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Evoluzione della vita La vita sulla Terra deriva da una lunga serie di trasformazioni. Tutto è cominciato 13,7 miliardi di anni fa con una grande esplosione: il Bing Bang, che ha dato origine all’Universo.
I tempi preistorici si chiamano ere, che si misurano in milioni di anni! Può sembrare esagerato, ma l’evoluzione è stata un processo davvero lentissimo.
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Era arcaica (da 4600 a 540 milioni di anni fa). Le prime forme di vita nacquero nell’acqua. Si trattava di organismi, simili a sottilissimi filamenti, formati da una sola cellula.
Era mesozoica (da 250 a 65 milioni di anni fa). Durante questo periodo si assistette a un grande sviluppo dei rettili, tra questi i più imponenti furono i dinosauri, cui si aggiunsero gli uccelli e i mammiferi. Nel Mesozoico gli insetti si diversificarono in diverse specie e, alla fine dell’era, fecero la loro comparsa le piante con fiore.
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Era paleozoica (da 540 a 250 milioni di anni fa). Durante questa era, l’evoluzione della vita accelerò moltissimo. Comparvero prima degli organismi animali (tra cui i trilobiti), poi i pesci, gli anfibi e i rettili. Verso la fine dell’era paleozoica (nel Carbonifero) si formano le prime foreste di felci ed equiseti.
Il film della Terra 200 milioni di anni fa esisteva un unico continente, la Pangea, immerso in un unico grande mare, chiamato Pantalassa.
130 milioni di anni fa la Pangea si divise in due blocchi: Laurasia e Gondwana.
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Era cenozoica (da 65 milioni di anni fa al tempo presente). I dinosauri si estinsero e si diffusero i mammiferi, compresi i primi ominidi.
65 milioni di anni fa si formarono i continenti, simili già a quelli odierni.
Ecco come si presentano oggi i cinque continenti; ma la loro forma e la loro posizione continuano a cambiare.
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Le tracce più antiche: i fossili I fossili sono i resti o le tracce di animali o piante che si sono conservati in modo naturale. Le loro dimensioni variano dalle enormi ossa di dinosauri ai minuscoli resti di piante e animali. Animali e piante possono essere stati conservati in diversi materiali: carbone, ghiaccio, ambra, resine di alcuni alberi.
In questa sezione di ambra, la resina fossilizzata degli alberi, si può vedere con chiarezza la sagoma di una zanzara. I ritrovamenti di animali imprigionati nell’ambra non sono un fenomeno raro; infatti è facile che molti piccoli insetti siano rimasti imprigionati dalla resina appiccicosa che colava dai rami degli alberi. I ritrovamenti di foglie fossili non sono molto comuni, perché si decompongono rapidamente. In queste foglie, però, si sono conservate anche le delicate nervature.
In alcuni pesci, come questo, le ossa dello scheletro, si sono conservate in modo perfetto, anche nei dettagli delle pinne. Anche questa libellula si è conservata interamente, tanto da riuscire a scorgere le leggere nervature delle ali. Qui nell’immagine puoi vedere un fossile di ammonite, mollusco marino caratterizzato da una conchiglia esterna, vissuta 380 milioni di anni fa. Le ammoniti ebbero una grande diffusione ed ebbero anche una rapida evoluzione visibile nella forma e nell’aspetto della conchiglia. Per questo sono considerate dei fossili guida per la datazione di altre specie.
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Il gruppo dei trilobiti comprendeva numerosissime specie: molti strisciavano sul fondo del mare, altri galleggiavano o nuotavano. La maggior parte era provvista di due occhi; alcune specie, invece, erano prive di occhi: si trattava soprattutto di quelle che vivevano a grandi profondità, dove non poteva arrivare la luce. Il loro nome deriva dallo scheletro diviso in tre parti. Le rane comparvero durante il Triassico e non è facile trovarne i fossili, perché le loro ossa sono molto delicate e si decompongono con facilità. In questa rana, però, si può vedere chiaramente il contorno del corpo.
Le tracce vegetali Come si fa a sapere com’era la vegetazione nelle diverse ere? Il polline ci viene in aiuto. Gli studiosi hanno scoperto che i pollini delle piante sono rimasti intrappolati nel terreno per millenni. Esaminando dei campioni al microscopio, gli scienziati sono riusciti a identificare le specie vegetali che crescevano in quel determinato luogo e in quel periodo. Durante l’era paleozoica comparveroprima le piante acquatiche e in seguito anche quelle terrestri. Alla fine di questo, periodo foreste di felci ed equiseti (una pianta erbacea) coprivano estese aree della Terra. All’inizio dell’era mesozoica il clima caldo e secco diede origine a vasti deserti. A metà di questa era il clima cambiò ancora, diventando più umido e permettendo alle piante di estendersi ricostituendo le foreste, formate da felci e piante a forma di ananas con foglie enormi come ventagli. Solo verso la fine del Mesozoico si formarono boschi di querce, betulle, faggi, abeti e le piante con fiore. L’erba dei prati comparve solo dopo l’estinzione dei dinosauri.
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Conosci i dinosauri? Il nome dinosauro significa “lucertola terribile”! Essi vissero sulla Terra, durante l’era mesozoica, per più di 150 milioni di anni in una straordinaria varietà di forme: dagli erbivori giganteschi, alcuni più grandi di una casa, ai carnivori, alcuni piccoli quanto un pollo.
A metà dell’era mesozoica (Giurassico) il clima diventò più umido, così gli alberi presero lo spazio del deserto e lentamente formarono grandi foreste. Durante il Giurassico i dinosauri aumentarono di numero e varietà. Comparvero, per esempio, il Diplodoco dal lungo collo, e anche feroci carnivori come l’Allosauro e lo Stegosauro dalla grande armatura.
Quando ebbero origine i dinosauri, nella prima parte dell’era mesozoica (Triassico), il clima della Terra era caldo, secco e alcune zone erano coperte da vasti deserti. In questo periodo visse il Plateosauro, un grande erbivoro.
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Nei cieli volavano rettili come gli Pterosauri, dalle dimensioni diverse: piccole come un corvo o grandi come un’aquila.
Alla fine dell’era mesozoica (Cretaceo) la temperatura aumentò tantissimo, poi si abbassò piano piano verso la fine del periodo. Nelle vaste foreste tropicali vissero il Tirannosauro Rex e il Triceratopo a tre corna.
Dove vivevano?
I dinosauri sono stati presenti in ogni continente. Ossa, uova e impronte sono state ritrovate un po’ ovunque: nei deserti, nelle grotte, nelle foreste, in fondo al mare, anche nelle distese ghiacciate del Polo Sud. Nella carta puoi vedere i dodici luoghi principali nei quali sono state ritrovate le loro tracce.
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America del Nord 2 3
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Asia
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Australia
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Dinosauri di casa nostra I dinosauri vissero anche nell’Italia coperta di foreste e paludi: volavano nei cieli della Toscana, si aggiravano nelle foreste della Campania, nuotavano nei nostri mari…
Cene
In Italia sono state trovate numerosissime impronte di dinosauro impresse nella roccia. Le impronte sono varie e includono quelle a “tre dita” tipiche dei dinosauri carnivori e quelle più grandi e arrotondate lasciate dai dinosauri erbivori.
Ro
Besano Saltrio
Lerici
Zone
Monti pisani
ECCO LE PIÙ IMPORTANTI LOCALITÀ DOVE SONO STATE TROVATE LE LORO TRACCE. I COLORI DELLE LOCALITÀ INDICANO L’EPOCA A CUI RISALGONO I FOSSILI:
Cretaceo (circa 142-65 milioni di anni fa) Giurassico (circa 199,5-142 milioni di anni fa) Triassico (circa 252-199,5 milioni di anni fa)
“Ciro” (nome scientifico Scipionyx samniticus) è stato ritrovato in provincia di Benevento (Campania). Era un cucciolo di una specie piccolissima di dinosauri, grandi poco più di 40 centimetri. Il suo ritrovamento è stato molto importante per i paleontologi, perché nella roccia in cui si è fossilizzato si sono conservate tracce dei suoi organi interni.
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Dolomiti “Antonio” è un adrosauro, lungo quasi 4 metri, un tipico esponente dei “dinosauri dal becco ad anatra”, cosiddetti per il muso largo e piatto. Il suo scheletro è stato ritrovato vicino a Trieste, insieme a ossa appartenenti ad almeno altri sei dinosauri del suo branco.
Rovereto Villaggio del pescatore
Cansiglio
ne
Camponocecchio
Gargano Esperia Pietraroja
Vicino a Varese sono state trovate le ossa del Saltriosauro (da Saltrio, il paese nel quale sono state rinvenute), un grande carnivoro lungo quasi otto metri. Doveva avere la testa piuttosto grande con denti aguzzi; le zampe anteriori avevano tre dita e una coda lunga e robusta lo aiutava a camminare su due zampe.
Altamura Giffoni Valle Piana
Castellammare di Stabia
Palermo
In Italia sono stati ritrovati anche resti di Ptesoauri, dei rettili volanti, e di Tanystrofeo, un rettile lungo circa 4 metri con un lunghissimo collo, con cui andava a caccia di pesci e molluschi.
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Il lungo cammino dell’uomo Da un gruppo di scimmie evolute ebbero origine i cosiddetti ominidi. La separazione tra la linea delle scimmie e quella dei primi ominidi avvenne tra gli 8 e i 5 milioni di anni fa, nel momento in cui si rese necessario adattarsi a un nuovo ambiente: la savana.
4,4 milioni di anni Ardipiteco.
In Etiopia è stata trovata Ardi, che segna il passaggio dalle scimmie antropomorfe agli ominidi. È una femmina, alta 120 centimetri, ha le gambe corte, già adatte a stare in piedi. Ma i piedi, le braccia e le dita lunghe sono come quelli delle scimmie.
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3,6 milioni di anni Australopiteco afarensis.
È un tipo di scimmia antropomorfa in grado di stare in piedi e camminare su due gambe. I suoi piedi sono simili a quelli dell’uomo attuale. Lo scheletro fossile più conosciuto è quello di Lucy.
La nostra storia evolutiva è un albero o un cespuglio? Dalle scoperte dei fossili e dagli studi compiuti, gli scienziati affermano che la nostra storia evolutiva non si è realizzata secondo un percorso lineare da Austrolopiteco a homo sapiens passando per le varie specie di habilis, ergaster, erectus, neanderthalensis, ma attraverso modi più complessi. Il cammino verso l’uomo moderno è costituito da tante specie che hanno vissuto insieme in un luogo e che hanno avuto destini diversi, dando origine a un sistema molto più ramificato, un vero e proprio cespuglio.
2,5 milioni di anni Homo habilis.
È l’ “uomo capace di usare le mani”; ha il cervello più grande degli ominidi precedenti ed è in grado di realizzare manufatti. Comincia a scheggiare la pietra realizzando il chopper.
