L'avventura dell'uomo

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uomo L’avventura dell’uomo è un manuale che mette a fuoco i concetti principali della Storia in maniera completa e immediatamente fruibile. Il testo cartaceo risulta agile, mentre un ricco corredo multimediale è presente nel libro digitale e online.

• I percorsi sono arricchiti da illustrazioni di straordinaria forza evocativa, che stimolano un apprendimento attivo. • Approfondimenti storiografici e di Storia materiale hanno lo scopo di suscitare interesse e curiosità. • Verifiche in itinere e sommative ispirate al modello Invalsi accompagnano passo dopo passo l’apprendimento dello studente.

L’a v v e n t ura dell’

uomo

l’avventura dell’uomo

• La Storia non è intesa solo come una successione di date, ma come un’avventura attraverso le principali tappe evolutive dell’uomo. L’esposizione ha un taglio narrativo caratterizzato da una sintassi lineare, coinvolgente e allo stesso tempo rigorosa e puntuale.

Roberto Melchiorre

Roberto Melchiorre

L’avventura

Corso di storia antica e altomedievale

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pe r l’ in se gn an te - Guida ISBN 978-88-468-3257-3 - Percorsi facilitati - Libro digitale

Dalla Preistoria L'avventura dell'uomo

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Questo volume, sprovvisto del talloncino a fronte, è da considerarsi SAGGIO - CAMPIONE GRATUITO: fuori campo applicazione IVA ed esente da Ddt (Art. 2, c. 3, l.d, DPR 633/1972 e Art. 4, n. 6, DPR 627/1978)

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PERCORSO

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La Preistoria

4,5 miliardi di anni fa Si forma il pianeta Terra

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ESERCIZIO INTERATTIVO

4 milionI di anni fa Compaiono gli australopitechi

Paleolitico 3 milioni di anni fa Compaiono i primi ominidi

2 milioni di anni fa Compare l’Homo habilis

100 000 anni fa Compare l’Uomo di Neanderthal

Neolitico 12 000 anni fa Inizia il Neolitico

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TAVOLA INTERATTIVA


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Inizia l’avventura dell’uomo sulla terra

L’uomo deriva dalla scimmia?

Chissà quante volte avrete sentito dire che l’uomo deriva dalla scimmia. Sarà vero? Senza dubbio la creatura che, più di quattro milioni di anni fa, diede il via alla fantastica avventura dell’uomo sulla terra doveva essere davvero molto simile a una scimmia. Del resto il genere umano non compare all’improvviso: la teoria evoluzionista del naturalista inglese Charles Darwin, vissuto nel XIX secolo e autore dell’opera L’origine delle specie (1859), afferma, infatti, che l’uomo moderno è proprio il risultato della lenta evoluzione di quel primo essere mezzo uomo e mezzo scimmia. Gli scienziati lo hanno chiamato non a caso australopiteco (“scimmia del sud”). I resti fossili (i fossili sono tracce di esseri viventi che, invece di decomporsi dopo la morte, a causa di particolari processi chimici si sono pietrificati nel corso dei millenni e sotto questa forma sono giunti sino a noi) ritrovati in Africa meridionale, o australe, ci dicono che questi nostri veri e propri antenati appartenevano all’ordine dei Primati, quello in cui Scene di vita quotidiana nel Paleolitico.

vengono classificate sia le grandi scimmie antropomorfe (cioè dotate di caratteri in parte simili a quelli dell’uomo), come scimpanzé, gorilla, orango, sia l’uomo moderno. Tuttavia gli australopitechi avevano un aspetto assai diverso dal nostro: più piccoli di statura, con il cranio poco sviluppato e, soprattutto, camminavano ancora a quattro zampe. Certo, erano già in grado di utilizzare alcuni strumenti naturali come pietre e ossi, ma non conoscevano il linguaggio e quindi non erano capaci di fare la cosa che distingue l’uomo da tutti gli altri esseri viventi: trasmettersi esperienze e conoscenze.

ch ec k PO IN T - Che cosa vuole dire australopiteco? - Chi sono i Primati? - Che cosa sono i fossili?

I Primati sono le grandi scimmie con caratteri in parte simili a quelli dell’uomo.


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Sezione 1 • La Preistoria e le antiche civiltà

Finalmente in piedi!

