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AttualMENTE è la nuova collana di attualità per la scuola secondaria su temi e aspetti del mondo contemporaneo.

Valentina Giuliani

E TU?

E tu?

Le nove storie raccolte in questo libro sono il punto di partenza per addentrarsi in riflessioni su argomenti-chiave di attualità trasversali a più discipline, per rafforzare le competenze di cittadinanza attiva, fondamentali per vivere e capire il proprio tempo.

Tra le attività proposte: la ricerca di informazioni, l’interpretazione dei dati, la raccolta dei documenti, la consultazione delle fonti, la comprensione di tipologie testuali diverse, la selezione delle informazioni, la stesura di un elaborato scritto e la produzione di una argomentazione orale convincente.

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www.leggermente.info Questo volume sprovvisto del talloncino a fianco è da considerarsi campione gratuito fuori commercio.

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E TU?

Il lavoro proposto sulle storie si sviluppa con una serie di attività che vanno dalla comprensione del testo alla riflessione e all’approfondimento dei contenuti tramite input diversi (Documento e Intervista), utili alla discussione in classe e al lavoro a casa.

Valentina Giuliani

La domanda del titolo è rivolta ai giovani, bombardati da mille sollecitazioni, storditi da una miriade di informazioni diverse e contraddittorie, in balia del potere di una tecnologia rassicurante e inquietante insieme. È una domanda importante che impone loro di uscire dall’anonimato, di prendere posizione e di fare scelte in maniera critica, consapevole, coerente.

Percorsi di cittadinanza attiva per comprendere il nostro tempo


Valentina Giuliani

E TU? Percorsi di cittadinanza attiva per comprendere il nostro tempo


Foto di copertina: “La ragazza con il palloncino” è un murales di Banksy, famoso artista inglese, tra i maggiori esponenti della “street art”. L’opera, realizzata a Londra nel 2002, rappresenta una bambina a cui sfugge un palloncino a forma di cuore. Il messaggio che vuole trasmettere è che la speranza non scompare mai ed è presente in qualsiasi luogo della società occidentale. L’intento dell’autore è sensibilizzare, in modo a volte satirico e crudo ma accessibile a tutti, sui temi e le contraddizioni della contemporaneità. In questo modo anche le periferie urbane diventano luogo di riflessione. © Marka

E TU? Percorsi di cittadinanza attiva per comprendere il nostro tempo di Valentina Giuliani Responsabile editoriale: Beatrice Loreti Art director: Marco Mercatali Responsabile di produzione: Francesco Capitano Redazione: Carla Quattrini Progetto grafico: Airone Comunicazione – Sergio Elisei Impaginazione: Airone Comunicazione – Enea Ciccarelli Foto: Shutterstock Illustrazioni: Pesciblu Copertina: Adami Design Foto di copertina: Marka “Street art, East London, London, UK” © 2017 Eli – La Spiga Edizioni Via Brecce – Loreto tel. 071 750 701 info@elilaspigaedizioni.it www.elilaspigaedizioni.it Stampato in Italia presso Tecnostampa – Pigini Group Printing Division – Loreto-Trevi 17.83.103.0 ISBN 978-88-468-3596-3 L’autrice desidera ringraziare Carlo Guaita per il racconto Pedala! Le fotocopie non autorizzate sono illegali. Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione totale o parziale così come la sua trasmissione sotto qualsiasi forma o con qualunque mezzo senza previa autorizzazione scritta da parte dell’editore.


Nota introduttiva La domanda del titolo E tu? è rivolta a voi giovani, bombardati da mille sollecitazioni, storditi da una miriade di informazioni diverse e contraddittorie, in balia del potere di una tecnologia rassicurante e inquietante allo stesso tempo. È una domanda importante che impone di uscire dall’anonimato e di prendere posizione sulle cose della vita in maniera critica, consapevole, coerente. Vuole spingere a una partecipazione attiva, un coinvolgimento non solo emotivo ma ragionato, che parta dalla propria esperienza personale e si confronti con i grandi temi della nostra attualità. Le nove storie raccolte in questo libro sono il punto di partenza per addentrarsi in riflessioni su argomenti-chiave del nostro tempo: le tematiche (suggerite dalle Indicazioni Nazionali 2012) si inquadrano in un percorso di educazione trasversale, finalizzato a rafforzare le competenze di cittadinanza attiva, fondamentali per vivere e capire il proprio tempo. Ogni storia è strutturata in modo tale che, per brevità e complessità, possa essere letta, analizzata e commentata nell’ambito dei cinquanta minuti di lezione. Il lavoro proposto sulle storie si sviluppa con una serie di attività che va dalla comprensione del testo alla riflessione e all’approfondimento dei contenuti tramite input diversi ( DOCUMENTO e Intervista con …), utili alla discussione in classe e al lavoro a casa. Due sono le rubriche fisse ricorrenti: LE PAROLE, una sorta di mini-glossario specifico per l’argomento trattato, e I NUMERI, ovvero il fenomeno in dati e cifre. Si suggeriscono poi libri, film, videoclip o blog, in modo da completare lo sguardo d’insieme e allargarlo sotto una lente multifocale. A chiusura di ogni capitolo c’è il Test per mettersi ancora in gioco, in maniera ludica, su ciò che è stato affrontato in classe: un’opportunità in più per conoscersi meglio e per autovalutarsi. Tutti gli strumenti offerti dal libro sono finalizzati non solo ad ampliare le conoscenze su determinate tematiche, ma anche a imparare a ragionare in modo critico, scegliere consapevolmente e argomentare in maniera efficace. Valentina Giuliani


Indice

1. I social network .................................................................................. ?? La doppia identità ....................................................................... ??

Focus sulla scrittura

Monologo interiore, flusso di coscienza, dialogo ................. ?? Le parole del web..................................................................................... ?? I numeri del web ...................................................................................... ?? Documento I pericoli dei social ......................................................... ?? Intervista allo psicologo ...................................................................... ?? Test – Sai fare ricerche in internet?.................................................. ??

2. Il mondo degli anziani ...................................................................... ?? La storia La zia smemorata .................................................... ?? Focus sulla scrittura La descrizione ..................................... ?? I numeri della demografia ................................................................ ?? Documento Questo non è un Paese per giovani ........................... ?? Intervista al sociologo ...................................................................... ?? Test – Volontario per un giorno....................................................... ??

