i v o u N
i d r a u g r T@ LINE E P I C R S 4 DI UN SAPE PER
’ r e p i n a s d egnant i u G e con percorsi
semplificati
Storia Didattica Digitale Integrata
LIBRO DIGITALE
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Per facilitare la PROGRAMMAZIONE PER UNITÀ DI APPRENDIMENTO etodologia del Gruppo Ricerca M e Sperimentazione Didattica Progetto didattico Unità di Apprendimento: la base della programmazione per competenze Life skills Programmazione annuale Programmazione di Educazione Civica Insegnare storia: i metodi Accoglienza: attività e strumenti Percorso didattico annuale Schemi per la progettazione per UA Conoscenze e competenze: gli strumenti Prove di ingresso Didattica partecipata: strumenti e schede Interdisciplinarità: strumenti e schede Compiti di realtà Classe capovolta
INDICE 2 La metodologia del Gruppo Ricerca e Sperimentazione Didattica 3 La metodologia nel progetto Nuovi Tr@guardi • Discipline 4 Il Flip Poster e l’importanza della didattica partecipata
62 UA 3 Progettazione dell’UA 64 UA 3 Il Nilo e gli Egizi 66 Didattica partecipata • Schede operative 68 Interdisciplinarità • Schede operative 72 Compito di realtà 73 La classe capovolta
5 Le Unità di Apprendimento in Nuovi Tr@guardi • Discipline
74 UA 4 Progettazione dell’UA
7 Gli elementi della Guida
76 UA 4 I fiumi e le civiltà dell’Oriente
8 Nuovi Tr@guardi • Discipline
77 Didattica partecipata • Schede operative
L’offerta digitale 10 Insegnare per competenze 12 Le life skills 14 Le parole della didattica 16 Unità di Apprendimento: la base della programmazione per competenze 20 Schema per la progettazione dell’UA 21 L’insegnamento della Storia
Nuovi Tr@guardi • Storia 24 Programmazione annuale: Storia 26 Educazione Civica 27 Programmazione annuale: Educazione Civica 28 Il percorso didattico 30 Il percorso di quest’anno • Metodologia
78 Interdisciplinarità • Schede operative 81 La classe capovolta 82 UA 5 Progettazione dell’UA 84 UA 5 Quando il mare cominciò a unire i popoli 86 Didattica partecipata • Schede operative 88 Interdisciplinarità • Schede operative 90 Compito di realtà 91 La classe capovolta 92 UA 6 Progettazione dell’UA 94 UA 6 Le civiltà della Terra di Canaan 95 Didattica partecipata • Schede operative 97 Interdisciplinarità • Schede operative 101 La classe capovolta
31 L’accoglienza
102 UA 7 Progettazione dell’UA
32 Schede operative
104 UA 7 Il Mar Egeo
34 Prove di ingresso • Schede operative
105 Didattica partecipata • Schede operative
36 UA 1 Progettazione dell’UA 38 UA 1 La nascita delle civiltà 40 Didattica partecipata • Schede operative 44 Interdisciplinarità • Schede operative
106 Interdisciplinarità • Schede operative 109 Compito di realtà 110 La classe capovolta 112 Griglia di rilevazione
48 Compito di realtà 49 La classe capovolta 50 UA 2 Progettazione dell’UA 52 UA 2 Le civiltà dei fiumi Tigri ed Eufrate 54 Didattica partecipata • Schede operative 56 Interdisciplinarità • Schede operative 60 Compito di realtà 61 La classe capovolta
113 Percorsi semplificati
S toria
Presentazione
LA METODOLOGIA DEL GRUPPO RICERCA E SPERIMENTAZIONE DIDATTICA
METODO TESSITORE
CODING DELLA DIDATTICA
Il percorso didattico proposto è la declinazione delle metodologie di insegnamento proposte da anni dalle autrici componenti il Gruppo Ricerca e Sperimentazione Didattica. La metodologia si articola su due filoni portanti. Metodo tessitore
Coding della didattica
Metodo È la metodologia che parte dalla visione unitaria del bambino per farlo giungere all’unitatessitore rietà del sapere. Il nome stesso indica l’importanza della costruzione di una rete di competenze individuali che “trattenga” le diverse conoscenze che la scuola, la realtà, le agenzie educative esterne alla scuola forniscono al bambino. Le conoscenze possono essere trattenute dagli allievi solo se sono: • collegate tra di loro; • essenziali alla costruzione del sapere; • ancorate a una struttura specifica per ciascuna disciplina; • acquisite attraverso la scoperta personale. I “pilastri” del Metodo tessitore Didattica partecipata
Elaborazione personale Metacognizione
Coding È la declinazione dei diversi contenuti e obiettivi che afferiscono a ciascuna disciplina e che della permettono di acquisire conoscenze, abilità e competenze. didattica Il Coding della didattica conduce all’acquisizione di un metodo di studio che non è soltanto acquisizione di conoscenze, ma favorisce un habitus mentale di approccio al sapere in funzione dell’acquisizione di competenze. I “pilastri” del Coding della didattica Pensiero computazionale
Organizzazione del sapere per mezzo di mappe attive
I “pilastri” del Metodo tessitore e del Coding della didattica sono articolati e concretizzati nel progetto Nuovi Tr@guardi • Discipline attraverso tutte le attività proposte nei diversi volumi.
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Presentazione
LA METODOLOGIA NEL PROGETTO NUOVI TR@GUARDI • DISCIPLINE
S toria
Il progetto didattico che presentiamo è formato da diversi testi che si integrano e interagiscono tra loro per formare il bagaglio di conoscenze degli alunni, costituire un contributo alla formazione di un valido metodo di studio, riconoscendo la necessaria importanza alla valutazione e autovalutazione del lavoro svolto. Il volume Nuovi Tr@guardi • Storia si compone di due parti strettamente collegate tra loro. • La parte disciplinare, strutturata in UA, in cui sono presentati gli argomenti di studio; è proposto un percorso di lavoro per l’acquisizione di conoscenze e per l’acquisizione di competenze. • La sezione del Quaderno operativo, esclusivamente operativa, che fa riferimento agli argomenti trattati nella parte precedente. In questa sezione si trovano le Mappe Attive, da completare. Domande stimolo aiuteranno il bambino a completare ogni mappa, strumento molto utile per organizzare le informazioni in uno schema e per esporre le conoscenze acquisite. Nel volume M@ppe mentali sono presenti mappe mentali relative a tutte e quattro le discipline. Le mappe mentali aiutano i bambini a visualizzare e ricordare i concetti principali; sono fondamentali per lo studio e per guidare gli allievi a esporre quanto appreso. A tale scopo la mappa mentale è accompagnata da una sezione in cui vengono riportati i punti chiave dell’argomento. Il volume Educazione Civica risponde all’esigenza di strutturare un percorso specifico per questa disciplina. È articolato in modo trans-curricolare, con argomenti collegati alle differenti discipline. Il volume propone attività relative ai principi espressi nella Costituzione, all’Agenda 2030 o inerenti la Cittadinanza digitale, in ottemperanza alle Linee Guida del Miur. Abbiamo ritenuto che un volume per le verifiche, separato dal libro, fosse di più semplice uso per l’insegnante, che può decidere se lasciarlo agli alunni o tenerlo in classe, per evitare che vada perso, per poterlo utilizzare quando lo ritiene opportuno. Per ciascun argomento, sono proposte due verifiche di difficoltà crescente. A corredo dei volumi è presente l’Atlante, uno per la classe quarta e uno per la classe quinta. Il volume rappresenta un valido e interessante supporto allo studio e alle attività, proponendo contenuti aggiuntivi e di approfondimento. Una sezione finale è dedicata al CLIL e, dunque, presenta una serie di argomenti in lingua inglese.
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S toria
Presentazione
IL FLIP POSTER E L’IMPORTANZA DELLA DIDATTICA PARTECIPATA Che cos’è e come si usa il Flip Poster Il Flip Poster è lo strumento per attuare la didattica partecipata. Serve per focalizzare l’attenzione e sfruttare la capacità percettiva, molto sviluppata negli alunni. Attraverso il Flip Poster vengono presentati gli argomenti topici di ciascuna disciplina. Il Flip Poster è un utilissimo strumento che può essere utilizzato collettivamente, in maniera autonoma o a piccoli gruppi. Se gli alunni hanno la possibilità di utilizzare in modo autonomo e in momenti non strutturati questo strumento, imparano a confrontarsi e ad argomentare. In questo modo il Flip Poster diventa uno strumento altamente inclusivo.
L’immagine di fondo è uno spunto per introdurre l’argomento e darne una visione globale. I riquadri mettono in evidenza aspetti particolari su cui il bambino è invitato a riflettere. Le ipotesi offerte dall’insegnante, attraverso domande stimolo, permetteranno di recuperare le conoscenze pregresse. Il box a pié di pagina dà all’insegnante il ruolo di “facilitatore”, che favorisce un apprendimento collaborativo e consapevole. In questo modo gli alunni non sono ricevitori passivi del sapere, ma assumono una funzione propositiva e diventano artefici del loro sapere. È la parte che coinvolge emotivamente, suscita l’interesse e il piacere della ricerca del sapere.
Nel Flip Poster sono proposte attività per l’organizzazione delle conoscenze, per una visione globale, organica e unitaria di quanto appreso. Questa parte può essere utilizzata per la preparazione delle interrogazioni o delle verifiche individuali.
L’importanza della didattica partecipata Imparare a imparare La didattica partecipata serve agli alunni per: • avere un ruolo attivo; • favorire la consapevolezza dell’apprendere; • utilizzare le conoscenze pregresse; • stemperare l’ansia; • sviluppare le life skills.
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La didattica partecipata serve agli insegnanti per: • facilitare l’inclusione; • facilitare e rendere attivo l’apprendimento; • sviluppare competenze.
Presentazione
LE UNITÀ DI APPRENDIMENTO IN NUOVI TR@GUARDI • DISCIPLINE
S toria
Ogni volume del progetto Nuovi Tr@guardi • Discipline è articolato per Unità di Apprendimento che permettono di organizzare gli argomenti in modo unitario (Metodo tessitore) e cronologicamente scandito (Coding della didattica).
STORIA Il volume inizia con una parte che avvicina il bambino alla Storia per aiutarlo a capire che nella descrizione di un periodo storico entra in gioco il lavoro di più scienze, due in modo particolare: la storiografia e l’antropologia. Per comprendere che gli avvenimenti vanno collocati nel tempo e nello spazio sono presentate la linea del tempo e la carta geostorica, costantemente riprese anche nella presentazione di ogni argomento. L’aspetto iconografico ha una particolare rilevanza e si può distinguere in due filoni: le fonti, da un lato, e disegni evocativi di situazioni reali, legati alla parte antropologica, dall’altro. Proprio per rinforzare il concetto che la Storia non è un elenco di date, fatti e personaggi, si è privilegiato lo stile narrativo. Nella trattazione non vi sono date; esse sono presenti nella linea del tempo in modo che gli alunni imparino più a orientarsi nel tempo che a studiare un lungo elenco di date che dimenticheranno quasi subito.
Come introdurre le Unità di Apprendimento Con questa attività di metacognizione il bambino viene invitato a recuperare le sue conoscenze pregresse, sulle quali saranno poi agganciate le nuove conoscenze sviluppate all’interno dell’unità.
Questa è l’attività di verifica personale. Serve all’allievo per verificare se le sue conoscenze sono aumentate.
È l’attività proposta per l’apprendimento individuale attraverso materiali offerti in questo caso dal libro. Con l’attività di classe capovolta i ragazzi devono imparare a dedurre e a estrapolare autonomamente alcune informazioni che poi utilizzeranno in seguito.
Come introdurre i diversi argomenti Ogni argomento inizia con una riflessione che anticipa a grandi linee i contenuti che saranno sviluppati.
Il testo è ben suddiviso in paragrafi. I titoletti laterali servono per far comprendere meglio al bambino le relazioni tra le parti dell’argomento e per aiutarlo nell’esposizione di ciò che ha appreso.
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S toria
Presentazione
Le rubriche I compiti di realtà sono stati proposti sia a pagina intera sia in forma più ridotta all’interno delle pagine di studio, per abituare i bambini a lavorare in situazioni che rappresentino il più fedelmente possibile la realtà che li circonda.
Al termine di ogni argomento vi è una pagina di sintesi di ciò che è stato esposto. La sintesi è espressa per punti e può essere vista come una sorta di “scaletta” che l’alunno userà per esporre, a seconda delle sue capacità, ciò che ha appreso.
Il Pensiero computazionale per lo studio aiuta il bambino ad acquisire un metodo di studio attraverso alcune tappe fondamentali: • comprendere correttamente il testo; • individuare le informazioni principali; • rielaborare e organizzare le conoscenze per esporle chiaramente e sinteticamente.
Due tipologie di video arricchiscono e completano la proposta del Sussidiario di Storia: • video recitati, nei quali un attore racconta o esemplifica alcuni momenti fondamentali del percorso didattico; • video con tecnica dello “scrollytelling”, nei quali immagini, testi e audio si caricano automaticamente allo scorrere delle schermate, in un formato moderno e attuale.
Il Pensiero computazionale per le mappe serve per mettere a fuoco le informazioni più importanti e completare la Mappa Attiva di sintesi.
Il testo fornisce ampi spunti di Educazione Civica, nelle sue varie sfaccettature.
QUADERNO OPERATIVO La seconda parte del volume è quella operativa. Riprendendo gli argomenti trattati propone all’alunno una serie di attività per: • consolidare le conoscenze e le abilità; • verificare in itinere gli apprendimenti; • acquisire competenze. Al termine di ciascuna unità, una verifica di due pagine, strutturata con domande sul modello Invalsi, serve a controllare le competenze acquisite dagli alunni.
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Presentazione
GLI ELEMENTI DELLA GUIDA
S toria
La Guida Il volume Nuovi Tr@guardi • Storia è accompagnato da una Guida per ciascun anno, che contiene: • la presentazione e l’articolazione del progetto didattico del Gruppo Ricerca e Sperimentazione Didattica; • la presentazione e la spiegazione delle parti dei volumi che compongono il progetto; • l’analisi dei materiali multimediali a disposizione dell’insegnante e della classe; • le basi metodologiche per insegnare per competenze; • life skills; • indicazioni metodologiche per l’insegnamento della disciplina; • programmazione annuale di classe; • programmazione annuale di Educazione Civica; • attività per l’accoglienza degli alunni; • prove d’ingresso; • definizione del percorso didattico annuale; • schede per la costruzione di UA inerenti ai contenuti presenti nel testo. La Guida intende rispettare il termine di “guida”; vuole essere infatti uno strumento che suggerisce all’insegnante modalità per affrontare e seguire un preciso percorso relativo a una disciplina o a un argomento.
I Percorsi Semplificati Questa Guida contiene anche un inserto dedicato a guidare nello studio quei bambini che presentano alcune difficoltà. Infatti, Nuovi Tr@guardi • Storia è stato progettato nelle sue parti perché sia fruibile da tutta la classe. Inclusività significa fare in modo che i bambini lavorino tutti insieme, mettendo in gioco le proprie capacità e specificità, che sono diverse per ciascuno. Ma poiché ci sono situazioni in cui alcuni alunni presentano delle difficoltà nell’apprendimento delle discipline (per esempio i bambini che parlano una lingua diversa dall’italiano) può essere utile disporre di queste pagine i cui contenuti sono gli stessi del libro, ma espressi in modo più semplice. Gli argomenti sono presentati attraverso domande-guida, alle quali fanno seguito le relative risposte. In questo modo, il bambino in difficoltà riesce più facilmente a comprendere i passaggi fondamentali dell’argomento. Le parole chiave che trova al termine di ogni capitolo lo guideranno nell’esposizione orale. I Percorsi Semplificati sono disponibili, a richiesta, anche su volume a parte.
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S toria
Presentazione
NUOVI TR@GUARDI • DISCIPLINE L’OFFERTA DIGITALE Il progetto Nuovi Tr@guardi • Discipline comprende anche l’estensione digitale,
Il Libro digitale interattiva e multimediale: il Libro digitale.
Il Libro digitale è il libro di testo digitale, ricco di risorse e strumenti da utilizzare in classe – attraverso la LIM o i device a disposizione – oppure a casa, in modo semplice e autonomo. Pensato per potenziare la didattica, facilitare lo studio e rendere più coinvolgente il lavoro in classe e a casa, il Libro digitale contribuisce anche a sviluppare le competenze digitali degli alunni. Le soluzioni digitali presenti nel Libro digitale sono pensate per essere fruite in modo intuitivo e flessibile da tutti, a seconda delle proprie attitudini e della propria familiarità con la tecnologia. Questa Guida presenta l’utilizzo base del Libro digitale e delle risorse a disposizione di docenti e studenti, ma sono disponibili molti altri strumenti, per un utilizzo avanzato dell’offerta digitale. La versione docente, oltre ai contenuti presenti nella versione studente, raccoglie tutta una serie di materiali scaricabili e stampabili, utilizzabili nei modi che si crederanno più opportuni. Il Libro digitale è uno strumento fondamentale per il docente di oggi, che lo può utilizzare per arricchire e approfondire la lezione in classe o in caso di Didattica Digitale Integrata, ma anche per l’alunno, in quanto incoraggia all’autonomia e alla personalizzazione del percorso di apprendimento. Caratteristica del Libro digitale è quindi la flessibilità; non sarà predefinito ma sempre in progress, il supporto non sarà solo cartaceo ma anche digitale; non si svilupperà solo sul livello testuale ma sarà ricco di immagini, schemi, suoni; non progredirà in maniera lineare ma si svilupperà anche in reti concettuali. Il Libro digitale può essere utilizzato da tutti e, prestando particolare attenzione alla personalizzazione, si rivela uno strumento indispensabile in caso di Didattica Digitale Integrata, ma anche e soprattutto per l’integrazione degli alunni che presentano difficoltà di apprendimento, quelli con BES e DSA, quelli non italofoni e quelli diversamente abili nel tessuto della classe.
Gli strumenti Gli strumenti a disposizione nel Libro digitale
sono raccolti in una barra dedicata. Dalla barra degli strumenti all’interno della piattaforma è possibile non solo accedere alla tradizionale palette di strumenti (matita, evidenziatore, riquadri per inserire note, gomma) ma anche effettuare ritagli di testo, inserire esercizi o file preparati personalmente, aggiungere note, video, collegamenti ipertestuali. Il Libro digitale diviene quindi uno strumento da personalizzare, che può essere declinato a seconda delle necessità e integrato di ulteriori risorse, funzioni e materiali aggiuntivi, in base alle proprie esigenze formative. Un utilissimo tool all’interno del Libro digitale è lo strumento che consente di disegna-
Creare mappe concettuali re mappe concettuali usando forme, colori e brevi etichette di testo. Diventerà così
immediato e intuitivo organizzare in pochi clic le idee o trasformare in semplici schemi dei concetti complessi: le mappe prodotte potranno essere utilizzate durante una lezione, frontale o a distanza, oppure essere sfruttate per facilitare lo studio a casa.
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Presentazione
S toria
Sarà sufficiente scegliere il titolo della mappa, disegnarla e salvala. Comparirà tra le risorse personali e potrà essere aggiunta a qualsiasi pagina del Libro digitale semplicemente trascinandola sulla pagina; per un utilizzo ancora più personalizzato, la mappa prodotta potrà anche essere esportata come immagine. La necessità di fornire strumenti che sempre più riducessero le difficoltà date da una
L’importanza di Classroom didattica digitale ha fatto sì che nascesse l’idea di Classroom, uno spazio di con-
divisione tra insegnanti e studenti. In questa aula virtuale l’insegnante può assegnare i compiti alla propria classe e controllarne i risultati, condividere con i propri studenti le risorse e creare percorsi personalizzati. L’alunno può fare i compiti da qualsiasi dispositivo e controllare il proprio andamento. E grazie alla presenza di una “bacheca”, insegnante e studenti avranno sempre la possibilità di comunicare, in uno spazio protetto e sicuro. Classroom può essere utilizzato sia nella piattaforma di uso del Libro digitale sia in Google Classroom, aumentando così notevolmente la facilità di uso da parte di tutti.
Il libro Il Libro digitale ha una particolare attenzione per l’accessibilità. liquido Cliccando sull’icona Cambia vista in alto a destra, è possibile passare alla versione accessibile del Libro digitale, conosciuta anche con il nome di libro liquido. In essa, per consentire una lettura fluida e facilitata, è possibile: • visualizzare quali risorse (audio, video, pdf allegati) sono presenti nella pagina; • ascoltare il testo, scegliendo anche la velocità di lettura; • cercare specifiche parole contenute nel testo; • personalizzare l’aspetto grafico del testo selezionando: - il tipo di carattere, tra cui l’Easy Reading, - le dimensioni del carattere, con la possibilità di ingrandirlo o rimpicciolirlo, - la visualizzazione del testo, che può essere trasformato tutto in maiuscolo, - il colore di fondo della pagina.
ELI LINK ELI LINK è un’applicazione gratuita scaricabile dagli store digitali sul proprio
smartphone o tablet. Grazie a ELI LINK la realtà che vediamo sotto i nostri occhi si arricchisce degli elementi multimediali del corso, attivabili direttamente da smartphone o da tablet. Dopo aver scaricato l’applicazione, è possibile inquadrare la pagina del proprio volume cartaceo e accedere subito ai contenuti digitali collegati. ELI LINK è uno strumento pensato per aumentare la produttività nel lavoro in classe o a casa e risparmiare tempo, oltre che per mantenere viva l’attenzione degli studenti e coinvolgerli maggiormente grazie all’ausilio della tecnologia: tutti i contenuti multimediali del corso sono sempre a disposizione con un semplice click dal proprio supporto mobile.
Il Grande Gioco Nell’ottica della didattica partecipata, i temi più sensibili legati all’Educazione Civica e dell’Educazione all’Agenda 2030 saranno oggetto del divertente gioco EDU QUIZ presente all’interCivica no del Libro digitale da proporre al gruppo classe. Villa Il Libro digitale di Nuovi Tr@guardi • Discipline contiene anche Villa Saperi, un Saperi ambiente di apprendimento interattivo, un parco giochi tematico in cui tutto può essere
sperimentato sotto forma di gioco e attività. Per l’insegnante è un valido strumento multimediale per la verifica delle competenze dei propri alunni. Realizzato in grafica cartoon e con le più moderne tecnologie informatiche, Villa Saperi offre tanti oggetti digitali didattici, esperimenti e giochi di storia, geografia, matematica, scienze e tecnologia, ciascuno sviluppato in un preciso ambiente tematico che compone la villa. Dal parco alla bio-area, Villa Saperi offre un tour educativo ricco di esperienze, divertimenti e conoscenze.
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S toria
Presentazione
INSEGNARE PER COMPETENZE
La competenza: La società in cui viviamo è sempre più complessa e interessata da rapidi e imuna necessità prevedibili cambiamenti nella cultura, nella scienza e nella tecnologia. Per vivere e operare in qualsiasi campo è necessario possedere non solo conoscenze teoriche e abilità tecniche, ma soprattutto: • atteggiamenti di apertura verso le novità; • disponibilità: – all’apprendimento continuo; – all’assunzione di iniziative autonome; – alla responsabilità; – alla flessibilità. La scuola deve quindi fare in modo che gli alunni sviluppino competenze, intese come “combinazione di conoscenze, abilità e atteggiamenti appropriati al contesto” in cui operano. La competenza è trasversale, transdisciplinare. Le competenze specifiche di ciascuna disciplina si amalgamano, si integrano, e entrano a far parte di un bagaglio che aiuta a “imparare a imparare”, a “saper ragionare”, a “saper argomentare”. La competenza è una modalità di approccio alla realtà per cui ciascuno di noi, di fronte a situazioni e problemi, mette in gioco ciò che sa e ciò che sa fare, ciò che lo appassiona e ciò che vuole realizzare. È ovvio, dunque, che possedere una competenza significa aver acquisito un apprendimento o, meglio, una modalità di apprendimento che sia significativa ed esportabile in diversi contesti.
Che cosa vuol Quando si impara a guidare, le prime lezioni vengono fatte in luoghi poco fredire essere quentati, per evitare situazioni difficili, e i gesti vengono ripetuti a lungo, semcompetenti pre nello stesso modo, per riuscire a imparare bene la tecnica di guida.
Ma questo non basta: per poter ottenere la patente occorre essere veramente competenti nella guida. Non bastano le conoscenze (sapere come è fatta un’automobile e che cosa indicano i segnali stradali), non bastano le abilità (saper mettere in moto e far muovere un’automobile): occorrono le competenze. Occorre cioè essere in grado di affrontare situazioni nuove e inaspettate: occorre saper reagire a un problema improvviso (un animale che attraversa improvvisamente la strada, per esempio) e affrontare situazioni differenti (la neve, la nebbia, la pioggia…). Proprio come chi si accinge a prendere la patente di guida, anche i nostri alunni devono riuscire a conquistare la loro “patente” per la scuola e per la vita. Devono cioè essere in grado di saper applicare in ogni contesto e in situazioni differenti tutte le conoscenze e le abilità imparate in classe.
Conoscenze, Le parole conoscenze, abilità, competenze sono entrate da anni nel lessico di abilità, ogni insegnante. competenze Cominciano a comparire nei documenti ufficiali verso la fine del secolo scorso (circa vent’anni fa) e da allora sono diventate i cardini su cui sono stati costruiti i curricoli di insegnamento di migliaia di docenti. In modo particolare negli ultimi anni i docenti hanno compreso che l’istruzione non può essere solo “scolastica”, cioè non deve servire solo ad affrontare e risolvere i problemi che si possono affrontare in classe, ma deve allargarsi alla comprensione del mondo intero e all’agire in contesti diversi.
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Presentazione
S toria
Ogni nozione che viene appresa a scuola è utile solo se, attraverso di essa, si possono consolidare modi di rapportarsi con la realtà per capirla, per modificarla e per “viverla”. Certamente la Scuola Primaria ha il fondamentale compito di insegnare agli allievi conoscenze e abilità (le informazioni basilari, la lettura, il calcolo), ma, soprattutto, deve dare ai bambini la possibilità di utilizzare quanto appreso in contesti nuovi e fornire loro gli strumenti affinché siano capaci di farlo. Ecco dunque la necessità di una didattica che miri anche all’acquisizione di competenze per formare ragazzi che siano in grado non solo di sapere e saper fare, ma anche di imparare a imparare, saper ragionare, fare ipotesi, argomentare…
Uno stile Attivare strategie di insegnamento per competenze vuol dire adottare uno stidi insegnamento le di insegnamento che non si limita a trasmettere nozioni, date, formule e e di apprendimento definizioni da imparare a memoria; vuol dire invece intraprendere una nuova rotta, vuol dire fare scuola per consentire agli alunni di imparare in modo: • significativo, facendo sì che per gli studenti apprendere abbia un significato, una valenza; • autonomo, mettendo gli alunni in grado di costruire il sapere utilizzando le conoscenze pregresse e le abilità raggiunte; • responsabile, cioè con la consapevolezza che apprendere è sì un diritto, ma anche un dovere che consente un continuo miglioramento della persona e della società in cui si dovrà vivere da adulti; • curioso, cioè facendo assaporare il piacere della scoperta.
Una nuova Il concetto di competenza si è definizione via via arricchito fino a comprendi competenza dere anche le “abilità trasversali”,
Creatività
Relazioni efficaci
Gestione delle emozioni
Empatia
Prendere buone decisioni
Senso critico
ss lo stre ne del Gestio
Problem solv ing
cioè le cosiddette life skills, che sono estremamente “immateriali” e che appartengono più al patrimonio personale che alle conoscenze e alle abilità. La competenza diventa dunque una sorta di integrazione di conoscenze (sapere), abilità (saper fare), capacità metacognitive e metodologiche (sapere come fare, trasferire, generalizzare, acquisire e organizzare informazioni, risolvere problemi), capacità personali e sociali (collaborare, relazionarsi, assumere iniziative, affrontare e gestire situazioni nuove e complesse, assumere responsabilità personali e sociali).
Consapevolezza di sé
Comunicazione efficace
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Presentazione
LE LIFE SKILLS
CAPACITÀ DI RISOLVERE PROBLEMI (PROBLEM SOLVING) Life skills: le abilità di vita Competenza che permette di affrontare in modo costruttivo i diversi problemi
trovando soluzioni anche non standardizzate.
“Favorire la soluzione dei problemi” deve sostituire “fornire la soluzione dei problemi”. Meglio proporre un’attività in meno, ma trovare il tempo per invitare gli alunni ad analizzare le situazioni, a interpretarle secondo il loro punto di vista, a trovare strategie risolutive da confrontare con gli altri. E NELLA CLASSE?
CREATIVITÀ
Competenza che aiuta ad affrontare in modo versatile tutte le situazioni della vita quotidiana; contribuisce sia alla capacità di prendere decisioni sia alla capacità di risolvere problemi, permettendo di esplorare le alternative possibili e le conseguenze delle diverse opzioni. E NELLA CLASSE? Tutti sappiamo quanto sanno o possono essere creativi i bambini… a volte anche troppo. In ogni attività è bene lasciare spazio alla loro creatività, per portarli a riflettere sulla opportunità delle loro scelte, sull’aderenza delle stesse alla realtà, sulla percorribilità del percorso scelto.
CAPACITÀ DI PRENDERE DECISIONI
Competenza che aiuta ad affrontare in modo costruttivo le decisioni nelle diverse situazioni e nei vari contesti di vita. La capacità di elaborare in modo attivo il processo decisionale può avere implicazioni positive attraverso una valutazione delle diverse opzioni e delle conseguenze che esse implicano. Prendere decisioni valutando pro e contro non è semplice per un adulto... a maggior ragione per un bambino! Ma la capacità di imparare a valutare le situazioni per giungere a una soluzione che si ritiene positiva si può acquisire. I compiti autentici, i compiti di realtà, possono essere un valido strumento. Messo di fronte a una situazione concreta, in cui si deve pensare e attuare un procedimento operativo conveniente, il bambino si misura con la necessità di prendere decisioni per giungere alla soluzione, mettendo in atto non solo conoscenze e abilità pratiche, ma anche competenze. E NELLA CLASSE?
AUTOCOSCIENZA
Autoconsapevolezza o conoscenza di sé, del proprio carattere, dei propri punti forti e deboli, dei propri desideri e bisogni. Abilità di comprensione dello stress. Prerequisito indispensabile per una comunicazione efficace, per relazioni interpersonali positive e per la comprensione empatica degli altri. E NELLA CLASSE? È necessario valorizzare l’operato degli alunni “più deboli” e ridimensionate l’operato di quelli “troppo sicuri di sé”. Questi interventi sono utili per favorire un ambiente di apprendimento che lasci spazio a tutti e soprattutto permetta di “non perdere per strada” a chi pensa “non ce la farò mai”. Saper comunicare le proprie difficoltà, richiedere aiuto quando è necessario e sapere che in ogni caso si avrà come risposta un atteggiamento accogliente permette a tutti di non “gettare la spugna” e di avere fiducia nella possibilità di ottenere risultati positivi.
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SENSO CRITICO
Abilità nell’analizzare informazioni ed esperienze in modo oggettivo, valutandone vantaggi e svantaggi, al fine di arrivare a una decisione più consapevole. Il senso critico può contribuire a riconoscere e valutare i diversi fattori che influenzano gli atteggiamenti e il comportamento, quali ad esempio le pressioni dei coetanei e l’influenza dei mass media. Il senso critico non è importante solo per valutare il proprio operato. In un’età così delicata, in cui il giudizio degli altri può “far male”, è veramente importante abituare gli alunni a imparare a mantenere un certo distacco da ciò che accade. Il senso critico si sviluppa anche nell’approccio alle varie discipline. Se si lascia spazio all’apprendere, inteso come ricerca continua che deve essere verificata, gli alunni si abitueranno a esprimere una propria opinione, a non incamerare il sapere come un liquido che riempie un vaso informe, ma faranno assumere a quel liquido la forma del vaso che sono loro stessi. E NELLA CLASSE?
CAPACITÀ DI RELAZIONARSI CON GLI ALTRI
Abilità di interagire e relazionarsi con gli altri in modo positivo, sapendo creare e mantenere relazioni significative, fondamentali per il benessere psico-sociale, sia in ambito amicale sia familiare. Tale competenza permette anche la possibilità di interrompere le relazioni, quando necessario, in modo costruttivo. EMPATIA
Capacità di comprendere gli altri, di “mettersi nei loro panni”, anche in situazioni non familiari. Abilità di migliorare le relazioni sociali, l’accettazione e la comprensione degli altri. GESTIONE DELLE EMOZIONI
Capacità di riconoscere le emozioni in se stessi e negli altri. Abilità di provare emozioni intense, come rabbia e dolore. Consapevolezza di come le emozioni influenzano il comportamento e capacità di gestione delle stesse. GESTIONE DELLO STRESS
Competenza nel riconoscere le cause di tensione e di stress della vita quotidiana e nel controllarle, tramite cambiamenti nell’ambiente o nello stile di vita. Capacità di rilassarsi e gestire le tensioni. COMUNICAZIONE EFFICACE
Sapersi esprimere, sia verbalmente sia non verbalmente, in modo efficace e congruo alla propria cultura, in ogni situazione particolare. Capacità di esprimere opinioni e desideri, ma anche bisogni e sentimenti; essere in grado di ascoltare in modo accurato, comprendendo l’altro. Significa, inoltre, essere capaci di chiedere aiuto, quando necessario. Le dinamiche interpersonali tra gli alunni sono fondamentali per creare un ambiente emotivo che favorisca l’apprendimento e, soprattutto, la gioia e il piacere di apprendere. Il lavoro di gruppo o la condivisione di lavori individuali permettono agli alunni di interagire e rafforzano le conoscenze e le abilità acquisite. Lavorare in gruppo non è facile, non è sempre gratificante, ma è sempre più richiesto dalla società contemporanea e dal nuovo mondo del lavoro. Occorre imparare a gestire una capacità di adattamento che non deve essere passiva o frustrante, ma positiva nella relazione con gli altri. E NELLA CLASSE?
