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Le colonie • La scrittura

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Facciamo il punto

Facciamo il punto

Le colonie

Quando commerciavano via mare, i Fenici cercavano approdi sicuri dove fare scalo per rifornirsi di acqua e cibo, riparare le navi o rifugiarsi in caso di tempesta. Con il tempo questi luoghi di sosta, detti empori, divennero grandi insediamenti e poi città vere e proprie, chiamate colonie, che inizialmente mantenevano rapporti stretti con la madrepatria, diventando poi sempre più autonome. Tra le colonie fenicie, la più famosa è Cartagine. Secondo la leggenda, fu fondata nell’anno 814 a.C. dalla regina Didone, fuggita dalla città di Tiro. Altre colonie fenicie furono Cadice e Malaga in Spagna, Cagliari in Sardegna e Palermo in Sicilia.

Madrepatria: città-stato da cui provenivano gli uomini che avevano fondato la colonia.

La scrittura

Nel corso dei loro viaggi, i mercanti fenici incontravano persone che parlavano lingue diverse e avevano la necessità di annotare gli scambi delle merci in modo veloce. Questo li portò ad avere bisogno di una scrittura più semplice di quella cuneiforme o geroglifica. Nacque così la scrittura fonetica, cioè un alfabeto composto da 22 consonanti in cui ogni segno corrispondeva a un suono della voce. In breve tempo, grazie alla sua semplicità, l’alfabeto fenicio si diffuse in tutto il bacino del Mediterraneo. Da esso deriva anche l’alfabeto che usiamo noi oggi.

■ Le rovine di Cartagine, colonia fenicia sulle coste dell’Africa settentrionale.

La moneta

All’inizio i Fenici per i loro scambi di merci usavano il baratto. Presto però, per rendere più semplice il commercio, iniziarono a ricorrere allo scambio di barre di metalli preziosi. Infine adottarono la moneta coniata, inventata dagli Ittiti, realizzando dischetti d’oro o d’argento su cui era incisa un’immagine-simbolo della città.

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