Il Nuovo Che Vita 3

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Dal Bianco | Fiorini | Marana

IL NUOVO

vita! 3

che

VOLUME UNICO

IRC per la scuola secondaria di I grado Flip Book scaricabile dal sito www.elilaspigaedizioni.it/libridigitali con la versione digitale e interattiva del testo con tantissime risorse, tutti gli audio, i video, le espansioni digitali a disposizione e la possibilità di trasformare i testi rendendoli ad alta leggibilità (modifica di carattere, sfondo, sintetizzatore vocale).

Contenuti di Religione riferibili agli obiettivi dell’Agenda 2030.

Il testo è di grande pregio. Gli argomenti sono sempre calati nella realtà esperienziale degli alunni e il linguaggio è adeguato e stimolante. La rubrica “A scuola di benessere” è ben calibrata rispetto all’età dei ragazzi e propone esercizi utili per la riflessione personale e il confronto con i compagni e può anche essere una risorsa per il docente per meglio conoscere i propri alunni. Le attività proposte dalla rubrica “A mente aperta” possono essere utilizzate per il dialogo e la riflessione e sono una risorsa in fase di valutazione dei ragazzi. Le videolezioni “Dentro l’opera” sono ben calibrate e possono servire anche per progetti interdisciplinari.

PER LO STUDENTE Volume per lo studente + Libro digitale

IL NUOVO che vita!

ELI LINK la comodissima APP che ti consente di accedere subito a tutti gli audio e i video del corso direttamente con lo smartphone o tablet. Scopri come su www.elilaspigaedizioni.it/elilink.

Riguardo il corso così si è espressa la Conferenza Episcopale Italiana rilasciando il nulla osta:

Dario Dal Bianco | Nicola Fiorini | Antonio Marana

IL NUOVO 3

vita!

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IRC per la scuola secondaria di I grado

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VOLUME 3

Fascicolo operativo “Viaggio nell’Italia religiosa” Vangelo e Atti degli Apostoli

PER L’INSEGNANTE • Guida didattica

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• Fascicolo Onlife • Guida “Viaggio nell’Italia religiosa” • Materiali dedicati per la DDI su www.chevitaonline.it • Abbonamento annuale a una rivista San Paolo

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• Volume “Concorso IdR: materiali per la preparazione”

VIAGGIO NELL’ITALIA RELIGIOSA

COPIA SAGGIO SS1052-06P


IL NUOVO

vita!

che

IRC per la scuola secondaria di I grado

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Presentazione Affrontare la meravigliosa avventura della vita è, essenzialmente, un grande grandissimo mettersi in gioco. È un provare quell’ebbrezza elettrizzante che ti fa esclamare di tanto in tanto “che vita!”. “Che vita!” dinanzi a qualcosa di bello, “che vita!” dinanzi a qualcosa di brutto. Ma è la vita, soprattutto è la tua vita. Ah, permetti che ci presentiamo: siamo gli autori di questo corso e abbiamo ben impressi in noi i volti dei nostri alunni. Anzi, proprio tenendo a mente i loro sguardi, i loro dubbi e le loro emozioni, ci siamo ripromessi di scrivere qualcosa che parlasse realmente della vita e delle sue sfide. Questo che ti offriamo un testo di Religione per la scuola che, presentandoti i suoi contenuti caratteristici, non ignora l’avventura di chi, come te, deve costruire la sua persona per affrontare il meraviglioso e imprevedibile viaggio che è l’esistenza. Nelle prossime pagine ti spiegheremo come è strutturato questo libro e quali sorprese ti riserva, ma ti lasciamo ora al tuo cammino, con l’augurio che tu possa sorprenderti di fronte alle cose che scoprirai e sperimenterai, fino ad esclamare con stupore: Che vita! Gli Autori

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INDICE GENERALE

Sezione 1: A BAT T IT O ACCELERAT O

A MENT E APERT A 10

1

12 ABITUARE GLI OCCHI ALLA PENOMBRA Che emozioni! vergogna 13

2 3 4 5 6 7

QUANDO NON CI SI INTENDE: IL CASO GALILEI

14

E DIO CI MISE UN LIKE

16

LA TEORIA DI GEORGE

20

CHIAMATI AD AMARE

24

I LINGUAGGI DELL’AMORE

26

L’AMORE: DONO O CONSUMO?

30

A MENT E APERT A

Quale immagine di donna? 31

8

SESSUALITÀ: QUALE DONO?

32

9 ”AGAPE”: IDEALE DI UN AMORE PIÙ ALTO 34 10 CON LETIZIA E FRATERNITÀ 36 LE VIE DELLA BELLEZZA

l’Albero della Vita di Chagall 38

Cosa è bene e male 55

LE VIE DELLA BELLEZZA

La vocazione di Matteo di Caravaggio

COMPIT O DI REALTÀ Al Giffoni Film Festival

A SCUOLA DI BENESSERE

Verso il futuro consapevolmente 60

Sezione 3: IL MONDO CHE VORREI 13 OLTRE A ME, OLTRE A TE 14 IMAGINE: RELIGIONE E SOCIETÀ 15 CRESCERE: RELAZIONI E MODELLI DI VITA 16 UNA VITA... ONLIFE

64 66 68

A MENT E APERT A

Chi è il vero debole? 75

V ERIF ICHIAMO 40

COMPIT O DI REALTÀ

Orientarsi nel viaggio della vita 42

62

74 Che emozioni! rabbia 74

LE VIE DELLA BELLEZZA

A SCUOLA DI BENESSERE

57

V ERIF ICHIAMO 58

COMPIT O DI REALTÀ

Il decalogo dell’amicizia 39

56

Il buon samaritano di Van Gogh 76 Indagine statistica socio-religiosa 77

V ERIF ICHIAMO 78 A SCUOLA DI BENESSERE

Con un sogno nel cuore 80

Sezione 2: OUT SIDER DELLA VITA

44

11 VERI UOMINI, VERE DONNE

46

12 VERI UOMINI, VERE DONNE

50

Che emozioni! orgoglio 49

Annalena Tonelli, Pier Giorgio Frassati,

Don Giuseppe Diana

4

Don Carlo Gnocchi, Carlo Acutis,


Sezione 4: S PECCHIO RIF LESSO 17 IO DINANZI A ME 18 CHI È L’UOMO? 19 IO “SONO” UN CORPO 20 IL LIMITE: CONFINE O SOGLIA? 21 DALLA GENESI ALLA LAUDATO SI’ 22 L’UOMO TRA EFFICIENZA E CULTURA

DELLO SCARTO

82 84 86 88 92

Che emozioni! meraviglia 121

27 LA DIFFUSIONE DELLE RELIGIONI NEL MONDO

122

28 APPROFONDENDO L’EBRAISMO 29 APPROFONDENDO L’ISLAM 30 APPROFONDENDO L’INDUISMO 31 APPROFONDENDO IL BUDDHISMO 32 APPROFONDENDO IL CONFUCIANESIMO 33 APPROFONDENDO IL TAOISMO

124

34 APPROFONDENDO IL SIKHISMO

160

Un selfie ad ogni costo? 101

La Pentecoste di El Greco

118

96

A MENT E APERT A

LE VIE DELLA BELLEZZA

116

A MENT E APERT A

23 FENOMENO ANTISEMITISMO 98

DI ESSERE VISSUTA?

25 IL CONCILIO VATICANO II 26 LA CHIESA E IL DIALOGO INTERRELIGIOSO

114

94

Che emozioni! disgusto 97

24 CHE COSA RENDE LA VITA DEGNA

Sezione 5: U MANITÀ, ARRIVO!

102 108

COMPIT O DI REALTÀ

Smascheratori di fake 109

V ERIF ICHIAMO 110 A SCUOLA DI BENESSERE Disposti a dare il meglio 112

Dinanzi agli estranei 123

128 134 142 148 154

LE VIE DELLA BELLEZZA

Il giudizio finale di Michelangelo 162

COMPIT O DI REALTÀ

Unici e irripetibili 163

V ERIF ICHIAMO 164 A SCUOLA DI BENESSERE

Con la cartina in mano 166

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Proprio così, il tuo nuovo libro di Religione cattolica è una vera e propria “botta di… vita” Non vi troverai niente di noioso o lontano dalla tua vita. Te lo presentiamo brevemente.

Il testo è diviso in 15 sezioni che si aprono con: • titolo che sintetizza le unità comprese; • sommario delle unità; • videointervista a coetanei; • obiettivi perseguiti; • compiti di realtà della sezione; • proposte di classe capovolta della sezione • altri box e rubriche.

Ognuna delle 15 sezioni contiene più Unità di lavoro, alcune delle quali sono di speciale approfondimento. Preparati a una vera e propria giostra delle emozioni, perché in ogni sezione abbiamo ben nascosto una rubrica denominata Che emozioni!, nella quale proponiamo ogni volta un’emozione diversa a diretto contatto con la tua esperienza e in connessione con le tematiche svolte.

EHI, PROF! Abramo… Quello che voleva uccidere suo figlio? Ma dico, si può?!?

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Il box Ehi, prof! farà al tuo insegnante le domande che avresti sempre voluto rivolgergli.


A conclusione di ogni sezione tematica del corso troverai una rubrica chiamata A scuola di benessere. Due tuoi amici speciali - lo psicologo Davide e l’educatore Carlo - ti accompagneranno in una elettrizzante avventura alla scoperta di te stesso e del tuo mondo interiore più profondo.

TOCCA A TE

In queste unità noterai la presenza di numerosi pit-stop, ovvero box con diverse proposte di attività:

APPROFONDIMENT O

Chiedi ai tuoi compagni di classe la loro provenienza; sulla base delle informazioni presenti in questo capitolo, cerca di indovinare la religione che professano.

Il misterioso nome di Dio: JHWH

Conoscere il nome di una persona, soprattutto nelle culture antiche, significa conoscerla in profondità ed essere in relazione con essa. Gli ebrei ritengono che nessuno possa essere degno di stare direttamente al cospetto di Dio, quindi non ne pronunciano mai il nome (“Io-Sono”, “Io Sono Colui Che Sono”

Troverai inoltre degli spazi chiamati Filo rosa, come occasione di uno sguardo al femminile sulla realtà religiosa che stai approfondendo.

COMPITO DI REALTÀ

ROVESCIAMO LA CLASSE

Mini interviste Realizzate in piccoli gruppo delle interviste a persone provenienti da altri paesi e religioni del mondo. Quali sono le feste più importanti nel loro Paese?

Signore e signori, i vizi! Create a gruppetti una vostra raffigurazione dei vizi, ambientandola ai giorni nostri. Potete utilizzare anche immagini tratte da internet o da giornali e riviste.

Di tanto in tanto incontrerai anche dei box di approfondimento, li riconosci dal loro colore verde.

FILO ROSA La violenza contro le donne Secondo l’agenzia giornalistica ANSA in Italia ogni anno vengono uccise oltre cento donne da uomini. Spesso ad ammazzarle sono proprio coloro che dovrebbero amarle: compagni, fidanzati e mariti.

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Ogni sezione contiene un importante dossier dedicato ad un’opera d’arte inerente le tematiche svolte. Intitolato Le vie della Bellezza, è collegato a un video e a un fascicolo scaricabile online.

ne i l n o ibile

s s e c c a

Scopri le coinvolgenti attività della rubrica A mente aperta per divenire capace di ragionare in modo critico con la tua testa.

Allegato al corso è il fascicolo Viaggio nell’Italia religiosa realizzato da insegnanti di tutto il Paese per farti conoscere le interessantissime caratteristiche religiose di ogni Regione.

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A conclusione di ogni sezione ti proponiamo uno speciale compito di realtĂ e delle verifiche.

Il corso è anche ...onlife, disponibile come libro digitale. In esso troverai molti approfondimenti e la versione liquida del testo, adattabile ad ogni esigenza. Visita anche www.chevita.net e www.chevitaonline.it.

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sezione

A BAT T IT O ACCELERAT O

1. Abituare gli occhi alla penombra 12 2. Quando non ci si intende: il caso galilei 14 3. E Dio ci mise un like 16 4. La teoria di George 20 5. Chiamati ad amare 24 6. I linguaggi dell'amore 26 7. L'amore: dono o consumo? 30 8. Sessualità: quale dono? 32 9. ''Agape'': ideale di un amore più alto 34 10. Con letizia e fraternità 36 L'Albero della Vita di Chagall

V ERIF ICHIAMO COMPIT O DI REALTÀ VALUT AT IVO

OSA I C O A ECC OPRIR SC Ti confronterai con le possibili crisi di testa o di cuore. Capirai come scienza e fede siano sguardi distinti e complementari. Approfondirai la visione cristiana dell’affettività.


LA VIDEOINT ERVISTA #iniziamocosì

A SCUOLA DI BENESSERE Orientarsi nel viaggio della vita 42 A MENTE APERTA Quale immagine di donna? 31 CHE EMOZIONI! Vergogna 13 ROVESCIAMO LA CLASSE L’amore nelle canzoni Voglia di corteggiamento…

25 29

FILO ROSA Fabiola Gianotti fisica italiana La violenza contro le donne Un prete per le donne “schiave”

23 25 33

ADDOMESTICARE LE PAROLE Pomo d’Adamo

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BOX E RUBRICHE


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ABIT UARE GLI OCCHI ALLA PENOMBRA

Se si cammina di notte due cose sono importanti: avere delle fonti di luce e non essere soli.

È strano diventare adolescenti. È un po’ come andar di notte. La strada, un tempo, era perfettamente illuminata dalle torce degli adulti: dai loro consigli, dai loro “si fa così, guarda, ti aiuto io...”. Ma ora si comincia a far da soli, si accende la propria piletta e via! Ci sono tratti esaltanti, in cui ti lanci in avanti confidando nell’istinto; ti capita di andar via a grandi passi e di dire addirittura ai tuoi coetanei: “di qua ragazzi, conosco il sentiero!”. A tratti la strada si fa improvvisamente più scura, incerta, con bivi sconosciuti, scelte da fare e ti ritrovi con un po’ di fiato corto... Ti chiedi se le direzioni che ti hanno insegnato siano proprio giuste. In più, ogni tanto sei distratto: al tuo fianco si avvicina qualcuno di... interessante e ti ritrovi a guardarlo, a guardarla e a sperare che ti veda a sua volta. Che strano camminare con il battito accelerato!

EHI, PROF! Ci sono dei momenti in cui mi sento in crisi... Non so se dar ascolto al cuore o alla ragione... A volte mi sento timido, altre volte sfrontato... e mi vergogno...

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Unità 1

Abituare gli occhi alla penombra

Per il viaggio la tua torcia deve avere una buona luce. E questa luce deve arrivare dal cuore e dalla testa. Bisogna imparare ad amare e a ragionare. A volte i sentimenti e i ragionamenti si attorcigliano e bisogna avere pazienza. Al buio, dietro a un muro puoi immaginare le cose più spaventose. Ma basta che torni un po’ di luce per accorgersi che non c’era chissà che da temere. Gli occhi a poco a poco si abituano alla penombra e riesci a ...vedere. Il mondo dell’adolescenza è un mondo un po’ complicato: la paura di inciampare sotto lo sguardo degli altri è forte.

vergogna

Secondo la psicologia attuale, la vergogna è una delle emozioni più frequenti; si verifica quando non riceviamo l’approvazione che ci aspettiamo (da noi stessi o dagli altri), oppure quando temiamo di non essere all’altezza di un compito. Negli adolescenti tale emozione può esprimersi in due modalità opposte: la timidezza o la sfrontatezza. Anche quest’ultima, infatti, può essere una delle “maschere della vergogna”.

Ci avevi mai pensato? Ma chi impara a conoscere ciò che ha dentro e ciò che ha attorno è forte a sufficienza. Cuore e testa collegati sono una luce potente. Possono rischiarare la strada. E dare la forza di sorridere di se stessi dopo gli inevitabili capitomboli. Non hai idea di quello che sarai in grado di fare con testa e cuore collegati. Avanti! In marcia.

Periodi di “penombra”, se non addirittura bui, li ha avuti anche la storia dell’umanità, e anche della comunità cristiana, lungo i secoli. Anche lì non sempre mente e cuore sono stati in collegamento. Parallelamente ai tuoi vissuti, in tal senso, affronteremo ora anche queste e altre tematiche. Una storia viva, insomma.

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QUANDO NON CI SI INT ENDE: IL CASO GALILEI EHI, PROF!

Ma i cristiani possono essere scienziati?

Il "caso" Galilei

Nel 1633 il sant’Uffizio condannò la dottrina dello scienziato Galileo Galilei che, rifacendosi a Niccolò Copernico e Giovanni Keplero, affermava non che non era il Sole a girare attorno alla Terra, ma viceversa. Si tratta, come capirai, di un fatto piuttosto grave, dal momento che Galileo stava cercando di dimostrare una teoria che in seguito... si sarebbe dimostrata vera! Come mai un simile uomo fu condannato? Justus Sustermans, Ritratto di Galileo, 1936, Uffizi, Firenze.

TOCCA A TE Cosa ci succede quando riteniamo vera una cosa che si dimostra essere falsa nella realtà? Prova a fare un esperimento con i piccoli falsi miti, che la gente ritiene attendibili. Qualche esempio: “i camaleonti cambiano colore soprattutto per mimetizzarsi”; “la Muraglia Cinese si vede anche dalla luna”. Verifica l’esattezza di queste affermazioni e annota le tue sensazioni.

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La contesa scientifica

Le antiche convinzioni circa la Terra al centro dell’universo cominciarono dal 1400 in poi a sgretolarsi. Ne nacquero accese discussioni scientifiche che Galileo supportava con l’aiuto di uno strumento inventato in Olanda: il cannocchiale. Egli stava così inaugurando un nuovo metodo di fare scienza, il metodo scientifico sperimentale, che cioè si serve dell’esperienza. Ma la scienza fino ad allora si affidava a ragionamenti, non ad esperimenti. E fu così che Galileo fu incompreso, non solo dalla Chiesa, ma anche da coloro che si occupavano di scienza, perché stava facendo scienza in un modo nuovo.

Le idee rivoluzionarie di Galileo non spiazzarono soltanto gli uomini di Chiesa, ma anche molti suoi colleghi del mondo scientifico.


Unità 2

Quando non ci si intende: il caso Galilei

Un vero e proprio processo

Alcuni esponenti della scienza e della Chiesa appoggiavano Galileo, altri lo osteggiavano. Il tribunale ecclesiastico, intanto, invitò lo scienziato ad insegnare le sue teorie soltanto come ipotesi e non come un dato acquisito. Galileo accettò l’invito della Chiesa, tuttavia non scelse un approccio prudente... Pubblicò un’opera intitolata Dialogo sopra i massimi sistemi (1632), un dialogo immaginario in cui le teorie difese dalla Chiesa erano “messe in bocca” ad un persona veramente “ignorante”. Le reazioni non tardarono ad arrivare. Dopo varie accuse e controaccuse, il tribunale formulò la condanna. Galileo, di fronte alla possibilità di essere torturato, ritirò le sue teorie.

Cristiano Banti, Galileo davanti all’Inquisizione, 1857, Palazzo Foresti, Carpi.

La questione dell’interpretazione della Bibbia Perché questo caso interessa così da vicino il tema del rapporto tra scienza e religione? • Tieni conto che gli avversari di Galileo citavano contro di lui proprio la Bibbia, autorità indiscussa. In effetti, nel libro di Giosuè il condottiero israelita prega con queste parole: “Férmati, sole, su Gàbaon, luna, sulla valle di Àialon”. Il significato letterale di queste parole, riferendosi al movimento del Sole, suonava come una conferma del geocentrismo. • Inutile dire che, in realtà, a Giosuè non importava nulla del movimento dei pianeti: egli, pregando, chiedeva più ore di luce per poter ottenere una piena vittoria su un popolo nemico (gli Amorrei). Ma ecco il punto. I giudici di Galileo erano, invece, fermi ad una lettura letterale delle Scritture, incapaci di comprendere che alla Bibbia importa il rapporto con Dio, non il movimento dei pianeti. Papa Giovanni Paolo II, esaminando questo caso delicato, si spinse a dire che Galileo (uno scienziato) era più abile nell’interpretare la Bibbia di quanto non lo fossero i suoi contemporanei. Lo scienziato, infatti, affermava che “le Scritture dicono come si vada in cielo [cioè, come si possa giungere in paradiso], non come vada il cielo [cioè, come si muova l’universo]”. Questa clamorosa incomprensione storica non deve però ingannare: nessuna corretta interpretazione della Bibbia può opporsi alla verità.

Chiesa e scienza “tradizionale”

GEOCENTRISMO (Terra al centro)

S T

Copernico (muore nel 1543) Keplero (muore nel 1630)

ELIOCENTRISMO (Sole al centro)

S

T

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E DIO CI MISE UN LIKE

EHI, PROF! Perché la Bibbia non dà delle risposte scientifiche a certe domande?

Forse ricorderai che un bambino attraversa una fase che si chiama l’età dei “perché”. È un periodo in cui i genitori non hanno scampo e vengono bersagliati dai propri figli con le domande più improbabili... Eppure, forse ci fa bene tornare un attimo in quella dimensione, in cui tutto doveva essere svelato. Proviamo a immaginare un bambino sveglio di nome Cesare, di quattro anni, che perseguita il suo papà.

Cesare: Papààà... Papà: Dimmi... Cesare: Perché sono qua io? Papà: Come perché? Cesare: Perché sono qua? Papà: Dunque, è un po’ difficile da spiegare... Quando un papà abbraccia forte una mamma... arriva un bambino. Cesare: Quello lo so. Papà: Come... “lo sai”? Cesare: Me la detto mia sorella. Papà: Che ti ha detto tua sorella? Cesare: Che mamma ha un ovetto e che quando ci entra il semino di papà arriva un bambino. Papà: Tua sorella è più brava di me, a quanto pare... Cesare: Ma perché sono arrivato io? Papà: Perché sei stato... più veloce. Cesare: Veloce? C’era una gara? Papà: Uh, sì... in un certo senso... Cesare: Ma se era più veloce un altro bambino, qui ci arrivava lui?

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Papà: Beh, forse... Ma sei stato più veloce tu . Cesare: Allora ho vinto! Papà: Sì, hai vinto. Bravo, Cesare! Cesare: Perché ho vinto io? Papà: Eh, ...chi è più veloce vince. Cesare: Ma se voleva venire qui un altro bambino? Papà: Noi volevamo te, cucciolo. Cesare: Allora... perché c’era una gara? Papà: ...Tua sorella che ne pensa?...


Unità 3

E Dio ci mise un like

Il problema di questo dialogo - e di altri - è che il papà dà risposte sul come arrivano i bimbi, sul come succedono le cose. Ma suo figlio vuole saperne di più: vuole sapere perché è arrivato lui e non un altro, perché è stato più veloce lui e non un altro. Insomma, con quale scopo? Il piccolo Cesare comincia a chiedersi il significato delle cose e non basterà approfondire il come. Crescerà, inizierà forse a fare meno domande, o chiederà ad altri, imparerà a leggere, ma nessun libro di scienze potrà spiegargli perché lui è sulla Terra, perché ci si innamora, perché alcuni vivono più di altri, perché qualcuno nasce più veloce, più alto, meno alto, più intelligente, meno intelligente, più bello, meno bello, più curioso, meno curioso. Si chiederà se il destino esiste, se esiste il caso, se si è liberi, perché ci siamo. Forse troverà da qualche parte delle risposte, magari piccole... Facciamo il tifo per lui. E per te. E, al di là del racconto provocatorio che ti abbiamo proposto, esiste un mondo di adulti autorevoli e “sapienti” che ti aiuta a crescere.

Creazione ed evoluzione

Quando si cresce si cerca di mettere “insieme i pezzi”. Avrai incontrato nella tua esperienza la scena della creazione di Adamo ed Eva, quale è descritta nella Genesi. In tale racconto Dio sembra creare le cose “immediatamente”. Ad un certo punto avrai sentito che esiste, invece, in campo scientifico la teoria di Charles Darwin, secondo la quale i viventi sono il risultato della millenaria evoluzione di una iniziale forma di vita. In tale prospettiva, l’uomo discenderebbe da un antenato comune della scimmia.

Spesso l’atteggiamento delle persone nei confronti della religione è “segnato” da come – sapientemente o meno – si è risposto ai loro “perché?” pronunciati fin da piccoli.

Evoluzionismo e creazionismo

Più che di “evoluzione” sarebbe conveniente parlare di “evoluzioni”, in quanto tali teorie sono ancora soggetto di studio. Si attendono sue conferme, evoluzioni o smentite.

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SEZIONE 1 A BAT T IT O ACCELLERAT O

PAROLE Creazionismo: teoria che ritiene che il mondo e la vita siano sorti da atti specifici e diretti di creazione divina, come riportato “alla lettera” nella Bibbia, e non da processi naturali come l’evoluzione.

Ecco, nel momento in cui si rimette in ordine “la camera della propria vita”, si può essere tentati di scartare o una o l’altra prospettiva, tenendo per buona l’una o l’altra. Negli USA, per esempio, ma non solo lì, c’è chi rifiuta l’evoluzione e si appella alla Bibbia, facendolo però in un modo che possiamo dire “alla lettera”. È il caso del Creazionismo, che non pensa che il testo sacro offra un racconto “simbolico”. Altri, invece, preferiscono mantenersi aderenti alla scienza e classificare il libro della Genesi come una storiella per i più piccini, anche simpatica, ma via... credere ancora a queste cose!

Aprendo il libro della Genesi

TOCCA A TE Adamo ed Eva sono citati dal cantautore Max Gazzè in una canzone, La favola di Adamo ed Eva. In tale brano essi diventano una specie di metafora. Prova a coglierne il significato ironico.

Hieronymus Bosch, Creazione di Adamo ed Eva (part. dal Trittico del giardino delle delizie), 1480-1490, Museo del Prado, Madrid.

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Ora, va detto che la Chiesa cattolica non rifiuta l’evoluzionismo (notevoli sono state le aperture, ad esempio, di Papa Giovanni Paolo II). Il Cattolicesimo, tuttavia, accoglie il dato rivelato contenuto nella Bibbia, da cui non può prescindere. Ecco il passo in questione. Dio disse: «Facciamo l’uomo a nostra immagine, secondo la nostra somiglianza: dòmini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutti gli animali selvatici e su tutti i rettili che strisciano sulla terra». E Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò: maschio e femmina li creò. [...] Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona. E fu sera e fu mattina: sesto giorno” (Gn 1,26-27.31)


Unità 3 Il testo insegna alcune idee importanti: che all’origine di quanto esiste, compreso l’uomo, c’è Dio; l’uomo è, dunque, creatura, vale a dire un essere che ha dei limiti; tra tutto ciò che esiste, l’uomo (maschio e femmina) è ciò che più assomiglia a Dio; ne è, infatti, l’immagine. L’intelligenza, la capacità di relazione e la libertà dell’uomo ne fanno un esemplare diverso dal rimanente mondo animale; l’uomo è posto al vertice di quanto esiste; a lui spettano il primato e la responsabilità nei confronti della natura; Dio è soddisfatto dopo aver creato l’uomo ed entra in relazione con lui, una creatura che “gli piace”: per la Genesi Dio mette il suo like. Ecco, questo è ciò che la Bibbia insegna a riguardo dell’esistenza dell’uomo. Che egli sia stato plasmato nel corso dei millenni sulla base di una forma di vita primitiva, che egli sia risultato di una evoluzione non cambia le cose.

E Dio ci mise un like

L’uomo è descritto nella Bibbia come un “riflesso” dell’immagine di Dio stesso. Di nessun altro elemento della creazione è detta una cosa così “forte”.