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Presentazione
LE PAROLE DELLA DIDATTICA L’insegnamento per essere efficace deve essere motivante e coinvolgente. Deve dunque rendere gli alunni consapevoli delle proprie capacità e pronti a modellare diverse strategie rispondenti alle richieste dell’insegnante, ma soprattutto al loro modo di apprendere e riutilizzare le conoscenze pregresse. Anche la didattica deve trovare nuovi modelli di insegnamento/apprendimento. Nei volumi del corso Nuovi Tr@guardi • Discipline sono proposti stimoli o esercitazioni che fanno riferimento alle nuove “parole della didattica”.
Didattica È il momento della partecipazione collettiva alla costruzione del sapere partecipata comune. È la partenza, la “presa di coscienza” che si imparerà qualcosa di e attiva nuovo, tutti insieme.
Nessuno parte dal nulla e dunque offriamo ai bambini l’opportunità di “tirar fuori” ciò che già sicuramente sanno su un argomento. Non si sentiranno spersi, avranno la soddisfazione di verificare che il loro bagaglio culturale pregresso serve, anzi, è indispensabile per costruire nuovi saperi. È il momento che nella cultura anglosassone si definisce “brainstorming” o “circle time” e serve a “mettere sul piatto” ciò che ciascuno possiede e che tutti insieme possediamo. È un momento di grande inclusività sia per i bambini in difficoltà sia per i bambini che hanno “una marcia in più” a patto che si osservi l’unica regola valida: il rispetto degli altri e delle altrui conoscenze.
Metacognizione La metacognizione è la consapevolezza e il controllo dei propri proces-
si cognitivi. È la riflessione su cosa e come stiamo imparando e su quali sono le motivazioni che ci spingono a imparare quella determinata nozione. Si attua attraverso la selezione, l’organizzazione, la rielaborazione delle informazioni pregresse apprese. Come? Insegnando ai bambini a chiedersi: che cosa so già su questo argomento? Se ciò che sto apprendendo è un problema, come ho risolto un problema simile in altre situazioni? L’insegnante può chiedere agli alunni: perché pensi che il compito sia difficile? Perché hai rinunciato a farlo? Perché hai fatto proprio così? Sei sicuro di non sapere proprio nulla su questo argomento? Questo argomento non riporta nella tua mente qualcosa che già conosci? Dai, parti da lì! Queste riflessioni possono aiutare il bambino a mettere in gioco delle strategie, ad acquisire fiducia in sé e avere un atteggiamento più sereno di fronte a novità e difficoltà. Soprattutto i bambini in difficoltà imparano a “capire che cosa non capiscono”, senza avere la sensazione di “non capire nulla”. Imparano che tutti abbiamo un punto di partenza, che può essere il nostro trampolino di lancio.
Pensiero Il pensiero computazionale è l’insieme dei percorsi mentali che porcomputazionale tano alla visione e alla soluzione di un problema. Il problema non è inteso solo
in senso matematico, ma è qualsiasi situazione presenti la necessità di una soluzione. Il pensiero computazionale, dunque, agevola il susseguirsi di procedure da attuare per giungere a un obiettivo. Nel caso degli obiettivi scolastici non è solo la strada da seguire per risolvere il problema, ma è il raggiungimento della
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consapevolezza delle diverse tappe. Il pensiero computazionale è un processo logico-creativo che abitua a pensare in modo non ripetitivo.
Coding Coding è un termine inglese che si può tradurre con la parola programma-
zione: indica un processo che serve a dare sistematicità al lavoro. Con il coding gli alunni sviluppano il pensiero computazionale e la capacità di risolvere situazioni di diversa complessità. È la conoscenza trasmessa tra pari.
Peer Teaching, Si basa sulla comunicazione paritaria e dunque accettata dal gruppo, in una Peer Learning e Cooperative condizione di non soggezione o gerarchia. Learning Questi momenti didattici migliorano l’autostima, mettono alla prova tutti e migliorano le abilità relazionali e di comunicazione. Sono momenti altamente inclusivi perché nel piccolo gruppo è più facile aiutare chi è in difficoltà ed è altresì più facile accettare l’aiuto. Dal lavoro in piccoli gruppi si manifesta che ciascuno “è bravo in qualcosa” e che ciascuno “può imparare qualcosa”. Questi momenti non annullano per nulla il ruolo dell’insegnante, anzi… l’insegnante diventa mediatore, facilitatore dell’interazione tra gli alunni.
Tinkering Il Tinkering (letteralmente “armeggiare”) è una situazione di apprendi-
mento “informale”, stimola l’attitudine alla soluzione dei problemi coniugando competenze, abilità pratiche e creatività. Il Tinkering incoraggia a sperimentare e nello stesso tempo a tener presente le regole e le procedure. Le attività vengono proposte in forma di gioco e di sfida con se stessi per arrivare a ottenere un prodotto che si può vedere, toccare e mostrare. Il Tinkering abitua a realizzare oggetti e manufatti seguendo procedure e tappe. Che cos’è l’apprendimento se non una procedura per tappe per giungere al sapere? Dunque, l’attuazione della metodologia del Tinkering è la costruzione di una forma mentale che insegna a procedere per tappe, cioè per “piccoli passi”.
STEAM Lo STEAM (scienza, tecnologia, ingegneria, arte, matematica) è un
metodo di apprendimento interdisciplinare che porta gli alunni a riflettere, a rielaborare le proprie conoscenze e le proprie abilità per il raggiungimento di un obiettivo anche pratico. Lo STEAM è un utile strumento per scoprire come le conoscenze si possono integrare, si possono coniugare, si possono assimilare in funzione di un unico traguardo.
Classe capovolta Il metodo della classe capovolta o flipped classroom prevede l’inversione dei due momenti educativi classici dell’insegnamento, lezione frontale del docente e studio individuale a casa dell’alunno. Tale inversione prevede che l’insegnante condivida con gli alunni del materiale in sostituzione della tradizionale lezione frontale, costituito da video, mappe, infografiche… che l’alunno guarderà o consulterà a casa, seguendo peraltro i suoi personalissimi ritmi, e che poi condividerà con l’insegnante e con la classe. Sarà l’occasione per sottoporre eventuali dubbi, chiedere chiarimenti, risolvere quesiti che dovessero nascere, verificare ipotesi fatte, soddisfare curiosità. Per l’insegnante sarà l’occasione per far svolgere attività di tipo più prettamente laboratoriale, lavori di gruppo, compiti autentici.
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UNITÀ DI APPRENDIMENTO: la base della programmazione per competenze
Le Nuove Le Nuove Indicazioni Nazionali per il Curricolo hanno recepito le competenze Indicazioni chiave per l’apprendimento del Consiglio Europeo, come riferimento per gli Nazionali obiettivi della formazione di base e l’elaborazione del profilo formativo a conclusione del primo grado di Istruzione. In quest’ottica definiscono e suggeriscono un cambio di prospettiva nel rapporto insegnamento/apprendimento, cambio reso possibile da un’organizzazione del percorso didattico per Unità di Apprendimento. “Le Unità di Apprendimento partono da obiettivi formativi adatti e significativi per i singoli alunni, definiti con i relativi standard di apprendimento, si sviluppano mediante appositi percorsi di metodo e di contenuto e valutano, alla fine, sia il livello delle conoscenze e delle abilità acquisite, sia se e quanto esse abbiano maturato le competenze personali di ciascun alunno (art. 8 del Dpr 275/99)”.
Una nuova La didattica per competenze si basa su una progettazione articolata in Unità didattica di Apprendimento che diventano le strutture di base dell’azione formativa
dell’insegnante, ne definiscono i traguardi, i criteri di valutazione, le metodologie, le risorse da reperire o utilizzare e anche i tempi di realizzazione.
La differenza tra UDA (Unità Didattica di Apprendimento) e UA (Unità di Apprendimento)
L’UDA è strutturata per promuovere l’acquisizione di conoscenze e abilità. Le parti che compongono l’UDA sono una “serie” di argomenti/apprendimenti con una marcata funzione informativa L’UA ha una funzione formativa, prima ancora che didattica; le UA devono essere occasioni di apprendimento. L’attenzione si sposta dalle esigenze dell’insegnamento a quelle dell’apprendimento, cioè dalla programmazione del lavoro del docente, all’evolversi concreto di situazioni di apprendimento da parte della classe e dei singoli alunni.
Unità L’Unità di Apprendimento diventa un’occasione didattica significativa per gli di Apprendimento alunni, che tiene conto dell’unitarietà del sapere e si configura come indirizzo
metodologico che tende alla formazione integrale della persona, sviluppando competenze non solo disciplinari, ma trasversali. La didattica per UA è laboratoriale, è attiva, pone l’allievo al centro del percorso formativo richiedendo la sua partecipazione sia in modo individuale, sia in gruppo e, soprattutto, favorisce una continua attenzione ai processi di apprendimento. Le modalità di espletamento di un percorso per UA prevedono alcuni momenti in cui le attività sono svolte in modo autonomo dagli alunni. L’insegnante avrà un ruolo di supporto, di mediazione, dovrà farsi un po’ da parte per permettere a tutti di essere artefici del loro sapere e di sperimentarsi in approcci diversi e anche personali. Per questo la programmazione delle UA deve essere flessibile, duttile e permettere di riadattare il percorso in itinere, valutando e considerando le risposte degli alunni, le opportunità di ampliamento interdisciplinare o approfondimento disciplinare. La costruzione delle conoscenze diventa perciò personale e non indotta e permette di parlare davvero di personalizzazione dell’apprendimento. L’UA privilegia le modalità di apprendimento rispetto ai contenuti; focalizza la
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S toria
sua struttura sul raggiungimento di una competenza chiave di primaria importanza: “Imparare a Imparare”. Per questo l’ottica in cui deve essere intesa è fondamentalmente metacognitiva.
Quali sono Le UA consentono di rendere significativo l’apprendimento perché diventa: i vantaggi? • attivo: gli alunni devono mettere in atto il problem solving, quindi mi-
surarsi con se stessi e con gli altri per trovare percorsi per la soluzione di un problema (anche imparare ad acquisire conoscenze per il bambino può essere un problema che può avere molteplici processi e portare a soluzioni differenti); • costruttivo: gli alunni devono lavorare con il metodo “hands on”, cioè mettere le mani in pasta e cimentarsi praticamente, concretamente e dunque consapevolmente con l’apprendimento di un contenuto; • cooperativo: le UA prevedono molti momenti di lavoro in coppia o in gruppo e ciò mette in azione le life skills, così importanti per un percorso che porti all’acquisizione di competenze anche sul versante sociale e relazionale; • autentico: la somministrazione di compiti di realtà permette di vedere la realtà intorno a noi come fonte privilegiata di esercizio di competenze; • intenzionale: le UA permettono di “entrare” nell’argomento, dunque di lavorare con una motivazione e vedere che si può dare un senso all’apprendimento. Gli alunni assaporeranno il gusto di apprendere. L’apprendimento non sarà più qualcosa di “altro da loro”, non sarà più qualcosa che “fa solo entrare” conoscenze che poi usciranno senza elaborazione personale. L’apprendimento diventerà una sfida, una conquista: se si “impara a imparare” si imparerà per tutta la vita. L’Unità di Apprendimento ha come fine l’acquisizione di “un intero apprendi-
Perché costruire mento”, impostato in parti che siano organiche e collegate tra loro e che non le UA sottendano un unico legame disciplinare, interdisciplinare, metacognitivo…
La costruzione di una UA deve essere “disponibile” a un cambiamento per adattarsi concretamente alle esigenze di apprendimento degli alunni in funzione di un obiettivo formativo. Che cosa significa? L’insegnante deve avere come barra di direzione l’acquisizione di competenze. Siccome questo traguardo non può prescindere dalle capacità e dalle abilità degli alunni, ne deriva che ciò che può essere modificato in itinere è l’obiettivo strettamente didattico. Attraverso le UA l’allievo trasforma le sue abilità in competenze non solo per mezzo dei contenuti, ma soprattutto attraverso una ”esperienza” di apprendimento, cioè il modo in cui si avvicina, affronta, interiorizza questi contenuti. L’apprendimento non è più solamente “acquisizione”, ma diventa “trasformazione” continua. Una sorta di procedimento a spirale verso l’unitarietà del sapere che permette di coniugare tutte le sfaccettature di un argomento per allargare le modalità di approccio allo stesso. Se vediamo la programmazione in questa ottica riusciamo a mantenere intatto l’argomento e i nostri obiettivi di conoscenza, e a far leva su motivazioni, interessi, attitudini personali, bisogni. L’UA permette di articolare un apprendimento in differenti obiettivi formativi che rispondono ai bisogni e alle modalità di apprendimento di ciascuno, senza perdere di vista l’interezza dell’argomento.
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Come procedere Ciascun insegnante può trovare una modalità personale per la costruzione di per costruire un’UA, perché conosce il livello di conoscenze e abilità degli alunni, sceglie le un’UA competenze che vuole raggiungere, ha presente i bisogni, gli interessi, le modalità di lavoro cooperativo che può proporre. Perciò, in questa Guida proporremo e forniremo linee guida per lavorare attraverso UA.
È nella natura stessa dell’UA la flessibilità e la duttilità, per cui le linee guida saranno modulate secondo la realtà specifica di ciascun gruppo classe. La declinazione tipica della costruzione di un UA è la seguente: • fase preattiva o ideativa; • fase attiva; • fase postattiva.
Fase preattiva o ideativa
È il momento dell’ideazione, del progetto, per favorire l’apprendimento da parte degli alunni (singolarmente o in gruppo). Per procedere occorre aver presente le situazioni reali degli alunni e prevedere un successivo adattamento per i cambiamenti che si potrebbero determinare. Questo momento deve avere come punto di partenza le modalità per “dare il via” alla nuova attività. La programmazione di un’UA viene definita “a bassa definizione” proprio per sottolineare il carattere fluido del concetto di programmazione.
Fase attiva Una volta fissati l’argomento e le competenze si deve passare alla fase attiva, cioè dello sviluppo, che non può comunque prescindere dalla didattica. Durante questa fase occorre comunque aver presente che: • gli alunni dovranno acquisire conoscenze e abilità; • il percorso che stanno intraprendendo deve avere un senso per loro. Così si approprieranno non solo di contenuti, ma soprattutto di metodo. La didattica delle UA non può mai essere meramente prescrittiva: occorre disponibilità a dare spazio alla libertà di improvvisazione, creatività e intuizione. Occorre anche saper cogliere i feedback che gli alunni inviano per rimodulare nuovi percorsi.
Fase Come ogni attività, anche l’UA deve dare risultati. postattiva Il momento della fase postattiva e quello dell’accertamento e della docu-
mentazione degli esiti del processo di apprendimento. Nelle UA non si accerta solamente il livello di conoscenze e abilità, ma si prende in considerazione l’intero apprendimento, di conseguenza anche le modalità messe in atto dai ragazzi, il grado di interesse e partecipazione, la capacità di operare sia individualmente sia tra pari in modo da contribuire ad una crescita collettiva. Sicuramente la valutazione in una didattica per UA non è semplice. Occorre valutare il raggiungimento sia delle abilità e delle conoscenze, sia quello delle competenze tenendo conto che sono aspetti complementari nel processo di apprendimento.
Programmare Come è già stato detto, una programmazione per UA deve essere flessibile, per UA duttile, adattabile. Quando parliamo di flessibilità non ci riferiamo agli argomenti portanti dei contenuti, che devono essere chiaramente impostati per dare linearità, continuità e progressività. I contenuti essenziali saranno esplicitati e, in un certo modo, calendarizzati lungo il corso dell’anno. L’UA non è improvvisazione, ma deve basarsi su una ben precisa unitarietà e identità. In altre parole, per esempio, non è possibile passare dall’argomento
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“Sumeri” all’argomento “Romani” a meno che questo “salto” non rientri in uno specifico lavoro che lo giustifichi (le costruzioni? Il fiume?). Lo schema di un’UA sarà molto snello alla sua partenza, e si arricchirà nel corso del suo svolgimento. Una volta entrati in quest’ottica di lavoro si potrà gustare la possibilità di realizzare un insegnamento realmente efficace.
Le UA presenti in questa Guida
STRUTTURA DELLE UA
Nella Guida sono inseriti percorsi specifici per accompagnare l’insegnante nell’introduzione e nella spiegazione di ciascuna UA contenuta nel testo. Per ciascuna UA l’insegnante troverà: • lo schema di progettazione dell’UA già compilato che definisce le competenze, le conoscenze e gli strumenti di verifica che afferiscono a ciascuna unità; • l’indicazione degli strumenti utili per verificare; • una parte introduttiva: l’argomento che tratteremo. Viene delineato il percorso dell’unità e vengono fornite informazioni aggiuntive per approfondire e chiarire quanto illustrato nel testo; • suggerimenti per introdurre l’argomento; • esempi di didattica partecipata. Sono un mezzo per coinvolgere gli allievi nella costruzione del loro sapere, abituandoli a osservare, dedurre, ragionare, argomentare; • schede per le attività di didattica partecipata; • diverse schede per i collegamenti interdisciplinari; • indicazioni per la realizzazione di compiti di realtà e attività di classe capovolta. Lo schema su cui si è basata la programmazione di ciascuna UA è inserito nella pagina successiva.
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Presentazione
SCHEMA PER LA PROGETTAZIONE DELL’UA UNITÀ DI APPRENDIMENTO
• Prodotto finale atteso OBIETTIVI FORMATIVI COMPETENZE • Competenze di Educazione Civica: • Competenze chiave (europee): • Competenze mirate (traguardi di competenze disciplinari): OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO Conoscenze (sapere)
Abilità (saper fare)
Contenuti Prerequisiti Attività e metodologia INTERDISCIPLINARITÀ Discipline coinvolte Compito di realtà Verifica e valutazione Strumenti Tempi Destinatari
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Nuclei tematici
Presentazione
L’INSEGNAMENTO DELLA STORIA
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I metodi Esistono fondamentalmente due metodi per insegnare, e dunque imparare, la
storia: • il metodo tematico, cioè la presentazione di un tema, per esempio la necessità di procurarsi cibo oppure la scrittura, cercando di capire come si è sviluppato nel tempo, in una civiltà o in una popolazione; • il metodo cronologico, cioè la presentazione di fatti in successione, seguendo una sequenza lineare e ordinata, concatenando gli avvenimenti in una prospettiva di causa-conseguenza. IL METODO TEMATICO
Il metodo tematico privilegia l’apprendimento attraverso l’osservazione delle fonti o la ricostruzione iconica di aspetti di civiltà, di avvenimenti significativi. Possiamo dire che è il “metodo dell’investigatore”. È deduttivo: è come un giallo in cui si risale ai fatti e alla loro narrazione attraverso l’esame degli indizi. È il più adatto ai bambini della Scuola Primaria perché evocativo, permette la narrazione e il coinvolgimento emotivo. È il metodo hands-on che consente di “toccare con mano”; è un approccio che consente altresì di “fare”, di costruire il proprio sapere. Non è astratto e permette di andare oltre la visione della storia intesa come una sequenza di date, guerre, re, eroi. Il metodo tematico, però, ha un difetto: non consente di “coprire” lunghi periodi, come invece avviene con l’approccio cronologico. Risulta più difficile l’utilizzo della “linea del tempo” per collocare in ordine diacronico gli avvenimenti e lo sviluppo degli aspetti antropologici e culturali (cioè seguendo il loro susseguirsi nel tempo). Indicazioni Nazionali “È necessario sottolineare l’importanza, a partire dalla Scuola Primaria, dell’apprendimento della storia centrato su temi che riguardano l’insieme dei problemi della vita umana sul pianeta: la trasformazione progressiva dell’ambiente naturale, i molti passaggi dello sviluppo tecnico, la divisione del lavoro e la differenziazione sociale, le migrazioni e la conquista dei territori, il conflitto interno e quello esterno alle comunità, la custodia e la trasmissione del sapere, i codici e i mezzi della comunicazione, la nascita e lo sviluppo delle credenze e della ritualità, il sorgere e l’evoluzione del sentimento religioso e delle norme, la costruzione delle diverse forme di governo”.
IL METODO CRONOLOGICO
Il metodo cronologico è quello tipico, adottato anche in altre discipline: la letteratura e la filosofia, per esempio, sono spesso intese come lo studio della “storia della letteratura”, della “storia della filosofia”. Questo metodo offre un ampio ventaglio di conoscenze, ma rende più difficoltoso il raggiungimento delle competenze, ovvero come utilizzare le nozioni apprese per leggere la realtà, per farne tesoro nella vita personale. Con il metodo cronologico è possibile far percepire il flusso degli avvenimenti; è più facile spiegarli, se sono “messi in fila” in una successione ordinata, ed è più facile far rilevare i nessi di causalità. Relegare l’insegnamento della storia a una catena di fatti è, però, poco appassionante per i bambini, poiché essi avranno l’impressione che studiare la storia significhi studiare nomi e date. Inoltre, le causalità che mettono in relazione gli
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Presentazione avvenimenti sono spesso troppo complesse perché possano essere comprese in modo corretto da bambini della Scuola Primaria. Questo non vuol dire che debba essere escluso lo studio dei fatti, ma occorre che questi siano sempre inseriti in un quadro più “narrativo”. Inoltre, con il metodo cronologico è difficile cogliere analogie tra periodi storici diversi, comparare cultura, tecnologia, aspetti antropologici in società differenti. Gli argomenti trattati a inizio anno difficilmente saranno spontaneamente messi in relazione con un argomento trattato a fine anno. Risulta difficile anche comparare e concatenare fatti avvenuti in luoghi geograficamente diversi e lontani tra loro.
Allora qual è il metodo da privilegiare per insegnare la storia?
Premesso che la contrapposizione tra i due metodi non deve risultare una guerra culturale, la cosa migliore è la “combinazione tra i due metodi”. Per quanto riguarda i contenuti che verranno presentati negli ultimi due anni della Scuola Primaria è bene sottolineare i temi e gli aspetti trasversali alle diverse civiltà. La linea del tempo sarà assolutamente importante per aiutare gli allievi a collocare gli avvenimenti e i progressi culturali e sociali, ma occorre ricordare sempre che i periodi storici affrontati sono “molto distanti” dal nostro tempo e non bisogna sorprendersi se una spiegazione che inizia con “Nel 670 a.C.” suonerà alle orecchie degli alunni come il più classico dei “C’era una volta...”. Indicazioni Nazionali “La storia generale nella Scuola Primaria è deputata a far scoprire agli alunni il mondo storico mediante la costruzione di un sistema di conoscenze riguardanti quadri di civiltà o quadri storico-sociali senza tralasciare i fatti storici fondamentali”.
La storia di popolazioni e avvenimenti lontanissimi può essere costruita in una
L’insegnamento della storia tra sorta di laboratorio scolastico. Per farlo, occorre sollecitare la capacità deduttilaboratorio, va, evocativa e rappresentativa degli alunni. narrazione, IL LABORATORIO drammatizzazione
Lo studio della storia si fa laboratorio: la storia si collega a un ambiente, alla struttura di una società, agli aspetti culturali e antropologici. La “scoperta” delle fonti storiche, in questo approccio, costituisce il nucleo dell’insegnamento, perché la Storia viene vista non come un insieme di conoscenze, ma come l’esplorazione di una serie di oggetti e documenti che sopravvivono al passato, che ci permettono di indagarlo, di conoscerlo. Raggiunto quest’ultimo obiettivo si può passare a dare un ordine cronologico. LA NARRAZIONE E LA DRAMMATIZZAZIONE
Molto affascinante per i bambini (e non solo) è la costruzione del racconto storico attraverso la drammatizzazione. Caratterizzare la presentazione delle diverse popolazioni puntando sulle loro particolarità o specificità serve quasi a “personalizzare” un popolo, a dargli una connotazione “umana”, cioè a farlo percepire e avvertire come un insieme di uomini, donne, bambini che hanno vissuto come noi, ma in un ambiente diverso e con mezzi diversi a disposizione. IL LIBRO DI TESTO
Con questa metodologia di lavoro il libro di testo diventa l’approdo finale, che serve per mettere a fuoco le considerazioni, le intuizioni, le riflessioni sorte e affiorate grazie a un approccio laboratoriale.
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Nuovi
i d r a u g Tr@ a i r o t S
PROGRAMMAZIONE PER UA ACCOGLIENZA PROVE DI INGRESSO DIDATTICA PARTECIPATA INTERDISCIPLINARITÀ COMPITI DI REALTÀ CLASSE CAPOVOLTA
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Programmazione
PROGRAMMAZIONE ANNUALE: STORIA Obiettivi formativi interdisciplinari
• Analizzare l’interazione tra uomo e territorio. • Orientarsi nel tempo e nello spazio. • Leggere nel territorio i segni dell’intervento umano. • Cogliere la concatenazione di avvenimenti. • Individuare le cause e le conseguenze di un fatto. • Riconoscere i legami tra la nostra e le antiche civiltà. • Comprendere l’importanza dei diritti e dei doveri.
Didattica Digitale Integrata • Libro digitale Far scaricare a tutti gli studenti il Libro digitale sul proprio device (PC, tablet…); il codice si trova all’interno della copertina di ciascun volume. TRAGUARDI PER LO SVILUPPO OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO DELLE COMPETENZE AL TERMINE DELLA CLASSE QUARTA L’alunno/a: • riconosce elementi significativi del passato del suo ambiente di vita • riconosce ed esplora in modo via via più approfondito le tracce storiche presenti nel territorio; comprende l’importanza del patrimonio artistico e culturale • usa la linea del tempo per organizzare informazioni, conoscenze, periodi e individuare successioni, contemporaneità, durate, periodizzazioni • individua le relazioni tra gruppi umani e contesti spaziali • organizza le informazioni e le conoscenze, tematizzando e usando le concettualizzazioni pertinenti • comprende i testi storici proposti e sa individuarne le caratteristiche • usa carte storico-geografiche, anche con l’ausilio di strumenti informatici • racconta i fatti studiati e sa produrre semplici testi storici, anche con risorse digitali
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USO DELLE FONTI • Riconoscere nei documenti il valore di testimonianze del passato. • Ricavare informazioni da fonti di diversa natura utili alla ricostruzione di un fenomeno storico. • Rappresentare, in un quadro storico-sociale, le informazioni che scaturiscono dalle tracce del passato presenti sul territorio vissuto. ORGANIZZAZIONE DELLE INFORMAZIONI • Saper leggere una carta storico-geografica relativa alle civiltà studiate. • Usare cronologie e carte storico-geografiche per rappresentare le conoscenze. • Confrontare i quadri storici delle civiltà affrontate. • Individuare gli elementi salienti e peculiari di un popolo per ricostruire un quadro di civiltà. STRUMENTI CONCETTUALI • Comprendere i sistemi di misura del tempo storico di altre civiltà. • Saper leggere una linea del tempo.
CONTENUTI
PAGINE DEL VOLUME
• L’importanza della Storia • Collocare gli avvenimenti nel tempo e nello spazio • Studiare una civiltà
2-3
• Vivere lungo i fiumi • La nascita delle civiltà • Il fiume risorsa e problema • Le attività lungo il fiume • Le prime civiltà
6-7
• La Mesopotamia • I Sumeri • I Babilonesi • Gli Ittiti • Gli Assiri
16-22 22-33 34-41 42-43 44-49
• Il Nilo • Gli Egizi
52-53 54-69
• I fiumi dell’Oriente • Gli Indi • I Cinesi
70-71
4
5
8 9 10-11 12-15
72-75 76-83
Programmazione
• comprende avvenimenti, fatti e fenomeni delle società e civiltà che hanno caratterizzato la storia dell’umanità dal Paleolitico alla fine del mondo antico, con possibilità di apertura e di confronto con la contemporaneità
• Saper collocare gli avvenimenti sulla linea del tempo. • Collocare nel tempo la nascita e lo sviluppo delle diverse civiltà e degli eventi storici. • Collocare nello spazio gli eventi, individuando i possibili nessi tra eventi storici e caratteristiche geografiche di un territorio. • Cogliere il nesso tra lo sviluppo delle prime civiltà e l’ambiente fluviale. • Stabilire relazioni di successione, antecedenza, contemporaneità tra gli eventi. • Individuare gli elementi di contemporaneità, gli elementi diacronici e gli elementi di durata nelle diverse civiltà. • Individuare gli elementi che caratterizzano e accomunano la formazione e lo sviluppo di una civiltà.
S toria
• Il mare, nuova via di comunicazione • Il Mar Mediterraneo • Le imbarcazioni e la tecnologia • Il commercio, le conoscenze, le innovazioni • La Terra di Canaan • I Fenici • Gli Ebrei
84-85
• Le civiltà del Mar Egeo • I Cretesi • Gli Achei
106-107
• Le tribù italiche nel Paleolitico
120
86-87 88-89 90-91
92-93 94-99 100-105
108-113 114-119
PRODUZIONE SCRITTA E ORALE • Confrontare aspetti caratterizzanti le diverse società, studiate anche in rapporto al presente. • Ricavare e produrre informazioni da carte storiche, reperti iconografici e consultare testi di genere diverso, manualistici e non, cartacei e digitali. • Esporre con coerenza conoscenze e concetti appresi. • Elaborare in testi orali e scritti gli argomenti studiati. • Organizzare le informazioni attraverso schemi e mappe.
Unità di Apprendimento (UA) programmate: • UA • UA • UA • UA • UA • UA • UA
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• • • • • • •
La nascita delle civiltà Le civiltà dei fiumi Tigri ed Eufrate Il Nilo e gli Egizi L’Indo e il Fiume Giallo Quando il mare cominciò a unire i popoli Le civiltà della Terra di Canaan Il Mar Egeo
Didattica Digitale Integrata Per Prove di ingresso, Schede operative, Verifiche e Didattica inclusiva, utilizzare i materiali a disposizione alla pagina https://www.elilaspigaedizioni.it/altuofianco
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S toria
Programmazione
EDUCAZIONE CIVICA
Sappiamo tutti che l’Educazione Civica è sempre stata un pilastro su cui si sono fondate, ancor prima di qualsiasi insegnamento, la necessità e la volontà di costruire il gruppo classe, la convivenza civile e democratica al suo interno e la consapevolezza di non vivere da soli su questa Terra.
La normativa Con la Legge 92 del 2019 l’Educazione Civica è introdotta nel curricolo come disciplina alla quale vanno dedicate almeno 33 ore all’anno di insegnamento, con relativa valutazione periodica. I documenti ministeriali a cui dovrà far riferimento l’insegnamento dell’Educazione Civica nella Scuola Primaria sono: • le Linee Guida per l’insegnamento dell’Educazione Civica, giugno 2020; • la Legge 92 del 2019; • le Indicazioni Nazionali per il curricolo della Scuola dell’Infanzia e del primo ciclo d’istruzione, settembre 2012. “Tre saranno gli assi attorno a cui ruoterà l’Educazione Civica: lo studio della Costituzione, lo Sviluppo sostenibile, la Cittadinanza digitale. LA COSTITUZIONE
Studentesse e studenti approfondiranno lo studio della nostra Carta costituzionale e delle principali leggi nazionali e internazionali. L’obiettivo sarà quello di fornire loro gli strumenti per conoscere i propri diritti e doveri, di formare cittadine e cittadini responsabili e attivi che partecipino pienamente e con consapevolezza alla vita civica, culturale e sociale della loro comunità. LO SVILUPPO SOSTENIBILE
Alunne e alunni saranno formati su educazione ambientale, conoscenza e tutela del patrimonio e del territorio, tenendo conto degli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’ONU. Rientreranno in questo asse anche l’educazione alla salute, la tutela dei beni comuni, i principi di protezione civile. La sostenibilità entrerà, così, negli obiettivi di apprendimento. LA CITTADINANZA DIGITALE
A studentesse e studenti saranno dati gli strumenti per utilizzare consapevolmente e responsabilmente i nuovi mezzi di comunicazione e gli strumenti digitali. In un’ottica di sviluppo del pensiero critico, sensibilizzazione rispetto ai possibili rischi connessi all’uso dei Social media e alla navigazione in Rete, in contrasto al linguaggio dell’odio.” https://www.miur.gov.it/
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Programmazione
PROGRAMMAZIONE ANNUALE: EDUCAZIONE CIVICA
S toria
In questa programmazione l’insegnante troverà specifici riferimenti al percorso didattico presente nel volume di Educazione Civica del progetto Nuovi Tr@guardi • Discipline.
Finalità dell’Educazione Civica: • • • •
diventare bravi cittadini e brave cittadine; vivere bene con gli altri; far stare bene gli altri insieme a noi; imparare a utilizzare in modo consapevole ciò che abbiamo.
NUCLEI TEMATICI
TRAGUARDI COMPETENZE
OBIETTIVI
CONTENUTI
PAGINE DEL VOLUME
•L a Costituzione: diritti e doveri.
L’alunno/a: • è consapevole che i principi di solidarietà, uguaglianza e rispetto della diversità sono i pilastri che sorreggono la convivenza civile e favoriscono la costruzione di un futuro equo e sostenibile
•C omprendere la necessità di leggi scritte.
