Invito alla lettura
Andrea e Michelle, diversi per età e carattere, non si sono sopportati per anni. Ma la scintilla scocca quando i due scoprono la comune passione per il genio di Leonardo da Vinci. Michelle ama soprattutto il pittore, Andrea lo sperimentatore, lo scienziato. La loro amicizia si sviluppa e cresce inseguendo le tracce lasciate dal grande artista: Milano, con il Cenacolo e la Biblioteca Ambrosiana, Parigi, con il Museo del Louvre, fino ad arrivare ad Amboise, la cittadina della Loira dove, nel maniero di Clos Lucé, Leonardo ha trascorso gli ultimi anni della sua esistenza. Qui i due ragazzi sotto una tavola del pavimento della camera da letto ritrovano un diario segreto scritto da Leonardo e indirizzato a Michelangelo Buonarroti. Inizia così – tra la lettura delle pagine e i numerosi colpi di scena – un’avventura straordinaria.
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€ 7,70
IL DIARIO SEGRETO DI LEONARDO
Il diario segreto di Leonardo
R. Melchiorre
A cinquecento anni dalla sua scomparsa, Leonardo da Vinci è considerato il più grande genio di tutti i tempi. In questo avventuroso romanzo la sua vita è ripercorsa attraverso l’immaginario ritrovamento di un suo diario segreto da parte di due amici adolescenti.
ORA E POI ORA E POI
LeggerMENTE è la collana di narrativa per la scuola secondaria. Il suo obiettivo principale è offrire ai ragazzi libri classici o inediti, storie di attualità o di fantasia, per riscoprire pagina dopo pagina il piacere della lettura.
Roberto Melchiorre
IL DIARIO SEGRETO DI LEONARDO
ORA E POI
Roberto Melchiorre
IL DIARIO SEGRETO DI LEONARDO
A Pilar, che vince.
Il diario segreto di Leonardo di Roberto Melchiorre www.robertomelchiorre.com
Responsabile editoriale: Beatrice Loreti Art director: Marco Mercatali Responsabile di produzione: Francesco Capitano Redazione: Carla Quattrini Progetto grafico: Airone Comunicazione – Sergio Elisei Impaginazione: Airone Comunicazione Foto: Shutterstock, archivio Eli-La Spiga Edizioni Illustrazioni: Alessandra Fusi Copertina: Adami Design © 2019 Eli – La Spiga Edizioni Via Brecce – Loreto tel. 071 750 701 info@elilaspigaedizioni.it www.elilaspigaedizioni.it Stampato in Italia presso Tecnostampa Pigini Group Printing Division, Loreto -Trevi 19.83.052.0 ISBN 978-88-468-3891-9 Le fotocopie non autorizzate sono illegali. Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione totale o parziale così come la sua trasmissione sotto qualsiasi forma o con qualunque mezzo senza previa autorizzazione scritta da parte dell’editore.
Nota introduttiva Andrea e Michelle, diversi per età e carattere, non si sono sopportati per anni. Lui la trovava troppo snob; lei – più grande di tredici mesi – lo considerava ancora un ragazzino. Ma quando i due scoprono la comune passione per il genio di Leonardo da Vinci scoppia la scintilla. Michelle ama soprattutto il pittore, Andrea lo sperimentatore, lo scienziato. La loro amicizia si sviluppa e cresce, quindi, proprio inseguendo le tracce lasciate dal grande artista: Milano, con il Cenacolo e la Biblioteca Ambrosiana, Parigi, con il Museo del Louvre, fino ad arrivare ad Amboise, la cittadina della Loira dove, nel maniero di Clos Lucé, Leonardo ha trascorso gli ultimi anni della sua esistenza. Qui i due ragazzi, che rimangono volontariamente chiusi dentro il museo, fanno una scoperta sensazionale: sotto una tavola del pavimento della camera da letto ritrovano un diario segreto scritto da Leonardo e indirizzato a Michelangelo Buonarroti, l’uomo che ha amato di meno, ma che ha ammirato di più. Inizia così – tra la lettura delle pagine e i numerosi colpi di scena – una notte straordinaria. Quando arriverà l’alba e i due ragazzi lasceranno furtivamente il maniero, saranno ancora solo amici? Leonardo non ha mai scritto un diario indirizzato a Michelangelo. Le pagine riportate in questo libro sono un’invenzione dell’autore, un espediente letterario per narrare la vita del genio di Vinci e per metterlo a confronto con l’altro grande protagonista del nostro Rinascimento. Per ammirare le opere citate nel testo, consulta il Focus a pag. 129.
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Indice
Nota introduttiva 1. Michelle ............................................................................ 5 2. Prove d’intesa ................................................................... 10 3. Una lunga attesa .............................................................. 15 4. A Milano ........................................................................... 19 5. Il fidanzato fantasma ...................................................... 25 6. Parigi ................................................................................. 30 7. Amboise ............................................................................ 36 8. Al maniero di Clos Lucé ................................................ 40 9. L’infanzia .......................................................................... 46 10. L’apprendistato ................................................................ 56 11. La Firenze della giovinezza ........................................... 62 12. Da Firenze a Milano ....................................................... 70 13. Vergini e dame ................................................................ 78 14. Il Cenacolo ....................................................................... 85 15. Il corpo umano ................................................................ 93 16. Ritorno a Firenze ............................................................ 97 17. Alla ricerca dell’immortalità ......................................... 106 18. La Gioconda e la fine ...................................................... 112 19. Che fare? ........................................................................... 117 Dossier Intervista all’illustratrice ............................................... 119 Le fonti sulla vita di Leonardo ..................................... 120 I codici leonardeschi ...................................................... 123 Per saperne di più ........................................................... 126 Focus L’incredibile storia del furto della Gioconda ............. 127 Le più belle opere di Leonardo .................................... 129 Percorsi di lettura .................................................................. 136
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Capitolo 1
Michelle Conobbi Michelle a Parigi. I nostri genitori si erano frequentati per alcuni anni, prima che io nascessi e che tornassimo in Italia. Poi avevano continuato a vedersi solo durante le vacanze estive e qualche volta a Natale, ma senza mai smettere di considerarsi grandi amici. Suo padre era un ingegnere come il mio, mentre le nostre madri, per seguire i mariti in giro per il mondo, non avevano mai lavorato. Così mia sorella Claudia nacque ad Algeri, mio fratello Francesco a Londra e io a Milano. Michelle, invece, venne alla luce, ma solo per puro caso, ad Amboise, una città della valle della Loira dove vivevano i nonni materni. Fu figlia unica fino a quando arrivò Albert, un bambino nigeriano adottato negli anni in cui il padre di Michelle lavorava in Africa alla costruzione di un metanodotto. Per Albert provai subito una grande simpatia, cosa che non posso dire della sorella. Tanto lui si mostrò subito solare e socievole, tanto lei appariva ombrosa e scostante. Faceva sentire la voce solo a tavola, quando ordinava alla madre di non versare altra minestra o protestava per la presenza di carne nel menù, un affronto per una vegetariana rigorosa come lei. Vederla esplorare meticolosamente, con la punta della forchetta, ogni singola foglia di lattuga biologica, prima di portarla in bocca per iniziare una masticazione lunga e silenziosa, me la faceva sembrare malata, suscitando in me un certo disagio. L’antipatia arrivava dopo, quando, una volta che Michelle aveva abbandonato, con una smorfia di sdegno, la tavola per rifugiarsi in non si sa quale stanza della loro enorme abitazione, i genitori iniziavano a tesserne le lodi. 5
Il Diario Segreto di Leonardo
«Non ve lo abbiamo ancora detto? È stata sul punto di diventare l’étoile dell’Opéra! Per non dire della soddisfazione che ci ha dato arrivando a un passo dal podio nei cento metri stile libero al campionato nazionale studentesco! Non potete capire l’emozione provata la scorsa estate nel vederla andare così vicino al titolo di Miss Provenza! Che dire poi del fatto che la nostra Michelle ha persino sfiorato la vittoria nell’ultima edizione del certamen ciceroniano… E ha sbaragliato quasi tutti al concorso per giovani pianiste che si tiene ogni anno al Conservatoire National». All’apparenza un catalogo di incredibili risultati, ma senza nessuna chiarezza sui dati reali: non un cenno a un terzo posto, o a un quinto, o a un decimo. Che cosa significava “ha sfiorato”, “è stata a un passo”, “è arrivata lì lì per vincere”, “ha sbaragliato quasi tutti?”. Bisognava fidarsi delle espressioni orgogliose dei genitori, immaginare i successi di Michelle in base al loro grado di entusiasmo. Credetemi: non ho mai sentito contrabbandare con tanta abilità dei piazzamenti con altrettante presunte vittorie. I miei ascoltavano annuendo con ammirazione, sgranando gli occhi increduli, sottolineando con esclamazioni di meraviglia le tappe di quella marcia trionfale. Infine, ignorando Claudia e Francesco, volgevano severi lo sguardo verso di me. «Hai visto, Andrea?» mi sussurravano. Tanto bastava per deprimermi e odiare Michelle. Eppure non ero poi così male, qualche qualità l’avevo anche io. Non avevo collezionato coppe e medaglie, ma ero in grado di smontare e rimontare un carburatore in dieci minuti, ero un asso nei videogiochi, sapevo tutto sulla vita dei castori, ero capace di riconoscere ogni tipo di insetti e distinguere almeno trenta varietà di animali preistorici, avendo trascorso centinaia di ore davanti ai documentari della National Geographic. Inoltre, ero un vero fenomeno nella 6
Capitolo 1. Michelle
scalata di alberi d’ogni genere, querce comprese, e il primo della classe in scienze naturali. Ma, evidentemente, tutto ciò non era abbastanza per i miei genitori, che mi accusavano di essere inconcludente e di passare da un interesse all’altro senza approfondirne nessuno. «Se continui così – non mancava di evidenziare mio padre – non troverai mai la tua strada». In occasione delle lodi per Michelle, Albert, anche se era ancora un bambino, mi guardava arricciando il naso, come per suggerirmi di non farci caso: sua sorella non aveva nessuna colpa, e se abbandonava ogni volta la tavola in anticipo era proprio per sfuggire a quell’elenco di vittorie mai ottenute. Tuttavia continuavo a non sopportarla, anche perché non perdeva l’occasione per mettere in mostra quella presunta superiorità. Quando, dopo pranzo, ci degnava della sua presenza, mentre io, come tutti quelli della mia età, trafficavo con lo smartphone, lei leggeva. Non chattava, non ascoltava musica, non caricava foto su Instagram, ma sfogliava libri in continuazione. Anche io avevo sempre amato leggere, soprattutto testi di meccanica e scienze naturali, però mi è sempre piaciuto farlo nella mia cameretta, senza atteggiarmi come faceva lei. Ogni tanto, mentre leggeva distesa sul divano, mi lanciava delle occhiate che incenerivano. Peggio di quelle della professoressa di lettere quando mi sorprendeva con il cellulare sul banco nascosto dentro l’astuccio. Dall’insegnante però potevo capirlo: era il suo mestiere quello di beccare gli studenti che al posto di seguire sul libro controllavano Facebook. Ma da Michelle, no! Certo, era più grande di me, ma solo di poco più di un anno. Non era mica una vecchia. Fatto sta che un giorno presi il coraggio a due mani e l’affrontai. Ovviamente mi ero preparato per bene, provando e riprovando il discorso, studiando i tempi dell’approccio 7
Il Diario Segreto di Leonardo
e il tono della voce. Anche perché, nonostante fosse così antipatica, Michelle non era niente male: forse un po’ eccentrica, fatta a modo suo, però decisamente un gran bel tipo. E contro una ragazza carina e antipatica bisogna andarci pronti e corazzati. «Tu leggi sempre?» fu la domanda cretina che le feci, un pomeriggio vicino al Natale, ignorando del tutto il copione che avevo preparato. Lei, come al solito, non aprì bocca. Mi fissò con i suoi occhi enormi, sbatté sospirando le ciglia e mi mostrò, con fare indolente, la copertina del libro come per dire: “Lasciami in pace. Che cosa ne puoi capirne tu?”. Dal titolo del libro, non mi ci volle molto per intuire che almeno qualcosa ci univa. Fu così, con grande sorpresa di entrambi, che iniziammo a parlare di Leonardo da Vinci.
