LETTURE GRADUATE
GIOVANI ADULTI
LIVELLO 2
I FIORETTI DI SAN FRANCESCO
Una scelta I Fioretti di san Francesco sono dei “piccoli fiori” cioè dei piccoli, bellissimi racconti che parlano di miracoli, amicizia, fede, amore per il mondo e la natura e speranza. Raccontano la vita e i miracoli di san Francesco di Assisi, il santo povero e forte, che ha rinnovato la Chiesa e ha portato nel mondo un importantissimo messaggio di pace. In questa edizione trovi alcuni dei Fioretti più famosi, come la predica agli uccelli o il feroce lupo di Gubbio. All’inizio di ogni Fioretto, una frase tratta dal testo originale ci riporta ad una realtà antica, ma sempre attualissima.
I FIORETTI DI SAN FRANCESCO - UNA SCELTA
I Fioretti di san Francesco
LIVELLO 2
Una collana di classici e storie originali per lettori che apprendono la lingua italiana.
UNA SCELTA
In questo libro trovi: - Biografia di san Francesco - Dossier informativi sull’opera e il suo contesto storico - Glossario delle parole più difficili - Attività linguistiche - Test finale
Temi Religione
Società
Natura
Viaggio
Elementare
600 parole chiave
A1
LIV E LLO 2
Pre-Intermedio
800 parole chiave
A2
LIV E LLO 3
Intermedio
1000 parole chiave
B1
LIV E LLO 4
Intermedio superiore
1800 parole chiave
B2
LIV E LLO 5
Avanzato
2500 parole chiave
C1
LIV E LLO 6
Integrale
C2
Classico
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Parti registrate su CD. Testo integrale in formato MP3 sul sito: www.eligradedreaders.com
LETTURE GRADUATE ELI GIOVANI ADULTI
LIV E LLO 1
ILS A2
LETTURE GRADUATE
GIOVANI ADULTI
LETTURE GRADUATE
GIOVANI ADULTI
La collana Letture Graduate ELI è una proposta completa di libri per lettori di diverse età e comprende accattivanti storie contemporanee accanto a classici senza tempo. La collana è divisa in tre, LettureGraduate ELI Bambini, Letture Graduate ELI Giovani, Letture Graduate ELI Giovani Adulti. I libri sono ricchi di attività, sono attentamente editati e illustrati in modo da aiutare a cogliere l’essenza dei personaggi e delle storie. I libri hanno una sezione finale di approfondimenti sul periodo storico e sulla civiltà, oltre a informazioni sull’autore.
A2
La certificazione FSC garantisce che la carta usata per questo libro proviene da foreste certificate, per promuovere l'uso responsabile delle foreste a livello mondiale.
Per questa collana sono stati piantati 5000 alberi.
I Fioretti di san Francesco Una scelta
Adattamento e attività di Luca Di Dio Illustrazioni di Claudia Palmarucci
LETTURE GRADUATE
GIOVANI ADULTI
I Fioretti di san Francesco Una scelta Adattamento e attività di Luca Di Dio Illustrazioni di Claudia Palmarucci Letture Graduate ELI Curatori della collana Paola Accattoli, Grazia Ancillani, Daniele Garbuglia (Art Director) Progetto grafico Airone Comunicazione - Sergio Elisei Impaginazione Airone Comunicazione Direttore di produzione Francesco Capitano Foto Shutterstock, Archivio ELI. © 2016 ELI s.r.l. P.O. Box 6 62019 Recanati MC Italy T +39 071750701 F +39 071977851 info@elionline.com www.elionline.com Il testo è composto in Monotype Dante 11,5 / 15 Stampato in Italia presso Tecnostampa – Pigini Group Printing Division – Loreto – Trevi – ERA 227.01 ISBN 978-88-536-2109-2 Prima edizione: febbraio 2016 www.eligradedreaders.com
Indice 6 Introduzione 8 Personaggi principali 10 Attività 12 Capitolo 1 I primi compagni di Francesco 20 Attività 22 Capitolo 2 Santa Chiara 30 Attività 32 Capitolo 3 San Francesco parla agli uccelli 40 Attività 42 Capitolo 4 Il Capitolo delle stuoie 48 Attività 50 Capitolo 5 Il miracolo del vino e del lebbroso 58 Attività 60 Capitolo 6 Il lupo di Gubbio 67 Attività 70 Capitolo 7 Il sultano, la meretrice e l’affetto per i suoi frati 78 Attività 80 Capitolo 8 I ladroni 88 Attività 90 Capitolo 9 I miracoli dei francescani 98 Attività 100 Dossier San Francesco di Assisi 102 Dossier Le opere letterarie 104 Dossier I dipinti della basilica di Assisi 106 Dossier Santa Chiara 108 Test finale 111 Sillabo
Le icone indicano le parti registrate. Inizio
Fine
Introduzione Ciao cara lettrice, ciao caro lettore! Il testo che stai per leggere è – insieme alla Commedia di Dante Alighieri, – una delle storie più lette, più famose, più apprezzate di tutto il medioevo. Puoi trovare molte notizie storiche sui Fioretti e su san Francesco nelle pagine finali di questo libro, ma adesso vorrei aiutarti nella lettura. I Fioretti raccontano alcuni momenti della vita di san Francesco… ma chi è questo personaggio che tutti amano? È simbolo della pace. Assisi, la città dove è nato, vissuto e dove si trova la sua tomba è chiamata “la città della pace”. È simbolo dell’amore per la natura. Lui è molto attento a tutti gli animali e a tutte le cose che sono intorno a noi. È autore di uno dei testi più antichi e studiati in lingua italiana: il Cantico delle creature. È anche il patrono d’Italia, cioè il santo protettore della nazione di cui studi la lingua e la cultura. Anche papa Francesco, scegliendo il nome di questo grande santo, ci aiuta a riscoprire chi è. Pensa… è considerato anche l’inventore del presepe, cioè della rappresentazione della natività di Cristo… sì, è stato lui per la prima volta, nella notte di Natale del 1223, a Greccio – un piccolo paese tra Assisi e Roma, – a mettere insieme alcune persone, l’asino, il bue, i pastori e un piccolo bambino appena nato per ricordare l’evento più importante per tutti i cristiani.
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Ma la cosa forse più bella è che san Francesco non è amato solo dai cristiani… anzi! San Francesco è amato e conosciuto in tutto il mondo, anche da persone di altre religioni o da persone che non credono in Dio. Il suo messaggio, infatti, è ancora molto attuale e molto importante: l’amore, la pace, la semplicità, l’attenzione per i poveri e i malati e l’amicizia tra popoli diversi. Ancora oggi, dopo più di 800 anni, san Francesco ci parla di tutto questo! I racconti che stai per leggere sono solo una parte di tutti i Fioretti. Devi anche sapere che sono scritti in modo particolare: è uno stile semplice, con immagini popolari e modi di dire dell’italiano parlato nel medioevo. A volte le parole diventano un po’ difficili, perché parlano di fede, di miracoli e degli ideali di vita dei francescani. I ‘frati’ (fratelli) e le ‘suore’ (sorelle) sono, infatti, gli uomini e le donne che nei secoli hanno seguito le parole, l’esempio e la ‘regola’ di san Francesco… pensa, è l’ordine religioso più grande del mondo! Basta… è ora di girare pagina e cominciare a conoscere questo grande santo. Buona lettura!
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PERSONAGGI PRINCIPALI
San Francesco
Il sultano Il crocifisso di San Damiano
Frate Leone
Il saio
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La cittĂ di Assisi Santa Chiara
Il lupo di Gubbio 9
ATTIVITÀ
Comprensione I Fioretti Come scoprirai leggendo il testo, i Fioretti sono “piccoli fiori”, cioè piccole storie (in tutto 53, ma in questo libro ne trovi solo alcune) che raccontano semplici episodi, miracoli e azioni di san Francesco e dei suoi amici, che lui chiama “frati” (fratelli) e con i quali è nato l’Ordine francescano. Sicuramente alcune cose le conosci già. Prova allora a fare gli esercizi che seguono per una lettura più efficace. I personaggi principali dei Fioretti
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Guarda le immagini che trovi nelle pagine 8 e 9 e completa le frasi. 1 2 3 4 5 6 7
Il santo protagonista dei Fioretti è ______________. La sua città si chiama ______________. Il frate che gli vuole molto bene si chiama ______________. Tutti i frati si vestono con un ______________. Lui ama molto il crocifisso di ______________. Vuole molto bene anche al lupo di ______________. La ragazza che lo segue nella sua avventura spirituale è ______________. 8 È così famoso che parlerà anche con ______________. La vita di san Francesco
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Decidi se le affermazioni sono vere (V) o false (F).
1 2 3 4 5 6 7 8
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V F
Assisi, dove nasce san Francesco, si trova in Sicilia. ■ San Francesco decide di lasciare tutto e vivere in povertà. ■ San Francesco decide di partire per l’Africa in missione. ■ La giovane donna che seguirà san Francesco si chiama Antonia. ■ San Francesco ama molto gli animali e parla con loro. ■ Anche altri giovani di Assisi lasciano tutto quello che hanno per seguire Francesco. ■ I compagni di san Francesco si chiamano “frati” (fratelli). ■ San Francesco vive nel 1700. ■
■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■
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Metti nell’ordine corretto le frasi che raccontano la vita di Francesco prima della conversione, unendole con una freccia.
Torna ad Assisi perché il padre paga molti soldi per liberarlo.
Quando ha 20 anni vuole diventare cavaliere e va in guerra contro Perugia.
All’inizio tutti lo credono pazzo, ma poi tanti amici lo seguono: nasce l’Ordine Francescano.
Decide di dedicare la sua vita ai poveri e ai malati: lascia tutto quello che ha e inizia a predicare la gioia del Vangelo.
Francesco cresce come un giovane ricco, studiando e lavorando nella bottega del padre.
Viene fatto prigioniero e resta in carcere per oltre un anno.
Giovanni, figlio di Pietro di Bernardone, nasce ad Assisi nel 1181 (1182).
Il padre si trova in Francia per commerciare stoffe e per questo, quando torna, decide di chiamarlo Francesco.
Dopo la prigionia tutto è cambiato e Francesco capisce che non vuole più fare il mercante.
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Capitolo 1
I primi compagni di Francesco Al nome del nostro Signore Gesù Cristo crocifisso e della sua Madre Vergine Maria. In questo libro si contengono certi fioretti, miracoli ed esempi divoti* del glorioso poverello di Cristo messer* santo Francesco e d’alquanti* suoi santi compagni. A laude di Gesù Cristo. Amen. [capitolo I]
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La prima cosa da sapere è che il glorioso messere san Francesco, in tutte le azioni della sua vita, ha seguito l’esempio di Cristo benedetto. Come Cristo, infatti, all’inizio della sua predicazione* ha scelto dodici apostoli che hanno lasciato il mondo* e hanno seguito Lui nella povertà e nelle altre virtù*, così san Francesco ha scelto, alla nascita dell’Ordine*, dodici compagni che possiedono* solo una grandissima povertà. Come uno dei dodici Apostoli, Giuda Iscariota, ha lasciato gli Apostoli, ha tradito Cristo e si è ucciso, così uno dei dodici compagni di san Francesco, frate Giovanni dalla Cappella, ha lasciato l’Ordine e, divoti devoti, che riguardano la religione messer (o messere) signore alquanti molti predicazione predicare, dire a tutti il messaggio di Cristo
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lasciare il mondo lasciare famiglia e casa per la fede virtù caratteristiche buone dell’uomo Ordine (qui) francescano: persone che seguono Francesco possiedono hanno
alla fine, si è ucciso. Questo fatto è un grande esempio di umiltà e di rispetto verso Dio, perché nessuno può essere sicuro di restare nella Grazia* di Dio fino alla morte. E come quei santi Apostoli sono stati esempio meraviglioso di santità e di umiltà per tutto il mondo, e pieni dello Spirito Santo*, così quei santi compagni di san Francesco sono stati uomini di tanta santità che, dal tempo degli Apostoli fino ad oggi, il mondo non ha più avuto uomini così santi e meravigliosi! Uno di loro, frate Egidio, è stato rapito fino al terzo cielo* come san Paolo; un altro, frate Filippo Lungo, ha potuto vedere il futuro come il profeta Isaia; un altro, frate Silvestro, è riuscito a parlare con Dio come con un amico, come ha fatto Mosè. C’è poi chi, per la sua grande intelligenza, ha volato come “l’aquila*”, cioè Giovanni Battista, fino alla luce della divina sapienza, e questo è stato frate Bernardo, umilissimo, che ha spiegato la Sacra Scrittura in maniera profondissima. Dio ha santificato e glorificato in cielo frate Ruffino, nobile uomo di Assisi, mentre questo è ancora vivo; e così tutti i discepoli di san Francesco sono stati onorati di un segno di santità, come si legge in queste pagine.