Voi quando avete iniziato a camminare? Di solito i primi passi si fanno intorno all’anno di vita. Ebbene l’australopiteco ne ha impiegati più di un milione per fare i primi passi in posizione eretta. Un progresso di grandi proporzioni. Sapete perché? Perché in piedi si possono usare le mani e compiere operazioni impensabili per chi cammina sempre a quattro zampe. Per esempio fabbricare i propri strumenti: scheggiare pietre e ossa in modo abbastanza regolare, utilizzando tecniche trasmesse di generazione in generazione. Per questo motivo gli scienziati hanno inserito tali creature in un nuovo genere, sempre appartenente agli ominidi, chiamato Homo. E siccome si trattava per la prima volta di ominidi abili nel compiere molte operazioni con le mani, ad Homo è stato aggiunto habilis (che in latino vuol dire “uomo capace”). Dove vivevano questi nostri lontanissimi antenati? Resti di ominidi sono stati rinvenuti nella gola di Olduvai, in Tanzania (Africa orientale), una località situata nella Rift Valley, un vasto solco naturale che attraversa l’Africa dal mar Rosso al Mozambico. Qui le condizioni ambientali trasformarono i nostri progenitori da abitanti

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ESERCIZIO INTERATTIVO

erano gli ominidi: • vissero da 3 a 1,5 milioni di anni fa; • si adattarono ai mutamenti climatici e ambientali

della foresta in abitanti della savana, cioè di quella distesa d’erba dove la posizione eretta permetteva di avvistare i nemici da lontano e dove le mani non servivano più solo per arrampicarsi, come nella foresta, ma potevano essere usate per afferrare e costruire oggetti. Questo permise lo sviluppo di una nuova specie ancora più evoluta, l’Homo erectus (= uomo che cammina eretto), in grado di muoversi sul terreno utilizzando sempre i soli arti posteriori. Egli era capace di controllare il fuoco, anche se, all’inizio, non sapeva accenderlo, ma conservava quello causato da eventi naturali, per esempio dai fulmini. Infine, sapeva produrre attrezzi sempre più elaborati e cacciare in gruppo i grandi animali. Insomma, avete capito bene: la Rift Valley è stata la vera culla dell’umanità!

ch ec k PO IN T - Dove comparvero i primi uomini? - Dov’è la Rift Valley e perché va ricordata? - Perché l’Homo erectus è chiamato così?

habilis: • compare 2 milioni di anni fa; • scheggia la pietra

HOMO (uomo moderno) erectus: • compare 1,5 milioni di anni fa; • cammina eretto; • controlla il fuoco

CHI ERANO I PRIMATI?

sono le grandi scimmie antropomorfe attuali (orango, scimpanzé, gorilla)

AUSTRALOPITECHI (“scimmie del Sud”)

sapiens: • compare 100 000 anni fa; • la sua forma più evoluta è l’Uomo di Neanderthal


Percorso 1 • La Preistoria

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LIBRO

L’intelligenza dipende dalla grandezza del cervello?

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ESERCIZIO INTERATTIVO

Per lungo tempo si è creduto che a un maggiore volume del cervello corrispondesse un’intelligenza più sviluppata. In realtà vi sono animali con cervelli molto più grandi del nostro (pensate alle balene), ma non per questo più intelligenti. Tuttavia, nella storia evolutiva dell’uomo, l’intelligenza è cresciuta di pari passo con l’aumento della grandezza del cervello. Sapete qual è oggi il volume medio del cervello umano? Circa 1350 cm3. Pensate un po’ che quello dell’Homo abilis raggiungeva appena i 650, poi si è passati ai circa 1000 cm3 dell’Homo erectus e ai 1200 della specie successiva: l’Homo sapiens (“uomo intelligente”, appunto), il cui sviluppo cerebrale era molto simile a quello dell’uomo moderno. Ma come viveva quest’uomo preistorico dotato di una intelligenza simile alla nostra?

Le conquiste dell’Homo sapiens

L’Homo sapiens più evoluto era l’Uomo di Neanderthal (dal nome della valle del fiume Neander che scorre in Germania, vicino a Düsseldorf, dove ne sono state trovate le prime testimonianze). La sua presenza è documentata tra i 120 000 e i 30 000 anni fa nel continente europeo, dove si adattò a vivere anche nei climi resi più rigidi dalle glaciazioni. L’Uomo di Neanderthal costruiva raschiatoi di selce (coltelli in pietra per tagliare la carne degli animali) e punte affilate di lancia, sempre in pietra. Sapeva accendere il fuoco mediante i cosiddetti flauti, cioè ossi lunghi forati, nei cui fori venivano sfregati bastoncini di legno con cui accendere della paglia. Probabilmente l’Uomo di Neanderthal fu il primo essere in grado di comunicare con i propri simili attraverso un linguaggio articolato. Questa fu, inoltre, la prima specie umana che seppelliva i propri morti in tombe collettive.

POSTURA

VOLUME DEL CERVELLO Australopiteco

4 milioni di anni fa

450 cm3 Homo habilis

2 milioni di anni fa

650 cm3 Homo erectus

1 500 000 anni fa

1000 cm3 Homo sapiens

ch ec k PO IN T - È corretto dire che chi ha il cervello più grande è più intelligente?

