Grammatica Italiana per la scuola Primaria

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Elena Costa - Lilli Doniselli - Alba Taino

GRAMMATICA

€ 12,50

GRAMMATICA

italiana

Il volume è articolato in cinque sezioni: FONOLOGIA (con ampio spazio riservato all’ORTOGRAFIA), MORFOLOGIA, SINTASSI, COMUNICAZIONE, TIPOLOGIE TESTUALI. Al termine di ogni argomento è proposto un quadro sinottico per visualizzare in modo rapido e sistematico i contenuti affrontati. Le regole grammaticali sono sempre corredate di esempi per consentire di comprenderne l’applicazione nei diversi contesti. Speciali rubriche mettono a fuoco particolari difficoltà, suggerimenti per non incorrere in errore, approfondimenti o curiosità.

Elena Costa - Lilli Doniselli - Alba Taino

Manuale di Grammatica per la Scuola Primaria per sintetizzare, ricordare, studiare le REGOLE ORTOGRAFICHE, MORFOLOGICHE, SINTATTICHE, COMUNICATIVE e delle diverse TIPOLOGIE TESTUALI. Stilato in modo semplice e sintetico, ma al contempo rigoroso e preciso, risulta un valido supporto: • per l’alunno; • per l’insegnante, a prescindere dalla metodologia adottata; • per i genitori che devono seguire i figli nello studio.

italiana per la Scuola Primaria

Fonologia Ortografia Morfologia Sintassi Comunicazione Tipologie testuali

ISBN 978-88-468-3019-7

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INDICE 4 Introduzione 5 LA FONOLOGIA 6 I fonemi 8 I grafemi 9 Il vocabolario 10 Il significato delle parole e i campi semantici 11 I sinonimi, i contrari, gli omonimi, gli omografi, gli omofoni 12 Le sillabe 13 La divisione in sillabe 14 L’accento 16 I monosillabi accentati 17 L’elisione 18 Il troncamento 19 La punteggiatura 20 La maiuscola 21 Il discorso diretto e il discorso indiretto 22 Dal discorso diretto al discorso indiretto 23 24 26 27 28 29 30 33 34

L’ORTOGRAFIA I suoni C G Il suono GLI I suoni GN NI I suoni QU CU CQU Il suono SC L’uso dell’H Le consonanti doppie Scheda riassuntiva: la fonologia

35 LA MORFOLOGIA 36 La struttura delle parole 37 Il nome 38 Il genere del nome 43 Il numero del nome 49 Il nome primitivo 50 Il nome derivato 51 Il nome alterato 52 Il nome composto 53 Scheda riassuntiva: il nome 54 L’articolo 55 L’articolo determinativo 56 L’articolo indeterminativo 57 L’articolo partitivo 58 L’uso degli articoli 59 Scheda riassuntiva: l’articolo 60 L’aggettivo 61 L’aggettivo qualificativo 62 Il genere e il numero dell’aggettivo 63 Gli aggettivi qualificativi invariabili 64 L’aggettivo qualificativo 65 I gradi dell’aggettivo qualificativo 66 Il grado comparativo 67 Il grado superlativo

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67 Il grado superlativo assoluto 68 Il grado superlativo relativo 69 Forme particolari di comparativo e di superlativo 70 Gli aggettivi determinativi 71 Gli aggettivi possessivi 72 Gli aggettivi dimostrativi 73 Gli aggettivi indefiniti 75 Gli aggettivi numerali 77 Gli aggettivi interrogativi ed esclamativi 78 Scheda riassuntiva: l’aggettivo 79 Il pronome 81 I pronomi personali 83 Le particelle pronominali 84 I pronomi personali riflessivi 85 I pronomi possessivi 86 I pronomi dimostrativi 87 I pronomi indefiniti 88 I pronomi interrogativi ed esclamativi 89 I pronomi relativi 90 L’uso del pronome relativo 91 I pronomi numerali 92 Scheda riassuntiva: il pronome 93 Il verbo 94 Le coniugazioni 95 La persona e il numero 97 Il tempo 98 Il modo 99 Il modo indicativo 100 L’uso dei tempi dell’indicativo • I tempi semplici Il presente 101 L’imperfetto 102 Il passato remoto Il futuro semplice 103 L’uso dei tempi dell’indicativo • I tempi composti Il passato prossimo Il trapassato prossimo 104 Il trapassato remoto Il futuro anteriore 105 Il modo congiuntivo 106 L’uso dei tempi del congiuntivo • I tempi semplici Il presente 107 L’imperfetto 108 L’uso dei tempi del congiuntivo • I tempi composti Il passato Il trapassato 109 Il modo condizionale 110 Il condizionale presente Il condizionale passato 111 Il modo imperativo 112 Il modo infinito 113 Il modo participio 114 Il modo gerundio

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115 Il gerundio presente Il gerundio passato 116 I verbi transitivi e intransitivi I verbi transitivi 117 I verbi intransitivi 118 I verbi transitivi e intransitivi 119 La forma attiva e la forma passiva 120 La forma passiva 121 Dalla forma passiva alla forma attiva 122 Dalla forma attiva alla forma passiva 123 La forma riflessiva e la forma riflessiva apparente 124 I verbi ausiliari 126 I verbi servili 127 I verbi impersonali I verbi fraseologici 128 Tabelle delle coniugazioni dei verbi I tempi dei modi 129 Il verbo ESSERE 130 Il verbo AVERE 131 La prima coniugazione: -ARE 132 La prima coniugazione: -ARE • Forma passiva 133 La seconda coniugazione: -ERE 134 La seconda coniugazione: -ERE • Forma passiva 135 La terza coniugazione: -IRE 136 La terza coniugazione: -IRE • Forma passiva 137 La forma riflessiva 138 I verbi irregolari più usati • La prima coniugazione: -ARE 140 I verbi irregolari più usati • La seconda coniugazione: -ERE 149 I verbi irregolari più usati • La terza coniugazione: -IRE 152 Scheda riassuntiva: il verbo 153 La preposizione 154 Le preposizioni proprie 155 Le preposizioni improprie 156 Le locuzioni prepositive 157 L’avverbio 160 I gradi dell’avverbio 161 Le locuzioni avverbiali 162 La congiunzione 164 L’esclamazione o interiezione 165 Scheda riassuntiva: le parti invariabili del discorso 166 Scheda riassuntiva: la morfologia 167 168 169 170 171 172 173 174 175 176

LA SINTASSI La frase semplice Il periodo L’analisi logica La frase minima I sintagmi Il soggetto Il soggetto sottinteso Il predicato Il predicato verbale

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177 Il predicato nominale 178 Scheda riassuntiva: il soggetto e il predicato 179 Gli elementi accessori 180 L’attributo 181 L’apposizione 182 I complementi 183 Il complemento diretto 184 I complementi indiretti 185 I complementi di luogo 186 I complementi di tempo 187 I complementi di specificazione, denominazione, argomento 188 I complementi di termine 189 I complementi d’agente e di causa efficiente 190 I complementi di modo, mezzo, materia 191 I complementi di compagnia, unione, esclamazione 192 La tabella dei complementi 193 L’analisi logica della frase 195 L’analisi grammaticale e l’analisi logica 196 Il gruppo verbale e il gruppo nominale 197 LA COMUNICAZIONE 198 Gli elementi della comunicazione 199 Il codice e il contesto 200 L’intenzione comunicativa 201 202 204 207 208 209 210 211 212 213 214 215 216 217 219 220 221 222 223

IL TESTO Scrivere un testo Il testo narrativo La favola La fiaba Il mito La leggenda Il racconto verosimile Il racconto fantasy Il racconto d’avventura Il racconto di fantascienza Il racconto umoristico Il racconto giallo (poliziesco) Il racconto del brivido o del terrore Il racconto storico Il racconto autobiografico Il racconto biografico Il diario La lettera Il testo descrittivo La relazione L’esposizione La cronaca Il testo argomentativo Il testo regolativo Il testo teatrale Il testo poetico

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INTRODUZIONE Il presente manuale di grammatica propone le “chiavi” per analizzare la lingua italiana nelle sue molteplici applicazioni. Si tratta di un testo che espone in modo sintetico, preciso e facilmente fruibile le regole ortografiche, morfologiche, sintattiche, comunicative e delle diverse tipologie testuali. Il linguaggio è semplice e tutte le regole sono corredate di esempi che permettono di comprenderne l’applicazione nei diversi contesti. Anche l’impostazione grafica aiuta gli alunni a individuare immediatamente le sezioni e, all’interno di esse, i vari argomenti. Le rubriche segnalate dal logo attirano l’attenzione dell’alunno per mettere a fuoco particolari difficoltà, suggerimenti per non incorrere in errore, approfondimenti o curiosità. Al termine di ogni argomento è proposto un quadro sinottico (chiamato più semplicemente scheda riassuntiva) che consente di visualizzare in modo rapido e sistematico i contenuti dell’argomento. Essendo stilato in modo rigoroso e semplice, il testo risulta consultabile a prescindere dalla metodologia adottata dall’insegnante. Esso “viene dopo la spiegazione” e serve per sintetizzare, ricordare, studiare. Proprio per la facilità di fruizione, ma anche per la completezza e l’esaustività dei contenuti, questa Grammatica è un valido supporto anche per i genitori che devono seguire i figli nello studio. Il testo è articolato in cinque sezioni, immediatamente identificabili grazie alla rubricatura e ai differenti colori destinati ad ognuna di esse. Le cinque sezioni sono: 1.