• Le leggi scritte
Da p. 4 a p. 17
•C onoscere la storia della Costituzione Italiana.
• I l diritto all’istruzione
•c onosce i principi fondamentali della Costituzione della Repubblica Italiana
•C omprendere la stretta connessione tra diritti e doveri.
•è in grado di comprendere i diversi device e di utilizzarli correttamente
•R iflettere sull’importanza dell’istruzione.
• Agenda 2030: assicurare a tutti un’istruzione di qualità. •C ittadinanza digitale: la tecnologia informatica e la scuola.
•C onoscere i principi fondamentali contenuti nella Costituzione Italiana.
• La Costituzione
•L a scuola dell’obbligo in Italia • I libri digitali •L a Didattica Digitale
•S aper utilizzare in modo proficuo e consapevole le risorse digitali a disposizione della classe.
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S toria
Percorso didattico
Il percorso didattico Il percorso seguito dal volume Nuovi Tr@guardi • Storia per la presentazione dei diversi argomenti tiene conto della linea didattica sull’insegnamento della storia presentata nell’introduzione di questa Guida. Nel Sussidiario di Storia si è scelto di proporre i diversi argomenti in forma narrativa, senza l’elencazione delle date in cui gli avvenimenti sono accaduti. Per ricostruire la cronologia dei fatti è sempre presente la linea del tempo, che può servire come “bussola” orientativa per una giusta collocazione dei fatti presentati in successione temporale. La parte fattuale e quella antropologica sono distinte, proprio per permettere di collegare e confrontare tra loro gli aspetti culturali, sociali, religiosi e artistici delle diverse civiltà. Questo modello di trattazione consente di cominciare ad affrontare in maniera graduale la visione storica di causalità tra i diversi avvenimenti storici.
Da dove I due macro-capitoli (Vivere lungo i fiumi, Vivere sul mare) si aprono con pagine partire introduttive che riguardano prevalentemente l’aspetto antropologico e servono per far conoscere gli aspetti comuni delle civiltà che in quei contesti storico-geografici hanno avuto origine e si sono sviluppate.
Come Per capire l’evoluzione storica di un argomento è fondamentale procedere a procedere grandi linee in questo modo: 1. descrivere una situazione iniziale, prima, cioè, che si siano innescate le trasformazioni o eventi particolarmente significativi come una migrazione o una guerra o un significativo cambiamento socio-politico; 2. mostrare riproduzioni di fonti e cercare di far rilevare indicazioni utili che aiutino a ricostruire un aspetto di carattere antropologico o un fatto storico; 3. attraverso domande o suggerimenti mirati portare gli alunni a organizzare le loro ”conquiste”, per spiegare quali possano essere stati i cambiamenti in quel contesto geostorico; 4. solo dopo questo lavoro deduttivo, passare a esplicitare chiaramente i fatti, a collocarli in un periodo, organizzandoli per comodità sulla linea del tempo; 5. a conclusione, proporre un confronto e una riflessione tra la situazione iniziale e quella finale, dopo il susseguirsi di cambiamenti di carattere antropologico, storico, sociale e politico che si sono analizzati. Questo modo di procedere consentirà di raggiungere traguardi di competenza, traguardi che non parlano solo di fatti da conoscere, ma di processi da padroneggiare.
La costruzione delle competenze
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Il metodo cronologico favorisce l’acquisizione di una grande quantità di nozioni e conoscenze, ma non è “economico” per l’acquisizione di competenze. Costruirsi competenze storiche partendo esclusivamente dalle conoscenze non è impossibile – in fondo è la strada che è stata percorsa fino a qualche decennio fa – ma è molto più faticoso e richiede tempo. Con modelli didattici più coinvolgenti, gli alunni costruiscono il loro sapere scoprendo e lavorando “come storici”.
Percorso didattico
I grandi nuclei tematici affrontati
S toria
VIVERE LUNGO I FIUMI • Le
modificazioni apportate alla vita individuale e sociale nelle prime comunità, dalla continua migrazione alla ricerca di terreni adatti all’insediamento e al miglioramento delle condizioni di vita. • La complessità delle attività e la relativa suddivisione dei compiti; la nascita delle classi sociali; l’organizzazione del potere. • L’urbanizzazione e la nascita delle città sia come nuclei abitativi sia come manifestazione del potere politico-religioso. • Gli aspetti antropologici: abitudini di vita. • L’evoluzione delle tecnologie, delle arti, della religiosità. • Le diverse civiltà: – mesopotamiche (Sumeri, Assiri, Babilonesi, Ittiti); – della valle del Nilo (Egizi); – della valle dell’Indo (Indi); – delle valli dei fiumi Giallo e Azzurro (Cinesi). VIVERE SUL MARE • Il
mare come risorsa per gli scambi commerciali. modificazioni apportate alla vita individuale e sociale nelle comunità che hanno intrapreso la navigazione marittima. • Lo sviluppo dell’artigianato, dell’arte e della cultura in relazione all’incremento degli scambi commerciali. • L’evoluzione della scrittura e la nascita dell’uso della moneta con l’incremento degli scambi commerciali. • Gli aspetti antropologici: abitudini di vita. • L’evoluzione delle tecnologie, delle arti, della religiosità. • Le diverse civiltà: – Fenici; – Ebrei; – Cretesi; – Achei. • Le
Il percorso Nella pagina successiva l’insegnante troverà una mappa destinata agli alunni di storia per che illustra il percorso didattico proposto per la classe quarta. gli alunni Gli alunni possono osservarla, commentarla in gruppo, conservarla per valutare in itinere a quale punto sono arrivati. In questo modo gli alunni possono conoscere quale sarà il percorso tracciato, avere la consapevolezza di che cosa studieranno nel corso dell’anno e dove arriveranno a fine anno scolastico.
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S toria
Percorso didattico
Il percorso di quest’anno
VIVERE LUNGO I FIUMI Le prime civiltà • I popoli della Mesopotamia: – Sumeri – Babilonesi – Ittiti – Assiri • Egizi • Indi • Cinesi
VIVERE SUL MARE Le civiltà del Mar Mediterraneo • Fenici • Cretesi • Ebrei • Achei
Gli insediamenti diventano stabili. Nascono le grandi civiltà.
Cambia il modo di vivere e di utilizzare il territorio. Si sviluppano i commerci e gli scambi culturali.
Metodologia Metodo Abituare gli alunni a utilizzare le conoscenze pregresse e a integrarle con nuove deduttivo informazioni che vengono di volta in volta proposte. Metacognizione Capacità di “recuperare le conoscenze” pregresse e utilizzarle per dedurre e (Rifletti su ciò operare confronti. che già sai) Classe capovolta Sviluppare la capacità di apprendere in autonomia, utilizzando spunti offerti (Apprendo da solo/sola) dall’insegnante. Pensiero Imparare a individuare le informazioni principali per rielaborarle e organizzarle computazionale in funzione di conoscenze e di competenze. per lo studio USO DEL FLIP POSTER Didattica partecipata Spunti offerti agli alunni per avere un ruolo attivo nella costruzione del proprio
sapere.
Peer Domande stimolo per imparare a esporre ciò che si è appreso. Favorire una Teaching visione globale, organica e unitaria di quanto appreso.
’uso del Flip Poster favorisce la didattica inclusiva e riprende lo stimolo della L partecipazione di tutti alla costruzione del sapere.
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Accoglienza
L’accoglienza
S toria
Tutti noi, se entriamo in un contesto sconosciuto e ci troviamo di fronte a persone che non abbiamo mai incontrato prima, ci sentiamo a nostro agio se accolti con un atteggiamento disponibile. Lo stesso accade ai nostri alunni con le diverse discipline: devono “essere accolti” dalle materie di studio, non devono viverle come nemiche o sperare che “piacciano” o si dimostrino “facili”. Ecco dunque un primo importantissimo suggerimento: per fare un buon percorso di storia partiamo da una buona accoglienza!
Tanti Per avvicinare gli alunni al tipo di percorso che dovranno intraprendere nello punti studio degli argomenti presentati è importante far capire loro che il “racconto di vista del passato” è fatto da diversi punti di vista che si sovrappongono, si integrano, si connettono tra di loro. È il concetto di storia “su più piani”. I vari aspetti sono affrontati da diversi specialisti, con approcci diversi ma non disgiunti. LO STORICO
È lo scienziato della storia. È lo studioso che registra, ordina, confronta i fatti realmente accaduti basandosi sulle fonti. Lo storico è per sua natura il più oggettivo possibile. LO STORIOGRAFO
È il narratore della storia. Lo storiografo interpreta, racconta i fatti. È soggettivo, perché narra secondo una sua interpretazione, una sua visione della vita, una precisa scuola di pensiero. Sulla soggettività dello storiografo basti pensare a quanto si dice a proposito della storia delle guerre, narrata dalla parte dei vincitori oppure dalla parte dei vinti. L’ANTROPOLOGO E IL SOCIOLOGO
Sono gli “esperti di costume”, quegli studiosi che, attraverso l’analisi delle fonti, ci fanno rivivere le situazioni, i modi di vivere, i rapporti tra i gruppi sociali, tra la popolazione e il potere.
Esempi di didattica partecipata e inclusiva
Attività Una festa ( pagine 32-33) Per abituare gli alunni a “vedere la storia su più piani”, iniziate il vostro percorso con un “gioco storico”. 1. Distribuite agli alunni la fotocopia della scheda di pagina 32. 2. Fate osservare i vari disegni puntando l’attenzione sui particolari che possono essere utili per capire: • che cosa è accaduto; • quali usanze sono rappresentate; • quali informazioni si possono avere sugli abitanti di quella casa; • quali informazioni si possono avere circa la posizione geografica e il clima del luogo; • come si possono mettere in ordine cronologico i fatti. 3. Fate riordinare le immagini in ordine logico e cronologico. 4. Fate completare le schede dello storico, dello storiografo, dell’antropologo-sociologo (individualmente o a gruppi). 5. Fate riflettere gli alunni sul fatto che tutti e tre gli “studiosi” parlano dello stesso avvenimento, ma prendono in considerazione aspetti diversi.
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8
S toria
4 7
5
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Alunno/a Data Classe
Una festa 1 Osserva con attenzione le immagini. Metti in ordine logico e cronologico le sequenze,
numerando. Poi compila le schede sui diversi punti di vista.
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fam. dott. Neri
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fam. fam. dott. dott.Neri Neri fam. dott. Neri
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fam. dott. Neri
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Alunno/a Data Classe
S toria
La scheda dello/a storico/a Il giorno alle ore 4 bambini sono arrivati a casa della famiglia . La porta d’ingresso è stata aperta da Il motivo era per il Alle 17,30 Alle 19 Fatto non collocabile nel tempo: Fatto che ha causato l’arrivo dei bambini: Conseguenza della festa:
. . . . . . .
La scheda dello/a storiografo/a • Sulla base delle informazioni avute dalla scheda dello storico, racconta la festa inserendo un tuo commento positivo o negativo sulle feste di compleanno, sulla quantità di regali e sulla presenza dei genitori alla festa.
La scheda dell’antropologo/a Un’usanza tipica sono i festeggiamenti dei Il più delle volte avvengono nella Il festeggiato invita gli amici più cari per mezzo di oppure o anche I festeggiamenti avvengono in questo modo:
.
Generalmente alla festa partecipano tutti i componenti della . Le famiglie generalmente non sono numerose. Nella maggior parte dei casi sono composte da . È usanza portare al festeggiato . L’edificio in cui vive questa famiglia è a più ; la casa è dotata di uno spazioso . Il clima del luogo .
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Prova di ingresso
Alunno/a Data Classe
La preistoria 1 La preistoria è divisa in due grandi periodi, determinati dalle abilità che l’Homo
ha raggiunto. Scrivi la definizione di ciascun periodo.
• Paleolitico
• Neolitico 2 Osserva le immagini e scrivi se rappresentano scene del Paleolitico o del Neolitico.
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Alunno/a
Prova di ingresso
Data Classe
Verso la storia L’uomo nella sua trasformazione è cambiato non solo nell’aspetto fisico, ma soprattutto nella capacità di utilizzare ciò che la natura gli offriva, di modificare territori e materiali, di riflettere sulle sue azioni, di vivere in gruppi sempre più grandi e dunque di esprimere pensieri e sentimenti. 1 Per ciascuna affermazione, segna V (vero) oppure F (falso). Fai ricorso alle conoscenze
che hai appreso lo scorso anno.
L’uomo della Preistoria:
• sapeva curare alcune malattie con le erbe.
V
F
• sapeva tessere tessuti con il telaio.
V
F
• era in grado di spostarsi lungo i fiumi con semplici imbarcazioni.
V
F
• conosceva la scrittura. V F • seppelliva i morti. V F • costruiva grandi tombe.
V
F
• cucinava i suoi cibi.
V
F
• costruiva contenitori con l’argilla.
V
F
2 Completa.
Quando l’uomo imparò a coltivare le piante nacque l’ . L’uomo divenne cioè non si spostò più alla ricerca continua di frutti da raccogliere e incominciò ad e gli animali. Migliorarono le condizioni di vita. La maggiore disponibilità di cibo favorì l’ della popolazione. I villaggi si ingrandirono e divennero . Tutto quello che sappiamo sugli uomini della preistoria è dovuto al lavoro di alcuni scienziati: , , e . Essi hanno studiato i reperti, cioè le che hanno permesso di ricostruire abitudini di vita, capacità di lavorare i materiali, spostamenti sul territorio. Occorre aspettare l’invenzione della per poter parlare di .
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S toria
UA 1 • La nascita delle civiltà
LA NASCITA DELLE CIVILTÀ Prodotto finale atteso: classe capovolta
• Realizzazione di un power point che illustri i motivi dello stanziamento lungo i fiumi e la coltivazione dei cereali nelle diverse zone climatiche.
OBIETTIVI FORMATIVI • Analizzare l’interazione tra uomo e territorio. • Leggere nel territorio i segni dell’intervento umano. • Cogliere la concatenazione di avvenimenti. • Individuare le cause e le conseguenze di un fatto. COMPETENZE Competenze di Educazione Civica
• Confrontare aspetti caratterizzanti delle società del passato in rapporto al presente. • Conoscere aspetti essenziali della storia del proprio ambiente in relazione all’argomento studiato. • Lavorare insieme per raggiungere uno scopo comune.
Competenze chiave (europee)
• Competenza • Competenza • Competenza • Competenza
Competenze mirate (traguardi di competenze disciplinari)
L’alunno/a: • comprende che i mutamenti prodotti da fattori climatici possono modificare la vita dell’uomo e l’economia di un territorio; • comprende il significato della migrazione legata alla necessità di migliorare le condizioni di vita; • rileva somiglianze con la contemporaneità utilizzando le conoscenze acquisite.
digitale. personale, sociale e capacità di imparare a imparare. imprenditoriale. in materia di consapevolezza ed espressione culturali.
OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO Conoscenze (sapere) • Conoscere che cosa ha spinto i gruppi umani a stanziarsi lungo il corso dei grandi fiumi. • Conoscere le importanti modificazioni nella vita dell’uomo, causate da improvvisi cambiamenti climatici (troppo caldo, troppo freddo, troppa pioggia). • Conoscere quali conseguenze ha avuto lo stanziamento lungo le rive dei fiumi per quanto riguarda: • economia (sviluppo dell’agricoltura); • tecnologia (opere idrauliche, strumenti per la coltivazione); • antropologia e società (incremento della popolazione, urbanizzazione, diversificazione dei rapporti all’interno del gruppo).
Abilità (saper fare) • Saper confrontare epoche e ambienti differenti.
Contenuti
• I vantaggi della vita lungo il fiume. • Le trasformazioni antropiche dell’ambiente fiume.
Attività e metodologia
Lo studio della storia antica difficilmente offre all’insegnante l’opportunità di far leva sull’esperienza e l’osservazione diretta; per questo è importante proporre spunti o agganci che possano far immaginare agli alunni situazioni del passato.
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S toria
UA 1 • La nascita delle civiltà
L’obiezione più ovvia è che in questo modo si offre, della storia, un’immagine poco scientifica e più narrativa. Questo pericolo viene escluso se si riporta la riflessione su un piano concreto e si presentano per esempio i quadri di civiltà come ricostruzioni fedeli, dovute a fonti certe che ne testimoniano la veridicità. Per affrontare il tema dello stanziamento delle tribù migranti lungo i fiumi si partirà dall’osservazione di ambienti aridi e ambienti ricchi di vegetazione, perché attraversati da corsi d’acqua. Il confronto tra le caratteristiche tra i due ambienti aiuterà a comprendere la “necessità di migrare”, che sarà poi la chiave di spiegazione della nascita e dello sviluppo di tutte le civiltà fluviali. Nello stesso modo sarà utile far dedurre dagli alunni quali saranno state le difficoltà da superare e come questi problemi abbiano favorito uno sviluppo tecnologico e, di conseguenza, anche sociale e culturale. INTERDISCIPLINARITÀ Discipline coinvolte Storia, geografia, scienze, tecnologia, educazione civica.
Nuclei tematici • Geografia: Le zone climatiche, pag. 44. Le differenze climatiche che hanno inciso sulle prime migrazioni umane e sulla nascita delle civiltà. • Scienze: Le coltivazioni e le zone climatiche, pag. 45. Il clima e il terreno hanno favorito la coltivazione dei cereali e dunque la nascita delle prime civiltà. • Tecnologia: I mezzi di trasporto sul fiume, pag. 46. Il fiume come via di comunicazione e commercio. • Educazione civica: Spostarsi per imparare, pag. 47. Oggi le migrazioni sono dovute anche a motivi di studio.
Compito di realtà
Vivere lungo i fiumi in Italia, pag. 48. Consapevolezza della fragilità della situazione idrogeologica delle zone fluviali in Italia.
Verifica e valutazione
Al termine dell’Unità di Apprendimento è possibile valutare: • le conoscenze acquisite, utilizzando la prima parte delle verifiche 1A e 1B; • le competenze raggiunte, utilizzando il compito di realtà proposto nella Guida.
Strumenti
Nel testo, in relazione a questo argomento sono presenti i seguenti materiali: TESTO
PAGINE
A CHE COSA SERVE
Flip Poster
1
Didattica partecipata, per introdurre l’argomento e valutare le conoscenze.
Nuovi Tr@guardi • Storia
6-15
Fornire conoscenze, aiutare a studiare.
Quaderno operativo
2-11
Consolidare le conoscenze, sviluppare e verificare le competenze.
Mappe Attive
12-13
Organizzare il pensiero, collegare le conoscenze, facilitare lo studio e la memorizzazione.
Atlante
6-7
Favorire la capacità di osservare e dedurre, favorire l’apprendimento attraverso l’uso delle immagini.
Verifiche
6e8
Verificare il raggiungimento degli obiettivi didattici programmati.
Tempi
Circa 15 giorni.
Destinatari
Tutti gli allievi della classe.
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S toria
UA 1 • La nascita delle civiltà
Vivere lungo i fiumi
LA NASCITA DELL’AGRICOLTURA L’argomento che tratteremo 12 000 anni fa sulla Terra stava per terminare l’ultima era glaciale.
Questo fu un evento di grande rilevanza che favorì l’evoluzione dell’uomo non più dal punto di vista fisico e somatico, ma da quello culturale e tecnologico. I gruppi umani che abbandonarono i territori resi aridi dai mutamenti climatici abbandonarono pian piano anche il nomadismo, stanziandosi stabilmente lungo le rive dei grandi corsi d’acqua, originando una nuova forma di economia. L’agricoltura divenne il fulcro di ogni attività. Il fango depositato dopo le esondazioni rendeva fertile il terreno e agevolava la coltura di cereali, che si differenziarono nelle diverse zone di insediamento a seconda del clima e della natura del terreno. La possibilità di coltivare distese di terreno più vaste favorì lo sviluppo tecnologico. Si perfezionarono i primi rudimentali attrezzi che l’uomo utilizzava per seminare e raccogliere i frutti del suo lavoro: aratro, nuove forme di zappe e falcetti, inseminatoi. Tutto ciò incrementò la conoscenza delle piante coltivabili e ne permise la coltivazione di specie diverse.
Le conseguenze della nuova attività
Come introdurre l’argomento
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La necessità di preservare i campi dalle inondazioni e di irrigarli costantemente portò allo sviluppo delle opere idrauliche e di canalizzazione. La necessità di una maggiore forza lavoro per coltivare i campi, controllare gli argini, prendersi cura degli animali ebbe come conseguenza principale un importante incremento demografico. Anche la maggiore disponibilità di cibo favorì l’aumento della popolazione: iniziò così l’urbanizzazione. Un altro elemento importante e carico di conseguenze fu che le comunità di agricoltori ebbero la possibilità di accumulare proprietà; di conseguenza, iniziarono a proteggerle mettendo fine alla condivisione dei frutti del lavoro comune. In questo modo cambiarono le modalità della convivenza nello stesso territorio e iniziarono le differenze tra i gruppi, spesso basate sul possesso di campi situati in luoghi strategici. Lo stanziamento lungo le rive dei fiumi innescò un’altra serie di avanzamenti dal punto di vista tecnologico: • il fiume cominciò a essere navigato e crebbero gli scambi di prodotti, anche con gruppi che erano a buona distanza tra di loro; • il terreno ricco di argilla permise l’estrazione di questo materiale molto versatile: in un primo momento fu usato come rivestimento per isolare le pareti delle capanne costruite con pelli, legno, paglia; successivamente permise la fabbricazione di mattoni e di conseguenza di edifici più grandi e strutturati; • il fiume si caratterizzò come una difesa naturale contro gli assalti di nemici. 1. Per introdurre il tema Vivere lungo i fiumi l’insegnante può far leva sulle conoscenze acquisite durante lo studio dell’ominazione, facendo ragionare attraverso una serie di domande stimolo. • Quali erano i bisogni primari che l’ominide e poi l’homo avevano necessità di soddisfare? • Come sono riusciti a soddisfarli? Nella soddisfazione di questi bisogni c’è stata un’evoluzione, cioè è cambiato nel corso del tempo il modo di soddisfarli? Tra tutti questi bisogni qual era il principale?
UA 1 • La nascita delle civiltà
S toria
2. Per far capire il motivo principale della migrazione dalle savane africane ai bacini fluviali è possibile offrire spunti di riflessione sui mutamenti climatici. • Che cosa accade quando per un lungo periodo non piove? • Che cosa possono aver fatto gli uomini primitivi quando si sono verificati lunghi periodi di siccità? 3. Per mettere a fuoco che lo stanziamento lungo le rive del fiume ha avuto lati positivi ma anche delle problematicità si può riflettere sulle seguenti questioni: • che cosa favoriva la presenza di acqua dolce? • Era facile muoversi per lunghi tratti sul terreno se non si avevano mezzi di trasporto adeguati? Perché era più facile muoversi lungo il corso del fiume? • Se in un determinato periodo dell’anno le piogge erano particolarmente abbondanti, che cosa succedeva all’acqua che scorreva nei letti dei fiumi, soprattutto nelle zone pianeggianti o prossime alla foce? La costante delle più antiche civiltà umane è stata il nomadismo, che ha caratterizzato la vita degli uomini primitivi sino all’introduzione dell’agricoltura nel Neolitico (dopo il 10 000 a.C.). È necessario ricordare ai bambini che i vari esemplari di homo vivevano di caccia e raccolta, perciò erano costretti a spostarsi di frequente per seguire i branchi di animali. Con i mutamenti climatici gruppi umani si sono trovati spesso in situazione di grande difficoltà: perciò praticavano il nomadismo per necessità.
Esempi di didattica partecipata e inclusiva
Attività Dividete la classe in piccoli gruppi. Sottoponete a ogni gruppo la fotocopia delle schede delle pagine 40 e 41, seguendo i suggerimenti. 1. Il cambiamento climatico ( pagina 40) Fate osservare ai vostri alunni la scheda e proponete le seguenti domande. • Che cosa indica il fatto che in quel luogo ci sia una capanna? • Quel gruppo si trovava in quel posto di passaggio? • Che cosa ci indica che invece quello era il luogo dove vivevano? • Come è l’ambiente intorno a loro? • È possibile che quel gruppo abbia scelto quel luogo per vivere? Perché? • Che cosa può essere successo? • Che cosa avranno pensato di fare gli adulti del gruppo? 2. Un nuovo ambiente ( pagina 41) Fate osservare ai vostri alunni la scheda e ponete le seguenti domande. • Da che cosa dipende la diversità dell’ambiente che state osservando rispetto a quello della scheda precedente? • Come saranno cambiate le condizioni di vita del gruppo di uomini che è giunto nel nuovo ambiente? • Quali difficoltà avrà dovuto superare quel gruppo di uomini nel nuovo ambiente? • Che cosa avranno dovuto imparare quegli uomini a fare per adattarsi e trarre vantaggio dalle nuove condizioni?
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DIDATTICA PARTECIPATA
Alunno/a Data Classe
Il cambiamento climatico
UA 1
1 Osserva l’immagine. Fai attenzione ai particolari. Poi rispondi.
• Com’è l’ambiente in cui si trova questo gruppo di uomini?
• Come si procurano il cibo?
• Secondo te, il gruppo di uomini ha scelto questo luogo per stabilirsi o sta decidendo di abbandonarlo? Perché?
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Alunno/a Data Classe
DIDATTICA PARTECIPATA
Un nuovo ambiente
UA 1
1 Osserva l’immagine. Fai attenzione ai particolari. Poi rispondi.
• Quali sono le differenze più evidenti tra l’ambiente rappresentato in questo disegno e quello precedente?
• A che cosa sono dovute queste differenze?
• Nel nuovo ambiente c’è una zona paludosa. Che cosa potrà fare il gruppo di uomini per renderla abitabile?
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DIDATTICA PARTECIPATA
Alunno/a Data Classe
Storia e antropologia
UA 1
1 Osserva le immagini.
Alcune si riferiscono alla vita quotidiana di un popolo vissuto tanti anni fa: sono gli aspetti studiati dall’antropologo. Altre immagini si riferiscono ai fatti più importanti di questo antico popolo: sono gli aspetti studiati dallo storico. Per ciascuna immagine, scrivi la didascalia scegliendola tra:
guerra • migrazione • imprese del re • banchetto a casa di un nobile • cena in casa di contadini • artigianato • agricoltura • schiavitù 2 Colora il quadratino in rosso se le immagini si riferiscono alla vita quotidiana, in verde se si riferiscono agli avvenimenti storici.
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Alunno/a Data Classe
DIDATTICA PARTECIPATA
Le fonti raccontano
UA 1
1 Osserva le fonti. Esse si riferiscono ad antiche civiltà. Che cosa testimoniano, secondo te?
Cerca tra queste risposte quelle che ti sembrano possibili e scrivine una per ciascuna immagine. Se hai idee diverse, scrivile.
• Allevavano gli animali. • Conoscevano la scrittura. • Costruivano templi per gli dèi. • Navigavano sui mari.
• • • •
Si dedicavano all’agricoltura. Erano un popolo guerriero. Conoscevano i punti cardinali. Erano molto abili nell’artigianato.
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INTERDISCIPLINARITÀ
Alunno/a Data Classe
geografia
Le zone climatiche
UA 1
Nel mondo esistono climi molto differenti. Le differenze climatiche hanno inciso sulle prime migrazioni umane e sulla nascita delle prime civiltà? 1 Osserva il planisfero e le differenti fasce climatiche, poi completa. zona glaciale
0°
zona temperata
0°
zona torrida
0°
0°
zona temperata 0°
zona glaciale
• Prova a dare una definizione sintetica di: • zona torrida:
• zona temperata:
• zona glaciale: 2 Colora i termometri per mostrare quali possono essere le temperature medie
di queste zone. 3 Colora in rosso il quadratino dove sono comparsi i primi ominidi. 4 Traccia una X nelle zone in cui l’uomo primitivo si è trasferito a causa
dei mutamenti climatici. 5 Spiega brevemente perché con le prime migrazioni gli uomini non si sono insediati
in America e nelle zone glaciali.
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INTERDISCIPLINARITÀ
Alunno/a Data Classe
scienze
Le coltivazioni e le zone climatiche
UA 1
Il clima e il terreno determinano lo sviluppo delle differenti colture. Perciò i primi uomini hanno cominciato a coltivare i cereali che meglio si adattavano alle zone in cui si erano insediati. 1 Sai perché i cereali hanno questo nome? Il nome deriva da Ceres, Cerere,
la dea romana dei campi e dei raccolti. Per ciascuna immagine, scrivi il nome del cereale rappresentato, scegliendo tra: grano, mais, sorgo, riso, orzo, come nell’esempio.
orzo
g
r
m
s
2 Osserva la carta tematica che indica come erano distribuite le coltivazioni
di cereali nel Neolitico. Poi completa la tabella scrivendo il nome dei cereali coltivati nelle varie zone. ZONA
COLTIVAZIONI
Europa
Mesopotamia
Cina
America
Africa occidentale
3 Sia in Cina sia in Mesopotamia vi era abbondanza di acqua. La coltivazione
del riso, però, si è sviluppata in Cina e non in Mesopotamia. Che cosa avrà influenzato lo sviluppo della coltura del riso in Cina? Segna con una X.
Il clima.
La vastità del territorio.
La presenza di acqua.
L’abilità dell’uomo.
45
INTERDISCIPLINARITÀ tecnologia
UA 1
Alunno/a Data Classe
I mezzi di trasporto sul fiume Gli uomini che si sono stanziati lungo le rive avevano bisogno di attraversare e navigare i fiumi. Per superare queste difficoltà e utilizzare i corsi d’acqua come via di comunicazione e di commercio, gli uomini hanno osservato la natura scoprendo il galleggiamento. 1 Che cosa può aver suggerito ai primi uomini stanziati lungo i fiumi che era
possibile costruire oggetti che potessero galleggiare e permettessero di spostarsi sull’acqua? Segna con delle X.
2 Osserva le prime imbarcazioni utilizzate per solcare le acque dei fiumi. Secondo te, quali di queste imbarcazioni potevano diventare pericolose perché imbarcavano acqua? Colora il quadratino.
3 Per evitare che nelle imbarcazioni entrasse acqua, il fondo doveva essere impermeabilizzato o protetto. Segna con delle X i materiali che gli uomini di quel tempo avevano a disposizione.
Pelli di animali.
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Rudimentali teli di plastica.
Bitume, sostanza nera che affiora dal terreno.
Vernice idrorepellente.
Alunno/a
INTERDISCIPLINARITÀ
Data Classe
educazione civica
Spostarsi per imparare
UA 1
Le grandi ondate migratorie dei primi uomini sono state determinate dalla ricerca di luoghi che offrissero un buon clima e risorse naturali per poter vivere. Anche oggi molte persone migrano dal luogo d’origine per cercare condizioni di vita migliori. C’è però anche chi migra per studiare o per poter applicare le conoscenze e le competenze che ha acquisito studiando. 1 Leggi e rispondi.
Ludovica abita in una piccola cittadina in provincia di Como. Si è diplomata al Liceo Scientifico Galileo Galilei e la sua aspirazione è diventare cardio-chirurgo infantile per guarire i bambini che hanno gravi problemi al cuore. Con l’iscrizione all’Università si è trasferita a Milano.
• Quale può essere la motivazione di questa scelta? Segna con una X la motivazione che ti sembra più probabile. Il papà si è trasferito a Milano per lavoro. L’Università che deve frequentare è a Milano. Non ci sono mezzi di trasporto per Milano da Como. Ludovica ormai frequenta il terzo anno di Medicina all’Università di Milano e desidera fare l’esperienza di un anno di studio all’Università di Medicina di Lione, in Francia. Per questo fa domanda per partecipare al programma Erasmus, che dà la possibilità agli studenti universitari europei di effettuare un periodo di studio all’estero. La parola Erasmus è un acronimo formato dalle iniziali di European Region Action Scheme for the Mobility of University Students, che significa Schema (Progetto) per la mobilità degli studenti universitari europei. Il nome deriva anche da Erasmo da Rotterdam, uno studioso olandese che visse alla fine del 1400 e che viaggiò in tutta Europa per conoscere e comprendere culture e abitudini differenti dalle sue.
• Secondo te, quali conseguenze positive avrà la “migrazione” di Ludovica?
Ludovica si è laureata e ha conseguito la specializzazione in cardio-chirurgia pediatrica. In Italia non ha trovato posto in un centro di ricerca per mettere a frutto ciò che ha imparato, così si è trasferita in Canada. È diventata un “cervello in fuga”.
• Che cosa s’intende con l’espressione “fuga dei cervelli”? Emigrazione verso paesi stranieri di persone: che cercano un lavoro autonomo. molto specializzate in una professione. estremamente intelligenti.
47
} } Compito di realtà
UA 1
Vivere lungo i fiumi in Italia Vivere lungo i fiumi ha molti aspetti positivi. Infatti, le prime civiltà sono sorte vicino a bacini fluviali. Il fiume è una grande risorsa, ma può essere anche fonte di problemi che ancora oggi l’uomo non è in grado di risolvere. Leggi questi titoli di giornali e colora il quadratino se indicano episodi collegati alla presenza di un fiume.
Ancora al lavoro le idrovore alla periferia di Piacenza. Le ruspe hanno lavorato dopo la slavina che si è abbattuta in Val Bregaglia. I genieri dell’esercito sono all’opera per sostituire il ponte distrutto dalla piena. La strada per Macerata è interrotta per la lunga voragine che si è aperta dopo il sisma. Ti proponiamo due compiti di realtà. Scegli quello che meglio si adatta alla zona in cui abiti. 1 Vicino
al luogo in cui abiti scorre un fiume.