3. L’alimentazione ................................................................................... ?? La storia La buriana ................................................................... ?? Focus sulla scrittura Fiaba o favola?...................................... ?? Le parole delle etichette alimentari ............................................... ?? I numeri del disagio alimentare....................................................... ?? Documento Obiettivo Fame Zero.................................................... ?? Intervista al nutrizionista .............................................................. ?? Test – Dimmi cosa mangi e ti dirò chi sei ...................................... ??

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4. Il vandalismo ....................................................................................... ?? La storia Attenzione caduta massi! ................................... ??

Focus sulla scrittura Scrivere un articolo di giornale ....... ??

Le parole della strada......................................................................... ?? I numeri della cronaca....................................................................... ?? Documento Per chi lancia sassi pene fino a 10 anni ................... ?? Intervista al pedagogista ................................................................. ?? Test – Conosci la strada?................................................................... ??

5. Amicizia e scuola ............................................................................... ?? La storia Samuele ........................................................................ ??

Focus sulla scrittura Il punto di vista ................................... ??

Le parole della scuola ........................................................................ ?? I numeri dell’abbandono scolastico ............................................... ?? Documento Compagno di scuola (A. Venditti) ............................ ?? Intervista allo scrittore ................................................................... ?? Test – Chi sono? .................................................................................. ??

6. Il viaggio ............................................................................................... ?? La storia I viaggi di Elena ........................................................ ?? Focus sulla scrittura L’autobiografia .................................... ??

Le parole del viaggio .......................................................................... ?? I numeri dell’emigrazione ................................................................ ?? Documento Sulla denominazione emigrante .............................. ?? Intervista al poliglotta ..................................................................... ?? Test – How good is my English? ...................................................... ??

7. Il razzismo ........................................................................................... ?? La storia Lettera a Jamal ......................................................... ??

Focus sulla scrittura La lettera .............................................. ??

Le parole del razzismo ....................................................................... ?? Documento Il pregiudizio ................................................................ ?? Intervista allo storico ....................................................................... ?? Test – Cittadino del mondo? ............................................................ ?? 5


8. Le periferie urbane ............................................................................ ?? Pedala! ................................................................................................ ??

Focus sulla scrittura Dalla poesia… al rap ............................ ??

Le parole dell’ambiente ..................................................................... ?? I numeri delle città italiane più virtuose ....................................... ?? Documento I giovani e le periferie ................................................. ?? Intervista all’architetto ................................................................... ?? Test – Sei natural-mente consapevole? ......................................... ??

9. Educazione finanziaria ..................................................................... ?? La storia Money, money, money .......................................... ?? Focus sulla scrittura Il flashback ................................................... ??

Le parole dell’economia .................................................................... ?? I numeri del costo della vita ............................................................. ?? Documento Giovani e denaro, istruzioni per l’uso ...................... ?? Intervista allo scrittore ................................................................... ?? Test – So gestire i miei soldi? ........................................................... ??

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1. WEB E SOCIAL NETWORK


La storia

La doppia identità “Pronto, casa Sestini? È la Polizia postale di Milano. Il vostro numero di telefono è 02654332?” “Sì.” “Avete un computer collegato con ADSL1?” “Sì.” “Chi usa il computer in famiglia?” “Tutti noi.” “La mail giova@libero.it è di suo figlio?” “Sì.” “Quanti anni ha?” “Tredici, ma... che cosa è successo?” “Siete convocati lei, suo marito e suo figlio domani mattina alle otto in commissariato. Chiedete del vicecommissario De Lellis”. Non il tempo di avere qualche altra informazione, la voce secca del ricevitore chiude bruscamente la telefonata, lasciando in ansia la povera Elena che sa già come sarà difficile estorcere al figlio un qualsiasi resoconto dell’ultima bravata combinata ai danni di non si sa chi. Giovanni è disteso sul letto con le cuffie all’orecchio e non sente la madre che bussa alla porta, la vede entrare con lo sguardo accigliato e si prepara alla ramanzina2. Questa volta però la solfa3 è diversa: nessun rimprovero per la stanza in disordine, nessuna lamentela per i compiti non ancora svolti, nessun interrogatorio su come è andata la giornata e su che cosa egli abbia intenzione di fare a parte stare in ozio con lo sguardo perso nel vuoto e la musica in cuffia. Un atroce silenzio, un volto invecchiato, preoccupato, stanco. “Che cosa c’è, mamma?” “Vorrei saperlo da te.” Mi racconta della telefonata. L’idea di dovermi alzare all’alba proprio il sabato per andare alla Poli ADSL: connessione internet ramanzina: predica 3 solfa: discorso noioso, insistente e ripetitivo 1

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La doppia identità

zia senza sapere il perché, mi irrita non poco. Oltretutto, per una volta che avevo programmato qualcosa, devo mettere tutto in discussione! Già pregustavo un sabato mattina a letto fino a tardi, una doccia veloce e la lettura dei due manga nuovi di pacca (serie gialla, comprati alla Libreria del Fumetto), invece niente da fare, uffa! Provo la strategia del non sto bene, di solito funziona quando non voglio uscire a fare la spesa, quando non voglio andare in cortile a buttare la spazzatura, quando voglio sottrarmi alle cene con gli amici dei miei genitori e in tutti i momenti in cui desidero stare solo nella mia stanza a pensare ai fatti miei. Ma né lo sguardo spento, né il pallore, né la voce roca che Giovanni prova ad impostare, sortiscono alcun effetto: questa volta c’è di mezzo la Polizia. A cena l’atmosfera è greve, ci si interroga sul perché di quella improvvisa convocazione e si fanno delle ipotesi. Paolo riflette a voce alta, interrompendo i pensieri con brevi domande al figlio che pare cadere dalle nuvole e inabissarsi nel più profondo mutismo. Era sempre riuscito a restare in disparte, a essere invisibile, a fare in modo che tutte le attenzioni dei genitori fossero concentrate sulla sorella Bettina, costantemente in pole position con le sue disavventure amorose, i suoi drammi scolastici, le sue decisive partite di pallavolo e le sue chiassose amiche. Ora invece pareva proprio un accanimento di sguardi, di domande, di sospiri preoccupati e battute scomode che lo tormentarono fino alla fine della cena. Poi la fuga in camera con telefonino alla mano nell’attesa di una giornata che si prospettava un grande ‘sbatti’. Ci avrebbe dormito su, come sempre in caso di rotture di scatole e complicazioni inaspettate. La mattina dopo, puntuali, Elena, Paolo e Giovanni sono alla Polizia. “Allora, giovanotto, abbiamo una bella denuncia di furto d’identità e diffamazione via web. Il nome Martino Caccia ti dice niente?” Giovanni diventa rosso in faccia e comincia a balbettare un sì impercettibile. Tutto a un tratto il silenzio si fa assordante tra le pareti della stanza, nei lunghi corridoi illuminati dalla luce al neon del commissariato, nello sguardo degli adulti, nelle nuvole grigie che premono alla finestra, tra gli spifferi delle porte semichiuse. Giovanni sente freddo e si rannicchia nella felpa troppo larga, guardando le scarpe slacciate tra pantaloni troppo lunghi o forse solo calzati così a vita bassa che, oltre a scoprire le mutande, intralciano il cammino e le parole che faticano a 9