Fonologia

➜ s i presentano le regole per l’esatta pronuncia (ortoepìa) e scrittura

Ortografia

➜ h a una parte rilevante (con rubricatura e colore dedicato) proprio

(ortografia) delle parole

perché il testo è rivolto ai bambini della Scuola Primaria (e Secondaria di Primo Grado)

2.

Morfologia

➜ i contenuti tradizionali sono inseriti seguendo non solamente il criterio strettamente morfologico, ma anche con un approccio funzionale e logico

3.

Sintassi

➜ s ono presentate le strutture di base delle proposizioni e un accenno all’analisi del periodo (solo nella distinzione di frase principale, subordinate e coordinate)

4. Comunicazione ➜ g li elementi principali sono presentati in funzione della comprensione della modalità in cui avviene la comunicazione 5. Tipologie testuali ➜ t utte le tipologie testuali sono presentate attraverso un semplice sistema di quadri sinottici che facilita l’evidenziazione delle caratteristiche peculiari di ogni tipo di testo

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Fonologia

LA FONOLOGIA La fonologia è la parte della grammatica che si occupa dei suoni. I suoni attraverso i quali l’uomo ha imparato a comunicare si chiamano fonemi. I fonemi combinati tra loro formano le parole. I segni che rappresentano questi suoni sono i grafemi o lettere. I grafemi combinati tra loro formano le parole scritte.

La fonologia ci insegna a pronunciare bene i suoni, cioè con i giusti accenti e con la giusta intonazione. La corretta pronuncia ci aiuta anche nella corretta scrittura.

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Fonologia

I FONEMI

I FONEMI Nella lingua italiana i suoni più importanti sono le cinque vocali: A E I O U. Le vocali possono avere sette suoni diversi: A I U si pronunciano sempre nello stesso modo: casa, fili, mutua

E O

si possono pronunciare con suono aperto o chiuso:

E suono aperto

O suono aperto

E suono chiuso

O suono chiuso

èsca (verbo uscire) Èsca da quella porta e troverà le scale.

bòtte (percosse) Luca e Matteo si sono presi a bòtte.

ésca (cibo per pesci) Il nonno ha comperato l’ésca per gli ami.

bótte (recipiente in legno) Nella bótte piccola c’è il vino buono.

Due vocali possono formare:

un dittongo, se vengono pronunciate insieme:

uno iato, se vengono pronunciate separatamente:

piano, piede, iguana, baita, quello paura, aereo Maria, poeta, sua

Tre vocali formano un trittongo:

guai, pagliai, subacqueo, miei, quei 6 Grammatica italiana_001-030.indd 6

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I FONEMI

Fonologia

L e consonanti sono i suoni che “suonano con“ le vocali. Nella lingua italiana le consonanti sono sedici: B C D F G H L M N P Q R S T V Z I grafemi o lettere C e G hanno due suoni o fonemi: Suono duro: d avanti alle vocali A O U

Suono dolce: davanti alle vocali E I

casa, coda, cura gara, gola, gufo

cena, cima gelo, giro

s eguite da consonante:

croce, classe, clima grano, globo, glicine

a lla fine della parola:

tic, bang

s eguite da H: CHI CHE:

chitarra, bachi chela, foche GHI GHE:

ghiro, maghi gheriglio, spighe

La H non ha suono: è una lettera muta.

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Fonologia

I GRAFEMI

I GRAFEMI L ’alfabeto è l’insieme delle lettere, cioè dei grafemi, di una lingua. L’alfabeto italiano è composto da 21 lettere: 5 vocali e 16 consonanti. Alfabeto italiano: A B C D E F G H I L M N O P Q R S T U V Z A queste lettere se ne aggiungono altre 5 (J K W X Y) che servono per scrivere e pronunciare parole straniere o delle lingue antiche come il greco e il latino. Alfabeto internazionale: A B C D E F G H I J K L M N O P Q R S T U V W X Y Z L ’ordine alfabetico serve per inserire le parole in una lista seguendo un criterio. Per disporre alcune parole in ordine alfabetico:

si considera la prima lettera:

albero, banana, carta

con parole che iniziano con la stessa lettera, si considera la seconda:

casa, coda, cura e poi la terza:

coda, cometa, corsa e poi la quarta e così via…:

cuoco, cuoio, cuore cucinetta, cucinino, cucinotto

Sono disposti in ordine alfabetico: le parole sui dizionari; i cognomi nella rubrica telefonica; i cognomi sui registri di classe; i nomi delle vie nello stradario.

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IL VOCABOLARIO

Fonologia

IL VOCABOLARIO Il vocabolario o dizionario è il libro che contiene, in ordine alfabetico, tutte le parole di una lingua, delle quali spiega il significato. Per cercare una parola sul vocabolario si deve:

t rovare la forma base della parola (per i nomi e gli aggettivi la forma base è il maschile singolare, per i verbi è l’infinito); cercare la sezione che corrisponde alla prima lettera della parola:

prato – P

ll’interno della sezione individuata, cercare la seconda a lettera della parola:

prato – PR

poi passare alla terza lettera:

prato – PRA e così via.

I l vocabolario, di una parola, fornisce le seguenti informazioni: es. talpa: la categoria grammaticale:

sostantivo (nome) s, femminile (f), maschile (m): talpa maschio

il significato:

mammifero di piccole dimensioni che scava gallerie il significato figurato:

fig. persona che ruba e diffonde informazioni segrete

Esistono diversi tipi di vocabolario: bilingue: fornisce la traduzione delle parole da una lingua all’altra:

Italiano-Inglese Inglese-Italiano casa: house, home house: casa, abitazione

etimologico: ricostruisce la storia di ogni termine, la parola da cui deriva e come si è trasformato nel tempo:

cassa: dal latino “capsa”, scatola

ei sinonimi e dei contrari: registra le parole con significato simile d o i loro contrari:

casa: edificio, stabile, costruzione, fabbricato; abitazione, alloggio bello, brutto 9 Grammatica italiana_001-030.indd 9

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Fonologia

IL SIGNIFICATO DELLE PAROLE E I CAMPI SEMANTICI

IL SIGNIFICATO DELLE PAROLE E I CAMPI SEMANTICI Ogni parola ha un significato, cioè contiene una serie di informazioni che richiamano alla mente un’immagine, un concetto che noi conosciamo. Le parole si possono distinguere in:

p arole piene, cioè parole che hanno un significato proprio:

p arole vuote, cioè parole che acquistano un significato solo se stanno accanto ad altre parole. Sono gli articoli, le congiunzioni, le preposizioni e i pronomi.

se sentiamo la parola “gatto”, ci viene in mente un particolare animale domestico, dotato di un certo tipo di pelo, che si muove in un modo particolare, che comunica con un verso ben identificabile e con precisi movimenti. Questo avviene per tutte le persone che parlano la nostra lingua e che sanno che cos’è un gatto.

La congiunzione “però” da sola non ha significato, ma, messa tra due frasi, indica che il contenuto della seconda frase contrasta con quello della prima: Non ho mangiato, però non ho fame.

Un campo semantico è un gruppo di parole le quali, pur non avendo una radice comune, si legano tra di loro in virtù del significato. gni campo semantico si sviluppa attorno a una parola di partenza O alla quale tutte le altre sono legate.

