NUOVI TR@GUARDI Quaderno dei riassunti 5

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Nuovi

i d r a u g Tr@ nome cognome classe

Quaderno dei riassunti LIBRO DIGITALE

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Qua er no ei r iassunt i Raccontare una storia in poche parole, solo quelle che contano per far capire la trama, SEMBRA FACILE, ma… È FACILE! E anche UTILE! FACILE se si lavora “con metodo”, cioè rispettando tutte le tappe (lettura, sequenze, smontaggio, utilizzo dei connettivi e degli indicatori temporali). UTILE per lo studio… Eh sì, in fondo studiare vuol dire “imparare a esporre le informazioni principali” di un argomento. E quindi… BUON RIASSUNTO!


INDICE 3 La notte di Capodanno 4 La trama 6 La fabula 8 L’intreccio 1 0 Individuare le sequenze 1 4 Diversi tipi di sequenze 1 6 Le sequenze narrative 1 8 La frase chiave 1 9 La frase chiave: la forma impersonale 2 0 La frase chiave: la sequenza dialogica 2 1 La frase chiave 2 6 Lo smontaggio 2 8 Eliminare le sequenze non importanti 3 0 Lo smontaggio 3 2 Dallo smontaggio al riassunto 3 4 Il riassunto 42 La sintesi 4 4 Il riassunto e la sintesi 4 6 Riassumere per studiare 4 8 La mappa del riassunto


LA NOTTE DI CAPODANNO Questo è un esempio delle fasi necessarie per fare un riassunto. Nelle pagine successive affronterai a piccoli passi il percorso per giungere al riassunto.

TESTO La sera di Capodanno, una vecchia suocera disse alla nuora: – Stavolta tocca a te stare alzata tutta la notte a sor vegliare il fuoco! Deve bruciare senza mai spegnersi fino al primo mattino dell’anno nuovo, altrimenti la sfortuna cadrà su tutta la famiglia. La ragazza, obbediente, si sedette accanto al camino, ma dopo un po’ s’addormentò e quando si svegliò vide che il fuoco era spento. E lei non aveva nulla per poterlo riaccendere! Preoccupata, corse fuori nella speranza di veder passare qualcuno con una lanterna, ma l’unica cosa che vide, alla luce della Luna, fu un enorme Bue Rosso che avanzava lungo la strada, e che lasciò cadere qualcosa di pesante davanti alla porta di casa. La giovane sposa si spaventò e corse a nascondersi in cucina, dove passò il resto della notte senza riuscire a prendere sonno. La mattina dopo raccontò tutto alla suocera e insieme andarono a guardare cosa c’e ra nel fagotto lasciato dal bue; trovarono cento sacchetti di monete d’o ro. Allora la suocera capì che la ragazza aveva avuto la fortuna di correre fuori nel momento esatto in cui scoccava la mezzanotte e di incontrare il dio dell’A nno Nuovo, che le aveva fatto un regalo. È per questo che in Giappone, tanto tempo fa, si usava passare la notte di Capodanno seduti davanti alla porta di casa, sperando di vedere il magico Bue Rosso.

SMONTAGGIO La sera di Capodanno una suocera disse alla nuora di sor vegliare il fuoco.

RIASSUNTO La sera di Capodanno una suocera disse alla nuora di sor vegliare il fuoco, ma la ragazza si addormentò e il La ragazza si addormen- fuoco si spense. tò. Il fuoco si spense. La ragazza corse fuori per cercare qualcuno e vide un Bue Rosso che La ragazza corse fuori e lasciò qualcosa vide un Bue Rosso che davanti alla porta lasciò qualcosa davan- della sua casa. ti alla porta della sua La mattina seguencasa. te, la ragazza e la suocera uscirono e trovarono cento sacchetti di monete d’o ro. La suocera capì La mattina dopo la rache era stato il dio gazza e la suocera tro- dell’A nno Nuovo a varono cento sacchetti far loro un regalo. di monete d’o ro. Fu così che in La suocera capì che il Giappone si difdio dell’A nno Nuovo fuse l’abitudine di aveva fatto loro un passare la notte di regalo. Capodanno davanti a casa, per vedere In Giappone si passava il Bue Rosso. la notte di Capodanno davanti a casa per vedere il Bue Rosso.

F. Lazzarato, Fiabe notturne da tutto il mondo , Mondadori

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DATA .................................................................................................................................

LA TRAMA La trama è l’insieme degli avvenimenti importanti che sono narrati nel testo.

L’ARRIVO DEGLI EXTRATERRESTRI Già da un mese in città si erano verificati fenomeni strani e inspiegabili: qualche albero aveva assunto un colore viola, alcuni fiori avevano mutato i loro petali in gocce di cristallo, le mele avevano il sapore delle fragole e la polpa dei cocomeri sembrava di cioccolata. Tim era sempre più convinto che fosse necessario trovare il motivo di questi sorprendenti cambiamenti. Esaminò tutti gli angoli della sua città, chiese informazioni, indagò come il migliore dei detective. Durante una delle sue frequenti esplorazioni notò, al di là di un largo marciapiede, una siepe fitta e altissima formata da un tipo di cespugli a lui sconosciuto. Incuriosito, decise di trovare il modo per penetrare al di là della siepe, cercò un varco fra le foglie e finalmente sbucò in un ampio spazio. Tutto era zitto intorno; non si muoveva una foglia. Tutto era bello. Da un cespuglio, a una svolta, s’alzò un volo di passeri, con gridi. Poi tornò il silenzio. Era forse un giardino abbandonato? Improvvisamente, un raggio di sole si posò su un salice dai folti rami pendenti fino a terra; Tim scorse allora con sorpresa bagliori metallici così forti da accecare quasi la vista. Silenziosamente si avvicinò e con il cuore in gola scostò la cortina delle foglie: una perfetta astronave tutta di metallo e di cristallo stava appoggiata al terreno e attorno piccoli esseri fatti di luce osservavano grandi carte tracciando su di esse strani segni con le dita luminose. La città era stata invasa dagli extraterrestri. Mila Babini - Bruna Grillandi, Parole Filanti , Theorema

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DATA ................................................................................................................................ Rispondi per individuare gli avvenimenti che costituiscono la trama. Dove si svolgono i fatti? fatti si svolgono

Chi è il protagonista di questo racconto? l protagonista di questo racconto

Che cosa succedeva di strano in città? n città succedeva

Di che cosa era convinto Tim? Tim era convinto

Perché Tim è incuriosito da un cespuglio? Tim è incuriosito da un cespuglio

Quando Tim scorse dei bagliori? Tim scorse dei bagliori

Che cosa spavent Tim si spavent

Tim?

Che cosa era accaduto in città? n città

Nel testo, segna con delle parentesi gli avvenimenti che hai individuato.

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DATA .................................................................................................................................

LA FABULA Se gli avvenimenti sono narrati in ordine logico e cronologico, cronologico la trama fabula. prende il nome di fabula

LA SPADA NELLA ROCCIA La vigilia di Natale tutti i nobili del regno di Logres andarono a Londra e, tra essi, Anter con Keu e Artù, i suoi due figli. Dopo la messa di mezzanotte, mentre la folla usciva dalla chiesa, risuonarono grida di stupore: una grande pietra si trovava al centro della piazza e sorreggeva un’incudine di ferro in cui era infissa una spada. In lettere d’o ro vi era scritto: “Colui che estrarrà questa spada sarà re”. Prima tentarono gli uomini di valore, poi provarono molti altri, ma nessuno riuscì a muovere la spada. E venne il giorno di Capodanno. Quel giorno era usanza che si desse un gran torneo alle porte della città. Keu chiamò il giovane fratello e gli disse: – Va’ al nostro alloggio e portami qui la spada. Artù obbedì, ma non riuscì a trovare la spada del fratello. Stava tornando quando, passando davanti alla chiesa, vide la spada nell’incudine: subito si avvicinò e, senza nemmeno smontare da cavallo, impugnò la spada, la estrasse senza fatica e la portò al fratello, nascosta sotto il mantello. Gli disse: – Non sono riuscito a trovare la tua spada, ma ti ho portato quella dell’incudine. Anter, il vecchio e saggio padre, sentì e ordinò ad Artù di andare a mettere la spada dove l’aveva presa: il fanciullo riconficcò la lama nell’incudine con la stessa facilità con cui l’avrebbe immersa nell’argilla. Vedendo ciò, il vecchio padre disse, abbracciandolo: – Figlio, tu sarai re! Jack Boulenger, I romanzi della tavola rotonda , Mondadori

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DATA ................................................................................................................................ Leggi e ricostruisci, numerando, le sequenze degli avvenimenti in ordine logico e cronologico, per comprendere bene che cos’è la fabula.