I sei giorni in cui Dio crea l’universo possono essere millenni. Nel linguaggio mitico della Genesi, essi non hanno la pretesa di spiegare il come sono andate le cose. Raccontano un ordine, dicono che non è il nulla o il caso ad aver dato inizio ad ogni cosa. Inoltre, la Chiesa ritiene che, pur nella continuità fisica dell’uomo con le altre forme di vita, ci sia pure un salto, una differenza: una capacità di entrare in relazione con sé e di relazionarsi con ciò che è oltre la sua specie e la sua esistenza. La tradizione cristiana definisce questa finestra “anima”.

AD DOMEST ICARE LE PAROLE

POMO D'ADAMO

IIl pomo d’Adamo è la sporgenza, accentuata nei maschi, della cartilagine tiroidea della laringe nella parte anteriore del collo. Sembra che tale nome derivi, però, da un errore: il latino medievale ha equivocato l’espressione medica ebraica tappuah ha-adam, rendendola con pomo di Adamo, anziché con pomo dell’uomo (adam in ebraico può indicare sia l‘essere umano che il nome proprio Adamo). Naturalmente, a livello popolare le cose sono più fantasiose: c’è chi vorrebbe far risalire l’espressione ad un pezzo di pomo rimasto sul gozzo del primo uomo dopo il peccato!

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LA T EORIA DI GEORGE Big Bang: scienziati e credenti si può!

È possibile affermare il Big Bang e allo stesso tempo credere nella rivelazione data dalla Bibbia? La risposta del 99% della classe probabilmente sarà un no. Probabilmente anche tu pensi lo stesso, vero? La domanda è un trabocchetto ma nasconde un dilemma: come è possibile conciliare scienza e fede, una sembra escludere l’altra. Non si può essere credenti e allo stesso tempo uomini di scienza.

“Mi interessava la verità dal punto di vista della salvezza tanto quanto la verità dal punto di vista della certezza scientifica” (Lemaître, nella foto assieme ad Albert Einstein).

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Non doveva pensarla così l’ideatore della teoria del Big Bang, il fisico e sacerdote cattolico di origine belga: Georges Edouard Lemaître. Nel 1927 George pubblicò la sua teoria chiamata “l’atomo primigenio” che, partendo dalla teoria della relatività di Einstein, affermava l’origine dell’universo e del tempo a partire da un’esplosione iniziale. Precedentemente si riteneva che l’universo esistesse da sempre, in poche parole che fosse eterno. In un primo tempo le affermazioni di George vennero tacciate di ridicolo da chi riteneva che questo prete volesse dimostrare qualcosa in linea con l’idea creatrice di Dio attraverso questa teoria del “grande scoppio”, il Big Bang, nome usato per ridicolizzare la scoperta. Anche Einstein in un primo momento non lo prese sul serio. In un secondo momento, però, da uomo di scienza tornò sui suoi passi e lo appoggiò. I numeri e i dati non sono opinioni e quello scienziato belga ci aveva visto giusto: l’universo, lo spazio e il tempo hanno avuto un origine.


Unità 4

La teoria di George

Le domande della scienza e della fede

Lemaître era consapevole che scienza e fede fossero due ambiti distinti attraverso i quali l’uomo può camminare alla ricerca della verità. Lemaître diceva di se stesso: “Esistono due vie per arrivare alla verità. Ho deciso di seguire entrambe... la scienza non ha cambiato la mia fede nella religione e la religione non ha mai contrastato le conclusioni ottenute dai metodi scientifici”.

PAROLE Empirico: ciò che è misurabile. Immanente: ciò che possiamo vedere, sentire, toccare, misurare, conoscere con i sensi.

La scienza attraverso dati empirici studia ciò che è immanente cercando di rispondere fondamentalmente a due domande: COME? QUANDO? Il tentativo di rispondere a questi quesiti è un percorso infinito, perché ogni scoperta e ogni risposta nasconde in sé molte altre domande che fanno continuare la ricerca. Il cuore dell’uomo ha però una sete più profonda di verità, di quelle verità che rispondano anche alle domande di senso da cui nasce il senso religioso.

EHI, PROF! Ma fin dalle elementari a religione ci hanno detto che Dio ha creato il mondo in sette giorni!

Il rapporto tra scienza e fede può apparire in tensione, perfino contrasto, mentre in realtà per i cristiani è possibile una preziosa sinergia.

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SEZIONE 1 A BAT T IT O ACCELLERAT O

PAROLE Trascendente: che va oltre la capacità di vedere, sentire, toccare, misurare, conoscere. Metafisico: ciò che va oltre la fisica, cioè la natura; l’anima per esempio non è percepibile con i sensi, è qualcosa di cui si intuisce la presenza ma non si può misurare o pesare.

La fede infatti si basa sul trascendente e parla di ciò che è metafisico, cioè su qualcosa che va oltre ciò che è sensibile. Il testo di Genesi attraverso un racconto che è poetico e sapienziale vuole dire qualcosa proprio sull’origine del mondo. Ma, attenzione, non origine in senso cronologico, quanto sostanziale. Ciò che è alla base, a fondamento di tutto. Ecco che le domande che segue l’uomo di fede sono principalmente: Chi ha dato origine a tutto? Cos’è l’uomo? Perché la creazione? Perché c’è qualcosa piuttosto che il nulla? Quale senso ha la mia vita? Perché esiste il male?

Artista ignoto francese, Dio, architetto dell’universo, 1215-1230, pergamena.

Scienza e fede per l'uomo A queste domande non basta una risposta empirica che, spesso, non è infatti possibile. Ecco che per usare le parole di Giovanni Paolo II: “La fede e la ragione sono come le due ali con le quali lo spirito umano s’innalza verso la contemplazione della verità”. “Il cuore ha le sue ragioni che la ragione non conosce” (Blaise Pascal, nella foto).

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Unità 4

La teoria di George

Scienziati e credenti: si può

Vediamo se ci siamo spiegati bene. È possibile essere uomini di scienza e allo stesso tempo credenti? Forse prima di conoscere la storia di Lemaître, avresti detto che ciò non era possibile. La storia dello scienziato belga non è però l’unica, molti sono gli scienziati credenti: Copernico

Galileo

Keplero

Cartesio

Pascal

Boyle

Newton

Leibnitz

Volta

Gauss

Pasteur

Maxwell

Marconi Medi

…e molti altri contemporanei, che separando i due ambiti hanno contribuito con le loro scoperte al progresso della scienza. Lo scienziato italiano Antonino Zichichi è un credente convinto e come tale si presenta spesso pubblicamente.

FILO ROSA Fabiola Gianotti fisica italiana, direttrice del CERN e credente Così si esprime la nota fisica italiana: «La scienza e la religione devono restare su due strade separate: la scienza si basa sulla dimostrazione sperimentale e la religione si basa su principi completamente opposti, cioè sulla fede, tanto più benemerito chi crede senza aver visto. E la scienza non potrà mai dimostrare l’esistenza o la non esistenza di Dio. Sì, io credo in Dio. La scienza è assolutamente compatibile con la fede, non ci sono contraddizioni. L’importante è lasciare i due piani separati: essere credenti o non credenti, non è la fisica che ci darà una risposta».

TOCCA A TE Quale scienziato avrà portato all’interno della stazione spaziale quelle icone? L’italiana, il russo o l’americano?

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CHIAMAT I AD AMARE

EHI, PROF! Mi interessa molto capire cosa significa amare alla mia età...

Nuove scoperte

Michel Quoist è uno scrittore e sacerdote francese che molto ha pubblicato in chiave letteraria poetica.

In un mondo che cresce e si trasforma, anche tu cresci e ti trasformi: cresce il tuo corpo, stai diventando uomo, stai diventando donna; cresce il tuo mondo interiore, cambiano i tuoi interessi, i tuoi desideri, i tuoi ideali; cambia il tuo modo di comportarti con gli adulti, con gli amici e con le amiche; Perciò ti accorgi che hai in te mille risorse da sfruttare: un corpo che sta crescendo e che giorno per giorno acquista nuovo vigore, nuova bellezza, nuove capacità; un’intelligenza già sviluppata, ma avida di scoprire mondi sempre più vasti e di creare cose nuove; un cuore già capace di amare ma aperto più che mai ad accettare nuovi incontri, nuovi rapporti, nuove amicizie.

TOCCA A TE Bisogna attendere il suo passaggio “Lei si avvicina, tu ti avvicini, vi conoscerete. Ho fatto il suo corpo per te, ho fatto il tuo per lei. Ho fatto il tuo cuore per lei, ho fatto il suo per te: e voi vi cercate nella notte. Conservati per lei Come lei si conserva per te.

Io vi custodirò l’uno per l’altra. E poiché tu hai fame di amore, ho posto sul tuo cammino tutti i tuoi fratelli da amare. Credimi, è un lungo tirocinio l’amore, e non vi sono diverse specie di amore: amare è sempre lasciare se stessi per andare verso gli altri (Michael Qoist)

Qual è il messaggio di questa poesia? Sei capace di esprimerlo con parole tue? Quali sono le parole che danno un significato Mi molto capire cosa beninteressa preciso all’amore?

significa amare alla mia età...

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Unità 5

Una parola, molti significati

La parola amore e il verbo amare sono molto presenti nel linguaggio quotidiano. Sono parole che usano i bambini, gli adulti e gli anziani. Parole che si trovano ripetute all’infinito nei libri, nei film, nelle canzoni. Ad un certo punto, uno sente il bisogno di chiedersi: ma in fin dei conti, che significa amare? Tra i tanti tipi di amore che ci vengono illustrati da tutte le parti, qual è quello vero?

Chiamati ad amare

Innamorarsi per conoscersi

ROVESCIAMO LA CLASSE L’amore nelle canzoni Cerca nel web con l’aiuto dell’insegnante i testi di alcune canzoni che conosci, magari quelle che in questo momento sono in testa alle classifiche. Quindi, analizzane il contenuto usando la seguente scaletta: Quante volte e in che termini si parla di amore? Quale ruolo svolgono l’uomo e la donna in queste canzoni? Che caratteristiche ha l’amore proposto in queste canzoni? Oltre l’amore, quali altri sentimenti o emozioni vengono espressi in queste canzoni? Se tutto quello che una canzone dice si avverasse... (immagina le conseguenze che ne deriverebbero per la nostra società).

Marc Chagall, Gli innamorati della torre, Centre George Pompidour, Parigi.

FILO ROSA La violenza contro le donne Secondo l’agenzia giornalistica ANSA in Italia ogni anno vengono uccise oltre cento donne da uomini. Spesso ad ammazzarle sono proprio coloro che dovrebbero amarle: compagni, fidanzati e mariti. Facendo un rapido calcolo, ogni tre giorni una donna è vittima di un maschio, al quale può essere legata dal punto di vista affettivo o familiare. E ai femminicidi si aggiungono poi altre forme di soprusi: violenza fisica (calci, pugni, spinte); violenza psicologica (umiliazioni, ricatti, intimidazioni...);

violenza sessuale (atti, commenti o avances indesiderate); violenza “economica” (sabotaggi in ambienti lavorativi, impedimenti all’autonomia economica); violenza per convinzioni religiose (imposizioni che limitano o tolgono la libertà personale circa il vestiario o le frequentazioni); violenza “socioculturale” (proibizioni nel campo dello studio, nella scelta di una professione o obblighi relativi ad attività ritenute di pertinenza femminile); stalking (mail, messaggi e varie forme di controllo come pedinamenti e appostamenti).

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I LINGUAGGI DELL'AMORE

EHI, PROF! Credo di essermi innamorato… o no?!? Aiuto! Mi fai capire?

Forse avrai letto il libro Le cronache di Narnia, scritto dall’autore britannico Clive Staples Lewis (1898-1963). Questo autore ha scritto anche un libro illuminante sull’amore, I quattro Amori, nel quale afferma che l’amore è un’esperienza che passa attraverso vari linguaggi, quelli legati alle relazioni che viviamo in famiglia, tra fratelli e sorelle, tra amici, nella dimensione di coppia e con Dio. Proviamo a riflettere su alcuni passaggi proposti da Lewis, riguardanti soprattutto l’affettività e l’amicizia.

L’amore si avvale di molte, anzi probabilmente illimitate, forme di comunicazione.

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L’affettività, prima di tutto

Con questo termine si indica il legame di sangue e di relazioni che è stabilito all’interno di una famiglia, come figlio e figlia, fratelli e sorelle, inquilini comuni che non hanno semplicemente “prenotato una stanza”, ma che sono stati “gettati” lì perché così ha voluto la vita. Dell’amore non possiamo mai dire che tutto sia scontato. Non sempre possiamo aver percepito l’amore di un papà e di una mamma all’interno di una famiglia in modo limpido. Esistono le ferite all’interno della famiglia. Nella famiglia si sono insinuati anche motivi di fatica, di scontro e di divisione. Anche nella Bibbia si percepisce questa fatica. Pensate ad Adamo ed Eva, a Caino e Abele. Avete notato quanto sono competitivi i rapporti tra fratelli e sorelle? Difficile trovare fratelli e sorelle che non si siano sentiti mai in competizione tra di loro. Capita poi che negli affetti sperimentiamo la paura di essere esclusi. Ed è francamente insopportabile e, per questo, a volte in maniera anche un po’ goffa, reclamiamo attenzione e soffriamo se non ci sentiamo riconosciuti.


Unità 6 APPROFONDIMENT O

I linguaggi dell’amore

Le cose importanti

Guarda con attenzione Il filmato proposto. Quindi confrontati con i tuoi compagni e l’insegnante sui temi suggeriti dal video. Chiedetevi, tra le altre cose, se il messaggio del cortometraggio può essere tradotto in qualcosa che riguarda non l’età del bambino protagonista, ma la vostra età. Potreste anche realizzare poi un vostro filmato.

Le cose importanti

L’amicizia, motore per amare

Sembra, a volte, che l’amicizia sia una realtà destinata a tramontare. Succede anche a te di pensare che gli adulti non hanno più amici? Così l’amicizia, che è il vero e proprio motore dell’adolescenza, è messa paradossalmente a volte in discussione. Secondo Lewis, invece, l’amicizia è l’affetto su cui bisogna investire maggiormente per il fatto che è il più gratuito: non è condizionato dall’istinto biologico ed è il meno condizionato dai possibili interessi personali. Basta semplicemente soffermarsi, per così dire, sugli “sguardi”: nella classica scena di un amore di coppia abbiamo “lui che si perde negli occhi di lei”, mentre sui volti degli amici si nota un guardare verso una direzione comune, alla ricerca del bene e della verità. Il termine stesso “compagno” viene dal latino cum panis: gli amici sono coloro che mangiano lo stesso pane. È lo stesso “sguardo” che aveva Gesù, che scelse per sé degli amici (guarda caso anche attorno a un tavolo, “facendosi pane” per loro) con i quali condividere tutto, nella ricerca comune di uno stesso orizzonte e di una stessa missione.

I veri amici hanno, almeno in parte, un orizzonte comune di interessi, valori e obiettivi.

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SEZIONE 1 A BAT T IT O ACCELLERAT O

TOCCA A TE Dividetevi in piccoli gruppi (al massimo 4 persone) e provate a delineare quali possano essere le qualità della vera amicizia. Trovatene almeno tre. Quindi, costruite degli slogan per condividere il vostro lavoro al resto della classe. Per fare ciò potreste anche usare, sotto la guida del docente, la tecnica dei MEME, che già abbiamo conosciuto in passato.

È inevitabile nei rapporti di amicizia l’esperienza di una qualche forma di “tradimento”, reale o percepito come tale.

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Certo, anche con gli amici, come in un rapporto di coppia o in una famiglia, avvengono delle esperienze dolorose, per orgoglio, per sopraffazione o per altri motivi che celano a volte una condizione di “falsa amicizia”. Tornando all’esperienza di Gesù, anche per lui avvenne che due “nemici” si fecero un giorno “amici”: Erode e Pilato, due personaggi che si erano sempre guardati fino ad allora con insofferenza. Non sempre, quindi, un’alleanza o sodalizio sono mossi da un progetto finalizzato al bene. Nonostante questo, l’amicizia è come dicevamo uno dei sentimenti e affetti più importanti e per essa si può anche accettare talora il rischio del tradimento. Spesso, se qualcuno ci tradisce, avviene che lo eliminiamo per sempre dalla nostra vita. Gesù dà invece testimonianza di una capacità di amicizia che è più forte del tradimento e dicendo a Giuda: «Amico, con un bacio tu mi tradisci», non intende rinfacciare al compagno il rapporto di amicizia, ma glielo rinnova. Perfino in quella dolorosa situazione.


Unità 6

Voglia di corteggiamento e …mondi paralleli

I linguaggi dell’amore

ROVESCIAMO LA CLASSE

Corteggia-cosa? Un gruppo di adolescenti, interrogato sul significato del termine corteggiamento, ha – nell’ordine – avuto le seguenti reazioni: Niccolò si è messo a ridere, un po’ imbarazzato; Jessica ha detto che trattasi di “pratica che fanno gli adulti”, per dire che no, ai ragazzi questa “cosa” non interessa; Francesco ha detto che per lui corteggiare significa andare con la ragazza al bowling; Alessandra, più romantica, ha affermato che il corteggiamento ha di sicuro a che fare con le rose. Quindi, cos’è questo corteggiamento? In poche parole: è un modo galante per “far bella impressione” e colpire il ragazzo o la ragazza che piace. La fase del corteggiamento è la prima-primissima che vive una coppia. Prova a costruire una tabella a due colonne, dove confronti il modo di corteggiare una ragazza o un ragazzo che era valido ed efficace fino a qualche anno fa (il tempo dei nonni) e quello in uso ai giorni nostri (il tempo dei millennials). Fatti aiutare anche dai tuoi genitori o meglio ancora, dai tuoi nonni. Qui sotto puoi vedere un piccolo esempio di come va svolta l’attività. Al tempo dei nonni…

Al tempo dei millennials…

I ragazzi guardavano le ragazze… le ragazze arrossivano.

Tutti si guardano e vale tutto. Raramente si arrossisce.

Spesso tra i due si infilavano una sorella o un fratello, mandato dai genitori di lei.

Dopo una solo uscita si sta già insieme, senza che nessuno si stupisca.

Secondo il tuo parere, è meglio oggi o era meglio un tempo? Motiva la tua opinione.

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L'AMORE: DONO O CONSUMO? EHI, PROF!

Tanti grandi dicono che il vero amore non esiste…

L’amore nella società del consumo

Se ci pensi, siamo molto attratti dal desiderio di possesso delle cose. Un esempio: l’ultimo modello di smartphone, gli oggetti di moda, quelle cose senza le quali ti sembra di non poter essere felice. Spesso non sono cose così indispensabili, se ti fermi a riflettere, ma sono bisogni indotti dagli altri. Purtroppo questa logica del possesso a volte viene assimilata anche alle relazioni, all’amore e alla sessualità.

L’amicizia: dono o dominio? “Quello che fa soffrire è l’istinto della proprietà, che è il contrario dell’amore” (Antoine de Saint-Exupéry).

Abbiamo visto che una prima forma di amore propria del tempo dell’adolescenza è l’amicizia. Un’esperienza indispensabile alla tua età, ma come vivere l’amicizia? Nell’ottica del dono o del possesso?

Amicizia come possesso

Quando l’amicizia viene vissuta come dominio c’è sempre una relazione asimmetrica. È la logica del branco, del gregge in cui c’è il boss e gregari. La libertà è sottomessa al gruppo. Chi domina con ricatti affettivi o persuasione ti spinge verso la sua volontà e spesso sei chiamato a rinunciare a qualcosa per uniformarti a ciò che vuole.

È molto forte, alla tua età, la spinta ad uniformarsi agli altri, a volte in base alle “direttive” di qualcuno che svolge il ruolo di leader.

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A MENT E APERT A

lavoriamo insieme

QUALE IMMAGINE DI DONNA? PubblicitĂ sessiste Guarda i seguenti manifesti pubblicitari, realmente esistenti, ai quali abbiamo solo cambiato la grafica per non nominare le aziende.

CARTELLONE 1

CARTELLONE 2

ORA TOCCA A TE Quale immagine di donna emerge dal cartellone 1? _____________________________________________________________________________________ _____________________________________________________________________________________ _____________________________________________________________________________________ Pensi che la donna abbia qualche legame reale col prodotto pubblicizzato nel cartellone 2? PerchĂŠ secondo te compare una figura femminile? _____________________________________________________________________________________ _____________________________________________________________________________________ _____________________________________________________________________________________ Quale immagine di donna vorresti che fosse promossa? _____________________________________________________________________________________ _____________________________________________________________________________________ _____________________________________________________________________________________

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SESSUALITÀ: QUALE DONO?

PAROLE Complementarietà: indica una diversità in funzione di un completamento; il maschile e il femminile sono due mondi diversi che si incontrano e completano.

Tutte le religioni e culture del mondo hanno di fatto codificato in un “rito” la realtà del matrimonio.

EHI, PROF! Ma adesso la coppia non è solo maschio-femmina, c’è maschiomaschio, femmina-femmina… o no?

Lo capisci dal suono: sessualità è una parola importante. Ha a che fare con la parola sesso ed è un termine che parla di incontro, di diversità e complementarietà, di piacere ma anche di rispetto, una parola che richiama una felicità possibile perché parte della dimensione dell’amore.

Sessualità come “dono”

Vivere la sessualità nella prospettiva del dono non è semplice ma sicuramente è puntare in alto, mirare a qualcosa di bello e di vero. Vivere l’ottica del dono significa lottare per la propria libertà dominando i propri istinti, riconoscendo sempre l’altro come persona senza ridurlo ad oggetto e possesso, significa andare piano senza bruciare le tappe. Non è semplice. La prospettiva offerta dalla visione cristiana è una sapienza antica, non è alla moda ma è una strada in salita che promette una vita piena, il rispetto di sé e dell’altro, un dono totale. La sessualità nella logica cristiana è un cammino di incontro che trova compimento e viene vissuta in pienezza nel sacramento del matrimonio che saldando con la grazia il legame tra gli sposi, li unisce nel non semplice cammino dell’amore e della realizzazione di una famiglia.

Un amore “consumato”?

“Si trasferisce alle relazioni affettive quello che accade con gli oggetti e con l’ambiente: tutto è scartabile, ciascuno usa e getta, spreca e rompe, sfrutta e spreme finché serve” (Papa Francesco)

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Unità 8 Quello che dice Papa Francesco è purtroppo spesso una realtà. Anche qualcosa di importante come la sessualità può diventare consumo. Vivere in questa prospettiva significa ridurre tutto a genitalità, chiudere l’incontro con l’altro finalizzando tutto ad un piacere egoistico, slegando i gesti dell’intimità dall’amore. Parole forti: pornografia: l’essere umano viene ridotto al suo corpo, non è più padre, madre, fratello o sorella, non ha una storia ma è semplice “carne consumata”, schiava di un desiderio distruttore. prostituzione: l’essere umano è in vendita, nella sua dimensione più sacra, la sessualità. Entrambe queste realtà sono esempi di un modo di intendere e vivere la sessualità lontani dalla prospettiva cristiana. Si riduce l’uomo e in particolare la donna al corpo che diventa oggetto di desiderio e di consumo. Una logica crudele che può aprire a prospettive di violenza. Riducendo l’altro ad oggetto non è più una persona, non è qualcosa di sacro.

Sessualità: quale dono?

FILO ROSA Un prete per le donne “schiave” Lo sfruttamento della prostituzione in Italia è reato. Nonostante questo è una piaga che affligge molte città. Molte donne, spesso giovanissime e portate in Italia con l’inganno, vengono ridotte letteralmente in schiavitù, costrette a prostituirsi dai trafficanti di esseri umani. Don Oreste Benzi con la sua comunità Papa Giovanni XXIII, spinto dalla forza del Vangelo, si è preso cura delle donne vittime della tratta, liberando molte e aiutando la giustizia nella ricerca dei loro aguzzini.

I gesti che dicono l’amore tra dono e dominio Dono

Dono

È l’esprienza del limite. Con una carezza dico Il bene che voglio all’altro ma allo stesso tempo avverto in lui/lei qualcosa di diverso da me una libertà che può diventare incontro.

CAREZZE Dominio Carezza è anche seduzione può essere vissuta come l’arte di condurre a sè per dominare l’altro.

Dono

Gli spazi si accorciano, non c’è competizione ma incontro. L’abbraccio può essere segno di amicizia, ma anche di un forte legame di amore.

Sulle labbra è un gesto chiaro di amore. La pelle è più sottile ed è come se parte della mia intimità si incontra con quella dell’altro.

ABBRACCIO

BACIO

Dominio A volte è difficile abbracciare. Significa far entrare l’altro nel mio spazio. L’abbraccio può essere anche segno di possesso soprattutto in amicizia.

Dominio La bocca e le labbra sono protagoniste del bacio. Può essere un bacio che “divora” che vuole prendere l’altro. Il bacio può essere anche segno di amicizia tradita (Giuda).

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APPROF ONDIMENT O

"AGAPE": IDEALE DI UN AMORE PIÙ ALT O Una sete di amore

Micaela Giuseppone, Inno all’amore, 2014, collezione privata.

APPROFONDIMENT O Nessuno di noi può vivere senza amore. E una brutta schiavitù in cui possiamo cadere è quella di ritenere che l’amore vada meritato. Leggi l’intero messaggio di Francesco sul tema dell’amore e confrontati in un dibattito con i tuoi compagni sul perché a volte alcuni atteggiamenti di violenza nascondano in verità sete di amore.

Papa Francesco sul tema dell'amore

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Prova a riflettere: in quanti modi il termine amore è “abusato”, nel senso di usato a sproposito o ridotto a egoismi nella nostra società. Per vedere la complessità dell’argomento provate a fare un brainstorming in classe sulla parola “amore”: vedrete quante sfumature diverse possono riguardare il modo di intenderlo. Una domanda che dividerà la classe è questa: l’amore può essere per sempre? Esiste l’amore vero, totale disinteressato? Purtroppo nelle varie esperienze nella vita, a causa anche della fragilità degli esseri umani, spesso si può vedere anche le storie partite nel migliore dei modi non avere un esito positivo. Nel cuore di ogni uomo e donna c’è però un bisogno di infinito, di pienezza, di verità e bellezza, di amore vero che cerca di essere dissetato.

L'amore non va meritato


"Agape": ideale di un amore più alto

Agape

Il termine greco agape si può trovare nel Nuovo ed indica l’amore disinteressato, globale e gratuito, proprio del Regno di Dio, annunciato e messo in pratica da Gesù, che ne è fedele fino sulla croce. È proprio l’agape l’amore che trasforma quello che era un oggetto di morte, come la croce, in segno di salvezza. È l’amore più grande, più forte della morte, che non si piega all’interesse ma è vero e totale. È un amore dato soprattutto a chi è in difficoltà.

TOCCA A TE

APPROFONDIMENT O

Bianca come il latte, rossa come il sangue Il tempo delle prime cotte, l’innamoramento, le prime crisi, le difficoltà, il cammino verso l’amore e il dono. Questi sono alcuni dei temi affrontati da Alessandro D’Avenia nel suo libro Bianca come il latte, rossa come il sangue, trasposto cinematograficamente nell’omonimo film.

San Paolo nella prima lettera ai Corinti, al capitolo 13, tesse le lodi dell’amore vero. Prova a leggere sostituendo la parola carità con il termine amore e poi rifletti su questo modo di vivere l’amore.

Una scena dal film.

