Carlo Urbani

Page 1

Ilenia Severini

4

Storie per crescere Storie per crescere

Ilenia Severini

Il libro racconta la storia di Carlo Urbani, un medico che sogna in grande. Nato in un paesino delle colline marchigiane, inizia ad adoperarsi fin da piccolo per gli altri. Da grande prende decisioni importanti: si impegna in Africa e in Asia, entra nella squadra di Medici senza Frontiere, ritira il premio Nobel per la Pace e... molto di più. Man mano che si entra nella sua vita se ne coglie la profondità: Carlo ti prende per mano e ti accompagna attraverso un’esperienza forte da cui trarre il più grande degli insegnamenti: essere eroe ogni giorno, avere un sogno e lottare per realizzarlo! Il libro è un viaggio nella vita di un uomo straordinario, forte e coraggioso, capace di prendere decisioni importanti e che addirittura salverà il mondo dalla SARS, la terribile malattia che lui stesso scopre.

ILENIA SEVERINI CARLO URBANI - UNA VITA PER GLI ALTRI

Carlo Urbani Una vita per gli altri

Carlo Urbani Una vita per gli altri

ISBN 978-88-468-3889-6

Per tutti i titoli della collana vai al sito: www.alberodeilibri.com cover Carlo Urbani.indd 1

7,00

12/02/19 12:10


Ilenia Severini

Carlo Urbani Una vita per gli altri

Carlo Urbani.indd 3

12/02/19 12:11


indice

cap.1 • L’infanzia e la famiglia cap.2 • A modo mio cap.3 • Il mondo là fuori cap.4 • Oltre ogni frontiera cap.5 • Il sogno cap.6 • Il Dottor Carlo Urbani cap.7 • Una famiglia in missione cap.8 • Volare come le rondini cap.9 • Dolce Vietnam cap.10 • Scatti sul mondo cap.11 • Carlo: il mio babbo cap.12 • La SARS cap.13 • Carlo, il suo messaggio

Dossier fotografico

Carlo Urbani.indd 4

p. p. p. p. p. p. p. p. p. p. p. p. p. p.

5 13 19 24 32 39 47 53 59 64 69 80 90 94

12/02/19 12:11


Capitolo 1

L’infanzia e la famiglia Vorrei che mi parlassi della nostra terra, chi meglio di te può parlarmi del Conero, della vallata del nostro fiume, delle nostre colline, del Monte di Serra? Nel verde delle colline marchigiane, a cavallo tra il blu del mare e il verde dei monti, c’è un piccolo paese di 3.549 abitanti: Castelplanio. Proprio lì, nella parte più alta del paese, comincia questa storia. I borghi marchigiani sorgono quasi tutti in cima alle colline, hanno una piazza principale, un campanile, una torre o un castello. Sono fatti di vicoli stretti, di stradine di ciottoli e di casette a mattoncini.

5 Carlo Urbani.indd 5

12/02/19 12:11


Capitolo 1

Regnano silenzio e ordine. A volte, a colorare i vicoli ci sono gerani e ortensie in vasi consumati dal tempo. In una di queste case, con una vista stupenda verso la Vallesina fino al mare Adriatico, da mamma Maria e babbo Alberto, il 19 ottobre 1956, nasce Carlo Urbani. Mamma Maria si chiama per intero Maria Concetta Scaglione ed è arrivata dalla Sicilia a Castelplanio nel 1950, per insegnare matematica. Ha conosciuto Alberto, un bel giovane marchigiano, capitano di lungo corso, rientrato a Castelplanio dopo la guerra, per stare vicino alla mamma e alla sorella, rimaste entrambe vedove. La sorella ha due bambini. Maria e Alberto si sposano nel 1953 e il loro primo figlio è Carlo. A festeggiare il nuovo nato c’è un’incisione del famoso Maestro Bruno da Osimo, amico di famiglia: un veliero che coraggiosamente solca i mari a vele spiegate e sulla cui vela principale è scritto: Buona crociera pei sereni mari della vita. Un bellissimo augurio per un neonato e quasi un presagio del cammino della vita che Carlo percorrerà! Da quei primi vagiti, al frequentare la scuola,