Capodanno per partecipare al torneo Keu manda Artù a prendere A la sua spada.

A rtù rimette senza difficoltà la spada nella roccia.

A nter dice ad Artù che diventerà re.

A rtù torna senza la spada.

A nter, Keu e Artù alla vigilia di Natale vanno a Londra.

Davanti alla chiesa Artù estrae la spada infissa nell’incudine.

l centro della piazza la folla vede una pietra, con un’incudine in cui è A infissa una spada; su di essa è scritto che chi estrarrà la spada diventerà re.

A nter ordina ad Artù di rimettere la spada al suo posto.

Rispondi per individuare gli avvenimenti che costituiscono la trama. Dove si svolgono i fatti? fatti si svolgono

Chi è il protagonista? l protagonista è

Quali sono i due momenti in cui si svolge l’a ione?

Qual è il fatto più importante?

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DATA .................................................................................................................................

L´ INTRECCIO Se gli avvenimenti sono narrati in ordine diverso da q uello in cui sono accaduti, intreccio. la trama prende il nome di intreccio Per comprendere la trama q uando un autore ha utiliz zato la tecnica narrativa cronologico dell’intreccio devi riordinare i fatti nel loro giusto ordine logico e cronologico.

CACCIA A MOBY DICK Tutti gli uomini dell’e quipaggio furono riuniti a poppa; il capitano Achab, detto “Vecchio Tuono”, fece mezzo giro con la gamba di legno, poi parlò: – Uomini di vedetta, voi mi avete già udito dare ordini relativi a una balena bianca, vero? Ebbene, guardate: vedete questa moneta d’o ro spagnola? – e tese verso il sole una larga moneta brillante. Poi gridò, così che tutti lo udirono: – Chiunque di voi mi segnali una balena bianca con la fronte rugosa e la mascella storta, con la testa bianca e tre buchi nella pinna della coda, avrà la moneta d’o ro. – Hurrà! Hurrà! – gridarono i marinai agitando i cappellacci, mentre Achab inchiodava la moneta d’o ro sull’albero. – Aprite gli occhi, vigilate ogni spruzzo di acqua spumosa, avvertitemi anche se vedete una sola bolla! – continuò Achab. – Capitano Achab – disse un marinaio. – Ho già sentito parlare di questo cetaceo… Deve essere quello che qualcuno chiama Moby Dick. – Non è stato Moby Dick a strapparti la gamba? – domandò un altro marinaio. – Chi ti ha detto ciò? – gridò Achab. Poi tornò con la mente a un giorno lontano, quando le sue tre imbarcazioni sfondate danzavano sulle onde tumultuose e i suoi uomini sparivano sommersi dai vortici dell’acqua… Allora lui aveva afferrato un coltello e si era lanciato contro la balena, tentando con una lama lunga pochi centimetri di raggiungere il cuore dell’immenso cetaceo. Era stato in quell’o ccasione che, mentre lui passava sotto la terribile bocca di Moby Dick, l’animale gli aveva falciato di netto la gamba. – Sì, Starbuch; sì, amici miei, è a Moby Dick che devo il pezzo di legno su cui ora mi appoggio. Sì – proseguì con un terribile singhiozzo. – Sì, io lo inseguirò fino alle fiamme dell’inferno, prima di rinunciare a raggiungerlo. È per questo che voi, ragazzi, siete imbarcati, per dargli la caccia, dovunque si trovi! Herman Melville, Moby Dick , Ed. Piccoli

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DATA ................................................................................................................................ Segna con una parentesi il flashback.

Leggi gli avvenimenti principali del racconto, elencati secondo l’intreccio creato dall’autore. Il capitano Achab offre una moneta d’oro per l’avvistamento della balena bianca Moby Dick. I marinai accettano la sfida con entusiasmo. Le navi del capitano Achab sono distrutte da Moby Dick. Achab ha cercato di uccidere la balena. La balena ha mozzato la gamba di Achab. Achab incoraggia i marinai a dare la caccia alla balena.

Scrivi gli avvenimenti secondo l’o rdine logico e cronologico della fabula.

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INDIVIDUARE LE SEQUENZE Una s eq uenza è una parte del testo: ogni s eq uenza contiene una fas e della narrazione e ha un s enso compiuto. Si pas s a da una s eq uenza a un’altra q uando interviene un cambiamento. Generalmente:

gio • interviene un nuovo personag gio; • cambia il tempo in cui si svolge la vicenda; • cambia il luogo in cui accadono i fatti; nuovo • accade un fatto nuovo.

Il testo è stato diviso in sequenze. Segna con una X quale cambiamento segna il passaggio da una sequenza all’altra.

IL MERCANTE E L’USIGNOLO Un mercante aveva in casa una gabbia in cui teneva un usignolo. Questo usignolo cantava così bene che chi lo udiva una volta non lo dimenticava più. Un giorno il mercante partì per un lungo viaggio e l’usignolo gli disse: – Sento che tu devi fare un viaggio proprio nel paese dove vive mio fratello. Salutalo da parte mia e domandagli se ha qualcosa da mandarmi a dire. Dopo un lungo viaggio il mercante giunse nella terra in cui viveva il fratello del suo usignolo.

Cambia il tempo.

Cambia il luogo.

Entrò in uno splendido giardino, in mezzo al quale cresceva un melo, e sui rami del melo c’e rano molti usignoli che cantavano uno meglio dell’a ltro.

Cambia il tempo.

Cambia il luogo.

Meglio di tutti cantava quello che stava sul ramo più alto. “Questo deve essere il fratello del mio usignolo” pensò il mercante. E fece la commissione di cui era stato incaricato. L’usignolo non rispose e, quando il mercante gli domandò se volesse mandare a dire qualcosa a suo fratello, chiuse gli occhi e cadde come morto a terra. Il mercante si spaventò, raccolse l’usignolo, ma il poveretto non si muoveva più.

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Cambia la situazione.

Interviene un nuovo personaggio.


DATA ................................................................................................................................ Egli allora lo posò di nuovo a terra ed ecco che l’usignolo spiegò improvvisamente le ali e volò via.

Cambia la situazione.

Interviene un nuovo personaggio.

Il mercante tornò a casa e il suo usignolo gli domandò: – Hai incontrato mio fratello? Ti ha dato qualche messaggio per me? – Ho visto tuo fratello, gli ho anche portato i tuoi saluti ma poi è successa una cosa strana. Quando gli ho domandato se voleva mandarti a dire qualcosa è caduto a terra come morto. Io l’ho raccolto, ma non si muoveva più. L’ho posato di nuovo a terra e allora lui ha sbattuto le ali ed è volato via. Non capisco proprio che cosa possa significare tutto ciò.

Cambia il tempo.

Cambia il luogo.

L’usignolo diventò molto pensieroso. Da quel giorno se ne stette tutto triste nella gabbia. Non mangiava, non beveva, non cantava più e tre giorni dopo lo trovarono immobile, come stecchito.

Interviene un nuovo personaggio.

Interviene un fatto nuovo.

Il mercante lo levò dalla gabbia, sentì che non si muoveva più e sospirò:– È proprio morto. Posò il corpicino sul davanzale della finestra. Allora l’usignolo riaprì gli occhi, sbatté le ali e fuggì per il libero cielo. Egli aveva ben compreso il messaggio di suo fratello.

Conseguenza del fatto nuovo.

Cambio di situazione.

