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Bebe Vio da solo non sei nessuno

Una in più Marcia

OMPRENDOC

il testo

Quali animali domestici vivono a casa Vio?

Per quale motivo il cane della mamma si chiama Taxi?

RIFLETTO e DICO la MIA

Bebe esprime un messaggio molto bello in questo testo: “da solo non sei nessuno”. Tu che cosa ne pensi? Prova a confrontarti con i compagni e le compagne.

BEBE VIO: DA SOLO NON SEI NESSUNO

La versione originale, in realtà, è: se non hai dietro una famiglia che ti ama e ti sostiene, non sei nessuno. È una delle frasi che ripeto più spesso da quando ho cominciato a girare per convegni e incontri a raccontare la mia storia, che è anche la storia della mia famiglia. A casa Vio, a Mogliano Veneto, siamo in sei: mamma Teresa, papà Ruggero, il mio fratellone Nicolò, io, la mia sorellina Maria Sole e Taxi, il cane della mamma. Taxi è l’ultimo arrivato e il più coccolato e Sole è un po’ gelosa di lui perché quelle coccole una volta erano solo sue. Allora per consolarla mamma e papà le hanno regalato quattro tartarughe che adesso vivono in giardino. Sole ha dato un nome a tutte ed è l’unica capace di distinguerle davvero l’una dall’altra. O almeno così dice. Alla sera diventiamo sette, perché nonno Giorgio, il papà di mio papà, viene a cena da noi. Si è trasferito a due strade da casa nostra da poco, da quando abbiamo perso la nonna Marzia: mi è molto dispiaciuto che la nonna sia mancata, ma sono davvero contenta che lui sia venuto a vivere vicino a noi perché mi aiuta tantissimo. Nei fine settimana, in particolare al pranzo della domenica, a volte diventiamo nove perché oltre a nonno Giorgio arrivano nonno Tino e nonna Maide, il papà e la mamma della mia mamma, che vivono anche loro da poco a un paio di strade da casa nostra. Vivere in sei sotto lo stesso tetto non è sempre semplice, soprattutto per mamma e papà che hanno dovuto incastrare i loro orari di lavoro con quelli della nostra scuola e

dei nostri impegni pomeridiani (non è un caso se il cane della mamma si chiama Taxi). Soltanto adesso che siamo più grandi siamo diventati anche più autonomi: Nico ha preso la patente, tra poco anch’io avrò la mia e Sole avrà solo l’imbarazzo della scelta in fatto di autisti. Magari sarà anche la volta che smetteremo di essere in ritardo. Da piccola non me lo ricordo se eravamo sempre in ritardo, adesso lo siamo spesso, molto spesso. Okay, quasi sempre. Ma per ottime ragioni. Ve l’ho detto, vivere in sei sotto lo stesso tetto non è semplice. Però vi assicuro che è una delle cose più belle che possano capitare a una persona. Capiamoci, io sono stata molto indipendente fin da piccola: a otto anni, quando ho cominciato a frequentare gli scout e a restare fuori a dormire i miei primi campi, ero l’unica bambina che riposava tranquilla e non chiedeva mai di telefonare a casa. Un po’ perché la mia sestiglia, prima, e la mia squadriglia, poi, sono stati come una famiglia per me. Un po’ perché non ho mai avuto bisogno di stare attaccata a mamma e a papà e ai miei fratelli per sapere che ci vogliamo bene.

B. Vio, Mi hanno regalato un sogno, BUR

NALIA ZZO

il testo

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sestiglia: sotto-unità in cui è suddiviso un branco di lupetti (bambini scout), normalmente composta da 6/8 bambini/bambine

Indica con X. L’autrice racconta: fatti inventati. fatti che si riferiscono alla propria vita. I fatti sono narrati: in prima persona. in terza persona.

Nella narrazione l’autrice nomina altri personaggi, sottolineali e ricostruisci l’albero genealogico della sua famiglia.

