Costituzione legalita web

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Giorgio Di Vita

AttualMENTE è la nuova collana di attualità per la scuola secondaria su temi e aspetti del mondo contemporaneo.

COSTITUZIONE E LEGALITÀ

Costituzione e legalità

Il libro è composto da sette capitoli seguiti da una sezione antologica di testi e da attività didattiche. I primi tre capitoli sono dedicati alla Costituzione e alle principali istituzioni italiane ed europee. Gli altri quattro trattano tematiche di carattere sociale, come le nuove tecnologie, la solidarietà, la tolleranza e le problematiche ambientali.

Particolarmente ricco è l’apparato didattico con attività che guidano alla comprensione globale e analitica degli argomenti e all’ampliamento delle competenze lessicali.

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www.leggermente.info Questo volume sprovvisto del talloncino a fianco è da considerarsi campione gratuito fuori commercio.

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COSTITUZIONE E LEGALITÀ

Il linguaggio è semplice, adatto agli studenti e riporta esempi ed episodi vicini al vissuto quotidiano dei ragazzi nel tentativo di far luce su temi spesso complessi e per loro poco conosciuti.

Giorgio Di Vita

Questo volume vuole accendere l’interesse sui concetti di cittadinanza e di solidarietà che il nostro Stato e l’Unione Europea hanno posto al centro delle rispettive normative, a garanzia del proprio ordinamento democratico e a tutela dei diritti e dei doveri dei cittadini.

La convivenza civile come arricchimento e libertà


Giorgio Di Vita

COSTITUZIONE E LEGALITÀ La convivenza civile come arricchimento e libertà

A Cecilia e Maria Chiara, preziose e competenti


Foto di copertina: Il Parlamento Europeo di Strasburgo è il luogo in cui gli europarlamentari si riuniscono in seduta plenaria. L’Emiciclo accoglie i 751 deputati e le sedute sono interpretate nelle 24 lingue ufficiali dell’Unione Europea. È possibile organizzare visite sia individuali sia di gruppo.

Giorgio Di Vita Costituzione e legalità La convivenza civile come arricchimento e libertà Attività di Maria Catia Sampaolesi Responsabile editoriale: Beatrice Loreti Art director: Marco Mercatali Responsabile di produzione: Francesco Capitano Redazione: Carla Quattrini Progetto grafico: Airone Comunicazione - Sergio Elisei Impaginazione: Airone Comunicazione - Enea Ciccarelli Copertina: Adami Design Foto: Shutterstock, Marka, archivio Eli – La Spiga Edizioni © 2017 Eli – La Spiga Edizioni Via Brecce – Loreto tel. 071 750 701 info@elilaspigaedizioni.it www.elilaspigaedizioni.it Stampato in Italia presso Tecnostampa – Pigini Group Printing Division, Loreto – Trevi 17.83.104.0 ISBN 978-88-468-3479-9 Le fotocopie non autorizzate sono illegali. Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione totale o parziale così come la sua trasmissione sotto qualsiasi forma o con qualunque mezzo senza previa autorizzazione scritta da parte dell’editore.