Gianni Rodari, Inverno , Editori Riuniti

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INDIVIDUARE LE SEQUENZE UN GELIDO LITIGIO Una famiglia composta da persone che volevano avere sempre ragione stava andando a spasso in una grande villa aperta al pubblico. All’improvviso incominciò a nevicare. Allora il padre disse: – La via più corta per giungere al cancello è a destra. – Sciocchezze! – ribatté la madre. – Dobbiamo andare a sinistra. – Voi siete pazzi! – gridò la figlia. – Il cancello sta alle nostre spalle e dobbiamo ritornare sui nostri passi. A questo punto si fermarono e cominciarono a bisticciare gridando. Nessuno voleva cedere. Ma intanto faceva buio e il freddo aumentava. I tre seguitarono a litigare e non si accorsero che si stavano congelando. Quando giunse il guardiano per chiudere il cancello vide tre pupazzi di neve e li sentì gridare: – A destra, a destra! – No! A sinistra! Ho detto a sinistra! – Indietro! Torniamo indietro. Il guardiano si prese un grande spavento, lasciò perdere il cancello e tornò di corsa a casa. Al mattino, i tre che volevano sempre avere ragione a tutti i costi erano completamente intirizziti dal freddo, ma potevano vedere dove stava il cancello: stava proprio davanti al loro naso. Si rallegrarono perché nessuno aveva avuto ragione, ma non potevano parlare, perché tutti e tre avevano la bocca coperta di ghiaccioli. Cominciarono a roteare gli occhi da una parte e dall’altra e quando arrivò di nuovo il guardiano si riprese un grande spavento. Così corse a casa e telefonò ai pompieri. Ursula Wölfel, Storie un po’ matte , Nuove Edizioni Romane

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DATA ................................................................................................................................ Rispondi per individuare le sequenze. Qual è la situa ione ini iale? All’ini io della storia

Qual è il fatto nuovo che interviene? All’improvviso

Qual è la conseguen a di questo fatto? componenti della famiglia

Qual è il nuovo personaggio che interviene e che cosa fa? A un tratto giunge

n quale momento della giornata si svolge la seconda parte del racconto?

Quale personaggio entra di nuovo in a ione?

Nel testo, segna con parentesi colorate le parti in cui ritrovi le seguenti situazioni. Situazione iniziale. Accade un fatto nuovo. Vi è la conseguenza di questo fatto nuovo. Interviene un nuovo personaggio. Cambia il tempo in cui si svolge la vicenda. Interviene ancora il nuovo personaggio.

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DATA .................................................................................................................................

DIVERSI TIPI DI SEQUENZE A s econda delle loro funzioni all’interno del testo, le s eq uenze si dividono in:

• narrative (raccontano gli avvenimenti); • dialogiche (sono prevalenti i dialoghi); • descrittive (descrivono personag gi e luoghi); • rifles sive (ins eriscono commenti e rifles sioni).

IL PRINCIPE RANOCCHIO Come in tutte le favole, anche in questa la principessa incontrò un rospo. Un bel rospone un po’ verde scuro e un po’ verde chiaro, soprattutto sotto la pancia, con due enormi occhialoni gialli e l’e spressione da rospo. Con la sua aria svampita, la principessa si chinò, fece boccuccia e si avvicinò al rospo per baciarlo. – Bleah! Che schiiiiifo (con cinque i, o forse anche sette), un rospaccio schifoso! Il rospo fece un’e spressione sorpresa, ma siccome aveva già lo sguardo da rospo nessuno notò la differenza. Però niente bacio. – Che storie sono queste? – provò a dire, cercando di mantenere la calma. – Tu sei una principessa e io un rospo: se mi baci, divento il tuo principe azzurro con i capelli biondi e il cavallo bianco! Da brava, baciami subito e non pensiamoci più. – Piuttosto bacio il mio cocchiere! Non sarà un principe, ma nemmeno un rospo! – e se ne stette nella classica posa impettita da principessa viziata. Il cocchiere, un poco più in là, fece un sorriso, ma poi pensò di avere capito male e risalì sul cocchio. Il rospo, invece, che si stava quasi arrabbiando, ma non ancora del tutto, disse: – Bsstrl… – Come dici? – fece la principessa, allungando l’o recchio per capirci meglio. – Ho detto prtlnngssst… – Eh? Parla chiaro, che non si capisce un cavolfiore! – Ho detto grllltmoanz!… – ripeté ancora il rospo, e poi di nuovo e ancora, mentre la principessa si avvicinava di più e ancora un pochino finché…

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DATA ................................................................................................................................

Oplà, il rospone le saltò sulla faccia, aggrappandosi forte alle orecchie, e le diede un bacio tale, insieme sulla bocca e sul naso, che tutte le campane del regno cominciarono a suonare. E mentre la baciava, la principessa cominciò a risucchiarsi e a rimpicciolirsi, con gli occhi che si ingrossavano e la pelle che diventava verde come un germoglio, fino a tramutarsi in una ranocchietta. Il rospo riprese fiato, sorrise soddisfatto, guardò la sua nuova amica negli occhioni gialli e le disse: – Ciao. Anzi: “Ciao!” con il punto esclamativo e poi: – Su, principessa, non c’è tempo da perdere, andiamo a vivere felici e contenti! I due si tuffarono nello stagno. E meno male che la principessa sapeva nuotare. Andrea Valente, Chissà perché, Gallucci

Colora in blu le sequenze narrative, in rosso quelle dialogiche, in verde la sequenza descrittiva e in arancione quella riflessiva. Se leggi il testo senza le sequenze descrittiva e riflessiva, capisci ugualmente la trama? ........................................................

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DATA .................................................................................................................................

LE SEQUENZE NARRATIVE Per fare il rias sunto è neces s ario:

• trasformare le s eq uenze dialogiche in s eq uenze narrative •

indiretto in forma di discorso indiretto;

non tenere conto delle s eq uenze rifles sive e descrittive. descrittive

LA TRECCIA Tuthse giocava tranquillo con un coccodrillo d’argilla. Era un piccolo animaletto che aveva modellato da solo. Aveva pure le scaglie sul dorso, la bocca spalancata e denti aguzzi fatti con sassolini. Sua madre lo raggiunse. – Oggi è il grande giorno – gli disse. – Che giorno è, mamma? – chiese il bambino incuriosito. – Oggi viene il sacerdote per la cerimonia della treccia: è il giorno in cui diventi un uomo! – Che cosa?! Io non voglio! – gridò d’istinto. Poi corse con la mano destra alla treccia che gli pendeva vicino all’o recchio destro, come a proteggerla. – Su, su – lo esortò la madre, – non sentirai alcun dolore e comunque hai dieci anni: sei diventato grande. La donna rientrò in casa e lasciò il figlio ai suoi pensieri. Tuthse continuò per un po’ a torcere la treccina da bambino che ornava il suo capo per il resto rasato. Non gli dispiaceva diventare un uomo, anche se questo voleva dire lavorare di più e giocare un po’ di meno. Quello che non riusciva a sopportare era che gli venisse tagliata quella treccia che l’aveva accompagnato per tutta l’infanzia. Gli sembrava dover rinunciare a una parte di sé. Poi vide da lontano il sacerdote e si nascose dietro a una grossa palma. Sua madre alzò la voce: – Tuthse! Tuthse, vieni a casa, insomma! – Se non vieni subito – disse infine molto arrabbiata, – Horus, il dio falco, e Anubi, il dio sciacallo, verranno a cercarti e ti porteranno via! Tuthse aveva paura tanto di Horus quanto di Anubi: li aveva visti dipinti sulle pareti del tempio e ne era stato molto impressionato. Così, a malincuore si diresse verso casa. Qui il sacerdote lo fece sedere su un grosso sasso, gli tagliò la treccia e gli rasò completamente la testa. Stefano Bordiglioni, All’ombra delle piramidi , Einaudi Ragazzi

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DATA ................................................................................................................................ Nel testo, segna con: una parentesi rossa la sequenza descrittiva; una parentesi blu la sequenza riflessiva; delle parentesi verdi le sequenze dialogiche. Trasforma in sequenze narrative i seguenti dialoghi. Sua madre lo raggiunse. – Oggi è il grande giorno – gli disse. – Che giorno è, mamma? – chiese il bambino incuriosito. – O ggi viene il sacerdote per la cerimonia della treccia: è il giorno in cui diventi un uomo! – Che cosa?! Io non voglio! – gridò d’istinto. – S u, su – lo esortò la madre, – non sentirai alcun dolore e comunque hai dieci anni: sei diventato grande.