• Chiedi agli adulti se hanno conoscenza di eventi legati a straripamenti o disastri avvenuti nella zona in cui abiti, causati da corsi d’acqua. • Periodo: • Cause: • Conseguenze: • Livello di gravità:
• C’è un avvenimento, un aneddoto, una situazione particolare avvenuta in quell’occasione? Racconta. 2 Vicino
al luogo in cui abiti scorre un fiume.
• Chiedi agli adulti se hanno conoscenza di eventi avvenuti in Italia, anche molto tempo fa, legati a straripamenti o disastri causati da corsi d’acqua. • Periodo: • Cause: • Conseguenze: • Livello di gravità:
• Prova a raccogliere documenti, immagini, articoli di giornale, fotografie relative a ciò che ti hanno raccontato.
48
Competenza personale, sociale e capacità di imparare a imparare. Competenza in materia di consapevolezza ed espressione culturali.
LA CLASSE CAPOVOLTA
Esporre con Power Point
UA 1
Tu e i tuoi compagni siete giunti al termine dell’Unità di Apprendimento “Vivere lungo i fiumi”: ora dovete illustrare ciò che avete appreso. Dividetevi in gruppi per preparare un Power Point.
n gruppo utilizzerà due immagini che rappresentano un territorio arido U e un territorio attraversato da un fiume.
Per punti, in modo sintetico, spiegate, in un’altra pagina del file, i vantaggi della vita lungo i corsi d’acqua.
L A C L A S S E C A P O V O L T A
L A
n secondo gruppo riporterà nel file la pagina relativa alle coltivazioni in U differenti zone climatiche (pag. 44 di questa Guida).
C L A S S E
Cercate informazioni per sapere in quali regioni d’Italia si coltiva il riso. Andate al supermercato: cercate e fotografate confezioni di riso che ne indichino la provenienza e per quale uso in cucina sono più adatti: minestre, risotti... Riportate il materiale raccolto in pagine di Power Point.
C A P O V O L T A
I l terzo gruppo si documenterà per scoprire quali fiumi italiani sono navigabili e quali città sorgono sui fiumi. Anche in questo caso riportate le informazioni ed eventuali immagini nel Power Point che state preparando.
Prodotto atteso Realizzazione di un Power Point per relazionare il lavoro svolto.
49
S toria
UA 2 • Le civiltà dei fiumi Tigri ed Eufrate
LE CIVILTÀ DEI FIUMI TIGRI ED EUFRATE Prodotto finale atteso: classe capovolta
• Realizzazione di un cartellone che metta a confronto alcuni aspetti delle civiltà mesopotamiche con la vita nel mondo contemporaneo.
OBIETTIVI FORMATIVI • Analizzare l’interazione tra uomo e territorio. • Leggere nel territorio i segni dell’intervento umano. • Cogliere la concatenazione di avvenimenti. • Individuare le cause e le conseguenze di un fatto. COMPETENZE Competenze di Educazione Civica
• Confrontare aspetti caratterizzanti delle società del passato in rapporto al presente. • Conoscere aspetti essenziali della storia del proprio tempo in relazione all’argomento studiato. • Lavorare insieme per raggiungere uno scopo comune. • Comprendere l’importanza dei diritti e dei doveri.
Competenze chiave (europee)
• Competenza • Competenza • Competenza • Competenza
Competenze mirate (traguardi di competenze disciplinari)
L’alunno/a: • riconosce elementi significativi del passato nel suo ambiente di vita; • individua le relazioni tra gruppi umani e contesti spaziali; • comprende come le risorse di un territorio cambiano e si sviluppano; • comprende il significato della migrazione legata alla necessità di migliorare le condizioni di vita; • rileva somiglianze con la contemporaneità utilizzando le conoscenze acquisite.
alfabetica funzionale. personale, sociale e capacità di imparare a imparare. imprenditoriale. in materia di consapevolezza ed espressione culturali.
OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO Conoscenze (sapere) • Conoscere i motivi per i quali il territorio della Mesopotamia ha favorito lo stanziamento di popolazioni e la nascita delle civiltà. • Conoscere le civiltà che sono sorte e si sono sviluppate in Mesopotamia e le loro caratteristiche.
Abilità (saper fare)
• Saper confrontare epoche e ambienti differenti. • Saper ricavare informazioni da una fonte. • Saper riprodurre una fonte storica.
Contenuti
• Le civiltà dei fiumi. • La Mesopotamia. • I Popoli della Mesopotamia. • Le città. • Gli aspetti caratterizzanti di una civiltà.
Attività e metodologia
Per avvicinare gli alunni al mondo delle popolazioni della Mesopotamia si può esordire con un’affermazione un po’ provocatoria: “Sapete che se oggi siete a scuola e scrivete i vostri pensieri su un quaderno o leggete informazioni su un libro è merito (o colpa)… dei Sumeri?”. Si parlerà dell’invenzione della scrittura e della nascita dei documenti scritti che hanno permesso di “certificare” gli avvenimenti del passato e di ricostruire con metodo scientifico gli avvenimenti accaduti migliaia di anni fa. Si passerà poi a introdurre in modo globale le attività svolte dai primi abitanti di quell’ambiente iniziando dalla primaria necessità di governare le acque del fiume, di ottimizzarne l’uso, del conseguente incremento della popolazione e della trasformazione dei villaggi in città e della nascita delle classi sociali che sono strettamente legate al nuovo assetto agricolo e commerciale.
50
• I Sumeri. • I Babilonesi. • Gli Ittiti. • Gli Assiri. • La Mesopotamia oggi.
S toria
UA 2 • Le civiltà dei fiumi Tigri ed Eufrate
Centrare l’attenzione sullo sviluppo agricolo e tecnologico che si determinò in Mesopotamia faciliterà la comprensione del motivo per cui diverse popolazioni si sono combattute per il possesso di quelle terre. Anche per tutte le civiltà che si studieranno in seguito si farà sempre un riscontro con la situazione attuale per contestualizzare nella contemporaneità almeno la mutazione geopolitica dei territori su cui si sono svolti gli avvenimenti studiati. INTERDISCIPLINARITÀ Discipline coinvolte Storia, scienze, tecnologia, italiano e matematica.
Nuclei tematici • Tecnologia: L’osservatorio astronomico, pag. 56. L’osservazione dell’Universo attraverso le tecnologie moderne. • Scienze: Il petrolio, pag. 57. Come il petrolio in Mesopotamia ha sostituito l’acqua in quanto fonte di ricchezza. • Tecnologia: I supporti per scrivere, pag. 58. L’evoluzione dei supporti su cui scrivere nel passato. • Italiano e matematica: Le biblioteche, pag 59. I contenuti tematici nelle biblioteche e la loro classificazione in base a criteri definiti.
Compito di realtà
Le prime ricevute fiscali, pag. 60. Il cambiamento della documentazione di un pagamento nel corso del tempo.
Verifica e valutazione
Al termine dell’Unità di Apprendimento è possibile valutare: • le conoscenze acquisite, utilizzando la seconda parte delle verifiche 1A e 1B; • le competenze raggiunte, utilizzando: – la verifica delle pagine 30-31, Quaderno operativo; – il compito di realtà proposto nella Guida.
Strumenti
Nel testo, in relazione a questo argomento sono presenti i seguenti materiali: TESTO
PAGINE
A CHE COSA SERVE
Flip Poster
2
Didattica partecipata, per introdurre l’argomento e valutare le conoscenze.
Nuovi Tr@guardi • Storia
16-51
Fornire conoscenze, aiutare a studiare.
Quaderno operativo
14-31
Consolidare le conoscenze, sviluppare e verificare le competenze.
Mappe Attive
18-22 25-28
Organizzare il pensiero, collegare le conoscenze, facilitare lo studio e la memorizzazione.
Mappe Mentali
6-15
Visualizzare, organizzare ed esporre le conoscenze.
Atlante
8-9 10-11
Favorire la capacità di osservare e dedurre, favorire l’apprendimento attraverso l’uso delle immagini.
Verifiche
7e9
Verificare il raggiungimento degli obiettivi didattici programmati.
Tempi
Circa 2 mesi.
Destinatari
Tutti gli allievi della classe.
51
S toria
UA 2 • Le civiltà dei fiumi Tigri ed Eufrate
La Mesopotamia e i suoi popoli
IL TERRITORIO TRA TIGRI ED EUFRATE L’argomento che tratteremo Il termine Mesopotamia fu introdotto dai Greci per indicare la zona geografica
compresa tra i corsi del Tigre e dell’Eufrate. Il nome deriva dall’unione di due parole greche: μέσος (mesos, che sta in mezzo) e ποταμός (potamos, fiume) con l’aggiunta del suffisso -ia, che in genere ha il significato di “terra”. In seguito, con Mesopotamia si indicarono anche le zone limitrofe definendo i confini con la catena dei monti Zagros a est, quella del Tauro a nord, steppe e deserti a ovest e sud-ovest e, infine, la zona paludosa che si affaccia sul Golfo Persico a sud. Oggi quelle terre corrispondono a Turchia, Iraq, Siria, Iran, Arabia Saudita e Kuwait. La regione era considerata la parte orientale della mezzaluna fertile (della quale faceva parte anche la valle del Nilo) e vi si trovavano, allo stato selvatico, quelli che sarebbero diventati gli alimenti base dell’uomo dell’antichità: cereali, leguminose, ovini e bovini. Le foreste di tipo mediterraneo ospitavano querce, pini, cedri e ginepri e una fauna di animali che favorirono i primi insediamenti intorno al 10 000 a.C., al termine dell’ultima era glaciale. Spesso il bacino mesopotamico viene avvicinato per similitudine a quello del Nilo, ma esso era percorso da corsi d’acqua che avevano differenze sostanziali rispetto a quest’ultimo. Il grande fiume africano, a causa della sua nascita in zona monsonica, assicurava piene regolari, mentre le piene del Tigri e dell’Eufrate erano più imprevedibili e, per questo, furono un importante stimolo per la costruzione di opere di irrigazione e di regolazione delle acque. Così sono nate le prime opere idrauliche e di modifica dell’ambiente. LE CIVILTÀ DELLA MESOPOTAMIA
In questi territori fioriscono le prime civiltà della storia umana nel IV millennio a.C. La prima grande civiltà che nacque in Mesopotamia, all’incirca nel 3 000 a.C., fu quella dei Sumeri, un popolo di origine sconosciuta che qui vi fondò le prime città come Ur, Uruk, Lagash. Nel corso dei secoli la Mesopotamia diventò meta per altri popoli che si alternano nel dominio di quelle fertili terre. Nel 2 380 a.C. gli Accadi, guidati dal re Sargon, espansero i propri territori fino a inglobare gran parte della Mesopotamia. Nel III millennio a.C. si insediarono in Mesopotamia anche le popolazioni semitiche degli Amorrei e degli Elamiti. Nel 1 730 a.C. furono proprio gli Amorrei a dar vita a un nuovo grande Impero, con il re Hammurabi di Babilonia. I Babilonesi dominarono incontrastati sulle città della Mesopotamia, ma nell’area ben presto si affacciarono nuovi popoli conquistatori, in particolar modo gli Ittiti e i Cassiti. Nel 1 110 a.C. la Mesopotamia venne invasa e conquistata dalla popolazione guerriera degli Assiri che dapprima occuparono i territori e successivamente ne divisero il potere con i Babilonesi dando vita al secondo Impero Babilonese (o Impero Assiro-Babilonese). Nel 538 a.C. l’Impero Assiro-Babilonese crollò definitivamente sotto la spinta espansionista della popolazione dei Persiani, che sottomisero l’intera regione al potere di re Ciro di Persia.
52
UA 2 • Le civiltà dei fiumi Tigri ed Eufrate
S toria
Come Prima di iniziare a introdurre l’argomento è possibile riprendere con gli alunni le introdurre informazioni che hanno acquisito nello studio dello stanziamento delle tribù lunl’argomento go il corso dei fiumi. • Quali vantaggi offrivano i territori bagnati dai fiumi rispetto ai territori situati in montagna o in zone occupate dal deserto? • Che cosa sarà successo quando “si è sparsa la voce” che lungo le rive dei fiumi si viveva meglio? • Da dove potevano giungere le popolazioni che volevano occupare i territori più fertili?
Esempi di didattica partecipata e inclusiva
Attività
Le fonti • Come un/a archeologo/a ( pagine 54-55) Distribuite a ciascun alunno la scheda di pagina 54. Un’altra modalità può essere quella di dividere la classe in gruppi, dare a ciascun gruppo una sola immagine e farli lavorare insieme. Spiegate agli alunni che le immagini si riferiscono a popolazioni diverse che si sono stanziate in Mesopotamia. Ciascuna popolazione si è caratterizzata per alcuni aspetti particolari. Spiegate agli alunni che analizzando queste fonti con attenzione e con gli occhi di uno storico potranno scoprire quali sono questi aspetti particolari. Invitate poi gli alunni a redigere per ciascuna fonte una scheda sulla quale dovranno annotare ciò che pensano di aver scoperto. Al termine del lavoro direte a quale popolazione si riferisce ciascuna fonte. Conservate le schede redatte dagli alunni e, al termine dello studio di ciascuna popolazione, confrontate quanto ipotizzato dagli alunni con quanto studiato: coincide? • Fonte A: tavoletta con scrittura ideografica sumera. • Fonte B: estratto di alcune leggi del Codice di Hammurabi. • Fonte C: bassorilievo assiro con scene di assalto con macchinari da guerra. • Fonte D: bassorilievo nel quale si vedono armi di probabile produzione ittita. Nella scheda, accanto all’indicazione della fonte, è stato inserito un riquadro nel quale gli alunni scriveranno il nome della popolazione che l’insegnante dirà a conclusione del loro lavoro. In questo modo viene offerto agli allievi un modello di “lettura di una fonte”: potete leggere le altre fonti insieme agli alunni e segnare i particolari che danno indicazioni sulla popolazione.
53
DIDATTICA PARTECIPATA
Alunno/a Data Classe
Le fonti
UA 2
1 Osserva le fonti o riproduzioni di fonti ritrovate nelle zone in cui vivevano alcune
popolazioni che si sono stanziate in Mesopotamia. Scrivi che cosa rappresentano secondo te, poi completa le schede di rilevazione di pagina 55, immaginando di essere un/a archeologo/a.
Fonte A
Fonte B • Queste sono frasi che sono state ritrovate su una stele. Che cosa possono essere? Qualora qualcuno apra i suoi solchi per irrigare il suo terreno, ma è malaccorto, e l’acqua allaghi il campo del suo vicino, allora paghi frumento per la sua perdita. Qualora un uomo litighi con la moglie vanno presentate le ragioni. Se non c’è alcun torto da parte della donna ed è l’uomo che la trascura, allora questa donna non avrà nessuna colpa. Ella prenderà la sua dote e tornerà alla casa di suo padre. Se un mercante ha affidato a un agente orzo, lana, olio o altro genere, perché li venda, l’agente registrerà l’argento ricavato dalla vendita e lo restituirà al mercante; l’agente prenderà una tavoletta sigillata relativa all’argento che consegna al mercante.
Fonte C
54
Fonte D
Alunno/a Data Classe
DIDATTICA PARTECIPATA
Come un/a archeologo/a
UA 2
Fonte A
• Si tratta di . • Questa fonte fa capire che la popolazione alla quale è attribuita sapeva
.
• Penso che rappresenti
.
Fonte B
• Si tratta di . • Questa fonte fa capire che la popolazione alla quale è attribuita sapeva
.
• Penso che rappresenti
.
Fonte C e fonte D
• Si tratta di . • Queste fonti fanno capire che le popolazioni alle quali sono attribuite sapevano
.
• Penso che rappresentino
.
55
INTERDISCIPLINARITÀ tecnologia
Alunno/a Data Classe
L’osservatorio astronomico
UA 2
La volta celeste ha sempre affascinato l’uomo, ma lo ha anche impaurito. Già gli uomini del Neolitico osservavano il cielo stellato, come testimoniano alcune pitture rupestri. Però furono i popoli della Mesopotamia i primi astronomi e i loro osservatori astronomici erano nella parte più alta della Ziqqurat, la casa delle divinità. 1 Leggi e rispondi.
Nel corso del tempo i luoghi dedicati all’osservazione del cielo sono diventati veri laboratori per le ricerche scientifiche. I fenomeni celesti sono oggi studiati con potenti telescopi contenuti all’interno di cupole astronomiche apribili.
• Osserva il cielo notturno per qualche sera (magari quando non devi andare a scuola il giorno dopo): vedi bene le stelle nel cielo? Amina e Nadif abitano a Milano e non riescono mai a vedere il cielo completamente stellato. Sono giunti due anni fa dall’Africa; abitavano in un villaggio vicino al deserto del Sahara e ogni sera il cielo offriva uno spettacolo luminoso indescrivibile.
• Segna con X i tre principali motivi per cui le stelle sono poco visibili a Milano. Inquinamento dell’aria. Troppo freddo. Inquinamento luminoso.
Mancanza di sabbia. Posizione geografica. Umidità.
• Riporta sul planisfero, al posto giusto, il simbolo che contraddistingue ciascun osservatorio. Se hai difficoltà, consulta un atlante. LEGENDA South Pole Telescope Polo Sud, Antartide Atacama Observatory Cile, Sud America Mauna Kea Observatory Hawai, USA, Oceano Pacifico
• Perché questi grandi osservatori astronomici sorgono in zone desertiche e/o sulle montagne?
56
Alunno/a
INTERDISCIPLINARITÀ
Data Classe
scienze
Il petrolio
UA 2
Iraq e Kuwait, che sono gli Stati che occupano oggi il territorio della Mesopotamia, sono ricchi di giacimenti di petrolio. 1 Che cos’è il petrolio? Confronta la tua risposta con quella dei compagni, poi leggi.
Il petrolio è una miscela di sostanze di origine organica. È un liquido denso, di colore che va dal marrone al nero, ed emana cattivo odore. 2 Leggi come si è formato il petrolio e collega ciascuna didascalia all’immagine
corrispondente, numerando.
1. Circa 125 milioni di anni fa dal fondo dell’oceano affiorò un’enorme quantità di lava e gas metano. La temperatura della Terra aumentò di molti gradi. 2. Organismi microscopici si svilupparono in grande quantità. 3. Dopo la morte, questi microrganismi si depositarono sul fondo del mare e furono ricoperti da detriti: in assenza di ossigeno, non si decomposero. 4. Nel corso di milioni di anni la pressione esercitata dalle rocce su queste sostanze organiche le trasformò in petrolio e gas metano.
3 Completa segnando con una X.
• Il petrolio è definito “combustibile fossile”. Combustibile perché è una sostanza: calda. che brucia. molto pericolosa.
Fossile perché: è antichissimo. è formato da materiale organico che si è trasformato. è una pietra.
4 Scrivi il nome di almeno due materiali che si usano quotidianamente
e derivano dal petrolio.
57
INTERDISCIPLINARITÀ
Alunno/a Data Classe
tecnologia
I supporti per scrivere
UA 2
Gli storici non sanno ancora con sicurezza quale popolo utilizzò per primo la scrittura. Tra i primi ci furono certamente i popoli Mesopotamici e gli Egizi. I popoli antichi utilizzavano supporti diversi per scrivere. 1 Collega ciascuna didascalia all’immagine corrispondente, numerando.
1. Tavoletta d’argilla con scrittura cuneiforme . 2. Foglio di papiro con geroglifici. 3. Pergamena con scrittura alfabetica.
2 Collega ciascun supporto al popolo che maggiormente lo utilizzava.
Tavoletta d’argilla
Egizi
Foglio di papiro
Greci
Pergamena
Popoli mesopotamici
3 Rispondi.
• Tra i tre supporti che hai osservato, quale è stato ottenuto: • con materiale inorganico? • con materiale di origine animale? • con materiale di origine vegetale? 4 Perché i popoli dell’antichità utilizzavano supporti diversi su cui scrivere?
Rispondi segnando con una X.
iascun popolo voleva distinguersi dalle altre civiltà che conoscevano C e utilizzavano la scrittura. Ciascun popolo utilizzava il materiale che aveva maggiormente a disposizione. La scrittura si è evoluta e così sono cambiati i supporti su cui scrivere.
58
Alunno/a Data Classe
INTERDISCIPLINARITÀ italiano
• matematica
Le biblioteche
UA 2
Le biblioteche in Mesopotamia sono sorte per conservare le tavolette che riportavano per la maggior parte contratti commerciali. Oggi le biblioteche sono molto cambiate… 1 Completa segnando con una X.
• Il nome biblioteca deriva dall’antico greco biblion + théke. Biblion significa:
Théke significa:
sapere. libro. rotolo.
pagina. deposito. indice.
2 Osserva come, in alcune biblioteche, sono stati catalogati i libri in modo differente.
Per ciascun gruppo, scrivi il criterio utilizzato.
Criterio:
Criterio:
Criterio: 3 Collega ciascun titolo di libro allo scaffale della biblioteca, riportando il simbolo adatto.
• Cappuccetto rosso • La volpe e l’uva • L’uovo di Pangu e l’origine del mondo • La strega Baba Jaga • Indiana Jones nel deserto del Kalahari
59
} } Compito di realtà
Le prime ricevute fiscali
UA 2
Leggi ed esegui.
Immagina di essere un antico pastore sumero, proprietario di un gregge. Devi pagare i tributi (le tasse) e consegnare al funzionario del re due agnelli, una capra, una pecora e due sacchi di albicocche secche. Con la pasta modellabile costruisci una “bulla” come quella dell’immagine e alcuni gettoni di forma diversa con incisi segni che indichino ciò che devi consegnare al funzionario. Fai sulla bulla un segno che serva per identificarti. Prendi accordi con i tuoi compagni affinchè ciascuno utilizzi segni differenti e/o forme differenti per le bulle e per i gettoni.
• Il sovrano ha ricevuto i tributi, ma non riesce a capire a che cosa si riferisce ciascun segno sui gettoni e a chi si riferiscono i nomi sulle bulle. Perché, secondo te, il re ha questa difficoltà?
Per essere sicuro che tutti i suoi sudditi paghino i tributi dovuti, il re decide di far utilizzare a tutti gli stessi segni per indicare lo stesso tipo di merce. Un giorno un funzionario ha deciso di semplificare ulteriormente la ricevuta che attesta il pagamento dei tributi. Per questo chiede che tutti scrivano su un’unica tavoletta il simbolo della merce, preceduto da segni che indichino la quantità.
• Circonda in rosso il simbolo che secondo te indica il grano e in blu i simboli che indicano la quantità.
60
Competenza personale, sociale e capacità di imparare a imparare. Competenza imprenditoriale.
LA CLASSE CAPOVOLTA
Ieri e oggi
UA 2
Studiando le civiltà della Mesopotamia sono stati trattati anche questi argomenti: i primi astronomi, l’acqua come materia prima fonte di ricchezza, l’origine del pagamento dei tributi e la nascita delle biblioteche. E oggi? Quali di questi aspetti della civiltà della Mesopotamia si ritrovano nel mondo contemporaneo? Prepara un cartellone corredato di foto e disegni che puoi anche ricavare dai tuoi libri di testo, spiegando l’importanza nelle civiltà mesopotamiche degli aspetti presi in considerazione e come siano cambiati nella nostra moderna civiltà. Lavora in autonomia o in gruppo per preparare un tabellone. Ti possono aiutare le domande e gli spunti che trovi nella tabella.
IERI
L A C L A S S E C A P O V O L T A
OGGI
Osservatori astronomici
Chi erano gli astronomi presso i popoli della Mesopotamia? Dove sorgevano gli osservatori astronomici? Quali mezzi utilizzavano gli astronomi per osservare il cielo?
Chi sono gli astronomi oggi? Dove sorgono gli osservatori astronomici? Quali mezzi utilizzano gli astronomi per osservare il cielo?
Materia prima fonte di ricchezza
Qual era la materia prima fonte di ricchezza per i popoli della Mesopotamia? Perché era così importante? Come veniva utilizzata?
Qual è la materia prima fonte di ricchezza che si trova nel sottosuolo? Perché è così importante? Come viene utilizzata?
Biblioteche
A che cosa servivano le biblioteche presso i popoli mesopotamici? Ogni città aveva la sua biblioteca? Che cosa si trovava nella biblioteca di Ninive?
A che cosa servono le biblioteche oggi? Qual è la differenza tra una biblioteca e una libreria? Oggi esistono biblioteche specializzate e ogni università ha la sua biblioteca. A chi servono questi testi?
Come venivano registrati i tributi presso i popoli della Mesopotamia?
Anche oggi vengono registrati e certificati i seguenti pagamenti: • le spese al supermercato; • le multe; • le tasse. Come?
Pagamento dei tributi
L A C L A S S E C A P O V O L T A
Prodotto atteso Realizzazione di un cartellone che metta a confronto alcuni aspetti delle civiltà mesopotamiche con la vita nel mondo contemporaneo.
61
S toria
UA 3 • Il Nilo e gli Egizi
IL NILO E GLI EGIZI Prodotto finale atteso: classe capovolta
• Rappresentazione tramite la drammatizzazione dei riti, dei procedimenti e delle credenze legate alla morte presso gli Egizi.
OBIETTIVI FORMATIVI • Analizzare l’interazione tra uomo e territorio. • Orientarsi nel tempo e nello spazio. • Cogliere la concatenazione di avvenimenti. • Individuare le cause e le conseguenze di un fatto. COMPETENZE Competenze di Educazione Civica
• Conoscere aspetti essenziali della storia del proprio tempo in relazione all’argomento studiato. • Lavorare insieme per raggiungere uno scopo comune. • Rispettare le credenze e rituali religiosi diversi dai propri.
Competenze chiave (europee)
• Competenza • Competenza • Competenza • Competenza
Competenze mirate (traguardi di competenze disciplinari)
L’alunno/a: • usa la linea del tempo; • comprende la relazione tra territorio, posizione geografica e attività economiche; • rileva somiglianze e differenze con la contemporaneità per quanto riguarda la specializzazione del lavoro, l’uso dell’arte per rappresentare situazioni, l’uso della scrittura, le credenze sull’oltretomba.
alfabetica funzionale. matematica e competenza in scienze, tecnologie e ingegneria. personale, sociale e capacità di imparare a imparare. in materia di consapevolezza ed espressione culturali.
OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO Conoscenze (sapere) • Conoscere l’origine della civiltà egizia con particolare riferimento ai condizionamenti che il territorio (fiume e deserto) imponeva. • Conoscere le caratteristiche della civiltà egizia con particolare riferimento agli aspetti per la quale è ricordata: architettura, scrittura, religione, culto di morti.
Abilità (saper fare) • Saper confrontare epoche e ambienti differenti. • Saper ricavare informazioni da una fonte. • Saper riprodurre una fonte storica.
Contenuti
• Gli Egizi. • L’Egitto oggi.
Attività e metodologia
Non sarà difficile suscitare l’interesse per lo studio degli Egizi. Le piramidi, le mummie, i geroglifici sono argomenti che hanno sempre affascinato gli alunni. La parte preponderante di questa Unità di Apprendimento riguarderà l’aspetto antropologico e la conoscenza dell’assetto sociale e culturale. Troppo difficile e inutile affrontare lo studio di tutti i fatti. Importante sarà sottolineare la necessità di unificare i regni del Basso e dell’Alto Egitto in funzione del controllo delle acque del Nilo. Le figure dei faraoni più famosi e delle immagini dei resti degli edifici più imponenti della civiltà degli Egizi offriranno l’occasione per riflettere sullo stretto legame che c’era tra religione e potere politico e come tutto fosse in funzione dell’assicurarsi la possibilità di una vita successiva alla morte.
62
S toria
UA 3 • Il Nilo e gli Egizi
INTERDISCIPLINARITÀ Discipline coinvolte Storia, geografia, scienze, tecnologia, matematica.
Nuclei tematici • Geografia: Le sorgenti del Nilo e le cateratte, pag. 68. La ricerca delle sorgenti di questo lungo fiume è stata lo scopo di molte spedizioni e fonte di testi d’avventura. • Scienze: La flora e la fauna del Nilo, pag. 69. Il Nilo crea un ecosistema molto particolare. • Tecnologia: Un foglio “per scrivere” come gli antichi Egizi, pag. 70. Un prodotto dovuto dalla grande versatilità della pianta del papiro. • Matematica: La piramide, pag. 71. Il solido più famoso dell’antichità.
Compito di realtà
Cheope, Micerino, Chefren e… la mia piramide, pag. 72. Evidenziare le proprie conoscenze attraverso la costruzione di un manufatto.
Verifica e valutazione
Al termine dell’Unità di Apprendimento è possibile valutare: • le conoscenze acquisite, utilizzando le verifiche 2A e 2B; • le competenze raggiunte, utilizzando: – la verifica delle pagine 44-45, Quaderno operativo; – il compito di realtà proposto nella Guida.
Strumenti
Nel testo, in relazione a questo argomento sono presenti i seguenti materiali: TESTO
PAGINE
A CHE COSA SERVE
Flip Poster
3
Didattica partecipata, per introdurre l’argomento e valutare le conoscenze.
Nuovi Tr@guardi • Storia
52-69
Fornire conoscenze, aiutare a studiare.
Quaderno operativo
32-37
Consolidare le conoscenze, sviluppare e verificare le competenze.
Mappe Attive
38-39
Organizzare il pensiero, collegare le conoscenze, facilitare lo studio e la memorizzazione.
Mappe Mentali
16-17
Visualizzare, organizzare ed esporre le conoscenze.
Atlante
12-15
Favorire la capacità di osservare e dedurre, favorire l’apprendimento attraverso l’uso delle immagini.
Verifiche
10-13
Verificare il raggiungimento degli obiettivi didattici programmati.
Tempi
Circa 2 mesi.
Destinatari
Tutti gli allievi della classe.
63
S toria
UA 3 • Il Nilo e gli Egizi
La civiltà degli Egizi
LA CIVILTÀ EGIZIA L’argomento che tratteremo Circa 10 000 anni fa il Sahara non era un deserto, ma una zona abitata. L’ul-
tima glaciazione e il successivo innalzamento delle temperature causarono la desertificazione. Pochi gruppi si adattarono (gli antenati dei Tuareg), gli altri migrarono o verso l’Africa equatoriale o verso il Mediterraneo e la Valle del Nilo. I primi uomini che si affacciarono alla Valle del Nilo trovarono una grande distesa di terre fangose e disabitate. Fu solo con un lavoro durato centinaia di anni che le rive poterono ospitare gruppi di contadini sempre più numerosi che diedero origine a villaggi via via più grandi. Man mano che i primi abitanti impararono a conoscere il “loro” fiume capirono che era necessario unirsi per controllarlo e incanalare le acque che diventavano impetuose durante le piene. Dal fiume dipendeva la loro vita. Era necessario costruire dighe e argini, tenere puliti i canali per togliere la sabbia che il vento impetuoso del deserto trasportava anche sui campi coltivati. PERIODO PREDINASTICO
Nel sud dell’Egitto, attorno al 3 500 a.C. nacque la prima organizzazione di villaggi (i Nomos) simile a uno Stato, al cui sovrano fu affidato il compito di assicurare che il ciclo piena-secca del fiume fosse tenuto sotto controllo. Questa esigenza fece sì che le tribù che si stanziarono lungo le rive del Nilo imparassero a vivere sotto l’autorità di capi locali. I vari Nomos si scontrarono e si allearono tra loro, nell’arco di circa un millennio, fino a formare due regni, l’Alto Egitto al sud (costituito dalla parte meridionale della valle del Nilo) e il Basso Egitto al nord (costituito principalmente dalla zona vicino al delta del fiume). L’Alto Egitto aveva come capitale la città di Nekhen, chiamata Ieraconpoli. Il re di questo territorio adorava la dea avvoltoio Nekhbet e veniva raffigurato con un’alta corona bianca. Il Basso Egitto aveva come capitale Buto; il sovrano adorava la dea cobra Uto e cingeva una corona rossa, caratteristica di una dea del delta, Neith. Secondo le antiche leggende l’Alto Egitto, guidato dal dio Horo, sottomise il Basso Egitto, unificando tutto il territorio. Il sovrano del regno del Sud assunse da allora nella sua persona i simboli di entrambi i poteri e cinse la doppia corona. Nella realtà i due regni vennero unificati nel 3 100 a.C. in un solo impero da Menes, re dell’Alto Egitto, che inaugurò le trenta dinastie dell’antico Egitto. La capitale divenne Menfi e il sovrano unì le due corone. Fin dalle prime dinastie il re si affermò come dio in terra, con la precisa funzione di conservare il maat, l’ordine. Il faraone era tale per diritto divino e accentrava ogni funzione dello stato. A questo periodo risalgono le piramidi di Cheope, Chefren e Micerino. LE PIRAMIDI
La piramide fu, molto probabilmente, un’evoluzione della mastaba, tomba coperta da una struttura a forma di gradone che sovrasta la camera funeraria. Ormai è tramontata la teoria, dovuta più che altro ai racconti di Erodoto, dell’utilizzo di migliaia di schiavi, catturati in battaglia, per la costruzione delle piramidi. Gli studiosi concordano che queste costruzioni siano state erette da operai specializzati, che vivevano nei pressi delle future piramidi, aiutati durante la stagione dell’inondazione (periodo dell’anno in cui il Nilo allagava i campi rendendo impossibili i lavori agricoli) da contadini che, si dice, provenissero da tutto l’Egitto. Complessivamente si contano più di cento piramidi, tra grandi e piccole, ma solo una piccola parte è oggi in discrete condizioni.
