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Domande dentro il testo
Leggi il testo; troverai delle domande che ti aiuteranno a riflettere.
IL PRATO: UN UNIVERSO COMPLESSO
Il prato, a un osservatore non troppo attento, può sembrare semplice da analizzare; ma non è così: occorre esaminare tutti gli organismi che lo compongono, studiare gli equilibri che ne regolano la vita e anche il terreno. Le specie che colpiscono a prima vista sono le piante verdi, le più importanti, perché “fabbricano” le sostanze organiche di cui sono composte; perciò, vengono chiamate autotrofe.
• Che ruolo hanno le piante autotrofe nell’ambiente? Tutti gli altri organismi che troviamo nel prato vivono a spese delle erbe, direttamente o indirettamente: vengono chiamati eterotrofi, perché appunto si nutrono a spese di un altro organismo.
• Come si nutrono gli organismi eterotrofi?
Le autotrofe vivono nello strato più alto godendo al massimo dei raggi del sole, perché se non c’è luce, la fabbrica non funziona. Gli eterotrofi se ne stanno soprattutto dove si accumula materiale organico, alla base delle piantine o nel suolo.
• Che cosa significa che “la fabbrica non funziona?”: Le erbe di un prato forniscono energia a migliaia di organismi sotto forma di nutrimento, e offrono un riparo a uno sterminato numero di piccoli vertebrati, di invertebrati e di larve che vivono tra le foglioline o tra le radici.
Il grande libro della natura in Italia, Touring Junior
• Che tipo di testo hai letto? Argomentativo. Informativo scientifico. Narrativo storico. Regolativo.
• Che cosa si intende per materiale organico?
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I CICLISTI DEL CIRCO
• Dopo aver letto solo il titolo, secondo te, di che cosa parlerà questo testo?
Una sera d’estate andai con mio fratello al circo. Un ometto con un cappello giallo in testa e il naso a pera, con i pantaloni a quadretti e le scarpe lucide, uscì su una normale bicicletta a due ruote.
• Com’è il personaggio presentato?
Accompagnato da una musica, fece un giro, poi lanciò un urlo e fece impennare la bicicletta. Fece un altro giro su una sola ruota, pedalando con le mani; arrivò una donna bionda, con una gonna cosparsa di stelle d’argento, seduta su un sellino in cima a un palo metallico con una sola ruota. Cominciò a girare in tondo.
• Quali caratteristiche particolari ha la donna che arriva in pista?
Incontrandola, l’ometto lanciava grida di saluto e con un piede sollevava il cappello dalla testa. Giunse, infine, un bimbetto di otto anni circa su una minuscola bicicletta con un grosso clacson. Dopo aver compiuto alcuni giri, gli acrobati arrivarono fino all’orlo del palcoscenico e gli spettatori delle prime file si buttarono indietro gridando. Ma le biciclette si fermarono al momento preciso in cui le ruote anteriori minacciavano di piombare sulle teste degli spettatori.
M. Bulgakov, Il maestro e Margherita, Einaudi
• Da che cosa è determinata la reazione degli spettatori?
Nel testo, sottolinea con i colori indicati le informazioni per rispondere alle domande.
Chi sono i personaggi? Qual è l’ambiente?
Qual è il tempo? Quali emozioni sono espresse? Sottolinea i dati uditivi: ti aiutano a capire meglio quello che succede al circo? Sì. No.
Leggi il testo; troverai delle domande che ti aiuteranno a riflettere.
LA LEPRE E LA TARTARUGA
Un giorno la lepre si vantava con gli altri animali. Diceva che nessuno poteva batterla in velocità e sfidò chiunque a correre più veloce di lei.
• Da questa prima parte, puoi capire quando avviene la storia? Sì. No. In parte. • Perché la lepre si vanta?
La tartaruga, con la sua solita calma, accettò la sfida. La lepre scoppiò a ridere, divertita. La tartaruga le disse di non vantarsi prima ancora di aver vinto.
