Fantastici Noi - Letture 3

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b. FABIANI • A. mazzara

s a t t i n c i a F

E R U T LET

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LIBRO AUDIOLIBRO LIBRO LIQUIDO DIGITALE

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INDICE 6 Ieri era vacanza 7 Giorno di vigilia 8 Inizia la scuola 9 La nuova scuola 10 Laboratorio di lettura 12 Testi da scoprire

IL TESTO NARRATIVO 14 IL RACCONTO REALISTICO • CHE COS’È 16 Un gioco finito male 17 Tutto bene? 18 Tiziano ricorda 19 Navigatore solitario 20 Laboratorio di scrittura Scrivere un testo realistico 21 SCOPRO IL TESTO... CON LA MAPPA 22 VERSO LE COMPETENZE • Che vita! 24

È TEMPO DI... A U T U N N O

26 Ma è proprio d’oro? 27 Giù le mani dagli alberi! 28 I diritti dei bambini 29 • Cannucce di Halloween 30 IL DIARIO • Un amico segreto 31 Senza segreti 32 Ho una… sorella 33 Il mio compagno Mario Betti 34 Confidenze 35 Laboratorio di scrittura Scrivere una pagina di diario 36 Laboratorio di lettura 38 VERSO LE COMPETENZE Ho un… fratello 40 IL RACCONTO FANTASTICO • CHE COS’È 42 Un incontro preistorico

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Attività digitali

Percorso di ascolto

43 Un amico “grande” 44 Piccolo lupo 46 Un’amicizia extra 48 Laboratorio di lettura 50 Laboratorio di scrittura Scrivere un racconto fantastico 51 SCOPRO IL TESTO... CON LA MAPPA 52 VERSO LE COMPETENZE Boa Bo e Boa Bu 54 56 57 58 59 60 61

È TEMPO DI... Babbo Natale scrive A chi… Le stagioni della frutta: inverno I botti di Capodanno Tempo di frittelle • Maschere di carta

62 LA FAVOLA • CHE COS’È 64 Il lupo e l’agnello 65 Il lupo e l’airone • La volpe e il corvo 66 La volpe e la cicogna 67 Il lupo e la capra 68 Laboratorio di scrittura Inventare una favola 69 SCOPRO IL TESTO... CON LA MAPPA 70 VERSO LE COMPETENZE L’asino e l’orzo 72 LA FIABA • CHE COS’È 74 Le tre accette 76 I tre sassolini 78 Fichi, re e streghe 80 Laboratorio di scrittura Inventare una fiaba 81 SCOPRO IL TESTO... CON LA MAPPA 82 VERSO LE COMPETENZE Il pentolino magico

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84 LA LEGGENDA • CHE COS’È 85 Ecco perché il canguro cammina su due zampe! 86 Grazie, melo! 87 La spiga di grano 88 VERSO LE COMPETENZE I colori del lago 90 IL MITO • CHE COS’È 92 La Terra… 93 Fratello e sorella 94 VERSO LE COMPETENZE Arrivano gli animali 96 Laboratorio di lettura 98 SCOPRO IL TESTO... CON LA MAPPA 99 COMPITO DI REALTÀ • La fiaba sbagliata

IL TESTO DESCRITTIVO 100 IL TESTO DESCRITTIVO • CHE COS’È 102 I criteri descrittivi 105 Parlo, ma con chi? 106 Ritratti 107 Fiona 108 Platero 109 Nebbia 110 Fratelli 111 I capelli 112 Dario 113 Rumore e silenzio 114 Momenti e luoghi incantati 115 Atmosfere 116 Un dono vivo 117 Ulisse, il gufo 118 Laboratorio di scrittura Scrivere un testo descrittivo 119 SCOPRO IL TESTO... CON LA MAPPA 120 VERSO LE COMPETENZE I Draghi della Fortuna 122

È TEMPO DI... P R I M A V E R A

124 I simboli della Pasqua

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125 Pasqua • Pace 126 Che cos’è la pace?

IL TESTO POETICO

127 IL TESTO POETICO • CHE COS’È 128 Pastasciutta 129 Desideri • Il vento 130 Il vento è… 131 Quando in autunno 132 L’onda 133 Risveglio • Una mimosa 134 Campagna • Campana 135 Primavera • La nebbia 136 Laboratorio di scrittura Preghiera del gatto • La fontana malata 137 SCOPRO IL TESTO... CON LA MAPPA 138 VERSO LE COMPETENZE • Temporale

IL TESTO INFORMATIVO

139 IL TESTO INFORMATIVO-ESPOSITIVO • CHE COS’È 140 IL TESTO INFORMATIVO-ESPLICATIVO • CHE COS’È 141 Una scoperta straordinaria 142 Grazie, regole! 143 Che cos’è l’ecologia? 144 SCOPRO IL TESTO... CON LA MAPPA 145 COMPITO DI REALTÀ Testo informativo in classe 146 VERSO LE COMPETENZE • Fiumi e vita…

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È TEMPO DI... E S T A T E

Arte 149 C LAUDE MONET e il giardino delle meraviglie

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Trova tempo per : è la fonte della libertà.

PENSARE

per Trova tempo : ll’eterna e d o t e r g e s è il giovinezza.

GIOCARE

r po pe m e t Trova : l’ rada è la st ità. elic della f

AMICIZIA

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po a tem

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LEGGERE

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SOGNAraRdEa

è la st . delle idee

Trova tempo per un bambino che legge è un bambino che va lontano senza che nessuno lo tenga per mano.

:

Antica preghiera irlandese e Angelo Petrosino

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IN TERZA!

IERI ERA VACANZA Ieri Roberto ha aperto il cassetto della scrivania e ha allineato sul tavolo una chiave, un sasso, una conchiglia ancora odorosa di mare. Ciascuna di queste cose richiama alla mente di Roberto qualche momento felice dell’estate ormai finita. Con la chiave in mano, rivede se stesso nell’atto di aprire o chiudere il lucchetto della sua bicicletta: quante corse con il viso alzato contro il vento! Il sasso gli ricorda il torrente, l’acqua trasparente tra i ciottoli e il momento in cui aveva gridato: – Ho trovato un sasso meraviglioso! Ricorda l’amico che, interrompendo il gioco, gli era venuto vicino, incuriosito. Infine, tenendo la conchiglia tra le mani, Roberto ripensa al mare, al sole, ai giochi sulla spiaggia, al rumore delle onde, al volo dei gabbiani. – Vorrei essere un pesce e girare per tutto il mare – aveva detto alla mamma, mentre osservava i pesciolini che nuotavano velocemente. Roberto ripone la chiave, il sasso, la conchiglia odorosa di mare… In ogni momento potrà aprire il cassetto e ritrovare i “ricordi dell’estate”. E. Menegatti, L’albero verde, EDI

Comprendo

Racconto Hai qualche oggetto che ti fa ricordare le tue vacanze? Racconta di che oggetto si tratta e quali momenti ti fa ricordare.

Roberto ha trovato nel cassetto: una chiave, un sasso, un cavalluccio marino. una chiave, una genziana, una conchiglia. una chiave, un sasso, una conchiglia. Quando afferra la conchiglia Roberto ricorda: il mare, il sole, i giochi sulla spiaggia, il rumore delle onde, il volo dei gabbiani. il mare, il sole, gli ombrelloni sulla spiaggia, il rumore delle onde, il volo dei gabbiani. il mare, il sole, i giochi sulla spiaggia, il rumore dei motoscafi, il volo degli aquiloni.

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IN TERZA!

GIORNO DI VIGILIA Era un giorno di metà settembre e l’indomani sarebbero ricominciate le scuole. In casa di Prisca c’era la tradizione che la vigilia del rientro a scuola il papà si prendesse un giorno di vacanza e portasse tutta la famiglia al mare, per l’ultimo bagno della stagione. Andavano sempre alla Spiaggia dei Ginepri, che era tranquilla e riparata dal vento. Così, adesso, Prisca se ne stava nell’acqua a pancia all’aria, muovendo appena i piedi. Dalla riva le giungevano gli strilli di gioia di Filippo e i colpi del pallone di Gabriele contro le rocce. Lei guardava incantata il cielo, le piccole nuvole, il volo dei gabbiani. E pensava a tante cose: le vacanze, la scuola, la nuova maestra… B. Pitzorno, Ascolta il mio cuore, Mondadori

Comprendo Il testo comprende due parti che presentano due momenti diversi. La prima parte racconta: la situazione. i personaggi. La seconda parte racconta: i ricordi. i dialoghi fra i personaggi. I puntini di sospensione con cui si conclude il testo fanno capire che: lo spazio per scrivere il testo non bastava. Prisca pensava a tante altre cose ancora. Il racconto fa capire che l’attesa di Prisca era: serena. nervosa.

Racconto E tu, hai fatto qualcosa di speciale il giorno prima del rientro a scuola?

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IN TERZA!

INIZIA LA SCUOLA È il primo giorno di scuola. Carolina e la sua mamma stanno andando a scuola. Carolina ha un nastro tra i capelli e ai piedi un paio di scarpe nuove, rosse, lucidissime. Da ogni parte arrivano altri bambini e ragazzi con le loro mamme. Hanno tutti un’aria seria e vanno tutti nello stesso posto: a scuola. Ecco laggiù Nicola con la sua mamma, se ne sta lì imbronciato, fissa gli altri ragazzi. Le mamme chiacchierano tra di loro. I bambini si guardano senza dire nulla, nessuno apre bocca. Si entra nel cortile della scuola. Improvvisamente, suona la campanella. Carolina stringe la mano della mamma. Insieme varcano il portone e salgono le scale di pietra. I passi rimbombano. Si comincia! M. Gripe, Ugo e Carolina, Edizioni Piemme

Comprendo Dove vanno Carolina e la sua mamma? CHE COSA VUOL DIRE?

........................................................................................................................

Come si comportano le mamme? ........................................................................................................................

Come si comportano i bambini? ........................................................................................................................

Che cosa sentono nel cortile della scuola? ........................................................................................................................

S econdo te, che tipo di emozione prova Carolina? ........................................................................................................................

Per scoprire che cosa significa una parola, PRIMA individua il significato nel testo, POI cercala sul vocabolario. Prova con le due parole scritte in rosso nel testo.

Scrivo Scrivi sul quaderno le emozioni che hai provato il primo giorno di scuola in terza.

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IN TERZA!

LA NUOVA SCUOLA In estate avevamo cambiato casa. Ricordo che il primo giorno di scuola, quando per la prima volta dovetti andare nella scuola nuova, piansi a più non posso. Forse piangevo perché non c’era la mamma ad accompagnarmi, forse perché avevo paura di stare in un edificio tanto severo. Vissuto, atmosfera: ............................................................................................... Il pianto andò aumentando quando salii le scale e vidi gli enormi finestroni dell’aula, i banchi, la cattedra alta sulla pedana di legno, la maestra dallo sguardo serio, i compagni che vedevo per la prima volta… Vissuto, atmosfera: ............................................................................................... Per quanti sforzi facessi, non riuscivo a smettere di piangere; allora la maestra mi prese per mano e mi fece sedere al primo banco, vicino alla cattedra. Aveva capito che io in quel momento avevo bisogno d’affetto. Vissuto, atmosfera: ............................................................................................... F. Mongolo, La mia fanciullezza, quasi un diario, Omega

Analizzo il testo Qual è lo scopo del testo? Descrivere un ambiente. Ricordare un’esperienza personale. Che tipo di testo è? Una descrizione. Un racconto. Quali “indizi” ti fanno capire che si tratta di una scuola di tanto tempo fa? ................................................................................................. .................................................................................................

Comprendo Scrivi nel testo, al posto giusto, le emozioni espresse nei tre momenti del racconto.

COMPRENSIONE, AFFETTO PAURA, DISPERAZIONE TRISTEZZA, ANSIA 9

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Dai,

Laboratorio di lettura D opo le vac a n ze, s ai le g g ere

m etti ti

Le g gi

alla prova!

ad alta voc e. S e “incia mpi”, ricomincia!

con a bili tà?

ASCOLTA LE FILASTROCCHE E LA STORIA.

LA SCUOLA È... La scuola è un libro invitante, e il sorriso di una dolce insegnante. La scuola è un’interessante lezione, e una rumorosa ricreazione. I bambini lo sanno e ogni mattina ci vanno, e in allegra compagnia studiano volentieri l’italiano, la storia e la geografia. M. Meschini, Diritti (e rovesci) del popolo dei bambini, EMI

POMERIGGI SENZA SCUOLA Lunghi, lunghi pomeriggi, senza scuola, grigi, grigi, lunghi lunghi spaghi bigi, senza sfoghi, senza gridi. R. Piumini, Ridi ridi, Bompiani

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Le g gi

Laboratorio di lettura

a voc e alta,

Le g gi pronuncia ndo le parole in

S e s ba gli,

s en za

ricomincia

s illa bare!

da c apo!

mo do c hiaro!

UN FILO INVISIBILE A Clara piaceva molto stare con gli altri bambini. Le sembrava che ci fosse come una specie di filo invisibile che la legava ai bambini: un filo che con gli adulti non c’era. Soprattutto con i suoi compagni di classe, si sentiva bene. Come quando a letto si tirava la coperta fin sopra il mento e stava al caldo, protetta. Giocare con gli altri bambini, starsene in mezzo a loro, mangiare insieme, disegnare, tutto questo le dava proprio una sensazione di calore, nella pancia.

HO LETTO C ome un lettore inesperto all’inizio della classe terza: sillabando. C ome un lettore che ha ancora parecchie incertezze: la pronuncia delle parole non è chiara. Come un lettore sicuro, che legge in modo scorrevole.

G. Quarzo, Clara va al mare, Salani

OBIETTIVO Attivare la lettura strumentale ad alta voce. Padroneggiare le tecniche di lettura: leggere in modo scorrevole senza sillabare; leggere a voce alta pronunciando le parole in modo chiaro; leggere testi con difficoltà foniche.

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i e t r i s r e p T da sco o , v i t a r r to na i, diario

tes

listic , favola, a e r i ici nt t s o c a t c ra ti fan ito, fiaba n o c rac nda, m e legg

testo descrittivo

osservare la realtà

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testo POETICO

la realtà vista con occhi nuovi

testo INFORMATIVO

conoscere la realtà

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IL TESTO NARRATIVO • I L R A C C O N T O R E A L I S T I C O

CHE COS’È Il TESTO NA RR ATIVO è un tes to c h e racconta una s toria, cioè una s eri e di fatti c h e acc adono a uno o più p er s ona g gi. Il tes to nar rativo p uò es s ere re alis tico o fa nta s tico. Il racconto re alis tico nar ra fatti re alm ente acc ad u ti o c h e potrebb ero acc ad ere. Il racconto fa nta s tico nar ra fatti imm a ginari, fa nta s tici, c h e non pos s ono acc ad ere nella re altà. Il s e guente racconto “S tori e in fa mi glia” è un racconto re alis tico.

STORIE IN FAMIGLIA Ogni lunedì, quando Robin va a letto, la mamma si siede accanto a lui e legge ad alta voce. A Robin piace. Il mercoledì la mamma torna tardi ed è il papà a leggergli la storia, si infila nel lettone insieme a lui. A Robin piace anche così, però è un po’ scomodo, perché poi deve andare nella sua camera, e coricarsi nel suo letto, che è sempre un po’ freddo. A fine settimana arrivano i nonni, così il sabato sera tocca al nonno leggergli la storia e questo a Robin piace ancora di più, perché il nonno legge in soggiorno, accanto alla stufa, tenendolo sulle ginocchia e circondandolo con le sue braccia. Nelle sere d’inverno si sta bene in soggiorno, al calduccio. Il papà, la mamma e la nonna siedono al tavolo e giocano a carte. Susi, la sorellina piccola di Robin, va a letto prima e già dorme. Robin invece sta in braccio al nonno, insieme a Grugno, il suo maialino di peluche. Il nonno gli legge spesso la storia dello gnomo Pillolamare. Robin l’avrà già sentita cento volte, eppure non si stanca mai di ascoltarla. S. Kuyper, Robin e Dio, Edizioni Piemme

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IL TESTO NARRATIVO • I L R A C C O N T O R E A L I S T I C O

Analizzo il testo In un racconto ci sono i personaggi. Tra i personaggi ce n’è uno più importante: il protagonista.

1 Quali sono i personaggi di questo racconto?

Robin, la mamma, il papà, il nonno, la nonna, la sorellina.

2 Chi è il protagonista del racconto? Robin. Il racconto si può suddividere in tre grandi parti (macrosequenze): a. inizio, che contiene: i personaggi e il protagonista; il luogo, l’ambiente in cui si svolge la vicenda; la situazione. b. svolgimento, che contiene: la narrazione dei fatti che accadono. c. conclusione, che contiene: la conclusione degli eventi narrati; il finale di tutta la vicenda.

3 Come si può suddividere il racconto che hai letto? Completa le tre parti. a. inizio: personaggi: ........................................................................................................................................................................ protagonista: .................................................................................................................................................................... ambiente in cui si svolge la vicenda: ........................................................................................................... situazione narrata: ....................................................................................................................................................... b. svolgimento: ..................................................................................................................................................................... c. conclusione: ....................................................................................................................................................................... Il racconto narra le vicende seguendo un ordine temporale.

4 Qual è l’ordine temporale del racconto? PRIMA: inizio settimana, lunedì, la mamma legge a Robin. DOPO: il mercoledì è il papà che legge a Robin. INFINE: a fine settimana è il nonno che legge a Robin.

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IL TESTO NARRATIVO Comprendo Perché la mamma e la nonna sono arrabbiate con Paolo? ...................................................... ...................................................... ......................................................

UN GIOCO FINITO MALE Sono Paolo e ora sono in camera mia e la mamma e la nonna sono arrabbiate con me. Prima mi annoiavo tanto e allora ho preso il pallone che era nascosto nella cassapanca e sono andato in cortile. Nel cortile c’è un’asta che serve per appendere i tappeti. L’ho utilizzata come porta e mi sono allenato con tiri da undici metri. Dopo un po’, disgraziatamente, ho tirato una cannonata che è finita contro la finestra della cucina della portinaia, e una lastra di vetro si è rotta. Infine, la portinaia è andata dalla mamma a raccontare il danno. Non capisco perché si sia arrabbiata così tanto. La finestra della sua cucina è composta da sei lastre di vetro. Solo una si è rotta. E la mamma sicuramente gliela ripagherà. E non fa neanche così freddo da dire che questa notte, a causa del buco nella finestra, lei morirà congelata. C. Nöstlinger, Il diario segreto di Paul, Edizioni Piemme

Analizzo il testo Collega ogni situazione alla descrizione corrispondente. Inizio Svolgimento Conclusione

Si sviluppa il racconto, con i fatti narrati in ordine temporale (prima, dopo). Si narra un fatto che chiude il racconto. Si presenta il protagonista e la situazione.

Chi sono i personaggi del racconto? Sottolineali. Chi è il protagonista? Circondalo.

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IL TESTO NARRATIVO • I L R A C C O N T O R E A L I S T I C O

TUTTO BENE? Il papà mi accompagna a scuola in auto e per arrivare “affrontiamo” quattro semafori. Ogni volta che trova il semaforo rosso brontola, ogni volta che c’è una coda entra in crisi e, quest’estate, al ritorno dalle vacanze ne ho avuto la conferma. Fine agosto in autostrada. Ci fermammo a un autogrill: c’era una fila di un centinaio di metri solo per arrivare all’odore delle patatine… – Che cosa ti dicevo, Simona? – esclamò mio padre, rivolgendosi alla mamma. – Si deve fare la fila per la benzina, per fare pipì, per comperare caramelle che costano il quadruplo di quanto costano fuori. – Andrea! Ogni volta che c’è una coda entri in crisi! – sbottò la mamma. Quaranta minuti più tardi finalmente ci eravamo sistemati davanti ai nostri vassoi colmi di cibo. Di colpo il papà mi chiama: – Giusi, siamo arrivati, sbrigati: è tardi! Io lo saluto, prendo lo zainetto, il berretto, la borsa per la ginnastica e scendo di corsa. Entro a scuola: ho il fiatone! M. Lucet, Una trappola in bocca, Edizioni Emme

Analizzo il testo Rispondi sul quaderno. Inizio Qual è la situazione? Dove si svolge? Che cosa fa scattare il ricordo? Svolgimento Dove si trova la protagonista? Con chi? Che cosa fanno? Conclusione Dove si trova la protagonista? Che cosa fa?

Quando in un racconto: si parte dal presente, si torna al passato, e, nella conclusione, si ritorna al presente, ci troviamo di fronte alla tecnica che “intreccia” il presente con il passato: si chiama FLASHBACK (“breve ritorno al passato”).

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IL TESTO NARRATIVO

TIZIANO RICORDA Tiziano si annoia perché deve restare lì, in classe, ad ascoltare la lezione di storia. Sarebbe bello essere a pesca con papà! Remare, attaccare gli ami… A Tiziano viene in mente la sua prima uscita in mare… Suo padre aveva detto: – Dai, tira su la grande vela! Sbrigati! E Tiziano si era messo a rovistare in ogni angolo della barca. – Che cosa fai, figliolo? – Cerco la grande vela da issare, come hai detto tu! – Ma no, Tiziano! Non si tratta di una vela. Guarda là, all’estremità della lenza: è un pesce, il migliore di tutto l’oceano! Per la mia barba di mais, se riesco a prenderne tre di questa grandezza, guadagneremo tanto da comprare riso per un mese! Tiziano guarda con aria svagata la maestra. Senza rendersene conto, aggiunge a voce alta: – Per la mia barba di mais…! L’intera classe scoppia a ridere. La maestra si gira: capisce tutto e scoppia a ridere più forte di tutti! in Leggo leggo, Zanfi

Analizzo il testo Rispondi sul quaderno. Inizio: chi è il protagonista del racconto? Dov’è? Qual è il suo stato d’animo? Che cosa desidera? Svolgimento: che cosa ricorda? Dov’era? Con chi? Che cosa faceva? Conclusione: capoverso Tiziano dov’è? Qual è il flashback contenuto nel testo? Sottolinealo.

Scrivo Sul quaderno, narra un episodio usando la tecnica del flashback. Segui la traccia. Inizio: ambiente e protagonista. Svolgimento: ricordo, altro ambiente rispetto all’inizio. Conclusione: ritorno al presente.

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IL TESTO NARRATIVO • I L R A C C O N T O R E A L I S T I C O

NAVIGATORE SOLITARIO Quando mi risveglio fa molto freddo ed è ancora buio. Si levano già le nebbioline che anticipano l’alba sul mare. Non riesco quasi a muovermi, poi avverto di colpo chi sono e dove mi trovo: è la mia nuova alba, quella cercata, trovata e persa in questi quattrocento giorni intorno al mondo. A poco a poco rischiara e, certo, le barche degli amici fra un po’ lasceranno il porto per venirmi incontro. I bambini delle scuole si svegliaranno presto per correre ad accogliermi sul molo con le bandierine di saluto, ci sarà la banda che percorrerà le strade precedendo gli sbandieratori della contrada. Anche il sindaco ci sarà e leggerà il suo discorso scandito con voce sicura nella confusione aggiustandosi ogni tanto la sciarpa tricolore, poi mi porgerà la chiave della città. Su, prepariamoci: l’anima mi sembra a posto, adesso manca solo un’inutile goccia di colonia sui baffi…

Analizzo il testo Il racconto che hai letto è: realistico. fantastico. I fatti sono narrati in ordine cronologico? .....................................................

Racconto Ti capita, ogni tanto, di fare un salto nel futuro? Che cosa immagini? Raccontalo ai tuoi compagni.

A. Fogar, Solo, Mondadori

Quando in un racconto l’ordine dei fatti narrati è modificato perché l’autore anticipa la narrazione dei fatti, immagina che cosa accadrà nel futuro, allora nel racconto c’è il FLASH FORWARD, cioè un “breve salto nel futuro”. Il flash forward nel racconto che hai letto si articola così: presente: all’alba risveglio del navigatore, prossimo a toccare un porto e concludere la sua impresa; futuro: tutto ciò che succederà all’arrivo del navigatore solitario; presente: il navigatore ritorna al presente, dando gli ultimi ritocchi ai baffi.

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crittura Labora s i d torio

SCRIVERE UN TESTO REALISTICO Adesso prova tu a scrivere un breve racconto realistico. Utilizza i suggerimenti che trovi qui sotto. Puoi anche scegliere personaggi e ambienti della tua realtà.

PERSONAGGI Bambini, bambine della tua età, più grandi o più piccoli.

Un animale domestico: cane, gatto, canarino, pesciolino...

n insegnante, U un genitore, un giardiniere, un nonno...

Un collaboratore scolastico; un poliziotto, un ciclista...

AMBIENTI/LUOGHI REALI O VEROSIMILI Casa del protagonista o di uno dei personaggi.

Cantina, pollaio, casa sull’albero...

Scuola, biblioteca, teatro, palestra...

Luogo all’aperto: grotta, parco, bosco...

TEMPO La settimana scorsa, ieri, durante una festa...

Una domenica mattina...