64
UA 3 • Il Nilo e gli Egizi
S toria
Nelle sepolture risalenti a questo periodo sono stati rinvenuti i primi esempi di tecnica di imbalsamazione. ANTICO E MEDIO REGNO
Dal 2 700 a.C. al 1 530 a.C. In questo periodo si organizzarono grandi spedizioni commerciali e militari in Nubia e in Libia. Dal commercio arrivava in Egitto dalla Nubia l’oro, con avorio e altri prodotti esotici, dal Sinai rame in grande quantità, mentre le spedizioni commerciali in Fenicia procuravano legname, specialmente legno di cedro. Con il desiderio d’indipendenza della nobiltà, il faraone perse potere e vi furono gravi momenti di crisi che posero termine all’Antico Regno: allora nell’Alto Egitto sorse una potente nobiltà; le terre che erano state unicamente di proprietà del faraone vennero frazionate; sempre più larghi privilegi furono concessi ai sacerdoti mentre le risorse della cassa del regno si esaurirono. Verso il 2 040 a.C. la capitale fu spostata a Tebe. Il Medio Regno fu per l’Egitto antico uno dei migliori periodi della sua storia, sotto l’aspetto politico, economico ed amministrativo. La minaccia venne dagli Hyksos, genti asiatiche che stabilirono la loro capitale nel delta Orientale e invasero l’Egitto. Dagli invasori gli Egizi ebbero conoscenza dei cavalli e dei carri da guerra, fino ad allora ignoti in Egitto. L’espulsione degli Hyksos avvenne però in maniera lenta e graduale, a causa dell’indebolirsi del loro potere. NUOVO REGNO
Dal 1 530 a.C. al 1 080 a.C. L’Egitto è di nuovo riunito e unificato: ha mostrato di saper combattere ed è pronto a un nuovo periodo di splendore. L’Egitto raggiunse la sua massima espansione con il regno di Thutmose III, comprendendo la Nubia e l’Asia fino all’Eufrate. Divenne così il paese più ricco del mondo antico. Questo fu il periodo dei grandi faraoni: Akhenaton, Tutankhamon, i Ramessidi. LA CONQUISTA PERSIANA E MACEDONE
Dopo periodi di alti e bassi l’Egitto, conquistato da Cambise, figlio del re persiano Ciro, entrò a far parte dell’impero achemenide, con Cipro e la Fenicia, e diventò una satrapia. Dario I intensificò i rapporti della Persia con la satrapia d’Egitto, tanto da far costruire un canale di raccordo tra il mar Rosso e il Nilo, così da poter giungere al Mediterraneo via mare. Dopo la battaglia di Isso, nella quale venne sconfitto Dario III, l’Egitto fu inserito nell’impero di Alessandro Magno.
Come introdurre Gli alunni avranno senz’altro sentito parlare di mummie. Un buon inizio sarà l’argomento spiegare da dove deriva il termine mummia e perché chi per Halloween si traveste da mummia fa uso di una quantità di bende. La lezione potrebbe essere una drammatizzazione: fate portare a ciascun alunno un rotolo di carta igienica o carta da cucina. Invitate i bambini a vestirsi da mummie, e poi spiegate che la conservazione del corpo intatto dopo la morte era una condizione indispensabile per continuare una nuova vita.
Didattica partecipata e inclusiva
Le schede successive servono per introdurre gli aspetti per i quali gli Egizi sono conosciuti.
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DIDATTICA PARTECIPATA
Alunno/a Data Classe
Le mummie egizie
UA 3
1 Osserva le immagini, leggi le informazioni e completa. Poi confronta le tue ipotesi
con le informazioni ottenute dopo aver studiato gli Egizi.
Questa è una mummia di un antico Egizio conservata in un museo.
• Scrivi perché, secondo te, gli antichi Egizi avvolgevano il corpo del defunto con bende di lino.
Questi sono dei vasi chiamati canopi. I coperchi sono una testa di falco, una di babbuino, una di sciacallo e una umana. In ciascuno di questi vasi venivano depositati specifici organi interni del corpo.
• Secondo te, quali organi del corpo venivano conservati?
Questo è un antico scarabeo fatto con una pietra preziosa: il turchese. Uno scarabeo veniva posto tra le bende dei defunti.
• Secondo te, perché?
66
DIDATTICA PARTECIPATA
Alunno/a Data Classe
La piramide e i geroglifici
UA 3
1 Osserva la riproduzione dell’interno di una piramide e scrivi al posto giusto i nomi
dei diversi elementi.
camera di sepoltura del re • camera di sepoltura della regina • canali di aerazione • grande galleria • ingresso
Le pareti interne delle piramidi erano ornate con dipinti che rappresentavano scene di vita e con scritte che utilizzavano un sistema di scrittura particolare: i geroglifici. I geroglifici potevano indicare intere parole o solo lettere. Qui a lato ritrovi il nostro alfabeto “tradotto” con alcuni geroglifici egizi. In basso, trovi alcuni esempi di come venivano rappresentate le parole più comuni.
A
A
F
K
B BA F
K
A
G F
FL
K
civetta
pulcino
mano
lago
acqua
piede
filo di lino
bocca
G
H
BG
L
G
L
M
B
D E D E C D E J H H I J H I C HD I E J MBH H
C
C B
M N
N
H N I
N
N
M
OJ N
O O
T P K QL R SN T Q R S T N T O T P V VQ W WR S T Q V R W X S T Y TZ UP X Y U Z W V X Y U Z
P
U
avvoltoio
B
B
X
Y
Z
2 Utilizzando i geroglifici del disegno in alto,
scrivi il tuo nome nel cartiglio. Crea poi altri cartigli per scrivere i nomi di amici e familiari.
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INTERDISCIPLINARITÀ
Alunno/a Data Classe
geografia
Le sorgenti del Nilo e le cateratte Il Nilo è considerato da quasi tutti i geografi il fiume più lungo del mondo (6853 km). Nell’antichità molte spedizioni hanno risalito il fiume per cercarne le sorgenti. 1 Osserva queste carte contemporanee, rispondi e completa.
EGITTO LIBIA
CIAD
EGITTO
LIBIA
EGITTO Nilo r Azzu
EGITTO LIBIA Khartum SUDAN
ro
Nilo Bianco
CIAD
LIBIA
CIAD
ERITREA
Lago Tana
rro Azzu Nilo rro Azzu Nilo Bianco
Nilo Bianco
NiloroBianco r Azzu
Nilo
Nilo
SOMALIA Khartum Khartum ERITREA ETIOPIA ERITREA REP. Khartum CENTRAFRICANA SUDAN SUDAN ERITREA Lago Lago Tana SUDAN Tana Lago Lago UGANDA Tana Alberto Lago SOMALIA SOMALIA REP.DEM. Kyoga ETIOPIAKENIA ETIOPIA DEL CONGO REP. SOMALIA REP. CENTRAFRICANA ETIOPIA CENTRAFRICANA REP. RUANDA Lago CENTRAFRICANA Vittoria BURUNDI Lago UGANDA Lago TANZANIA UGANDA Alberto Alberto Lago Lago REP.DEM. REP.DEM. KyogaLago Kyoga KENIAUGANDA DEL CONGODEL CONGO KENIA Alberto Lago REP.DEM. Kyoga KENIA DEL CONGO RUANDA RUANDA Lago Lago Vittoria Vittoria BURUNDI BURUNDI TANZANIA TANZANIA RUANDA Lago Vittoria BURUNDI TANZANIA CIAD
UA 3
• Come si chiamano i due fiumi che convergono e formano la parte finale del Nilo? • Il Nilo nasce dal
in . • Il Nilo nasce dal in . • I due rami del Nilo si incontrano a in . 2 Nella cartina muta dell’Africa, colora in azzurro l’Uganda, in arancione l’Etiopia.
Lungo il corso del Nilo si trovano sei cateratte che impedivano la navigazione del fiume dalla foce alle sorgenti. La cateratta è un susseguirsi di piccole cascate e tratti in cui sono presenti molti sassi. 3 Segna con una X quale immagine rappresenta una cateratta.
68
Alunno/a
INTERDISCIPLINARITÀ
Data Classe
scienze
La flora e la fauna del Nilo
UA 3
Il luogo in cui vivevano gli Egizi era abitato da una grande varietà di piante ed animali: alcuni di essi, per le loro caratteristiche o per la loro utilità, hanno segnato in modo particolare l’alimentazione, le credenze e le abitudini di vita di questa antica civiltà. 1 Osserva la flora e la fauna che puoi incontrare lungo il fiume Nilo, poi rispondi.
• Quale palma offriva frutti commestibili?
• Tra le piante che puoi osservare quali erano le due annuali, alla base dell’alimentazione degli antichi Egizi?
Cobra
Papiro
Scarabeo
• Tra gli animali rappresentati quale:
Palma dum
• compariva sulla corona dei faraoni?
Carrubo Frumento Legumi
• era venerato e molto temuto? Palma da dattero
Sicomoro
• era raffigurato come volto del dio Thot?
Fico Palma argun Coccodrillo Ibis
• era venerato per la sua grande capacità
di mimetizzarsi? Rana
• veniva inserito tra le bende
delle mummie perché rappresentava la rinascita? Pesce Tilapia
• era fonte di cibo? 2 Tra questi manufatti, quali erano realizzati con il papiro? Colora il loro nome.
mobili per l’arredamento
fogli per scrivere
attrezzi da lavoro
imbarcazioni
sandali
cesti
69
INTERDISCIPLINARITÀ tecnologia
UA 3
Alunno/a Data Classe
Costruire un foglio “per scrivere” come gli antichi Egizi Gli Egizi utilizzavano il papiro per realizzare i preziosissimi fogli su cui scrivevano. 1 Leggi le fasi che gli Egizi seguivano per realizzare i fogli di papiro su cui scrivevano.
Scrivi i numeri al posto giusto.
1. La corteccia del fusto era eliminata perché, essendo dura, veniva utilizzata per altri scopi. 2. La parte interna e bianca dello stelo veniva tagliata a strisce sottili. 3. Le strisce venivano disposte in un contenitore facendo uno strato di strisce orizzontali a cui veniva sovrapposto uno strato di strisce verticali. 4. Le strisce venivano battute con un martello pesante: il liquido fuoriuscito serviva da collante. 2 Realizza tu un foglio “quasi” di papiro.
• Taglia tante striscioline di garza tutte della stessa lunghezza e larghezza. • Prepara la colla mescolando colla vinilica, acqua (tre parti di colla e una di acqua) e un po’ di caffè, che “invecchierà” il papiro. • Metti sul banco un foglio di plastica (va benissimo una cartelletta di plastica trasparente, un sacchetto tagliato… ). • Disponi in modo ordinato un primo strato di garze, tutte orizzontali. • Spennellale con la colla. • Disponi sopra un altro strato di garze verticali. • Spennella di nuovo e schiaccia in modo che i due strati aderiscano bene. • Il “papiro” sarà pronto quando sarà asciutto.
70
Alunno/a
INTERDISCIPLINARITÀ
Data Classe
matematica
La piramide
UA 3
Chiedi a qualcuno che cosa pensa se dici la parola “piramide”. Le risposte che otterrai più di frequente saranno “solido” ed “Egizi”. 1 Osserva lo sviluppo della piramide, poi rispondi.
9 cm
• Quali poligoni formano lo sviluppo della piramide?
2 Disegna su un cartoncino la piramide con
le misure indicate. Ricorda di fare anche le “linguette” necessarie per poter incollare il solido. Ritaglia e costruisci la piramide.
10 cm
3 Ora costruisci un parallelepipedo con le misure indicate. Poi rispondi.
• Piramide e parallelepipedo hanno lo stesso volume, cioè contengono la stessa quantità di farina? Sperimenta per sapere. hai costruito hanno la stessa base e circa la stessa altezza. • Ora pratica un foro sulla punta
della piramide e uno sulla base superiore del parallelepipedo.
10 cm
• La piramide e il parallelepipedo che
7,5 cm
• Riempili di farina gialla. Prendi
un contenitore graduato, versa la farina contenuta nella piramide e segna il livello raggiunto. Svuota il contenitore e ripeti l’operazione con il parallelepipedo. • La quantità di farina contenuta
nel parallelepipedo, rispetto a quella nella piramide, è: uguale.
il doppio.
il triplo.
71
} } Compito di realtà
La mia piramide
UA 3
Costruisci una piramide con il cartoncino o con il cartone.
• Puoi utilizzare lo sviluppo di pag. 71, ma dovrai ingrandirlo almeno in scala 4 : 1. • Prima di incollare la varie parti, decora le pareti interne con immagini di vita quotidiana presso gli Egizi. Prendi spunto da queste immagini.
• Fatti aiutare da un adulto per praticare un’apertura, su una delle facce laterali della piramide. • Costruisci con pasta modellabile piccoli vasi canopi, alcuni ushabti, il sarcofago e oggetti di uso quotidiano. • Rispetta misure e proporzioni, perché dovrai disporli all’interno della piramide. • Ora “arreda” l’interno della piramide con i tuoi manufatti, poi chiudi la porta. • Con la pasta modellabile, realizza una sfinge e ponila alla guardia della tua piramide.
72
Competenza matematica e competenza in scienze, tecnologie e ingegneria. Competenza personale, sociale e capacità di imparare a imparare. Competenza in materia di consapevolezza ed espressione culturali.
LA CLASSE CAPOVOLTA
Un viaggio nell’oltretomba
UA 3
Organizzate per i vostri familiari una rappresentazione intitolata: “Verso il regno di Osiride”.
• Dividetevi in due gruppi. Un gruppo drammatizzerà l’imbalsamazione e la mummificazione, l’altro rappresenterà la cerimonia della pesatura del cuore. • Un narratore esterno spiegherà perché la conservazione del corpo dei defunti era molto importante per gli Egizi. • Chi si occupa di rappresentare lo svuotamento del corpo dagli organi interni spiegherà l’uso dei vasi canopi. Utilizzate quattro vasi di vetro (ad esempio quelli della marmellata). Sul tappo disegnate le teste dei figli di Horus che adornano i vasi canopi. All’interno ponete il disegno dell’organo che ciascuno di essi conteneva. • Chi si occupa della mummificazione si procuri segatura, sale da cucina e profumi (che rappresenteranno i balsami) per spiegare a che cosa servivano.
L A C L A S S E C A P O V O L T A
• Chi deve preparare la mummia con le bende si procuri un bambolotto e della carta igienica, poi disegni uno scarabeo da porre tra le bende.
L A
• Ogni “specialista” spiegherà al pubblico che cosa sta facendo e perché.
C L A S S E
• Ingrandite l’immagine della pesatura del cuore dello scriba Unefer che vedete qui accanto. Facendo riferimento alle vostre conoscenze, dividetevi i ruoli e rappresentate la scena della cerimonia.
C A P O V O L T A
Prodotto atteso Drammatizzazione delle procedure di imbalsamazione.
73
S toria
UA 4 • I fiumi e le civiltà dell’Oriente
I FIUMI E LE CIVILTÀ DELL’ORIENTE Prodotto finale atteso: classe capovolta
• Costruzione di un manufatto che riproduce elementi dell’esercito di terracotta. Sarà spunto per confrontare le caratteristiche delle civiltà di Cinesi e Indi, partendo dal modo di difendersi.
OBIETTIVI FORMATIVI • Analizzare l’interazione tra uomo e territorio. • Leggere nel territorio i segni dell’intervento umano. • Cogliere la concatenazione di avvenimenti. • Individuare le cause e le conseguenze di un fatto. COMPETENZE Competenze di Educazione Civica
• Confrontare aspetti caratterizzanti delle società del passato in rapporto al presente. • Lavorare insieme per raggiungere uno scopo comune.
Competenze chiave (europee)
• Competenza personale, sociale e capacità di imparare a imparare. • Competenza imprenditoriale. • Competenza in materia di consapevolezza ed espressione culturali.
Competenze mirate (traguardi di competenze disciplinari)
L’alunno/a: • comprende che i fattori climatici e la morfologia del territorio possono modificare la vita dell’uomo e l’economia di una popolazione; • rileva somiglianze tra differenti civiltà fluviali del passato.
OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO Conoscenze (sapere) • Conoscere che cosa ha spinto i gruppi umani a stanziarsi lungo il corso dei grandi fiumi. • Conoscere le importanti modificazioni nella vita dell’uomo che sono causati da improvvisi cambiamenti climatici. • Conoscere quali conseguenze ha avuto lo stanziamento lungo le rive dei fiumi per quanto riguarda: • economia (sviluppo dell’agricoltura); • tecnologia (opere idrauliche); • antropologia e società (incremento della popolazione, urbanizzazione, diversificazione dei rapporti all’interno del gruppo).
Abilità (saper fare) • Saper confrontare epoche e ambienti differenti. • Saper ricavare informazioni da una fonte.
Contenuti
• La civiltà degli Indi. • Le civiltà dei Cinesi.
Attività e metodologia
Lo studio delle civiltà sorte lungo i corsi dei fiumi della Mezzaluna Fertile ha avvicinato gli alunni al concetto di evoluzione tecnologica nel campo degli attrezzi agricoli e delle conoscenze, all’idea di un diverso e più proficuo sfruttamento del territorio e di una differente organizzazione sociale: in poche parole, al concetto di nascita delle civiltà.
74
S toria
UA 4 • I fiumi e le civiltà dell’Oriente
Occorre far capire agli alunni che le tribù migranti non si sono mai fermate di fronte a ostacoli naturali. Mostrando il planisfero sarà facile fare comprendere che le alte vette dell’Himalaya non hanno bloccato i trasferimenti, ma hanno indotto le tribù a cercare passaggi adatti. Alcune le hanno trovate verso sud, altre hanno proseguito il loro cammino verso est. Saranno gli alunni stessi, guidati nelle loro riflessioni, che arriveranno alla conclusione che le attività economiche intraprese dai gruppi che si sono stanziati lungo le rive dei fiumi d’Oriente non erano differenti da quelli che vivevano in Mesopotamia o in Egitto. Fare rilevare agli alunni che le tribù che vivevano nei pressi dell’Indo erano lontane dalle rotte migratorie, per cui non erano costretti alla continua difesa dei loro territori. Diversa era invece la situazione delle popolazioni dei fiumi cinesi, che non erano protette da barriere naturali come le alte montagne. INTERDISCIPLINARITÀ Discipline coinvolte Storia, scienze, tecnologia, geografia, italiano.
Nuclei tematici • Scienze e Tecnologia: La seta, pag. 78. Un particolare filato che ha segnato la storia della Cina. • Geografia: La catena dell’Himalaya, pag. 79. L’importanza delle particolarità del territorio. • Italiano: Marco Polo, pag. 80. Un esploratore che divenne anche un grande scrittore e divulgatore.
Verifica e valutazione
Al termine dell’Unità di Apprendimento è possibile valutare le competenze raggiunte utilizzando il compito sotto forma di “classe capovolta” proposto nella Guida.
Strumenti
Nel testo, in relazione a questo argomento sono presenti i seguenti materiali: TESTO
PAGINE
A CHE COSA SERVE
Nuovi Tr@guardi • Storia
70-83
Fornire conoscenze, aiutare a studiare.
Quaderno operativo
40-42
Consolidare le conoscenze, sviluppare e verificare le competenze.
Mappe Attive
43
Organizzare il pensiero, collegare le conoscenze, facilitare lo studio e la memorizzazione.
Mappe Mentali
18-19
Visualizzare, organizzare ed esporre le conoscenze.
Atlante
16-17
Favorire la capacità di osservare e dedurre, favorire l’apprendimento attraverso l’uso delle immagini.
Tempi
Circa 15 giorni.
Destinatari
Tutti gli allievi della classe.
75
S toria
UA 4 • I fiumi e le civiltà dell’Oriente
I fiumi e le civiltà dell’Oriente
LA CIVILTÀ DEGLI INDI L’argomento che tratteremo La civiltà degli Indi si sviluppò in un vasto territorio attraversato dal fiume Indo,
nel sub continente indiano. È conosciuta come “Civiltà di Harappa”, il primo sito che venne ritrovato e studiato. Si sviluppò tra il 3 000 e il 1 500 a.C. ed ebbe il suo periodo di massimo splendore tra il 2 600 e il 1 900 a.C. La civiltà degli Indi è tra le più antiche civiltà del mondo, insieme a quelle della Mesopotamia e dell’antico Egitto. La civiltà degli Indi era basata sull’agricoltura e sul commercio, facilitato dagli avanzamenti tecnologici: il carro tirato dai buoi e i battelli fluviali. La scrittura è testimoniata dalla presenza dei sigilli sui quali venivano rappresentati animali, divinità ed iscrizioni. Le più importanti città furono Harappa, Mohenjo-daro, Lothal. Una delle cause del declino della civiltà degli Indi, probabilmente, fu un cambiamento climatico che provocò l’abbandono delle città. Queste non furono in grado di arginare l’invasione di una popolazione indo-europea, gli Arii. LA CIVILTÀ DEI CINESI
I territori della Cina furono abitati già dall’homo erectus e dall’homo sapiens. Da questi primi nuclei di tribù ebbero origine le popolazioni locali. La civiltà Cinese ha origine durante l’era del Neolitico con piccoli insediamenti sorti nelle valli del Fiume Giallo, considerato la “culla della civiltà Cinese”, e del Fiume Azzurro. Le prime testimonianze scritte di questa civiltà risalgono al 1 600 a.C. e si trovano incise su ossi oracolari che servivano per la divinazione. Nel 221 a.C. i bellicosi regni locali vennero unificati per fondare il primo Impero cinese dall’imperatore Qin Shi, il committente del famoso “esercito di terracotta” di Xian e iniziatore della Grande Muraglia. L’Impero cinese terminò nel 1 912 quando, in seguito a una rivolta, nacque la Repubblica di Cina. Il modo migliore per introdurre l’argomento e far localizzare agli allievi sul pla-
Come introdurre nisfero i territori di queste due civiltà. Una carta geografica dettagliata sarà poi l’argomento spunto con rilevare gli elementi geografici che hanno permesso lo sviluppo di queste civiltà, confrontandoli con le civiltà già studiate: la presenza di fiumi con grande portata d’acqua, vaste pianure…
Esempi di didattica partecipata e inclusiva
76
Ricordate agli alunni l’uso e evoluzione dei sigilli presso le civiltà mesopotamiche. Fate poi osservare i sigilli dei popoli dell’Oriente (scheda pag. 77), rilevando le somiglianze e differenze. Anche i sigilli cinesi e indiani avevano il compito di contrassegnare e certificare le merci su cui venivano apposti. I sigilli indiani somigliavano molto alle tavolette di argilla utilizzate dai popoli mesopotamici e servivano per incidere un elemento distintivo su tavolette d’argilla. I sigilli Cinesi mostrano invece importanti innovazioni (l’uso dell’inchiostro e della carta su cui potevano essere impressi) e cominciarono a introdurre il concetto di “firma”.
DIDATTICA PARTECIPATA
Alunno/a Data Classe
I sigilli
UA 4
1 Osserva l’immagine che riproduce un sigillo indi.
Inserisci i nomi al posto giusto e ipotizza come veniva utilizzato.
rullo • tavoletta di creta con l’immagine incisa
2 Osserva le immagini che riproducono alcuni sigilli cinesi.
Inserisci i nomi al posto giusto e ipotizza come venivano utilizzati.
impugnatura • inchiostro • immagine che rilasciava il sigillo
3 Completa e rispondi.
• I sigilli degli Indi e dei Cinesi ricordano quelli della civiltà • Q uali sono i più simili ai sigilli dei popoli del Tigri e dell’Eufrate? Perché? • Che cosa usavano di più evoluto i Cinesi? • A che cosa servivano, secondo te, questi sigilli?
• Quale tipo di sigillo fa pensare alla scrittura? • P uoi pensare che una delle attività principali di queste popolazioni fosse il commercio? Perché?
77
INTERDISCIPLINARITÀ scienze
• tecnologia
Alunno/a Data Classe
La seta
UA 4
La seta viene estratta dai fili del bozzolo che un baco costruisce intorno a sé per effettuare la metamorfosi e trasformarsi in farfalla. I primi a utilizzare questo filato sono stati i Cinesi e una leggenda narra che la scoperta di questo insetto e delle sue incredibili virtù sia stata effettuata dall’imperatrice Xi Ling-Shi. L’imperatrice vide uno strano bruco, lo sfiorò. Spuntò un filo di seta che l’insetto cominciò a tessere intorno al dito dell’imperatrice. Xi Ling-Shi, incantata dalla morbidezza e dalla lucentezza di questo filato, lo diffuse in tutto il suo regno. I Cinesi seppero trarre da questo filato preziosi tessuti che commerciarono con i paesi del Mediterraneo, attraverso una rotta che prese il nome di “Via della seta”. 1 Osserva le fasi per la realizzazione della seta. Collega ciascuna immagine alla didascalia
corrispondente, numerando. 1
2
Le larve si nutrono delle foglie e crescono rapidamente. Dopo alcune settimane dalla nascita il baco è pronto per iniziare il processo di metamorfosi che lo trasformerà in un insetto adulto. Emette una bava che, a contatto con l’aria, si indurisce formando un lungo filo che formerà il bozzolo. L’allevatore prepara dei graticci su cui dispone moltissime foglie dell’albero del gelso.
3
4
Gli allevatori prelevano i bozzoli e da essi estraggono i lunghi fili di seta che lo formano. La seta viene poi tinta e utilizzata per fare preziosi tessuti. Su di essi dispone le uova o le larve del baco da seta.
78
INTERDISCIPLINARITÀ
Alunno/a Data Classe
geografia
La catena dell’Himalaya
UA 4
La catena dell’Himalaya è un sistema montuoso che si innalza a nord delle terre attraversate dall’Indo e dal Gange. Il suo nome è formato dall’unione delle parole “hima”, neve, e “alaya”, dimora. Per cui queste montagne sono “la casa della neve”. In questa catena vi sono le vette più alte della Terra, la maggior parte di quelle che superano gli 8 000 metri; quasi tutte raggiungono i 7 000 metri. 1 Identifica sulla carta la posizione della catena dell’Himalaya e colorala.
CINA CINA INDIA INDIA
KAZAKHSTAN
2 Colora il riquadro che delimita il territorio in
cui si espande la catena dell’Himalaya. Elenca poi gli Stati in cui la catena è presente, deducendoli dalla carta.
KAZAKHSTAN KYRGYZSTAN UZBEKISTAN
KYRGYZSTAN
UZBEKISTAN TAGIKISTAN TAGIKISTAN CINA AFGHANISTAN
CINA
AFGHANISTAN PAKISTAN
NEPAL BHUTAN
PAKISTAN
NEPAL BHUTAN INDIA
INDIA
BANGLADESH MYANMAR
BANGLADESH MYANMAR
Stati attraversati dalla catena dell’Himalaya:
79
INTERDISCIPLINARITÀ italiano
Alunno/a Data Classe
Marco Polo
UA 4 1 Leggi e rispondi.
I mercanti, viaggiando lungo la Via della seta, facevano giungere prodotti esotici, spezie e i preziosi filati in seta, fino alle coste del Mediterraneo. Venezia deteneva il primato dei commerci di queste ricercate materie. Numerose famiglie della città della laguna intrattenevano rapporti commerciali anche con i mercanti che provenivano dalla Cina. Una delle famiglie più famose erano i Polo. Marco Polo seguì suo padre Niccolò e suo zio Matteo in un viaggio “di lavoro”, fino a giungere alla corte del Gran Khan Kubilai, imperatore della Cina, dove rimase per 17 anni. Ritornato a Venezia, Marco Polo partecipò a una guerra tra questa città e Genova. Fatto prigioniero dai genovesi, in cella dettò al suo compagno di prigionia i ricordi del suo lungo viaggio. Questo libro è Il Milione. In questo testo vi sono le descrizioni geografiche, racconti storici, informazioni sulle abitudini di vita delle popolazioni incontrate. Ma perché questo nome? Alcuni sostengono che Milione volesse indicare il multiplo di “miglio” che era un’antica unità di misura che corrispondeva a mille passi e si utilizzava per identificare le distanze coperte muovendosi a piedi. Considerando che Marco Polo effettuò il suo viaggio per la maggior parte a piedi molti suppongono che da ciò derivi il titolo.
• Come si chiama la rotta lungo la quale venivano effettuati i commerci con la Cina?
• Come si chiamava l’imperatore della Cina presso cui soggiornò Marco Polo?
• Qual era il nome del padre di Marco Polo?
• Che cosa si trova nel libro “Il Milione”?
80
Sulle banconote da 1 000 lire, utilizzate prima dell’introduzione dell’euro, era rappresentato Marco Polo.
LA CLASSE CAPOVOLTA
Costruisci un piccolo Patrimonio dell’Umanità
L A C L A S S E C A P O V O L T A
UA 4
L’esercito di terracotta e la muraglia cinese sono inseriti nell’elenco dei siti “Patrimonio dell’Umanità” dell’Unesco. Le statue dell’esercito di terracotta sono fatte con cerchi di argilla, per la realizzazione del “tubo” (il torace), e completate poi con l’aggiunta di gambe, braccia e testa. La struttura di base è ricoperta di blocchetti di argilla che creano le diverse uniformi. Alcune parti, poi, sono anche decorate.
L A C L A S S E
Utilizzando creta o pasta modellabile, costruite il “vostro” esercito di terracotta. Niente panico… Non è necessario preparare 8 000 guerrieri, 18 carri e 100 cavalli! Il vostro esercito vi darà l’opportunità per spiegare le differenze tra le due civiltà dei grandi fiumi d’Oriente.
Partendo dal vostro manufatto, esponete la prima evidente differenza tra le due civiltà: l’atteggiamento nei confronti della guerra. Anche la forma di governo era molto differente, così come le credenze religiose e il declino delle civiltà stesse.
Prodotto atteso Costruzione di un manufatto che riproduce elementi dell’esercito di terracotta. Sarà spunto per confrontare le caratteristiche delle civiltà di Cinesi e Indi, partendo dal modo di difendersi.
81
C A P O V O L T A
S toria
UA 5 • Quando il mare cominciò a unire i popoli
QUANDO IL MARE COMINCIÒ A UNIRE I POPOLI Prodotto finale atteso: classe capovolta
• Stesura di una relazione in cui si spiegano le motivazioni storico e geografiche della navigazione sotto costa e le caratteristiche dei luoghi d’approdo.
OBIETTIVI FORMATIVI • Analizzare l’interazione tra uomo e territorio. • Cogliere la concatenazione di avvenimenti. • Individuare le cause e le conseguenze di un fatto. COMPETENZE Competenze di Educazione Civica
• Conoscere aspetti essenziali della storia del proprio tempo in relazione all’argomento studiato. • Lavorare insieme per raggiungere uno scopo comune.
Competenze chiave (europee)
• Competenza • Competenza • Competenza • Competenza
Competenze mirate (traguardi di competenze disciplinari)
L’alunno/a: • comprende come la mancanza di risorse agricole per la produzione di beni di prima necessità abbia sviluppato le abilità tecnologiche e artistiche; • rileva somiglianze e differenze con la contemporaneità per quanto riguarda la navigazione sul Mediterraneo e i paesi che su di esso si affacciano, utilizzando le conoscenze acquisite.
alfabetica funzionale. matematica e competenza in scienze, tecnologie e ingegneria. personale, sociale e capacità di imparare a imparare. in materia di consapevolezza ed espressione culturali.
OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO Conoscenze (sapere) • Conoscere i motivi per i quali lungo le coste del Mediterraneo le civiltà si sono sviluppate in ritardo rispetto ai territori percorsi dai fiumi. • Conoscere i motivi per cui le civiltà del mare sono progredite più rapidamente di quelle fluviali. • Conoscere quali cambiamenti hanno portato le civiltà che si sono sviluppate sul Mediterraneo.
Abilità (saper fare)
• Saper confrontare epoche ed ambienti differenti. • Saper ricavare informazioni da una fonte.
Contenuti
• I vantaggi della vita lungo il mare. • Le trasformazioni antropiche dell’ambiente mare.
Attività e metodologia
Per introdurre questa UA potrà essere utile confrontare carte fisiche dei territori che si affacciavano sul Mediterraneo per comprendere come potevano essere diverse le modalità di procurarsi cibo rispetto alle popolazioni delle civiltà fluviali: scarsità di acque dolci costanti, assenza di grandi estensioni pianeggianti per la coltivazione di cereali, difficoltà di comunicazione sia per la presenza del mare, sia per l’ostacolo rappresentato dalle catene montuose. È a questo punto che si potrà introdurre per mezzo di una discussione collettiva come sia sorta la necessità di imparare a navigare per mare. Si inviteranno gli alunni a riflettere sulla differenza con la navigazione fluviale per la quale non era necessario avere grandi barche robuste, l’approvvigionamento continuo di cibo a bordo per affrontare lunghi periodi in mare, e come fosse più facile avere punti di riferimento per orientarsi e non perdere la rotta. Da questa discussione discenderà spontaneamente la deduzione delle innovazioni tecnologiche, degli studi astronomici e dello sviluppo dell’artigianato come fonte di beni da scambiare in cambio di prodotti alimentari.
82
S toria
UA 5 • Quando il mare cominciò a unire i popoli
Centrare l’attenzione su queste caratteristiche consentirà di comprendere la nascita dell’utilizzo della moneta al posto del baratto, le modificazioni nelle forme di scrittura, lo scambio di conoscenze e il conseguente rapido sviluppo delle civiltà del bacino del Mediterraneo. INTERDISCIPLINARITÀ Discipline coinvolte Storia, geografia, scienze.