1,8 milioni di anni Homo erectus.
È alto quanto un uomo moderno, ha il cervello più sviluppato, è capace di emettere dei suoni (quasi un linguaggio). È il primo a costruire ripari e a muoversi in gruppo, uscendo così dall’Africa. Realizza l’amigdala, un utensile in pietra scheggiato da entrambe le parti. Scopre il fuoco.
650 - 200 mila anni Homo Heidelbergensis.
È dedito alla caccia e vive in gruppi nomadi. Abita nelle grotte durante i periodi di gran freddo e in accampamenti nei periodi di clima più mite. Ha un cervello molto sviluppato e la faccia stretta e verticale con sopracciglia ossee particolarmente evidenti.
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Itinerari dell’homo sapiens
Le migrazioni
I tinerari dell’homo erectus
La prima migrazione
200 mila anni Homo sapiens
Intorno a 200 mila anni fa, in Africa, si sviluppa l’homo sapiens attraverso cambiamenti avvenuti in un gruppo umano abitante in quel continente. È più alto, ha tratti del viso più simile ai nostri, ha un cervello più sviluppato. In Europa incontra l’Uomo di Neanderthal, che è in grado di accendere il fuoco, costruire utensili in pietra e capanne. Sa ricavare
indumenti dalle pellicce di animali e seppellisce i defunti. Ha un cervello molto sviluppato, non è molto alto e ha arti corti e robusti. Quasi nello stesso periodo compare l’Uomo di Cro-Magnon (dalla località francese in cui furono trovati i resti). Impara a lavorare oggetti di pietra sempre più precisi. Crea il bulino, una specie di scalpello, e aghi per cucire le pelli degli animali.
L’homo erectus fu il primo uomo a muoversi dall’Africa e a intraprendere il lungo viaggio nel mondo.
Arriva anche in Italia! L’homo erectus si spostò in Asia e in Europa. Visse anche in Italia, e in particolare a Isernia, in Molise, circa 700 mila anni fa.
Incontri Nello stesso tempo, l’homo sapiens si era evoluto in Africa, che lasciò circa 200 mila anni fa per colonizzare il resto delle terre. 95 mila anni fa giunse in Oriente e poi in Europa, 45 mila anni fa, dove trovò gli uomini di Neanderthal.
Per ultima l’America Il viaggio proseguì in Australia dove l’uomo giunse 55 mila anni fa. L’ultima a essere colonizzata fu l’America, circa 15 mila anni fa.
L’ultimo arrivato: l’homo Naledi Nel settembre del 2013 due speleologi, durante una discesa in alcune grotte del Sudafrica, scoprirono dei fossili umani. Il lungo studio sulle ossa portò i paleologi a ricostruire lo scheletro e a trovarsi davanti a un mistero: questa nuova specie aveva caratteristiche sia molto antiche (quelle degli Australopitechi) sia moderne (quelle del genere Homo). Gli studiosi non sono ancora certi della datazione, ma pensano che l’homo Naledi (questo il nome dato) dovrebbe avere un’età di circa 3 milioni di anni.
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Case d’epoca 2,5 milioni di anni fa
Una volta scesi dagli alberi, l’habilis prima e l’erectus dopo cercano rifugio in luoghi sopraelevati: grotte, spuntoni di roccia. Dall’alto controllavano il territorio e si difendeva dagli animali.
1 milione di anni fa In questo periodo l’homo cominciò a creare accampamenti, costituiti da semplici capanne di forma circolare costruite con rami intrecciati.
200 mila anni fa
In questo periodo il clima era freddo e i mammut erano numerosissimi. I Neanderthal costruivano le loro abitazioni con le ossa, zanne e pelli di questi animali.
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40 mila anni fa
Durante i loro spostamenti i cacciatori del Paleolitico utilizzavano questa capanna, larga 6-8 metri, di forma circolare e ricoperta di pelli.
9 mila anni fa
In questo periodo le abitazioni erano costruite con mattoni di fango, e insieme formavano i primi villaggi del Neolitico. Si entrava dai tetti fatti a terrazze e c’erano scale dappertutto.
4 mila anni fa
Un’abitazione caratteristica di questo periodo era la palafitta: veniva innalzata su pali infissi nei fondali di stagni e rive dei fiumi. Forniva un’ottima protezione dagli animali!
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La vita nel Paleolitico Il Paleolitico è un periodo di tempo molto lungo: da circa 2 milioni e 500 mila anni fino a circa il 12 000 a.C. Durante questo periodo l’uomo: • diventò capace di sfruttare le risorse dell’ambiente naturale; • imparò anche a sfruttare l’ambiente a proprio vantaggio. È in questo periodo che l’uomo inizia a fabbricare utensili e armi, a usare il fuoco, a costruire abitazioni. Durante il Paleolitico l’uomo fu nomade, ma cominciò a vivere in piccoli gruppi.
Spesso l’accampamento si trova vicino a un fiume o a un lago. La vicinanza dell’acqua presenta molti vantaggi: si ha sempre da bere, ma anche da mangiare, perché gli animali usano l’acqua per abbeverarsi.
Branchi di cervi e bufali inseguiti dai cacciatori si rincorrono sulle pareti delle grotte. Nel tardo Paleolitico l’uomo, usando un’impalcatura di rami, dipinge scene di caccia come augurio per una caccia proficua.
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I cacciatori cacciano in gruppo con l’aiuto di lance appuntite. Preparano fosse ricoperte con frasche ed erbe e vi spingono gli animali più giovani.
Forse strappando un pezzo di legno da un tronco incendiato l’uomo erectus scopre il fuoco. Con il tempo e l’osservazione, impara a conservarlo alimentandolo con erbe secche e rami. Dopo molto tempo ancora scopre come crearlo, probabilmente mentre batte fra loro due selci.
Le donne raccolgono frutti e bacche e lavorano le pelli con raschiatoi.
Nel Paleolitico l’uomo impara a scheggiare la pietra, fabbrica il chopper e in seguito l’amigdala. Con queste pietre scheggiate rompe le noci, trita le radici, lavora le carcasse degli animali, ammorbidisce la pelle degli animali per ricavarne indumenti.
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I periodi glaciali
Il grande freddo cambia l’ambiente: la foresta si ritira di fronte all’avanzata dei ghiacci. Branchi di renne, bisonti, mammut e cavalli popolano l’Europa.
La Terra, fin dal suo inizio, ha subito molti mutamenti climatici. Durante l’era quaternaria si sono succeduti più di dieci cicli durante i quali periodi freddi si sono alternati con periodi caldi. A partire da 500 mila anni fa i periodi freddi o glaciazioni sono diventati sempre più lunghi, il freddo era più intenso e i periodi caldi erano più brevi. Alcuni uomini e alcuni animali seppero però adattarsi a questi cambiamenti!
Durante i periodi glaciali cambia l’aspetto del territorio. Durante la glaciazione avvenuta circa 20 mila anni fa il territorio delle calotte polari si estese moltissimo, un mantello molto spesso di ghiaccio ricoprì l’Europa fino alla Germania. Enormi ghiacciai si formarono sulle Alpi. I mari diventarono meno profondi perché gran parte dell’acqua si era trasformata in ghiaccio: per questo motivo in alcuni punti le coste avanzarono di molti chilometri. Il Canale della Manica, per esempio, non esisteva più: si poteva circolare a piedi tra Gran Bretagna e Francia.
America del Nord
Calotte Europa polari
Asia
Africa
America del Sud Australia Mappa del mondo durante l’era glaciale
L’uomo di Neanderthal per scaldarsi usa il fuoco, ma si copre anche di pelli e pellicce. Negli accampamenti sono state trovate tracce di ossa di lupi e volpi cacciati per ricavarne pellicce.
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Gli uomini si ritrovano isolati e vivono in piccoli gruppi con pochi contatti gli uni con gli altri. Quando comincia l’ultima glaciazione, 500 mila anni fa, vive l’Uomo di Neanderthal che si è particolarmente adattato al gelo. Il suo fisico reagisce contro il grande freddo: il naso, per esempio, è grosso e allargato, in grado di riscaldare meglio l’aria in entrata verso i polmoni. I Neanderthaliani seppelliscono i loro defunti e li onorano con piccoli oggetti e fiori. Nelle tombe rinvenute dagli archeologi sono state trovate tracce di polline fossile che dimostra questa abitudine.
I Neanderthal sono dei cacciatori specializzati. Scelgono la specie
da cacciare in base alla loro abbondanza nel territorio. Cacciano mammut e bisonti con una tecnica originale: fermano l’animale in corsa, gettando tra le zampe pietre tagliate a forma rotonda e legate tra loro da fili di canapa.
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La vita nel Neolitico Intorno a 15 000 anni fa il clima da glaciale si riscalda lentamente fino a diventare simile a quello odierno. Il cambiamento del clima modifica anche la flora e la fauna. In questo ambiente ha inizio il Neolitico, l’“età della pietra nuova”. I molti cambiamenti tecnologici che avvengono cambieranno profondamente la vita degli uomini.
L’uomo impara a lavorare i metalli. Il primo metallo a essere lavorato è il rame, abbastanza facile sia da trovare sia da essere modellato, perché fondeva a una temperatura bassa. Dopo il rame, i fabbri lavorano il bronzo e il ferro.
Le stoviglie sono in argilla, facile da modellare fino a ottenere forme e dimensioni diverse. Ciascuna famiglia costruisce le stoviglie per sé. In un primo tempo i vasi vengono fatti essiccare al sole, poi gli uomini scoprono che il fuoco indurisce l’argilla meglio e più rapidamente.
La pietra subisce un nuovo tipo di lavorazione: viene levigata con la sabbia per essere più liscia.
Il tessuto è un’altra grande invenzione del Neolitico. La principale fibra tessile è il lino, coltivato nei campi. Si tesse anche la lana che può essere di pecora, di cammello, di lama, di capra.
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Dopo aver osservato il ciclo delle piante e raccolto quelle che la natura gli offriva, l’uomo comincia a seminare le piante di cui ha bisogno. Nasce l’agricoltura. Con l’agricoltura uomo smette di essere nomade e diventa sedentario: nascono i primi villaggi.
Nel Neolitico l’uomo inizia ad addomesticare gli animali e poi ad allevarli. I principali sono il bue, il maiale, la pecora, la capra, l’asino, il cane.
La specializzazione del lavoro favorisce gli scambi tra coloro che producono cibo e coloro che producono oggetti o strumenti di lavoro: nasce così il baratto, la prima forma di commercio.
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Tra arte e… Le tracce più suggestive lasciate dall’uomo primitivo sono le pitture sulle pareti delle grotte e le incisioni rupestri. Le impronte delle mani, i cervi, i mammut, i cavalli che corrono sulle pareti indicano la presenza dell’uomo in quel determinato momento e in quel luogo. Per l’uomo antico queste espressioni artistiche hanno soprattutto una funzione magica e propiziatoria, servono cioè a rappresentare il momento della caccia e della cattura della preda, così che potesse diventare realtà.