Una sera di un giorno feriale...

CHI NARRA? Un personaggio della storia, che narra in 1a persona. La settimana scorsa, come al solito, ero andato/a…

Una persona che non appartiene alla storia e che narra in 3a persona. La collaboratrice scolastica chiamò la maestra…

STRUTTURA Inizio, Svolgimento, Conclusione

Utilizzo di descrizioni e dialoghi.

PAROLE CHE COLLEGANO Parole del tempo: poi, dopo, un giorno, all’improvviso, mentre, subito dopo, più tardi, quando…

Parole che collegano un pezzo di testo con l’altro: proprio, perché, poiché, quindi, ma proprio per questo, se, e, perciò...

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SCOPRO IL TESTO... CON LA MAPPA

IL TESTO NARRATIVO si suddivide in: racconto realistico, che narra storie realmente accadute o che potrebbero accadere; ha lo scopo di appassionare il lettore.

racconto fantastico, che narra storie immaginarie che non possono accadere nella realtà.

I testi narrativi hanno dei personaggi; il personaggio principale si chiama protagonista.

IL RACCONTO REALISTICO Che cos’è?

Chi sono i personaggi?

Il racconto realistico narra storie realmente accadute oppure verosimili, cioè che possono accadere davvero nella realtà; ha lo scopo di appassionare il lettore. I personaggi possono essere persone o animali reali, che vivono nella realtà e che puoi incontrare (un amico, l’insegnante, il dottore, un cane, un delfino…).

Dove avvengono i fatti? (luogo)

I fatti avvengono in luoghi reali: la casa, la scuola, la città, la montagna, il parco giochi...

Quando avvengono i fatti? (tempo)

I fatti avvengono in un tempo ben definito: presente o passato.

Com’è fatto?

I racconti realistici, di solito, sono divisi in tre parti: • inizio, in cui vengono presentati i personaggi, i tempi e i luoghi; • svolgimento, in cui si narra come si svolgono i fatti; • conclusione, in cui si racconta come finisce la vicenda.

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e verso l

z c o m p et e n

e

CHE VITA! 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23

Cati, la mamma di Pilli, dice: – Ragazzi, sto pensando alla magnifica domenica che abbiamo trascorso ieri in campagna. La vita lì è diversa: sono meno nervosi e non hanno fretta. Qui in città è ben diverso! – Ah, questo sì – dice Pilli. – Basta pensare a una giornata qualunque: ti alzi di corsa, devi correre a prendere il pullman per la scuola, non ti siedi mai. Io arrivo a scuola già distrutto. Per tornare a casa, stessa storia. Se poi al pomeriggio c’è il corso di nuoto, o vuoi andare a trovare un amico, è la fine. Quando la mamma ha finito di litigare con i sensi unici e le code ai semafori, di arrabbiarsi con quelli che le suonano se non schizza via come un razzo al verde, di piagnucolare perché non trova mai parcheggio, a quel punto è quasi finita l’ora di piscina. – Guarda, mamma, per forza non trovi da parcheggiare, tu devi avere uno spazio lungo almeno venti metri. E poi non sai parcheggiare a marcia indietro! – Pilli, i parcheggi a marcia indietro li so fare benissimo. Ma mi agito quando vedo nello specchietto la coda di quelli che aspettano che io mi metta a posto: noi automobilisti di città non abbiamo pietà per chi si trova in difficoltà. – Sì, però siamo costretti a controllare sempre l’orologio. Che vita stressante è quella di città! C.M. Colombo, La sera che abbiamo visto le lucciole, Fabbri

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tenze

indicando con una X.

1) Cati, la mamma di Pilli, dice che la domenica in campagna: A. è stata magnifica. C. è stata un disastro. B. è stata noiosa. D. è stata malinconica. 2) Pilli per andare a scuola (righe 6-8): A. si alza tardi, si prepara con calma, prende il pullman, arriva a scuola riposato. B. si alza di corsa, corre a pendere il pullman, arriva a scuola già distrutto. C. si alza tardi, prepara lo zaino, arriva di corsa a scuola. D. si alza di corsa, sale in auto con il padre, arriva a scuola puntuale. 3) Pilli arriva in piscina ad ora quasi finita (righe 10-14), perché: A. la piscina è vicina al centro commerciale e c’è poco parcheggio. B. la mamma guida piano, si ferma anche quando il semaforo è verde. C. in città ci sono molti sensi unici, molti semafori, niente parcheggi. D. la mamma si ferma a ogni stop, al semaforo rosso, parcheggia male. 4) I fatti narrati si svolgono: A. nella città dove Pilli e la sua famiglia vivono. B. nella campagna in cui Pilli e la sua famiglia hanno trascorso la domenica. C. nell’agriturismo dei nonni di Pilli. D. al mare dove Pilli e la sua famiglia sono andati in gita. 5) I fatti narrati avvengono: A. quando c’è lo sciopero dei mezzi pubblici. B. ogni tanto. C. quasi mai. D. ogni giorno. Come è andata? fantastici noi_letture3_04-23.indd 23

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. . . I D O P È TEM

O N N U A U T ASCOLTA LA STORIA E LA POESIA.

AUTUNNO

(23 SETTEMBRE) Anche tu, autunno, hai la tua musica, quando nubi dolci avvolgono il giorno che muore e tingono di rosa le pianure di stoppie. Allora s’alza il coro lamentoso dei moscerini tra i salici del fiume, portati in alto o abbassati con il respiro e il silenzio del vento. Gli agnelli belano forte sulla collina. Cantano nelle siepi i grilli. Il pettirosso leva il canto acuto da un giardino. Trillano nel cielo, raccogliendosi, le rondini. J. Keats, Pagine aperte sul mondo, Saie

SETTEMBRE 24 fantastici noi_letture3_24-29.indd 24

23 settembre: inizio dell’autunno

OTTOBRE 2 ottobre: festa dei nonni

31 ottobre: notte di Halloween

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I NONNI

CLIL

Nessuno può fare per i bambini quel che fanno i nonni: essi spargono polvere di stelle sulla vita dei più piccoli.

Colora di rosso i mesi dell’autunno. Circonda di verde il mese in cui inizia l’inverno e di giallo il mese in cui finisce l’estate.

(2 OTTOBRE)

A. Haley

JANUARY FEBRUARY MARCH

APRIL MAY

JUNE JULY AUGUST B SEPTEM

ER

OCTOBER NOVEMBER

DECEMBER

NOVEMBRE 20 novembre: giornata dei diritti dei bambini

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DICEMBRE 21 dicembre: inizio dell’inverno

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AUTUNNO

MA È PROPRIO D’ORO? C’era una volta una bambina che viveva in una grande città con pochi alberi e non aveva mai visto l’autunno d’oro della campagna. Quando ne sentiva parlare, domandava a suo padre: – Ma è proprio d’oro? – D’oro, d’oro – rispondeva il padre. E la bambina pensava: “Una volta andrò dove c’è l’autunno d’oro; prenderò un po’ di quell’oro e mi comprerò 365 bambole, una per ogni giorno dell’anno”. Finalmente una domenica suo padre la portò nei boschi. La bambina guardava incantata gli alberi dorati. Per tutta la giornata camminò nel bosco d’oro, giocando con le foglie, i funghi e gli scoiattoli. Era così contenta che si dimenticò delle bambole, perché ogni singola foglia le pareva più bella di tutte le bambole della Terra. G. Rodari, Giochi nell’URSS, Einaudi

Comprendo

Analizzo il testo Segna nel testo, con parentesi colorate, l’inizio, lo svolgimento e la conclusione.

Rispondi sul quaderno. • La bambina che cosa voleva fare con l’oro dell’autunno? • E, invece, che cosa scoprì nei boschi una domenica? • Qual è l’emozione espressa nella conclusione?

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AUTUNNO

GIÙ LE MANI DAGLI ALBERI! Gli alberi assorbono una gran quantità di anidride carbonica (CO2). I boschi assorbono molta anidride carbonica. Altra viene “imprigionata” nel suolo, in autunno, grazie alla decomposizione di foglie, insetti, legno marcio. Quando tagliamo e bruciamo gli alberi in modo sconsiderato, rompiamo questo equilibrio e impediamo questo assorbimento, liberando anidride carbonica. In Brasile per costruire strade e città, per piantare la soia e cercare l’oro è stata aggredita la foresta amazzonica! La prima causa di distruzione delle foreste sono gli incendi. In Italia in pianura, sulle coste e nelle città gli alberi “combattono” con le costruzioni e le strade. Ma lo spopolamento e l’abbandono della montagna e della collina hanno permesso una crescita delle zone destinate ai boschi, nonostante gli incendi! Toutain, Ramade-Masson, Benlakhel, Noblet, Pons, A come Ambiente, Editoriale Scienze

Comprendo Rispondi sul quaderno. • Che cosa assorbono gli alberi? • L’anidride carbonica viene imprigionata nel suolo: quando e perché? • Perché in Brasile si taglia la foresta amazzonica? • Qual è la prima causa delle distruzioni delle foreste? • In Italia, perché crescono le zone destinate ai boschi?

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AUTUNNO

I DIRITTI DEI BAMBINI Federico era un bambino sveglio e di lui, come di tanti bambini, dicevano: – È in gamba, è un tipo con gli occhi aperti. Federico era così sveglio perché guardava il Mondo con curiosità. Il Mondo se ne accorse e, così, un bel giorno, chiamò i suoi consiglieri e disse: – Dite a Federico che per capire il segreto dei bambini del Mondo… gli farò fare il Giro dei mille e sei pianeti! I consiglieri parlarono a Federico e il bambino disse: – Non ho capito nulla, ma farò il Giro. I pianeti che visitò erano tantissimi. In ognuno faceva amicizia con i bambini che incontrava e prima di andarsene raccoglieva qualcosa e la metteva in un sacco. Al milleseiesimo pianeta, il Mondo gli si fece innanzi e disse: – Ciao Federico, sei arrivato alla fine. Hai scoperto il segreto? Federico vuotò il sacco e ne uscì una foresta di ombre abbracciate. La foresta sussurrava: – Signor Mondo, ecco i tuoi bambini: siamo noi. Ci hai voluti tutti speciali. Nessuno di noi è identico a un altro: tutti abbiamo sguardi diversi con cui guardarti. Ma le nostre ombre sono tutte uguali. Siamo tutti alberi ugualmente vivi, alti e belli, di questa foresta e ognuno di noi è un tuo bambino: S IAMO TUTTI I BAMBINI DEL MONDO. Il Mondo sorrise. Il segreto era stato capito. P. Badaloni - B. Bozzetto, Il libro dei diritti dei bambini, Edizioni Gruppo Abele

Comprendo I bambini del Mondo sono tutti uguali? Sì, perché ................................................................................................................................................................................................ No, perché ............................................................................................................................................................................................. Qual è il segreto dei bambini del Mondo? ............................................................................................................... ...........................................................................................................................................................................................................................

Il 20 novembre ricorre la giornata dei DIRITTI DEI BAMBINI. Conosci qualche diritto? Se sì, quale? .........................................................................................................................................................................................

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CANNUCCE DI HALLOWEEN MATERIALE • alcuni fogli di carta bianca (21 x 29,7 cm) • matita • pennarelli • colla • forbici • cannucce

1 Taglia alcuni rettangoli di 15 cm. 2

Piegali in due. Su di un lato disegna una figura a piacere (fantasma, strega, vampiro...), colorala e ritagliala.

la cannuccia in mezzo 3 Metti e incolla le due parti. Grazie a queste cannucce, ognuno ritroverà il bicchiere nella notte di Halloween! E. Beaumont, Il tuo primo libro delle streghe e delle fate, Larus

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IL DIARIO

UN AMICO SEGRETO Analizzo il testo

APERTURA DELLA PAGINA DI DIARIO: LA DATA 1 gennaio

Tipo di testo

1 Che tipo di testo è?

È un testo narrativo.

Scopo

SVILUPPO DIARIO È il primo giorno dell’anno e oggi ho deciso che terrò un diario. Ho uno scopo tutto mio: per un anno intero voglio vedermi crescere e cambiare con il passare del tempo. Sarà meglio, però, che tenga segreta la cosa, altrimenti tutti a chiedere: – Tieni un diario? A cominciare da mia madre, ci scommetto. Tutte le madri sono curiose di conoscere i segreti delle figlie. Un giorno Giulia mi ha detto che ha trovato rotto il lucchetto che chiudeva il suo diario personale. Chi sarà stato? Io non lo so, ma so a chi stava pensando lei. È per questo che io ho scelto di scrivere il mio diario su un quaderno di scuola, che non attira l’attenzione. Lo nasconderò in un cassetto.

2 Qual è lo scopo del diario?

Raccontare fatti, emozioni, impressioni personali, “segreti”.

3 C om’è raccontato?

L’autore racconta in prima persona.

4 Quali sono i personaggi

del diario? L’autore e le persone da lui/lei nominate.

5 In quale tempo si svolgono

i fatti? In un tempo reale, in riferimento ai fatti raccontati.

CHIUSURA DELLA PAGINA DI DIARIO: IL CONGEDO CON I SALUTI AL DIARIO “AMICO” Ora ti saluto, amico mio. A presto!

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IL DIARIO

SENZA SEGRETI 1 settembre Oggi la nonna è venuta a trovarci, starà qui anche domani. Mi ha portato questo diario. Ha detto che ci devo scrivere i miei pensieri più segreti! Ma io non ho pensieri segreti! E poi non mi piace per niente scrivere. Speriamo che la nonna non si accorga che il suo regalo non mi piace molto, anche perché si offende facilmente. Inoltre questo diario non è adatto per dei veri segreti. È senza lucchetto e la mamma è terribilmente curiosa. Leggerebbe sicuramente quello che scrivo, quando non sono a casa. E visto che non sa tenere la bocca chiusa, racconterebbe subito tutto al papà. C. Nöstlinger, Diario segreto di Susi, Edizioni Piemme

Racconto Ti sembra adatto un diario per custodire i segreti? Tu hai un diario segreto?

Comprendo Perché alla bambina non piace il diario? ....................................................................................................................

Analizzo il testo Qual è lo scopo di un diario? Raccontare un’avventura. Raccontare fatti ed emozioni personali.

....................................................................................................................

Secondo la bambina, perché quel diario non è adatto a mantenere i segreti? .................................................................................................................... ....................................................................................................................

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IL TESTO NARRATIVO

HO UNA... SORELLA 12 aprile

Racconto Hai sorelle o fratelli? Se non ne hai, vorresti averli? Quali sentimenti hai nei loro confronti?

Caro dİarİo, İo, Jessİca, ho purtroppo una sorella dİ cİnque annİ, NADIA! Dİco PURTROPPO perché spesso vorreİ non averla! È troppo prepotente e caprİccİosa per İ mİeİ gustİ. Vuole sempre averle tutte vİnte. Qualsİasİ cosa mİ veda tra le manİ, scatta e comİncİa a reclamarla per sé. E non la chİede mİca İn modo normale. Macché! Urla, sbraİta, pesta İ pİedİ come una matta. Sono certa che mİ spİa. Faccİo un esempİo. Se c’è un gİornalİno İn vİsta, e leİ sta gİocando sul pavİmento, non lo degna dİ uno sguardo. Ma se İo allungo un braccİo e lo prendo, perché mİ va dİ leggerlo, subİto leİ mİ salta addosso e cerca dİ strapparmelo dİ mano. Il guaİo è che arrİva la mamma: sİ mette le manİ neİ capellİ perché non vuole sentİrcİ urlare e dà sempre ragİone a mİa sorella. Ora vado a dormİre. A domanİ dİarİo mİo! A. Petrosino, Un anno con Jessica, Torino-Milano

Analizzo il testo Chi scrive il diario? ...................................................................................

Di chi parla Jessica? ...................................................................................

Comprendo Quali sentimenti esprime Jessica nei confronti della sorella? .................................................................................................................... ....................................................................................................................

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IL DIARIO

IL MIO COMPAGNO MARIO BETTI Giannino è un ragazzo soprannominato Gian Burrasca perché le sue buone intenzioni si trasformano regolarmente in grossi guai che Giannino racconta al suo migliore amico: il suo diario. 5 novembre Oggi a scuola è successa una cosa che merita davvero di essere raccontata. Avevamo lezione con il Professor Muscolo. Muscolo non è il suo vero nome, ma un soprannome che gli abbiamo messo noi ragazzi, perché quando vuole fare il terribile grida sempre: – Tutti fermi! Tutti zitti! Guai se vi vedo muovere un muscolo! Renzo, il mio vicino di banco che ha uno zio che fa il calzolaio, ha portato a scuola un po’ di colla. Io me la son fatta dare e l’ho stesa ben bene sulla sedia di Mario Betti, un compagno che tutti noi chiamiamo Mi lordo, perché va sempre in giro vestito elegante come un milord inglese. Quando lui si è seduto, non si è accorto di niente, ma dopo un po’ la colla si è scaldata e gli ha bloccato i pantaloni alla sedia. Mario ha incominciato ad agitarsi di qua e di là. Il Professor Muscolo lo ha visto e gli ha chiesto: – Che cosa c’è Betti? – Ecco, io... – Zitto! – Ma... – Fermo! – Non posso! – Zitto e fermo! Guai se la vedo muovere un muscolo! Analizzo il testo – Mi scusi, ma non posso... – Non può stare fermo e zitto? Allora si alzi dal suo posto! Da che cosa – Non posso... capisci che sei – Vada fuori! davanti a una – Non posso... pagina di diario? Con un ruggito, Muscolo si è avvicinato a Mi lordo e l’ha preso per ............................................ un braccio, ma poi l’ha lasciato subito andare, perché si è sentito ............................................ un gran crac: un pezzo dei pantaloni di Mario Betti è rimasto sulla ............................................ sedia! Muscolo c’è rimasto male, ma Mi lordo c’è rimasto ancora peggio! Vamba, Le avventure di Gian Burrasca, Gaia

............................................

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IL TESTO NARRATIVO

CONFIDENZE Carissimo Diario, ho scoperto che cosa farò da grande. Prima volevo fare l’attrice drammatica, ti ricordi? Mi piaceva un sacco l’idea di recitare, e avere tanti applausi e le foto sui giornali, eccetera. Invece ho cambiato idea. Farò la salvatrice di gatti. Di tutti i gatti, naturalmente, ma soprattutto dei gatti appena nati. Lo sai quanti gatti abbandonati ci sono? Mi vengono i brividi solo a pensarci. Invece il mondo è grande, e spazio e roba da mangiare ce n’è per tutti. I gatti, poi, si accontentano di quello che c’è, e vivono anche sui tetti, senza dar fastidio a nessuno. Insomma, Diario, sono proprio decisa: farò la salvatrice di gatti. Comprerò una grande casa in campagna, con un giardino più grande possibile. Nel giardino, sparse qua e là, metterò tantissime casette semplici semplici, in cui abiteranno tutti i gatti che vogliono. Ogni giorno passerò a nutrirli, almeno fino a quando saranno piccoli. Per adesso, mi sto allenando a tenere Ruffo, un micetto che papà mi ha regalato. A domani, miao. R. Piumini, Tanti amici per Holly Hobbie, Mondadori

Scopro il testo Nella pagina di diario c’è un flash forward (salto nel futuro): inizia da “Comprerò una grande casa...”. Trova e sottolinea nel testo il punto in cui termina. Comprendo Perché chi scrive voleva fare l’attrice?

SCRIVO E DISEGNO

........................................................................................................................

ome si chiama il micetto che suo papà le ha C regalato? ........................................................................................................................

E tu, che cosa vorresti fare da grande? Scrivi e disegna sul quaderno come ti immagini.

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Laboratorio di scrittura

SCRIVERE UNA PAGINA DI DIARIO Osserva le immagini e scrivi ciò che è accaduto nella pagina di diario in basso, come se lo avessi vissuto tu. Ricordati di inserire i tuoi commenti e le tue considerazioni.

Chi narra in una pagina di diario? Il bambino o la bambina narra, racconta al suo diario in prima persona.

Caro Diario, devo assolutamente raccontarti una cosa meravigliosa! All’una e mezza, all’uscita di scuola, pioveva e .......................... ........................................................................................................ ........................................................................................................ ........................................................................................................ ........................................................................................................ ........................................................................................................ ........................................................................................................ ........................................................................................................ ........................................................................................................

Prova a raccontare in una pagina di diario una tua esperienza; alla fine scrivi un commento su ciò che è successo.

........................................................................................................ ........................................................................................................ ........................................................................................................

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Laboratorio di lettura

Io le g go da ndo l’intona zione cor retta q ua ndo ci s ono il p unto di dom a nda e i tre p unti

Qua ndo le g go

di s os p ens ione…

ad alta voc e, faccio una paus a lun ga p er i p unti, un po’ più cor ta p er i d ue p unti, molto cor ta p er le vir gole.

ASCOLTA.

CARO DIARIO 25 settembre

Caro Diario, una giornata orribile! Sono arrivato a scuola tardi. Sai perché? La mamma mi ha svegliato solo alle sette. E poi il tram... mi è passato davanti al naso. Ero davanti alla scuola alle nove meno un quarto. Alla maestra ho raccontato che sono dovuto andare con papà a visitare un enorme cane malato. All’ultima ora c’era ginnastica. Ho detto alla maestra che mi sentivo male. E la Gabi, quella pettegola, ha detto: – A dire il vero, ha dimenticato la borsa da ginnastica! Che cosa importa a lei? Tra l’altro, non l’ho dimenticata, l’ho persa. Se la mamma lo sapesse! Non ci voglio pensare... Ciao diario, a domani. C. Nöstlinger, Diario di Paul, Edizioni Piemme

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Io c erco di dare l’intona zione gius ta q ua ndo c’è il p unto es cla m ativo.

Laboratorio di lettura

Io c erco di dare es pres s ione alle battu te, s e ci

Il le g go

s ono dialo ghi nel

da ndo

racconto.

es pres s ione alla lettura!

HO LETTO non rispettando i punti fermi, le virgole, i puntini di sospensione. rispettando i punti fermi, le virgole, il punto interrogativo e quello esclamativo. dando espressione alle battute e rispettando la punteggiatura.

LEGGI

COSì

Leggi la pagina di diario a pagina 36 insieme a un tuo compagno: uno di voi farà l’autore, un altro farà Gabi. Leggi la pagina di diario “Il mio compagno Mario Betti”, a pagina 33, insieme ai tuoi compagni: uno di voi farà l’autore, uno Mario Betti e un altro il Professor Muscolo. Buon divertimento!

OBIETTIVO Leggere testi narrativi, genere diario, in maniera corretta e scorrevole per migliorare la lettura strumentale ad alta voce. Sviluppare le abilità di lettura globale. Leggere in modo espressivo, rispettando le pause indicate dai segni di punteggiatura: punto fermo, due punti, virgola, clausole del discorso diretto, punto di domanda, punto esclamativo.

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e verso l

z c o m p et e n

e

HO UN... FRATELLO 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21

8 marzo Caro Diario, il mio nome è Guido Guidi. Lo so, i miei genitori non hanno avuto molta fantasia! Ho nove anni e sono assolutamente simpatico. Non lo dico solo io, lo dicono tutti… tranne mio fratello Mattia. A lui non sono molto simpatico e spesso litighiamo come cane e gatto. Io credo che succeda perché ci piacciono gli stessi giochi. Solo che io ho due anni in più di Mattia e vinco sempre, e a Mattia non piace affatto perdere! Quando facciamo le corse, io ho le gambe più lunghe e arrivo prima. Quando giochiamo a chi para più gol, se Mattia para 10 tiri su 20, io ne paro 15 su 16. Allora Mattia piange, perché vorrebbe diventare il portiere più forte del mondo. A volte, per la rabbia, buca persino il pallone. Pazienza… a domani. S. Roncaglia, Un giorno nel pallone, Signum

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co Rispondi

mp e

ver

so le

tenze

e completa indicando con una X.

1) Chi scrive la pagina di diario? A. Una maestra. C. Un papà. B. Un bambino. D. Un fratello. 2) Guido si presenta e dice di sé che (righe 5-7): A. ha otto anni, è simpatico quasi a tutti. B. ha nove anni, litiga spesso. C. ha nove anni, è bravissimo a scuola. D. ha nove anni, è simpatico quasi a tutti. 3) A chi non è simpatico Guido? A. A suo fratello Mattia. B. Al suo compagno di scuola Matteo.

C. A sua sorella Gemma. D. All’allenatore di calcio.

4) Che cosa significa la frase “spesso litighiamo come cane e gatto” (righe 8-9)? A. Litigare in un modo gentile. B. Litigare emettendo suoni che assomigliano all’abbaiare e miagolare. C. Litigare in modo pesante. D. Litigare in modo giocoso. 5) Che cosa si narra in questa pagina? A. Fatti e pensieri personali. B. Fatti comuni.

C. Fatti straordinari. D. Fatti fantasiosi.

6) Qual è lo stato d’animo del protagonista? A. Comprensivo e paziente. B. Distaccato e indifferente.

