Storia della Letteratura Latina

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Storia della letteratura latina

i Manuali

ISBN 978-88-468-3146-0

ISBN 978-88-468-3147-7

ISBN 978-88-468-3050-0

ISBN 978-88-468-3049-4

o at on M nz A .A. pu - C I.V na te IO a ag en G d p m G nte cco na SA e a tu i Es di or a d ). llo ). pp pi ta o .6 (o co ta b n e i i e da 4, nt ars a v te rt. fro er it n a a id nd se 7, o s e E 2 in on (v ). . 6 nc c i o . d , n lo da erc lett 78 al l t ) è m 2, 19 a . m de ato co rt. 10 ig lla ina -0 to n i a 6. i s eg or 3, . Sp de at 6 vv ss fu 63 .R a ria ra l 314 ro tra O, n. .P L sp on IT 2, ( D o u ro i c TU 97 to St rat 468 lib nt A .1 en o e R 0 m st rim G 6.1 tte 88e ue l t E 2 l Q o a ION .R. 8P .P 97 (D

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Storia della letteratura latina

i Manuali

Il testo contiene tutte le informazioni sui principali autori della letteratura latina, da Augusto alla fine dell’impero romano, esposte in maniera completa e facilmente memorizzabile. • La materia è disposta in 5 sezioni, corrispondenti alle grandi epoche della letteratura latina di età imperiale: - l’età augustea - l’età giulio-claudia - dai Flavi a Traiano - l’età degli Antonini - il tardo antico • Al termine di ciascuna epoca la mappa di sintesi fornisce un quadro d’insieme con i caratteri dominanti di quell’epoca, associati agli autori di riferimento. • Completano la trattazione schede di approfondimento a carattere interdisciplinare e box sui concetti notevoli e le parole chiave. • Ogni capitolo è corredato da attività didattiche: - Per fissare i punti essenziali su..., domande che servono a fissare i concetti essenziali esposti nel testo, - Per preparare la terza prova, domande con l’indicazione del numero di righe entro cui contenere la propria risposta. Il questionario è pensato per favorire la ripresa dei concetti principali di quell’epoca letteraria, dal punto di vista della storia, della cultura e soprattutto della letteratura.

Anna Pardo | Emanuela Reale

dall’età di augusto al 476 d.c.

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Anna Pardo Emanuela Reale

Storia della letteratura latina dall’età di augusto al 476 d.c.

Studio efficace e completo per la prova d’esame


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I MANUALI

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Anna Pardo Emanuela Reale

StorIA deLLA LetterAtUrA LAtINA dall’età di Augusto al 476 d.c.

Studio efficace e completo per la prova d’esame


Anna Pardo, Emanuela Reale STORIA DELLA LETTERATURA LATINA Dall’età di Augusto al 476 d.C. Le schede di approfondimento e i concetti notevoli sono a cura di Emanuela Reale Consulenza alla progettazione: Fabio Cioffi Responsabile editoriale: Beatrice Loreti Art director: Marco Mercatali Responsabile di produzione: Francesco Capitano Redazione: Carla Quattrini Progetto grafico e impaginazione: Antonio Lepore Copertina: Curvilinee Foto: Shutterstock, Archivio ELI-La Spiga © 2013 ELI – La Spiga Edizioni Via Brecce, Loreto tel. 071 750 701 info@laspigaedizioni.it www.laspigaedizioni.it Stampato in Italia presso Grafiche Flaminia – Foligno 13.83.096.0 ISBN 978-88-468-3146-0 L’editore è a disposizione degli aventi diritto tutelati dalla legge per eventuali e comunque non volute omissioni o imprecisioni nell’indicazione delle fonti bibliografiche o fotografiche. Le fotocopie non autorizzate sono illegali. Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione totale o parziale così come la sua trasmissione sotto qualsiasi forma o con qualunque mezzo senza previa autorizzazione scritta da parte dell’editore.


LA STRUTTURA DEL LIBRO I contenuti del testo Questo manuale propone gli autori e le opere salienti della letteratura latina, dall’età di Augusto fino alla fine dell’impero (476 d.C.). La materia viene organizzata in 5 sezioni, corrispondenti alle grandi epoche della letteratura latina di età imperiale: • l’età augustea • l’età giulio-claudia • dai Flavi a Traiano • l’età degli Antonini • il tardo antico Organizzazione del testo Ogni sezione viene scandita in capitoli, secondo un criterio ricorrente: • Il contesto storico nel quale si riassumono per punti essenziali i fatti storici e sociali che hanno esercitato un ruolo decisivo negli sviluppi della letteratura • Il contesto culturale per individuare i filoni dominanti del pensiero e dell’elaborazione culturale di una certa epoca, le tendenze generali e le poetiche di quella fase • Il panorama dei generi letterari che presenta sinotticamente, in un quadro d’assieme riassuntivo, i generi letterari praticati in quell’epoca, con l’indicazione degli autori principali e delle loro opere • Autori e movimenti letterari è la parte centrale della trattazione, dedicata a presentare gli autori principali (i grandi classici come pure gli autori di media importanza) della letteratura latina, da Augusto fino alla fine di Roma Struttura dei capitoli Il testo è suddiviso in capitoli brevi, coincidenti con la pagina o con la doppia pagina, e con titoli che ne indicano chiaramente il contenuto. Ogni capitolo è suddiviso a sua volta in modo che gli argomenti fondamentali risaltino a colpo d’occhio grazie alla disposizione sulla pagina: graffe, neretti e altri artifici aiutano a individuare i concetti di cui si parla e favoriscono tipi di lettura diversi da quella lineare. Un ulteriore aiuto allo studio è fornito da questi elementi:

SEZIONE 1 - L’ETÀ AUGUSTEA Enea incarna diverse virtù:

Il protagonista Enea L’autore ha disegnato nel protagonista del poema una figura di grande complessità psicologica.

L’originalità poetica di Virgilio L’Eneide riesce a trattare in modo nuovo diverse problematiche.

• è l’eroe della pietas, cioè la venerazione verso gli dèi (uno dei valori del mos maiorum caro alla cultura augustea); • è capace di un supremo autocontrollo (gravitas), che lo porta a scegliere con equilibrio e saggezza in ogni situazione (o quasi).

schede di approfondimento occasione di riflessione tematica o interdisciplinare

Egli, in sostanza, riassume le virtù salienti che la tradizione romana assegnava al perfetto paterfamilias. Soltanto nell’episodio (libro IV) della sua passione per Didone queste virtù rischiano di venir meno: ma ciò aggiunge al personaggio una nota di complessità psicologica e di grandezza poetica.

• L’originalità poetica dell’Eneide appare in primo luogo nel modo inedito con cui tratta la guerra: nessun poema epico aveva rappresentato la guerra come una dolorosa necessità, come una triste causa di lutti e di morte. • Molto originale è anche la complessità poetica del personaggio di Enea, che obbedisce agli dèi, ma trovandosi spesso in conflitto interiore con la volontà del fato. • Molti episodi del poema rivelano note di profonda umanità: Virgilio sa immedesimarsi nella sorte dei vinti e degli infelici, e raffigura il chiaroscuro che si agita nell’animo umano.

Virgilio e Dante: dall’Eneide alla Divina Commedia Virgilio personaggio della Commedia Uno dei poeti che più si giovarono del magistero di Virgilio – e particolarmente dell’Eneide – fu Dante. Nella Divina Commedia l’autore dell’Eneide diviene protagonista perfino a livello narrativo: Virgilio miracolosamente appare al pellegrino Dante nel momento più difficile del suo smarrimento nella «selva oscura»; di là gradualmente lo trae, con le parole e l’esempio, guidandolo fino alle soglie del paradiso terrestre. Nella Commedia Virgilio viene a personificare la massima perfezione naturale raggiungibile dalle sole forze umane, laddove Beatrice simboleggerà l’aiuto supplementare fornito dalla grazia divina e dalla teologia, la scienza delle cose divine. Virgilio maestro di poesia Ma nella Commedia non è attivo solo il Virgilio viator, compagno di viaggio di Dante per i primi due regni dell’aldilà; è molto influente anche il Virgilio auctor, modello di «bello stile» e fonte inesauribile di materiali poetici. Soprattutto nell’Inferno, specialmente nei primi canti, risulta evidente la gran quantità di spunti e derivazioni dall’Eneide. • Dal poema virgiliano Dante riprende i mostri della tradizione classica: da Caronte (canto III dell’Inferno) a Minosse (canto V) a Cerbero (canto VI). In particolare Dante prende in prestito dal poema virgiliano la figura di Caronte, il nocchiero che sia nell’Eneide sia nell’Inferno ha il compito di traghettare le anime al di là del fiume Acheronte. • L’episodio virgiliano di Polidoro è ripreso da Dante per connotare l’emozionante incontro del pellegrino con le piante parlanti della selva dei suicidi, nel canto XIII dell’Inferno. • Il ramo d’oro, che Enea nel libro VI dell’Eneide strappa nella selva e che prodigiosamente subito ricresce sulla sua pianta, diviene nel Purgatorio dantesco il giunco necessario al rito di purificazione morale che attende il pellegrino Dante: un ramo anch’esso capace di ricrescere proprio là, dove era stato spezzato.

Per fissare i punti essenziali su Virgilio • • • • • • • • • •

Riassumi in una trattazione sintetica di massimo 10 righe le principali vicende della biografia di Virgilio. Quali sono i modelli greci e latini alle spalle, rispettivamente, delle Bucoliche e delle Georgiche? Come sono internamente strutturate le Bucoliche? E le Georgiche? Quali interpretazioni si possono dare dell’egloga IV delle Bucoliche? Quali sono le principali digressioni presenti nelle Georgiche? Illustra i contenuti essenziali dei 12 libri dell’Eneide. Perché Virgilio scelse, con l’Eneide, di scrivere non la storia contemporanea, ma quella delle lontane origini di Roma? A quale modello greco si riallaccia l’Eneide? Quali sono i caratteri più nuovi della poesia virgiliana nell’Eneide? In che cosa consiste l’anima «augustea» del poema? E da quali elementi essa, però, viene ridimensionata?

SEZIONE 1 - L’ETÀ AUGUSTEA • Per trasformare Roma in una capitale monumentale, Augusto si giovò degli

architetti migliori, tra cui Vitruvio: il suo trattato De architectura, pubblicato tra il 27 e il 23 a.C. con dedica al principe, diverrà una delle basi dell’architettura europea.

• Interi quartieri della città furono demoliti per fare posto a nuove costruRoma si trasforma in una grande capitale Augusto perseguì anche l’ambizioso obiettivo di trasformare Roma, centro dell’impero, in una metropoli che suscitasse nei visitatori un senso di stupita ammirazione, e nei suoi cittadini l’orgoglio verso la patria.

zioni; furono anche restaurati i quattro acquedotti della capitale e ne fu costruito un quinto, l’Aqua Virgo.

• Gli interventi più importanti riguardarono i palazzi del potere. Il marmo

soppiantò, sulle loro facciate, il meno nobile mattone: sul letto di morte Augusto ricordò con orgoglio di avere trovato una città di mattoni e di averla trasformata in una città di marmo. Fece infatti restaurare antichi templi e realizzare il nuovo complesso monumentale del Foro di Augusto, luogo di solenni cerimonie.

• A simboleggiare l’alleanza tra il potere terreno del principe e la volontà ce-

leste degli dèi, nel Campo Marzio s’innalzarono due grandi edifici: il Mausoleo, la tomba di famiglia dell’imperatore, e l’Ara Pacis, “altare della [dea] Pace”. Quest’ultima celebrava, con i suoi magnifici bassorilievi, il princeps e la pace da lui restituita a Roma, in collegamento con il mito di Enea e con la missione «provvidenziale» dell’impero cantati nell’Eneide.

Mecenatismo

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concetti notevoli contengono la definizione di parole e concetti chiave

Si definisce così l’opera di promozione e sostegno della cultura svolta dal potere politico o anche da soggetti privati. Il nome proviene da Cilnio Mecenate, amico e collaboratore dell’imperatore Augusto, che protesse i maggiori scrittori e ingegni del tempo. Da Mecenate, e quindi da Augusto, essi ricevevano il sostegno economico necessario per dedicarsi agli studi e alle arti; naturalmente ripagavano il principe scrivendo opere allineate ai valori dell’ideologia ufficiale. Poiché, però, gli artisti hanno bisogno di libertà per poter creare opere di alto livello, il mecenatismo richiede di essere gestito con tatto e discrezione, come appunto Mecenate fece. Oggi il termine mecenatismo è riferito soprattutto all’attività di appoggio finanziario che le imprese private (spesso a scopi pubblicitari) possono svolgere a favore di iniziative artistiche o culturali, come spettacoli teatrali e musicali, mostre e convegni, studi e pubblicazioni scientifiche, restauri.

Augusto loricato: il principe è ritratto in veste di generale; indossa una corazza (lorica) i cui rilievi raffigurano la restituzione (avvenuta nel 20 a.C.) delle insegne militari che i Parti avevano sottratto al generale Crasso (nel 53 a.C.).

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SEZIONE 3 - DAI FLAVI A TRAIANO

SINTESI Il confronto con la realtà negli scrittori dell’età flavia e traianea

Raffigurata da PLINIO IL GIOVANE nelle elaborate lettere del suo Epistolario

Raffigurata negli epigrammi di Marziale, con le mille contraddizioni di ogni giorno e la difficile vita del poeta-cliente

La realtà selettiva delle ÉLITES SOCIALI

La realtà della VITA QUOTIDIANA NELL’URBE

La realtà della NATURA

Studiata da PLINIO IL VECCHIO nell’enciclopedia della Naturalis historia (capolavoro della prosa scientifica latina)

La realtà dei CAMBIAMENTI SOCIALI e dei nuovi potenti

Al termine di ciascuna epoca si trova la Mappa di sintesi utile a fornire in un unico quadro d’assieme i caratteri dominanti di una certa epoca, associati agli autori di riferimento

La realtà di un MONDO SOLO LETTERARIO (il mito, l’epica, la lirica)

La REALTÀ (storica, sociale, politica) e i suoi RIFLESSI LETTERARI

Messa in versi da Silio Italico (Punica), da Valerio Flacco (Argonatiche), da Stazio (Tebaide, Sylvae)

La realtà politica dello STATO ROMANO dopo il passaggio al principato

Lucidamente analizzata nelle opere storiche di Tacito: le monografie dell’Agricola e della Germania, i capolavori delle Historiae e degli Annales

La realtà dell’ELOQUENZA e dei maestri di scuola

Teorizzata da Quintiliano nel manuale dell’Institutio oratoria, per la formazione del futuro oratore

Irrisa da Giovenale nelle sue aggressive Satire in esametri

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Attività e Prove d’esame

7. Ovidio Opere dell’esilio Tristia L’opera raccoglie, in 5 libri, le elegie «tristi» che connotano il tempo dell’esilio, scritte in tono lamentoso e afflitto (si ricordi che uno dei caratteri costitutivi dell’elegia era proprio il «lamento»).

• Il I libro include le elegie che l’autore cominciò a comporre già durante il lungo viaggio che lo portava a Tomi. È ancora cocente il ricordo freschissimo di Roma e degli ultimi momenti che vi ha trascorso. Famosa è l’elegia 3, in cui è narrato il doloroso distacco dall’amata capitale.

Struttura e contenuti dei Tristia

Il percorso all’interno delle varie epoche è scandito da brevi questionari, dal titolo Per fissare i punti essenziali su...: le domande servono a fissare i concetti essenziali esposti nel testo.

• II II libro è formato da un’unica, lunghissima elegia indirizzata ad Augusto, nella speranza di ottenere il ritorno a Roma. Essa arrivò nella capitale nell’estate del 9 d.C. Ovidio, sostenendo il suo discorso con una serie di esempi, cerca di dimostrare al principe che troppo severa è la pena che gli è stata inflitta per «colpe di poesia». • Gli ultimi 3 libri sono accomunati dal tono greve della descrizione di quanto duro sia il suo esilio, in una landa sconsolata e barbara in cui il tempo non passa mai. Il libro IV è quello in cui sono concentrati i passaggi più riccamente autobiografici.