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Capitolo 1. Michelle
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Capitolo 2
Prove d’intesa Come e perché si diventa amici? Qual è il motivo che ci fa scegliere una persona al posto di un’altra? Da che cosa è composta la miscela magica che avvicina due individui illudendoli d’intrecciare per sempre le loro esistenze? Non so voi, ma io, prima di incontrare Michelle, non mi ero mai posto il problema. Le amicizie iniziavano e finivano naturalmente: a volte erano intense e brevi come certi temporali estivi, in altri casi erano meno fragorose, ma lunghe almeno una stagione, qualche volta addirittura quanto un anno scolastico o un ciclo di studi. Arrivavano così, complici la vicinanza tra le famiglie, la frequentazione della stessa classe, il tifo per la medesima squadra di calcio o la passione per uno sport. L’amico più importante della mia infanzia, per esempio, l’avevo conosciuto in un campetto scampato miracolosamente alla speculazione edilizia, dove il padre, così diverso dal mio, ogni domenica mattina giocava a pallone con lui e gli altri due figli: le porte segnate da quattro sassi, con in cima un cappello o una sciarpa, e le squadre inevitabilmente sbilanciate. Vinceva, infatti, sempre quella del genitore il quale, pur mostrando un amore non comune per i suoi bambini, non riusciva proprio a perdere. Un giorno, facendomi coraggio, mi avvicinai con una certa impertinenza: «Io gioco e lei arbitra» gli dissi. Lui mi osservò dapprima come fossi un intruso che non si faceva i fatti suoi, poi comprese che la mia era una proposta che avrebbe riportato le cose al posto giusto. Così, da quel giorno, per quasi tre anni, non saltai neanche una partita 10
Capitolo 2. Prove d’intesa
domenicale: ricordo ancora l’odore d’erba sui pantaloni della festa, la disperazione di mia madre ogni volta che tornavo a casa sudato, con le scarpe buone sporche di terra, e l’amicizia con Carlo, il più grande dei tre compagni di giochi. Le vivevo, le mie amicizie, senza pormi domande, in attesa di quel momento in cui, da ciò che avevo potuto intuire, tutto sarebbe cambiato per colpa dell’amore. Per questo la mia curiosità era concentrata non sul perché le amicizie nascessero, ma sul perché il fatto di innamorarsi di una ragazza le facesse finire. Con conseguenze devastanti. Avevo infatti visto compagni più grandi scomparire da un giorno all’altro, saltare gli allenamenti, non rispondere ai messaggi, crollare nel profitto scolastico, assentarsi da scuola pur di correre dietro a qualcuna. Quelli sì che erano fenomeni degni di riflessione. A limitare i contatti tra maschi e femmine, e a rendere le cose un po’ meno problematiche, c’era poi il fatto che i ragazzi facevano amicizia con i ragazzi, e le ragazze, per fortuna, stavano quasi esclusivamente tra di loro. Ma quando conobbi Michelle, quest’ordine cosmico venne sconvolto. Intendiamoci: ci tengo a precisare che lei non aveva nulla della ragazza che sognavo. Non me ne sarei mai potuto innamorare, e me lo ripetevo elencando con precisione i motivi: era più grande di tredici mesi; era più alta di almeno un palmo e quando indossava scarpe con un po’ di tacco la differenza d’altezza diventava imbarazzante; viveva a novecento chilometri di distanza e per almeno altri cinque anni i genitori non sarebbero rientrati in Italia; infine, aveva un carattere molto diverso dal mio: io ero semplice e di poche pretese, lei era snob e sofisticata. Tuttavia, già da quel primo approccio, da quelle quattro chiacchiere che ci fecero scoprire la comune passione per Leonardo, capii che saremmo diventati qualcosa. Amici? 11
Il Diario Segreto di Leonardo
Questo facevo fatica a immaginarlo, perché non ero mai stato amico di una ragazza. Poi, un giorno, prima di pranzo, mi invitò nella sua cameretta, che aveva l’aspetto di una disordinatissima biblioteca. C’erano libri dappertutto: sul letto, sulle sedie, dentro enormi cesti di vimini, per non dire degli scaffali che sembravano dover cedere da un momento all’altro sotto il peso dei volumi. L’unico spazio in cui le pubblicazioni non erano ancora riuscite a penetrare, era un grande armadio dove custodiva – con un ordine perfetto che contrastava con il disordine del resto della stanza – decine di capi firmati e almeno venti paia di scarpe sistemate con amorevole cura. Michelle mi condusse di fronte alla scrivania in legno grezzo, composta da una grande tavola sorretta da due cavalletti. Sembrava il banco da lavoro di un artigiano, l’unico oggetto che ricordava la mia di cameretta che, al contrario di quella, somigliava a un’officina, piena com’era di attrezzi per la meccanica e la falegnameria. Sopra, pile di libri dedicati a Leonardo. Per un attimo sembrò che Michelle mi leggesse negli occhi la voglia di toccarli, di sfogliarli uno per uno. Senza dire nulla mi fece un sorriso come cenno di assenso che per me assunse il valore di una vera e propria dichiarazione di amicizia. «Hai ragione. Sono tutti libri sulla pittura» mi rispose quando glielo feci notare. «Del resto – continuò – è il Leonardo che amo di più. Soprattutto i dipinti che raffigurano donne». «Scommetto che ti sarebbe piaciuto farti ritrarre da lui» azzardai. Non rispose subito. Alzò lo sguardo e sospirò: «Essere rappresentati dal più grande artista della storia significa restare vivi per l’eternità». «Come Monna Lisa del Giocondo». 12
Capitolo 2. Prove d’intesa
«Ma anche come Ginevra Benci, Cecilia Gallerani, o la Belle Ferronnière1» aggiunse Michelle, citando con un’espressione sognante i nomi dei ritratti femminili più celebri di Leonardo. «Ti faccio vedere una cosa» disse dirigendosi verso l’armadio. Tirò fuori un vestito. «Girati!» mi intimò senza ammettere repliche. Così mi voltai, facendo finta di sprofondare nella lettura di uno dei suoi libri e provando un imbarazzo per me nuovo. In realtà rimasi immobile e confuso, attento ad ascoltare il fruscio che sentivo provenire alle mie spalle, in attesa di essere richiamato al mondo dalla voce di Michelle. «Ti piace?» Capii che avevo il permesso di guardare. «È lo stesso vestito indossato da Cecilia Gallerani, la dama con l’ermellino!» esclamò. E fece una piroetta e poi un inchino, come una perfetta dama rinascimentale. «Dove l’hai preso? È identico all’originale» sottolineai mostrandole una bella riproduzione del quadro che avevo trovato nelle pagine di uno dei cataloghi d’arte poggiati sulla scrivania. «Lo so. Dal quadro ho ripreso il modello, mentre a cucirlo è stata la sarta di mia madre. Mi manca solo l’ermellino tra le braccia» disse divertita. «Come mai hai scelto di vestire proprio come la donna ritratta in questo dipinto?» 1
Ginevra Benci, Cecilia Gallerani, la Belle Ferronière: si tratta di tre celebri ritratti di donna eseguiti da Leonardo. Il primo, realizzato tra il 1474 e il 1476, una tempera ad olio dipinta su tavola, è custodito nella National Gallery of Art di Washington; il secondo, un olio su tavola, conosciuto anche come La dama con l’ermellino, eseguito tra il 1448 e il 1490, si trova a Cracovia, in Polonia, nel Czartoryski Museum; il terzo, la Belle Ferronière, che letteralmente significa “la bella moglie di un mercante di ferramenta”, è un olio su tavola dipinto tra 1490 e il 1495 ed è ospitato nel Musée du Louvre di Parigi. Di quest'ultimo ritratto non è certa l'identità della donna rappresentata, tuttavia sembra assai probabile che rappresenti Lucrezia Crivelli, la ragazza che prese il posto di Ginevra Benci nel cuore di Ludovico il Moro.
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Il Diario Segreto di Leonardo
«Ho amato sin da subito quella ragazza: la sua bellezza, la sua grazia, il suo sguardo intelligente. Pensa che quando entrò alla corte di Ludovico il Moro, duca di Milano, come una delle sue favorite, aveva sedici anni, la mia età. Fu anche una donna di grande cultura, parlava correttamente latino, sapeva cantare e nelle discussioni di letteratura e filosofia teneva testa anche ai migliori intellettuali della Milano del tempo» disse piroettando nuovamente. Dalla sua piroetta giunse un intenso e inebriante profumo di lavanda che mi stordì. Poi mi guardò come nessuna ragazza aveva mai fatto. Eppure, tante mi avevano già sorriso: compagne di scuola, amiche di mia sorella, figlie di conoscenti, fidanzate di qualche mio amico. Ma nessuna lo aveva fatto in quella maniera. In che modo? A questa domanda non saprei davvero rispondere. So solo che ebbi la sensazione che per Michelle io non fossi più lo stesso di qualche ora prima. E lei per me.