Sua madre alzò la voce: – Tuthse! Tuthse, vieni a casa, insomma! – Se non vieni subito – disse infine molto arrabbiata, – Horus, il dio falco, e Anubi, il dio sciacallo, verranno a cercarti e ti porteranno via!

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DATA .................................................................................................................................

LA FRASE CHIAVE Per ogni s eq uenza narrativa devi individuare una fras e chiave, chiave cioè l’informazione informazione principale che permette di comprendere q ual è l’avvenimento narrato nella s eq uenza.

Leggi attentamente il testo, poi completa le frasi chiave.

NINA E LA MALEDIZIONE DEL SERPENTE PIUMATO Nina, Fiore e Dodo attraversarono l’umido corridoio e si trovarono nella stanza ottagonale. Si accorsero che la prima porta era semiaperta. Nina impugnò il Taldom Lux, il suo scettro magico, e si avvicinò alla prima porta che si richiuse di colpo e non si aprì più. Nina e Fiore tentarono di forzare le altre porte, ma tutte erano bloccate. Solo quando Dodo girò la maniglia dell’o ttava porta rossa i bambini scoprirono una nuova stanza, l’unica accessibile. In un baleno furono dentro la stanza. La prima sensazione fu quella di essere finiti in un luogo terrificante. Al centro della stanza videro il trono di legno antico e al suo fianco la botte. Nina avanzò, gli altri la seguirono guardinghi. Uno strano rumore strisciante attirò l’attenzione di Nina che fissò il suo sguardo sul trono. Le cinque sentinelle serpenti arrotolate sulla botte si alzarono di scatto, minacciando i ragazzi. Le teste erano in avanti, le bocche erano aperte e le lingue biforcute si agitavano. I loro corpi viscidi erano illuminati da una tenue luce. Due serpi strisciarono dalla botte verso i piedi della bambina che iniziò a sparare con il Taldom. Niente da fare: nemmeno le scariche di fuoco le ferirono. Moony Witcher, Nina e la Maledizione del Serpente Piumato, Giunti

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Tre raga

i

Nina impugn

Nina, Fiore e Dodo

Videro

serpenti

Sequen a descrittiva

Nina


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LA FRASE CHIAVE: LA FORMA IMPERSONALE La narrazione in prima persona deve es s ere cambiata in narrazione in forma impersonale. impersonale

Leggi attentamente il testo, poi completa le frasi chiave utilizzando la forma impersonale.

A PRANZO CON GLI SCORPIONI Avevo circa dieci anni ed ero sempre alla ricerca di qualcosa da scoprire. Un giorno trovai nel muro un grosso scorpione femmina, che aveva aggrappati sul dorso una decina di piccoli. Estasiato da questa famiglia, decisi di portarmeli tutti a casa di nascosto e di tenerli in camera mia per vederli crescere. Con cura infinita riuscii a sistemare la madre e i piccoli in una scatola di fiammiferi, poi corsi a casa. Non ebbi il tempo di portare la preziosa scatola in camera mia, perché il pranzo era già in tavola. Allora l’appoggiai distrattamente sulla mensola del camino, in salotto. Durante il pranzo mi dimenticai dei miei poveri prigionieri. Finito il pranzo, mio fratello maggiore andò in salotto per accendere il camino, prese la scatola di fiammiferi e l’aprì. Lo scorpione femmina, agitata e un po’ seccata di stare rinchiusa, scavalcò il bordo della scatola, sempre con i piccoli aggrappati sul dorso, fermandosi minacciosa con il pungiglione all’insù. Mio fratello fuggì terrorizzato, il cane uscì da sotto il tavolo abbaiando come un forsennato e mia madre fece volare lo sventurato scorpione.

Un bambino

l bambino

l bambino

l fratello del bambino

Lo scorpione

Tutti i componenti della famiglia

Gerald Durrell, La mia famiglia e altri animali , Adelphi

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LA FRASE CHIAVE: LA SEQUENZA DIALOGICA Leggi attentamente il testo, poi completa le frasi chiave trasformando le sequenze dialogiche in discorso indiretto.

LE SIRENE Odisseo riprese il viaggio per mare e arrivò nei pressi di un’isola rocciosa. Qui abitavano le Sirene, creature del mare che cantavano canzoni melodiose per le navi di passaggio. I marinai rimanevano incantati, lasciavano che la loro nave andasse a sbattere contro gli scogli e morivano affogati. – Legatemi all’albero maestro – ordinò Odisseo all’e quipaggio. – Poi tappatevi le orecchie con la cera e toglietela soltanto quando saremo ben lontani dall’isola. I marinai fecero come Odisseo aveva ordinato e poi si misero a remare. Le Sirene cantavano, ma l’e quipaggio non sentiva quel canto dolce e ammaliante. Furiose al vedere che la nave continuava ad allontanarsi, si misero a cantare più forte. Solo Odisseo, che le udiva, prese a dibattersi disperatamente. – Slegatemi, lasciatemi andare. Mi stanno chiamando, devo raggiungerle! Odisseo urlava, ma i suoi uomini non lo sentivano e continuavano a remare. Solo quando furono molto lontani dall’isola delle Sirene lo liberarono e si tolsero la cera dalle orecchie. Heather Amer y, Miti greci per bambini , Usborne

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Odisseo arriv

marinai Ordin

al suo equipaggio di

marinai

Odisseo, che

urlava di

marinai liberarono


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LA FRASE CHIAVE Leggi attentamente il testo, poi completa le frasi chiave.

ALDAR-KOSE Aldar-Kose cavalcava nella steppa. Soffiava un vento gelido. Il suo cavallo zoppicava e il suo mantello aveva settanta buchi e novanta rattoppi. All’improvviso Aldar-Kose vide un cavaliere su un cavallo e con un mantello di pelliccia. Aldar-Kose cominciò a cantare. – Il tuo mantello è pieno di buchi. Come puoi avere voglia di cantare? – chiese il cavaliere. – Canto proprio perché il mio mantello è pieno di buchi. Il vento entra in un buco ed esce dall’altro, così io rimango al caldo. Voi dovete proprio avere freddo con il mantello di volpe. – Sì, ho davvero freddo – ammise il ricco mercante. – Non mi venderesti il tuo mantello? – Io non voglio venderlo, perché sarei io alla fine ad aver freddo! – Bene, ti darò il mio mantello e per giunta anche del denaro.

Aldar-Kose, con il suo cavallo e

il suo mantello,

Aldar-Kose incontr

l cavaliere chiese Aldar-Kose spieg

l cavaliere propose

– D’accordo – fece Aldar-Kose. – Scambiamoci i mantelli e i cavalli. Il denaro potete tener velo. Il mercante diede ad Aldar-Kose la sua pelliccia e il suo bellissimo cavallo. Quindi se ne andò, contento di aver fatto un buon affare.

Aldar-Kose

Aldar-Kose indossò il mantello di pelo, saltò sul cavallo e partì veloce. Nel villaggio, la sera, raccontò la storia. E tutti risero per come era riuscito a imbrogliare il ricco mercante.

Aldar-Kose

Gianni Rodari, Enciclopedia della favola , Editori Riuniti

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LA FRASE CHIAVE Leggi attentamente il testo, poi completa le frasi chiave.

LA FIABA DEL PESCATORE Sulla costa incantata di un’isola, vivevano il pescatore Giuseppe e sua moglie Rosa. Tutte le mattine Giuseppe andava al largo a pescare.

iuseppe

Una sera il cielo si coprì di nuvoloni, il mare divenne agitato. Giuseppe non era ancora tornato.

Una sera di tempesta

Allora Rosa decise di uscire con la lanterna per fare dei segnali, ma scivolò sui ripidi scogli e finì in fondo al mare.