Grazia aiuto, cose buone spirituali e reali, che Dio dà agli uomini Spirito Santo per i cristiani Dio è uno, ma anche tre persone, Padre, Figlio e Spirito Santo
terzo cielo nel medioevo, il Paradiso, dove ‘abita’ Dio aquila uccello simbolo di Giovanni Battista
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Di frate Bernardo da Quintavalle primo compagno di santo Francesco. [capitolo II] Il primo compagno di san Francesco è stato frate Bernardo di Assisi. Lui si è convertito* in questo modo. San Francesco non ha ancora indossato il saio e non ha ancora iniziato la predicazione del Vangelo, ma ha già lasciato il mondo, cioè ha rifiutato le ricchezze, e va in giro per le strade di Assisi e delle campagne vicine facendo penitenza*. Per questo tante persone lo giudicano sciocco e sia i parenti che gli stranieri lo prendono in giro* e lo chiamano “pazzo” e, quando lo vedono, lo cacciano via e gli tirano pietre e pezzi di fango*. Ma lui, con grande pazienza, non dà nessuna importanza agli insulti* e alle cattiverie. Messere Bernardo di Assisi, uno degli uomini più nobili, più ricchi e più intelligenti della città, comincia a pensare con interesse alla scelta di san Francesco di lasciare il mondo e alla sua grande pazienza davanti agli insulti. Sono passati due anni dalla sua scelta e da allora tutti lo disprezzano e lo insultano; eppure lui sembra sempre più paziente… così Bernardo comincia a pensare: ‒ Sicuramente questo Francesco deve essere molto amato da Dio per comportarsi così… Allora decide di invitarlo a cena e a dormire a casa sua e san Francesco accetta. Naturalmente messere Bernardo vuole usare questa occasione per vedere attentamente, e da vicino, la santità di Francesco: per questo fa convertito che inizia a seguire uno stile di vita, una religione penitenza (qui) vivere in grande povertà per liberarsi dal peccato e avere il perdono di Dio
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prendere in giro deridere qualcuno, ridere di qualcuno fango terra bagnata insulti offese, parole cattive
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preparare il letto per l’ospite nella sua propria camera, nella quale di notte c’è sempre una lanterna* accesa. Ma san Francesco, per nascondere la sua santità, quando entra nella camera, si mette subito sul letto e fa finta di dormire. Messere Bernardo dopo pochissimo tempo, si mette sul letto e fa finta di russare* forte, proprio come un uomo profondamente addormentato. A questo punto san Francesco, che è veramente sicuro che Bernardo sta dormendo, si alza dal letto e inizia a pregare, alzando gli occhi e le mani al cielo e, con grandissima devozione* e passione, ripete: – Dio mio, Dio mio… E mentre dice così, gli occhi si riempiono di lacrime di gioia. Continua così fino al mattino ripetendo sempre: – Dio mio, Dio mio, – e niente altro. San Francesco dice queste cose mentre contempla* l’eccellenza di Dio, che vuole aiutare il mondo che sta morendo lentamente nel peccato. Dio, attraverso Francesco, vuole salvare l’anima sua e quella degli altri uomini. San Francesco, illuminato dallo Spirito Santo cioè dallo spirito profetico*, vede già le grandi cose che Dio, in futuro, vuole fare per mezzo di lui e del suo Ordine, ma vede anche se stesso, cioè un uomo semplice e con poche virtù. Per questo chiama e prega Dio, perché con la sua pietà e onnipotenza* – senza la quale niente può fare la fragilità umana – può realizzare quello che un povero frate, da solo, non può fare. Messer Bernardo, grazie alla luce della lanterna, vede le azioni devotissime di san Francesco e, considerando con la stessa devozione lanterna russare quando una persona dorme e fa rumore con naso e bocca
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con grandissima devozione in modo molto religioso e attento contemplare guardare con spirito molto religioso profetico che vede e conosce il futuro onnipotenza poter fare tutto
le parole che dice, illuminato dallo Spirito Santo, decide di cambiare la sua vita. Così, appena arriva la mattina, chiama san Francesco e gli dice: – Frate Francesco, io ho deciso con tutto il mio cuore di lasciare il mondo e di seguire te e tutto quello che mi ordinerai di fare. Dopo che ha ascoltato queste parole, san Francesco sorride allegro e risponde: – Messere Bernardo, le cose che voi* volete fare sono così grandi e difficili che, prima, è meglio chiedere consiglio a nostro Signore Gesù, pregarLo di mostrarci la Sua volontà su questa cosa e di insegnarci come farla nel modo giusto. Perciò andiamo in Cattedrale, dove conosco un prete molto buono: faremo dire la messa e poi pregheremo Dio fino all’ora terza* perché, con le tre aperture del messale*, può farci vedere la via che a Lui piace che noi scegliamo. Messer Bernardo risponde che questa cosa gli piace molto e insieme partono e vanno in Cattedrale. Dopo aver ascoltato la messa e aver pregato fino all’ora terza, il buon prete, ascoltando le preghiere di san Francesco, prende il messale e, fatto il segno della croce*, lo apre tre volte nel nome di nostro Signore Gesù Cristo. Alla prima apertura trovano l’episodio* in cui, nel Vangelo, Cristo dice al giovane che domanda la via della perfezione: “Se tu vuoi essere perfetto, va’ e vendi tutto quello che hai, e dallo ai poveri, e seguimi”. Alla seconda apertura trovano le parole* che dice Cristo agli Apostoli quando li manda a predicare e cioè “Non portate nessuna cosa per la strada, né un bastone, né una borsa, né scarpe, né soldi”, voi nel medioevo usano il “voi” con le persone importanti ora terza le nove del mattino; sono le ore per le preghiere messale libro con i testi per la celebrazione della messa segno della croce i cristiani fanno una croce con la mano
episodio (Mt 19: 16-21) racconto del Vangelo del “giovane ricco”, riportato anche in Mr 10:17-27; Lu 18:18-27 parole (Lc 9: 3)
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perché vuole insegnare ai suoi discepoli che devono avere tutta la loro speranza di vita in Dio e tutta la concentrazione solo nella predicazione del santo Vangelo. Alla terza apertura* del messale trovano queste parole che ha detto Cristo: “Chi vuole stare con me, deve abbandonare se stesso, prendere la propria croce e seguirmi”. Allora san Francesco dice a messere Bernardo: – Ecco il consiglio che Cristo ci dà! Va’, quindi, e fa’ con tutto il cuore quello che hai ascoltato, e sia benedetto il nostro Signore Gesù Cristo che ha avuto l’amore di mostrarci la sua vita evangelica*. Dopo aver ascoltato queste parole messere Bernardo se ne va, vende tutto quello che ha (ed è molto ricco) e con grande gioia distribuisce ogni cosa ai poveri, alle vedove*, agli orfani*, ai prigionieri, ai monasteri e agli ospedali. E in ogni cosa san Francesco, fedelmente e con grande passione, lo aiuta. *** Un uomo di nome Silvestro, vedendo che san Francesco dà tanti soldi ai poveri e fa fare la stessa cosa anche a Bernardo, preso da un sentimento di avidità* dice a san Francesco: – Tu, alcuni mesi fa, hai comprato da me le pietre per riparare la chiesa, ma non mi hai ancora pagato! Ora che hai tanti soldi, pagami! San Francesco, anche se si meraviglia* dell’avidità di quest’uomo, non vuole discutere con lui, come ordina il santo Vangelo, e così mette le mani nella borsa di messere Bernardo, prende tanti soldi e li mette nella borsa di messere Silvestro. Poi gli dice che, se ne vuole di più, gliene darà di più. apertura (Mt 16: 24-26), riportato anche in Lu 14: 25-27 evangelica che è come descritto nel Vangelo vedove donne con il marito morto
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orfani bambini senza genitori avidità forte attaccamento al denaro meravigliarsi essere sorpreso
Messer Silvestro, contento dei soldi ricevuti, se ne va e torna a casa, ma la sera, mentre ripensa a quello che ha fatto durante il giorno, si pente della sua avidità. Si ricorda della passione che ha visto negli occhi di messere Bernardo e della santità di san Francesco… e la notte seguente e per altre due notti fa un sogno ispirato da Dio. Nel sogno vede che dalla bocca di san Francesco esce una croce d’oro che con la punta tocca il cielo mentre le braccia si aprono dall’Oriente fino all’Occidente. Grazie a questa visione anche lui decide di lasciare il mondo e diventa frate Minore. Nell’Ordine è stato così santo e pieno di Grazia che anche a lui è capitato di parlare con Dio, proprio come fa una persona con un suo amico; e questa cosa san Francesco l’ha vista più volte e se ne parlerà ancora in questi Fioretti. Anche messere Bernardo ha avuto in dono tanta Grazia, per cui spesso era rapito nella contemplazione di Dio; e san Francesco ha detto di Bernardo che lui era degno* di ogni rispetto e amore e che proprio lui ha fondato l’Ordine dei frati Minori poiché è stato il primo che ha abbandonato il mondo, senza tenere nessuna ricchezza per sé: ha donato ogni cosa ai poveri, ha cominciato la povertà evangelica offrendo se stesso, nudo, nella braccia del Crocifisso. Il quale sia da noi benedetto in saecula saeculorum*. Amen.
degno che merita
saecula saeculorum (latino) nei secoli dei secoli, per sempre
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ATTIVITÀ
Comprensione del testo 1
Scegli la risposta corretta.
1 All’inizio del suo cammino san Francesco… a ■ non ha nessun compagno. b ■ ha scelto dodici compagni. c ■ è seguito da tantissima gente. 2 All’inizio le persone dicono che san Francesco… a ■ è bello. b ■ è ricco. c ■ è pazzo. 3 Bernando di Quintavalle invita a casa sua san Francesco… a ■ perché vuole ridargli tutti i soldi che ha lasciato. b ■ perché vuole organizzare una festa di compleanno. c ■ perché vuole conoscere meglio la santità di Francesco. 4 Per capire se la vocazione di Bernardo è vera, san Francesco… a ■ va in chiesa e apre il messale per tre volte. b ■ manda Bernardo in un monastero. c ■ si ferma a dormire a casa sua un’altra notte. 5 Dopo che ha preso la decisione di seguire Francesco, Bernardo… a ■ torna a casa e prepara le valigie per andare via. b ■ vende tutto quello che ha e lo dà ai poveri. c ■ organizza una grande cena per vedove e orfani. 6 Messer Silvestro, dopo che san Francesco gli restituisce i soldi… a ■ si pente, anche lui abbandona tutto e segue san Francesco. b ■ organizza una grande cena per Francesco e Bernardo. c ■ li nasconde sotto al letto e poi sogna che glieli rubano.
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Grammatica 2
“E come quei santi Apostoli… così quei santi compagni di Francesco…”. Nel testo troviamo più volte l’espressione “come… così…” per fare un paragone. In italiano spesso si usa la forma “(così)… come…”. Guarda l’esempio e poi scrivi le frasi.
essere buono e semplice / bambino San Francesco è (così) buono e semplice come un bambino. _____________________________________________________ 1 fare cose strane / pazzo _____________________________________________________ 2 dormire tanto / ghiro _____________________________________________________ 3 alzarsi presto / allodola _____________________________________________________ 4 bere molto / spugna _____________________________________________________ 5 cantare bene / usignolo _____________________________________________________
Parliamo 3
Cosa spinge secondo te Bernardo e Silvestro a lasciare tutto e seguire san Francesco? Tu lo faresti? Parlane con un compagno.
Scriviamo 4 Stanotte hai sognato san Francesco che teneva in mano una croce e parlava con te… appena sveglio accendi il computer e scrivi una mail a un/una tuo/a amico/a per raccontargli il sogno.
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Capitolo 2
Santa Chiara
Come santa Chiara mangiò* con santo Francesco e co’ suoi compagni frati in santa Maria degli Agnoli*. [capitolo XV] Quando san Francesco sta ad Assisi, molte volte va a visitare santa Chiara e le dà dei consigli preziosi e devoti. E lei, sempre, mostra un grandissimo desiderio di mangiare con lui, almeno una volta. Tutte le volte lo prega di fermarsi, ma lui non le fa mai questo favore. Per questo, siccome* i compagni di san Francesco vedono il grande desiderio di santa Chiara, dicono a san Francesco: – Padre, secondo noi questo comportamento non è come vuole la carità divina; perché non accontenti* suora* Chiara, così santa e tanto amata da Dio, in questa piccola cosa di mangiare con te? Specialmente se pensi che lei, per seguire le tue predicazioni, ha abbandonato le ricchezze e le comodità del mondo! Anche se lei ti domanda una cosa mangiò ha mangiato (passato remoto di “mangiare”) Agnoli Angeli. Chiesa di Santa Maria degli Angeli ad Assisi siccome perché (si usa prima della frase)
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accontentare soddisfare qualcuno, farlo contento, felice suora sorella; come ‘frate’ ma al femminile
più grande di questa, devi comunque accontentarla, perché lei è la tua “pianta spirituale”*. Allora san Francesco risponde: – Secondo voi, io la devo accontentare? E i compagni rispondono: – Padre, sì, è una cosa degna! Dice allora san Francesco: – Siccome a voi sembra degno, così sembra degno anche a me. Per farla più contenta, mangeremo insieme a Santa Maria degli Angeli, perché è stata per tanto tempo chiusa a San Damiano*! Sono sicuro che le piacerà rivedere il luogo dove le ho fatto la tonsura* ed è diventata sposa* di Gesù Cristo. Lì mangeremo insieme, nel nome di Dio. Quando arriva il giorno del pranzo, santa Chiara esce dal monastero di San Damiano con una suora e, accompagnata dai frati di san Francesco, arriva a Santa Maria degli Angeli. Poi i frati la portano a salutare devotamente la Vergine Maria davanti al Suo altare*, dove Chiara ha avuto la tonsura ed è diventata sposa di Cristo. E così Chiara visita tutto il convento* fino all’ora di mangiare. San Francesco, nel frattempo, ha fatto apparecchiare la mensa* non su un tavolo, ma per terra, come fa sempre. Quando arriva l’ora di mangiare, si mettono a sedere insieme san Francesco e santa Chiara, uno dei compagni di san Francesco e la compagna di santa Chiara. Tutti gli altri compagni si siedono umilmente alla mensa vicino a loro.
pianta spirituale (immagine religiosa) san Francesco è il “seme” dal quale nascono le “piante” di tutti i francescani San Damiano chiesa dove vivono santa Chiara e le altre suore tonsura i capelli tagliati dietro la testa
sposa moglie; le suore sono le “spose” di Cristo altare tavolo di pietra dove i cristiani celebrano la messa in chiesa convento la casa dove vivono insieme i frati mensa il luogo dove si mangia; qui, il “tavolo” (in terra)
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Prima di cominciare a mangiare, san Francesco inizia a parlare di Dio così dolcemente, così profondamente, così meravigliosamente che tutti sono rapiti* fino a Dio in contemplazione*, perché scende su di loro la Grazia divina. E mentre stanno così, rapiti con gli occhi e con le mani alzate al cielo, gli uomini di Assisi, del vicino paese di Bettona e della campagna lì intorno vedono che Santa Maria degli Angeli e tutti i luoghi e i boschi che la circondano bruciano! Sembra un grande fuoco che prende la chiesa e i luoghi e i boschi tutti insieme! Allora gli abitanti di Assisi corrono in fretta a Santa Maria degli Angeli per spegnere il fuoco, perché sono sicuri che tutte le cose stanno bruciando. Ma, quando arrivano, non trovano nulla che sta bruciando! Entrano nella chiesa e trovano san Francesco con santa Chiara e con tutta la loro compagnia seduti intorno a quella mensa povera e rapiti fino a Dio in contemplazione. Allora capiscono che quello che hanno visto è un fuoco divino e non materiale, che Dio ha fatto apparire miracolosamente, per far vedere il fuoco dell’amore divino che brucia le anime di questi santi frati e sante monache. E a questo punto tornano a casa con grande consolazione nel loro cuore perché hanno visto quanto è grande l’amore di Dio. Dopo un po’ di tempo, san Francesco, santa Chiara e gli altri tornano in sé*, ma siccome si sentono bene, confortati* dal cibo spirituale, si interessano poco al cibo reale. E così, dopo che hanno mangiato insieme, santa Chiara, bene accompagnata, ritorna a San Damiano. rapiti (qui) portati spiritualmente da un’altra parte contemplazione sguardo mistico, devoto, rivolto a Dio
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tornare in sé (qui) tornare alla vita reale dopo la contemplazione confortati felici, a posto
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Quando le suore la vedono sono molto felici perché hanno avuto paura. San Francesco, infatti, può mandare Chiara a guidare* qualche altro monastero, come ha già mandato suor Agnese, santa sorella di Chiara, a guidare come badessa* il monastero di Monticelli di Firenze. San Francesco ha già detto altre volte a santa Chiara: ‒ Preparati, perché, se ho bisogno, potrei mandarti in un altro luogo. E lei, figlia di santa obbedienza*, gli ha già risposto: ‒ Padre, io sono sempre pronta ad andare dovunque* voi mi manderete. Per questo le suore sono state molto felici quando hanno visto santa Chiara ritornare per restare con loro a San Damiano; e anche santa Chiara era felice di questo. A lode di Gesù Cristo e del poverello Francesco. Amen.
guidare (qui) comandare, condurre badessa capo, guida delle suore di un monastero
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obbedienza fare quello che una persona ti chiede dovunque in ogni luogo
Come santa Chiara, per comandamento del Papa, benedisse il pane il quale era in tavola; di che* in ogni pane apparve* il segno della santa croce. [capitolo XXXIII] Santa Chiara, devotissima discepola* della croce di Cristo e nobile pianta di messer san Francesco, è così santa che non solo Vescovi e Cardinali, ma anche il Papa desidera, con grande affetto, vederla e ascoltarla e molte volte va a visitarla personalmente. Un giorno il santo Padre va al monastero di San Damiano per sentir parlare Chiara di cose spirituali e divine. E mentre parlano di queste cose, santa Chiara fa apparecchiare la mensa e, sopra il tavolo, le suore mettono il pane in modo tale che il santo Padre può benedirlo. Per questo, quando hanno finito di parlare di cose spirituali, santa Chiara si inginocchia con grande rispetto e prega il Papa di benedire il pane che è sulla mensa. Ma il santo Padre risponde: ‒ Suor Chiara, io voglio che tu benedici questo pane e fai sopra ad ogni pezzo il segno della santissima croce di Cristo al quale tu ti sei data tutta. E santa Chiara dice: ‒ Santissimo Padre, perdonatemi, ma io sarei una grande presuntuosa* a fare questo. Sono davanti al vicario* di Cristo e io, che sono una povera ragazza, non posso fare davanti a Lei questa benedizione… E il Papa risponde: di che dopo questo fatto apparve è apparso, è arrivato (passato remoto di “apparire”) discepola la donna che segue un maestro
presuntuosa che pensa di essere migliore, più grande di un altro vicario vice, sostituto
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‒ Il tuo gesto non può essere considerato un’azione presuntuosa, ma deve essere considerato un’azione di obbedienza, perché io ti ordino, come gesto di obbedienza, di fare sopra a questo pane il segno della croce e di benedire ogni pezzo nel nome di Dio. Allora santa Chiara, come una vera figlia dell’obbedienza, benedice tutti i pezzi di pane sulla mensa con il segno della croce. Miracolo! Subito sopra tutti i pani appare, tagliato, un bellissimo segno della croce. E allora tutti i presenti mangiano una parte di quei pani, mentre conservano una parte per ricordare il miracolo. E il santo Padre, dopo che ha visto il miracolo, prende un po’ di pane e ringrazia Dio. Poi benedice santa Chiara e parte per tornare a Roma. In quel tempo, insieme a santa Chiara, vivono nel monastero anche suor Ortolana, sua madre, e suor Agnese, sua sorella, tutte e due, insieme con santa Chiara e con molte altre monache*, piene di virtù e di Spirito Santo. San Francesco ogni giorno manda al loro convento molti malati e loro, con le loro preghiere e con il segno della santissima croce, riescono a guarire tutti. A lode di Gesù Cristo e del poverello Francesco. Amen.
monache suore
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Come essendo inferma santa Chiara, fu miracolosamente portata la notte della pasqua di Natale alla chiesa di santo Francesco, ed ivi udì l’ufficio*. [capitolo XXXV] Un giorno santa Chiara è malata e non può andare a pregare in chiesa con le altre monache. Natale è vicino e tutte le suore vanno a pregare il mattutino*, ma lei rimane nel letto, triste di non avere quella consolazione spirituale. Ma Gesù Cristo suo sposo* non vuole lasciare Chiara così triste e – miracolosamente – Chiara si trova nella chiesa di San Francesco, può partecipare alla preghiera del mattutino e alla messa della notte di Natale… può anche ricevere la comunione! E poi si ritrova di nuovo nel suo letto. Quando le monache tornano al convento, dicono a santa Chiara: ‒ O madre nostra, in questa notte di Natale è stato bellissimo pregare! Che peccato che Dio non ha voluto farti stare con noi! E santa Chiara, sorridendo, risponde: ‒ Sorelle mie e figlie mie carissime, anch’io ho ricevuto una grande consolazione per la mia anima in questa santissima notte, forse più grande della vostra. Con le preghiere del padre mio, san Francesco, e per la Grazia di nostro Signore, io sono stata nella chiesa di san Francesco e con le mie orecchie e i miei occhi ho ascoltato e ho visto tutta la preghiera, ho sentito suonare l’organo e ho anche preso la santissima comunione. Perciò dovete essere contente e ringraziare Dio, perché anche a me è stata fatta questa grazia. ufficio le parole della liturgia, delle preghiere mattutino la preghiera del mattino
sposo marito
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ATTIVITÀ
Comprensione del testo 1
Indica se le frasi sono vere (V) o false (F).