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Capitolo 3
Una lunga attesa Non avrei mai creduto che potesse mancarmi tanto. Avevamo soltanto chiacchierato un po’ e nella sua cameretta avevo trascorso il breve tempo di un aperitivo consumato dai nostri genitori nel salotto di casa. C’eravamo confidati: lei prediligeva il Leonardo pittore, soprattutto quello dei ritratti femminili; io preferivo il Leonardo scienziato per la sua genialità meccanica. Nulla di più. Tuttavia, già il giorno dopo, sull’aereo che da Parigi mi riportava a Milano, avevo iniziato ad avvertire una malinconia mai provata fino ad allora. Non era una tristezza vera e propria, ma una sensazione di vuoto: quella stretta al cuore che senti quando desideri qualcosa, ma sai che è lontana. Oggi la chiamerei nostalgia, ma a quei tempi non avevo l’esperienza sufficiente per dare il nome giusto a ogni stato d’animo. La mia educazione sentimentale muoveva i primi passi e non ero sicuro di nulla. Solo di una cosa mi sembrava di non poter dubitare: stavo male per Michelle. E non avevo neanche modo di contattarla: lei non aveva un profilo sui social e io non avevo avuto la prontezza di chiederle il numero di cellulare o la sua email. «Ti senti poco bene?» chiese mia madre vedendomi così pensieroso. «Tranquilla» tagliai corto. L’ultima persona alla quale avrei confidato il motivo del mio malessere era proprio lei. Non perché non le volessi bene, ma è che certe faccende un ragazzo non le va a raccontare alla madre. Forse a mio padre, ma non avrei saputo da dove cominciare, perché neanche io mi ero fatto un’idea precisa di quello che mi stava succedendo. Escludendo che fosse 15
Il Diario Segreto di Leonardo
amore, tenuto conto delle motivazioni prima elencate, di che cosa poteva trattarsi? Per un nuovo amico non avevo mai provato quella sensazione. Eppure avvertivo il bisogno di rivedere al più presto Michelle. Non potevo aspettare la prima settimana di luglio, periodo in cui solitamente le nostre famiglie trascorrevano una breve vacanza in Provenza. Non avrei resistito altri sei mesi. Dovevo inventarmi qualcosa, trovare una scusa per invitarla a Milano. Ma non era facile. Per un mese, infatti, non mi venne in mente nulla di buono. Poi, un giorno, mentre facevamo colazione, arrivò finalmente l’occasione giusta. «Interessante!» esclamò mio padre mentre sfogliava il quotidiano sul tablet. «Stanno per inaugurare un Museo dedicato alle invenzioni di Leonardo». Cercò con lo sguardo la mia approvazione. «Vorrei andarci con Michelle» dissi senza esitare, come quando si calcia al volo un pallone passato per caso davanti al tuo piede, avendo la netta sensazione di poter segnare. «Michelle?» domandò meravigliata mia madre. «Credevo non la sopportassi» aggiunse mio padre. «Ti abbiamo sempre visto sbuffare ascoltando l’elenco dei suoi successi». «Non lo so. Prima sicuramente mi dava ai nervi per quella sua aria di superiorità» dissi cincischiando un po’. «Prima di quando?» chiese mio padre. «Prima di scoprire che anche lei è appassionata di Leonardo». «E come lo sai?» continuò mio padre sempre più incuriosito. Così raccontai loro della nostra chiacchierata e del tempo trascorso nella sua cameretta, dei libri di pittura, dei vestiti firmati e dell’abito di Cecilia Gallerani, sicuro di ottenere l’immediato consenso dei miei genitori. 16
Capitolo 3. Una lunga attesa
«Pensavo che Michelle fosse più interessata alla danza classica e al latino che non alla moda» disse mia madre un po’ sorpresa. «In ogni caso, non si può fare» decretò sicura. «Perché? Perché non si può fare?» chiesi deluso. «Perché il papà di Michelle sta trascorrendo un periodo di lavoro negli Stati Uniti e la madre deve accudire la suocera che sta poco bene» chiarì mio padre. «Potrebbe venire solo lei. Per un fine settimana» replicai. «E Albert? Non ha ancora l’età per restare da solo» obiettò mia madre. Per la prima volta mostrai decisione nel volere qualcosa, e questo li meravigliò. Sembravano non riuscire a comprendere le ragioni di quel mio desiderio. Anche loro vedevano Michelle molto più grande di me e assai diversa per gusti e carattere. Nonostante ciò, lasciarono aperta una porta. «E va bene. Se ci tieni tanto – disse mio padre – stasera scriverò una mail ai suoi. Ma non farti illusioni. Non credo che la faranno venire da sola in Italia». Continuammo la colazione parlando d’altro, ma io non facevo che pensare a Michelle. Nei giorni successivi mi feci prendere dall’entusiasmo e passai un sacco di tempo su internet per organizzare una visita di Milano che toccasse tutti i luoghi dove Leonardo aveva lasciato testimonianze preziose e inconfondibili. L’artista, infatti, vi soggiornò per molti anni, realizzando alcuni dei suoi capolavori. Trascorse una settimana, poi un’altra ancora, ma di Michelle nessuna notizia. Tra l’altro non sapevo come tirare nuovamente fuori il discorso. Fu il successo della mostra su Leonardo a offrirmi lo spunto per tornare sull’argomento. «I biglietti vanno prenotati con almeno dieci giorni di anticipo» dissi distrattamente. «I biglietti per cosa?» chiese mia madre. 17
Il Diario Segreto di Leonardo
«Per la mostra» risposi. «A proposito! – esclamò mio padre – Mi sono dimenticato di dirvi che i genitori di Michelle sarebbero molto felici se la ospitassimo per un weekend. Alloggerà nel loro appartamento di via Montenapoleone, ma durante il giorno starà con noi». In quel momento avrei volentieri interpretato la Haka, la danza dei giocatori di rugby dei Maori All Blacks, ma cercai di frenare il mio entusiasmo, mascherandolo con un tono di voce che non voleva tradire emozioni. «Appunto… – dissi pacato – devo affrettarmi ad acquistare i biglietti». «Potresti portarla anche alla Biblioteca Ambrosiana1 e a Santa Maria delle Grazie2 per ammirare il Cenacolo. Ecco il suo numero di telefono, così ti metti d’accordo direttamente con lei» disse mio padre inoltrandomelo con un sms. «Lo farò subito. L’itinerario è già pronto!» esclamai. Questa volta senza fingere.
Biblioteca Ambrosiana: fondata dal cardinale Federico Borromeo, è stata una delle prime biblioteche aperte al pubblico (1609). Per la vastità delle raccolte e per il numero e il pregio dei codici, l’Ambrosiana è indubbiamente una delle più prestigiose biblioteche del mondo, famosa soprattutto perché custodisce, dal 1637, il Codice Atlantico, la più vasta raccolta di disegni, schizzi e manoscritti di Leonardo da Vinci. 2 Santa Maria delle Grazie: la basilica di Santa Maria delle Grazie, situata nel cuore di Milano, è legata in modo indissolubile a Leonardo da Vinci il quale, nel refettorio, vi dipinse il Cenacolo. Venne edificata fra il 1492 e il 1493 per volere del duca di Milano Ludovico il Moro. La chiesa è stata inserita nel 1980 tra i siti protetti dell’Unesco come una delle massime testimonianze dell’arte rinascimentale italiana. 1
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Capitolo 4
A Milano Volete la veritĂ ? Non avevo mai aspettato una ragazza sotto casa sua. Nel senso che ero sempre uscito con un amico oppure in gruppo, per cui non mi ero mai confrontato direttamente con le tempistiche e i ritardi di un essere di sesso femminile. Faccio questa premessa perchĂŠ attesi Michelle, sotto l’appartamento milanese dei suoi per quasi due ore. Era arrivata la sera prima. All’ora di cena mi aveva mandato un WhatsApp. Atterrata. Stanchissima! ☚ Ti aspetto domani alle nove â˜ş sotto casa dei miei đ&#x;‘‹ Mi era sembrato di sentire la sua voce, decisa, perentoria, ma anche terribilmente dolce. L’avevo presa in parola e all’ora stabilita mi ero fatto trovare in via Montenapoleone 123. CosĂŹ era iniziata la mia attesa. Alle 9,30 sospettai di aver capito male, ma il messaggio parlava chiaro. Alle 10,00 presi a pensare che probabilmente non aveva sentito la sveglia a causa della stanchezza del viaggio. Alle 10,30 cominciai a preoccuparmi per la sua incolumitĂ . “AvrĂ avuto un malore? Non si sarĂ sentita bene? Forse è morta!â€?. Alle 11,00 finalmente, qualche secondo prima che avvertissi i carabinieri, la vidi varcare il portone. Era quindi ancora tra noi. Altro che! Quella che uscĂŹ dal palazzo era una ragazza bellissima, non solo viva e vegeta, ma anche in gran forma. Indossava un paio di shorts, leggins e stivaletti. Sfoggiava poi un cappello di paglia beige a falda larga, decisamente fuori stagione, ma che le stava una meraviglia, donandole un adorabile tocco di originalitĂ . 19
Il Diario Segreto di Leonardo
«Allora? Non mi dai nemmeno un bacio?» disse, senza fare alcun riferimento alle due ore di ritardo, mentre io la guardavo inebetito. «Che cosa? Un bacio?» domandai con fare da perfetto idiota. «Ovvio!» replicò lei. Poi mi abbracciò e posò delicatamente, come nessuna aveva mai fatto prima, le sue labbra sulla mia guancia destra, per un tempo che mi sembrò infinito. “Niente male come inizio” pensai, ma senza darlo a vedere. Ebbi la sensazione di sbandare, di non riuscire a stare in piedi. L’instabilità aumentò in modo preoccupante quando mi spettinò i capelli con una mano. «Ti sta bene questo taglio!» disse. A salvarmi arrivò l’auto strombazzante di mio padre. «Salite, vi accompagno io a Santa Maria delle Grazie!». Ripresi il contatto con la realtà e i battiti del mio cuore tornarono sotto i cento solo una volta accolto dal sedile posteriore del fuoristrada di famiglia. «Il programma di oggi prevede prima la visita al Cenacolo e poi alla Biblioteca Ambrosiana, dove è custodito il Codice Atlantico» annunciai con l’autorevolezza di una guida turistica. «Sono così emozionata» sussurrò battendo le mani come una bambina felice. «La mia famiglia ha una casa a Milano e non ho mai visto dal vivo l’Ultima cena. E poi il Codice Atlantico… Sarà una giornata indimenticabile!» esclamò togliendosi il cappello in segno di gioia. Il gesto produsse una nuvola di profumo di gelsomino che mi avvolse come un cavallone marino. «Non è facile visitarla. La prenotazione è obbligatoria e l’entrata è a numero chiuso. Quindi bisogna acquistare i biglietti online con un sacco di anticipo. E io l’ho fatto» dissi come se nulla fosse accaduto. 20
Capitolo 4. A Milano
«Sei grande!» esclamò Michelle. «Ma come facevi a sapere che avremmo visitato il Cenacolo insieme?» mi chiese incuriosita. «Un po’ lo speravo» risposi con un’audacia che mi sorprese. Lei mi rivolse uno sguardo come per ammonirmi. Sembrava che volesse dirmi: “Non avrai mica iniziato a corteggiarmi? Ricordati che sono più grande di te di tredici mesi”. Probabilmente arrossii a questo pensiero e per non peggiorare la situazione cambiai argomento. «Prenotare per la Biblioteca Ambrosiana è stato meno complicato. Pur conservando il Codice Atlantico, la più ricca raccolta di disegni, schizzi, progetti, appunti di Leonardo, è meno famosa dell’Ultima cena» affermai, sperando così di averle fatto dimenticare la battuta di qualche secondo prima. «Siamo arrivati» disse mio padre, spezzando il filo dei miei pensieri. Non credo che avesse seguito i nostri discorsi, ma se lo fece ebbe la discrezione di non darlo a intendere. «Fate con calma – aggiunse. – Io rimango nei paraggi. Quando avete finito fatemi uno squillo» e se ne andò per i fatti suoi. A dire il vero non era previsto che facesse da autista e credo l’avesse deciso all’ultimo momento, forse perché non si fidava di me oppure per non fare brutta figura con i genitori di Michelle. Sapeva che avevo intenzione di farle girare la città con i mezzi pubblici e questo, probabilmente, gli sembrò poco elegante. A me dispiacque un po’, perché mi sarebbe piaciuto raccontare a Michelle tutto quello che sapevo su Milano guardando attraverso i finestrini del tram. In ogni caso l’unica cosa che allora mi importava davvero era trascorrere il mio tempo con lei. Per illustrarle il Cenacolo mi ero preparato a dovere, studiando su più testi e aggiungendo le informazioni trovate in rete. Speravo di essere guardato per la prima volta con 21
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ammirazione, e il pensiero che a farlo potesse essere proprio Michelle mi elettrizzava più di una partita alla play. Nonostante avessi prenotato c’era una lunga fila, ma aspettare con lei non era certo un sacrificio. Anzi, la coda mi sembrò fin troppo corta per i miei desideri. Fatto sta che dopo una quarantina di minuti eravamo finalmente al cospetto di uno dei capolavori della storia dell’arte di tutti i tempi. «La visita dura solo quindici minuti e non sono ammessi più di trenta visitatori per volta» le dissi mentre ci dirigevamo verso il refettorio del convento domenicano dove si trova l’opera di Leonardo. «Perché?» chiese Michelle prendendomi a braccetto. «Il dipinto è molto delicato e dopo gli ultimi restauri è stato deciso di regolamentare l’afflusso eccessivo di turisti, che potrebbe nuocere al suo stato di conservazione» risposi con un tono competente. Quando entrammo nel refettorio ci rendemmo immediatamente conto che stavamo vivendo un’esperienza straordinaria. La magnificenza dell’opera e le sue dimensioni contrastavano con un ambiente spoglio, privo d’ogni tipo di arredamento e di abbellimento, rendendola ancora più imponente e affascinante. Anche i segni del tempo e della cattiva conservazione emanavano un che di unico e di solenne. Michelle rimase muta per alcuni minuti, con lo sguardo rapito. «Avrò visto decine di volte la riproduzione sui libri, pensavo bastasse per catturarne la bellezza, la straordinarietà, l’essenza. Invece mi devo ricredere. Dal vivo è tutta un’altra cosa» sussurrò, stringendosi ancora di più a me. «Hai ragione» fu la sola cosa che riuscii a dire. Fino a quel momento non mi ero mai chiesto che cosa fosse la felicità. E fu in quel preciso istante che pensai di provarla per la prima volta. Avevo accanto Michelle e di 22
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Il Diario Segreto di Leonardo
fronte uno dei capolavori di Leonardo da Vinci. “Se non è questa la felicità” – pensai – ci manca poco. Il tempo a nostra disposizione trascorse in un lampo. Uscimmo con la voglia di rientrare, ma purtroppo non era possibile. Così decidemmo, dopo una breve visita alla basilica, di aspettare che mio padre venisse a riprenderci. «Allora ragazzi, com’è andata?» chiese non appena arrivò. «Benissimo, anche se quindici minuti sono davvero insufficienti» rispondemmo quasi all’unisono. «Ora vi accompagno all’Ambrosiana. Lì avrete più tempo». Il tragitto fu breve e presto arrivammo nel luogo che custodisce il Codice Atlantico. Questa volta non facemmo la fila e in poco tempo ci trovammo dentro le splendide sale della biblioteca. «Come sai, di Leonardo amo soprattutto i ritratti di donna, ma anche tutto questo è meraviglioso!» esclamò Michelle, stupita dalla bellezza dei disegni e degli schizzi di corpi umani, cavalli, uccelli, animali fantastici, macchine da guerra e marchingegni, d’ogni genere. «Per me il Leonardo dei codici è più grande del Leonardo pittore» affermai con convinzione. «Questa mi sembra un’esagerazione» ribatté Michelle. «Dimentichi la Gioconda!» «Sarebbe bello che fosse lo stesso Leonardo a parlarci delle sue passioni, delle sue preferenze, a dirci chi di noi ha ragione». «Ci vorrebbe una macchina del tempo!» esclamò divertita. «La posso sempre costruire io» risposi. E ridemmo abbracciandoci come due vecchi amici. Torniamo, quindi, al punto di partenza: potevamo essere amici?