APPROFONDIMENT O

Donare vere e proprie …parti di sé In Italia esistono associazioni che raggruppano donatori di sangue, di organi e di midollo. Il donare è parte integrante della prospettiva cristiana e questo è un gesto grande, un gesto d’amore disinteressato che può salvare concretamente delle vite. Prova a informarti sulle realtà che sono nel tuo territorio.

TOCCA A TE Dopo aver visto il film, prova a discutere sui cambiamenti avvenuti nei protagonisti, sul loro modo di intendere l’amore, l’amicizia e il donare qualcosa di se stessi per l’altro.

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CON LET IZIA E F RAT ERNITÀ

PAROLE Sposo: il termine sposo, sposa, deriva dal termine “risposta”; nella dimensione cristiana la sposa è la risposta alla domanda di vita dello sposo e viceversa.

Adriana Ghinidelli, Cantico dei Cantici, collezione privata.

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EHI, PROF! Perché i cristiani si sposano in Chiesa e altre persone invece in Comune?

Negli ultimi decenni, in particolare per merito di Giovanni Paolo II, si è sviluppata quella che viene chiamata teologia del corpo. Il corpo è ciò che permette l’incontro con l’altro, attraverso esso abbracciamo, baciamo amiamo. La corporeità è qualcosa di positivo, tanto che Dio stesso si è fatto carne, ne ha sperimentato i limiti e nell’evento della morte e risurrezione l’ha riscattata. La dimensione della sessualità è implicita nella realtà del corpo. Forse anche a te può sembrare che ciò che dice la Chiesa sul tema della sessualità sia un ripetersi di “no”. Questa spesso è l’immagine trasmessa dai media, ma è una sorta di fake news. In realtà il cristiano dice “sì”. Sì alla bellezza della corporeità, sì all’amore come dono, alla passione che unisce e dà vita, al rispetto dell’altro come persona e non come oggetto. La sessualità è qualcosa di così importante che ne parla anche la Bibbia. Se apri il libro sacro più o meno al centro trovi un libro meraviglioso, fatto di vera poesia, che si chiama Cantico dei Cantici. Qui due innamorati si dichiarano l’amore usando espressioni forti, talvolta con toni erotici, cercandosi a vicenda fino a trovarsi. Nell’amore tra gli innamorati, tra due diversità che si incontrano, c’è l’immagine dell’amore di Dio. A questo proposito, San Paolo parla di un “mistero grande” facendo il parallelo tra l’amore degli sposi e l’amore che Gesù ha per la Chiesa.


Unità10

Con letizia e fraternità

Amoris laetitia: la gioia dell’amore

Il tema dell’amore e della famiglia è tornato al centro del dibattito della Chiesa di oggi anche grazie ai due sinodi voluti da Papa Francesco e alla sua enciclica Amoris laetitia (“la gioia dell’amore”). In questa lettera emerge la consapevolezza di Francesco circa le sfide che la famiglia attraversa nel nostro tempo e nella società del consumo: l’individualismo, la cultura del consumo e dello scarto, rendono questa realtà quanto mai fragile (capitolo 2). Allo stesso tempo, scommette sulla famiglia, su questa realtà fondamentale per la società e per la Chiesa (capitoli 3-5). Ribadendo l’insegnamento della Chiesa, vede la famiglia come una realtà in cammino, un cammino nell’amore e quindi verso la gioia.

Tutti fratelli: un mondo formato famiglia

Il 3 ottobre 2020 Papa Francesco ha firmato ad Assisi la sua terza enTOCCA A TE ciclica sulla fraternità e l’amicizia sociale in titolata Fratelli tutti. In questo documento si inPapa Francesco tiene molto vita ad allargare la proalla famiglia e in una sua udienza ha dato un consiglio: pria visione di famiglia tre parole per vivere in pace: al pianeta intero per “permesso”, “grazie”, “scusa”. costruire un mondo miFacciamo un esperimento gliore, più giusto e pasociale. Prova nei prossimi cifico, con l’impegno di giorni a usarle nella tua vita, tutti: popolo e istituzionon è semplice e bisogna vincere un po’ l’orgoglio. ni. Il Papa ribadisce con Provaci: appuntati in un diario forza il no alla guerra ciò che succede e se cambia e alla globalizzazione qualcosa nella relazione con i dell’indifferenza, indituoi familiari. Se vuoi condividi cando come modello di ciò che hai sperimentato con la classe la prossima settimana. fraternità universale San Francesco d’Assisi che «non faceva la guerra dialettica imponendo dottrine, ma comunicava solo l’amore di Dio». Matrimonio convivenza, divorzio

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LE VIE DELLA

BELLEZZA

di Don Maurizio Viviani

L'Albero della Vita di Chagall

Nella Cappella dei Penitenti a Sarrebourg in Francia La vetrata dell’Albero della vita e della pace (1976), che appare come un immenso mazzo di fiori colorati, è una monumentale opera di Marc Chagall (1887-1985), artista che ha fatto un sapiente uso dell’antica arte del vetro per raccontare episodi della Bibbia. Attorno all’albero, simbolo per eccellenza di quest’opera, si snoda sul vetro una narrazione che racchiude le fasi centrali della Storia della salvezza cristiana: la Creazione (con Adamo ed Eva), i Patriarchi (con Abramo), l’Esodo (con Mosè, le Tavole della Legge e il Candelabro a sette braccia), la Profezia (con Isaia), l’Evento di Gesù Cristo (con l’ingresso in Gerusalemme, la crocifissione e la risurrezione) e la conclusione della storia (con Marc Chagall, Albero della vita e della pace, 1976, vetrata della Cappella dei Penitenti, Sarrebourg (Francia).

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il Cavaliere dell’Apocalisse). Tutte queste scene rappresentano l’ininterrotta storia dell’amore di Dio e dell’uomo, sottolineato dalla bellezza dei colori attraversati dalla luce.

L’uomo e la donna Al centro si vedono un

uomo e una donna. Sono Adamo ed Eva, che si abbracciano teneramente. Proprio da questa espressione di amore avrà inizio la vita dell’intera umanità. Essi sono stati creati insieme, a immagine e somiglianza di Dio. A loro viene affidata la possibilità di generare vita. I rami dell’albero sembrano festeggiare la loro tenera vicinanza. Si sottolinea in questo modo che fin dall’inizio la Storia degli uomini è una storia caratterizzata dall’amore.

Il serpente Accanto alla coppia è raffigurato

il serpente tentatore, simbolo del male, che striscia per terra. La sua presenza inquietante rimanda alla fragilità degli uomini che possono, con la loro volontà, non soltanto rompere l’alleanza tra Dio e l’umanità, ma anche offuscare la presenza di Dio nel mondo.

La radice Quasi inserita nella radice dell’albero,

si nota la rappresentazione di una maternità, l’evento che consegna al mondo una nuova vita. Chagall ricorda così che il percorso dell’umanità non si ferma: ogni nuova nascita testimonia la presenza dell’amore di Dio ed è un segno di speranza. Tale maternità evoca pure la venuta del Figlio di Dio, l’inviato del Signore, sceso in terra per realizzare il Regno di amore e di pace.


SEZIONE 1 A BAT T IT O ACCELLERAT O COMPIT I DI REALTÀ OBIETTIVO FORMATIVO

Cogliere ed esplicitare i valori che orientano il proprio modo di vivere le relazioni, a fronte delle istanze etiche della fede cristiana.

COMPIT O D I R E A LT À

IL DECALOGO DELL’AMICIZIA Dono o possesso, essere o avere. Tutto dipende dalla prospettiva. Mettere Dio e il prossimo prima di se stessi o mettere se stessi, i propri desideri e le proprie voglie prima e sopra tutti. Certo non è facile. Ci vorrebbe una “guida”… In piccoli gruppi preparate una piccola guida, a modo di decalogo, per vivere bene l’amicizia tra ragazzi e ragazze. SUGGERIMENT I Non partite di fretta e soprattutto lasciatevi coinvolgere. Mettetevi in gioco esplicitando le cose da tener presenti, i cortocircuiti relazionali, i pericoli da cui guardarsi e le cose su cui puntare per poter vivere bene l’esperienza dell’amicizia. Evitate di finire fuori tema o di buttare tutto nella superficialità. Se un membro del gruppo cerca di sabotare il lavoro con la superficialità richiamatelo e se persiste rivolgetevi al docente. Qui si fa sul serio!

VA L U T A Z I O N E Date un voto numerico da 1 a 5 a ciascun gruppo circa questi aspetti. Obiettivo 1: il gruppo ha lavorato insieme, confrontandosi costruttivamente sul tema della consegna [Competenza chiave n. 7]. Obiettivo 2: alcuni punti del artefatto prodotto tengono in considerazione l’ottica del dono, nell’ottica evangelica [Competenza chiave n. 8]. Obiettivo 3: il gruppo ha lavorato insieme superando le difficoltà e dimostrando di riuscire a portare a termine il compito assegnato [Competenza chiave n. 6].

Obiettivo 1

Obiettivo 2

Obiettivo 3

GRUPPO 1 GRUPPO 2 GRUPPO 3 GRUPPO 4

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SEZIONE 1 A BAT T IT O ACCELLERAT O

V ERIF ICHIAMO

1. DIO E L’UOMO

Sulla base dei contenuti affrontati nelle pagine di questa sezione, prova a “rispondere” a un compagno che pronunciasse le seguenti affermazioni.

SCIMMIA SARAI TU! L’EVOLUZIONISMO È SOLO UN’IPOTESI! Affermazione 1: ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ...................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

L’UOMO È SOLO UN ANIMALE UN PO’ PIÙ SVEGLIO! Affermazione 2: ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ...................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

2. LA BIBBIA E LE ALTRE FONTI

Leggi il seguente brano, preso da Genesi 2,18-23 e rispondi alle domande: E il Signore Dio disse: «Non è bene che l’uomo sia solo: voglio fargli un aiuto che gli corrisponda». Allora il Signore Dio plasmò dal suolo ogni sorta di animali selvatici e tutti gli uccelli del cielo e li condusse all’uomo, per vedere come li avrebbe chiamati: in qualunque modo l’uomo avesse chiamato ognuno degli esseri viventi, quello doveva essere il suo nome. Così l’uomo impose nomi a tutto il bestiame, a tutti gli uccelli del cielo e a tutti gli animali selvatici, ma per l’uomo non trovò un aiuto che gli corrispondesse. Allora il Signore Dio fece scendere un torpore sull’uomo, che si addormentò; gli tolse una delle costole e richiuse la carne al suo posto. Il Signore Dio formò con la costola, che aveva tolta all’uomo, una donna e la condusse all’uomo. Allora l’uomo disse: «Questa volta è osso dalle mie ossa, carne dalla mia carne. La si chiamerà donna, perché dall’uomo è stata tolta». Secondo questo passo biblico, per quale motivo Dio crea la donna? ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ...................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

Perché la donna è costitutivamente diversa da tutte le altre creature plasmate, tranne Adamo? ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ...................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

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Verifichiamo

3. IL LINGUAGGIO RELIGIOSO

In questa formella, che appartiene alla famosa Porta del Paradiso di Lorenzo Ghiberti (Firenze, 1425-1452), vengono descritti quattro episodi che vedono protagonisti Adamo ed Eva. Associa ad ogni riquadro il giusto titolo.

LA CREAZIONE DI EVA

LA CACCIATA DALL’EDEN

IL PECCATO ORIGINALE

LA CREAZIONE DI ADAMO

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4. I VALORI ETICI E RELIGIOSI

Esprimi la tua opinione sull’idea di relazione sottointesa da una di queste t-shirt a tua scelta.

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A SCUOLA DI BENESSERE

ORIENTARSI NEL VIAGGIO DELLA VITA Scegliere, che difficile!

Orientarsi, che parola difficile! Eppure ogni volta che prendi delle decisioni importanti orienti la tua vita in una direzione piuttosto che in un’altra. Devi riflettere, e quante domande: “È la direzione giusta? Ci ho pensato bene? Ci riuscirò?”. Quante emozioni si impadroniscono del cuore! Può essere difficile e far paura, ma diventare grandi è anche questo: fare scelte per il proprio futuro. Ma allora cosa significa sapersi orientare e come si può farlo nel modo migliore? Proviamo a rispondere usando l’immaginazione: buttiamoci nella piccola avventura che segue per imparare a riflettere e a compiere una scelta in modo più consapevole.

ORA TOCCA A TE

Osserva questa foto e immagina di esserti perso in mezzo ad un bosco in montagna. Non hai il cellulare con te, hai una cartina che mostra dei sentieri, ma non riesci a capire come orientarla. Cosa fai? A) Ti metti a urlare sperando che qualcuno ti senta. B) Accendi un fuoco sperando che qualcuno, vedendo il fumo, venga a vedere cosa succede. C) Cerchi di capire come sono disposti i punti cardinali aiutandoti con la posizione del sole. Prima di procedere capovolgi il libro e leggi le risposte.

RISPOSTE A) Passi tutto il tempo a gridare ma non arriva nessuno. Scende la notte e sei ancora lì da solo con il rischio di essere attaccato dai lupi. B) Ci spiace: nello zaino non hai nessun accendino e poi, anche se tu lo avessi, rischieresti un incendio e forse anche di mettere in pericolo la tua vita. C) Ottima scelta: prosegui con la lettura.

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di Davide Povolo - docente IRC e psicologo & Carlo Tonin - docente IRC ed educatore

L’importanza di punti di riferimento

Ora, grazie all’aiuto del sole, puoi orientare correttamente i punti cardinali della cartina e capire qual è la direzione giusta da prendere. Inoltre, se sei pure senza orologio, la posizione del sole nel cielo ti permette di capire più o meno che ora è. Poniamo il caso tu sia fortunato: hai ancora molte ore di luce, così puoi tracciare sulla cartina il percorso migliore per il ritorno. Osservi e rifletti. Una cartina ha un sacco di informazioni da decodificare: prati, boschi, zone rocciose, fiumi, altimetrie. Ti rendi conto che esistono tre sentieri per arrivare a casa molto diversi tra loro: il primo è breve con una piccola parete da scalare, il secondo è medio con un fiumiciattolo da attraversare, il terzo è più lungo e attraversa il bosco. Cosa fai? A) Tiri una monetina. B) Decidi di affrontare la scalata visto che ti senti sicuro. C) Rifletti su te stesso per capire quante energie hai, valuti se sei capace di nuotare, controlli l’attrezzatura nello zaino. L’atteggiamento mentale giusto per affrontarele sfide della vita:

Prima di intraprendere qualsiasi sentiero bisogna valutare bene le proprie capacità e l’attrezzatura di cui si dispone, quindi, in piena consapevolezza, puoi scegliere quello più adatto a te. Complimenti, hai appena concluso un percorso di orienteering e sei arrivato a casa! Ora prova a riflettere assieme ai tuoi compagni e al tuo insegnate su questa avventura rispondendo alle seguenti domande per capire quali insegnamenti ne puoi trarre.

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Atrezzature per affrontare il viaggio della vita: ____________________________ ____________________________

Punti di riferimento, valori e ideali per orientare il cammino:

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sezione

OUT SIDER DELLA VITA

11. Veri uomini, vere donne 46 12. Testimoni del mondo d'oggi 50 Annalena Tonelli 50 Pier Giorgio Frassati 51 Don Carlo Gnocchi 52 Carlo Acutis 53 Don Giuseppe Diana 54 La Vocazione di Matteo di Caravaggio V ERIF ICHIAMO COMPIT O DI REALTÀ VALUT AT IVO

OSA I C O A ECC OPRIR SC Ti verrà presentata una serie di persone che sono stati esempi di umanità. Comprenderai come Cristo sia modello di uomo per i cristiani. Sarai chiamato a creare in gruppo la presentazione di un personaggio esemplare.


LA VIDEOINT ERVISTA #iniziamocosì

A SCUOLA DI BENESSERE Verso il futuro consapevolmente 60 A MENTE APERTA Cosa è bene e male 55 CHE EMOZIONI! Orgoglio 49 ROVESCIAMO LA CLASSE Figure di outsider del Cristianesimo

BOX E RUBRICHE

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V ERI UOMINI, V ERE DONNE

ROVESCIAMO LA CLASSE Figure di outsider del Cristianesimo Nelle prossime pagine vengono presentate in breve, a modo di provocazione e stimolo, alcune figure di cristiani che hanno saputo negli ultimi cento anni seguire Cristo, andando talvolta controcorrente, mettendo l’amore per Dio e per il prossimo prima di tutto. Dopo aver scelto la figura che vi colpisce di più, da soli o in piccoli gruppi, create una piccola presentazione approfondimento da condividere con la classe. Gran parte delle informazioni che troverai nelle prossime pagine fanno riferimento al sito www.santibeati.it e alle schede curate da Claudio Russo sulla rivista L’ora di religione (anno scolastico 2016-2017).

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EHI, PROF! Sento che quest’anno è speciale... Dovrò fare scelte importanti per la mia vita...

Quest’anno, in classe terza, hai dovuto già iniziare a prendere in mano le redini della tua vita e iniziare a fare scelte importanti per il tuo futuro come ad esempio quello della scuola superiore. Non è semplice ma è solo un assaggio delle scelte più importanti che ti aspettano. Davanti ad una scelta è facile soprattutto nell’età dell’adolescenza guardare a dei modelli. Ti accorgi che stai guardando in modo diverso i tuoi genitori, ma anche altri adulti a te vicini, vedendo in loro alcuni aspetti del modello di uomo o di donna che sarai ma anche trovando in loro difetti che prima non vedevi. Guardi ai tuoi coetanei, in particolare quelli con qualche anno in più vedendo in loro libertà che vorresti già avere. Guardi ai grandi del mondo dello spettacolo o dello sport sognando di poter essere popolare come loro e nel fare questo, guardi ai modelli che propone la nostra società cercando di capire come cambiare per essere accettato. E qui tante volte guardandoti inizi a vedere più difetti di quelli che hai perché gli “standard” sono alti e tu non ti ritrovi. Guardare a modelli è una cosa naturale, anzi proiettandoci al domani il modello ci sprona a crescere. Attento, però: ogni uomo, ogni donna è unico e anche tu lo sei.


Unità 11

Uomini veri, vere donne

Gesù Cristo: un modello a 360˚

Ogni strada, ogni cammino della vita è unico e tu, nella tua preziosità, lo percorrerai con i tuoi pregi e i tuoi difetti, consapevole della tua unicità con stupendi talenti da condividere con chi ti accompagnerà. Tutti abbiamo un sogno, tutti siamo alla ricerca della felicità, di una vita piena e realizzata nonostante le difficoltà. I cristiani guardano come modello a Gesù, vero Dio e vero uomo. Sanno di essere ciascuno unico, ma credono anche che seguire Gesù non toglie niente alla loro umanità, bensì la realizza, declinando in modalità differenti la passione e i talenti che sono in ogni essere umano. “Chiunque segue Cristo, l’uomo perfetto, diventa anch’egli più uomo” (Gaudium et spes, 41)

TOCCA A TE Ascolta il brano Outsider del gruppo The Sun. Dopo aver ascoltato la canzone e aver trovato il testo, prendi la frase che più ti colpisce e in piccoli gruppi confrontati con la classe. Cosa significa “scegliere di essere te stesso”. Quali difficoltà si trovano nella realtà?

Nelle prossime pagine di questa sezione avrai modo di approfondire la conoscenza di uomini e donne che hanno plasmato la loro vita seguendo Cristo e, facendo ciò, si sono realizzati in pienezza. In diversi casi sono stati dichiarati beati dalla Chiesa, cioè “felici”, e sono stati posti come esempi di vita realizzata. Duccio di Buoninsegna, Vocazione di Pietro ed Andrea,1308-1311, National Gallery of Art, Washington.

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SEZIONE 2 OUT SIDER DELLA VIT A

Gesù Cristo: vero Dio vero uomo

Da quando in qua ci si può prefiggere di avere come modello da imitare …Dio stesso? Se ci pensi la cosa appare un tantino azzardata. Ma per i cristiani non è così. La figura di Gesù Cristo, infatti, costituisce un “ponte” percorribile in quanto egli è al contempo vero Dio, ma anche vero uomo.

APPROFONDIMENT O

Dio e Uomo in un'unica Persona

Nella teologia cristiana Gesù è vero Dio e vero uomo. Questo aspetto è stato trattato in grandi Concili come Nicea (325 d.C.), Efeso (431 d.C.) e Calcedonia (451 d.C.). Nella persona di Gesù c’è sia la natura divina che umana, egli è veramente uomo rimanendo veramente Dio (CCC 464) ed entrambe le nature agiscono all’unisono cooperando entrambe le volontà divina ed umana (CCC 475). Certo è qualcosa di grande, di immenso: Dio si fa uomo! É il mistero dell’Incarnazione che si celebra ogni Natale. Nell’udienza generale del 9 Gennaio 2013 Papa Benedetto XVI parlava a questo proposito dicendo: “Il Figlio di Dio ha lavorato con mani d’uomo, ha pensato con mente d’uomo, ha agito con volontà d’uomo, ha amato con cuore d’uomo. Nascendo da Maria Vergine, egli si è fatto veramente uno di noi, in tutto simile a noi fuorché nel peccato”. (Gaudium et spes, n. 22). È importante allora recuperare lo stupore di fronte a questo mistero, lasciarci avvolgere dalla grandezza di questo evento: Dio, il vero Dio, Creatore di tutto, ha

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Un’immagine del Concilio di Nicea.

percorso come uomo le nostre strade, entrando nel tempo dell’uomo, per comunicarci la sua stessa vita (cfr 1 Giovanni 1,1-4). E lo ha fatto non con lo splendore di un sovrano, che assoggetta con il suo potere il mondo, ma con l’umiltà di un bambino”.


Unità 11

Uomini veri, vere donne

Obiettivo:

Prepara il tuo gruppo a presentare in massimo 20 minuti la vita, la storia e la particolarità di una di queste persone, attraverso un supporto digitale o cartaceo preparato in classe.

Supporto digitale

Create una piccola presentazione digitale in cui sinteticamente presentare alla classe quanto appreso e approfondito. Suggerimento: usate Google presentazioni, applicazione gratuita presente su Google store e Apple store.

Supporto cartaceo

Creare un piccolo lapbook o un cartellone attraverso cui passare in rassegna e presentare le fasi più importanti della vita del personaggio scelto, le caratteristiche fondamentali, ciò che lo hanno reso unico e talvolta diverso dalla “normalità”.

orgoglio

Conoscerai in questa sezione di lavoro dei veri “outsider” della vita: l’umanità va fiera di loro. Ciò che si prova dentro quando si fa o si è qualcosa di buono, beh… sembra essere impagabile: quello che si prova è un sano sentimento di orgoglio, e lo provano anche gli altri nei nostri confronti. Ti è mai capitata una situazione come questa? Racconta e ascolta anche i tuoi compagni al riguardo.

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T EST IMONI DEL MONDO D'OGGI ANNALENA T ONELLI

EHI, PROF!

Cosa comporta vivere la vita secondo il modello di Gesù? Mi puoi fare degli esempi?

Strafelice con gli ultimi

Annalena Tonelli è nata a Forlì il 2 aprile 1943 ed è stata assassinata in Somalia il 5 ottobre 2003.

Episodio

Nata a Forlì nel 1943, nel pieno della seconda guerra mondiale, trascorre un’adolescenza serena e ricca di ideali. È una studentessa brillante, con uno stage svolto perfino in America, ma Annalena, sempre allegra e solare, è conosciuta da tutta la sua città per il suo impegno cristiano. Aspira a partire per l’India, ma sarà a Nairobi, in Kenya, dove arriverà nel 1969. Inizialmente fa l’insegnante di inglese, ma presto capisce che vuole stare al servizio dei più poveri. Dà vita allora con un’amica ad una piccola comunità di laiche missionarie. Assiste i bambini orfani e ammalati, apre un centro di riabilitazione per bambini poliomelitici, sordi e ciechi e inizia a sperimentare una cura particolare per i malati di tubercolosi. Tuttavia la sua presenza è spesso ostacolata e quando denuncia il massacro di Wagalla del 1984, viene espulsa dal Paese come “persona non gradita”. Torna comunque in Africa, questa volta in Somalia, dove fonda un ospedale con 200 posti letto e apre delle scuole. Nel 2003 due sicari le sparano un colpo alla nuca.

“Io sono nessuno (nobody)”, così amava definirsi Annalena partita ancor giovane dalla sua Forlì per l’Africa. Non ebbe padri spirituali che la guidarono, né appartenne a congregazioni religiose e neanche un’organizzazione umanitaria alle sue spalle. Da sola e per tutta la vita perseguì ciò che sentiva dentro di sé: vivere ed essere per gli altri, per i poveri. Ricevette nel 2003, dall’Alto Commissariato dell’ONU per i rifugiati, il premio Nassen Refugee Award.

Dicono di lei

“L’ho vista operare e ne ho colto l’assolutezza. Era piccola, fragile e indifesa, ma era una donna che non aveva paura e dunque poteva farne tanta. La sua storia è più di un esempio, è straordinaria” (Carmen Lasorella, giornalista Rai).

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Unità 12

Testimoni del mondo d’oggi

PIER GIORGIO F RASSAT I Un tipo losco allegro

Nato nel 1901 a Torino in una famiglia della ricca borghesia, inizia una carriera imprenditoriale ma proprio lì Pier Giorgio viene a conoscenza delle difficoltà in cui si dibattono gli operai. Entra in contatto con la povertà e fin da giovanissimo, durante il liceo, comincia a frequentare le Opere di San Vincenzo. Amico di tutti, esprime sempre una fiducia illimitata e completa in Dio e nella sua Provvidenza, affrontando le situazioni difficili con impegno e serenità. Fin da piccolo, Pier Giorgio è abituato a faticose camminate in montagna, ambiente che ama particolarmente. Non si lamenta mai, né per la fame, né per la sete, né per la stanchezza. Dedica il tempo libero alle opere assistenziali a favore di poveri e diseredati. A una gracile donna scalza che gli bussa alla porta con un bambino, si toglie scarpe e calze e gliele passa di nascosto. Si iscrive a diverse congregazioni e associazioni cattoliche e si accosta con frequenza alla comunione. Fonda con i suoi amici più cari una società “allegra” che viene denominata Tipi loschi, giovani attenti ad aiutarsi nella vita interiore e nell’assistenza degli ultimi. Muore di poliomelite fulminante nel 1925. Pier Giorgio Frassati è nato a Torino il 6 aprile 1901 ed è morto a Torino il 4 luglio 1925.

Episodio

La forza di volontà di Pier Giorgio si manifestò nello studio, verso il quale non era naturalmente inclinato. In una lettera da Forte dei Marmi (11 agosto 1924), Pier Giorgio scrisse: “Ora ho ripreso gli studi; però ho mutato orario, perché alla sera è impossibile studiare con la musica del ballo sotto alle finestre e quindi dormo; alla mattina, quando non albeggia ancora, mi lego alla sedia dinanzi ai libri”.

Dicono di lui

Un giorno, uscendo dalla chiesa, dopo aver fatto la comunione, teneva ancora in mano la corona del rosario. Sui gradini, incontrò un giovane conoscente che gli disse: “Oh, Pier Giorgio, sei diventato bigotto?”. “No! Sono rimasto cristiano!”

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SEZIONE 2 OUT SIDER DELLA VIT A

DON CARLO GNOCCHI L’angelo dei bimbi

Carlo nasce da una povera famiglia in provincia di Milano nel 1902. Alla morte del padre si trasferisce in città. Entrato nel Seminario della diocesi di Milano, viene ordinato prete nel 1925. Dopo alcuni anni come assistente di oratorio, viene nominato assistente spirituale dell’Istituto Gonzaga dei Fratelli delle Scuole Cristiane, sempre a Milano.

