Comprendere i testi - verso la proca INVALSI

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ISBN 979-88-416-1425-9 Comprendere i testi + Soluzioni

Prima edizione: ottobre 2018

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Comprendere i testi Verso la prova INVALSI di italiano

Per la prova del quinto anno della Scuola secondaria di II grado

Prove computer based

Annamaria De Palma

Presentazione

Una delle principali finalità – se non la più importante – dell’insegnamento dell’italiano, e di qualsi asi altra lingua, nelle scuole secondarie è la comprensione di testi: saper leggere, capire, analizzare testi di varie tipologie è una competenza fondamentale per la formazione degli studenti e per la prosecuzione della loro attività negli studi universitari e nel mondo del lavoro.

D’altra parte, anche le recenti rilevazioni OCSE PISA 2015, che definiscono questa competenza come reading literacy, mettono in evidenza una diffusa debolezza degli studenti italiani nelle capacità di lettura critica e di comprensione approfondita dei testi. Ora, l’introduzione delle Prove Invalsi di ita liano anche per gli studenti dell’ultimo anno delle scuole secondarie di secondo grado ha inteso, tra l’altro, sottolineare la rilevanza della competenza testuale Consapevoli del dibattito teorico relativo alle prove oggettive e alla valutazione Invalsi, presentiamo questo eserciziario nella convinzione che oggi, nella velocità delle comunicazioni in cui i giovani sono immersi, è quanto mai necessario educare ad una lettura attenta e rispettosa dei testi.

Comprendere un testo significa innanzitutto:

• decodificarlo, ricercandone i termini sconosciuti;

• desumerne le informazioni dirette e indirette;

• riconoscerne la struttura;

• operare inferenze;

• sviluppare il pensiero logico e critico.

Sono questi gli obbiettivi che abbiamo perseguito nella formulazione dei quesiti, con l’auspicio che gli studenti, guidati dal docente, scoprano il piacere, oltre che il metodo, della lettura consapevole.

Impostazione degli esercizi

Gli esercizi che qui presentiamo seguono i criteri specificamente indicati per gli studenti dell’ultimo anno delle scuole secondarie di secondo grado nel recente “Quadro di riferimento delle prove Invalsi di italiano” del 30 agosto 2018. In particolare, abbiamo selezionato testi di diversa tipologia, di diffe rente lunghezza e di vario livello di difficoltà, ma soprattutto abbiamo curato, trattandosi di studenti più adulti, le attività di analisi e di riflessione, in modo da sollecitare quelle competenze che, indicate come fondamentali dall’Invalsi, sono di fatto riconducibili ai principali processi cognitivi e linguistici di un lettore attento:

«1) localizzare e individuare informazioni all’interno del testo»; «2) ricostruire il significato del testo, a livello locale o globale»; «3) riflettere sul contenuto o sulla forma del testo, a livello locale o globale, e valutarli» (dal “Quadro di riferimento”).

Struttura degli esercizi

Il fascicolo si articola in trentasei testi suddivisi in sei blocchi che riproducono il modello presen tato dall’Invalsi come esempio di prova, in cui compaiono due sezioni:

• una prima, più ampia, che qui comprende cinque testi, dedicata alla comprensione;

• una seconda, che comprende un solo testo, espressamente dedicata alla riflessione sulla lingua. Tuttavia, poiché, com’è ovvio, la comprensione di quanto si legge dipende anche dalle conoscenze

3

Presentazione

linguistiche, abbiamo introdotto qualche domanda sugli aspetti della lingua (quindi non squisita mente “grammaticale”) anche nei primi cinque testi di ogni prova.

Le sei unità sono tra loro abbastanza omogenee e, nella varietà delle tipologie e degli argomenti, comprendono testi talvolta anche più lunghi – e alcuni più complessi – di quelli presentati come mo dello dall’Invalsi. Questa scelta ci è stata dettata dalla considerazione che un’esercitazione, proprio perché è tale, può essere modulata dall’insegnante, che eventualmente potrà anche ricomporre le prove in funzione degli obbiettivi didattici e delle competenze dei propri studenti.

Ogni testo è corredato di dieci domande, in forme diverse e a risposta chiusa o semichiusa, adatte a una prova in formato computer based. I quesiti, mirati alla comprensione dei contenuti e del signifi cato del testo, non richiedono conoscenze specifiche sugli autori e, solo in rari casi, fanno riferimento, comunque in modo molto generale, alla cosiddetta “enciclopedia delle conoscenze” dello studente di scuola secondaria.

Modalità di svolgimento

Gli esercizi sono stati pensati come strumento utile alla riflessione e alla comprensione di testi; quindi, anche per questo aspetto, sarà l’insegnante a stabilire tempi e modalità – individuale, collet tiva, flipped classroom – dello svolgimento.

Ai fini della Prova Invalsi, ogni studente comunque ha a disposizione sei testi (cinque per la compren sione e uno per la riflessione linguistica), per un totale di sessanta domande, da svolgersi in due ore, come richiesto dal “Quadro di riferimento”.

A partire dalla verifica della comprensione, sarà facile compito per l’insegnante stimolare gli studen ti sullo spessore problematico dei testi che abbiamo presentato e formulare dei quesiti aperti che possano consentire ai giovani lettori di approfondirne ulteriormente la comprensione, mettendo alla prova in modo più articolato le proprie capacità critiche ed espositive.

Comprendere i testi è accompagnato da un fascicolo che contiene le soluzioni di tutti gli esercizi per permettere un immediato riscontro autocorrettivo.

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Comprensione di testi

A Testo letterario 8 Dino Buzzati I giorni perduti

B Testo argomentativo 11 Amos Oz Cari fanatici

C Testo espositivo 14 Federico Marolla Educare a star bene

D Testo funzionale 18 Centro Antiveleni A.O. Niguarda Ca’ Granda di Milano La casa dei veleni

E Testo letterario 22 Umberto Fiori Telefonata

Riflessione sulla lingua

F Testo argomentativo 25 Tullio Regge La scienza secondo i futurologi

Comprensione di testi

A Testo letterario 28 Simonetta Agnello Hornby e Maria Rosario Lazzati L’Homo panormitanus fa la spesa al mercato

B Testo argomentativo 32 Alberto Alesina e Francesco Giavazzi Liberare i mercati è di sinistra

C Testo espositivo 35 INAF Una nuova era per l’osservazione dell’universo

D Testo funzionale 39 Glover-Nilson e Fagerström Test di comportamento del fumatore

E Testo argomentativo 44 Gherardo Colombo Dinamica del tempo

Riflessione sulla lingua

F Testo espositivo 47 Annalaura Passera Assistente sociale

Indice Presentazione 1 prima prova 2 seconda prova 5

Indice

Comprensione di testi

A Testo letterario 50 Natalia Ginzburg Le scarpe rotte

B Testo argomentativo 54 Graziella Tonon La città è moribonda

C Testo espositivo 58 Alberto Mantovani Bersaglio mobile

D Testo funzionale 61 Giuseppe Pontiggia Sull’acquisto di libri

E Testo espositivo 64 Stefano Zuffi Antiche corti

Riflessione sulla lingua

F Testo letterario 68 Cesare Brandi Dentro un trullo di campagna

Comprensione di testi

A Testo letterario 72 Maria Corti Ombre dal Fondo

B Testo argomentativo 75 Franca Pinto Minerva L’intercultura

C Testo espositivo 79 Angela Borghesi Licheni

D Testo funzionale 82 Contratto di locazione ad uso di abitazione

E Testo argomentativo 85 Walter Siti L’economia del gratis

Riflessione sulla lingua

F Testo espositivo 88 Clelia Arduini Ancona, la città con il mare dentro terza prova quarta prova

6
3
4

Comprensione di testi

A Testo letterario 91 Ugo Betti Corruzione al palazzo di giustizia

B Testo argomentativo 97 Claudio Magris Su Facebook a mia insaputa, io non ci sto

C Testo espositivo 102 Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia di Roma I terremoti in Italia

D Testo funzionale 108 Fortitudo Baseball Le regole del baseball

E Testo letterario 112 Ermanno Cavazzoni Primo Apparuti

Riflessione sulla lingua

F Testo espositivo 115 Elisa Palazzi Le montagne del futuro

Comprensione di testi

A Testo letterario 120 Vittorio Sereni I versi

B Testo argomentativo 123 Gabriella Turnaturi Vergogna. Metamorfosi di un’emozione

C Testo espositivo 126 Marina Cattaruzza Italiani e Slavi nella Venezia Giulia tra Ottocento e Novecento

D Testo funzionale 130 Statuto dei diritti e doveri delle studentesse e degli studenti

E Testo letterario 135 Giacomo Cardaci Con la musica in testa

Riflessione sulla lingua

F Testo argomentativo 139 Nuccio Ordine

Le università-aziende e i professori burocrati quinta prova

7
5
6 sesta prova

DI TESTI

Testo letterario

prima prova

Dino Buzzati

I giorni perduti

Qualche giorno dopo aver preso possesso della sontuosa villa, Ernst Kazirra, rincasan do, avvistò da lontano un uomo che con una cassa sulle spalle usciva da una porticina secondaria del muro di cinta, e caricava la cassa su di un camion.

Non fece in tempo a raggiungerlo prima che fosse partito. Allora lo inseguì in auto. E il camion fece una lunga strada, fino all’estrema periferia della città, fermandosi sul ciglio di un vallone.

Kazirra scese dall’auto e andò a vedere. Lo sconosciuto scaricò la cassa dal camion e, fatti pochi passi, la scaraventò nel botro; che era ingombro di migliaia e migliaia di altre casse uguali.

Si avvicinò all’uomo e gli chiese: «Ti ho visto portar fuori quella cassa dal mio parco. Cosa c’era dentro? E cosa sono tutte queste casse?».

Quello lo guardò e sorrise: «Ne ho ancora sul camion da buttare. Non sai? Sono i giorni». «Che giorni?»

«I giorni tuoi.»

«I miei giorni?»

«I tuoi giorni perduti. I giorni che hai perso. Li aspettavi, vero? Sono venuti. Che ne hai fatto? Guardali, intatti, ancora gonfi. E adesso...»

Kazirra guardò. Formavano un mucchio immenso. Scese giù per la scarpata e ne aprì uno.

C’era dentro una strada d’autunno, e in fondo Graziella la sua fidanzata che se n’andava per sempre. E lui neppure la chiamava.

Ne aprì un secondo. C’era una camera d’ospedale, e sul letto suo fratello Giosuè che stava male e lo aspettava. Ma lui era in giro per affari.

Ne aprì un terzo. Al cancelletto della vecchia misera casa stava Duk, il fedele mastino che lo attendeva da due anni, ridotto pelle e ossa. E lui non si sognava di tornare. Si sentì prendere da una certa cosa qui, alla bocca dello stomaco. Lo scaricatore stava diritto sul ciglio del vallone, immobile come un giustiziere. «Signore!» gridò Kazirra. «Mi ascolti. Lasci che mi porti via almeno questi tre giorni. La supplico. Almeno questi tre. Io sono ricco. Le darò tutto quello che vuole.»

Lo scaricatore fece un gesto con la destra, come per indicare un punto irraggiungibile, come per dire che era troppo tardi e che nessun rimedio era più possibile. Poi svanì nell’aria, e all’istante scomparve anche il gigantesco cumulo delle casse misteriose. E l’ombra della notte scendeva.

Dino Buzzati, Centottanta racconti, Mondadori, Milano
A COMPRENSIONE
8
1982
5 10 15 20 25 30

A 1 Da quali parole e locuzioni si desume la condizione sociale di Ernst Kazirra? Indicane almeno due:

A 2 Basandoti sul contesto, individua il significato della parola «botro» (riga 8):

A fossato.

B fiume.

C piazzale.

D sentiero.

A 3 A quale punto della narrazione si passa da un racconto realistico a un racconto fantastico? Riporta la corrispondente riga del testo.

A 4 Perché Kazirra insegue lo sconosciuto?

A Lo riconosce.

B Pensa che sia un ladro.

C Lo vuole uccidere.

D Non lo riconosce.

A 5 Il testo dice che il burrone «era ingombro di migliaia e migliaia di altre casse uguali» (righe 8-9). Alla luce della conclusione del racconto, questa affermazione significa che

A i giorni perduti sono numerosi.

B il burrone è una discarica.

C il burrone simboleggia la vita delle persone.

D il burrone è una specie di inferno.

A 6 Nella seconda parte del racconto, in cui emergono i significati simbolici, il personaggio misterioso viene paragonato a «un giustiziere» (riga 27). Che cosa quindi può rappresentare?

A Un vendicatore.

B Un assassino.

C La morte.

D Un poliziotto.

A COMPRENSIONE DI TESTI prima prova 9

Testo letterario

A 7 Che cosa rappresentano le situazioni e i personaggi delle tre scatole? Distingui le risposte corrette da quelle errate, contrassegnandole con una crocetta. corretto errato

A rimpianti B ricordi

C esperienze che [Kazirra] non ha mai vissuto D rimorsi E incubi

A 8 Che cosa rimpiange Kazirra alla vista del contenuto delle tre scatole?

A Di aver sacrificato gli affetti all’interesse.

B Di non aver guadagnato abbastanza denaro.

A 9 L’ultima richiesta che Kazirra rivolge allo sconosciuto dimostra che

A si è pentito e chiede perdono.

B non si è pentito e sta fingendo.

C non si è pentito e minaccia lo sconosciuto.

D si è pentito e crede, come sempre, di rimediare a tutto col denaro.

A 10 «E l’ombra della notte scendeva»: la frase che chiude il racconto indica la fine della giornata, ma ha anche alcuni significati simbolici. Quali, a tuo avviso?

A La fine della vita.

B La fine del sogno.

C La conclusione di un dramma teatrale.

D La fine di una magia.

10
COMPRENSIONE DI
A

Testo argomentativo

Amos Oz Cari fanatici

Il fanatico è un punto esclamativo ambulante. La lotta contro il fanatismo farebbe bene a non replicare con un punto esclamativo opposto. Lottare contro il fanatismo non significa annientare tutti i fanatici bensì, forse, mettere in atto una cauta terapia sul piccolo fanatico che più o meno si nasconde dentro l’animo di gran parte di noi, e anche ridere un po’ alle spalle dei nostri punti esclamativi, e anche incuriosirsi e sbir ciare di tanto in tanto non solo verso la finestra del vicino, ma soprattutto nella realtà che appare dalla finestra del vicino, una realtà necessariamente diversa da quella che s’affaccia dalla nostra, di finestra.

Il fanatico, dal canto suo, detesta le “situazioni aperte”. Forse proprio non le conosce, le situazioni di questo genere. Lui ha sempre un bisogno impellente di sapere qual è la morale della favola, la conclusione inevitabile, l’auspicabile imminente chiusura del cerchio.

Le cronache, la storia privata di ognuno di noi, di solito però non sono un cerchio ma una linea: anzi, una riga tortuosa fitta di marce indietro e curve, capace di ripetersi e attraversare se stessa, di disegnare delle asole, ma comunque sempre di linea si tratta, non di cerchio. Il vaccino contro il fanatismo comporta anche la disponibilità ad af frontare talora situazioni aperte che non finiscono inequivocabilmente in una chiusura del cerchio, quando non a convivere con delle domande o con delle alternative la cui soluzione decisiva è nascosta in lontananza, oltre la nebbia all’orizzonte.

Amos Oz, Cari fanatici, Feltrinelli 2017, pp. 36-37

B 1 Lo scopo principale dello scrittore è quello di

A condannare i fanatici.

B difendere i fanatici.

C far riflettere i lettori.

D far riflettere i fanatici.

B 2 Chi scrive vuole lottare contro il fanatismo?

A Sì. B No.

B 3 Quale di queste due riformulazioni costituisce la tesi del discorso di Amos Oz?

A Per combattere il fanatismo bisogna capire i problemi dei fanatici ed essere determi nati a risolverli definitivamente, nonostante sia difficile.

B Per combattere il fanatismo bisogna riconoscere la tendenza al fanatismo insita in ciascuno di noi, sviluppando la capacità di guardare la realtà dal punto di vista dei fanatici.

B COMPRENSIONE DI TESTI prima prova 11
5 10 15

COMPRENSIONE TESTI prova

Testo argomentativo

Amos Oz Cari fanatici

B 4 Quale espressione verbale all’inizio (righe 1-2) esprime la volontà dell’autore di convincere?

B 5 Che cosa significa che «il fanatico è un punto esclamativo ambulante» (riga 1)? Indica le risposte corrette.

A Che ama gli eccessi.

B Che è portato all’autoironia.

C Che è portato a opporsi a chi pensa in modo diverso da lui.

D Che è privo di problematicità.

B 6 Quali metafore mediche vengono usate nel testo per indicare, rispettivamente, lotta re contro il fanatismo e difendersi? Inserisci i sostantivi nella tabella.

lotta contro il fanatismo difesa dal fanatismo

B 7 Alla fine (righe 13-18) lo scrittore usa delle metafore tratte dalla geometria per rappresentare due diversi atteggiamenti mentali. Completa la seguente tabella, inserendo le due figure geometriche che li rappresentano e le espressioni che vi fanno riferimento tra queste elencate: situazioni aperte – soluzione decisiva – morale della favola – domande – alternative – marcia indietro e curve – conclusione inevitabile – chiusura del cerchio figure geometriche espressioni ad esse collegate fanatismo

B 8 Che cosa è un’asola?

A Un occhiello.

B Un’isola.

C Un cerchio.

D Un bottone.

12
fanatismo non
DI
prima
B

B 9 Individua, contrassegnandole con una crocetta, le caratteristiche del discorso argomentativo presenti nel testo.

sì no

A aggettivi valutativi (che esprimono un giudizio)

B esempi

C confutazione della posizione contraria

D uso di immagini per convincere E affermazioni perentorie

B 10 Inserisci nella tabella le espressioni sinonimiche corrispondenti a ciascuno dei vocaboli elencati, scegliendole dall’elenco sottostante.

in modo chiaro e privo di ambiguità che si sposta continuamente prudente che deve essere subito soddisfatto distruggere completamente che sta per accadere – che si desidera che deve per forza succedere

A ambulante

B annientare

C cauta

D impellente

E inevitabile

F auspicabile

G imminente

H inequivocabilmente prova

13
B COMPRENSIONE DI TESTI prima

Testo espositivoC

COMPRENSIONE TESTI prova

Federico Marolla Educare a star bene

La salute si impara La salute non è solo il modo in cui gli individui si occupano o sorve gliano il proprio stato adottando stili di vita e comportamenti sani: la salute si modella all’interno del contesto in cui gli individui vivono, si incontrano, non solo fisicamente, ma culturalmente, eticamente e socialmente. Dallo scorso anno è disponibile sul web, al sito www.euro.who.int/ENHPS, il documento promosso dalla Commissione Europea, dal Consiglio d’Europa e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO) e denomina to appunto European Network of Health Promotions Schools.

Di che si tratta? È un programma destinato alle Nazioni Europee che si fonda sull’assun to, condiviso universalmente, per cui “educazione” e “salute” sono strettamente legate. Ha lo scopo di integrare le azioni politiche e pratiche della scuola in settori relativi alla salute e all’educazione. Agisce su tre livelli: scuola, nazione e comunità internazionale, pur avendo come obiettivo finale i bambini e gli studenti.

Attualmente è sviluppato in oltre quaranta nazioni europee e coinvolge diverse miglia ia di scuole.

Al centro del modello è il bambino che viene considerato un individuo in continuo sviluppo dinamico. Questo nuovo modo di vedere la scuola porta alla costituzione di azioni pratiche di alto sostegno che influenzano tutti coloro che vivono, lavorano, gio cano e imparano a scuola. Si genera un clima positivo che incoraggia i giovani nell’ap prendimento, nei rapporti sociali, nel prendere decisioni, nello sviluppare i propri valori, le proprie capacità e nel migliorarsi. In tal modo una popolazione giovane, sana e ben educata può aiutare il mondo a ridurre le disuguaglianze sociali, contribuendo al mi glioramento della salute e della ricchezza di tutti i cittadini del pianeta.

A chi è diretto il documento? A tutti coloro che sono coinvolti nella scuola: giovani, in segnanti, famiglie e servizi. Se è vero che è diretto ai bambini e ai ragazzi che frequen tano la scuola, non meno importante è l’intero gruppo insegnante che, in una visione più globale, essendo parte della propria comunità, ha bisogno del sostegno dei genitori, dei servizi sanitari locali, dei gruppi locali e di tutte quelle realtà che coinvolgono o sono coinvolte nella vita comunitaria.

Quali sono le prove scientifiche che questo approccio funzioni? Numerosi studi hanno fornito prove che l’educazione alla salute nella scuola è particolarmente efficace e pro duce effetti duraturi quando è “multimodale”, cioè abbraccia diverse aree indipendenti. Ecco alcuni esempi.

– Importanza di appoggiare e incoraggiare i rapporti durante l’apprendimento. È stato ben dimostrato che i bambini imparano meglio e di più, sviluppano più piacere nell’apprendimento e sono più motivati e attenti, se i loro insegnanti sono in grado di incoraggiarli e di aiutarli. È altresì dimostrato che i giovani hanno problemi di apprendimento se non rispettano i loro insegnanti.

– Importanza di relazioni di buon livello per il morale del gruppo insegnante. Le cause più frequenti per l’insorgenza di stress riportate dagli insegnanti sono uno scarso

14
5 10 15 20 25 30 35
DI
prima

rapporto con i bambini e con i colleghi di lavoro. Alti livelli di sostegno e aiuto, so prattutto da parte delle figure leader tra gli insegnanti, sono efficaci nel ridurre le probabilità di esaurimento nervoso.

– I principi della partecipazione democratica. La partecipazione democratica alle de cisioni è un fattore chiave nel produrre alti gradi di soddisfazione e di performance sia tra i bambini che tra gli insegnanti.

– Importanza dell’autonomia. I bambini imparano meglio e sono più felici a scuola quando riescono a lavorare in modo adeguato alla loro età, al proprio sviluppo e alla propria personalità.

Per finire, è stato dimostrato che la scuola ha un peso enorme per la salute dei cit tadini, sia come fattore di rischio che come fattore di protezione.

Federico Marolla, Educare a star bene, “Speciale Scuola e Salute”, in «Medico e bambino» [con adattamenti]

C 1 In che modo si mantiene la salute?

A Con una dieta adeguata e costante movimento.

B Con comportamenti e stili di vita sani.

C Con stili di vita sani e una buona relazione col contesto socioculturale.

D Con terapie psicologiche che aiutino a eliminare lo stress.

C 2 A quale istituzione corrisponde l’acronimo WHO?

A Organizzazione Mondiale della Sanità.

B Consiglio d’Europa.

C Commissione Europea.

D Organizzazione delle Nazioni Unite.

C 3 Il programma denominato European Network of Health Promotions Schools ha diverse caratteristiche. Individua quelle presenti o non presenti nel testo contrasse gnandole con una crocetta. presenti non presenti

A È destinato a tutte le nazioni del mondo.

B Opera solo sul piano della scuola.

C Ha lo scopo di far interagire la didattica con l’educazione alla salute.

D È sviluppato nella quasi totalità dei paesi europei.

E Afferma la centralità dello studente.

15
40 45 50
C COMPRENSIONE DI TESTI prima prova

Testo espositivo

C 4 Quali soggetti coinvolge il progetto?

A Gli studenti di tutti i gradi di istruzione.

B Studenti, insegnanti, famiglie, servizi sanitari.

C 5 Che cosa si intende con l’espressione che «il bambino […] viene considerato un indi viduo in continuo sviluppo dinamico» (righe 15-16)?

A Che il bambino è sempre in movimento.

B Che il bambino evolve rapidamente le proprie caratteristiche.

C Che il bambino si sviluppa molto più velocemente dell’adulto.

D Che ogni bambino è uguale agli altri.

C 6 Indica tra le due schematizzazioni sotto riportate quella che sintetizza correttamente il rapporto espresso alle righe 18-22.

A Azioni di sostegno → clima positivo nella scuola → incoraggiamento ad apprendere e a migliorarsi → contributo dei giovani alla salute e alla ricchezza del pianeta → ri duzione delle disuguaglianze sociali

B Azioni di sostegno → clima positivo tra gli studenti → miglior successo scolastico → aumento della propria salute e della propria ricchezza → aiuto al mondo

C 7 Il testo in esame presenta elementi grafici, sintattici o strutturali caratteristici. Abbina ogni funzione indicata a uno o più elementi scelti fra quelli sottoelencati. funzione elementi grafici, sintattici o strutturali

A Evidenzia la suddivisione e il contenuto dei paragrafi

B Ordina visivamente un elenco

C Indica concetti chiave

D Facilita lettura e comprensione

sintassi prevalentemente paratattica sottolineature uso delle lineette uso del corsivo uso delle virgolette titoli in grassetto

16
COMPRENSIONE DI
prima
C

C 8 Ai fini dell’educazione alla salute è necessaria una buona e continua relazione tra studenti e insegnanti. Perché l’insegnante «ha bisogno del sostegno dei genitori, dei servizi sanitari locali, dei gruppi locali e di tutte quelle realtà che coinvolgono o sono coinvolte nella vita comunitaria» (righe 26-28)? Individua, contrassegnandole con una crocetta, le possibili ragioni tra quelle sottoelencate.

A Perché è necessario che la famiglia venga coinvolta nelle decisioni sulla salute dello studente.

B Perché le strutture socio-sanitarie del territorio sono quelle competenti a intervenire.

C Perché l’insegnante non ha tempo per occuparsi della salute psicofisica degli studenti.

D Perché la scuola è inserita in un contesto complesso.

C 9 Tra le due sintesi proposte scegli quella che esprime il contenuto complessivo del passo alle righe 29-42, relativo alla necessità di un’educazione multimodale alla salute.

A Per ottenere effetti duraturi, l’educazione alla salute deve operare su livelli ben distin ti: quello che richiede agli insegnanti di alleggerire il lavoro degli studenti e quello che cura lo stress degli insegnanti insofferenti dei propri alunni.

B Per una miglior efficacia è necessario che l’educazione alla salute proceda contem poraneamente su più livelli: quello che mira all’incoraggiamento agli studenti e quel lo che si occupa delle buone relazioni degli insegnanti con gli studenti e tra di loro.

C 10 In che senso alla fine del testo si dice che la scuola è anche «fattore di rischio» (r. 50)?

A Perché nella scuola lo studente può vivere situazioni di forte disagio psicologico e/o di pericolo per la propria salute.

B Perché nella scuola lo studente rischia di non essere promosso e quindi potrebbero crearsi condizioni di aggressività. TESTI prima prova

17
C COMPRENSIONE DI
18 Centro Antiveleni A.O. Niguarda Ca’ Granda di Milano La casa dei veleni COMPRENSIONE DI TESTI prima prova Testo funzionaleD 1 2 4 3 5
19 6 8 7 D COMPRENSIONE DI TESTI prima prova

COMPRENSIONE TESTI prima prova

Testo funzionale

Centro Antiveleni A.O. Niguarda Ca’ Granda di Milano La casa dei veleni

D 1 Il testo è

A un articolo di giornale.

B un capitoletto di un libro di medicina.

C un opuscolo pubblicitario.

D un libretto autonomo.

D 2 A quale favola il titolo e l’espressione «In bocca al pupo» fanno riferimento?

D 3 La “casetta” raffigurata sopra il titolo (p. 1) presenta alcuni simboli di pericolo. Sono simboli

A usati comunemente.

B scelti per questa specifica trattazione.

D 4 A quali sostanze rimandano rispettivamente le abbreviazioni Xi e Xn (p. 5)? Sostanze Sostanze

D 5 Distingui se queste informazioni sono corrette o errate contrassegnandole con una crocetta.

corretto errato

A In 8 casi su 10 le intossicazioni riguardano i bambini.

B I bambini piccoli corrono il pericolo maggiore di intossicazione domestica.

C Il 50% delle intossicazioni riguarda gli adulti.

D Il 50% delle intossicazioni avviene in casa.

D 6 Per quali motivi bisogna rispettare le confezioni dei prodotti?

A I contenuti possono deteriorarsi e diventare tossici.

B Per tutti è facile confondersi.

C I bambini assaggiano qualsiasi cosa.

D La chiusura di sicurezza evita il pericolo.

D 7 Elenca tutti i vocaboli presenti nel testo che fanno riferimento al cibo.

20
DI
D

D 8 Abbina ognuno dei seguenti vocaboli ai sinonimi corrispondenti.

A additivo alterazione del battito cardiaco

B insetticida velenoso

C aritmia eccessivo accumulo di sostanze acide

D cefalea sostanza che si aggiunge a un prodotto

E mucosa sostanza che uccide gli insetti

F acidosi avvelenamento

G inalare fluido naturale

H tossico mal di testa

I intossicazione inspirare

L lattice tessuto di rivestimento di alcuni organi

D 9 Il testo fa riferimento a una favola

A perché riguarda i bambini e ai bambini si raccontano favole paurose.

B per richiamare l’attenzione degli adulti sui pericoli che i bambini corrono.

D 10 Il testo affronta la pericolosità delle piante. Infatti

A fa riferimento solo ad alcune, perché sono le più velenose.

B fa riferimento solo ad alcune, perché sono le uniche velenose.

C ne esamina quattro per esemplificare la velenosità di tutte.

D ne esamina solo quattro, ma l’elenco potrebbe essere più lungo. TESTI prova

21
D COMPRENSIONE DI
prima

Testo letterarioE

COMPRENSIONE DI TESTI prima prova

Umberto Fiori Telefonata

Quando mi sono accorto che era convinto – in buona fede – di essere d’accordo con me (anzi, voleva farmi capire meglio quel che pensavo), e invece aveva inteso male, male, proprio una cosa per l’altra, quando ho visto che era inutile ormai spiegarsi ancora, ho avuto un tuffo: come quando di colpo va via la luce e nella stanza le voci sono più chiare.

Due, tre frasi sospese, qualche mezzo sospiro – poi nessuno è più riuscito a parlare. Lontano, in fondo al buio dell’orecchio, la linea c’era: si sentivano i cavi scoppiettare. Con l’apparecchio in mano, da una parte e dall’altra noi stavamo curvi sopra l’equivoco come sopra le fiamme di un focolare.

E 1 Il testo non specifica chi sia l’interlocutore di colui che si esprime in prima persona. Può essere:

A uno sconosciuto. C una donna.

B un venditore di servizi telefonici. D un amico.

E 2 Per quale motivo, nella prima strofa, il poeta utilizza espressioni del linguaggio par lato?

A Il testo è destinato a un pubblico infantile e il poeta vuole farsi comprendere anche dai bambini.

B Il poeta vuole riprodurre realisticamente una situazione in cui si possono essere tro vati anche i suoi lettori.

Umberto Fiori, Chiarimenti, Marcos y Marcos, Milano 1995
22
5 10 15 20

E 3 Perché il poeta sostiene di aver avuto «un tuffo» (v. 9)?

A Perché si è spaventato quando è andata via la luce.

B Perché ha capito di non essere stato capito.

C Perché si è innervosito con l’amico che lo ha frainteso.

D Perché è saltata la comunicazione.

E 4 La prima strofa si conclude con una similitudine che suggerisce un’iniziale interpretazione del testo. Nella seguente riformulazione, inserisci opportunamente negli spazi predisposti le parole del testo.

Quando due persone tra loro in confidenza stanno parlando e si accorgono che non ri escono a comprendersi, si crea un imbarazzo paragonabile a un black out della ; tuttavia, paradossalmente, proprio in tale situazione le loro parole sem brano essere più comprensibili, più

E 5 Lo stacco tra la prima e la seconda strofa può essere motivato da:

A desiderio di non scrivere strofe troppo lunghe.

B cambiamento di argomento.

C pausa che allude al silenzio tra gli interlocutori.

D convenzione poetica.

E 6 Nella seconda strofa, dopo qualche frase spezzata e poi il silenzio, le due persone si accorgono di poter riprendere a parlarsi. Quale espressione rappresenta simbolica mente la ripresa di questa espressione?

E 7 Che cosa significa ai vv. 17-18 «si sentivano / i cavi scoppiettare»?

A Che si sentiva il ronzio dei cavi telefonici.

B Che i cavi stavano andando a fuoco.

C Che la linea telefonica era interrotta e non si sentivano le parole.

D Che c’era un’interferenza e non si riusciva a parlare.

E 8 La seconda strofa si conclude con una similitudine tra «l’equivoco» e «le fiamme del focolare». Come può essere interpretato questo paradosso tra un elemento negativo e un’immagine positiva?

B Nonostante l’equivoco dell’incomprensione, i due interlocutori riprendono a parlare come seduti attorno al focolare. TESTI prova

A Proprio grazie al reciproco fraintendimento iniziale, i due interlocutori ritrovano un’at mosfera familiare e confidenziale, come quella che si crea attorno al focolare dome stico.

23
E COMPRENSIONE DI
prima

E

Testo letterario

E 9 Indica con Sì o No, contrassegnandole con una crocetta, le affermazioni che ritieni corrette o non corrette a proposito del significato complessivo del testo.

sì no

A La prima strofa allude alla difficoltà di autentica comprensione anche tra due persone che si conoscono bene.

B Se non si riesce a comunicare, si perdono gli amici

C La consapevolezza di non capire e di non essere capiti genera un senso di profondo sconforto.

D L’imprevedibile equivoco e il silenzio che ne scaturisce consentono tuttavia di riflettere e di sentirsi più vicini.

E Le parole valgono più del silenzio

F Il silenzio vale più delle parole

prima prova

E 10 Quali caratteristiche proprie della poesia sono presenti in questo componimento?

A Presenza di endecasillabi, novenari e settenari.

B Totale libertà della lunghezza dei versi.

C Schema fisso di rime.

D Assonanze.