Valutazione critica

Il lettore non può mancare di rispetto e simpatia verso il dramma di un’esistenza così teneramente raccontato. Sul piano critico, però, si rilevano nei Tristia lungaggini e ripetizioni che appesantiscono il testo e attenuano in più momenti la resa poetica.

Epistulae ex Ponto (“Lettere dal Ponto”) Epistolario poetico in 4 libri, composto in versi distici elegiaci; il Ponto è il Mar Nero, dove è inesorabilmente relegato. I primi 3 libri nacquero, subito dopo i Tristia, entro il 12 d. C., mentre il IV venne pubblicato postumo. Le lettere sono indirizzate ad amici e familiari (tra cui la terza moglie); affrontano i medesimi temi dei Tristia, tra nostalgie del passato, scontento. del presente, tentativi reiterati di proclamare la propria innocenza e suppliche al fine di ottenere il ritorno. Il tono, nelle Epistulae ex Ponto, appare più supplice e lacrimoso rispetto ai Tristia. Ibis Poemetto di 321 versi (distici elegiaci), su questo uccello divoratore di rettili. Il modello è l’omonimo poemetto perduto che il poeta alessandrino Callimaco scrisse contro Apollonio Rodio: anche Ovidio si scaglia, nell’Ibis, contro un ignoto amico infedele, augurandogli una serie di sventure.

Altre opere Tra le altre opere scritte dal poeta ricordiamo: • Medea, una tragedia che non ci è pervenuta; • un frammento degli Halieutica (in esametri, come le Metamorfosi), poemetto didascalico dedicato alla vita dei pesci e alla pesca, scritto a Tomi.

SEZIONE 3 - DAI FLAVI A TRAIANO Per fissare i punti essenziali su Ovidio • • • • • • • • •

Quando e perché Ovidio fu relegato a Tomi? A quale pubblico si rivolgono le opere di Ovidio? Quale concezione dell’amore si esprime nell’Ars amatoria? Illustra in breve i contenuti delle Metamorfosi. In che senso nelle Metamorfosi avviene un «trionfo della narrazione»? Perché i Fasti sono un «poema nazionale»? Quali opere compose Ovidio al tempo della relegazione a Tomi? Chi sono le Heroides a cui il poeta si rivolge nell’omonima opera? Quali opere ovidiane mostrano più attiva la componente del mito?

Per preparare la terza prova

39

1.

Quali furono i principi della dinastia flavia? Riassumi in max 15 righe la politica e i fatti che si legano a ciascuno di loro.

2.

Illustra in breve i rapporti tra cristianesimo e impero nel I secolo. (max 10 righe)

3.

Che cos’è il rescritto di Traiano? (max 5 righe)

4.

Qual è l’importanza della Naturalis historia di Plinio il Vecchio? (max 5 righe)

5.

Illustra in max 15 righe i contenuti principali dell’Institutio oratoria di Quintiliano.

6.

Quale profilo umano di Marziale si può ricavare dalla lettura dei suoi epigrammi? (max 10 righe)

7.

Quali elementi di «classicismo» emergono dai poemi di Silio Italico e di Valerio Flacco? (max 10 righe)

8.

Quali analogie e quali differenze riscontri tra la poesia di Marziale e quella di Giovenale? (max 10 righe)

9.

Quali autori s’interessarono, in quest’epoca, dell’arte oratoria e in quale prospettiva, rispettivamente? (max 15 righe)

10. Illustra il significato della metafora della sylva nell’opera lirica di Stazio. (max 5 righe) 11. Sull’origine dell’epistolario pliniano si fanno ipotesi diverse. Richiamale, e poi illustra come si può risolvere la questione. (max 10 righe) 12. Per quali ragioni Tacito elogia Agricola, nell’opera a lui dedicata? (max 5 righe) 13. Nella Germania l’autore propone un confronto tra due popoli. Di quali popoli si tratta? Come viene impostato tale confronto? (max 5 righe) 14. Per quale motivo, secondo Tacito, l’arte oratoria è oggi in decadenza? E che cosa pensa l’autore di questo motivo? (max 5 righe) 15. Quale criterio, nelle Historiae, Tacito propone per regolare la successione al vertice dello Stato romano? Attraverso quale personaggio propone tale criterio e perché, a suo parere, esso è preferibile agli altri? (max 10 righe) 16. Analogie e differenze tra la poesia satirica di Persio e quella di Giovenale. (max 10 righe)

Al termine di ciascuna epoca si trovano batterie di quesiti Per preparare la terza prova, con l’indicazione del numero di righe entro cui contenere la propria risposta. Si tratta di un questionario pensato per favorire la ripresa dei concetti principali di quell’epoca letteraria, dal punto di vista della storia, della cultura e soprattutto della letteratura.

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Nelle pagine finali del volume è presente un’appendice sui generi letterari della prosa e della poesia.

Materiale online Un ricco apparato di schede di approfondimento è a disposizione sul sito della casa editrice (www.laspigaedizioni.it), periodicamente aggiornato.

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INDICE GENERALE SEZIONE 1 – L’ETÀ AUGUSTEA

Oppositori del regime ................................................................................................. 44 L’erudizione .................................................................................................................................. 44

1. Il contesto storico ........................................................................................................... 9 I titoli e le cariche di Augusto ......................................................................... 10 2. Il contesto culturale .................................................................................................... 11 Le tendenze generali dell’età augustea............................................ 11 La diffusione della cultura ..................................................................................... 13 Il classicismo augusteo .............................................................................................. 14 3. Il panorama dei generi letterari dell’età augustea .... 16 Poesia ................................................................................................................................................. 16 Prosa ..................................................................................................................................................... 16 4. Virgilio .............................................................................................................................................. 17 La vita .................................................................................................................................................. 17 Le Bucoliche................................................................................................................................. 18 Le Georgiche ............................................................................................................................. 21 L’Eneide .............................................................................................................................................. 22 I caratteri principali dell’Eneide ................................................................... 23 Per fissare i punti essenziali su Virgilio ................................. 24

SINTESI dell’età augustea ................................................................................. 45 Per preparare la terza prova

.........................................................................

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SEZIONE 2 – L’ETÀ GIULIO-CLAUDIA 1. Il contesto storico ........................................................................................................... I quattro imperatori della dinastia giulio-claudia ............ Una tendenza politica inarrestabile: dal principato alla monarchia ........................................................................................................................ L’evoluzione della società e dell’economia ...............................

47 47 49 50

2. Il contesto culturale .................................................................................................... 51 La posizione degli intellettuali davanti al potere e alla società .................................................................................................................................................. 51 La politica culturale di Nerone ...................................................................... 51 L’evolversi del gusto letterario ........................................................................ 51 Il diffondersi della filosofia e lo stoicismo .................................. 52

5. Orazio .................................................................................................................................................. La vita .................................................................................................................................................... Cronologia delle opere ............................................................................................. La poetica oraziana ......................................................................................................... Gli Epodi ........................................................................................................................................... Le Satire ............................................................................................................................................ Caratteri letterari delle Satire .......................................................................... Le Odi ................................................................................................................................................... Le Epistole ...................................................................................................................................... Per fissare i punti essenziali su Orazio ...................................

25 25 25 26 26 27 28 29 31 31

3. Il panorama dei generi letterari dell’età giulio-claudia 53 Poesia ................................................................................................................................................... 53 Prosa ....................................................................................................................................................... 53 4. Forme poetiche minori: la lirica, l’Appendix Vergiliana, la poesia didascalica e bucolica ................... La poesia lirica ........................................................................................................................ L’Appendix Vergiliana ................................................................................................ La poesia didascalica .................................................................................................... La poesia bucolica ............................................................................................................

54 54 54 55 55

6. I poeti elegiaci: Tibullo e Properzio ................................................ Il genere elegiaco ............................................................................................................... Tibullo ................................................................................................................................................... Properzio ..........................................................................................................................................

32 32 33 34

5. La favola e Fedro ............................................................................................................. L’allargamento del panorama letterario ......................................... Fedro, il poeta degli animali parlanti (e del popolo) .... Per fissare i punti essenziali su La favola e Fedro ..

56 56 56 57

7. Ovidio .................................................................................................................................................. 35 La vita .................................................................................................................................................... 35 La poetica di Ovidio ....................................................................................................... 35 I generi e il catalogo delle opere ............................................................... 36 Le opere elegiache .......................................................................................................... 36 Operette elegiache .......................................................................................................... 37 Opere epico-mitologiche ....................................................................................... 37 Opere dell’esilio ................................................................................................................... 39 Altre opere .................................................................................................................................... 39 Per fissare i punti essenziali su Ovidio ................................... 39

6. La satira e Persio ............................................................................................................. La satira a Roma, dalle origini all’età imperiale ................. La poesia satirica di Persio .................................................................................. Per fissare i punti essenziali su La satira e Persio ..

58 58 59 60

7. L’epica e Lucano ................................................................................................................... La vita di Lucano .................................................................................................................. Un capolavoro incompiuto: la Farsaglia ....................................... Per fissare i punti essenziali su L’epica e Lucano .

61 61 61 62

8. La prosa tecnico-scientifica .......................................................................... La scarsa cultura scientifica del mondo antico ................... Una svolta nel I secolo d.C. ................................................................................ Dalla Grecia a Roma ...................................................................................................... La prosa scientifica della prima età imperiale ......................

63 63 63 63 64

9. Gli storici della prima età imperiale .............................................. Gli storici-senatori e l’opposizione al principato .............. La storiografia «allineata» al potere imperiale ..................... Curzio Rufo e la leggenda di Alessandro Magno .............

66 66 67 68

8. Tito Livio ......................................................................................................................................... La vita .................................................................................................................................................... L’opera di Livio: le Storie (Ab Urbe condita libri) ............. La parte a noi non pervenuta delle Storie .................................. Il metodo storico di Livio ....................................................................................... Lo stile .................................................................................................................................................. La fortuna delle Storie ................................................................................................ Per fissare i punti essenziali su Tito Livio ..........................

40 40 40 41 41 42 43 43

9. Autori minori dell’età augustea ............................................................. 44 La storiografia augustea ........................................................................................... 44 Lo sviluppo di oratoria e retorica .............................................................. 44

10. Petronio e il Satyricon ............................................................................................ 69 Il genere «romanzo» nella letteratura greco-latina ....... 69

5


INDICE GENERALE Il Satyricon e il romanzo greco .................................................................... Petronio ............................................................................................................................................. II Satyricon .................................................................................................................................... La trama del romanzo ................................................................................................ Gli squarci poetici all’interno dell’opera ........................................ La Cena di Trimalcione ............................................................................................. I personaggi femminili del romanzo ................................................... La parodia letteraria nel Satyricon .......................................................... Il trionfo del realismo .................................................................................................. La lingua del romanzo ............................................................................................... Per fissare i punti essenziali su Petronio e il Satyricon ........................................................................................................................................

69 69 70 70 71 71 72 72 72 73 73

11. Seneca ................................................................................................................................................ 74 La vita .................................................................................................................................................... 74 Modernità e complessità di Seneca ..................................................... 74 Le opere ............................................................................................................................................ 74 Dialoghi filosofici ................................................................................................................. 75 Altre opere morali: l’Epistolario a Lucilio ...................................... 77 La società alla luce dello stoicismo: il De clementia e il De beneficiis ......................................................................................................................... 78 L’enciclopedia scientifica delle Naturales quaestiones .. 78 Le opere in versi: le tragedie e l’Apokolokyntosis .......... 79 Lo stile di Seneca: una rivoluzione nella prosa latina 80 La fortuna di Seneca ..................................................................................................... 81 Per fissare i punti essenziali su Seneca ................................. 81 SINTESI dell’età giulio-claudia ................................................................. 82 Per preparare la terza prova

.........................................................................

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SEZIONE 3 – DAI FLAVI A TRAIANO 1. Il contesto storico ............................................................................................................. La lotta per il potere dopo la morte di Nerone .................. Cambia la natura del principato ................................................................. Il governo dei principi Flavi ................................................................................ Con Domiziano, si passa dal principato alla monarchia Nerva fonda il principato adottivo ........................................................... Traiano, il primo imperatore provinciale ....................................... L’impero giunge alla massima estensione ................................. Le origini del cristianesimo ................................................................................ Il cristianesimo e l’impero di Roma ...................................................... Il rescritto di Traiano ...................................................................................................... Gli scrittori latini e il cristianesimo ..........................................................

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2. Il contesto culturale .................................................................................................... 88 La diffusione dell’istruzione e la cultura ........................................ 88 La politica culturale degli imperatori flavi ................................... 88 Un nuovo gusto letterario: il ritorno del classicismo nell’età dei Flavi .................................................................................................................... 89 Un «sospiro di sollievo»: l’età di Traiano ....................................... 89 Dalla letteratura adulatoria alla letteratura come svago. 89 3. Il panorama dei generi letterari ............................................................ 90 Poesia ................................................................................................................................................... 90 Prosa ....................................................................................................................................................... 90 4. Quintiliano e la retorica ...................................................................................... 91 La vita .................................................................................................................................................... 91 Le opere ............................................................................................................................................ 91

6

L’Institutio oratoria ............................................................................................................ 92 Lo stile di Quintiliano ................................................................................................... 93 Per fissare i punti essenziali su Quintiliano e la retorica ...................................................................................................................................... 93 5. Plinio il Vecchio .................................................................................................................. La vita .................................................................................................................................................... Le opere ............................................................................................................................................ La Naturalis historia ....................................................................................................... Pregi e limiti della «scienza» di Plinio ................................................ Per fissare i punti essenziali su Plinio il Vecchio ...

94 94 94 94 95 95

6. Marziale e l’epigramma ....................................................................................... La vita .................................................................................................................................................... Il genere dell’epigramma ....................................................................................... Marziale e l’epigramma ............................................................................................ La poesia di Marziale .................................................................................................... Per fissare i punti essenziali su Marziale e l’epigramma ..............................................................................................................................

96 96 96 96 97

7. L’epica flavia: Silio Italico e Valerio Flacco ......................... L’epica latina in età imperiale ......................................................................... Silio Italico ..................................................................................................................................... Valerio Flacco ............................................................................................................................ Per fissare i punti essenziali su L’epica flavia: Silio Italico e Valerio Flacco ..........................................................................

98 98 98 99

97

99

8. Stazio .................................................................................................................................................... 100 La vita .................................................................................................................................................... 100 Le opere ............................................................................................................................................ 100 La Thebais (Tebaide) .................................................................................................... 100 L’Achilleide ................................................................................................................................... 101 Le Silvae ........................................................................................................................................... 101 Per fissare i punti essenziali su Stazio ..................................... 101 9. Plinio il Giovane ................................................................................................................ 102 La vita .................................................................................................................................................... 102 Le opere ............................................................................................................................................ 102 Il Panegirico a Traiano .............................................................................................. 103 L’Epistolario .................................................................................................................................. 103 Il X libro dell’Epistolario: Plinio governatore della Bitinia .................................................................................................................................................... 105 Per fissare i punti essenziali su Plinio il Giovane . 105 10. Tacito ..................................................................................................................................................... 106 La vita .................................................................................................................................................... 106 Le opere ............................................................................................................................................ 106 L’Agricola ........................................................................................................................................ 107 La Germania .............................................................................................................................. 108 II Dialogus de oratoribus ....................................................................................... 109 I propositi dello storico ............................................................................................. 110 Le Historiae .................................................................................................................................. 110 Nelle Historiae una prima prova di grande arte storiografica ................................................................................................................................. 111 Il capolavoro degli Annales ................................................................................ 112 Per fissare i punti essenziali su Tacito ..................................... 113 11. Giovenale ...................................................................................................................................... 114 La vita .................................................................................................................................................... 114 L’opera: le Satire .................................................................................................................. 114 Arte e linguaggio di Giovenale ...................................................................... 115


Indice generale Per fissare i punti essenziali su Giovenale ....................... 115 SINTESI Il confronto con la realtà negli scrittori dell’età flavia e traianea ..................................................................................... 116 Per preparare la terza prova

.........................................................................