C. Agitato e nervoso. D. Stanco e stressato.

7) Mattia litiga con Guido (righe 10-11) perché: A. Mattia è più piccolo di Guido. B. Guido imbroglia Mattia quando giocano. C. a entrambi piacciono gli stessi giochi. D. entrambi vogliono vincere sempre. Come è andata? fantastici noi_letture3_30-39.indd 39

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IL TESTO NARRATIVO • I L R A C C O N T O FA N TA S T I C O

Qua ndo in un racconto:

CHE COS’È

• ci s ono elem enti ir re ali, fa nta s tici; • s i verific a no s i tua zioni impos s ibili nella re altà; • n on tu tti i fatti nar rati s ono re alis tici, la m a g gior par te s ono fa nta s ios i; • i fatti s i svolgono in un tempo imprecis ato; • il tempo p uò es s ere pa s s ato, pres ente, f u turo… allora s i tratta di un R AC C O NTO FA NTASTIC O.

IL DITO MAGICO Io sono una bambina che quando si arrabbia, oltre a sentire un gran caldo dappertutto, avverte un forte formicolio all’indice della mano destra. Improvvisamente si sprigiona una specie di lampo, qualcosa di elettrico che salta fuori e tocca la persona che mi ha fatta arrabbiare… Una volta eravamo in classe, e facevamo gli esercizi di ortografia. – Alzati in piedi – mi ha detto la signora Winter – e dimmi come si scrive “ciliegia”. – C, i, g, l, i, e, g, i, a – ho detto io. – Sei una bambina sciocchina – ha detto la maestra. – Non sono una sciocchina – ho ribattuto io. – Sono una bambina molto simpatica! – Stai in silenzio! – ha detto la signora Winter. E immediatamente le sono spuntati i baffi! Erano baffi neri e lunghi come quelli dei gatti, ma molto più grossi. E come crescevano in fretta!

Analizzo il testo

1 I fatti narrati in questo

racconto sono tutti realistici? No, i fatti sono anche fantastici; non tutte le situazioni narrate sono possibili nella realtà.

Leggi e colora di verde i cerchiolini relativi ai fatti fantastici e di rosso quelli relativi ai fatti reali. Può succedere di arrabbiarsi con gli insegnanti. Esiste il dito indice. Si possono far crescere i baffi alle persone, quando ci si arrabbia con loro. Esistono bambini che fanno le magie. Esistono dita magiche. Esistono bambine che si arrabbiano.

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IL TESTO NARRATIVO • I L R A C C O N T O FA N TA S T I C O

Neanche il tempo di dire “bah”, e le erano arrivati alle orecchie! Naturalmente, tutta la classe scoppiava dalle risate e allora la signora Winter ha detto: – Vorreste farmi la cortesia di dirmi che cosa vi diverte così pazzamente? E quando si è voltata per scrivere qualcosa sulla lavagna abbiamo visto che le era cresciuta anche una coda! Un’enorme coda! Non posso raccontarvi tutto quello che è successo dopo, ma se qualcuno di voi chiede se la signora Winter sia tornata come prima, la risposta è: no.

2 In che tempo si svolge

il racconto? Il racconto si svolge in un tempo imprecisato.

3 Che tipo di testo è “Il dito magico”? È un racconto fantastico.

R. Dahl, Il dito magico, Salani

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IL TESTO NARRATIVO

UN INCONTRO PREISTORICO ...........................................................................................................................................

Un Professore di dinosaurologia seguiva le orme di un dinosauro quando se lo trovò davanti, in carne e ossa. ...........................................................................................................................................

Analizzo il testo Scrivi nel testo le parti in cui è suddiviso il racconto. I fatti reali narrati sono: i dinosauri sono realmente esistiti. i dinosauri erano animali parlanti. I fatti fantastici narrati sono: i dinosauri sono animali estinti. i dinosauri erano animali parlanti. Il racconto che hai letto è: fantastico. realistico.

– Mamma! – gridò il Professore. – Chiamami “papà”, per favore – tuonò il dinosauro, dall’altezza dei suoi otto metri di collo, – sono un maschio! – Ma tu parli! – balbettò il Professore, preso da un inizio di svenimento; ma si riprese subito pensando: “Un dinosauro parlante? Mi svelerà i segreti della preistoria! Vincerò il premio Nobel per la dinosaurologia!”. Poco dopo lo stesso vocione preistorico tuonò: – C’è un lago da queste parti? – Sapevo che voi dinosauri vi siete estinti per mancanza d’acqua – rispose il Professore. – Mi interesserebbe di più sapere se veramente hai le ossa piene d’aria, come sostiene un mio collega dell’Università di… .......................................................................................

Ma… Bum! Bum! Bum! fecero i passi, sei metri ciascuno, del dinosauro, che si allontanava borbottando:– Ma guarda un po’ se devo perdere tempo con certi pettegolezzi. Ah, che tempi! N. Vicini, 365 storie una per ogni giorno, Fabbri

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I L R A C C O N T O FA N TA S T I C O

UN AMICO “GRANDE” Il piccolo ippopotamo era molto, molto più grosso di tutti gli altri cuccioli. A volte cercava di giocare con le piccole tigri, che facevano una pista segreta attraverso la giungla, ma esse gridavano: – No, tu sei troppo grosso. Tu faresti una pista grande, e allora non sarebbe più segreta. A volte cercava di giocare con le piccole giraffe a nascondino dietro agli alberi. Ma le piccole giraffe gli dicevano: – No, tu sei troppo grosso! Non c’è nessun albero grande abbastanza per coprirti. Il povero ippopotamo si avviò triste e lento verso il laghetto. Quando vi giunse, gli altri cuccioli erano già arrivati. – Non possiamo nuotare: l’acqua è bassa – dicevano. Allora il piccolo ippopotamo scese nel laghetto e, con il grande corpo grosso, fece alzare Analizzo il testo notevolmente il livello dell’acqua. Che tipo di testo è? – Ecco! – gridò il piccolo ippopotamo. ........................................................................ – Ora potete nuotare! Quali sono gli elementi reali? Dopo di allora, quando il piccolo ippopotamo ........................................................................ si avvicinava agli altri cuccioli della giungla ........................................................................ per giocare, questi non gli dicevano più che era E quelli fantastici? troppo grande, ma cambiavano gioco e ne ........................................................................ sceglievano uno che andasse bene anche per lui. K. Jackson, 365 storie, Mondadori

........................................................................

Comprendo Perché nessuno vuole giocare con il piccolo ippopotamo?

Perché è antipatico.

Perché è troppo grosso.

Quando avviene il primo gesto di amicizia? ........................................................................................................... ..........................................................................................................................................................................................................................

Chi lo compie? Nei confronti di chi? ............................................................................................................................. Che cosa succede nella situazione finale? ................................................................................................................ Che cosa ti fa capire questa storia? La generosità e il buon cuore sono comportamenti di amicizia. Quando si è troppo diversi non si può essere amici.

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IL TESTO NARRATIVO

PICCOLO LUPO Un tempo i lupi erano tanti e forti e i boschi sembravano piccoli per ospitarli. Ma un giorno un lupo mangiò la nonna di Cappuccetto Rosso e i cacciatori uccisero quasi tutti i lupi. Ne rimasero pochi e i boschi sembrarono troppo grandi per loro. Una volta le mamme dicevano ai bambini: – Se fai il cattivo viene il lupo. Ma i bambini non erano cattivi. – Se almeno ci fosse un bambino cattivo! – sospirava un piccolo lupo. – Non lo mangerei di certo, ma almeno mi terrebbe compagnia. E il piccolo lupo aspettava. Un giorno un bambino di nome Mauro rovesciò tutta la minestra di verdura, dal balcone, sulla biancheria stesa dall’inquilina del piano di sotto. L’inquilina, arrabbiata, minacciò: – Dirò al lupo che venga a prenderti! – Sì, sì! – disse Mauro tutto contento. – Almeno avrò un po’ di compagnia… Poiché il lupo non veniva a prenderlo, Mauro, dopo averlo aspettato per un po’, decise di partire verso il bosco e di andargli incontro. Era appena arrivato ai margini del bosco che saltò fuori il piccolo lupo, tutto allegro.

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I L R A C C O N T O FA N TA S T I C O

– Sei un bambino cattivo? – chiese. – Così, così – rispose Mauro. – Non si potrebbe giocare che tu eri un bambino cattivo e io ero il lupo che ti mangiava? – Per fare questo gioco però ci vogliono altri bambini, ma cattivi davvero – ribatté Mauro. – Li cercherò. Ritornò in città e si mise a spiare nelle case, ma non trovava bambini abbastanza cattivi. A uno era nata una sorellina, a un altro avevano proibito di tenere in casa il gatto, a un terzo avevano staccato i fili della televisione, perché non la vedesse. Mauro dovette accontentarsi di quelli e se li portò nel bosco. Piccolo lupo insegnò loro a ululare alla luna e così protestavano contro le sorelle spuntate nelle culle, i gatti nelle piazze, i finti guasti del televisore… Piccolo lupo li seguiva scodinzolando: ora il bosco non gli sembrava più troppo grande! D. Ziliotto, Bestie rare, Fatatrac

Analizzo il testo S ottolinea di rosso gli elementi realistici e di verde quelli fantastici. Chi è il protagonista del racconto? .............................................................

Chi sono gli altri personaggi? ............................................................. .............................................................

Q uali sono i luoghi del racconto? ............................................................. .............................................................

In quale tempo si svolge il racconto? .............................................................

Comprendo Com’erano un tempo i lupi? .............................................................. ..............................................................

Chi aspettava un piccolo lupo? Perché? .............................................................. ..............................................................

Perché un giorno l’inquilina si arrabbiò? .............................................................. ..............................................................

Che cosa fece Mario? .............................................................. ..............................................................

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IL TESTO NARRATIVO

UN’AMICIZIA EXTRA Quella mattina Elliott si diresse verso le colline. Non sapeva perché. Fu la bicicletta a guidarlo attraverso la foresta, su per un sentiero tortuoso. Arrivò a una radura e capì che lì doveva esserci stato qualcosa di incredibile: l’atterraggio della Nave. L’essere spaziale, nascosto nei cespugli lì accanto, non rivelò la sua presenza, anche perché stava per esalare, per la fame, l’ultimo respiro. Il ragazzino si mise a fare una serie di gesti singolari. Levò di tasca un sacchettino ed estrasse un oggetto minuscolo. Posò l’oggetto a terra, fece qualche passo e ne posò un secondo identico al primo, e via di seguito, un oggettino dopo l’altro, finché fu così lontano che l’extraterrestre non poté più vederlo. Il viaggiatore dello spazio strisciò debolmente fuori dai cespugli. Trovò una pillolina rotonda. Se la mise in bocca e lasciò che si sciogliesse. Deliziosa. Non aveva mai assaggiato niente di così buono in tutta la galassia. Allora, partì più velocemente che poté giù per il sentiero, mangiando una pillola dopo l’altra, e così facendo sentì che le forze gli ritornavano e, con esse, la speranza riprendeva a battergli nel cuore. Il sentiero lo ricondusse verso la casa del ragazzo. L’esserino attraversò il cortile in punta di piedi. Fu sorpreso di trovare il bambino che dormiva in un sacco a pelo nell’orto, vicino alle verdure.

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I L R A C C O N T O FA N TA S T I C O

A un tratto Elliott spalancò gli occhi e si trovò a fissare gli occhi carichi di saggezza dell’essere venuto dallo spazio. L’extraterrestre contemplava a sua volta il ragazzo, era spaventato dal suo grosso naso prominente, dalle orecchie scoperte e soprattutto da quegli occhietti minuscoli come bottoncini. Le gambe, poi, erano grottescamente lunghe e il suo ventre non pendeva a sfiorare elegantemente il terreno. Il suo cuore si commosse leggendo il terrore in quello sguardo. Così tese verso Elliott un dito, un lunghissimo dito. Elliott mandò uno strillo e fece un salto indietro, stringendosi al petto il sacco a pelo: l’extraterrestre fece un balzo in direzione opposta. La creatura venuta dallo spazio tentò un nuovo approccio: tese la mano e l’aprì. Nel palmo vastissimo c’era l’ultima pastiglia che già si stava sciogliendo. Il ragazzo contemplò la caramellina, poi contemplò il mostro. Il mostro indicò con un dito il palmo della mano, poi indicò la bocca. – Okay! – disse a voce bassissima Elliott. Aprì la giacca e tirò fuori il sacchetto di caramelle, poi si diresse verso casa lasciando dietro di sé una nuova scia di caramelle. Il viaggiatore dello spazio lo seguì, raccogliendo le pastiglie e inghiottendole avidamente. Le forze gli stavano tornando e prima di rendersene conto era ormai entrato nella casa dei terrestri. W. Kotzwinkle, E.T. l’extraterrestre, Sperling & Kupfer

Analizzo il testo Quali sono gli elementi e i personaggi reali? Sottolineali di rosso. Quali sono gli elementi e i personaggi fantastici? Sottolineali di verde. Comprendo Tra Elliott e l’extraterrestre che cosa nasce? Un’amicizia. Un litigio. Un contrasto. Entrambi i personaggi provano paura. Perché? ................................................................... ...................................................................

Scrivo Alla fine del racconto, l’extraterrestre entra nella casa dei terrestri. Che cosa succede dopo? Immagina e continua a scrivere la storia sul quaderno.

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Laboratorio di lettura Qua ndo le g go c erco di dare es pres s ione p er aiu tare c hi a s colta a imm a ginare form e e colori. Qua ndo a s colto le g g ere, c hiudo gli occ hi e imm a gino le parole c h e s ento.

TOMMY E LO SPETTRO

ASCOLTA LA STORIA.

Il vecchio Tommy non aveva paura degli spettri, lo sapevano tutti. Così, quando il signor Robinson chiese il suo aiuto perché in casa sua c’era uno spettro, Tommy non se lo fece ripetere due volte: si chiuse a chiave di notte nella biblioteca della casa con un bel fuoco acceso; si fece preparare una bottiglia vuota, un tappo e un bastoncino di ceralacca e attese. Dopo mezzanotte, quando oramai stava per addormentarsi, sentì una strana corrente d’aria; si voltò: era lo spettro. – Vecchio Tommy – disse, – come ti va stanotte? – Benissimo – rispose Tommy. – Chi sei? Come ti chiami? – Chiamami come ti pare – disse lo spettro. – Allora, signor Come-Ti-Pare – fece Tommy, – come sei entrato? Non dalla porta, perché l’ho chiusa a chiave. – Sono entrato dal buco della serratura – rispose lo spettro. – Oh, no, signor Come-Ti-Pare – ribattè Tommy, – non ci credo! Uno alto come te! – Ti dico che sono passato dal buco della serratura! – gridò lo spettro. – Non c’è bisogno che mi assordi – fece calmo Tommy. – Ma con le tue dimensioni… non ha senso! Sarebbe come se pretendessi di entrare in questa bottiglia vuota. – Io POSSO entrarci – ruggì lo spettro.

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Laboratorio di lettura

Le g g ere a s cuola mi piac e

Le g g ere con

di più p erc hé pos s o Le g g ere con es pres s ione mi aiu ta a c apire

es pres s ione

s c a mbiare le mi e

ci piac e!

impres s ioni con i mi ei a mici.

m e glio la s toria!

– Non ci credo – disse Tommy. – Posso, POSSO – ruggì lo spettro. – Non ci credo – disse Tommy. – VEDERE PER CREDERE! – ruggì lo spettro. In un attimo si fece piccolo come un fiammifero ed entrò nella bottiglia. Veloce come un lampo, Tommy chiuse la bottiglia con il tappo e la sigillò con la ceralacca scaldata al fuoco. Uscì di casa con la bottiglia sotto il braccio e andò a buttarla nel fiume. R. Manning-Sanders, Il libro dei fantasmi, Nuove Edizioni Romane

LEGGI

COSì

L eggi il racconto fantastico a voce alta e con il tono giusto, insieme a tre tuoi compagni: uno farà il “narratore”; uno farà lo “spettro”; uno farà il “vecchio Tommy”. Le parole in colore vi aiuteranno a dare il tono “giusto” alle battute del dialogo.

OBIETTIVO Leggere testi narrativi fantastici, migliorando la lettura strumentale ad alta voce: leggere rispettando le pause segnalate dalla punteggiatura. Migliorare la lettura animata. Sviluppare la capacità di crearsi immagini mentali.

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crittura Labora s i d torio

SCRIVERE UN RACCONTO FANTASTICO Divertiti a scrivere un racconto fantastico. Utilizza i suggerimenti che trovi qui sotto. Puoi anche scegliere altri personaggi e altri ambienti.

PERSONAGGI

AMBIENTI/LUOGHI

CHI NARRA? Un personaggio della storia, che narra in 1a persona.

Una persona che non appartiene alla storia e che narra in 3a persona.

DOPO AVER SCELTO... SCRIVI! 1a MOSSA: presenta il protagonista e l’ambiente dove inizia la storia. 2a MOSSA: narra gli eventi che danno inizio alla storia e fai intervenire anche altri personaggi, che aiutano o fanno riflettere il protagonista; poi narra i fatti che contribuiscono allo sviluppo della storia. 3a MOSSA: spiega bene i fatti che accadono e descrivi i personaggi che intervengono nella storia; fai parlare tra loro i personaggi con i dialoghi. Ricorda di raccontare situazioni fantastiche. 4a MOSSA: concludi la storia. Il finale può essere lieto o a sorpresa.

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SCOPRO IL TESTO... CON LA MAPPA

IL RACCONTO FANTASTICO Che cos’è?

Il racconto fantastico narra storie immaginarie, che non possono accadere nella realtà. Lo scopo del racconto è stupire, meravigliare il lettore.

Chi sono i personaggi?

I personaggi possono essere: • creature immaginarie come draghi, mostri, extraterrestri…; • esseri dotati di poteri magici come fate, maghi, elfi, streghe…; • oggetti o animali parlanti; • persone reali a cui accadono fatti assurdi.

Dove avvengono i fatti? (luogo)

I fatti possono avvenire in luoghi inventati e immaginari, oppure realistici.

Quando avvengono i fatti? (tempo)

I fatti avvengono in un tempo non definito.

Com’è fatto?

I racconti fantastici, di solito, sono divisi in tre parti: • inizio, in cui vengono presentati i personaggi, i tempi e i luoghi; • svolgimento, in cui si narra come si svolgono i fatti; • c onclusione, in cui si racconta come finisce la vicenda.

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e verso l

z c o m p et e n

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30

e

BOA BO E BOA BU

Boa Bo e Boa Bu erano due grossissimi serpenti della foresta, e vivevano uno di qua del fiume e l’altro di là. Ognuno stava nel suo territorio, dove poteva muoversi e cacciare, e non dava fastidio all’altro. Però davano tutti e due fastidio alle scimmie degli alberi, perché, sia di qua sia di là del fiume, spesso ne acchiappavano una e se la mangiavano. Un giorno la scimmia Brunetta salì in cima all’albero e cominciò a cantare: Boa Bu è lungo un po’ ma più lungo è Boa Bo! Boa Bu, sentendo quella canzone, strisciò verso il fiume per andare a vedere quanto era lungo Boa Bo. Intanto, la furba scimmiotta, saltando di ramo in ramo, arrivò vicino all’albero di Boa Bo e cominciò a strillare: Boa Bo, lungo sei tu, ma più lungo è Boa Bu! Boa Bo scese dall’albero, lentamente; strisciò fino al fiume e cominciò a nuotare verso l’altra sponda. A metà del fiume incontrò Boa Bu che stava venendo dalla sua parte. – Dicono che tu sia più lungo di me – disse Boa Bo. – Vediamo un po’… – Dicono che sia più lungo tu – disse Boa Bu. – Guardiamo un po’… E i due lunghissimi serpenti, nell’acqua del fiume, cominciarono a girarsi attorno, a scivolarsi addosso, a infilarsi di sopra e di sotto, per scoprire chi fosse il più lungo: ma nel fare tutte quelle manovre si aggrovigliarono, e cercando di sgrovigliarsi si aggrovigliarono ancora di più e il grande fiume portò via quel nodo di serpenti, lontano, sempre più lontano, verso il lontanissimo mare. R. Piumini - N. Costa, C’era una volta, ascolta, EL

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indicando con una X.

1) Boa Bo e Boa Bu erano: A. due grossissimi serpenti della foresta. B. due grossissimi serpenti del fiume. C. due grossissimi serpenti della savana. D. due grossissimi coccodrilli del fiume. 2) Boa Bo e Boa Bu: A. si divertivano assieme. B. ognuno stava nel suo territorio. C. si odiavano e non volevano incontrarsi. D. si vedevano quando cacciavano. 3) I serpenti davano fastidio (righe 4-7): A. Boa Bo alle scimmie, Boa Bu alle gazzelle. B. Boa Bo alle gazzelle, Boa Bu alle scimmie. C. tutti e due alle scimmie degli alberi. D. tutti e due ai coccodrilli. 4) Boa Bo e Boa Bu si incontrarono (righe 17-18): A. A metà della foresta. C. A metà del fiume. B. Sui rami dell’albero. D. In alto mare. 5) I due serpenti volevano scoprire (righe 20-21): A. chi fosse il più bello dei due. B. chi fosse il più furbo dei due. C. chi fosse il più lungo dei due. D. chi fosse il miglior cacciatore tra i due. 6) I due serpenti aggrovigliati furono portati: A. dal fiume verso il lontanissimo mare. B. dentro alla folta foresta. C. vicino alla furba scimmiotta. D. nelle profondità del fiume. Come è andata? fantastici noi_letture3_40-53.indd 53

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. . . I D O P È TEM

ASCOLTA LA STORIA E LA POESIA.

SERA INVERNALE Era l’inverno. Era la sera. Il freddo gelava. Un ghiaccio nero ricopriva le strade. L’aria densa di brina grigiastra pizzicava, pungeva. Dalla nebbia emergevano i volti intirizziti dei passanti. Le finestre delle case erano ricoperte di uno spesso strato di ghiaccio e di neve e, sulla loro superficie opaca, si muovevano i riflessi colorati delle fiamme dei caminetti accesi e le ombre delle persone. B. Pasternak, Il dottor Zivago, Feltrinelli

25 dicembre:

6 gennaio:

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DICEMBRE 21 dicembre: inizio 31 dicembre: dell’inverno

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GENNAIO 1 gennaio: ..................................

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CANZONE D’INVERNO Quando i ghiaccioli pendono dall’orlo dei muri e il latte gela nel secchio, quando il sangue si intorpidisce e le strade diventano fangose, e le mele cotte sibilano nella teglia… Quando il vento soffia più rumoroso, e il naso è rosso e screpolato... allora è INVERNO.

CLIL Colora di rosso i mesi dell’inverno. Circonda di verde il mese in cui inizia la primavera e di giallo il mese in cui finisce l’autunno.

JANUARY FEBRUARY

W. Shakespeare, Tante poesie, Vita e pensiero

MARCH

APRIL MAY

JUNE JULY AUGUST B SEPTEM

ER

OCTOBER NOVEMBER

DECEMBER

FEBBRAIO Carnevale

MARZO 20 marzo: fine dell’inverno

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GIORNI SPECIALI

natale

BABBO NATALE SCRIVE Cari bambini, se le cose che avete chiesto non vi arriveranno o vi arriveranno in minor numero, tenete presente che in tutto il mondo c’è un gran numero di bambini poveri e affamati che dobbiamo aiutare per primi. Al Polo Nord continua la preparazione dei doni: mi aiuta l’Orso Polare che però è pigro, confeziona i pacchetti con molta lentezza come fa ogni altra cosa, a parte mangiare! Da qualche tempo abbiamo come ospiti i due nipoti di Orso Polare: Grasso e Bianco. Sono due cuccioli belli, tondi e molto buffi, non fanno che suonarsele. Ma un’altra volta li inviterò quando non bisogna preparare i pacchetti dei regali di Natale! La settimana scorsa sono inciampato addosso a loro quattordici volte al giorno. E Bianco ha inghiottito un gomitolo di cordoncino rosso e gli è venuta una tosse stizzosa, tanto che la notte non riesce a chiudere occhio, ma, a mio giudizio, ben gli sta, così impara a mettermi rametti di pungitopo dentro il letto. Adesso vi saluto. Tra poco ripartirò per il mio GRANDE VIAGGIO! P.S. Non dovete credere a quelle figure della pubblicità dove io sono a bordo di aeroplani o di automobili. Non so guidarli e non sono assolutamente all’altezza delle mie renne, che conduco io stesso e che tra l’altro anche quest’anno godono di ottima salute. Auguri sinceri, vi abbraccio, vostro Babbo Natale J. Tolkien, Le lettere di Babbo Natale, Rusconi

Comprendo Quali bambini Babbo Natale aiuta per primi? ..................................................................................................... Chi aiuta Babbo Natale a confezionare i doni? .................................................................................................... Chi sono gli ospiti di Babbo Natale? .............................................................................................................................. Sono d’aiuto o intralciano i lavori? .................................................................................................................................. Con quale mezzo si sposta Babbo Natale? ..............................................................................................................

