parole
4 Quaderno di Scrittura
Imparare a scrivere bene Imparare a riassumere Laboratorio WRW (Writing and Reading Workshop) Laboratorio Giochi di parole
INDICE
STRUMENTI per SCRIVERE BENE
2 Scrivere è…
3 L’uso del vocabolario • Catene alfabetiche
4 Cambiare la lettera iniziale
5 Cambiare una lettera
6 Cambi in versi
7 Scartare una lettera o una sillaba
8 Parole nascoste… in una parola
SCRIVERE un TESTO
10 SCHEMA
11 Un treno capriccioso
12 La giornata di Marcello
13 Irama • Il regalo
PROGETTARE e REALIZZARE TESTI
14 SCHEMA
15 Pianificazione
1. Raccogliere le idee
16 2. Creare la scaletta
17 Stesura
18 Revisione del contenuto
19 Revisione della forma
SCRIVERE un TESTO NARRATIVO
20
21
22
24
SCRIVERE
30 SCHEMA
31
32
35
38 Malala
39 VERIFICA
SCRIVERE un RACCONTO d’AVVENTURA
40 SCHEMA
41 Una gita al lago
42 Alla scoperta di antichi tesori
43 In campeggio
44 VERIFICA
SCRIVERE un RACCONTO STORICO
45 SCHEMA
46 Puzza o profumo?
47 Amore a prima vista
48 Gli ultimi mammut
49 VERIFICA
SCRIVERE un RACCONTO del BRIVIDO
50 SCHEMA
51 Che paura!
52
SCRIVERE un TESTO DESCRITTIVO
60 SCHEMA
61 La casetta del campeggio
62 In autunno
63 La città
64 Il coniglio nano
65 Il “gatto bassotto”
66 La cinciallegra
67 Sara
68 Giacomo
69 Una ragazza speciale
70 VERIFICA
SCRIVERE un TESTO POETICO
72 SCHEMA
73 Perlaparola
74 Poesia della rima
75 I gatti • Notte fumetto
76 Albero • Nebbia • Mimosa
SCRIVERE un TESTO ESPOSITIVO
77 SCHEMA
78 Se scoppia un temporale sul mare…
79 Dallo schema al testo
SCRIVERE un TESTO REGOLATIVO
80 SCHEMA
81 Acchiappa la coda!
82 Spiedini di frutta
RIASSUMERE un TESTO
83 SCHEMA
84 Gli occhi del gufo
85 Un frutto davvero insolito
86 La nuotatrice
Scrivere è…
raccontare esperienze e avventure
condividere desideri e sogni
esprimere emozioni
invitare
inventare storie
spiegare le regole di un gioco
informare
descrivere comunicare parlare di sé
L’uso del vocabolario
Il lessico è l’insieme delle parole contenute nel vocabolario (o dizionario). Il vocabolario è lo strumento utile per acquisire competenza lessicale.
Il vocabolario ci dice:
• come si pronuncia una parola;
• come si scrive;
• a quale categoria grammaticale appartiene;
• come si divide in sillabe;
• la forma esatta del plurale;
• la corretta coniugazione dei verbi irregolari.
Nel vocabolario trovi, per ogni parola:
• il significato o i significati;
• l’etimologia, cioè la sua origine storica;
• il senso figurato;
• i modi di dire;
• i contrari, i sinonimi, gli iperonimi, gli iponimi...;
• la sua formazione.
Catene alfabetiche
È divertente costruire frasi seguendo la successione delle lettere dell’alfabeto. Non è necessario partire sempre dalla A, però è importante seguire l’ordine alfabetico. Se serve, il vocabolario ci viene in aiuto.
• Osserva l’esempio, poi prova tu: scegli una parola da cui partire e… via!
briosi
amici chiassosi
fantastici
donano humor
giochi
entusiasmanti indimenticabile
Cambiare la lettera iniziale
• Cambiando la prima lettera di una parola, spesso se ne creano altre. Completa gli indovinelli.
Se inizia per:
C è goloso di ossi
P lo cuoce il fornaio
R vivono nello stagno
T sono un buio rifugio per animali
S godono di ottima salute
V sono inutili, non servono
• Trova ora le definizioni mancanti. Se ti trovi in difficoltà, usa il vocabolario.
Se inizia per:
M
D
F
C
P
R
G
è più corto di “consegnare”
è il verbo più comune per “eseguire”
• Trova le definizioni o le parole mancanti.
Se inizia per:
V Velo
P Pelo
M è un albero da frutta
G Gelo
T pezzo di tela
Mare
Dare
Fare
Care
Pare
Rare
Gare
Cambiare una lettera
Basta cambiare una vocale o una consonante all’interno di una parola per ottenerne un’altra. Poi si possono usare le nuove parole per creare simpatiche storie. Osserva.
pazza gazza razza tazza
pizza bizza Nizza
pezza pezzo
pozza cozza rozza tozza
puzza
Una pazza pizza
Ho fatto una pazza pizza per un ristorante di Nizza, è tonda tonda come una tazza e fa gola a una gazza che si specchia in una pozza, che gracchia con voce rozza: un pezzo, un tozzo un tozzo, un pezzo.
Che pazza!
Che pazza!
Ha fatto una bizza per una pizza, ha fatto cadere una tazza, ha fatto scappare una gazza. È corsa fuori, è caduta in una pozza: ma che puzza, che puzza nell’acqua della pozza!
• Ora prova tu. Ti suggeriamo l’inizio, con la parola “calla” (il nome di un fiore). calla cella colla culla callo ballo gallo mallo
La calla non è una colla La colla non è un callo
Cambi in versi
Ecco un gioco per scrivere poesie divertenti.
Per farlo è necessario:
• scegliere una parola di quattro o cinque lettere e scriverla alla fine di una breve frase;
• aggiungere, nelle righe successive, altre frasi lunghe come la prima. Tutte le parole alla fine delle frasi devono derivare dalla precedente, con il cambio di una lettera. Per esempio, le parole finali dei versi possono essere:
gatto, matto, patto, pasto, pasta, casta, costa…
• Ecco alcuni testi realizzati con questo gioco. Completali.
Accende il fuoco il bravo uoco e intanto cuo dentro il suo cuo un grande amore.
Una volta c’era un corvo senza piume sopra il corpo sulla testa aveva un cor e il becco nero e cor Nessuno gli dava torto quando rubava la torta poi sbattendo la ta fuggiva verso il por
C’era una volta una rana rinchiusa nella sua na. Tesseva tesseva la na ma non era troppa sana.
Scartare una lettera o una sillaba
• Basta togliere una lettera a una parola per ottenerne una diversa. Anzi, qualche volta da una sola parola se ne ottengono varie! Osserva gli esempi, poi continua tu.
salto
saluto borsa ostie
curva rumore broccolo bacio rape scala
• Esistono parole che, private di una sillaba, si trasformano in un’altra parola. Osserva l’esempio, poi continua tu.
geranio agnelli
maschere
canzone pastiglia
ge / ra / nio a / gnel / li genio
• Divertiti ora a creare per ogni parola due nuove, cambiando la sillaba da eliminare.
ma / ni / glia maniglia
pa / glia / io pagliaio
tormenta
• Scartando una delle sillabe, passa da un nome comune a un nome proprio. Fai attenzione quando scrivi la lettera iniziale della nuova parola!
ricetta
lumaca
cartello
cura ri / cet / ta
Parole nascoste… in una parola
Questo è un gioco da fare in gruppo: si può giocare in tre, in quattro, in cinque... o anche di più!
Ogni giocatore/giocatrice deve essere munito/a di foglio e matita. Si stabilisce il tempo a disposizione (dai 5 ai 10 minuti) e chi farà il/la capogioco.
Ecco le regole per giocare:
• il/la capogioco propone una parola piuttosto lunga, che contenga abbastanza lettere per formare altre parole;
• i giocatori e le giocatrici scrivono la parola proposta sul foglio, in stampatello maiuscolo; poi cercano di scrivere il maggior numero di vocaboli formati dalle lettere che la compongono.
Vincerà chi avrà saputo combinare le lettere a disposizione in modo da comporre più parole.
• Osserva l’esempio.
Tre lettere ORE
Quattro lettere
TANE
Cinque lettere
ESTRO
Sei lettere
STRANO
Sette lettere ESTERNO
• Ora, in gara con le compagne e i compagni, prova con le seguenti parole: gelataio • cartellone • calciatore • telefono
• Completa lo schema della prima, poi gioca con le altre parole sul quaderno.
Due o tre lettere
IO • AI • IL • LA • ALI • AGI
Quattro lettere
GAIO
GELATAIO
Cinque lettere
LIETO
Sei lettere
GELATO
Questo gioco, che consiste nel formare parole usando alcune lettere di una parola data, si chiama logogrifo.
SCRIVERE un TESTO
Scrivere è una forma di comunicazione importantissima. Attraverso le parole scritte puoi comunicare qualsiasi messaggio a qualsiasi persona, in qualunque parte del pianeta. Ciò che scrivi deve essere comprensibile a chi legge: le parole non possono essere messe vicine “a caso”.
Ogni testo, di qualunque tipo esso sia, deve essere coerente, avere un contenuto chiaro e completo e deve essere coeso e scritto in una forma corretta .
UN TESTO DEVE ESSERE
COERENTE
Il testo deve seguire un filo logico. Non devono essere presenti parole o frasi senza un collegamento con il testo o in contraddizione con i fatti narrati.
CHIARO E COMPLETO
Il testo deve contenere tutte le informazioni che servono a chi legge per capire i fatti narrati. Le informazioni devono essere messe in un ordine logico e temporale .
COESO E CORRETTO
• Bisogna usare correttamente le “ parole-legame” per collegare le varie parole e frasi del testo (legami di tempo, luogo e causa; preposizioni, congiunzioni…).
• Il testo non deve contenere errori grammaticali .
• Non ci devono essere discordanze nell’uso dei tempi verbali.
• È necessario evitare le ripetizioni per rendere la lettura scorrevole.
Il testo coerente contiene parole e frasi legate da un filo logico: non deve presentare parole e frasi intruse né contraddizioni.
• Leggi il racconto con attenzione: sono presenti sette parole intruse. Individuale e cancellale.
Un treno capriccioso
Una mattina capitò una cosa strana in stazione albergo: c’era un treno che doveva partire, ma non partì.
Il capostazione argentato fischiò e agitò la paletta con energia: ma il treno non partiva.
Venne un meccanico fagiano a controllare, mentre i viaggiatori cominciavano a sporgersi dai finestrini, chiedere, protestare per il ritardo. Il meccanico toccò, guardò, provò: tutto era a posto, tutto funzionava.
– E allora perché non esce parte? – disse il capostazione, mettendosi le mani fra i capelli.
A quel punto, una vecchina giovanissima vestita di nero scese da uno dei primi vagoni e si avvicinò alla locomotiva.
– Vediamo un po’… – disse la vecchina, e poi appoggiò l’orecchio al metallo plastica della locomotiva, batté le nocche, ascoltò di nuovo.
– Semplice! – disse poi. – Il treno non parte perché vuole una canzone di buon viaggio. Deve essere stanco del solito fischietto! Cantate una bella canzone, e vedrete che partirà! – blu.
Il capostazione, che era disperato e che aveva una bella voce, cominciò a cantare una canzone di buon viaggio: ed ecco che, senza nemmeno spingere un bottone, la locomotiva partì…
Roberto Piumini, Mi leggi un’altra storia?, Einaudi Ragazzi
• Leggi le seguenti frasi e sottolinea in ciascuna la parola che ha un significato in contraddizione con il significato del testo. Sottolineala e riscrivi accanto la parola corretta. Osserva l’esempio.
Scendi in soffitta a prendere lo scatolone dei ricordi.
Ho una gran fame: mi prepari una spremuta?
Mi piace ascoltare la canzone che Paolo recita.
Che stanchezza! Ho proprio bisogno di correre!
La mia passione è leggere libri di avventura: stasera disegno. Che freddo! Mi toglierò il maglione.
sali
Un testo è chiaro quando non presenta salti logici. La narrazione deve procedere seguendo un ordine. Se non si rispetta questa regola, chi legge può perdere il filo logico del testo e non riuscire a comprendere i fatti.
• Leggi il testo e inserisci le frasi mancanti facendo attenzione a riportare i fatti nel giusto ordine cronologico.
La macchina raccoglitrice era lì, già pronta. • si infilò calzoni e camicia e poi... via • egli saltò giù dal letto. • era un’enorme mietitrebbiatrice pronta per il lavoro.
La giornata di Marcello
Quel lunedì mattina Marcello aveva un sacco di impegni da sbri gare. La sveglia suonò di buonora ed
In pochi minuti si trovava in cucina per la colazione: un caffè e qualche biscotto ed era pronto per la doccia.
Quindi
In un batter d’occhio era nel suo amato campo di fagiolini. Un’intera distesa verde brillante lo attendeva per essere raccolta.
La raccolta dei fagiolini iniziò e proseguì per l’intera mattinata. Dopo un pranzo veloce e frugale, un altro impegno attendeva il nostro Marcello: doveva recarsi in un’azienda agricola vicina alla sua per aiutare nella raccolta del grano.
Questa volta vi
A sera le gialle spighe si erano trasformate in un’immensa monta gna dorata di chicchi di grano.
• Ora concludi brevemente tu il racconto. Considera che è sera e che la giornata di Marcello volge al termine. Quale può essere l’azione più logica che il protagonista compie?
Se si raccontano dei fatti avvenuti contemporaneamente, bisogna fare attenzione a non cambiare il tempo dei verbi. Bisogna controllare anche che i verbi concordino con il soggetto dell’azione.
• Alcuni verbi del testo non concordano con il soggetto dell’azione. Sottolineali (sono quattro).
Irama
Irama, oltre a essere l’anagramma di Maria, il suo secondo nome, sono un nome d’arte che deriva da una parola malese che vuol dire ritmo, e ben si addice al giovane cantautore che sono cresciuti con il cantautorato italiano e si è avvicinato in un secondo momento all’hip hop. Prima di vincere nel 2017 il programma Amici, il ventitreenne di Monza erano già un cantante professionista, ma voleva far arrivare le sue canzoni a un pubblico più vasto. E ha avuto ragione: hanno vinto il programma ed è volato al primo posto in classifica con il suo disco.
Emanuele Corbo in focus junior.it
• Circonda tutti i verbi che non sono espressi al tempo corretto in relazione allo svolgimento dell’azione (sono sei).
Il regalo
Appena sveglia, Greta non ricordava che giorno fosse: poi le era venuto in mente che quello sarà il giorno del suo compleanno. Infatti, quando si era recata in cucina, noterà sulla tavola un grande pacco, con un vivace fiocco bianco e un cartoncino su cui legge “buon compleanno”.
Si era messa subito a scartare il pacchetto, ma l’ansia di riuscire ad aprirlo la ostacolerà nei movimenti. Quando finalmente ce l’aveva fatta e solleverà il coperchio della grande scatola, dentro trova tanti altri pacchetti di diversa grandezza.
Anna Lavatelli, Quando la luna scelse la notte, Piccoli
PROGE T TARE un TESTO
Un testo ben scritto è il risultato di tre fasi di lavoro importantissime: pianificazione, stesura e revisione .
PIANIFICAZIONE
Raccogli le idee
• Ascolta con attenzione le parole dell’insegnante.
• Leggi bene il titolo proposto in modo da individuare il tipo di testo richiesto.
• Annota le idee così come ti vengono in mente.
Crea la scaletta
• Riordina le idee e gli appunti seguendo un filo logico.
• Segui le indicazioni delle mappe che trovi in questo quaderno di scrittura.
STESURA
Seguendo la struttura del testo scelto:
• scrivi un inizio appropriato;
• sviluppa ogni idea inserita nella scaletta;
• collega bene le frasi con indicatori temporali e connettivi logici;
• scrivi una conclusione appropriata.
REVISIONE
Rileggi con attenzione il tuo elaborato controllando questi elementi:
• l’ortografia ;
• la punteggiatura ;
• il lessico (evita le ripetizioni...);
• i tempi dei verbi;
• l’ordine logico e cronologico delle informazioni;
• la completezza delle informazioni (se necessario, aggiungi le parti mancanti).
Pianificazione
1. Raccogliere le idee
Ecco alcuni consigli per compiere il primo passo della pianificazione!
• Leggi con attenzione il titolo del testo perché ti indica quale argomento devi trattare e come lo devi affrontare.
• Inizia a raccogliere le idee e annota su un foglio tutto ciò che ti viene in mente senza preoccuparti della forma e dell’ordine logico in cui scrivi.
Titolo
Una domenica speciale
Domenica 27 settembre
Idea da sviluppare nel testo
Visita al Planetario di Ravenna
Raccolta delle idee
Il viaggio
La vista delle costellazioni
Il rientro
Il laboratorio: in gita sulla Luna
Emozioni, sensazioni
Dopo aver raccolto le idee, bisogna metterle nell’ordine in cui devono essere presentate. Si fa quindi una scaletta.
2. Creare la scaletta
• Riordina le idee procedendo nella stesura della scaletta in ordine logico e cronologico. Puoi aiutarti con le mappe che trovi in questo quaderno di scrittura. Per il testo proposto come esempio, “Una domenica speciale”, puoi tenere presente la mappa del racconto realistico a pag. 30.
Ecco una possibile scaletta per questo testo!
Una domenica speciale
– Domenica 27 settembre
– Io e gli zii siamo partiti per andare a Ravenna.
– Il viaggio in auto è stato molto divertente…
– Arrivati a Ravenna, abbiamo parcheggiato l’auto davanti al planetario.
– Il planetario è...
– Nella cupola erano proiettate le costellazioni…
– La guida spiegava…
– Nel laboratorio uno scienziato ci ha portato sulla Luna…
– Mi sono sentito…
– Prima di uscire dal planetario siamo entrati nel negozio… e la zia…
– Il rientro in auto è stato…
– La sera, raccontando la giornata ai miei genitori, ho pensato…
• Prova a scrivere una scaletta per un testo dal titolo “La festa di compleanno di Giovanni”.
Stesura
Partendo dalla scaletta, si può iniziare a scrivere il testo: la stesura.
• Utilizza la scaletta preparata per il testo “Una domenica speciale” e inizia a scrivere! Ricorda di seguire la struttura che segue ogni testo: inizio, svolgimento, conclusione.
INIZIO
Domenica 27 settembre, io e gli zii siamo partiti per andare a Ravenna a visitare il
SVOLGIMENTO
Il viaggio in auto è stato molto divertente. La zia e lo zio si prendevano in giro su
Arrivati a Ravenna, abbiamo parcheggiato l’auto davanti al planetario.
Il planetario è una struttura in cui
Nella cupola erano proiettate le costellazioni
La guida spiegava che è possibile vederle
Nel laboratorio uno scienziato ci ha portato sulla Luna attraverso uno schermo gigante.
Avevamo indossato tutti gli occhiali per vedere in 3D
Mi sono sentito come un astronauta
Prima di uscire dal planetario siamo entrati nel negozio
e la zia mi ha comprato
Il rientro in auto è stato
CONCLUSIONE
La sera, raccontando la giornata ai miei genitori, ho pensato che sono molto
Quando si revisiona il contenuto di un testo occorre controllare che:
• non ci siano frasi che non c’entrano con il tema trattato;
• venga rispettata la struttura inizio, svolgimento, conclusione;
• la conclusione sia coerente.
Revisione del contenuto
• Leggi il testo: alcune frasi non sono collegate bene fra loro. Sottolinea gli errori (sono quattro) e scrivi sui puntini i collegamenti corretti. Infine cancella la frase che non c’entra con l’argomento trattato.
In cucina
Ieri ho trascorso tutto il pomeriggio con Anna, per la mamma era andata dal dentista con mio fratello Lorenzo. Anna sa che amo cucinare, eppure aveva preparato tutti gli ingredienti per fare le crêpes.
Al parco tagliavano l’erba e potavano gli alberi vicino alla pista di pattinaggio. Abbiamo cominciato a pesare gli ingredienti e fra mescolarli. Anna ha passato un pezzetto di burro sulla padella per ha messo sul fornello acceso.
• Leggi il testo: la conclusione non è coerente con lo svolgimento. Spiega perché.
Gianni è in gran fermento! Oggi Chiara ha comprato le decorazioni per Halloween.
