entro il quale i cittadini risiedono in modo stabile e lo Stato può esercitare la sua sovranità. Il territorio di uno Stato comprende: • la terraferma, ossia la porzione di terra delimitata da confini naturali (fiumi, laghi, montagne) e artificiali (stabiliti da accordi internazionali); • lo spazio aereo sovrastante la terraferma ed il mare territoriale; • il sottosuolo; • il mare territoriale, ossia la fascia di mare che si estende dalla costa fino a 12 miglia marine (circa 20 km); • il territorio fluttuante, ossia le navi e gli aerei militari ovunque si trovino. Entro i suoi confini lo Stato ha il potere di imporre le sue leggi e chiunque si trovi su quel determinato territorio avrà l’obbligo di rispettarle. ESEMPIO

Se un cittadino italiano va in vacanza in Spagna deve rispettare le leggi spagnole, perché si trova sul territorio in cui lo Stato spagnolo esercita la sua sovranità; analogamente, se un cittadino spagnolo viene in Italia a visitare il nostro Paese, o con la sua barca solca le nostre acque, dovrà rispettare le nostre leggi.

SOVRANITÀ La sovranità è il potere che ha lo Stato di emanare e imporre le sue leggi (anche con la forza) alle persone che si trovano sul suo territorio: solo lo Stato può utilizzare legittimamente la forza nei confronti di coloro che non vogliono rispettare le leggi.

Poteri ed organi dello Stato Lo Stato esercita la sua sovranità attraverso: il potere di fare le leggi (potere legislativo), il potere di metterle in atto (potere esecutivo), il potere di punire chi non le rispetta (potere giudiziario). Per esercitare i suoi poteri, lo Stato si serve di appositi organi, composti da persone fisiche, ad ognuno dei quali sono attribuite determinate funzioni. Poteri

Organi dello Stato

legislativo

PARLAMENTO Il Parlamento è composto da deputati e senatori (Camera dei deputati e Senato della Repubblica) e ha il compito di emanare le leggi.

esecutivo

GOVERNO Il Governo è composto dai ministri, dal Consiglio dei ministri e dal Presidente del Consiglio dei ministri, chiamato anche Capo del Governo. Il Governo ha il compito di dirigere il Paese sulla base delle leggi emanate dal Parlamento.

giudiziario

MAGISTRATURA La Magistratura è composta dai giudici (o magistrati). Alla Magistratura è affidato il compito di garantire il rispetto delle leggi e punire chi non le rispetta.

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UdA 3

LO STATO

Accanto a questi tre organi fondamentali vi è il capo dello Stato, ossia il Presidente della Repubblica, che ha il ruolo di rappresentare l’unità nazionale e coordinare l’attività degli altri organi, indirizzandola verso il rispetto della Costituzione.

ORGANI DELLO STATO

PARLAMENTO (potere legislativo)

GOVERNO (potere esecutivo)

Camera dei deputati

Senato della Repubblica

630 deputati eletti dal popolo

315 senatori eletti dal popolo + i senatori a vita

• ministri • Consiglio dei ministri • Presidente del Consiglio dei ministri

MAGISTRATURA (potere giudiziario)

giudici o magistrati

PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA (capo dello Stato)

CONOSCENZE ALLA PROVA Verifica le tue conoscenze e abilità

Attiva le tue competenze

Vero o falso Indica se le seguenti affermazioni sono vere (V) o false (F).

Cooperative Learning: in coppia

1. Il popolo è l’insieme delle persone che si trovano sul territorio dello Stato. 2. La popolazione comprende anche cittadini, apolidi e stranieri. 3. I termini “apolide” e “straniero” sono sinonimi. 4. Il Parlamento è un organo dello Stato. 5. Il Governo svolge la funzione esecutiva. 6. Il territorio fluttuante è composto da tutte le navi e gli aerei militari italiani.

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V

F

V V V V

F F F F

V

F

Lavorando insieme a un tuo compagno di classe, rielaborando le nozioni fin qui esposte, scrivi la definizione di Stato italiano. .............................. .............................. .............................. .............................. ..............................


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LezIOne

2 la cittadinanza italiana ed europea

diritto di sangue Si diventa CITTADINI ITALIANI

diritto del suolo matrimonio

per volontà dell’interessato

residenza servizio alle dipendenze dello Stato italiano elezione

Che cosa vuol dire e come si diventa cittadini italiani Essere cittadini di uno Stato vuol dire essere titolari di una serie di diritti (come il diritto di voto) e di doveri (come pagare le imposte) che spettano solo a coloro che appartengono giuridicamente ad uno Stato, e che solo in parte possono essere riconosciuti anche agli stranieri, cioè ai cittadini di altri Stati. La cittadinanza indica un particolare rapporto giuridico che si instaura tra una persona fisica, definita cittadino, e lo Stato, dal quale sorgono determinati diritti e doveri. Non esistono norme internazionali sull’ottenimento della cittadinanza: ogni Stato è libero di stabilire le proprie regole in proposito. Tutti gli Stati europei, per esempio, concedono la cittadinanza in base al diritto di sangue, cioè i figli acquisiscono la stessa cittadinanza dei genitori, indipendentemente dal luogo in cui sono venuti al mondo; mentre in altri Paesi (come USA, Canada, Argentina) prevale il diritto di suolo, cioè la cittadinanza si acquisisce automaticamente con la nascita sul territorio dello Stato. ESEMPIO

Il figlio di una coppia australiana nato in Svezia avrà la cittadinanza australiana, come quella dei suoi genitori (diritto di sangue); se lo stesso bambino fosse nato in Argentina, avrebbe acquistato anche la cittadinanza argentina (diritto di suolo).

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UdA 3

LO STATO

Secondo il nostro ordinamento giuridico, si

può acquisire la cittadinanza italiana

in base a tre criteri fondamentali: DIRITTO DI SANGUE (IUS SANGUINIS) È cittadino italiano chi nasce da genitori italiani (uno o entrambi), anche se nasce all’estero. La cittadinanza italiana si acquisisce automaticamente anche con l’adozione da parte di genitori italiani, purché il soggetto adottato sia minorenne. DIRITTO DEL SUOLO (IUS SOLI) È cittadino italiano chi nasce nel territorio italiano da genitori ignoti o apolidi, cioè privi di cittadinanza. VOLONTÀ DELL’INTERESSATO Lo straniero (o l’apolide) che dichiari di voler acquisire la cittadinanza italiana può ottenerla per concessione del Presidente della Repubblica: • per matrimonio: se sposa un cittadino o una cittadina italiana. Devono trascorrere due anni dalla data del matrimonio, se lo straniero è residente in Italia; tre anni, se è residente all’estero. I tempi per ottenere la cittadinanza possono tuttavia dimezzarsi nel caso in cui ci siano dei figli; • per residenza ininterrotta nel territorio italiano: per quattro anni se è uno straniero comunitario (se è un cittadino di uno Stato membro dell’Unione europea), per dieci anni se è uno straniero extracomunitario; • per aver prestato servizio alle dipendenze dello Stato italiano, anche all’estero, per almeno cinque anni; • per elezione: se è nato in Italia e vi risiede fino al compimento della maggiore età. In quest’ultimo caso non è necessario rivolgersi al capo dello Stato, ma è sufficiente una semplice dichiarazione davanti ad un ufficiale di Stato civile. L’acquisizione della cittadinanza italiana permette al cittadino straniero di mantenere anche la cittadinanza del suo Paese di origine, a meno che vi sia una espressa rinuncia da parte dell’interessato. Allo stesso modo, un cittadino italiano può mantenere la cittadinanza italiana anche se acquisisce quella di un altro Stato. Si parla, in questi casi, di doppia cittadinanza. ESEMPIO

Karsten è un cittadino norvegese che nel 2014 ha sposato Silvia, cittadina italiana, e da allora vive e lavora a Milano. Grazie al suo matrimonio, dal 2016 Karsten ha potuto ottenere la cittadinanza italiana, pur continuando a mantenere anche la cittadinanza norvegese. Egli pertanto potrà votare in entrambi i Paesi. Davide e Giulia sono cittadini italiani che si sono trasferiti per lavoro in Portogallo e sono diventati cittadini portoghesi: essi hanno potuto mantenere la cittadinanza italiana ed è italiano anche il loro bambino nato in Portogallo.

IO E IL DIRITTO Tutti i miei compagni di classe sono cittadini italiani? Non necessariamente. Ma se sono nati in Italia da genitori stranieri, possono richiedere e ottenere la cittadinanza italiana al compimento dei diciotto anni di età. • Quali problematiche comporta, a tuo avviso, trovarsi in questa condizione?

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La cittadinanza italiana ed europea

LezIOne 2

DIRITTO

La cittadinanza europea Con il Trattato di Maastricht sull’Unione europea del 1992, è stata riconosciuta solennemente l’esistenza della cittadinanza europea. La cittadinanza europea è riconosciuta a tutti i cittadini di uno Stato membro dell’Unione e consente di godere di una serie di diritti di carattere generale in ambiti diversi (come circolare e soggiornare liberamente nei territori dell’Unione o votare al Parlamento europeo). La cittadinanza europea non

sostituisce la cittadinanza del Paese di appartenenza, ma mira a rendere più forte e

a promuovere il processo di integrazione e l’identità europea. Gli stranieri sono distinti quindi in: • cittadini comunitari, se hanno la cittadinanza di un Paese dell’Unione europea; • cittadini extracomunitari, se sono cittadini di Paesi che non appartengono all’Unione europea. All’interno dei Paesi dell’Unione europea, i cittadini comunitari possono circolare e soggiornare liberamente con un semplice documento di identità; per gli stranieri extracomunitari, invece, le modalità di ingresso e di circolazione sono più rigide.

CONOSCENZE ALLA PROVA Verifica le tue conoscenze e abilità

Attiva le tue competenze

Completamento Completa le seguenti frasi inserendo i termini appropriati.

Prova di realtà

1. La ……………..………. indica l’appartenenza di una persona ad uno Stato e comporta una serie di ………… e ……………………. . 2. La cittadinanza italiana si può acquistare per diritto di ……………………. , diritto del ………...........………… , volontà dell’ ……………………. . 3. La ……………………………….........… indica la possibilità di essere cittadini di più Stati. 4. I cittadini stranieri …………….......…...…… possono circolare liberamente negli Stati dell’Ue, mentre i cittadini stranieri …………………………….. necessitano di particolari documenti.

• Insieme ai tuoi compagni di classe, reperite presso la segreteria del vostro Istituto l’elenco degli studenti stranieri presenti nella scuola. • Costruite quindi un tabellone nel quale riporterete gli Stati da cui provengono e le quantità corrispondenti. • Elaborate i dati ottenuti in grafici (istogramma o grafico a torta) che evidenzino la percentuale di presenza di studenti stranieri nella scuola e i Paesi da cui provengono in maggior numero. 61


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LezIOne

3 le forme di stato Stato assoluto

Stato sociale

Stato liberale

FORME DI STATO Stato democratico

Stato totalitario

Stato socialista

Le forme di Stato nella storia L’espressione forma di Stato indica il tipo di rapporto che si stabilisce tra governanti (ovvero gli organi che detengono i poteri dello Stato) e governati (i cittadini). 1500

Esaminiamo di seguito le diverse forme che lo Stato ha assunto nella storia seguendo un ordine cronologico. 1600

1700

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Monarchie europee

STATO ASSOLUTO Nello Stato assoluto i tre poteri – legislativo, esecutivo e giudiziario – sono accentrati nelle mani di una stessa persona, il re, che li esercita incondizionatamente e senza controllo (potere illimitato e assoluto del sovrano). Il sovrano non deve rendere conto del proprio operato a nessuno e il popolo è costituito da persone a lui sottomesse, che non godono di alcun diritto e per questo motivo sono chiamate sudditi. Questa forma di Stato si espresse tra il XVI e il XVIII secolo con le grandi monarchie europee di Francia, Spagna e Inghilterra.


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Le forme di Stato

LezIOne 3

DIRITTO

STATO LIBERALE Nello Stato liberale i tre poteri vengono separati e attribuiti a tre organi diversi – Parlamento, Governo e Magistratura – che si controllano a vicenda. Anche se il sovrano continua ad avere un grande potere, vengono riconosciuti e garantiti i diritti del popolo, formato quindi non più da sudditi ma da cittadini, ossia da persone titolari di libertà e diritti che anche il sovrano deve rispettare. Per questo motivo lo Stato liberale viene definito Stato di diritto. Tuttavia il diritto di voto non spetta a tutti, ma solo a coloro che hanno una certa ricchezza (suffragio elettorale ristretto), per cui la maggioranza del popolo non partecipa alla vita pubblica: lo Stato liberale è detto per questo anche Stato elitario. Alla base dello Stato liberale vi è la Costituzione, legge fondamentale scritta, nella quale sono riconosciuti e garantiti i diritti inviolabili dei cittadini. Questa forma di Stato si diffuse dalla seconda metà del 1700, a seguito dei grandi cambiamenti sociali che portarono alla Rivoluzione francese (1789) e alle rivoluzioni avvenute in Inghilterra e negli Stati Uniti. STATO TOTALITARIO Nello Stato totalitario i tre poteri sono concentrati in un unico partito, al cui vertice vi è un dittatore che governa in modo autoritario e senza controllo. In questo tipo di Stato vengono soppresse le libertà fondamentali, comprese la libertà di voto, di espressione, di stampa. Lo Stato totalitario si affermò in Europa all’inizio del secolo scorso, con le dittature di Benito Mussolini (il duce) in Italia, di Adolf Hitler (il führer) in Germania e di Francisco Franco (il Caudillo) in Spagna. Ancora oggi, purtroppo, nel mondo si contano ben 47 Paesi che presentano un regime totalitario. STATO SOCIALISTA Lo Stato socialista è caratterizzato dal potere attribuito allo Stato, il quale controlla completamente l’attività economica del Paese e si

1700

1750 Rivoluzione francese

Fascismo in Italia Nazismo in Germania Franchismo in Spagna

Rivoluzione russa del 1917

sostituisce agli imprenditori privati, che non hanno più libertà di iniziativa economica. Per realizzare l’uguaglianza economico-sociale tra i cittadini, in questa forma di Stato viene abolita la proprietà privata dei mezzi di produzione: tutte le imprese sono pubbliche e tutti lavorano alle dipendenze dello Stato, percependo uno stesso stipendio. Lo Stato socialista è anche uno Stato totalitario perché i tre poteri si concentrano nelle mani di un unico partito (comunismo) e le libertà fondamentali vengono limitate. Questa forma di Stato si affermò in Russia con la Rivoluzione del 1917, capeggiata da Lenin. STATO DEMOCRATICO Lo Stato democratico rappresenta l’evoluzione dello Stato liberale, rispetto al quale il potere (e il diritto di voto) si estende a tutto il popolo (sovranità popolare). Tutti i cittadini (uomini e donne) hanno diritto di voto (suffragio universale) e possono eleggere i propri rappresentanti attraverso elezioni libere. Inoltre, in uno Stato democratico, esiste il pluralismo politico, ovvero la possibilità di scegliere i propri rappresentanti nell’ambito di diversi partiti politici.

1789 1800

1900 1920 1945

2000

1900 1917

1980

“Crollo del muro di Berlino”

1989

1940

2 giugno 1946 proclamazione della Repubblica italiana

1946

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UdA 3

LO STATO

Altre caratteristiche importanti dello Stato democratico sono il rispetto delle minoranze e le libertà di cui godono tutti i cittadini: libertà di riunione, di religione, di manifestazione del pensiero. Lo Stato democratico è la forma di Stato adottata dai Paesi più sviluppati del mondo. Essa si afferma in molti Paesi occidentali dalla fine del 1800 e in Italia con la proclamazione della Repubblica il 2 giugno 1946. 1950 Welfare State 2000 2018

STATO SOCIALE Lo Stato sociale è una particolare forma di Stato democratico presente nei Paesi occidentali, in cui lo Stato interviene in modo molto ampio nella società con lo scopo di ridurre le disuguaglianze economico-sociali. Detto anche Welfare State (Stato del benessere), lo Stato sociale si propone di aiutare i soggetti più deboli (per esempio anziani, minori, disabili, malati) e garantire a tutti i cittadini diritti e servizi sociali essenziali, come l’istruzione, l’assistenza sanitaria, la previdenza, l’assistenza sociale.

CONOSCENZE ALLA PROVA Verifica le tue conoscenze e abilità

Attiva le tue competenze

Vero o falso Indica se le seguenti affermazioni sono vere (V) o false (F).

Prova di realtà

1. Nello Stato assoluto si attua la separazione dei poteri. 2. Nello Stato liberale il diritto di voto è previsto solo per una parte dei cittadini. 3. Alla base dello Stato liberale vi è la Costituzione. 4. Nello Stato democratico tutti i cittadini hanno il diritto di voto. 5. Lo Stato liberale si è affermato nel 1500. 6. Il pluralismo politico è tipico dello Stato socialista. Domande a scelta multipla Individua la risposta esatta. 1. L’organizzazione dello Stato totalitario prevede: A la libertà di scegliere il proprio partito B l’ampliamento delle libertà dell’individuo C la limitazione delle libertà dell’individuo D la tutela delle minoranze 2. Lo Stato sociale: A interviene in aiuto dei soggetti più deboli B è una particolare forma di Stato democratico C è una particolare forma di Stato assoluto D è una forma di Stato totalitario

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V

F

V

F

V

F

V V

F F

V

F

Nello Stato sociale si tende a ridurre le disuguaglianze economiche e sociali attraverso l’offerta di servizi pubblici fondamentali a tutte le persone, in special modo a coloro che si trovano in condizione di bisogno e di difficoltà. Guidati dal/la vostro/a docente individuate: • quali sono i servizi che a vostro parere lo Stato dovrebbe garantire a tutti; • quali sono i problemi che lo Stato incontra nel rendere effettivi questi servizi; • quali sono le possibili soluzioni ai problemi che sorgono nella realizzazione dello Stato sociale.


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Italia, 2 giugno 1946: il suffragio universale Che cos’è il suffragio universale Il suffragio universale è il principio secondo il quale tutti i cittadini maggiorenni, senza alcuna distinzione – di genere, classe sociale, ricchezza, etnia, grado di istruzione, orientamento sessuale, religione –, possono esercitare il diritto di voto e partecipare alla elezione dei propri rappresentanti e ad altre consultazioni pubbliche, come i referendum.

La nascita della Repubblica italiana In Italia il 2 giugno del 1946 si tenne il primo referendum a suffragio universale: la novità più importante di questo referendum fu la partecipazione delle cittadine italiane alla scelta della forma di governo (monarchia o repubblica) che il Paese avrebbe avuto dopo il tragico periodo della Seconda guerra mondiale e della dittatura fascista.

Ventiquattro milioni di italiane e italiani, il 90% degli aventi diritto, si recarono alle urne: di questi, circa tredici milioni scelsero la Repubblica e circa undici milioni dimostrarono attraverso il voto il loro legame alla monarchia. Oltre al referendum istituzionale tra monarchia e repubblica, gli elettori votarono i 556 membri dell’Assemblea costituente, che avrebbero redatto la nuova Carta Costituzionale. I 556 parlamentari scelti erano espressione dei principali partiti politici: il numero maggiore di deputati fu conquistato dalla DC (Democrazia Cristiana), a cui seguirono come numero i deputati del PSI (Partito Socialista Italiano) e del PCI (Partito Comunista Italiano). Il 2 giugno 1946 rappresentò dunque una data epocale nella storia dell’Italia, non solo politica (nascita della Repubblica italiana), ma anche culturale, economica e sociale. Il 2 giugno del 1948 (anno in cui entrò in vigore la Costituzione) a Roma, con una solenne parata militare in via dei Fori Imperiali, fu celebrata per la prima volta la festa della Repubblica italiana.

La sorte della famiglia reale Gli esiti del referendum costrinsero l’ultimo re d’Italia, Umberto II di Savoia, a lasciare il nostro Paese e andare in esilio in Portagallo, dove rimase fino a poco prima della sua morte avvenuta nel 1983 in Svizzera, a Ginevra. Nella nostra Costituzione veniva espresso il divieto a tutti i membri e discendenti di casa Savoia di poter esercitare i diritti politici, e veniva inoltre vietato ai discendenti maschi l’ingresso in Italia. Solo nel 2003, in seguito all’abrogazione della disposizione transitoria che conteneva il divieto, fu concesso ai Savoia di rientrare in Italia, dopo 57 anni di esilio.

DOMANDE CHIAVE 1. Che cosa è l’Assemblea costituente? 2. Perché il 2 giugno 1946 rappresentò una data epocale dal punto di vista culturale, economico e sociale?

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LezIOne

4 le forme di governo FORME DI GOVERNO

MONARCHIA (re)

assoluta

parlamentare

REPUBBLICA (presidente)

parlamentare

presidenziale

semipresidenziale

L’analisi delle forme di governo L’espressione forma di governo indica il modo in cui è distribuito il potere politico tra i diversi organi di uno Stato e il tipo di relazione che si stabilisce tra essi. Mentre l’analisi delle “forme di Stato” individua il diverso rapporto che si instaura nel Paese tra governanti e governati, l’esame delle “forme di governo” mostra in che modo le funzioni di uno Stato vengono ripartite tra i diversi organi a cui è affidata la “guida” del Paese (Parlamento, Governo, capo dello Stato).

Monarchia e repubblica Tra le diverse forme di governo, la prima distinzione da fare è quella tra monarchia e repubblica, basata sulla diversa modalità di attribuzione del ruolo di capo dello Stato. Nella monarchia, la funzione di capo dello Stato è svolta a tempo indeterminato da un sovrano, la cui designazione avviene per successione dinastica. Nelle repubbliche democratiche, l’incarico di capo dello Stato è attribuito al Presidente della Repubblica, eletto direttamente o indirettamente dal popolo.

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Le forme di governo

LezIOne 4

DIRITTO

MONARCHIA Nella monarchia il capo dello Stato è il sovrano (re o regina), che ottiene l’incarico per successione dinastica, cioè per diritto ereditario (svincolato dalla volontà popolare). La monarchia a sua volta può assumere la forma di: • monarchia assoluta, quando il sovrano esercita la sua supremazia in modo incondizionato e accentra su di sé tutti e tre i poteri; • monarchia parlamentare, quando i poteri sono divisi e attribuiti ad organi diversi (Parlamento, Governo e Magistratura), mentre il sovrano ha funzioni limitate e ricopre un ruolo prevalentemente rappresentativo. REPUBBLICA Nella repubblica il capo dello Stato è il Presidente della Repubblica, che ottiene l’incarico per elezione, e quindi viene scelto direttamente o indirettamente dal popolo. ESEMPIO

Oggi le monarchie assolute sono molto rare (Brunei, Oman, Arabia Saudita), mentre più diffuse sono le monarchie parlamentari. In Europa tale forma di governo è adottata da Gran Bretagna, Belgio, Danimarca, Olanda, Lussemburgo, Svezia e Spagna. In Italia c’è la repubblica, come in Grecia e in Germania.

Le diverse forme di repubblica Stati monarchici

Come per le monarchie, anche per le repubbliche è possibile fare una distinzione in base ai poteri che vengono attribuiti al Presidente della Repubblica. Nelle repubbliche parlamentari l’organo centrale, su cui ruota tutta l’organizzazione politica, è il Parlamento, scelto direttamente dal popolo.

Stati repubblicani

MAR DI BARENTS

ISLANDA

NORVEGIA SVEZIA

Il Parlamento detiene la funzione legislativa, ovvero quella di emanare le leggi, elegge il Presidente della Repubblica e indirizza l’operato del Governo, oltre ad esercitare un potere di controllo sullo stesso Governo, a cui è affidato il potere esecutivo, cioè quello di applicare le leggi. Affinché il Governo possa esercitare tutte le sue funzioni, deve avere la “fiducia” della maggioranza del Parlamento, altrimenti deve dimettersi.

RUSSIA ESTONIA

MARE DEL NORD

DANIMARCA IRLANDA

LETTONIA LITUANIA RUSSIA

GRAN BRETAGNA

MAR BALTICO

PAESI BASSI

BIELORUSSIA

BELGIO GERMANIA LUSSEMBURGO

UCRAINA MAR CASPIO

SLOVACCHIA

FRANCIA

MOLDOVA

LIECHTENSTEIN

AUSTRIA SLOVENIA UNGHERIA CROAZIA

SVIZZERA

ITALIA

PORTOGALLO ANDORRA

POLONIA REP. CECA

OCEANO ATLANTICO

MONACO

S. MARINO

SPAGNA

ROMANIA

BOSNIAERZ.

MAR NERO

SERBIA

BULGARIA

MONTENEGRO

ALBANIA

MACEDONIA GRECIA

MAR MEDITERRANEO

Forme di governo monarchiche e repubblicane negli Stati d’Europa.

FINLANDIA

MALTA

CIPRO

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UdA 3

LO STATO

In questa forma di governo, il Presidente della Repubblica ha funzioni prevalentemente rappresentative e formali, ovvero partecipa ai tre poteri, ma non è a capo di nessuno di essi. Questa forma di governo si caratterizza per la collaborazione tra i poteri dello Stato ed è attualmente la forma di governo più diffusa in Europa. ESEMPIO

La formazione dello Stato italiano

L’Italia è una repubblica parlamentare: il Presidente della Repubblica è eletto dal Parlamento e resta in carica sette anni. In Italia le due figure di capo dello Stato (Presidente della Repubblica) e di capo del Governo (Presidente del Consiglio) sono nettamente separate.

POTERE LEGISLATIVO PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA funzioni rappresentative e formali elegge

GOVERNO potere esecutivo

PARLAMENTO

indirizza e controlla

elegge

rapporti di fiducia

POPOLO

Nelle repubbliche presidenziali l’organo centrale del sistema politico è il Presidente della Repubblica, che viene eletto direttamente dal popolo. Il Presidente della Repubblica, oltre ad essere il capo dello Stato, è contemporaneamente a capo del potere esecutivo: egli è anche capo del Governo, che forma nominando direttamente i ministri, i quali devono rispondere soltanto a lui del loro operato. Nelle repubbliche presidenziali, anche il Parlamento è eletto dal popolo, tuttavia l’aspetto che caratterizza questa forma di governo è l’indipendenza che esiste tra questi poteri:

il Presidente non può sciogliere il Parlamento e il Parlamento non può destituire il Presidente della Repubblica. È una forma di governo che esiste in America dal 1786 e che nel corso degli anni ha subìto modifiche migliorandone i caratteri. ESEMPIO

Non solo gli Stati Uniti sono una repubblica presidenziale ma anche altri importanti Stati, come Argentina, Brasile e Sudafrica.

PARLAMENTO

PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA capo dello Stato e capo del Governo

elegge

elegge POPOLO

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nomina

MINISTRI del Governo


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Le forme di governo

LezIOne 4

DIRITTO

La repubblica semipresidenziale è una forma di governo intermedia tra quella parlamentare e quella presidenziale, in cui il Presidente della Repubblica continua ad avere un ruolo centrale nella determinazione dell’indirizzo politico del Paese. Sia il Parlamento sia il Presidente della Repubblica sono eletti direttamente dal popolo. Al Presidente della Repubblica compete la nomina e l’eventuale diritto di revoca del Primo ministro e degli altri membri del Governo, come avviene nelle repubbliche presidenziali. Tuttavia il Governo deve godere della fiducia del Parlamento. Come per la repubblica presidenziale, il Presidente della Repubblica non può essere destituito dal Parlamento, perché è legittimato direttamente dal popolo attraverso l’elezione diretta, ma come avviene nelle repubbliche parlamentari egli può sciogliere anticipatamente il Parlamento, entro i limiti definiti dalla Costituzione. ESEMPIO

La Francia è il caso emblematico di repubblica semipresidenziale. Altri esempi di Stati che adottano tale forma di governo sono il Portogallo, la Romania, la Russia.

rapporto di fiducia PARLAMENTO

PRIMO MINISTRO e membri del GOVERNO

elegge

nomina elegge

POPOLO

PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

CONOSCENZE ALLA PROVA Verifica le tue conoscenze e abilità

Attiva le tue competenze

Completamento Completa le seguenti frasi inserendo i termini appropriati.

Ricerca in Internet

1. Nelle monarchie il capo dello Stato è il ……………… . Esistono due forme di monarchia: …………………….… e ………………………….. . 2. Gli Stati Uniti d’America sono una repubblica ………… . Il Presidente della Repubblica è eletto direttamente dal …………..… ed è anche capo del ………………… . 3. L’Italia è una repubblica ……………………………..… . Il Presidente della Repubblica è eletto dal …………… , che a sua volta è eletto dal ……………… . 4. Nelle repubbliche parlamentari il Presidente della Repubblica ha funzioni …………………………… .

Cerca in Internet le diverse forme di governo dei Paesi che fanno parte attualmente dell’Unione europea e realizza al computer (o su carta) una tabella, nella quale riporterai i nomi dei Paesi e la forma di governo corrispondente. 69


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Il diritto di viaggiare: norme e documenti Il diritto di viaggiare costituisce uno dei diritti fondamentali dell’uomo e nella maggior parte delle Costituzioni europee la libertà di circolazione è esplicitamente richiamata. Nella Costituzione italiana, per esempio, è sancita all’articolo 16, il quale prevede per tutti i cittadini: • la libertà di circolazione nel territorio dello Stato; • la libertà di fissare ovunque la propria residenza (luogo di dimora abituale); • la libertà di uscire, temporaneamente (espatrio) o definitivamente (emigrazione), e rientrare nel territorio della Repubblica. Il diritto di viaggiare, che è alla base dello sviluppo del turismo, è ormai largamente riconosciuto, eppure non tutto il mondo è accessibile per tutti o comunque non in modo facile.

Viaggiare nei Paesi dell’Unione europea e dell’area Schengen

Persone in movimento e libertà di circolazione Oggi le persone decidono di spostarsi e stabilirsi in Paesi diversi da quello di origine per i motivi più disparati: turismo, studio, affari, fuga da guerre o catastrofi naturali, ma anche semplicemente per lavoro. Le persone, insomma, “chiedono spazio” ed avvertono con sempre maggiore necessità il bisogno di muoversi liberamente da un luogo all’altro, senza chiedere permessi o dover rendere conto a nessuno dei propri spostamenti. La legislazione ha fatto molti passi avanti in questo senso, tuttavia ogni Paese ha norme e regole da rispettare.

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Nel sistema dell’Unione europea il processo di integrazione economica si è sviluppato all’insegna di “quattro libertà di movimento”: delle merci, delle persone, dei servizi, dei capitali. Questo vuol dire che i cittadini comunitari e i loro familiari hanno la libertà di spostarsi, soggiornare o trasferirsi, per un breve periodo o per sempre, all’interno dei Paesi aderenti all’Unione, possono inoltre svolgervi attività lavorative senza subire restrizioni per il fatto di avere una diversa cittadinanza, possono infine trasportar vi denaro (fino a 10.000 euro) e prodotti. La libertà di circolazione è stata inoltre rafforzata dall’accordo di Schengen, la cittadina lussemburghese dove il 14 giugno 1985 Belgio, Francia, Germania, Lussemburgo e Paesi Bassi si accordarono per l’abolizione dei controlli alle persone alle frontiere interne, al fine di rafforzare invece quelli alle frontiere esterne; e per la collaborazione dei vari Paesi alla lotta alla criminalità. Oggi lo spazio Schengen comprende 26 Paesi europei.


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LezIOne SPeCIALe Spazio Schengen senza frontiere

Spazio non Schengen

Austria, Belgio, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Islanda, Italia, Lettonia, Liechtenstein, Lituania, Lussemburgo, Malta, Norvegia, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia, Svizzera e Ungheria.

Limiti alla libertà di circolazione e di soggiorno dei cittadini comunitari sono posti esclusivamente per motivi di ordine pubblico, di pubblica sicurezza e di sanità. Pensiamo per esempio ai provvedimenti che limitano la libertà di entrare o uscire da un determinato luogo per evitare il propagarsi di un’epidemia.

Documenti necessari per viaggiare Il diritto di lasciare un Paese comprende il diritto di ottenere i necessari documenti di viaggio. Vediamo di seguito quali sono i principali documenti per viaggiare all’estero. Passaporto elettronico: è il documento ufficiale che attesta l’identità di una persona e l’autorizza a circolare al di fuori dello Stato di appartenenza e degli Stati dell’Unione europea, per i quali è sufficiente la sola carta di identità. Lo possono richiedere tutti i cittadini a qualsiasi età e viene rilasciato dalla questura della zona in cui si abita. È dotato di un microchip contenente le impronte digitali, la foto e i dati anagrafici del titolare del passaporto.

DIRITTO

Bulgaria, Croazia, Cipro, Irlanda, Romania e Regno Unito.

Passaporto collettivo: è un documento che viene rilasciato dalle questure per i viaggi di gruppo (da 5 a 50 persone). Deve essere richiesto da un capogruppo, titolare di un passaporto valido, e può essere utilizzato per un solo viaggio. Carta di identità: è un documento di riconoscimento personale, valido anche come documento per l’espatrio (nei Paesi dove è accettata); chi ha meno di 15 anni tuttavia può utilizzarla per viaggiare all’estero solo se è accompagnato da un genitore. Esiste sia in formato cartaceo sia elettronico e viene rilasciata dal Comune di residenza o domicilio. Visto: alcuni Paesi esigono un controllo ulteriore, per cui non è sufficiente il passaporto, ma bisogna ottenere presso la sede diplomatica del Paese che si intende visitare un visto di ingresso. Documenti sanitari: la tessera Asl permette a tutti i cittadini italiani di usufruire dei servizi sanitari nei Paesi Ue, ma se si viaggia al di fuori dell’Ue è consigliabile avere un’assicurazione sanitaria. Patente internazionale: per guidare un’autovettura all’estero è necessaria una patente che riporti in varie lingue i dati della patente di guida italiana. La patente internazionale è rilasciata dall’Aci (Automobile Club Italiano) ed è valida per un anno.

ecessitano Flash Testtici possono viaggiare all’estertro,o lamraa anbbchia.eQlouroeston in linea n no con domes cambiano e re vaccinati Gli animali ati le norme devono esse St e o si rt er o iv p d sa ei di un pas ropei, ma n per i Paesi eu di massima tarsi. oni il ortate? Esp è facile orien o essere esp n o ss de. o p ve re so p cosa tuo avvi Cities e che protette? A la ie è ec sa sp co e le tati su ch • E per poi documen tuo parere e

DOMANDE CHIAVE 1. Che cosa sancisce l’articolo 16 della Costituzione italiana? 2. Che cos’è lo spazio Schengen? 3. Quali sono i motivi per cui può essere revocata la libertà di circolazione?

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Viaggiare in Europa

Documenti di viaggio per i cittadini dell’Unione europea

se viaggi da/verso un Paese dello spazio Schengen non sei tenuto a esibire la carta di identità o il passaporto alle frontiere, ma è importante comunque averli con sé

se viaggi da/verso un Paese non appartenente allo spazio Schengen devi presentare la carta di identità o il passaporto

non valgono come documenti di viaggio o di identità patente di guida, carte bancarie, tesserini fiscali

ingresso negato solo in circostanze eccezionali, per ragioni politiche o di grave rischio alla sicurezza e salute pubblica

se i tuoi nonni o i tuoi genitori sono cittadini extra-Ue possono accompagnarti o raggiungerti in un altro Paese dell’Ue, ma con: • passaporto valido • visto d’ingresso (a seconda del Paese di provenienza)

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TeRRITORIO e Società

DIRITTO

Documenti di viaggio per i cittadini extra-Ue se vuoi visitare l’Unione europea e spostarti al suo interno hai bisogni di: un passaporto – valido per almeno 3 mesi dopo la data in cui intendi lasciare il Paese che stai visitando – rilasciato negli ultimi 10 anni un visto da chiedere al consolato o all’ambasciata del Paese che vuoi visitare – con un visto di un Paese dello spazio Schengen puoi automaticamente viaggiare anche in altri Paesi dello spazio Schengen

alla frontiera potrebbero richiederti anche: una lettera di invito una prova che disponi di un alloggio un biglietto di ritorno

• Lorenzo è italiano e questa estate andrà in vacanza in Portogallo, di quali documenti avrà bisogno? ...................................................................................................................

• Maxim è italiano e questa estate andrà al mare in Grecia con i suoi nonni che arrivano dalla Moldavia. Di quali documenti avranno bisogno i nonni di Maxim? Dalla Grecia, potranno poi riaccompagnare Maxim in Italia? ...................................................................................................................

• Miya è cinese ed a dicembre è volata fino a Roma per trascorrere le vacanze di Natale. Il suo passaporto scadrà a gennaio del nuovo anno: il passaporto di Miya è un documento valido? ...................................................................................................................

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Sintesi Che cos’è lo Stato?

Lo Stato è un ente pubblico territoriale che si forma quando un popolo si stabilisce su un determinato territorio e si sottopone ad un’autorità dotata del potere di emanare le norme giuridiche e di farle rispettare.

Quali sono gli elementi costitutivi dello Stato?

Gli elementi dello Stato sono il popolo, formato dall’insieme di tutti i cittadini; il territorio, ossia lo spazio entro il quale lo Stato può esercitare il suo potere; la sovranità, ossia il potere di stabilire le norme giuridiche e di imporne l’osservanza.

Quali sono i poteri dello Stato e a quali organi sono affidati?

Lo Stato esercita la sua sovranità attraverso il potere legislativo, che consiste nel fare le leggi, affidato al Parlamento; il potere esecutivo, ossia il potere di metterle in atto, affidato al Governo; il potere giudiziario, ossia il potere di punire chi non le rispetta, affidato alla Magistratura.

Come si ottiene la cittadinanza italiana?

Il principio fondamentale per ottenere la cittadinanza italiana è quello del diritto di sangue (ius sanguinis), che coesiste con altri princìpi: quello del diritto del suolo, ovvero del territorio dove si nasce (ius soli) e quello del diritto di scelta, cioè la possibilità di chiedere di diventare cittadini italiani, se sussistono i presupposti previsti dalla legge.

Quali sono le principali forme di Stato?

Lo Stato ha assunto nella storia diverse forme: – Stato assoluto: tra il 1500 e il 1700 i tre poteri, legislativo, esecutivo e giudiziario, erano concentrati nelle mani del sovrano che li esercitava senza limiti. Il popolo era composto dai sudditi, ossia da persone prive di diritti. – Stato liberale o di diritto: dalla seconda metà del 1700 si cominciano ad affermare Stati basati sul principio della separazione dei poteri (attribuiti a tre organi diversi: Parlamento, Governo e Magistratura). Alla base dello Stato liberale vi era una Costituzione che riconosceva i diritti fondamentali dei cittadini e che anche il re doveva rispettare. Il diritto di voto però spettava solo a un gruppo ristretto di persone (nobili e borghesi). – Stato democratico: nel 1900 gli Stati liberali si trasformano in Stati democratici, fondati sulla sovranità popolare e sull’estensione del diritto di voto a tutti i cittadini (suffragio universale). – Stato totalitario: sempre nel 1900 in alcuni Paesi, tra cui l’Italia e la Germania, si affermano le dittature fascista e nazista, che sopprimono i diritti e le libertà fondamentali.

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LO STATO

SInTeSI

DIRITTO

– Stato socialista: ancora nel 1900 nei Paesi dell’Est nascono gli Stati socialisti, anch’essi di tipo totalitario, fondati sul raggiungimento dell’uguaglianza tra le persone. Quali sono le principali forme di governo?

Le principali forme di governo, che indicano il modo in cui viene organizzato e distribuito il potere politico tra gli organi dello Stato, riguardano la monarchia e la repubblica. Nella monarchia, che può essere assoluta o parlamentare, il capo dello Stato è un sovrano che assume l’incarico per successione dinastica. Nella repubblica, che può essere presidenziale o parlamentare, il capo dello Stato è il Presidente della Repubblica, eletto direttamente o indirettamente dal popolo.

LE PAROLE DEL DIRITTO Autorità: nell’ambito giuridico indica la posizione di chi ha poteri e funzioni di comando, riconosciuti dalla legge.

Francese Inglese Spagnolo Tedesco

Autorité Authority Autoridad Behörde

Potere assoluto: indica il potere che non è limitato o vincolato da alcuna legge.

Francese Inglese Spagnolo Tedesco

Pouvoir absolu Absolute power Poder absoluto Absolute Macht

Cittadinanza: indica la condizione di appartenenza di un individuo a uno Stato, da cui derivano speciali diritti e doveri.

Francese Inglese Spagnolo Tedesco

Citoyenneté Citizenship Ciudadanía Staatsbürgerschaft

Sovranità: potere di emanare delle norme giuridiche e farle valere coattivamente, cioè imporle.

Francese Inglese Spagnolo Tedesco

Souveraineté Sovereignty Soberanía Souveränität

Popolo: in senso politico indica l’insieme dei cittadini di uno Stato.

Francese Inglese Spagnolo Tedesco

Peuple Citizen Pueblo Volk

Stato: entità giuridica che riguarda l’organizzazione politica di un popolo stanziato su un territorio sul quale esercita la propria sovranità.

Francese Inglese Spagnolo Tedesco

État State Estado Staat

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UdA 3

Mappe di sintesi ELEMENTI COSTITUTIVI DELLO STATO

POPOLO

TERRITORIO

SOVRANITÀ

cittadini che hanno diritti e doveri

spazio delimitato da confini, entro il quale lo Stato esercita la sua sovranità

potere che ha lo Stato di imporre le sue leggi a coloro che si trovano sul suo territorio

POTERI ED ORGANI DELLO STATO

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POTERE LEGISLATIVO

POTERE ESECUTIVO

POTERE GIUDIZIARIO

potere di emanare le leggi

potere di mettere in atto le leggi

potere di punire chi non rispetta le leggi

affidato al

affidato al

affidato alla

PARLAMENTO

GOVERNO

MAGISTRATURA

deputati e senatori

ministri Consiglio dei Ministri Presidente del Consiglio

giudici o magistrati


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LO STATO

MAPPe DI SInTeSI

DIRITTO

FORME DI STATO

rapporto tra cittadini (governati) e organi dello Stato (governanti)

STATO ASSOLUTO

concentrazione dei poteri nelle mani del re (XVI-XVIII secolo)

STATO LIBERALE

basato sulla separazione dei tre poteri (Parlamento, Governo, Magistratura), permane il re e vengono riconosciuti i diritti del popolo (Costituzione) (XVIII-XIX secolo)

STATO TOTALITARIO

concentrazione dei poteri in un unico partito, con a capo un dittatore (prima metà XX secolo)

STATO SOCIALISTA

concentrazione dei poteri nelle mani dello Stato (prima metà XX secolo)

STATO DEMOCRATICO

sovranità popolare: attribuzione del potere al popolo (XX secolo)

STATO SOCIALE

forma di Stato democratico volto a ridurre le disuguaglianze sociali

FORME DI GOVERNO

modo in cui il potere politico è distribuito fra gli organi dello Stato

MONARCHIA il capo dello Stato è il sovrano

ASSOLUTA

PARLAMENTARE

REPUBBLICA il capo dello Stato è il Presidente della Repubblica

PARLAMENTARE

PRESIDENZIALE

SEMIPRESIDENZIALE

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Uda 3

lo stato

VERIFICA DI APPRENDIMENTO Easy test COMPLETAMENTO 1. Completa le seguenti frasi utilizzando

i termini sotto elencati. popolazione – esecutivo – separazione – democratico – sovranità – Magistratura – popolo – sudditi – Parlamento – cittadini – suffragio 1. Lo Stato è un ente pubblico territoriale formato da tre elementi fondamentali: il ……………, il territorio e la ………… . 2. Il popolo è formato dall’insieme dei ……… di uno Stato, mentre la …………………… comprende anche gli stranieri e gli apolidi. 3. Il potere legislativo è affidato al …………, il potere ………………………… è affidato al Governo e il potere giudiziario è affidato alla ………………………… . 4. Nello Stato assoluto i tre poteri erano concentrati nelle mani del sovrano e il popolo era formato dai ………………… privi di alcun diritto. 5. Nello Stato liberale si accoglie il principio della ………………… dei poteri e il riconoscimento dei diritti dei cittadini. 6. Nello Stato …………………………, si ha il …………………… universale estendendo il diritto di voto a tutti i cittadini.

VERO O FALSO 1. Indica se le seguenti affermazioni sono vere (V) o false (F). 1. Il territorio comprende anche i laghi e i fiumi. 2. Popolo e popolazione sono sinonimi. 3. Tutti coloro che nascono in Italia diventano cittadini italiani. 4. L’apolide è colui che è privo di cittadinanza. 5. Lo Stato liberale è uno Stato di diritto. 6. In Italia il Presidente della Repubblica è eletto dal popolo. 7. Lo Stato sociale è chiamato anche Welfare State. 8. Il presupposto dello Stato democratico è il suffragio universale. 9. La Repubblica italiana nacque con un referendum istituzionale. 10. Nella Repubblica presidenziale il presidente è eletto dal Parlamento.

F F

V V V

F F F

V

F

V

F

V

F

V

F

V

F

DOMANDE A SCELTA MULTIPLA 2. Individua la risposta esatta. 1. I poteri fondamentali dello Stato sono: A legislativo, esecutivo, giudiziario B legislativo e giudiziario C legislativo ed esecutivo D legislativo, parlamentare ed esecutivo 2. Nella repubblica parlamentare: A il capo dello Stato e il capo del Governo sono la stessa persona B il capo del Governo è eletto dal popolo C il capo dello Stato e il capo del Governo sono persone diverse D il Presidente della Repubblica è eletto direttamente dal popolo 3. Lo Stato liberale si fonda: A sul principio della separazione dei poteri B sulla sudditanza dei cittadini C sul principio dell’accentramento dei poteri nelle mani del sovrano D sul principio di uguaglianza tra i cittadini

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V V


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VeRIfICA DI APPRenDIMenTO

4. È una caratteristica dello Stato totalitario: A il suffragio universale B il riconoscimento e la tutela delle libertà fondamentali dell’uomo C il riconoscimento del diritto di voto solo a un gruppo ristretto di persone D la soppressione delle libertà fondamentali

COMPLETAMENTO

UdA 3

DIRITTO

ESCLUSIONI 5. Individua all’interno di ciascuno dei seguenti gruppi di parole il termine estraneo. 1. Terraferma, popolo, sottosuolo, spazio aereo, territorio fluttuante 2. Cittadinanza, sovranità, nascita, matrimonio, adozione 3. Socialista, presidenziale, assoluto, liberale, totalitario 4. Capo del Governo, Presidente della Repubblica, Senato della Repubblica, re, Camera dei Deputati

3. Completa le seguenti frasi inserendo i termini appropriati. 1. La forma di Stato prevalente nell’Europa dell’Ottocento era lo Stato …………………………, mentre lo Stato socialista prende l’avvio nel 1917 in ………………………… . 2. Lo Stato esercita la sua ………………………… attraverso il potere …………………………, che consiste nel fare le leggi. 3. La Repubblica italiana è nata il …………………………: prima di quella data l’Italia era stata una ……………… . 4. Alla base dello Stato liberale vi era una …………………… che riconosceva i diritti fondamentali dei cittadini. 5. Nella monarchia, che può essere assoluta o …...………, il capo dello Stato è un ………………………che assume l’incarico per successione dinastica. 6. La cittadinanza italiana si acquisisce per diritto di …...…, per diritto di ………………………… e per ………………… dell’interessato. 7. Nelle repubbliche ….........................……………………… il Presidente della Repubblica è eletto direttamente dal popolo.

CORRISPONDENZE 4. Abbina ad ogni espressione della colonna di sinistra una espressione della colonna di destra, riportando i numeri negli appositi spazi. 1. Stato di diritto 2. Straniero comunitario 3. Repubblica presidenziale 4. Stato democratico 5. 6. 7. 8.

Stato assoluto Popolo Stato totalitario Magistratura

sudditi suffragio universale insieme dei cittadini cittadino di uno Stato dell’Unione europea dittatura potere giudiziario Stato liberale Presidente della Repubblica eletto dal popolo

DOMANDE A RISPOSTA APERTA 6. Rispondi in forma orale o scritta alle seguenti domande. 1. Qual è la definizione di Stato? Indicane gli elementi. 2. Quali sono i modi di acquisto della cittadinanza italiana? 3. Quali sono le differenze tra Stato liberale e Stato democratico? 4. Quali sono le differenze tra Repubblica parlamentare, presidenziale e semipresidenziale?

IMPARO AD IMPARARE 7. Riassumi in poche righe gli argomenti principali trattati in questa Unità, utilizzando le parole chiave suggerite. Stato – nazione – popolo – cittadini – poteri .......................................................................................... .......................................................................................... .......................................................................................... .......................................................................................... .......................................................................................... .......................................................................................... .......................................................................................... .......................................................................................... .......................................................................................... .......................................................................................... .......................................................................................... ..........................................................................................

DIZIONARIO DI DIRITTO 8. Ricerca nell’Unità di apprendimento le parole nuove di cui non conoscevi il significato e sottolineale in rosso. Poi riportale su un quaderno-rubrica e scrivi il loro significato utilizzando tutto ciò di cui disponi: libro di testo, Internet, vocabolario, spiegazione del docente o altro.

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Unità di Apprendimento

4

la costituzione italiana Conoscenze

Abilità

n L’Unità d’Italia e lo Statuto albertino n La nascita della Repubblica italiana n La Costituzione n Caratteri e struttura della Costituzione

n Individuare i principali eventi storici che hanno portato alla nascita della Costituzione italiana n Individuare i caratteri dello Statuto albertino e della Costituzione italiana e saperli mettere a confronto n Individuare il ruolo e la struttura della Costituzione

Lezione 1 Lezione 2

Collocare l’esperienza personale in un sistema di regole fondato sulla Costituzione Comprendere il cambiamento e la diversità dei tempi storici in una dimensione diacronica attraverso il confronto tra epoche diverse

La genesi della Costituzione italiana Caratteri e struttura della Costituzione

Lezione speciale

Ambiente e Costituzione

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Competenze


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DIRITTO

GENESI dallo Statuto albertino (4 marzo 1848) alla Costituzione della Repubblica italiana (1° gennaio 1948)

LA COSTITUZIONE ITALIANA STRUTTURA

CARATTERI

I

l 26 gennaio 1955 Piero Calamandrei, uno dei 556 padri fondatori della Costituzione, si rivolgeva così agli studenti: “In questa Costituzione c’è dentro tutta la nostra storia, tutto il nostro passato, tutti i nostri dolori, le nostre sciagure, le nostre gioie. Sono tutti sfociati qui in questi articoli; e, a sapere intendere, dietro questi articoli ci si sentono delle voci lontane… voi giovani alla Costituzione dovete dare il vostro spirito, la vostra gioventù, farla vivere, sentirla come cosa vostra, metterci dentro il senso civico, la coscienza civica.”

Approfondimenti

Esercizi interattivi

Audio

Mappe modificabili

Queste parole riescono ancora oggi a rispondere alla domanda: perché tutti noi dovremmo conoscere la Costituzione italiana? Come afferma Calamandrei, la nostra Costituzione non è soltanto la legge basilare dello Stato, su cui si fonda tutto l’ordinamento giuridico, ma è il prodotto di un lungo e travagliato processo storico, che all’indomani della Seconda guerra mondiale e della dittatura fascista ha portato a costruire solide basi per lo sviluppo della democrazia e il mantenimento della pace. In questa Unità ripercorreremo la genesi della Costituzione e analizzeremo i valori fondamentali a cui si sono ispirati i padri fondatori, ovvero i valori della persona, del lavoro, della dignità, della libertà, dell’uguaglianza, della democrazia, della legalità, della solidarietà e della partecipazione. Infine, ne analizzeremo i caratteri e la struttura.

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LezIOne

1 la genesi della costituzione italiana 4 marzo 1848 Statuto albertino 1° gennaio 1948 entra in vigore la COSTITUZIONE DELLA REPUBBLICA ITALIANA

17 marzo 1861 Regno d’Italia Statuto albertino: prima carta costituzionale italiana 2 giugno 1946 referendum istituzionale ed elezione dell’Assemblea costituente

La Costituzione, fonte delle fonti La Costituzione è la legge fondamentale di un Paese. Essa contiene i princìpi e le norme basilari su cui è fondato l’intero ordinamento giuridico di uno Stato. Tutte le Costituzioni hanno due funzioni fondamentali: •

disegnare l’organizzazione dello Stato, individuando i suoi organi e le rispettive

funzioni, ovvero delimitare le competenze di ogni organo dello Stato riguardo ai poteri legislativo, esecutivo e giudiziario; • individuare i princìpi fondamentali, cioè gli ideali di base a cui deve ispirarsi la condotta dei cittadini e quella dello Stato e dei suoi organi. Nel nostro ordinamento giuridico, la Costituzione della Repubblica italiana, entrata in vigore il 1° gennaio 1948, è posta al vertice della gerarchia delle fonti ed è considerata la “fonte delle fonti”, poiché tutte le altre leggi traggono validità da essa, ne devono rispettare i princìpi e non possono contrastarla. Le uniche leggi in grado di modificarla e di renderla sempre attuale sono le leggi costituzionali, poste al suo stesso livello e contenenti modifiche o integrazioni al testo della Costituzione. La nostra Costituzione ha avuto una lunga genesi, che inizia nel 1848 quando il re Carlo Alberto di Savoia concesse ai suoi sudditi lo Statuto albertino. Cominceremo proprio da qui a ripercorrere il lungo cammino storico e politico che ha portato alla nostra attuale Costituzione.

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La genesi della Costituzione italiana

LezIOne 1

DIRITTO

Lo Statuto albertino Il 4 marzo 1848 Carlo Alberto di Savoia, sovrano del Regno di Sardegna, concesse ai suoi sudditi lo Statuto, chiamato appunto albertino. Il testo, pubblicato in italiano e in francese (lingua molto utilizzata all’epoca), elencava i diritti e i doveri dei sudditi (regnicoli), e istituiva una Camera dei Deputati elettiva e un Senato di nomina regia non ereditaria.

4 marzo Emanazione dello Statuto albertino nel Regno di Sardegna

Il 17 marzo 1861, venne proclamato il Regno d’Italia e lo Statuto albertino divenne la prima carta costituzionale italiana. Dal 1861 al 1948, lo Stato italiano fu una monarchia costituzionale, in cui il potere del re era limitato dall’osservanza della costituzione, ovvero dello Statuto albertino, che prevedeva la separazione dei poteri (legislativo, esecutivo e giudiziario) in organi differenti e il riconoscimento di alcuni diritti e doveri dei sudditi. Nonostante si trattasse di una forma di Stato liberale, che stabiliva una limitazione alle prerogative del re, in realtà il sovrano manteneva un ruolo centrale perché i tre poteri previsti dallo Statuto, benché separati, dipendevano sostanzialmente dalla sua persona:

1848

1861 Lo Statuto albertino diviene la Costituzione del Regno d’Italia

• il potere legislativo spettava al Parlamento, composto dalla Camera dei deputati, eletta da un corpo elettorale ristretto (cioè da cittadini di sesso maschile che avevano un certo reddito e un grado minimo di istruzione), e dal Senato del Regno, i cui membri erano nominati a vita dal sovrano; • il potere esecutivo era affidato al Governo, presieduto dal re e composto da ministri da lui nominati; • il potere giudiziario era esercitato dai giudici, anch’essi nominati dal sovrano. Lo Statuto albertino, composto da 84 articoli, era una costituzione: • ottriata, ossia concessa dal re ai suoi sudditi e non votata dal popolo, direttamente o tramite i suoi rappresentanti; • flessibile, in quanto poteva essere modificata facilmente tramite leggi ordinarie; • breve, perché dedicava poco spazio ai diritti dei cittadini (solo nove articoli) e delineava principalmente l’organizzazione statale, dando importanza al ruolo del sovrano; • confessionale, in quanto prevedeva come unica religione di Stato quella cattolica. Camera dei deputati potere legislativo Senato del Regno (membri nominati dal re) STATUTO ALBERTINO potere esecutivo

Governo (ministri nominati dal re)

potere giudiziario

giudici (nominati dal re)

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uda 4

la CostItuzIoNe ItalIaNa

Il periodo fascista Caratteri del fascismo in Italia

1914 1918 1919 1922 1925

Prima guerra mondiale Suffragio universale maschile Marcia su Roma e avvento del fascismo “Leggi fascistissime”

Nel periodo che intercorre tra il 1861 ed il 1922, definito periodo liberale, il potere del sovrano andò via via attenuandosi e si ampliarono i poteri della Camera dei deputati, composta dai rappresentanti del popolo. Nel 1919, quando il diritto di voto fu esteso a tutti i cittadini di sesso maschile di età superiore a 21 anni (suffragio universale maschile), oltre ad esponenti del partito liberale furono eletti alla Camera dei deputati membri dei nascenti partiti di massa (partito socialista e partito popolare) difensori delle classi più povere. La nuova situazione destabilizzò gli equilibri fino ad allora costituiti ed in questo clima fu facile per il fascismo imporsi come forza politica capace di garantire l’ordine e di rinnovare il sistema politico. Nel 1922 le squadre d’azione fasciste marciarono su Roma e il re Vittorio Emanuele III, anziché far intervenire l’esercito per fermarle, dette l’incarico di formare il nuovo Governo a Benito Mussolini, capo del partito fascista. Fu così che, grazie anche alla flessibilità dello Statuto albertino (modificabile tramite semplici leggi ordinarie), lo Stato italiano deviò verso un regime totalitario, che stravolse il sistema liberale garantito fino a quel momento. Con le cosiddette “leggi fascistissime”, emanate nel 1925: • il Presidente del Consiglio dei ministri, il duce, assunse una posizione gerarchica superiore agli altri ministri, essendo responsabile delle proprie azioni solo di fronte al sovrano e non più di fronte al Parlamento; • la Camera dei deputati venne soppressa e sostituita con la Camera dei fasci e delle corporazioni, i cui membri erano nominati dal Governo e dovevano appartenere al partito fascista, l’unico partito consentito; • venne creato il Gran Consiglio del fascismo, organo supremo dello Stato, con la funzione di coordinare e integrare tutte le attività del regime fascista; • furono introdotte limitazioni alle libertà fondamentali e personali dei cittadini, come la libertà di stampa, di associazione e di sciopero.

Nascita della Repubblica italiana e della Costituzione italiana Durante tutto il periodo fascista lo Statuto albertino, nonostante le sostanziali modifiche, rimase formalmente in vigore. Con la fine del fascismo e della Seconda guerra mondiale (1939-1945) era necessario dare un nuovo assetto istituzionale al Paese e la scelta venne demandata ai cittadini. Il 2 giugno 1946 il popolo italiano, per la prima volta a suffragio universale (maschile e femminile), votò per: • scegliere tra repubblica e monarchia (referendum istituzionale); • eleggere i membri dell’Assemblea costituente, l’organo incaricato di scrivere il testo della nuova Costituzione italiana.

La maggioranza degli Italiani (54,3%) scelse la repubblica. 84


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La genesi della Costituzione italiana

L’Assemblea costituente, composta da 556 deputati, elesse Enrico De Nicola capo provvisorio dello Stato (in attesa dell’elezione del Presidente della Repubblica secondo le norme della nuova Costituzione) e nominò al suo interno una commissione di 75 deputati, con il compito di redigere il progetto della nuova Costituzione da sottoporre all’esame e all’approvazione di tutta l’Assemblea. Il percorso di formazione e approvazione della Costituzione fu molto complesso, in quanto i membri dell’Assemblea costituente, appartenendo a differenti orientamenti politici (cattolici, socialisti, comunisti, liberali), erano espressione di ideologie e valori diversi. Si arrivò quindi a un compromesso in forza del quale le diverse forze politiche dovettero mediare le proprie posizioni e giungere a un accordo, fondato su concessioni reciproche. Il 22 dicembre 1947 il testo della Costituzione redatto dalla Commissione fu approvato dall’Assemblea costituente a larghissima maggioranza (ben 453 voti a favore) e fu promulgato il 27 dicembre dello stesso anno.

LezIOne 1

2 giugno Referendum istituzionale: nascita della Repubblica italiana Elezione dell’Assemblea costituente 27 dicembre Promulgazione della Costituzione italiana

1° gennaio La Costituzione della Repubblica italiana entra in vigore

DIRITTO 1946

1947

1948

La Costituzione della Repubblica italiana entrò in vigore il 1° gennaio 1948.

CONOSCENZE ALLA PROVA Verifica le tue conoscenze e abilità

Attiva le tue competenze

Vero o falso Indica se le seguenti affermazioni sono vere (V) o false (F).

Cooperative Learning: in gruppo

1. Lo Statuto Albertino fu concesso dal re Carlo Alberto di Savoia nel 1861. 2. Lo Statuto Albertino era una Costituzione ottriata, perché il suo contenuto era stato deciso dal sovrano. 3. Durante il periodo fascista il ruolo del Parlamento fu ridotto. 4. Durante il periodo fascista venne ampiamente concessa la libertà di stampa. 5. Il 2 giugno del 1946 la Costituzione italiana entrò in vigore. 6. Nel referendum istituzionale del 2 giugno 1946 vinse la monarchia.

V

F

V

F

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F

V

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V

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F

• Dividetevi in gruppi di 5 persone. • Ciascun gruppo dovrà svolgere una ricerca in Internet, oppure utilizzando libri di testo o altre fonti di carattere storico, sulle cosiddette “leggi fascistissime”. • Ciascun gruppo dovrà produrre una tabella o una mappa concettuale (in forma cartacea o al computer) nella quale verranno riportati gli aspetti fondamentali di queste leggi, evidenziando soprattutto in che modo venivano redistribuiti i diversi poteri dello Stato. 85


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Il compromesso costituzionale La formazione dell’Assemblea costituente L’Assemblea costituente, che avrebbe avuto il compito di preparare una nuova costituzione all’indomani della caduta del regime fascista, fu eletta il 2 giugno 1946 con un sistema proporzionale. I 556 seggi furono distribuiti tra i partiti in proporzione ai voti ottenuti e in particolare i tre maggiori raggruppamenti furono: • Democrazia cristiana: ottenne il 35.2% dei voti e 207 seggi; • Partito comunista: ottenne il 18.9% dei voti e 104 seggi; • Partito socialista: ottenne il 20.7% dei voti e 115 seggi. PRI Altri MIS Pd’A

PSIUP

PCI

DC

556

PLI BNL UQ

L’espressione “compromesso costituzionale” esprime proprio questo accordo che vide i diversi partiti politici uniti dalla volontà di costruire una società migliore, basata sull’antifascismo, sul pluralismo delle idee e sul pacifismo. Ognuno di essi riuscì ad ottenere qualcosa, rinunciando ad altro: • la “sinistra” rinunciò all’abolizione della proprietà privata dei mezzi di produzione ed ottenne la garanzia di un ruolo attivo dello Stato nella protezione dei cittadini più deboli, nella promozione del benessere sociale, della salute e dell’istruzione scolastica; • i liberali ottennero il riconoscimento della libertà di iniziativa economica e della proprietà privata dei mezzi di produzione ed accettarono che l’economia potesse essere indirizzata a fini sociali; • la Democrazia cristiana rinunciò all’idea di uno Stato confessionale (in cui si riconosce una religione di Stato prevalente sulle altre) ed ottenne il riconoscimento della famiglia come fondamento della nuova società, del principio di solidarietà, del principio pacifista, del pluralismo.

Seggi per ciascun gruppo politico: DC = Democrazia cristiana, 207 PSIUP = Partito socialista italiano di unità proletaria, 115 PCI = Partito comunista italiano, 104 PLI = Partito liberale italiano, 33 UQ = Fronte dell’uomo qualunque, 30 PRI = Partito repubblicano italiano, 23 BNL = Blocco nazionale della libertà, 16 PDL = Partito democratico del lavoro, 9 Pd’A = Partito d’azione, 7 MIS = Movimento per l’indipendenza della Sicilia, 4 Altri raggruppamenti = 8

Le diverse anime della Costituzione Il nuovo quadro politico italiano vedeva principalmente due grandi schieramenti a confronto: da una parte la Democrazia cristiana e dall’altra la “sinistra”, costituita dai partiti comunista e socialista. Ad essi si aggiungeva la componente liberale, di modeste dimensioni, che fu comunque capace di influenzare le scelte dei Padri costituenti. L’incontro fra queste tre anime politiche, ognuna con idee e valori diversi, fu il contesto in cui nacque la Costituzione della Repubblica italiana, che fu approvata con 453 voti favorevoli e solo 62 contrari.

86

Il Presidente della Repubblica, Enrico De Nicola, e alcune delle Madri costituenti (21 su 556 deputati).

DOMANDE CHIAVE 1. Che cosa indica l’espressione “compromesso costituzionale”? 2. Quali erano le tre principali ideologie rappresentate dalle forze politiche dell’Assemblea costituente?


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LezIOne

2 votata

caratteri e struttura della costituzione

scritta

rigida

LA COSTITUZIONE ITALIANA È

lunga

compromissoria

I caratteri della Costituzione italiana La Costituzione della Repubblica italiana, la seconda Carta costituzionale nella storia del nostro Stato, presenta i seguenti caratteri generali: VOTATA La nostra Costituzione è votata (o democratica) perché è stata scritta e approvata da un organo eletto dal popolo (Assemblea costituente). Essendo stata votata indirettamente dal popolo, è quindi espressione della sua volontà. RIGIDA A differenza dello Statuto albertino, la Costituzione può essere modificata e integrata soltanto attraverso le leggi costituzionali, particolari leggi del Parlamento che seguono un procedimento lungo e difficile. Dopo l’esperienza della dittatura fascista, questo carattere della Costituzione è stato pensato a garanzia del mantenimento delle libertà democratiche dei cittadini. COMPROMISSORIA La Costituzione rappresenta l’accordo tra le diverse forze politiche presenti nell’Assemblea costituente, portatrici di valori e ideali differenti, ma accomunate e dalla volontà di condividere princìpi di libertà e di democrazia. Il testo della Costituzione è quindi il frutto di un compromesso ottenuto attraverso un confronto leale e costruttivo, ed è una sintesi di diverse ideologie: quella liberale, quella cattolica e quella socialista/comunista.

87


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UdA 4

LA COSTITUzIOne ITALIAnA

LUNGA La Costituzione non si limita a disciplinare l’organizzazione dello Stato (Parlamento, Governo, Magistratura) e i diritti fondamentali dei cittadini (come le libertà, il diritto di voto), ma si occupa – a differenza dello Statuto albertino – in maniera molto dettagliata e ampia anche dei diritti etico-sociali (come il diritto all’istruzione e il diritto alla salute) e dei diritti economici (come il diritto al lavoro e il diritto di sciopero). SCRITTA Come quasi tutte le Costituzioni, anche la nostra è stata redatta in un do-

cumento formale scritto (non è quindi una fonte-fatto).

La struttura della Costituzione italiana La Costituzione italiana è composta da 139 articoli, a cui si aggiungono 18 Disposizioni transitorie e finali, numerate in numeri romani (XVIII). Ogni articolo è formato da una o più parti denominate “comma”, separate da punti fermi. ESEMPIO COMMA

1 2 3 4

L’articolo 30 della Costituzione è composto da quattro commi, rappresentati da un a capo: “È dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli, anche se nati fuori del matrimonio. Nei casi di incapacità dei genitori, la legge provvede a che siano assolti i loro compiti. La legge assicura ai figli nati fuori del matrimonio ogni tutela giuridica e sociale, compatibile con i diritti dei membri della famiglia legittima. La legge detta le norme e i limiti per la ricerca della paternità.”

Dal punto di vista della struttura, la nostra Costituzione è suddivisa da una parte iniziale contenente i princìpi fondamentali, due parti centrali e da un gruppo di norme dette Disposizioni transitorie finali. Gli articoli di ciascuna delle due parti centrali sono a loro volta ripartiti in titoli, ovvero gruppi di argomenti.

LA STRUTTURA DELLA COSTITUZIONE

Parte iniziale

Parte prima

Parte seconda

PRINCIPI PRINCÌPI FONDAMENTALI (artt. 1-12)

DIRITTI E DOVERI DEI CITTADINI (artt. 13-54)

ORDINAMENTO DELLA REPUBBLICA (artt. 55-139)

Titolo Titolo Titolo Titolo

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I I- -Rapporti Rapporticivili civili IIII--Rapporti Rapporti etico-sociali etico-sociali III -– Rapporti Rapporti economici economici IV IV –- Rapporti Rapporti politici politici

Titolo Titolo Titolo Titolo Titolo Titolo

Disposizioni transitorie e finali XVIII articoli

I I- -Parlamento Parlamento IIII--Presidente Presidentedella dellaRepubblica Repubblica III – - Governo Governo IV IV –- Magistratura VV- -Regioni, Regioni,Province, Province,Comuni Comuni VI VI -- garanzie Garanziecostituzionali costituzionali


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Caratteri e struttura della Costituzione

LezIOne 2

DIRITTO

PRINCÌPI FONDAMENTALI La parte introduttiva enuncia i princìpi ispiratori sui quali si fonda la nostra Costituzione, i valori posti alla base della vita del nostro Paese (come il principio democratico e la tutela dei diritti inviolabili della persona). DIRITTI E DOVERI DEI CITTADINI La prima parte della Costituzione delinea il complesso dei diritti spettanti a tutti i cittadini italiani (per esempio, il diritto all’istruzione), bilanciati da una serie di doveri inderogabili, a cui essi sono sottoposti al fine di garantire il benessere della collettività (per esempio, il dovere di contribuire alle spese pubbliche). ORDINAMENTO DELLA REPUBBLICA La seconda parte della Costituzione si occupa dell’organizzazione e del funzionamento dello Stato e degli enti locali (Regioni, Comuni, Province). DISPOSIZIONI TRANSITORIE E FINALI I 18 articoli delle Disposizioni sono stati voluti dai Padri costituenti per disciplinare il passaggio dalla monarchia alla repubblica e dall’ordinamento fascista al nuovo ordinamento democratico. Essi pertanto rappresentano un “corpo aggiunto” al testo costituzionale con carattere di eccezionalità e transitorietà, perché diretti a un utilizzo temporaneo. In virtù della I Disposizione transitoria e finale, per esempio, Enrico De Nicola, eletto dall’Assemblea costituente il 28 giugno 1946 capo provvisorio dello Stato, divenne il primo Presidente della Repubblica italiana e rimase in carica fino alla elezione di Luigi Einaudi (12 maggio 1948), avvenuta secondo il dettato della Costituzione.

CONOSCENZE ALLA PROVA Verifica le tue conoscenze e abilità

Attiva le tue competenze

Completamento Individua i termini descritti nelle seguenti frasi.

Cooperative Learning: in coppia

1. È l’organo che ha emanato la Costituzione: …….…… . 2. È una costituzione che può essere modificata solo da leggi costituzionali: ………………………..……………. . 3. È una costituzione che può essere modificata da leggi ordinarie: ………………………………….................... . 4. È una parte di un articolo di legge: …………...……… . 5. È una sezione della Costituzione che tratta dei suoi valori fondanti: ………………………………...............… . Domande a risposta aperta Rispondi in forma orale o scritta alle seguenti domande. 1. Qual è la differenza tra costituzione rigida e flessibile? 2. Qual è la differenza tra costituzione breve e lunga? 3. Qual è il significato di costituzione compromissoria?

In coppia con un tuo compagno di classe completa la seguente tabella che mette a confronto l’attuale Costituzione italiana con lo Statuto albertino. STATUTO ALBERTINO

COSTITUZIONE ITALIANA

DATA

...................

...................

N. ARTICOLI

...................

...................

SOVRANITÀ

...................

...................

FORME DI STATO

...................

...................

RELIGIONE

...................

...................

CARATTERI

...................

...................

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Ambiente e Costituzione Gli articoli della Costituzione che riguardano l’ambiente La nostra Costituzione ha compiuto 70 anni e come tutte le Carte costituzionali europee sue coetanee, non dedica articoli specifici all’ambiente, solamente perché la sensibilità alle problematiche ambientali è nata e si è sviluppata successivamente. Possiamo però affermare che all’ambiente si fa riferimento, anche se i padri costituenti non usarono questo termine, in due articoli che riguardano più genericamente le questioni culturali, storico, artistiche e la salute dei cittadini. Art. 9: “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.” Art. 32: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, …” L’articolo 9 non usa esplicitamente il termine ambiente ma fa riferimento alla nozione di paesaggio che è stata interpretata, soprattutto dai giudici, in modo più ampio, aggregando nel suo significato la nozione di ambiente.

90

Questa interpretazione non elimina però la carenza di un chiaro riferimento all’ambiente anche nella prima parte della nostra Costituzione. L’articolo 32 tutela la salute come diritto fondamentale dell’individuo e di tutta la collettività. Si può, senza dubbio, affermare che esiste uno stretto rapporto tra ambiente e salute perché la salubrità dell’ambiente contribuisce a garantire l’integrità fisica delle persone. Anche in questo caso, la Costituzione non fa esplicito riferimento all’ambiente, ma i giudici e la stessa Corte Costituzionale hanno evidenziato come comportamenti poco attenti nei confronti dell’ambiente danneggiano la qualità di vita e la salute dei cittadini.

L’articolo n.117 della Costituzione Ai due articoli della Costituzione esaminati nel paragrafo precedente si aggiunge l’articolo 117 che stabilisce la ripartizione delle competenze tra Stato ed enti locali (Regioni, ex Province, Città Metropolitane e Comuni). Questo articolo è stato profondamente cambiato nel 2001 e ha finalmente introdotto il termine “ambiente” nella nostra Costituzione, rafforzando l’importanza di questa materia per il benessere dei cittadini e del territorio.


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LezIOne SpeCIALe

L’art. 117 assegna a titolo esclusivo alla competenza dello Stato “la tutela dell’ambiente, dell’ecosistema e dei beni culturali” e assegna alle Regioni a titolo concorrente “la valorizzazione dei beni ambientali e culturali”. Questo significa che è lo Stato a disciplinare le linee generali di tutela dell’ambiente che hanno valore su tutto il territorio nazionale e che le Regioni devono invece emanare norme che devono soddisfare le esigenze specifiche di tutela del territorio di competenza oltre quelle imposte dallo Stato. Le Regioni devono, in particolare, occuparsi degli aspetti legati all’uso del territorio.

La tutela dell’ambiente e dell’ecosistema Dal 2001 la Costituzione ha colmato il vuoto che era presente nella Carta costituzionale del 1948 e inoltre già dal 1986 in Italia è stato istituito un ministero dell’Ambiente denominato Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del Mare (MATTM). La modifica costituzionale e l’istituzione di un apposito Ministero dimostrano i problemi esistenti che riguardano la si-

DIRITTO

tuazione critica dell’ambiente in cui viviamo e in particolare di alcune aree come foreste, laghi, fiumi e riserve naturali. È indispensabile che lo Stato e le Regioni emanino leggi per la salvaguardia dell’ambiente e per una gestione razionale delle risorse naturali. Questi interventi prendono il nome di politiche ambientali che perseguono gli scopi di un controllo dell’inquinamento, la protezione di par ticolari aree del territorio nazionale, l’incentivazione all’uso di tecnologie e fonti energetiche pulite, la promozione di uno sviluppo sostenibile. A volte è difficile per lo Stato emanare norme a tutela dell’ambiente perché esse, pur prevedendo investimenti elevati, non portano a immediati benefici dal punto di vista economico. È da sottolineare però, che la mancanza di norme a tutela dell’ambiente può generare nel medio-lungo periodo danni notevoli all’economia del Paese in termini di diminuzione della produzione agricola, riduzione del pescato e il sostenimento di costi per la salute dei cittadini che si ammalano a causa dell’inquinamento ambientale. Concludiamo dicendo che la Costituzione ha posto le premesse per la tutela dell’ambiente, ma che è necessario lo sforzo di tutti per raggiungere questo obiettivo.

ata Flash Testune applica le sue regole per lainrai ecciotultaridstifi fespreesnsozi in-

ttad i Com antità di volgere i ci In Italia ogn tando la qu anziché coin en to m es au u o q cl e ci di ri dei rifiuti recupero e ei rifiuti. ssibilità di i gestione d d i st co i iformi per e tralcia la po discarica olamenti un in g re re ti e al ar an sm em rifiuti da iù razionale al Comune? be essere p on limitarsi n e e al n Non potreb io o naz del territori potrebbeampie aree roposte, che p re fa a te in Italia. , prova l’ambiente l’insegnante re el ra d o li to ig iu m l’a ggi, per • Con formate in le ro essere tras

DOMANDE CHIAVE 1. Perché l’art. 32 della Costituzione ha a che fare con la tutela dell’ambiente? 2. Che cosa stabilisce l’art. 117 della Costituzione in merito al rapporto tra Stato e Regioni nelle questioni ambientali? 3. Che cosa sono le politiche ambientali?

91


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La tutela dei e dei parchi parchi In attuazione degli articoli 9 e 32 della Costituzione, al fine di conservare e valorizzare il patrimonio naturale del Paese, è stata emanata una legge nel 1991 sulle aree protette nazionali. Ai sensi dell’articolo 2 della legge 394 vengono riconosciute due principali classi di aree protette: i parchi naturali e le riserve naturali. I parchi naturali, in base alla dimensione geografico-territoriale, sono ulteriormente suddivisi in parchi nazionali e regionali. Pur essendo entrambi aree protette esiste una differenza sostanziale tra riserve e parchi.

1

2 La TOP 10 delle aree naturali protette in Europa

Caratteristiche delle riserve aree terrestri

fluviali

Monaco lacuali

99,7%

Slovenia

55%

Liechtenstein

Scopo salvaguardare e mantenere un particolare ambiente naturale

42,4%

Germania

38,7%

Polonia

38%

Slovacchia

37,2%

Lussemburgo 32,2%

Accesso ai visitatori

Austria

controllato vi sono guide naturalistiche specializzate che illustrano le caratteristiche dell’habitat e controllano le attività dei visitatori

Bulgaria Francia

28,4% 28,29% 26%

Percentuale delle aree per le quali sono stati emanati provvedimenti specifici a tutela, rispetto alla superficie nazionale totale (stime ONU – Atlante DeA 2018).

Caratteristiche del parco nazionale

regionale

Scopo conservare l’ambiente e possibilità di utilizzo da parte dell’uomo.

Parco nazionale dell’arcipelago di La Maddalena Anno d’istituzione

1994

Superficie in ettari

5.134 terrestre; 15.000 marina

Regioni interessate Province interessate

• Fai una ricerca in Internet e individua i parchi e le riserve naturali che sono Patrimonio dell’Umanità UNESCO.

92

Gli animali che posso incontrare

Sardegna Sassari varie specie di rettili, gabbiano corso, cinghiali, sterna comune


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territorio e Società

3

diritto

Parco nazionale del Gran Paradiso Anno d’istituzione

1922

Superficie in ettari

71.044

Regioni interessate

Valle d’Aosta, Piemonte

Province interessate Gli animali che posso incontrare

Aosta, Torino

stambecco, martora, lepre di montagna, marmotta e tasso

Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise Anno d’istituzione

1923

Superficie in ettari

50.500

Regioni interessate Province interessate Gli animali che posso incontrare

Abruzzo, Lazio, Molise L’Aquila, Frosinone, Isernia orso marsicano, camosci, lupi, cervi, caprioli, volpi

Parco nazionale isola di Pantelleria Anno d’istituzione

2016

Superficie in ettari

6.560

Regioni interessate

Sicilia

Province interessate Gli animali che posso incontrare

Trapani

asino pantesco, capra pantesca, cicogne, beccamoscino iberico, airone rosso

• Fai una ricerca in Internet e “scopri” chi ha istituito il parco nazionale del Gran Paradiso e per quale motivo il simbolo del parco è lo stambecco.

parchi nazionali aree marine protette parchi regionali

93


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Sintesi Che cos’è la Costituzione? Quale fu la genesi della Costituzione italiana?

Da quale organo è stata emanata la Costituzione?

94

La Costituzione è la legge fondamentale dello Stato, sulla quale si basa l’ordinamento giuridico e l’organizzazione politico-sociale di un Paese. La prima costituzione italiana fu lo Statuto albertino, concesso nel 1848 dal re Carlo Alberto ai sudditi del Regno di Sardegna ed esteso nel 1861 a tutto il Regno d’Italia. Lo Statuto albertino fu sostituito dalla Costituzione della Repubblica italiana, che entrò in vigore il 1° gennaio del 1948. La nuova Costituzione della Repubblica italiana è stata emanata dall’Assemblea costituente, organo eletto dal popolo il 2 giugno 1946.

Perché è importante la data del 2 giugno 1946?

Il 2 giugno 1946, all’indomani della fine della Seconda guerra mondiale e della dittatura fascista, i cittadini e le cittadine italiane a suffragio universale (per la prima volta anche alle donne fu riconosciuto il diritto di voto) si recarono alle urne per votare su due importanti questioni: – scegliere tra monarchia e repubblica (referendum istituzionale); – eleggere i 556 membri dell’Assemblea costituente, incaricati di scrivere la nuova Costituzione italiana. Nacque così la Repubblica italiana e l’Assemblea costituente iniziò i lavori della nuova Costituzione, che fu approvata il 22 dicembre del 1947 ed entrò in vigore il 1° gennaio 1948.

Quali sono i più importanti caratteri della Costituzione italiana?

La nostra Costituzione presenta i seguenti caratteri: – è votata, in quanto è stata scritta e approvata da un organo eletto dal popolo (l’Assemblea costituente); – è rigida, perché può essere modificata soltanto dalle leggi costituzionali che seguono un procedimento lungo e complesso; – è compromissoria, perché è frutto di un accordo tra le diverse forze politiche presenti nell’Assemblea costituente; – è lunga, in quanto si occupa in modo molto dettagliato dei diritti dei cittadini; – è scritta, perché è stata redatta in un documento scritto.

Qual è la struttura della Costituzione?

La nostra Costituzione è composta da 139 articoli (a cui si aggiungono 18 disposizioni transitorie e finali) così suddivisi: – dall’articolo 1 all’articolo 12 sono i “Princìpi Fondamentali”: gli articoli contengono i valori fondamentali su cui si basa la nostra Costituzione e la vita del nostro Paese;


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LA COSTITUzIOne ITALIAnA

SInTeSI

DIRITTO

– dall’articolo 13 all’articolo 54 è la Parte Prima, intitolata “Diritti e doveri dei cittadini”: gli articoli enunciano i diritti e i doveri che spettano a tutti i cittadini italiani, al fine di garantire il benessere di tutta la società; – dall’articolo 55 all’articolo 139 è la Parte Seconda, intitolata “Ordinamento della Repubblica”: gli articoli riguardano l’organizzazione e il funzionamento dello Stato e degli Enti locali. Le 18 “Disposizioni transitorie e finali” servivano a disciplinare il passaggio dalla monarchia alla repubblica.

LE PAROLE DEL DIRITTO Compromesso: è un accordo raggiunto con reciproche concessioni, in cui ciascuna parte rinuncia a qualcosa. Il compromesso costituzionale indica l’accordo che riuscirono a trovare le diverse forze politiche per redigere e approvare la nuova Costituzione della Repubblica italiana.

Francese Inglese Spagnolo Tedesco

Compromis Compromise Compromiso Kompromiss

Referendum: indica un istituto giuridico con cui si chiede al popolo di esprimersi attraverso il voto su particolari proposte. Con il referendum istituzionale i cittadini sono chiamati a decidere la forma di Stato (per esempio, tra monarchia e repubblica).

Francese Inglese Spagnolo Tedesco

Référendum Referendum Referéndum Referendum

Costituzione: è la principale fonte del diritto, che contiene le norme fondamentali di uno Stato, ovvero stabilisce l’ordinamento e sancisce i diritti e i doveri dei cittadini.

Francese Inglese Spagnolo Tedesco

Constitution Constitution Constitución Verfassung

Repubblica: indica una forma di governo in cui il capo dello Stato è il Presidente della Repubblica, eletto direttamente o indirettamente dal popolo.

Francese Inglese Spagnolo Tedesco

République Republic República Republik

Monarchia: indica una forma di governo nella quale il capo dello Stato è, per successione dinastica, un re.

Francese Inglese Spagnolo Tedesco

Monarchie Monarchy Monarquía Monarchie

Suffragio universale: è il diritto di voto riconosciuto a ogni cittadino maggiorenne, senza discriminazioni legate a sesso, censo o grado d’istruzione.

Francese Inglese Spagnolo Tedesco

Suffrage universel Universal suffrage Sufragio universal Allgemeines Wahlrecht

95


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UdA 4

Mappe di sintesi NASCITA DELLA COSTITUZIONE

96

1848

CONCESSIONE DELLO STATUTO ALBERTINO

Re Carlo Alberto di Savoia, sovrano del Regno di Sardegna, concede ai suoi sudditi una costituzione ottriata, flessibile, breve, confessionale

1861

NASCITA DEL REGNO D’ITALIA

Lo Statuto albertino diventa la prima carta costituzionale dell’Italia unificata

1861-1946

MONARCHIA

La dinastia dei Savoia regna per 85 anni. Vittorio Emanuele II fu il primo re dell’Italia unificata

1922-1943

DITTATURA FASCISTA

Modifiche allo Statuto albertino: Mussolini toglie autorità al Parlamento e sopprime diritti e libertà dei cittadini

1946

REFERENDUM ISTITUZIONALE

Gli Italiani scelgono la forma repubblicana ed eleggono i membri dell’Assemblea costituente

1946-ad oggi

REPUBBLICA

L’Italia è una Repubblica democratica

1948

COSTITUZIONE DELLA REPUBBLICA ITALIANA

Entra in vigore la Costituzione


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LA COSTITUzIOne ITALIAnA

MAppe DI SInTeSI

DIRITTO

CARATTERI DELLA COSTITUZIONE

VOTATA

RIGIDA

COMPROMISSORIA

LUNGA

SCRITTA

scritta e approvata dall’Assemblea costituente eletta dal popolo

modificabile solo dalle leggi costituzionali attraverso un procedimento complesso

frutto di un accordo tra le diverse forze politiche presenti nell’Assemblea costituente

disciplina in modo dettagliato i diritti e le libertà dei cittadini

redatta in un documento scritto

STRUTTURA DELLA COSTITUZIONE

composta da 139 articoli divisi in

PRINCÌPI FONDAMENTALI

DIRITTI E DOVERI DEI CITTADINI

ORDINAMENTO DELLA REPUBBLICA

(artt. 1-12) valori essenziali su cui si fonda la Repubblica

(artt. 13-54) norme che disciplinano diritti e doveri dei cittadini

(artt. 55-139) norme che disciplinano l’organizzazione dello Stato

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UdA 4

LA COSTITUzIOne ITALIAnA

VERIFICA DI APPRENDIMENTO VERO O FALSO

Easy test COMPLETAMENTO 1. Completa le seguenti frasi utilizzando

i termini sotto elencati. 139 – rigida – Assemblea costituente – legge fondamentale – 2 giugno 1946 – Statuto albertino – suffragio – 1° gennaio 1948 – costituzionali 1. La Costituzione è la ………………………… su cui si basa l’ordinamento giuridico di uno Stato. 2. Nel 1861 lo ………………………………… divenne la prima costituzione del Regno d’Italia. 3. La Costituzione della Repubblica italiana fu scritta e approvata dall’……………………, organo eletto dal popolo il ……………… . 4. Il ……………………………… universale indica che il diritto di voto spetta a tutti i cittadini e a tutte le cittadine maggiorenni. 5. La nostra Costituzione è composta da …………………………….. articoli, a cui si aggiungono 18 disposizioni transitorie e finali. È entrata in vigore il ……………… . 6. La nostra Costituzione è …………………… perché può essere modificata soltanto dalle leggi ………………………………….. .

1. Indica se le seguenti affermazioni sono vere (V) o false (F). 1. Le costituzioni rigide possono essere modificate da leggi ordinarie. 2. Lo Statuto albertino era definito rigido, perché poteva essere modificato difficilmente e solo tramite leggi costituzionali. 3. Le costituzioni rigide comportano maggiori garanzie per i diritti dei cittadini. 4. La prima costituzione italiana è stata lo Statuto albertino. 5. Nel 1919 vi fu il suffragio universale maschile e femminile. 6. La Costituzione italiana è stata votata dai cittadini il 2 giugno 1946. 7. Il 2 giugno 1946 le donne parteciparono all’elezione dei membri dell’Assemblea costituente. 8. La Costituzione italiana è stata scritta e approvata dal Parlamento. 9. Le leggi costituzionali sono le uniche leggi che possono modificare la Costituzione. 10. La prima parte della Costituzione si occupa dei diritti e dei doveri dei cittadini.

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DOMANDE A SCELTA MULTIPLA 2. Individua la risposta esatta. 1. I membri della Camera dei deputati secondo lo Statuto albertino erano: A eletti da un corpo elettorale ristretto B eletti a suffragio universale C nominati a vita dal re D nominati dal Governo 2. Durante il periodo fascista le libertà dell’uomo: A furono ampliate B subirono sostanziali restrizioni C furono garantite in modo dettagliato D furono introdotte a suffragio universale 3. La Costituzione italiana fu il frutto di differenti ideologie appartenenti a forze politiche diverse e pertanto presenta il carattere della:

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VeRIfICA DI AppRenDIMenTO

A B C D

3. 4. 5. 6.

rigidità compromissorietà democraticità brevità

4. La data che indica il passaggio dalla monarchia alla repubblica è il: A 27 dicembre 1947 B 17 marzo 1861 C 2 giugno 1946 D 1° gennaio 1948 5. La seconda parte della Costituzione contiene: A le norme giuridiche volte a disciplinare l’organizzazione dello Stato B le disposizioni transitorie C i valori fondanti dell’ordinamento giuridico italiano D le norme giuridiche volte a riconoscere e tutelare i diritti dei cittadini 6. La Costituzione può essere modifica attraverso: A un procedimento lungo e complesso B una semplice legge ordinaria C una disposizione del Presidente della Repubblica D una disposizione del governo

COMPLETAMENTO 3. Completa le seguenti frasi inserendo i termini appropriati. 1. Lo Statuto albertino è stato concesso dal re Carlo Alberto ai sudditi del Regno di …………………………………... e successivamente, dopo l’unificazione d’Italia, avvenuta nel 1861, è diventato la prima ………………………………… del Regno …………………………………... . 2. La Costituzione italiana è un documento scritto redatto da un apposito organo denominato ………………………… , eletto dal popolo il ………………………….... . 3. La seconda parte della Costituzione si occupa del funzionamento dello ………………………………....…... e degli ………….......…… locali.

CORRISPONDENZE

DIRITTO

legge costituzionale Costituzione flessibile 1948 monarchia o repubblica parte prima periodo fascista

ESCLUSIONI 5. Individua all’interno di ciascuno dei seguenti gruppi di parole il termine estraneo. 1. Ottriata, transitoria, breve, confessionale, flessibile 2. Non scritta, compromissoria, lunga, democratica, rigida 3. Diritti e doveri dei cittadini, princìpi fondamentali, ordinamento della Repubblica, referendum, disposizioni transitorie e finali

DOMANDE A RISPOSTA APERTA 6. Rispondi in forma orale o scritta alle seguenti domande. 1. 2. 3. 4.

Quali sono i caratteri dello Statuto albertino? Quali sono i caratteri della Costituzione? Che cosa è accaduto il 2 giugno 1946? Che cosa vuol dire l’espressione “compromesso costituzionale”?

IMPARO AD IMPARARE 7. Riassumi in poche righe gli argomenti principali trattati in questa Unità, utilizzando le parole chiave suggerite. democrazia – costituzione – caratteristiche – struttura – Repubblica .......................................................................................... .......................................................................................... ..........................................................................................

DIZIONARIO DI DIRITTO

4. Abbina ad ogni espressione della colonna di sinistra una espressione della colonna di destra, riportando i numeri negli appositi spazi. 1. Modifica la Costituzione 2. Rapporti civili

Ordinamento dello Stato Totalitarismo Suffragio universale Entrata in vigore della Costituzione 7. Statuto albertino 8. Referendum istituzionale

UdA 4

parte seconda 1946

8. Ricerca nell’Unità di apprendimento le parole nuove di cui non conoscevi il significato e sottolineale in rosso. Poi riportale su un quaderno-rubrica e scrivi il loro significato utilizzando tutto ciò di cui disponi: libro di testo, Internet, vocabolario, spiegazione del docente o altro.

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Unità di Apprendimento

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I PRINCÌPI foNdameNtalI e la PaRte I della CostItuzIoNe Conoscenze

Abilità

n I princìpi fondamentali della Costituzione n Le principali libertà dell’uomo e del cittadino n I diritti sociali: famiglia, salute, istruzione n La tutela del lavoro n Il sistema economico n La tutela dei diritti politici n I doveri inderogabili

n Riconoscere i princìpi posti a fondamento del nostro ordinamento giuridico n Individuare le differenze tra uguaglianza formale e sostanziale n Identificare i principali diritti e doveri espressi nella Costituzione in relazione ai rapporti civili, etico-sociali, economici e politici n Comprendere e interpretare il testo costituzionale

Lezione 1 Lezione 2 Lezione 3 Lezione 4 Lezione 5

Collocare l’esperienza personale in un sistema di regole fondato sul reciproco riconoscimento dei diritti garantiti dalla Costituzione, a tutela della persona, della collettività e dell’ambiente

I princìpi fondamentali della Costituzione italiana Le libertà personali e civili Famiglia, salute e istruzione I rapporti economici I diritti politici e i doveri dei cittadini

Lezione speciale

I sistemi sanitari nel mondo

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Competenze


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DIRITTO

LA COSTITUZIONE ITALIANA

PRINCÌPI FONDAMENTALI

DIRITTI E DOVERI DEI CITTADINI diritti e libertà fondamentali

la famiglia, la salute e l’istruzione

rapporti economici

rapporti politici

Approfondimenti

Esercizi interattivi

Audio

Mappe modificabili

I

n questa Unità inizieremo a conoscere il contenuto della nostra Costituzione. Partiremo dall’introduzione, ossia dall’analisi dei princìpi fondamentali ai quali è ispirato tutto il nostro ordinamento giuridico. Questi princìpi sono i valori della Repubblica italiana che devono guidare i poteri dello Stato, in particolare quando varano le leggi che regolano la nostra società. Sono princìpi che non possono essere ignorati, né contraddetti, perché essi rispecchiano la storia e l’identità del nostro Paese. Per studiarli utilizzeremo direttamente il testo costituzionale, cercando di analizzarlo e interpretarlo nei suoi punti più significativi. Nella seconda Lezione prenderemo in esame i principali diritti e doveri dei cittadini, previsti e tutelati nella Parte I della Costituzione. Tratteremo i diritti che riguardano i rapporti civili, la famiglia, la salute e l’istruzione, nonché i diritti essenziali nell’ambito dei rapporti economici e politici. Infine conosceremo quali sono i doveri inderogabili spettanti ad ogni cittadino, ovvero i doveri che tutti noi siamo chiamati ad adempiere affinché si realizzi una convivenza pacifica e solidale.

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LezIOne

1 I princìpi fondamentali della Costituzione italiana democrazia bandiera

diritti inviolabili

pacifismo rapporti internazionali

uguaglianza

COSTITUZIONE ITALIANA

lavoro

cultura, ricerca, paesaggio e patrimonio storico-artistico

autonomia e decentramento

libertà religiosa

minoranze linguistiche

rapporto tra Stato e Chiesa cattolica

Che cosa rappresentano i princìpi fondamentali della Costituzione I 12 articoli contenuti nella parte introduttiva della Costituzione sono i princìpi fondamentali, cioè i valori posti alla base della nostra Repubblica e di tutto l’ordinamento giuridico italiano. Essi sono la sintesi dello spirito che anima la Costituzione e rappresentano i va-

lori essenziali che devono ispirare la vita politica, economica e sociale del Paese, sia quella dei cittadini sia quella delle istituzioni. Proprio per la loro rilevanza, questi princìpi non sono modificabili: mentre le altre norme, infatti, possono essere oggetto di “revisione costituzionale”, un procedimento lungo e complesso che permette di modificare e aggiornare al cambiamento dei tempi la nostra Costituzione, i princìpi fondamentali rimarranno sempre in vigore in questa forma. Il loro valore di punto di riferimento è evidente dal fatto che non sono presenti solo in questi primi 12 articoli, ma si ritrovano anche in altre parti della Costituzione, proprio perché devono essere sempre tutelati e garantiti in ogni aspetto della vita del nostro Paese, nei nostri diritti e doveri di cittadini, nei rapporti economici e civili, nell’ordinamento della Repubblica.

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I princìpi fondamentali della Costituzione italiana

LezIOne 1

DIRITTO

Il principio democratico e lavorista Articolo 1 “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.” L’articolo 1 indica la forma di governo dello Stato italiano, ossia la Repubblica, e sancisce il principio democratico secondo cui la sovranità, cioè il potere di decidere, appartiene esclusivamente al popolo. I cittadini possono esercitare questo potere direttamente, per esempio quando votano nei referendum, oppure indirettamente quando eleggono i loro rappresentanti politici, sempre nel rispetto delle procedure e dei limiti stabiliti dalla Costituzione stessa. L’articolo 1 afferma inoltre che l’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro, sottolineando l’importanza del lavoro per la crescita economica e culturale della collettività.

IO E IL DIRITTO Il principio dell’inviolabilità dei diritti dell’uomo

Che cos’è il diritto alla vita?

Articolo 2 “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.”

Il diritto di vivere un’esistenza libera e dignitosa è un valore assoluto e da esso dipende la realizzazione di tutti gli altri diritti (civili, politici, economici, sociali e culturali). Nessuno può esserne privato, perciò lo Stato si impegna a rispettarlo e garantirlo a ogni essere umano.

L’articolo 2 afferma che alcuni diritti dell’uomo (come la libertà, il diritto alla vita, il diritto al nome) sono inviolabili, sono cioè diritti umani fondamentali e irrinunciabili,

preesistenti e superiori allo Stato stesso, che devono essere garantiti a tutti, sia alle singole persone (principio personalista) sia ai gruppi sociali dei quali gli individui liberamente fanno parte (principio pluralista). La Costituzione riconosce così che la crescita delle persone e della società scaturisce dal confronto tra idee, culture e opinioni diverse: non dobbiamo pensare tutti allo stesso modo, il valore fondamentale è il confronto che può avvenire in tutte le formazioni sociali (come gruppi religiosi o politici) nelle quali siano garantite le libertà fondamentali. Alla tutela dei diritti inviolabili sono affiancati i doveri di solidarietà (principio di solidarietà): le singole persone hanno il dovere morale di partecipare alla vita della comunità, sia in ambito politico (per esempio, andando a votare quando ci sono le elezioni), sia in ambito economico (contribuendo alle spese dello Stato attraverso il pagamento dei tributi) e sociale (aiutando le persone che si trovano in stato di bisogno).

• La nostra Costituzione salvaguardia il principio della dignità dell’essere umano: non può esistere una persona senza dignità. Quali sono, a tuo avviso, situazioni concrete in cui la dignità dell’essere umano viene compromessa?

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UdA 5

I pRInCìpI fOnDAmenTALI e LA pARTe I DeLLA COsTITUzIOne

Il principio di uguaglianza Articolo 3 “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzioni di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.”

IO E IL DIRITTO Che cosa sono le politiche per le Pari Opportunità? Nonostante l’art. 3 della Costituzione vieti qualunque tipo di discriminazione, nella realtà sociale e lavorativa la donna vive ancora condizioni di svantaggio. Le politiche per le Pari Opportunità mirano a realizzare un’effettiva parità uomo-donna nell’ambito lavorativo. • Cerca il significato di alcuni di questi termini legati al tema delle pari opportunità: – discriminazione diretta/indiretta – glass ceiling (tetto di cristallo) – segregazione orizzontale/verticale

L’articolo 3 delinea il principio di uguaglianza, uno dei più importanti dell’intero ordinamento giuridico, e lo distingue nel suo significato formale e sostanziale. Il 1° comma riconosce ai cittadini l’uguaglianza davanti alla legge (uguaglianza in senso formale): tutti devono ricevere parità di trattamento ed è vietata qualsiasi forma di discriminazione legata a condizioni personali differenti (per esempio, il sesso, la razza o la religione). Il 2° comma disciplina l’uguaglianza di fatto tra i cittadini (uguaglianza sostanziale), ovvero rende effettiva l’eguaglianza fra i cittadini garantendo a tutti l’opportunità di esercitare gli stessi diritti. Nella realtà infatti esistono numerose disparità tra le persone, di carattere economico e sociale: malati, disabili, poveri che vivono situazioni di disagio e di discriminazione e di fatto impediscono il pieno sviluppo della persona umana. La Costituzione pertanto afferma che lo Stato ha il compito di intervenire a favore di queste categorie, per esempio con aiuti economici alle famiglie bisognose, garantendo la scuola e l’assistenza sanitaria pubblica, favorendo l’edilizia popolare e così via.

Il principio del lavoro Articolo 4 “La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.”

Il lavoro è un diritto e un dovere di ogni singolo cittadino. Il 1° comma dell’articolo 4 afferma che è un diritto riconosciuto a tutti, perché attraverso di esso ciascuno ricava i mezzi per il proprio sostentamento e la propria realizzazione. Lo Stato quindi ha il compito di creare le condizioni che favoriscano l’occupazione, anche se questo non implica l’obbligo di garantire un posto di lavoro a tutti. Nello stesso tempo, ogni singolo cittadino ha il dovere etico e sociale di svolgere un’attività che possa contribuire alla crescita e allo sviluppo del Paese.

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I princìpi fondamentali della Costituzione italiana

LezIOne 1

DIRITTO

L’unità nazionale e il principio di autonomia e decentramento Articolo 5 “La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo; adegua i princìpi ed i metodi della sua legislazione alle esigenze dell’autonomia e del decentramento.” Nell’articolo 5 la Costituzione sancisce l’unità e l’indivisibilità dello Stato italiano ma, nel contempo, riconosce ampia autonomia agli enti pubblici territoriali (Comuni, Province, Regioni, Città metropolitane). Ne consegue che alcuni compiti e poteri amministrativi vengono trasferiti dallo Stato ai diversi enti locali, affinché possano autogovernarsi ed emanare norme dirette al loro specifico territorio.

La tutela delle minoranze linguistiche Articolo 6 “La Repubblica tutela con apposite norme le minoranze linguistiche.” Per motivi storici l’Italia presenta delle aree geografiche (come le zone di confine) in cui si parlano lingue diverse dall’italiano. Poiché le differenze linguistiche sono state in passato oggetto di discriminazione, la Costituzione si impegna ad eliminare tutti gli ostacoli che limitano l’uguaglianza tra i cittadini, riconoscendo in questi territori il bilinguismo (per esempio, in Alto Adige tedesco-italiano e in Valle d’Aosta francese-italiano), in modo tale che negli uffici e nelle scuole possano essere utilizzati sia l’italiano sia un’altra lingua.

I rapporti tra lo stato italiano e la Chiesa cattolica Articolo 7 “Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani. I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi. Le modificazioni dei Patti, accettate dalle due parti, non richiedono procedimento di revisione costituzionale.” Il 1° comma sancisce il principio di reciproca indipendenza tra Stato e Chiesa cattolica, per cui essi hanno ordinamenti distinti e libertà di azione nell’ambito delle proprie sfere di competenza (terrena e spirituale). I rapporti tra lo Stato e la Chiesa cattolica (2° comma) sono regolati da appositi accordi, i Patti Lateranensi, stipulati nel 1929 dal regime fascista e dalla Chiesa, e poi modificati nel 1984 con un Concordato, che ha attenuato alcuni privilegi riconosciuti inizialmente alla Chiesa (per esempio, l’insegnamento della religione cattolica nelle scuole che dal 1984 non è più obbligatorio).

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UdA 5

I pRInCìpI fOnDAmenTALI e LA pARTe I DeLLA COsTITUzIOne

Il principio della libertà religiosa

IO E IL DIRITTO Uno Stato che permette la libertà religiosa è uno Stato confessionale o cattolico? Nello Statuto albertino la religione cattolica era riconosciuta come la sola religione di Stato e l’Italia si definiva come uno Stato confessionale. Con il principio sancito dall’art. 8 della Costituzione, invece, lo Stato italiano non adotta una religione ufficiale ed è pertanto definibile come uno Stato laico, che ammette la libertà religiosa. • Documentati su quali sono i principali indirizzi religiosi presenti in Italia, secondo i dati statistici più recenti.

Articolo 8 “Tutte le confessioni religiose sono ugualmente libere davanti alla legge. Le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l’ordinamento giuridico italiano. I loro rapporti con lo Stato sono regolati per legge sulla base di intese con le relative rappresentanze.”

In Italia tutte le religioni sono libere e hanno pari dignità. Le confessioni religiose diverse da quella cattolica hanno il diritto e la libertà di organizzarsi autonomamente, sulla base di statuti che però non devono essere in contrasto con le leggi e i princìpi del nostro ordinamento giuridico.

La tutela della cultura, della ricerca, del paesaggio e del patrimonio storico-artistico Articolo 9 “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.” La Costituzione stabilisce che lo

Stato ha il compito di promuovere la cultura e la ricerca scientifica e tecnica, perché sono considerate requisiti essenziali per la

crescita e lo sviluppo di un Paese. Lo Stato inoltre deve tutelare il paesaggio, ossia le bellezze naturali del nostro Paese (mare, laghi, fiumi), e salvaguardare il ricchissimo patrimonio storico e artistico di cui disponiamo, fatto di innumerevoli e pregevoli opere d’arte, monumenti, edifici, chiese. Nell’articolo 9 si parla di tutela del paesaggio, ma non di tutela ambientale in quanto, al tempo dei Padri costituenti, non si avvertiva ancora la gravità del problema ambientale, che ha assunto dimensioni preoccupanti solo nella seconda metà del ’900. Dagli anni Settanta in poi, infatti, l’imponente sviluppo industriale, la crescente urbanizzazione e l’edificazione selvaggia hanno contribuito a provocare l’inquinamento, i gravi dissesti idrogeologici e il problema della gestione dei rifiuti.

