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Invito alla lettura

Favole di ieri, di oggi, di sempre • Il volume contiene favole classiche scritte originariamente da Esopo, in seguito riprese da Fedro e, nel XVII secolo, anche dal francese La Fontaine. • Poiché la favola è un genere narrativo presente presso tutti i popoli del mondo, nella raccolta sono state inserite favole che provengono dall’Asia e dall’Africa. • Trovano posto anche le versioni in rima, ad opera di Maristella Maggi, di alcune celebri favole classiche. • Di alcune favole infine è presente la versione teatralizzata: brevi copioni già pronti per la drammatizzazione e la recita in classe.

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www.leggermente.info Questo volume sprovvisto del talloncino a fianco è da considerarsi campione gratuito fuori commercio.

€ 7,70

FAVOLE DI IERI, DI OGGI, DI SEMPRE

Le favole sono racconti molto antichi che in passato erano tramandati solo a voce e che hanno avuto per secoli, e continuano ad avere, un’ampia diffusione e un grande successo. In prosa o in versi, le favole hanno lo scopo di educare e far riflettere i lettori su determinati comportamenti. L’insegnamento a volte è espressamente scritto nel testo, a volte è solo intuibile; questa parte, che contiene un chiaro messaggio educativo, si chiama morale; essa è sempre valida, in qualsiasi epoca, in qualsiasi luogo e per tutti gli uomini. È proprio questo il motivo per cui ancora oggi le favole appassionano lettori di ogni età.

RACCONTI D’AUTORE RACCONTI D’AUTORE

LeggerMENTE è la collana di narrativa per la scuola secondaria. Il suo obiettivo principale è offrire ai ragazzi libri classici o inediti, storie di attualità o di fantasia, per riscoprire pagina dopo pagina il piacere della lettura.

FAVOLE DI IERI, DI OGGI, DI SEMPRE a cura di Maristella Maggi


RACCONTI D’AUTORE

FAVOLE DI IERI, DI OGGI, DI SEMPRE a cura di Maristella Maggi

A Victor, dallo sguardo di velluto e dal passo di piuma. Alla sua mitezza


Nota introduttiva La favola è un racconto breve, fantastico, in prosa o in versi, scritto con la finalità di educare e far riflettere i lettori su determinati comportamenti. L’insegnamento a volte è espressamente scritto nel testo, a volte è solo intuibile; questa parte che contiene un chiaro messaggio educativo si chiama morale. Le favole sono racconti molto antichi che in passato erano tramandati solo a voce; la parola favola, infatti, deriva dal latino fari, verbo che significa parlare. La raccolta più antica è quella di Esopo, favolista greco vissuto nel VI secolo a.C.; dopo di lui Fedro, nel mondo romano, continuò l’opera letteraria nel I secolo d.C. Molte delle favole contenute nel presente volume sono state scritte originariamente da Esopo, in seguito riprese da Fedro e, nel XVII secolo, anche dal francese La Fontaine; di ognuna si è scelto comunque di indicare un solo autore. Nella raccolta sono state inserite, per uno sguardo più ampio sul mondo, favole che provengono dall’Asia e dall’Africa; sono racconti intensi, colorati e intrisi di profonda saggezza. Trovano posto anche le versioni in rima, ad opera di Maristella Maggi, di alcune celebri favole classiche. Di alcune favole è stata preparata la versione teatralizzata: brevi copioni già pronti per la drammatizzazione e la recita in classe. Le favole si prestano molto bene alla lettura da parte dei ragazzi, non solo in classe ad alta voce, ma anche individualmente. Si tratterà, in ogni caso, di letture guidate e attive in quanto, attraverso l’introduzione che le accompagna, il ragazzo potrà facilmente cogliere spunti per il confronto e la discussione di gruppo, in un caso, efficaci occasioni di riflessione individuale, nell’altro. 3