V F 1 San Francesco si ferma spesso a pranzo con Santa Chiara. ■ ■ 2 Santa Chiara è la “pianta spirituale” di san Francesco. ■ ■ 3 Santa Chiara va a pranzo a Santa Maria degli Angeli. ■ ■ 4 I frati apparecchiano per il pranzo sopra una tavola di legno. ■ ■ 5 Prima di mangiare san Francesco parla a tutti di Dio. ■ ■ 6 Poi Francesco, Chiara e gli altri frati mangiano con gusto. ■ ■ 7 Mentre mangiano a Santa Maria degli Angeli scoppia un terribile incendio. ■ ■ 8 Quando Chiara torna al suo monastero le suore sono molto felici. ■ ■ 9 Anche il Papa vuole mangiare con santa Chiara. ■ ■ 10 Quando Chiara benedice i pani appare, per miracolo, una croce su ogni pezzo. ■ ■
Grammatica 2a
“San Francesco ha fatto apparecchiare la mensa non su un tavolo, ma per terra…”. Completa le frasi con le preposizioni semplici corrette.
1 San Francesco va ____ pranzo ____ San Damiano ____ santa Chiara. 2 San Francesco prega sempre ____ grande devozione. 3 Chiara dice ____ sua sorella Agnese ____ salutare san Francesco. 4 Il Papa va ____ a San Damiano ____ sentir parlare santa Chiara ____ cose celestiali e divine. 5 Francesco decide ____ andare ____ pranzo ____ Chiara ____ cambio ____ preghiere ____ Dio ____ lui.
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2b “Allora santa Chiara, come una vera figlia dell’obbedienza, benedice tutti i pezzi di pane sulla mensa con il segno della santissima croce di Cristo”. Completa le frasi con le preposizioni articolate corrette. 1 2 3 4 5
San Francesco si sveglia sempre _________ canto _________ gallo. _________ scale _________ chiesa Chiara incontra le suore _________ monastero. Anche se è malata Chiara si trova _________ chiesa _________ convento e può assistere _________ santa messa. Le suore sono contente che santa Chiara _________ sue orecchie e _________ suoi occhi ha potuto partecipare _________ messa di Natale. Santa Chiara può tornare _________ suo convento dopo aver pranzato _________ suo padre spirituale.
2c
Che cosa noti? Quando si usano le preposizioni semplici, e quando quelle articolate? Confrontati con un compagno, poi scrivi secondo te la “regola” e presentala al tuo insegnante.
_______________________________________________________ _______________________________________________________
Parliamo 3
Perché secondo te san Francesco non vuole pranzare con santa Chiara? Fa bene a chiedere consiglio ai suoi frati? Perché? Parlane con un compagno.
Scriviamo 4 Sei il cuoco del pranzo di san Francesco e santa Chiara. Lui ti ha chiesto di preparare cose semplici, ma tu vuoi preparare un pasto indimenticabile. Scrivi il menù con gli ingredienti che servono e il procedimento per prepararlo. ________________________________________________________ ________________________________________________________
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Capitolo 3
San Francesco parla agli uccelli Come santo Francesco, ricevuto il consiglio di santa Chiara e del santo frate Silvestro, che dovesse predicando convertire molta gente, e’ fece il terzo Ordine* e predicò* agli uccelli e fece stare quete* le rondini. [capitolo XVI]
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San Francesco, poco tempo dopo la sua conversione, ha già accolto* molti compagni nell’Ordine francescano come frati. Inizia però ad avere una grande preoccupazione e grandi dubbi di quello che deve fare: deve pensare solo a pregare o anche, qualche volta, a predicare? E su questo dubbio desidera moltissimo sapere la volontà di Dio. Ma poiché la sua grande e santa umiltà non gli permette di chiedere direttamente a Dio con le sue preghiere, pensa di cercare di capire la volontà di Dio e chiede l’aiuto e le preghiere dei suoi frati e delle sue suore. Terzo Ordine oggi si chiama Ordine Francescano Secolare; cristiani che vivono il Vangelo ma non diventano frati né suore predicò ha predicato (passato remoto di “predicare”)
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quete quiete, calme, buone accolto (da “accogliere”) far entrare volentieri
Allora chiama frate Masseo e gli dice così: ‒ Va’ da suor Chiara e chiedile da parte mia se lei, con le sue compagne spirituali più devote, può pregare Dio e dirmi qual è la cosa migliore che io devo fare: se predicare o pensare solamente alle preghiere. Poi va’ da frate Silvestro e chiedi anche a lui la stessa cosa. Prima di diventare frate, messere Silvestro ha visto una croce d’oro uscire dalla bocca di san Francesco. Una croce lunga fino al cielo e larga fino ai confini del mondo. E questo frate, dopo la conversione, è diventato così devoto e così santo che qualunque cosa lui chiede a Dio, Dio gliela dà. Spesso parla con Dio e, per questo, san Francesco lo tiene in grande considerazione. Così frate Masseo parte e, come gli ha chiesto san Francesco, prima va a parlare con santa Chiara e poi con frate Silvestro, che comincia subito a pregare. Quando ottiene da Dio la risposta, torna da frate Masseo e gli dice: ‒ Devi dire a san Francesco che Dio gli manda questo messaggio: Lui non lo ha chiamato* a diventare frate solo per sé, ma perché deve portare frutto tra tutte le anime e molte troveranno la salvezza grazie a lui. Con questa risposta frate Masseo ritorna da santa Chiara per sapere quale messaggio le ha lasciato Dio. Lei risponde che, con le altre compagne, ha ricevuto da Dio la stessa risposta che ha ricevuto frate Silvestro. chiamato la chiamata (o vocazione) è Dio che parla direttamente con una persona
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E così frate Masseo ritorna da san Francesco, che lo accoglie con grandissima carità, gli lava i piedi e gli offre qualcosa da mangiare. Dopo che hanno finito di mangiare, san Francesco chiama frate Masseo nel bosco e qui, davanti a lui, si inginocchia e si toglie il cappuccio, si fa il segno della croce e gli domanda: ‒ Cosa chiede il mio Signore Gesù Cristo? Cosa devo fare? Gli risponde allora frate Masseo: ‒ Cristo ha risposto sia a frate Silvestro, sia a suor Chiara e alle sue compagne, e ha rivelato* la Sua volontà: devi andare in giro per il mondo a predicare, perché Lui ti ha scelto anche per la salvezza degli altri. Dopo che ha ascoltato questa risposta e dopo che ha conosciuto la volontà di Dio, san Francesco si alza con grande entusiasmo e dice: ‒ Andiamo nel nome di Dio. E sceglie come suoi compagni frate Masseo e frate Angelo, uomini santi. Partono pieni di Spirito Santo e, senza fermarsi, arrivano al Castello di Savurniano vicino a Foligno. Qui san Francesco inizia a predicare. Ordina* alle rondini di fare silenzio fino a che lui non ha finito di predicare. E le rondini gli ubbidiscono! Predica con tanta passione, che tutti gli uomini e le donne di Savurniano decidono di abbandonare le loro case e andare dietro a lui. Ma san Francesco non glielo permette e dice loro: ‒ Non dovete avere fretta di partire! Io vi dirò quello che dovete fare per la salvezza delle vostre anime. E proprio in quel momento pensa di fare il terz’Ordine francescano, per la salvezza di tutti. rivelato dal verbo “rivelare”, dire cose segrete, nascoste che sa solo qualcuno
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ordina chiede con decisione, comanda
Così parte e li lascia molto contenti e molto ben disposti a fare penitenza. Prosegue sulla strada tra Cannara e Bevagna e, sempre pieno di grande passione, alza gli occhi e vede molti alberi sul lato della via, e sui rami degli alberi tantissimi uccelli. All’inizio si meraviglia un po’, poi dice ai suoi compagni: ‒ Aspettatemi qui sulla strada: io vado a predicare ai miei fratelli uccelli. San Francesco entra nel campo e comincia a predicare agli uccelli che sono in terra; e subito, anche quelli che sono sui rami degli alberi si avvicinano e tutti restano fermi ad ascoltarlo fino a che san Francesco finisce di predicare… e non vanno via finché san Francesco non gli dà la sua benedizione! Come ha poi raccontato frate Masseo a frate Jacopo da Massa, san Francesco è andato proprio in mezzo agli uccelli e li ha toccati uno ad uno con il suo saio, e nessuno è scappato via! L’argomento della predica è stato questo: “O miei fratelli uccelli, Dio, il vostro creatore, vi vuole molto molto bene e, sempre e in ogni luogo, lo dovete lodare, perché Lui vi ha dato la libertà di volare in ogni luogo. Lui vi ha accolto nell’arca di Noè e vi ha salvati dal diluvio universale*, perché non dovete mancare nel mondo. Vi vuole bene anche perché ha riservato a voi tutto il cielo. Voi non seminate il grano ma Dio vi dà da mangiare, e vi dà fiumi e fonti per farvi bere, e vi dà monti e valli come rifugio e protezione, e alberi alti per fare i vostri nidi*. E anche se non sapete né filare* né cucire, Dio veste voi e i vostri figli. Ecco perché vi ama molto il vostro creatore, perché vi dà tanti benefici. Perciò, miei cari fratelli, non cadete nel peccato dell’ingratitudine*, ma ricordatevi sempre di lodare Dio”. diluvio universale grande pioggia dell'arca di Noè nidi le “case” degli uccelli
filare lavorare la lana per fare i vestiti ingratitudine non ringraziare chi ci aiuta
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E mentre san Francesco dice queste parole, tutti gli uccelli cominciano ad aprire il becco e ad aprire le ali e, con grande rispetto, piegano il capo fino a terra e muovono le ali e cantano per dimostrare di amare Dio con tutto il cuore. E san Francesco si rallegra e si diverte insieme a loro, pieno di stupore* di tanta moltitudine* di uccelli, della loro bellissima varietà* di colori e suoni e della loro attenzione e amicizia. Per questo, insieme a loro, devotamente canta le lodi del Creatore. Alla fine san Francesco guarda gli uccelli, fa il segno della Croce e dà loro il permesso di andare via. Allora tutti gli uccelli si alzano verso il cielo con canti meravigliosi, poi – secondo la croce che ha fatto san Francesco, – si dividono in quattro gruppi. Un gruppo vola verso Oriente e l’altro verso Occidente, un gruppo verso Sud e l’ultimo verso Nord, e ogni gruppo canta meravigliosi canti. Questo fatto ha un significato importante: come san Francesco, gonfaloniere* della Croce di Cristo, ha predicato agli uccelli, ha fatto il segno della Croce ed essi sono andati verso le quattro parti del mondo, così la predicazione della Croce di Cristo, rinnovata attraverso san Francesco, deve andare in tutto il mondo attraverso di lui e dei suoi frati. Ecco perché questi frati, come gli uccelli, non possiedono nessuna cosa di questo mondo e affidano tutta la loro vita alla Provvidenza di Dio. A lode di Gesù Cristo e del poverello Francesco. Amen.
stupore grande sorpresa moltitudine grande numero
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varietà (qui) tanti uccelli diversi, di tutte le specie gonfaloniere che porta il gonfalone, la bandiera
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Come santo Francesco dimesticò* le tortole* salvatiche*. [capitolo XXII] Un giorno un giovane prende molte tortore e le porta a vendere. Lungo la strada incontra san Francesco che ha sempre avuto una particolare attenzione verso gli animali deboli e indifesi. San Francesco guarda con pietà quelle tortore e dice al giovane: ‒ O giovane buono, ti prego! Dai a me questi uccelli così innocenti che la Scrittura paragona ad anime caste* e umili e fedeli: non devono finire nella mani di uomini crudeli che li uccideranno! Subito questo giovane, ispirato da Dio, dà tutte le tortore a san Francesco che, mentre le accoglie tra le braccia, comincia a parlare dolcemente: ‒ O sorelle mie, tortore semplici, innocenti e caste, perché vi fate prendere così? Ecco, io voglio liberarvi dalla morte e farvi i nidi, perché dovete fare molto frutto e moltiplicarvi secondo i comandamenti del nostro Creatore. Così san Francesco inizia a fare un nido per ogni tortora, e quelle cominciano a fare uova e a fare figli. Vivono come animali domestici insieme a san Francesco e agli altri frati: sembrano galline, che da sempre vivono con l’uomo. Le tortore non se ne vanno, fino a che san Francesco, con la benedizione, gli permette di andare via e volare ai quattro venti*. E al giovane che gliele ha donate, san Francesco dice: dimesticò (pass. remoto) addomesticò, ha addomesticato, ha fatto diventare buone tortole tortore, uccelli che sembrano piccioni
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salvatiche selvatiche, non domestiche, che vivono nella selva, nel bosco caste pure ai quattro venti espressione che vuol dire “da tutte le parti”
‒ Figliolo, anche tu sarai frate con noi in questo Ordine e servirai con gioia Gesù Cristo. Ed è stato così, perché questo giovane è diventato frate e ha vissuto nell’Ordine francescano con grande santità. A lode di Gesù Cristo e del poverello Francesco. Amen.
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ATTIVITÀ
Comprensione del testo 1
Scegli la risposta corretta.
1 Poco tempo dopo la sua conversione san Francesco… a ■ non ha ancora nessun compagno. b ■ ha tre compagni molto fedeli. c ■ è seguito da tantissimi frati. 2 San Francesco chiede aiuto alle preghiere di… a ■ tutti i frati. b ■ suor Chiara e frate Silvestro. c ■ frate Masseo e frate Angelo. 3 Dio, attraverso le preghiere dei frati, fa sapere a san Francesco… a ■ che deve andare in giro per il mondo a predicare. b ■ che deve pregare molto per la salvezza delle anime. c ■ che deve pensare solo ai frati e alle suore. 4 Quando gli uomini e le donne di Savurniano decidono di abbandonare tutto per seguire san Francesco, lui… a ■ li accoglie a braccia aperte. b ■ li manda via perché non sono abbastanza pentiti. c ■ gli chiede di avere pazienza e pregare per la salvezza delle loro anime. 5 Tra Cannara e Bevagna san Francesco predica agli uccelli… a ■ che si trovavano lungo il fiume. b ■ che si trovavano in un campo. c ■ che si trovavano sugli alberi. 6 San Francesco dice agli uccelli… a ■ di stare attenti ai cacciatori che li vogliono uccidere. b ■ di fare tanti figli per riempire il cielo di canti. c ■ di lodare Dio per i doni che gli ha dato. 7 Alla fine della predica gli uccelli… a ■ si dividono in quattro gruppi e volano ai quattro punti cardinali. b ■ volano tutti insieme cantando meravigliosi canti verso Assisi. c ■ aspettano san Francesco per mangiare il pane che gli ha lasciato.
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Grammatica 2
“le donne di Savurniano decidono di abbandonare le loro case…”; “poi [san Francesco] dice ai suoi compagni…” “vado a predicare ai miei fratelli uccelli”. Riconosci le espressioni sottolineate? Sono aggettivi possessivi e indicano possesso o relazione. Prova a usarli nelle frasi che seguono come nell’esempio. suoi averi (di lui). San Francesco rinuncia a tutti i ______ 1 Chiara chiede alle ______ compagne di pregare per il ______ padre spirituale, san Francesco (di lei / di loro). 2 San Francesco dice ai compagni: “I ______ occhi sono sempre rivolti al Signore, perché Lui è il ______ aiuto e la ______ forza” (di san Francesco). 3 San Francesco dice a frate Masseo: “Le ______ parole devono essere sempre chiare e devote” (di frate Masseo). 4 Santa Chiara dice a san Francesco: “Padre, dammi la ______ benedizione, e il ______ cuore sarà pieno di gioia”. (di san Francesco / di santa Chiara). 5 Santa Chiara dice alle ______ sorelle: “Le ______ preghiere sono molto importanti per san Francesco e tutti i ______ frati”. (di lei / di santa Chiara e delle sorelle / di san Francesco).
Parliamo 3
Perché, secondo te, san Francesco dice agli uomini e alle donne di Savurniano che non devono lasciare le case e le famiglie per seguirlo? Parlane con un compagno.