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I princìpi fondamentali della Costituzione italiana

LezIOne 1

DIRITTO

I rapporti internazionali e il diritto di asilo

IO E IL DIRITTO Articolo 10 “L’ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute. La condizione giuridica dello straniero è regolata dalla legge in conformità delle norme e dei trattati internazionali. Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica secondo le condizioni stabilite dalla legge. Non è ammessa l’estradizione dello straniero per reati politici.” L’articolo 10 si occupa dei rapporti tra l’Italia e gli altri Paesi ed esprime la volontà di rispettare il diritto internazionale, ossia di rendere valide all’interno del nostro ordinamento le norme nate da accordi tra i diversi Stati. Prime fra tutte quelle a tutela degli stranieri. Il principio che ispira questo articolo è proprio quello dell’accoglienza nei confronti di chi arriva nel nostro Paese, per questo nel 3° comma si riconosce il diritto d’asilo a tutti

coloro che fuggono da Paesi in cui non sono garantite le libertà democratiche fondamentali.

Chi può beneficiare del diritto di asilo in Italia? Hanno il diritto di chiedere asilo in Italia tutti i cittadini stranieri che sono perseguitati nel proprio Paese per motivi di razza, religione, nazionalità, appartenenza a un determinato gruppo sociale o per le proprie opinioni politiche. Se, inoltre, rischiano di subire una condanna a mor te nel proprio Paese, o atti di tortura e trattamenti inumani, possono usufruire di una forma di protezione particolare. • Attraverso una ricerca in Internet, documentati su che cosa offre l’Italia a coloro che richiedono asilo, riportando anche dati di confronto con gli altri Paesi europei.

Il principio pacifista Articolo 11 “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.” Perseguire la pace e la giustizia tra le nazioni è uno degli obiettivi fondamentali promossi dalla Costituzione, pertanto viene sancito che l’Italia ripudia, cioè respinge e rifiuta la guerra come strumento per risolvere le controversie fra gli Stati. I conflitti devono essere affrontati in modo pacifico attraverso accordi e organizzazioni internazionali (come l’Onu – Organizzazione delle Nazioni Unite), finalizzate a costruire e diffondere una cultura di pace.

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UdA 5

I pRInCìpI fOnDAmenTALI e LA pARTe I DeLLA COsTITUzIOne

La bandiera italiana Articolo 12 “La bandiera della Repubblica è il tricolore italiano: verde, bianco e rosso, a tre bande verticali di eguali dimensioni.” L’ultimo articolo dei princìpi fondamentali descrive la forma e i colori della bandiera italiana, costituita da tre bande verticali di colore verde, bianco e rosso, della stessa dimensione. Il tricolore è considerato il simbolo dell’unità del popolo e dello Stato italiano.

CONOSCENZE ALLA PROVA Verifica le tue conoscenze e abilità

Attiva le tue competenze

Vero o falso Indica se le seguenti affermazioni sono vere (V) o false (F).

Cooperative Learning: in gruppo

1. l princìpi fondamentali sono contenuti nei primi 14 articoli della Costituzione. 2. L’articolo 3 della Costituzione riconosce e tutela il principio di uguaglianza formale e sostanziale. 3. Il lavoro è considerato un diritto di ogni cittadino italiano, ma è anche un dovere etico e sociale. 4. L’Italia è uno Stato confessionale, nel quale non sono ammesse confessioni religiose diverse dalla religione cattolica. 5. Il diritto di asilo è accordato agli stranieri che sono perseguitati nel proprio Paese per le loro idee politiche. 6. L’Italia ammette il ricorso alla guerra per risolvere questioni di rilievo internazionale.

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Completamento Individua i termini descritti nelle seguenti frasi. 1. È l’articolo della Costituzione che riconosce autonomia alle Regioni, alle Province e ai Comuni: ..................... . 2. È il principio contenuto nell’articolo 11 della Costituzione: ................................. . 3. È la possibilità riconosciuta in alcune aree geografiche dello Stato di utilizzare ufficialmente, oltre alla lingua italiana, un’altra lingua: ............................................... . 4. Simboleggia l’unità del popolo e lo Stato: .................. .

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Realizzate un cartellone da appendere nella vostra aula dal titolo “Il principio di uguaglianza: Costituzioni a confronto”. • Dividetevi in gruppi nei quali vi sia, possibilmente, almeno uno studente di nazionalità non italiana (in caso contrario ogni gruppo potrà scegliere uno Stato estero, europeo o extraeuropeo). • Ciascun gruppo ha il compito di ricercare informazioni sul modo in cui è tutelato il principio di uguaglianza nelle Costituzioni dei Paesi d’origine degli alunni stranieri (o dei Paesi che avete scelto). • Riportate i risultati della vostra ricerca su un cartellone e corredatelo di illustrazioni, immagini, disegni. • A conclusione ogni gruppo presenterà il proprio lavoro ai compagni di classe e verranno messi a confronto i risultati ottenuti.


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LA pAgInA

Le Costituzioni più libere del mondo

Ci sono frasi che van sempre bene, tipo: Parigi è sempre Parigi, il nuoto è uno sport completo, meglio un uovo oggi che una gallina domani e la costituzione italiana è la più bella del mondo. Perché? Non si sa, forse perché suonano bene, e in fondo fan tutti contenti. Nel caso dell’ultima frase, quella sulla costituzione italiana, però forse bisognerebbe fare qualche riflessione in più. Non che la nostra Carta fondativa non sia strumento giuridico di valore, ma assume senso solo se la si contestualizza, se la si legge come uno dei tanti passaggi dello sviluppo del diritto. Insomma non è né un unicum, né una monade, né un’idea meravigliosa magicamente generata dalla Costituente. Ha delle madri nobili, delle cugine nobili, in certi casi persino delle eredi più giovani al cui confronto rivela con precisione la sua età. Per ragionare sul tema, leggiamo e confrontiamo alcuni delle leggi «originarie» più importanti degli Stati moderni. Giusto per citare qualche esempio, l’idea di un processo rapido e giusto, che non si trasformi quindi in uno stillicidio per le parti, già formulata con chiarezza nella Costituzione Corsa del 1755 in cui vengono fissati nella legge

fondamentale i limiti temporali per condurre a termine qualsiasi grado di giudizio. Un qualcosa che molti italiani avrebbero probabilmente gradito avere anche nella nostra costituzione. Poi ci sono i capisaldi giuridici, quelli che ormai consideriamo diritti inalienabili: «Il fine di ogni associazione politica è la conservazione dei diritti

DIRITTO

naturali e imprescrittibili dell’uomo. Questi diritti sono la libertà, la proprietà, la sicurezza e la resistenza all’oppressione» e «La libertà consiste nel poter fare tutto ciò che non nuoce ad altri: così, l’esercizio dei diritti naturali di ciascun uomo ha come limiti solo quelli che assicurano agli altri membri della Società il godimento degli stessi diritti» (art. 2 della Costituzione Francese del 1791). Poche altre carte, anche posteriori, hanno insistito così con forza su questi temi soprattutto su quello del diritto di «resistenza» del cittadino, anche contro lo Stato. E c’è anche la Costituzione di Weimar del 1919, testo che ha fatto da modello ad un’intera generazione di carte seguenti alla Prima guerra mondiale e i cui echi si sentono anche nelle riflessioni della nostra Costituente. A partire da quell’articolo 1 che recita: «Il potere statale emana dal popolo». Una costituzione che pur essendo considerata un capolavoro giuridico non si è rivelata poi in grado di arginare l’ascesa del nazismo. Ecco che allora leggendo e contestualizzando i luoghi comuni costituzionali, le gare di «bellezza», sembrano essere sempre più prive di senso. (di Matteo Sacchi, in www.ilgiornale.it)

LEGGERE PER CAPIRE PAROLE NUOVE • Compila un glossario con tutti i termini dell’articolo che non conosci, iniziando da quelli riportati di seguito. Carta fondativa: .............................................................................................. grado di giudizio: ............................................................................................. diritti naturali e imprescrittibili: ....................................................................... potere statale: ................................................................................................ INFOMAZIONI PRINCIPALI • Sottolinea le frasi del testo che rispondono alle seguenti domande. 1. Secondo l’autore dell’articolo, ha senso affermare che la Costituzione italiana è la più bella del mondo? 2. Quali sono i princìpi presenti nella nostra Costituzione, già formulati in alcune Costituzioni precedenti alla nostra?

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LezIOne

2 le libertà personali e civili I RAPPORTI CIVILI

libertà personale

libertà di domicilio

libertà di manifestazione del pensiero

libertà di comunicazione

libertà di circolazione e di soggiorno

libertà di religione

libertà di associazione

libertà di riunione

Diritti e doveri dei cittadini La seconda sezione del testo Costituzionale è intitolata Parte I: diritti e doveri dei cittadini e come dice il titolo raccoglie i diritti fondamentali e i doveri inderogabili dei cittadini. Come già affermato nell’articolo 2, la Costituzione riconosce, garantisce e difende i diritti fondamentali dell’uomo, ovvero quelli che corrispondono ai bisogni essenziali dell’individuo, che appartengono a tutti e di cui nessuno può essere privato, come la libertà personale o il diritto di esprimere la propria opinione. Tuttavia, la Costituzione ci ricorda che non esistono diritti senza doveri: gli interessi di ogni singolo individuo devono armonizzarsi con le esigenze e il benessere dell’intera collettività, per questo la Costituzione indica i doveri che tutti dobbiamo rispettare. Se riconosciamo, infatti, il nostro diritto di essere curati o istruiti, dobbiamo anche rispettare il dovere di pagare i tributi, affinché tutti possano godere di questi diritti. La Parte I della Costituzione si divide a sua volta in 4 titoli: • • • •

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TITOLO I (artt. 13-28): I rapporti civili TITOLO II (artt. 29-34): I rapporti etico-sociali TITOLO III (artt. 35-47): I rapporti economici TITOLO IV (artt. 48-54): I rapporti politici


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Le libertà personali e civili

LezIOne 2

DIRITTO

I rapporti civili libertà che riguardano l’uomo, sia come persona fisica, sia come essere spirituale, sia infine come individuo che vive in una comunità. Il Titolo I della Costituzione riunisce pertanto tutte le libertà fonPer “rapporti civili” si intende tutte le

damentali poste alla base di una moderna democrazia, alcune riconosciute e garantite al singolo individuo in qualità di essere umano, altre in qualità di cittadino italiano.

La libertà personale Articolo 13 “La libertà personale è inviolabile. Non è ammessa forma alcuna di detenzione, di ispezione o perquisizione personale, né qualsiasi altra restrizione della libertà personale, se non per atto motivato dall’autorità giudiziaria e nei soli casi e modi previsti dalla legge. In casi eccezionali di necessità ed urgenza, indicati tassativamente dalla legge, l’autorità di pubblica sicurezza può adottare provvedimenti provvisori, che devono essere comunicati entro quarantotto ore all’autorità giudiziaria e, se questa non li convalida nelle successive quarantotto ore, si intendono revocati e restano privi di ogni effetto. È punita ogni violenza fisica e morale sulle persone comunque sottoposte a restrizioni di libertà. La legge stabilisce i limiti massimi della carcerazione preventiva.” La libertà personale rappresenta il presupposto fondamentale per l’esercizio di tutti gli altri diritti di libertà. Ogni persona nasce libera ed è libera di fare le proprie scelte, di decidere della propria vita, senza essere soggetta a costrizioni o restrizioni di ordine fisico e morale. Essa costituisce un diritto inviolabile: nessuno può limitare la libertà di altre persone e solo la legge può decidere i casi in cui la libertà personale di un uomo può essere soggetta a restrizioni (come nel caso dell’arresto o degli arresti domiciliari) e solo quando vi è uno specifico atto del giudice. ESEMPIO

La persona che ha commesso un fatto punibile secondo la legge con la reclusione, come lo spaccio di droga, potrà essere privata della libertà personale e punita con la detenzione in carcere solo quando vi è una sentenza di condanna del giudice stabilita in base alla legge.

IO E IL DIRITTO Se l’essere umano nasce libero, perché non può fare ciò che vuole? È esattamente l’uso improprio della propria libertà che rende necessarie leggi per proteggerla. Ogni forma di violenza o sopraffazione, fisica e psicologica, a danno di un’altra persona non è un uso legittimo della propria libertà, ma una violazione della libertà altrui. • Rifletti sul significato di libertà e trova casi eclatanti di repressione della libertà presenti in alcuni Paesi ancora oggi.

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I pRInCìpI fOnDAmenTALI e LA pARTe I DeLLA COsTITUzIOne

La libertà di domicilio Articolo 14 “Il domicilio è inviolabile. Non vi si possono eseguire ispezioni o perquisizioni o sequestri se non nei casi e modi stabiliti dalla legge secondo le garanzie prescritte per la tutela della libertà personale. Gli accertamenti e le ispezioni per motivi di sanità e di incolumità pubblica o a fini economici e fiscali sono regolati da leggi speciali.” Il “domicilio” indica il luogo in cui una persona vive o svolge la sua vita privata, abitualmente o per un breve periodo, per esempio la casa dove abita, l’ufficio dove lavora o la casa delle vacanze. Il domicilio è considerato inviolabile, ma come per la libertà personale la Costituzione ammette anche in questo caso alcune limitazioni, ovvero casi in cui possono essere fatte ispezioni o perquisizioni.

La libertà di comunicazione Articolo 15 “La libertà e la segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione sono inviolabili. La loro limitazione può avvenire soltanto per atto motivato dell’autorità giudiziaria con le garanzie stabilite dalla legge.” Anche la libertà di comunicazione è un diritto inviolabile dell’uomo, che consiste nel diritto di ogni persona di comunicare liberamente con chi desidera (per lettera, per telefono, tramite mail o in qualunque altra forma) senza che estranei ne vengano a conoscenza o ne diffondano il contenuto. La segretezza e la riservatezza delle comunicazioni possono essere limitate solo nei casi previsti dalla legge e per atto motivato del giudice, perciò le intercettazioni telefoniche, per esempio, sono possibili solo se svolte dalle forze di polizia e su autorizzazione del giudice.

La libertà di circolazione e di soggiorno Articolo 16 “Ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale, salvo le limitazioni che la legge stabilisce in via generale per motivi di sanità o di sicurezza. Nessuna restrizione può essere determinata da ragioni politiche. Ogni cittadino è libero di uscire dal territorio della Repubblica e di rientrarvi, salvo gli obblighi di legge.” La libertà di circolazione e di soggiorno prevista dall’articolo 16 è un diritto riservato solo ai cittadini italiani, che sono liberi di spostarsi sul territorio nazionale e decidere il luogo dove risiedere o soggiornare. In seguito all’adesione dell’Italia all’Unione

europea questa libertà è stata estesa a ogni cittadino europeo. 112


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Le libertà personali e civili

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DIRITTO

Le uniche limitazioni previste possono essere determinate o da problemi di carattere sanitario (come nel caso di zone colpite da epidemie) o di pubblica sicurezza (come nel caso di zone interdette a causa di terremoti o alluvioni), ma mai per ragioni di tipo politico. ESEMPIO

In seguito al terremoto che nel 2009 ha colpito L’Aquila è stata vietata la circolazione in alcune zone del centro storico fino a quando gli edifici pericolanti non fossero stati messi in sicurezza.

La libertà di riunione Articolo 17 “I cittadini hanno diritto di riunirsi pacificamente e senz’armi. Per le riunioni, anche in luogo aperto al pubblico, non è richiesto preavviso. Delle riunioni in luogo pubblico deve essere dato preavviso alle autorità, che possono vietarle soltanto per comprovati motivi di sicurezza o di incolumità pubblica.” La Costituzione riconosce il diritto dei cittadini di potersi incontrare liberamente in qualsiasi luogo (sia privato sia pubblico) e in qualsiasi forma (per esempio in cortei, assemblee, processioni religiose o comizi), purché la riunione avvenga pacificamente e senza uso di armi. Tuttavia, quando la riunione si svolge in un luogo pubblico (come nel caso di un corteo o di una riunione in piazza), occorre darne preavviso alle autorità di pubblica sicurezza almeno tre giorni prima del suo svolgimento: le forze dell’ordine potranno così garantire l’ordine pubblico e la sicurezza delle persone, viceversa potranno vietare la manifestazione solo per gravi motivi di sicurezza.

IO E IL DIRITTO In quali casi la polizia può intervenire durante una manifestazione? Secondo l’articolo 17 della nostra Costituzione le riunioni devono svolgersi in forma pacifica, pertanto le forze dell’ordine possono intervenire per disperdere un corteo se, per esempio, i partecipanti sono armati o nascondono il viso con caschi protettivi o con fazzoletti. • Conosci casi in cui l’intervento delle forze dell’ordine era giustificato?

La libertà di associazione Articolo 18 “I cittadini hanno diritto di associarsi liberamente, senza autorizzazione, per fini che non sono vietati ai singoli dalla legge penale. Sono proibite le associazioni segrete e quelle che perseguono, anche indirettamente, scopi politici mediante organizzazioni di carattere militare.” La libertà di associazione indica il diritto dei cittadini di organizzarsi in associazioni stabili e durature (per esempio sportive o di volontariato), per perseguire scopi leciti (non vietati dalla legge penale). Inoltre, sono proibite le associazioni segrete, ossia quelle che tengono nascosti i nomi dei propri partecipanti e le finalità perseguite, e le associazioni politiche a carattere militare (come i gruppi terroristici o le bande armate che vogliono sovvertire lo Stato).

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I pRInCìpI fOnDAmenTALI e LA pARTe I DeLLA COsTITUzIOne

La libertà religiosa Articolo 19 “Tutti hanno diritto di professare liberamente la propria fede religiosa in qualsiasi forma, individuale o associata, di farne propaganda e di esercitarne in privato o in pubblico il culto, purché non si tratti di riti contrari al buon costume.” Articolo 20 “Il carattere ecclesiastico e il fine di religione o di culto d’una associazione od istituzione non possono essere causa di speciali limitazioni legislative, né di speciali gravami fiscali per la sua costituzione, capacità giuridica e ogni forma di attività.” La libertà religiosa, già garantita nei Princìpi fondamentali (artt. 7 e 8), consiste nel diritto di ogni persona (non solo dei cittadini italiani) di professare liberamente la propria fede religiosa, purché si tratti di riti e comportamenti non contrari al buoncostume, ossia alle comuni regole morali di decenza e di pudore (sono pertanto vietati i riti satanici o quelli in cui avvengono sacrifici di animali). Nell’articolo 20 si specifica inoltre che le leggi non possono prevedere forme di discriminazione a danno di enti o associazioni religiose, né tributi speciali che possano comprometterne l’esistenza e il funzionamento.

La libertà di espressione, di parola e di stampa

IO E IL DIRITTO Che cos’è il segreto professionale? Il segreto professionale riguarda il divieto applicato ad alcune figure professionali, come avvocati o medici, che non possono in alcun modo divulgare informazioni apprese dai propri clienti o pazienti. • Il segreto professionale è applicato a diverse categorie di lavoratori, non solo liberi professionisti, ma anche dipendenti pubblici e privati, e può essere di diverse tipologie. Documentati su: – il segreto industriale; – il segreto aziendale.

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Articolo 21 “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure. Si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato dell’autorità giudiziaria nel caso di delitti, per i quali la legge sulla stampa espressamente lo autorizzi, o nel caso di violazione delle norme che la legge stessa prescriva per l’indicazione dei responsabili. In tali casi, quando vi sia assoluta urgenza e non sia possibile il tempestivo intervento dell’autorità giudiziaria, il sequestro della stampa periodica può essere eseguito da ufficiali di polizia giudiziaria, che devono immediatamente, e non mai oltre ventiquattro ore, fare denunzia all’autorità giudiziaria. Se questa non lo convalida nelle ventiquattro ore successive, il sequestro si intende revocato e privo d’ogni effetto. La legge può stabilire, con norme di carattere generale, che siano resi noti i mezzi di finanziamento della stampa periodica. Sono vietate le pubblicazioni a stampa, gli spettacoli e tutte le altre manifestazioni contrarie al buon costume. La legge stabilisce provvedimenti adeguati a prevenire e a reprimere le violazioni.” Tutti siamo liberi di esprimere le proprie idee ed opinioni e di divulgarle con ogni mezzo, senza subire delle censure o dover chiedere un permesso.


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Le libertà personali e civili

LezIOne 2

DIRITTO

La libertà di manifestare il proprio pensiero, insieme alla libertà personale (art. 13), è un cardine dell’ordinamento democratico ed è limitata o del tutto negata nei regimi politici totalitari e dittatoriali. Proprio in seguito all’esperienza del fascismo in Italia, che aveva soffocato la libertà di espressione, i Padri costituenti hanno voluto garantire il più aperto confronto tra le idee e le opinioni e hanno disposto che la stampa e ogni altro mezzo di diffusione, come la televisione, la radio e oggi Internet, fossero liberi e non soggetti ad autorizzazioni preventive o a censure, ossia a controlli da parte dello Stato. È evidente però che tale libertà non è illimitata, ma deve essere esercitata in modo da non ledere i diritti di altre persone. Sono pertanto vietate tutte le forme di manifestazione del pensiero che offendono la dignità e l’onore altrui (come nel caso della diffamazione e delle calunnie), la riservatezza (per esempio, diffondendo notizie che riguardano la vita privata delle persone), il comune senso del pudore e la pubblica decenza. ESEMPIO

Un giornalista sportivo può esprimere liberamente le sue opinioni e le sue critiche nei confronti di un allenatore, ma non può offenderlo o pubblicare notizie false o divulgare informazioni sulla sua persona strettamente riservate.

Minori restrizioni

Maggiori restrizioni

La cartina visualizza la maggiore o minore libertà di stampa nel mondo. Nei Paesi scandinavi, per esempio, non ci sono censure alla libertà d’espressione, mentre in altri Paesi, come la Cina o l’Iran, la libertà di stampa è sotto sorveglianza.

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I pRInCìpI fOnDAmenTALI e LA pARTe I DeLLA COsTITUzIOne

gli altri diritti civili Gli ultimi articoli del TITOLO I (dall’art. 22 al 28) non si occupano esplicitamente di libertà ma di altre forme di tutela dei diritti della persona e delle garanzie processuali, ossia dei diritti del singolo di fronte alla giustizia. La Costituzione assicura, per esempio, il diritto di non essere privato del proprio nome (identità), della propria cittadinanza e capacità giuridica (art. 22); il diritto di ricorrere al giudice per far valere i propri diritti e di essere assistito da un difensore durante un processo (art. 24); il diritto alla presunzione di innocenza, cioè di non essere giudicati colpevoli prima della condanna definitiva; la garanzia che le pene rispettino la dignità umana e il ripudio della pena di morte (art. 27).

CONOSCENZE ALLA PROVA Verifica le tue conoscenze e abilità

Attiva le tue competenze

Vero o falso Indica se le seguenti affermazioni sono vere (V) o false (F).

Cooperative Learning: in gruppo

1. La libertà personale è un diritto inviolabile che spetta solo a coloro che hanno la cittadinanza italiana. 2. La libertà di circolazione può essere limitata solo per motivi di sanità o di sicurezza. 3. Le associazioni politiche segrete sono ammesse dalla Costituzione. 4. La libertà di corrispondenza non è limitata. 5. La stampa e gli spettacoli teatrali sono sottoposti ad autorizzazioni e censure. 6. La Costituzione ripudia la pena di morte.

V

F

V

F

V V

F F

V V

F F

Completamento Individua i termini descritti nelle seguenti frasi. 1. Sono diritti che spettano a tutte le persone in quanto esseri umani: diritti ..................................................... . 2 È la libertà che spetta a tutti di professare la propria fede religiosa: ................................................................ . 3. È l’articolo della Costituzione che regola la libertà di riunione: .................................................................... . 4. Sono associazioni vietate dalla nostra Costituzione: ................................................................................ 5. È il luogo in cui un cittadino vive e svolge la sua attività: .............................................................................. .

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“Democrazia vuol dire informazione; informazione vuol dire conoscenza; conoscenza vuol dire possibilità di trovare tutte le notizie importanti. Ma qual è l’equilibrio tra il mio diritto di informazione e la privacy altrui? […] La coscienza si esercita costantemente: deve riuscire a discernere, in ogni situazione particolare, come scegliere tra due opposizioni buone, tra due scelte ugualmente legittime, tra due valori importanti.” (Giovanni Maria Flick) • Dividetevi in gruppi di 5 studenti. • Dopo aver letto attentamente la citazione sopra riportata, ciascun gruppo ha il compito di elaborare in una forma a sua scelta (cartellone, slide, video, esposizione orale o elaborato scritto) una riflessione sul tema “Valori in conflitto”, riportando altri esempi di valori che possono entrare in conflitto.


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Le libertà personali e civili

LezIOne 2

DIRITTO

CHE COS’È? IL DIRITTO ALL’ObLIO

S

e hai già provato a digitare il tuo nome su un motore di ricerca, avrai scoperto come Internet conser vi le tracce del nostro passato. Post, foto, video pubblicati sui social network… qualunque azione compiamo sul web è destinata a costruire una nostra curiosa identità digitale, che purtroppo può celare anche molti pericoli. Basti pensare ai casi di video compromettenti finiti in rete e diventati virali, o a chi ha commesso fatti illeciti riportati dai quotidiani e che li ritroverà riemergere anche dopo aver scontato la pena. Come si fa, allora, a proteggersi dai contenuti che potrebbero minacciare la propria reputazione? Ed è sempre lecito farlo? Quando cioè l’esigenza di rimuovere un’informazione si scontra con il diritto ad informare e ad essere informati?

Il diritto ad essere dimenticati Il diritto all’oblio indica il diritto di ciascun individuo a richiedere la rimozione dal web di dati ritenuti lesivi per la propria persona e non più rilevanti per l’opinione pubblica. In parole semplici è il diritto ad “essere dimenticati”, ad avere una seconda possibilità, a mantenere riservate alcune informazioni sul nostro passato. Questo diritto è stato stabilito dalla Corte di giustizia europea nel 2014, tuttavia ad oggi non esiste una legge che lo regolamenti specificatamente. Il caso su cui si espresse la Corte riguardava un cittadino spagnolo che vedeva riproporsi nell’indice del motore di ricerca Google link a quotidiani in cui era pubblicata la notizia su una sua vicenda giudiziaria di vent’anni prima. La Corte accolse la richiesta del singolo cittadino e Google dovette de-indicizzare, cioè sopprimere, i suddetti link. Tuttavia la rimozione riguardava solo l’indice seguente ad una ricerca effettuata a partire dal nome di una persona: ciò vuol dire che chiunque avesse digitato il nome dell’interessato non sarebbe potuto risalire al caso giudiziario che lo riguardava, ma se avesse fatto una ricerca a partire dalla vicenda, avrebbe potuto accedere ancora ai siti che ne pubblicavano la notizia. In questo modo la Corte aveva tutelato l’immagine del cittadino spagnolo, senza tuttavia eliminare l’evento dalla storia. Questo perché il diritto all’oblio del singolo deve essere bilanciato con il diritto di cronaca: i link scomodi pertanto non verranno rimossi se esiste un evidente interesse pubblico che ne giustifichi la pubblicazione.

Perché è importante il diritto all’oblio? Il tema del diritto all’oblio è molto discusso, perché la legittima richiesta di protezione della propria identità personale da tutte le informazioni potenzialmente lesive si scontra con uno dei valori fondamentali della democrazia, cioè la libertà di espressione. Grazie alla sentenza della Corte di Giustizia, oggi Google ha messo a disposizione degli utenti un modulo di richiesta di rimozione di contenuti web che li riguardano, tuttavia questo non vuol dire sparire completamente dal web. Spetterà alla legge stabilire di volta in volta cosa è di interesse pubblico e non può essere cancellato, nel frattempo è sempre più importante per noi utenti avere una consapevolezza maggiore dell’uso di Internet.

DOMANDE CHIAVE 1. Esiste una legge di riferimento al diritto all’oblio? 2. Perché il diritto all’oblio può entrare in conflitto con il diritto alla libera espressione?

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LezIOne

3 famiglia, salute e istruzione diritto all’istruzione

diritti della famiglia

I DIRITTI ETICOSOCIALI

diritto alla salute

I rapporti etico-sociali Gli articoli 29-34 del TITOLO II della Costituzione riguardano la tutela della persona nella sua dimensione sociale e prendono in considerazione i diritti relativi alla famiglia, alla salute, all’istruzione, ovvero gli ambiti di carattere sociale.

La tutela dei diritti della famiglia Adozione e affidamento

Gli articoli 29, 30 e 31 sono dedicati alla tutela dei diritti all’interno della famiglia e sono fondati sul principio di uguaglianza morale e giuridica fra i due coniugi, essi cioè hanno gli stessi diritti e doveri. Articolo 29 “La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio. Il matrimonio è ordinato sull’eguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dell’unità familiare.” Articolo 30 “È dovere e diritto dei genitori, mantenere, istruire ed educare i figli, anche se nati fuori del matrimonio. Nei casi di incapacità dei genitori, la legge provvede a che siano assolti i loro compiti. La legge assicura ai figli nati fuori dal matrimonio ogni tutela giuridica e sociale, compatibile con i diritti dei membri della famiglia legittima. La legge detta le norme e i limiti per la ricerca della paternità.

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Famiglia, salute e istruzione

LezIOne 3

DIRITTO

Introducendo il principio di uguaglianza morale e giuridica dei coniugi, i Padri costituenti furono molto innovativi rispetto alla mentalità del tempo, che vedeva le donne vivere una condizione di sostanziale inferiorità all’interno del nucleo familiare, mentre l’uomo godeva di autorità esclusiva nella maggior parte delle decisioni riguardanti sia la moglie sia i figli. Tuttavia la parità tra marito e moglie è stata raggiunta solo nel 1975, con la riforma del diritto di famiglia che ha abolito la “patria potestà”, sostituendola con la “potestà genitoriale”: il mantenimento, la cura e l’educazione dei figli spettano nella stessa misura ad entrambi i genitori. La Costituzione non fa distinzione tra i figli legittimi (nati dalle coppie regolarmente sposate) e quelli nati fuori dal matrimonio, o adottati, e nell’articolo 31 aggiunge una tutela particolare per le famiglie numerose, prevedendo diversi aiuti sotto forma di sussidi, sgravi fiscali e simili. La tutela della famiglia e il suo riconoscimento come “società naturale” (art. 29), cioè come prima cellula di società, che si formerebbe anche senza l’esistenza dello Stato, sono valori tuttora validi, ma a distanza di settanta anni il contesto sociale è molto cambiato rispetto a quello in cui è stata scritta la Costituzione e questi valori oggi vengono percepiti in modo diverso. Basti pensare alle diverse forme familiari diffuse nella nostra società in numero sempre crescente e che non si rispecchiano più nel modello di famiglia descritto nell’articolo 29, ovvero quello composto da un uomo e una donna uniti in matrimonio e dai loro figli. Le cosiddette famiglie di fatto, ossia le persone che convivono senza essere legate da vincoli matrimoniali, hanno oggi trovato tutela giuridica con la legge n. 76 del 20 maggio 2016 (che ha istituito le Unioni Civili e ha disciplinato i diritti e doveri delle coppie di fatto).

La tutela della salute Articolo 32 “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.” La Costituzione riconosce la salute come un diritto fondamentale di ogni individuo e di tutta la società, per cui lo Stato deve predisporre strutture in grado di prestare le cure mediche necessarie a salvaguardare il benessere collettivo e ha il compito di garantire tale diritto anche alle persone indigenti, che non sono in grado di far fronte economicamente alle cure indispensabili per la propria salute.

IO E IL DIRITTO Secondo la legge, anche i figli hanno degli obblighi nei confronti dei genitori? I figli non vantano solo dei diritti nei confronti dei genitori, ma anche dei doveri, stabiliti dal Codice civile. Essi sono tenuti anche a rispettare i propri genitori, a conviverci fino alla maggiore età e a contribuire al mantenimento della famiglia finché convivono con essa. • In quali casi a tuo avviso i figli hanno l’obbligo di aiutare economicamente i propri familiari? Approfondisci il tema.

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UdA 5

I pRInCìpI fOnDAmenTALI e LA pARTe I DeLLA COsTITUzIOne

Al tempo della nascita della Costituzione, solo coloro che lavoravano e versavano un contributo ad appositi enti chiamati “mutue” potevano ricevere assistenza medica (generica, specialistica e ospedaliera) e cure farmaceutiche in caso di malattia o infortunio. Oggi, grazie all’istituzione del Sistema sanitario nazionale, introdotto nel 1978, lo Stato assicura a tutte le persone, e non solo ai lavoratori, servizi sanitari pubblici diretti alla prevenzione e alla cura delle malattie, fisiche e psichiche. La tutela alla salute prevede sempre il rispetto della libertà e della dignità della persona, come viene riportato nel 2° comma dell’articolo 32, in cui si riconosce al malato la libertà di scegliere se essere sottoposto o meno a trattamenti sanitari (diritto a non essere curato). Senza il consenso del paziente, nessun medico può somministrare medicine o imporre cure sanitarie di alcun tipo, tranne nei casi previsti dalla legge, ovvero quando i trattamenti sanitari sono necessari a tutelare l’incolumità di altre persone (per esempio, per evitare epidemie). ESEMPIO

Prima di un intervento chirurgico il medico ha l’obbligo di informare in modo dettagliato il paziente su tutto ciò che riguarda l’operazione a cui verrà sottoposto (quindi sulla procedura, sui vantaggi e sui rischi che può correre). L’intervento potrà essere effettuato solo se il paziente firma un apposito documento, con il quale esprime il suo consenso (consenso informato).

Il diritto all’istruzione Gli articoli 33 e 34 si occupano di riconoscere la libertà di insegnamento e garantire a tutti il diritto all’istruzione. L’articolo 33 stabilisce che “l’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento”, cioè afferma che l’arte e la cultura sono libere forme di espressione del pensiero e non possono esistere limiti nelle modalità in cui vengono trasmesse. Gli insegnanti perciò possono svolgere la propria attività didattica nei modi che ritengono più opportuni, senza essere sottoposti a vincoli di natura ideologica, politica o religiosa (libertà di insegnamento). Nello stesso articolo si specifica che lo Stato ha il compito di garantire a tutti il diritto all’istruzione, istituendo scuole pubbliche di ogni ordine e grado e riconoscendo ad enti e privati la possibilità di istituire scuole private.

IO E IL DIRITTO Che differenza esiste fra l’obbligo di istruzione e l’obbligo formativo? La Costituzione prevedeva 8 anni di istruzione obbligatoria, elevati a 10 anni nel 2007. Oltre all’obbligo di istruzione esiste anche un obbligo formativo che termina con il compimento del diciottesimo anno di età. • Attraverso quali modalità può essere assolto l’obbligo formativo nella tua Regione?

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Famiglia, salute e istruzione

LezIOne 3

DIRITTO

Affinché il diritto all’istruzione diventi effettivo, l’articolo 34 rende obbligatorio e gratuito un livello minimo di istruzione e si impegna a sostenere economicamente coloro che non hanno risorse sufficienti per poter conseguire titoli più alti dell’istruzione obbligatoria. Articolo 34 “La scuola è aperta a tutti. L’istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita. I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso.” Tutti i bambini e i ragazzi italiani e stranieri, quindi, devono frequentare obbligatoriamente la scuola (primaria e secondaria di primo grado) per almeno otto anni (questo periodo è stato poi elevato a dieci anni dal 1° settembre 2007).

CONOSCENZE ALLA PROVA Verifica le tue conoscenze e abilità

Attiva le tue competenze

Domande a scelta multipla Individua la risposta esatta.

Ricerca in Internet

1. In base alla riforma del diritto di famiglia del 1975, la potestà sui figli: A è chiamata patria potestà B spetta solo al padre C spetta ad entrambi i genitori D non riguarda i figli naturali 2. Il diritto alla salute: A spetta solo ai cittadini italiani B è un diritto anche degli stranieri C implica sempre trattamenti obbligatori per il paziente D è garantito solo da assicurazioni sanitarie private 3. La libertà di insegnamento prevista all’art. 33 indica che: A tutti possono insegnare B i docenti possono insegnare senza aver superato concorsi pubblici C l'attività didattica non deve essere sottoposta a vincoli ideologici o di altro tipo D tutti devono essere istruiti

• Dopo una ricerca su Internet, individua almeno cinque Paesi nei quali lo Stato non garantisce il diritto all’istruzione e dove le scuole sono solo private. • Produci una breve relazione o una scheda di sintesi dei materiali raccolti. • Con l’aiuto dell’insegnante, discutine insieme ai tuoi compagni di classe: a tuo avviso, quali conseguenze sociali può generare sulla popolazione un sistema economico che affida l’istruzione soltanto a strutture private? 121


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LezIOne

4 I rapporti economici tutela del lavoro

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diritto alla giusta retribuzione tutela della donna e dei minori tutela degli inabili libertà sindacale diritto di sciopero

I RAPPORTI ECONOMICI princìpi del sistema economico

– libertà di iniziativa economica – proprietà pubblica e privata – funzione sociale della proprietà

La tutela del lavoro e i princìpi fondamentali del sistema economico Il TITOLO III della Costituzione comprende gli articoli 35-47 riguardanti i rapporti economici, ovvero quelli dedicati alla tutela e disciplina del lavoro e gli articoli che delineano i caratteri fondamentali del nostro sistema economico. LA TUTELA DEL LAVORO Ricordando quanto enunciato nell’articolo 1 della Costituzione – il lavoro è il fondamento della Repubblica –, negli articoli 35-40 la Costituzione stabilisce le linee guida che devono orientare i rapporti tra i lavoratori e i datori di lavoro e presta particolare attenzione ai diritti dei lavoratori considerati deboli, ovvero le donne, i disabili e i minori. Tratteremo quindi: • il diritto alla giusta retribuzione; • la tutela delle donne lavoratrici, dei minori e degli inabili; • la libertà sindacale e il diritto di sciopero. I PRINCÌPI DEL SISTEMA ECONOMICO Gli articoli 41-47 espongono i princìpi a cui si deve ispirare l’attività economica del nostro Paese. La Costituzione detta qui le basi di un sistema ad economia mista, nel quale accanto alle imprese private anche lo Stato assume il ruolo di soggetto economico, con il compito di attuare interventi diretti al benessere della collettività. I cardini del nostro sistema economico sono rappresentati da: • la libertà di iniziativa economica; • il riconoscimento della proprietà privata e pubblica.

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I rapporti economici

LezIOne 4

DIRITTO

Il diritto alla giusta retribuzione Articolo 36 “Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa. La durata massima della giornata lavorativa è stabilita dalla legge. Il lavoratore ha diritto al riposo settimanale e a ferie annuali retribuite, e non può rinunziarvi.” Il lavoratore ha diritto a una retribuzione che equivalga alla quantità e alla qualità dell’attività svolta (per esempio il numero delle ore lavorate e il tipo di mansione e responsabilità attribuite). La Costituzione inoltre specifica che la retribuzione deve essere sufficiente ad assicurare al lavoratore e alla sua famiglia un’esistenza dignitosa e libera dal bisogno economico. L’articolo, infine, prevede altre garanzie al lavoratore, come la durata massima della giornata lavorativa, il diritto al riposo settimanale e ad un periodo di ferie retribuite e irrinunciabili.

La tutela delle donne lavoratrici, dei minori e degli inabili Articolo 37 “La donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore. Le condizioni di lavoro devono consentire l’adempimento della sua essenziale funzione familiare e assicurare alla madre e al bambino una speciale e adeguata protezione. La legge stabilisce il limite minimo di età per il lavoro salariato. La Repubblica tutela il lavoro dei minori con speciali norme e garantisce ad essi, a parità di lavoro, il diritto alla parità di retribuzione.” In linea con il principio di uguaglianza previsto dall’articolo 3, le donne e i minori non possono essere oggetto di discriminazioni e devono avere gli stessi diritti e la stessa retribuzione che spettano ai lavoratori adulti di sesso maschile. La Costituzione considera anche la “funzione familiare” della donna, considerata “essenziale”, per cui le garantisce una particolare e adeguata protezione, che le permetta di conciliare l’attività lavorativa con la famiglia. Per quanto riguarda i minori, la Costituzione stabilisce che l’età minima di ammissione al lavoro debba essere fissata con legge: oggi, di norma, l’età minima è di 16 anni, che coincide con la conclusione dell’obbligo scolastico.

IO E IL DIRITTO Che cos’è il congedo di maternità Le donne in gravidanza hanno il diritto/obbligo di astenersi dal lavoro da due mesi prima la data presunta del parto sino a tre mesi dopo il parto, con diritto all’80% della retribuzione. • Questo diritto è stato esteso anche ai lavoratori padri: ricerca i diritti tutelati dal congedo di paternità.

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UdA 5

I pRInCìpI fOnDAmenTALI e LA pARTe I DeLLA COsTITUzIOne

L’articolo 38 della Costituzione fissa i princìpi di assistenza e di previdenza sociale. Gli inabili al lavoro, cioè coloro che per motivi di salute non sono in grado di lavorare, hanno diritto a ricevere sussidi economici e prestazioni di assistenza sociale da parte degli enti pubblici (come le Asl). Inoltre i lavoratori hanno diritto alla previdenza sociale, ossia a prestazioni sanitarie ed economiche fornite da appositi enti pubblici (come l’Inps o l’Inail) quando si trovano in condizione di non poter lavorare a causa di infortunio o malattia, o quando per vecchiaia hanno concluso l’attività lavorativa (diritto alla pensione).

La libertà sindacale e il diritto di sciopero L’articolo 39 afferma che i lavoratori possono liberamente organizzarsi in sindacati e svolgere attività sindacale anche nel luogo di lavoro. I sindacati sono associazioni libere sorte allo scopo di difendere i diritti e gli interessi dei lavoratori. Esistono diversi tipi di sindacati, alcuni dei quali, i sindacati di categoria, si occupano in modo specifico dei lavoratori appartenenti ad un determinato settore lavorativo (come scuola, turismo, commercio). Le garanzie a tutela del lavoratore si completano infine con il diritto allo sciopero, ovvero all’astensione collettiva dal lavoro per difendere o rivendicare particolari diritti (per esempio, per avere aumenti del salario). Articolo 40 “Il diritto di sciopero si esercita nell’ambito delle leggi che lo regolano.”

La libertà di iniziativa economica Articolo 41 “L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali.” La libertà di iniziativa economica indica che ad ogni persona è riconosciuto il diritto di intraprendere li-

beramente un’attività economica, purché essa non danneggi gli interessi della collettività (per esempio, non si possono svolgere attività industriali inquinanti, che emettono sostanze nocive per la salute di chi vive nei dintorni).

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I rapporti economici

LezIOne 4

DIRITTO

Il riconoscimento della proprietà pubblica e privata L’articolo 42 si occupa di disciplinare il diritto di proprietà, distinguendola in due tipi: • proprietà pubblica, che vede lo Stato e gli enti pubblici possedere beni economici e gestire direttamente o indirettamente alcune imprese; • proprietà privata, che riguarda i singoli cittadini. Lo Stato può porre dei limiti alla proprietà privata per garantirne la funzione sociale, cioè l’interesse dell’intera collettività, e può ricorrere anche all’espropriazione (ovvero, un bene di un privato deve essere ceduto forzatamente ad un soggetto pubblico, dietro il pagamento di una somma di denaro chiamata “indennizzo”). ESEMPIO

Se su un terreno di un privato il Comune decide di realizzare una scuola o un parco pubblico, questo terreno potrà essere espropriato anche contro la volontà del proprietario, in quanto, nel contrasto tra l’interesse della collettività e l’interesse del singolo, prevale l’interesse pubblico, rappresentato dal Comune.

Gli ultimi articoli del TITOLO III (artt. 43-47) stabiliscono ulteriori regole riguardanti la vita economica del Paese, come la nazionalizzazione di imprese private che producono beni e servizi essenziali (per esempio energia elettrica, metano, petrolio), la promozione delle attività cooperative, la tutela del risparmio.

CONOSCENZE ALLA PROVA Verifica le tue conoscenze e abilità

Attiva le tue competenze

Vero o falso Indica se le seguenti affermazioni sono vere (V) o false (F).

Prova di realtà

1. La Costituzione prevede specifiche forme di tutela dei lavoratori. 2. La Costituzione prevede che tutti i lavoratori abbiano la stessa retribuzione. 3. La Costituzione prevede una tutela per i lavoratori inabili. 4. La Costituzione non consente la partecipazione ad attività sindacali. 5. Sotto il profilo economico, la Costituzione delinea uno Stato ad economia mista. 6. La Costituzione non prevede la libertà di iniziativa economica privata.

V

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V

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F

• Utilizzando il testo della Costituzione presente alla fine del libro, costruisci una tabella inserendo nella colonna di sinistra gli articoli che delineano il nostro sistema economico e nella colonna di destra la spiegazione sintetica del loro contenuto. • Correda il lavoro con una ricerca in cui spieghi il significato di nazionalizzazione e di privatizzazione delle imprese.

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LezIOne

5 I diritti politici e i doveri dei cittadini I RAPPORTI CIVILI

diritti politici

diritto di voto

diritto ad essere votati

doveri costituzionali

libertà di associarsi in partiti

difendere la patria

pagare i tributi

essere fedeli alla patria

I rapporti politici Il TITOLO IV, l’ultimo della prima parte della Costituzione, è dedicato ai rapporti politici (artt. 48-54) e si occupa dei diritti politici dei cittadini – diritto di voto e di partecipazione ai partiti politici – e dei doveri inderogabili ai quali essi sono sottoposti. I DIRITTI POLITICI DEI CITTADINI Come sappiamo, l’articolo 1 della Costituzione afferma che “la sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”. Il diritto di voto, ossia il diritto di eleggere i propri rappresentanti (elettorato attivo), e il diritto ad essere votati, ovvero a presentarsi come candidati alle elezioni (elettorato passivo), rappresentano le forme più importanti

attraverso cui il popolo esercita il suo potere. I DOVERI COSTITUZIONALI DEI CITTADINI I doveri previsti in soli tre articoli della Costituzione (artt. 52-54) sono definiti nell’articolo 2 “inderogabili”, sono cioè tassativi, veri e propri obblighi che lo Stato impone ai singoli cittadini al fine di realizzare una convivenza pacifica e solidale. Nessuno può essere dispensato da questi doveri: difendere la Patria, pagare i tributi, essere fedeli alla Repubblica.

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I diritti politici e i doveri dei cittadini

LezIOne 5

DIRITTO

Il diritto di voto Articolo 48 “Sono elettori tutti i cittadini, uomini e donne, che hanno raggiunto la maggiore età. Il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico. La legge stabilisce requisiti e modalità per l’esercizio del diritto di voto dei cittadini residenti all’estero e ne assicura l’effettività. A tale fine è istituita una circoscrizione Estero per l’elezione delle Camere, alla quale sono assegnati seggi nel numero stabilito da norma costituzionale e secondo criteri determinati dalla legge. Il diritto di voto non può essere limitato se non per incapacità civile o per effetto di sentenza penale irrevocabile o nei casi di indegnità morale indicati dalla legge.” Il diritto di voto è un diritto riconosciuto a tutti i cittadini italiani che hanno raggiunto la maggiore età (suffragio universale), anche residenti all’estero. La legge prevede solo eccezionali limitazioni che riguardano, per esempio, gli incapaci di agire, o coloro che hanno riportato condanne penali superiori a cinque anni di reclusione. Oltre ad essere un diritto, il voto rappresenta anche un dovere civico, ossia un dovere di ordine morale attraverso il quale il cittadino partecipa e contribuisce alla vita del Paese. Esso, tuttavia, non è un obbligo giuridico, per cui chi non lo esercita non subisce sanzioni. Per garantire il diritto di voto e la possibilità di esercitarlo liberamente, l’articolo 48 al 2° comma ne specifica le caratteristiche. Il voto deve essere:

IO E IL DIRITTO Quando potrò votare? Compiuti i 18 anni potrai votare per le elezioni della Camera dei deputati, per le elezioni amministrative e per i referendum. Solo dopo aver compiuto i 25 anni potrai partecipare alle elezioni del Senato della Repubblica. • Quando invece potrai candidarti? deputato: ………………… senatore: …………………

• personale, esercitato soltanto dalla persona interessata, la quale non può incaricare altri ad esercitarlo al suo posto. In casi eccezionali ed espressamente previsti dalla legge è però possibile avvalersi di un accompagnatore; • uguale, perché i voti di ciascun elettore hanno lo stesso valore; • libero, in quanto ognuno vota secondo le proprie convinzioni politiche e nessuno deve subire coercizioni, pressioni o minacce; • segreto, in quanto si vota all’interno di una cabina elettorale in assoluta segretezza.

I partiti politici Articolo 49 “Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale.” I cittadini partecipano alla vita politica del Paese, oltre che esercitando il diritto di voto, anche prendendo parte o costituendo partiti politici, ossia libere associazioni private che raggruppano soggetti uniti da una stessa ideologia politica. L’unico limite posto dalla Costituzione in merito alla formazione dei partiti è contenuto nella XII disposizione transitoria e finale della Costituzione, che vieta espressamente la ricostituzione del partito fascista.

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I pRInCìpI fOnDAmenTALI e LA pARTe I DeLLA COsTITUzIOne

Democrazia diretta e democrazia rappresentativa

Gli articoli 50 e 51 completano questa parte dedicata ai diritti politici. Il primo articolo offre ai cittadini uno degli strumenti di democrazia diretta, attraverso i quali possono decidere direttamente, e non tramite i rappresentanti eletti, su determinate questioni politiche. Questo strumento è il diritto di petizione che permette ad un singolo cittadino, o ad un gruppo di cittadini, di rivolgersi direttamente al Parlamento per sollecitare particolari provvedimenti o esporre necessità comuni. L’articolo 51 si preoccupa di garantire parità di accesso fra uomini e donne agli uffici pubblici e alle cariche elettive, e di rendere effettivo questo diritto attraverso leggi dirette a promuovere la presenza femminile nella sfera pubblica.

La difesa della patria Articolo 52 “La difesa della Patria è sacro dovere del cittadino. Il servizio militare è obbligatorio nei limiti e modi stabiliti dalla legge. Il suo adempimento non pregiudica la posizione di lavoro del cittadino, né l’esercizio dei diritti politici. L’ordinamento delle Forze armate si informa allo spirito democratico della Repubblica.”

La difesa della patria rappresenta un dovere sacro, cioè un dovere fondamentale non solo dal punto di vista giuridico, ma anche morale e sociale, perché esprime l’impegno di tutti i cittadini a garantire la pace e il benessere della collettività. L’articolo prevede l’obbligatorietà del servizio militare per tutti i cittadini maschi fisicamente e psicologicamente sani, ma nel 2005 è stato istituito il servizio militare volontario, a cui possono liberamente accedere sia uomini sia donne.

La partecipazione alle spese pubbliche Articolo 53 “Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività.” La Costituzione afferma che tutti (non solo i cittadini, ma anche gli stranieri e gli apolidi che risiedono in Italia) hanno il dovere di contribuire alle spese pubbliche, necessarie affinché lo Stato possa offrire e gestire tutti i servizi a favore della collettività, come la costruzione di scuole, strade e aeroporti. Per una maggiore equità, la Costituzione specifica che ogni persona deve partecipare alle spese dello Stato pagando i tributi (imposte, tasse e contributi) in base alla propria capacità contributiva, ossia alla propria ricchezza (reddito e patrimonio).

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I diritti politici e i doveri dei cittadini

LezIOne 5

DIRITTO

La fedeltà alla Repubblica Articolo 54 “Tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservarne la Costituzione e le leggi. I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle, con disciplina ed onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge.” La fedeltà alla Repubblica è un dovere di carattere morale, più che giuridico, e consiste sostanzialmente nel rispettare le leggi e la Costituzione, non offendere i princìpi e i valori democratici della Repubblica, tenere comportamenti che non danneggiano lo Stato nelle sue relazioni con gli altri Paesi (per esempio, non rivelando segreti e non svolgendo attività di spionaggio). Nel 2° comma dell’articolo, la Costituzione si rivolge in particolar modo a coloro che ricoprono cariche istituzionali, dai quali si aspetta un comportamento dignitoso nell’esercizio delle proprie funzioni pubbliche.

CONOSCENZE ALLA PROVA Verifica le tue conoscenze e abilità

Attiva le tue competenze

Domande a scelta multipla Individua la risposta esatta.

Cooperative Learning: in gruppo

1. Suffragio universale significa che il diritto di voto è riconosciuto: A a tutti coloro che vivono nel territorio dello Stato B solo agli uomini che hanno compiuto 18 anni C a tutti i cittadini maggiorenni D ai cittadini maggiorenni che hanno un lavoro stabile 2. I cittadini partecipano alla vita politica del Paese attraverso l’esercizio del diritto di voto, ma anche attraverso la partecipazione: A alle associazioni di volontariato B ai partiti politici C alle cooperative D alle società segrete

L’evasione fiscale è l’insieme di pratiche volte a eludere il prelievo fiscale da parte dello Stato. "In questo modo l'evasore danneggia non solo lo Stato, ma anche se stesso.” Che cos’è infatti lo Stato, se non l’unione di tutti i cittadini? • Dividetevi in gruppi di 5 persone ed elaborate un elenco di quali sono a vostro avviso gli effetti del mancato rispetto di questo dovere costituzionale. • Confrontate i risultati dei diversi gruppi e discutetene in classe.

Completamento Inserisci i termini mancanti. 1. La Costituzione stabilisce le caratteristiche del voto: esso è …………………. , uguale, …………………. e segreto. 2. Rientra tra i doveri costituzionali del cittadino quello di …………………….....…… la patria. Esso è definito dalla Costituzione come un ………………………… .

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I sistemi sanitari nel mondo Tre modelli I sistemi sanitari sono classificabili secondo tre modelli: “Beveridge”, “Bismark” e privato. Il modello Beveridge Applicato nel Regno Unito, nei paesi Scandinavi e in Italia, fu ideato nel 1943 da Lord Beveridge e si ispira al modello di Welfare State. Il Welfare State indica una posizione dello Stato che si assume l’onere di promuovere la sicurezza e il benessere dei cittadini. Il Walfare State è caratterizzato da una significativa presenza pubblica in molti settori come, per esempio, l’assistenza sociale, l’istruzione e l’assistenza sanitaria. Secondo Beveridge l’assistenza sociale doveva coprire tutti i rischi dei cittadini “from the cradle to the grave” cioè “dalla culla alla tomba” e in particolare tutte le situazioni di povertà ed emarginazione. Le risorse per garantire l’assistenza sociale e sanitaria devono essere fornite dallo Stato a tutti, indipendentemente dalla propria situazione economica, attraverso le imposte pagate da tutti i cittadini “a ciascuno secondo i suoi bisogni; da ciascuno in relazione alla sua capacità contributiva”. Su questo presupposto si basa il Servizio Sanitario Britannico al quale si ispirano il nostro sistema sanitario e anche i sistemi dei paesi scandinavi. Nei Paesi nei quali si adotta questo sistema è quindi lo Stato (oppure gli Enti territoriali) a erogare i servizi sanitari; i cittadini partecipano alla spesa con un contributo (ticket); il settore privato è ridotto. Il modello Bismark È un modello ideato dal cancelliere tedesco alla fine dell’Ottocento. Esso si basa su assicurazioni obbligatorie (mutue o fondi malattie) per lavoratori e datori di lavoro. In caso di necessità (ricovero in ospedale, visite specialistiche, esami), le prestazioni vengono fornite dall’ente assicurativo che paga le spese per le cure dei propri iscritti. Per i cittadini che si trovano in una situazione di difficoltà economica può inter venire lo Stato. Il modello Bismark è adottato da molti

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Paesi europei: Austria, Francia, Germania, Lussemburgo, Olanda e Svizzera. Nei Paesi nei quali si adotta questo sistema i servizi sanitari sono garantiti sia dal pubblico sia dal privato. Il modello privato Esiste un terzo modello definito privato nel quale sono i cittadini che devono pensare alla propria assistenza sanitaria. Essi devono stipulare delle apposite polizze assicurative che intervengono in caso di necessità dell’assicurato pagando le rette degli ospedali e tutte le cure necessarie. In questi paesi le strutture sanitarie sono private. Questo particolare modello sanitario è adottato negli Stati Uniti d’America e in alcuni Paesi africani.

I sistemi sanitari a confronto Analizziamo di seguito i sistemi sanitari di alcuni Paesi del mondo. GERMANIA In Germania, lo Stato non è coinvolto nel sistema sanitario. Il suo ruolo si limita a governare complessivamente il sistema. Tutti i cittadini sono obbligati a stipulare un’assicurazione sanitaria che può essere una cassa mutua pubblica oppure un’assicurazione privata. Per i lavoratori dipendenti, è il datore di lavoro che paga metà dei contributi mentre l’altra metà è a loro carico. I disoccupati che hanno diritto al sussidio di disoccupazione sono assicurati dall’Ufficio del Lavoro. I disoccupati che non hanno diritto al sussidio di disoccupazione dovranno pagare personalmente il contributo.


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LezIOne speCIALe

OLANDA Anche in Olanda non è lo Stato a fornire le prestazioni sanitarie ma sono i privati: lo Stato, attraverso una “Authority” garantisce il controllo sul sistema sanitario. Tutti i cittadini che hanno più di 18 anni devono sottoscrivere un’assicurazione privata di base obbligatoria. Le compagnie private di assicurazione sono obbligate ad assicurare tutti i cittadini indipendentemente dalla loro età e dal loro stato di salute. Il cittadino può scegliere sia la compagnia assicuratrice sia il fornitore di servizi sanitari. GRAN BRETGNA Il sistema sanitario britannico (National Health Service) si basa sul principio della “gratuità delle prestazioni mediche” che vengono erogate da strutture sanitarie pubbliche. Fino al 1989 in Gran Bretagna tutte le cure erano completamente gratuite, dopo il 1989 alcuni servizi sanitari (cure dentali, oftalmiche…) devono, almeno in parte, essere pagati direttamente dai cittadini. In questi ultimi anni molti cittadini stipulano anche assicurazioni private.

DIRITTO

USA Il Ser vizio Sanitario nazionale statunitense è di tipo privatistico. L’accesso a tutte le forme di assistenza e cura è garantito a coloro che hanno stipulato una polizza assicurativa. Non esiste negli USA il concetto di prestazione sanitaria gratuita. La maggior parte dei cittadini è assicurata con compagnie di assicurazione private. Il datore di lavoro spesso paga l’assicurazione per il dipendente. Esistono due programmi governativi, Medicare e Medicaid, che assistono gli over 65 e i cittadini più poveri. Nel 2010 la riforma del Presidente Obama (Obamacare) ha ampliato il numero dei cittadini che possono usufruire dei programmi sanitari governativi. È bene però ricordare che, in caso di necessità, tutti hanno diritto a ricevere i trattamenti medici di emergenza.

Flash Testnitario Nazionale) italiano si boaslitiachsue urengaionali

se p ma Sa ni. Le diver Il SSN (Siste e danni ato e Regio St a tr cano disagi e n vo o ro zi p ra e o ab ze ll an co mentati guagli o i disagi la o gravi disu n an so i in al m u er Q . et d di cure e bisognose ne? alle person egioni italia R e i di alcun in ad i tt ci ai d alizzare qual cerca per an ri a n u i iù p fa è io gnante rvizio sanitar to dell’inse le quali il se • Con l’aiu el n e n ia al it ioni sono le Reg . te efficien

DOMANDE CHIAVE 1. Che cosa si intende con il termine Welfare State? 2. Spiega le differenze e le similitudini che ci sono tra il modello Beveridge e il modello “Bismark”. 3. Il sistema sanitario italiano a quale modello si ispira? 4. Che cos’è l’Obamacare?

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La sanità 1 In Italia la tutela della salute è affidata al Servizio Sanitario Nazionale composto dal Ministero della Salute e da diversi Enti. Molte autorevoli indagini valutano il nostro SSN tra i più efficienti se confrontato sia con gli altri sistemi europei sia con i Paesi del mondo. • Il SSN deve garantire la massima attenzione alle esigenze sanitarie dei cittadini. Quali sono, secondo te, i servizi più importanti che deve garantire ai giovani?

La sanità in Italia Spesa totale (in % sul Pil)

Medici (ogni 1.000 abitanti)

Infermieri (ogni 1.000 abitanti)

9,1

9,9

11,0

3,8

5,4

Italia

Media Ue

Germania

Italia

Orario lavoro (ore/settimane)

3,4

4,1

Media Ocse Germania

Posti letto (ogni 1.000 abitanti)

Italia

9,0

13,3

Media Ocse Germania

Retribuzione (euro lordi/anno)

3848

48

58

3,0

4,0

50.00065.000

72.00092.000

Italia

Francia

Germania

Italia

Media Ocse

Italia

Germania

Fonte: OCSE in www.ansa.it. n. di istituti Piemonte Valle d’Aosta Lombardia Trentino A. Adige Veneto Friuli V. Giulia Liguria Emilia-Romagna Toscana Umbria Marche Lazio Abruzzo Molise Campania Puglia Basilicata Calabria Sicilia Sardegna

75

2

2 186 26 52 19 17

In Italia gli istituti di cura pubblici e privati sono più di 1000. La più alta concentrazione si registra in Lombardia, seguita da Sicilia e Lazio. Altre Regioni italiane hanno un numero molto limitato di strutture sanitarie.

68 63 15 22 117 29 8 110 60 15 50 125 32 Fonte: Calendario Atlante De Agostini, 2019.

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• Questa situazione obbliga molti pazienti a praticare il cosiddetto “turismo sanitario”. Sai dire di che cosa si tratta?


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territorio e Società

diritto

3 I servizi sanitari offerti dai Sistemi dei Paesi del mondo sono molto differenti tra di loro. In alcuni casi come in Germania, in caso di infortunio, le cure sono offerte gratuitamente, in altri Paesi non è così.

Che cosa succede se mi rompo un braccio e vado al pronto soccorso in ... Olanda

Svezia

Assicurazione pubblica/privata obbligatoria

Germania Assicurazione pubblica/ privata obbligatoria

Pronto soccorso gratis ma franchigia annua di 350 €

Copertura pubblica totale 35-45 € (rimborsati se assicurato)

Pronto soccorso gratis

Italia Copertura pubblica totale (eventualmente ticket)

Stati Uniti Assicurazione pubblica (ma non per tutti)

Pronto soccorso gratis (eventualmente ticket)

Gran Bretagna 1200 $ (senza assicurazione)

Copertura pubblica totale

Giappone Nigeria

Pronto soccorso gratis

• In Italia può essere richiesto il pagamento di un ticket. Che cos’è il ticket sanitario? I ticket sanitari sono uguali in tutta Italia?

Nessuna copertura

Assicurazione pubblica obbligatoria

550 € (senza assicurazione privata)

600 € coperti al 70-90% da assicurazione

Fonte: www.assidai.it.

4 Il grafico mostra la spesa, nazione per nazione, per la sanità rispetto al Prodotto interno Lordo (PIL). I Paesi che hanno una spesa più bassa sono i Paesi nei quali si registrano alti tassi di mortalità infantile e la durata della vita media è molto bassa.

Spesa per la sanità (% PIL) maggiore di 11,20 da 11,20 a 7,45 da 7,45 a 5,55 da 5,55 a 4,05 da 4,05 a 3

• Leggi la mappa: in quale continente si investe di meno nella salute?

da 3 a 2 inferiore a 2 dato non disponibile Fonte: www.deagostinigeografia.it.

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sintesi Che cosa sono i Princìpi fondamentali?

I princìpi fondamentali sono contenuti nei primi 12 articoli della Costituzione e rappresentano la base su cui si fondano tutte le altre norme dello Stato.

Che cos’è il principio democratico?

Il principio democratico, sancito nell’articolo 1, indica che la sovranità appartiene al popolo, che la esercita attraverso il voto e secondo i modi stabiliti dalla Costituzione.

Che cos’è il principio di uguaglianza?

Il principio di uguaglianza, affermato dall’articolo 3, stabilisce che tutti sono uguali davanti alla legge senza alcuna distinzione (uguaglianza formale) e che lo Stato ha il compito di rimuovere gli ostacoli che limitano di fatto l’uguaglianza tra i cittadini e impediscono il pieno sviluppo della persona umana (uguaglianza sostanziale).

Che cos’è il principio lavorista?

Il principio lavorista, delineato dall’articolo 1 e dall’articolo 4, indica che la Costituzione pone il lavoro a fondamento della Repubblica. Il lavoro rappresenta un diritto di ogni cittadino, ma anche un dovere etico e sociale verso la collettività.

Che cos’è il principio pacifista?

Il principio pacifista, delineato nell’articolo 11, indica che l’Italia respinge la guerra come strumento per risolvere i conflitti ed i contrasti internazionali.

Di che cosa si occupa la Parte Prima della Costituzione?

La prima parte della Costituzione, che va dall’articolo 13 all’articolo 54, si occupa dei diritti e doveri dei cittadini, suddivisi in diritti civili, eticosociali, economici e politici: – nei “Rapporti civili” sono tutelate le libertà dell’uomo (come la libertà personale, di domicilio, di circolazione, religiosa) che sono considerate fondamento della democrazia; – nei “Rapporti etico-sociali” sono tutelati i diritti che riguardano la famiglia, la salute e l’istruzione; – nei “Rapporti economici” ritroviamo la tutela dei diritti dei lavoratori e i princìpi che regolano il sistema economico italiano (sistema ad economia mista). – nei “Rapporti politici” sono delineati i diritti che garantiscono ai cittadini la possibilità di partecipare in modo attivo alla vita politica del Paese (diritto di voto, diritto di associarsi in partiti, diritto di essere votati) e sono sanciti i doveri inderogabili dei cittadini.

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I pRInCìpI fOnDAmenTALI e LA pARTe I DeLLA COsTITUzIOne

Quali sono i doveri inderogabili dei cittadini?

sInTesI

DIRITTO

Oltre ai diritti, la Costituzione stabilisce che i cittadini abbiano dei doveri fondamentali, che sono: – difendere la patria; – contribuire alle spese pubbliche (pagando i tributi); – essere fedeli alla Repubblica e osservare la Costituzione e le leggi dello Stato.

LE PAROLE DEL DIRITTO Democrazia: è una forma di Stato in cui il potere viene esercitato dal popolo direttamente o tramite rappresentanti liberamente eletti.

Francese Inglese Spagnolo Tedesco

Démocratie Democracy Democracia Demokratie

Libertà personale: è il diritto di ogni individuo di disporre liberamente della propria persona, di operare le proprie scelte e di agire secondo le proprie convinzioni senza ledere gli altrui diritti e rispettando le regole di un sistema organizzato.

Francese Inglese Spagnolo Tedesco

Liberté personnelle Personal freedom Libertad personal Persönliche Freiheit

Diritti inviolabili: sono i diritti connaturati alla natura dell’uomo, che non possono essere violati e che lo Stato non può in nessun caso limitare.

Francese Inglese Spagnolo Tedesco

Droits inviolables Inviolable Rights Derechos inviolables Unantastbare Rechte

Sovranità popolare: negli Stati democratici indica il principio per cui il popolo ha l’autorità ultima sullo Stato, ovvero il potere di decidere, e che può esercitare questo potere nelle forme e nei limiti previsti dalla Costituzione.

Francese Inglese Spagnolo Tedesco

Souveraineté populaire Popular sovereignty Soberanía popular Souveränität des Volkes

Dovere giuridico: indica l’obbligo di osservare un determinato comportamento imposto da una norma giuridica.

Francese Inglese Spagnolo Tedesco

Devoir légal Legal duty Deber legal Gesetzliche Pflicht

Uguaglianza: è il principio riconosciuto da tutte le Costituzioni democratiche secondo cui tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge, senza alcuna distinzione di sesso, razza, lingua, religione, opinioni politiche, condizioni personali e sociali.

Francese Inglese Spagnolo Tedesco

Égalité Equality Igualdad Gleichheit

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UdA 5

mappe di sintesi I PRINCÌPI FONDAMENTALI

sono contenuti nei primi 12 articoli della Costituzione e rappresentano i valori essenziali in cui si riconosce lo Stato italiano

1. PRINCIPIO DEMOCRATICO

la sovranità (potere di decidere) appartiene al popolo

2. PRINCIPIO DELL’INVIOLABILITÀ DEI DIRITTI

i diritti fondamentali dell’uomo sono irrinunciabili e devono essere garantiti a tutti

3. PRINCIPIO DI UGUAGLIANZA

• formale = uguaglianza davanti alla legge • sostanziale = uguaglianza di fatto

4. PRINCIPIO LAVORISTA

il lavoro è un diritto/dovere di ogni cittadino

5. PRINCIPIO AUTONOMISTA

lo Stato è indivisibile, ma riconosce l’autonomia degli enti pubblici locali

6. TUTELA DELLE MINORANZE LINGUISTICHE

riconoscimento del bilinguismo

7. RAPPORTI TRA STATO E CHIESA

indipendenza dello Stato dalle confessioni religiose

8. LIBERTÀ RELIGIOSA

tutte le religioni sono libere e hanno pari dignità

9. PROMOZIONE DELLA CULTURA, DELLA RICERCA, E TUTELA DEL PAESAGGIO E DEL PATRIMONIO STORICO-ARTISTICO

lo Stato promuove la cultura e la ricerca scientifica e tecnica, e tutela il paesaggio e il patrimonio storico-artistico

10. RAPPORTI INTERNAZIONALI E DIRITTO DI ASILO

lo Stato rispetta il diritto internazionale e accoglie chi fugge da Paesi antidemocratici

11. PRINCIPIO PACIFISTA

l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa

12. BANDIERA ITALIANA

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I pRInCìpI fOnDAmenTALI e LA pARTe I DeLLA COsTITUzIOne

mAppe DI sInTesI

DIRITTO

DIRITTI E DOVERI DEI CITTADINI Parte I della Costituzione

divisa in

TITOLO I I RAPPORTI CIVILI

TITOLO II I RAPPORTI ETICO-SOCIALI

libertà che riguardano l’uomo sia come essere umano (libertà personali) sia come cittadino (libertà civili)

diritti della persona nella sua dimensione sociale (famiglia, salute, istruzione)

TITOLO III I RAPPORTI ECONOMICI

TITOLO IV I RAPPORTI POLITICI

tutela dei diritti dei lavoratori e princìpi ispiratori del sistema economico

diritti politici dei cittadini (diritto di voto e di partecipazione ai partiti politici) e doveri inderogabili

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UdA 5

I pRInCìpI fOnDAmenTALI e LA pARTe I DeLLA COsTITUzIOne

VERIFICA DI APPRENDIMENTO Easy test COMPLETAMENTO 1. Completa le seguenti frasi utilizzando

i termini sotto elencati. istruzione – democratico – 12 – difendere – libertà – formale – fedeltà – diritti – doveri 1. I princìpi fondamentali della Costituzione sono riportati nei primi …………………. articoli. 2. Il principio …………………. indica che il potere appartiene al popolo. 3. Il principio di uguaglianza si suddivide in uguaglianza …………………. e uguaglianza sostanziale. 4. La prima parte della Costituzione si occupa dei …………………. e dei ……………… dei cittadini. 5. Nel Titolo I “Rapporti civili” sono tutelate le ……………..........……. dell’uomo. 6. Nei “Rapporti etico-sociali” la Costituzione disciplina e tutela i diritti della famiglia, il diritto alla salute e il diritto all’………… . 7. I principali doveri del cittadino previsti dalla Costituzione sono: il dovere di …………………. la Patria, il dovere di pagare i tributi, il dovere di ……………… alla Repubblica e di rispettare la Costituzione e le leggi dello Stato.

VERO O FALSO 1. Indica se le seguenti affermazioni sono vere (V) o false (F). 1. L’art. 3 della Costituzione enuncia il principio di uguaglianza sostanziale. 2. L’uguaglianza in senso formale indica che tutti, senza alcuna distinzione, siamo uguali davanti alla legge. 3. Il lavoro è considerato un diritto ma anche un dovere del cittadino, attraverso il quale contribuisce allo sviluppo del Paese. 4. L’art. 5 della Costituzione stabilisce che lo Stato ha il compito di rimuovere gli ostacoli che di fatto limitano l’uguaglianza tra i cittadini. 5. Lo Stato e la Chiesa cattolica sono indipendenti e sovrani ed il loro rapporto è regolato dai Patti lateranensi. 6. In Italia è possibile professare qualunque religione. 7. Il domicilio è considerato inviolabile. 8. La Costituzione riconosce il diritto alla salute soltanto a coloro che hanno la cittadinanza italiana. 9. Nei Rapporti economici viene delineata la tutela del lavoro. 10. La Costituzione riconosce la libertà di iniziativa economica privata, purché non sia in contrasto con l’utilità sociale.

DOMANDE A SCELTA MULTIPLA 2. Individua la risposta esatta. 1. Secondo la Costituzione, l’Italia è una repubblica fondata: A sulla proprietà privata e pubblica B sulla produzione C sul lavoro D sull’assistenza alle persone bisognose 2. I diritti di libertà sono contenuti nei: A rapporti politici B rapporti civili C rapporti etico-sociali D rapporti economici

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VeRIfICA DI AppRenDImenTO

3. L’articolo 29 della Costituzione definisce la famiglia come: A l’insieme di genitori e figli B un sacramento inviolabile C una società naturale fondata sul matrimonio D una società economica fondata sulla comunione dei beni

UdA 5

DIRITTO

ESCLUSIONI 5. Individua all’interno di ciascuno dei seguenti gruppi di parole il termine estraneo.

4. Il sistema economico delineato dalla nostra Costituzione può essere definito: A liberista B ad economia pianificata C collettivista D misto

1. Manifestazione del pensiero, libertà, parola, riunione 2. Tutela della famiglia, diritto d’asilo, diritto all’istruzione, diritto alla salute 3. Tutela del lavoro, libertà personale, diritto di sciopero, libertà sindacale 4. Diritto al lavoro, diritto di voto, diritto di petizione, elettorato attivo 5. Libertà di circolazione, difendere la Patria, pagare i tributi, fedeltà alla Repubblica

COMPLETAMENTO

DOMANDE A RISPOSTA APERTA

3. Completa le seguenti frasi inserendo i termini appropriati.

6. Rispondi in forma orale o scritta alle seguenti domande.

1. L’art. 1 della Costituzione enuncia il principio ………… . Esso stabilisce che la ………………………. appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione. 2. L’art. 21 della Costituzione riguarda la …………………… di manifestare il proprio pensiero attraverso la parola, lo scritto ed ogni altro mezzo di ………………………. , con il limite di non essere in contrasto con il ………….…… . 3. L’art. 36 della Costituzione stabilisce che il lavoratore ha diritto ad una ……………… retribuzione, che assicuri a sé e alla sua …………….... un’esistenza libera e dignitosa.

1. Che cosa vuol dire l’espressione “sovranità popolare”? 2. Quali sono le differenze tra uguaglianza formale e uguaglianza sostanziale? 3. Quali sono i TITOLI della Parte I della Costituzione? Spiegane sinteticamente il contenuto. 4. In quali modi è tutelato il lavoro nella nostra Costituzione? 5. Che cosa stabilisce la nostra Costituzione in merito al sistema economico italiano? 6. Quali sono le caratteristiche del voto?

IMPARO AD IMPARARE

CORRISPONDENZE 4. Abbina ad ogni espressione della colonna di sinistra una espressione della colonna di destra, riportando i numeri negli appositi spazi. 1. Rapporti tra Stato e Chiesa cattolica 2. Tutela della famiglia 3. Proprietà pubblica e privata 4. Libertà personale 5. Diritto di voto 6. Uguaglianza formale e sostanziale 7. Principio pacifista 8. Diritto d’asilo

articolo 11 TITOLO I Rapporti civili TITOLO IV Rapporti politici Patti lateranensi articolo 10 articolo 3 TITOLO III Rapporti economici TITOLO II Rapporti etico-sociali

7. Riassumi in poche righe gli argomenti principali trattati in questa Unità, utilizzando le parole chiave suggerite. princìpi fondamentali – diritti inviolabili – libertà – doveri – tutela – rapporti economici – rapporti politici .......................................................................................... .......................................................................................... .......................................................................................... ..........................................................................................

DIZIONARIO DI DIRITTO 8. Ricerca nell’Unità di apprendimento le parole nuove di cui non conoscevi il significato e sottolineale in rosso. Poi riportale su un quaderno-rubrica e scrivi il loro significato utilizzando tutto ciò di cui disponi: libro di testo, Internet, vocabolario, spiegazione del docente o altro.

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Unità di Apprendimento

6

La parte II deLLa costItuzIone: L’ ordInamento deLLa repubbLIca Conoscenze

Abilità

n Il Parlamento e le sue funzioni n Il procedimento di formazione delle leggi n Il Governo e le sue funzioni n La Magistratura e le sue funzioni n Il ruolo del Presidente della Repubblica n La composizione e le funzioni della Corte Costituzionale n La P.A. e le autonomie territoriali

n Individuare i poteri dello Stato e i rispettivi organi n Individuare le funzioni esercitate dai diversi organi costituzionali e cogliere le relazioni che intercorrono tra loro n Individuare l’organizzazione e le funzioni della P.A. e delle autonomie territoriali

Lezione 1 Lezione 2 Lezione 3 Lezione 4 Lezione 5

Collocare l’esperienza personale in un sistema di regole fondato sul reciproco riconoscimento dei diritti garantiti dalla Costituzione, a tutela della persona, della collettività e dell’ambiente

Il Parlamento Il Governo La Magistratura Il Presidente della Repubblica e la Corte Costituzionale La Pubblica amministrazione e le autonomie territoriali

Lezione speciale

La cittadinanza digitale

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Competenze


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DIRITTO

Parlamento

Autonomie territoriali

Governo

L’ORDINAMENTO DELLA REPUBBLICA Pubblica amministrazione

Magistratura

Corte Costituzionale

Presidente della Repubblica

Approfondimenti

L Esercizi interattivi

Audio

Mappe modificabili

a seconda parte della Costituzione è dedicata all’ordinamento dello Stato, un’organizzazione complessa che ha il fine di ordinare e indirizzare la vita della collettività. La Costituzione enuncia quali sono le istituzioni fondamentali tra le quali è suddiviso il potere dello Stato, ovvero il Parlamento, il Governo e la Magistratura, a cui sono affidati rispettivamente i poteri legislativo, esecutivo e giudiziario. Ad esse si aggiungono il Presidente della Repubblica, la Corte Costituzionale e gli enti pubblici territoriali (Regioni, Province, Comuni e Città metropolitane). In questa Unità cercheremo di analizzare i singoli organi costituzionali, esaminando come vengono eletti, come sono organizzati e quali sono le loro funzioni principali. Vedremo come questi organi sono indipendenti l’uno dall’altro, ognuno partecipe di una parte del potere dello Stato, ma nello stesso tempo sono collegati tra loro, come gli anelli di una catena. Il nostro percorso inizierà dal Parlamento, l’organo rappresentativo del popolo e al centro del nostro sistema politico.

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LezIOne

1 Il parlamento IL PARLAMENTO

Camera dei deputati

Senato della Repubblica

630 membri eletti dal popolo

315 membri eletti dal popolo + senatori a vita

funzioni

• legislativa • di indirizzo e di controllo sul Governo • elettiva

L’ordinamento della Repubblica La terza sezione del testo costituzionale, intitolata Parte II: ordinamento della Repubblica, è dedicata all’organizzazione dello Stato. Essa è suddivisa in 6 TITOLI, ciascuno dei quali contiene le norme che regolano il funzionamento degli organi costituzionali, cioè delle principali istituzioni attraverso cui lo Stato esercita i suoi poteri e le sue funzioni: • • • • • •

TITOLO I (artt. 55-82): Il Parlamento TITOLO II (artt. 83-91): Il Presidente della Repubblica TITOLO III (artt. 92-100): Il Governo TITOLO IV (artt. 101-113): La Magistratura TITOLO V (artt. 114-133): Le Regioni, le Province, i Comuni TITOLO VI (artt. 134-139): Garanzie costituzionali

Gli organi costituzionali sono posti al vertice dell’organizzazione statale e sono espressamente previsti e disciplinati dalla Costituzione in quanto organi necessari, che definiscono la struttura democratica della Repubblica italiana. La loro composizione e le loro funzioni possono essere modificate soltanto con un procedimento lungo e complesso previsto dall’articolo 138 della Costituzione (procedimento di revisione costituzionale).

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Il Parlamento

LezIOne 1

DIRITTO

Che cos’è il Parlamento Il Parlamento è l’organo costituzionale a cui è affidata la funzione legislativa, ossia il compito di emanare le leggi che regolano la vita dello Stato. La nostra Costituzione delinea una Repubblica parlamentare in quanto il Parlamento, organo eletto direttamente dai cittadini e quindi diretta espressione della volontà popolare, è posto al centro del sistema politico. La centralità del Parlamento emerge dall’importanza delle competenze che la Costituzione attribuisce ad esso. Infatti oltre ad esercitare la funzione legislativa, il Parlamento ha anche il compito di eleggere il Presidente della Repubblica, una parte dei membri che compongono la Corte Costituzionale e il Consiglio Superiore della Magistratura. Inoltre svolge un’azione di indirizzo e di controllo politico sull’operato del Governo.

La struttura del Parlamento: il bicameralismo perfetto Articolo 55 “Il Parlamento si compone della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica. Il Parlamento si riunisce in seduta comune dei membri delle due Camere nei soli casi stabiliti dalla Costituzione.” Secondo l’articolo 55 della Costituzione, il Parlamento ha una struttura bicamerale ed è composto da due Camere: la Camera dei deputati e il Senato della Repubblica. Poiché entrambe le Camere svolgono le stesse funzioni e hanno gli stessi poteri, il nostro viene definito bicameralismo perfetto (mentre negli ordinamenti che adottano il bicameralismo imperfetto le due Camere non sono poste sullo stesso piano e svolgono funzioni diverse, come accade per esempio in Germania). Le due Camere restano in carica per cinque anni e questo periodo di tempo viene chiamato legislatura. Tuttavia è possibile che il Presidente della Repubblica decida di sciogliere anticipatamente una o entrambe le Camere, quando queste si trovano in situazioni di grave e insanabile difficoltà di funzionamento.

Camera e Senato Nonostante il bicameralismo perfetto ponga i due rami del Parlamento in posizione di uguaglianza assoluta, tuttavia Camera e Senato sono due organi distinti, hanno una composizione diversa e presentano alcune differenze nelle modalità di elezione. NUMERO DEI COMPONENTI La Camera dei deputati è composta da 630 membri eletti dal popolo, mentre il Senato della Repubblica è composto da 315 membri eletti dal popolo, a cui si aggiungono i senatori a vita, membri non elettivi (ossia non eletti dai cittadini).

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UdA 6

LA PARTe II DeLLA COSTITUzIOne: L’ORDInAmenTO DeLLA RePUbbLICA

I senatori a vita sono di diritto tutti gli ex Presidenti della Repubblica alla fine del loro mandato e coloro che vengono nominati dal Presidente della Repubblica in carica, scelti sulla base di particolari meriti in campo sociale, scientifico, artistico e letterario. Il Presidente della Repubblica durante il suo mandato può nominare fino a cinque senatori a vita. ELEZIONI DELLE CAMERE Sono fissati limiti di età diversi per poter eleggere i candidati al Parlamento (elettorato attivo) e per potersi candidare ed essere eletti (elettorato passivo). Per votare i deputati bisogna aver compiuto 18 anni, mentre per eleggere i senatori 25 anni. Per essere eletti deputati bisogna aver compiuto 25 anni, mentre ne occorrono 40 per candidarsi a senatore. ELETTORATO ATTIVO età minima per votare

ELETTORATO PASSIVO età minima per essere eletti

Camera dei deputati

18 anni

25 anni

Senato della Repubblica

25 anni

40 anni

SEDI Entrambe le Camere hanno sede a Roma: la Camera dei deputati a Palazzo Montecitorio, mentre il Senato della Repubblica a Palazzo Madama. Le due Camere lavorano separatamente e si riuniscono in seduta comune a Palazzo Montecitorio solo nei casi espressamente previsti dalla Costituzione (per esempio, per eleggere il nuovo Presidente della Repubblica).

Roma, Palazzo Montecitorio, sede della Camera dei deputati e del Parlamento in seduta comune.

Roma, Palazzo Madama, sede del Senato.

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L’organizzazione e il funzionamento delle Camere Ogni Camera approva un proprio regolamento con il quale definisce l’organizzazione interna e le modalità di funzionamento delle riunioni assembleari. All’interno delle due Camere operano più organi che svolgono diverse funzioni. IL PRESIDENTE All’inizio di ogni legislatura, i membri di ciascuna Camera eleggono il proprio Presidente (il Presidente della Camera e il Presidente del Senato), che ha il compito di dirigere e coordinare le sedute assembleari. Sta al Presidente, per esempio, concedere ai deputati il diritto di parola (cioè la possibilità di intervenire durante i dibattiti), richiamare all’ordine se la discussione trascende, proclamare i risultati delle votazioni. L’incarico del Presidente è particolarmente delicato, perché ad esso è richiesto un ruolo di assoluta imparzialità, egli cioè non deve mai agevolare o penalizzare un particolare partito politico.


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Il Parlamento

LezIOne 1

DIRITTO

L’UFFICIO DI PRESIDENZA Insieme al Presidente, vengono eletti i membri dell’Ufficio di Presidenza, che hanno il compito di preparare i lavori delle assemblee e assicurare la regolarità delle votazioni. I GRUPPI PARLAMENTARI Sono composti da un numero variabile di parlamentari (deputati o senatori) che appartengono ad una stessa forza politica. Vi possono essere anche i gruppi misti, che raccolgono i parlamentari che non fanno parte di altri gruppi o coloro che si staccano dal partito con cui sono stati eletti. La partecipazione a un gruppo è obbligatoria per ogni parlamentare. Ogni gruppo parlamentare elegge il suo presidente (capogruppo). LE COMMISSIONI PARLAMENTARI La maggior parte dell’attività legislativa del Parlamento non è svolta dall’intera assemblea, ma da gruppi ristretti di parlamentari, che rappresentano in modo proporzionale le forze politiche presenti nelle Camere e che devono facilitare i lavori di tutta l’assemblea parlamentare. Esse possono essere: • commissioni permanenti: sono in entrambe le Camere e hanno competenze in materie specifiche (come scuola, sanità, giustizia). Ad esse spetta il compito di esaminare le proposte di legge che dovranno poi essere sottoposte all’approvazione delle due Camere. • commissioni di inchiesta: sono di solito bicamerali (cioè composte da deputati e senatori) e hanno il compito di indagare su avvenimenti di pubblico interesse (come la ricostruzione di L’Aquila dopo il terremoto).

La Commissione “Cultura, Scienza e Istruzione” durante i lavori.

Le funzioni del Parlamento La Costituzione affida al Parlamento diverse importanti funzioni: • la funzione legislativa: il Parlamento approva le leggi che entrano a far parte dell’ordinamento giuridico; • la funzione di indirizzo politico e di controllo: il Parlamento è tenuto a verificare che l’operato del Governo sia finalizzato al soddisfacimento degli interessi generali; • la funzione elettiva: al Parlamento è affidato il compito di eleggere il Presidente della Repubblica e le più alte cariche dello Stato (Corte Costituzionale e CSM).

La funzione legislativa Dare vita ad una legge è un processo molto lungo e complesso, che prevede diverse fasi e passaggi tra le due Camere, ed è detto iter legislativo. Il Parlamento ha il potere di emanare due tipi di leggi, le leggi ordinarie e le leggi di revisione costituzionale, che seguono un diverso procedimento di formazione.

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UdA 6

LA PARTe II DeLLA COSTITUzIOne: L’ORDInAmenTO DeLLA RePUbbLICA

LEGGI ORDINARIE L’iter legislativo delle leggi ordinarie si articola in quattro fasi: • Iniziativa: consiste nella presentazione di una proposta di legge, redatta in articoli, ad una delle due Camere, indifferentemente. In altre parole, si chiede al Parlamento di esaminare una proposta di legge che si ritiene utile per la collettività. Possono presentare una proposta di legge: il Governo (e in questo caso si parla di disegno di legge), ciascun parlamentare (deputato o senatore), i Consigli regionali, il Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro (CNEL) e i cittadini mediante la raccolta di 50.000 firme; • Discussione e approvazione: in questa fase viene esaminato il contenuto della proposta di legge prima dalla Commissione competente per materia, che redige una relazione, e poi da entrambe le Camere. Se per esempio si tratta di una legge che riguarda la scuola (modifica dei cicli scolastici), sarà la commissione “Cultura, Scienza e Istruzione” ad eseguire l’esame preliminare. Dopodiché la legge passa alla prima Camera per la discussione, terminata la quale si procede alla votazione (prima articolo per articolo e poi dell’intero testo). Se la prima Camera approva la proposta di legge, questa viene trasmessa all’altra Camera che dovrà seguire lo stesso procedimento (in caso di modifiche, chiamate emendamenti, il testo deve ritornare alla prima Camera per l’approvazione). Quando entrambe le Camere approvano il mede-

simo testo, si ha l’approvazione definitiva della legge. • Promulgazione: al termine della procedura di approvazione, il testo di legge viene inviato al Presidente della Repubblica per la promulgazione, che è l’atto solenne

con il quale il Capo dello Stato firma la legge e attesta che l’iter legislativo si è regolarmente concluso. Il Presidente della Repubblica ha la possibilità di opporsi alla promulgazione e di rinviare la legge alle Camere chiedendo, con un messaggio motivato, il riesame della legge: si parla in questo caso di veto sospensivo. Se le Camere riapprovano lo stesso testo, il Presidente è obbligato a promulgare la legge. • Pubblicazione: la legge promulgata viene

pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana ed entra in vigore (ossia diventa obbligatoria per tutti) normalmente dopo 15 giorni, salvo che la legge stessa non preveda un ter-

mine diverso. Il termine che intercorre tra la data della pubblicazione e l’entrata in vigore è chiamato vacatio legis (vacanza della legge) e ha il fine di consentire a tutti di venirne a conoscenza. Poiché l’iter legislativo è abbastanza laborioso, l’articolo 72 della Costituzione permette che si possano utilizzare anche procedimenti abbreviati per disegni di legge urgenti, purché non riguardanti alcuni temi di particolare rilevanza (come leggi costituzionali, legge elettorale, ratifica di trattati internazionali).

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Il Parlamento

1. • • • • •

LezIOne 1

DIRITTO

ITER LEGISLATIVO DELLE LEGGI ORDINARIE

INIZIATIVA

Governo (in questo caso si chiama “disegno di legge”) Parlamentari (deputati o senatori) Consigli regionali CNEL (Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro) Cittadini (50.000 elettori)

PROPOSTA DI LEGGE presentata a una delle due Camere

2.

DISCUSSIONE E APPROVAZIONE

• analisi della Commissione competente • esame da parte della 1a Camera con votazione

a

• esame da parte della 2 Camera con votazione

3.

– se non lo approva, il testo decade – se lo modifica con emendamenti, il testo torna alla 1a Camera – se approva lo stesso testo (si passa alla 3)

PROMULGAZIONE

• il testo passa al Presidente della Repubblica

4.

– se non lo approva, il testo decade – se lo approva, il testo passa alla 2a Camera

– può rinviare la legge alle Camere (VETO SOSPENSIVO) – può promulgare (si passa alla 4)

PUBBLICAZIONE SULLA GAZZETTA UFFICIALE

dopo 15 giorni

ENTRATA IN VIGORE DELLA LEGGE

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UdA 6

LA PARTe II DeLLA COSTITUzIOne: L’ORDInAmenTO DeLLA RePUbbLICA

IO E IL DIRITTO Perché la legge di riforma costituzionale Renzi-Boschi non è passata? La legge di riforma costituzionale Renzi-Boschi (dal nome dei proponenti) nella seconda votazione (12.04.2016) è stata approvata con una maggioranza inferiore ai 2/3 dei componenti delle due Camere. Su richiesta popolare è stata sottoposta ad un referendum (04.12.2016), in cui la maggioranza degli Italiani ha espresso parere sfavorevole. • Che cosa prevedeva la riforma costituzionale Renzi-Boschi? Svolgi una ricerca.

LEGGI COSTITUZIONALI Al Parlamento compete anche l’eventuale modifica o integrazione della Costituzione attraverso particolari leggi chiamate leggi costituzionali (di revisione e di integrazione). Per modificare la Costituzione, il Parlamento deve seguire un procedimento particolare, più lungo e complesso di quello legislativo ordinario, previsto espressamente dall’articolo 138. Questa complessità permette di garantire e proteggere il nostro ordinamento democratico, ma nello stesso tempo offre la possibilità di fare modifiche per adeguare il testo costituzionale ai cambiamenti sociali. Per integrare o modificare la Costituzione: • la proposta di legge deve essere discussa e approvata dai due rami del Parlamento per due volte a distanza di almeno tre mesi; • la prima approvazione della legge di revisione costituzionale avviene con le stesse modalità e maggioranze previste per le leggi ordinarie; nella seconda invece è necessario che ci sia la maggioranza assoluta (la metà più uno dei componenti del Parlamento); • se la legge, nella seconda approvazione, è stata approvata con la maggioranza di almeno 2/3 dei componenti del Parlamento, il Presidente della Repubblica promulga la norma e questa viene pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale diventando legge dello Stato; • se, invece, nella seconda votazione la legge non ottiene il voto favorevole dei 2/3 dei componenti, ma solo la maggioranza assoluta, si può ricorrere al referendum costituzionale. ITER LEGISLATIVO DELLE LEGGI COSTITUZIONALI

1. 2.

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1a APPROVAZIONE DI ENTRAMBE LE CAMERE a maggioranza ordinaria

dopo 3 mesi 2a APPROVAZIONE DI ENTRAMBE LE CAMERE l’approvazione richiede la maggioranza assoluta

con maggioranza dei 2/3

senza maggioranza dei 2/3

ENTRATA IN VIGORE DELLA LEGGE

REFERENDUM COSTITUZIONALE

se vince il sì

se vince il no

ENTRATA IN VIGORE DELLA LEGGE

LA LEGGE È BOCCIATA


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Il Parlamento

LezIOne 1

DIRITTO

La funzione di indirizzo politico e di controllo La funzione di indirizzo politico e di controllo riguarda il rapporto di fiducia che deve intercorrere tra Parlamento e Governo. In virtù del nostro sistema parlamentare, dove il Parlamento è considerato l’organo centrale dello Stato, il Governo deve godere sin dall’inizio della fiducia (approvazione) del Parlamento, e questo rapporto di fiducia deve perdurare nel tempo, altrimenti il Governo è costretto a dimettersi. La funzione di indirizzo e controllo politico consiste nel potere che ha il Parlamento di sostenere e orientare l’attività del nuovo Governo, e che si manifesta inizialmente attraverso il voto di fiducia, con il quale la maggioranza dei deputati e dei senatori approva (o meno) il suo programma politico ed esprime il consenso al suo operato. Questo rapporto di fiducia tra Parlamento e Governo deve perdurare nel tempo, se viene a mancare il Governo è costretto a dimettersi. La funzione di controllo riguarda il potere che ha il Parlamento di controllare l’operato del Governo attraverso tre strumenti: • le interrogazioni: sono domande scritte che ogni parlamentare può rivolgere al Governo, o a singoli ministri, per ottenere informazioni e chiarimenti su fatti specifici; ESEMPIO

Viene rivolta un’interrogazione al Ministro dell’Interno riguardo la presenza delle cosiddette “baby gang” sui treni regionali, per richiedere quale comportamento intende adottare a garanzia dell’ordine pubblico.

• le interpellanze: sono domande scritte che ogni parlamentare può rivolgere al Governo, ma che richiedono una risposta motivata e che quindi sono politicamente più rilevanti. In questo caso vengono richiesti al Governo i motivi e le ragioni della sua azione politica e di determinati comportamenti; ESEMPIO

Viene fatta un’interpellanza ai Ministeri dell’Ambiente e dello Sviluppo economico sull’opportunità di consentire l’installazione di un gasdotto, come programmato, che dovrebbe attraversare le aree colpite dal sisma del 2016 e ritenute ad alto rischio sismico.

• le mozioni: possono essere presentate da almeno 10 deputati o 8 senatori. Esse hanno lo scopo di sollecitare un dibattito tra Parlamento e Governo su un determinato argomento (spesso la mozione è preceduta da una interpellanza che non ha soddisfatto le richieste dei parlamentari). Un particolare tipo di mozione è la mozione di sfiducia con la quale le Camere possono togliere la fiducia al Governo, facendolo decadere (crisi di governo). ESEMPIO

È stato sollecitato un dibattito con il Governo sulla necessità di favorire le pratiche relative ad attività varie di profilassi, tese a ridurre patologie di tipo infettivo e a ridurre l’utilizzo di antibiotici (sia negli animali che nell’uomo).

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UdA 6

LA PARTe II DeLLA COSTITUzIOne: L’ORDInAmenTO DeLLA RePUbbLICA

La funzione elettiva La Costituzione prevede che il Parlamento si riunisca in seduta comune (ossia deputati e senatori insieme) a Palazzo Montecitorio, e sotto la presidenza del Presidente della Camera, per eleggere le più alte cariche dello Stato. Camera e Senato si riuniscono in seduta comune per:

Il Parlamento in seduta comune.

• l’elezione del Presidente della Repubblica; • la messa in stato di accusa del Presidente della Repubblica quando si verificano particolari situazioni espressamente indicate dalla Costituzione, come l’alto tradimento (cioè l’intesa con Stati nemici) oppure l’attentato alla Costituzione (cioè una violazione delle norme costituzionali che possa modificare sostanzialmente l’ordinamento dello Stato); • l’elezione di un terzo dei membri della Corte Costituzionale; • l’elezione di un terzo dei membri del Consiglio Superiore della Magistratura.

CONOSCENZE ALLA PROVA Verifica le tue conoscenze e abilità

Attiva le tue competenze

Vero o falso Indica se le seguenti affermazioni sono vere (V) o false (F).

Ricerca in Internet

1. La seconda parte della Costituzione si occupa dell’organizzazione e del funzionamento dello Stato. 2. Con la fase della promulgazione una legge ordinaria entra in vigore. 3. Quando il Governo non ha più la fiducia del Parlamento deve dimettersi. 4. La Costituzione si può modificare con legge ordinaria. 5. Le commissioni parlamentari possono essere permanenti. 6. Il procedimento legislativo abbreviato è sempre consentito. 7. Il Governo esprime un voto di fiducia al Parlamento.

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F

Fai una ricerca sull’attuale Parlamento consultando i siti www.camera.it e www.senato.it, e cerca di rispondere alle seguenti domande: • quando è iniziata l’attuale legislatura? • quanti governi si sono succeduti in questa legislatura? • chi li ha presieduti? • quali sono i gruppi parlamentari alla Camera e al Senato? • i gruppi parlamentari di Camera e Senato sono gli stessi?


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Il Parlamento

LezIOne 1

DIRITTO

CHE COS’È? L’ImmUnITà PARLAmenTARe

S

econdo l’articolo 67 della nostra Costituzione “ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione”. È un compito di grande importanza e responsabilità, per questo la Costituzione ha previsto particolari garanzie affinché ogni parlamentare possa svolgere le sue funzioni in piena libertà, senza subire ingerenze da parte di altri poteri. Queste protezioni sono chiamate immunità parlamentari e consistono in una serie di “privilegi” previsti e regolati dall’articolo 68 della Costituzione, primi fra tutti l’insindacabilità e l’inviolabilità.

L’insindacabilità “I membri del Parlamento non possono essere chiamati a rispondere delle opinioni espresse e dei voti dati nell’esercizio delle loro funzioni”, così inizia l’articolo 68 della Costituzione Italiana che indica l’insindacabilità dei parlamentari, ovvero sostanzialmente la libertà di opinione e di voto. Ciascun parlamentare è quindi libero di esprimere in assemblea o in altri luoghi il proprio pensiero e votare come reputa più opportuno, senza poter essere perseguito dalla legge. Se quindi durante una trasmissione televisiva o

un’assemblea parlamentare un deputato offende un altro deputato, il parlamentare che ha offeso il suo collega non potrà essere denunciato perché l’affermazione è stata fatta “nell’esercizio della sua funzione”. Tuttavia, se il parlamentare dovesse offendere qualcuno in veste di privato cittadino, in quel caso dovrebbe risponderne alla legge come tutti gli altri cittadini.

L’inviolabilità L’articolo 68 inoltre recita: “Senza autorizzazione della Camera alla quale appartiene, nessun membro del Parlamento può essere sottoposto a perquisizione personale o domiciliare, né può essere arrestato o altrimenti privato della libertà personale, o mantenuto in detenzione, salvo che in esecuzione di una sentenza irrevocabile di condanna, ovvero se sia colto nell’atto di commettere un delitto per il quale è previsto l’arresto obbligatorio in flagranza.” Questa parte dell’articolo indica l’inviolabilità parlamentare, cioè l’impossibilità di arrestare e processare un parlamentare, a meno che non sia presente una sentenza di condanna o nel caso in cui il parlamentare sia colto nell’atto di compiere un reato (cioè in flagranza).

DOMANDE CHIAVE 1. Che cos’è l’immunità parlamentare e perché viene concessa? 2. In quali casi un parlamentare non può godere dell’insindacabilità e dell’inviolabilità della sua carica?

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LezIOne

2 Il Governo IL GOVERNO

Presidente del Consiglio

ministri

Consiglio dei ministri

funzioni

con portafoglio

esecutiva

senza portafoglio

politica

normativa

Che cos’è il Governo In base al principio della separazione dei poteri, il Governo è l’organo costituzionale a cui è affidata la funzione esecutiva, ossia il compito di attuare concretamente le scelte politiche e le leggi del Parlamento.

Palazzo Chigi, Roma.

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Il Governo è di fatto l’organo che governa il Paese, ossia lo guida e lo amministra. Anzitutto stabilisce l’indirizzo politico generale del Paese, cioè definisce quali sono gli obiettivi da raggiungere nell’interesse della collettività. Inoltre gestisce le risorse finanziarie pubbliche, è a capo della Pubblica amministrazione, dirige la politica estera ed esercita anche la funzione legislativa, in quanto può emanare atti normativi che hanno la stessa importanza delle leggi. In sintesi, è il Governo che prende tutte le decisioni più importanti che riguardano lo Stato. Il Governo è composto dagli uomini della maggioranza parlamentare, cioè è formato dai partiti che sono risultati vincitori alle elezioni politiche, e deve svolgere le sue funzioni in sintonia con il Parlamento, deve godere cioè della sua fiducia in tutte le sue scelte: la mancanza della fiducia ne comporta infatti le dimissioni. La sede ufficiale del Governo è a Roma, a Palazzo Chigi.


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Il Governo

LezIOne 2

DIRITTO

La composizione del Governo Articolo 92 “Il Governo della Repubblica è composto del Presidente del Consiglio e dei ministri, che costituiscono insieme il Consiglio dei ministri. Il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio dei ministri e, su proposta di questo, i ministri.” Secondo la Costituzione (artt. 92-96) il Governo è un organo complesso, composto a sua volta da altri organi dotati di autonomia e di specifiche funzioni. IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI È il capo del Governo ed è nominato dal Presidente della Repubblica. Le sue funzioni sono determinate dall’articolo 95 della Costituzione, secondo cui egli “dirige la politica generale del Governo e ne è responsabile. Mantiene l’unità di indirizzo politico ed amministrativo, promovendo e coordinando l’attività dei ministri.” Il Presidente del Consiglio sceglie i ministri che saranno suoi collaboratori, ne propone la nomina al Presidente della Repubblica e ne coordina l’attività, affinché il loro operato sia sempre volto a realizzare il programma presentato al Parlamento. In sintesi, egli guida, coordina e rappresenta il Governo. I MINISTRI Ciascun ministro ha una duplice funzione: partecipa a tutte le decisioni politiche del Governo, perché fa parte del Consiglio dei Ministri, e nello stesso tempo è responsabile dell’attività del ministero che dirige (cioè di un ramo della Pubblica amministrazione). Per esempio il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca amministra tutto il settore della scuola, definendo gli obiettivi e i programmi da attuare e controllandone i risultati. Accanto ai ministri titolari di ministeri, vi sono i ministri “senza portafoglio” che non dirigono un settore amministrativo, ma hanno compiti specifici (per esempio, il ministro dei rapporti con il Parlamento, per le pari opportunità, dello sport). IL CONSIGLIO DEI MINISTRI È un organo collegiale formato dal Presidente del Consiglio e da tutti i ministri, con o senza portafoglio. Il compito del Consiglio dei Ministri è quello di stabilire la politica generale del Governo, ossia definire gli obiettivi da raggiungere (per esempio, la riduzione della disoccupazione), ed i programmi da attuare, presentati al Parlamento per la loro approvazione. Inoltre il Consiglio dei Ministri deve approvare i disegni di legge da presentare alle Camere ed emanare i decreti legge ed i decreti legislativi.