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Capitolo 5
Il fidanzato fantasma Il weekend passò in fretta come accade sempre per le cose belle: un giorno di vacanza, una gita al mare, un pomeriggio senza compiti, un’ora di matematica senza la prof. La sera di venerdì Michelle cenò da noi, poi il sabato mattina andò con un’amica a fare shopping in centro. Comprò l’ennesimo paio di scarpe, un nuovo cappello e un panno di velluto vermiglio con il quale aveva deciso di farsi cucire un corpetto in stile rinascimentale. Dopo pranzo andammo a zonzo per la città, ma con quella sua amica, una violinista lentigginosa e piena di sé, sempre attaccata alle costole, e con mia sorella Claudia, meno appiccicosa, ma pur sempre di troppo. In libreria, dove Michelle comperò un catalogo sul Cenacolo per regalarlo alla madre, tornammo sull’argomento Leonardo da Vinci. Non aveva cambiato parere circa la superiorità del Leonardo pittore rispetto allo scienziato; esprimeva la sua opinione con dolcezza, e soprattutto ascoltando con molta attenzione la mia. Vi assicuro, sentirmi preso in considerazione era un’emozione che non avevo provato tante volte. Davvero niente è come sembra: in lei non c’era più nulla né di snob né di antipatico, come invece avevo pensato per anni. Probabilmente mi ero fatto condizionare dai suoi genitori, da quel modo irritante di vantarsi della figlia. Sta di fatto che Michelle mi piaceva davvero. In che senso? Dovevo ancora capirlo bene. Fatto sta che più si avvicinava l’ora della sua partenza più mi intristivo. Chissà quando l’avrei rivista? Forse a Natale. Ma era appena aprile… Come avrei fatto ad aspettare tutti quei mesi? 25
Il Diario Segreto di Leonardo
Mio padre e io l’accompagnammo all’aeroporto domenica mattina. Ci salutammo con un bacio sulla guancia, ma questa volta fui io a prendere l’iniziativa. La vidi imboccare il corridoio del gate mentre il mio cuore perdeva un pezzo a ogni suo passo. Poi accadde l’imprevedibile. Tornò verso di me esclamando tutto d’un fiato: «Ho avuto un’idea geniale! Appena chiusa la scuola verrai a Parigi. Ti farò conoscere i luoghi più incantevoli della città, visiteremo il Louvre e ammireremo insieme Monna Lisa, la Belle Ferronniére e il ritratto di Isabella d’Este. Andremo anche dai nonni, ad Amboise, dove Leonardo ha trascorso gli ultimi anni della sua vita. Sarebbe fantastico! Non è vero, ingegnere?». Rimasi spiazzato da quella proposta. Mio padre, invece, allargò le braccia e sorrise, come per dire «Meglio di così!». «E dai! – continuò Michelle mentre l’hostess la invitava a imbarcarsi – Dimmi di sì, ti prego». Non so perché – forse per darmi un tono da uomo, già abituato alle proposte femminili – ma dalla mia bocca uscì un sì anonimo, ordinario, un po’ svogliato, come quelli che si pronunciano dopo essere stati invitati al cinema o a mangiare una pizza. Tuttavia, appena scomparve nel tunnel che l’avrebbe condotta sull’aereo, cominciai a saltare di gioia come se avessi segnato al novantesimo minuto il gol della vittoria alla finale della Champions League. Mio padre non fu sorpreso dal mio entusiasmo. Mi rivolse uno sguardo preoccupato, poggiò la sua mano sulla mia spalla e, con un tono da film drammatico, esclamò: «Non vorrei essere nei tuoi panni, ragazzo!». Poi scoppiò in una fragorosa risata. Come spesso accade, però, quando la felicità sembra a portata di mano, qualcosa si diverte a rovinare tutto. Così avvenne quel giorno in aeroporto: mentre gioivo per l’invito di 26
Capitolo 5. Il fidanzato fantasma
Michelle, una nuvola nera s’addensò minacciosa sopra di me; un cattivo pensiero, venuto fuori come se mi avesse teso un agguato, s’impadronì della mia mente e mi fece sprofondare, solo alcuni secondi dopo aver toccato il cielo con un dito, nell’angoscia totale: e se Michelle fosse fidanzata? Il tragico interrogativo mi premeva sullo stomaco come un macigno. Fino a quel momento non mi ero mai posto il problema perché la vita privata di Michelle non mi aveva interessato. Ma dopo quel fine settimana trascorso insieme sentivo la necessità di conoscere ogni minimo particolare della sua esistenza. Sia ben chiaro: ero consapevole di non avere alcun diritto di intromettermi nelle sue faccende di cuore, nonostante ciò il solo pensiero che potesse passeggiare per le vie di Parigi mano nella mano con un altro ragazzo e che si recasse con lui a fare colazione o a vedere un film, mi provocava un fastidio che avrei potuto anche chiamare rabbia. L’idea che una volta giunto nella capitale francese potesse accogliermi con a fianco un ragazzotto palestrato di diciotto anni annunciandomi «Questo è Tizio, l’amore della mia vita. Sono sicura che andrete d’accordo» mi turbò a tal punto che decisi di rifiutare il suo invito. “Ma sì – pensai – meglio evitare, stare alla larga da situazioni pericolose. Il nostro comune amore per Leonardo da Vinci non può certo superare ostacoli di questo tipo. Non le posso vietare di avere un fidanzato (del resto perché non dovrebbe averlo? È così carina e alla sua età molte ragazze che conosco ce l’hanno già) ma almeno posso risparmiarmi inutili sofferenze”. Queste riflessioni mi tormentarono per tutto il tragitto di ritorno dall’aeroporto. Mio padre non si accorse della tempesta che si stava abbattendo su di me, intento com’era a discutere in vivavoce con un collega di lavoro. Così evitai la fatica e l’imbarazzo di dover giustificare lo sbalzo d’umore. 27
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Giunto a casa, mi rifugiai nella mia cameretta buttandomi sul letto, vittima – iniziavo ad esserne convinto – della prima delusione d’amore della mia vita. Cercai di non pensare a Michelle, armeggiando intorno a un modello di galeone spagnolo che stavo costruendo pazientemente da alcune settimane. Ma non ero certo nelle condizioni di riuscire a portare avanti un lavoro come quello, che richiedeva massima concentrazione e serenitĂ . La mia mente non riusciva a liberarsi di Michelle e del suo fidanzato. Feci un altro tentativo per distrarmi: accesi il pc con la speranza di chattare con qualche amico. Nulla da fare: quei due, innamorati e teneramente abbracciati sul Pont Neuf, sorridenti e felici, non mi davano tregua. “Meglio uscireâ€?, pensai sempre piĂš incupito. Spensi quindi il pc e decisi di fare un salto al parco municipale dove di solito a quell’ora c’era sempre la possibilitĂ di rimediare una partita di calcetto. Una bella sudata sarebbe stata salutare e tra uno scatto, un tiro al volo, un dribbling e un colpo di testa avrei dimenticato almeno per un po’ dolore e delusione. Nonostante non ci fosse stato proprio nulla tra me e lei, mi sentivo lo stesso tradito. Mentre scendevo le scale arrivò un WhatsApp. Era di Michelle. Non lo aprii subito: volevo farla restare sulle spine (un maldestro tentativo di comunicarle la mia rabbia). Poi ruppi l’esitazione e mi decisi a leggere il messaggio. Non mi sei sembrato molto contento del mio invito‌ đ&#x;˜” Eppure sarebbe cosĂŹ bello! đ&#x;˜ƒ Mi faresti felice, anche perchĂŠ mi eviteresti due settimane di noia, visto che a Parigi sarò sola con mia madre e ad Amboise a farmi compagnia ci saranno solo i nonni đ&#x;˜ł Con te sarebbe un’altra cosa! đ&#x;˜š! Rilessi piĂš volte quelle parole e ogni lettura cancellava, come una spugna magica, parte dei cattivi pensieri che mi avevano angustiato da quando, dopo averla salutata 28
Capitolo 5. Il fidanzato fantasma
all’aeroporto, mi ero fissato con la storia del fidanzato. Alla fine, l’angoscia era sparita, lasciando campo libero a quel particolare stato d’animo, un misto di gioia e leggerezza, che pervade chi è appena scampato a un pericolo. «E vai!» urlai, immaginando di aver infilzato per la seconda volta il portiere del Real. «Non è fidanzata!» continuai gridandolo, sempre nel delirio della mia fantasia, ai tifosi della curva nord esaltati dai miei goal. Dopo un paio di immaginari giri di campo, una sosta davanti ai flash dei fotografi, mi fermai sfinito ma con il cuore di un campione. Ripresi quindi contatto con la realtà leggendo e rileggendo il messaggio di Michelle. E anche se al bacio dell’ultimo emoticon mancava il cuoricino, mi sentivo comunque il ragazzo più fortunato del mondo.