100 000 anni fa 1200 cm3 Homo sapiens sapiens

- Quali sono le caratteristiche fisiche e culturali dell’Uomo di Neanderthal?

L’intelligenza dipende anche dal volume del nostro cervello: ce lo insegna l’evoluzione dell’uomo. Nella tabella sono stati messi a confronto i dati del volume del cervello delle diverse fasi dell’evoluzione dell’uomo preistorico.

40 000 anni fa

1350 cm3


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Sezione 1 • La Preistoria e le antiche civiltà

2 L’Homo sapiens sapiens La vittoria dell’intelligenza

Ricapitoliamo quello che abbiamo già detto: secondo la teoria dell’evoluzione l’Homo sapiens sarebbe il frutto dello sviluppo dell’Homo erectus; successivamente dall’Homo sapiens deriverebbe l’ultimo anello della catena: l’Homo sapiens sapiens (“uomo molto intelligente”), ovvero l’uomo moderno, chiamato anche Uomo di Crô-Magnon dal nome della località francese in cui per la prima volta (nel 1868) furono trovati i resti del suo scheletro. Per diverse decine di migliaia di anni, gruppi di neandertaliani convissero in territori vicini con gli ultimi gruppi di Homo erectus e con i primi gruppi dei nuovi arrivati, i sapiens sapiens. Poi avvenne un decisivo mutamento ambientale. I climi freddi dell’ultima grande glaciazione, detta di Würm, avevano spinto i grandi erbivori più a sud, in cerca di temperature più miti; in seguito però, quando i ghiacci cominciarono lentamente a ritirarsi (siamo intorno a 25-30 000 anni fa), molti grandi animali tornarono a migrare verso settentrione. A quel punto cominciarono a scarseggiare le risorse alimentari provenienti dalla caccia. I neandertaliani si ridussero di numero, fino a L’uomo di Crô-Magnon seppe adattarsi meglio dell’Homo erectus ai climi freddi e alla mancanza di cibo causata dal mutamento dell’ambiente.

scomparire; invece l’Uomo di Crô-Magnon (o Homo sapiens sapiens) seppe adattarsi alla nuova situazione, per esempio sviluppando le tecniche di caccia a distanza, con strumenti che lanciavano pietre. In tal modo riuscì a sopravvivere, per rimanere alla fine l’incontrastato padrone del pianeta.

proviene dall’Africa compare 40 000 anni fa circa

l’HOMO SAPIENS SAPIENS È L’UOMO MODERNO

sa adattarsi ai mutamenti ambientali


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Percorso 1 • La Preistoria

La conquista della Terra

L’avventurosa conquista del pianeta era iniziata, come già sapete, ai tempi dell’Homo erectus, mezzo milione di anni prima, a partire dall’Africa. Dove si diressero questi nostri lontanissimi antenati? Principalmente in Europa e, soprattutto, in Asia. Ma non fu una cosa semplice. Basti pensare che il popolamento dei cinque continenti si completò solo 12-15 000 anni fa: fu infatti l’uomo moderno, l’Homo sapiens sapiens, a occupare in modo sistematico e progressivo tutte le terre emerse dopo la fine dell’ultima glaciazione, quella di Würm, che si stava proprio allora concludendo. Dai resti fossili e dall’esame del DNA sappiamo che la colonizzazione del pianeta partì sempre dall’Africa per dirigersi verso le coste orientali del mar Mediterraneo; di qui gruppi umani raggiunsero da una parte l’Europa meridionale e

orientale, dall’altra si diressero a est, in Asia, giungendo fino a Giava e in Cina. Viaggiando da nord a sud e sfruttando particolari condizioni climatiche, furono raggiunte e popolate anche terre isolate come l’Australia e il continente americano: il ghiaccio copriva ancora, a quell’epoca, buona parte dei continenti e consentiva quindi il passaggio dell’attuale Stretto di Bering.

ch ec k PO IN T - Che cosa è la “colonizzazione del pianeta”? - Illustra l’itinerario seguito dai gruppi umani allorché popolarono via via la terra.

Il popolamento della Terra avvenne per opera dell’Homo sapiens

LIBRO

sapiens. Egli partì dall’Africa verso le coste del mar Mediterraneo; alcuni gruppi si diressero verso l’attuale Europa, altri verso l’Asia, altri ancora raggiunsero l’Oceania e le Americhe.

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IMMAGINE ESPLORABILE

mar Glaciale Artico

Siberia Europa

Stretto di Bering

Asia

America settentrionale

oceano Pacifico

Africa

Melan oceano Indiano

esi

a

G r o e n landia

Po l i n e s ia

oceano Atlantico

America meridionale

Australia mar Glaciale Antartico

co mp et en ze

leggere la carta

- Da quale continente prende avvio il popolamento della terra? - Quali continenti vengono popolati per ultimi?