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natale

GIORNI SPECIALI

A CHI... A chi ama dormire ma si sveglia sempre di buon umore, a chi saluta ancora con un bacio, a chi lavora molto e si diverte di più, a chi va in fretta in auto ma non suona ai semafori, a chi arriva in ritardo ma non cerca scuse, a chi spegne la televisione per fare due chiacchiere, a chi è felice il doppio quando fa a metà, a chi si alza presto per aiutare un amico, a chi ha l’entusiasmo di un bambino e pensieri da uomo, a chi vede nero solo quando è buio. A chi non aspetta Natale per essere Migliore. M. Faustinelli, Le rime figure, Mursia

Scrivo Scrivi anche tu, sul quaderno, un breve augurio a una persona speciale.

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INVERNO

LE STAGIONI DELLA FRUTTA: INVERNO L’inverno ci scalda con i frutti dai colori caldi! Trionfa l’arancione dei cachi e degli agrumi, come arance e mandarini... Il marrone della frutta secca, delle mele ruggine e dei kiwi, che nascondono sotto la buccia una polpa verde smeraldo. E poi l’oro delle mele golden e delle renette.

ENERGIA IN CON FEZIONE DORATA O ROS SA

Le mele invernali si trovano anche a Natale. Dopo una giornata all’aria aperta, accendi il forno e senti il buon profumo delle mele cotte.

IONE VITAMINE IN CONFEZ ARANCIONE Fai un buchetto nella buccia di un’arancia o di una clementina. Infilaci una cannuccia. Schiaccia con le mani il frutto e bevi il succo! Oppure... taglia a metà l’arancia e una clementina, spremile e prova a mescolarne i succhi.

E. Bussolanti, F. Buglioli, Cuochi col sale in zucca, Editoriale Scienza

CLIL Quali sono i frutti presenti in inverno? Colorali, poi ripeti il loro nome. WINTER FRUIT

ORANGE

CHERRY

TANGERINE

PEACH

APPLE

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capodanno

GIORNI SPECIALI

I BOTTI DI CAPODANNO Che botti e petardi possano essere pericolosi per gli esseri umani e gli animali domestici, magari lo sapevi già. Ma forse non sai che ogni Capodanno migliaia di uccelli sono vittime di festeggiamenti troppo rumorosi. I botti li sorprendono nel sonno, così gli uccelli fuggono terrorizzati e sbattono al buio contro alberi e case; oppure volano per ore e ore sino allo stremo delle forze, cadendo poi a terra per il freddo o la fatica. Ne vale la pena, per qualche petardo? da piccoleimpronte.lav.it

Comprendo Perché i botti sono pericolosi per gli uccelli? ............................................................................................................................................... .............................................................................................................................................

I botti sono pericolosi solo per gli uccelli? ..............................................................................................................................................

Come reagiscono gli uccelli allo scoppio dei petardi? .............................................................................................................................................. ..............................................................................................................................................

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GIORNI SPECIALI

carnevale

TEMPO DI FRITTELLE Il Carnevale giungeva per me verso il mezzogiorno del giovedì grasso, quando la zia si sedeva accanto al fuoco per friggere le ciambelle. Io le stavo vicino e guardavo il recipiente della pasta lievitata, che odorava di bucce d’arance e di acquavite. La zia faceva cadere lentamente la pasta e riempiva la padella. L’olio sfrigolava, fumava; riempiva di buon odore la cucina. La prima frittella era mia. L’afferravo con tutte e due le mani, la immergevo nello zucchero e la mangiavo a grossi bocconi. La zia invece preparava altra pasta: bianca e senza profumi, con mandorle tritate e uva passa. Racconto A poco a poco, richiamati dal profumo, Tu festeggi il Carnevale? entravano tutti in cucina…

Come? Nella località in cui vivi esistono usanze carnevalesche? Quali?

A. Deledda, Sardegna, stagione felice, La Scuola

Con l’aiuto di un adulto, scrivi come si fanno le frittelle.

Frittelle di Carnevale di casa mia Ingredienti e dosi

Esecuzione

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MASCHERE DI CARTA MATERIALE • piatti di carta bianchi • cartoncino di vari colori • colori a tempera • cannucce • colla • forbici • fogli di album da disegno • matita

a un animale 1 Pensa (ad esempio un gatto, un cane, una volpe, un coniglio, una rana, un orso...) e disegna la faccia su un foglio da disegno. Poi taglia a metà un piatto di carta bianco.

Nel frattempo, con gli occhi, 2 Ritaglia 3 il cartoncino colorato, prendendo le misure dell’altezza dei tuoi, e colora il piatto. Lascialo ad asciugare.

fai le orecchie e il naso. Accertati che il piatto sia asciutto e incolla le varie parti.

finire, incolla nel lato sinistro o destro 4 Per del piatto una cannuccia: ti servirà per tenera la tua maschera.

IDEA IN PIÙ!

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IL TESTO NARRATIVO • L A FAV O L A

CHE COS’È

Qua ndo incontri un racconto fa nta s tico in cui: • i p er s ona g gi s ono a nim ali c h e parla no e s i compor ta no com e gli uomini; • i fatti nar rati s i concludono con un ins e gna m ento, una morale; • l ’ins e gna m ento p uò es s ere es pres s o da un p er s ona g gio o ric avato dalle vic end e nar rate; • i l tempo d ei fatti raccontati non è d efini to… s tai le g g endo una FAVO L A.

L’ASINO E I SUOI PADRONI INIZIO

L’Asino di un contadino si lamentava della sua cattiva sorte. – Che cosa ho fatto di male – diceva – per dovermi sempre alzare all’alba per due cavoli e quattro carote che devo portare ogni mattina al mercato? SVOLGIMENTO

Allora la Sorte, generosa, gli volle venire in aiuto e lo mise al servizio di un conciatore di pelli. Ma dopo un po’ non tardarono a elevarsi al cielo disperati ragli, che volevano dire: – Come si fa a sopportare questo odore nauseabondo dalla mattina alla sera e per giunta ricevere solo bastonate a ogni momento? Allora, stavo meglio prima. La Sorte volle essere buona ancora una volta e lo mise a lavorare presso una rivendita di carbone. Ma l’Asino ricominciò a lamentarsi… CONCLUSIONE

Allora la Sorte perse la pazienza e gridò, fuori dai gangheri: – Ma, insomma, credi che io abbia tanto tempo da perdere per uno come te che non è mai contento di nulla? Adesso arrangiati, perché sono sicura che se ti offrissi una quarta e una quinta sistemazione te ne lamenteresti e saresti capace di rimpiangere la precedente. J. de La Fontaine, Le più belle favole, EuroLibri

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IL TESTO NARRATIVO • L A FAV O L A

Analizzo il testo

1 Che tipo di narrazione è?

Reale.

Fantastica.

2 Quali sono i personaggi del racconto?

L’Asino, i suoi padroni, la Sorte.

I padroni dell’Asino, la Sorte.

3 Chi è il protagonista?

Nessuno.

Un animale: l’Asino.

4 Come si conclude la favola?

La Sorte abbandona l’Asino.

L’Asino è finalmente contento.

5 Qual è la morale della favola?

La morale della favola è che al mondo esistono gli eterni “scontenti”. Anche se la situazione cambia in meglio, loro trovano sempre qualcosa per cui lamentarsi.

6 Questa morale può riguardare gli uomini?

Sì, perché l’animale della favola ha comportamenti umani. No, perché gli uomini non c’entrano con gli animali.

7 La favola ha elementi o personaggi magici?

Sì.

No.

8 Qual è lo scopo della favola?

Suggerire un insegnamento o una morale. Suggerire delle formule magiche.

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IL TESTO NARRATIVO

IL LUPO E L’AGNELLO Un agnello beveva tranquillamente a un ruscello; un lupo lo vide e pensò di attaccar lite per poterselo mangiare senza rimorsi. Si mise allora su di una sporgenza rocciosa, ma l’agnello non si accorse della sua presenza. Il lupo ringhiò: – Come ti permetti di sporcarmi l’acqua con il tuo muso lanoso? – A dire il vero l’acqua scorre da lei a me, signor lupo – fece l’agnello. Ma il lupo continuò: – Guarda che io mi ricordo! Tu, mesi fa, mi hai preso in giro! – Signor lupo, non ero ancora nato! Ma il lupo non sentì ragioni: – Se non sei stato tu, allora sarà stato tuo padre! Si gettò sul poveretto sbranandolo. Purtroppo l’innocenza non sempre basta a salvarci dalla prepotenza. Fedro, Favole, Demetra

Comprendo Il lupo è: saggio. prepotente. L’agnello è: presuntuoso. innocente.

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L A FAV O L A

IL LUPO E L’AIRONE Un lupo aveva inghiottito un osso che gli si era piantato in gola. Incontrò un airone e lo pregò di estrargli dalla gola l’osso, promettendogli una ricompensa. L’ingenuo airone lo liberò dall’osso e chiese il premio. Ma il lupo gli rispose: – Non ti basta aver ritirato sana e salva la testa dalla mia bocca? Chiedi anche una ricompensa? La più grande ricompensa che si può ricevere da un prepotente è non avere danno da lui. Esopo, Storie di animali, L’isola che non c’è

LA VOLPE E IL CORVO Messer corvo aveva trovato sul davanzale della finestra un bel pezzo di formaggio: era proprio la sua passione e volò sul ramo di un albero per mangiarselo in santa pace. Ed ecco passare di là una volpe furbacchiona, che al primo colpo d’occhio notò quel magnifico formaggio giallo. Subito pensò a come rubarglielo. “Salire sull’albero non posso” si disse la volpe, “perché lui volerebbe via immediatamente e io non ho le ali… Qui bisogna giocare d’astuzia!”. – Che belle penne nere hai! – esclamò allora abbastanza forte, per farsi sentire dal corvo. – Se la tua voce è bella come le tue penne, tu certo sei il re degli uccelli! Fammela sentire! Quel vanitoso del corvo, sentendosi lodare, non resistette alla tentazione di far udire il suo brutto cra-cra, ma, appena aprì il becco, il pezzo di formaggio gli cadde e la volpe fu ben lesta ad afferrarlo e a scappare, ridendo di lui. Non si deve credere ai complimenti che non sono sinceri. Fedro, Favole di animali, AMZ

Analizza il testo Sottolinea di rosso la morale di ciascuna favola.

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IL TESTO NARRATIVO

LA VOLPE E LA CICOGNA Un giorno la volpe invitò la cicogna a pranzo. La buona cicogna accettò. La volpe le offrì un gustoso brodetto in un piatto basso e largo. La cicogna potè solo inumidirsi la punta del becco, mentre la volpe pulì tutto in un momento. La cicogna non disse nulla, ringraziò e invitò la volpe a pranzo per il giorno seguente. Il giorno dopo, la volpe si ritrovò puntuale a casa della cicogna. Il profumo che si sentiva faceva venire l’acquolina in bocca. Ma, entrata nella sala da pranzo, si vide offrire il cibo in una bottiglia dal collo lungo e stretto. – Prendine a tuo piacere – disse cordialmente la cicogna. E ficcando il lungo e sottile becco nella bottiglia, terminò il cibo, mentre alla volpe si torcevano le budella per la fame.

Analizzo il testo S crivi se le situazioni della favola sono reali (R) o irreali (I). • Esistono volpi e cicogne. • L e cicogne hanno un becco lungo e sottile. • Volpi e cicogne si invitano a pranzo. • Volpi e cicogne comunicano con le parole.

Esopo, Storie di animali, L’isola che non c’è

Scrivo Scrivi una breve frase (didascalia) per ciascun disegno.

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L A FAV O L A

IL LUPO E LA CAPRA Un lupo astuto scorse una capra che brucava l’erba sulla cima di una collina. “Che buona cena potresti fare”, disse il lupo a se stesso leccandosi avidamente le fauci. Avanzò e guardò a lungo in alto verso la preda. Non aveva la stessa agilità della capra. Non c’era modo per lui di scalare la roccia e di attaccarla. In qualche modo doveva convincerla a scendere da lui. – Buongiorno, signora capra – gridò, assumendo un’espressione il più accattivante possibile. – Per favore, stai attenta; quella roccia è pericolosamente alta. Non vorrei che ti facessi male. Perché non vieni quaggiù dove l’erba è fresca e verde? Ti parlo da amico. La capra non era una sprovveduta. Guardò giù verso il lupo e scrollò la testa. – Non mi inganni – gridò. – A te non interessa se l’erba che mangio è fresca e verde o secca e marrone. Quello che ti interessa davvero è mangiare me! Bisogna sempre riflettere prima di farsi abbindolare. Favole di Esopo, Editrice La Scuola

Comprendo Gli animali presentati in questa favola che uomini rappresentano? Astuti e riflessivi. Astuti e sprovveduti. Come ti sembra la conclusione? Lieta. Ingiusta. Severa. Giusta. Tragica. Triste.

Analizzo il testo Segna nel testo, con parentesi colorate, l’inizio, lo svolgimento e la conclusione. S ottolinea di rosso la morale della favola.

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crittura Labora s i d torio

INVENTARE UNA FAVOLA Divertiti a scrivere una favola. Utilizza i suggerimenti che trovi qui sotto. Puoi anche scegliere altri personaggi e altri ambienti.

PERSONAGGI

AMBIENTI/LUOGHI

CHI NARRA? Una persona che non appartiene alla storia e che narra in 3a persona.

DOPO AVER SCELTO... SCRIVI! Dopo aver scelto gli elementi, segui queste mosse per scrivere la tua favola.

1a MOSSA: presenta, in una breve introduzione, il protagonista e l’ambiente nel quale inizia la storia. 2a MOSSA: narra gli eventi che danno inizio alla storia e fai intervenire anche altri personaggi, che aiutano o fanno riflettere il protagonista, poi narra gli episodi necessari allo sviluppo della storia. 3a MOSSA: spiega bene i fatti che accadono e descrivi i personaggi che intervengono nella storia, facendoli parlare tra loro con i dialoghi. 4a MOSSA: concludi la favola. Il finale deve contenere una morale. 5a MOSSA: dai un titolo alla favola. .................................................................................................

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SCOPRO IL TESTO... CON LA MAPPA

LA FAVOLA

Che cos’è?

Chi sono i personaggi?

Dove avvengono i fatti? (luogo)

Quando avvengono i fatti? (tempo)

Com’è fatto?

La favola è un breve racconto fantastico, di origine molto antica. Lo scopo è quello di comunicare un insegnamento, una morale.

I personaggi sono animali parlanti che si comportano come gli uomini e ne rappresentano i difetti e le qualità (volpi, lupi, agnelli, topi...).

I fatti di solito avvengono in luoghi reali: campagna, città, bosco…

I fatti avvengono in un tempo non definito.

La favola, di solito, è divisa in tre parti: • inizio, in cui si presenta la situazione iniziale e si introducono i personaggi, • svolgimento, in cui si narrano gli avvenimenti attraverso azioni e dialoghi; • conclusione, in cui si presenta la fine della favola. Il finale non è sempre lieto. La favola si conclude sempre con una morale, espressa da uno dei personaggi o ricavata dalle vicende narrate.

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L’ASINO E L’ORZO

Tanto tempo fa vivevano in una fattoria un asino e un maiale. Un giorno il padrone decise di offrire la vita del maiale in sacrificio agli dèi. Lo nutrì per bene, lo lavò, lo adornò con ghirlande di fiori e poi lo uccise sull’altare costruito nel cortile della fattoria. La sera prese l’orzo rimasto nella mangiatoia del maiale e lo diede all’asino, insieme alla solita razione. Ma questo, che aveva visto tutta la cerimonia, esclamò: – Mi piacerebbe molto mangiare quest’orzo, se non avessi visto che fine ha fatto chi l’aveva mangiato prima di me! Bisogna essere prudenti perché non sempre le azioni che sembrano buone lo sono per davvero. Fedro, Favole, Demetra Completa

e rispondi indicando con una X.

1) Nella fattoria vivevano: A. un asino e un cavallo. B. un asino e un maiale.

C. un maiale e una gallina. D. un asino e un tacchino.

2) La parola “sacrificio” (riga 4) significa: A. rinuncia. C. offerta di un animale in una cerimonia religiosa. B. festa. D. sofferenza. 3) Il padrone che cosa fece al maiale? A. Lo nutrì, lo lavò, lo adornò e lo uccise. B. Lo nutrì, lo lavò, lo adornò e lo donò a un amico. C. Lo adornò e lo uccise. D. Lo uccise e fece dei salami che offrì agli dèi.

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4) L’orzo rimasto nella mangiatoia del maiale a chi fu dato? A. Alle galline. B. Ai conigli. C. All’asino. D. Al cavallo. 5) “ Mi piacerebbe molto mangiare quest’orzo, se non avessi visto che fine ha fatto chi l’aveva mangiato prima di me!” (righe 11-13). Perché l’asino disse questo? A. Perché aveva capito che l’orzo non era di prima qualità. B. Perché aveva capito che l’orzo faceva parte della cerimonia di uccisione del maiale. C. Perché aveva capito che l’orzo era avanzato dal maiale. D. Perché aveva capito che l’orzo era troppo e lo avrebbe appesantito e fatto ingrassare. 6) Chi aveva mangiato l’orzo prima dell’asino? A. I conigli poi uccisi. B. Il cavallo poi venduto. C. Le galline poi uccise. D. Il maiale poi ucciso. 7) Qual è la morale della favola? A. Bisogna obbedire per andare sull’altare. B. Non bisogna essere prepotenti. C. Per stare bene bisogna vivere in fattoria. D. Bisogna essere prudenti, valutare le azioni anche quando sembrano buone. 8) Chi sono i personaggi della favola? A. Animali che “agiscono” da persone. B. Tutti gli animali della fattoria. C. Persone travestite da animali. D. Animali che hanno imparato a parlare. Come è andata? fantastici noi_letture3_62-71.indd 71

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IL TESTO NARRATIVO • L A F I A B A

CHE COS’È Qua ndo incontri un racconto fa nta s tico: • di ori gine popolare; • c h e q ua s i s empre ini zia con “C’era una volta”; • n el q uale i luo ghi in cui s i svolgono i fatti s ono imm a ginari e non b en precis ati; • c h e h a lo s copo di allonta nare il lettore dalla re altà e di invo gliarlo a le g g ere o a s coltare fatti s traordinari… s tai le g g endo una FIABA.

IL PRINCIPE E L’ARPA MAGICA C’era una volta un principe di nome Kuiuk il quale suonava bene l’arpa. Quest’arpa era magica perché faceva diventare buono chi l’ascoltava. Il principe voleva bene alla principessa Raggio di Stella, ma la regina Fior di Fiamma non gliela voleva dare in sposa. Il principe sul suo cavallo bianco era andato a una gara di suonatori d’arpa e aveva vinto una coperta d’oro magica: bastava scuoterla perché tutto diventasse oro. Di notte, la regina Fior di Fiamma, invidiosa del principe, si avvicinò al cavallo, prese la coperta d’oro e lasciò al suo posto una coperta colorata. All’indomani il principe si accorse che la coperta era falsa. Allora andò da un mago sulla montagna per riavere la coperta. Il mago diede al cavallo del principe due ali potenti per arrivare in fretta al castello della regina. Arrivato al castello, il principe suonò sull’arpa una musica gentile, dolce e bella e la regina diventò buona. Gli restituì la coperta magica, lo lasciò sposare sua figlia e da quel giorno tutti furono felici e allegri. R. e G. Ferrarotti, Diciotto storie scritte da noi, La Scuola

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IL TESTO NARRATIVO • L A F I A B A

Analizzo il testo I l tempo nella fiaba è indeterminato. La fiaba solitamente inizia con “C’era una volta”, “Tanto tempo fa”: questo modo di iniziare “stacca” il lettore o l’ascoltatore dal tempo reale.

1 Che tipo di testo è “Il principe e l’arpa magica”? È una fiaba perché narra fatti straordinari fuori dalla realtà.

2 In quale tempo si svolgono i fatti narrati?

I fatti narrati non si possono collocare in un tempo determinato.

I personaggi di una fiaba possono essere reali (giovani fanciulle, bambini, vecchi, re, regine, principi, principesse…) oppure fantastici (maghi, streghe, fate, folletti, draghi…).

3 Quali sono i personaggi della fiaba che hai letto? Esseri reali: principe, principessa, regina, cavallo. Esseri fantastici: mago, cavallo con le ali.

In quasi tutte le fiabe ci sono sempre: il protagonista: personaggio che vive la vicenda principale; l’eroe: personaggio che supera le prove a cui è sottoposto. Spesso il protagonista e l’eroe sono la stessa persona; l’antagonista: personaggio che ostacola il protagonista; è il cattivo della situazione; l’aiutante o donatore: personaggio che aiuta l’eroe, o con consigli o con qualche mezzo magico, a superare le prove.

4 Chi è il protagonista della fiaba che hai letto? È anche l’eroe? Il protagonista è il principe Kuiuk, che è anche l’eroe della situazione.

5 Chi è l’antagonista?

L ’antagonista è la regina Fior di Fiamma, madre della principessa Raggio di Stella.

6 Chi è l’aiutante del protagonista?

L’aiutante è un mago della montagna.

7 Qual è il mezzo magico offerto al protagonista?

Il mezzo magico è un paio di ali potenti per il suo cavallo.

8 Come finisce la fiaba?

La fiaba finisce bene: vissero tutti felici e contenti.

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IL TESTO NARRATIVO

LE TRE ACCETTE C’era una volta un taglialegna che andava nei boschi a fare fascine. Sua moglie le vendeva in città e così guadagnavano almeno quel tanto da non morire di fame. Un giorno l’accetta gli sfuggì di mano e cadde nel fiume. Il poveretto se ne stava tristemente sulla riva, quando dal fiume venne fuori un vecchio con la barba bianca e gli domandò: – Brav’uomo, perché ti lamenti? – Mi è caduta l’accetta nel fiume. – Voglio aiutarti: io sono lo Spirito del Fiume e ti riporterò l’accetta. Il vecchio si tuffò nelle onde e riemerse poco dopo con in mano un’accetta tutta d’oro.

Racconto Ti piacciono le fiabe? Hai una fiaba preferita? Raccontala ai tuoi compagni. La conosce qualcun altro nella tua classe?

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LA FIABA

– È questa la tua accetta? – No, la mia era di ferro e aveva il manico di legno. Il vecchio si tuffò di nuovo e, dopo un momento, tornò a galla con in mano un’accetta tutta d’argento, ma il taglialegna gli disse che non era la sua. Il vecchio si tuffò per la terza volta e riemerse con l’accetta del taglialegna. – Ecco, è questa! – gridò l’uomo tutto contento. – Ti ringrazio di cuore! – Sei un uomo onesto – disse lo Spirito del Fiume – e per premiarti ti darò anche l’accetta d’oro e l’accetta d’argento. Il taglialegna prese le tre accette e tornò a casa. Vendette l’accetta d’oro e quella d’argento, e ne ricavò tanto denaro da diventare ricco e senza più preoccupazioni. Enciclopedia della favola, Editori Riuniti

Analizzo il testo Segna nel testo, con parentesi colorate, l’inizio, lo svolgimento e la conclusione. Collega ciascun personaggio alla funzione corrispondente. taglialegna

aiutante

Spirito del Fiume

protagonista

Colora gli elementi della fiaba presenti nel racconto che hai letto. c’era una volta

lieto fine

descrizione precisa del luogo

oggetto magico aiutante

antagonista

animali parlanti

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IL TESTO NARRATIVO

I TRE SASSOLINI C’era una volta un boscaiolo che camminava lungo la riva di un fiume: quella mattina era triste e disperato perché aveva molte bocche da sfamare ed era tanto povero. A un certo punto dalle acque del fiume uscì un grande luccio: tra i denti teneva tre sassolini lucenti come perle. – Sono sassolini fatati – disse, battendo la coda. – Questo ha il potere di procurare tutti i cibi che si desiderano, questo può far diventare chiunque forte e valoroso, quest’altro ha il potere di fornire vesti e oggetti preziosi. – È veramente fantastico! – esclamò il boscaiolo. – Hai la possibilità di sceglierne uno, uno solo – continuò il luccio. – Portali a casa e domani riportami i due sassolini che non ti interessano. Appena giunto a casa, il povero boscaiolo raccontò quanto gli era accaduto e mostrò i tre sassolini lucenti. – Voglio il primo – disse la moglie, – così avremo sempre di che sfamarci. – Vogliamo il secondo! – urlarono i maschi. – Diventeremo così guerrieri forti e rispettati. – Vogliamo il terzo! – gridarono le figlie. – Saremo belle ed eleganti e troveremo marito. Il pover’uomo cercò di metterli d’accordo, ma inutilmente. Passarono tutta la notte a litigare. La mattina dopo, di buon’ora, il boscaiolo tornò sulla riva del fiume e disse al luccio: – Ti restituisco tutti i sassolini. Non li voglio, perché hanno portato la discordia nella mia famiglia.