1. WEB E SOCIAL NETWORK

uscire. Poi, a testa bassa, con un fil di voce, racconta come abbia creato una falsa identità su Facebook, utilizzando la fotografia e i dati di un compagno di scuola elementare che non vedeva da tempo e di come si sia divertito a pubblicare lì quello che non osava mettere in rete con la propria identità. Uno scherzo, una trovata ‘geniale’ che gli consentiva di agire liberamente in internet, sotto mentite spoglie. Una bravata di cui andava fiero e di cui mai si era pentito. Chi avrebbe mai saputo dei suoi ‘illeciti’ sul web? Chi mai avrebbe potuto scoprire il suo inconfessabile segreto? Giovanni adesso, dopo una iniziale incertezza e timidezza, parlava con sempre più coraggio e disinvoltura, ripensando ai trucchi utilizzati per non farsi beccare. Entrava nei dettagli, aggiungeva particolari piccanti, si dilungava su aspetti apparentemente insignificanti, incurante degli sguardi attoniti dei genitori e dell’espressione corrucciata della segretaria verbalista. Di fronte al commissario di Polizia che si lamentava del tempo fatto perdere alle autorità per seguire le attività internet del sospettato, sorrideva di un orgoglio trattenuto a fatica. Controvoglia ascoltò fino alla fine la lunga e dettagliata spiegazione sui pericoli dei social network che il commissario De Lellis stava impartendo a lui e alla famiglia, considerata, visto lo scarso controllo sul figlio, anch’essa indirettamente responsabile di quella ‘bravata’. I pensieri scivolavano via dalla stanza liberi, rincorrendo quella doppia identità che fino ad allora aveva avuto il volto e la voce del suo alter ego4 Martino Caccia. Come avrebbe potuto esprimere adesso desideri, fantasie, sogni, sentimenti inconfessabili, segreti indecifrabili anche per la sua giovane anima?

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alter ego: l’altro io


La doppia identità

SUL TESTO 1 Il titolo del racconto ti sembra appropriato? Motiva la tua risposta. ……………………………………………………………...……..………………… ……………………………………………………………...……..………………… 2 Quale profilo del protagonista Giovanni emerge? Individua nel testo i momenti descrittivi sia dell’aspetto che del carattere del giovane. ……………………………………………………………...……..………………… ……………………………………………………………...……..………………… 3 Quali sono le dinamiche familiari che emergono dai dialoghi e dai monologhi interiori? ……………………………………………………………...……..………………… ……………………………………………………………...……..………………… 4 “Il silenzio si fa assordante” è un ossimoro, cioè una figura retorica che affianca due termini con significato contrastante. Qual è l’effetto del suo uso in questo contesto? ……………………………………………………………...……..………………… ……………………………………………………………...……..………………… 5 Quanto è importante secondo te la libertà di espressione di alcune parti di noi stessi che non sempre osiamo rivelare? ……………………………………………………………...……..………………… ……………………………………………………………...……..………………… 6 Come dai voce ai tuoi pensieri più segreti e nascosti? ……………………………………………………………...……..………………… ……………………………………………………………...……..………………… 7 Come proseguiresti questa storia? Utilizza il dialogo e il monologo e scrivi il testo sul quaderno.

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1. WEB E SOCIAL NETWORK

FOCUS SULLA SCRITTURA

Monologo interiore, flusso di coscienza, dialogo Il monologo interiore è una tecnica narrativa costituita da un discorso introspettivo che il personaggio fa tra sé e sé. È caratterizzato da: - mancanza di un verbo introduttivo di comunicazione; - uso della prima persona e prevalenza dei tempi verbali presente e infinito; - comunicazione dei pensieri dei personaggi secondo ordine logico (diversamente dal flusso di coscienza in cui questi pensieri, ricordi, considerazioni si affastellano senza un ordine e una logicità); - espressioni tipiche del linguaggio parlato. Il monologo interiore permette di riprodurre i pensieri di un personaggio ̶ in particolar modo quelli della sua sfera mentale e intima: il narratore esprime ciò che il personaggio pensa, affidando a quest’ultimo la responsabilità dell’espressione e modellando di conseguenza il proprio stile sulle risorse intellettuali e sulle capacità espressive del personaggio stesso. Il monologo interiore è tipico del romanzo sperimentale o modernista (pensiamo a Virginia Woolf e James Joyce) e ha trovato in Italia interpreti famosi come Italo Svevo che, soprattutto nel romanzo La coscienza di Zeno, svela, tramite questa tecnica narrativa, in modo assai sottile e sulla scorta delle suggestioni della psicoanalisi freudiana, le ipocrisie e le mistificazioni del protagonista, Zeno Cosini. Simile al monologo interiore è il cosiddetto flusso di coscienza (stream of consciousness), uno stile narrativo che, sfruttando il procedimento del discorso indiretto libero, abolisce l’ordine logico razionale e la sintassi convenzionale della frase per dar voce all’incontrollato fluire dei pensieri e delle emozioni dei personaggi. Esso è caratterizzato da: - sintassi non regolare, ricca di anacoluti; - inversioni e costruzioni a senso; - abolizione della punteggiatura; - particolare rilievo conferito alla dimensione dell’inconscio collettivo. La tecnica del flusso di coscienza è caratteristica di un numero ristretto di opere (come Mrs. Dalloway di Virginia Woolf, quelle di Arthur Schnitzler o il celebre Ulisse di James Joyce, che porta il meccanismo ai vertici della sua sperimentazione) ed è sicuramente influenzato dalla psicoanalisi freudiana, che spalanca le porte dello studio della mente e del suo funzionamento profondo. Il flusso di coscienza, lavorando per associazioni analogiche, è dunque al confine tra un procedimento letterario storicamente definito e il tentativo di 12