Nota introduttiva Guardiamoci un momento intorno, ovunque noi siamo: in un’aula scolastica, su un mezzo pubblico, in salotto con la nostra famiglia, o in qualunque altro luogo che faccia parte del nostro vivere quotidiano. Tutto ci sembrerà, con molta probabilità, rassicurante, accogliente. Se così non dovesse essere, sarà proprio la mancanza di tali caratteristiche che renderà questo luogo carente delle qualità che lo rendono il posto giusto, quello in cui sentirci noi stessi e al sicuro, a casa, cittadini in quell’angolo di mondo. È da questa idea ancora vaga di cittadinanza che vogliamo partire per esplorarla e comprenderla. Cosa fa di un luogo la nostra casa? Cosa rende le persone che lo abitano nostri “vicini” e, soprattutto, quanto dobbiamo considerare ampi i suoi confini? Accendiamo la TV, una sera qualsiasi, ed ecco che uno degli ospiti del talk-show di turno, in un clima spesso esagitato e dai contrasti accesi, pronuncia una frase ascoltata più volte: “Mandiamo gli stranieri a casa loro!”. Gli altri ospiti si dividono tra chi annuisce e chi scuote la testa. È così opinabile, quindi, questa idea? Quando parliamo di casa, nel senso più comune della parola, immaginiamo un luogo chiuso, definito da mura solide, con una porta da cui si entra e si esce; ma quanto questa idea elementare può essere allargata a un territorio, in cui non esistono (finché non vengono edificati) muri perimetrali e porte invalicabili? Il 23 giugno 2016, il referendum che poneva agli inglesi la questione se lasciare o no l’Unione Europea ha visto vincitori i sostenitori dell'uscita. I confini di questa Europa ideale dalla quale, si era sperato, non si potesse più tornare indietro si sono per così dire rimodellati. E allora l’idea di confine come linea effettiva, determinata dalla storia, non negoziabile, ha mostrato la sua debolezza e paradossalmente la possibilità della sua cancellazione. Ne parleremo e approfondiremo il concetto. Quando guardiamo oltre i finestrini di un aereo in volo, non vediamo le separazioni tra regioni e Stati che le carte geografiche ci propongono, ma solo terre e mari che li delimitano. Sono queste le case allargate di cui si parla? Basta un mare a separare le persone e a renderle diverse? Estranee? Straniere? Sappiamo che non è così, e sappiamo anche che i mari, così come separano, uniscono allo stesso tempo: se il nostro aereo non vola a una quota troppo elevata, vediamo l’immensità uniforme della distesa marina solcata dalle scie bianche delle navi. 3


Sfogliando un libro di storia e scorrendo velocemente titoli e brani in evidenza, potremmo essere colti da una sensazione di disagio nell’accorgerci che la guerra è il filo conduttore di quelle pagine. Una realtà che inquieta e angoscia almeno per due motivi: i conflitti hanno sempre cause di carattere economico e prevedono la conquista di un territorio al prezzo di dolore e di devastazioni. Pur non definendole propriamente situazioni di guerra, vi sono inoltre molteplici realtà e avvenimenti da cui derivano sofferenze e grandi privazioni per gli esseri umani: la schiavitù, le deportazioni di massa, le persecuzioni etniche e altre forme di violenza che offendono la dignità e la libertà degli individui. È essenziale che il luogo in cui si vive sia invece caratterizzato da rapporti sociali costruttivi e pacifici, tutelati da norme che, regolando i principi della convivenza civile, rendano ogni individuo un cittadino degno di questo nome. Questo testo vuole accendere l’interesse proprio sui concetti di cittadinanza e di solidarietà che il nostro Stato e l’Unione Europea hanno posto al centro delle rispettive normative, a garanzia del proprio ordinamento democratico e a tutela dei diritti e dei doveri dei cittadini.

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Indice

1. La Costituzione Italiana ....................... 7

La Costituzione: la legge delle leggi. 8 Com’è strutturata la Costituzione .... 10 I Principi fondamentali ....................... 11 Le parti della Costituzione.................. 23 La prima parte della Costituzione ... 24 La seconda parte della Costituzione. 28

2. Le Istituzioni ............................................. 29

Il Presidente della Repubblica........... 30 Il Parlamento ............................................ 31 Il Governo .................................................. 32 La Corte Costituzionale ....................... 33 La Magistratura ....................................... 33