Nuclei tematici • Geografia: Le correnti marine, pag. 88. Come i movimenti del mare condizionano la navigazione. • Scienze: Le costellazioni, pag. 89. I punti di riferimento per la navigazione notturna.
Compito di realtà
Diorama di un insediamento lungo le coste del Mediterraneo, pag. 90. Riprodurre con un manufatto la realtà delle popolazioni che vivevano lungo il Mar Mediterraneo.
Verifica e valutazione
Al termine dell’Unità di Apprendimento è possibile valutare: • le conoscenze acquisite, utilizzando la prima parte delle verifiche 3A e 3B; • le competenze raggiunte, utilizzando il compito di realtà proposto nella Guida.
Strumenti
Nel testo, in relazione a questo argomento sono presenti i seguenti materiali: TESTO
PAGINE
A CHE COSA SERVE
Nuovi Tr@guardi • Storia
86-91
Fornire conoscenze, aiutare a studiare.
Quaderno operativo
47-48
Consolidare le conoscenze, sviluppare e verificare le competenze.
Mappe Attive
49
Organizzare il pensiero, collegare le conoscenze, facilitare lo studio e la memorizzazione.
Mappe Mentali
20-21
Visualizzare, organizzare ed esporre le conoscenze.
Atlante
18-19
Favorire la capacità di osservare e dedurre, favorire l’apprendimento attraverso l’uso delle immagini.
Verifiche
14-16
Verificare il raggiungimento degli obiettivi didattici programmati.
Tempi
Circa 1 settimana.
Destinatari
Tutti gli allievi della classe.
83
S toria
UA 5 • Quando il mare cominciò a unire i popoli
Vivere lungo il mare GEOSTORIA
L’argomento che tratteremo Il termine Mediterraneo deriva dalla parola latina Mediterraneus, che significa
“in mezzo alle terre”. Il Mediterraneo è un mare caldo, sia per la sua latitudine sia perché è circondato da terre. Le temperature non raggiungono mai valori troppo elevati e le escursioni sia diurne sia annue sono modeste; la piovosità è relativamente scarsa e concentrata in primavera e in autunno. Questo tipo di clima si è rivelato idoneo per produzioni agricole “pregiate”: cereali, olivi, viti, frutta. I PRIMI INSEDIAMENTI
L’uomo si è insediato relativamente tardi lungo le coste del Mediterraneo, perché le zone pianeggianti si estendevano in spazi limitati e non vi era abbondanza di acqua dolce portata dai fiumi. Sicuramente l’innata curiosità e il desiderio di avventura ha indotto i primi abitanti di queste terre a tentare di solcare il mare con semplici zattere o barche di giunco. Ma queste semplici imbarcazioni non potevano reggere la forza del mare. Occorreva uno sviluppo tecnologico e una capacità di orientarsi senza avere punti di riferimento fissi come sulla terraferma. I CONTATTI CON LE CIVILTÀ FLUVIALI
L’incontro tra queste prime tribù stanziatesi lungo le coste e le più evolute civiltà della Mesopotamia e dell’Egitto favorì il passaggio di conoscenze in campo astronomico e tecnologico. La ricchezza di boschi sulle alture alle spalle del mare fornì il legname per la costruzione di imbarcazioni più robuste e stabili e di conseguenza l’opportunità di affrontare il mare non solo per spostarsi, ma, soprattutto, per scambiare merci. Le coste erano frastagliate e con grandi insenature per cui fornivano, quando le popolazioni costiere iniziarono ad affrontare il mare, approdi riparati per le loro navi. L’ARTIGIANATO E IL COMMERCIO
Le terre del Mediterraneo orientale videro accentuarsi l’attitudine all’artigianato anche grazie ai contatti commerciali con altre civiltà. I prodotti dell’artigianato divennero sofisticati e richiesti da tutte le classi benestanti delle diverse civiltà. Le popolazioni che svilupparono le loro civiltà lungo le coste si specializzarono nella produzione di prodotti che potevano essere “esclusivi”: i Fenici esportavano tessuti tinti con la porpora, vetro, legno di cedro e materie prime che acquistavano, come avorio e minerali; i Cretesi commerciavano olio, vino e raffinati vasi in terracotta. Si distinguevano gli Ebrei che, pur vivendo nello stesso territorio dei Fenici, la terra di Canaan, non affrontarono mai il mare ma si dedicarono alla pastorizia, e gli Achei, che si imposero subito come popolo guerriero. LA STRUTTURA SOCIALE E LA CITTÀ-STATO
La vocazione al commercio favorì l’affermarsi delle classi sociali dei mercanti e degli armatori, che avevano necessità di indipendenza e di libertà di azione. Questo fu uno dei motivi fondamentali per cui le popolazioni costiere non videro
84
UA 5 • Quando il mare cominciò a unire i popoli
S toria
mai sorgere un unico stato, ma ogni città-stato mantenne la sua autonomia anche per difendere i propri mercati. L’occupazione di terre lontane dal territorio originale (le colonie) non acquisì mai la caratteristica di dominio politico, ma si connotò sempre come avamposto commerciale.
Come introdurre Fate osservare agli alunni la carta che illustra la dislocazione delle civiltà fluviali. l’argomento Chiedete loro se pensano che i territori circostanti, quelli lungo le coste, fossero disabitati oppure abitati da altri popoli. Con domande stimolo cercate di portarli ad avere la consapevolezza che la mancanza di zone pianeggianti e di corsi d’acqua impediva alle popolazioni che si erano stanziate lungo le coste di praticare l’agricoltura. Ponete dunque le seguenti domande: • che tipo di ambiente si trovava nei territori posti a ovest del Nilo? • Di che cosa avevano bisogno per vivere le popolazioni che si erano stanziate lungo la costa? • Dove erano situate le popolazioni che potevano vendere prodotti della terra e dell’artigianato agli abitanti delle coste? • Dopo queste osservazioni, riuscite a dedurre dove si trovavano le zone più densamente popolate?
Esempi di didattica partecipata e inclusiva
Osservate ancora la carta del Mediterraneo. Dopo aver individuato le zone in cui c’era una maggiore densità di popolazione, fate riflettere gli allievi con una serie di quesiti. • Se le popolazioni costiere volevano espandere i loro commerci o allontanarsi dai loro territori, quale possibilità avevano? • Che tipo di territori trovavano alle spalle della costa? • Avevano i mezzi di trasporto adatti per andare oltre quelle zone? • Che cosa c’era oltre la costa? • Con le barche che avevano a disposizione potevano affrontare il mare aperto? • I popoli delle civiltà del fiume, per ottenere raccolti migliori, hanno sviluppato tecnologie per lavorare la terra e spostare le merci. In quali campi avranno dovuto migliorare la loro tecnologia i popoli che abitavano sulle coste del mare? • Navigando in mare aperto come potevano individuare la giusta rotta per raggiungere la terra? • I viaggi potevano durare solo l’arco di tempo di una giornata di luce? • Se navigavano di notte, quale difficoltà trovavano? • Che cosa poteva aiutarli a orientarsi? • Non avendo vasti territori fertili da coltivare, in che cosa si saranno dovuti specializzare i popoli che abitavano in riva al mare? Successivamente, distribuite ai vostri alunni le schede che trovate nelle pagine seguenti.
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DIDATTICA PARTECIPATA
Alunno/a Data Classe
Geostoria: l’importanza del territorio
UA 5
1 Osserva la carta e lavora insieme alla classe.
POPOLI DELLA MESOPOTAMIA
EGIZI
• Colorate la parte della costa del Mediterraneo che pensate fosse più abitata. • Pensando alle popolazioni che abitavano sulle coste del Mediterraneo e alle imbarcazioni di cui disponevano, tracciate delle rotte di navigazione possibili per raggiungere altre terre dove stanziarsi e commerciare. 2 Osserva la carta di pagina 87 del libro di testo e rispondi.
• P rova a tracciare una strada che consenta di raggiungere l’Italia dalla Mesopotamia. Quali ostacoli naturali si incontrano?
• Perché, secondo te, era difficile superarli?
86
Alunno/a Data Classe
DIDATTICA PARTECIPATA
Orientarsi
UA 5
1 I mercanti che viaggiavano via terra avevano dei punti di riferimento.
Osserva l’immagine e segna con delle X quali potevano essere.
2 Osserva le immagini e rispondi.
• I primi mercanti che si sono avventurati in mare per raggiungere nuovi mercati navigavano lungo la costa. Perché?
• Quando i mercanti hanno cominciato a muoversi in mare aperto, quali difficoltà hanno incontrato?
• Che cosa hanno imparato a osservare per individuare le rotte che dovevano seguire?
87
INTERDISCIPLINARITÀ
Alunno/a Data Classe
geografia
Le correnti marine
UA 5
Il mare si muove e i suoi movimenti nell’antichità rappresentavano un serio problema per la navigazione. 1 Quali sono i movimenti del mare? Leggi e collega ciascun movimento alla definizione
corrispondente.
Maree
Oscillazioni della superficie del mare causate dal vento: in alcuni punti le acque si abbassano, in altri si sollevano.
Onde
Grandi quantità di acqua calda o fredda che si spostano in profondità. Possono essere paragonati a grandi fiumi. Movimenti regolari che provocano l’innalzamento e l’abbassamento del livello del mare.
Correnti
2 Per ciascuna immagine, scrivi il nome del movimento del mare che ha creato
difficoltà all’imbarcazione.
NORD
3 Questa è la carta delle correnti marine nel Mediterraneo. Osserva e rispondi. NORD
OVEST
EST
OVEST
EST
• Da dove ha origine la più importante corrente che si trova nel Mediterraneo?
SUD SUD
88
• Quale direzione segue?
INTERDISCIPLINARITÀ
Alunno/a Data Classe
scienze
Le costellazioni
UA 5
Se ti trovassi in un luogo dal clima secco, senza inquinamento atmosferico e luminoso, per esempio nel deserto in una notte senza luna, potresti distinguere 3000 stelle senza utilizzare un telescopio. 1 Vediamo tutti le stesse stelle nel cielo? Segna con una X la risposta che ritieni giusta.
Per verificarne l’esattezza, discuti con i tuoi compagni oppure consultati con un adulto o ancora ricerca su testi che hai a disposizione o Internet.
• Chi guarda il cielo dal Polo Nord vede:
• Chi guarda il cielo dal Polo Sud vede:
• Chi guarda il cielo dall’Equatore vede:
l e stelle dell’emisfero boreale. le stelle dell’emisfero australe. quasi tutte le stelle.
l e stelle dell’emisfero boreale. quasi tutte le stelle. le stelle dell’emisfero australe.
quasi tutte le stelle. le stelle dell’emisfero boreale. le stelle dell’emisfero australe.
Dalla loro apparizione gli uomini hanno cominciato a tracciare linee immaginarie per unire le stelle in modo che richiamassero alla mente animali, personaggi dei miti, divinità. Queste sono le posizioni che occupano le principali stelle di tre delle costellazioni dello Zodiaco: Bilancia, Gemelli, Scorpione. 2 Osserva le costellazioni e scrivi sotto a ciascuna quale pensi sia il suo nome.
ue costellazioni”famose” del nostro emisfero sono D il Grande Carro o Orsa Maggiore e il Piccolo Carro o Orsa Minore. Il Grande Carro è il più visibile, ma del Piccolo Carro fa parte la Stella Polare, che non è soggetta al movimento apparente delle stelle ed è sempre stata utilizzata per individuare il Nord. 3 Unisci le stelle per disegnare il Piccolo e il Grande Carro.
Come trovare la Stella Polare? Prolunga in linea retta per 5 volte il lato più esterno del Grande Carro… incontrerai la Stella Polare.
89
} } Compito di realtà
UA 5
Diorama di un insediamento sulle coste del basso Mediterraneo Il diorama è un plastico che rappresenta in scala ridotta un ambiente in cui sono inseriti elementi naturali e antropici. Per quanto riguarda la storia spesso i diorami illustrano momenti e abitudini di vita di gruppi umani. Con la classe, seguite i suggerimenti e preparate un diorama che rappresenti un insediamento lungo le coste del Mediterraneo.
• Su un supporto di legno o di cartone pesante, riproduci questa carta o solo una parte di essa. • Utilizzando carta, carta pesta, pasta modellabile, rami, sabbia e qualsiasi altro materiale possa esserti utile, costruisci il plastico.
NORD
NORD NORD NORD
OVEST OVEST OVEST
EST
OVEST
EST
SUD
SUD SUD SUD
• Riproduci una o più barche commerciali e una o più barche da guerra.
• Decidi in quale baia posizionare le navi. • Pensa alle merci che commerciavano e ai contenitori utilizzati. Realizzali con pasta modellabile o disegnali e ritagliali. • Costruisci delle semplici case (puoi utilizzare delle piccole scatole). • In base alle tue conoscenze inserisci nel diorama i diversi elementi (sia quelli suggeriti sia altri). NORD
OVEST
OVEST OVEST
90
NORD NORD
EST
SUD
EST EST
SUD SUD
Competenza matematica e competenza in scienze, tecnologie e ingegneria. Competenza personale, sociale e capacità di imparare a imparare. Competenza in materia di consapevolezza ed espressione culturali.
EST EST
LA CLASSE CAPOVOLTA
Un’antica carta nautica
UA 5
I primi marinai che hanno affrontato la navigazione per mare avevano necessità di trovare approdi sicuri avendo ben presente quali erano i problemi che i movimenti del mare potevano causare. È stata trovata un’antica carta di una zona costiera del Mediterraneo. Era tracciata su un foglio di pergamena e, dopo attente analisi di laboratorio, si è stabilito che risale al 2 000 a.C. Osserva e scrivi i nomi degli elementi naturali che si possono trovare lungo la costa.
* L A C L A S S E C A P O V O L T A
X
Ora dividetevi in due gruppi: un gruppo sarà l’equipaggio della nave A, l’altro quello della nave B.
L A
I l comandante della nave A decide di attraccare nel punto segnato con una X sulla carta nautica. Il comandante della nave B decide di fermarsi nel punto segnato con *. Nessuno degli equipaggi è particolarmente convinto della scelta fatta dai comandanti. I comandanti, allora, mostrano sulla carta i vari elementi geografici di quella zona, ne spiegano le caratteristiche e motivano la loro scelta. Nel gruppo preparate un documento che riporti le motivazioni dei due capitani. Ciascun capitano illustrerà all’equipaggio dell’altra nave le ragioni per cui ritiene di aver fatto la scelta migliore per garantire la sicurezza delle navi e dell’equipaggio.
Prodotto atteso Stesura di una relazione in cui si spiegano le motivazioni storiche e geografiche della navigazione sotto costa e le caratteristiche dei luoghi d’approdo.
91
C L A S S E C A P O V O L T A
S toria
UA 6 • Le civiltà della Terra di Canaan
LE CIVILTÀ DELLA TERRA DI CANAAN Prodotto finale atteso: classe capovolta
•D rammatizzazione della giornata di un marinaio fenicio e di un marinaio su una nave da crociera per rilevare le somiglianze e le differenze.
OBIETTIVI FORMATIVI • Analizzare l’interazione tra uomo e territorio. • Cogliere la concatenazione di avvenimenti. • Individuare le cause e le conseguenze di un fatto. • Riconoscere i legami tra la nostra e le antiche civiltà. • Orientarsi nel tempo e nello spazio. COMPETENZE Competenze di Educazione Civica
• Conoscere aspetti essenziali della storia del proprio tempo in relazione all’argomento studiato. • Lavorare insieme per raggiungere uno scopo comune. • Avere consapevolezza dell’importanza del patrimonio artistico.
Competenze chiave (europee)
• Competenza • Competenza • Competenza • Competenza
Competenze mirate (traguardi di competenze disciplinari)
L’alunno/a: • comprende la relazione tra attività economica e caratterizzazione di una struttura sociale (città-stato, nuove classi sociali al governo); • rileva somiglianze e differenze con la contemporaneità per quanto riguarda lo sviluppo dei commerci e della specializzazione del lavoro, l’organizzazione del lavoro e di governo.
alfabetica funzionale. matematica e competenza in scienze, tecnologie e ingegneria. personale, sociale e capacità di imparare a imparare. in materia di consapevolezza ed espressione culturali.
OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO Conoscenze (sapere) • Conoscere le caratteristiche delle civiltà del Mediterraneo con particolare riferimento ai condizionamenti di tipo economico che il territorio imponeva. • Conoscere le caratteristiche dell’espansione mercantile che implicavano la necessità di stabilirsi pacificamente per favorire i commerci. • Conoscere gli sviluppi e i progressi in campo tecnologico, culturale e artistico.
Abilità (saper fare) • Saper confrontare epoche e ambienti differenti. • Saper ricavare informazioni da una fonte. • Saper utilizzare la linea del tempo.
Contenuti
• Le civiltà del mare. • I Fenici. • La Terra di Canaan oggi. • Gli Ebrei. • Israele oggi.
Attività e metodologia
Dopo aver parlato a lungo delle opportunità che offriva il mare per lo sviluppo degli scambi commerciali, si introdurrà lo studio della popolazione che più di ogni altra risulta essere l’emblema di un popolo dedito al commercio: i Fenici. Le popolazioni dedite al commercio avevano tutto l’interesse a vivere nella pace e allontanare il pericolo della guerra, che avrebbe messo in crisi gli affari. Anche i territori per nuovi mercati dovevano essere occupati in modo pacifico. Per questo furono fondate colonie che, pur essendo strettamente legate alla madre patria, non erano vere e proprie dominazioni.
92
S toria
UA 6 • Le civiltà della Terra di Canaan
INTERDISCIPLINARITÀ Discipline coinvolte Storia, italiano, musica, arte, geografia, tecnologia, educazione civica.
Nuclei tematici • Italiano e Geografia: Pirati, corsari, bucanieri, filbustieri, pag. 97. Rilevare le similitudini con gli antichi “popoli del mare” attraverso racconti di avventura. • Musica e Arte: Le canzoni dei pirati, pag. 98. Conoscere la vita degli antichi navigatori attraverso le canzoni. • Geografia e Tecnologia: Murano e la lavorazione del vetro, pag. 99. La lavorazione del vetro esportata in Italia. • Educazione civica: Riciclare il vetro, pag. 100. Il vetro, materiale prezioso nel passato e nel presente.
Verifica e valutazione
Al termine dell’Unità di Apprendimento è possibile valutare: • le conoscenze acquisite, utilizzando la seconda parte delle verifiche 3A e 3B; • le competenze raggiunte, utilizzando: – la verifica delle pagine 56-57, Quaderno operativo; – il compito sotto forma di “classe capovolta” proposto nella Guida.
Strumenti
Nel testo, in relazione a questo argomento sono presenti i seguenti materiali: TESTO
PAGINE
A CHE COSA SERVE
Flip Poster
4
Didattica partecipata, per introdurre l’argomento e valutare le conoscenze.
Nuovi Tr@guardi • Storia
92-105
Fornire conoscenze, aiutare a studiare.
Quaderno operativo
50-54
Consolidare le conoscenze, sviluppare e verificare le competenze.
Mappe Attive
52 e 55
Organizzare il pensiero, collegare le conoscenze, facilitare lo studio e la memorizzazione.
Mappe Mentali
22-25
Visualizzare, organizzare ed esporre le conoscenze.
Atlante
20-23
Favorire la capacità di osservare e dedurre, favorire l’apprendimento attraverso l’uso delle immagini.
Verifiche
15-17
Verificare il raggiungimento degli obiettivi didattici programmati.
Tempi
Circa 1 mese e mezzo.
Destinatari
Tutti gli allievi della classe.
93
S toria
UA 6 • Le civiltà della Terra di Canaan
Le civiltà della Terra di Canaan
L’argomento La diffusione dell’agricoltura e dell’allevamento nelle zone costiere del Mediterche tratteremo raneo risale al 6 000 a.C. Tra il 3 000 e il 2 000 a.C. si intensificarono le attività commerciali delle popolazioni costiere: da allora si può parlare di civiltà. I FENICI
Fenici è il nome greco per indicare i Cananei, una popolazione semitica (come gli Ebrei) che nel III millennio a.C. si stanziò nella Terra di Canaan. I rilievi montuosi erano una barriera naturale: impedivano i contatti con altri popoli e ostacolavano anche la formazione di un grande regno. I Fenici praticavano il commercio, che si rivolse ai più potenti regni del tempo (mesopotamici e egizi). I centri abitati sorsero sui promontori dove era possibile attraccare le imbarcazioni in due punti differenti. Tra il 1 000 e l’800 a.C. i mercanti fenici dominarono il Mediterraneo. Stabilirono punti di attracco che divennero vere e proprie colonie, in cui si effettuarono scambi tra Oriente e Occidente. I Fenici erano anche abili artigiani, rinomati per la lavorazione del legno, dei metalli, dell’avorio, delle pietre preziose, del vetro e della famosa porpora. Nella loro espansione commerciale i Fenici furono spesso in contrasto con gli altri popoli. Quando vennero assaliti dagli Assiri si arresero senza combattere, ma pagarono tributi ai nemici per non essere sopraffatti. Così mantennero sempre autonomia commerciale. Questo stato di cose perdurò anche con Alessandro Magno e perfino con i Romani. EBREI
Il termine “ebreo” deriva dal semitico “ever” che vuol dire “colui che attraversa”, cioè “nomade”. La storia di quel popolo è caratterizzata da continui spostamenti. Secondo i testi sacri il patriarca della tribù, Abramo, strinse un patto con Dio e da Ur, città della Mesopotamia, si mosse alla ricerca della Terra Promessa. Questo spostamento fu necessario perché la tribù di Abramo si era convertita dal politeismo (praticato in Mesopotamia) al monoteismo. Nella Terra di Canaan gli Ebrei divennero sedentari. Giuseppe, discendente di Abramo, trasferì alcune tribù in Egitto. Oppressi dal faraone Ramses II (circa 1 279-1 212 a.C.), furono liberati da Mosè e tornarono nella Terra di Canaan. Gli Ebrei erano organizzati in dodici tribù. A causa della pressione dei popoli vicini, sorse la monarchia e il primo re fu Saul. Gli succedette David, che portò la capitale a Gerusalemme. Con il successore Salomone, il regno si divise. Nel 586 a.C. il re Nabucodonor distrusse Gerusalemme deportando la popolazione a Babilonia. Quando l’imperatore persiano Ciro sconfisse i Babilonesi, gli Ebrei poterono tornare nella loro terra che fu conquistata da Alessandro Magno e, nel 70 d.C., dall’imperatore romano Tito. LE CIVILTÀ PASTORALI E LE CIVILTÀ DEDITE AL COMMERCIO Come introdurre l’argomento Fare notare ai bambini che gli scambi commerciali implicano incontri con le per-
sone, la necessità di comprendersi attraverso la lingua, capire il carattere di chi compra e di chi vende. Tutto ciò porta a ragionamenti più complessi e sviluppa competenze che si possono applicare per cambiare la realtà. Le popolazioni che vivevano lungo le coste hanno sviluppato: • abilità artigianali; • tecniche di navigazione; • semplificazione della scrittura.
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Alunno/a Data Classe
DIDATTICA PARTECIPATA
Il commercio: scambio di merci e idee
UA 6
1 Osserva le immagini e rispondi.
Un mercante ha comperato alcuni vasi da un vasaio della sua città. È intenzionato a venderli alla popolazione che abita su un’isola lontana.
• Che cosa avranno dovuto imparare a fare i suoi marinai per garantire che i vasi giungessero intatti a destinazione? • Che cosa avranno dovuto fare per caricare sulla nave il maggior numero di vasi? • Quali conoscenze hanno sviluppato? Queste conoscenze hanno a che fare con la materia con cui sono fatti i vasi? E con la geometria? E con il calcolo? Perché? • Qual è il modo più semplice che permette al mercante di ricevere nello scambio qualcosa che abbia il valore dei vasi venduti? • Per registrare il contratto di vendita che cosa deve conoscere sia chi vende sia chi compra?
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DIDATTICA PARTECIPATA
Alunno/a Data Classe
Il commercio: le colonie
UA 6
1 Rispondi.
• Quali attività si sono sviluppate nei centri abitati che sorgevano sulle rive del Mediterraneo? • Le persone che si dedicavano a queste attività avevano bisogno di possedere grandi appezzamenti di terreno? • Per le attività che svolgevano, di che cosa avevano bisogno? 2 Leggi i dialoghi tra i mercanti e rispondi.
Ormai tutti gli abitanti della nostra città possiedono almeno un vaso di quelli che ho comprato il mese scorso. A chi potrei vendere gli altri?
È vero, ma dobbiamo poterci fermare, poter riparare le imbarcazioni e depositare le nostre merci.
Dovresti raggiungere luoghi più lontani.
Insomma, dobbiamo sentirci come a casa.
• Perché i mercanti avevano necessità di fermarsi nei luoghi che raggiungevano per vendere le loro merci? • Che cosa vuol dire che “volevano sentirsi come a casa”? Questo desiderio quali conseguenze avrà portato? Avranno mantenuto le loro abitudini? • Se volevano sentirsi come a casa, avevano interesse a stabilirsi nei nuovi territori con la forza? • Perché non avevano nessun interesse a scatenare guerre? • Che cosa accade, invece, quando in un territorio arrivano popolazioni che vogliono impossessarsi di quel territorio per dominarlo?
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Alunno/a
INTERDISCIPLINARITÀ
Data Classe
italiano
• geografia
I pirati
UA 6
I pirati dei Caraibi, il Corsaro nero, i bucanieri dell’isola Tortuga… tutti personaggi di libri che parlano di assalti alle navi, e di avventure per mare. Quando le imbarcazioni cominciarono a solcare le acque del Mediterraneo, esse non servirono solo a trasportare merci da vendere o persone che cercavano luoghi dove trovare una vita migliore. Già nell’antichità vi erano navi che compivano scorribande per assaltare altre navi e depredarne i carichi. A bordo c’erano i pirati. Erano Fenici, Greci, Liguri, Etruschi, cioè appartenenti alle popolazioni che abitavano lungo le coste. Poi le scorrerie si spostarono anche sugli Oceani. I pirati divennero corsari, bucanieri, filibustieri. Qual era la differenza tra loro? 1 Collega ciascun nome alla spiegazione corrispondente, numerando.
1. Pirata
2. Bucaniere
3. Filibustiere
4. Corsaro
Il nome deriva da boucan, termine con cui gli indigeni del Mar dei Caraibi definivano la griglia di legno su cui questi pirati, che assalivano anche i villaggi dell’entroterra, arrostivano il cibo.
Il loro nome deriva dall’inglese freebooters, che significa “saccheggiatore”. Erano in particolare pirati che si erano riuniti in una specie di associazione, la filibusta, e agivano intorno al 1700 nel Mar dei Caraibi.
Il nome deriva da una parola del greco antico che significa “assaltare”. Con questo termine generico si definiva chi, solo per arricchire se stesso, percorreva il mare assalendo e depredando le navi, il loro carico, le persone imbarcate o le popolazioni costiere.
Era il capitano di un’imbarcazione autorizzato alla “guerra di corsa”. Gli arrembaggi compiuti dall’equipaggio comandato da questi capitani erano autorizzati dai sovrani degli Stati in guerra per mezzo di una “lettera di corsa”.
2 Segna con una X quale carta rappresenta il Mar dei Caraibi.
97
INTERDISCIPLINARITÀ musica
• arte
Alunno/a Data Classe
Le canzoni dei pirati
UA 6
I pirati hanno stimolato la fantasia anche di autori di canzoni. 1 Queste canzoni raccontano la vita dei pirati. Leggi il testo e ascolta la musica,
cercandola con l’aiuto di un adulto su Internet.
Vita da pirata di Edoardo Bennato
Ho solcato i sette mari su una nave di pirati, dai Caraibi fino al Polo Nord Certe volte con destrezza sono andato all’arrembaggio altre ho naufragato in mezzo ai guai. Nella scia delle sirene, con gli squali alle calcagna chissà in quale porto mi ritroverò? I pirati
Quattro pirati sul Mar dei Sargassi
I pirati ballano sul ponte delle navi e le casse scassano se perdono le chiavi. Gira, gira per il mar corri e non fermarti mai sempre all’erta notte e dì pirata sei così. Dopo la vittoria in alto la bandiera sul pennone sventola quella bianca e nera.
Quattro pirati sul Mar dei Sargassi sopra una zattera fatta di assi vanno remando, dicono loro, alla ricerca di un grande tesoro. Però: uno è alto, uno è basso, uno è zoppo, ed il quarto ha la benda sull’occhio; vanno remando, dicono loro, alla ricerca di un grande tesoro.
2 Scrivi il significato delle parole evidenziate.
• Arrembaggio: • Ho naufragato: 3 Disegna i quattro pirati sul Mar dei Sargassi.
98
Alunno/a Data Classe
INTERDISCIPLINARITÀ geografia
• tecnologia
Murano e la lavorazione del vetro Anche in Italia vi è un luogo famoso per la lavorazione pregiata del vetro: si trova sull’isola di Murano, vicino a Venezia. 1 Segna con una X dove si trova l’isola di Murano.
2 Osserva il processo di produzione di una murrina. Completa le didascalie.
A Murano si tramanda da molti secoli la lavorazione del vetro con particolari tecniche, tra le quali il vetro soffiato e la murrina.
• Si comincia dalle canne di colorato al cui interno vi sono geometrici. • Le canne sono tagliate in piccoli circolari. • I pezzetti circolari vengono assemblati in modo “creativo” all’interno di . 3 Come si produce un oggetto in vetro soffiato?
Metti in ordine le fasi del processo di produzione, numerando. Dall’altra estremità della canna soffia aria per gonfiare la “palla di vetro” e, contemporaneamente, la rigira per farle assumere la forma desiderata. Dopo la soffiatura può aggiungere dettagli, utilizzando palline di pasta di vetro fusa, saldate e sagomate prima che si solidifichino. L’artigiano preleva dal forno, per mezzo di una canna, la quantità di pasta di vetro fuso necessaria.
99
UA 6
INTERDISCIPLINARITÀ educazione civica
Alunno/a Data Classe
Riciclare il vetro
UA 6
Nell’antichità il vetro era un materiale prezioso, anche a causa della sua lavorazione; oggi è un materiale fondamentale, pertanto non va sprecato. 1 Leggi e completa le didascalie, poi collegale alle immagini, numerando.
Spiega poi con le tue parole il percorso per il riciclaggio del vetro.
1. Il vetro, usato da famiglie e ristoranti, deve essere deposto negli appositi : campane o bidoni per la raccolta porta a . 2. Il materiale di arriva nei centri di trattamento; viene ripulito da rifiuti organici, metalli, carta, plastica. Ora è pronto per passare al riciclo in vetreria. 3. Nei forni della vetreria il rottame di vetro viene fuso a circa 1500 . Uscito dal forno arriva in macchine dove, soffiato in appositi stampi, prende la forma di un nuovo , poi raffreddato. 4. Nelle aziende che utilizzano il per conservare i prodotti, i nuovi contenitori sono riempiti e poi inviati alla rete di . 5. Bottiglie e trovano nuova vita sugli scaffali dei . Ricomincia il circuito virtuoso del riutilizzo del . 2 Tra questi oggetti ci sono degli intrusi che non possono essere riciclati insieme al vetro.
Segnali con X.
piatto
100
lampadina
bicchiere
bottiglia
tazzina
LA CLASSE CAPOVOLTA
Marinai ieri e oggi
UA 6
L’uomo ha cominciato a navigare migliaia di anni fa e continua tuttora. Le navi, la strumentazione per navigare, la vita sulle imbarcazioni sono diverse, ma ci sono anche aspetti che sono rimasti uguali. Formate due gruppi e drammatizzate la giornata su una nave.
• Un gruppo interpreterà la parte di marinai fenici imbarcati su una nave commerciale; l’altro gruppo avrà il ruolo di marinai italiani imbarcati su una nave da crociera.
• Per mettere in atto la vostra rappresentazione, tenete presente questi punti: • scopo del viaggio della nave su cui siete imbarcati; • modalità di orientamento per la navigazione in mare di giorno e di notte; • funzionamento della nave;
L A C L A S S E C A P O V O L T A
• mansioni dei marinai;
L A
• abbigliamento dei marinai; • confronto tra i porti in cui attraccano le navi;
C L A S S E
• pericoli che potreste incontrare; • strumenti per affrontare e superare i pericoli o chiedere aiuto.
Prodotto atteso Drammatizzazione della giornata di un marinaio fenicio e di un marinaio su una nave da crociera. Rilevazione delle somiglianze e delle differenze.
101
C A P O V O L T A
S toria
UA 7 • Il Mar Egeo
IL MAR EGEO Prodotto finale atteso: classe capovolta
• Rivisitazione di episodi dell’inizio dell’Iliade e del duello tra Achille ed Ettore. • Stesura di una sceneggiatura e drammatizzazione.
OBIETTIVI FORMATIVI • Analizzare l’interazione tra uomo e territorio. • Cogliere la concatenazione di avvenimenti. • Individuare le cause e le conseguenze di un fatto. • Orientarsi nel tempo e nello spazio. COMPETENZE Competenze di Educazione Civica
• Conoscere aspetti essenziali della storia del proprio tempo in relazione all’argomento studiato. • Lavorare insieme per raggiungere uno scopo comune. • Avere consapevolezza dell’importanza del patrimonio artistico.