24
COMPRENSIONE DI

Tullio Regge La scienza secondo i futurologi

Uno sport molto popolare e sempre più diffuso è quello del futurologo, attività molto divertente – almeno fino a quando non giunge la smentita. Chi lo pratica si diverte un mondo a scimmiottare i profeti biblici. Che dicono ora i futurologi della scienza e della tecnologia? A giudicare dalla mole di lavori sull’argomento il futuro appartiene alle biotecnologie, anzi, alle nanotecnologie: è cominciato l’assalto allo strano mondo popolato da virus, wonderdrugs, nanorobot e nanochip che dovrebbe rivoluzionare la nostra esistenza in qualche decennio, o anche meno. Il nanomondo attrae gli scienziati per varie ragioni. L’epopea degli antibiotici volge ora lentamente al tramonto, l’HIV dilaga tuttora con effetti devastanti, sia pure controlla ti da nanofarmaci antivirali appositamente programmati e sintetizzati in laboratorio. Confortati da questo primo successo, i ricercatori vorrebbero andare oltre e ottenere una remissione completa. La vittoria finale sull’HIV sarebbe di certo molto significativa, ma ormai lo sguardo si spinge più lontano. L’umanità è preda di orde di virus contro cui non esiste rimedio o vaccinazione preventiva, i ricercatori vorrebbero quindi potenziare l’arsenale anti-HIV e usarlo contro tutti i virus.

Testo argomentativo SULLA prima prova

Altri ricercatori vorrebbero costruire nanorobot che, opportunamente programmati, an drebbero a ripulire dalla placca e tirare a lucido le coronarie di un infartuato. Il nanomon do si inoltra anche nelle cellule viventi: il metabolismo cellulare diventa davvero com prensibile solamente se si tiene conto delle migliaia di reazioni chimiche che avvengono nel suo interno a livello molecolare. Gravi malattie sono dovute ad alterazioni di questo metabolismo, e finalmente si intravede una possibilità di soluzione finora insperata. È tutto oro quello che luccica? Fra dieci o venti anni il cancro servirà solo come pretesto per un nuovo Decamerone? Tutto è possibile, ma guardiamoci intanto anche dai pericoli. La tecnologia a livello molecolare è strumento potente che può e deve essere usato per lenire le sofferenze, ma che, non guasta ripeterlo, se lasciato in mano a male intenzio nati, potrebbe avere effetti devastanti, come del resto è accaduto già più volte nel corso della storia. Bande di razzisti potrebbero sintetizzare virus dedicati che leggono il DNA delle persone infettate, uccidendo solo chi ha le caratteristiche etniche indesiderabili; altri virus mirati potrebbero essere utilizzati per uccidere a distanza, per esempio, un uomo politico sgradito. Non c’è limite alla malvagità di certe fantasie. Già sento i clamori dei professionisti del dissenso antiscientifico che per ragioni ideo logiche vorrebbero fermare tutto, compresa la ricerca medica su gravi malattie. Come è loro abitudine, lanceranno strali contro una tecnologia definita “innaturale” o addirit tura “un’aggressione del vivente”. Altri continueranno a proporre medicine alternative sulla cui efficacia, per usare un eufemismo, sussistono dei dubbi. Non penso che il blocco totale sia possibile, né auspicabile: troppa gente soffre e vuole dei risultati, non possiamo uccidere anche la speranza. Il richiamo alla natura è fuorviante, non esiste definizione per cosa si intende per “naturale” o almeno ne esistono troppe utilizzate per bollare tecnologie già condannate a priori su base puramente ideologica.

Tullio Regge, La scienza secondo i futurologi, in Lettera ai giovani sulla scienza, Rizzoli, Milano 2004

25 F
RIFLESSIONE
LINGUA
5 10 15 20 25 30 35

RIFLESSIONE SULLA LINGUA

prima prova

Testo argomentativo

Tullio Regge

La scienza secondo i futurologi

F 1 Il prefisso nano- è presente in molti termini del testo. Indica

A una misura genericamente piccola. B una misura scientificamente determinata.

F 2 Il testo può essere diviso in tre sequenze di differente lunghezza. Assegna a ciascu na uno dei titoli qui sotto forniti, trascrivendoli nella riga corrispondente e facendo attenzione al fatto che ce ne sono due in più.

I possibili rischi derivanti dalla ricerca sulle nanotecnologie Gli alti costi della ricerca È impossibile fermare la ricerca scientifica È necessario fermare la ricerca scientifica La ricerca sulle nanostrutture è fondamentale per la terapia medica sequenza titolo

A «Uno sport molto popolare […] finora insperata» (righe 1-21)

B «È tutto oro […] malvagità di certe fantasie» (righe 22-30)

C «Già sento i clamori […] puramente ideologica» (righe 31-39)

F 3 Alle righe 12-15 l’autore introduce una metafora bellica per definire l’atteggiamento dei ricercatori nei confronti dell’HIV. Trascrivi qui sotto le due parole che apparten gono a questo campo semantico.

F 4 Distingui la funzione grammaticale dei seguenti termini evidenziati in neretto. avverbio preposizione congiunzione un mondo (riga 3) anche meno (riga 7) contro cui (riga 13) come… è accaduto (riga 26) per uccidere (riga 29) per esempio (riga 29) addirittura (righe 33-34)

26 F

F 5 «Non penso che il blocco totale sia possibile, né auspicabile: troppa gente soffre e vuole dei risultati» (righe 35-36). I due punti (:) che qui compaiono da quale congiunzione possono essere sostituiti per mantenere il significato della frase?

A Infatti.

B Quindi.

C Cioè.

D Dunque.

F 6 Nella frase «sia pure controllati da nanofarmaci» (righe 9-10), la congiunzione «sia pure», per mantenere il significato della frase, può essere sostituita con:

A purché.

B sebbene.

C poiché.

D perciò.

F 7 «[…] ma guardiamoci anche dai pericoli» (riga 23). La forma «guardiamoci» in que sta frase è un

A indicativo presente.

B condizionale presente.

C congiuntivo presente. D indicativo futuro.

F 8 «Altri continueranno a proporre medicine alternative sulla cui efficacia, per usare un eufemismo, sussistono dei dubbi» (righe 34-35). Il pronome relativo «cui», che com pare in questo periodo si riferisce a

A «efficacia».

B «medicine alternative».

F 9 L’eufemismo è una figura retorica che

C «altri». D «dubbi».

SULLA LINGUA prima prova

A afferma l’opposto di quello che si vuole dire.

B presenta un ragionamento illogico.

C attenua la negatività di un’affermazione.

D presenta un paragone.

F 10 Inserisci nel periodo che conclude il testo, i sinonimi dei termini mancanti, sceglien doli tra gli otto sottoelencati.

Il richiamo alla natura è

, non esiste definizione per cosa si intende per “naturale”, o almeno ne esistono troppe, utilizzate per tecnologie già condannate su base puramente . sostenere ambivalente per pregiudizio accusare teorica ambiguo giustamente scientifica

27 F RIFLESSIONE

Testo letterario

Simonetta Agnello Hornby e Maria Rosario Lazzati L’Homo panormitanus fa la spesa al mercato

Palermo è una città di mercati. Quando ero piccina mamma mi aveva portata a quello del Capo, uno dei quattro quartieri storici: «Tu sei nata a Palermo e dovresti conoscerli i suoi mercati. Sono bellissimi», mi disse, e vi entrammo attraverso Porta Carini, una delle porte monumentali della città. Il mercato si snoda lungo una strada fiancheggiata da chiese barocche e oratori dagli ingressi sbarrati – fondoscena maestoso del palcosceni co della strada. Era una bolgia di suoni, di folla, di voci, di puzze, di odori e profumi. Me ne innamorai. Ma non mamma, che veniva dalla provincia. La calca davanti alle banca relle la confondeva e dopo un po’, senza comprare niente, tornammo a casa.

Negli anni sessanta, a Palermo il capofamiglia non cucinava né tagliava l’arrosto, piatto raro sulle nostre tavole. Però l’acquisto del cibo – e soprattutto quello della carne, cibo di lusso, e dei pesci da trancio come tonno e pescespada – era una prerogativa maschile, forse un retaggio del cacciatore della preistoria che provvedeva a sfamare la famiglia con la selvaggina. Mi piaceva, tornando a casa da scuola, passare attraverso il mercato e, se avevo denari, comprarmi un pane e panelle, una bomba di calorie sostitutiva di un pasto ma, per me, il vero stuzzicafame: riempiva lo stomaco e aumentava l’appetito, tanto era buono. Il mercato più vicino a casa nostra era quello del Borgo, un tempo fuori le porte della città, un mercato rionale di nessuna importanza architettonica: strade strette fiancheggiate da casupole o costruzioni non più alte di due piani, tardo Ottocen to, con slarghi irregolari agli incroci – nessuna chiesa, ma alcune edicole sui muri. Per il resto, però, era come gli altri quattro mercati: affollatissimo, si vendeva e comprava a ritmo serrato e il vociare era essenziale – per banniare la propria mercanzia, patteggia re il giusto prezzo, degustare e commentare, scambiarsi convenevoli, auguri, notizie sul la salute propria e degli altri, fare le condoglianze, farsi largo con una pesante carriola carica fino all’inverosimile di frutta e verdura. Unica presenza femminile tra i venditori, qualche vecchia con i capelli coperti da uno scialle triangolare nero: accovacciata su uno sgabello, metteva su un quadratino di marciapiede il fazzoletto con sopra il poco che aveva portato da lontano – erbe, spezie, pane di Monreale o di Piana degli Albanesi. L’accesso era proibito alle carrozzelle e alle automobili, ma non alla tenace Lapa, ovvero la Motoape: ubiquitaria e duttilissima, aveva l’aspetto di una torre composta dagli elementi più impensati, dalle seggiole alle galline in gabbia, con l’immancabile pennacchio di ortaggi di stagione, finocchi, sedani, carciofi. A ogni scossone i mazzi di ortaggi pericolavano, ma non cadevano. Gli acquirenti erano massaie e anziani di ambo i sessi; talvolta, i bambini scendevano da casa con pochi soldi per prendere quello che la madre aveva dimenticato. Verso mezzogiorno venivano gli uomini, sulla via di casa per il pranzo. Conoscitori del cibo, ne discutevano con i venditori, tutti maschi e di tutte le età, dagli otto anni in su. Bisognava intendersene per comprare il pesce: guardare l’occhio, osservare le branchie, informarsi della provenienza. In generale, comunque, nonni e mariti passavano dal mercato per scegliere quello che era a buon prezzo, fresco e che stuzzicava l’appetito.

28
5 10 15 20 25 30 35 seconda prova
A COMPRENSIONE DI TESTI

Quando la moglie vedeva arrivare il capofamiglia con la borsa della spesa colma, sen za una parola di rammarico metteva da parte le pietanze già pronte e ricominciava a cucinare usando quanto portato dal mercato, mentre quello le ronzava attorno dando indicazioni, facendo domande, sollevando dubbi. Non cucinavano insieme, ma il pasto era il risultato di uno sforzo comune che sanciva il rapporto di interdipendenza tra i due e la loro complicità rafforzava gli affetti esaltando i vincoli familiari. I figli piccoli di qualsiasi età aiutavano: chi lavava le verdure, chi sgranava i piselli, chi puliva i carciofi – attento a passarsi sulle mani i resti di un limone spremuto per non far annerire la pelle –, chi sventrava le sarde e toglieva la lisca per prepararle alla frittura. Lavorando e pregustando il pasto, si parlava, si rideva, ci si voleva bene. Crescendo, e con l’avvento della pubertà, i ruoli tra maschi e femmine si differenziavano secondo rigidi parametri. La cucina diventava regno e prigione delle femmine, mentre i lavori esterni – in par ticolare fare la spesa, ma anche la cura dell’eventuale orto di casa – appartenevano ai maschi: l’intera famiglia manteneva comunque un attivo interesse nella scelta e nella preparazione dei pasti.

Simonetta Agnello Hornby e Maria Rosario Lazzati, La cucina del buon gusto, Feltrinelli, Milano 2012, pp. 58-60

A 1 Individua nel testo il passo (indica l’inizio e la fine) che fornisce la spiegazione del titolo.

Dalla riga alla riga

A 2 La parola «retaggio» (riga 12) significa

A eredità.

B simbolo.

C costume.

D rete.

A 3 Il tema principale del testo è

A i ricordi dell’infanzia.

B la vivacità dei mercati di Palermo.

C il ruolo degli uomini rispetto al cibo.

D le modalità di preparazione del cibo all’interno della famiglia.

DI TESTI seconda prova

29 40 45 50 A COMPRENSIONE

A 4 La situazione descritta è

A attuale.

Testo letterarioA COMPRENSIONE DI TESTI

B propria di un passato lontanissimo.

C tipica della Sicilia di cinquant’anni fa.

D risalente alla Palermo della metà del XIX secolo.

A 5 Contrassegna con una crocetta i concetti espressi nel testo.

A La bambina subiva il fascino del mercato.

B Sia il mercato del Capo che quello del Borgo erano luogo di incontro.

C I venditori erano esclusivamente uomini.

D Solo gli uomini acquistavano i prodotti più importanti e mostravano competenza nelle loro scelte.

E La preparazione del cibo spettava alle donne in completa autonomia.

F La differenza di ruolo tra uomini e donne era molto netta.

G La preparazione del cibo aveva qualcosa di comunitario e rinsaldava i legami familiari.

A 6 Per descrivere il mercato del Capo vengono usate due metafore, una teatrale, l’altra dantesca. Indicale:

mercato del Capo

A 7 Qual è il significato di «edicola» (riga 19) nel testo?

A Chiosco dove si vendono i giornali.

B Costruzioni con grandi statue di eroi.

C Piccola cappella contenente una statua sacra.

D Preghiere scritte sui muri.

A 8 L’uso del latino nel titolo ha la funzione di

A dare importanza all’argomento trattato.

B creare un alone di mistero.

C sottolineare le radici preistoriche di un comportamento.

D giocare su una somiglianza sonora con il nome della città di Palermo.

Simonetta Agnello Hornby e Maria Rosario Lazzati L’Homo panormitanus fa la spesa al mercato
30 seconda prova

A 9 Scegli e inserisci nel breve passo (righe 28-31) i sinonimi opportuni tra quelli sottoelencati.

L’accesso era proibito alle carrozzelle e alle automobili, ma non alla Lapa, ovvero la Motoape: e , aveva l’aspetto di una torre composta dagli elementi più , dalle seggiole alle galline in gabbia, con l’ pennacchio di ortaggi di stagione, finocchi, sedani, carciofi.

strani veloce simpatica inevitabile capace di stare in ogni luogo forte molto adat tabile tradizionali

A 10 Il vocabolo siciliano «banniare» significa

A bagnare.

B decantare ad alta voce.

C gridare.

D svendere.

A COMPRENSIONE DI TESTI seconda prova

31

Testo argomentativo COMPRENSIONE DI TESTI

Sicuramente un’economia basata sui servizi presenta molti vantaggi, ma crea anche molte difficoltà. Un vantaggio fondamentale è che è molto meno soggetta alla com petizione di paesi come Cina e India, sia perché i servizi sono beni più difficilmente esportabili, sia perché impiegano un capitale umano più qualificato di cui quei paesi per ora non dispongono – sebbene lo stiano rapidamente formando.

Le difficoltà invece sono soprattutto due. Innanzitutto spariscono molti lavori manuali tradizionali, sostituiti dalle macchine, e aumentano lavori a più alto capitale umano, per esempio coloro che fanno funzionare le macchine. Spariscono anche certe occupazioni tradizionalmente stabili: un tempo tornitori, saldatori, falegnami erano lavori di una vita. Oggi la rapida evoluzione della tecnologia, soprattutto informatica, richiede un capitale umano flessibile, capace di adattarsi a mansioni in continuo cambiamento. Questo influisce anche sul tipo di formazione che occorre per affrontare i nuovi “mestieri”. Le vecchie scuole professionali perdono via via la loro utilità, mentre occorre sempre più personale con una buona preparazione di base, capace di apprendere rapidamente nuove mansioni e di adattarsi al cambiamento. Ecco perché c’è bisogno di una scuola meritocratica che si sa rinnovare.

La transizione non è semplice perché lo spostamento dell’economia dall’industria ai servizi rende obsolete e quindi taglia fuori alcune categorie professionali: per esem pio i lavoratori anziani che vedono sparire le loro professioni, le cosiddette “tute blu” sopra i 50 anni che per una vita si sono dedicate a un’attività specifica, oggi in radicale trasformazione o addirittura in via di estinzione. E purtroppo, in molti casi, non ci si può illudere che queste persone possano facilmente convertirsi in tecnici informatici, per fare un esempio. Difendere i loro posti di lavoro tuttavia è la soluzione sbagliata: meglio intervenire con sostegni al reddito che non mantenere in vita imprese, e interi settori industriali, non competitivi.

Un altro problema grave è l’ampliamento dei differenziali salariali. In un’economia ba sata sui servizi non esistono solo lavori ad alto capitale umano. Parallelamente infatti aumenta la richiesta di mano d’opera a bassa qualificazione. E poiché le persone con un “capitale umano elevato” sono relativamente poche, il reddito relativo di chi ha un’i struzione avanzata cresce rispetto a quello di chi non ce l’ha. Vincono agenti di cambio e scienziati impegnati nella ricerca: perdono i lavoratori poco qualificati, i camerieri dei ristoranti frequentati dagli agenti di cambio, i pony express, i trasportatori a domicilio di merci acquistate via internet. Negli Stati Uniti le disparità salariali sono aumentate sensibilmente negli ultimi due decenni proprio perché è cresciuto il premio all’istruzio ne; cioè sono aumentati di più i salari del personale ad alta istruzione rispetto a quelli del personale con istruzione più bassa. E ciò indipendentemente dai super-stipendi dei grandi manager che sono dovuti a lacune nella governance delle aziende, altrettanto gravi in Europa quanto negli Stati Uniti.

In generale gli europei sono più avversi degli americani a ogni aumento della disu

32 seconda prova
B
5 10 15 20 25 30 35

guaglianza. Il problema è come noi europei cerchiamo di limitare la disuguaglianza. Lo facciamo ricorrendo a regolamentazioni sindacali, restrizioni alla concorrenza, salari mi nimi relativamente alti per impedire che il mercato produca più disparità salariale. [...]

Questo è evidentemente un sistema penalizzante. La disuguaglianza sociale non si elimina sopprimendo la concorrenza e impedendo che le retribuzioni siano decise dal mercato; questo è solo un modo per ammazzare la crescita. Gli strumenti per corregge re la distribuzione dei redditi sono le tasse e il welfare, anche perché il vero nemico è la povertà, non la disuguaglianza in quanto tale. Confrontate due economie: una che cresce di più ma in cui le differenze tra poveri e ricchi aumentano; un’altra che cresce di meno e in cui i poveri sono più poveri rispetto alla prima, ma le differenze fra ricchi e poveri sono minori. Quale delle due è preferibile? A noi sembra la prima. Invece spesso nel linguaggio e nell’immaginario comune povertà e disuguaglianza vengono confuse. È vero che spesso maggiore disuguaglianza significa anche maggiore povertà, ma non sempre, e soprattutto, non in economie che crescono molto e nelle quali tutti, sia i poveri sia i ricchi, migliorano la loro posizione.

Alberto Alesina e Francesco Giavazzi, Il liberismo è di sinistra, Il Saggiatore, Milano 2007

B 1 Completa la seguente affermazione con l’espressione usata nel testo.

Viviamo in un periodo di grande mutamento in cui si passa da un’economia fondata sull’in dustria a un’economia

B 2 Nel seguente elenco individua, contrassegnandoli con una crocetta, i problemi che, secondo gli autori, il mutamento economico implica.

sì no

A Aumento dell’età pensionabile

B Scomparsa di lavori tradizionali.

C Rapidi mutamenti tecnologici.

D Informatizzazione del lavoro

E Scarsità di mano d’opera non qualificata.

F Perdita di posti di lavoro.

G Differenze salariali sempre più forti.

B 3 Nel declino delle vecchie scuole professionali una nuova scuola dovrebbe garantire

A una buona preparazione di base, il rinnovamento della mentalità rispetto al mondo del lavoro, l’affermazione del merito.

B una buona preparazione di base.

C una preparazione che segua soltanto l’evoluzione della tecnologia.

D un totale cambiamento rispetto al passato.

COMPRENSIONE DI TESTI seconda prova

33 B
40 45 50

Alberto Alesina e Francesco Giavazzi Liberare i mercati è di sinistra

Testo argomentativo COMPRENSIONE DI TESTI

B 4 Indica quale delle due formulazioni proposte corrisponde al significato del testo.

A In una prospettiva meritocratica negli Stati Uniti si è deciso di premiare con stipendi più elevati coloro che hanno studiato di più a svantaggio di coloro che hanno studia to di meno; ciò ha comportato un aumento delle diseguaglianze.

B In una prospettiva meritocratica negli Stati Uniti si è ampliata la richiesta non solo di personale con alto grado di istruzione, ma anche di manodopera di istruzione non elevata; ciò ha comportato una diminuzione delle diseguaglianze.

B 5 Nel testo i concetti di «diseguaglianza» e «povertà» si equivalgono?

A Sì, perché quando le differenze salariali sono troppo alte aumenta automaticamente la povertà.

B No, perché esistono strumenti per combattere la povertà, nonostante le disuguaglianze.

B 6 Gli autori sono favorevoli alla libera concorrenza?

A SÌ. B No.

B 7 Il testo presenta una forte critica al metodo con cui in Europa si cerca di limitare la disuguaglianza. Quali delle seguenti argomentazioni vengono usate a sostegno della tesi? Contrassegnale con una crocetta.

A Non bisogna opporsi alle leggi del mercato perché impedirebbe la crescita econo mica.

B Non bisogna tanto difendere i posti di lavoro, quanto aiutare i redditi bassi.

C Bisogna difendere le imprese a tutti i costi, per salvaguardare la manodopera.

D Bisogna superare la disuguaglianza, regolamentando i salari.

E Si può correggere la disuguaglianza attraverso le tasse e il welfare.

B 8 Completa la seguente affermazione con l’espressione usata nel testo.

Alle «occupazioni tradizionalmente stabili» subentra la necessità di .

B 9 La parola «obsoleto» (riga 18) significa

A anziano.

B superato.

C inadeguato.

D mutato.

B 10 Sostituisci l’espressione fra virgolette con il vocabolo usato nel testo.

Le forti differenze salariali sia in Europa che negli Stati Uniti dipendono dalle «modalità di gestione delle aziende».

.

34 seconda prova
B

Testo espositivo

INAF

Una nuova era per l’osservazione dell’universo

La prima osservazione diretta di onde gravitazionali venne eseguita il 14 settembre 2015 e annunciata, dopo gli opportuni controlli, l’11 febbraio del 2016 in maniera con giunta dalle collaborazioni LIGO negli Stati Uniti d’America e VIRGO in Italia. Le onde gravitazionali rilevate dagli interferometri erano state generate dalla collisione con conseguente fusione di due buchi neri di circa 36 e 29 masse solari. Tale osservazione non era solo la dimostrazione del corretto funzionamento dell’esperimento, ma soprat tutto l’ultima, definitiva conferma della validità della teoria della relatività generale di Albert Einstein.

Dopo quel primo segnale, ne sono stati osservati altri quattro, di cui l’ultimo, il 17 agosto 2017, ha rivelato un’onda gravitazionale prodotta dalla fusione di due stelle di neutroni (in termini tecnici “coalescenza”) ed ha captato la radiazione elettromagnetica associata alla poderosa esplosione avvenuta durante il fenomeno. È la prima volta, nella storia dello studio dell’universo, che un evento cosmico viene osservato sia nelle onde gravi tazionali che elettromagnetiche, avviando così l’era dell’astronomia multimessaggero, che estende notevolmente il nostro modo di “vedere” e “ascoltare” il cosmo. La scoperta è stata realizzata grazie alla sinergia tra i due Laser Interferometer Gravitational-Wave Observatory (l’Osservatorio LIGO) negli Stati Uniti insieme al rivelatore VIRGO, in Euro pa, abbinata alle osservazioni e alle indagini nella banda elettromagnetica ottenute da

LIGO

Due sono gli interferometri gemelli LIGO, operanti negli Stati Uniti. Il progetto è finanziato dalla National Science Foundation (NSF), con il contributo dell’inglese Science and Technology Facilities Council (STFC), della tedesca Max Planck Society e dell’Australian Research Council (ARC) ed è operato da Caltech e MIT. La collaborazione scientifica LIGO include anche GEO600 in Germania. Vi partecipano circa 1000 scienziati di istituzioni statunitensi e di 15 altri paesi.

VIRGO

È l’interferometro per onde gravitazionali realizzato in Italia, a Cascina (Pisa) dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), e dal Centre National de la Recherche Scientifique (CNRS), cui partecipano anche Nikhet (Olanda), POLGRAW. Polish Academy of Science (Polonia) e Wigner Institute (Ungheria). Lo European Gravitational Observatory (EGO) è responsabile del funzionamento e della gestione di VIRGO. La collaborazione scientifica VIRGO conta circa 250 fisici, ingegneri e tecnici di 19 laboratori europei.

Hanford (Stato di Washington) LIGO Livingston (Louisiana) LIGO Germania GEO 600 Cascina (Pisa, Italia) VIRGO Giappone KAGRA (in costruzione)
35 C COMPRENSIONE DI TESTI seconda prova
5 10 15

Testo espositivoC COMPRENSIONE DI TESTI

70 telescopi a terra e osservatori spaziali che hanno permesso di caratterizzare in modo chiaro l’origine dell’onda.

L’Italia è tra i protagonisti a livello mondiale di questo straordinario risultato con l’I stituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), che ha fondato il rivelatore per onde gra vitazionali VIRGO, l’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), che ha identificato, e quindi riconosciuto e caratterizzato, tra i primi al mondo con strumenti da terra e dallo spazio, la sorgente denominata AT2017gfo e l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), che partecipa con missioni dedicate all’astrofisica delle alte energie.

L’evento è avvenuto a 130 milioni di anni luce da noi, alla periferia della galassia NGC4993, in direzione della costellazione dell’Idra. Le due stelle di neutroni, a con clusione del loro inesorabile e sempre più frenetico processo di avvicinamento, hanno spiraleggiato una intorno all’altra, emettendo onde gravitazionali (increspature dello spaziotempo che si propagano in modo ondulatorio), che sono state osservate per circa 100 secondi. Quando si sono scontrate, hanno emesso un lampo di luce sotto forma di raggi gamma, osservato nello spazio circa due secondi dopo l’emissione delle onde gravitazionali dal Gamma-ray Burst Monitor del telescopio spaziale Fermi della Nasa e quindi confermato dal satellite Integral dell’European Space Agency. Nei giorni e nelle settimane successive allo scontro cosmico, è stata individuata l’emissione di onde elettromagnetiche in altre lunghezze d’onda, tra cui raggi X, ultravioletti, luce visibile, infrarossi e onde radio. I ricercatori italiani dell’INAF hanno così potuto raccogliere e analizzare una preziosissima messe di informazioni su questo evento. Inoltre, le osservazioni fatte dal telescopio Very Large Telescope (VLT) e guidate da ri cercatori italiani rivelano evidenze della sintesi di elementi pesanti scaturiti in seguito all’immane esplosione. Infatti, ciò che segue la fusione di due stelle di neutroni è una “kilonova”, un fenomeno durante il quale il materiale rilasciato dalla collisione delle stelle di neutroni viene lanciato violentemente lontano nello spazio dando origine a processi di nucleosintesi di elementi pesanti. Le nuove osservazioni basate sulla luce mostrano, infatti, che in queste collisioni vengono creati elementi pesanti, come il piom bo, l’oro e il platino che vengono così successivamente distribuiti in tutto l’universo.

Il segnale gravitazionale, denominato GW170817, è stato registrato il 17 agosto alle 14:41 ora italiana. La rivelazione è stata fatta dai due rivelatori gemelli LIGO, situati a Hanford, nello stato di Washington e a Livingston, in Louisiana, mentre le informazioni fornite dal terzo rivelatore, VIRGO, situato in Italia vicino a Pisa, hanno permesso la pre cisa localizzazione dell’evento cosmico. Contemporaneamente, dai satelliti spaziali Fer mi e Integral sono stati rivelati raggi gamma di breve durata (GRB, Gamma Ray Burst).

Il software di analisi LIGO-VIRGO ha messo insieme i due segnali, da cui si è dedotto che era altamente improbabile che si trattasse di una coincidenza casuale. Un’ulteriore analisi automatica ha messo in evidenza la presenza di un segnale gravitazionale coin cidente nel secondo rivelatore LIGO.

L’onda gravitazionale è stata captata prima dai rivelatori LIGO negli Stati Uniti, e poi da VIRGO in Italia, che ha giocato un ruolo fondamentale in questo risultato. Infatti, grazie al suo orientamento rispetto alla sorgente al momento della rivelazione, VIRGO ha registrato un segnale che, combinato con le dimensioni e la tempistica del segnale nei

INAF Una nuova era per l’osservazione dell’universo
36 seconda prova
20 25 30 35 40 45 50 55 60

rivelatori LIGO, ha consentito agli scienziati di triangolare con precisione la posizione nel cielo della sorgente. Dopo aver eseguito un approfondito controllo per assicurarsi che i segnali non fossero un artefatto degli strumenti di rivelazione, gli scienziati han no concluso che l’onda gravitazionale veniva da un’area relativamente piccola, solo 28 gradi quadrati, nel cielo dell’emisfero meridionale.

La rapida rivelazione dell’onda gravitazionale da parte della collaborazione LIGO-VIRGO, associata con il picco di raggi gamma registrati da Fermi, ha permesso il lancio del pro gramma di follow-up dei telescopi in tutto il mondo. Il record di precisione nella localiz zazione ha dunque permesso agli astronomi di eseguire in tempi brevissimi osservazioni di monitoraggio che hanno portato a una inedita ricchezza di eccezionali risultati.

www.media.inaf.it [con adattamenti]

C 1 In che cosa consiste la singolarità della notizia scientifica di cui si parla nel testo?

A Nella fusione di due stelle di neutroni.

B Nella rivelazione delle onde gravitazionali.

C Nella cooperazione internazionale.

D Nell’identificazione precisa della sorgente gravitazionale.

C 2 Che cosa si intende per «astronomia multimessaggero» (riga 14)?

A Quella che acquisisce una grande quantità di dati.

B Quella che formula messaggi diversi.

C Quella che acquisisce informazioni mediante differenti sistemi di rivelazione.

D Quella che acquisisce dati provenienti da osservatori internazionali.

C 3 L’ onda gravitazionale è

A un’onda elettromagnetica.

B un’increspatura dello spaziotempo.

C 4 Che cosa significa «sinergia»?

C la fusione di stelle di neutroni. D un raggio gamma.

A Cooperazione. B Energia. C Sintesi.

D Attività.

C 5 Ricorrendo alle informazioni nel testo e nella figura, svolgi i seguenti due acronimi: LIGO

CNRS

C 6 Il fenomeno di esplosione, successivo alla fusione di due stelle di neutroni, che è all’origine di processi di nucleosintesi di elementi pesanti, si chiama

A coalescenza.

B Gamma-ray Burst.

C kilonova.

D onda gravitazionale.

37 C COMPRENSIONE DI TESTI seconda prova
65 70

Testo espositivoC COMPRENSIONE DI TESTI

INAF

Una nuova era per l’osservazione dell’universo

C 7 Che cosa indica la sigla GW170817?

A La classificazione dell’interferometro. B Il segnale gravitazionale. C La sorgente gravitazionale. D Una galassia.

C 8 Nella seguente tabella inserisci nella colonna di sinistra i termini del testo che appartengono al lessico tecnologico-scientifico e in quella di destra quelli del lessico comune usati in accezione scientifica, scegliendoli fra quelli sotto elencati. Attenzione: l’elenco contiene due termini estranei al testo. lessico tecnologico-scientifico lessico comune con accezione scientifica

onde gravitazionali cometa fusione onde elettromagnetiche interferometro buchi neri segnale stelle di neutroni sorgente coalescenza big bang kilonova sintesi

C 9 Completa, ricavando le informazioni dal testo, il seguente breve paragrafo.

Il giorno gli scienziati dei due osservatori astronomici e hanno rilevato importanti segnali di , causate da di due che si è verificata cir ca in una zona dell’universo in direzione della . Tale poderoso evento ha anche prodotto delle che sono state con temporaneamente captate dagli . La pluralità e la diversità di tali infor mazioni acquisite in modo simultaneo ha permesso di identificare con buona precisio ne . Inoltre, tali rilevazioni hanno confermato l’origine, attraverso processi di degli elementi pesanti, quali , , .

C 10 Sulla base delle informazioni ricavabili dal testo e dalla figura, scegli dall’elenco le nazioni che partecipano al progetto per la rivelazione delle onde gravitazionali.

Stati Uniti

Argentina India Giappone Spagna Francia Austria Italia Romania Bulgaria Polonia Germania Irlanda Gran Bretagna Olanda Cina Canada Ungheria Australia Nuova Zelanda

38 seconda prova

Testo funzionale

Test di comportamento del fumatore

TEST DI GLOVER-NILSON MODIFICATO

Quanto è vero per te? (domande da 1 a 3). Scegli una risposta contrassegnando un numero sulla seguente scala:

0 = per niente 1 = un po’ 2 = moderatamente 3 = molto 4 = moltissimo

1. La mia abitudine di fumare è molto importante per me 10 32 4

2. Giocare con la sigaretta e toccarla per me fa parte del rituale dell’abitudine del fumo

3. Giocare con il pacchetto di sigarette e toccarlo per me fa parte del rituale dell’abitudine del fumo

10 32 4

10 32 4

Quanto è vero per te? (domande da 4 a 18). Scegli una risposta contrassegnando un nu mero sulla seguente scala:

0 = mai 1 = raramente 2 = a volte 3 = spesso 4 = sempre

4. Tieni occupate le dita e le mani per evitare le sigarette? 10 32 4

5. Metti qualcosa in bocca per evitare di fumare? 10 32 4

6. Dopo aver eseguito un compito ti ricompensi con una sigaretta?

7. Quando resti senza sigarette o non riesci a trovare il pacchetto, ti senti in angoscia?

8. Quando non hai sigarette ti risulta difficile concentrarti e portare a termine un qualsiasi compito?

9. Quando ti trovi in un luogo dove è proibito fumare giocherelli con la sigaretta o con il pacchetto di sigarette?

10 32 4

10 32 4

10 32 4

10 32 4

39 D COMPRENSIONE DI TESTI seconda prova

Testo funzionale COMPRENSIONE DI TESTI

seconda prova

Test di comportamento del fumatore

10. Certi posti o certe situazioni ti spingono a fumare? La tua poltrona preferita, il divano, la casa, andare in macchina, bere (caffè, alcolici ecc.)?