Le caratteristiche della favola I protagonisti sono generalmente pochi, spesso animali parlanti, talvolta anche persone, elementi della natura o oggetti di uso quotidiano; gli animali pensano, riflettono ad alta voce, e come gli uomini, litigano, si affrontano, vincono e perdono. Essi incarnano vizi e virtù degli umani e i loro ruoli sono fissi: il lupo è bugiardo, il leone prepotente, il serpente malvagio, la pecora e l’agnello sono miti, l’asino è rassegnato e volonteroso, la rana vanitosa, la formica laboriosa e la volpe è astuta e opportunista. La vittoria non è appannaggio fisso del più forte, ma di chi sa usare l’intelligenza e la forza vincente della parola, arma da sfoderare al momento giusto. Il linguaggio è molto semplice, le frasi sono brevi e i vocaboli di uso comune. Sono frequenti i dialoghi e i monologhi. La descrizione dello spazio e dell’ambiente non è particolareggiata. Può trattarsi di una valle, un bosco, un ruscello, una radura, una città. Non compaiono descrizioni dettagliate in quanto l’obiettivo dello scrittore non è la narrazione, ma la riflessione morale. Il tempo in cui si svolge l’azione è indeterminato, non appare nessun riferimento preciso, ma troviamo soltanto generiche indicazioni come “un tempo”, “una volta”, “un mattino”... Lo schema della vicenda è piuttosto semplice: - situazione iniziale: vengono presentati i protagonisti; - svolgimento: i personaggi entrano in azione; com paiono i dialoghi o i monologhi; - conclusione: uno dei litiganti vince, spesso qualcuno muore, a volte il prepotente viene punito. La morale solitamente è dichiarata in una frase iniziale o finale. Con questo mezzo l’autore esplicita l’insegnamento che se ne deve ricavare. 4


Gli autori

Esopo, scrittore greco vissuto nel VI secolo a.C., è considerato l’inventore della favola: la sua raccolta di favole raggiunge il numero di 500, in parte derivante da raccolte più antiche. Fedro è l’altro grande autore della favola classica, nato in Tracia, una regione della Grecia, e vissuto a Roma tra il 15 a.C. e il 50 d.C. Sin da bambino ricevette un’educazione letteraria e fu poi assegnato alla casa di Augusto, come pedagogo. Orazio, grande poeta latino (65 a.C. - 8 a.C.), scrisse alcune favole e le inserì in una delle sue opere principali: Le Satire. Tra le più celebri ricordiamo Il topo di campagna e il topo di città. Anche Leonardo da Vinci (1452-1519), il genio del Rinascimento italiano, scrisse favole che hanno per protagonisti animali o elementi della natura. In Francia, nel Seicento, Jean de La Fontaine fece rivivere la precedente tradizione riprendendo in versi le favole di Esopo e Fedro. Ai giorni nostri ricordiamo Carlo Alberto Salustri, noto con il nome anagrammato di Trilussa (1871-1950), Guido Gozzano (1883-1916), Gianni Rodari (1920-1980) e Italo Calvino (1923-1985).

L’icona indica la versione della favola in forma di copione teatrale. 5


Indice Trilussa La favola più breve e la più lunga....................................... 8 Esopo La lepre e la tartaruga .......................................................... 9 La cornacchia e la brocca.................................................... 11 Il serpente e la lima .............................................................. 13 Il leone e il topolino ............................................................. 13 La gallina dalle uova d’oro .................................................. 15 La volpe Codarossa e la cicogna Alalieve ........................ 16 Il topo di campagna e il topo di città ................................ 18 Fedro La donnola e i topi ............................................................... 28 Il cervo alla fonte .................................................................. 29 Il lupo e l’agnello ................................................................... 30 La cicala e la civetta ............................................................. 31 La mosca e il mulo ............................................................... 33 Il nibbio e le colombe .......................................................... 34 Il lupo e il cane ............................................................. 36 La Fontaine Il congresso dei topi ............................................................. 40 L’ostrica e i litiganti ..................................................... 43 La volpe e il caprone ................................................... 46