Carlo Gnocchi è nato a San Colombano al Lambro (MI) ed è morto a Milano il 28 febbraio 1956.

Allo scoppio della seconda guerra mondiale parte come cappellano militare volontario per il fronte greco-albanese, per condividere la sorte dei suoi giovani. Ritorna nel 1942 ma, nello stesso anno, parte per la Russia con gli alpini della Tridentina. La drammatica esperienza della guerra e della ritirata dei soldati italiani lo spinge a riflettere e a considerare il mistero del dolore, specie negli innocenti e nei bambini. Si dedica quindi a una grandiosa opera di carità nei confronti degli orfani di guerra e dei mutilati. Malato di tumore, muore il 28 febbraio 1956, dopo aver donato le proprie cornee a due ragazzi ciechi, in un’epoca dove i trapianti d’organi non erano ancora regolamentati dalla legge italiana. È stato beatificato da Papa Benedetto XVI il 25 ottobre 2009 in piazza del Duomo a Milano.

Episodio

Durante la drammatica ritirata del contingente militare italiano in Russia, Carlo assiste come cappellano alla morte di numerosi Alpini, tra i quali uno soprannominato “Margherita”. Dinanzi al suo dolore nel lasciare la moglie e un bimbo piccolo, egli promette di prendersi cura di loro, ma da allora in poi lo farà per moltissimi altri.

Dicono di lui

Durante i funerali, un bambino mutilato, Domenico Antonino, fu portato al microfono e disse: “Prima ti dicevo: ciao don Carlo. Adesso ti dico: ciao, san Carlo”.

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Unità 12

Testimoni del mondo d’oggi

CARLO ACUT IS Un originale, non una fotocopia

Carlo Acutis è nato a Londra il 3 maggio 1991 ed è morto a Monza il 12 ottobre 2006. Nella foto un momento della beatificazione, avvenuta ad Assisi lo scorso 10 ottobre 2020.

Figlio di Andrea Acutis e Antonia Salzano, Carlo nacque a Londra ma trascorse l’infanzia a Milano, circondato dall’affetto dei suoi cari e imparando da subito ad amare il Signore, tanto da essere ammesso alla Prima Comunione prima del consueto. Frequentatore assiduo della parrocchia, s’impegnò a vivere un’amicizia stretta con Gesù ma fu anche attento ai problemi delle persone che gli stavano accanto, anche usando da esperto, seppur autodidatta, le nuove tecnologie del web. È ancora presente in internet la mostra virtuale progettata e realizzata da lui a 14 anni (www.miracolieucaristici.org). Colpito da una forma di leucemia fulminante, la visse con animo fiducioso come prova da offrire in nome della fede, morendo a soli quindici anni compiuti. Tutta la sua vita fu caratterizzata da un’indole e carattere luminosi, proprio per il suo amore verso Dio e Gesù Eucaristia. Papa Francesco l’ha citato Carlo nell’Esortazione apostolica post-sinodale “Christus vivit”. Il 21 febbraio 2020, ha autorizzato la promulgazione del decreto relativo a un miracolo attribuito all’intercessione di Carlo, che è stato solennemente beatificato ad Assisi il 10 ottobre seguente.

Episodio

“Tutti nascono originali, ma molti muoiono fotocopia”, amava dire Carlo, citando il filosofo inglese Edward Young.

Dicono di lui

“Per me Carlo è stato un piccolo salvatore, perché io ero una persona vissuta laicamente. Ero andata a messa tre volte: il giorno della prima Comunione, della Cresima e del matrimonio. L’interesse di Carlo verso la fede e l’amore verso Gesù mi mettevano in imbarazzo, perché io ero ignorante su tutto questo” (Antonia Salzano, madre di Carlo).

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SEZIONE 2 OUT SIDER DELLA VIT A

DON GIUSEPPE DIANA Nemico della camorra

Giuseppe nasce il 4 luglio del 1958 a Casal di Principe, vicino ad Aversa, figlio di genitori proprietari terrieri. A dieci anni entra in seminario ad Aversa e, dopo il percorso scolastico consueto e, successivamente, di teologia, viene ordinato sacerdote. A partire dal settembre del 1989 è parroco a Casal di Principe e insegna Religione cattolica nelle scuole superiori della zona. È il periodo in cui la camorra casalese legata a Sandokan (così è soprannominato il boss Francesco Schiavone) semina terrore e paralizza la vita campana. Giuseppe si ribella a queste ingiustizie: nel 1991 viene diffuso, il giorno di Natale, un suo scritto intitolato Per amore del mio popolo, letto in tutte le chiese di Casal di Principe e dell’Aversano. Egli paga, però, il suo coraggio con la vita: il 19 marzo del 1994, mentre si prepara a celebrare la Messa, un assassino lo uccide sparandogli due colpi con una pistola. Giuseppe Diana è nato a Casal di Principe (CE) il 4 luglio 1958 ed è morto a Casal di Principe il 19 marzo 1994.

Per amore del mio popolo

Episodio

Scritta il giorno di Natale del 1991, la lettera di don Giuseppe Per amore del mio popolo è stata letta in tutte le chiese di Casal di Principe e della zona dell’Aversano.

Approfondimento e attività

Nel 2014, a vent’anni dalla morte di don Diana, la RAI ha trasmesso una fiction dal titolo Per amore del mio popolo. Don Diana, dove la parte di don Peppe è interpretata dall’attore Alessandro Preziosi. Ricerca in rete con l’aiuto dell’insegnante il trailer del telefilm.

Cosa farebbe secondo te don Peppe se fosse coinvolto in uno dei più recenti fatti di cronaca mafiosa? Prova a discuterne in classe con l’insegnante e i tuoi compagni.

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A MENT E APERT A

lavoriamo insieme

COSA È BENE E MALE Al di là dell’amore ORA TOCCA A TE A quale tragedia ritieni che si faccia riferimento in questa canzone? I versi in grassetto possono aiutarti.

__________________________ __________________________ __________________________ __________________________ Perché il testo di questo brano riporta l’espressione al di là dell’amore, secondo te?

__________________________ __________________________ __________________________ __________________________ Cosa pensi che sia giusto richiedere a chi viene dal mare, giunto sul suolo italiano? __________________________ __________________________ __________________________ __________________________

Leggi il testo di questa canzone. Questi parlano come mangiano / E infatti mangiano molto male Sono convinti che basti un tutorial per costruire un’astronave E fanno finta di non vedere / E fanno finta di non sapere che si tratta di uomini / Di donne e di uomini E mentre il mio cuore trabocca d’amore / Lungo le spiagge c’è un sogno che muore Come una notte golosa di sole / Che ruba alla terra profumo e calore Il soffio del vento, che un tempo portava il polline al fiore Ora porta spavento / Spavento e dolore Ma vedrai che andrà bene / Andrà tutto bene Tu devi solo metterti a camminare / Raggiungere la cima di montagne nuove E vedrai che andrà bene / Andrà tutto bene Tu devi solo smettere di gridare / E raccontare il mondo con parole nuove Supplicando chi viene dal mare / Di tracciare di nuovo il confine fra il bene ed il male Ma questi vogliono solo urlare / Alzare le casse e fare rumore Fuori dal torto e dalla ragione / Branco di cani senza padrone Che fanno finta di non vedere / E fanno finta di non sapere Che si parla di uomini qui / Di donne e di uomini E mentre il mio cuore trabocca d’amore / All’orizzonte c’è un sole che muore Stretto tra il cielo e la linea del mare / Rosso di rabbia non vuole annegare Il soffio del vento che un tempo portava il polline al fiore Ora porta spavento / Spavento e dolore Ma vedrai che andrà bene [...] Difendimi al di là dell’amore, dell’amore Difendimi al di là dell’amore Al di là dell’amore (Al di là dell’amore di Dario Brunori)

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LE VIE DELLA

BELLEZZA

di Don Maurizio Viviani

La Vocazione di Matteo di Caravaggio

Nella chiesa di San Luigi dei Francesi a Roma Caravaggio lavora come un regista che allestisce uno spettacolo teatrale: prepara singolari inquadrature, disponendo i modelli sotto fasci di luce abilmente direzionati, così da rendere più incisivi i gesti, le posizioni dei personaggi e le espressioni dei loro volti. Luci e ombre servono per comunicare particolari stati d’animo e, in una visione spirituale, per trasmettere un preciso significato simbolico della vita cristiana. Per Caravaggio la luce ha, quindi, un’importanza fondamentale, poiché a essa è attribuita la funzione di esaltare il realismo delle scene rappresentate. Ciò si nota anche in questo dipinto, la Vocazione di San Matteo, realizzato (tra il 1599 e il 1600) per la Chiesa di San Luigi dei Francesi in Roma.

Gesù. Sta entrando in una stanza buia, dotata di

un’unica finestra ben chiusa. Il suo ingresso è accompagnato da un fascio di luce che proviene dall’esterno, per sottolineare la sua provenienza divina. Il suo volto è attorniato da una aureola sottilissima. Tende la sua mano destra verso Matteo, che sta di fronte a lui. Con questo gesto solenne lo invita ad abbandonare la professione di esattore delle tasse e a diventare suo apostolo. Pietro, accanto a Gesù, alza pure lui la mano, imitando così il gesto del Maestro.

San Matteo. Visibilmente sorpreso, si gira im-

provvisamente verso Gesù. Con la mano sinistra rivolta verso se stesso, sembra chiedere conferma che il prescelto tra i presenti sia proprio lui. Intuisce che solo Gesù è in grado di dare un senso pieno alla sua vita e di appagare la sua sete interiore. Pertanto, senza alcuna esitazione, si alza e lo segue.

I gabellieri e i soldati. Lo sfondo scuro esalta

Caravaggio (Michelangelo Merisi), Vocazione d San Matteo, 1599-1560, chiesa di San Luigi dei Francesi, Roma.

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alcune parti anche dei corpi delle persone che stanno attorno a Matteo, tutti vestiti come al tempo di Caravaggio. I soldati a destra, ben vestiti e con cappelli piumati, sono armati di spada e si voltano istantaneamente verso i due nuovi entrati. A sinistra vi sono due gabellieri, che stanno raccogliendo e contando le monete sparse su un tavolo. Assorbiti dal loro lavoro, nemmeno si accorgono della presenza di Gesù e della luce salvifica che li raggiunge.


SEZIONE 2 OUT SIDER DELLA VIT A COMPIT I DI REALTÀ OBIETTIVO FORMATIVO

Ricostruire i momenti salienti della vita di alcuni cristiani del ‘900 e confrontarsi con le loro sfide e le loro scelte.

COMPIT O D I R E A LT À

AL GIFFONI FILM FESTIVAL Ogni anno si tiene in Italia, non lontano da Salerno, il Giffoni Film Festival, un festival cinematografico per ragazzi. Spesso gli stessi ragazzi, scuole o associazioni partecipano al concorso con un corto. Dopo aver scelto alcuni episodi cruciali della vita di alcuni cristiani del ‘900 (possono essere quelli suggeriti in questo capitolo o anche altri) prepara un breve copione per realizzare un cortometraggio che riporti l’evento che vi ha colpito della storia di quest’uomo o donna. SUGGERIMENT O Scegliete il personaggio: un uomo o una donna, l’ambito in cui ha vissuto, cosa ha caratterizzato la sua vita, le scelte fondanti attraverso cui si è riflessa la sua fede e il suo seguire Cristo. Non per forza deve essere un santo famoso, molte sono le persone anche poco note, magari vissute nel contesto in cui vivi tu, che hanno fatto del Vangelo la ragione della loro vita. Scegliete bene le scene. Potete pensare ad una voce fuori campo iniziale che spieghi grandi linee la vita, poi mettete le scenette. Potete con realizzare il video a scuola, come compito per casa, con tecnologia base.

VA L U T A Z I O N E Obiettivo 1: i personaggi scelti sono coerenti con la proposta del Vangelo, e la presentazione ne ha sottolineato l’esempio che queste persone hanno lasciato [Competenza chiave n. 8]. Obiettivo 2: nonostante le difficoltà gran parte del gruppo si è messa all’opera, superando timidezze e paure, mostrando creatività e voglia di fare. Il lavoro è stato portato a compimento nei termini e tempi stabiliti [Competenza chiave n. 7]. Obiettivo 3: il gruppo ha utilizzato con sapienza e responsabilità le tecnologie, creando con pazienza e conformemente al progetto quanto richiesto [Competenza chiave n. 4]. Obiettivo 1

Obiettivo 2

Obiettivo 3

GRUPPO 1 GRUPPO 2 GRUPPO 3 GRUPPO 4

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SEZIONE 2 OUT SIDER DELLA VIT A V ERIF ICHIAMO 1. DIO E L’UOMO “Sono come una piccola matita nelle Sue mani, nient’altro. È Lui che pensa. È Lui che scrive. La matita non ha nulla a che fare con tutto questo. La matita deve solo poter essere usata”.

Una celebre premio Nobel, nonché santa per la Chiesa Cattolica, parlava in questi termini del suo rapporto con Dio. Chi è? Perché si definiva matita di Dio? Prova a riflettere sull’essere diversa andando controcorrente e al tempo stesso essere riuscita a realizzare la sua vocazione di “matita di Dio”

2. LA BIBBIA E LE ALTRE FONTI

Leggi il seguente episodio della vita di Giacobbe, narrato in Genesi 28

«Chi sono i martiri? Sono cristiani conquistati da Cristo, discepoli che hanno imparato bene il significato di quell’amare fino all’estremo che portò Gesù alla Croce. Non esiste l’amore a puntate, l’amore a porzioni. L’amore è totale e quando si ama, si ama fino all’estremo. Sulla Croce, Gesù sentì il peso della morte, il peso del peccato, ma confidò pienamente nel Padre, e perdonò. Non pronunciò quasi parola, ma diede la vita». (Papa Francesco)

Quale santo viene raffigurato nell’immagine qui sopra che ha vissuto nella sua vita l’esperienza del martire, esperienza di amore totale verso un padre di famiglia a cui ha salvato la vita? .................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................. ..................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

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Verifichiamo

3. IL LINGUAGGIO RELIGIOSO

Un film particolarmente significativo del regista italiano Gabriele Muccino, interpretato da Will Smith, si intitola Alla ricerca della felicità. Se non l’hai visto, cerca di farlo o, almeno, scopri in dettaglio la sua trama. Prova a elencare 5 punti che hanno caratterizzato la ricerca della felicità nei personaggi affrontati nella sezione: 1. ........................................................................................................................................................................................................... 2. ........................................................................................................................................................................................................... 3. ........................................................................................................................................................................................................... 4. ........................................................................................................................................................................................................... 5. ........................................................................................................................................................................................................... Alcuni di questi personaggi sono stati definiti “beati”. Trova un sinonimo di questo termine.

4. I VALORI ETICI E RELIGIOSI Quali personaggi nella sezione hanno detto queste frasi?

“L’importante è fare la volontà di Dio...è stare al suo gioco” ................................................................................................................................

“Sei diventato bigotto?”. “No! Sono rimasto cristiano!”

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“Io sono nessuno”

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Quali virtù e quali valori traspaiono da queste citazioni?

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A SCUOLA DI BENESSERE

VERSO IL FUTURO CONSAPEVOLMENTE Qual è la mia scuola superiore?

Fino ad oggi il percorso scolastico è stato uguale per tutti, dalle elementari alle medie. Certo, ci sono state paure e domande: “Come sarà la nuova scuola? Mi troverò bene? Riuscirò a trovare dei nuovi amici?”. Ora, però, con il passaggio verso la scuola superiore si aggiunge una nuova importante domanda: “Quale tipo di scuola scegliere?”. Ci sono anche nuove consapevolezze, ad esempio quella che molto probabilmente tu e i tuoi compagni di classe farete scelte diverse. Cominci così a renderti conto che la scelta della scuola superiore darà alla tua vita un orientamento diverso in base al tipo di scuola che sceglierai. E allora su che cosa dovrebbe basarsi una scelta il più possibile matura e consapevole?

Chi sono e dove voglio andare

Partiamo da lontano. Lo sapevi che la parola “orientamento” deriva dalla parola latina orior che significa “nascere, sorgere, trarre origine”? Dal punto in cui sorge il sole e dalla sua posizione in cielo puoi collocarti nello spazio e nel tempo per poterti orientare e scegliere il giusto sentiero. Se ci pensi funziona così anche per l’orientamento scolastico: per potersi orientare tra le diverse proposte e capire dove vuoi andare, è necessario riflettere innanzitutto sulla tua origine (chi sei come persona), dove vorresti andare (i tuoi interessi), per cosa ti senti più portato (le tue abilità e le tue attitudini). La scelta più vicina al tuo modo di essere, ai tuoi interessi e alle tue attitudini è quella che ti farà sentire bene e pronto a dare il massimo nonostante le difficoltà. Ma devi ricordare che per ogni nuova avventura serve anche la voglia di mettersi in gioco: la motivazione e l’impegno ti permetteranno di sviluppare al meglio quello che sei.

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di Davide Povolo - docente IRC e psicologo & Carlo Tonin - docente IRC ed educatore

ORA TOCCA A TE

Prendendo spunto dalle storie che seguono rifletti e segna quale potrebbe essere la scelta più consapevole di ogni personaggio. Discutine poi in classe. Mattia ama moltissimo l’elettronica e l’informatica.

Nonostante gli amici abbiano scelto l’IstiSceglie l’Istituto Agrario perché ci vantuto Agrario sceglie un Istituto Tecnico, inno i suoi amici, così non sarà solo. dirizzo elettronica e telecomunicazioni. Vuoi sapere com’è finita? Gigi ha scelto l’Istituto agrario! Secondo te riuscirà ad affrontare la scuola con passione? Discuti! Marco non ama molto lo studio e andrebbe a lavorare prima possibile, ma deve comunque scegliere la scuola migliore per lui.

Sceglie di passare in rassegna i diversi Sceglie di iscriversi al Liceo LinguistiCorsi Professionali e gli Istituti Tecnici, co perché pensa che la conoscenza delle per riflettere quale si avvicini di più ai suoi lingue lo potrebbe aiutare a trovare un interessi e gli permetta di imparare una lavoro. professione.. Vuoi sapere com’è finita? Marco ha scelto un corso professionale! Ha fatto bene? Discuti! Anna è appassionata da sempre di arte, ama disegnare ma è comunque una ragazza che studia in modo costante con buoni risultati in tutte le materie. I genitori vorrebbero che coltivasse i suoi Sta valutando di iscriversi al Liceo Arti“hobby” attraverso qualche corso pomeristico o ad un Istituto Tecnico di Grafica diano e la invitano a scegliere una scuola e Comunicazione per coltivare al mediversa per sviluppare anche altre sue poglio la sua passione. tenzialità. Uno spunto per riflettere: le passioni di Anna sono certamente autentiche, ma potrebbero essere valide anche alcune osservazioni fatte con amore dai suoi genitori che la conoscono e ne vedono le potenzialità. Anna non ha intenzione di litigare, ma vuol riflettere: che peso dare ai suoi desideri e come prendere in considerazione i consigli dei suoi genitori? Come la consiglieresti? _______________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________

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sezione

IL MONDO CHE VORREI

13. Oltre a me, oltre a te 64 14. Imagine: Religione e società 66 15. Crescere: relazioni e modelli di vita 68 16. Una vita ...onlife 74 Il buon samaritano di Van Gogh V ERIF ICHIAMO COMPIT O DI REALTÀ VALUT AT IVO

OSA I C O A ECC OPRIR SC Vedrai come vi siano ostacoli e aiuti alla piena formazione della persona. Ti verrà offerto un percorso che stimoli la tua crescita e ti indichi qualche direzione “buona”. Diventerai più consapevole delle responsabilità del tuo “io sul web”.


LA VIDEOINT ERVISTA #iniziamocosì

A SCUOLA DI BENESSERE Con un sogno nel cuore 80 A MENTE APERTA Chi è il vero debole? 75 CHE EMOZIONI! Rabbia 74 ADDOMESTICARE LE PAROLE Idolo

BOX E RUBRICHE

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OLT RE A ME, OLT RE A T E

EHI, PROF! Perché in questo mondo ognuno pensa che ha ragione sempre e solo lui?

PAROLE Idolo: dal greco eidolon, significa “fantasma, figura”. È un oggetto o una immagine adorata come una divinità. Ego: è il pronome “io” in latino; in psicologia rappresenta il tuo io, la tua personalità.

Vogliamo ora porre dinanzi al tuo sguardo questa parola: idolo. Ne seguiranno delle considerazioni interessanti: sul fatto che non bisogna seguire troppo la moda, che non bisogna mangiare troppo, né troppo poco, che si deve avere qualche modello di riferimento, ma senza esagerare, che si deve lasciare uno spazio aperto alla relazione con il divino e così via... Non che ci sia niente di male in questi avvertimenti, anzi. Ma in qualche modo ci sembrano ignorare la vera natura dell’idolo. Gli idoli non sono solo quelle immagini che si frappongono tra te e gli altri, ed eventualmente fra te e Dio (se sei credente). Gli idoli sono quelle cose che gonfiano il tuo io a dismisura, fino a non lasciare più posto per nient’altro. Ti riempiono di te fino al punto che ti vien da dire: “Gli altri? Quali altri?”. Alla fin fine, l’idolo più attraente per l’essere umano è sempre stato... se stesso.

AD DOMEST ICARE LE PAROLE

IDOLO

Forse ti è capitato di sentire qualcuno dichiarare ad esempio: «Cristiano Ronaldo è il mio idolo!». La parola idolo deriva dal greco eidolon, che significa fantasma, figura. È, in origine, un oggetto o una immagine adorata come divinità. Nel linguaggio popolare può indicare oggi una persona verso cui si prova grande ammirazione.

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Idolo del periodo Calcolitico (3000 a.C.), raffigurato sulle monete della Repubblica di Cipro.


Unità 13

Oltre a me, oltre a te

L’idolo sono …io

Leggi il testo di questa canzone: Io, di Niccolò Fabi, dall’album Ecco. Non sarà mica l’ego l’unico nemico vero di questo universo? Non sarà certo questo piccolo pronome il centro di ogni discorso? Io Io Io Io Io Io Io Io Io

che mi sveglio la mattina presto, io che lavoro sempre tutto il giorno, io sono quello che è nei miei panni sono quello che ogni volta paga i danni solo soffro io solo sono stanco solo cerco di calmare il tuo tormento che mia madre non mi ha mai capito che mio padre non l’ho mai stimato

Non sarà mica l’ego l’unico nemico vero di questo universo? Non sarà certo questo piccolo pronome il centro di ogni discorso?

Tu non capisci la mia situazione Tu non rispetti la mia condizione Tu non ti sforzi non mi incoraggi Non accompagni mai nessuno dei miei viaggi Io non mi sento mai gratificato Io non mi sento mai realizzato Io sono sempre pronto a perdonare Io sono sempre pronto a rinunciare Io Non sarà mica l’ego l’unico nemico vero di questo universo? Non sarà certo questo piccolo pronome il centro di ogni discorso? No, non è un mestiere mio assomigliare a Dio per quanto bella sia l’idea si, si chiama egomania la nuova malattia di questa società dell’io

Il testo, se hai notato, è costituito da un ritornello che riporta in modo ironico una domanda che è più di un dubbio, mentre le strofe risuonano come un elenco di rivendicazioni degli uomini e delle donne di oggi. La chiusura del brano è affidata ad un coro che chiama in ballo anche Dio. Viene in mente, a questo proposito, il passo dei famosi Dieci Comandamenti, in cui Dio mette in guardia l’uomo: “Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dalla terra d’Egitto, in schiavitù: non avrai altri dèi all’infuori di me” (Es 20,2-3). Ma è facile sostituirsi ad una divinità: l’ossessione per l’aspetto maschera l’io che vuole essere guardato e al di sopra di ogni giudizio. L’avidità fa guardare ai soldi come il mezzo per poter dire: io posso permettermelo. Il possesso di oggetti ipertecnologici fa pensare: io sono una spanna avanti. E così via. Insomma, dietro agli idoli c’è sempre il nostro io, per come vorremmo essere. Un ego che si nasconde, ma è sempre presente. Del resto, espressioni come I-pad, I-phone e selfie rispecchiano esattamente la stessa dinamica anche nei termini linguistici usati.

“Uso spesso questa canzone per spiegare la radice profonda di moltissime sofferenze che infliggiamo agli altri, radice tutta compressa in questo pronome feroce: io” (Padre Maurizio Botta).

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14

IMAGINE : RELIGIONE E SOCIETÀ Così cantava John Lennon nel 1971: Imagine there’s no countries It isn’t hard to do Nothing to kill or die for And no religion too Imagine all the people Living life in peace…

Immagina che non ci siano Paesi Non è difficile da fare Niente per cui uccidere o morire E nessuna religione Immagina che tutti quanti Vivano la vita in pace…

Di fronte ad un messaggio così potente nella sua semplicità, vien quasi voglia di dire: “Grande... Facciamolo!”. Soprattutto questa voglia di abbattere le barriere affascina. E così siamo presi all’improvviso da questo pensiero: “E se non esistessero veramente le varie nazioni, le differenti religioni, non sarebbe meglio? Non saremmo in pace?”. In effetti, questa religione: a cosa serve?

ROVESCIAMO LA CLASSE Religione in musica Conosci qualche brano musicale che parli di religione? Prova con l’aiuto dell’insegnante a cercare sul web e a riportarne qualcuno in classe, citando l’autore, il titolo e sintetizzandone i contenuti in una tabella.

Hai un momento Dio? No, perché sono qua, insomma ci sarei anch’io. (Ligabue)

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Non ti stupire se prendiamo la questione così di petto. Molti ragazzi si trovano, crescendo, a dire: “Ma insomma, uno può essere una brava persona anche senza tutte queste cose...”. Ed è innegabile che la storia delle religioni sia anche connotata da violenze. Bene, abbiamo “buttato giù” tutto. Ora ricostruiamo.


Unità 14

Imagine : religione e società

Una religione per costruire ponti

Vien da dire che la religione, oltre che a divisioni, ha portato anche “pensiero”: sulle cose della vita, sull’uomo, sul senso stesso della sua vita. La religione ha spesso smascherato l’egoismo dell’individuo, il marcio nel cuore dell’uomo, rivelandone i veri propositi. Profeti di ogni tempo hanno avuto il coraggio di mettere i potenti di fronte ai loro errori, quando tutti facevano a gara per compiacerli. Saggi dal cuore puro hanno cercato in ogni parte del mondo di innalzare la sensibilità dell’uomo, perché si elevasse dai suoi istinti puramente animali. E del resto, senza la religione, l’uomo ha davvero prodotto epoche di felicità e di fratellanza? O è stato ciò che religioso non è a deturpare il volto stesso della religione, fino a renderlo talvolta irriconoscibile? Immagina un mondo in cui non hai facilitazioni se sei ricco. Un mondo in cui non conti per quello che sembri, ma per quello che sei. Immagina di non essere ritenuto importante sulla base delle conoscenze che hai. Un tribunale in cui la Legge è davvero uguale per tutti. Immagina un luogo in cui chi fa pagare un oggetto più del suo valore è un ladro, e non uno che fa solo i suoi interessi. Immagina un posto in cui non sia normale cercare di fregare gli altri. Immagina un luogo in cui chi ha sbagliato viene perdonato solo se ha riconosciuto il suo errore e provveduto a riparare per quel che può. Un mondo in cui, se c’è un Dio da qualche parte, egli guarda con favore tutti gli uomini allo stesso modo. Sei pronto a confrontarti con questo Regno? È il mondo descritto, difeso, sognato in molti testi sacri. Certo, si è descritta la parte migliore della religione. Ma esiste. Esattamente come esiste la buona musica, di cui Imagine, tra l’altro, fa indubbiamente parte. La pace, però, non si costruisce eliminando le differenze, ma costruendo un ponte sopra di esse.