3. L’Unione Europea ..................................... 35

Gli Stati membri dell’Unione ............. 36 Le Istituzioni europee .......................... 37 • Il Parlamento Europeo...................... 37 • Il Consiglio Europeo .......................... 37 • Il Consiglio dell’Unione Europea . 37 • La Commissione Europea ............... 38 • La Corte di Giustizia Europea ........ 38 La storia dell’Unione Europea........... 38 L’Unione Europea per la pace ............ 41 I valori comuni dei Paesi dell’UE ...... 42 I simboli dell’Unione Europea .......... 43 Il futuro dell’Unione Europea ........... 45

4. Le nuove tecnologie .............................. 47

La comunicazione globalizzata e i suoi vantaggi ...................................... 48 La connessione globale e i suoi rischi. 52 Un mito d’oggi ......................................... 56

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Indice

5. Tolleranza e solidarietà ....................... 57

Uno sguardo da lontano........................ 58 Educazione alla solidarietà ................ 59 Il richiamo costituzionale ................... 60 La disabilità ............................................... 61 Il bullismo .................................................. 64 La guerra ..................................................... 65 Organizzazioni e solidarietà .............. 66

6. Animali e ambiente ................................ 69

Il rapporto dell’uomo con la natura. 70 L’uomo e gli animali ............................... 71 Il maltrattamento di animali .............. 72 Le norme penali europee ..................... 75 Quale futuro è possibile? ..................... 77 L’ambiente nella sua totalità .............. 77 Lo sviluppo sostenibile ......................... 80

7. Diritti e doveri .......................................... 81

I diritti di tutti e di ognuno.................. 82 Le due facce della stessa medaglia ... 83 La sopraffazione dei diritti ................. 84 L’identità come appartenenza ........... 86 La cittadinanza ........................................ 87

Consigli di lettura .................................. 92 Antologia .................................................... 93

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Attività ...................................................... 111


1. LA COSTITUZIONE ITALIANA I principi della convivenza civile

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1. La Costituzione Italiana

La Costituzione: la legge delle leggi A guardarlo ora, il filmato dell’Istituto Luce che mostra l’atto della firma della nostra Costituzione (27 dicembre 1947) ci sembra testimoni un evento lontano che non ci appartiene. Non dobbiamo, però, lasciarci ingannare da questa prima impressione, dovuta alla cattiva qualità dell’immagine o anche, forse, alla voce declamatoria dello speaker, secondo lo stile dei resoconti giornalistici degli anni della guerra, in cui la propaganda aveva la meglio sulla veridicità della notizia. Dobbiamo invece osservare quel filmato con l’emozione con cui si riguardano, a volte, le riprese casalinghe della nostra infanzia. Di un’infanzia si parla, infatti, quella della nostra Repubblica, nata dalle ceneri del fascismo e dall’orrore della Seconda guerra mondiale. Il commentatore ci racconta della frugalità dell’evento: “Sul tavolo due calamai e quattro penne da ufficio”, mentre le movenze del Presidente della Repubblica, Enrico De Nicola, degli altri firmatari e dei Ministri non lasciano trapelare, in effetti, che quello che si stava per compiere, quel pomeriggio a Roma, nella biblioteca di Palazzo Giustiniani, fosse un momento di una forza innovativa straordinaria per la nostra storia, l’atto fondante della Repubblica Italiana.

Il Capo dello Stato, Enrico De Nicola, firma la Costituzione Italiana (27 dicembre 1947). 8