Scriviamo 4 Sei un uccello che ascolta san Francesco mentre fa la sua predica... prendi appunti di quello che ti ha detto. ________________________________________________________ ________________________________________________________ ________________________________________________________ ________________________________________________________
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Capitolo 4
Il Capitolo* delle stuoie
Del maraviglioso Capitolo che tenne santo Francesco a santa Maria degli Agnoli, dove furono oltre a cinquemila frati. [capitolo XVIII] Il fedele servo di Cristo san Francesco, una volta ha organizzato un Capitolo generale a Santa Maria degli Angeli, e a questo Capitolo hanno partecipato più di cinquemila frati. C’è stato anche san Domenico, capo e fondatore dell’Ordine dei frati predicatori*. San Domenico, in quel momento, sta viaggiando dalla Borgogna a Roma e, siccome sente che san Francesco sta organizzando il Capitolo nella pianura intorno a Santa Maria degli Angeli, va a trovarlo con sette frati dell’Ordine domenicano, anche per vedere il nuovo Ordine francescano che sta nascendo. Partecipa a questo Capitolo anche un Cardinale*, devotissimo a san Francesco; proprio san Francesco, un giorno, gli ha detto che diventerà Papa, come poi è successo veramente. Questo Cardinale Capitolo assemblea di tutti i frati che si riuniscono periodicamente per discutere di come guidare l’Ordine
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predicatori i domenicani hanno come missione di predicare il Vangelo Cardinale uomo di Chiesa molto importante
arriva al Capitolo di Santa Maria degli Angeli da Perugia, dove si trova la sua corte*, e ogni giorno va a trovare san Francesco e i suoi frati. Qualche volta, si ferma per celebrare la messa e, qualche volta, predica ai frati riuniti nel Capitolo. Tutte le volte che il Cardinale va a visitare la santa riunione dei frati nel Capitolo, prova un piacere e una devozione grandissima. Infatti, ogni volta, vede per tutta la pianura intorno a Santa Maria degli Angeli i frati seduti a gruppi: qui quaranta, qui cento, qui ottanta… tutti insieme e tutti impegnati a riflettere sulla grandezza di Dio, con preghiere, lacrime ed esercizi di carità. E tutti stanno in silenzio assoluto e con tanta semplicità che non si sente nessun rumore. Ecco perché il Cardinale si stupisce quando vede tutti questi frati insieme in maniera così devota e dice: ‒ Questo che ho davanti è veramente il campo dove si trova l’esercito dei cavalieri di Dio! Tra tutti questi frati non si sente nessuno che racconta favole* o dice bugie*, ma in ogni luogo dove c’è un gruppo di frati, si ascoltano solo preghiere, oppure persone che recitano l’ufficio, piangono per i peccati loro e degli altri uomini e discutono della salvezza delle anime. Intorno al campo si trovano piccole capanne* coperte di stuoie* in cui vivono i frati delle diverse Province*; ecco perché si chiama il “Capitolo delle stuoie”. I frati dormono per terra o, al massimo, su un po’ di paglia. Come cuscino usano pietre o pezzi di legno. Per questo motivo tutte le persone che li vedono o li ascoltano parlano della loro santità. Anche dalla corte del Papa, che vive in quel momento a Perugia, o dalle altre zone della valle di Spoleto ci sono moltissime persone che vengono a vedere: conti, baroni, cavalieri ed altri nobili, corte persone che servono una persona importante favole racconti di fantasia bugie cose non vere
capanne piccole “case” semplici di legno e paglia stuoie piccoli e poveri tappeti Province i frati di una regione si chiamano “Provincia”
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ma anche molte persone semplici. Anche cardinali, vescovi, abati* e molti altri uomini religiosi vengono a vedere san Francesco, capo e padre santissimo di tutti questi frati. San Francesco ha raccolto tutte queste persone in un unico gregge* devoto, pronto a seguire l’unico vero pastore, Gesù Cristo. Quando tutto il Capitolo generale è riunito, San Francesco, santo padre di tutti e ministro generale* dell’Ordine, pieno di Spirito Santo e di entusiasmo evangelico, propone di ascoltare la parola di Dio* e predica a tutti, ad alta voce, le cose che lo Spirito gli suggerisce*. Come argomento del suo discorso dice queste parole: ‒ Figli miei… noi abbiamo promesso grandi cose a Dio, ma molto più grandi sono le cose che Dio promette a noi, se noi rispettiamo quello che abbiamo promesso a Lui. Il piacere che si trova nel mondo è breve, ma la pena che poi segue a tale piacere è per sempre. Al contrario, piccola è la pena che noi soffriamo in questa vita, ma la gloria dell’altra vita è infinita. Continua poi a predicare, conforta tutti i frati e li aiuta ad essere obbedienti, a rispettare la santa madre Chiesa e ad avere carità l’uno con l’altro. Invita ogni frate a pregare per tutto il mondo, ad avere pazienza nelle difficoltà della vita e ad essere moderati quando le cose vanno bene. Bisogna essere puri e casti come gli angeli per avere pace con Dio, con gli uomini e con la propria coscienza. Sopra tutto, poi, bisogna amare la santissima povertà. Proprio a proposito della povertà dice a tutti: ‒ Io vi ordino in nome della santa obbedienza che avete giurato a Dio, di non avere alcuna preoccupazione per le cose materiali. Nessuna preoccupazione di mangiare, o di bere, o di altre cose abati capi di una abazia, un monastero gregge gruppo di pecore ministro generale il “capo” di tutto l’Ordine
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parola di Dio è quella scritta nel Vangelo suggerire parlare piano all’orecchio, dare consigli
necessarie al corpo. Dovete solamente pensare alla preghiera e a lodare Dio, e lasciare a Lui ogni vostra preoccupazione. Lui avrà un’attenzione particolare per voi. Tutti ascoltano questo comandamento* con il cuore allegro e la faccia felice. Così, appena san Francesco ha terminato di parlare, tutti cominciano a pregare. A questo punto san Domenico, che ha visto tutte queste cose, si meraviglia moltissimo dell’ordine che san Francesco ha dato ai suoi frati e lo considera troppo duro, perché non può credere che tutti questi frati possono pregare tanto, senza mangiare né avere nessuna preoccupazione delle cose necessarie al corpo. Allora Cristo benedetto, pastore di tutte queste anime, decide di dimostrare a san Domenico che Lui si preoccupa delle sue pecore, e ha un amore particolare per i suoi poveri frati. Subito ispira* nel cuore delle genti di Perugia, di Spoleto e di Foligno, di Spello e di Assisi e delle altre città lì vicino un desiderio di fare opere di carità e di aiutare i frati riuniti in Capitolo. Per questo motivo da ogni parte iniziano ad arrivare uomini con carri, cavalli e asini carichi di pane e di vino, di verdura, di formaggio e di altre cose buone da mangiare. Altri abitanti portano ciotole*, bicchieri e altre cose che servono per dare da mangiare a tutti i frati del Capitolo. Tutti fanno a gara a chi può portare più cose degli altri e chi ha tante cose si sente fortunato di poter servire quei frati. Anche i cavalieri e i baroni e gli altri nobili servono i frati con grande umiltà! San Domenico, quando vede tutte queste cose, capisce che veramente la divina Provvidenza vuole molto bene ai frati. Capisce comandamento ordine ispirare suggerire
ciotole
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anche che ha giudicato male san Francesco, allora gli va davanti, si inginocchia e, umilmente, riconosce la propria colpa e dice: ‒ È vero! Dio ama in maniera speciale questi santi poverelli. Da ora in avanti prometto anch’io di osservare la santa povertà evangelica; e maledico da parte di Dio tutti i frati del mio Ordine che vogliono possedere delle cose proprie. Così san Domenico impara una cosa importante dalla fede del santissimo Francesco e dall’obbedienza e dalla povertà di tutti quei frati riuniti in Capitolo, e di come la Provvidenza divina si preoccupa di dare loro ogni bene in abbondanza. Durante il Capitolo alcune persone dicono a san Francesco che molti frati, sotto al loro saio, portano cerchi di ferro* sulla pelle per fare penitenza; e molti si ammalano per le ferite, alcuni fino a morire, e altri, molti, fanno fatica a pregare per il dolore. Allora san Francesco, con grande amore e gentilezza, chiede a tutti quelli che hanno un cerchio di ferro sulla carne di toglierlo e di portarlo davanti a lui. E così fanno tutti e alla fine si contano più di cinquecento di questi cerchi di ferro tolti dalle braccia e dal petto dei frati… come una piccola montagna. San Francesco, allora, dice a tutti di lasciare lì questi strumenti di penitenza. Poi, terminato il Capitolo, san Francesco parla con tutti, indica le cose buone da fare per uscire senza peccato da questo mondo cattivo, grazie all’aiuto e alla benedizione di Dio. E tutti ritornano alle loro province, pieni di gioia spirituale. A lode di Gesù Cristo e del poverello Francesco. Amen.
cerchi di ferro strumenti di penitenza del corpo
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ATTIVITÀ
Comprensione del testo 1
Indica se le frasi sono vere (V) o false (F).
1 Al Capitolo generale di Santa Maria degli Angeli ci sono quattromila frati. 2 Al Capitolo generale di Santa Maria degli Angeli partecipa anche san Domenico. 3 San Domenico si trova al Capitolo perché è in viaggio da Milano a Firenze. 4 C’è anche un Cardinale che in quel momento ha la sua corte a Perugia. 5 I frati, tutti riuniti in gruppo nella pianura, fanno una piacevole confusione. 6 I frati sulla pianura vivono in piccole capanne coperte di stuoie. 7 Nella capanne tutti i frati hanno un letto e delle coperte per il freddo. 8 San Francesco, durante la predica, dice a tutti i frati come dividere i beni del mondo. 9 I frati non possono mangiare perché nessuno porta loro da mangiare. 10 Anche cavalieri, baroni e altri nobili si mettono a servire i frati del Capitolo. 11 San Domenico si inginocchia davanti a san Francesco e lo ringrazia. 12 San Francesco chiede a tutti i frati di togliere il cerchio di ferro dal loro corpo. 13 Alla fine del Capitolo fanno tutti una grande festa insieme a san Francesco.
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V F
■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■
Riflessione sulla lingua 2
Nel testo ci sono parole che hanno un doppio significato. Abbina le parole al centro con le definizioni giuste. 60 minuti
conti
posta, appoggiata
contrario di lunghe
capo
operazioni aritmetiche per contare
riunione di tutti i frati
corte
cosa bella che si prova in un certo momento
rito religioso cristiano
messa
persone che servono un Papa, un re, un nobile‌
persone importanti e nobili
capitolo
momento in cui avviene qualcosa
testa
piacere
persona che comanda sulle altre del gruppo
saluto di conoscenza
volta
adesso
soffitto curvo di una stanza
ora
una parte di un libro
Scriviamo 3
Sei san Domenico e hai capito che la povertà è importante. Scrivi una lettera ai tuoi frati per raccontare cosa hai visto al Capitolo delle stuoie.
________________________________________________________ ________________________________________________________ ________________________________________________________ ________________________________________________________
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Capitolo 5
Il miracolo del vino e del lebbroso* Come dalla vigna del prete da Rieti, in casa di cui orò* santo Francesco, per la molta gente che venìa* a lui, furono tratte e colte l’uve, e poi miracolosamente fece* più vino che mai, sì come santo Francesco gli avea promesso. E come Iddio rivelò* a santo Francesco ch’egli arebbe* paradiso alla sua partita*. [capitolo XIX]
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Un giorno San Francesco è molto malato agli occhi e il Cardinale Ugolino, protettore dell’Ordine, è molto preoccupato. Gli scrive allora di andare a Rieti dove si trovano medici per gli occhi molto bravi. Quando san Francesco riceve la lettera del Cardinale va a San Damiano, dove si trova santa Chiara, per salutarla e poi partire per Rieti. Purtroppo*, mentre san Francesco si trova a San Damiano, la sua malattia agli occhi peggiora così tanto che san Francesco non vede lebbroso malato di lebbra, brutta malattia della pelle orò ha pregato (passato remoto di “orare”) venìa veniva, è arrivata da lui fece ha fatto (passato remoto di “fare”)
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rivelò ha detto di nascosto (passato remoto di “rivelare”) arebbe avrebbe avuto, cioè avrà la vita eterna partita (qui) morte purtroppo espressione di dispiacere
quasi niente e non può partire; santa Chiara, allora, prepara per lui un letto di canne* per farlo riposare. Ma san Francesco per il dolore non riesce a dormire, né di giorno né di notte e, senza lamentarsi, comincia a pensare che la malattia è una punizione di Dio per i suoi peccati. Allora inizia a ringraziare Dio con tutto il cuore e, con la bocca, dice: ‒ Signore mio Dio, io merito questo e anche peggio. Signore mio Gesù Cristo, pastore buono, concedi a me, tua pecorella, questa cosa: non mi devo allontanare da Te per nessuna malattia o dolore che arriverà. Non appena san Francesco finisce questa preghiera si sente una voce dal cielo che dice: ‒ Francesco, rispondimi! Immagina che tutta la terra è fatta di oro, e mari e fiumi sono invece di balsamo*, e le montagne, le colline e tutte le pietre sono pietre preziose. E tu trovi un tesoro più prezioso di tutte queste cose e ti viene dato come premio per questa malattia… tu sei contento? E san Francesco risponde: ‒ Signore, io non sono degno di un tesoro così prezioso. E la voce di Dio dice a lui: ‒ Devi essere contento, invece, Francesco, perché quel tesoro è la vita eterna che io ti regalo fin da adesso. E questa malattia è solo un segno di questo tesoro. Allora san Francesco chiama il frate che lo accompagna e dice: ‒ Andiamo dal Cardinale! Saluta con grande affetto santa Chiara e inizia il cammino verso Rieti. Quando arriva, tanta gente gli va incontro, lui, però, non vuole entrare in città e si ferma vicino a una chiesa che si trova a due miglia* da Rieti. canne piccoli bastoni bucati dentro balsamo crema delicata e profumata per il corpo e i capelli
miglia unità di misura della lunghezza, uguale a circa 1,5/2 km
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Tutti i cittadini scoprono che lui sta in questa chiesa e corrono a visitarlo, ma così rovinano tutta la vigna* che sta intorno alla chiesa: raccolgono l’uva per mangiarla e rompono le piante. Questo è un grande dispiacere per il prete della chiesa, che non è più contento di aver accolto san Francesco nella sua chiesa. Dio, allora, rivela il pensiero del prete a san Francesco; san Francesco lo fa chiamare e gli dice: ‒ Padre, quanti quintali* di vino produce la vigna ogni anno? Il prete risponde: ‒ Dodici quintali. Allora san Francesco dice: ‒ Ti prego, padre, lasciami riposare qui alcuni giorni e lascia prendere l’uva alle persone che vengono e ti prometto che la vigna farà venti quintali di uva! Così san Francesco resta in questa chiesa e incontra tante persone che vengono a trovarlo e restano innamorate di lui e dell’amore di Dio. Il prete ascolta la promessa di san Francesco e lascia la vigna a tutti quelli che vengono a trovare san Francesco. Ormai la vigna è tutta rovinata e l’uva è tutta raccolta… restano solo alcuni grappoli*. Arriva il tempo della vendemmia* e il prete raccoglie i pochi grappoli rimasti e li mette nel tino*. Cosa incredibile! Come ha promesso san Francesco, escono venti quintali di ottimo vino! Il significato del miracolo è questo: come, per merito di san Francesco, la vigna spogliata* di uva produce vino in abbondanza, così il popolo cristiano, anche se spogliato di virtù dal peccato, per merito di san Francesco, produce frutti di penitenza in abbondanza. A lode di Gesù Cristo e del poverello Francesco. Amen. vigna luogo dove ci sono le viti, le piante dell’uva quintali unità di misura del peso, uguale a 100 kg grappoli
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vendemmia raccolta dell’uva (tra settembre e ottobre) tino recipiente dove si mette l’uva per fare il vino spogliata derubata, che non ha più
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Come santo Francesco miracolosamente sanò* il lebbroso dell’anima e del corpo, e quel che l’anima gli disse andando in cielo. [capitolo XXV] San Francesco, vero discepolo di Cristo, guarisce le malattie del corpo ad alcune persone e Dio, nello stesso momento, guarisce la loro anima. Per questo san Francesco serve volentieri i lebbrosi e ha ordinato ai frati del suo Ordine di fare lo stesso. Succede un giorno che san Francesco si trova in un ospedale dove i frati servono i lebbrosi molto malati. Tra questi c’è un lebbroso così cattivo che tutti pensano posseduto dal diavolo. Infatti lui dice parole orribili a tutti quelli che lo servono e, peggio ancora, bestemmia* Cristo benedetto e la Sua santissima madre Vergine! Nessun frate, per questo, è felice di servirlo. Sopportano con pazienza le parole cattive che il lebbroso dice contro di loro, perché accrescono la loro virtù e il loro servizio. Ma non possono sopportare le bestemmie contro Dio e Sua Madre! Decidono così di abbandonare questo lebbroso, ma prima vogliono parlare con san Francesco e gli raccontano tutto quello che succede. Così san Francesco va dal lebbroso e gli dice: ‒ La pace di Dio sia* con te, fratello mio carissimo. Risponde il lebbroso: ‒ Io non posso avere pace da Dio, perché proprio Lui mi ha tolto ogni pace e ogni bene e mi ha fatto così, malato e puzzolente*! E san Francesco dice: sanò (pass. remoto di "sanare") ha sanato, ha guarito, ha eliminato la malattia bestemmiare dire parole di offesa a Dio
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sia terza pers. sing. del congiuntivo di "essere"; qui è usato come saluto e augurio puzzolente che manda cattivo odore, puzza
valore l’importanza di una cosa (anche in denaro) o di una persona bacio le mani tipico saluto gentile in siciliano
‒ Figlio, devi avere pazienza, perché Dio ci manda le malattie del corpo per la salvezza dell’anima; per questo le malattie che ci danno grande merito sono quelle sopportate con pazienza. Risponde il malato: ‒ Ma come posso io portare pazienza di questa malattia che mi dà dolore giorno e notte? E non solo sono triste per la mia malattia, ma anche per i frati che tu mi hai dato: mi devono servire, ma lo fanno male! Allora san Francesco capisce che questo lebbroso è posseduto dal diavolo, così va in chiesa e si mette a pregare intensamente per lui. Quando finisce di pregare, torna dal lebbroso e gli dice: ‒ Figlio, se tu non sei contento degli altri frati, ti servirò io. Il lebbroso risponde: ‒ Questa cosa mi piace, ma cosa mi potrai fare tu più degli altri? Risponde san Francesco: ‒ Quello che tu vorrai, io lo farò. Allora il lebbroso dice: ‒ Io voglio che tu mi lavi tutto quanto, perché puzzo così forte che non posso più sopportare il mio cattivo odore! Allora san Francesco fa scaldare l’acqua con tante erbe odorose, poi spoglia il lebbroso e comincia a lavarlo con le sue mani, mentre un altro frate gli versa l’acqua. Per miracolo divino, nei punti del corpo che san Francesco tocca con le sue sante mani, la lebbra scompare e la carne è perfettamente guarita! E nello stesso momento che la carne inizia a guarire, anche l’anima inizia a tornare sana. Il lebbroso, infatti, vede che sta guarendo e comincia a provare tristezza per tutti i suoi peccati… e comincia a piangere. In questo modo, come l’acqua, fuori, lava la lebbra e pulisce il corpo, così le lacrime, dentro, lavano il peccato e puliscono l’anima.