La religione contribuisce molto in una società alla sua “elevatura” in senso etico, morale e spesso anche culturale.

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CRESCERE: RELAZIONI E MODELLI DI VIT A

EHI, PROF! Mi dicono tutti che ormai sono grande, però non lasciano quasi mai fare quello che voglio io!

L’attore protagonista del film Boyhood, lungo i 12 anni di tempo richiesti dalle riprese cinematografiche.

VIVERE A CASO

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C’è un film veramente particolare, che colpisce per il modo in cui è stato ideato e girato, Boyhood, scritto e diretto da Richard Linklater (2014). Le riprese sono state realizzate nell’arco di oltre 12 anni, praticamente registrando l’invecchiamento naturale degli attori e la crescita del protagonista Mason, un bimbo del quale viene mostrata la trasformazione dai 6 ai 19 anni. Insomma, guardando questa pellicola si vede un film …nel film. Tutto questo può rappresentare bene quello che sta capitando anche a te: stai crescendo e si vede. Il tuo fisico, con un ritmo suo personale, e il tuo carattere si stanno modificando. Senti la necessità di mostrare la tua diversità rispetto ai tuoi genitori e lotti per guadagnare i tuoi spazi; in casa tua, forse, sentono dire da un bel po’ cose come: “Ormai sono grande!”, oppure “Non sono più un bambino, una bambina!”. In più, si fa sentire il desiderio di essere considerato adeguatamente dai tuoi coetanei e l’esigenza di essere apprezzato. Non è finita: il tuo è il tempo delle prime scelte per il futuro... La scuola superiore, ad esempio. In definitiva, diventare grandi è qualcosa di più che essere sviluppati fisicamente. Bisogna crescere dentro, oltre che fuori. E per farlo ci si deve collocare al centro tra due tentazioni possibili:

AVERE UNA DIREZIONE

AVER GIÀ DECISO TUTTO


Unità 15

Crescere: relazioni e modelli di vita

Vivere a caso?

D’accordo, nessuno nella vita si siede a tavolino e decide quello che sarà o che farà. Ma non avere in mente davvero nessun traguardo a che risultati può portare? Lasciarsi vivere, spostarsi da qui a lì a caso, rappresenta una perdita di tempo. In un celebre discorso alla Università di Stanford, Steve Jobs (co-fondatore della Apple e della Pixar) rivelò le tre idee che lo avevano guidato nel corso della sua sorprendente carriera.

Il fondatore di Apple, Steve Jobs, morto nel 2011 a causa di un tumore.

La necessità di unire i puntini..., cioè, di ve-

dere dei collegamenti significativi tra le vicende che si vivono. Egli aveva frequentato senza troppa convinzione l’università, ma in essa aveva scoperto in un corso la passione per la calligrafia. Tale arte si rivelò molto utile dieci anni dopo, in occasione del primo pc da lui creato. Gli eventi della propria vita, però, non si possono collegare in avanti, prima di viverli. Si potrà farlo solo guardando indietro. Nel frattempo bisogna avere fiducia, mentre si scruta il futuro. La necessità di trovare qualcosa che si ami.

Steve Jobs ricordava di come, all’apice del successo, egli fosse stato licenziato dalla sua azienda. Ma questo, nonostante lo sconcerto iniziale, non gli aveva impedito di rimboccarsi le maniche nuovamente e di realizzare qualcosa che non avrebbe ritenuto possibile, prima della sconfitta. Avere qualcosa per cui lottare fa vivere in modo diverso le inevitabili delusioni e gli errori. Non è possibile raggiungere la professione sognata, ad esempio, senza dedizione e tenacia. La consapevolezza che il tempo è poco. L’imprenditore, ricordando

il tumore che lo aveva colpito, aveva molto riflettuto sulla velocità del tempo e sulla morte: “La morte - diceva - è il più importante agente di cambiamento della vita”. Parole dure, ma vere. L’errore più grande per molti giovani è pensare di avere tutto il tempo a disposizione. Ma non tutte le porte restano aperte per sempre. Si deve avere coraggio e saper anche rischiare. Diceva Steve Jobs: “Siate affamati, siate folli”.

TOCCA A TE Conosci qualche storia di incontri provvidenziali? Di persone che si sono trovate al posto giusto al momento giusto? Oppure hai mai fatto, magari anche controvoglia, qualcosa che si è rivelato inaspettatamente utile qualche tempo dopo?

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SEZIONE 3 IL MONDO CHE VORREI

Il rischio di essere senza rotta

APPROFONDIMENT O

Il prezzo da pagare per il fatto di non avere le proprie idee è il piegarsi alle idee degli altri e al loro stile di vita. Il vivere a caso si maschera come “libertà” di fare quello vuoi, ma pian piano limita la tua capacità di scegliere. È il caso delle dipendenze: alcolismo, fumo e droghe sembrano essere traguardi per sentirsi grandi, per mostrare la capacità di trasgredire. In realtà sono i sintomi di chi non è padrone di se stesso. Alcol, fumo e droga pare che ti servano, poi ti comandano: non sembra, ma è quello che avviene.

Alcuni dati sulle dipendenze Ogni anno in Italia si verificano 17mila decessi di giovani causati dall’alcol e gli incidenti stradali alcol-correlati sono la prima causa di decesso per la fascia di questa età. Per quanto riguarda il fumo, emerge che l’Italia è il Paese europeo dove più adolescenti fumano. Sul consumo di sostanze stupefacenti, fra gli adolescenti italiani risulta che il 27% lo ha fatto almeno una volta nella vita, mentre i consumatori frequenti raggiungono il 4%.

Occhio alle vittorie di Pirro Pirro, re dell’Epiro, sconfisse in varie occasioni il potente esercito romano, ma con perdite tali che gli attribuisce la frase: “Un’altra vittoria così e sarò perduto”. Potremmo dire, dunque, che una vittoria di Pirro è una conquista ottenuta ad un prezzo troppo alto. Vincere quando non ne vale la pena, in breve.

«Un’altra vittoria così e sarò perduto” (Pirro).

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Unità 15

Crescere: relazioni e modelli di vita

Anche nella vita di un adolescente si trovano esempi di queste pseudo conquiste: farsi accettare da qualcuno recitando una parte e sacrificando i lati veri della propria personalità; guadagnare popolarità rivelando cose troppo personali o mettendosi fisicamente in mostra in modi imprudenti – sulla rete, ad esempio; accettare di essere complici di aggressioni fisiche o verbali nei confronti di chi è considerato debole, per guadagnare il favore di chi è ritenuto forte; rinunciare ad ottenere i risultati che si potrebbero avere, solo per non essere criticato da chi si sente figo; tradire un amico per acquistarne di nuovi; accettare di essere offesi (o peggio) dal proprio boy o dalla girl, per paura di restare soli.

Aver già deciso tutto

Negli ultimi tempi si sta diffondendo tra le giovani generazioni, forse a causa della forte competizione che si respira nella società odierna, un nuovo tipo di figura: gli adolescenti in carriera. Sono per lo più ragazze, molto determinate a emergere dalla massa dei coetanei, in vista dell’accesso futuro a stage o a istituti di istruzione fortemente selettivi, oppure in prospettiva di concorsi all’estero, che garantiscano una formazione di eccellenza.

TOCCA A TE Quale di queste vittorie di Pirro potrebbe riguardarti maggiormente? Perché? Rifletti.

Anche se poche, alcune adolescenti di oggi appaiono forti, determinate e sicure di sé, ma con il rischio che nel loro efficientismo sacrifichino la parte più vera di se stesse al successo sociale.

Sono giovani che hanno imparato presto a separare realtà e fantasia. Forse anche troppo presto. Nel loro efficientismo tendono a sacrificare tutto ciò che possa ostacolare, o anche solo rallentare la propria scalata. Ma i sogni vanno difesi, anche quelli difficilmente realizzabili; anche quelli che fanno sembrare un po’ gli adolescenti con la testa per aria... Anche perché se non l’hanno loro... chi...?

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SEZIONE 3 IL MONDO CHE VORREI

Crescere nel “Regno”: le Beatitudini Un nuovo tipo di ribellione?

Siamo arrivati ad una pagina difficile. Nessuno proverà a nasconderlo ma, dal momento che questo testo cerca di raccontare una sapienza diversa - quella che proviene dalla religione - cercheremo di cogliere la prospettiva cristiana della crescita umana. La strada additata dal Vangelo è bene descritta dalle Beatitudini.

Le beatitudini di Gesù

TOCCA A TE Quale di queste Beatitudini ti colpisce maggiormente?

APPROFONDIMENT O

Ecco il testo, nella versione di Matteo (Mt 5,3-12): Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati. Beati i miti, perché avranno in eredità la terra. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti perseguitarono i profeti che furono prima di voi .

Un certo "Nice"

Per capire il significato di queste parole cominceremo da ciò che pensava un famoso oppositore del Cristianesimo, uno che aveva in mente tutto l’opposto, rispetto a quello che i cristiani pensano: Friedrich Nietzsche (ti sembrerà strano, ma si pronuncia “Nice”). Egli riteneva che il Cristianesimo fosse un’assurdità, la religione di coloro che disprezzavano quanto di buono c’è nella vita.

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Una religione che portava all’annullamento di sé, contro quanto desidererebbe la natura. L’istinto vitale naturale sarebbe quello che porta ad affermare se stessi, anche a discapito di coloro che sono più deboli, inferiori, e dunque, inadatti alla vita. Tale pensiero sembrerà strano ad alcuni, ma di questa concezione è imbevuta molta più società di quanto si immagini.


Unità 15

Crescere: relazioni e modelli di vita

Ecco, dalla parte opposta di questo modo di intendere la realtà c’è il Vangelo. La natura favorisce il più forte, diceva Nietzsche. Ebbene, egli non aveva figli. Non c’è un esempio più limpido di come si possa crescere ed accudire chi è più debole e ha bisogno di tutto, sperando che egli divenga migliore, più forte, più capace dei suoi stessi genitori. E questo non perché il figlio è una parte di sé. Ma proprio perché egli si stacca, è semplicemente oltre. Il Cristianesimo è la religione di chi fa uno spazio accanto a sé per qualcun altro. È lo stile di chi, all’occorrenza cede il suo posto ad altri. Questo Nietzsche lo aveva compreso bene. Ma egli lo riteneva profondamente innaturale. Per il Vangelo, invece, questa dinamica è naturale, anzi: è la logica stessa di Dio. Ecco che la voce interiore delle Beatitudini non è la lode della sofferenza, non rappresenta l’inno dei masochisti, è piuttosto la scommessa di chi fa spazio agli altri:

Duccio di Buoninsegna, Apparizione di Cristo sul monte della Galilea, 1311, Museo dell’Opera del Duomo, Siena.

è l’inno di chi non insegue l’arroganza (“Lei non sa chi sono io!”),

ma sceglie la semplicità; è la consapevolezza che nessun piacere terreno sana le proprie ferite; è la felicità di chi non si appropria, ma condivide, di chi non si fa giustizia, ma la cerca; è il canto di chi non si vendica, perché la violenza non è la risposta al male; è la leggerezza di chi non vede il marcio ovunque, di chi non si ritiene superiore; è la possibilità di creare pace laddove qualcuno cerca sempre di attaccare; è la fermezza di chi preferisce ricevere torti, piuttosto che farne; è il coraggio di chi sa anche essere deriso, perché fare bella figura non è sempre la cosa giusta; è anche il respiro affannato di chi sale la montagna delle difficoltà della vita, sapendo di quale immensa vista si gode sulla cima.

Chi vive nello spirito delle Beatitudini si riconosce anche solo dal semplice modo di porsi e di essere.

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UNA VIT A ...ONLIF E

Generazioni ben connesse

TOCCA A TE Ascolta e rifletti sulle parole della canzone Vorrei ma non posto.

EHI, PROF! Mi arrivano ogni giorno più o meno 150 messaggi di WhatsApp… che ci posso fare?!?

Sicuramente o hai già fatto le prime esperienze sui social network o sai benissimo di cosa stiamo parlando. Questi luoghi digitali, sono vere e proprie realtà virtuali ma non per questo sono meno reali della realtà in cui vivi. Sono anzi la nuova vita “onlife” - e non più semplicemente solo online - dei giorni d’oggi. Siamo costantemente connessi alla rete e questo sta cambiando ogni aspetto della nostra vita: proviamo a riflettere su questa importantissima realtà e su cosa significa libertà e responsabilità in questo contesto. Instagram, TikTok, Facebook, Twitter sono alcuni dei più usati social network. Come dice la parola sono reti che mettono in comunicazione le persone. Di per sé sono quindi strumenti e come ogni strumento non sono né buoni né cattivi in sé. Dipende l’uso che se ne fa. Per parlarne partiamo da una nota canzone di Fedez e J-Ax: Vorrei ma non posto.

Liberi dal web o nel web?

Libertà. Una parola forte e che hai potuto approfondire in questi anni. Probabilmente avrai sentito parlare della dipendenza da sostanze ma forse non sai che anche i social, i games e il digitale in generale possono essere una dipendenza. Cosa significa essere libero nel web? Quanto tempo passi al PC o con in mano uno smartphone? E come passi questo tempo? Libertà è sapere usare consapevolmente questi potenti strumenti che sono in mano alla nostra generazione cercando di non esserne dipendenti, riconoscendo che parlare da vivo supera WhatsApp e che le amicizie vere valgono più di un contatto su Web o non web, facciamo i conti prima o Instagram. Essere liberi significa stare bene con se poi con la rabbia: sottile o pesante, covata stessi e non dipendere dal numero di “mi piace” pero improvvisa, trattenuta o scatenata… non ché, lasciatelo dire, tu vali molto più di tutti i mi piace le mancano di certo i colori, ma in tutte c’è del mondo. una buona dose di “rosso …sangue”. Eppure da più parti – anche dai film, ti ricordiamo Inside Out, ad esempio – ci insegnano che la rabbia ha un “senso”. Quale? Prova anche ad esemplificare, pensando alla tua esperienza.

RABBIA

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A MENT E APERT A

lavoriamo insieme

CHI È IL V ERO DEBOLE? Osserva i seguenti titoli di giornale.

Razzismo, Hamilton: «Da bambino sono stato bullizzato e picchiato per il colore della mia pelle» «Questi giorni hanno riportato alla memoria tanti dolorosi ricordi della mia gioventù. Gli effetti psicologici negativi non si contano, ma ci meritiamo una vita come tutti» di

Redazione Sport

(Dal Corriere della Sera del 7 giugno 2020)

Scuola, 17enne gay insultato dal bullo: striscioni dei compagni contro l’omofobia Un ragazzo vittima di offese e intimidazioni: solidarietarietà del liceo che si schiera con lui, il primo giorno di scuola sarà contro l’omofobia.il preside approva di

Enea Conti

(Dal Corriere della Sera del 14 settembre 2017)

CRONACA Tre ragazzi e una ragazza sono stati indagati per violenza privata L’aggressione a maggio-giugno. La clip messa in rete dalla studentessa

Girato in un istituto tecnico di Torino il video con le violenze al ragazzo disabile (Da La Repubblica del 14 novembre 2006)

ORA TOCCA A TE Quale tra queste forme di odio e di discriminazione consideri più presente nella realtà in cui vivi? Esprimi le tue considerazioni a riguardo

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LE VIE DELLA

BELLEZZA

di Don Maurizio Viviani

Il buon samaritano di Van Gogh

Al Kröller Müller Museum di Otterlo in Olanda Vincent Van Gogh (1853-1890) è conosciuto per la sua abilità nel rivelare i propri interessi e le proprie convinzioni attraverso la pittura, che è anche un’occasione per raccontare la sua vita e la sua costante attenzione agli ultimi. Molte opere ricordano le sue esperienze fatte in gioventù come predicatore del Vangelo e, contemporaneamente, come volontario tra braccianti, contadini, carcerati e minatori, sempre animato dal desiderio di associare il messaggio evangelico a forme concrete di solidarietà sociale. Nel quadro il Buon samaritano (1890) dipinge il momento centrale dell’omonima parabola raccontata da Gesù: un uomo, gravemente ferito, viene amorevolmente soccorso da uno sconosciuto che è, per di più, straniero. In quest’opera il pittore si immedesima non soltanto con l’uomo ferito, Vincent Van Gogh, Buon samaritano, 1890, Kröller Müller Museum, Otterlo (Olanda).

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ma anche con il suo soccorritore.

Il sacerdote e il levita. Si notano sulla par-

te sinistra due persone, viste di spalle: una appena sopra ad un baule già depredato; l’altra nella parte più alta del sentiero in direzione di Gerico. Sono un sacerdote e un levita, a diverso titolo a servizio presso il Tempio di Gerusalemme. Entrambi, rifiutatisi di prestare soccorso, si stanno allontanando in fretta dal malcapitato.

L’uomo ferito. Si aggrappa disperatamente,

con un abbraccio scomposto, al soccorritore. Colpisce la somiglianza fra il viso del samaritano e quello di Van Gogh. In questo modo il pittore sembra immedesimarsi con colui che presta soccorso, testimoniando così un animo dotato di una particolare sensibilità nei confronti della sofferenza umana.

Il samaritano. Ha già fasciato la testa al ferito

con una benda bianca. Rimboccate le maniche, sta ora cercando di mettere il malcapitato sul cavallo. Inarca la schiena, fa leva con la gamba e punta il piede a terra, sollevando il tallone. Messo il ferito sul suo cavallo, lo condurrà ad una locanda. Anticiperà all’albergatore una buona somma di denaro perché l’uomo incappato nei briganti possa giungere a breve alla piena guarigione.


SEZIONE 3 IL MONDO CHE VORREI COMPIT I DI REALTÀ OBIETTIVO FORMATIVO

Far emergere le proprie personali convinzioni in merito a temi di carattere religioso, a fronte di un’indagine di tipo statistico.

COMPIT O D I R E A LT À

INDAGINE STATISTICA SOCIO-RELIGIOSA Soprattutto negli ultimi tempi, si sono moltiplicate le indagini di tipo statistico e sociologico sul vissuto religioso degli italiani, con particolare attenzione alle nuove generazioni. Ne sono un esempio le pubblicazioni di Armando Matteo (La prima generazione incredula) e di Franco Garelli, (Piccoli atei crescono). Nasce così il desiderio di approfondire sul campo le varie visioni della religiosità, al fine di approfondire la propria voce sulle cose, o, almeno, di far emergere l’inizio di una posizione personale. Nei panni di un giornalista in erba, sei chiamato a realizzare un’indagine di tipo statistico su un campione di 10 persone. Dovrai raccogliere i dati e predisporre una restituzione delle statistiche da te elaborate, con una breve riflessione sui punti più notevoli dell’indagine. SUGGERIMENT I Dovrai utilizzare il modello fornito dall’insegnante per le domande e prevedere la forma con la quale presentare i dati, come, ad esempio, tabelle o grafici a torta/barra. Tali elementi statistici potranno essere elaborati con squadra, compasso e righello, oppure, con i software adatti (Excel o anche Word, per le cose più semplici).

VA L U T A Z I O N E Obiettivo 1: realizzazione dell’indagine richiesta nei tempi prefissati [Competenza chiave n. 7]. Obiettivo 2: gestione in modo autonomo ed efficiente gli strumenti, anche eventualmente digitali [Competenza chiave n. 4]. Obiettivo 3: riflessione non superficiale sulla varietà delle risposte che hai ed elaborazione di una risposta anche propria [Competenza chiave n. 6]. Obiettivo 1

Obiettivo 2

Obiettivo 3

GRUPPO 1 GRUPPO 2 GRUPPO 3 GRUPPO 4

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SEZIONE 3 IL MONDO CHE VORREI V ERIF ICHIAMO 1. DIO E L’UOMO

Collega ciascuna Beatitudine con l’immagine che ne esprime l’idea diametralmente opposta.

1. 2. 3. 4.

Beati voi, poveri, perché vostro è il regno di Dio. Beati voi, che ora avete fame, perché sarete saziati. Beati voi, che ora piangete, perché riderete. Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame, a causa del Figlio dell’uomo.

2. LA BIBBIA E LE ALTRE FONTI

In riferimento alla relazione con se stessi e con gli altri può essere utile andare a leggere due passi del Nuovo Testamento. Prova a leggerli e a rispondere alle relative domande:

Poi disse loro una parabola: “La campagna di un uomo ricco aveva dato un raccolto abbondante. Egli ragionava tra sé:“Che farò, poiché non ho dove mettere i miei raccolti? Farò così - disse -: demolirò i miei magazzini e ne costruirò altri più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; riposati, mangia, bevi e divertiti!”. Ma Dio gli disse: “Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?”. Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio” (Lc 12,16-21).

Infatti ogni sorta di bestie e di uccelli, di rettili e di esseri marini sono domati e sono stati domati dall’uomo, ma la lingua nessuno la può domare: è un male ribelle, è piena di veleno mortale. Con essa benediciamo il Signore e Padre e con essa malediciamo gli uomini fatti a somiglianza di Dio. Dalla stessa bocca escono benedizione e maledizione. Non dev’essere così, fratelli miei! La sorgente può forse far sgorgare dallo stesso getto acqua dolce e amara? Può forse, miei fratelli, un albero di fichi produrre olive o una vite produrre fichi? Così una sorgente salata non può produrre acqua dolce (Gc 3, 7-12).

Qual è l’errore del proprietario nominato in questa parabola?

Per l’autore di questo brano cosa si dovrebbe evitare?

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Verifichiamo

3. IL LINGUAGGIO RELIGIOSO

Le seguenti raffigurazioni delle virtù teologali (fede, speranza e carità) sono state realizzate da Edward Burne Jones per la Chiesa di Cristo ad Oxford. Riusciresti a identificare ciascuna delle virtù, sapendo che: la purezza della fede aiuta a discernere il cammino e a in-

travedere la volontà di Dio; la speranza attende la salvezza che Dio invia dall’alto; La carità ardente è amare e donare di quello che si ha.

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4. I VALORI ETICI E RELIGIOSI

Nel racconto Lombritticoetica, di Stefano Benni, l’autore immagina una serie di situazioni, aventi sempre come protagonisti un pesce ed un lombrico. Qui riprendiamo solo la prima parte del racconto, liberamente tratto e raffigurato; ti invitiamo comunque ad andarlo a leggere tutto nella forma originaria, che ha un finale veramente spassoso. Lo puoi trovare nel libro L’ultima lacrima, Feltrinelli 1994. PESCE 1: Adesso ti mangio. LOMBRICO: Se mi mangi, verrai mangiato a tua volta. Il pesce se ne fregò, lo mangiò e fu mangiato.

PESCE 2: Adesso ti mangio. LOMBRICO: Se mi mangi, verrai mangiato a tua volta. Il pesce riconoscente se ne andò e non mangiò mai più lombrichi.

PESCE 3: Adesso ti mangio. LOMBRICO: ... [silenzio]. Il pesce lo mangiò e fu mangiato

PESCE 4: Oh come soffri! Posso fare qualcosa per te? LOMBRICO: Mangiami, poni fine alla mia agonia. PESCE: No! Non voglio essere mangiato...

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PESCE 5: Oh come soffri! Posso fare qualcosa per te? LOMBRICO: Potresti, ma se lo farai finirai mangiato. PESCE: Ti mangerò ugualmente... Non posso vederti soffrire così.

Ora proviamo a riflettere, prendendo spunto da questi personaggi. Quale tra i vari pesci ti sembra più altruista? ..................................................................................................................................................................................................................

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A SCUOLA DI BENESSERE

CON UN SOGNO NEL CUORE Tirare fuori il meglio di sé

Ciascuno porta e coltiva nel cuore dei sogni che stimolano a dare il massimo nella vita di ogni giorno. Essi contribuiscono a tirar fuori il meglio di te per raggiungere un obiettivo prefissato. Sognare significa dare spazio ad una forza interiore che permetterà di guadagnare passione ed entusiasmo.

I sogni fanno la realtà

Prova ad ascoltare il brano di Ligabue Sono sempre i sogni a dare forma al mondo. Concentrati in particolare sul ritornello: ti aiuterà a dare spazio ai sogni che oggi, qui e ora, sono parte di te. Entra dentro te stesso e lascia risuonare il testo e la melodia di questa canzone. Da’ forma al mondo attraverso i tuoi sogni.

Ligabue Sono sempre i sogni a dare forma al mondo. Sono sempre I sogni a dare forma al mondo Sono sempre I sogni a fare la realtà Sono sempre I sogni a dare forma al mondo E sogna chi ti dice che non è così E sogna chi non crede che sia tutto qui

I sogni ti aiutano a dare il meglio di te, ma per essi bisogna combattere e, a volte, affrontare qualche fatica. Non lasciarti scoraggiare dicendo: “Non ho tempo”, “È troppo impegnativo”, “Non ho le competenze”. Non permettere alle altre persone di decidere al posto tuo: accetta dei consigli, ma fa’ un piccolo passo ogni giorno per raggiungere quello che senti ti farà felice.

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di Davide Povolo - docente IRC e psicologo & Carlo Tonin - docente IRC ed educatore

ORA TOCCA A TE

Prendi un foglio e prova a descrivere come ti immagini tra cinque anni al termine della scuola superiore. Racconta i tuoi sogni, quello che desideri per te e per le persone care. Fa’ questo piccolo esercizio regalandoti un po’ di tempo, magari in un luogo che ti è caro e nel quale stai bene. Una volta scritto il testo riponilo in una busta, sigillala, indirizzala a te e riponila nel luogo dove tieni tutte le cose importanti. La aprirai e rileggerai al termine della scuola secondaria di secondo grado: sarà un momento davvero bello ed entusiasmante!

Mettere per iscritto sogni, desideri e tutto ciò che sentiamo dentro è importante e ci permette una lettura più consapevole di noi stessi. L’atto dello scrivere ci apre ad una riflessione più profonda sul nostro vissuto emozionale e sui nostri comportamenti. Quando ti sembra di avere tanta confusione o quando hai bisogno di chiarirti le idee, prendi carta e penna e rielabora i tuoi pensieri; solo quando saranno trascorsi alcuni giorni prendi in mano il tuo foglio, leggi nuovamente quanto scritto e prova a vedere che cosa è cambiato dentro di te. Non temere di aggiornare i tuoi appunti e, se puoi, chiedi ad una persona di fiducia di leggerli: questo esercizio ti aiuterà a vivere più serenamente il “qui ed ora” e, allo stesso, ti aprirà ad una costruzione appassionata del tuo futuro.

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sezione

SPECCHIO RIF LESSO

17. Io dinanzi a me 18. Chi è l'uomo? 19. Io "sono" un corpo 20. Il limite: confine o soglia? 21. Dalla Genesi alla laudato si' 22. L'uomo tra efficienza e cultura dello scarto 23. F enomeno antisemitismo 24. C osa rende la vita degna di essere vissuta? La Pentecoste di El Greco V ERIF ICHIAMO COMPIT O DI REALTÀ VALUT AT IVO

OSA I C O A ECC OPRIR SC Approfondirai la visione dell’uomo che scaturisce dal testo biblico. Vedrai alcuni esempi di come la dignità umana sia stata calpestata. Ti confronterai con alcuni temi etici in riferimento alla persona.