Focus sulla scrittura

riprodurre un meccanismo psicologico, che porta alle estreme conseguenze (a volte, oltre il confine della comprensibilità) la tecnica del monologo interiore. Un esempio classico di stream of consciousness è il cosiddetto “monologo di Molly Bloom” che chiude l’Ulisse di James Joyce: qui il flusso dei pensieri della donna è riprodotto come una serie casuale e ininterrotta di ricordi, sensazioni, percezioni e desideri cui nessuno (né il personaggio né tantomeno l’autore) pone ordine. Joyce costruisce poi il suo ultimo romanzo, La veglia di Finnegan (1939), come la successione delle immagini che appaiono in sogno al protagonista; la dimensione onirica abolisce del tutto la punteggiatura e la sintassi, creando una lingua misteriosa, allusiva e completamente inedita. Il dialogo implica la presenza reale o immaginaria di un interlocutore a cui ci si rivolge con: - un discorso diretto, tra virgolette, introdotto da verbi di comunicazione come dire, affermare, pronunciare, esclamare ecc.; - uno stile e delle modalità che rispettino e riflettano le caratteristiche dei personaggi coinvolti nel dialogo (età, ceto sociale, provenienza, carattere). Se un personaggio parla tra sé e sé o a interlocutori immaginari, in assenza di interlocutori reali, a voce alta, bassa o anche in silenzio, siamo di fronte a un soliloquio. Leggi questi testi e indica se si tratta di monologhi, flussi di coscienza, dialoghi o soliloqui. Motiva la tua risposta. TESTO A Oh quel pauroso torrente laggiù in fondo Oh e il mare il mare qualche volta cremisi come il fuoco e gli splendidi tramonti e i fichi nei giardini dell’Alameda sì e tutte quelle stradine curiose e le case rosa e azzurre e gialle e i roseti e i gelsomini e i geranei e i cactus e Gibilterra da ragazza dov’ero un Fior di montagna sì quando mi misi la rosa nei capelli / come facevano le ragazze andaluse o ne porterò una rossa sì e come mi baciò sotto il muro moresco / e io pensavo beh lui ne vale un altro e poi gli chiesi con gli occhi di chiedere ancora sì allora mi chiese se io volevo sì dire di sì mio fior di montagna e per prima cosa gli misi le braccia intorno sì e me lo tirai addosso in modo che mi potesse sentire il petto tutto profumato sì e il suo cuore batteva come impazzito e sì dissi sì voglio sì. (James Joyce, Ulisse)

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1. WEB E SOCIAL NETWORK

TESTO B Era un’ultima sigaretta molto importante. Ricordo tutte le speranze che l’accompagnarono […] Quest’ultima sigaretta significava proprio il desiderio di attività (anche manuale) e di sereno pensiero sobrio e sodo […]. Adesso che sono qui, ad analizzarmi, son colto da un dubbio: che io forse abbia amato tanto le sigarette per poter riversare su di esse la colpa delle mie incapacità? Chissà se, cessando di fumare, io sarei divenuto l’uomo ideale e forte che m’aspettavo? (Italo Svevo, La coscienza di Zeno)

TESTO C (Renzo) si chinò sur una di quelle, guardò, toccò e trovò ch’era farina. “Grand’abbondanza”, disse tra sé, “ci dev’essere in Milano se straziano in questa maniera la grazia di Dio. Ci davan poi ad intendere che la carestia è per tutto. Ecco come fanno, per tener quieta la povera gente di campagna”.

(Alessandro Manzoni, I promessi sposi)

TESTO D [...] Una sonata di Beethoven! Come si fa a suonare una sonata di Beethoven in questo luogo! Sto trascurando il pianoforte. A Vienna riprenderò a esercitarmi con regolarità. Voglio proprio cambiare vita. Dovremmo farlo tutti quanti. Così non si può andare avanti. Parlerò seriamente con papà… purché ce ne sia ancora il tempo. Ci sarà, ci sarà. Perché non l’ho fatto prima? In casa nostra si butta sempre tutto sul ridere, anche se nessuno è in vena di scherzare. In realtà ciascuno ha paura dell’altro, ciascuno di noi è solo […]. (Arthur Schnitzler, La signorina Else)

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Le parole del web

LE PAROLE DEL WEB Forum Struttura informatica nella quale gli utenti discutono su vari argomenti. Un senso di comunità virtuale si sviluppa spesso intorno ai forum, che hanno utenti abituali e con interessi comuni (tecnologia, videogiochi, animali, politica, sport…). Molti forum richiedono la registrazione dell’utente prima di poter inviare messaggi e in alcuni casi anche per poterli leggere. Chat Forma di comunicazione basata sullo scambio di messaggi testuali tra utenti in tempo reale. Se gli utenti sono in possesso di webcam o di particolari programmi, la comunicazione non è più solo testuale ma anche visiva o audiovisiva (telefonia online). Social network Consiste in un qualsiasi gruppo di persone connesse tra loro da diversi legami sociali, che vanno dalla conoscenza casuale, ai rapporti di lavoro, ai vincoli familiari o di amicizia. Il principale social network è Facebook. Per avere accesso al servizio di social network la prima cosa da fare è la registrazione gratuita. Con le credenziali rilasciate di Username e Password si può accedere e creare un proprio profilo, cioè una pagina che descriva la persona (dati anagrafici, interessi, hobby, foto, lavoro). Creato il profilo, si può contattare o essere contattato da tutti gli utenti che fanno parte della rete. Tutto ciò che pubblico sul mio profilo è visibile ai miei amici, e potenzialmente agli amici dei miei amici e così via, in una catena di contatti. In un social network posso visitare i profili delle persone, chattare in tempo reale, aggiornare il profilo con foto, documenti, messaggi, pubblicare video, immagini, file, documenti, link a pagine web, creare pagine web o gruppi che pubblicizzano un evento, la mia azienda, un prodotto, utilizzare giochi e passatempi online.