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Capitolo 6
Parigi Fu così che, appena dopo la promozione ottenuta con una media gradita ai miei genitori, raggiunsi Michelle a Parigi. Portavo con me un regalo per lei: avevo realizzato una versione stilizzata dell’Uomo Vitruviano1 di Leonardo, intagliata su una tavola di legno di tiglio, per la sua morbidezza il più adatto a certi lavori. Mi aveva dato una mano il mio professore di tecnologia che mi considerava un vero fenomeno nel lavorare il legno. Una volta terminata l’opera, l’avevo fatta laccare e lucidare da un falegname amico di mio padre. Mi sembrava davvero un bell’oggetto, soprattutto un regalo originale. Non erano certo le scarpe della Gioconda o la collana di perle di Cecilia Gallerani, tuttavia pensavo che le avrebbe fatto piacere. «Che cos’è?» mi chiese tutta eccitata una volta entrati nella sua cameretta. «Un piccolo regalo per te, fatto con le mie mani» risposi con una certa emozione. «Lo posso aprire?» domandò sempre più curiosa. «Non ora» risposi, riprendendomi il pacchetto confezionato con tanta cura, con la speranza di dar vita a un piacevole duello. Uomo Vitruviano: la storia di uno dei disegni più famosi al mondo inizia verso la fine del primo secolo a.C., quando un celebre architetto del tempo, Marco Vitruvio Pollione (80 a.C. circa - 20 a.C. circa), compone il trattato De architectura, un’opera in dieci libri sull’arte architettonica. Nel terzo libro, dedicato ai templi, egli sostiene che non può esistere un tempio che non sia regolato da armonia, ordine e proporzione. Lo stesso vale per il corpo umano: senza simmetria e senza proporzione non può esistere alcun corpo che sia dotato di una buona composizione. Questi principi vengono ripresi e studiati da Leonardo che realizza, intorno al 1490, il celebre disegno conservato ora nel Gabinetto dei disegni e delle stampe delle Gallerie dell’Accademia di Venezia.
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Intervista all'illustratrice - Alessandra Fusi Titolo Com'è nata la tua passione per il disegno? Non saprei dirlo con precisione, piuttosto direi che è nata insieme a me e al mio essere una bambina piuttosto tranquilla e osservatrice. La mia passione è stata poi nutrita e sostenuta dalle persone intorno a me ma, da quel che ricordo, dal primo momento in cui sono riuscita a tenere una matita in mano è diventata una mia “appendice”: che si trattasse di disegnare pony, eroi dei fumetti o personaggi della mia fantasia. Che cosa caratterizza il tuo stile? Tutto ciò che mi piace e attrae la mia curiosità: il mio stile cresce, evolve e cambia. A posteriori mi è capitato di accorgermi che le varie sfumature dei miei lavori rispecchiassero i vari periodi della mia vita. Ci sono chiaramente degli elementi fissi, come i colori caldi, le linee morbide, i soggetti sognanti e malinconici, il fascino degli animali e della natura. E i gatti. I gatti sempre. Qual è la regola per essere un bravo illustratore? Ce ne fosse solo una! Quale insegnante di illustrazione, posso dire che se c’è una cosa che cerco di trasmettere ai miei allievi è: siate curiosi, sperimentate, non limitatevi e soprattutto non abbiate paura di sbagliare. Chi non sbaglia non impara mai.
Sei anche una buona lettrice? Sono un’assidua amante della lettura, sempre affamata di storie. Quando poi si parla di libri illustrati, sono anche un’accumulatrice compulsiva.
Che cosa ti ha colpito di questo romanzo? Leonardo Da Vinci è la quintessenza della figura dell’artista rinascimentale: dai molti talenti, che possono apparire in contrasto tra loro. Oggi si tende a premiare la scelta di una strada univoca, ma a volte è difficile. Spesso abbiamo dentro passioni diverse, che fanno tutte parte della nostra identità. Leonardo ci insegna che coltivare più passioni è positivo: il Leonardo artista non sarebbe stato lo stesso senza il Leonardo scienziato, e viceversa. I protagonisti di questo romanzo ci insegnano proprio questo. Che libro consiglieresti ai nostri ragazzi? Tra i miei classici del cuore ci sono Alice nel Paese delle Meraviglie e Il Giardino Segreto. Ma uno dei miei libri preferiti letti da ragazzina è sicuramente La collina dei Conigli di Richard Adams. Un messaggio importante: Coltivate le vostre passioni tutti i giorni: per quanto strane, inusuali, impopolari esse siano, sono ciò che vi rende unici. Le cose che vanno per la maggiore sono spesso, non sempre, anche le più noiose... Perché limitarsi a quelle?
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Le fonti sulla vita di Leonardo
A quali fonti possiamo attingere per ricostruire la vita di Leonardo? Sicuramente documenti importanti sono quelli legati alla vita privata, come certificati di nascita, testamenti, eredità, diari. Tuttavia, nel caso di un artista come Leonardo, di grande rilievo sono i contratti stipulati dalla committenza. Da questi atti non solo è possibile risalire alla storia delle opere, ma anche ai vari trasferimenti, alle condizioni economiche, alla fama raggiunta. La lettura dei contratti ci porta a comprendere quanto Leonardo fosse ammirato, ma anche quanto fosse inaffidabile nel consegnare i lavori. Un’altra fonte importante è un testo della metà del Cinquecento, che raccoglie le vite degli artisti più illustri del Rinascimento. Autore di quest’opera è Giorgio Vasari Autoritratto di Leonardo (Arezzo 1511 – Firenze 1574), pittore, architetto e storico dell’arte. Nel 1540 egli comincia a raccogliere notizie su vita e opere degli artisti; due anni dopo inizia a ordinare il materiale e a dargli forma letteraria nell’opera Le vite de’ più eccellenti architetti, pittori, et scultori italiani, da Cimabue insino a’ tempi nostri, la cui prima edizione è del 1550. Le biografie, accurate, acute e ricche di informazioni preziose, spesso sono arricchite da notizie curiose, che oggi definiremmo “di gossip”. Lo stesso accade nel racconto della vita di Leonardo, scritta da Vasari con l’intenzione di esaltare soprattutto il suo genio. Il testo rimane un importante punto di partenza per chiunque voglia iniziare uno studio su Leonardo da Vinci. Qui di seguito riportiamo alcuni brani – riscritti per renderli più facilmente comprensibili – della biografia che Vasari traccia di Leonardo. Sono grandi i doni che piovono sugli uomini attraverso gli influssi celesti. Il più delle volte si tratta di caratteristiche che appartengono più o meno a tutti i mortali; qualche volta, invece, capita che a un solo uomo gli astri regalino bellezza, grazia e virtù in modo da farne degli esseri straordinari, quasi fossero un’emanazione divina. Questo è il caso di Leonardo da Vinci, il quale, oltre a una bellezza mai abbastanza lodata, mostrava una grazia evidentissima in qualsiasi sua azione. Era, inoltre, fornito di una virtù tale da rendere facili le cose più difficili. Aveva, poi, un’inesauribile forza fisica sempre unita a una rara destrezza. Infine, il suo animo era sensibile e il suo cuore buono. Tutto ciò gli procurò grande fama sia in vita sia in morte. Leonardo
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di Ser Piero da Vinci fu, quindi, davvero una creatura celeste, e sarebbe stato grande anche nelle lettere e nella erudizione se non avesse mostrato sempre una certa incostanza nell’affrontare i suoi impegni. Cominciava, infatti, con entusiasmo molte cose, studiando e imparando, ma poi le abbandonava. Nei pochi mesi che studiò la matematica, pose tante di quelle domande al suo maestro da riuscire a confonderlo. Fu, tra l’altro, per lui assai facile imparare a suonare la lira, che presto accompagnò con la sua voce divina. Nonostante i molteplici interessi non propriamente artistici, egli non smise mai di disegnare e di scolpire, attività che gli Copertina delle Vite del Vasari riuscivano benissimo. Un giorno suo padre, colpito dai suoi disegni, li portò al suo amico Andrea del Verrocchio, uno degli artisti più importanti di Firenze, pregandolo di dirgli se Leonardo avesse un talento tale da farne un mestiere. Andrea rimase talmente impressionato dalle opere del ragazzo che lo prese nella sua bottega, dove Leonardo entrò volentieri. […] Leonardo era tanto piacevole nella conversazione che attraeva l’anima delle persone, ma amava anche molto gli animali. Allevò soprattutto cavalli, tuttavia era capace di governare con amore e pazienza tutti gli animali. Gli capitò assai spesso di mostrare questa sua passione, come, per esempio, quando passando dai luoghi dove si vendevano uccelli, li comperava per poi lasciarli liberi di volare, restituendo loro la perduta libertà. Fu forse per questo che la natura volle favorirlo a tal punto che ovunque rivolse il pensiero, il cervello e l’animo, mostrò tanta divinità nelle sue cose, che nessun altro fu suoi pari nel dare perfezione, vivacità, bontà e grazia. Egli, però, cominciò molte cose e nessuna mai ne finì, forse perché gli pareva che non potesse raggiungere la perfezione che sempre desiderava. E tanti furono i suoi capricci, che, riflettendo sulle cose naturali, cercò di comprendere anche le proprietà delle erbe, il moto del cielo, il corso della Luna e gli andamenti del Sole. […] Morto Giovan Galeazzo duca di Milano e succedutogli Lodovico Sforza nell’anno 1494, Leonardo si presentò a Milano al Duca – il quale molto si dilettava con la lira – perché
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sonasse. Leonardo aveva portato con sé una lira ch’egli stesso aveva fabbricato. Era fatta d’argento e ricalcava la forma d’un teschio di cavallo. Una forma di sicuro bizzarra e mai vista, ma che aveva un suono assai più melodioso degli altri strumenti, tanto da superare tutti i musici della corte. Oltre a ciò fu il migliore improvvisatore di rime del suo tempo. Sentendo il Duca i ragionamenti tanto mirabili di Leonardo, s’innamorò a tal punto delle sue virtù, da pregarlo di realizzare una tavola d’altare raffigurante una Natività che fu mandata dal Duca all’imperatore. Sempre a Milano dipinse, nel convento dei frati di S. Domenico a S. Maria de le Grazie, un Cenacolo, cosa bellissima e meravigliosa, e dipinse i volti degli Apostoli con tanta maestà e bellezza, che quella del Cristo lasciò imperfetta, non pensando poterle dare quella divinità celeste, che a l’immagine di Gesù si richiede. Un’opera venerata dai milanesi e non solo, tanto Leonardo riuscì così bene a rappresentare il desiderio degli apostoli di voler scoprire chi tradisse il loro maestro. Infatti traspare nel viso di tutti loro l’amore, la paura, lo sdegno e il dolore di non potere comprendere l’animo di Cristo. […] Si interessò poi, ma con maggior cura, dell’anatomia degli uomini, aiutato in questo da Messer Marc’Antonio della Torre, eccellente filosofo, che allora insegnava a Pavia e si occupava di questa materia, uno dei primi a dare vera luce all’anatomia, fino a quel tempo avvolta nelle tenebre dell’ignoranza. In questo si servì meravigliosamente dell’ingegno e dell’abilità di Leonardo, che ne fece un libro disegnato con la matita rossa e tratteggiato con la penna, libro in cui disegnò i cadaveri che egli di sua mano sezionò e ritrasse con grandissima diligenza, rappresentando con precisione tutte le ossature, i nervi, illustrando anche i loro movimenti, tutto ben descritto con la sua particolare grafia: egli, infatti, scriveva con la mano sinistra e partendo da destra, cosicché chi non ha pratica a leggere non capisce questa scrittura, perché i testi di Leonardo non si leggono se non con lo specchio. La maggior parte dei fogli che riguardano gli studi anatomici sono in possesso di Messer Francesco da Melzi, gentiluomo milanese, un bellissimo fanciullo molto amato da Leonardo. Oggi Melzi è un vecchio assai gentile e ancora bello che conserva con cura le carte del suo maestro. A chi legge questi scritti sembra impossibile che Leonardo abbia così ben ragionato dell’arte e de’ muscoli e nervi e vene, e Disegni anatomici del Codice Atlantico con tanta diligenza d'ogni cosa.