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LA VIDEOINT ERVISTA #iniziamo così

A SCUOLA DI BENESSERE Disposti a dare il meglio 112 A MENTE APERTA Un selfie ad ogni costo? 101 CHE EMOZIONI! Disgusto 97 ROVESCIAMO LA CLASSE L’uomo come scarto Hanno detto “sì”

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COMPITO DI REALTÀ Davanti alla Carta della Terra

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FILO ROSA Attenti a non far piangere una donna Una Donna Immacolata

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BOX E RUBRICHE


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IO DINANZI A ME Da piccolo hai mai giocato con la tua immagine allo specchio? Cose del tipo: faccio la lingua e guardo l’altro fare la stessa cosa; mi giro di scatto e guardo se l’altro c’è ancora, come se fosse uno che deve stare sempre pronto; tocco lo specchio e mi accorgo che avviene una magia: io poggio la mano destra e l’altro tocca la mia con la sinistra. Poi crescendo ci si guarda in modo un po’ diverso: “Ma proprio qui mi doveva venire ‘sto brufolo?!”, aguzzando la vista. “Guardachecapellichecc’ho!”, urlando tutto d’un fiato.

Guardare a se stessi in modo realistico e non “distorto” è un’abilità della vita tutt’altro che facile.

E le ragazze provano a truccarsi (alle volte si fanno due occhi come Kung fu Panda...). E i maschi fanno le facce da “figo” (e giù botte da chilo di gel...). A volte stai lì, davanti allo specchio, e guardi la faccia che ti guarda, e ti coglie un senso di disagio o di imbarazzo... Perché questi occhi che ti fissano sembrano un po’ giudicarti o interrogarti. Ti vien da dire: “Beh, che vuoi?!”. Insomma, non è facile stare di fronte alla propria immagine. Se guardiamo anche allo specchio della storia umana, vediamo moltiplicarsi immagini deformate di uomo: a volte l’uomo si è ingrandito - come un superman, un superuomo - a volte ha compresso la sua figura, l’ha svilita, schiacciata. A volte il riflesso ne ha ingigantito la testa, la pancia o... l’addome. Ne è nato un senso di smarrimento. La sensazione di non sapere più chi sia questo Uomo (mica tanto) Sapiens. In molti modi si può descrivere il senso di vuoto che si è prodotto.

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Unità 17

Orfani e padri

Il cantautore Niccolò Fabi, pensando alla sua esperienza, ha scritto un brano interessante: Una buona idea, contenuto nell’album Ecco. Il testo gioca con le parole, applicandole a contesti insoliti: ad esempio, per il senso di perdita non si dice “mi manca questo o quello”, ma sono orfano di tempo, di silenzio o di un maestro. E, similmente, per il desiderio di creare qualcosa si afferma: vorrei essere padre di un’idea nuova. Riportiamo qualche strofa.

Io dinanzi a me

TOCCA A TE Scegli una riga del testo proposto e da lì parti per descrivere un tuo senso di vuoto. Cosa ti manca? Mettiti... allo specchio.

Una buona idea Sono un orfano di acqua e di cielo / Un frutto che da terra guarda il ramo Orfano di origine e di storia / E di una chiara traiettoria Sono orfano di valide occasioni / Del palpitare di un’idea con grandi ali Di cibo sano e sane discussioni / Delle storie degli anziani e cordoni ombelicali Orfano di tempo e silenzio / Dell’illusione e della sua disillusione Di uno slancio che ci porti verso l’alto / Di una cometa da seguire, un maestro da ascoltare

Il cantautore Niccolò Fabi.

Mi basterebbe essere padre di una buona idea Orfano di partecipazione / e di una legge che assomigli all’uguaglianza Di una democrazia che non sia un paravento / Di onore e dignità, misura e sobrietà E di una terra che è soltanto calpestata / Comprata, sfruttata, usata e poi svilita Orfano di una casa, di un’Italia che è sparita Mi basterebbe essere padre di una buona idea

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CHI È L'UOMO?

EHI, PROF! Che cosa ci rende diversi dagli animali?

Probabilmente è un quesito che non ti sei mai posto. Può sembrare una domanda assurda, che ha un sapore filosofico (qualcosa che si chiedono le persone noiose che passano le giornate a pensare e studiare senza apparentemente produrre nulla) ma non è cosi! In realtà dalla considerazione che abbiamo dell’essere umano (antropologia) possiamo ricavare a seconda delle culture e religioni anche modi di comportarsi, consuetudini ritenute giuste o sbagliate: in una parola l’etica. L'uomo nella Bibbia

PAROLE Antropologia: dal greco ànthropos (uomo) e lògos (parola, discorso, studio), scienza che studia l’essere umano sotto vari punti di vista: culturale, filosofico, religioso, biologico. Etica: dal greco èthos (comportamento), scienza che studia i comportamenti ritenuti giusti o sbagliati a seconda di un determinato fattore.

“Che cos’è l’uomo nella natura? Un nulla in confronto all’infinito, un tutto in confronto al nulla, un qualcosa di mezzo tra nulla e tutto” (Pascal).

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Unità 18

Chi è l’uomo?

L’uomo al vertice del creato

Cosa dice la Bibbia a riguardo? La domanda sull’uomo (“che cos’è l’uomo?”) la possiamo trovare nel libro dei Salmi al capitolo 8: Signore, Signore nostro, quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra! Voglio innalzare sopra i cieli la tua magnificenza, con la bocca di bambini e di lattanti: hai posto una difesa contro i tuoi avversari, per ridurre al silenzio nemici e ribelli. Quando vedo i tuoi cieli, opera delle tue dita, la luna e le stelle che tu hai fissato, che cosa è mai l’uomo perché di lui ti ricordi, il figlio dell’uomo, perché te ne curi? Davvero l’hai fatto poco meno di un dio, di gloria e di onore lo hai coronato. Gli hai dato potere sulle opere delle tue mani, tutto hai posto sotto i suoi piedi: tutte le greggi e gli armenti e anche le bestie della campagna, gli uccelli del cielo e i pesci del mare, ogni essere che percorre le vie dei mari. O Signore, Signore nostro, quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra!

La struttura del Salmo 8, la domanda che si pone e la risposta che si dà, dicono già molto della visione dell’essere umano che ci trasmette il testo biblico. Composizione: sembra un sandwich. Al centro di tutto c’è l’essere umano. Nella visione biblica l’uomo è centro del creato, superiore agli altri esseri viventi non per padroneggiare, bensì per prendersene cura ed esserne responsabile. La risposta del salmista: l’uomo è poco meno di un Dio, quasi un angelo sotto cui il creatore ha posto tutto il creato affinché lo custodisca amorevolmente. Per approfondire la visione biblica dell’uomo leggiamo i primi due capitoli di Genesi. In essi possiamo trovare due racconti diversi che contengono la sapienza di Israele maturata nei secoli attraverso la fede in Dio.

Neil Armstrong ed Edward Aldrin approdarono nel 1969 sulla Luna, lasciando là su un supporto di metallo dei versetti del Salmo 8.

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IO "SONO" UN CORPO

EHI, PROF! Ma dove sta l’anima nel corpo?... Cioè, sì… dove sta?

L’uomo è materia

La prima cosa che vediamo in ogni essere umano è il suo essere corpo. Senza esso non potremmo muoverci, respirare, amare. Per i cristiani il corpo è importante: Dio si è fatto corpo in Gesù e quel corpo è anche risorto. Quella polvere del suolo di cui parla la Bibbia è quindi importante.

Genesi 2,7: “allora il Signore Dio plasmò l’uomo con polvere del suolo”.

PAROLE Tavola periodica: schema con cui sono ordinati tutti gli elementi chimici di base che compongono l’universo o, perlomeno, il mondo che conosciamo; nelle più recenti versioni si contano circa cento elementi.

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Ma siamo solo polvere e cenere? Tu, questo libro, il mondo intorno a te è fatto di atomi, degli stessi elementi che compongono la realtà. Puoi trovarli tutti nella Tavola periodica degli elementi chimici. Che differenza c’è dunque tra te e un sasso là fuori? Puoi pensare, parlare, correre ma alla fine tutto ciò che di te si può vedere e misurare è composto da quella materia che forma ogni cosa nell’universo. Secondo la maggior parte della popolazione mondiale l’uomo è più della semplice materia. In tutte le religioni del mondo c’è la consapevolezza che l’essere umano è più del suo corpo e viene data particolare importanza al termine anima.


Unità 19

Io “sono” un corpo

L’uomo è anima “Soffiò nelle sue narici un alito di vita e l’uomo divenne un essere vivente.” (Genesi 2,7) Nella visione cristiana dell’uomo esso è un tutt’uno tra corpo e anima. Ma cos’è quest’anima? Se prendiamo un macchinario ai raggi X e cerchiamo attraverso esso dove si trova dentro di te l’anima quasi sicuramente troveremo …la tua colazione di stamattina! Dell’anima non c’è traccia. Non è materiale, non possiamo vederla o sentirla, non ha odore né misura. Eppure dentro noi c’è questa “cosa” ed è un pensiero antico che possiamo trovare perfino nelle tracce che ci hanno lasciato gli uomini della preistoria. L’essere umano è solito dare sepoltura ai propri cari defunti e proprio attraverso fonti storiche antichissime sappiamo che c’è da sempre l’idea che qualcosa sopravvive alla morte. Quell’amore che si prova per una persona cara è ancora presente nonostante non lo sia il suo corpo. Anche l’amore non è misurabile, né visibile! Non è una sostanza. Eppure c’è. Un po’ come l’anima. Per i cristiani l’anima è quel soffio divino che Dio ha posto dentro gli uomini (cfr Genesi 2) affinché questi possano innalzarsi verso lui.

Particolare della creazione dell’uomo della cattedrale di Monreale.

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SEZIONE 4 SPECCHIO RIF LESSO

L’uomo è libertà Marc Chagall, Adamo ed Eva cacciati dal paradiso, 1961, Musée National Marc Chagall, Nizza.

“Tu potrai mangiare di tutti gli alberi del giardino, ma dell’albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare, perché, quando tu ne mangiassi, certamente moriresti.” (Genesi 2,16) L’informatica sta facendo passi da gigante e il mondo in cui vivrai da adulto sarà molto diverso da oggi. Robot, auto senza pilota, domotica, intelligenze artificiali, insomma l’impiego massiccio dell’informatica nella vita sarà realtà quotidiana. Ma una cosa è certa: ci sarà sempre bisogno dell’uomo. Nessuna IA (intelligenza artificiale) usa il cuore, né ha la libertà di andare oltre la propria programmazione. Nel testo biblico Dio crea l’uomo e la donna liberi di vivere nella relazione con lui oppure rifiutarla. Dio è amore e questo esige libertà, anche la libertà del rifiuto. “E Dio disse: «Facciamo l’uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza… [...] Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò” (Genesi 1,26.27): e la “somiglianza”?

APPROFONDIMENT O

Io Robot

Nel film Io Robot (USA, 2004) il protagonista rifiuta il ruolo delle macchine perché esse calcolano con i numeri e non con il cuore. L’uomo non è programmato: per quanti condizionamenti possono esserci ogni essere umano è alla fine libero di scegliere.

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Se leggi con attenzione il primo racconto di creazione, Dio prima vuole fare l’uomo a sua immagine e somiglianza... ma quando lo crea esplicita solo l’immagine di Dio e non la somiglianza. Il racconto biblico sembra dire: ogni uomo ha la potenzialità di diventare come Dio: Amore. Ma purtroppo ha anche la libertà di rovinare l’immagine di Dio che è in lui. Nella storia dell’umanità possiamo trovare uomini e donne, santi e sante, che hanno fatto della loro vita un capolavoro di amore, ma anche uomini che hanno commesso gesti di crudeltà estrema macchiando e rendendo quasi irriconoscibile l’immagine di Dio impressa in loro.


Unità 19

Io “sono” un corpo

L’uomo è relazione

“Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò.” (Genesi 1,27) Nella complementarietà dell’uomo e della donna c’è la presenza stessa di Dio, la scintilla creatrice capace attraverso l’amore di pro-creare, cioè portare avanti la creazione. Oltre alla dualità maschile-femminile c’è dentro l’uomo, prima ancora, la chiamata ad uscire da sé per farsi incontro con gli altri. Amare significa anche mettersi a servizio, vivere pienamente l’amicizia, scoprire la bellezza nell’altro.

FILO ROSA Attenti a non far piangere una donna “Il Signore Dio plasmò con la costola, che aveva tolta all’uomo, una donna e la condusse all’uomo.” (Genesi 2,22)

State molto attenti a far piangere una donna, perché Dio conta le sue lacrime. La donna è uscita dalla costola dell’uomo, non dai piedi perché dovesse essere calpestata, né dalla testa per essere superiore. Ma dal fianco per essere uguale. Un po’ più in basso del braccio per essere protetta, dal lato del cuore per essere amata.

APPROFONDIMENT O

Il dono della parola Lewis in Narnia fa un parallelo con il testo biblico. Alcuni animali nel mondo di Narnia sono dotati della parola e del libero arbitrio. Se però si comportano male, seguendo i loro istinti senza amore, nel tempo perderanno il dono della parola.

Il premio oscar Roberto Benigni ha commentato questi testi biblici in occasione de I Dieci Comandamenti su Rai uno nel 2015.

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IL LIMIT E: CONF INE O SOGLIA?

EHI, PROF! Ma se Dio esiste ed è buono, perché c’è il male nel mondo?

“Non faccio il bene che voglio ma il male che non voglio”. Con queste parole San Paolo esprime la realtà del peccato che c’è dentro l’uomo. Orientati al bene, ad amare, spesso se ci riflettiamo bene non siamo capaci di amare in pienezza, c’è sempre qualche egoismo che fa ripiegare su se stessi e raramente fa vivere l’amore in pienezza. È la realtà del peccato, ma cosa significa peccare? Etimologicamente il termine significa “mancare il bersaglio”. Se l’uomo è chiamato ad amare, peccare si può quindi definire come una mancanza di amore, un allontanarsi da Dio-Amore e dal suo progetto di felicità. Nell’etimologia greca del termine “peccato” c’è il concetto di “mancare il bersaglio”.

Genesi 3 racconta questa realtà con un racconto sapienziale ricco di spunti, tra i quali questo: l’uomo e la donna non accettano il limite, vogliono superarlo e diventare come Dio.

APPROFONDIMENT O

L'effetto scarica-barile “La donna che tu mi hai posta accanto mi ha dato dell’albero e io ne ho mangiato” (Gn 3,12). Spesso dentro il male c’è la logica dello scarica-barile. Una libertà usata male non può essere responsabile. Hai presente quando in classe qualcuno combina qualche danno e subito parte: “Non è colpa mia... è stata lei… no è lui che ha iniziato”, cose di tutti i giorni, insomma. Ecco, questa dinamica la troviamo anche nel testo biblico. L’uomo dà colpa alla donna, questa al serpente, ma la colpa è di …tutti.

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Quante volte vedi persone che non si accontentano di ciò che hanno e per avere quel di più rovinano rapporti, relazioni, se stessi? “Ho udito il tuo passo nel giardino: ho avuto paura, perché sono nudo, e mi sono nascosto.” (Genesi 3,10) Il peccato rovina le relazioni, la relazione con Dio, con il prossimo e con il creato. Nel racconto biblico Dio e gli uomini erano in armonia. Il peccato rompe la relazione, l’uomo e la donna si nascondono, provano vergogna del proprio limite.


Unità 20

Il limite: confine o soglia?

Un peccato …originale

Nel capitolo 3 del libro della Genesi possiamo trovare il fondamento di ciò che i cristiani cattolici chiamano “peccato originale”. Così diceva Benedetto XVI: “Se riflettiamo sinceramente su di noi e sulla nostra storia, dobbiamo dire che con questo racconto è descritta non solo la storia dell’inizio, ma la storia di tutti i tempi, e che tutti portiamo dentro di noi una goccia del veleno di quel modo di pensare illustrato nelle immagini del libro della Genesi. Questa goccia di veleno la chiamiamo peccato originale [...] emerge in noi il sospetto che una persona che non pecchi affatto sia in fondo noiosa; che manchi qualcosa nella sua vita: [...] che faccia parte del vero essere uomini la libertà del dire di no, lo scendere giù nelle tenebre del peccato e del voler fare da sé; guardando però il mondo intorno a noi, possiamo vedere che non è così, che cioè il male avvelena sempre”. Con il termine peccato originale si intende non una colpa personale ma la condizione di fragilità, di lontananza dalla giustizia e santità, di distanza dal disegno di Dio originale dovuta alla condizione decaduta dell’umanità. Guardando a Gesù i cristiani vedono come in lui, vero Dio e vero uomo, non ci sia questa distanza. Come ogni essere umano ha comunque lottato con il male e la tentazione, ma è riuscito a vivere una vita piena, una libertà autentica capace di dire “sì” al Padre fino a dare la vita e a vincere con l’amore il male e la morte.

Va fatto notare che nel testo della Genesi non si parla di “mela”, ma semplicemente di “frutto”. Poiché, però, in latino il termine che designa “mela” sta anche per “male”, ecco che successivamente si è iniziato a riferire questo particolare frutto all’albero proibito.

FILO ROSA Una Donna Immacolata L’8 dicembre è un giorno di festa: è l’Immacolata. Ma chi è l’Immacolata? È la festa di Maria in cui i cattolici celebrano colei che fin dalla nascita non ha avuto a che fare con il peccato originale, essendo pienamente conforme al disegno di Dio. Potrebbe sembrare lontana dall’esperienza di ogni essere umano e invece non è così. Come dice Benedetto XVI: “Più l’uomo è vicino a Dio, più vicino è agli uomini. Il fatto che ella sia totalmente presso Dio è la ragione per cui è anche così vicina agli uomini”. L’Immacolata è per i cattolici la festa della donna che rende l’umanità più vicina a Dio.

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DALLA GENESI ALLA LAUDAT O SI'

EHI, PROF! Che cosa c’entra la religione con la natura? Perché la Chiesa si occupa dei problemi ambientali?

Creazione e ri-creazione

Dei due termini che compongono il titolo, quello che sicuramente conosci meglio è il secondo. Infatti, come tu ben sai, indica quel momento tanto atteso da tutti gli studenti durante il quale possono approfittare di una piccola pausa dai loro impegni scolastici mattutini. Anche se si tratta di pochi minuti, questo tempo è prezioso per ricaricare, rinnovare le energie ed affrontare al meglio la seconda parte delle lezioni. Il primo termine lo ritrovi nella Bibbia, come primo verbo che descrive l’azione di Dio: “In principio Dio creò il cielo e la terra” (Gn 1,1). Tuttavia, l’azione creatrice di Dio non termina in quel momento, ma continua nell’azione ri-creatrice dell’uomo.

Un momento di “ricreazione” durante le lezioni scolastiche in una scuola.

Ricreare, allora, fa appello alla responsabilità umana di essere custodi della creazione, ma anche di avere uno sguardo nuovo su di essa. Come afferma il professor Simone Morandini, fisico e teologo, “si tratta di imparare ad abitare la terra in modo leggero, senza rinunciare a quanto di buono essa ci offre, ma con la capacità di essere consumatori intelligenti, sostenibili, leggeri”.

Il ruolo dell'uomo nella creazione

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Unità 21

Dalla Genesi alla Laudato si’

Un’enciclica innovativa

Papa Francesco, nel 2015, ha dedicato un’intera e lunga lettera enciclica, scritta con linguaggio semplice, al tema dell’ambiente e della salvaguardia della Terra. In sei capitoli molto densi, egli affronta il rapporto tra i nostri stili di vita e i problemi ecologico-sociali. Dopo una disamina su quello che sta avvenendo alla nostra casa comune – la Terra - egli individua nello stile di vita dei paesi industrializzati la radice dei problemi. Soprattutto la cosiddetta cultura dello scarto viene citata dal Papa come problema sul quale riflettere ed agire al più presto. Anche il tema del progresso scientifico viene preso in esame, come possibilità di migliorare le condizioni di vita, se non si trasforma in dominio di chi detiene il potere economico sul genere umano. Proseguendo nell’analisi, Papa Francesco arriva poi al tema chiave dell’enciclica: “Non possiamo considerare la natura come qualcosa separato da noi o come una mera cornice della nostra vita… L’analisi dei problemi ambientali è inseparabile dall’analisi dei contesti umani, familiari, lavorativi, urbani e dalla relazione di ciascuna persona con sé stessa” (idea di “ecologia integrale”). Vengono quindi auspicate delle soluzioni concrete per uscire dalla spirale di autodistruzione in cui stiamo affondando. E qui il Papa fa un appello ai politici, affinché trovino “accordi ambientali globali realmente significativi ed efficaci”. Nell’ultimo e sesto capitolo, pieno di esempi pratici, si invitano tutti gli uomini di buona volontà ad essere protagonisti del cambiamento partendo dall’educazione.

Laudato si’ è la seconda enciclica di papa Francesco, datata 24 maggio 2015.

COMPITO DI REALTÀ Davanti alla Carta della Terra Nel 1987 la Commissione mondiale dell’ONU su Sviluppo e Ambiente scrisse il documento Carta della Terra, del quale qui sotto puoi leggere una ritrascrizione dei principi fondamentali, fatta da ragazzi e ragazze con parole loro. 1. Rispetta la Terra e tutti gli esseri viventi: persone, animali e piante. 2. Prenditi cura di tutte le cose viventi, con comprensione, compassione e amore.

3. Tratta gli altri in modo equo e lavora con loro in pace. 4. Coopera in modo che tutte le persone possano gioire della bellezza e dei frutti della Terra. Scegli il principio che ti piace di più, motiva perché l’hai scelto e come lo spiegheresti ad un tuo compagno. Confrontati in piccoli gruppi con i tuoi compagni sui principi scelti. Prova a trovare degli esempi in cui viene applicato il principio scelto.

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L'UOMO T RA EF F ICIENZA E CULT URA DELLO SCART O EHI, PROF!

Comunque è sempre stato così… vince il più forte!

Il terribile progetto nazista “Aktion T4” prevedeva l’eliminazione di tutti coloro che, avendo qualche handicap o malattia inguaribile, erano ritenuti “vite indegne di essere vissute”. Nella foto il gruppo teatrale parmense di Lenz Fondazione che ha messo in scena questa terribile vicenda.

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Ogni visione sull’uomo contiene in sé un insieme di valori, che possono essere condivisi o meno. Vediamo ora due ideali di uomo, davvero discutibili, che hanno caratterizzato l’epoca contemporanea, fino ad arrivare ad oggi: l’uomo perfetto e l’uomo efficiente. Il primo ha caratterizzato l’ideale umano della Germania degli anni ‘30, il secondo caratterizza la cosiddetta “cultura dello scarto” che si manifesta nella nostra società consumista.

L’uomo perfetto del Terzo Reich

Nei primi decenni del secolo scorso il progresso della tecnica e della scienza portò ad una visione materialistica dell’uomo, animale evoluto tra i tanti che abitano il pianeta. Negli Stati Uniti prima e in Europa poi emersero ideali attorno al mito dell’uomo perfetto, anche in senso genetico, che si concretizzano in modo particolare nella Germania del Terzo Reich (epoca del Nazismo). In base a questo “ideale” bisognava eliminare i deboli, i malati e chiunque presentasse delle imperfezioni che danneggiano la “razza”. Già dai suoi albori il Nazismo fece passare per le camere a gas i deboli, i disabili e i malati, prevalentemente bambini. Tra i pochi a denunciare questo crimine e a svegliare le coscienze ci fu proprio la Chiesa cattolica nella figura di August Von Galen, cosiddetto Leone di Munster. Consapevole della dignità di ogni vita umana, come un leone che ruggisce tuonò parole di fuoco contro Adolf Hitler e il suo ideale eugenetico. Parole tanto forti che scossero le coscienze mettendo in difficoltà il Fuhrer.


Unità 22

L’uomo tra efficienza e cultura dello scarto

L’uomo efficiente del tempo odierno

I pontefici degli ultimi decenni hanno parlato di cultura dello scarto per parlare della deriva antropologica del nostro tempo. Il valore della persona troppo spesso non è insito in essa ma è determinato da ciò che è in grado di fare e di produrre, dal denaro e dall’economia.

L’uomo come scarto

ROVESCIAMO LA CLASSE

TOCCA A TE Da soli o in piccoli gruppi provate a raccogliere le principali notizie di prima pagina dei giornali. Quanto spazio viene dato ai mercati? Quanto spazio viene dato alla fragilità delle persone.

Leggi le parole di Papa Francesco e rintraccia nell’attualità esempi concreti della cultura dello scarto. «Uomini e donne vengono sacrificati agli idoli del profitto e del consumo: è la “cultura dello scarto”. Se si rompe un computer è una tragedia, ma la povertà, i bisogni, i drammi di tante persone finiscono per entrare nella normalità. [...] Se in tante parti del mondo ci sono bambini che non hanno da mangiare, quella non è notizia, sembra normale. Non può essere così! Eppure queste cose entrano nella normalità: che alcune persone senza tetto muoiano di freddo per la strada non fa notizia. [...] Uno che muore non è una notizia, ma se si abbassano di dieci punti le borse è una tragedia! Così le persone vengono scartate, come se fossero rifiuti. Questa “cultura dello scarto” tende a diventare mentalità comune, che contagia tutti. La vita umana, la persona non sono più sentite come valore primario da rispettare e tutelare, specie se è povera o disabile, se non serve ancora - come il nascituro -, o non serve più - come l’anziano».

disgusto Innegabilmente ti capiterà di provare un moto di “repulsione” o disgusto per qualcosa, perfino per qualcuno: ecco qualcosa da …scartare, ti dici subito. Beh, l’esperienza insegna che questa reazione, al di là della sua spinta istintiva iniziale quasi inarrestabile, va poi accuratamente esaminata: spesso lì ci è chiesto di fare un salto, di uscire da un limite o, più “semplicemente” di riconoscere che il nostro cuore deve allargarsi e far posto a qualcos’altro, o qualcun altro.

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APPROF ONDIMENT O

F ENOMENO ANT ISEMIT ISMO

PAROLE Parole per sfumature diverse di ostilità: antisemitismo: odio contro la stirpe ebraica. antigiudaismo: avversione nei confronti della religione giudaica. antisionismo: opposizione alla costituzione di uno stato ebraico.

Il termine antisemitismo è diventato tristemente famoso a partire dal secolo scorso. Esso indica l’odio nei confronti degli ebrei. Tutti andiamo col pensiero, nuovamente, all’epoca nazista, ma tale avversione risale a tempi più antichi di quanto si possa immaginare.

Breve storia dell’odio contro gli ebrei

Il rapporto degli ebrei con i due vicini monoteismi, Cristianesimo e Islam, fu caratterizzato fin dalle prime battute da tensioni e prevaricazioni: molta parte del Cristianesimo riteneva il popolo ebraico responsabile dell’uccisione di Cristo, Dio incarnato sulla terra: di qui l’accusa di deicidio; a riguardo, si preferiva ignorare che tale morte aveva visto anche la complicità dei romani; l’espansione araba si accompagnò ad aggressioni nei confronti degli ebrei, con vere e proprie lotte violente e incendi di sinagoghe. Con la distruzione del tempio di Gerusalemme del 70 d.C. ad opera dei romani, iniziò la cosiddetta diaspora, la dispersione degli ebrei al di fuori della Palestina. Si comprende così il flusso migratorio nelle zone confinanti, e il conseguente stanziamento in Europa. Nel 1492 il re di Spagna, Ferdinando il Cattolico cacciò gli ebrei dalla Spagna. Tale evento diede vita a due ceppi: il gruppo dei Sefarditi, gli ebrei rifugiatisi in Olanda e nei paesi mediterranei; il gruppo degli Ashkenaziti, gli ebrei rifugiatisi in Germania e nell’Europa dell’est. I raggruppamenti spontanei degli ebrei generarono quartieri nelle città, che vengono definiti giudecche. La segregazione forzata degli ebrei in un’unica area cittadina avvenne, invece, nel ghetto e divenne - in sostituzione della giudecca - obbligatoria durante la Controriforma (seconda metà del XVI secolo)..