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Leonardo da Vinci I gufi e la lepre .............................................................. 49 Il falcone e l’anatra ....................................................... 50 Il calore del cuore ................................................................. 52 Il granchio .............................................................................. 54 Favole in rima La volpe e l’uva ...................................................................... 57 Il corvo e la volpe ................................................................. 59 La cicala e la formica ........................................................... 60 Pari dignità ............................................................................ 63 Favole dal mondo Etiopia - Un serpente generoso ......................................... 64 Senegal e Sudan - Il talismano dello scoiattolo .............. 66 Zaire - L’ape e il serpente ........................................... 70 Rwanda - Un magico animaletto dalla lunga coda ........ 76 Thailandia - La volpe e la roccia ........................................ 79 Filippine - Il falco, la gallina e il gallo ............................... 82 Vietnam - Il drago e la perla ............................................... 86 Cambogia - Il taglialegna e il re dei topi .......................... 90 Percorsi di lettura ................................................................. 92 Dossier - Intervista all’illustratrice.................................... 102 Focus Animali amici.......................................................... 103 Che versi ragazzi!.................................................... 106 Teatro a scuola? Che idea! .................................... 109

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La favola più breve e la più lunga Trilussa

Trilussa, brillante poeta e scrittore romano, particolarmente noto per le sue composizioni in dialetto romanesco, ci racconta quali sono secondo lui la favola più breve e quella più lunga.

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e’ conto mio la favola più corta è quella che se chiama Gioventù: perché… c’era una vorta… e adesso non c’è più. E la più lunga? È quella de la Vita: la sento raccontà da che sto ar monno, e un giorno, forse, cascherò dar sonno prima che sia finita…

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La lepre e la tartaruga Esopo

La morale della favola è presto detta: avere troppa fiducia in sé stessi significa essere presuntuosi e la presunzione ci può esporre a cocenti delusioni. Inoltre non è detto che si debba arrivare ai risultati che ci prefiggiamo correndo, perché la calma e la riflessione sono elementi fondamentali per ottenere qualcosa! Era una bella mattinata di primavera chiara e soleggiata. La lepre, che si era svegliata di buon’ora e desiderava mostrare a tutti la sua bravura, decise che avrebbe fatto una lunga corsa nei prati. Uscì di casa a passo svelto e si avviò verso la campagna. “Buongiorno signora lepre – la salutò il gatto vedendola passare, – ha visto quanti bei fiori nei prati?” “Sì, buongiorno, buongiorno – brontolò lei senza neppure voltarsi – Bel pigrone quello, sempre a pettegolare alla finestra!” Anche la mucca che la vide sfrecciare davanti al suo recinto le rivolse un saluto: “Sempre mattiniera eh, signora lepre! Buongiorno! Si fermi per due chiacchiere, quanta fretta! – e in tono scherzoso – Ha forse paura di perdere il treno?” La lepre, che aveva già superato lo steccato della fattoria, si fermò di colpo e tornò sui suoi passi. “Niente affatto, cara mucca! Non ho paura di niente e di nessuno! Inoltre sappi che non potrei mai perdere né treno né elicottero né aereo perché io in velocità sono imbattibile. Chiaro?” Alle parole della lepre, la tartaruga, che se ne stava tranquilla sotto un cespo di insalata, aprì un occhio. “Imbattibile? Sei proprio sicura?” 9


Esopo

La lepre la trafisse con un’occhiata: “Parli tu? La lentezza fatta animale!” “Sfidami a gareggiare! – continuò l’altra – Sfidami e vedremo!” La lepre cominciò a ridere: – “Questa è bella, questa è bella, una tartaruga che osa…” “Lo vedi che hai paura?” la provocò la tartaruga. Non ti azzardare nemmeno a pensarla una cosa simile. Ti sfido e sia finita! “Bene! Accetto la sfida.” “Sfida per dire! – sogghignò la lepre – Sappiamo tutti quale sarà il risultato!” La tartaruga però non si lasciò impressionare dalla presuntuosa. “Non vantarti tanto, non hai ancora vinto!” Stabilito il percorso, i due animali si posizionarono alla linea di partenza. “Via!” disse il gufo eletto giudice di gara. La lepre partì come un razzo e in poco tempo guadagnò un notevole vantaggio; la tartaruga, a testa bassa, procedeva pian piano secondo il suo passo. Quando se ne accorse, decise che avrebbe fatto un sonnellino. Scelse un albero che le permettesse di controllare in lontananza il traguardo e si sedette ridacchiando. “Con la mia bravura, posso anche permettermi una dormitina! Quella non mi raggiungerà mai!” E all’ombra fresca dell’albero, la lepre si addormentò. Si svegliò che il sole era ormai alto nel cielo. “Ah che bella dormita! Ed è già ora di pranzo…” Si alzò, sbadigliò e, proprio mentre si stava stiracchiando, lo sguardo le cadde sul traguardo. “Ma… come?” La tartaruga era là, ad un soffio dall’arrivo! Noooo, non era possibile! 10