IO E IL DIRITTO Che cos’è il Miur e di che cosa si occupa? Il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca è l’istituzione che gestisce l’intero sistema scolastico italiano, sia pubblico sia privato, fornendo un preciso indirizzo generale e controllando l’operato dei singoli enti. • Hai mai sentito parlare del Miur? Ricerca in Internet un’iniziativa promossa e coordinata dal Miur.

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UdA 6

LA PARTe II DeLLA COSTITUzIOne: L’ORDInAmenTO DeLLA RePUbbLICA

La formazione del Governo Il Governo, a differenza del Parlamento, non è eletto dal popolo: i suoi organi sono nominati dal Presidente della Repubblica ed è espressione della maggioranza parlamentare, cioè della coalizione di partiti che hanno ottenuto il maggior numero di seggi in Parlamento. La formazione del Governo è frutto di un complesso e articolato procedimento nel quale possiamo distinguere più fasi:

il Presidente della Repubblica sente il parere dei più importanti esponenti politici (fra cui ex Presidenti

• le consultazioni: è la fase preparatoria, in cui

della Repubblica, Presidenti di Camera e Senato, leader delle forze politiche presenti in Parlamento) per individuare la persona a cui affidare l’incarico di formare un governo che possa ricevere la fiducia del Parlamento;

il Presidente della Repubblica conferisce l’incarico di formare il nuovo Governo alla persona individuata,

• l’incarico: al termine delle consultazioni,

attraverso un semplice colloquio, al termine del quale il nome dell’incaricato viene comunicato alla stampa. L’incaricato, che di solito accetta con riserva, svolge anche lui un breve giro di consultazioni e sceglie i suoi ministri (squadra di Governo), dopodiché scioglie la riserva e accetta l’incarico (o, in caso contrario, rinuncia all’incarico);

nomina del Presidente del Consiglio e, su sua proposta, dei singoli ministri, che in sua presenza dovranno prestare giuramento di fedeltà alla Repubblica;

• la nomina e il giuramento: il Presidente della Repubblica procede quindi alla

• la fiducia: entro 10 giorni dalla nomina e dal giuramento, i membri del nuovo Governo devono presentarsi alle Camere per illustrare il programma politico che intendono seguire e ottenerne la fiducia. Se entrambe le Camere approvano il programma esposto, il Governo potrà esercitare i suoi poteri e le sue funzioni. In caso contrario, il procedimento di formazione dovrà ripartire da zero.

consultazioni del Presidente della Repubblica

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accettazione da parte dell’incaricato

nomina e giuramento di tutti i membri del Governo

ottenuta la fiducia di entrambe le Camere, il Governo diventa operativo


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Il Governo

LezIOne 2

DIRITTO

Le funzioni del Governo Il Governo è l’organo titolare del potere esecutivo a cui spetta il compito di governare il Paese, indirizzando l’attività politica dello Stato e realizzando in concreto gli obiettivi del programma per il quale ha ottenuto la fiducia del Parlamento. Per rispondere alle necessità del Paese, infatti, il Governo ha individuato un programma di intervento per migliorare o risolvere le diverse problematiche e, una volta insediatosi, cercherà di attuare il programma secondo le modalità che reputa più efficaci. A livello nazionale, per esempio, può decidere di dare priorità alla crescita dell’occupazione, alla realizzazione di infrastrutture o alla lotta alla criminalità. In politica estera, invece, le decisioni del Governo possono riguardare tanto i rapporti commerciali con i vari Paesi, quanto l’opportunità di partecipare, insieme ad altri Stati, a missioni umanitarie in Paesi dilaniati dalla guerra. Considerata la complessità dei suoi compiti, quindi, il Governo esercita necessariamente molteplici funzioni.

Che cos’è il Governo tecnico

FUNZIONE POLITICA Insieme al Parlamento che ha approvato il suo programma politico, il Governo stabilisce le finalità e gli obiettivi che lo Stato deve raggiungere, realizzando e garantendo i valori riconosciuti dalla nostra Costituzione, sia a livello nazionale sia per quanto riguarda la politica estera e i rapporti con l’Unione europea. FUNZIONE ESECUTIVO-AMMINISTRATIVA Il Governo attua le leggi approvate dal Parlamento e dirige i diversi settori della Pubblica amministrazione, nominando dirigenti e funzionari pubblici. Ad ogni specifico settore amministrativo, infatti, spetta la realizzazione dei diversi obiettivi che interessano la collettività (come la tutela della salute, l’istruzione, il lavoro e così via), sotto le direttive del ministero di riferimento. FUNZIONE NORMATIVA Anche se la funzione legislativa è di competenza del Parlamento, in alcuni casi la Costituzione attribuisce al Governo il potere di emanare norme giuridiche dirette a dare attuazione alle sue scelte politiche.

Gli atti normativi del Governo Il potere normativo del Governo si esprime attraverso l’emanazione di decreti legge e decreti legislativi, ossia di fonti primarie che hanno la stessa importanza delle leggi, e di regolamenti, ossia di atti subordinati alla legge. • Il decreto legge è emanato dal Governo per motivi di necessità ed urgenza (come un terremoto o un’epidemia), ovvero quando è necessario adottare rapidamente delle soluzioni. In questi casi la Costituzione riconosce al Governo il potere di emanare provvedimenti che entrano immediatamente in vigore, per non dover aspettare i tempi lunghi di approvazione parlamentare. Tuttavia, se entro 60 giorni dalla sua pubblicazione non viene convertito in legge dal Parlamento, il decreto legge decade.

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UdA 6

LA PARTe II DeLLA COSTITUzIOne: L’ORDInAmenTO DeLLA RePUbbLICA

• Il decreto legislativo è un atto normativo emanato dal Governo su richiesta specifica del Parlamento ed è anch’esso una fonte primaria. Solitamente i decreti legislativi vengono emanati per regolare una materia tecnica complessa (per esempio, una norma che riguarda l’etichettatura dei prodotti), per la quale il Parlamento preferisce richiedere l’intervento del Governo e dei singoli ministeri di competenza, che dovrebbero avere una conoscenza approfondita dell’argomento. In questo caso il Parlamento attribuisce il potere legislativo al Governo attraverso una specifica legge (legge delega), in cui indica l’oggetto sui cui è chiamato a legiferare, i criteri e le regole generali a cui deve attenersi, e i tempi entro i quali deve approvare il decreto legislativo. • Il regolamento è una fonte secondaria di diritto, in quanto non ha “forza di legge” ma è ad essa subordinato. I regolamenti possono essere emanati per specificare le norme contenute nelle leggi del Parlamento (regolamenti esecutivi), oppure per organizzare e regolare il funzionamento degli uffici pubblici (regolamenti di organizzazione). Infine, sempre nell’ambito della funzione normativa, al Governo è attribuito il potere di presentare al Parlamento i disegni di legge, finalizzati a dare attuazione alle sue scelte politiche.

CONOSCENZE ALLA PROVA Verifica le tue conoscenze e abilità

Attiva le tue competenze

Vero o falso Indica se le seguenti affermazioni sono vere (V) o false (F).

Ricerca in Internet

1. La sede del Governo è Palazzo Madama. 2. I ministri senza portafoglio fanno parte del Consiglio dei ministri. 3. Il Presidente della Repubblica nomina i ministri su proposta del Presidente del Consiglio. 4. Il Presidente del Consiglio è eletto dal popolo. 5. I decreti legislativi vengono emanati dal Governo su delega del Parlamento. 6. I decreti legge sono fonti secondarie.

V

F

V

F

V V

F F

V V

F F

Completamento Individua il termine descritto nelle frasi. 1. È il capo del Governo: .............................................. . 2. È l’organo che nomina il Presidente del Consiglio: ....... .............................................................................. . 3. È un atto normativo emanato dal Governo in caso di necessità ed urgenza che ha la stessa importanza della legge: ............................................................. .

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Cerca in Internet la composizione dell’attuale Governo e rispondi alle seguenti domande. • Qual è l’attuale Presidente del Consiglio e da quale Presidente della Repubblica è stato nominato? • Quanti e quali sono i ministri con portafoglio? • Quanti e quali sono i ministeri? • Quanti e quali sono i ministri senza portafoglio? • Di quale maggioranza parlamentare è espressione l’attuale Governo?


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Il Governo

LezIOne 2

DIRITTO

CHE COS’È? IL GIURAmenTO DI feDeLTà ALLA RePUbbLICA

D

opo la nomina e prima di assumere le funzioni, il Presidente del Consiglio e i ministri devono prestare giuramento di fedeltà alla Repubblica: questo è il momento in cui il nuovo Governo entra formalmente in carica. Un momento solenne, che si svolge secondo un particolare protocollo.

Qui, secondo la consuetudine, il Presidente del Consiglio e i ministri vanno a giurare uno per volta davanti al Presidente della Repubblica, accompagnato dal Segretario di Stato, al quale spetta il compito di leggere le formule di rito. È il premier a giurare per primo, dopo di lui i ministri senza portafoglio e infine i ministri con portafoglio. Dopo aver giurato, il Presidente del Consiglio si mette di fianco al Presidente della Repubblica e lo accompagna nel giuramento dei ministri.

La formula rituale Davanti a un tavolo su cui viene collocata una copia originale della Costituzione italiana, conservata presso gli Archivi Storici del Quirinale nel Palazzo Sant’Andrea, il Presidente del Consiglio e i ministri pronunciano la seguente formula rituale:

Palazzo del Quirinale, 1° giugno 2018 – Giuramento al Quirinale del Governo Conte.

«Giuro di essere fedele alla Repubblica, di osservarne lealmente la Costituzione e le leggi e di esercitare le mie funzioni nell’interesse esclusivo della Nazione.» La cerimonia si conclude con le foto ufficiali del nuovo Consiglio dei Ministri insieme con il Presidente della Repubblica.

La cerimonia Il rito del giuramento avviene nel Salone delle Feste del palazzo del Quirinale, il cuore del palazzo presidenziale. In questo ambiente maestoso si svolgono cerimonie e udienze che comportano un gran numero di invitati, compresi i pranzi di Stato.

Il significato del giuramento La fedeltà alla Repubblica è uno dei doveri inderogabili dei cittadini, stabilito dall’articolo 54 della Costituzione. Al 2° comma dello stesso articolo viene specificato: “I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle, con disciplina ed onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge.” Il giuramento perciò rappresenta l’espressione del dovere di fedeltà che incombe su tutti i cittadini e, in modo particolare, su coloro che svolgono funzioni pubbliche.

DOMANDE CHIAVE 1. Perché i ministri sono tenuti al giuramento di fedeltà alla Repubblica? 2. Quale articolo della Costituzione contiene l’obbligo di fedeltà alla Repubblica? Il Salone delle Feste del Palazzo del Quirinale.

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LezIOne

3 La magistratura LA MAGISTRATURA organo autonomo e indipendente dagli altri poteri

funzione giurisdizionale

processo civile

processo penale

processo amministrativo

Che cos’è la magistratura La Magistratura è l’organo costituzionale a cui è affidato il potere giudiziario, ossia il compito di amministrare la giustizia e garantire il rispetto della legge. Il complesso ordinamento giuridico di una comunità non è sufficiente da solo a garantire una convivenza pacifica e ordinata, perché il fatto che ci siano delle norme non vuol dire automaticamente che tutti i cittadini le rispettino. Per questo è necessaria la Magistratura, ovvero l’in-

sieme dei giudici che hanno il compito di risolvere le controversie che sorgono fra diversi soggetti. Essi dovranno studiare i singoli casi, interpretare le leggi di riferimento e applicarle con le dovute sanzioni. L’attività svolta dai giudici è denominata funzione giurisdizionale: essa è finalizzata a verificare se ci sono state violazioni di norme ed applicare le sanzioni previste dalla legge.

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La Magistratura

LezIOne 3

DIRITTO

I princìpi dell’ordinamento giudiziario Nei princìpi fondamentali della Costituzione, all’articolo 3, è introdotto il primo diritto fondamentale in tema di giustizia, il principio di uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge, senza alcuna distinzione. Vi sono poi altri princìpi riguardanti la tutela del cittadino di fronte alla giustizia, enunciati nella prima parte dei Diritti e doveri dei cittadini. I più importanti sono contenuti nell’articolo 24: Articolo 24 “Tutti possono agire in giudizio per la tutela dei propri diritti e interessi legittimi. La difesa è diritto inviolabile in ogni stato e grado del procedimento. Sono assicurati ai non abbienti, con appositi istituti, i mezzi per agire e difendersi davanti ad ogni giurisdizione. La legge determina le condizioni e i modi per la riparazione degli errori giudiziari.” In base a questo articolo, tutti hanno diritto a rivolgersi ad un giudice per proteggere e far valere i propri diritti (diritto alla tutela giurisdizionale), ed hanno il diritto ad essere difesi durante un processo (diritto alla difesa). Lo Stato perciò deve garantire questi diritti anche a coloro che non hanno le possibilità economiche per sostenere i costi della prestazione di un avvocato, offrendo loro la possibilità di farsi assistere da un difensore d’ufficio. Ai princìpi che regolano l’attività dei giudici è dedicato il TITOLO IV della seconda parte della Costituzione. Alcuni articoli riguardano l’autonomia e l’indipendenza della Magistratura, altri invece disciplinano l’attività giurisdizionale. Articolo 101 “La giustizia è amministrata in nome del popolo. I giudici sono soggetti soltanto alla legge.” L’articolo 101 che apre il TITOLO IV riguarda il principio di indipendenza dei giudici, che devono giudicare soltanto in base alla legge e non possono dipendere da nessun altro potere, né essere sottoposti a pressioni o a condizionamenti. L’organo che garantisce l’indipendenza e l’autonomia della Magistratura è il Consiglio Superiore della Magistratura, organo previsto dall’articolo 104. Affinché la funzione giurisdizionale sia svolta nel rispetto dei diritti delle parti, il lungo articolo 111 garantisce lo svolgimento di un giusto processo e sancisce il principio di imparzialità dei giudici, che sono chiamati a giudicare senza favorire nessuna delle parti in giudizio (tanto che nel caso in cui il giudice abbia un particolare rapporto con una delle parti non può giudicare).

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UdA 6

LA PARTe II DeLLA COSTITUzIOne: L’ORDInAmenTO DeLLA RePUbbLICA

I gradi della giustizia e i diversi tipi di processi Il processo è il procedimento attraverso il quale i giudici esercitano la funzione giurisdizionale. La serie di atti che lo costituiscono si conclude con una sentenza, che rappresenta l’atto con cui il giudice esprime le sue decisioni. La legge regola l’intera sequenza processuale e fissa il principio della pluralità dei gradi di giudizio, secondo cui le parti in causa, una volta terminato il processo, possono accettare la sentenza del giudice oppure ricorrere ad un giudice diverso dal precedente, fino a tre gradi di giudizio:

IO E IL DIRITTO Che cosa sono le indagini preliminari? Sono una fase precedente al processo penale, in cui il Pubblico Ministero, avvalendosi della polizia giudiziaria, indaga su quanto accaduto per valutare se la notizia del reato sia fondata o no e se sussistono elementi per sostenere l’accusa davanti al giudice. In questa fase può anche effettuare ispezioni o perquisizioni. • Che cosa indicano i termini “ispezione” e “perquisizione”?

• il primo grado si ha quando il caso viene esaminato per la prima volta; • nel secondo grado o di appello il caso viene riesaminato in un ulteriore processo davanti ad un altro giudice, che può modificare o confermare gli effetti del primo processo; • il terzo grado, dinanzi alla Corte di Cassazione, verifica che il processo precedente sia stato svolto correttamente: in questo grado cioè non vengono più riesaminati i fatti.

Esauriti tutti i possibili gradi di giudizio, la sentenza diventa definitiva. L’attività dei giudici è suddivisa in tre grandi settori, chiamati giurisdizioni: civile, penale ed amministrativa. IL PROCESSO CIVILE Riguarda le controversie che sorgono tra due soggetti privati (per esempio, tra i proprietari di due terreni vicini). Il processo civile prende l’avvio su iniziativa della parte che ritiene di aver subìto un torto, denominata attore, e che vuole far valere il suo diritto. Il giudice, dopo aver accertato i fatti ed aver ascoltato le ragioni anche dell’altra parte (il convenuto), decide la controversia con una sentenza. La parte che ha perso la causa è tenuta al risarcimento del danno e al pagamento delle spese processuali. Gli organi della giurisdizione civile sono: il Giudice di pace, il Tribunale, la Corte d’Appello e la Corte di Cassazione. IL PROCESSO PENALE Ricorre quando una persona è accusata di aver commesso un reato, ossia un atto illecito molto grave, come l’omicidio o il furto, che lede l’interesse non solo di una singola persona, ma dell’intera collettività. Per i reati più gravi è prevista la reclusione o gli arresti domiciliari, mentre per quelli meno gravi la sanzione può consistere nel pagamento di una pena pecuniaria. Il processo penale prende l’avvio su iniziativa del Pubblico Ministero (PM), ossia di un magistrato che agisce in nome dello Stato e rappresenta l’accusa. L’imputato, ossia la persona sospettata di aver commesso il reato, ha diritto ad essere difeso da un avvocato difensore.

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La Magistratura

LezIOne 3

DIRITTO

Il processo penale, nel corso del quale si confrontano l’accusa e la difesa, si svolge davanti ad un giudice diverso dal magistrato che ha condotto le indagini e si conclude con l’emanazione di una sentenza di assoluzione o di condanna. Gli organi della giurisdizione penale sono: il Giudice di pace, il Tribunale, la Corte d’Appello, la Corte d’Assise, la Corte d’Assise d’Appello e la Corte di Cassazione. IL PROCESSO AMMINISTRATIVO Riguarda una controversia tra un privato cittadino e la Pubblica amministrazione (come nel caso di una espropriazione ritenuta illegittima). I giudici hanno il compito di accertare se la Pubblica amministrazione abbia agito o meno secondo la legge e in caso di accertata illegittimità annullano l’atto illegittimo. Gli organi della giurisdizione amministrativa sono: il Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) in primo grado e il Consiglio di Stato in secondo grado.

L’autonomia della magistratura: il CSm Il Consiglio Superiore della Magistratura (CSM) si occupa di garantire l’indipendenza della Magistratura dagli altri poteri dello Stato ed evitare ingerenze soprattutto da parte del Governo. In particolare, le sue funzioni riguardano la carriera dei magistrati (come le assunzioni, le assegnazioni di sede, i trasferimenti, le promozioni e i provvedimenti disciplinari). Il CSM è presieduto dal Presidente della Repubblica ed è composto da 27 membri: 3 di diritto (il Presidente della Repubblica e due magistrati della Corte di Cassazione), 8 eletti dal Parlamento e 16 eletti dagli stessi magistrati.

CONOSCENZE ALLA PROVA Verifica le tue conoscenze e abilità

Attiva le tue competenze

Completamento Individua i termini descritti nelle seguenti frasi.

Ricerca in Internet

1. È la funzione svolta dalla Magistratura: ..................... . 2. È l’atto con il quale il giudice esprime le sue decisioni: .............................................................................. . 3. È il principio che regola la sequenza processuale: ....... .............................................................................. . 4. È il processo che riguarda le controversie sorte tra due soggetti privati: ....................................................... . 5. È il processo che riguarda i reati: ..........................… . 6. È l’organo che garantisce l’indipendenza della Magistratura: ....................................................................... .

Il bullismo è un reato? • Aiutandoti con Internet individua quali sono i comportamenti che vengono definiti atti di bullismo e quali sono le sanzioni a carico di chi li compie, previste dalla legge. • Riporta sul quaderno i risultati della tua ricerca e discutine in classe con i tuoi compagni. 161


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LezIOne

4 Il presidente della repubblica e la corte costituzionale Presidente della Repubblica ORGANI GARANTI DELLA COSTITUZIONE Corte Costituzionale

Chi è il Presidente della Repubblica Il Presidente della Repubblica, chiamato anche capo dello Stato, è l’organo costituzionale che rappresenta l’unità nazionale ed è garante del rispetto della Costituzione da parte di tutti gli organi statali. Il Presidente della Repubblica ricopre un ruolo di alto valore simbolico ed ha una posizione al di sopra delle parti, è cioè indipendente da qualunque altro organo o partito politico. Il suo compito è quello di assicurare l’equilibrio fra i tre poteri dello Stato (legislativo, esecutivo e giudiziario), attraverso il coordinamento dell’attività degli altri organi costituzionali e l’osservanza dei princìpi e dei valori fondamentali della Costituzione. La sua sede ufficiale è a Roma al Palazzo del Quirinale. Il Palazzo del Quirinale, Roma.

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Il Presidente della Repubblica e la Corte Costituzionale

LezIOne 4

DIRITTO

elezione e durata in carica del Presidente della Repubblica Il Presidente della Repubblica è eletto dai membri del Parlamento riuniti in seduta comune a Palazzo Montecitorio, a cui si aggiungono tre rappresentanti per ogni Regione (ma uno soltanto per la Valle d’Aosta). Per la sua elezione, che avviene con voto segreto, è richiesta una particolare maggioranza. Nelle prime tre votazioni occorre infatti la maggioranza qualificata dei 2/3 dei componenti dell’intera assemblea; se però non si raggiunge la maggioranza richiesta, dalla quarta votazione in poi è sufficiente la maggioranza assoluta (voto favorevole della metà più uno dei componenti l’assemblea). La richiesta di una maggioranza elevata serve per evitare che la carica del Presidente sia espressione solo della maggioranza politica e per far sì che sia circondato da un ampio consenso che ne accresca l’autorità e il prestigio.

prime tre votazioni maggioranza qualificata (2/3 dei componenti dell’assemblea) ELEZIONE DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ITALIANA dalla quarta votazione in poi maggioranza assoluta (metà+1 dei componenti dell’assemblea)

in seduta comune: deputati senatori rappresentanti delle Regioni

Può essere eletto Presidente della Repubblica qualsiasi cittadino italiano che abbia compiuto 50 anni e goda dei diritti civili e politici. Il Presidente della Repubblica rimane in carica per 7 anni ed è rieleggibile, cioè può venire rieletto alla fine del settennato. A conclusione dell’incarico, il Presidente della Repubblica diventa senatore a vita. In caso di impedimento temporaneo (dovuto a una malattia non grave o a un viaggio all’estero) viene sostituito dal Presidente del Senato. Se però l’impedimento ha carattere permanente (per una grave infermità, o nel caso di morte o dimissioni), deve essere eletto un nuovo Presidente (entro 15 giorni il Presidente della Camera ha il compito di indire nuove elezioni).

IO E IL DIRITTO Il Presidente della Repubblica ha delle guardie personali? Il reggimento Corazzieri è la guardia d’onore del Presidente della Repubblica italiana. Oltre ad una funzione di rappresentanza, i corazzieri devono salvaguardare la sicurezza del Presidente filtrando le persone autorizzate ad accedere al Quirinale. Spesso svolgono servizio anche a cavallo. • Quali sono i requisiti per diventare corazziere?

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UdA 6

LA PARTe II DeLLA COSTITUzIOne: L’ORDInAmenTO DeLLA RePUbbLICA

Le funzioni del Presidente della Repubblica Nella Repubbliche parlamentari come la nostra, dove il perno del sistema politico è il Parlamento, il Presidente della Repubblica non è titolare di nessuno dei tre poteri dello Stato, ma esercita funzioni di diversa natura che abbracciano tutti e tre i poteri, con compiti di coordinamento e di controllo come garante della Costituzione. Egli inoltre rappresenta il Paese a livello internazionale e come tale riceve i capi di Stato e si reca in visita ufficiale presso gli altri Paesi. Funzioni del Presidente della Repubblica

Nell’ambito del potere legislativo

• • • • • • •

può sciogliere anticipatamente le Camere può inviare messaggi alle Camere indice le nuove elezioni delle Camere e ne fissa la prima riunione promulga le leggi può esercitare il veto sospensivo indice i referendum può nominare 5 senatori a vita

Nell’ambito del potere esecutivo

• • • •

nomina il Presidente del Consiglio nomina i ministri su proposta del Presidente del Consiglio emana i decreti del Governo ha il comando delle forze armate

Nell’ambito del potere giudiziario

• presiede il Consiglio Superiore della Magistratura • nomina 5 giudici della Corte Costituzionale • può concedere la grazia (atto di clemenza individuale con il quale il Presidente della Repubblica può condonare o ridurre la pena di un detenuto)

Non in tutti i Paesi i Presidenti hanno gli stessi poteri, per esempio nelle Repubbliche presidenziali, come gli Stati Uniti, le funzioni del Presidente della Repubblica sono molto rilevanti. Essendo eletto direttamente dal popolo, è l’organo centrale del sistema politico ed è dotato di forti poteri decisionali: oltre ad essere capo dello Stato è anche capo del Governo, posto al vertice del potere esecutivo.

Le responsabilità del Presidente della Repubblica Articolo 90 “Il Presidente della Repubblica non è responsabile degli atti compiuti nell’esercizio delle sue funzioni, tranne che per alto tradimento o per attentato alla Costituzione. In tali casi è messo in stato di accusa dal Parlamento in seduta comune, a maggioranza assoluta dei suoi membri.” Secondo l’articolo 90 della Costituzione, il

Presidente della Repubblica non è responsabile politicamente degli atti compiuti nell’esercizio delle sue funzioni.

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Il Presidente della Repubblica e la Corte Costituzionale

LezIOne 4

DIRITTO

Essere responsabili politicamente di un atto vuol dire dover rispondere agli elettori delle scelte fatte durante il proprio incarico politico; sollevando il Presidente da questo tipo di responsabilità, la Costituzione ha voluto preservare il suo ruolo da eventuali attacchi politici. Per questo motivo, tutti gli atti da lui firmati (denominati decreti del Presidente della Repubblica e siglati DPR) devono essere controfirmati dai ministri proponenti: in questo modo la responsabilità politica viene attribuita al Governo e sarà quest’ultimo a risponderne dinanzi al Parlamento. La pur ampia libertà di azione del Presidente della Repubblica non è tuttavia illimitata, per cui sarà considerato responsabile per tutti quegli atti che mettono in pericolo l’esistenza della Repubblica, ovvero in caso di alto tradimento (per esempio se svolge attività di spionaggio) o di attentato alla Costituzione (qualora assuma comportamenti diretti a sovvertire i valori fondamentali della nostra Costituzione). In questi casi egli dapprima viene messo in stato di accusa dal Parlamento in seduta comune e poi affidato al giudizio della Corte Costituzionale (e non della Magistratura ordinaria). Al di fuori dell’esercizio delle sue funzioni, il Presidente della Repubblica risponde dei suoi comportamenti illeciti come un qualsiasi cittadino.

Che cos’è la Corte Costituzionale La Corte Costituzionale è l’organo costituzionale che ha il compito di garantire, insieme al Presidente della Repubblica, il rispetto della Costituzione e in primo luogo la costituzionalità delle leggi. Come sappiamo, la Costituzione italiana è la legge fondamentale dello Stato ed è posta al vertice della gerarchia delle fonti, pertanto tutte le altre leggi non possono contrastarla e devono osservare i princìpi in essa contenuti. Per garantire il rispetto delle regole costituzionali sia da parte delle leggi sia da parte dei poteri dello Stato, l’Assemblea costituente ha così previsto un apposito organo, la Corte Costituzionale. La sede della Corte Costituzionale è a Roma, al Palazzo della Consulta. La Corte Costituzionale riunita.

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UdA 6

LA PARTe II DeLLA COSTITUzIOne: L’ORDInAmenTO DeLLA RePUbbLICA

Composizione e funzioni della Corte Costituzionale La Corte Costituzionale è composta da 15 giudici: 5 nominati dal Presidente della Repubblica, 5 dal Parlamento e 5 dalla Magistratura. I componenti della Corte, che rimangono in carica 9 anni e non sono rieleggibili, vengono scelti tra professori universitari di materie giuridiche, avvocati che esercitano la professione da almeno 20 anni, giudici. La Corte Costituzionale giudica su: • la legittimità costituzionale delle leggi, dei decreti legge, dei decreti legislativi; ESEMPIO

Se una legge ordinaria è in contrasto con una norma della Costituzione sarà la Corte Costituzionale a verificare l’incostituzionalità della legge ed eventualmente annullarla.

• sui conflitti tra i poteri dello Stato, tra lo Stato e le Regioni, tra le Regioni; ESEMPIO

Se il Governo e la Magistratura ritengono entrambi di emanare un certo atto, sarà la Corte Costituzionale a stabilire a quale dei due organi spetti la competenza di agire.

• sui reati presidenziali di alto tradimento e attentato alla Costituzione; • sulla ammissibilità dei referendum abrogativi.

Le decisioni della Corte Costituzionale rappresentano sentenze definitive, che non possono essere impugnate davanti a nessun altro organo.

CONOSCENZE ALLA PROVA Verifica le tue conoscenze e abilità

Attiva le tue competenze

Vero o falso Indica se le seguenti affermazioni sono vere (V) o false (F).

Cooperative Learning: in gruppo

1. Il Presidente della Repubblica viene eletto dal Parlamento che si riunisce in seduta comune. 2. Per essere eletti Presidente della Repubblica bisogna aver compito 40 anni. 3. Il Presidente della Repubblica alla fine del suo mandato diventa senatore a vita. 4. Tutti i giudici della Corte Costituzionale sono nominati dal Presidente della Repubblica. 5. La Corte Costituzionale ha il compito di giudicare la legittimità costituzionale delle leggi e degli atti aventi forza di legge. 6. La sentenza della Corte Costituzionale ha carattere definitivo.

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V

F

V

F

V

F

V

F

V

F

V

F

• Dividetevi in gruppi di 5 persone. • Ogni gruppo ha il compito di ricercare informazioni sui simboli della Repubblica italiana, a cominciare dallo stendardo presidenziale. • Per ciascun simbolo compilate una scheda contenente l’immagine e le informazioni sul suo significato.


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I Presidenti della Repubblica italiana Il 28 giugno del 1946, dopo il risultato del referendum in cui gli Italiani furono chiamati a scegliere tra repubblica e monarchia, la neonata Assemblea costituente elesse Enrico De Nicola come capo provvisorio dello Stato.

Dal 1° gennaio 1948, dopo l’entrata in vigore della Costituzione, Enrico De Nicola assunse il titolo di Presidente della Repubblica. Da allora, si sono succeduti 12 Presidenti.

Enrico De Nicola 1° gennaio-12 maggio 1948

Giovanni Gronchi 1955-1962

Luigi Einaudi 1948-1955 Antonio Segni 1962-1964

Giuseppe Saragat 1964-1971

Sandro Pertini 1978-1985 Giovanni Leone 1971-1978

Carlo Azeglio Ciampi 1999-2006 Oscar Luigi Scalfaro 1992-1999

Francesco Cossiga 1985-1992

Giorgio Napolitano 2006-2013 2013-2015

Sergio Mattarella 2015-in carica

DOMANDE CHIAVE 1. Chi è il nostro attuale Presidente della Repubblica? 2. Quando è stato eletto e con quale maggioranza?

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LezIOne

5 La pubblica amministrazione e le autonomie territoriali PU BB

L ICA AMMINISTRAZION E Regioni

Città metropolitane

Autonomie territoriali

Comuni

Province

Che cos’è la Pubblica amministrazione Salvaguardare l’ambiente, tutelare la salute, garantire l’ordine pubblico o l’istruzione sono alcuni dei possibili obiettivi sociali ed economici che si propone di raggiungere uno Stato nell’interesse di tutti i cittadini. Ma come realizzarli concretamente? Per tradurre in pratica le decisioni prese dal Governo e dal Parlamento, lo Stato non solo emana le leggi, ma gestisce tutte le attività che sono funzionali a renderle operative, cioè svolge una funzione amministrativa. ESEMPIO

Per amministrare un’impresa non è sufficiente stabilire i compiti che ciascun operatore deve svolgere. Occorre chi si occupi praticamente di stipulare i contratti con i dipendenti, di pagare i fornitori, di investire i guadagni in migliorie per l’attività e così via. Allo stesso modo se lo Stato approva delle leggi con l’obiettivo di ridurre l’evasione fiscale, deve prevedere maggiori controlli e aumentare il personale dell’amministrazione finanziaria o potenziare i sistemi informatici per raggiungere tale obiettivo.

Come per ogni attività o associazione è necessaria una funzione amministrativa, analogamente esiste anche un’amministrazione dello Stato. La Pubblica amministrazione (P.A.) è l’insieme degli enti, degli uffici e delle persone attraverso i quali lo Stato realizza i propri obiettivi. La P.A. svolge una funzione amministrativa e opera sia a livello statale, sia a livello locale (Regione, Comune, Province, Città metropolitane).

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La Pubblica amministrazione e le autonomie territoriali

LezIOne 5

DIRITTO

L’espressione “Pubblica amministrazione” può essere intesa: •

in senso soggettivo: indica tutti i soggetti pubblici (enti, organi, uffici) che svolgo-

no l’attività amministrativa finalizzata a soddisfare gli interessi della collettività; • in senso oggettivo: indica l’insieme delle attività svolte da questi soggetti. Sebbene i compiti amministrativi di uno Stato siano numerosissimi e coinvolgano molti settori, possono essere essenzialmente classificati in due ambiti: • la sicurezza e l’ordine pubblico: tutte le attività che lo Stato svolge per proteggere l’ordine sociale da minacce interne (come la criminalità e i pericoli per la salute) ed esterne (come la guerra). A queste attività è dedito tutto l’apparato delle forze militari dello Stato; • il benessere della collettività: tutte le attività svolte dall’amministrazione statale e locale (Regioni, Comuni, Province e Città metropolitane) per migliorare le condizioni di vita dei cittadini (come i trasporti, le telecomunicazioni, l’edilizia pubblica, l’istruzione e così via).

I princìpi della Pubblica amministrazione Per garantire il corretto funzionamento della Pubblica amministrazione e il rispetto dei diritti dei cittadini, la Costituzione detta i princìpi ai quali essa deve uniformarsi. L’articolo 97 afferma che “I pubblici uffici sono organizzati secondo disposizioni di legge, in modo che siano assicurati il buon andamento e la imparzialità dell’amministrazione”, e stabilisce pertanto i seguenti princìpi. PRINCIPIO DI LEGALITÀ Ogni atto della Pubblica amministrazione è valido solo se si fonda su una legge. Spetta pertanto al Parlamento indicare con apposite leggi gli obiettivi che deve raggiungere, l’organizzazione e la struttura dei vari uffici e i compiti ad essi assegnati. PRINCIPIO DI BUONA AMMINISTRAZIONE Per assicurare il “buon andamento” della Pubblica amministrazione, i funzionari devono esercitare le loro funzioni seguendo un principio di efficienza ed efficacia, quindi far sì per esempio che i tempi di realizzazione dei propri compiti non siano eccessivamente lunghi, o che siano utilizzati al meglio i mezzi a disposizione. PRINCIPIO DI IMPARZIALITÀ A garanzia di tutti i cittadini, chi lavora nella Pubblica amministrazione non deve compiere discriminazioni o favoritismi. A questi princìpi è stato aggiunto quello della trasparenza, in base al quale ogni privato cittadino deve avere la possibilità di conoscere e controllare facilmente l’attività della Pubblica amministrazione, per esempio accedendo a siti che offrano tutte le informazioni sulle attività svolte.

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UdA 6

LA PARTe II DeLLA COSTITUzIOne: L’ORDInAmenTO DeLLA RePUbbLICA

Che cosa sono le autonomie territoriali Il principio di sussidiarietà

L’articolo 5 della Costituzione stabilisce il principio di autonomia e decentramento in base al quale l’Italia, pur essendo uno Stato unitario, riconosce e promuove le autonomie locali. Questo indica che in Italia, come in molti altri Paesi democratici, oltre al potere centrale affidato allo Stato, esistono enti locali dotati di poteri e libertà attraverso i quali governano autonomamente le proprie comunità. Non tutto quindi viene gestito dal centro (ossia dal Governo) e le questioni di pubblico interesse direttamente legate alle comunità locali sono affidate ad enti decentrati su tutto il territorio nazionale, che riescono a cogliere le esigenze delle diverse realtà locali e offrire servizi pubblici mirati (una regione montuosa, per esempio, avrà necessità e problematiche specifiche, diverse da quelle di altre zone del Paese). Sebbene previsto nei princìpi fondamentali della nostra Costituzione, il processo di decentramento è stato lungo e complesso e solo nel 2001, con la riforma del TITOLO V della Parte II della Costituzione, dedicato alle Regioni, alle Province e ai Comuni, è stata affidata agli enti locali una serie di competenze prima spettanti al Governo centrale. In seguito alla riforma (avvenuta con la legge costituzionale n. 3/2001), è stato riformulato anche l’articolo 114, che dichiarava la nostra Repubblica “ripartita in Regioni, Province e Comuni”, aggiornandolo come segue: Articolo 114 “La Repubblica è costituita dai Comuni, dalle Province, dalle Città metropolitane, dalle Regioni e dallo Stato. I Comuni, le Province, le Città metropolitane e le Regioni sono enti autonomi con propri statuti, poteri e funzioni secondo i principi fissati dalla Costituzione. Roma è la capitale della Repubblica. La legge dello Stato disciplina il suo ordinamento.” Gli enti locali, ossia i Comuni, le Province, le Regioni e le Città metropolitane, sono quindi, al pari dello Stato, elementi costitutivi della Repubblica italiana. A partire dal Comune, che è l’ente più vicino al cittadino, essi sono dotati di funzioni, poteri ed organi propri, gestiscono le comunità locali e, nell’ambito dei propri territori, possono prendere decisioni indipendenti dal Governo centrale. Sono inoltre considerati enti rappresentativi in quanto i loro organi sono eletti dai cittadini territorialmente residenti.

IO E IL DIRITTO Un Comune è davvero sempre in grado di rispondere ai bisogni dei cittadini? Potrebbe non averne i mezzi. Per esempio, se un Comune di montagna, per favorire lo sviluppo turistico dell’area, decidesse di costruire un centro sciistico con impianti di varia natura (come skilift, funivie, piste da sci, piste da bob), ma non avesse un ufficio tecnico adeguato (composto da ingegneri, architetti e tutte le figure professionali necessarie) o non disponesse di sufficienti risorse economiche, sarebbe necessario l’intervento di istituzioni di livello superiore. • Che cos’è il principio di sussidiarietà? Informati a riguardo.

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La Pubblica amministrazione e le autonomie territoriali

LezIOne 5

DIRITTO

Le Regioni L’Italia è articolata in 20 Regioni, di cui 15 sono a statuto ordinario e 5 a statuto speciale. Attraverso lo statuto, le Regioni definiscono le norme di funzionamento e le strutture organizzative interne.

Trentino Alto Adige Friuli Venezia Giulia

Valle d’Aosta

Lombardia Veneto

Le Regioni a statuto speciale sono la Sicilia,

Piemonte

la Sardegna, la Valle d’Aosta, il Trentino Alto Adige e il Friuli Venezia Giulia. Queste Regioni sono regolate da particolari statuti approvati con legge costituzionale, ciò vuol dire che le norme contenute nello statuto prevalgono sulle leggi ordinarie e garantiscono una maggiore autonomia rispetto a quella che la Costituzione attribuisce alle Regioni ordinarie. Ciò è giustificato da molteplici ragioni di ordine storico, geografico, etnico e linguistico: la Sicilia e la Sardegna, per esempio, in quanto isole hanno problematiche specifiche dovute alla loro separazione dal continente; mentre la Valle d’Aosta e il Trentino hanno necessità di tutelare le minoranze linguistiche presenti sul territorio. Le Regioni a statuto ordinario hanno poteri e competenze uniformi disciplinate direttamente dalla Costituzione (TITOLO V) e sono rette da statuti approvati dai rispettivi Consigli regionali (e non da leggi costituzionali).

Emilia Romagna Liguria Toscana

Marche

Umbria Abruzzo Lazio Molise Puglia Campania Basilicata Sardegna

GLI ORGANI DELLE REGIONI Gli organi delle Regioni sono tre:

Calabria

Sicilia

Regioni a statuto ordinario. Regioni a statuto speciale.

• Consiglio regionale: formato dai consiglieri regionali eletti ogni 5 anni dai cittadini maggiorenni residenti nel territorio regionale. Esso esercita: – funzione legislativa, cioè discute e approva le leggi regionali, delibera lo statuto e può presentare proposte di legge alle Camere; – funzione di indirizzo politico e di controllo sull’operato del Presidente e della Giunta regionale. • Giunta regionale: formata dal Presidente della Giunta e dagli assessori nominati dal Presidente. I suoi compiti sono simili a quelli del Consiglio dei Ministri: – esercita la funzione esecutiva ed esprime il programma politico della Regione, dando attuazione alle leggi regionali e alle deliberazioni del Consiglio; – gli assessori, come i ministri, dirigono i vari settori dell’amministrazione regionale (come trasporti, sanità, turismo).

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UdA 6

LA PARTe II DeLLA COSTITUzIOne: L’ORDInAmenTO DeLLA RePUbbLICA

• Presidente della Regione: il Presidente della Giunta regionale è anche Presidente della Regione. Viene eletto direttamente dai cittadini residenti nel territorio regionale e rimane in carica 5 anni. In qualità di Presidente della Regione rappresenta la Regione nei rapporti con lo Stato e con le altre Regioni e promulga le leggi regionali. In qualità di Presidente della Giunta nomina gli assessori e coordina la loro attività; dirige la politica della Giunta e ne è responsabile politicamente: in caso di sfiducia del Consiglio è tenuto a dimettersi (ciò determina lo scioglimento anticipato del Consiglio e nuove elezioni).

GLI ORGANI DELLA REGIONE

Consiglio regionale (consiglieri)

funzione legislativa

Giunta regionale (Presidente della Giunta e assessori)

funzione esecutiva e amministrativa

Presidente della Regione (e della Giunta regionale)

funzione rappresentativa e di direzione politica

LE COMPETENZE LEGISLATIVE Nel nostro Paese il potere di emanare le leggi spetta sia allo Stato sia alle Regioni. L’articolo 117 della Costituzione stabilisce quali sono i rispettivi ambiti di competenza, ossia quali materie sono di competenza esclusiva statale (per esempio, la politica estera e l’ordine pubblico, ovvero materie che riguardano tutta la collettività) e quali di competenza regionale (per esempio, il turismo). In alcuni ambiti si ha la competenza legislativa ripartita tra lo Stato e le Regioni (detta legislazione concorrente, perché lo Stato e le Regioni concorrono insieme a legiferare). In questi casi, lo Stato emana le “leggi-quadro” che stabiliscono i princìpi fondamentali validi sul territorio nazionale, mentre le Regioni emanano leggi regionali che, nel rispetto di tali princìpi, tengono conto delle esigenze specifiche dei propri territori. ESEMPIO

Esiste una legge ordinaria n. 157 del 02/1992, che regolamenta la caccia, “Norme per la protezione della fauna”, e ogni Regione prevede norme specifiche in materia sulle date, sugli orari e sulle specie animali che possono essere cacciate.

Gli eventuali conflitti che possono sorgere tra lo Stato e le Regioni in merito alle competenze ad essi attribuite sono affidati al giudizio insindacabile della Corte Costituzionale.

LE COMPETENZE LEGISLATIVE

competenza esclusiva dello Stato

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competenza ripartita tra Stato e Regione

competenza della Regione


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La Pubblica amministrazione e le autonomie territoriali

LezIOne 5

DIRITTO

I Comuni Il territorio delle Regioni comprende più Province, composte a loro volta da più Comuni. Il Comune è l’ente territoriale più piccolo e più vicino ai cittadini, dotato di competenza amministrativa generale. Il Comune è l’istituzione politica con cui il cittadino si confronta nella vita quotidiana, perché gestisce tutti i servizi pubblici essenziali alla comunità locale. Esso infatti esercita le funzioni amministrative che riguardano i servizi alla persona ed alla comunità, l’assetto del territorio e lo sviluppo economico (per esempio, l’assistenza agli anziani, gli asili nido, la manutenzione delle strade, lo smaltimento dei rifiuti, l’organizzazione dei musei, delle biblioteche o di eventi come fiere e mercati). A queste si aggiungono anche funzioni delegate dallo Stato, quali i servizi elettorali e i servizi di anagrafe e stato civile (la registrazione delle nascite, dei matrimoni e così via). GLI ORGANI DEL COMUNE Sono organi del Comune: • il Consiglio comunale: è l’organo di indirizzo e controllo politico-amministrativo sulla Giunta. È composto da un numero di consiglieri che varia in relazione alla popolazione del Comune (da 12 a 60) eletti ogni 5 anni dai cittadini residenti nel territorio comunale; • la Giunta comunale: è l’organo esecutivo del Comune. È composta dagli assessori scelti e nominati dal Sindaco (ogni assessore dirige ed è responsabile di un settore amministrativo) ed è presieduta dal Sindaco. Insieme al Sindaco ha il compito di amministrare il Comune; • il Sindaco: è eletto direttamente dai cittadini residenti nel territorio comunale e rimane in carica 5 anni. Presiede la Giunta, rappresenta il Comune, nomina e revoca gli assessori ed è il capo dell’amministrazione comunale.

IO E IL DIRITTO Perché durante le elezioni del Sindaco spesso “si va al ballottaggio”? Nei Comuni che hanno meno di 15.000 abitanti viene eletto il sindaco con maggioranza relativa, ovvero il candidato che ha ottenuto maggior voti rispetto agli altri. Nei Comuni con più di 15.000 abitanti viene eletto a maggioranza assoluta, ovvero con il 50% più uno dei voti espressi. Se nessun candidato raggiunge questa maggioranza, si deve svolgere il “ballottaggio”, cioè un secondo turno di votazioni, dove partecipano solo i due candidati che hanno preso il maggior numero dei voti. • Come si sono svolte le ultime elezioni del Comune in cui vivi?

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UdA 6

LA PARTe II DeLLA COSTITUzIOne: L’ORDInAmenTO DeLLA RePUbbLICA

Le Province Le Province sono enti intermedi tra la Regione ed i Comuni, la cui funzione originaria era quella di rappresentare la propria comunità, curarne gli interessi, promuovere e coordinarne lo sviluppo. Negli ultimi anni le Province sono state oggetto di un acceso dibattito politico circa la loro abolizione, ritenendo che per il nostro Paese siano sufficienti le Regioni e i Comuni per l’amministrazione del territorio e garantendo così anche un risparmio della spesa pubblica. Nel 2014 (con la legge Delrio 56/2014) sono state profondamente riorganizzate e ridotte di numero. Le competenze delle nuove Province riguardano settori specifici come la pianificazione territoriale e dei trasporti in ambito provinciale, la tutela e valorizzazione dell’ambiente, la gestione dell’edilizia scolastica. GLI ORGANI DELLE PROVINCE Secondo il nuovo assetto istituzionale, gli organi della Provincia non sono più eletti direttamente dai cittadini e sono: • il Consiglio provinciale, eletto ogni 2 anni dai Sindaci e dai consiglieri dei Comuni della Provincia; • l’Assemblea dei Sindaci, composta da tutti i Sindaci dei Comuni della Provincia; • il Presidente della Provincia, eletto ogni 4 anni dai Sindaci e dai consiglieri dei Comuni della Provincia.

Le Città metropolitane Le Città metropolitane sono enti di governo di grandi aree urbane, che hanno finalità generali e funzioni di programmazione e gestione del territorio, dirette a promuovere lo sviluppo delle aree a loro assegnate. La legge Delrio ha istituito 10 Città metropolitane: Roma Capitale, Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli e Reggio Calabria, i cui territori coincidono con quelli delle precedenti Province. A queste se ne sono aggiunte altre 4 individuate dalle Regioni a statuto speciale: Cagliari, Catania, Messina e Palermo.

Flaminia Civitavecchia - Santa Marinella Guidonia - Tivoli

Ladispoli - Cerveteri Roma

ESEMPIO Fiumicino Casilina Castelli Pomezia - Ardea Anzio - Nettuno

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La Città metropolitana di Roma Capitale comprende ad oggi 121 Comuni e circa 4.356.000 abitanti. Il più grande Comune facente parte della Città metropolitana è ovviamente il Comune di Roma, il più piccolo per estensione è il Comune di Colonna.


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La Pubblica amministrazione e le autonomie territoriali

LezIOne 5

DIRITTO

GLI ORGANI DELLE CITTÀ METROPOLITANE Gli organi delle Città Metropolitane sono tutti ricoperti a titolo gratuito e sono: • il Sindaco metropolitano: è di diritto il Sindaco del Comune capoluogo ed è l’organo che rappresenta l’ente. Convoca e presiede il Consiglio metropolitano e la Conferenza metropolitana ed è responsabile dell’amministrazione dell’ente; • il Consiglio metropolitano: composto da membri scelti dai Sindaci e dai consiglieri comunali dei Comuni che fanno parte della Città metropolitana, è l’organo di indirizzo politico e di controllo e dura in carica 5 anni; • la Conferenza metropolitana: composta da tutti i Sindaci dei Comuni appartenenti alla Città metropolitana, ha poteri propositivi e consultivi e adotta lo statuto dell’ente e le sue modifiche, su proposta del Consiglio metropolitano.

CONOSCENZE ALLA PROVA Verifica le tue conoscenze e abilità

Attiva le tue competenze

Domande a scelta multipla Individua la risposta esatta.

Cooperative Learning: in gruppo

1. Uno dei princìpi della Pubblica amministrazione è: A competenza B territorialità C trasparenza D funzionalità 2. Il potere legislativo spetta: A solo alle Regioni B allo Stato e alle Regioni C solo allo Stato D alle Province 3. I membri del Consiglio comunale: A sono eletti direttamente dal popolo B sono nominati dal Sindaco C sono nominati dal Governo D sono eletti dal Parlamento 4. Il Sindaco delle Città metropolitane: A è eletto direttamente dal popolo B è il Sindaco del Comune capoluogo C è nominato dal Presidente della Regione D è nominato dal Governo

• Dividetevi in gruppi di 5 persone. • Consultando il sito ufficiale del Comune, cercate le informazioni che riguardano la vostra città e l’amministrazione comunale, distribuendo tra i gruppi i diversi argomenti. Per esempio: – – – –

la storia; le attività economiche della città; le istituzioni locali; le attività e i progetti di valorizzazione del territorio; – le attività culturali. • Raccogliete tutte le informazioni ottenute dai diversi gruppi e realizzate una brochure di presentazione della vostra città, corredata da foto, immagini, disegni, simboli. 175


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La cittadinanza digitale La “cittadinanza digitale” è un insieme di diritti doveri che attraverso strumenti come l’identità digitale, il domicilio digitale e la firma digitale, tende a semplificare i rapporti tra i cittadini, le imprese e la Pubblica Amministrazione. Questa complessa materia è disciplinata da una legge dello Stato (d.lgs. n. 217 del 13 dicembre 2017): il Codice dell’Amministrazione Digitale (CAD). Questa legge è frutto di una serie di modifiche che sono state in più volte apportate alla prima legge del 2005.

Identità digitale L’identità digitale è un insieme di caratteristiche essenziali e uniche che permettono di identificare un soggetto e gli consentono di accedere a tutti i servizi pubblici e a quelli di aziende private che accettano di utilizzare questo sistema di riconoscimento.

Domicilio digitale Il domicilio digitale è un indirizzo di posta elettronica certificata che può essere utilizzato per ricevere le comunicazioni da parte della Pubblica Amministrazione. Questo significa che il cittadino potrà avere la comunicazione delle tasse comunali da pagare oppure delle multe direttamente sul proprio domicilio digitale perché queste comunicazioni equivalgono a una comunicazione fatta con raccomandata con ricevuta di ritorno.

firma digitale La firma digitale è uno strumento che serve a garantire che un documento inviato o ricevuto in via telematica sia autentico. La firma digitale può essere ottenuta sia dalle persone fisiche, sia dalle persone giuridiche facendo richiesta a soggetti autorizzati (certificatori). Questi soggetti dopo aver verificato l’identità del soggetto richiedente rilasciano un codice (PIN identificativo) generato da due chiavi, una privata

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che resta a conoscenza solo del titolare e una pubblica che serve ai destinatari dei documenti per verificarne l’autenticità. La firma digitale dà validità legale al documento sottoscritto, pertanto il sottoscrittore non può più dire che quel documento non è stato sottoscritto da lui.


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LezIOne SPeCIALe

DIRITTO

Obiettivi e competenze digitali L’obiettivo primario della cittadinanza digitale è quello di un avvicinamento del cittadino alle attività della Pubblica Amministrazione rendendo più facili i loro rapporti e riducendo i tempi per ottenere i servizi. La sfida dello Stato è quindi quella di favorire, per tutti i cittadini, l’accesso ai servizi digitali perché è ormai opinione diffusa che uno dei motori che possono aumentare la competitività e la produttività del sistema Italia è rappresentato dalla digitalizzazione. Purtroppo molti cittadini non sono ancora in grado di essere cittadini digitali: è compito dello Stato rimuovere gli ostacoli che limitano questo processo attraverso la creazione di progetti che possano formare e informare tutti sulle potenzialità della cittadinanza digitale, soprattutto le fasce più deboli della popolazione. Il cittadino digitale deve possedere le competenze digitali, che non sono l’abilità di usare smartphone o tablet tipica dei ragazzi, ma sono le capacità che permettono di usufruire dei benefici della cittadinanza digitale. Questo significa che quando si utilizza la rete è necessario essere consapevoli che vivere in questo spazio virtuale comporta diritti e doveri. La rete può essere utilizzata solo per condividere i contenuti già presenti ma può anche ser vire per scrivere contenuti propri, commentare i contenuti lasciati da altri utenti, pubblicare le proprie foto, partecipare a gruppi di vario genere, dare giudizi su beni e servizi acquistati, quindi possiamo dire che la rete dà voce a tante persone. È per questo necessario che chi accede alla rete sia cosciente delle sue potenzialità e dei vantaggi che dalla rete

Flash Testlogico degli ultimi anni ha portpatroopleri nguenoveitori e a chi tecno sa rispetto ai Lo sviluppo na vita diver u re ve vi a i generazion uti. li ha preced rato digitale itale, immig ig d o iv at n ato di i sul signific • Informat itale. e tardivo dig

possono scaturire ma anche dei rischi che può comportare per gli utenti. È quindi dovere del cittadino digitale conoscere le norme che regolano le modalità di comunicazione nel web soprattutto in relazione al rispetto e alla protezione d’espressione degli altri utenti.

Flash Tesbtle ha teorizzato i 9 elementi della cittadinanza e Rib Il dottor Mik digitale.

uelli

mente q ca sintetica en el ed et a su Intern nificativi. breve ricerc enti più sig em • Fai una el li g o o te son che second

DOMANDE CHIAVE 1. Che cosa si intende con il termine “cittadinanza digitale”? 2. Qual è l’obiettivo primario della cittadinanza digitale? 3. Quali competenze deve avere il cittadino digitale?

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Il documento elettronico 1 Analogamente a quanto accade per un documento cartaceo (analogico), un documento elettronico viene sottoscritto con firma digitale, protocollato in archivio informatico e trasmesso con posta elettronica PEO (Posta Elettronica Ordinaria) o PEC (Posta Elettronica Certificata) a seconda che si voglia eseguire un invio mail di tipo ordinario o con ricevuta di ritorno.

1 2 3 4 5

il documento cartaceo viene sostituito dal documento elettronico

la firma autografa viene sostituita dalla firma digitale

il servizio di posta tradizionale ordinario viene sostituito dalla Posta Elettronica Ordinaria

il servizio di posta raccomandata A/R e il fax vengono sostituiti dalla Posta Elettronica Certificata

il tradizionale archivio cartaceo viene sostituito dall’archivio informatico

• Confronta due carte di identità, una cartacea e una elettronica, e individua dove si trova il numero del documento su entrambe le carte.

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diritto

2 In termini di efficienza il confronto tra la gestione analogica e quella digitale è facilmente intuibile.

CARTACEO I processi di gestione cartacea dei documenti sono caratterizzati da:

DIGITALE I processi di gestione digitale dei documenti sono caratterizzati da:

1

eccessiva onerosità

1

tempi di ricerca ridotti

2

difficoltà di condivisione e archiviazione

2

garanzia di trasparenza

3

mancanza di trasparenza

3

possibilità di condivisione

4

tempi di ricerca elevati

4

riduzione degli errori, smarrimenti e perdite

5

facilità di errori, smarrimenti, perdite

• Riassumi i vantaggi della gestione analogica dei documenti.

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Sintesi Quali sono gli organi costituzionali?

Gli organi costituzionali sono: il Parlamento, il Governo, la Magistratura, il Presidente della Repubblica e la Corte Costituzionale.

Che cos’è e come è composto il Parlamento?

Il Parlamento è l’organo a cui è affidato il potere legislativo. È composto da due Camere: la Camera dei deputati, che ha sede a Roma a Palazzo Montecitorio, e il Senato della Repubblica, che ha sede a Roma a Palazzo Madama. Le due Camere hanno gli stessi poteri e le stesse funzioni (bicameralismo perfetto) e rimangono in carica per 5 anni (legislatura).

Quali sono le funzioni del Parlamento?

– La funzione legislativa: al Parlamento è affidato il compito di emanare le leggi (leggi ordinarie e leggi costituzionali). – La funzione di indirizzo politico e di controllo: il Governo per poter svolgere la sua attività ha sempre bisogno della fiducia del Parlamento. – La funzione elettiva: il Parlamento riunito in seduta comune elegge altri organi dello Stato, tra cui il Presidente della Repubblica.

Che cos’è e come è composto il Governo?

Il Governo è l’organo posto alla guida del Paese e ad esso è affidato il potere esecutivo. È composto dal Presidente del Consiglio, dai ministri e dal Consiglio dei Ministri. Il Presidente del Consiglio e i singoli ministri sono nominati dal Presidente della Repubblica.

Quali funzione svolge il Governo?

– La funzione politica: stabilisce l’indirizzo politico generale in sintonia con il Parlamento. – La funzione esecutivo-amministrativa: mette in atto le leggi approvate dal Parlamento e dirige l’Amministrazione pubblica. – La funzione normativa: ha il potere di emanare norme giuridiche attraverso decreti legge, decreti legislativi e regolamenti.

Qual è il ruolo della Magistratura?

Che cos’è il CSM?

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La Magistratura, composta dai magistrati o giudici, è l’organo a cui è affidato il potere giudiziario, il cui fine è quello di garantire il rispetto della legge. L’attività esercitata dai giudici è detta funzione giurisdizionale e si svolge attraverso un processo, che si conclude con una sentenza. Il Consiglio Superiore della Magistratura (CSM) è l’organo che garantisce l’indipendenza della Magistratura dagli altri poteri dello Stato.


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LA PARTe II DeLLA COSTITUzIOne: L’ORDInAmenTO DeLLA RePUbbLICA

Qual è il ruolo del Presidente della Repubblica?

Che cos’è la Corte Costituzionale? Che cos’è la Pubblica amministrazione?

Che cosa sono le autonomie territoriali?

SInTeSI

DIRITTO

Il Presidente della Repubblica rappresenta l’unità nazionale e garantisce l’equilibrio tra i poteri dello Stato. Il Presidente della Repubblica è eletto dal Parlamento in seduta comune, integrato da tre rappresentanti di ogni Regione (uno per la Valle d’Aosta). Resta in carica 7 anni ed è rieleggibile. Il Presidente della Repubblica partecipa ai tre poteri dello Stato. La Corte Costituzionale è un organo previsto dalla Costituzione il cui compito è quello di garantire il rispetto della Costituzione. La Pubblica amministrazione (P.A.) è l’insieme degli enti, degli uffici e delle persone attraverso i quali lo Stato realizza i propri obiettivi. Svolge una funzione amministrativa e opera a livello statale e locale (Regione, Comune, Province, Città metropolitane). Le autonomie territoriali sono rappresentate dagli enti territoriali locali che hanno poteri e funzioni proprie: le Regioni, i Comuni, le Province e le Città metropolitane.

LE PAROLE DEL DIRITTO Deputato: è colui che è stato eletto dal popolo per rappresentarlo in Parlamento (alla Camera dei deputati).

Francese Inglese Spagnolo Tedesco

Député Deputy Diputado Abgeordneter

Legge: è l’atto giuridico emanato da organi ai quali la Costituzione ha affidato il potere legislativo (Parlamento e Consigli regionali).

Francese Inglese Spagnolo Tedesco

Loi Law Ley Gesetz

Fiducia: nel diritto indica la concordanza politica tra le Camere e il Governo, che si esprime con il “voto di fiducia”.

Francese Inglese Spagnolo Tedesco

Confiance Confidence Confianza Vertrauen

Giudice: è il magistrato a cui è affidata l’amministrazione della giustizia, che ha l’incarico di giudicare qualcuno o qualcosa secondo un codice di leggi scritte. Francese Inglese Spagnolo Tedesco

Juge Judge Juez Richter

Ministro: è un membro del Governo Processo: indica un procedimento che sta a capo di un Ministero. attraverso il quale un giudice imparziale accerta la verità e in base alle disposizioni della legge risolve una controversia. Francese Inglese Spagnolo Tedesco

Ministre Minister Ministro Minister

Francese Inglese Spagnolo Tedesco

Procès Process Proceso Prozess

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UdA 6

mappe di sintesi IL PARLAMENTO

organo bicamerale a cui è affidato il potere legislativo è composto da

CAMERA DEI DEPUTATI 630 deputati

SENATO DELLA REPUBBLICA 315 senatori + senatori a vita ha funzione

LEGISLATIVA emana leggi ordinarie e costituzionali

DI INDIRIZZO POLITICO E CONTROLLO controlla l’attività del Governo

ELETTIVA elegge altri organi dello Stato e il Presidente della Repubblica

IL GOVERNO

organo a guida del Paese, a cui è affidato il potere esecutivo è composto da

PRESIDENTE DEL CONSIGLIO coordina e rappresenta il Governo

MINISTRI partecipano alle decisioni del Governo e dirigono i ministeri

CONSIGLIO DEI MINISTRI stabilisce la politica e i programmi del Governo

ha funzione

POLITICA stabilisce gli obiettivi dello Stato

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ESECUTIVO-AMMINISTRATIVA attua le leggi e dirige la Pubblica amministrazione

NORMATIVA emana norme giuridiche (decreti legge, decreti legislativi, regolamenti e disegni di legge)


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LA PARTe II DeLLA COSTITUzIOne: L’ORDInAmenTO DeLLA RePUbbLICA

mAPPe DI SInTeSI

DIRITTO

LA MAGISTRATURA

organo composto da magistrati e giudici, a cui è affidato il potere giudiziario svolge FUNZIONE GIURISDIZIONALE decide le controversie e applica le sanzioni previste dalla legge caratterizzata da attraverso il INDIPENDENZA

CIVILE = tra due soggetti privati

IMPARZIALITÀ

PENALE = se è stato commesso un reato

PROCESSO garantite da

AMMINISTRATIVO = tra cittadini e P.A.

CSM = Consiglio Superiore della Magistratura

IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

è il capo dello Stato e rappresenta l’unità nazionale

è garante della Costituzione

partecipa ai tre poteri dello Stato: legislativo, esecutivo e giudiziario

non ha responsabilità politiche, ad eccezione di alto tradimento e attentato alla Costituzione

insieme alla CORTE COSTITUZIONALE

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UdA 6

LA PARTe II DeLLA COSTITUzIOne: L’ORDInAmenTO DeLLA RePUbbLICA

VERIFICA DI APPRENDIMENTO VERO O FALSO

Easy test COMPLETAMENTO 1. Completa le seguenti frasi utilizzando

i termini sotto elencati. Governo – Magistratura – Camere – Provincia – 7 – Comune – Consiglio – legislativo – processo – metropolitane – Giunta – civile – Presidente 1. Il Parlamento è un organo costituzionale a cui è affidato il potere ………………. . Esso è composto da due …………………. . 2. Il Presidente del Consiglio coordina e rappresenta il …………........………. . 3. La ………………………. esercita la funzione giurisdizionale. Essa si svolge attraverso un ………………………. che può essere ………………………. , penale e amministrativo. 4. Il Presidente della Repubblica è eletto dal Parlamento, deve avere almeno 50 anni e rimane in carica …………………. anni. 5. Gli enti territoriali locali sono: la Regione, la ………………………. , il ……………… e le Città ………………………. . 6. Gli organi della Regione sono: il ………… regionale, la ………………….....……. regionale e il ……………….......………. della Regione.

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1. Indica se le seguenti affermazioni sono vere (V) o false (F). 1. Il sistema politico italiano è definito presidenziale. 2. I componenti della Camera dei deputati sono 315 eletti direttamente dal popolo. 3. Il Parlamento occupa una posizione centrale tra gli altri organi dello Stato. 4. La legislatura indica l’insieme delle leggi vigenti in uno Stato. 5. Il Governo è posto al vertice dell’amministrazione statale e indirizza la vita politica del Paese. 6. Il Governo è composto dal Presidente della Repubblica, i Ministri e il Consiglio dei Ministri. 7. In un processo civile le parti sono l’attore e il convenuto. 8. In caso di impedimento temporaneo del Presidente della Repubblica, le sue funzioni sono esercitate dal Presidente della Camera. 9. Le sentenze della Corte Costituzionale possono essere impugnate davanti ad altri organi. 10. Lo statuto delle Regioni a statuto speciale è adottato con legge regionale.

DOMANDE A SCELTA MULTIPLA 2. Individua la risposta esatta. 1. Gli organi costituzionali sono così definiti perché: A hanno il potere di modificare la Costituzione B possono essere modificati con legge ordinaria C non possono essere modificati con legge costituzionale D sono previsti e regolati dalla Costituzione 2. Il Parlamento in seduta comune elegge: A il Presidente del Consiglio B il Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura C il Presidente della Camera D il Presidente della Repubblica

V

F

V

F

V

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V

F

V

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V

F

V

F

V

F

V

F


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VeRIfICA DI APPRenDImenTO

3. Gli atti del Governo che hanno valore di legge sono: A i decreti legge ed i decreti legislativi B i regolamenti C i decreti ministeriali D i regolamenti comunitari 4. Nel sistema politico italiano il Presidente della Repubblica è: A un organo posto al vertice dello Stato B il capo del Governo C l’organo a cui è affidato il potere legislativo D l’organo a cui è affidato il compito di garantire il rispetto della legge

UdA 6

DIRITTO

ESCLUSIONI 5. Individua all’interno di ciascuno dei seguenti gruppi di parole il termine estraneo. 1. Parlamento, funzione legislativa, funzione esecutiva, rapporto di fiducia 2. Governo, ministri, giudici, decreto legge 3. Funzione giurisdizionale, funzione politica, Magistratura, indipendenza e autonomia 4. Capo dello Stato, Presidente della Repubblica, nomina del Presidente del Consiglio, capo del Governo 5. Potestà legislativa, Comune, Sindaco, autonomie territoriali

COMPLETAMENTO 3. Completa le seguenti frasi inserendo i termini appropriati. 1. La ………………………………........….. Costituzionale è un organo di garanzia costituzionale che si pronuncia sulla ………………………………….. costituzionale delle leggi e degli atti aventi forza di ………………………………….. Se la sua sentenza dichiara l’incostituzionalità della legge, questa sarà ………………………………….. . 2. I ………………………………….. sono provvedimenti legislativi che il Governo emana in base ad una ……………… ricevuta dal Parlamento. 3. In senso soggettivo la “Pubblica amministrazione” indica tutti i ………………………………….. che svolgono una attività amministrativa per finalità di pubblico …………… .

DOMANDE A RISPOSTA APERTA 6. Rispondi in forma orale o scritta alle seguenti domande. 1. Quali sono le differenze tra Camera e Senato? 2. Quale rapporto intercorre tra il Parlamento e il Governo? 3. Qual è il procedimento di formazione delle leggi ordinarie? 4. Quali sono i princìpi costituzionali che regolano la funzione giurisdizionale? 5. Quali sono le funzioni che la Costituzione assegna al Presidente della Repubblica? 6. Quali sono le Regioni a statuto speciale e quali sono le differenze tra Regioni a statuto ordinario e speciale?

IMPARO AD IMPARARE

CORRISPONDENZE 4. Abbina ad ogni espressione della colonna di sinistra una espressione della colonna di destra, riportando i numeri negli appositi spazi. 1. Parlamento 2. 3. 4. 5. 6.

Corte Costituzionale Senatori a vita Giunta Presidente del Consiglio Regioni, Province, Comuni

7. Magistratura 8. Presidente del Senato

principio di decentramento e autonomia assessori capo del Governo funzione giurisdizionale sistema bicamerale

7. Riassumi in poche righe gli argomenti principali trattati in questa Unità, utilizzando le parole chiave suggerite. organi costituzionali – poteri legislativo, esecutivo e giudiziario – Presidente della Repubblica – organi garanti della Costituzione – Pubblica amministrazione – autonomie locali .......................................................................................... .......................................................................................... ..........................................................................................

DIZIONARIO DI DIRITTO costituzionalità delle leggi supplenza del Presidente della Repubblica ex Presidenti della Repubblica

8. Ricerca nell’Unità di apprendimento le parole nuove di cui non conoscevi il significato e sottolineale in rosso. Poi riportale su un quaderno-rubrica e scrivi il loro significato utilizzando tutto ciò di cui disponi: libro di testo, Internet, vocabolario, spiegazione del docente o altro.

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Unità di Apprendimento

7

L’ unione europea e Le organizzazioni internazionaLi Conoscenze

Abilità

n Le principali tappe storiche del processo di integrazione europea n Le istituzioni dell’Ue n Gli atti normativi dell’Ue n Il diritto internazionale e le organizzazioni internazionali n L’Onu: finalità, organi e competenze n La Nato e il Consiglio d’Europa n La Convenzione europea dei diritti dell’uomo (Cedu)

n Riconoscere l’importanza della cooperazione internazionale per il mantenimento della pace tra i popoli n Cogliere il fondamento costituzionale sulla cooperazione internazionale n Individuare le principali tappe storiche del processo di integrazione europea n Individuare la composizione e le funzioni dei principali organi dell’Ue

Lezione 1 Lezione 2

L’Unione europea Le organizzazioni internazionali

Lezione speciale

Il “Made in Italy”

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Competenze Collocare l’esperienza personale in un sistema di regole fondato sul reciproco riconoscimento dei diritti garantiti dalla Costituzione, a tutela della persona, della collettività e dell’ambiente


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DIRITTO

UNIONE EUROPEA

ORGANIZZAZIONI INTERNAZIONALI

storia

Onu

finalità

Nato

funzioni

Consiglio d’Europa

organi

atti normativi

Approfondimenti

Esercizi interattivi

Audio

Mappe modificabili

A

lla luce del dettato costituzionale, che agli articoli 10 e 11 promuove le organizzazioni dirette a garantire la pace e la sicurezza nel mondo, in questa Unità ci occuperemo dei rapporti internazionali tra i vari Stati e delle principali organizzazioni internazionali. Cominceremo dall’Unione europea, un’organizzazione sovranazionale che promuove l’integrazione politica, economica e sociale dei 28 Stati membri (compreso il Regno Unito che probabilmente uscirà nel 2019) e che nasce dalla volontà di costruire un’Europa unita, in cui

tutti i Paesi collaborano al mantenimento della pace e al progresso economico. Questa idea di Europa unita ha radici molto antiche ed ha percorso un lungo cammino di realizzazione, cominciato all’indomani della Seconda guerra mondiale e tuttora in corso. Ne conosceremo le principali tappe che hanno permesso un’integrazione progressiva dei vari Stati e un ampliamento sempre maggiore degli obiettivi, inizialmente solo economici e poi anche politici e sociali. Parleremo infine del diritto internazionale, di come ogni Stato rispetti le norme internazionali e limiti la propria sovranità in nome della solidarietà e collaborazione fra i popoli, e analizzeremo le principali organizzazioni internazionali (Onu, Nato, Consiglio d’Europa).

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LezIOne

1 L’unione europea

Ungheria Svezia

Austria

Belgio Bulgaria

Spagna

Cipro

Slovenia

Croazia

Slovacchia

Danimarca

Romania

Estonia

Repubblica Ceca

Finlandia

Regno Unito

Francia

Portogallo

Germania

Polonia Paesi Bassi Malta Lussemburgo

Grecia

Lituania

Irlanda Italia Lettonia

L’Unione europea, strumento di pace L’obiettivo di creare un’Europa unita nasce dal desiderio di far prevalere la pace sulla guerra. Un’idea già avanzata in seguito alla Prima guerra mondiale, ma perseguita concretamente dopo il tentativo fascista e nazista di dominare l’intera Europa, che aveva portato alla Seconda guerra mondiale e a oltre 50 milioni di morti. Dopo il degrado materiale e spirituale in cui si ritrovarono i Paesi coinvolti nel tragico conflitto, si affermò fra intellettuali, studiosi e politici la visione di un’Europa fondata sulla cooperazione fra i vari Stati, che avrebbero rinunciato gradualmente a parti della propria sovranità in nome di una solidarietà tra popoli che potesse garantire la pace e il progresso economico. Per il futuro e per le nuove generazioni non doveva più accadere che qualcuno (uno Stato, un gruppo politico o religioso), credendo nella propria superiorità, si sentisse autorizzato a scatenare guerre e attacchi alle minoranze. Si smetteva anche di pensare allo sviluppo e al futuro da una prospettiva di potenza militare, dichiarando, al contrario, che il lavoro era il principio fondamentale dello Stato. Le spese militari vennero quindi ridotte e lo sforzo degli Stati europei si concentrò sulla creazione di posti di lavoro e sullo sviluppo dell’economia.

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LezIOne 1

L’Unione europea

DIRITTO

La costruzione dell’Unione europea La strada scelta per arrivare alla costruzione dell’Europa unita è stata quella di una progressiva integrazione di specifici settori (industria, agricoltura, servizi), e il primo impegno fu amministrare insieme gli aiuti provenienti dagli Stati Uniti (Piano Marshall) per la ricostruzione dopo la Seconda guerra mondiale. Inizia da quella data (1948) la nascita di istituzioni europee indipendenti dagli Stati che nei decenni successivi hanno guidato con gradualità l’integrazione europea. La costituzione dell’Unione europea, così come la conosciamo noi, è avvenuta per tappe successive, cominciando dal Trattato di Parigi del 1951, che istituì la Comunità europea del carbone e dell’acciaio (Ceca). L’iniziativa portò 6 Paesi europei (Belgio, Francia, Germania occidentale, Italia, Lussemburgo e Paesi Bassi) ad accordarsi per la creazione di un sistema comune di produzione e scambio del carbone e dell’acciaio, due beni fondamentali per lo sviluppo industriale. Da questa iniziale Europa dei 6, fondata prevalentemente su una cooperazione di tipo economico, si è passati attraverso un processo durato circa settant’anni a una unificazione politica che ha abbracciato sempre più Paesi, fino a divenire nel 2013 l’ Europa dei 28. In mezzo, la data di nascita ufficiale dell’Unione europea con il Trattato di Maastricht (Olanda) del 1992, che poneva le basi per avviare un’unione monetaria, politica e sociale dei Paesi membri.

La cittadinanza europea

IO IL DIRITTO Che cos’è la Brexit? In seguito al referendum del 23 giugno 2016, il Governo britannico ha avviato i negoziati per l’uscita del Regno Unito dall’Unione europea (Brexit, da Britain exit) che si concluderanno probabilmente nel marzo del 2019. Da allora i Paesi membri dell’Unione europea saranno 27. • Che cosa succederà ai tanti cittadini dei 27 Stati membri dell’Ue che si trovano nel Regno Unito per motivi di lavoro o di studio? Ricerca informazioni a riguardo.

L’Unione europea (Ue) è un’organizzazione di carattere sovranazionale, che ha come obiettivo promuovere l’integrazione politica, economica e sociale tra gli Stati membri e garantire la libera circolazione delle persone, dei beni, dei servizi e dei capitali. L’integrazione europea è un processo tuttora in atto, che ha conosciuto fasi alterne in cui non sempre è prevalso l’interesse più ampio delle popolazioni europee. Per il momento, però, l’elemento più importante da considerare è che mai in

tutta la storia europea c’è stato un periodo così lungo di pace e di prosperità.

SVEZIA

FINLANDIA

MARE DEL NORD

ESTONIA DANIMARCA

IRLANDA

GRAN BRETAGNA

LETTONIA MAR BALTICO

LITUANIA

PAESI BASSI BELGIO

GERMANIA LUSSEMBURGO

OCEANO ATLANTICO

FRANCIA

LIECHTENSTEIN

ITALIA

PORTOGALLO ANDORRA

MONACO

POLONIA REP. CECA SLOVACCHIA

AUSTRIA UNGHERIA SLOVENIA CROAZIA

S. MARINO

ROMANIA MAR NERO BULGARIA

SPAGNA

GRECIA MAR MEDITERRANEO

Paesi dell’Ue

MALTA

CIPRO

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UdA 7

L’UnIOne eUROpeA e Le ORgAnIzzAzIOnI InTeRnAzIOnALI

Le principali tappe dell’integrazione europea 1951 Trattato di Parigi

1969 Nasce il Mec (Mercato europeo comune)

Istituzione della Comunità europea del carbone e dell’acciaio (Ceca): su iniziativa del ministro degli esteri francese Robert Schuman, furono 6 i Paesi firmatari (Belgio, Francia, Germania occidentale, Italia, Lussemburgo e Paesi Bassi) 1951

All’interno dei 6 Paesi firmatari dei Trattati di Roma vengono aboliti i dazi doganali interni e viene decisa l’applicazione di una tariffa comune sui prodotti importati dai Paesi terzi (esterni alla Comunità)

1957

1969

1960

1951

1957

1973

1970

1969

1980

1973

1973 Adesione alla Cee di Danimarca, Irlanda e Regno Unito

1957 Trattati di Roma I 6 Paesi firmano per l’istituzione della Comunità europea dell’energia atomica (Euratom) e della Comunità economica europea (Cee): entro 12 anni si sarebbe dovuto realizzare il mercato unico, ovvero il libero scambio di tutte le merci

190

1981

1981

1981 Adesione alla Cee della Grecia

1985 Accordo di Schengen abolizione delle frontiere interne dei 26 Paesi europei aderenti


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L’Unione europea

1992 Trattato di Maastricht

1992

di Cipro, Estonia, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia e Ungheria

2002 Entra in circolazione la moneta unica europea (monete e banconote in euro)

1995

1997

1990

2013 Adesioneall’Ue della Croazia: i Paesi membri dell’Ue diventano 28

2002 2001

2004

2007

2000

1992

1986 1985

DIRITTO

2004 Adesione all’Ue

(Olanda): nascita dell’Unione europea (12 Paesi membri). Viene avviata un’unione: – monetaria (realizzata in seguito con l’adozione dell’euro come moneta unica) – politica (attuazione di una politica estera comune, cooperazione nel campo della giustizia e degli affari interni, istituzione della cittadinanza europea) – sociale (politica comune di sviluppo dell’occupazione e di promozione dei diritti umani)

1985 1986

LezIOne 1

1995

1997

2016

2013

2016

2010

2001 2002

1986 Adesione alla Cee di Portogallo e Spagna Atto Unico Europeo: vengono ampliati i poteri della Comunità

2013

2004

2001 Carta dei diritti fondamentali dell’Ue Proclamata a Nizza, si fonda sul rispetto dei diritti umani e delle istituzioni democratiche

2007

2016 Referendum sulla permanenza del Regno Unito nell’Ue: la maggioranza degli elettori vota a favore dell’uscita dall’Unione europea (Brexit)

2007 Trattato di Lisbona rafforzamento dei princìpi democratici e del rispetto dei diritti umani dei cittadini dell’Ue Adesione all’Ue di Bulgaria e Romania

1997 Trattato di Amsterdam 1995 Adesione alla Ue di Austria, Finlandia e Svezia

Nuove disposizioni nelle politiche di libertà, sicurezza e giustizia

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UdA 7

L’UnIOne eUROpeA e Le ORgAnIzzAzIOnI InTeRnAzIOnALI

I principali organi dell’Unione europea I principali organi che realizzano in concreto gli obiettivi e le finalità dell’Unione europea sono: il Parlamento europeo, il Consiglio europeo, il Consiglio dell’Unione europea, la Commissione europea e la Corte di giustizia dell’Unione europea. PARLAMENTO EUROPEO È composto da 751 membri (750 eurodeputati, più il Presidente) ed ha sede a Strasburgo, in Francia. Viene eletto a suffragio universale dai cittadini degli Stati membri e dura in carica 5 anni. Il numero dei deputati eletti da ogni Stato membro è proporzionale alla popolazione, anche se si parla di “proporzionalità digressiva”, dal momento che per i Paesi con una popolazione minore il rapporto tra numero dei cittadini ed eletti è minore rispetto a quelli con una popolazione maggiore. Le sue principali funzioni sono: • •

funzione legislativa, che condivide con il Consiglio dell’Unione europea; funzione di controllo sul bilancio annuale e su tutte le istituzioni dell’Ue.

CONSIGLIO EUROPEO È composto da tutti i Capi di Stato o di Governo dei Paesi membri ed ha sede a Bruxelles, in Belgio. È l’organo che delinea l’orientamento politico generale dell’Ue e ne definisce la politica estera di sicurezza. Normalmente si riunisce quattro volte l’anno (ogni tre mesi). CONSIGLIO DELL’UNIONE EUROPEA Viene chiamato anche Consiglio dei Ministri ed ha sede a Bruxelles. È composto dai ministri competenti nella materia da trattare: ogni Stato invia un proprio ministro a seconda dell’argomento (per esempio, se si tratta di sanità il Consiglio sarà composto da tutti i Ministri della Sanità dei vari Governi dell’Ue). Il Consiglio dei Ministri è l’organo decisionale dell’Ue a cui sono attribuiti i maggiori poteri:

Emiciclo del Parlamento europeo di Strasburgo.

192

• elabora la politica estera e di sicurezza dell’Ue; • firma gli accordi tra l’Ue e gli altri Paesi e le altre organizzazioni internazionali; • insieme al Parlamento europeo, svolge la funzione legislativa e di controllo.


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L’Unione europea

COMMISSIONE EUROPEA È composta dal Presidente e da un commissario per ogni Stato membro, ed ha sede a Bruxelles. Se non riceve mozioni di censura da parte del Parlamento europeo, rimane in carica 5 anni (come il Parlamento europeo) e si rinnova in occasione delle nuove elezioni parlamentari. La Commissione è l’organo esecutivo dell’Unione e ha il compito di dare attuazione alle decisioni del Parlamento e del Consiglio dell’Unione europea. In particolare: • propone al Parlamento europeo e al Consiglio dell’Unione europea gli atti legislativi da adottare; • prepara e gestisce il bilancio dell’Ue; • vigila insieme alla Corte di giustizia sul rispetto dei trattati e delle norme comunitarie da parte degli Stati membri; • rappresenta l’Ue a livello internazionale.

LezIOne 1

DIRITTO

IO E IL DIRITTO Che cosa simboleggia la bandiera europea? Il cerchio di 12 stelle dorate su sfondo blu rappresenta gli ideali di unità, solidarietà e armonia tra i popoli d’Europa. Il numero di stelle non dipende dal numero dei Paesi membri. • Ricostruisci la storia della bandiera dell’Ue.

CORTE DI GIUSTIZIA DELL’UNIONE EUROPEA Ha sede in Lussemburgo ed è composta da 28 giudici (uno per ogni Stato) e da 11 avvocati generali. I giudici e gli avvocati generali sono nominati dai governi nazionali, per un mandato rinnovabile di 6 anni. La Corte di giustizia è l’organo giurisdizionale dell’Ue a cui è affidato il compito di interpretare le norme dell’Ue per garantirne l’applicazione uniforme in tutti gli Stati membri ed assicurarne il rispetto da parte dei Paesi e delle istituzioni dell’Ue. La Corte inoltre si occupa di giudicare sulle controversie che sorgono tra i Governi nazionali e le istituzioni europee.

Il diritto dell’Unione europea Il diritto dell’Unione europea comprende tutti i trattati e le norme che regolano l’organizzazione e il funzionamento dell’Unione europea. Il diritto europeo si distingue in diritto europeo primario, che riguarda i trattati contenenti le norme fondamentali per tutte le azioni dell’Ue, e diritto europeo derivato, che comprende tutti gli atti normativi emanati dall’Ue sulla base delle competenze e dei princìpi fissati nei trattati. Gli atti normativi emanati dall’Unione europea si distinguono a loro volta in vincolanti, cioè obbligatori per tutti gli Stati membri (come i regolamenti, le direttive e le decisioni), e non vincolanti, come le raccomandazioni ed i pareri. • I regolamenti sono le fonti principali del diritto europeo, direttamente obbligatori nei Paesi membri e con efficacia generale. Sono chiamati anche leggi europee in quanto, una volta approvati, vengono applicati direttamente in ogni Stato e hanno prevalenza sulle leggi dello Stato membro. Questo significa che nell’ipotesi in cui regolamento europeo e legge nazionale siano in contrasto, il giudice deve applicare il regolamento.

193


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UdA 7

L’UnIOne eUROpeA e Le ORgAnIzzAzIOnI InTeRnAzIOnALI

• Le direttive sono atti normativi che non hanno immediata efficacia negli Stati membri, ma hanno bisogno di atto normativo nazionale che li recepisca. Vincolano gli Stati membri in merito al risultato da raggiungere, ma lasciano loro la libertà nella scelta della forma e dei mezzi da utilizzare. Le direttive rappresentano soprattutto strumenti per uniformare le legislazioni nazionali.

ATTI NORMATIVI DELL’UNIONE EUROPEA

atti vincolanti

atti non vincolanti

regolamenti

raccomandazioni

direttive

pareri

• Le decisioni sono atti obbligatori in tutti i loro elementi ma normalmente non hanno portata generale, in quanto spesso si rivolgono a uno o più destinatari determinati (singoli Stati membri o singole categorie di individui), nel qual caso sono obbligatorie soltanto nei confronti di questi. • Le raccomandazioni sono atti giuridicamente non vincolanti e consistono in esortazioni dirette ai singoli Stati per indurli a tenere determinati comportamenti. • I pareri sono atti giuridicamente non vincolanti ed esprimono il punto di vista dell’Ue in merito a determinate questioni (emessi prevalentemente dalla Commissione, sono tenuti in considerazione dalla Corte di Giustizia nell’interpretazione delle norme dell’Unione).

decisioni

CONOSCENZE ALLA PROVA Verifica le tue conoscenze e abilità

Attiva le tue competenze

Completamento Individua il termine descritto nelle frasi.

Ricerca in Internet

1. È il trattato con cui viene istituita la Comunità europea del carbone e dell’acciaio: ……………………..……… . 2. È l’organo dell’Unione europea con cui il Parlamento europeo condivide il potere legislativo: ………….....…… . 3. È l’organo dell’Unione europea rappresentativo dei cittadini europei: ………………………...............…… . 4. È l’organo dell’Ue che propone al Parlamento europeo e al Consiglio dell’Unione europea gli atti legislativi da adottare: …………………………… . 5. È il diritto europeo che fa riferimento agli atti normativi emanati dagli organi dell’Ue: …………………………… . 6. È un atto normativo dell’Ue che per diventare attuativo ha bisogno di essere recepito da un atto normativo nazionale: ………………............…………… .

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Il 3 agosto 2017 è entrata in vigore la legge n. 123 sugli shoppers di plastica leggeri, che recepisce la direttiva europea 2015/720/Ue. • Svolgi una breve ricerca in Internet che spieghi che cosa ha comportato per i cittadini italiani il recepimento della direttiva europea.


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L’Unione europea

LezIOne 1

DIRITTO

CHE COS’È? LA CARTA DeI DIRITTI fOnDAmenTALI DeLL’UnIOne eUROpeA

N

el 1999 il Consiglio europeo ha espresso l’importanza di redigere un documento scritto che rispecchiasse i valori condivisi dall’Unione europea e che gli Stati membri e le istituzioni si sarebbero impegnati a rispettare. La Carta è stata proclamata ufficialmente dal Parlamento, dal Consiglio e dalla Commissione europei a Nizza il 7 dicembre 2000 (per questo è chiamata anche Carta di Nizza), ed è poi diventata giuridicamente vincolante nell’Ue con il Trattato di Lisbona (2007).

Un patrimonio spirituale e morale La Carta dei diritti fondamentali si apre con un preambolo introduttivo, che riporta i valori “indivisibili e universali” (dignità umana, libertà, uguaglianza e solidarietà) basati sui princìpi di democrazia e stato di diritto. Ad esso seguono 54 articoli, suddivisi in 7 capitoli: 1. Dignità (artt. 1-5): viene riconosciuto il valore della vita e dell’integrità fisica e psichica di ogni persona; si impone il divieto della tortura, delle pene inumane o degradanti

per l’essere umano, della schiavitù, del lavoro forzato e della clonazione degli esseri umani per fini riproduttivi. 2. Libertà (artt. 6-19): il capitolo è dedicato alle libertà: personale, privata e familiare, di pensiero, coscienza o religione, di espressione e informazione, di riunione e associazione, delle arti e delle scienze. A queste libertà si aggiungono i diritti all’istruzione, alla formazione professionale e al lavoro. È garantito inoltre il diritto d’asilo. 3. Uguaglianza (artt. 20-26): si afferma l’uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge e viene vietata ogni forma di discriminazione, nel rispetto delle diversità culturali, religiose e linguistiche. Si afferma, inoltre, la parità del trattamento tra uomini e donne e l’importanza della tutela degli anziani, dei bambini e dei disabili. 4. Solidarietà (artt. 27-38): vengono riconosciuti i diritti dei lavoratori (di informazione, di azioni collettive e di sciopero, di condizioni di lavoro giuste ed eque). Viene proibito il lavoro minorile e si riconosce il diritto di protezione dei giovani sul luogo di lavoro, di assistenza sociale e di tutela della salute. 5. Cittadinanza (artt. 39-46): si afferma che ogni cittadino può votare ed essere eletto al Parlamento europeo e può circolare e soggiornare liberamente negli Stati membri. 6. Giustizia (artt. 47-50): il capitolo stabilisce il diritto a un giudice imparziale e afferma il principio di presunzione d’innocenza e di proporzionalità dei reati e delle pene, nonché il diritto a non essere processato più volte per lo stesso reato. 7. Disposizioni generali (artt. 51-54): l’ultima parte contiene disposizioni relative all’applicazione e all’interpretazione dei diritti garantiti dalla Carta.

DOMANDE CHIAVE 1. Quale finalità ha la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea? 2. Quali sono i valori universali e imprescindibili sui quali sono basati tutti gli articoli?

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LezIOne

2 Le organizzazioni internazionali LE PRINCIPALI ORGANIZZAZIONI INTERNAZIONALI

Onu

Nato

Consiglio d’Europa

Il diritto internazionale Le relazioni tra i vari Stati e la volontà di cooperare per garantire lo sviluppo, il benessere e la pace nel mondo hanno reso necessario con il tempo creare delle regole di condotta per disciplinare i reciproci rapporti. Il diritto internazionale è il complesso di norme che regolano i rapporti economici, politici e sociali tra gli Stati. Le norme del diritto internazionale traggono origine da: • consuetudini internazionali, ossia norme non scritte derivate da comportamenti che si ripetono nel tempo perché considerati obbligatori. È una consuetudine internazionale, per esempio, quella che stabilisce che il mare territoriale comprende la fascia di mare fissata a 12 miglia dalla costa; • trattati internazionali, ossia gli accordi che due o più Stati stipulano tra loro per regolare situazioni di interesse comune. Firmando questi trattati, i Paesi che hanno partecipato all’accordo riconoscono specifici obblighi e diritti. La formazione dei trattati internazionali segue un procedimento abbastanza complesso. Dopo la fase della negoziazione, durante la quale gli Stati svolgono le trattative, si passa alla redazione del testo del trattato e poi alla firma da parte dei rappresentanti degli Stati aderenti. Il trattato diventa vincolante per i singoli Paesi dopo essere stato ratificato dagli organi preposti, secondo il diritto interno di ogni Stato.

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Le organizzazioni internazionali

LezIOne 2

DIRITTO

L’Italia nella società internazionale La Costituzione italiana contiene alcuni articoli riguardanti i rapporti internazionali che il nostro Paese mantiene con altri Stati. Nei Principi fondamentali, già esaminati, l’articolo 10 dispone che l’ordinamento giuridico italiano si uniformi alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute. L’articolo 11 inoltre promuove le organizzazioni internazionali dirette a garantire la pace e la giustizia tra i popoli. Nella Parte II dedicata all’ordinamento della Repubblica, invece, l’articolo 87 dispone che sia il Presidente della Repubblica colui che “ratifica i trattati internazionali, previa, quando occorre, autorizzazione delle Camere”.

Che cosa sono le organizzazioni internazionali Le organizzazioni internazionali sono organismi istituiti da trattati internazionali per promuovere la cooperazione tra gli Stati e mantenere la pace nel mondo. Nei trattati istitutivi vengono definiti gli scopi (politici, militari, umanitari), gli organi e le competenze dell’organizzazione. A differenza dell’Unione europea che ha carattere sovranazionale, le organizzazioni internazionali non hanno il potere di emanare atti direttamente vincolanti nei Paesi aderenti, ma generalmente promuovono progetti di convenzioni internazionali, che gli Stati membri possono o meno ratificare, e raccomandazioni che non hanno natura vincolante.

Amnesty International

Il Palazzo di vetro, sede Onu, a New York.

L’Organizzazione delle nazioni Unite (Onu) Nel panorama delle diverse organizzazioni internazionali l’Onu occupa una posizione centrale, sia perché ne fanno parte quasi tutti gli Stati del mondo sia per i suoi numerosi e importanti fini. L’Onu, con sede a New York nel famoso “Palazzo di vetro”, fu fondata nel 1945 subito dopo la fine della Seconda guerra mondiale per iniziativa dei Paesi vincitori del conflitto: Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Unione Sovietica e Cina. La Carta delle Nazioni Unite, statuto con il quale furono definiti gli scopi, la struttura e gli organi dell’Onu, venne sottoscritta da 50 Stati il 26 giugno del 1945 ed entrò in vigore il 24 ottobre dello stesso anno. Attualmente aderiscono all’Onu 193 Paesi che rappresentano la quasi totalità degli Stati del mondo. L’Organizzazione delle Nazioni Unite (Onu) è la principale organizzazione internazionale finalizzata a mantenere la pace e la sicurezza nel mondo senza ricorrere all’uso delle armi.

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UdA 7

L’UnIOne eUROpeA e Le ORgAnIzzAzIOnI InTeRnAzIOnALI

Secondo quanto previsto dallo statuto, gli Stati membri si impegnano a risolvere le controversie internazionali con mezzi pacifici ed evitare minacce verso gli altri Stati. Oltre a questo obiettivo prioritario, l’Onu svolge anche altre importanti funzioni dirette a sviluppare relazioni amichevoli fra le nazioni, favorire la cooperazione economica, sociale, culturale e umanitaria, promuovere il rispetto dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, coordinare le diverse iniziative nazionali promosse a tali scopi. Gli organi più importanti previsti dallo Statuto delle Nazioni Unite sono: ASSEMBLEA GENERALE Composta dai rappresentanti di tutti gli Stati membri, può essere considerata il “Parlamento delle Nazioni Unite”. Ogni Stato membro dispone di un voto (indipendentemente dalla sua grandezza) per esprimere le posizioni del proprio Governo. L’Assemblea generale è l’organo deliberativo dell’Onu e le sue decisioni più importanti, che riguardano la pace e la sicurezza internazionali o l’ammissione di nuovi Stati, vengono prese con una maggioranza dei due terzi dei membri presenti. Queste deliberazioni sono dette raccomandazioni e non sono vincolanti per i Governi, ma costituiscono una importante indicazione di quella che è l’opinione mondiale sulle questioni prese in esame. CONSIGLIO DI SICUREZZA È composto da un numero limitato di Stati: 5 membri permanenti (Stati Uniti, Russia, Cina, Gran Bretagna e Francia) e 10 membri non permanenti eletti ogni 2 anni dall’Assemblea generale. Il Consiglio di sicurezza è l’organo più importante dell’Onu ed ha il compito di adottare le misure necessarie per mantenere la pace e la sicurezza internazionale. Gli atti del Consiglio di sicurezza sono definiti risoluzioni e possono consistere in raccomandazioni non vincolanti per gli Stati membri, oppure in decisioni a carattere obbligatorio per gli Stati a cui si indirizzano. Le decisioni del Consiglio richiedono l’unanimità dei membri permanenti, i quali godono del diritto di veto (nessuna decisione può essere presa se anche uno solo dei membri permanenti è contrario). Il Consiglio può prendere misure contro uno Stato che rappresenti una minaccia per la pace applicando sanzioni economiche o inviando forze di pace.

IO E IL DIRITTO Chi sono i caschi blu? I cosiddetti “caschi blu” (chiamati così per il colore blu del casco) sono i soldati delle forze internazionali di pace dell’Onu. Queste forze di emergenza vengono impegnate in operazioni di peacekeeping, ovvero volte a mantenere la pace in aree del mondo sconvolte da guerre civili, ma possono intervenire solo con il consenso degli Stati in conflitto. • Informati su un recente impiego dei “caschi blu”.

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Le organizzazioni internazionali

LezIOne 2

DIRITTO

SEGRETARIO GENERALE È il più alto funzionario dell’Onu con compiti di rappresentanza e coordinamento dell’attività degli altri organi. È eletto dall’Assemblea generale e dura in carica 5 anni. Ha la facoltà di segnalare al Consiglio di sicurezza situazioni che possano minacciare la pace e la sicurezza nel mondo. CORTE INTERNAZIONALE DI GIUSTIZIA Ha sede a L’Aia in Olanda ed è composta da 15 giudici eletti dall’Assemblea generale e dal Consiglio di sicurezza, che restano in carica per 9 anni. La Corte ha la funzione di decidere sulle controversie fra gli Stati e fornire pareri e consulenze agli altri organi delle Nazioni Unite.

Le agenzie specializzate dell’Onu Per realizzare le sue molteplici finalità, l’Onu si avvale di vari organismi e agenzie specializzate, che pur non appartenendo all’Onu si occupano di particolari settori (come la salute o l’infanzia) in cui è prioritaria la collaborazione internazionale per garantire condizioni migliori di vita a tutti i Paesi del mondo. Le principali agenzie sono: • l’Unicef (United Nations International Children’s Emergency Fund – Fondo internazionale delle Nazioni Unite per l’infanzia), che sostiene lo sviluppo e la tutela dei minori nel mondo; • la Fao (Food and Agriculture Organization – Organizzazione per l’alimentazione e l’agricoltura) che lotta per sconfiggere la fame nel mondo; • l’Unesco (United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization – Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura), che promuove lo sviluppo culturale e la protezione del patrimonio naturale e culturale del pianeta; • la Who (World Health Organization – Organizzazione mondiale della sanità) che si occupa della salute nel mondo; • l’Ilo (International Labour Organization – Organizzazione internazionale del lavoro) diretta a migliorare le condizioni di tutti i lavoratori del mondo.

La nato La Nato (North Atlantic Treaty Organization – Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del Nord) è un organismo internazionale politico-militare di difesa collettiva che ha lo scopo di garantire la sicurezza degli Stati membri e proteggerli in caso di aggressione esterna. Istituita nel 1949 con il Patto Atlantico stipulato tra Stati Uniti e alcuni Paesi dell’Europa occidentale, la Nato era stata fondata allo scopo di difendere gli Stati Uniti e l’Europa occidentale da eventuali attacchi bellici dell’Unione Sovietica e dei Paesi ad essa alleati. Dopo il crollo del muro di Berlino e la dissoluzione del Patto di Varsavia, la Nato ha modificato le sue finalità iniziali diventando un organismo di pace e di difesa delle libertà in tutti i Paesi che ne fanno parte (attualmente 29). L’organo di vertice della Nato è il Consiglio atlantico, composto dai rappresentanti degli Stati membri e presieduto da un Segretario generale.

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L’UnIOne eUROpeA e Le ORgAnIzzAzIOnI InTeRnAzIOnALI

Il Consiglio d’europa Il Consiglio d’Europa è un’organizzazione internazionale istituita con l’obiettivo di garantire l’osservanza e la realizzazione di tre princìpi fondamentali: la protezione dei diritti umani, la tutela della democrazia e il rispetto dello stato di diritto. Da non confondere con il Consiglio europeo (organo dell’Ue), il Consiglio d’Europa è stato istituito il 5 maggio 1949 con il Trattato di Londra ed attualmente comprende 47 Stati, ossia la quasi totalità dei Paesi del continente europeo. Ha sede a Strasburgo, in Francia, ed i suoi principali organi sono: l’Assemblea parlamentare, che esprime pareri e raccomandazioni al Comitato dei ministri; il Comitato dei ministri, composto dai Ministri degli Affari esteri di tutti gli Stati membri; il Segretario generale, che svolge funzioni d’indirizzo. Tra le convenzioni del Consiglio d’Europa è di particolare rilievo la Convenzione europea dei diritti dell’uomo, firmata a Roma il 4 novembre 1950, uno dei più importanti trattati diretti a tutelare i diritti umani e le libertà fondamentali. Per assicurare il rispetto di tali diritti, negli Stati membri è stato istituita la Corte Europea dei diritti dell’uomo, organo giurisdizionale con sede a Strasburgo (chiamata anche Corte di Strasburgo).

CONOSCENZE ALLA PROVA Verifica le tue conoscenze e abilità

Attiva le tue competenze

Domande a scelta multipla Individua la risposta esatta.

Cooperative Learning: in gruppo

1. Le organizzazioni internazionali sono istituite da: A regolamenti dell’Ue B raccomandazioni dell’Onu C trattati internazionali D direttive europee 2. Le decisioni del Consiglio di sicurezza dell’Onu sono prese con i voti favorevoli di: A almeno 4 membri permanenti B tutti i membri permanenti C almeno 3 membri permanenti D almeno 2 membri permanenti 3. Il Consiglio d’Europa rappresenta: A un’organizzazione internazionale B un organo dell’Ue C un organo dell’Onu D un’organizzazione sovranazionale

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• Dividetevi in gruppi di massimo 5 persone. • Ogni gruppo ha il compito di cercare in Internet informazioni che riguardano le finalità che si prefigge l’Unesco e le tipologie di beni che possono essere iscritti nella lista del Patrimonio Mondiale Unesco. • Successivamente ogni gruppo realizzerà un cartellone o una presentazione al computer scegliendo due beni iscritti nella lista del Patrimonio Mondiale Unesco appartenenti a diverse tipologie. • A conclusione ogni gruppo presenterà il proprio lavoro ai compagni di classe.


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Le organizzazioni internazionali

lezione 2

diritto

CHE COS’È? l’omc, organizzazione mondiale del commercio

L’

Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC), meglio conosciuta come WTO (World Trade Organization) con sede a Ginevra (Svizzera), è un organismo sovranazionale a cui aderiscono più di 160 Paesi (ad oggi 164) del mondo, agisce con lo scopo di garantire che le operazioni di commercio internazionale siano fondate su un insieme di regole. L’Organizzazione Mondiale del Commercio è un organismo giovane perché è stato istituito nel 1995 anche se già dal 1947 esisteva il GATT (General Agreement on Tarifs and Trade), un accordo generale sulle tariffe e sul commercio. Il GATT era nato per ridurre i dazi doganali e tutte le barriere commerciali che limitavano gli scambi. Possiamo dire che l’OMC ha sostituito il GATT, anche se l’ambito di competenza dell’OMC è molto più ampio di quello del GATT perché oltre a comprendere gli accordi sui beni commerciali, comprende anche accordi sui servizi e sulle proprietà intellettuali.

sere penalizzati dall’introduzione o dalla eliminazione delle barriere stesse (dazi doganali). È compito dell’OMC, inoltre, redimere le controversie che nascono tra i Paesi aderenti, a seguito di comportamenti e azioni non condivise come, per esempio, l’introduzione da parte di uno o più Stati, di dazi su merci provenienti da un altro Stato.

Struttura e finalità L’importanza economica e sociale dell’OMC I membri dell’Organizzazione Mondiale del Commercio rappresentano il 98% del commercio internazionale e questo può spiegare l’importanza di questo organismo. La struttura organizzativa dell’OMC, vede al vertice la Conferenza Ministeriale a cui partecipano i rappresentanti di tutti i Paesi aderenti. Essa si riunisce ogni due anni per prendere decisioni sugli accordi internazionali che sono stati presi da alcuni Paesi membri. Nel periodo che intercorre tra le riunioni della Conferenza ministeriale, le sue funzioni sono esercitate dal Consiglio Generale. L’OMC ha inoltre un Presidente, eletto dai membri della Conferenza ministeriale, che sovraintende le decisioni prese dagli altri organi e può promuovere e favorire, con il suo operato, anche altri accordi. Le funzioni svolte dall’OMC sono di diversa tipologia. Innanzitutto è suo compito quello di discutere tutte le norme relative al commercio internazionale, sia le norme di recente emanazione sia quelle già esistenti. Altro compito non meno importante è quello di favorire il commercio internazionale attraverso la riduzione o l’eliminazione delle barriere doganali e quindi attraverso la tutela del libero scambio. In questa attività, l’OMC deve però cercare di salvaguardare gli interessi dei più deboli, cioè di quei Paesi, soprattutto quelli in via di sviluppo, che potrebbero es-

L’OMC nello svolgimento delle attività che le competono deve soddisfare le aspettative di tutti i Paesi aderenti che si trovano, però, in condizioni economiche e sociali molto diverse. Ci sono i Paesi in via di sviluppo che vedono nella tutela dei loro commerci e negli aiuti internazionali, l’unica via per migliorare il proprio stato e quello dei propri cittadini. Ci sono i cosiddetti Paesi emergenti che vogliono attraverso i loro prodotti a basso costo conquistare il ruolo di primo piano nell’economia mondiale e ci sono i Paesi sviluppati che vogliono difendere in tutti i modi la posizione di vantaggio conquistata negli anni. È però proprio in questo scenario così complesso che è indispensabile impegnarsi per favorire la crescita economica di tutti i Paesi in modo equilibrato e inclusivo.