Le grotte di Lascaux, in Francia, furono scoperte nel 1940 e risalgono a circa 15000 anni fa. Conservano circa cinquecento figure di animali diversi dipinti sulla roccia. Le grotte di Chauvet, in Francia, sono più antiche e risalgono a 30000 anni fa, mentre nelle grotte di Altamira, in Spagna, ci sono rappresentazioni antiche di 13000 anni. In tutte queste espressioni artistiche gli uomini primitivi, con pochi tratti, seppero raffigurare le massicce corporature di animali come cervi, mammut, orsi, leoni, rinoceronti, cavalli, donando loro il senso del movimento e della realtà.
Gli archeologi, durante i loro scavi, hanno rinvenuto molte statuette dalle forme femminili arrotondate. Le hanno chiamate Veneri e hanno pensato che raffigurassero la donna vista come una divinità della creazione, in grado di dare la vita e di assicurare la sopravvivenza della specie umana.
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Colorare nelle caverne
I dipinti della preistoria hanno i colori caldi del rosso scuro, dell’ocra, del nero. I colori erano sostanze naturali ricavate dall’ambiente circostante. Si usavano: terre, pezzi di carbone, pietre frantumate, succhi di vegetali diluiti con acqua o grasso animale. Il colore veniva disteso con le dita o servendosi di strumenti come pezzetti di legno, piume, peli di animali.
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... riti religiosi Gli uomini del Neolitico seppelliscono i loro defunti. Accanto ai villaggi compaiono i primi cimiteri dove i defunti vengono seppelliti in tombe individuali che, con il tempo, si modificano in costruzioni collettive fatte con pietre di grandi dimensioni, chiamate megaliti (“grande pietra”).
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1 Dolmen significa “tavola di pietra”. È una tomba collettiva formata da pietre verticali sulle quali sono appoggiate altre lastre di pietra. I dolmen costituivano una struttura gigantesca, i blocchi di pietra formavano le pareti e il soffitto di grandi stanze. A volte si entrava in queste stanze attraverso un corridoio formato da una successione di lastre di pietra. In Bretagna ce n’è uno lungo 14 metri.
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2 Il menhir (che significa “pietra lunga”)
è costituito da un unico grande blocco di pietra di forma affusolata. Si crede che potesse indicare il luogo di una sepoltura. Alcuni menhir sono scolpiti nella forma di figura umana.
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3 Il più grande complesso di megaliti si trova a
Stonehenge in Inghilterra. Si tratta di un cromlech (che significa “cerchio di pietre”). La costruzione è circolare e, all’interno del cerchio più grande, si trova un recinto più piccolo nel quale è collocata una lastra detta “pietra dell’altare”. I blocchi di pietra sono orientati verso il Sole che sorge e che tramonta. L’ipotesi degli studiosi è che sia stato un tempio per il dio Sole con funzione di calendario astronomico e delle stagioni.
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La scrittura La scrittura ha origine nei luoghi dove nacquero le città e dove il commercio stava avendo un grande sviluppo. La scrittura nacque dalla contabilità, in quanto l’uomo sentì la necessità di registrare le quantità di prodotti, di identificare e di tenere la traccia delle merci scambiate. Con il tempo la scrittura mostrò quanto fosse fondamentale nella vita dell’uomo. Divenne possibile elaborare dapprima frasi brevi e poi via via testi più lunghi. Quello che prima era tramandato o raccontato a voce fu scritto e potè arrivare fino a noi: con la nascita della scrittura termina la Preistoria e inizia la Storia.
Inizialmente i mercanti incidevano dei disegni su cortecce d’albero o su mattoncini d’argilla. Quei disegni rappresentavano le merci e le quantità scambiate.
Si passò poi a segni più semplici, che non rappresentavano l’oggetto così com’era nella realtà, ma ne diventavano il simbolo. In questo modo si potevano rappresentare anche idee astratte: un occhio significava “vedere”, due gambe potevano significare “correre”…
Con il tempo i segni iniziano a rappresentare i suoni, indicando le parole che vengono pronunciate.
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I segni per rappresentare la realtà e le idee erano molti, richiedevano tempo e bravura per essere appresi e non tutti riuscivano a impararli. Nacque così una figura altamente specializzata, che imparava a scrivere e lo faceva per gli altri: lo scriba. Gli scribi lavoravano soprattutto per i re e per i sacerdoti: registravano le quantità di merci presenti nei magazzini, i tributi da pagare, le misure dei terreni dei diversi proprietari.
I primi strumenti per scrivere furono pezzi di canna (stilo) che venivano impressi su mattonelle d’argilla fresca, sulla quale lasciavano dei segni. Per scrivere su papiro e pergamena si usavano pennelli intinti in liquidi ottenuti con acqua e terre colorate.
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Dal paesaggio naturale al paesaggio antropico Il paesaggio naturale è quello costituito dai rilievi, alcuni sono montagne alte con le cime aguzze, altri sono colline più basse e dolci. In mezzo ai rilievi ci sono le valli e più in basso la pianura. Torrenti, fiumi, laghi spezzano l’uniformità del terreno. Animali e vegetazione crescono in questi paesaggi naturali differenziandosi secondo gli ambienti. Il paesaggio appena descritto diventa antropico quando l’uomo interviene per modificarlo e adattarlo alle proprie necessità.
Nel passato le risorse della montagna sono state sfruttate dall’uomo nel rispetto della natura. L’uomo coltivava le parti più basse dei pendii e praticava l’allevamento, le case erano riunite in piccoli villaggi sui versanti più soleggiati. Le cose cambiarono in Italia nel 1867, quando venne costruita la ferrovia del Brennero. Da allora la montagna cominciò a essere bucata per costruire gallerie, trafori, linee ferroviarie. Questo sfruttamento della montagna cambiò molto il paesaggio naturale.
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Fino a metà del 1900 sulle coste italiane
convivevano città portuali di medie dimensioni, come Napoli, Genova, Livorno… e piccoli e tranquilli centri abitati. Il turismo era costituito soprattutto da poche famiglie che frequentavano alcune spiagge della Liguria e della Toscana. Oggi, invece, sulle coste si trovano territori urbanizzati formati da grandi porti con intensi traffici, industrie e ampie strutture turistiche con alberghi e stabilimenti balneari.
La pianura è l’ambiente in cui l’uomo è intervenuto maggiormente: il 50% del territorio italiano è occupato da campi coltivati in modo intensivo. Nell’ambiente della campagna l’uomo ha sostituito la vegetazione spontanea con piante coltivate; ha modificato corsi d’acqua per creare canali; ha affiancato ad alcune colture tradizionali quelle più richieste dal mercato; ha cominciato a utilizzare fertilizzanti e concimi chimici.
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L’uomo protegge La flora e la fauna, cioè l’insieme della vegetazione e degli animali, rappresentano un insieme molto delicato che ha bisogno di vivere in equilibrio. L’uomo è intervenuto sul territorio a volte danneggiando le specie vegetali e animali che vi abitavano. Molte di queste hanno rischiato l’estinzione. A un certo punto, però, l’uomo si è reso conto di dover fare qualcosa per proteggere gli ambienti naturali. Il risultato di questa consapevolezza ha portato Val Grande alla creazione di aree protette.
Stelvio Dolomiti Bellunesi
Gran Paradiso
l a le de n o i z a N o c P ar
Gran
o dis a r Pa
Appennino Tosco-Emiliano
L’istituzione dei parchi nazionali iniziò nel 1922 con la creazione del Parco Nazionale del Gran Paradiso, tra Valle d’Aosta e Piemonte. Questo parco ha reso possibile la conservazione di montagne, ghiacciai e la protezione di tante specie di animali: stambecchi, aquile reali, ermellini, lepri e numerose altre. L’anno dopo fu creato il Parco d’Abruzzo che conserva foreste di aceri, faggi, frassini, pini, tra cui il raro pino nero. L’orso, il lupo e il camoscio d’Abruzzo sono le principali specie protette. In seguito sono stati istituiti numerosi parchi nazionali e regionali e riserve naturali di straordinario e unico valore naturalistico e scientifico.
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Cinque Terre
Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna Monti Sibillini
Arcipelago Toscano
Gran Sasso e Monti della Laga Maiella Isola dell’Asinara
Arcipelago della Maddalena
Circeo
Abruzzo, Lazio e Molise
Gargano Alta Murgia
Vesuvio Golfo di Orosei e Gennargentu
Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese Cilento e Vallo di Diano
Pollino
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Aspromonte
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C i n qu e
Terre, Porto Venere Miramare
Sugli ambienti costieri l’uomo ha intensificato le attività turistiche ed economiche. Ma anche in questo ambiente si è sentita l’esigenza di creare delle zone protette per conservare specie arboree millenarie e animali caratteristici dei diversi luoghi. Nel corso degli anni Novanta furono istituite le prime riserve marine: nel 1994 il Parco
nazionale della Maddalena
(Sardegna) e quello dell’Arcipelago toscano. Tra il 1997 e il 1998 sono state istituite nuove aree in Liguria, nel Lazio e in Puglia.
Arcipelago toscano, Isola dei Topi
Portofino Isola di Bergeggi Cinque Terre
Santuario per i mammiferi marini
Secche della Meloria Torre del Cerrano Isole Tremiti Secche di Tor Paterno
Isola dell'Asinara Capo Caccia Isola Piana
Isole di Ventotene e Santo Stefano
Tavolara Punta Coda Cavallo
Baia
Regno di Nettuno
Gaiola Punta Campanella
Santa Maria di Castellabate
Penisola del Sinis Isola di Mal di Ventre
Torre Guaceto
Porto Cesareo
Costa degli Infreschi e della Masseta Capo Carbonara
Isola di Ustica
Capo Rizzuto
Capo Gallo Isola delle Femmine Isole Egadi Isole Ciclopi
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Isole Pelagie
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In montagna
Al di sopra dei 3000 metri, il suolo è costituito da rocce e da ghiacciai.
Il paesaggio montano è caratterizzato da rilievi che superano i 600 metri di altezza, con vette aguzze inframmezzate da ghiacciai. Il clima, generalmente freddo, ha una notevole influenza sulla flora e sulla fauna.
Tra i 1300 e i 2000 metri di quota si trovano boschi di conifere: larici, pini e abeti. Sono alberi aghifoglie che non perdono mai completamente le foglie. Qui vivono cervi e orsi.
Fra il fondovalle e i 1000 metri di quota dominano i boschi di
latifoglie (latus = “largo”), che perdono le foglie in autunno. Sono: querce, castagni, farnie, roverelle e faggi. Nei boschi vi abitano tassi, piccoli mammiferi, lupi, volpi, caprioli.