Luoghi in cui sono stati trovati resti di australopiteco Luoghi in cui sono stati trovati resti di Homo erectus Luoghi in cui sono stati trovati resti di Homo sapiens


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Sezione 1 • La Preistoria e le antiche civiltà

3 La vita quotidiana dell’uomo del Paleolitico Quanto è durata la Preistoria?

Non lo immaginereste mai: il 99,75% del tempo trascorso dalla comparsa dell’uomo sulla terra è occupato dalla Preistoria (che vuol dire “prima della storia”) e solo lo 0,25% dalla storia vera e propria, che inizia solo quando (intorno al 3500 a.C.) apparvero le prime forme di scrittura. La Preistoria comprende due grandi periodi: • il Paleolitico (il nome deriva dal greco e significa “età della pietra antica”) durò dalla comparsa dei primi ominidi (circa 3 milioni di anni fa) fino a 12 000 anni fa. È chiamato così perché gli esseri umani sapevano costruire solo strumenti fatti per lo più di pietra scheggiata; • il Neolitico (cioè “età della pietra nuova”) durò circa 7000 anni e fu caratterizzato da importanti mutamenti nel rapporto tra l’uomo e l’ambiente; cambiò, inoltre, il modo di lavorare la pietra: perciò il Neolitico ha questo nome. Con la fine del Neolitico, verso il 3500 a.C., finì la Preistoria e cominciò la storia propriamente detta.

Contro il freddo e la fame

Il Paleolitico fu un periodo molto difficile per la sopravvivenza del genere Homo, soprattutto a causa dei ciclici e bruschi cambiamenti climatici. A periodi freddissimi, chiamati ère glaciali, si alternavano fasi di clima decisamente più mite. In ogni caso le temperature medie di quel tempo erano molto più basse di quelle a cui siamo abituati oggi. Come facevano, quindi, gli uomini del tempo a sopravvive-

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IMMAGINE ESPLORABILE

re? Cosa mangiavano e come si procuravano il cibo? Come combattevano il freddo? Come producevano gli utensili indispensabili alla vita quotidiana? Ebbene, nel Paleolitico gli uomini si alimentavano con la caccia degli animali, la pesca e la raccolta di frutti e bacche. A mano a mano svilupparono la loro intelligenza e aumentarono le capacità di adattamento all’ambiente: costruirono così armi sempre più efficaci per la caccia; impararono a osservare e a prevedere il succedersi delle stagioni e le migrazioni degli animali, in modo da non perdere mai la principale fonte di nutrimento. Inoltre si abituarono a cacciare in gruppo.

L’uomo animale sociale. Perché?

Gli uomini hanno subito sentito la necessità di vivere in gruppi. Per esempio quelli del Paleolitico preferivano vivere in comunità di non più di cinquanta persone, composte da poche famiglie, spesso imparentate tra loro. Perché? La risposta non è difficile: occorreva che vi fossero abbastanza uomini e donne attivi, in grado di racco-

ch ec k PO IN T - Che cosa significa Paleolitico? Che cosa significa Neolitico? - Quali strumenti sa produrre l’uomo del Neolitico? E l’uomo del Paleolitico?

Per coprirsi gli uomini

del Paleolitico impararono a utilizzare pelli di animali.

Le statuette di donne

scolpite nel Paleolitico sono frequenti, mentre le immagini umane dipinte nelle caverne risultano assai rare. La cosiddetta “Venere di Willendorf” prende il nome dalla località austriaca in cui fu rinvenuta nel 1908.

Gli uomini del Paleolitico

preferiscono vivere in comunità composte da poche famiglie per raccogliere cibo e allevare i piccoli.


Percorso 1 • La Preistoria

gliere cibo e di allevare i nuovi nati. È molto probabile che gli uomini e le donne di allora formassero coppie stabili. Paragonati con le altre specie di animali, già a quel tempo gli esseri umani conoscevano un’infanzia e un’adolescenza insolitamente lunghe, durante le quali dovevano essere nutriti e addestrati. A quell’epoca si moriva, in media, presto. Per la durezza delle condizioni di vita, solo una piccola minoranza di individui giungeva ai trent’anni di età; la maggior parte delle persone moriva più giovane; numerose donne non superavano il delicato momento del parto. Un’altra causa di morte assai comune erano gli incidenti durante la caccia.

La scoperta del fuoco fu casuale e l’uomo del Paleolitico imparò ad accenderlo in un secondo momento, strofinando due legnetti.

Per costruire utensili l’uomo del Paleolitico cominciò a utilizzare materiali diversi dalla pietra.