Fiore: parola di partenza. Margherita, garofano, giglio, anemone, viola, rosa, stelo, pistillo… appartengono al campo semantico della parola fiore. Manubrio, pedale, ruota, sellino, campanello, fanale, freno… sono il campo semantico della parola bicicletta. Una parola può appartenere a più campi semantici.

Leone: appartiene al campo semantico delle parole animali, carnivori, felini, mammiferi… 10 Grammatica italiana_001-030.indd 10

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I SINONIMI, I CONTRARI, GLI OMONIMI, GLI OMOGRAFI, GLI OMOFONI

Fonologia

I SINONIMI I sinonimi sono parole che hanno forma diversa, ma significato simile anche se non identico.

Possono avere sinonimi: i nomi i verbi gli aggettivi

I CONTRARI I contrari sono parole che hanno significato contrario, opposto. I contrari possono essere: parole tra loro differenti:

aperto chiuso

comperare vendere

parole che diventano contrari per mezzo di un prefisso:

pari dispari

Ci sono parole che non hanno contrari: i colori, le forme, la nazionalità.

felice infelice

GLI OMONIMI, GLI OMOGRAFI, GLI OMOFONI Le parole possono essere: omonime se si scrivono e si pronunciano nello stesso modo, ma hanno significato diverso:

salutare: rivolgere un saluto; salutare: che dà salute

omografe se si scrivono nello stesso modo, ma si pronunciano in modo diverso, cioè cambia l’accento tonico: vénti (numero); vènti (plurale di vento)

pésca (frutto); pèsca (sport)

omofone se hanno lo stesso suono, ma significato diverso. Per capire il significato bisogna prendere in considerazione il contesto in cui sono inserite:

Ieri sono andata alla fiera. Il leone è una fiera. La mamma è fiera di me.

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Fonologia

LE SILLABE

LE SILLABE La sillaba è un gruppo di suoni che si pronuncia con una sola emissione di fiato. La sillaba può essere formata da:

una sola vocale:

è, a-mi-co

due o più vocali: uo-mo, mi-glia-ia

una consonante e una vocale:

ro-sa, e-li-ca, or-so

una consonante e due vocali:

geo-gra-fia, roc-cia

due o più consonanti e una o più vocali:

pre-da, stra-da, chia-ve, gu-scio

Le parole, in rapporto al numero di sillabe che le compongono, possono essere:

m onosillabe, cioè formate da una sola sillaba:

b isillabe, cioè formate da due sillabe:

t risillabe, cioè formate da tre sillabe:

q uadrisillabe, cioè formate da quattro sillabe:

p olisillabe, cioè formate da cinque o più sillabe:

ma, su, con, sì, tra

pa-ne, car-ro, stan-chi, stra-da, pia-stra ta-vo-lo, gat-ti-no, man-tel-lo, suo-na-ta, in-di-ce du-bi-ta-re, can-ta-sto-rie, can-tic-chia-re

a-rit-me-ti-ca, pre-ci-pi-te-vo-lis-si-me-vol-men-te

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LE SILLABE

Fonologia

LA DIVISIONE IN SILLABE Dividere una parola in sillabe vuol dire separare tutte le sillabe che la compongono. Mare ➜ Ma-re Calorifero ➜ Ca-lo-ri-fe-ro Per dividere in sillabe una parola bisogna seguire queste regole:

la consonante fa sillaba con la vocale che segue:

ma-ti-ta, fi-glia, a-sciu-ga-re

l a vocale, a inizio di parola, seguita da una consonante o da due consonanti diverse, fa sillaba da sola:

a-ni-ma-le, i-stri-ce, o-sta-co-lo

le consonanti doppie si dividono:

mam-ma, af-fet-to, piat-ti-no

i gruppi BL, CL, FL, PL, BR, CR, DR, FR, GR, PR, TR non si dividono:

tre-no, bi-blio-te-ca, al-le-gro

la S impura, cioè seguita da una o più consonanti, non si divide da esse:

ca-stel-lo, e-sper-to, mo-stro

i digrammi (Gl + I; GN + vocale; SCI; SCE; CH; GH; CI + A, O, U; GI + A, O, U) e i trigrammi (GLI, SCI + vocale) non si dividono:

pu-gno, pe-scio-li-no

i gruppi di due consonanti diverse che non possono stare all’inizio di parola (MB, MP, LT, RT, NG, NT…) si dividono:

gam-ba, al-to, fan-go

i dittonghi e i trittonghi non si dividono mai:

cuc-chiai, cau-sa, gio-co

La divisione in sillabe serve per andare a capo a fine riga. Per dividere in modo corretto una parola in sillabe, aiutati con il battito delle mani. Scandisci a voce alta le sillabe della parola battendo le mani ad ogni sillaba: banana: ba

-na

Davanti alle lettere P e B ci vuole M: zampa,

-na

gamba

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Fonologia

L’ACCENTO

L’ACCENTO L’accento è il segno grafico che indica la sillaba su cui cade il tono della voce: questa sillaba viene pronunciata con maggior forza.

Bontà

È

L’accento si chiama accento tonico ed è indicato da questi segni: ` ´ . La sillaba su cui cade l’accento tonico si chiama sillaba tonica:

città, àncora, ancòra, prìncipi, princìpi

Tutte le altre sillabe su cui non cade l’accento si dicono atone, cioè senza tono:

èdera, verità

L’accento è obbligatorio:

quando cade sull’ultima vocale di una parola:

città, caffè, colibrì, però, virtù

nei giorni della settimana che terminano in dì:

lunedì, martedì

sui composti di tre, re, blu, me, sa, so, su:

ventitré, viceré, rossoblù, nontiscordardimé, chissà, chessò, quassù

sui monosillabi ciò, già, giù, più, può, scià, piè:

Lo scià era il re della Persia.

L’accento è consigliato su parole che si scrivono nello stesso modo, ma hanno significato diverso: capitàno, càpitano vestìti, vèstiti

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L’ACCENTO

I n base alla posizione della sillaba tonica, cioè quella sulla quale cade l’accento, le parole si distinguono in:

t ronche, con l’accento sull’ultima sillaba:

p iane, con l’accento sulla penultima sillaba:

s drucciole, con l’accento sulla terzultima sillaba:

b isdrucciole, con l’accento sulla quartultima sillaba:

Fonologia

L’ACCENTO

carità, perché

Parìgi, cartèllo, paròla càttedra, àlbero, tàvolo

pàrlagliene, andiàmocene

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I MONOSILLABI ACCENTATI

I MONOSILLABI ACCENTATI I monosillabi sono parole formate da una sola sillaba.

Ma Per Va

Alcuni monosillabi assumono significato diverso a seconda che si scrivano con o senza accento. Monosillabo accentato

Monosillabo non accentato

è (verbo essere)

e (congiunzione)

dà (verbo avere)

da (preposizione)

dì (nome, parte del giorno)

di (preposizione)

là (avverbio)

la (articolo, pronome e nota musicale)

lì (avverbio)

li (pronome)

Il mare è calmo.

Mattia dà un calcio alla palla. Prendi lo sciroppo tre volte al dì. La tazza è là sul tavolo.

La pizza è calda e fragrante. Mattia indossa le scarpe da tennis. Il quaderno di matematica. La tazza è là sul tavolo. Mi serve la gomma, me la presti? Per iniziare il primo violino ha dato il la agli orchestrali.

Il pigiama è lì sul letto.

I nonni sono partiti e li ho salutati dalla finestra.

né (congiunzione)

ne (avverbio e particella pronominale)

sé (pronome)

se (congiunzione e particella pronominale)

Non c’è né pane né latte. Anna porta sempre con sé l’ombrello.

Il cane se ne va a spasso per il giardino. La torta è buona, ne prendo una fetta. Se non telefono, ci vediamo stasera. Mio fratello se la prende sempre con me.

sì (affermazione)

si (pronome e nota musicale)

tè (nome, bevanda)

te (pronome)

Vuoi la mia risposta? Bene: è sì.

Si parte domani mattina. L’ultima nota della scala musicale è il si.

Che sete! Bevo un po’ di tè freddo. Te l’ho detto che ho incontrato Paola? 16 Grammatica italiana_001-030.indd 16

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L’ELISIONE

Fonologia

L’ELISIONE L’elisione è la caduta della vocale finale atona, cioè senza accento, di una parola. La vocale finale cade nel caso in cui la parola sia seguita da un’altra che inizia con vocale.