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8. LE PERIFERIE URBANE


La storia

Pedala! A quella fontanella nei giardinetti si danno appuntamento i miei amici. Se vai in fondo a via Omero la vedi subito. Isolata, sotto un grande platano, con quattro panchine luride intorno, sembra un guardiano, in quella terra di nessuno. E Dio sa quanto bisogno ci sarebbe di guardiani, in questo quartiere! È una fontanella che non dà ristoro a nessuno, perché quando ci sediamo là tutti girano alla larga. È roba nostra, non c’è bisogno di dirlo. Basta una sola occhiata per saperlo. Siamo forti, noi. Uniti come un branco di lupi. E accettiamo solo gente che come noi ha fame di vita. La mia banda – se vuole e quando vuole – ha il dominio della notte. Girando per le vie abbiamo compiuto le più splendide bravate che la città ricordi: urliamo e ci attacchiamo ai citofoni, mandiamo in frantumi le lampade dei semafori e possiamo compiere tante altre delicatezze che è meglio non vi racconti, se volete continuare a dormire sereni. Quando spunta qualche soldo compriamo bombolette di vernice spray, e finché non si sono esaurite diamo sfogo al nostro estro, da una via all’altra, da un quartiere all’altro, sui muri e sulle vetrine, in una città addormentata tanto irreale da sembrare una scenografia di cartone. La banda di Carlos invece resta confinata nel cortile di un caseggiato popolare o colonizza il capolinea della metropolitana. Porta là un impianto stereo enorme, con un pacco di batterie sufficiente per dare energia a un’intera fabbrica, e poi spara a palla quella loro musica assordante. Salsa in versione disco, rap portoricano, canzoni ispaniche. Porta allegria solo a qualche passante distratto che non osserva con attenzione i volti assorti dei ragazzi e delle ragazze. Iniziano le danze, le evoluzioni muscolari della street dance, le anche si scuotono al ritmo indiavolato, e le lattine di birra vuote si accumulano al suolo. Non c’è nulla di veramente gaio in quella baldoria, è solo una manifestazione di forza e potenza. Le vere feste della comunità ispanica – gioia per gli occhi e le orecchie – si svolgono altrove, alla luce del sole. La calma torna nei tunnel della stazione soltanto all’ora della chiusura; è il coprifuoco, dettato da un anziano dipendente della società dei trasporti che richiama il gruppo scuotendo con forza un mazzo di chiavi. Solo allora lo stereo viene spento e lentamente il gruppo fluisce all’aperto e si disperde. Se qualcuno si allontana dal nostro branco, Salvo diventa intrattabile, l’odio verso il mondo e verso di noi inizia ad avvelenarlo e ogni nostra parola può causare un’esplosione d’ira. Salvo è stizzoso, spesso 112


Pedala!

violento, e le sue scorribande distruttive per la città sono proverbiali; quando è arrabbiato è capace di rompere da solo decine di vetri prima di placarsi. Il suo soprannome è Acqua Pazza perché ha la violenza di un uragano e le sue parole sanno stordirti come una bevanda alcolica. Il suo fisico gracile nasconde energie insospettabili e una forza d’animo inflessibile. Acqua Pazza ha un senso della giustizia tutto suo. Dice che noi ragazzi siamo rifiutati dagli adulti, anche dai genitori, e che l’unica salvezza in questo mondo è la ribellione contro chi ci odia. La nostra ribellione è in strada, di notte, nella metropoli. Entriamo in metropolitana saltando i tornelli, con i cappucci ben calcati in testa per non farci riconoscere dalle telecamere; vaghiamo per ore da una linea all’altra, e infine sbuchiamo alla Barona. Ci spingiamo lì ogni volta che vogliamo ricaricarci, trasformare la nostra rabbia in energia esplosiva. La musica di questo quartiere riesce spesso a compiere il miracolo: basta un rap ascoltato dal retro di una discoteca o di un bar per farci ritrovare l’equilibrio. Nei cantanti della Barona vediamo dei fratelli maggiori capaci di raccontare la nostra stessa vita, la nostra rabbia, di farsi ascoltare da tutti. Come Marracash: Ho vent’anni e tutti vogliono uccidermi I miei amici vogliono spingermi oltre il limite I miei vecchi vogliono farmi smettere di sognare E al lavoro mi vogliono spegnere la fiamma Mi guardo allo specchio e sembro esattamente quello che sono… Sto in una fogna ma è la nostra fogna Siamo fatti per questa fogna Sfottiamo chi sogna. Invidiamo chi sfonda Provando la stessa vergogna1. Quelle parole, scandite da una voce ruvida, sono come miele per le nostre orecchie: le ascoltiamo mille volte, le assorbiamo e diventano parte di noi. Noi siamo quel ritmo, quella battaglia per emergere, per farci valere. Il giorno dello scontro tra la nostra banda e quella di Carlos ero inquieto. Passai a mangiare al ristorante del babbo, entrando dal retro: i profumi erano intensi e carichi di spezie, mi diedero un piatto che finii senza parlare, poi salutai rapidamente e mi incamminai per le vie del Marracash, 20 anni (Peso).

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8. LE PERIFERIE URBANE

quartiere. Puntai verso la vecchia stazione abbandonata, volevo vedere se i writers avevano creato qualche nuova opera nelle notti precedenti, ma non si notava nulla di diverso dal solito. Improvvisamente sentii una musica piena di energia dall’area di una fabbrica dismessa. Tutta l’area era malconcia, piena di macerie e travi arrugginite, ma il suono che ascoltavo era attraente, vivo: non solo tambureggiante e veloce, ma pieno di passione autentica, di contagioso divertimento. Desideravo che la musica non smettesse, per riuscire a trovarne la fonte; mi sembrava di essere nella fiaba di Pollicino: le note erano come le briciole sparse per terra che dovevo seguire per ritornare a casa, e non volevo che altri le raccogliessero per impedirmi di raggiungere quel suono. Finalmente, trovai i musicisti all’interno di un capannone; una band di musica rap suonava in un grande spazio vuoto, circondata da alcuni ragazzi che danzavano, agitando le braccia e levando pugni verso l’alto. Il cantante, accompagnato da musicisti giovanissimi, non era certo un principiante: aveva capelli grigi e un paio di occhiali con una montatura spessa e scura. La sua voce era come uno strumento a disposizione di una mente brillante. Mostrava una sicurezza eccezionale nell’inventare frasi in rima. Gli uscivano dalla bocca come un fiume in piena, senza sforzo apparente, e in quel lavoro sembrava trovare una felicità quasi infantile. Io registravo tutto con il cellulare, non vedevo l’ora di mostrare alla mia banda cosa avevo scoperto. All’improvviso si fermò per asciugarsi il sudore, si voltò verso di me e mi apostrofò: “Ragazzo, vieni qui, mettiti comodo! Come ti chiami?”. “Amrit” risposi. “Bene, io mi chiamano Frankie. Come ti sembra l’ultimo pezzo che abbiamo eseguito?” Restai un po’ in silenzio, poi mi feci coraggio e dissi: “Il ritmo è come quello dei pedali della mia bici quando devo superare un cavalcavia; ci metto un sacco di energia, volo su per la salita, e non mi fermo per nessun motivo al mondo finché non arrivo in cima”. Frankie rimase in silenzio per un po’ e disse: “Ragazzi, Amrit ha detto bene. Abbiamo tutta l’energia che serve per arrivare in cima, bisogna solo richiamarla al momento giusto!” Poi mise a punto la base musicale registrata dalla sua band, con l’aiuto di una tastiera e di un PC portatile. Gli strumentisti ascoltavano gli accordi mixati da Frankie. A un tratto aumentò il volume, e ci cantò sopra queste parole: Pedala! Insegui la tua storia ovunque vada Pedala! Macina kilometri di strada 114