• Chi sono i protagonisti della storia?
Stabilito il percorso, iniziò la gara. La lepre partì come un fulmine. Poi si fermò a fare un sonnellino, per dimostrare il suo disprezzo verso la tartaruga. La tartaruga, intanto, camminava con fatica, un passo dopo l’altro, e quando la lepre si svegliò, la vide vicina al traguardo.
• Che cosa fece la lepre durante la corsa? Perché?
Allora la lepre si mise a correre, ma ormai era troppo tardi per vincere la gara. La tartaruga sorrise e disse che l’importante non era correre veloce, ma partire in tempo.
Esopo, Favole
• Chi vinse la gara? • Che cosa vuole insegnare questa storia? C’è una morale?
Leggi le parti del testo e, quando incontri le righe di puntini, scrivi delle domande utili, che ti serviranno a lavorare e riflettere sull’argomento.
IDENTIKIT DEL BULLO E DELLA BULLA
Ma chi è il bullo? È il despota egoista che non ha a cuore il bene dei propri sudditi, come ne “Il re malvagio”. O l’orco orribile che schiavizza la bambina, come ne “La trappola”. O ancora la strega crudele che sfida la fragile fatina, come in “Duello di magia”. Le declinazioni possibili sono infinite. Una cosa è certa: alla fine non ha mai la meglio e dimostra tutta la sua debolezza.
• Domanda
Il bullo si crede forte ma è la figura più debole. È un leader negativo che domina sugli altri solo in virtù della sua capacità prevaricatrice, non del suo carisma. Se avete sempre pensato che il bullismo fosse un fenomeno tipicamente maschile, sbagliavate. Sembra, infatti, che anche tra le ragazze questa sia una piaga in espansione.
• Domanda
Il bullo è debole, prepotente ed esibizionista. La bulla è pettegola, invidiosa e sola. Le sue armi non sono la violenza fisica o l’estorsione, ma la calunnia e la tortura psicologica.
• Domanda
Come neutralizzarli? Non sono consapevoli del dolore che provocano nella vittima designata. Bisogna far rivivere loro le stesse emozioni che incutono negli altri. Non mettendoli alla gogna, però. Ma attraverso, per esempio, laboratori teatrali: sulla scena è più facile invertire i ruoli reali.
Repubblica.it
• Domanda
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LA DIETA DEGLI ANTICHI ROMANI
Parole di uso comune, come “pranzo” e “cena”, le abbiamo ereditate dagli antichi Romani. Tuttavia, le loro abitudini erano alquanto diverse dalle nostre. Chi poteva permetterselo, di buon mattino faceva una prima colazione, chiamata jentaculum: con una fetta di pane o una focaccia servita con del vino (o latte), e accompagnata da datteri, miele, uova o formaggio. Il pranzo, prandium, veniva consumato all’incirca verso le 11. Era un pasto piuttosto leggero e veloce, oggi diremmo quasi uno spuntino: pane, formaggio e, raramente, un po’ di carne.
• Domanda
La bibita degli antichi Romani era una bevanda dolce chiamata mulsum, non proprio adatta ai giovani, preparata facendo bollire vino e miele.
• Domanda
Il pasto più importante della giornata era la cena, che iniziava nel tardo pomeriggio e durava mediamente un’ora. I ricchi, però, amavano organizzare cene interminabili in cui oltre agli alimenti più comuni come carne, verdure, uova e frutta, venivano servite ogni sorta di portate esotiche e cibi sontuosi, come il pavone arrosto e gli struzzi. Una delle salse più in voga era il garum ottenuta mischiando avanzi di pesce con acqua salata (non storcete il naso, i Romani ne andavano matti!).
• Domanda
Una delle prelibatezze che gli antichi Romani amavano cucinare era l’isicia omentata, una specie di hamburger a base di carne tritata, mollica di pane bagnata nel vino, bacche di mirto, pinoli, pepe e mosto cotto.
pompeiitaly.org
• Domanda
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