La Costituzione: la legge delle leggi

La Costituzione, infatti, è la legge delle leggi. La legge fondamentale che fissa i principi cui si sarebbe uniformata ogni altra legge che il Parlamento avrebbe emanato da quel giorno in avanti. La madre che ci avrebbe tutelati e spronati a costruire la nostra identità di cittadini liberi e tutti uguali di fronte alla legge: uomini e donne, a qualunque religione noi apparteniamo, qualunque sia la nostra idea politica. Una novità assoluta rispetto agli anni bui del nazi-fascismo che discriminava, perseguitava, distingueva e separava. C’è un altro documento sonoro che va ascoltato e riascoltato, noi ne proponiamo il testo nell’Antologia (p. 94): è il discorso pronunciato, il 26 gennaio del 1955, da Piero Calamandrei1 di fronte agli studenti milanesi. È un semplice documento sonoro, ma la voce del politico e accademico italiano risveglia mille immagini e commuove per la forza e l’enfasi giovanile, nonostante egli avesse già 66 anni. Calamandrei evoca gli anni oscuri del fascismo e definisce la nostra Costituzione il “testamento di centomila morti”, poi esorta i giovani ad andare in pellegrinaggio laddove la Costituzione è nata. Ma ecco che non fornisce l’indirizzo di Palazzo Giustiniani, ma esorta i giovani di quel lontano 1955 a recarsi “nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati” concludendo con parole indimenticabili: “Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà, la dignità, andate lì, o giovani, col pensiero, perché lì è nata la nostra Costituzione”. Ma torniamo a quel tavolo, a quei calamai e a quelle penne da ufficio. Le firme che quei semplici strumenti avrebbero prodotto cadevano a cento anni dalla promulgazione dello Statuto Albertino, primo abbozzo costituzionale concesso dall’allora re d’Italia Carlo Alberto, nel 1848. E, allora, per mettere in rilievo la forza estrema della Costituzione del 1948, basterà un semplice confronto tra la “flessibilità” dello Statuto Albertino, che poi diventava opinabilità nelle mani del sovrano, e la “rigidità” della nuova Carta. Rigidità che non significa durezza, asprezza, ma forza, come abbiamo appena detto. La Costituzione firmata da De Nicola, insieme a Umberto Terracini e Alcide De Gasperi (Presidente dell’Assemblea Costituente il primo, e Presidente del Consiglio il secondo) non può essere infatti modifi1

Piero Calamandrei (Firenze, 21 aprile 1889 - Firenze, 27 settembre 1956), avvocato e accademico italiano, fu anche uomo politico, tra i fondatori del Partito d’azione. Nel 1945 divenne membro dell’Assemblea Costituente per la stesura della nostra Carta Costituzionale.

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1. La Costituzione Italiana

cata se non attraverso una legge costituzionale, dal percorso più complesso e articolato di quello di una legge ordinaria. La questione di apportare modifiche alla Costituzione si è posta nel 2016, con il disegno di legge proposto dal ministro Boschi, in seno al governo Renzi. Ad esso, il 4 dicembre, è seguito un referendum attraverso il quale i cittadini si sono potuti esprimere a favore o contro tali modifiche. Si è trattato di un referendum che non ha richiesto di raggiungere il quorum, cioè un numero minimo di votanti, perché fosse dichiarato valido. Il prevalere dei voti contrari alla riforma ha lasciato intatti gli articoli in questione. Ancora un ritorno alla storica data del 27 dicembre 1947: che cosa contengono quei fogli che, ci informa sempre lo speaker di quel vecchio filmato, furono portati sul tavolo di De Nicola, all’interno di una serie di ordinarie cartelle di cuoio?

Com’è strutturata la Costituzione La Costituzione Italiana, o Carta Costituzionale, si compone di 139 articoli. I primi 12 articoli contengono i Principi fondamentali che regolano la nostra vita di cittadini italiani e quella, più in generale, del nostro Stato. Poi ci sono gli altri articoli, divisi in due parti: una prima, che va dall’articolo 13 all’articolo 54, e una seconda, che va dall’articolo 55 all’articolo 139. Ma perché questa ulteriore suddivisione? La vita della nostra Repubblica vede al suo interno diversi protagonisti: ci siamo noi cittadini e ci sono le Istituzioni. Gli articoli dal 13 fino al 54 riguardano, allora, noi singoli cittadini rispetto agli altri cittadini in quella fitta rete che lega gli uni agli altri, fatta di diritti, doveri, rapporti economici, etici, sociali, politici. Gli altri articoli, dal 55 al 139, invece, regolano l’ordinamento della Repubblica nelle sue Istituzioni rappresentative: il Presidente della Repubblica, il Parlamento, il Governo, la Magistratura, le Autonomie Locali e la Corte Costituzionale. Ecco, allora, che la parola “Costituzione”, più volte sentita nei notiziari televisivi e radiofonici, nei programmi di approfondimento e nei giornali, comincia a mostrare il suo significato di legge fondamentale (e fondante), senza cui la nostra stessa Repubblica non potrebbe esistere. Ma c’è di più: essa sarebbe una povera raccolta di carte se ogni cittadi10