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PERCORSI DI LETTURA CAMMIN FACENDO Obiettivi: – individuare informazioni date esplicitamente nel testo – ricostruire il significato di una parte più o meno estesa del testo – riconoscere e comprendere il significato letterale e figurato di parole ed espressioni – riconoscere le relazioni tra parole e i campi semantici – cogliere le relazioni di coesione logica. 1 Indica, nella colonna laterale di ogni tabella, se le affermazioni sono vere (V) o false (F). Di ogni affermazione che ritieni falsa, spiega il motivo sul tuo quaderno.

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Il leone e il topolino Alcuni topini stavano giocando con il leone.

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Il leone sonnecchiava allo zoo.

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Un topolino, preso dalla foga del gioco, salì sul corpo del leone che riposava. Il leone urlò che l’avrebbe mangiato.

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Il topolino gli rispose che lui era vecchissimo, quindi lo mangiasse pure. Il topolino gli promise una ricompensa in cambio della libertà. Quando il leone cadde nella rete dei cacciatori, il topolino lo salvò rosicchiandola. La favola ci insegna ad apprezzare i topolini.

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PERCORSI DI LETTURA

La gallina dalle uova d’oro Un contadino possedeva alcune galline.

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Una delle sue galline depone uova d’oro.

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Il contadino inizialmente non crede al prodigio.

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Decide di vendere la gallina per ricavare un bel gruzzolo. Una notte la gallina gli viene rubata.

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Pensa che sia più redditizio per lui recuperare l’oro che ha nella pancia. Vi trova infatti oro in gran quantità e lui diventa straordinariamente ricco. La sua avidità viene punita. Non trova nulla nella pancia della gallina e perde anche l’animale.

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Due cugini topi vivevano uno in campagna e uno in città. Il topo di città invita il cugino campagnolo.

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Il campagnolo rifiuta.

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Il campagnolo accetta.

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La vita di città si rivela comoda e gradevole.

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La vita di città si rivela spaventosa e piena di insidie. Il campagnolo non vuol più ripartire.

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Non appena ne ha la possibilità, il campagnolo fugge a gambe levate e abbandona la città.

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Il topo di campagna e il topo di città

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Titolo Intervista all’illustratrice - Carla Manea Com’è nata la tua passione per il disegno? È nata a poco a poco, sommessamente. Ricordo che ho sempre disegnato, fin da quando ero piccolina. Poi, al liceo, ho capito che volevo illustrare, illustrare libri di tutte le sorti. Che cosa caratterizza il tuo stile? Non so rispondere con precisione a questa domanda. È sempre difficile vedere le proprie illustrazioni con occhio critico e distaccato. Cerco solo di creare una sintonia tra il mio modo di disegnare e la storia, e quando accade lo si sa per istinto; risuona dentro qualcosa. Qual è la regola per essere un bravo illustratore? Disegnare, disegnare, disegnare. Ma è anche importante guardare migliaia di immagini create dai più disparati artisti; parlo di illustrazioni ma anche di dipinti, fumetti, fotografie, design... E ovviamente, leggere di tutto. Inoltre un illustratore deve comprendere le logiche dei mercati e le correnti stilistiche che vanno per la maggiore in un paese rispetto ad un altro: fare l’illustratore non è solo una questione di cuore e di saper usare bene la matita, ma significa anche proporsi al mercato giusto per poter lavorare. Non dobbiamo scordare che fare illustrazione è un lavoro (retribuito) e un illustratore deve essere anche un imprenditore. Se si progetta un libro ci si deve porre la domanda: “A chi posso vendere questo progetto (o immagine)? Chi potrebbe essere interessato?” Sei anche una buona lettrice? Leggo un po’ di tutto, ho sempre un libro in borsa e approfitto di ogni momento libero. Fortunatamente, quando fai l’illustratore ti