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LA FIABA

– Sei proprio onesto e saggio. Per premiarti, te li regalo tutti e tre, così potrai risolvere tutti i tuoi problemi – disse il luccio, e scomparve nell’acqua prima che il boscaiolo potesse ringraziarlo. Il giorno dopo il boscaiolo, dopo aver riflettuto a lungo, decise di vendere i sassolini fatati e ne ricavò tanto denaro che potè vivere ricco e felice con la sua famiglia. Enciclopedia della fiaba, Principato

Comprendo Com’è il boscaiolo? Povero. Onesto. Saggio. Sottolinea le parole, le espressioni e i pezzi di frasi che te lo fanno capire. Qual è lo stato d’animo del boscaiolo all’inizio della storia? E alla fine? ........................................................................................................................ ........................................................................................................................

Analizzo il testo Che cosa vuole dirci la fiaba? Tra i due litiganti il terzo gode. La ricchezza non garantisce la felicità. L’onestà viene sempre premiata. Che cosa fa il luccio? Aiuta il protagonista. Danneggia il protagonista. Qual è il mezzo magico che il luccio offre al boscaiolo? ........................................................................................................................

Qual è il premio per il boscaiolo? ........................................................................................................................ ........................................................................................................................

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IL TESTO NARRATIVO

FICHI, RE E STREGHE C’era una volta un vecchio con tre figli. Un giorno chiamò il più grande e gli disse: – I fichi nell’orto sono maturi. Cogli i più belli e portali al re: magari ti darà qualche moneta d’oro. Il ragazzo mise i fichi in un cesto e s’incamminò. Passò vicino alla casa di quattro streghe. Appena videro quel ragazzo, gridarono: – Che cos’hai nel cestino? – Per voi niente! – rispose e continuò per la sua strada. Le streghe, infuriate, dissero in coro: – Niente per noi, niente per nessuno! Il ragazzo arrivò al palazzo e disse al re che gli portava i fichi più buoni del regno. Mostrò il cestino, ma il cestino era vuoto. Il re si arrabbiò e fece bastonare il poveraccio, che tornò a casa tutto pesto e a mani vuote. Il figlio raccontò tutto al padre, tranne l’incontro con le streghe. Il vecchio si arrabbiò, chiamò il secondo figlio e gli disse: – Riempi un cestino di fichi e portali al re. Quello riempì il cestino e partì. Ma ecco ancora quelle streghe: – Che cos’hai nel cestino? – Niente per voi! E quelle: – Niente per noi, niente per nessuno! E così, arrivato davanti al re, anche quella volta il cestino era vuoto e si prese doppia bastonatura. Tornò a casa mezzo morto ma non disse delle streghe. Il padre chiamò il terzo figlio: – I tuoi fratelli non hanno combinato niente. Va’ dal re, e ottieni il suo perdono! Il ragazzo prese i fichi più belli e si mise in cammino. Ed eccolo passare davanti alle streghe affacciate che, al solito, chiesero di assaggiare i fichi. – Perché no? Assaggiate. Le streghe presero un piccolo fico ciascuna e dissero anche grazie. Il ragazzo arrivò al castello del re e scoprì il cesto con i bei frutti

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LA FIABA

maturi. Il re fu contento e gli diede una manciata di monete d’oro. Quando il ragazzo ripassò sotto la casa delle streghe quelle vollero fargli dei regali. La prima gli diede una pagnotta che, per quanto si mangiava, non diminuiva. La seconda un pezzo di formaggio che, più ne gustavi, più cresceva. La terza una fiasca di vino che, bevi e bevi, non si svuotava mai. L’ultima gli diede uno zufolo che, suonandolo, faceva ballare anche chi non voleva. Con quei doni, il ragazzo pensò di andarsene in giro per il mondo. Arrivò in una grande città: appena entrato, le guardie gli saltarono addosso e lo fecero prigioniero, senza una ragione. La prigione era piena di gente: il ragazzo tirò fuori pagnotta, cacio e vino e tutti bevvero e mangiarono, e alla fine ce n’era come prima. Allora il ragazzo prese lo zufolo e cominciò a suonare: e subito tutti presero a saltare allegri. Quando il re seppe la notizia, liberò il ragazzo e gli diede la figlia in sposa! L. Gandini, R. Piumini, Fiabe lombarde, Einaudi

Analizzo il testo Chi è il protagonista? Il figlio più piccolo. Le streghe. Il re.

SCRIVO E DISEGNO

Che cosa succede alla fine della fiaba? Disegna.

Che cosa porta il terzo figlio al re? Un cesto di fragole. Un cesto di fichi acerbi. Un cesto di fichi maturi. Com’è la conclusione? Lieta. Triste. Imprevista.

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crittura Labora s i d torio

INVENTARE UNA FIABA Divertiti a scrivere una fiaba. Utilizza i suggerimenti qui sotto. Puoi scegliere anche altri personaggi e altri ambienti.

PROTAGONISTA: IL BUONO

ANTAGONISTA: IL CATTIVO

Un principe, il figlio di un ricco mercante, Una strega, una vecchia invidiosa, un giovane povero, una giovane povera, un vecchio cattivo, una serva una sorella che non era amata dalle altre sorelle... traditrice, uno stalliere vendicativo...

MEZZO MAGICO Un anello, una borraccia d’argento, un animale domestico fatato, una penna magica, un fazzoletto, un libro...

AIUTANTE Una fata, un cavaliere, una farfalla, un cavallo o un altro animale parlante, un mago…

AMBIENTI/LUOGHI Un regno tra i monti, un castello isolato, un villaggio lontanissimo, un palazzo con tantissime stanze...

DOPO AVER SCELTO... SCRIVI! Dopo aver scelto gli elementi, segui queste mosse per scrivere la tua fiaba.

1a MOSSA: presenta il protagonista e l’ambiente dove inizia la storia: che cosa succede all’inizio? Prosegui con una situazione che da quotidiana diventa pericolosa e difficile. 2a MOSSA: continua narrando quale è la situazione di difficoltà o di divieto che deve affrontare il protagonista. Narra se deve superare delle “prove” o “situazioni” difficili. 3a MOSSA: descrivi il personaggio “cattivo” e narra che cosa vuol fare per sconfiggere il suo “nemico”, cioè il protagonista “buono”. 4a MOSSA: prosegui la fiaba raccontando come il personaggio “buono” trova un aiutante e un mezzo magico che lo aiutano a superare le prove e le cattiverie del personaggio cattivo. 5a MOSSA: concludi la storia. Ricorda: il finale è un lieto fine!

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SCOPRO IL TESTO... CON LA MAPPA

LA FIABA Che cos’è?

La fiaba è un racconto fantastico, di origine popolare e molto antica, che racconta fatti straordinari. Lo scopo della fiaba è di divertire il lettore, ma anche insegnargli a superare le difficoltà.

Chi sono i personaggi?

I personaggi possono essere realistici (principesse, re, regine, bambini, giovani fanciulle…) oppure fantastici (folletti, maghi, streghe, fate…).

Quali elementi contiene?

Dove avvengono i fatti? (luogo) Quando avvengono i fatti? (tempo)

Com’è fatta?

In quasi tutte le fiabe ci sono: • i l protagonista, cioè l’eroe positivo che deve affrontare prove e situazioni difficili; • l’antagonista, cioè il personaggio malvagio che ostacola il protagonista; • l’aiutante, cioè il personaggio che aiuta il protagonista con consigli o con un mezzo magico; • i l mezzo magico, cioè l’oggetto con poteri straordinari che aiuta il protagonista. I fatti avvengono in luoghi fantastici e immaginari, non ben definiti (un regno lontano, un bosco…). I fatti avvengono in un tempo passato, non ben specificato. La fiaba, di solito, è divisa in tre parti: • inizio, in cui si presentano il protagonista e l’ambiente; • svolgimento, in cui si presenta la prova che il protagonista deve superare; compaiono l’antagonista e l’aiutante; • conclusione, in cui si narra il lieto fine della storia.

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IL PENTOLINO MAGICO

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C’era una volta, in un paese lontano, una bambina di nome Rina che viveva sola con sua madre. Erano povere: la mamma non aveva lavoro e in casa non c’era da mangiare. Un giorno la bambina andò nel bosco e incontrò una vecchina che le regalò un pentolino magico. Bastava dire: – Fa’ la pappa, pentolino! – e quello subito cuoceva una buonissima pappa. Quando si diceva: – Fermati, pentolino – ecco che smetteva. Fame e miseria erano finite. Un giorno che la bambina era fuori a giocare, la madre disse: – Fa’ la pappa, pentolino! – ma dimenticò la parola magica per fermarlo. Così il pentolino continuò a cuocere pappa finché… la pappa traboccò dalle finestre e riempì tutto il paese. Ma per fortuna in quel momento tornò la bambina che strillò: – Fermati, pentolino! Da quel giorno tutti nel paese ebbero pappa da mangiare a più non posso, ogni giorno! J. e N. Grimm, Il giro del mondo in 80 fiabe, Ancona

Completa

indicando con una X.

1) Rina viveva: A. con sua madre. B. da sola.

C. con i nonni. D. con la sorella.

2) Rina e la sua mamma erano povere (righe 3-4) perché: A. non erano state fortunate. B. il papà non aveva lavoro. C. la mamma e la figlia non lavoravano. D. la mamma non lavorava.

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co 3) Un giorno Rina andò: A. in città. B. al mercato. 4) Rina incontrò: A. una fata.

C. nel bosco.

B. una vecchina.

C. un principe.

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tenze

D. alle giostre. D. un folletto.

5) Rina ricevette in regalo: A. una bacchetta magica. B. un pranzo completo.

C. un pentolino magico. D. un anello magico.

6) La formula magica serviva per: A. dare inizio e far finire la magia. B. far finire la magia.

C. dare solo l’inizio alla magia. D. trasformare il pentolino.

7) Nel paese da quel giorno: A. tutti impararono la formula magica. B. tutti cucinarono con il pentolino. C. tutti ebbero cibo in abbondanza. D. tutti dormirono felici. 8) La protagonista della fiaba è: A. Rina. C. la vecchina. B. la mamma di Rina. D. la moglie del sindaco del paese. 9) Lo scopo di questa fiaba è: A. insegnare a cucinare con il pentolino. B. intrattenere, incantare.

C. spaventare chi legge. D. far ridere.

10) L ’aiutante magico della fiaba: A. è Rina. C. è la vecchina. B. non c’è. D. è la mamma di Rina. 11) I l luogo e il tempo della fiaba: A. sono indefiniti. B. non sono indicati.

C. sono precisi. D. sono indicati all’inizio della fiaba.

Come è andata? fantastici noi_letture3_72-83.indd 83

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IL TESTO NARRATIVO • L A L E G G E N D A

CHE COS’È

Qua ndo incontri un racconto fa nta s tico in cui: • i p er s ona g gi s ono re ali o imm a ginari o s opra n naturali; • i luo ghi s ono re ali o imm a ginari; • i l tempo d ei fatti è un tempo pa s s ato, talvolta epoc h e s toric h e, o un tempo ind eterminato; • l o s copo è raccontare p er s pi e gare l’ori gine di elem enti naturali e g eo grafici e gius tific are fatti s torici, us a n ze, c aratteris tic h e di a nim ali, pia nte… s tai le g g endo una LEGGE NDA.

L’ UCCELLO DEL TUONO E DELLA SAETTA Una volta, tanto tempo fa, due cacciatori risalirono un fiume sino a giungere a un lago situato molto in alto sui monti. Fu a un certo punto della notte che udirono improvvisamente un terribile fragore in direzione del lago. I due uomini scorsero dentro l’acqua un gigantesco uccello. Quando questi affiorò, i due cacciatori videro una saetta uscirgli dal becco. Esso spiegò le ali e un tuono impetuoso fece tremare la terra intorno. Si alzò nell’aria sprizzando lampi spaventosi seguiti da colpi di tuono, poi si lasciò lentamente ricadere nell’acqua. Brontolii di tuoni e di lampi uscirono dal suo becco sino a quando fu visibile solo il ribollire agitato delle acque. La gente del lago, testimone di questo spettacolo, temette per la vita degli uomini che si erano trovati così vicini ai fulmini e ai tuoni. Grande fu perciò la gioia quando videro che i due cacciatori erano illesi. Haida, Miti e leggende del Nordamerica, Demetra

Analizzo il testo

1 Individua:

n ell’inizio, l’argomento di cui parla la leggenda; nello svolgimento, l’elemento fantastico che giustifica l’origine dei fulmini e dei tuoni; n ella conclusione, i personaggi e la situazione reale.

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LA LEGGENDA

ECCO PERCHÉ IL CANGURO CAMMINA SU DUE ZAMPE! Quando Canguro arrivò in Australia a bordo di una canoa, le sue quattro zampe avevano tutte la stessa lunghezza. Un giorno Canguro stava riposando all’ombra di un albero quando udì uno strano rumore. Aprì gli occhi e vide Uomo, il cacciatore. Canguro, spaventato, fuggì, ma presto si accorse che le due gambe di Uomo erano più veloci delle sue quattro zampe, tanto che Uomo gli era sempre dietro. Al tramonto, Canguro e Uomo caddero a terra e si addormentarono. Quando Canguro si svegliò, si accorse di essere sdraiato vicino a Uomo. Per non far rumore si alzò sulle due zampe posteriori e sgattaiolò via. Canguro si accorse che camminare su due zampe lo rendeva più silenzioso e più veloce e che, poi, muoversi così era anche divertente. Da quel giorno Canguro decise di spostarsi sempre in quel modo: le sue zampe posteriori diventarono sempre più forti e muscolose e le sue zampe anteriori, che ora non gli servivano più, sempre più piccole.

Analizzo il testo I personaggi della leggenda sono: Uomo e un cacciatore. Uomo e Canguro. I fatti della leggenda si svolgono: nel futuro. nel presente. nel passato. Il luogo della leggenda è: l’America. l’Europa. l’Australia.

Leggenda australiana

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IL TESTO NARRATIVO

GRAZIE, MELO! Una volta tre ragazzi camminavano lungo una strada che passava in mezzo a grandi frutteti. A un certo punto incontrarono un vecchio che disse: – Ho una gran sete! Dove posso trovare una fontana? Uno dei ragazzi gli offrì una bella mela rossa. – Tieni, vecchio, ti toglierà sete e fame allo stesso tempo. Il vecchio la prese e la mangiò, benedicendoli per il loro buon cuore. Poi, quando ebbe finito, cominciò a benedire anche lo sconosciuto che aveva piantato l’albero e, dopo aver fatto un buco in terra con il suo bastone, seppellì il torsolo. I ragazzi lo guardarono meravigliati: perché mai si comportava così? Allora il vecchio li guardò, sorrise e spiegò: – Se qualcuno non avesse piantato l’albero su cui è cresciuta questa mela, io non avrei potuto mangiarla: per questo l’ho benedetto. E adesso pianto il torsolo perché possa nascere un altro albero che darà mele altrettanto succose per gli assetati che passeranno di qui. – E tu pensi di vivere abbastanza da veder crescere questo melo? – Certo che no – disse il vecchio. – Ma il mio nome sarà benedetto da tutti quelli che coglieranno i suoi frutti. F. Lazzarato, La mela meravigliosa (leggenda curda), Mondadori

Comprendo Perché il vecchio benedice lo sconosciuto che aveva piantato l’albero? ......................................................................................... .........................................................................................

Analizzo il testo Quali sono i personaggi di questa leggenda? .................................................................................................................. ..................................................................................................................

Chi è il protagonista? ..................................................................................................................

P erché seppellisce il torsolo della mela?

Che cosa insegna la leggenda?

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LA LEGGENDA

LA SPIGA DI GRANO Molto tempo fa, la spiga di grano aveva centinaia di chicchi che crescevano lungo lo stelo, dalla radice alla cima. Un giorno, passando davanti a un campo di grano, una donna strappò una manciata di spighe per ripulire il vestito del suo bambino, che si era sporcato di fango. In quel momento passava di là il dio della natura, che disse: – Voi sprecate il grano che vi ho regalato! D’ora in poi il suo stelo non porterà più chicchi. Gli uomini, allora, si misero a supplicarlo: se avesse fatto sparire tutti i chicchi, quanta gente sarebbe andata a letto a pancia vuota! E poi, doveva pensare anche ai polli, poverini, che non avevano fatto nulla di male e sarebbero morti di fame, senza colpa. Alla fine il dio, impietosito, ascoltò le preghiere degli uomini: prese uno stelo e lo sgranò fin quasi alla cima, dove rimase solo un ciuffetto di chicchi. Così nacque la spiga del grano come la conosciamo oggi. F. Lazzarato, Storie di foglie, di fiori, di frutti (leggenda della Germania), Mondadori

Analizzo il testo Colora la colonna laterale per evidenziare l’inizio, lo svolgimento e la conclusione. Qual è il luogo in cui si svolge la vicenda? ............................................................ ............................................................

Qual è il tempo della leggenda? ............................................................ ............................................................

Comprendo C he cosa vuole spiegare la leggenda? ............................................................ ............................................................ ............................................................ ............................................................

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I COLORI DEL LAGO

Molto tempo fa, in fondo al lago di Carezza, viveva una bellissima fata. Talvolta usciva dalle acque per cantare e pettinare i suoi lunghi capelli, ma appena sentiva un rumore si rituffava. Sulla montagna viveva un mago, che voleva rapirla per sposarla, perciò chiese consiglio a una strega, che gli disse: – Fabbrica un arcobaleno che unisca il lago alla cima della montagna. Vedrai che la fata, incuriosita, uscirà dalle acque. Vai da lei vestito da mercante e non ti riconoscerà. Il giorno dopo il mago fabbricò un arcobaleno di colori e di luce. La fata uscì per ammirarlo, ma il mago si era dimenticato di travestirsi e, appena le si avvicinò, la fata si immerse nel lago. Il mago, furioso, afferrò l’arcobaleno e lo fece a pezzi. I pezzi luminosi caddero nel lago e dettero alle acque i riflessi meravigliosi e i colori che tutti oggi possono ammirare. Rispondi

e completa indicando con una X.

1) Chi viveva nel lago? A. Una bellissima strega. B. Un bruttissimo mago.

C. Una bellissima fata. D. Un bellissimo principe.

2) Quale era il comportamento della fata? A. Usciva dalle acque, si specchiava sul lago, si pettinava. B. Usciva dalle acque, suonava l’arpa, chiacchierava. C. Usciva dalle acque, cantava, faceva una passeggiata tra i boschi. D. Usciva dalle acque, cantava, si pettinava.

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3) I fatti narrati in questa leggenda sono: A. accaduti realmente. C. fatti di fantasia. B. fatti di cronaca locale. D. fatti accaduti in un sogno. 4) I fatti narrati in questa leggenda sono avvenuti in un tempo: A. passato. C. ben riconoscibile. B. non precisato. D. indicato dalla data. 5) Le azioni che fanno i personaggi del testo sono: A. normali. C. straordinarie. B. impossibili. D. incontrollate. 6) Quali elementi reali della natura sono nominati nel testo? A. Lago di Carezza, le montagne che circondano il lago. B. Il ruscello di montagna che va verso valle. C. Le colline intorno al lago. D. Il fiume che entra nel lago e va verso il mare. 7) Di quale elemento naturale la leggenda spiega l’origine? A. Il colore dell’arcobaleno. B. Il colore delle acque del lago di Carezza. C. Il colore dei prati che circondano il lago di Carezza. D. Il colore delle montagne che si specchiano nel lago. Colora

i cerchiolini utilizzando i colori corrispondenti alle parti del racconto: inizio, svolgimento, conclusione.

Il mago si avvicina alla fata e lei si immerge nel lago. Una bellissima fata abita nelle acque del lago di Carezza. Il mago vuole rapire e sposare la bellissima fata. Un mago viveva sulla montagna. La fata, talvolta, esce dal lago per ammirare l’arcobaleno. Il lago di Carezza conserva nelle sue acque i colori dell’arcobaleno. La strega consiglia al mago di fabbricare l’arcobaleno. Il mago fa a pezzi l’arcobaleno. Come è andata? fantastici noi_letture3_84-99.indd 89

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IL TESTO NARRATIVO • I L M I T O

CHE COS’È Qua ndo incontri un racconto fa nta s tico in cui: • i p er s ona g gi s ono re ali o pos s i e dono poteri s opra n naturali (dèi o eroi); • i luo ghi s ono re ali o a gli ini zi d ella vi ta s ulla Ter ra; • il tempo d ei fatti è un tempo pa s s ato, q uello d elle ori gini d el mondo; • l o s copo è raccontare p er s pi e gare l’ori gine d ella Ter ra, d ell’Uomo e d elle cos e… s tai le g g endo un MITO.

IL FUOCO Era l’alba. La montagna di fuoco, nel cui interno c’era la fucina di Efesto, il dio del fuoco, appariva nitida e lampeggiante nelle prime luci del mattino. Prometeo si fermò sulle soglie della caverna. Vedeva i fuochi scintillare. Si accostò a uno di essi e con rapida mano rapì una scintilla del fuoco eterno e la nascose dentro al suo bastone. Dalla scintilla rubata Prometeo trasse mille e mille scintille che donò agli uomini, che via via si imbattevano in lui. E quegli esseri brutali, che fino ad allora avevano solo conosciuto gli odi e gli agguati, sollevarono improvvisamente gli occhi da terra e scoprirono il cielo. Videro il sole, le nubi, il sereno… Poi, nella notte, rimasero a lungo sulla soglia delle loro caverne a contemplare, meravigliati, le stelle. E il cuore degli uomini conobbe l’amore. Con stupore incominciarono a guardarsi gli uni e gli altri nel volto, e i loro occhi, le loro labbra si aprirono al sorriso. Quelli che prima erano stati orribili a vedersi, apparivano ora irradiati di una luce che li rendeva simili agli dèi. L. Aimonetto, Il filo di Arianna, Lattes

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IL TESTO NARRATIVO • I L M I T O

Analizzo il testo

1 Il mito è un testo: realistico.

fantastico.

2 Il protagonista di questo mito è: un uomo.

un dio.

3 Prima dell’inizio di questa storia: gli uomini erano come adesso. gli uomini erano brutali.

4 Secondo il mito, il fuoco proviene: da una scoperta degli uomini. dagli dèi. da un fenomeno naturale.

5 Dopo aver ricevuto il fuoco, gli uomini: lo usarono per cucinare. lo usarono per scaldarsi. divennero meno brutali.

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IL TESTO NARRATIVO

LA TERRA... Milioni di anni fa la Terra era brulla, piatta e popolata solo di giganti: enormi bestioni goffi e generosi. Vivevano molto a lungo, ma non potevano riprodursi, cosicché a un certo momento si sentirono tutti vicini alla morte. Si diedero allora appuntamento presso le Grandi Acque in una notte di luna piena e decisero di ringraziare la Terra che li aveva ospitati generosamente per tanti millenni, regalando a essa i loro corpi, in eredità. Fu così che i loro dentoni… divennero alte montagne, i loro occhi azzurri… laghi, le loro gole profonde… vulcani, le loro mani sinuose… colline. E i fiumi non sono altro che le loro lacrime, versate per il dispiacere di abbandonare l’amata Terra. C. Sironi, L’omino di cristallo, Campanotto

Analizzo il testo Il racconto è una storia: vera. di fantasia. Il racconto ha lo scopo di: raccontare la vera nascita della Terra. raccontare in maniera fantasiosa la nascita della Terra. Secondo questo mito: • le montagne erano ................................................................. • i laghi erano .................................................................................. • i vulcani erano ............................................................................. • le colline erano ........................................................................... • i fiumi erano ..................................................................................

Comprendo om’era la Terra milioni di anni C fa? ....................................................................... ...............................................................................

Chi la abitava?

.......................................

................................................................................

un certo momento, che cosa A accadde? ........................................................ ..............................................................................

Come decisero i giganti di ringraziare la Terra? ...................... ................................................................................ ................................................................................

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IL MITO

FRATELLO E SORELLA Nei tempi antichissimi non esisteva ancora il furto. Non c’erano ladri. Ma un giorno accadde che un fratello e una sorella rubarono una pelle secca di renna e una pietra focaia che appartenevano a dei loro compagni. Appena commisero il furto, i due ladri furono presi dalla paura di essere scoperti e pensarono di trasformarsi, per non essere riconosciuti. – Trasformiamoci in lupi o in altri animali – disse la sorella. – Potrebbero prenderci e anche ucciderci – disse il fratello. – È meglio che ci trasformiamo in Tuono e in Fulmine e ci nascondiamo tra le nuvole. I due ladri si trasformarono subito nel Tuono e nel Fulmine, e salirono in cielo con le cose che avevano rubato. Quando tuona e fulmina, ciò avviene perché il fratello agita la pelle secca di renna mentre la sorella fa scaturire scintille dalla pietra focaia. R. Petazzoni, Miti e leggende (leggenda eschimese), UTET

Analizzo il testo I popoli antichi non riuscivano a capire l’origine del tuono e del fulmine, allora hanno pensato a una storia: reale. fantastica. umoristica. Comprendo Che cosa rubarono il fratello e la sorella del racconto? ......................... ............................................................. .............................................................

Perché pensarono di trasformarsi? .................... ............................................................. .............................................................