Rosa usc e

Delle sirene nuotarono verso di lei e con una formula magica la trasformarono in una sirena. Poi le mostrarono il loro castello di corallo bianco e le diedero da mangiare uova di pesce e marmellata di alghe verdi. Le sirene erano sempre allegre e cantavano, ma Rosa era triste, perché aveva nostalgia di Giuseppe. Giuseppe nel frattempo era tornato a casa e, non avendo trovato Rosa, decise di andare per mare a cercarla. Una notte Giuseppe udì il canto delle sirene e, appena sotto la superficie del mare, le vide e tra loro scorse Rosa. – Io sono una sirena, ora – gli disse Rosa con tristezza – e non posso seguirti. Solo le altre sirene possono liberarmi dalla coda, ma loro non vogliono.

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l pescatore

iuseppe

Alcune sirene la

Sequen a descrittiva iuseppe and iuseppe trov

Rosa che


DATA ................................................................................................................................ – Ho un’idea! – esclamò Giuseppe. – Le sirene amano più di ogni altra cosa i gioielli. Alla prossima luna piena vieni con loro alle rocce nere e vedrai. La notte stabilita Rosa convinse le sirene a nuotare fino alle rocce nere. Giuseppe le aspettava con le mani colme di collane e braccialetti luccicanti. Le sirene, entusiaste, lo implorarono di dar loro i gioielli. – Ridatemi Rosa – disse Giuseppe, – e vi darò tutto. Le sirene mormorano di nuovo la formula magica, liberando Rosa. Giuseppe gettò in acqua tutti gli oggetti luccicanti e aiutò Rosa a salire in barca. Felici, Giuseppe e Rosa si abbracciarono. – Dove hai trovato tutti quei gioielli, Giuseppe? Noi siamo così poveri! – chiese meravigliata Rosa. – Oh! Li ho fatti con le decorazioni del nostro albero di Natale! – esclamò, ridendo, Giuseppe. E allegramente remarono verso casa.

iuseppe

iuseppe offr

in cambio di

Le sirene iuseppe spieg

a Rosa

Fiona Moodie, La fiaba del pescatore , Arca

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DATA .................................................................................................................................

LA FRASE CHIAVE Leggi attentamente il testo, poi scrivi la frase chiave di ogni sequenza fondamentale.

NONTISCORDARDIMÉ C’e ra una volta un paese lontano dove si trovavano due regni, uno accanto all’altro. In uno dei due tutto era luminoso e trasparente, il re era buono e saggio, la sua sposa dolcissima. Il castello era tutto di cristallo. Nell’altro tutto era buio; in un palazzo tutto di pietre, e senza finestre, viveva la regina delle tenebre. Un bel giorno nel regno luminoso la regina diede alla luce un figlio, bello come un raggio di sole. Quando la regina delle tenebre lo venne a sapere fu divorata dall’invidia. Chiamò la bufera e il vento rabbioso, si fece portare di notte nel regno vicino, entrò nella stanza del principino, lo rapì e lo portò nel suo castello. Quando la madre si accorse che il suo piccino era sparito si disperò, e da quel momento non fece altro che piangere. Un giorno, mentre piangeva sotto un abete del suo giardino, cominciò a cantare sottovoce la ninna nanna che piaceva tanto al suo bambino. Da dietro gli alberi sbucarono pian piano, curiosi, dei piccoli folletti di luce azzurra. Si strinsero attorno alla regina che raccontò loro il suo dolore.

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DATA ................................................................................................................................ Promisero di aiutarla: – Noi siamo fatti di cielo e di sole – disse uno di loro, – e possiamo sconfiggere la regina delle tenebre! Decisero di raggiungere il castello: man mano che avanzavano, perdevano un po’ della loro luce, ma erano tanti, tantissimi, e potevano ancora rischiarare la notte. Arrivarono al castello di pietra, entrarono, presero il bimbo, lo avvolsero nella loro tenera luce e fuggirono veloci. Quando giunsero al castello di cristallo erano quasi spenti per la fatica. Adagiarono il bimbo tra le braccia della madre e si abbandonarono a terra. – Non vi lascerò morire così, piccoli amici – disse la regina. – Ho il potere di ridar vi la luce, non mi scorderò mai di voi e sarete dei fiori nel mio giardino! Da quel giorno ogni anno, a primavera, nel parco della regina, spuntavano piccoli fiori azzurri come il cielo, con un cuoricino giallo come la luce del Sole. Sono i nontiscordardimé. Carmen Valentinotti, Nontiscordardimé, Esse 80

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DATA .................................................................................................................................

LO SMONTAGGIO Lo smontag gio di un racconto è l’insieme insieme delle frasi chiave delle s eq uenze fondamentali, che indicano gli avvenimenti neces s ari per capire la fabula. fondamentali

Leggi più volte il testo per comprendere la fabula.

IL VAMPIRO SCOZZESE Si narra che Roberto , grande re della Scozia, un giorno si fosse recato in visita da un potente signore nella contea di Ber wick. Com’e ra usanza, venne intrattenuto con ricchi pranzi, canti e danze. Queste feste si svolgevano ogni volta che un re arrivava in visita al castello del potente signore. Proprio durante le celebrazioni, un brigante venuto dalla foresta venne condotto davanti al signore per rispondere dell’accusa di bracconaggio, cioè la caccia in luoghi protetti dalle leggi della contea. A quell’e poca tale reato era punito con la morte. L’uomo era noto per essere un pericoloso criminale che infastidiva in ogni modo la gente di Ber wick. Il signore non esitò, quindi, a ordinarne la morte. Il re, però, inter venne e il criminale ebbe salva la vita. Non appena ripartito il re, il brigante venne nuovamente arrestato e condannato a morte, nonostante il decreto emanato dal sovrano in persona. Poco tempo dopo, una creatura nell’aspetto del tutto simile al malfattore iniziò ad aggirarsi su quelle terre, entrando nelle case, aggredendo le persone nei loro letti e nutrendosi del loro sangue. Successivamente, nella zona si diffusero anche diverse malattie. In preda alla disperazione, la gente chiese al re di tornare e di punire il signore per avere disubbidito al suo ordine. Il re non esitò e mandò i suoi uomini a esumare il corpo dell’uomo che era stato giustiziato, poi fu tagliato in tanti pezzi e bruciato. Da quel momento, il morto vivente smise di tormentare la gente. Robert Curran, Storie di Vampiri , EdiCart

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DATA ................................................................................................................................ Rispondi alle domande per individuare le nove sequenze narrative e segnale nel testo con delle parentesi. 1. Che cosa fa re Roberto ? 2. Che cosa succede durante il pranzo? 3. Che cosa fa il signore di Berwick? 4. Come reagisce il re? 5. Che cosa accade quando il re riparte? 6. Che cosa succede in seguito? 7. Che cosa fa la gente? 8. Che cosa fa il re? 9. Come termina il racconto? Fai lo smontaggio scrivendo la frase chiave di ogni sequenza narrativa. 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9.

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DATA .................................................................................................................................

ELIMINARE LE SEQUENZE NON IMPORTANTI Per fare lo smontag gio devi eliminare le s eq uenze descrittive, informative, importanti rifles sive e considerare le s eq uenze narrative più importanti.

GLI ATOMI RIBELLI C’e ra una volta un atomo. E c’e ra una volta un generale cattivo. Tutto è fatto di atomi: gli atomi sono piccolissimi e quando si riuniscono insieme formano le molecole, le quali a loro volta formano tutte le cose che conosciamo. Quando gli atomi stanno assieme armoniosamente, tutto funziona a meraviglia. Ma quando si riesce a romperne uno, le sue parti colpiscono altri atomi, i quali colpiscono altri atomi ancora e così via… Avviene un’e splosione terrificante! È la morte atomica. Il nostro atomo era triste: era stato messo dentro una bomba atomica e, insieme ad altri atomi, aspettava il giorno in cui essi avrebbero distrutto ogni cosa. Il nostro generale riempiva di bombe il suo solaio. – Quando ne avrò tante – diceva, – farò scoppiare una bellissima guerra! – e rideva. Ogni giorno il generale saliva in solaio e vi portava una bomba fresca. Gli atomi chiusi nelle bombe erano molto tristi. Per causa loro ci sarebbe stata un’immensa catastrofe: sarebbero morti uomini e animali… non sarebbe rimasto che un orribile buco nero. E così decisero di ribellarsi. E una notte uscirono dalle bombe e si nascosero in cantina. La mattina dopo il generale entrò nel solaio e disse: – Bisognerà proprio iniziare questa guerra, altrimenti non riuscirò mai a fare carriera. E dichiarò guerra. Quando si diffuse la notizia che stava per scoppiare una guerra atomica, la gente ebbe tanta paura. – Oh, se non avessimo permesso che i generali costruissero bombe – diceva. Ma ormai era troppo tardi. Tutti fuggivano dalla città. Ma dove rifugiarsi? Intanto, il generale aveva caricato le sue bombe su un aeroplano e stava gettandole una per una su tutte le città. Ma quando le bombe caddero, vuote com’e rano, non scoppiarono affatto. E la gente, felice per lo scampato pericolo, le usò come vasi per i fiori. Scoprirono così che la vita senza bombe era molto più bella e decisero di non fare più guerre. Eugenio Carmi - Umberto Eco, Tre racconti , Bompiani

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DATA ................................................................................................................................