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Appena guarito completamente, sia nel corpo che nell’anima, il lebbroso comincia a dire ad alta voce: ‒ Io sono degno dell’inferno per le brutte parole che ho detto, per le cose cattive che ho fatto ai frati e per l’impazienza e le bestemmie contro Dio! Per quindici giorni continua nel pianto amaro per i suoi peccati e chiede misericordia a Dio. E si confessa al prete completamente. San Francesco vede questo grande miracolo che Dio ha compiuto, ringrazia Dio e parte per andare in paesi molto lontani. Parte perché vuole fuggire ogni gloria: ha fatto un miracolo, ma lui cerca solo l’onore e la gloria di Dio e non la propria. Il lebbroso dopo quindici giorni di penitenza si ammala di una nuova malattia, riceve i Sacramenti* e muore in santità. La sua anima va in paradiso e vede nel cielo san Francesco, che si trova nel bosco in preghiera, e gli dice: ‒ Mi riconosci? Dice san Francesco: ‒ Chi sei? Risponde l’uomo: ‒ Io sono il lebbroso che Cristo benedetto ha guarito grazie a te, e oggi vado alla vita eterna. Allora devo dire grazie a Dio e a te. Benedetta sia la tua anima e il tuo corpo e benedette le tue sante parole e le tue azioni. Tante anime si salveranno nel mondo grazie a te. Devi sapere che ogni giorno gli angeli e gli altri santi ringraziano Dio dei santi frutti che tu e l’Ordine francescano portate in ogni parte del mondo. Poi, dopo che ha detto queste parole, se ne va in cielo e san Francesco resta felice di quello che ha ascoltato. A lode di Gesù Cristo e del poverello Francesco. Amen. Sacramenti le preghiere che (qui) si fanno prima di morire per la salvezza dell’anima
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ATTIVITÀ
Comprensione del testo 1
Abbina le frasi all’episodio giusto usando A e B come nell’esempio. Il miracolo del vino A Il miracolo del lebbroso B
1 Dio dice a san Francesco che la sofferenza è una A promessa del Paradiso. ___ 2 I frati servono i malati in un ospedale. ___ 3 Il Cardinale dice a san Francesco di farsi curare. ___ 4 Il malato, pentito, si lamenta perché andrà all’Inferno per il male che ha fatto. ___ 5 Il prete produce oltre 20 quintali di ottimo vino. ___ 6 L’anima e san Francesco si incontrano in un bosco in Paradiso. ___ 7 Le persone rovinano una vigna. ___ 8 Nessun frate vuole aiutare questa persona cattiva. ___ 9 Quando san Francesco lava il corpo tutte le ferite guariscono. ___ 10 San Francesco è molto malato agli occhi. ___ 11 San Francesco si ferma a dormire in una chiesa. ___ 12 San Francesco va a parlare con il malato. ___ 13 San Francesco va a Rieti. ___ 14 Santa Chiara prepara un letto di canne per far riposare san Francesco. ___ 15 Un malato cattivo bestemmia Cristo perché è posseduto dal diavolo. ___ 16 Una persona chiede a san Francesco di lavarlo e cambiarlo. ___
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Riflessione sulla lingua 2
In che modo? “Le malattie che ci danno grande merito sono quelle sopportate con pazienza” ➔ pazientemente. “San Francesco (…) va in chiesa e si mette a pregare Dio (…) intensamente” ➔ con intensità. Riscrivi le frasi che seguono trasformando “il modo” come nell’esempio.
1 San Francesco corre da santa Chiara con velocità. _____________________________________________________ 2 Santa Chiara accoglie san Francesco gioiosamente. _____________________________________________________ 3 I frati si prendono cura dei lebbrosi con vigore. _____________________________________________________ 4 San Francesco lava il lebbroso accuratamente. _____________________________________________________ 5 Il lebbroso, grazie alle preghiere e alle cure di san Francesco, guarisce in modo completo. _____________________________________________________ 6 San Francesco è, con certezza, il santo più amato dagli italiani. _____________________________________________________
Parliamo 3
La cura dei malati è una delle cose più belle e difficili che fanno i religiosi da sempre. Tu lo faresti? Avresti la pazienza di curare un malato in ospedale? Parlane con un compagno.
Scriviamo 4 Sei il prete di Rieti e hai appena assistito al miracolo del vino... da pochi grappoli di uva, sono usciti oltre 20 quintali di ottimo vino. Scrivi una lettera al tuo Vescovo per raccontare l’accaduto.
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Capitolo 6
Il lupo di Gubbio
Del santissimo miracolo che fece santo Francesco, quando convertì* il ferocissimo* lupo d’Agobbio*. [capitolo XXI] Al tempo che san Francesco vive nella città di Gubbio, nella campagna arriva un lupo grandissimo, terribile e feroce. Questo lupo non mangia solo gli animali, ma anche gli uomini! E tutti i cittadini di Gubbio hanno una grande paura, perché spesso si avvicina alla città. Allora tutti gli uomini iniziano ad andare in giro armati*, come se devono andare a combattere. Purtroppo, anche se vanno in giro armati, nessuno riesce a difendersi da questo lupo, soprattutto se succede di incontrarlo da soli fuori della città. La paura di questo lupo cresce e cresce così tanto che più nessuno esce dalla città e va a lavorare la terra in campagna. Per questo motivo san Francesco, che vuole molto bene ai contadini* ed è preoccupato convertì lo ha convertito, lo ha fatto diventare cristiano (passato remoto di “convertire) ferocissimo molto molto cattivo
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Agobbio Gubbio, città dell'Umbria armati con le armi, con coltelli, spade e oggetti per uccidere contadini persone che lavorano la terra
novelle per un anno perché nessuno lavora più la terra, decide di uscire dalla città ed andare incontro al lupo, anche se tutti i cittadini non vogliono, perché hanno paura che sarà ucciso. Ma san Francesco si fa il segno della croce e va in campagna insieme con due suoi compagni: lui ha tanta fiducia in Dio. San Francesco va proprio nel luogo dove si trova il lupo, mentre i cittadini di Gubbio lo accompagnano da lontano perché hanno paura, ma sono anche curiosi perché vogliono vedere questo miracolo. Il lupo, appena vede san Francesco, si fa avanti con la bocca aperta, ma san Francesco si avvicina a lui con grande sicurezza e gli fa il segno della santissima croce, lo chiama verso di sé e gli dice così: ‒ Vieni qui, fratello lupo! Io ti chiedo, nel nome di Cristo, di non fare male né a me né a nessun’altra persona di questa città. Cosa incredibile da raccontare! Non appena san Francesco fa il segno della croce, il lupo terribile chiude la bocca e si ferma. Ascolta le parole che san Francesco gli dice e si avvicina, buono come un agnello… infine si stende* ai piedi del santo a riposare. E san Francesco gli parla in questo modo: ‒ Fratello lupo, tu fai molte cose cattive da queste parti. Hai ucciso le creature di Dio senza il Suo permesso, anzi, non solo hai ucciso e mangiato gli animali, ma hai avuto il coraggio di uccidere uomini che sono fatti ad immagine di Dio*! Per questo tu sei degno dell’inferno come un ladro e un assassino! Tutti parlano male di te, hanno paura, e tutta la città e la campagna è tua nemica. Ma io voglio, fratello lupo, fare la pace tra te e questi uomini. Tu non devi stendersi mettersi a terra, sdraiarsi
ad immagine di Dio che Dio ha fatto simili a sé
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uccidere più e loro ti devono perdonare e nessuno, né uomini né cani, ti darà più la caccia. Mentre san Francesco dice queste parole il lupo muove il corpo e la coda e le orecchie e, abbassando la testa, dice di capire e accettare quello che san Francesco gli chiede… e promette di fare così. Allora san Francesco dice: ‒ Fratello lupo, se a te piace fare e mantenere questa pace tra te e gli uomini, io ti prometto che ti farò portare da mangiare ogni giorno della tua vita da queste persone, così non soffrirai più la fame. Perché io lo so che è colpa della fame, se tu hai fatto tutto questo male. Ma se io ti prometto che gli uomini ti porteranno da mangiare sempre, tu mi devi promettere che non farai più male a nessun uomo né a nessun animale: tu mi prometti questa cosa? E il lupo abbassa la testa e fa un segno chiaro di promettere quello che san Francesco sta chiedendo. Allora san Francesco continua: ‒ Fratello lupo, io voglio un gesto chiaro di questa promessa perché mi devo poter fidare… E mentre san Francesco porta avanti la sua mano per ricevere la sua promessa, il lupo alza la zampa* davanti e, dolcemente, la appoggia sopra la mano del santo come promessa di quello che gli è stato chiesto. San Francesco dice ancora: ‒ Fratello lupo io ti ordino, nel nome di Gesù Cristo, di venire con me senza avere paura. Andiamo insieme fino alla città di Gubbio e facciamo questa pace nel nome di Dio. E il lupo, ubbidiente, segue san Francesco buono come un agnello. zampa la gamba degli animali
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Quando vedono queste cose, i cittadini che sono nascosti lontano nel bosco, non credono ai loro occhi e si meravigliano moltissimo. Subito la storia fa il giro di tutta la città e ogni persona, maschi e femmine, grandi e piccoli, giovani e vecchi, corre nella piazza di Gubbio per vedere il lupo con san Francesco. Tutto il popolo di Gubbio è raccolto insieme nella piazza e allora san Francesco si alza e predica loro e dice, tra le altre cose, che Dio, a causa dei peccati degli uomini, permette cose terribili come la peste*. E aggiunge anche che la fiamma dell’inferno è più pericolosa e terribile della rabbia di un lupo perché va avanti in eterno: un lupo, invece, può uccidere solo il nostro corpo, ma non fa nulla all’anima. ‒ Bisogna avere più paura della bocca dell’inferno o della bocca di un piccolo animale? Tornate, dunque, carissimi a pregare Dio e fate penitenza dei vostri peccati, e Dio vi libererà da questo lupo nel presente e dal fuoco dell’inferno nel futuro. E fatta la predica san Francesco dice: ‒ Ascoltate, fratelli miei. Fratello lupo che è qui davanti a voi mi ha promesso, e mi ha dato la zampa come prova di fiducia, di fare pace con voi e di non uccidervi. Ma voi dovete promettere di dargli ogni giorno le cose necessarie. E io mi impegno per lui che fratello lupo rispetterà il patto della pace che facciamo oggi. Allora tutto il popolo, parlando come una voce sola, promette di nutrirlo ogni giorno. E san Francesco, davanti a tutti, chiede ancora una volta al lupo: peste terribile malattia
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‒ E tu, fratello lupo, prometti di osservare il patto di pace che hai fatto adesso con i cittadini? Prometti di non uccidere più né gli uomini, né gli animali, né nessuna creatura di Dio? E il lupo si inginocchia, abbassa la testa, muove il corpo, la coda, le orecchie e dimostra chiaramente che vuole rispettare il patto. Dice ancora san Francesco: ‒ Fratello lupo, io voglio che adesso tu fai il gesto di fede di questa promessa come hai fatto fuori della porta della città. Così, se mostri* la tua promessa davanti a tutto il popolo, farai vedere che non vuoi ingannare* nessuno e anch’io non ingannerò te. E mentre san Francesco porta avanti la sua mano per ricevere la sua promessa, il lupo alza la zampa davanti e, dolcemente, la mette sopra la mano di san Francesco per rinnovare la promessa. Subito nella città di Gubbio scoppia una grandissima gioia, allegria e ammirazione in tutto il popolo, sia per la devozione verso san Francesco, sia per il miracolo, sia per la pace fatta con il lupo terribile. Tutti iniziano a gridare al cielo, a dire le lodi e benedire Dio che ha mandato san Francesco e che li ha liberati dalla bocca dell’animale cattivo. *** Il lupo, dopo questo che abbiamo raccontato, vive due anni a Gubbio e entra come un cane domestico in ogni casa, di porta in porta, senza fare male a nessuna persona, né con la paura di ricevere lui il male di qualcuno. Cammina per le strade della città e della campagna e nessun cane lo attacca. Quando il lupo muore di vecchiaia, i cittadini di Gubbio mostri fai vedere
ingannare non dire la verità, non rispettare una promessa
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provano un grande dispiacere. Ora non lo vedono più girare liberamente per la città in modo da ricordare loro la grande virtù e la santità di san Francesco. A lode di Gesù Cristo e del poverello Francesco. Amen.
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ATTIVITÀ
Comprensione del testo 1
Leggi attentamente le frasi e metti nell’ordine corretto gli avvenimenti collegandoli con una freccia come nell’esempio.
Gli abitanti di Gubbio hanno tanta paura perché il lupo mangia uomini e animali.
Gli abitanti di Gubbio seguono di nascosto san Francesco nel bosco e hanno paura per lui.
Il lupo con la bocca aperta si avvicina a san Francesco.
Quando il lupo muore di vecchiaia gli abitanti di Gubbio sono tristi perché hanno perso un amico di san Francesco.
Nelle campagne di Gubbio arriva un lupo ferocissimo.
San Francesco vive nella città di Gubbio.
Il lupo vive sereno tra gli abitanti che gli danno da mangiare, e lui non uccide più nessuno.
San Francesco benedice il lupo che chiude la bocca e lo ascolta.
San Francesco decide di andare nel bosco e incontrare il lupo per parlargli.
San Francesco accompagna il lupo in città e fa nascere l’amicizia tra il lupo e gli abitanti di Gubbio.
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Riflessione sulla lingua 2a
L’incontro tra san Francesco e il lupo è uno dei più famosi al mondo e nella lingua italiana molte sono le espressioni che si riferiscono al lupo. Metti in ordine le parole e forma i modi di dire.
1 una lupi fame da avere avere una fame da lupi __________________________________________________ 2 lupo bocca al in ! __________________________________________________ 3 un lupi fare da tempo __________________________________________________ 4 lupo al gridare lupo al ! __________________________________________________ 5 ma lupo il perde vizio il non pelo il __________________________________________________ 6 di un lupo essere mare __________________________________________________ 7 agnello veste lupo essere un in di __________________________________________________ 8 aver lupo morso del provato il __________________________________________________
2b Ora abbina i modi di dire che hai formato al significato corretto. a b c d e f g h
■ è veramente un tempo (atmosferico) molto brutto ■ avere un appetito incredibile ■ dare degli allarmi non veri ■ non riuscire a cambiare le (brutte) abitudini ■ buona fortuna! ■ diventare prudenti dopo una brutta esperienza ■ essere un marinaio esperto ■ essere una persona falsa e pericolosa
Sai che…? All’augurio “In bocca al lupo!” non si deve assolutamente rispondere con “Grazie!”, ma con l’espressione “Crepi il lupo!”.
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Parliamo 3
San Francesco, grazie all’episodio del lupo e alla predica agli uccelli che hai letto nel capitolo 3, è diventano nel mondo simbolo dell’amore per la natura. Che rapporto hai tu con gli animali? Ti piacciono? Qual è il tuo animale preferito? Parlane con un compagno.
Scriviamo 4 Descrivi il lupo che incontra san Francesco usando queste parole (zampe, bocca, denti, pelo, coda, occhi…) e mettendo gli aggettivi adatti, prima quando il lupo feroce vuole mangiare san Francesco e, poi, quando il lupo diventa amico di tutti.