I Principi fondamentali

no non fosse chiamato a renderla viva, operativa, sentendola propria e partecipando alla vita politica del Paese. È sempre Calamandrei che parla, sorprendendoci per la forza evocativa delle sue parole e per la leggerezza (che non va scambiata per superficialità) con cui arriva al cuore e alla mente di chi l’ascolta, fino a concedersi il racconto di una barzelletta. Si tratta della “storiellina”, come lui stesso dice, dei due poveri migranti che attraversano l’oceano per raggiungere l’America. Uno dorme sotto coperta, l’altro è sul ponte con un marinaio. Il mare è grosso, la nave rischia di affondare, come il marinaio esperto conferma. Il migrante che vigila, allora, scende ad avvertire il compagno addormentato: “Sveglia! — gli dice, riferendo le parole del marinaio — Se continua questo mare, tra mezz’ora il bastimento affonda!”. Ma l’altro non sembra affatto preoccupato, e la sua risposta è assurda: “Che me ne importa a me? Non è mica mio!”. Ed ecco che Calamandrei spiega con senso dell’umorismo e con semplicità cosa sia l’indifferenza alla politica.

I Principi fondamentali Di seguito, in breve, i Principi fondamentali della Costituzione, sanciti, come abbiamo detto, nei primi 12 articoli. Articolo 1

L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.

Ecco espressa, proprio nel primo articolo, l’idea della Repubblica Italiana come “democratica”, cioè governata dal popolo. Il termine “democrazia”, infatti, deriva dal greco dēmokratía, parola composta da dêmos, che significa “popolo”, e da kratéō, che significa “comando”. Un comando che va esercitato, quindi, proprio nel modo sottolineato da Calamandrei, attraverso la politica. Ma può essere utile, anche in questo caso, a proposito del termine “politica”, fare una breve ricerca etimologica, cioè ricercare le origini del termine. Anche “politica”, come moltissime altre parole della nostra lingua, deriva dal greco, da politikós, che a sua volta deriva da polis, che significa “città”. Nell’antica Grecia, polis indicava tutto quello che fa 11


1. La Costituzione Italiana

parte del vivere comune, tutto ciò che appartiene, quindi, a noi cittadini. Ma la parola politikós (politico) e la parola polis (città) derivano dalla stessa radice pol- di polloi, che significa “molti”. Ecco, allora, che nella stessa radice di “politica” è racchiusa l’idea che essa riguarda i molti, il loro governo, che questo articolo affida direttamente al popolo, stabilendo le regole attraverso cui va esercitato. Insieme all’affermazione della natura democratica della nostra Repubblica, qui compare il riferimento al lavoro come fonte stessa dell’identità e dignità dell’uomo: cittadino e lavoratore allo stesso tempo. Articolo 2

La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.