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I codici leonardeschi
I codici sono tutto ciò che ci resta di Leonardo insieme ai suoi dipinti. Non solo: i codici sono uno sguardo straordinario dentro Leonardo, nella sua mente, nella sua vita, nelle sue emozioni. Di tutta la sua produzione ci restano ancora, fortunatamente, oltre cinquemila pagine di appunti, circa un quinto del totale, redatti con la sua inconfondibile scrittura orientata da destra a sinistra. Leonardo era, infatti, mancino spontaneo (non di necessità) e scriveva così forse per il suo spirito ribelle alle convenzioni e desideroso di diversità, oppure semplicemente per il desiderio di celare a occhi indiscreti il risultato del suo instancabile genio. Questa enorme massa di scritti, sicuramente la più consistente del periodo rinascimentale, è rimasta coinvolta, dopo la morte di Leonardo, in incendi, ed è stata oggetto di rapina e di atti di vandalismo. Quando Leonardo morì lasciò tutte le sue pagine al fedele discepolo Francesco Melzi, che le conservò con cura, ma alla sua morte i suoi eredi diedero inizio alla dispersione di questo importantissimo e immenso materiale; addirittura, non avendone compreso l’importanza, inizialmente lasciarono gli scritti in un sottotetto, per poi regalarli o cederli a poco prezzo ad amici o collezionisti. Grandi responsabilità del rimescolamento delle carte ha lo scultore seicentesco Pompeo Leoni, che, con l’intenzione di separare i disegni artistici da quelli Pagine del Codice Atlantico tecnologici e di unificare le pagine scientifiche, smembra parte dei manoscritti originali, tagliando e spostando le pagine così da formare due grandi raccolte: il Codice Atlantico e la Raccolta di Windsor. Proseguendo con lo stesso sistema, Leoni compone almeno altri quattro fascicoli. Dal 1637 al 1796 parte dei manoscritti è ospitata nella Biblioteca Ambrosiana, da cui però Napoleone li fa trafugare al suo arrivo a Milano. Nel 1851 solo una parte di essi tornano a Milano; altri restano a Parigi, e altri ancora in Spagna, dove alcuni verranno ritrovati solo nel 1966. Ecco il perché della grande dispersione degli scritti di Leonardo, oggi divisi in ben dieci codici diversi: • il Codice Atlantico (Milano, Biblioteca Ambrosiana); • la Raccolta di Windsor (Windsor Castle, Royal Library);
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il Codice Arundel (Londra, British Museum); i Codici dell'Istituto di Francia (Parigi, Institut de France); il Codice Forster (Londra, Victoria and Albert Museum); il Codice sul volo degli uccelli (Torino, Biblioteca reale); il Codice Trivulziano (Milano, Biblioteca Trivulziana del Castello sforzesco); i Codici di Madrid (Madrid, Biblioteca Nacional); il Codice Leicester (ex Codice Hammer) (Seattle, Collezione di Bill Gates); il Codice Ashburnham (Parigi, Institut de France).
(da http://www.macchinedileonardo.com/index.php?studi-codici)
Che cos’è il Codice Atlantico? Il Codice Atlantico è la più vasta raccolta al mondo di disegni e scritti di Leonardo da Vinci ed è conservato sin dal 1637 presso la Veneranda Biblioteca Ambrosiana di Milano, una delle prime biblioteche al mondo aperte al pubblico. Esso è composto da 1119 fogli che abbracciano la vita intellettuale di Leonardo per un periodo di oltre quarant’anni – dal 1478 al 1519 – spaziando tra i temi più disparati: da schizzi e disegni preparatori per opere pittoriche a ricerche di matematica, astronomia e ottica, da meditazioni filosofiche a favole e ricette gastronomiche, fino a curiosi e avveniristici progetti di marchingegni come pompe idrauliche, paracadute e macchine da guerra. Le vicende di cui il Codice è stato protagonista nel corso dei secoli sono estremamente complesse e talvolta perfino avventurose. Esso venne allestito alla fine del Cinquecento dallo scultore Pompeo Leoni, che era riuscito con molta difficoltà a recuperare una parte degli studi autografi di Leonardo dagli eredi di Francesco Melzi, il fedele allievo a cui il Maestro aveva affidato i propri scritti in punto di morte. Il curioso nome Atlantico, che sembra suggerire strani e misteriosi contenuti, gli venne attribuito in realtà per le sue dimensioni, infatti i fogli su cui Leoni montò gli scritti di Leonardo erano del formato utilizzato all’epoca per realizzare gli atlanti geografici. Il Codice venne poi ceduto da un erede del Leoni al Marchese Galeazzo Arconati, che a sua volta lo donò nel 1637 alla Biblioteca Ambrosiana, garantendone in questo modo la conservazione e la trasmissione alle generazioni future. Copertina del Codice Atlantico
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Nel 1796 la preziosa raccolta venne requisita e trasferita a Parigi in seguito alla conquista di Milano da parte di Napoleone e rimase al Louvre per 17 anni, fino quando il Congresso di Vienna sancì la restituzione di tutti i beni artistici trafugati dal Bonaparte ai legittimi paesi di appartenenza. Un curioso aneddoto racconta che l’emissario Codice Atlantico - La bombarda per la restituzione delle opere d’arte nominato dalla casa d’Austria avesse scambiato il prezioso volume per un manoscritto in cinese a causa della tipica grafia inversa di Leonardo: fu solo grazie all’intervento del celebre scultore Antonio Canova, emissario dello Stato Pontificio, che il Codice Atlantico fu infine incluso tra i beni da restituire all’Ambrosiana, sua sede naturale dove è conservato ancora oggi. Nel 1968 il Codice venne sottoposto a un’imponente opera di restauro presso il monastero di Grottaferrata nel Lazio, durante il quale venne rilegato in dodici massicci volumi. Questa scelta comportò diversi problemi conservativi e di studio in quanto, per poter effettuare analisi comparative dei fogli, era necessario consultare più volumi contemporaneamente oppure dover esaminare più disegni posti in punti diversi dello stesso tomo. Per superare queste oggettive difficoltà, nel 2008 il Collegio dei Dottori dell’Ambrosiana presieduto dal Prefetto Monsignor Franco Buzzi e in sinergia con la Fondazione Cardinale Federico Borromeo, decide di avviare un’epocale operazione di sfascicolatura dei dodici volumi del Codice e il posizionamento dei singoli fogli all’interno di passepartout appositamente studiati per garantirne la migliore conservazione e allo stesso tempo per facilitarne l’esposizione. Contestualmente, viene intrapreso un grandioso progetto di esposizione dell’intera raccolta a sostegno e promozione dei beni e delle attività della Veneranda Biblioteca e Pinacoteca Ambrosiana: a partire da settembre 2009 e per sei anni fino al 2015 in occasione dell’EXPO, i fogli saranno esposti a rotazione in mostre tematiche della durata di tre mesi. Per l’evento vengono scelte due sedi d’eccezione: la Sacrestia del Bramante, vero e proprio gioiello di architettura rinascimentale nel Convento di Santa Maria delle Grazie, dove si trova anche il Cenacolo, e la suggestiva Sala Federiciana della Biblioteca Ambrosiana, aperta al pubblico per l’occasione. (da http://www.leonardo-ambrosiana.it/il-codice-atlantico)
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Titolo PER SAPERNE DI PIÙ Bibliografia La bibliografia dedicata a Leonardo da Vinci è immensa. Qui di seguito proponiamo pochi, ma essenziali testi che ci sembrano i più indicati per chi volesse approfondirne la vita e l’opera. • C. Pedretti, Leonardo da Vinci, Giunti 1996. • E. Villata, Leonardo da Vinci, I documenti e le testimonianze contemporanee, Ente raccolta vinciana, Milano 1999. • A. Forcellino, Leonardo. Genio senza pace, Laterza, Bari 2017. • W. Isaacson, Leonardo da Vinci, Mondadori, Milano 2017. • M. De Micheli, Leonardo da Vinci. L'uomo e la natura, Feltrinelli, Milano 2018. Sitografia Per un approfondimento on line su alcuni aspetti dell’opera e della vita di Leonardo si consigliano: ww.beic.it/it/content/i-codici-di-leonardo http://www.leonardo-ambrosiana.it/la-pinacoteca-ambrosiana/ http://www.istitutocalvino.it/studenti/siti/leo/biologia/anatom.htm https://boa.unimib.it/retrieve/handle/10281/15632/20311/Leonardo%20e%20 l%27anatomia.pdf http://www.museoscienza.org/leonardo/ https://www.royalcollection.org.uk/ http://www.cenacolo.it/
Studio per il primo progetto della statua equestre a Francesco Sforza
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L’incredibile storia del furto della Gioconda Dalla stanza da letto di Napoleone al Louvre per finire nel cassetto di un imbianchino di Varese: così nel 1911 spariva il dipinto più famoso al mondo.
In questo articolo di Stefano Agnoli, pubblicato su Corriere.it del 16 agosto del 2017, viene raccontato, in modo rigoroso, ma allo stesso tempo avvincente, uno dei furti più clamorosi e rocamboleschi della storia dell’arte: quello della Gioconda di Leonardo. Si tratta di un episodio quasi leggendario che ha contribuito ad aumentare la celebrità del dipinto.