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Fenomeno antisemitismo

APPROFONDIMENT O

Il ghetto di Venezia Ristorante kosher.

Ristorante kosher.

Accesso principale. Bassorilievi di Arbit Blatas.

Museo ebraico.

Biblioteca e Archivio.

Più tardi ancora, nella Russia degli zar gli ebrei furono additati come responsabili delle varie crisi economiche, che dipendevano nella realtà dalla cattiva gestione dei governanti e dalla partecipazione ad estenuanti conflitti. Diventarono così oggetto di pogrom, cioè, di rappresaglie violente (soprattutto tra l’800 e gli inizi del 900), nelle quali erano il facile bersaglio dell’esasperazione popolare.

APPROFONDIMENT O

Chiesa e Nazismo

Chiesa e Nazismo

Se purtroppo alcuni esponenti della Chiesa furono collusi con i regimi, soprattutto in principio, non si può non ricordare chi, fedele al Vangelo e andando controcorrente, ne denunciò i crimini e si oppose con strenua resistenza. Approfondisci la vicenda storica dei Ragazzi della Rosa Bianca del Leone di Munster e cerca con l’aiuto dell’insegnante sul web il documentario “La Chiesa e la svastica” per saperne di più. Nel 1925, infine, Adolf Hitler fa pubblicare il testo che può essere considerato come la teorizzazione dell’antisemitismo: il Mein Kampf (La mia battaglia). Tale opera fa divenire l’odio contro il popolo ebraico un vero e proprio sistema di pensiero.

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SEZIONE 4 SPECCHIO RIF LESSO TOCCA A TE Cerca sul web con l’aiuto dell’insegnante la storia dei “Giusti tra le nazioni” italiani.

Papa Francesco mentre inserisce un messaggio in una fessura del Muro Occidentale di Gerusalemme, alla maniera degli ebrei.

Secondo l’interpretazione antica ebraica, dai tre figli di Noè si hanno tre macro-aree di popolazioni, come mostrato dalla cartina.

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Fenomeno antisemitismo

Breve e recente storia dell’amicizia tra cristiani ed ebrei Sebbene una parte di Cristianesimo non si sia opposta subito all’efferatezza del nazi-fascismo, diversi cristiani hanno salvato degli ebrei, rischiando la morte; essi sono ricordati come “Giusti tra le nazioni” dall’ente israeliano che commemora la Shoah. Nel 1965 il Concilio Vaticano II, oltre a condannare l’antisemitismo in tutte le sue forme, ha riconosciuto il legame tra Cristianesimo ed Ebraismo. Papa Giovanni Paolo II si è recato in visita al campo di concentramento di Auschwitz (1979), alla sinagoga di Roma (1986) e al Muro occidentale di Gerusalemme (2000). Benedetto XVI e Papa Francesco hanno continuato la riflessione teologica che vede una comune radice tra Cristianesimo ed Ebraismo. I tre figli di Noè rappresentano, dunque, tre popoli: Sem simboleggia Israele, il popolo ebraico; Cam rappresenta Canaan; i cananei erano gli abitanti della Palestina che si opponevano alla religiosità ebraica; Iafet indica il popolo greco e, per esteso, gli Europei.


A MENT E APERT A

lavoriamo insieme

UN SELF IE AD OGNI COST O? Quando non è il caso

Osserva il seguente post di Instagram

ORA TOCCA A TE Per quale motivo gli scatti raccolti nel post sono da considerare inadeguati?

_____________________________________________________________________________________ _____________________________________________________________________________________ Per quale motivo, secondo te, questi visitatori non hanno colto l’atteggiamento giusto?

_____________________________________________________________________________________ _____________________________________________________________________________________ Ti è capitato di avere o vedere comportamenti non adatti al contesto?

_____________________________________________________________________________________ _____________________________________________________________________________________

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COSA RENDE LA VIT A DEGNA DI ESSERE VISSUT A? EHI, PROF!

Come si fa a considerare preziosa una persona che non è più in grado di fare nulla?

Dopo aver osservato da vicino il mito dell’uomo perfetto e il fenomeno attuale della cultura dello scarto, apriamo ora gli occhi sull’orizzonte cristiano. Prima di vedere quali sono le conseguenze etiche e bioetiche della visione cristiana dell’uomo proviamo a porci qualche domanda: Cosa rende una vita degna d’essere vissuta? Te lo sei mai chiesto? La salute, il denaro, la forza, l’intelligenza o cos’altro? Cosa risponderebbe un cristiano a questa domanda?

APPROFONDIMENT O

L'importante è che sia sano?

Riportiamo qui una lettera di una mamma cristiana che parla della sua bambina “speciale”. Leggi questo scritto e individua quali sono per lei e per i cristiani gli elementi che rendono ogni vita degna d’essere vissuta. Sempre. “Dopo aver scoperto che Chiara era affetta da spina bifida avevamo voluto dirlo solo alle persone a noi care. Così, ogni volta che trovavamo qualcuno che non ne sapeva niente, la frase di rito era: “È maschio o femmina?”. “Una bimba”. “Bene dai... che poi, in realtà, l’importante è che sia sana...”. Noi rispondevamo sempre con un sorriso.... e solo allora mi sono resa conto di quanto questa frase (che fino ad allora avevo sempre detto anch’io) non fosse per niente vera. La vita di un bambino sano e della sua famiglia sarà sicuramente meno complicata, ma la vita di un bimbo “speciale” e della sua famiglia certamente non sarà meno bella, non sarà di meno valore... non sarà meno ricca d’amore.

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E quindi ho pensato a quali sono le preghiere che quotidianamente rivolgo al Signore per i miei figli e ho visto quali sono per me le cose più importanti che vorrei veramente per loro... [...] E quindi ecco, vi chiedo di non dire più la fatidica frase “l’importante è che sia sano” perché, oltre ad essere una potenziale pugnalata per quelle mamme che nel silenzio vivono l’attesa di un bimbo “speciale, è anche una grande bugia...perché la vera cosa importante è che ogni bimbo cresca capace di amare e nella meravigliosa consapevolezza di essere amato e Amato!” Maddalena, moglie e mamma per vocazione


Unità 24

Cosa rende la vita degna di essere vissuta?

Unici e irripetibili

Ogni vita è sacra, ogni essere umano è unico e irripetibile e la sua vita ha un valore assoluto. Ogni vita, anche la tua: sei unico e irripetibile. Lo dicono anche le tue impronte digitali. Non solo sei unico, ma sei una ricchezza. Hai il dono della vita, hai la possibilità di amare e di essere amato, hai doti che puoi coltivare e condividere con gli altri. Questa consapevolezza è centrale nell’insegnamento della Chiesa e infatti un cristiano non può che essere per una cultura della vita. Dicendo “no” ad un ideale di perfezione genetica, il cristiano tiene conto dei limiti della condizione umana. Anzi, non si è perfetti in nessun aspetto della vita, si è piuttosto in cammino. I limiti rendono solidali, danno l’occasione di amare. Dicendo “no” alla cultura dello scarto, i cristiani affermano che la vita umana è sacra e non è in vendita. Per questo i cristiani sono contrari ad ogni forma di mercificazione dell’essere umano come anche ad ogni pratica che ne compromette la vita e la dignità. La consapevolezza del valore assoluto della vita e della dignità umana dal concepimento fino alla morte ha conseguenze anche nel dibattito bioetico: anche qui sembra che la Chiesa dica solo dei “no”, in quanto contraria a determinate pratiche, ma non è così: la sua voce è un “sì” alla vita. Lo vediamo subito.

La visione cristiana della vita è fortemente connotata di “sacralità”, tanto che la vita può essere considerata il massimo valore assoluto esistente sulla Terra.

Una bioetica costruire ponti

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SEZIONE 4 SPECCHIO RIF LESSO

Altro che no… sì!

La realtà è che il “sì” alla vita e alla dignità di ogni essere umano non può avere compromessi e pertanto la posizione della Chiesa è chiara su alcune realtà importanti. NO ALL’ABORTO

SÌ ALLA VITA FIN DAL PRINCIPIO Dietro il suo no alla pratica dell’aborto ci sono realtà di aiuto come i “centri aiuto alla vita” che si prendono cura di chi, nella fragilità di una scelta, può con l’aiuto di persone di buona volontà fare una scelta libera e a favore della vita.

NO ALLA PENA DI MORTE

SÌ AL CAMBIAMENTO DI VITA Dietro il no alla pratica della pena di morte, c’è la cura delle persone che vivono la realtà del carcere attraverso persone che non giudicano ma accompagnano chi vive questa realtà a cambiare vita.

NO ALL’EUTANASIA E ALL’ACCANIMENTO

SÌ ALLE CURE CHE DANNO DIGNITÀ Dietro il no all’eutanasia o all’accanimento terapeutico c’è il sì alla dignità della vita anche nelle condizioni di fragilità, il sì alle cure palliative che tolgono il dolore per dare dignità alla persona, il sì di chi si prende cura con amore dei malati perché anche se alcuni mali sono inguaribili nessuna persona è incurabile.

NO ALLA MANIPOLAZIONE DEL CONCEPIMENTO

SÌ ALL’ADOZIONE Dietro il no alle pratiche di manipolazione del concepimento come la maternità surrogata c’è il sì alla realtà dell’adozione come gesto gratuito e aperto alla vita perché ogni vita è un dono.

NO ALLA TRATTA DEGLI ESSERI UMANI

SÌ ALLA DIGNITÀ DI OGNI UOMO Dietro il no alla tratta di esseri umani e alla loro schiavitù c’è il sì alla dignità e la lotta per la libertà di ogni essere umano come figlio di Dio.

NO ALLA CULTURA DELLO SCARTO

SÌ A TUTTI GLI UOMINI Dietro il no alla cultura dello scarto che tratta gli uomini come cose, c’è il sì di chi si prende cura degli ultimi, cercandoli e servendoli come Gesù ha insegnato.

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Unità 24

Cosa rende la vita degna di essere vissuta?

PAROLE Bioetica: da “bio” (vita) ed “etica” (comportamento): i comportamenti considerati come giusti o sbagliati riguardanti pratiche che incidono sulla vita umana. Aborto: l’interruzione volontaria della gravidanza, attraverso farmaci o interventi durante la gestazione. Eutanasia: dal greco “dolce morte”, è l’insieme delle pratiche attive (somministrazione di un farmaco letale) o passive (sospensione delle cure e/o idratazione alimentazione) volte a porre fine alla vita. In vari paesi dell’Unione Europea è legalizzata. Accanimento terapeutico: protrarsi delle terapie con mezzi spropositati rispetto alle possibilità di vita e di cura e con perdita della dignità della persona dinanzi all’inevitabile morte. Cure palliative: azioni messe in atto dalla medicina per eliminare o alleviare il dolore. Schiavitù: l’arrivo del Cristianesimo nell’Impero romano ha posto gradualmente fine a questa pratica; nonostante nel corso dei secoli sia riapparsa in Europa e nel Continente Americano, è contraria alla dignità dell’essere umano e all’annuncio del Vangelo. Tratta di esseri umani: pratiche mese in atto da organizzazioni malavitose che prelevano con la forza o con l’inganno persone da paesi poveri, facendole diventare vittime di sfruttamento lavorativo, sessuale o per il commercio di organi. Maternità surrogata: pratica illegale in Italia, ma possibile in diversi paesi del mondo, che prevede il commercio di ovuli e il pagamento per far portar avanti una gravidanza a un’altra donna al posto proprio.

APPROFONDIMENT O

ROVESCIAMO LA CLASSE Hanno detto “sì” Per comprendere meglio il sì alla vita dei cristiani, approfondisci la vita e la realtà in cui operano o hanno vissuto queste persone: Paola Bonzi (centri aiuto alla vita); Don Marco Pozza (cappellano del carcere di Padova); Chiara Corbella Petrillo (mamma); Don Oreste Benzi (fondatore comunità Papa Giovanni XXIII); Abbè Pierre (fondatore Comunità Emmaus).

Peccato vs peccatore

La Chiesa denuncia il male per “salvare” chi lo compie. C’è una distinzione fondamentale nell’insegnamento della Chiesa tra peccato e peccatore. La Chiesa condanna il peccato, non il peccatore. Denunciando il male si consapevolizza colui che lo ha commesso perché possa pentirsi e cambiare vita.

La Chiesa, sull’esempio di Gesù, condana il male ma cerca di convertire la vita di chi lo compie.

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SEZIONE 4 SPECCHIO RIF LESSO

Diversabilità

L’ideale di uomo perfetto nazista era dis-incarnato, non faceva i conti con la realtà, con l’essere umano e la sua fragilità. Tutti siamo fragili e abbiamo dei limiti, ma questi ci possono aprire ad una prospettiva diversa, ci possono mettere in moto per superarli, rendendoci capaci di amare e di essere amati. Nella realtà che ti circonda lo puoi vedere dinanzi al fenomeno meraviglioso della solidarietà.

Il Catechismo della Chiesa Cattolica

MAXI ESPANSIONE

“Normale”, che parola strana. È un termine veramente strano perché nella realtà nessuno è “normale”. Sei “normale” tu forse? Ogni persona è unica e irripetibile: tu lo sei, sei una ricchezza che se ha in sé limiti o disabilità ha sempre anche grandi potenzialità. Ecco che la parola disabilità in realtà è diversabilità perché tutti siamo abili in cose e modi diversi. Se ti troverai mai in una stanza piena persone che parlano con il linguaggio dei segni capirai. La più grave “disabilità” è non amare.

TOCCA A TE Fa’ una ricerca sugli atleti vincitori delle paraolimpiadi come Beatrice Vio. Leggendo la storia ti renderai conto che con tenacia e forza di volontà hanno saputo andare oltre i propri limiti.

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Unità 24

Cosa rende la vita degna di essere vissuta?

Dall’Incarnazione alla cura del corpo

La fede cristiana professa di credere nell’Incarnazione di Dio: Dio stesso si è fatto uomo, ha sperimentato la fragilità, la sofferenza e la morte e nella risurrezione ha redento il corpo. Non ci può essere amore per il prossimo senza cura del corpo. Ciò lo si può vedere nell’impegno dei missionari che oltre a portare il Vangelo si prendono cura delle popolazioni, facendo propri i loro bisogni. Lo si può vedere anche nell’attenzione per la cura che il Cristianesimo ha portato in Occidente. Non solo alcuni ordini religiosi come i Camilliani si occupano dei malati, ma molti laici danno ancora oggi la vita nel prendersi cura della fragilità del prossimo partendo dalle parole di Gesù: “L’avete fatto a me” (Mt 25).

Una suora cattolica missionaria in Africa.

TOCCA A TE Il giudizio di Dio secondo il Vangelo di Matteo si fonda sull’amore che si manifesta in gesti concreti nei confronti del prossimo proprio a partire dal suo corpo. Sono le cosiddette opere di misericordia che la chiesa distingue in spirituali e corporali, perché il bene dell’altro è sempre della sua anima e, insieme, del suo corpo. Guarda le sette scene raffigurate in quest’opera. In esse un cristiano e un turco musulmano che al tempo del dipinto erano nemici si aiutano. Nel gesto di aiuto c’è la presenza di Gesù “l’avete fatto a me”.

Opere di Misericordia, scuola veneta, inizio 1600, Bassano del Grappa (VI).

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LE VIE DELLA

BELLEZZA

di Don Maurizio Viviani

La Pentecoste di El Greco

Al Museo del Prado di Madrid in Spagna A Pentecoste si celebra la discesa dello Spirito Santo su Maria e gli Apostoli, mentre sono riuniti nel Cenacolo, cinquanta giorni dopo la risurrezione di Gesù. Essi sono a Gerusalemme in una stanza con le porte chiuse, mentre si svolge la festa ebraica della Pentecoste, che segna l’inizio della mietitura. Improvvisamente su ciascuno di loro scende lo Spirito Santo, reso simbolicamente con fiammelle che si posano sulla testa di ognuno. Il tema della Pentecoste, che è l’atto d’inizio della missione della Chiesa, è stato motivo di ispirazione per grandi pittori, tra cui El Greco, nome d’arte di Dominikos Theotokopulos (15411614), nato in Grecia e vissuto a lungo in Italia e Spagna. Le sue figuEl Greco (Domínikos Theotokópoulos), Pentecoste, 1597-1600, Museo del Prado, Madrid (Spagna).

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re della Pentecoste (1597-1600) sono allungate e movimentate da un sapiente uso della luce. Queste caratteristiche del pittore donano ai personaggi un movimento di intensa spiritualità.

La colomba. Nella parte più alta di una stan-

za poco illuminata campeggia una colomba bianca con le ali distese: rappresenta la discesa dello Spirito Santo. È attorniata da una nube luminosa, elemento che richiama la presenza del divino.

Maria. Al centro della stanza, piccola e affolla-

ta, è ritratta Maria, seduta e con le mani giunte, in un atteggiamento di intensa preghiera. Il suo volto giovane è rivolto verso il cielo. Indossa un lungo vestito rosso, colore che rimarca la sua umanità, e un mantello azzurro, che ricorda il suo essere la “Madre del Dio altissimo”.

Gli apostoli. Sono disposti a cerchio, attorno

alla Madonna. Hanno sguardi pieni di meraviglia e occhi velati di lacrime. Guardano il cielo, come rapiti in estasi. Sono ancora in numero di dodici: al posto di Giuda, che aveva tradito Gesù, è stato scelto e aggiunto Mattia. Presso Maria sono dipinte anche due giovani donne, discepole di Gesù. Le mani della Madonna, “Madre della Chiesa”, e dei presenti evidenziano unanimemente, seppur con posizioni diverse, la loro piena partecipazione all’evento della discesa dello Spirito Santo.


SEZIONE 4 SPECCHIO RIF LESSO COMPIT I DI REALTÀ OBIETTIVO FORMATIVO

Comprendere come odio e menzogna possano essere legati.

COMPIT O D I R E A LT À

SMASCHERATORI DI FAKE La polizia segreta russa intorno al 1903 creò una specie di antenato delle fake news: i Protocolli dei savi di Sion.Tale documento era un finto resoconto degli accordi con cui gli ebrei avrebbero cercato di impadronirsi del mondo. In realtà l’opera, era stata copiata da uno scritto redatto contro Napoleone III. Nonostante fossero un falso, i Protocolli ebbero grande fortuna e diffusione e divennero un ottimo appiglio per la propaganda antisemita. Sei chiamato a realizzare delle slides di Power Point o un documento di Word nel quale: riporti una falsa notizia che sia stata creata ad arte per generare odio contro qualcuno; spieghi da chi è creata, come si sia diffusa e con quali conseguenze. Ecco un breve esempio di cronaca:

«Ecco come ho fatto soldi a palate spacciando bufale razziste sul web» (L’Espresso, 16 ottobre 2015, Maurizio di Fazio). Funzionava così: il protagonista del nostro articolo ha aperto un blog, l’ha trasformato in un giornale di informazione in rete e ha cominciato a pubblicare notizie molto spesso inventate di sana pianta, bufale e fandonie che mettevano al centro della scena (del crimine) sempre e soltanto lui: il “nemico” immigrato e le sue nefandezze. Più la sparava grossa, più ingannava deliberatamente, più soffiava sul fuoco dello spirito peggiore del nostro tempo e più gli aumentava il volume di visualizzazioni e lettori. Che lievitavano a numeri inimmaginabili. E a questo punto faceva soldi veri, talvolta a palate, grazie alla pubblicità di Google Adsense e similari. Ogni click, un tot di centesimi

VA L U T A Z I O N E Date un voto numerico da 1 a 5 al tuo gruppo e agli altri gruppi nella classe circa questi aspetti. Obiettivo 1: reperimento del materiale adeguato al tema proposto [Competenza chiave n. 4]. Obiettivo 2: organizzare de lavoro nei tempi prefissati e corretta citazione delle fonti [Competenza chiave n. 6]. Obiettivo 3: dimostrazione di come una falsità possa diventare uno strumento potente di odio [Competenza chiave n. 8]. Obiettivo 1

Obiettivo 2

Obiettivo 3

GRUPPO 1 GRUPPO 2 GRUPPO 3 GRUPPO 4

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SEZIONE 4 SPECCHIO RIF LESSO V ERIF ICHIAMO 1. DIO E L’UOMO

Queste tre immagini prese dal Duomo di Monreale rappresentano alcuni passi importanti della Genesi. Sapresti riconoscere i vari eventi? Perché Adamo è così simile a Dio?

2. LA BIBBIA E LE ALTRE FONTI

Rifletti sui valori della società e sul rapporto con i deboli a partire dalle scene di un film: La Passione, del regista Carlo Mazzacurati, (2010). In questa storia, un regista viene costretto a dirigere una sacra rappresentazione in un paesino. Egli non può nemmeno contare su attori professionisti, ma deve servirsi della gente del posto. Lo aiuta nell’impresa di organizzare il tutto un ex galeotto, Ramiro, che ad un certo punto deve, tuttavia, fuggire per alcuni conti in sospeso con la giustizia. Quando le cose sembrano andare ormai per il verso giusto, colui che deve impersonare Gesù si infortuna – poco prima di andare in scena – e i giochi sembrano chiusi... Ma riappare Ramiro, che sostituisce il protagonista, anche se le sue fattezze non sono proprio quelle classiche, per chi interpreta la figura di Cristo...

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1. Ramiro fa per sedersi...

2. Ma lo sgabello esce un po’ dall’asse e cede...

3. Ed egli cade pesantemente a terra.

4. La folla ride rumorosamente e invoca a gran voce l’attore che inizialmente doveva impersonare Gesù.


Verifichiamo

5. Il regista aiuta Ramiro a tornare sullo sgabello, ora riparato. REGISTA: Sei stupendo... Sei un Cristo perfetto! Sei povero, sei ricercato... tutti ridono di te...

6. RAMIRO: ... ma sono grasso!

7. REGISTA: Anche Cristo lo sarebbe oggi, sai...

Cosa intende comunicare il regista?

3. IL LINGUAGGIO RELIGIOSO

Non ci sarà una nuova relazione con la natura senza un essere umano nuovo. Non c’è ecologia senza un’adeguata antropologia. Quando la persona umana viene considerata solo un essere in più tra gli altri, che deriva da un gioco del caso o da un determinismo fisico, ”si corre il rischio che si affievolisca nelle persone la coscienza della responsabilità” (Laudato si’, n. 118, Papa Francesco). Provate con parole vostre a dire quale idea di uomo sta distruggendo il creato e quale visione dell’uomo, secondo Francesco, può vivere il giusto rapporto con la natura.

4. I VALORI ETICI E RELIGIOSI Qui di seguito puoi trovare alcuni loghi inseriti nei siti dei Centri di Aiuto alla Vita di alcune città italiane. Perché vengono rappresentati proprio con queste immagini?

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A SCUOLA DI BENESSERE

DISPOSTI A DARE IL MEGLIO Una questione di allenamento

Immaginiamo che tu decida di avvicinarti alla disciplina sportiva del salto in alto. A scuola l’insegnante di scienze motorie ha presentato le basi di questo sport e ti sei già messo alla prova con qualche semplice salto. Ora per migliorare avresti bisogno di un allenatore che ti possa aiutare a crescere. Nel tuo paese ci sono tre palestre con tre allenatori diversi: SCIALLA, SFIDA, ESTREMO. Così fai visita a ognuno di loro e stendi una piccola classifica per aiutarti a scegliere. Quali caratteristiche deve avere un buon allenatore? Una volta conclusi i tuoi appunti e assegnato un punteggio (0-10) discutine con i tuoi compagni e il tuo insegnate e provate a stilare una classifica di classe.

ORA TOCCA A TE SCIALLA è dell’idea che bisogna “fare le cose facili”, mai rischiare, sempre lo stesso livello di difficoltà. L’asticella va posizionata sempre molto bassa così si è sicuri di riuscire senza sforzo. Gli allenamenti durante la settimana saranno pochi e leggeri, così ognuno può aver tempo per altri hobby. SFIDA ha una filosofia diversa: bisogna far fatica e allenarsi con impegno alzando di volta in volta l’asticella. Non importa se la prima volta non si riesce a saltare, l’importante - dice lui - è provare qualcosa, anche se di poco, superiore alle proprie forze. L’allenatore è sicuro che se non alzasse il livello della sfida difficilmente uno sportivo potrebbe migliorare arrivando così a scoprire le proprie capacità e, perché no, anche i propri limiti. ESTREMO vorrebbe solo i migliori - dice lui - e le sue attese sono sempre alle stelle. L’asticella per il salto viene sempre posizionata più alta delle capacità della persona e l’allenamento richiesto è super impegnativo. Finora molti hanno smesso di allenarsi con lui perché il fallimento è continuo e, nonostante il duro lavoro, sembrano non esserci mai risultati.

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Punteggio personale

Punteggio di classe


di Davide Povolo - docente IRC e psicologo & Carlo Tonin - docente IRC ed educatore

Sì, ma quale allenamento?

Tra il “sapere” e la “scelta” c’è di mezzo la motivazione. Non ti è mai capitato di intuire quale sarebbe la direzione migliore per te, ma poi di non essere in grado o di non aver voglia di prenderla? Può succedere a volte che si finisca per scegliere l’allenatore sbagliato perché non si ha voglia di mettersi in gioco o di scoprire in noi nuove capacità, insomma si ha poca motivazione. Immaginiamo che tu sia l’allenatore di te stesso e che la posta in gioco sia la scelta della scuola secondaria di secondo grado e il come affrontarla. Se sei SCIALLA e la fatica ti spaventa potresti non scoprire mai le tue capacità. Se sei ESTREMO potresti conoscere poco i tuoi limiti e scegliere mete ideali irraggiungibili, vivendo sempre nella tensione di non essere mai all’altezza con il rischio di fallire o arrenderti. L’atteggiamento che ti permetterà di dare il massimo è quello di SFIDA che ti aiuterà a metterti in gioco facendo fiorire le tue capacità. Non c’è la scuola migliore in assoluto: esiste la scuola migliore per te, quella che rappresenta una SFIDA per poter tirar fuori il meglio di te e solo se tu lo vuoi. Cerca ora con l’aiuto dell’insegnate il testo della canzone Strada in salita, del gruppo rock italiano The Sun (Spiriti del sole, anno 2010). Leggi il testo della canzone e ascoltala, poi rifletti lasciandoti guidare dalle seguenti domande. • Cosa significa per te giocare una partita che ti faccia dare il meglio? __________________________________________ _________________________________ ___________ __________________________________________ _________________________________ ___________ • Si possono conoscere le proprie qualità dando il minimo? __________________________________________ __________________________________________ __________________________________________ __________________________________________ ___________________________________________

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5

sezione

UMANITÀ, ARRIVO!