117

I difficili rapporti tra le chiese cristiane e la comunità civile ......................................................................................................................................................... 138 La letteratura dei martiri ......................................................................................... 138 Una piccola rivoluzione letteraria ............................................................. 138 SINTESI Le diverse esperienze del II secolo ..................... 139 Per preparare la terza prova

.........................................................................

140

SEZIONE 4 – L’ETÀ DEGLI ANTONINI (117-192 d.C.) 1. Il contesto storico ........................................................................................................... 118 Gli imperatori d’adozione ..................................................................................... 118 Una nuova burocrazia di governo ............................................................ 119 Il prospero tempo della pax Romana ............................................... 119 2. Il contesto culturale .................................................................................................... 120 I caratteri del II secolo: cultura diffusa e ideale cosmopolita ................................................................................................................................ 120 Tra retorica e filosofia: la «seconda sofistica» ........................ 121 Inquietudini e ricerche religiose ................................................................. 121 Il campo della letteratura si restringe ................................................ 123 L’aggiornamento del diritto ................................................................................ 123

SEZIONE 5 – IL TARDO ANTICO 1. Il contesto storico ........................................................................................................... 141 Il III secolo: i Severi, l’anarchia militare, Diocleziano . 141 Il IV secolo: l’impero cristiano, da Costantino a Teodosio ........................................................................................................................................... 142 Il V secolo: le invasioni e la fine di Roma ................................... 144 2. Il contesto culturale .................................................................................................... 145 La cultura pagana .............................................................................................................. 145 La cultura cristiana ........................................................................................................... 146 La lotta contro le eresie ........................................................................................... 147

3. Il panorama dei generi letterari ............................................................ 124 Poesia ................................................................................................................................................... 124 Prosa ....................................................................................................................................................... 124

3. Il panorama dei generi letterari cristiani .............................. 148 Poesia ................................................................................................................................................... 148 Prosa ....................................................................................................................................................... 148

4. I «poeti novelli» ................................................................................................................. 125 La lirica coltivata come un passatempo privato ................ 125 Il gruppo dei poëtae novelli .............................................................................. 125 Il Pervigilium Veneris .................................................................................................... 125

4. Il panorama dei generi letterari pagani ................................... 149 Poesia ................................................................................................................................................... 149 Prosa ....................................................................................................................................................... 149

5. Svetonio e la storiografia .................................................................................. 126 I limitati orizzonti della storiografia tarda .................................... 126 La vita di Svetonio ............................................................................................................. 126 Le opere ............................................................................................................................................ 126 Caratteri delle biografie svetoniane ...................................................... 127 Il valore storico delle biografie svetoniane ................................ 127 Il compendio di Floro .................................................................................................. 128 Per fissare i punti essenziali su Svetonio e la storiografia ........................................................................................................................ 128

5. L’apologetica cristiana (1): Minucio Felice e Tertulliano .................................................................................................................................... 150 Un nuovo genere letterario ................................................................................ 150 Le accuse contro i cristiani .................................................................................. 150 L’apologetica cristiana ................................................................................................. 150 Minucio Felice .......................................................................................................................... 151 Per fissare i punti essenziali su L’apologetica cristiana e Minucio Felice ................................................................................ 151 Tertulliano ...................................................................................................................................... 152 Per fissare i punti essenziali su Tertulliano ..................... 153

6. L’arcaismo letterario: Frontone e Aulo Gellio .............. 129 L’arcaismo ....................................................................................................................................... 129 Frontone ........................................................................................................................................... 130 Aulo Gellio ..................................................................................................................................... 132 Il compendio grammaticale di Festo .................................................. 132 Per fissare i punti essenziali sull’Arcaismo letterario: Frontone e Gellio ........................................................................ 132 7. Apuleio .............................................................................................................................................. 133 La personalità ........................................................................................................................... 133 La vita .................................................................................................................................................... 133 Le opere ............................................................................................................................................ 133 Le opere filosofiche ........................................................................................................ 134 L’Apologia ...................................................................................................................................... 135 Le Metamorfosi ..................................................................................................................... 136 Per fissare i punti essenziali su Apuleio ............................... 137 8. Gli inizi della letteratura cristiana ..................................................... 138 Una prima elaborazione culturale: i Vangeli e le lettere di Paolo ............................................................................................................... 138

6. L’apologetica cristiana (2): Cipriano, Arnobio, Lattanzio ......................................................................................................................................... 154 Il cammino dell’apologetica in lingua latina ........................... 154 Cipriano ............................................................................................................................................. 154 Arnobio ............................................................................................................................................... 154 Lattanzio ........................................................................................................................................... 155 Firmico Materno ................................................................................................................... 155 7. La poesia cristiana ........................................................................................................ 156 Per fissare i punti essenziali su La poesia cristiana 157 8. L’inizio della Patristica: Ilario di Poitiers e Ambrogio 158 La Patristica .................................................................................................................................. 158 Ilario di Poitiers ...................................................................................................................... 158 Ambrogio ........................................................................................................................................ 159 9. Girolamo ......................................................................................................................................... 161 La vita .................................................................................................................................................... 161 Le opere ............................................................................................................................................ 162

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INDICE GENERALE Per fissare i punti essenziali su La patristica: Ilario di Poitiers, Ambrogio, Girolamo ........................................................... 163 10. Agostino .......................................................................................................................................... 164 La vita .................................................................................................................................................... 164 Le opere ............................................................................................................................................ 164 Le Confessioni ......................................................................................................................... 165 La città di Dio ........................................................................................................................... 167 Per fissare i punti essenziali su Agostino ........................... 168 11. L’ultima storiografia pagana: l’Historia Augusta, Ammiano Marcellino ................................................................................................ 169 I differenti volti della storiografia tardo-antica ..................... 169 L’Historia Augusta ............................................................................................................ 169 Eutropio ............................................................................................................................................. 170 Ammiano Marcellino .................................................................................................... 170 Per fissare i punti essenziali su L’ultima storiografia pagana e Ammiano Marcellino .............................................................. 170 12. La cultura tradizionalista: Simmaco e Macrobio ..... 171 Il rifiorire della cultura tradizionalista nel IV secolo ..... 171 Simmaco .......................................................................................................................................... 171

Macrobio .......................................................................................................................................... 172 Eruditi e grammatici del IV secolo .......................................................... 173 Per fissare i punti essenziali su La cultura tradizionalista ....................................................................................................................... 173 13. I poeti tardi: Ausonio, Claudiano, Rutilio Namaziano ................................................................................................................................ 174 L’ultima poesia in versi: linee di tendenza ................................. 174 Ausonio .............................................................................................................................................. 174 Claudiano ........................................................................................................................................ 174 Rutilio Namaziano ............................................................................................................ 175 Per fissare i punti essenziali su I poeti tardi ................. 175 SINTESI del tardo-antico ..................................................................................... 176 Per preparare la terza prova

.........................................................................

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Indice dei nomi e delle opere ............................................................................... 178 Appendice sui generi della letteratura latina I generi della poesia ...................................................................................................... 181 I generi della prosa .......................................................................................................... 186

Indice delle schede di approfondimento Virgilio poeta «augusteo» ..................................................................................... 17 L’età dell’oro .............................................................................................................................. 20 Virgilio e Dante: dall’Eneide alla Divina Commedia . 24 Le donne dei poeti elegiaci .............................................................................. 38 Perché «giulio-claudia»? ......................................................................................... 48 Il giudizio degli storici sui Giulio-Claudi ....................................... 48 L’ascesa dei liberti ............................................................................................................ 50 Non solo filosofia: nuove ricerche religiose nel grande impero............................................................................................................... 52 Gli antichi non conoscevano la vera «scienza» .................. 63

Il romanzo greco ................................................................................................................ 69 Il realismo nella letteratura latina ........................................................... 72 Lucilio, l’amico di Seneca .................................................................................... 77 La retorica preferita alla filosofia .............................................................. 89 Plutarco, un biografo greco contemporaneo di Svetonio .................................................................................................................................. 126 Il gusto dell’arcaismo nella storia della cultura ................ 130 La disputa sull’arianesimo e i suoi riflessi politici ......... 158 La controversia origenista ................................................................................... 161 Il genere dell’autobiografia ............................................................................... 166

Indice dei concetti notevoli Adozione ........................................................................................................................................ 85 Allegoria ........................................................................................................................................... 161 Argonauti ....................................................................................................................................... 99 Ascesi/Ascetismo .............................................................................................................. 152 Barbaro ............................................................................................................................................. 144 Bitinia ................................................................................................................................................... 105 Censura ............................................................................................................................................ 66 Classicismo ................................................................................................................................. 15 Concilio ............................................................................................................................................. 143 Cosmpolitismo ...................................................................................................................... 120 Diàtriba .............................................................................................................................................. 29 Egloga .................................................................................................................................................. 20 Eloquenza ..................................................................................................................................... 91 Eresia .................................................................................................................................................... 143 Espressionismo .................................................................................................................... 60 Etnografia ...................................................................................................................................... 106 Imperatore ................................................................................................................................... 49

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Mecenatismo ........................................................................................................................... 12 Misteri ................................................................................................................................................. 122 Monografia .................................................................................................................................. 106 Municipio ....................................................................................................................................... 119 Necromanzia (o negromanzia) ................................................................... 62 Oratoria ............................................................................................................................................. 91 Paganesimo ............................................................................................................................... 145 Panegirico ..................................................................................................................................... 103 Padri della Chiesa ............................................................................................................ 158 Patristica .......................................................................................................................................... 158 Periplo ................................................................................................................................................ 65 Persecuzione ............................................................................................................................ 87 Prefetti ................................................................................................................................................ 49 Procuratori ................................................................................................................................... 49 Retorica ............................................................................................................................................. 91 Satira ..................................................................................................................................................... 59 Sincretismo ................................................................................................................................. 122


SEZIONE 1 - L’ETÀ AUGUSTEA 1. Il contesto storico

La sconfitta dei cesaricídi Dopo la morte di Giulio Cesare (idi di marzo del 44 a.C.) Roma vive una convulsa fase di assestamento politico.

• Scoppia una guerra civile tra i cesaricidi (gli uccisori di Cesare, capitanati da Bruto e Cassio) e gli eredi politici di Giulio Cesare, ovvero Marco Antonio e Lepido; a questi due si aggiunge anche Gaio Ottavio, nipote di Cesare che, adottato da quest’ultimo poco prima di morire, prende il nome di Ottaviano. • Marco Antonio, Lepido e Ottaviano stringono nel 43 a.C. un’alleanza (il secondo triumvirato) con la quale si spartiscono il potere. Il senato deve fare buon viso e riconosce l’accordo. • Nel 42 a.C. le truppe di Antonio e Ottaviano sconfiggono a Filippi, in Grecia, i cesaricidi.

• Gli accordi fra i triumviri prevedevano che a Ottaviano toccasse l’Occidente con l’Italia e a Marco Antonio l’Oriente con l’Egitto: e così effettivamente avviene. La vittoria di Ottaviano su Antonio Nel decennio successivo Marco Antonio e Ottaviano s’impongono come i dominatori della scena politica romana; i due entrano presto in conflitto tra loro.

Dalla repubblica al principato Ottaviano concentra sulla propria persona tutti i poteri, lasciando però formalmente in vita le istituzioni repubblicane.

• In Oriente, Antonio muove varie campagne militari e sistema i regni di quell’area secondo i propri disegni, autonomi dal senato. Inoltre si lega a Cleopatra, regina d’Egitto: Antonio viene perciò sospettato di voler creare a Roma una monarchia di tipo orientalizzante. • In tale situazione, Ottaviano ha buon gioco nel presentarsi come il difensore delle tradizioni repubblicane di Roma. Lo scontro decisivo tra i due rivali avviene nel 31 a.C. ad Azio: Ottaviano sconfigge Antonio e diventa il padrone incontrastato dello Stato romano.

• Il potere di Ottaviano a Roma equivale di fatto a quello di un re, anche se egli si presenta in ogni occasione come princeps, cioè “il primo” del senato. Egli assume l’appellativo di «Augusto» nel 27 a.C., in coincidenza con la prima attribuzione dell’imperium per dieci anni, poi più volte rinnovato fino alla sua morte. • Sotto la finzione della continuità istituzionale e del mantenimento dell’antica repubblica, nasce in realtà un nuovo regime politico, il «principato», destinato più avanti a mostrarsi, con maggiore chiarezza, come un regime monarchico (l’«impero»). • Inizialmente l’accorta politica di Ottaviano garantisce allo Stato romano la desiderata stabilità, perché il princeps riesce a non scontrarsi con l’aristocrazia senatoria.

• Ottaviano riorganizza l’esercito: in tal modo riesce a consolidare i confini dell’impero, effettuando diverse conquiste militari lungo le Alpi e nell’Europa balcanica, portando il limes fino al Danubio. La politica di Augusto Pur svuotando le magistrature repubblicane di ogni potere reale, Augusto conserva (almeno esteriormente) l’autorità del senato. Riesce così a guadagnarsi un ampio consenso sociale.

• Inoltre le province vengono suddivise in due categorie: le province senatorie, sottoposte al controllo di governatori nominati dal senato, e le province imperiali, amministrate da funzionari nominati dal prìncipe. • Ottaviano riesce a guadagnarsi le simpatie del popolo con generose elargizioni di viveri (frumentazioni) e organizzando spettacoli e giochi: in tal modo il potere imperiale si guadagna il consenso di una plebe ridotta ormai alla totale passività. • Il vero perno del potere di Ottaviano sono gli affaristi del ceto equestre: ai cavalieri il principe concede ampie possibilità di ascesa nei ranghi dello Stato e in particolare delle prefetture.

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SEZIONE 1 - L’ETÀ AUGUSTEA

I titoli e le cariche di Augusto Ecco un riepilogo degli onori e dei titoli attribuiti a Ottaviano dopo la battaglia di Azio (31 a.C.), che pose fine alla guerra civile contro Marco Antonio e Cleopatra.

29 a.C., Imperator

In origine si trattava di un titolo onorifico assunto dal generale vittorioso per acclamazione dei soldati e mantenuto fino alla celebrazione del trionfo. A Ottaviano, come prima di lui a Giulio Cesare, fu attribuito a vita: egli lo portò come praenomen. Nel 23 a.C. il titolo di imperator fu completato dall’onore, concesso ad Ottaviano, di imperium maius et infinitum: sulla base di questo potere la forza di tutti gli eserciti era consegnata ad Ottaviano, che la comandava e poteva disporre di essa in qualunque momento.

27 a.C., Augustus

Termine derivante dalla radice del verbo augēre (da cui provengono anche i sostantivi auctor e augurium); proviene da una radice indoeuropea che significa “accrescere, aumentare”. Auctor è colui che agisce e crea qualcosa con il consenso degli dèi; l’auctoritas è dunque il prestigio personale, fondato su una virtus personale straordinaria oppure sull’appartenenza a una famiglia illustre, da lungo tempo attiva nell’attività politica e militare. Il concetto di auctoritas, che assicurò a Ottaviano il ruolo di capo indiscusso dello Stato romano, riunisce dunque in sé sia gli aspetti familiari, ben radicati nella società e nella mentalità dell’Urbe, sia gli aspetti militari legati all’ideologia romana di Victoria.

23 a.C., Tribunicia potestas

In origine tale potere era proprio dei tribuni della plebe, ai quali dava la facoltà di contrastare l’azione dei consoli (in genere nobili). Quando Augusto si fece concedere la tribunicia potestas, pose fine di fatto a qualsiasi dialettica politica all’interno dello Stato romano. Chi usufruiva di tale potestas godeva dello ius intercessionis (il diritto di porre il veto contro l’azione di assemblee e magistrati), dello ius agendi cum populo et cum senatu (la prerogativa di convocare e presiedere le assemblee del popolo e le riunioni del senato), dello ius coercitionis (la facoltà di costringere con la forza all’ubbidienza).

19 a.C., Imperium consulare a vita

In virtù di tale carica, Augusto aveva diritto alle insegne tradizionali dei consoli (la sella curule e il corteggio di dodici littori, dotati di verghe), ed esercitava lo ius edicendi, ossia la facoltà di emettere editti.