DOMANDE CHIAVE 1. Da chi è composta l’OMC e dove ha sede? 2. Quali sono le principali attività dell’OMC? 3. Che cosa chiedono i Paesi emergenti e quelli in via di sviluppo?

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Il “Made in Italy” Che cos’è il marchio “Made in Italy” Il marchio “Made in Italy” è oggi sinonimo di eccellenza italiana non solo nel nostro Paese ma in tutto il mondo. Le eccellenze del Made in Italy spaziano in tutti i settori: dal turismo alla cultura, dall’arte all’agroalimentare, dalla moda ai beni di consumo. Queste eccellenze rappresentano il motore della crescita economica del nostro Paese. Ma che cosa si nasconde dietro il Made in Italy? Dietro questo prestigioso marchio si trovano artigiani, piccole imprese ma anche medie e grandi imprese che operano da nord a sud della penisola, tutti i soggetti coinvolti sono comunque in grado di offrire ai consumatori italiani e stranieri prodotti di design e di altissima qualità, realizzati con tecniche innovative ma sempre nel rispetto della tradizione. Il marchio Made in Italy è stato inizialmente utilizzato, intorno agli anni Sessanta, in alcuni Paesi europei (Germania, Francia e Gran Bretagna) per tutelare e proteggere le produzioni nazionali di questi Paesi, era cioè un invito a non acquistare prodotti che provenivano dall’Italia. Le aziende italiane, con il passare del tempo, hanno trasformato, con la loro abilità, questo marchio in simbolo di qualità che esprime la creatività e le alte capacità produttive degli italiani.

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I prodotti “real luxury” Il Made in Italy è al vertice delle classifiche delle preferenze dei consumatori di tutto il mondo e in particolare i prodotti “real luxury” cioè prodotti che sono accessibili a poche persone perché molto costosi ed esclusivi e che si caratterizzano per eleganza e raffinatezza. I settori in cui i marchi italiani del lusso emergono sono molti: moda, turismo, enogastronomia, arredamento, meccanica di precisione e molti altri. Alla moda italiana, intesa come abbigliamento e accessori, è riconosciuto un altissimo valore in termini di qualità e di originalità. Gli abiti, le scarpe, gli occhiali, gli orologi e i gioielli dell’Italian luxury sono indossati e apprezzati dai consumatori di tutti i Paesi europei ed extraeuropei. Anche il turismo del real luxury è particolarmente fiorente in Italia e rappresenta circa il 4% di tutto il comparto turistico. La rivista americana “Forbes traveler” nel 2017 ha inserito 29 alberghi italiani tra i 400 alberghi più belli del mondo e ha selezionato al primo posto l’Hotel “Villa d’Este” di Cernobbio sul lago di Como. Altro settore del lusso in cui emergono le imprese italiane è l’enogastronomia. Imprese che offrono prodotti esclusivi e non facilmente reperibili altrove e inimitabili. Nel nostro Paese ci sono, ad oggi, ben 299 prodotti che hanno un’indicazione


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LezIone speCIaLe

dIrItto

di origine controllata, per esempio il Parmigiano Reggiano, e anche per il 2017 al vertice della classifica dei “The World’s 50 best Restaurant 2017” c’è un ristorante italiano “Osteria Francescana” di Modena dello chef Massimo Bottura.

Il marchio “Made in Italy” nel mondo Il marchio Made in Italy è nel mondo il terzo brand conosciuto dai consumatori, questo significa che ci sono ottime opportunità per i nostri prodotti e per le nostre aziende. È, però necessario, affrontare i mercati internazionali con maggiore consapevolezza per ottenere questo risultato. Innanzitutto si deve comprendere che se Made in Italy è sinonimo di alta qualità, le aziende devono creare prodotti che rispecchino questa caratteristica, lasciando che siano i produttori di altri Paesi a creare prodotti di largo consumo a basso costo. Per i produttori italiani qualità, non significa solo produrre beni belli e buoni, ma significa anche rispettare i valori di sostenibilità dell’ambiente, rispettare i diritti dei lavoratori e rispettare i diritti dei consumatori.

Inoltre un punto debole delle nostre aziende, molte delle quali medio-piccole, è quello di essere poco attive nell’ecommerce che oggi rappresenta il più grande mercato globale. Sviluppare l’e-commerce permetterebbe ai consumatori di tutto il mondo di acquistare prodotti Made in Italy non contraffatti e di far crescere le nostre imprese.

Contraffazione ed e-commerce Altro aspetto importante per il Made in Italy è quello di contrastare la contraffazione, è vero che i nostri prodotti sono copiati perché sono prodotti di successo ma la contraffazione crea molti danni alle nostre aziende.

Flash Testne europea per la proprietà inte8,6lletmtuilaliaerd(Ei dUiIPeuOro) di ha

a l’Unio venduti circ a 53.000 L’Ufficio del o vengono d n o erdita di circ m p el te n e en u ch g to se la n o co calc fatti con iani contraf prodotti ital ro. posti di lavo no i settori are quali so u id y iv d in rca per Made in Ital rodotti del na breve rice p u i i o lg o an tr Sv n • nce ei quali si co economici n contraffatti.

DOMANDE CHIAVE 1. Quando è nato il marchio Made in Italy e con quale scopo? 2. Che cosa sono i prodotti del “real luxury”? 3. Le aziende italiane sono molto presenti nell’e-commerce?

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Sistemi di qualità internazionali MARCHIO EUROPEO DEL TURISMO DI QUALITÀ 1 ITER NORMATIVO Commissione europea: nel 2010 con una comunicazione al Parlamento europeo propone la creazione di un marchio europeo del turismo di qualità con l’obiettivo di promuovere la competitività delle imprese turistiche e offrire un servizio di informazione ai clienti.

Parlamento europeo: nel 2011 appoggia l’iniziativa con una risoluzione che indica la necessità di individuare i criteri comuni minimi di qualità. Consiglio dei Ministri europeo: con la raccomandazione del 2014 individua i seguenti princìpi non vincolanti:

Garantire l’esperienza professionale e la formazione di tutti i lavoratori attraverso l’organizzazione di corsi per i dipendenti

Assicurare la soddisfazione e la fiducia dei consumatori, rispondendo in maniera tempestiva ai reclami dei clienti

Documentare i servizi di pulizia e di manutenzione degli impianti, degli immobili e delle attrezzature

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• Ci dovrebbe essere a tuo avviso qualche altro principio su cui basare una valutazione di qualità?


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TeRRITORIO e Società

DIRITTO

CERTIFICAZIONI EUROPEE DEI PRODOTTI ALIMENTARI 2 L’Unione europea ha riconosciuto che l’origine geografica condiziona la qualità di un prodotto alimentare e per tutelare queste caratteristiche ha creato alcuni marchi di qualità legati all’origine territoriale, al luogo di lavorazione e alle tecniche di produzione. 1. BIO – Marchio Biologico Riconoscimento europeo per i prodotti alimentari provenienti da agricoltura biologica controllata, ovvero da produzioni che rispettano l’ambiente e il benessere degli alimenti.

Fornire ai consumatori informazioni sulle consuetudini, le tradizioni, i servizi ed i prodotti della località di appartenenza e sul patrimonio artistico

2. DOP – Denominazione di Origine Protetta Marchio concesso ai prodotti agroalimentari le cui caratteristiche di qualità dipendono dal territorio in cui sono prodotti. Tutte le materie prime e le fasi di lavorazione del prodotto devono avvenire nell’area geografica indicata. 3. IGP – Indicazione Geografica Protetta Marchio attribuito ai prodotti agroalimentari che possiedono una o alcune caratteristiche determinate dall’origine geografica. Almeno una delle fasi produttive deve avvenire nell’area geografica determinata, ma non necessariamente tutte.

Accertarsi che le nozioni siano corrette, affidabili, chiare ed accessibili almeno nella lingua straniera più diffusa

4. STG – Specialità Tradizionale Garantita Marchio che valorizza una composizione tradizionale del prodotto o un metodo di produzione tradizionale. I prodotti STG non sono necessariamente ottenuti all’interno dell’area indicata. • Per ciascuno dei marchi europei sopra riportati ricerca uno o più alimenti italiani che hanno ottenuto queste certificazioni.

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sintesi Che cos’è l’Ue?

Quando inizia il processo di integrazione europea? Quando nasce l’Ue?

Quali sono i principali organi dell’Ue?

Quali sono gli atti normativi dell’Ue?

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L’Unione europea (Ue) è un’organizzazione di carattere sovranazionale che oggi riunisce 28 Paesi con lo scopo di promuoverne l’integrazione politica ed economica e garantire la libera circolazione delle persone, dei beni, dei servizi e dei capitali. Il processo di integrazione europea inizia dopo la Seconda guerra mondiale, per promuovere la collaborazione tra i popoli e garantire stabilmente la pace. L’Unione europea nasce nel 1992 con il Trattato di Maastricht (Olanda), firmato da 12 Paesi membri. Con il trattato viene avviata un’unione: – monetaria (realizzata poi con l’adozione dell’euro come moneta unica); – politica (politica estera comune, cooperazione nel campo della giustizia, istituzione della cittadinanza europea); – sociale (politica comune di sviluppo dell’occupazione e di promozione dei diritti umani). I principali organi dell’Unione Europea sono: – il Parlamento europeo, eletto ogni 5 anni dai cittadini europei; – il Consiglio europeo, composto dai Capi di Stato o di Governo dei Paesi membri; – il Consiglio dell’Unione europea, composto dai Ministri degli Stati membri competenti nelle materie che devono essere discusse; – la Commissione europea, composta dal Presidente e da 28 commissari rappresentanti di ogni Stato membro; – la Corte di Giustizia dell’Unione europea, composta da 28 giudici e 11 avvocati generali. Gli atti normativi che emana l’Unione Europea si dividono in: – regolamenti, vere e proprie leggi che tutti i cittadini dell’Ue devono rispettare; – direttive, che vincolano gli Stati in merito ai risultati da raggiungere, lasciando però libertà nella scelta dei modi e mezzi per realizzarli; – decisioni, che non hanno portata generale, ma sono obbligatorie solo per i soggetti a cui sono indirizzate; – raccomandazioni e pareri, che non sono obbligatori, ma consistono in esortazioni a singoli Stati ed esprimono il punto di vista dell’Ue in merito a particolari questioni.


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L’UnIOne eUROpeA e Le ORgAnIzzAzIOnI InTeRnAzIOnALI

Che cos’è il diritto internazionale?

Che cosa sono le organizzazioni internazionali?

sInTesI

DIRITTO

Il diritto internazionale è il complesso di norme che regolano i rapporti economici, politici e sociali tra gli Stati. Le norme del diritto internazionale traggono origine da consuetudini internazionali (norme non scritte derivate da comportamenti che si ripetono nel tempo) e trattati internazionali (accordi tra due o più Stati per regolare situazioni di interesse comune). Le organizzazioni internazionali sono organismi istituiti da trattati internazionali per promuovere la cooperazione tra gli Stati e mantenere la pace nel mondo.

LE PAROLE DEL DIRITTO Atto vincolante: è un atto giuridico Cooperazione: indica un’azione obbligatorio che deve essere condivisa da più soggetti, volta a applicato in tutti i suoi elementi. realizzare lo stesso obiettivo. Tra gli atti vincolanti dell’Ue ci sono i regolamenti, le direttive e le decisioni. Francese Inglese Spagnolo Tedesco

Acte contraignant Binding Act Acto vinculante Bindender Akt

Francese Inglese Spagnolo Tedesco

Cooperation Cooperation Cooperación Zusammenarbeit

Diritto internazionale: complesso di norme giuridiche che regola i rapporti tra gli Stati.

Francese Inglese Spagnolo Tedesco

Integrazione europea: indica la progressiva costruzione di un legame stretto tra gli Stati e i popoli d’Europa. L’integrazione riguarda l’aspetto politico, economico, legale e sociale dei vari Stati. Francese Inglese Spagnolo Tedesco

Intégration européenne European integration Integración europea Europäische Integration

Trattato internazionale: è un accordo stipulato tra due o più Stati, con il fine di costituire, regolare o estinguere determinati rapporti giuridici.

Francese Inglese Spagnolo Tedesco

Traité international International treaty Tratado internacional Internationaler Vertrag

Droit international International law Derecho internacional Internationales Recht

Ratificare: in diritto internazionale indica l’approvazione di una convenzione o di un trattato conclusi da organi rappresentanti dello Stato. Nell’Ue l’entrata in vigore di un trattato ha bisogno della ratifica di ogni Stato membro. Francese Inglese Spagnolo Tedesco

Ratifier Ratify Ratificar Ratifizieren

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UdA 7

mappe di sintesi

PRINCIPALI ORGANI DELL’UNIONE EUROPEA

PARLAMENTO EUROPEO

751 deputati eletti dai cittadini dell’Ue

ha funzione legislativa e di controllo su tutte le istituzioni dell’Ue

CONSIGLIO EUROPEO

capi di Stato e di Governo degli Stati membri

determina l’indirizzo politico dell’Ue

CONSIGLIO DELL’UNIONE EUROPEA

ministri dei Paesi membri competenti nelle singole materie da trattare

organo decisionale: • elabora la politica estera • ha funzione legislativa e di controllo che condivide con il Parlamento europeo organo esecutivo:

COMMISSIONE EUROPEA

28 commissari (uno per ogni Stato membro) + il Presidente

• propone atti legislativi • prepara il bilancio dell’Ue • vigila sul rispetto dei trattati e delle norme dell’Ue • rappresenta l’Ue organo giurisdizionale:

CORTE DI GIUSTIZIA EUROPEA

208

28 giudici (uno per ogni Stato membro) + 11 avvocati

• assicura il rispetto del diritto europeo da parte dei Paesi e delle istituzioni dell’Ue • giudica le controversie fra gli Stati membri e le istituzioni europee


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L’UnIOne eUROpeA e Le ORgAnIzzAzIOnI InTeRnAzIOnALI

mAppe DI sInTesI

DIRITTO

DIRITTO DELL’UNIONE EUROPEA

REGOLAMENTI

DIRETTIVE

DECISIONI

RACCOMANDAZIONI

PARERI

leggi europee direttamente obbligatorie negli Stati membri

atti di indirizzo obbligatori in merito agli obiettivi da raggiungere

atti obbligatori per singoli Stati destinatari

esortazioni dirette a singoli Stati

punto di vista dell’Ue su questioni specifiche

atti vincolanti

atti non vincolanti

ORGANIZZAZIONI INTERNAZIONALI

organismi istituiti da trattati internazionali per promuovere la cooperazione tra gli Stati e mantenere la pace nel mondo

Onu Organizzazione delle Nazioni Unite

Nato organizzazione politico-militare

Consiglio d’Europa

ha il fine di

ha il fine di

ha il fine di

garantire la pace e la sicurezza nel mondo senza l’uso delle armi

garantire la sicurezza degli Stati membri e proteggerli da aggressioni esterne

garantire: • la protezione dei diritti umani • la tutela della democrazia • il rispetto dello stato di diritto

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UdA 7

L’UnIOne eUROpeA e Le ORgAnIzzAzIOnI InTeRnAzIOnALI

VERIFICA DI APPRENDIMENTO VERO O FALSO

Easy test COMPLETAMENTO 1. Completa le seguenti frasi utilizzando

i termini sotto elencati. capitali – armi – Organizzazione – Maastricht – sovranazionale – Unione – militare – Atlantico – integrazione – Seconda – circolazione – beni – sicurezza 1. L’Unione europea (Ue) è un’organizzazione ……………………………....… che oggi riunisce 28 Paesi. 2. Il processo di ……………………………… europea prende l’avvio dopo la …………… guerra mondiale. 3. Con il Trattato di …………………………… nasce l’………………………………..... europea, con l’obiettivo di promuovere l’integrazione politica, economica e sociale tra gli Stati e garantire la libera ………… delle persone, dei ………………………… …… , dei servizi e dei …………………… ………… . 4. L’Onu è l’ ……………………....………… delle Nazioni Unite ed ha lo scopo di mantenere la pace e la ………………… nel mondo senza ricorrere all’uso delle ……………………………… . 5. La Nato è un’organizzazione internazionale di carattere ……………………………… istituita con il Patto ……………………. .

210

1. Indica se le seguenti affermazioni sono vere (V) o false (F). 1. La Ceca aveva esclusivamente finalità economiche. 2. Il Parlamento europeo è l’organo eletto direttamente dai cittadini europei. 3. Gli atti normativi dell’Ue consistono in risoluzioni che per diventare obbligatorie devono essere ratificate dagli Stati membri. 4. Il Parlamento europeo svolge solo funzione legislativa. 5. Le raccomandazioni e i pareri dell’Ue sono atti giuridicamente vincolanti. 6. I regolamenti dell’Ue sono prevalenti rispetto alle leggi nazionali. 7. L’Onu venne istituita durante la Seconda guerra mondiale. 8. La Nato è il frutto di un’alleanza militare con lo scopo di difendere i Paesi dell’Europa occidentale e gli Stati Uniti dal rischio di attacchi bellici da parte dei Paesi del Patto di Varsavia. 9. Il Consiglio d’Europa è un organo dell’Ue. 10. Le direttive dell’Ue sono applicate direttamente negli Stati membri.

V

F

V

F

V

F

V

F

V

F

V

F

V

F

V V

F F

V

F

DOMANDE A SCELTA MULTIPLA 2. Individua la risposta esatta. 1. I regolamenti dell’Ue sono atti normativi che: A sono direttamente obbligatori in ogni Stato membro dell’Ue B per diventare obbligatori hanno bisogno di specifiche leggi nazionali di attuazione C non sono mai atti giuridicamente vincolanti D sono atti giuridicamente obbligatori solo per gli Stati a cui sono indirizzati 2. I membri del Parlamento europeo: A sono nominati dai Parlamenti nazionali B sono scelti tra i componenti dei Parlamenti nazionali C sono eletti direttamente dai cittadini europei D sono nominati dalla Corte di Giustizia


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VeRIfICA DI AppRenDImenTO

3. La Commissione europea è un organo dell’Ue composto: A dai rappresentanti degli Stati membri eletti direttamente dal popolo B dai ministri dei singoli Stati membri competenti nelle materie da discutere C dal Presidente eletto dal Parlamento e da 28 commissari D dai capi di Stato di tutti gli Stati membri 4. In caso di violazione dei diritti umani negli Stati membri è possibile ricorrere: A alla Corte di Giustizia dell’Unione europea B alla Corte europea dei diritti dell’uomo C al Consiglio europeo D al Consiglio dell’Unione Europea

UdA 7

DIRITTO

ESCLUSIONI 5. Individua all’interno di ciascuno dei seguenti gruppi di parole il termine estraneo. 1. Ceca, Euratom, Cee, Unione europea, Consiglio d’Europa 2. Assemblea generale, Commissione europea, Consiglio europeo, Consiglio dell’Unione europea, Corte di giustizia dell’Unione europea 3. Regolamenti, risoluzioni, direttive, pareri, raccomandazioni 4. Trattato di Parigi, integrazione europea, Trattato di Nizza, Patto Atlantico, Trattato di Lisbona

DOMANDE A RISPOSTA APERTA 6. Rispondi in forma orale o scritta alle seguenti domande.

COMPLETAMENTO 3. Completa le seguenti frasi inserendo i termini appropriati. 1. L’Unione europea è stata istituita nel …………………… con il Trattato di ………………………. , ma le sue origini risalgono al 1951 quando Italia, ……………………. , Belgio, ……………………......…. , Paesi Bassi e Lussemburgo fondano la Ceca, ossia la Comunità economica del ………………………. e dell’………………………. . 2. Il Consiglio di sicurezza dell’Onu può emanare decisioni che per essere approvate hanno bisogno del voto favorevole di tutti i membri permanenti che sono: Stati Uniti, …………………...................……. , Cina, Gran Bretagna e ……....................……… . I membri permanenti godono del diritto di ………………………. .

1. Che cosa significa integrazione europea? 2. Quali sono le fasi principali del processo di integrazione europea? 3. Quali sono i principali organi dell’Unione europea? Elencali e descrivine la composizione e le funzioni. 4. Quali sono gli atti normativi emanati dall’Unione europea? 5. Di che cosa si occupa l’Onu? 6. In che cosa differiscono il Consiglio d’Europa e l’Unione Europea?

IMPARO AD IMPARARE 7. Riassumi in poche righe gli argomenti principali trattati in questa Unità, utilizzando le parole chiave suggerite.

CORRISPONDENZE

Unione europea – integrazione – cooperazione – diritto internazionale – organizzazioni internazionali

4. Abbina ad ogni espressione della colonna di sinistra una espressione della colonna di destra, riportando i numeri negli appositi spazi. 1. Unione europea 2. Consiglio d’Europa 3. 4. 5. 6. 7. 8.

Onu Nato Cee Regolamento europeo Fao Parlamento europeo

alleanza militare sconfiggere la fame nel mondo Trattato di Maastricht diritto europeo derivato organo elettivo Consiglio di sicurezza Trattati di Roma Convenzione europea dei diritti dell’uomo

.......................................................................................... .......................................................................................... .......................................................................................... ..........................................................................................

DIZIONARIO DI DIRITTO 8. Ricerca nell’Unità di apprendimento le parole nuove di cui non conoscevi il significato e sottolineale in rosso. Poi riportale su un quaderno-rubrica e scrivi il loro significato utilizzando tutto ciò di cui disponi: libro di testo, Internet, vocabolario, spiegazione del docente o altro.

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Unità di Apprendimento

1

I fondamentI dell’attIvItà economIca Conoscenze

Abilità

n L’oggetto di studio dell’economia n Caratteri e classificazione dei bisogni n Caratteri e classificazione dei beni economici n I soggetti economici e le loro interrelazioni

Lezione 1 Lezione 2 Lezione 3 Lezione 4

n Riconoscere il problema economico n Individuare le differenze e le relazioni tra bisogni, beni e servizi n Individuare le diverse tipologie di bisogni e beni economici n Individuare i soggetti economici e il ruolo svolto nel sistema economico n Identificare le dinamiche elementari del sistema economico

Che cos’è l’economia I bisogni I beni e i servizi I soggetti dell’economia

Lezione speciale

Bisogni, beni e servizi turistici

212

Competenze Riconoscere le caratteristiche essenziali del sistema economico per orientarsi nel tessuto produttivo del proprio territorio


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ECONOMIA

Famiglie

Imprese

SOGGETTI ECONOMICI

PROBLEMA ECONOMICO

Stato

Resto del Mondo Bisogni illimitati

Mezzi limitati

Beni

Servizi

o studio dell’economia è molto importante, specialmente nella società di oggi che è estremamente complessa. Studiare economia permette infatti di comprendere molte cose che ci riguardano; ci aiuta a capire i fatti e le opinioni che ci arrivano da Internet, dalla televisione e dalla radio, dai giornali; ci guida a comprendere le ragioni di quello che accade nel mondo; ci mette in grado di fare scelte consapevoli. In questa Unità conosceremo i concetti base dell’economia: i bisogni, i beni, i servizi, i soggetti economici, il sistema economico. Il punto di partenza in questo viaggio è il cosiddetto problema economico, che nasce quando le risorse disponibili sono inferiori ai bisogni. Come se a fronte di una classe di venti persone in gita scolastica, dopo molte ore di viaggio, molti avessero sete, ma sul pullman fosse rimasta solo una bottiglia di acqua. Ecco, l’economia studia il comportamento dell’uomo per procurarsi i mezzi utili a soddisfare i suoi bisogni. Vedremo quali sono i soggetti che operano nell’economia, che ruolo hanno e che tipo di relazioni ci sono fra loro, per arrivare a capire il significato di sistema economico.

L Approfondimenti

Esercizi interattivi

Audio

Mappe modificabili

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LEzIONE

1 che cos’è l’economia studia il L’ECONOMIA

comportamento economico dell’uomo

fare scelte finalizzate a ottenere la massima soddisfazione dei bisogni

messo in atto di fronte a un problema economico

come soddisfare bisogni illimitati avendo risorse limitate?

Come soddisfare al meglio i nostri bisogni L’economia ha un ruolo fondamentale nella nostra società e si occupa di problemi che ci riguardano da vicino, come dice l’etimologia stessa della parola “economia”, termine che deriva dal greco oikonomìa e significa “regola (nómos) per la buona amministrazione della casa (oíkos)”. L’etimologia può sembrare strana, ma in realtà gestire i beni e le risorse di una famiglia ha molto in comune con i più complessi problemi economici a cui deve far fronte una società. Ma che cos’è un “problema economico”? E quali sono i mezzi e i modi per affrontarlo? In famiglia si prendono quotidianamente decisioni per soddisfare i bisogni e i desideri di tutti i componenti: per esempio, si stabilisce quanto spendere per la spesa settimanale, se cambiare o meno il vecchio televisore, o dove andare in vacanza. Se ogni famiglia potesse disporre di risorse illimitate, non sarebbe costretta a fare delle scelte: il problema economico è proprio questo, avere a disposizione risorse limitate per soddisfare bisogni illimitati. Di fronte a un problema economico, tutti noi, anche senza rendercene conto, mettiamo in atto un comportamento economico indirizzato a ottenere la massima soddisfazione con i mezzi disponibili: selezioniamo cioè i nostri bisogni prioritari, rinunciando a ciò che ci interessa di meno o che non possiamo permetterci. L’economia è la scienza che analizza e studia il comportamento dell’uomo quando, posto di fronte a un problema economico – i bisogni sono maggiori dei mezzi per soddisfarli –, si trova a fare delle scelte razionali dirette a rendere massima la sua soddisfazione e minimo il suo sacrificio.

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Che cos’è l’economia

LEzIONE 1

ECONOMIA

La società e i comportamenti economici Proprio come in ogni famiglia, anche nella società si operano delle scelte e si adottano comportamenti economici. Quando acquistiamo un bene, per esempio un trancio di pizza, stabiliamo un rapporto di scambio economico con altri soggetti, in cui noi assumiamo il ruolo di consumatori e i commercianti, in questo caso il pizzaiolo, quello di venditori: il pizzaiolo ci vende il trancio di pizza e noi in cambio ne paghiamo il prezzo in denaro. Negli scambi economici operano delle scelte sia i consumatori, che decidono quale bene comperare per soddisfare i propri bisogni, sia i venditori, che scelgono quali e quanti beni offrire per realizzare il massimo vantaggio (vendere a tanti clienti) con il minimo sacrificio (mantenere basse le spese). Quindi i venditori, come i consumatori, assumono un comportamento economico. In molti altri casi, i nostri bisogni vengono soddisfatti da soggetti economici diversi dai venditori. Pensiamo al bisogno di essere curati o istruiti: i medici e gli insegnanti lavorano alle dipendenze dello Stato, sono cioè dipendenti pubblici retribuiti dallo Stato. Ebbene, come i consumatori e i venditori, anche lo Stato affronta problemi economici, perché le risorse di cui dispone sono spesso insufficienti a pagare tutte le spese necessarie per offrire i servizi ai cittadini (per esempio sanità, scuola, ordine pubblico). Lo Stato pertanto dovrà prendere decisioni e operare delle scelte (diminuire il numero e la qualità dei servizi offerti o aumentare i tributi?): dovrà assumere, cioè, un comportamento economico. Possiamo concludere, quindi, che l’economia è una scienza che analizza e studia: • i comportamenti economici degli uomini, ovvero le scelte che essi operano per rendere massima la loro soddisfazione e minimo il sacrificio; • le relazioni che si stabiliscono tra i diversi soggetti economici – consumatori, venditori, Stato –, ai fini della produzione e dello scambio di beni e servizi; • i modi in cui la società gestisce le proprie scarse risorse per soddisfare i bisogni dell’uomo.

CONOSCENZE ALLA PROVA Verifica le tue conoscenze e abilità

Attiva le tue competenze

Vero o falso Indica se le seguenti affermazioni sono vere (V) o false (F).

Prova di realtà

1. L’economia è una scienza che non riguarda V F la vita di tutti i giorni. 2. L’economia studia i modi per utilizzare al meglio le insufficienti risorse a disposizione. V F 3. Assumiamo un comportamento economico quando, non potendo soddisfare tutti i nostri V F bisogni, dobbiamo scegliere quali soddisfare. 4. Quando il denaro di cui disponiamo non è sufficiente a comprare ciò che desideriamo, V F abbiamo un problema economico.

Se avessi a disposizione 12 euro settimanali, come li utilizzeresti nell’arco di un mese? • Costruisci una tabella in cui riporti le tue previsioni di spesa, distinguendole in 4 settimane. • A che cosa hai dovuto rinunciare? Il tuo può essere definito un “comportamento economico”? 215


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LEzIONE

2 I bisogni

illimitati

variabili

soggettivi

I BISOGNI sono

risorgenti

saziabili

Che cos’è il bisogno Ogni giorno tutti noi avvertiamo una molteplicità di bisogni: alcuni di essi devono essere soddisfatti necessariamente, come respirare, mangiare, dormire; altri, come incontrare amici, ascoltare musica o fare sport, non sono esigenze effettive, ma sono una spinta a migliorare la qualità della propria vita, pertanto anch’essi sono avvertiti come bisogni. In ciascuno di questi casi, la parola bisogno indica uno stato di insoddisfazione vera o presunta, che ci spinge a fare tutto ciò che è necessario per placarla. Tuttavia non tutti i bisogni sono uguali e non tutti sono di interesse per l’economia. Alcuni, infatti, possono essere soddisfatti da beni già disponibili in natura in quantità illimitata e non richiedono l’intervento dell’uomo: per esempio, per respirare utilizziamo l’aria presente in natura senza doverla cercare e pagare a nessuno. Ma la maggior parte dei bisogni viene soddisfatta da mezzi prodotti dagli uomini in quantità limitata, come il cibo che mangiamo o le bibite che consumiamo. L’economia si occupa proprio di questi ultimi, ovvero dei bisogni che l’uomo può soddisfare attraverso mezzi limitati. I bisogni economici sono sensazioni di insoddisfazione che possono essere eliminate attraverso mezzi, chiamati beni e servizi, presenti in misura limitata. Se proviamo a fare una lista dei bisogni che avvertiamo, ci rendiamo facilmente conto che essi sono illimitati, cambiano da soggetto a soggetto e variano nel tempo e nello spazio. Vediamo quali sono le caratteristiche dei bisogni che l’economia prende in considerazione.

216


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I bisogni

LEzIONE 2

ECONOMIA

Le caratteristiche dei bisogni I bisogni economici avvertiti dall’uomo presentano alcune caratteristiche comuni. Essi sono: • illimitati: ovvero numerosissimi e sempre nuovi, anche perché il miglioramento delle condizioni di vita, il progresso tecnologico e la pubblicità fanno nascere bisogni prima sconosciuti;

La pubblicità comportamentale

IO E L’ECONOMIA Perché considero un bisogno avere uno smartphone?

ESEMPIO

Se entro in un negozio di articoli sportivi per comperare delle scarpe da running, sicuramente sarò indotto ad acquistare molti altri accessori, come la fascia porta-smartphone o l’orologio cardioGPS, beni dei quali solo venti anni fa non avrei avuto bisogno per correre.

• soggettivi: cioè diversi da persona a persona, perché ogni individuo ha i propri bisogni, a seconda del contesto sociale e culturale in cui vive, dell’età, del carattere o dei gusti personali; ESEMPIO

I bisogni economici sono spesso indotti dalla società in cui viviamo e dal progresso tecnologico che fa nascere nuove abitudini e nuovi stili di vita. • Il bisogno di possedere uno smartphone quali caratteristiche tipiche dei bisogni economici presenta?

Il vegetariano cerca ristoranti che offrono menu senza carne, il celiaco ha bisogno di cibi senza glutine, chi ama la cucina internazionale cerca ristoranti etnici e così via.

• saziabili: ovvero che possono essere soddisfatti attraverso l’uso di un bene o di un servizio; ESEMPIO

Se ho sete, posso eliminare il mio bisogno bevendo una bottiglietta d’acqua. Se devo curare un mal di denti, posso richiedere una prestazione medica da un dentista.

• risorgenti: perché, una volta soddisfatti, i bisogni non scompaiono per sempre ma dopo un po’ si ripresentano; ESEMPIO

Se ho fame, posso eliminare temporaneamente il mio bisogno mangiando un panino, ma dopo due ore avrò di nuovo fame.

• variabili: cioè non sono sempre gli stessi e cambiano nel tempo e nello spazio. ESEMPIO

Nel Medioevo non si sentiva l’esigenza di possedere un’auto, così come in Groenlandia non è necessario avere un impianto di aria condizionata in casa.

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UdA 1

I fONdAMENtI dELL’AttIvItà ECONOMICA

Le tipologie dei bisogni I bisogni possono essere classificati distinguendoli in diverse tipologie in base al grado di importanza, al soggetto che li avverte o a seconda di quando si presentano nel tempo. Tipologie dei bisogni primari

bisogni essenziali per la sopravvivenza e che devono essere soddisfatti con priorità ES: Per poter sopravvivere è essenziale per me poter mangiare, bere e dormire.

secondari

bisogni non necessari, che aumentano con il miglioramento del tenore di vita ES: Avere uno smartphone di ultima generazione può appagare un mio desiderio, ma non è legato

grado di importanza

alla mia sopravvivenza.

individuali

bisogni avvertiti dall’uomo come singolo, a prescindere dal contesto sociale in cui si trova ES: Ho bisogno di alimentarmi anche se sono da solo su un’isola deserta.

collettivi

bisogni avvertiti dall’uomo in quanto membro di una società ES: Avverto il bisogno di sicurezza, ossia di essere difeso dalle forze dell’ordine, solo se vivo in una

soggetto

comunità insieme ad altre persone.

presenti

bisogni da soddisfare immediatamente ES: Sto male e ho bisogno di essere curato in questo momento.

futuri

bisogni che possono essere soddisfatti in un tempo futuro ES: Il mio bisogno di andare in vacanza potrà essere soddisfatto la prossima estate.

tempo

CONOSCENZE ALLA PROVA Verifica le tue conoscenze e abilità

Attiva le tue competenze

Completamento Inserisci i termini mancanti.

Cooperative Learning: in gruppo

1. I bisogni sono sensazioni di …………..........……… per la mancanza di qualcosa. 2. L’insoddisfazione spinge le persone a soddisfare i propri bisogni per mezzo di ………………… e …………… . 3. Il progresso sociale e tecnologico porta sempre nuovi bisogni, per cui essi sono …....……..........………… . 4. I bisogni sono …………..........……… perché cambiano nel tempo e nello spazio. 5. Il bisogno di giustizia è considerato un bisogno ............ . 6. Il desiderio di andare in Inghilterra durante le vacanze estive può essere considerato un bisogno …..…..…… . 7. Il bisogno di possedere dei jeans firmati è un bisogno ………….................……. . 8. Il bisogno di dormire è un bisogno ……….......………. .

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• Dividetevi in gruppi di 5 persone. • Ciascun gruppo compili una tabella, secondo il seguente modello, individuando dei bisogni e specificandone con una X la tipologia: primario (P), secondario (S), individuale (I), collettivo (C), presente (PR), futuro (F). Bisogno…

P

di essere curato

X

S

I

X

C

PR

F

X

• Confrontate i risultati di ciascun gruppo: quali bisogni primari sono stati individuati?


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I bisogni

LEzIONE 2

ECONOMIA

CHE COS’È? LA sCALA dEI bIsOgNI

I

bisogni sono la spinta più forte a tutte le nostre azioni: mangiamo perché abbiamo bisogno di nutrirci, guardiamo un film perché abbiamo bisogno di distrarci, stiamo con gli amici perché abbiamo bisogno di condividere emozioni e potremmo continuare ancora con infiniti altri esempi. I bisogni, però, non sono tutti uguali. Se è vero, infatti, che ho bisogno di mangiare tutti i giorni per poter sopravvivere, d’altra parte non è necessario che ogni giorno faccia un pranzo di cinque portate preparato dal miglior chef della città. Alcuni bisogni, quindi, sono più urgenti di altri e molti studiosi hanno provato a classificarli in base alla loro importanza.

La piramide rovesciata La piramide di Maslow è stata molto studiata e nel tempo sono state proposte anche critiche e correzioni alla sua classificazione dei bisogni. In particolare, è stato evidenziato come essa non corrisponda alla scala dei bisogni dell’uomo della società moderna, dove la maggior parte delle persone riesce a soddisfare facilmente i primi due gradini della piramide. Mangiare e avere una casa, insomma, non sarebbero più avvertiti come bisogni urgenti, perché facilmente raggiungibili da tutti.

Bisogno di realizzazione

La piramide di Maslow

(raggiungere tutto ciò che abbiamo sempre voluto)

Bisogni di stima

Abraham Maslow (1908-1970) è uno psicologo americano che ha raggruppato i bisogni dell’uomo in una piramide, ponendo alla base i più importanti, quelli che l’uomo avverte come i più urgenti, e al vertice i bisogni che sopraggiungono solo dopo aver soddisfatto tutti i precedenti. Soddisfare tutti i bisogni fino al vertice della piramide può rappresentare per l’uomo il culmine della felicità. Esaminiamo la piramide di Maslow.

(sentirsi rispettati dagli altri)

Bisogni di amore e appartenenza (avere amici, sentirsi amati, far parte di un gruppo)

Bisogni di sicurezza (avere un lavoro, una casa)

Bisogni fisiologici (respirare, mangiare, bere, dormire)

Bisogno di realizzazione (raggiungere tutto ciò che abbiamo sempre voluto)

Bisogni di stima (sentirsi rispettati dagli altri)

Bisogni di amore e appartenenza (avere amici, sentirsi amati, far parte di un gruppo)

Oggi, quindi, la piramide dei bisogni dovrebbe apparire rovesciata, perché nella nostra società avrebbero un peso maggiore il bisogno di sentirsi stimati dagli altri e il bisogno di realizzare tutte le nostre aspirazioni. In fondo, raccontare i nostri “successi” su Facebook non sembra davvero più importante di poter dormire tutte le notti?

Bisogni di sicurezza (avere un lavoro, una casa)

Bisogni fisiologici (respirare, mangiare, bere, dormire)

DOMANDE CHIAVE 1. Che cos’è la scala dei bisogni? 2. Quali sono i bisogni più urgenti per l’uomo secondo Maslow? 3. Che cosa indica la piramide rovesciata?

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LEzIONE

3 I beni e i servizi I MEZZI PER SODDISFARE I BISOGNI DELL’UOMO sono

beni

servizi

I mezzi per soddisfare i bisogni Dopo aver analizzato e classificato i bisogni percepiti dall’uomo, prendiamo in esame i mezzi necessari a soddisfarli, ovvero i beni e i servizi. L’economia si occupa solo dei beni che hanno un valore economico, perché sono prodotti dall’uomo in quantità limitata e hanno perciò un prezzo. Questi beni, come il panino per il pranzo, i jeans per vestirci o l’alloggio in un albergo, sono detti beni economici. L’aria che respiriamo, la luce solare o l’acqua del mare non sono beni economici, perché sono disponibili in natura in quantità illimitata e sono gratuiti, per questo vengono denominati beni liberi o non economici. A seconda della loro natura, i beni economici possono essere: • materiali, cioè beni tangibili, oggetti come un libro, una matita, un tablet; • immateriali, cioè beni intangibili, cose che non hanno una consistenza fisica, come un software (programma che fa funzionare un pc) o un’app utilizzata su uno smartphone. Beni immateriali sono anche i servizi, cioè una visita medica o una consulenza di un avvocato, ovvero attività professionali che hanno un valore economico. I beni economici sono i mezzi, materiali e immateriali, utili a soddisfare i bisogni dell’uomo, presenti in quantità limitata e oggetto di acquisto.

220


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I beni e i servizi

LEzIONE 3

ECONOMIA

Le caratteristiche dei beni economici I beni per essere considerati economici devono presentare tre caratteristiche fondamentali. Essi devono essere: • limitati: ovvero presenti in quantità inferiore al fabbisogno; ESEMPIO

Le automobili sono beni prodotti dall’uomo in quantità limitata, per ottenere i quali dobbiamo pagare un prezzo.

• utili: devono essere idonei a soddisfare conto della soggettività dei bisogni;

un determinato bisogno, tenendo

ESEMPIO

Se ho fame, ma sono allergico alla mozzarella, questa non è per me un bene economico, perché non è utile a soddisfare il mio bisogno di mangiare.

• accessibili: devono essere facilmente reperibili, ossia deve esistere la possibilità materiale di entrarne in possesso. ESEMPIO

Se su Marte vi fossero diamanti, non potrebbero essere considerati beni economici, in quanto si troverebbero su un pianeta non ancora raggiungibile.

Le tipologie dei beni economici È possibile fare una classificazione delle diverse tipologie di beni economici, tenendo conto della loro funzione, della durata e dell’uso. Tipologie di beni economici di consumo (o diretti) funzione strumentali (o di investimento)

beni capaci di soddisfare direttamente un bisogno, ossia già pronti all’uso ES: Il pane, la pizza, i jeans sono beni di consumo che possono essere utilizzati direttamente. beni che servono a produrre altri beni ES: La farina e il lievito, ma anche il forno e l’impastatrice, sono beni strumentali necessari a produrre il pane.

durevoli

beni utilizzabili più volte per soddisfare uno stesso bisogno ES: La bicicletta, la macchina, i vestiti hanno una durata lunga nel tempo.

non durevoli

beni utilizzabili una sola volta, perché si distruggono nella soddisfazione di un bisogno ES: La benzina è un bene che si distrugge con l’uso.

complementari

beni utilizzati insieme ad altri beni per soddisfare un bisogno ES: Lo spazzolino e il dentifricio sono beni complementari, perché si utilizzano insieme

durata

per lavarsi i denti.

uso succedanei (o surrogati)

beni che soddisfano lo stesso bisogno, pertanto utilizzabili in modo alternativo ES: Il burro o la margarina sono beni ugualmente utilizzabili per condire gli alimenti.

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UdA 1

I fONdAMENtI dELL’AttIvItà ECONOMICA

L’importanza dei servizi Nelle società più avanzate, i servizi rivestono un ruolo indispensabile per la soddisfazione dei bisogni dell’uomo, perché il benessere economico e un elevato livello di istruzione permettono una migliore qualità della vita. Pertanto,

con il progresso i servizi tendono ad aumentare e ad assumere un ruolo centrale nel sistema economico, rispetto ai settori tradizionali dell’agricoltura e dell’industria. Basti pensare che nei Paesi dell’Unione europea il 70% delle persone lavora in settori come l’istruzione, la sanità, il turismo, il commercio o l’informazione. Nei Paesi più poveri, invece, dove è prioritario il soddisfacimento di bisogni primari come mangiare o vestirsi, il settore dei servizi è ancora poco sviluppato.

IO E L’ECONOMIA Potrei vivere senza l’informazione? Il bisogno di informazione è particolarmente importante per poter capire gli avvenimenti che accadono attorno a noi e orientare le nostre scelte quotidiane. • Quali dei seguenti mezzi utilizzi per informarti? Numerali secondo l’uso più frequente che ne fai. telegiornale

radio

quotidiani

Internet

CONOSCENZE ALLA PROVA Verifica le tue conoscenze e abilità

Attiva le tue competenze

Vero o falso Indica se le seguenti affermazioni sono vere (V) o false (F).

Cooperative Learning: in gruppo

1. 2. 3. 4. 5. 6.

Tutti i beni sono economici. L’aria è un bene economico. Il calore del sole è un bene libero. Il rasoio del barbiere è un bene strumentale. Il motorino e il casco sono beni succedanei. I servizi hanno un ruolo centrale nell’economia dei Paesi più poveri.

V V V V V

F F F F F

V

F

Completamento Individua il termine descritto nelle frasi. 1. È un bene utilizzato per la produzione di un altro bene: ............................................................................. . 2. È un sinonimo di bene succedaneo: ......................... . 3. Si dice di un bene non disponibile in quantità sufficiente a soddisfare tutti i bisogni: ...................................... . 4. È la prestazione lavorativa compiuta da un soggetto per soddisfare bisogni economici di altri soggetti: .......…. .

222

• Dividetevi in gruppi di 5 persone. • Immaginate di dover spiegare a bambini che frequentano la 2a elementare il significato di “bene economico” e di “servizio” attraverso la presentazione di slide, cartelloni o fumetti. • Ciascun gruppo ha il compito di progettare e realizzare il prodotto da presentare ai bambini, corredato da esempi rappresentati da immagini o disegni. Il testo deve essere semplice e comprensibile. • Presentate il vostro lavoro ai compagni di classe e confrontatevi sui risultati ottenuti.


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I beni e i servizi

LEzIONE 3

ECONOMIA

CHE COS’È? L’UtILItà dEI bENI

D

efinire un bene “utile” in economia ha un significato un po’ diverso da ciò che siamo soliti intendere. Nel linguaggio comune, infatti, l’aggettivo “utile” indica qualcosa che ci porta un vantaggio, un beneficio: è utile la penna cancellabile, la bicicletta pieghevole, l’app per scambiarsi gli appunti o per comperare il biglietto dell’autobus. In economia invece è considerato “utile” anche un bene che non porta alcun beneficio o che addirittura è dannoso per la nostra salute, come le sigarette, perché l’utilità di un bene economico è semplicemente la sua capacità di soddisfare un bisogno, qualunque sia la natura del bisogno.

utilità 100 90 80 70 L’utilità del bene decresce con il consumo

60 50 40

Caratteristiche dell’utilità economica di un bene L’utilità di un bene è innanzitutto un fattore soggettivo, nel senso che varia da persona a persona: lo stesso bene può essere utile per alcuni e inutile per altri. Se amo i formaggi, sarà utile per me approfittare dello sconto sul Parmigiano Reggiano, ma se sono allergico ai latticini l’offerta sarà per me inutile. Un’altra caratteristica dell’utilità di un bene economico è il suo andamento, che dipende dalla quantità utilizzata del bene. Immaginiamo per esempio di essere molto assetati dopo una partita di tennis: se abbiamo a disposizione cinque bicchieri d’acqua, l’utilità del primo bicchiere sarà massima, mentre al quinto bicchiere, quando il nostro bisogno sarà totalmente appagato e non avremo più sete, l’utilità sarà minima.

30 Il bisogno è soddisfatto: non ho più sete

20

UTILITÀ

10

0

1

2

3

4

5

bicchieri d’acqua consumati

Il grafico mostra come sia nullo il valore economico di un bene quando il nostro bisogno è stato completamente soddisfatto: aumentando la quantità di bicchieri d’acqua bevuti, le colonnine che ne indicano l’utilità sono sempre più basse.

L’utilità di un bene e il suo consumo Analizzare l’utilità di un bene in economia è importante perché ci suggerisce il valore e il prezzo del bene stesso. Quando un bene presenta una grande utilità ma è scarso, l’uomo è disposto a pagare prezzi alti per ottenerlo. Ritornando all’esempio dei bicchieri d’acqua, è facile intuire che quando abbiamo sete saremo disposti a pagare anche 2 euro per il primo bicchiere, ma quando la nostra sete sarà appagata, diminuirà il prezzo che siamo disposti a pagare per i successivi bicchieri.

DOMANDE CHIAVE 1. Che cos’è l’utilità di un bene economico? 2. Perché è importante l’andamento dell’utilità di un bene? Rispondi riportando degli esempi.

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LEzIONE

4 I soggetti dell’economia ECONOM ICO TEMA SIS

FAMIGLIE

IMPRESE

I SOGGETTI ECONOMICI STATO

RESTO DEL MONDO

gli elementi del sistema economico Per soddisfare i propri bisogni l’uomo stabilisce dei rapporti economici di scambio con altri soggetti, in base ai quali si chiede ciò di cui si ha bisogno – domanda – in cambio di un prezzo e si offre quello che di cui si dispone – offerta – in cambio di un prezzo. Questi rapporti economici non riguardano solo il consumatore e il produttore di un bene, ma coinvolgono a loro volta altri soggetti ad essi collegati. ESEMPIO

La semplice operazione di acquisto del libro di diritto-economia su cui stai studiando ha coinvolto diversi soggetti: l’autore che lo ha scritto, la casa editrice che lo ha realizzato, la tipografia che lo ha stampato, la fabbrica che ha prodotto la carta, l’agenzia che lo ha presentato agli insegnanti, il libraio che lo ha venduto, i tuoi genitori che hanno pagato il prezzo del libro, lo Stato che ha ricevuto una parte del prezzo del libro sotto forma di tributi (IVA) e molti altri soggetti ancora.

I soggetti economici sono tutti coloro che intrecciano rapporti economici di scambio (domanda e offerta di beni e servizi) e sono raggruppabili in quattro categorie: famiglie, imprese, Stato e il resto del mondo. Il complesso degli scambi che compiono i vari soggetti economici per soddisfare il loro bisogni si chiama sistema economico.

224


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I soggetti dell’economia

LEzIONE 4

ECONOMIA

I soggetti che operano nel sistema economico I soggetti economici sono raggruppabili in quattro grandi categorie: le famiglie (i consumatori), le imprese (i produttori), lo Stato (che garantisce i servizi pubblici) e il resto del mondo (gli operatori esteri). FAMIGLIE La famiglia, in senso economico, può essere costituita sia da più persone che vivono nella stessa casa e sono legate da un rapporto di parentela (il nucleo familiare), sia da un singolo individuo che vive da solo (un single). Il concetto di famiglia, quindi, comprende qualsiasi soggetto che si comporta come un’unità di consumo, ovvero compie delle attività economiche. In particolare la famiglia è il soggetto che svolge: • attività di consumo: domanda beni e servizi per soddisfare i propri bisogni pagando il prezzo di ciò che acquista; • attività lavorativa: lavora ricevendo in cambio un compenso, che si definisce salario o stipendio, se il lavoro è prestato alle dipendenze di un’impresa o dello Stato, corrispettivo o onorario nel caso di un lavoro autonomo. IMPRESE L’impresa rappresenta l’attività economica organizzata dall’imprenditore, ovvero il centro della produzione e dello scambio di beni e servizi. L’impresa è il soggetto che svolge:

Consumo responsabile e consumo compulsivo

IO E L’ECONOMIA In che modo la mia famiglia è un soggetto economico e un soggetto giuridico? Dal punto di vista economico il concetto di famiglia è più ampio rispetto a quello giuridico, perché va oltre il legame matrimoniale e include anche i single e i conviventi. • Recupera la definizione di famiglia in senso giuridico e confrontala con quella di famiglia come soggetto economico.

• attività di produzione: produce beni e servizi che offre alle famiglie, alle altre imprese, allo Stato, al resto del mondo, in cambio di denaro (i prezzi dei beni e dei servizi prodotti); • attività di investimento: acquista materie prime e macchinari da altre imprese per realizzare la sua attività di produzione e utilizza la forza lavoro delle famiglie, dando in cambio salari o stipendi. STATO Lo Stato è il soggetto che ha il compito di garantire il funzionamento dei servizi fondamentali come la giustizia, la sicurezza, la scuola, la sanità. Proprio perché tali servizi sono offerti dallo Stato e non da imprese private, vengono denominati servizi pubblici. Per poter produrre e offrire i servizi pubblici, lo Stato ha bisogno di: • beni che domanda alle imprese, in cambio di prezzi; • lavoro che domanda alle famiglie, in cambio di salari e stipendi; • denaro per pagare i prezzi dei beni che acquista e i salari/stipendi dei suoi lavoratori. RESTO DEL MONDO Il resto del mondo è un’espressione che indica l’insieme dei soggetti economici esteri (famiglie residenti all’estero, imprese e Stati esteri) con i quali si stabiliscono rapporti economici di scambio. Se in Italia viene acquistato un bene o un servizio prodotto all’estero, questo scambio economico è detto importazione, al contrario, se un’impresa italiana vende beni e servizi all’estero lo scambio è detto esportazione.

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UdA 1

I fONdAMENtI dELL’AttIvItà ECONOMICA

Le relazioni tra i soggetti economici Le famiglie, le imprese, lo Stato e il resto del mondo, ovvero i soggetti economici, interagiscono scambiando denaro, lavoro, beni e servizi: ognuno di loro domanda e offre qualcosa, in un continuo movimento che nel suo complesso costituisce il sistema economico. Possiamo distinguere due tipi di scambi che danno origine ai cosiddetti circuiti economici:

Circuito reale

• il circuito reale, che consiste nello scambio di beni, servizi e lavoro da un soggetto a un altro; no lavoro offro o n a be ni e serv izi and m do

FAMIGLIE

IMPRESE

offre servizi pubblici

offre servizi pubblici

STATO domanda lavoro

domanda beni e servizi

i mp or taz io

of fro izi no be ni e serv dom andano lavoro

e

Circuito monetario

sp or ta z io ni

ni

• il circuito monetario, che consiste nel trasferimento a un altro. no salari e st nda ono prezz ipend a i m offr i do

FAMIGLIE

RESTO DEL MONDO

di denaro da un soggetto

IMPRESE

offre salari e stipendi

offre prezzi

STATO domanda tributi

domanda tributi pre

d zi of omand ano prez endi fro no s a l a ri e s t i p

226

pr ez zi

zz i

RESTO DEL MONDO


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I soggetti dell’economia

LEzIONE 4

ECONOMIA

Come si può notare, i due circuiti sono corrispondenti: ad ogni movimento di bene o servizio (circuito reale) corrisponde un equivalente movimento in denaro (circuito monetario).

SISTEMA ECONOMICO

circuito reale

circuito monetario

domanda e offerta di beni e servizi

domanda e offerta di denaro

CONOSCENZE ALLA PROVA Verifica le tue conoscenze e abilità

Attiva le tue competenze

Domande a risposta aperta Rispondi in forma orale o scritta alle seguenti domande.

Cooperative Learning: in gruppo

1. Quali sono i soggetti che operano in un sistema economico? 2. Qual è il soggetto economico che offre servizi pubblici? 3. Che tipo di attività economica rappresenta acquistare una macchina straniera? 4. Quali soggetti economici coinvolgono le importazioni e le esportazioni? Completamento di una mappa Completa la mappa individuando il ruolo svolto dalle famiglie nel sistema economico. Impresa offre .....................................

domanda ........................................

• Dividetevi in gruppi di 4 persone. • Ciascun gruppo ha il compito di esemplificare in una mappa i rapporti e i flussi (reali o monetari) che si possono creare tra imprese, famiglie e Stato italiani con il resto del mondo. • Potete utilizzare questo esempio come modello. CIRCUITO REALE I cittadini italiani si recano all’estero per lavorare (emigrazione)

CIRCUITO MONETARIO I lavoratori italiani ricevono un compenso (entrate)

famiglia domanda ........................................

offre ..................................... Stato

RESTO DEL MONDO Le imprese estere domandano lavoro

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Bisogni, beni e servizi turistici

Il turismo, da bene di lusso a necessità irrinunciabile Il turismo così come lo conosciamo oggi è un fenomeno molto recente: basti pensare a come poteva essere diverso viaggiare anche solo all’inizio del secolo scorso, a come sono cambiati i mezzi di trasporto, a che cosa poteva spingere i nostri nonni a viaggiare e a quali sono invece le motivazioni odierne. Fino alla prima metà del ’900 il turismo è stato un fenomeno di élite, riguardava cioè ristretti gruppi sociali, come gli aristocratici e gli strati più elevati della borghesia, che potevano permettersi tempo e denaro da spendere in viaggi di piacere o di formazione culturale. Solo dopo la fine della Seconda guerra mondiale, grazie allo sviluppo dei mezzi di trasporto, all’aumento del reddito dei lavoratori e all’introduzione di periodi di riposo retribuiti

(ferie), il bisogno di viaggiare è cresciuto progressivamente e, da fenomeno di élite riservato ai più ricchi, è diventato un fenomeno di massa. Oggi l’esigenza di andare in vacanza dopo un periodo lavorativo è sentita come un bisogno irrinunciabile sia dalle persone benestanti che da quelle meno agiate, tanto che si ricorre persino a forme di finanziamento pur di concedersi un viaggio in Paesi lontani!

L’importanza del turismo nell’economia Se pensiamo che in un anno avvengono più di un miliardo di spostamenti internazionali, possiamo avere un’idea di come il turismo sia diventato una voce fondamentale dell’economia, che non riguarda più solo particolari luoghi o periodi dell’anno. Se fino a qualche anno fa le vacanze erano lun-

po limido di tem nte e o ri e p n u lme scorrono o abitua ri che tra risiedon to e ia v g o g d a ia ell sono v rsa da qu . I turisti lità dive a c amento tt lo o a n rn o un pe tato in u n e lm tegorie a rrono uenti ca g e s e ll vi trasco de ne, quali definizio ta s e u q ? se a “turisti” • In ba tori sono ia g g ia v di ago ia per sv chi viagg igrati gli imm i ro i nomad voro se all’alt ia per la g ia a un Pae d o chi v g it s n a geri in tr i passeg

t Flash Tes

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LEzIONE spECIALE ECONOMIA

anze a o le vac n o rr o c s ressati? e tra anieri ch ettamente inte tr s ti s ri ir po di tu omici d un grup i soggetti econ Pensa a o n uali so Roma. Q cinque. rno almeno e il soggio Indican ......... anizzato rg .............. o .. a .. h .. .. e .. h .. c . .. .. io .. g iag .............. .......... nzia di v .............. .............. .. .. .. .. .. . .. .. .. .. .. .. .. .. 1. L’age .. .. ...... ........ .......... .............. .............. .............. .. .. .. .. .. . .. .. .. .. .. .. .. .. 2. ........ .. .. .. ........ ........ .............. .............. .............. .. .. .. .. .. .............. . .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. ...... ........ .......... .............. .............. .............. .. .. .. . .. .. .. .. .. .. .. .. 3. ........ .. .. .. .. .. ........ .......... ............ .............. .............. .. .. .. .............. . .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .... ........ ........ .............. .............. .............. .. .. .. . .. .. .. .. .. .. .. .. 4. ........ .. .. .. .. .. .. ........ ........ ............ .............. .............. .. .. .. .............. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .... ........ .............. .............. 5. ........ .............. .. .. .. .. .. .. ............

t Flash Tes

ghe e concentrate in alcune stagioni (estate, Natale, Pasqua) e in alcune aree di destinazione turistica rinomate (come la Costa Azzurra, la costiera amalfitana, le capitali europee o New York), oggi assistiamo a un cambiamento radicale: le vacanze infatti sono brevi e più frequenti, e i turisti preferiscono mete poco conosciute. Il turismo è quindi un’attività economica molto complessa, perché qualunque tipo di viaggio, anche il più semplice, richiede il lavoro di molti operatori e mezzi adeguati per soddisfare le molteplici esigenze di un viaggiatore: il turista, infatti, ha bisogno di mezzi di trasporto per raggiungere la sua destinazione, di alberghi dove pernottare, di ristoranti, di negozi di souvenir e di molto altro ancora. Tutti questi mezzi sono definiti beni e servizi turistici. In conclusione, possiamo affermare che il turismo è un’attività economica che coinvolge più soggetti economici e genera un processo di circolazione di beni e di produzione di ricchezza.

strutture ricettive, di ristorazione e di trasporto è il vantaggio economico più evidente per una località turistica. • Durante il soggiorno, poi, i turisti spendono il proprio denaro anche per acquisti di minore importanza, come souvenir o attrezzature sportive, e contribuiscono allo sviluppo delle attività commerciali locali. • Molti turisti inoltre sono interessati ai prodotti tipici e questo incentiva lo sviluppo e il recupero delle attività artigianali locali che nel tempo erano state abbandonate, come la lavorazione del ferro o della ceramica. Nelle località turistiche, perciò, i guadagni derivati dalla presenza dei turisti, che spendono per i loro consumi durante le vacanze, vanno a sommarsi all’aumento dei redditi di chi vive e lavora in queste stesse località. E tutto ciò si traduce in un aumento generalizzato di ricchezza.

crescita dell’occupazione

aumento dei redditi

aumento della ricchezza

L’impatto economico del turismo sul territorio I vantaggi che il turismo produce sull’economia di un determinato territorio sono moltissimi e interessano non solo i soggetti coinvolti direttamente nei servizi turistici, ma anche tutti quei settori che ne beneficiano indirettamente. Facciamo qualche esempio. • Il trasporto, l’alloggio e il cibo sono i bisogni primari di un viaggiatore, pertanto la creazione di posti di lavoro nelle

DOMANDE CHIAVE 1. Perché oggi il bisogno di viaggiare è diventato un fenomeno di massa? 2. In che modo il turismo genera ricchezza?

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Il turismo in Italia 1 MILANO

Per l’Italia il turismo è una fonte primaria di ricchezza nel 2017 ha generato oltre il 13% del Prodotto Interno Lordo (della ricchezza nazionale). Considerando i lavoratori direttamente e indirettamente occupati ha superato il 14% dell’occupazione nazionale.

VENEZIA

L’impatto economico del settore turistico Economia viaggi e turismo (impatto dell’economia allargata al settore turistico sul Prodotto Interno Lordo)

223,2 miliardi di euro

Incidenza sul PIL

13%

Occupazione turistica (occupati diretti e indiretti)

3.400.000 unità

Incidenza totale sull’intera occupazione nazionale

14,7%

ROMA Fonte: www.ontit.it – WTTC, 2017.

• Trova la definizione di PIL.

2

I primi cinque Comuni italiani per numero di presenze negli esercizi ricettivi 26.944.569

Roma si conferma la principale destinazione con quasi 27 milioni di presenze (il 6,4% del totale nazionale), seguono Milano e Venezia (entrambe al 2,8%). Il primo comune del Sud Italia presente in graduatoria è Napoli, al sedicesimo posto con più di 3 milioni di presenze, pari allo 0,8% di presenze sul totale nazionale.

11.852.973 11.685.819 10.056.157

Roma

• Cerca in Internet quali sono i monumenti più visitati dai turisti stranieri.

230

Milano

Venezia

Firenze

7.376.990

Rimini

Fonte: Istat, Movimento dei clienti negli esercizi ricettivi, Report 27.11.2018.


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territorio e Società eCoNoMiA

Presenza di turisti italiani e stranieri per Regione 80

Presenza stranieri

70

Presenza italiani

60 50 40

3 Il grafico illustra il numero di turisti registrati nelle strutture ricettive delle diverse Regioni italiane nel 2017. Le Regioni più visitate sono il Veneto, il Trentino-Alto Adige, la Toscana e l’Emilia Romagna, mentre Roma e il Lazio si attestano solo al 6° posto. Per la prima volta nel 2017 le presenze straniere hanno superato le presenze italiane.

30 Fonte: Istat, 2018.

20 10

• Leggi il grafico: qual è stata la Regione preferita dai turisti Italiani? E quella più scelta dai turisti stranieri? Veneto Trentino-Alto Adige Toscana Emilia-Romagna Lombardia Lazio Campania Liguria Puglia Piemonte Sicilia Sardegna Marche Calabria Friuli-Venezia Giulia Abruzzo Umbria Valle d’Aosta Basilicata Molise

0

4 Considerando la provenienza dei turisti stranieri in Italia, nel 2016 la Germania si mostra come il Paese che più ha contribuito al consumo dei beni e servizi turistici italiani, con il 28,16% di presenze.

Principali Paesi di provenienza Germania Germania

Francia Svizzera e Liechtenstein Paesi Bassi

Francia

6,47%

Regno Unito

6,29%

Stati Uniti

Regno Unito Stati Uniti

28,16%

6%

Paesi Bassi

5,18%

Svizzera e Liechtenstein

5,14%

Fonte: Istat, Movimento dei clienti negli esercizi ricettivi, Report 27.11.2018.

• Cerca in Internet qual è stato il Paese estero preferito dagli Italiani.

231


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sintesi Che cos’è l’economia?

L’economia è la scienza che studia il modo di impiegare al meglio le risorse limitate che l’uomo ha a disposizione per soddisfare i suoi molteplici bisogni.

Che cos’è il problema economico?

Il problema economico nasce dal fatto che i bisogni dell’uomo sono illimitati e i mezzi per soddisfarli sono insufficienti: di fronte a un problema economico l’uomo è costretto a fare delle scelte per rendere massima la sua soddisfazione e minimo il suo sacrificio.

Che cosa sono i bisogni?

Che cosa sono i beni e i servizi?

Quali sono i soggetti economici?

232

I bisogni sono sensazioni di insoddisfazione che possono essere eliminate attraverso l’utilizzazione di mezzi, chiamati beni e servizi. I bisogni sono: illimitati, soggettivi, saziabili, risorgenti, variabili nel tempo e nello spazio. I bisogni si possono distinguere in base al grado di importanza (primari e secondari), al soggetto che li avverte (individuali e collettivi) o a seconda di quando si presentano nel tempo (presenti e futuri). I beni sono mezzi materiali capaci di soddisfare i bisogni dell’uomo. I servizi, chiamati anche beni immateriali, sono prestazioni umane dirette a soddisfare i bisogni dell’uomo. I beni possono essere liberi, cioè disponibili in natura in quantità illimitata, oppure economici, cioè prodotti dall’uomo in quantità limitata. I beni economici sono limitati, utili e accessibili. I soggetti economici sono le famiglie, le imprese, lo Stato e il resto del mondo (cioè famiglie residenti in altri Stati, imprese e Stati stranieri). – Le attività economiche svolte dalle famiglie sono: il lavoro, offerto agli altri soggetti economici (imprese e Stato) in cambio di denaro; il consumo, diretto ad acquistare i beni e i servizi utili a soddisfare i bisogni; il risparmio, dato dalla parte di reddito non spesa per il consumo. – Le imprese sono i soggetti economici che, al fine di realizzare un guadagno (profitto), offrono agli altri soggetti economici beni e servizi in cambio di un prezzo. – Lo Stato svolge le attività economiche dirette a soddisfare i bisogni dell’intera collettività attraverso l’offerta dei servizi pubblici. – Le famiglie, le imprese e lo Stato stabiliscono rapporti economici (importazioni ed esportazioni) anche con soggetti economici di altri Stati, che costituiscono il resto del mondo.


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I fONdAMENtI dELL’AttIvItà ECONOMICA

sINtEsI

ECONOMIA

Che cos’è il circuito economico?

Le famiglie, le imprese, lo Stato e il resto del mondo interagiscono tra loro scambiando denaro, beni e servizi. Questi trasferimenti tra i diversi soggetti economici danno vita a un circuito economico reale (se si tratta di beni e servizi) o monetario (se si tratta di denaro).

Che cos’è il sistema economico?

Il sistema economico è l’insieme delle attività economiche e delle relazioni che si stabiliscono tra i soggetti economici, dirette al soddisfacimento dei bisogni umani.

LE PAROLE DELL’ ECONOMIA Bisogno: indica una sensazione di insoddisfazione, reale o presunta, che l’uomo cerca di placare. I bisogni economici sono quelli che possono essere eliminati attraverso beni e servizi disponibili in quantità limitata.

Francese Inglese Spagnolo Tedesco

Besoin Need Besoin Bedürfnis

Scambio economico: consiste nel pagamento di un prezzo in denaro in cambio di un bene o di un servizio che si richiede.

Francese Inglese Spagnolo Tedesco

Échange économique Economic exchange Intercambio económico Wirtschaftlicher Austausch

Bene: è qualsiasi mezzo, prodotto dall’uomo o presente in natura, utile a soddisfare un bisogno. I beni economici sono prodotti dall’uomo in quantità limitata.

Francese Inglese Spagnolo Tedesco

Bien Good Bien Gut

Servizio: è una prestazione di lavoro che un soggetto compie nei confronti di un altro per soddisfare un bisogno (per esempio, la prestazione di un medico o l’assistenza di una badante).

Francese Inglese Spagnolo Tedesco

Service Service Servicio Dienstleistung

Risorsa: indica qualunque mezzo di cui si dispone, capace di soddisfare i bisogni dell’uomo e generare ricchezza. Le risorse naturali sono quelle che esistono indipendentemente dall’uomo (come il vento, l’acqua o la luce del sole).

Francese Inglese Spagnolo Tedesco

Ressource Resource Recurso Ressource

Soggetti economici: sono tutti coloro che intrecciano rapporti economici di scambio, ovvero domandano e offrono beni, servizi e denaro. Essi sono le famiglie, le imprese, lo Stato e il resto del mondo.

Francese Inglese Spagnolo Tedesco

Sujets économiques Economic subjects Sujetos económicos Wirtschaftsakteure

233


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UdA 1

Mappe di sintesi I BISOGNI ECONOMICI

stati di insoddisfazione, che possono essere eliminati attraverso mezzi (beni e servizi) presenti in misura limitata sono

ILLIMITATI

SOGGETTIVI

SAZIABILI

RISORGENTI

VARIABILI

numerosi e sempre nuovi

diversi da persona a persona

possono essere soddisfatti attraverso beni e servizi

una volta soddisfatti si ripresentano

cambiano nel tempo e nello spazio

I BENI ECONOMICI

mezzi utili a soddisfare i bisogni dell’uomo, presenti in quantità limitata e oggetto di acquisto sono

234

LIMITATI

UTILI

ACCESSIBILI

disponibili in quantità inferiore al fabbisogno

idonei a soddisfare un determinato bisogno

facili da reperire


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I fONdAMENtI dELL’AttIvItà ECONOMICA

MAppE dI sINtEsI ECONOMIA

I SOGGETTI DELL’ECONOMIA sono

FAMIGLIE

IMPRESE

STATO

RESTO DEL MONDO

lavorano per ricevere in cambio un compenso da consumare acquistando beni e servizi

producono e scambiano beni e servizi destinati alle famiglie, alle altre imprese, allo Stato e al resto del mondo

garantisce il funzionamento dei servizi pubblici in cambio del pagamento di tributi

soggetti economici esteri con cui si stabiliscono rapporti economici di scambio (importazioni ed esportazioni)

IL SISTEMA ECONOMICO

complesso delle relazioni che si stabiliscono tra i diversi soggetti economici origina

CIRCUITO REALE

CIRCUITO MONETARIO

scambio di beni, servizi e lavoro

trasferimento di denaro

235


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UdA 1

I fONdAMENtI dELL’AttIvItà ECONOMICA

VERIFICA DI APPRENDIMENTO VERO O FALSO

Easy test COMPLETAMENTO 1. Completa le seguenti frasi utilizzando

i termini sotto elencati. tributi – libero – servizi – economico – bisogni – pubblici – salari – limitati – illimitati – famiglie – importazione – utili 1. Si ha un problema …………………………. quando i bisogni dell’uomo sono …………… e i mezzi per soddisfarli sono ……………… 2. La luce solare è un bene …………………… perché è presente in natura in quantità superiore ai …………………………. degli uomini. 3. I mezzi per soddisfare i bisogni dell’uomo sono i beni e i …………………….…. . 4. I beni economici devono essere: limitati, …………………........……. e accessibili. 5. Le imprese domandano lavoro alle …...… , dando in cambio …………… e stipendi. 6. Lo Stato è il soggetto economico che si occupa di fornire alla collettività i servizi ……………… e chiede in cambio ai cittadini il pagamento di ……………………. . 7. Si ha una …………………………. quando si acquista un bene prodotto da un Paese estero.

1. Indica se le seguenti affermazioni sono vere (V) o false (F). 1. L’economia è una scienza che studia i modi per affrontare il problema economico. 2. I bisogni sono soggettivi. 3. I beni strumentali sono quelli utilizzati per produrre altri beni. 4. Saziabilità e soggettività sono caratteri dei beni economici. 5. L’automobile è un bene durevole. 6. Orzo e caffè sono beni succedanei. 7. I beni economici sono prodotti in quantità illimitata. 8. I beni liberi sono disponibili in modo gratuito. 9. I soggetti economici scambiano beni e servizi in cambio di moneta. 10. Le famiglie domandano lavoro alle imprese.

F F

V

F

V V V

F F F

V V

F F

V V

F F

DOMANDE A SCELTA MULTIPLA 2. Individua la risposta esatta. 1. Il problema economico è dato dal fatto che: A i mezzi per soddisfare i bisogni sono scarsi B i mezzi per soddisfare i bisogni sono illimitati C i mezzi per soddisfare i bisogni sono sufficienti a coprire le richieste D le persone desiderano avere a disposizione una maggiore quantità di denaro 2. Indica quale delle seguenti coppie di azioni corrisponde alla categoria dei bisogni primari: A sdraiarsi al sole/leggere un libro B andare al cinema/andare in vacanza C nutrirsi/dormire D suonare la chitarra/guardare la televisione 3. La penna e la matita sono beni: A complementari B succedanei C liberi D primari 4. La benzina e il motorino sono beni: A complementari B succedanei

236

V V


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vErIfICA dI ApprENdIMENtO

C D

liberi secondari

6. La spesa per un soggiorno in Italia da parte di un turista tedesco è: A un bene economico B un’importazione C un servizio D un’esportazione

COMPLETAMENTO 3. Completa le seguenti frasi inserendo i termini appropriati. 1. Le famiglie hanno bisogno di beni e ser vizi che domandano alle ………………….............….…….. e di ser vizi pubblici che domandano allo ……………………....…… . 2. Lo Stato per fornire i servizi pubblici ha bisogno di lavoro che domanda alle ……………......…….....….…… , le quali in cambio ricevono …………………….. e .............…… . 3. I beni che soddisfano direttamente un bisogno si dicono beni di ……………....................…...….. , mentre i beni che vengono utilizzati per produrre altri beni sono chiamati beni …………......................………….….................….. o di ………………...................…….…….. .

CORRISPONDENZE 4. Abbina ad ogni espressione della colonna di sinistra una o più espressioni della colonna di destra, riportando i numeri negli appositi spazi. Casco e motorino Stato Famiglia Bisogni Importazioni Burro e margarina Servizio Beni economici

ECONOMIA

ESCLUSIONI

5. Le imprese sono i soggetti economici che: A offrono servizi pubblici B producono beni e servizi che offrono alle famiglie in cambio di prezzi C offrono beni liberi alle famiglie D domandano servizi pubblici alle famiglie e alle altre imprese

1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8.

UdA 1

illimitatezza resto del mondo beni succedanei servizi pubblici beni complementari offre tributi limitatezza prestazione di lavoro

5. Individua all’interno di ciascuno dei seguenti gruppi di parole il termine estraneo. 1. Scarsità, utilità, illimitatezza, accessibilità 2. Primari, limitati, secondari, individuali, collettivi, risorgenti 3. Imprese, Stato, servizi, resto del mondo, famiglie 4. Importazioni, esportazioni, sistema economico aperto, sistema economico chiuso

DOMANDE A RISPOSTA APERTA 6. Rispondi in forma orale o scritta alle seguenti domande. 1. 2. 3. 4. 5. 6.

Da che cosa nasce il problema economico? Quali sono i caratteri dei bisogni economici? Quali sono i caratteri dei beni economici? Come vengono classificati i beni? Quali attività svolgono le imprese? Perché lo Stato domanda i tributi alle famiglie?

IMPARO AD IMPARARE 7. Riassumi in poche righe gli argomenti principali trattati in questa Unità, utilizzando le parole chiave suggerite. problema economico – economia – bisogni – beni liberi – beni economici – servizi – soggetti economici – sistema economico .......................................................................................... .......................................................................................... .......................................................................................... .......................................................................................... .......................................................................................... .......................................................................................... .......................................................................................... .......................................................................................... .......................................................................................... ..........................................................................................

DIZIONARIO DI ECONOMIA 8. Ricerca nell’Unità di apprendimento le parole nuove di cui non conoscevi il significato e sottolineale in rosso. Poi riportale su un quaderno-rubrica e scrivi il loro significato utilizzando tutto ciò di cui disponi: libro di testo, Internet, vocabolario, spiegazione del docente o altro.

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Unità di Apprendimento

2

Le attività economiche Conoscenze

Abilità

n Reddito, consumo, risparmio n Produzione, investimento, profitto n Fattori e settori della produzione n Spesa pubblica, entrate pubbliche, debito pubblico n Esportazioni e importazioni n Protezionismo e libero scambio n Globalizzazione

n Individuare le principali attività economiche svolte dai soggetti economici n Riconoscere i fattori della produzione e differenziarli per natura e tipo di remunerazione n Riconoscere il ruolo svolto dallo Stato nel sistema economico n Riconoscere le caratteristiche fondamentali di un sistema economico n Individuare le differenze tra protezionismo e libero scambio n Individuare aspetti positivi e negativi della globalizzazione

Lezione 1 Lezione 2 Lezione 3 Lezione 4 Lezione 5

Riconoscere le caratteristiche essenziali del sistema socio-economico per orientarsi nel tessuto produttivo del proprio territorio

Le famiglie: consumo e risparmio Le imprese: produzione e investimento Lo Stato: spesa pubblica Il resto del mondo: importazioni ed esportazioni La globalizzazione

Lezione speciale

Risparmi e investimenti in Italia

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Competenze


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ECONOMIA

FAMIGLIE consumo e risparmio

RESTO DEL MONDO

IMPRESE ATTIVITÀ ECONOMICHE

importazioni ed esportazioni

produzione e investimento

spesa pubblica

STATO

I Approfondimenti

Esercizi interattivi

Audio

Mappe modificabili

n questa Unità studieremo quali sono le principali attività che permettono ai diversi soggetti economici (le famiglie, le imprese, lo Stato e il resto del mondo) di procurarsi i beni e i servizi necessari ai propri bisogni. Inizieremo dalle famiglie, importanti “centri di consumo e di risparmio”, in quanto nella normale gestione economica delle proprie risorse dividono il reddito tra spese e risparmio, a seconda delle necessità e della ricchezza. Analizzeremo quindi il vero “motore dell’economia”: le imprese. A loro è affidata la produzione della maggior parte dei beni e servizi dei nostri abituali consumi. Scopriremo come operano e come investono i guadagni della loro attività. Parleremo poi di spesa pubblica, per capire che cos’è e perché la sua gestione è un nodo fondamentale dell’andamento economico di un Paese. Vedremo quali sono gli obiettivi economici e sociali che uno Stato si pone e quali possono essere le politiche e le scelte migliori per realizzarli. Nelle ultime due Lezioni, infine, ci concentreremo sulle attività economiche che riguardano il resto del mondo, approfondendo il fenomeno della globalizzazione, per capire quanto sia rilevante nei sistemi economici odierni intrattenere relazioni commerciali su scala mondiale.

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LEzIONE

1 Le famiglie: consumo e risparmio svolgono

attività di consumo acquistano beni e servizi per soddisfare i propri bisogni

LE FAMIGLIE attività di risparmio accantonano il denaro non speso

Il ruolo delle famiglie nel sistema economico L’attività di consumo delle famiglie costituisce un elemento fondamentale per la crescita economica di un Paese. Buona parte del reddito di una famiglia, infatti, viene utilizzata per le spese legate alla casa, per i beni alimentari, per i trasporti, per la sanità e per tutto ciò che può essere necessario a soddisfare i bisogni e i desideri di tutti i componenti. Possiamo dire quindi che le famiglie sono importanti unità di consumo. Per rispondere alla richiesta di beni e servizi da parte delle famiglie, le imprese aumentano la produzione e per fare questo impiegano un maggior numero di dipendenti. La disoccupazione diminuisce e i consumi crescono ulteriormente (periodo di espansione economica).

maggiori consumi delle famiglie

aumento della produzione

crescita dell’occupazione

È evidente quindi che la

crescita dei consumi delle famiglie genera un effetto positivo sull’economia. Per contro, se le famiglie riducono i consumi, le imprese sono obbligate a diminuire la produzione e a licenziare i dipendenti. L’aumento della disoccupazione, di conseguenza, porterebbe a un’ulteriore riduzione dei consumi e a un inevitabile periodo di crisi economica.

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Le famiglie: consumo e risparmio

LEzIONE 1

ECONOMIA

La ricchezza delle famiglie: patrimonio e reddito La quantità di beni e servizi che una famiglia può acquistare in un determinato periodo di tempo dipende dalla sua ricchezza, ovvero dal suo reddito e dall’insieme dei beni di cui dispone. La ricchezza, in senso economico, può essere considerata sotto due diversi aspetti: come patrimonio e come reddito. Il patrimonio rappresenta la ricchezza sotto l’aspetto statico, in quanto indica il complesso dei beni posseduti da una famiglia in un dato momento. ESEMPIO

Il patrimonio della famiglia di Flavio è di 355.000 euro: esso corrisponde al valore complessivo dei beni posseduti, ovvero l’appartamento in città (150.000 euro), i risparmi depositati in banca (50.000 euro), le due automobili (25.000 euro), la casa al mare (130.000).

Il reddito riguarda la ricchezza sotto l’aspetto dinamico, perché indica il flusso di denaro che si genera in una famiglia durante un certo periodo di tempo. ESEMPIO

IO E L’ECONOMIA Qual è la differenza fra un lavoro dipendente e un lavoro autonomo? Il lavoro dipendente (o subordinato) è quello svolto alle dipendenze e sotto la direzione di un datore di lavoro, come l’impiegato, l’operaio o il professore. Il lavoro autonomo è quello svolto in proprio, come l’idraulico, l’avvocato, il dentista. • Il medico può essere sia un lavoratore autonomo che un lavoratore dipendente, in quali casi? • Come si chiamano i suoi compensi da lavoratore autonomo o dipendente?

Il reddito mensile della famiglia di Flavio ammonta a 4400 euro: esso è dato dallo stipendio del papà (2000 euro), dallo stipendio della mamma (1800 euro), dagli interessi mensili per il deposito bancario (100 euro), dall’affitto della casa al mare (500 euro).

Come abbiamo visto dall’ultimo esempio, il reddito di una famiglia può provenire da diverse fonti di reddito, a ognuna delle quali corrisponde una specifica remunerazione (compenso in denaro): • lavoro: il compenso percepito per il lavoro dipendente si chiama salario, se corrisponde a un lavoro di tipo manuale (per esempio operaio), stipendio se è di natura intellettuale (per esempio impiegato); onorario nel caso di un lavoro autonomo (per esempio avvocato); • attività di impresa: il reddito del titolare di un’impresa (imprenditore) viene denominato profitto ed è dato dalla differenza tra i ricavi conseguiti e i costi sostenuti; • capitale monetario: il reddito che proviene dai risparmi familiari depositati in banca viene denominato interesse; • beni immobili: se si è proprietari di beni come terreni, appartamenti, o case, dati in uso ad altre persone, il reddito che proviene dall’affitto (locazione) è chiamato rendita. FONTI DEL REDDITO

REMUNERAZIONE

lavoro

salario, stipendio, onorario

attività di impresa

profitto

capitale monetario

interesse

beni immobili

rendita

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UdA 2

LE AttIvItà ECONOMIChE

Le attività economiche delle famiglie: consumo e risparmio Le famiglie spendono la parte più consistente del loro reddito per acquistare beni e servizi necessari a vivere e svolgere le loro attività giornaliere. In questo caso l’attività economica viene denominata consumo. Il consumo consiste nell’impiego del reddito per l’acquisto di beni e servizi idonei a soddisfare i bisogni attuali. Tuttavia, se il reddito è abbastanza consistente, le famiglie spesso decidono di non consumarlo totalmente e di accantonarlo per soddisfare bisogni futuri (per esempio, per acquistare una casa o pagare gli studi dei figli), o semplicemente per accumulare ricchezza. Il reddito accantonato costituisce il risparmio. Il risparmio è la parte del reddito non consumata. Tra reddito, consumo e risparmio esiste una stretta relazione in base alla quale, tendenzialmente, al crescere del reddito aumentano sia il consumo sia il risparmio. Se invece il reddito è molto basso, quasi certamente esso verrà interamente consumato e il risparmio risulterà nullo. Per esprimere questo concetto possiamo utilizzare la seguente equazione, dove indichiamo convenzionalmente (riprendendo le iniziali dai termini inglesi) il reddito con Y, il consumo con C e il risparmio con S: Y (reddito) = C (consumo) + S (risparmio)

IO E L’ECONOMIA Che cosa mi spinge a fare acquisti? Spesso gli acquisti non sono legati esclusivamente ai nostri bisogni, ma possono essere dettati anche da altri fattori, come la pubblicità, il confronto con gli amici che frequentiamo, le abitudini acquisite a cui non vogliamo rinunciare. • Ti sei mai pentito degli acquisti fatti? • Hai mai comperato beni di lusso per imitazione dei tuoi amici?

242

L’equazione mostra che il consumo e il risparmio dipendono dal livello del reddito. Facciamo un esempio: se una famiglia ha un reddito di 2000 euro, potrà consumare 1500 euro e risparmiarne 500, ma se il suo reddito dovesse raddoppiare a 4000 euro, aumenteranno anche i suoi consumi (2500 euro) e l’ammontare dei suoi risparmi (1500 euro). Viceversa, se il reddito della stessa famiglia scendesse a 1000 euro al mese, probabilmente sarà interamente utilizzato per il consumo e non sarà possibile risparmiare. Dalla stessa equazione deriva che il risparmio è dato dal reddito meno il consumo: S (risparmio) = Y (reddito) – C (consumo)

Risparmi e investimenti delle famiglie Quando una famiglia riesce a risparmiare del denaro, generalmente decide di non custodirlo in casa, perché risulterebbe improduttivo: in questo modo, infatti, il denaro non produce interessi e nel tempo perde valore. Nella maggior parte dei casi, le famiglie scelgono di investire i propri risparmi depositandoli presso una banca, che corrisponderà loro degli interessi. Le banche, a loro volta, raccolgono i risparmi delle famiglie, per poi concedere il denaro in prestito a coloro che ne fanno richiesta (famiglie, imprese, enti pubblici).


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Le famiglie: consumo e risparmio

LEzIONE 1

ECONOMIA

In altri casi le famiglie possono decidere di utilizzare i propri risparmi dandoli in prestito allo Stato oppure alle imprese private che ne fanno richiesta: •

se le famiglie prestano somme di denaro allo Stato o ad altri enti pubblici, alla scadenza avranno diritto alla restituzione della somma prestata con l’aggiunta di interessi;

se prestano somme di denaro alle imprese private, alla scadenza riceveranno le somme prestate con l’aggiunta di interessi (obbligazioni).

Quando il risparmio delle famiglie viene impiegato a scopo produttivo, ossia viene messo a disposizione di coloro che ne fanno richiesta in cambio di un interesse, si parla di investimento.

CONOSCENZE ALLA PROVA Verifica le tue conoscenze e abilità

Attiva le tue competenze

Vero o falso Indica se le seguenti affermazioni sono vere (V) o false (F).

Cooperative Learning: in gruppo

1. Le famiglie sono importanti unità di consumo. 2. I consumi delle famiglie hanno un effetto negativo sull’economia. 3. Il patrimonio è il complesso dei beni che possiede una famiglia in un dato momento. 4. La ricchezza di una famiglia è data dal lavoro. 5. La rendita è ciò che spetta al proprietario di un terreno per averlo dato in uso a un’altra persona. 6. Il consumo è dato dal risparmio meno il reddito. 7. Il risparmio è dato dal reddito meno il consumo. 8. Se deposito somme di denaro in banca, mi verrà corrisposto un profitto.

V

F

V

F

V V

F F

V V V

F F F

V

F

Completamento Completa le seguenti frasi inserendo i termini appropriati. 1. La ricchezza di una famiglia è data dal ………….……... e dal …………………………... . 2. Il reddito che proviene dal lavoro dipendente è denominato ………………………… o …………....…………... . 3. Se il reddito di una famiglia aumenta, cresce anche il …………………………... e il …………………….….... . 4. La parte del reddito di una famiglia che non viene consumata è il ………………………….... .

• Dividetevi in gruppi di 4 persone. • Ciascun gruppo lavorerà simulando di essere una famiglia composta da padre, madre e due figli. • Ogni “famiglia” dovrà compilare una tabella di previsione dei propri consumi mensili, in modo da riuscire a soddisfare i bisogni di tutti i componenti del nucleo familiare.

Reddito mensile complessivo

Padre: ................ Madre: ...............

Elenco delle spese mensili

....................... ....................... .......................

Risparmio mensile

.......................

....................... Impiego dei risparmi ....................... ....................... 243


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LA pAgINA

ECONOMIA

Carrello della spesa più pesante al Nord, +831 euro sul Sud

Maggior capacità di spesa al Nord secondo i dati Istat, ma prodotti più cari nel Meridione, come fotografa Altroconsumo Si spende di più al Nord, ma è nel Meridione che i prodotti sono più cari. È la fotografia dell’Italia, solo apparentemente paradossale, che esce da due indagini: l’Italia in cifre dell’Istat, che misura la spesa media mensile per consumi delle famiglie; e una di Altroconsumo, che ha preso in esame i prezzi dei prodotti nelle varie regioni italiane. SI SPENDE DI PIÙ AL NORD Oltre 800 euro al mese: a tanto ammonta il divario nord-sud testato sui valori medi del carrello della spesa (alimentare e non). La spesa media mensile per consumi delle famiglie italiane si attesta infatti a 2.489 euro, ma nel mezzogiorno, secondo i dati Istat contenuti nel volume Italia in cifre, risulta di 1.959 euro, mentre al nord di 2.790 euro, un valore più alto del 42,4%. La differenza è così di 831 euro. Guardando alla composizione familiare sono naturalmente le coppie con 2 e più figli quelle che maggiormente met-

244

tono mano al portafoglio: per loro la spesa media mensile oscilla intorno ai 3.230 euro. Al contrario, quella più bassa si registra per la persona sola con più di 64 anni (1.630 euro). A pesare di più per tutti sono le spese per l’abitazione (che rappresentano in

media il 36,7% del totale), mentre le spese alimentari sono il 17,5%; poi i trasporti (10,3%), il tempo libero (4,9%) e il vestiario (4,6%). Così la spesa alimentare viaggia mediamente sui 436 euro al mese. ALTROCONSUMO: DA FIRENZE IN GIÙ SPESA PIÙ SALATA L’associazione Altroconsumo, monitorando oltre un milione di prezzi per 105 categorie di prodotti in 885 punti vendita di 68 città, ha disegnato una mappa della convenienza in Italia rilevando che le regioni in cui la concorrenza è più spinta, e quindi dove si spende meno della media nazionale, sono soprattutto quelle da Firenze in su, specie Toscana (6.039 euro), Veneto e Piemonte. Al Sud invece l’unica regione “sotto costo” è la Puglia. Tra i prodotti di marca, dice l’indagine, la variabilità è estrema: lo stesso olio extravergine oscilla tra 3,49 e 7,76 euro. Differenze meno marcate, ma comunque presenti, anche tra i prodotti a cosiddetto “marchio commerciale”, cioè quelli per esempio dei supermercati. Diverso il discorso per gli hard discount dove le disparità geografiche tendono a scomparire, visto che praticano gli stessi prezzi ovunque. (Articolo tratto da www.rainews.it)

LEGGERE PER CAPIRE PAROLE NUOVE • Compila un glossario con tutti i termini dell’articolo che non conosci, iniziando da quelli riportati di seguito. Istat: .............................................................................................................. Altroconsumo: ................................................................................................ Carrello della spesa: ....................................................................................... Sotto costo: ................................................................................................... Marchio commerciale: .................................................................................... Hard discount: ................................................................................................. INFOMAZIONI PRINCIPALI • Sottolinea le frasi del testo che rispondono alle seguenti domande. 1. A quanto ammonta la differenza di spesa media mensile tra nord e sud? 2. Perché nelle regioni del nord i prezzi sono più bassi?


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LEzIONE

2 Le imprese: produzione e investimento svolgono

attività di produzione realizzano beni e servizi destinati al consumo delle famiglie e di altre imprese

LE IMPRESE attività di investimento impiegano denaro per acquistare beni in grado di incrementare la produzione dell’impresa

La produzione La maggior parte dei beni e dei servizi che acquistiamo non si trova in natura, ma è il risultato di un complesso processo di produzione. Le imprese sono i soggetti economici che compiono questo processo, trasformando le varie risorse disponibili (come le materie prime) in prodotti finiti che vengono poi messi in vendita. La produzione indica la trasformazione di determinati beni e servizi in altri beni e servizi, attraverso un processo che ne determina un aumento dell’utilità, e quindi del valore. In senso economico, quindi, la

produzione non indica la creazione di qualcosa dal nulla, bensì la trasformazione di alcuni beni in altri, utilizzando il lavoro, i macchinari, le risorse energetiche e le conoscenze. Il fine di questo processo è aumentare il valore, ovvero l’utilità, del prodotto finale che noi consumatori acquistiamo per soddisfare i nostri bisogni. ESEMPIO

La produzione del pane è ottenuta attraverso l’impiego e la combinazione di diversi elementi: le materie prime (farina, lievito, acqua, sale), l’impastatrice, il forno, il lavoro del panettiere. Alla fine del processo di trasformazione, il pane così prodotto presenta un’utilità maggiore dei singoli beni impiegati, perché risulta più adatto a soddisfare il nostro bisogno di mangiare.

Si definisce produzione diretta (o trasformazione fisico-tecnica) la trasformazione di beni e servizi in altri beni e servizi. ESEMPIO

Utilizzando latte, panna, zucchero e aromi vari per fare il gelato, ho ottenuto un prodotto con caratteristiche diverse rispetto ai beni utilizzati per produrlo.

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UdA 2

LE AttIvItà ECONOMIChE

Si definisce produzione indiretta il trasferimento dei beni nello spazio (trasporto da un luogo a un altro) o nel tempo (accumulo per una vendita successiva). ESEMPIO

Il caffè prodotto in Brasile in quantità eccedente rispetto al fabbisogno viene esportato in Italia, dove viene consumato, aumentandone l’utilità. (trasferimento nello spazio) Le mele raccolte in Trentino in autunno vengono conservate in particolari celle frigorifere che ne consentono il mantenimento, in modo da poter essere consumate in periodi successivi rispetto a quelli di raccolta, aumentandone l’utilità. (trasferimento nel tempo)

I beni che vengono impiegati per produrre altri beni (per esempio, farina, lievito, forno) sono denominati beni di produzione, mentre quelli capaci di soddisfare direttamente i bisogni dell’uomo (come il pane) sono chiamati beni di consumo.

I fattori della produzione Per produrre nuovi beni e servizi, sono necessari diversi elementi: anzitutto un luogo dove svolgere l’attività, poi il lavoro dell’uomo, i macchinari, gli strumenti tecnici, le materie prime e così via. I fattori della produzione sono tutto ciò che serve per realizzare i beni prodotti. Tradizionalmente, si distinguono quattro tipi di fattori della produzione. IL LAVORO Il lavoro indica l’attività, manuale o intellettuale, prestata dall’uomo nel processo produttivo. Il lavoro può essere svolto alle dipendenze, oppure in modo autonomo. LA TERRA La terra (o natura) è considerata il fattore fondamentale della produzione agricola ma, nelle altre tipologie di impresa, indica il luogo dove si svolge l’attività di produzione (come il terreno dove è collocato il capannone o lo stabilimento aziendale), nonché le energie naturali (come sole, vento, luce) e le risorse non riproducibili dall’uomo (come minerali, petrolio) utilizzate nella produzione. IL CAPITALE Il capitale è l’insieme di tutte all’impresa per produrre i beni e si distingue in:

le risorse materiali necessarie

• capitale reale, dato dall’insieme dei beni di produzione (come le materie prime o i macchinari) utilizzati nell’impresa; • capitale monetario, ovvero il denaro necessario all’impresa per acquistare i beni di produzione. L’ATTIVITÀ DELL’IMPRENDITORE Il quarto fattore della produzione è dato dall’attività svolta dall’imprenditore. Il ruolo dell’imprenditore consiste nell’organizzare e coordinare gli altri fattori produttivi, assumendosi il rischio dell’impresa.

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Le imprese: produzione e investimento

LEzIONE 2

ECONOMIA

Il processo produttivo si realizza dalla combinazione dei diversi fattori della produzione (input = “ingresso, ciò che entra”) per ottenere prodotti finiti (output = “uscita, ciò che esce”) diretti a soddisfare gli innumerevoli bisogni umani.

INPUT fattori della produzione

OUTPUT beni e servizi prodotti

PROCESSO PRODUTTIVO

La remunerazione dei fattori della produzione Ad ogni fattore produttivo impiegato viene corrisposto una remunerazione, ossia un compenso in denaro: • • • •

al lavoratore dipendente spetta una retribuzione (salario o stipendio); al proprietario dell’immobile (terreno o edificio) una rendita; al proprietario del capitale un interesse; all’imprenditore spetta un profitto. FATTORI PRODUTTIVI

REMUNERAZIONE

lavoro

salario e stipendio

terra

rendita

capitale

interesse

attività dell’imprenditore

profitto

IO E L’ECONOMIA Come sono le imprese della mia città? In Italia l’area geografica del nord-ovest (Piemonte, Lombardia) è tradizionalmente considerata la base dell’economia industriale, dove si concentrano le industrie più grandi. Ma negli ultimi decenni si è sviluppato anche il modello NEC (nord-est-centro), basato sulle piccole-medie imprese, molto attente al rispetto dell’ambiente che le ospita. • Nella città in cui vivi, ci sono molte imprese di produzione diretta?

profitti e investimenti L’imprenditore utilizza il ricavo ottenuto dalla vendita dei beni e i servizi prodotti anzitutto per remunerare i fattori della produzione impiegati (lavoro, terra e capitale): se il ri-

cavo risulta superiore alle spese sostenute, l’imprenditore ottiene un guadagno, denominato profitto, in caso contrario subisce una perdita. È infatti sull’imprenditore stesso che ricade il rischio economico dell’impresa. Il profitto rappresenta il reddito dell’imprenditore, che sarà destinato in parte al consumo e in parte al risparmio. Quando l’imprenditore utilizza il proprio risparmio (capitale monetario proprio) o prende denaro in prestito (capitale monetario di credito) per finalità produttive, ossia per acquistare mezzi che possono migliorare il processo produttivo (per esempio macchinari o nuovi impianti), allora si realizza un’attività di investimento. L’investimento consiste nell’impiego di mezzi monetari (capitali) per acquistare beni di produzione diretti ad avviare o a incrementare la produzione dell’impresa.

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UdA 2

LE AttIvItà ECONOMIChE

I settori produttivi In base al tipo di prodotto che forniscono al mercato, le attività produttive vengono tradizionalmente distinte in settori produttivi. I tre settori fondamentali sono: • il settore primario: comprende tutte le attività che forniscono le materie prime utilizzate dalle imprese del settore secondario (per esempio l’agricoltura, l’allevamento, la pesca, l’estrazione dei minerali); • il settore secondario: comprende tutte le attività di trasformazione dei beni forniti dal settore primario, ovvero la produzione industriale e artigianale di beni; • il settore terziario: comprende tutte le attività che forniscono servizi privati e pubblici (per esempio trasporto, attività bancarie, turismo, commercio, servizi alla persona). Oggi rappresenta il settore più diffuso, in special modo nelle attività che rientrano nel cosiddetto “terziario avanzato o quaternario” (informatica, robotica, telematica, Internet).

CONOSCENZE ALLA PROVA Verifica le tue conoscenze e abilità

Attiva le tue competenze

Completamento Individua i termini descritti nelle seguenti frasi.

Prova di realtà

1. Sono beni che servono a produrre altri beni: ............... ................................................................................ 2. È l’attività manuale o intellettuale prestata dall’uomo in cambio di una retribuzione: ......................................... ................................................................................ 3. È l’insieme dei fattori necessari per produrre: .............. ................................................................................ 4. È il termine inglese che definisce il risultato della produzione:........................................................................ 5. È la remunerazione del fattore terra: .......................... ................................................................................ 6. È il settore della produzione che interessa l’attività agricola, l’allevamento, l’estrazione dei minerali: .............. ................................................................................ 7. È il settore produttivo che interessa la produzione di servizi: .......................................................................... 8. L’informatica e la telematica appartengono al settore: ................................................................................ 9. È il fattore fondamentale della produzione agricola: ..... ................................................................................ 10. È la remunerazione che spetta all’imprenditore per l’attività svolta nel processo produttivo: ............................

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L’attività di una gelateria è molto più complessa di quanto sembri, soprattutto se vuole offrire al cliente un gelato artigianale, preparato con l’utilizzo di ingredienti freschi e di stagione. • Prova a individuare quali possono essere gli input e gli output di una gelateria artigianale.


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Le imprese: produzione e investimento

LEzIONE 2

ECONOMIA

CHE COS’È? IL CROWDFUNDINg

I

l crowdfunding è sostanzialmente una colletta in chiave moderna, cioè una raccolta di piccole somme di denaro da parte di tanti soggetti, effettuata tramite Internet. Proprio grazie alle potenzialità del web, che si rivolge a innumerevoli utenti, è nato il “finanziamento delle folle”, questo è il significato letterale del termine crowdfunding, e ad oggi è una delle forme più diffuse ed efficaci di finanziamento di progetti imprenditoriali. Nella pratica il meccanismo è molto semplice: • una piattaforma online fa da vetrina per i progetti, che vengono “caricati” dagli ideatori (singole persone o società) con foto, video e tutte le informazioni utili per attrarre potenziali donatori; • viene stabilito un obiettivo di raccolta, ovvero il budget necessario per la realizzazione del progetto; • gli utenti del web accedono al sito, scelgono il progetto da sostenere e versano importi anche molto piccoli, con sistemi di pagamento rapidi. Potenzialmente un progetto da 1.000 euro potrebbe essere finanziato da 1.000 donatori diversi!

“Il mio primo disco grazie al crowdfunding” Matteo Terzi, in arte Soltanto, è un giovane musicista di strada. Suona spesso a Milano, in centro, ma non solo. Dopo tre anni di attività in molte città d’Italia e d’Europa, nel 2012 ha realizzato il suo primo album di inediti, Le chiavi di casa mia, ed è riuscito a produrlo grazie al crowdfunding lanciato attraverso Musicraiser, una piattaforma di finanziamento online dedicata esclusivamente alla musica. In soli due mesi è riuscito a raccogliere i 10.000 euro necessari e grazie a questa iniziativa nel 2014 è stato protagonista del suo primo tour in giro per l’Italia.

Esistono diverse tipologie di crowdfunding, che si differenziano per il ruolo ricoperto dai finanziatori del progetto. In alcuni casi, il crowdfunding è simile a una donazione di denaro per una buona causa, in cui il donatore non riceve nulla in cambio, se non ringraziamenti pubblicati sul sito. In altre forme, invece, il crowdfunding è un vero e proprio finanziamento condiviso, dove i “micro soci” della nuova impresa partecipano al capitale della società, sperando di vedere remunerato il proprio investimento.

In Italia funziona? Nel nostro Paese il crowdfunding ha stentato a decollare, ma recentemente il volume totale dei finanziamenti è aumentato fino a raggiungere, nel 2017, una crescita di oltre il 45% rispetto al 2016 per un totale di quasi 16 mila progetti finanziati.

DOMANDE CHIAVE 1. Che cos’è il crowdfunding e con quali finalità nasce? 2. In quali casi si può definire il crowdfunding come una donazione e in quali un finanziamento?

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LEzIONE

3 Lo Stato: spesa pubblica

la spesa pubblica costi sostenuti per garantire i servizi pubblici ai cittadini

LO STATO deve bilanciare

le entrate pubbliche mezzi finanziari per realizzare i diversi obiettivi

per evitare il debito pubblico prestiti richiesti ad altri soggetti economici

Le funzioni dello Stato Lo Stato e gli altri enti pubblici (come la Regione, la Provincia, il Comune) sono il soggetto economico che si occupa di soddisfare i bisogni della collettività offrendo ai cittadini una serie di servizi pubblici, legati alle sue diverse funzioni. Lo Stato svolge infatti: • una funzione istituzionale: amministra la giustizia, garantisce la sicurezza, l’ordine pubblico e la difesa militare del territorio; • una funzione sociale: assicura a tutti i cittadini l’istruzione, la sanità, l’ordine pubblico e tutela le fasce più deboli della comunità; • una funzione economica: interviene nella vita economica del Paese per assicurare sviluppo, stabilità, benessere sociale, aumento dell’occupazione. Lo Stato, per esempio, aiuta le aziende in difficoltà, realizza infrastrutture, gestisce imprese pubbliche. Vedremo quindi come lo Stato si procura le risorse economiche necessarie (entrate pubbliche) per affrontare i costi dei vari servizi (spesa pubblica), e che cosa accade quando i mezzi finanziari a disposizione non sono sufficienti e si genera il debito pubblico.

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Lo Stato: spesa pubblica

LEzIONE 3

ECONOMIA

La spesa pubblica Per svolgere le sue diverse funzioni, lo Stato deve sostenere ingenti spese: pagare gli stipendi ai dipendenti pubblici (come insegnanti, medici, infermieri, forze dell’ordine), comprare i beni e i servizi per il funzionamento di scuole, ospedali, pubblici uffici (per esempio lavagne, letti, computer), aiutare i soggetti svantaggiati (attraverso sussidi di disoccupazione o pensioni di invalidità), costruire e mantenere le infrastrutture (come scuole, strade, ponti). L’insieme di tutte le spese sostenute dallo Stato per poter svolgere le sue funzioni e prestare ai cittadini i servizi pubblici è detto spesa pubblica. Le spese pubbliche si dividono in:

Stato sostiene per garantire correntemente il funzionamento della Pubblica amministrazione, per esempio il pa-

• spese correnti: sono quelle che lo

gamento degli stipendi dei dipendenti; • spese in conto capitale: sono quelle di investimento, ossia le spese dirette alla realizzazione di opere funzionali allo sviluppo economico e che durano negli anni, per esempio la costruzione di un ponte o di un aeroporto.