– Fai attenzione, alcune sono di carta velina! – dice Chiara. Gianni ammira i fantasmini, le ragnatele filanti, la catena dei ragni che hanno le lucine rosse al posto degli occhi… Distribuisce le ragnatele filanti sulle porte e mette le zucche sui davanzali delle finestre, mentre Chiara si occupa dei ragni alla porta d’ingresso e poi accende le lucine. Gianni e Chiara si abbracciano e Gianni esclama: – Dobbiamo decorare la casa per festeggiare Halloween!
• La conclusione non è coerente con lo svolgimento. Perché?
Per completare la revisione di un testo occorre controllare anche la forma: l’ortografia • le voci verbali • la punteggiatura • le ripetizioni.
Revisione della forma
• Leggi il racconto. Sottolinea in blu gli errori di ortografia (quattro errori) e in rosso gli errori nella coniugazione delle voci verbali (quattro errori).
Il lupo e l’airone
Un lupo aveva inghiotito un osso che gli era rimasto in gola. Disperato, prese a vagare in cerca di qualcuno che lo liberasse dal male.
Incontrò un airone e lo pregava di estrarglielo dietro ricompensa.
Lingenuo airone introdussi il lungo becco e il capo nella gola del lupo, lo libero dall’osso e chiedeva il compenso secondo il patto.
Il lupo allora gli rispose: – Non ti basta di aver ritirato la testa sana e salva dalla mia bocca? Chiese anche una riconpensa? Fate attenzione ad aiutare i malvagi: la più grande ricompensa che potete ricevere è non essere danneggiati da loro.
• Ora riscrivi le parole che hai sottolineato correggendole.
Ortografia:
Voci verbali:
• In questo breve testo la parola “gatto” è stata usata troppe volte. Con quale altro termine puoi sostituirla? Scegli quella più adatta fra le seguenti e scrivi il numero corrispondente dove indicato: quadrupede (1) felino (2) animale (3).
Snoopy è un gatto appena nato. Il piccolo gatto ha il pelo corto e morbido.
Il gatto è tigrato con mille sfumature di marrone. Il gatto è così
piccolo che ancora traballa sulle zampine.
un testo NARRATIVO SCRIVERE
Il testo narrativo racconta una storia con vicende vere o possibili, avventurose, fantastiche, umoristiche…
Coinvolgere, divertire, commuovere, far riflettere, emozionare... SCOPO
NARRAZIONE
• In prima persona . • In terza persona .
STRUTTURA
Inizio
Nella situazione iniziale, o inizio, si presentano di solito i personaggi, il tempo e il luogo
della storia narrata (Chi? Quando? Dove?).
ELEMENTI ESSENZIALI
Chi?
In ogni storia agiscono:
• un/una protagonista che ha il ruolo principale;
Svolgimento È lo sviluppo dei fatti.
Conclusione È la situazione finale della storia, in cui un fatto chiude la vicenda in modo lieto, curioso, inaspettato…
• altri personaggi, chiamati “secondari”, che possono essere realistici oppure immaginari.
Quando?
Le vicende si svolgono in un tempo precisato o imprecisato.
Dove?
I luoghi possono essere reali o fantastici .
Che cosa?
La storia narra fatti, reali o inventati, che costituiscono la trama del racconto.
La narrazione di un testo narrativo può essere fatta da:
• un personaggio interno alla storia: il testo è scritto in prima persona;
• un personaggio esterno alla storia: il testo è scritto in terza persona.
Scatolina con sorpresa
Larry aveva chiuso in una scatola di fiammiferi uno scorpione femmina con i suoi piccoli, quando inavvertitamente aprì la scatolina…
Larry sentì un prurito sulla mano, abbassò gli occhi, e da quel momento le cose precipitarono.
Lui ruggì di terrore, al che Leslie, il fratello, si lasciò scappare un piatto dalle mani e il cane uscì da sotto il tavolo abbaiando come un forsennato. Con uno scatto della mano Larry fece volare lo scorpione sulla tovaglia. La bestiola, furiosa per il trattamento, si diresse veloce verso Leslie, che balzò in piedi, rovesciò la sedia e sventolò disperatamente il tovagliolo, facendo rotolare la bestiaccia verso la mamma, che immediatamente gettò un urlo che qualunque locomotiva sarebbe stata orgogliosa di imitare.
– Attenti! Attenti! Vengono qua! – strillava Leslie.
– Ci vuole un libro – urlava Larry. – Non spaventarti, colpiscili!
– Attento… ce n’è un altro! Presto… presto! – gridò la mamma.
Finalmente tutti si spostarono in salotto: Larry allora passò una mezz’ora a radunare i piccoli dello scorpione usando un cucchiaino da tè. Poi li riportò fuori, sul muro del giardino dove li aveva trovati.
Gerald Durrell, La mia famiglia e altri animali , Adelphi
• Il racconto è scritto da un personaggio che narra: in prima persona. in terza persona.
• Sul quaderno riscrivi le frasi evidenziate modificandole in prima persona. Inizia così: Lo avevo chiuso in una scatola…
• Scrivi tu un breve finale, diverso da quello dell’autore.
Finalmente tutti si spostarono in salotto:
Gli elementi essenziali di un testo narrativo sono:
• chi?: protagonista e personaggi secondari;
• quando?: il tempo definito o indefinito della storia;
• dove?: i luoghi in cui si svolge la storia.
La sua struttura comprende inizio, svolgimento e conclusione
Un animale pauroso
C’era, in un tempo non molto lontano, un coccodrillo che aveva paura di nuotare oltre la palude nella quale viveva. Ci provava e riprovava, ma lo terrorizzava il torrentello che era al limitare della palude. Era un vero peccato, perché poco distante c’era un laghetto dove avrebbe potuto trovare facilmente cibo fresco e ombra per il riposo.
Un giorno un amico coccodrillo, che se ne stava proprio in quel laghetto, finì impigliato con la coda nelle canne. Il poverino si dimenava, ma non riusciva a liberarsi.
D’un tratto si sentì giungere un ippopotamo: il suo morso può essere assai pericoloso per un coccodrillo!
Sentendolo arrivare, il nostro coccodrillo, senza pensarci un attimo, uscì dalla palude, attraversò il torrentello e in un battibaleno fu al laghetto. Qui riuscì a liberare l’amico, proprio appena prima che giungesse l’ippopotamo. Il coccodrillo era molto fiero di sé: non solo aveva salvato un amico che non finiva più di ringraziarlo, ma era riuscito anche a vincere le sue paure!
Laura StanoMorale
• Chi è il protagonista?
• Chi è l’altro personaggio?
• In quale luogo si svolge la vicenda?
• Il tempo è definito o indefinito?
• Il testo è stato suddiviso in inizio, svolgimento e conclusione. Colora i riquadri nei rispettivi colori, poi scrivi la morale sui puntini.
• Infine, per ognuna delle tre parti, scrivi una breve frase. Poi rileggi: hai ottenuto il riassunto della favola.
I fatti narrati possono susseguirsi con un ordine logico o cronologico. Possono però essere presentati anche fatti già avvenuti (flashback) o fatti che avverranno in futuro (anticipazioni).
Un bauletto speciale
Mino non andò in spiaggia perché aveva notato che sul soffitto si apriva una botola. Quindi prese la scala, alzò la botola e penetrò in soffitta. La soffitta, vero regno della polvere e delle ragnatele, era ingombra di oggetti accatastati alla rinfusa.
All’inizio Mino fu preso dallo scoraggiamento perché sembrava che in quel luogo non vi fossero che inutili rottami. Poi, però, il suo sguardo si posò su un bauletto di legno rinforzato da bordi e angoli metallici.
“Un tesoro!” pensò Mino a vedere quel cofano.
Guardando il bauletto gli venne in mente quella volta che… (inserisci tu un flashback )
Ritornò al presente: liberò il bauletto da un vecchio lavabo e da un secchio di latta sfondato, che vi erano stati gettati sopra, e lo trascinò in uno spazio sgombro. Qui, tremante per l’emozione, lo aprì.
Renato Giovannoli, Il mistero dell’Isola del Drago, Piemme
• Questo racconto:
segue un ordine logico e cronologico. presenta anticipazioni o flashback.
• Scrivi tu il finale.
Una giornata speciale
• Leggi il titolo, lasciati guidare dalle domande e narra in prima persona. Aiutati anche con le immagini scegliendo quella che ti ispira di più. Puoi inventare un racconto realistico oppure fantastico.
INIZIO
• Chi?
• Quando? Un pomeriggio dopo la scuola / Una domenica mattina
• Dove?
SVOLGIMENTO
• Che cosa decidete di fare? Decidiamo di
• Che cosa succede?
• Perché?
• Chi interviene?
• Che cosa hai provato?
CONCLUSIONE
• Come si conclude la vicenda?
un racconto FANTASTICO SCRIVERE
Il racconto fantastico narra storie fantastiche, straordinarie, impossibili.
SCOPO
Coinvolgere, affascinare, emozionare…
NARRAZIONE
• In prima persona . • In terza persona .
STRUTTURA
Inizio
Presentazione della situazione da cui parte la storia (Chi? Quando? Dove?).
Svolgimento Sviluppo dei fatti.
Conclusione
Si conclude la vicenda.
ELEMENTI ESSENZIALI
Chi?
Persone, animali e cose reali che agiscono in modo insolito (piante che parlano, gatti che volano…) e/o personaggi fantastici (folletti, gnomi…).
Quando?
I fatti si svolgono in un tempo imprecisato (tanto tempo fa, una volta…).
Dove?
La vicenda si svolge in luoghi realistici o fantastici .
Nel racconto fantastico il/la protagonista può essere un personaggio di fantasia, con caratteristiche che non esistono nella realtà.
Amelia
Amelia era buona, gentile e intelligente ma, purtroppo, la sua voce era identica a quella di un drago! La sua voce era talmente insopportabile che tutti al castello avevano preso l’abitudine di turarsi le orecchie con batuffoli di ovatta. Un giorno, mentre passeggiava nel giardino, Amelia incontrò un giovane principe. Egli, nel vederla, se ne innamorò perdutamente e le chiese subito di sposarlo. Amelia tutta felice rispose di sì. Ma quando il suo vocione rimbombò, fu come udire il fragore di un tuono e il giovane, in preda al terrore, fuggì. Allora Amelia, disperata, decise di andarsene lontano, dove nessuno avrebbe potuto udire la sua voce. Trovò riparo in una grotta, e qui si addormentò. Nel cuore della notte fu svegliata da uno spaventoso rumore. Amelia, che era coraggiosa, si alzò e corse in direzione del suono. Giunse in una grande sala, dove sei draghi facevano festa. Quando i dragoni si accorsero di lei, furono così stupiti che smisero di ridere e di urlare.
Amelia esclamò: – Salute a voi, messeri dragoni!
Ma urlò così forte che il lampadario tremò, si staccò dal soffitto e piombò sulla tavola imbandita.
I draghi presero a ridere a più non posso, rotolandosi sul pavimento. Anche Amelia rise come non aveva mai fatto in tutta la sua vita. Rise così forte e per tanto tempo che, infine, il suo vocione si consumò trasformandosi in un’aggraziata voce da fanciulla.
Antonella Ossorio, Storie di streghe, lupi e dragolupi , Einaudi Ragazzi
• Sottolinea la caratteristica della protagonista che non può esistere nella realtà.
• Amelia è una ragazza buona, gentile e intelligente ma con la voce da drago. Aggiungi altre caratteristiche insolite e descrivi Amelia.
Nel racconto fantastico il/la protagonista può essere una persona, un animale o una cosa reale che agisce in modo insolito o fa cose impossibili.
Un gioco speciale
Il Pupazzo a Molla era un tipo molto simpatico e piaceva a tutti gli altri giocattoli. La sua scatola era a strisce rosse e gialle e quando il coperchio veniva sollevato lui saltava su di scatto; era vestito di rosso e di giallo e sorrideva sempre. Un giorno qualcosa non andò per il verso giusto. Il coperchio della scatola non volle aprirsi, perciò il Pupazzo non poté saltare su. Era annoiato e inquieto, chiuso tutto il giorno al buio. Di notte piangeva e il suo pianto teneva svegli gli altri giocattoli.
– Dobbiamo riaprire il coperchio, in modo che possa saltare fuori – dissero i giocattoli.
– Ci penso io ad aprirlo – esclamò il martello. – Darò al coperchio un colpo tale da farlo spalancare.
Il martello diede una gran botta sulla scatola, ma il coperchio rimase chiuso.
– Io m’infilerò sotto il coperchio e lo forzerò – annunciò il cacciavite. Il coperchiò si incrinò, ma non si sollevò.
– Io ho un piano migliore – disse il leone. – Ruggirò e farò finta di volerlo mangiare. Si prenderà un tale spavento che sfonderà la scatola, pur di venirne fuori e darsela a gambe.
Il leone ruggì così ferocemente che tutti i giocattoli si spaventarono, ma il Pupazzo a Molla non saltò fuori.
Laura Cecil, Le più belle storie di giocattoli , Mondadori
• Sottolinea le azioni che gli oggetti della storia NON possono compiere nella realtà.
• Ora “rendi vivo” un altro giocattolo e immagina in che modo riuscirà a liberare il Pupazzo a Molla dalla scatola.
Lo scopo del racconto fantastico è quello di coinvolgere, affascinare…
Tutta colpa del disordine!
Un bimbo disordinato non metteva mai a posto i suoi libri, così quelli di scuola, quelli di favole e i giornaletti rimanevano sparsi sul tavolo. Una notte un principe uscì da un libro di favole e, quando volle rientrarvi, sbagliò libro. Vide un recinto di cavalli e pensò di prenderne uno. Ma si sentì apostrofare da un omino: – Altolà! Quei cavalli non si toccano, perché sono i cavalli di un problema! Sapendo l’area del recinto, bisogna calcolare quanti metri quadrati ha a disposizione ogni cavallo. Il principe continuò a girovagare finché, stanco, arrivò davanti a una vasca da bagno dove due rubinetti gettavano acqua calda e fredda. Un bagno lo avrebbe ristorato… ma lo stesso omino lo fermò: – Che cosa crede di fare? Questa è la vasca di un problema: due rubinetti versano acqua e il buco è aperto. Bisogna calcolare in quanto tempo si riempirà la vasca.
Il principe, di malumore, si spenzolò fuori e capitò in un giornaletto.
– To’, e questo da dove arriva? – fu l’accoglienza di un brutto ceffo.
Il principe fuggì proprio mentre la pagina veniva scossa da un frastuono di bang, sbeng, crack, gulp Terrorizzato, scivolò fuori dal giornaletto. Ormai era l’alba quando riuscì a ritrovare il suo libro, così vi si infilò dentro.
– Ne avrò di cose da raccontare a Biancaneve! – pensò prima di addormentarsi.
Linda De Angelis, Una storia lunga una settimana , Le Stelle
• Che cosa sarebbe successo di magico e straordinario se il principe fosse entrato in un libro di esperimenti scientifici? Immagina e scrivi.
Una trasformazione sorprendente
• Leggi il titolo, lasciati guidare dalle domande e narra in prima persona. Aiutati anche con le immagini scegliendo quella che ti ispira di più.
INIZIO
• Chi? Una signora
• Quando? Una mattina mentre ero
• Dove?
SVOLGIMENTO
• Che cosa fa di speciale la signora? prende in mano
• Che cosa succede di straordinario?
• Come reagisco?
CONCLUSIONE
• Come si conclude la vicenda?
un racconto REALISTICO SCRIVERE
Il racconto realistico narra storie vere o verosimili, cioè che possono accadere.
SCOPO
Coinvolgere, commuovere, divertire…
NARRAZIONE
• In prima persona . • In terza persona .
STRUTTURA
Inizio
Presentazione della situazione da cui parte la storia (Chi? Quando? Dove?).
Svolgimento
Sviluppo dei fatti.
Conclusione
Si conclude la vicenda.
ELEMENTI ESSENZIALI
Chi?
Nella storia, oltre al protagonista , agiscono persone, animali e cose reali .
Quando?
I fatti si svolgono in un tempo definito, secondo un ordine logico e cronologico.
Dove?
I luoghi sono quelli della realtà nei suoi diversi aspetti.
L’inizio del racconto ci fornisce gli elementi per individuare il protagonista della storia (chi?), il luogo (dove?) e il tempo (quando?) in cui si svolgono i fatti.
Il regalo
Nunziatina venne a trovarci sull’isola alla fine dell’estate. Al suo arrivo la mia gioia invase ogni angolo della casa, anche il più polveroso ripostiglio. Il mare, l’aria, tutte le cose che incontravo sulla strada dividevano la mia felicità.
Ebbi allora l’idea di portare a Nunziatina un regalo che le facesse piacere e le desse un segno gentile da parte mia. Mentre camminavo lungo la spiaggia, scorsi, attaccato a uno scoglio presso la riva, un riccio di mare di un bellissimo colore viola. E, ricordandomi che lei gustava molto i ricci di mare, decisi di portarle quello.
Rapido mi tolsi le scarpe e andai a staccarlo dallo scoglio, aiutandomi con il mio temperino.
Poi lo avvolsi in un pezzo di giornale trovato sulla spiaggia e corsi subito a casa da lei, smanioso di farle avere il mio regalo.
Elsa Morante, L’isola di Arturo, Mondadori
• Riquadra l’inizio con il colore blu.
• Rispondi.
Chi è il protagonista del racconto?
Chi è l’autrice del racconto?
In quale luogo avvengono i fatti?
In quale periodo dell’anno è ambientato il racconto?
Il racconto è narrato in prima persona. terza persona.
• Riscrivi l’inizio del racconto modificando il luogo e il tempo in cui si svolgono i fatti. Nunziatina venne a trovarci in montagna pochi giorni
Nello svolgimento del racconto si narrano i fatti della storia. Per rendere la storia comprensibile, i fatti devono essere raccontati in modo chiaro, seguendo un ordine logico.
• In questo racconto puoi leggere l’inizio e la conclusione. Inventa tu lo svolgimento.
Genitori in vacanza
INIZIO
Ormai Maria Chiara è grande e quest’anno ha deciso che non seguirà i suoi genitori in vacanza al mare, ma rimarrà in città. Dopo mille raccomandazioni, la mamma le ricorda di lasciare sempre aperta la porta del bagno, dove c’è la lettiera: in questo modo la gattina Milù può fare i suoi “bisogni” senza sporcare in casa.
Suonano alla porta: è Lucia, la migliore amica di Maria Chiara. La ragazza esce di corsa, lasciando chiusa la porta del bagno…
SVOLGIMENTO
CONCLUSIONE
Maria Chiara ha passato l’intero pomeriggio a pulire la casa. Ora prima di uscire non dimenticherà mai più di controllare che la porta del bagno sia aperta!
La conclusione di un racconto può essere allegra, malinconica, giocosa, triste…
Primo giorno di scuola
Domani, primo giorno di scuola. A dire il vero, questa è la quarta volta che è il suo primo giorno di scuola.
Certo, la quarta volta di un primo giorno di scuola dovrebbe intimidire meno della terza, della seconda e della prima, ma questa volta c’è un problema nuovo. Perché Timmi durante l’estate ha cambiato casa. E la casa nuova è dall’altra parte della città, vicino a una scuola che diventerà, quindi, la sua nuova scuola.
Pazienza, anzi meglio non dover più vedere gli antipatici e le antipatiche. Ma le viene il magone pensando a tutti gli altri, alla maestra Violetta, a Linda, a Rosì…
A causa di questo cambiamento di scuola, Timmi ultimamente è un po’ inseguita da pensieri tristi.
L’anno scorso, quando un bambino diceva alla maestra Violetta di avere pensieri tristi, lei rispondeva: – Lascia che ti attraversino la mente, ma non permettere che vi facciano il nido, falli volare via liberi!
Domani mattina sarà molto peggio di tre anni fa in classe prima perché allora tutti i bambini, la vigilia, erano in ansia come lei. Invece domani, nella classe quarta dove dovrà entrare, gli altri si conoscono già tutti benissimo, mentre lei sarà “la nuova”.
Vivian Lamarque, La timida Timmi cambia scuola , Piemme
• Scrivi tu la conclusione del racconto.
VERIFICA
Il monopattino
• Leggi il titolo, lasciati guidare dalle domande e narra in prima persona. Aiutati anche con le immagini scegliendo quella che ti ispira di più.
INIZIO
• Chi?
• Quando? Un pomeriggio dopo la scuola
• Dove?
SVOLGIMENTO
• Che cosa decidete di fare? Decidiamo di con il monopattino.
• Che cosa succede?
• Perché?
• Chi interviene?
CONCLUSIONE
• Come si conclude la vicenda?