Il fondovalle è occupato da paesi e zone industriali e commerciali.
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La marmotta è un piccolo roditore che può vivere anche a 3000 metri di altezza. Vivono in piccole comunità in cui una di loro fa la sentinella: fischia se vede o sente un pericolo.
Oltre i 2000 metri si estendono grandi distese di prati che, salendo verso l’alto, diventano sempre più radi. È l’ambiente delle aquile, degli stambecchi e delle marmotte.
L’aquila è un rapace robusto e maestoso, caratterizzato da un becco potente a uncino e da artigli affilati: il corpo è ricoperto di piume fino alle zampe. Vola ad alte quote e piomba dall’alto sulle prede che ha avvistato. Lo stambecco è un mammifero molto diffuso sulle nostre montagne a un’altezza tra i 1000 e i 3000 metri. È provvisto di corna a sciabola, che nel maschio possono raggiungere anche il metro di lunghezza. Il mantello è corto e chiaro in estate, mentre in inverno è più lungo e più scuro. Predilige i pendii rocciosi d’alta quota oltre il limite degli alberi, mentre in primavera scende più a valle in cerca di erba. Il faggio è una pianta molto diffusa e ai 1000 metri di altezza cresce e forma dei veri e propri boschi: le faggete. Il faggio può raggiungere i 20-30 metri di altezza, ha un tronco diritto caratterizzato da una corteccia grigia e liscia. Nei boschi di faggi si possono trovare i licheni, organismi vegetali formati dall’unione di un fungo e di un’alga. Vivono sulla corteccia degli alberi, su tronchi, rami, foglie marce, roccia.
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In collina La collina è formata da rilievi di forma arrotondata tra i 200 e i 600 metri sul livello del mare. È coperta da boschi che lasciano spazio a parti pianeggianti coltivate.
Boschi di latifoglie (castagni, querce e faggi) ricoprono i pendii delle colline. Ai margini del bosco, rovi e sambuchi crescono vicino ai sentieri.
Verso valle i boschi lasciano il posto alle coltivazioni: frutteti, oliveti, agrumeti, campi di cereali, ma soprattutto vigneti, che si estendono sui terrazzamenti (larghi gradini sorretti da muri in pietra) costruiti sui pendii. Ciascuna zona collinare produce un proprio tipo di vino.
In collina vivono animali selvatici come lepri, istrici, volpi, faine, scoiattoli, cinghiali...
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Il castagno è una pianta alta fino a 25 metri, con tronchi grossi e una chioma molto ramificata verde intensa.
Sulla cima della collina sorgono antichi paesi che dominano i terreni sottostanti, offrendo bellissimi panorami. Presentano spesso la stessa struttura: un castello antico con una torre, una chiesa e il borgo circondato da antiche mura.
Il rovo è un arbusto spinoso che in estate si ricopre di frutti rossi, che diventano neri alla fine dell’estate, dal gusto da dolce a leggermente acidulo. Vive ai margini dei boschi, lungo i sentieri e nelle siepi, perché non ama l’ombra. Il sambuco è un arbusto di medie dimensioni, molto comune nei boschi collinari, lungo i sentieri. I fiori sbocciano in primavera: sono piccoli, tendenti al bianco e profumati, riuniti a formare una sorta di piccolo ombrello. Tra gli abitanti del bosco, la volpe è la più adattabile. La possiamo trovare in ambienti differenti. Si nutre di: piccoli mammiferi, uccelli, rettili, numerose specie di invertebrati, bacche, funghi. Il cinghiale è un animale molto diffuso, resistente e adattabile anche in nuovi ambienti. Ha un corpo pesante e massiccio e zampe corte e sottili; è molto veloce. Ha abitudini notturne, infatti durante il giorno riposa disteso in buche del terreno che scava con il muso allungato. Durante l’inverno imbottisce le buche con frasche e foglie secche, in modo da creare delle specie di tane.
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In pianura La pianura è un’estensione di territorio generalmente piatto che non supera i 200 metri di altezza. Le pianure più estese si trovano nella parte settentrionale dell’Italia.
Filari di pioppi accompagnano i sentieri che costeggiano le campagne, dove sorgono aziende agricole piccole e grandi che allevano bovini, suini, bufali.
Alcune pianure, nel passato, erano delle paludi malsane che sono state bonificate, cioè prosciugate fino a ottenere un terreno asciutto e adatto alle coltivazioni.
Le chiuse permettono di regolare l’acqua nelle risaie aumentandola o diminuendola secondo le necessità.
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Il coniglio selvatico è un tipico abitante della pianura. È più piccolo del coniglio comune, è timido e sfuggente. Vive in pianure ricche di vegetazione, ai margini dei terreni coltivati, in tane profonde e intricate con tante uscite. Esce dalla tana, alla ricerca del cibo, all’alba e al tramonto, dopo essersi assicurato che non vi siano pericoli. La zanzara ama i luoghi umidi, tipici della pianura. È un insetto davvero particolare: deve pungere un animale (tra cui anche l’uomo) per procurarsi il sangue necessario alla crescita delle sue larve. Nei tempi passati, quando ancora alcune pianure non erano state bonificate, era lei a trasmettere una grave malattia: la malaria. Il pioppo è un albero di alto fusto tipico della campagna, dove forma filari alti e stretti. È bello da vedere, ma viene anche coltivato per vari usi come la fabbricazione di pannelli di legno compensato, di fiammiferi e di carta.
In pianura l’uomo è intervenuto sulla campagna rendendola coltivabile in modo estensivo. Si coltiva mais, grano, barbabietola da zucchero, riso nei caratteristici terreni ricoperti d’acqua.
La città è un ambiente dove l’uomo è intervenuto per soddisfare i propri bisogni abitativi, di comunicazione, di nutrizione e di produzione. A questo scopo sono sorti: centri industriali alle periferie delle città e aeroporti per consentire spostamenti veloci, una rete stradale che si estende per circa 500 mila chilometri, gallerie, ponti di collegamento.
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Nel fiume Il fiume nasce da una sorgente, sotto forma di un piccolo torrente, poi via via attraversa diversi territori; si ingrossa quando riceve l’acqua da altri fiumi suoi affluenti, infine si getta in mare. Durante il suo percorso crea un mondo ricco di vegetazione e di molte specie di animali.
Sulle sponde di fiumi è facile trovare il salice, le cui radici contribuiscono a rendere più forti gli argini. Le cavità nel tronco offrono rifugio a diversi uccelli, mentre numerosi insetti si nutrono delle foglie e dell’interno dei rami. Esistono ben 36 specie di salici, alcuni dei quali hanno i rami così elastici che vengono utilizzati per realizzare cesti o oggetti vari.
La fauna del fiume è ricca di pesci e di uccelli: aironi, cigni, anatre... Fra i tanti pesci, vi si trovano le trote che prediligono i torrenti dove trovano abbondanza di invertebrati e acque pulite.
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La lontra vive lungo i fiumi o i laghi. Le sue zampe sono corte e palmate, utili per il nuoto. Mangia pesci, gamberetti e qualche altro piccolo animaletto d’acqua. Costruisce la tana nelle buche del terreno vicino a riva. La lontra è stata dichiarata una specie a rischio di estinzione in Italia. I corsi d’acqua poco profondi sono frequentati dai cigni, caratteristici uccelli eleganti e dal collo lungo, attirati dalla vegetazione dei fondali della quale si nutrono. Il martin pescatore è un ottimo tuffatore e predilige corsi d’acqua trasparenti dove può vedere i pesci di cui si nutre. Ha un piumaggio dai colori molto vistosi, ma le sue penne azzurre e verdi si confondono con i riflessi della luce sulla superficie dell’acqua, permettendogli di mimetizzarsi. I canali sono l’ambiente ideale per la natrice dal collare. Questo serpente cattura in acqua la maggior parte delle sue prede.
Le libellule sono tra gli insetti più belli che vivono nell’ambiente del fiume. Con i loro vistosi colori che scintillano al sole compiono evoluzioni in aria, catturando le prede in volo e mangiandole anche senza posarsi.
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Nel lago Il lago è un grande insieme di acqua raccolta in una conca del terreno. Il clima mite, la temperatura e l’umidità ne influenzano la flora e la fauna. Il lago condivide con il fiume diverse specie di animali che amano vivere in ambienti acquatici.
Il lago è frequentato da: anatre, germani, cigni, gabbiani, aironi e cormorani. Nelle profondità delle sue acque nuota la lontra.
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La fauna è ricca di diverse specie di pesci tipici di acqua dolce: il pesce persico, il luccio, il lavarello.
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La vegetazione è composta da piante e fiori dai colori e profumi intensi, come: piante di limone, robinie, oleandri, alloro, ma anche magnolie, camelie, azalee e rododendri, presenti soprattutto nei giardini che circondano le sponde del lago.
La ninfea è una pianta acquatica galleggiante che vive di preferenza in piccoli laghetti o corsi d’acqua tranquilli. La pianta si sviluppa sott’acqua e ha un fusto lungo quanto la profondità delll’acqua. Solo una piccola parte delle radici affonda nel terreno del fondale. In primavera e in estate, tra le foglie, sbocciano grandi fiori bianchi o rosa. Tipico pesce di lago, il luccio ha forma allungata con una bocca di grandi dimensioni. Caccia restando immobile fra le piante acquatiche, in attesa che la preda si avvicini. Il pesce persico, invece, ha forma ovale. Preferisce luoghi con corrente debole e ha abitudini piuttosto sedentarie. Il cormorano ha il corpo lungo e affusolato di colore nero. Ha un becco lungo a uncino che gli permette di catturare i pesci, che ingoia interi. Le zampe hanno grandi membrane che gli consentono di spingersi nell’acqua più profonda. Ha il nido sempre in vicinanza dell’acqua. Sul lago lo si può vedere spesso, appoggiato su un tronco, con le ali aperte ad asciugarsi al sole. L’airone si può trovare in diversi ambienti vicino all’acqua. Sta spesso immobile dove la corrente è più lenta, in attesa di una preda da catturare con il lungo becco. Fa il nido in luoghi protetti vicino all’acqua, chiamati garzaie.
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Nel mare Il mare è una grande distesa di acqua che si perde nell’infinito, tanto da non riuscire a scorgerne la fine. Il clima mite ha favorito una vegetazione tutta particolare chiamata macchia mediterranea. Nell’ambiente marino vivono animali e piante in relazione tra loro.
Le coste italiane si presentano in differenti forme. Possono essere basse e sabbiose, ovvero quelle che in estate ospitano stabilimenti balneari per l’accoglienza ai turisti, oppure alte e rocciose sul mare, sulla cui sommità, spesso, si raccolgono paesini stretti e antichi.