Le entrate pubbliche L’insieme dei mezzi finanziari che lo Stato si procura per far fronte alla spesa pubblica costituisce la categoria delle entrate pubbliche. Le entrate dello Stato sono molto differenziate e varie, possiamo tuttavia distinguere due grandi categorie: • le entrate originarie: sono quelle che lo Stato ottiene dalla gestione del patrimonio statale, ovvero dei beni che gli appartengono. Lo Stato per esempio può acquisire somme di denaro dando in concessione le spiagge, vendendo gli immobili o i beni e i servizi prodotti dalle imprese pubbliche; • le entrate derivate: sono quelle che provengono dai cittadini e dalle imprese, ai quali lo Stato impone di pagare i tributi. I tributi si distinguono in “imposte”, “tasse” e “contributi”, termini che nel linguaggio comune sono spesso utilizzati come sinonimi, ma che giuridicamente servono a identificare fattispecie differenti.

somme di denaro che devono essere pagate obbligatoriamente da tutti in base alla propria capacità contributiva, cioè al IMPOSTE Le imposte sono

proprio reddito o patrimonio. Esse rappresentano la principale categoria dei tributi e servono a coprire i costi dei servizi pubblici generali (come la giustizia e la difesa).

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UdA 2

LE AttIvItà ECONOMIChE

Sono imposte dirette quelle che colpiscono direttamente la ricchezza di un soggetto. Per esempio, se una persona oppure un’azienda hanno ottenuto in un anno un certo reddito, queste dovranno pagare l’imposta sul reddito prodotto. Ovviamente a redditi più alti corrisponderanno imposte più alte. Le imposte indirette, invece, sono quelle che colpiscono il reddito quando viene utilizzato. Per esempio, se una persona o un’azienda acquistano beni o servizi, l’imposta indiretta che pagano è quella compresa nel prezzo del bene o del servizio acquistati. TASSE Le tasse vengono pagate solo da coloro che richiedono un servizio speciale offerto dallo Stato, quindi non sono obbligatorie per tutti i cittadini. Per esempio, le tasse universitarie sono pagate solo dagli studenti che si iscrivono ai corsi.

IO E L’ECONOMIA Quando chiedo lo scontrino al bar contribuisco alla lotta all’evasione? Entro in un bar per acquistare un panino e una bibita. Se il barista non mi rilascia lo scontrino, non sarà versata allo Stato la parte che lui deve a titolo di imposta, in quanto percettore di reddito. In questo modo il barista, che come tutti gli altri cittadini usufruisce dei servizi pubblici, non contribuirà al finanziamento della spesa pubblica e diventerà un evasore fiscale. • Sai indicare quali sono le conseguenze dell’evasione fiscale? • Come potresti cercare di combattere l’evasione fiscale?

CONTRIBUTI I contributi sono prelievi obbligatori effettuati dallo Stato nei confronti di chi ha tratto particolari vantaggi da un servizio pubblico, come i contributi che gli abitanti di un paesino di montagna devono pagare per i benefici che avranno dalla costruzione di una nuova strada sul loro territorio.

Il debito pubblico Quando le entrate pubbliche non riescono a coprire la spesa pubblica, lo Stato viene a trovarsi in una situazione di disavanzo (deficit pubblico) e pertanto contrae dei debiti: chiede somme di denaro in prestito ad altri soggetti economici, nazionali ed esteri (imprese, famiglie, banche), che poi dovrà restituire con l’aggiunta degli interessi. Il deficit pubblico misura la differenza negativa tra le entrate e le uscite dello Stato, cioè la differenza tra quello che incassa e quello che spende in un anno. L’insieme dei debiti che lo Stato accumula nel tempo è denominato debito pubblico.

Il debito pubblico rappresenta un elemento di grave difficoltà per un Paese, perché lo Stato, oltre a dover restituire alla scadenza il denaro preso in prestito, dovrà pagare anche gli interessi e così il suo debito sarà destinato ad aumentare.

Per ridurre il debito pubblico ed evitare una situazione di default, ovvero l’impossibilità di restituire il denaro ai creditori alle scadenze previste, lo Stato può: 1) aumentare le entrate pubbliche attraverso un incremento dei tributi e la lotta all’evasione fiscale (ovvero punire con sanzioni coloro che non li pagano). La conseguenza dell’aumento dei tributi sarà la riduzione del reddito disponibile delle famiglie: aumentando le spese, le famiglie avranno minore disponibilità di denaro e saranno costrette a ridurre i consumi. Ciò ricadrà inevitabilmente sulle imprese (riduzione delle vendite) e quindi sull’occupazione. 2) ridurre la spesa pubblica diminuendo la quantità e qualità dei servizi pubblici offerti alla collettività, quindi scuole, servizi sanitari, trasporti e così via. È ovvio che questa scelta penalizzerà soprattutto i soggetti deboli, cioè gli anziani, i malati e le persone più indigenti, che vedranno diminuire le prestazioni a loro favore.

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Lo Stato: spesa pubblica

In Italia il problema dell’entità del debito pubblico è spesso al centro del dibattito politico: nel 2017 ha raggiunto 2256,1 miliardi di euro, e ciò che più preoccupa cittadini, economisti e politici è che questa crescita sembra inarrestabile. Nel nostro Paese sono state proposte altre soluzioni possibili per ridurre il debito, oltre all’aumento dei tributi e alla revisione della spesa pubblica, che possono essere il frutto di un insieme di strategie diverse, come la possibilità di vendere alcuni beni dello Stato e l’intensificazione della lotta all’evasione fiscale. Quest’ultimo in particolare è sentito come un obiettivo prioritario, perché evadere, cioè non pagare le imposte, è un fenomeno molto grave non solo da un punto di vista economico, dal momento che riduce le entrate pubbliche, ma anche da un punto di vista di giustizia sociale, perché tutti i cittadini devono contribuire, in base alla propria ricchezza, alle spese della collettività.

LEzIONE 3

ECONOMIA

Il debito pubblico italiano nella storia

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Domande a scelta multipla Individua la risposta esatta.

Prova di realtà

1. La costruzione di un ponte rientra tra le: A spese correnti B spese in conto capitale C entrate correnti D entrate pubbliche 2. Quando la spesa che lo Stato deve sostenere in un anno è superiore alle sue entrate pubbliche si verifica: A deficit pubblico B debito pubblico C default D evasione fiscale

Ripensa a tutte le attività che svolgi normalmente durante la settimana e individua tutti i servizi pubblici di cui usufruisci. Completa la seguente tabella, riportando le diverse tipologie di servizi pubblici e i soggetti che li erogano (offrono). Servizi pubblici

Soggetti erogatori

....................... ....................... ....................... .......................

Domande a risposta aperta Rispondi in forma orale o scritta alle seguenti domande. 1. Quali sono i servizi pubblici legati alla funzione istituzionale dello Stato? 2. Come viene finanziata la spesa pubblica? 3. Come vengono classificati i tributi? 4. Qual è la differenza tra imposte dirette e indirette? 5. Qual è la definizione di deficit pubblico? 6. Qual è la definizione di debito pubblico? 7. Perché il debito pubblico tende ad aumentare nel tempo?

....................... ....................... ....................... ....................... ....................... ....................... ....................... ....................... 253


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LEzIONE

4 ON IL R E ST I C O N O

DE L

MONO

LE RE L AZ I

il resto del mondo: importazioni ed esportazioni si orientano in base a politiche di

protezionismo limitare le importazioni e favorire le esportazioni libero scambio libera circolazione di merci e servizi

I rapporti economici internazionali In economia, quando si parla del resto del mondo, ci si riferisce a tutti gli Stati con cui si intrattengono rapporti commerciali e con i quali si registrano scambi di merci, servizi, capitali e persone. Le importazioni si riferiscono all’acquisto di beni e servizi prodotti all’estero, mentre le esportazioni indicano la vendita di beni e servizi nazionali al resto del mondo. ESEMPIO

Se decido di comprare una moto giapponese, il mio acquisto viene definito un’importazione. Allo stesso modo, se scelgo Sharm El Sheikh come destinazione delle mie vacanze, sto effettuando un’importazione perché durante la mia vacanza acquisterò beni e servizi prodotti in Egitto. Per contro, se un cittadino giapponese compra un’automobile italiana, si avrà un’esportazione. Così come se un turista egiziano viene in vacanza in Italia, si troverà ad acquistare beni e servizi italiani, ed allora si parlerà di esportazione.

Per l’economia di un Paese è sicuramente più conveniente aumentare le esportazioni, in quanto crescendo la domanda di prodotti nazionali, aumenterà anche la produzione e quindi l’occupazione. È altrettanto vero, tuttavia, che nessun Paese è autosufficiente e deve necessariamente importare beni prodotti all’estero. Quando un sistema economico impedisce le relazioni commerciali con gli altri Paesi viene definito sistema chiuso, mentre quando è a favore degli scambi con l’estero è detto sistema aperto. Nel primo caso, si parlerà di una politica commerciale ispirata al protezionismo, nel secondo al libero scambio.

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Il resto del mondo: importazioni ed esportazioni

LEzIONE 4

ECONOMIA

Il protezionismo Tra il XVI e il XVIII secolo, in seguito alla forte crescita dei mercati conseguente alle scoperte geografiche e alla fondazione delle colonie, l’economia si basò sempre di più sullo scambio delle merci (mercantilismo) e fu in questo periodo che ebbe la sua massima diffusione il protezionismo. La politica protezionista consiste nel limitare le importazioni di merci provenienti da altri Paesi e favorire le esportazioni dei prodotti nazionali. Le importazioni erano ostacolate attraverso l’applicazione di dazi doganali, ossia di imposte che si aggiungevano al prezzo del bene importato e lo rendevano più costoso e meno competitivo. L’obiettivo era quello di proteggere l’economia interna, riducendo la concorrenza estera e sostenendo l’acquisto di prodotti nazionali.

L’adozione di politiche protezionistiche comporta numerosi inconvenienti tra cui: • la difficoltà a reperire le materie prime e i beni necessari alla produzione, se non sono presenti o non possono essere prodotti in quantità sufficiente all’interno del Paese; • la riduzione della competitività interna tra le imprese che non devono concorrere con le imprese straniere; • il rischio di ritorsioni economiche da parte degli Stati colpiti dai dazi doganali, i quali potrebbero a loro volta bloccare le importazioni provenienti dal Paese che ha adottato misure protezionistiche. Nella realtà economica attuale sarebbe difficile immaginare una politica economica protezionista. Tutti i Paesi, infatti, sono caratterizzati da sistemi economici aperti che, grazie alle nuove tecnologie telematiche e alla rapidità delle comunicazioni, hanno avviato un processo di apertura verso un mercato di dimensioni planetarie (il cosiddetto mercato globale).

Il libero scambio In contrapposizione al protezionismo, nel XVIII secolo prende avvio il libero scambio (o liberismo), che prevede la totale abolizione delle barriere al commercio internazionale e la libera circolazione delle merci e dei servizi. Alla base del liberismo vi è la convinzione che ogni intervento dello Stato diretto a limitare il libero commercio (importazioni ed esportazioni) riduca la ricchezza nazionale. Al contrario, secondo i liberisti, l’apertura del commercio con l’estero è vantaggiosa perché: • favorisce la specializzazione internazionale nelle produzioni più convenienti. Se non ci sono vincoli doganali, infatti, ogni Paese ha la possibilità di potenziare le produzioni più adatte alle proprie risorse, che dipendono dalla conformazione del territorio, dalle materie prime presenti, dalla manodopera disponibile, dal clima e così via. Potrà specializzarsi quindi nei settori nei quali realizza costi minori;

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UdA 2

LE AttIvItà ECONOMIChE

ESEMPIO

Un Paese ricco di risorse agricole e minerarie (A) può specializzarsi nel settore primario, offrendo materie prime al Paese (B) che ne è carente. Il Paese B a sua volta avrà la possibilità di specializzarsi in produzioni industriali che potrà esportare nel Paese A.

• accresce la soddisfazione dei consumatori, perché la concorrenza a livello internazionale aumenta la competitività dei mercati, così le imprese tenderanno a produrre beni di maggiore qualità e a venderli a un prezzo minore.

I NIC, Paesi di nuova industrializzazione

Tuttavia, il libero scambio può produrre effetti negativi sui sistemi economici nazionali quando investe Paesi che presentano un grande divario nello sviluppo economico, ossia quando riguarda le transazioni commerciali tra Paesi ricchi (molto sviluppati) e Paesi poveri (in via di sviluppo). Trovandosi in una posizione di debolezza e di dipendenza economica, i Paesi in via di sviluppo aggravano ancora di più la loro condizione di inferiorità, in quanto avrebbero bisogno di “proteggere” le proprie industrie nascenti dalla concorrenza delle industrie straniere e affrontare gradualmente la concorrenza mondiale. Le industrie nascenti, infatti, non avendo esperienza di produzione, spesso non sono in grado di reggere la concorrenza dei Paesi sviluppati in termini di qualità del prodotto. Chiaramente, nel lungo periodo, questi Paesi possono arrivare a produrre beni di alta qualità e anche a prezzi più bassi rispetto a quelli dei cosiddetti Paesi sviluppati, come è accaduto in India, che per tanti anni è stata considerata un Paese in via di sviluppo, ed oggi è diventata leader nella produzione mondiale di moltissimi beni e servizi.

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Tabelle da completare Completa le seguenti tabelle inserendo i vantaggi e gli svantaggi delle due diverse politiche commerciali: il protezionismo e il libero scambio.

Ricerca in Internet

PROTEZIONISMO Vantaggi

Svantaggi

.......................................... .......................................... .......................................... ..........................................

.......................................... .......................................... .......................................... ..........................................

LIBERO SCAMBIO Vantaggi

Svantaggi

.......................................... .......................................... .......................................... ..........................................

.......................................... .......................................... .......................................... ..........................................

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• Dividetevi in 3 gruppi e ricercate sul sito del Ministero dello Sviluppo Economico le seguenti informazioni sui rapporti economici dell’Italia con il resto del mondo: 1° gruppo: elenco dei 10 prodotti più importati e dei 10 più esportati; 2° gruppo: elenco dei 10 Paesi dai quali provengono le maggiori importazioni e dei 10 ai quali è destinata la maggior parte dei prodotti italiani; 3° gruppo: elenco delle 10 Regioni italiane che importano di più e delle 10 che esportano di più. • Con l’aiuto dell’insegnante analizzate e confrontate i risultati della ricerca.


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LEzIONE

5 La globalizzazione LA GLOBALIZZAZIONE diffusione su scala mondiale di beni, servizi, capitale, tecnologia

si sviluppa grazie a

nuove tecnologie informatiche

velocizzazione dei mezzi di trasporto

Che cos’è la globalizzazione A partire dagli anni Novanta del secolo scorso sono cresciuti in modo esponenziale gli scambi e le relazioni internazionali che hanno investito l’intero pianeta: è cresciuto cioè il fenomeno della globalizzazione. Secondo la definizione dell’Ocse (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico): la globalizzazione è il processo attraverso il quale mercati e produzione nei diversi Paesi diventano sempre più interdipendenti tra loro, in virtù dello scambio di beni e servizi e del movimento di capitale e tecnologia. Ciò vuol dire che le economie dei diversi Stati del mondo sono fortemente correlate e dipendenti l’una dall’altra e che questa integrazione economica ha assunto ormai dimensioni planetarie, tanto da parlare di globalizzazione dell’economia mondiale. A favorire questo fenomeno hanno contribuito le nuove tecnologie informatiche e la velocizzazione dei mezzi di trasporto: oggi, infatti, è possibile scambiare informazioni e documenti in tutto il mondo in tempi brevissimi e a basso costo grazie agli strumenti informatici, e allo stesso modo è possibile viaggiare e raggiungere facilmente tutte le parti del mondo.

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UdA 2

LE AttIvItà ECONOMIChE

Il villaggio globale Sebbene il fenomeno della globalizzazione riguardi prevalentemente il campo economico, in realtà comprende ogni aspetto della vita moderna, perché interessa il nostro modo di comunicare, di informarci, di intrattenere rapporti sociali. La globalizzazione ha cambiato anche la nostra percezione del mondo, che consideriamo come un unico villaggio globale. Tutto ciò che in passato aveva dimensioni e distanze enormi, oggi è a portata di mano e sempre raggiungibile: l’intero pianeta è diventato percorribile proprio come se fosse un piccolo villaggio. I cittadini di ogni Paese sono ormai coinvolti in situazioni che accadono in altri Paesi lontani e i loro comportamenti, a loro volta, influenzano la vita di altre persone che abitano nell’altra parte del globo. ESEMPIO

Grazie a Internet possiamo conoscere in tempo reale ciò che accade nell’altra parte del pianeta; attraverso i social network come Facebook, Twitter, YouTube possiamo comunicare immediatamente con persone sparse nei vari posti del mondo; con gli aerei low cost (a basso costo) possiamo raggiungere velocemente e senza grandi spese luoghi molto distanti; con l’e-commerce (commercio elettronico) possiamo vendere e comprare beni e servizi in tutte le parti del mondo.

IO E L’ECONOMIA La globalizzazione ci unisce o ci allontana? Grazie alla globalizzazione e alla distribuzione capillare di molti prodotti da parte delle grandi multinazionali, i bisogni e i consumi delle persone sono diventati simili in gran parte del mondo. • Questo grande mercato planetario, secondo te, ha eliminato le disuguaglianze fra le persone o le ha accentuate?

258

gli effetti della globalizzazione L’apertura mondiale dei mercati delle merci, dei servizi, dei capitali e del lavoro è un fenomeno ampio e complesso, che ha innescato una serie di effetti positivi e negativi. Eliminare le barriere doganali tra gli Stati ha determinato anzitutto un aumento degli scambi internazionali e, di conseguenza, una generale riduzione dei prezzi dei beni e servizi finali. La concorrenza su scala internazionale, infatti, ha spinto le imprese a introdurre nuove tecnologie nella produzione, per poter abbassare i prezzi ed essere più competitive. Con lo scambio delle merci è cresciuta anche la mobilità delle persone, che si sono spostate verso Paesi dove le possibilità lavorative sono maggiori, e tutto ciò ha stimolato il confronto e l’avvicinamento tra popoli e culture diverse. Dall’altro lato, la globalizzazione presenta anche ripercussioni negative. Ha comportato, per esempio, una sempre più consistente interdipendenza economica tra gli Stati, al punto tale che eventi che si verificano in un determinato Paese (come crisi, terremoti, guerre) provocano effetti economici in tutto il mondo. Ma i risvolti più critici sono quelli che si registrano nei Paesi economicamente più deboli, ancora legati a una produzione agricola: a causa della loro arretratezza economica, questi Paesi rimangono relegati a posizioni marginali (deindustrializzazione dei Paesi poveri), e la loro situazione è destinata a peggiorare a tutto vantaggio dei Paesi più avanzati. In conclusione, in assenza di politiche economiche mondiali tese a tutelare la posizione degli Stati poveri, la globalizzazione rischia di accentuare il divario esistente tra Paesi ricchi e Paesi poveri, e di aumentare le disuguaglianze e le ingiustizie esistenti nel mondo.


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La globalizzazione

LEzIONE 5

ECONOMIA

Le multinazionali La posizione di vantaggio dei Paesi ricchi è strettamente legata a uno degli elementi che caratterizzano la globalizzazione: la centralità delle imprese multinazionali che oggi controllano i due terzi del commercio mondiale. Le multinazionali sono imprese di grandi dimensioni, che dispongono di impianti e filiali in diversi Paesi del mondo. Normalmente con il termine “multinazionale” si indicano società che agiscono sulla scena mondiale (come Nike, McDonald’s, Coca-Cola), tuttavia può essere considerata una multinazionale anche una piccola impresa che opera in almeno due Paesi, come può essere un calzaturificio italiano che ha l’impianto di produzione in Romania o in Slovacchia. L’obiettivo delle società multinazionali è quello di raggiungere profitti più alti attraverso l’allargamento del mercato a livello mondiale e l’investimento in quei Paesi dove le materie prime, la manodopera e il carico fiscale (le imposte) risultano molto bassi. Valutando più conveniente produrre in Paesi dove i costi sono più bassi, grandi e piccole imprese hanno così deciso di delocalizzare la produzione, cioè trasferire gli impianti e le strutture industriali in un luogo diverso da quello di origine. ESEMPIO

La Geox, azienda leader italiana nella produzione di scarpe e capi d’abbigliamento sportivo che vende in tutto il mondo (103 Paesi), ha sede in Italia, a Montebelluna (Treviso), ma i suoi prodotti provengono principalmente da due stabilimenti esteri: uno a Timisoara, in Romania, dove sono impiegati 1.750 dipendenti, e un altro in Slovacchia con 400 lavoratori.

CONOSCENZE ALLA PROVA Verifica le tue conoscenze e abilità

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Vero o falso Indica se le seguenti affermazioni sono vere (V) o false (F).

Cooperative Learning: in gruppo

1. La globalizzazione ostacola gli scambi internazionali. 2. La globalizzazione dipende dal progresso delle tecnologie informatiche. 3. La globalizzazione determina una riduzione generale dei prezzi. 4. Una multinazionale è un’impresa che dispone di impianti produttivi in diverse parti del mondo. 5. La delocalizzazione comporta un aumento dell’occupazione nel Paese dove l’impresa trasferisce la produzione. 6. Delocalizzare significa vendere i locali nei quali si svolge l’attività produttiva.

V

F

V

F

V

F

V

F

V

F

V

F

• Dividetevi in gruppi di 5 persone. • Utilizzando libri di testo, riviste, quotidiani, Internet, ricercate informazioni sul fenomeno della globalizzazione, raccogliendo dati e immagini. • Dopo aver analizzato il materiale selezionato, realizzate un cartellone sugli aspetti positivi e negativi della globalizzazione.

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Risparmi e investimenti in Italia Alla fine degli anni Novanta, la propensione al risparmio degli Italiani, cioè il rapporto tra quanto viene risparmiato e il reddito lordo, si è avvicinato al 20%. Le crisi economiche che si sono succedute in questi ultimi 20 anni hanno portato la quota dei risparmi rispetto al reddito lordo degli Italiani a percentuali vicine al 7%. Si nota quindi un calo decisamente significativo.

Gli Italiani prima grandi risparmiatori poi… Gli Italiani sono stati in passato considerati un “popolo di formiche” perché hanno sempre cercato di risparmiare una parte del loro reddito. Questa “buona pratica” era adottata non solo da coloro che potevano disporre di redditi alti, ma anche dalle famiglie con redditi modesti. Queste ultime erano abituate ad accantonare delle somme di denaro per crearsi un piccolo tesoretto per far fronte alle eventuali esigenze future di spesa. Possiamo affermare che le famiglie italiane, a differenza di quanto avveniva in altri Paesi europei, hanno sempre preferito avere a disposizione il denaro necessario per sostenere le spese importanti (elettrodomestici, auto, mobili, ecc. …) piuttosto che indebitarsi. I nostri connazionali non hanno mai amato i debiti.

Francia

Il motivo principale della riduzione del risparmio è da attribuire alla diminuzione del reddito disponibile, quindi gli Italiani mediamente hanno redditi più bassi e quindi risparmiano di meno. È importante però segnalare un fenomeno particolare che sta avvenendo e cioè un cambio importante nelle abitudini di vita

29,0%

3,9%

0,0%

25,8%

18,7%

16,6% 0,0%

… cambio di rotta

10,9%

21,7%

12,7%

12,0%

10,3%

19,1%

10,7%

17,5%

14,8% 15,9%

4,9%

Germania

0,0%

0,0%

3,1%

4,9%

5,3%

5,7%

0,9%

4,0%

3,4%

4,4%

9,4%

12,4%

15,1%

8,5%

10,8%

9,2%

15,4% 14,7%

23,1%

27,3%

18,9%

22,4%

Italia 3,5%

0,0% 0,0%

7,6%

6,8% 3,7% -5,0%

2,2% -11,4%

10,1%

11,4%

3,5% -19,6%

-21,1%

7,0%

-20,5%

9,8% 5,3%

9,2% 1,0%

-24,5%

32,4% 26,2%

14,4%

12,9%

10,1%

6,3%

-21,1%

-24,5%

-26,6%

17,7

23,2

13,9

17,4

4,1%

-21,9%

38,8% 30,3%

16,8% 8,9%

5,6%

3,3%

REDDITO 13,9%

RISPARMI

10,0%

7,1%

5,8%

27,3% 22,7%

18,7%

2,6%

CONSUMI

24,9%

21,9%

20,1%

19,1%

-23,1%

260

4,8%

2017Q4

10,3

15,1%

12,4

2016Q4

9,7

12,4

25,9% 22,1

2015Q4

4,2%

14,0

2013Q4

7,8%

13,2

2012Q4

8,8

6,6%

13,9

2011Q4

15,0%

2010Q4

4,8%

24,1%

2009Q4

4,8%

2007Q4

2005Q4

0,0%

2006Q4

0,0%

6,7%

15,5% 9,1%

2008Q4

UE

2014Q4

-35,3%

(Fonte: Eurostat)


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Lezione speciaLe econoMia

degli Italiani e che capovolge la logica che all’aumento del reddito corrisponde anche un aumento dei consumi e proporzionalmente dei risparmi. Il grafico mostra come, in questi ultimi anni, i consumi degli Italiani sono aumentati più del loro reddito. Gli Italiani hanno rinunciato ad accantonare una parte di esso ma non a limitare i consumi, e spesso lo hanno fatto utilizzando i risparmi accantonati in passato oppure indebitandosi. Si pensi a quanti beni, anche non necessari come smartphone, tv, tablet, oggi vengono acquistati con pagamenti rateizzati. Una buona parte delle famiglie, talvolta anche inconsapevolmente, non vuole rinunciare al tenore di vita acquisito e continua a mantenere alti certi consumi a scapito del risparmio. La conseguenza di questo comportamento è una diminuzione drastica della propensione al risparmio e un modello di consumo che preferisce più acquisti frequenti (ristorazione, vacanze brevi, divertimenti) all’acquisto dei beni durevoli come case o automobili. Si può affermare che l’atteggiamento degli Italiani si sta avvicinando a quello dei cittadini del Regno Unito, che hanno sempre avuto una scarsa propensione al risparmio, e si sta allontanando da quello di altri paesi europei come Germania e Francia che invece continuano a mantenere un’alta percentuale di risparmi rispetto al reddito.

Gli investimenti I risparmi degli Italiani sono investiti in vario modo. Dobbiamo però sottolineare come, anche negli investimenti, la tradizione italiana sta lentamente cambiando anche per il diffondersi, soprattutto tra le nuove generazioni, di una maggiore cultura finanziaria. Dalle ultime indagini dell’ISTAT emerge che gli Italiani stanno impiegando, in maniera sempre crescente, i loro risparmi in strumenti finanziari come azioni, fondi comuni di investimento, obbligazioni. Una parte dei risparmi viene invece tenuta sui conti correnti e sui depositi a risparmio. Sono rimasti invece pochi i risparmiatori Italiani che investono nel “mattone”, acquistano cioè delle case per impiegare i propri risparmi.

iliardi di t s e 4,3 mila m i T d iù h p s su Fla contare eni) che erò ancora (case, terr

p ili i possono gli immob Gli Italian l valore de a re lt une o i . arm i euro rietà e alc euro di risp miliardi d io di prop a g il g o m ll 5 a a n in u a circ ne vivono ammonta iglie italia m fa sa. e ll ca e a d d Molte secon anti anche una o n n a h entuali qu e di ess valori perc in e la ch o n a lc e e ca ngono anti dispo lla tua class u e q n , e tà in e g ri a . nd prop ffitto • Fai un’i na casa di oggio in a ivono in u o in un all n o iv v ti n studenti v qua nda casa e di una seco

DOMANDE CHIAVE 1. Perché gli Italiani erano considerati “formiche”? 2. Che cos’è la propensione al risparmio? 3. Come investono i loro risparmi gli Italiani?

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I consumi e i risparmi degli Italiani 1

L’andamento dei consumi Dopo alcuni anni in cui gli Italiani consumavano di più, ora si evince un generale rallentamento dei consumi che denota anche un’attenzione maggiore al risparmio.

• Leggi il grafico: quale tipo di consumi ha mantenuto più stabilità nel corso dell’ultimo anno? E quello che ha subito la maggiore flessione?

Fonte: Ipsos/ACRI, 94a giornata mondiale del risparmio, ottobre 2018.

Che cosa comprano gli Italiani a rate Milioni di euro

15.542

1.702

1.174

Elettronica

Arredamento 2015

Fonte: Osservatorio Compass.

262

beni di sopravvivenza investimenti semi-durevoli cura di sé fuori casa e divertimento

2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018

2

Auto/moto

% 50 40 30 20 10 0 –10 –20 –30 –40 –50 –60 –70

2016

628

Altri settori 2017

Gli Italiani comprano a rate in primis le automobili e le moto pari al 35% del totale dei finanziamenti erogati. Una novità che ha fatto crescere il finanziamento nella voce “altri settori” riguarda l’organizzazione del matrimonio.

• Osserva il grafico: anche se la maggior parte dei finanziamenti erogati sono destinati all’acquisto di auto e moto, i beni che gli Italiani acquistano a rate in percentuale maggiore riguardano un altro ambito. Fai una ricerca e individua qual è il bene acquistato a rate dagli Italiani in percentuale più elevata?


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territorio e Società eCoNoMiA

3 Gli investimenti degli Italiani Nonostante gli Italiani investano in larga misura in strumenti finanziari (titoli di Stato, buoni postali, assicurazioni vita, fondi pensione), l’acquisto di case, terreni e immobili rimane una forma di investimento ancora utilizzata.

Non sa 7%

Case, terreni, immobili

Non investiti 5%

32%

Liquidità 18%

• Molti Italiani preferiscono tenere i risparmi in forma liquida cioè depositati su conti correnti o depositi a risparmio. Quale sono i vantaggi e gli svantaggi nel mantenere i propri risparmi liquidi?

Strumenti finanziari

Investimenti a rischio (azioni)

31%

7%

Fonte: Ipsos/ACRI, 94a giornata mondiale del risparmio, ottobre 2018.

4 Attività reali e finanziarie delle famiglie: un confronto tra Paesi (in rapporto al reddito disponibile) f Il confronto internazionale mostra che la ricchezza reale, cioè l’insieme della attività reali detenute da un individuo (ad es. la casa) in Italia rimane più grande della ricchezza finanziaria, mentre negli Stati Uniti, in Canada, in Giappone la ricchezza reale delle famiglie è minore di quella finanziaria. Canada

Francia

Germania

Italia

Spagna

Regno Unito Stati Uniti

Giappone

12

Attività non finanziarie Attività finanziarie

10 8

$

6 4

$$

2 0 2008 2016 2008 2016 2008 2015 2008 2016 2008 2014 2008 2016 2008 2015 2008 2016 Fonte OCSE, in Banca d’Italia, novembre 2018, n. 470.

• La preferenza negli investimenti varia da Paese a Paese. Quali sono i Paesi il cui comportamento negli investimenti è più simile a quello delle famiglie italiane?

263


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Sintesi Che cos’è la ricchezza?

Quali sono le fonti del reddito e le attività economiche di una famiglia?

Che cos’è la produzione?

Quali sono i tre settori produttivi?

Che cos’è il profitto?

Che cos’è la spesa pubblica?

Chi deve contribuire alle spese dello Stato?

264

La ricchezza, in senso economico, può essere considerata sia come patrimonio sia come reddito. Il reddito di una famiglia proviene dall’attività lavorativa svolta, dall’attività d’impresa, dal capitale monetario e dagli immobili posseduti: – dal lavoro si ricava un salario; – dall’attività di impresa un profitto; – dal capitale monetario un interesse; – dai beni immobili una rendita. Il consumo è la parte di reddito che una famiglia spende per l’acquisto di beni e servizi, mentre il risparmio è la parte di reddito non consumata ed accantonata per utilizzarla in futuro. La produzione è la principale attività svolta dalle imprese e consiste nella trasformazione di alcuni beni, chiamati mezzi di produzione, in altri beni che hanno una maggiore utilità economica. I fattori della produzione sono il lavoro, la terra, il capitale e l’attività dell’imprenditore. I tre settori nei quali vengono distinte le attività produttive sono: il settore primario (materie prime), secondario (prodotti industriali e artigianali) e terziario (servizi). Il profitto è il reddito dell’impresa ed è dato dalla differenza tra i ricavi realizzati dalla vendita dei beni prodotti e i costi che essa ha sostenuto per produrli. Se i ricavi sono inferiori ai costi si avrà una perdita. Lo Stato per svolgere le sue funzioni e offrire ai cittadini i servizi pubblici deve sostenere dei costi che complessivamente formano la spesa pubblica. Lo Stato si procura il denaro per finanziare la spesa pubblica prelevando una parte della ricchezza delle famiglie e delle imprese attraverso i tributi. Tutti devono contribuire alla spesa pubblica in base alla capacità contributiva, ossia alla propria ricchezza.


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LE AttIvItà ECONOMIChE

Che cos’è il debito pubblico?

Quali sono le differenze tra protezionismo e libero scambio?

Che cos’è la globalizzazione?

SINtESI

ECONOMIA

Il debito pubblico è l’insieme dei debiti che lo Stato accumula nel tempo, causati dal fatto che le spese che sostiene risultano maggiori delle entrate di cui dispone. Nel protezionismo vengono ostacolate le importazioni attraverso l’applicazione di barriere doganali, per favorire le esportazioni dei prodotti nazionali. Il libero scambio favorisce gli scambi internazionali attraverso l’abolizione delle barriere doganali. La globalizzazione è il processo di crescita delle relazioni e degli scambi commerciali a livello mondiale, che comporta una marcata interdipendenza tra le economie di tutti i Paesi del mondo.

LE PAROLE DELL’ ECONOMIA Consumo: indica la parte del reddito che la famiglia utilizza per acquistare beni e servizi necessari. In una famiglia l’attività di consumo corrisponde a tutte le spese sostenute per la vita quotidiana.

Francese Inglese Spagnolo Tedesco

Consommation Consumption Consumo Verbrauch

Risparmio: indica la parte di reddito che non viene spesa in consumi, e che viene accantonata per soddisfare bisogni futuri o per accumulare ricchezza.

Francese Inglese Spagnolo Tedesco

Épargne Saving Ahorro Sparen

Patrimonio: è l’insieme dei beni posseduti da una persona in un determinato momento. Il patrimonio pubblico è il complesso dei beni appartenenti a uno Stato.

Francese Inglese Spagnolo Tedesco

Patrimoine Asset Patrimonio Vermögen

Spesa pubblica: è il complesso di denaro che viene utilizzato dallo Stato per svolgere le sue funzioni e garantire i servizi pubblici ai cittadini.

Francese Inglese Spagnolo Tedesco

Dépenses publiques Public spending Gasto público Öffentliche Ausgaben

Reddito: è il flusso di denaro che realizza un soggetto (un individuo, un’impresa, uno Stato) in un periodo di tempo. Si può parlare, per esempio, di reddito annuo o reddito mensile.

Francese Inglese Spagnolo Tedesco

Revenu Income Ingresos Einkommen

Deficit pubblico: è la differenza negativa tra entrate pubbliche e spese pubbliche in un periodo di tempo. Quando uno Stato incassa una quantità di denaro insufficiente a coprire le spese, si trova in deficit pubblico.

Francese Inglese Spagnolo Tedesco

Déficit public Public deficit Déficit público Haushaltsdefizit

265


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UdA 2

Mappe di sintesi LE FAMIGLIE utilizzano la propria

RICCHEZZA in

PATRIMONIO beni posseduti in un certo momento

ATTIVITÀ DI CONSUMO acquisto di beni e servizi

REDDITO entrate monetarie durante un periodo di tempo ATTIVITÀ DI RISPARMIO reddito non consumato e accantonato

LE IMPRESE svolgono

ATTIVITÀ DI PRODUZIONE beni e servizi destinati allo scambio

ATTIVITÀ DI INVESTIMENTO acquisto di beni per incrementare la produzione

da cui deriva

PROFITTO reddito dell’impresa dato dalla differenza tra ricavi e costi

266

in parte destinato a


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LE AttIvItà ECONOMIChE

MAppE DI SINtESI ECONOMIA

LO STATO garantisce

SERVIZI PUBBLICI AI CITTADINI

SPESA PUBBLICA costi per svolgere tutte le sue funzioni

per i quali sostiene

coperta dai destinati a

IMPOSTE pagate da tutti i cittadini

TRIBUTI

TASSE pagate da chi fa richiesta di un servizio

CONTRIBUTI pagati da chi beneficia di un servizio

IL RESTO DEL MONDO

insieme dei Paesi esteri con i quali si stabiliscono scambi economici

attraverso

IMPORTAZIONI acquisto di beni e servizi prodotti all’estero

ESPORTAZIONI vendita di beni e servizi all’estero

267


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UdA 2

LE AttIvItà ECONOMIChE

VERIFICA DI APPRENDIMENTO VERO O FALSO

Easy test COMPLETAMENTO 1. Completa le seguenti frasi utilizzando

i termini sotto elencati. originarie – profitto – consumo – primario – tributi – reddito – patrimonio – risparmio – salario – derivate 1. Le famiglie sono importanti centri di ………...….. in quanto utilizzano parte del reddito conseguito nell’acquisto di beni e servizi. La parte di reddito non consumata è chiamata ………....………..….. 2. Il …………….…..….. indica il complesso dei beni posseduti da una famiglia, mentre il ………………..….. indica il flusso di denaro che consegue una famiglia in un determinato periodo di tempo. 3. Il ………………..….. è il compenso che spetta all’imprenditore per lo svolgimento della sua attività di impresa, mentre il ………….....….. è la remunerazione del fattore lavoro. 4. Il settore produttivo ……..…………..….. comprende l’attività agricola, la pesca, l’estrazione dei minerali. 5. Le entrate pubbliche si dividono in entrate ………………..….. ed entrate …….…, chiamate anche …………..…… .

1. Indica se le seguenti affermazioni sono vere (V) o false (F). 1. Il consumo delle famiglie è direttamente proporzionale al reddito. 2. Il ruolo dell’imprenditore è quello di organizzare i fattori della produzione. 3. I tributi rappresentano un’entrata pubblica. 4. Il risparmio è dato dal reddito meno il consumo. 5. Reddito e patrimonio sono sinonimi. 6. Le fonti di reddito sono: interesse, rendita, lavoro, profitto. 7. Il salario è un fattore della produzione. 8. La remunerazione dell’imprenditore si chiama profitto. 9. La pesca fa parte del settore primario. 10. Il protezionismo prevede l’applicazione di dazi doganali sulle esportazioni.

V

F

V V V V

F F F F

V V

F F

V V

F F

V

F

DOMANDE A SCELTA MULTIPLA 2. Individua la risposta esatta. 1. Le imprese sono i soggetti che: A consumano beni e servizi B producono e offrono servizi pubblici C producono e offrono beni e servizi D risparmiano i fattori della produzione 2. Quali tra i seguenti non sono i compiti delle imprese: A produrre beni e servizi B offrire i salari C garantire i servizi pubblici D domandare lavoro alle famiglie 3. Le imposte: A devono essere pagate obbligatoriamente da tutti i cittadini B non sono obbligatorie C devono essere pagate solo da chi richiede un servizio D devono essere pagate solo da chi beneficia di un servizio 4. Acquistare una automobile prodotta all’estero: A comporta un vantaggio per l’economia nazionale B comporta uno svantaggio per l’economia nazionale

268


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vERIFICA DI AppRENDIMENtO

C D

non ha conseguenze sull’economia nazionale porta a una crescita della produzione nazionale

5. Se un turista straniero trascorre le sue vacanze in Italia si avrà: A una rendita B un’esportazione C un’importazione D un risparmio 6. Una politica economica che agevola il commercio internazionale configura: A un sistema economico protezionista B un sistema economico protettivo C un sistema economico chiuso D un sistema economico di libero scambio

COMPLETAMENTO 3. Completa le seguenti frasi inserendo i termini appropriati. 1. Una riduzione del ....................... delle famiglie comporta una riduzione delle vendite di beni e ........................... . Di conseguenza le imprese sono costrette a ridurre la ........................... e licenziare i lavoratori, determinando un aumento della ........................................ . 2. Il lavoro, la ......................... e il ................................. sono chiamati fattori della ................................ ; il quarto fattore è il soggetto che li organizza e li coordina chiamato ................................. . 3. La ……………………………..............… è l’insieme di tutte le spese sostenute dallo ……………............……… per svolgere le sue funzioni e garantire i servizi pubblici ai cittadini.

CORRISPONDENZE 4. Abbina ad ogni espressione della colonna di sinistra una o più espressioni della colonna di destra, riportando i numeri negli appositi spazi. 1. 2. 3. 4. 5.

Terra Globalizzazione Protezionismo Riduzione del consumo Imprenditore

6. Debito pubblico 7. Risparmio 8. Ampliamento dell’azienda

disoccupazione profitto disavanzo dello Stato reddito non consumato investimento dell’impresa multinazionale rendita barriere doganali

UdA 2

ECONOMIA

ESCLUSIONI 5. Individua all’interno di ciascuno dei seguenti gruppi di parole il termine estraneo. 1. 2. 3. 4.

Consumo, risparmio, produzione, reddito Interesse, rendita, profitto, capitale Imposte, tasse, spese, contributi Importazioni, esportazioni, lavoro, resto del mondo

DOMANDE A RISPOSTA APERTA 6. Rispondi in forma orale o scritta alle seguenti domande. 1. Quali effetti economici produce un aumento dei consumi delle famiglie? 2. Da che cosa è dato il profitto dell’imprenditore? 3. Qual è la definizione di debito pubblico? In che modo può essere ridotto? 4. Quali sono le differenze tra protezionismo e libero scambio? 5. In quali casi è opportuno attuare misure protezionistiche? 6. Quali problemi comporta la globalizzazione?

IMPARO AD IMPARARE 7. Riassumi in poche righe gli argomenti principali trattati in questa Unità, utilizzando le parole chiave suggerite. consumo – risparmio – reddito – patrimonio – produzione – spesa pubblica – entrate pubbliche – tributi – importazioni – esportazioni – globalizzazione .......................................................................................... .......................................................................................... .......................................................................................... .......................................................................................... .......................................................................................... .......................................................................................... ..........................................................................................

DIZIONARIO DI ECONOMIA 8. Ricerca nell’Unità di apprendimento le parole nuove di cui non conoscevi il significato e sottolineale in rosso. Poi riportale su un quaderno-rubrica e scrivi il loro significato utilizzando tutto ciò di cui disponi: libro di testo, Internet, vocabolario, spiegazione del docente, ecc.

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Unità di Apprendimento

3

Il sIstema economIco Conoscenze

Abilità

n Il sistema economico n I problemi dei sistemi economici n Il sistema capitalistico n Il sistema collettivista n Il sistema misto

n Individuare il significato di sistema economico n Riconoscere i problemi più rilevanti di un sistema economico n Riconoscere i caratteri dei principali sistemi economici n Individuare aspetti positivi e negativi dei principali sistemi economici

Lezione 1 Lezione 2 Lezione 3 Lezione 4

La nozione di sistema economico Il sistema economico capitalistico Il sistema economico collettivista Il sistema economico misto

Lezione speciale

Il sistema bancario

270

Competenze Riconoscere le caratteristiche essenziali del sistema socio-economico per orientarsi nel tessuto produttivo del proprio territorio


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ECONOMIA

IL SISTEMA ECONOMICO

PROBLEMI

TIPOLOGIE

che cosa produrre?

capitalistico

come produrre?

collettivista

per chi produrre?

misto

uando parliamo di “sistema” ci riferiamo a un insieme di elementi interconnessi tra loro che complessivamente formano un tutto organico: per esempio il sistema solare, il sistema nervoso, il sistema al totocalcio. Il sistema economico è l’insieme di elementi (soggetti economici, attività produttive, relazioni politiche, economiche e sociali) che interagendo tra loro caratterizzano la vita economica di uno Stato, la cui finalità è soddisfare con le risorse a disposizione gli infiniti bisogni che gli individui avvertono. In termini concreti, il sistema economico di un Paese si caratterizza per la qualità e quantità dei beni e dei servizi che mette a disposizione dei cittadini, per come li produce e per come li distribuisce tra la popolazione. Per fare un esempio, che tipo di energia elettrica utilizziamo nel nostro Paese? Proviene da centrali idriche? nucleari? o alternative? È prodotta da imprese private o dello Stato? Tutta la popolazione ne può usufruire a prezzi accessibili o l’elettricità è un bene di lusso? Il sistema economico affronta questi e numerosissimi altri problemi. In questa Unità esamineremo che tipo di scelte può effettuare un sistema economico e quali sono stati storicamente i più diffusi modelli di sistema economico: quello capitalistico, quello collettivista e quello misto.

Q Approfondimenti

Esercizi interattivi

Audio

Mappe modificabili

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LEzIONE

1 la nozione di sistema economico

IL SISTEMA ECONOMICO deve affrontare e risolvere

problemi economici

produzione quali e quanti beni e servizi produrre? organizzazione produttiva quali tecniche di produzione adottare? distribuzione come ripartire la ricchezza prodotta tra i membri della collettività?

Che cos’è il sistema economico Il ruolo che assume lo Stato nell’economia influenza e vincola le relazioni che si instaurano tra i diversi soggetti economici e determina il sistema economico di un Paese. Il sistema economico è dato dall’insieme di relazioni che regolano in un dato momento storico i rapporti tra coloro che svolgono attività economiche, nel rispetto delle leggi vigenti in uno Stato. Ogni sistema economico è influenzato da una molteplicità di fattori, che variano nel tempo e nello spazio: la disponibilità delle risorse naturali, la posizione geografica e le caratteristiche fisiche del territorio, la densità e la cultura della popolazione, il progresso tecnologico, l’ordinamento giuridico, le scelte politiche e così via. Possiamo pertanto affermare che ogni Paese ha un proprio sistema economico (sistema economico nazionale), attraverso il quale opera scelte in merito alla risoluzione dei problemi economici.

I problemi economici Ogni sistema economico si trova ad affrontare una serie di problemi economici che sono essenzialmente legati ai seguenti tre quesiti: • che cosa produrre?: il problema della produzione implica decidere, date le risorse produttive disponibili, quali beni e servizi devono essere prodotti e in quali quantità. ESEMPIO

Il titolare di un’impresa che confeziona abiti deve individuare quali abiti produrre sulla base delle macchine di cui dispone, delle dimensioni della sua azienda e della sua capacità produttiva. Dovrà quindi scegliere se produrre abiti classici o casual, per bambini o per adulti, dovrà definire quanti abiti confezionare, cioè a quanti potenziali clienti potrà venderli.

272


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La nozione di sistema economico

LEzIONE 1

ECONOMIA

• in che modo produrre?: il problema dell’organizzazione produttiva riguarda le scelte relative alle modalità della produzione. Si tratta di valutare quali saranno le tecnologie da impiegare, quale sarà l’impatto sociale di quel tipo di produzione (ossia le conseguenze sull’occupazione e sul benessere della collettività), quale sarà l’impatto ambientale (ossia gli effetti sull’ambiente e sull’ecosistema). ESEMPIO

Un titolare di un supermercato deve scegliere se assumere più cassieri o utilizzare più casse automatiche; un imprenditore agricolo deve decidere se produrre pomodori belli e perfetti, utilizzando pesticidi inquinanti, o pomodori biologici, meno belli ma più salutari; lo Stato deve decidere se i servizi fondamentali (come la scuola, la sanità) debbano essere pubblici, e quindi fruibili da tutti, perché offerti gratuitamente o con un piccolo contributo, o gestiti da imprese private, e quindi fruibili solo dai più ricchi, perché il servizio è totalmente a carico di chi ne usufruisce.

• per chi produrre: il problema della distribuzione significa decidere in che modo e secondo quali criteri la ricchezza prodotta debba essere distribuita tra i membri della collettività. ESEMPIO

Lo Stato può scegliere di lasciare che la ricchezza prodotta rimanga a disposizione di poche persone, oppure che tale ricchezza possa essere redistribuita su più persone. In questo secondo caso dovrà imporre tributi ai soggetti più ricchi e aiutare i soggetti più bisognosi.

Nonostante ogni singolo Paese faccia scelte diverse per rispondere alle questioni di che cosa, come e per chi produrre, dettate dalle sue vicende storico-economiche, dalle scelte politiche effettuate dalle autorità statali, dalla situazione sociale e territoriale nella quale opera, si possono tuttavia individuare tre modelli di riferimento: il sistema capitalistico, il sistema collettivista e il sistema misto. Nelle Lezioni successive, esamineremo le caratteristiche fondamentali di questi tre sistemi economici.

CONOSCENZE ALLA PROVA Verifica le tue conoscenze e abilità

Attiva le tue competenze

Vero o falso Indica se le seguenti affermazioni sono vere (V) o false (F).

Prova di realtà

1. Il sistema economico è condizionato dalle leggi 2. 3. 4. 5.

e dalle scelte politiche di uno Stato. Il problema di “come produrre” si riferisce alla scelta delle tecniche produttive. Il problema della distribuzione riguarda la scelta dei beni da produrre e la loro quantità. Le vicende storico-culturali di un Paese non influenzano il modello di sistema economico. Il sistema capitalistico e il sistema collettivista sono i soli modelli di sistema economico.

V

F

V

F

V

F

V

F

V

F

Immagina che i tuoi compagni di classe vengano a casa tua per svolgere i compiti che vi sono stati assegnati. Ipotizza, tenendo in considerazione i beni presenti (materie prime, attrezzature, tavoli, stoviglie), che cosa potresti preparare per la merenda dei tuoi compagni e per quanti di loro. 273


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LEzIONE

2 Il sistema economico capitalistico IL SISTEMA CAPITALISTICO

si basa su

libertà di iniziativa economica

libero mercato

non intervento dello Stato

Caratteristiche del sistema capitalistico Intorno alla metà del XVIII secolo, in seguito alla prima Rivoluzione industriale, in gran parte dell’Europa e negli Stati Uniti d’America si sviluppò il sistema economico capitalistico (o liberista), che si affermò fino ai primi anni del XX secolo. Questo sistema economico, ispirato alle teorie dell’economista inglese Adam Smith, si fondava sulla fiducia assoluta nella libertà di iniziativa economica e nella capacità di autoregolarsi. Secondo la teoria liberista ogni soggetto che fa parte del sistema economico (imprese e famiglie) deve essere libero di agire: le imprese (i capitalisti), che dispongono di tutti i mezzi di produzione, possono definire che cosa e quanto produrre e in quale modo organizzare la produzione, mentre le famiglie possono decidere da chi acquistare i beni. Lo Stato non deve intervenire nel sistema economico, ma deve limitarsi ad assicurare alla collettività i servizi pubblici essenziali (giustizia, difesa e ordine pubblico). Questi comportamenti avrebbero spinto ogni soggetto a ricercare il massimo beneficio personale e di conseguenza avrebbero favorito il benessere di tutta la collettività. Nella realtà, il capitalismo non ha prodotto solo gli effetti ottimistici teorizzati da Smith, ma ha generato anche profonde tensioni tra capitalisti e lavoratori, perché i primi erano interessati a ottenere il massimo profitto e quindi a pagare poco gli operai, e questi ultimi rivendicavano salari più alti.

274


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Il sistema economico capitalistico

LEzIONE 2

ECONOMIA

I princìpi liberisti alla base del sistema capitalistico sono: • proprietà privata dei mezzi di produzione: l’insieme dei beni usati per produrre (fabbricati, macchinari e tutte le materie prime) appartiene soltanto ai privati. Il sistema capitalistico non prevede la presenza di imprese pubbliche, cioè dello Stato; • libertà di iniziativa economica: ogni soggetto è libero di intraprendere un’attività economica e decidere che cosa, come e per chi produrre; • libero mercato: le imprese agiscono in un regime di libera concorrenza, cioè sul mercato ci sono molte aziende che offrono lo stesso prodotto e molti consumatori che lo richiedono, e nessuno di loro è così forte da condizionare il mercato. Realisticamente si può pensare che la competizione tra le imprese comporti una migliore qualità dei beni e un abbassamento dei prezzi; • equilibrio automatico del mercato: i prezzi delle merci e del lavoro sono determinati unicamente sulla base della legge della domanda e dell’offerta, senza alcun intervento dello Stato. In base a questa legge, se la domanda dei consumatori supera l’offerta, i prezzi delle merci salgono, mentre se l’offerta supera la domanda i prezzi scendono: in questo modo il mercato trova automaticamente il suo equilibrio;

La teoria degli sbocchi di Say

ESEMPIO

Un albergatore di Rimini nel mese di agosto venderà le proprie camere a un prezzo molto alto, perché in questo periodo tutti vogliono andare al mare e molto probabilmente riceverà più richieste rispetto alla camere di cui dispone. Lo stesso albergatore a settembre sicuramente abbasserà i prezzi delle camere, perché ci saranno meno persone che vogliono andare al mare.

• non intervento dello Stato in economia: lo Stato non esercita alcun controllo sul sistema economico, perché il suo ruolo è limitato solo ad alcuni settori, come la giustizia, la sicurezza dei cittadini e la difesa del territorio. Tutti gli altri servizi ai cittadini (come la scuola o la sanità) sono erogati da imprese private.

275


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UdA 3

IL sIstEMA ECONOMICO

Vantaggi e svantaggi del sistema capitalistico Nel corso del tempo l’evoluzione del sistema capitalistico si è contraddistinta per una grande fiducia nel progresso e nel mercato, ma ha mostrato anche i limiti che portarono a gravi crisi economiche. VANTAGGI

SVANTAGGI

• Libertà di azione dei soggetti economici: le imprese possono produrre ciò che vogliono e possono definire autonomamente quantità e prezzi dei beni e dei servizi prodotti. • Migliore qualità dei prodotti: per effetto della libera concorrenza, ci sono sul mercato molte aziende che producono lo stesso bene e il consumatore è libero di scegliere quello che presenta le migliori caratteristiche qualitative. Questo spinge le aziende produttrici a migliorare la qualità dei prodotti. • Riduzione dei prezzi dei beni: per effetto della libera concorrenza, il consumatore potrà scegliere i beni con il prezzo più basso.

• Forte disuguaglianza economica: gli imprenditori capitalisti si arricchiscono sempre di più, mentre gli operai che offrono la propria manodopera nelle fabbriche sono pagati con salari molto bassi (salario di sussistenza) e vivono in condizioni sempre più indigenti. • Mancanza di tutela dei cittadini più deboli: gli anziani, i malati, i minori sono costretti a lavorare per poter sopravvivere, perché non ricevono alcun sussidio dallo Stato. • Mancanza di servizi pubblici di carattere sociale: servizi come la scuola, la sanità, l’assistenza non sono accessibili a tutti perché erogati da imprese private a prezzi elevati. • Ricorrenza ciclica di crisi economiche: a causa degli squilibri tra domanda e offerta si ripetono periodicamente crisi economiche, i cui effetti sono resi ancora più gravi dalla impossibilità dello Stato di intervenire nel sistema economico.

CONOSCENZE ALLA PROVA Verifica le tue conoscenze e abilità

Attiva le tue competenze

Completamento Individua i termini descritti nelle seguenti frasi.

Ricerca in Internet

1. È considerato il padre dei princìpi liberisti: .................. ................................................................................ 2. È il sistema economico che si ispira ai princìpi elaborati da Adam Smith: ........................................................ ................................................................................ 3. È il mercato in cui le imprese agiscono in libera concorrenza: ...................................................................... ................................................................................ 4. È la liber tà di ogni soggetto di intraprendere un’attività economica e decidere che cosa, come e per chi produrre: ................................................................... ................................................................................ 5. È la legge economica che assicura l’equilibrio del mercato: ........................................................................ ................................................................................

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Fai una ricerca su Adam Smith e individua quali sono gli insegnamenti di Smith nel saggio La ricchezza delle nazioni.


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Capitalismo e questione sociale La Rivoluzione industriale Nella seconda metà del Settecento si avviò in Inghilterra una fase di enorme sviluppo economico e di profonda trasformazione sociale chiamata Rivoluzione industriale. Questo processo, diffusosi poi in Europa e nell’America settentrionale, determinò sostanzialmente il passaggio da un sistema economico agricolo-artigianale a un sistema di produzione industriale. In questo periodo, la ricerca aveva portato alla scoperta di nuove tecnologie, come la macchina a vapore, e alla creazione dei primi impianti meccanici, che permisero di produrre una quantità considerevolmente maggiore di beni in tempi più brevi e con costi minori rispetto al passato. L’industrializzazione cambiò radicalmente il sistema produttivo e segnò la definitiva affermazione del capitalismo. Le fabbriche e i mezzi di produzione (macchinari, impianti) erano di proprietà dei capitalisti, ossia di coloro che avevano ricchezze da investire, solitamente banchieri o commercianti, e che rischiavano il proprio denaro, ricavandone però enormi profitti. La manodopera invece era fornita dagli operai, che mettevano a disposizione la loro forza lavoro, in cambio di un salario.

miserabili condizioni igieniche e abitative, nonché il dilagante alcolismo che si diffuse nelle disperate vite degli operai, resero disumana la vita nei quartieri poveri delle città.

La questione sociale e la nascita dei sindacati La situazione di sfruttamento e di difficoltà in cui versava la classe lavoratrice si affermò come vera e propria questione sociale e divenne oggetto di dibattito da parte di filosofi, letterati, artisti e politici. Solo nella seconda metà dell’Ottocento nacquero le prime organizzazioni dei lavoratori (società di mutuo soccorso e sindacati) e grazie alle lotte dei movimenti operai e agli scioperi, i lavoratori cominciarono gradualmente a migliorare le loro condizioni, riuscendo a conquistare diritti politici, riduzione dell’orario di lavoro e sicurezza sui luoghi di produzione.

Gli effetti della Rivoluzione industriale sulla società La profonda trasformazione avvenuta in ambito lavorativo fu di grande impatto anche sulla società: cambiò non solo il modo di lavorare, ma anche il modo di vivere delle persone. Gli artigiani, schiacciati dalla concorrenza delle fabbriche, e i lavoratori agricoli, in cerca di remunerazioni più redditizie, abbandonarono le loro attività per trasferirsi in massa nelle nuove città industriali. Il loro sogno di riscatto, tuttavia, non si avverò e ben presto la qualità della loro vita peggiorò notevolmente. Le condizioni dei lavoratori erano pessime: l’orario di lavoro raggiungeva le 14-16 ore al giorno, i salari permettevano appena la sopravvivenza, gli ambienti delle fabbriche erano malsani e frequenti erano gli infortuni, spesso inoltre anche donne e bambini venivano sfruttati e sottopagati. L’inquinamento prodotto dalle fabbriche, la malnutrizione, le

DOMANDE CHIAVE 1. Quali conseguenze positive e negative ebbe la Rivoluzione industriale sulla società? 2. Che cos’è la “questione sociale”?

277


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LEzIONE

3 Il sistema economico collettivista abolizione della libertà di iniziativa economica

IL SISTEMA COLLETTIVISTA

si basa su

proprietà pubblica dei mezzi di produzione

centralità dello Stato in ambito economico

La nascita del sistema collettivista L’economia collettivista dell’Unione Sovietica

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Nello stesso periodo storico in cui dominava il sistema liberista, si sviluppò una forte corrente di opposizione fondata sulle idee del filosofo-economista tedesco Karl Marx (1818-1883). Condannando le pessime condizioni in cui versavano i proletari – ovvero gli operai salariati che, sfruttati e privi di diritti, erano talmente poveri da possedere unicamente i propri figli (proles) –, Marx elaborò un nuovo modello di sistema economico, denominato sistema socialista o collettivista, basato sull’uguaglianza economica e sociale tra le persone. Il filosofo tedesco riteneva che le contraddizioni insite nel sistema capitalistico sarebbero sfociate in un’inevitabile lotta di classe tra i lavoratori – gli sfruttati – e i datori di lavoro – gli sfruttatori –. Se da una parte, infatti, vi era la spinta dei capitalisti a produrre sempre di più per aumentare il proprio profitto, dall’altra vi era il crescente impoverimento dei lavoratori, ridotti alla fame e quindi impossibilitati ad acquistare i beni esistenti sul mercato. Tutto ciò avrebbe generato gravi crisi economiche (crisi di sovrapproduzione), con ulteriore impoverimento della classe operaria e aumento della disoccupazione. In uno scenario così disastroso, i lavoratori di tutto il mondo, giunti al limite massimo di sopportazione, si sarebbero coalizzati per togliere il potere agli imprenditori, abbattere il capitalismo e realizzare una società senza classi sociali, ispirata al principio di uguaglianza: la società comunista. Il raggiungimento di tali obiettivi sarebbe stato possibile attraverso l’abolizione della proprietà privata e la collettivizzazione dei mezzi di produzione, ovvero impianti, fabbriche, stabilimenti, terreni dovevano essere gestiti dallo Stato.


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Il sistema economico collettivista

LEzIONE 3

ECONOMIA

Questo modello di società ipotizzato da Marx fu realizzato per la prima volta nell’ex URSS (Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche) in seguito alla Rivoluzione russa del 1917. Il sistema collettivista si diffuse poi anche in altri Paesi dell’Est europeo (come Germania dell’Est, Polonia, Bulgaria, Romania, Ungheria), rimasti sotto l’influenza dell’URSS, e in Stati come Cina, Cuba, Vietnam e Corea del Nord, dove assunse caratteristiche diverse. I sistemi socialisti sorti in Russia e nei Paesi dell’Est, dopo un lungo periodo di crisi dovuto al malcontento che si era generato tra i cittadini, sono via via crollati, dalla fine degli anni Ottanta alla prima metà degli anni Novanta del secolo scorso.

Caratteristiche del sistema collettivista I sistemi collettivisti ispirati alle idee di Marx si sono sviluppati in modi abbastanza differenti, tuttavia possiamo evidenziare alcune caratteristiche comuni, fondate sul ruolo centrale dello Stato nell’economia e sul principio di uguaglianza economica e sociale. In particolare: • abolizione della proprietà privata dei mezzi di produzione: le imprese e i mezzi di produzione appartengono esclusivamente allo Stato (non vi sono imprese private); • abolizione della libertà di iniziativa economica: tutte le attività economiche sono gestite dallo Stato che decide che cosa, come e per chi produrre; • pianificazione economica: lo Stato controlla e dirige l’economia predisponendo un proprio piano economico nel quale stabilisce quali e quanti beni produrre, il prezzo a cui venderli, e i salari dei lavoratori. Il piano economico quindi si prefigge degli obiettivi senza tener conto dell’andamento del mercato ed è per questo motivo che il sistema collettivista viene chiamato anche sistema a economia pianificata; • gratuità dei servizi essenziali: moltissimi servizi, dall’istruzione all’assistenza medica, sono pubblici e offerti gratuitamente dallo Stato; • distribuzione più equa del reddito: poiché tutte le imprese sono statali, i lavoratori sono dipendenti pubblici e percepiscono gli stessi salari definiti ed erogati dallo Stato.

IO E L’ECONOMIA Che cosa vuol dire che lo Stato definisce i salari? In un Paese a economia pianificata, tutti i lavoratori (come operai, impiegati, ingegneri, medici) percepiscono la stessa retribuzione. • Secondo te, quali possono essere gli effetti di questa uguaglianza retributiva?

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UdA 3

IL sIstEMA ECONOMICO

Vantaggi e svantaggi del sistema collettivista Il sistema collettivistico, nelle intenzioni dei suoi ispiratori, avrebbe dovuto risolvere le drammatiche condizioni in cui versava la classe dei lavoratori nel sistema capitalistico, ciononostante recava con sé alcuni limiti che nel tempo ne determinarono il crollo. VANTAGGI

SVANTAGGI

• Uguaglianza sociale ed economica tra le persone: tutti i lavoratori sono dipendenti dello Stato e tutti percepiscono la stessa retribuzione. • Gratuità dei servizi essenziali: i cittadini possono disporre dei servizi di pubblica utilità, ovvero indispensabili per la vita quotidiana di tutti (come sanità e istruzione), offerti gratuitamente dallo Stato. • Accessibilità dei beni: i prezzi dei beni considerati utili alla collettività (per esempio generi alimentari, affitti delle case) sono stabiliti dallo Stato e sono molto contenuti.

• Eccessivo potere dello Stato: tutte le decisioni di politica economica sono prese dallo Stato. • Restrizione delle libertà dell’uomo: se lo Stato accentra su di sé tutte le decisioni, al cittadino non è lasciato nessun potere decisionale. • Divieto di libera iniziativa economica: le imprese sono solo statali, i privati non possono intraprendere attività economiche. • Mancanza di concorrenza: poiché lo Stato è unico produttore dei beni manca la concorrenza e ciò si traduce in una scarsa qualità dei beni. • Rigidità del piano economico: i beni che lo Stato decide di produrre non sono individuati sulla base delle esigenze e delle richieste dei consumatori, ma sono decisi dai funzionari statali in base agli obiettivi di politica economica. Questo tipo di pianificazione si rivela lontana dalle reali esigenze della gente. • Assenza di motivazione e incentivi per i lavoratori: il fatto di essere tutti dipendenti dello Stato e percepire la stessa retribuzione demotiva la maggior parte dei lavoratori.

CONOSCENZE ALLA PROVA Verifica le tue conoscenze e abilità

Attiva le tue competenze

Corrispondenze Collega la definizione i termini e/o le espressioni corrispondenti, riportando le lettere negli appositi spazi.

Cooperative Learning: in gruppo

1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8.

collettivista proletari uguaglianza economica accessibilità dei beni divieto di libera iniziativa gratuità dei servizi mancanza di concorrenza ideatore del sistema collettivista

A B C D E F G

svantaggio vantaggio Marx socialista stessa retribuzione operai salariati imprese pubbliche

H

prezzi stabiliti

1 2 3 4 5 6 7 8

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• Dividetevi in gruppi di 5 persone. • Tutti i gruppi devono svolgere una ricerca preliminare (in Internet o sui libri di storia) sul Muro di Berlino. • Ciascun gruppo deve rielaborare autonomamente la ricerca presentandola in un cartellone che contenga foto con didascalie di 5-6 righe ciascuna. Le foto devono ricostruire un percorso visivo che racconti la storia e la funzione del Muro di Berlino.


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LEzIONE

4 Il sistema economico misto IL SISTEMA ECONOMICO MISTO

si basa su

libertà di iniziativa economica

proprietà pubblica e privata dei mezzi di produzione

intervento dello Stato in ambito economico

La crisi del 1929 e la teoria di Keynes La disastrosa crisi economica iniziata negli Stati Uniti alla fine degli anni Venti e culminata con il crollo della Borsa di Wall Street, si diffuse rapidamente in tutto il mondo industrializzato, mettendo in discussione i princìpi ottimistici del capitalismo. Gli anni Venti furono per gli Stati Uniti, ma anche per gli altri Paesi industrializzati, anni in cui l’economia cresceva: in particolar modo le imprese produttrici di beni durevoli (per esempio automobili, elettrodomestici e case) ottenevano eccezionali profitti. Contestualmente la famosa Borsa Americana di Wall Street vedeva crescere il valore delle azioni delle società, generando ottimi profitti per gli investitori. Ad un certo punto, la diminuzione della domanda dei beni durevoli creò una battuta di arresto nella produzione. Moltissime fabbriche furono costrette dapprima a ridurre il personale, poi a chiudere del tutto, causando un aumento drammatico della disoccupazione che generò a sua volta un calo di tutti i consumi. Gli effetti di questa crisi si fecero sentire inevitabilmente anche in Borsa. Di fronte a una crisi così importante, gli strumenti proposti dai liberisti non erano più sufficienti: le libere forze del mercato, infatti, non erano in grado di risollevare il sistema economico.

Il crollo di Wall Street

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UdA 3

IL sIstEMA ECONOMICO

IO E L’ECONOMIA Lo Stato italiano garantisce la mia istruzione? In Italia vige un sistema economico misto e alcuni servizi sociali come l’istruzione sono garantiti e finanziati. • Secondo te, in Italia quali sono gli ambiti in cui è solo lo Stato a intervenire, erogando beni e servizi ai cittadini? Quali invece sono erogati solo da imprese private? Quali da entrambi? Completa indicando S (Stato), IP (imprese private), S/IP (Stato/ imprese private). scuola ............................ telefonia ........................ sanità ............................ ordine pubblico ............... energia elettrica ............. trasporto ferroviario ........ servizi di ricettività ..........

L’economista inglese John Maynard Keynes (1883-1946), teorico del sistema economico misto, individuò la strada per superare la crisi economica, sostenendo la necessità dell’intervento dello Stato. Secondo il pensiero di Keynes, interventi pubblici finanziati dallo Stato avrebbero favorito lo sviluppo delle imprese e la piena occupazione dei lavoratori, nonché la riduzione delle disuguaglianze economico-sociali. Attraverso un aumento della spesa pubblica (costruzione di opere pubbliche, aiuti alle imprese in difficoltà e così via) lo Stato avrebbe rimesso in moto un meccanismo di moltiplicazione della ricchezza (chiamato moltiplicatore del reddito), in grado di stimolare l’attività produttiva e quindi la crescita economica. Grazie alle teorie elaborate da Keynes, il presidente americano Franklin Delano Roosevelt (1882-1945) riuscì a realizzare un programma di risanamento dell’economia (New Deal) che in breve tempo permise all’America di superare la “grande crisi”.

Caratteristiche del sistema misto Oggi il sistema economico teorizzato da Keynes, detto sistema misto perché riconosce la libertà di iniziativa delle imprese private e nello stesso tempo il ruolo di programmazione economica e di controllo dello Stato, è adottato dalla maggior parte dei Paesi del mondo. Le caratteristiche fondamentali sono: • intervento dello Stato in economia: per correggere gli squilibri del sistema economico, lo Stato stabilisce un piano di interventi, chiamato programmazione economica, in cui individua gli obiettivi da raggiungere (come aumento dell’occupazione, riduzione delle disuguaglianze tra classi sociali, diminuzione degli squilibri tra aree territoriali) e gli strumenti da utilizzare (per esempio costruzione di opere pubbliche, aiuti finanziari alle imprese in crisi, sussidi di disoccupazione, redistribuzione della ricchezza); • proprietà privata e proprietà pubblica dei mezzi di produzione: esistono sia imprese private che imprese pubbliche; • libertà di iniziativa economica: ogni soggetto ha la libertà di intraprendere un’attività economica purché rispetti le leggi dello Stato dirette a tutelare l’interesse della collettività (per esempio diritti dei lavoratori, diritti dei consumatori, rispetto dell’ambiente, sicurezza dei luoghi di lavoro); • libero mercato: le imprese agiscono in un regime di libera concorrenza e i prezzi sono stabiliti dal mercato, anche se per alcuni beni e servizi, considerati essenziali per la collettività (come beni alimentari primari, luce, gas, trasporto), i prezzi sono controllati dallo Stato in modo da renderli accessibili a tutti i cittadini; • Stato sociale (in inglese Welfare State): lo Stato non si limita a garantire la giustizia, la difesa militare e l’ordine pubblico, ma offre anche i servizi sociali (come assistenza sanitaria, istruzione, pensioni) in modo da tutelare i soggetti più deboli, ridurre le disuguaglianze economico-sociali e assicurare una più equa distribuzione della ricchezza.


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Il sistema economico misto

LEzIONE 4

ECONOMIA

Vantaggi e svantaggi del sistema misto Accanto ai numerosi aspetti positivi dei sistemi economici misti, nel tempo sono stati evidenziati anche alcuni aspetti negativi. Poiché lo Stato interviene nell’economia attraverso il controllo di settori importanti (come energia e trasporti), alcune decisioni possono essere prese in tempi lunghi, per la necessità di rispettare tutte le regole che lo Stato stesso impone: ma questo a lungo andare può creare disagi ai cittadini e influenzare l’efficienza dell’economia di un Paese. VANTAGGI

SVANTAGGI

• Riduzione delle disuguaglianze economiche: lo Stato interviene a sostegno delle cosiddette fasce deboli della popolazione, utilizzando i tributi pagati dai cittadini più abbienti e dalle imprese. • Servizi pubblici essenziali garantiti: lo Stato garantisce a tutti i servizi essenziali (come scuola e sanità), che possono però essere forniti anche da aziende private (per esempio scuole private e cliniche private). • Protezione dei soggetti deboli: lo Stato garantisce protezione a chi si trova in situazione di indigenza o difficoltà (attraverso pensioni sociali, sussidi di disoccupazione e simili). • Maggiori possibilità di superare crisi economiche: nei momenti di crisi, lo Stato può intervenire sostenendo l’economia con investimenti pubblici e con aiuti alle imprese attraverso sgravi fiscali. • Tutela delle libertà: i cittadini godono della libertà di essere proprietari di beni.

• Aumento progressivo della spesa pubblica: a causa dei numerosi servizi erogati a favore di tutti i cittadini e a sostegno alle imprese in difficoltà, lo Stato deve sostenere costi molto elevati. • Eccessiva imposizione fiscale: per sostenere la spesa pubblica, lo Stato chiede, alle imprese e ai cittadini, elevate somme di denaro, sotto forma di tributi. • Aumento del debito pubblico: poiché le entrate pubbliche non sono sufficienti a finanziare l’enorme spesa pubblica, lo Stato chiede denaro in prestito – cosiddetto debito pubblico – ai Paesi esteri, che poi dovrà restituire pagando gli interessi. • Difficoltà nella gestione del denaro pubblico: nella realtà si sono verificati numerosi sprechi delle risorse pubbliche – dovuti ai costi della politica troppo alti, a opere pubbliche inutili o rimaste incompiute, all’inefficienza della burocrazia – aggravati da frequenti casi di corruzione e cattiva gestione delle imprese pubbliche.

CONOSCENZE ALLA PROVA Verifica le tue conoscenze e abilità

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Completamento Completa le seguenti frasi inserendo i termini appropriati.

Prova di realtà

1. Nel sistema misto è riconosciuta la ……………………… di iniziativa economica, che deve essere esercitata salvaguardando l’interesse ………………… . 2. Nel sistema misto lo ……............…… inter viene nell’economia. 3. Uno degli svantaggi del sistema misto è l’……………… …………….. progressivo della …………………….. . 4. Nel sistema misto i mezzi di produzione appartengono ai …………………………….. e allo Stato. 5. Uno dei vantaggi del sistema economico misto è la riduzione delle …………………………….. economiche.

Il sistema economico italiano è un sistema misto. Ti sembra di ritrovare in Italia i vantaggi e gli svantaggi descritti nel testo? Con l’aiuto del tuo insegnante confronta le tue opinioni con quelle dei tuoi compagni. 283


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Il sistema bancario Che cosa sono le banche Le banche sono imprese e come tutte le imprese hanno scopo di lucro. La particolarità delle banche è che il bene/servizio che vendono è il denaro che ricevono in deposito dai risparmiatori (famiglie e imprese). Le banche raccolgono i risparmi da tutti coloro che ne hanno in eccedenza e lo prestano a coloro che ne fanno richiesta. Possono farne richiesta le imprese oppure le famiglie. Si può affermare che esse si interpongono tra i soggetti che dispongono di risparmi e i soggetti che hanno bisogno di capitali. La fiducia è l’elemento più importante nello svolgimento delle attività bancarie perché i risparmiatori devono essere certi che le somme depositate siano restituite al momento della richiesta e le banche devono essere a loro volta certe che i soggetti ai quali prestano somme di denaro siano in grado di restituirle nei tempi stabiliti.

Non tutte le somme di denaro raccolte dalle banche vengono prestate, una parte viene investita per conto dei propri clienti nell’acquisto di azioni (quote di capitale di società di capitali) e una parte viene lasciata nelle casseforti come riserva. Le banche inoltre offrono una serie di servizi ai clienti come la possibilità di prelevare somme di denaro, precedentemente depositate, dagli sportelli automatici, pagare la spesa utilizzando la tessera bancomat, trasferire elettronicamente denaro a un altro soggetto ecc. Le banche per lo svolgimento delle loro attività vogliono essere pagate: quando offrono dei servizi, chiedono una commissione invece quando prestano del denaro chiedono gli interessi. Sulle somme depositate dai risparmiatori offrono interessi che sono però calcolati a un tasso percentuale molto più basso rispetto a quello che chiedono sui prestiti.

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LEzIONE spECIALE ECONOMIA

Le funzioni delle banche Le funzioni principali svolte dalle banche sono due: la funzione creditizia e la funzione monetaria. • La funzione creditizia è la funzione più tipica che si realizza quando le banche raccolgono i risparmi e li impiegano poi in operazioni di prestito. Nello svolgimento di questa attività le banche trasformano il credito perché esse raccolgono denaro dai risparmiatori, anche per importi molto piccoli, e successivamente prestano somme di denaro ad altri soggetti anche per importi molto più grandi. Inoltre le banche offrono crediti per importi molto superiori rispetto alle somme raccolte (moltiplicatore del credito). • La funzione monetaria consiste nella possibilità che hanno le banche di emettere strumenti che possono sostituire negli scambi la moneta legale. La moneta bancaria può essere costituita da documenti cartacei come gli assegni oppure da strumenti elettronici che permettono di trasferire somme di denaro per via telematica. Accanto a queste due funzioni le banche ne svolgono anche altre non meno importanti. • La funzione di servizi delle banche si concretizza quando le banche si mettono a disposizione dei clienti per esegui-

re alcuni particolari servizi per loro (per esempio, pagamento di stipendi, pensioni e bollette di varie utenze, le cassette di sicurezza, la gestione di sportelli automatici). Il sistema bancario italiano è costituito, al 31 dicembre 2017, da 538 banche con 27.374 sportelli. Dal 2008 al 2017 il numero delle banche presenti sul territorio nazionale si è ridotto di 250 unità e proporzionalmente si è ridotto anche il numero degli sportelli. Sta avvenendo un fenomeno che si chiama concentrazione bancaria, cioè molte banche si uniscono tra di loro per diventare più grandi ed essere più competitive. In Italia operano anche alcune banche straniere. Gli sportelli delle banche straniere presenti in Italia sono circa l’1% di tutti gli sportelli bancari italiani.

Flash Test

ma alle famiglie sotto for cedono finanziamenti con ari nc ba i ti est itu qu Ist 17 Gli zione. Nel 20 to delle case di abita di mutui per l’acquis ritorio italiano. ter il sciuti su tutto cre no so nti me zia an fin ali sono le sue cosa è un mutuo e qu e ch e dir sti pre Sa • caratteristiche?

DOMANDE CHIAVE 1. Qual è l’elemento più importante nello svolgimento delle attività bancarie? 2. Illustra quali sono le principali funzioni svolte dalle banche. 3. Che cos’è la concentrazione bancaria?

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Le banche “tradizionali” e le banche “online” 1

Le banche tradizionali In Italia, negli ultimi 30 anni, sono nati i gruppi bancari, cioè alcune banche, spesso piccole, si sono unite e hanno creato istituti più grandi. Nonostante questo fenomeno, chiamato “concentrazione bancaria”, le banche italiane sono mediamente più piccole di quelle che operano sul mercato europeo. n. sportelli

3.248 2.836

1.756

1.692

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• I primi tre istituti della tabella sono frutto dell’unione di più banche. Sai dire quali banche hanno costituito questi tre gruppi bancari?

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Fonte: www.tuttitalia.it/banche, al 04/01/2019.


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territorio e Società eCoNoMiA

I vantaggi delle banche online

2

Le banche online hanno modificato il modo di intendere il mercato dei conti correnti, è cambiata sia la struttura sia l’approccio con il cliente. Rispetto alle banche tradizionali offrono molti vantaggi:

1 2

i canali online consentono di eseguire operazioni a qualunque orario e giorno della settimana senza doversi recare allo sportello;

3 4

possibilità di operare sia da pc sia cellulare attraverso l’utilizzo di App che la banca mette a disposizione;

le banche che operano online hanno meno costi rispetto alle banche che operano in modo tradizionale perché non devono sostenere i costi dei locali e del personale e quindi applicano commissioni ridotte ai clienti consentendo loro notevoli risparmi;

offrono ai clienti gli stessi livelli di sicurezza delle banche tradizionali perché le App generano, soprattutto quando si eseguono pagamenti, password (OTP – One Time Password) valide per un solo utilizzo che rendono impossibile la falsificazione delle credenziali di accesso ai conti dei clienti.

• Conosci altre banche online? Fai una ricerca in Internet e individua anche il gruppo bancario a cui appartengono.

Numero degli sportelli bancari per regione

3 L’articolazione territoriale degli sportelli bancari operativi in Italia alla fine del 2017 mostra una maggiore presenza nelle regioni del Nord, che rappresentano il 57% del totale nazionale (40% in Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto). Il numero di sportelli ubicati nelle regioni del Sud e nelle Isole ammonta complessivamente al 22% del totale nazionale.

fino a 500 da 501 a 1.000

• Sai quanti sportelli bancari ci sono nel Comune in cui abiti? Fai una ricerca.

da 1.001 a 2.000 da 2.001 a 3.000 oltre 3.000

Fonte: Banca d’Italia, 2019.

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sintesi Che cos’è il sistema economico?

Il sistema economico è l’insieme delle relazioni che si stabiliscono tra i soggetti che svolgono attività economiche e che operano per soddisfare i bisogni dell’uomo.

Quali sono i problemi che ogni sistema economico deve affrontare?

Ogni sistema economico deve affrontare e risolvere numerosi problemi che riguardano: – che cosa produrre? ovvero scegliere quali sono i beni e i servizi da immettere sul mercato, e in che quantità; – in che modo produrre? ovvero valutare le tecniche produttive che devono essere impiegate, considerando i mezzi di produzione che si hanno a disposizione e anche le conseguenze che avranno sulla società e sull’ambiente; – per chi produrre? ovvero decidere in che modo deve essere distribuita la ricchezza prodotta.

Quali sono le diverse tipologie di sistema economico?

Ci sono tre modelli di riferimento: – il sistema capitalistico o liberista, sostenuto da Adam Smith e sviluppatosi tra l’Ottocento e i primi decenni del Novecento in Europa e negli Stati Uniti; – il sistema collettivista o pianificato, sostenuto da Karl Marx e adottato in Unione Sovietica e nei Paesi dell’Est nel Novecento; – il sistema misto, teorizzato da John Maynard Keynes e tipico dei Paesi occidentali.

Quali sono i caratteri del sistema capitalistico?

Nel sistema capitalistico tutte le decisioni economiche vengono prese dagli imprenditori privati. Il sistema capitalistico è caratterizzato da: libertà di iniziativa economica privata, proprietà privata dei mezzi di produzione, libera concorrenza tra le imprese, libero mercato, non intervento dello Stato nel sistema economico (lo Stato deve garantire soltanto l’ordine pubblico, la difesa militare e la giustizia).

Quali sono i caratteri del sistema collettivista?

Nel sistema collettivista tutte le decisioni economiche vengono prese dallo Stato. Il sistema collettivista è caratterizzato dalla abolizione della proprietà privata dei beni di produzione e dalla libertà di iniziativa economica. Lo Stato gestisce l’economia attraverso la pianificazione economica, nella quale decide che cosa produrre, come produrre e per chi produrre.

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IL sIstEMA ECONOMICO

Quali sono i caratteri del sistema misto?

sINtEsI

ECONOMIA

Nel sistema a economia mista le attività economiche sono gestite dalle imprese private e dallo Stato. Il sistema misto è caratterizzato dal riconoscimento della proprietà privata dei mezzi di produzione e della libertà di iniziativa economica privata, svolta nei limiti posti dallo Stato a tutela dell’interesse pubblico, e dall’intervento dello Stato nell’economia, finalizzato a ridurre le disuguaglianze economiche e sociali e garantire a tutti i servizi pubblici essenziali (come sanità, scuola, assistenza).

LE PAROLE DELL’ ECONOMIA Libero mercato: è un mercato in cui le imprese operano in libera concorrenza e i prezzi dei beni sono dati dagli scambi tra produttori e consumatori, cioè sulla base della domanda e dell’offerta.

Francese Inglese Spagnolo Tedesco

Marché libre Free market Mercado libre Freier Markt

Libertà di iniziativa economica: è un principio che indica la libertà dell’imprenditore di intraprendere un’attività economica a proprio rischio, per ottenere il massimo profitto.

Francese Inglese Spagnolo Tedesco

Pianificazione economica: sono piani di progettazione economica di lunga durata attraverso i quali, nei Paesi socialisti, lo Stato stabiliva gli obiettivi della produzione e gli investimenti di tutto il sistema economico.

Francese Inglese Spagnolo Tedesco

Planification économique Economic planning Planificación económica Wirtschaftsplanung

Liberté d’initiative économique Freedom of economic initiative Libertad de iniciativa económica Freiheit der wirtschaftlichen Initiative

Programmazione economica: sono piani nei quali, nei sistemi a economia mista, vengono programmati in anticipo gli interventi dello Stato nell’economia (gli obiettivi da raggiungere e i mezzi da utilizzare).

Planification économique Inglese Financial planning Spagnolo Planificación económica Tedesco Wirtschaftsplanung Francese

Mezzi di produzione: è il complesso degli strumenti che servono per esercitare un’attività produttiva. Possono esserlo, per esempio, le macchine, gli utensili, le materie prime.

Francese Inglese Spagnolo Tedesco

Moyens de production Means of production Medios de producción Produktionsmittel

Stato sociale: detto anche Welfare State o Stato del benessere, indica una forma di Stato nella quale lo Stato si preoccupa del benessere dei cittadini e interviene economicamente a favore delle categorie più svantaggiate. Francese Inglese Spagnolo Tedesco

État-providence Welfare State Estado de bienestar Wohlfahrtsstaat

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UdA 3

Mappe di sintesi IL SISTEMA ECONOMICO insieme delle interrelazioni che si stabiliscono tra i soggetti economici

affronta

PROBLEMI ECONOMICI

PRODUZIONE

ORGANIZZAZIONE PRODUTTIVA

DISTRIBUZIONE

che cosa produrre?

come produrre?

per chi produrre?

IL SISTEMA ECONOMICO CAPITALISTICO

è caratterizzato da

PROPRIETÀ PRIVATA DEI MEZZI DI PRODUZIONE

LIBERTÀ DI INIZIATIVA ECONOMICA

LIBERO MERCATO

NON INTERVENTO DELLO STATO

imprese solo private

l’imprenditore decide che cosa, come e per chi produrre

le imprese operano in libera concorrenza

lo Stato garantisce solo ordine pubblico, difesa militare e giustizia

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IL sIstEMA ECONOMICO

MAppE dI sINtEsI ECONOMIA

IL SISTEMA ECONOMICO COLLETTIVISTA

è caratterizzato da

ABOLIZIONE DELLA LIBERTÀ DI INIZIATIVA ECONOMICA

ABOLIZIONE DELLA PROPRIETÀ PRIVATA DEI MEZZI DI PRODUZIONE

CENTRALITÀ DELLO STATO

solo imprese pubbliche

imprese e mezzi di produzione di proprietà dello Stato

pianificazione economica da parte dello Stato

IL SISTEMA ECONOMICO MISTO

è caratterizzato da

LIBERTÀ DI INIZIATIVA ECONOMICA

IMPRESE PUBBLICHE E PRIVATE

INTERVENTO DELLO STATO

i privati hanno il diritto di intraprendere attività economiche

proprietà sia pubblica sia privata dei mezzi di produzione

lo Stato garantisce i servizi pubblici e coordina il sistema economico

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UdA 3

IL sIstEMA ECONOMICO

VERIFICA DI APPRENDIMENTO VERO O FALSO

Easy test COMPLETAMENTO 1. Completa le seguenti frasi utilizzando i ter-

mini sotto elencati. sociale – collettivista – misto – Stato – privata – iniziativa – libertà – programmazione – capitalistico 1. Il sistema economico capitalistico prevede la proprietà ………………………….. dei mezzi di produzione e la libertà di ………… economica. 2. Nel sistema …………………......……….. lo Stato non deve intervenire nell’economia. 3. Nel sistema economico …………………… , chiamato anche a economia pianificata, tutte le decisioni economiche sono prese dallo Stato. 4. Il sistema economico ……………………… riconosce la …………………………........ di iniziativa economica, che deve essere svolta nei limiti stabiliti dallo Stato per tutelare l’interesse della collettività. 5. Nel sistema a economia mista lo ………… interviene nell’economia attraverso la ………………….....……….......... economica, nella quale stabilisce gli obiettivi da raggiungere e gli strumenti da utilizzare. 6. Lo Stato ………………………........….. è chiamato anche Welfare State.

1. Indica se le seguenti affermazioni sono vere (V) o false (F). 1. Il sistema capitalistico (o liberista) prevede l’intervento dello Stato nell’economia per correggere V F gli effetti delle crisi economiche. 2. Nel sistema capitalistico la classe dominante V F è costituita dal proletariato. 3. La rivoluzione industriale si è sviluppata V F nel XVI secolo. 4. Adam Smith sostiene che lo Stato non deve V F occuparsi di problemi economici. 5. Nel sistema collettivista i mezzi di produzione V F sono di proprietà statale. 6. Il collettivismo prevede la pianificazione V F delle attività economiche. 7. Nel sistema collettivista regna la disuguaglianza V F economica e sociale. 8. Nel Welfare State lo Stato garantisce servizi V F sociali ai soggetti deboli. V F 9. Keynes è stato il teorico del sistema misto. 10. Nel sistema liberista i mezzi di produzione V F sono di proprietà dei lavoratori.

DOMANDE A SCELTA MULTIPLA 2. Individua la risposta esatta. 1. Il sistema capitalistico è caratterizzato: A dall’intervento dello Stato nell’economia B dalla presenza di imprese private e imprese pubbliche C dalla libertà di iniziativa economica D dalla pianificazione economica 2. Il sistema collettivista si fonda su: A libertà di iniziativa economica e presenza dello Stato nell’economia B pianificazione statale e proprietà dei mezzi di produzione da parte dello Stato C assenza dello Stato nell’economia D libero mercato 3. Nel sistema misto: A lo Stato interviene nell’economia attraverso un piano chiamato programmazione economica B lo Stato non interviene nell’economia e garantisce soltanto il funzionamento della giustizia, dell’ordine pubblico e della difesa militare

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VERIfICA dI AppRENdIMENtO

vi è l’abolizione della proprietà privata dei mezzi di produzione D esistono solo imprese private C

UdA 3

ECONOMIA

ESCLUSIONI 5. Individua all’interno di ciascuno dei seguenti gruppi di parole il termine estraneo.

4. Il teorico della necessità dell’intervento dello Stato nell’economia fu: A Karl Marx B John Maynard Keynes C Adam Smith D Franklin D. Roosevelt 5. Per Keynes in un periodo di crisi economica: A c’è bisogno dell’intervento dello Stato per ridurre la disoccupazione B lo Stato non deve intervenire, perché il mercato raggiunge automaticamente la sua posizione di equilibrio C lo Stato deve essere proprietario di tutte le imprese D lo Stato deve vendere tutte le imprese

COMPLETAMENTO

1. Abolizione proprietà privata, programmazione economica, pianificazione economica, uguaglianza 2. Produzione, organizzazione, rilevazione, distribuzione 3. Collettivista, concorrenza, liberista, misto 4. Keynes, Smith, Marx, Roosevelt

DOMANDE A RISPOSTA APERTA 6. Rispondi in forma orale o scritta alle seguenti domande. 1. Quali sono i problemi che un sistema economico deve affrontare? 2. Qual è la definizione di sistema economico? 3. Quali sono gli svantaggi del sistema capitalistico? 4. Per quale motivo secondo i liberisti lo Stato non deve intervenire nell’economia? 5. Quali sono le differenze tra sistema capitalistico e sistema misto?

3. Completa le seguenti frasi inserendo i termini appropriati. 1. La Rivoluzione industriale prende l’avvio in ……………… nel 1800 e indica il passaggio a un’economia di tipo ……………………………… , dove i mezzi di produzione erano di proprietà dei ……………........…………..……… e la manodopera era fornita dai ………………………… . 2. Il sistema misto riconosce la ……………………………… di iniziativa delle imprese ……………………………....… , ma attribuisce allo Stato un ruolo di ……………………… economica al fine di tutelare l’interesse della collettività.

CORRISPONDENZE 4. Abbina ad ogni espressione della colonna di sinistra una o più espressioni della colonna di destra, riportando i numeri negli appositi spazi. 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8.

Keynes Welfare State Marx Crisi economica Smith Mezzi di produzione Questione sociale Proletari

disoccupazione sistema liberista macchinari e impianti nascita movimenti operai operai salariati sistema collettivista Stato sociale sistema misto

IMPARO AD IMPARARE 7. Riassumi in poche righe gli argomenti principali trattati in questa Unità, utilizzando le parole chiave suggerite. sistema economico – misto – Keynes – intervento dello Stato – libero mercato .......................................................................................... .......................................................................................... .......................................................................................... .......................................................................................... .......................................................................................... .......................................................................................... .......................................................................................... .......................................................................................... .......................................................................................... ..........................................................................................

DIZIONARIO DI ECONOMIA 8. Ricerca nell’Unità di apprendimento le parole nuove di cui non conoscevi il significato e sottolineale in rosso. Poi riportale su un quaderno-rubrica e scrivi il loro significato utilizzando tutto ciò di cui disponi: libro di testo, Internet, vocabolario, spiegazione del docente o altro.

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Unità di Apprendimento

4

L’impresa Conoscenze

Abilità

n L’imprenditore n La classificazione delle imprese n Costi, ricavi e profitto n Le organizzazioni non profit

n Individuare gli aspetti giuridici ed economici dell’impresa n Essere consapevole dei rischi dell’attività imprenditoriale n Individuare la relazione tra ricavi, costi e profitto n Individuare le differenze tra settore profit e non profit

Lezione 1 Lezione 2 Lezione 3

Riconoscere le caratteristiche essenziali del sistema socio-economico per orientarsi consapevolmente nel tessuto produttivo e sociale

L’imprenditore e le imprese I rischi d’impresa e i costi di produzione Le organizzazioni non profit

Lezione speciale

Come avviare un’impresa

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Competenze


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ECONOMIA

L’IMPRENDITORE

PROFILO GIURIDICO

Approfondimenti

Esercizi interattivi

Audio

Mappe modificabili

PROFILO ECONOMICO

LE IMPRESE

LE TIPOLOGIE

I COSTI DI PRODUZIONE

IL PROFITTO

N

el sistema economico di un Paese l’impresa occupa un ruolo centrale nella produzione e nello scambio dei beni e dei servizi diretti a soddisfare i nostri bisogni, e per questa sua “centralità” essa è presa in considerazione sia dall’economia che dal diritto. Il nostro viaggio nel mondo dell’impresa inizierà dalla figura dell’imprenditore. Cercheremo di capire da un punto di vista giuridico chi è e quali requisiti deve avere la sua attività; mentre da un punto di vista economico esamineremo come svolge la sua attività, quali scelte e quali rischi si assume. Ci occuperemo poi dell’impresa come luogo di produzione dei beni e dei servizi, considerandone le diverse tipologie. E ci soffermeremo con attenzione a esaminare come si raggiunge il fine ultimo di un’attività imprenditoriale, ovvero ottenere il massimo profitto con il minor costo. Parleremo quindi di costi, ricavi e profitti. Infine, concluderemo l’Unità dedicandoci a quelle imprese il cui obiettivo non è realizzare un profitto, ma perseguire finalità di solidarietà sociale: le imprese non profit.

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LEzIONE

1 L’imprenditore e le imprese professionale è

colui che esercita un’attività

economica organizzata di produzione o di scambio

L’IMPRENDITORE

L’attività dell’imprenditore Per definire chi è l’imprenditore e qual è la sua attività partiremo dalla nozione di imprenditore che ci fornisce il nostro Codice Civile (art. 2082). Lo Statuto dell’imprenditore commerciale

L’imprenditore è colui che esercita professionalmente un’attività economica organizzata al fine della produzione o dello scambio di beni o di servizi. Da questo articolo si deduce che l’impresa è l’attività svolta dall’imprenditore, allo scopo di produrre o scambiare beni e servizi, e le parole evidenziate in corsivo precisano quali requisiti deve avere questa attività affinché l’imprenditore (e quindi l’impresa) possa essere giuridicamente riconosciuto come tale. Secondo il Codice Civile, l’imprenditore deve svolgere: • un’attività professionale: l’imprenditore deve esercitare la sua attività in modo stabile e non occasionale. Questo non implica che si tratti di un’attività ininterrotta: per esempio, il gestore di uno stabilimento balneare è giuridicamente imprenditore, perché la sua attività, sebbene stagionale, viene ripresa ogni anno ed è quindi considerata un’attività continuativa; • un’attività economica: l’obiettivo dell’imprenditore è realizzare un guadagno (profitto) con la sua impresa; non può pertanto definirsi imprenditore chi distribuisce gratuitamente i beni o i servizi prodotti; • un’attività organizzata: l’imprenditore combina e coordina i fattori della produzione (i beni materiali e le prestazioni lavorative dei suoi dipendenti), decidendo che cosa, quanto, come e dove produrre; • un’attività di produzione o di scambio: l’imprenditore genera ricchezza producen-

do nuovi beni e servizi, o scambiando beni già prodotti, destinati al mercato e non all’autoconsumo. Chi coltiva frutta e verdura nel proprio orto per soddisfare i propri bisogni e quelli della propria famiglia non è giuridicamente un imprenditore.

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L’imprenditore e le imprese

LEzIONE 1

ECONOMIA

Le tipologie di imprese Le imprese possono essere classificate a seconda: • del tipo di attività svolta: secondo un criterio qualitativo, le imprese possono essere agricole o commerciali; • delle dimensioni dell’attività: ovvero secondo un criterio quantitativo che applica i parametri stabiliti dall’Unione europea per tutti i Paesi membri, distinguendo le imprese in base al numero dei dipendenti (micro, piccole, medie e grandi imprese); • dei soggetti che gestiscono l’attività: ovvero secondo un criterio che si basa sulla proprietà dell’impresa (imprese pubbliche e private). È importante individuare i diversi tipi di imprese sia per poter valutare meglio la realtà economica di un Paese, sia perché da un punto di vista giuridico variano le norme a cui sono sottoposte. Le esigenze di un’impresa, infatti, possono essere molto differenti e la legge ne tiene conto prevedendo una disciplina più semplice e vantaggiosa per quelle più piccole e per quelle agricole.

Secondo le dimensioni dell’attività si individuano:

IO E L’ECONOMIA L’Italia è un Paese di piccole, medie o grandi imprese? Storicamente l’economia italiana è caratterizzata dalla prevalenza di piccole e medie imprese, che occupano il 40% della forza lavoro nazionale. • Fai un’analisi delle imprese della città in cui vivi e classificale in piccole, medie e grandi. Quali prevalgono?

MICRO E PICCOLA IMPRESA Rientrano nel gruppo delle microimprese tutte le attività con meno di 10 dipendenti, mentre le piccole imprese possono avere fino a un massimo di 50 dipendenti. Si tratta di aziende con una struttura organizzativa molto semplice, non di rado costituita dai componenti di una famiglia, e nelle quali l’imprenditore dirige personalmente l’attività. ESEMPIO

L’officina meccanica che il signor Giuseppe gestisce insieme ai suoi due figli e in cui lavorano due aiutanti meccanici è considerata una microimpresa. Mentre una casa editrice con 30 dipendenti è una piccola impresa.

MEDIA IMPRESA Le medie imprese hanno un numero di dipendenti compreso tra 50 e 250 e spesso l’imprenditore gestisce l’attività insieme ad altri soci o manager che si occupano dei diversi settori dell’azienda (personale, marketing e così via). ESEMPIO

L’impresa edile “Sistema casa” con 200 dipendenti offre servizi che vanno dalla costruzione delle abitazioni all’architettura degli interni e ogni settore è gestito e controllato da manager diversi: si tratta di una media impresa.

GRANDE IMPRESA Le grandi imprese occupano più di 250 dipendenti, hanno una struttura organizzativa molto complessa, con ingenti capitali impiegati e alti ricavi. ESEMPIO

L’azienda Brunello Cucinelli, nota per la pregiata maglieria in cashmere e leader nel settore dell’abbigliamento, conta 1.605 dipendenti, una rete di boutique di proprietà sparse in tutti i continenti e nel 2017 ha registrato 503,6 milioni di euro di ricavi. Può essere considerata una grande impresa.

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UdA 4

L’IMprEsA

Secondo i soggetti che gestiscono l’attività si individuano: IMPRESE PUBBLICHE Sono imprese attraverso le quali lo Stato, o un altro ente pubblico, svolge attività di produzione di beni o servizi di pubblica utilità, che possono così essere offerti a prezzi ragionevolmente bassi. ESEMPIO

Sono imprese pubbliche le aziende municipalizzate che si occupano della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti, della somministrazione di energia elettrica e dell’acqua, della tutela ambientale, ovvero dei servizi essenziali per la collettività.

IMPRESE PRIVATE Appartengono a soggetti privati e possono essere gestite da un solo imprenditore (impresa individuale) o da un gruppo di imprenditori (società): • le imprese individuali sono di proprietà di un solo soggetto che ne è titolare (imprenditore). Questo non significa, però, che l’imprenditore non possa avvalersi dell’aiuto di familiari o di dipendenti nello svolgimento delle attività d’impresa; • le imprese collettive o società a loro volta possono essere: – società di persone, nelle quali prevale il rapporto di fiducia che si instaura tra i soci. Sono di solito di piccole dimensioni e i soci rispondono dei debiti dell’impresa anche con i propri patrimoni personali; – società di capitali, in cui l’elemento che predomina è il capitale dell’azienda. In esse i soci rischiano solo la quota che hanno versato nel momento in cui si sono costituite. Le aziende di medio-grandi dimensioni scelgono solitamente questa forma giuridica.

CONOSCENZE ALLA PROVA Verifica le tue conoscenze e abilità

Attiva le tue competenze

Vero o falso Indica se le seguenti affermazioni sono vere (V) o false (F).

Prova di realtà

1. È imprenditore anche chi svolge un’attività stagionale. 2. Se organizzo una mensa per i poveri sono giuridicamente un imprenditore. 3. L’impresa è l’attività svolta dall’imprenditore. 4. L’imprenditore individuale può avere dipendenti 5. Le società di persone si fondano sul rapporto di fiducia tra i soci. 6. Le società di capitali si adattano meglio a imprese di grandi dimensioni.

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V

F

V V V

F F F

V

F

V

F

La foto che vedi si riferisce ad un redditizio business di due giovani imprenditori siciliani, che allevano lumache e ne ricavano un pregiato caviale, richiestissimo in Francia. • Simula di essere anche tu un imprenditore creativo. Ipotizza tre diverse attività che vorresti svolgere e quali beni e servizi vorresti offrire sul mercato. • Per ciascuna di queste attività, indica la tipologia.


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LEzIONE

2 i rischi d’impresa e i costi di produzione compie scelte

L’IMPRENDITORE organizza l’attività economica

coordina i fattori della produzione (lavoro, terra, capitale)

per ottenere il massimo profitto al minimo costo

si assume rischi d’impresa

Il ruolo dell’imprenditore tra scelte, rischi e profitti Da un punto di vista economico, la capacità dell’imprenditore di organizzare la produzione, coordinare i fattori produttivi e interpretare le richieste del mercato è fondamentale per garantire il successo dell’impresa. È compito dell’imprenditore, per esempio, decidere: – che cosa e quanto è conveniente produrre; – a quale tipo di consumatore rivolgersi; – come organizzare i fattori della produzione, in modo da ridurre i costi e nello stesso tempo assicurare la qualità dei beni prodotti; – come finanziare l’impresa; – a quali prezzi vendere i beni prodotti. Ogni scelta operata dall’imprenditore comporta dei rischi d’impresa. I rischi d’impresa possono essere:

generati da fattori inerenti ai processi produttivi, all’operato dell’imprenditore o all’organizzazione. Per esempio, rischi dovuti al

• interni: sono rischi

guasto di un macchinario che causa l’interruzione dei processi produttivi;

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UdA 4

L’IMprEsA

• esterni: sono rischi che dipendono

dall’andamento del mercato e dal comportamento di soggetti esterni all’impresa (come i clienti, i fornitori o le imprese concorrenti), oppure da fattori che l’azienda non può controllare (co-

me le condizioni climatiche avverse). Rischi esterni possono essere la perdita di importanti clienti o il mancato ottenimento di un prestito.

Compiere errori di valutazione può portare a situazioni di crisi che coinvolgeranno inevitabilmente non solo l’imprenditore, ma tutti coloro che intervengono nel processo produttivo: i lavoratori, che verranno licenziati; le banche, che non otterranno il rimborso dei crediti concessi; i proprietari degli immobili, che non verranno pagati; i fornitori delle materie prime e dei macchinari, che non riceveranno quanto a loro dovuto. Proprio perché sono tante le variabili in gioco, la capacità dell’imprenditore di organizzare la produzione e combinare tra loro i fattori produttivi diventa essa stessa un fattore produttivo, remunerato con il profitto.

ricavi, costi e profitto

IO E L’ECONOMIA Perché gli imprenditori scelgono di licenziare personale? Tutti gli imprenditori cercano di ridurre i costi per aumentare i loro profitti. Le retribuzioni dei dipendenti sono un costo aziendale molto alto, per questo si cerca di ridurre al minimo la forza lavoro. • Secondo te, è rischioso per un imprenditore avere come unico obiettivo quello di minimizzare i costi? Perché?