11. Ti succede spesso di accendere una sigaretta per abitudine, senza averne veramente voglia?

12. Tenere una sigaretta in mano, anche senza accenderla, ti aiuta a ridurre lo stress?

10 32 4

10 32 4

10 32 4

13. Ti metti spesso in bocca sigarette spente o altri oggetti (penne, stuzzicadenti, gomma da masticare ecc.) e li succhi per rilassarti e ridurre lo stress, le tensioni, la frustrazione ecc.? 10 32 4

14. Una parte del piacere di fumare viene dall’eseguire il rito di accendere la sigaretta?

15. Una parte del piacere che dà il tabacco consiste nel guardare il fumo quando lo espiri?

16. Ti capita di accendere una sigaretta senza renderti conto che ne hai già una accesa nel posacenere?

17. Quando sei da solo in un ristorante, alla fermata dell’autobus, a una festa ecc., ti senti più tranquillo, più protetto, più sicuro di te se hai una sigaretta in mano?

18. Accendi una sigaretta se lo fanno i tuoi amici?

10 32 4

10 32 4

10 32 4

10 32 4

10 32 4

Le domande 1, 6, 7 e 8 misurano la dipendenza psicologica, le domande 17 e 18 misurano la dipendenza sociale, le domande da 2 a 5 e da 9 a 16 e misurano la dipendenza gestuale

40
D

TEST DI FAGERSTRÖM

Dopo quanto tempo dal risveglio fuma la prima sigaretta?

entro 5 minuti 6-30 minuti 31-60 minuti più di 60 minuti 3 2 1 0

Trova difficile non fumare nei luoghi dove è vietato (chiese, cinema, biblioteche ecc.)? Sì No 1 0

A quale sigaretta trova più difficile rinunciare? La prima del mattino Un’altra 1 0

Quante sigarette fuma al giorno?

10 o meno 11-20 21-30 31 o più 0 1 2 3

Fuma di più nelle prime ore dopo il risveglio che durante il resto del giorno? Sì No 1 0

Fuma anche se ha una malattia che la costringe a rimanere a letto tutto il giorno? Sì No 1 0

Totale

Test di Glover-Nilson modificato e Test di Fagerström, in appendice a Carmen Covito, L’arte di smettere di fumare (controvoglia), Mondadori, Milano 2005, pp. 163-165

D 1 La dipendenza dal fumo si fonda sul

D 2 La scala usata per le risposte è ascendente o discendente?

A Ascendente.

D 3 Il grado di dipendenza segnalato come livello 2 può essere considerato

A basso.

B medio.

B Discendente.

C medio-basso.

D medio-alto. TESTI prova

41
D COMPRENSIONE DI
seconda

Testo funzionale COMPRENSIONE DI TESTI

Test di comportamento del fumatore prova

D 4 Il fumo viene presentato come un gesto meccanico e spesso immotivato. Quali sono i luoghi che possono farlo scattare?

D 5 Inserisci nella seguente tabella gli atteggiamenti che fanno riferimento ai diversi tipi di dipendenza qui elencati: frustrazione desiderio di compagnia angoscia necessità di tenere in mano un pacchet to di sigarette difficoltà di concentrazione stress tensione ansia imitazione degli altri piacere di masticare insofferenza alle regole giocherellare difficoltà di relazione dipendenza psicologica dipendenza sociale dipendenza gestuale

D 6 La dipendenza dal fumo è maggiore se sì no

A è difficile portare a termine un compito anche con l’aiuto delle sigarette.

B l’accendere una sigaretta non nasce dal desiderio di fumare.

C è difficile rinunciare alla sigaretta al momento del risveglio

D si evita di fumare durante una malattia

E non si osserva il fumo che si espira.

F si accende una sigaretta per sconfiggere la solitudine.

42
seconda
D

D 7 Individua il sinonimo di «frustrazione» (13.) fra i seguenti vocaboli:

A avvilimento.

B disinganno.

C tristezza.

D rivalsa.

D 8 Il questionario è costituito da due test, denominati secondo l’autore, il primo di , il secondo di .

D 9 Qual è la differenza tra i quesiti del primo test e quelli del secondo?

A Nel primo test i quesiti chiedono delle risposte libere, nel secondo segnalano il gra do di dipendenza in modo automatico.

B Nel primo test chiedono delle risposte che segnalano il grado di dipendenza, nel secondo test presentano risposte a cui è attribuito un punteggio.

D 10 Individua il pronome personale usato nelle due sezioni del primo test e nel secondo test.

A Primo test. Quesiti da 1 a 3

B Primo test. Quesiti da 4 a 18

C Secondo test prova

43
D COMPRENSIONE DI TESTI seconda

Dinamica del tempo

Testo argomentativo COMPRENSIONE DI TESTI

La storia è un percorso, fatto di prima e dopo, di ieri, oggi e domani. È un tragitto costi tuito da una concatenazione di passi. Somiglia a un lungo e faticoso sentiero di monta gna del quale non si vede la fine. Ogni passo in sé pare non avere importanza, tanto è breve rispetto alla lunghezza complessiva del cammino; se ne percepisce il rilievo solo quando ci si volta e si nota la distanza percorsa oppure, guardando avanti, si comincia a scorgere la meta. La percezione della storia, del procedere del cammino dell’umanità, non è sempre la stessa: i singoli momenti, i singoli passi sono vissuti come se si esau rissero in se stessi, come se non avessero un prima e un dopo, come se non si capisse che arrivare alla meta ne richiede una serie e necessita di tempo.

Nei confronti della storia la persona è impaziente, vuole una soluzione immediata, esi ge cambiamenti repentini. Se non li coglie subito, tende a escludere che possano verifi carsi. Si demoralizza, si ferma come un bambino capriccioso che si rifiuta di camminare ancora e pretende di essere preso in braccio, perché la grande fatica che gli costa il singolo passo sembra sprecata, non vedendo la meta, non percependo il percorso. Manca l’idea del costruire, del collocare uno sull’altro i mattoni perché alla fine si possa vedere la casa.

La prospettiva che, nel cammino della storia, superare l’ingiustizia richieda tempo a volte pare troppo difficile da sopportare. Succede che alcuni si estraneino, rimuovano la questione e vivano come se il problema non esistesse. Altri si lasciano andare alla ribellione violenta. I primi cadono nell’indifferenza, escono dalla scena. I secondi si infilano in un tunnel senza speranza, e diventano essi stessi generatori di clamorose ingiustizie, sconsiderati e velleitari seminatori di morte, assimilabili ai giudici che in fliggono pene capitali (senza diritto, senza processo, senza prove, senza possibilità di difesa), prevaricatori dell’altrui dignità, specchi che riflettono l’intollerante, altezzosa e boriosa diversità che sostengono (magari credendoci) di voler combattere. Il cammino verso la società orizzontale è fatto anche della percezione del tempo, della sua dinamica, degli inciampi, delle cadute, delle soste, delle regressioni, delle riprese. Proprio come accade sul sentiero di montagna. Collocarsi nel tempo significa avere presente il passato e considerare i passi compiuti, la diversità di oggi rispetto a ieri. Il percorso ci mostra che società orizzontali non sono mai state sperimentate, se non in modo sporadico e sterile? Bene, allo stesso tempo il percorso ci mostra che ogni passo ha avuto successo quando è stato fatto in confor mità con il suo tempo. Ai tempi di Spartaco era impossibile che la schiavitù venisse rinnegata? Certo, ma è quel che è successo un paio di millenni dopo. Era impossibile che la tortura venisse ripudiata nel Medioevo? Esatto, ma è quel che si è verificato nel Diciottesimo secolo. È stato finora impossibile modellarsi secondo le forme della so cietà orizzontale? Sicuramente. Ma come sono diventati possibili altri stravolgimenti epocali prima impensabili, così può essere finalmente maturo anche il tempo perché ci si riconosca e ci si accetti invece di rifiutarsi reciprocamente.

44 seconda prova
E
5 10 15 20 25 30 35

40

Alcune esperienze del recente passato (la rivoluzione non violenta di Mohandas Ka ramchand Gandhi: la riconciliazione sudafricana di Nelson Mandela; la fine incruenta delle dittature in Grecia, Spagna e Portogallo; il dissolversi dell’Unione Sovietica) ne sono un segnale non sottovalutabile.

Gherardo Colombo, Sulle regole, Feltrinelli, Milano 2008, pp. 143-145

E 1 Una società giusta, in cui «ci si riconosca e ci si accetti invece di rifiutarsi reciproca mente», viene definita dall’autore una società

E 2 Lo scopo principale dell’autore è quello di

A esprimere il suo pensiero.

B descrivere la società di oggi.

C convincere i lettori a un impegno nella realtà.

D condannare le ingiustizie di cui molte persone sono vittime..

E 3 Fra le seguenti affermazioni distingui la tesi e le argomentazioni. Contrassegnale con una crocetta.

tesi argomentazioni

A Per cambiare la storia bisogna procedere a piccoli passi.

B Bisogna essere consapevoli che i cambiamenti avvengono quando i tempi sono maturi

C Nel combattere l’ingiustizia non bisogna demoralizzarsi di fronte alle difficoltà

D È arrivato il momento per cercare di attuare una società giusta.

E 4 Di fronte alle difficoltà e alla lentezza dei cambiamenti si generano due opposti at teggiamenti, ambedue negativi (righe 17-25). Raggruppa in due colonne gli ele menti che li caratterizzano, scegliendoli fra quelli qui elencati: intolleranza negazione del problema passività violenza prevaricazione fanatismo estraneità indifferenza senso di superiorità

45 E COMPRENSIONE DI TESTI seconda prova

Testo argomentativoE

COMPRENSIONE DI TESTI seconda prova

Gherardo Colombo Dinamica del tempo

E 5 Che cosa significa che «i singoli passi sono vissuti come se si esaurissero in se stessi» (righe 7-8)?

A Che manca la prospettiva della meta e del tempo necessario a raggiungerla.

B Che si rinuncia a priori al cammino da percorrere perché troppo faticoso.

C Che si vuole tutto e subito.

D Che non si lotta per la giustizia.

E 6 Nella seguente riformulazione di una frase del testo sostituisci le espressioni in cor sivo con quelle usate nel testo.

Coloro che usano la violenza per ribellarsi alle ingiustizie possono essere paragonati a quei giudici che condannano a morte , senza le dovute procedure ; mostrano un superbo e arrogante atteggiamento nei confronti degli altri, nonostante a parole combattano la disuguaglianza.

E 7 Nel testo «velleitario» (riga 22) significa

A falso. B pieno di desiderio. C illusorio. D sciocco.

E 8 Completa la seguente tabella, contrassegnando con una crocetta quali delle imma gini elencate sono delle similitudini e quali delle metafore. similitudini metafore

A «La storia è un percorso»

B «È un tragitto costituito da una concatenazione di passi»

C «Somiglia a un lungo e faticoso sentiero di montagna»

D il «cammino dell’umanità»

E «la persona [...] si ferma come un bambino capriccioso»

F «I primi [...] escono dalla scena»

G «I secondi si infilano in un tunnel»

H «[I secondi sono] assimilabili ai giudici che…»

E 9 Attraverso gli esempi formulati come domande l’autore vuole fare capire che

A certe battaglie del passato hanno avuto esito positivo, nonostante nel loro tempo sembrassero premature.

B certe battaglie, che non potevano avere esito positivo nel loro tempo, hanno avuto successo molto tempo dopo.

E 10 Attraverso gli esempi formulati alla fine del testo, l’autore richiama alcune esperienze del recente passato per

A incoraggiare l’impegno per una società giusta.

B scoraggiare da progetti velleitari.

46

Testo espositivo

Annalaura Passera Assistente sociale

1. Premessa Lo sviluppo dello Stato moderno, fondato sul riconoscimento dei diritti umani e sul simmetrico dovere di garanzia e tutela degli stessi, nonché le profonde trasformazioni indotte dalla rivoluzione industriale, costituiscono lo scenario giuridi co-istituzionale e il contesto socioeconomico in cui, a partire dalla fine del xix secolo, in particolare nei paesi anglosassoni, le attività di assistenza e di aiuto, tradizionalmente a carattere spontaneistico e caritativo, si sono trasformate in lavoro sociale. La com plessità dei bisogni, la loro multifattorialità e mutabilità nel tempo e nei contesti di vita hanno, infatti, richiesto nuove e specifiche conoscenze per la valutazione scientifica degli stessi e sempre nuove, o rinnovate, competenze per la messa in atto dei program mi tecnico-professionali di risposta. In questo percorso di costruzione del sapere e di identificazione dello specifico professionale, il lavoro di aiuto e di assistenza sociale si è andato consolidando come attività professionale. Tra gli studiosi vi è convergenza nel ritenere che oggi l’attività dell’assistente sociale (a.s.) sia annoverabile tra le pro fessioni intellettuali, attesi il riconoscimento accademico della sua disciplina, il servizio sociale, la cultura teorico-metodologica condivisa dall’intera comunità professionale e l’adozione formale di specifiche norme di autoregolazione mediante un apposito codice deontologico [ Servizio sociale].

Aa. Vv., Dizionario di servizio sociale [s.v. Assistente sociale], Carocci, Milano 2009

F 1 Da quale delle seguenti locuzioni può essere sostituita la congiunzione «nonché» (riga 2)?

A Non perché.

B Come pure.

C Anche se.

D Anche perché.

F 2 Nel testo, «spontaneistico» (riga 6) significa

A misericordioso.

B improntato alle specifiche competenze del lavoro di assistenza.

C poco spontaneo.

D fondato su sentimenti individuali e non su specifiche competenze.

F 3 Nell’espressione «per la valutazione scientifica degli stessi» (righe 8-9), il pronome «stessi» si riferisce a

47 F RIFLESSIONE SULLA LINGUA seconda prova
5 10 15

RIFLESSIONE SULLA LINGUA seconda prova

Testo espositivo

Annalaura Passera Assistente sociale

F 4 La forma verbale «si è andato consolidando» (riga 12) indica che «il lavoro di aiuto e di assistenza sociale»

A si è progressivamente affermato.

B si sta ora affermando.

C si affermò.

D si affermerà.

F 5 Completa il seguente testo inserendo i sinonimi delle voci mancanti, scelti tra quelli sottoelencati.

Tra gli studiosi vi è nel ritenere che oggi l’attività dell’assistente sociale (a.s.) sia tra le professioni intellettuali, il riconoscimento della sua disciplina, il servizio sociale, la cultu ra teorico-metodologica dall’intera comunità professionale e l’a dozione formale di specifiche di autoregolazione mediante un codice disposizioni considerati approvata accordo appropriato universitario inseribile morale

F 6 Per «identificazione dello specifico professionale» (riga 11) si intende

A immedesimazione nella particolare attività assistenziale.

B consapevolezza delle specifiche competenze che il lavoro di assistente sociale ri chiede.

C consapevolezza della propria identità professionale.

D rifiuto di identificarsi nella professione.

F 7 Il testo presenta un lessico specifico che si avvale di numerosi vocaboli composti. Rintraccia e trascrivi quelli che corrispondono alle seguenti definizioni.

A Che riguarda aspetti astratti e modalità operative:

B Che riguarda la capacità di darsi liberamente delle norme:

C Che riguarda i numerosi e vari elementi di una situazione:

D Che riguarda il piano dei diritti sanciti dalla Costituzione:

F 8 Il linguaggio usato nel testo può essere definito

A medio.

B elevato.

C tecnico.

D scientifico.

48
F

F 9 Che cosa indica la punta di freccia nella parentesi quadra?

A Rimanda a un’altra voce del dizionario sullo stesso argomento.

B Rimanda a un’altra voce del dizionario su un altro argomento.

C Segnala di fare attenzione a quanto scritto.

D Indica la fine del discorso.

F 10 La sintassi usata è

A facile perché il testo è di tipo espositivo.

B facile perché chi scrive vuole rivolgersi a tutti.

C complessa dato il carattere sintetico del discorso.

D complessa perché chi scrive vuole rivolgersi solo alle persone competenti.

49 F RIFLESSIONE SULLA LINGUA seconda prova

Testo letterario

DI TESTI terza prova

Natalia Ginzburg Le scarpe rotte

Io ho le scarpe rotte e l’amica con la quale vivo in questo momento ha le scarpe rotte anche lei. Stando insieme parliamo spesso di scarpe. Se le parlo del tempo in cui sarò una vecchia scrittrice famosa, lei subito mi chiede: «Che scarpe avrai?» Allora le dico che avrò delle scarpe di camoscio verde, con una gran fibbia d’oro da un lato. Io appartengo a una famiglia dove tutti hanno scarpe solide e sane. Mia madre anzi ha dovuto far fare un armadietto apposta per tenerci le scarpe, tante paia ne aveva. Quando torno fra loro, levano alte grida di sdegno e di dolore alla vista delle mie scar pe. Ma io so che anche con le scarpe rotte si può vivere. Nel periodo tedesco ero sola qui a Roma, e non avevo che un solo paio di scarpe. Se le avessi date al calzolaio avrei dovuto stare due o tre giorni a letto, e questo non mi era possibile. Così continuai a portarle, e per giunta pioveva, le sentivo sfasciarsi lentamente, farsi molli ed informi, e sentivo il freddo del selciato sotto le piante dei piedi. È per questo che anche ora ho sempre le scarpe rotte, perché mi ricordo di quelle e non mi sembrano poi tanto rotte al confronto, e se ho del denaro preferisco spenderlo altrimenti, perché le scarpe non mi appaiono più come qualcosa di molto essenziale. Ero stata viziata dalla vita prima, sempre circondata da un affetto tenero e vigile, ma quell’anno qui a Roma fui sola per la prima volta, e per questo Roma mi è cara, sebbene carica di storia per me, carica di ricordi angosciosi, poche ore dolci. Anche la mia amica ha le scarpe rotte, e per questo stiamo bene insieme. La mia amica non ha nessuno che la rimproveri per le scarpe che porta, ha soltanto un fratello che vive in campagna e gira con degli stivali da cacciatore. Lei e io sappiamo quello che succede quando piove, e le gambe sono nude e bagnate e nelle scarpe entra l’acqua, e allora c’è quel piccolo rumore a ogni passo, quella specie di sciacquettìo.

La mia amica ha un viso pallido e maschio, e fuma in un bocchino nero. Quando la vidi per la prima volta, seduta a un tavolo, con gli occhiali cerchiati di tartaruga e il suo viso misterioso e sdegnoso, col bocchino nero fra i denti, pensai che pareva un generale cinese. Allora non lo sapevo che aveva le scarpe rotte. Lo seppi più tardi. Noi ci conosciamo soltanto da pochi mesi, ma è come se fossero tanti anni. La mia amica non ha figli, io invece ho dei figli e per lei questo è strano. Non li ha mai veduti se non in fotografia, perché stanno in provincia con mia madre, e anche questo fra noi è stranissimo, che lei non abbia mai veduto i miei figli. In un certo senso lei non ha problemi, può cedere alla tentazione di buttar la vita ai cani, io invece non posso. I miei figli dunque vivono con mia madre, e non hanno le scarpe rotte finora. Ma come saranno da uomini? Voglio dire: che scarpe avranno da uomini? Quale via sceglieranno per i loro passi? Decideranno di escludere dai loro desideri tutto quel che è piacevole ma non necessario, o affermeranno che ogni cosa è necessaria e che l’uomo ha il diritto di avere ai piedi delle scarpe solide e sane?

Con la mia amica discorriamo a lungo di questo, e di come sarà il mondo allora, quando io sarò una vecchia scrittrice famosa, e lei girerà per il mondo con uno zaino in spalla,

50 COMPRENSIONE
A
5 10 15 20 25 30 35

come un vecchio generale cinese, e i miei figli andranno per la loro strada, con le scarpe sane e solide ai piedi e il passo fermo di chi non rinunzia, o con le scarpe rotte e il passo largo e indolente di chi sa quello che non è necessario.

Qualche volta noi combiniamo dei matrimoni fra i miei figli e i figli di suo fratello, quello che gira per la campagna con gli stivali da cacciatore. Discorriamo così fino a notte alta, e beviamo del tè nero e amaro. Abbiamo un materasso e un letto, e ogni sera facciamo a pari e dispari chi di noi due deve dormire nel letto. Al mattino quando ci alziamo, le nostre scarpe rotte ci aspettano sul tappeto. La mia amica qualche volta dice che è stufa di lavorare, e vorrebbe buttar la vita ai cani. Vorrebbe chiudersi in una bettola a bere tutti i suoi risparmi, oppure mettersi a letto e non pensare più a niente, e lasciare che vengano a levarle il gas e la luce, lasciare che tutto vada alla deriva pian piano. Dice che lo farà quando io sarò partita. Perché la nostra vita comune durerà poco, presto io partirò e tornerò da mia madre e dai miei figli, in una casa dove non mi sarà permesso di portare le scarpe rotte. Mia madre si prenderà cura di me, m’impedirà di usare degli spilli invece che dei bottoni, e di scrivere fino a notte alta. E io a mia volta mi prenderò cura dei miei figli, vincendo la tentazione di buttar la vita ai cani. Tornerò ad essere grave e materna, come sempre mi avviene quando sono con loro, una persona diversa da ora, una persona che la mia amica non conosce affatto.

Guarderò l’orologio e terrò conto del tempo, vigile ed attenta ad ogni cosa, e baderò che i miei figli abbiano i piedi sempre asciutti e caldi, perché so che così dev’essere se appena è possibile, almeno nell’infanzia. Forse anzi per imparare poi a camminare con le scarpe rotte, è bene avere i piedi asciutti e caldi quando si è bambini.

Natalia Ginzburg, Le piccole virtù, Einaudi, Torino 1961

COMPRENSIONE DI TESTI terza prova

A

A

A Individua seguente gli elementi che caratterizzano l’atteggiamento confronti delle «scarpe rotte». abitudine lamento invidia per chi ha le scarpe «solide e sane» attaccamento-legame con il passato desiderio di scarpe nuove indifferenza ai disagi che provocano

51 A
1 Dal racconto emerge che è Roma la città in cui l’autrice è sempre vissuta? A Sì. B No. A 2 Riporta la frase che spiega perché Roma le è particolarmente cara.
3 A quale periodo fanno riferimento i «ricordi angosciosi» (riga 18)?
4
nell’elenco
della protagonista nei
40 45 50 55 60

Testo letterarioA

COMPRENSIONE DI TESTI terza prova

A 5 Oltre ad essere qualcosa di concreto, le «scarpe rotte» hanno anche un valore simbolico. Quali concetti rappresentano?

A Le difficoltà economiche.

B La sofferenza della vita.

C Il rifiuto delle convenzioni borghesi.

D Il gusto dell’avventura tipico dei giovani.

A 6 Quale di queste queste frasi è aderente al testo relativamente al rapporto della pro tagonista con l’amica?

A Ambedue condividono una vita di difficoltà e di sofferenza, ma l’amica, che a diffe renza della protagonista non ha figli, è libera di fare ciò che vuole della propria vita.

B Ambedue al momento fanno una vita spensierata: l’amica, che non deve prendersi nessuna responsabilità, continuerà a farla, mentre la protagonista dovrà occuparsi dei figli.

A 7 L’espressione «buttar la vita ai cani» significa

A fare una vita senza problemi come quella dei cani.

B sprecare la vita con occupazioni poco importanti.

C smettere di lottare e lasciarsi andare.

D essere aggressivi con gli altri come i cani.

A 8 Indica se le seguenti affermazioni sono corrette o errate rispetto a quel che si legge nel testo e contrassegnale con una crocetta.

Rispetto ai suoi figli la protagonista

A prevede quale sarà il loro futuro.

B preferirebbe che in futuro siano in grado di rinunciare al superfluo.

C pensa che dovranno abituarsi alle difficoltà della vita.

D ritiene che sia utile non proteggerli troppo oggi per abituarli un domani a camminare con le scarpe rotte.

E è convinta che sia utile proteggere tutti i bambini proprio per abituarli un domani a camminare con le scarpe rotte.

corretto errato

Natalia Ginzburg Le scarpe rotte
52

A 9 Individua tra quelle elencate le caratteristiche dello stile usato: paratassi lessico comune abbondanza di metafore domande retoriche ripetizioni

A 10 La conclusione è

A narrativa, perché racconta la fine di una storia. B argomentativa, perché presenta una riflessione morale.

A COMPRENSIONE DI TESTI terza prova

53

Testo argomentativo

DI TESTI terza prova

Graziella Tonon La città è moribonda

In che condizioni si trova oggi la città? Nei due secoli che hanno visto l’utile economico e le leggi di mercato assurgere nel mondo a regola dominante, il cammino compiuto dalla città appare come una progressiva caduta. La città, che pure è stata il terreno per l’affermazione della borghesia, non costituisce più l’orizzonte ottimale per lo sviluppo, della formazione economico sociale capitalistica nella sua fase matura. L’organismo ur bano configuratosi nella storia – unità inscindibile di civitas e urbs – costituisce semmai un ostacolo da rimuovere. Sia la complessità sociale e funzionale della civitas, con le sue istituzioni e regole civili strutturate sulle relazioni comunitarie, sia la forma dell’ur bs, con il suo sistema equilibrato di spazi aperti e chiusi, pubblici e privati, rappresen tano impedimenti per un modo di produzione che ha il suo proprio motore nel libero perseguimento del profitto in tutti i modi e in tutte le direzioni.

Ogni tempo ha il suo spazio caratteristico e ideale. A identificare il tempo dell’assolutismo del mercato, in cui viviamo, non è più il corpo delimitato, chiaro della città, ma la metro poli contemporanea. Suo modello di organizzazione fisica è uno spazio informe, senza limiti, instabile, sorta di vero e proprio «perpetuum mobile» (Novalis). Sua cifra distintiva è il caos, il costante sovvertimento nelle dislocazioni delle attività umane, la creazione di squilibri territoriali e sociali, l’indifferenza per tutto ciò che ha una impronta organica. Principio ordinatore degli assetti fisici e funzionali è la remuneratività degli investi menti e la riduzione a valore di scambio di ogni cosa, compresi gli organismi viventi e i loro spazi. In tale ottica tutto è possibile. Questo spiega sia l’accanimento contro le regole della convivenza civile sia gli oltraggi inferti alla bellezza dei paesaggi in cui per secoli si è identificata l’esistenza umana. A soffrirne è la qualità dell’abitare e la città in particolare. Lo dimostrano non solo le situazioni disumane degli slums e delle favelas nelle mostruose metropoli del sottosviluppo, ma anche la progressiva riduzione di urbanità nei territori dell’opulenza.

La massiccia perdita di abitanti da parte di molte città, la crisi delle loro aree centrali — per eccesso di trasformazioni monofunzionali o per assenza di interventi — la progressiva periferizzazione della residenza, l’abbruttimento degli spazi aperti pubblici: tutto concorre ad affermare che a essere espropriate del diritto alla città non sono più solo alcune categorie di persone, ma ampie componenti del corpo sociale. La città è sempre meno un luogo dell’abitare.

Venezia da un lato, la dispersione insediativa del territorio metropolitano padano dall’altro, rappresentano due esempi emblematici del medesimo processo: la dissolu zione degli storici legami di reciproca appartenenza tra urbs e civitas, senza i quali l’urbs si trasforma in un vuoto scenario di pietra e la civitas in un informe insieme di solitudini. A Venezia da ogni parte del mondo si continua ad andare anche solo per un giorno «non per vederla ma per essere felici». Lì ogni pietra, ogni spazio, per dimensione e di sposizione, parla un linguaggio d’amore. Lì ogni senso umano può espandersi e l’anima trovare passo dopo passo nutrimento alla sua inestinguibile fame di bellezza e conso

54 COMPRENSIONE
B
5 10 15 20 25 30 35

lazione. Eppure la città è moribonda: esangue è la sua civitas, dissanguata dal continuo salasso di abitanti, costretti a risiedere altrove dai prezzi impossibili degli immobili e dalla scarsità dei posti di lavoro. Uno degli ambienti urbani più ospitali, perfetto per abitare, è in gran parte ridotto a oggetto da museo. La trama delicata dei campi, dei campielli, delle calli, nata per fare da scena e palcoscenico al multiforme teatro della vita, è per lo più svilita a mero spazio di transito per le folle spesso incivili dei turisti: consumatori di città come la massa degli ottocentomila pendolari che per ragioni di lavoro e studio si riversano tutti i giorni feriali su Milano o lo stuolo di quelli che vi si tuffano nei fine settimana a respirare quel che rimane dell’aria di città.

Nella Padania investita dallo sprawl di funzioni e residenti un tempo accentrati nelle città, ciò che manca è invece il corpo organico dell’urbs e la sua bellezza. Al suo posto un paesaggio disastrato, dove a nessuno verrebbe in mente di fermarsi, se non fosse co stretto, tanta è la sua bruttezza. Non è un caso che esso produca nei residenti anestesia dei sensi, indifferenza oppure accettazione in nome di una presunta necessità. D’altro canto «accettare l’inferno e divenirne parte fino al punto di non vederlo più» è la via più facile e comoda per non soffrire. Evita infatti la fatica di «cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio».1

1. I. Calvino, Le città invisibili, Einaudi, Torino 1972, p. 170 [N.d.A.]

Graziella Tonon, La città necessaria, Mimesis Edizioni, Milano-Udine 2013

COMPRENSIONE DI TESTI terza prova

B 1 Il titolo esprime

A la risposta alla domanda iniziale.

B la tesi del discorso.

C la tesi del discorso che coincide con la risposta alla domanda iniziale.

D una delle diverse argomentazioni a sostegno della tesi.

B 2 Chi è l’autore delle frasi citate alla fine del testo?

B 3 Storicamente la città presenta due realtà ben distinte, strettamente collegate tra loro. Completa la seguente tabella indicando i termini usati nel testo corrispondenti alle definizioni proposte.

A Luogo dove si abita

B Insieme delle relazioni tra cittadini 55

55 B
40 45 50

Testo argomentativo

DI TESTI terza prova

B 4 In tutto il testo “città” e “metropoli” sono messe in antitesi. Scegli dal seguente elenco e trascrivi sulla stessa riga i termini e le locuzioni di ciascuna opposizione. luogo dell’abitare insieme di solitudini spazio informe bellezza dei paesaggi sistema equilibrato di spazi periferizzazione della residenza relazioni comunitarie paesaggio disastrato città metropoli

B 5 Individua nell’elenco le argomentazioni di sostegno alle tesi presenti nel testo e con trassegnale con una crocetta.

A La logica del profitto condiziona la formazione delle metropoli.

B Le metropoli sono troppo abitate a causa del fenomeno dell’urbanesimo.

C I nuclei centrali della città si sono spopolati.

D Le periferie si sono ampliate.

E Gli interventi di abbellimento non hanno riguardato le periferie.

F La gente non si rende mai conto del degrado della città.

G L’indifferenza della gente di fronte alla crisi della città costituisce una forma di difesa.

H Molte persone si riversano nelle città, ma non le abitano.

B 6 Il processo di degrado è evidente

A nei paesi ricchi.

B nelle regioni sottosviluppate.

C in tutti i paesi fin dalle origini della città.

D non solo nei paesi poveri, ma anche in quelli ricchi.

B 7 All’area semantica di quale disciplina appartengono i vocaboli sottoelencati?

leggi di mercato libero perseguimento del profitto remuneratività valore di scambio prezzi impossibili

Graziella Tonon La città è moribonda
COMPRENSIONE
B 56

B 8 L’espressione «anestesia dei sensi» (righe 52-53) presente nel testo

A fa parte del linguaggio comune.

B è una metafora usata per indicare un comportamento.

C è usata in senso proprio, secondo la terminologia medica.

D è una metafora senza riferimento al contesto.

B 9 Individua i tre vocaboli stranieri presenti nel testo abbinandoli al rispettivo significa to. bassifondi disordinato insieme di case baraccopoli brasiliane termine straniero significato

B 10 Perché le citazioni d’autore sono poste a conclusione del testo?

A Per accentuare che la città è moribonda.

B Per sottolineare la mancanza di speranza relativa alla possibilità di un mutamento positivo

C Per concludere il discorso con una citazione di un autore importante.

D Per concludere il discorso, condannando l’atteggiamento di passività e rinuncia delle persone di fronte al degrado.

B COMPRENSIONE DI TESTI terza prova 57

Testo espositivo

DI TESTI terza prova

COMPRENSIONE

Oggi sappiamo che il cancro è una malattia dei geni: in altre parole, nelle cellule che diventano cancerose avvengono mutazioni genetiche che ne modificano le caratteristi che e danno luogo a un tumore. Questo concetto, che ora diamo per scontato, non era tale solo trent’anni fa. Per arrivarci è stato necessario un lungo percorso di ricerca, che ha avuto inizio ai primi del Novecento.

Sono stati inizialmente i virus oncogeni a insegnarci che alcuni geni alterati possono causare cancro. Il loro studio – primo fra tutti quello del virus del sarcoma di Rous (RSV) che provocava l’insorgenza di sarcomi nei polli – ci ha insegnato che al loro interno esistono degli oncogèni, ossia geni che causano il cancro. Scientificamente, vengono definiti “oncogèni dominanti”. Il primo oncogène mutato, capace di indurre trasforma zione neoplastica nell’uomo, è stato chiamato Ras.

Successivamente sono stati identificati anche geni che, al contrario, sono capaci di sop primere il cancro: i cosiddetti “geni oncosoppressori” (o “oncogèni recessivi”).

Dal punto di vista genetico possiamo pensare al cancro come a una bicicletta che corre fuori controllo. Per muoversi correttamente, la bicicletta deve avere sia i pedali che la fanno correre (crescere, nel caso della cellula), sia i freni per potersi fermare al mo mento giusto (e, nel caso della cellula, non crescere all’infinito o in modo incontrollato trasformandosi in tumorale).

Abbiamo visto che i geni coinvolti nel processo di sviluppo del cancro appartengono sostanzialmente a due classi distinte: dominanti e recessivi. Gli oncogèni dominanti sono un po’ come i pedali della bicicletta: se girano in continuazione all’impazzata – an che se ne gira uno solo – la bici continua ad andare velocemente e, prima o poi, perde il controllo. La loro attività è vigilata da oncogèni recessivi, i geni oncosoppressori, veri e propri freni che rallentano e bloccano la proliferazione incontrollata della cellula. Pro prio come i freni di una bicicletta tradizionale: in caso se ne rompa uno, l’altro continua a funzionare. E la bici non perde il controllo. Si tratta di una regola fondamentale anche nel meccanismo di oncogenesi. Per perdere il controllo della bicicletta – dunque, perché si sviluppi un tumore – ci devono essere entrambi i freni rotti e i pedali che girano in continuazione. In altre parole, sono neces sarie alterazioni genetiche su uno dei pedali (gli oncogèni dominanti) e su entrambi i freni (gli oncogèni recessivi). Il gene oncosoppressore più frequentemente mutato nei tumori umani è P53: una sorta di guardiano del genoma, ovvero un gene deputato a sorvegliare l’integrità dell’intero DNA.