12 a.C., Pontifex maximus

Carica molto importante per la mentalità tradizionalista dei Romani, ottenuta dal principe alla morte di Lepido. Grazie a essa, Augusto poteva esercitare un controllo diretto sulla religione romana, sui culti ufficialmente ammessi, sulle nomine dei vari collegi sacerdotali, ecc.

2 a.C., Pater patriae

Con questo titolo si riconosceva ufficialmente l’autorità di Augusto a tutti i livelli della vita sociale: come principe “padre” egli si faceva garante della concordia ordinum. Questo atto mirava alla sacralizzazione dei rapporti tra il princeps e i suoi sudditi: nel momento in cui accettavano di considerare l’imperatore come loro padre, i cittadini di Roma avevano infatti il dovere di comportarsi come figli, manifestando sentimenti di pietas e di fides. I rapporti politici venivano presentati come proiezione di quelli familiari. L’auctoritas e il potere del principe venivano così inseriti in una dimensione sacra che preparava la strada alla divinizzazione e al dominatus.

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2. Il contesto culturale

2. Il contesto culturale Le tendenze generali dell’età augustea • Augusto era convinto che per garantire stabilità politica e sociale a Roma L’ideologia augustea Augusto e i suoi consiglieri elaborarono un sistema di valori e di credenze incentrato sul ruolo decisivo del principe quale supremo garante della pace di Roma e della stabilità dell’impero.

fosse necessario assicurare un consenso generale intorno alla sua figura di principe.

• Funzionale a tale consenso fu la creazione di un’ideologia augustea, che

celebrava il ruolo decisivo del principe nel garantire la pace a Roma e al mondo intero.

• Augusto e il suo entourage cercarono i modi più efficaci per diffondere

questa ideologia, mediante un’opera di propaganda. L’obiettivo era plasmare l’opinione pubblica romana, così da tradurre valori e ideali in concreti comportamenti sociali.

• La crisi dello Stato romano aveva prodotto tre guerre civili nell’arco di mez-

zo secolo. Era opinione comune, a Roma, che tale crisi dipendesse dalla decadenza degli antichi ideali (il mos maiorum, cioè “costume, modo di vita degli antenati”). Augusto fece leva su tale sentimento: occorreva riscoprire gli ideali del mos maiorum e ripristinarli nella vita sociale.

• La base dell’ideologia augustea fu dunque il ritorno alla moralità tradiLa riscoperta del mos maiorum Al centro dell’ideologia augustea vi era il recupero e l’esaltazione del mos maiorum, il modo di vivere e di pensare degli antichi Romani.

zionale della Roma arcaica. Vennero riportati in auge quei valori che, si pensava, avevano reso grande Roma nei suoi primi secoli, prima di essere abbandonati a causa del diffondersi della cultura greca.

• Tra le priscae virtutes, le antiche consuetudini, vi erano la sobrietà di vita,

la lealtà nei comportamenti, il rispetto religioso per gli dèi, l’esaltazione della vita semplice dei contadini e della moralità familiare, tutte virtù d’un tempo, quando Roma non era soffocata dal lusso e dagli agi, ma era una comunità semplice e rude.

• L’ideologia augustea esaltava inoltre la pax Augusta, cioè l’opera di pacifi-

cazione universale intrapresa dal principe Ottaviano Augusto. Celebrava il mito di Roma, la città cantata (es. dall’Eneide di Virgilio) come faro di civiltà e guida «provvidenziale» per tutti i popoli.

• Augusto sviluppò un’intensa opera di promozione della cultura, poten-

ziando le biblioteche e divenendo il «patrono» di poeti, oratori, storici, che ricevevano da lui il sostegno necessario per dedicarsi agli studi e alle arti. Fattisi suoi clienti (la clientela era un sistema accettato e diffuso nella società romana), essi lo ripagavano scrivendo opere allineate con i valori dell’ideologia ufficiale.

Il principe e gli scrittori I contenuti dell’ideologia augustea non potevano essere efficacemente elaborati e diffusi senza il sostegno degli intellettuali: anche in questo campo Augusto mostrò idee nuove e molto efficaci.

• La gestione di questi letterati «augustei» fu affidata da Augusto al suo

collaboratore Cilnio Mecenate. Perciò, da allora, si chiama mecenatismo (➔ p. 12) l’opera di promozione e sostegno della cultura svolta dal potere politico o anche da soggetti privati.

• Mecenate protesse, con tatto e discrezione, i maggiori scrittori e ingegni

del tempo - i poeti Virgilio, Orazio e Properzio e lo storico Tito Livio - che descrissero l’età augustea come un periodo di pace, prosperità e di ritorno ai valori fondamentali della civiltà romana.

• Non c’era invece posto, nel «circolo di Mecenate», per i poeti che, come

Ovidio, cantavano valori (la licenziosità, il lusso, la sfrenatezza) opposti al mondo augusteo. Ovidio cadde in disgrazia nell’8 d.C. per un componimento (il poemetto Ars amatoria, “L’arte di amare”) ritenuto immorale; fu perciò esiliato nella lontana Tomi.

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SEZIONE 1 - L’ETÀ AUGUSTEA • Per trasformare Roma in una capitale monumentale, Augusto si giovò degli

architetti migliori, tra cui Vitruvio: il suo trattato De architectura, pubblicato tra il 27 e il 23 a.C. con dedica al principe, diverrà una delle basi dell’architettura europea.

• Interi quartieri della città furono demoliti per fare posto a nuove costruRoma si trasforma in una grande capitale Augusto perseguì anche l’ambizioso obiettivo di trasformare Roma, centro dell’impero, in una metropoli che suscitasse nei visitatori un senso di stupita ammirazione, e nei suoi cittadini l’orgoglio verso la patria.

zioni; furono anche restaurati i quattro acquedotti della capitale e ne fu costruito un quinto, l’Aqua Virgo.

• Gli interventi più importanti riguardarono i palazzi del potere. Il marmo

soppiantò, sulle loro facciate, il meno nobile mattone: sul letto di morte Augusto ricordò con orgoglio di avere trovato una città di mattoni e di averla trasformata in una città di marmo. Fece infatti restaurare antichi templi e realizzare il nuovo complesso monumentale del Foro di Augusto, luogo di solenni cerimonie.

• A simboleggiare l’alleanza tra il potere terreno del principe e la volontà ce-

leste degli dèi, nel Campo Marzio s’innalzarono due grandi edifici: il Mausoleo, la tomba di famiglia dell’imperatore, e l’Ara Pacis, “altare della [dea] Pace”. Quest’ultima celebrava, con i suoi magnifici bassorilievi, il princeps e la pace da lui restituita a Roma, in collegamento con il mito di Enea e con la missione «provvidenziale» dell’impero cantati nell’Eneide.

Mecenatismo Si definisce così l’opera di promozione e sostegno della cultura svolta dal potere politico o anche da soggetti privati. Il nome proviene da Cilnio Mecenate, amico e collaboratore dell’imperatore Augusto, che protesse i maggiori scrittori e ingegni del tempo. Da Mecenate, e quindi da Augusto, essi ricevevano il sostegno economico necessario per dedicarsi agli studi e alle arti; naturalmente ripagavano il principe scrivendo opere allineate ai valori dell’ideologia ufficiale. Poiché, però, gli artisti hanno bisogno di libertà per poter creare opere di alto livello, il mecenatismo richiede di essere gestito con tatto e discrezione, come appunto Mecenate fece. Oggi il termine mecenatismo è riferito soprattutto all’attività di appoggio finanziario che le imprese private (spesso a scopi pubblicitari) possono svolgere a favore di iniziative artistiche o culturali, come spettacoli teatrali e musicali, mostre e convegni, studi e pubblicazioni scientifiche, restauri.

Augusto loricato: il principe è ritratto in veste di generale; indossa una corazza (lorica) i cui rilievi raffigurano la restituzione (avvenuta nel 20 a.C.) delle insegne militari che i Parti avevano sottratto al generale Crasso (nel 53 a.C.).

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2. Il contesto culturale La diffusione della cultura Nell’età di Augusto la cultura letteraria conosce una notevole diffusione, grazie al concorrere di più fenomeni favorevoli. • la protezione (non disinteressata) offerta da Ottaviano Augusto alle arti: è il mecenatismo augusteo;

Elementi favorevoli all’allargamento della cultura Vari fenomeni caratterizzano la vita culturale romana nell’età di Augusto:

• il sorgere di biblioteche pubbliche (che avevano sede nel portico del tempio di Apollo Palatino e nel portico di Ottavia), finanziate dal principe, in alternativa alla biblioteca che Asinio Pollione – personalità indipendente dal regime – aveva istituito nell’Atrio della Libertà fin dal 39 a.C.; • il diffondersi dell’erudizione, grazie alla presenza, a Roma, di maestri greci; • l’allargarsi del sapere filosofico, di tipo sia stoico sia epicureo, per un’accresciuta attenzione ai valori spirituali dell’individuo. Buona rinomanza ottiene la scuola filosofica dei Sestii, padre (Quinto Sestio) e figlio (Sestio Nigro), che costituì un punto di partenza per le ricerche filosofiche di Seneca.

Nell’epoca dell’ampliamento della cultura fioriscono a Roma diversi circoli letterari:

I circoli letterari L’esistenza di circoli letterari e di protettori e finanziatori di cultura costituiva un’occasione preziosa per gli scrittori e intellettuali che vivevano a Roma.

• il circolo di Mecenate, che protegge e finanzia l’opera di scrittori allineati con l’ideologia ufficiale augustea: ne fanno parte grandi scrittori come Virgilio, Orazio e Properzio, e anche scrittori minori, ma all’epoca di buona fama, come il poeta Vario Rufo (amico di Virgilio ed editore, assieme a Plozio Tucca, dell’Eneide) e come Domizio Marso, autore di epigrammi satirici e di elegie; • il gruppo dei poeti protetti da Asinio Pollione (quest’ultimo, nato nel 76 a.C. e morto nel 4 d.C., fu un importante uomo politico e anche poeta e oratore): tra loro vi fu anche il giovane Virgilio, oltre allo storico greco Timàgene di Alessandria, un intellettuale ostile all’ideologia ufficiale di Augusto; • infine il circolo di Messalla Corvino (nato nel 64 a.C. e morto nell’8 d.C., Messalla fu nobile, generale e potettore di letterati): in esso operarono Tibullo, il giovane Ovidio, e altri poeti, come Emilio Macro, tutti appartati rispetto alle tendenze «augustee» patrocinate da Mecenate.

• Le pubbliche letture (recitationes) di nuove opere letterarie si svolgevano in luoghi appositi, gli auditoria, ed erano utili alla propagazione della cultura. Le recitazioni di poesia Una nuova moda: leggere in pubblico i propri testi.

• A introdurre la moda delle recitationes fu Asinio Pollione, abituato a leggere ad amici e sostenitori le proprie opere. • La novità piacque e si diffuse, anche perché le recitazioni di versi, opere teatrali, testi storici ecc. rispondevano al bisogno di mondanità del pubblico colto della capitale. Nel I secolo d.C. nessuno scrittore di grido potrà più sottrarsi alla lettura pubblica dei propri nuovi testi.

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SEZIONE 1 - L’ETÀ AUGUSTEA

Il classicismo augusteo La caratteristica saliente dell’età augustea, a livello letterario, è l’imporsi di una tendenza chiamata classicismo (➔ p. 15) dagli studiosi di epoca successiva. Osserviamone gli elementi principali.

In soli vent’anni, un’eccezionale stagione di capolavori

• L’età augustea produsse un’eccezionale serie di capolavori: in ciò è paragonabile alle due straordinarie stagioni di arte, poesia e cultura fiorite prima nell’Atene di Pericle e più avanti nelle corti italiane del Rinascimento. • Tra l’esordio di Virgilio con le Bucoliche (42 a.C.) e il 19 a.C., l’anno della morte di Virgilio, corre un solo ventennio, nel corso del quale vengono pubblicate tutte le opere virgiliane e quasi tutto Orazio; vedono la luce le Elegie di Cornelio Gallo, Properzio e Tibullo e comincia l’elaborazione delle Storie di Tito Livio.

• Ciò che accomuna questa ricca produzione è anche la consapevole volontà degli autori (in particolare, dei poeti in versi) di «riscrivere» i grandi autori della Grecia classica.

In gara con gli scrittori della Grecia classica Non solo imitazione, ma emulazione e gara.

• «Riscrivere» non solo nel senso della semplice ripresa o imitazione, ma nel senso, più ambizioso, di una gara da pari a pari con quegli scrittori (Omero per l’epica, Esiodo e Arato per la poesia didascalica, Archiloco, Saffo, Alceo e Callimaco per la lirica, Teocrito per la poesia pastorale), guardati, fino ad allora, come modelli irraggiungibili. • Anche Catullo e i poeti neoterici del I secolo a.C. si erano rivelati imitatori ed emulatori dei Greci, ma senza l’intensità dei poeti augustei: - Virgilio definisce le sue Georgiche un «canto esiodeo» che echeggia nelle città romane (Georg. II, 176), e ambisce con l’Eneide a diventare l’Omero romano; - Orazio scende in competizione con Archiloco (negli Epòdi) e con Alceo (nelle Odi); si dichiara importatore e adattatore della poesia eolica (cioè greca) ai ritmi italici; - Properzio definisce se stesso come il «Callimaco romano».

• La poesia «augustea» si presenta come poesia colta, coltissima. I suoi autori, però, non intendono la propria arte come una semplice contemplazione di bellezza. Essi infatti si rivelano attenti alla vita e alla realtà contemporanea e ai suoi problemi, anche civili e politici. Il confronto con la realtà contemporanea La grande poesia non rifugge dai problemi della storia.

• Soprattutto Virgilio nelle Bucoliche ha dato voce al dramma delle guerre civili e alla conseguente aspirazione a un mondo rigenerato; mai però ha utilizzato toni drammatici, ma sempre ha proiettato le angosce del presente nel superiore equilibrio dell’arte. • Lo stesso vale per Orazio: egli ha espresso negli Epòdi i problemi civili del presente, così come nelle Satire ha dato spazio alla vita sociale e alla morale contemporanea, ma sempre utilizzando una misura di superiore saggezza ed equilibrio. • Infine, nelle “odi romane” di Orazio, nell’Eneide di Virgilio, nel libro IV delle Elegie di Properzio vibrano il mito di Roma e la sua missione storica – missione di civiltà – nel mondo.

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2. Il contesto culturale • Oltre ai contenuti così nuovi e stimolanti, i poeti augustei hanno saputo trovare una forma, una misura espressiva di grande armonia ed eleganza. Queste esigenze sono lucidamente espresse da Orazio nell’Ars poetica, epistola in versi in cui incontriamo precetti famosissimi, destinati a insegnare il gusto del bello per millenni. • Il poeta, dice Orazio: L’equilibrio supremo dell’arte Sintesi perfetta di contenuto e forma.

- deve mescolare all’«utile» (contenuti buoni e veri) il «dolce» (la bellezza dell’arte); - deve dilettare e insieme istruire; - deve seguire l’ispirazione individuale e, insieme, disciplinarla mediante l’ars (l’esercizio) e il paziente lavoro di labor limae; - deve rifuggire dal fantastico e dall’irrazionale, deve evitare ogni eccesso e seguire il giusto mezzo. • Seguendo questi criteri, teorizzati nell’Ars poetica e incarnati nei loro capolavori letterari, Orazio, Virgilio e gli altri scrittori augustei sono riusciti a trovare un pubblico di lettori universali: hanno raggiunto la dimensione della classicità, svincolata dalle circostanze storiche del loro tempo e attingibili dai lettori di ogni epoca.

Classicismo “Classico” è sinonimo di ciò che è eccellente, perfetto, che può fungere da criterio di misura. Il primo a usare l’aggettivo classicus in relazione alla letteratura fu nel II secolo d.C. l’erudito latino Aulo Gellio, che volle opporre lo scriptor classicus, lo “scrittore di prima qualità” destinato a essere apprezzato dal ceto (la classis per antonomasia) dei primi contribuenti fiscali, allo scriptor proletarius, gradito ai lettori di grado inferiore. Nel Medioevo ritorna frequentemente l’aggettivo classici, riferito agli autori «antichi», degni in sé e per sé di ossequio e di imitazione come maestri di humanitas. I critici del Rinascimento additarono l’antico quale «autorità» e quale sinonimo di decoro e disciplina: il significato giunto fino a noi, oggi. La civiltà occidentale è segnata dall’idea che la perfezione (nell’arte così come nella vita) sia già stata raggiunta dagli antichi Latini e Greci e che, di conseguenza, sia necessario ritornare al loro esempio, per recuperare tale perfezione.