Una amica ➜ Un’amica

Quello uomo ➜ Quell’uomo

L’apostrofo è il segno che indica la caduta della vocale:

una X arancia

un’arancia

Elisione obbligatoria

Elisione facoltativa, ma frequente

con gli articoli lo, la, una:

con gli aggettivi questo, questa:

l’orso, l’ape, un’oca

quest’anno, quest’estate con i pronomi lo e la:

c on le preposizioni articolate composte con lo e la:

l’invitai, l’ha visto

dell’uomo, dall’amica

con le particelle mi, ti, ci, si, vi, ne:

c’è, c’era, c’entra

m’avvicino, t’ho visto, c’alziamo, s’alzò, v’avverto, se n’è andato, ce n’è

quell’anello, quell’ape

com’è

c on l’avverbio CI davanti ai verbi che cominciano con E: con gli aggettivi dimostrativi quello/a:

con l’avverbio e congiunzione come:

con gli aggettivi bello/a, santo/a:

con la preposizione di:

d’inverno, d’attesa

bell’amico, bell’idea, sant’Antonio, sant’Agata

con la congiunzione anche:

anch’io, anch’essi

c on gli aggettivi alcuna, nessuna seguiti da altra:

nessun’altra, alcun’altra

c on come, dove, quando, quanto seguiti dal verbo essere:

com’è, dov’erano, quant’è

i n senz’altro, l’altr’anno, nessun’altra, tutt’al più, mezz’ora, d’ora in poi, d’altronde, d’accordo 17 Grammatica italiana_001-030.indd 17

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Fonologia

IL TRONCAMENTO

IL TRONCAMENTO Il troncamento è la caduta della vocale finale o di una sillaba finale atona, cioè non accentata, di una parola.

Ciascun bambino

Un poco ➜ Un po’

Tranne in alcuni casi particolari, il troncamento non è indicato da nessun segno. NessunoX uomo Grande X rumore Troncamento senza apostrofo

Troncamento con l’apostrofo

con l’articolo uno: con gli aggettivi e i pronomi nessuno, alcuno, ciascuno:

nessun aereo, alcun gioco, ciascun atleta in quale è, quale era:

con po’, quando significa “poco”:

un po’ di pane

con da’ quando significa “dai”:

da’ un bacio a Lisa

qual è il mio? Qual era la risposta?

c on di’ quando significa “dici”:

c on gli aggettivi bello: bel libro quello: quel libro grande: gran fatica buono: buon appetito, buon riposo santo: san Pietro

di’ a tuo fratello

c on fa’ quando significa “fai”:

fa’ presto

con sta’ quando significa “stai”:

con i nomi dottore: dottor Rossi professore: professor Bianchi ingegnere: ingegner Verdi signore: signor Neri frate: fra Galdino suora: suor Paola, suor Anna

sta’ ferma

c on va’ quando significa “vai”:

va’ avanti tu

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LA PUNTEGGIATURA

Fonologia

LA PUNTEGGIATURA La punteggiatura serve a dare intonazione nella lettura e a segnare le pause del discorso. Segno

Nome

Quando si usa

Da ricordare

.

punto fermo

per una pausa lunga per separare due frasi per abbreviare le parole nelle sigle

Dopo il punto ci vuole la lettera maiuscola. Si va a capo quando cambia l’argomento del testo.

,

virgola

per una pausa breve negli elenchi nelle date dopo il luogo

Dopo la virgola ci vuole la lettera minuscola. La virgola non si mette mai per dividere il soggetto e il verbo.

;

punto e virgola

per una pausa un po’ più lunga della virgola per separare due frasi all’interno di un periodo

Dopo il punto e virgola ci vuole la lettera minuscola.

:

due punti

prima di un elenco o di una spiegazione per introdurre il discorso diretto

Dopo i due punti ci vuole la lettera minuscola, tranne quando c’è la punteggiatura del discorso diretto.

““ «» – -

virgolette

per aprire e chiudere il discorso diretto

Dopo le virgolette o la lineetta ci vuole la lettera maiuscola.

lineetta trattino

per unire due parole legate tra loro per dividere una parola quando si va a capo

?

punto interrogativo

al termine delle frasi che esprimono una domanda

Dopo il punto interrogativo ci vuole la lettera maiuscola.

!

punto esclamativo

lla fine di frasi che esprimono a meraviglia, stupore, sorpresa

Dopo il punto esclamativo ci vuole la lettera maiuscola.

...

puntini di sospensione

er interrompere un discorso p e far capire che viene lasciato in sospeso per creare attesa

*

asterisco

er indicare spiegazioni p o aggiunte nelle note

()

parentesi tonde

er delimitare le parole che p servono per spiegare, precisare, commentare

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Fonologia

LA MAIUSCOLA

LA MAIUSCOLA La lettera maiuscola serve per dare risalto e importanza a una parola. La lettera maiuscola si usa: per i nomi -p ropri di persona:

a ll’inizio di un testo

C’era una volta

Luca, Giulia

-p ropri di animale:

- i cognomi:

-g eografici o astronomici:

- di festività:

- di vie, piazze, strade:

- di enti, istituti, organi pubblici:

- di squadre o gruppi:

- di divinità:

- di opere d’arte:

- di palazzi o luoghi storici:

- di aziende e marchi:

- di libri, giornali, dischi:

- delle materie scolastiche:

- delle epoche storiche e dei secoli:

d opo i punti . ? !:

Sono stanco. Vado a letto. Quando parti? Adesso. Attento! C’è una buca.

Birba, Dik

Bianchi, Rossi

a ll’inizio del discorso diretto:

Cappuccetto Rosso disse: – Che bocca grande hai!

Milano, Vesuvio, Sole,

Natale, Carnevale, Ramadan via Nazionale, corso Ticinese

Parlamento, Università Statale Milan, i Beatles

Dio, Jahvé, Allah, Budda

il Quirinale, il Duomo

Alcune parole possono essere scritte con la minuscola o con la maiuscola a seconda dei casi.

la Fiat, le Nike, la Apple

Terra, sole, luna: La terra, al sole, si riscalda più

la Gioconda, l’Ultima Cena

il Corriere della Sera, le Quattro Stagioni

Italiano, Matematica

la Preistoria, il Duecento

- delle popolazioni:

i Romani, i Francesi, i Rom

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velocemente dell’acqua. La Terra gira intorno al Sole. Questa sera c’è un quarto di luna. La Luna è un satellite. Chiesa:

La chiesa è sulla piazza principale. Il Papa è il capo della Chiesa. 20 04/02/12 12:49


IL DISCORSO DIRETTO E IL DISCORSO INDIRETTO

Fonologia

IL DISCORSO DIRETTO E IL DISCORSO INDIRETTO Il discorso diretto riporta, in un testo scritto o nel discorso orale, esattamente le parole pronunciate da qualcuno.

La nonna ha detto: “Venite a tavola!” Nei testi scritti il discorso diretto è evidenziato dai seguenti segni di punteggiatura:

: “……………….”

: «…………..»

: – ………………

La mamma mi ha chiesto: “Che ore sono?” Io le ho risposto: «Sono le 10 e un quarto.» Lei ha esclamato: – Uh! Sono in ritardo!

Il discorso indiretto non riporta le parole pronunciate da qualcuno, ma spiega ciò che è stato detto.

La nonna ha detto di andare a tavola. Il discorso indiretto è introdotto dai verbi: dire, esclamare, chiedere, domandare, rispondere, ribattere, con le parole di collegamento di, se, che.

L’insegnante ha detto di prendere il diario. Paola mi ha chiesto se domani andrò a casa sua. Anna ci ha comunicato che la riunione è rinviata. 21 Grammatica italiana_001-030.indd 21

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Fonologia

IL DISCORSO DIRETTO E IL DISCORSO INDIRETTO

DAL DISCORSO DIRETTO AL DISCORSO INDIRETTO

Nel passaggio dal discorso diretto al discorso indiretto: si eliminano i segni della punteggiatura cambia la persona del verbo (la 1a persona diventa 3a persona) cambiano gli aggettivi possessivi (la 1a persona diventa 3a persona) cambiano gli aggettivi dimostrativi cambiano gli avverbi di tempo e di luogo Discorso indiretto

Discorso diretto

Marta, mostrandomi il cucciolo, mi ha spiegato che lei ha insegnato a quel suo cagnolino a stare seduto lì nella sua cesta anche se in quel momento era sdraiato sul tappeto.