Alberto Mantovani,
58
C
Bersaglio mobile, Mondadori, Milano 2018, pp.10-12 [con adattamenti] 5 10 15 20 25 30

C 1 Secondo gli studi più recenti, che cosa è precisamente il cancro?

A Una disfunzione dell’organismo.

B Una trasformazione genetica.

C Una malattia ereditaria.

D Un’alterazione di tutto il DNA.

C 2 Distingui tra le seguenti affermazioni le corrette dalle errate, contrassegnandole con una crocetta.

corrette errate

A Il cancro talvolta è originato da virus oncogeni che penetrano nelle cellule.

B L’origine genetica dei tumori è stata individuata intorno al 1960.

C Il sistema genetico umano non ha nessuna difesa contro l’alterazione dei propri geni.

D L’oncogène Ras è la causa più frequente nei tumori degli animali, specie dei polli.

C 3 Completa il brano inserendo le parole mancanti, scegliendole tra quelle sottoelencate. Fai attenzione al fatto che due sono in più.

I recenti studi sulla hanno dimostrato che esistono due classi di che sono implicate nello sviluppo dei . Infatti, gli oncogeni sono quelli che originano il cancro, mentre quelli sono dei geni . cellula dominanti recessivi oncogenesi geni tumori oncosoppressori alterati

C 4 Le prime conferme sull’origine genetica dei tumori provengono da studi

A avviati ai primi del Novecento.

B sulle cellule umane.

C sui virus dei sarcomi nei polli.

D sugli oncosoppressori.

C 5 Nel DNA esiste un gene che ha funzione di controllo dell’integrità del nostro patrimonio genetico. Scrivine la sigla.

COMPRENSIONE DI TESTI terza prova

59 C

COMPRENSIONE DI TESTI terza prova

Testo espositivo

C 6 Il tumore è un’alterazione genetica. In quale altro modo viene definito nel testo?

C 7 Per illustrare il concetto esposto, l’autore ricorre alla metafora della bicicletta. Colle ga opportunamente tra loro gli elementi della metafora con il loro significato scien tifico.

A pedali a proliferazione eccessiva della cellula

B freni b alterazioni genetiche

C velocità incontrollata c oncogeni recessivi

D rotture di freni e pedali d oncogeni dominanti

C 8 Nel testo alcuni termini («geni», «oncogèni», «dominanti», «recessivi» ecc.) non sono sostituiti da sinonimi e vengono ripetuti più volte. Perché?

A Per facilitarne la memorizzazione.

B Perché un testo scientifico richiede meno cura di un testo letterario.

C Perché il lessico degli scienziati è sempre difficile.

D Perché il lessico scientifico non può essere sostituito da sinonimi.

C 9 L’autore, che è uno scienziato italiano di fama internazionale, usa spesso la prima persona plurale («sappiamo», «diamo per scontato», «possiamo pensare»…). A chi si riferisce il “noi”?

A Agli scienziati di ogni disciplina.

B Alla comunità scientifica internazionale degli studiosi che hanno condotto ricerche sul cancro.

C Agli italiani.

D Al suo gruppo di ricerca.

C 10 Il genere a cui appartiene il testo è

A un testo di divulgazione scientifica.

B un saggio specialistico per gli immunologi.

C un testo didattico per le scuole medie inferiori.

D un testo di studio universitario.

60
C

Testo funzionale

Giuseppe Pontiggia Sull’acquisto di libri

1. Non acquistare i libri per leggerli questa sera. Ma acquista solo quei libri che, anche questa sera, avresti voglia di sfogliare. A volte ho acquistato libri pensando che in futuro mi avrebbero interessato. E me ne sono pentito. Da allora penso sempre alla ipotesi della sera.

2. Fidati degli aspetti cosiddetti superficiali: la copertina, la grafica, l’impaginazione, il titolo. Parlano come certe etichette sobrie di vini nobili. Mi è accaduto, seguendo le apparenze, di scegliere al buio e di scoprire per questa via autori, libri, editori. Sono solo i superficiali, diceva Wilde, che non si fidano della prima impressione.

3. Tra un libro di Einstein e un libro su Einstein scegli il primo. C’è più da imparare dalla oscurità di un maestro che dalla chiarezza di un discepolo. Gli scopritori di continenti hanno disegnato contorni sempre imprecisi delle coste, che oggi qualsiasi agenzia turi stica è in grado di correggere. Preferisco chi ha scoperto i continenti.

4. Se un libro ti attira veramente, non badare al prezzo. È il modo più sicuro di fare debiti, ma anche per evitare le recriminazioni di una vita. Il rammarico per un acquisto sbaglia to è niente in confronto all’angoscia per un acquisto mancato.

5. Rinvia i propositi di moderazione alla chiusura di ogni mostra, asta, e occasioni simili, così come i propositi di dieta alla fine di ogni pranzo. E parti da un progetto di spesa più elevato del ragionevole, così avrai la sensazione di aver risparmiato.

6. Non indugiare nell’acquistare i libri che ti interessano. Ogni bibliomane sa che pro prio quei libri ti vengono sottratti, mentre guardi altrove, da mani occulte e rapaci, che l’edizione nel frattempo si è esaurita e sarà difficile trovarne una copia anche in anti quariato.

7. Fidati del risvolto di copertina. Quanti sono i libri che non ho preso dopo averlo letto.

8. Scegli quei libri che farai vedere a un altro come te, perché possa condividere il tuo piacere o provare una tonificante invidia. Queste fantasie non si realizzano quasi mai, ma orientano spesso le scelte dei bibliomani.

9. Quando il prezzo ti turba, pensa alla parola magica, alibi di tutti gli affari irreali: investimento.

10. Quello che Forster auspicava per i personaggi dei romanzi, l’espansione, pensalo per la tua biblioteca.

Giuseppe Pontiggia, Sull’acquisto di libri, in Le sabbie immobili, Mondadori, Milano 2007, pp. 81-82

D 1 L’autore invita i lettori ad acquistare i libri scegliendoli in base a motivazioni raziona li?

61 D COMPRENSIONE DI TESTI terza prova
A Sì. B No. 5 10 15 20 25 30

Testo funzionale

D 2 Indica quali delle seguenti affermazioni sono corrette e quali sono errate, contrassegnandole con la crocetta.

corrette errate

COMPRENSIONE

DI TESTI terza prova

A Acquistare tanti libri non è importante.

B Il risvolto di copertina fa capire se un libro è interessante oppure no.

C Quando si acquista un libro è bene non fidarsi delle apparenze.

D L’autore invita i lettori a non badare a spese quando si tratta di comprare dei libri.

D 3 Per «ipotesi della sera» (righe 3-4) l’autore intende

A la scelta che il lettore fa di sera di quali libri acquistare il giorno dopo.

B il desiderio del lettore di acquistare quei libri da sfogliare la sera stessa.

C l’acquisto di libri adatti a una lettura serale.

D la decisione di quali libri sfogliare prima di dormire.

D 4 Nel paragrafo 3. lo scrittore afferma la sua preferenza per i libri di un autore piuttosto che quelli su un autore, ne dà le motivazioni e usa immagini metaforiche. Completa la seguente tabella.

motivazioni metafore

A libri di un autore oscurità di un maestro

B libro su un autore agenzia turistica

D 5 Per quali motivi l’autore definisce «magica» la parola «investimento»? Individua le risposte corrette.

A Perché viene usata per giustificare spese eccessive.

B Perché spesso investendo si guadagna molto.

C Perché investendo non si guadagna mai.

D Perché viene usata con l’illusione di un guadagno irrealizzabile.

62
D

D 6 Riporta le espressioni usate nel testo al posto di quelle in corsivo nella seguente riformulazione del paragrafo 6.

Quando si vuole acquistare dei libri bisogna superare ogni incertezza Il pericolo è di perdere l’opportunità di farlo: chi se ne intende sa bene che proprio quei libri ti vengono sottratti, in un tuo momento di distrazione furtivamente ; talora devono essere ristampati , talora diventano introvabili perfino nei negozi di vecchi libri .

D 7 Il mancato acquisto di un libro genera sentimenti diversi. Indica quali, riscrivendo le espressioni del testo.

D 8 Completa le seguenti relazioni di somiglianza, indicando le espressioni corrispon denti.

la copertina, la grafica, l’impaginazione, il titolo autori, libri, editori

D 9 Il testo si fonda su argomentazioni originali, talora paradossali. Quali di queste possono essere considerate tali?

A Nell’acquisto dei libri la prima impressione è quella che conta.

B Per acquistare dei libri si possono fare debiti.

C Nell’acquisto dei libri anche un grande autore può fare delle scelte superficiali.

D Nell’acquisto dei libri bisogna credere a ipotesi che non si verificheranno nella realtà.

D 10 Il linguaggio usato nel testo è

A apparentemente semplice, in realtà frutto di elaborazione.

B semplice e colloquiale.

C umoristico.

D complesso ed elevato.

COMPRENSIONE DI TESTI terza prova

63 D

Testo espositivo

DI TESTI terza prova

Stefano Zuffi Antiche corti

COMPRENSIONE

Chi sostiene che la valle padana costituisce un territorio compatto e unitario si scontra con una realtà opposta, immediatamente verificabile: per secoli la grande piana attra versata dal fiume è stata un movimentato mosaico di poteri locali, di signorie, di corti grandi e piccole, o addirittura minuscole, tutte in contrasto tra loro.

Seguendo il corso del fiume alla ricerca delle antiche corti si può partire dal Piemonte. Torino è la città regale per antonomasia e tra i palazzi in città e la “corona di delizie” tutto intorno (Stupinigi, Venaria, Rivoli) è l’esempio perfetto della capitale modellata in funzione delle cerimonie di corte, scenario calcolato della dinastia sabauda. Ma lo sviluppo di Torino è relativamente tardo e prende avvio solo dopo la metà del Cinque cento. Nel Piemonte meridionale, e soprattutto lungo le groppe del Monferrato, delle Langhe e del Roero, la presenza di castelli è il segnale evidente di un territorio formato da contee, latifondi, signorie. La bellissima Saluzzo, centro di un orgoglioso marchesato, è oggi senza dubbio la più affascinante tra le città indipendenti nella storia del Pie monte: da non perdere, nella chiesa gotica di San Giovanni, è il monumento funerario di Ludovico II, il personaggio saliente tra i marchesi di Saluzzo, raffinatissima opera di scultura rinascimentale del lombardo Benedetto Briosco.

In Lombardia, diamo per scontato che sia ben noto il periodo di splendore conosciuto da Milano tra i Visconti e gli Sforza durante il XIV e XV secolo. Ma l’egemonia di Mila no non ha cancellato le autonomie locali: per esempio, i secolari feudi dei Borromeo, intorno alle sponde del lago Maggiore, costituiscono un possibile itinerario autonomo, dal Medioevo arcigno e solenne della Rocca di Angera al lussuoso fascino barocco della Isola Bella. E che cosa dire di Castiglione Olona, piccolo e intatto esempio di città ideale quattrocentesca, modellato dal cardinale Branda Castiglioni?

Anche il castello visconteo di Pavia, grazie soprattutto al fantasioso cortile a portico e loggia, è un monumento trecentesco ingiustamente sottovalutato: il lato mancante venne distrutto dalle cannonate durante la celebre battaglia di Pavia del 1525, nel corso della quale l’esercito spagnolo sbaragliò la cavalleria francese guidata in persona dal re Francesco I. Il quale, caduto prigioniero, venne per un po’ incarcerato nei bastioni di Pizzighettone, antico centro fortificato lungo l’Adda.

Ai margini orientali della Lombardia, si entra nelle terre dei Gonzaga. Mantova è oggi la città che fa comprendere meglio che cosa abbia significato per la cultura, per la storia e per l’arte italiana la presenza delle signorie locali. Palazzo Ducale e Palazzo Te sono i due poli monumentali tra i quali si intesse una storia straordinaria illuminata dai nomi di Pisanello, Mantegna, Giulio Romano, Tiziano, Rubens. Il raggio della signoria gonza ghesca si diffonde ovviamente anche al di fuori della città e si addensa nella incantata Sabbioneta. Concepita dal duca Vespasiano Gonzaga come una città ideale del pieno Rinascimento, con una urbanistica pianificata e razionale, Sabbioneta appare come un incantesimo. Quando si entra all’interno delle mura, si ha l’impressione che persino

64
E
5 10 15 20 25 30 35

l’aria si fermi, rispettando il sovrano silenzio dei monumenti cinquecenteschi intorno ai quali si articola la cittadina. Passato il Mincio e rasentato il lago di Garda, ecco le zolle degli Scaligeri. In realtà, quando si parla di signorie locali in Veneto, si torna al Medioevo prima della preva lenza di Venezia. Tra Castelvecchio, la piazza dei Signori e le Arche Scaligere, Verona presenta l’immagine di una signoria trecentesca fantasiosa, brillante e calata nel cuore della città, non arroccata e arcigna. Il sorriso di Cangrande della Scala, dritto sull’arcio ne del suo perplesso cavallo, è una delle più simpatiche sculture mai prodotte dall’arte italiana.

Stefano Zuffi, Antiche corti, in «Meridiani», anno XXIV, n. 202, ottobre 2011, pp. 116-123 [con adattamenti]

E 1 Qual è l’oggetto dell’articolo?

A Il racconto di un viaggio sul Po.

B L’indicazione di un itinerario attraverso le città signorili lungo il corso del Po.

C La descrizione analitica delle città padane anticamente sedi di corti signorili.

D L’elenco di tutte le città sedi di corti signorili nella pianura padana.

E 2 Qual è lo scopo dell’articolo?

A Ricordare le maggiori città d’arte lombarde.

B Convincere il lettore della superiorità dell’arte lombarda.

C Istruire il lettore sulla storia e la geografia delle località lombarde.

D Far conoscere anche le città minori dell’area padana, sedi di antiche signorie.

E 3 Per quanto riguarda l’esposizione dell’argomento, l’articolo si distingue per alcune caratteristiche. Contrassegna con una crocetta quelle che riscontri nel testo.

A La descrizione procede da est a ovest

B L’esposizione suggerisce immagini visive

C Il tempo verbale quasi esclusivo è il presente

D Ci sono frequenti rievocazioni storiche

E La descrizione procede da ovest a est

F L’esposizione contiene molti dati e termini tecnici

G L’aggettivazione è molto ricca

H L’osservazione dei luoghi è statica

COMPRENSIONE DI TESTI terza prova

65 E
40 45

Testo espositivoE

DI TESTI terza prova

E 4 Nella seguente parafrasi delle righe 1-4 dell’articolo, inserisci i termini opportuni tratti dal testo.

COMPRENSIONE

La situazione storica e culturale della

è molto diversa da quella immaginata dalla opinione pubblica che la ritiene un luogo e Infatti per molti secoli i territori pianeggianti intorno al Po sono stati politicamente divisi e variegati, come un , tra corti di varie dimensioni e sempre

E 5 L’espressione «per antonomasia» (riga 6) significa

A soprattutto.

B più importante.

C per definizione.

D per nulla.

E 6 Nel testo compaiono varie affermazioni di valore avversativo, come le seguenti:

«Ma lo sviluppo di Torino è relativamente tardo e prende avvio solo dopo la metà del Cin quecento» «Ma l’egemonia di Milano non ha cancellato le autonomie locali» «In realtà, quando si parla di signorie locali in Veneto, si torna al Medioevo prima della prevalenza di Venezia».

Tali affermazioni intendono sottolineare che

A nonostante il potere delle grandi città come Torino, Milano e Venezia, molte piccole corti sorte prima del loro sviluppo sono riuscite a mantenersi indipendenti.

B l’egemonia di Torino, Milano e Venezia ha soffocato le autonomie delle locali signo rie, che sono sopravvissute solo nel Medioevo.

E 7 Nella presentazione dell’itinerario culturale, l’autore sollecita l’interesse dei lettori intrecciando varie informazioni che fanno capo a diverse discipline. Seleziona nell’e lenco quelle corrette.

geometria ingegneria architettura storia astronomia letteratura geografia gastronomia storia dell’arte

E 8 Il testo fa riferimento al progetto rinascimentale di “città ideale”, che consiste in una città

A fantastica, avulsa dalla realtà.

B bellissima ma del tutto irrealizzabile.

C pianificata con razionalità ed equilibrio.

D costruita per la corte signorile.

66

E 9 «Sabbioneta appare come un incantesimo. Quando si entra all’interno delle mura, si ha l’impressione che persino l’aria si fermi, rispettando il sovrano silenzio dei monumenti cinquecenteschi». La sensazione provata dal visitatore alla quale fa riferimento questa frase (righe 37-39) è:

A l’impressione di un luogo magico e come sospeso fuori dal tempo.

B lo stupore incredulo nella città deserta.

C la paura di trovarsi in un luogo silenzioso e lugubre.

D il desiderio di fuggire da un luogo privo d’aria e oppresso dai monumenti.

E 10 Collega ciascuno degli aggettivi, secondo l’accezione con cui sono usati nel testo (colonna sinistra), al rispettivo sinonimo (colonna destra).

A calcolato a dominante

B saliente b dubbioso

C fantasioso c minaccioso

D arcigno d previsto

E sovrano e variegato

F perplesso f illustre

67 E COMPRENSIONE DI TESTI terza prova

Testo letterario

SULLA LINGUA terza prova

Cesare Brandi Dentro un trullo di campagna

Quando c’è il sole e non tira vento, è bello d’inverno camminare in campagna, quasi come in primavera, anche se allora tutto è più verde e in germoglio, ma le piante non sono ridotte all’essenziale come ora che i pampani caddero e i sermenti delle viti si avvolgono nudi e rugginosi come fil di ferro.

Il viottolo, con le solite periéti1 ai fianchi, era appena un po’ peloso d’erba bassissima, co me tagliavano una volta i capelli alle reclute, e dove non c’era erba, era sodo, senza pol vere, perché anche in Puglia piove qualche volta. Il contadino che ci accompagnava, un contadino nel suo, aveva accondisceso a farmi vedere l’interno del suo bellissimo trullo che aveva cinque cuspidi e accanto s’era costruito una piccola cucina ma non stonava. In genere la gente, dei trulli, conosce l’interno di quelli di Alberobello, lindi, freschi, con quelle lastre di pietra come pavimento, che sembrano una strada. Ma questi di campa gna sono un’altra cosa. Ecco, immaginate una di quelle barche dove in poco spazio c’è tutto, i lettini, la cucina, la doccia, il frigorifero, il gabinetto. È chiaro che a starci dentro non sono tanto comode e uno non fa pari a mettere ordine che subito l’ordine s’infran ge, ma quando si visitano sembra davvero di ridursi in scala e di entrare in una casa da bambole. Orbene l’interno di un trullo è qualcosa del genere. Si entra e si vedono tre arcate, su cui è impostata la cupola del trullo più grande. È questo ingresso il fulcro del la casa, ma come è piccolo, ed è tanto se c’è uno sgabello, un tavolinetto. Pendono delle tende sotto gli archi; quella a destra porta in una cucina minuscola, ma che ora non serviva più da cucina. L’altra a sinistra ad una camera tutta occupata da un letto senza spalliera, gonfio, ma come ricolato2, come il pane passato di lievito, e, accanto al letto, un finestrino come nella casa dei tre porcellini. Dall’arco centrale si passa invece in un luogo dove c’è lo strettoio per l’uva e quelle bellissime giarre invetriate fino a metà, i capasoni gialli e dalle grandi anse, per il vino. Ma il mosto prima di passare nelle giare sta a bollire sotto il pavimento, in una vasca scavata nella roccia. E accanto a quella vasca ce n’è un’altra ed è la cisterna per l’acqua piovana. Ossia, scavando le cisterne ci si procura la pietra per costruire il trullo, e dopo basta farci le volte e sopra ci si cammina.

Come non essere incantati da questa stretta economia di lavoro e di materiale? E tutto tenuto con proprietà, passato più volte a latte di calce3, senza il minimo cattivo odore. Poiché la cucina era troppo piccola, accanto il contadino se n’era costruita un’altra, ma non a trullo. Il focolare era basso, e a destra un piccolo forno, più da pizze che da pane.

L’unico rimpianto fu di non averlo visto in funzione, e che i dolcetti offerti non venissero sfornati sul momento. Insomma una casa perfettamente agibile con due soli inconve nienti: che c’è da lavarsi poco e che il gabinetto non esiste, e, a quel che pare, in nessun

1. periéti: bassi muretti di recin zione a secco, nella pietra calcarea del luogo.

2. ricolato: qui nel senso di “afflo sciato”.

3. latte di calce: sospensione di calce spenta in acqua, usato per la sbiancatura dei muri.

68 RIFLESSIONE
F
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trullo è mai stato previsto. Ma insomma non facciamo tanto i civilizzati: sento che in un trullo ci vivrei benissimo. Anche il fatto della pulizia, è sulle prime che imbarazza. Dopo ci si abitua a vivere col proprio odore come con una persona di famiglia. Si ha il proprio odore senza vergognarsene, come l’aglio che sa di aglio o la cipolla. Le mucche non si lavano mica, alla fine, e neppure i gatti, quelle simpatiche bestiole che non vi schifite a tenere sulle ginocchia grattandogli la testa e quelli fanno le fusa. Intorno al trullo c’erano le vigne non ancora potate, e alcune ancora all’antica, ossia con ogni ceppo in una specie di buca di terra, e serve per trattenere l’acqua nei pendii, ma va zappata a mano, non con la motozappa, e perciò nelle vigne nuove non si fa più. Ma abolite le cunelle, la pioggia si porta via la terra, la preziosa terra rossa come il sangue di bove, che copre di poco più di un metro, quando è tanto, le lastre di calcare con cui si fanno i trulli.

Poi, oltre alle viti, c’erano le rape che non assomigliano, a Martina Franca, alle altre rape e neppure ai broccoletti o siciliani o romani, ma hanno dei fiori stretti come una pina e un sapore che non lo scorderò più. Sicché alle mie lodi il contadino me ne regalò un fagotto ed io me lo sono portato a Roma. Per tre giorni mangiai le rape martinesi, e a quel sapore risentivo, rivedevo quella campagna che non ha paragoni, rossa e verde e bianca e nera e grigia, lavorata come un giardino e meglio di un giardino, dove i fiori si mangiano, perché sono fiori anche quelli delle rape, fiori in boccio, fiori bambini.

Cesare Brandi, Terre d’Italia, Editori Riuniti, Roma 1991

SULLA LINGUA terza prova

F 1 Il titolo specifica che la descrizione riguarda un trullo di campagna. Completa la frase che dà la spiegazione inserendo l’espressione usata nel testo: Rispetto ai famosi trulli di Alberobello, i trulli di campagna

F 2 A chi si rivolge il narratore con l’imperativo «immaginate» (r. 12) e con il congiuntivo esortativo «non facciamo» (r. 36)?

F 3 Rifletti sulla funzione delle virgole in questa frase: «[…] la gente, dei trulli, conosce l’interno di quelli di Alberobello» (riga 10) e scegli quale delle seguenti riformulazio ni è corretta.

A Chi abita nei trulli sa come sono costruiti gli interni dei trulli di Alberobello.

B La gente di solito conosce l’architettura degli interni dei trulli di Alberobello.

69 F RIFLESSIONE
40 45 50

RIFLESSIONE SULLA LINGUA terza prova

Testo letterario

Cesare Brandi Dentro un trullo di campagna

F 4 Per rappresentare la piccolezza del trullo di campagna vengono usati anche due diminutivi e due metafore. Individuali e riportali nella seguente tabella. diminutivi metafore

F 5 Che cosa significa che «quando si visitano [i trulli di campagna] sembra davvero di ridursi in scala» (riga 15)?

A Che tutto è molto piccolo e sembra di vivere in un paese delle fate.

B Che anche il visitatore ha l’impressione di rimpicciolire.

C Che tutto rimpicciolisce agli occhi del visitatore.

D Che all’interno dei trulli ci sono delle scale

F 6 Nel testo la congiunzione «Orbene» (riga 16) significa

A sebbene.

B è bene.

C ebbene. D inoltre.

F 7 Nelle seguenti frasi, distingui la funzione di «come». introduce un paragone introduce una frase interrogativa/ esclamativa

A come è piccolo (riga 18)

B come il pane passato di lievito (riga 21)

C Come non essere incantati… (riga 29)

D come il sangue di bove (righe 45-46)

F 8 Questa è una rielaborazione di un passo del testo: individualo e inserisci opportunamente le espressioni dell’autore. Nonostante in un trullo di campagna manchino le comodità, ; il fastidio di non lavarsi solo inizialmente. Senza nessuna vergogna e con naturalezza, ci si può adattare al , come gli animali, e che non si lavano mai.

70
F

F 9 Il lessico del testo può essere definito

A uniforme perché il linguaggio è esclusivamente relativo all’ambito architettonico. B composito perché alterna espressioni popolari toscane a termini specialistici.

F 10 Perché la descrizione si conclude con l’immagine dei «fiori bambini» delle rape?

A Perché così sono chiamati i fiori delle rape di Martina Franca.

B Perché l’immagine riprende l’idea della piccolezza.

C Perché i fiori sono teneri e si possono mangiare.

D Perché «sono stretti come una pina».

RIFLESSIONE SULLA LINGUA terza prova

71 F

Testo letterarioA

COMPRENSIONE DI TESTI quarta prova

Maria Corti Ombre dal Fondo

Girare per il Fondo è come guardare un paesaggio dal finestrino di un treno: difficile indovinare la natura delle cose, l’intensità delle passioni che affiorano dalle Carte, tro vare il sottofondo magico del passato, il nucleo di partenza per uomini e cose. Non può esserci la speranza di divenire uno specchio che riflette e rimanda al passato le sue immagini di vita. Si è come soggiogati da questa fatale impossibilità. La realtà è sempre sottile e tale è la distinzione fra i manoscritti e i libri in cui un giorno andranno a finire. È come se i manoscritti creassero un tipo speciale di comunicazione, insieme prigionie ra del passato e tesa a qualcosa che si sarebbe realizzato più tardi, una comunicazione più immersa nel tempo che passa come le cose viste dal finestrino del treno lo sono nel paesaggio. Il computer porterà alla estinzione di tutto questo? Forse la gente del futuro pagherà il biglietto di ingresso e andrà nei musei della scrit tura a guardare i manoscritti come ora alle mostre dei codici miniati. Benjamin parla di «chicchi di grano che sono rimasti ermeticamente chiusi per millenni nelle celle delle piramidi e che hanno conservato fino a oggi la loro forza germinativa». Una guida al lora spiegherà alla gente riunita nelle sale del museo che un tempo nell’uomo c’era un rapporto diretto fra la sua oralità e la sua scrittura e quest’ultima proteggeva sul bianco della pagina l’individualità di chi aveva la penna in mano e produceva una personale propria grafia. Sì, perché scrivendo a mano gli uomini avevano calligrafie diverse gli uni dagli altri e persino ciascuno da se stesso per via della pluralità degli stati d’animo registrati dalle grafie e per via del passare del tempo: grafie della giovinezza, grafie della maturità. E tutto questo scrivere a mano faceva parte della comunicazione. Era a suo modo già un linguaggio. Odore di passato naturalmente, commenterà sorridendo la guida, odore di accaduto. Ma solo odore ormai. Non è che risulti facile esaminare i propri sentimenti e la malinconia non è un senti mento che sia facile da definire: ci hanno provato con volumi e volumi dall’antichità a Starobinski, ma è la sola parola con cui indicare quel groppo in gola all’idea della fine della scrittura.

A un negozio di libri antichi.

B un luogo naturale ricco di rovine del passato.

C la vecchia casa della scrittrice.

D un luogo in cui sono raccolti manoscritti.

Maria Corti, Ombre dal Fondo, Torino, Einaudi 1997
A 1 Dalla lettura complessiva del testo possiamo ricavare che il Fondo è
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5 10 15 20 25

A 2 Il tema centrale del testo riguarda

A la memoria del passato contenuta nei manoscritti e la possibilità che vada perduta.

B il valore dei manoscritti che non viene riconosciuto nel nostro presente.

C il valore dei manoscritti che sicuramente rimarrà in futuro.

D il valore dei musei che proteggono la memoria del passato.

A 3 Individua i motivi per cui «Carte» viene scritto con la lettera maiuscola.

A Perché non si tratta di carte qualsiasi.

B Perché testimoniano il passato.

C Perché mandano messaggi importanti.

D Perché sono magiche.

A 4 La difficoltà di decifrare “i messaggi” dei manoscritti dipende

A dal loro essere testimonianza della vita e dei sentimenti dell’autore.

B dai sentimenti dell’autrice.

C dalla complessità e varietà delle carte.

D dal fatto che «la realtà è sempre sottile».

A 5 Il valore dei manoscritti risiede nel loro legame con il passato e nella loro potenziali tà per il futuro. Inserisci nello schema i due elementi della metafora (righe 12-14) che esprime questo concetto. legame con il passato potenzialità per il futuro

A 6 Secondo Maria Corti la scrittura a mano costituisce un vero e proprio “linguaggio”. Individua fra quelle elencate le motivazioni addotte nel testo, contrassegnandole con una crocetta:

A esprime la personalità di ciascuno.

B è stabile nel tempo.

C muta in rapporto ai sentimenti di chi scrive .

D garantisce l’individualità

E cambia nel corso della vita.

A 7 Quale immagine fisica viene usata per indicare il sentimento che pervade l’autrice al pensiero dell’estinzione della scrittura a mano?

73 A COMPRENSIONE DI TESTI quarta prova

Testo letterarioA

COMPRENSIONE DI TESTI quarta prova

Maria Corti Ombre dal fondo

A 8 Individua i tre paragrafi che compongono il testo e inserisci nella tabella le righe e il tema corrispondente a ciascuno scegliendolo tra i seguenti.

Messaggi che arrivano dai manoscritti Estinzione della scrittura a mano Sentimento dell’autrice

tema

Primo paragrafo

Secondo paragrafo

Terzo paragrafo

A 9 Per quali motivi l’autrice fa riferimento a due importanti studiosi di letteratura, Benja min e Starobinski?

A Per inserirsi nella comunità di studiosi.

B Per dare autorevolezza al suo pensiero.

C Per sottolineare la differenza del suo pensiero rispetto al loro.

D Per dare sostegno alle proprie argomentazioni.

A 10 Il testo può essere definito

A argomentativo, per l’andamento razionale del discorso, i diversi esempi a sostegno della tesi, una tesi espressa con chiarezza.

B letterario, per la problematicità di pensiero, la partecipazione sentimentale all’argo mento, la ricchezza di immagini usate.

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Testo argomentativo

Le previsioni demografiche dell’immediato futuro ridisegnano radicalmente il volto dell’Europa a seguito della reciproca influenza di due fattori: da una parte, il crollo delle nascite e l’allungamento della vita media nel Vecchio Continente che determine ranno, nel 2020, la diminuzione della popolazione attiva di circa otto milioni di unità; dall’altra parte, l’aumento della popolazione dei paesi dell’Africa settentrionale – in set tantuno dei quali il 40% della popolazione ha meno di quarant’anni – e la conseguente pressione migratoria da questi esercitata sul continente europeo.

Occorre, in tal senso, ipotizzare l’idea di un’“Europa casa comune” piuttosto che di un’“Europa fortezza”. L’Europa può farlo partendo dalle sue stesse contraddizioni: ter ra di straordinaria vitalità, culla delle più grandi civiltà del passato, luogo di nascita, sulle sponde del Mediterraneo, della filosofia e della scienza, dell’arte e delle religioni monoteiste (da cui i successivi apporti dell’Umanesimo, del Rinascimento, dell’Illumi nismo), ma anche artefice di eventi di inaudita violenza: dallo sterminio perpetrato dai conquistadores europei nei confronti delle antiche civiltà azteche, degli Inca e degli altri popoli amerindi fino al genocidio degli ebrei.

Una storia complessa, quella del continente europeo, ma che non può dimenticare la sua natura di luogo di incontri e di scambi – per quanto spesso difficili, tormentati e violenti – tra diversi modi di vita, di credenze, di idee, di opinioni, di esperienze.

Se la storia del nostro Paese e dell’intero continente europeo è, quindi, sia pure in for ma contraddittoria e spesso conflittuale, una storia ricca di legami, di intrecci multi e interculturali, tale consapevolezza può rappresentare la premessa indispensabile per la costruzione di atteggiamenti e comportamenti concretamente tesi ad opporsi alle ri correnti tentazioni del riemergere di modelli di integrità e di purezza del proprio grup po di appartenenza etnica, utilizzati in funzione di opposizione e di chiusura rispetto a tutti coloro che si trovano, oggi, a vivere l’esperienza della migrazione. Come passare, allora, da una società multiculturale, caratterizzata dalla presenza di una crescente pluralità di etnie, lingue e culture tra loro separate, incomunicabili e talora ostili, a una società interculturale, caratterizzata dalla produttiva interazione e integra zione di differenze in cui, di volta in volta, le varie culture siano in grado di “prestare” e di “ricevere”, di “dare” e di “prendere” gli elementi più creativi e vitali della propria speci ficità? Se l’interculturalità consiste nella disponibilità a uscire dai confini della propria cultura per entrare nei territori di altre culture e apprendere a vedere, a conoscere e a interpretare la realtà secondo schemi e sistemi simbolici differenziati e molteplici, essa rinvia necessariamente a un processo pedagogico, finalizzato al perseguimento di un importante e ambizioso traguardo formativo: quello della costruzione e dello sviluppo di un pensiero aperto e flessibile, problematico e antidogmatico. Tale progetto forma tivo trova nella scuola un vero e proprio laboratorio di ricerca e di sperimentazione delle diversità, dove poter sviluppare – attraverso la concreta pratica scolastica – la cultura e la logica dello scambio, del confronto e del dialogo tra le mille differenze che

75 B COMPRENSIONE DI TESTI quarta prova
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COMPRENSIONE DI TESTI quarta prova

Testo argomentativo

arricchiscono la vita della scuola. È a scuola che gli alunni imparano che lo scambio presuppone la capacità di mettersi in gioco e che il gioco, per poter funzionare, deve darsi delle regole, che sono regole di democrazia e di rispetto reciproco.