• Che cosa hai imparato?
un racconto AUTOBIOGRAFICO SCRIVERE
In racconto autobiografico narra fatti reali, esperienze vissute, ricordi, riflessioni ed emozioni di una persona.
SCOPO
Scrivere di sé coinvolgendo, commuovendo, incuriosendo, divertendo…
NARRAZIONE
In prima persona : il/la protagonista è l’autore/l’autrice del testo.
STRUTTURA
Inizio
Presentazione della situazione da cui parte la storia (Chi? Quando? Dove?).
ELEMENTI ESSENZIALI
Chi?
Il personaggio più importante, il protagonista-autore/ la protagonista-autrice narra di sé.
Nel racconto possono agire anche altre persone presenti nella vita del protagonista.
Svolgimento Sviluppo dei fatti.
Conclusione Si conclude la vicenda.
Quando?
I fatti si svolgono nel passato. Spesso sono indicate date precise. I fatti possono essere narrati anche usando il presente storico.
Dove?
Il racconto si svolge in luoghi reali, dove il protagonista vive o ha vissuto.
Il/La protagonista del racconto autobiografico è
colui/colei che racconta:
l’autore/l’autrice.
Lo scopo è scrivere di sé.
La struttura è la stessa del testo narrativo: inizio, svolgimento, conclusione.
Una serata speciale
Avevo sette anni quando andai per la prima volta al Teatro alla Scala di Milano. Quando mi sono affacciato al parapetto del loggione, che è la fila di posti più vicina al soffitto, ho visto dall’alto, piccolissimi e lontani, tanti musicisti e un uomo che, agitando il suo ditino, scatenava suoni meravigliosi.
Si trattava dei Notturni di Debussy, un musicista nato nella seconda metà dell’Ottocento, che sembra quasi dipingere luci e colori con la sua musica; in particolare mi colpì la musica del secondo notturno, con un suono di trombe che arrivava da lontano, come una magia. Arrivato a casa, subito ho chiesto chi era quel piccolo omino che stava sulla pedana rossa e sembrava onnipotente: era un grande direttore d’orchestra, Antonio Guarnieri.
Quella serata fu per me importantissima. Ero rimasto ammaliato dalla possibilità di suonare in tanti, insieme, e dall’importanza di quell’omino, che li dirigeva tutti come un filo conduttore.
Il giorno dopo iniziai anch’io a studiare pianoforte, per potere un giorno fare musica insieme agli altri e dirigere un’orchestra.
Claudio Abbado, La casa dei suoni , Babalibri
• Rispondi.
Chi è l’autore di questo racconto?
Chi è il protagonista?
Autore e narratore sono la stessa persona?
Sì. No.
Qual è lo scopo della narrazione di Claudio Abbado?
Parlare di sé.
Raccontare la vita di un amico.
Quali fatti racconta Claudio Abbado?
Fatti umoristici. La sua vita e i suoi sogni.
Claudio Abbado è stato un famoso direttore d’orchestra. Ha diretto alcune delle più prestigiose orchestre del mondo, tra cui quella del Teatro alla Scala di Milano.
• Immagina come può essersi sentito Claudio Abbado la prima volta che ha diretto un’orchestra. Scrivi sul quaderno.
E finalmente è arrivato il mio momento, il momento in cui stavo per dirigere per la prima volta un’orchestra…
Nel racconto autobiografico l’autore/autrice indica i luoghi precisi in cui sono avvenuti i fatti.
Margherita
Sono passati più di ottant’anni da quando sono nata a Firenze, in una casa poco lontana da Campo di Marte, che allora era un enorme prato che serviva da aeroporto per i piccoli aerei con le ali di tela pilotati dal mitico Magrini. Ottant’anni: sembra ieri e mille anni fa!
Sembra ieri perché mi ricordo di quella bambina che giocava con il cerchio nel grande prato; ma ottant’anni sembrano anche mille, se penso a com’è cambiato il mondo, la mia città, l’Italia, la scienza e in particolare l’astrofisica: quello che oggi si sa di stelle, galassie, Universo… praticamente tutto lo si è scoperto nel corso della mia vita.
Ero figlia unica e spesso sentivo la mancanza di altri bambini con cui giocare. Ma i miei giocavano con me.
Quando decidevano di uscire era un avvenimento. La mattina presto, si faceva colazione sull’erba al Viale dei Colli o in un giardino pubblico chiamato il Bobolino. Preparavano i thermos col caffelatte, il pane imburrato, la marmellata e il miele e si partiva da casa come per un’avventura, anche se la nostra meta era solo a quindici minuti di strada, naturalmente a piedi, dalla vecchia casa di via Ximenes, vicino al Poggio Imperiale.
Margherita Hack è stata un’astrofisica italiana. Ha compiuto importanti scoperte scientifiche e ha diretto per molti anni l’Osservatorio Astronomico di Trieste.
Simona Cerrato - Margherita Hack, L’universo di Margherita , Editoriale Scienza
• Evidenzia nel testo i luoghi di cui si parla.
• Scrivi un breve testo autobiografico descrivendo il tuo posto preferito per una passeggiata.
Nel racconto autobiografico l’autore/autrice spesso indica le date e gli orari precisi in cui sono avvenuti i fatti.
Malala
Io sono Malala e questa è la mia storia.
Quando nacqui, la gente del mio villaggio commiserò mia madre e nessuno si congratulò con mio padre. Ero venuta al mondo all’alba, nel momento in cui l’ultima stella sfarfalla ancora una volta per poi spegnersi, cosa che noi pashtun siamo abituati a considerare di buon auspicio. Ma ero una bambina, venuta alla luce in un Paese in cui, quando nasce un maschio, tutti escono in strada e sparano in aria, mentre le femmine vengono nascoste dietro una tenda, perché si sa già che nella vita il loro ruolo sarà semplicemente quello di far da mangiare e mettere al mondo figli.
Il cugino di mio padre fu uno dei pochi a venire a trovarci. Aveva disegnato un grande albero genealogico della nostra famiglia. C’erano scritti solo i nomi dei maschi. Ma mio padre, Ziauddin, è diverso dalla maggioranza degli uomini pashtun. Lui prese il disegno dell’albero genealogico e vi tracciò una linea a forma di lecca-lecca che partiva dal suo nome. E nel cerchio scrisse il mio nome, Malala. Sbigottito, suo cugino scoppiò a ridere. Papà non lo guardò neppure e disse che subito dopo la mia nascita mi aveva guardata negli occhi e si era “innamorato” di me.
Chiese anche agli amici di gettare nella mia culla frutta secca, dolci e monetine, un’usanza che di solito vale solo per i neonati maschi. Malala Yousafzai, Io sono Malala, Garzanti
• Sottolinea nel testo le indicazioni relative al tempo in cui si svolgono i fatti.
CONSAPEVOLMENTE
• In Pakistan le donne non sono considerate al pari degli uomini e i loro diritti non vengono riconosciuti. Parlatene in classe, con la guida dell’insegnante.
Malala Yousafzai è una ragazza pachistana che si batte per affermare i diritti delle donne, che nel suo Paese non vengono riconosciuti.
LAVORO SULLE PAROLE
• I pashtun sono un popolo che abita in Afghanistan e in Pakistan.
SCRIVO
• Sul quaderno, descrivi brevemente il tuo risveglio e il tuo arrivo a scuola di questa mattina, usando alcuni degli indicatori temporali suggeriti: questa mattina alle ore • poi • successivamente • in seguito • infine • alle ore.
Un ricordo della Scuola dell’Infanzia
• Leggi il titolo, lasciati guidare dalle domande e narra in prima persona. Aiutati anche con le immagini scegliendo quella che ti ispira di più. Ricorda di raccontare solo fatti veri.
INIZIO
• Chi?
• Quando? Una mattina
• Dove?
SVOLGIMENTO
• Che cosa stavi facendo?
• Che cosa è successo?
• Perché?
• Chi è intervenuto?
• Che cosa hai provato?
CONCLUSIONE
• Come si conclude la vicenda?
un racconto D’AVVENTURA SCRIVERE
Il racconto d’avventura narra storie vere, possibili ma con ostacoli da superare o incontri pericolosi.
SCOPO
Coinvolgere, affascinare, avvincere, emozionare…
NARRAZIONE
• In prima persona . • In terza persona . • Ritmo veloce e incalzante.
STRUTTURA
Inizio
Presentazione della situazione da cui parte la storia (Chi? Quando? Dove?).
Svolgimento Sviluppo dei fatti.
Conclusione
Si conclude la vicenda.
ELEMENTI ESSENZIALI
Chi?
• Persone comuni ma intraprendenti .
• Eroi ed eroine che affrontano pericoli e ostacoli senza paura.
Quando?
I fatti si svolgono in un tempo presente o passato, sia definito sia indefinito.
Dove?
La vicenda si svolge in luoghi selvaggi, ostili, pieni di pericoli.
Nel racconto d’avventura il/la protagonista può essere una persona comune che affronta il pericolo con coraggio e intraprendenza.
Una gita al lago
Una domenica d’agosto i miei mi hanno portato in barca al Lago d’Orta, sull’isola di San Giulio. Quando siamo sbarcati sull’isola, loro si sono appisolati ai piedi di un albero. Io sono entrato in acqua, allontanandomi piano piano dalla riva. Volevo nuotare, ma nessuno mi aveva insegnato a farlo.
A un certo punto, ho gettato un urlo e sono sprofondato. Ho cominciato a sbracciarmi e ad agitare le gambe… ma come fanno i nuotatori? Più mi sbracciavo e mi muovevo e più andavo a fondo.
Allora ho cercato di calmarmi, i miei movimenti sono diventati più fluidi e ho cominciato a galleggiare… ma che fatica!
Poi ho visto un cane che nuotava verso di me. Quando è arrivato vicino, gli ho gettato le braccia al collo e mi sono lasciato trascinare da lui.
Dopo un po’, abbiamo raggiunto la riva; il cane ha scosso il pelo e se n’è andato. Mia madre e mio padre dormivano ancora e non si erano accorti di niente.
Angelo Petrosino, Quattro gatti per Valentina , Edizioni Piemme
• Rispondi.
Chi è il protagonista della storia?
Perché il bambino entra in acqua?
Secondo te, il bambino è consapevole del pericolo?
Come affronta il pericolo di annegare?
• Scrivi due aggettivi che caratterizzano questo bambino. 1 2
• A te è mai capitato di commettere un’imprudenza e correre così un pericolo?
Racconta sul quaderno.
Nel racconto d’avventura, i fatti avvengono in luoghi selvaggi, pieni di pericoli.
• Leggi il racconto ed evidenzia la descrizione del luogo in cui viene ritrovato un tesoro.
Alla scoperta di antichi tesori
Dopo aver saldamente ancorato la scala di corda a un grosso masso con chiodi di ferro, Marco si apprestò alla discesa sul piccolo ripiano roccioso che sporgeva sotto l’enorme lastrone inclinato.
– Sì – gridò eccitato, – c’è un buco che penetra nell’interno della montagna e sembra allargarsi a imbuto. Ora entro.
– Sta’ attento, Marco! – gli disse Matteo. – E accendi la torcia elettrica. I minuti cominciarono a trascorrere lenti.
– Ma che fa? – chiese il professor Zurini, che andava su e giù come un lupo in gabbia. – Perché non dice nulla?
– Vado a vedere! – decise Matteo. Prese una torcia elettrica, scese per l’improvvisata scaletta e si inoltrò attraverso il foro.
L’ingresso non era molto ampio, il terreno in discesa si inoltrava nelle viscere della montagna.
Percorsa una quindicina di metri, quel nero tunnel svoltò a destra. Solo dopo averlo superato, Matteo si trovò in un ambiente molto ampio, illuminato dalla torcia di Marco che, in ginocchio, contemplava affascinato il contenuto di alcune anfore. – Che fai? – gli chiese.
– Il tesoro… – balbettò Marco. – Guarda!
E, affondando le mani dentro uno dei recipienti, cominciò a tirare fuori grosse placche d’oro, tutte incise con una molteplicità di raggi che splendevano simili a fiamme sotto la luce della torcia.
Matteo si gettò in ginocchio… Quando si riscossero, corsero fuori a darne notizia agli altri.
Marino Cassini, Il tesoro del medico di Toledo, Mursia
• Immagina una barca che naviga in un mare piatto e senza vento e trasformalo in un luogo insidioso e pericoloso. Lavora sul quaderno.
Nel racconto d’avventura il ritmo della narrazione è veloce e incalzante, con fatti che si susseguono rapidamente.
• Leggi ed evidenzia in giallo le azioni che compiono i ragazzi e in azzurro quelle compiute dall’uragano. Segui gli esempi.
In campeggio
Ancora un lampo accecante sulla foresta, seguito da un tuono che sembrò schiantare gli alberi, esattamente sopra i tre ragazzi, che si abbracciarono stretti nel buio. Poi grosse gocce sparse colpirono le foglie.
– Di corsa alla tenda! – gridò Tom. I rami intorno sibilavano colpiti dal vento furioso, e lampi scoppiavano in continuazione, seguiti da boati tremendi.
Tom, Joe e Huch raggiunsero la tenda, fradici e impauriti. La tenda sbatteva furiosamente e il cielo rombava, impedendo di parlare. L’uragano crebbe, strappò la tela dai lacci e la trascinò via.
Tenendosi per mano, i tre ragazzi scapparono in cerca di un altro riparo, sotto una grande quercia in riva al fiume. Lampi continui creavano immagini di paesaggio senza ombre, alberi curvi, acque schiumanti, spruzzi, le confuse colline della riva di fronte tra le nuvole. Il rombo continuo dei tuoni feriva le orecchie.
L’uragano arrivò a tal culmine di rabbia che sembrò poter spazzare via l’isola, incenerirla e uccidere ogni creatura che vi abitava.
Poi la furia cessò. Le forze che l’avevano scatenata se ne andarono brontolando e sbuffando, e tornò la pace.
I tre tornarono al campo e scoprirono che l’albero sotto cui era la tenda era crollato, falciato da un fulmine. Lavorando con erba e cortecce tra le più asciutte, riuscirono dopo molti sforzi a riaccendere il fuoco e festeggiarono la loro salvezza.
Mark Twain, Le avventure di Tom Sawer, Einaudi
• Descrivi, con ritmo veloce e incalzante, la scena di una signora che porta a spasso un cane al guinzaglio e all’improvviso compare un gatto… Lavora sul quaderno.
VERIFICA
Meno male che è finita bene!
• Leggi il titolo, lasciati guidare dalle domande e narra in prima persona. Aiutati anche con le immagini scegliendo quella che ti ispira di più.
Fai in modo che l’avventura finisca bene!
INIZIO
• Chi?
• Quando? Un sera
• Dove?
Mentre eravamo SVOLGIMENTO
• Che cosa accade?
• Che cosa succede poi? Non c’era più nessuno
CONCLUSIONE
• Come si conclude la vicenda?
un racconto STORICO SCRIVERE
Il racconto storico narra storie vere o verosimili per far conoscere avvenimenti, usi e costumi di epoche lontane.
SCOPO
• Far conoscere usi e costumi di epoche lontane.
• Far conoscere episodi storici e/o momenti significativi di alcune epoche.
NARRAZIONE
• In prima persona .
• In terza persona .
STRUTTURA
Inizio
Presentazione della situazione da cui parte la storia (Chi? Quando? Dove?).
ELEMENTI ESSENZIALI
Chi?
Il/La protagonista e gli altri personaggi presentano le caratteristiche e i comportamenti delle persone che vivevano nel periodo storico scelto.
Svolgimento Sviluppo dei fatti.
Conclusione Si conclude la vicenda.
Quando?
In un preciso periodo storico.
Dove?
I luoghi sono quelli del periodo storico di cui si narra e che conosciamo grazie alle ricostruzioni degli studiosi.
Nel racconto storico l’azione si svolge sempre in un preciso periodo storico. Anche i luoghi sono indicati con precisione e sono relativi alla civiltà o alle vicende a cui fa riferimento il racconto.
Puzza o profumo?
L’odore era insopportabile. Myrim si sforzava di non farlo vedere, ma il suo viso tradiva il disgusto per quell’aria maleodorante.
– Lavorerai in questo settore – disse Assimbal, l’uomo che lo accompagnava, indicando i grossi barili disposti ordinatamente in lunghe file sotto il sole. Myrim avvertì una morsa improvvisa allo stomaco: come avrebbe potuto sopportare quella puzza per tutto il giorno? Sentì a un tratto una fortissima voglia di scappare, ma l’uomo gli mise una mano sul braccio e gli sorrise.
– Non ti preoccupare, tra poco non lo sentirai più. Sembra incredibile, lo so, ma il nostro naso sopporta tutto, persino questa terribile puzza!
Myrim si guardò attorno. Il posto brulicava di gente: uomini, soldati e schia vi, ma soprattutto ragazzi della sua età che si muovevano con disinvoltura tra le vasche di piombo e barili di legno.
– Qui mettiamo i molluschi a macerare con le pezze – spiegò ancora Assim bal, tirandosi la lunga barba perfettamente arricciata. – Da quei tini esco no le stoffe che vestiranno i sovrani di tutto il mondo. Ricorda, ragazzo, la porpora è un dono del dio. È l’oro di Tiro. Quindi, se vuoi essere un degno abitante di Tiro, non dire mai che la porpora puzza! La porpora non puzza! Anzi, ha un magnifico profumo: il profumo dell’oro, delle monete sonanti che il mondo ci offre in cambio di questo colore unico!
Nadia Vittori, Il profumo della porpora , Raffaello
• Segna con una X le affermazioni corrette.
I protagonisti di questa vicenda sono Fenici. In questo racconto sono narrati fatti impossibili, di pura fantasia.
La vicenda avviene a Tiro, un luogo reale.
La vicenda avviene in un passato imprecisato.
La vicenda potrebbe essere accaduta realmente.
• Con l’aiuto del sussidiario delle discipline, immagina e disegna Myrim e Assimbal. Lavora sul quaderno.
Nel racconto storico il/la protagonista può essere realmente esistito/a oppure può essere inventato/a. Anche in questo caso, però, presenta caratteristiche tipiche degli uomini e delle donne vissuti nel momento storico in cui è ambientato il racconto.
Amore a prima vista
Molti anni fa, in un grande palazzo sulle rive del Nilo, viveva Tuth, un giovane faraone che aveva combattuto molte guerre. Stanco di combattere, desiderava tanto avere una moglie e dei figli, ma non riusciva a innamorarsi di nessuna.
Tuth amava molto andare a pescare lungo le rive del Nilo. Spesso rimaneva fino a dopo il tramonto, aspettava che sorgesse la luna e si immergeva nel fiume lasciandosi avvolgere dal silenzio.
Una notte in cui la luna piena rischiarava la superficie del Nilo, Tuth prese a nuotare lentamente. Fatta qualche bracciata, un riflesso sull’acqua illuminò per qualche secondo un lembo di spiaggia dove, con suo grande stupore, il faraone vide seduta una ragazza bellissima.
Subito la raggiunse ed emerse dall’acqua. Per un attimo i loro occhi si incontrarono e bastò questo perché i due giovani si innamorassero perdutamente.
Luisa Mattia, Le più belle storie dell’Antico Egitto, Gribaudo
• Rispondi.
Il protagonista è Si tratta di un personaggio: realmente esistito. di fantasia, ma verosimile. Il racconto è scritto in: prima persona. terza persona. C’è un riferimento preciso al luogo in cui avviene la vicenda. Qual è?
• In base alle tue conoscenze storiche, prova a immaginare quale potrebbe essere l’aspetto del faraone Tuth. Disegnalo e scrivi una sua breve descrizione. Lavora sul quaderno.
Oltre ai personaggi, nel racconto storico sono descritti con precisione anche gli animali, gli oggetti, gli abiti, i cibi, le usanze… tipici del periodo in cui sono ambientati i fatti.
• Leggi il racconto e sottolinea gli elementi che ti fanno capire in che periodo storico sono ambientati i fatti. Segui l’esempio.
Gli ultimi mammut
Quando arrivò l’alba, la tribù era riunita vicino all’entrata della verna. C’erano tutti, anche i bambini più piccoli, avvolti nelle pelli I cacciatori più forti avevano preparato le lance perché quel gior no avrebbero sicuramente ucciso in gruppo una grossa preda.
– Ascoltate – esclamò Tar, uno dei cacciatori. Sul pendio sopra la caverna si sentiva un rumore di passi pesanti.
All’improvviso comparvero tre mammut: un maschio gigante sco, una femmina e un piccolo che si muoveva lentamente.