Questo articolo riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, ma qui viene anche indicata una corrispondenza tra il proprio diritto e il proprio dovere a riconoscere tale diritto anche al prossimo, e a vedere in questo altruistico riconoscimento la fonte d’ispirazione di tutti gli articoli successivi. Ecco raffigurata, possiamo dire, la rete, l’intreccio, la trama comune che lega i singoli, che li affratella, e fa sì che in una delle righe precedenti abbiamo potuto scrivere che la Costituzione è la nostra madre comune e, diciamo anche, la casa comune di tutti i cittadini, una comune proprietà. John Donne (1572-1631), poeta, religioso e saggista inglese, nella sua lirica più famosa, esprime questo concetto nella forma più sublime, estendendolo a tutta l’umanità. Vale la pena di riportare, qui, i suoi versi: Nessun uomo è un’isola, / completo in se stesso. / Ciascuno è un pezzo del Continente, / una parte della Terra. / Se una zolla viene strappata via dal mare, / tutta la Terra ne è diminuita, / come se fosse accaduto a un promontorio, / o alla dimora di un amico, oppure alla tua stessa casa. / Ogni morte di un uomo mi diminuisce, / perché io sono parte dell’Umanità. / Così, non mandare mai a chiedere per chi suona la campana: / Essa sta suonando per te2. 2

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John Donne, Meditazione XVII, 1624. La campana cui il poeta si riferisce è quella che accompagna le cerimonie funebri.


I Principi fondamentali

Articolo 3

Tutti i cittadini hanno parità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese. “La legge è uguale per tutti” si legge nelle aule di ciascun tribunale italiano. In questo articolo viene sancito il principio che tutti i cittadini sono uguali di fronte alla legge. Torneremo spesso al bel discorso di Calamandrei di fronte agli studenti milanesi, ispiratore di generazioni di interpreti della Carta. Calamandrei, dunque, esprime qualcosa di interessante che ci aiuta, per esempio, a comprendere a fondo perché questa legge fondamentale del nostro Stato sembri spesso ribadire quelle che potrebbero apparire delle ovvietà. Oggi ci sembra scontato che i diritti inviolabili dell’uomo siano garantiti, sia nella vita privata che in quella associativa, e che si debba essere solidali gli uni nei confronti degli altri. Ma Calamandrei sottolinea come la Costituzione sia “l’affermazione solenne della solidarietà” e come la nostra Carta Costituzionale mostri con chiarezza che il bastimento, di cui egli aveva parlato nella sua storiella, se va a fondo, porta a fondo tutti. Lo statista ci dice anche qualcos’altro: che negli articoli della Costituzione c’è sempre una polemica contro il passato, e, considerando l’anno della sua promulgazione, contro un passato allora recentissimo, contro tutto ciò che il totalitarismo fascista negava: i diritti inviolabili di ciascun uomo. Calamandrei cita espressamente questo articolo anche per dire che la Costituzione non è solo in “polemica” con il passato, ma anche con il presente: “È polemica contro l’ordinamento sociale attuale, che bisogna modificare, attraverso lo strumento di legalità, di trasformazione graduale, che la Costituzione ha messo a disposizione dei cittadini italiani”. Nonostante i numerosi recenti attentati terroristici che rischiano 13


1. La Costituzione Italiana

di cancellare le molte conquiste sociali e culturali degli ultimi anni, dovremmo sempre ricordare questo articolo imprescindibile della Costituzione secondo cui “tutti i cittadini hanno parità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione”. Non dobbiamo, cioè, lasciare spazio a quel sentimento di rifiuto e di timore cresciuto e aumentato in tempi recenti nei confronti dello “straniero”, che ci appare distante non solo per provenienza geografica, ma anche per la sua fede religiosa. Sembra chiaro quale sia il gioco di questo nuovo terrorismo degli anni Duemila: creare diffidenza, discriminazione, divisione e conflitto laddove dovrebbe invece costruirsi una comunanza di interessi, un sentimento di solidarietà, di unione e un dialogo costruttivo tra culture e religioni. La definizione che i mass media danno di questo fenomeno terroristico come una “guerra” o, perfino, una “guerra di religione”, esprime l’orrore e il disorientamento di fronte all’inaspettata violenza di uomini che vestono di motivazioni spirituali le proprie azioni dissennate. Articolo 4

La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro, e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.