Nel folto della macchia mediterranea vivono: cinghiali, volpi, caprioli, istrici, tassi, bisce, lucertole, gechi…; molte specie di uccelli: tordi, capinere, cinciallegre, cardellini, gabbiani…
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La quercia da sughero è un particolare tipo di quercia, tipica dell’ambiente marino. È sempreverde ed è caratteristica per la corteccia, da cui viene ricavato il sughero, utilizzato, per esempio, nella produzione dei turaccioli.
La macchia mediterranea è composta da robusti alberi di alto fusto e robusti come il pino marittimo e le querce e da arbusti più bassi, disseminati tra gli alberi, costituiti da mirto, lentisco, ginepro, fiori vari.
Mirto, lentisco, ginepro, alloro sono piante aromatiche belle e robuste, capaci di resistere al caldo e ai periodi di poca pioggia. In primavera iniziano a fiorire e durante l’autunno mostrano frutti dai colori vivaci.
Il fico d’India è una pianta originaria del Messico, ma frequentissima sulle nostre coste. È simile a un cactus con foglie piatte e spesse, ricoperte di spine. È caratteristico per il frutto ovale ricco di vitamine; ha tonalità giallo-arancione e semi al suo interno. Il geco è un piccolo rettile simile alla lucertola; vive in ambienti caldi e ha delle zampe “adesive”, che gli consentono di appendersi ai soffitti oppure di arrampicarsi su pareti verticali anche lisce, come il vetro. Gli stabilimenti balneari sono una caratteristica presenza delle coste marine in estate. Sono un tipico intervento dell’uomo, che utilizza la costa sabbiosa naturale per offrire un servizio rivolto al benessere dei turisti.
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L’acqua L’acqua è il liquido più diffuso sulla Terra ed è anche la sostanza più importante. È una risorsa preziosa e delicata, perché senza acqua non c’è vita. L’acqua è sempre in movimento, forma un ciclo continuo tra cielo e terra.
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Salendo, il vapore si raffredda e si raccoglie in goccioline d’acqua sospese che formano le nuvole. Le nuvole cariche di vapore acqueo precipitano verso la terra sotto forma di pioggia, neve e grandine.
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Il calore del Sole trasforma in vapore parte dell’acqua di fiumi, laghi e mari.
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Tutto sulle nuvole! Una nuvola può vivere da qualche minuto a poco più di una settimana, ma se ne formano continuamente. Il colore dipende dal loro spessore e dalla luce del Sole; la forma dipende dal vento. “ Cielo a pecorelle… pioggia a catinelle”. Ma non è sempre vero. Pecorelle bianche senza ombra, chiamati cirrocumuli, sono segno di bel tempo. Pecorelle dotate di ombra, dette altocumuli, sono invece segno di cattivo tempo. I cirri sono le nuvole di alta quota, a filamento e bianche, costituite da cristalli di ghiaccio. Gli strati sono nuvole piatte e grigiastre, quelle tipiche di una giornata nuvolosa. I cumuli sono piccole nuvole a batuffolo.
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Quando piove, parte dell’acqua evapora di nuovo, parte viene utilizzata dalle piante, un’altra parte si deposita nei fiumi, nei laghi, nei mari. Un’altra parte ancora viene assorbita dal terreno, alimentando le falde acquifere.
I nembi sono nuvole scure e si sviluppano verso l’alto come grandi torri. Sono portatrici di temporali.
Conosci i simboli del tempo? sereno poco nuvoloso nuvoloso o coperto molto nuvoloso pioggia temporale neve foschia nebbia
vento debole vento moderato v ento forte m are poco mosso m are molto mosso m are agitato
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L’acqua: utile nel passato… Fin dai tempi più antichi, nelle zone dove c’era disponibilità di corsi d’acqua regolari, l’uomo cominciò a sfruttare la forza dell’acqua per mettere in movimento macchinari utilizzati in diverse pratiche, come il taglio e la lavorazione del legno nelle segherie oppure la macinatura del grano nei mulini. MULINO ESTERNO
MULINO INTERNO
Tramoggia dove era messo il grano da macinare.
Macina superiore
rotante.
Macina inferiore
fissa.
Doccia
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… e nel presente Per essere utilizzata dall’uomo l’acqua viene estratta dalle falde sotterranee e attraverso una rete di tubi arriva nelle nostre case.
Acquedotto
Falde sotterranee
Rete idrica
Fognatura
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I materiali: dalla natura a noi Molti sono gli elementi del mondo vegetale e animale presenti nella nostra vita. Li troviamo nei mobili, negli oggetti che usiamo, negli abiti che indossiamo. Alcuni, come sai, sono materiali organici, cioè che derivano da esseri viventi, altri inorganici, che derivano da non viventi.
Il legno è un materiale caldo e naturale. Con esso ci si riscalda, si costruiscono i mobili, gli strumenti musicali, la carta e il cartone.
Il cotone si ricava dalla bambagia che avvolge i semi della pianta. Con il cotone si ricava un tessuto morbido e naturale.
Le fibre della canapa, ottenute dai fusti della pianta, sono state utilizzate per la produzione di tessuti e corde. Per centinaia di anni sono servite anche per la produzione di carta.
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La seta è una fibra di origine animale. Si ottiene dal bozzolo prodotto dai bachi da seta. La nascita della bachicoltura e la lavorazione della seta hanno origini molto antiche in Cina, dove le vesti di seta erano riservate agli imperatori e alle persone ricche.
Il lino è una pianta coltivata sia per i suoi semi sia per la fibra con cui si ricavano tessuti leggeri e resistenti.
La lana è un materiale di origine animale, ricavato dalla tosatura del vello di pecore, cammelli e alcuni tipi di lama. Con essa si ricavano indumenti morbidi e caldi.
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L’arte del riciclo Serve solo un po’ di attenzione e un impegno da mantenere: gettare i rifiuti, praticando la raccolta differenziata. Questo permette di risparmiare energia, acqua ed evita di sprecare risorse naturali. Riciclare fa tanto bene all’ambiente!
Il riciclo può essere un’arte utile…
Con la plastica riciclata si produce il pile, un tessuto leggero, caldo e molto morbido con cui si creano coperte e maglioni.
I rifiuti della cucina, il cosiddetto umido, raccolti tutti insieme in un contenitore producono piano piano il compost, un concime assolutamente naturale, da usare nell’orto o nel giardino.
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... e anche un’arte creativa Un paio di vecchi scarponi che non servono più possono diventare divertenti contenitori per le piantine di fiori. Ma anche una bottiglia di plastica, tagliata adeguatamente, può servire a contenere una pianta in cerca di “vaso”. C’è anche chi ha avuto l’idea di usare
vecchi pneumatici
di auto, dipingerli di colori allegri, chiuderli sul fondo e destinarli a simpatiche fioriere.
Qualcuno si è chiesto perché buttare
pezzi di ferro vecchio e magari un po’
arrugginito. Eccoli assemblati a formare divertenti pezzi di arte moderna.
Questo tempio buddista è stato costruito con milioni di tappi di bottiglia. Qualche artista, invece, ha usato i tappi di bottiglia come tessere di mosaico ed ecco nascere un vivo e colorato fondo marino.
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Gli ambienti freddi: I GHIACCI POLARI Gli ambienti a clima freddo hanno una grande estensione di territorio: comprendono sia il Polo Nord e il Polo Sud sia i territori vicini. Nonostante le condizioni difficili di questi ambienti molti animali si sono adattati alle fredde temperature.
Strani fenomeni!
L’aumento della temperatura terrestre sta facendo sciogliere i ghiacci del Polo Nord in modo anche abbastanza veloce. Al contrario, invece, i ghiacci del Polo Sud stanno aumentando. Com’è possibile questa situazione? Secondo uno scienziato che studia il fenomeno la causa potrebbe essere nella crescita della temperatura che fa aumentare l’evaporazione dell’acqua del mare che circonda il Polo Sud. Il vapore acqueo si trasforma in neve che precipita al suolo, diventando poi ghiaccio.
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L’orso bianco è un predatore velocissimo e un agilissimo nuotatore. Uno strato di pelo vuoto all’interno e uno strato di grasso sulla pelle lo proteggono dal gelo circostante. La pelliccia cresce persino sotto le zampe, per riparle dal contatto diretto con le superfici gelate e per migliorare la presa sul ghiaccio. Il manto bianchissimo permette agli orsi polari di mimetizzarsi tra le nevi e i ghiacci. Ma sotto la pelliccia, gli orsi hanno la pelle scura, ideale per assorbire il calore dei raggi solari. La foca è la sua preda preferita; egli rimane in attesa vicino ai punti in cui le foche riemergono per respirare. Gli orsi non hanno necessità di bere sempre perché assorbono l’acqua dalle prede di cui si nutrono. Le foche sono animali che si sono adattati a vivere in acqua. Hanno un corpo allungato, rivestito da uno strato di grasso coperto da peli corti impermeabili (cioè che non lasciano passare l’acqua). Le foche hanno sviluppato dei particolari accorgimenti per resistere al freddo. Per esempio, le aperture nasali sono solo una fessura, sono chiuse da pareti elastiche che si aprono solo per respirare. Le foche dell’Antartide (Polo Sud) appartengono a due famiglie. La prima comprende le foche senza orecchio esterno, anche se hanno un udito ben sviluppato. La seconda famiglia è ben riconoscibile per il piccolo padiglione auricolare esterno. Il pinguino è un uccello, ma non vola. È un eccellente nuotatore in grado di restare sott’acqua anche 30 minuti senza respirare. Sulla terra cammina lento, dondolandosi sulle corte zampe, ma nelle grandi discese ghiacciate si lascia scivolare sulla pancia raggiungendo alte velocità. Esistono ben diciotto specie con caratteristiche e comportamenti diversi, delle quali dodici vivono al Polo Sud. Alcuni di loro, purtroppo, sono in pericolo di estinzione.
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Gli ambienti freddi: LA TUNDRA La tundra è l’ultimo ambiente con vegetazione prima dei ghiacci polari: in inverno è sempre coperta di neve, mentre in estate è un’immensa distesa di erbe e di fiori. Nonostante le basse temperature, la tundra è popolata da molti animali. Tra gli animali troviamo la renna, il bue muschiato, la volpe, la lepre, l’ermellino. Molti animali migrano per evitare i mesi più freddi. Altri, invece, si difendono dal gelo in altri modi.
Il bue muschiato è un tipico abitante della tundra, che non ama spostarsi molto. Il suo nome deriva dal forte odore di muschio che proviene dal suo corpo. Ha un corpo massiccio, con un mantello folto e di colore bruno scuro che lo protegge dal freddo intenso. Vive in gruppo, anche numeroso, per proteggersi dai predatori oppure dal gelo.
Nella tundra mancano completamente gli alberi d’alto fusto. Le betulle e i salici sono piccoli, per sopportare il gelo e i forti venti. Nelle zone umide crescono muschi e giunchi. Tutte le piante crescono molto lentamente a causa del freddo: il lichene della renna, per esempio, impiega un intero anno per crescere di soli cinque centimetri.