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Capitolo 7
Il sultano, la meretrice* e l’affetto per i suoi frati Come santo Francesco convertì alla fede il Soldano* di Babilonia e la meretrice che lo richiese* di peccato. [capitolo XXIV]
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San Francesco, che ha una fede grandissima in Cristo e desidera il martirio* per la Sua gloria, un giorno parte con dodici suoi compagni per andare dal sultano di Babilonia. Arrivano nel territorio abitato da saraceni*, dove alcuni uomini crudeli* controllano il passaggio: sono così crudeli che nessuna persona ha il coraggio di passare, perché, se prova a passare, muore sicuramente! Ma, come piace a Dio, i saraceni non uccidono Francesco e i suoi compagni. Invece li prendono, li picchiano, li legano e li portano davanti al sultano. Quando si trovano davanti al sultano, san Francesco, aiutato dallo Spirito Santo, predica in modo così bello la fede in Cristo, che tutti lo ascoltano con attenzione. Anche il sultano comincia ad avere una meretrice prostituta, donna che si vende per denaro Soldano Sultano, re dei popoli arabi richiese ha chiesto (a san Francesco) di peccare (passato remoto di “richiedere”)
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martirio morire per la fede in Cristo saraceni popoli arabi crudeli molto cattivi
grande devozione per san Francesco, sia per la forza e la sincerità* della sua fede, sia per il disprezzo del mondo* che vede in lui. San Francesco, infatti, non vuole nessun regalo dal sultano, anche se lui e i suoi compagni sono poverissimi! Così, da quel giorno, il sultano desidera ascoltare sempre san Francesco e gli chiede di tornare spesso a predicare. Inoltre dà il permesso a lui e ai suoi compagni di predicare liberamente in ogni luogo del territorio saraceno. Per questo dà loro un lasciapassare*, così nessuno li picchierà o li ucciderà. Con questo lasciapassare i frati possono viaggiare senza problemi e allora san Francesco manda i suoi compagni, in coppia, in diverse parti del territorio dei saraceni a predicare la fede in Cristo. Lui e un altro compagno arrivano in un paese ed entrano in un ostello* per riposarsi. Qui San Francesco trova una donna bellissima nel corpo, ma sporca nell’anima. Questa donna invita san Francesco a peccare con lei e san Francesco le risponde: ‒ Io accetto, andiamo a letto! Mentre lei lo accompagna in camera, san Francesco le dice: ‒ Vieni con me! Io ti porterò in un letto bellissimo! E, mentre dice così, la porta in una stanza dell’ostello dove c’è un grandissimo fuoco. Pieno di Spirito Santo, san Francesco si spoglia nudo, si getta in questo fuoco e invita la donna a gettarsi nel fuoco con lui. Sorride felice e le chiede di spogliarsi e di andare accanto a lui in quel letto senza piume, ma bellissimo! La donna guarda con stupore san Francesco che sta in mezzo al fuoco con un viso contento, tranquillo… e non si brucia! sincerità virtù di chi dice sempre la verità disprezzo del mondo (qui) non volere le ricchezze
lasciapassare documento per andare dove si vuole ostello albergo molto semplice e povero
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Allora spaventata e commossa, non solo si pente del peccato e della cattiva intenzione che ha avuto contro san Francesco, ma si converte totalmente alla fede di Cristo. Diventa una donna così santa che, da quel giorno, moltissime anime si salvano grazie al suo esempio. Dopo un po’ di tempo, san Francesco capisce che non può fare più frutto* in quei paesi e quelle città e, su indicazione di Dio, decide di tornare in Italia insieme ai suoi compagni. Tutti insieme vanno dal sultano per salutarlo e il sultano dice a san Francesco: ‒ Frate Francesco, io mi convertirei volentieri alla fede di Cristo, ma ho paura di farlo ora, perché se i saraceni che sono con me vedono la mia conversione, sicuramente uccideranno te e me e tutti i tuoi compagni! Invece tu puoi fare ancora tante cose buone nel mondo e sono sicuro che saranno cose importantissime! Non voglio essere la causa della tua morte e della mia! Ma insegnami cosa devo fare per salvarmi e io farò quello che tu mi chiedi. San Francesco risponde: ‒ Sultano, io vado via oggi per tornare al mio paese, ma quando morirò e, se Dio vuole, salirò in cielo, ti manderò due dei miei frati. Loro ti daranno il santo battesimo di Cristo e sarai salvo! Questo mi ha rivelato il mio Signore Gesù Cristo. Così non avrai problemi e potrai prepararti bene a ricevere, in futuro, la fede in Cristo. Così ha promesso di fare e ha fatto. Infatti san Francesco ritorna a casa, dopo alcuni anni muore, e la sua anima sale in cielo, in Paradiso. Il sultano, ormai vecchio e malato, aspetta la promessa di san Francesco e mette delle guardie sui confini frutto (qui) convertire altre persone
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del suo territorio per vedere se arrivano due frati. Appena li vedono li devono portare subito da lui! In quei giorni san Francesco appare a due frati e comanda loro di andare dal sultano e avere cura della sua salvezza, come gli ha promesso. I frati partono subito, attraversano il mare e le guardie li prendono e li portato dal sultano. Quando lui li vede dice con grande gioia: ‒ Ora davvero so che Dio ha mandato i suoi servi per la mia salvezza, come mi ha promesso san Francesco per rivelazione divina. I frati parlano al sultano della fede in Cristo e lo battezzano. CosÏ, il sultano muore e la sua anima è salva grazie alle preghiere di san Francesco. A lode di GesÚ Cristo e del poverello Francesco. Amen.
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Come santo Francesco convertì a Bologna due scolari*, e fecionsi* frati; e poi all’uno di loro levò* una grande tentazione da dosso. [capitolo XXVII] Un giorno san Francesco arriva a Bologna e tutto il popolo della città corre a vederlo; la folla è così tanta che la gente arriva in piazza solo con grande fatica. La piazza, infatti, è piena di uomini, di donne e di studenti e san Francesco sale su un punto alto, per farsi vedere, e comincia a predicare le cose che lo Spirito Santo gli ispira nel cuore. Predica con una passione tale che sembra un angelo e non un uomo! Le sue parole meravigliose sono come frecce che trapassano* il cuore di quelli che lo ascoltano e, durante la predica, tantissimi uomini e donne si convertono. Tra queste persone ci sono anche due nobili studenti della Marca* di Ancona: uno si chiama Pellegrino e l’altro Rinieri. Questi due studenti, toccati nel cuore dall’ispirazione divina, decidono di incontrare san Francesco e gli dicono che vogliono abbandonare il mondo e diventare frati francescani. San Francesco capisce subito che sono ispirati da Dio e che, sicuramente, vivranno nell’Ordine una vita santa. Così li accoglie con gioia e dice loro: ‒Tu, frate Pellegrino, devi essere umile; e tu, frate Rinieri, dovrai servire gli altri frati. Ed è stato proprio così! Infatti Pellegrino non diventa un chierico*, ma resta un laico, un laico francescano molto colto e un grande esperto scolari universitari, che studiano la filosofia scolastica fecionsi si sono fatti, sono diventati (forma antica del passato remoto di “farsi”) levò ha tolto (passato remoto di “levare”)
trapassare colpire e attraversare Marca territorio di confine (qui) dello Stato Pontificio chierico religioso
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di leggi. Resta però sempre umile e arriva ad un’umiltà così perfetta, che san Bernardo, il primo compagno di san Francesco, racconterà di lui che è stato uno dei frati più perfetti al mondo! Dopo una lunga e santa vita, frate Pellegrino sale in cielo, con molti miracoli prima e dopo la morte. Anche frate Rinieri, come ha chiesto san Francesco, vive in grande santità e umiltà e serve i frati del suo Ordine. Diventa uno dei frati preferiti di san Francesco, che gli rivela tanti segreti. Frate Rinieri diventa ministro della Marca d’Ancona e la guida per molti anni in grande pace ed umiltà. Dopo alcuni anni, però, Dio permette una grandissima tentazione alla sua anima. Frate Rinieri è molto triste e preoccupato per questa tentazione! Digiuna* e prega giorno e notte, ma la tentazione non se ne va. Qualche volta è proprio disperato perché pensa che Dio lo ha abbandonato! Alla fine decide di andare ad Assisi e di chiedere aiuto a San Francesco. Frate Rinieri pensa: “Se san Francesco mi farà vedere il suo volto pieno di gioia, farà vedere a Dio che lui è mio amico. Allora, io credo, Dio avrà pietà di me. Questo sarà un segno che Dio non mi ha abbandonato e che io posso vincere la tentazione”. Così parte e va ad Assisi da san Francesco, che in quei giorni sta nel palazzo del vescovo ed è molto malato. Intanto, Dio ha rivelato a san Francesco quello che succede a frate Rinieri: la sua tentazione, la sua disperazione e anche il suo desiderio di andare a trovarlo. San Francesco, allora, chiama frate Leone e frate Masseo e dice loro: ‒ Andate subito incontro al mio figlio carissimo frate Rinieri e abbracciatelo da parte mia. Salutatelo e ditegli che, tra tutti i frati che ci sono al mondo, io amo soprattutto lui, proprio lui! digiuna non mangia
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Frate Leone e frate Masseo partono e incontrano frate Rinieri per la strada: lo abbracciano con affetto e gli dicono quello che san Francesco ha detto loro. Queste parole sono di grandissima consolazione e dolcezza per frate Rinieri! Il frate scoppia di gioia, ringrazia Dio con tutto il cuore e corre al palazzo del vescovo, dove sta san Francesco. Anche se san Francesco è molto malato, quando sente arrivare frate Rinieri, si alza, gli va incontro, lo abbraccia dolcemente e gli dice: ‒ Figlio mio carissimo, frate Rinieri! Tra tutti i frati che ci sono al mondo io amo soprattutto te, proprio te! Dopo queste parole, gli fa il segno della santissima croce sulla fronte, lo bacia e gli dice: ‒ Figlio carissimo, Dio ha permesso questa tentazione per farti diventare più forte nella fede. Ma se tu non vuoi più questa tentazione non l’avrai più! Cosa incredibile! Non appena san Francesco dice queste parole, subito la tentazione scompare da frate Rinieri! Il frate si sente di nuovo puro e libero e torna a casa felice. A lode di Gesù Cristo e del poverello Francesco. Amen.
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ATTIVITÀ
Comprensione del testo 1
Indica se le frasi sono vere (V) o false (F).
1 San Francesco parte con 9 compagni per andare dal sultano. 2 Appena arrivano, i saraceni li picchiano, li legano e li portano davanti al sultano. 3 Il sultano dà a san Francesco e ai suoi frati il permesso di predicare nella sua terra. 4 Allora san Francesco e i compagni si dividono in gruppi di tre e partono. 5 San Francesco e un compagno arrivano a un ostello dove c’è una donna bellissima. 6 San Francesco si spoglia nudo ed entra nell'acqua fredda. 7 San Francesco resta a lungo con questa donna nel territorio dei saraceni. 8 Il sultano chiede a san Francesco cosa deve fare per salvarsi.
V F
■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■
2
Scegli la risposta corretta.
1 Quando san Francesco si trova a Bologna… a ■ tanta gente vuole ascoltarlo e riempie la piazza. b ■ incontra san Domenico che arriva da Firenze. c ■ parla con gli angeli che lo ascoltano commossi. 2 Ci sono due studenti che ascoltano san Francesco… a ■ e poi tornano nella Marca di Ancona. b ■ e poi diventano tutti e due frati francescani. c ■ e uno diventa frate mentre l’altro resta laico. 3 Frate Rinieri, preoccupato dalla tentazione, va a trovare san Francesco… a ■ che si trova ancora a Bologna. b ■ che si trova ad Assisi nel convento di Santa Maria degli Angeli. c ■ che si trova ad Assisi nel palazzo del Vescovo.
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Grammatica 3
“Insegnami cosa devo fare e io lo farò”. “Quando morirò e salirò in cielo, manderò due miei frati… loro ti daranno il santo battesimo e sarai salvo”. Completa le frasi con la forma corretta del futuro semplice, regolare e irregolare.
1 Quando San Francesco _________ (morire) e _________ (salire) in cielo, _________ (mandare) due frati per la salvezza del sultano. 2 San Francesco dice alla meretrice: “Tu _________ (essere) salva, solo se _________ (pregare) con grande devozione e non _________ (peccare) più. 3 Chiara dice a san Francesco: “Quando _________ (tu – tornare) dalla terra dei saraceni, io _________ (venire) a trovarti e _________ (noi – pregare) insieme. 4 San Francesco dice a frate Leone e a frate Masseo: “Andate incontro a frate Rinieri e quando lo _________ (trovare) gli _________ (dire) che io gli voglio bene. 5 Quando san Francesco _________ (essere) in paradiso, tutti i francescani _________ (fare) penitenza e _________ (pregare) Dio per lui.
Scriviamo 4 Dopo l'incontro con san Francesco il sultano si converte. Tu hai mai cambiato completamente idea su qualcosa o qualcuno? Su cosa o su chi? Perché? Parlane con un compagno.
5
Sei il sultano di tutte le genti saracene; scrivi un lasciapassare per san Francesco dove spieghi perché nessuno deve toccare i frati francescani e devono lasciarli predicare e ascoltarli.