Il fine dell’imprenditore è realizzare il massimo profitto al minimo costo. Per assicurarsi questo deve fare in modo che al termine del processo produttivo i ricavi derivati dalla vendita dei prodotti siano superiori ai costi che ha sostenuto per produrli. Ma che cosa sono i costi? E da che cosa dipendono i ricavi? I costi sono le spese sostenute dall’imprenditore per acquistare i fattori produttivi impiegati nella produzione. Sono costi dell’impresa le retribuzioni corrisposte ai lavoratori dipendenti (salari e stipendi), l’affitto corrisposto al proprietario del capannone, il costo delle materie prime utilizzate, gli interessi passivi che le banche richiedono per i prestiti ricevuti, le imposte dovute allo Stato e così via. Il costo che l’azienda sostiene per ottenere un singolo prodotto viene definito costo unitario (Cu). Il costo che l’impresa sostiene per tutta la produzione ottenuta prende il nome di costo totale (Ct). Possiamo quindi affermare che i costi totali (Ct) sono uguali al costo unitario (Cu) per la quantità prodotta (q): Ct (costo totale) = Cu (costo unitario) x q (quantità prodotta) I ricavi sono i compensi che un imprenditore riceve nel momento in cui i beni o i servizi prodotti vengono venduti. Il ricavo che l’impresa ottiene dalla vendita di un solo prodotto viene definito prezzo (p).

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I rischi d’impresa e i costi di produzione

LEzIONE 2

ECONOMIA

Il ricavo che l’impresa ottiene per la vendita di tutta la produzione prende il nome di ricavo totale (Rt). Possiamo quindi affermare che i ricavi totali (Rt) sono uguali al prezzo di vendita (p) per la quantità venduta (q): Rt (ricavo totale) = p (prezzo) x q (quantità venduta) L’imprenditore realizza il suo profitto (P) quando i ricavi totali sono maggiori dei costi totali. Esprimendoci con una formula, potremmo dire: P (profitto) = R (ricavi) – C (costi)

Se il ricavo realizzato risulterà superiore ai costi sostenuti, l’imprenditore otterrà un profitto: Rt (ricavo totale) > Ct (costo totale) = Profitto Può accadere che i ricavi risultino minori dei costi. In questo caso, se il ricavo realizzato risulterà inferiore rispetto ai costi sostenuti, l’imprenditore subirà una perdita: Rt (ricavo totale) < Ct (costo totale) = Perdita

L’analisi dei costi Dal momento che il profitto nasce dalla differenza fra i ricavi e i costi, è interesse dell’imprenditore contenere al massimo i costi di produzione, senza che questo comprometta la qualità del prodotto finale.

Grafico 1

costi

I costi sono di diversa natura. Alcuni dipendono dalla quantità di beni o servizi che l’imprenditore produce. In un’azienda che produce abiti, per esempio, il tessuto consumato dipende dal numero di abiti confezionati: più abiti saranno confezionati e più tessuto sarà consumato. Questa tipologia di costi prende il nome di costi variabili, proprio perché variano al variare della quantità di beni prodotta da un’impresa. Il grafico 1 rappresenta l’andamento dei costi variabili. Altri costi sono sostenuti

dall’imprenditore indipendentemente dalla quantità di beni o servizi prodotti. Tornando all’esempio dell’azienda che produce abiti, i costi che dovrà sostenere l’imprenditore, anche se non dovesse confezionare per un certo periodo nessun abito, sono i costi dell’affitto del locale e dell’assicurazione. Questi costi vengono definiti costi fissi, perché non variano al variare della quantità di beni o servizi prodotta. Il grafico 2 rappresenta l’andamento dei costi fissi.

costi variabili

quantità Grafico 2

costi costi fissi quantità 301


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UdA 4

L’IMprEsA

I costi che l’imprenditore sostiene complessivamente sono denominati costi totali e sono dati dalla somma dei costi fissi e dei costi variabili. I costi di produzione nel breve e nel lungo periodo

Una volta calcolati i costi totali di produzione (costi fissi + costi variabili), è possibile ottenere il costo di ogni singola unità di prodotto, dividendo i costi totali per le quantità prodotte: Costo medio unitario = Ct (costo totale): q (quantità prodotta) Il prezzo di vendita del singolo prodotto dovrà essere superiore al costo medio unitario per poter realizzare un profitto. ESEMPIO

Se Giovanni, titolare dell’azienda “Jeans 2000”, produce in un anno 7.300 paia di jeans e sostiene 219.000 euro di costi totali, il costo medio unitario di ogni paio di jeans prodotti sarà uguale a 30 euro (219.000 : 7.300). Per realizzare un profitto Giovanni dovrà vendere ogni paio di jeans a un prezzo superiore a 30 euro, altrimenti sarà in perdita.

CONOSCENZE ALLA PROVA Verifica le tue conoscenze e abilità

Attiva le tue competenze

Completamento Inserisci i termini mancanti.

Prova di realtà

1. Il fine dell’imprenditore è quello di realizzare un ……… ed è lui che si assume il …………………… dell’impresa. 2. I costi delle materie prime rappresentano dei costi ……………………., mentre il costo relativo all’affitto dell’immobile dove l’imprenditore svolge la sua attività rappresenta un costo ……………………. . 3. Il costo ……………………. è dato dalla somma dei costi fissi e dei costi variabili. 4. Il costo ……………………. si determina dal rapporto tra i costi totali e la quantità prodotta. 5. Se il prezzo di vendita è ……………………. del costo medio unitario si ottiene il ……………………. . 6. Se il prezzo di vendita è minore del costo medio unitario si avrà una ……………………. . Completamento di una mappa Completa la mappa individuando i costi totali d’impresa. Costi fissi

302

Costi variabili ..............

(definizione) ................................ ................................

(definizione) ................................ ................................

(esempi) ................................ ................................

(esempi) materie prime, energia ................................

Completa la seguente tabella, indicando con una X la tipologia di costo di produzione di un negozio di articoli sportivi. Costi fissi

Costi variabili

Retribuzione commesso

....

....

Energia elettrica

....

....

Affitto locale

....

....

Detersivi per pulizia locali

....

....

Costi manutenzione locale

....

....

Interessi bancari

....

....

Acquisto articoli sportivi per la vendita

....

....

Riscaldamento

....

....

Spese di pubblicità

....

....

Retribuzione direttore del negozio

....

....


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I rischi d’impresa e i costi di produzione

lezIone 2

eConoMIa

CHE COS’È? Il BusIness Plan

L

e motivazioni che possono portare alla creazione di un’impresa possono essere diverse: la realizzazione di un sogno, la possibilità di avere un lavoro oppure un gioco che iniziato come tale prende con il tempo una veste di impresa. In tutti i casi, chi desidera avviare un’attività deve possedere delle competenze (tecniche, gestionali e commerciali) e delle capacità (razionali, manageriali e relazionali) tipiche dell’imprenditore, a cui si aggiungono creatività, intuito e buone idee, ingredienti indispensabili sebbene non sufficienti a garantire il successo di un’attività. Oggi la nascita di una nuova impresa deve avvenire solo dopo che l’imprenditore ha attentamente valutato la bontà della propria idea, verificando la possibilità di restare sul mercato e soprattutto di svilupparsi nel lungo periodo. È indispensabile cioè che abbia definito il contesto nel qua-

le andrà ad operare, gli obiettivi, le strategie, l’assetto organizzativo e le risorse necessarie. Lo strumento attraverso il quale l’imprenditore svolge questa pianificazione preliminare è il business plan, un documento che descrive l’idea imprenditoriale e permette una valutazione oggettiva della fattibilità dell’idea stessa. Il business plan guida tutti i processi decisionali dell’azienda e obbliga l’imprenditore ad operare scelte solo dopo attente analisi, e non sulla base di emozioni e impulsi. Ma per capire di che cosa si tratta, proviamo a immaginare di voler aprire una lavanderia low cost a Siena e pianifichiamo il nostro business plan, ovvero tutte le domande alle quali dobbiamo saper rispondere prima di avviare la nostra impresa.

Aprire un lavanderia low cost a Siena LAVANDERIA

BANCA

ANALISI DEL MERCATO

ANALISI DEL PRODOTTO

ANALISI DELLA PRODUZIONE

Il prodotto/servizio scelto ha potenziali clienti? Il servizio di lavanderia a gettoni soddisfa le esigenze degli abitanti di Siena? Ci sono altre lavanderie low cost in città?

Quanto è grande il locale? Dove è ubicato? Quali sono i giorni e gli orari di apertura settimanali?

Quali prodotti detergenti si utilizzano? Di quanto personale necessita?

$

INVESTIMENTI

COPERTURA FINANZIARIA

Quanto costano le macchine lavatrici/asciugatrici, i cestelli portabiancheria, le scaffalature di appoggio, l’arredamento della sala di attesa e della cassa?

Qual è il capitale di partenza e quanti soldi sono necessari per gli investimenti iniziali? Chi sono i possibili finanziatori? banca? soci?

COSTI DI GESTIONE

A quanto deve ammontare il ricavo di ogni giorno per ricoprire i costi delle materie prime, del personale e delle utenze?

Se i conti di gestione tornano, è già un buon inizio per la nostra attività e potremo poi arricchire il nostro business plan pianificando, per esempio, gli obiettivi da raggiungere nei primi due anni o le strategie di marketing pubblicitario.

DOMANDE CHIAVE 1. Che cos’è il business plan? 2. A che cosa serve pianificare un’idea imprenditoriale?

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LEzIONE

3 Le organizzazioni non profit associazioni

comitati

imprese sociali

fondazioni

LE ORGANIZZAZIONI NON PROFIT sono organizzazioni private di utilità sociale organizzazioni non governative Onlus

Le caratteristiche delle organizzazioni non profit Le organizzazioni non profit sono organizzazioni private senza scopo di lucro che offrono alla collettività beni e servizi di utilità sociale. In altre parole, queste organizzazioni non sono destinate a realizzare profitti, ma perseguono solo finalità di solidarietà sociale. Si occupano di assistenza sociale e sanitaria, di beneficenza, di interventi a favore dei soggetti deboli (come anziani, malati, minori, migranti). Anche se le realtà presenti nel settore non profit sono molto diverse tra loro, esse presentano delle caratteristiche comuni, tra le quali: • • • •

304

assenza di finalità di lucro; natura giuridica privata; perseguimento di finalità socialmente rilevanti; produzione di beni e servizi di pubblica utilità.


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Le organizzazioni non profit

LEzIONE 3

ECONOMIA

Il terzo settore Le organizzazioni non profit fanno parte del cosiddetto terzo settore, categoria che identifica tutti quei soggetti collocabili tra il settore pubblico (primo settore) e l’impresa privata tradizionale (secondo settore), ovvero tra lo Stato e il mercato. Negli ultimi vent’anni, il terzo settore ha svolto un ruolo sempre più importante nella società, soprattutto attraverso la promozione e la realizzazione di servizi di carattere socioassistenziale che integrano il sistema degli interventi pubblici. L’insieme delle organizzazioni non profit appartenenti al terzo settore costituisce l’economia sociale, un modello economico che aspira a correggere le disuguaglianze sociali generate dall’economia di mercato.

L’importanza del volontariato e del terzo settore

Le Onlus Le organizzazioni non profit possono assumere diverse forme giuridiche: possono essere associazioni, fondazioni, comitati, cooperative sociali, organizzazioni non governative (Ong), imprese sociali. Le Onlus (Organizzazioni non lucrative di utilità sociale) sono tutte quelle organizzazioni private non profit che, indipendentemente dalla loro forma giuridica, prevedono espressamente nei loro statuti l’esclusivo perseguimento di finalità e solidarietà sociale. Proprio in considerazione dell’importanza del loro operato, lo Stato sostiene lo sviluppo delle Onlus concedendo la riduzione o l’esonero totale dal pagamento delle imposte. ESEMPIO

L’Anffas Onlus – Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale – è una grande associazione che opera su base di volontariato, non ha scopo di lucro e persegue esclusivamente finalità di solidarietà a favore delle persone svantaggiate e delle loro famiglie.

CONOSCENZE ALLA PROVA Verifica le tue conoscenze e abilità

Attiva le tue competenze

Completamento Individua il termine descritto nelle frasi.

Ricerca in Internet

1. Sono organizzazioni private che producono beni e servizi di utilità sociale: ………………………. 2. È il settore delle organizzazioni non profit: ……….……. 3. È l’economia che riguarda il terzo settore: …………… . 4. In relazioni agli scopi sociali perseguiti, ricevono agevolazioni fiscali: ……………………… .

• Fai una ricerca in Internet visitando i siti delle diverse Onlus che operano nel tuo territorio o in generale sul territorio nazionale. • Raccogli materiali informativi su una Onlus a tua scelta: il settore di intervento, i servizi offerti ed esempi di attività svolte. 305


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Come avviare un’impresa L’iter burocratico per aprire un’attività Fare l’imprenditore è il sogno di molti italiani che desiderano avviare attività in vari settori: produzione di beni, attività di consulenza, piccole attività artigianali, attività agricole o legate al mondo dell’enogastronomia. In Italia per poter intraprendere un’attività imprenditoriale è necessario seguire un iter burocratico preciso, che anche se più semplice rispetto al passato prevede comunque diversi adempimenti. Ovviamente prima di avviare gli adempimenti burocratici è necessario che l’imprenditore individui il tipo di attività da svolgere cioè che cosa produrre o quale ser vizio offrire e scelga la forma giuridica più adatta per la propria attività cioè deve decidere se avviare un’impresa individuale o costituire una società. A secondo della scelta effettuata la strada da seguire si differenzia. Il primo adempimento per un potenziale imprenditore consiste nel ricercare, attraverso un portale con accesso gratuito gestito dall’Unione delle Camere di Commercio Industria Agricoltura e Artigianato (CCIAA), il codice ATECO (ATtività ECOnomiche), cioè un codice che individua l’attività che l’imprenditore desidera svolgere. Solo dopo l’individuazione del codice ATECO è possibile procedere con gli altri adempimenti.

La procedura Unica Telematica Se l’imprenditore ha deciso di avviare un’impresa individuale può utilizzare una Procedura Unica Telematica. Attraverso questa procedura è possibile assolvere, con un unico polo telematico, una serie di obblighi e ottenere: • il codice fiscale e la Partita Iva dell’impresa. La Partita Iva è un codice numerico, si identifica con una serie di 11 cifre, che permette di individuare in modo certo un contribuente (persona fisica o persona giuridica). Essa è indispensabile per emettere fatture, pagare le imposte, pagare i contributi;

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LEzIONE spECIALE ECONOMIA

• l’iscrizione nel Registro delle Imprese presso la Camera di Commercio. Il Registro delle Imprese è un registro pubblico che contiene i dati di tutte le imprese con qualsiasi forma giuridica e settore di attività economica che hanno sede sul territorio nazionale. L’iscrizione viene effettuata presso la Camera di Commercio della provincia in cui ha sede l’attività. Dal Registro delle Imprese è possibile avere informazioni riguardanti la costituzione dell’impresa, le modifiche intervenute ed eventualmente la cessazione dell’impresa stessa. Nel caso si tratti di imprese artigiane avviene anche l’iscrizione all’Albo degli Artigiani; • l’iscrizione all’INPS. L’INPS è un ente pubblico molto importante nel nostro Paese al quale è obbligatorio che si iscrivano tutte le aziende che hanno dei dipendenti, i titolari e i soci delle imprese. All’Inps devono essere corrisposti dei contributi da parte dei datori di lavoro e in parte da parte dei lavoratori. I contributi permettono all’INPS di erogare le pensioni nel momento in cui i lavoratori finiranno la propria attività lavorativa, di tutelare i lavoratori in caso di malattia, maternità e perdita del posto di lavoro; • l’iscrizione all’INAIL. Anche l’INAIL è un ente pubblico nato per gestire l’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali. Tutti i datori di lavoro che impiegano lavoratori dipendenti sono obbligati

a iscriversi all’INAIL. Questa assicurazione tutela i lavoratori e li risarcisce in conseguenza di danni subiti nello svolgimento delle proprie attività lavorative. Qualora l’imprenditore abbia deciso di costituire la propria impresa sotto forma di società, prima della Comunicazione Unica, sarà necessario procedere alla costituzione della società e alla redazione dell’Atto costitutivo. In alcune forme di società tale operazione deve essere svolta di fronte a un notaio. Oltre agli adempimenti analizzati, ce ne sono altri che dipendono dalla tipologia di attività svolta.

ertura Flash Testficato l’iter delle operazioni darecondmitpoierereepPerubl’ablipca mpli ni tra imp di posta La Rete ha se comunicazio Le . tà vi un indirizzo ti at so er va o av u tr n at di una gono tutte ione avven amministraz EC. PEC. certificata P un indirizzo e si ottiene m co e er p sa ricerca per • Fai una

DOMANDE CHIAVE 1. Che cos’è il codice ATECO? 2. Quali sono gli obblighi necessari per poter avviare un’impresa? 3. Quali sono gli istituti che tutelano i lavoratori e in che modo?

307


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Le start up innovative Nel 2012, per la prima volta, nell’ordinamento giuridico italiano è stato introdotto con il d.l. 18 ottobre 2012, n. 179, poi convertito in legge, l’istituto delle start up innovative. La start up innovativa è un’impresa che crea o commercializza prodotti o servizi innovativi con alto contenuto tecnologico. Tale norma è stata introdotta per favorire l’occupazione e l’imprenditoria giovanile. La normativa ha fissato molti vincoli e requisiti per le start up innovative, alcuni dei quali sono: presenza di dipendenti con titolo di studio di dottorato o laurea, la disponibilità di proprietà industriali o di brevetti, una prevalente attività di ricerca e sviluppo e altri vincoli.

1 I principali indicatori di crescita È interessante notare l’incremento percentuale delle start up innovative iscritte nell’apposita sezione del Registro delle imprese al 30 giugno 2017. In soli 3 anni vi è stato un incremento percentuale del 74%.

Le start up innovative 30 giu 2015

30 giu 2016

30 giu 2017

N. STARTUP

4.249

5.942 (+39,9%)

7.398 (+24,5%)

N. DIPENDENTI

4.891

9.042

10.262

N. PARTECIPAZIONI (PERSONE FISICHE)

16.861

23.045

29.651

€ 349.192.469

€ 585.211.807

€ 773.170.993

(2.663 bilanci 2014)

(3.853 bilanci 2015)

(4.717 bilanci 2016)

% IMMOBILIZZAZIONI / ATTIVO

30,83%

29,44%

26,83%

% STARTUP IN UTILE / TOTALE

42,7%

42,9%

42,7%

VALORE PRODUZIONE COMPLESSIVO

Fonte: Relazione Annuale al Parlamento sullo stato d’attuazione e l’impatto delle policy a sostegno di startup e PMI innovative, 2017.

• Quali possono essere, a tuo avviso, le motivazioni per cui le start up innovative continuano ad aumentare di numero?

308


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tErrItOrIO e Società ECONOMIA

La distribuzione regionale

2

251 21

A livello regionale nel terzo trimestre 2018, la Lombardia detiene il titolo di regione con la più alta quota di start up innovative : sono 2368, pari al 24,55% del totale nazionale. La Campania risulta essere prima tra le regioni del Mezzogiorno, in particolare la città di Napoli è la terza nella classifica dopo Milano e Roma.

2.368

229

858

488 173

919 407

Tonalità di verde Regioni con n. startup inferiore alla media nazionale

355 181 218 1.027

55 379

734

Tonalità di giallo/rosso Regioni con n. startup superiore alla media nazionale

97 177 202

• Quali sono i motivi che possono favorire la concentrazione di moltissime start up innovative in Lombardia?

508 Fonte: Ministero dello Sviluppo Economico – InfoCamere.

La distribuzione per settore di attività

3

33,49% Sulla base della classificazione ATECO 2007,si osserva che nel 2017 la maggior parte delle start up innovative opera nel settore dei servizi alle imprese. Agricoltura e pesca

0,62%

16,26% 12,90%

Turismo

9,18%

0,68%

3,95% Commercio Produzione software

Ricerca Servizi scientifica d’informazione e Sviluppo

Altri servizi

18,68% Industria, artigianato, energia

71,83%

• Quale settore registra il maggior numero di start up innovative? Qual è, secondo te, il motivo?

Servizi alle imprese Fonte: elaborazioni su dati InfoCamere.

309


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sintesi Che cos’è l’impresa?

Qual è il profilo giuridico di imprenditore?

Qual è il profilo economico dell’imprenditore?

Come possono essere classificate le imprese?

Da che cosa è dato il profitto dell’imprenditore?

Che cosa sono i costi totali?

310

L’impresa è il soggetto economico che svolge l’attività di produzione e scambio di beni e servizi utili a soddisfare i bisogni degli altri soggetti economici. Secondo l’articolo 2082 del Codice Civile, l’imprenditore è colui che esercita professionalmente un’attività economica organizzata al fine della produzione e dello scambio di beni e servizi. La sua attività deve essere: – professionale: esercitata in modo stabile e non occasionale; – economica: finalizzata a realizzare un guadagno (profitto); – organizzata: i diversi fattori della produzione (beni materiali e prestazioni lavorative dei suoi dipendenti) devono essere combinati e coordinati; – di produzione o di scambio: finalizzata a produrre o scambiare beni e servizi destinati al mercato. Dal punto di vista economico l’imprenditore è considerato il fattore della produzione che si occupa di organizzare e coordinare gli altri fattori della produzione (terra, lavoro e capitale), si assume il rischio dell’attività di impresa e percepisce un compenso chiamato profitto. Secondo le dimensioni dell’attività, si distinguono micro, piccole, medie e grandi imprese. Secondo i soggetti che svolgono l’attività, le imprese possono essere suddivise in: imprese private e imprese pubbliche. Il profitto dell’imprenditore è dato dal ricavo che ottiene vendendo i beni e servizi prodotti meno i costi che ha sostenuto per pagare i fattori della produzione impiegati nel processo produttivo. Se i costi risultano maggiori dei ricavi, l’imprenditore non percepisce un profitto e subisce delle perdite. I costi totali sono dati dalla somma dei costi che l’imprenditore sostiene per realizzare la produzione di beni e servizi. I costi totali si dividono in costi variabili, che aumentano o diminuiscono a seconda della quantità prodotta, e costi fissi, che sono costanti e non variano al variare della quantità prodotta.


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L’IMprEsA

Che cosa sono le organizzazioni non profit?

sINTEsI

ECONOMIA

Le organizzazioni non profit sono organizzazioni private senza scopo di lucro, che offrono alla collettività beni e servizi di utilità sociale. Esse si occupano di beneficenza, di ricerca scientifica, di cultura, di sport, ma soprattutto di servizi socio-assistenziali a favore delle categorie più svantaggiate (come anziani, disabili e minori). Queste organizzazioni appartengono al cosiddetto terzo settore, che identifica soggetti non appartenenti né al settore pubblico né a quello privato.

LE PAROLE DELL’ ECONOMIA Costi di produzione: sono le spese che l’imprenditore deve sostenere per realizzare l’attività di produzione di beni e servizi. Si distinguono in variabili o fissi, a seconda se dipendono o meno dalla quantità di beni prodotta.

Francese Inglese Spagnolo Tedesco

Coûts de production Production costs Costos de producción Produktionskosten

Impresa: è il soggetto economico che svolge l’attività di produzione e di scambio di beni e servizi. In altri termini, è l’attività esercitata dall’imprenditore.

Francese Inglese Spagnolo Tedesco

Entreprise Enterprise Empresa Unternehmen

Ricavi: rappresentano ciò che Società: è un tipo di impresa l’imprenditore ottiene dalla vendita privata gestita da un gruppo dei beni e servizi prodotti. di imprenditori che operano al fine di dividere gli utili dell’attività.

Francese Inglese Spagnolo Tedesco

Recettes Revenue Ingresos Einnahmen

Francese Inglese Spagnolo Tedesco

Société Company Empresa Gesellschaft

Profitto: è il compenso che spetta all’imprenditore in cambio dell’attività svolta nel processo produttivo. Il profitto è dato dai ricavi meno i costi sostenuti per l’intero ciclo produttivo.

Francese Inglese Spagnolo Tedesco

Profit Profit Beneficio Gewinn

Terzo settore: insieme delle organizzazioni private non profit, ovvero che non hanno finalità di lucro, ma producono beni e servizi di interesse per la collettività e perseguono finalità di utilità sociale.

Francese Inglese Spagnolo Tedesco

Troisième secteur Tertiary Tercer sector Dritter Sektor

311


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UdA 4

Mappe di sintesi L’IMPRENDITORE

colui che esercita professionalmente un’attività economica organizzata al fine della produzione e dello scambio di beni e di servizi

compie

organizza i

SCELTE decide che cosa, quanto e come produrre

si assume

FATTORI PRODUTTIVI • lavoro (dipendenti) • terra (luogo di produzione e risorse naturali) • capitale (risorse materiali = beni e denaro)

RISCHI D’IMPRESA

INTERNI generati da fattori inerenti al processo produttivo

ESTERNI dipendenti da soggetti esterni o non prevedibili

L’IMPRESA

attività svolta dall’imprenditore diretta alla produzione di beni e servizi al fine di conseguire un profitto si distingue a seconda

del tipo di attività svolta

AGRICOLA

312

COMMERCIALE

delle dimensioni

MICRO fino a 10 dipendenti PICCOLA fino a 50 dipendenti MEDIA fino a 250 dipendenti GRANDE più di 250 dipendenti

dei soggetti che gestiscono l’attività

PUBBLICA dello Stato o di un ente pubblico

PRIVATA di soggetti privati • individuale • collettiva (società)


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L’IMprEsA

MAppE dI sINTEsI ECONOMIA

IL PROFITTO

remunerazione dell’imprenditore data da ricavi meno costi P=R–C

RICAVI compensi che l’imprenditore riceve per la vendita dei beni e dei servizi

COSTI spese sostenute dall’imprenditore per pagare i fattori produttivi impiegati nella produzione distinguibili in

COSTI VARIABILI dipendono dalla quantità dei beni e servizi prodotti

COSTI FISSI non dipendono dalla quantità dei beni e servizi prodotti

SE

il ricavo è superiore ai costi

il ricavo è inferiore ai costi

si avrà un

si avrà una

PROFITTO

PERDITA

313


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UdA 4

L’IMprEsA

VERIFICA DI APPRENDIMENTO VERO O FALSO

Easy test COMPLETAMENTO 1. Completa le seguenti frasi utilizzando

i termini sotto elencati. variabili – pubbliche – organizzata – perdite – profitto – dimensioni – piccole – grandi – private – fattore – rischio – scambio – fissi – produzione 1. L’imprenditore è colui che esercita professionalmente un’attività economica ………………… al fine della …………… o dello ……………… di beni o di servizi. 2. A seconda delle ………………… le imprese possono essere micro, ………......… , medie e …………………………; a seconda dei soggetti che svologono l’attività possono essere ………........ o ……….....……… 3. Dal punto di vista economico l’imprenditore è un ………………………………. della produzione che organizza l’attività economica e si assume il …………………… dell’impresa. 4. Quando i ricavi che ottiene dalla vendita dei beni e servizi prodotti sono inferiori alle spese sostenute, l’imprenditore subisce delle ………………………………. . 5. Il ………………………. dell’imprenditore è dato dai ricavi meno le spese sostenute nel processo produttivo. 6. I costi di produzione si dividono in costi ……………………… e costi …………… .

314

1. Indica se le seguenti affermazioni sono vere (V) o false (F). 1. L’impresa è l’attività svolta dall’imprenditore, allo scopo di produrre o scambiare beni e servizi. 2. Le imprese possono essere private o pubbliche. 3. Quando l’impresa è gestita da una pluralità di persone si chiama società. 4. La piccola impresa può avere fino a 250 dipendenti. 5. I costi totali di un’impresa sono dati dalla differenza tra i costi fissi e i costi variabili. 6. I costi variabili diminuiscono se le quantità prodotte aumentano. 7. Il profitto è dato dai ricavi totali meno i costi fissi. 8. Le organizzazioni non profit sono organizzazioni a scopo di lucro. 9. Le organizzazioni non profit appartengono al terzo settore. 10. Le Onlus sono imprese non profit.

V V

F F

V

F

V

F

V

F

V V

F F

V

F

V V

F F

DOMANDE A SCELTA MULTIPLA 2. Individua la risposta esatta. 1. Sotto il profilo giuridico, l’impresa è un’attività: A professionale ed economica B organizzata e commerciale C di persone e di capitali D pubblica o privata 2. Il guasto di un macchinario è: A un rischio d’impresa interno B un imprevisto C un rischio d’impresa esterno D un rischio d’impresa variabile 3. Il costo unitario è: A il costo che sostiene l’azienda per la produzione B il costo che sostiene l’azienda per ottenere un singolo prodotto C il costo inferiore al ricavo D il costo dello stabile 4. Il costo medio unitario è dato: A dal rapporto tra il costo fisso e il numero delle unità prodotte


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VErIfICA dI ApprENdIMENTO

dal rapporto tra il costo totale e il numero delle unità prodotte C dalla somma dei costi fissi e dei costi variabili D dalla moltiplicazione del costo di un singolo prodotto per il totale delle unità prodotte B

5. Il profitto dell’imprenditore si determina con la seguente operazione: A costi – ricavi B costi fissi + costi variabili C ricavi – costi D ricavi + costi 6. Le organizzazioni non profit operano prevalentemente nel settore: A dell’assistenza B dell’industria C del commercio D dei trasporti

UdA 4

ECONOMIA

ESCLUSIONI 5. Individua all’interno di ciascuno dei seguenti gruppi di parole il termine estraneo. 1. 2. 3. 4.

Commerciale, statale, privata, collettiva Economica, professionale, pubblica, organizzata Ricavi, costi, profitti, rendita Onlus, società lucrativa, utilità sociale, terzo settore

DOMANDE A RISPOSTA APERTA 6. Rispondi in forma orale o scritta alle seguenti domande. 1. 2. 3. 4. 5.

Qual è la definizione giuridica di imprenditore? Come vengono classificate le imprese? Quali sono le differenze tra costi fissi e costi variabili? In quale caso l’imprenditore subisce delle perdite? Qual è il significato di economia sociale e che tipo di importanza riveste nell’attuale sistema economico?

COMPLETAMENTO 3. Completa le seguenti frasi inserendo i termini appropriati.

IMPARO AD IMPARARE

1. L’interesse dell’imprenditore è quello di ………………… al massimo i costi di ………………………., senza compromettere la ………………………. del prodotto finale. 2. Il fine dell’imprenditore è quello di realizzare un ………… ottenuto dalla differenza tra …………...........……… totale e costo ………………………. . 3. Il …………….....…………. settore si colloca tra il settore ………………………. (primo settore) e l’impresa privata tradizionale (………………………. settore), ovvero tra lo ………………………. e il Mercato. 4 Le ………………………. sono organizzazioni non profit di utilità sociale, che operano con finalità …………………… e per questo motivo godono di agevolazioni ……....…… .

7. Riassumi in poche righe gli argomenti principali trattati

CORRISPONDENZE 4. Abbina ad ogni espressione della colonna di sinistra una

in questa Unità, utilizzando le parole chiave suggerite. imprenditore – impresa – rischi – scelte – ricavi – costi – profitto .......................................................................................... .......................................................................................... .......................................................................................... .......................................................................................... .......................................................................................... .......................................................................................... .......................................................................................... .......................................................................................... .......................................................................................... .......................................................................................... .......................................................................................... .......................................................................................... ..........................................................................................

o più espressioni della colonna di destra, riportando i numeri negli appositi spazi. 1. 2. 3. 4. 5. 6.

DIZIONARIO DI ECONOMIA Art. 2082 c.c. Volontariato Lavoro Affitto immobile Impresa sociale Impresa collettiva

società costo fisso scopo non lucrativo

imprenditore fattore produttivo terzo settore

8. Ricerca nell’Unità di apprendimento le parole nuove di cui non conoscevi il significato e sottolineale in rosso. Poi riportale su un quaderno-rubrica e scrivi il loro significato utilizzando tutto ciò di cui disponi: libro di testo, Internet, vocabolario, spiegazione del docente o altro.

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Unità di Apprendimento

5

il Mercato Conoscenze

Abilità

n Il mercato n La domanda e l’offerta n La formazione del prezzo n Le diverse forme di mercato

n Individuare le dinamiche degli scambi e del mercato n Riconoscere le variabili che compongono il mercato n Individuare la relazione tra domanda, offerta e prezzo n Individuare le differenze tra le diverse forme di mercato

Lezione 1 Lezione 2 Lezione 3

Che cos’è il mercato Le leggi del mercato Le principali forme di mercato

Lezione speciale

La fidelizzazione

316

Competenze Riconoscere le caratteristiche essenziali del sistema socio-economico per orientarsi consapevolmente nel tessuto produttivo e sociale


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ECONOMIA

concorrenza perfetta

IL MERCATO

domanda

oligopolio

LE FORME DI MERCATO

monopolio

offerta concorrenza monopolistica

prezzi

T Approfondimenti

Esercizi interattivi

Audio

Mappe modificabili

utti noi associamo comunemente la parola “mercato” all’immagine delle bancarelle dei mercatini rionali, dove i venditori espongono le proprie merci e i compratori fanno i propri acquisti, non senza tentare una vivace contrattazione sul prezzo. In questa Unità impareremo che il mercato in economia indica un concetto più ampio, che non riguarda un luogo fisico ben preciso, ma l’insieme delle contrattazioni che avvengono tra chi domanda un determinato bene o servizio (compratori) e chi lo offre (venditori). E le contrattazioni non devono necessariamente avvenire incontrandosi di persona, basti pensare che per comperare questo libro alcuni di voi non si sono recati in libreria, ma lo hanno acquistato tramite Internet. Vedremo, quindi, come il mercato sia regolato dalla legge della domanda e dell’offerta e come dall’interazione tra domanda e offerta si formino i prezzi. Analizzeremo infine le caratteristiche delle diverse forme di mercato (concorrenza perfetta, monopolio, concorrenza monopolistica, oligopolio), in relazione al numero dei venditori e compratori che vi operano, e alle differenti condizioni in cui si trovano ad agire. Tutto ciò ci aiuterà a capire perché i prezzi seguono meccanismi di formazione diversi.

317


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LEzIONE

1 che cos’è il mercato IL MERCATO è l’insieme delle attività di scambio tra compratori e venditori

DOMANDA (compratori)

OFFERTA (venditori)

La nozione e i tipi di mercato Per realizzare degli scambi tra i diversi soggetti economici (famiglie, imprese, Stato e resto del mondo), è necessario che ci sia un incontro tra chi domanda beni o servizi di cui ha bisogno (compratori) e chi li offre (venditori), e che sia stato fissato un prezzo per cui risulti conveniente effettuare lo scambio. Il “luogo di incontro” che rende possibile le diverse attività di scambio è denominato il mercato. Se nel linguaggio comune, tuttavia, con il termine “mercato” si indica un luogo fisico, come può essere un mercato rionale del pesce o della frutta, in economia il concetto si amplia: uno scambio economico, infatti, non implica necessariamente un incontro di persona tra venditori e compratori, basti pensare alle vendite tramite Internet o per corrispondenza. Il mercato comprende la totalità delle contrattazioni (o attività di scambio) che si stabiliscono tra gli operatori economici in termini di domanda e offerta di un determinato bene o servizio. Esistono diversi tipi di mercato, in relazione alla dimensione che può assumere (locale, nazionale, internazionale o mondiale) o a seconda dei beni e dei servizi scambiati. In questo caso possiamo distinguere il mercato delle merci, del lavoro e della moneta. IL MERCATO DELLE MERCI Può riguardare sia i beni di consumo (beni già pronti all’uso) sia i beni di investimento (beni che servono a produrre altri beni): • nel mercato dei beni di consumo le famiglie assumono il ruolo di compratori (domanda) e le imprese quello di venditori (offerta); • nel mercato dei beni di investimento sono le imprese ad acquistare i beni e i servizi (necessari alla loro produzione) da altre imprese che li producono.

318


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In base alla quantità di un certo bene o servizio che viene offerta sul mercato e alla quantità dello stesso bene o servizio che viene richiesta si stabiliscono i prezzi di mercato. IL MERCATO DEL LAVORO È quello che ha per oggetto il lavoro. In questo mercato i soggetti che hanno bisogno di lavoratori sono le imprese e lo Stato (domanda di lavoro) e i soggetti che mettono a disposizione il proprio lavoro in cambio di una retribuzione sono le famiglie (offerta di lavoro). Per le prestazioni lavorative offerte, i lavoratori ricevono un salario o stipendio che rappresenta il prezzo del lavoro. IL MERCATO DELLA MONETA Nel mercato monetario l’oggetto è il risparmio: da una parte ci sono le imprese e lo Stato che domandano denaro alle banche, per fare investimenti o per realizzare opere pubbliche, dall’altra ci sono i risparmiatori (le famiglie) che, attraverso le banche, offrono denaro in cambio di un compenso. Il prezzo della moneta (cioè il costo per chi lo chiede e il compenso per chi lo offre) è denominato interesse.

Che cos’è il mercato

LEzIONE 1

domanda

famiglie prezzo dei beni

mercato delle merci

offerta

imprese

domanda

imprese

offerta

famiglie

domanda

imprese

offerta

famiglie

mercato del lavoro

mercato della moneta

ECONOMIA

prezzo del lavoro (salario o stipendio)

prezzo della moneta (interesse)

Qualunque sia l’oggetto dello scambio, il mercato è regolato da due forze contrapposte: la domanda e l’offerta; dal loro incontro si formano i prezzi.

CONOSCENZE ALLA PROVA Verifica le tue conoscenze e abilità

Attiva le tue competenze

Completamento Inserisci i termini mancanti.

Cooperative Learning: in coppia

1. Il luogo di incontro che rende possibile le diverse attività di ………………………. è chiamato ………………....………. . 2. Nel mercato dei beni di ………………………. le famiglie assumono il ruolo di compratori e le ………….……………. quello di venditori. 3. Nel mercato del lavoro, la domanda è fatta dalle ….……… e dallo Stato, mentre l’…………………….............…. è fatta dalle famiglie. 4. Nel mercato ………………………., le famiglie attraverso le banche prestano i loro risparmi alle imprese e allo Stato e ricevono in cambio un ………………………. .

Costruite un cruciverba fornendo le definizioni degli elementi che costituiscono il mercato. Ve ne suggeriamo alcuni. ORIZZONTALI 1. (mercato) ………… 2. (domanda) ………... VERTICALI 1. (offerta) ………..… 2. (prezzo) …..……... 319


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LEzIONE

2 la domanda e l’offerta DOMANDA quantità di un bene che si è disposti ad acquistare a un determinato prezzo

OFFERTA quantità di un bene che si è disposti a vendere a un determinato prezzo

Dall’interazione tra la domanda e l’offerta si formano i prezzi

La legge della domanda

Che cosa sono le leggi economiche

La domanda e l’offerta di beni e servizi sono due variabili di grande importanza per capire l’andamento economico di un Paese, per questo vengono continuamente monitorate. Sulla loro analisi gli economisti hanno formulato delle leggi economiche, note come leggi della domanda e dell’offerta. In economia, la domanda è data dal comportamento dei compratori, ovvero di coloro che hanno bisogno di un determinato bene o servizio e sono disposti ad acquistarlo. La domanda corrisponde alla quantità di un bene (o servizio) che un individuo (domanda individuale) o una pluralità di persone (domanda collettiva) sono disposti ad acquistare a un determinato prezzo, in un certo momento. Il comportamento dei consumatori, e quindi l’andamento della domanda, dipende da diversi fattori:

I saldi di fine stagione

• dai gusti personali: tutti noi tendiamo ad acquistare secondo le nostre preferenze e anche di fronte a un bisogno primario, come mangiare, saremo portati a scegliere sempre alimenti di nostro gradimento; • dal reddito a disposizione: chi dispone di un reddito elevato può comperare anche beni di lusso, oltre ai beni necessari, mentre chi ha un reddito basso è costretto ad acquistare solo beni di prima necessità; • dalla pubblicità: annunci e campagne pubblicitarie condizionano notevolmente i nostri consumi anche se, a volte, non ne abbiamo la percezione;

320


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La domanda e l’offerta

• dall’appartenenza a un determinato gruppo sociale: le tendenze dell’ambiente sociale a cui apparteniamo (gli amici, per esempio) condizionano le nostre scelte, spingendoci a comperare determinati beni; • dal prezzo dei beni succedanei: di fronte a beni che soddisfano uno stesso bisogno (beni succedanei), il consumatore, a parità di altre condizioni, tenderà a scegliere il bene che ha il prezzo più basso; • dal prezzo dei beni complementari: se due beni devono essere usati in combinazione per soddisfare un bisogno (beni complementari), il prezzo di uno dei due influenzerà anche la quantità richiesta dell’altro (per esempio, se aumenta il prezzo della benzina, si abbasserà la domanda delle macchine a benzina); • dal prezzo del bene: a parità di altre condizioni, se un bene costa molto, saranno poche le persone disposte ad acquistarlo, mentre se il suo prezzo è basso maggiore sarà la sua domanda. Tra tutte le variabili fin qui esposte, il prezzo è, di norma, l’elemento che più di tutti influisce sulla domanda, questo perché i consumatori hanno convenienza ad acquistare quando i prezzi sono bassi. ESEMPIO

Se un turista prenota per una notte una camera d’albergo al prezzo di 100 euro, qualora il prezzo della camera dovesse scendere a 75 euro, probabilmente prolungherà la sua permanenza di qualche giorno, compatibilmente con il tempo a sua disposizione.

LEzIONE 2

ECONOMIA

IO E L’ECONOMIA Perché anch’io indosso le sneakers? Sono delle semplici scarpe da ginnastica, eppure la loro moda sembra intramontabile e trasversale: tutti ne abbiamo almeno un paio e le aziende ogni anno ci propongono nuovi modelli, per ogni gusto e fascia di prezzo. • Perché anche tu ne hai acquistato un paio? perché hanno un prezzo conveniente perché sono belle perché tutti i miei amici le indossano altro: ………………………

La legge della domanda afferma che, a parità di altre condizioni, tra la domanda e il prezzo vi è un rapporto inversamente proporzionale: la domanda di un bene aumenta quando diminuisce il suo prezzo, viceversa diminuisce se il prezzo aumenta. Il grafico seguente rappresenta la legge della domanda, applicata all’esempio dell’albergo. Come si vede, se il prezzo della camera è di 100 euro, il turista la prenoterà per una sola notte, ma se il prezzo fosse più conveniente, per esempio 85 euro, il turista probabilmente sarà disposto a fermarsi una notte in più o un’intera settimana se il prezzo dovesse scendere fino a 40 euro.

prezzo della camera € 120,00 € 100,00 € 80,00 curva della domanda € 60,00 € 40,00 € 20,00 € 1

2

3

4

5

6

7

8

9

10 giorni di vacanza

321


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UdA 5

IL MErCAtO

CHE COS’È? L’ELAstICItà dELLA dOMANdA

L

a legge della domanda afferma che la domanda di un prodotto è inversamente proporzionale rispetto al suo prezzo: se il prezzo di un bene diminuisce, la sua richiesta cresce e viceversa. Sarà quindi sufficiente abbassare i prezzi per vendere di più? Le analisi di mercato dicono di no, perché esistono beni (come i generi alimentari o i medicinali) che continuano a essere richiesti anche se il loro prezzo aumenta del 30%, mentre se crescesse del 30% il prezzo dell’abbonamento a un canale televisivo, probabilmente diminuirebbe sensibilmente il numero degli abbonati. Per capire a quale prezzo vendere un prodotto, pertanto, è fondamentale conoscere l’elasticità della domanda rispetto al prezzo, cioè il valore che misura quanto verrà venduto un prodotto a seconda del variare del suo prezzo.

Beni a domanda elastica Sono beni a domanda elastica i beni per i quali la domanda varia in modo significativo al variare del prezzo. Beni a domanda elastica sono i beni non necessari (come i cosmetici, i profumi o le vacanze). Per esempio, se il prezzo di un profumo aumenta del 10%, con molta probabilità il numero dei flaconi venduti diminuirà più del 10%, perché il profumo è un bene che soddisfa un bisogno secondario. I venditori di beni a domanda elastica, perciò, dovranno essere molto più attenti ad aumentare i prezzi.

prezzo 600

Beni a domanda rigida

500

Sono beni a domanda rigida i beni per i quali la domanda dei consumatori non varia, o varia minimamente, anche se il prezzo aumenta. Beni a domanda rigida sono i beni primari, come i generi alimentari, e anche i beni di lusso. Per esempio, se il prezzo del pane cresce del 20%, la domanda del pane non calerà o calerà molto meno del 20% perché è un bene necessario e che fa parte delle nostre abitudini alimentari. Ugualmente, se cresce il prezzo di un’auto di lusso, la sua domanda non calerà perché è un prodotto destinato a consumatori con redditi molto elevati, che continueranno ad acquistare anche in presenza di una variazione di prezzo. I venditori di beni a domanda rigida, quindi, potranno aumentare i prezzi senza rischiare di perdere troppo.

400 300 200 100 1

2

3

4

5

6

7

8

9 10 11 12

quantità

Il grafico 2 mostra come aumenti sensibilmente la quantità dei beni a domanda elastica, se il prezzo diminuisce.

prezzo 400 300

DOMANDE CHIAVE

200 100 1

2

3

4

quantità

Il grafico 1 mostra come rimanga invariata la quantità dei beni a domanda rigida, anche se il prezzo aumenta.

322

1. Che cosa indica l’elasticità della domanda? 2. Quali sono i beni a domanda rigida e quali a domanda elastica? 3. Perché è importante conoscere l’elasticità della domanda di un bene?


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La domanda e l’offerta

LEzIONE 2

ECONOMIA

La legge dell’offerta Se il consumatore deve soddisfare i propri bisogni attraverso l’acquisto di beni o servizi, è necessario che ci sia qualcuno disposto a venderli. Le imprese sono il soggetto che immette sul mercato i beni e i servizi destinati ai consumatori e in economia il comportamento delle imprese rappresenta l’offerta. L’offerta corrisponde alla quantità di beni o servizi che l’imprenditore è disposto a produrre e vendere a un determinato prezzo, in un determinato momento. Così come avviene per la domanda, anche l’offerta dipende da una serie di fattori, tra i quali il prezzo. Se chi compra aumenta il suo consumo quando il prezzo scende, viceversa

le imprese incrementano la quantità dei beni prodotti quando il prezzo aumenta. Questo è giustificato dal fatto che, a parità di altre condizioni, le imprese hanno un profitto maggiore quando possono vendere a prezzi più alti e, oltre a ricoprire i costi, possono garantirsi un profitto più alto. ESEMPIO

Se il prezzo di vendita delle T-shirt è di 10,00 euro, l’imprenditore che le produce è disposto a produrne molte perché riesce a coprire tutti i costi che sostiene e a ottenere un guadagno; ma se il prezzo dovesse scendere a 6,00 euro, e quindi egli non riuscisse più a coprire tutti i costi, probabilmente deciderà di produrre un prodotto diverso. Anziché produrre T-shirt l’imprenditore inizierà a produrre camice, che possono essere vendute a prezzi più elevati e che consentiranno di coprire totalmente i costi, nonché ottenere un congruo utile.

La legge dell’offerta afferma che tra l’offerta e il prezzo vi è un rapporto direttamente proporzionale: l’offerta di un bene cresce se il prezzo di vendita aumenta, viceversa diminuisce se il prezzo diminuisce.

prezzo delle T-shirt € 70,00 € 60,00 € 50,00 € 40,00 curva della domanda € 30,00 € 20,00 € 10,00 € 1

2

3

4

5

6

7

8

9

10 T-shirt vendute

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UdA 5

IL MErCAtO

L’offerta di un bene, tuttavia, non dipende soltanto dal suo prezzo di vendita, ma anche dall’entità dei costi di produzione: se questi diminuiscono, aumenta la produzione e quindi l’offerta. ESEMPIO

Se l’imprenditore decide di passare dalla produzione e vendita di T-shirt alla produzione e vendita di camice, dovrà tenere conto dei costi da sostenere (prezzi del tessuto più alti, acquisto di nuove macchine, assunzione di nuovo personale). Solo dopo un’attenta valutazione dei costi da sostenere l’imprenditore potrà decidere se trasformare la sua impresa da produttrice di T-shirt a camiceria, oppure individuare un altro prodotto che possa garantirgli un guadagno.

Il prezzo di equilibrio La domanda e l’offerta sono influenzate dal prezzo, ma in modo diverso l’una rispetto all’altra: mentre a chi domanda (i compratori) conviene un prezzo basso, a chi offre (i venditori) conviene un prezzo alto. Chi stabilisce allora i prezzi di vendita? Essi non sono determinati né dai soli venditori, né dai soli compratori, ma dall’interazione tra la domanda e l’offerta. Attraverso il meccanismo della domanda e dell’offerta si forma sul mercato di quel bene (o servizio) un prezzo, denominato prezzo di equilibrio, che accontenta contemporaneamente i venditori e i compratori. Il prezzo di equilibrio è il prezzo in corrispondenza del quale la quantità domandata è uguale alla quantità offerta.

Se il prezzo di un determinato prodotto è più alto di quello di equilibrio, l’offerta risulterà elevata, ma la domanda sarà bassa, in quanto saranno pochi i compratori disposti a pagare quel prezzo. Si verificherà quindi un eccesso di offerta (offerta superiore alla domanda): in questo caso i venditori dovranno diminuire il prezzo, fino a che riusciranno a vendere tutta la quantità offerta. In caso contrario, rimarrà della merce invenduta. ESEMPIO

Se il prezzo di vendita di un paio di jeans è fissato in 150,00 euro, è probabile che poche persone li acquisteranno. Ma se si riduce il prezzo dei jeans a 100,00 euro, il numero dei jeans venduti aumenterà perché i consumatori troveranno più convenienza ad acquistare al prezzo più basso.

Se viceversa il prezzo del prodotto è più basso di quello di equilibrio, la domanda risulterà alta, ma l’offerta si abbasserà, in quanto saranno poche le imprese che troveranno conveniente produrre a quel prezzo. Si verificherà quindi un eccesso di domanda (domanda superiore all’offerta): in questo caso alcuni compratori non riusciranno ad acquistare il prodotto e pur di averlo saranno disposti a pagare un prezzo più alto; il rialzo dei prezzi spingerà così le imprese ad aumentare la produzione sino a che domanda e offerta saranno uguali. ESEMPIO

Se i jeans fossero venduti sul mercato a 10,00 euro, poche imprese sarebbero disposte a produrli perché non avrebbero convenienza e moltissimi consumatori sarebbero invece disposti ad acquistarli. Si verificherà che alcuni consumatori resterebbero insoddisfatti, perché la quantità presente sul mercato è inferiore alle richieste. Il prezzo dei jeans tenderà così a salire, perché i consumatori prima insoddisfatti sono disposti a pagare di più per ottenere i jeans.

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La domanda e l’offerta

LEzIONE 2

ECONOMIA

Di seguito riportiamo una rappresentazione grafica in cui sono presenti la curva di domanda e la curva dell’offerta. Il punto in cui si incontrano le due curve rappresenta il prezzo di equilibrio. prezzo offerta p2

prezzo di equilibrio

p1 domanda 0

1

2

3

quantità

CONOSCENZE ALLA PROVA Verifica le tue conoscenze e abilità

Attiva le tue competenze

Vero o falso Indica se le seguenti affermazioni sono vere (V) o false (F).

Cooperative Learning: in gruppo

1. Quando il prezzo aumenta, la domanda tende a diminuire. 2. Quando il prezzo aumenta, l’offerta tende a diminuire. 3. Domanda e offerta variano entrambe al variare del prezzo. 4. Quando la quantità offerta è uguale alla quantità domandata, si forma il prezzo di equilibrio. 5. L’eccesso di offerta determina il rialzo del prezzo. 6. I costi di produzione influenzano l’offerta.

V

F

V

F

V

F

V

F

V V

F F

Corrispondenze Collega la definizione al termine corrispondente, riportando le lettere negli appositi spazi. 1. È la quantità di beni che i venditori sono disposti a vendere a un determinato prezzo. 2. Si ha quando l’offerta supera la domanda. 3. È il prezzo per il quale la quantità domandata risulta uguale alla quantità offerta. 4. È la quantità di beni che i consumatori sono disposti ad acquistare. A di equilibrio B eccesso di produzione C offerta D domanda 1 2 3 4

L’“elasticità incrociata” studia le variazioni di quantità domandata di un bene quando varia il prezzo di un altro bene (succedaneo o complementare). • Dividetevi in gruppi di 5 persone. • Completate la tabella ipotizzando la relazione esistente tra le quantità domandate del bene della colonna 1 e l’aumento o la diminuzione del prezzo del bene inserito nella colonna 2. TÈ Il prezzo del tè aumenta.

CAFFÈ La quantità di caffè domandata aumenta.

CAFFÈ Il prezzo del caffè aumenta.

ZUCCHERO .......................... ..........................

PASTA .......................... ..........................

RISO Il prezzo del riso aumenta.

VINO .......................... ..........................

BIRRA .......................... ..........................

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LA pAgINA

ECONOMIA

Perché il Black Friday è il Black Friday? Risale agli anni Cinquanta l’abitudine degli sconti nel giorno che segue quello del Ringraziamento

NERO Ci sono varie ipotesi sulla scelta dell’aggettivo “nero” per qualificare il venerdì. Una di queste è che dipenda dai registri contabili in cui gli scritti con penna nera rappresentavano i conti in attivo, con penna rossa quelli in perdita. Le promozioni del venerdì dopo il Ringraziamento portavano i conti in nero, cioè in attivo. IL NATALE Dicono gli analisti che le indicazioni che escono dalle vendite del Black Friday siano previsioni utili per capire l’andamento dei consumi natalizi. LE CODE Anche se adesso le vendite sono soprattutto on line, ci sono ancora americani che si mettono in fila fuori dalle porte dei negozi anche la notte prima. Ci sono state risse e scontri con le pistole, per una bambola, nel 2008 in California. Ci sono negozi che hanno aperto le saracinesche alle quattro del mattino. Nel 2012 la catena Wal-Mart aprì alle 20 del giorno del Ringraziamento. Da allora il Black Friday va avanti quasi tutta la settimana. 24 Stati, fra cui California e Texas, concedono il giorno libero ai dipendenti pubblici.

Il Black Friday segue il giorno del Ringraziamento, la festa che si celebra il quarto giovedì di novembre negli Stati Uniti. Proprio perché Thanksgiving viene, di regola, di giovedì, il giorno degli sconti è quello successivo. Quindi sempre venerdì. LA TRADIZIONE La nascita del Black Friday è molto più recente del Ringraziamento, che risale al 1600. La tradizione del giorno degli sconti, il primo non festivo nella stagione che va verso il Natale, è nata fra gli anni Cinquanta e Sessanta, quando i negozianti statunitensi hanno cominciato a proporre sconti speciali in questa giornata per favorire le spese natalizie. All’inizio non aveva questo nome però.

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(articolo di Chiara Pizzimenti per “Vanity Fair”, 23 novembre 2017)

LEGGERE PER CAPIRE PAROLE NUOVE • Compila un glossario con tutti i termini dell’articolo che non conosci, iniziando da quelli riportati di seguito. registri contabili:.............................................................................................. conti in attivo: ................................................................................................. conti in perdita: .............................................................................................. andamento dei consumi: .................................................................................. INFOMAZIONI PRINCIPALI • Sottolinea le frasi del testo che rispondono alle seguenti domande. 1. Quando, dove e perché è nata la tradizione del Black Friday? 2. Quali indicazioni possono fornire le vendite durante il Black Friday per gli analisti del mercato?


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LEzIONE

3 le principali forme di mercato CONCORRENZA PERFETTA

OLIGOPOLIO

PRINCIPALI FORME DI MERCATO sono

MONOPOLIO

CONCORRENZA MONOPOLISTICA

Le forme di mercato e la formazione dei prezzi La formazione del prezzo di un bene o di un servizio non avviene sempre allo stesso modo, ma è influenzata dalle diverse forme di mercato in cui operano compratori e venditori, cioè dalle diverse condizioni in cui si trovano ad agire. Il comportamento dei consumatori, infatti, così come la possibilità di vendere un bene o un servizio, cambia a seconda del tipo di bene o servizio e del numero delle imprese che lo vendono. Esistono: • mercati nei quali operano tantissimi venditori e c’è molta concorrenza (come il settore dell’ortofrutta o dell’abbigliamento), e mercati in cui il numero dei venditori è limitato (come quello delle auto o delle moto); • mercati nei quali i prodotti offerti sono omogenei, ossia presentano le stesse caratteristiche (come il petrolio), e mercati nei quali i beni sono molto differenziati tra loro (come gli smartphone); • mercati, infine, nei quali è facile iniziare la produzione perché necessitano di pochi capitali per essere avviati (ortofrutta), e altri riservati solo a pochi produttori (automobili). Le diverse forme di mercato, ovvero le condizioni in cui operano venditori e compratori, influenzano il prezzo dei beni e dei servizi.

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IL MErCAtO

La concorrenza perfetta La concorrenza perfetta è una forma di mercato in cui i prodotti sono offerti da un numero elevato di imprese e sono domandati da un numero elevato di compratori: in questo caso, né i venditori né i compratori sono in grado di influenzare il prezzo del prodotto. I caratteri che contraddistinguono un mercato di concorrenza perfetta, e che devono presentarsi contemporaneamente affinché questa forma di mercato si realizzi, sono: • frazionamento (o polverizzazione) della domanda e dell’offerta: sono numerosi sia i compratori sia i venditori (imprese spesso di piccole dimensioni), pertanto nessuno di essi è in grado di incidere sulla domanda/offerta globale del bene e quindi sul prezzo; • omogeneità del prodotto: i beni e i servizi prodotti dalle diverse imprese presentano le stesse caratteristiche e sono percepiti dai compratori come prodotti uguali. Sarà pertanto indifferente per il consumatore acquistare da un venditore piuttosto che da un altro; • unicità del prezzo: data l’omogeneità dei beni, anche il prezzo tende ad essere uguale per tutti i venditori. Se infatti un venditore volesse applicare un prezzo più alto, i compratori si rivolgerebbero a quelli che praticano prezzi più bassi; • trasparenza del mercato: ogni operatore (venditori e compratori) ha la possibilità di conoscere le caratteristiche e il prezzo di vendita del prodotto. Il consumatore, quindi, non acquisterà da chi vende a prezzi maggiori e il venditore, per non rimanere con merce invenduta, non applicherà prezzi più alti; • libertà di entrata nel mercato: non vi sono barriere né all’ingresso di nuove imprese concorrenti, né alla possibilità dei consumatori di acquistare in altri luoghi a prezzi più convenienti. Nella realtà è insolito che si verifichino tutte insieme le condizioni del mercato perfettamente concorrenziale. Basti pensare a quanto sia difficile trovare in concreto un bene assolutamente omogeneo: anche se detersivi, dentifrici o lavatrici presentano fondamentalmente caratteristiche simili, essi vengono percepiti dal consumatore come differenti, grazie anche all’influenza della pubblicità, e ciò determina una differenziazione anche nei prezzi. Il mercato di concorrenza perfetta, tranne in alcuni settori come quello ortofrutticolo, rappresenta un modello di mercato teorico, che costituisce tuttavia il punto di riferimento per individuare le altre forme di mercato.

IO E L’ECONOMIA Il fruttivendolo appartiene a un mercato di concorrenza perfetta? Alcuni mercati agricoli si avvicinano a una forma di mercato perfettamente concorrenziale, perché sembrano presentare tutti i requisiti che lo caratterizzano. Prova a verificare l’affermazione completando le seguenti frasi:

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• un fruttivendolo non può influire sul prezzo delle mele, infatti se decidesse di alzarlo …………… • la qualità del prodotto è sostanzialmente ………………………...........................................…… • il grado di conoscenza del mercato di mele è molto elevato perché …....................…………….. • chiunque può diventare venditore di mele perché …………...............................................……


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Le principali forme di mercato

LEzIONE 3

ECONOMIA

Il monopolio Il monopolio è una forma di mercato in cui la domanda è rappresentata da numerosi compratori, mentre l’offerta è concentrata in un’unica impresa, che non avendo concorrenti ha il potere di stabilire il prezzo di vendita. Le caratteristiche del mercato monopolistico sono: • concentrazione dell’offerta: esiste un solo produttore che decide quali caratteristiche deve avere il prodotto/servizio; • frammentazione della domanda: la domanda è costituita da numerosi compratori; • barriere all’ingresso del mercato: di solito l’impresa monopolistica è di grandi/grandissime dimensioni ed è quindi particolarmente complesso per chiunque diventare un concorrente; • prezzo definito dal monopolista in relazione all’elasticità della domanda: se la domanda è rigida, ossia riguarda beni necessari (come pane e pasta), il potere del monopolista è molto ampio in quanto, anche se aumenta i prezzi, non si ridurranno le vendite; ma se la domanda è elastica, ossia riguarda beni non necessari (come l’abbigliamento), ai quali i consumatori possono rinunciare con facilità, il monopolista, applicando un prezzo troppo alto, rischia di avere un crollo delle vendite e quindi del suo profitto; • prodotto omogeneo e poco sostituibile. Esistono due tipi di monopolio: il monopolio privato e il monopolio pubblico. MONOPOLIO PRIVATO Si ha quando un’unica grande impresa privata produce un bene o un servizio. Nella realtà economica le situazioni di monopolio privato sono molto rare, perché i principali Paesi industrializzati, e la stessa Unione europea, adottano da tempo politiche antimonopolistiche (leggi antitrust), dirette a tutelare la libera concorrenza e ad impedire la formazione di monopoli. Questo perché i prezzi fissati dal monopolista sono sempre più alti rispetto a quelli che si formano in condizioni di libera concorrenza. MONOPOLIO PUBBLICO Si ha quando sono le stesse leggi (monopolio legale) a riservare allo Stato l’esercizio esclusivo di una determinata attività economica. I monopoli pubblici si distinguono a loro volta in: • monopoli fiscali, quando la produzione o la vendita esclusiva di determinati beni o servizi (per esempio tabacchi, gioco del lotto, lotterie) è riservata allo Stato allo scopo di aumentare le proprie entrate finanziarie attraverso l’applicazione di prezzi molto più alti dei costi di produzione; • monopoli sociali, quando lo Stato si riserva di fornire in via esclusiva servizi pubblici essenziali (per esempio trasporti, fornitura di acqua o di gas) allo scopo di renderli accessibili a tutti attraverso l’applicazione di prezzi inferiori ai costi. Tuttavia, a partire dagli anni Novanta, con l’avvio della privatizzazione delle imprese pubbliche, i monopoli sociali sono praticamente scomparsi.

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IL MErCAtO

La concorrenza monopolistica Il mercato dei prodotti alimentari, il mercato dell’abbigliamento, il mercato dei servizi alla persona (estetica, parrucchiere) sono esempi di concorrenza monopolistica, molto diffusa nella realtà odierna e con caratteristiche sia della concorrenza perfetta che del monopolio. La concorrenza monopolistica è una forma di mercato caratterizzata dalla presenza di molti compratori e molti venditori, in concorrenza tra loro, che offrono prodotti differenziati e ne stabiliscono il prezzo di vendita. I caratteri che contraddistinguono un mercato di concorrenza monopolistica sono:

IO E L’ECONOMIA Perché mi hanno regalato una gift card? In un mercato a concorrenza monopolistica, ogni produttore cerca di rendere unico il proprio prodotto con diverse strategie di marketing. Fidelizzare il cliente attraverso carte che offrono benefici o vantaggi, per esempio, è un modo per invogliarlo a ripetere l’acquisto. • Conosci altre tecniche di fidelizzazione?

• frazionamento (o polverizzazione) della domanda e dell’offerta: i consumatori sono tantissimi e l’offerta proviene da molte imprese (di diverse dimensioni); • differenziazione dei beni offerti: ogni produttore cerca di rendere unico il proprio prodotto, per esempio nella confezione, nelle caratteristiche di erogazione del servizio (come l’orario di apertura dei negozi), o attraverso la pubblicità, in modo da influenzare la scelta del consumatore; • assenza di barriere all’ingresso: chiunque è libero di accedere come produttore/venditore; • differenziazione dei prezzi: poiché l’impresa offre un bene che è percepito come diverso rispetto a quello della concorrenza, può fissarne il prezzo di vendita (caratteristica del mercato monopolistico), che tuttavia non sarà molto più alto degli altri per non perdere la clientela (caratteristica della concorrenza perfetta).

L’oligopolio Questa forma di mercato generalmente riguarda beni o servizi ad alto contenuto tecnologico (come il trasporto aereo), la cui produzione richiede ingenti investimenti, possibili solo alle grandi imprese. L’oligopolio è una forma di mercato in cui l’offerta di un bene è concentrata in poche imprese di grandi dimensioni e la domanda è frazionata tra numerosissimi compratori. I caratteri che contraddistinguono il mercato oligopolistico sono: • frazionamento (o polverizzazione) della domanda: i consumatori sono tantissimi; • concentrazione dell’offerta: la produzione è nelle mani di poche grandi imprese; • difficoltà di ingresso nel mercato: le imprese già presenti sul mercato hanno notevoli dimensioni, dispongono di grandi capitali e impianti tecnologicamente avanzati, per cui anche le nuove imprese dovrebbero affrontare elevati costi di avviamento dell’attività; • prodotto omogeneo o differenziato: quando i prodotti offerti dalle diverse imprese sono sostanzialmente identici (come il mercato dell’acciaio o dell’alluminio) si parla di oligopolio perfetto; nel caso in cui le imprese offrano beni o servizi differenziati si parla di oligopolio imperfetto; • allineamento dei prezzi: ogni impresa deve tener conto del comportamento della concorrenza, per cui nel mercato oligopolistico i prezzi, benché differenti, tendono ad allinearsi.

330


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Le principali forme di mercato

LEzIONE 3

ECONOMIA

Caratteristiche a confronto Riassumiamo in una tabella le caratteristiche principali delle diverse forme di mercato fin qui esaminate.

Caratteristiche delle diverse forme di mercato Concorrenza perfetta

Concorrenza monopolistica

Monopolio

Oligopolio

compratori

moltissimi

moltissimi

moltissimi

moltissimi

venditori

moltissimi

uno

molti

pochi

prodotto

omogeneo

unico

differenziato

omogeneo (o. perfetto) / differenziato (o. imperfetto)

barriere di entrata nel mercato

no

no

elevate

determinazione del prezzo

legge della domanda e dell’offerta

fissato dal monopolista

influenza del venditore

accordi tra le imprese

CONOSCENZE ALLA PROVA Verifica le tue conoscenze e abilità

Attiva le tue competenze

Completamento Inserisci i termini mancanti.

Cooperative learning: in gruppo

1. Nel mercato di concorrenza perfetta i prodotti sono offerti da ……………………………… imprese e sono domandati da ……………………………… compratori. 2. Frazionamento o ……………………………… della domanda significa che nel mercato ci sono molti ……… . 3. I monopoli pubblici si distinguono in monopoli ………… …………………… e monopoli …………………………… 4. Il mercato di concorrenza ……………………………… e il monopolio sono forme di mercato teoriche. 5. La concorrenza ……………………………… è una forma di mercato che presenta caratteristiche della concorrenza ………………………………… , ma anche elementi del monopolio. 6. L’oligopolio è una forma di mercato che si verifica quando l’offerta di un bene è concentrata in …………… imprese di ……………………………… dimensioni.

• Dividetevi in gruppi di 4 persone: ciascun gruppo dovrebbe essere formato preferibilmente con studenti provenienti da uno stesso paese o da una stessa zona della città. • Verificate il numero dei negozi di frutta e verdura presenti nell’area considerata, la tipologia dei prodotti offerti, i prezzi praticati (scegliendo prima 10 prodotti di riferimento uguali per ciascun gruppo). Per la raccolta dei dati, usate delle tabelle. • Individuate in quale forma di mercato sono organizzate queste attività motivando la risposta. • Confrontate l’esito del lavoro con gli altri gruppi della classe.

331


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La fidelizzazione Che cos’è la fidelizzazione Fidelizzazione è un termine che viene usato nell’ambito del marketing per individuare tutti i comportamenti che un’impresa mette in atto per mantenere la propria clientela. Per ottenere la fidelizzazione dei clienti le imprese devono utilizzare delle specifiche strategie che abbiano lo scopo di garantire la soddisfazione dei clienti stessi (customer satisfation) perché solo se il cliente è soddisfatto dimostrerà fedeltà al venditore. La fidelizzazione si conquista attraverso l’offerta ai propri clienti di benefici e vantaggi che invogliano il cliente a ritornare presso il punto vendita (fisico o online), a ripetere gli acquisti aumentando la spesa e a creare un rapporto di fiducia duraturo tra impresa e cliente. Ogni azienda dovrebbe crearsi una buona base di clienti fidelizzati, perché i clienti fidelizzati assicurano all’azienda ricavi sicuri e stabili. Un ulteriore vantaggio della fidelizzazione del cliente è rappresentato dal fatto che l’acquisizione di nuovi clienti costa all’azienda in termini di promozioni e pubblicità molto di più rispetto al mantenimento dei vecchi clienti. Certo è che il cliente dimostra la propria fedeltà e fiducia nell’azienda fino a quando il venditore è in grado di soddisfare le sue esigenze e soprattutto di garantire la qualità del prodotto offerto non venendo meno alle promesse fatte. Alla base delle strategie di fidelizzazione dei clienti ci deve essere la capacità dell’impresa di conoscere, individuare quali sono i loro bisogni e desideri e sforzarsi di soddisfarli. È quindi indispensabile che le aziende utilizzino dei sistemi che siano in grado di gestire le diverse tipologie di clientela per offrire, a ognuno dei profili individuati, i benefici e i vantaggi che meglio soddisfano le loro esigenze.

332

Strumenti di fidelizzazione Fidelity card: sono tessere personali, nella maggior parte dei casi sono magnetiche, che forniscono una serie di vantaggi al cliente e lo fanno sentire come un soggetto privilegiato all’interno del gruppo degli acquirenti. Utilizzando la carta solitamente si accumulano dei punti che possono essere poi utilizzati o per ricevere dei premi previsti da un catalogo oppure possono essere utilizzati per ottenere degli sconti sugli acquisti. Questo strumento di fidelizzazione è senza dubbio quello più utilizzato dalle aziende. La fidelity card consente all’azienda di acquisire informazioni importanti sulla clientela e sulle abitudini di acquisto, per esempio se è un cliente che acquista prodotti scontati o in promozione, se è un cliente abitudinario negli acquisti cioè acquista sempre gli stessi prodotti delle medesime marche, quanto spen-


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LEzIONE spECIALE ECONOMIA

de mediamente. Tutte queste informazioni possono poi essere utilizzate per altri particolari programmi di fedeltà. Carte prepagate: sono tessere magnetiche sulle quali ogni cliente può versare una somma iniziale che verrà registrata sulla sua carta e potrà essere utilizzata per fare acquisti presso l’azienda che l’ha rilasciata. Queste carte possono anche essere ricaricate ulteriormente per effettuare altri acquisti. Sono spesso utilizzate come regalo per amici o parenti.

Assistenza ai clienti (customer care): mettono a disposizione della clientela un servizio di assistenza in grado di risolvere i problemi del clienti con velocità ed efficacia. Questo servizio aumenta ovviamente la soddisfazione del cliente e la sua fiducia verso l’azienda. Direct marketing: SMS, e-mail, newsletter sono servizi che consentono all’azienda di inviare informazioni su promozioni, offerte e nuovi prodotti e che possono raggiungere in modo veloce il cliente.

Offerte speciali, promozioni, campagne sconto: sono tecniche per avvantaggiare il cliente, premiandolo quando compie più acquisti di uno stesso prodotto o stimolandolo all’acquisto con sconti sui prezzi di listino.

Flash Tesnto senza dubbio lo strumento od.i fidelizzazione p

Abbonamenti: sono agevolazioni particolarmente adatte alla vendita di servizi (palestre, centri estetici, ecc.) che si prevedono tariffe ridotte per prestazioni di servizi dilazionati nel tempo il cui pagamento viene effettuato prima e in un’unica soluzione.

rd so al dettagli Le fidality ca e vendono ch e d n ie az alle lia utilizzato d ate in famig rd che utilizz ca y it al . d ti fi er i off ricerca sulle se i vantagg • Fai una gnuna di es o er p o d an individu

DOMANDE CHIAVE 1. Perché è importante fidelizzare la clientela? 2. Che cosa sono le carte prepagate? 3. Cosa si intende per direct marketing?

333


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L’e-commerce in Italia Con l’espressione e-commerce, dall’inglese “commercio elettronico”, ci si riferisce alla compravendita di beni e servizi commercializzati attraverso piattaforme online. Negli anni questa modalità di vendita-acquisti è cresciuta enormemente in quanto consente al venditore di ridurre notevolmente i prezzi del prodotto finale e al compratore di poter scegliere il medesimo bene o servizio in più negozi/piattaforme online. +11% +10%

1

35,1

+19% 31,7 +8% +12%

II valore del fatturato e-commerce in Italia nel 2017 è stimato in 35,1 miliardi di euro.

+6%

+32% +43% +58%

28,6

24,2 21,1

22,2

19,0

14,4

+31% +48% +29%

10,0

+55%

fatturato in miliardi di €

6,4

variazione %

4,9 3,3

• Trova la definizione di social consumatore.

1,6

2,1

2004

2005

2006

2007

2008

2009

2010

2011

2012

2013

2014

2015

2016

2017

Fonte: Casaleggio Associati, 2018.

30,4% Turismo

12,3% Centri commerciali

2 Distribuzione del fatturato per settore

5,8% Assicurazioni

3,2% 2,7% 2,2% 40% 0,8% 0,3% Fonte: Casaleggio Associati, 2018.

334

Alimentare Modo

2%

Tempo libero

Elettronica

In Italia, il mercato e-commerce B2C (Business to Consumer) nel 2017 è cresciuto dell’11% rispetto al 2016. I settori più consistenti, a differenza della media europea, sono il turismo e il tempo libero (più del 70% del totale).

Editoria

Casa e arredamento

Salute e bellezza

• Ricerca un esempio per ciascuna delle categorie di beni riportate nel grafico che nella tua famiglia è stato acquistato online.


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territorio e Società eCoNoMiA

Gli acquisti per regione

3

48 40

55

Dal punto di vista geografico la Lombardia consolida il primo posto con la popolazione che effettua nel 2018 un quarto del totale delle transazioni, con un incremento della quota di oltre il 3% rispetto al 2017. Seguono il Trentino Alto-Adige, il Lazio, l’Emilia Romagna, il Piemonte e il Veneto.

35

36

42 43 45 34

39 31

29 43

30 22

20 38

32 28 Regioni in aumento Regioni stabili Regioni in calo

• Crescono i consensi per e-commerce tra il pubblico di utenti italiani. Fai una breve ricerca su Internet per scoprire l’identikit del cliente italiano (età, genere).

21

Fonte: www.ilsole24ore.com – Alkemy.

4 La TOP TEN dello shopping online L’e-commerce ranking è la classifica dei 100 siti di e-commerce più popolari in Italia; misura la popolarità di un’azienda in base agli accessi registrati dal sito e al numero di citazioni positive che compaiono su siti esterni, blog, forum e in ogni altro luogo della rete. Questo ranking tiene conto anche del CRI (Conversion Rate Index) che indica la percentuale di visitatori che realmente acquista. Settore

Accessi

Conversion Rate Index

Popolarità in rete

AMAZON

Centri commerciali

46.978.113

75

194.000.000

EBAY

Centri commerciali

50.449.927

72

56.400.000

Turismo

7.134.625

75

63.100.000

ZALANDO

Moda

6.372.081

79

37.500.000

GROUPON

Centri commerciali

8.451.406

66

20.000.000

TRENITALIA

Turismo

8.454.258

57

15.000.000

TRIVAGO

Turismo

5.329.954

82

3.270.000

WILLIAM HILL

Tempo libero

7.144.446

62

4.670.000

VODAFONE

Tempo libero

8.106.531

55

1.430.000

EDREAMS

Turismo

7.004.202

66

226.000

BOOKING.COM

• La tabella riporta la classifica delle aziende in relazione agli accessi. Costruisci un grafico che classifica le aziende in relazione al CRI.

Fonte: www.casaleggio.it/e-commerce-ranking al 29.01.2019.

335


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sintesi Che cos’è il mercato?

Il mercato indica l’insieme delle contrattazioni tra venditori e compratori che hanno per oggetto lo scambio di beni e servizi e dalle quali si formano i prezzi.

Che cos’è la domanda?

La domanda rappresenta la quantità di beni e servizi che i compratori sono disposti a comprare a un determinato prezzo, in un certo momento.

Che cosa indica la legge della domanda?

Che cos’è l’offerta?

Che cosa indica la legge dell’offerta?

Come si formano i prezzi?

Quali forme di mercato esistono?

La legge della domanda ci dice che la quantità richiesta di un determinato bene o servizio varia al variare del suo prezzo (rapporto inversamente proporzionale): è alta se il prezzo è basso e diminuisce se il prezzo aumenta. L’offerta rappresenta la quantità di beni e servizi che i venditori sono disposti a vendere a un determinato prezzo, in un determinato momento. La legge dell’offerta ci dice che la quantità offerta di un determinato bene o servizio è direttamente proporzionale al suo prezzo: è alta se il prezzo è alto e si abbassa se il prezzo diminuisce. I prezzi dei beni e dei servizi si formano sul mercato dall’incontro della domanda con l’offerta, ossia quando la quantità domandata risulta uguale alla quantità offerta (prezzo di equilibrio). I diversi mercati possono assumere la forma di: concorrenza perfetta, monopolio, concorrenza monopolistica, oligopolio.

Quali sono i caratteri della concorrenza perfetta?

Nella concorrenza perfetta vi sono molti compratori e molti venditori/imprese, i prodotti offerti sono omogenei (perfettamente uguali tra loro) e il prezzo che si forma sul mercato dall’incontro tra domanda e offerta è unico (uguale per tutti i venditori). La concorrenza perfetta è poco diffusa nella realtà.

Quali sono i caratteri del monopolio?

Nel monopolio i compratori sono molti, ma vi è un unico venditore (una sola impresa) che, non avendo concorrenti, stabilisce il prezzo di vendita a suo piacere per ottenere il massimo profitto. Nel monopolio il prezzo è molto più elevato che nella concorrenza perfetta e pertanto le leggi dello Stato impediscono la formazione dei monopoli privati.

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IL MErCAtO

sINtEsI

ECONOMIA

Quali sono i caratteri della concorrenza monopolistica?

Nella concorrenza monopolistica vi sono molti compratori e molti venditori. A differenza della concorrenza perfetta, i prodotti offerti dai singoli venditori non sono perfettamente identici, ma presentano delle differenziazioni (prodotti differenziati). Nella concorrenza monopolistica non si ha il prezzo unico, in quanto ogni venditore dispone di un certo potere sul prezzo di vendita. Questa forma di mercato è molto diffusa.

Quali sono i caratteri dell’oligopolio?

Nell’oligopolio vi sono numerosi compratori, ma l’offerta è concentrata nelle mani di poche imprese di grandi dimensioni, spesso multinazionali. I venditori hanno il potere di stabilire il prezzo di vendita, ma devono tener conto del comportamento delle altre imprese concorrenti. Questa forma di mercato è molto diffusa nei settori ad alta tecnologia.

LE PAROLE DELL’ ECONOMIA Concorrenza: è la competizione tra diversi produttori o venditori di beni simili. Ognuno cerca di conquistare il mercato, facendo preferire alla clientela il proprio prodotto.

Francese Inglese Spagnolo Tedesco

Compétition Competition Competencia Wettbewerb

Monopolio/Oligopolio: è la forma di mercato in cui l’offerta di un determinato bene o servizio è effettuata da un unico venditore (monopolio) o da pochi venditori (oligopolio). Francese Inglese Spagnolo Tedesco

Monopole/Oligopole Monopoly/Oligopoly Monopolio/ Oligopolio Monopol/Oligopol

Domanda: è la quantità dei beni e dei servizi che i consumatori sono disposti a comprare ad un determinato prezzo.

Francese Inglese Spagnolo Tedesco

Demande Demand Demanda Nachfrage

Offerta: è la quantità dei beni e dei servizi che i produttori sono disposti a vendere ad un determinato prezzo.

Francese Inglese Spagnolo Tedesco

Offre Offer Oferta Angebot

Mercato: è l’insieme delle contrattazioni e degli scambi che avvengono tra chi offre (vende) un determinato bene o servizio e chi lo domanda (compra).

Francese Inglese Spagnolo Tedesco

Marché Market Mercado Markt

Prezzo: è il valore di un bene o di un servizio espresso in denaro. Il prezzo di equilibrio si raggiunge quando la domanda e l’offerta si bilanciano.

Francese Inglese Spagnolo Tedesco

Prix Price Precio Preis

337


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UdA 5

Mappe di sintesi IL MERCATO

insieme delle contrattazioni tra compratori (domanda) e venditori (offerta) al fine dello scambio di beni e servizi

DOMANDA

OFFERTA

quantità di un bene che i consumatori sono disposti a comprare a un certo prezzo

quantità di un bene che le imprese sono disposte a produrre e vendere a un certo prezzo

regolata da

regolata da

LEGGE DELLA DOMANDA

LEGGE DELL’OFFERTA

se il prezzo aumenta, la domanda diminuisce e viceversa (rapporto inversamente proporzionale)

se il prezzo aumenta, l’offerta aumenta e viceversa (rapporto direttamente proporzionale) SE

la quantità domandata = la quantità offerta

si ha

PREZZO DI EQUILIBRIO

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IL MErCAtO

MAppE dI sINtEsI ECONOMIA

LE FORME DI MERCATO

condizioni in cui operano venditori e compratori influenzano la quantità e il prezzo dei beni offerti sono

CONCORRENZA PERFETTA

MONOPOLIO

CONCORRENZA MONOPOLISTICA

OLIGOPOLIO

numero elevato di imprese e numero elevato di compratori

una sola impresa e numerosi compratori

molte imprese e molti compratori

poche imprese e molti compratori

omogeneità del prodotto

omogeneità del prodotto

differenziazione del prodotto

prodotto omogeneo o differenziato

unicità del prezzo

prezzo definito dal monopolista

differenziazione dei prezzi

allineamento dei prezzi

339


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UdA 5

IL MErCAtO

VERIFICA DI APPRENDIMENTO VERO O FALSO

Easy test COMPLETAMENTO 1. Completa le seguenti frasi utilizzando

i termini sotto elencati. perfetta – offerta – incontro – venditori – domanda – monopolistica – poche – aumenta – diminuisce – monopolio 1. La …………………………… è fatta dai compratori, mentre l’offerta è fatta dai ………………………… . 2. La domanda dipende dal prezzo dei beni: ………………………… quando il prezzo aumenta e …………………………… quando il prezzo scende. 3. L’…………………………… è direttamente proporzionale al prezzo del bene considerato. 4. Nella concorrenza ………………………… il prezzo dei beni si forma sul mercato dall’…………………………......… tra la domanda e l’offerta ed è unico per tutti i venditori . 5. Nel .................. c’è un solo venditore. 6. Nella concorrenza ………………………… il bene offerto dai venditori è differenziato. 7. L’oligopolio è una forma di mercato nella quale i beni sono offerti da ……………… imprese di grandi dimensioni.

1. Indica se le seguenti affermazioni sono vere (V) o false (F). 1. L’offerta indica la quantità di beni o servizi che le imprese sono disposte a comprare a un determinato prezzo. 2. Se il prezzo di un bene diminuisce, l’offerta tende ad aumentare. 3. Se il prezzo di un bene aumenta, la domanda tende a diminuire. 4. La domanda di un bene non dipende soltanto dal prezzo. 5. Il prezzo di equilibrio è dato dall’incontro della domanda con l’offerta. 6. La concorrenza perfetta è caratterizzata dalla polverizzazione dell’offerta. 7. Il monopolio pubblico si ha quando lo Stato è l’unico soggetto ad offrire determinati beni o servizi. 8. Il mercato delle sigarette è un monopolio fiscale. 9. Il prezzo in regime di monopolio è più alto rispetto a quello che si determina in un mercato concorrenziale. 10. Il mercato delle automobili ha la forma della concorrenza perfetta.

F

V

F

V

F

V

F

V

F

V

F

V V

F F

V

F

V

F

DOMANDE A SCELTA MULTIPLA 2. Individua la risposta esatta. 1. È la forma di mercato in cui operano poche imprese di grandi dimensioni: A oligopolio B monopolio C concorrenza perfetta D concorrenza monopolistica 2. La domanda di un bene non è influenzata: A dal prezzo del bene B dal reddito a disposizione C dai costi di produzione D dal prezzo di altri beni succedanei 3. Nella concorrenza perfetta il prezzo è stabilito: A dall’offerta B dallo Stato C dall’incontro della domanda e dell’offerta D dalla domanda

340

V


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VErIfICA dI ApprENdIMENtO

4. Una delle seguenti caratteristiche non corrisponde alla concorrenza monopolistica: A polverizzazione della domanda B numerosi venditori C frazionamento dell’offerta D omogeneità del bene offerto

COMPLETAMENTO 3. Completa le seguenti frasi inserendo i termini appropriati. 1. Se nel mercato di un bene vi è un eccesso di offerta, il prezzo tenderà a ……………………………. , mentre se vi è un eccesso di ……………………………. il prezzo tenderà ad ……………………………. . 2. L’oligopolio è una forma di mercato in cui la produzione si concentra in ………………………. imprese di …………… dimensioni. Nell’oligopolio ………………………. i beni offerti sono identici, mentre nell’oligopolio ………………… i beni sono diversi. 3. La ………………………........……. perfetta è una forma di mercato che trova difficilmente riscontro nella realtà economica, tranne in alcuni settori come quello …………… . 4. La ……………………………. monopolistica si contraddistingue per un frazionamento della ………………………… e dell’offerta e per una …......…………………………. dei prezzi e dei beni offerti.

UdA 5

ECONOMIA

ESCLUSIONI 5. Individua all’interno di ciascuno dei seguenti gruppi di parole il termine estraneo. 1. Monopolio, concorrenza perfetta, oligopolio, legge della domanda 2. Moltissimi venditori, barriere all’entrata, moltissimi compratori, prodotto omogeneo 3. Monopolio privato, concorrenza tra imprese, monopolio fiscale, monopolio pubblico 4. Concentrazione della domanda, polverizzazione dell’offerta, concorrenza perfetta, prodotto omogeneo

DOMANDE A RISPOSTA APERTA 6. Rispondi in forma orale o scritta alle seguenti domande. 1. Che cos’è la legge dell’offerta? 2. Come si forma il prezzo di equilibrio in un mercato concorrenziale? 3. Per quali motivi il mercato della concorrenza perfetta è più vantaggioso per i consumatori? 4. Quali sono i caratteri dell’oligopolio? 5. Quali sono le differenze tra oligopolio e monopolio?

IMPARO AD IMPARARE 7. Riassumi in poche righe gli argomenti principali trattati

CORRISPONDENZE

in questa Unità, utilizzando le parole chiave suggerite.

4. Abbina ad ogni espressione della colonna di sinistra una espressione della colonna di destra, riportando i numeri negli appositi spazi. 1. Monopolio fiscale 2. Prezzo di equilibrio 3. Oligopolio 4. Concorrenza monopolistica 5. Concorrenza perfetta 6. Beni necessari 7. Domanda 8. Offerta

concentrazione offerta prezzo unico inversamente proporzionale al prezzo domanda rigida direttamente proporzionale al prezzo entrata pubblica bilanciamento domanda e offerta prezzi differenziati

mercato – legge della domanda e dell’offerta – compratori – venditori – prezzo – concorrenza per fetta – monopolio – concorrenza monopolistica – oligopolio .......................................................................................... .......................................................................................... .......................................................................................... .......................................................................................... .......................................................................................... .......................................................................................... ..........................................................................................

DIZIONARIO DI ECONOMIA 8. Ricerca nell’Unità di apprendimento le parole nuove di cui non conoscevi il significato e sottolineale in rosso. Poi riportale su un quaderno-rubrica e scrivi il loro significato utilizzando tutto ciò di cui disponi: libro di testo, Internet, vocabolario, spiegazione del docente o altro.

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Unità di Apprendimento

6

il Mercato del lavoro Conoscenze

Abilità

n Il mercato del lavoro: domanda, offerta, retribuzione n Il contratto collettivo di lavoro n I sindacati n Le trasformazioni del mercato del lavoro: disoccupazione e flessibilità

n Individuare le diverse tipologie di lavoro n Riconoscere gli elementi e le dinamiche del mercato del lavoro n Identificare il ruolo dei sindacati e dei contratti collettivi di lavoro n Individuare le cause e gli effetti della disoccupazione n Comprendere il significato di lavoro flessibile

Lezione 1 Lezione 2

Riconoscere le caratteristiche essenziali del sistema socio-economico per orientarsi consapevolmente nel tessuto produttivo locale, nazionale, europeo

La domanda, l’offerta e il prezzo del lavoro Le trasformazioni del mercato del lavoro

Lezione speciale

Le professioni del web

342

Competenze


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ECONOMIA

offerta

domanda

che cos’è

prezzo

MERCATO DEL LAVORO

flessibilità

le trasformazioni

disoccupazione

la regolamentazione

i contratti di lavoro

i sindacati

I Approfondimenti

Esercizi interattivi

Audio

Mappe modificabili

l lavoro è un bisogno primario dell’uomo, perché attraverso di esso ciascun individuo può realizzarsi e garantirsi un’esistenza dignitosa. Per questo il lavoro e, di conseguenza, la disoccupazione sono uno dei problemi più importanti che affronta l’economia. Negli ultimi anni il mondo del lavoro è molto cambiato. Flessibilità e precarietà sono le parole più usate per descrivere la realtà con cui si scontra un giovane alla ricerca della sua prima occupazione, mentre il “posto fisso” e la sicurezza del reddito sembrano chimere. E se in condizioni ottimali cambiare spesso lavoro può essere stimolante, in ogni caso è meglio attrezzarsi ed essere consapevoli delle diverse difficoltà da affrontare. In questa Unità esamineremo il mercato del lavoro, iniziando dagli elementi che lo costituiscono: la domanda di lavoro, fatta dagli imprenditori e dallo Stato che hanno bisogno di personale, e l’offerta di lavoro proveniente da coloro che desiderano svolgere un’attività lavorativa in cambio di una retribuzione monetaria. Vedremo come è regolamentato il rapporto fra lavoratore e datore di lavoro, e il ruolo svolto dalle organizzazioni sindacali dei lavoratori e dei datori di lavoro nella contrattazione collettiva. Infine, parleremo proprio delle più recenti trasformazioni del mondo del lavoro, cercando di capire le cause e i possibili rimedi alla disoccupazione.

343


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LEzIONE

1 la domanda, l’offerta e il prezzo del lavoro Stato ed enti pubblici

DOMANDA

imprese

MERCATO DEL LAVORO PREZZO retribuzione (salario o stipendio)

OFFERTA lavoratori (famiglie)

Il valore del lavoro L’articolo 1 della Costituzione italiana afferma che “l’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro”, perché grazie ad esso ciascuno di noi partecipa alla vita della società ed esprime le proprie capacità. Il lavoro è così solennemente riconosciuto come valore fondamentale del nostro Paese e come un diritto di ciascun individuo, indispensabile alla sua dignità e alla sua realizzazione personale: nell’articolo 23 della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, infatti, si legge che “ogni individuo ha diritto al lavoro e alla libera scelta dell’impiego”. Da un punto di vista economico, il lavoro rappresenta il modo per procurarsi i mezzi (il denaro) necessari ad acquistare beni e servizi e può essere considerato un bene come un altro, oggetto di uno scambio. Ogni lavoratore offre (vende) il proprio servizio al datore di lavoro (le imprese o lo Stato e gli enti pubblici) che lo domanda (compra) in cambio di un prezzo (retribuzione). In economia, il lavoro può essere definito come un bene (immateriale) che ha un suo mercato: una domanda, un’offerta e un prezzo. È necessario, tuttavia, specificare che per moltissimi aspetti il lavoro è differente da tutte le altre tipologie di beni, proprio perché coinvolge profondamente l’uomo. Questo spiega il motivo per cui, nel mercato del lavoro, le contrattazioni sono disciplinate in vario modo da leggi e da organizzazioni che tutelano i diritti della persona.

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La domanda, l’offerta e il prezzo del lavoro

LEzIONE 1

ECONOMIA

Le tipologie di lavoro Esistono diverse modalità per classificare i vari tipi di lavoro. Si può parlare, per esempio, di lavoro manuale, per indicare quei mestieri in cui sono richieste soprattutto energie di tipo fisico, e di lavoro intellettuale, se prevalgono energie di tipo mentale. In base a come viene svolta l’attività lavorativa, invece, possiamo distinguere: • il lavoro subordinato (o lavoro dipendente), che si ha quando il lavoratore svolge la sua attività manuale o intellettuale alle dipendenze e sotto la direzione del datore di lavoro (rapporto di subordinazione). Il lavoratore in questo caso mette a disposizione il proprio tempo, le proprie energie e le proprie capacità in cambio di una retribuzione monetaria; • il lavoro autonomo, che si ha quando l’attività lavorativa (manuale o intellettuale) è organizzata dallo stesso lavoratore senza vincoli di subordinazione e con assunzione dei rischi connessi. In questo caso il lavoratore organizza autonomamente le modalità di svolgimento della propria attività. I lavoratori autonomi sono i liberi professionisti (come avvocati o commercialisti), gli artigiani, i commercianti, gli imprenditori.

Gli elementi del mercato del lavoro Il mercato del lavoro subordinato è il luogo dove si incontrano la domanda e l’offerta di lavoro. In questo mercato, i datori di lavoro sperano di trovare persone in grado di soddisfare le proprie esigenze e i lavoratori sperano di trovare datori di lavoro interessati alle loro competenze. Di seguito sono riportati gli elementi del mercato del lavoro subordinato. L’OGGETTO Nel mercato del lavoro, l’oggetto scambiato è il lavoro stesso in tutte le sue forme. LA DOMANDA DI LAVORO La richiesta di lavoro proviene dalle imprese, che necessitano di personale per svolgere l’attività produttiva, e dalla Pubblica amministrazione (Stato ed enti pubblici), che ha bisogno di dipendenti per garantire alla collettività i servizi pubblici (come scuola, ospedali, sicurezza). La domanda di lavoro dipende da diversi fattori, ma in modo particolare è legata al costo del lavoro, cioè al livello di retribuzione che l’imprenditore deve corrispondere ai suoi dipendenti. I principali fattori che influiscono sulla domanda di lavoro sono: • il costo del lavoro: salari alti = minore domanda di lavoro salari bassi = maggiore domanda di lavoro Se aumentano i salari e gli stipendi, gli imprenditori possono limitare questi costi diminuendo il numero di lavoratori; viceversa assumeranno più lavoratori quanto più basso sarà il costo del lavoro.

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UdA 6

IL MErCAtO dEL LAvOrO

IO E L’ECONOMIA La tecnologia toglie lavoro all’uomo? Che la disoccupazione sia causata dai computer è ormai un luogo comune. Secondo i dati più aggiornati di indagine sul mercato del lavoro, per ogni posto perso la tecnologia ne crea 2,6. L’unica differenza è che si tratta di lavori e professionalità diverse. • Ricerca 5 nuove professionalità legate al mondo tecnologico o a Internet che non esistevano quando i tuoi genitori hanno cominciato a lavorare.

• la domanda di beni e servizi: maggiori consumi = maggiore domanda di lavoro minori consumi = minore domanda di lavoro Se i consumi delle famiglie aumentano, le imprese incrementano la loro produzione ed hanno perciò bisogno di assumere più lavoratori. • il prezzo dei beni: prezzi alti = maggiore domanda di lavoro prezzi bassi = minore domanda di lavoro Se i prodotti costano molto e la prospettiva di guadagno è alta, l’imprenditore è spinto ad aumentare la produzione ed ha quindi necessità di maggiore forza lavoro. •

le innovazioni tecnologiche: più macchinari = minore domanda di lavoro meno macchinari = maggiore domanda di lavoro

Se un’impresa utilizza tecnologie avanzate per la propria produzione, ha bisogno di meno personale o di un diverso tipo di prestazione: meno manodopera con un basso livello di competenze a favore di un maggior numero di lavoratori più qualificati. • la pressione contributiva: maggiori imposte = minore domanda di lavoro minori imposte = maggiore domanda di lavoro Se un imprenditore è costretto a pagare molte imposte, aumentano i costi di produzione, pertanto diminuirà il numero dei lavoratori che è disposto ad assumere. L’OFFERTA DI LAVORO Le famiglie (l’insieme dei lavoratori) costituiscono l’offerta di lavoro, perché mettono a disposizione la propria forza lavoro per ottenere un reddito con il quale acquistare beni e servizi. L’offerta di lavoro dipende dalla popolazione attiva, ovvero dal numero di persone che sono occupate o che cercano un lavoro, ed è influenzata soprattutto dal costo del lavoro: se i salari sono alti, molte persone sono disposte a lavorare, mentre se i salari sono bassi, l’offerta di lavoro tende a scendere. salari alti = maggiore offerta di lavoro salari bassi = minore offerta di lavoro IL PREZZO DEL LAVORO È la retribuzione che spetta ai lavoratori (salario o stipendio) ed è determinata dall’interazione tra domanda e offerta di lavoro: gli imprenditori (domanda) hanno interesse a pagare salari bassi, mentre i lavoratori (offerta) hanno interesse a ottenere salari alti. Pertanto al crescere del salario la domanda di lavoro tenderà a diminuire, mentre l’offerta tenderà ad aumentare.

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La domanda, l’offerta e il prezzo del lavoro

LEzIONE 1

ECONOMIA

Il mercato del lavoro non è però regolato solo dalle leggi della domanda e dell’offerta. Se così fosse, nei periodi di crisi economica, quando in seguito alla contrazione dei consumi anche la produzione scende, la riduzione della richiesta di personale da parte delle imprese potrebbe portare a un abbassamento eccessivo dei salari. Per evitare questa situazione, negli Stati sociali è previsto che ci siano accordi in grado di garantire un salario minimo.

Il contratto di lavoro individuale Il rapporto di lavoro che si instaura tra il datore di lavoro e il lavoratore è regolato da un contratto nel quale si stabiliscono i diritti e i doveri reciproci. Nel contratto viene specificato, per esempio, l’orario della giornata lavorativa, la mansione (ossia le attività che il lavoratore deve svolgere), la retribuzione e le ferie. Il rapporto di lavoro può essere a tempo indeterminato, quando non è prevista una data di scadenza, oppure a tempo determinato. Attualmente, tuttavia, in Italia sono applicabili diverse tipologie di contratto di lavoro. Attraverso il contratto di lavoro individuale, il lavoratore si obbliga a prestare la propria attività lavorativa alle dipendenze e sotto la direzione del datore di lavoro, in cambio di una retribuzione. L’articolo 36 della nostra Costituzione prevede alcune garanzie e tutele considerate basilari in qualunque rapporto lavorativo e, in merito alla retribuzione del lavoratore subordinato, afferma che deve essere “proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla sua famiglia un’esistenza libera e dignitosa”. Altre norme, inoltre, regolano e disciplinano il rapporto di lavoro, avendo come obiettivo primario quello di tutelare gli interessi economici e sociali del lavoratore.

IO E L’ECONOMIA Il contratto di lavoro è sempre obbligatorio in forma scritta? Nonostante la legge non ne preveda l’obbligatorietà, nella pratica il contratto di lavoro viene quasi sempre stipulato in forma scritta (contratto o lettera di assunzione) a garanzia dei diritti delle parti. • Fai una breve ricerca sui motivi per i quali è da preferire il contratto in forma scritta e su quali sono le informazioni che un datore di lavoro è tenuto a fornire a un lavoratore nel contratto.

Il contratto collettivo nazionale di lavoro Per regolare i rapporti di lavoro tra le imprese di un determinato settore e il relativo personale dipendente esiste il CCNL, il contratto collettivo nazionale di lavoro, un documento indispensabile, specifico per ciascun ambito lavorativo. Il contratto collettivo nazionale di lavoro (CCNL) è un accordo stipulato a livello nazionale tra le organizzazioni sindacali, che tutelano gli interessi dei lavoratori di un certo settore, e le associazioni degli imprenditori, che rappresentano gli interessi dei datori di lavoro dello stesso settore.

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UdA 6

IL MErCAtO dEL LAvOrO

Non esiste un singolo contratto valido per tutti i settori, ma ogni ambito lavorativo ne ha uno specifico o più di uno. Formalmente il contratto è diviso in due parti: • una parte normativa che regola gli aspetti generali del rapporto lavorativo. In particolare in questa sezione vengono riportate le tabelle retributive, in cui sono fissati i valori minimi delle retribuzioni che spettano ai lavoratori in base alle loro mansioni, e gli aspetti organizzativi come gli orari, le ferie, gli straordinari, i permessi; • una parte obbligatoria che disciplina i rapporti tra le parti che hanno stipulato il CCNL, e cioè i sindacati che rappresentano i lavoratori (come CGIL, CISL, UIL) e le associazioni degli imprenditori. Le associazioni degli imprenditori più importanti fanno capo a Confcommercio, Confesercenti, Confindustria.

OFFERTA LAVORO

DOMANDA DI LAVORO

Ogni impresa, nell’assumere i propri dipendenti, dovrà rispettare le condizioni minime previste dal CCNL e potrà integrarle soltanto in senso migliorativo. ESEMPIO

Se il signor Luigi Rossi, che è collaudatore di macchine utensili, stipula un contratto di lavoro con SAMPER S.p.A. azienda produttrice di torni, e il contratto collettivo del settore metalmeccanico prevede una retribuzione minima per i collaudatori di 2.000,00 euro, l’azienda per la quale lavora non potrà corrispondere al signor Rossi una retribuzione inferiore a questo importo. Sarà però possibile per le parti accordarsi per un salario maggiore.

I CCNL sono particolarmente importanti per tutti i lavoratori dipendenti, perché ne accrescono il potere contrattuale: difficilmente, infatti, un solo lavoratore riuscirebbe a ottenere livelli salariali e condizioni di lavoro uguali a quelli che riesce a ottenere il sindacato quando rappresenta migliaia di lavoratori.

I sindacati La Costituzione italiana prevede un’ulteriore tutela dei lavoratori proclamando la libertà dell’organizzazione sindacale attraverso l’articolo 39: “L’organizzazione sindacale è libera. Ai sindacati non può essere imposto altro obbligo se non la loro registra-

348


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La domanda, l’offerta e il prezzo del lavoro

LEzIONE 1

ECONOMIA

zione presso uffici locali o centrali, secondo le norme di legge.” Ciascuna associazione sindacale, quindi, può svolgere liberamente la propria attività e ciascun lavoratore è libero di aderirvi o meno, o di fondare nuove associazioni sindacali. I sindacati sono organizzazioni libere di lavoratori che hanno lo scopo di tutelare i diritti dei lavoratori stessi. Le prime organizzazioni sindacali sorsero in Inghilterra, Francia, Belgio, Germania (XVIIIXIX secolo) e solo nel XX secolo anche in Italia: nel 1906 nacque la CGIL (Confederazione generale italiana del lavoro), nel 1919 la CISL (Confederazione italiana sindacati dei lavoratori) e nel 1949 la UIL (Unione italiana del lavoro). Molte sono le conquiste che i lavoratori hanno ottenuto nel tempo grazie all’azione dei sindacati: per esempio, la riduzione dell’orario di lavoro (da 14 ore giornaliere durante la Rivoluzione industriale alle 8 ore attuali); la conservazione del posto di lavoro in caso di malattia, infortunio, maternità; il diritto alle ferie e al riposo settimanale; il diritto di scioperare; la garanzia del salario minimo.

CONOSCENZE ALLA PROVA Verifica le tue conoscenze e abilità

Attiva le tue competenze

Completamento Inserisci i termini mancanti.

Cooperative Learning: in coppia

1. La domanda di lavoro è fatta dalle ……………………… e dipende principalmente dal ……………..……………. . 2. I fattori che influiscono sulla domanda di lavoro sono: il ………………………………. del lavoro, la domanda di ……………………… e ………………… , il ……..…….… dei beni, le …...…………. tecnologiche. 3. Il ………………………… è la retribuzione che spetta all’operaio, lo ………………………… è la retribuzione che spetta all’impiegato. 4. Si ha lavoro ………………… quando l’attività lavorativa è svolta dallo stesso lavoratore senza vincolo di subordinazione verso altri soggetti. 5. Nel lavoro …………………… il lavoratore presta la sua attività lavorativa alle dipendenze e sotto la direzione di un datore di lavoro, in cambio di una …………....……. . 6. Il CCNL viene stipulato dai ………………….........……… in rappresentanza dei ………….......…............………., e dalle associazioni di categoria in rappresentanza dei ………………………………. di lavoro.