Competenze chiave (europee)
• Competenza • Competenza • Competenza • Competenza
Competenze mirate (traguardi di competenze disciplinari)
L’alunno/a: • comprende la relazione tra le caratteristiche del territorio e le attività economiche; • comprende la caratterizzazione di una struttura sociale all’interno di gruppi con attività economiche mercantili.
alfabetica funzionale. matematica e competenza in scienze, tecnologie e ingegneria. personale, sociale e capacità di imparare a imparare. in materia di consapevolezza ed espressione culturali.
OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO Conoscenze (sapere) • Conoscere le caratteristiche delle civiltà del Mediterraneo con particolare riferimento ai condizionamenti di tipo economico che il territorio imponeva. • Conoscere gli sviluppi e i progressi in campo tecnologico, culturale e artistico. • Conoscere il diverso approccio che hanno avuto i popoli guerrieri che occupavano territori non con uno scopo commerciale.
Abilità (saper fare) • Saper confrontare epoche e ambienti differenti. • Saper ricavare informazioni da una fonte. • Saper utilizzare la linea del tempo.
Contenuti
• Le civiltà del mare. • I Cretesi.
Attività e metodologia
Nei nuclei delle città sorte nel Mar Egeo la figura del capo cambia di ruolo e di importanza. Nelle civiltà fluviali il potere è accentrato nelle mani di un re che comanda su vasti territori agricoli, nelle civiltà dedite al commercio i mercanti e gli armatori sono le figure che possiedono le ricchezze, che forniscono lavoro, che portano conoscenze. Da tutto ciò deriva il desiderio di contare di più nel governo. La dimensione della città-stato è quella che consente a queste classi sociali di controllare il potere e di formulare leggi che si adattino alle loro esigenze. Questa nuova visione del governo, unita alle caratteristiche del territorio che non favoriva i contatti via terra, hanno fatto sì che le civiltà commerciali non abbiano mai dato vita a grandi regni o imperi. Il racconto del mito di Minosse, del Labirinto e di Teseo e Arianna, Dedalo e Icaro; la guerra di Troia e le imprese di Ettore, Achille e Ulisse, possono essere lo spunto per entrare nell’argomento “le grandi civiltà del Mar Egeo”.
102
• Gli Achei. • La Terra dei Cretesi e degli Achei oggi.
S toria
UA 7 • Il Mar Egeo
INTERDISCIPLINARITÀ Discipline coinvolte Storia, italiano, arte, scienze e tecnologia.
Nuclei tematici • Italiano: La mappa del viaggio di Ulisse, pag. 106. Il mito di Ulisse è parte integrante della storia degli Achei. • Arte: L’arte a Creta, pag. 107. Lo sviluppo dell’arte segnò la storia delle civiltà del Mar Egeo. • Scienze e Tecnologia: Come si produce l’olio, pag. 108. La lavorazione dell’olio ieri e oggi.
Compito di realtà
Import export, pag. 109. Gli scambi commerciali nella realtà del bambino.
Verifica e valutazione
Al termine dell’Unità di Apprendimento è possibile valutare: • le conoscenze acquisite, utilizzando le verifiche 4A e 4B; • le competenze raggiunte, utilizzando: – la verifica delle pagine 66-67, Quaderno operativo; – il compito di realtà proposto nella Guida.
Strumenti
Nel testo, in relazione a questo argomento sono presenti i seguenti materiali: TESTO
PAGINE
A CHE COSA SERVE
Flip Poster
5
Didattica partecipata, per introdurre l’argomento e valutare le conoscenze.
Nuovi Tr@guardi • Storia
106 120
Fornire conoscenze, aiutare a studiare.
Quaderno operativo
58-64
Consolidare le conoscenze, sviluppare e verificare le competenze.
Mappe Attive
65
Organizzare il pensiero, collegare le conoscenze, facilitare lo studio e la memorizzazione.
Mappe Mentali
26-27
Visualizzare, organizzare ed esporre le conoscenze.
Atlante
24-25
Favorire la capacità di osservare e dedurre, favorire l’apprendimento attraverso l’uso delle immagini.
Verifiche
18-21
Verificare il raggiungimento degli obiettivi didattici programmati.
Tempi
Circa 1 mese e mezzo.
Destinatari
Tutti gli allievi della classe.
103
S toria
UA 7 • Il Mar Egeo
Il Mar Egeo e le civiltà minoica e micenea
L’argomento Il Mar Egeo, per la sua posizione geografica era un ponte naturale tra le coste che tratteremo dell’Asia Minore e le coste del Mediterraneo meridionale e orientale. Lo sviluppo delle tecniche di navigazione e le esigenze commerciali contribuirono a far diventare l’isola di Creta e il Peloponneso punti nodali del commercio marittimo. I CRETESI
L’Occidente si affaccia alla storia con la civiltà minoica che conobbe un grande sviluppo dal 2 000 al 1 400 a.C. circa. La civiltà che fiorì a Creta durò fino a quando Micene, diventata forte e potente, probabilmente ne determinò il declino. Le città cretesi erano sprovviste di mura anche perché il mare proteggeva dai pericoli esterni. L’economia si basava sull’agricoltura (ulivi e la produzione dell’olio, della vite e del grano), sull’artigianato (terrecotte, tessuti) e sul commercio marittimo. Le città-palazzo, governate da sovrani amici, erano ricche e pacifiche. GLI ACHEI
L’arrivo in Grecia degli Achei, popolazione indoeuropea, si fa risalire al 2 3002 200 a.C. Si trattò di gruppi che si fusero con le popolazioni che già risiedevano nel Peloponneso. Nel III millennio a.C. nell’Egeo, grazie ai contatti favoriti dalla navigazione si verificò un processo di grande sviluppo. Gli Achei fondarono centri abitati retti da re. Dal 1 500 a.C. gli Achei sostituirono i Cretesi nel controllo dell’Egeo. Invasa Creta, iniziò il massimo sviluppo dei regni micenei. In questo periodo i regni micenei si unirono per combattere Troia, città che, grazie alla sua posizione strategica sullo stretto tra Mar Nero e Mar Egeo, controllava importanti traffici commerciali. In seguito, nuove migrazioni di popoli distrussero i regni micenei. LE CITTÀ-STATO
Le popolazioni dedite al commercio avevano tutto l’interesse ad allontanare il pericolo della guerra che avrebbe messo in crisi gli affari. Anche i territori per nuovi mercati dovevano essere occupati in modo pacifico. Per questo furono fondate colonie che non erano vere e proprie dominazioni. I mercanti e gli armatori possedevano le ricchezze, perciò volevano contare di più nel governo. La dimensione della città-stato fu quella che consentì a queste classi sociali di controllare il potere e di formulare leggi che si adattassero alle loro esigenze. Questa nuova visione del governo e le caratteristiche del territorio fecero sì che le civiltà commerciali non dessero mai vita a grandi regni o imperi.
Come introdurre Dopo lo studio della civiltà fenicia gli alunni hanno compreso la grande imporl’argomento tanza degli scambi commerciali, che favorirono una evoluzione in ogni campo,
dall’organizzazione del potere, all’arte, agli studi matematici. Per avvicinare allo studio di queste civiltà saranno di grande aiuto le osservazioni di reperti di opere d’arte e la narrazione delle gesta degli eroi omerici.
104
DIDATTICA PARTECIPATA
Alunno/a Data Classe
Geostoria: un territorio proteso verso il mare
UA 7
1 Lavorate in gruppo: osservate la carta fisica dell’isola di Creta, completate e rispondete.
• Creta è un’isola, quindi è completamente circondata dal • Le sue coste sono ricche di • Il territorio è prevalentemente
e povero di corsi d’acqua.
• La natura del territorio non permetteva lo sviluppo dell’ • Come giunsero sull’isola di Creta i primi uomini che poi vi si stanziarono?
• Quindi i primi abitanti sapevano costruire • Avranno utilizzato anche in seguito queste loro conoscenze tecnologiche? 2 Osservate la carta fisica del Peloponneso,
il territorio dove sorse la civiltà degli Achei. Lavorate in gruppo.
Il Peloponneso è un territorio prevalentemente e povero di corsi d’acqua. Le coste sono frastagliate e ricche di C’è però un particolare che differenza il Peloponneso da Creta: non è un’ Come saranno giunti nel Peloponneso i primi uomini che poi vi si stanziarono? Avranno dovuto combattere contro le tribù che già si erano stanziate in quei territori? Tra Cretesi e Achei chi, secondo voi, ha avuto una storia che li ha fatti diventare guerrieri?
105
INTERDISCIPLINARITÀ italiano
UA 7
Alunno/a Data Classe
La mappa del viaggio di Ulisse Dopo dieci anni di guerra gli Achei vinsero i Troiani. Uno degli artefici di questa vittoria fu Ulisse, re dell’isola di Itaca. Il ritorno all’amata isola fu funestato da una serie di eventi terribili che lo colpirono insieme ai suoi uomini e alle sue navi. Solo dopo altri dieci anni, dopo aver vagato per tutto il Mediterraneo e dopo aver perso tutto, Ulisse riuscì a raggiungere la sua terra. 1 Queste sono le tappe principali del viaggio compiuto da Ulisse.
Traccia il suo itinerario sulla cartina, unendo le varie tappe.
1. Troia. È la città distrutta dai Greci dopo dieci anni di assedio. Si trova presso la costa nord-occidentale della Turchia. Da qui Ulisse parte. 2. Terra dei Ciconi. Si trova sulle coste della Tracia, la parte più settentrionale dell’Egeo. 3. Terra dei Lotofagi. Si trova sulle coste della Libia, in Africa. Una tempesta spinge lì le navi di Ulisse. 4. Terra dei Ciclopi. Si trova nella zona di Aci Trezza (Sicilia); qui vivono i Ciclopi, giganti con un occhio solo. 5. Isola di Eolo. Si trova nelle Eolie; è la dimora di Eolo, dio dei venti. 6. Terra dei Lestrigoni. Si trova tra la Corsica meridionale e la Sardegna settentrionale. Per altri studiosi, invece, si troverebbe nel Mar Ionio. 7. Terra di Circe. Si trova sul promontorio del Circeo, nell’attuale Lazio. Qui vive la maga Circe. 8. Isola del Sole. Corrisponde alla Sicilia. Una tempesta distrugge le navi e tutti i marinai muoiono. 9. Isola di Ogigia. Si trova presso lo Stretto di Gibilterra. Qui giunge Ulisse, l’unico a essersi salvato dalla tempesta. 10. Isola dei Feaci. Corrisponde all’isola di Corfù (Grecia). Ulisse naufraga sull’isola e viene accolto da Nausicaa, figlia del re Alcinoo. 11. Isola di Itaca. Itaca anche oggi appartiene alla Grecia. È la patria di Ulisse, che viene portato qui per volere del re Alcinoo.
TROIA ITACA
106
Alunno/a
INTERDISCIPLINARITÀ
Data Classe
arte
L’arte a Creta
UA 7
I Cretesi furono abili nella lavorazione della ceramica. I primi manufatti in ceramica erano molto semplici. Poi gli artigiani perfezionarono le decorazioni e le pitture dei recipienti in ceramica, fino a farli diventare dei veri e propri capolavori. La ceramica della civiltà Minoica è stata uno strumento utile per gli storici per datare l’evoluzione della storia cretese. Le opere più raffinate sono quelle che hanno “lo stile marino”. 1 Osserva questo vaso cretese. Colora la sua riproduzione con i colori che hai osservato
alle pagine 108 e 109 del libro di testo.
2 Osserva questo vaso cretese. È in stile kamares, il nome di una località dell’isola
di Creta in cui si producevano vasi con queste particolari decorazioni. Nella riproduzione, ricrea la decorazione e coloralo.
107
INTERDISCIPLINARITÀ scienze
• tecnologia
Alunno/a Data Classe
Come si produce l’olio
UA 7
Nel Peloponneso e a Creta il clima e la particolarità del terreno erano adatti alla coltivazione dell’ulivo. Dalle olive raccolte si produceva un ottimo olio con una tecnica molto semplice che si è evoluta nel corso degli anni, ma che ha mantenuto alcuni passaggi fondamentali. Questi passaggi oggi possono essere fatti da macchinari tecnologicamente avanzati, ma il procedimento rimane sostanzialmente invariato. 1 Osserva i vari passaggi della produzione dell’olio e inserisci i nomi al posto giusto.
spremitura • oleificio • autunno
Le olive si raccolgono in Si scuotono i rami degli ulivi e le olive cadono nelle reti che sono poste sotto la chioma.
Nell’ le olive sono lavate, pulite e frantumate da macine meccaniche. Una volta per macinare le olive si utilizzava una grande pietra che era fatta ruotare da cavalli o da asini.
Le olive schiacciate vengono poi sottoposte alla , con l’aiuto di un torchio, per estrarre il primo olio, che poi sarà centrifugato per eliminare parte dell’acqua. La sansa è ciò che rimane: i noccioli e gli scarti della polpa.
108
Infine, l’olio viene imbottigliato.
} } Compito di realtà
Import-export
UA 7
Oggi si parla di import-export di prodotti. Spiega che cosa indicano i due termini.
• Import: • Export: Se ti capiterà di andare al supermercato, porta con te un taccuino o scegli sullo smartphone la app “appunti”. Prendi nota seguendo le indicazioni che ti vengono fornite in questa scheda.
• Reparto frutta e verdura: PRODOTTO
REGIONI ITALIANE DA CUI PROVIENE
NAZIONI STRANIERE DA CUI PROVIENE
• Controlla i prodotti che ti sembrano importati: PRODOTTO
NAZIONI STRANIERE DA CUI PROVIENE
Ora controlla le etichette dei vestiti tuoi e dei tuoi familiari, degli oggetti scolastici (astuccio, righello, compasso…), degli elettrodomestici. Da quali Nazioni provengono?
Sai quali sono i prodotti italiani esportati all’estero e che riscuotono grande successo?
Competenza matematica e competenza in scienze, tecnologie e ingegneria. Competenza personale, sociale e capacità di imparare a imparare. Competenza in materia di consapevolezza ed espressione culturali.
109
LA CLASSE CAPOVOLTA UA 7
In scena
La storia degli Achei è ricordata soprattutto per i re guerrieri, tra i quali Agamennone. Gli Achei avevano un fortissimo esercito che il poeta Omero celebra nell’Iliade, il poema che racconta la parte finale della guerra di Troia. Di seguito, potete leggere versi tratti proprio dall’Iliade. Dividetevi in gruppi di tre: chi farà il narratore, chi interpreterà la parte di Ettore, chi la parte di Achille.
• Dopo aver letto i versi di Omero, per drammatizzare queste parti non dovrete ripeterle a memoria. Vi serviranno, però, per “entrare nei personaggi”. • Preparate voi la sceneggiatura: scrivete le parole che immaginate possano essere pronunciate da Omero, Achille, Ettore. • Per rappresentare in modo convincente e “teatrale” i personaggi, preparate anche i costumi. L’inizio
L A C L A S S E
Omero chiede aiuto alla musa Calliope, la musa della poesia (le muse erano le divinità che proteggevano le arti), affinché lo ispiri nel racconto della guerra di Troia. Omero racconterà in modo particolare l’ira di Achille, figlio di Peleo. Quest’ira fece morire molti eroi e li mandò nell’Ade, il regno dei morti. Tutto ciò si compì per volere di Zeus.
C A P O V O L T A
Canta, musa divina, l’ira di Achille figlio di Peleo, ira rovinosa che portò ai Greci infiniti dolori, e mandò sotto terra all’Ade molte anime forti d’eroi e li lasciò in preda ai cani e a tutti gli uccelli: così si compiva il volere di Zeus.
110
Il duello Uno dei passaggi più famosi dell’Iliade è l’episodio del duello tra Ettore, figlio di Priamo re di Troia, e l’eroe acheo Achille. Questo episodio si trova quasi alla fine del poema. Ettore soccomberà a causa della forza di Achille, ma anche per l’inganno degli dèi. Per primo Ettore scaglia la sua lunga lancia contro Achille, dandogli del “chiacchierone” perché nonostante fosse figlio di una dea non aveva saputo predire il futuro. Ettore dice che, se deve morire, sicuramente non morirà da codardo, ma da eroe, e scaglia la sua lancia.
UA 7
Ed Ettore così parlò al grande Achille: “Mi hai mancato e dunque tu non sapevi da Zeus, o Achille simile agli dèi, qual era la mia sorte, come invece hai detto. Non sei che un furbo e un chiacchierone e pensavi che per paura scordassi la mia forza e il valore. Non mi pianterai la lancia nella schiena mentre fuggo, piantala qui nel petto mentre ti assalto, se te lo concede un dio, ma intanto tu evita la mia lancia di bronzo”. Così scagliò la lunghissima lancia, e colpì al centro lo scudo di Achille.
L A
Achille, infuriato, rispose con tutta la sua forza. Achille si mosse, pieno di furia selvaggia: aveva il petto coperto dal bellissimo scudo, ben lavorato, e muoveva l’elmo splendente. Come nel cuore della notte avanza, fra le altre stelle, la stella più bella nel cielo, così risplendeva la lancia che Achille brandiva nella destra, guardando il corpo di Ettore, meditando dove meglio avrebbe ceduto.
C L A S S E C A P O V O L T A
Prodotto atteso Rivisitazione di episodi dell’inizio dell’Iliade e del duello tra Achille ed Ettore. Stesura di una sceneggiatura e drammatizzazione.
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S toria Griglia per la rilevazione del raggiungimento degli obiettivi formativi e delle competenze di Cittadinanza Legenda R = Obiettivo raggiunto/Competenza acquisita NR = Obiettivo non raggiunto/Competenza non acquisita PR = Obiettivo parzialmente raggiunto/Competenza acquisita parzialmente OBIETTIVI FORMATIVI INTERDISCIPLINARI PER L’UNITARIETÀ DELL’INSEGNAMENTO
R
• Analizzare l’interazione tra uomo e territorio.
NR
PR
• Orientarsi nel tempo e nello spazio. • Leggere nel territorio i segni dell’intervento umano. • Cogliere la concatenazione di avvenimenti. • Individuare le cause e le conseguenze di un fatto. • Riconoscere i legami tra la nostra e le antiche civiltà. • Comprendere l’importanza dei diritti e dei doveri. COMPETENZE DI CITTADINANZA AUTONOMIA
L’alunno/a è in grado di reperire autonomamente strumenti o materiali e di usarli in modo efficace. RELAZIONE
L’alunno/a interagisce con i compagni e gli adulti e sa creare un clima propositivo. PARTECIPAZIONE
L’alunno/a formula richieste d’aiuto, collabora con adulti e compagni. RESPONSABILITÀ
L’alunno/a rispetta le fasi del lavoro, porta a termine la consegna ricevuta.
Valutazione delle abilità conseguite nel metodo di studio
• Il metodo di studio è: non ancora impostato. adeguato. efficace. organico e riflessivo.
112
R
NR
PR
i s r o c r e P
i t c i f @ i l p Sem Storia 4 La Storia 3 Collocare gli avvenimenti nel tempo e nello spazio La nascita delle civiltà 4 I fiumi: risorsa o problema? 5 L’organizzazione delle città e delle classi sociali Le 6 7 8
civiltà dei fiumi Tigri ed Eufrate La Mesopotamia La città della Mesopotamia La vita di tutti i giorni in Mesopotamia
I Sumeri 9 I Sumeri • Il popolo “inventore” 10 Invenzioni e scoperte 11 L’arte, le conoscenze, la religione I Babilonesi 12 I Babilonesi • Il popolo delle prime leggi scritte 13 Le conoscenze e la religione Gli Ittiti 14 Gli Ittiti • Il popolo che sapeva lavorare il ferro Gli Assiri 15 Gli Assiri • Il popolo dei guerrieri 16 Forza e strategia militare
Gli Egizi 17 Le piene del Nilo 18 I regni dei Faraoni 19 La vita di tutti i giorni nell’antico Egitto 20 La religione 21 Il culto dei morti 22 Le piramidi 23 La scrittura egizia Le civiltà dei fiumi d’Oriente 24 Gli Indi • Una civiltà di commercianti 25 I Cinesi • Il popolo della seta Vivere lungo i mari 26 Il Mediterraneo I Fenici 27 I Fenici • Il popolo della porpora e del vetro 28 Le conoscenze dei Fenici Gli Ebrei 29 Gli Ebrei • Il popolo errante e monoteista Le civiltà del Mar Egeo 30 Il Mar Egeo I Cretesi 31 I Cretesi • Il popolo della civiltà minoica Gli Achei 32 Gli Achei • Il popolo della civiltà micenea
re? e? È difficile, vero, studia e che cosa devi ricordar te an rt po im è sa co e È difficile capire ch oi fare! Niente paura! Ce la pu sta per darti una mano! po ap tto fa o at st è ro Questo lib
Come devo utilizzare questo libro?
E poi che cosa faccio? Che cosa devo fare per imparare a esporre? A che cosa servono le parole chiave?
2
con attenzione solo Leggi una prima volta mande, cioè facendo finta do il testo, tralasciando le un secondo momento in re che non ci siano. Solo aiuteranno a focalizza ti e ch , de an m do le i legg enuto nel testo. il concetto chiave cont risposte alle domande. le o st te l ne ea lin tto So ondi oralmente. Leggi le domande e risp a un adulto Se ti è possibile, chiedi porti le domande. o a un/a compagno/a di ra ono per ricordare anco rv se ti ve ia ch le ro pa Le to iato. Dopo aver rispos meglio quanto hai stud ste. di collegare le tue rispo e ar rc ce vi de , de an m alle do . rdando le parole chiave co ri i, sa e ch ò ci ni po Es
LA STORIA
S toria
Collocare gli avvenimenti nel tempo e nello spazio Che cosa vuol dire collocare gli avvenimenti nel tempo?
Come si stabilisce una data?
Che cosa vuol dire collocare gli avvenimenti nello spazio?
Collocare un avvenimento nel tempo vuol dire sapere quando un fatto è accaduto e quanto tempo è durato. Per stabilire una data gli storici prendono come punto di riferimento un avvenimento importante. importante Poi collocano i fatti sulla linea del tempo: tempo a sinistra tutti i fatti che sono accaduti prima di quell’avvenimento, a destra tutti quelli che sono avvenuti dopo. Per noi il punto di riferimento è la nascita di Cristo. Cristo Perciò si scrive a.C. (avanti Cristo) vicino alle date dei fatti avvenuti prima della nascita di Cristo; d.C. (dopo Cristo) accanto a quelle dei fatti avvenuti dopo. Le civiltà sono nate e si sono sviluppate in territori ben precisi. Questi territori vengono indicati nelle carte geo-storiche, geo-storiche cioè carte che riproducono gli elementi geografici (i monti, i fiumi, i mari), ma sulle quali sono indicate anche le zone in cui si sono sviluppate le civiltà e sono segnati i nomi delle antiche città.
Le parole chiave: chiave avvenimento importante, linea del tempo, nascita di Cristo, a.C., d.C., carte geo-storiche.
Testi facilitati corrispondenti alla pagina 4 di Nuovi Tr@guardi • Storia 4.
3
S toria
LA NASCITA DELLE CIVILTÀ
I fiumi: risorsa o problema? Che cosa accadde sulla Terra dopo la fine di un’Era Glaciale? Che cosa accadde in conseguenza di ciò? Perché le tribù si stabilirono nei territori lungo i fiumi? Che cosa rendeva fertile il terreno in quelle pianure?
Che cosa costruirono quelle tribù per poter utilizzare l’acqua dei fiumi?
Quale altra importanza aveva il fiume?
Alla fine di un’Era Glaciale sulla Terra vi fu un periodo molto caldo e molte zone diventarono deserti. Molte tribù di uomini si trasferirono in luoghi ricchi di acqua dolce, cioè vicino ai corsi dei fiumi fiumi. Dove scorrevano i fiumi il terreno era pianeggiante, si trovavano animali da cacciare, si poteva pescare e si potevano raccogliere i frutti selvatici. Il terreno era reso fertile dal limo limo, il fango che si depositava quando si ritiravano le acque dopo le piene. Le piene dei fiumi erano spesso impetuose, l’acqua invadeva i campi e poi era assorbita dal terreno. Per poter controllare e utilizzare l’acqua dei fiumi le tribù costruirono: • argini per rinforzare le sponde; • bacini di raccolta per conservare l’acqua nei periodi di siccità; • canali per trasportare l’acqua nei campi più lontani. Il fiume era anche una strada e una difesa naturale. naturale
Le parole chiave: chiave fiume, limo, argini, bacini di raccolta, canali, strada, difesa naturale.
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Testi facilitati corrispondenti alla pagina 9 di Nuovi Tr@guardi • Storia 4.
LA NASCITA DELLE CIVILTÀ
S toria
L’organizzazione delle città e le classi sociali Perché nacquero le città?
Le città nacquero perché, grazie ai prodotti dell’agricoltura, aumentò la popolazione.
Qual è la differenza più grande tra i villaggi e le città?
Nelle città si cominciarono a suddividere i diversi lavori. lavori Alcune persone si specializzarono nella coltivazione dei campi, altre nell’allevamento, altre fabbricavano e vendevano oggetti utili come vasi, armi, utensili.
Quali cambiamenti portò la specializzazione del lavoro?
La specializzazione del lavoro portò alla formazione delle classi sociali. sociali
Che cosa sono le classi sociali? Re Funzionari, sacerdoti Nobili, scribi, guerrieri Artigiani, mercanti, contadini, pastori
La divisione dei lavori portò una divisione tra le persone. Alcune persone diventarono più importanti di altre. Si formò così come una scala: in cima c’era il re re, poi i suoi funzionari funzionari, cioè le persone che lo aiutavano a governare e a ritirare le offerte. Sullo stesso gradino dei funzionari c’erano i sacerdoti sacerdoti, importanti perché “parlavano con le divinità”. Su un gradino più in basso vi erano i nobili (le persone ricche), gli scribi (le persone che sapevano scrivere) e i guerrieri guerrieri. Meno considerati, anche se più numerosi, erano gli artigiani artigiani, i mercanti mercanti, i contadini e i pastori pastori. Gli ultimi di questa scala erano gli schiavi schiavi, che erano proprietà dei ricchi e svolgevano i lavori più pesanti.
Schiavi
Le parole chiave: chiave suddivisione dei lavori, classi sociali, re, funzionari, sacerdoti, nobili, scribi, guerrieri, artigiani, mercanti, contadini, pastori, schiavi.
Testi facilitati corrispondenti alle pagine 12-13 di Nuovi Tr@guardi • Storia 4.
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S toria
LE CIVILTÀ DEI FIUMI TIGRI ED EUFRATE
La Mesopotamia Che cos’è la Mesopotamia?
Che cosa vuol dire Mesopotamia? Perché le prime civiltà si svilupparono in Mesopotamia? Che cosa favorirono queste condizioni? Quali furono i popoli che si insediarono in questo territorio? Come si organizzarono questi popoli? Che cos’è una città-stato?
La Mesopotamia è la pianura attraversata dai fiumi Tigri ed Eufrate. Mesopotamia vuol dire “terra tra due fiumi”. Le prime civiltà si svilupparono in Mesopotamia per il clima mite, la presenza di acqua dolce e il terreno fertile. fertile Queste condizioni favorirono lo sviluppo dell’agricoltura agricoltura. Sumeri, gli Assiri Assiri, In questo territorio giunsero i Sumeri i Babilonesi e gli Ittiti Ittiti. Questi popoli si organizzarono in città-stato città-stato. Una città-stato è un territorio che comprende il centro abitato dalle persone e i campi attorno. Una città-stato è governata da un re re, con un proprio esercito, con regole e divinità comuni.
Le parole chiave: chiave Mesopotamia, terreno fertile, agricoltura, Sumeri, Assiri, Babilonesi, Ittiti, città-stato, re.
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Testi facilitati corrispondenti alla pagina 17 di Nuovi Tr@guardi • Storia 4.
LE CIVILTÀ DEI FIUMI TIGRI ED EUFRATE
S toria
La città della Mesopotamia Come si presentavano le città della Mesopotamia?
Quali erano gli edifici più grandi e importanti?
A che cosa servivano i magazzini? Quali erano gli altri luoghi importanti?
Le città dei popoli della Mesopotamia erano circondate da mura per la difesa. Le città erano divise in due zone: zone una per la popolazione; • • una per il re, i sacerdoti e le persone più importanti. Nella zona dove abitavano il re e i sacerdoti si trovava la ziggurat ziggurat, cioè il tempio, la casa del dio protettore della città. Nel piano più basso della ziggurat, sulla strada, si trovavano i magazzini e grandi sale per i ricevimenti. Sulla terrazza più alta c’era l’altare altare della divinità e l’osservatorio osservatorio, cioè il luogo dove gli astronomi studiavano il cielo. I magazzini erano i depositi delle merci offerte dai contadini e dai commercianti. Vicino alla ziggurat si trovavano il palazzo del re e la casa delle tavolette, tavolette cioè la scuola.
Le parole chiave: chiave due zone, ziggurat, altare, osservatorio, magazzini, palazzo del re, casa delle tavolette.
Testi facilitati corrispondenti alle pagine 18-19 di Nuovi Tr@guardi • Storia 4.
7
S toria
LE CIVILTÀ DEI FIUMI TIGRI ED EUFRATE
La vita di tutti i giorni in Mesopotamia Come erano le case in Mesopotamia?
Come si vestivano le persone in Mesopotamia?
Che cosa mangiavano?
Come si divertivano?
I bambini andavano a scuola?
Le case in Mesopotamia erano costruite con mattoni fatti con l’argilla argilla. Avevano il tetto piatto e piccole finestre. L’interno era semplice: una stanza in cui vi era il tavolo, una panca e le stuoie per dormire. Le case degli artigiani e dei mercanti avevano una tettoia esterna sotto la quale erano esposti i prodotti. Le persone indossavano semplici abiti di pelle e camminavano a piedi nudi. Solo i ricchi avevano abiti di stoffa: stoffa erano lunghi gonnelloni. Tutti indossavano collane: in argilla e pietre colorate i poveri, in oro e pietre preziose i ricchi. I popoli mesopotamici curavano molto l’igiene igiene: si lavavano e rasavano i capelli. Truccavano gli occhi con una polvere nera per proteggerli dalle infezioni. I mesopotamici mangiavano carne, pesce, cereali, legumi, ortaggi e frutta. Bevevano latte e birra. Con la farina preparavano focacce. I popoli mesopotamici avevano giochi da tavolo e utilizzavano alcuni semplici strumenti musicali. Solo i bambini maschi e ricchi andavano a scuola, alla casa delle tavolette. tavolette Le femmine stavano in casa.
Le parole chiave: chiave case, mattoni, argilla, abiti di pelle e stoffa, igiene, trucco degli occhi, casa delle tavolette.
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Testi facilitati corrispondenti alle pagine 20-21 di Nuovi Tr@guardi • Storia 4.
I SUMERI
S toria
I Sumeri
Il popolo “inventore” Qual è stato il primo popolo che si è stabilito in Mesopotamia?
Da dove arrivavano i Sumeri?
Quale nome i Sumeri davano a se stessi? Quando arrivarono i Sumeri, la Mesopotamia era disabitata? Chi comandava il popolo dei Sumeri? Come si comportavano le città sumere?
Come finì la civiltà sumera?
I Sumeri furono tra i primi a giungere in Mesopotamia. I Sumeri arrivavano dalle montagne montagne, che chiamavano dei “signori signori civilizzati”. civilizzati In seguito, il territorio abitato dai Sumeri fu chiamato “terre coltivate”, perché in quelle terre si praticava l’agricoltura. I Sumeri chiamavano se stessi “gente gente dalla testa nera”. nera Quando i Sumeri giunsero in Mesopotamia insegnarono alle popolazioni che abitavano lì a lavorare i campi e a controllare le acque dei fiumi. I Sumeri fondarono tante città-stato città-stato, ciascuna con a capo un re re, che era chiamato “grande uomo”. Le città sumere non vivevano sempre in pace tra loro. Furono conquistate da una popolazione che proveniva dal deserto. La civiltà sumera finì quando i territori furono conquistati dai Babilonesi Babilonesi.
Le parole chiave: chiave montagne, signori civilizzati, gente dalla testa nera, città-stato, re, Babilonesi.
Testi facilitati corrispondenti alle pagine 23-25 di Nuovi Tr@guardi • Storia 4.
9
S toria
I SUMERI
Invenzioni e scoperte I Sumeri sapevano scrivere?
I Sumeri inventarono un tipo di scrittura: la scrittura cuneiforme. cuneiforme
Perché la loro scrittura si chiama cuneiforme?
I segni di scrittura avevano la forma di un triangolo, cioè di un cuneo.
Come facevano a scrivere i Sumeri? Per che cosa sono famosi i Sumeri? Che cosa inventarono i Sumeri?
I Sumeri per scrivere usavano lo stilo, una sottile bacchetta con la punta triangolare. Scrivevano su tavolette di argilla. argilla I Sumeri sono “famosi” anche per le loro invenzioni “tecnologiche”. I Sumeri inventarono: ruote trainati dagli onagri, • i carri con le ruote, asini selvatici; le ruote erano cerchi di legno; imbarcazioni, zattere fatte con tronchi prima, • le imbarcazioni poi con tavole di legno legate insieme; infine, barche circolari fatte con canne; aratro, l’attrezzo che serviva per fare i solchi • l’aratro nel terreno e poi seminare; • i mattoni per costruire le case; erano fatti di argilla, un materiale che si trovava lungo le rive dei fiumi: si impastava l’argilla con la paglia e l’acqua e si lasciava asciugare al sole; chiodi, in legno o bronzo, che servivano per unire • i chiodi le assi di legno; sigilli, un pezzo di argilla, con immagini e scritte, • i sigilli che chiudeva i contenitori delle scorte alimentari; serviva per riconoscere il proprietario e assicurare che il contenitore non venisse aperto.