Pedala!

Pedala! L’hai voluta tu la bicicletta Pedala! Più in fretta! Più in fretta! Pedala!2 Finì il brano e tutti restarono senza fiato, il capannone restò in un silenzio irreale. Il pezzo era bellissimo, trascinante. Frankie posò il microfono e si avvicinò sorridendo. «Torna presto a trovarci. Penso che ci divertiremo ancora insieme». Quella sera non riuscii a dormire. L’attesa spasmodica per lo scontro finale si aggiungeva all’euforia per quell’incontro inaspettato. Faceva caldo nei giardini del Corvetto. Il sole era già alto e la ragnatela che avevamo teso intorno a Carlos sembrava pronta ad annodarsi per stritolarlo. Salvo rimaneva nascosto dietro un furgone a guardare la processione della banda verso la panchina di Antonio. Chiamammo la Polizia, sperando che arrivasse subito, ma ritardò un po’ troppo. Antonio e alcuni ragazzi della banda vennero bloccati, perquisiti e portati in questura. Altri riuscirono a dileguarsi nei cortili delle case popolari. Carlos invece scappò da solo verso via Omero, verso la nostra fontanella e Salvo lo inseguì. Con uno sforzo lo superò fino a sbarrargli la strada. Noi rincorrevamo i due a poca distanza e li vedemmo accapigliarsi e stringersi il collo. La lotta durò pochissimo. È iniziata la scuola da un mese, e ci troviamo come sempre alla fontanella. La lotta tra bande è finita: Carlos è stato affidato a una comunità, e Salvo è stato riconsegnato ai genitori, totalmente ignari della vita che conduceva. Chissà se ora i suoi pensieri sono ancora così cupi e selvaggi nel collegio a cui lo hanno iscritto… I miei amici mi hanno eletto capobanda; sono l’unico tra di loro a sapere cosa vuol dire lavorare e sono amico di un grande musicista. Ora ho un obiettivo: scoprire insieme a loro le cose belle che si possono fare anche con poco. Intorno alla fontanella adesso giochiamo a calcio, e abbiamo anche iniziato a fare evoluzioni con gli skate sulle gobbe di cemento. Ma quello che ci dà più soddisfazione è la musica: Frankie ci fa ascoltare le sue prove, ci invita ai suoi concerti, e qualche volta anche dalla mia bocca iniziano a uscire parole in rima. Non so bene come accade; ascolto il ritmo che ho dentro, e inizio a raccontare una storia. Non capita così anche a voi?

2

Frankie Hi-nrg, Pedala!

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8. LE PERIFERIE URBANE

SUL TESTO 1 Dove è ambientato il racconto? Ritrova i passi in cui è descritto l’ambiente e commentali sul quaderno. 2 Chi racconta la storia? ……………………………………………………………...……..………………… ……………………………………………………………...……..………………… 3 Chi sono i due capobanda? ……………………………………………………………...……..………………… ……………………………………………………………...……..………………… 4 Chi sono i writers? E gli street dancers? ……………………………………………………………...……..………………… ……………………………………………………………...……..………………… 5 Chi è Frankie? ……………………………………………………………...……..………………… ……………………………………………………………...……..………………… 6 Quali sono le regole di una banda di strada? ……………………………………………………………...……..………………… ……………………………………………………………...……..………………… 7 Qual è il ruolo della musica in questo racconto? ……………………………………………………………...……..………………… ……………………………………………………………...……..………………… 8 Rime, assonanze, consonanze, allitterazioni, anafore, strofe, sono alcune parole chiave di un componimento poetico o musicale. Chiarisci il significato con esempi. ……………………………………………………………...……..………………… ……………………………………………………………...……..…………………

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Focus sulla scrittura

FOCUS SULLA SCRITTURA

Dalla poesia… al rap La poesia (dal greco ποίησις, poiesis, “creazione”) è una forma d’arte che crea, con la scelta e l’accostamento di parole, secondo particolari leggi metriche (che possono essere seguite o no dall’autore), un componimento fatto di frasi dette versi, in cui il significato si lega al suono musicale. La poesia ha quindi in sé alcune qualità della musica e riesce a trasmettere concetti e stati d’animo in maniera più evocativa e potente di quanto faccia la prosa. Proprio la stretta commistione fra significato e suono rende molto difficile tradurre una poesia in lingue diverse dall’originale, perché il suono e il ritmo originali vanno irrimediabilmente persi e devono essere sostituiti da un adattamento nella nuova lingua, che in genere è solo un’approssimazione dell’originale. La poesia si serve spesso di rime, assonanze, consonanze, si articola in strofe, propone allitterazioni, enjambement, chiasmi e altre figure retoriche che la connotano in modo totalmente diverso dal testo in prosa. I nuovi poeti di strada sono spesso rapper. Il rap è un’arte che ha le sue regole. Eccole in sintesi. • La base musicale. Si può cercare su internet o su YouTube. In questo caso il testo dovrà seguire lo stile della base e quadrare con le battute. Si possono altrimenti usare programmi ideati proprio per creare beat come GarageBand, FLStudio o Cubaseaggio. • Il messaggio. Nel rap spesso si parla di se stessi, di amore, di dissing (criticare gli altri), di disagio sociale. • Il testo. Per rendere il testo più musicale, si usano le rime oltre al ritmo. Spesso si usano come sistemi metrici AABB (rima baciata), ABAB (rima alternata). A volte le rime non sono a fine strofa ma anche all’interno del testo e si alternano ad assonanze e consonanze con parole italiane ma anche inglesi. • La canzone. Va rappata usando la base come sottofondo per vedere se suona bene. Occorre creare un proprio flow e avere molte tonalità di voce per dare alla canzone uno stile personale e non farla risultare monotona. • La registrazione. Per questo esistono programmi appositi e strumenti semiprofessionali o professionali che consentono anche il remix.