Rispondi alle domande per individuare le sette sequenze narrative. Ci sono anche tre domande che ti aiuteranno a individuare la sequenza descrittiva e le due sequenze riflessive. Colora in rosso la parentesi della sequenza descrittiva e in blu quelle delle due sequenze riflessive. 1. Chi sono i due protagonisti? 2. Come sono gli atomi e come funzionano? 3. PerchÊ l’atomo era triste? 4. Che cosa faceva, ogni giorno, il generale? 5. Quali riflessioni fecero gli atomi chiusi nelle bombe? 6. Che cosa fecero, una notte, gli atomi? 7. Che cosa fece, la mattina seguente, il generale? 8. Quali furono i pensieri della gente? 9. Che cosa successe quando le bombe caddero? 10. Di che cosa si rese conto la gente?

Fai lo smontaggio scrivendo la frase chiave di ogni sequenza narrativa. 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7.

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DATA .................................................................................................................................

LO SMONTAGGIO TERRORE NELLA NEVE I Soli non erano ancora sorti quando Talitha e Saiph si misero in cammino. Il Regno dell’inverno sotto di loro era una sconfinata distesa bianca. Dopo un inizio a passo sostenuto, il percorso si fece più arduo con il procedere della giornata. Il manto perenne delle nevi cominciava a sciogliersi, e anche questo era un segno dell’avanzata di Cetus. Poco prima di mezzogiorno i due ragazzi sentirono sulla pelle i raggi lievi dei due Soli, Miraval e Cetus, il Bene e il Male, che erano alti nel cielo. La temperatura si alzava e il ghiaccio si faceva ancora più scivoloso, cominciando a farli cadere. Di lì a poco una neve vischiosa cominciò a tormentarli. Era una neve strana, che pareva apparire dal nulla. Si appiccicava ai loro corpi ed era difficile da togliere. Mentre avanzavano Saiph batteva le mani sui vestiti per scrollarsi quel peso. Lo strato bianco si staccava un attimo, ma poi tornava a attaccarsi addosso, quasi fosse dotato di volontà propria. – Dobbiamo andarcene il prima possibile – disse Talitha spaventata da quello strano fenomeno. Ma le sue gambe ormai erano saldate al suolo e Saiph si agitava disperato, mentre si trasformava in un cumulo di neve. Con uno sforzo immane, Talitha riuscì a sfilare entrambi i piedi dal ghiaccio e si gettò con furia su Saiph, colpendolo con il piatto della spada. Riuscì a far cadere la crosta di neve che lo avvolgeva, e Saiph fu finalmente libero. Licia Troisi, I regni di Nashira – Le spade dei ribelli , Mondadori

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DATA ................................................................................................................................ Rispondi alle domande per individuare le sequenze narrative. 1. Dove si trovano Talitha e Saiph? 2. C he cosa succede quando Mirval e Cetus, il Bene e il Male, sono alti nel cielo? 3. Che cosa tenta di fare Saiph? 4. Che cosa succede a Talitha? 5. Che cosa riesce a fare Talitha? 6. Con cosa Talitha colpisce Saiph? 7. Che cosa succede in seguito?

Fai lo smontaggio scrivendo la frase chiave di ogni sequenza narrativa. 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7.

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DATA .................................................................................................................................

DALLO SMONTAGGIO AL RIASSUNTO Il rias sunto è il racconto breve delle s eq uenze principali di un testo. Per fare il rias sunto devi:

gio • fare lo smontag gio; c ollegare le frasi chiave dello smontag gio con: • collegare

• i connettivi temporali (dopo un po’, subito, in q uel momento…); • gli indicatori di luogo (in lontananza, vicino, dall’altra parte…); • gli indicatori di caus a–effetto (perché, perciò, affinché…).

Leggi attentamente il testo, poi fai lo smontaggio completando le frasi chiave delle sette sequenze fondamentali.

IL NAUFRAGIO DI ROBINSON Il 29 settembre del 1759, nel tardo pomeriggio, il cielo si rannuvolò improvvisamente nella regione dell’arcipelago Juan Fernández, a circa 400 miglia dalle coste del Cile. L’e quipaggio del Virginia si riunì sul ponte per osser vare i segni annunciatori di un violento temporale. La Virginia, sulla quale viaggiava Robinson, era una nave olandese dallo scafo tondo e l’alberatura bassa che ne facevano una nave poco veloce, ma di una straordinaria stabilità nel cattivo tempo. Così, la sera, quando una ventata fece scoppiare una vela, il capitano Von Dyssel ordinò ai suoi uomini di serrare le vele e di scendere con lui sottocoperta finché non fosse tornata la calma. Il capitano e Robinson si misero a giocare tranquillamente a carte mentre fuori infuriava l’uragano.

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Sequen a informativa L’equipaggio della nave Virginia

Sequen a l capitano Von

l capitano e Robinson


DATA ................................................................................................................................ Mentre il capitano e Robinson parlavano, la lampada che illuminava la cabina fu scagliata contro il soffitto e scoppiò. Robinson vide il capitano fare un volo sopra il tavolo e scomparire nel buio. Si alzò, corse verso la porta. Non c’e ra più. La nave era immobile, probabilmente arenata o incagliata sugli scogli. Alla luce della luna, Robinson vide un gruppo di marinai che tentavano di calare in acqua una scialuppa di salvataggio. Stava andando verso di loro per aiutarli, quando un colpo formidabile scosse la nave. Subito dopo, un’o ndata gigantesca si riversò sul ponte spazzando via tutto: uomini e materiale. Dopo pochi minuti il mare era deserto. Quando riprese i sensi, Robinson giaceva con la faccia sulla sabbia.

La nave

Un colpo

Un’ondata Robinson

Michel Tournier, Venerdì o la vita selvaggia , Mondadori

Fai il riassunto unendo le frasi chiave con gli indicatori e i connettivi adatti.

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DATA .................................................................................................................................

IL RIASSUNTO Leggi attentamente il testo, poi dividilo nelle otto sequenze fondamentali che ser vono per comprendere la fabula.

FILEMONE E BAUCI Giove, re degli dèi, e il suo messaggero Mercurio una volta scesero in terra, travestiti da poveri pellegrini e arrivarono in un villaggio. – Passeremo la notte qui – disse Giove. – Chiedi per le case se qualcuno ci dà da dormire. Mercurio andò di casa in casa, ma senza successo. Tornò da Giove e gli disse che nessuno li voleva ospitare. – Sono stato dappertutto, tranne che in quella capanna sul colle. Ci devono abitare dei poveracci che certamente non ci riceveranno. – Prova ad andarci – ordinò Giove. Mercurio andò a bussare alla porta della povera capanna dove vivevano Filemone e Bauci. Essi erano due poveri vecchi, che mancavano spesso del necessario, ma con grande gentilezza prepararono una cena e lasciarono i loro letti agli ospiti. Giove era commosso. Li chiamò e disse: – Coricatevi voi nei vostri letti, noi non ne abbiamo bisogno. Non siamo poveri pellegrini: io sono il re degli dèi e questi è Mercurio. In tutto il villaggio nessuno ha voluto darci ospitalità, tranne voi che siete i più poveri di tutti. E per questo voglio castigare il villaggio e dare a voi una ricompensa. Appena Giove ebbe parlato, l’acqua cominciò a cadere sul villaggio, in poco tempo ricoprì le case, e tutti i suoi abitanti avari e duri di cuore annegarono. Solo alla capanna di Filemone e Bauci non successe nulla. Poi Giove domandò: – Ditemi che cosa desiderate e io soddisferò ogni vostro desiderio. I due buoni vecchi risposero: – Abbiamo soltanto una preghiera da farti. Noi non vogliamo vivere l’uno senza l’altro. E così accade. Filemone e Bauci vissero ancora a lungo nella loro semplice felicità e quando arrivò il loro momento morirono nello stesso istante. Dal corpo di Filemone crebbe una quercia, dal corpo di Bauci un tiglio. Da quel tempo, il tiglio e la quercia crescono l’uno accanto all’altro. Gianni Rodari, Inverno , Editori Riuniti

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DATA ................................................................................................................................ Fai lo smontaggio scrivendo la frase chiave di ogni sequenza narrativa. 1.

