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L’ultimo lupo

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Le sequenze

Le sequenze

amica mia

La descrizione di un animale viene spesso arricchita usando DATI SENSORIALI e descrivendone ATTEGGIAMENTO e MOVIMENTI.

L’ULTIMO LUPO

C’era qualcosa di diverso nell’aria. Non era odore di alberi, di erba, di fiori. Era un’altra cosa. Era un odore selvaggio. Odore di lupo. Enzo guardò: un buco nella roccia. Doveva essere una caverna. Adagio allungò il braccio, scostò i rami. Vide il lupo. Non pensò più a nulla. Ebbe un impulso di fuga che svanì subito. Non respirò. Non ebbe né paura né sorpresa. Nulla. Restò a fissare quegli occhi tondi e gialli. E quegli occhi risposero al suo sguardo. Il lupo giaceva sul terreno della caverna su un fianco, le zampe in avanti, in un atteggiamento di infinita stanchezza: ansimava e dalla bocca socchiusa usciva la lunga lingua rosea: guardava il ragazzo con occhi grandi e liquidi. Non un ringhio, da quelle fauci rosse. Non un agitarsi di quella forte coda.

M. Milani, L’ultimo lupo, Piemme Junior

NALIA ZZO

il testo

Qual è l’animale di cui si parla nel brano? Come viene definito dall’autore il suo odore? In quale posizione si trova all’interno della caverna?

Quale suono non emette? Quale movimento non compie?

Sottolinea i dati visivi con cui l’autore descrive gli occhi del lupo, la bocca, la lingua, le fauci.

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