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8. PERIFERIE URBANE

1 Partendo dalle parole: città, mura, periferia, solo, ballo, banda, strada, componi un testo non in prosa. 2 Leggi e analizza il testo Rap metropolitano. Di quanti versi è composto? Quante sono le strofe? Ci sono rime? Di che tipo? Ci sono allitterazioni, anafore, assonanze, consonanze...? Come si riesce a dare ritmo e vigore al testo? Rap metropolitano Intrappolato / Da tubi di metallo / Circondato / Da musica da sballo / Abbagliato / Da luci colorate / Attorniato / Da voci concitate / Frastornato / Da scoppio di suoni / Imprigionato / Da false emozioni / Affogato / Da mura di cemento / Soffocato / Da afa senza vento / Piango / Cercando / Un gesto di umana pietà.

LE PAROLE DELL’AMBIENTE Area urbana degradata Viene definita tramite due indici: quello del disagio sociale e del disagio edilizio. L’indice di disagio sociale è definito da quattro fattori: tasso di disoccupazione, tasso di occupazione, tasso di concentrazione giovanile e tasso di scolarizzazione. L’indice di disagio edilizio compara lo stato di conservazione degli edifici dell’area urbana degradata con il valore medio nazionale. Riqualificazione delle aree urbane degradate È un intervento finalizzato al potenziamento e all’adeguamento di beni pubblici o privati rivolti a garantire la sicurezza e salubrità dell’abitare, il risparmio energetico, la mobilità alternativa, il ciclo virtuoso dei rifiuti, la sostenibilità ambientale.

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I numeri delle città italiane più virtuose

E TU? 1 Che cosa significa degrado urbano? Spiega con esempi. 2 Come si può riqualificare una zona “depressa”? 3 Ci sono zone “depresse” nella città in cui vivi?

I NUMERI DELLE CITTÀ ITALIANE PIÙ VIRTUOSE La ricerca sulla qualità della vita delle province italiane vede primeggiare Bolzano, con Milano che sale al secondo posto (era ottava un anno fa), seguita da Trento, Firenze, Sondrio e Olbia-Tempio. La classifica è il risultato dello studio sulla base di sei macro-aree: tenore di vita, servizi e ambiente, affari e lavoro, ordine pubblico, sviluppo demografico e tempo libero. Completano la top ten Cuneo, Aosta, Siena e Ravenna, che dal primo posto dello scorso anno scende al decimo posto. Agli ultimi posti si classificano solo province del Mezzogiorno. Il fanalino di coda è Reggio Calabria preceduta da Vibo Valentia, Caserta, Taranto e Palermo. Roma è scesa al sedicesimo posto, perdendo quattro posizioni, e conferma il periodo di difficoltà – tra inchieste e commissariamento del Comune – della Capitale. (Ricerca condotta dal Sole 24 Ore, 2015)

E TU? 1 Se dovessi scegliere i criteri da adottare per una classifica delle migliori città italiane, quali adotteresti?

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8. PERIFERIE URBANE

DOCUMENTO

I giovani e le periferie Quello delle periferie è un tema che riguarda il mondo intero. Nasce con il moderno urbanesimo, conseguenza dell’industrializzazione, che sin dagli albori ha comportato l’abbandono delle campagne e la concentrazione in pochi centri della produzione manifatturiera e quindi della manodopera. La crescita in maniera veloce, disordinata e incontrollata, sia del numero di abitanti, sia della superficie edificata, porta con sé problemi sempre di carattere sociale e ambientale. Le periferie rappresentano nel contempo l’immagine e la sostanza stessa della città contemporanea, che si è sviluppata proprio creandosi le sue periferie. L’aumento demografico e la crescita senza regole delle città procedono di pari passo con l’industrializzazione, con i conseguenti problemi sociali e ambientali. Che cosa intendiamo per periferia? La definizione più semplice si riferisce a ciò che sta all’esterno, nello specifico alla città che è nata e cresciuta al di fuori dal suo centro storico. Ci sono tuttavia zone integrate nella città soltanto dal punto di vista urbanistico, che socialmente restano ai margini dove si percepisce disagio e scarsa integrazione con il tessuto sociale cittadino. Come vivono i giovani in periferia? Che percezione hanno del loro quartiere? I media e le discussioni di tutti i giorni liquidano spesso il tema periferie con immagini forti e parole scontate come degrado, violenza, disagio e delinquenza. La realtà è più articolata e complessa, ma spesso anche chi ci abita condivide questa visione. Ciò vale in particolare per i giovani, nei quali si registra un rapporto di odio-amore con la propria zona. Il legame identitario con il quartiere è sentito, tuttavia esso è considerato a sé stante e non come parte della città. Ci si riconosce nel quartiere in modo negativo, sia che ci si riferisca al suo isolamento e alla sua lontananza dalle opportunità (“questa è la mia zona, ma qui non c’è nulla da fare e bisogna andare altrove”), oppure a violenza e bullismo (“questa è la mia zona, noi siamo i più tosti e i più cattivi”). Violenza di gruppo e tossicodipendenza sono fattori presenti nelle nostre banlieues, anche se con modalità e intensità diverse rispetto al passato. (Marco Stolfo)

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Documento

E TU? 1 Descrivi sul quaderno il quartiere in cui abiti. Ci sono negozi, spazi per giocare all’aria aperta, giardini, centri culturali, biblioteche, cinema, teatri, scuole, aree pedonali, ecc.? 2 La zona dove risiedi è abitata prevalentemente da giovani/anziani, ricchi/poveri, stranieri/italiani? Prepara una presentazione sintetica del tuo quartiere corredata da qualche fotografia. 3 “La mia città ideale”. Scrivi un testo sul tuo quaderno. Discussione in classe

Quali sono secondo voi le ragioni del degrado delle periferie? Leggete a pagina 122 l’intervista al professor Zanardi e confrontate le vostre opinioni con quelle di un esperto urbanista.