B 1 Qual è l’argomento del testo?

A Le previsioni demografiche dell’Europa nel prossimo futuro.

B La pressione migratoria dei paesi dell’Africa settentrionale.

C Il passaggio dalla multiculturalità all’interculturalità in Europa.

D La situazione della scuola in Europa.

B 2 Qual è la tesi sostenuta dall’autrice?

A La situazione demografica in Europa è messa gravemente in crisi dalla forte pressio ne migratoria dai paesi dell’Africa.

B Il passaggio dalla multiculturalità alla interculturalità in Europa è possibile attraverso un percorso formativo mirato alla costruzione del libero pensiero.

C L’Europa è destinata a perdere il suo prestigio culturale nel Mediterraneo.

D La scuola è un luogo di scambio e di gioco.

B 3 Che cosa si intende nel testo per «diminuzione della popolazione attiva» (riga 4)?

A Diminuzione generale del numero di abitanti.

B Diminuzione delle nascite.

C Diminuzione delle persone in grado di produrre reddito.

D Diminuzione degli europei.

B 4 Quali sono i fattori che cambieranno profondamente l’assetto demografico dell’Europa nel prossimo futuro? Contrassegna le tre risposte che corrispondono ad affermazioni presenti nel testo.

A I grandi movimenti migratori dai paesi nordafricani.

B La maggiore diffusione del lavoro femminile.

C Il calo delle nascite nei paesi europei.

D La diffusione in Europa dei metodi di controllo delle nascite.

E L’aumento del numero di anziani in Europa.

Franca Pinto Minerva, L’intercultura, Laterza, Bari 2007
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B
40

B 5 Perché le espressioni «Europa casa comune» e «Europa fortezza» (righe 8 e 9) sono messe tra virgolette?

A Perché l’autrice non trova un’espressione più adeguata.

B Perché l’autrice vuole sottolinearne il significato metaforico.

C Perché sono espressioni colloquiali.

D Perché riferiscono un discorso diretto.

B 6 Nel testo si parla di «contraddizioni dell’Europa». Contrassegna con una crocetta quali tra le affermazioni seguenti, relative a tale argomento, sono presenti o no nel testo.

sì no

A L’Europa ha generato grandi civiltà

B In Europa sono sorti importanti movimenti di pensiero

C In Europa dilaga la corruzione nella politica.

D L’Europa è stata artefice di grandi violenze.

E L’Europa è in una fase di crisi economica.

F L’Europa è sempre stata al centro di scambi commerciali e culturali.

B 7 Scegli, tra le seguenti riformulazioni, quella che esprime il senso della frase alle righe 21-25.

A La consapevolezza della purezza del proprio gruppo etnico favorisce la chiusura ver so gli altri popoli.

B Chi vive l’esperienza della migrazione è consapevole del riemergere di atteggiamen ti di opposizione.

C Sapere che l’Europa si è formata dal contributo di differenti culture impedisce di es sere razzisti.

D La premessa indispensabile per l’atteggiamento di chiusura verso i migranti è la con sapevolezza di essere europei.

B 8 Nell’espressione «sia pure in forma contraddittoria e spesso conflittuale» (righe 1920), sostituisci «sia pure» con l’opportuna congiunzione che ne mantenga il valore logico:

A tuttavia.

B quindi.

C perciò.

D benché.

77 B COMPRENSIONE DI TESTI quarta prova

COMPRENSIONE DI TESTI quarta prova

Testo argomentativo

Franca Pinto Minerva L’intercultura

B 9 Che cosa significa «antidogmatico» (riga 36)?

A Che si oppone ai dogmi della Chiesa.

B Innovativo.

C Contrario alla censura.

D Che si oppone a princìpi affermati come assoluti.

B 10 Disponi nell’ordine in cui compaiono nel testo i seguenti possibili titoli delle sequen ze che lo compongono.

A L’Europa da sempre terra di incontri e scambi.

B La lunga e complessa storia europea.

C Il ruolo della scuola nel processo di formazione all’interculturalità.

D I profondi cambiamenti demografici in atto in Europa.

E Il necessario passaggio dalla multiculturalità all’interculturalità.

78
B

Testo espositivo

Forse per un residuale tic scolastico della biologia mandata a memoria, li nominiamo sempre insieme: muschi e licheni. È vero, fanno parte dei vegetali cosiddetti inferiori, i più primitivi. Sono privi di organi riproduttivi visibili, quindi di fiori, tanto che Linneo li classificò tra le Crittògame; non hanno fusti, né vere foglie e radici, ma una struttura indifferenziata detta tallo, che li immette di diritto tra le Tallòfite, tassonomia oggi pre ferita. Da come il tallo aderisce al supporto che s’è scelto vengono anche le distinzioni morfologiche: licheni crostosi, fogliosi, fruticosi, composti. Ma, per il ripasso didattico basta così.

Va solo aggiunto che i licheni non hanno alcun bisogno di accompagnarsi ai muschi, anzi. Sono già una coppia di fatto, e ben consolidata, tra un fungo e un’alga. Questa offre le sostanze organiche necessarie al compagno, che ricambia il favore elargendole i sali minerali indispensabili. Entrambi possono anche vivere separatamente, ma l’associazione consente loro di pro durre individui più resistenti e di maggiore adattamento, capaci di sopravvivere in con dizioni proibitive per qualsiasi altro vegetale. Su questa loro peculiarità Primo Levi ha costruito una delle sue Storie naturali, un raccontino di «fantabiologia» (così li definì Calvino) dal titolo mezzo inventato Cladonia rapida. Qui, il lichene crostoso è un nuovo parassita «altamente specializzato» e di abnorme velocità di accrescimento, che infetta le carrozzerie delle automobili. Certo, quanto ad aggettivi i botanici, talora più fanta siosi di Levi, non sono da meno: tra le numerose specie hanno denominato Cladonia portentosa un lichene composto. Ma in natura i licheni sono lenti, e vogliono sguardi pazienti, dedicati. L’inverno li mette in evidenza. Nelle altre stagioni, il troppo e il pieno di forme e colori ci distoglie dai più modesti licheni che, a ben vedere, hanno risorse persino estetiche notevoli. Chi li ha guardati con amore esclusivo, fino a diventarne uno studioso tra i più titolati a livello internazionale, è stato il poeta Camillo Sbarbaro. I suoi erbari di licheni sono conservati in sedi prestigiose, anche all’estero, e alcune nuove specie delle molte da lui catalogate portano il suo nome.

Come ebbe a dire altrove, la passione durevole attecchita in lui per i licheni rispon deva a ciò che di più vivo aveva: «il senso della provvisorietà». Per gran parte della sua esistenza si era dato il compito di battezzarli, lui che a mala pena distingueva una magnolia da un pino. Questa la motivazione di democrazia (se non di carità) botanica: «Gli è che l’albero vive d’una vita tanto più piena e armoniosa della nostra, che dargli un nome è limitarlo; mentre gli incospicui e negletti licheni, a salutarli a vista per nome, pare di aiutarli a vivere».

Angela Borghesi, Licheni, «Doppiozero», rivista online, 18 gennaio 2018 [con adattamenti]

79 C COMPRENSIONE DI TESTI quarta prova
5 10 15 20 25 30 35

Testo espositivo

C 1 Che cosa sono i licheni?

A Una specie affine ai muschi.

B Una specie autonoma.

COMPRENSIONE

DI TESTI quarta prova

C Una combinazione tra alga e fungo.

D Una combinazione tra fungo e muschio.

C 2 Il testo esamina le diverse caratteristiche dei licheni. Individua quali sono corrette e quali errate, contrassegnandole con una crocetta.

corrette errate

A Sono più delicati delle altre specie vegetali.

B Hanno fusti, ma non fiori.

C Si adattano ai climi e agli ambienti più diversi.

D Crescono anche in città.

E Crescono solo d’inverno.

F Sono vegetali dalla struttura complessa.

G Hanno forme molto diversificate.

H Sono in grado di aggredire le carrozzerie delle automobili.

I Crescono molto velocemente.

L Sono poco appariscenti.

C 3 Riscrivi la frase che fa riferimento alla bellezza dei licheni: [i licheni]

C 4 L’articolo insiste sulla presenza nascosta e poco appariscente dei licheni. Scoprirli e osservarli richiede

A un impegno faticoso.

B pazienza e attenzione.

C sopralluoghi nella stagione invernale.

D lo studio esclusivo della botanica.

C 5 Chi è Linneo?

A Un famoso botanico dell’Ottocento.

B Uno scrittore come gli altri citati.

C Un famoso botanico del Settecento.

D Uno scrittore appassionato di licheni.

80
C

C 6 Quali altri autori vengono citati?

C 7 Quale tempo verbale viene quasi esclusivamente usato?

C 8 Completa la seguente tabella associando a ciascun vocabolo presente nell’articolo l’espressione sinonimica corrispondente, scegliendola dall’elenco sottostante.

A neglette

B residuale

C tassonomia

D morfologiche

E dedicato

F titolato

G incospicui

trascurate classificazione rimasto nella memoria pieno di rispetto scarsamente visibili importante relative alla struttura

C 9 Quali concetti sono presenti nella conclusione dell’articolo con il riferimento a Sbar baro?

A L’importanza del lavoro di classificazione dello studioso.

B La bellezza dei licheni.

C Il loro essere presenza preziosa, ma poco appariscente.

D L’atteggiamento affettivo dello studioso.

C 10 Che cosa intende Sbarbaro dicendo che assegnando un nome ai licheni «pare di aiutarli a vivere»?

A Dare un nome significa assegnare un’identità precisa ai licheni.

B Dare un nome serve a farli crescere.

81 C COMPRENSIONE DI TESTI quarta prova

Testo funzionale

COMPRENSIONE DI TESTI quarta prova

Contratto di locazione ad uso di abitazione

Roma, 5 gennaio 2018

1o Con la presente scrittura privata, il signor Axxyzx Zyxx, nato ad Alessandria (AL) il 1/03/1957, ivi residente in via del Cardellino 25 (cap 15121), c.f. LPRLSN57C01A182X, di seguito nominato per brevità “Locatore” cede in locazione

alle sigg.re Bzxxy Cyxxt, nata a Vibo Valentia (VV) il 13/06/1991, ivi residente in via Mare 83 (cap 89900 ), c.f. CPRPLA91H53F537G e Dfxx Exxyxx, nata a Roma il 7/04/1994, ivi residente in via dell’Aquila 99 (cap 00100), c.f. RSSGPP94D47H501F (entrambe costi tuenti un’unica parte contrattuale), di seguito denominate per brevità “Conduttore”, che accettano tra loro in solido (art. 1292cc.), l’appartamento arredato (come risultante da separato inventario che, siglato dalle Parti, sarà allegato al presente successivamente alla verifica del Conduttore) ad uso esclusivo di abitazione sito in Roma via Fulvio Testi 258, scala F, piano 2°, costituito da due locali oltre a cucina abitabile, bagno, due balconi aggettanti esposti a n/s e cantina di pertinenza.

Dati catastali (art. 19, D.L. 78/2010): fig. 298, mapp. 311, sub. 59. cat. A/4, rendita euro 245,97

2o La locazione avrà la durata di anni 4 (Quattro) dalla data del 06 Gennaio 2018 alla data 5 Gennaio 2022 e verrà rinnovata di pari periodo sino alla data del 5 Gennaio 2026 se il Locatore non si avvarrà della facoltà del diniego della rinnovazione del contratto per uno dei motivi previsti dall’art. 3 della legge 431/98 (tra gli altri: intenzione di de stinare l’immobile ad uso abitativo o professionale proprio o del coniuge, dei genitori, dei figli o dei parenti entro il secondo grado) dandone comunicazione al Conduttore a mezzo lettera raccomandata a.r. con preavviso di almeno 6 mesi. Nell’approssimarsi del termine della seconda scadenza (5 Gennaio 2026), ciascuna del le Parti avrà il diritto di attivare la procedura per il rinnovo a nuove condizioni o di rinunziare al rinnovo del contratto, comunicando la propria volontà a mezzo lettera raccomandata a.r. da inviare all’altra Parte almeno 6 mesi prima della scadenza. La Parte interpellata dovrà rispondere con la stessa modalità entro 60 gg dalla data di ricevimento della comunicazione di cui sopra. In mancanza di risposta o di accordo il contratto si intenderà cessato alla sopraindicata data del 5 Gennaio 2026. In assenza di manifestazione di volontà con idonea comunicazione, il contratto si rinnoverà alle medesime condizioni salvo quanto contenuto all’art. 4 relativamente all’aggiornamento del canone. In presenza di ritardato rilascio dell’immobile il Conduttore si adeguerà ai dettami dell’art. 6 comma 6 della L431/98.

Contratto di locazione ad uso di abitazione [selezione dei primi due paragrafi)

82
D
5 10 15 20 25 30

D 1 «Contratto di locazione» significa contratto di .

D 2 Che cosa si intende per «scrittura privata»?

A Documento scritto in privato.

B Documento scritto da un privato cittadino per arrivare a un accordo.

C Documento firmato dalle parti in base a un accordo.

D Documento scritto da un notaio.

D 3 Completa la seguente tabella, scrivendo il nome usato per indicare «le Parti» e nella riga sottostante i sinonimi usati nel linguaggio comune.

le Parti

D 4 Secondo il contratto a costituire «un’unica parte contrattuale» sono

A i due inquilini.

C l’affittuario e la persona che ha steso il contratto.

B le due parti contraenti. D l’inquilino e il rappresentante dell’agenzia.

D 5 Qual è la durata normale del contratto di affitto?

A 4 anni. C non viene stabilito.

B 4 + 4 anni. D il proprietario può scindere il contratto quando vuole.

D 6 Indica, contrassegnandole con una crocetta, se le seguenti affermazioni sono nel te sto del contratto corrette o errate.

corrette errate

A L’inventario dell’arredo è scritto nel contratto.

B L’inquilino deve controllare l’arredo prima di firmarlo.

C È obbligatorio rispondere alla proposta di rinnovo o di cessazione del contratto.

D L’inquilino può usare l’appartamento come ufficio personale.

E Alla prima scadenza, il proprietario può non rinnovare il contratto se ha bisogno dell’appartamento per sé o per i suoi parenti stretti.

F Alla fine della seconda scadenza il proprietario deve mantenere lo stesso canone di affitto in caso voglia rinnovare il contratto.

83 D COMPRENSIONE DI TESTI quarta prova

Testo funzionaleD

COMPRENSIONE DI TESTI quarta prova

Contratto di locazione ad uso di abitazione

D 7 Quali delle due seguenti riformulazioni corrisponde al significato della frase «se il Locatore non si avvarrà della facoltà del diniego della rinnovazione del contratto» (riga 19)?

A Se il proprietario rinnoverà il contratto, pur avendo il diritto di non rinnovarlo.

B Se il proprietario non rinnoverà il contratto, pur avendo il diritto di rinnovarlo.

D 8 Con quale modalità chi non intende rinnovare il contratto deve dare comunicazione?

A Una lettera inviata da una delle due parti prima della scadenza del contratto.

B Una lettera inviata da una delle due parti 60 giorni prima della scadenza del contratto.

C Una raccomandata con ricevuta di ritorno inviata da una delle due parti 6 mesi prima della scadenza del contratto.

D Una raccomandata con ricevuta di ritorno inviata da una delle due parti almeno 60 giorni prima della scadenza del contratto.

D 9 Con quale tempo verbale il contratto fissa le norme che i due contraenti devono se guire?

D 10 Individua, scegliendoli dal seguente elenco, gli elementi che caratterizzano il linguaggio usato:

uso di immagini sintassi complessa uso delle maiuscole parentesi riferimento ad articoli legislativi similitudini latinismi lessico giuridico

84

Testo argomentativo

Walter Siti L’economia del gratis

Da alcuni anni gli analisti si sono concentrati sulla “economia del gratis”, da non confon dere con la free economy (che è, era, semplicemente l’economia di mercato senza vincoli protezionistici); la gratis economy invece si riferisce a quel fenomeno per cui alcuni (molti) prodotti o servizi che eravamo abituati pagare sono adesso a disposizione senza dover sborsare denaro. Un ventenne di oggi può ottenere gratis molte cose che io, ven tenne nel 1967, avrei dovuto pagare (ammesso che ne sentissi il desiderio). Per esempio, può scaricare gratis sul suo iPod tutta la musica che vuole; se è abbastanza bravo a smanettare sul computer, craccando senza troppi scrupoli ma anche senza troppa dif ficoltà, può scaricarsi film appena usciti nelle sale evitando l’acquisto del relativo dvd; lo stesso può fare coi libri appena editi, senza contare che molte biblioteche e siti be nemeriti mettono a disposizione gratis la versione pdf di tutti i classici che possiedono. L’idea del “gratis” ha un grande fascino, ci ricorda l’infanzia e Babbo Natale, ci spinge d’impulso ad accettare quel che ci viene offerto anche se in fondo non ci va: si è speri mentato che offrendo ai 200 studenti di un campus una cioccolata di qualità extra a 5 dollari e una di qualità più scadente a 2, la maggioranza sceglieva di comprare la prima – se invece, mantenendo lo stesso divario, si offriva la cioccolata migliore a 3 dollari e la più scrausa gratis, la maggioranza preferiva la seconda. Così siamo fatti e su questo gioca l’economia. È da più di un secolo ormai che le ditte “regalano” una cosa per favori re la domanda di un’altra: si regalano rasoi per vendere lamette, inserti settimanali per vendere quotidiani, stampanti per vendere costose cartucce di ricambio, panini all’in gresso per farci fare l’intero giro di un supermercato alimentare: si chiamano “articoli civetta”. Strategie di marketing che si raffinano pian piano e assumono per esempio l’a spetto del freemium: è gratis la versione base di qualcosa, sono a pagamento le versioni premium. Assomiglia alla strategia del freemium quella dell’all you can eat: i ragazzi che si strafogano di cibo all’happy hour, al solo prezzo dell’aperitivo, si fidelizzano al locale e lì torneranno quando vorranno sballarsi di alcolici. Anche la televisione (24 ore su 24, mille canali) funziona come una forma di all you can eat I giovanotti geniali che negli anni sessanta e settanta disegnarono nella Silicon Valley il profilo della tecnologia digitale erano impregnati di ottimistica cultura d’opposizio ne, un po’ hippy; sognavano la gratuità dei servizi come gesto di ribellione al sistema e rivendicazione di libertà. Davide contro Golia, illegalità rivoluzionaria, ventenni che fregavano la grande industria in nome della libertà di comunicare. Ma dalla loro invenzione della blue box, che permetteva di telefonare in ogni parte del mondo senza spendere un dollaro, nasce Apple.

Dal desiderio di combattere una multinazionale ne nasce una più grande; lo stesso è accaduto in Italia con le radio e le televisioni “libere”, ribelli contro la Rai che diedero origine a Mediaset.

“L’informazione deve essere libera” fu in quegli anni il grido della controcultura; ma quando nel 1984 Stewart Brand scrive: «Da un lato l’informazione vuole essere costosa,

85 E COMPRENSIONE DI TESTI quarta prova
5 10 15 20 25 30 35

Testo argomentativo

Walter Siti

COMPRENSIONE

DI TESTI quarta prova

L’economia del gratis perché ha molto valore, dall’altro vuole essere gratuita (wants to be free) perché produr la sta diventando sempre più economico», ecco che l’ambiguità dell’inglese free esplode in tutte le sue contraddizioni. “Libero” e “gratis” solo apparentemente convergono: se l’informazione “ha molto valore”, perché la dritta giusta al momento giusto può portare enormi guadagni (interpellare in proposito un qualunque broker o mediatore finanzia rio), allora il Potere cercherà di darti cose gratis per ottenere in cambio informazioni produttrici di valore – la gratuità, mascherata da libertà, diventa veicolo di effettiva dipendenza. La “schiavitù del free” sembra un ossimoro ma non lo è.

Walter Siti, Pagare o non pagare, Nottetempo, Milano 2018, pp. 91-98 [con adattamenti]

E 1 L’autore si propone di

A celebrare la gratis economy, grande opportunità per i giovani.

B rimpiangere i tempi della sua giovinezza, quando la gratis economy non esisteva.

C condannarla in blocco.

D svelarne le contraddizioni.

E 2 L’affermazione alla riga 12 «L’idea del “gratis” ha un grande fascino, ci ricorda l’in fanzia e Babbo Natale» presenta il tema dell’illusione, fondamentale nel testo. Alle righe 28-31 quale verbo esprime la stessa idea?

E 3 L’esempio della cioccolata indica il meccanismo psicologico per cui

A siamo naturalmente attratti da ciò che non paghiamo.

B stiamo molto attenti alla qualità dei prodotti.

C rifiutiamo con decisione i prodotti in regalo.

D siamo perplessi di fronte ai prodotti che ci vengono offerti.

E 4 A che cosa viene associata l’offerta all you can eat ? Riscrivi la frase in cui tale associazione viene espressa.

E 5 Che cosa significa nel testo «fidelizzarsi»?

A Fare un patto di fedeltà.

B Diventare clienti affezionati.

C Diventare un amico fedele del venditore.

D Diventare dipendenti da qualche sostanza.

86
E
40 45

E 6 Quali dei seguenti concetti sono presenti nel testo? Contrassegnali con una crocetta.

A Quando si è giovani si crede di cambiare il mondo.

B Negli anni ’60-’70 molti giovani si opponevano alla cultura ufficiale.

C Negli anni ’60-’70 alcuni giovani intraprendenti si sentivano come Davide contro Golia e fecero grandi scoperte nel campo delle comunicazioni.

D Chi ha combattuto per la libertà dell’informazione si è molto arricchito.

E L’informazione libera ha aperto la strada alla ricchezza e al potere delle multinazionali della comunicazione.

F Libertà e gratuità coincidono perfettamente.

E 7 L’ossimoro è una figura retorica che

A coincide con la similitudine.

B unisce due aspetti contrastanti in una sola espressione.

C è uguale all’antitesi.

D presenta l’inversione dell’ordine normale delle parole.

E 8 L’espressione «articoli civetta» è usata in senso figurato

A perché i prodotti in regalo attirano nuovi clienti.

B perché i prodotti in regalo sono sempre più raffinati.

E 9 Il vocabolo freemium nasce dalla fusione di due parole? Quali? e

E 10 Quali elementi fra quelli elencati caratterizzano lo svolgimento argomentativo del testo?

esempi riferimenti storici ripetizioni

lessico aulico riferimenti all’esperienza dati

citazioni regole generali espressioni liriche

87 E COMPRENSIONE DI TESTI quarta prova

SULLA

Testo espositivo

quarta prova

Ancona, la città con il mare dentro

Ancona, una città riservata e speciale con ventiquattro secoli di storia, un Adriatico dalle sembianze mediterranee che la tocca senza pudore a nord, a ovest e a est, un paesaggio da stretta allo stomaco che si fa strada tra i colli del Monte Conero: chiese maestose arrampicate su piazze, colli a tutela ultracentenaria della comunità, musei che celano inaspettati capolavori, e ancora il mare, il primo vero cittadino di Ancona, che per il si stema viario del centro si fa in due: quello del bacino portuale e quello della spiaggia del promontorio a picco sulla marina, il Passetto.

E poi quale altra città vanta la prerogativa del sole che qui si alza al mattino e tramonta la sera sempre sullo stesso mare? Preziosi doni che la natura e il genio italico hanno regalato al capoluogo marchigiano, ancora poco conosciuto persino agli italiani, e su cui il governo della città ha deciso di puntare  con l’orgoglio di chi si sente ancora parte della stirpe greca dei Dori cui appartenevano i Siracusani, suoi fondatori nel IV secolo a.C. e che per questo tutti definiscono “dorica”.

Su tutti i fronti, dal porto al centro storico, è partita la rimonta che non ha trovato osta coli nemmeno nel terremoto. Il sisma infatti si è sentito anche qui, ma non ha provocato crolli e distruzioni come in molte altre città marchigiane.

La Mole Vanvitelliana, detta anche Lazzaretto, una fortezza pentagonale che si erge sulla banchina S. Giovanni da Chio, unita alla terraferma da un ponticello, da qualche anno è diventata il contenitore dei grandi eventi estivi. Più avanti il molo nord, l’area più bella del porto antico situato a settentrione del promontorio a forma di gomito da cui Ancona, che in greco significa appunto “gomito”, ha preso il nome, si offre finalmente libero da ostacoli con una riuscita riqualificazione e ora può essere percorso a piedi fino alla fine. Una sosta, come una preghiera, viene naturale al bianco e solenne Arco di Traiano, il simbolo più antico di Ancona: basta sfiorarlo ed ecco rivivere l’imperatore che scelse lo scalo come luogo di partenza per le guerre contro i Daci, decretando la fortuna e la fama del centro. Sta lì, imponente e austero, come una porta che si apre sul passato. Pochi metri ed ecco un’altra porta, l’Arco Clementino, in pietra d’Istria, voluto da Cle mente XII Corsini intorno al 1735, opera di Luigi Vanvitelli che si ispirò al precedente romano. Da questo punto il molo si assottiglia fino alla Lanterna rossa, simbolo moder no del centro marchigiano, cui è stata aggiunta la panchina degli innamorati da dove lo sguardo si perde nel mare o nel cielo.

C’è un altro spettacolo che da questo punto, ogni giorno, da centinaia di anni, va in scena gratuitamente: è il mare che tramite il porto abbraccia ed è abbracciato dalla città. Un gesto d’amore, benedetto, dall’alto del colle Guasco, da una delle chiese in stile romanico-bizantino più bella delle Marche, il Duomo di S. Ciriaco.

Tra biancospini e ornielli spiccano i sedici metri di altezza del vecchio faro, da oltre qua rant’anni in pensione, ma che ha ancora tanto da raccontare, come quella volta, nel 1904, quando Guglielmo Marconi, proprio da qui, riuscì a collegarsi con una stazione della Cor novaglia. Da quassù il profilo della costa alta e frastagliata si può disegnare con il dito. […]

88 RIFLESSIONE
LINGUA
F
5 10 15 20 25 30 35

40

Ecco, questa è Ancona, formidabile insieme di popoli – Armeni, Ragusei, Greci, Turchi, Slavi, Ebrei – che qui trovò il suo approdo divenendo nei secoli un’unica, potente e laboriosa comunità.

Del resto una città che ha il mare dentro, come un’anima in continuo movimento, come fa a non emozionare?

Clelia Arduini, in «Touring», settembre 2017 (n. 4579) [con adattamenti]

F 1 Che cosa significa il nome Ancona?

F 2 Nel corso del testo ricorre la metafora del reciproco «abbraccio» tra il mare e la città. In quale riga viene espressa questa metafora? Riga .

F 3 Al rapporto tra Ancona e il mare quindi viene attribuito un significato metaforico. Abbina ogni metafora o similitudine al rispettivo significato.

metafora o similitudine significato

A «Il mare […] primo vero cittadino di Ancona.

B «Il mare […] che abbraccia ed è abbracciato dalla città.

C «[…] un altro spettacolo che […] va in scena gratuitamente: è il mare».

D «Il mare […] come un’anima in continuo movimento»

a Ancona è una città in perenne mutamento, come il mare.

b Tutti possono godere della vista del mare.

c Tra il mare e la città c’è un reciproco rapporto d’amore e di dipendenza.

d Il mare è la più importante caratteristica di Ancona.

F 4 Assegna a ciascuna delle sequenze indicate il corrispondente titolo, scegliendolo tra quelli sottoelencati. sequenza titolo

A righe 1-7

B righe 8-16

C righe 17-31

D righe 32-39

E righe 40-44

Le bellezze architettoniche di Ancona Una città crogiuolo di popoli e fonte di emozioni Il panorama del mare visto dall’alto Una città dalle antiche origini e dalle molte prero gative Una città sempre affacciata sul mare e coraggiosa

SULLA quarta prova

89 F RIFLESSIONE
LINGUA

RIFLESSIONE SULLA LINGUA quarta prova

Testo espositivo

Clelia Arduini

Ancona, la città con il mare dentro

F 5 A quale termine si riferisce il relativo «su cui» (righe 10-11)?

F 6 Il testo è

A descrittivo perché mostra le caratteristiche della città.

B prevalentemente descrittivo, ma con alcuni riferimenti al passato.

C narrativo perché racconta la storia della città.

D prevalentemente narrativo, ma con diverse descrizioni.

F 7 Trascrivi le due domande retoriche che compaiono nel testo.

F 8 Individua tra i seguenti il sinonimo di «prerogativa» (riga 8):

A premessa.

B bellezza.

C aspetto.

D caratteristica.

F 9 L’espressione «riuscita riqualificazione» (riga 22) significa

A buona qualità.

B positivo miglioramento.

C lavoro ben fatto.

D mantenimento strutturale.

F 10 Basandoti sul contesto, sai indicare il significato della parola «ornielli» (riga 36)?

A Sono uccelli.

B Sono piante.

C Sono costruzioni.

D Sono imbarcazioni.

90
F

Testo letterario

Ugo Betti Corruzione al palazzo di giustizia

PERSONAGGI

VANAN Presidente di Tribunale – ELENA sua figlia – ERZI Consigliere Inquisitore –CROZ Primo Giudice – CUST Giudice – BATA Giudice – MAVERI Giudice –PERSIUS Giudice – MALGAI Archivista – Un’infermiera, Curiosi, Uscieri, Funzionari

In una città straniera, ai nostri giorni. L’azione ha luogo, tutti e tre gli atti, in una vasta, severa stanza del Palazzo di Giustizia.

ATTO PRIMO

La stanza è deserta. Un impiegato entra spingendo una cassa a rotelle; s’accosta ai tavoli ingombri di fascicoli scegliendone alcuni e buttandoli nella cassa dopo averne riscontrato i dati su certi foglietti che ha in mano; intanto canticchia.

UNO SCONOSCIUTO (affacciandosi): Mi sapreste indicare l’ufficio del primo giudice Croz? L’IMPIEGATO: Domandatene all’usciere, signore. C’è l’usciere apposta.

SCONOSCIUTO: Scusate, ma non sono riuscito a vederne, uscieri.

IMPIEGATO: Non pretenderete che essi siano qui prima dell’orario. Non guardate me, io appartengo al vecchio tempo. Cosa volete dal primo giudice Croz? SCONOSCIUTO: Devo parlargli. […]

IMPIEGATO: L’ufficio del primo giudice Croz... dovreste andare in fondo al corridoio, poi a destra, poi ancora a destra... Se permettete direi che vi conviene aspettarlo qui. […] (Dando un’occhiata allo sconosciuto e continuando il suo lavoro): Eh, questo è un palazzo immenso, un vero labirinto, vengono anche forestieri ad ammirarlo. (Abbassando un po’ la voce) Attualmente... purtroppo... non ci si sente un gran buon odore; io dico che deve esserci un qualche sorcio morto in qualche angolo; eh, che ne dite, signore, non so se abbiate letto i giornali, anche ieri sera.

SCONOSCIUTO: Sì.

IMPIEGATO: Non sta a me intromettermi, ma qui mi pare che sia in aria qualche cosa di grosso. Il temporale brontola.

SCONOSCIUTO: Voi siete cancelliere?

IMPIEGATO: No, signore. Io sarei il becchino. Questo (battendo sulla cassa a rotelle) è il carro funebre, questi (mostra i fascicoli) sono i cadaveri.

SCONOSCIUTO: E il cimitero?

IMPIEGATO (indicando una porta): È l’archivio, signore. Un posto piuttosto oscuro e tran quillo dove io porto questa roba e gli do sepoltura.

SCONOSCIUTO: Siete archivista?

IMPIEGATO: Io dico becchino. Quando penso alla quantità di sudori, soldi e sospiri che stanno racchiusi nella più stupida delle carte che formano il più piccolo di questi fasci

91 A COMPRENSIONE DI TESTI quinta prova
5 10 15 20 25 30 35

Testo letterarioA

COMPRENSIONE DI TESTI quinta prova

coli! Ma! (Lascia cadere un fascicolo nella cassa, ne prende un altro) Io ci incollo su un bel numero, li registro in un bel librone, così la gente fa finta di credere che tutto ciò resti importante per secula seculorum, e si possa sempre ritrovare il filo di tutto...

SCONOSCIUTO: ... e invece ci pensano i topi e i tarli del vostro cimitero, non è vero?

IMPIEGATO: Non sono i tarli né i topi, signore. Sono gli stessi interessati per i primi, ad annoiarsi e a pensare ad altro. La gente si annoia e pensa ad altro molto facilmente. (Rivolgendosi premurosamente a un nuovo venuto) Oh, buon giorno, signor giudice Bata. I nostri omaggi.

BATA (preoccupato, entrando): Buon giorno, caro. Buon giorno. (Traendolo in disparte e bisbigliando) Avete saputo?

ARCHIVISTA (premuroso): Che cosa?

BATA: Non siete passato dalla segreteria?

ARCHIVISTA: No, non ci passo mai.

BATA (cautamente): Sulla porta della segreteria in questo momento c’è un... funzionario, piuttosto distinto...

ARCHIVISTA: Un funzionario?

BATA: Qualche cosa come un poliziotto. Ci ha detto cortesemente che non si può entrare.

ARCHIVISTA: Nemmeno i giudici?

IMPIEGATO: Ha fermato tutti.

ARCHIVISTA: E... la ragione?

BATA: Volevo appunto sentire se voi ...

ARCHIVISTA: Io casco dalle nuvole, signor giudice.

BATA: Non avete nessuna idea... dei motivi...

ARCHIVISTA: Per carità! Non saprei proprio; si tratterà di qualche sciocchezza...

BATA (tentando di minimizzare): Non ne dubito, ma sarebbe stato opportuno parlarne coi magistrati.

ARCHIVISTA: Naturalmente! Naturalmente. Ha sentito che oggi c’è convocazione stra ordinaria della sezione?

BATA: Sì, tutto straordinario. Anche i colleghi sono piuttosto... meravigliati. (Stanno en trando gli altri giudici: Persius, Maveri e, un po’ più tardi, Cust)

PERSIUS (accostandosi): Sicché?

BATA (indicando l’archivista, che si scosta rispettosamente): Pare che nemmeno lui sappia nulla.

MAVERI (cauto): La mia idea è che si tratti di uno sbaglio, un ordine frainteso.