La civetta delle nevi ama le temperature fredde, ha ali molto ampie, che aperte raggiungono il metro e settanta di lunghezza. È un abilissimo predatore e per cacciare utilizza una tecnica di volo che si chiama “spirito santo”: rimane ferma in aria in un punto, battendo velocemente le ali e puntando la preda, poi le piomba addosso in un batter d’occhio.
Molti piccoli animali, come il lemming, scavano tunnel sotto la neve per cercare il cibo e per sfuggire ai predatori, ma l’ermellino riesce a inseguirli anche nei loro stretti cunicoli.
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Nella tundra vive la lepre artica, che cambia colore del mantello al variare delle stagioni: bianco durante l’inverno e rossiccio in estate. La renna appartiene alla famiglia dei cervi ed è caratteristica per le grandi corna ramificate presenti sia nei maschi sia nelle femmine. Le renne vivono in queste regioni sia allo stato selvatico sia allevate dalle popolazioni locali. La volpe artica ha un manto candido che le permette di mimetizzarsi tra la neve e i ghiacci della tundra. Ha le zampe pelose, le orecchie piccole, il muso corto e una coda foltissima che ha un po’ la funzione di coperta contro il freddo. Usa nascondere provviste di carne congelata e se ne nutre durante l’inverno. Durante le bufere di neve scava dei tunnel dove rifugiarsi. Il manto cambia con l’arrivo della stagione più mite diventando marrone e permettendole, anche in questo caso, di mimetizzarsi tra le rocce e le piante basse tipiche della tundra. Anche l’ermellino segue la caratteristica degli animali della tundra: quella di cambiare il mantello che da candido in inverno assume i colori della terra, del grigio e del fulvo durante le stagioni più calde, adeguandosi ai colori dell’ambiente circostante. È un piccolo carnivoro dal corpo agile e affusolato.
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Gli ambienti caldi: LA SAVANA Gli ambienti caldi sono caratterizzati da ampi territori desertici. Man mano che si scende verso l’Equatore si entra nel territorio della savana dove vivono leoni, giraffe, elefanti, leopardi…
L’avvoltoio è un uccello molto grande. Si nutre di carcasse di animali e si può considerare un animale “ecologico”, proprio perché elimina i residui degli animali morti. Per questo motivo gli avvoltoi hanno un ruolo molto importante nell’ecosistema della savana.
Vicino all’acqua si ritrovano a bere zebre e gazzelle, che si riuniscono in gruppi per proteggersi in qualche modo dall’attacco di predatori come lo sciacallo o il leone. Anche gli elefanti, che hanno bisogno di bere tantissimo, si avvicinano all’acqua in gruppi guidati dalla femmina più anziana.
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L’uccello tessitore è un piccolo uccello della grandezza di un passero. La sua grande abilità è quella di costruire il nido appendendolo ai rami delle acacie.
I leoni si riposano circa 20 ore al giorno e cacciano di notte, perché per loro di giorno fa troppo caldo per muoversi. I leoni non masticano, ma ingoiano il pasto a pezzi. Essi comunicano con un particolare movimento della coda. Lo sciacallo non sta mai fermo. Deve continuamente cercare qualcosa da mangiare o da rubare ad altri animali.
Per sfuggire al caldo, spesso i serpenti della savana, come il cobra, cercano rifugio nelle tane lasciate libere da altri animali. Poi, però, escono a scaldarsi al sole, perché sono animali a sangue freddo. Le manguste sono animali molto attivi che non soffrono molto il caldo. Vivono in gruppo e quando c’è un pericolo si rifugiano nelle tane.
La giraffa è molto alta e ha un collo lunghissimo che le permette di raggiungere comodamente le tenere foglie degli alberi. Ma proprio per la sua altezza, per lei bere è davvero una fatica: deve allargare le zampe quasi a fare una spaccata. Può bere fino a 35 litri di acqua al giorno.
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Gli ambienti caldi: LA FORESTA EQUATORIALE
Tra la fitta vegetazione volano i pappagalli del genere Ara, dal coloratissimo piumaggio.
Un’altra zona tipicamente calda è costituita dalla foresta equatoriale. La più grande è quella dell’Amazzonia, attraversata dal fiume più lungo del mondo, il Rio delle Amazzoni e dai suoi affluenti. Nella foresta amazzonica vive un numero altissimo di animali delle più diverse specie.
Nella foresta amazzonica i fiori sbocciano tutto l’anno. Il colibrì è un piccolo uccello dal piumaggio coloratissimo che si nutre del nettare dei fiori.
Le rane della foresta amazzonica sono capaci di arrampicarsi sugli alberi. Alcune hanno colorazioni straordinarie.
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L’anaconda si arrotola sui rami quando, dopo la pioggia, la foresta si allaga. Ha una forza tale da poter stritolare anche un uomo.
Il giaguaro è il signore della foresta. Le sue macchie lo aiutano a confondersi tra gli alberi. Durante la stagione delle piogge deve rifugiarsi su qualche isola, formata da alberi o da vegetazione che si sono uniti fra loro. Il bradipo non ha mai fretta, vive appeso ai rami degli alberi su cui si sposta con molta lentezza. Tra gli alberi vive anche la scimmia urlatrice: ha un grido così poderoso che si sente anche a 5 km di distanza.
Le tartarughe dell’Amazzonia sanno nuotare. La foresta, infatti, ogni anno si allaga per le piogge e per loro diventa indispensabile poter vivere anche nell’acqua.
Nella foresta equatoriale vivono alcune tra le farfalle più grandi del mondo, con splendide sfumature di colori, come la farfalla morpho, tutta blu e scintillante.
Nelle acque vivono i piranha, pericolosissimi pesci, e nuotano dei delfini particolari, chiamati Inia, che vivono nei fiumi invece che nel mare e i cui maschi sono tutti rosa.
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Nel mondo degli invertebrati… Gli invertebrati rappresentano il 95% di tutto il regno animale. Come suggerisce il nome, essi non possiedono la colonna vertebrale, cioè non hanno uno scheletro che sostenga il corpo. Gli invertebrati sono diversi per forma, struttura e modi di vita.
Nei boschi di conifere si trovano formicai alti anche due metri: ci abitano le formiche rosse. Gli ingressi sono sorvegliati da sentinelle e protetti da sassolini; inoltre, per difendersi le formiche rosse possono spruzzare un acido irritante anche a 30 centimetri di distanza. Le formiche fanno parte della grande categoria degli insetti: hanno sei zampe e il corpo diviso in capo, torace e addome.
Il polpo è un mollusco molto intelligente, può spostarsi in modo molto veloce espellendo acqua. Per difendersi può spruzzare un liquido nerastro, detto “inchiostro”. Inoltre è capace di cambiare colore in pochi secondi, sia per mimetizzarsi sia per comunicare con i propri simili.
Gli anemoni non sono fiori ma animali. Spesso sono colorati in modo vivace e vivono ancorati al fondale marino. Si nutrono di pesciolini e altri piccoli animaletti che catturano con i loro tentacoli irritanti.
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… e dei Vertebrati I vertebrati rappresentano il restante 5% del regno animale. Possiedono uno scheletro interno e sono suddivisi in cinque gruppi: i mammiferi, i pesci, gli anfibi, gli uccelli e i rettili. Il pendolino è un uccellino grande come il passero, vive nelle zone umide e fa un nido a forma di fiasco che rimane appeso ai rami degli alberi. Il nido è caldo e morbidissimo ed è fatto con la lana bianca prodotta dai pioppi. Il pendolino, come tutti gli uccelli, vola utilizzando le ali e possiede uno scheletro leggero che facilita il volo. Gli uccelli hanno il corpo ricoperto di penne e piume e un becco che assume forme diverse. Il topo marsupiale vive in Australia. Questo animaletto forma dei mucchi di sassi all’entrata della tana. Di notte i sassi si raffreddano e ai primi caldi del mattino l’acqua si condensa in tante goccioline. I topi la leccano e in questo modo fanno la loro provvista quotidiana di acqua. Il topo marsupiale appartiene alla classe dei mammiferi: hanno il corpo ricoperto di peli e le ghiandole mammarie con cui allattono i piccoli.
Il cobra reale, lungo ben quattro metri, vive nelle foreste tropicali e con il suo veleno è in grado di uccidere un elefante. Questo serpente fa parte della classe dei rettili. I rettili hanno il corpo ricoperto di scaglie: alcuni strisciano, altri sono dotati di zampe, come il camaleonte.
Il cavalluccio marino è un pesce tra i più strani. Ne esistono cinquanta specie diffuse in tutti i mari. Tra questi c’è il bellissimo dragone foglia, dotato di escrescenze a forma di alga che gli permettono di mimetizzarsi. La generalità dei pesci vive nell’acqua e ha il corpo affusolato e viscido ricoperto di squame. Si spostano per mezzo delle pinne e della coda.
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Nel deserto dell’America del Nord vive il rospo della vanga. Quando fa caldo si rifugia in una fossa scavata nel terreno anche per 8-9 mesi e si sveglia solo con le prime piogge. Questo rospo è un anfibio e, come quelli della sua specie, ha una “doppia vita” perché appena nato vive nell’acqua, mentre da adulto vive sulla terra.
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L’ecosistema: vivere in equilibrio Per ecosistema si intende l’insieme degli esseri viventi e non viventi di un ambiente, in perfetta relazione tra loro. Per esempio, uno stagno è un ecosistema in cui vivono in relazione rane, pesci, bisce, aironi, zanzare, libellule, alghe, ninfee, giunchi… (viventi) e acqua, aria, luce solare, suolo… (non viventi).
I decompositori, cioè vermi, funghi, batteri, trasformano i resti di animali e vegetali in sali minerali.
L’insetto che mangia le piante è un consumatore primario.
Le piante costituiscono il primo anello: i produttori.
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L’airone che mangia il pesce è un consumatore terziario.
Il pesce che mangia l’insetto è un consumatore secondario.
Perché l’ecosistema funzioni, al suo interno ci deve essere un equilibrio perfetto tra gli elementi. Se un anello della catena si indebolisce o si rompe, tutti gli elementi dell’ecosistema ne subiscono le conseguenze. Ogni essere vivente, all’interno di un ecosistema, riesce a vivere e permette agli altri di vivere. I viventi sono uniti tra loro dal cibo. È la catena alimentare. L’inquinamento è uno dei fattori che rompe l’equilibrio all’interno di una catena alimentare.
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L’ecosistema mare Anche nell’ecosistema mare esiste un’organizzazione simile a quella della terraferma o dello stagno. Tutte le forme di vita, infatti, dalla vegetazione, dai piccoli animali fino ai grandi predatori sono legati fra loro dalle relazioni che formano la catena alimentare.
