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La guerra non è una soluzione

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di ascoltare

Leggi il titolo, sicuramente in questo brano si parlerà di guerra. Che cos’è per te la guerra? Conosci le storie di alcune guerre? In che modo reagisci quando si parla di guerra? Perché la guerra non è una soluzione? Quali parole ci saranno in questo racconto? Scrivile.

Mentre ascolti la lettura, controlla se ci sono le parole che hai scritto e annota le parole che ti hanno particolarmente colpito.

DURANTE

l’ascolto

LA GUERRA NON È UNA SOLUZIONE

Mi chiamo Gino, e faccio il chirurgo di guerra. Da più di vent’anni giro per il mondo a curare chi è stato ferito in conflitto: con pallottole, bombe, attentati, mine antiuomo. Quand’ero piccolo immaginavo la guerra soprattutto attraverso il cinema; due eserciti, con divise di diverso colore, che si scontravano sui campi di battaglia. M’immaginavo i soldati in trincea, magari sporchi, feriti, malati. Magari disperati. M’immaginavo anche soldati felici, che festeggiavano una brillante vittoria. M’immaginavo soldati in tutte le salse, insomma. Ma quando ho cominciato a fare questo lavoro – la prima volta era sulle montagne al confine tra Pakistan e Afghanistan – entrando in un ospedale pieno di “feriti di guerra” sono rimasto di sasso: dove sono i militari? Dove sono i soldati? Quei letti sono pieni di bambini, lì c’è una donna, questi vecchietti non hanno certo l’aria di essere dei combattenti… Negli ultimi vent’anni ho visto spesso la stessa scena:

SCOPRO nuovi significati

trincea: fosso scavato per circa due metri di profondità e di larghezza, nel quale i soldati si difendono dal fuoco del nemico e da cui, a loro volta, sparano; la guerra di trincea fu combattuta soprattutto durante la Prima guerra mondiale (1914-18)

nella giungla tra Cambogia e Thailandia, in Sierra Leone, in Afghanistan, in Iraq, in Rwanda: in tutti gli ospedali in cui ho lavorato la maggioranza dei pazienti non erano soldati. E così ho cominciato a capire come è cambiata la guerra nella storia: nella Prima guerra mondiale, su 10 vittime almeno 8 erano soldati. Nella Seconda guerra mondiale su 10 vittime più di sei erano civili. E nelle guerre di oggi, 9 vittime su dieci sono civili. Tutta gente che non stava combattendo quando è stata colpita da un proiettile, da un’autobomba, da un missile, da una mina antiuomo: andando al mercato, dormendo nelle loro case, andando a prendere legna o acqua. O stavano giocando, visto che tanta parte dei miei pazienti erano e sono bambini. Per quelli che non combattono, per quelli che la guerra la subiscono, l’effetto è sempre lo stesso. La guerra distrugge in molti modi la vita delle persone: chi sopravvive alle ferite deve fare i conti con le case distrutte, le strade inagibili, la mancanza d’acqua, la terra minata. La guerra inquina l‘acqua, ferisce le persone, distrugge le scuole. Come può una guerra aiutare un popolo mentre lo distrugge? Per questo, per gli abitanti del mondo, la guerra non può essere la soluzione a un problema: la guerra è sempre un problema. Quello che ho capito, negli ultimi vent’anni in giro per il mondo, è che la guerra e la violenza generano rabbia, dolore, violenza: altra guerra. Un antico scrittore romano disse: − Se vuoi la pace prepara la guerra. Io, insieme alla gran parte dei cittadini del mondo, penso che sia proprio il contrario: se vuoi la pace, costruisci la pace.

G. Strada, prefazione al libro di P. Andrie, Perché la guerra?, Zoolibri

DOPO

aver ascoltato

Rispondi a voce.

L’autore del brano è Gino Strada: che cosa faceva di lavoro?

Perché quando è entrato per la prima volta in un ospedale di guerra è “rimasto di sasso”?

In che modo la guerra è cambiata nel corso della storia?

RIFLETTO e DICO la MIA

Prova a spiegare il significato delle frasi sottolineate nel testo e discutine con i compagni e le compagne.

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