II maschio frugava tra i sassi con la proboscide, strappando ciuffi d’erba. La femmina sembrava nervosa: agitava le orec chie e sorvegliava il cucciolo, che trotterellava tra le rocce. Dopo un po’ i mammut andarono al torrente per bere.
– Se ne stanno andando. Che cosa dobbiamo fare? – domandò Tar a bassa voce.
– Ho cacciato tutti gli animali della montagna e della pianura –disse con voce sicura il più anziano dei cacciatori, – ma ora non voglio uccidere i mammut. Un tempo erano ben più numerosi, ma adesso sono rimasti davvero in pochi. Se uccidessimo anche que sti, non ne vedremmo mai più nella nostra valle.
– Gli uomini e i mammut sono nati insieme. Finché ci saranno gli uomini, ci saranno anche loro! Che vivano! – disse lo stregone bat tendo a terra il suo bastone.
In quel momento si udì un barrito lontano, come di approvazione.
Agostino Santolin, Gli ultimi giganti , Tredieci
• Che cosa può succedere ora? Immagina e scrivi come può continuare il racconto. Lavora sul quaderno.
Una giornata nell’antico Egitto
• Leggi il titolo, lasciati guidare dalle domande e narra in prima persona. Aiutati anche con le immagini scegliendo quella che ti ispira di più.
INIZIO
• Chi? Il faraone Tutankhamon
• Quando? Una mattina al sorgere del sole
• Dove?
SVOLGIMENTO
• Che cosa fa? (Documentati sulle attività quotidiane del faraoni.)
• A un tratto che cosa succede?
• Come reagisce il faraone?
CONCLUSIONE
• Come si conclude la vicenda?
un racconto del BRIVIDO SCRIVERE
Il racconto del brivido narra storie cariche di mistero, spaventose, che incutono paura.
SCOPO
Spaventare, creare suspense, lasciare con il fiato sospeso…
• In prima persona . • In terza persona . NARRAZIONE
STRUTTURA
Inizio
Presentazione della situazione da cui parte la storia (Chi? Quando? Dove?).
ELEMENTI ESSENZIALI
Chi?
Svolgimento
Sviluppo dei fatti.
Conclusione Si conclude la vicenda.
Nella storia agiscono persone comuni, ma anche personaggi fantastici : fantasmi, mummie, mostri, vampiri…
Quando?
I fatti si svolgono in un tempo presente o passato. Dove?
La vicenda è ambientata in luoghi da brivido: antichi castelli, case diroccate, cantine buie, cimiteri…
Jimmy si ritrovò nell’ingresso lungo e buio. Le porte sulle pareti laterali erano entrambe chiuse. A destra c’era la scala che portava al piano di sopra. Jimmy aveva lasciato la porta aperta alle sue spalle: la luce che proveniva da fuori gli permetteva così di vedere che l’ingresso, a parte l’attaccapanni, un tavolo e delle sedie, era vuoto.
Immobile, Jimmy ascoltava i battiti del proprio cuore.
Poi l’ingresso si oscurò, come se una gigantesca presenza ostruisse alle sue spalle la porta. Si girò di scatto, ma non c’era nessuno.
Respirò profondamente.
“Sarà passata una nuvola davanti al sole”, pensò. Ma a quel punto la porta cominciò a muoversi e, prima che Jimmy potesse fermarla, si chiuse sbattendo con violenza.
Fu in quel momento, mentre tentava disperatamente di girare la maniglia per uscire, che vide il fantasma. Si muoveva proprio come di solito si muovono i fantasmi. Era una sagoma alta, chiara, piuttosto indistinta. Fluttuava mogiamente giù per le scale in direzione di Jimmy, il quale urlò, spalancò la porta e si catapultò fuori.
Susan Hill, Storie di fantasmi , Einaudi Ragazzi
• Indica con una X le affermazioni corrette.
Jimmy è un personaggio: reale. fantastico. Il fantasma è un personaggio: reale. fantastico.
• Immagina che Jimmy abbia incontrato, invece del fantasma, un altro personaggio fantastico e scrivi una nuova conclusione della storia sul quaderno.
Il racconto del brivido può essere ambientato anche in un conosciuto che diventa misterioso di elementi che creano un’atmosfera di paura.
• Leggi il racconto e sottolinea le espressioni che trasmettono la sensazione di paura e di mistero
Pomeriggio di terrore
Quando era a casa con suo fratello Luca, evitavano di stare nella stessa stanza.
Un pomeriggio che Luca era sdraiato sul proprio letto e chiacchierava al telefono con gli amici, Cinzia andò in salotto, si sistemò sul divano, prese il telecomando e sintonizzò il televisore sul canale “Crimini & Misfatti”. Mamma e papà le proibivano di guardare quell’emit tente televisiva. Cinzia esitò un attimo, ma poi pensò che se non avesse acceso subito la TV, non lo avrebbe potuto fare per parecchi giorni ancora. E poi se avesse avuto paura, avrebbe sempre potuto spegnere tutto e fare altro.
Stava giusto per iniziare un nuovo programma. La musichetta della sigla era lenta e alternava toni acuti e toni bassi. Sullo schermo scorrevano gocce di sangue, che scendendo tracciavano strisce. Le prime gocce erano rade e lente, ma ben presto si trasformarono in una pioggia battente e poi in una cascata rossa. Cinzia arretrò verso lo schienale del divano, portò le ginocchia al petto, si appallottolò ancora più stretta, spingendo la schiena contro la spalliera e infilando le mani negli spazi tra i cuscini.
La sigla finì svanendo in una risata inquietante. Con una mano Cinzia si tirò la coper ta sopra alla testa, ma lasciò uno spiraglio
• Rispondi.
per continuare a vedere lo schermo. La prima immagine che apparve era del conduttore: magro, pallido e con profonde occhiaie.
Cinzia si infilò ancora di più tra il cuscino e lo schienale, lasciando scivolare le mani sempre più in fondo nell’imbottitura perché la faceva sentire al sicuro.
Poi sentì qualcosa che la risucchiava. Era come se qualcuno le stringesse le dita.
Provò a muoversi, ma la stretta attorno alle sue dita si irrigidì. Tirò, ma la presa le risalì fino al polso. Puntò i piedi, provò a tirare, ma una forza contraria e superiore alla propria la strattonò verso il basso. Strillò, ma in quello stesso momento dal televisore partì una musica assordante. Cinzia provò a urlare più forte…
Annalisa Strada, Mostri di casa , Nord-Sud Edizioni
In quale momento della giornata si svolge la vicenda?
Dove si svolge?
Come finisce la sigla del programma?
Quali sono le reazioni di Cinzia quando comincia ad avere paura?
Indica con una X quelle corrette.
Si stringe allo schienale del divano.
Spegne la TV.
Infila le mani tra i cuscini.
Abbraccia il suo pupazzo di peluche.
Si copre con una coperta.
• Scrivi la conclusione della storia. Immagina: di chi saranno le dita che stringono i polsi di Cinzia? Sarà una coincidenza che al suo strillo anche il volume della TV si alzi?
Suo fratello si accorgerà di lei e andrà a liberarla? O magari è proprio un suo scherzo?
VERIFICA
Paura nella notte
• Leggi il titolo, lasciati guidare dalle domande e narra in prima persona. Aiutati anche con le immagini scegliendo quella che ti ispira di più. Fai in modo che l’avventura finisca bene!
INIZIO
• Chi?
• Quando? Una notte
• Dove? Mentre erano
SVOLGIMENTO
• Che cosa succede? A un tratto sentono
• Che cosa vedono?
• Come reagiscono?
CONCLUSIONE
• Come si conclude la vicenda?
SCRIVERE un DIARIO, una LETTERA e una E-MAIL
Il diario è un testo in cui chi scrive racconta di sé per parlare con se stesso/a.
SCOPO
Esprimere stati d’animo, segreti, sogni…
NARRAZIONE
• In prima persona .
STRUTTURA
Indicazione della data e del luogo.
ELEMENTI ESSENZIALI
Chi?
L’autore/autrice è il/la protagonista.
Quando?
Tempo definito indicato dalla data.
Dove?
Luoghi reali .
Come?
Linguaggio informale, ricco di espressioni familiari...
La lettera e l’e-mail sono comunicazioni che una persona (mittente) invia a un’altra (destinatario).
SCOPO
Lettera/e-mail informale : comunicare esperienze, emozioni, stati d’animo…
Lettera/e-mail formale : domandare, richiedere, esprimere opinioni…
NARRAZIONE
• In prima persona .
STRUTTURA
• Località e data.
• Destinatario.
• Indicazione del mittente.
• Formula di apertura.
• Testo.
• Formula di commiato.
• Firma.
ELEMENTI ESSENZIALI
A chi?
Persone conosciute, amici, autorità …
Quando?
Tempo definito.
Il diario è scritto in un tempo definito dalla data e in un luogo preciso. Il linguaggio è informale.
Una bella sorpresa
Caro diarietto mio, oggi è stata una megastrasplendida giornata!!!
Venerdì 16 agosto
Me ne stavo sotto l’ombrellone ad annoiarmi quando…
EVVIVAAAAA!!! Sono arrivate Flavia e Paola a trovarmi!
La mamma di Flavia doveva svolgere delle commissioni qui a Lido di Savio e ha pensato di portare le figlie un pochino da me.
Quando le ho viste stavo quasi per morire dalla felicità!
Ma il bello non è finito qui. La loro mamma ha impiegato molto tempo a svolgere le commissioni e quindi noi siamo state insieme praticamente tutto il pomeriggio.
Abbiamo fatto un bagno lunghissimo; siamo andate in canoa; abbiamo passeggiato in riva al mare e sugli scogli… e abbiamo sempre chiacchierato scambiandoci segreti, impressioni, idee. Insomma: un noiosissimo pomeriggio si è trasformato in una giornata top!
Ora ti saluto perché i miei genitori mi stanno chiamando per andare a cena.
Ciao ciao mille baci tua
Laura
• Rispondi.
Come si chiama chi scrive questa pagina di diario?
In quale data scrive?
In quale luogo si trova?
• Evidenzia le parole tipiche di un linguaggio informale.
La struttura di una lettera è composta da luogo e data, destinatario, testo, saluto e firma.
La lettera può essere scritta in un linguaggio informale se è destinata ad amici e conoscenti; in un linguaggio formale se il destinatario è un’autorità o una persona con la quale non abbiamo confidenza.
A Lettera al nonno
Ciao carissimo nonno!
Comincio da un bel grazie. Mi è tornato in mente quel pomeriggio che noi due siamo andati a cercare funghi, ed è stato fantastico. Ecco per ché volevo dirti grazie, un grazie a tanti pezzetti.
Grazie numero 1 – Questo perché mi hai mostrato lo scoiattolo che si nascondeva in quel ceppo enorme.
Grazie numero 2 – Ricordi quei fiorellini bianchi piccolissimi che mi hai fatto vedere tra l’erba gialla? E così ho capito che il bosco era ancora vivo e non c’erano soltanto tutte quelle foglie gialle per terra.
Grazie numero 3 – E finalmente abbiamo trovato i funghi. Erano sotto le felci, dove uno non penserebbe che ci siano.
Ti mando dieci bacioni di fila per dirti che ti voglio bene.
Tua Silvia
Pier Orsetto, Autunno, Edizioni Paoline
BLettera al Dirigente Scolastico
Forlì, 20 gennaio Gentilissimo Signor Dirigente Scolastico, Le scriviamo per chiederLe l’autorizzazione a far entrare una mattina nella nostra classe il bisnonno della nostra compagna Giada. Quest’uomo è sopravvissuto all’esperienza in un campo di concentramento e verrebbe a raccontarci la sua storia.
In classe la maestra ci ha parlato a lungo dell’Olocausto e per noi sarebbe un’esperienza straordinaria poter parlare con lui.
In attesa di una Sua risposta, Le porgiamo cordiali saluti.
Gli alunni e le alunne di 4a A
• Rispondi.
Quale delle due lettere
è scritta con un linguaggio informale? A B
Quale invece con un linguaggio formale? A B
• Sul quaderno, scrivi una lettera con linguaggio informale a un tuo amico o a una tua amica.
E-mail è l’abbreviazione di electronic mail, cioè posta elettronica. Quindi l’e-mail è una lettera inviata tramite Internet. Come la lettera cartacea, l’e-mail può essere scritta per raccontare qualcosa di sé oppure per comunicazioni formali, di lavoro.
Domande importanti
a: direttore@rivistascientifica.it
da: scuolatempesta@cip.it mercoledì, 8 maggio
Gentile Direttore,
Le scriviamo per chiederLe gentilmente di aiutarci a capire qualcosa in più sugli ultimi studi riguardanti l’origine del mondo.
Ecco le nostre domande.
1 È ancora valida la teoria del Big Bang?
2 È vero che in Italia c’è un gruppo di studiosi che si occupa di questo argomento?
3 Ci sono nuove teorie sulla formazione dell’Universo?
La seguiamo sempre. Alcuni di noi comprano la rivista cartacea, altri la seguono online. Siamo certi che ci dedicherà un po’ del Suo tempo prezioso.
La ringraziamo anticipatamente.
Distinti saluti,
I bambini e le bambine di quarta B
• Rispondi.
Chi sono i mittenti di questa mail?
Chi è il destinatario?
Secondo te, il tono di questa e-mail è formale o informale?
• Immagina e scrivi una e-mail a un tuo amico o una tua amica che oggi non è venuto/a a scuola a causa di un’influenza.
Ora scrivo io…
• Scrivi una lettera al/alla Dirigente Scolastico/a per chiedere l’autorizzazione a partecipare a uno spettacolo teatrale. Usa un linguaggio formale.
Data
Destinatario:
Testo
Saluto
Firma
• Scrivi una e-mail a un amico/un’amica per raccontare una tua disavventura.
Da:
A: Data
Oggetto:
Testo
Saluto
Firma
• Scrivi una pagina di diario per raccontare un episodio delle tue vacanze. Usa un linguaggio informale. Lavora sul quaderno.
un testo DESCRITTIVO SCRIVERE
Il testo descrittivo descrive tutta la realtà nei suoi tanti aspetti: oggetti, ambienti, animali, persone.
SCOPO
Far “vedere” la realtà, esprimere meraviglia e stupore, informare, emozionarsi ed emozionare…
NARRAZIONE
• In prima persona (in modo soggettivo).
• In terza persona (in modo oggettivo).
STRUTTURA
Percorso descrittivo
Oggetti / Ambienti
• Dall’insieme ai particolari.
• Dai particolari alla visione d’insieme.
• Secondo una successione spaziale o temporale.
ELEMENTI ESSENZIALI
Animali e persone
• Aspetto generale, caratteristiche fisiche.
• Abitudini, comportamenti, relazioni con gli altri, interessi e passioni.
Da riconoscere attraverso la vista : linee, forme, colori, dimensioni, posizioni, movimenti…
Da riconoscere attraverso il tatto: superfici, sostanze, materiali, temperature…
Da riconoscere attraverso l’udito: rumori, suoni, voci, silenzio…
Da riconoscere attraverso l’olfatto: odori, profumi, fragranze, puzze...
Da riconoscere attraverso il gusto: sapori, acidità...
Per descrivere un ambiente si usano le parole dello spazio o dati di posizione: parole che indicano la posizione degli elementi osservati in base al percorso dello sguardo. Si usano dati visivi, aggettivi, similitudini…
• Leggi il racconto ed evidenzia in giallo le parole dello spazio. Sottolinea in rosso le similitudini e in blu gli aggettivi.
La casetta del campeggio
La casetta di legno si trovava in una radura alla fine del piccolo campeggio sugli Appennini.
Dietro la casetta si ergeva una parete rocciosa, mentre a sinistra, a una certa distanza, cominciava il bosco di castagni.
Davanti alla casa una bassa staccionata, fatta di tronchi, delimitava la proprietà. Spesso sui tronchi della staccionata saltellavano due scoiattolini che sicuramente avevano la loro tana sull’albero accanto alla finestra della cucina.
Ogni anno, la prima domenica di primavera, arrivava Aldo, il proprietario. Parcheggiava il furgoncino alla destra della casetta e scaricava tanti fiori: gerani rossi come il fuoco, altri bianchi come la neve e fiorellini blu che metteva nelle fioriere sotto alle finestre.
Per ultimo scaricava due vecchie sedie a dondolo di vimini con cuscini a quadrettoni bianchi e rossi che posizionava sotto il portico della casetta. Tutti i sabati e le domeniche, fino a metà ottobre, alle due del pomeriggio, potevi vedere Aldo e sua moglie dondolarsi sulle sedie con un libro in mano. Per loro, che abitavano nel centro di una grande città, quello era come un angolo di paradiso.
• Ora aggiungi tu delle similitudini alla descrizione.
Una parete rocciosa come
Fiorellini blu come
Due vecchie sedie a dondolo di vimini come
• Secondo te, perché per Aldo e sua moglie quello era come un angolo di paradiso?
In una descrizione si utilizzano i dati sensoriali, cioè quelli trasmessi dai cinque sensi: vista, tatto, udito, olfatto e gusto.
• Leggi il testo. L’autore ha descritto il bosco in autunno con i dati sensoriali, usando quattro sensi: la vista, il tatto, l’udito e l’olfatto. Sottolineali con i colori indicati.
In autunno
Eravamo a metà autunno e il bosco aveva un aspetto magnifico.
Certe zone erano ancora di un lucente verde dorato, e nel pallido sole mattutino i grandi alberi variavano dall’oro al bruno fulvo al rosso scarlatto, con ciuffi di foschia aleggianti come code d’aquilone tra i rami. L’aria era fredda e umida.
Piccoli ruscelli luccicavano e sussurravano furtivi tra le alte sponde di terra nera.
Camminavamo circondati dall’intenso e penetrante aroma dei funghi…
Gerald Durrell, Il naturalista a quattro zampe, Adelphi
• Trasforma la descrizione del bosco dall’autunno alla primavera. Completa.
In primavera
Eravamo a metà e il bosco aveva un aspetto magnifico. Certe zone erano di un lucente verde e nel
sole mattutino i grandi alberi variavano come
L’aria era
Piccoli ruscelli tra le alte sponde di terra
Camminavamo circondati dall’intenso e penetrante aroma
Nello scrivere una descrizione si può seguire un ordine cronologico, descrivendo come cambia la stessa realtà in momenti successivi.
La città
Il cielo, poco fa rosso per gli ultimi bagliori del sole, diventa turchino. I colori si confondono in un’ombra sempre più cupa; i muri delle case, prima gialli, rosati, bianchi, diventano a poco a poco tutti grigi.
A un tratto una finestra si illumina di scatto; poi un’altra, un’altra ancora. Ecco si accendono le luci delle strade e sembra che, all’apparire del loro giallo chiarore, il cielo diventi più scuro.
In poco tempo la città è un fulgore di luci: le vetrine dei negozi ne riversano a fasci sul selciato del marciapiede; le insegne pubblicitarie rosse, azzurre, verdi si accendono e si spengono, tremolano, si muovono, sembrano correre da un lato all’altro dei palazzi…
In meno di un’ora la città ha cambiato aspetto.
Gabriele De Rosa, Il cammino della civiltà , Editrice La Scuola
• Attraverso i colori (dati visivi) l’autore descrive la città. Leggi con attenzione, quindi completa la tabella: come si trasformano i colori? PRIMA DOPO
Il cielo Il cielo
I muri delle case, I muri delle case,
• Sottolinea tutti i colori che trovi nella descrizione, poi scrivili e completa con una similitudine. Segui l’esempio e continua sul quaderno. Rosso come una fiamma ardente.
Turchino come…
Per descrivere un animale si usa questo schema:
• aspetto generale: razza, altezza, corporatura…;
• caratteristiche fisiche: occhi, orecchie, pelo, coda…;
• abitudini e comportamento: dove vive, come vive, come si nutre, come cura i suoi piccoli, come si comporta con i suoi simili, come agisce nelle diverse situazioni…;
• carattere: docile, tranquillo, vivace…
• Completa lo schema.
ASPETTO GENERALE
CARATTERISTICHE FISICHE
ABITUDINI E COMPORTAMENTO
CARATTERE
Il coniglio nano
La differenza più significativa del coniglietto nano rispetto ai conigli comuni è la sua piccola taglia: può misurare circa 25 cm.
Ha una testa piccola e rotonda, un collo spesso e zampe corte e sottili.
Le orecchie sono dritte e strette, corte rispetto al corpo. I suoi occhi grandi, e il suo naso piatto gli conferiscono un aspetto vivace e amichevole. Il suo pelo morbido, setoso e fitto può essere di vari colori e di varie lunghezze.