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La conquista del fuoco, i primi manufatti e la scoperta dell’arte

Per illuminare e riscaldare le grotte, cuocere i cibi e allontanare le belve, gli uomini del Paleolitico impararono ad accendere falò. Ma come avvenne la scoperta del fuoco? Nel modo più naturale: dagli incendi causati dai fulmini. Per molto tempo – poiché non erano capaci di accenderlo – gli uomini dovettero badare che almeno un fuoco nella comunità non si spegnesse mai. Poi impararono che, strofinando due legnetti su un po’ di paglia secca, si poteva in poco tempo accendere un falò. Inoltre, con il trascorrere del tempo, gli uomini del Paleolitico cominciarono a usare


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Sezione 1 • La Preistoria e le antiche civiltà

materiali diversi dalla pietra, come per esempio le carcasse di animali: dalle pelli si ricavavano tende e indumenti, mentre gli ossi si prestavano a diventare fiocine, ami, flauti (utensili per accendere il fuoco). Per rendere meno inospitali i loro rifugi, i cacciatori ne ricoprivano l’ingresso con una rudimentale pavimentazione in pietra, utilizzata anche come piano per lavorare le carni degli animali. Tra le tracce più interessanti del Paleolitico in Europa vi sono le pitture e le incisioni scoperte in alcune caver-

ne soprattutto della Francia e della Spagna. A partire da 20 000 o 15 000 anni fa, in quelle cavità, ignoti “artisti” cominciarono a incidere con graffiti e a dipingere ciò che li circondava; un’abitudine che continuò per diverse altre migliaia di anni. I soggetti preferiti erano gli animali e una grande varietà di segni astratti; meno frequenti risultano le figure umane. Si trattava forse di un rituale magico per propiziare la caccia, oppure di un tentativo di catturare lo “spirito” dell’animale attraverso l’immagine.

IL MESTIERE DELLO STORICO IL PALEONTOLOGO: UNO STRAORDINARIO DETECTIVE.

Chi e con quali metodi e strumenti ci racconta il Paleolitico? La risposta è: il paleontologo. Si tratta di un vero e proprio detective che si serve per le sue difficili indagini della paleontologia (parola composta derivante dal greco che significa scienza dell’antico), che studia gli organismi animali e vegetali fossili deducendone le forme, la struttura degli organi e le abitudini di vita. Per fare tutto ciò la paleontologia ricorre all’aiuto di altre importanti scienze come la zoologia (studia gli animali), la botanica (studia il mondo vegetale), la biologia (studia Un gruppo di paleontologi durante gli scavi per il recupero dello scheletro gli organismi viventi) e la chimica di un fossile risalente a oltre 5 milioni di anni fa. (studia la composizione della materia). Proprio quest’ultima scienza ha dato una mano fondamentale al nostro detectivepaleontologo. Quante volte vi sarete chiesti come si fa ad affermare che uno scheletro di un uomo o di un animale ha 100 000 anni o 10 000 anni? Ebbene, a dircelo con la quasi totale certezza è il metodo detto del carbonio radioattivo. Tutti gli esseri viventi nel corso della loro esistenza accumulano nell’organismo del carbonio radioattivo (C14); alla morte dell’organismo l’accumulazione si interrompe e inizia un lento processo di eliminazione della radioattività che in 5568 anni si riduce esattamente della metà. Quindi misurando la radioattività presente nelle ossa si arriva a calcolare l’età. Geniale, no? Un paleontologo al tavolo di lavoro durante la pulitura di un resto fossile.

STORIA tecnologia

Dalla scoperta del fuoco alla fusione dei metalli


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Per ripassare SCIMMIE ANTROPOMORFE (orango, scimpanzè, gorilla)

PRIMATI

AUSTRALOPITECHI (4 milioni di anni fa)

OMINIDI (Homo, 3 milioni di anni fa; sapevano fabbricare strumenti in pietra e ossi; ritrovati numerosi resti di ominidi in Tanzania)

HOMO HABILIS (2 milioni di anni fa) era in grado, scheggiando la pietra, di costruire semplici strumenti

HOMO ERECTUS (1,5 milioni di anni fa) - presentava un cervello notevolmente più grande - era capace di camminare eretto sugli arti posteriori - era capace di controllare il fuoco

PALEOLITICO • difficili condizioni ambientali per il susseguirsi di ère glaciali e interglaciali • gli esseri umani vivono di caccia, pesca e raccolta di frutti e bacche • sorgono le prime forme di comunità umane, gruppi composti da poche famiglie • gli esseri umani costruiscono utensili in pietra e osso e imparano ad accendere falò • nelle caverne si sviluppa l’arte rupestre

HOMO SAPIENS (100 000 anni fa) La forma più evoluta è costituita dall’Uomo di Neanderthal, capace di: - costruire raschiatoi di selce e punte di lancia - regolare il fuoco tramite i flauti - comunicare con i propri simili - seppellire i morti in tombe collettive

HOMO SAPIENS SAPIENS o Uomo di Crô-Magnon, comparso 40 000 anni fa. Si adattò ai cambiamenti climatici dovuti all’ultima glaciazione


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Check delle conoscenze 1 Vero o falso?