BEBE

Una in più Marcia LegalitàL viaggionella

Che cosa significa la parola UGUAGLIANZA?È il principio secondo il quale, davanti alla legge, tutti e tutte, senza distinzione di sesso, religione e colore della pelle, hanno pari dignità e godono degli stessi diritti.

Hai mai sentito parlare di Martin Luther King? Fate una ricerca in rete per conoscere meglio questo importante personaggio. Martin Luther King nasce ad Atlanta (Stati Uniti) il 15 gennaio 1929 e dedica tutta la sua vita alla difesa dell’uguaglianza di tutti gli uomini e dei loro diritti, battendosi contro il razzismo in America. Martin Luther King non usa la violenza nella sua battaglia ma il dialogo pacifico, il ragionamento, l’incontro tra gli uomini. Egli diventa un punto di riferimento per tantissime persone e nel 1964 riceve il premio Nobel per la pace. Probabilmente a causa delle sue idee completamente nuove e straordinarie, viene ucciso a soli 39 anni. La forza e la verità dei suoi pensieri, però, rimangono a ricordare che tutte le donne e tutti gli uomini devono essere liberi e rispettati.

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premio Nobel: importante riconoscimento, che ogni anno viene assegnato a una persona vivente che si è distinta per la sua opera e il suo impegno a favore dell’umanità

EDUCAZIONE CIVICA

Ciao. Mi chiamo Martin e ho sei anni. Tra qualche giorno io e il mio più caro amico di giochi cominceremo la scuola. Sono proprio contento di stare con lui: ci conosciamo da quando avevamo tre anni. Adesso vado a chiamarlo a casa… – Buongiorno signora, suo figlio può venire a giocare con me? – No. – Perché? Sta forse male? – No, torna a casa. È così e basta. Me ne vado ma il giorno dopo ritorno e la risposta è sempre la stessa e il giorno dopo ancora. Alla fine la signora, di fronte alla mia insistenza, spiega: – Non potrete più incontrarvi perché da domani lui inizierà una scuola diversa dalla tua. Mio figlio frequenterà una scuola per “white” (bianchi) e tu una per “colored” (neri). Devi renderti conto che tu sei diverso. Torno a casa sconvolto: non riesco a comprendere perché io, a causa della mia carnagione marroncina, debba essere costretto a separarmi dal mio amico. Chiedo il perché alla mamma e lei mi spiega che cosa è il razzismo e dei tanti pregiudizi che molti bianchi hanno ancora nei confronti della gente di colore. Lascio a te però, bambino di oggi, le ultime parole della mamma, che custodirò per sempre dentro di me: – QUALUNQUE COSA TI DIRANNO, NON DOVRAI MAI DUBITARE DI ESSERE UN BAMBINO COME GLI ALTRI.

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razzismo: distinguere gli uomini in base alle razze, esaltando le qualità superiori di una rispetto all’altra pregiudizio: idea nata senza la conoscenza di fatti e persone e che, perciò, può portare a dare giudizi sbagliati e cattivi su di esse

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Di fronte alla separazione dal suo amico, Martin prova un grande dispiacere e si accorge che nel suo Paese gli uomini di pelle scura non possono frequentare gli stessi locali dei bianchi, non possono sedersi nei posti dei bianchi sugli autobus... Così Martin Luther King decide di far capire a tutti che quel modo di pensare è ingiusto usando la forza del dialogo. È famoso il suo discorso “Io ho un sogno”, che tiene il 28 agosto 1963 a Washington, negli Stati Uniti, in cui si chiede che un giorno la popolazione di colore possa avere gli stessi diritti di quella bianca.

Io ho un sogno. Che i miei quattro figli piccoli potranno vivere un giorno in una nazione nella quale non saranno giudicati per il colore della pelle, ma per le qualità del loro carattere. Ho un sogno. Che un giorno lo stato di Alabama diverrà un luogo dove i bambini e le bambine di colore daranno la mano ai bambini e alle bambine bianchi, e cammineranno insieme come fratelli e sorelle...

Disegna nel cuore il sogno di Martin.

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