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capita spesso di leggere testi, romanzi, letture didattiche o poesie e questo ti arricchisce. Negli ultimi anni per esempio, sempre per lavoro, mi capita di leggere dei brani della Bibbia. Trovo che l’Antico Testamento sia davvero interessante! Che uno sia credente o meno, è proprio un libro da leggere. Che cosa ti ha colpito di questa raccolta di favole? Conoscevo alcune delle favole presenti nella raccolta, ma altre le ho lette per la prima volta. È sempre un piacere scoprirne di nuove perché contengono dei concetti, dei punti di vista e delle verità che sono sempre validi, non solo nel corso degli anni, ma anche nei secoli. Le favole insegnano a distinguere il bene dal male e ci spingono a fare la cosa giusta. Parlano di temi importanti e ritraggono aspetti caratteriali umani sottili, compresi quelli negativi e contraddittori, che spesso vorremmo tenere nascosti. Sono concetti eterni, sempre validi nel corso dei secoli, perché nonostante il progresso e il mutamento della società, i vizi e le virtù umane sembrano essere sempre gli stessi. Un pezzo di eterno che arriva a noi da un passato molto, molto lontano. Che libro consiglieresti a noi ragazzi? Un classico è Il signore degli anelli di J. Tolkien (quando l’ho letto non riuscivo a staccarmi dal libro). Consiglio anche un fumetto, Fiato sospeso di Vecchini e Sualzo. Un messaggio importante Gli altri siamo anche noi. Quelli che cambiano paese, quelli che sbagliano strada, quelli che non conoscono la risposta giusta. Non dimentichiamo mai di ascoltare noi stessi e chi ci sta vicino.


Animali Amici Animali Amici Affezionati, Altruisti, Alleati, Amorevoli, Àncore per… umani di qualsiasi età Nell’età della pietra uomini e animali erano acerrimi nemici, si contendevano gli stessi spazi e lo stesso cibo, si fronteggiavano l’un l’altro. L’uomo delle caverne poteva sì difendersi da loro con il fuoco, ma se voleva procurarsi cibo per sopravvivere, doveva necessariamente cacciarli. Nel secolo scorso, quando l’Italia era una società prevalentemente contadina, gli animali venivano allevati soprattutto per usi pratici, finalizzati ad uno scopo: tirare l’aratro, far girare pesanti macine di mulini, trasportare pesi e carichi di ogni genere, difendere le abitazioni dell’uomo da intrusi o da topi, fare la guardia a fattorie, stalle o pollai e condurre il gregge. Oggi, fortunatamente, le cose sono un po’ diverse. Scegliamo la compagnia di un cane, di un gatto, di un cavallo, di un coniglio, di un criceto e persino di un maialino senza fini utilitaristici1, ma esclusivamente per godere della loro compagnia, affetto e amicizia. La presenza di un animale nella vita di bambini, ragazzi e adulti è oggi assai diffusa e le statistiche dimostrano che va continuamente aumentando. In vetta alle classifiche, tra gli animali di compagnia e di affezione, c’è il cane, il migliore amico dell’uomo. Dovremmo però aggiungere che lo è fin dalla primissima età, poiché gli studi più recenti hanno dimostrato che il cane non è solo un ottimo compagno di giochi, ma la sua presenza ha sui più piccoli un alto valore educativo. Lo stesso potremmo dire per il gatto, il coniglio, il criceto, la tartaruga o la capretta. Discorso a parte per gli animali “àncora”: cani poliziotto e antidroga, cani da salvataggio

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che si muovono nella neve, tra le fiamme, le macerie e le onde. E anche cani guida per i ciechi, a sostegno di persone anziane, malate di epilessia o su una sedia a rotelle.

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