La Gioconda
Tra le sette e le otto di mattina del 21 agosto del 1911 tutto era già compiuto. La Monna Lisa di Leonardo, il dipinto più famoso al mondo, era già nel cassetto di un mobile non distante dal Louvre. Ci sarebbe rimasta un paio d’anni. Proprio lei, che Napoleone da primo console aveva fatto mettere nella sua camera da letto alle Tuileries per poterla ammirare assieme alla consorte Giuseppina de Beauharnais. Il ladro. Per tutti i lunghi mesi dal 1911 al 1913 durante i quali la polizia francese la cercò invano, la Gioconda fu invece appannaggio esclusivo di un imbianchino (e decoratore) originario della provincia di Varese, Vincenzo Peruggia, trentenne emigrato oltralpe per tirare a campare come tanti connazionali dell’epoca. Secondo qualche versione Peruggia si sarebbe nascosto in uno sgabuzzino la sera prima del giorno di chiusura del museo (allora era il lunedì) per uscirne la mattina presto. Aveva trovato un posto in una ditta che si occupava della manutenzione interna del Louvre, e per questo era titolato all’ingresso. Pare invece che abbia solamente approfittato della scarsa vigilanza dell’alba di un giorno di chiusura agostano per introdursi nel Salon Carrè deserto e semplicemente staccare il quadro, che si trovava allora tra un Correggio e un Tiziano, e non nella sala di oggi, isolata dalla ressa di migliaia di turisti di ogni parte del mondo da una teca di cristallo e una balaustra in legno.
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Peruggia infila rapido una scala di servizio, sale al piano superiore, rimuove la cornice, nasconde la tavola di 77x53 centimetri sotto il camiciotto da operaio e ritorna a casa, in Rue de l’Hopital Saint Louis. La scoperta del furto. Nelle prime ore del 21 agosto, un pittore e un incisore (Louis Beroud e Frederic Laguillermie), arrivati al museo per le loro attività, si accorgono dell’assenza di Monna Lisa. Inizia a farsi strada l’ipotesi più allarmante: la Gioconda è stata trafugata. La notizia viene tenuta segreta e comunicata solo il giorno dopo. Le indagini. Le indagini e le ricerche procedono a tamburo battente, ma niente. Parigi e la Francia vengono passate al setaccio. Le ipotesi arrivarono fino alla macchinazione internazionale, con le accuse alla Germania, in quel periodo divisa dalla Francia dalla questione marocchina. Ironia della sorte: persino l’abitazione di Peruggia viene perquisita, ma senza successo. Di che cosa accada alla tela di Leonardo in quei lunghi mesi fino al 1913 non si sa molto. A un certo punto però l’imbianchino italiano decide che la Gioconda deve andarsene. Prima scrive in forma anonima e firmandosi “Vincent Leonard” a un antiquario londinese. Nessun ritorno. Poi nell’autunno 1913 si rivolge al fiorentino Alfredo Geri, ponendogli tra l’altro la condizione che il quadro resti in Italia (oltre a una ricompensa di mezzo milione di lire di allora). Quest’ultimo, allarmato, avvisa il direttore degli Uffizi, Giovanni Poggi, e i due combinano un incontro. Chissà che cosa devono aver provato una volta accertata l’autenticità... Il ritrovamento. La polizia viene immediatamente informata e alla fine la Gioconda recuperata e Peruggia arrestato. Il processo si concluderà con una condanna mite. L’imbianchino di Dumenza, professatosi patriottico e desideroso solo di restituire il capolavoro alla sua Patria, diventa a suo modo famoso. Morirà di infarto a 44 anni, in Francia, dopo aver combattuto durante la Prima Guerra.
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Le più belle opere di Leonardo
Annunciazione, 1472-1475, Firenze Galleria degli Uffizi. Si tratta della prima opera di considerevoli dimensioni eseguita da Leonardo quando aveva poco più di vent’anni ed era ancora influenzato dal suo apprendistato nella bottega di Andrea del Verrocchio. Ritratto di Ginevra Benci, 1474 circa, Washington, National Gallery. È il primo ritratto eseguito da Leonardo. Ginevra, dipinta all’epoca del suo matrimonio, era figlia del banchiere fiorentino Amerigo della ricchissima famiglia dei Benci.
Adorazione dei Magi, 1481, Firenze, Galleria degli Uffizi. La grande pala d’altare era destinata al convento di San Donato a Scopeto, nei pressi di Firenze. L’opera non fu mai terminata. Scrive a questo proposito Giorgio Vasari: «Cominciò una tavola dell’Adorazione de’ Magi che v’è su molte cose belle, massime di teste […] la quale anche ella rimase imperfetta come l’altre cose sua».
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Vergine delle rocce, 1483-1486, Parigi, Museo del Louvre. La realizzazione di questo dipinto fu commissionata dalla Confraternita della Concezione e testimonia la presenza di Leonardo a Milano già nell’aprile del 1483. Dell’opera esistono due versioni, una si trova al Louvre e l’altra alla National Gallery di Londra, identiche per dimensioni, ma che mostrano delle evidenti differenze compositive e stilistiche.
Dama con l’ermellino. (ritratto di Cecilia Gallerani), 1488-1490, Cracovia, Czartoryski Muzeum. Fu commissionata a Leonardo da Ludovico il Moro. La Gallerani fu, infatti, la favorita del Duca di Milano. Nel dipinto appare nell’atto di voltarsi verso destra, accennando un saluto con gli occhi.
Ritratto di dama (Belle Ferronnière), 1490-1495, Museo del Louvre. Anche questo ritratto fu dipinto da Leonardo per Ludovico il Moro. La ragazza rappresentata è Lucrezia Crivelli, l’ultima favorita del duca.
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Cenacolo, 1495-1498, Milano, Refettorio di Santa Maria delle Grazie. L’ultima cena è un soggetto assai ricorrente nella pittura del Quattrocento. La particolarità dell’opera di Leonardo, oltre che nella tecnica, sta nella drammaticità con cui viene messa in scena la reazione sgomenta degli apostoli all’affermazione di Cristo: «In verità vi dico: uno di voi mi tradirà» (Matteo, XXVI, 21).
Sant’Anna, la Vergine, il bambino e San Giovannino, 1500 o 15061508, Londra, National Gallery of Art. Dopo aver trascorso quasi vent’anni a Milano, Leonardo torna a Firenze e inizia presto a elaborare il tema di sant’Anna. L’opera non fu mai conclusa. Ci rimane questo straordinario cartone testimonianza della continua ricerca grafica dell’artista.
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La Gioconda, 1503-1513 e dopo, Parigi, Museo del Louvre. «Prese Lionardo – scrive Vasari – a fare per Francesco del Giocondo il ritratto di Monna Lisa sua moglie». Rimane questa la testimonianza più attendibile sull’identità della donna dipinta nel più celebre ritratto della storia della pittura. L’opera non fu mai consegnata al suo committente. Leonardo, infatti, la tenne con sé, ritoccandola senza sosta, fino alla sua morte.
L’Uomo Vitruviano, 1490 circa, Venezia, Gallerie dell’Accademia. Rappresenta il modello perfetto, secondo Leonardo, delle proporzioni del corpo umano.
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PERCORSI DI LETTURA COMPRENSIONE DEL TESTO 1 Quando Andrea conobbe Michelle e quali furono le sue prime impressioni sulla ragazza? .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... 2 L’antipatia tra i due ragazzi viene superata un pomeriggio quando… Racconta l’episodio che cambiò la storia del rapporto tra i due ragazzi. .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... 3 Michelle e Andrea hanno gusti e caratteri molto diversi. Fai una descrizione sia fisica che psicologica dei due ragazzi. .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... ......................................................................................................................... .........................................................................................................................
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PERCORSI DI LETTURA 4 Michelle di Leonardo ama…mentre Andrea preferisce… Completa questa frase con il giudizio che i due ragazzi formulano su Leonardo. .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... ..........................................................................................................................
5 Perché, secondo Andrea, il suo rapporto con Michelle non potrà varcare il confine della semplice amicizia? .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... 6 Come mai Leonardo decide di indirizzare le pagine del suo diario proprio a Michelangelo? Non avrebbe potuto scegliere un altro destinatario? .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... ..........................................................................................................................
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PERCORSI DI LETTURA 7 Che cosa accomuna e che cosa divide i due artisti? .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... 8 Che importanza ha per Leonardo l’apprendistato nella bottega di Andrea del Verrocchio? .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... 9 Quali indicazioni vengono dalla lettura del curriculum che Leonardo invia a Ludovico il Moro? .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... ..........................................................................................................................
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PERCORSI DI LETTURA 10 Illustra in un breve testo le opere di Leonardo che meglio rappresentano la sua ossessione per la sperimentazione. .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... 11 Quale fu il rapporto di Leonardo con i potenti del suo tempo? .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... 12 PerchÊ secondo te Leonardo può definirsi un genio senza pace? .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... ..........................................................................................................................
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PERCORSI DI LETTURA SCRITTURA 1 Riscrivi i seguenti brani usando la terza persona anziché la prima. Ho conosciuto Michelle a Parigi. I nostri genitori si sono frequentati per alcuni anni, prima che io nascessi e che tornassimo in Italia. Poi hanno continuato a vedersi solo durante le vacanze estive e qualche volta a Natale, ma senza mai smettere di considerarsi grandi amici. Suo padre è un ingegnere come il mio, mentre le nostre madri, per seguire i mariti in giro per il mondo, non hanno mai lavorato. Così mia sorella Claudia è nata ad Algeri, mio fratello Francesco a Londra ed io a Milano. Michelle, invece, è stata partorita, ma solo per puro caso, ad Amboise, una città della valle della Loira dove vivono ancora i nonni materni. È rimasta figlia unica fino a quando è arrivato Albert, un bambino nigeriano adottato negli anni in cui il padre di Michelle lavorava in Africa alla costruzione di un metanodotto. Per Albert ho provato subito una grande simpatia, cosa che non posso dire per la sorella. Tanto lui si è mostrato subito solare e socievole, tanto lei appariva ombrosa e scostante. Faceva sentire la sua voce solo a tavola, quando ordinava alla madre di non versare altra minestra o protestava con rapidi suoni per la presenza di carne nel menù, un affronto per una vegetariana rigorosa come lei. Vederla esplorare meticolosamente, con la punta della forchetta, ogni singola foglia di lattuga biologica prima di portarla alla bocca per iniziare una masticazione lunga e silenziosa, me la faceva sembrare malata, suscitandomi una certa pena. L’antipatia arrivava dopo, quando, una volta che Michelle aveva abbandonato con una smorfia di sdegno la tavola per rifugiarsi in non si sa quale stanza della loro enorme abitazione, i suoi genitori iniziavano a tesserne le lodi. […] Le vivevo, le mie amicizie, senza pormi domande, in attesa di quel momento in cui, di fronte all’amore, tutto sarebbe cambiato. Per questo gli sforzi di comprensione del mondo sentimentale erano concentrati non sul perché nascano e finiscano le amicizie, ma sul perché ci si innamori e sulle sue devastanti conseguenze. Avevo
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PERCORSI DI LETTURA visto compagni più grandi scomparire da un giorno all’altro, saltare gli allenamenti, non rispondere ai messaggi, crollare nel profitto scolastico, assentarsi da scuola per settimane. Quelli sì che erano fenomeni degni di riflessione, non certo la nascita delle amicizie. Che poi avevano una caratteristica che in qualche mondo le rendeva meno problematiche: i ragazzi facevano amicizia con i ragazzi, e le ragazze tra di loro. […] Non pensavo che potesse mancarmi tanto. Eppure, avevamo solo chiacchierato un po’ e nella sua cameretta avevo trascorso solo il breve tempo di un aperitivo consumato dai nostri genitori nel salotto di casa. C’eravamo confidati le nostre preferenze: lei, per il Leonardo pittore, soprattutto per quello autore di ritratti femminili e per la moda, io per il Leonardo scienziato e per la meccanica. Nulla di più. Eppure, già il giorno dopo, sull’aereo che da Parigi mi riportava a Milano, avevo iniziato ad avvertire una malinconia mai provata fino ad allora. Non era una tristezza vera e propria, ma una sensazione di vuoto, quella stretta al cuore che senti quando desideri qualcosa ormai lontana. Oggi l’avrei chiamata nostalgia, ma a quei tempi non avevo l’esperienza sufficiente per dare il nome giusto a ogni mio stato d’animo. La mia educazione sentimentale muoveva i primi passi, non ero sicuro di nulla, ma di una cosa mi sembrava non poter dubitare: stavo male per Michelle.