Quanto queste parole ci sembrano lontane dalla realtà di questi anni del nuovo secolo! Crisi dell’occupazione, scarse prospettive di lavoro per i giovani, licenziamenti di lavoratori che non hanno ancora raggiunto l’età della pensione, lavoro sottopagato, precario: ecco ciò di cui sentiamo parlare ogni giorno. Allora la nostra Costituzione come “polemica contro il presente”, e speranza ancora in parte da realizzare, assume la caratteristica di uno sprone a impegnarsi attivamente perché le evidenti disuguaglianze economiche, prodotte da questo stato di cose, si attenuino. Esse, infatti, quando sono troppo grandi e insanabili, svuotano perfino di significato l’ideale di libertà e di uguaglianza tra i cittadini di cui parla la nostra Costituzione. Ecco perché il 14


I Principi fondamentali

disinteresse per la politica, motore primo della nostra società, è il più grande peccato che si possa compiere contro tutti coloro che hanno lavorato, fino al sacrificio della vita, perché la nostra Carta potesse essere finalmente scritta. Articolo 5

La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo; adegua i principi e i metodi della sua legislazione alle esigenze dell’autonomia del decentramento.

A chi sia capitato di viaggiare dal Sud del nostro Paese fino a una delle Regioni del Nord Italia, così come accadeva ai migranti che negli anni 50 e 60 del secolo scorso lasciavano le campagne povere del Meridione per cercare lavoro e fortuna nelle industrie torinesi e milanesi, chi abbia compiuto questo viaggio, magari in treno, avrà sperimentato quanto siano lontani l’estremo Nord e l’estremo Sud d’Italia, e quanto, oltre a cambiare il paesaggio (quindi le esigenze territoriali dei cittadini), cambino i costumi, la mentalità e le tradizioni. Oggi i collegamenti veloci e l’effetto “domestico” della globalizzazione hanno attenuato queste differenze, ma pensate a quanto fossero ancora marcate negli anni 40. Bene, questo articolo risente di una difficoltà ereditata da epoche precedenti, in cui Roma, capitale d’Italia dal 1871, appariva distante a chi viveva agli estremi della nostra lunga penisola, e ancora più distante la burocrazia, che si sospettava non facesse esattamente gli interessi di tutto il Paese. Ma l’articolo 5 esordisce con un’affermazione che, lungi dall’essere un “correttivo” moderno a questa mentalità, affonda le sue radici ancora più lontano, negli anni immediatamente successivi alla Rivoluzione Francese. La frase “una e indivisibile”, infatti, si riferisce proprio al possibile arbitrio, cui la Carta mette fine, in virtù del quale il sovrano aveva il potere di concedere privilegi e territori secondo la propria volontà. Questo articolo, allora, in una forma che può persino apparire contraddittoria, proclama che nessuno può scindere il Paese, né auspicare “secessioni”, ma che un governo efficace (e rispondente alle naturali differenze storiche e culturali dell’Italia) deve poter essere decentrato e, nella giusta misura, composto da autonomie interdipendenti. 15


ATTIVITÀ Capitolo 1: La Costituzione Italiana L’origine

1 Completa la frase che segue con le informazioni ricavate dal testo. La firma della Costituzione Italiana avviene il giorno …………………………, nella città di …………………..........................…………, nella biblioteca di ………………………....…………………..; sono presenti il Presidente della Repubblica ………………………………………………….. e ……………… ……………………………………………………………….. 2 Osserva a pag. 13 l’immagine della firma della Costituzione Italiana. Cosa puoi notare? Chi sono i personaggi in primo piano, a sinistra e a destra? Documentati su di essi e sul ruolo politico ricoperto all’epoca. ………………………...…….………………………………………………….… ………………………...…….………………………………………………….… 3 In quali luoghi di origine della Costituzione Piero Calamandrei invita i giovani ad andare in pellegrinaggio, nel suo discorso del 26 gennaio 1955? Perché? ………………………...…….………………………………………………….… ………………………...…….………………………………………………….… La struttura