1. L’arte delle caverne aveva uno scopo magico. V F 2. Per un certo periodo, gruppi di neandertaliani convissero con gruppi di Homo erectus e altri gruppi di sapiens sapiens. V F 3. I flauti preistorici erano strumenti in osso che servivano ad accendere il fuoco. V F 4. I resti dell’Uomo di Neanderthal sono documentati soprattutto in Africa. V F 5. L’età media degli uomini del Paleolitico giungeva a circa cinquant’anni. V F

2 Collega le date ai relativi eventi 1. 25-30 000 anni fa a. i primi ominidi compaiono sulla terra 2. 12-15 000 anni fa b. compare sulla Terra l’Homo sapiens sapiens 3. 3-1,5 milioni di anni fa c. i ghiacci cominciano a ritirarsi 4. 100 000 anni fa d. compare sulla Terra l’Homo sapiens 5. 40 000 anni fa e. l’uomo moderno giunge a popolare tutta la Terra

3 Scegli la risposta corretta tra quelle proposte 1. I Primati sono: antiche scimmie, oggi scomparse, dotate di grande forza e velocità un ordine biologico che comprende sia le scimmie sia l’uomo moderno l’ordine a cui appartenevano i primi ominidi, ma non l’Uomo di Neanderthal la famiglia a cui appartenevano gli australopitechi e le scimmie, ma non i primi ominidi 2. Il popolamento della Terra: iniziò mezzo milione di anni fa con Homo erectus e si concluse 12 000 anni fa con Homo sapiens sapiens iniziò 25 000 anni fa con la glaciazione di Würm e si concluse 12 000 anni dopo con Homo sapiens sapiens iniziò 12 000 anni fa con l’Uomo di Neanderthal e si concluse qualche millennio dopo con Homo sapiens sapiens iniziò mezzo milione di anni fa con Homo erectus e si concluse 25 000 anni fa, con la glaciazione di Würm 3. L’Uomo di Crô-Magnon: era un Uomo di Neanderthal è il nome del primo Homo erectus ritrovato dagli studiosi apparteneva alla sottospecie Homo sapiens sapiens

4 Completa la sintesi, utilizzando i termini sottostanti Uomo di Crô-Magnon • ominidi • 40 000 anni fa • Neolitico • glaciazioni • caccia • 3500 a.C. • australopitechi • pesca • raccolta • 4 milioni di anni fa • Paleolitico • evoluzione La comparsa degli ................................................. sulla Terra avvenne circa

.................................................................... :

.........................................................................

è questo l’inizio della

Tuttavia l’uomo moderno,

o ........................................................................................ , comparve circa ............................................................................... ;

genetici con i precedenti

esso non aveva legami

.............................................. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

La Preistoria si divide in due fasi: il ................................ . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . , o “età della pietra antica” (da 3 milioni di anni fa a 12 000 anni fa); e il ......................................................... , o “età della pietra nuova”, che durò fino verso il

.........................................................

Nel corso del

Paleolitico i gruppi umani vivevano di ......................... . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . , ...................................................

e ........................................... . . . . . . . . di frutti e

affrontavano condizioni di vita molto dure, anche a causa delle ...................................................

5 Cerca nel testo e rielabora 1. Rintraccia nel testo: • perché l’ambiente della savana si differenzia da quello della foresta • quali creature si adattarono alla nuova situazione e quali no 2. Sottolinea nel testo il motivo per cui la Preistoria viene anche chiamata «età della pietra». 3. Spiega in breve la teoria dell’evoluzione, utilizzando i seguenti termini: adattamento • ambiente • specie 4. Evidenzia nel testo con un colore chi era il progenitore dell’Homo sapiens sapiens secondo la teoria tradizionale 5. Compila sul quaderno una tabella, che riassuma le caratteristiche dei diversi esseri: australopitechi • Homo habilis • Homo erectus • Uomo di Neanderthal