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Ora rispondi alle seguenti domande: a. Quali difficoltà hai trovato nello svolgere l’esercizio? b. Il cambiamento di persona ha apportato modifiche significative al testo? c. A tuo avviso, cambiando voce narrante è mutato anche il rapporto tra il testo e il lettore? Se sì, in che senso? d. Dopo questo esercizio sceglieresti la prima o la terza persona per scrivere una tua storia? Perché?
PERCORSI DI LETTURA 2 Riscrivi il seguente brano usando il tempo presente. Dopo aver risposto ai disperati messaggi di mia madre che mi domandava se fossi ancora vivo, mi distesi sul letto, convinto che la stanchezza del viaggio, le abbondanti razioni di tarte tatin e la prospettiva di assistere a un concerto degli One direction fossero più che sufficienti per farmi prendere sonno in un baleno. Non fu così. Era stata davvero una giornata piena di grandi novità. Era la prima volta che andavo in vacanza da solo, soprattutto non mi era mai capitato di farlo con una ragazza. Certo, non potevo dire che fosse la mia ragazza e non eravamo soli in un campeggio in riva al amre, ma a casa dei suoi nonni. Tuttavia, mi sentivo di aver fatto un grande passo in avanti verso l’età adulta. Poi il giorno dopo avrei calpestato lo stesso pavimento, lo stesso prato, le stesse viuzze dove aveva poggiato i suoi piedi Leonardo, avrei visitato le stanze dove egli continuò a partorire idee straordinarie. Troppe emozioni per riuscire a dormire. Così decisi di tornare in giardino a prendere un po’ d’aria. […] Il mattino seguente mi svegliai tardi. Saranno state le undici quando scesi per fare colazione. I nonni di Michelle erano andati al mercato a comperare frutta, verdura e del formaggio, mentre lei mi aspettava già pronta in giardino. «Ti sei alzato, dormiglione!» esclamò vedendomi. «Mi dispiace, non ho sentito la sveglia» dissi inventando una inutile bugia. «Quando si è in vacanza non si mette la sveglia. È la prima regola per rilassarsi veramente. Ora però cerca di sbrigarti. Prima di andare a visitare Clos Lucé voglio portarti nei luoghi della mia infanzia». Mangiai in tutta fretta la tarte tatin avanzata la sera precedente, bevvi un succo di arancia e la raggiunsi sul vialetto che dal giardino portava sulla strada principale. «Dai, seguimi!» disse porgendomi la mano. Ma quando stavo per afferrarla la ritrasse, facendomi rimanere di sasso con la mano tesa a stringere l’aria.
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«Su, muoviti. Stai ancora dormendo?» continuò Michelle come se nulla fosse accaduto. Feci finta di niente, anche se quel suo gesto mi aveva messo di cattivo umore. Comunque, fu una passeggiata piacevole fra i prati e i boschi, gli stessi dove Michelle scorrazzava da bambina durante le vacanze estive. […] Aspettammo in quel piccolo locale più di un’ora, con la paura di essere sorpresi prima o poi dagli addetti alle pulizie. Lei sembrava divertita, io ero terrorizzato. Per fortuna le pulizie le facevano al mattino e per questo nessuno ci scoprì. Così, quando il custode chiuse il portone d’ingresso, spense le telecamere a circuito chiuso interne e dopo che tutti i dipendenti del museo avevano lasciato il loro posto di lavoro, rimanemmo davvero soli, liberi di girare a nostro piacimento per le stanze dell’ultima dimora di Leonardo da Vinci. «Visto? Non è stato poi così difficile» osservò ridendo Michelle. «Continuo a pensare che abbiamo fatto una follia. Ora saremo di nuovo liberi solo domani mattina. I tuoi nonni si preoccuperanno» replicai. «Non si accorgeranno di nulla. Vanno a letto presto e si alzano all’alba per andare o al mercato o a fare delle passeggiate nei boschi. Ma ora basta con le tue inutili ansie e godiamoci questo luogo pieno di fascino». Ad essere sincero Michelle aveva ragione: visitare da soli Clos Lucé è davvero un’esperienza emozionante. Ci sentivamo degli ospiti di Leonardo, avvertivamo la sua presenza, come se fosse realmente lì, con noi. Nonostante le luci spente, quelle di servizio e quelle che arrivavano dall’esterno, complici anche i fari del concerto, bastavano a illuminare l’interno. Visitammo nuovamente in lungo e in largo i laboratori, senza alcuna fretta, sostando stupefatti davanti ai suoi dipinti come davanti ai suoi attrezzi da lavoro. Infine, entrammo nella camera da letto, rimasta così com’era quando l’artista morì, secondo alcuni tra le braccia del re di Francia Francesco I.
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«Che cosa fai? Questo no!» esclamai, mentre Michelle era in procinto di distendersi sul letto di Leonardo. La presi per una mano per farla desistere, lei oppose resistenza e cademmo insieme sul pavimento. «Hai sentito?» le chiesi mentre si sbellicava dalle risate. «Che cosa? È rientrato il custode? Ci hanno scoperti?» domandò, questa volta anche lei allarmata. «No, qui, sotto questo asse del pavimento. Deve esserci un vuoto» osservai, mentre tentavo di rimuovere il piccolo asse di legno. «Hai ragione. C’è un nascondiglio!» Come al solito Michelle mi anticipò. Fu così che infilò la sua mano sottile e affusolata sotto il pavimento traendo fuori con delicatezza un taccuino tenuto insieme da una copertina di cuoio scuro. Non impiegammo molto per capire che si trattava di qualcosa di straordinario. Ora rispondi alle seguenti domande: a. Quali difficoltà hai trovato nello svolgere l’esercizio? b. Il cambiamento di tempo verbale ha apportato modifiche significative al testo? c. Dopo questo esercizio sceglieresti un tempo passato o il presente per scrivere una tua storia? Perché?
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PERCORSI DI LETTURA 3 Prova a inventare un nuovo finale del libro partendo dal brano seguente. «Ed ora?» mi chiese Michelle una volta conclusa la lettura del diario. «Come? Non lo avevamo già deciso? Mi avevi promesso che l’avremmo rimesso dove l’abbiamo trovato…» «Sì, va bene, ma non l’avevamo ancora letto. Credo che il mondo debba conoscere questo diario, così come ha potuto ammirare i dipinti, i disegni, gli schizzi, i taccuini…» disse convinta. «Non sono d’accordo» obiettai. «Lo sai come la penso. Leonardo ha scritto espressamente che questo diario doveva essere letto solo da Michelangelo. Dobbiamo rispettare la sua volontà». «Continuo ad essere del mio parere. Tutti hanno il diritto di leggerlo» incalzò Michelle. Poi socchiuse gli occhi e si tormentò una ciocca di capelli, come faceva sempre quando rifletteva su cose importanti. Ma proprio mentre esitava… .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... ..........................................................................................................................
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Note ........................................................................................................... ........................................................................................................... ........................................................................................................... ........................................................................................................... ........................................................................................................... ........................................................................................................... ........................................................................................................... ........................................................................................................... ........................................................................................................... ........................................................................................................... ........................................................................................................... ........................................................................................................... ........................................................................................................... ........................................................................................................... ........................................................................................................... ........................................................................................................... ........................................................................................................... ........................................................................................................... ........................................................................................................... ........................................................................................................... ........................................................................................................... ........................................................................................................... ........................................................................................................... ........................................................................................................... ........................................................................................................... ........................................................................................................... ........................................................................................................... ........................................................................................................... ........................................................................................................... ...........................................................................................................
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I GRANDI CLASSICI
ORA E POI
G. Boccaccio Decameron Amori, duelli, magie. L’epica medievale a cura di A. Cristofori M. Shelley Frankenstein B. Stoker Dracula A. Mazzaferro La storia di Odisseo F. H. Burnett Il giardino segreto M. Maggi Enea D. Alighieri La Divina Commedia A. Manzoni I Promessi Sposi M. de Cervantes Don Chisciotte W. Shakespeare Tragedie e commedie E. Salgari Sandokan J. London Il richiamo della foresta J. Verne Ventimila leghe sotto i mari M. Twain Le avventure di Tom Sawyer A. de Saint-Exupéry Il piccolo principe L. Pirandello Novelle scelte L’ira di Achille a cura di M. Maggi R.L. Stevenson L’isola del tesoro Vamba Il giornalino di Gian Burrasca G. Verga I Malavoglia L. Ariosto Orlando furioso F. Sarcuno Mitica Grecia C. Goldoni Pazzi per le vacanze Boccaccio e altri autori Novelle comiche e di beffa A. Dumas Robin Hood F. Molnár I ragazzi della via Pál Il diario di Anna Frank a cura di M. Maggi
La Seconda Guerra Mondiale a cura di M.C. Sampaolesi Carte da lettera a cura di V. M. Nicolosi R. Melchiorre Sulle tracce di Gandhi F. Piccini, S. Savini Sotto il segno della bilancia G. Di Vita Onde - Uomini in viaggio G. Di Vita Alya e Dirar G. Di Vita Il Muro M. Maggi Quando si aprirono le porte M. Maggi E il vento si fermò ad Auschwitz E. Colonnesi, S. Galligani Storia di Zhang E. Colonnesi, S. Galligani Viaggio a Kabul C. Scarpelli Il bullo innamorato F. Sarcuno Il diario di Edo R. Melchiorre Madiba M. Papeschi Sulle tracce della Grande Guerra A. di Prisco Il poeta favoloso M. Strianese Il domatore di libri M. Giannattasio Trappola nella rete R. Melchiorre Il ragazzo di Capaci C. Scarpelli Mi piace R. Melchiorre Il diario segreto di Leonardo da Vinci
RACCONTI D’AUTORE Favole di ieri, di oggi, di sempre a cura di M. Maggi E.A. Poe Racconti di paura C. Dickens Canto di Natale R.L. Stevenson Dr Jekyll e Mr Hyde G. Verga Rosso Malpelo J.K. Jerome Storie di fantasmi per il dopocena O. Wilde Il fantasma di Canterville A.C. Doyle Le avventure di Sherlock Holmes La rosa rossa a cura di M. Giuliani Mistero e paura a cura di M.C. Sampaolesi Il filo di Arianna a cura di M. Giuliani
NON SOLO LETTERE M. Carpineti Un occhio nello spazio A. Cristofori Viva Verdi P. Ercolini Il valzer del bosco M. Papeschi, S. Azzolari 1848 L. Corvatta Una missione speciale A. Sòcrati L’uovo cosmico
ATTUALMENTE G. Di Vita Costituzione e legalità. La convivenza civile come arricchimento e libertà V. Giuliani E tu? Percorsi di cittadinanza attiva per comprendere il nostro tempo S. Lisi, C. Piccinini, F. Senigagliesi Sguardo sul mondo. Problematiche di attualità e spunti di riflessione R. Melchiorre Storie di oggi. L’attualità raccontata ai ragazzi L. Pagliari Cyberbullismo. Le storie vere di chi lo ha sconfitto