Le parole chiave: chiave scrittura cuneiforme, tavolette di argilla, invenzioni, carri con le ruote, imbarcazioni, aratro, mattoni, chiodi, sigilli.
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Testi facilitati corrispondenti alle pagine 26-29 di Nuovi Tr@guardi • Storia 4.
I SUMERI
S toria
L’arte, le conoscenze, la religione Che cosa studiavano i Sumeri?
I Sumeri erano artisti?
I Sumeri avevano libri di racconti?
Quali divinità adoravano i Sumeri?
I Sumeri studiavano la matematica matematica, la geometria geometria, l’architettura e l’ingegneria. Queste conoscenze erano utili per costruire le dighe, i canali e i grandi palazzi. Studiavano l’astronomia astronomia: riuscirono così a realizzare un calendario che segnava il trascorrere del tempo. I Sumeri amavano la musica e la danza. I musicisti suonavano tamburi e strumenti a fiato durante le feste e le cerimonie religiose. Su alcune tavolette è stato scritto il “libro” forse più antico. Narra la storia di Gilgamesh Gilgamesh, un essere metà dio e metà uomo che visse grandi avventure e scoprì l’amicizia. I Sumeri erano politeisti politeisti, cioè adoravano tante divinità. Gli dèi impersonavano la terra, l’acqua, il cielo e il vento, cioè gli elementi che permettevano la buona riuscita dei raccolti. Gli dèi erano tutti maschi, tranne la terra che dava vita alle piante.
Perché erano importanti i sacerdoti?
I sacerdoti erano importanti perché parlavano con gli dèi. Per non farli arrabbiare offrivano loro doni, cibo e preghiere.
Chi erano gli indovini?
Gli indovini erano i sacerdoti che cercavano di capire la volontà degli dèi.
Le parole chiave: chiave matematica, geometria, astronomia, musica, Gilgamesh, politeisti.
Testi facilitati corrispondenti alle pagine 32-33 di Nuovi Tr@guardi • Storia 4.
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S toria
I BABILONESI
I Babilonesi
Il popolo delle prime leggi scritte Chi erano i Babilonesi?
Perché sono famosi i Babilonesi? Perché i Babilonesi hanno questo nome? Quale fu il primo importante re babilonese?
Che cos’è un impero?
I Babilonesi erano un popolo di pastori che dal deserto arrivarono in Mesopotamia. Sconfissero i Sumeri. I Babilonesi furono il primo popolo che ebbe leggi scritte uguali in tutti i territori. Gli altri popoli li chiamarono così dal nome di Babilonia Babilonia, la loro bella e importante città. Hammurabi, Il primo importante re babilonese fu Hammurabi che sconfisse i Sumeri. Fondò un impero con capitale Babilonia. Un impero è un territorio abitato da popoli diversi, ma comandato da un unico re.
Dove furono scritte le leggi?
Hammurabi fece scrivere un codice, cioè una raccolta di leggi. Le leggi furono scritte su una stele, cioè una grande pietra: è chiamata il codice di Hammurabi. Hammurabi
Ci furono altri imperatori importanti?
Nabucodonosor. Un altro importante imperatore fu Nabucodonosor Fece costruire una grande biblioteca nella quale erano conservate moltissime tavolette di argilla (erano gli antichi libri) che narravano miti e usanze.
Da chi furono sconfitti i Babilonesi?
I Babilonesi furono sconfitti dai Persiani.
Le parole chiave: chiave pastori, deserto, Babilonia, Hammurabi, impero, codice di Hammurabi, Nabucodonosor, biblioteca.
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Testi facilitati corrispondenti alle pagine 35-36, 38 di Nuovi Tr@guardi • Storia 4.
I BABILONESI
S toria
Le conoscenze e la religione Che cosa impararono i Babilonesi dai Sumeri? Che cosa fecero gli astronomi babilonesi?
Qual era la religione dei Babilonesi?
Che cosa fece Hammurabi?
Che cosa facevano i sacerdoti?
I Babilonesi impararono dai Sumeri a osservare le stelle e i pianeti. I Babilonesi divennero grandi astronomi e diedero un nome a numerose costellazioni costellazioni, cioè agli insiemi di stelle che ricordano nella forma persone, animali o oggetti. Le costellazioni erano un punto di riferimento per orientarsi durante i viaggi notturni. I Babilonesi perfezionarono il calendario calendario. Gli astronomi babilonesi divisero l’anno in 354 giorni, il mese in 4 settimane, il giorno in 12 ore e l’ora in 30 minuti. I Babilonesi erano politeisti politeisti. Ogni città adorava in modo particolare il suo dio. Hammurabi stabilì che tutti dovevano adorare, oltre alle altre divinità, il dio Marduk Marduk, il dio di Babilonia. Hammurabi disse che Marduk gli aveva suggerito le leggi che tutti dovevano osservare. Presso i Babilonesi i sacerdoti erano molto importanti. Si occupavano anche di dare consigli per la cura delle malattie.
Le parole chiave: chiave astronomi, costellazioni, calendario, politeisti, Marduk, sacerdoti.
Testi facilitati corrispondenti alle pagine 40-41 di Nuovi Tr@guardi • Storia 4.
13
S toria
GLI ITTITI
Gli Ittiti
Il popolo che sapeva lavorare il ferro Chi erano gli Ittiti?
Perché sono famosi gli Ittiti? Chi governava il territorio degli Ittiti? Contro chi combatterono gli Ittiti?
Perché furono possibili le loro vittorie? Quando finì l’impero degli Ittiti?
Gli Ittiti erano un popolo di guerrieri che arrivò in Mesopotamia dalle montagne. Gli Ittiti sono famosi perché furono abilissimi a lavorare il ferro ferro. Il territorio degli Ittiti era diviso in tante città-stato governate da un solo re. Gli Ittiti sconfissero i Babilonesi, occuparono i loro territori e fondarono un impero impero. Gli Ittiti avevano un potente esercito e armi in ferro. Anche i loro carri da guerra erano molto leggeri, ma robusti: avevano le ruote fatte a raggi. raggi L’impero ittita durò molti anni e fu sconfitto dai “popoli popoli del mare”, mare popolazioni bellicose che abitavano sulle sponde del Mar Mediterraneo.
Le parole chiave: chiave ferro, città-stato, Babilonesi, impero, ruote a raggi, “popoli del mare”.
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Testi facilitati corrispondenti alla pagina 43 di Nuovi Tr@guardi • Storia 4.
GLI ASSIRI
S toria
Gli Assiri
Il popolo dei guerrieri
Chi erano gli Assiri?
A quali attività si dedicavano gli Assiri? Gli Assiri abitavano in città-stato?
Che cosa accadde quando conquistarono nuovi territori? Quale fu il più importante re assiro?
Come ebbe fine l’impero assiro?
Gli Assiri erano un popolo di pastori che arrivò in Mesopotamia dalle montagne. Gli Assiri erano pastori e mercanti mercanti. Quando giunsero in Mesopotamia impararono a coltivare i campi. Il territorio degli Assiri era diviso in città-stato, la più importante delle quali era Assur Assur. Tutte le città riconoscevano un re-guerriero come capo. Gli Assiri estesero il loro dominio su vasti territori, fondarono un impero e spostarono la capitale a Ninive Ninive. Assurbanipal fu il più importante re assiro, un re-guerriero che amava l’arte e la cultura. Fece costruire a Ninive un’importante biblioteca. Furono i Babilonesi che sconfissero gli Assiri e conquistarono la Mesopotamia.
Le parole chiave: chiave pastori, mercanti, Assur, re-guerriero, Ninive, Assurbanipal.
Testi facilitati corrispondenti alle pagine 45-46 di Nuovi Tr@guardi • Storia 4.
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S toria
GLI ASSIRI
Forza e strategia militare Per che cosa sono famosi gli Assiri?
Da chi era composto l’esercito assiro?
Come gli Assiri combattevano i loro nemici? Che cos’è l’assedio?
Quali erano le principali macchine da guerra degli Assiri?
Gli Assiri sono famosi per il loro potente esercito esercito, che combatteva in nome del dio Assur. I nobili erano a capo dell’esercito, composto anche da soldati mercenari, cioè persone che venivano pagate per combattere. Gli Assiri combattevano i loro nemici utilizzando “macchine da guerra” e mettendo sotto assedio le città. Assediare una città nemica vuol dire costruire l’accampamento dell’esercito sotto le sue mura per impedire di far entrare il cibo e per assalire poi con le macchine da guerra. guerra Alcuni soldati giungevano dall’acqua vicino alle mura perché erano attrezzati come sommozzatori sommozzatori. Le principali macchine da guerra erano: combattimento carri con le ruote • i carri da combattimento, a raggi che trasportavano gli arcieri, i soldati che combattevano con arco e frecce; diventavano “carri armati” quando erano coperti per proteggere i soldati; d’assedio carri su cui era costruita una torre; • le torri d’assedio, ariete, una lunga trave di legno che terminava • l’ariete con una testa d’ariete in ferro.
Le parole chiave: chiave esercito, assedio, macchine da guerra, sommozzatori, carri da combattimento, torri d’assedio, ariete.
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Testi facilitati corrispondenti alle pagine 48-49 di Nuovi Tr@guardi • Storia 4.
GLI EGIZI
S toria
Le piene del Nilo Dove si sviluppò la civiltà degli Egizi?
Perché la zona attraversata dal Nilo era fertile?
Quando il fiume Nilo straripava?
Che cosa succedeva in seguito alla stagione dell’inondazione?
Quando i contadini riparavano i danni delle piene del fiume?
La civiltà degli Egizi si sviluppò lungo il corso del Nilo Nilo, che formava una stretta pianura in mezzo a una zona desertica. Il fiume Nilo, quando straripava, cioè quando le acque uscivano dal letto del fiume, depositava sul terreno un fango fertile, il limo limo. Durante la stagione dell’inondazione il Nilo allagava il terreno. I contadini offrivano doni alle divinità perché non mandassero piene troppo violente e impetuose. Quando il fiume si era ritirato iniziava la stagione della semina e del raccolto. raccolto I contadini aravano e seminavano. Nella stagione della siccità, siccità quando il clima diventava secco, i contadini raccoglievano i frutti del loro lavoro. Il periodo della siccità era dedicato anche alla riparazione dei canali.
Le parole chiave: chiave Nilo, pianura, limo, stagione dell’inondazione, stagione della semina e del raccolto, stagione della siccità.
Testi facilitati corrispondenti alla pagina 53 di Nuovi Tr@guardi • Storia 4.
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S toria
GLI EGIZI
I regni dei faraoni Chi comandava il popolo degli Egizi? Chi era il faraone?
Chi fu il primo faraone?
Come è diviso il lungo periodo della storia degli Egizi? Quando terminò la storia della civiltà egizia? Quali furono i faraoni più famosi?
L’Egitto era comandato da un re chiamato faraone faraone. Il faraone, pur essendo un uomo, era considerato il figlio di Ra Ra, il Sole. Per questo era adorato come un dio. Il primo faraone fu Menes, un re guerriero che unificò il Basso e l’Alto Egitto in un unico regno. La storia degli Egizi è divisa in tre periodi: Antico Regno, Regno Medio Regno, Regno Nuovo Regno. Regno Gli Egizi combatterono numeroso guerre, ma furono definitivamente sconfitti dai Romani. I faraoni più famosi furono: • Tutankhamon, che morì molto giovane; • Ramses, che fece costruire grandissimi edifici; • Cleopatra, una delle poche regine; con lei l’Egitto passò nelle mani dei Romani.
Le parole chiave: chiave faraone, Ra, Antico Regno, Medio Regno, Nuovo Regno.
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Testi facilitati corrispondenti alle pagine 55-57 di Nuovi Tr@guardi • Storia 4.
GLI EGIZI
S toria
La vita di tutti i giorni nell’antico Egitto Com’erano le case nell’antico Egitto?
Il faraone e i nobili vivevano in palazzi molto grandi, con le pareti dipinte. La gente comune viveva in capanne o abitazioni di fango e paglia.
Come si vestivano gli Egizi?
Gli Egizi indossavano abiti leggeri. Le donne usavano lunghe tuniche e gli uomini corti gonnellini. gonnellini Gli abiti dei ricchi erano di lino, quelli della gente comune erano di semplice tela.
Gli Egizi avevano cura del corpo?
Tutti davano importanza all’igiene igiene personale e utilizzavano creme per proteggersi dai raggi del sole e allontanare gli insetti. Le persone più ricche usavano oli profumati per il corpo, una pasta nera per truccare e proteggere gli occhi e parrucche molto elaborate.
Che ruolo aveva la famiglia? Quali lavori svolgevano gli Egizi?
Come giocavano i bambini?
La famiglia era la base della società. Gli uomini si dedicavano al lavoro nei campi o all’artigianato o erano funzionari e aiutavano il faraone. Le donne più povere si occupavano dei figli e aiutavano nel lavoro nei campi; le più ricche si occupavano della casa. I giochi dei bambini erano con palle di stracci, trottole, bambole e animaletti di argilla e legno. I grandi giocavano a senet, un gioco simile alla dama.
Le parole chiave: chiave palazzi, capanne, lunghe tuniche, corti gonnellini, igiene personale, famiglia, lavoro, giochi dei bambini.
Testi facilitati corrispondenti alle pagine 58-59 di Nuovi Tr@guardi • Storia 4.
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S toria
GLI EGIZI
La religione In che cosa credevano gli Egizi?
Perché le divinità egizie avevano le teste di animali?
Gli Egizi adoravano molte divinità: erano politeisti politeisti. La divinità più importante era Ra Ra, il Sole. Altre divinità erano Osiride, che giudicava i morti; Thot, il dio della scrittura; Anubi, che sorvegliava l’imbalsamazione; Hapi, il dio del Nilo. I primi Egizi adoravano gli animali e gli elementi della natura: il gatto che mangiava i topi e proteggeva i raccolti, la mucca per il latte. Quando gli Egizi cominciarono ad adorare altre divinità le rappresentarono con la testa di animali.
Dove gli Egizi si recavano per adorare le divinità?
Le divinità risiedevano nella loro casa, che era il tempio tempio. Nella stanza sacra era situata la statua della divinità.
Che cosa stava davanti al tempio?
Davanti al tempio c’erano uno o due obelischi obelischi, due grandi pilastri di pietra, che rappresentavano Ra, il Sole.
Che cos’era il viale delle Sfingi?
Per giungere al tempio si percorreva un lungo viale, ai lati del quale erano situate statue con il corpo di leone e il volto umano: le Sfingi Sfingi. Esse facevano da guardiane al tempio.
Le parole chiave: chiave politeisti, Ra, tempio, obelischi, Sfingi.
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Testi facilitati corrispondenti alle pagine 62-63 di Nuovi Tr@guardi • Storia 4.
GLI EGIZI
S toria
Il culto dei morti Perché gli Egizi avevano un grande culto per i defunti? Come gli Egizi si prendevano cura dei morti?
Perché il cuore non veniva estratto dal corpo?
Gli Egizi pensavano che quando una persona moriva avrebbe continuato una nuova vita dopo la morte. morte Quando una persona moriva, il suo corpo doveva conservarsi in buono stato. Per questo il corpo del defunto era sottoposto al trattamento dell’imbalsamazione imbalsamazione e della mummificazione mummificazione. Durante questi trattamenti dal corpo venivano estratti il cervello, il fegato, lo stomaco, i polmoni e gli intestini. Poi il corpo veniva lavato e cosparso di oli profumati. Dopo questa operazione il corpo veniva riempito di segatura e immerso nel sale che impediva che si decomponesse. Dopo molti giorni veniva avvolto in bende di lino. La mummia, così ottenuta, veniva posta in un sarcofago. Gli Egizi credevano che dopo la morte il cuore dovesse essere pesato per stabilire se il defunto potesse avere una nuova vita nell’aldilà. Secondo gli Egizi, il cuore veniva posto su un piatto di una bilancia; sull’altro piatto veniva posta una piuma piuma. Se il cuore pesava più della piuma, voleva dire che il defunto si era comportato male e perciò sarebbe stato divorato da una divinità malvagia; se il cuore pesava meno della piuma, significava che il defunto si era comportato bene e quindi poteva vivere la sua nuova vita.
Le parole chiave: chiave vita dopo la morte, imbalsamazione, mummificazione, cuore, piuma.
Testi facilitati corrispondenti alle pagine 64-65 di Nuovi Tr@guardi • Storia 4.
21
S toria
GLI EGIZI
Le piramidi Dove venivano sepolti i faraoni? Quali sono le piramidi più famose?
Che cosa c’era all’interno della piramide?
Chi erano gli ushabty?
I faraoni sono stati tutti sepolti nelle piramidi?
Chi costruiva le piramidi?
I faraoni e le persone importanti venivano sepolti nelle piramidi piramidi. Le piramidi più famose sono quelle di Cheope Cheope, Micerino e Chefren Chefren. Nella piramide si trovavano diverse stanze: la più importante, quella che conteneva il sarcofago del defunto, era difficile da raggiungere. Nelle stanze si trovavano arredi per la casa, vestiti, gioielli, cibo e gli ushabty ushabty. Gli ushabty erano piccole statue di legno o creta che riproducevano i servitori del faraone. Avrebbero lavorato al suo posto nell’aldilà. Solo i primi faraoni furono sepolti nelle piramidi. Dopo i furti nelle piramidi, i faraoni si fecero seppellire in tombe scavate nella roccia nella Valle dei Re e nella Valle delle Regine. Regine La costruzione delle piramidi era affidata per lo più a schiavi e a contadini che lavoravano durante il periodo della siccità.
Le parole chiave chiave: piramide, Cheope, Micerino, Chefren, ushabty, Valle dei Re, Valle delle Regine.
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Testi facilitati corrispondenti alla pagina 66 di Nuovi Tr@guardi • Storia 4.
GLI EGIZI
S toria
La scrittura egizia Gli Egizi conoscevano la scrittura?
Tutti gli Egizi sapevano scrivere?
Gli Egizi hanno sempre usato la scrittura geroglifica?
Gli Egizi, per scrivere scrivere, usavano segni molto particolari: i geroglifici geroglifici. Geroglifico significa “segno segno sacro”; sacro la scrittura egizia è chiamata “scrittura geroglifica”. La scrittura egizia era molto particolare e difficile da imparare. Solo poche persone la conoscevano: gli scribi scribi. Gli scribi erano maschi, di famiglie molto ricche, ma ci furono anche alcune femmine che diventarono scribi. La scrittura geroglifica era difficile: per questo, con il passare del tempo, è stata semplificata semplificata, in modo che potesse essere usata, cioè letta e scritta, da un numero maggiore di persone.
Le parole chiave: chiave scrivere, geroglifici, segno sacro, scribi, scrittura più semplice.
Testi facilitati corrispondenti alla pagina 67 di Nuovi Tr@guardi • Storia 4.
23
S toria
LE CIVILTÀ DEI FIUMI D’ORIENTE
Gli Indi
Una civiltà di commercianti
Dove è sorta e si è sviluppata la civiltà degli Indi?
Quale pianta cresceva in abbondanza in queste zone? Quali attività svolgevano gli Indi?
Che cosa causò la fine della civiltà degli Indi? Come vivevano gli Indi?
Nella Valle del fiume Indo si sviluppò la civiltà degli Indi. Come i fiumi Tigri, Eufrate e Nilo, anche l’Indo durante le piene straripava e depositava sul terreno il limo limo, il fango fertile. Il terreno della Valle dell’Indo era particolarmente adatto alla coltivazione di una pianta tessile: il cotone cotone. Il terreno fertile permetteva di praticare l’agricoltura e l’allevamento. Gli Indi erano anche commercianti commercianti: vendevano i tessuti di cotone. Un brusco cambiamento del clima e l’arrivo degli Arii Arii, una popolazione guerriera, causarono la fine della civiltà dell’Indo. Gli Indi erano un popolo pacifico. Vivevano in città-stato indipendenti. A capo di ciascuna città vi era una persona che organizzava la costruzione delle dighe, dei canali e dei granai. Presso gli Indi non vi erano grandi differenze sociali tra le persone. Gli Arii divisero la popolazione in caste caste, cioè in rigide classi sociali.
Le parole chiave: chiave Indo, limo, cotone, commercianti, Arii, città-stato, caste.
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Testi facilitati corrispondenti alle pagine 71, 73-75 di Nuovi Tr@guardi • Storia 4.
LE CIVILTÀ DEI FIUMI D’ORIENTE
S toria
I Cinesi
Il popolo della seta Dove è sorta e si è sviluppata la civiltà dei Cinesi?
Chi comandava in Cina?
La famiglia era importante?
In che cosa credevano i Cinesi? Quali furono le invenzioni più importanti?
Il Fiume Giallo e il Fiume Azzurro scorrono in una vasta pianura tra le montagne e il deserto. Anche questi due fiumi dopo le piene depositavano sul terreno un fango melmoso detto loss loss. In queste zone fertili si sviluppò la civiltà dei Cinesi. A capo delle città cinesi vi era un re. Il potere del re passava di padre in figlio. Regnarono così per lunghi anni diverse dinastie dinastie, cioè sovrani che appartenevano alla stessa famiglia. Con il passare dei secoli il territorio cinese fu trasformato in un grande impero che durò per millenni. Nell’antica Cina la famiglia era molto importante. I nonni si prendevano cura dei bambini. Le donne acquistavano importanza quando diventavano nonne. In Cina non vi era una vera religione. Si veneravano gli spiriti degli antenati e divinità legate alla natura. In Cina si diffuse l’allevamento del baco da seta e la lavorazione della seta. I Cinesi inventarono la carta carta, sulla quale scrivevano con una particolare scrittura molto complicata. I segni, tracciati con l’inchiostro, rappresentavano idee e non suoni. Tra le altre invenzioni importanti vi furono i caratteri per la stampa e la polvere da sparo. sparo
Le parole chiave: chiave Fiume Giallo, Fiume Azzurro, loss, dinastia, impero, famiglia, seta, carta, stampa, polvere da sparo.
Testi facilitati corrispondenti alle pagine 71, 77-79 di Nuovi Tr@guardi • Storia 4.
25
S toria
VIVERE LUNGO I MARI
Il Mediterraneo Quando il Mar Mediterraneo divenne importante?
Quali vantaggi portò la navigazione per mare?
Perché si semplificò la scrittura?
Che cos’erano le colonie?
Il Mar Mediterraneo divenne importante quando gli uomini impararono a costruire imbarcazioni forti e robuste e a orientarsi seguendo il corso del sole e delle stelle. Quando i popoli cominciarono a navigare e a raggiungere le terre oltre il mare aumentò lo scambio di merci. merci Si abbandonò il baratto, cioè lo scambio diretto di merci, e si cominciò a usare la moneta moneta. Gli artigiani impararono a lavorare i materiali in modo più raffinato perché dovevano vendere oggetti sempre più belli e preziosi. In questo periodo si semplificò anche la scrittura perché con i commerci si incontravano popoli che parlavano molte lingue diverse. Occorreva dunque scrivere con caratteri più comprensibili e semplici perché molte più persone potessero imparare a scriverli e a leggerli. Gli spostamenti per mare erano pericolosi a causa delle tempeste; inoltre sulle navi non si poteva trasportare cibo per lungo tempo. Occorreva trovare luoghi in cui fermarsi per fare i rifornimenti. Nacquero così le colonie colonie, cioè territori che appartenevano ai popoli che vi arrivavano via mare.
Le parole chiave: chiave Mar Mediterraneo, orientarsi, scambio di merci, moneta, artigiani, scrittura, colonie.
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Testi facilitati corrispondenti alle pagine 87, 90-91 di Nuovi Tr@guardi • Storia 4.
I FENICI
S toria
I Fenici
Il popolo della porpora e del vetro Che cos’era la Terra di Canaan?
Chi si stabilì nella Terra di Canaan?
Lungo le coste del Mediterraneo si trovava una piccola striscia di terra pianeggiante: era la Terra di Canaan. Canaan Non era molto fertile, ma poteva essere coltivata. Qui si stabilirono alcune tribù che avevano imparato a navigare: i Fenici Fenici, termine che vuol dire “popolo della porpora porpora”. Essi infatti ricavavano una tintura per i tessuti chiamata, appunto, porpora.
Com’era organizzato il territorio dei Fenici?
I Fenici, nella terra di Canaan, fondarono alcune città-stato. A capo di ciascuna città-stato c’era un re re, che era consigliato dai mercanti e dai proprietari delle grandi imbarcazioni. Le città fenicie non formarono mai un unico regno.
Perché erano importanti i proprietari delle navi?
Gli armatori navali, navali cioè i proprietari delle imbarcazioni, erano importanti. Le imbarcazioni erano fondamentali per trasportare e commerciare le merci.
Dove sorsero le colonie fenicie?
L’attività principale dei Fenici era il commercio e i commercianti fondarono numerose colonie colonie, cioè luoghi dove vendere i prodotti degli artigiani fenici e comprare i prodotti di altri popoli. Le principali colonie fenicie si trovavano a sud della Spagna e dell’Italia.
Le parole chiave: chiave Terra di Canaan, Fenici, porpora, città-stato, re, armatori navali, commercio, colonie.
Testi facilitati corrispondenti alle pagine 93, 95-96 di Nuovi Tr@guardi • Storia 4.
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S toria
I FENICI
Le conoscenze dei Fenici Con quale materiale i Fenici costruivano le navi?
Che cos’era la porpora?
Quale altro materiale lavoravano i Fenici?
Perché i Fenici inventarono la scrittura alfabetica?
In che cosa credevano i Fenici?
I Fenici costruirono grandi navi per trasportare le merci da commerciare. Il legno utilizzato per costruire queste navi era il cedro del Libano che cresceva sulle montagne della Terra di Canaan. I Fenici erano abili artigiani. Producevano la porpora porpora, una tintura di un particolare rosso che si otteneva dal murice murice, un tipo di mollusco rinchiuso in una conchiglia. Questa tintura, con la quale coloravano i tessuti, era molto preziosa perché occorrevano molti murici per produrne una piccola quantità. Solo le persone molto ricche potevano permettersi abiti color porpora. I Fenici erano molto abili anche nel lavorare il vetro vetro, un materiale che ottenevano fondendo la silice, una sostanza di cui è formata la sabbia. Gli artigiani producevano bellissimi vasi di vetro colorato. I Fenici, essendo commercianti, dovevano utilizzare un sistema di scrittura molto semplice. Per questo inventarono la scrittura alfabetica, alfabetica cioè una scrittura in cui a ciascun suono corrisponde un segno. I Fenici erano politeisti e le divinità principali erano il creatore dell’Universo e la dea dell’amore.
Le parole chiave: chiave cedro del Libano, porpora, murice, vetro, scrittura alfabetica, politeisti.
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Testi facilitati corrispondenti alla pagina 97 di Nuovi Tr@guardi • Storia 4.
GLI EBREI
S toria
Gli Ebrei
Il popolo errante e monoteista Dove vivevano gli Ebrei? Che cosa fece Abramo?
Come era organizzata la società degli Ebrei? Perché gli Ebrei andarono in Egitto? Quando gli Ebrei fuggirono dall’Egitto?
Gli Ebrei erano tribù che vivevano in Mesopotamia Mesopotamia. Abramo un patriarca, cioè un capo delle tribù, Abramo, lasciò con la sua gente la Mesopotamia. Cercava la terra che il loro dio aveva promesso al suo popolo e la trovò nella Terra di Canaan. Canaan Gli Ebrei erano divisi in dodici tribù, tribù ciascuna guidata da un patriarca patriarca. Gli Ebrei erano pastori e, quando vi fu una terribile carestia, le tribù si rifugiarono in Egitto Egitto. Quando il faraone li ridusse in schiavitù, Mosè guidò la fuga delle tribù ebree dall’Egitto verso la Terra di Canaan.
Chi furono i re più importanti?
Le tribù degli Ebrei si riunificarono e fondarono un regno. I re più importanti furono Saul, Davide e Salomone. Il regno fu attaccato durante gli anni da diversi nemici ed ebbe fine quando giunsero i Romani.
Qual era la religione degli Ebrei?
Gli Ebrei erano monoteisti monoteisti, cioè credevano in un solo dio. Seguivano i Dieci Comandamenti, Comandamenti le leggi che Mosè diceva di aver ricevuto direttamente da Dio.
Le parole chiave: chiave Mesopotamia, Abramo, Terra di Canaan, dodici tribù, patriarca, Egitto, Mosè, re, monoteisti, Dieci Comandamenti.
Testi facilitati corrispondenti alle pagine 101-102 di Nuovi Tr@guardi • Storia 4.
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S toria
LE CIVILTÀ DEL MAR EGEO
Il Mar Egeo Dove si trova il Mar Egeo? Quali particolarità ha il Mar Egeo?
Quali luoghi favorevoli all’insediamento vi sono nel Mar Egeo?
Quali civiltà si svilupparono nei luoghi del Mar Egeo?
Il Mar Egeo è una piccola parte del Mar Mediterraneo. Nel Mar Egeo vi sono molte isole che permettevano alle imbarcazioni di percorrere brevi tratti di mare aperto. Raggiungere punti dove fermarsi e fare rifornimento di acqua e di cibo non era difficoltoso. Tra le isole che si trovavano nel Mar Egeo, l’isola di Creta aveva una posizione molto favorevole. Un altro punto dove chi si spostava per mare trovava approdi e un clima ideale era il Peloponneso Peloponneso, una penisola a nord di Creta. A Creta si sviluppò la civiltà dei Cretesi Cretesi, nel Peloponneso la civiltà degli Achei Achei.
Le parole chiave: chiave Mar Egeo, isole, Creta, Peloponneso, Cretesi, Achei.
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Testi facilitati corrispondenti alla pagina 107 di Nuovi Tr@guardi • Storia 4.
I CRETESI
S toria
I Cretesi
Il popolo della civiltà minoica Come viene chiamata la civiltà dei Cretesi? Che cosa fece Minosse?
La civiltà dei Cretesi è detta anche minoica minoica, da Minosse Minosse, il re più famoso di questo popolo. Minosse, secondo il mito, fece costruire un labirinto, dove teneva prigioniero il Minotauro Minotauro, un mostro feroce.
Qual era la città più importante?
A Creta vi erano molte città indipendenti, governate Cnosso. da un re. La città più importante era Cnosso
A che cosa si dedicavano i Cretesi?
artigiani, commercianti e navigatori navigatori. I Cretesi erano artigiani Il commercio di ceramiche, avorio e pietre preziose permetteva alla maggior parte dei Cretesi di avere un discreto benessere.
I Cretesi facevano molte guerre?
I Cretesi erano un popolo pacifico. pacifico
Che cos’è il salto del toro?
I giovani delle classi più ricche si dedicavano allo sport. L’esercizio più famoso era il salto del toro. toro
Quando ebbe fine la civiltà cretese?
Achei, La civiltà cretese finì quando sull’isola giunsero gli Achei un popolo guerriero che veniva dal Peloponneso.
Le parole chiave: chiave civiltà minoica, Minosse, Minotauro, Cnosso, artigiani, commercianti, navigatori, popolo pacifico, salto del toro, Achei.
Testi facilitati corrispondenti alle pagine 109-111 di Nuovi Tr@guardi • Storia 4.
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S toria
GLI ACHEI
Gli Achei
Il popolo della civiltà micenea Per che cosa sono conosciuti gli Achei?
Come erano governati gli Achei?
Perché la civiltà achea è detta anche micenea?
Come erano le città degli Achei? Gli Achei erano un popolo pacifico?
Qual era il principale lavoro? Quali erano i compiti degli aristocratici?
Gli Achei sono conosciuti per il racconto della guerra di Troia. Troia Gli eroi più famosi degli Achei sono Ulisse e Achille. Gli Achei erano tribù di pastori che lasciarono le loro terre a nord e arrivarono sulle coste dell’Egeo dove il clima era mite. Fondarono molte città-stato governate da un re guerriero. guerriero La città più importante era Micene Micene, perciò la civiltà degli Achei è chiamata micenea micenea. La città-stato, circondata da grandi mura, sorgeva su un’altura perché era più facile difenderla. Gli Achei combatterono molte guerre e occuparono il territorio dei Cretesi; da loro impararono a lavorare la ceramica, i tessuti e i gioielli. Gli Achei furono sconfitti dai Dori Dori, un altro popolo nomade che veniva dal nord. Molti Achei si dedicarono al commercio e diventarono ricchi. Gli aristocratici più ricchi consigliavano il re nel governo della città. Gli aristocratici avevano anche il compito di guidare l’esercito in guerra.
Le parole chiave: chiave guerra di Troia, città-stato, re guerriero, Micene, micenea, Dori, commercio, aristocratici.
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Testi facilitati corrispondenti alle pagine 115-116 di Nuovi Tr@guardi • Storia 4.
Nuovi
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Storia
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ambito SCIENTIFICO
ISBN per l’adozione: 978-88-468-4189-6
• Sussidiario Scienze e Tecnologia con Quaderno operativo 4: 96 + 72 pagine • Sussidiario Matematica con Quaderno operativo 4: 144 + 96 pagine • Quaderno delle Verifiche Matematica-Scienze-Tecnologia 4: 48 pagine • La Mia Matematica Attiva 4-5: 144 pagine
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