Approfondimento a casa

1 Che cosa sono le banlieues? 2 Come mai sono tragicamente famose?

IL FILM: Zeta di Cosimo Alemà, 2016 IL LIBRO: L’uomo che piantava alberi, Jean Giono, 1953 NEL WEB: http://www.navigaweb.net/2013/02/app-per-trasformare-parole-in-musica.html

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8. LE PERIFERIE URBANE

Intervista all’architetto Quali sono secondo lei le ragioni del degrado delle periferie? Prima ragione il gravissimo ritardo culturale in cui vive oggi il nostro Paese. Quello attestato dalla nostra classe politica che mai si è preoccupata di predisporre razionali, coerenti e moderne politiche industriali, agricole, energetiche, come di mettere a punto piani a lungo termine su temi civili e sociali fondamentali quali istruzione, ricerca scientifica, ambiente, giustizia, fisco, sanità, pensioni, mobilità viaria e ferrotranviaria, urbanistica, salvaguardia del patrimonio storico e artistico, per invece promuovere e autorizzare la politica economica più semplice, stupida, dannosa e redditizia che c’è: la speculazione edilizia. Una speculazione che ha devastato l’ultra millenario paesaggio urbano, agricolo e naturale del nostro Paese, provocando la cementificazione dei suoli, la loro impermeabilizzazione, e il conseguente dissesto idrogeologico. Seconda ragione la sostanziale incompetenza della nostra università a formare i quadri amministrativi (dai soprintendenti, ai funzionari regionali e comunali) che dovrebbero risolvere – in via tecnica – l’immenso problema organizzativo, giuridico, tecnico-scientifico, urbanistico, viario e architettonico del rapporto tra città storica, periferia e territorio. Terza ragione la completa farraginosità del quadro legislativo che oggi governa l’urbanistica in Italia. Quello generato dall’ingresso nel 1970 delle Regioni nella politica nazionale. Regioni in un primo momento determinate a creare un “regno di utopia”, vale a dire un nuovo e, appunto, rivoluzionario modello di democrazia diretta, antitetica a quella dello Stato centrale, che in breve si è però rivelato una vana promessa cui si era del tutto incapaci di dare concretezza organizzativa e culturale. Soluzioni? Prima cosa, abolire subito le attuali Regioni, portandole a numeri sensati e razionali, ad esempio mutuandone le dimensioni da quelle degli Stati pre-unitari, riaffidando allo Stato centrale il compito sia di indicare le linee guida delle politiche urbanistiche, sia di provvedere al coordinamento della loro messa in opera, sia infine di sovrintendere alla verifica dei loro risultati applicativi. Dopodiché, resettare l’attuale quadro legislativo relativo a tutela del patrimonio storico e artistico, ambiente, paesaggio e urbanistica, semplificandolo radicalmente e finalizzandolo a essere un unico strumento organizzativo, così – tra l’altro – da poter favorire con facilità una armonica ricongiunzione tra città storica e periferia, e di questa con ambiente e paesaggio. 122


Intervista all’architetto

Come si può favorire la ricongiunzione tra città storica e periferia? Facendo tornare nelle città – a partire dai centri storici – le attività lavorative oggi in genere confinate nelle estreme periferie, quando non disperse senza alcun senso nelle campagne, quindi facendo tornare dentro le città industrie, opifici e quant’altro dia concreta occupazione a operai, impiegati e dirigenti. Il che porterebbe a ridisegnare un rapporto armonico tra nuovo e vecchio costruito, e di questo con il paesaggio, aprendo in tal modo – soprattutto ai giovani – immensi spazi creativi progettuali, con la formazione di molte migliaia di posti di lavoro. (Bruno Zanardi, “Il Mulino”, 2015)

E TU? 1 Che cosa è la speculazione edilizia? ……………………………………………………………...……..………………… ……………………………………………………………...……..………………… 2 Che cosa significa cementificazione del territorio? ……………………………………………………………...……..………………… ……………………………………………………………...……..………………… 3 Che cosa si intende per dissesto idrogeologico? ……………………………………………………………...……..………………… ……………………………………………………………...……..………………… Approfondimento a casa

1 Quali sono i progetti in cantiere nella vostra città? Ristrutturazioni di edifici storici, creazione di parchi e giardini pubblici, progettazione di aree ciclabili, costruzione di centri commerciali, rilancio di zone periferiche, progetti inerenti a nuovi mezzi di trasporto (metropolitane, tranvie, autobus…), allargamento della zona pedonale… 2 Quali sono le iniziative più interessanti secondo te?

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TEST

TEST: Sei natural-mente consapevole? 1 Come ti sposti? n Con l’auto privata. n In auto con amici. n In bicicletta, a piedi o con i mezzi pubblici.

6 Come ti definiresti? n Un fan della vita agiata. n Responsabile e consapevole. n Un salutista puro.

7 Bevi acqua in bottiglia? 2 Dove compri da mangiare? n Sì! n Al centro commerciale. n Sì e sto attento alla raccolta. n Al supermercato più vicino casa. n No, bevo acqua del rubinetto. n Acquisto gli alimenti da un 8 Vorresti l’eolico nella tua città? piccolo produttore locale. n No! Deturpa il paesaggio. 3 Fai la raccolta differenziata? n No, ha troppi impatti n Getto tutto nell’indifferenziato! negativi. n Sì! n Sì a patto che non sia gestito n Certo! Anche il compostaggio! dalla malavita. 4 Hai il pollice verde? 9 Come usi l’energia? n Al massimo una pianta grassa! n Quello che serve, serve! n Ho sempre il balcone fiorito! n Sto attento! Vorrei anche n Gestisco un piccolo orto domestico! sostituire l’illuminazione con luci a LED. 5 Quando ti fai la doccia… n Il minimo indispensabile, sono n Uso la vasca da bagno! fan dell’efficienza energetica n Un momento di relax! e mi piacerebbe avere un n Ci metto 5 minuti! impianto fotovoltaico. Maggioranza di risposte A Fa attenzione agli sprechi e di rispetta maggiormente l’ambiente in cui vivi! Maggioranza di risposte B Ti sta a cuore il bene del pianeta e dimostri una qualche sensibilità verso le problematiche legate all’ambiente. Tuttavia una certa passività e mancanza di impegno non ti consentono un approccio più natural-mente consapevole! Maggioranza di risposte C Credi in un futuro migliore e potresti essere un perfetto ambientalista. Se non fai l’errore di peccare di fanatismo la tua vita non solo può scorrere in perfetta armonia con l’ambiente ma può anche migliorarlo! (www.tecnologia-ambiente.it/test-ambientalisti)

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