Antica moneta risalente all’età augustea.

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SEZIONE 1 - L’ETÀ AUGUSTEA

3. Il panorama dei generi letterari dell’età augustea Poesia

GENERE

AUTORI

OPERE

Epica mitico-storica

Virgilio (70-19 a.C.)

Eneide: grande poema epico sulle origini e il mito di Roma, scritto a gara con i poemi di Omero, capolavoro della letteratura latina

Poesia didascalica

Virgilio

Georgiche: poemetto in 4 libri sul lavoro dei campi

Ovidio (43 a.C.-17 d.C.)

• Metamorphoseon libri XV: vasto poema in 15 libri, di carattere narrativo, sul tema della metamorfosi (“trasformazione”)

Epica mitologica

• Fasti: poema erudito sulle «cause» delle feste romane Satira

Orazio (65-8 a.C.)

Satire ed Epistole in esametri, con attenzione alla realtà sociale e spunti morali desunti dall’epicureismo

Virgilio

Bucoliche: poemetti pastorali (egloghe), di arte raffinatissima, ma attenta ai drammi della storia

Orazio

Epodi e Odi, due raccolte di componimenti lirici scritti in gara con i lirici greci

Lirica Cornelio Gallo (69-26 a.C.), Tibullo (50 ca. a.C.-19 o 18 a.C.), Properzio (43 a.C.-17 o 18 a.C.) e Ovidio

• Elegia d’amore: raccolte liriche in distici elegiaci; cantano esperienze private su temi soggettivi • Nell’Ars amatoria Ovidio rovescia la serietà dell’elegia d’amore, in un sorridente gioco di seduzione

Prosa

GENERE

AUTORI Tito Livio (59 a.C.-17 d.C.)

Storie (Ab Urbe condita, “Dalla fondazione di Roma”): ci sono rimasti 32 dei 142 libri originari

Augusto (63 a.C.-14 d.C.)

Res Gestae divi Augusti (“Imprese del divino Augusto”), autobiografia in cui Augusto rievoca i propri meriti

Tito Labieno e Cassio Severo (I sec. a.C.)

Orazioni e altri scritti polemici con il potere augusteo (e perciò censurati)

Seneca padre o Seneca il Vecchio (55 ca. a.C. – 40 d.C.)

Trattato retorico Oratorum et rhetorum sententiae, divisiones, colores

Storiografia

Retorica

Letteratura didascalica Erudizione

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OPERE

Vitruvio

De architectura, trattato tecnico sull’arte di edificare

Igino

Opere divulgative su vari argomenti

Verrio Flacco

Trattato grammaticale “Sul significato delle parole”


4. Virgilio

4. Virgilio La vita 70-45 a.C. Le origini e la formazione culturale Publio Virgilio Marone nacque il 15 ottobre del 70 a.C. ad Andes, un piccolo villaggio nei pressi di Mantova, sul fiume Mincio. II padre era probabilmente un modesto lavoratore dei campi, che migliorò la propria situazione economica grazie alla dote portata dalla moglie. Pur essendo una modesta famiglia di contadini, essa non era però sprovvista di mezzi economici: consentì al giovane Virgilio di seguire, come tutti i figli di famiglia agiata, gli studi migliori. Virgilio iniziò la sua formazione a Cremona e la proseguì a Milano, a Roma e a Napoli. A Napoli entrò in contatto con le scuole epicuree: quella di Sirone e poi quella di Filodemo di Gadara ad Ercolano. Qui conobbe quelli che sarebbero diventati i suoi più grandi amici: Lucio Varo e Plozio Tucca. 44-39 a.C. La confisca delle terre e gli esordi letterari Anche Virgilio subì i contraccolpi della guerra civile scoppiata, dopo la morte di Giulio Cesare, tra gli uccisori di Cesare da una parte e Antonio e Ottaviano dall’altra: gli furono infatti confiscate le terre di famiglia, destinate a essere assegnate in premio ai veterani che avevano combattuto a Filippi. Il futuro poeta fu però più fortunato di altri: personaggi influenti della cultura e della politica s’interessarono a lui e riuscirono a farlo rientrare in possesso delle sue proprietà. Tra il 42 e il 35 a.C. Virgilio compose la sua opera d’esordio, ovvero i poemetti pastorali delle Bucoliche, ottenendo vivo successo. 38-19 a.C. Poeta augusteo nel circolo di Mecenate Anche in virtù di questo successo, prima del 38 a.C. Virgilio fu introdotto, a Roma, nel circolo dei poeti protetti da Mecenate. A Mecenate stesso egli dedicò la sua seconda opera, le Georgiche, quattro poemetti sulla coltivazione dei campi, composti tra il 37 e il 30 a.C. Dopo le Georgiche, Virgilio allargò ulteriormente il suo orizzonte letterario, forse anche per impulso diretto del principe, Augusto, desideroso di un’opera che nobilitasse insieme la sua stirpe (la gens Iulia) e la città di Roma, cantandone le origini e la missione provvidenziale. Nacque così l’Eneide, il capolavoro di Virgilio e dell’intera

letteratura latina. Il poeta vi pose mano intorno al 30-29 a.C., quando aveva 41 anni. L’opera, vasta e ambiziosa, richiese il suo impegno per gli ultimi undici anni della sua vita. 20-19 a.C. La fine Nel 20 a.C. Virgilio si recò in Grecia, anche per mettere a punto l’Eneide nei luoghi del mito omerico. Ad Atene il poeta incontrò Augusto; durante un breve viaggio che fece con lui a Megara, fu colto da un malore, forse un’insolazione. Si imbarcò per ritornare in Italia. Appena sbarcato a Brindisi, vi morì nel 19 a.C. Venne poi sepolto a Napoli. L’Eneide fu pubblicata postuma (cioè dopo la morte dell’autore), a cura degli amici Varo e Tucca, per volere di Augusto. Virgilio non avrebbe voluto quella pubblicazione: infatti più volte aveva raccomandato di bruciare quell’opera da lui ritenuta imperfetta, non finita. Sulla sua tomba fu inciso questo celebre distico (coppia di due versi), dettato, secondo la tradizione, da lui stesso: Mantua me genuit. Calabri me rapuere, tenet nunc / Parthenope: cecini pascua.rura duces, cioè: “Mantova mi generò. I Calabri [cioè gli abitanti della Puglia] mi sottrassero alla vita, Napoli ora custodisce il mio corpo; cantai di pascoli, di campi e di eroi (con allusione alle sue tre opere: Bucoliche i “pascoli”, Georgiche “i campi”, Eneide “gli eroi”). La leggenda L’esistenza di Virgilio divenne ben presto leggendaria, sia presso i suoi contemporanei, sia, in seguito, presso la nascente cultura cristiana. Poiché infatti nella IV bucolica Virgilio aveva annunciato l’imminente nascita di un puer, un “bambino” che avrebbe salvato il mondo pacificandolo, i cristiani lessero in quell’annuncio una profezia sull’imminente nascita di Cristo (in realtà Virgilio aveva celebrato, in quel poemetto, la nascita del figlio di Asinio Pollione, suo potente protettore). Presto, sul conto di Virgilio, nacquero racconti e biografie leggendarie, in cui ai dati certi furono mescolate notizie fantastiche. Molto si è discusso sui mestieri del padre, sui presagi che avrebbero accompagnato la sua nascita ecc. Non si sottrae del tutto a questa dimensione «romanzata» neppure la più importante delle Vite di Virgilio, quella pubblicata nel IV secolo d.C. dal grammatico Elio Donato.

Virgilio poeta «augusteo» Il maggiore poeta «augusteo», pienamente partecipe dell’ideologia promossa da Augusto e dal suo entourage, fu Virgilio (70-19 a.C.), autore di tre opere: le Bucoliche (“Canti di pastori”), le Georgiche (“Poemetti della terra”), infine l’Eneide, il vasto poema epico che canta le gesta di Enea. I titoli e i contenuti di queste opere rispondono perfettamente agli ideali elaborati dall’ideologia augustea. Infatti le Bucoliche e le Georgiche celebrano i valori contadini e pastorali cari alla Roma dei primi secoli; lo stesso avviene nei canti centrali dell’Eneide, quelli dedicati alla rievocazione del Lazio antico. Ma l’Eneide offre un messaggio più complesso, collegato con il mito di Roma. Il suo eroe è infatti Enea, profugo della città di Troia, che fu incendiata dai Greci secondo il racconto omerico. Egli giunse poi nel Lazio, dove si insediò l’antica comunità da cui si sarebbe sviluppata Roma. Raccontando il mito di Enea, Virgilio celebrò dunque le virtù degli antichi fondatori e, insieme, cantò la missione civilizzatrice dell’Urbe, chiamata dagli dèi a diffondere le leggi, il bene e la giustizia presso i popoli via via conquistati.

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SEZIONE 1 - L’ETÀ AUGUSTEA

Le Bucoliche Il termine tá boukoliká in greco significa “canti di pastori”. L’opera comprende dieci componimenti o egloghe (➔ p. 21), cioè “poesie scelte”. Sono ambientate in uno scenario pastorale: protagonisti dei poemetti, e loro cantori, sono pastori che curano le loro greggi. Il paesaggio pastorale è più o meno realistico, a seconda che si tratti di quello più vicino e familiare delle terre italiche o di quello più astratto e letterario dell’Arcadia. Quest’ultima è la terra greca in cui erano ambientati i canti pastorali più antichi, quelli composti dal poeta Teocrito di Siracusa. • Teocrito era stato autore di apprezzati idilli, poemetti che si immaginavano composti e recitati da pastori della regione greca dell’Arcadia. L’opera di Teocrito aveva dato inizio al genere bucolico e Virgilio si pose come suo continuatore.

• in primo luogo nelle Bucoliche si riflettono le difficoltà e le sofferenze della storia reale (in particolare della guerra civile), mentre gli idilli teocritei si svolgono in un contesto del tutto idealizzato e astratto;

Il modello: Teocrito Virgilio segue, nelle Bucoliche, il modello di Teocrito, poeta greco di Siracusa vissuto all’inizio del III secolo a.C. • Tuttavia Virgilio propone diversi elementi di novità rispetto al suo modello:

• inoltre Virgilio evita l’ironia, con la quale Teocrito si distaccava dai suoi pastori: Virgilio vuole commuovere, non divertire, e perciò s’immedesima nei suoi pastori e nei loro sentimenti sinceri; • infine a Virgilio non interessa una descrizione solo oggettiva della campagna, quei particolari di colore così vivi in Teocrito: a Virgilio preme invece cogliere, nella natura, lo stato d’animo del personaggio. La sua raffigurazione della campagna è dunque «affettiva» e sentimentale: questa interiorizzazione è, e rimarrà, la nota caratteristica dell’arte virgiliana.

Titiro e Melibeo, protagonisti della prima egloga delle Bucoliche, rappresentati in un antico manoscritto risalente al V secolo.

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4. Virgilio I

È un dialogo tra due pastori, Titiro e Melibeo: essi condividono il luogo in cui vivono e l’amore per la loro terra e per il loro lavoro. Ma le circostanze politiche hanno diversificato la loro sorte: Melibeo, espropriato delle sue terre, dovrà andare in esilio; più fortunato Titiro (controfigura dell’autore), il quale si è recato a Roma e ha potuto rientrare nei suoi campi grazie all’intervento di un deus (allusione a Ottaviano). Il poemetto si ambienta nella drammatica situazione storica successiva alla guerra contro i cesaricidi del 42 a.C.

II

Narra la storia di un amore infelice, quello del pastore Coridone per il giovane Alessi, il quale disprezza la vita dei campi.

III È una gara di canto amebeo, cioè a versi alternati (come all’epoca avveniva sulle scene teatrali). Due pastori in gara, Dameta e Menalca, si sfidano a «botta e risposta» con battute di due versi per uno. Sono entrambi così bravi che Palemone, il pastore che funge da arbitro della sfida, decreta la parità. IV Egloga atipica per argomento e tono. Dopo aver annunciato l’intenzione di dedicarsi ad argomenti più impegnativi, Virgilio, rivolgendosi al patrono (suo difensore e finanziatore) Asinio Pollione, annuncia la nascita imminente di un bambino, un puer grazie a cui il mondo presto conoscerà una nuova età dell’oro, felice e prospera. (v. p. 20) Trama Le dieci egloghe.

V

Nuovo canto amebeo: i due pastori Mopso e Menalca piangono la morte di Dafni, un giovane pastore, punito a morte da Afrodite. Ma Dafni sarà divinizzato e adorato dai pastori.

VI Iniziando la seconda metà dell’opera, Virgilio afferma di essere stato dissuaso dal dio Apollo a trattare il genere epico, con i suoi argomenti di guerra; propende invece per temi e toni umili. Narra poi la vicenda del vecchio Sileno, mitologico padre dei Satiri, incatenato con ghirlande, dopo un banchetto, da due giovani; per loro Sileno rievoca le antiche origini del mondo. In conclusione viene elogiato il poeta Cornelio Gallo. VII Melibeo, che si trova sul Mincio, narra una gara poetica in cui due pastori àrcadi, Coridone e Tirsi, descrivono la felice vita agreste che si svolge in quella regione greca. La vittoria arride a Coridone. VIII Asinio Pollione, vincitore della guerra in Dalmazia, rievoca la gara poetica tra due pastori: Dàmone canta l’amore infelice del pastore tradito dalla fanciulla che ama; Alfesibeo rievoca l’incantesimo con il quale una donna innamorata riuscirà forse a ottenere di nuovo le grazie del suo Dafni. IX Due pastori-poeti, Meride e Licida, dialogano ricordando le dolorose vicende del loro amico poeta. Menalca, che – come il Melibeo dell’egloga I – ha dovuto soffrire la confisca delle sue terre. X

Egloga dedicata a Cornelio Gallo, che soffre per il tradimento della bella Licoride. Virgilio cerca di consolare l’amico poeta.

L’ordine in cui leggiamo le egloghe non corrisponde a quello della loro composizione (la prima a essere scritta fu probabilmente la II): il poeta è attento a costruire un preciso percorso letterario, all’interno del quale i singoli componimenti acquistano maggior senso e valore. La raffinata costruzione letteraria delle Bucoliche Una serie di simmetrie, alcune delle quali piuttosto complesse, costituiscono l’architettura dell’intera opera.

• La raccolta può essere suddivisa in due metà (egloghe I-V e VI-X) che presentano un’estensione quasi uguale (420 versi per la prima serie, 408 o 409 – a seconda delle edizioni – per la seconda). • Tutti i componimenti dispari sono in forma dialogica, mentre quelli pari sono per una sola voce. • La prima egloga contiene un omaggio ad Ottaviano, l’ultima a Gallo. • L’egloga che chiude la prima metà dell’opera è la celebrazione, anzi l’apoteosi, del pastore siciliano Dafni, che si diceva fosse l’inventore della poesia bucolica e dunque il suo simbolo. Quella che apre la seconda parte inizia a sua volta con una dichiarazione di poetica che privilegia il genere pastorale. • Se si esclude la X egloga, procedendo da quelle estreme verso quelle centrali si rileva che: - nella I e nella IX troviamo riferimenti, anche autobiografici, alla confisca delle terre; - nella II e nell’VIII canti d’amore infelice; - la III e la VII sono due gare poetiche.

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SEZIONE 1 - L’ETÀ AUGUSTEA • Il dedicatario dell’egloga è Asinio Pollione, il console citato nel verso 7. • Ma il protagonista è il misterioso puer citato nel v. 18. - Per molti critici questo bambino è quello che sarebbe dovuto nascere ad Asinio Pollione. Solonino nacque effettivamente nel 40 a.C., l’anno del consolato del padre, per poi morire in tenera età. - Altri hanno pensato al bambino della sorella di Ottaviano, Ottavia, che, andata sposa al rivale Marco Antonio, lasciava sperare in una rinnovata amicizia tra i due triumviri. L’egloga IV e il puer Per l’oggettiva differenza che sussiste rispetto alle altre, ma soprattutto per la particolarissima attenzione con cui la critica l’ha considerata, la IV egloga costituisce un caso a sé, molto interessante.