2.

3.

4.

5.

6.

7.

8.

Fai il riassunto unendo le frasi chiave con gli indicatori e i connettivi adatti.

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DATA .................................................................................................................................

IL RIASSUNTO MARCO POLO TRA I PERICOLI D’ORIENTE Marco Polo e suo padre Niccolò erano importanti mercanti che vissero a Venezia agli inizi del 1300. Un giorno, Marco Polo e suo padre Niccolò erano nel deserto dell’A rmenia, sotto un sole ardente, tra la sabbia e i sassi: avevano camminato per settimane ed erano ancora all’inizio del viaggio. All’improvviso, appar ve un cavaliere. Marco non aveva mai visto un guerriero come quello, vestito di pellicce e con un grande elmo di cuoio. Guidando il cavallo con le sole ginocchia, il soldato aveva incoccato una freccia all’arco e avanzava minacciosamente alla velocità di un turbine. Marco ebbe paura e pensò di nascondersi dietro una roccia, ma suo padre alzò solennemente una mano e mostrò al cavaliere una grande lastra d’o ro che portava sul petto, appesa a una collana. Il soldato si fermò di colpo, balzò a terra, fece un profondo inchino e si inginocchiò davanti a Niccolò. Questi gli rivolse la parola in una lingua che Marco non capiva; l’uomo rispose nello stesso modo, poi salì a cavallo e, dato di sprone, in breve scompar ve dietro l’o rizzonte. Solo allora Marco riuscì a parlare: – Chi era? – domandò. – Che cosa ti ha detto? – Era un messaggero mongolo, mandato dal suo re, il Gran Khan – rispose il padre. – Gli ho mostrato la targa d’o ro che porto al collo e che è il segno della mia dignità di ambasciatore del suo sovrano, ed egli mi ha comunicato che è scoppiata una guerra tra i mongoli e i saraceni, loro acerrimi nemici. Il pericolo era estremo; perciò decisero di rimettersi subito in marcia. Marco Polo, Il Milione , Ed. Piccoli

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DATA ................................................................................................................................ Colora in rosso la parentesi della sequenza descrittiva. Fai lo smontaggio scrivendo la frase chiave di ogni sequenza narrativa. 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7.

Fai il riassunto unendo le frasi chiave con gli indicatori e i connettivi adatti.

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DATA .................................................................................................................................

IL RIASSUNTO In q uesto racconto c’è un flashback che si sviluppa in tre s eq uenze: la struttura narrativa intreccio. è q uindi q uella dell’intreccio fabula). Però, per fare lo smontag gio, devi esporre i fatti in ordine logico e cronologico (la fabula

KENGAH, LA GABBIANELLA – Banco di aringhe a sinistra – annunciò il gabbiano vedetta, e lo stormo del Faro della Sabbia Rossa accolse la notizia con strida di sollievo. Da sei ore volavano senza interruzione e ora sentivano il bisogno di una buona scorpacciata di aringhe. Lo stormo del Faro della Sabbia Rossa si lanciò in picchiata sul banco di aringhe. Quando risalirono a galla, ogni gabbiano stringeva un pesce nel becco. Kengah, la gabbianella dalle piume d’argento, mentre si pappava la sua aringa ricordava l’anno precedente, quando tutti i gabbiani avevano sor volato la Biscaglia era iniziato il grande convegno dei gabbiani. Le femmine come lei si erano date a banchetti di sardine e calamari, mentre i maschi avevano costruito i nidi sul bordo della scogliera. Poi, le femmine avevano deposto le uova, le avevano covate e, quando ai piccoli erano spuntate le prime penne robuste, avevano insegnato loro a volare nel cielo di Biscaglia. Kengah infilò la testa sott’acqua per acchiappare la quarta aringa e così non sentì il grido d’allarme che fece tremare l’aria: – Pericolo a dritta! Decollo d’e mergenza! Quando Kengah tirò fuori di nuovo la testa, si ritrovò sola nell’immensità dell’o ceano. Aprì le ali per spiccare il volo, ma l’o nda densa la sommerse completamente. Quando tornò a galla iniziò a muovere le zampe e con grande sforzo raggiunse finalmente il limite della macchia di petrolio e sentì il fresco contatto dell’acqua pulita. Quando, a forza di sbattere le palpebre e di tuffare la testa, riuscì a pulirsi gli occhi, guardò il cielo, ma vide solo alcune nuvole che si frapponevano tra il mare e l’immensità della volta celeste. I suoi compagni dello stormo del Faro della Sabbia Rossa dovevano volare ormai lontano. Erano già in Biscaglia. Luis Sepúlveda, Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare , Salani

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DATA ................................................................................................................................ Per ogni sequenza, completa la frase chiave. Poi fai lo smontaggio numerando in ordine cronologico le frasi chiave. l gabbiano vedetta annuncia n Biscaglia tutti i gabbiani n Biscaglia le femmine

Le femmine covano e poi

e i maschi

l gabbiano vedetta

Kengah è

Kengah arriva

compagni dello stormo

Fai il riassunto unendo le frasi chiave con gli indicatori e i connettivi adatti.

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DATA .................................................................................................................................

IL RIASSUNTO ASPIRANTE DETECTIVE Il detective Ser Locolmo ricevette la visita della signora Baffietti. – È sparito dallo studio di mio marito un documento importantissimo – disse. – Devo partire oggi per Parigi – si scusò il famoso detective. – Mi sostituirà il mio allievo migliore: Ser Lovuoto. Infatti, poco dopo, il giovane si presentò a casa Baffietti. Con la potentissima lente scrutò ogni superficie, dal bagno al solaio. – Interessante, interessante – ripeteva tra sé. Poi esclamò: – Interessantissimo! La superficie interessantissima era l’interno di un cappello di feltro, trovato presso lo studio del signor Baffietti. – Un posto strano, molto strano, per un vecchio cappello. Con un metro da sarta Lovuoto provò a misurare la testa di tutti i componenti della famiglia. Misurò poi le teste del portinaio e del giardiniere. Finalmente, con un sorriso di soddisfazione annunciò: – Il colpevole è il giardiniere. È entrato in casa dalla finestra usando la scala che usa per potare; ha rubato il documento e se ne è andato allo stesso modo, quatto quatto, perdendo il cappello nella fuga. Ci sono due prove che questo cappellaccio è suo: la misura e i numerosissimi capelli all’interno, dello stesso colore di quelli del giardiniere. – Ma è il cappello dove dorme il gatto! I peli non possono essere che i suoi! – esclamò la domestica che stava stirando un pigiama da uomo. Il silenzio imbarazzato fu rotto dalla stessa donna, che estrasse dalla tasca del pigiama una pallottola mezza sfatta di carta: – Che cos’è questo? Non si capisce più, è stato in lavatrice… Il signor Baffietti, però, capì: era il famoso documento che una sera aveva portato a letto con sé, per leggerlo. Quando Ser Locolmo tornò da Parigi, decise di licenziare il suo “allievo migliore”. Noemi Vicini, 365 storie , Fabbri

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DATA ................................................................................................................................ Nel testo, segna con delle parentesi le sequenze del racconto. Fai lo smontaggio scrivendo la frase chiave di ogni sequenza narrativa.

Fai il riassunto unendo le frasi chiave con gli indicatori e i connettivi adatti.