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ARRIVANO GLI ANIMALI

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Molti molti anni fa, Napi era l’aiutante del Sole. Mentre il Sole riscaldava la Terra, Napi aggiustava tutto. Un giorno Napi vide un blocco di argilla e cominciò a modellarla. Uno dopo l’altro, fece tutti gli animali e li distribuì qua e là per il mondo. Napi era molto soddisfatto: – Ora non mi resta che trovare un nome per ogni animale e trasmettergli la vita. A uno a uno gli animali presero vita e incominciarono a gironzolare per la Terra. In un angolino era rimasto un pezzetto di argilla, così Napi fece un’altra statuetta e la posò sulla Terra: – Tu ti chiamerai… uomo! – e ci soffiò sopra per trasmettergli la vita. Napi tornò al suo lavoro. Dopo qualche giorno arrivò da lui il bisonte, che disse: – Non riesco a vivere sulla montagna dove mi hai messo: spostami da un’altra parte, per favore. Napi guardò il bisonte e rispose: – Sei troppo grosso per vivere sulla montagna. Ti metterò in pianura. Dopo un po’ arrivò la tigre: – Che cosa ci faccio io vicino al mare? Spostami da un’altra parte, per favore. Napi guardò la tigre e capì che anche lei aveva ragione. Uno dopo l’altro gli animali andarono da Napi, che trovò a tutti un nuovo posto in cui vivere. Questa volta furono tutti soddisfatti… Beh, proprio tutti veramente no: nonostante la sua buona volontà, Napi non riuscì a trovare un posto che andasse bene per l’uomo. Ecco perché ancora oggi gli uomini, incontentabili, vanno dappertutto. E. Giacone, Miti e leggende, Gaia

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Completa indicando con una X.

1) Molti e molti anni fa Napi era (riga 1): A. l’aiutante della Luna. C. l’aiutante di un pastore. B. l’aiutante del Sole. D. l’aiutante di tutti i Pianeti. 2) Napi aveva il compito di (da riga 2): A. aggiustare tutto. C. aiutare il Sole a splendere. B. aggiustare gli attrezzi. D. aiutare gli animali della Terra. 3) Napi con l’argilla modellò (righe 3-5): A. le piante. C. gli animali. B. i pianeti. D. le stelle. 4) Napi modellò l’uomo (righe 10-12): A. per primo. C. non fu Napi a modellare l’uomo. B. insieme agli animali. D. per ultimo. 5) Gli animali andavano da Napi (righe 15-22): A. per ringraziarlo del luogo assegnato. B. per farsi cambiare di posto sulla Terra. C. per pregare insieme a Napi. D. per lamentarsi della mancanza di cibo. 6) Alla fine (righe 27-30): A. solo gli uomini non trovarono un posto adatto. B. alcuni animali non trovarono un posto adatto. C. tutti, animali e uomo trovarono il loro posto. D. Napi perse il suo posto. 7) Questo mito vuole spiegare: A. l’esistenza di un aiutante del Sole. B. l’origine degli animali. C. l’origine delle piante. D. la presenza dell’uomo in tutti gli ambienti della Terra.

Come è andata? fantastici noi_letture3_84-99.indd 95

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Laboratorio di lettura

Le g g ere ad alta voc e una s toria v uol dire a nc h e dare voc e a p er s ona g gi diver s i.

Mi piac e le g g ere i tes ti c h e pos s ono es s ere reci tati!

LE SIGNORE DELLA PIOGGIA

ASCOLTA LA STORIA.

Quando nacque il mondo, la pioggia non esisteva. Sulla Terra non c’era nemmeno una goccia d’acqua e gli animali erano molto preoccupati: – Dobbiamo fare qualcosa per convincere l’acqua a scendere nel nostro mondo. Per primo provarono gli elefanti, con i loro barriti: – Acqua, scendiii… scendiii… Nulla da fare: dal Cielo non scese neppure una goccia d’acqua. Poi provarono gli ippopotami, con la loro voce potente: – Acqua che sei su, vieni giù, tanta, tanta, di più, di più! Ancora nulla. Toccò allora ai leoni, con i loro alti ruggiti: – Scendi, acqua, peRRRfavoRRRe! Ma dal Cielo scese solo l’eco dei loro ruggiti. Uno dopo l’altro, tutti gli animali provarono a convincere l’acqua a scendere sulla Terra: ci provarono le giraffe e i fenicotteri, i leopardi e le zebre, i conigli e le antilopi… Per ultime toccò alle rane, che si misero a gracidare tutte insieme: – Cra, cra, cra, cra, cra… Il loro verso era talmente assordante e sgradevole che il Cielo si stancò ben presto di ascoltare e si coprì di nubi… un po’ come noi ci tappiamo le orecchie per non sentire ciò che ci dà fastidio.

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Laboratorio di lettura

Oltre ai p er s ona g gi, le g g endo ad alta voc e, dobbia mo ricordarci d el nar ratore.

S e in una s toria c’è il dis cor s o diretto dobbia mo ris p ettare la p unte g giatura.

Non servì a nulla: il gracidare delle rane passava attraverso le nubi! Il Cielo allora pensò di affogarle per farle smettere e mandò sulla Terra tanta di quell’acqua, sotto forma di pioggia, che i piccoli animali verdi tacquero, finalmente contenti. Da allora le rane si credono signore della pioggia. Dai loro stagni continuano a gracidare per chiedere al Cielo che non smetta di far scendere sulla Terra l’acqua, così preziosa per tutti. E. Giacone, Miti e leggende, Gaia

LEGGI

COSì

Leggi ad alta voce il racconto fantastico, insieme ai tuoi compagni. A turno: uno fa il “narratore”; uno fa l’elefante; uno fa il leone; uno fa la rana. Cercate di dare espressività e voci diverse a ogni personaggio.

OBIETTIVO Leggere testi narrativi fantastici, migliorando la lettura strumentale ad alta voce. Leggere rispettando la punteggiatura.

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SCOPRO IL TESTO... CON LA MAPPA

LA LEGGENDA E IL MITO Che cos’è?

Leggenda La leggenda è un racconto, con origini molto antiche, che spiega, in modo fantastico, l’origine delle piante, degli animali, degli elementi naturali, o le loro caratteristiche…

Mito

Il mito è un racconto fantastico molto antico che spiega l’origine del mondo, degli uomini, dei fenomeni naturali, dell’Universo… attraverso imprese di dèi ed eroi. Gli antichi spiegavano, attraverso i miti, ciò che non riuscivano a spiegare con la scienza. Chi sono i personaggi?

I personaggi possono essere reali, immaginari o soprannaturali.

I personaggi possono essere divinità o eroi che compiono imprese straordinarie, incredibili.

Dove avvengono i fatti? (luogo) I luoghi possono essere reali o immaginari.

I luoghi sono l’Universo, la Terra o il luogo geografico che ha dato origine al mito.

Quando avvengono i fatti? (tempo) I fatti avvengono in un tempo passato molto lontano.

Come sono fatti?

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I fatti avvengono in un tempo passato, il tempo delle origini del mondo.

La leggenda e il mito, di solito, sono divisi in tre parti: • inizio, in cui si presenta l’elemento o il fenomeno di cui si parla così com’era alle origini del mondo; • svolgimento, in cui accadono fatti straordinari che spiegano come si è modificato l’elemento o il fenomeno. • conclusione, in cui l’elemento o il fenomeno appare così com’è oggi. 11/02/19 14:52


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P I TO

LA FIABA SBAGLIATA

Obiettivi: create per la vostra classe un cartellone con rappresentata una fiaba “sbagliata”. In classe avete letto tante fiabe, avete scoperto la loro struttura, i protagonisti, gli antagonisti, i mezzi magici… Ora tocca a voi! Potete scrivere una storia che conoscete con un titolo in parte diverso oppure con un elemento cambiato, modificato.

Organizzazione: lavoro da fare divisi in tre gruppi. Sbagliando... si crea!

Personaggi intrusi

Pensate a una fiaba che conoscete, ma con il titolo in parte sbagliato.

Pensate a una fiaba che conoscete, ma in cui si inserisca un elemento intruso che la sconvolge.

• Biancaneve e i sette vampiri... • Il panda con gli stivali... • La principessa e lo spazzacamino...

• Cappuccetto Rosso • la nonna • il lupo • un drone; • Cenerentola • le sorellastre • il titolare di un calzaturificio; • Biancaneve • i nani • il principe • un videogioco...

I contrari... creativi! Pensate a una fiaba conosciuta, ma nella quale i ruoli dei personaggi principali si rovesciano. • Cappuccetto Rosso deve attraversare il quartiere cittadino e ha a disposizione un navigatore... • I nani fanno la spia alla matrigna di Biancaneve... • Hänsel e Grëtel soccorrono e assistono la vecchietta nel bosco e usano il suo forno per diventare apprezzati panettieri... Ecco come procedere: • un gruppo disegnerà i diversi luoghi in cui si svolge la storia; • un gruppo disegnerà i personaggi e il protagonista nelle varie situazioni; • un gruppo monterà tutto il materiale scrivendo, tra una situazione e l’altra, le parole del tempo, spiegazioni e precisazioni!

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IL TESTO DESCRITTIVO

CHE COS’È

Qua ndo di un tes to l’au tore s c rive ciò c h e “ve d e” e p erm ette al lettore di “ve d ere” ciò c h e le g g e, allora il tes to è una d es c ri zione. La d es c ri zione c re a con le parole “l’imm a gine m entale” di a mbi enti inter ni, es ter ni, di par ticolari di pa es a g gi e di o g g etti.

Qua ndo vo glia mo pro d ur re un TESTO D ESC RIT TIVO è impor ta nte os s ervare la re altà e s c e gli ere le parole c h e d efinis cono nel mo do più precis o ciò c h e ve dia mo.

Qua ndo s c rivia mo una d es c ri zione dobbia mo racco gli ere e or ga ni z zare le os s erva zioni u tili z za ndo un c a nale s ens oriale. Quindi, s c e gli eremo f ra dati vis ivi, udi tivi, olfattivi, tattili e gus tativi. Qua ndo le g gia mo una d es c ri zione è impor ta nte individ uare il c a nale s ens oriale u tili z zato dall’au tore.

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IL TESTO DESCRITTIVO

UNA DESCRIZIONE: SISSI La gattina Sissi ha pochi mesi, il suo pelo è lungo, ha tre tonalità: grigio chiaro, color cipria, bianco. Al tatto è molto soffice. Gioca sempre: rincorre una pallina che trilla a ogni movimento. Allunga le zampine verso il tavolo se percepisce il profumo inconfondibile del formaggio grana. Ora salta sulla poltrona e ingaggia una lotta furiosa con una borsa di plastica. Sissi è vivace, ma non combina guai, anzi tiene compagnia.

Analizzo il testo

1 Che cosa descrive il testo?

Il comportamento della gattina Sissi.

2 Come ha il pelo la gattina?

Lungo. Grigio chiaro, color cipria, bianco. Soffice.

3 C on quali dati sensoriali si descrive il pelo? Con i dati visivi e tattili.

4 Quale è il comportamento della

gattina? Cerca i suoi movimenti. Gioca, rincorre, allunga le zampine, salta, ingaggia una lotta.

5 Quali dati in prevalenza usa

l’autore per descrivere il comportamento della gatta? I dati di movimento.

6 Che indole ha la gatta?

È vivace, giocherellona, simpatica.

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IL TESTO DESCRITTIVO

I CRITERI DESCRITTIVI Nella descrizione l’autore sceglie dei criteri per ordinare gli elementi raccolti nella fase dell’osservazione, perciò la descrizione segue un ordine, una linea descrittiva. La linea descrittiva può seguire il criterio logico, spaziale o temporale.

CRITERIO LOGICO

• dal particolare al generale • dal generale al particolare

CRITERIO SPAZIALE

• dall’esterno all’interno o dall’interno all’esterno • dal basso all’alto o dall’alto al basso • da destra a sinistra o da sinistra a destra

CRITERIO TEMPORALE

• l’autore descrive un fenomeno, un oggetto in un dato momento e segue i cambiamenti che avvengono nel tempo

CRITERIO LOGICO: dal particolare al generale IN COLLINA Ciuffi d’erba di un verde intenso erano ai piedi di una grande, possente quercia che con le sue fronde costituiva l’unica chiazza d’ombra della collina. A destra e a sinistra altre colline arse da un sole che, a quell’ora, era quasi al centro del cielo, di un azzurro sgombro di nuvole. Analizzo il testo Che cosa descrive il testo? U na collina. Una quercia. Quali dati usa l’autore? Olfattivi. Visivi. Quale criterio descrittivo sceglie l’autore? Logico. Temporale.

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IL TESTO DESCRITTIVO

CRITERIO LOGICO: dal generale al particolare L’EDIFICIO SCOLASTICO La scuola sorgeva davanti a un cortile ombroso e silenzioso. Il portone centrale dominava la facciata; accanto, a destra e a sinistra, una serie di finestre chiuse; sopra, un terrazzo proteggeva il portone. Il terrazzo aveva una ringhiera in ferro battuto.

Analizzo il testo Che cosa descrive il testo? La scuola. Il cortile. Q uali dati usa l’autore? Tattili. Visivi. Quale criterio descrittivo sceglie l’autore? Spaziale. Logico.

CRITERIO SPAZIALE: dall’esterno all’interno IL BAR Andrea e Lina guardavano la facciata del bar: era di un color rosa fucsia con un’insegna a luce intermittente che funzionava anche di giorno. Infilarono le porte girevoli. Si trovarono in un ambiente ampio, arredato con stile rustico, pervaso da uno stuzzicante profumo di patatine fritte; il bancone occupava il fondo della stanza. Analizzo il testo Che cosa descrive il testo? ............................................................................................................................ Quali dati usa l’autore? .................................................................................................................................... Quale criterio descrittivo sceglie l’autore? ........................................................................................ Quale frase segnala il passaggio dall’esterno all’interno? ................................................. .................................................................................................................................................................................................

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IL TESTO DESCRITTIVO

CRITERIO TEMPORALE SUONA LA CAMPANELLA Alle 8.25 i corridoi della scuola sono vivi: c’è chi appoggia con un tonfo lo zainetto, chi scambia le figurine commentando a voce alta il valore dei calciatori, chi si slaccia il giubbotto che, regolarmente, prima di essere appeso, ruzzola in terra frusciando, chi brontola, chi bisbiglia un segreto a un compagno. Le voci, i rumori si spengono al suono della campanella. I corridoi sono deserti e silenziosi, le voci arrivano ovattate, solo qualche bambino rompe la pace sbattendo la porta dell’aula.

UNA VECCHIA CASA Quando restavo solo, mi piaceva esplorare la vecchia casa di campagna, pur con un po’ di batticuore. Salivo e scendevo le scale, attraversavo gli stanzoni semivuoti, i ripostigli, ogni spazio. Arrivavo di corsa sulla terrazza e stavo lì un attimo a guardare il selciato del cortile. Sentivo gli scricchiolii continui dei mobili, il rodere aguzzo dei tarli. A volte mi arrivava anche lo stridio sommesso di una famiglia di topolini, annidati sotto il pavimento della soffitta; qualche volta coglievo pure il canto ritmato delle civette. Quello per me era il re di tutti i suoni esistenti ed era quello che preferivo. C. Sgorlon, Il trono di legno, Mondadori

Analizzo il testo

Analizzo il testo Che cosa descrive il testo? ........................................... ................................................................

Quali dati usa l’autore? ................................................................ ................................................................

Quale criterio descrittivo segue la descrizione? ................................................................ ................................................................

Comprendo Che cosa vedeva l’autore dalla terrazza? ............................................................. .............................................................

Q ual era il suono preferito dall’autore?

Quali dati usa l’autore per descrivere la casa?

.............................................................

......................................................................................................................................

.............................................................

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IL TESTO DESCRITTIVO

PARLO, MA CON CHI? È un oggetto, non è una persona vivente, eppure parlano moltissimo con lui. Quando l’oggetto si annoia diventa impaziente e comincia a chiamarli. Drin… Drin… dice, allora la mamma o il papà corrono da lui e lo calmano parlando. Mia mamma è la più brava a parlargli. Quando gli parla di me a volte dura delle ore. Qualche volta provo anch’io a parlargli, ma credo che non capisca molto bene. Io dico: – Ah-bludr-ah-blud – e lui mi risponde: – Du-du-du. Non è quello che definirei una bella chiacchierata. Ma quando io faccio i numeri come fanno la mamma o il papà, accade che l’oggetto dica qualcosa veramente, allora attacco a parlare anch’io: – Boo-boo-oh-di-jah-ba-ah-the-the-the-go-go! Ho già detto un mucchio di cose, quando l’oggetto mi chiede con chi voglio parlare. Voglio parlare proprio con lui, con questo oggetto! Non mi sembra difficile da capire! W. Breinholst, Ciao mamma, ciao papà, ciao tutti, Mondadori

Comprendo Di quale oggetto si parla? ..................................................................................

Scrivo Analizzo il testo Da che punto di vista è descritto l’oggetto? Dal punto di vista di un bambino. Dal punto di vista di un adulto.

Prova tu a descrivere un oggetto comune (sveglia, aspirapolvere, frullatore…) dal punto di vista di un bambino piccolo.

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IL TESTO DESCRITTIVO

RITRATTI ia zia era una donna esile, delicata. Aveva quarant’anni 1 M e un viso ovale, sottile; il corpo snello, giovanile. Calzava graziose scarpe blu. Ma aveva l’aspetto fragile di chi abbia combattuto per tutta la vita contro una malferma salute.

LEGGO LE IMMAGINI

Leggi le descrizioni e scrivi il numero giusto accanto a ogni ritratto.

A. Cronin, E le stelle stanno a guardare, Bompiani

2 Alto, magro, brizzolato, elegante come sempre, con gli occhi scintillanti di una luce frenetica attraverso le lenti cerchiate di vera tartaruga. M. Soldati, 44 novelle per l’estate, Mondadori

3 Nell’ingresso stava seduto un uomo gigantesco, pesante, grosso, sudato; con un collo corto e robusto, una camicia aperta e un grigio abito trasandato, la pelle della testa color cuoio, enormi mascelle, una bocca piena di denti, occhi sottili, sfuggenti, dietro le spesse lenti di un paio di occhiali di ferro. A. Cronin, E le stelle stanno a guardare, Bompiani

4 Il direttore si chiama signor Stanislao ed è un uomo secco secco e lungo lungo, con due gran baffoni scuri che quando s’arrabbia gli treman tutti, con una zazzera di capelli neri che gli vengon in avanti appiccicati alle tempie e che gli danno l’aria di un grand’uomo, ma dei tempi passati. Vamba, Il giornalino di Gian Burrasca, Mondadori

Scrivo Descrivi fisicamente, con pochi tratti, una persona che conosci bene. Segui la traccia suggerita dai testi che hai letto: • aspetto generale; • elementi del viso che sono caratterizzanti.

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IL TESTO DESCRITTIVO

FIONA Fiona si trovava in cucina a sbucciare patate. Era una donna molto bella, molto bionda, leggermente al di sotto della statura media, ma con un viso piuttosto duro e severo. Indossava un vestito di cotone grigio, la cui gonna sfiorava il pavimento ed era protetta sul davanti da un enorme grembiule bianco inamidato che le passava attorno al collo ed era fermato dietro la vita da un nodo rigido, perfetto. Dal momento del risveglio a quello in cui si coricava, trascorreva la propria giornata in cucina e nell’orto dietro casa e i suoi robusti stivaletti neri percorrevano un itinerario circolare: dalla cucina economica al lavatoio all’orto alle corde del bucato, per poi tornare alla cucina economica. C. Mc Cullough, Uccelli di rovo, Bompiani

Analizzo il testo Sottolinea nel modo indicato: l’aspetto fisico l’abbigliamento il comportamento

Scrivo D escrivi una persona che conosci utilizzando il percorso del testo che hai letto: • descrizione generale della persona (statura, colore dei capelli, tratti che caratterizzano il viso); • abbigliamento preferito dalla persona descritta; • c omportamento e abitudini.

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IL TESTO DESCRITTIVO

PLATERO Platero è un asinello piccolo, peloso, dolce, tanto soffice che si direbbe di ovatta e senza ossa. È tenero e delicato. Solo il riflesso dei suoi occhi è duro come frammenti di cristallo nero. È fatto di acciaio, ma ha anche l’argento che gli ha dato la luna. È anche asciutto e forte come una pietra. Lo lascio sciolto e va per il prato e accarezza con il muso tiepido, toccandoli appena, i piccoli fiori rosa, celesti, gialli… Viene a me rullando, quasi sorridente. Mangia tutto quello che gli do: gli piacciono molto le arance, i mandarini, l’uva e i fichi. J.R. Jimenez, Platero e io, Nuova Accademia

Comprendo Chi è Platero? .......................................................................... Sottolinea di rosso le frasi in cui è descritto. Quali paragoni (similitudini) ci sono nella descrizione? Sottolineali. Che cosa fa Platero nel prato? ..............................................................................................................

Che cosa mangia? .............................................................................................................. ..............................................................................................................

Scrivo Descrivi un animale, seguendo la seguente traccia: • aspetto (grandezza, colore, occhi…); • c omportamento; • vissuto (devi far capire la tenerezza o l’amicizia o la bellezza o la docilità…).

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IL TESTO DESCRITTIVO

NEBBIA Invasa dalla nebbia, la piazza gli si aprì a un tratto innanzi, con la facciata della chiesa da un lato, al centro la fontanella assediata dalle donne parlottanti e piccole bottegucce tutte intorno, dalle quali uscivano deboli luci e odore di caldarroste e di castagnaccio. Si udivano suoni lievi e diversi: un’incudine battuta senza forza, un pianto sommesso di bambino, una buona notte e un arrivederci scambiati fra due uomini in fondo a un portico invisibile… G. Bassani, Cinque storie ferraresi, Einaudi A nc h e s e non s ei

SCRIVO E DISEGNO

Disegna la piazza. Attenzione: colloca gli elementi nella giusta posizione!

s tato in q ues ta pia z za, p uoi rius cire a pos i zionare cor retta m ente gli elem enti: infatti, gli indic atori s pa ziali nominati for nis cono inform a zioni precis e.

Analizzo il testo S ottolinea di rosso gli indicatori spaziali e di verde gli elementi della piazza nominati.

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IL TESTO DESCRITTIVO

FRATELLI Asserì di chiamarsi Andrea e di avere dodici anni. Ma sua sorella Maria disse che ne aveva otto e che lei ne aveva undici. Andrea aveva i capelli diritti e di un colore giallo cupo. Aveva un volto piccolo e sottile, con due occhi verdi e ansiosi, dallo sguardo saggio. Era piccolo, minuto, pieno di forza e vestiva sempre alla stessa maniera: maglia rossa, pantaloni azzurri e un paio di scarpe da uomo che facevano clop clop a ogni passo. Maria era una ragazzina semplice, dall’aria triste. Era molto più alta e più vecchia d’aspetto del fratello. Aveva i capelli tagliati corti, color della stoppa, e un viso piccolo e pallido. C’era qualcosa che non andava nella sua dentatura, e lei cercava di nascondere tale difetto tenendo le labbra serrate come una vecchia signora. Portava un vestito di cotone che non le copriva neppure le ginocchia ossute. T. Capote, Un Natale ed altri racconti, Garzanti

Analizzo il testo All’inizio, con quali elementi vengono descritti i due fratelli? Statura e provenienza. Nome ed età. Successivamente, quali particolari sceglie l’autore per descrivere il ragazzino? Capelli, volto, sguardo, fisico, abbigliamento. Portamento, carattere, episodi per dimostrare il carattere. Quali particolari sceglie per descrivere la ragazza? Età, aspetto generale, capelli, viso, abbigliamento. Andatura, carattere, provenienza.

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IL TESTO DESCRITTIVO

I CAPELLI Nella nostra famiglia ognuno ha capelli diversi. Quelli di mio papà Luigi sono come una scopa: stanno tutti diritti in aria. Quelli miei, cioè di Sandra, sono ribelli, non obbediscono mai a fermagli e nastri. I capelli di Carlo sono spessi e dritti, non ha bisogno di pettinarli. I capelli di Nenni sono lisci, ti scivolano dalla mano, e Kiki, che è il più piccolo, ha i capelli morbidi come una pelliccia. Ma i capelli di mia mamma Maria sono come roselline, come caramelle rotonde, tutti riccioluti e carini. Quando mi tiene in braccio, io infilo il naso nei suoi capelli e sento un buon profumo! È l’odore del pane, l’odore che sento quando mi fa posto nel suo letto e dormo vicino a lei, fuori piove e papà russa. La pioggia, il russare e i capelli della mamma che profumano come il pane… è bello e io mi addormento. S. Cisneros, La casa di Mango Street, Adelphi

Comprendo Da quante persone è composta la famiglia? .............................................................................................................

In quale situazione si addormenta Sandra? • Sentendo ................................................................................ • Odorando .............................................................................. Che cosa si descrive dei capelli? Il colore, la pettinatura, la lunghezza. La forma, la consistenza, il tipo.

Analizzo il testo Quali paragoni sono presenti nel testo? Trovali e sottolineali.