- Il puer potrebbe essere lo stesso Ottaviano, che in seguito, nel libro VI dell’Eneide, Virgilio definirà colui che “fonderà di nuovo il secolo d’oro del Lazio”. - In avanzata era cristiana questo bambino fu identificato con Cristo venturo; fu l’inizio di una lunga e fortunata tendenza alla lettura in chiave cristiana dell’opera di Virgilio. • Quale che sia la sua identità, lasciata indefinita dal poeta, il puer è il «motore» della nuova annunciata età dell’oro (il periodo di pace che l’accordo di Brindisi tra Antonio e Ottaviano lasciava intravedere) che segue alla dura età del ferro (il periodo delle guerre civili). A quel punto i segni bui dell’odio cederanno a un’epoca nuova di felicità generale. • Nel componimento circola un’aura sacrale (annunciata all’inizio, v. 4 e ss., già dal riferimento alle profezie della Sibilla Cumana) che pare autorizzare interpretazioni di tipo allegorico-simbolico, riproiettate sul tema della salvezza universale. Sarà su questa base che Dante, nella Divina Commedia (Purg. XXIII), tesserà per bocca del personaggio di Stazio un elogio a Virgilio, visto come un profeta del prossimo cristianesimo.

L’età dell’oro L’età dell’oro o età aurea (in latino aurea aetas) è, nella cultura classica, un tempo mitico di prosperità ed abbondanza: il tempo nel quale l’umanità primitiva viveva in pace spontaneamente, senza bisogno di leggi, né doveva coltivare la terra, perché essa produceva spontaneamente i suoi frutti, né doveva navigare i mari per cercare fortuna altrove. In quel felice tempo, posto «fuori» della storia, dunque nel mito, era sempre primavera; caldo e freddo erano sconosciuti, e dunque non c’era bisogno di costruire case o di ripararsi in grotte; non esisteva odio tra gli individui né le guerre spopolavano la terra. La più antica testimonianza letteraria del mito dell’età dell’oro si trova nel poeta greco Esiodo, vissuto nell’VIII secolo a.C., in un passo del suo poema Le opere e i giorni (v. 106 e ss.).

Egloga Egloga o ecloga (dal greco ek-loghé, “poemetto scelto” o “staccato” o anche “frammento”) indicava un carme pastorale, intonato cioè da pastori e i cui protagonisti erano appunto pastori. L’egloga celebrava la semplicità e naturalezza del vivere in campagna, spesso contrapposta all’artificiosa vita di città. Iniziatori del genere furono Teocrito in Grecia e Virgilio a Roma.

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4. Virgilio Le Georgiche Le Georgiche, seconda opera di Virgilio, sono un poema didascalico: una sorta di trattato, d’argomento letterario-scientifico, composto in 4 libri tra il 37 e il 30 a.C. Il titolo è ricalcato dal greco tá georgiká, “cose della terra”, “[canti] contadini”. Forse all’inizio le Georgiche comprendevano solo i primi 2 libri, gli unici dedicati ai lavori della terra propriamente detti (gli ultimi 2 trattano infatti dell’allevamento); il seguito del poema fu forse composto per i pressanti inviti di Mecenate.

• Il primo modello è Arato di Soli (III sec. a.C.), autore del poema didascalico Fenomeni (“Le cose che appaiono”), di contenuto astronomico. I modelli letterari Anche per le Georgiche, come già per l’Eneide, Virgilio ebbe come riferimento e modello letterario alcuni autori della poesia greca ed ellenistica, oltre che alcuni autori latini.

• Un secondo modello fu Nicandro di Colofone, poeta del II secolo a.C., autore di numerose opere tra cui i Georgikà in 2 libri, di cui però ci è rimasto poco. • In misura minore Virgilio fu influenzato anche da Esiodo, poeta greco autore nell’VIII secolo a.C. del poemetto didascalico Le opere e i giorni. • Il modello più vicino fu il latino Lucrezio. Dal suo De rerum natura (I secolo a.C.) Virgilio ha preso diversi spunti e soprattutto l’impostazione didascalica dell’opera, collegata a un messaggio morale (qui il ritorno alla terra, caro ad Augusto). • Infine due prosatori latini hanno trasmesso a Virgilio alcuni elementi tecnici sull’arte della coltivazione: Catone il Vecchio (III-II secolo a.C.), autore del De agri coltura, e Varrone Reatino con il suo De re rustica, pubblicato nel 37 a.C.

I libro - Dopo la dedica a Mecenate e ad Augusto (vv. 1-42), si apre uno squarcio lirico: l’arrivo della primavera e il disgelo consigliano di arare il campo. Le indicazioni circa i periodi più adatti per i lavori agricoli accompagnano i precetti sulla coltivazione dei cereali (terreni, strumenti agricoli, ecc.). La trattazione è ispirata a Le opere e i giorni di Esiodo. Nella seconda parte del libro I Virgilio si rifà ai Fenomeni di Arato: si esaminano i vari segni del cielo, dai quali è possibile presagire il brutto o il bel tempo. Un excursus parla dei prodigi celesti che accompagnarono la morte di Cesare: il poeta narra le orribili vicende che devastarono l’Italia al tempo delle guerre civili. Infine prega gli dèi affinché proteggano Ottaviano, l’uomo della pace.

La struttura dell’opera

II libro - Il tema è l’arboricoltura, in particolare la vite e l’olivo. Un ampio excursus dà voce all’elogio dell’Italia, la Saturnia tellus – la terra di Saturno – privilegiata dal clima e dalla felicità del paesaggio, e resa splendida da opere dell’ingegno umano e dalle gesta di grandi eroi: ultimo tra questi, in ordine di tempo, Ottaviano. II libro si chiude con il contrasto tra la vita di campagna e quella di città, foriera di conflitti e di sentimenti negativi come l’avidità: da qui l’elogio della vita campestre. III libro - Si tratta l’allevamento del bestiame, anzitutto di buoi e cavalli (qui il discorso si allarga all’amore degli animali); nella seconda parte viene illustrato l’allevamento delle pecore e delle capre. La trattazione passa poi a considerare ciò che nuoce al bestiame. Il libro si chiude con la descrizione di una spaventosa pestilenza che infierì tra i bovini del Nòrico, una regione alpina corrispondente all’odierna Austria. IV libro - La prima parte di questo libro conclusivo è occupata dall’apicoltura, con l’esame poetico della vita e delle consuetudini delle api, che vivono in comunità proprio come gli uomini: questo loro modo di vivere è suggerito come esempio di vita cittadina. La seconda parte è dominata da una digressione mitologica di cui è protagonista Aristeo, figlio di Apollo, che viene punito perché ha causato la morte di Euridice vittima del morso di un serpente velenoso. Dentro questa digressione viene inserito, con una tecnica a incastro cara ai poeti ellenistici, un ulteriore excursus, dedicato a Orfeo che scende nell’Ade nel disperato tentativo di far rivivere la sua Euridice.

Il messaggio e il significato dell’opera

In un momento storico ancora incerto, vicinissimo ai drammi delle guerre civili, Virgilio esprime un messaggio di speranza e di orgogliosa fiducia nell’uomo e nelle sue capacità di lavorare la natura, in accordo con essa, per estrarne i frutti migliori. Ora l’età dell’oro, cioè la felicità umana, è vista non più come mito o come dono proveniente dall’alto, come nella IV egloga, ma come frutto della paziente fatica umana. La nuova concezione virgiliana del lavoro è tra gli elementi più notevoli delle Georgiche, in piena corrispondenza con il ������� «������ ritorno alla terra» e all’antica civiltà contadina celebrato dalla propaganda augustea.

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SEZIONE 1 - L’ETÀ AUGUSTEA

L’Eneide L’Eneide (in latino Aeneis), il “Poema di Enea”, è il capolavoro di Virgilio e dell’intera letteratura latina. Fu composto dal 30 o dal 29 a.C. Virgilio riteneva incompiuta l’opera, a cui non aveva potuto dare l’ultima mano. Perciò chiese che dopo la sua morte il poema fosse dato alle fiamme: venne disobbedito, per intervento diretto di Augusto. La struttura e i modelli L’Eneide è un poema epico strutturato in 12 libri, a differenza dei poemi omerici (Iliade e Odissea) che erano composti ciascuno da 24 libri. Proprio Omero costituisce il modello sempre presente all’ispirazione di Virgilio: l’Eneide è un’opera costruita come «riscrittura» dell’Odissea (nei suoi primi 6 libri) e dell’Iliade (negli ultimi 6 libri). Meno influenti, come modelli, gli Annales di Ennio e il Bellum poenicum di Nevio, le due opere più note dell’epica latina, la cui fama venne presto oscurata dal capolavoro di Virgilio.

I libro - Il poema si apre con l’enunciazione del tema - “Canto le guerre dell’eroe che da Troia...” - e con l’invocazione alle Muse, secondo le regole della tradizione epica. Inizia poi la narrazione: Giunone (nemica di Enea, in quanto troiano) riesce a ottenere da Eolo, il re dei venti, tempeste e difficoltà che ne compromettano la navigazione dalla Sicilia, dove è giunto dopo sette anni di viaggio da Troia. Alcune navi naufragano. Enea con navi e compagni superstiti approda ai lidi della Libia. La regina Didone li accoglie generosamente nella propria reggia a Cartagine. Ma Enea è figlio di Venere che interviene per aiutarlo: dopo aver evitato che naufragasse, fa sì che Didone se ne innamori. II libro - Siamo nella reggia di Didone. A lei Enea racconta della distruzione di Troia, dell’inganno del cavallo, del tradimento di Sinone e della morte del sacerdote Laocoonte. Il re troiano Priamo viene ucciso, la città è incendiata. Enea perde la moglie Creusa ma salva il padre Anchise, il figlio Ascanio e i Penati, gli dèi della sua casa.

La trama: i primi 6 libri l primi 6 libri dell’Eneide narrano il fatale peregrinare di Enea e dei suoi compagni da Troia fino all’approdo nel Lazio (raccontato nel VII libro). È la metà odussiaca del poema (modellata cioè sull’Odissea di Omero).

III libro - II racconto a Didone continua: in Tracia Enea trova la tomba di un suo parente, Polidoro, che era stato ucciso a tradimento. Fraintendendo un oracolo raccolto a Delo, i Troiani si dirigono a Creta, da cui fuggono per una pestilenza. Enea capisce che l’oracolo invitava invece a raggiungere l’Italia: pertanto vi si dirige. Superato, nelle Strofadi, un duro scontro con le Arpie, in Caonia un indovino indica la rotta giusta per raggiungere l’Italia. Approdati in Sicilia, muore Anchise. Dalla Sicilia Enea raggiunge la Libia. IV libro - Intanto Didone sta prendendo coscienza dell’amore che prova verso l’eroe troiano. Si confida con la sorella Anna, che ne vince i residui e sempre più deboli scrupoli nei confronti del marito (morto) Sicheo. Un temporale favorisce l’unione di Enea e Didone durante una caccia. Interviene allora Giove, con l’aiuto di Mercurio, per riportare Enea al consueto equilibrio, alla consapevolezza della missione che il cielo gli ha affidato. Il «pio» Enea obbedisce: fa riparare la flotta e parte, di nascosto, all’alba. Disperata, Didone si uccide, dopo aver maledetto Enea e la città che egli fonderà (Roma). V libro - I Troiani tornano in Sicilia e vi celebrano il primo anniversario della morte di Anchise con la solennità che la cerimonia richiede. Giochi, regate, gare di corsa e di pugilato o di tiro con l’arco culminano in un parata di 36 cavalieri guidati dal giovane Ascanio: il Ludus Troiae poi perpetuatosi nella tradizione romana. L’allusione alla vita contemporanea segue i dettami della propaganda augustea. VI libro - Nel libro centrale Enea, con un ramo d’oro tra le mani, discende negli Inferi, guidato dalla Sibilla che gli aveva anticipato quel che lo aspettava una volta giunto nel Lazio. Dopo aver incontrato il nocchiero Palinuro, che chiede degna sepoltura, e dopo aver superato i mostri Caronte e Cerbero, Enea attraversa vari gruppi di anime. Tra queste c’è Didone ancora adirata con lui. Arriva infine ai Campi Elisi, il luogo della beatitudine dei giusti. Qui ritrova il padre Anchise, che gli spiega che le anime che stanno bevendo l’acqua del fiume Lete (“dimenticanza” in greco) sono quelle destinate alla reincarnazione. Tra queste gli indica i futuri eroi della storia di Roma: Romolo, Augusto e il giovane nipote Marcello, che morirà precocemente.

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4. Virgilio VII libro - Enea con i compagni approda nel Lazio. Qui trova il re Latino, che da un oracolo ha saputo che sua figlia Lavinia è destinata a sposare uno straniero che giungerà nel Lazio. Lavinia è però già promessa a Turno, re della locale popolazione dei Rutuli. Latino accoglie benevolmente i nuovi arrivati e promette Lavinia a Enea. Giunone, furibonda con i Troiani, chiede aiuto a una Furia, Aletto, che rende follemente ostili a Enea sia la moglie di Latino, Amata, sia Turno. Aletto fa sì che Ascanio, figlio di Enea, uccidendo a caccia un cervo caro al re Turno, scateni una guerra: tutto il Lazio, prima pacifico, è in armi.

La trama: gli ultimi 6 libri La seconda metà del poema racconta delle guerre che Enea deve affrontare nel Lazio e che si concludono con il duello con l’eroe locale Turno. È la metà iliadica del poema (modellata cioè sull’Iliade di Omero).

VIII libro - Su consiglio del dio Tevere, Enea stringe alleanza con Evandro re degli Arcadi (una popolazione del Lazio). Aiuto gli viene anche dalla madre Venere, che gli regala armi fabbricate da Vulcano, tra cui lo scudo. Su questo scudo sono raffigurate tutte le principali vicende della storia di Roma, da Romolo ad Augusto. Il centro dello scudo è occupato dalla battaglia di Azio, vinta da Ottaviano su Antonio. IX libro - Turno, in assenza di Enea, ne circonda il campo e cerca di incendiare le navi troiane; ma Nettuno le trasforma prodigiosamente in Ninfe. Eurialo e Niso, amici indivisibili, tentano una sortita per andare a richiamare Enea presso Evandro: essi trovano però la morte nel campo di Turno. Le truppe di Turno attaccano, ma Turno rimane accerchiato. X libro - Mentre la battaglia continua, in cielo gli dèi ne seguono l’andamento, rimanendo neutrali. Enea, dopo aver stretto alleanza anche con gli Etruschi, torna finalmente dai suoi compagni con Pallante, il giovane figlio di Evandro. Pallante è però presto ucciso da Turno in duello. Enea uccide Lauso e suo padre Mezenzio, il più pericoloso alleato di Turno. XI libro - La celebrazione dei funerali del giovane Pallante occupa una buona parte del libro. Successivamente, alla ripresa della battaglia si assiste alla morte della coraggiosa vergine alleata di Turno: Camilla. La sua morte sarà vendicata dalla dea Diana, che farà subire una sconfitta ai Volsci che l’avevano uccisa. La guerra infuria; nessuna tregua regge. XII libro - Turno è deciso ad affrontare singolarmente Enea: il loro duello deciderà le sorti della guerra. Giunone riesce a rimandare il momento, fino a che lo scontro fatale ha luogo. Enea, predestinato dagli dèi, prima ferisce Turno, e poi esita a ucciderlo: ma vede brillare sull’armatura di Turno la cintura dell’amico Pallante e allora, in un impeto d’ira, uccide il re rivale passandolo a filo di spada.

I caratteri principali dell’Eneide Virgilio consegna al popolo romano la sua memoria storica, perché possa: Storia e poesia L’Eneide è un “monumento” storico-politico in poesia.