PERSIUS (poco persuaso): Sì, facile. Un equivoco.

MAVERI: Un malinteso. (Breve silenzio)

BATA (a Persius, prorompendo): Però caro collega, voi siete testimonio; sono dei mesi che io lo vo ripetendo: qui occorre chiarire, luce, aria. Nel palazzo si respira un’aria pesante. È vero o no che io l’ho sempre detto?

PERSIUS: Caro amico, non crediate di essere stato il solo.

MAVERI: Lo si diceva in parecchi.

CUST: Anche noi, tutti.

Ugo Betti Corruzione al palazzo di giustizia
92
40 45 50 55 60 65 70 75

MAVERI: Quando si ha la coscienza tranquilla, la luce non fa mica paura.

BATA: Intendiamoci, è anche possibile che tutto sia una valanga nata dal nulla. La gente è fatta per chiacchierare. Il palazzo poi è la miniera, è il pozzo, è il nido, del malcontento, dei sussurri. Comincia uno, a spargere calunnie, l’altro seguita, il giorno dopo sono dieci, venti, e zu e zu, e zu e zu: è come una cancrena che s’allarga.

MAVERI: E poi i giornali; subdoli...

PERSIUS: ... i partiti, gl’intrighi. Io sento in tutto questo una cupa volontà, una manovra.

BATA: Ma soprattutto è la città, sapete? La città infame, infetta. Non ho mai visto una popolazione più maligna e corrotta.

PERSIUS: Sentiteli discorrere: non una parola in cui s’affacci la verità.

MAVERI: Non parliamo delle loro donne.

BATA: Sì, un vero immondezzaio. Il curioso è che esso ribolle d’indignazione perché nel bel mezzo del suo fetore esiste un palazzo dove l’aria non sarebbe... abbastanza balsa mica. Il delitto dei giudici, in conclusione, sarebbe... di somigliare un tantino ai cittadini.

PERSIUS (acido): Caro collega, non si dovrebbe mai generalizzare. Io, per esempio, non credo affatto di assomigliare un tantino a un coso, un immondezzaio.

BATA: E io nemmeno, che scoperta.

PERSIUS: Per quel che mi riguarda, intanto, io ho la fortuna di poter dire che questo Ludvi-Pol non l’ho mai conosciuto, dico mai, eh? nemmeno di vista.

BATA: A sentirvi si direbbe che i vostri colleghi non abbiano la stessa fortuna, e che ci siano dei pericolanti, dei compromessi.

PERSIUS (diplomatico): Io ho detto questo? Per carità. Io tengo molto a essere preciso, e se mai ci fossero davvero dei colleghi... che hanno perso l’appetito e passano brutte notti, ciò non mi riguarderebbe affatto. Questi sono momenti in cui ognuno pensa ai casi suoi e s’arrangia, che ne dite, Cust?

BATA (velenoso): Lo sappiamo, caro amico, lo sappiamo. Pare che vari colleghi si siano dati un gran da fare per mettere in moto molle e rotelle, pare che si sia tentato di vibra re colpi selvaggi, vere pugnalate.

PERSIUS (sarcastico): Sarà, ma io ho l’impressione che molti... pericolanti si aggrappino. Colleghi che sono diventati tanto gentili... colleghi che cercano di attaccare discorso... colleghi che vi aspettano per uscire insieme... Si aggrappano. Purtroppo io ho sempre fretta. Io ho sempre un’altra strada da fare. Io non so mai nulla. Io sono un macigno, caro collega. A proposito, Cust, sentite un po’... (Ostenta di appartarsi a discutere con Cust)

BATA (a Maveri): Avete sentito? Intanto non vedo che peso possa avere il fatto di avere o non avere conosciuto Ludvi-Pol. Questo Ludvi-Pol pare... pare che adesso sia un uomo liquidato. Ma fino a ieri...

MAVERI: Riverito più di un ministro!

BATA: Si sa che questi uomini sono dei veri ragni, ciò che li regge è appunto una ra gnatela di relazioni che essi tessono abilmente. Naturale che molta gente li conosca. Il caro Persius potrebbe benissimo non aver conosciuto Ludvi-Pol ed aver conosciuto un qualche suo emissario. (Abbassando la voce) Date le circostanze della sua ultima promo zione non dovrebbe essere Persius a fare il Catone.

Ugo Betti, Corruzione al palazzo di giustizia (dramma in tre atti pubblicato nel 1949 sulla rivista «Sipario»)

93 A COMPRENSIONE DI TESTI quinta prova
80 85 90 95 100 105 110 115 120

Testo letterarioA

COMPRENSIONE DI TESTI quinta prova

A 1 Le battute iniziali del primo atto forniscono l’immagine del Palazzo di giustizia come quella di un ambiente

A arioso e luminoso.

B ampio e profumato.

C ampio e maleodorante. D ristretto e tortuoso.

A 2 Parlando con lo Sconosciuto, l’Impiegato gli illustra una lugubre metafora dell’ambiente in cui lavora. Completa opportunamente la seguente tabella. metafora oggetto/persona/ambiente reale cassa a rotelle archivista cadaveri archivio

A 3 A quale delle seguenti parafrasi corrisponde la battuta dell’Impiegato alle righe 36-38?

A Il mio compito è quello di registrare il nome dei defunti e di indicarli con un numero su un grande libro, così tutti pensano che il loro ricordo duri in eterno e si possa sem pre ritrovare il filo della memoria.

B Archivio i fascicoli numerandoli sul registro generale; così la documentazione viene conservata nei secoli dei secoli e si può rintracciarne la sequenza ordinata… ma ciò è un’ipocrita illusione.

C Incollo un numero sui documenti e ne faccio un bel librone; così la gente è sicura che si tratta di cose importanti, che durano per sempre e che contengono storie vere.

D Registro il numero dei fascicoli e ne faccio un grande libro affinché la gente possa trovare il bandolo della matassa.

A 4 Nella seguente tabella collega opportunamente i comportamenti dei giudici, che fanno seguito alla inaspettata presenza del funzionario ispettore, con le intenzioni cui si riferiscono.

comportamenti

A Si esprimono in modo evasivo e generico.

B Gareggiano nel sostenere a gran voce di volere un’inchiesta.

C Accusano i colleghi assenti.

D Denunciano oscure manovre da parte di giornalisti e politici.

intenzioni

a Vogliono convincere gli altri di avere la coscienza tranquilla.

b Intendono allontanare da sé ogni possibile sospetto.

c Non vogliono compromettersi mostrando di essere a conoscenza di fatti incresciosi.

d Vogliono mostrarsi vittime di un complotto.

Ugo Betti Corruzione al palazzo di giustizia
94

A 5 Chi potrebbe essere il misterioso Ludvi-Pol?

A Un altro giudice.

B Un poliziotto.

C Un ladro.

D Un faccendiere corrotto.

A 6 I personaggi, anche allo scopo di non esprimersi troppo apertamente, ricorrono a molte metafore. Completa opportunamente la seguente tabella.

metafora significato

La città in preda alla corruzione.

Le calunnie si diffondono pericolosamente.

Uomini abili a costruire reti di connivenze. Personaggio storico famoso per la sua dirittura morale.

A 7 Chi sono i «pericolanti» (riga 99)?

A Giudici che hanno paura.

B Giudici che si sono fatti corrompere.

C Giudici che cercano l’aiuto dei colleghi.

D Giudici che si sentono in colpa.

A 8 Che cosa significa in questo contesto la parola «emissario» (riga 119)?

A Commissario.

B Fiume che scarica le acque di un lago.

C Emittente.

D Incaricato.

95 A COMPRENSIONE DI TESTI quinta prova

Testo letterarioA

COMPRENSIONE DI TESTI quinta prova

Ugo Betti Corruzione al palazzo di giustizia

A 9 In tutto il testo ricorre la contrapposizione metaforica tra il campo semantico dell’oscurità e quello della luce, allusivi di atteggiamenti morali. Nell’elenco seguente scegli e inserisci opportunamente nella tabella i termini che appartengono a ciascuno dei due ambiti.

notti luce cupa miniera aria pozzo coscienza tranquilla calunnie oscuro verità sepoltura corruzione

oscurità luce

A 10 Scegli nell’elenco seguente le caratteristiche proprie del genere teatrale che riconosci in questo testo.

Nomi dei personaggi che pronunciano la battuta Monologhi

Divisione in atti

A capo per ogni battuta

Indicazioni registiche (tono di voce, movimenti…) Divisione in scene

Descrizione particolareggiata della scena

96

Testo argomentativo

Claudio Magris Su Facebook a mia insaputa, io non ci sto

L’articolo 18, comma 1 [in realtà: articolo 20, comma 2] della nostra Costituzione san cisce il diritto di non partecipare, di far parte ma anche di non far parte di alcuna associazione. Certamente esso nasce, all’indomani della caduta della dittatura, dalla preoccupazione di tutelare il cittadino dai regimi totalitari che lo obbligano ad iscri versi a tutte le organizzazioni possibili del Partito-Stato, a cominciare naturalmente da quest’ultimo; Figli della Lupa, Balilla, Komsomol sovietico, Hitlerjugend e via dicendo. Oggi quel tipo di coercizione non sussiste più, tranne che in pochissimi Paesi; non è ob bligatorio iscriversi ai circoli di partito né si paga una penale se non ci si iscrive, penale che comunque, ove fosse prevista, varrebbe la pena di pagare.

Ma quell’articolo della Costituzione è oggi più che mai valido, per tutt’altre ragioni; è uno scudo che protegge da pericoli e aggressioni diverse. Viviamo in una eclatante contraddizione. Da un lato si rivendica, in ogni campo, il valore della diversità, si ricono scono diritti e pari dignità a categorie e a culture prima ignote o conculcate. Dall’altro si impongono, esplicitamente o subliminalmente, comportamenti, gusti, abitudini eguali per tutti e obbligatori per tutti.

Siamo incalzati da un bombardamento incessante che chiede di aderire a tutte le sigle e sette possibili: Acat, Lapet, Aiesec, Fipe, Arci, Fib, Uisp, iscriviti all’Anepla, associati all’Acosma, aderisci alla Fidapa, per ogni sigla c’è un numero di telefono, un email, una richiesta imperiosa R.S.V.P. e se non vi piace rispondete lo stesso, non siamo più nel paradiso terrestre e la vita non è un divertimento bensì un tetro dovere. In tal modo la società contemporanea – che ha creato grandi libertà politiche, economiche e sociali, impensabili in passato – elabora sofisticatissime tagliole che le ledono. Tutti devono leggere gli stessi libri, discutere gli stessi problemi, partecipare agli stessi eventi. Chi non lo fa, è un asociale che va ricondotto alla norma anche contro la sua vo lontà, un clochard che viene obbligato a indossare lo smoking. Ne ho avuta esperienza diretta scoprendo di essermi iscritto a Facebook, cosa che non ho fatto né mai avuto intenzione di fare, anche perché non so usare gli strumenti dell’universo digitale, le mie dita sono in tal senso atrofizzate come quelle di un esploratore polare assiderato. Pure quella notizia, cui da solo non avrei potuto accedere, mi è stata comunicata da qualcuno che invece fa parte di quel mondo. Non ho nulla di cui lamentarmi; non c’è stato alcun uso scorretto di quella falsificazio ne, nessun cattivo scherzo. Forse chi l’ha fatto pensava di farmi un regalo, come si re gala un abbonamento alla stagione lirica. Anche in questo caso, tuttavia, sarebbe bene informarsi se il beneficiario è un amante dell’opera o del rap. Ma credo si sia trattato di un richiamo all’ordine, di un’iscrizione d’ufficio di qualcuno colpevolmente riluttante al dovere di prendere la tessera. Rivendico il diritto alla mia disabilità digitale; i proble mi che essa può crearmi nel mio lavoro sono fatti miei, e non ho bisogno di generosi soccorritori simili a quei boyscout della barzelletta che aiutano una vecchietta ad attra versare la strada, anche se la vecchietta non aveva alcuna intenzione di attraversarla.

97 B COMPRENSIONE DI TESTI quinta prova
5 10 15 20 25 30 35

COMPRENSIONE DI TESTI quinta prova

Testo argomentativo

Su Facebook a mia insaputa, io non ci sto

Bisognerebbe distribuire copie di quell’articolo della Costituzione a tutti, proclamarlo alla tv; ricordare il diritto di non partecipare a convegni, cortei, mozioni, assemblee, iniziative, comitati, gruppi di lavoro, associazioni. Alcune di queste iniziative sono ge nerose e chi vi sacrifica il tempo della sua vita – andare a spasso, chiacchierare, fare l’amore, andare al mare, passeggiare – va ammirato, ma nessuno può essere obbligato a seguire il suo esempio, così come chi ammira la castità di San Luigi Gonzaga non è perciò obbligato a imitarlo. Rispetto i filatelici, ma rivendico il diritto di infischiarmi dei francobolli; è lodevole lo studente che partecipa alle assemblee, ma chi ne approfitta per andare invece a zonzo non può essere criticato né tantomeno costretto a prendervi parte. C’è un Partito Invisibile che vorrebbe far indossare a tutti la stessa camicia, come un tempo la camicia nera, e lo fa in modo subdolo e insidioso. Forse il meccanismo del mondo è essenzialmente un congegno escogitato per impedire alla gente di andare a spasso, così, senza meta, come i cani per le strade di Parigi nel vecchio film di Tati, Mon oncle, un cammino più dignitoso e più libero di ogni marcia.

Claudio Magris, Su Facebook a mia insaputa, io non ci sto, in «Corriere della Sera», 6 febbraio 2014

B 1 In che senso l’articolo 18 [in realtà 20] della Costituzione italiana tutela il cittadino dai regimi totalitari?

A Perché gli consente di iscriversi liberamente a una associazione.

B Perché l’Italia è una repubblica democratica.

C Perché gli consente di non iscriversi a una associazione.

D Perché impedisce la ricostituzione del partito fascista.

B 2 Indica quale tra le seguenti è l’affermazione che riproduce il pensiero dell’autore espresso alle righe 7-9.

A Attualmente solo pochi paesi non consentono ai cittadini di associarsi liberamente, ma per la propria tranquillità sarebbe meglio comunque pagare l’iscrizione obbliga toria al partito di stato.

B Se, nei pochi paesi che ancora prevedono l’iscrizione obbligatoria al partito di stato, ci fosse da pagare una multa per essere liberi di non iscriversi, sarebbe giusto pagar la per mantenere la propria indipendenza.

C Negli stati democratici non esiste più l’obbligo di iscriversi a un partito, ma chi lo im pone deve pagare una penale.

D In pochissimi Paesi non è obbligatorio iscriversi ai partiti, ma se non ci si iscrive non è previsto il pagamento di una penale.

Claudio Magris
98
B
40 45 50

B 3 Indica quali delle seguenti affermazioni nell’argomentazione dell’autore sono corrette o errate, contrassegnandole con una crocetta.

corrette errate

A L’autore polemizza contro la proliferazione delle associazioni di qualunque natura.

B L’autore rivendica il diritto di ognuno di scegliere le proprie letture, i propri interessi, il proprio stile di vita

C L’iscrizione a Facebook, all’insaputa dell’autore, è considerata un aspetto della omologazione forzata a cui tende la società contemporanea

D L’autore è contrario alla diffusione di tutti gli strumenti digitali e dei social network perché non è in grado di usarli

B 4 La frase «elabora sofisticatissime tagliole che le ledono» (riga 22) significa:

A costruisce elaborati meccanismi per negarle.

B costruisce elaborati meccanismi per sostenerle.

C costruisce semplicissimi meccanismi per negarle.

D costruisce semplicissimi meccanismi per sostenerle.

B 5 Il seguente elenco contiene termini appartenenti a due campi semantici che ven gono messi in contrapposizione nel corso di tutto l’articolo e che corrispondono a sistemi politici, aggregazioni e comportamenti, alcuni sostenuti e altri condannati dall’autore. Inserisci i termini dei due campi semantici nella rispettiva colonna. diritto dittatura obbligo diversità Figli della Lupa dignità passeggiare Balilla coercizione libertà camicia nera andare a spasso Komsomol tessera (di partito) chiacchierare fare l’amore regimi totalitari –Hitlerjugend Partito-Stato andare a zonzo aggressione Costituzione

sistemi politici, aggregazioni e comportamenti sostenuti dall’autore

sistemi politici, aggregazioni e comportamenti rifiutati dall’autore

99 B COMPRENSIONE DI TESTI quinta prova

COMPRENSIONE DI TESTI quinta prova

Testo argomentativo

Claudio Magris

Su Facebook a mia insaputa, io non ci sto

sistemi politici, aggregazioni e comportamenti sostenuti dall’autore

sistemi politici, aggregazioni e comportamenti rifiutati dall’autore

B 6 C’è un rapporto tra l’inizio e la conclusione dell’articolo?

A Sì, perché il «Partito Invisibile» dell’omologazione della società contemporanea ri chiama i partiti degli stati totalitari che obbligavano i cittadini ad iscriversi.

B No, perché nell’incipit si parla della Costituzione italiana e delle dittature dell’inizio del Novecento, mentre la conclusione cita una scena di un vecchio film francese.

B 7 Quale scopo si prefigge l’autore con questo articolo?

A Convincere a non iscriversi a Facebook.

B Condannare le dittature.

C Promuovere la conoscenza della Costituzione italiana.

D Difendere il diritto di ognuno a fare le proprie scelte.

B 8 Nel testo la parola «tetro» (riga 20) significa

A scuro.

B ignoto.

C serio.

D insulso.

100
B

B 9 Sul piano espressivo, l’articolo si caratterizza per l’uso del paradosso, soprattutto nelle similitudini e negli esempi. Nel seguente elenco collega le espressioni ironiche o, appunto, paradossali (colonna di sinistra) con il loro rispettivo significato (colonna di destra), scrivendo la lettera corrispondente.

A «Un clochard che viene obbligato a indossare lo smoking».

B «Le mie dita sono in tal senso atrofizzate come quelle di un esploratore polare assiderato».

C «Simili a quei boyscout della barzelletta che aiutano una vecchietta ad attraversare la strada, anche se la vecchietta non aveva alcuna intenzione di attraversarla».

D «chi ammira la castità di San Luigi Gonzaga non è perciò obbligato ad imitarlo».

a Anche i sacrifici più nobili non devono essere imposti.

b Costringere un individuo a cambiare il proprio stile di vita, qualunque esso sia, genera fastidio e disagio.

c La riluttanza nell’uso di certi strumenti è assimilabile all’impedimento fisico.

d Lo zelo di un soccorso non richiesto è invadente e inopportuno.

B 10 Inserisci i corretti sinonimi negli spazi predisposti della seguente porzione di testo (righe 12-15; attenzione: ci sono tre termini in più del necessario).

Viviamo in una contraddizione. Da un lato si in ogni campo, il valore della diversità, si riconoscono diritti e pari dignità a categorie e a culture prima ignote o Dall’altro si impongono, o , comportamenti, gusti, abitudini eguali per tutti e obbligatori per tutti. vendica in modo subdolo clamorosa reclama oppresse spiacevole chiaramente violentemente

101 B COMPRENSIONE DI TESTI quinta prova

Testo espositivo

quinta prova

Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia di Roma

I terremoti in Italia

Di solito i terremoti avvengono in zone già colpite in passato, dove lo sforzo tettonico causato dal movimento delle placche in cui è suddiviso il guscio esterno della Terra è maggiore. Ne consegue che anche l’accumulo sotterraneo di energia e deformazione è più grande. In Italia i terremoti più forti si sono verificati in Sicilia, nelle Alpi orientali e lungo gli Appennini centro-meridionali, dall’Abruzzo alla Calabria. Ma sono avvenuti terremoti importanti anche nell’Appennino centro-settentrionale e nel Gargano. Negli ultimi mille anni ci sono stati circa 260 terremoti di magnitudo pari o superiore a 5.5 gradi della scala Richter, in media uno ogni quattro anni.

1.

I terremoti recenti sono distribuiti maggiormente proprio in quelle zone che in passato hanno conosciuto i massimi valori di intensità sismica: quindi i terremoti tendono a ri petersi sempre negli stessi posti. Negli ultimi trenta anni i sismometri hanno registrato più di 190.000 eventi sismici in Italia e nei paesi confinanti, in gran parte concentrati nelle aree montuose e nelle zone vulcaniche. La maggior parte di questi non è stata av vertita dalla popolazione e sono 45 i terremoti che hanno avuto una magnitudo Richter ML pari o superiore a 5.0.

102 COMPRENSIONE DI TESTI
C
Terremoti storici Magnitudo (Mw) da 5.0 a 5.4 da 5.5 a 5.9 da 6.0 a 6.4 da 6.5 a 6.9 da 7.0 in su
La sismicità dall’anno 1000 al 2006 (Dati: CPTI11, http://emidius.mi.ingv.it/CPTI11/)
5 10 15

2. La sismicità dal 1985 al 2014. Sono mostrati i terremoti di magnitudo ML ≥2.0 registrati dalla Rete Sismica Nazionale (Dati: Iside, http://iside.rm.ingv.it)

Confrontando le due mappe, può sembrare che in questi ultimi anni siano avvenuti più terremoti che in passato. In realtà l’implementazione1 e lo sviluppo tecnologico della rete di monitoraggio sismico, avvenuti dopo il 1980, hanno permesso di registrare ter remoti sempre più piccoli, quasi impercettibili. Questi terremoti avvenivano certamente anche in passato, ma non esistevano strumenti per registrarli e quindi non ne è rimasta traccia.

Con “pericolosità sismica” si intende lo scuotimento del suolo atteso in un sito a causa di un terremoto. Essendo prevalentemente un’analisi di tipo probabilistico, si può defi nire un certo scuotimento solo associato alla probabilità di accadimento nel prossimo futuro. Non si tratta pertanto di previsione deterministica dei terremoti, obiettivo lungi dal poter essere raggiunto ancora in tutto il mondo, né del massimo terremoto possibile in un’area, in quanto il terremoto massimo ha comunque probabilità di verificarsi molto basse.

Nel 2004 è stata rilasciata la seguente mappa della pericolosità sismica che fornisce un quadro delle aree più pericolose in Italia. La mappa di pericolosità sismica del territorio nazionale (rif. Ordinanza PCM del 28 aprile 2006, n. 3519, All. 1b) è espressa in termini di accelerazione orizzontale del suolo con probabilità di eccedenza del 10% in 50 anni,

1 implementazione: la fase di passaggio dal progetto alla realizzazione di impianti, sistemi, programmi.

Sismicità
103 C COMPRENSIONE DI TESTI quinta prova
recente Magnitudo da 2.0 a 2.9 da 3.0 a 3.9 da 4.0 a 4.9 da 5.0
20 25 30 35

Testo espositivo

COMPRENSIONE DI TESTI quinta prova

riferita a suoli rigidi. L’Ordinanza PCM n. 3519/2006 ha reso tale mappa uno strumento ufficiale di riferimento per il territorio nazionale. Nel 2008 sono state aggiornate le Norme Tecniche per le Costruzioni: per ogni luogo del territorio nazionale l’azione sismica da considerare nella progettazione si basa su questa stima di pericolosità opportunamente corretta per tenere conto delle effettive caratteristiche del suolo a livello locale.

Accelerazione attesa con una probabilità del 10% in 50 anni (g). 0 - 0.025 g 0.025 - 0.05 0.05 - 0.075 0.075 - 0.1 0.1 - 0.125 0.125 - 0.15 0.15 - 0.175 0.175 - 0.2 0.2 - 0.225 0.225 - 0.25 0.25 - 0.275 0.275 - 0.3

3. La pericolosità sismica del territorio nazionale (Ordinanza PCM n. 3519/2006, http://zonesismiche.mi.ingv.it/).

I colori indicano i diversi valori di accelerazione del terreno che hanno una probabilità del 10% di essere superati in 50 anni. Indicativamente, i colori associati ad accelerazioni più basse indicano zone meno pericolose, dove la frequenza di terremoti più forti è mi nore rispetto a quelle più pericolose, ma questo non significa che non possano verificarsi. Gli scuotimenti più forti, con valori delle accelerazioni del suolo superiori a 0.225 g (g = 9,81 m/s2, accelerazione di gravità), sono attesi in Calabria, Sicilia sud-orientale, Friu li-Venezia Giulia e lungo tutto l’Appennino centro-meridionale. Valori medi sono riferiti alla Penisola Salentina, lungo la costa tirrenica tra Toscana e Lazio, in Liguria, in gran parte della Pianura Padana e lungo l’intero Arco Alpino. La Sardegna è la regione meno pericolosa con valori di scuotimento atteso moderati.

Il rischio sismico è la stima del danno atteso come conseguenza dei terremoti che po trebbero verificarsi in una data area e dipende da:

Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia di Roma I terremoti in Italia
104
C
Pa Pe U A F S Po 050100150km P
40 45 50 55

• pericolosità dell’area, cioè lo scuotimento sismico che è ragionevole attendersi in un dato intervallo di tempo;

• esposizione, cioè la presenza di persone e cose che potrebbero essere danneggiate (edifici, infrastrutture, attività economiche…);

• vulnerabilità degli edifici e delle infrastrutture dell’area, cioè la loro maggiore o mi nore propensione a essere danneggiati dai terremoti.

Una zona a pericolosità sismica molto elevata, ma priva di attività umane ha un rischio sismico molto basso. Al contrario, una zona a pericolosità sismica bassa, ma molto po polata, o i cui edifici siano mal costruiti o mal conservati, ha un livello di rischio sismico molto elevato, poiché anche un terremoto moderato potrebbe produrre conseguenze gravi.

La vulnerabilità degli edifici, che dipende dal tipo di costruzione e dal suo livello di manutenzione, resta il fattore principale su cui si può intervenire per ridurre il rischio da terremoto di ogni zona.

https://ingvterremoti.wordpress.com [con adattamenti]

C 1 Dalla lettura del testo e dalle mappe si evince che le zone a più alta pericolosità sismica in Italia sono (contrassegnali con una crocetta):

Friuli-Venezia Giulia Sardegna Marche Sicilia orientale Umbria Gargano Puglia meridionale Calabria Piemonte

C 2 Scegli tra le due affermazioni quella corretta.

A «Pericolosità sismica» e «rischio sismico» esprimono lo stesso concetto, cioè il rischio che si verifichi, entro un dato periodo di tempo, uno scuotimento sismico in un dato territorio.

B «Pericolosità sismica» e «rischio sismico» esprimono concetti diversi: la prima indica la probabilità di accadimento di un terremoto, il secondo esprime la stima dei danni eventualmente provocati.

C 3 Per quali motivi le cartine mostrano un numero maggiore di terremoti dall’anno 1985 al 2014 piuttosto che dall’anno 1000 al 2006?

A Perché negli ultimi trent’anni si è intensificato lo spostamento delle placche terre stri.

B Perché mancano le rilevazioni dei terremoti più antichi.

C Perché i moderni strumenti di rilevazione individuano anche fenomeni sismici di lieve entità.

D Perché si è intensificata l’attività dei vulcani. 65

COMPRENSIONE DI TESTI quinta prova

105 C
60

Testo espositivo

COMPRENSIONE DI TESTI quinta prova

C 4 I terremoti avvengono nelle zone in cui si sono già verificati in passato?

A Sì, perché i terremoti si verificano nelle aree dove lo sforzo tettonico e l’energia sot terranea accumulata sono maggiori.

B No, perché è meno probabile che si verifichi un terremoto nella stessa area in cui già ne è avvenuto un altro.

C 5 Che differenza c’è tra «probabilistico» e «deterministico»?

A «Probabilistico» significa che forse è possibile, «deterministico» significa che è da calcolare.

B «Probabilistico» significa che è cosa provata, «deterministico» significa che è cosa incerta.

C «Probabilistico» significa che potrà facilmente accadere, «deterministico» che sicura mente accadrà.

D «Probabilistico» significa che forse è possibile, «deterministico» che sicuramente ac cadrà.

C 6 Tenendo presente il testo e le mappe, rispondi Sì o No alle seguenti domande con una crocetta. sì no

A Tutti i movimenti sismici vengono percepiti dalle persone?

B Si può prevedere con certezza l’avvento di un terremoto?

C Le zone in cui i terremoti si verificano con maggior frequenza e intensità sono quelle montuose e vulcaniche?

D Dall’anno Mille al Duemila si è registrato un terremoto di entità pari o superiore a 5,5 della scala Richter circa ogni quattro anni?

E I terremoti si verificano anche nel suolo sottomarino?

F I terremoti di alta intensità sono i più frequenti?

C 7 Che cosa è una «ordinanza»?

A Un qualsiasi ordine.

B Un regolamento dell’esercito.

C Una composizione ordinata.

D Un provvedimento dell’autorità governativa o amministrativa.

Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia di Roma I terremoti in Italia
106
C

C 8 Che cosa indicano i colori più scuri nella terza figura? Contrassegna con una crocetta se ogni affermazione è corretta o errata.

corretta errata

A La maggiore altezza dei rilievi montuosi.

B Aree di probabile crescita della accelerazione dello scuotimento sismico.

C Zone in cui si sono verificati incendi a seguito di terremoti.

D Zone più pericolose per il verificarsi di terremoti di alta intensità.

C 9 Il testo afferma che i terremoti più forti sono quelli che hanno «valori delle accele razioni del suolo superiori a 0.225 g (g = 9,81 m/s2, accelerazione di gravità)». Ciò significa che il valore di tali accelerazioni del suolo è maggiore o minore di quello della accelerazione di gravità?

A Maggiore.

B Minore.

C 10 In base a quali parametri viene misurato il rischio sismico? Contrassegnali con una crocetta.

A Densità della popolazione e abitazioni nell’area.

B Vicinanza al mare.

C Probabilità di terremoti entro un determinato periodo.

D Grado di insicurezza percepito dagli abitanti.

E Stabilità delle strutture degli edifici.

107 C COMPRENSIONE DI TESTI quinta prova

Testo funzionale

Fortitudo Baseball Le regole del baseball

Il baseball viene giocato su un campo a forma di quarto di cerchio, suddiviso in terri torio buono (fair) e in territorio fuori (foul). Nel territorio buono, delimitato dalle due “linee di foul” tra loro perpendicolari, su un quadrato di mt 27,43 di lato, comunemente chiamato “diamante”, sono poste le “basi”: i cuscini di prima, seconda e terza base ed un pentagono di gomma detto “casa base” o “piatto”. A mt 18,44 dalla casa base, sulla diagonale della seconda base, è posta la pedana del lanciatore.

Una partita si compone, normalmente, di no ve riprese o innings. Ogni ripresa è suddivisa in due fasi, “battuta” o attacco e “difesa”. Una ripresa termina quando una squadra si è al ternata sia alla battuta sia alla difesa. Una fase ha termine quando tre giocatori dell’at tacco vengono eliminati.

Ogni squadra è formata da nove giocatori – più le riserve – che assumono, quando la squadra è in difesa, le posizioni di lanciatore, ricevitore, prima base, seconda base, terza ba se, interbase, esterno sinistro, esterno centro ed esterno destro.

Solo la squadra che è alla battuta può segnare punti ed i suoi giocatori si presentano alla battuta uno per volta, secondo un ordine prestabilito, assumendo il nome di “bat titori”.

Il battitore deve tentare di battere le palline lanciategli dal lanciatore che attraversano l’“area dello strike” o “area di battuta”, cioè quello spazio sopra la casa base compreso tra la linea delle ginocchia e la linea delle ascelle. Se le lascia passare o tenta di batterle senza riuscirci, l’arbitro gli chiamerà uno strike. Dopo tre strike il battitore è eliminato.

Il battitore sarà pure eliminato se la pallina da lui battuta verrà presa al volo o se verrà tirata da un difensore in prima base prima che lo stesso battitore raggiunga tale tra guardo. Se la pallina lanciatagli non attraversa l’area dello strike, l’arbitro chiamerà un ball a suo favore; dopo quattro ball il battitore acquisisce di diritto la prima base.

Il battitore, non appena batte la pallina, o non appena guadagna la prima base per ball, diventa “corridore” e da questo momento costituisce, per la squadra in difesa, il princi pale pericolo, poiché egli può segnare un punto. Infatti, approfittando o di una battuta di qualche suo compagno di squadra, o degli errori dei difensori, tenterà di raggiungere (dopo aver toccato tutte le basi nell’ordine), il piatto di casa base dove segnerà un punto.

Una delle regole fondamentali del baseball è il “gioco forzato”. Quando un battitore batte la palla in territorio buono, è forzato a correre verso la prima base; di conseguenza per ottenerne l’eliminazione, la difesa dovrà semplicemente toccare il cuscino prima dell’arrivo del battitore: se il battitore precede l’intervento della difesa, sarà dichia

ESTERNO
108 COMPRENSIONE DI TESTI quinta prova
D
5 10 15 20 25 30 35
SINISTRO TERZA BASE PRIMA BASE 18,44 m 27,43m RICEVITORE ARBITRO DI CASA BASE LANCIATORE DIAMANTE BATTITORE SECONDA BASE INTERBASE ESTERNO DESTRO ESTERNO CENTRO

rato salvo. Tuttavia, il battitore può decidere se fermarsi in prima oppure rischiare di raggiungere la base successiva; non essendo obbligato a conquistare altre basi oltre la prima, il tocco del cuscino non sarà più sufficiente. Quindi, quando il battitore corre verso la seconda base, la difesa sarà obbligata a toccarlo con la palla. Se un battitore colpisce la pallina in maniera da mandarla al di là della recinzione esterna del campo corrispondente al territorio buono, ottiene un “fuori campo”; nel qual caso ha diritto a compiere l’intero giro delle basi conquistando un punto più gli even tuali punti dei compagni che si trovavano sulle basi (non potendo la difesa recuperare la pallina per tentare di eliminarli).

I corridori possono tentare di avanzare, o di rubare una base, mentre il lanciatore si sta preparando per un lancio o mentre aspetta il lancio di ritorno dal ricevitore. Il lanciato re, invece di effettuare un lancio verso casa base, può tentare di evitare che il corridore rubi la base lanciando la palla verso un interno, in modo che questi possa toccare il corridore con la palla; la giocata, se ha successo, viene denominata pick-off. Il lanciatore può anche lanciare molto lontano dalla zona di strike, in modo che il ricevitore può tentare di eliminare il corridore lanciando la palla sulla base che questi sta rubando; questa giocata si chiama pitchout. Se il corridore viene toccato mentre tenta di rubare la base, viene eliminato perché “colto rubando” (caught stealing).