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DATA .................................................................................................................................

LA SINTESI Fare la sintesi di un racconto vuol dire fare un brevissimo riassunto evidenziando parole solo i contenuti essenziali e utilizzando un numero limitato di parole.

È ARRIVATO UN NUOVO INQUILINO Ieri mattina, sotto una pioggia torrenziale, la famiglia Ballerini ha finito di fare trasloco e si è finalmente trasferita nell’appartamento libero al secondo piano. Era una settimana che un grosso camion portava mobili, poltrone, divani, scatoloni. E finalmente ieri, insieme ai letti, è arrivata tutta la famiglia. La famiglia Ballerini è composta da una giovane coppia di sposi e da… un bambino! Proprio un bambino (la redazione del giornalino condominiale non può trattenersi dall’e sprimere la propria felicità)! Un bambino nuovo nel condominio vuol dire un nuovo amico, e quindi più giochi, più allegria e una squadra di calcio più numerosa. Non sappiamo ancora come si chiama il nuovo arrivato, ma un nostro corrispondente si è recato sul posto (pianerottolo del secondo piano) per indagare. Probabilmente già dal prossimo numero saremo in grado di dar vi notizie particolareggiate sulla nuova famiglia, che ha accettato di rilasciare un’inter vista al nostro giornale non appena avrà finito di sistemare l’appartamento. Per ora possiamo dir vi che i loro mobili sono di legno chiaro, la cucina è tutta verde pisello e il divano è a righe bianche e nere. Qualcuno, in redazione, ha avanzato l’ipotesi che la famiglia Ballerini sia juventina, ma qualcun altro ha detto che può trattarsi di una coincidenza e che dalle righe di una fodera non si possono trarre grandi conclusioni. Staremo a vedere di che colore saranno le tende. La redazione Emanuela Da Ros, Il giornalino Larry, Feltrinelli Kids

Completa per sintetizzare il racconto in non più di cinquanta parole. eri è arrivata

C’è anche un bambino, cioè

Noi bambini della reda ione non Sul prossimo numero

Sappiamo solo che il divano

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Qualcuno dice che la famiglia


DATA ................................................................................................................................

LA SINTESI LA MODA Gli oggetti che portiamo addosso o di cui ci circondiamo comunicano informazioni su di noi, sulla categoria sociale a cui apparteniamo, su alcuni aspetti del nostro carattere. La moda è uno di questi. Basti l’e sempio della pelliccia, indossata dal nostro uomo primitivo. Aveva freddo e si copriva. Ma è certo che, nel giro di pochi giorni dall’invenzione della prima pelliccia, si sarà creata la distinzione tra bravi cacciatori, muniti di pelliccia conquistata a duro prezzo, e gli altri, gli inetti, i senza pelliccia. E non ci vuole molto per immaginare che in certe occasioni i cacciatori avranno indossato la pelliccia, non più per ripararsi dal freddo, ma per affermare la loro superiorità, la loro maggiore bravura di cacciatori. La signora che oggi indossa la pelliccia non lo fa solo per ripararsi dal freddo; anzi, probabilmente affronta la noia di un caldo eccessivo per potersi manifestare come “portatrice di pelliccia”, superiore alle altre donne. L’abbigliamento, quindi, “parla”. L’abbigliamento si basa su un codice, ha un significato. Umberto Eco, Il sistema della moda , Einaudi

Suddividi il testo in tre sezioni e per ognuna scrivi una frase che ti aiuti a trovarne l’idea principale. Lega tra loro le brevi frasi per ottenere la sintesi. Puoi usare il tempo presente. Le frasi chiave

La sintesi

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DATA .................................................................................................................................

IL RIASSUNTO E LA SINTESI CLEOPATRA E IL COCCODRILLO Cleopatra fissò quegli occhi gialli. Il coccodrillo l’aveva vista? Non ne era certa. Era meglio scappare o questo avrebbe spinto l’animale ad attaccarla? E la sua ancella Iras? Sarebbe tornata da un momento all’altro e lo avrebbe disturbato. Cleopatra era paralizzata dal terrore. A un tratto, vide alla sua sinistra Nechutes che risaliva lentamente il fiume su una barchetta di giunco. Il ragazzo si portò un dito alle labbra, facendole segno di restare immobile. La principessa si accorse con sollievo che Nechutes aveva visto l’animale. Un istante dopo, il giovane sollevò il braccio e colpì con un remo la superficie dell’acqua. Il coccodrillo si voltò infuriato verso l’o rigine del suono e in quel momento Nechutes gridò: – Scappa! Cleopatra scattò in piedi e nella foga finì dritta addosso a Iras. – C’è un coccodrillo! – gridò. – Nechutes ha bisogno d’aiuto! – Corri, Cleopatra! Io cerco qualcuno. La donna chiamò alcuni uomini al lavoro nei campi. A distanza di sicurezza, la principessa vide il rettile che addentava il remo. Nechutes aveva più o meno la stessa età di Cleopatra e una corporatura esile. Faceva fatica a reggere il remo e a tenersi allo stesso tempo in equilibrio sulla zattera di giunco. Il coccodrillo agitava violentemente la coda, sollevando alti spruzzi di acqua. “ Ti prego, resisti finché non arrivano gli altri. Ti prego, resisti”, pensò Cleopatra. I contadini erano saliti sulle barche e si dirigevano verso l’animale. Alcuni remavano, altri battevano sull’acqua per metterlo in fuga. Alla fine uno di loro riuscì a raggiungere la zattera e Nechutes poté mettersi in salvo. E da quel giorno, Cleopatra e Nechutes diventarono grandi amici. Caroline Corby, Cleopatra in fuga sul Nilo , Piemme

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DATA ................................................................................................................................ Dividi il racconto in sequenze utilizzando delle parentesi. Fai lo smontaggio scrivendo le frasi chiave.

Fai il riassunto unendo le frasi chiave con gli indicatori e i connettivi adatti.

Fai la sintesi utilizzando solo le frasi chiave che evidenziano i fatti essenziali.

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DATA .................................................................................................................................

RIASSUMERE PER STUDIARE PREVEDERE C he cosa puoi dedurre dal titolo della pagina e da quelli dei paragrafi? ............................................................................................................................................................................ ............................................................................................................................................................................ ............................................................................................................................................................................

C he cosa mette in evidenza il disegno? ............................................................................................................................................................................ ............................................................................................................................................................................ ............................................................................................................................................................................

S enza leggere il testo completo, prova a dire con parole tue tutto ciò che hai potuto dedurre dalle parti che erano in evidenza nella pagina.

RIASSUMERE L eggi in modo approfondito. Sottolinea in ogni sequenza le parti importanti e per ognuna di esse scrivi una frase chiave.

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DATA ................................................................................................................................ Per dimostrare che hai studiato bene devi anche imparare a esporre in modo esauriente e chiaro. Puoi aiutarti con alcuni piccoli stratagemmi, come scrivere una scaletta dei punti importanti o costruire una mappa riassuntiva. Ti aiuteranno a fissare le informazioni principali. Le potrai utilizzare per esporre, collegandole tra loro e utilizzando i connettivi logici e gli indicatori temporali. Quando sarai diventato veramente bravo, potrai inserire nell’esposizione notizie e informazioni che già sai o fare collegamenti con situazioni attuali.

D opo aver letto più volte il testo qui a lato, completa la scaletta. Cesare fece molte riforme: concesse ............................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................ a mpliò i niziò

.......................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

a ssegnò

................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

fondò

...........................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

d iffuse

.......................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

r iformò

....................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

Cesare era sostenuto da

F u ucciso nel

...............................................

.........................................................................................................

da

e osteggiato da

.................................................................................................................

che era a capo

...............................................................................................................

.....................................................................................................

47


LA MAPPA DEL RIASSUNTO ABILITÀ

LETTURA

COMPRENSIONE

fatti

RIASSUNTO

tappe: • d ividere in s eq uenze narrative • fare lo smontag gio • fare il rias sunto legando le frasi chiave con i connettivi logici e gli indicatori temporali

COMPETENZA sintesi

mappa rias suntiva

METODO DI STUDIO

acq uisire informazioni

48

elaborare informazioni

ripetere informazioni


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