È un animale docile, facile da accudire e abbastanza pulito.
Il coniglio nano è un animale delicato che per crescere bene ha bisogno di un ambiente tranquillo. È intelligente e può imparare a seguire il suo padrone.
È un animale erbivoro, ma occorre fornirgli mangime granulato e fieno specifici. Occorre anche integrare questa dieta con verdure e frutta senza nocciolo. Il suo carattere affettuoso e amichevole lo rende un animale domestico ideale!
dal web
Nella descrizione oggettiva l’autore/autrice descrive ciò che vede nella realtà, mentre in quella soggettiva scrive anche considerazioni personali, emozioni…
Il “gatto bassotto”
Il munchkin è un micio di taglia piccola-media caratterizzato da zampe talmente corte da essere chiamato “gatto bassotto”.
Il munchkin compensa la lunghezza degli arti, che non gli consentono di compiere i salti acrobatici tipici dei gatti, con una vivacità sopra la norma. È molto attivo e velocissimo. A dispetto delle zampette è agilissimo e, come le gazze, adora sgraffignare gli oggetti scintillanti e luminosi per portarli in nascondigli segreti. I munchkin amano le coccole, ma soprattutto la vita di società. Vanno d’accordo con persone e animali, spesso preferendo l’amicizia con un cane rispetto alla compagnia di un loro simile. Sono molto pazienti ed equilibrati, caratteristiche che ne fanno il perfetto compagno di giochi per i bambini.
Oltre all’ottimo carattere, anche l’aspetto buffo fa breccia nel cuore di tutti. Per esempio, il munchkin ha l’abitudine di sedersi sulle zampe posteriori, come un coniglio, quando vuole osservare meglio qualcosa che ha catturato la sua attenzione. La loro pelliccia può essere di ogni colore e fantasia, a pelo corto oppure lungo.
Dunia Rahwan in focusjunior.it
• Questa è una descrizione: oggettiva. soggettiva.
• Immagina di avere come amico questo gatto bassotto. Fai una descrizione soggettiva e aggiungi considerazioni personali ed emozioni.
Nella descrizione si possono usare i dati di movimento per descrivere le azioni compiute da animali o persone.
• Leggi la descrizione e sottolinea tutti i dati di movimento.
La cinciarella
All’improvviso avvistai un uccellino. Lo sentii cinguettare in cima a un eucalipto. Era così piccolo che faticavo a individuarlo tra le foglie. Le sue piume erano grigie con sfumature azzurre, il suo becco nero. La sua voce era straordinariamente acuta in rapporto al suo esile corpo. Si alzò in aria, gioioso, posandosi su un altro ramo. Continuava a spo starsi velocemente da un ramo all’altro, poi si fermava e guardava sem pre verso di me. Ogni volta che i nostri sguardi si incrociavano, l’uccel lino spiccava il volo, fermandosi di colpo pochi metri più in là. Era come se mi invitasse a giocare con lui. Non riuscii a resistere a quel richiamo e mi arrampicai sull’albero. Or mai avevo raggiunto l’uccellino. Provai ad allungare la mano per acca rezzare le sue morbide e lucenti piume, ma l’uccellino non si fidò e spic cò il volo andando a posarsi sul ramo dell’albero di fronte, poi si voltò verso di me muovendo rapidamente la testolina da destra a sinistra, poi dall’alto verso il basso. Se ne stava lì e mi guardava, incuriosito.
Marcello Foa - Manuel Antonio Bragonzi, Il bambino invisibile, Piemme
• Osserva un uccellino oppure scegli un altro animale a tuo piacere. Dopo una brevissima descrizione delle sue caratteristiche fisiche, descrivi i suoi movimenti. Animale
CARATTERISTICHE FISICHE
DATI DI MOVIMENTO (zampetta, saltella, vola…)
Per descrivere una persona si usa questo schema:
• aspetto generale: statura, corporatura…;
• caratteristiche fisiche: occhi, orecchie, capelli…;
• abitudini: hobby, cibi preferiti, sport, letture, svaghi…;
• carattere: vivace, tranquillo, socievole…
• Leggi la descrizione e sottolinea con i colori indicati: aspetto generale caratteristiche fisiche, abitudini, carattere. Riquadra la similitudine.
Sara
Sara è bella. Ha quindici anni. I capelli di un nero perfetto, folti e brillanti come fili di seta. Sotto la pelle un po’ scura traspaiono le ombre rosa acceso della salute e dell’infanzia.
È sempre serena, impegnata a risolvere eventuali problemi.
È bravissima a scuola. Ha una grande passione per la pittura.
Quando arriva a casa va direttamente in camera, dove si cambia d’abito. Ne viene fuori con uno dei vestiti portati da Beirut, con delle collane, dei foulard. Si attorciglia i capelli. Così si sente a suo agio. Non lo fa per pavoneggiarsi o esibirsi.
Una volta vestita come piace a lei, legge, chiacchiera. Fa i compiti di tutti quanti, dalla matematica al russo. Soprattutto dipinge. Sara è molto giudiziosa.
Marie Cardinal, La chiave nella porta , Bompiani
• Segui lo schema e descrivi una persona che conosci.
Nome
ASPETTO GENERALE
CARATTERISTICHE
FISICHE
ABITUDINI
CARATTERE
• Beirut è la capitale del Libano, uno Stato che si affaccia sulla costa orientale del Mar Mediterraneo.
Giacomo
Mi chiamo Giacomo e sono piccolo per la mia età, infatti sono un po’ basso per uno che ha otto anni. In fila in palestra sono quasi alla metà, ma non me ne faccio un problema. Il dottore sostiene che va bene e che crescerò più avanti.
Ho i capelli scuri, color delle nocciole.
Mi piace stare sotto le coperte anche con la testa, camminare senza scarpe e mangiare la pizza al sabato sera.
Non mi piacciono il dentista e i cartelli dentro ai negozi con il disegno di un cane che dicono “Io non posso entrare”.
A scuola sono bravo “medio”, a pallone sono bravo “medio”, e anche nel riordinare sono bravo “medio”. Ma sono un campione a mettere in pratica le cose che non dovrei. Mamma pensa che sono anche capace di ragionare e che potrei farlo più spesso per evitare guai.
So fare le imitazioni, scavalcare i muretti, so cantare appeso a testa in giù, so fare una risata che fa sbellicare tutti, grattandomi sotto al piede destro. A me piacerebbe saper fare altro, tipo finire i compiti in due secondi o scrivere tutto per bene.
Elisa Rocchi, La vera storia d’amore di Giacomo Candulli , Campanila
• Seguendo lo schema della descrizione di Giacomo, descrivi te stesso o te stessa.
Mi chiamo e sono
Ho i capelli
Mi piace
Non mi piace
A scuola sono
Nello sport sono
I miei amici e le mie amiche pensano che sono
A riordinare sono
So fare
Mi piacerebbe
Una ragazza speciale
Irene è una ragazza davvero speciale, “di quelle che c’è n’è una e poi più nessuna”, come diceva la mia mamma.
Ha il viso tondo, dal colorito pallido: su di lei però quel pallore non è sintomo di malaticcio, ma assume un tono salutare.
I capelli sono corti, ribelli: un ciuffetto finisce sopra un occhio, un altro dietro un orecchio, un altro ancora in mezzo alla fronte.
Gli occhi sono grandi, neri e vivacissimi. Il naso piccolo e diritto. La bocca sembra un minuscolo cuore rosso: quando si apre ti aspetti che debbano uscire deboli e sussurrate parole e invece… lei tira fuori un bel vocione, condito da un pronunciato accento romano che la rende simpaticissima ancor prima di conoscerla.
Irene è alta circa un metro e sessanta, tutti centimetri di pura energia: la guardi e capisci subito che sarebbe in grado di fare qualsiasi cosa.
Finita la sua giornata di lavoro come impiegata, pilota un ultraleggero, conduce un aliante sul quale fa pure acrobazia, suona il flauto traverso e trova anche il tempo per insegnare a tanti bambini e bambine a suonarlo, quel flauto!
Ah dimenticavo: ha pure l’hobby della fotografia!
Laura Stano• Immagina… come sarai fra trent’anni? Descriviti. Segui lo schema della descrizione di Irene.
VERIFICA
Descrivo un ambiente
• Osserva la fotografia della cucina e descrivila. Parti dallo sguardo d’insieme, poi passa ad analizzare i particolari. Usa similitudini, aggettivi e parole dello spazio.
La cucina è grande e accogliente
TESTO DESCRITTIVO
Descrivo un animale
VERIFICA
• Lavorate in gruppi di tre. Descrivete il gatto siamese delle immagini. Dividetevi i compiti; ciascuno di voi ricerca in Internet informazioni su questa razza di gatti relative a:
• aspetto generale;
• caratteristiche fisiche;
• abitudini e comportamento;
• carattere.
Mettete insieme le informazioni e scrivete la vostra descrizione.
un testo POETICO SCRIVERE
Il testo poetico descrive, ricorda, racconta suggestioni emotive, immagini della realtà, sentimenti…
SCOPO
• Raccontare le proprie emozioni e sensazioni, i propri sentimenti…
• Comunicare con stupore e suggestione.
• Trasmettere messaggi in una forma che riesca a comunicare delle emozioni a chi legge.
STRUTTURA
• Versi : poche parole distribuite in righe.
• Strofe : raggruppamenti di versi separati da spazi.
DI CHE COSA PARLA?
Del modo in cui il poeta o la poetessa vede la realtà:
• pensieri
• emozioni
• sentimenti
RIME
• stati d’animo
• impressioni, suggestioni
• immagini
Le rime sono usate in base ad alcuni schemi:
• rima baciata AA/BB/CC/…
• rima alternata ABAB/CDCD/…
• rima incrociata ABBA/CDDC/…
Le poesie possono essere anche in versi sciolti, cioè non in rima.
IN CHE MODO?
• Giochi di suoni, alla ricerca di ritmo e musicalità.
• Uso di: rime, onomatopee .
• Uso di immagini insolite: similitudini, metafore, personificazioni .
Ogni riga di una poesia è chiamata verso. Un gruppo di versi si chiama strofa. Le strofe sono separate fra loro da uno spazio bianco.
• Leggi la poesia. Poi scrivine una composta dallo stesso numero di versi e strofe.
Perlaparola
Le parole sono perle luminosa chiccheria per chi prova ad assaggiarle in collane di poesia.
Le parole sono perle tra le dita dei poeti che s’incantano a girarle come piccoli pianeti.
Le parole sono perle chiuse in cuori di conchiglie quando parli chiudi e sciogli le collane meraviglie.
Chiara Carminati, Viaggia verso, Bompiani
• Secondo te, il termine “chiccherie” significa: caramelle, piccoli dolciumi. pietre preziose. piccole lampadine
• La poesia è composta da versi e da strofe.
Fioreparola
Le parole sono fiori profumata allegria
Si ha la rima quando le due parole sono uguali a partire dalla vocale su cui “appoggia” la voce, cioè quella su cui cade l’accento tonico.
• Quando versi consecutivi rimano fra loro, si ha la rima baciata: AA/BB/CC…
• Quando il primo verso rima con il terzo e il secondo con il quarto, si ha la rima alternata: AB/AB…
• Quando il primo verso rima con il quarto e il secondo con il terzo, si ha la rima incrociata: ABBA, CDDC…
• Sottolinea con lo stesso colore le parole che rimano fra loro e scrivi accanto a ogni verso la lettera corrispondente allo schema metrico. Poi scrivi che tipo di rima c’è in ogni strofa.
Poesia della rima
Cerca parole che siano in rima, mettile in fila e vedrai che anteprima!
Leggi cantando, vedrai che risata: ............
quella che senti è una rima baciata.
Prendi parole e falle saltare, mettile in rima, che non sia appiccicata!
Vedrai che è bello come giocare: ............ quella che senti è una rima alternata.
Mille vocine, parole a cascata, per creare racconti, per scriver poesie ............ o semplicemente per fare magie: quella che senti è una rima incrociata.
Laura Stano
rima
rima
rima
• Crea una poesia che sia composta da due strofe: una in rima baciata, una in rima alternata
Rime sulle rime
• Le poesie possono essere in versi sciolti, cioè non in rima.
• Le onomatopee (frr frr, uhh uhh, cloc cloc, gre gre) e le parole onomatopeiche (ululato, cinguettio, gracidio...) riproducono rumori e suoni.
A I gatti
Lenti
sui marciapiedi, immobili sugli scaffali, acciambellati sui divani, ci guardano, ci osservano, ci scrutano. Lo fanno da migliaia di anni ormai.
E continuano a marcare le distanze.
Karmelo C. Iribarren, da cantodellesirene.blogspot.it
B Notte fumetto
FRR, FRR, FRRC: il vento sbatte un ramo contro la mia finestra. UHH, UHH, UHH: ulula come il lupo questa notte di tempesta. È una notte fumetto, piena di rumori: sono sveglio e mi giro nel letto, ma è meglio che essere fuori.
Stefano Bordiglioni, Quante zampe ha il coccofante, Emme Edizioni
• La poesia A: ha delle rime. non ha rime.
• Nella poesia B sottolinea le onomatopee
• La similitudine è un paragone tra due elementi che hanno una caratteristica in comune, è introdotta dalle parole “come”, “pare”, “sembra”…
• La metafora mette in relazione due elementi in modo insolito e sorprendente senza ricorrere alle espressioni “sembra”, “pare”…
• La personificazione consiste nell’attribuire ad animali e cose caratteristiche umane (per esempio: L’acqua che canta e sorride al sole).
• Leggi questi versi, osserva le parole evidenziate e scrivi sui puntini se è presente una similitudine, una metafora o una personificazione.
Albero
C’è un albero dentro di me trapiantato dal sole le sue foglie oscillano come pesci di fuoco le sue foglie cantano come usignoli.
Nazim Hikmet
Nebbia
La nebbia viene con piccoli occhi di gatto. Si siede guardando il porto e la città sui fianchi silenziosi. Poi prosegue
Carl Sandburg
Mimosa
Dall’inverno una montagna di luce gialla, una torre fiorita, spuntò sulla strada e tutto si riempì di profumo. Era una mimosa.
Pablo Neruda• Completa le similitudini.
La foglia che cade sembra
Il cielo al tramonto pare
La rondine in volo è veloce come
• Completa le metafore. Osserva l’esempio.
La fragola, viso gioioso di primavera.
L’onda rossa del tramonto
Il cielo stellato
• Completa le personificazioni. Osserva l’esempio.
Il sole guarda stupito il mare.
Gli alberi parlano
Il vento
un testo ESPOSITIVO SCRIVERE
Il testo espositivo fornisce informazioni su vari argomenti: storia, geografia, scienza, attualità…
SCOPO
Divulgare informazioni.
STRUTTURA
• Ha un titolo che mette in evidenza l’argomento di cui tratta.
• Può essere sviluppato in paragrafi, anche numerati o con titoli, o unità informative .
• Può essere accompagnato da foto o disegni .
ELEMENTI ESSENZIALI
Chi? Che cosa?
Informazioni storiche, scientifiche, geografiche, di attualità…
Come?
Linguaggio tecnico e specifico che cambia a seconda della disciplina trattata.
Nell’esposizione si segue un ordine logico e cronologico.
ESPOSIZIONE
• In terza persona .
Il testo espositivo fornisce informazioni su un argomento. Può essere diviso in paragrafi.
• Leggi il testo. Scegli, tra quelli elencati, un titolo per ogni paragrafo e scrivilo negli appositi spazi. Poi completa la tabella.
I ripari da cercare • I segnali di un temporale • Perché scappare con il temporale?
Se scoppia un temporale sul mare…
La prudenza dice che durante un temporale è meglio uscire dall’acqua, lasciare la spiaggia e recarsi in un luogo chiuso. Infatti, se un fulmine dovesse scaricarsi in mare, trasmetterebbe all’acqua una tensione elettrica che può arrivare fino a un miliardo di volt.
Titolo
L’acqua di mare è un ottimo conduttore di elettricità, perciò la corrente del fulmine si disperderebbe su superfici ampie restando pericolosa anche a più di un chilometro di distanza dalla sua caduta.
Titolo
Anticipare il pericolo, guardando il cielo: se quest’ultimo si fa scuro, aumenta il vento e si ammassano nuvole dall’acqua.
Titolo
Se quando si scatenano gli agenti atmosferici siamo in spiaggia, meglio cercare riparo nei bagni, nei bar o in strutture solide. Mai mettersi sotto gli alberi o i pali della luce. Se invece la perturbazione ci coglie in barca, è saggio andare tutti sottocoperta!
• Completa la tabella.
PROBLEMA PERICOLI RIMEDI
Dallo schema al testo
• Usa le informazioni per scrivere un testo espositivo.
Le zanzare: insetti fastidiosi!
CHE COSA FANNO?
Pungono iniettando una sostanza che rende più fluido il sangue e può produrre un ponfo con una reazione pruriginosa. A pungere sono solo le zanzare femmine. Ronzano insistentemente. Possono trasmettere malattie.
DOVE?
In tutto il mondo a eccezione dell’Islanda e delle isole Faroe.
CHI PUNGONO?
QUANDO?
Di solito da giugno a settembre.
PERCHÉ?
Le femmine, dopo l’accoppiamento, vanno alla ricerca di sangue per avere proteine ed energie sufficienti per la deposizione delle uova.
• Le zanzare sono insetti fastidiosi, soprattutto le femmine.
Molti animali (cani, gatti, conigli…) e tutte le persone, preferibilmente quelle che:
• hanno gruppo sanguigno di tipo 0;
• presentano batteri sulla pelle;
• sudano molto;
• fanno attività sportiva;
• emettono un particolare tipo di anidride carbonica quando respirano;
• indossano vestiti di colore nero, blu, grigio e rosso;
• sono in gravidanza, cioè aspettano un bambino.
un testo REGOLATIVO SCRIVERE
Il testo regolativo espone:
• regole e norme di comportamento;
• istruzioni per realizzare ricette, giochi…
SCOPO
Istruire, informare, dettare regole…
STRUTTURA
• Per regole, norme o istruzioni di montaggio:
· elenco puntato o numerato.
• Per ricette di cucina :
· ingredienti;
· procedimento.
• Per esperimenti :
· materiale;
· procedimento;
· osservazioni.
Spesso un testo regolativo è accompagnato da disegni e fotografie .
ELEMENTI ESSENZIALI
Chi?
Gli autori/Le autrici sono autorità pubbliche, sportive, scolastiche; esperti/e di settore, chef, scienziati/e…
Come?
Linguaggio specifico, tecnico.
ESPOSIZIONE
• Verbi all’indicativo presente .
• Verbi all’infinito.
• Verbi all’imperativo.
Il testo regolativo è organizzato secondo una struttura precisa. È importante l’ordine in cui vengono fornite le informazioni.
• Questo testo regolativo descrive un gioco. Scegli le parole che si riferiscono alla struttura del testo e scrivile negli appositi spazi.
Svolgimento del gioco • Vincitore • Suddivisione in squadre • Preparazione del gioco • Luogo • Materiale occorrente
Acchiappa la coda!
Fazzoletto o foulard.
Dividere i partecipanti in gruppi di tre.
Uno spazio ampio (palestra, cortile o prato).
Infilare il fazzoletto (“la coda”) nella cintura di un bambino di ogni gruppo, in modo che sporga per metà. Gli altri due bambini del gruppo prendono sottobraccio il compagno con “la coda”.
Al via i due “cacciatori senza coda” cercano di rubare il fazzoletto dei gruppi avversari. Il giocatore con la coda può solo seguire gli spostamenti dei compagni, ma non può trattenere con le mani la propria coda.
Il gruppo a cui viene strappata la coda esce dal gioco.
Vince chi sarà riuscito a non farsi strappare la coda.
Dodo
• Ciotola
• Vassoio
PROCEDIMENTO
RIASSUMERE
un testo
Riassumere un testo significa scrivere il suo contenuto in forma più breve, ma mantenendo i concetti più importanti.
SCOPO
Ricordare le informazioni principali di un testo per studiare un argomento, annotare la trama di un libro, prendere appunti...
COME SI FA?
Per fare un riassunto occorre seguire dei passaggi precisi.
Leggere e comprendere
• Leggi silenziosamente il testo più volte.
• Cerca di comprendere il significato generale del testo e il suo scopo.
Cogliere gli elementi essenziali
• Individua le sequenze (narrative se si tratta di un testo narrativo, informative nel caso di un testo espositivo).
• Cancella le informazioni non essenziali in ogni sequenza.
• Elimina i discorsi diretti.