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Capitolo 8
I ladroni*
Come santo Francesco convertì tre ladroni micidiali*, e fecionsi frati; e della nobilissima visione che vide l’uno di loro, il quale fu santissimo frate. [capitolo XXVI] Un giorno san Francesco arriva vicino a Borgo San Sepolcro* vicino ad un castello di nome Monte Casale. Si avvicina a lui un giovane nobile e delicato e gli dice: ‒ Padre, io vorrei diventare frate. San Francesco gli risponde: ‒ Figlio, tu sei giovane, delicato e nobile. Non riuscirai a sopportare la durezza della nostra vita di povertà. Ma lui dice ancora: ‒ Padre, non siete voi uomini come me? Se ci riuscite voi, ci riuscirò anch’io con la grazia di Cristo. A san Francesco questa risposta piace molto, e così lo accoglie ladroni ladri micidiali (qui) molto cattivi e violenti
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Borgo San Sepolcro città della Toscana, vicino ad Arezzo
nell’ordine e gli dà il nome di frate Angelo. Questo frate inizia a comportarsi così bene, che san Francesco lo fa guardiano del convento di Monte Casale. In quel periodo, nelle campagne di Monte Casale, ci sono tre famosi ladri. Arrivano un giorno al convento e chiedono del cibo a frate Angelo. Il guardiano, però, gli risponde così: ‒ Voi, ladri crudeli e assassini, non vi vergognate di rubare agli altri? E siete anche così presuntuosi che volete mangiare l’elemosina* lasciata ai frati che sono servi di Dio?!? Andate via e non fatevi vedere mai più! E i tre ladri se ne vanno arrabbiati. Intanto san Francesco ritorna al convento con un pezzo di pane e una bottiglia di vino che lui e un compagno hanno ricevuto in elemosina. Il guardiano gli racconta cosa è successo e come ha cacciato i ladroni, ma san Francesco lo rimprovera* e gli dice che si è comportato male. Dice: elemosina dare dei soldi o altre cose a chi ne ha bisogno
rimproverare dire a qualcuno che ha fatto una cosa che non va bene
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‒ Dobbiamo riportare queste persone a Dio con la dolcezza! Noi seguiamo il Vangelo e il nostro maestro, Gesù Cristo, dice che il medico serve ai sani non ai malati! Dice anche che Lui è venuto per i peccatori e non per i giusti! Tu, quindi, hai fatto una cosa contraria alla carità e al Vangelo! E allora io ti ordino, per la santa obbedienza, di prendere questo pane e questo vino che abbiamo avuto in elemosina e di correre loro dietro attraverso valli e montagne, e di trovarli. Quando li troverai, darai loro questo pane e questo vino da parte mia, e chiederai loro perdono. Poi li pregherai, sempre da parte mia, di questo: non devono fare più male al prossimo, ma temere Dio! Se faranno questo, io prometto di dare sempre loro da mangiare e da bere. Il guardiano parte e San Francesco inizia a pregare Dio per addolcire i cuori dei ladroni e convincerli a fare penitenza. Intanto il guardiano arriva dai ladroni e, per la santa obbedienza, dà loro il pane e il vino e fa quello che san Francesco gli ha chiesto. E, come Dio vuole, mentre i ladroni mangiano l’elemosina di san Francesco, uno di loro comincia a dire: ‒ Guai a noi poveri miserabili! Ci aspettano le punizioni nell’inferno perché non solo rubiamo al prossimo, ma abbiamo anche ucciso! E, anche se facciamo cose così brutte, non abbiamo nessun rimorso* e nessun timore di Dio! E adesso questo santo frate è venuto a chiedere perdono delle parole che, giustamente, ci ha detto… e ci ha anche dato pane e vino e una promessa molto bella di san Francesco! È proprio vero: questi sono frati santi e meritano il Paradiso, mentre noi meritiamo solo l’Inferno! Gli altri due ladri rispondono: ‒ Hai ragione, ma cosa dobbiamo fare allora? rimorso provare dolore, dispiacere per il male, le cose brutte compiute
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Allora l’altro risponde: ‒ Andiamo da san Francesco! Se lui ci dirà che possiamo tornare nella misericordia di Dio, faremo quello che ci ordina per evitare le punizioni dell’Inferno. Il consiglio piace molto agli altri e così, tutti e tre, corrono da san Francesco e gli dicono: ‒ Padre, noi abbiamo fatto peccati terribili e non crediamo di poter tornare nella misericordia di Dio… ma se ci dici che, invece, possiamo tornare nella Sua misericordia, ecco… noi siamo pronti a fare quello che tu ci ordini. San Francesco li accoglie con grande dolcezza e carità. Racconta loro molti esempi e li rende certi della misericordia di Dio, perché questa è infinita. Infatti, anche se noi abbiamo peccati infiniti, la misericordia di Dio è sempre più grande dei nostri peccati, come dice nel Vangelo. Grazie alle parole di san Francesco i tre ladri rinunciano al diavolo, entrano nell’ordine francescano e cominciano a fare penitenza. Due di loro vivono poco tempo e vanno in Paradiso. Il terzo, invece, vive a lungo. Fa penitenza per 15 anni: oltre ai digiuni comuni con gli altri frati, per tre giorni alla settimana mangia solo pane e acqua, va sempre scalzo* e non dorme mai dopo il mattutino. Nel frattempo, san Francesco muore. Una notte, dopo il mattutino, per la prima volta il frate ha la tentazione di dormire. Non riesce a resistere in nessun modo! Prova anche a pregare, ma è inutile: ha troppo sonno! Così, dopo il mattutino, va a letto e dorme. Appena addormentato, un angelo lo porta su una montagna altissima, davanti ad un burrone* profondissimo, con grandissime rocce appuntite*… il luogo fa moltissima paura! scalzo senza scarpe burrone grande e profonda spaccatura del terreno
appuntite che hanno una punta affilata, acuminata, pericolosa
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L’angelo lo spinge giù nel burrone e il frate cade fino in fondo, tutto ferito! Mentre sta a terra, pieno di dolori e di ferite, l’angelo gli dice: ‒ Alzati! Devi ancora fare un lungo viaggio! Il frate risponde: ‒ Sei molto cattivo! Mi spingi giù, mi vedi morire, sono tutto ferito e mi dici di alzarmi?!? Allora l’angelo lo tocca e, improvvisamente, il frate guarisce da tutte le ferite! Poi gli fa vedere una grande pianura, piena di rocce appuntite e di cespugli spinosi*. Gli ordina di correre scalzo e di entrare nel fuoco che si vede in fondo alla pianura. Il frate corre attraverso la pianura con grande dolore e l’angelo gli dice: ‒ Entra nel fuoco, perché ti conviene*! Il frate risponde: ‒ Sei veramente cattivo! Mi vedi quasi morto, dopo che ho attraversato questa pianura scalzo e mi dici di entrare nel fuoco?!? Mentre parla, improvvisamente, vede intorno al fuoco tanti diavoli con i forconi* che lo spingono subito dentro al fuoco. Qui incontra un uomo che è stato suo amico e ladro anche lui. Quest’uomo gli dice che si trova nel fuoco per i tanti peccati che ha fatto. Poi l’angelo spinge il frate fuori dal fuoco e gli dice: ‒ Preparati a fare un viaggio terribile! Il povero frate si lamenta e gli dice: ‒ Come sei cattivo! Non vedi che sono tutto bruciato?!? Vuoi farmi fare un altro viaggio terribile? Allora l’angelo lo tocca e, improvvisamente, il frate guarisce da tutte le bruciature. spinosi pieni di spine conviene è una cosa buona per te
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forconi bastoni che finiscono con tre punte di metallo
L’angelo porta il frate davanti ad un ponte, molto stretto, molto alto e pericoloso, dove è facile cadere. Sotto al ponte c’è un fiume terribile, pieno di serpenti e draghi* e scorpioni* e si sente una grandissima puzza*! Gli dice allora l’angelo: ‒ Attraversa questo ponte, perché ti conviene! Risponde il frate: ‒ Come posso attraversarlo senza cadere? Dice l’angelo: ‒ Seguimi e metti il piede dove lo metto io, così lo attraverserai bene. Il frate segue l’angelo e arriva senza fatica a metà del ponte ma, improvvisamente, l’angelo vola via e va su un monte altissimo, dall’altra parte. Il frate rimane senza guida: guarda sotto e vede i serpenti, i draghi e gli scorpioni con la bocca aperta, pronti a mangiarlo se cade! A questo punto il frate ha davvero tanta paura, perché non può andare né avanti, né indietro. Così si abbassa, abbraccia il ponte e prega Dio con tutto il cuore! Tra le lacrime, Gli chiede di aiutarlo, Lui che è tanto misericordioso! Mentre prega, improvvisamente, sente le ali che crescono e… può volare e raggiungere l’angelo dall’altra parte del ponte! Su questo monte altissimo c’è un palazzo grandissimo. Il frate bussa alla porta del palazzo e il portiere* gli chiede: ‒ Chi sei tu? Lui risponde: ‒ Sono un frate francescano… Il portiere allora dice: draghi animali di fantasia che sputano fuoco scorpioni animali con la coda velenosa
puzza odore molto cattivo portiere persona che sta sulla porta e controlla chi entra
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‒ Aspetta! Vado a prendere san Francesco per vedere se ti riconosce. Mentre il portiere va a chiamare san Francesco, il frate guarda dentro la porta e vede che i muri del palazzo sono bellissimi e luminosi. Vede anche tutti i santi che cantano in coro. Poi vede arrivare san Francesco, frate Bernardo, frate Egidio e tanti altri santi e sante che, in vita, hanno seguito la regola di san Francesco. Appena arrivato, san Francesco dice al portiere: ‒ Lascialo entrare: è uno dei miei frati! Appena entra, il povero frate sente così tanta gioia e dolcezza, che dimentica tutte le fatiche* dei terribili viaggi che ha fatto! San Francesco indossa un mantello meraviglioso, con delle stelle bellissime. Anche le sue cinque stimmate* sembrano stelle luminose e illuminano tutto il palazzo. Frate Bernardo, invece, ha in testa una corona di stelle bellissime e frate Egidio ha una luce meravigliosa. San Francesco gli fa conoscere tanti frati santi, gli fa vedere cose meravigliose e poi gli dice: ‒ Figlio mio, ora tornerai nel mondo e starai lì sette giorni; preparati con grande devozione perché alla fine dei sette giorni io verrò a prenderti e tu tornerai con me in questo luogo di beati. Dopo avere salutato san Francesco, il frate ritorna mal volentieri* nel mondo. Si sveglia e sente che gli altri frati stanno dicendo la preghiera dell’ora prima*. Capisce così che sono passate solo poche ore, anche se a lui sembrano anni!
fatiche lavoro (fisico o mentale) lungo, duro, impegnativo stimmate le ferite alle mani, al piede e al petto, nello stesso punto delle ferite dei chiodi e della lancia sul corpo di Gesù
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mal volentieri senza voglia ora prima alle sei del mattino; sono le ore dei monaci (e della Chiesa) segnate dalla preghiera
Dopo che ha raccontato questa visione con grande precisione, comincia ad avere la febbre. Ha la febbre per sette giorni e, l’ottavo giorno, san Francesco arriva a prenderlo, come ha promesso, e porta la sua anima nel regno dei beati, alla vita eterna. A lode di GesÚ Cristo e del poverello Francesco, Amen.
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ATTIVITÀ
Comprensione del testo 1
Indica se le frasi sono vere (V) o false (F).
1 San Francesco incontra un giovane di San Sepolcro che vuole diventare prete. 2 Il giovane ha un fisico robusto perché lavora ogni giorno nei campi. 3 Frate Angelo diventa guardiano del convento di Monte Casale. 4 Quando arrivano tre ladri al convento a chiedere del cibo, frate Angelo li caccia via. 5 San Francesco è molto contento di quello che ha fatto frate Angelo. 6 San Francesco ordina a frate Angelo di raggiungerli e scusarsi. 7 Frate Angelo non riesce a ritrovarli perché sono andati troppo lontano. 8 I tre ladroni, quando vedono frate Angelo, lo picchiano e lo deridono. 9 I tre ladroni tornano da san Francesco per chiedere aiuto nella penitenza. 10 San Francesco li riceve con grande amore e li aiuta a credere nella misericordia. 11 Due ladroni, dopo che si sono pentiti, muoiono e vanno in Paradiso. 12 Il terzo ladrone fa un lungo sogno insieme ad un angelo. 13 Durante il sogno l’angelo spinge il frate nel burrone.
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V F
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Grammatica 2
“Dopo avere salutato San Francesco..." (Dopo che ha salutato…). “Dopo che ha raccontato la visione..." (Dopo avere raccontato…). In italiano si usa “dopo che” seguito dal verbo coniugato al passato o all’infinito passato. Riscrivi le frasi come negli esempi sopra. 1 Dopo avere incontrato san Francesco, il giovane di San Sepolcro diventa un bravo frate. _____________________________________________________ 2 Dopo che ha cacciato via i ladroni, frate Angelo si pente. _____________________________________________________ 3 Dopo avere raccolto l’elemosina san Francesco e un compagno tornano al convento. _____________________________________________________ 4 Dopo che è partito per cercare i ladroni, frate Angelo li trova e chiede loro perdono. _____________________________________________________ 5 Dopo essersi pentiti i ladroni vanno da san Francesco a chiedere aiuto per fare penitenza. _____________________________________________________
Parliamo 3
Il terzo ladrone fa un sogno molto strano... Ti è mai capitato di fare un sogno complicato, pieno di eventi? Hai mai sognato qualcosa che, poi, si è avverato? Parlane con un compagno.
Scriviamo 4 “San Francesco indossa un mantello meraviglioso... le sue cinque stimmate sembrano stelle luminose...”. Ora prova tu a descrivere il Paradiso con le cose che vedi. ________________________________________________________ ________________________________________________________
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Capitolo 9
I miracoli dei francescani
Del miracolo che Iddio fece quando santo Antonio, essendo a Rimino*, predicò a’ pesci del mare. [capitolo XL]
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Cristo vuole dimostrare la grande santità del suo fedelissimo servo sant’Antonio, che predica santamente il Vangelo. Una volta sant’Antonio ha predicato ai pesci per rimproverare e correggere gli eretici*. Ecco cosa è successo. Un giorno sant’Antonio si trova a Rimini dove ci sono tantissimi eretici. Li vuole correggere e riportare alla vera fede, alla via della verità. Così per molti giorni predica e discute con loro della fede di Cristo e della santa Scrittura. Ma loro non vogliono ascoltarlo, presuntuosi e duri di cuore. Allora sant’Antonio, per ispirazione divina, va sulla riva* del fiume, vicino al mare. Mentre si trova lì, tra il fiume e il mare, inizia a parlare ai pesci, come una predica da parte di Dio: Rimino Rimini, a sud di Bologna eretici che non seguono la fede cristiana vera
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riva il confine tra terra e acqua
‒ Voi, pesci del mare e del fiume, ascoltate la parola di Dio, perché gli eretici non la vogliono ascoltare! Appena comincia a dire così, subito arrivano alla riva tantissimi pesci, grandi e piccoli. Mai in quel punto del mare e del fiume si sono mai visti così tanti pesci! E tutti tengono la testa fuori dall’acqua e guardano la faccia di sant’Antonio, con grande attenzione, ordine e tranquillità. Vicino alla riva ci sono i pesci più piccoli, poi quelli medi* e dietro, dove l’acqua è più alta, ci sono i pesci più grandi. Con i pesci in questo ordine sant’Antonio inizia a predicare e dice così: ‒ Fratelli miei pesci, dovete dire grazie, secondo la vostra possibilità, al nostro Creatore che vi ha dato l’acqua per vivere. Potete avere acqua dolce o acqua salata, come preferite, e avete anche tanti posti per nascondervi ed evitare le tempeste. Avete questa acqua chiara e trasparente e tanto cibo per vivere. Dio, vostro creatore gentile e buono, quando vi ha creato vi ha dato il comandamento di crescere e moltiplicarvi e vi ha dato la sua benedizione. Poi, quando c’è stato il diluvio universale, tutti gli animali sono morti, ma voi, nell’acqua, avete continuato a vivere senza problemi. Vi ha dato le pinne* per potervi muovere e andare dove volete. Voi avete offerto la cena al nostro Signore Gesù Cristo. Voi siete stati cibo di Gesù Cristo, eterno re, prima della resurrezione e, miracolo, anche dopo*. Per tutte queste cose dovete lodare e benedire Dio che vi ha dato tante cose belle e buone, più degli altri animali che ha creato. medi né grandi né piccoli, di mezza grandezza pinne le parti del corpo che permettono ai pesci di nuotare
dopo (la resurrezione) riferimento all’episodio del Vangelo in cui Gesù risorto mangia il pesce con gli apostoli (Giovanni (21,1-14)
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Mentre sant’Antonio dice queste cose i pesci cominciano ad aprire la bocca e a piegare il capo: con questi e altri segni di approvazione, come possono, lodano Dio. Sant’Antonio vede il grande amore dei pesci verso Dio e, pieno di gioia, dice: ‒ Benedetto Dio eterno! I pesci del mare e del fiume ti lodano più di quello che fanno gli eretici e ascoltano la Tua parola più degli uomini infedeli. E più sant’Antonio predica, più cresce il numero dei pesci e nessuno si allontana dalla riva. La notizia della predica ai pesci si diffonde e la gente comincia a correre dalla città verso quel luogo; ci sono anche gli eretici che, vedendo un miracolo così grande, pentiti nel cuore, si gettano ai piedi di sant’Antonio per ascoltare la sua predica. Allora sant’Antonio comincia a parlare della fede cattolica e ne parla così bene, che tutti gli eretici tornano alla vera fede di Cristo. Anche tutti i fedeli sono felici e più sicuri nella fede. A questo punto sant’Antonio, con la benedizione di Dio, manda via i pesci e tutti partono con meravigliosi segni di gioia e la gente fa la stessa cosa. Sant’Antonio resta a Rimini per diversi giorni, predica e fa un grande frutto spirituale tra le anime. A lode di Gesù Cristo e del poverello Francesco. Amen.
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Di belli miracoli, che fece Iddio per li santi frati, frate Bentivoglia, frate Pietro da Monticello e frate Currado da Offida e come frate Bentivoglia portò un lebbroso quindici miglia in pochissimo tempo, e all’altro parlò santo Michele, e all’altro venne la Vergine Maria e puosegli* il figliuolo in braccio. [capitolo XLII] La provincia della Marca di Ancona, poco dopo la morte di san Francesco, è stata piena di santi e frati esemplari* così come il cielo è pieno di stelle. E come le stelle illuminano il cielo, così questi hanno illuminato l’ordine francescano e il mondo intero con il loro esempio e la loro fede. Tra gli altri ci sono frate Lucido Antico, veramente luminoso per santità e ardente* per carità divina. La sua lingua, per opera dello Spirito Santo, ha sempre fatto prediche meravigliose. Un altro frate è stato Bentivoglia da San Severino Marche; un giorno Masseo, anche lui di San Severino Marche, sacerdote della pieve*, mentre prega nel bosco, vede frate Bentivoglia volare in aria! Così lascia la pieve, diventa frate minore e fa molti miracoli. Ma torniamo a frate Bentivoglia. Un giorno, mentre si trova a Trave Bonanti*, dove da solo aiuta e serve un lebbroso, gli arriva l’ordine di partire e di andare a Monte Sancino, lontano quindici miglia. Siccome non vuole abbandonare il lebbroso, con grande amore e carità, se puosegli gli ha posto, gli ha messo, gli ha dato (dal verbo “porre”) esemplari che servono di esempio
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ardente che brucia pieve piccola chiesa di campagna Trave Bonanti oggi Pontelatrave, vicino a Camerino, nelle Marche
lo mette sulle spalle e lo porta così per tutta la strada, fino al luogo ordinato… in pochissimo tempo! Un viaggio così veloce nemmeno un’aquila può farlo! E, per questo miracolo, ha l’ammirazione e lo stupore di tutto il paese. Un altro frate santo è Pietro da Monticello. Un giorno frate Servodio da Urbino, che è guardiano del convento vecchio di Ancona, lo vede sollevato in aria, almeno cinque o sei metri sopra il crocifisso della chiesa davanti al quale sta pregando! Durante la quaresima di San Michele Arcangelo, frate Pietro fa il digiuno con grande devozione. L’ultimo giorno della quaresima, un giovane frate si nasconde sotto l’altare per vedere qualche miracolo e… lo sente parlare proprio con san Michele Arcangelo! San Michele dice: ‒ Frate Pietro, tu sei molto stanco perché, con grande fedeltà verso di me e in tanti altri modi, hai fatto penitenza. Io allora sono venuto per consolarti: chiedimi quello che vuoi e io presenterò la tua domanda a Dio. Risponde frate Pietro: ‒ Santissimo san Michele, protettore delle anime, io ti chiedo questa grazia: domanda a Dio il perdono per i miei peccati. San Michele gli risponde: ‒ Chiedimi un’altra grazia, perché questa la otterrò senza problemi. Ma frate Pietro non chiede niente altro e l’Arcangelo conclude: ‒ Per la fede e la devozione che tu hai in me, io otterrò la grazia che mi chiedi e molte altre ancora. Dopo questo discorso, san Michele Arcangelo se ne va e lascia frate Pietro felice.
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Al tempo di frate Pietro, un altro santo è stato frate Corrado da Offida*. Un giorno frate Corrado, che vive nel convento di Forano di Ancona, va nel bosco a pregare. Frate Pietro lo segue di nascosto e vede una cosa incredibile… Frate Corrado, infatti, prega la Vergine Maria per avere una grazia speciale: provare la stessa dolcezza di san Simeone quando ha preso in braccio il piccolo Gesù nel tempio. Improvvisamente nel cielo si vede la Vergine Maria con suo figlio piccolo in braccio. Piena di luce santa, Maria si avvicina a frate Corrado e gli dà in braccio il piccolo Gesù. Frate Corrado lo prende, lo bacia e lo stringe al petto, pieno di una gioia incredibile! Anche frate Pietro, che vede tutto di nascosto, sente una grandissima dolcezza! Quando la Vergine Maria se ne va, frate Pietro, in fretta, torna subito al convento per non farsi vedere da frate Corrado. Quando però frate Corrado arriva, tutto felice, frate Pietro gli dice: ‒ Hai avuto un dono grande oggi! Allora frate Corrado gli domanda: ‒ Perché mi dici così? Hai forse visto quello che mi è successo? E Pietro risponde: ‒ Certo, l’ho visto! La Vergine Maria è venuta da te con suo figlio Gesù! Allora frate Corrado, che è molto umile, chiede a frate Pietro di non dire a nessuno quello che ha visto. Da quel giorno tra i due c’è stato un amore grandissimo, e sono vissuti come una cosa sola. Offida una città delle Marche
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In un’altra occasione, frate Corrado si trova a Sirolo*. Qui, con le sue preghiere, libera una donna dal diavolo. Prega tutta la notte, ma al mattino, umilmente, scappa via per non essere ringraziato. A lode di GesÚ Cristo e del poverello Francesco. Amen.