6 Carlo Urbani.indd 6

12/02/19 12:11


L’infanzia e la famiglia

che allora si chiamava elementare, gli anni corrono veloci. Nel frattempo, a lui si sono aggiunti i fratellini Paolo e Cristiana. Carlo è un bambino sveglio, curioso, interessato alla vita e agli altri. Al suo primo giorno di scuola si presenta da solo. Gli altri bambini sono accompagnati dai genitori, lui no! Questo lo fa sentire grande e forte. Frequenta la scuola con impegno e partecipazione. È curioso e creativo. Tra i dieci e gli undici anni, scrive poesie già piene di riflessioni e di amore per la sua terra. Appena ne scrive una chiama nonna Angela, la nonna paterna con cui vive: «Nonna nonna, vieni in terrazzo!!!» «Eccomi! Quanto entusiasmo! Aspetta, non correre! Anzi, vai che ti raggiungo!» Salgono insieme le scale ripide che portano al terrazzo dell’ultimo piano della casa. Carlo va di corsa, arriva in un baleno e deve attendere la nonna che sale piano piano. Intanto ne approfitta per perdersi nel panorama. Da lassù la vista si allarga ancora di più, le colline sembrano onde del mare ordinate, curate,

7 Carlo Urbani.indd 7

12/02/19 12:11


Capitolo 1

tutte in fila. Un paesaggio tranquillo e rilassante. Carlo ha il fiatone, respira profondamente. Tre lunghi respiri. Che bella quella sensazione indescrivibile di sentirsi i polmoni riempire di aria fresca! La sente sul viso, gli risveglia i sensi, gli ricorda che ci sono tantissime cose da fare, da scoprire, da condividere.

Carlo Urbani.indd 8

12/02/19 12:11


L’infanzia e la famiglia

Una rondine gli vola bassa sul capo, plana un attimo, appena un attimo, sufficiente per incrociare gli occhi di Carlo, poi si alza in volo e si perde sopra la campagna. Il bambino la segue con lo sguardo. Quanto sarebbe bello poter volare come lei! Planare sorretto dai venti, arrivare in alto nel cielo azzurro, rimanere sospeso, fermare quasi il tempo, planare ancora un istante e poi tornare sulla terra.

Carlo Urbani.indd 9

12/02/19 12:11


Capitolo 1

«Eccomi Carlo, sono arrivata, dimmi». Carlo, orgoglioso del suo componimento, si mette in piedi, fiero e dritto, e declama alla nonna la sua ultima poesia: «Io sono un bel bambino nato in un paesino che si trova in una collina che domina l’intera Vallesina. La Vallesina ricca di paesi Maiolati, Moie, Jesi città natale di Federico e G.Battista Pergolesi. Valle ricca di monti e colline di fattorie e allevamenti, di galline ci son le vigne di Angelini maiali, mucche e pulcini. Valle solcata dal fiume Esino fiume bello anche se piccolino su questa valle ho fatto una poesia e spero che piaccia a chi che sia». Gli piace declamare le sue poesie proprio alla nonna. A lei, maestra in pensione, che quando era piccolo gli leggeva le fiabe.

10 Carlo Urbani.indd 10

12/02/19 12:11


L’infanzia e la famiglia

Nonna Angela, vedova da tanto tempo, ascolta con amore infinito le parole che con entusiasmo Carletto recita per lei. C’è complicità tra i due. Spesso Carlo si diverte a farle scherzi e finiscono per riderne entrambi. Nelle sere d’inverno il vecchio letto della nonna è anche il luogo ideale dove rifugiarsi e accoccolarsi accanto a lei, nella convinzione che il tempo non cambierà le cose. Sono pomeriggi bellissimi, pieni di tenerezza quelli che i due, nonna e nipote, trascorrono sul terrazzo di famiglia. Chiacchierano, leggono, giocano a carte… e la nonna bara per farlo vincere, e poter regalare qualche soldino al nipote. Dalla primavera in poi sono le rondini a fare compagnia ai due. Fanno il nido sotto un tetto vicino. Depongono le uova, le covano, nutrono i pulcini. Se ne vanno, ma ogni anno tornano fedeli nel luogo dove sono nate. Ali e radici. Le radici sono il nido dove sono nate e cresciute; le ali sono quelle che le portano lontane, verso nuovi orizzonti da scoprire, in alto nel cielo fino a toccare l’infinito. Quanto piacciono a Carletto!