4 Completa la tabella che segue con le informazioni relative alla struttura della Costituzione Italiana estrapolate dal testo. L’esercizio è già avviato. Parte

Denominazione Principi fondamentali

Titoli

Articoli 1-12

111


Attività Capitolo 1

I Principi fondamentali

5 Diversi dei 12 articoli relativi ai Principi fondamentali anticipano il tema dei diritti e doveri dei cittadini cui è dedicata la prima parte della Costituzione Italiana. Quali diritti vengono enunciati e a che tipologia appartengono? Quali doveri? Anche in questo caso la tabella che segue potrà esserti utile per raccogliere le informazioni secondo la suddivisione dei diritti proposta dalla prima parte della Costituzione. N. Articolo

Diritti civili

Diritti etico-sociali

Diritti economici

Diritti politici

Doveri

6 L’articolo n. 1 della Costituzione Italiana precisa l’ordinamento politico dell’Italia (repubblica democratica); quello n. 5 sottolinea il carattere unitario dello Stato. Effettua una ricerca sugli altri Paesi dell’Unione Europea, annotando quanti e quali sono monarchie costituzionali o repubbliche (parlamentari o presidenziali), quanti e quali Stati unitari o federali. La stessa ricerca potrebbe essere applicata a tutti i Paesi europei. Quale panorama politico emerge? Discutine con i compagni e l’insegnante. 7 Completa con le parole indicate il breve testo che segue, sull’evoluzione dell’ordinamento politico italiano. 1948, monarchia costituzionale, repubblica, 1861, federalista, 1946, Savoia, Seconda guerra mondiale, repubblicano, Statuto Albertino, 1848, fascista.

112

Il 17 marzo del ………………………………….. viene proclamata l’Unità d’Italia sotto il potere dei ……………………………. L’ordinamento politico del nuovo Stato è la ……………..........……………………………..


Attività Capitolo 1

L’ipotesi ……………………………………., presente nel dibattito politico risorgimentale, non trova attuazione, così come l’ordinamento politico …………………………………… caldeggiato da Giuseppe Mazzini. Lo …………………………………………………, concesso dal re Carlo Alberto nel ……………………………, resta in vigore per cento anni, ma durante la dittatura ……………………………… viene svuotato di significato e valore politico. Dopo la sconfitta del nazifascismo e la fine della ...................... ................. gli Italiani sono chiamati a scegliere, mediante referendum, il 2 giugno ……................…..………………….., tra la monarchia e la repubblica. La maggioranza dei voti va alla ………………………………… L’entrata in vigore dell’attuale Costituzione Italiana, nel …………………….., completa il processo di democratizzazione dello Stato.

8 Il decentramento amministrativo dello Stato italiano, previsto dall’articolo n. 5 della Costituzione, quali autonomie amministrative prevede? Per rispondere a questa domanda possono esserti di aiuto gli articoli 114 e 116 della Costituzione. Che cosa prevedono infatti? …………………………………………………………………………………… …………………………………………………………….....................………. …………………………………………………………………………………… …………………………………………………………….....................………. 9 Ricerca in rete una carta tematica sulle lingue diverse dall’italiano parlate nel nostro Paese. Quali sono i dodici gruppi linguistici minoritari di cui parla il testo e in quali regioni e aree sono localizzati? …………………………………………………………………………………… …………………………………………………………….....................………. …………………………………………………………………………………… …………………………………………………………….....................………. 10 Una ricerca in parte analoga può essere sviluppata sulle religioni, diverse dalla cattolica, praticate in Italia. Quante e quali sono cristiane? Quante e quali no? Da quanti fedeli (dati numerici e percentuali) ciascuna di esse è praticata? …………………………………………………………………………………… …………………………………………………………….....................………. …………………………………………………………………………………… …………………………………………………………….....................………. 113


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