Percorso 4 • Il mondo degli Egizi

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STORIA MATERIALE. Tecnologia I monumenti più celebri dell’Antico Regno sono le piramidi, gigantesche tombe, erette a Saqqara e a Giza, non lontano dall’attuale capitale, Il Cairo. Mirabili per la loro grandiosità e concezione architettonica, queste costruzioni richiesero il lavoro di migliaia di persone e costituiscono una straordinaria testimonianza della civiltà dell’epoca. Tombe dei faraoni, scrigni contenenti favolose ricchezze, monumenti destinati al culto di Amon-Ra, il Sole: le piramidi sono tutto questo e altro ancora. Ma per quale motivo gli Egizi vollero rendere queste costruzioni così monumentali, sostenendo spese altissime e impiegando lavoratori che sarebbero stati meglio utilizzati nel lavoro dei campi? La risposta va cercata nel fatto che la piramide era la tomba del

faraone: un uomo che era anche, e soprattutto, un dio; la monumentalità dell’edificio voleva dunque ribadire il potere divino di colui che sedeva sul trono e l’obbedienza a lui dovuta. Non solo: la piramide suggerisce l’elevazione verso il cielo, al quale il faraone defunto ritornava dopo la morte e che era la dimora del dio più importante, ovvero il Sole, Amon-Ra, di cui il faraone veniva ritenuto figlio. Le piramidi più famose furono erette a Giza, fra il 2550 e il 2490 a.C., come tombe a tre faraoni della IV dinastia: Cheope, Chefren e Micerino. La più alta è la piramide di Cheope, chiamata anche “Grande Piramide”: è alta 147 metri, ogni lato della sua base quadrata misura 230 metri e per costruirla furono necessari oltre 2 300 000 blocchi di pietra, ognuno dei quali pesava in media 2,5 tonnellate. Migliaia

tetto di scarico

di uomini vennero impegnati nella sua costruzione, per venti o forse trent’anni, nelle fasi di piena del Nilo, quando non era possibile coltivare la terra. Le pietre andavano sollevate ad altezze notevoli: vennero perciò costruite macchine e rampe che circondavano la costruzione e sulle quali venivano issati i blocchi. Il faraone veniva seppellito con numerosi oggetti e gioielli e dunque le piramidi erano veri e propri scrigni che custodivano tesori assai invitanti per i ladri. Gli Egizi presero le loro precauzioni per salvaguardare il sonno eterno del sovrano ma ciononostante, fin dall’antichità, tutte le piramidi furono saccheggiate. Neppure la mummia di Cheope fu risparmiata dai ladri, in quanto le stesse bende che avvolgevano il corpo del re defunto ospitavano preziosi gioielli.

condotto di ventilazione grande galleria

camera del Re corridoio ascendente

camera della Regina

camera sotterranea

entrata

corridoio discendente Consulta le fonti Siate fedeli al faraone, dio in terra


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Sezione 1 • La Preistoria e le antiche civiltà

tribù ebraiche si insediarono effettivamente intorno al 1900 a.C. nella zona del fiume Giordano. A quel tempo gli Ebrei costituivano un piccolo popolo di pastori nomadi di origine semitica, diviso in tribù.

Gli Ebrei diventarono schiavi degli Egizi. Poi un uomo li liberò

La Bibbia ci dice anche che il popolo ebraico, in seguito, si spostò in Egitto: alcune tribù si insediarono nella terra dei faraoni intorno al 1700 a.C., cioè nell’epoca dominata dagli Hyksos. L’Egitto era una terra ricca e ospitava numerose comunità di immigrati dal Vicino Oriente. La Bibbia prosegue raccontando che gli Ebrei divennero schiavi degli Egizi. Secondo gli studiosi, questa indicazione non va presa alla lettera: probabilmente gli Ebrei consideravano “schiavitù” i lavori alle opere pubbliche a cui tutti, in Egitto, erano periodicamente obbligati. Poi, verso il 1250 a.C., gli Ebrei ritornarono in Palestina, ritrovando così la libertà. Li guidava un capo di nome Mosè: dopo aver vissuto a lungo presso la casa reale egiziana, aveva riscoperto la propria origine ebraica, convinto che Dio lo avesse chiamato a liberare il popolo. La Bibbia attribuisce all’intervento di Dio l’esodo (cioè uscita) degli Ebrei dall’Egitto.

Durante questo viaggio a ritroso verso la «terra promessa», aggiunge la Bibbia, Mosè ricevette direttamente da Dio, nel deserto del Sinai, una nuova legge: i Dieci Comandamenti, scolpiti su tavole di pietra (le «Tavole della legge»). Si tratta di una delle legislazioni più antiche e più importanti della storia, di poco successiva al codice di Hammurabi. Ancora oggi la legge mosaica si pone come uno dei riferimenti fondamentali della morale comune (le scelte che tutti i giorni facciamo in base a ciò che riteniamo giusto o ingiusto, buono o cattivo), non solo per il popolo ebraico ma per l’intera civiltà occidentale.

Come si concluse l’esodo? Quale stato nacque?