Marta, mostrandomi il cucciolo, mi ha spiegato: “Io ho insegnato a questo mio cagnolino a stare seduto qui nella sua cesta anche se ora si è sdraiato sul tappeto!”

Discorso indiretto

Discorso diretto

Matteo racconta alla sorellina: “Qui, sulla porta della nostra casa, ho trovato questo bellissimo gattino. Ora sta miagolando affamato.”

Matteo racconta alla sorellina che ha trovato lì sulla porta della loro casa quel bellissimo gattino che in quel momento stava miagolando affamato.

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L’ORTOGRAFIA L’ortografia è la parte della grammatica che stabilisce le regole della corretta scrittura delle parole.

Gli errori ortografici più frequenti riguardano: l’uso dell’H:

Ortografia

L a parola ortografia deriva dal greco antico orto (corretto) e grafia (scrittura).

Vado ha casa. Vado a casa. Luca a fame. Luca ha fame.

i dubbi su GN:

gnente

niente

S CE SCIE:

C A CO CU GA GO GU:

sciendere scenza

scendere scienza

chane cane chorvo corvo chura cura ghatto gatto ghola gola ghufo gufo

l’uso delle doppie:

tapeto colleggio

tappeto collegio

l’uso dell’accento

verra verrà un pò un po’

l’uso dell’apostrofo:

lamica l’amica lhanno l’hanno ce ne ce n’è

la scrittura di parole che hanno suono simile:

Come evitare gli errori di ortografia? Rileggi il testo scritto cercando di non seguire il senso, ma concentrandoti su ogni singola parola. Presta molta attenzione alle correzioni dell’insegnante per capire quali sono gli errori che commetti più frequentemente. Può essere utile riscrivere la parola sbagliata in modo corretto. Consulta il vocabolario in caso di dubbio. Leggi molto.

allora all’ora loro l’oro

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I SUONI C G

I SUONI C G

Ortografia

L e consonanti C e G possono avere suono duro o suono dolce a seconda delle vocali da cui sono seguite.

Hanno suono duro: se sono seguite dalle vocali A, O, U (in questo caso non ci vuole mai l’H) CA cane, bucato, lumaca GA gara, sigaro, spiga CO coda, secolo, buco GO gomitolo, rigore, mago CU cupola, lacuna GU gufo, paguro, ragÚ

s e sono seguite da H + le vocali E e I: CHE chela, licheni, lumache GHE ghepardo, mughetto, vanghe CHI chitarra, manichino, buchi GHI ghiro, fanghiglia, laghi

Hanno suono dolce: s e sono seguite dalle vocali E e I: CE cena, macerie, falce GE genitore, tagete, falange CI cinema, bacino, luci GI giraffa, pagina, randagi

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I SUONI C G

I SUONI C G Il suono CE si scrive SENZA la I. Fanno eccezione le parole:

Ortografia

arciere, artificiere, bilanciere, braciere, cartucciera, cielo, cieco, coefficiente, crociera, deficienza, deficiente, efficienza, efficiente, paciere, lanciere, pasticciere, insufficienza, insufficiente, società, socievole, specie, sufficienza, sufficiente, superficie

Il suono GE si scrive SENZA la I. Fanno eccezione le parole: archibugiere, effigie, formaggiera

Le parole che terminano in CIA oppure GIA, al plurale fanno: C IE/GIE se prima di CIA/GIA c’è una vocale:

farmacia grigia

farmacie grigie

C E/GE se prima di CIA/GIA c’è una consonante:

pancia frangia

pance frange

Quando CIA o GIA si trovano all’interno di un verbo, la I scompare davanti alle desinenze in -E:

baciare mangiare

baceremo, bacerebbero mangerà, mangerebbe

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IL SUONO GLI

IL SUONO GLI Il gruppo GLI si pronuncia in un unico suono.

Ortografia

Ha generalmente il suono dolce:

ciglia, biglietto, gigli, figliolo, pagliuzza Solo in alcuni casi ha il suono duro:

glicine, negligente, geroglifico, glicerina, anglicano Attenzione a non confonderlo con LI, che si usa: in:

olio, balia, milione, miliardo, prelievo, mobilia, familiare, cavaliere, petroliera, ciliegia, italiano all’inizio di parola:

liana, lievito, liofilizzare, liuto in alcuni nomi:

Giulia, Liliana, Giuliano quando la L raddoppia:

sollievo, allievo, stalliere

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I SUONI GN NI

I SUONI GN NI Il gruppo GN non è mai seguito dalla vocale I:

lavagna, ingegnere, gnomo, ognuno

Ci sono tuttavia alcune eccezioni: compagnia

alcune voci dei verbi che terminano in -gnare, -gnere, -gnire:

insegniamo, spegniamo, disegniamo, che noi sogniamo, che voi sogniate, che voi spegniate

Ortografia

Il suono NI si usa con alcune parole:

Antonio, colonia, coniugazione, coniuge, geniale, genio, geranio,

macedonia, niente, ragioniere, riunione, scrutinio, Stefania‌

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I SUONI QU CU CQU

I SUONI QU CU CQU I l gruppo QU è sempre seguito da vocale (QUA, QUE, QUI, QUO):

I l gruppo CU è seguito da consonante:

Ortografia

quadro questo quindici quota

cubo sicuro cucchiaio alcuno

i sono alcune parole che fanno eccezione, cioè si scrivono con la C C anche se dopo la U c’è una vocale:

cuore, cuoco, scuola, cuoio, scuoiare, cui, circuito, innocuo, arcuato, percuotere, scuotere, promiscuo, cuocere, cospicuo, proficuo, vacuo, evacuare Il gruppo CQU si trova in:

acqua e i suoi derivati:

acquazzone, acquarello, acquario, acquaio, subacqueo, sciacquare, risciacquare, subacqueo in acquistare, acquisire, acquirente, acquisto nei passati remoti piacque, nacque, giacque, nocque Il suono CCU si trova solo nella parola taccuino. Il suono QQU si trova solo nella parola soqquadro.

Nella divisione in sillabe: i gruppi QUA, QUE, QUI, QUO non si dividono:

ei gruppi CQU, QQU, CCU n le consonanti si dividono:

riquadro ri-qua-dro liquefatto li-que-fatto liquore li-quo-re

acqua ac-qua soqquadro soq-qua-dro taccuino tac-cui-no 28

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IL SUONO SC

IL SUONO SC Il gruppo SC ha: suono dolce se seguito da E, I:

Il gruppo SCE si scrive senza I tranne nelle parole: scienza, coscienza e i loro derivati come scientifico, scienziato, coscienzioso, incoscienza,

coscientemente, coscienziosamente, usciere.

Ortografia

scena, scivolo, sciacallo, sciupare, sciopero

suono duro se seguito da A, O, U:

scatola, lisca, scoiattolo, bosco, scudo e nei gruppi SCHE, SCHI:

scheda, lische, schiena, caschi

SCA, SCO, SCU si comportano come CA, CO, CU: non vogliono mai l’H. Nella divisione in sillabe le consonanti del gruppo SC non si dividono:

pesce pe-sce cuscino cu-sci-no pescheria pe-sche-ria taschino ta-schi-no casco ca-sco biscotto bi-scot-to

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L’USO DELL’H

L’USO DELL’H La lettera H non ha nessun suono; è usata come segno grafico.

Ortografia

Con H

Senza H

HO

O (congiunzione): significa oppure.

HAI Tu hai sonno.

ai (preposizione): risponde alle domande: a chi? A che cosa? Dove? Quando?

HA

La nonna ha in testa un cappellino.

A (preposizione): quando risponde alle domande: a chi? A che cosa? Dove? Quando? A fare che cosa? Come?

HANNO

ANNO (nome): indica un periodo di tempo.

Io ho una maglietta nuova.

Gli zii hanno comperato un camper.

Giochiamo a pallone o a basket?

Io telefono ai nonni. Appendi i quadri ai chiodi. Siamo andati ai giardini. Ai primi di agosto partiremo per il mare.