Il fitoplancton è il nome di alghe microscopiche che non possono muoversi da sole e vengono trasportate dalla corrente del mare. Il fitoplancton è una importante riserva di ossigeno e ha nel mare lo stesso ruolo che le piante e l’erba hanno sulla terraferma.
Gli zooplancton sono organismi animali microscopici che si nutrono del fitoplancton. Alcuni componenti dello zooplancton possono spostarsi scendendo verso le acque profonde durante il giorno e risalendo durante la notte.
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Lo zooplancton è mangiato da piccoli animali come i gamberetti.
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La base della catena alimentare del mare è costituita dalle erbe che crescono sul fondo e di cui si cibano molti pesci e crostacei. La forma vegetale più importante è la Posidonia, un’erba alta circa 40 centimetri, che si trova vicino alle coste a 40 metri di profondità, dove arriva meglio la luce del Sole.
Il pesce piccolo mangia i gamberetti. I pesci piccoli a loro volta sono mangiati da quelli più grossi, come merluzzi, sardine, sgombri, saraghi…, che a loro volta vengono mangiati dai predatori, come il pescecane.
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ESPERIMENTO
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Il serpente a spirale Che cosa serve ςς Cartoncino ςς Matite colorate ςς Forbici
ςς Una matita ςς Plastilina
Come si fa 1 Con l’aiuto di una tazza rovesciata, disegna su un cartoncino un cerchio.
2 Iniziando dalla circonferenza e procedendo verso il centro, disegna una spirale larga circa mezzo centrimetro.
3 Disegna occhi, bocca e tante macchie per realizzare un bel serpente.
6 Poni la decorazione sopra il radiatore del termosifone acceso o appendila. Il serpente comincerà a girare.
4 Ritaglia il tuo serpente seguendo la linea a spirale.
5 Infila la coda del serpente sulla punta di una matita. Inserisci l’altro capo della matita in una base di plastilina. Il corpo del serpente si avvolgerà intorno alla matita.
Osserva Il fenomeno è provocato dalle correnti di aria calda che salgono dal termosifone.
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ESPERIMENTO 2
Limone salvamela Che cosa serve ςς Una mela ςς Un coltellino ςς Un piatto ςς Un limone
Come si fa 1 Facendoti aiutare da un adulto, taglia una mela in quattro parti e un limone a spicchi. 2 Metti le fette di mela su un piatto e su due di queste spruzza il succo del limone. Lasciale così per tre ore.
Osserva Le fette di mela su cui non hai spruzzato il succo del limone diventano color ruggine. Quelle trattate con il succo del limone invece rimangono chiare come prima. A contatto con l’aria, alcune sostanze della mela reagiscono diventando color ruggine. La vitamina C presente nel limone rallenta la reazione tra l’ossigeno dell’aria. In questo modo, si conservano il colore e il sapore della mela appena tagliata.
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ESPERIMENTO 3
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La forza dell’aria Che cosa serve ςς Un palloncino da gonfiare ςς Alcuni libri
Come si fa 1 Stendi il palloncino sul piano di un tavolo. Il collo del palloncino deve sporgere dal bordo. 2 Appoggia i libri uno sull’altro, sopra il palloncino.
Osserva
3 Gonfia il palloncino. In poco tempo i libri si saranno sollevati dal tavolo.
L’esperimento dimostra come l’aria abbia una consistenza fisica.
Un mucchio d’aria Come si fa 1 Prendi il listello di legno e appoggialo sul piano del tavolo, facendone sporgere un terzo dal bordo.
Che cosa serve ςς Un foglio di giornale ςς Un listello di legno della lunghezza e dello spessore di un righello
2 Appoggia sul listello di legno il foglio di giornale stendendolo accuratamente. 3 Facendoti aiutare da un adulto, colpisci con un colpo secco il pezzo di legno che sporge dal tavolo. Vedrai che si romperà.
Osserva Si può pensare che l’aria sia leggera, ma questo esperimento dimostra il contrario. Sul foglio di giornale pesa una tale massa d’aria che impedisce al listello di legno di sollevare la carta, quindi il listello si spacca.
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ESPERIMENTO 4
Pettini elettrici Che cosa serve ςς Un foglio di carta sottile ςς Una penna
ςς Un pettine ςς Una stoffa di seta
Come si fa 1 Strappa in pezzetti un foglio di carta sottile. 2 Passa tra i capelli un pettine oppure strofina una penna a sfera su della seta. In questo modo gli oggetti si caricano di elettricità. 3 Tieni sospeso il pettine o la penna sopra i pezzetti di carta.
Osserva Alcuni pezzi di carta si attaccano al pettine o alla penna. Perché? Scoprilo con il secondo esperimento.
Il trucco del filo indiano Che cosa serve ςς Un filo di cotone ςς Un pettine
Come si fa Tieni un filo di cotone nella mano. Pettinati e avvicina il pettine a un capo del filo. Se sposti il pettine, il filo lo segue.
Osserva Molti oggetti si caricano di elettricità quando vengono strofinati su alcuni tessuti, come la seta, oppure su capelli, a patto che siano perfettamente asciutti.
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ESPERIMENTO 5
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Il telefono a spago Come si fa
Che cosa serve ςς Un pezzo di carta ςς Due barattoli di latta ςς Uno spago
1 Bagna un pezzo di carta e tendilo sopra l’apertura di un barattolo di latta. Legalo bene con uno spago e lascialo seccare. 2 Con l’aiuto di un adulto, fai un buco al centro della membrana ottenuta e introduci un tratto di spago. Annodalo perché non esca. 3 Prendi alcuni metri di spago e inserisci l’altro capo del filo nella seconda lattina. Attenzione: il filo deve essere ben teso! Anche parlando sottovoce nei contenitori, potrai sentire benissimo la voce degli amici che giocano con te.
Osserva Quando si parla, le corde vocali vibrano (cioè si muovono) e queste vibrazioni si trasmettono nell’aria. Il barattolo funziona come amplificatore, cioè raccoglie e aumenta la voce, anche se chi parla si trova distante.
Il telefono a ombrello Come si fa
Che cosa serve ςς Due ombrelli
1 Bagna bene due ombrelli. 2 Aprili e disponili con i due manici uno sul prolungamento dell’altro. 3 Avvicina l’orecchio all’interno dell’ombrello, vicino al congegno di arresto, mentre il tuo amico parla sottovoce all’interno del secondo ombrello e nello stesso punto: entrambi ascolterete chiaramente le vostre confidenze. Se tra di voi si posizionerà un’altra persona, non sentirà nulla!
Osserva Anche questa situazione si può sperimentare grazie alla vibrazione delle corde vocali e ai due ombrelli, che funzionano da amplificatori.
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A galla o a fondo? Come si fa
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Che cosa serve � Due bicchieri � Sale � Zucchero � Qualche chicco d’uva � Un cucchiaino � Sabbia
1 Riempi due bicchieri d’acqua calda, ma non bollente, e metti in ciascuno un chicco d’uva. I chicchi affondano o galleggiano? 2 Togli un chicco, aggiungi un cucchiaino di sale e mescola bene per farlo sciogliere: il chicco affonda come prima? Cambia qualcosa se aggiungi ancora più sale? E se usi zucchero o sabbia al posto del sale?
Osserva Un chicco d’uva è più denso dell’acqua dolce, quindi affonda. Quando aggiungi il sale, questo si scioglie e rende l’acqua più densa del chicco, che comincia a galleggiare. La stessa cosa succede quando aggiungi lo zucchero, che però è meno denso del sale, per cui l’effetto è meno forte. Se invece metti nel bicchiere un po’ di sabbia, che non si scioglie, la densità dell’acqua non cambia, quindi il chicco affonderà!
Il vulcano Come si fa
Che cosa serve ςς Una bottiglietta ςς Un vaso di vetro ςς Inchiostro
1 Con l’aiuto di un adulto, riempi una bottiglietta di acqua calda. Poi versaci dentro alcune gocce di inchiostro. 2 Riempi di acqua un vaso di vetro abbastanza grande affinché contenga la bottiglietta. Immergi in esso la bottiglietta.
Osserva L’acqua calda colorata, contenuta nella bottiglietta, è meno densa dell’acqua fredda circostante, perciò sprizza fuori come un vulcano in eruzione!
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ESPERIMENTO
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Si scioglie prima o dopo? Che cosa serve ςς Zollette di zucchero ςς Un bicchiere di vetro con acqua fredda e uno con acqua calda
ςς Un cucchiaio ςς Carta e matita
Come si fa 1 Metti una zolletta di zucchero in acqua fredda e mescola finché è completamente sciolta.
3 Rifai la stessa procedura utilizzando acqua calda. Ricordati sempre di contare le zollette che riesci a far sciogliere.
2 Continua a metterne una alla volta, ricordandoti di contarle, fino a che lo zucchero non si scioglie più.
4 Annota i numeri.
Osserva Nell’acqua fredda si sciolgono meno zollette che in quella calda. Questo accade perché l’acqua calda ha più “energia” (fornita dal calore) rispetto a quella fredda, quindi permette agli elementi dello zucchero e dell’acqua di unirsi più velocemente. Nell’acqua fredda, le prime zollette si sciolgono completamente. Poi, continuando ad aggiungere zollette, la soluzione diventa così densa da non poter sciogliere altro zucchero. A questo punto i granelli rimangono ben visibili.
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ESPERIMENTO 8
Di tutti i colori! Che cosa serve ςς Fogli di carta assorbente ςς Un bicchiere ςς Un cucchiaio
ςς Acqua in una brocca ςς Sale fino ςς Pennarelli di diverso colore (non indelebili)
Come si fa 1 Versa il sale nella brocca piena d’acqua. Mescola finché non si sarà sciolto.
3 Con i pennarelli, disegna dei pallini sulla carta assorbente.
2 Riempi il bicchiere con questa soluzione.
4 Arrotola il foglio di carta assorbente e immergilo nell’acqua salata.
Osserva Dopo un po’ di tempo l’acqua, salendo sulla carta assorbente, trascinerà i vari pigmenti che formano i colori dei pallini che hai disegnato. Poiché questi pigmenti sono formati da composti diversi, ciascuno di loro salirà con una velocità diversa e formerà strisce di lunghezze differenti.
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ESPERIMENTO
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L’acquedotto vegetale Come si fa
Che cosa serve ςς Tre bicchieri pieni d’acqua ςς Tre colori ecologici ςς Tre garofani bianchi
1 Metti l’acqua nei tre bicchieri e in ciascuno di essi versa un colore diverso. 2 Immergi ciascun garofano in un bicchiere. 3 Aspetta qualche ora: vedrai che i petali dei fiori non saranno più bianchi, ma avranno assorbito il colorante versato nell’acqua.