L’esodo si concluse dopo un lungo e tortuoso percorso: gli Ebrei giunsero in Palestina, la terra che era stata promessa da Dio ad Abramo e ai suoi discendenti. Essa era però abitata da numerosi altri popoli: gli Ebrei li soggiogarono dopo una lunga serie di scontri, narrati anch’essi nella Bibbia, nel corso dei quali Dio stesso appare a combattere al fianco del suo popolo. In particolare vennero sconfitti i bellicosi filistei, uno dei «Popoli del mare» che avevano invaso l’Egitto. Alla fine di queste lotte gli Ebrei fondarono uno Stato nazionale, il Regno d’Israele, guidato da un solo re: il primo fu Saul, che regnò dal 1030 a.C.; il secondo fu David, che ingrandì il territorio d’Israele e conquistò la nuova capitale, Gerusalemme, chiamata dalla fede ebraica la «città santa». Dal 970 al 931 a.C., infine, regnò Salomone, che fece costruire il primo tempio in onore di Yhwh; questo tempio venne poi ingrandito nei secoli successivi. La fase del regno, e soprattutto l’età di Salomone, segnarono per il popolo ebraico il momento di massimo splendore, come provano i ricchi scambi commerciali e le relazioni diplomatiche avviate in quell’epoca.

Perché e quando finì il regno di Israele?

Salomone fu il terzo e ultimo re di Israele come Stato unitario. Subito dopo questo periodo di splendore, il piccolo regno conobbe discordie interne e si divise in due parti,

Statua

raffigurante Mosè con le tavole della legge.

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Percorso 7 • Le città-stato

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IL MESTIERE DELLO STORICO. Lavoriamo sulle fonti GLI SCHIAVI? «STRUMENTI ANIMATI»

Aristotele, Politica, 1254 a.C. Tutta la cultura antica riteneva gli schiavi degli esseri inferiori, nati per essere sfruttati dai padroni e privi di qualsiasi diritto. Ecco che cosa pensava in proposito il grande filosofo Aristotele. Il passo è tratto da una sua opera, intitolata Politica. Comandare ed essere comandato non solo sono tra le cose necessarie ma anzi tra le giovevoli, e certi esseri sin dalla nascita sono destinati parte a essere comandati, parte a comandare. In realtà, l’essere che può prevedere

con l’intelligenza è capo per natura, è padrone per natura, mentre quello che può col corpo faticare è soggetto, e quindi per natura schiavo: perciò padrone e schiavo hanno gli stessi interessi. Come ogni arte1 specifica possiede necessariamente strumenti adeguati se vuole compiere la sua opera, così deve averli l’amministratore della casa2. Degli strumenti alcuni sono inanimati, altri animati, e la proprietà è un insieme di strumenti: anche lo schiavo è un oggetto di proprietà animato. Perciò, mentre il padrone è solo padrone dello schiavo e non appartiene allo schiavo, lo schiavo

non è solo schiavo del padrone, ma appartiene interamente a lui. Un essere che per natura non appartiene a se stesso ma a un altro, pur essendo uomo, questo è per natura schiavo; e appartiene a un altro chi, pur essendo uomo, è oggetto di proprietà. Perciò la natura vuole segnare una differenza nel corpo dei liberi e degli schiavi: gli uni l’hanno robusto per i servizi necessari, gli altri inutile a siffatte attività, ma adatto alla vita politica. 1 arte: Aristotele intende con tale termine qualsiasi attività pratica. 2 casa: s’intende qui l’azienda agricola (in greco: éikos).

Schiavi impegnati nella preparazione del pane.

ANALIZZIAMO IL TESTO 1 Aristotele teorizza la schiavitù come istituzione che si fonda sulla disuguaglianza naturale fra gli esseri umani. Egli la giustifica sulla base di due criteri: • il primo è che lo schiavo è «per natura schiavo»; • il secondo criterio è che la schiavitù è necessaria in quanto serve a svolgere lavori di fatica indegni di un uomo libero. 2 La sua soluzione è che la schiavitù è giusta in quanto, sostanzialmente, sono schiavi

coloro che non sanno condursi da sé. Aristotele però non considera che questa incapacità è un effetto della condizione servile (chi nasceva schiavo, in Grecia, non poteva acquistare la libertà) e non la sua causa. In tal modo finisce per fornire una difesa del sistema vigente, così ingiusto e disumano. RIFLETTI E RISPONDI 1 Che cosa intendeva Aristotele con «strumento»? E che cosa intendeva con l’aggettivo «animato»?

2 Sottolinea nel testo i punti da cui emerge la convinzione dell’autore che gli schiavi sono tali «per natura». Spiega poi con le tue parole questa espressione. 3 Dove emerge l’idea che la schiavitù è necessaria all’uomo libero? E a che cosa essa è utile, secondo Aristotele? 4 Purtroppo ancora oggi la schiavitù è presente, sotto varie forme, nel mondo contemporaneo. Quali forme assume la schiavitù, oggi? Da che cosa la si riconosce? E come si può combatterla?


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