• Elimina le descrizioni.
• Dai un titolo e/o scrivi le frasi-sintesi.
• Collega le frasi con i connettivi: logici, di spazio, di tempo.
• Scrivi il testo in terza persona.
Rileggere per verificare
Controlla: errori ortografici, il tempo dei verbi, l’ordine delle informazioni.
Riassumere vuol dire riportare i fatti principali di un racconto in poche parole. Puoi farlo in questo modo:
• individuare le varie sequenze di cui è composto;
• dare un titolo a ogni sequenza;
• trascrivere in ordine di tempo i titoli;
• inserire le congiunzioni necessarie affinché il riassunto sia scorrevole.
• Il testo è stato diviso in sequenze. Dai a ognuna il titolo corretto. Poi riscrivi tutti i titoli sul quaderno, facendo attenzione a legarli fra loro con le congiunzioni necessarie: otterrai così il riassunto del racconto.
Gli occhi del gufo
Durante i giorni della creazione, il Creatore aveva dato a tutti gli uccelli le piume colorate e le ali con cui volare, ma non avevano ancora gli occhi.
Il Creatore allora chiamò l’ibis e disse: – Tu che sei il più saggio tra gli animali, devi fare una cosa per me. Dovrai dare a tutti gli uccelli un paio d’occhi. Grandi o piccoli, tondi o allungati, neri, marroni o dorati: serviranno per cercare il cibo, evitare i pericoli e guardare il cielo per ringraziarmi.
L’ibis chiamò a raccolta tutti gli uccelli e cominciò a distribuire gli occhi, ma i più grandi li tenne da parte, perché voleva regalarli al suo amico gufo.
Quando arrivò il turno del gufo, l’ibis gli diede i grandi occhi tondi che aveva conservato apposta per lui; ma quando il gufo se li mise, tutti gli altri uccelli scoppiarono a ridere.
Pieno di vergogna, il gufo corse a nascondersi nella foresta. L’ibis lo seguì, cercando di convincerlo, senza riuscirci, che gli uccelli lo avevano preso in giro solo perché invidiavano i suoi grandi occhi.
Da quel giorno, il gufo esce solo la notte per non farsi vedere e, appollaiato su un ramo, si lamenta in continuazione.
Francesca Lazzarato, Mille anni di storie della buonanotte, Edizioni EL
Nel riassumere bisogna evitare i discorsi diretti e i dialoghi, che vanno sostituiti dai discorsi indiretti.
• Nel testo il primo dialogo è riassunto con il discorso indiretto, cioè con frasi che comunicano lo stesso contenuto senza ripetere le parole pronunciate dai protagonisti. Continua tu.
Un frutto davvero insolito
Zia Sara e zio Gianni erano in giardino.
– Gianni! Vieni subito qui a vedere!
– Che cosa?
– Una pesca!
– Una che?
– Una pesca! Là in cima, sul ramo più in alto. Non la vedi?
– Penso che tu ti stia sbagliando, mia cara. Quell’albero non ha mai dato un solo frutto.
– Ma adesso ne ha uno. Guarda!
– Mi fai venire inutilmente l’acquolina in bocca. Quest’albero non ha mai fatto neanche un fiore, figurarsi una pesca! Sul ramo più in alto, dici?... Beh, che mi venga un colpo! C’è veramente una pesca!
– E anche bella grossa!
– Mi sembra matura.
– Allora perché non la mangiamo?
– Chiamiamo Gigetto. Lui, che è piccolo e agile, si arrampicherà sull’albero.
– Hai ragione. Gigeeettoooo!!! Arrampicati su quell’albero e cogli quella magnifica pesca. La vedi?
– Sì zietta, la vedo.
Gigetto si avvicinò alla pianta e cominciò ad arrampicarsi.
Roald Dahl, La pesca gigante, Salani
Zia Sara e zio Gianni erano in giardino.
Zia Sara vide una pesca sull’albero e chiamò il marito.
Il marito
Poi però
I due decisero
Per riassumere un testo scritto in prima persona è necessario trasformarlo in terza persona: infatti quando riassumi non vivi direttamente i fatti, ma li racconti.
• Leggi il testo e poi riscrivilo in terza persona.
La nuotatrice
Sto per tuffarmi nella vasca olimpionica della piscina della mia città.
Sono molto emozionata. È la mia prima competizione a livello regionale.
Ecco, sento il fischio di inizio gara: in un attimo mi tuffo nell’acqua gelida e azzurra e intorno a me tutto svanisce. Ci sono solo io e la gara che desidero portare a termine nel migliore dei modi.
Mi impegno al massimo e in breve tempo ho percorso tutta la vasca; con una giravolta torno indietro cercando di spingere più che posso.
Arrivo al bordo della piscina stremata e senza fiato.
Emergo dall’acqua e mi giro verso il pubblico: tutti stanno applaudendo me. Sono arrivata prima!
La nuotatrice sta per tuffarsi nella vasca olimpionica della piscina della sua città.
In un testo possono esserci sequenze superflue, che non cambiano il significato complessivo del racconto. Quando riassumi puoi eliminare queste sequenze.
• Leggi il testo ed evidenzia le sequenze che puoi eliminare perché non influiscono sul significato complessivo del racconto.
La vocina
1 Mastro Ciliegia era immerso nei suoi pensieri quando vide un pezzo di legno e si rallegrò tutto.
2 Il pezzo di legno era bello, forte e robusto.
3 Mastro Ciliegia pensava fra sé: – Che bella giornata questa per lavorare!
4 Dandosi una sfregatina alle mani per la contentezza, Mastro Ciliegia borbottò a mezza voce: – Questo legno è capitato a tempo: voglio servirmene per fare una gamba di tavolino.
5 Detto fatto, prese l’ascia arrotata per cominciare a levargli la scorsa e a digrossarlo, ma quando fu lì per lasciare andare la prima asciata, rimase col braccio sospeso in aria perché sentì una vocina sottile sottile che disse, raccomandandosi: – Non mi picchiare tanto forte!
6 Figuratevi come rimase quel buon vecchietto di Mastro Ciliegia! Girò gli occhi smarriti intorno alla stanza per vedere di dove mai poteva essere uscita quella vocina, e non vide nessuno!
7 Guardò sotto il banco, e nessuno… Guardò nel cestino dei trucioli e della segatura, e nessuno… Aprì l’uscio di bottega per dare un’occhiata anche sulla strada, e nessuno.
8 – Ho capito – disse allora ridendo e grattandosi la parrucca, –si vede che quella vocina me la sono figurata io. Rimettiamoci a lavorare.
E, ripresa l’ascia, tirò giù un solennissimo colpo sul pezzo di legno.
Carlo Collodi, Le avventure di Pinocchio
• Che tipo di sequenze sono quelle che hai eliminato? Sequenze descrittive. Sequenze dialogiche. Sequenze riflessive.
Nel riassunto per legare le frasi bisogna usare i connettivi:
• logici: perciò, sebbene, infatti, perché…;
• di tempo: prima, dopo, in seguito…;
• di spazio: davanti, dietro, qua, là…
• Leggi il testo e suddividilo in sequenze. Sono sette.
Poi scrivi una frase che riassuma ogni sequenza.
Le prime abitazioni
La specie a cui apparteniamo tu e io si chiama Homo sapiens e si è evoluta a partire da un ceppo di scimmie antropomorfe.
Al giorno d’oggi siamo tantissimi, di norma non abbiamo problemi di disponibilità di cibo e nessun animale feroce ci aggredisce nottetempo, eppure nelle nostre case cerchiamo protezione.
Un bisogno che spinse gli uomini, già centinaia di migliaia di anni fa, a cercare riparo nelle cavità più facili e più ovvie da occupare: le caverne naturali.
Un’altra soluzione ovvia fu quella di costruirsi ripari con materiali facili da raccogliere e accatastare: rami, foglie, pelli. La prima casa che l’uomo si fabbricò tutta intera fu quindi una capanna.
Con il passaggio a società più stanziali e organizzate, la capanna diventò sempre più solida e comoda: fatta di tronchi, canne, fango.
Quando iniziarono a essercene tante, le capanne vennero organizzate in villaggi.
In alcuni luoghi l’uomo cercò di migliorare anche la sicurezza e, non avendo a disposizione serrature e antifurti, si ingegnò con piattaforme poggiate su pali: le palafitte. Il passaggio graduale dalla raccolta alla coltivazione portò con sé la possibilità di creare società più numerose e complesse: fu così possibile far nascere le prime città.
Anna Lavatelli - Elve Fortis de Hieronymis, Gioca la storia, Mondadori
Sequenza 1
Sequenza 2
Sequenza 3
Sequenza 4
Sequenza 5
Sequenza 6
Sequenza 7
• Ora fai il riassunto del testo usando i connettivi per collegare le sette frasi di sintesi delle sequenze.
Le tecniche del riassunto sono utili anche per studiare. Segui questa scaletta:
• leggi il testo più volte;
• suddividilo in sequenze;
• dai un titolo a ogni sequenza;
• sottolinea le informazioni principali;
• riassumi il testo sul quaderno;
• esponi a voce il riassunto;
• se può esserti utile, trasforma il riassunto in schema.
• Leggi il testo a bassa voce almeno due volte. È già stato diviso in sequenze. Alla prima sequenza è stato dato un titolo e sono state sottolineate le informazioni principali. Prosegui tu il lavoro.
Il cavallo di Troia era una nave?
Sequenza 1 Il cavallo di Troia
Per secoli e secoli il mito del cavallo di Troia ha ispirato racconti, poesie e poemi, entrando nell’immaginario collettivo come fulgido esempio d’inganno e astuzia.
Eppure potrebbe essere tutto un errore!
Secondo l’archeologo navale Francesco Tiboni, infatti, vallo di Troia in realtà fu una nave!
Sequenza 2
La vicenda del cavallo di Troia è nota.
Dopo anni e anni di assedio all’inespugnabile città di Troia, gli Achei sono ormai stanchi e sfibrati dalla guerra. Il re Odisseo (o Ulisse) allora escogita un trucco per dare una svolta decisiva al conflitto: fingere di abbandonare l’impresa di conquista e lasciare come dono ai Troiani un gigantesco cavallo di legno, dentro al quale però si sono nascosti alcuni valorosi soldati.
I Troiani cadono nella trappola e, felici per la partenza dei nemi ci, portano l’enorme cavallo dentro le mura della città. Di notte però, i Greci escono dalla pancia del cavallo di legno e aprono le porte di Troia all’esercito acheo, che è così libero di di struggere la città.
Sequenza 3
Per secoli il mito è stato tramandato e ripreso secondo questa versione.
Il dottor Tiboni, italianissimo ma operativo presso l’Università di Marsiglia, è però convinto che sia tutto un equivoco: gli antichi che tradussero il testo di Omero infatti riportarono il termine “hippos ” con il suo significato letterale, ossia “cavallo”. Si dà il caso però che “hippos ” era anche il termine utilizzato per indicare un particolare tipo di nave fenicia che ai tempi di Omero era molto conosciuta.
Secondo Tiboni, dunque, Omero, che era molto esperto di tecniche e strumenti di navigazione, utilizzò un termine molto specifico ma i suoi traduttori, non essendo versati come lui nelle scienze navali, fraintesero tutto.
Sequenza 4
Questa nuova versione in effetti darebbe un carattere più realistico all’intera vicenda, poiché in antichità non era inusuale donare navi cariche di doni e preziosi per onorare un re o propiziarsi gli dèi.
I Troiani quindi non furono proprio così tonti!
Certo, ora sarà difficile modificare una tradizione letteraria vecchia di secoli, però la nuova chiave di lettura getta una luce diversa su uno dei poemi alla base della cultura occidentale.
Niccolò De Rosa in www.focusjunior.it
• Ora usa le informazioni sottolineate e i titoli per riassumere il testo sul quaderno. Ricorda di esporre anche a voce alta il tuo riassunto.
• Le informazioni sottolineate e i titoli ti possono aiutare anche a compilare uno schema, molto utile ai fini della memorizzazione. Completalo.
Recenti studi forniscono nuove informazioni sulla vicenda del cavallo di Troia.
IL CAVALLO DI TROIA
Nel sussidiario delle discipline puoi trovare descrizioni oggettive che puoi riassumere attraverso uno schema, utile per lo studio.
• Leggi la descrizione, poi completa lo schema.
Il gatto domestico
Il gatto domestico è un piccolo mammifero appartenente alla fami glia dei felidi.
Tutti i gatti hanno il corpo molto agile, allungato e flessibile, tale da consentir loro di spiccare grandi salti. Le unghie retrattili permettono di arrampicarsi e di afferrare. La coda, allungata e flessibile, ha un ruo lo importante nel mantenimento dell’equilibrio.
Il colore della loro pelliccia va dal bianco candido al nero più profondo. La testa è fornita di occhi che possono vedere in condizioni di scarsissi ma luminosità e di un naso dall’olfatto straordinario. La bocca è fornita di denti taglienti e di una lingua che può sentire i sapori poco dolci. Il gatto è un animale territoriale: il suo territorio ha un raggio attorno alla sua dimora di almeno cinque chilometri.
A seconda dello spazio e delle risorse disponibili, può vivere da solo o in gruppo.
Per comunicare il gatto utilizza vari vocalizzi (più di sedici), le fusa e le posizioni del corpo. Può essere addestrato ad accettare istruzioni sem plici e può imparare da solo a manipolare svariati meccanismi.
CARATTERISTICHE FISICHE
• Ora fai il riassunto seguendo lo schema
ABITUDINI
COMPORTAMENTO
DI SCRIT TURA BOTTEGA
WRW
Laboratorio basato sul WRITING AND READING WORKSHOP a cura di
Emanuela Capossela e Michela Zermian
In questo Laboratorio imparerai alcune strategie per scrivere un testo narrativo. Ecco gli argomenti che saranno affrontati:
LA STRUTTURA DEL TESTO NARRATIVO
94 Situazione iniziale
95 Sviluppo
96 Conclusione
GLI ELEMENTI DEL TESTO NARRATIVO
97 Personaggi
98 Narratore/Narratrice
99 Sequenze
100 Fabula
101 Intreccio
102 Discorso diretto e discorso indiretto
GIOCHI DI PAROLE
Laboratorio basato su GIOCHI DI PAROLE a cura di
Luisa Carretti
Un’appassionante storia che ti porterà dai nostri giorni al tempo dei Sumeri, con un mistero da risolvere grazie ai giochi di parole: logogrifi • sciarade • cambi • scarti • tautogrammi
IL MISTERO DEL MAESTRO SCOMPARSO
IL TESTO NARRATIVO
103 Preoccupazione in 4aA • Una prima pista
104 C’è posta per Marco • Il maestro Tommaso, un eroe
105 La carta sottile come seta • La formula magica
RACCONTO FANTASTICO
106 Mistero nel tempio di Uruk
TESTO DESCRITTIVO
108 L’uomo piovuto dal cielo
RACCONTO REALISTICO
110 L’incontro al tempio
RACCONTO D’AVVENTURA
112 Pericolo tra le montagne deserte
RACCONTO DEL BRIVIDO
114 Un esercito di fantasmi
LETTERA
116 La lettera del maestro Tommaso
TESTO REGOLATIVO
118 Viaggiare nel tempo
Situazione iniziale
OBIETTIVO Oggi imparerai a riconoscere e a scrivere la prima parte di un testo narrativo, chiamata situazione iniziale.
COLLEGA Rifletti sull’espressione “situazione iniziale”. Che cosa significa per te? Scrivi la tua definizione.
CONCENTRATI La situazione iniziale di un testo narrativo è la parte che rappresenta l’inizio di una storia. Generalmente si presenta la vicenda principale da cui nasce poi l’intera vicenda.
ESERCITATI Leggi il testo e sottolinea la situazione iniziale
Nel prato del giardino di Pietro viveva un riccio di nome Rizzy, piccolo ma coraggioso. I suoi aculei folti e affilati lo facevano sembrare un piccolo cavaliere sempre pronto a difendersi dagli intrusi.
Rizzy aveva un grande desiderio: esplorare il mondo al di là della rete del giardino. Così un giorno, mentre il sole splendeva alto nel cielo, decise che era arrivato il momento di vivere la sua grande avventura.
CREA E SCRIVI Scrivi la situazione iniziale di una storia. Scegli tra i seguenti personaggi:
• cagnolino
• gattone
• tartaruga
• chiocciola
• ragno
• formica
CONDIVIDI Se vuoi, leggi il tuo testo alla classe.
Sviluppo
OBIETTIVO Oggi imparerai a riconoscere e a scrivere la parte centrale di un testo narrativo, chiamata sviluppo o svolgimento.
COLLEGA Rifletti sulla parola “sviluppo”. Che cosa significa per te?
Scrivi la tua definizione.
CONCENTRATI Lo sviluppo di un testo narrativo è la parte centrale e racconta la vicenda. Qui si narra la quasi totalità della storia presentando situazioni che coinvolgono emotivamente e incuriosiscono chi legge.
ESERCITATI Leggi il testo e sottolinea lo sviluppo della vicenda, cioè la parte in cui è raccontata la storia.
Toto viveva in un prato verde e fiorito, dove poteva saltare e correre liberamente. Era un coniglietto allegro e curioso, ma si sentiva solo.
Un giorno Toto incontrò un uccellino che era caduto dal nido. Il coniglietto capì subito che il piccolo uccellino aveva bisogno di aiuto e decise di portarlo nella sua tana. Lì lo curò finché l’uccellino non fu abbastanza forte da volare di nuovo. L’uccellino e Toto diventarono grandi amici e giocavano insieme ogni giorno.
Toto era felice di avere un nuovo amico con cui condividere le sue avventure. Così, il coniglietto imparò che l’amicizia si può trovare ovunque, anche in un prato verde e fiorito.
CREA E SCRIVI Continua la tua storia (quella che hai iniziato a scrivere a pagina 94), aggiungendo la parte in cui si sviluppa la vicenda.
CONDIVIDI Se vuoi, leggi il tuo testo alla classe.
Conclusione
OBIETTIVO Oggi imparerai a riconoscere e a scrivere la parte finale di un testo narrativo, chiamata conclusione.
COLLEGA Rifletti sulla parola “conclusione”. Che cosa significa per te? Scrivi la tua definizione.
CONCENTRATI La conclusione di un testo narrativo è la parte di testo che racconta il finale della storia. Ogni elemento narrato in precedenza deve trovare qui il suo compimento.
ESERCITATI Leggi il testo e sottolinea la parte finale.
Un giorno, mentre si trovava in cucina, Billi scoprì un passaggio segreto che portava a una stanza nascosta.
Deciso a esplorarla, Billi attraversò la porticina ed entrò in una stanza piena di tesori. Iniziò a giocare con gli oggetti che aveva trovato, ma presto si sentì solo. Così decise di portare tutto alla luce e di condividere la sua scoperta con il mondo intero.
Da quel momento in poi, Billi divenne un eroe per molti e il suo nome rimase nella storia dei cani per sempre.
CREA E SCRIVI Scrivi la conclusione della tua storia (quella che hai iniziato a scrivere a pagina 94). Ricorda che deve essere coerente con il resto del racconto.
CONDIVIDI Se vuoi, leggi il tuo testo alla classe.
Personaggi
OBIETTIVO Oggi imparerai a caratterizzare i personaggi del testo narrativo, nei ruoli primari e secondari.
COLLEGA Pensa alle storie che hai letto ed elenca alcuni personaggi dividendoli in due colonne: primari e secondari.
CONCENTRATI I personaggi primari possono essere i protagonisti o gli antagonisti. Tra i secondari ci sono le comparse, gli aiutanti, gli oppositori e gli oggetti del desiderio.
ESERCITATI Leggi il testo e sottolinea con colori diversi i nomi e le relative caratteristiche del protagonista e del suo aiutante.
L’Orco Buono è un gigante dall’aspetto imponente, ma dal cuore grande e gentile. La sua forza fisica lo rende un alleato formidabile, ma sono la sua generosità e la sua lealtà che lo rendono un vero amico. Il Folletto Dispettoso, invece, è piccolo, agilissimo e vivace. È sempre pronto a combinare qualche scherzo ai suoi amici. Il suo cuore è però puro e sincero, e spesso aiuta l’Orco quando si dà da fare per gli altri. Nonostante le loro differenze, l’Orco Buono e il Folletto Dispettoso sono grandi amici, e insieme vivono avventure straordinarie.
La loro amicizia ci insegna che le persone possono essere amiche nonostante le loro diversità.