Osserva Perché è accaduto questo? Perché i fiori hanno succhiato l’acqua nel bicchiere e l’hanno portata fino ai petali. Come è potuto accadere? Scoprilo con questo secondo esperimento.
Che cosa serve ςς Due bicchieri con l’acqua colorata per l’esperimento precedente ςς Un gambo di sedano ςς Un coltello
Come si fa 1 Facendoti aiutare da un adulto, dividi in due il gambo del sedano per buona parte della sua lunghezza. 2 Immergi una parte del sedano in un bicchiere colorato e l’altra parte nell’altro bicchiere colorato. 3 Dopo qualche ora, togli le gambe del sedano e tagliale a fette. Scoprirai che al loro interno ci sono una serie di puntini colorati.
Osserva I puntini colorati sono le sezioni di canali che attraversano il sedano e che, in tutte le piante, portano l’acqua e il nutrimento dalle radici alle foglie più alte.
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ESPERIMENTO 10
Una gita in barca Che cosa serve ςς Una bacinella piena d’acqua ςς Due fogli di alluminio della stessa dimensione ςς Una bilancia
Come si fa 1 Pesa i due fogli e controlla che siano uguali e che abbiano lo stesso peso. (Puoi chiedere aiuto a un adulto.)
2 Appallottola uno dei due fogli e piega l’altro forma a di barchetta. 3 Pesa i due fogli così trasformati una seconda volta, per controllare che, pur avendo cambiato forma, abbiano mantenuto lo stesso peso.
Osserva La barchetta di carta galleggia, al contrario del foglio di carta appallottolato, perché ha una forma di base più ampia rispetto al suo peso.
4 Appoggiati entrambi fogli sulla superficie dell’acqua, puoi osservare che quello appallottolato affonda, mentre quello a forma di barchetta galleggia. Puoi avere lo stesso risultato se utilizzi due blocchetti di plastilina dello stesso peso.
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ESPERIMENTO 11
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La bomba fagiolo Che cosa serve ςς Fagioli ςς Un vasetto con tappo in sughero ςς Un sacchetto di carta
Come si fa 1 Riempi un vasetto con dei fagioli.
3 Metti il vaso dentro un sacchetto di carta, lasciandolo in un posto caldo e tranquillo per quattro o cinque giorni. Poi, togli il vaso dal sacchetto con attenzione.
2 Versa dell’acqua nel vaso, fino a coprire i fagioli, poi chiudilo con un tappo di sughero.
Osserva Che cosa è successo al tappo? I fagioli immersi nell’acqua si sono gonfiati e hanno iniziato il loro processo di germinazione. Hanno sviluppato germogli e radici, che li hanno resi più grossi, tanto da spingere contro le pareti del vaso e far saltare il tappo.
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ESPERIMENTO 12
Patate misteriose Che cosa serve ςς Due bicchieri grandi ςς Una grossa patata
ςς Acqua ςς Sale da cucina
ςς Coltello
Come si fa 1 Facendoti aiutare da un adulto, sbuccia la patata, poi tagliala a metà. Una metà deve essere bollita in acqua per alcuni minuti.
3 Riempi due bicchieri d’acqua. Infila uno stecchino lungo attraverso la patata bollita e immergila in uno dei due bicchieri in modo che la parte inferiore si trovi sott’acqua. Ripeti l’operazione con la patata cruda. 2 Sempre con l’aiuto di un adulto, scava l’interno di entrambe le parti della patata con il coltello, lasciando le pareti spesse. Otterrai due “tazze” di patata.
4 Aggiungi mezzo cucchiaino di zucchero in ciascuna tazza di patata e lascia riposare per qualche ora.
Osserva Una patata è quasi piena di liquido, mentre l’altra è vuota. Quale delle due è piena di liquido? L’acqua che si trova nel bicchiere in cui è immersa la patata cruda ha attraversato la parete. La patata cruda è viva e le sue cellule permettono all’acqua di passare. Invece, l’acqua non può penetrare la parete esterna della patata bollita: le sue cellule sono state distrutte dall’acqua bollente. Tutto quello che è vivo, come la patata, reagisce agli stimoli del mondo esterno!
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Storia
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Swimming Dinosaurs Leggi e scrivi i nomi dei dinosauri al posto giusto. Poi ascolta e controlla.
elasmosaurus
spinosaurus
megalodon
The ………................................................…….. can live on land and in the water. It probably eats sharks and large fish. It can be 18 metres long and 7 metres tall. It can weigh 10 tons.
The ………................................................…….. lives in the water and it is a carnivorous sea snake. It can be 14 metres long and it can weigh 2 tons. Nessie, the Loch Ness monster, is an elasmosaurus and people say she is a girl!!!
The ………................................................…….. can be 21 metres long and it can weigh 40 tons. It is a shark and the largest carnivorous fish. It eats 8 tons of fish every day.
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Risorse online per l’insegnante
Storia
CLIL
Flying Dinosaurs Leggi e scrivi le parole evidenziate al posto giusto. Poi ascolta.
In the prehistoric age there are millipedes 3 metres long and dragonflies with a one-metre wingspan. The pterosaur is the first animal to fly after insects. It has wings made of skin and no feathers. It eats fish, insects and small animals. The biggest pterosaur is the quetzalcoatlus. It is 5 metres tall and it has a wingspan of about 15 metres.
………........................................................
…..
.......................................…
………................................
………........................................................
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……….......................................................................……..
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...............……..
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...............……..
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Storia
CLIL
Risorse online per l’insegnante
The Stone Age Leggi e osserva. Sottolinea le parole che non conosci. Poi ascolta.
Neolithic families live in different kinds of houses.
stilt houses
rectangular, mud and straw houses
stone houses
round, mud and straw houses
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Risorse online per l’insegnante
Storia
CLIL
Leggi. Poi ascolta.
There are 50-300 individuals in Neolithic communities. The social roles in each community are defined on the basis of gender and age.
They eat seeds and nuts.
They use fire to cook meat.
ry. They make jewelle
They hunt and eat animals.
They make weapons.
They paint on cave walls.
They wear animal skins.
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Geografia
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Geographical Features Osserva e scrivi i nomi degli ambienti al posto giusto. Poi ascolta e controlla.
hill
river
lake
sea
mountain
………....................................................……
..
………....................................................……..
2 ………....................................................……..
1
………....................................................……
..
………....................................................……..
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5 ………....................................................……..
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Risorse online per l’insegnante
Geografia
CLIL
Leggi e completa. Poi ascolta e controlla.
Alex is an explorer. He likes nature and taking photos.
On Monday he takes photos of a trout
and a weeping willow.
He is at a ……….................................................…….. . On Tuesday he takes photos of an eagle
and a pine tree.
He is in the ……….................................................…….. . On Wednesday he takes photos of a fox
and an olive tree.
He is on a ……….................................................…….. . On Thursday he takes photos of a mosquito
and a poplar.
He is in the ……….................................................…….. . On Friday he takes photos of a seal
and a shark.
He is at the ……….................................................…….. . On Saturday he takes photos of a swan
and a water lily.
He is near a ……….................................................…….. . On Sunday he is at home in town.
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Scienze
Risorse online per l’insegnante
Invertebrates Leggi e osserva. Poi ascolta.
insects
echinoderms
annelids
Invertebrates are animals with no backbone.
arachnids
protozoa
molluscs
crustaceans
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Vertebrates Scrivi le parole al posto giusto. Poi ascolta e controlla.
amphibians
………....................................................……
..
1
birds
reptiles
mammals
………....................................................……..
2
fish
………....................................................……
..
3
………....................................................……..
4
Vertebrates are animals with a backbone.
………....................................................……..
5
Rispondi.
Is a whale a fish?
.....................
Is a crocodile an amphibian? .....................
Is a snake a reptile? .....................
Is a penguin a bird? .....................
Is a dolphin a mammal? .....................
Is a cat a mammal? .....................
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The Water Cycle Scrivi le parole al posto giusto. Poi ascolta e controlla.
sun snow surface runoff groundwater rain precipitation sea evaporation condensation
1 __ __ __ __ __ __ __ __ __ __ __ c 2 __ __ __ __ __ __ __ __ __ __ __ __ r
3 __ __ __
5 __ __ __ w
4 __ __ __ __ 6 __ __ __ __ __ __ __ __ __ __ a
7
6
8 __ __ e
surface __ __ __ __ __ __
__ __ __ __ __ __ w __ __ __ __
Collega.
+
=
condensation
+
=
evaporation
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Scienze
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Types of Clouds Leggi e scrivi il numero. Poi ascolta e controlla.
Cirrus clouds are thin and very high. They are a sign of nice weather. Cumulus clouds are white and puffy. They are also a sign of nice weather. Stratus clouds are flat. If they are very low, there is fog. Nimbus clouds are grey clouds. They bring rain, snow and thunderstorms.
1
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Indice Storia 2-3 4-5 6-7 8-9 10-11 12-13 14-15 16-17 18-19 2 0-21 2 2-23
Evoluzione della vita Le tracce più antiche: i fossili Conosci i dinosauri? Dinosauri di casa nostra Il lungo cammino dell’uomo Case d’epoca La vita nel Paleolitico I periodi glaciali La vita nel Neolitico Tra arte e… riti religiosi La scrittura
Geografia 2 4-25 Dal paesaggio naturale al paesaggio antropico 2 6-27 L’uomo protegge 2 8-29 In montagna 3 0-31 In collina
3 2-33 3 4-35 3 6-37 3 8-39
In pianura Nel fiume Nel lago Nel mare
Scienze
40-41 L’acqua 42-43 L’acqua: utile nel passato… e nel presente 44-45 I materiali: dalla natura a noi 46-47 L’arte del riciclo 48-49 Gli ambienti freddi: i ghiacci polari 50-51 Gli ambienti freddi: la tundra 52-53 Gli ambienti caldi: la savana 54-55 Gli ambienti caldi: la foresta equatoriale 56-57 Nel mondo degli invertebrati… e dei vertebrati 58-59 L’ecosistema: vivere in equilibrio 60-61 L’ecosistema mare
ESPERIMENTI
62 Il serpente a spirale Aria 63 Limone salvamela Aria 64 La forza dell’aria • Un mucchio d’aria Aria 65 Pettini elettrici • Il trucco del filo indiano Aria 66 Il telefono a spago • Il telefono a ombrello Aria 67 A galla o a fondo? • Il vulcano Acqua 68 Si scioglie prima o dopo? Acqua 69 Di tutti i colori! Acqua 70 L’acquedotto vegetale Acqua 71 Una gita in barca Acqua 72 La bomba fagiolo Piante 73 Patate misteriose Piante
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Audio e risorse online per l’insegnante
Storia 74 Swimming Dinosaurs 75 Flying Dinosaurs 76-77 The Stone Age
Geografia 78-79 Geographical Features
Scienze
80 Invertebrates 81 Vertebrates 82 The Water Cycle 83 Types of Clouds
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