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IL TESTO DESCRITTIVO

DARIO Il maggiore dei miei fratelli si chiamava Dario. Dario era lungo e magro: gli abiti gli scappavano subito di dosso. Dario aveva gli occhi verdi e rotondi, con le ciglia lunghe e diritte e due dentoni sporgenti da farlo sembrare un coniglietto. Era intelligente e a scuola sarebbe stato molto bravo se non fosse stato per l’ortografia: faceva degli erroracci da sbalordire la maestra. Era distratto e aveva sempre la testa fra le nuvole. Il giorno che la mamma lo mandò a comperare un pezzo di sapone da bucato, tornò dopo un’ora senza sapone, tenendo per la coda una lucertola viva. – Guarda, mamma, che meraviglia! Oltre alla caccia… amava la pesca. Al mare se ne stava a riva con i piedi nell’acqua, immobile, con una fiocina fatta con un bastone e una forchetta; aspettava paziente un pesciolino, che prendeva raramente. B. Fo Garambois, Io da grande sposo un partigiano, Einaudi

Racconto Anche tu, a volte, hai la testa fra le nuvole? Quando? Racconta ai tuoi compagni. Comprendo Quale aspetto aveva Dario? ........................................................................ ......................................................................

Quali elementi del viso vengono descritti? ................................................................... ........................................................................ ......................................................................

C ome si comportava? • A scuola ........................................... ................................................................... ...................................................................

• A casa ................................................ ................................................................... ...................................................................

• In vacanza ...................................... ................................................................... ................................................................... ...................................................................

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IL TESTO DESCRITTIVO

RUMORE E SILENZIO Intorno cresceva l’antichissimo Bosco Vecchio, carico di una misteriosa vita. Il silenzio a poco a poco si riempì di rumori sottili. Stormire di foglie. Cigolio di rami piegati dal vento. Fruscio di foglie secche sul suolo. Rumore di rami secchi, foglie e pigne che cadevano a terra. Una voce remotissima di acque correnti. Rumore di scoiattoli, faine, volpi o lepri che attraversavano la foresta. Ticchettio di insetti che urtavano o camminavano sui tronchi. A lunghi intervalli, il ronzio di una grossa zanzara. Il fruscio forse di una biscia notturna. Il grido di una civetta. Il dolce canto dei grilli. Urla e lamenti lontani di un animale sconosciuto, forse assalito da gufi o lupi. Squittii del tutto misteriosi. Ma per due o tre volte ci fu anche il vero silenzio, il solenne silenzio degli antichi boschi. D. Buzzati, Il segreto del Bosco Vecchio, Mondadori

Comprendo Quale atmosfera creano i rumori descritti nel testo? ........................................................................................................................

Qual è la fonte da cui provengono i rumori? ........................................................................................................................

Scrivo Descrivi sul quaderno i rumori dell’ambiente in cui vivi (mare, montagna, collina, città…). Usa i dati uditivi.

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IL TESTO DESCRITTIVO

MOMENTI E LUOGHI INCANTATI TRAMONTO Erano tramonti lentissimi, pieni di tutti i colori più meravigliosi: il rosso del fuoco passava all’arancione, al giallo e a uno strano verde marino pieno d’incanto, poi al viola dei fiori, chiaro chiaro come le prime violette di primavera, e poi sempre più cupo e notturno.

Analizzo il testo Quali dati usa l’autore per descrivere il tramonto? ..................................................................... ...................................................................

C. Levi, Cristo si è fermato a Eboli, Einaudi

Analizzo il testo

UNA STANZA AL MARE La stanza era grande, bianchissima, con soffitto a volta, lenzuola, copriletto, coperte, tutto bianco. Il pavimento era di mattonelle azzurre e su quell’azzurro freddo e lucente, in terrazza, c’erano un tavolo bianco e due sedie di vimini dipinte di bianco. La terrazza guardava il mare. Sul mare blu, si vedeva un grande panfilo blu, fermo e ondulante, e dietro il panfilo un motoscafo bianco in corsa. G. Parise, I sillabari, Rizzoli

Qual è il colore dominante nella descrizione della stanza? Quale altra gradazione di colore è presente nel testo? Quale frase indica il passaggio dalla descrizione di un interno alla descrizione dell’esterno? Sottolineala nel testo. Scrivo Descrivi la stanza in cui passi più tempo. Elenca pochi elementi e scegli il colore dominante.

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IL TESTO DESCRITTIVO

ATMOSFERE

LA CUPOLA DEL CIELO Sopra la mia finestra il cielo è una cupola nera. Le stelle sono sparpagliate un po’ dappertutto e stanno miracolosamente su senza fili, senza colla, senza motori. Sembrano dipinte con la vernice fosforescente e un piccolissimo pennello a punta. La cupola del cielo deve essere così grande che ci sta dentro tutto il mondo. Infatti se vado al di là della siepe ancora non la vedo finire. È il simbolo della notte. P. Gavazzi, Quanto è lontano il cielo?, Emme

Comprendo Qual è l’atmosfera che la descrizione suscita? ................................................................................................................... ...................................................................................................................

Dove si trovano le stelle? ................................................................................................................... ...................................................................................................................

Che cosa sembrano le stelle? ................................................................................................................... ...................................................................................................................

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IL TESTO DESCRITTIVO

UN DONO VIVO Barone, il cane che ebbi in dono, era un cane da pastore, ma di razza non comune. Era di media grandezza, tutto bianco con una macchia nera sulla punta delle orecchie, che aveva lunghissime e pendenti ai lati del muso. Il muso era molto bello; spaventoso quando mostrava i denti, ma con due occhi rotondi e umani, color nocciola, con i quali mi seguiva senza voltare il capo. Il pelo era lungo quasi fino a terra, ricciuto, morbido e lucente come seta; la coda, arcuata e svolazzante, era grossa come quella di una volpe. Più che camminare, saltava a balzi, con un ondeggiare delle orecchie e del pelo. Inseguiva le farfalle e gli uccelli, spaventava le capre, lottava con i cani e con i gatti, correva da solo per i campi, guardando le nuvole, sempre pronto, scattante, in un continuo gioco. C. Levi, Cristo si è fermato a Eboli, Einaudi

Scopro il testo Colora le parentesi vicino al testo nel modo indicato: l’introduzione; la descrizione dell’aspetto fisico di Barone; i movimenti, le azioni che compie. Scrivo Descrivi un animale seguendo la struttura del testo che hai letto e utilizzando dati visivi e di movimento.

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IL TESTO DESCRITTIVO

ULISSE, IL GUFO Quando lo trovai, era un piccolo gufo, ancora avvolto nella peluria di neonato. Lo portai a casa e lo misi in un cestino nel mio studio e lo chiamai Ulisse. Benché fosse così piccolo, non aveva paura di nessuno e aggrediva tutto e tutti. Quando diventò più grande, perse la peluria e mise un bel piumaggio cenere, rosso-ruggine e nero. Trascorreva quasi tutto il giorno dormendo e faceva solo qualche voletto tra il tavolo e la maniglia della porta. Al tramonto si svegliava e volava sul davanzale della finestra. Mi fissava con i suoi occhi color miele ed emetteva un “chiu”; era il segnale che voleva le persiane aperte. Appena le spalancavo, volava via tra gli ulivi.

LEGGO E DISEGNO

Disegna l’aspetto del gufo Ulisse diventato grande.

G. Durrell, La mia famiglia e altri animali, Adelphi

Comprendo Come trascorreva il giorno il gufo Ulisse? ............................................................................................................. .............................................................................................................

In che momento della giornata si svegliava? .............................................................................................................

Che cosa voleva? Dove andava? ............................................................................................................. .............................................................................................................

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crittura Labora s i d torio

SCRIVERE UN TESTO DESCRITTIVO Il testo qui di seguito narra un’esperienza vissuta da Lara. Al racconto mancano delle sequenze descrittive che lo renderebbero più completo e bello. Segui le indicazioni e inserisci le descrizioni nel punto giusto del racconto. Poi riscrivi il testo sul quaderno, arricchito dalle tue descrizioni.

LARA AL PARCO UNA BELLA GIORNATA

descrivi il sole, l’aria, il cielo...

LARA

descrivi brevemente Lara.

ZIA GIUSI

escrivi la zia Giusi d in maniera dettagliata.

LA VASCA DEI PESCI

descrivi la forma, il colore l’ampiezza...

GUIZZANO PESCI ROSSI E GRIGI DI TUTTE LE DIMENSIONI

descrivi la “vivacità” dei pesci con i dati di movimento, descrivi i pesci con i dati visivi.

Lara porta loro delle molliche di pane e quando le lancia.... Finito di mangiare, i pesci tornano a guizzare tranquilli.

QUANDO LANCIA LE MOLLICHE

descrivi cosa fanno i pesci, usando i dati di movimento.

Lara, al ritorno a casa, sente...

AL RITORNO A CASA, SENTE

descrivi lo stato d’animo di Lara.

È una bella giornata e Lara va ai giardinetti vicino a casa accompagnata dalla zia Giusi.

Ciò che più le piace è la vasca dei pesci al centro dei giardinetti. Dentro guizzano pesci rossi e grigi di tutte le dimensioni.

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SCOPRO IL TESTO... CON LA MAPPA

IL TESTO DESCRITTIVO Che cos’è?

Che cosa descrive?

Il testo descrittivo racconta con le parole com’è una persona, un animale, una cosa o un ambiente. Ha lo scopo di arricchire la narrazione, aiutando così il lettore a immaginare ciò di cui si parla. • • • •

Persone (aspetto fisico, carattere e comportamento); animali (aspetto fisico e comportamento); cose (aspetto delle cose); ambienti (come sono strutturati).

La descrizione può essere oggettiva, cioè gli elementi della descrizione sono presentati così come appaiono, senza riflessioni personali o stati d’animo.

In che modo?

Quale linguaggio usa?

La descrizione è, invece, soggettiva, quando l’autore esprime sentimenti e riflessioni su ciò che descrive. Per descrivere si può seguire un criterio: • l ogico (dal particolare al generale; dal generale al particolare); • s paziale (dall’esterno all’interno; dall’interno all’esterno…); • temporale (cambiamenti che avvengono nel tempo). Per descrivere si usano i dati sensoriali: • visivi (colore, forma, posizione, movimento); • uditivi (suoni, rumori); • tattili (tutti quelli percepiti attraverso il tatto); • gustativi (sapore); • olfattivi (odori e profumi). Inoltre, in una descrizione si possono trovare aggettivi qualificativi, similitudini e immagini figurate.

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e verso l

z c o m p et e n

e

I DRAGHI DELLA FORTUNA

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15

I Draghi della Fortuna sono creature dell’aria e del calore e, nonostante le loro poderose dimensioni, sono lievi e leggeri come nuvole d’estate. Per questo non hanno alcun bisogno di ali per volare. Nuotano nelle brezze del cielo come i pesci nell’acqua del mare. Visti dalla Terra assomigliano a dei lampi che guizzano più lentamente del solito. Ma la loro caratteristica più meravigliosa è il canto. La loro voce è come il rintocco di una grande campana d’oro, e quando parlano piano è come se si udisse quella campana suonare in lontananza. Chi ha avuto la ventura di udire una volta il loro canto, non lo dimentica per tutto il resto della vita e da vecchio ne racconta ancora ai suoi nipotini. M. Ende, La storia infinita, Longanesi Completa

indicando con una X.

1) I Draghi della Fortuna (righe 1-2) sono: A. creature del buio e della notte. B. creature dell’aria e del calore. C. animaletti rosati che portano fortuna. D. creature preistoriche. 2) Le dimensioni dei Draghi (riga 2) sono: A. medie. C. impercettibili. B. immense. D. poderose.

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co 3) I Draghi sono lievi e leggeri come: A. nuvoloni d’inverno. B. piume colorate.

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C. nuvole d’estate. D. batuffoli rosati.

4) I Draghi nuotano come i pesci nelle (righe 5-6): A. nuvole della tempesta. C. nebbie infinite. B. acque degli oceani. D. brezze del cielo. 5) Visti dalla Terra i Draghi assomigliano (righe 7-8): A. a dei lampi che guizzano. C. a nuvole lucenti. B. a delle stelle con la coda. D. a delle costellazioni celesti. 6) La caratteristica dei draghi è: A. il loro aspetto terrificante. B. il loro canto meraviglioso.

C. il loro modo di sputare fuoco. D. il loro carattere dolce.

7) Questo testo: A. descrive i Draghi della Fortuna. B. descrive i suoni e i rumori dei Draghi. C. descrive le feste dei Draghi. D. informa sulle caratteristiche scientifiche dei draghi. 8) La descrizione utilizza: A. le personificazioni. B. i termini scientifici.

C. i paragoni. D. le ripetizioni.

9) I dati utilizzati sono: A. visivi, uditivi. B. gustativi, olfattivi.

C. tattili, gustativi. D. uditivi, tattili.

10) La descrizione è: A. soggettiva. B. oggettiva.

C. rara. D. incomprensibile.

Come è andata? fantastici noi_letture3_100-121.indd 121

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. . . I D O P È TEM

A R E V A M P R I ASCOLTA LE POESIE.

L’INVERNO È FUGGITO L’inverno è da poco fuggito: fiori di pesco, di pero, d’albicocco, sbocciano nella luce del sole che tramonta; una pioggia sottile ha imperlato salici verdi ed erbe fragranti. C. Kung’in, Sulla spiaggia dei mondi, C.E.M.

MARZO

APRILE

21 marzo:

.......

aprile:

..................................................

..................................................

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CLIL

QUESTA È LA PRIMAVERA

Colora di rosso i mesi della primavera. Circonda di verde il mese in cui inizia l’estate e di giallo il mese in cui finisce la primavera.

Quando la terra è giovane e fresca, quando la testa è piena di festa, quando la terra ride contenta, quando di erba profuma il vento, quando di menta profuma la sera, è primavera!

JANUARY FEBRUARY MARCH

APRIL MAY

R. Piumini, Io mi ricordo quieto patato, Nuove Edizioni Romane

JUNE JULY AUGUST B SEPTEM

ER

OCTOBER NOVEMBER

DECEMBER

MAGGIO .......

maggio:

..................................................

GIUGNO 2 giugno: festa della

21 giugno: inizio dell’estate

....................................

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GIORNI SPECIALI

pasqua

I SIMBOLI DELLA PASQUA L’agnello si ricollega all’episodio biblico della liberazione degli Ebrei dalla schiavitù egizia. Gli Ebrei, prima di mettersi in viaggio verso la Terra Promessa, ricevettero l’ordine di sacrificare in ogni famiglia un agnello e di segnare con il suo sangue le imposte delle loro case. Per i cristiani questo animale mite e innocente divenne il simbolo di Gesù: l’Agnello di Dio che con il suo sacrificio ha liberato gli uomini dal peccato. La colomba ricorda invece il racconto biblico del diluvio universale: cessata la pioggia, Noè fece uscire per tre volte dall’arca una colomba. Quando questa tornò, portando un ramoscello d’olivo, Noè capì che le acque si erano abbassate e che la terra era di nuovo abitabile. Per i cristiani la candida colomba simboleggia la pace. Alla festa di Pasqua è legata anche la tradizione delle uova colorate o di cioccolata. L’uovo dà origine a un nuovo essere, perciò è considerato un simbolo della vita. da «Il Giornalino»

Scrivo Festeggi la Pasqua con uno dei suoi simboli? Oppure segui altre tradizioni? Racconta.

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pasqua

PASQUA È Pasqua stamattina! con le uova di cioccolato. Pasqua nell’erba novella, nel cielo, nell’acqua che brilla, allegra nel sole.

GIORNI SPECIALI

Comprendo Per il poeta, quali sono i segnali della Pasqua? ....................................................................... .......................................................................

P. Magrini Castellini

PACE

Comprendo N ella poesia “Pace” quale parola è ripetuta? Perché? ...................................................................... ......................................................................

Quali parole e azioni sono abbinate alla parola PACE? Sottolinea di blu le parole e di verde le azioni.

Pace, pace! Questa parola mi è dolce come una musica, mi fa bene al cuore come una carezza. Pace voglio costruire in me ogni giorno. Pace voglio donare a tutti e sempre. Pace, soltanto pace. M. Chiara - L. Zanchi

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PRIMAVERA

CHE COS’È LA PACE? Racconto Tu quali azioni compi per contribuire alla catena della pace?

Qualche giorno fa il mio nipotino Benjamin, tornando da scuola, mi ha chiesto di spiegargli che cos’è la pace. Allora mi sono seduto sul divano vicino a lui e ho cercato di spiegargli, a modo mio, che cos’è la pace… Dissi al mio nipotino: – Tutti noi possiamo contribuire a rendere migliore il mondo! – In che modo? – chiese Benjamin. – Con piccoli grandi gesti nella vita quotidiana: comportandoci gentilmente a casa con mamma, papà, fratelli, sorelle, nonni; evitando i litigi con gli amici e i compagni di scuola; aiutando chi ha bisogno di noi; dimenticando le offese; rispettando le idee altrui; rinunciando a volere avere ragione a ogni costo. Cominciamo dalla nostra vita per cambiare il mondo! Come gocce nell’oceano, i nostri piccoli e grandi gesti d’amore diffonderanno la pace intorno a noi e la trasmetteranno agli altri, creando una grande catena di armonia. Riflettiamo su questa regola d’oro: comportiamoci con gli altri come vorremmo che loro si comportassero con noi. G. Stilton, Il piccolo libro della pace, Edizioni Piemme

Comprendo In quali modi il nonno di Benjamin pensa che si possa contribuire a costruire la pace? ........................................................................................................................................... ........................................................................................................................................... ........................................................................................................................................... ........................................................................................................................................... ...........................................................................................................................................

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IL TESTO POETICO

CHE COS’È Il tes to po etico gioc a con le parole in mo do c re ativo e ins oli to p er es prim ere la re altà in mo do nuovo. La fila s trocc a è un tes to in rim a c h e gioc a con le parole p er diver tire o p er ins e gnare q ualcos a. La po es ia è un tes to c h e gioc a con le parole, con il ri tmo e la mus ic ali tà p er s us ci tare emozioni e s entim enti, far riflettere e comunic are p ens i eri.

A

IL GIORNO FELICE

Analizzo il testo Il testo poetico è scritto in versi; a volte i versi sono raggruppati in strofe.

Oggi lasciate che io sia felice con tutti e senza tutti, felice con l’erba e la sabbia, con l’aria e la terra, felice.

1 Q uanti versi ha la poesia A ? ........................................................... Quanti versi ha la filastrocca B ? .........................................................

P. Neruda, Poesie, Sansoni

B

FILASTROCCA DELLE REGOLE DEL GIOCO

Anguria rossa, invidia verde, Bravo chi vince e bravo chi perde Cieli vicini, traguardi lontani Chi ha perso ieri vincerà domani Grande campione, ricordati questo Chi ha vinto male perderà presto Penna di foglia, piuma di oca Perde chi imbroglia, vince chi gioca.

A A B B C C D D

Il testo poetico può avere versi in rima o versi liberi, cioè non legati da rime. Quando le parole in rima si trovano alla fine di due versi consecutivi la rima è baciata (AABB); quando le parole sono in rima tra loro a versi alterni la rima è alternata (ABAB).

2 La poesia A è in rima? .....................................................................

La filastrocca B è in rima? .....................................................................

Quale? .................................................

B. Tognolini, Filastrocche della Melevisione, Gallucci

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IL TESTO POETICO

PASTASCIUTTA Nell’acqua cuocendo fra bolle bollendo da rigida e dura di varia fattura s’è andata mollendo... La guardo la voglio l’annuso la voglio con grana o con sugo l’infilzo la frugo lo faccio in gran fretta l’arrotolo con la forchetta l’imbocco veloce la mastico in pace la mescolo tutta la gran pastasciutta. R. Piumini, Non piangere cipolla, A. Mondadori

Analizzo il testo Da quante strofe è formata la filastrocca? ............................................. Sottolinea con colori diversi le rime della filastrocca. Le parole che rimano sono: una sotto l’altra. un verso sì e un verso no. Secondo te, la rima: aiuta a memorizzare la filastrocca. non serve per memorizzare.

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LA FILASTROCCA

DESIDERI Voglio l’erba sulla pelle Voglio correre nei venti E lo zucchero di stelle Voglio romperlo tra i denti Voglio far le mie domande Ad un albero, ad un fiume Voglio diventare grande Senza perdere le piume. B. Tognolini, Rima rimani, Salani

LAVORIAMO INSIEME

Leggete in maniera espressiva la filastrocca: prima in coro, poi un verso ciascuno.

Analizzo il testo T rova nella filastrocca le parole che fanno rima ed evidenziale nello stesso colore. La rima della filastrocca è: baciata. alternata.

IL VENTO Sentila, soffia, sentila, sbuffa: dolce ti graffia, un’aria buffa. Senti che voce, senti che fiato, vento veloce, vento fatato. Senti carezza, senti spintone, aria di brezza, vento burlone. R. Piumini, Mesi in rima, Edizioni Messaggero Padova

Analizzo il testo Q uali parole vengono ripetute? Sottolineale. I n quale posizione sono? ............................................................................................

Quale effetto ottengono le ripetizioni? ........................................................ I l vento della filastrocca, lo sentiamo o lo vediamo? .........................................................................................

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IL TESTO POETICO

IL VENTO È... Il vento è aria che fa capriole. Il vento è cielo che fa girotondo. Il vento è luce che va sulla giostra. Il vento è un gioco pensato dal mondo. Senti?

VVV VVV...

Lo senti?

VVVVVVV...

Lo sento! Cos’è? Il vento!

R. Piumini, Alberto Alberto aveva una foglia, A. Mondadori

Nella filastrocca non solo le parole ti fanno capire il significato, ma anche il loro suono.

Analizzo il testo Quante strofe ha la filastrocca? ............................................... Evidenzia con lo stesso colore le parole che fanno rima tra loro. Ci sono versi che non rimano tra loro? Circondali.

Scrivo Per l’autore il vento è aria, cielo, luce. Per te che cos’è il vento? Scrivilo sul quaderno. Inizia così: Il vento è...

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LA POESIA

QUANDO IN AUTUNNO Quando in autunno c’erano gli alberi nudi, una sera è arrivata una nuvola di uccelli stanchissimi, e si sono fermati sui rami. Pareva fossero tornate le foglie a dondolare al vento.

La poesia comunica emozioni, atmosfere, sentimenti, musiche... con le parole. Il verso è l’insieme delle parole che stanno sulla stessa riga; può essere corto o lungo. Il verso dà ritmo alla poesia.

T. Guerra, Il miele, Maggioli

Comprendo L a poesia descrive: una sera d’autunno, gli alberi senza foglie e un arrivo inaspettato che trasforma la realtà. una sera d’autunno, gli alberi senza foglie e il riposo degli uccelli. L’impressione che suscita la poesia: la magia, la bellezza di una realtà trasformata da un arrivo inaspettato. la malinconia della caduta delle foglie.

Analizzo il testo T rascrivi sul quaderno la poesia senza rispettare i versi. Il testo poetico e la trascrizione hanno lo stesso effetto? Perché? Le parole che compongono la poesia: non occupano tutta la riga. occupano tutta la riga.

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IL TESTO POETICO

L’ONDA Si gonfia, s’incurva. Spumeggia, biancheggia. Il dorso ampio splende come cristallo; la cima leggera s’arruffa come criniera nivea di cavallo. G. D’Annunzio, Tutte le poesie, Mondadori

CHE COSA VUOL DIRE?

Nivea vuol dire…

bianca, candida come la neve.

Comprendo Di chi o di che cosa parla la poesia? ...............................................................

Per rendere la realtà “nuova”, il poeta usa dei “trucchi”. La similitudine è un paragone fra due persone, cose, qualità ed è segnalata dalle parole: come, sembra, assomiglia, pare... Analizzo il testo Individua le similitudini nel testo, poi completa. • Il dorso dell’onda è paragonato ............................................ ..............................................................................................................................

• La cima dell’onda è paragonata ............................................ ..............................................................................................................................

I paragoni quale onda ti fanno immaginare? ................. ...................................................................................................................................

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LA POESIA

RISVEGLIO Nel colmo della notte, a volte, accade, che si risvegli, come un bimbo, il vento... R.M. Rilke, Liriche e prose, Sansoni

Comprendo

Analizzo il testo S ottolinea la similitudine presente nel testo e completa. Il vento è come .................................................

Secondo te, il vento descritto è: gentile, tenue. capriccioso, imprevedibile.

UNA MIMOSA Una montagna di luce gialla, una torre fiorita spuntò sulla strada e tutto si riempì di profumo. Era una mimosa. P. Neruda, Poesie, Sansoni

Nel testo poetico, oltre alla similitudine, si trova la metafora, cioè un paragone senza la parola “come” o “sembra”. Nei versi “Una montagna/di luce gialla”, il poeta ha trasferito una caratteristica tipica della luce (gialla) al colore della mimosa; inoltre ha rappresentato una grande quantità di fiori di mimosa come una montagna. Così ha identificato la montagna e il colore della luce con la fioritura della mimosa.