CREA E SCRIVI Scrivi la presentazione del/della protagonista di un racconto e del/della suo/a antagonista. Scegli tra persone, animali o creature fantastiche.
CONDIVIDI Se vuoi, leggi il tuo lavoro alla classe e/o scrivi su un post-it quale protagonista e quale antagonista hai scelto.
Narratore / Narratrice
OBIETTIVO Oggi imparerai a riconoscere chi è il narratore o la narratrice della storia, distinguendolo/a tra interno/a ed esterno/a.
COLLEGA Conosci la storia di Biancaneve? Sapresti individuare il narratore? Scrivilo qui:
CONCENTRATI Il narratore o la narratrice è la voce che racconta gli eventi che si susseguono in una storia. Può essere interno/a o esterno/a.
ESERCITATI Leggi i due mini-testi e per ognuno scrivi chi è il narratore/ la narratrice e se è interno/a o esterno/a.
TESTO 1 Il sole splendeva alto nel cielo azzurro mentre camminavo verso l’ingresso della scuola con il mio zaino nuovo sulle spalle. Sentivo una strana agitazione nell’aria: oggi avrei scoperto la destinazione della gita di classe.
Narratore / Narratrice:
TESTO 1 Il maestro aveva organizzato una sorpresa per la sua classe.
– Oggi faremo una caccia al tesoro! – annunciò. Gli occhi di tutti e tutte brillavano di gioia mentre ascoltavano le istruzioni e si preparavano a cercare il tesoro!
Narratore / Narratrice:
CREA E SCRIVI Scrivi due mini-testi, uno con un narratore interno o una narratrice interna e l’altro con un narratore esterno o una narratrice esterna Scegli tra i seguenti argomenti:
• gita scolastica
• visita al museo
• vacanza al mare
• giornata piovosa a casa
CONDIVIDI Scegli un piccolo estratto di ogni testo in grado di far capire il tipo di narratore/narratrice usato/a e leggilo alla classe.
Sequenze
OBIETTIVO Oggi imparerai a suddividere un testo in sequenze e a dare loro un titolo per riconoscerle.
COLLEGA Quando si passa da una sequenza a un’altra? Scrivilo immaginando di spiegarlo a un compagno o a una compagna.
CONCENTRATI Un testo narrativo è formato da varie sequenze. Le sequenze hanno diverse funzioni. Sapresti dire quali?
Narrative Dialogiche Emozionanti Riflessive Rosa Paurose Gialle Descrittive
ESERCITATI Leggi il testo e separa le sequenze con una barretta. Per ognuna scrivi una parola chiave per identificarla.
È iniziata una nuova giornata nella verde Foresta Incantata. Emma, insieme alla sua banda di amici, è pronta per l’esplorazione. Qui tutto è diverso dal mondo reale e servono occhi nuovi per poter ammirare ogni dettaglio magico. L’allegra compagnia fa subito amicizia con due uccellini canterini e quattro coniglietti saltellanti. Insieme a loro oltrepassano un ponte arcobaleno. Il ponte li conduce all’entrata di una grotta che nasconde la cascata degli gnomi. La sua acqua è pura e cristallina e in essa nuotano fate e gnomi.
1a sequenza ..........................................................................
2a sequenza
3a sequenza
CREA E SCRIVI Riprendi la storia che hai scritto (quella che hai iniziato a pagina 94) e dividila in sequenze, dando loro un breve titolo. Così otterrai un riassunto o una sintesi del tuo racconto.
CONDIVIDI Scrivi su un post-it la sequenza della tua storia che ti è piaciuta di più e leggila alla classe.
Fabula
OBIETTIVO Oggi imparerai a seguire e riconoscere la fabula, cioè una storia raccontata seguendo l’ordine cronologico dei fatti.
COLLEGA Pensa alla parola “fabula”. Che cosa potrebbe voler dire? Ricerca sul vocabolario la corretta definizione, scrivila e confrontala con quella che trovi nel riquadro sottostante.
CONCENTRATI La fabula indica la sequenza degli eventi esposti nel loro ordine cronologico, ovvero come sono capitati nella realtà.
ESERCITATI Le parole del tempo (prima, poi, infine…) ti aiutano a individuare la fabula del racconto. Leggi il testo e sottolinea le parole del tempo.
Una sera Tommy, mentre stava guardando le stelle, vide qualcosa di straordinario nel cielo: una luce brillante che si avvicinava sempre di più. Era una navicella spaziale!
Ben presto la navicella atterrò dolcemente nel campo accanto alla casa di Tommy. Da un piccolo oblò uscirono quattro esserini strani, ma simpatici. Avevano occhi enormi e lucidi e la pelle di colore argento. Non parlavano la lingua di Tommy; il loro capitano, però, aveva un apparecchio che traduceva ogni loro verso e così tutti poterono capirsi. Circa un’ora dopo il loro atterraggio, questi esseri extraterrestri entrarono a casa di Tommy per nascondersi da occhi indiscreti. Avrebbero trascorso una giornata sulla Terra e sarebbero partiti il giorno dopo…
CREA E SCRIVI Continua tu la storia di Tommy e del suo incontro con gli extraterrestri. Ricordati di rispettare la durata della loro visita sulla Terra.
CONDIVIDI Leggi alla classe solo le parole e/o le espressioni che hai usato per far emergere l’ordine cronologico dei fatti.
Intreccio
OBIETTIVO Oggi imparerai a distinguere l’intreccio, cioè quando in una storia i fatti non sono raccontati in ordine cronologico.
COLLEGA Ricordi un film in cui gli eventi sono raccontati in un ordine diverso da quello in cui si sono svolti? Scrivi il suo titolo: .
CONCENTRATI Si ha l’intreccio quando chi scrive racconta gli eventi con un ordine che non segue quello cronologico.
ESERCITATI Numera le sequenze dell’intreccio, indicando il loro ordine cronologico, cioè quale è avvenuta prima nel tempo.
Il negozio del pane era un luogo di incontro, dove si potevano trovare una buona compagnia e un ottimo pane. Il fornaio era un uomo cordiale, che amava il suo lavoro.
Fin da ragazzo, aveva sempre avuto una passione per il profumo del pane appena sfornato. Dopo aver frequentato la scuola di panificazione, aveva aperto questo negozio.
Nonostante le difficoltà iniziali, grazie alla qualità dei suoi prodotti, il suo negozio era diventato presto un punto di riferimento per il paese.
Anche se il tempo passava, il fornaio non perdeva la sua passione e la sua dedizione per il lavoro.
CREA E SCRIVI Racconta una tua giornata scolastica esponendo i fatti non in ordine di tempo, ma in base a una tua precisa scelta. Potresti cominciare così: È appena suonata l’ultima campanella…
CONDIVIDI A turno, chi vuole, può leggere la propria storia per condividerla con la classe.
Discorso diretto e discorso indiretto
OBIETTIVO Oggi imparerai a inserire il discorso diretto all’interno di un testo e/o a trasformarlo in discorso indiretto.
COLLEGA Ricorda le regole per scrivere un discorso diretto e per trasformarlo in discorso indiretto. Scrivile immaginando di spiegarle a un compagno o a una compagna.
CONCENTRATI Far parlare direttamente i personaggi di una storia può renderla più appassionante per chi legge. A volte, però, il racconto indiretto facilita la comprensione. Pertanto il discorso diretto e quello indiretto sono entrambi fondamentali all’interno di un testo.
ESERCITATI Trasforma il dialogo in un discorso indiretto e viceversa.
1 A: – Vorrei una torta per il compleanno di mia figlia.
B: – Che tipo di torta? La preferisce alla crema o al cioccolato?
A: – La vorrei alla crema con frutta fresca.
2 Stavo correndo come ogni mattina lungo il viale alberato della mia via quando Norma mi fermò per chiedermi l’ora e per informarmi del suo stato di salute. Io l’ascoltai e le risposi con espressioni meravigliate e parole di conforto.
CREA E SCRIVI Inserisci un mini-dialogo nel testo della tua giornata scolastica (quella che hai scritto a pagina 101).
CONDIVIDI Dividetevi in due gruppi. Un gruppo scrive su un post-it le regole per trasformare il discorso diretto in indiretto; l’altro gruppo quelle per trasformare il discorso indiretto in diretto.
Il mistero del maestro scomparso
Sei pronto/a a scendere in campo? Nelle prossime pagine dovrai risolvere un mistero che ti porterà dai nostri giorni al tempo degli antichi Sumeri! Per farlo, dovrai metterti alla prova con una serie di giochi di parole: non è un caso che i Sumeri siano il popolo che ha inventato la scrittura!
Preoccupazione in 4a A
Da settimane il maestro Tommaso non andava a scuola. Nessuno sapeva il perché: chi diceva che si era rotto il femore, chi che si era messo ad allevare api.
– Sarà partito per il forum sulle lingue antiche di cui parlava – affermò Emma.
In ogni caso la 4a era molto preoccupata.
– Non so – osservò Marco, il capoclasse. – Il maestro non manca mai e nessuno ci dà spiegazioni. Dobbiamo indagare. Mati stava già frugando nei cassetti della cattedra.
– Guardate! – e mostrò un rettangolo di argilla incisa con segni dalle forme strane. – È scrittura sumera.
– Che ci fa qui? Perché non è in laboratorio? – chiese Pia.
– Traduciamola, può essere una pista – propose Emma e si mise subito al lavoro. Aveva adorato il laboratorio di scrittura cuneiforme organizzato dal maestro per studiare i popoli della Mesopotamia.
Una prima pista
Dopo circa due ore e la consultazione di un enorme tomo usato durante il laboratorio…
– Ci sono! – esclamò Emma. – Racconta di un uomo del futuro, vestito in modo strano, che, cito, “è arrivato dall’aria nella città di Uruk”.
– Dall’aria? Che cosa vuol dire? Aveva ali? Mah, è solo un racconto fantastico. Inutile – osservò Romeo.
– E se l’uomo del futuro fosse il maestro? Continuiamo a cercare! Il suono della campanella interruppe la discussione.
Per aiutare i bambini e le bambine della 4a, mettiti alla prova con i logogrifi. Se non ti ricordi che cosa sono, vai alle pagine 8-9.
• Nella tabella qui di seguito trovi un elenco di alcuni dei logogrifi di Mesopotamia, cuneiforme e argilla. Scrivi a quale di queste tre parole appartengono.
Logogrifi
Parola chiave / Parola madre aria, ali
cumino, enorme, re, eroe, noci, Romeo, femore, cuneo, Menfi
Tommaso, tempio, tempo, tomo, timo, topi, seta, pesto, posta, Isem, Pia, Mati, api, Emma
• Ora leggi il seguente testo e sottolinea questi logogrifi. Cercali anche nella pagina precedente!
C’è posta per Marco
A casa Marco trovò una sorpresa.
– C’è posta per te! – urlò il nonno. Posta? E chi aspettava nulla! Nella busta sul tavolo in cucina trovò due tavolette d’argilla coperte di quei segni a forma di cuneo. Il giorno dopo le portò a scuola ed Emma si mise al lavoro.
– Bingo! L’uomo del futuro è il maestro. Qui c’è una sua descrizione fatta da Isem, uno scriba – disse Emma. – Tutto corrisponde, anche una sciarpa con le sfingi che ha al collo, la sua cravatta, sembra che gli abbia dato qualche grana. Lo hanno preso per una spia di Menfi, la città egizia. L’altra tavoletta parla di un incontro in un tempio tra il maestro e un sacerdote. Il maestro chiede come ingraziarsi la dea Inanna per il commercio di una sua invenzione. Parla di merce che ha già comprato, di un re che lo ostacola e di un laboratorio in un tempo lontano dove lui sperimentava. Il laboratorio! Cerchiamo lì!
Il maestro Tommaso, un eroe
Detto, fatto! Sotto una pila di acquarelli, Mati trovò una busta. Nella busta c’erano altre due tavolette. Emma si mise subito al lavoro e la mattina dopo arrivò in classe con due occhiaie nere, ma l’umore alle stelle.
– Ragazzi, queste tavolette sono davvero top! Il maestro è unico, un vero eroe. Per la dea Inanna ha attraversato sette montagne, un’avventura pazzesca, ma il sacerdote del tempio gli aveva dato un pesto a base di cumino, timo e noci contro la stanchezza.
– Bleah! – esclamò Pia disgustata.
– Davvero! Ma non è tutto. Dei topi glielo hanno mangiato e lui ha continuato senza cibo né acqua. Poi ha dovuto affrontare un’ultima prova, da brivido: ha lottato contro gli spiriti dell’esercito di Aratta. Stava per morire, ma per fortuna la dea Inanna lo ha salvato.
– Sì, ma dov’è?
– Chi lo sa! In questa tavoletta si parla di una scatola segreta dove nasconde le istruzioni per tornare…
– Ma certo! – Mati s’illuminò. – L’armadietto in sala insegnanti!
La carta sottile come seta
L’armadietto era stranamente aperto. Dentro c’erano un’agenda, un quaderno pieno di appunti e una lettera del maestro… per la 4a A! – Altra posta! – esclamò eccitata Emma. Era in uno strano italiano, scritta su una carta mai vista prima: sottile e morbida come seta, scivolava tra le dita. Raccontava della sua vita a Uruk e della sua straordinaria invenzione, un tipo di carta capace di resistere al tempo. Stava bene, ma voleva tornare. Chiedeva di andare nel suo studio e trovare la tavoletta con la formula magica.
La formula magica
Marco, Romeo, Mati ed Emma corsero a casa del maestro e si infilarono nello studio. La tavoletta era sulla scrivania con accanto la traduzione della formula, più che altro una specie di ricetta.
Emma iniziò a leggere, ma Mati la fermò: – Stop! Non leggere! E se finissimo anche noi a Uruk? E se fosse una trappola?
Emma però non si fermò. Arrivata all’ultima parola incisa sulla tavoletta i quattro sentirono il pavimento aprirsi sotto i piedi e cominciarono a cadere nel vuoto…
La frazione di un secondo, e si ritrovarono a Uruk. Che festa riabbracciare il maestro! Ma ora dovevano trovare il modo di tornare a casa…
CONTINUA TU LA STORIA!
• Scrivi sul quaderno i nomi degli oggetti nascosti nella parola “sacerdote”.
• Ora immagina come è possibile usare questi oggetti per tornare a casa. Lavora sul quaderno.
Adesso però facciamo un passo indietro… Chi ha scritto le tavolette magicamente finite nelle mani della 4a A? È stato lo scriba Isem, grande appassionato in giochi di parole. Nella prima tavoletta, che svela l’arrivo del maestro Tommaso nella città di Uruk (pagina 103), si è divertito con il gioco dello scarto. Se non ricordi come funziona, vai a pag. 7.
• Qui trovi l’elenco delle parole con cui ha giocato Isem. Osserva le parole nello schema. Poi leggi il testo a seguire, sottolinea le parole della prima riga ed evidenzia i loro scarti.
Parole mistero enorme Inanna mago magia tempio tigri sfinge
Scarti misero ore orme norme
Nanna Anna ago mai Maia tempo temo tiri finge
Mistero nel tempio di Uruk
CHE SIA UNO SPIRITO?
– Misero me! Che enorme mistero! – lsem, lo scriba, vagava per il tempio con aria preoccupata. – Quell’uomo caduto dal nulla annuncia disgrazie?
– Dal nulla? – chiese l’amico, scriba anche lui.
– Sì, dal nulla, e le sue vesti bizzarre mi fanno pensare che sia uno spirito inviato dal dio Nanna. Uno dei suoi tiri mancini – disse indicando il maestro.
– O è un mago malvagio venuto da un tempo lontano? Raccontami com’è andata, amico mio.
L’ARRIVO A URUK
Isem raccontò che quella mattina all’improvviso le pareti avevano vibrato, la polvere aveva annebbiato la vista e si era ritrovato quest’uomo steso sull’altare al centro del tempio.
– Era nervoso e ha passato ore a camminare avanti e indietro. Si guardava intorno e parlava in una lingua sconosciuta. Ripeteva sempre le stesse parole. E quando mi sono avvicinato, ha ringhiato peggio di dieci tigri rabbiose.
– Davvero un mistero! – osservò l’amico, bianco in viso per lo spavento.
– Poi, è svenuto, lì dove lo vedi. Oh dea Inanna, aiutaci tu, temo per la nostra città di Uruk! – si lasciò sfuggire Isem guardando il maestro Tommaso. Anche l’amico guardò verso il maestro, che dormiva di un sonno profondo, come se fosse vittima di una magia.
– Non sembra pericoloso – rifletté poi. – Certo che quelle orme sul pavimento hanno una forma sospetta. E questi segni qui sotto sono forse l’iscrizione di uno spirito maligno? – chiese osservando da vicino le suole delle scarpe del maestro Tommaso.
IL RISVEGLIO
– Dobbiamo fare qualcosa – disse Isem. – Hai ancora il tuo ago bagnato nelle acque sacre dell’Eufrate? Pungilo, così sparirà! Lo so, la magia va contro le norme, ma Uruk è in pericolo. – suggerì l’amico.
Lo scriba infilò il suo ago nella gamba del maestro Tommaso, che fece un salto per il dolore.
– Zia Anna, zia Maia, che cosa succede mai? – chiese, stordito dal sonno. Pensava di essere a casa. Poi vide Isem e l’amico e cercò di spaventarli con un urlo e uno dei suoi sguardi da maestro severo.
– Lo vedi, finge. È un pericolo.
– Già, e guarda quel laccio che porta al collo. Hai visto la sfinge? È forse una spia degli Egizi?
– Per Uruk sarebbe la fine!
CONTINUA TU LA STORIA!
• Il maestro Tommaso riuscirà a parlare con i due scribi e a spiegare chi è?
Scrivi il finale del racconto sul quaderno. Fatti guidare dalle domande e utilizza alcune delle seguenti parole e dei loro scarti. Ricorda: nel gioco degli scarti puoi eliminare lettere all’inizio, al centro o alla fine della parola.
Maestro: •
Scuola: •
Saetta: • •
Aiuto:
Umano:
Consiglio:
Stella:
Cassa:
• Che cosa dice il maestro Tommaso per tranquillizzare i due scribi?
Scrivilo utilizzando le parole “maestro” e “scuola” e i loro scarti.
• Come racconta loro il suo viaggio?
Scrivilo usando le parole “saetta” e “stella” e i loro scarti.
• I due scribi decidono di aiutarlo? Come?
Scrivilo usando le parole “aiuto”, “consiglio”, “cassa” e i loro scarti.
Nella tavoletta che Marco ha ricevuto per posta (pagina 104) c’è la descrizione del maestro Tommaso. L’ha scritta Isem, che si è divertito con un altro gioco: la sciarada.
La sciarada consiste nel fondere due parole con significato diverso per ottenerne una nuova, con un significato ancora differente.
Osserva l’esempio:
bus = mezzo di trasporto Sole = la stella del Sistema Solare bus + Sole = bussole = strumenti usati per orientarsi
• Ora che hai capito come funziona, sottolinea con colori diversi le seguenti parole, per formarne delle nuove. Quindi leggi il testo a seguire e completalo con le parole che hai formato. alluci • callo • gambe • retti • gallo • scia • pappa • nazione
L’uomo piovuto dal cielo
Era steso a pancia in su sopra l’altare della ziggurat, il tempio. Aveva ai piedi scarpe mai viste da cui spuntavano solo i due alluci. Su quello destro si vedeva un callo enorme. Chissà che dolore!
In piedi poi, con quelle gambe sottili e lunghe, sproporziona te rispetto al busto corto e tozzo, sembrava un trampoliere. E le sue mani. Aveva dita curve come .............................................. e ho creduto di avere un’ quando ho contato non cinque, ma otto dita per mano. Ma mi sono sba gliato! Questa nuova invenzione, la matematica, a volte mi pare complicata.
Si è messo a camminare per il tempio, avanti e indietro, avanti e indietro, lasciando una scia di profumo di cedro mescolato a dat teri. Non male. Vogliamo parlare dei suoi vestiti, però? Nemmeno il più impertinente degli schiavi avrebbe osato indossare simili vesti. In più, aveva al collo una corda di stoffa luccicante su cui era disegnata un’enorme sfinge. Un affronto alla nostra gente di Uruk, che solo il dio Enlil sa come punire.
Aveva inoltre un viso duro, con le mascelle che formavano angoli retti appena addolciti da una barba folta e arruffata: chissà da quanto non la lavava!
TESTO DESCRITTIVO
E quel naso, curvo e appuntito come un becco di ! I suoi occhi piccoli e scuri e una cresta di capelli dritti e neri, poi, lo facevano assomigliare a un gallo.