• trarre dal passato, trasfigurato nel mito, stimoli e suggestioni, energie individuali e collettive; • cogliere i valori del presente, incarnati nella guida sapiente del princeps, erede di Enea e del figlio Iulo; • progettare un futuro che sia all’altezza del passato e del presente.

Il passato e il mito Virgilio canta Roma non nella sua storia contemporanea, ma riportandola alle sue origini mitiche.

• Proiettando la storia di Roma nel passato più remoto (il mito «avviene» prima della storia) Virgilio rifiuta di cantare la contemporaneità. In tal modo egli sceglie di non riaprire le ferite delle guerre civili.

L’anima augustea Il poema incarna le attese più profonde del regime di Ottaviano.

L’anima «augustea» dell’Eneide consiste nella grandiosa concezione della missione provvidenziale di Roma: una missione di civiltà, che la città laziale deve propagare nel mondo per volere degli dèi. È stato il fato, il destino a cui anche gli dèi obbediscono, a volere che Enea fondasse Roma e che Augusto, in seguito, la salvasse dagli odi civili.

• Un poema sulle lontane origini concede all’autore la possibilità di celebrare il principe Augusto mediante allusioni, più che per elogi espliciti (peraltro presenti nel VI e nell’VIII libro).

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SEZIONE 1 - L’ETÀ AUGUSTEA Enea incarna diverse virtù:

Il protagonista Enea L’autore ha disegnato nel protagonista del poema una figura di grande complessità psicologica.

L’originalità poetica di Virgilio L’Eneide riesce a trattare in modo nuovo diverse problematiche.

• è l’eroe della pietas, cioè la venerazione verso gli dèi (uno dei valori del mos maiorum caro alla cultura augustea); • è capace di un supremo autocontrollo (gravitas), che lo porta a scegliere con equilibrio e saggezza in ogni situazione (o quasi). Egli, in sostanza, riassume le virtù salienti che la tradizione romana assegnava al perfetto paterfamilias. Soltanto nell’episodio (libro IV) della sua passione per Didone queste virtù rischiano di venir meno: ma ciò aggiunge al personaggio una nota di complessità psicologica e di grandezza poetica.

• L’originalità poetica dell’Eneide appare in primo luogo nel modo inedito con cui tratta la guerra: nessun poema epico aveva rappresentato la guerra come una dolorosa necessità, come una triste causa di lutti e di morte. • Molto originale è anche la complessità poetica del personaggio di Enea, che obbedisce agli dèi, ma trovandosi spesso in conflitto interiore con la volontà del fato. • Molti episodi del poema rivelano note di profonda umanità: Virgilio sa immedesimarsi nella sorte dei vinti e degli infelici, e raffigura il chiaroscuro che si agita nell’animo umano.

Virgilio e Dante: dall’Eneide alla Divina Commedia Virgilio personaggio della Commedia Uno dei poeti che più si giovarono del magistero di Virgilio – e particolarmente dell’Eneide – fu Dante. Nella Divina Commedia l’autore dell’Eneide diviene protagonista perfino a livello narrativo: Virgilio miracolosamente appare al pellegrino Dante nel momento più difficile del suo smarrimento nella «selva oscura»; di là gradualmente lo trae, con le parole e l’esempio, guidandolo fino alle soglie del paradiso terrestre. Nella Commedia Virgilio viene a personificare la massima perfezione naturale raggiungibile dalle sole forze umane, laddove Beatrice simboleggerà l’aiuto supplementare fornito dalla grazia divina e dalla teologia, la scienza delle cose divine. Virgilio maestro di poesia Ma nella Commedia non è attivo solo il Virgilio viator, compagno di viaggio di Dante per i primi due regni dell’aldilà; è molto influente anche il Virgilio auctor, modello di «bello stile» e fonte inesauribile di materiali poetici. Soprattutto nell’Inferno, specialmente nei primi canti, risulta evidente la gran quantità di spunti e derivazioni dall’Eneide. • Dal poema virgiliano Dante riprende i mostri della tradizione classica: da Caronte (canto III dell’Inferno) a Minosse (canto V) a Cerbero (canto VI). In particolare Dante prende in prestito dal poema virgiliano la figura di Caronte, il nocchiero che sia nell’Eneide sia nell’Inferno ha il compito di traghettare le anime al di là del fiume Acheronte. • L’episodio virgiliano di Polidoro è ripreso da Dante per connotare l’emozionante incontro del pellegrino con le piante parlanti della selva dei suicidi, nel canto XIII dell’Inferno. • Il ramo d’oro, che Enea nel libro VI dell’Eneide strappa nella selva e che prodigiosamente subito ricresce sulla sua pianta, diviene nel Purgatorio dantesco il giunco necessario al rito di purificazione morale che attende il pellegrino Dante: un ramo anch’esso capace di ricrescere proprio là, dove era stato spezzato.

Per fissare i punti essenziali su Virgilio • • • • • • • • • •

Riassumi in una trattazione sintetica di massimo 10 righe le principali vicende della biografia di Virgilio. Quali sono i modelli greci e latini alle spalle, rispettivamente, delle Bucoliche e delle Georgiche? Come sono internamente strutturate le Bucoliche? E le Georgiche? Quali interpretazioni si possono dare dell’egloga IV delle Bucoliche? Quali sono le principali digressioni presenti nelle Georgiche? Illustra i contenuti essenziali dei 12 libri dell’Eneide. Perché Virgilio scelse, con l’Eneide, di scrivere non la storia contemporanea, ma quella delle lontane origini di Roma? A quale modello greco si riallaccia l’Eneide? Quali sono i caratteri più nuovi della poesia virgiliana nell’Eneide? In che cosa consiste l’anima «augustea» del poema? E da quali elementi essa, però, viene ridimensionata?

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5. Orazio

5. Orazio La vita 65-44 a.C. Il figlio dell’umile liberto, il combattente per la repubblica Quinto Orazio Flacco nacque nel 65 a.C. a Venosa, tra Apulia e Lucania, figlio di un umile liberto (cioè di un ex schiavo liberato). Venne sostenuto e stimolato dal padre, che ne seppe cogliere in tempo le doti dell’ingegno e che volle che studiasse a Roma. Nella capitale Orazio poté condividere l’educazione che era riservata ai figli delle classi privilegiate. Sempre il padre gli fece completare gli studi ad Atene, la capitale della cultura di allora. Dopo la morte di Cesare, seguendo il sentimento di avversione per la tirannia comune tra i giovani dell’epoca, si schierò dalla parte di Bruto (l’uccisore di Cesare), militando nel suo esercito. Giunse al grado di tribuno militare e prese parte alla battaglia di Filippi (42 a.C.), nella quale i cesaricidi, Bruto e Cassio, furono sconfitti dall’esercito del secondo triumvirato (composto da Marco Antonio, Lepido e Ottaviano). L’amicizia con Mecenate Dopo Filippi, Orazio poté rientrare in Italia in virtù di un’amnistia concessa dai vincitori. Qui però trovò casa e beni confiscati; per vivere, lavorò come scriba quaestórius, cioè segretario del questore. In questo periodo si accostò alla poesia: conobbe Virgilio e Rufo, i quali si fecero per lui intermediari presso Mecenate, nel cui circolo erano già inseriti. Orazio poté così, intorno all’anno 38, incontrare il potente «ministro della cultura» di Augusto. A causa della timidezza di Orazio, quel primo incontro non diede subito frutti positivi. Ma alcuni mesi più tardi il giovane poeta poté entrare nell’entourage degli intimi di Mecenate. Nel 38 lo seguì a Brindisi, in occasione dell’ambasceria che Ottaviano gli aveva affidato: incontrare Antonio per rinsaldare l’accordo politico. L’amicizia con Mecenate durò fino alla morte; i due amici

moriranno a breve distanza, prima Mecenate poi Orazio, entrambi nell’8 a.C. Nel 33 a.C. Mecenate gli fece dono di un appezzamento di terra e di una villa in Sabinia: Orazio gli fu molto grato, cantando nei suoi versi la frugale ricchezza di quell’angolo di pace. I rapporti con Augusto Nel 42 a.C. Orazio aveva combattuto a Filippi al fianco di Bruto e Cassio contro Ottaviano e Antonio. Il rapporto con il principe non fu dunque facile, almeno inizialmente. Orazio non fu mai particolarmente generoso di lodi nei confronti di Augusto, almeno non fino al 27, cioè fino alla battaglia di Azio: da allora in avanti Orazio convintamente celebrò nel principe il fautore della pace e del supremo bene dello Stato romano. Tuttavia, sul piano personale, Orazio mantenne nei rapporti con Augusto un atteggiamento di autonomia e di riservatezza; frequenti furono le recusationes (rifiuti) del poeta davanti alle richieste del principe di comporre poesia epica, verso la quale Orazio non si sentiva portato. Nel 25 Orazio rifiutò il ruolo di segretario personale di Augusto. L’uomo Orazio Orazio parla frequentemente di sé nelle sue opere, spesso con autoironia e distacco. Sappiamo così che era un uomo non bello, afflitto talvolta da disturbi allo stomaco e agli occhi; calvo e basso. Pigro, gli piaceva mangiar bene e bere meglio, gli piacevano le donne e la vita di campagna. Amico di personaggi celebri come Virgilio, o potenti come Mecenate e Augusto, non coltivò alcun senso d’inferiorità per le sue umili origini; era sempre pronto a dire garbatamente la sua, a rifiutare ciò che non intendeva fare, disposto però anche a riconoscere i favori, i privilegi, i doni più o meno generosi che ricevette.

Cronologia delle opere Tra il 41 e il 30 a.C.

Lavora ai carmi degli Epodi e ai Sermones o Satire Pubblica nel 35 a.C. il I libro delle Satire Pubblica nel 30 a.C. il libro degli Epodi e il II libro delle Satire

23 a.C.

Pubblica i primi 3 libri delle Odi (38 liriche nel I, 20 nel II, 30 nel III)

Tra il 23 e il 20 a.C.

Scrive il I libro delle Epistole

19 a.C.

Inizia il II libro delle Epistole

17-13 a.C.

Compone il Carmen saeculare, commissionatogli da Augusto Pubblica il IV libro delle Odi e il II libro delle Epistole

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SEZIONE 1 - L’ETÀ AUGUSTEA

La poetica oraziana Un «poeta augusteo» Un’intima consonanza lega Orazio alla politica di pacificazione perseguita da Augusto e di restaurazione delle antiche tradizioni.

Il poeta «classico» per eccellenza Il classicismo di Orazio è visibile sia nella teoria formulata nell’Ars poetica (v. p. 31), sia nello stile che caratterizza le sue opere.

• In età giovanile, quando ancora non era conclusa la guerra civile tra Ottaviano e Antonio, Orazio dà voce, negli Epodi, alle generali preoccupazioni per la pace che tardava a imporsi. • Più avanti, però, egli esprime sentimenti di riconquistata serenità e di riconoscenza verso il principe, Augusto, che ha saputo restituire la pace allo Stato romano.

• Il classicismo oraziano è da intendersi come senso della misura, come saggezza e moderazione, e come sentimento di humanitas e di calore umano. • Il suo stile apparentemente «semplice» è, in realtà, il risultato di un lungo e accurato lavoro di perfezionamento formale (il labor limae). Orazio esprime al massimo grado eleganza ed equilibrio, le virtù tipiche dei poeti «classici» di ogni epoca.

• Orazio invita nei suoi versi al ritiro dalla folla e dalla tumultuosa città.

L’ideale della saggezza individuale alla luce del criterio del «giusto mezzo»: in medio stat virtus.

• Celebra un ideale di autosufficienza e di controllo delle passioni, le quali non vanno negate, ma tenute a freno: bisogna saper cogliere le gioie della vita (carpe diem) quando esse si presentano, consapevoli che esse durano un istante solo. • Nelle Satire si esprime anche una dose di umorismo e d’ironia, che diviene talora autoironia: un aspetto non comune nella letteratura antica, e che nasce dall’accorgersi dei difetti di cui anche il poeta, come tutti gli uomini, è portatore.

Gli Epodi L’opera d’esordio consta di 17 carmi, composti tra il 41 e il 30 e raccolti in un libro di versi pubblicato nel 30 a.C. La parola epòdo indica il secondo verso, quello più breve, di un distico. Orazio chiama “giambi” (iambi) questi componimenti, per i quali si rifà ai poeti greci Archiloco e Ipponatte, sia per quanto riguarda la metrica sia per i toni. Sul piano metrico, la poesia giambica utilizza la successione di sillaba breve + sillaba lunga (la forma più comune era il trimetro giambico, formato da una sequenza di sei giambi). Questo metro era stato utilizzato dagli antichi poeti greci per attacchi personali e per polemiche verso aspetti e personaggi della vita contemporanea. Contenuti II l epodo è una dedica dell’intero libro a Mecenate. II II è una lode della vita di campagna; solo alla fine si scoprirà che a pronunciarla è stato un usuraio. Gli epodi III, IV, VI, VIII, X e XII hanno i toni dell’invettiva: qui emerge la diretta imitazione del poeta greco Archiloco. L’epodo III è però un’invettiva molto scherzosa indirizzata all’amico Mecenate, colpevole di aver propinato a Orazio una terribile pietanza all’aglio. La magia è il sostrato degli epodi V e XVII; in quest’ultimo è protagonista la maga Canidia. II VII e il XVI trattano di poesia civile: qui Orazio si pone come poeta vates, strumento cioè della divinità ed espressione della collettività civile a cui s’indirizza. Nell’epodo VII il poeta deplora il triste presente e profetizza che Roma sarà distrutta dalle lotte civili; nel XVI dà voce a un sogno di fuga alle Isole Beate (luogo di sogno, l’unico in cui, ormai, si possa vivere). Nel IX troviamo il tema, caro ad Archiloco e agli antichi lirici greci, del convivio o banchetto: Orazio canta la gioia per la vittoria riportata da Ottaviano ad Azio. La poesia del vino ritorna nell’epodo XIII, ispirato dal desiderio di una vita più serena e ritirata. L’XI, il XIV e il XV trattano temi amorosi. Lo spirito dell’invettiva Quella degli Epodi è l’unica raccolta che, sia per la giovane età che per la situazione difficile che Orazio trovò al rientro da Filippi, presenta toni aggressivi: la reazione emotiva di fronte al disfacimento dei valori civili è molto lontana dalla misura e dall’equilibrio a cui saranno improntati tutti gli altri scritti di Orazio. Soprattutto dall’antico poeta greco Archiloco, Orazio riprende l’ideale di una parola poetica libera e sferzante, con uno spiccato carattere di aderenza alla realtà: un tratto poi rimasto tipico di tutta la sua opera. Rispetto però alle invettive di Archiloco, il tono di Orazio si fa meno aspro: egli, del resto, parla non a un pubblico di uditori fisicamente presenti, come avveniva ad Archiloco, ma a un pubblico di raffinati intenditori di poesia, per i quali è conveniente uno stile più letterario.