Ho regalato a Luisa un libro. Io gioco a carte. Domani torno a Milano. A marzo compio gli anni. Andiamo a dormire. Io vado a scuola a piedi.

L’anno scorso è nata la mia sorellina.

Per non sbagliare a usare la lettera H, prova a chiederti se O, AI, A, ANNO: i ndicano il possesso di qualcosa:

Tu hai (avere) una bella bicicletta.

indicano una sensazione:

Io ho (avere) caldo.

significano “tenere”:

Leo e Lea hanno (tenere) in mano un palloncino. s ono ausiliari di altri verbi, cioè servono per formare il tempo passato prossimo:

Sara mi ha scritto una cartolina. 30

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L’USO DELL’H

L’USO DELL’H La lettera H si usa:

n elle esclamazioni: Oh! Ah! Ah! Mi sono dimenticata l’appuntamento! Ahimè Ahimè! Il tempo è scaduto!

Ortografia

Oh! Che sorpresa!

Uh! Uh! Come è tardi! Ehi! Ehi! Ma dove stai andando? Ohimè! Ohimè! Come è volato il tempo! Ahia! Ahia! Che male! Sono caduto!

p er formare i suoni duri di C G con le vocali I ed E:

panchina, chiave, chiesa, chiodo, chiuso, chela, ghirlanda, ghianda, ringhiera, ghiotto, margherita

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L’USO DELL’H

L’USO DELL’H Con H M’HA (mi ha)

MA (congiunzione)

M’HAI (mi hai):

MAI (avverbio):

L’HA (lo/la ha)

LA/LO (articolo, pronome)

GLIEL’HO (glielo/gliela ho)

GLIELO

GLIEL’HA (glielo/gliela ha)

GLIELA

Ieri m’ha telefonato Luca.

Ortografia

Senza H

Che bello il libro che m’hai regalato! Luisa ha trovato una gattina e l’ha portata a casa.

Leo non aveva la gomma e io gliel’ho prestata. A lei serviva un certificato e Piero gliel’ha spedito.

Vorrei uscire, ma piove. Non sono mai stato a Roma. La rana salta nello stagno. Lo scoiattolo è sul ramo. Sto cercando la biro, ma non la trovo. Ho sporcato il maglione e ora lo cambio. Lia ha dimenticato il diario, glielo porto subito. Luca ti ha prestato la bicicletta, ora gliela devi restituire.

GLIEL’HAI (glielo/gliela hai)

Andrea sa che deve venire da me, gliel’hai detto tu? GLIEL’HANNO (glielo/gliela hanno)

Il papà ha vinto un premio: gliel’hanno detto ieri. ME L’HA-ME L’HO (me lo/la ha) (me lo/la ho)

ME LA (particella + articolo) MELA-MELO (nome)

TE L’HA-TE L’HO (te lo/la ha) (te lo/la ho)

TE LA/LO (particella + articolo) TELA-TELO (nome)

VE L’HA-VE L’HO (ve lo/la ha) (ve lo/la ho)

VE LA/LO (particella + articolo) VELA-VELO (nome)

CE L’HA-CE L’HO (ce lo/la ha) (ce lo/la ho)

CE LA/LO (particella + articolo) CELA-CELO (verbo)

V’HA (vi ha)

VA’ (vai) VA (verbo)

Ti piace il mio I-pod? Me l’ha regalato la zia. Te l’ha detto Carla che domani c’è una festa? Ve l’ha chiesto qualcuno? Non ce l’ho con te.

Mario v’ha chiesto scusa.

Ho una bella tuta, ma non me la metto mai! Mangio una bella mela. Hai bisogno della tela per la tenda? Te la do io.

Ve la ricordate la vela della nave pirata? Ce lo dice lui.

Va’ da Leo. Ugo va a scuola.

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LE CONSONANTI DOPPIE

LE CONSONANTI DOPPIE on esiste una regola precisa per il raddoppiamento N delle consonanti, ma ci sono delle indicazioni: q uando una parola che termina per vocale si unisce con una che inizia per consonante, questa consonante raddoppia: sopra tutto ➜ soprattutto sopra ciglia ➜ sopracciglia così detto ➜ cosiddetto e come ➜ eccome contra dire ➜ contraddire fra tanto ➜ frattanto

l a consonante B non raddoppia mai davanti a -ile:

Ortografia

amabile, volubile, mobile, dirigibile

l a consonante G non raddoppia mai davanti a -ion:

l a consonante Z non raddoppia mai nei suoni -zia, -zio, -zie:

regione, ragioniere, cagionevole

ringraziare, stazione, spezie Fanno eccezione le parole pazzia e razzia

e alcune voci dei verbi che terminano in -zzare come spazzare, spazziamo, spruzziamo, spruzziate.

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SCHEDA RIASSUNTIVA

LA FONOLOGIA

Fonologia

La fonologia è la parte della grammatica che si occupa dei suoni.

OrtoepĂŹa (corretta pronuncia)

Ortografia (corretta scrittura)

Fonemi Sillabe Sillabe e accenti Elisione e troncamento

Grafemi Divisione in sillabe Accento e apostrofo Punteggiatura Regole ortografiche

Alfabeto

Vocali

Consonanti

Dittongo (due vocali pronunciate insieme) Iato (due vocali pronunciate separatamente) Trittongo (tre vocali pronunciate insieme)

Digrammi (due consonanti) Trigrammi (tre consonanti)

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LA MORFOLOGIA La morfologia è la parte della grammatica che studia e analizza la forma delle parole, i loro cambiamenti e la funzione che hanno all’interno della frase. Le parole che usiamo per parlare e per scrivere si chiamano parti del discorso e sono divise in due grandi gruppi: parti variabili e parti invariabili.

a l numero: singolare plurale orso orsi

a lla persona: io corro

Morfologia

L e parti variabili del discorso sono quelle che possono avere forma diversa in base: al genere: maschile femminile orso orsa

tu corri noi corriamo

Le parti variabili del discorso possono variare la desinenza e sono cinque: nome articolo verbo aggettivo pronome

Le parti invariabili del discorso sono quelle che non cambiano la loro forma e sono quattro:

congiunzione preposizione avverbio interiezione

Fare l’analisi grammaticale di una parola vuol dire stabilire che parte è del discorso (un nome, un aggettivo, un verbo…) e individuarne le caratteristiche (genere, numero, persona). 35 Grammatica italiana_031-051.indd 35

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LA STRUTTURA DELLE PAROLE

LA STRUTTURA DELLE PAROLE In una parola si possono distinguere: radice, desinenza, prefisso, suffisso. La radice è la parte della parola che non cambia e ne esprime il significato:

nonnparl-

nonno, nonna parl-are, par-lo

Morfologia

L a desinenza è la parte della parola che cambia e fornisce informazioni grammaticali:

nonn-o, nonn-a, nonn-i, nonn-e parl-o, parl-arono

I l prefisso è la parte che precede la radice della parola e ne modifica il significato:

bis-nonno, super-mercato

Il suffisso è la parte che segue la radice della parola e ne modifica il significato:

nonn-in-o, cas-ett-a

Vi sono parole nelle quali sono presenti tutte e quattro le parti:

internazionale inter-

nazion-

al-

e

prefisso

radice

suffisso

desinenza

La radice di una parola si trova provando a cambiare il finale e osservando bene qual è la parte che non cambia. Lo stesso procedimento vale per il prefisso e per il suffisso. Prendiamo ad esempio canto e proviamo a cambiare il finale: canti, canta. La parte che NON cambia è cant, che è dunque la radice. In zietta o prozio, la parte che NON cambia è zi, che è dunque la radice. 36 Grammatica italiana_031-051.indd 36

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IL NOME

IL NOME Il nome o sostantivo è la parte variabile del discorso che indica una persona, un animale, una cosa. Le cose comprendono anche le piante, i sentimenti, le sensazioni, le emozioni, gli ambienti, i fenomeni atmosferici, i concetti, le espressioni di tempo, quelle di luogo… Il nome può essere: comune, se indica in modo generico una persona, un animale, una cosa. In questo caso si scrive con la lettera minuscola:

tavolo, insegnante, balena

Morfologia

proprio, se indica in modo particolare una persona, un animale, una cosa. In questo caso si scrive con la lettera maiuscola:

Pussy, Camilla, Milano

concreto, se indica qualcosa che è percepibile con i cinque sensi:

astratto, se indica qualcosa che non è percepibile con i cinque sensi, come sentimenti, stati d’animo, concetti, virtù:

palla, puzza, musica, morbidezza, sapore saggezza, vizio, amicizia

collettivo, se, anche al singolare, indica un insieme di elementi della stessa specie:

orchestra, mandria, dozzina

generale (generico), se indica un gruppo di elementi diversi con qualche caratteristica comune:

frutta, mobilio

specifico, se indica un elemento particolare di un gruppo o una categoria:

mela, tavolo

Devi fare attenzione alla concordanza tra i nomi collettivi e le altre parti variabili del discorso che ad essi si riferiscono. Se il nome collettivo è singolare, anche se indica un insieme di elementi, le parti che ad esso si riferiscono vanno al singolare:

Il pastore disse: – Il mio gregge di pecore pascola nel prato. Ora lo riporto all’ovile. 37 Grammatica italiana_031-051.indd 37

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IL NOME

IL GENERE DEL NOME Il genere indica se un nome è maschile o femminile.