• Insieme a un tuo compagno di classe, fornite le definizioni dei seguenti termini. 1. lavoro autonomo = .......................... .............................................. 2. lavoro subordinato = ........................ .............................................. 3. retribuzione = .............................. .............................................. 4. costo del lavoro = .......................... .............................................. 5. CCNL = ..................................... .............................................. 6. sindacato = ................................. .............................................. 349


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UdA 6

IL MErCAtO dEL LAvOrO

CHE COS’È IL pArt tIME

I

l part time è un contratto di lavoro subordinato il cui orario risulta ridotto rispetto a quello ordinario (full time) che è solitamente di 40 ore settimanali se il CCNL di riferimento non lo ha stabilito in misura minore. La riduzione dell’orario è quasi sempre espressa in termini percentuali per cui se l’orario ordinario è di 40 ore e il lavoratore ne effettua 24, si può dire che si tratta di part time al 60%. La maggior parte dei CCNL non prevede un orario minimo per il contratto di part time ciò significa che si può stipulare anche solo per un giorno alla settimana o per pochi giorni nel mese.

Le tipologie di part time Esistono diverse modalità di svolgimento del lavoro part time che dipendono dalla collocazione dell’orario di lavoro: orizzontale, verticale e misto. Part time orizzontale: il lavoratore presta la sua attività in tutte le giornate lavorative ma per un numero di ore inferiore, per esempio lavora 5 ore anziché 8 ore al giorno, per 5 giorni alla settimana. Part time verticale: il lavoratore presta la sua attività giornaliera con orario pieno, per esempio 8 ore come da orario ordinario, ma solo per alcuni giorni della settimana o del mese.

Part time misto: è una combinazione tra part time orizzontale e verticale perché in questo caso il dipendente presta la sua attività in alcune giornate della settimana o del mese alternando giornate con orario ordinario e giornate con orario ridotto.

I requisiti di legge La legge stabilisce che il lavoratore part time può svolgere un numero di ore settimanali superiori rispetto a quanto inizialmente stabilito, purchè non si superino le 40 ore, in questo caso si parla di lavoro supplementare. Ovviamente questo comporta un adeguamento della sua retribuzione alle effettive attività prestate. Quando viene stipulato un contratto part time devono essere inserite in modo inequivocabile sul contratto stesso le ore, i giorni della settimana e del mese in cui il lavoratore dovrà effettuare le prestazioni lavorative. Il lavoratore part time ha tutti i diritti che spettano al lavoratore full time: ferie, permessi e retribuzioni aggiuntive come, ad esempio, la tredicesima. Si possono stipulare contemporaneamente più contratti di lavoro part time purché l’orario settimanale complessivo non superi le 48 ore e siano garantiti al lavoratore i riposi previsti dalla normativa vigente. Il lavoratore che desidera stipulare più contratti di lavoro part time in aziende tra loro concorrenti, deve ottenere l’autorizzazione dai datori di lavoro per evitare il licenziamento.

DOMANDE CHIAVE 1. Che cos’è il contratto part time? 2. Quali sono, secondo te, i lavoratori che scelgono di stipulare contratti part time?

350


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LEzIONE

2 le trasformazioni del mercato del lavoro risparmio sul costo del lavoro

ottimizzazione dei processi produttivi

opportunità lavorative

SVILUPPO TECNOLOGICO

GLOBALIZZAZIONE

riduzione dei lavori manuali

competitività

delocalizzazione disoccupazione flessibilità

Lavorare nel terzo millennio A partire dagli ultimi decenni del Novecento, il mercato del lavoro ha visto importanti cambiamenti dovuti essenzialmente a due motivi: lo sviluppo tecnologico e la globalizzazione. Lo sviluppo tecnologico e l’introduzione dei computer nelle aziende hanno modificato in modo sostanziale i processi produttivi. Le nuove tecnologie, infatti, hanno consentito alle imprese di affidare lo svolgimento di molte attività, che prima erano eseguite da operai e impiegati, a impianti gestiti da sistemi informatici. Questo cambiamento da una parte ha permesso un risparmio sul costo del lavoro, dall’altra ha provocato una forte riduzione di posti di lavoro di tipo manuale: i lavoratori non qualificati, ossia addetti a svolgere semplici azioni ripetitive, sono stati sostituiti da macchinari in grado di compiere le stesse mansioni più velocemente. Nel contempo sono diventati sempre più indispensabili lavoratori dotati di competenze specifiche nel settore informatico e delle nuove tecnologie. ESEMPIO

Fino a qualche anno fa, negli uffici delle imprese, dove si svolgono tutte le attività legate alla tenuta della contabilità, all’amministrazione del personale, ai rapporti commerciali con clienti, fornitori, banche, erano presenti molti addetti perché i tempi necessari allo svolgimento delle diverse pratiche erano molto lunghi. Oggi con l’utilizzo di moderni software gestionali per le aziende tutte le attività sono ottimizzate e possono essere svolte velocemente da un numero ridotto di personale qualificato.

351


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UdA 6

IL MErCAtO dEL LAvOrO

L’altro fenomeno che ha influito notevolmente sul mondo del lavoro del nuovo millennio è la globalizzazione dei mercati: i sistemi economici dei vari Paesi oggi sono in stretta relazione e dipendenti uno dall’altro. Questo ha sicuramente portato a un ampliamento delle opportunità lavorative e a una maggiore competitività internazionale: i consumatori possono scegliere i prodotti in un mercato globale, le imprese devono competere con concorrenti globali, i lavoratori possono cercare e trovare il lavoro in qualsiasi parte del mondo. Accanto agli aspetti positivi, la globalizzazione tuttavia ha fatto sì che molte imprese abbiano spostato la loro produzione all’estero (delocalizzazione), nei Paesi dove i salari sono più bassi e la pressione fiscale è minore, causando così un aumento della disoccupazione nei Paesi d’origine. ESEMPIO

Alcune grandi imprese italiane (Geox, Omsa, Pompea, Amadori) hanno spostato gran parte delle proprie sedi in Serbia, dove i costi della manodopera sono decisamente molto bassi: nel 2016 in Serbia il salario netto mensile di un operaio è stato di circa 430 euro contro i 1.100 euro di un operaio italiano.

Come tutti i fenomeni, sia lo sviluppo tecnologico che la globalizzazione dei mercati hanno portato con sé conseguenze positive e negative. Nel mondo del lavoro in particolare sono considerati tra le cause principali dell’aumento della disoccupazione che si registra nei Paesi occidentali. Chi sono i Neet?

La disoccupazione

IO E L’ECONOMIA Qual è il tasso di disoccupazione in Italia? In Italia a fine 2017 si è registrato un tasso medio di disoccupazione dell’11,2% e un tasso di disoccupazione giovanile (con età compresa tra 15 e 24 anni) del 34,7%. • Confronta questi dati con quelli di un Paese europeo a tua scelta.

352

La disoccupazione è un fenomeno sociale che riguarda coloro che, pur volendo lavorare, hanno perso o non riescono a trovare un impiego. La disoccupazione è un dato che si riferisce alla popolazione attiva (chiamata anche forza lavoro), che comprende tutti i lavoratori che hanno un impiego (occupati) e le persone che, pur essendo in età lavorativa, non hanno un posto di lavoro e cercano una prima occupazione o una nuova occupazione (perché hanno perso la precedente). Non rientra nella categoria dei disoccupati la popolazione non attiva, ovvero le persone che volontariamente non cercano un posto di lavoro, come le casalinghe, e coloro che si trovano nelle condizioni di non poter svolgere un’attività lavorativa, come i bambini, gli anziani o gli invalidi. Da un punto di vista economico, la disoccupazione è rappresentata da un eccesso di offerta di lavoro (offerta maggiore della domanda) e il tasso di disoccupazione indica il rapporto tra il numero di coloro che cercano un’occupazione e il totale della forza lavoro (popolazione attiva).

La disoccupazione, oltre a creare disagio a coloro che sono privi di posto di lavoro, produce effetti sfavorevoli sull’intero sistema economico: un aumento della disoccupazione, infatti, determina una riduzione dei consumi, che a sua volta comporta una riduzione della produzione e un’ulteriore riduzione dei posti di lavoro.


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Le trasformazioni del mercato del lavoro

LEzIONE 2

ECONOMIA

La flessibilità del lavoro Le trasformazioni del mercato del lavoro degli ultimi decenni hanno modificato il concetto di “posto di lavoro”. Se fino a venti anni fa i lavoratori potevano aspirare alla stabilità del cosiddetto “posto fisso”, ossia ad un tipo di occupazione definitiva che rimaneva la stessa dal momento della prima assunzione fino alla pensione, oggi hanno sempre più la consapevolezza che il posto di lavoro non è immutabile e deve adattarsi continuamente ai nuovi modelli di produzione. Crescono i rapporti di lavoro temporanei e a termine; e i lavoratori devono muoversi in un mercato del lavoro flessibile, dove è più semplice essere assunti ma anche essere licenziati. In questo tipo di mercato bisogna essere pronti a cambiare attività nel corso della propria vita lavorativa, essere disponibili a spostamenti e trasferimenti, a continue riqualificazioni professionali, a nuove tipologie lavorative e così via. In condizioni ottimali, la flessibilità del mercato del lavoro può essere positiva per il lavoratore, perché stimola la capacità di adattarsi a nuove condizioni di lavoro e richiede una formazione professionale continua, che non si esaurisce con il conseguimento di un titolo di studio (apprendimento permanente). Purtroppo spesso la flessibilità nasconde delle conseguenze negative, come dover accettare uno stato di precarietà, doversi muovere nell’incertezza economica e in situazioni lavorative discontinue, caratterizzate da minori tutele e maggiore instabilità (rapporti di lavoro non standard).

Le riforme del mercato del lavoro in Italia

CONOSCENZE ALLA PROVA Verifica le tue conoscenze e abilità

Attiva le tue competenze

Completamento Inserisci i termini mancanti.

Ricerca in Internet

1. Lo sviluppo tecnologico ha comportato la ……………… di molti posti di lavoro di tipo manuale. 2. La …………………………………… è considerata una delle cause della crescente disoccupazione nei Paesi occidentali. 3. La disoccupazione è rappresentata da un eccesso di ………………………………… di lavoro. 4. Il ………………………………....…… di disoccupazione indica il rapporto tra il numero dei disoccupati e il totale della forza lavoro. 5. La popolazione …………………….......……………… comprende le persone che volontariamente non cercano lavoro e coloro che non possono svolgere un’attività lavorativa. 6. Per fronteggiare il fenomeno della crescente disoccupazione sono stati introdotti nuovi contratti di lavoro più ………………………….......……… .

• Fai una ricerca in Internet e completa la seguente tabella riportando i dati della disoccupazione in Italia.

Disoccupati giovani (fino a 29 anni)

Disoccupate donne

Disoccupati totali

2016 2017 2018

• Commenta i dati della tabella. 353


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Le professioni del web

Nuove professioni Oggi le imprese trovano le più significative opportunità di business attraverso il web, risorsa che viene utilizzata per molteplici attività: alcune aziende lo utilizzano per facilitare la comunicazione e per farsi conoscere, altre per far nascere o sviluppare la propria attività. L’utilizzo del web comporta di conseguenza la presenza in azienda di nuove professionalità con competenze in ambito digitale. Per questo motivo stanno nascendo professioni nuove che hanno, in parte, già modificato il mercato occupazionale.

Le “digital soft skills”, competenze informatiche digitali La Commissione europea ha stimato che nel prossimo triennio ci possa essere una richiesta di più di mezzo milione di lavoratori per occupare posizioni lavorative legate al web. Tali attività, definite anche professionalità ICT (Information

and Communication Technology), sono state recentemente regolamentate in Italia attraverso la norma tecnica UNI 11621-1/4 che ha individuato per ognuna di esse quali sono le “digital soft skills”, ovvero le competenze relazionali e comportamentali specifiche che consentono di utilizzare efficacemente i nuovi strumenti digitali. Grazie a questa norma, ogni professionista avrà delle proprie specificità.

I manager del web Tra le figure professionali identificate e regolamentate dalla suddetta norma, alcune sono di rilevante importanza per tutte le categorie di imprese, per esempio: community manager: si occupa di gestire le comunità virtuali. Il suo compito è quello di monitorare tutto ciò che può essere detto e scritto sul web in merito a un’azienda e sfruttarlo a vantaggio dell’azienda stessa; web analyst: è il professionista che analizza i modi attraverso i quali gli utenti navigano. Deve individuare, misurare e raccogliere informazioni sui soggetti che accedono ai siti, sui tempi di accesso, sui luoghi e sulle pagine del sito che più li hanno interessati. La sua attività mira a monitorare le tendenze del web e a formulare delle proposte per migliorare il sito; advertising manager: si occupa di definire e costruire le attività promozionali sulla rete Internet. Il compito principale di

354


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LEzIONE spECIALE ECONOMIA

questo professionista è quello di scegliere i mezzi di comunicazione più adeguati per raggiungere i target di clientela individuati dall’azienda e quindi collocare il prodotto sul mercato; web content specialist: è colui che realizza e cura i contenuti da inserire sui siti web. Attraverso sia testi sia materiali multimediali valorizza l’identità del prodotto o dell’azienda sfruttando i punti di forza e le possibilità offerte dalla tecnologia;

cessariamente farlo tra breve. Il compito dell’e-commerce specialist è quello di creare strumenti che dovranno essere visualizzati su notebook, desktop, mobile e dovranno portare all’acquisto, ideare elementi che possano spingere l’utente ad aprire il messaggio e soprattutto individuare la giusta comunicazione alle persone giuste. Ovviamente i messaggi dovranno essere diversi in relazione ai soggetti ai quali vengono inviati e anche le tipologie di messaggio dovranno essere diverse (e-mail, sms o immagini);

e-commerce specialist: le vendite on-line stanno aumentando in tutti i paesi del mondo e in alcuni di essi, soprattutto per certe fasce di età, stanno superando le vendite effettuate nei negozi tradizionali. La figura dell’e-commerce diventa quindi fondamentale per tutte le aziende, sia per quelle che già effettuano vendite online sia per quelle che dovranno ne-

web security manager: il compito di questo professionista è quello di garantire che tutte le informazioni disponibili all’interno delle aziende siano correttamente utilizzabili dai soggetti interni e che contestualmente siano protette dagli accessi non autorizzati. Deve definire procedure adatte a proteggere dati e informazioni in possesso dell’azienda.

Flash Testnali del web attualmente regolamentate

. fessio ersi tra loro Le figure pro o profili div n co is in ef d sono 25 e e, diversa professional ra u g fi a n li u olge ricerca e sceg e compito sv ividua qual • Fai una d in e e er e, ed at ss rt o po eve p da quelle ri fessionali d ro p e ch ti is tter e quali cara esto ruolo. ricoprire qu er p e n va io un g

DOMANDE CHIAVE 1. Che cosa sono le professionalità ITC? E come sono state regolamentate in Italia? 2. Oggi chi opera nel web o con il web, secondo te, può definirsi semplicemente un “esperto digitale”?

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Occupazione, contratti, opportunità di lavoro Contratti collettivi per settore

1

Agricoltura, silvicoltura e pesca

Come sottolinea un rapporto pubblicato dalla Confederazione Italiana Sindacati Lavoratori (CISL), il numero e la tipologia dei contratti collettivi nazionali è cresciuto in modo esponenziale tra il 2008 e il 2015. Questo è legato all’aumento di nuove figure professionali (come le professioni del digitale) e di nuove associazioni sindacali che siglano i contratti.

• Analizzando il grafico riportato, qual è il settore lavorativo che registra il maggior numero di contratti collettivi nazionali?

42 147 32

Fonte: www.cisl.it

17 86 10

Industria in senso stretto Costruzioni

273

Servizi

12

Non altrove classificati

2008

461

24

2015

2 Occupati, disoccupati e inattivi i Nel terzo trimestre 2018 (ovvero tra luglio e settembre) l’occupazione stimata è pari a 23 milioni 255 mila persone ancora in crescita su base annua (+0,6%, +147 mila) ma in lieve diminuzione rispetto al trimestre precedente (-0,2%, -52 mila). A ciò si associa la riduzione della disoccupazione e l’aumento dell’inattività in entrambi i confronti. 23.255.000

Classi di età

13.489.000 13.299.000 9.766.000

8.525.000 2.653.000

4.774.000

1.398.000 1.255.000 Maschi

Femmine

Totale occupati

Maschi

Femmine

Totale disoccupati

Maschi

Femmine

15-34 anni

35-49 anni

50 anni e oltre*

Occupati

5.096.000

9.663.000

8.496.000

Disoccupati

1.236.000

898.000

519.000

Inattivi

6.127.000

2.560.000

4.612.000

Totale inattivi *Per i tassi di occupazione e di disoccupazione la classe di età è di 50-64 anni

• Sai chi sono gli “inattivi”? Trova la definizione.

356

Fonte: Istat. Rilevazione sulle forze di lavoro.


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territorio e Società eCoNoMiA

3 Occupati Se si confrontano i dati su base annua, cioè rispetto allo stesso mese (dicembre 2017), i dipendenti con contratto a tempo determinato, cioè a termine, sono aumentati quasi del 10%, registrando 282 mila unità, mentre sono diminuiti i contratti a tempo indeterminato (-102.000). 14.907.000

TOTALE occupati

14.805.000

2017

2018

23.067.000

23.269.000 5.334.000 5.312.000

3.130.000 2.848.000

• Secondo i dati Istat, qual è l’andamento dell’occupazione in Italia? E quali tipi di contratti segnano la crescita maggiore?

2017

2018

A tempo determinato

2017

2018

A tempo indeterminato

2017

2018

Indipendenti Fonte: Istat 2018.

4 La flessibilità richiesta oggi nel mondo del lavoro e la diffusione dei contratti atipici possono essere motivi che ostacolano la realizzazione della vita professionale. Questo problema sembra essere trasversale e riguardare tutte le fasce di età, anche i più giovani.

• Quali altri motivi, a tuo avviso, possono ostacolare l’ingresso nel mondo del lavoro?

Più della metà dei giovani lavora con contratti atipici

Cambio di residenza per motivi di lavoro: su 10 giovani, 6 non sono disposti ad accettarlo

64,4%

6

NON DISPOSTI

DISPOSTI

4

51,7%

Laureati

Diplomati Fonte: ANSA.

357


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sintesi Che cos’è il lavoro?

Quali sono le diverse tipologie di lavoro?

Il lavoro è un diritto dell’uomo attraverso il quale partecipa alla vita della società ed è la più importante fonte di reddito con la quale si procura il denaro per acquistare i beni e i servizi di cui ha bisogno. Si può distinguere l’attività lavorativa in: – lavoro manuale, in cui sono richieste energie di tipo fisico; – lavoro intellettuale, in cui prevalgono energie di tipo mentale. In base a come viene svolta l’attività lavorativa, si distingue: – il lavoro subordinato, cioè quello in cui il lavoratore svolge la sua attività (manuale o intellettuale) alle dipendenze e sotto la direzione di un datore di lavoro, in cambio di una retribuzione; – il lavoro autonomo, cioè quello organizzato dallo stesso lavoratore senza vincoli di subordinazione.

Che cos’è il mercato del lavoro subordinato?

Il mercato del lavoro subordinato è formato dalla domanda di lavoratori da parte delle imprese e dello Stato, e dall’offerta di lavoro fatta da coloro che mettono a disposizione la propria attività lavorativa in cambio di una retribuzione. Nel mercato del lavoro si stabilisce il prezzo del lavoro, ossia il salario (o stipendio).

Che cos’è il contratto di lavoro individuale?

È un accordo stipulato tra il lavoratore e il datore di lavoro, che fissa una serie di diritti e doveri reciproci e può essere a tempo indeterminato (quando non è prevista una data di scadenza) oppure a tempo determinato.

Che cosa sono i contratti collettivi di lavoro?

I contratti collettivi sono accordi stipulati tra le organizzazioni sindacali dei lavoratori e le associazioni dei datori di lavoro, attraverso i quali si stabiliscono le condizioni di lavoro (come orario, ferie, assenze) e il salario minimo dei lavoratori subordinati.

Che cosa sono i sindacati?

I sindacati sono organizzazioni nate con lo scopo di tutelare gli interessi dei lavoratori dipendenti, di tutte le categorie e di tutti i settori produttivi.

Che cos’è la disoccupazione?

La disoccupazione indica che non tutti coloro che offrono lavoro riescono a trovare un’occupazione, sia chi ha perso un precedente impiego sia chi ne cerca uno nuovo. Dal punto di vista economico la disoccupazione è rappresentata da un eccesso di offerta di lavoro (offerta di lavoro maggiore della domanda).

358


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IL MErCAtO dEL LAvOrO

Che cosa vuol dire flessibilità del lavoro?

sINtEsI

ECONOMIA

La flessibilità del lavoro indica che i lavoratori non hanno un “posto fisso” a tempo indeterminato, ossia un’occupazione che rimane immutata per tutta la vita. Essi devono acquisire la capacità di adattarsi alle esigenze della produzione, accettando di cambiare più volte nell’arco della propria vita il tipo di occupazione, le mansioni da svolgere, l’orario di lavoro, secondo diverse tipologie di contratto, spesso di durata temporanea (contratti a tempo determinato).

LE PAROLE DELL’ ECONOMIA Contratto di lavoro: indica un accordo stipulato in forma scritta tra un datore di lavoro e un lavoratore. In esso si specificano per esempio la mansione, l’orario di lavoro, la retribuzione, le ferie.

Francese Inglese Spagnolo Tedesco

Contrat de travail Job Contract Contrato de trabajo Arbeitsvertrag

Lavoro: indica la prestazione di un’attività manuale o intellettuale effettuata in cambio di una retribuzione.

Francese Inglese Spagnolo Tedesco

Travail Work Laboral Arbeit

Disoccupazione: è la condizione di chi non trova lavoro o ha perduto una precedente occupazione. È un dato che si riferisce solo alla popolazione attiva, ovvero che è in età e condizioni idonee a lavorare.

Francese Inglese Spagnolo Tedesco

Chômage Unemployment Desempleo Arbeitslosigkeit

Precarietà: nel mondo del lavoro indica una condizione di instabilità e incertezza riguardo alla propria condizione lavorativa.

Francese Inglese Spagnolo Tedesco

Précarité Precariousness Precariedad Prekarität

Flessibilità: nel mondo del lavoro indica la disponibilità a cambiare mansioni e posto di lavoro.

Francese Inglese Spagnolo Tedesco

Flexibilité Flexibility Flexibilidad Flexibilität

Sindacato: indica un’associazione di lavoratori costituita per la tutela di interessi professionali collettivi.

Francese Inglese Spagnolo Tedesco

Union Trade Union Unión Union

359


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UdA 6

Mappe di sintesi IL MERCATO DEL LAVORO

luogo dove si incontrano la domanda e l’offerta di lavoro è costituito da

DOMANDA DI LAVORO

OFFERTA DI LAVORO

PREZZO DEL LAVORO

richiesta di personale da parte delle imprese e della Pubblica amministrazione

forza lavoro messa a disposizione dai lavoratori (famiglie)

retribuzione che spetta ai lavoratori

LA DOMANDA DI LAVORO dipende da

COSTO DEL LAVORO

salari alti = minore domanda di lavoro salari bassi = maggiore domanda di lavoro

360

DOMANDA DI BENI E SERVIZI

maggiori consumi = maggiore domanda di lavoro minori consumi = minore domanda di lavoro

PREZZO DEI BENI

INNOVAZIONI TECNOLOGICHE

PRESSIONE CONTRIBUTIVA

prezzi alti = maggiore domanda di lavoro

più macchinari = minore domanda di lavoro

imposte più alte = minore domanda di lavoro

prezzi bassi = minore domanda di lavoro

meno macchinari = maggiore domanda di lavoro

imposte più basse = maggiore domanda di lavoro


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IL MErCAtO dEL LAvOrO

MAppE dI sINtEsI ECONOMIA

L’OFFERTA DI LAVORO

cresce con

è influenzata da

LA POPOLAZIONE ATTIVA

COSTO DEL LAVORO

numero delle persone occupate o che cercano lavoro (forza lavoro)

salari alti = maggiore offerta di lavoro salari bassi = minore offerta di lavoro

LA DISOCCUPAZIONE

condizione di chi non trova lavoro o ha perduto una precedente occupazione

è rappresentata da

è misurata da

ECCESSO DI OFFERTA DI LAVORO

TASSO DI DISOCCUPAZIONE

il numero di chi cerca lavoro (offerta) è maggiore delle richieste da parte delle imprese (domanda)

rapporto tra il numero di coloro che cercano un’occupazione e il totale della forza lavoro

produce

riduzione consumi

riduzione produzione

ulteriore riduzione posti di lavoro

361


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UdA 6

IL MErCAtO dEL LAvOrO

VERIFICA DI APPRENDIMENTO VERO O FALSO

Easy test COMPLETAMENTO 1. Completa le seguenti frasi utilizzando

i termini sotto elencati. tecnologico – interessi – reddito – contratti – domanda – diritto – subordinato – datori – offerta – globalizzazione 1. Il lavoro rappresenta un’importante fonte di ………………………….. di una persona, ma anche un ………………………….. attraverso il quale partecipa alla vita della collettività. 2. Il lavoro ………………………….. è quello prestato alle dipendenze di un datore di lavoro in cambio di una retribuzione. 3. I ………………………….. collettivi di lavoro sono stipulati dai sindacati dei lavoratori e dalle associazioni dei ………...................…… di lavoro. 4. I sindacati hanno lo scopo di tutelare gli ….....................… dei lavoratori. 5. Si ha la disoccupazione quando la …………… di lavoro fatta dalle imprese e dallo Stato è minore dell’……………………........…….. di lavoro fatta dai lavoratori. 6. Sviluppo ………………………..........….. e …………………….............…….. sono considerati cause di disoccupazione.

362

1. Indica se le seguenti affermazioni sono vere (V) o false (F). 1. La domanda di lavoro è fatta dalle famiglie che hanno bisogno di lavorare. 2. Se aumenta la domanda di beni e servizi, cresce anche la domanda di lavoro fatta dalle imprese. 3. L’aumento del costo del lavoro comporta una riduzione della domanda di lavoro. 4. Il prezzo che si determina nel mercato del lavoro è chiamato salario. 5. La nostra Costituzione tutela la libertà sindacale. 6. Lo sviluppo tecnologico ha ridotto il problema della disoccupazione. 7. La globalizzazione dei mercati ha favorito l’aumento dell’occupazione nei Paesi occidentali. 8. La delocalizzazione nei Paesi in via di sviluppo comporta un aumento della disoccupazione nei Paesi occidentali. 9. La flessibilità del lavoro rappresenta uno strumento per combattere la disoccupazione. 10. In un mercato del lavoro flessibile è più facile essere assunti.

V

F

V

F

V

F

V V

F F

V

F

V

F

V

F

V

F

V

F

DOMANDE A SCELTA MULTIPLA 2. Individua la risposta esatta. 1. In un sistema economico misto la domanda di lavoro è fatta: A dalle imprese, dallo Stato e dagli enti pubblici B dalle imprese C dai lavoratori D dalle famiglie 2. Se il costo del lavoro aumenta, ossia se i salari sono più alti, alle imprese conviene: A assumere più lavoratori e quindi aumentare la domanda di lavoro B assumere meno lavoratori e quindi ridurre la domanda di lavoro, spostando i propri impianti produttivi in Paesi dove il costo del lavoro è più basso C aumentare l’offerta di lavoro D aumentare i consumi


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vErIfICA dI ApprENdIMENtO

3. Il contratto collettivo di lavoro è: A un accordo nazionale sottoscritto dai sindacati dei lavoratori e le associazioni degli imprenditori B il contratto con il quale il lavoratore viene assunto dal datore di lavoro C un contratto nazionale che ogni azienda può liberamente modificare attraverso il contratto individuale di assunzione D un contratto tra un sindacato locale e un datore di lavoro 4. Il ruolo del sindacato è quello di: A difendere i diritti dei lavoratori B tutelare gli interessi degli imprenditori C garantire un salario minimo ai disoccupati D favorire l’uscita dei lavoratori dalle aziende

COMPLETAMENTO 3. Completa le seguenti frasi inserendo i termini appropriati. 1. Il lavoro …………………………. è svolto senza vincoli di …………………………. e con assunzione dei rischi connessi. 2. Il contratto collettivo nazionale di lavoro è un …………… stipulato a livello …………………………. tra le organizzazioni ………………………….............. e le associazioni degli ………………………….. . 3. Esistono diverse modalità per distinguere i vari tipi di lavoro: lavoro …………………………. per indicare le attività che prevedono il dispendio di energie di tipo fisico, e lavoro …………………………., se prevalgono energie di tipo mentale.

CORRISPONDENZE 4. Abbina ad ogni espressione della colonna di sinistra una espressione della colonna di destra, riportando i numeri negli appositi spazi. 1. 2. 3. 4. 5. 6.

Sindacato Flessibilità del lavoro CCNL Domanda di lavoro Libertà sindacale Disoccupazione

7. Lavoro subordinato 8. Offerta di lavoro

imprese, Stato, enti pubblici famiglie globalizzazione salario precarietà sindacati e associazioni di categoria art. 39 della Costituzione tutela dei lavoratori

UdA 6

ECONOMIA

ESCLUSIONI 5. Individua all’interno di ciascuno dei seguenti gruppi di parole il termine estraneo. 1. Salario, stipendio, interessi, retribuzione 2. Oggetto, contratto, domanda, offerta, prezzo 3. Contratti collettivi, sindacati, tutela dei lavoratori, lavoratori autonomi

DOMANDE A RISPOSTA APERTA 6. Rispondi in forma orale o scritta alle seguenti domande. 1. Quali sono le differenze tra lavoro autonomo e lavoro subordinato? 2. In che cosa consiste il contratto collettivo di lavoro? 3. Qual è la definizione di popolazione attiva? 4. Per quale motivo la globalizzazione dei mercati può generare disoccupazione? 5. Che cosa vuol dire e perché oggi il mercato del lavoro è diventato flessibile?

IMPARO AD IMPARARE 7. Riassumi in poche righe gli argomenti principali trattati in questa Unità, utilizzando le parole chiave suggerite. lavoro – disoccupazione – flessibilità – contratti di lavoro .......................................................................................... .......................................................................................... .......................................................................................... .......................................................................................... .......................................................................................... .......................................................................................... .......................................................................................... .......................................................................................... .......................................................................................... .......................................................................................... .......................................................................................... ..........................................................................................

DIZIONARIO DI ECONOMIA 8. Ricerca nell’Unità di apprendimento le parole nuove di cui non conoscevi il significato e sottolineale in rosso. Poi riportale su un quaderno-rubrica e scrivi il loro significato utilizzando tutto ciò di cui disponi: libro di testo, Internet, vocabolario, spiegazione del docente o altro.

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Unità di Apprendimento

7

La Moneta Conoscenze

Abilità

n Le funzioni della moneta n Le diverse tipologie di moneta n Valore nominale e valore reale n Le cause e gli effetti dell’inflazione n Deflazione e stagflazione n L’euro n La Banca Centrale Europea

n Individuare l’evoluzione storica e le diverse funzioni che la moneta svolge nel sistema economico n Riconoscere i diversi mezzi di pagamento oggi utilizzati n Identificare il valore nominale e il valore reale n Individuare le cause e gli effetti dell’inflazione n Comprendere il significato di Eurozona e individuare le condizioni per farne parte n Cogliere i vantaggi della moneta unica europea

Lezione 1 Lezione 2 Lezione 3

Le funzioni della moneta L’inflazione La moneta unica europea

Lezione speciale

La bilancia commerciale

364

Competenze Riconoscere le caratteristiche essenziali del sistema socio-economico, per orientarsi consapevolmente nel tessuto produttivo locale, nazionale, europeo


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ECONOMIA

LA MONETA

funzioni

valore

tipologie

inflazione

cause

euro

effetti

rimedi

Approfondimenti

Esercizi interattivi

Audio

Mappe modificabili

L

e banconote e le monete metalliche in euro costituiscono la moneta, ma lo sono anche le carte di credito, gli assegni, le cambiali, il saldo di un conto bancario. Che cos’è allora la moneta? Come si è formata e quali funzioni ha? Quale rapporto esiste tra la moneta e l’inflazione? E quale ruolo svolge la Banca Centrale Europea? Nelle pagine seguenti risponderemo a tutte queste domande, prendendo in considerazione la moneta come strumento per effettuare gli scambi e come mezzo di pagamento riconosciuto da tutti. Analizzeremo le sue diverse funzioni e gli altri mezzi di pagamento utilizzati nella nostra società. Capiremo che il valore della moneta non è sempre lo stesso, ma diminuisce nel tempo in conseguenza dell’aumento dei prezzi e quando ciò accade, ossia quando con la stessa moneta possiamo acquistare una quantità inferiore di beni, si determina un fenomeno economico chiamato inflazione. Studieremo i diversi fattori che generano l’inflazione e come può essere tenuta sotto controllo per evitare effetti negativi sul sistema economico. Infine, ci occuperemo del passaggio dalla lira all’euro, dei Paesi che oggi fanno parte dell’Eurozona e degli organi preposti alla sua circolazione.

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LEzIONE

1 Le funzioni della moneta mezzo di scambio

LA MONETA assolve funzione di

misura del valore

portavalori nel tempo

portavalori nello spazio

La moneta, uno strumento non solo di scambio Nella nostra economia, per procurarci i beni e i servizi di cui abbiamo necessità, utilizziamo la moneta: essa quindi non soddisfa direttamente i nostri bisogni, ma è uno strumento di pagamento accettato da tutti, tramite il quale un determinato bene viene ceduto e viene acquistato. La moneta è lo strumento di pagamento che rende possibile e agevola gli scambi commerciali.

La sua funzione principale è pertanto quella di essere l’intermediario dello scambio, ossia il mezzo attraverso il quale si attuano i trasferimenti di beni tra i soggetti economici. Nel sistema economico inoltre la moneta assolve la funzione di: • misura del valore (o unità di conto): la moneta ci permette di attribuire un valore a tutti i beni e servizi, espresso in termini di prezzi. ESEMPIO

Se Giovanni acquista al forno una focaccia e paga 3 euro e Marisa acquista un panino e paga 1,50 euro, vuol dire che alla focaccia è attribuito un valore doppio rispetto a quello del panino.

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Le funzioni della moneta

LEzIONE 1

ECONOMIA

• portavalori nel tempo (o riserva di valore): la moneta, non essendo deperibile, consente di conservare e accumulare la ricchezza nel tempo sotto forma di risparmio e utilizzarla per acquisti futuri. ESEMPIO

Una famiglia può decidere di consumare tutto il suo reddito mensile per consumi immediati, oppure di accantonarne una parte per fare un viaggio in estate.

• portavalori nello spazio: la moneta rende possibile il trasferimento della ricchezza da un luogo a un altro, in base alle proprie necessità. ESEMPIO

Il proprietario di un appartamento a Milano può decidere di venderlo per acquistare un altro appartamento a New York.

Dal baratto alla banconota La natura della moneta è cambiata nel corso del tempo per adattarsi alle diverse esigenze del sistema economico. Nelle società primitive, fondate su un’economia di autosufficienza, gli scambi commerciali erano molto limitati e avvenivano essenzialmente tramite il baratto, ossia lo scambio di un bene con un altro bene. Questo sistema tuttavia presentava molti inconvenienti, dal momento che richiedeva una doppia coincidenza di bisogni: chi necessitava di un determinato bene doveva trovare la persona disposta a cederlo e che, a sua volta, fosse interessata a ricevere in cambio il bene che le veniva offerto. ESEMPIO

Un agricoltore che aveva bisogno di vasi di ceramica per conservare le sementi poteva scambiare parte del grano raccolto in cambio del vasellame, ma doveva trovare qualcuno alla ricerca di grano che avesse ceduto volentieri ceramiche.

Per ovviare a questi problemi si passò dal baratto alla moneta-merce (o moneta naturale), ossia un bene esistente in natura (per esempio bestiame, conchiglie, sale, spezie), accettato da tutti come strumento di pagamento. Nel tempo però anche la monetamerce si rivelò inefficace, perché le merci utilizzate non sempre erano divisibili (come il bestiame) e spesso comportavano problemi nel trasporto e nella deperibilità. ESEMPIO

Se venivano utilizzate le pecore come moneta, il valore dei beni acquistati doveva essere equivalente a uno o più capi. Non era possibile acquistare merce di valore inferiore a una pecora: dividerla, avrebbe significato ucciderla!

Dalla moneta-merce si passò a utilizzare il metallo prezioso, ovvero la moneta metallica: si trattava di una particolare merce, idonea a essere divisibile, facile da trasportare, non deteriorabile nel tempo e stabile nel valore. Dapprima in oro e in argento, successivamente anche in rame e in nichel, la moneta metallica presentava il vantaggio di poter essere fusa, per poi assumere forme e misure di diverso valore.

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UdA 7

LA MONEtA

Nel VII secolo a.C. si arrivò a “coniare” monete simili a quelle odierne, realizzate in forma circolare e di uguale peso, sulle quali un’autorità pubblica imprimeva un marchio (conio) che ne garantiva il valore (moneta statale). Nell’arco di un secolo la moneta statale si diffuse in tutto il Mediterraneo e favorì notevolmente la circolazione dei beni. Durante il XV secolo la moneta metallica fu affiancata dalla moneta cartacea. Quando i mercanti cominciarono a depositare le monete d’oro e d’argento presso gli orefici di fiducia, che spesso “custodivano” i metalli preziosi altrui, ottenevano in cambio una ricevuta: la moneta cartacea (o banconota) do-

cumentava l’esistenza di un deposito di metalli preziosi di eguale valore. Coloro che emettevano le banconote in cambio del deposito di monete metalliche divennero banchieri e garantivano la convertibi-

lità in qualsiasi momento della moneta cartacea in oro.

Le tipologie di moneta

IO E L’ECONOMIA Se porto i miei risparmi in banca, posso chiedere l’equivalente in oro? Dalla Prima guerra mondiale in poi non esiste più questa possibilità, perché si è passati a un sistema monetario inconvertibile, nel quale i possessori di banconote non possono più chiedere il rimborso in oro. • Perché è stata bloccata la convertibilità della moneta? Documentati sull’argomento.

Fino ai primi del ’900 le monete cartacee potevano essere convertite in oro presso gli istituti bancari, perché era in vigore un sistema monetario convertibile, per cui la Banca Centrale di ciascun Paese poteva stampare le banconote solo sulla base delle riserve di oro possedute. La moneta che utilizziamo oggi, invece, non è convertibile, perché la sua garanzia non è data dai metalli preziosi, bensì dallo Stato che ne ha imposto l’uso per legge come mezzo di pagamento (moneta legale). Possiamo individuare diverse tipologie di moneta. MONETA LEGALE La moneta attualmente in circolazione in tutti i Paesi è detta “a corso legale”, perché il suo valore è garantito dalla legge, che ne impone l’accettazione come mezzo di pagamento. È rappresentata da monete metalliche utilizzate per piccoli pagamenti e da banconote. ESEMPIO

In Italia fino alla fine del 2001 la moneta legale era la lira, sostituita dal 1° gennaio 2002 dall’euro che ha corso legale in molti Paesi dell’Unione europea. Le monete metalliche dell’euro in circolazione vanno da 1 centesimo a 2 euro, mentre le banconote vanno da 5 a 200 euro.

L’emissione della moneta legale spetta alla banca centrale di ogni Stato. In Italia, prima dell’introduzione dell’euro, la moneta legale era emessa dalla Banca d’Italia, che esercitava il controllo sulla quantità di moneta in circolazione, oltre a vigilare sull’operato delle altre banche e sulla loro correttezza nei confronti dei clienti. Oggi la moneta legale è sempre emessa dalla Banca d’Italia, la quale però è sottoposta ai princìpi e alle regole fissati nell’Eurosistema, cioè l’insieme delle banche centrali di tutti i Paesi che hanno adottato l’euro e la BCE (Banca Centrale Europea). Le monete sono invece coniate dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato per conto del Ministero dell’Economia e delle Finanze.

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Le funzioni della moneta

MONETA BANCARIA La moneta bancaria è costituita da mezzi di pagamento emessi dalle banche a seguito di somme di denaro depositate presso di esse. La moneta bancaria è chiamata anche moneta fiduciaria, in quanto non si è obbligati ad accettarla come mezzo di pagamento.

LEzIONE 1

ECONOMIA

Che cos’è la Bitcoin?

ESEMPIO

Se Luigi va in un negozio a comperare un computer e vuole pagare con un assegno bancario, il negoziante non è obbligato ad accettare l’assegno. Lo accetterà solo ed esclusivamente se ha fiducia in Luigi ed è certo che ci sono i fondi sul conto corrente di Luigi per poter incassare l’assegno.

La moneta bancaria presuppone la presenza di un conto corrente bancario ed è costituita da: • l’assegno bancario: è un documento cartaceo con il quale il titolare di un conto corrente presso una banca ordina alla banca stessa di pagare una determinata somma di denaro a favore della persona indicata sull’assegno (“beneficiario”); • la moneta elettronica: consiste in forme di pagamento elettronico – in alcuni casi utilizzabili in tutto il mondo – effettuate attraverso particolari carte magnetiche: carte di debito e carte di credito. La carta di debito, detta comunemente carta bancomat, prevede l’addebito immediato dell’importo speso sul conto corrente bancario del titolare della carta; l’acquisto pertanto non è possibile se nel conto non c’è la disponibilità dell’importo richiesto. Con la carta di credito, invece, è possibile effettuare acquisti di importi superiori alla disponibilità effettivamente presente nel conto, perché l’addebito avviene in un momento successivo a quello in cui si utilizza la carta. • il bonifico: è un’operazione bancaria attraverso la quale si possono effettuare trasferimenti di somme di denaro da un conto corrente a un altro conto corrente intestato a un soggetto diverso o anche allo stesso soggetto. MONETA COMMERCIALE Le cambiali costituiscono la moneta commerciale: sono titoli di credito che impegnano un soggetto a pagare una determinata somma di denaro a un beneficiario a una scadenza prestabilita. ESEMPIO

Giorgio vuole acquistare la macchina di Giovanni. Al momento non dispone del denaro necessario per pagarla, ma sa che presto dovrà incassare 10.000 euro, pertanto Giorgio rilascia a Giovanni delle cambiali, con le quali si impegna a pagare la somma dovuta in un momento successivo.

Il valore della moneta In passato, quando si utilizzava la moneta metallica, le monete avevano un valore nominale (o estrinseco), dato dall’importo indicato sulla moneta stessa, e un valore intrinseco, dato dai materiali di cui esse erano fatte, che variava a seconda del tipo e della quantità di metallo prezioso impiegato (oro e argento). Oggi invece la moneta in circolazione (banconote e monete) è priva di valore intrinseco, in quanto il suo valore nominale è di gran lunga superiore a quello del materiale con cui è fabbricata.

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UdA 7

LA MONEtA

La moneta ha un valore nominale, che è impresso per legge sulle banconote o sulle monete metalliche (detto anche valore legale) e che non cambia nel tempo, e un valore reale (o potere di acquisto) dato dalla quantità di beni e servizi che con essa si possono acquistare. Quest’ultimo varia nel tempo al variare dei prezzi dei beni e servizi. Il potere di acquisto della moneta dipende dal livello generale dei prezzi dei beni e dei servizi: se i prezzi tendono ad aumentare il potere di acquisto diminuisce, mentre se i prezzi scendono il potere di acquisto, e quindi il valore reale della moneta, aumenta. ESEMPIO

Se 1 kg di mele costa 1 euro, con 5 euro posso acquistare 5 kg di mele, ma se il prezzo delle mele sale a 2 euro al kg, con le stesse 5 euro posso acquistare solo 2,5 kg. In questo caso il valore reale della moneta è diminuito.

il potere di acquisto della moneta è inversamente proporzionale al livello generale dei prezzi.

Pertanto,

CONOSCENZE ALLA PROVA Verifica le tue conoscenze e abilità

Attiva le tue competenze

Corrispondenze Collega la definizione al termine corrispondente, riportando le lettere negli appositi spazi.

Ricerca in Internet

1. È la moneta che, per legge, deve essere accettata da tutti come mezzo di pagamento. 2. È chiamata anche moneta fiduciaria. 3. È il valore indicato sulla banconota o sulla moneta metallica. 4. È il valore che corrisponde alla quantità di beni e servizi che possono essere acquistati con una unità monetaria. 5. Operazione attraverso la quale si trasferiscono fondi da un conto corrente a un altro. 6. Scambio di beni con altri beni. 7. È il valore dato dai materiali con cui è fatta la moneta. A baratto B potere d’acquisto C moneta bancaria D moneta legale E valore nominale F bonifico bancario G valore intrinseco

1 2 3 4 5 6 7

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La natura della moneta è cambiata nel corso del tempo ed è destinata ancora a evolversi. • Osserva queste illustrazioni e cerca di spiegare i più recenti e futuri metodi di pagamento, dopo esserti informato attraverso una breve ricerca in Internet.


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LEzIONE 1

ECONOMIA

CHE COSA SONO? LE CArtE MAgNEtIChE

I

n questi ultimi anni, la diffusione delle nuove tecnologie, l’aumento delle transazioni online e anche la paura di furti e scippi hanno portato a incrementare notevolmente l’utilizzo delle tessere magnetiche per i pagamenti. Esaminiamo qui le principali tipologie con le specifiche caratteristiche.

Carta di debito o bancomat È una tessera magnetica collegata a un conto corrente bancario ed emessa dalla banca a favore di un suo cliente: attraverso il bancomat è possibile effettuare pagamenti il cui importo viene immediatamente prelevato dallo stesso conto. Con il bancomat inoltre si possono prelevare somme di denaro dagli sportelli automatici di tutte le banche. Sia per i prelievi sia per gli utilizzi sono previsti massimali giornalieri e mensili. Per effettuare qualsiasi operazione con il bancomat, il titolare deve digitare un PIN (Personal Identification Number), senza il quale la carta è inutilizzabile: questo rappresenta un sistema di sicurezza e una garanzia per il titolare anche in caso di furto.

Carta di credito È una tessera emessa da una banca o da un’altra società finanziaria specializzata (American Express, Visa, CartaSi) che stipula un contratto di finanziamento con il titolare della carta, il quale può utilizzarla per pagamenti e prelevamenti dagli sportelli automatici: l’importo mensile speso verrà addebitato sul conto corrente entro la metà del mese successivo. Con una carta di credito, perciò, possiamo spendere una somma di denaro che non possediamo al momento dell’acquisto, ma che ipotizziamo di avere disponibile successivamente. Queste carte possono avere dei limiti (massimali) di spesa giornaliera o mensile, oltre i quali la carta di credito non potrà essere utilizzata. La carta di credito presenta molti vantaggi: evita al titolare di portare troppo denaro contante, consente di effettuare pagamenti via Internet e all’estero, anche in Paesi in cui è utilizzata una diversa moneta. Bisogna fare attenzione tuttavia alle spese, poiché è assodato che l’uso della carta aumenta la propensione alla spesa, con il rischio di spendere più di quanto sia stato programmato. Al momento dell’utilizzo, il titolare dovrà apporre una firma sulla ricevuta di pagamento oppure digitare un PIN.

Carta prepagata La carta prepagata non prevede il collegamento a un conto corrente, ma funziona grazie a un versamento di denaro che va a “caricare” il plafond (importo limite) prima dell’utilizzo: essa pertanto può essere utilizzata per pagamenti minori o uguali alla somma di denaro accreditata. È adatta soprattutto per effettuare acquisti on line in totale anonimato e per i giovani che non possiedono un conto corrente. Dovendosi limitare alla ricarica della carta, inoltre, offre il vantaggio di non sforare il budget previsto. logo della banca o società emittente

microchip

nome titolare

numero della carta data di scadenza

firma del titolare

codice di sicurezza a 3 cifre

DOMANDE CHIAVE 1. Quali operazioni consente di fare un bancomat? 2. Utilizzando una carta di debito, quando viene addebitato l’importo speso nel conto corrente? E quando, utilizzando una carta di credito? 3. Quali vantaggi offre una carta prepagata?

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LEzIONE

2 L’inflazione

INFLAZIONE

generalizzato aumento dei prezzi diminuizione del potere di acquisto della moneta

Che cos’è l’inflazione

1 Euro 1 Euro

ieri

oggi

Tutte le volte che si verifica un rialzo dei prezzi dei beni e dei servizi si parla di inflazione. L’inflazione è il fenomeno economico dato da un generalizzato aumento dei prezzi protratto nel tempo, a cui corrisponde una diminuzione del valore reale della moneta e quindi del suo potere di acquisto. In termini più semplici, più il prezzo di beni e servizi aumenta, meno se ne potranno comprare con la stessa quantità di moneta.

Per misurare l’entità dell’inflazione esistente in un Paese in un determinato anno, si ricorre all’indice dei prezzi, un particolare strumento statistico che rileva periodicamente le variazioni dei prezzi di un certo insieme di beni e servizi, chiamato

paniere, rappresentativo dei consumi delle famiglie. La variazione percentuale annua dell’indice dei prezzi è chiamata tasso di inflazione. L’istituto che si occupa di calcolare il tasso di inflazione è l’Istat (Istituto Nazionale di Statistica).

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L’inflazione

LEzIONE 2

ECONOMIA

ESEMPIO

Il paniere dei beni e servizi preso in considerazione dall’Istat contiene la maggior parte dei beni/servizi consumati dagli Italiani in un anno. Per questo motivo viene aggiornato annualmente con l’introduzione dei nuovi beni e l’eliminazione di quelli che vengono richiesti di meno. Nel 2019 sono entrati nel paniere, tra gli altri, i frutti di bosco, lo zenzero e la bicicletta elettrica, mentre sono usciti la lampadina a risparmio energetico e i supporti digitali da registrare (come i CD e i DVD).

In considerazione delle rilevazioni compiute dall’Istat sul tasso di inflazione si parla di: • inflazione strisciante, quando i prezzi aumentano per un valore inferiore al 5%; • inflazione palese, quando l’aumento dei prezzi oscilla tra il 5 e il 10%; • inflazione galoppante, quando l’aumento dei prezzi è molto elevato (dal 10% al 20%); • iperinflazione, quando i prezzi aumentano di giorno in giorno (più del 50% mensile o all’incirca 1% al giorno).

Cause dell’inflazione Le cause principali che generano il fenomeno dell’inflazione sono legate alla domanda dei beni, ai costi di produzione e alla quantità di moneta in circolazione. In relazione alle cause, possiamo parlare di: INFLAZIONE DA DOMANDA Si verifica quando aumenta la domanda globale dei beni e servizi (aumento dei consumi), per esempio grazie alla crescita dell’occupazione, e risulta superiore all’offerta a disposizione, in quanto nel breve periodo le imprese non riescono a incrementare la produzione. Poiché l’offerta prodotta non è sufficiente a soddisfare tutta la domanda, i prezzi tendono a salire. INFLAZIONE DA COSTI È determinata da un rialzo dei costi di produzione (aumento del costo delle materie prime, aumento dei salari dei lavoratori). In questo caso le imprese, per non ridurre i propri profitti, aumentano i prezzi di vendita dei beni e servizi che immettono sul mercato. INFLAZIONE IMPORTATA Si ha quando aumentano i prezzi di materie prime importate da altri Paesi. Un caso particolare di inflazione importata è quello dovuto all’aumento del prezzo del petrolio, che rappresenta la fonte di energia più utilizzata dalle economie dei Paesi industrializzati. INFLAZIONE DA ECCESSO DI MONETA Il rialzo dei prezzi può essere causato anche da un’eccessiva quantità di moneta in circolazione, per esempio perché le autorità monetarie di un Paese immettono sul mercato troppa moneta (stampa di nuova moneta) rispetto al volume degli scambi.

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UdA 7

LA MONEtA

Effetti dell’inflazione Indipendentemente dalle cause che l’hanno provocata, l’inflazione produce effetti prevalentemente negativi su tutto il sistema economico ed è pertanto necessario che lo Stato metta in atto delle politiche dirette a contenerla entro certi limiti, al fine di mantenere stabili i prezzi. In generale possiamo affermare che l’inflazione produce un’alterazione nella distribuzione della ricchezza e precisamente: • danneggia i lavoratori dipendenti e i pensionati, che percepiscono un reddito fisso, in quanto con lo stesso reddito potranno acquistare una quantità inferiore di beni e servizi. Per contro, coloro che percepiscono un reddito variabile (liberi professionisti, imprenditori) possono fronteggiare l’inflazione aumentando i prezzi dei beni e servizi venduti; • riduce la capacità di risparmio delle famiglie, sia perché devono spendere di più per acquistare i beni e i servizi necessari, sia perché hanno il timore che il denaro accantonato in futuro possa perdere ulteriormente valore; • penalizza le esportazioni, perché in un Paese in cui il tasso di inflazione è alto i beni costano di più, pertanto risulteranno meno appetibili all’estero; • danneggia i creditori, a vantaggio dei debitori: questi ultimi alla scadenza del debito dovranno restituire una somma di denaro di identico valore nominale, ma di minore valore reale. Viceversa i creditori riceveranno una somma che avrà un valore reale inferiore rispetto a quello che aveva quando è stata data in prestito.

rimedi: le politiche antinflazionistiche Dopo aver analizzato le cause e gli effetti prodotti dall’inflazione, devono essere considerati anche i rimedi possibili per combatterla. In considerazione delle cause che hanno generato l’inflazione, ogni singolo Paese adotterà interventi di politica economica diretti a ridurne la portata, tenendo presente però gli effetti che essi possono avere sul sistema economico. Se l’inflazione è determinata da un eccesso di domanda (la domanda dei beni e servizi supera l’offerta), lo Stato potrà attuare una politica di contenimento dei consumi attraverso aumenti delle imposte, il cui effetto sarà quello di ridurre la capacità di spesa delle famiglie. Tuttavia questo rimedio presenta l’inconveniente di penalizzare in modo particolare i lavoratori dipendenti.

IO E L’ECONOMIA L’inflazione danneggia anche i giovani? Abbiamo visto che l’inflazione elevata riduce il potere d’acquisto dei lavoratori dipendenti e dei pensionati, riduce la capacità di risparmio delle famiglie, penalizza le esportazioni, danneggia i creditori a vantaggio dei debitori: dobbiamo quindi pensare che l’inflazione non abbia riflessi negativi sui giovani, considerando che non sono stati menzionati? • Quale conseguenze dirette potrebbe avere sul tuo stile di vita un prolungato periodo di difficoltà economica della tua famiglia?

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L’inflazione

LEzIONE 2

ECONOMIA

Se l’inflazione dipende da un rialzo del costo del lavoro (inflazione da costi), lo Stato, in accordo con le organizzazioni sindacali, potrà adottare una politica dei redditi diretta a contenere gli aumenti salariali. Se la causa dell’inflazione è dovuta all’aumento delle materie prime importate, sarà necessario limitare, per quanto possibile, l’uso di questi particolari fattori produttivi e individuare altri beni alternativi da utilizzare. Infine, se l’inflazione è generata da un eccesso di moneta, si dovranno adottare misure tese a ridurre la quantità di moneta circolante. Spesso, nei Paesi in cui l’inflazione è alta, la causa scatenante non è unica, ma è una concomitanza di più elementi. Combattere l’inflazione quindi non è cosa semplice, perché i rimedi adottabili per risolvere una delle cause possono a loro volta generare ulteriori nuove cause dello stesso fenomeno.

Deflazione e stagflazione Un fenomeno economico opposto all’inflazione, e che si verifica raramente, è rappresentato dalla deflazione. La deflazione indica una riduzione continua e generalizzata dei prezzi dei beni e dei servizi. Anche se a prima vista può apparire una condizione positiva per i consumatori che con la medesima quantità di denaro possono acquistare una quantità maggiore di beni e servizi (aumento del potere di acquisto della moneta), in realtà anche la deflazione presenta effetti negativi sul sistema economico. Normalmente la deflazione deriva dalla debolezza della domanda di beni e servizi, cioè dalla riduzione della spesa dei consumatori e delle imprese, le quali si aspettano ulteriori cali dei prezzi. Di fronte alla riduzione dei prezzi, le imprese tendenzialmente reagiscono riducendo la produzione e ciò si traduce in un calo dell’occupazione. Ma se la deflazione iniziale era stata causata da una riduzione dei consumi, l’aumento della disoccupazione può a sua volta provocare un’ulteriore riduzione dei consumi e dei prezzi e ingenerare un processo a catena, che porta a una crisi economica (stagnazione o recessione economica). diminuzione della domanda di beni e servizi

aumento della disoccupazione

riduzione della produzione da parte delle imprese

eccesso di produzione

riduzione dei prezzi

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UdA 7

LA MONEtA

Altro fenomeno economico che desta forte preoccupazione negli economisti è quello della stagflazione. La stagflazione (o inflazione recessiva) indica la presenza contemporanea di due fenomeni che normalmente sono opposti: l’inflazione e la stagnazione. Il termine stagflazione è nato negli anni Settanta, quando le economie dei Paesi industrializzati segnarono un elevato livello di inflazione, accompagnata da una forte recessione economica e da un’altissima disoccupazione. Fino ad allora la coesistenza di questi due fenomeni era considerata dagli economisti difficilmente possibile, in quanto ritenevano che la crescita dei prezzi (inflazione) fosse, nonostante i suoi effetti negativi, un male necessario per sostenere lo sviluppo dell’economia, quindi incompatibile con un periodo di recessione economica (stagnazione). Ma nella realtà, a causa dell’improvviso e forte rialzo del prezzo del petrolio, si assistette da un lato al rallentamento delle attività produttive nelle economie occidentali (stagnazione) e dall’altro a un aumento dell’inflazione, dovuto all’aumento del costo del petrolio.

CONOSCENZE ALLA PROVA Verifica le tue conoscenze e abilità

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Domande a scelta multipla Individua la risposta esatta.

Prova di realtà

1. Con l’inflazione il potere di acquisto della moneta: A aumenta sempre B diminuisce C rimane costante D aumenta solo in alcuni casi 2. L’inflazione è galoppante: A quando è minore del 5% B quando è compresa tra il 5% e il 10% C quando è compresa tra il 10% e il 20% D quando supera il 20% 3. La deflazione indica: A la riduzione dei prezzi B il rialzo dei prezzi C l’aumento dell’occupazione D l’aumento della moneta in circolazione 4. La stagflazione è chiamata anche: A stagnazione B inflazione recessiva C deflazione D inflazione strisciante

Osserva attentamente questa tabella: sai indicare che tipo di inflazione abbiamo avuto in Italia in questi ultimi venti anni? Anno

Tasso %

Anno

Tasso %

1995

5,4

2007

1,7

1996

3,9

2008

3,2

1997

1,7

2009

0,7

1998

1,8

2010

1,6

1999

1,6

2011

2,7

2000

2,6

2012

3,0

2001

2,7

2013

1,1

2002

2,4

2014

0,2

2003

2,5

2015

-0,1

2004

2,0

2016

-0,1

2005

1,7

2017

1,1

2006

2,0

2018

1,1

(Tasso d’inflazione medio annuo calcolato dall’Istat)

376


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LEzIONE

3 La moneta unica europea EURO

parametri da rispettare

contenimento: • dell’inflazione • del debito pubblico e del deficit pubblico • dei tassi di interesse

vantaggi

• eliminazione dei costi di cambio • agevolazione dei commerci internazionali • stabilità economica

L’euro Dal 1° gennaio 2002 in 12 Paesi aderenti all’Unione europea (Austria, Belgio, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Olanda, Portogallo, Spagna) è entrato in circolazione l’euro, ossia una moneta unica. Oggi l’euro è utilizzato da circa 350 milioni di persone. In Italia fino al 28 febbraio 2002 euro e lira hanno circolato insieme, poi dal 1° marzo 2002 la lira ha perso corso legale, sostituita definitivamente dall’euro (1 euro = 1936,27 lire). L’introduzione dell’euro come moneta unica dei Paesi aderenti all’Unione europea era stata prevista nel 1992 con il Trattato di Maastricht (città olandese nella quale fu firmato l’accordo), che ha dato vita all’Unione economica e monetaria (UEM), ma solo nel 1999 fu introdotto l’euro come moneta unica e nel 2002 iniziò a circolare nei 12 Paesi aderenti. Oggi molti Paesi europei hanno scelto come loro moneta l’euro, mentre altri (Svezia e Danimarca) hanno negoziato l’opt-out (dove “opt” sta per option, opzione, intesa come rinuncia), cioè non hanno accettato l’euro come loro moneta legale. L’insieme degli Stati che adottano l’euro come valuta ufficiale e che hanno dato vita all’Unione economica e monetaria (UEM) è denominato Eurozona o Eurolandia.

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UdA 7

LA MONEtA

Unione europea 28 Paesi Eurozona (Ue 19 Paesi) SVEZIA

Degli attuali 28 Paesi membri dell’Unione europea oggi fanno parte dell’Eurozona, oltre ai primi 12 Paesi aderenti, anche: Cipro, Estonia, Lettonia, Lituania, Malta, Slovacchia e Slovenia, la cui adesione è avvenuta in tempi e con modalità differenti. Il Regno Unito con il referendum del 23 giugno 2016 ha votato per l’uscita dall’Europa (Brexit), che verrà attuata probabilmente entro marzo 2019.

FINLANDIA

MARE DEL NORD

ESTONIA DANIMARCA

IRLANDA

GRAN BRETAGNA

LETTONIA MAR BALTICO

LITUANIA

PAESI BASSI BELGIO

GERMANIA LUSSEMBURGO

OCEANO ATLANTICO

FRANCIA

LIECHTENSTEIN

ITALIA

PORTOGALLO ANDORRA

MONACO

POLONIA REP. CECA SLOVACCHIA

AUSTRIA UNGHERIA SLOVENIA CROAZIA

S. MARINO

ROMANIA MAR NERO BULGARIA

SPAGNA

GRECIA MAR MEDITERRANEO

MALTA

CIPRO

Con il Trattato di Maastricht del 7 febbraio 1992 sono stati stabiliti alcuni parametri, denominati criteri di convergenza, che tutti i Paesi devono rispettare per poter partecipare all’Unione economica e monetaria (UEM) ed entrare a far parte dell’Eurozona: • stabilità dei prezzi e contenimento del tasso di inflazione (sono stati definiti dei limiti per evitare che in alcuni Paesi il tasso di inflazione sia molto più alto rispetto ad altri Paesi); • contenimento del debito pubblico e del deficit pubblico entro parametri definiti; • contenimento e stabilità dei tassi di interesse (sono stati fissati limiti per i tassi di interesse che ogni Stato corrisponde ai risparmiatori sui titoli di lungo termine emessi). Lo scopo di questi parametri è quello di garantire che lo sviluppo economico dei Paesi dell’Eurozona sia equilibrato. I vantaggi derivanti dall’adozione di una moneta unica sono numerosi. Innanzitutto, non ci sono più i costi per cambiare la moneta nazionale in moneta estera, e questo facilita sia il commercio internazionale sia il turismo e i viaggi. Inoltre è garantita la stabilità monetaria ed economica dei Paesi aderenti, in quanto essi possono ricorrere a un Fondo europeo di stabilità finanziaria (EFSF) quando si trovano in particolari momenti di crisi. Grazie a tutti questi evidenti miglioramenti, l’euro ha assunto una rilevante importanza nello scenario economico mondiale, ponendosi al secondo posto tra le valute più utilizzate dopo il dollaro americano.

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La moneta unica europea

LEzIONE 3

ECONOMIA

La Banca Centrale Europea (BCE) Prima dell’introduzione dell’euro erano le banche centrali dei diversi Stati (in Italia, la Banca d’Italia) a regolare la quantità di moneta in circolazione. Oggi, nell’Eurozona, la

quantità di moneta in circolazione è regolata dalla Banca Centrale Europea (BCE), che autorizza l’emissione di banconote in euro da parte delle banche centrali nazionali e la quantità di monete metalliche da coniare in ogni Stato dell’Eurozona. La BCE è un’istituzione indipendente dai governi nazionali e dalle banche centrali dei singoli Paesi, che decide la politica monetaria europea, con l’obiettivo di difendere la stabilità dei prezzi e favorire la crescita e l’occupazione. La BCE collabora con le banche centrali nazionali di tutti i Paesi dell’Unione europea e insieme costituiscono il Sistema Europeo delle Banche Centrali (SEBC). Il SEBC ha come obiettivo primario quello della stabilità dei prezzi, che è l’obiettivo di politica monetaria più importante, perché il suo raggiungimento consentirà ai Paesi aderenti all’euro di creare un contesto economico che possa favorire la crescita e un alto livello di occupazione. La BCE è stata istituita nel 1998 e ha sede in Germania, a Francoforte sul Meno.

CONOSCENZE ALLA PROVA Verifica le tue conoscenze e abilità

Attiva le tue competenze

Domande a risposta aperta Rispondi in forma orale o scritta alle seguenti domande.

Cooperative Learning: in gruppo

1. Come si chiamava la moneta italiana prima dell’euro e fino a quando è rimasta in circolazione? 2. Che cosa indica l’espressione Eurozona o Eurolandia? 3. Quali sono i vantaggi relativi all’adozione della moneta unica europea? 4. A quale soggetto spetta il compito di regolare la quantità di moneta in circolazione nell’Eurozona? 5. Che cosa indica l’acronimo SEBC? Di che cosa si occupa la SEBC? Completamento Completa le seguenti definizioni individuando i termini mancanti. L’euro: • è la moneta ....................................................... europea • è entrato in circolazione nel ............................................. • corrisponde a 1936,27 ................................................... • oggi è adottato da .................................................. Stati

In un prossimo futuro potrebbero essere eliminate dalla circolazione le monete da 1 centesimo e da 2 centesimi di euro. • Dividetevi in gruppi di 4 persone. • Ciascun gruppo individui quali possono essere i motivi e le conseguenze di questa scelta. • Confrontate le vostre opinioni con quelle degli altri gruppi. 379


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La bilancia commerciale

La bilancia dei pagamenti internazionali Ogni volta che un cittadino o un’impresa italiana compra o vende un bene, un ser vizio o un’attività finanziaria da un soggetto (privato o impresa) di un altro Stato, questo movimento, definito con il termine tecnico transazione, è registrato nella bilancia dei pagamenti. La bilancia dei pagamenti è perciò una sorta di registro contabile organizzato in due sezioni: in una vengono riportate le entrate, ovvero gli incassi di denaro, derivanti per esempio dalla vendita di merci all’estero, e nell’altra le uscite, cioè gli esborsi di denaro, dovuti per esempio all’acquisto di beni importati. La bilancia dei pagamenti è composta da tre parti principali: • Conto delle partite correnti: misura le transazioni relative all’acquisto e alla vendita di beni (partite visibili) e servizi (partite invisibili); • Conto capitale: registra le transazioni legate a trasferimenti di capitali (per esempio, i finanziamenti che l’Italia riceve dall’Unione europea, oppure i finanziamenti che l’Italia concede ai Paesi sottosviluppati); • Conto finanziario: registra le transazioni legate a investimenti finanziari.

La differenza fra le entrate registrate (i crediti) e le uscite (i debiti) rappresenta il saldo: se la differenza è positiva, cioè le entrate sono state maggiori delle uscite, si dice che c’è un saldo positivo, nel caso contrario si parla di saldo negativo. In sintesi, la bilancia dei pagamenti registra se un Paese è in credito o in debito nei confronti del Resto del mondo.

gli scopi della bilancia commerciale Le partite visibili, cioè le esportazioni e le importazioni di merci, sono la voce più rilevante della bilancia dei pagamenti e costituiscono la bilancia commerciale.

Bilancia dei pagamenti internazionali ENTRATE (crediti)

USCITE (debiti)

Partite visibili

• Esportazioni di merci

• Importazioni di merci

Partite invisibili

• Denaro inviato da emigrati italiani • Donazioni estere • Spese dei turisti stranieri in Italia

• Denaro inviato da emigrati stranieri • Donazioni italiane • Spese dei turisti italiani all’estero

Conto capitale

• Trasferimenti di capitali in entrata

• Trasferimenti di capitali in uscita

Conto finanziario

• Entrate derivanti da investimenti finanziari

• Uscite derivanti da investimenti finanziari

Conto delle partite correnti

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LEzIONE spECIALE ECONOMIA

Quando parliamo di merce dobbiamo intendere un oggetto fisico che è possibile trasferire. La differenza tra le voci in entrata e in uscita indica il saldo della bilancia commerciale che può essere: • attivo, se la quantità di denaro spesa per acquistare merci italiane da parte di soggetti stranieri è maggiore di quanto speso dagli Italiani per acquistare merci provenienti da altri Paesi; • passivo, se la quantità di denaro spesa dagli Italiani per acquistare merci provenienti da Paesi stranieri è maggiore di quanto speso dagli stranieri per acquistare merci italiane. Il saldo della bilancia commerciale è molto importante perché permette di capire se il sistema produttivo di un Paese è competitivo rispetto a quello degli altri paesi del mondo. Inoltre il saldo commerciale offre la possibilità di fare comparazioni con gli andamenti degli anni precedenti e rappresenta un indicatore significativo della situazione economica del Paese.

La bilancia commerciale italiana La bilancia commerciale italiana è stata per moltissimi anni in passivo, in quanto l’Italia è costretta a importare molte delle materie prime necessarie per rifornire le nostre industrie. Le esportazioni sono invece costituite da prodotti finiti. È solo dal 2000 che il saldo della bilancia commerciale italiana ha cominciato a invertire la tendenza e ad avere, in alcuni anni, un saldo attivo. Come emerge dalle statistiche redatte negli ultimi anni, dal 2012 la bilancia commerciale italiana presenta un saldo attivo in costante crescita. Nel 2017 le esportazioni di merci hanno superato le importazioni di circa il 9% e le previsioni per il 2018 sembrano confermare questi dati. I settori merceologici che trainano le nostre esportazioni sono la produzione di macchinari, attrezzature industriali e autoveicoli, la produzione di farmaci, il settore dell’abbigliamento, calzature e accessori moda e l’agroalimentare.

Flash Testriale sia estremamente varia,acitusottni iobalencui nchi beenuni

ust e tr duzione ind ionale immaginar duzione naz ero. Prova a la nostra pro st ro te p l’e i an al d st d li o o n el o u m q N portia tare, idera acquis sumo che im oppure des di largo con ta is u q ac à la tua et ragazzo del straniera. ri rovenienza p i Beni stranie e quelli d ..... i .................. ali nazional .................. .. .. .. .. Beni nazion .. .. .. .. 1. .. ............... ............... .................. .................. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. ........ 1. .......... ..... ......... 2. .. .................. .................. .. .. .. .. .. .. .. .................. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. 2. .. 3. .. ................. ................. .................. .................. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. ........ 3. ........ ......... ........... 4. .................. .................. .. .. .. .. .. .. .. .. .................. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. 4. . 5. .................. .................. .. .. .. .. .. .. .. .. 5. ......

DOMANDE CHIAVE 1. Di quali parti si compone la bilancia dei pagamenti? 2. Quali scambi vengono registrati nella bilancia commerciale? 3. Quali informazioni si ricavano dall’andamento della bilancia commerciale? 4. Che cosa significa avere un saldo passivo nella bilancia commerciale?

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L’andamento della bilancia commerciale italiana 1 Interscambio commerciale dell’Italia (in milioni di euro) 2017

La bilancia commerciale permette di fare delle comparazioni negli anni tra l’andamento delle esportazioni e importazioni di merci. Come si evince dalla tabella per gli anni 2015, 2016 e 2017 le esportazioni italiani sono cresciute con un ritmo molto sostenuto (+7,6%).

Valore Saldo commerciale

Variazione % 2016/2017

47.642

–4

Export Italia

449.129

+7,6

Import Italia

401.487

+9,2

2016 Valore Saldo commerciale

Variazione % 2015/2016

49.643

+18,7

Export Italia

417.269

+1,2

Import Italia

367.626

–0,8

2015 Valore

Leggi la tabella riportata: • qual è la voce che indica le entrate di denaro? E quella che indica le uscite? • da che cosa è dato il saldo della bilancia commerciale?

Saldo commerciale

–0,3

Export Italia

412.291

+3,4

Import Italia

370.484

+3,8

Fonte: elaborazioni Osservatorio Economico Ministero Sviluppo Economico su dati Istat.

Europa

449.130

401.487

Aree geografiche di destinazione dell’import-export italiano

Africa

Asia

8.544

1.945

74.348

66.445

58.629

25.805

America

L’Italia si conferma nel 2017 uno dei Paesi protagonisti del commercio mondiale, con il 2,9% delle esportazioni totali di merci e il 2,5% delle importazioni.

Oceania e altri

Totale mondo

Fonte: FMI - Direction of Trade Statistics.

382

2

(valori in milioni di euro)

17.463

UE UE

paese non UE

18.546

298.049

280.843

Import Export

paese non UE

Variazione % 2014/2015

41.807

• Individua, sulla base dei dati riportati nel grafico, quali sono le aree del mondo che generano un maggior avanzo nella nostra bilancia commerciale?


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territorio e Società eCoNoMiA

3 I primi 10 Paesi destinatari delle esportazioni italiane 2016

2017

Germania

52.703

56.043

+ 6,34%

Francia

44.008

46.333

+ 5,28%

Stati Uniti

36.888

40.433

+ 9,61%

Spagna

21.054

23.260

+ 10,48%

Regno Unito

22.417

23.185

+ 3,43%

Svizzera

18.966

20.575

+ 8,48%

Polonia

11.240

12.650

+ 12,54%

Belgio

13.525

13.488

– 0,27%

Cina

11.057

13.489

+ 22,00%

9.710

10.500

+ 8,14%

Spesa (in milioni di euro)

Le esportazioni italiane sono cresciute mediamente nel 2017 del 7,6%, ma se si considerano solo i primi 10 Paesi di destinazione dei nostri prodotti la crescita sale all’8,6% con un picco positivo del 22% della Cina.

• Ad eccezione del Belgio, le esportazioni italiane sono cresciute in tutti i Paesi presi in considerazione. Quali sono i tre Paesi nei quali le esportazioni sono cresciute, in valore assoluto, di più?

Paesi Bassi

Var% 20172016

Fonte: elaborazioni Osservatorio Economico Ministero Sviluppo Economico su dati Istat.

4 Valore delle esportazioni per area geografia

39,8% Nord-Ovest

15,9% Centro

10,7% Sud e isole

32,6%

1%

Nord-Est

Non ripartito

La bilancia commerciale, in merito alle esportazioni avvenute nel periodo gennaio-settembre 2018, fornisce delle informazioni utili sulla distribuzione geografica. Sommando le esportazioni delle Regioni centrali, meridionali e le isole non si raggiungono le esportazione del solo Nord-Est dell’Italia.

• Secondo il grafico a torta, il Nord-Ovest traina le esportazioni italiane. Fai una ricerca per individuare quali sono i prodotti più esportati dalle regioni del Nord-Ovest.

Fonte: elaborazione su dati Istat.

383


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sintesi Che cos’è la moneta e quali sono le sue funzioni?

La moneta è una particolare merce accettata da tutti come strumento di pagamento, che rende possibile qualsiasi scambio commerciale. Oltre a essere un mezzo di pagamento, la moneta permette di dare un valore ai beni e ai servizi (denominato prezzo), conservare e accumulare la ricchezza nel tempo, trasferire la ricchezza da un luogo a un altro.

Quali sono state le diverse tipologie di moneta nel tempo?

Prima dell’introduzione della moneta, gli scambi avvenivano tramite il baratto, ossia scambiando beni (o servizi) con altri beni (o servizi). La prima forma di moneta che ha sostituito il baratto è stata la moneta merce (come sale, spezie, bestiame). Successivamente si è passati alla moneta metallica (in oro e argento) e a quella cartacea (le banconote).

Quali sono le tipologie di moneta oggi utilizzate?

Qual è il valore della moneta?

Che cos’è l’inflazione?

Quali sono le cause dell’inflazione?

384

Attualmente è possibile utilizzare: – moneta legale, rappresentata dalle monete metalliche e dalle banconote; – moneta bancaria, costituita da assegni, bonifici e moneta elettronica (bancomat e carta di credito); – moneta commerciale, costituita dalle cambiali. La moneta ha diversi valori: – il valore nominale o estrinseco è quello rappresentato dalla cifra scritta sulle monete metalliche o sulle banconote; – il valore intrinseco è dato dal valore dei materiali di cui è composta; – il valore reale è costituito dalla quantità di beni e servizi che con essa si possono acquistare. Il valore reale della moneta è denominato potere di acquisto; esso varia nel tempo al variare dei prezzi dei beni e servizi. L’inflazione è un fenomeno economico che si verifica quando i prezzi dei beni e servizi aumentano in modo generalizzato, determinando una riduzione del potere di acquisto della moneta. L’inflazione può dipendere da un aumento della domanda globale di beni e servizi (inflazione da domanda), da un aumento dei costi di produzione (inflazione da costi), da un aumento del prezzo delle materie prime importate (inflazione importata), da un eccesso di moneta in circolazione (inflazione da eccesso di moneta).


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LA MONEtA

sINtEsI

ECONOMIA

Che cos’è la deflazione?

La deflazione rappresenta il fenomeno opposto all’inflazione che ricorre quando vi è una riduzione continua e generalizzata dei prezzi dei beni e servizi. Con la deflazione il potere di acquisto della moneta tende a salire.

Che cosa sono l’euro e l’Eurozona?

L’euro (€) è la moneta unica europea, entrata in circolazione il 1° gennaio 2002 in 12 Paesi appartenenti all’Unione europea. Prima dell’introduzione dell’euro in Italia circolava la lira (£). L’Eurozona (o Eurolandia) indica l’insieme degli Stati che oggi utilizzano l’euro come moneta unica.

Che cos’è la Banca Centrale Europea?

La Banca Centrale Europea (BCE) è una banca istituita dall’Unione europea che ha il compito di gestire la circolazione dell’euro e la politica monetaria dei 19 Paesi che fanno parte dell’Eurozona.

LE PAROLE DELL’ ECONOMIA Baratto: indica una forma di scambio diretto di merci con altre merci, senza uso di moneta. Questo tipo di scambio commerciale era in uso nelle società primitive.

Francese Inglese Spagnolo Tedesco

Troc Barter Trueque Tausch

Euro: è la moneta unica ufficiale dell’Unione europea. Attualmente è utilizzata da 19 Stati che aderiscono all’UEM (Unione Economica Monetaria) dell’Unione europea.

Francese Inglese Spagnolo Tedesco

Euro Eur Euro Euro

Moneta: indica il mezzo Valore nominale (della moneta): è di pagamento universalmente l’importo indicato sulle monete utilizzato negli scambi commerciali. metalliche e sulle banconote, che non cambia nel tempo.

Francese Inglese Spagnolo Tedesco

Monnaie Currency Moneda Währung

Francese Inglese Spagnolo Tedesco

Valeur nominale Nominal Value Valor nominal Nennwert

Inflazione: indica un incremento generalizzato e prolungato dei prezzi, che porta alla diminuzione del potere d’acquisto della moneta.

Francese Inglese Spagnolo Tedesco

Inflation Inflation Inflación Inflation

Valore reale (della moneta): indica la quantità di beni e servizi che possono essere acquistati con una unità di moneta. È detto anche “potere di acquisto” della moneta e varia al variare dei prezzi dei beni e dei servizi. Francese Inglese Spagnolo Tedesco

Valeur réelle / Pouvoir d’achat Real value / Purchase Power Valor real / Poder adquisitivo Echter Wert / Kaufkraft

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UdA 7

Mappe di sintesi LE FUNZIONI DELLA MONETA

MEZZO DI SCAMBIO

MISURA DEL VALORE

PORTAVALORI NEL TEMPO

PORTAVALORI NELLO SPAZIO

rende possibili gli scambi di beni e servizi

permette di attribuire un valore ai beni e ai servizi

consente di conservare la ricchezza nel tempo

permette di trasferire la ricchezza nello spazio

LE TIPOLOGIE DELLA MONETA

MONETA LEGALE

MONETA BANCARIA

MONETA COMMERCIALE

moneta in circolazione, il cui valore è garantito dalla legge

mezzi di pagamento emessi dalle banche a seguito di somme depositate in conti correnti

mezzi di pagamento emessi da privati o da imprese che consentono di differire i pagamenti nel tempo

moneta metallica banconote

assegno bancomat/carta di credito bonifico

cambiali

IL VALORE DELLA MONETA

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VALORE NOMINALE

VALORE REALE

importo indicato sulle banconote o sulle monete metalliche

quantità di beni e servizi che si può acquistare con una unità di moneta (potere di acquisto)

non cambia nel tempo

varia al variare dei prezzi dei beni e dei servizi


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LA MONEtA

MAppE DI sINtEsI ECONOMIA

L’INFLAZIONE

generalizzato aumento dei prezzi protratto nel tempo, a cui corrisponde una diminuzione del potere di acquisto della moneta

si misura con

è causata da

provoca

TASSO DI INFLAZIONE

eccesso di domanda

svantaggi per coloro che percepiscono redditi fissi

rialzo dei costi di produzione variazione percentuale annua dell’indice dei prezzi

riduzione dei risparmi delle famiglie

aumento del prezzo delle materie prime importate

riduzione delle esportazioni

eccesso di moneta

svantaggi per i creditori

LA DEFLAZIONE

riduzione continua e generalizzata dei prezzi dei beni e dei servizi può portare alla

RECESSIONE ECONOMICA

riduzione dei consumi

eccesso di produzione

aumento della disoccupazione

riduzione dei prezzi

riduzione della produzione

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UdA 7

LA MONEtA

VERIFICA DI APPRENDIMENTO VERO O FALSO

Easy test COMPLETAMENTO 1. Completa le seguenti frasi utilizzando

i termini sotto elencati. agevolare – inflazione – cartacea – pagamento – reale – lira – baratto – valore – dipendenti – Eurozona – tempo – fisso 1. Prima dell’introduzione della moneta gli scambi avvenivano tramite il …………… . 2. La moneta è un mezzo di ………………… che ha la funzione di ……………………… gli scambi, dare un ………………………… ai beni e ai servizi, conservare la ricchezza nel …………………………. , trasferire la ricchezza da un luogo a un altro. 3. La moneta ……………………….........… è costituita da banconote. 4. Il valore …………………………. della moneta è denominato potere di acquisto e varia al variare dei prezzi dei beni e servizi. 5. Quando si verifica un aumento generalizzato dei prezzi dei beni e dei servizi si ha l’........… , fenomeno economico che danneggia i lavoratori ……………………… che percepiscono un reddito …………… . 6. Prima dell’introduzione dell’euro avvenuta il 1° gennaio 2002 la moneta che circolava in Italia si chiamava …………………………. 7. L’insieme dei Paesi che oggi utilizzano l’euro come moneta unica forma l’……………… .

388

1. Indica se le seguenti affermazioni sono vere (V) o false (F). 1. Il baratto semplifica gli scambi. 2. Attraverso l’uso della moneta è possibile trasferire la ricchezza nello spazio. 3. La prima forma di moneta fu la moneta metallica. 4. Le prime monete metalliche avevano un alto valore intrinseco. 5. La moneta bancaria è chiamata anche moneta fiduciaria. 6. Il valore reale della moneta aumenta all’aumentare dei prezzi. 7. Si ha inflazione strisciante quando il tasso di inflazione è del 2-3%. 8. L’inflazione influisce positivamente sulle esportazioni di un Paese che tendono ad aumentare. 9. Per poter rimanere nell’Eurozona bisogna rispettare i parametri di convergenza stabiliti nel Trattato di Maastricht. 10. La BCE dipende dai Governi nazionali.

V

F

V V

F F

V

F

V

F

V

F

V

F

V

F

V V

F F

DOMANDE A SCELTA MULTIPLA 2. Individua la risposta esatta. 1. Si passa dalla moneta-merce alla moneta metallica perché: A la moneta metallica era costituita da merci indivisibili B la moneta metallica era costituita da merci facilmente deperibili C la moneta-merce era facilmente trasportabile D la moneta metallica era divisibile, facilmente trasportabile, non deperibile e stabile nel valore 2. Quale tipo di moneta deve essere accettata da tutti come mezzo di pagamento? A La moneta bancaria B La moneta commerciale C La moneta legale D L’assegno bancario 3. Se i prezzi aumentano: A il valore reale della moneta aumenta B il valore reale della moneta diminuisce C il valore reale della moneta rimane invariato D si genera la deflazione


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VErIfICA DI ApprENDIMENtO

4. Il valore nominale della moneta indica: A il valore delle materie prime incorporate nella moneta B il valore indicato sulla moneta stessa C il suo potere di acquisto D la quantità di beni e servizi che si possono acquistare con una unità monetaria 5. I prezzi dei beni e dei servizi rimangono costanti nel tempo? A Sì, perché il valore nominale della moneta è sempre lo stesso B No, i prezzi nel tempo tendono ad aumentare e ciò determina una diminuzione del valore reale della moneta C Sì, perché la moneta ha un suo valore intrinseco D No, perché lo Stato impone prezzi fissi

UdA 7

ECONOMIA

ESCLUSIONI 5. Individua all’interno di ciascuno dei seguenti gruppi di parole il termine estraneo. 1. Portavalori nello scambio, baratto, misura del valore, portavalori nel tempo 2. Galoppante, strisciante, iperinflazione, deflazione 3. Inflazione da offerta, inflazione da domanda, inflazione da eccesso di moneta, inflazione da costi 4. Valore soggettivo, valore nominale, valore reale, valore intrinseco

DOMANDE A RISPOSTA APERTA 6. Rispondi in forma orale o scritta alle seguenti domande.

COMPLETAMENTO 3. Completa le seguenti frasi inserendo i termini appropriati. 1. Il potere d’……………………….. della moneta rappresenta il suo valore ……………………….. dato dalla quantità di beni e servizi che con essa si può acquistare. 2. Se il livello generale dei prezzi sale del 15% si ha inflazione ……………………….. . 3. L’inflazione produce effetti negativi sulle persone che percepiscono un reddito ……………………….. perché con una stessa quantità di moneta possono acquistare una quantità ……………………….. di beni e servizi. 4. L’inflazione è il fenomeno economico dato da un generalizzato aumento dei prezzi protratto nel ………………… .

4. Abbina ad ogni espressione della colonna di sinistra una o più espressioni della colonna di destra, riportando i numeri negli appositi spazi.

3. 4. 5. 6. 7.

Cambiale Euro Stagflazione Deflazione Moneta-merce

8. Agevolazione degli scambi

IMPARO AD IMPARARE 7. Riassumi in poche righe gli argomenti principali trattati in questa Unità, utilizzando le parole chiave suggerite. inflazione – prezzi – fisso – variabile – esportazioni – importazioni

CORRISPONDENZE

1. Inflazione 2. Assegno

1. Quali sono le funzioni della moneta? 2. Per quale motivo si è passati dalla moneta-merce alla moneta metallica? 3. Perché la moneta bancaria è chiamata anche moneta fiduciaria? 4. Quali diversi valori può assumere la moneta? 5. Quali sono le principali cause dell’inflazione? E gli effetti? 6. Di che cosa si occupa a Banca Centrale Europea (BCE)?

moneta commerciale riduzione generalizzata dei prezzi bestiame, conchiglie, sale funzione della moneta aumento generale dei prezzi moneta bancaria inflazione accompagnata da stagnazione 1936,27 lire

.......................................................................................... .......................................................................................... .......................................................................................... .......................................................................................... .......................................................................................... ..........................................................................................

DIZIONARIO DI ECONOMIA 8. Ricerca nell’Unità di apprendimento le parole nuove di cui non conoscevi il significato e sottolineale in rosso. Poi riportale su un quaderno-rubrica e scrivi il loro significato utilizzando tutto ciò di cui disponi: libro di testo, Internet, vocabolario, spiegazione del docente o altro.

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Unità di Apprendimento

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crescita economica, sviluppo e sottosviluppo Conoscenze

Abilità n Cogliere la funzione degli indicatori di sviluppo di tipo quantitativo e qualitativo n Cogliere le differenze e le relazioni tra il concetto di crescita economica e quello di sviluppo umano n Valutare gli aspetti positivi e negativi dello sviluppo economico n Analizzare i caratteri del sottosviluppo e individuare i possibili rimedi

n Indicatori dello sviluppo economico n Prodotto Nazionale Lordo, Prodotto Interno Lordo, PIL pro capite n Indice di Sviluppo Umano e Indice di Povertà Umana n Crescita economica e sviluppo n Squilibri della crescita economica: il ciclo economico n Squilibri mondiali nella crescita: il sottosviluppo n Caratteri e rimedi al sottosviluppo

Lezione 1 Lezione 2

Riconoscere le caratteristiche essenziali del sistema socio-economico, per orientarsi consapevolmente nel tessuto produttivo locale, nazionale e internazionale

Lo sviluppo economico e i suoi indicatori Gli squilibri della crescita economica e il sottosviluppo

Lezione speciale

Commercio equo e solidale

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Competenze


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ECONOMIA

SQUILIBRI DELLA CRESCITA ECONOMICA

SVILUPPO ECONOMICO

indicatori quantitativi

PNL

PIL

Approfondimenti

Esercizi interattivi

Audio

Mappe modificabili

ciclo economico

sottosviluppo

indicatori qualitativi

PIL pro capite

ISU

IPU

E

sistono grandi disparità nella ricchezza e nel grado di sviluppo economico dei diversi Paesi del mondo e oggi una delle maggiori sfide della scienza economica è senz’altro individuare gli strumenti utili a ridurre questi divari. Le immagini di bambini malnutriti, ammalati e privi di qualunque mezzo di sussistenza turbano tutti noi, per la loro forza e per l’evidente contrasto con la società del benessere in cui viviamo, e ci ricordano che l’80% della popolazione mondiale, concentrata in gran parte dell’Africa e dell’Asia, vive in condizioni di povertà. In questa Unità avremo modo di comprendere il significato di sviluppo economico, i fattori che lo determinano e i suoi indicatori, ovvero come si misura (PNL, PIL e PIL pro capite). E vedremo come il benessere di una collettività dipenda anche da fattori che non sono misurabili in denaro, come le aspettative di vita, il grado di istruzione, la distribuzione della ricchezza, il tempo libero. Infine, analizzeremo gli squilibri della crescita economica, sia quelli che riguardano le economie avanzate (ciclo economico), sia quelli esistenti tra Paesi ricchi e Paesi poveri (sottosviluppo), legati a una ineguale distribuzione della ricchezza mondiale.

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LEzIONE

1 lo sviluppo economico e i suoi indicatori LO SVILUPPO ECONOMICO di un Paese indica

incremento della produzione nazionale di beni e servizi

crescita economica

crescita sociale

miglioramento delle condizioni di vita della popolazione

Che cos’è lo sviluppo economico Lo sviluppo economico generalmente indica la tendenza di un sistema economico a crescere nel lungo periodo e si manifesta con l’aumento continuo del volume dei beni e servizi prodotti, ovvero con l’incremento della produzione nazionale. Si tratta quindi di un aspetto positivo per il Paese che ne usufruisce, in quanto l’aumento della produzione nazionale determina un aumento del reddito globale (cioè della somma dei redditi percepiti dai diversi soggetti economici) e genera un miglioramento del benessere economico della collettività. Bisogna tuttavia aggiungere che la crescita economica di un Paese, calcolata soltanto in modo quantitativo, non è sufficiente a misurare il livello di sviluppo raggiunto in termini di miglioramento delle condizioni di vita di tutta la popolazione. ESEMPIO

Se in un Paese l’aumento della ricchezza si concentra nelle mani di poche persone, mentre il resto della popolazione vive in condizioni di povertà, non possiamo parlare di Paese pienamente sviluppato, nonostante sia un Paese economicamente ricco.

Vi sono inoltre altri aspetti del benessere effettivo della popolazione che riguardano la qualità della vita (come la situazione ambientale, la speranza di vita, l’alfabetizzazione). Questi aspetti non possono essere misurati sulla base della ricchezza nazionale prodotta, ciononostante essi rilevano i miglioramenti sociali realmente raggiunti da un Paese. Lo sviluppo economico è un concetto ampio che considera sia la crescita economica (ricchezza) sia la crescita sociale (qualità della vita) di un Paese.

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Lo sviluppo economico e i suoi indicatori

LEzIONE 1

ECONOMIA

Come si misura lo sviluppo economico In termini quantitativi, lo sviluppo economico di un Paese viene misurato in relazione al valore della ricchezza nazionale prodotta, utilizzando prevalentemente tre indicatori numerici: Prodotto Nazionale Lordo (PNL), Prodotto Interno Lordo (PIL) e PIL pro capite. In termini qualitativi, si tiene conto della qualità della vita esistente in un Paese, utilizzando indici di carattere sociale messi a punto di recente, i più rilevanti dei quali sono: Indice di Sviluppo Umano (ISU) e Indice di Povertà Umana (IPU).

Il Prodotto Nazionale Lordo (PNL) Il PNL (Prodotto Nazionale Lordo) rappresenta il valore, espresso in termini monetari, di tutti i beni e servizi finali prodotti in un Paese in un determinato periodo di tempo (anno solare), da parte dei cittadini residenti nello Stato, anche se l’attività economica è esercitata all’estero, al lordo degli ammortamenti. Cerchiamo di capire meglio la definizione, esaminando alcuni termini utilizzati. Nel calcolo del PNL vengono presi in considerazione solo i beni e servizi finali, ossia quelli acquistati dal consumatore finale, mentre restano esclusi i beni intermedi, ossia quei beni che vengono utilizzati dalle imprese nel processo di produzione, in quanto il loro valore viene incorporato nel valore dei beni finali. ESEMPIO

Lo zucchero acquistato da una famiglia è considerato bene finale e rientra nel calcolo del PNL, mentre lo zucchero acquistato da un’impresa dolciaria, in quanto bene intermedio, viene incorporato nel prezzo delle torte e dei biscotti venduti ai consumatori finali.

Il valore del PNL, inoltre, comprende anche le quote di ammortamento: l’ammortamento è un procedimento tecnico-contabile che misura l’invecchiamento di un bene di produzione durevole (come i macchinari, gli impianti) in un periodo definito (solitamente un anno), legato al suo uso nel tempo. ESEMPIO

Quando un’impresa acquista un bene di produzione che verrà utilizzato per più anni (nel caso di un panettiere può essere il forno), il costo sostenuto (8.000 euro del forno) viene suddiviso in quote di ammortamento in relazione al numero di anni nei quali sarà impiegato prima di essere sostituito, in modo da ripartirlo nel tempo. Queste quote di ammortamento rientrano nel calcolo del PNL.

Infine, nel PNL rientrano tutte le attività delle imprese nazionali, sia quelle che operano nel Paese, sia quelle che risiedono all’estero, mentre non sono contabilizzate le attività delle imprese straniere che operano sul territorio nazionale. ESEMPIO

I redditi delle filiali estere di un’impresa italiana rientrano nel PNL del nostro Paese, mentre non vi rientra il reddito che le imprese straniere producono in Italia.

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UdA 8

CrEsCItA ECONOMICA, svILUPPO E sOttOsvILUPPO

Il Prodotto Interno Lordo (PIL) Il PIL e l’economia sommersa

Il PIL (Prodotto Interno Lordo) rappresenta il valore complessivo, espresso in termini monetari, di tutti i beni e servizi finali prodotti nel territorio di uno Stato, in un determinato periodo di tempo (anno solare), al lordo degli ammortamenti. A differenza del PNL che comprende anche il valore dei prodotti realizzati all’estero dai cittadini residenti in uno Stato, il PIL si riferisce esclusivamente al valore complessivo dei

beni e servizi prodotti all’interno del territorio statale, sia da residenti italiani sia da stranieri non residenti. ESEMPIO

La produzione di birra realizzata in Danimarca da parte di un imprenditore francese residente in Francia rientra nel calcolo del PIL danese.

Riferendosi a tutto ciò che viene prodotto internamente, il PIL riesce a misurare in modo più attendibile la ricchezza globale di un Paese, perciò è uno degli indicatori di crescita economica più utilizzati: un elevato PIL è considerato un fondamentale indicatore di sviluppo economico. Come per il PNL, l’unità di tempo di riferimento è l’anno solare per cui, se confrontato con quello di anni precedenti, il PIL permette di rilevare facilmente l’andamento della crescita economica nel tempo. Attraverso il PIL, inoltre, è possibile operare facilmente confronti tra Paesi diversi, per verificare se l’andamento dell’economia stia o meno attraversando un periodo di sviluppo.

Il PIL pro capite Il PIL pro capite rappresenta il livello medio di ricchezza per abitante e misura la produzione disponibile per ciascun membro della popolazione. Si ottiene dividendo il PIL globale per il numero di abitanti.

Il PIL pro capite tiene conto delle dimensioni e della crescita della popolazione: infatti più una nazione è popolosa, minore è la porzione di ricchezza che, in media, spetta ad ogni cittadino; e la ricchezza disponibile per ciascun membro della popolazione aumenterà solo se il tasso di crescita del PIL è maggiore del tasso di crescita della popolazione. Nonostante la sua importanza come indice del livello di ricchezza per abitante, che rende possibile confronti tra aree di dimensione demografica diversa, il PIL pro capite presenta tuttavia dei limiti quando viene utilizzato per indicare il grado di benessere economico e sociale raggiunto da una collettività. Essendo, infatti, il risultato di una media aritmetica,

esso non fornisce alcuna indicazione sul modo in cui la ricchezza nazionale si distribuisce realmente all’interno della società e quindi sul livello di disuguaglianza economica esistente. Poiché il PIL pro capite di ciascun Paese è espresso in moneta locale, il confronto tra i dati relativi ai diversi Paesi è possibile soltanto utilizzando una valuta comune, che sto-

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Lo sviluppo economico e i suoi indicatori

LEzIONE 1

ECONOMIA

ricamente è il dollaro americano. Attraverso questo indicatore espresso in dollari è possibile fare confronti e stilare classifiche mondiali sulla ripartizione della ricchezza nel mondo. ESEMPIO

Secondo i dati del Fondo Monetario Internazionale nel 2017 il Paese più ricco al mondo è risultato il Qatar con un PIL pro capite di 124.927 dollari e, per contro, la Repubblica Centroafricana è risultata il Paese più povero, con un PIL pro capite di soli 681 dollari all’anno.

INDICATORI QUANTITATIVI misurano la ricchezza nazionale

PNL Prodotto Nazionale Lordo

PIL Prodotto Interno Lordo

PIL pro capite

valore dei beni e dei servizi finali prodotti dai cittadini residenti in un Paese in un anno

valore dei beni e dei servizi finali prodotti in un Paese in un anno

ricchezza media per abitante di un Paese in un anno

L’Indice di sviluppo Umano (IsU) Il progresso di una società e la qualità della vita dei suoi abitanti dipendono da molteplici fattori, non necessariamente correlati alla produzione e alla crescita economica: per esempio la salute, che condiziona la durata e la qualità della vita; l’istruzione, che ha effetti benefici sull’occupazione, sulle relazioni sociali, sulla partecipazione alla vita politica; le condizioni ambientali; la sicurezza personale; il tempo libero. È vero che molti aspetti della qualità della vita sono collegati al livello di ricchezza nazionale (un Paese che produce tanta ricchezza ha maggiori disponibilità finanziarie da impiegare nella sanità, nella scuola, nei servizi), ma è altrettanto vero che non tutti i Paesi ricchi utilizzano le proprie risorse seguendo gli stessi obiettivi e con le stesse modalità. Per determinare il grado effettivo di sviluppo complessivo di un Paese, quindi, dal 1990 è stato introdotto un nuovo indicatore di ricchezza: l’Indice di Sviluppo Umano.

Che cos’è il BLI, Better Life Index

L’ISU (Indice di Sviluppo Umano) è un indicatore che misura il livello medio dello sviluppo umano sulla base di tre dimensioni essenziali: standard economico di vita, sanità e longevità, istruzione. • Standard economico di vita: è l’indicatore quantitativo che rileva la ricchezza media di un Paese e si esprime con il PIL pro capite.

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UdA 8

CrEsCItA ECONOMICA, svILUPPO E sOttOsvILUPPO

• Sanità e longevità: è l’indicatore che prende in esame le aspettative di vita alla nascita facendo riferimento all’età media della popolazione (più è alta l’età media, più è alta la qualità della vita). • Istruzione: è l’indicatore che misura il tasso di alfabetizzazione degli adulti (numero di adulti analfabeti rispetto alla popolazione) e il tasso medio di scolarizzazione (scuola primaria, secondaria, superiore).

IO E L’ECONOMIA Qual è l’ISU dell’Italia? In base all’Undp (Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo) del 2017 l’Italia si colloca al 28° posto nella classifica dei Paesi del mondo in base all’ISU. Il nostro Paese rientra nella fascia dello “Sviluppo molto alto”. • Ricerca in Internet da fonti ufficiali i valori medi registrati in Italia riguardo: – reddito pro capite: ....... ................................... – aspettative di vita: ....... ................................... – scolarizzazione: ........... ...................................

L’Indice di Povertà Umana (IPU) Nel 1997 l’ISU è stato affiancato da un altro indice, l’IPU, che misura il livello di povertà di un Paese non solo come privazione materiale dell’individuo, ma anche come impossibilità di realizzare i traguardi fondamentali dell’esistenza di un essere umano, ovvero vivere il più a lungo possibile, nutrirsi, avere buona salute, istruirsi e partecipare alla vita sociale. L’Indice di Povertà Umana quindi considera gli stessi aspetti dell’ISU, a cui aggiunge altri aspetti legati alle condizioni di vita (come l’accesso ai servizi sanitari e all’acqua potabile e la percentuale di bambini con età inferiore ai 5 anni sotto peso) e ne misura le privazioni. L’IPU (Indice di Povertà Umana) è un indicatore che include le stesse dimensioni di vita considerate dall’ISU (standard accettabile di vita, longevità, e istruzione), ma utilizza parametri e criteri di misurazione parzialmente diversi. Inizialmente l’IPU si rivolgeva solo ai Paesi più poveri (IPU-1), successivamente è stato predisposto anche per misurare le condizioni di vita dei Paesi a economia industrializzata (IPU-2), modificando i valori dei parametri di riferimento e prendendo in considerazione anche il tasso di disoccupazione. L’INDICE DI POVERTÀ UMANA PER I PAESI IN VIA DI SVILUPPO (IPU-1) Misura le privazioni umane in relazione a tre aspetti, già compresi nell’Indice di Sviluppo Umano: • lunghezza della vita: percentuale di persone con speranza di vita inferiore a 40 anni; • livello di istruzione: percentuale di adulti analfabeti; • condizioni di vita: percentuale di popolazione senza accesso ai servizi sanitari e all’acqua potabile e percentuale di bambini con età inferiore ai 5 anni sottopeso. L’INDICE DI POVERTÀ UMANA PER I PAESI AD ALTO REDDITO (IPU-2) Misura, oltre ai tre aspetti dell’IPU-1, anche l’esclusione sociale dovuta a una disoccupazione di lungo periodo: • lunghezza della vita: percentuale di persone con speranza di vita inferiore a 60 anni; • livello di istruzione: tasso di analfabetismo funzionale (inadeguata capacità di leggere e scrivere); • condizione di vita: percentuale di persone che vivono sotto la soglia di povertà (50% del PIL pro capite); • tasso di disoccupazione di lunga durata (dai 12 mesi in su).

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Lo sviluppo economico e i suoi indicatori

LEzIONE 1

ECONOMIA

INDICATORI QUALITATIVI misurano il grado di benessere effettivo della popolazione

IPU Indice della Povertà Umana

ISU Indice di Sviluppo Umano

IPU-1 • speranza di vita (inf. a 40 anni) • tasso di analfabetizzazione • condizioni di vita (servizi sanitari, acqua, malnutrizione bambini)

• PIL pro capite • aspettativa di vita • tasso di alfabetizzazione

IPU-2 • speranza di vita (inf. a 60 anni) • tasso di analfabetizzazione • condizioni di vita (soglia di povertà 50% PIL pro capite) • tasso di disoccupazione

CONOSCENZE ALLA PROVA Verifica le tue conoscenze e abilità

Attiva le tue competenze

Vero o falso Indica se le seguenti affermazioni sono vere (V) o false (F).

Cooperative Learning: in coppia

1. Per misurare lo sviluppo di un Paese si utilizzano soltanto indicatori numerici legati alla crescita economica. 2. Il PIL è un indice quantitativo che misura il valore della ricchezza nazionale in un determinato periodo di tempo. 3. Il PNL e il PIL sono grandezze economiche che coincidono. 4. Il PIL pro capite si ottiene dividendo il PIL globale per il numero degli abitanti. 5. L’ISU è un indice di sviluppo di carattere qualitativo. 6. L’ISU è un indicatore qualitativo dello sviluppo di un Paese che si basa sul PIL pro capite, la longevità e il livello di istruzione.

V

F

V

F

V

F

V

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V

F

V

F

Dal Rapporto sullo Sviluppo Umano del 2016 emerge che il Qatar, Stato con il PIL pro capite netto più alto di tutti gli altri, ha un ISU decisamente inferiore alla Norvegia, alla Nuova Zelanda e anche all’Estonia; e che il Cile e l’Arabia Saudita, pur avendo un PIL pro capite diverso tra loro (più di 24.000 dollari il Cile e quasi 55.000 dollari l’Arabia Saudita), presentano un ISU molto simile. • Spiegate con un breve testo scritto il significato dell’affermazione sopra riportata. 397


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LA PAgINA

ECONOMIA

Africa, nei Paesi sub sahariani il Pil corre

Un grafico da lei fornito fa vedere che l’economia Africa tiene, mentre è il mondo a livello di Pil medio che arretra. In Africa ci sono Paesi che corrono e altri che arretrano. Nel periodo 2012-17 gran parte dell’Africa sub sahariana è in fase di crescita del 5-6% con punte in Mozambico (6,9%), Angola (6,5%), Etiopia (6,3%), Zambia (6,2%) e Tanzania (6%). Secondo le previsioni della Banca africana di sviluppo, entro il 2030 metà della popolazione africana vivrà nelle città ed entro il 2040 almeno sei Paesi vedranno il proprio Pil pro capite oltrepassare 10 mila dollari. A quanto pare più che pensare all’Africa come luogo di partenza di immigrati dovremmo pensare all’Africa come piazza per gli investimenti.