Vince la squadra che segna più punti in nove riprese Nel baseball non esiste il pareggio. Se dopo nove riprese il punteggio è in parità, si continua ad oltranza, fino a quando non si termina un inning completo con una delle due squadre in vantaggio.

A parte le partite delle squadre giovanili, nel baseball non esiste limite di tempo. Media mente una partita dura dalle due alle tre ore, arrivando anche alle quattro ore e mezzo. http://www.fortitudogiovani.com [con adattamenti]

D 1 Che cosa succede se il battitore non riesce a colpire la palla? Trascrivi le parole del testo.

D 2 Per eliminare il battitore, la squadra in difesa deve (sono possibili più risposte)

A prendere al volo la palla lanciata al battitore.

B impedire la corsa del battitore.

C toccare il cuscino di prima base prima che vi arrivi il battitore.

D toccare il battitore con la palla se questi si sta dirigendo verso la seconda base.

E lanciare la palla fuori campo.

D 3 Che cos’è il pick-off?

A Una tecnica difensiva per eliminare un corridore.

B Una situazione di gioco forzato.

C Una tecnica di attacco.

D Una tecnica per ottenere uno strike.

109 D COMPRENSIONE DI TESTI quinta prova
40 45 50 55 60

Testo funzionale

COMPRENSIONE DI TESTI quinta prova

D 4 Perché una partita di baseball può durare molte ore?

A È un passatempo nazionale.

B Non può finire in parità.

C Gli innings sono sempre molto numerosi.

D Ci sono molte interruzioni.

D 5 «Si continua ad oltranza»: sostituisci la locuzione in corsivo con uno degli avverbi (o locuzioni avverbiali) qui proposti:

A in modo esagerato.

B a tempo indeterminato.

C eccessivamente.

D in modo oltraggioso.

D 6 Dal testo letto, compaiono due numeri ricorrenti nelle regole del baseball:

A quattro e sei.

B due e sette.

C tre e nove.

D nove e quattro.

D 7 Questo testo di tipologia funzionale si caratterizza per alcune scelte espressive; indi vidua quelle presenti (Sì) o no (No).

sì no

A Tempi verbali del passato.

B Tempi verbali del presente

C Proposizioni molto articolate

D Termini tecnici e loro spiegazione.

E Espressioni generiche

F Prevalente paratassi

D 8 Inserisci correttamente negli spazi predisposti del seguente paragrafo le parole che sono elencate sotto. Attenzione: ci sono due parole in più rispetto agli spazi.

Il campo di baseball può essere rappresentato approssimativamente come un

, compreso entro due linee perpendicolari, dette .

Per la sua particolare forma, la zona di gioco racchiusa nel semicerchio di terra rossa è anche detta , che è costituito da un quadrato di lato 27,43 m (90 pie di) ai cui vertici sono poste quattro

In mezzo a questa zona si trova il monte di lancio, un piccolo dosso circolare alla cui sommità viene fissata la pedana del , costituita da una lastra rettangolare di gomma bianca di 60x15 cm. basi linee di foul diamante battitore quarto di cerchio lanciatore quadrato

Fortitudo Baseball Le regole del baseball
110
D

D 9 Osservando il disegno e sulla base delle informazioni presenti nel testo, come è possibile riconoscere a quale squadra appartiene ciascun giocatore?

A Dal fatto di essere esterno o interno al diamante.

B Dal fatto di essere a sinistra o a destra rispetto al centro.

C Dal colore in cui è scritto ciascun ruolo.

D Dal fatto di essere vicino o lontano dal lanciatore.

D 10 In quale paese il baseball è lo sport più seguito a livello nazionale e ha ispirato nu merosi film, romanzi e fumetti?

A Giappone.

B Gran Bretagna.

C Brasile.

D Stati Uniti.

111 D COMPRENSIONE DI TESTI quinta prova

Testo letterario

COMPRENSIONE DI TESTI quinta prova

Primo Apparuti

Quel che racconto di Primo Apparuti è tutto vero; lo raccontava lui stesso in manicomio. Primo Apparuti era un meccanico e viveva a Nonantola in provincia di Modena. Nel 1918 fu ricoverato di sua volontà nel frenocomio di Reggio Emilia. Diceva che non po teva più stare fuori, che non poteva più andare avanti così. Era meccanico di biciclette e quando batteva con il martello un pezzo di ferro per fucinarlo, si sentiva venir meno le forze; gli pareva che il ferro si dovesse lagnare e che lo rimproverasse con il suo silen zio. Ne era allora talmente addolorato che gli veniva da piangere e correva a mettere il ferro nell’acqua sperando di alleviare il male che gli aveva fatto. Lasciava passare mezz’ora e non avendo il coraggio di riprendere il ferro, si metteva a montare una ruota di bicicletta; ma appena stringeva i dadi dell’asse, la solita voce interiore lo rimprove rava che faceva del male ai dadi e all’asse. Doveva smettere. Ma poi incontrando con lo sguardo altri dadi, diceva di sentire dolore e smania; provava a resistere, ma un forte stringimento di cuore lo costringeva a allentarli. E dopo averne allentati parecchi, do veva scappare, scusandosi con gli altri dadi, dicendo che non era lui ad averli stretti, e se li avesse di nuovo allentati il proprietario della bicicletta sarebbe caduto e forse sa rebbe morto. E sentiva i suoi figli chiamare: “papà, papà”, tra le lacrime. Allora chiudeva bottega e metteva un cartello: è morto il meccanico. Poi si pentiva di averlo scritto e di dare ai clienti motivi di dispiacere e di pena; lo andava a levare, senza avere il coraggio di guardare le biciclette.

Spesso pensava di uccidersi, ma lo assaliva il timore di esser maldestro e di arrecare dei danni alle suppellettili, o di disturbare la gente con il suo funerale. Sentiva allora una smania e un’oppressione indicibile al cuore, e gli veniva voglia di cavarsi la testa e porla sul banco dell’officina, e sgridarla e bastonarla; finché non lo prendeva una gran de stanchezza.

Qualche volta, per non essere sempre afflitto dalle biciclette, andava in città e acqui stava un biglietto del tram per la più lontana fermata. Ma dopo circa mezzo chilometro doveva scendere, credendo di non essere degno di farsi portare, e sentendosi inoltre rimproverare dal motore. Rifaceva la strada a piedi, ma incontrando altri tram carichi di gente, sentiva di nuovo lo stringimento di cuore, vedendoli sottoposti a tale sforzo. Allo ra si associava al loro dolore piangendo, e li seguiva in salita promettendo di vendicarli, insultando e beffeggiando i passeggeri, ed esortando i motori ad avere pazienza, perché avrebbero avuto poi delle gioie che i passeggeri non sospettavan neanche. Arrivato fuori dall’abitato si compiaceva di contemplare i pali telegrafici e di abbracciar li, baciarli, misurare la distanza dall’uno all’altro, contare i fili che portavano, provando molta consolazione. Cercava di imprimersi in mente la forma e le dimensioni di ognuno, e prometteva di tornare a trovarli. Questi erano i soli momenti di contentezza della sua vita che si ricordava.

Ermanno Cavazzoni, Primo Apparuti, in Vite brevi di idioti [1994], Feltrinelli, Milano
112
E
2009 5 10 15 20 25 30 35

E 1 Il tema principale del racconto è

A una storia di vita dall’inizio alla fine.

B il disagio sociale.

C l’autismo.

D la malattia mentale.

E 2 Nella sua sofferenza il protagonista

A pensa di essere perseguitato.

B ritiene che anche le cose soffrano.

C vuole fare del male.

D è indifferente rispetto alla sofferenza altrui.

E 3 Il protagonista è consapevole oppure no della sua malattia?

A No, perché vive di allucinazioni.

B Sì, perché sceglie di farsi ricoverare.

E 4 Individua nel seguente elenco, contrassegnandoli con una crocetta, i sintomi fisici e i sintomi psichici del protagonista. Fai attenzione al fatto che ci sono anche elementi non presenti nel testo.

sintomi fisici sintomi psichici

A senso di colpa

B senso di mancamento

C narcisismo

D mancanza di coraggio

E mancanza di autostima

F pianto

G ansia

H paura

I compassione

L arroganza

M nausea

N stanchezza

O stringimento di cuore

P autolesionismo

113 E COMPRENSIONE DI TESTI quinta prova

COMPRENSIONE DI TESTI quinta prova

Testo letterario

E 5 Individua i motivi per cui il protagonista non porta a termine il proposito del suicidio, contrassegnandoli con una crocetta.

A Non vuole che gli altri lo rimpiangano.

B Ha paura di morire.

C Ha paura di non riuscire a uccidersi.

D Ha paura di fare danni.

E Non vuole che gli altri soffrano per colpa sua.

F Non vuole che gli altri debbano andare al suo funerale.

E 6 Perché «contare i fili» dei pali telegrafici genera nel protagonista un sentimento di «consolazione»?

A Perché gli permette di appropriarsi dell’identità dei pali, con cui stabilisce un rappor to affettivo.

B Perché è affascinato dalla loro forma, molto diversa da quella delle biciclette.

E 7 L’espressione “fucinare il ferro” (riga 5) significa

A batterlo.

B colpirlo con il fucile.

C lavorarlo a caldo, dargli forma.

D metterlo nell’acqua per raffreddarlo.

E 8 Quale sinonimo di «manicomio» è presente nel testo? Individualo e trascrivilo qui sotto:

E 9 Nel testo sono presenti diversi vocaboli che fanno riferimento al campo semantico di “stringere”; quale verbo viene impiegato per indicare il suo opposto?

E 10 Il finale del racconto è

A triste perché ribadisce la malattia del protagonista.

B lieto perché il personaggio vive i soli momenti di contentezza della sua vita.

C positivo perché il protagonista non si è suicidato.

D ironico perché il protagonista abbraccia i pali telegrafici.

114
E

Testo espositivo

Elisa Palazzi

Le montagne del futuro

IL CLIMA CHE CAMBIA Elisa Palazzi *

Il mondo si sta rimodellando a causa del cambiamento climatico? Gli effetti del riscal damento globale sono già visibili? Se guardiamo alle montagne, possiamo rispondere senza esitazione: sì. Le montagne, infatti, stanno rispondendo in maniera più intensa e più rapida ai cambiamenti climatici e ambientali, con effetti facilmente percepibili e che, in molti casi, anticipano ciò che potrà manifestarsi in futuro in altre regioni. Ecco perché sono definite “sentinelle” del cambiamento climatico. Negli ultimi decenni soprattutto, in montagna la temperatura è aumentata di più, di almeno il doppio, di quanto sia avvenuto a livello globale (nell’ultimo secolo e mezzo in media la terra si è scaldata di circa 1° C). Una delle regioni in cui questo fenomeno si è manifestato più intensamente è il Plateau tibetano, l’altopiano più alto al mondo, comprendente gran parte della catena himalayana, dove negli ultimi 20 anni le temperature sopra i 4000 metri sono aumentate il 75% in più rispetto a quelle sotto i 2000 metri.

IL RITIRO DEI GHIACCIAI

Quali sono le conseguenze dell’aumento di temperatura in montagna? Le più evidenti riguardano la diminuzione della copertura nevosa (sia come spessore sia come per manenza) e il ritiro dei ghiacciai, che sta avvenendo a ritmi così incalzanti da essere visibile nell’arco della nostra vita. Un altro effetto è la diminuzione della precipitazione che cade come neve rispetto alla pioggia. Questi fattori stanno contribuendo a modi ficare il ciclo idrologico montano e, in particolare, la portata stagionale dei torrenti e dei fiumi che sono alimentati dalla fusione nivale e che portano acqua nelle regioni di pianura durante i periodi estivi più secchi. Con l’anticipo del periodo di fusione, dovuto all’aumento di temperatura, c’è il rischio che non ci sia già più neve da fondere proprio nel periodo in cui c’è più richiesta di acqua a valle. Le montagne, infatti, costituiscono i principali serbatoi d’acqua per le regioni di pianura, dove questa risorsa viene utilizzata per uso potabile, agricolo o industriale, e per la produzione di energia. I cambiamenti nel ciclo idrologico montano, dunque, mettono a serio rischio la disponibilità futura di acqua per le società a valle e possono avere un impatto sulla vita di tutti noi. “Ciò che accade in montagna non resta confinato in montagna”, cita un detto.

UN ECOSISTEMA COMPROMESSO

Meno evidenti, ma non meno importanti, sono tutte le modifiche che stanno avvenen do nella flora e fauna degli ecosistemi montani, in risposta al riscaldamento o ad altri impatti antropici come l’uso del suolo o l’abbandono dei pascoli in quota. Ad esempio, la migrazione di molte specie sia vegetali sia animali verso quote sempre più alte (almeno fino a che la montagna non finisce...) per compensare gli effetti del clima più

115 F RIFLESSIONE SULLA LINGUA quinta prova
5 10 15 20 25 30 35

Testo espositivo

RIFLESSIONE SULLA LINGUA quinta prova

caldo, come è avvenuto per alcune specie di farfalle nelle Alpi francesi. Un altro impatto negativo è lo sfasamento fra diverse componenti vegetali e animali dell’ecosistema, che avviene quando esse non rispondono in maniera sincrona all’aumento di temperatura. Cosa succede, ad esempio, se le erbe fioriscono prima ma gli insetti impollinatori non cambiano le loro tempistiche? La funzionalità dell’intero ecosistema può essere com promessa.

IL CICLO DI RETROAZIONE GHIACCIO-ALBEDO

Perché il riscaldamento in montagna è amplificato? La causa principale è proprio la progressiva diminuzione della copertura nevosa e dei ghiacciai... che allo stesso tempo è una conseguenza dell’aumento di temperatura. Cerchiamo di capire: la diminuzione delle aree coperte da neve e ghiaccio fa sì che il suolo riesca ad assorbire la frazione di radiazione solare che altrimenti sarebbe riflessa e quindi si scaldi di più di quanto non farebbe se ghiaccio e neve fossero presenti e man mano che il suolo si scalda, ghiaccio e neve continuano a fondere. Quello appena descritto è noto come “ciclo di retroazione ghiaccio-albedo” – l’albedo è la capacità di una superficie di riflettere la radiazione solare. Altre cause, solo per citare due esempi, sono da ricercare nei cambiamenti della copertura di vegetazione (che possono determinare variazioni dell’albedo) e nella pre senza di particelle di aerosol scuro in atmosfera, soprattutto black carbon (o fuliggine, un prodotto della combustione). Sotto determinate condizioni meteorologiche, il black carbon può essere trasportato ad alta quota, depositarsi sulla superficie e renderla più scura riducendone l’albedo, accelerando così la fusione dei ghiacciai e accorciando la durata dell’innevamento. I ghiacciai del Plateau tibetano sono considerati tra i più esposti a questo fenomeno, visto il drammatico aumento nella concentrazione di black carbon e altri inquinanti avvenuto negli ultimi decenni, in risposta alla forte crescita demografica, all’urbanizzazione e all’industrializzazione, accompagnate dallo scarso uso di tecnologie pulite nei processi di combustione. È essenziale migliorare le nostre conoscenze sui cambiamenti che stanno avvenendo negli ecosistemi di alta quota, sulle loro cause, sui processi coinvolti, sia attraverso reti di monitoraggio sia sfruttando i dati da satellite, e affiancare alle misure simulazioni di modelli climatici sempre più avanzati. Informazioni dettagliate sulle regioni mon tane permettono di determinare con un certo anticipo l’evoluzione che ci dobbiamo aspettare per i prossimi decenni e di preparare misure di prevenzione, adattamento e mitigazione.

Elisa Palazzi Le montagne del futuro * Ricerche
116
F
40 45 50 55 60 65
Elisa Palazzi Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima, Consiglio Nazionale delle
(ISAC-CNR). Febbraio 2018, «Montagne360», rivista mensile del CAI – Club Alpino Italiano.

F 1 Il testo presenta diverse domande. Si tratta di

A domande retoriche.

B domande a cui il testo implicitamente risponde.

C domande a cui l’autrice dà un’esplicita risposta.

D domande per attirare l’attenzione del lettore.

F 2 Facendo attenzione alle congiunzioni evidenziate, scegli le affermazioni che corrispondono al significato complessivo del testo.

A A causa dell’aumento delle temperature e dello scioglimento delle nevi in alta quota, in estate i fiumi portano più acqua a valle.

B Nonostante l’aumento delle temperature, che provoca lo scioglimento delle nevi in alta quota, in estate i fiumi non portano a valle più acqua.

C Anche se a forti latitudini fa più freddo, gli effetti del riscaldamento globale sono più evidenti.

D Poiché a forti latitudini fa più freddo, gli effetti del riscaldamento globale sono meno evidenti.

F 3 Nel passo seguente compaiono quattro «che»: per ognuno di essi indica se si tratta di una congiunzione o di un pronome relativo.

«La causa principale è proprio la progressiva diminuzione della copertura nevosa e dei ghiacciai che1 allo stesso tempo è una conseguenza dell’aumento di temperatura. Cer chiamo di capire: la diminuzione delle aree coperte da neve e ghiaccio fa sì che2 il suolo riesca ad assorbire la frazione di radiazione solare che3 altrimenti sarebbe riflessa e quindi si scaldi di più di quanto non farebbe se ghiaccio e neve fossero presenti e, a mano a ma no che4 il suolo si scalda, ghiaccio e neve continuano a fondere».

pronome relativo congiunzione

SULLA LINGUA quinta prova

A che1

B che2

C che3

D che4

117 F RIFLESSIONE

RIFLESSIONE SULLA LINGUA quinta prova

Testo espositivo

Elisa Palazzi

Le montagne del futuro

F 4 Quali sono le caratteristiche di questo testo espositivo? Nella colonna di sinistra della tabella compaiono coppie di caratteristiche antitetiche. Per ognuna di queste coppie, individua e contraddistingui con una crocetta nella colonna di destra la risposta corretta corrispondente.

A Prevalenza di tempi verbali passati Prevalenza di tempi verbali presenti

B Presenza, nelle subordinate, delle sole proposizioni relative e oggettive Presenza, nelle subordinate, di proposizioni consecutive e ipotetiche

C Esplicita suddivisione in paragrafi titolati Esposizione continua senza intervalli

D Descrizione generica dei fenomeni Presenza di dati statistici (valori, percentuali)

F 5 Inserisci nella seguente riformulazione (righe 5-8) la metafora usata nel testo.

«Le montagne subiscono gli effetti del riscaldamento globale prima delle altre zone della terra e per questo vengono definite

F 6 Per «impatto antropico» (riga 34) si intende:

A l’influenza del comportamento dell’uomo sull’ambiente.

B l’effetto della mancanza d’acqua sulla vita dell’uomo.

C il mutamento delle abitudini degli animali.

D la costruzione di case da parte degli uomini.

F 7 Che cosa significa nel testo «sincrona» (riga 39)?

A Equilibrata. B Sfasata.

C In corrispondenza temporale. D Senza corrispondenza temporale.

F 8 Il lessico presenta diversi termini tecnico-scientifici. Individuali in questo elenco. risorsa ciclo di retroazione globale evoluzione idrologico black carbon albedo permanenza reti di monitoraggio simulazioni di modelli

118
F

F 9 Inserisci negli spazi predisposti i sinonimi opportuni scelti fra quelli sottoelencati. I ghiacciai del Plateau tibetano sono considerati tra i più a questo fenomeno, visto il aumento nella concentrazione di e altri inquinanti, in risposta alla forte crescita , all’organizzazione e all’industrializzazione, accompagnate dallo scarso uso di tecnologie nei processi di combustione. fuliggine non inquinanti fortissimo soggetti della popolazione

F 10 La funzione dell’asterisco accanto al nome dell’autrice è quella di

A incuriosire il lettore.

B spingere il lettore ad andare alla fine del testo per trovare un’informazione significa tiva.

C spingere il lettore a leggere tutto il testo.

D fuorviare il lettore spingendolo a cercare un’informazione di nessun valore.

SULLA quinta prova

119 F RIFLESSIONE
LINGUA

Testo letterario

Vittorio Sereni I versi

Se ne scrivono ancora. Si pensa a essi mentendo ai trepidi occhi che ti fanno gli auguri l’ultima sera dell’anno. Se ne scrivono solo in negativo dentro un nero di anni come pagando un fastidioso debito che era vecchio di anni. No, non è più felice l’esercizio. Ridono alcuni: tu scrivevi per l’Arte. Nemmeno io volevo questo che volevo ben altro. Si fanno versi per scrollare un peso e passare al seguente. Ma c’è sempre qualche peso di troppo, non c’è mai alcun verso che basti se domani tu stesso te ne scordi.

Vittorio Sereni, I versi, da Gli strumenti umani (1965), in Tutte le poesie, Mondadori, Milano 1994

A 1 A cosa fanno riferimento i pronomi ne (v. 1) ed essi (v. 2)?

Al vocabolo presente nel .

A 2 L’aggettivo «trepidi» riferito a «occhi» esprime

A l’ansia delle persone di famiglia che stanno intorno al poeta.

B l’affetto con cui qualcuno gli fa gli auguri l’ultimo dell’anno.

C la disapprovazione generale verso l’atteggiamento del poeta a Capodanno.

D l’ironia di alcuni verso l’atteggiamento del poeta a Capodanno.

A 3 Che cosa significa che il poeta “mente” (v. 2)?

A Che ricambia gli auguri, fingendo sentimenti che non prova.

B Che è assorto nel pensiero della poesia, fingendo di partecipare alla festa.

120 COMPRENSIONE DI TESTI sesta prova
A
5 10 15

A 4 Il tema del fare poesia è collegato a quello del tempo. Individua i concetti che vi fanno riferimento nel testo, contrassegnandoli con una crocetta.

A C’è continuità tra passato e presente: il poeta scrive ancora versi, esprimendo fiducia nella poesia.

B C’è discontinuità tra passato e presente: nel passato scrivere poesia era qualcosa di bello per il poeta, nel presente non lo è più.

C L’aver scritto versi nel passato lo spinge a scrivere nel presente.

D Il poeta rimpiange il passato.

E Il poeta non dimentica mai i suoi versi.

F Anche nel passato la poesia non esauriva le aspirazioni del poeta.

G La ricerca di consolazione alle difficoltà della vita, attraverso la poesia, è sempre la stessa.

H La poesia non è mai sufficiente per superare le difficoltà della vita.

A 5 A che cosa allude l’immagine «un nero di anni» (v. 6)?

A Alla negatività del passato.

B All’impossibilità di ricordare il passato.

C Alla negatività del presente.

D Al fatto che qualsiasi tempo è negativo.

A 6 Quali delle seguenti riformulazioni esprime il significato dei versi 9-11?

A Scrivere versi con il solo scopo di raggiungere risultati estetici è qualcosa che oggi non ha più senso; anche il poeta ne è convinto.

B Scrivere versi con lo scopo di fare una poesia impegnata è qualcosa di estremamen te difficile; perciò il poeta è oggetto di ironia da parte degli altri.

A 7 Nonostante continui a scrivere versi, il poeta è consapevole del limite della poesia. Nell’ultima parte del componimento emerge con forza la contraddizione tra la poe sia e la realtà. Completa la seguente tabella, scrivendo i vocaboli fra loro antitetici. verso sempre che basti

121 A COMPRENSIONE DI TESTI sesta prova

Testo letterarioA

COMPRENSIONE DI TESTI sesta prova

Vittorio Sereni I versi

A 8 L’immagine degli «occhi che ti fanno gli auguri» (v. 3) è

A una metafora perché gli occhi non possono fare gli auguri.

B una sineddoche perché gli occhi rappresentano la persona.

A 9 Per quanto riguarda lo schema metrico, il componimento presenta

A totale libertà nella misura dei versi.

B versi di misura tradizionale, liberamente alternati tra loro.

C libera alternanza tra versi lunghi e versi brevi.

D un’alternanza tra endecasillabi e settenari e alcuni versi più lunghi.

A 10 Scegli nell’elenco seguente i tratti stilistici ricorrenti nel componimento: forme verbali impersonali ripetizioni frequenti enjambements uso delle rime ricchezza di immagini lessico aulico concetti complessi espressioni ambigue andamento prosastico espressioni liriche frasi brevi enunciazioni di concetti

122

Testo argomentativo

Vergogna. Metamorfosi di un’emozione

Perché oggi la parola vergogna suona quasi come ridicola e antiquata, come qualcosa di residuale, eredità di un mondo passato? Che cosa è cambiato? Che cosa ha permesso la metamorfosi della vergogna?

Proviamo a indagare quali siano i motivi e le cause che più frequentemente provocano oggi vergogna, in quali interazioni ci si vergogna maggiormente e soprattutto se la vergogna è un’emozione che viene promossa, incoraggiata e approvata socialmente oppure se viene stigmatizzata o non considerata.

Le emozioni si associano sempre a specifiche azioni, a forme particolari di azioni. Ad esempio l’invidioso agisce in modo da eliminare l’oggetto dell’invidia o da nuocergli, il geloso attiva azioni ossessive che confermino la sua gelosia, mentre la vergogna è stata da sempre associata al desiderio di nascondersi, di sparire. Ed è proprio guardando a come sono mutati azioni e comportamenti correlati alla vergogna che possiamo vedere meglio le metamorfosi di quest’emozione.

Nelle nostre società dello spettacolo apparire e mostrarsi sono divenuti valori in sé, e quindi persino chi dovrebbe vergognarsi o si vergogna almeno un po’ si offre spavaldo alla vista, invece di nascondersi. Le persone accusate o sospettate di avere commesso reati, persino quelle colte in flagrante, non sentono affatto né il bisogno né l’impulso di nascondersi, anzi si mostrano fieramente in pubblico e sembrano spinte da una pul sione irrefrenabile all’apparire, sicure del fatto che lo sguardo dell’altro non esprimerà nessuna emozione negativa nei loro confronti. Non c’è timore a mostrarsi perché non c’è indignazione né biasimo intorno a loro, anzi potrebbe esserci addirittura approvazione e ammirazione. Sono quei pochi che si adirano o si indignano ad apparire trasgressivi e a essere additati come eccentrici, sorpassati, vecchi moralisti, e quando si indebolisce l’indignazione o addirittura la si ridicolizza, la vergogna va a nascondersi.

Non è l’impunità strettamente giuridica o penale, ma la certezza dell’indifferenza altrui, la certezza dell’impunità emozionale a far scegliere di mostrarsi invece di nascondersi. Non solo dunque la vergogna non è più di moda, ma anche l’indignazione è antiquata, di impaccio e soprattutto relegata in un angolo, al di là di tutto il parlare e scrivere che si fa di indignazione. Naturalmente stiamo parlando di una tendenza diffusa e non di una legge generale, tant’è che ci sono casi che invece confermano il legame tra vergo gna e tendenza al nascondersi. A me pare che questo oscillare tra il bisogno di nascondersi e la pulsione a mostrarsi sia in sintonia con la cultura contemporanea dell’apparire, del dover essere sempre e comunque in scena. Il terrore di scomparire socialmente, che oggi equivale a non esi stere, a non sentirsi esistere, è più forte della vergogna. È per questo che nessuno vuole nascondersi a causa della vergogna, ma piuttosto la mostra e la esibisce.

Gabriella Turnaturi, Vergogna. Metamorfosi di un’emozione, Feltrinelli, Milano 2012 [con adattamenti]

123 B COMPRENSIONE DI TESTI sesta prova
5 10 15 20 25 30 35

Testo argomentativo

COMPRENSIONE DI TESTI sesta prova

B 1 Per chi scrive la «metamorfosi della vergogna» è un dato di fatto?

A Sì.

B No.

B 2 Quali sono gli obbiettivi che l’autrice dichiara di avere nella sua analisi?

A opporsi al cambiamento in atto.

B indagare le cause del cambiamento.

C affrontare un argomento attuale.

D convincere il lettore del proprio pensiero.

E analizzare il mutamento dei comportamenti legati a tale emozione.

F distinguere nettamente, attraverso esempi, i comportamenti dalle emozioni.

B 3 Completa l’affermazione seguente con le espressioni usate nel testo.

Tradizionalmente la vergogna si accompagnava

B 4 Fra le seguenti affermazioni distingui la tesi e le argomentazioni. tesi argomentazioni

A Sono pochi coloro che si indignano.

B Non ci si vergogna e non ci si nasconde per le proprie colpe.

C Vergogna e indignazione sono sentimenti superati.

D Sulla vergogna prevale la paura di sentirsi esclusi dalla società fondata sul valore dell’apparire.

B 5 Nella seguente sintesi delle righe 16-29 sostituisci le espressioni in corsivo con quel le corrispondenti usate nel testo.

Chi dovrebbe vergognarsi di ciò che ha fatto è portato da una forza incontrollabile a farsi vedere in pubblico con orgoglio , proprio perché sicuro che gli altri non esprimono né condanna né giudizi negativi nei suoi confronti: l’indignazione viene avvertita come sorpassata e fa stidiosa ; quindi viene lasciata in disparte . I po chi che si indignano appaiono controcorrente e sono considerati bizzarri

.

Gabriella Turnaturi, Vergogna Vergogna. Metamorfosi di un’emozione
124
B

B 6 Che cosa si intende per «impunità emozionale» (riga 26)?

A Non provare emozioni di fronte a una condanna.

B Non essere investiti da emozioni negative da parte degli altri.

C Sentirsi considerati colpevoli.

D Non riconoscere la propria colpa.

B 7 L’atteggiamento che oggi deriva dalla vergogna

A riguarda solo alcuni.

B non presenta eccezioni.

C è indipendente dall’emozione provata.

D è un costume molto diffuso.

B 8 Quali sono i due aggettivi che nella domanda iniziale fanno riferimento al passato? ;

B 9 Il verbo “stigmatizzare” (riga 7) significa

A approvare completamente.

B condannare aspramente.

C non prendere in considerazione.

D criticare debolmente.

B 10 Quale figura retorica è presente nelle righe 22-24?

A Ironia.

B Paradosso.

C Similitudine.

D Anafora.

125 B COMPRENSIONE DI TESTI sesta prova

Testo espositivo

DI TESTI sesta prova

Marina Cattaruzza Italiani e Slavi nella Venezia Giulia tra Ottocento e Novecento

Alla vigilia della Prima guerra mondiale la comunità italiana della Venezia Giulia perce piva la propria condizione come quella di uno stato d’assedio permanente.

L’illustre storico Ernesto Sestan ha descritto nei termini seguenti questo stato d’animo collettivo: «Tutte le forze intellettuali della regione si sentono inconsciamente convo gliate e impegnate, come per l’adempimento di un irrazionale, ineluttabile dovere civi co, verso l’unico punctum dolens 1 ossessionante della nazionalità; non rimangono altri spazi sereni nei quali lo spirito si possa placare in una più larga umanità; tutto, poesia, arte, erudizione, morale, memorie del passato, sogni dell’avvenire confluiscono a questo punto [...]. Non è semplicemente il fenomeno delle genti di frontiera, non è il fenomeno dei punti di incrocio di culture diverse che si contemperano, si placano, si fondono, qui è l’esasperazione di volontà che hanno scelto una via sola, una sola cultura esaltata e trasfigurata in mito» [...].

Nella contrapposizione con l’antagonista nazionale slavo, che rivendica parità di diritti per la propria lingua e per la propria cultura, si va definendo e unificando, quindi, nella Venezia Giulia, un’identità nazionale italiana di tipo politico, identità che ancora alla metà dell’Ottocento presentava caratteri quantomai incerti e si esprimeva, piuttosto, in termini linguistico-culturali e, in Istria, nel legame sentimentale con la Serenissima. I nuovi termini in cui si manifestava il sentimento nazionale sono ben espressi da un discorso tenuto dal podestà di Trieste di fronte al Consiglio comunale, in occasione di violenti tafferugli tra dimostranti slavi e italiani il 1o maggio 1914: «Fu tempo, in cui nel nostro Comune, per deliberazione del Maggior Consiglio, la campana a stormo chiamava a raccolta tutti i cittadini atti alle armi, che accorrevano in piazza e si met tevano agli ordini del Podestà ogni qual volta le vigili scolte avvertivano dalla solida cinta turrita l’avanzarsi del nemico. Ora non più: le mura sono abbattute; il nemico è in casa; vano sarebbe che il Consiglio decretasse quanto vollero i nostri maggiori 2, ché ciascun cittadino ha ad essere ognora 3 vigile scolta, milite che non attende l’allarme. La costante minaccia vuole la città costantemente in armi – esortava il primo cittadino –vuole la veglia ininterrotta; vuole in ogni atto della vita di quanti si sentono italiani il sentimento della responsabilità per la conservazione di ciò che a noi è sacro; vuole sia azione continua di difesa il pensiero della Patria» (I fatti del Primo Maggio in Consiglio, «Il Lavoratore», 9 maggio 1914).

Estraneo a tali contrapposizioni rimaneva il Partito socialista, su posizioni rigorosamen te internazionaliste e favorevole [...] al riconoscimento dei diritti nazionali dei diver si gruppi e a un’ampia autonomia nell’amministrazione di tali diritti. Tuttavia, un tale

1. punctum dolens: lat., “punto dolente, critico”.

2. maggiori: antenati.

3. ognora: sempre.

126 COMPRENSIONE
C
5 10 15 20 25 30

programma si rivelava illusorio in una situazione in cui l’affermazione della propria nazionalità diveniva per ceti sociali sempre più ampi il valore centrale, a cui andavano subordinati tutti gli altri.

La problematica che qui si è cercato di delineare è tipica per la realtà asburgica nell’ul tima fase di esistenza della monarchia: i processi di democratizzazione e di formazione di una società politica di massa mettevano ovunque in discussione i vecchi equilibri basati sulla preminenza delle «nazioni storiche» (culturali) sui «popoli senza storia» (prevalentemente contadini).

Diversamente che negli stati omogenei dal punto di vista nazionale, in Austria l’am pliamento dei diritti politici si traduceva, quindi, in un indebolimento della compagi ne statuale. Gli elementi di identificazione collettiva erano infatti quelli della nazione di appartenenza, in competizione con le altre nazioni per acquisire maggior potere nell’ambito dello stato stesso. Nella Venezia Giulia, l’esito della Grande guerra e l’attri buzione del territorio all’Italia stabilizzarono temporaneamente le posizioni del gruppo italiano. Tuttavia la problematica nazionale, nel nuovo contesto caratterizzato da spinte imperialiste ideologicamente motivate, sarebbe stata all’origine di ulteriori e più san guinose contrapposizioni, che avrebbero portato allo scorporo del territorio tra stati – e sistemi – diversi e al declino della presenza italiana sull’Adriatico orientale.