Sirolo piccolo paese nelle Marche
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ATTIVITÀ
Comprensione del testo 1
Abbina le frasi all’episodio giusto usando A o B come nell’esempio. I miracoli di sant’Antonio A I miracoli dei frati della Marca di Ancona B
A 1 A Rimini ci sono tantissimi eretici. ___ 2 A Sirolo libera una donna dal diavolo. ___ 3 Da Trave Bonanti porta un lebbroso sulle spalle per quindici miglia. ___ 4 Dalla città di Rimini tutti corrono per vedere il miracolo. ___ 5 Dice ai pesci che Dio ha permesso loro di andare dove vogliono. ___ 6 Frate Bentivoglia vola in aria nel bosco. ___ 7 Frate Corrado da Offida prende in braccio Gesù bambino. ___ 8 Frate Lucido Antico ha fatto sempre prediche meravigliose. ___ 9 Frate Pietro da Monticello parla con san Michele Arcangelo. ___ 10 Frate Pietro vede il miracolo, ma non dice nulla per non rovinare l’umiltà di Corrado. ___ 11 I pesci ascoltano la parola di Dio più degli eretici. ___ 12 Racconta a tutti che si sono salvati dal diluvio universale. ___ 13 Tanti eretici, dopo la predica, ritornano alla vera fede in Gesù. ___ 14 Tutti i pesci, dopo la benedizione, partono felici con segni di gioia. ___ 15 Vicino al mare fa una predica ai pesci. ___
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Grammatica 2
Mentre o durante? “Frate Masseo, mentre prega nel bosco, vede frate Bentivoglia volare in aria…”. “Durante la quaresima di san Michele Arcangelo, frate Pietro fa il digiuno con grande devozione…”. Inserisci nelle frasi “mentre” o “durante”.
1 ____________ san Francesco prega, santa Chiara lo guarda con devozione. 2 Santa Chiara, ____________ la preghiera del vespro, ascolta con attenzione il santo ufficio. 3 Sant’Antonio inizia a predicare ai pesci del mare ____________ si trova a Rimini. 4 Tutti i cittadini di Rimini, ____________ la predica, restano ad ascoltare con attenzione. 5 Frate Bentivoglia porta il lebbroso a Monte Sancino e ____________ il viaggio non sente la fatica. 6 San Michele Arcangelo, ____________ parla con frate Pietro, è splendente di luce.
Parliamo 3
Sant'Antonio predica ai pesci perché gli uomini non vogliono ascoltarlo. Ti è mai capitato di non essere ascoltato? Che cosa hai provato? Parlane con un compagno.
Scriviamo 4 Ai giorni nostri: sulla spiaggia di Rimini un frate francescano predica ai pesci che restano ad ascoltare con grande attenzione tra lo stupore della gente che fa il bagno. Sei un giornalista: scrivi un articolo di giornale per raccontare il fatto.
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DOSSIER
San Francesco di Assisi 1181 (1182) - 1226
Patrono – cioè santo protettore – dell’Italia, san Francesco è uno dei santi più amati di tutto il mondo, considerato simbolo di pace, di fratellanza, di amore per la natura; è anche studiato, per alcuni suoi scritti, tra i primissimi autori della letteratura italiana. Giovanni Verga I primi anni
Giovanni di Pietro di Bernardone, questo è il vero nome di battesimo, nasce ad Assisi tra il 1181 e il 1182. Il padre è un mercante di stoffe che è diventato ricco grazie ai suoi commerci con la Francia (forse per questo inizia a chiamare il figlio “Francesco”). Giovanni, che tutti chiamano Francesco fin da piccolo, cresce come il figlio di un mercante, studiando le cose necessarie, cioè “leggere, scrivere e far di conto”. Il suo sogno è di diventare “cavaliere” e nel 1202 combatte al fianco dei cittadini di Assisi la guerra contro Perugia. I cavalieri di Perugia lo prendono prigioniero (oltre un anno) e il padre paga il riscatto (per alcuni biografi nella permanenza in prigione è già iniziata la sua “conversione”). 100
Il giovane san Francesco incontra un povero
La conversione Tornato ad Assisi e dopo aver ripreso le forze, parte per andare in Puglia ed imbarcarsi per la crociata al seguito di Gualtiero III di Brienne. Arrivato a Spoleto si ammala e ritorna ad Assisi per un lungo periodo di lenta guarigione; in questo periodo matura la sua “conversione” o meglio – poiché lui era già cristiano – la riscoperta del profondo valore del Vangelo e la decisione di dedicare la vita a Cristo. Chiede e ottiene dai monaci benedettini del monte Subasio di poter sistemare la “porziuncola”, la piccola chiesa che si trova sulla pianura di Santa Maria degli Angeli; qui inizia la sua ‘avventura’ che coinvolge pian piano tanti e tanti giovani.
Gli ultimi anni
San Francesco e Onorio III
Nel 1210 si reca a Roma con alcuni confratelli e chiede ad Innocenzo III l’approvazione all’ordine da lui fondato; il sì del papa è solo verbale. Negli anni seguenti continua a predicare il Vangelo in tutta Italia, ma anche in Spagna, Egitto e Palestina. Nel 1223, di nuovo a Roma, ottiene da papa Onorio III l’approvazione della vita francescana (regola bollata). Nel 1224 si ritira in meditazione a La Verna dove riceve le “stimmate”. Nel 1226 (il 4 ottobre) muore presso la Porziuncola e viene sepolto “nudo sulla nuda terra” secondo il suo volere. 101
DOSSIER
Le opere letterarie San Francesco, anche se non è un letterato, ha lasciato diverse testimonianze scritte.
Laudato si’ mi’ Signore La testimonianza scritta più importante e famosa, anche se non autografa – cioè il testo più antico che abbiamo non è scritto da lui, ma è una copia dell’originale o di un’altra copia – è “Il Cantico delle Creature” (Canticum o Laudes Creaturarum), conosciuto anche come “Cantico di Frate Sole”. È il testo poetico probabilmente più antico della letteratura italiana e, secondo una tradizione, san Francesco lo ha composto due anni prima di morire, quindi nel 1224. Nella poesia san Francesco ringrazia Dio (sii laudato) per il dono di ogni cosa che ci
circonda; la dolcezza e la familiarità sono esaltate dal fatto che ogni aspetto della natura è considerato come fratello o sorella: il sole, la luna, l’acqua… e perfino la morte. Il testo ha sempre avuto un successo incredibile ed ha conosciuto tantissimi adattamenti musicali, cioè cantanti e cantautori che hanno immaginato come potrebbe essere la musica del “cantico”; tra i più recenti e famosi il brano di Angelo Branduardi nell’album “L’infinitamente piccolo” del 2000. Se vuoi, su youtube si trovano tanti video musicali… basta scrivere “Il cantico delle creature”. La predica agli uccelli
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Gli altri autografi Ci sono due piccoli fogli di pergamena, conservati con cura da frate Leone e poi lasciati alle suore clarisse, che ci raccontano della semplicità di Francesco e sono scritti proprio dalla mano del santo. Nel primo, conservato nella basilica inferiore di san Francesco ad Assisi, troviamo proprio una formula di benedizione per il suo caro amico e compagno: “f. Leo, domini bene te dicat”, (“A frate Leone, il Signore ti benedica”). Il secondo, conservato nel duomo di Spoleto, è invece una lettera che san Francesco scrive a frate Leone per chiedere, come una madre con un figlio, di ascoltare le parole di cui già hanno discusso per la via.
I Fioretti Alla fine del 1300, quindi più di cento anni dopo dalla morte di san Francesco, un anonimo scrittore toscano inizia a scrivere una raccolta di piccoli racconti in cui presenta miracoli ed esempi devoti che ha fatto il santo di Assisi. La sua fonte di notizie è quasi sempre un’opera in latino dal titolo “Actus beati Francisci et sociorum eius” scritta nella prima metà del ‘300 da Ugolino da Montegiorgio. Sono diventati subito molto famosi, soprattutto perché scritti in lingua italiana, mentre tutte le altre storie di san Francesco scritte prima sono in latino. Inoltre, presentano una figura di san Francesco molto dolce e santa che conquista subito il cuore della gente. Non sono scritti in ordine cronologico, ma cercano piuttosto di raccontare le vicende più significative da cui nascono gli insegnamenti francescani: l’amicizia con i suoi frati e con santa Chiara, l’amore per le creature, la predica agli uccelli, il lupo di Gubbio, ecc. Sono divisi in 53 capitoli, anche se gli ultimi 15 non parlano di san Francesco, ma di miracoli e azioni dei frati francescani delle Marche, dell’Umbria e della Romagna.
Pagina iniziale dei Fioretti
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DOSSIER
I dipinti della basilica di Assisi
Il 16 luglio 1228, solo dopo due anni dalla morte, san Francesco è proclamato santo! Subito inizia la costruzione di una grande basilica dedicata a lui e dove conservare il corpo. San Francesco è sepolto, ancora oggi, sotto l’altare maggiore della chiesa. 104
La Madonna di Cimabue
La Basilica Si tratta in realtà di due chiese sovrapposte, quella inferiore di stile romanico e quella superiore di stile gotico. Tutte e due sono quasi interamente ricoperte di affreschi che raccontano storie dell'Antico Testamento, del Nuovo Testamento... e anche della vita di san Francesco. Tra i dipinti più interessanti della basilica inferiore c’è sicuramente “La Madonna con il Bambino in trono con quattro angeli e san Francesco” di Cimabue. Dipinto intorno al 1280 si tratta di uno dei più antichi ritratti di san Francesco. Molto belle sono anche le allegorie dipinte dal “Maestro delle vele” all’incrocio tra
la navata e il transetto. La più significativa è forse l’allegoria della povertà, che rappresenta Cristo che celebra il matrimonio tra san Francesco e madonna Povertà; un’idea – quella del matrimonio tra san Francesco e la povertà – ripresa da molti scrittori tra cui anche Dante alighieri.
Giotto e la vita di san Francesco Tra il 1296 e il 1300 Giotto di Bondone – uno dei più grandi pittori di tutto il Medioevo – dipinge uno dei cicli di affreschi più grandi e belli che si conoscono. Nella basilica superiore, lungo tutta la navata, rappresenta storie tratte dalla Bibbia, dal Vangelo e – soprattutto – 28 riquadri che raccontano la vita di san Francesco.
In ordine cronologico, a partire dalla parete destra, sono dipinti gli episodi più significativi della storia di san Francesco: quando dona il mantello ad un povero, quando sogna il Crocifisso di San Damiano che gli dice “va’, ripara la mia casa”, quando lascia tutto al padre e inizia il suo cammino di fede, ecc.
La grande rivoluzione di Giotto è che – per la prima volta – la storia di un santo diventa la storia di un uomo, che vive in un certo periodo, che incontra persone, che parla, soffre, è felice con loro. Il realismo, la prospettiva, il senso della narrazione sono le caratteristiche più evidenti di questo grande ciclo di affreschi.
Affreschi nella Basilica
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DOSSIER
Santa Chiara Nel 1194 nasce, sempre ad Assisi, santa Chiara. È figlia di una famiglia nobile e molto ricca, ma riceve fino da bambina una forte educazione religiosa. Chiara, molto colpita dalla scelta di vita di san Francesco, decide di rifiutare il matrimonio con un giovane che il padre ha scelto per lei e scappa alla Porziuncola dove chiede a san Francesco di vivere come lui e gli altri frati. Presto arrivano anche la sorella Agnese ed altre amiche e nasce l’ordine delle Clarisse. Santa Chiara muore nel 1253, dopo aver fatto molti miracoli; il più famoso è legato ad una vicenda storica precisa. I saraceni sono arrivati alle porte di Assisi, ma santa Chiara – senza paura – gli va incontro e li invita a ritirarsi. Il corpo di Santa Chiara è conservato nella basilica a lei dedicata, sempre ad Assisi. La Porziuncola in Santa Maria degli Angeli
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Basilica di Santa Chiara
Cosa ho capito 1 Chi è Giovanni di Pietro di Bernardone? ____________________________________________________ ____________________________________________________ ____________________________________________________ ____________________________________________________ 2 Che cosa è il Cantico delle Creature? ____________________________________________________ ____________________________________________________ ____________________________________________________ ____________________________________________________ 3 Chi ha scritto i Fioretti? ____________________________________________________ ____________________________________________________ ____________________________________________________ ____________________________________________________ 4 Chi è Giotto? ____________________________________________________ ____________________________________________________ ____________________________________________________ ____________________________________________________ 5 Chi è santa Chiara? ____________________________________________________ ____________________________________________________ ____________________________________________________ ____________________________________________________
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TEST FINALE
1a
Scrivi il titolo giusto sotto ad ogni immagine. Poi abbina il miracolo alla sua descrizione.
1
2
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4
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5
6
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■ A San Francesco entra in un ospedale, lava un malato, e ■ ■ ■ ■ ■
questo subito ritorna sano. B Alcune persone rubano tutta l’uva a un prete, ma san Francesco passa e la pianta produce ugualmente tanto vino. C Nelle terre del sultano san Francesco entra nel fuoco ma non si brucia. D Un giorno san Francesco si mette a parlare ai passerotti e alle rondini e tutti lo ascoltano. E Gli abitanti hanno paura di una bestia feroce, ma san Francesco esce nel bosco e la fa diventare buona. F Anche Sant’Antonio, un frate seguace di san Francesco, parla agli animali del mare.
1b
Quale miracolo ti ha colpito di più? Perchè? _______________________________________________________ _______________________________________________________ _______________________________________________________ _______________________________________________________ _______________________________________________________
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2a
Completa il brano originale, in italiano antico, con le preposizioni giuste, semplici e articolate; prendile dall’elenco che segue.
a • a • a • al • agli • al • alla • co • con • d • d • da • della • della • della • della • della • di • in • in • in • in • nel • nella • per • per Al (1) ______ tempo che santo Francesco dimorava (2) ______ città di Agobbio, (3) ______ contado (4) ______’Agobbio apparì un lupo grandissimo, terribile e feroce, il quale non solamente divorava gli animali, ma eziandio gli uomini; (5) ______ tanto che tutti i cittadini stavano (6) ______ gran paura, però che spesse volte s’appressava (7) ______ città; e tutti andavano armati quando uscivano (8) ______ città, come s’eglino andassono (9) ______ combattere, e (10) ______ tutto ciò non si poteano difendere (11) ______ lui, chi (12) ______ lui si scontrava solo. E (13) ______ paura (14) ______ questo lupo e’ vennono (15) ______ tanto, che nessuno era ardito (16) ______’uscire fuori (17) ______ terra. (18) ______ la qual cosa avendo compassione santo Francesco (19) ______ uomini (20) ______ terra, sì volle uscire fuori (21) ______ questo lupo, bene che li cittadini (22) ______ tutto non gliel consigliavano; e facendosi il segno (23) ______ santissima croce, uscì fuori (24) ______ terra egli (25) ______’suoi compagni, tutta la sua confidanza ponendo (26) ______ Dio.
2b Il brano che hai letto, e dove hai messo le proposizioni, è il testo originale dei Fioretti scritti nel XIV secolo; ora rileggi a pagina 60 e confrontalo con la lingua “di oggi”. Che differenze trovi?
3
Rispondi alle domande che seguono: 1 Chi sono i primi amici di san Francesco? _____________________________________________________ 2 Scrivi il nome di tutti i luoghi che ricordi _____________________________________________________ 3 Qual è il Fioretto che ti è piaciuto di più? Perché? _____________________________________________________
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SILLABO DEI CONTENUTI MORFOSINTATTICI Aggettivi possessivi Avverbi di modo Comparativi Dopo che + indicativo e dopo + infinito passato Espressioni idiomatiche Futuro semplice regolare e irregolare Mentre + verbo e durante + sostantivo Parole con doppio significato Preposizioni
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Letture Graduate
Giovani
LIVELLO 1
Giovanni Boccaccio, Decameron – Novelle scelte
LIVELLO 2
Mary Flagan, Il souvenir egizio Emilio Salgari, Le Tigri di Mompracem Giorgio Massei - Antonio Gentilucci, Evviva Roma!
LIVELLO 3
Maureen Simpson, Destinazione Karminia
LETTURE GRADUATE
GIOVANI ADULTI
LIVELLO 2
Carlo Collodi, Le avventure di Pinocchio Luigi Pirandello, Novelle per un anno – Una scelta I fioretti di San Francesco – Una scelta
LIVELLO 3
Giovanni Verga, I Malavoglia Alessandro Manzoni, I promessi sposi