11 Carlo Urbani.indd 11

12/02/19 12:11


Capitolo 1

Le osserva, le ascolta. Tutto quel cinguettio già all’alba, tutto quell’andirivieni senza sosta fino al tramonto. Come sono vive! Libere! Non una libertà egoista che ti impedisce di aiutare gli altri, di amare, di avere un progetto di vita, infatti trovano un compagno e costruiscono il nido, poi si prendono cura dei nuovi nati. La loro è una libertà vera, autentica.

Carlo Urbani.indd 12

12/02/19 12:11


Capitolo 2

A modo mio Sono cresciuto inseguendo il miraggio di incarnare i sogni. Alle Medie, così si chiamava la Scuola secondaria di primo grado, ha addirittura, come insegnante, proprio sua madre… quanti scontri con quel figlio che vuole sempre giustizia per tutti! Mi sembra di vederlo mentre torna a casa da scuola protestando perché, a suo dire, il suo compito in classe era migliore di quello del compagno di banco, ma la mamma con lui è stata più severa: gli ha assegnato un voto in meno! «Com’è andata oggi a scuola?» chiede babbo Alberto ai figli seduti intorno al tavolo da pranzo.

13 Carlo Urbani.indd 13

12/02/19 12:11


Capitolo 2

«Bene» rispondono tutti. Carlo aggiunge: «Sai, ho confrontato il compito in classe con quello del mio compagno di banco…» poi si interrompe perché si diverte a creare suspense. «Indovina? Ha fatto più errori di me e mamma gli ha dato un voto più alto». Prosegue con tono tra il rassegnato e l’ironico: «Lo dicono anche i miei compagni che sono penalizzato». Ebbene sì, non si sfugge alla mamma-prof! Non hai scuse né a casa, né a scuola… A scuola chiama la sua mamma “Signora”, ma con tono divertito, ed è sempre pronto a stare dalla parte dei compagni. Quando la mamma diventa Preside della scuola, per un periodo le chiede con insistenza: «Quando vai in Provveditorato, mamma?» Vuole sapere quando sarà il giorno in cui la Preside sarà lontana dalla scuola per un po’ di tempo e loro potranno avere campo libero, soprattutto con quel professore di Educazione Artistica che aveva promesso alla classe, quasi sussurrando: «Un giorno che la Preside non c’è, vi faccio vedere un salto mortale lungo il corridoio della scuola!» Quella volta tutti scoppiarono a ridere e iniziarono ad aspettare l’acrobazia promessa, mentre

14 Carlo Urbani.indd 14

12/02/19 12:11


A modo mio

Carlo cercava di scoprire, attraverso le domande alla mamma, quando potrebbe essere l’esibizione del professore. Carlo, capelli scuri e occhi neri vispi, si capisce subito che è un ragazzino pieno di entusiasmo per la vita, ha tanti amici e condivide con loro le sue esperienze e a volte anche la sua merenda. La famiglia è la sua prima maestra di vita. Lì impara il rispetto per gli altri. Impara a guardarsi intorno e ad accorgersi delle difficoltà di chi gli sta vicino. Ma non solo: impara a decidere, a intervenire, a impegnarsi per aiutare gli altri. Da bambino lo fa in casa e a scuola, da ragazzo la domenica suona l’organo della chiesa di San Sebastiano Martire, che si trova proprio al centro di Castelplanio. Quante corse spericolate giù per il vicolo in discesa che va dalla sua casa allo stradone e su, a perdifiato fino a metà salita, dove si erge maestoso il portone della chiesa. Per riprendere fiato basta fermarsi un istante accanto all’ingresso. Lasciar vagare lo sguardo nel mare di verdi colline, sovrastate dal cielo infinito che invita a sognare e a volare. In quegli anni non ci sono ancora telefonini e social network, solo la voglia di stare insieme e divertirsi anche con poche semplici cose.

15 Carlo Urbani.indd 15

12/02/19 12:11


Capitolo 2

Basta andare sotto casa di un amico: «Carlo, vieni a giocare! Marco, ci sei? Lucia, sei dei nostri?» e subito si forma un gruppo di ragazzi e ragazze che animano di grida e risate le vie silenziose. La noia non esiste! A Carlo piace giocare, divertirsi e… impegnarsi! Vuole essere come le rondini che osserva dal balcone di nonna Angela, quelle stupende creature indaffarate dall’alba al tramonto a costruire,

16 Carlo Urbani.indd 16

12/02/19 12:11


Carlo Urbani.indd 17

12/02/19 12:11


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.