La capitale dell’Etiopia, Addis Abeba.

L’Africa è sempre più povera? I numeri dicono l’opposto. Ma l’Africa è un continente molto grande e la ricchezza, redistribuita, dovrà galoppare chissà per quanto ancora perché gli abitanti restino nel continente. Peraltro non c’è solo una forte immigrazione verso l’Europa ma anche verso i Paesi del Sud dell’Africa. Ne parliamo con Emanuele Santi, consigliere in strategia per la Banca africana di sviluppo e fondatore di Afrilanthropy, piattaforma che mette in relazione le migliori imprese sociali italiane e il mondo della filantropia e dell’impact investing. Vediamo alcuni numeri del continente. Bene. Tra i primi dieci Paesi che crescono di più nell’economia sostenibile cinque sono africani; negli ultimi dieci anni il Pil continentale è aumentato del 30%, mentre nel 1980-2000 era sceso del 20%, fenomeno spiegabile so-

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prattutto con i prezzi delle commodities, in parte dovuto al petrolio. Altre nazioni, come Etiopia e Ruanda, sono cresciute senza petrolio. Infine, l’85% della popolazione vive in Paesi stabili.

Dopo Il Cairo e Johannesburg, le città con i più importanti mercati sono Lagos, Luanda, Kinshasa e Casablanca. Nigeria, Kenya e Angola, nel giugno 2014, figuravano entro i primi sei posti come attrattività delle multinazionali. (Enrico Bronzo, in “Il Sole 24ore”, 3 luglio 2017)

LEGGERE PER CAPIRE PAROLE NUOVE • Compila un glossario con tutti i termini dell’articolo che non conosci, iniziando da quelli riportati di seguito. Impact investing: ............................................................................................ Economia sostenibile: ..................................................................................... Pil continentale: ............................................................................................. Commodities: ................................................................................................. Paesi stabili: .................................................................................................. INFOMAZIONI PRINCIPALI • Sottolinea le frasi del testo che rispondono alle seguenti domande. 1. Come si spiega il fenomeno di crescita del PIL continentale africano negli ultimi dieci anni? 2. Quali sono i Paesi dell’Africa sub sahariana che hanno registrato la crescita maggiore?


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LEzIONE

2 Gli squilibri della crescita economica e il sottosviluppo GLI SQUILIBRI DELLA CRESCITA ECONOMICA riguardano

si alternano fasi economiche positive e negative (ciclo economico)

in cui

le economie avanzate

la distribuzione mondiale della ricchezza

che

evidenzia un enorme divario tra Paesi ricchi e Paesi poveri (sottosviluppo)

Cause e conseguenze della mancata crescita economica Abbiamo sin qui visto come la crescita economica non sia sinonimo di sviluppo, ma ne sia comunque uno degli ingredienti fondamentali, in quanto la ricchezza permette maggiori investimenti per il benessere sociale e il miglioramento della qualità della vita. La crescita economica, ovvero il livello del PIL annuale in un sistema economico, dipende sostanzialmente dalle risorse economiche di cui dispone, ovvero: • i fattori naturali, come le materie prime e le fonti di energia; • il capitale monetario disponibile da impiegare negli investimenti (per esempio, nell’acquisto e rinnovo dei macchinari); • il progresso tecnologico, che porta a un miglioramento delle tecniche di produzione e quindi della produttività; • il capitale umano, ovvero la presenza di forza-lavoro sufficiente e qualificata. La mancanza o la scarsità delle risorse economiche di un Paese comportano l’impossibilità o il rallentamento della crescita economica, che si traduce in assenza di sviluppo (problema del sottosviluppo). Gli squilibri della crescita economica e le sue conseguenze riguardano sia i Paesi sviluppati, che possono registrare forti disuguaglianze sociali o periodi di generale sofferenza economica, sia i Paesi in via di sviluppo.

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UdA 8

CrEsCItA ECONOMICA, svILUPPO E sOttOsvILUPPO

Il ciclo economico e le politiche anticicliche La crescita di un sistema economico non ha un andamento uniforme e continuo nel tempo, ma procede dinamicamente “a ondate”, positive e negative, dette fluttuazioni economiche, ovvero periodi di espansione economica si alternano a periodi di crisi. Secondo alcuni economisti, le fluttuazioni economiche che causano squilibri nella crescita economica sono fenomeni dovuti a fattori interni al sistema economico (per esempio, alla distribuzione del reddito tra classi sociali; oppure al progresso tecnologico); secondo altri, invece, sono dovute a fenomeni esogeni, cioè esterni al sistema economico (come i fattori climatici che possono causare scarsità o abbondanza di prodotti agricoli). Il ciclo economico indica l’insieme delle fluttuazioni che si verificano periodicamente nell’economia di un Paese o di un gruppo di Paesi tra loro collegati economicamente. I cicli economici, benché possano presentare differenze nella durata e nell’intensità, sono in genere contrassegnati dalla successione delle seguenti quattro fasi. ESPANSIONE Nella fase di espansione (o boom economico), il PIL cresce molto rapidamente: vi è un aumento generalizzato della produzione, dell’occupazione e dei consumi. Questa situazione di grande prosperità non si protrae all’infinito, ma raggiunge un punto massimo, denominato punto di svolta superiore. CRISI Nella fase di crisi (o recessione), successiva a quella di massima espansione, si registra una diminuzione del PIL, dell’occupazione e dei consumi. Questa fase normalmente è di breve durata e rappresenta un periodo di passaggio dal boom alla depressione. DEPRESSIONE La fase di depressione rappresenta un momento molto negativo dell’economia caratterizzato da un calo degli investimenti e della produzione, un elevato livello di disoccupazione e una diminuzione dei consumi. Anche la fase della depressione non si estende all’infinito, ma termina in un punto minimo, denominato punto di svolta inferiore. RIPRESA È la fase nella quale l’economia comincia a risollevarsi e il PIL torna a crescere, generando aumenti dei consumi, degli investimenti e dell’occupazione. In economia si usa spesso il temine congiuntura per indicare la situazione in cui il si-

punto di svolta superiore

PIL

crisi depressione espansione

ripresa

punto di svolta inferiore

1° ciclo economico

400

2° ciclo economico

Tempo


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Gli squilibri della crescita economica e il sottosviluppo

LEzIONE 2

ECONOMIA

stema economico si trova in un dato momento del ciclo: la fase di espansione viene anche definita “congiuntura favorevole” e quella di depressione “congiuntura sfavorevole”. Nella realtà i cicli economici non si presentano tutti secondo lo schema delineato: ogni fase può avere la durata di pochi mesi o può persistere per anni, variando in relazione alle condizioni interne ed esterne proprie del sistema economico considerato. Poiché l’andamento ciclico, sia nella fase di depressione sia in quella di espansione, genera effetti negativi nel sistema economico (la depressione produce disoccupazione, mentre l’espansione può comportare inflazione), solitamente i Governi intervengono per correggere gli squilibri della crescita economica attraverso particolari misure, denominate politiche anticicliche. Questi provvedimenti possono frenare i periodi di boom attraverso un aumento dei tributi, che ha lo scopo di ridurre la quantità di moneta destinata ai consumi, oppure riducendo gli investimenti pubblici. Ovviamente gli interventi saranno diversi nel caso in cui il ciclo economico si trovi nella fase depressiva: in questo caso i Governi tenderanno a ridurre la pressione fiscale, ad aumentare la moneta in circolazione e a incrementare gli investimenti pubblici.

squilibri mondiali nella crescita: il problema del sottosviluppo Attualmente, il totale della popolazione mondiale supera i 7 miliardi di persone, di cui più del 10% (quasi 800 milioni di persone) lotta quotidianamente per non morire di fame e il 15% (più di 1 miliardo di persone) presenta segni di malnutrizione. Circa 24.000 persone muoiono ogni giorno per fame o per cause dovute alla malnutrizione e i tre quarti dei decessi interessano bambini al di sotto dei cinque anni di età. A questi si aggiungono altri dati indicativi: il 10% della popolazione mondiale detiene circa l’80% della ricchezza mondiale, il 25% (circa una persona su quattro) vive con meno di 2 dollari al giorno, la maggior parte della popolazione del pianeta (80%) vive in condizioni più o meno gravi di povertà e di sottosviluppo. Queste cifre ci offrono la possibilità di comprendere la dimensione di uno dei problemi che ancora oggi affliggono il mondo: l’esistenza di una forte disuguaglianza nella distribuzione della ricchezza mondiale. Nel Nord del mondo si concentrano i Paesi più ricchi e sviluppati, a cui si aggiungono l’Australia, la Nuova Zelanda e il Sudafrica (collocati geograficamente nell’emisfero meridionale), mentre il Sud del mondo è l’area dei Paesi più poveri, sottosviluppati o in via di sviluppo (PVS). Vi sono poi i Paesi di nuova industrializzazione (NIC – Newly Industrializing Countries) appartenenti al Sud-est asiatico (Hong Kong, Corea del Sud, Singapore, Taiwan) e all’America latina (Brasile, Argentina, Cile), che grazie a una recente fase di rapida crescita economica si collocano in una posizione intermedia.

IO E L’ECONOMIA Le baraccopoli sono figlie del progresso? Le baraccopoli, denominate con termini diversi (favelas, bidonvilles, township, slum) ma tutte con le stesse caratteristiche, sono la manifestazione più evidente della povertà urbana. Diverse possono essere le cause che le originano, ma gli squilibri della crescita economica contribuiscono alla loro sopravvivenza. • Alle porte di Mumbai, la più popolosa città indiana, si estende per 1,7 km2 una delle più grandi baraccopoli del mondo. Fai una ricerca sulle ipotesi di intervento da parte del Governo indiano per il recupero di questa parte della città.

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UdA 8

CrEsCItA ECONOMICA, svILUPPO E sOttOsvILUPPO

Definizione e caratteristiche del sottosviluppo Il sottosviluppo è la condizione di arretratezza economica, sociale, culturale e tecnologica che vive un Paese, la cui popolazione è afflitta da povertà diffusa e mancanza di diritti fondamentali (istruzione, salute, partecipazione politica). Le condizioni di sottosviluppo sono determinate dal concorso di molteplici fattori di diversa natura: economici, storico-istituzionali, politici, demografici, culturali, geografici. Le principali caratteristiche comuni alla maggior parte dei Paesi poveri sono: • basso livello del PIL pro capite: la scarsa o del tutto assente crescita economica esclude la possibilità di uno sviluppo economico; • forti disuguaglianze nella distribuzione della ricchezza: la maggior parte della popolazione vive in condizioni di estrema povertà e la ricchezza è concentrata nelle mani di poche persone; • prevalenza del settore primario: l’agricoltura è l’attività economica principale, ma l’utilizzo di tecniche arretrate e la continua siccità rendono impossibile garantire il cibo sufficiente per l’intera popolazione; • scarsa produttività del settore secondario: l’assenza di capitali da investire in attività industriali e la dipendenza tecnologica nei confronti dei Paesi più sviluppati determinano una limitata produzione industriale; • insufficienza e inadeguatezza di infrastrutture: la carenza di strade, acquedotti, dighe e ferrovie rallenta lo sviluppo delle attività industriali; • forte debito con l’estero: poiché i rapporti commerciali con l’estero si basano su esportazioni di materie prime (come caffè, cacao, the), i cui valori di mercato sono bassi, e importazioni di prodotti industriali tecnologicamente avanzati molto costosi, si registra un costante disavanzo nei conti con l’estero; • crescita costante della popolazione: nonostante l’elevata mortalità, dovuta a carenze alimentari e assenza di strutture sanitarie, i Paesi sottosviluppati presentano un tasso di natalità molto elevato, superiore alla crescita della ricchezza nazionale; • instabilità politica: le dittature e i governi autoritari di molti di questi Paesi negano alla popolazione l’esercizio dei diritti civili fondamentali. Guerriglie e sanguinose guerre civili, inoltre, rendono ancora più gravose le condizioni di vita della popolazione e impediscono le relazioni internazionali.


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Gli squilibri della crescita economica e il sottosviluppo

LEzIONE 2

ECONOMIA

Il circolo vizioso della povertà Il circolo vizioso della povertà è un’espressione utilizzata dagli economisti per indicare le difficoltà che incontrano alcuni Paesi sottosviluppati a uscire da una spirale di povertà, le cui cause sono concatenate e impediscono di avviare un processo di sviluppo economico. Lo stato di povertà nel quale versano i Paesi sottosviluppati è generato da una serie di

fattori negativi che si autoriproducono continuamente, secondo un processo circolare dal quale è impossibile uscire autonomamente. In questi Paesi, il basso PIL pro capite determina una forte limitazione dei consumi e non consente la possibilità di costituire risparmi in quantità apprezzabili. Questo si traduce a sua volta in scarsità di capitale monetario da investire in innovazioni tecnologiche che possano favorire la crescita della produttività. Da ciò deriva la scarsa produzione nazionale che, accompagnata da una popolazione in continua crescita, riduce ancor più il PIL pro capite, secondo un meccanismo a spirale dal quale è molto difficile uscire. basso PIL pro capite

scarsa produzione e occupazione

basso livello di consumi e assenza di risparmio

limitata capacità produttiva

carenza di capitali

scarsi investimenti

I rimedi al sottosviluppo Per uscire dal circolo vizioso della povertà dei Paesi più arretrati è necessario intervenire sia su fattori interni che su fattori esterni: gli aiuti internazionali che provengono dai Paesi sviluppati, infatti, in assenza di opportune politiche interne di sviluppo non sono sufficienti da soli a innescare un processo di crescita e sviluppo. POLITICHE DI RIFORME INTERNE Un progetto di sviluppo è efficace solo se la comunità alla quale si rivolge lo condivide e ne è partecipe. In quest’ottica le riforme dovrebbero essere dirette a favorire la modernizzazione socio-economica, la riduzione della corruzione delle classi dirigenti e la redistribuzione della ricchezza. Inoltre bisognerebbe intervenire con priorità sull’alfabetizzazione della popolazione, indispensabile per formare un capitale umano capace di avviare e gestire un processo di crescita, e sul controllo delle nascite.

403


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UdA 8

CrEsCItA ECONOMICA, svILUPPO E sOttOsvILUPPO

AIUTI DALL’ESTERO Parallelamente agli interventi interni, è fondamentale che il sistema di cooperazione internazionale sia diretto: • alla riduzione/annullamento del debito estero: riducendo o azzerando l’enorme debito estero che i Paesi sottosviluppati hanno accumulato nel tempo, è possibile destinare parte degli aiuti finanziari internazionali in investimenti produttivi; • al riequilibrio del commercio mondiale, fondato su un enorme divario tra il valore dei beni esportati (materie prime) e quello dei beni importati (prodotti dell’industria): riducendo la dipendenza tecnologica dai Paesi industrializzati e aumentando le possibilità di trasformare le materie prime direttamente all’interno del Paese, si ottengono effetti positivi sulla crescita economica; • alla predisposizione di progetti di sviluppo endogeno: per impiegare efficacemente gli aiuti finanziari, i Paesi più arretrati necessitano di specifici programmi di sviluppo, che tengano conto delle loro caratteristiche e peculiarità; • alla promozione di comportamenti economici solidali: incentivando l’acquisto di prodotti del commercio equo e solidale, provenienti da organizzazioni che operano con le comunità locali dei Paesi poveri, e scoraggiando le politiche di sfruttamento delle risorse e della manodopera, è possibile stimolare un processo interno di crescita economica.

CONOSCENZE ALLA PROVA Verifica le tue conoscenze e abilità

Attiva le tue competenze

Completamento Inserisci i termini mancanti.

Ricerca in Internet

1. Il sottosviluppo è generato dalla mancanza o dalla scarsità di alcuni fattori, come il …………………… tecnologico e il …………………………………. monetario. 2. Le ………………… anticicliche sono misure attuate dai governi per correggere gli …………………. della crescita. 3. Il ……………………… vizioso della ……………………… si può interrompere attraverso interventi esterni che possano avviare un …………… di crescita e di sviluppo. Esclusioni All’interno dei gruppi di parole sotto elencate individua il termine estraneo. 1. Espansione – ciclo economico – depressione – sottosviluppo – ripresa 2. Sottosviluppo – Nord del mondo – Sud del mondo – povertà – malnutrizione 3. PIL pro capite basso – forte disuguaglianza – alto debito estero – prevalenza del settore secondario – elevato tasso di natalità

404

Negli ultimi decenni abbiamo assistito ad alcuni importanti successi che dimostrano come sia possibile uscire dal circolo vizioso della povertà. Emblematico è il caso di quattro Paesi del Sud-est asiatico – Hong Kong, Singapore, Taiwan e Corea del Sud – definiti le “quattro tigri asiatiche”, che tra il 1950 e il 1996 sono stati protagonisti di un vero e proprio miracolo economico, passando da una situazione di sottosviluppo a una di sviluppo. • Elabora una ricerca in Internet sulla storia di uno di questi Paesi, raccogliendo informazioni sulla condizione di povertà in cui versava negli anni Cinquanta, dopo la fine del secondo conflitto mondiale, e sulle politiche di sviluppo adottate nei decenni successivi.


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Gli squilibri della crescita economica e il sottosviluppo

LEzIONE 2

ECONOMIA

CHE COSA SONO? LE OrgANIzzAzIONI INtErNAzIONALI A fAvOrE DELLO svILUPPO L’Unicef (Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia) è l’agenzia specializzata nella tutela della vita dei bambini nel mondo e nella promozione dei loro diritti: garantisce la salute infantile e la nutrizione, l’acqua potabile e i ser vizi igienici, l’istruzione di base, la protezione da violenze e sfruttamento.

Organizzazioni indipendenti

M

olte sono le organizzazioni nate allo scopo di sostenere i Paesi più poveri e favorire lo sviluppo. Alcune di esse sono legate all’Onu (Organizzazione delle Nazioni Unite), che dal 1965 ha predisposto il Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo (Undp), attraverso il quale interviene su richiesta dei Paesi meno avanzati, stanziando finanziamenti a sostegno dello sviluppo e monitorando la realizzazione dei progetti.

Organizzazioni legate all’Onu Come recita il motto latino dell’emblema, Fiat panis (“Che ci sia pane”), la Fao (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura) ha lo scopo di combattere la fame nel mondo, in modo che tutti abbiano un’adeguata quantità di cibo, sufficiente per poter condurre un’esistenza attiva e sana. La Banca mondiale (BM) svolge azioni di sostegno allo sviluppo e alla riduzione della povertà. La BM concede crediti ai governi dei Paesi membri, finanziando progetti finalizzati alla diretta partecipazione delle popolazioni interessate.

Le Ong (Organizzazioni non governative) sono formate da gruppi volontari di privati cittadini, che operano senza fini di lucro per la soluzione dei problemi del sottosviluppo, in particolar modo nei Paesi del Sud del mondo. Svolgono attività diversificate, dirette alla realizzazione di progetti specifici: alimentari, di assistenza sanitaria, di tutela ambientale, di tutela dei diritti dell’infanzia e delle donne. L’Ocse (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) raggruppa i 35 Paesi più industrializzati nel mondo, che rappresentano i due terzi dell’intera produzione mondiale di beni e ser vizi. L’Ocse opera per realizzare più alti livelli di crescita economica e favorire lo sviluppo dei Paesi membri e non membri, fornendo assistenza tecnica ai Paesi in via di sviluppo. (Il logo corrisponde alla denominazione inglese Organisation for Economic Co-operation and Development).

DOMANDE CHIAVE 1. Che cos’è l’Undp? 2. Conosci più approfonditamente l’operato di una delle organizzazioni sopra riportate? Ampliane la descrizione, ricercando altre informazioni.

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Commercio equo e solidale

Che cos’è Il commercio equo e solidale (Fair Trade) è una modalità di distribuzione che è nata con lo scopo di permettere ai consumatori di acquistare prodotti che provengono da altri Paesi rispettando tutti i diritti dei lavoratori che hanno contribuito alla loro realizzazione. Il commercio equo e solidale prevede che i prodotti, principalmente beni agricoli e artigianali, siano acquistati nei Paesi in via di sviluppo e siano venduti direttamente ai consumatori dei Paesi sviluppati, evitando in questo modo tutti i costi legati all’intermediazione commerciale. Lo slogan legato alla nascita, circa 40 anni fa, del commercio equo e solidale era ed è “trade, not aid” che tradotto significa “commercio, non aiuti” a significare che la solidarietà deve basarsi sulla eliminazione delle condizioni di dipendenza e sottomissione dei Paesi in via di sviluppo e non sugli aiuti che non riducono le cause del sottosviluppo.

tinazionali che li pagano pochissimo e vengono esportati e rivenduti a prezzi molto più alti (10 o 20 volte) nei Paesi sviluppati. Invece, attraverso la pratica commerciale del commercio equo, i beni vengono acquistati da organizzazioni senza scopo di lucro che fissano i prezzi di vendita in modo “equo” insieme ai produttori, tenendo conto dei prezzi di mercato e li ricollocano poi sui mercati occidentali. Le organizzazioni aiutano economicamente i piccoli produttori anche attraverso prefinanziamenti cioè il pagamento anticipato prima dell’acquisto dei beni oppure attraverso la concessione di microcrediti per l’avvio di attività artigianali.

Muhammad Yunus è stato tra i primi a praticare il microcredito, concedendo piccoli prestiti ai contadini del Bangladesh attraverso la sua Grameen Bank (banca del villaggio).

Il commercio equo e solidale può rappresentare una reale possibilità di sviluppo economico per i produttori dei Paesi in via di sviluppo. Attualmente molti beni agricoli, dell’artigianato, minerari vengono acquistati da grosse imprese mul-

Flash Testi sulla Grameen Bank (numereosudilfisulialo foi, ndatore azion restituiti) Cerca inform iti erogati e st re p , ti n ie , cl dipendenti Yunus. ad m am h Mu

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LEzIONE sPECIALE ECONOMIA

confronti del Paese che si visita, sentendosi ospite e cercando di lasciare un contributo concreto alle popolazioni locali. La scelta del turista dovrà, ove possibile, ricadere su strutture ricettive gestite da imprenditori locali evitando il lusso e lo sfarzo degli alberghi delle catene multinazionali e gli organizzatori dovranno individuare e non scegliere strutture che per cause puramente economiche sfruttano il personale. Il comportamento da tenere dovrà essere improntato al rispetto sia dell’ambiente evitando lo spreco di acqua ed evitando di disperdere i rifiuti sia delle abitudini locali cercando di salvaguardare l’identità culturale del Paese ospitante.

gli obietti del commercio equo e solidale Gli obietti del commercio equo e solidale sono numerosi e possono essere sintetizzati in: • migliorare le condizioni di vita dei produttori e favorire l’ingresso diretto dei loro beni sui mercati mondiali evitando la vendita a intermediari grossisti; • favorire la formazione di gruppi di piccoli produttori attraverso la nascita di associazioni o di cooperative; • proteggere e tutelare dallo sfruttamento i soggetti svantaggiati soprattutto i bambini ed evitare che questi ultimi vengano impiegati nei processi produttivi; • promuovere l’informazione dei consumatori e sviluppare in essi un atteggiamento favorevole a nuovi modelli di sviluppo; • tutelare i diritti umani e in particolare quelli dei lavoratori e delle lavoratrici e promuovere la giustizia sociale; • favorire la sostenibilità ambientale attraverso l’utilizzo di materie prime locali e dando priorità alla produzione biologica; • stimolare le istituzioni nazionali e internazionale a fare scelte in ambito economico e ambientale a tutela dei piccoli produttori al fine di cambiare l’attuale sistema commerciale internazionale.

turismo equo e solidale Il commercio equo e solidale è collegato anche al turismo equo e solidale: vediamo che cos’è. Il turismo equo e solidale coinvolge i turisti e anche gli organizzatori dei viaggi: viaggiare in modo equo e solidale vuol dire mettersi nell’atteggiamento di massimo riguardo nei

Flash Tesgtio si svolge la giornata mondiale del commercio a mag Ogni anno ale. equo e solid

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DOMANDE CHIAVE 1. In che modo il commercio equo e solidale può aiutare i Paesi in via di sviluppo? 2. Perché lo slogan del commercio equo e solidale è “trade, not aid”? 3. Quali, secondo te, sono gli obiettivi più significativi del commercio equo e solidale?

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Fairtrade nel mondo Fairtrade è il marchio di garanzia dei prodotti equo e solidali a livello mondiale. Il sistema di certificazione Fairtrade garantisce il pagamento di un prezzo equo e stabile alle organizzazioni di produttori dei Paesi in via di sviluppo (Fairtrade Price) e assicura un margine di guadagno aggiuntivo da investire in progetti di sviluppo a favore delle comunità, come la costruzione di scuole, ospedali, corsi di formazione e borse di studio per i figli dei lavoratori (Fairtrade Premium). Inoltre assicura il rispetto dell’ambiente, della biodiversità e promuove pratiche di agricoltura sostenibile.

1 I 10 principali Stati consumatori (in miloni di euro)

• Svolgi una piccola ricerca per individuare quali sono le catene di supermercati e di discount in Italia che vendono prodotti a marchio Fairtrade.

6 Svezia 348

2

4,8%

Germania 978

13,4%

1 4

Regno Unito 2.193

7

30%

Svizzera 475

Canada 272

6,5%

8

3,7%

Irlanda 251

3

3,4%

15

5 Stati Uniti 916

Italia

Francia

12,5%

442

90

6,1%

9

10

Olanda 223

1,2%

3,1%

Resto del mondo 897

12,3%

Australia Nuova Zelanda 217

3,0%

Fonte: Faitrade Annual Report, 2016.

408


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territorio e Società eCoNoMiA

2 La vendita di prodotti del commercio equo certificati Fairtrade continua a crescere in Italia. I dati relativi al 2017 registrano un valore retail, cioè di vendita al dettaglio, pari a 130 milioni di euro, con un incremento pari a circa il 96% dal 2012.

2016 112.178.500 € 2014 90.225.000 € 2012

2017

66.500.000 €

130.032.000 € 2015 99.703.500 € 2013

• Aiutandoti con Internet, cerca di individuare le caratteristiche del cliente che acquista prodotti equo e solidali.

76.355.000 €

3 Non solo caffè… Generalmente quando si parla di prodotti equo e solidali si pensa subito al caffè o al cioccolato e invece nel 2017 in Italia sono state vendute 13.658 tonnellate di banane certificate (+11% sul 2016), 810 tonnellate di caffè verde (+10%), 1.600 tonnellate di fave di cacao (+100%) e 3.300 di zucchero (+10%).

13.658

10.184

11.022

10.126

5

8.977

4

8.458

5.749

4.375

4.245

3.247

2.749

4.055

7

6

20 1

20 1

20 1

20 1

20 1

0

20 1

9

8

20 0

20 0

7

20 0

6

20 0

5

20 0

20 0

4

81

3

................................................ ................................................ ................................................ ................................................ ................................................

2

banane fave di cacao zucchero di canna caffè verde tè

20 0

Principali Paesi di produzioni

20 0

Prodotto

2.010

• Fai una ricerca in Internet e completa la seguente tabella:

3.929

Le quantità sono espresse in kg, tranne per il succo (in litri).

3

8.448

Banane 13.658.200

2

Fave di cacao 1.655.000

Zucchero di canna 3.385.200

Le banane si confermano come il prodotto più importante all’interno del paniere di quelli certificati Fairtrade in Italia, tanto che da sole fanno più del 50% del volume complessivo. Una crescita costante e continua, a partire dal 2002, anno di “sbarco” di questi prodotti sul mercato italiano, che oggi si attesta oltre le 13mila tonnellate (nel 2002 erano 81!).

20 1

Caffè verde 811.600

Tè 156.200

Succhi di frutta 947.000

20 1

Altra frutta fresca 1.225.670

Riso 284.800

1

Frutta secca ed essiccata 119.970

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sintesi Che cos’è la crescita economica?

Come si misura la crescita economica di un Paese?

Quali sono le differenze tra crescita economica e sviluppo?

Come si misura lo sviluppo economico di un Paese?

Che cos’è il ciclo economico?

410

La crescita economica indica l’aumento quantitativo della produzione, cioè della quantità complessiva di beni e servizi prodotti in un Paese nell’arco di un anno. La crescita economica di un Paese si misura attraverso indicatori quantitativi. I principali sono: – il Prodotto Nazionale Lordo (PNL): misura l’ammontare della produzione nazionale in un anno. Il PNL è dato dal valore complessivo di tutti i beni e servizi finali di uno Stato prodotti dai suoi cittadini in attività svolte sia all’interno del territorio nazionale che all’estero; – il Prodotto Interno Lordo (PIL): esprime l’ammontare della produzione nazionale in un anno ma, a differenza del PNL, prende in considerazione tutti i beni e servizi finali prodotti all’interno del territorio nazionale, sia da parte dei cittadini dello Stato sia da parte di operatori stranieri; – il PIL pro capite: misura la ricchezza media dei cittadini di uno Stato. Si ottiene dividendo il PIL globale per il numero degli abitanti. La crescita economica esprime l’aumento della ricchezza di uno Stato in termini di aumento quantitativo della produzione nazionale, mentre lo sviluppo indica l’aumento del livello di benessere raggiunto mediamente dalla popolazione di uno Stato in termini di miglioramento della qualità della vita. Per individuare il grado di sviluppo di un Paese è necessario utilizzare, oltre agli indicatori quantitativi, anche indicatori qualitativi, capaci cioè di rilevare la qualità della vita della popolazione. I principali sono: – l’Indice di Sviluppo Umano (ISU): prende in considerazione il PIL pro capite, la lunghezza media della vita e il grado medio di istruzione della popolazione; – l’Indice di Povertà Umana (IPU): valuta il livello di povertà di una popolazione utilizzando gli stessi criteri dell’ISU, ma con parametri di misurazione diversi. Lo sviluppo di un sistema economico non ha un andamento uniforme, ma presenta “squilibri” della crescita. Il ciclo economico è rappresentato dall’alternarsi di fasi positive e fasi negative. I singoli cicli economici possono avere diversa intensità e durata, ma generalmente presentano quattro fasi: espansione, crisi, depressione, ripresa.


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CrEsCItA ECONOMICA, svILUPPO E sOttOsvILUPPO

sINtEsI

ECONOMIA

Quali sono i caratteri del sottosviluppo?

I Paesi poveri, anche se differenti tra loro, presentano delle caratteristiche comuni: PIL pro capite molto basso, forte disuguaglianza, prevalenza dell’agricoltura, carenza di infrastrutture, poche industrie, debito estero molto alto, elevato tasso di natalità e di mortalità infantile, instabilità politica.

Che cos’è il circolo vizioso della povertà?

Il circolo vizioso della povertà esprime schematicamente le difficoltà che incontrano i Paesi poveri a uscire dal loro stato di arretratezza e avviare un processo di sviluppo economico. Esso si può riassumere così: basso reddito pro capite ➞ basso livello di risparmio ➞ scarsa accumulazione del capitale ➞ pochi investimenti ➞ bassa produttività del lavoro ➞ basso reddito pro capite.

Quali sono i possibili rimedi al sottosviluppo?

Per interrompere il circolo vizioso della povertà occorre intervenire sia attraverso un sistema di aiuti internazionali diretti a sostenere economicamente i Paesi poveri, sia attraverso la promozione di riforme interne volte a modernizzare le strutture socio-culturali di tali Paesi.

LE PAROLE DELL’ ECONOMIA Arretratezza: indica una condizione Ciclo economico: indica Crescita economica: indica di scarso sviluppo sociale, culturale l’andamento oscillatorio l’incremento della produzione ed economico. dell’attività economica di un Paese, nazionale di beni e servizi nel lungo caratterizzata dall’alternarsi periodo. di periodi di espansione e di contrazione. Francese Croissance économique Francese État arriéré Francese Cycle économique Inglese Economic Growth Inglese Backwardness Inglese Economic Cycle Spagnolo Crecimiento Spagnolo Atraso Spagnolo Ciclo económico economico Tedesco Rückständigkeit Tedesco Wirtschaftszyklus Tedesco Wirtschaftswachstum Sottosviluppo: indica lo scarso sviluppo economico e sociale di un Paese o di un’area geografica in confronto con altri Paesi economicamente più evoluti.

Francese Inglese Spagnolo Tedesco

Sous-développement Underdevelopment Subdesarrollo Unterentwicklung

Sviluppo: indica un processo di crescita economica e sociale di un Paese che dura nel tempo, e che riguarda quindi sia la ricchezza sia la qualità della vita della popolazione. Francese Inglese Spagnolo Tedesco

Développement Development Desarrollo Entwicklung

Tasso di natalità: serve a misurare la frequenza delle nascite in una popolazione in un determinato periodo di tempo.

Francese Inglese Spagnolo Tedesco

Taux de natalité Birth Rate Tasa de natalidad Geburtenrate

411


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UdA 8

Mappe di sintesi SVILUPPO ECONOMICO

indica la crescita economica e sociale di un Paese

CRESCITA ECONOMICA

CRESCITA SOCIALE

incremento della ricchezza nazionale di un Paese

miglioramento della qualità della vita

si misura attraverso

si misura attraverso

INDICATORI QUANTITATIVI

INDICATORI QUALITATIVI

PNL Prodotto Nazionale Lordo

valore dei beni e servizi finali prodotti in un Paese in un anno dai cittadini residenti

PIL Prodotto Interno Lordo

valore dei beni e servizi finali prodotti in un Paese in un anno (da residenti e non residenti)

PIL pro capite

412

reddito medio di ogni cittadino in un anno

ISU Indice di Sviluppo Umano livello medio dello sviluppo di un Paese in base a: • standard economico • sanità e longevità • istruzione

IPU Indice della Povertà Umana considera gli stessi aspetti dell’ISU, differenziando i parametri nei Paesi più poveri e nelle economie industrializzate


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CrEsCItA ECONOMICA, svILUPPO E sOttOsvILUPPO

MAPPE DI sINtEsI ECONOMIA

CICLO ECONOMICO

squilibri nella crescita economica tipici delle economie avanzate, in cui si alternano fasi positive e fasi negative si succedono 4 fasi

ESPANSIONE

CRISI

DEPRESSIONE

RIPRESA

boom economico: crescita della produzione, dell’occupazione e dei consumi

recessione: diminuzione del PIL, dell’occupazione e dei consumi

calo degli investimenti, elevata disoccupazione e forte diminuzione dei consumi

PIL in crescita, aumento dei consumi e dell’occupazione

SOTTOSVILUPPO

arretratezza economica e sociale di Paesi poveri caratterizzato da

basso livello PIL pro capite

disuguaglianze nella distribuzione della ricchezza

carenza di infrastrutture

forte debito con l’estero

prevalenza del settore primario

scarsa produttività del settore secondario

crescita costante dell’occupazione

instabilità politica

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UdA 8

CrEsCItA ECONOMICA, svILUPPO E sOttOsvILUPPO

VERIFICA DI APPRENDIMENTO VERO O FALSO

Easy test COMPLETAMENTO 1. Completa le seguenti frasi utilizzando

i termini sotto elencati. crescita – qualitativi – Povertà – vizioso – quantitativi – Umano – espansione – depressione 1. Si ha ……………………….......……….. economica quando si registra un aumento quantitativo della produzione nazionale di un Paese. 2. Per misurare la crescita economica di un Paese vengono utilizzati indicatori ………… come il PNL, il PIL e il PIL pro capite. 3. Lo sviluppo economico e sociale di un Paese è misurato da indicatori …………………… che prendono in considerazione oltre al PIL pro capite anche l’Indice di Sviluppo ……… e l’Indice di ………………… Umana. 4. La crescita economica di un Paese è caratterizzata dall’alternarsi di fasi positive (ripresa ed ………………………………..) e fasi negative (crisi e ……………………). 5. Il circolo ……………………………. della povertà indica le difficoltà che incontrano alcuni Paesi sottosviluppati a uscire da una spirale di povertà, le cui cause sono concatenate e si autoriproducono.

1. Indica se le seguenti affermazioni sono vere (V) o false (F). 1. Un alto livello di crescita del PIL è un indicatore sufficiente per affermare che un Paese è sviluppato. 2. Il valore del PIL non comprende i beni intermedi. 3. I concetti di crescita economica e sviluppo coincidono perfettamente. 4. L’ISU è un indice di sviluppo di carattere quantitativo. 5. L’aumento incontrollato delle nascite è causa di sottosviluppo. 6. Il tasso di alfabetizzazione è un importante indice di sviluppo. 7. Nei Paesi sottosviluppati le infrastrutture sono molto carenti. 8. I Paesi poveri collocati nel Sud del mondo importano prevalentemente materie prime. 9. Uno dei rimedi al sottosviluppo è rappresentato dalla riduzione/cancellazione del debito estero. 10. Una delle caratteristiche dei Paesi sottosviluppati è la scarsa industrializzazione.

F F

V

F

V

F

V

F

V

F

V

F

V

F

V

F

V

F

DOMANDE A SCELTA MULTIPLA 2. Individua la risposta esatta. 1. Si ha crescita senza sviluppo quando: A non si registrano aumenti del PIL B si registra una crescita economica, ma vi è una forte disuguaglianza economica C la crescita economica è accompagnata da un benessere diffuso D il PIL è in calo 2. Una più equa distribuzione della ricchezza nazionale: A favorisce le classi sociali più ricche e impedisce lo sviluppo B non incide sul benessere della collettività C favorisce un benessere diffuso e quindi lo sviluppo D incrementa le disuguaglianze economiche e sociali 3. Nei Paesi sottosviluppati è predominante il settore economico: A primario B secondario

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V V


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vErIfICA DI APPrENDIMENtO

C D

terziario terziario avanzato

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ECONOMIA

ESCLUSIONI

4. Quali sono i prodotti maggiormente esportati da un Paese sottosviluppato? A Prodotti ad alto valore economico che incorporano tecnologia avanzata B Prodotti a basso valore economico C Prodotti industriali D Beni di produzione

COMPLETAMENTO

5. Individua all’interno di ciascuno dei seguenti gruppi di parole il termine estraneo. 1. Arretratezza, sottosviluppo, settore secondario prevalente, povertà 2. Povertà, PIL pro capite basso, alti investimenti, limitata capacità produttiva 3. Alfabetizzazione, rimedi al sottosviluppo, emigrazione, controllo delle nascite 4. Esportazioni di materie prime, importazione di prodotti finiti, alto PIL pro capite, alto debito con l’estero

3. Completa le seguenti frasi inserendo i termini appropriati. 1. Il PNL rappresenta il valore della ricchezza nazionale prodotta dai …………………………… di uno Stato, anche se esercitano la loro attività all’estero. Nel calcolo del PNL si prendono in considerazione i beni e servizi ……………… …………… e restano esclusi i beni …………………… . 2. L’ISU prende in considerazione, oltre al PIL pro capite, anche il tasso di …………………………… della popolazione e il tasso di …………………………… . 3. Il …………………………… economico indica che la crescita economica non ha un andamento uniforme, ma procede alternando fasi positive (ripresa ed …………...……) e fasi negative (crisi e …………………………). 4. Il circolo vizioso della …………………………… indica le difficoltà che incontrano alcuni Paesi ……………………… a uscire dalla povertà e imboccare la strada dello sviluppo …………………………… .

DOMANDE A RISPOSTA APERTA 6. Rispondi in forma orale o scritta alle seguenti domande. 1. Quali sono gli indicatori maggiormente utilizzati per misurare lo sviluppo economico di un Paese? 2. Che cosa indica l’espressione PIL pro capite e come si ottiene? 3. Qual è la definizione di ciclo economico? Indicane le fasi. 4. Quali sono le caratteristiche comuni del sottosviluppo? 5. Perché il debito estero cresce nei Paesi sottosviluppati? 6. In che cosa consiste il circolo vizioso della povertà?

IMPARO AD IMPARARE 7. Riassumi in poche righe gli argomenti principali trattati in questa Unità, utilizzando le parole chiave suggerite.

CORRISPONDENZE

sviluppo – sottosviluppo – investimenti – aiuti stranieri – debito

4. Abbina ad ogni espressione della colonna di sinistra una espressione della colonna di destra, riportando i numeri negli appositi spazi. 1. Espansione/crisi 2. Sud del mondo 3. ISU 4. 5. 6. 7.

PIL pro capite Nord del mondo Settore primario Equa ripartizione della ricchezza 8. Forte debito estero

indicatore qualitativo indicatore quantitativo attività prevalenti nei Paesi sottosviluppati Paesi ricchi fattore di sviluppo ciclo economico

.......................................................................................... .......................................................................................... .......................................................................................... .......................................................................................... .......................................................................................... ..........................................................................................

DIZIONARIO DI ECONOMIA 8. Ricerca nell’Unità di apprendimento le parole nuove di

Paesi poveri fattore di sottosviluppo

cui non conoscevi il significato e sottolineale in rosso. Poi riportale su un quaderno-rubrica e scrivi il loro significato utilizzando tutto ciò di cui disponi: libro di testo, Internet, vocabolario, spiegazione del docente o altro.

415


Finale Costituzione_NEW_ 416-432_Layout 1 21/02/19 11:02 Pagina 416

COSTiTuziOne della repubbliCa iTaliana IL CAPO PROVVISORIO DELLO STATO Vista la deliberazione dell’Assemblea Costituente, che nella seduta del 22 dicembre 1947 ha approvato la Costituzione della Repubblica italiana; Vista la XVIII disposizione finale della Costituzione;

PROMULGA la Costituzione della Repubblica italiana nel seguente testo:

Principi fondamentali Art. 1

L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione. Art. 2

La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale. Art. 3

Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e la uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese. Art. 4

La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, una attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.

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Art. 5

La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo; adegua i principi ed i metodi della sua legislazione alle esigenze dell’autonomia e del decentramento. Art. 6

La Repubblica tutela con apposite norme le minoranze linguistiche. Art. 7

Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani. I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi. Le modificazioni dei Patti, accettate dalle due parti, non richiedono procedimento di revisione costituzionale. Art. 8

Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge. Le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l’ordinamento giuridico italiano. I loro rapporti con lo Stato sono regolati per legge sulla base di intese con le relative rappresentanze. Art. 9

La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.


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Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. Art. 10

L’ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute. La condizione giuridica dello straniero è regolata dalla legge in conformità delle norme e dei trattati internazionali. Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge. Non è ammessa l’estradizione dello straniero per reati politici.

Art. 14

Il domicilio è inviolabile. Non vi si possono eseguire ispezioni o perquisizioni o sequestri se non nei casi e modi stabiliti dalla legge secondo le garanzie prescritte per la tutela della libertà personale. Gli accertamenti e le ispezioni per motivi di sanità e di incolumità pubblica o a fini economici e fiscali sono regolati da leggi speciali. Art. 15

La libertà e la segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione sono inviolabili. La loro limitazione può avvenire soltanto per atto motivato dell’autorità giudiziaria con le garanzie stabilite dalla legge. Art. 16

Art. 11

L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.

Ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale, salvo le limitazioni che la legge stabilisce in via generale per motivi di sanità o di sicurezza. Nessuna restrizione può essere determinata da ragioni politiche. Ogni cittadino è libero di uscire dal territorio della Repubblica e di rientrarvi, salvo gli obblighi di legge. Art. 17

Art. 12

La bandiera della Repubblica è il tricolore italiano: verde, bianco e rosso, a tre bande verticali di eguali dimensioni.

I cittadini hanno diritto di riunirsi pacificamente e senz’armi. Per le riunioni, anche in luogo aperto al pubblico, non è richiesto preavviso. Delle riunioni in luogo pubblico deve essere dato preavviso alle autorità, che possono vietarle soltanto per comprovati motivi di sicurezza o di incolumità pubblica.

PARTE PRIMA

Diritti e doveri dei cittadini TITOLO

I.

Rapporti civili Art. 13

La libertà personale è inviolabile. Non è ammessa forma alcuna di detenzione, di ispezione o perquisizione personale, né qualsiasi altra restrizione della libertà personale, se non per atto motivato dall’autorità giudiziaria e nei soli casi e modi previsti dalla legge. In casi eccezionali di necessità ed urgenza, indicati tassativamente dalla legge, l’autorità di pubblica sicurezza può adottare provvedimenti provvisori, che devono essere comunicati entro quarantotto ore all’autorità giudiziaria e, se questa non li convalida nelle successive quarantotto ore, si intendono revocati e restano privi di ogni effetto. È punita ogni violenza fisica e morale sulle persone comunque sottoposte a restrizioni di libertà. La legge stabilisce i limiti massimi della carcerazione preventiva.

Art. 18

I cittadini hanno diritto di associarsi liberamente, senza autorizzazione, per fini che non sono vietati ai singoli dalla legge penale. Sono proibite le associazioni segrete e quelle che perseguono, anche indirettamente, scopi politici mediante organizzazioni di carattere militare. Art. 19

Tutti hanno diritto di professare liberamente la propria fede religiosa in qualsiasi forma, individuale o associata, di farne propaganda e di esercitarne in privato o in pubblico il culto, purché non si tratti di riti contrari al buon costume. Art. 20

Il carattere ecclesiastico e il fine di religione o di culto d’una associazione od istituzione non possono essere causa di speciali limitazioni legislative, né di speciali gravami fiscali per la sua costituzione, capacità giuridica e ogni forma di attività. Art. 21

Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.

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La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure. Si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato dell’autorità giudiziaria nel caso di delitti, per i quali la legge sulla stampa espressamente lo autorizzi, o nel caso di violazione delle norme che la legge stessa prescriva per l’indicazione dei responsabili. In tali casi, quando vi sia assoluta urgenza e non sia possibile il tempestivo intervento dell’autorità giudiziaria, il sequestro della stampa periodica può essere eseguito da ufficiali di polizia giudiziaria, che devono immediatamente, e non mai oltre ventiquattro ore, fare denunzia all’autorità giudiziaria. Se questa non lo convalida nelle ventiquattro ore successive, il sequestro si intende revocato e privo d’ogni effetto. La legge può stabilire, con norme di carattere generale, che siano resi noti i mezzi di finanziamento della stampa periodica. Sono vietate le pubblicazioni a stampa, gli spettacoli e tutte le altre manifestazioni contrarie al buon costume. La legge stabilisce provvedimenti adeguati a prevenire e a reprimere le violazioni. Art. 22

Nessuno può essere privato, per motivi politici, della capacità giuridica, della cittadinanza, del nome. Art. 23

Nessuna prestazione personale o patrimoniale può essere imposta se non in base alla legge. Art. 24

Tutti possono agire in giudizio per la tutela dei propri diritti e interessi legittimi. La difesa è diritto inviolabile in ogni stato e grado del procedimento. Sono assicurati ai non abbienti, con appositi istituti, i mezzi per agire e difendersi davanti ad ogni giurisdizione. La legge determina le condizioni e i modi per la riparazione degli errori giudiziari. Art. 25

Nessuno può essere distolto dal giudice naturale precostituito per legge. Nessuno può essere punito se non in forza di una legge che sia entrata in vigore prima del fatto commesso. Nessuno può essere sottoposto a misure di sicurezza se non nei casi previsti dalla legge. Art. 26

L’estradizione del cittadino può essere consentita soltanto ove sia espressamente prevista dalle convenzioni internazionali. Non può in alcun caso essere ammessa per reati politici. Art. 27

La responsabilità penale è personale. L’imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva.

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Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato. Non è ammessa la pena di morte. Art. 28

I funzionari e i dipendenti dello Stato e degli enti pubblici sono direttamente responsabili, secondo le leggi penali, civili e amministrative, degli atti compiuti in violazione di diritti. In tali casi la responsabilità civile si estende allo Stato e agli enti pubblici.

TITOLO

II.

Rapporti etico-sociali Art. 29

La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio. Il matrimonio è ordinato sull’eguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dell’unità familiare. Art. 30

È dovere e diritto dei genitori, mantenere, istruire ed educare i figli, anche se nati fuori del matrimonio. Nei casi di incapacità dei genitori, la legge provvede a che siano assolti i loro compiti. La legge assicura ai figli nati fuori dal matrimonio ogni tutela giuridica e sociale, compatibile con i diritti dei membri della famiglia legittima. La legge detta le norme e i limiti per la ricerca della paternità. Art. 31

La Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia e l’adempimento dei compiti relativi, con particolare riguardo alle famiglie numerose. Protegge la maternità e l’infanzia e la gioventù, favorendo gli istituti necessari a tale scopo. Art. 32

La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana. Art. 33

L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento. La Repubblica detta le norme generali sull’istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi.


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Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato. La legge, nel fissare i diritti e gli obblighi delle scuole non statali che chiedono la parità, deve assicurare ad esse piena libertà e ai loro alunni un trattamento scolastico equipollente a quello degli alunni di scuole statali. È prescritto un esame di Stato per la ammissione ai vari ordini e gradi di scuole o per la conclusione di essi e per l’abilitazione all’esercizio professionale. Le istituzioni di alta cultura, università ed accademie, hanno il diritto di darsi ordinamenti autonomi nei limiti stabiliti dalle leggi dello Stato. Art. 34

La scuola è aperta a tutti. L’istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita. I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso.

TITOLO

III.

Rapporti economici Art. 35

La Repubblica tutela il lavoro in tutte le sue forme ed applicazioni. Cura la formazione e l’elevazione professionale dei lavoratori. Promuove e favorisce gli accordi e le organizzazioni internazionali intesi ad affermare e regolare i diritti del lavoro. Riconosce la libertà di emigrazione, salvo gli obblighi stabiliti dalla legge nell’interesse generale, e tutela il lavoro italiano all’estero. Art. 36

Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa. La durata massima della giornata lavorativa è stabilita dalla legge. Il lavoratore ha diritto al riposo settimanale e a ferie annuali retribuite, e non può rinunziarvi. Art. 37

La donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore. Le condizioni di lavoro devono consentire l’adempimento della sua essenziale funzione familiare e assicurare alla madre e al bambino una speciale e adeguata protezione.

La legge stabilisce il limite minimo di età per il lavoro salariato. La Repubblica tutela il lavoro dei minori con speciali norme e garantisce ad essi, a parità di lavoro, il diritto alla parità di retribuzione. Art. 38

Ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per vivere ha diritto al mantenimento e all’assistenza sociale. I lavoratori hanno diritto che siano preveduti ed assicurati mezzi adeguati alle loro esigenze di vita in caso di infortunio, malattia, invalidità e vecchiaia, disoccupazione involontaria. Gli inabili ed i minorati hanno diritto all’educazione e all’avviamento professionale. Ai compiti previsti in questo articolo provvedono organi ed istituti predisposti o integrati dallo Stato. L’assistenza privata è libera. Art. 39

L’organizzazione sindacale è libera. Ai sindacati non può essere imposto altro obbligo se non la loro registrazione presso uffici locali o centrali, secondo le norme di legge. È condizione per la registrazione che gli statuti dei sindacati sanciscano un ordinamento interno a base democratica. I sindacati registrati hanno personalità giuridica. Possono, rappresentati unitariamente in proporzione dei loro iscritti, stipulare contratti collettivi di lavoro con efficacia obbligatoria per tutti gli appartenenti alle categorie alle quali il contratto si riferisce. Art. 40

Il diritto di sciopero si esercita nell’ambito delle leggi che lo regolano. Art. 41

L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali. Art. 42

La proprietà è pubblica o privata. I beni economici appartengono allo Stato, ad enti o a privati. La proprietà privata è riconosciuta e garantita dalla legge, che ne determina i modi di acquisto, di godimento e i limiti allo scopo di assicurarne la funzione sociale e di renderla accessibile a tutti. La proprietà privata può essere, nei casi preveduti dalla legge, e salvo indennizzo, espropriata per motivi d’interesse generale. La legge stabilisce le norme ed i limiti della successione legittima e testamentaria e i diritti dello Stato sulle eredità.

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Art. 43

A fini di utilità generale la legge può riservare originariamente o trasferire, mediante espropriazione e salvo indennizzo, allo Stato, ad enti pubblici o a comunità di lavoratori o di utenti, determinate imprese o categorie di imprese, che si riferiscano a servizi pubblici essenziali o a fonti di energia o a situazioni di monopolio ed abbiano carattere di preminente interesse generale.

La legge stabilisce requisiti e modalità per l’esercizio del diritto di voto dei cittadini residenti all’estero e ne assicura l’effettività. A tale fine è istituita una circoscrizione Estero per l’elezione delle Camere, alla quale sono assegnati seggi nel numero stabilito da norma costituzionale e secondo criteri determinati dalla legge. Il diritto di voto non può essere limitato se non per incapacità civile o per effetto di sentenza penale irrevocabile o nei casi di indegnità morale indicati dalla legge.

Art. 44

Al fine di conseguire il razionale sfruttamento del suolo e di stabilire equi rapporti sociali, la legge impone obblighi e vincoli alla proprietà terriera privata, fissa limiti alla sua estensione secondo le regioni e le zone agrarie, promuove ed impone la bonifica delle terre, la trasformazione del latifondo e la ricostituzione delle unità produttive; aiuta la piccola e la media proprietà. La legge dispone provvedimenti a favore delle zone montane.

Art. 49

Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale. Art. 50

Tutti i cittadini possono rivolgere petizioni alle Camere per chiedere provvedimenti legislativi o esporre comuni necessità.

Art. 45

La Repubblica riconosce la funzione sociale della cooperazione a carattere di mutualità e senza fini di speculazione privata. La legge ne promuove e favorisce l’incremento con i mezzi più idonei e ne assicura, con gli opportuni controlli, il carattere e le finalità. La legge provvede alla tutela e allo sviluppo dell’artigianato. Art. 46

Ai fini della elevazione economica e sociale del lavoro e in armonia con le esigenze della produzione, la Repubblica riconosce il diritto dei lavoratori a collaborare, nei modi e nei limiti stabiliti dalle leggi, alla gestione delle aziende. Art. 47

Art. 51

Tutti i cittadini dell’uno o dell’altro sesso possono accedere agli uffici pubblici e alle cariche elettive in condizioni di eguaglianza, secondo i requisiti stabiliti dalla legge. A tale fine la Repubblica promuove con appositi provvedimenti le pari opportunità tra donne e uomini. La legge può, per l’ammissione ai pubblici uffici e alle cariche elettive, parificare ai cittadini gli italiani non appartenenti alla Repubblica. Chi è chiamato a funzioni pubbliche elettive ha diritto di disporre del tempo necessario al loro adempimento e di conservare il suo posto di lavoro. Art. 52

La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme; disciplina, coordina e controlla l’esercizio del credito. Favorisce l’accesso del risparmio popolare alla proprietà dell’abitazione, alla proprietà diretta coltivatrice e al diretto e indiretto investimento azionario nei grandi complessi produttivi del Paese.

La difesa della Patria è sacro dovere del cittadino. Il servizio militare è obbligatorio nei limiti e modi stabiliti dalla legge. Il suo adempimento non pregiudica la posizione di lavoro del cittadino, né l’esercizio dei diritti politici. L’ordinamento delle Forze armate si informa allo spirito democratico della Repubblica. Art. 53

TITOLO

IV.

Rapporti politici Art. 48

Sono elettori tutti i cittadini, uomini e donne, che hanno raggiunto la maggiore età. Il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico.

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Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività. Art. 54

Tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservarne la Costituzione e le leggi. I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle, con disciplina ed onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge.


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costituzione DellA rePubblicA itAliAnA PARTE SECONDA

ordinamento della repubblica TITOLO

I.

Il Parlamento Sezione I. Le Camere Art. 55

Il Parlamento si compone della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica. Il Parlamento si riunisce in seduta comune dei membri delle due Camere nei soli casi stabiliti dalla Costituzione. Art. 56

La Camera dei deputati è eletta a suffragio universale e diretto. Il numero dei deputati è di seicentotrenta, dodici dei quali eletti nella circoscrizione Estero. Sono eleggibili a deputati tutti gli elettori che nel giorno delle elezioni hanno compiuto i venticinque anni di età. La ripartizione dei seggi tra le circoscrizioni, fatto salvo il numero dei seggi assegnati alla circoscrizione Estero, si effettua dividendo il numero degli abitanti della Repubblica, quale risulta dall’ultimo censimento generale della popolazione, per seicentodiciotto e distribuendo i seggi in proporzione alla popolazione di ogni circoscrizione, sulla base dei quozienti interi e dei più alti resti. Art. 57

Il Senato della Repubblica è eletto a base regionale, salvi i seggi assegnati alla circoscrizione Estero. Il numero dei senatori elettivi è di trecentoquindici, sei dei quali eletti nella circoscrizione Estero. Nessuna Regione può avere un numero di senatori inferiore a sette; il Molise ne ha due, la Valle d’Aosta uno. La ripartizione dei seggi tra le Regioni, fatto salvo il numero dei seggi assegnati alla circoscrizione Estero, previa applicazione delle disposizioni del precedente comma, si effettua in proporzione alla popolazione delle Regioni, quale risulta dall’ultimo censimento generale, sulla base dei quozienti interi e dei più alti resti. Art. 58

I senatori sono eletti a suffragio universale e diretto dagli elettori che hanno superato il venticinquesimo anno di età. Sono eleggibili a senatori gli elettori che hanno compiuto il quarantesimo anno. Art. 59

È senatore di diritto e a vita, salvo rinunzia, chi è stato Presidente della Repubblica.

Il Presidente della Repubblica può nominare senatori a vita cinque cittadini che hanno illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario. Art. 60

La Camera dei deputati e il Senato della Repubblica sono eletti per cinque anni. La durata di ciascuna Camera non può essere prorogata se non per legge e soltanto in caso di guerra. Art. 61

Le elezioni delle nuove Camere hanno luogo entro settanta giorni dalla fine delle precedenti. La prima riunione ha luogo non oltre il ventesimo giorno dalle elezioni. Finché non siano riunite le nuove Camere sono prorogati i poteri delle precedenti. Art. 62

Le Camere si riuniscono di diritto il primo giorno non festivo di febbraio e di ottobre. Ciascuna Camera può essere convocata in via straordinaria per iniziativa del suo Presidente o del Presidente della Repubblica o di un terzo dei suoi componenti. Quando si riunisce in via straordinaria una Camera, è convocata di diritto anche l’altra. Art. 63

Ciascuna Camera elegge fra i suoi componenti il Presidente e l’Ufficio di presidenza. Quando il Parlamento si riunisce in seduta comune, il Presidente e l’Ufficio di presidenza sono quelli della Camera dei deputati. Art. 64

Ciascuna Camera adotta il proprio regolamento a maggioranza assoluta dei suoi componenti. Le sedute sono pubbliche: tuttavia ciascuna delle due Camere e il Parlamento a Camere riunite possono deliberare di adunarsi in seduta segreta. Le deliberazioni di ciascuna Camera e del Parlamento non sono valide se non è presente la maggioranza dei loro componenti, e se non sono adottate a maggioranza dei presenti, salvo che la Costituzione prescriva una maggioranza speciale. I membri del Governo, anche se non fanno parte delle Camere, hanno diritto, e se richiesti obbligo, di assistere alle sedute. Devono essere sentiti ogni volta che lo richiedono. Art. 65

La legge determina i casi di ineleggibilità e di incompatibilità con l’ufficio di deputato o di senatore. Nessuno può appartenere contemporaneamente alle due Camere.

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Art. 66

Ciascuna Camera giudica dei titoli di ammissione dei suoi componenti e delle cause sopraggiunte di ineleggibilità e di incompatibilità. Art. 67

Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato. Art. 68

I membri del Parlamento non possono essere chiamati a rispondere delle opinioni espresse e dei voti dati nell’esercizio delle loro funzioni. Senza autorizzazione della Camera alla quale appartiene, nessun membro del Parlamento può essere sottoposto a perquisizione personale o domiciliare, né può essere arrestato o altrimenti privato della libertà personale, o mantenuto in detenzione, salvo che in esecuzione di una sentenza irrevocabile di condanna, ovvero se sia colto nell’atto di commettere un delitto per il quale è previsto l’arresto obbligatorio in flagranza. Analoga autorizzazione è richiesta per sottoporre i membri del Parlamento ad intercettazioni, in qualsiasi forma, di conversazioni o comunicazioni e a sequestro di corrispondenza. Art. 69

I membri del Parlamento ricevono una indennità stabilita dalla legge.

Sezione II. La formazione delle leggi Art. 70

La funzione legislativa è esercitata collettivamente dalle due Camere. Art. 71

L’iniziativa delle leggi appartiene al Governo, a ciascun membro delle Camere ed agli organi ed enti ai quali sia conferita da legge costituzionale. Il popolo esercita l’iniziativa delle leggi, mediante la proposta, da parte di almeno cinquantamila elettori, di un progetto redatto in articoli. Art. 72

Ogni disegno di legge, presentato ad una Camera è, secondo le norme del suo regolamento, esaminato da una commissione e poi dalla Camera stessa, che l’approva articolo per articolo e con votazione finale. Il regolamento stabilisce procedimenti abbreviati per i disegni di legge dei quali è dichiarata l’urgenza.

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Può altresì stabilire in quali casi e forme l’esame e l’approvazione dei disegni di legge sono deferiti a commissioni, anche permanenti, composte in modo da rispecchiare la proporzione dei gruppi parlamentari. Anche in tali casi, fino al momento della sua approvazione definitiva, il disegno di legge è rimesso alla Camera, se il Governo o un decimo dei componenti della Camera o un quinto della commissione richiedono che sia discusso e votato dalla Camera stessa oppure che sia sottoposto alla sua approvazione finale con sole dichiarazioni di voto. Il regolamento determina le forme di pubblicità dei lavori delle commissioni. La procedura normale di esame e di approvazione diretta da parte della Camera è sempre adottata per i disegni di legge in materia costituzionale ed elettorale e per quelli di delegazione legislativa, di autorizzazione a ratificare trattati internazionali, di approvazione di bilanci e consuntivi. Art. 73

Le leggi sono promulgate dal Presidente della Repubblica entro un mese dall’approvazione. Se le Camere, ciascuna a maggioranza assoluta dei propri componenti, ne dichiarano l’urgenza, la legge è promulgata nel termine da essa stabilito. Le leggi sono pubblicate subito dopo la promulgazione ed entrano in vigore il quindicesimo giorno successivo alla loro pubblicazione, salvo che le leggi stesse stabiliscano un termine diverso. Art. 74

Il Presidente della Repubblica, prima di promulgare la legge, può con messaggio motivato alle Camere chiedere una nuova deliberazione. Se le Camere approvano nuovamente la legge, questa deve essere promulgata. Art. 75

È indetto referendum popolare per deliberare l’abrogazione, totale o parziale, di una legge o di un atto avente valore di legge, quando lo richiedono cinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali. Non è ammesso il referendum per le leggi tributarie e di bilancio, di amnistia e di indulto, di autorizzazione a ratificare trattati internazionali. Hanno diritto di partecipare al referendum tutti i cittadini chiamati ad eleggere la Camera dei deputati. La proposta soggetta a referendum è approvata se ha partecipato alla votazione la maggioranza degli aventi diritto, e se è raggiunta la maggioranza dei voti validamente espressi. La legge determina le modalità di attuazione del referendum. Art. 76

L’esercizio della funzione legislativa non può essere delegato al Governo se non con determinazione di principi e criteri direttivi e soltanto per tempo limitato e per oggetti definiti.


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costituzione DellA rePubblicA itAliAnA Art. 77

Il Governo non può, senza delegazione delle Camere, emanare decreti che abbiano valore di legge ordinaria. Quando, in casi straordinari di necessità e d’urgenza, il Governo adotta, sotto la sua responsabilità, provvedimenti provvisori con forza di legge, deve il giorno stesso presentarli per la conversione alle Camere che, anche se sciolte, sono appositamente convocate e si riuniscono entro cinque giorni. I decreti perdono efficacia sin dall’inizio, se non sono convertiti in legge entro sessanta giorni dalla loro pubblicazione. Le Camere possono tuttavia regolare con legge i rapporti giuridici sorti sulla base dei decreti non convertiti.

za assoluta dei componenti di ciascuna Camera, nel rispetto dei princìpi definiti con legge costituzionale. Art. 82

Ciascuna Camera può disporre inchieste su materie di pubblico interesse. A tale scopo nomina fra i propri componenti una commissione formata in modo da rispecchiare la proporzione dei vari gruppi. La commissione di inchiesta procede alle indagini e agli esami con gli stessi poteri e le stesse limitazioni della autorità giudiziaria.

Art. 78

TITOLO

Le Camere deliberano lo stato di guerra e conferiscono al Governo i poteri necessari. Art. 79

L’amnistia e l’indulto sono concessi con legge deliberata a maggioranza dei due terzi dei componenti di ciascuna Camera, in ogni suo articolo e nella votazione finale. La legge che concede l’amnistia o l’indulto stabilisce il termine per la loro applicazione. In ogni caso l’amnistia e l’indulto non possono applicarsi ai reati commessi successivamente alla presentazione del disegno di legge. Art. 80

Le Camere autorizzano con legge la ratifica dei trattati internazionali che sono di natura politica, o prevedono arbitrati o regolamenti giudiziari, o importano variazioni del territorio od oneri alle finanze o modificazioni di leggi. Art. 81

Lo Stato assicura l’equilibrio tra le entrate e le spese del proprio bilancio, tenendo conto delle fasi avverse e delle fasi favorevoli del ciclo economico. Il ricorso all’indebitamento è consentito solo al fine di considerare gli effetti del ciclo economico e, previa autorizzazione delle Camere adottata a maggioranza assoluta dei rispettivi componenti, al verificarsi di eventi eccezionali. Ogni legge che importi nuovi o maggiori oneri provvede ai mezzi per farvi fronte. Le Camere ogni anno approvano con legge il bilancio e il rendiconto consuntivo presentati dal Governo. L’esercizio provvisorio del bilancio non può essere concesso se non per legge e per periodi non superiori complessivamente a quattro mesi. Il contenuto della legge di bilancio, le norme fondamentali e i criteri volti ad assicurare l’equilibrio tra le entrate e le spese dei bilanci e la sostenibilità del debito del complesso delle pubbliche amministrazioni sono stabiliti con legge approvata a maggioran-

II.

Il Presidente della Repubblica Art. 83

Il Presidente della Repubblica è eletto dal Parlamento in seduta comune dei suoi membri. All’elezione partecipano tre delegati per ogni Regione eletti dal Consiglio regionale in modo che sia assicurata la rappresentanza delle minoranze. La Valle d’Aosta ha un solo delegato. L’elezione del Presidente della Repubblica ha luogo per scrutinio segreto a maggioranza di due terzi della assemblea. Dopo il terzo scrutinio è sufficiente la maggioranza assoluta. Art. 84

Può essere eletto Presidente della Repubblica ogni cittadino che abbia compiuto cinquanta anni di età e goda dei diritti civili e politici. L’ufficio di Presidente della Repubblica è incompatibile con qualsiasi altra carica. L’assegno e la dotazione del Presidente sono determinati per legge. Art. 85

Il Presidente della Repubblica è eletto per sette anni. Trenta giorni prima che scada il termine, il Presidente della Camera dei deputati convoca in seduta comune il Parlamento e i delegati regionali, per eleggere il nuovo Presidente della Repubblica. Se le Camere sono sciolte, o manca meno di tre mesi alla loro cessazione, la elezione ha luogo entro quindici giorni dalla riunione delle Camere nuove. Nel frattempo sono prorogati i poteri del Presidente in carica. Art. 86

Le funzioni del Presidente della Repubblica, in ogni caso che egli non possa adempierle, sono esercitate dal Presidente del Senato. In caso di impedimento permanente o di morte o di dimissioni del Presidente della Repubblica, il Presidente della Camera dei

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deputati indice la elezione del nuovo Presidente della Repubblica entro quindici giorni, salvo il maggior termine previsto se le Camere sono sciolte o manca meno di tre mesi alla loro cessazione. Art. 87

Il Presidente della Repubblica è il Capo dello Stato e rappresenta l’unità nazionale. Può inviare messaggi alle Camere. Indice le elezioni delle nuove Camere e ne fissa la prima riunione. Autorizza la presentazione alle Camere dei disegni di legge di iniziativa del Governo. Promulga le leggi ed emana i decreti aventi valore di legge e i regolamenti. Indice il referendum popolare nei casi previsti dalla Costituzione. Nomina, nei casi indicati dalla legge, i funzionari dello Stato. Accredita e riceve i rappresentanti diplomatici, ratifica i trattati internazionali, previa, quando occorra, l’autorizzazione delle Camere. Ha il comando delle Forze armate, presiede il Consiglio supremo di difesa costituito secondo la legge, dichiara lo stato di guerra deliberato dalle Camere. Presiede il Consiglio superiore della magistratura. Può concedere grazia e commutare le pene. Conferisce le onorificenze della Repubblica. Art. 88

Il Presidente della Repubblica può, sentiti i loro Presidenti, sciogliere le Camere o anche una sola di esse. Non può esercitare tale facoltà negli ultimi sei mesi del suo mandato, salvo che essi coincidano in tutto o in parte con gli ultimi sei mesi della legislatura. Art. 89

Nessun atto del Presidente della Repubblica è valido se non è controfirmato dai ministri proponenti, che ne assumono la responsabilità. Gli atti che hanno valore legislativo e gli altri indicati dalla legge sono controfirmati anche dal Presidente del Consiglio dei ministri. Art. 90

Il Presidente della Repubblica non è responsabile degli atti compiuti nell’esercizio delle sue funzioni, tranne che per alto tradimento o per attentato alla Costituzione. In tali casi è messo in stato di accusa dal Parlamento in seduta comune, a maggioranza assoluta dei suoi membri. Art. 91

Il Presidente della Repubblica, prima di assumere le sue funzioni, presta giuramento di fedeltà alla Repubblica e di osservanza della Costituzione dinanzi al Parlamento in seduta comune.

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TITOLO

III.

Il Governo Sezione I. Il Consiglio dei Ministri Art. 92

Il Governo della Repubblica è composto del Presidente del Consiglio e dei ministri, che costituiscono insieme il Consiglio dei ministri. Il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio dei ministri e, su proposta di questo, i ministri. Art. 93

Il Presidente del Consiglio dei ministri e i ministri, prima di assumere le funzioni, prestano giuramento nelle mani del Presidente della Repubblica. Art. 94

Il Governo deve avere la fiducia delle due Camere. Ciascuna Camera accorda o revoca la fiducia mediante mozione motivata e votata per appello nominale. Entro dieci giorni dalla sua formazione il Governo si presenta alle Camere per ottenerne la fiducia. Il voto contrario di una o di entrambe le Camere su una proposta del Governo non importa obbligo di dimissioni. La mozione di sfiducia deve essere firmata da almeno un decimo dei componenti della Camera e non può essere messa in discussione prima di tre giorni dalla sua presentazione. Art. 95

Il Presidente del Consiglio dei ministri dirige la politica generale del Governo e ne è responsabile. Mantiene l’unità di indirizzo politico ed amministrativo, promovendo e coordinando l’attività dei ministri. I ministri sono responsabili collegialmente degli atti del Consiglio dei ministri, e individualmente degli atti dei loro dicasteri. La legge provvede all’ordinamento della Presidenza del Consiglio e determina il numero, le attribuzioni e l’organizzazione dei ministeri. Art. 96

Il Presidente del Consiglio dei ministri ed i ministri, anche se cessati dalla carica, sono sottoposti, per i reati commessi nell’esercizio delle loro funzioni, alla giurisdizione ordinaria, previa autorizzazione del Senato della Repubblica o della Camera dei deputati, secondo le norme stabilite con legge costituzionale. Sezione II. La Pubblica Amministrazione Art. 97

I pubblici uffici sono organizzati secondo disposizioni di legge, in modo che siano assicurati il buon andamento e la imparzialità dell’amministrazione.


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Nell’ordinamento degli uffici sono determinate le sfere di competenza, le attribuzioni e le responsabilità proprie dei funzionari. Agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni si accede mediante concorso, salvo i casi stabiliti dalla legge. Art. 98

I pubblici impiegati sono al servizio esclusivo della Nazione. Se sono membri del Parlamento, non possono conseguire promozioni se non per anzianità. Si possono con legge stabilire limitazioni al diritto d’iscriversi ai partiti politici per i magistrati, i militari di carriera in servizio attivo, i funzionari ed agenti di polizia, i rappresentanti diplomatici e consolari all’estero.

Sezione III. Gli organi ausiliari Art. 99

Il Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro è composto, nei modi stabiliti dalla legge, di esperti e di rappresentanti delle categorie produttive, in misura che tenga conto della loro importanza numerica e qualitativa. È organo di consulenza delle Camere e del Governo per le materie e secondo le funzioni che gli sono attribuite dalla legge. Ha l’iniziativa legislativa e può contribuire alla elaborazione della legislazione economica e sociale secondo i principi ed entro i limiti stabiliti dalla legge. Art. 100

Il Consiglio di Stato è organo di consulenza giuridico-amministrativa e di tutela della giustizia nell’amministrazione. La Corte dei conti esercita il controllo preventivo di legittimità sugli atti del Governo, e anche quello successivo sulla gestione del bilancio dello Stato. Partecipa, nei casi e nelle forme stabilite dalla legge, al controllo sulla gestione finanziaria degli enti a cui lo Stato contribuisce in via ordinaria. Riferisce direttamente alle Camere sul risultato del riscontro eseguito. La legge assicura l’indipendenza dei due istituti e dei loro componenti di fronte al Governo.

TITOLO

IV.

La Magistratura Sezione I. Ordinamento giurisdizionale Art. 101

La giustizia è amministrata in nome del popolo. I giudici sono soggetti soltanto alla legge.

Art. 102

La funzione giurisdizionale è esercitata da magistrati ordinari istituiti e regolati dalle norme sull’ordinamento giudiziario. Non possono essere istituiti giudici straordinari o giudici speciali. Possono soltanto istituirsi presso gli organi giudiziari ordinari sezioni specializzate per determinate materie, anche con la partecipazione di cittadini idonei estranei alla magistratura. La legge regola i casi e le forme della partecipazione diretta del popolo all’amministrazione della giustizia. Art. 103

Il Consiglio di Stato e gli altri organi di giustizia amministrativa hanno giurisdizione per la tutela nei confronti della pubblica amministrazione degli interessi legittimi e, in particolari materie indicate dalla legge, anche dei diritti soggettivi. La Corte dei conti ha giurisdizione nelle materie di contabilità pubblica e nelle altre specificate dalla legge. I tribunali militari in tempo di guerra hanno la giurisdizione stabilita dalla legge. In tempo di pace hanno giurisdizione soltanto per i reati militari commessi da appartenenti alle Forze armate. Art. 104

La magistratura costituisce un ordine autonomo e indipendente da ogni altro potere. Il Consiglio superiore della magistratura è presieduto dal Presidente della Repubblica. Ne fanno parte di diritto il primo presidente e il procuratore generale della Corte di cassazione. Gli altri componenti sono eletti per due terzi da tutti i magistrati ordinari tra gli appartenenti alle varie categorie, e per un terzo dal Parlamento in seduta comune tra professori ordinari di università in materie giuridiche ed avvocati dopo quindici anni di esercizio. Il Consiglio elegge un vicepresidente fra i componenti designati dal Parlamento. I membri elettivi del Consiglio durano in carica quattro anni e non sono immediatamente rieleggibili. Non possono, finché sono in carica, essere iscritti, negli albi professionali, né far parte del Parlamento o di un Consiglio regionale. Art. 105

Spettano al Consiglio superiore della magistratura, secondo le norme dell’ordinamento giudiziario, le assunzioni, le assegnazioni ed i trasferimenti, le promozioni e i provvedimenti disciplinari nei riguardi dei magistrati. Art. 106

Le nomine dei magistrati hanno luogo per concorso. La legge sull’ordinamento giudiziario può ammettere la nomina, anche elettiva, di magistrati onorari per tutte le funzioni attribuite a giudici singoli. Su designazione del Consiglio superiore della magistratura possono essere chiamati all’ufficio di consiglieri di cassazione, per

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meriti insigni, professori ordinari di università in materie giuridiche e avvocati che abbiano quindici anni di esercizio e siano iscritti negli albi speciali per le giurisdizioni superiori. Art. 107

I magistrati sono inamovibili. Non possono essere dispensati o sospesi dal servizio né destinati ad altre sedi o funzioni se non in seguito a decisione del Consiglio superiore della magistratura, adottata o per i motivi e con le garanzie di difesa stabilite dall’ordinamento giudiziario o con il loro consenso. Il Ministro della giustizia ha facoltà di promuovere l’azione disciplinare. I magistrati si distinguono fra loro soltanto per diversità di funzioni. Il pubblico ministero gode delle garanzie stabilite nei suoi riguardi dalle norme sull’ordinamento giudiziario. Art. 108

Le norme sull’ordinamento giudiziario e su ogni magistratura sono stabilite con legge. La legge assicura l’indipendenza dei giudici delle giurisdizioni speciali, del pubblico ministero presso di esse, e degli estranei che partecipano all’amministrazione della giustizia. Art. 109

L’autorità giudiziaria dispone direttamente della polizia giudiziaria. Art. 110

Ferme le competenze del Consiglio superiore della magistratura, spettano al Ministro della giustizia l’organizzazione e il funzionamento dei servizi relativi alla giustizia.

Il processo penale è regolato dal principio del contraddittorio nella formazione della prova. La colpevolezza dell’imputato non può essere provata sulla base di dichiarazioni rese da chi, per libera scelta, si è sempre volontariamente sottratto all’interrogatorio da parte dell’imputato o del suo difensore. La legge regola i casi in cui la formazione della prova non ha luogo in contraddittorio per consenso dell’imputato o per accertata impossibilità di natura oggettiva o per effetto di provata condotta illecita. Tutti i provvedimenti giurisdizionali devono essere motivati. Contro le sentenze e contro i provvedimenti sulla libertà personale, pronunciati dagli organi giurisdizionali ordinari o speciali, è sempre ammesso ricorso in cassazione per violazione di legge. Si può derogare a tale norma soltanto per le sentenze dei tribunali militari in tempo di guerra. Contro le decisioni del Consiglio di Stato e della Corte dei conti il ricorso in cassazione è ammesso per i soli motivi inerenti alla giurisdizione. Art. 112

Il pubblico ministero ha l’obbligo di esercitare l’azione penale. Art. 113

Contro gli atti della pubblica amministrazione è sempre ammessa la tutela giurisdizionale dei diritti e degli interessi legittimi dinanzi agli organi di giurisdizione ordinaria o amministrativa. Tale tutela giurisdizionale non può essere esclusa o limitata a particolari mezzi di impugnazione o per determinate categorie di atti. La legge determina quali organi di giurisdizione possono annullare gli atti della pubblica amministrazione nei casi e con gli effetti previsti dalla legge stessa.

Sezione II. Norme sulla giurisdizione Art. 111

La giurisdizione si attua mediante il giusto processo regolato dalla legge. Ogni processo si svolge nel contraddittorio tra le parti, in condizioni di parità, davanti a giudice terzo e imparziale. La legge ne assicura la ragionevole durata. Nel processo penale, la legge assicura che la persona accusata di un reato sia, nel più breve tempo possibile, informata riservatamente della natura e dei motivi dell’accusa elevata a suo carico; disponga del tempo e delle condizioni necessari per preparare la sua difesa; abbia la facoltà, davanti al giudice, di interrogare o di far interrogare le persone che rendono dichiarazioni a suo carico, di ottenere la convocazione e l’interrogatorio di persone a sua difesa nelle stesse condizioni dell’accusa e l’acquisizione di ogni altro mezzo di prova a suo favore; sia assistita da un interprete se non comprende o non parla la lingua impiegata nel processo.

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TITOLO

V.

Le Regioni, le Province, i Comuni Art. 114

La Repubblica è costituita dai Comuni, dalle Province, dalle Città metropolitane, dalle Regioni e dallo Stato. I Comuni, le Province, le Città metropolitane e le Regioni sono enti autonomi con propri statuti, poteri e funzioni secondo i principi fissati dalla Costituzione. Roma è la capitale della Repubblica. La legge dello Stato disciplina il suo ordinamento. Art. 115

(Abrogato) Art. 116

Il Friuli Venezia Giulia, la Sardegna, la Sicilia, il Trentino-Alto Adige/Südtirol e la Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste dispongono di


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forme e condizioni particolari di autonomia, secondo i rispettivi statuti speciali adottati con legge costituzionale. La Regione Trentino-Alto Adige/Südtirol è costituita dalle Province autonome di Trento e di Bolzano. Ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, concernenti le materie di cui al terzo comma dell’articolo 117 e le materie indicate dal secondo comma del medesimo articolo alle lettere l), limitatamente all’organizzazione della giustizia di pace, n) e s), possono essere attribuite ad altre Regioni, con legge dello Stato, su iniziativa della Regione interessata, sentiti gli enti locali, nel rispetto dei principi di cui all’articolo 119. La legge è approvata dalle Camere a maggioranza assoluta dei componenti, sulla base di intesa fra lo Stato e la Regione interessata. Art. 117

La potestà legislativa è esercitata dallo Stato e dalle Regioni nel rispetto della Costituzione, nonché dei vincoli derivanti dall’ordinamento comunitario e dagli obblighi internazionali. Lo Stato ha legislazione esclusiva nelle seguenti materie: a) politica estera e rapporti internazionali dello Stato; rapporti dello Stato con l’Unione europea; diritto di asilo e condizione giuridica dei cittadini di Stati non appartenenti all’Unione europea; b) immigrazione; c) rapporti tra la Repubblica e le confessioni religiose; d) difesa e Forze armate; sicurezza dello Stato; armi, munizioni ed esplosivi; e) moneta, tutela del risparmio e mercati finanziari; tutela della concorrenza; sistema valutario; sistema tributario e contabile dello Stato; armonizzazione dei bilanci pubblici; perequazione delle risorse finanziarie; f) organi dello Stato e relative leggi elettorali; referendum statali; elezione del Parlamento europeo; g) ordinamento e organizzazione amministrativa dello Stato e degli enti pubblici nazionali; h) ordine pubblico e sicurezza, ad esclusione della polizia amministrativa locale; i) cittadinanza, stato civile e anagrafi; l) giurisdizione e norme processuali; ordinamento civile e penale; giustizia amministrativa; m) determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale; n) norme generali sull’istruzione; o) previdenza sociale; p) legislazione elettorale, organi di governo e funzioni fondamentali di Comuni, Province e Città metropolitane; q) dogane, protezione dei confini nazionali e profilassi internazionale;

r) pesi, misure e determinazione del tempo; coordinamento informativo statistico e informatico dei dati dell’amministrazione statale, regionale e locale; opere dell’ingegno; s) tutela dell’ambiente, dell’ecosistema e dei beni culturali. Sono materie di legislazione concorrente quelle relative a: rapporti internazionali e con l’Unione europea delle Regioni; commercio con l’estero; tutela e sicurezza del lavoro; istruzione, salva l’autonomia delle istituzioni scolastiche e con esclusione della istruzione e della formazione professionale; professioni; ricerca scientifica e tecnologica e sostegno all’innovazione per i settori produttivi; tutela della salute; alimentazione; ordinamento sportivo; protezione civile; governo del territorio; porti e aeroporti civili; grandi reti di trasporto e di navigazione; ordinamento della comunicazione; produzione, trasporto e distribuzione nazionale dell’energia; previdenza complementare e integrativa; coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario; valorizzazione dei beni culturali e ambientali e promozione e organizzazione di attività culturali; casse di risparmio, casse rurali, aziende di credito a carattere regionale; enti di credito fondiario e agrario a carattere regionale. Nelle materie di legislazione concorrente spetta alle Regioni la potestà legislativa, salvo che per la determinazione dei principi fondamentali, riservata alla legislazione dello Stato. Spetta alle Regioni la potestà legislativa in riferimento ad ogni materia non espressamente riservata alla legislazione dello Stato. Le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano, nelle materie di loro competenza, partecipano alle decisioni dirette alla formazione degli atti normativi comunitari e provvedono all’attuazione e all’esecuzione degli accordi internazionali e degli atti dell’Unione europea, nel rispetto delle norme di procedura stabilite da legge dello Stato, che disciplina le modalità di esercizio del potere sostitutivo in caso di inadempienza. La potestà regolamentare spetta allo Stato nelle materie di legislazione esclusiva, salva delega alle Regioni. La potestà regolamentare spetta alle Regioni in ogni altra materia. I Comuni, le Province e le Città metropolitane hanno potestà regolamentare in ordine alla disciplina dell’organizzazione e dello svolgimento delle funzioni loro attribuite. Le leggi regionali rimuovono ogni ostacolo che impedisce la piena parità degli uomini e delle donne nella vita sociale, culturale ed economica e promuovono la parità di accesso tra donne e uomini alle cariche elettive. La legge regionale ratifica le intese della Regione con altre Regioni per il migliore esercizio delle proprie funzioni, anche con individuazione di organi comuni. Nelle materie di sua competenza la Regione può concludere accordi con Stati e intese con enti territoriali interni ad altro Stato, nei casi e con le forme disciplinati da leggi dello Stato.

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Art. 118

Le funzioni amministrative sono attribuite ai Comuni salvo che, per assicurarne l’esercizio unitario, siano conferite a Province, Città metropolitane, Regioni e Stato, sulla base dei principi di sussidiarietà, differenziazione ed adeguatezza. I Comuni, le Province e le Città metropolitane sono titolari di funzioni amministrative proprie e di quelle conferite con legge statale o regionale, secondo le rispettive competenze. La legge statale disciplina forme di coordinamento fra Stato e Regioni nelle materie di cui alle lettere b) e h) del secondo comma dell’articolo 117, e disciplina inoltre forme di intesa e coordinamento nella materia della tutela dei beni culturali. Stato, Regioni, Città metropolitane, Province e Comuni favoriscono l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà. Art. 119

I Comuni, le Province, le Città metropolitane e le Regioni hanno autonomia finanziaria di entrata e di spesa, nel rispetto dell’equilibrio dei relativi bilanci, e concorrono ad assicurare l’osservanza dei vincoli economici e finanziari derivanti dall’ordinamento dell’Unione europea. I Comuni, le Province, le Città metropolitane e le Regioni hanno risorse autonome. Stabiliscono e applicano tributi ed entrate propri, in armonia con la Costituzione e secondo i principi di coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario. Dispongono di compartecipazioni al gettito di tributi erariali riferibile al loro territorio. La legge dello Stato istituisce un fondo perequativo, senza vincoli di destinazione, per i territori con minore capacità fiscale per abitante. Le risorse derivanti dalle fonti di cui ai commi precedenti consentono ai Comuni, alle Province, alle Città metropolitane e alle Regioni di finanziare integralmente le funzioni pubbliche loro attribuite. Per promuovere lo sviluppo economico, la coesione e la solidarietà sociale, per rimuovere gli squilibri economici e sociali, per favorire l’effettivo esercizio dei diritti della persona, o per provvedere a scopi diversi dal normale esercizio delle loro funzioni, lo Stato destina risorse aggiuntive ed effettua interventi speciali in favore di determinati Comuni, Province, Città metropolitane e Regioni. I Comuni, le Province, le Città metropolitane e le Regioni hanno un proprio patrimonio, attribuito secondo i princìpi generali determinati dalla legge dello Stato. Possono ricorrere all’indebitamento solo per finanziare spese di investimento, con la contestuale definizione di piani di ammortamento e a condizione che per il complesso degli enti di ciascuna Regione sia rispettato l’equilibrio di bilancio. È esclusa ogni garanzia dello Stato sui prestiti dagli stessi contratti.

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Art. 120

La Regione non può istituire dazi di importazione o esportazione o transito tra le Regioni, né adottare provvedimenti che ostacolino in qualsiasi modo la libera circolazione delle persone e delle cose tra le Regioni, né limitare l’esercizio del diritto al lavoro in qualunque parte del territorio nazionale. Il Governo può sostituirsi a organi delle Regioni, delle Città metropolitane, delle Province e dei Comuni nel caso di mancato rispetto di norme e trattati internazionali o della normativa comunitaria oppure di pericolo grave per l’incolumità e la sicurezza pubblica, ovvero quando lo richiedono la tutela dell’unità giuridica o dell’unità economica e in particolare la tutela dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali, prescindendo dai confini territoriali dei governi locali. La legge definisce le procedure atte a garantire che i poteri sostitutivi siano esercitati nel rispetto del principio di sussidiarietà e del principio di leale collaborazione. Art. 121

Sono organi della Regione: il Consiglio regionale, la Giunta e il suo Presidente. Il Consiglio regionale esercita le potestà legislative attribuite alla Regione e le altre funzioni conferitegli dalla Costituzione e dalle leggi. Può fare proposte di legge alle Camere. La Giunta regionale è l’organo esecutivo delle Regioni. Il Presidente della Giunta rappresenta la Regione; dirige la politica della Giunta e ne è responsabile; promulga le leggi ed emana i regolamenti regionali; dirige le funzioni amministrative delegate dallo Stato alla Regione, conformandosi alle istruzioni del Governo della Repubblica. Art. 122

Il sistema di elezione e i casi di ineleggibilità e di incompatibilità del Presidente e degli altri componenti della Giunta regionale nonché dei consiglieri regionali sono disciplinati con legge della Regione nei limiti dei principi fondamentali stabiliti con legge della Repubblica, che stabilisce anche la durata degli organi elettivi. Nessuno può appartenere contemporaneamente a un Consiglio o a una Giunta regionale e ad una delle Camere del Parlamento, ad un altro Consiglio o ad altra Giunta regionale, ovvero al Parlamento europeo. Il Consiglio elegge tra i suoi componenti un Presidente e un ufficio di presidenza. I consiglieri regionali non possono essere chiamati a rispondere delle opinioni espresse e dei voti dati nell’esercizio delle loro funzioni. Il Presidente della Giunta regionale, salvo che lo statuto regionale disponga diversamente, è eletto a suffragio universale e diretto. Il Presidente eletto nomina e revoca i componenti della Giunta.


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costituzione DellA rePubblicA itAliAnA Art. 123

Ciascuna Regione ha uno statuto che, in armonia con la Costituzione, ne determina la forma di governo e i principi fondamentali di organizzazione e funzionamento. Lo statuto regola l’esercizio del diritto di iniziativa e del referendum su leggi e provvedimenti amministrativi della Regione e la pubblicazione delle leggi e dei regolamenti regionali. Lo statuto è approvato e modificato dal Consiglio regionale con legge approvata a maggioranza assoluta dei suoi componenti, con due deliberazioni successive adottate ad intervallo non minore di due mesi. Per tale legge non è richiesta l’apposizione del visto da parte del Commissario del Governo. Il Governo della Repubblica può promuovere la questione di legittimità costituzionale sugli statuti regionali dinanzi alla Corte costituzionale entro trenta giorni dalla loro pubblicazione. Lo statuto è sottoposto a referendum popolare qualora entro tre mesi dalla sua pubblicazione ne faccia richiesta un cinquantesimo degli elettori della Regione o un quinto dei componenti il Consiglio regionale. Lo statuto sottoposto a referendum non è promulgato se non è approvato dalla maggioranza dei voti validi. In ogni Regione, lo statuto disciplina il Consiglio delle autonomie locali, quale organo di consultazione fra la Regione e gli enti locali. Art. 124

(Abrogato) Art. 125

Nella Regione sono istituiti organi di giustizia amministrativa di primo grado, secondo l’ordinamento stabilito da legge della Repubblica. Possono istituirsi sezioni con sede diversa dal capoluogo della Regione. Art. 126

Con decreto motivato del Presidente della Repubblica sono disposti lo scioglimento del Consiglio regionale e la rimozione del Presidente della Giunta che abbiano compiuto atti contrari alla Costituzione o gravi violazioni di legge. Lo scioglimento e la rimozione possono altresì essere disposti per ragioni di sicurezza nazionale. Il decreto è adottato sentita una Commissione di deputati e senatori costituita, per le questioni regionali, nei modi stabiliti con legge della Repubblica. Il Consiglio regionale può esprimere la sfiducia nei confronti del Presidente della Giunta mediante mozione motivata, sottoscritta da almeno un quinto dei suoi componenti e approvata per appello nominale a maggioranza assoluta dei componenti. La mozione non può essere messa in discussione prima di tre giorni dalla presentazione. L’approvazione della mozione di sfiducia nei confronti del Presidente della Giunta eletto a suffragio universale e diretto, nonché la rimozione, l’impedimento permanente, la morte o le dimissioni volontarie dello stesso comportano le dimissioni della Giunta e lo

scioglimento del Consiglio. In ogni caso i medesimi effetti conseguono alle dimissioni contestuali della maggioranza dei componenti il Consiglio. Art. 127

Il Governo, quando ritenga che una legge regionale ecceda la competenza della Regione, può promuovere la questione di legittimità costituzionale dinanzi alla Corte costituzionale entro sessanta giorni dalla sua pubblicazione. La Regione, quando ritenga che una legge o un atto avente valore di legge dello Stato o di un’altra Regione leda la sua sfera di competenza, può promuovere la questione di legittimità costituzionale dinanzi alla Corte costituzionale entro sessanta giorni dalla pubblicazione della legge o dell’atto avente valore di legge. Art. 128

(Abrogato) Art. 129

(Abrogato) Art. 130

(Abrogato) Art. 131

Sono costituite le seguenti Regioni: Piemonte; Valle d’Aosta; Lombardia; Trentino-Alto Adige; Veneto; Friuli-Venezia Giulia; Liguria; Emilia-Romagna; Toscana; Umbria; Marche; Lazio; Abruzzi; Molise; Campania; Puglia; Basilicata; Calabria; Sicilia; Sardegna. Art. 132

Si può, con legge costituzionale, sentiti i Consigli regionali, disporre la fusione di Regioni esistenti o la creazione di nuove Regioni con un minimo di un milione di abitanti, quando ne facciano richiesta tanti Consigli comunali che rappresentino almeno un terzo delle popolazioni interessate, e la proposta sia approvata con referendum dalla maggioranza delle popolazioni stesse. Si può, con l’approvazione della maggioranza delle popolazioni della Provincia o delle Province interessate e del Comune o dei Comuni interessati espressa mediante referendum e con legge della Repubblica, sentiti i Consigli regionali, consentire che Province e Comuni, che ne facciano richiesta, siano staccati da una Regione e aggregati ad un’altra. Art. 133

Il mutamento delle circoscrizioni provinciali e la istituzione di nuove Province nell’ambito di una Regione sono stabiliti con leggi della Repubblica, su iniziativa dei Comuni, sentita la stessa Regione. La Regione, sentite le popolazioni interessate, può con sue leggi istituire nel proprio territorio nuovi Comuni e modificare le loro circoscrizioni e denominazioni.

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TITOLO

VI.

Garanzie costituzionali Sezione I. La Corte costituzionale Art. 134

La Corte costituzionale giudica: sulle controversie relative alla legittimità costituzionale delle leggi e degli atti, aventi forza di legge, dello Stato e delle Regioni; sui conflitti di attribuzione tra i poteri dello Stato e su quelli tra lo Stato e le Regioni, e tra le Regioni; sulle accuse promosse contro il Presidente della Repubblica, a norma della Costituzione. Art. 135

La Corte costituzionale è composta di quindici giudici nominati per un terzo dal Presidente della Repubblica, per un terzo dal Parlamento in seduta comune e per un terzo dalle supreme magistrature ordinaria ed amministrative. I giudici della Corte costituzionale sono scelti fra i magistrati anche a riposo delle giurisdizioni superiori ordinaria ed amministrative, i professori ordinari di università in materie giuridiche e gli avvocati dopo venti anni di esercizio. I giudici della Corte costituzionale sono nominati per nove anni, decorrenti per ciascuno di essi dal giorno del giuramento, e non possono essere nuovamente nominati. Alla scadenza del termine il giudice costituzionale cessa dalla carica e dall’esercizio delle funzioni. La Corte elegge tra i suoi componenti, secondo le norme stabilite dalla legge, il Presidente, che rimane in carica per un triennio, ed è rieleggibile, fermi in ogni caso i termini di scadenza dall’ ufficio di giudice. L’ufficio di giudice della Corte è incompatibile con quello di membro del Parlamento, di un Consiglio regionale, con l’esercizio della professione di avvocato e con ogni carica ed ufficio indicati dalla legge. Nei giudizi d’accusa contro il Presidente della Repubblica intervengono, oltre i giudici ordinari della Corte, sedici membri tratti a sorte da un elenco di cittadini aventi i requisiti per l’eleggibilità a senatore, che il Parlamento compila ogni nove anni mediante elezione con le stesse modalità stabilite per la nomina dei giudici ordinari. Art. 136

Quando la Corte dichiara l’illegittimità costituzionale di una norma di legge o di un atto avente forza di legge, la norma cessa di avere efficacia dal giorno successivo alla pubblicazione della decisione. La decisione della Corte è pubblicata e comunicata alle Camere ed ai Consigli regionali interessati, affinché, ove lo ritengano necessario, provvedano nelle forme costituzionali.

Con legge ordinaria sono stabilite le altre norme necessarie per la costituzione e il funzionamento della Corte. Contro le decisioni della Corte costituzionale non è ammessa alcuna impugnazione. Sezione II. Revisione della Costituzione. Leggi costituzionali Art. 138

Le leggi di revisione della Costituzione e le altre leggi costituzionali sono adottate da ciascuna Camera con due successive deliberazioni ad intervallo non minore di tre mesi, e sono approvate a maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna Camera nella seconda votazione. Le leggi stesse sono sottoposte a referendum popolare quando, entro tre mesi dalla loro pubblicazione, ne facciano domanda un quinto dei membri di una Camera o cinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali. La legge sottoposta a referendum non è promulgata se non è approvata dalla maggioranza dei voti validi. Non si fa luogo a referendum se la legge è stata approvata nella seconda votazione da ciascuna delle Camere a maggioranza di due terzi dei suoi componenti. Art. 139

La forma repubblicana non può essere oggetto di revisione costituzionale.

Disposizioni transitorie e finali I Con l’entrata in vigore della Costituzione il Capo provvisorio dello Stato esercita le attribuzioni di Presidente della Repubblica e ne assume il titolo. II Se alla data della elezione del Presidente della Repubblica non sono costituiti tutti i Consigli regionali, partecipano alla elezione soltanto i componenti delle due Camere. III Per la prima composizione del Senato della Repubblica sono nominati senatori, con decreto del Presidente della Repubblica, i deputati dell’Assemblea Costituente che posseggono i requisiti di legge per essere senatori e che:

Art. 137

Una legge costituzionale stabilisce le condizioni, le forme, i termini di proponibilità dei giudizi di legittimità costituzionale, e le garanzie d’indipendenza dei giudici della Corte.

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– sono stati presidenti del Consiglio dei ministri o di Assemblee legislative; – hanno fatto parte del disciolto Senato;


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costituzione DellA rePubblicA itAliAnA

– hanno avuto almeno tre elezioni compresa quella all’Assemblea Costituente; – sono stati dichiarati decaduti nella seduta della Camera dei deputati del 9 novembre 1926; – hanno scontato la pena della reclusione non inferiore a cinque anni in seguito a condanna del tribunale speciale fascista per la difesa dello Stato. Sono nominati altresì senatori, con decreto del Presidente della Repubblica, i membri del disciolto Senato che hanno fatto parte della Consulta Nazionale. Al diritto di essere nominati senatori si può rinunciare prima della firma del decreto di nomina. L’accettazione della candidatura alle elezioni politiche implica rinuncia al diritto di nomina a senatore. IV Per la prima elezione del Senato il Molise è considerato come Regione a sé stante, con il numero dei senatori che gli compete in base alla sua popolazione. V La disposizione dell’articolo 80 della Costituzione, per quanto concerne i trattati internazionali che importano oneri alle finanze o modificazioni di legge, ha effetto dalla data di convocazione delle Camere. VI Entro cinque anni dall’entrata in vigore della Costituzione si procede alla revisione degli organi speciali di giurisdizione attualmente esistenti, salvo le giurisdizioni del Consiglio di Stato, della Corte dei conti e dei Tribunali militari. Entro un anno dalla stessa data si provvede con legge al riordinamento del Tribunale supremo militare in relazione all’articolo 111. VII Fino a quando non sia emanata la nuova legge sull’ordinamento giudiziario in conformità con la Costituzione, continuano ad osservarsi le norme dell’ordinamento vigente. Fino a quando non entri in funzione la Corte costituzionale, la decisione delle controversie indicate nell’articolo 134 ha luogo nelle forme e nei limiti delle norme preesistenti all’entrata in vigore della Costituzione. VIII Le elezioni dei Consigli regionali e degli organi elettivi delle amministrazioni provinciali sono indette entro un anno dall’entrata in vigore della Costituzione. Leggi della Repubblica regolano per ogni ramo della pubblica amministrazione il passaggio delle funzioni statali attribuite alle Regioni. Fino a quando non sia provveduto al riordinamento e al-

la distribuzione delle funzioni amministrative fra gli enti locali, restano alle Provincie ed ai Comuni le funzioni che esercitano attualmente e le altre di cui le Regioni deleghino loro l’esercizio. Leggi della Repubblica regolano il passaggio alle Regioni di funzionari e dipendenti dello Stato, anche delle amministrazioni centrali, che sia reso necessario dal nuovo ordinamento. Per la formazione dei loro uffici le Regioni devono, tranne che in casi di necessità, trarre il proprio personale da quello dello Stato e degli enti locali. IX La Repubblica, entro tre anni dall’entrata in vigore della Costituzione, adegua le sue leggi alle esigenze delle autonomie locali e alla competenza legislativa attribuita alle Regioni. X Alla Regione del Friuli-Venezia Giulia, di cui all’articolo 116, si applicano provvisoriamente le norme generali del Titolo V della parte seconda, ferma restando la tutela delle minoranze linguistiche in conformità con l’articolo 6. XI Fino a cinque anni dall’entrata in vigore della Costituzione si possono, con leggi costituzionali, formare altre Regioni, a modificazione dell’elenco di cui all’articolo 131, anche senza il concorso delle condizioni richieste dal primo comma dell’articolo 132, fermo rimanendo tuttavia l’obbligo di sentire le popolazioni interessate. XII È vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista. In deroga all’articolo 48, sono stabilite con legge, per non oltre un quinquennio dalla entrata in vigore della Costituzione, limitazioni temporanee al diritto di voto e alla eleggibilità per i capi responsabili del regime fascista. XIII I membri e i discendenti di Casa Savoia non sono elettori e non possono ricoprire uffici pubblici né cariche elettive. Agli ex re di Casa Savoia, alle loro consorti e ai loro discendenti maschi sono vietati l’ingresso e il soggiorno nel territorio nazionale. I beni, esistenti nel territorio nazionale, degli ex re di Casa Savoia, delle loro consorti e dei loro discendenti maschi, sono avocati allo Stato. I trasferimenti e le costituzioni di diritti reali sui beni stessi, che siano avvenuti dopo il 2 giugno 1946, sono nulli. XIV I titoli nobiliari non sono riconosciuti. I predicati di quelli esistenti prima del 28 ottobre 1922 valgono come parte del nome.

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L’Ordine mauriziano è conservato come ente ospedaliero e funziona nei modi stabiliti dalla legge. La legge regola la soppressione della Consulta araldica. XV Con l’entrata in vigore della Costituzione si ha per convertito in legge il decreto legislativo luogotenziale 25 giugno 1944, n. 151, sull’ordinamento provvisorio dello Stato. XVI Entro un anno dalla entrata in vigore della Costituzione si procede alla revisione e al coordinamento con essa delle precedenti leggi costituzionali che non siano state finora esplicitamente o implicitamente abrogate. XVII L’Assemblea Costituente sarà convocata dal suo Presidente per deliberare, entro il 31 gennaio 1948, sulla legge per la elezione del Senato della Repubblica, sugli statuti regionali speciali e sulla legge per la stampa. Fino al giorno delle elezioni delle nuove Camere, l’Assemblea Costituente può essere convocata, quando vi sia necessità di deliberare nelle materie attribuite alla sua competenza dagli artico-

li 2, primo e secondo comma, e 3, comma primo e secondo, del decreto legislativo 16 marzo 1946, n. 98. In tale periodo le Commissioni permanenti restano in funzione. Quelle legislative rinviano al Governo i disegni di legge, ad esse trasmessi, con eventuali osservazioni e proposte di emendamenti. I deputati possono presentare al Governo interrogazioni con richiesta di risposta scritta. L’Assemblea Costituente, agli effetti di cui al secondo comma del presente articolo, è convocata dal suo Presidente su richiesta motivata del Governo o di almeno duecento deputati. XVIII La presente Costituzione è promulgata dal Capo provvisorio dello Stato entro cinque giorni dalla sua approvazione da parte dell’Assemblea Costituente, ed entra in vigore il 1° gennaio 1948. Il testo della Costituzione è depositato nella sala comunale di ciascun Comune della Repubblica per rimanervi esposto, durante tutto l’anno 1948, affinché ogni cittadino possa prenderne cognizione. La Costituzione, munita del sigillo dello Stato, sarà inserita nella Raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti della Repubblica. La Costituzione dovrà essere fedelmente osservata come legge fondamentale della Repubblica da tutti i cittadini e dagli organi dello Stato.

Data a Roma, addì 27 dicembre 1947 ENRICO DE NICOLA Controfirmano Il Presidente dell’Assemblea Costituente UMBERTO TERRACINI Il Presidente del Consiglio dei ministri ALCIDE DE GASPERI Visto, il Guardasigilli GIUSEPPE GRASSI

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