Marina Cattaruzza, Italiani e Slavi nella Venezia Giulia tra Ottocento e Novecento, in «I viaggi di Erodoto», gennaio-aprile 1988

C 1 Alla vigilia della Prima guerra mondiale, qual è il sentimento della comunità italiana della Venezia Giulia nei confronti della comunità slava presente sul territorio?

A Fratellanza.

B Tolleranza.

COMPRENSIONE DI TESTI sesta prova

C Odio di razza.

D Paura di essere minacciati.

C 2 Scegli tra le seguenti parafrasi quella che esprime il pensiero dello storico Sestan riportato alle righe 4-9.

A Le forze militari della regione sono indirizzate al dovere civico della difesa della na zionalità; nessuna forma del pensiero e dell’arte può sostituirsi a questa necessità.

B Nella Venezia Giulia ogni italiano cittadino, intellettuale o artista nutre, anche al di fuori di una riflessione razionale, un sentimento ossessivo di difesa della nazionalità che permea ogni espressione del pensiero e dell’arte.

C Poiché il pensiero della difesa della nazionalità ha un’origine irrazionale e inconscia ed è diventato ossessivo, i forti abitanti della regione cercano spazi di serenità nei quali il loro spirito si possa calmare attraverso l’esercizio delle arti.

D La difesa della nazionalità è un pensiero ossessivo che provoca dolore negli abitanti della regione, i quali cercano conforto e distrazione nella poesia, nell’arte, nell’erudi zione, nel ricordo del passato e nei progetti per l’avvenire.

127 C
35 40 45 50

Testo espositivo

DI TESTI sesta prova

C 3 Perché lo storico Sestan afferma che nella Venezia Giulia del primo anteguerra la scelta univoca della cultura italiana «l’ha esaltata e trasfigurata in mito» (righe 11-12)? Scegli fra le due risposte.

COMPRENSIONE

A Perché fin dall’antichità classica la storia e la difesa delle proprie origini nazionali af fonda le radici nel mito.

B Perché la rivendicazione della nazionalità italiana da parte degli abitanti della Vene zia Giulia, ancora sotto la dominazione austriaca, è stata esasperata dalla retorica.

C 4 Qual era la considerazione dell’identità italiana nella Venezia Giulia solo un cinquan tennio prima della Prima guerra mondiale? Alla luce del testo, individua le afferma zioni corrette o errate, contrassegnandole con una crocetta.

corrette errate

A Altrettanto sentita e tenacemente difesa.

B Sostenuta solo per la difesa della lingua e della cultura italiana.

C Rifiutata nettamente in favore della nazionalità slava.

D Sostenuta dagli Istriani che rimpiangevano il governo di Venezia.

C 5 Il podestà di Trieste conclude il discorso ai propri concittadini con un appello, affin ché

A i civili italiani prendano le armi contro i nemici esterni.

B i soldati italiani affrontino i soldati slavi.

C i civili italiani siano difesi dai soldati italiani contro i nemici esterni.

D i civili italiani siano pronti ad armarsi contro i concittadini slavi.

C 6 Che cosa significa «scolta» (riga 26)?

A Scorta.

B Vigile urbano.

C Sentinella.

D Campana.

C 7 Rispetto alla difesa dell’identità nazionale italiana, in contrapposizione a quella slava, il Partito socialista era

A contrario perché sosteneva solo i diritti nazionali degli Slavi.

B contrario perché sosteneva i diritti nazionali di tutte le comunità del territorio.

C favorevole perché sosteneva le rivendicazioni degli Italiani.

D favorevole perché temeva un’espansione slava nel territorio italiano.

Marina Cattaruzza Italiani e Slavi nella Venezia Giulia tra Ottocento e Novecento
128
C

C 8 Nella seguente parafrasi delle righe 39-45 inserisci opportunamente le parole del testo che trovi nel passo corrispondente. L’ampliamento dei diritti politici e la conseguente costituzione di una causarono una destabilizzazione dei precedenti ; infat ti la tradizionale delle classi colte veniva insidiata dalla forza dei cosiddetti . Nell’Impero austro-ungarico quindi la democrazia rese più fragile la compattezza dell’organismo .

C 9 L’attribuzione dei territori orientali della Venezia Giulia all’Italia dopo la Prima guerra mondiale ha posto fine definitivamente alle tensioni?

A Sì, perché l’Italia ridefinì i suoi confini riacquistando le regioni orientali contese.

B No, perché le tensioni sarebbero riesplose nel ventennio seguente, alimentate dalle ideologie dei regimi totalitari europei.

C 10 Confrontando le seguenti cartine che rappresentano le modificazioni dei confini in Venezia Giulia dalla Terza guerra di indipendenza al secondo dopoguerra (1947, Trattato di Parigi), rispondi alle seguenti domande, contrassegnando le risposte con Sì o No. Ricorda che con “Litorale” si intendeva il Küstenland, il Litorale austriaco fino al 1918 territorio dell’Impero.

sì no

A Dal 1866 al 1947 i territori italiani in Venezia Giulia si sono progressivamente ridotti?

B Dal secondo dopoguerra l’Italia ha mantenuto una consistente presenza politica nel bacino dell’Adriatico settentrionale?

C I confini austriaci si sono mantenuti costanti dal 1866 al 1947?

D Dell’area del Litorale austriaco, dopo la seconda guerra mondiale, l’Italia ha mantenuto solo i territori delle province di

COMPRENSIONE DI TESTI sesta prova

Litorale 1866-1918

Venezia Giulia 1924-1941

Venezia Giulia dopo 1947

C
Udine Gorizia Capodistria Pola Fiume Cherso Veglia Arbe M a r e A d r i a t i c o Trieste IT ALIA Istri a Croazia Carniol Litora ale Carinzi a AUSTRIA Pisino Lubiana Udine Gorizia Capodistria Pola Fiume Cherso Veglia Arbe M a r e A d r i a t i c o Trieste IT ALIA V enezia Giulia JUGOSLA VIA A USTRI A Pisino Lubiana Udine Capodistria Pola Pisino Fiume Cherso Veglia Arbe Lubiana M a r e A d r i a t i c o Trieste IT ALIA SLOVENI A CROAZIA A USTRI A Gorizia Nova Gorica

Testo funzionale

DI TESTI sesta prova

Statuto dei diritti e doveri delle studentesse e degli studenti

Art. I

Vita della comunità scolastica

1. La scuola è luogo di formazione e di educazione mediante lo studio, l’acquisizione delle conoscenze e lo sviluppo della coscienza critica.

2. La scuola è una comunità di dialogo, di ricerca, di esperienza sociale, informata ai valori democratici e volta alla crescita della persona in tutte le sue dimensioni. In essa ognuno, con pari dignità e nella diversità dei ruoli, opera per garantire la formazione alla cittadinanza, la realizzazione del diritto allo studio, lo sviluppo delle potenzialità di ciascuno e il recupero delle situazioni di svantaggio, in armonia con i principî sanciti dalla Costituzione e dalla Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia fatta a New York il 20 novembre 1989 e con i principî generali dell’ordinamento italiano.

3. La comunità scolastica, interagendo con la più ampia comunità civile e sociale di cui è parte, fonda il suo progetto e la sua azione educativa sulla qualità delle relazioni insegnante-studente, contribuisce allo sviluppo della personalità dei giovani, anche at traverso l’educazione alla consapevolezza e alla valorizzazione dell’identità di genere, del loro senso di responsabilità e della loro autonomia individuale e persegue il rag giungimento di obiettivi culturali e professionali adeguati all’evoluzione delle cono scenze e all’inserimento nella vita attiva.

4. La vita della comunità scolastica si basa sulla libertà di espressione, di pensiero, di coscienza e di religione, sul rispetto reciproco di tutte le persone che la compongono, quale che sia la loro età e condizione, nel ripudio di ogni barriera ideologica, sociale e culturale.

Art. II Diritti

1. Lo studente ha diritto ad una formazione culturale e professionale qualificata che rispetti e valorizzi, anche attraverso l’orientamento, l’identità di ciascuno e sia aperta alla pluralità delle idee. La scuola persegue la continuità dell’apprendimento e valoriz za le inclinazioni personali degli studenti, anche attraverso un’adeguata informazione, la possibilità di formulare richieste, di sviluppare temi liberamente scelti e di realizzare iniziative autonome.

2. La comunità scolastica promuove la solidarietà tra i suoi componenti e tutela il dirit to dello studente alla riservatezza.

3. Lo studente ha diritto di essere informato sulle decisioni e sulle norme che regolano la vita della scuola.

4. Lo studente ha diritto alla partecipazione attiva e responsabile alla vita della scuola. I dirigenti scolastici e i docenti, con le modalità previste dal regolamento di istituto, attivano con gli studenti un dialogo costruttivo sulle scelte di loro competenza in tema di programmazione e definizione degli obiettivi didattici, di organizzazione della scuo

130 COMPRENSIONE
D
5 10 15 20 25 30 35

la, di criteri di valutazione, di scelta dei libri e del materiale didattico. Lo studente ha inoltre diritto a una valutazione trasparente e tempestiva, volta ad attivare un processo di autovalutazione che lo conduca a individuare i propri punti di forza e di debolezza e a migliorare il proprio rendimento.

5. Nei casi in cui una decisione influisca in modo rilevante sull’organizzazione della scuola gli studenti della scuola secondaria superiore, anche su loro richiesta, possono essere chiamati ad esprimere la loro opinione mediante una consultazione. Analoga mente negli stessi casi e con le stesse modalità possono essere consultati gli studenti della scuola media o i loro genitori.

6. Gli studenti hanno diritto alla libertà di apprendimento ed esercitano autonoma mente il diritto di scelta tra le attività curricolari integrative e tra le attività aggiuntive facoltative offerte dalla scuola. Le attività didattiche curricolari e le attività aggiuntive facoltative sono organizzate secondo tempi e modalità che tengono conto dei ritmi di apprendimento e delle esigenze di vita degli studenti.

7. Gli studenti stranieri hanno diritto al rispetto della vita culturale e religiosa della co munità alla quale appartengono. La scuola promuove e favorisce iniziative volte all’acco glienza e alla tutela della loro lingua e cultura e alla realizzazione di attività interculturali.

8. La scuola si impegna a porre progressivamente in essere le condizioni per assicurare:

a) un ambiente favorevole alla crescita integrale della persona e un servizio educati vo-didattico di qualità;

b) offerte formative aggiuntive e integrative, anche mediante il sostegno di iniziative liberamente assunte dagli studenti e dalle loro associazioni;

c) iniziative concrete per il recupero di situazioni di ritardo e di svantaggio nonché per la prevenzione e il recupero della dispersione scolastica; d) la salubrità e la sicurezza degli ambienti, che debbono essere adeguati a tutti gli studenti, anche con handicap; e) la disponibilità di un’adeguata strumentazione tecnologica; f) servizi di sostegno e promozione della salute e di assistenza psicologica.

9. La scuola garantisce e disciplina nel proprio regolamento l’esercizio del diritto di riunione e di assemblea degli studenti, a livello di classe, di corso e di istituto.

10. I regolamenti delle singole istituzioni garantiscono e disciplinano l’esercizio del diritto di associazione all’interno della scuola secondaria superiore, del diritto degli studenti singoli e associati a svolgere iniziative all’interno della scuola, nonché l’utiliz zo di locali da parte degli studenti e delle associazioni di cui fanno parte. I regolamenti delle scuole favoriscono inoltre la continuità del legame con gli ex studenti e con le loro associazioni.

Statuto dei diritti e doveri delle studentesse e degli studenti, DPR 249/1998 (modificato dal DPR 325/2007)

D 1 Con quale termine del linguaggio giuridico si definisce la suddivisione di un articolo di legge o di regolamento?

A Paragrafo. B Capoverso. C Sezione. D Comma.

COMPRENSIONE DI TESTI sesta prova

131 D
40 45 50 55 60 65 70

Testo funzionale

DI TESTI sesta prova

D 2 Seleziona nell’elenco seguente i princìpi che vengono affermati nell’intero Articolo I.

La scuola è luogo di formazione La scuola ha il solo obiettivo di insegnare le discipline

COMPRENSIONE

La scuola favorisce il dialogo tra le sue componenti La scuola favorisce gli studenti migliori La scuola si attiene alla Costituzione italiana e alla Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia La scuola non sostiene l’autonomia degli studenti La scuola ga rantisce la formazione alla cittadinanza e difende il diritto allo studio La scuola privilegia gli studenti di religione cattolica La scuola provvede al recupero delle situazioni di dif ficoltà La scuola, nell’attività didattica, prescinde dal rapporto tra insegnanti e studenti

La scuola favorisce la buona qualità delle relazioni insegnante-studente La scuola è parte di una più vasta comunità civile con cui interagisce La scuola valorizza le identità di genere La scuola promuove l’inserimento nella vita attiva della società La scuola co stituisce una realtà educante separata dalla società civile La scuola si fonda sulla libertà di opinione e di religione e sul rispetto reciproco

D 3 Nella frase «La scuola è una comunità di dialogo, di ricerca e di esperienza sociale, informata ai valori democratici» (righe 5-6), che cosa significa «informata ai valori democratici»?

A Che conosce i valori democratici.

B Che acquisisce informazioni sui valori democratici.

C Che si attiene ai valori democratici.

D Che è poco informata sui valori democratici.

D 4 Che cosa significa «ripudio»?

A Conferma. B Rifiuto. C Tripudio. D Divorzio.

D 5 Inserisci opportunamente nel testo dell’Art. I, 3 (righe 12-18) i sinonimi delle parole mancanti che compaiono nell’elenco sottostante. Fai attenzione al fatto che ce ne sono tre in più.

La comunità scolastica, con la più vasta comunità civile e sociale di cui è parte, fonda il suo progetto e la sua azione educativa sulla qualità del le relazioni insegnante-studente, contribuisce allo sviluppo della personalità dei giovani, anche attraverso l’educazione alla e alla valorizzazione della , del loro senso di responsabilità e della loro autonomia individuale e persegue il raggiungimento di obiettivi culturali e professionali adeguati all’ delle conoscenze e all’inserimento nella vita attiva.

coscienza felicità avanzamento appartenenza al sesso maschile o femminile median te la relazione uguaglianza di sesso emancipazione

Statuto dei diritti e dei doveri delle studentesse e degli studenti
132
D

D 6 Nell’articolo II, 1 (righe 25-30) si sottolinea la centralità di un principio importante: scegline la definizione tra quelle proposte.

A La scuola deve valorizzare le attitudini individuali, fornire le adeguate informazioni e favorire l’autonomia dello studente.

B La formazione scolastica deve essere diversa per ogni studente che può sempre sce gliere liberamente gli argomenti da studiare.

D 7 Sulla base dei diritti riconosciuti dall’Art. II, 2, 3 e 4, quali delle seguenti situazioni ledono i diritti dello studente? Indica con Sì le azioni che sono rispettose dei diritti, con No quelle che non li rispettano.

sì no

A Lo studente è obbligato a raccontare i fatti privati propri e della propria famiglia.

B Lo studente è invitato a raccontare i fatti privati dei propri compagni.

C Gli studenti sono interpellati e sottoscrivono i programmi didattici delle discipline.

D I giornali pubblicano il volto di uno studente senza il suo permesso.

E Allo studente viene richiesto di conoscere il regolamento di istituto.

F I compagni, per gioco, rendono pubbliche immagini private di uno studente.

G L’insegnante deve comunicare la valutazione di una prova in tempi brevi.

H Gli studenti partecipano alla definizione dei criteri di valutazione.

D 8 Il passo dell’Art. II, 6 significa che:

A Lo studente sceglie liberamente quali attività curricolari studiare; l’orario scolastico viene deciso dal Dirigente in base alle necessità degli insegnanti.

B Lo studente sceglie liberamente quali attività integrative e facoltative seguire; l’orario scolastico cercherà di rispettare le necessità di studio e di vita degli studenti.

133 D COMPRENSIONE DI TESTI sesta prova

Testo funzionale

Statuto dei diritti e dei doveri delle studentesse e degli studenti

D 9 Nella seguente tabella collega le indicazioni tratte dal testo (colonna a sinistra) agli esempi concreti (colonna a destra), associando le rispettive lettere.

COMPRENSIONE

DI TESTI sesta prova

«La scuola si impegna a porre progressivamente in essere le condizioni per assicurare...»

A «un ambiente favorevole alla crescita integrale della persona e un servizio educativo-didattico di qualità»

B «offerte formative aggiuntive e integrative, anche mediante il sostegno di iniziative liberamente assunte dagli studenti e dalle loro associazioni»

C «iniziative concrete per il recupero di situazioni di ritardo e di svantaggio nonché per la prevenzione e il recupero della dispersione scolastica»

D «la salubrità e la sicurezza degli ambienti, che debbono essere adeguati a tutti gli studenti, anche con handicap»

E «la disponibilità di un’adeguata strumentazione tecnologica»

F «servizi di sostegno e promozione della salute e di assistenza psicologica»

Ad esempio:

a Organizzazione di corsi di recupero

b Laboratorio informatico e LIM

c Insegnanti professionalmente validi e capaci di instaurare buone relazioni con gli studenti

d Attività extracurricolari anche proposte dagli studenti

e Progetti di educazione alla salute e sportello psicologico

f Luoghi di studio puliti, protetti e accessibili a tutti

D 10 Sulla base dell’Art. II, 9 e 10, qual è la differenza tra “assemblea” e “associazione”?

A Non c’è differenza, perché quando gli studenti si riuniscono in assemblea, di fatto si associano.

B L’assemblea è la riunione di un gruppo di studenti (della classe, sezione, istituto ecc.); l’associazione è un’unione di studenti che si propongono di perseguire uno scopo (ad esempio politico, culturale ecc.) comune.

134
D

Testo letterario

Giacomo Cardaci Con la musica in testa

Ogni giorno, quando mi vieni a svegliare, sali sempre le scale con lo stesso insopporta bile ritmo, calcando forte i piedi sui gradini di legno, con un respiro pesante e dormien te. Le ciabatte di gomma si incoraggiano trascinandosi sonnolente per il corridoio, una porta si spalanca rabbiosamente e una voce – la tua voce – mi sbraita Giacomo-Gia como, svegliati-svegliati, è-tardi-è-tardi, mentre la tua mano traditrice tenta con scatto repentino di accendermi la lampada sopra gli occhi; a volte ci riesci, a volte ti blocco in tempo: lo sai che non sopporto la luce sugli occhi appena svegliato... Non dico le coc cole d’una volta, ma la luce no, mamma! Ricordi? Una volta era tutto diverso, fra noi due, una volta mi svegliavi anzi mi coccolavi e poi mi svegliavi dicendo anzi sussurrando pesciolino-pesciolino, camolina-camolina, piccolino-piccolino, e mi prendevi in braccio e mi davi infiniti bacetti a pesciolino, quelli piccoli, appena accennati, che a volte fanno pure il solletico. Ora invece scappi svelta giù, a prepararmi la colazione, senza nessuna camolina o pesciolino alle spalle, senz’alcun abbraccio, non ti siedi nemmeno più sul letto, non ci confidiamo più. Io ho cinque minuti per svegliarmi definitivamente, dieci per vestirmi e lavarmi, altri cinque per fare colazione con te, te che alterni il tuo sguar do irrequieto fra me e l’orologio, con la scritta “perdi l’autobus” stampata sulla fronte increspata. Finalmente ti decidi a dirmelo, che perdo l’autobus, e interrompi tutto, senza nessun riguardo. In fondo, non sono momenti magici quelli che passiamo lì in cucina, in quei cinque minuti, ascoltando in silenzio – io col biscotto inzuppato di latte in mano, tu con gli occhi ansiosi sulle lancette – i nostri dischi? Per me lo sono, mamma, perché quelle canzoni, quelle musiche che a malapena riusciamo a finire di ascoltare prima che le tue sopracciglia corrugate mi sbattano fuori di casa, quelle canzoni sono le note che consacrano i nostri unici cinque minuti, gli unici cinque minuti che abbiamo in una gior nata per stare insieme: subito scappo sull’autobus, poi a scuola, poi in camera sul libro, poi in palestra... E tu sei scomparsa dalla mia vita, all’improvviso, non so più nemmeno come: perché sei cresciuto – mi giustifichi tu, sulle note di “a vent’anni si è stupidi davve ro, perché a vent’anni è tutto ancora intero” di Guccini, – è l’età – mi dici. Devo scappare, non ho il tempo di risponderti, ho solo il tempo di godermi le ultime note della can zone, quel “perché a vent’anni è tutto e chi lo sa” che ti è tanto caro e che a volte ti fa diventare tremebonda, con la pelle d’oca, e ti fa dimenticare per qualche istante il mio autobus e il tuo ferro da stiro, i soldi che mancano e il futuro. Perché vedi, la musica ha su noi due questo incredibile potere: un potere che nessuna camomilla, nessuna vodka e nessuna droga può minimamente aspirare ad avere, un potere che si rinnova sempre, che ha sempre un’intensità, una vibrazione, un palpito diverso. Un’emozione, un senti mento, una sensazione dell’animo che spesso si tramuta in sensazione del corpo, coi suoi brividi sul collo o sul tuo esile braccio, o sui tuoi occhi luccicanti, pronti al pianto, a volte anche al delirio: il delirio di una donna che commossa mi dice che non vuole né fiori né riti, né preghiere né lacrime, quando morirà, sulla sua tomba, solo un “all the leaves are brown, and the sky is grey, california dreaming, on such a winter’s day”, solo

135 E COMPRENSIONE DI TESTI sesta prova
5 10 15 20 25 30 35

Testo letterario

DI TESTI sesta prova

questo, Giacomo, non voglio nient’altro, nient’altro. Ormai, mamma, non ci scambiamo più nemmeno la buonanotte, riluttanti o dimentichi, anche se, sono sicuro, in our head we both sing “californian dreaming”, e forse ci addormentiamo anche pensando alla stessa canzone, forse davvero sogniamo la California, e al mattino poi non ce ne ricordiamo più, come non si ricordano tante altre cose. Al mattino riaccendiamo la radio, indecisi, e scegliamo una nuova canzone e poi ce la canticchiamo per tutta la giornata, e così pas san le ore, i mesi, i dischi girano, si graffiano, le mie ossa si allungano, così anche le tue rughe. Quelle stesse rughe che tracciano infami su di te il tempo che ti scivola addosso e t’abbandona a te stessa, ti logora le forze, ti allontana sempre più dai pomeriggi di se dicenne passati ad ascoltare insieme al nonno “Jesus Christ Superstar”, a scriverne su un diario i testi, le belle parole, una dopo l’altra, con la tua grafia puntigliosa... ah, mamma, che sarà, che sarà? Te lo chiedi mai, che sarà, come fa la Mannoia o come fa Doris Day? Te lo chiedi mai, te lo chiedi mai cosa ci fai tu, in mezzo a tutta questa gente, come fa quel cantante, Ligabue?

“E pensare a quante volte, ti ho sentita lontana, e pensare a quante volte ti avrei voluto parlare di me, chiederti almeno il perché, dei lunghi ed ostili silenzi...” Quanti silenzi, mamma, quante risposte taciute, parole non dette, discorsi non fatti... Eppure, mamma, lo sai anche tu, verba volant, come il tempo, come le foglie d’autunno: vagano nell’aria, e già non te ne ricordi più, già sono sparite, alte nel cielo. Ma quei mo menti con te, mamma, quelli del mattino, con la musica già in testa, non passano: quelli mi rimangono dentro, nel cuore, e da lì non si schioderanno mai.

Giacomo Cardaci, Con la musica in testa. 24 racconti del premio Chiara Giovani, Nicolini edizioni, Gavirate (Va) 2004

Giacomo Cardaci la musica in testa
136 COMPRENSIONE
E
E 1 Il racconto si presenta come autobiografico? A Sì. B No. E 2 Che cosa hanno in comune le ossa del protagonista adolescente e le rughe della mamma? Riporta le parole del testo. Ambedue 40 45 50 55 60
Con

E 3 Il tema dello scorrere del tempo è centrale nel racconto. Quali sentimenti dei protagonisti relativi a tale tema sono presenti nel testo? Selezionali con una crocetta.

A Ricordo dell’infanzia

B Paura della morte

C Ricordo della adolescenza

D Consapevolezza dello scorrere del tempo

E Ansia per le cose da fare

F Serena accettazione del passare del tempo

G Malinconia

H Angoscia

E 4 Quali dei seguenti concetti sono espressi nel racconto? Distingui le risposte corret te da quelle errate e contrassegnale con una crocetta.

corrette errate

A La musica ha un valore universale

B Le parole sono più effimere della musica.

C La musica fa sognare.

D La musica è l’unica forma di comunicazione fra il protagonista e la madre.

E Sarebbe stato meglio comunicare a parole.

F La musica riempie i silenzi

G La musica acquista un valore affettivo

H La musica fissa nella memoria determinati ricordi.

I La musica ascoltata al mattino accompagna l’intera giornata.

L La musica trasmette sempre le stesse emozioni.

E 5 Quali cantanti vengono espressamente citati nel testo?

E 6 La frase seguente è una rielaborazione di un passaggio del racconto. Completala con le parole del testo che ad esse sono riconducibili.

Tremito, pelle d’oca, brividi, occhi umidi sono i sintomi fisici di

137 E COMPRENSIONE DI TESTI sesta prova

COMPRENSIONE DI TESTI sesta prova

Testo letterario

Giacomo Cardaci Con la musica in testa

E 7 Che cosa desidera avere la mamma del narratore sulla propria tomba?

A Una canzone di Guccini.

B Le parole di Californian dreaming.

C Il pianto del figlio.

D Una dedica sulla lapide.

E 8 Associa alle seguenti espressioni del testo le rispettive figure retoriche.

A «Le ciabatte di gomma si incoraggiano trascinandosi sonnolente» similitudine

B «svegliati-svegliati» metafora

C «poi a scuola, poi in camera sul libro, poi in palestra» apostrofe

D «, mamma,...» asindeto

E «come le foglie d’autunno» iterazione

F «parole non dette, discorsi non fatti…» reticenza

E 9 Trascrivi i diminutivi e i vezzeggiativi presenti nel testo.

E 10 Quali tratti stilistici tra quelli sottoelencati caratterizzano il racconto? Contrassegnali con una crocetta.

A sintassi complessa

B riproduzione del parlato

C registro colloquiale

D domanda retorica

E discorso diretto

F uso delle ripetizioni

138
E

Testo argomentativo

Nuccio Ordine

Le università-aziende e i professori burocrati

Istituti secondari e atenei [...] sono stati trasformati in aziende. Niente da eccepire, se la logica aziendalistica si limitasse a eliminare gli sprechi e a mettere sotto accusa le gestioni allegre dei bilanci pubblici. Ma, all’interno di questa nuova visione, il compito ideale di presidi e rettori sembrerebbe essere soprattutto quello di produrre diplomati e laureati da immettere nel mondo del mercato. Spogliati dei loro panni abituali di docenti e forzati a indossare quelli di manager, sono costretti a far quadrare i conti nel tentativo di rendere competitive le imprese che governano. Anche i professori si trasformano sempre più in modesti burocrati al servizio della gestione commerciale delle aziende universitarie. Passano le loro giornate a riempire dossier, a fare calcoli, a produrre rapporti per (talvolta inutili) statistiche, a cercare di far quadrare i conti di bilanci sempre più magri, a rispondere a questionari, a prepa rare progetti per ottenere miseri sostegni, a interpretare circolari ministeriali confuse e contraddittorie. L’anno accademico scorre velocemente al ritmo di un instancabile metronomo burocratico che regola lo svolgimento di consigli di ogni tipo (di ammi nistrazione, di dottorato, di dipartimento, di corso di laurea) e di interminabili riunioni assembleari.

Sembra che nessuno si preoccupi, come si dovrebbe, della qualità della ricerca e dell’in segnamento. Studiare (spesso si dimentica che un buon professore è soprattutto un in stancabile studente) e preparare le lezioni diventano ormai un lusso da negoziare ogni giorno con le gerarchie universitarie. Non ci si rende più conto che separando comple tamente la ricerca dall’insegnamento si finisce per ridurre i corsi a una superficiale e manualistica ripetizione dell’esistente. Le scuole e le università non possono essere gestite come aziende. Contrariamente a ciò che pretendono di insegnarci le leggi dominanti del mercato e del commercio, l’essenza della cultura si fonda esclusivamente sulla gratuità: la grande tradizione delle accade mie europee e di antiche istituzioni come il Collège de France (fondato da Francesco I nel 1530) – sulla cui importanza per la storia dell’Europa ha recentemente insistito Marc Fumaroli a Napoli, in un’appassionata conferenza tenuta nella sede dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici – ci ricorda che lo studio è innanzitutto acquisizione di conoscenze che, libere da ogni vincolo utilitaristico, ci fanno crescere e ci rendono più autonomi. E proprio l’esperienza dell’apparentemente inutile e l’acquisizione di un bene non immediatamente quantificabile si rivelano investimenti i cui profitti vedranno la luce nella longue durée [lunga durata]. Sarebbe assurdo mettere in discussione l’importanza della preparazione professionale negli obiettivi delle scuole e delle università. Ma il compito dell’insegnamento può essere veramente ridotto a formare medici, ingegneri o avvocati? Privilegiare esclusiva mente la professionalizzazione degli studenti, significa perdere di vista la dimensione

139 F RIFLESSIONI SULLA LINGUA sesta prova
5 10 15 20 25 30 35

RIFLESSIONI SULLA LINGUA sesta prova

Testo argomentativo

Le università-aziende e i professori burocrati

universale della funzione educativa dell’istruzione: nessun mestiere potrebbe essere esercitato in maniera consapevole se le competenze tecniche che richiede non siano subordinate a una formazione culturale più vasta, in grado di incoraggiare i discenti a coltivare autonomamente il loro spirito e a lasciare libero corso alla loro curiositas

Far coincidere l’essere umano esclusivamente con la sua professione sarebbe un er rore gravissimo: in qualsiasi uomo c’è qualcosa di essenziale che va molto al di là del suo stesso mestiere. Senza questa dimensione pedagogica, completamente lontana da ogni forma di utilitarismo, sarebbe ben difficile, per il futuro, continuare a immaginare cittadini responsabili, capaci di abbandonare i propri egoismi per abbracciare il bene comune, per esprimere solidarietà, per difendere la tolleranza, per rivendicare la libertà, per proteggere la natura, per sostenere la giustizia...

In un’appassionata pagina dei Pensieri diversi di Montesquieu è possibile ritrovare una scala di valori che suona come un necessario invito a superare ogni ristretto perimetro per elevarsi sempre più verso gli infiniti spazi dell’universale:

Se fossi a conoscenza di qualcosa che mi fosse utile, ma risultasse pregiudizievole per la mia famiglia, lo scaccerei dalla mia mente. Se conoscessi qualcosa di utile alla mia famiglia, ma non alla mia patria, cercherei di dimenticarlo. Se conoscessi qualcosa di utile alla mia patria, ma dannoso all’Europa, oppure di utile all’Europa e pregiudizievole per il genere umano, lo considererei un delitto.

Nuccio Ordine, L’utilità dell’inutile, Bompiani, Milano 2013, pp. 115-118

F 1 Secondo l’autore «l’essenza della cultura si fonda esclusivamente sulla gratuità». Distingui nell’elenco seguente gli argomenti a sostegno e quelli a confutazione di tale tesi.

vastità di orizzonti mancanza di tempo per dedicarsi alla ricerca valore dello studio in sé libertà della ricerca eccesso di burocrazia per i professori autonomia esclusiva forma zione professionale allargamento delle conoscenze studio legato alla dimensione prati ca educazione ai valori civili separazione tra ricerca e insegnamento docenti manager formazione immediatamente spendibile valore dell’inutile progetti a lungo termine argomenti a sostegno della tesi argomenti di confutazione

Nuccio Ordine
140
F
40 45 50 55

F 2 L’espressione del testo «logica aziendalistica» (riga 2) significa

A logica aziendale.

B logica che agisce contro gli interessi dell’azienda.

C logica a favore dell’azienda.

D logica aziendale impropriamente applicata ad altri ambiti.

F 3 Che cosa significa che un professore è innanzi tutto uno «studente» (riga 19)?

A Che deve pensare ai contenuti da trasmettere ai suoi studenti.

B Che non deve mai smettere di studiare.

C Che deve mantenersi giovane.

D Che deve immedesimarsi nelle esigenze dei suoi studenti.

F 4 Individua i vocaboli che rientrano nell’area semantica dell’utile.

F 5 Che funzione hanno queste espressioni: «niente da eccepire… ma»; «sembra che»; «non ci si rende più conto», «contrariamente a ciò»?

A Sono semplici locuzioni.

B Sono espressioni usate in ogni descrizione.

C Sono espressioni tipiche di un linguaggio molto elevato.

D Servono allo sviluppo argomentativo del discorso.

F 6 L’anafora presente nel testo alle righe 9-13 ha la funzione di

A mettere in luce i compiti dei docenti.

B sottolineare la professionalità dei docenti.

C trasmettere l’idea della ripetitività delle occupazioni a cui i docenti sono tenuti.

D evidenziare l’importanza di determinate attività a cui i docenti sono tenuti.

F 7 Le proposizioni: «per abbracciare il bene comune, per esprimere solidarietà, per di fendere la tolleranza, per rivendicare la libertà, per proteggere la natura, per soste nere la giustizia…» sono proposizioni .

F 8 Perché l’autore cita due filosofi, Fumaroli e Montesquieu?

A Per presentare degli esempi.

B Per abbellire il proprio discorso.

C Per dare autorevolezza alla sua tesi.

D Per criticare il loro pensiero.

RIFLESSIONI SULLA LINGUA sesta prova

141 F

RIFLESSIONI SULLA LINGUA sesta prova

Testo argomentativo

Nuccio Ordine

Le università-aziende e i professori burocrati

F 9 Nel passo di Montesquieu «pregiudizievole» significa:

A fondato su pregiudizi.

B spregevole

C dannoso.

D giudicabile.

F 10 Nel passo citato Montesquieu amplia via via il suo punto di vista: inserisci nella tabel la gli elementi in progressione e la figura retorica corrispondente. figura retorica

famiglia

142
F

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