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5. Orazio Le Satire Il I libro delle Satire (l’autore le chiamava Sermones) fu la prima opera pubblicata (nel 35 a.C.) dal poeta trentenne. Egli raggiunge fin d’ora le vette del capolavoro: l’equilibrio tra contenuto e forma, tra osservazione realistica e invenzione fantastica, tra motivi personali ed esperienze umane, dà vita a un’opera nuovissima per argomenti e toni. Orazio si propone fin d’ora come un poeta originalissimo, capace di conferire a versi di andamento familiare, da conversazione (sermo, da cui il titolo Sermones), il sigillo di un linguaggio terso e raffinato. Lo scopo è di additare difetti e limiti – propri e degli altri uomini – ma raffigurandoli con sorridente indulgenza; non c’è dunque invettiva, ma solo un insegnamento morale di tipo bonario, pur se pungente ed efficace. I contenuti delle Satire

I libro dedicato a Mecenate; composto tra il 42 e il 30

Satira 1. Nessuno è mai contento di nulla; tutti vogliono sempre cambiare la propria condizione, ma in questo modo non riescono mai a godere della propria vita. Satira 2. Contro gli eccessi amorosi, specialmente l’adulterio, fonte di tormenti e di rischi; si consiglia di evitare relazioni soprattutto con le donne sposate di ceto elevato. Satira 3. I filosofi dello stoicismo hanno torto: molte delle colpe da loro attribuite agli uomini sono solo lievi difetti. Se siamo indulgenti con i difetti altrui, possiamo aspettarci dagli altri un comportamento analogo. Satira 4. È un’autodifesa dopo le polemiche suscitate dalle prime Satire: Orazio elogia il poeta latino Lucilio, vissuto un secolo e più prima di lui, per il coraggio con cui attaccava senza riguardi il vizio e i viziosi. Non lui, Orazio, ma Lucilio ha dunque inventato questo genere. Ma lui a differenza di Lucilio scrive poco, e pochi sono quelli che lo leggono. Satira 5. Narra le avventure e gli incontri durante un viaggio da Roma a Brindisi, compiuto nel 37 a. C. da Orazio, Mecenate e altri amici. Satira 6. Satira autobiografica. Orazio mette a fuoco i suoi rapporti con Mecenate, che gli ha fatto dono della villa in Sabinia. Orazio si dipinge con sincerità come un umile figlio di liberto; ma suo padre seppe trasmettergli, con l’esempio, i veri valori della vita. Perciò adesso il poeta, nel confronto tra vita di città e vita di campagna, sa apprezzare i vantaggi della seconda. Il dono della villa perciò è graditissimo: il suo grande desiderio è stato appagato. Satira 7. È un dialogo, un buffo litigio tra un ricco commerciante greco di nome Persio ed il re prenestino Rupilio: essi dibattono davanti a Bruto, pretore nella provincia d’Asia. Satira 8. A parlare è una statua, quella del dio Priapo sull’Esquilino, che narra di un macabro sortilegio a cui ha assistito. Ne sono protagoniste due maghe: Canidia e Sagana. Ma il rito notturno non riesce. Satira 9. È la satira cosiddetta “dello scocciatore”. Mentre Orazio sta passeggiando sulla via Sacra, un individuo, petulante e ossessivo, prima lo abborda e poi lo sfinisce. Il suo desiderio è di essere ammesso nel circolo di Mecenate. Divertente, a tratti esilarante, il dialogo. Satira 10. Orazio difende il proprio stile letterario, meno vivace di quello di altri poeti, ma più adatto a lettori di gusto raffinato.

Il libro composto tra il 42 e il 30

Satira 1. Si rivolge a Mecenate. Sulla base dell’est modus in rebus (“c’è modo e modo per fare le cose”) si innestano le esortazioni ad accontentarsi di quel che si ha, a non invidiare chi ha di più, anche perché il sentimento dell’invidia non può che aggravare la sofferenza di chi lo prova. Illusorio è anche il rifugio nell’avidità, in quanto all’avidità non c’è mai fine. Satira 2. Una mensa modesta, ma ben curata, è da preferirsi al banchetto sconveniente di troppa gente. Orazio riferisce precetti del contadino Ofello: un uomo semplice ma, a suo modo, vero filosofo. Satira 3. Secondo un antico filosofo, tutti gli uomini sono pazzi, meno il filosofo, ma Orazio non concorda: è il filosofo il più pazzo di tutti. Sulla base di questo assunto il mercante Damasippo riesce a essere distolto dal suicidio. Satira 4. Orazio riferisce una lezione (pronunciata da un certo Cazio) di alta cucina, come se si trattasse di una complessa lezione di filosofia. L’esposizione riguarda l’antipasto, il pranzo, i vini, la frutta e quello che noi chiameremmo il dessert. Cazio è un uomo ridicolo, per l’importanza che annette a una «scienza» invero piuttosto bassa; tuttavia alcuni suoi concetti di moderazione sono condivisibili. Satira 5. Si passa nel mondo del mito. L’indovino Tiresia è maestro di Ulisse, che gli chiede come potrà rifarsi del patrimonio dilapidato dai Proci. Tiresia gli insegna tre strategie vincenti di «caccia all’eredità». Satira 6. È un ringraziamento a Mecenate che gli ha concesso la sua amicizia e un ricordo, pieno di gratitudine, del padre: una persona umile ma saggia e affettuosa a cui Orazio deve la bontà dei costumi e. dell’educazione che lo hanno sempre sorretto. Satira 7. Gli interlocutori sono Orazio e il servo Davo, che si confrontano ancora su un paradosso stoico: tutti sono schiavi (delle proprie passioni), meno il sapiente. Davo dimostra di essere libero mentre è Orazio, il suo padrone, a essere schiavo: ma i giorni in cui il dialogo si svolge sono quelli dei Saturnalia, la festa in cui la normale gerarchia sociale è sospesa. Satira 8. Orazio incontra un attore comico, l’amico Fondanio, che gli racconta di un pranzo offerto da Nasidieno Ruffo, un villano arricchito, in onore di Mecenate e di altri personaggi delle alte sfere. Nasidieno, ridicolo padrone di casa, anticipa il personaggio di Trimalcione poi disegnato da Petronio.

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SEZIONE 1 - L’ETÀ AUGUSTEA

Caratteri letterari delle Satire I Sermones di Orazio s’iscrivono dentro una lunga tradizione poetica, tutta però soltanto all’interno della letteratura latina: la satira era sconosciuta ai Greci. • Prima di lui avevano scritto dei componimenti satirici in versi, nel II secolo a.C., sia Ennio (le sue satire erano caratterizzate da argomenti e metri molto vari) sia Lucilio (le sue satire, scritte in esametri, criticavano le storture della società contemporanea). La satira 1 di Orazio

• Un altro modello per Orazio furono le Saturae Menippeae del prosatore Varrone Reatino: ispirandosi al filosofo greco Menippo di Gadara, anch’egli aveva biasimato, nelle sue satire scritte in un misto di prosa e versi, i difetti umani. • Nei suoi Sermones in esametri, Orazio segue una via originale. Evita polemiche o critiche troppo aggressive: con tono affabile e colloquiale (da qui il titolo di Sermones) addita i limiti della natura umana, senza escludersi dal novero dei biasimati.

• Gli argomenti, come si è visto, sono molto vari, proprio perché il genere satirico nasce dall’osservazione della realtà contemporanea: dunque il poeta non seleziona i suoi materiali, ma cerca di mantenersi fedele alla varietà dell’esistere sociale. Argomenti e taglio espositivo

• Quanto al taglio espositivo, in alcune satire (satire 5, 7, 8 e 9 del libro I) prevale l’approccio narrativo, in altre quello filosofico-discorsivo (sull’esempio della diàtriba greca). • Nel II libro si fa più frequente il ricorso al dialogo: Orazio rimane presente, ma la sua figura si fa più marginale. Prende maggior corpo l’autoironia e l’atteggiamento generalmente benevolo.

La critica dei costumi e le «vittime» di Orazio

• L’argomento del genere satirico è la critica al vizio e ai viziosi e questo carattere è ben presente nelle Satire oraziane. L’intento morale c’è ed è ben chiaro, anche se il poeta non fa mai «predica» indignata o lamenti eccessivi, conservando una misura «classica» di lettura della realtà. • Il bersaglio è sempre un individuo contemporaneo (unica eccezione è Ulisse), quasi sempre indicato con il suo nome. Tale precisa identificazione della «vittima» conferisce vivacità e comicità; tuttavia non c’è un vero attacco personale contro questa vittima: essa diviene pretesto esemplare, perché riflette le debolezze, le piccole e le grandi follie o insipienze da cui tutti siamo afflitti. Una vena seria sempre attraversa, ora più ora meno sommersa, la satira di Orazio.

• Il messaggio del poeta trova il suo fondamento filosofico nella diàtriba e i suoi obiettivi nella misura (metriòtes) e nell’autosufficienza (autàrcheia) raccomandate dalle filosofie ellenistiche e in particolare dall’epicureismo. Il messaggio morale

• A questi temi sono ispirate in particolare le prime due satire del I libro: una collocazione «forte», che dà carattere programmatico alla ricerca dell’equilibrio interiore e dell’autonomia spirituale che mette al riparo da turbamenti dovuti a fattori esterni. • Orazio consiglia l’accontentarsi del poco o di quel che si ha: traduce il concetto greco di metriotes nella felice formulazione, diventata poi proverbiale, nell’est modus in rebus, (“c’è una misura nelle cose”, satira 1, libro I).

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5. Orazio

Rappresentazione di sé: l’io al centro

Una novità dei Sermones è la presenza costante dell’autore sulla scena poetica, come interlocutore dei dialoghi. Attraverso i frequenti, calibrati e mai invasivi cenni autobiografici, Orazio si pone come il centro delle riflessioni, delle esortazioni, delle polemiche ecc.; costruisce così, via via, un’immagine di sé accattivante e ricca. Talora l’io poetico si pone come esempio, anche se elegantemente e bonariamente dissimulato.

L’arte narrativa

Le Satire danno prova di un’adesione alla realtà in buona parte inedita nella letteratura latina. Orazio disegna i singoli episodi e personaggi con arte raffinata, proprio mentre sembra nascondere il lavorio dello stile e affidarsi semplicemente alla presa diretta della realtà. La vivacità e concretezza narrativa si affidano spesso al dialogo, quasi a scene di teatro che suscitano l’identificazione dei lettori nei vari episodi.

Diàtriba

Il termine diatribé (in greco “intrattenimento”) è venuto man mano ad assumere il significato di “invettiva”; all’inizio però esso indicava una discussione di argomento scientifico e veniva usato nell’antichità per definire discorsi o lezioni brevi rivolti a un pubblico di gente comune, su argomenti morali. I temi erano il vivere morale, la critica dei valori tradizionali, ecc. In particolare lo scrittore greco Bione di Boristene (IV sec. a.C.), filosofo popolare vicino alla scuola cinica, produsse diatribe in forma scritta. II tono era ora serio ora comico, ma sempre vivace e polemico.

Le Odi I carmina (“poesie liriche”) di Orazio sono in tutto 103 componimenti raccolti in 4 libri. • I primi 3 libri furono pubblicati nel 23 e costituiscono, nell’insieme, una raccolta unitaria: infatti il carme 1 del I libro (Maecenas atavis) e l’ultimo del III libro (Exegi monumentum) sono gli unici a utilizzare il metro dell’asclepiadeo minore: i due carmi furono entrambi scritti nel 23 a.C. con funzione di dedica a Mecenate e di chiusa dell’opera. • Il IV libro fu invece scritto, così come il Carmen saeculare (un inno commissionato al poeta da Augusto per celebrare Roma e le sue tradizioni), tra il 17 ed il 13 a.C. Entrambi costituiscono una sorta di dono poetico di Orazio al suo amico e patrono Augusto.

• Come già negli Epodi, il modello di Orazio lirico è la grande poesia greca di età arcaica, soprattutto quella di Saffo, Alceo e Anacreonte. Da tali autori, amati dai lettori romani colti, proviene l’imitazione di metri vari e preziosi e di certi argomenti (la meditazione sulla vita e lo scorrere del tempo, l’amicizia, il vino e il banchetto) a cui Orazio è assai affezionato. I modelli letterari

La metrica delle Odi

• Si percepisce, nelle Odi, anche l’influsso di Pindaro (il «cigno tebano»): nell’ode 2 del IV libro Orazio ne dichiara l’irraggiungibilità, dovuta alla differenza tra Pindaro che vola in alto per l’impeto poetico e lui che, con il labor limae, lavora di pazienza come un’ape. Ma l’ambizione di costruire un “monumento più duraturo del bronzo” (III, 30) ci riporta proprio al modello immaginoso e solenne di Pindaro.

• Gli schemi metrici presenti nei carmi della raccolta sono molto vari: Orazio si presenta come lo sperimentatore, nella poesia latina, dei preziosi metri della prestigiosa lirica greca. I due schemi metrici maggiormente ricorrenti sono la strofa alcaica (due endecasillabi alcaici, un enneasillabo alcaico e un decasillabo alcaico) e la strofa saffica (tre endecasillabi saffici e un adonio). • Aderire ai metri lirici greci significava per Orazio raggruppare i versi in strofe: questa è la caratteristica più visibile nella struttura delle Odi.

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SEZIONE 1 - L’ETÀ AUGUSTEA Benché costruite con raffinatezza artistica e con varietà di metri, a differenza del «colloquio» in apparenza familiare delle Satire, le Odi confermano i temi consueti di Orazio: riguardano la sfera pubblica e la privata, quella personale e quella politica. I temi che emergono maggiormente sono: • il vino, i banchetti, l’amore (tema nuovo rispetto alle opere precedenti): l’amore e l’amicizia sono motivi di conforto e compagni di ore tranquille e serene;

I temi ricorrenti

• il giusto mezzo e l’aspirazione all’equilibrio interiore: al saggio basta una vita semplice e serena, vissuta secondo gli ideali della autàrkeia e della metriòtes, cioè il controllo e il dominio di sé; • la liberazione dalla prigione del danaro e di ogni ambizione di potere; • la celebrazione della poesia come scelta di vita, di isolamento dalla massa che rende l’uomo partecipe di una dimensione divina; • l’opportunità di godere dei piaceri della vita e della giovinezza, al di qua dei limiti fatali della vecchiaia, delle malattie e della morte. Di tali limiti bisogna avere lucida consapevolezza; • sorge da qui l’invito del carpe diem (“cogli l’attimo”): dobbiamo vivere intensamente ogni attimo, non per un egoistico piacere, ma per dimenticarci della precarietà dell’esistenza umana e per respingere l’angoscia della morte.

Il gruppo delle “odi romane”

• All’interno del III libro, le prime. 6 odi (dette “odi romane”) costituiscono un nucleo a sé stante, per lo stile solenne e l’argomento che le accomuna: il canto della patria. Il poeta è qui pienamente allineato con l’ideologia augustea e con il suo recupero delle antiche virtù. • Orazio, poeta vate, sacerdote delle muse, popolare e consapevole del suo ruolo, celebra in esse la grandezza di Roma e i meriti straordinari di Augusto, il principe che saprà riportare agli antichi fasti una città che ora, peraltro, mostra i segni del degrado morale.

• Lo studio attento della forma caratterizza tutte le opere di Orazio, ma nelle Odi l’esito raggiunto appare compiuto e perfetto.

Perfezione formale

• Orazio si mostra maestro soprattutto nell’arte dell’«allusione» poetica, capace cioè non tanto di creare nuove situazioni (egli preferisce semmai «riscrivere» i modelli greci), quanto, piuttosto, di plasmare luoghi letterari già conosciuti dai lettori colti, conferendo a essi un timbro nuovo e personale. • Le Odi sono anche l’opera in cui Orazio dà vita a chiare formulazioni di autocoscienza poetica: Exegi monumentum aere perennius, “ho eretto un monumento [il libro delle Odi, n.d.r.] più duraturo del bronzo”; Musarum sàcerdos, poeta vates (“sacerdote delle muse, poeta cantore”); Non omnis moriar, “non. morirò del tutto”, in virtù appunto della poesia.

Il Carmen saeculare

• L’origine. I Ludi saecularès venivano - pare - celebrati a Roma ogni cento anni. In età imperiale la loro importanza crebbe: Augusto conferì a essi nuovo slancio, nella sua venerazione per le antiche tradizioni dell’Urbe. In qualità di pontefice massimo (una delle sue tante cariche pubbliche), Ottaviano chiese ad Ateio Capitone, grande giurista e conoscitore delle antiche tradizioni, di elaborare una organizzazione di questi ludi. Orazio fu incaricato nel 17 a.C. di comporre un inno per l’occasione: lo scrisse in 76 versi, in metro saffico e in forma corale. La recitazione fu affidata a 27 ragazzi e 27 ragazze. • I contenuti. Il Carmen è rivolto a Diana e Apollo, ai quali è formulata la preghiera di proteggere le nuove generazioni; ma la preghiera è rivolta anche alle Parche, perché aggiungano altri eventi fausti a quelli già accumulati da Roma. Si chiede abbondanza di. grano e pace, e per i fanciulli la docilità. Augusto, definito «sangue di Anchise e Venere», clemente con i vinti, ottenga quel che chiede. Fede, pace, onore e pudicizia stanno per ritornare insieme alla virtù, insieme all’abbondanza.

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