Analizzo il testo Leggi l’esempio e completa. gialla e tanta • La mimosa è ..................................................................... gialla • La luce è ...............................................................................

Una montagna/di luce gialla

• Una torre è ........................................................................ • Fiorita è .................................................................................

Una torre fiorita

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IL TESTO POETICO

CAMPAGNA È di cenere il cielo. Gli alberi sono bianchi, e le stoppie bruciate sono carboni neri. F. G. Lorca, da Poesie, Guanda

Comprendo Che cosa “vede” il poeta? L’ambiente, il paesaggio. Il carbone. Nella poesia prevalgono: i colori del paesaggio. le forme del paesaggio. Nella poesia c’è un contrasto: di forme. di colori. Che cosa esprime la poesia? ................................................................. ..........................................................................................................................................

CAMPANA Sulla torre gialla chiama una campana. Sul vento giallo s’aprono i rintocchi. Sulla torre gialla tace la campana. Il vento con la polvere compone navi d’argento.

LEGGO E DISEGNO

Disegna su un foglio il paesaggio della poesia. Fai attenzione ai colori!

Scrivo Quale colore predomina nella poesia? ......................................... Cambia il colore, usandone uno “spento”, e riscrivi sul quaderno la poesia. Che effetto ottieni?

F. G. Lorca, da Poesie, Guanda

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LA POESIA

Comprendo

PRIMAVERA

Di che cosa parla la poesia?

Ho visto la primavera. È verde come una mela selvatica è allegra come la coda di uno scoiattolo. Parla con le parole del vento. Sorride col rosa delle rose. Quando credi che pianga è solo una goccia di pioggia.

............................................................. .............................................................

Osserva la disposizione delle parole della poesia. Secondo te, perché il poeta usa una disposizione non usuale? Analizzo il testo

R.M. Rilke, Liriche e prose, Sansoni

N ella poesia si usano dei paragoni: sottolineali e riscrivili. Poi, trova i significati dei paragoni usati.

LA NEBBIA La nebbia arriva su zampine di gatto. S’accuccia e guarda la città e il porto sulle silenziose anche e poi se ne va via.

A volte i poeti usano la personificazione, cioè un’immagine poetica che attribuisce caratteristiche umane ad animali o elementi della natura.

C. Sandburg, Chicago, Edizioni Avanti

Analizzo il testo Il poeta immagina la nebbia come se fosse un essere animato, è un ................................................ Sottolinea le azioni che fa la nebbia.

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crittura Labora s i d torio

PREGHIERA DEL GATTO Signore, sono il gatto, non che abbia qualcosa da chiederti. No... poesia? Non chiedo nulla a nessuno; ma, se, per caso, in qualche granaio del cielo, tu avessi un topolino bianco, o un piattino di latte, conosco qualcuno che lo gradirebbe...

Questa poesia è: una preghiera. una descrizione. Che cosa esprime la poesia? ............................... .........................................................

Chi formula questa “preghiera”? ....................... .........................................................

C. Bernos, Dans L’Arche, Edition Du Cloitre

Sostituisci il gatto con un altro animale a tua scelta e riscrivi la poesia. Fai le sostituzioni adatte per l’animale scelto.

LA FONTANA MALATA Clof, clop, clopch, Cloffete Cloppete chchch... È giù nel cortile la povera fontana malata; che spasimo sentirla tossire... A. Palazzeschi

Scegli un oggetto comune, ad esempio una caffettiera o un fenomeno atmosferico come il vento o il temporale, e descrivilo utilizzando rumori e suoni. Segui l’esempio della poesia “La fontana malata”.

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SCOPRO IL TESTO... CON LA MAPPA

IL TESTO POETICO

Che cos’è?

La filastrocca è un testo in rima dal contenuto divertente e giocoso. Lo scopo è quello di divertire il lettore e insegnargli qualcosa in modo piacevole. La poesia è un testo che esprime e comunica emozioni, sensazioni, pensieri in modo originale. Lo scopo è proprio quello di suscitare nel lettore sentimenti ed emozioni. Le parole sono disposte in righe più o meno lunghe, chiamate versi. I gruppi di versi separati da uno spazio si chiamano strofe.

Com’è fatto?

I versi possono essere in rima o non in rima. La rima può essere: • baciata (AABB), se due versi consecutivi terminano con lo stesso suono; • alternata (ABAB), se il primo verso fa rima con il terzo e il secondo verso fa rima con il quarto.

Quali elementi contiene?

Nella poesia, per creare immagini nuove e suscitare emozioni nel lettore, si usano delle figure retoriche: • similitudini, cioè paragoni tra elementi che hanno qualcosa in comune, introdotti da come, sembra, pare... • metafore, cioè paragoni senza le parole “come”, “sembra”, usati per suscitare emozioni; • personificazioni, cioè la descrizione di cose, animali o elementi della natura come se fossero esseri umani, con gli stessi sentimenti e comportamenti.

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e verso l

z c o m p et e n Completa

e

TEMPORALE l’analisi della poesia, poi rispondi indicando con una X.

1 Di nubi grigie a un tratto il cielo fu sporco; 2 e il tuono brontolò con voce d’orco.

Usa dati ................................................. Il tuono brontola, ha una voce come .......................................... Il poeta usa ......................................

3 Si cacciò avanti lungo lo stradone, 4 carta, fogli ed uccelli il polverone.

Usa dati ................................................. Il polverone “cammina” è una ..........................................................

5 Si udirono richiami disperati, 6 tonfi d’imposte e d’usci sbatacchiati.

Usa dati

7 Si vide donne lottar in un prato 8 con gli angeli impauriti del bucato.

Usa dati ................................................. Le lenzuola sono

.................................................

.............................................................................

Chi semina la pioggia? 9 Poi seminò la pioggia a piene mani 10 tetti e vie di danzanti tulipani;

.............................................................................

La pioggia si semina? .............................................................................

Il poeta usa la .............................................................................

11 tagliò il paesaggio, illividì ogni cosa 12 in un polverio d’acqua luminosa. 1) D a quanti versi è composta la poesia? A. 12 C. 10 B. 11 D. 6

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2) Com’è la rima? A. Alternata. B. Baciata.

Come rende il paesaggio la pioggia? Quale colore assume? .................................................. ..............................................................................

C. Non ci sono rime. D. Alternata e baciata.

Come è andata? 11/02/19 14:54


IL TESTO INFORMATIVO-ESPOSITIVO

CHE COS’È Qua ndo un tes to h a lo s copo di for nire d elle noti zi e, d ei dati, d elle conos c en ze intor no a un ar gom ento; q ua ndo il ti tolo indic a l’ar gom ento c h e ver rà trattato nel tes to; q ua ndo il lin gua g gio (il les s ico) u tili z zato è precis o e c hiaro… s tai le g g endo un tes to INFO RMATIVO-ES POSITIVO. Il tes to inform ativo h a una s tr u ttura c hiara form ata da: ti tolo, tes to, para grafi.

IL SEGRETO DEI CONFETTI Il colore dei confetti cambia a ogni ricorrenza: azzurri e rosa per i neonati, rossi per la laurea, bianchi per le nozze, dorati per i cinquant’anni di matrimonio. La patria dei confetti è Sulmona (L’Aquila), dove si fabbricano dal 1783. Il segreto? Mandorle ovali del paese siciliano di Avola, rivestite da sottilissimi strati, fino a duecento, di sciroppo di zucchero purissimo, senza aggiunta di amidi e farine, fatto asciugare sotto a un ventilatore. da Il Giornalino

Analizzo il testo

1 Che tipo di testo è?

Il testo fornisce delle informazioni che riguardano i confetti: è un testo ....................................................................................

2 Quali informazioni fornisce il testo? Parla dei ..............................................................; il titolo ce lo indica. Il testo fornisce anche altre informazioni: il significato dei colori diversi dei confetti; il luogo in cui sono nati e vengono confezionati i confetti; g li ingredienti utilizzati; un accenno alla procedura per confezionare i confetti.

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IL TESTO INFORMATIVO-ESPLICATIVO

CHE COS’È Qua ndo un tes to h a lo s copo di for nire intor no a un ar gom ento principale noti zi e e dati c h e s pi e ga no le eventuali c aus e, le cons e guen ze, i pos s ibili rim e di; q ua ndo i nes s i (o s inta gmi) c h e s i trova no nel tes to s ono: p erc hé, p erciò, p er q ues to, s i ipoti z za, un pos s ibile rim e dio, m a…; q ua ndo il tes to h a dis e gni, grafici, foto grafi e c h e completa no le inform a zioni; q ua ndo la s tr u ttura d el tes to h a: • u n’afferm a zione c h e ri guarda l’ar gom ento principale; • d e gli es empi, cos ti tui ti da inform a zioni intro dotte dai nes s i lo gici o temporali c h e conferm a no l’afferm a zione… s tai le g g endo un tes to INFO RMATIVO-ES PLICATIVO.

UN FICO “FROM” AMERICA Si chiama fico d’India, ma con quel lontano Paese asiatico non ha nulla a che fare. La causa, la colpa, è di Cristoforo Colombo, che lo portò in Europa dalla terra che era convinto fosse l’India e che invece era l’America. Il fico d’India si coltiva nelle regioni meridionali, perché ha bisogno di terreni aridi e di molto sole per crescere. La polpa è dolcissima, ma è ben protetta da una corazza di sottili e insidiosissime spine. da Il Giornalino

Analizzo il testo

1 Che tipo di testo è? È un testo .................................................................................... 2 Quali informazioni fornisce il testo?

Informa sul nome della pianta. Informa sulla coltivazione e i motivi della sua presenza nei Paesi meridionali. Informa sul sapore del frutto e sulla difficoltà di gustarlo.

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IL TESTO INFORMATIVO-ESPOSITIVO

UNA SCOPERTA STRAORDINARIA Il 24 dicembre 1994 a Combe d’Arc, in Francia, è stata scoperta una grotta paleolitica con circa seicento pitture e incisioni rupestri. Tre archeologi sono penetrati all’interno di un cunicolo e hanno ritrovato una straordinaria grotta, ricoperta di centinaia di pitture rupestri. Vi erano raffigurati soprattutto animali: bisonti, bufali, renne e, particolare più curioso di tutti, una quarantina di rinoceronti ricoperti di una folta lanugine. La grotta si presentava con una successione di grandi gallerie e di spaziose “sale” e conservava sul suolo tracce di attività umane e un centinaio di resti di orsi. da La Repubblica

Comprendo Quale argomento tratta il testo espositivo? ...........................................................................................................................

Dove avviene la scoperta? Quando? ...........................................................................................................................

Da chi viene fatta? ...........................................................................................................................

Quali sono le caratteristiche della grotta scoperta? ...........................................................................................................................

Scrivo Le risposte ti aiutano a ricordare le informazioni e a fissare la scaletta delle informazioni del testo. Copia le risposte sul tuo quaderno e, tenendole davanti a te, riferisci oralmente il testo.

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IL TESTO INFORMATIVO-ESPLICATIVO

GRAZIE REGOLE! A vivere con gli altri ci aiutano le regole. Ci sono tante regole da rispettare, facili o difficili, in tutti i luoghi dove si sta insieme. Per strada: rispettare il semaforo, le piste ciclabili, i segnali stradali… e altro. Se un automobilista andasse contro senso o un bambino attraversasse la strada con il semaforo rosso, potrebbero succedere cose gravi. A scuola: arrivare in orario, portare l’occorrente, rispettare maestri e compagni… e altro. Se un maestro o una maestra non rispettasse il suo orario o un bambino facesse merenda durante le ore di scuola, ci sarebbe un grave disordine e si combinerebbe poco. Nei posti di lavoro: ci sono orari, indumenti, modi di comportarsi adeguati ai vari lavori. Se un ferroviere non andasse a lavorare, la postina non consegnasse la posta… ci sarebbe un grande caos. Nel mondo dello sport: ogni sport ha le sue regole e tutti quelli che lo praticano devono rispettarle, altrimenti… interviene l’arbitro o l’allenatore.

CITTADINANZA

Che cosa potrebbe succedere se nessuno, in classe, rispettasse le regole? P roponi alla tua classe almeno una regola utile per tutti. Racconto Qual è la regola della tua scuola che ti piace di più? E quella che ti piace di meno? E in famiglia? C’è qualche regola da rispettare nella tua famiglia?

Amnesty International, Per scoprire gli altri intorno a noi, Notes

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IL TESTO INFORMATIVO-ESPLICATIVO

CHE COS’È L’ECOLOGIA? Tutto parte dalla considerazione che gli umani, gli animali e le piante hanno lo stesso diritto di abitare la Terra e quindi dovrebbero vivere insieme, senza darsi fastidio, anzi dandosi una mano quando serve. Perché la vita di ciascuno in qualche modo coinvolge tutti gli altri. L’ecologia è la scienza che studia questi rapporti e suggerisce come mantenere un buon equilibrio con la Natura, perché si possa convivere felicemente. Ecologia è anche rispetto non solo per gli esseri viventi, ma anche per l’aria e le acque, perché la vita può svilupparsi armoniosamente solo in un ambiente “pulito”. È anche rispetto per tutte le forme di vita, persino le più piccole e insignificanti: anche loro contribuiscono all’equilibrio generale. Inoltre, ecologia vuol dire rispetto per chi verrà dopo di noi: non abbiamo il diritto di lasciare alle future generazioni un mondo ridotto a spazzatura.

LAVORIAMO INSIEME

I nsieme al tuo compagno di banco, fai un elenco: • di comportamenti che ritenete “ecologici”; • di comportamenti che ritenete “antiecologici”.

M. Gomboli, Ecogalateo, Fabbri

Comprendo Che cosa studia l’ecologia? .............................................................................................................................................................................................................................

L’ecologia si interessa solo degli esseri viventi? Perché? .............................................................................................................................................................................................................................

Le più piccole forme di vita contribuiscono all’equilibrio generale? .............................................................................................................................................................................................................................

Perché “ecologia” vuol dire “rispetto per chi verrà dopo di noi”? .............................................................................................................................................................................................................................

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SCOPRO IL TESTO... CON LA MAPPA

IL TESTO INFORMATIVO

Che cos’è?

Il testo informativo ha lo scopo di fornire informazioni su vari argomenti: storia, geografia, scienze, ambiente, natura, animali... Il testo informativo può essere: • espositivo, quando fornisce notizie e dati su un certo argomento; • esplicativo, quando spiega le possibili cause, i possibili rimedi, attraverso notizie e dati, di un certo argomento.

Com’è fatto?

L’esposizione dell’argomento segue una struttura ben precisa: • titolo, che indica l’argomento che sarà trattato nel testo; • testo, che fornisce indicazioni sull’argomento. Il testo può essere suddiviso in paragrafi.

Quali elementi contiene?

Il linguaggio è specifico, chiaro e preciso. Molto spesso il testo è accompagnato da: • disegni, fotografie, grafici o tabelle che aiutano a comprendere meglio il testo; • didascalie, cioè delle brevi scritte che accompagnano le immagini e forniscono informazioni su di esse.

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DI

TESTO INFORMATIVO IN CLASSE

REA

CO M

LTà

P I TO

Organizzazione: l’insegnante stabilisce l’argomento

del testo informativo da scrivere: LA RANA AGILE. Gli alunni vengono divisi in gruppi.

1 Ciascun gruppo dovrà reperire, in Internet o su dei libri, delle informazioni per poter produrre un testo informativo. Una volta reperite le informazioni, ciascun gruppo dovrà produrre un breve testo.

Esempio di informazioni: • l’aspetto della rana agile; • dove vive; • come vive; • come si riproduce; • i suoi predatori; • ...

2 Quando ciascun gruppo avrà scritto il proprio

testo, raggruppate gli elaborati in un unico testo informativo. Aggiungete foto e disegni.

3 Infine, consegnate il vostro testo alla classe parallela o a quella di un altro plesso.

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e verso l

z c o m p et e n

e

FIUMI E VITA…

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18

La vita nei fiumi è diversa nelle varie parti del mondo. Molti fiumi nascono in montagna, l’acqua fresca e pulita precipita a valle e i pesci che vi vivono sono in grado di nuotare contro impetuose correnti; man mano che la corrente rallenta, si trovano specie diverse di pesci e di insetti in grado di costruirsi un rifugio; quando il fiume raggiunge la pianura diventa lento, profondo, ampio, melmoso e ricchissimo di vita. I fiumi che si trovano nelle zone calde della Terra hanno una temperatura costante e brulicano di pesci, rettili e anfibi, alcuni dei quali raggiungono dimensioni enormi. In Africa, in Sudamerica e in Asia troviamo alcuni tra i più grandi pesci d’acqua dolce della Terra. Tutti diventano più pesanti di una persona. Tartarughe gigantesche si crogiolano al sole e i rettili più grandi del mondo – alligatori, coccodrilli – nuotano tutti nelle acque tropicali. D. Lambert, L’atlante degli animali per ragazzi, San Paolo Completa

e rispondi indicando con una X.

1) La vita nei fiumi: A. è uguale in tutto il mondo. B. è diversa nelle varie parti del mondo. C. cambia con il cambio delle stagioni. D. cambia a seconda dell’intervento dell’uomo. 2) I fiumi che nascono in montagna hanno: A. un percorso calmo. C. acque melmose. B. correnti impetuose. D. poca acqua.

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3) In quale tratto di fiume c’è più abbondanza di vita? A. Dove la corrente rallenta. B. Dove la corrente è forte. C. Dove c’è poca acqua. D. Dove non esiste corrente. 4) Quando il fiume raggiunge la pianura diventa: A. lento, profondo, ampio e ricchissimo di vita. B. lento, profondo, ampio e povero di vita. C. inquinato, schiumoso, torbido e senza vita. D. impetuoso, con correnti e con dislivelli. 5) I fiumi delle zone calde della Terra hanno una temperatura: A. caldissima. C. tiepida. B. fredda. D. costante. 6) Quali sono i rettili più grandi del mondo? A. Alligatori, boa, lucertolone. C. Coccodrilli, varani, serpenti. B. Boa, serpenti, vipere. D. Tartarughe, alligatori, coccodrilli. 7) L’argomento dell’esposizione riguarda: A. la vita dei fiumi. B. i fiumi più lunghi della Terra.

C. i fiumi. D. i fiumi con più portata d’acqua.

8) Nell’esposizione c’è: A. un’affermazione, informazioni. B. informazioni con spiegazioni.

C. spiegazioni e conclusioni. D. esposizione di argomenti.

9) Q uale immagine, oltre all’illustrazione della pagina precedente, aiuterebbe la comprensione del testo? A. Un disegno della Terra con tutti i fiumi. B. Un disegno di un planisfero con le zone nominate nel testo colorate. C. Un disegno degli animali nominati nel testo. D. Un disegno con le zone climatiche della Terra. Come è andata? fantastici noi_letture3_139-148.indd 147

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. . . I D O P È TEM

E T A T E S

FEBRUARY MARCH

Se le cicale cantano sugli alberi del viale;

APRIL

se i fiumi hanno appena una vena d’acqua;

MAY

JUNE

se nel giardino sono fioriti i girasoli;

JULY

se la fontana mette voglia di bere;

AUGUST B SEPTEM

se sai tutte le cose del tuo libro di scuola,

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21 giugno: inizio dell’estate

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ER

OCTOBER

allora vuol dire che è giunta l’estate.

giugno

Colora di rosso i mesi dell’estate. Circonda di verde il mese in cui inizia l’autunno e di giallo il mese in cui finisce la primavera.

JANUARY

SE LE CICALE CANTANO

R. Pezzani, Al ritmo delle stagioni, CEM

CLIL

ASCOLTA LA POESIA.

LUGLIO

AGOSTO .......

agosto:

..................................................

NOVEMBER DECEMBER

settembre 23 settembre: inizio dell’autunno

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T E N O M E CLAUD

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DINO R A I G L I E E I L G I V A R E M D E L L E

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Un, due, tre, ecco a voi Claude Monet! Il bravissimo pittore francese che amava dipingere all’aperto, in mezzo alla natura!

EE EE

Ciao! Vuoi venire a fare una passeggiata con me al parco? È un luogo bellissimo e magico, pieno di alberi, dove io trovo tutta la mia ispirazione!

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Colora gli alberi e disegnane uno anche tu.

E EE E

EE EE

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Quando era ancora un ragazzino, Monet si divertiva a disegnare le caricature dei suoi insegnanti... ed era veramente bravo! Aveva un successo incredibile tra i suoi amici. I suoi disegni erano divertentissimi: ridevano tutti! Anche gli insegnanti (beh... tranne qualcuno un po’ permalosetto!). Ma come fai a disegnare le caricature?

H H

H

Semplice! Scelgo un difetto della persona che voglio disegnare (per esempio un grosso naso) e lo disegno molto più grande, sproporzionato rispetto al resto del corpo, e così il gioco è fatto! Guarda questo mio amico: lui ha una faccia allegra, con un nasone bello grosso e quando lo soffia sembra proprio un trombone; così io l’ho disegnato con un naso molto esagerato!

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Disegna la caricatura di qualcuno che conosci molto bene.

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A Parigi, Monet fa amicizia con altri pittori che, come lui, trovano noioso dipingere al chiuso di uno studio e amano invece dipingere “en plein air”, cioè all’”aria aperta”. Di solito, scelgono un posto sulle rive della Senna e dipingono lo stesso soggetto. Stanno insieme in estrema armonia e senza invidie.

Ehi, Renoir, questa volta ho finito per primo!

Sì, ma io ho dipinto più particolari, e poi stamattina sei arrivato prima di me!

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Completa il disegno del paesaggio e aggiungi tutti i particolari

che vuoi. Poi coloralo.

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Ai critici d’arte, però, questo modo di dipingere, senza la cura dei particolari, non piaceva affatto...

Ma questa non è un’opera d’arte! Il paesaggio è troppo indefinito. Io vedo solo tanta nebbia… Questa è solo l’impressione di un paesaggio!

Ah ah ah ah! È vero! Questi pittori sono solo degli impressionisti!

È così che Monet e i suoi amici vengono chiamati impressionisti.

Non avete proprio capito nulla! Noi diamo importanza soprattutto al colore e alla luce! Mi sono alzato alle cinque di mattina per dipingere questo quadro con i colori dell’alba!

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Cerca nello schema qui sotto i due elementi che caratterizzano la pittura

di Monet e circondali con il colore rosso.

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SOLUZIONE

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Monet, come tutti gli impressionisti, dipinge velocemente, così da catturare la luce e i colori di quel preciso momento... Egli dice, infatti, che dello stesso paesaggio si possono fare moltissimi dipinti: uno a ogni ora del giorno e tutti diversi, perché la luce e i colori cambiano continuamente.

Devo sbrigarmi! Se il sole tramonta, i colori non saranno più gli stessi e mi toccherà ridipingerlo da capo! Ecco, adesso è finito... Ti piace? È il ponte giapponese del mio giardino!

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Colora il disegno del dipinto “Il ponte giapponese” e, se vuoi,

disegnati sul ponte insieme al tuo migliore amico.

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Qui ho dipinto mia moglie Camille mentre legge tranquillamente sul prato. Che cosa dici? Ha un cappellino strano? Beh... è un cappellino alla moda! Siamo nell’Ottocento e tutte le signore indossano cappellini, oltre che vestiti lunghi fino alle caviglie!

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Improvvisati stilista e fai indossare a Camille un cappellino diverso dal solito.

Poi colora il disegno.

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Lei è Suzanne, una bella signorina che, per ripararsi dal sole, passeggia con il suo ombrellino. Il dipinto, infatti, l’ho intitolato “Ragazza con l’ombrello girata verso destra”. È una bella giornata e soffia un leggero venticello: riesci a scoprire da quale particolare del dipinto si può capire?

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Personalizza il tuo ombrellino nel caso volessi fare anche tu una bella passeggiata!

Completa e colora.

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Adesso è arrivato il momento di mostrarti le bellissime ninfee del mio giardino a Giverny. Io adoro le ninfee! Ne ho dipinte tantissime! Quando le vedo affiorare dall’acqua del mio stagno, penso sempre a una magia!

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Vuoi provare a disegnare una ninfea anche tu?

Allora prepara matita e colori e segui le istruzioni!

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Mi è venuta un’idea! Perché non provi a riprodurre, insieme ai tuoi compagni, il mio stagno colorando un foglio con tante sfumature di blu e realizzando delle ninfee in 3D? Che ne dici? Segui le istruzioni e vedrai che spettacolo!

Occorrente • Cartoncino verde • Piattini di carta • Tempere • Pennelli • Forbici • Colla • Matita

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Usa la sagoma 1 a pagina 167 per realizzare la foglia della ninfea sul cartoncino verde; dopodiché traccia sopra le nervature con un colore più scuro.

Usa le sagome 2 e 3 a pagina 167 per realizzare i petali della ninfea sui piattini di carta.

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3

Arrotola le punte dei petali usando una matita.

Colora un cartoncino bianco, usando le tempere nelle diverse tonalità di blu, per ricreare lo stagno.

5 Posiziona le ninfee sullo stagno.

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Divertiti a colorare questo mandala con al centro una ninfea.

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