Quando ha aperto bocca, amico mio, che disastro! Conosceva un poco di sumero, ma ripeteva parole incomprensibili per me. Che avrà voluto dire?
E vuoi sapere l’ultima? Lo , appena ha visto la mia ciotola di pappa di orzo bella calda, e si è tuffato a pesce.
ORA PROVA TU!
• Risolvi queste sciarade. Ognuna contiene una parola che fa riferimento a una parte del corpo.
fragola = + miagola= + testamento= + sciocchi = + sciamano = + braccialetto = + presidente = + pellicani = + condita = + mediterraneo = + +
• Usa alcune di queste parole per scrivere la descrizione di un tuo compagno o di una tua compagna oppure di una persona a tua scelta.
La terza tavoletta di argilla tradotta da Emma (pagina 104) parla di un incontro tra il maestro e un sacerdote. Ce la racconta sempre lo scriba Isem, che qui utilizza due giochi di parole: la zeppa e la sua variante, l’aggiunta.
La zeppa e l’aggiunta consistono entrambe nell’aggiungere una lettera o una sillaba a una parola per ottenerne un’altra.
Se la lettera o la sillaba sono aggiunte all’interno della parola, si ha la zeppa: cara carta pasto passato
Se invece sono aggiunte all’inizio o alla fine della parola, si ha l’aggiunta: re tre mani Romani
• Leggi la storia. Nel testo a seguire sono state evidenziate le zeppe e le aggiunte delle parole elencate. Scrivile al posto giusto nella tabella.
Parola madre saltato maggio carta dea re sete fogli
Parola con zeppa o aggiunta
L’incontro al tempio
SEGNALI DI GUERRA
Tommaso è qui da qualche giorno e ha cominciato ad ambientarsi. Questa mattina l’ho incontrato al mercato.
Mi è corso incontro e mi ha salutato con un grande abbraccio. Siamo diventati amici, anche se quando è piombato nel tempio ho davvero avuto paura di lui.
– Isem, la mia vita è in pericolo – mi ha detto. – Qualche giorno fa sul Tigri tre guardie del re di Aratta hanno attaccato la mia barca piena di merce. Mi sono salvato solo perché mi sono tuffato in acqua.
– Guardie? Il re di Aratta? – Sono saltato dallo spavento. Tra Uruk e Aratta c’è aria di guerra: Enmerkar, il nostro re, vuole sottomettere la città di Aratta e ha mandato in quella città dei messaggeri proponendo che le due città si scambino delle merci.
– Quale merce? – ho chiesto poi.
– Legno di cedro per realizzare un’idea geniale.
Aveva deciso di produrre una cosa chiamata carta. Mi diceva che per
la città di Uruk sarebbe stata una vera rivoluzione: niente più argilla umida e stilo, niente più tavolette pesanti e fragili, solo superfici sottili e leggere come foglie. Le ha chiamate fogli. Aveva sperimentato la sua tecnica in un laboratorio lontano.
Ho deciso di aiutarlo: – Ti porto dal sacerdote del tempio. Lui ti dirà come fare.
CONTINUA TU LA STORIA!
UNA MISSIONE PERICOLOSA
– Dovrai rendere omaggio alla nostra dea – gli ha detto il sacerdote –compiendo una missione per il re Enmerkar.
– Quale missione? – ha chiesto Tommaso.
– Dovrai attraversare sette montagne per consegnare ad Aratta sette sacchi di cereali e prendere in cambio sette scrigni di pietre preziose, oro e argento per abbellire il tempio di Uruk.
– Ah certo, una missione impossibile! È come chiedere una corona di diamanti e pagare con qualche carota… Quale città?
– Aratta.
– Aratta? Proprio il suo re attenta alla mia vita!
– È il volere di Inanna. Sarà un viaggio lungo: avrai fame e sete e dovrai combattere contro gli dèi amici di Aratta.
– Ma io sono un semplice maestro! – ha esclamato Tommaso, turbato.
• Tommaso accetterà la missione? Per scoprirlo, trova prima le zeppe e le aggiunte delle seguenti parole. Poi usa le parole, le loro zeppe e le loro aggiunte per completare il testo.
Felce
Offerta
Pineta Mare
• Ora usa queste parole per completare il testo.
La decisione del maestro Tommaso di accettare l’............................. sarà molto , ma alla fine sarà di aiutare Enmerkar.
Certo avrebbe preferito scappare su un altro o fare una bella gita al , ma al volere degli dèi non si sfugge! Si farà trovare sotto una nascosta al centro di una grande dove lo aspetteranno le sette con cui si metterà in viaggio.
• Sul quaderno, scrivi il finale della storia, seguendo la traccia qui sopra. Immagina la fine del dialogo con il sacerdote.
Nella tavoletta trovata nel laboratorio (pagina 104) si parla della missione nel deserto del maestro Tommaso. Isem ci racconta una parte del viaggio, giocando di nuovo con i logogrifi (pagine 8-9).
• Questa volta Isem ha giocato con i logogrifi delle parole messaggero e campione. Osserva la tabella. Poi leggi e sottolinea nel testo a seguire i logogrifi di queste due parole.
Parole Logogrifi messaggero eroe, mese, magre, sera, masso, rosse, rame, somare, re, grosse campione poca, ampie, pane, cima, panico, pace, nemico, come, amico, piena
Pericolo tra le montagne deserte
IN VIAGGIO DA UN MESE
Da un mese Tommaso viaggiava nel deserto roccioso tra Uruk e Aratta su uno degli asini più forti e con sette somare al seguito. Gli avevano dato poca acqua, del fieno, un pesto a base di cumino e noci per sconfiggere la stanchezza e una lancia di rame per difendersi. Nulla di più.
La strada era lunga e le montagne deserte e spoglie. Aratta era ancora lontana. Tommaso guardò le somare, magre e lente per la fatica.
– Ci fermeremo sotto quel masso sporgente – disse ad alta voce vedendo ampie zone d’ombra. Sistemò a terra le pesanti ceste piene di cereali da consegnare al re di Aratta e la borsa piena di cibo. Si stese sotto la roccia e cadde in un sonno profondo. Sognò del pane caldo e fragrante.
L’ATTACCO DEGLI SCIACALLI!
All’improvviso un lungo ululato risuonò nella valle e dalla cima della montagna spuntò un branco di sciacalli. Le somare scapparono spaventate e Tommaso si ritrovò da solo, circondato dal branco. Entrò in panico, cercò di fuggire, ma poi gli tornò alla mente il consiglio del messaggero di Enmerkar, re di Uruk, che era stato mandato ad Aratta per un patto di pace. “Il nemico ti attacca se hai paura. Comportati da eroe e sarai salvo”.
Allora afferrò la lancia e la agitò davanti al muso del capobranco. Per un instante gli sciacalli fecero un passo indietro, ma poi tornarono all’attacco. Tommaso cadde a terra rassegnato.
GEMME ROSSE
Nel cadere, però, dalle sue tasche rotolarono delle gemme rosse rarissime, grosse come frutti. Un portafortuna, regalo del suo amico Isem. Il sole, ancora alto, colpì le gemme, da cui emanò una luce accecante. Gli sciacalli scapparono spaventati.
“Sono un campione!”, pensò Tommaso. Ma che fine avevano fatto le somare? Tommaso cercò fino a sera e solo quando le ritrovò si accorse che i topi avevano mangiato tutto il cibo.
ORA PROVA TU!
• Il maestro Tommaso ha vissuto un’avventura tra le montagne.
Che ne dici di scriverne un’altra, diversa, usando i logogrifi nascosti tra le lettere delle parole Mediterraneo, galeone e tesoro?
• Prima di tutto, scrivi i logogrifi di queste tre parole e sottolinea quelli che pensi potrebbero essere utili per la tua storia.
Mediterraneo:
Galeone:
Tesoro:
• Ora scrivi sul quaderno la tua avventura. Aiutati rispondendo alle domande. Dov’è ambientata la storia e quando si svolge?
Chi sono i protagonisti e le protagoniste della tua storia?
Che cosa succede loro? Che avventura vivono?
Come finisce la storia?
Il racconto dell’avventura di Tommaso continua. Prima di raggiungere Aratta deve affrontare un’ultima prova, una prova da brivido. Ce la racconta sempre lo scriba Isem, che anche questa volta ha giocato con i logogrifi (pagine 8-9).
• Leggi la storia. Nel testo sono stati evidenziati i logogrifi delle parole spirito ed esercito. Scrivili al posto giusto nella tabella.
Parole Logogrifi spirito esercito
OSPITI MINACCIOSI
Un esercito di fantasmi
UNA LETTERA ATTRAVERSO IL TEMPO
Le scorte di acqua e di cibo erano ormai finite. Tommaso e le sette somare avevano sete e fame. Mancava poco ad Aratta, ma le ceste di cereali pesavano e quei posti facevano paura.
Tommaso ripensava alla lettera che aveva spedito alla sua classe, grazie al rito di uno stregone che faceva viaggiare le cose nel tempo.
SEGNALI DI VITA
La notte era buia, senza stelle. D’un tratto Tommaso vide delle luci: sembravano torce accese e provenivano da due capanne. Corse, usando le ultime energie.
“Osterie nel deserto roccioso? Strano!”, pensò. Davanti a una delle porte un oste lo guardava.
– Benvenuto – gli disse in sumero, mostrando un sorriso sgangherato. Lo stava aspettando?
– Gr… grazie – rispose teso Tommaso.
Il locale era pieno di uomini e la luce veniva dai loro strani copricapi: creste luminose.
Tommaso camminò verso il bancone: sperava di ottenere delle croste di pane per sé e per i suoi animali.
Fu assalito da migliaia di topi che correvano sul pavimento. Provò a scacciarli, ma la mano attraversava i loro corpi.
Tommaso lanciò un urlo di spavento. Tre uomini si alzarono di scatto.
– Ti aspettavamo – dissero, sbuffando come tori arrabbiati e agitando le lance con aria minacciosa.
L’ESERCITO DI NANNA
Tommaso prese un sasso e lo tirò contro uno degli uomini. Gli passò attraverso. Non erano umani e si moltiplicavano: da tre divennero sei e poi venti, cento.
D’improvviso ricordò le parole del sacerdote: “Dovrai fare attenzione agli dèi amici di Aratta”.
Corse verso l’uscita. L’oste lo fece inciampare. A pancia in su, vide delle scie di luce verdastra attraversare l’aria.
– Perché scappi dal mio esercito? Hai perso il tuo spirito di avventura? – chiese una voce scortese.
Era Nanna, il dio Luna amico del re di Aratta.
– Consegnaci i cereali e sarai salvo – propose Nanna.
– Mai! – rispose Tommaso. – Ho una missione e la porterò fino in fondo!
– L’hai voluto tu! All’attacco! – ordinò il dio Nanna.
CONTINUA TU LA STORIA!
• Ce la farà Tommaso a sfuggire al pericolo e raggiungere Aratta? Scrivi il finale della storia usando i logogrifi di brivido, oltretomba e sconfitta. Se vuoi un suggerimento, torna a pagina 105 e leggi che cosa dice Emma sul contenuto della tavoletta.
• Prima di tutto, scrivi i logogrifi di queste tre parole e sottolinea quelli che pensi potrebbero essere utili per la tua storia.
Brivido:
Oltretomba:
Sconfitta:
• Ora scrivi sul quaderno il tuo finale della storia.
Il rito dello stregone è riuscito: il messaggio del maestro Tommaso è arrivato alla classe. Questa volta non si tratta di una tavoletta d’argilla, ma di una lettera scritta su una meravigliosa carta setosa. È scritta in un italiano molto strano, che lascia perplessi i ragazzi e le ragazze della 4aA. Che sia stato anche lui contagiato dal gusto per i giochi di parole dei Sumeri?
Leggi anche tu che cosa scrive…
Nella sua lettera, il maestro Tommaso ha usato solo parole che iniziano con la lettera S (tranne articoli, congiunzioni, pronomi personali o aggettivi possessivi e l’ausiliare delle voci verbali).
È un gioco che si chiama tautogramma ed è uno dei più difficili, ma anche divertenti.
La lettera del maestro Tommaso
Saluti splendidi scolari e scolare, sì, sono scomparso, scusate. La mia storia sembrerà senza senso: sono stato scaraventato fino al secolo dei Sumeri. I Sumeri! Straordinari scopritori di strumenti come la scrittura. Sono stati splendidi con il sottoscritto. Il “Sapiente” è il mio soprannome e sono un saggio stimato dal sovrano sumero. Mi ha sistemato in uno studio spazioso, stracolmo di strani strumenti e con un segretario sincero e specializzato in svariate scienze, tra cui la stregoneria. Sì, un segretario stregone! La seta su cui scrivo è una scoperta sviluppata da noi.
Sono sereno, ma sogno sempre la scuola. Ho spinto il segretario stregone a scovare un sortilegio per il sottoscritto, per spedirvi un segno. Sei settimane di studio e un sabato ha strillato “Sparisci, sesamo” spargendo semi sulle mie spalle. Si sentiva sicuro, ma io sono sconfortato.
Soccorretemi! Una soluzione ci sarebbe: il sortilegio sulla scrivania nel mio studio. Servirà, lo so, succederà quello che spero. Saluti sinceri, Saggio Sapiente
ORA PROVA TU!
• Usa le tre parole mongolfiera, mare, mangiare per inventare una breve storia. Iniziano con la lettera M; aggiungi altre parole che iniziano con la stessa lettera. Scrivile.
• Ora scrivi qui la storia con le parole che hai scelto.
• Adesso scrivi una lettera o un breve messaggio a un amico o un’amica, usando solo parole che iniziano con l’iniziale del tuo nome. Segui questi suggerimenti.
1 Scrivi brevemente che cosa vorresti raccontare al tuo amico o alla tua amica.
2 Fai un elenco delle parole del testo precedente sostituendole con quelle che iniziano con la prima lettera del tuo nome. Se una parola che vorresti usare inizia con una lettera diversa, cerca sul vocabolario un sinonimo!
3 Adesso scrivi il messaggio usando solo parole che iniziano con la prima lettera del tuo nome (tranne gli articoli, le preposizioni, le congiunzioni, i pronomi personali, gli aggettivi possessivi e gli ausiliari dei verbi).
• Ora inventa un’altra storia usando queste quattro parole che iniziano con la lettera P (e aggiungendone altre se serve): picchio, pappagallo, partita, palleggiare. Lavora sul quaderno.
L’ultima tavoletta trovata a casa del maestro (pagina 105) conteneva una ricetta per viaggiare nel tempo. È quella che ha catapultato Tommaso a Uruk. Leggendola, anche Marco, Romeo, Mati ed Emma sono finiti al tempo dei Sumeri.
La ricetta è stata scritta con un gioco che si chiama acrostico. Consiste in questo: le prime lettere di ogni riga o di parole sistemate in colonna, se lette in verticale, ne formano un’altra di senso compiuto.
• Leggi la ricetta. Poi scrivi le due parole magiche nascoste.
Viaggiare nel tempo
Marco, Romeo, Mati ed Emma non credevano ai loro occhi: erano davvero a Uruk, al tempo dei Sumeri? Erano “atterrati” all’interno del tempo e ad accoglierli avevano trovato Tommaso, anche lui incredulo: la formula magica aveva funzionato davvero! Che incredibile avventura! Si abbracciarono: il maestro era al colmo della felicità e orgogliosissimo della sua classe, che era riuscita a seguire il filo degli indizi e a giungere fino a lui. E poi, quale migliore occasione per fare un giro in una vera città sumera e scoprire come viveva questo antico popolo? Tommaso guidò i ragazzi e le ragazze in un autentico giro turistico: la ziggurat, il mercato, le sponde dell’Eufrate, il grande fiume, il tempio bianco di Anu, le strade polverose, le case in mattoni…
Il tempo volò, però… era ora di tornare a casa!
La prima a riprendersi fu Emma, con il suo spirito pratico. – Abbiamo viaggiato indietro nel tempo; ora dobbiamo trovare il modo di viaggiare nel futuro. Proviamo a rileggere la formula magica: magari funziona anche al contrario!
– Brava, Emma! – approvò il maestro. – Prendi la tavoletta e leggiamo tutti insieme.
LA FORMULA MAGICA
INGREDIENTI
• 3 pezzi di Foglie di Cedro
• 5 gocce di Olio di rosa di Persia
• Bava di R ana del deserto (quanto basta)
• 4 denti di M aiale (solo denti da latte trovati sotto al cuscino)
• 1 soffio di U lulati di sciacallo
• 2 raggi di Luna nascente
• Polvere di A rgilla
PROCEDIMENTO
1 M acina i denti di maiale.
2 Aggiungi le foglie di cedro, l’olio di rosa di Persia e la bava di rana del deserto.
3 Grattugia i due raggi di Luna nascente e mescola con il soffio di ululati di sciacallo.
4 I mmergi nella polvere di argilla.
5 Cospargi un oggetto.
6 Attraversa la porta del tempo.
DELUSIONE!
– Non è successo nulla! – disse Romeo, scoraggiato.
– Forse dobbiamo trovare delle parole magiche nascoste nella ricetta? – chiese Marco.
– Sì, certo! – si illuminò Tommaso. – I Sumeri hanno una vera passione per i giochi di parole. E in questa ricetta è nascosto un acrostico. Leggiamo in ordine le iniziali degli ingredienti e quelle di ogni riga del procedimento: sicuramente troveremo le parole magiche! – Ci sono! – esclama Mati. – Le parole magiche sono
Chiusero gli occhi e le pronunciarono ad alta voce, tutti insieme, ma… non successe nulla! Erano ancora a Uruk, prigionieri del passato!
FINISCI TU LA STORIA!
• Le parole magiche non hanno funzionato! Ora tocca a te: scrivi una ricetta magica per aiutare i ragazzi e il maestro a tornare ai nostri giorni. Ricorda di usare un acrostico, altrimenti non funziona. Segui le indicazioni.
1 Scegli un posto in cui vorresti tornare e scrivi il suo nome.
2 Scrivi in verticale le lettere del suo nome e pensa a un ingrediente che inizia con ogni lettera.
3 Immagina con che mezzo vorresti raggiungere il posto (treno, bus, aereo, auto, bicicletta, altro…) e scrivilo in verticale.
4 Scrivi il procedimento. Ricorda che ogni passaggio deve iniziare con la lettera corrispondente.
• Ora che hai scritto la formula magica, immagina il ritorno ai nostri giorni dei protagonisti della storia. Come si sentono? Come vengono accolti? Racconta.
Responsabile editoriale: Mafalda Brancaccio
Coordinamento redazionale: Sarah Farina
Redazione: Annalisa Pomilio
Revisione didattica: Giuseppina Ricucci
Responsabile di produzione: Francesco Capitano
Progetto grafico e impaginazione: Studio grafico AcomeApe di Alessia Zucchi
Illustrazioni: Vanessa Montonati
Copertina: Studio grafico AcomeApe di Alessia Zucchi
Illustrazione di copertina: Silvia Colombo
Ricerca iconografica: Paola Rainaldi
Referenze iconografiche: Shutterstock, Archivio Cetem
Stampa: Tecnostampa – Pigini Group Printing Division Loreto – Trevi 24.84.039.0
Per esigenze didattiche i testi sono stati quasi tutti ridotti e/o adattati. L’editore è a disposizione degli aventi diritto tutelati dalla legge per eventuali e non volute omissioni o errori di attribuzione.
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equilibri
EquiLibri • Progetto Parità è un percorso intrapreso dal Gruppo Editoriale ELi, in collaborazione con l’Università di Macerata, per promuovere una cultura delle pari opportunità rispettosa delle differenze di genere, della multiculturalità e dell’inclusione. Si tratta di un progetto complesso e in continuo divenire, per questo ringraziamo anticipatamente il corpo docente e coloro che vorranno contribuire con i loro suggerimenti al fine di rendere i nostri testi liberi da pregiudizi e sempre più adeguati alla realtà.
classe 4
• Letture 4
• Riflessione linguistica 4
• Quaderno di scrittura 4
• Arte e Musica 4-5
ISBN per l’adozione: 9788847307391
• Letture 5
• Riflessione
• Quaderno di scrittura 5
classe 5
ISBN per l’adozione: 9788847307407
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• KIT DOCENTE comprensivo di guida alla programmazione, risorse didattiche, percorsi semplificati e tutto il necessario per il corso.
• LIBRO DIGITALE (scaricalo subito seguendo le istruzioni all’interno della copertina) con LIBRO LIQUIDO ACCESSIBILE:
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