Maestro

Maestra

Morfologia

Il nome può essere di genere:

maschile:

femminile:

indipendente:

promiscuo:

comune:

pagliaccio ballerina

uomo, donna

la tigre maschio il farmacista, la farmacista Il genere maschile indica una persona o un animale maschio:

maestro, gatto

Il genere femminile indica una persona o un animale femmina:

maestra, gatta

I nomi di cosa sono o maschili o femminili e non possono essere trasformati da un genere all’altro. È l’articolo che indica il genere:

la casa, il tetto

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IL NOME

IL GENERE DEL NOME La desinenza del nome indica se esso è maschile o femminile. NOMI MASCHILI Desinenza

Nome

Eccezione

In -o

il libr-o, il lup-o, lo scogli-o

la mano, la radio, la moto, la foto

Consonante

il tram, il bar, il goal

la star, la miss, la e-mail

In -e

il dente, il fiume Morfologia

NOMI FEMMINILI Desinenza

Nome

Eccezione

In -a

l’amic-a, la finestr-a

il poeta, il poema, il problema

In -i

la cris-i, l’oas-i

il brindisi

In -à -ù

la verit-à, la virt-ù

In -e

la cener-e, la nott-e

Per passare dal maschile al femminile si cambia la desinenza del nome: maestro ➜ maestra, figlio ➜ figlia, infermiere ➜ infermiera Alcuni nomi, nel passare dal maschile al femminile, aggiungono un suffisso alla radice del nome maschile: avvocato ➜ avvocatessa, duca ➜ duchessa, scrittore ➜ scrittrice, traditore ➜ traditrice, leone ➜ leonessa 39 Grammatica italiana_031-051.indd 39

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IL NOME

IL GENERE DEL NOME Il nome è:

i genere indipendente quando ha forma completamente diversa d per il maschile e per il femminile:

Morfologia

Maschile

Femminile

maschio

femmina

uomo

donna

padre

madre

marito

moglie

genero

nuora

celibe

nubile

padrino

madrina

fratello

sorella

cavaliere

dama

frate

suora

bue

mucca

fuco

ape

maiale

scrofa

toro

vacca

montone

pecora

i genere promiscuo quando ha una sola forma con la quale d indica sia il maschio sia la femmina. Si tratta prevalentemente di nomi di animale; per distinguere il maschile dal femminile occorre scrivere dopo il nome “maschio” o “femmina”:

la balena maschio, la balena femmina il canguro maschio, il canguro femmina 40 Grammatica italiana_031-051.indd 40

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IL NOME

IL GENERE DEL NOME I nomi di genere comune hanno un’unica forma per il maschile e per il femminile: è l’articolo che fa capire se si tratta di un maschio o di una femmina. Maschile

Femminile

la nipote

il custode

la custode

il dentista

la dentista

il musicista

la musicista

il collega

la collega

il pediatra

la pediatra

il cantante

la cantante

il passante

la passante

Morfologia

il nipote

olti nomi sono apparentemente di genere comune perché sembra M abbiano la stessa forma per il maschile e per il femminile; in realtà hanno significato diverso. Maschile

Femminile

il boa (serpente)

la boa (galleggiante)

il fonte (vasca che contiene

la fonte (sorgente d’acqua)

il fine (scopo)

la fine (conclusione)

il radio (osso del braccio;

la radio (apparecchio radiofonico)

il capitale (somma di denaro)

la capitale (città principale di uno Stato)

il lama (l’animale)

la lama (parte tagliente del coltello)

il pianeta (un corpo celeste

la pianeta (paramento che indossano

l’acqua per il battesimo)

elemento chimico)

come la Terra)

i sacerdoti) 41

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IL NOME

IL GENERE DEL NOME Alcuni nomi formano il femminile in modo particolare: dio ➜ dea re ➜ regina abate ➜ badessa zar ➜ zarina gallo ➜ gallina

Morfologia

lcuni nomi, passando dal maschile al femminile, sembra che cambino A genere, ma, cambiando la desinenza, cambiano significato. Maschile arco (arma, linea curva) baleno (lampo) ballo (danza) banco (tavolo da lavoro) baro (imbroglione) busto (parte superiore del corpo umano) caso (eventualità) cero (grossa candela) collo (parte del corpo, pacco) foglio (pezzo di carta) manico (impugnatura)

Femminile arca (sarcofago) balena (cetaceo) balla (involucro di merci per il trasporto) banca (istituto di credito) bara (feretro) busta (involucro per lettere) casa (edificio) cera (sostanza prodotta dalle api) colla (sostanza adesiva) foglia (parte di un vegetale) manica (parte di un abito che copre

masso (grande pietra) mento (parte del viso) modo (maniera) mostro (creatura innaturale) panno (tessuto) pianto (il piangere) pizzo (merletto) palmo (distanza tra il pollice e il mignolo) palo (cilindro di legno infisso nel terreno) pollo (uccello domestico) porto (luogo d’attracco per le navi) posto (luogo) soffitto (parte alta di un locale) spillo (cilindretto d’acciaio appuntito) suolo (terra) tasso (animale, pianta) testo (produzione scritta)

menta (pianta erbacea) moda (usanza) mostra (esposizione) panna (parte schiumosa del latte) pianta (vegetale) pizza (piatto tipico) palma (albero) pala (attrezzo per scavare) polla (sorgente) porta (apertura) posta (corrispondenza) soffitta (locale tra l’ultimo piano e il tetto) spilla (ornamento prezioso) suola (parte inferiore della scarpa) tassa (imposta) testa (capo)

il braccio) massa (mucchio, moltitudine)

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IL NOME

IL NUMERO DEL NOME Il numero del nome indica se si tratta di un solo elemento o di più elementi.

Il nome può essere di numero:

singolare, quando indica un solo elemento: una sola persona, un solo animale, una sola cosa:

muratore, passerotto, candela

plurale, quando indica più elementi: più persone, più animali, più cose:

muratori, passerotti, candele

Desinenza al singolare In -a

Singolare Soprattutto nomi femminili:

nonna, casa, iena Nomi maschili:

poeta, problema, programma In -o

S oprattutto nomi maschili:

nonno, palazzo, toro N omi femminili:

In -e

Plurale -e:

nonne, case, iene -i:

poeti, problemi, programmi -i:

nonni, palazzi, tori,

mano, soprano

mani, soprani

N omi maschili:

-i:

portiere, leone, dente N omi femminili:

madre, lepre, fede

Morfologia

Per passare dal singolare al plurale si cambia la desinenza del nome.

portieri, leoni, denti, madri, lepri, fedi

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IL NOME

IL NUMERO DEL NOME Nel passaggio dal singolare al plurale vi sono casi particolari. Singolare

Plurale

Nomi che terminano in -ca -ga: nomi femminili:

-che -ghe:

foche, streghe

foca, strega

-chi -ghi:

n omi maschili:

duchi, strateghi

Morfologia

duca, stratega

Nomi che terminano in -cia -gia: s e -cia -gia sono preceduti da vocale, conservano la i:

camicia, battigia

s e -cia -gia sono preceduti da consonante, perdono la i:

pancia, frangia

Nomi che terminano in -co -go: s e l’accento cade sulla penultima sillaba:

bàco, letàrgo

s e l’accento non cade sulla penultima sillaba:

itàlico, psicòlogo

-cie -gie:

camicie, battigie -ce -ge:

pance, frange

-chi -ghi:

bachi, letarghi -ci -gi:

italici, psicologi

Nomi che terminano in -scia:

-sce:

Nomi che terminano in -scìa:

scìe:

Nomi che terminano in -io: s e l’accento cade sulla i:

-ii:

biscia, fascia

bisce, fasce

scìa

scie

zii, dondolii, sfavillii

zìo, dondolìo, sfavillìo

-i:

s e l’accento non cade sulla i:

cucchiai

cucchiaio

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IL NOME

IL NUMERO DEL NOME lcuni nomi si comportano in modo particolare nel passaggio A dal singolare al plurale. I nomi invariabili (o indeclinabili) non cambiano dal singolare al plurale. È il caso di: alcuni nomi maschili che terminano in -a: il cinema ➜ i cinema il sosia ➜ i sosia

alcuni nomi femminili che terminano in -o: la foto ➜ le foto la biro ➜ le biro

alcuni nomi femminili che terminano in -ie: la serie ➜ le serie la specie ➜ le specie

alcuni nomi maschili e femminili che terminano in -i: il brindisi ➜ i brindisi la metropoli ➜ le metropoli

i nomi che terminano con consonante o stranieri: il film ➜ i film la star ➜ le star

i nomi che hanno l’accento sull’ultima sillaba: il caffè ➜ i caffè la città ➜ le città

i monosillabi: il re ➜ i re

Morfologia

la gru ➜ le gru

lcuni nomi, nel passare dal singolare al plurale, cambiano genere: A sono maschili al singolare e femminili al plurale: Singolare

Plurale

l’uovo

le uova

il migliaio

le migliaia

il paio

le paia

il centinaio

le centinaia

il miglio

le miglia

il riso

le risa 45

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IL NOME

IL NUMERO DEL NOME

Morfologia

I nomi sovrabbondanti hanno più forme per il singolare o per il plurale.

I sovrabbondanti del singolare hanno più forme al singolare:

I sovrabbondanti del plurale hanno più forme al plurale:

I sovrabbondanti del singolare e del plurale hanno più forme al singolare e al plurale:

il forestiero, il forestiere lo sparviero, lo sparviere

il sopracciglio, i sopraccigli, le sopracciglia il ginocchio, i ginocchi , le ginocchia

l’orecchio, l’orecchia, gli orecchi, le orecchie il frutto, la frutta, i frutti, le frutta

I sovrabbondanti del plurale hanno due plurali ma con significato diverso: il braccio

i bracci (di un fiume, di una gru)

il fondamento

i fondamenti (i principi

il fuso

i fusi (i fusi orari,

il gesto

i gesti (i movimenti) le gesta (le imprese)

il grido

i gridi (degli animali) le grida (degli esseri

le braccia (parti del corpo umano)

il budello i budelli (vie strette, cunicoli) le budella (gli intestini) il cervello i cervelli (nel senso di

persone molto intelligenti) le cervella (la materia cerebrale)

il ciglio

i cigli (i margini di un burrone) le ciglia (dell’occhio)

il corno

i corni (strumenti musicali) le corna (degli animali)

il dito

le dita (della mano e o del

il filo

di una scienza) le fondamenta (la parte interrata di un edificio) i rocchetti per la filatura) le fusa (il gatto fa le fusa)

umani)

il labbro

i labbri (i margini di una ferita)

le labbra (della bocca)

piede prese nell’insieme) i diti (distinti l’uno dall’altro)

i fili (dell’erba, della luce) le fila (di una congiura, di un complotto; del formaggio fuso)

il membro

i membri (i componenti

l’osso

gli ossi (in generale) le ossa (del corpo

di una società) le membra (le braccia)

umano)

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IL NOME

IL NUMERO DEL NOME I nomi difettivi sono i nomi che possono essere usati solo al singolare o solo al plurale. Si chiamano “difettivi” perché ”difettano”, cioè non hanno o il singolare o il plurale. I nomi difettivi del plurale sono i nomi che non hanno il plurale. Sono difettivi del plurale:

i nomi dei metalli e degli elementi chimici:

molti nomi che indicano qualità:

m olti nomi che indicano una sensazione:

a lcuni nomi di alimenti o sostanze:

a lcuni nomi di malattie:

i nomi che indicano cose uniche in natura:

i nomi delle discipline scientifiche:

l’ossigeno, l’idrogeno, il piombo, il rame

il sonno, la sete, la fame

Morfologia

la bellezza, la bontà

il latte, il miele, il pepe, il riso, il grano, il sangue il morbillo, il tifo, la peste l’equatore

la fisica, la biologia, la chimica

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IL NOME

IL NUMERO DEL NOME I nomi difettivi del singolare sono i nomi che non hanno il singolare. Sono difettivi del singolare: i nomi che indicano cose formate da una coppia di parti uguali:

gli occhiali, le mutande, le forbici, i pantaloni

i nomi che indicano un insieme di cose diverse tra loro, ma che hanno una funzione simile:

le stoviglie, i viveri, le scorie, i dintorni i nomi di origine latina:

Morfologia

le nozze, le ferie, le tenebre, i posteri, le esequie, le vestigia

Alcuni nomi difettivi che hanno solo il singolare usati al plurale hanno significato diverso: gli ori, gli argenti indicano gli oggetti preziosi in oro, argento; le bellezze sono persone belle, non il nome in astratto; i valori sono i beni che una persona possiede; le dolcezze sono torte e pasticcini.

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IL NOME

IL NOME PRIMITIVO Il nome primitivo è un nome che non deriva da nessun altro nome.

I l nome primitivo è composto dalla radice e dalla desinenza: fior-e, nonn-o, gatt-o Con i nomi primitivi si formano i nomi: derivati:

fioriera

Morfologia

composti:

portafiori alterati:

fiorellino

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IL NOME

IL NOME DERIVATO Il nome derivato ha origine da un nome primitivo rispetto al quale ha un significato diverso.

Fiore ➜ fioriera, fiorista, fioraio er formare un nome derivato si aggiungono alla radice di un nome P primitivo un suffisso o un prefisso o entrambi. P rincipali suffissi per formare un nome derivato:

Morfologia

Suffisso

Nome primitivo

Nome derivato

aio/aia/ai/aie

fior-e

fior-aio

iere/iera/ieri/iere

zuccher-o

zuccher-iera

ista/isti

dent-e

dent-ista

ile/ili

fien-o

fien-ile

eria/erie

salum-e

salum-eria

aro/ara/ari/are

campan-a

campan-aro

anza

cittadin-o

cittadin-anza

ificio

pan-e

pan-ificio

P rincipali prefissi per formare un nome derivato: Prefisso

Nome primitivo

Nome derivato

dis

onore

dis-onore

super

eroe

super-eroe

Esempio di nome formato da prefisso e suffisso: Prefisso

Suffisso

Nome primitivo

s

ell

port-a

Nome derivato

s-port-ell-o sportello 50

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IL NOME

IL NOME ALTERATO Il nome alterato è un nome che, attraverso un suffisso, altera, cioè cambia un po’ il suo significato.

Vecchiaccia

Uccellino

Casetta

I l nome alterato si ottiene aggiungendo alla radice del nome il suffisso adatto, che può indicare piccolezza, bellezza, grandezza, bruttezza. Il nome alterato è formato dalla radice, da un suffisso e dalla desinenza. Suffisso

Nome alterato

Diminuitivo Indica piccolezza

ello, ino, etto, icciolo, icello

finestrella, gattino, mobiletto, muricciolo, monticello

Vezzeggiativo Indica bellezza

uccio, otto, olo, acchiotto

lacrimuccia, cucciolotto, figliolo, orsacchiotto

Accrescitivo Indica grandezza

one, accione, acchione

cagnone, omaccione, furbacchione

Dispregiativo Indica bruttezza, disprezzo

accio, astro, ucolo, uncolo, iciattolo

cagnaccio, fratellastro, poetucolo, omuncolo, vermiciattolo

Morfologia

Alterato

I falsi alterati sono nomi che, pur terminando come i nomi alterati, sono in realtà nomi primitivi:

torrone, pulcino, postino, tacchino, mulino, fustino, tifone, focaccia, burrone, lampone, rapina, visone

Alcuni nomi, passando da primitivo ad alterato, cambiano il genere:

il sapone ➜ la saponetta

la via ➜ il viottolo 51

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