25. Il Concilio Ecumenico Vaticano II 116 26. La Chiesa e il dialogo interreligioso 118 27. La diffusione delle religioni nel mondo 122 28. Approfondendo l'Ebraismo 124 29. Approfondendo l'Islam 128 30. Approfondendo l'Induismo 134 31. Approfondendo il Buddhismo 142 32. Approfondendo il Confucianesimo 148 33. Approfondendo il Taoismo 154 34. Approfondendo il Sikhismo 160 Il Giudizio finale di Michelangelo V ERIF ICHIAMO COMPIT O DI REALTÀ VALUT AT IVO

OSA I C O A ECC OPRIR SC Conoscerai le prospettive di dialogo tra le religioni che scaturiscono dal Concilio Vaticano II. Sarai chiamato a “lavorare con le religioni” in ottica laboratoriale, attingendo alla loro sapienza viva.


LA VIDEOINT ERVISTA #iniziamocosì

A SCUOLA DI BENESSERE Con la cartina in mano 166 A MENTE APERTA Dinanzi agli estranei 123 CHE EMOZIONI! Meraviglia 121 ROVESCIAMO LA CLASSE Ecco a voi… l’Ebraismo Ecco a voi… l’Islamismo Ecco a voi… l’Induismo Ecco a voi… il Buddhismo Ecco a voi… il Confucianesimo Ecco a voi… il Taoismo Ecco a voi… il Sikhismo COMPITO DI REALTÀ E se mi innamoro di te?

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FILO ROSA Donna sesso debole?

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ADDOMESTICARE LE PAROLE Salamelecchi Avatar Zen

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BOX E RUBRICHE


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IL CONCILIO ECUMENICO VAT ICANO II LA CHIESA NEL MONDO CONTEMPORANEO

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L’immagine che qui vedi rappresenta una rappresentazione grafica, dal forte impatto visivo, denominata word cloud (nuvola di parole), un modo oggi molto in voga per visualizzare le parole più frequenti contenute in un testo. La word cloud è stata generata inserendo in un’apposita app le prime parole di un documento ecclesiale molto importante, l’ultimo ad essere pubblicato durante quello straordinario evento che è stato il Concilio Vaticano II: la Gaudium et spes (“la gioia e la speranza”, del 1965). “Le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d’oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono, sono pure le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo, e nulla Vi è di genuinamente umano che non trovi eco nel loro cuore” (n. 1). Gioie… speranze… tristezze… angosce… degli uomini di oggi: il cristiano - afferma il documento - non può rimanere indifferente dinanzi a problemi urgenti ed importanti, le cosiddette sfide del mondo d’oggi.

TOCCA A TE Dividetevi in piccoli gruppi (al massimo in 4) e, dopo il confronto, provate a costruire una tabella a due colonne dove elencate quali sono le sfide del nostro tempo (colonna di sinistra) e le eventuali soluzioni (colonna di destra). Per svolgere il lavoro, puoi prendere spunto anche dalle immagini di queste pagine. Quindi ogni gruppo comunichi agli altri le proprie conclusioni.

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Il Concilio Vaticano Secondo

MAXI ESPANSIONE


Unità 25

Il Concilio Vaticano II: La Chiesa nel mondo contemporaneo

APPROFONDIMENT O

La Costituzione pastorale Gaudium et spes Questa Costituzione ha avuto una storia molto complicata, che ha reso necessarie otto stesure prima di arrivare al testo definitivo. Questa costituzione non espone soltanto principi generali di fede, ma si esprime anche in merito a questioni concrete del mondo contemporaneo, esamina i “segni dei tempi”, parla della scienza e della cultura, del matrimonio e della famiglia, dell’ordine sociale, del lavoro, dell’economia, della pace e della guerra, evocando persino quella nucleare. Con questo documento sulla “Chiesa nel mondo contemporaneo”, il Concilio non si rivolge soltanto ai propri fedeli, ma a tutta la famiglia umana. Non si occupa soltanto di problemi interni di fede e di disciplina, ma tratta anche delle questioni del mondo, delle questioni degli uomini d’oggi.

I segni dei tempi

Nel vangelo di Matteo troviamo scritto: “Quando si fa sera, voi dite: Bel tempo, il cielo rosseggia; e al mattino: Oggi burrasca, perché il cielo è rosso cupo. Sapete dunque interpretare l’aspetto del cielo e non siete capaci di interpretare i segni dei tempi?” (rielaborazione da Matteo 16,2-3). Gli avvenimenti drammatici che segnano la nostra storia interpellano in profondità persone e società sulla condizione umana: catastrofi cosmiche (terremoti, epidemie) o eventi politici (rivoluzioni, guerre, genocidi). E si sollevano gli interrogativi: perché? Come? Di chi è la colpa? I segni sono da osservare non “nel cielo”, ma nel nostro mondo, in tutte le realtà umane.

PAROLE Costituzione: una delle tipologie di documenti prodotti dal Concilio, anzi la tipologia più importante; nel Concilio Vaticano II ne sono state redatte quattro.

TOCCA A TE Leggi il seguente racconto, tratto dal libro di Bruno Ferrero Ma noi abbiamo le ali, e quindi, attraverso un confronto con i tuoi compagni e l’insegnante, cerca di coglierne il significato profondo: Durante l’ultima spietata guerra, l’aeroporto di Baghdad e le zone limitrofe si trasformarono in un ammasso di macerie. Tra i lastroni di cemento e le lamiere si udì qualcuno che piangeva. Andarono a vedere. In mezzo ai rottami di un hangar era rimasta in piedi una specie di piccola baracca. Dentro c’era effettivamente qualcuno che singhiozzava. Aprirono la porta. Dentro quella baracca sgangherata c’era Dio. Era Lui che piangeva. Nessuno osava far niente. Solo un bambino si avvicinò a Dio. Lo prese per mano e gli disse. «Non piangere. Io sono dalla tua parte».

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LA CHIESA E IL DIALOGO INT ERRELIGIOSO EHI, PROF! Cosa fa la Chiesa per gli extracomunitari di cui si parla sempre tanto?

A scuola di dialogo TOCCA A TE Confrontati con i tuoi compagni e l’insegnante: cosa significa, secondo te, il termine dialogo? Quali abilità servono per essere in grado di dialogare? Quali possono essere, secondo te, gli atteggiamenti che impediscono il dialogo tra culture e religioni diverse?

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Nell’isola di Lampedusa esiste ed opera l’Istituto Comprensivo scolastico Luigi Pirandello, frequentato da studenti appartenenti ad ogni ordine di scuola, dall’infanzia alla scuola secondaria di secondo grado. Nel video che ti proponiamo, prodotto da RAI Scuola, viene presentata una testimonianza concreta di accoglienza ed integrazione nel rispetto dell’identità di ciascuno, della capacità di accogliere le differenze come risorsa e di riconoscere ciò che unisce le diverse culture. Uno dei barconi di profughi approdati a Lampedusa.


Unità 26

La Chiesa e il dialogo interreligioso nel Vaticano II

La Chiesa e il dialogo interreligioso

Il 28 ottobre 1965, durante il Concilio Vaticano II, venne pubblicata la Dichiarazione Nostra aetate (“nel nostro tempo”), un documento piuttosto breve, dedicato al dialogo con le altre religioni. In questo documento si sostiene la necessità di far crescere lo spirito di fratellanza fra gli uomini e i popoli cercando ciò che li unisce piuttosto che ciò che li divide. Un forte contributo in questo senso può essere svolto proprio dalle religioni. Esse, infatti, affermano che tutto il genere umano proviene da Dio e che in lui è possibile trovare la risposta alle grandi domande dell’uomo ed alle sue aspettative più profonde. La Chiesa per il dialogo interreligioso

COMPITO DI REALTÀ

E se mi innamoro di te? Tre ragazzi, Sarah di religione ebraica, Marco, cattolico e Mohamed, di religione musulmana, frequentano la stessa scuola, abitano nello stesso quartiere e sono molto amici. Passano molto tempo insieme, giocando, passeggiando e chiacchierando piacevolmente. Un giorno, Sarah, a bruciapelo, pone questa domanda ai due amici: «E se un giorno io mi innamorassi di uno di voi, che cosa succederebbe?». Cerca di rispondere a questa domanda, problematizzando le questioni inerenti la possibilità di una relazione d’amore riuscita tra persone di religione diversa. Realizza al riguardo un breve storyboard per un fumetto o le riprese di un film.

PAROLE Dichiarazione: un’altra delle tipologie di documenti prodotti dal Concilio.

TOCCA A TE Dal documento Nostra aetate: “Nel nostro tempo in cui il genere umano si unifica di giorno in giorno più strettamente e cresce l’interdipendenza tra i vari popoli, la Chiesa esamina con maggiore attenzione la natura delle sue relazioni con le religioni non-cristiane. Nel suo dovere di promuovere l’unità e la carità tra gli uomini, ed anzi tra i popoli, essa in primo luogo esamina qui tutto ciò che gli uomini hanno in comune e che li spinge a vivere insieme il loro comune destino […]. La Chiesa cattolica nulla rigetta di quanto è vero e santo nelle religioni”. Quali sono i motivi che spingono la Chiesa al dialogo interreligioso? Che cosa accomuna tra loro le diverse religioni?

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SEZIONE 5 UMANITÀ, ARRIVO!

Alcuni frutti del dialogo interreligioso

1. Nel 1977, a Londra, Chiara Lubich, fondatri-

Chiara Lubich durante un incontro interreligioso.

ce del Movimento dei Focolari, fu insignita del Premio Templeton per il progresso della religione. In quell’occasione, essa narrò la sua esperienza di fronte a personalità di diverse religioni e ebbe la profonda sensazione che tutti i presenti, anche se di fedi diverse, fossero un’unica famiglia. All’uscita furono proprio gli appartenenti alle diverse tradizioni religiose (buddhisti, musulmani, ebrei, sikh, induisti...) che si congratularono calorosamente con lei. Il dialogo che i Focolari promuovono si fonda sulla spiritualità ed in particolare sulla centralità dell’amore, un amore che unisce. Essa trova un’eco immediata nelle altre religioni e culture, grazie alla cosiddetta Regola d’Oro: fare agli altri ciò che si vorrebbe fosse fatto a se stessi. È proprio nell’attuazione di questa “regola” che si stabilisce un dialogo fruttuoso.

2. Nel 1986, ad Assisi, Papa Giovanni Paolo II, come iniziativa

di dialogo, promosse il primo incontro interreligioso di preghiera. Erano presenti settanta rappresentanti delle principali religioni mondiali che si rivolsero a Dio per chiedere il dono della pace fra i popoli.

Papa Giovanni Paolo II nel primo incontro interreligioso di Assisi nel 1986. All’incontro hanno partecipato tutte più alte guide delle chiese cristiane e oltre sessanta rappresentanti di altre religioni, compreso il Dalai Lama. Questo evento è stato di grande portata storica, non essendo mai stato organizzato prima un incontro interreligioso di questo tipo.

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Unità 26

La Chiesa e il dialogo interreligioso

3.

Nell’aprile del 2017 Papa Francesco in Egitto fu invitato a tenere una relazione all’Università sunnita di Al-Azhar, nell’ambito della Conferenza per la Pace sui temi della guerra e del settarismo. In tale occasione, il pontefice richiamò i tre “orientamenti fondamentali” che aiutano il dialogo: il dovere dell’identità, il coraggio dell’alterità e la sincerità delle intenzioni. “Non si costruisce dialogo autentico sull’ambiguità o sul sacrificare il bene per compiacere l’altro - disse il Papa - e nemmeno se si tratta come un nemico da temere colui che è differente da sé culturalmente o religiosamente”. Inoltre, la sincerità delle intenzioni è un segno necessario per attestare che il dialogo “non è una strategia per realizzare secondi fini, ma una via di verità, che merita di essere pazientemente intrapresa per trasformare la competizione in collaborazione”. Papa Francesco in visita in Egitto nell’aprile 2017.

meraviglia In questa sezione ti spalanchiamo in faccia la finestra …del mondo. Beh, te lo vogliamo dire: ci aspettiamo una buona dose di meraviglia da te. Perché, se così non fosse, se dinanzi al nuovo, al differente (ma poi non così tanto), all’inesplorato di mondi diversi dal tuo, pieni di colori, suoni, profumi differenti, tu non provassi questa emozione, ne saremmo un po’ preoccupati. E, magari, meravigliarsi dinanzi al mondo “lontano” ti farà aprire maggiormente gli occhi sulle piccole-grandi meraviglie dentro il “tuo mondo”. Preparati, si parte.

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LA DIF F USIONE DELLE RELIGIONI NEL MONDO

EHI, PROF!

Ma se Dio è uno solo, come mai così tante religioni… così diverse?

Osserva con attenzione questa mappa, ti sarà utile per le prossime unità dedicate all’approfondimento delle “grandi religioni del mondo”. Ne abbiamo parlato molte volte, nell’arco di questi tre anni, toccando ora un argomento, ora un altro. Ora proponiamo una visione sintetica di ciascuna, in modo che tu possa organizzare attorno a dei “punti chiave” le conoscenze che hai acquisito. Dopo di ciò, ti sarà proposto di “lavorare” su di esse.

CRISTIANI

BUDDHISTI

MUSULMANI SCIITI

INDUISTI

SUNNITI

CONFUCIANI TAOISTI

CRISTIANI

BUDDHISTI

SCINTOISTI

SCIITI

INDUISTI

ANIMISTI

SUNNITI

CONFUCIANI

MUSULMANI

EBREI TAOISTI

Planisfero con la diffusione geografica delle principali religioni del mondo. Torna a questa cartina ogni volta che nelle prossime pagine si inizia a trattare di una nuova religione.

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A MENT E APERT A

lavoriamo insieme

DINANZI AGLI EST RANEI Il saggio bruco e lo stupido coleottero Osserva questa striscia umoristica.

(di Tom Gauld, In cucina con Kafka)

ORA TOCCA A TE Rispondi ora alle domande proposte. Come è definito il bruco? E invece il coleottero?

_____________________________________________________________________________________ _____________________________________________________________________________________ Cosa accade poi a questi due personaggi?

_____________________________________________________________________________________ _____________________________________________________________________________________ Come ti sembra il finale di questa striscia a fumetto? Quali considerazioni ti vengono in mente?

_____________________________________________________________________________________ _____________________________________________________________________________________

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APPROF ONDENDO L'EBRAISMO

“Secondo l’Apostolo [Paolo], gli ebrei, in grazia dei padri, rimangono ancora carissimi a Dio, i cui doni e la cui vocazione sono senza pentimento” (Nostra Aetate, n. 4)

L’Ebraismo in sintesi

Leggi i seguenti dati, ti serviranno per le attività proposte.

FONDATORE

Abramo, vissuto circa 4000 anni fa. Mosè, che guidò l’esodo dall’Egitto.

LIBRO

La Bibbia ebraica (TaNaKh), composta da 39 libri. I primi 5 libri costituisco la Torah.

RITI INIZIAZIONE

La circoncisione, nell’ottavo giorno dalla nascita.

MATURITÀ RELIGIOSA

A 13 anni, rito della Mitzvah, impegno nello studio della Torah.

PREGHIERA

Uso del tallit (manto della preghiera) e astucci legati al braccio e alla fronte.

FESTE

Pesach, Purim, Shavuot, Rosh Hashanah, Yom Kippur, Hanukkah.

FEDE/OBBLIGHI

Il Decalogo; le mitzvòt (613 precetti).

Nessun obbligo. Nell’antichità PELLEGRINAGGIO era prescritto quello al tempio di Gerusalemme. VITA DOPO LA MORTE

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Fede nella vita dopo la morte, ma più attenzione alla vita terrena.


Unità 28

Ecco a voi… l’Ebraismo Papa Giovanni Paolo II li ha chiamati “fratelli maggiori nella fede” e da lì in poi i successivi pontefici hanno mantenuto questo modo di riferirsi ai “fratelli” ebrei. Gran parte della loro storia e degli eventi fondanti la loro fede li abbiamo approfonditi nel corso di questi anni di scuola e si tratta di elementi condivisi con sfumature diverse dalle altre due grandi religioni monoteiste. Realizzate una presentazione digitale (PowerPoint, Prezi, Powtoons) oppure un cartellone o un lapbook tenendo conto di toccare i seguenti punti: la fede in YHWH; l’elezione di Israele; la Legge la preghiera dello Shemàh; i luoghi di culto.

Approfondendo l’Ebraismo

ROVESCIAMO LA CLASSE

FONTI Sito ufficiale dell’unione delle comunità ebraiche in Italia: ucei.it RICERCA IN RETE GUIDATA In che anno siamo secondo il calendario ebraico? In che date cadono le principali festività ebraiche quest’anno? DIALOGO IN AZIONE Ricerca la dichiarazione conciliare Nostra Aetate riguardante il rapporto tra la Chiesa e le religioni non cristiane: cosa viene detto a proposito dell’Ebraismo? Quali sono i “ponti” su cui costruire il dialogo?

APPROFONDIMENT O

Alla ricerca della pace

Il rapper ebreo statunitense Matisyahu, unisce nella sua musica cultura ebraica, Torah ed esperienza di vita. Come giovane vive le tensioni ancora attuali dovute alle lotte successive alla formazione dello Stato di Israele, che contrappone ebrei e arabi. Nella sua canzone One day trasmette un bellissimo messaggio di preghiera e di pace, sicuro che il compito che Dio vuole da lui è portare pace e unità tra la gente. Dopo aver ascoltato la canzone traduci le parole per scoprirne il messaggio.

“There will be no more wars and our children will play” (dal testo della canzone).

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SEZIONE 5 UMANITÀ, ARRIVO!

L’Ebraismo e le domande della Bibbia

Esiste un bel racconto della tradizione ebraica, riportato dal filosofo ebreo Martin Buber nel libro Il cammino dell’uomo, che può essere un buon esempio di come l’Ebraismo si rapporti alle Scritture.

“Tutti gli uomini hanno accesso a Dio, ma ciascuno ha un accesso diverso” (Martin Buber).

Eccone il testo: Un giorno un comandante militare chiese a rabbi Shneur Zalman, il Rav della Russia: «Come bisogna interpretare che Dio Onnisciente dica ad Adamo: “Dove sei?”». «Credete voi - rispose il Rav - che la Scrittura è eterna e che abbraccia tutti i tempi, tutte le generazioni e tutti gli individui?». «Sì, lo credo”, disse. «Ebbene - riprese lo zaddik - in ogni tempo Dio interpella ogni uomo: “Dove sei nel tuo mondo? Dei giorni e degli anni a te assegnati ne sono già trascorsi molti: nel frattempo tu fin dove sei arrivato nel tuo mondo?”. Dio dice per esempio: “Ecco, sono già quarantasei anni che sei in vita. Dove ti trovi?». All’udire il numero esatto dei suoi anni, il comandante si controllò a stento, posò la mano sulla spalla del Rav ed esclamò: «Bravo!»; ma il cuore gli tremava. Il fascino di questo dialogo deriva dalla differenza tra la domanda (del comandante) e la risposta (del Maestro). Il comandante aveva creato una sorta di trabocchetto: se nella Bibbia Dio chiede ad Adamo: “Dove sei?”, vuol dire che Dio non lo sa. Quindi non è vero che sappia tutto, come credono gli ebrei. Invece di curarsi della trappola tesa dal militare, il rabbi la sfrutta per tendere la sua, come hai letto. Ecco cosa aggiunge poi Martin Buber: “Per sfuggire alla responsabilità della vita che si è vissuta, l’esistenza viene trasformata in un congegno di nascondimento. Proprio nascondendosi così e persistendo sempre in questo nascondimento “davanti al volto di Dio”, l’uomo scivola sempre, e sempre più profondamente, nella falsità”.

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Unità 28

Approfondendo l’Ebraismo

Il matrimonio ebraico

La celebrazione di un matrimonio ebraico è generalmente prevista all’aperto, sotto un baldacchino nuziale (la chuppà) e avviene prima attraverso la firma della ketubàh (il contratto nuziale) da parte di due testimoni; lo sposo poi consegna un anello di sua proprietà alla sposa e quindi rompe un bicchiere calpestandolo con un piede. Formalmente la procedura del matrimonio ebraico ha due fasi distinte: kiddushin (“santificazioni”) e nissuin (“benedizioni”). La prima fase proibisce la donna a tutti gli altri uomini. Con i nissuin la coppia inizia la coabitazione e la vita coniugale. Il compimento dei nissuin richiede che la sposa, terminata la cerimonia di kiddushin, sia condotta, in presenza dei due testimoni qualificati, vicino allo sposo che la attende sotto al baldacchino, per concludere la cerimonia del matrimonio. Per far sì che il matrimonio abbia valore legale è indispensabile la presenza di due testimoni in entrambe le fasi del matrimonio. La tradizione vuole che i kiddushin siano solennizzati dalla presenza di un rabbino: la figura del rabbino serve anche per assicurarsi che tutto si svolga secondo la Legge.

APPROFONDIMENT O

Il gesto del bicchiere rotto ricorda simbolicamente che il popolo ebraico non può essere completamente in gioia, perché la sua storia è segnata anche dalla sofferenza e dalla tristezza.

Ebrei nel mondo

Gli ebrei nel mondo sono oggi più di 15 milioni, dei quali poco più di un terzo vive nello stato di Israele. Nonostante la diaspora, sono riusciti e riescono tutt’ora a tramandare la loro cultura e spesso, soprattutto in film di origine americana, si può vedere l’influenza di artisti o registi di origine ebraica.

La principale diffusione odierna degli ebrei nel mondo.

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APPROF ONDENDO L'ISLAM

“La Chiesa guarda anche con stima i musulmani che adorano l’unico Dio, vivente e sussistente, misericordioso e onnipotente, creatore del cielo e della terra, che ha parlato agli uomini” (Nostra Aetate, n. 3)

L’Islam in sintesi

Leggi i seguenti dati, ti serviranno per le attività proposte.

FONDATORE

Il profeta Maometto, nato a La Mecca verso il 570 d.C.

LIBRO

Il Corano, libro rivelato, suddiviso in 114 Sure o capitoli.

RITI INIZIAZIONE

La circoncisione, anche se non espressamente richiesta dal Corano. Si diventa membri della comunità dalla nascita.

MATURITÀ RELIGIOSA

La formazione continua con la scuola coranica.

PREGHIERA

Cinque volte al giorno, sempre rivolgendosi verso La Mecca.

FESTE

Festa della fine del Ramadan, festa del sacrificio (nel mese del pellegrinaggio a La Mecca).

FEDE/OBBLIGHI

I cinque pilastri (professione di fede, preghiera, elemosina, digiuno, pellegrinaggio). Ramadan è il mese di digiuno. Obbligo di recarsi almeno una volta nella

PELLEGRINAGGIO vita a La Mecca. VITA DOPO LA MORTE

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Fede nella risurrezione del corpo e in una vita futura con premio e castigo.


Unità 29

Ecco a voi… l’Islamismo L’Islam è la più diffusa religione monoteista dopo il Cristianesimo. Approfondire la conoscenza di questa fede è fondamentale per poter costruire ponti di pace che vincano l’odio. Rovesciando la classe ti vogliamo condurre a costruire con un lavoro di gruppo il sapere attraverso il web – sotto la supervisione del tuo insegnante – in una prospettiva di confronto tra la Religione cattolica e l’Islam. Realizzate una presentazione digitale (PowerPoint, Prezi, Powtoons) oppure un cartellone o un lapbook tenendo conto di toccare i seguenti punti: fondatore e diffusione dell’Islam; Sciiti e Sunniti: differenze e problemi di attualità; testi sacri e luoghi di culto dell’Islam; i pilastri dell’Islam e gli elementi essenziali della fede islamica.

Approfondendo l’Islam

ROVESCIAMO LA CLASSE

FONTI Sito ufficiale dell’unione delle comunità islamiche in Italia: ucoii.org PAROLE CHIAVE Approfondisci mediante le fonti citate il significato di questi termini: Ahl al-Kita-b, Ramadan; Hajj; S. ala-t; Id ‘al-Fitr e Id al-Adh.a-; Shari’a Jihad; DIALOGO IN AZIONE Quali sono gli aspetti su cui può esserci dialogo tra un cattolico e un musulmano? Quali sono invece gli aspetti più distanti tra queste due religioni?

Il fatto che le cupole islamiche convergano in un unico punto centrale rappresenta l’anelito del fedele verso l’unità divina (tawhid)

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SEZIONE 5 UMANITÀ, ARRIVO!

Cos’è lo Zakat

“Eseguite la preghiera, date in elemosina” (Corano, sura II,43)

Zakat, l’elemosina rituale, è una delle pratiche religiose più importanti dell’Islam. Si tratta di un tributo - verso la comunità - che il fedele è invitato a compiere per purificare la propria ricchezza. Questo tributo si paga sui beni che sono di proprietà da almeno un anno, che eccedano una quantità minima (nissab, cioè 84,7 g d’oro, corrispondenti a € 2.958) fissata per ogni categoria di bene e che non si utilizza per la propria attività; in questo modo la zakat non si paga, per esempio, sui macchinari e sugli animali da lavoro. La zakat non è carità volontaria, ma è un vero e proprio dovere religioso. Versando la zakat, un musulmano sta riconoscendo che tutto è di Allah e che l’uomo non lo possiede veramente, ma dovrebbe ricordarsi di utilizzarlo per onorare Allah e aiutare coloro che hanno bisogno. È anche un atto che aiuta a liberarsi dall’eccessiva avarizia, imparando l’auto-disciplina e l’onestà. Il Corano menziona 8 gruppi di persone a cui dovrebbe essere destinata la zakat (Sura Al-Tawbah 9:60): 1. Fuqara’: i bisognosi. 2. Al-Maskin:i poveri. 3. Aamileen: enti che raccolgono la zakat e poi la ridistribuiscono. 4. Muallafatul Quloob: poveri e bisognosi che recentemente si sono convertiti all’Islam. 5. Ar-Riqaab: schiavi, per acquistare la loro libertà. 6. Al Ghaarimeen: coloro che sono pesantemente indebitati. 7. Fi Sabeelillah: per la causa di Allah. 8. Ibnus-Sabeel: viaggiatori bloccati in situazioni di bisogno di assistenza finanziaria.

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Unità 29

Approfondendo l’Islam

In sha’ Allah: sia fatta la volontà di Allah

In modo simile a quanto accade per i testi ebraici e cristiani, l’Islam dimostra un gusto tipicamente orientale nell’impartire insegnamenti attraverso racconti. Anche nel Corano vi sono testi che potremmo definire parabole. Ne proponiamo una, mettendo in luce le caratteristiche della visione islamica della realtà. Il brano si compone di una sorta di premessa, di un dialogo (fra un uomo ingiusto ed uno giusto) e di una conclusione. Dalla Sura XVIII, versetti 32-44: Proponi loro la metafora dei due uomini: ad ognuno di loro demmo due giardini di vigna circondati da palme da datteri, separati da un campo coltivato. Davano il loro frutto i due giardini senza mancare in nulla e in mezzo a loro facemmo sgorgare un ruscello.

DISCORSO DELL'UOMO INGIUST O Alla raccolta disse al suo compagno: «Ti sono superiore per beni e più potente per clan!». Entrò nel suo giardino e, ingiusto nei suoi stessi confronti, disse: «Non credo che tutto questo possa giammai perire; non credo che l’Ora sia imminente, e se mi si condurrà al mio Signore, certamente troverò qualcosa di meglio che questo giardino!».

La tradizione narra che la famiglia di Maometto non mangiava due pasti in un giorno senza che uno dei due fosse di datteri.

DISCORSO DELL'UOMO GIUST O Gli rispose il suo compagno argomentando con lui: «Vorresti rinnegare Colui che ti creò dalla polvere e poi ti ha dato forma d’uomo? Per quanto mi concerne è Allah il mio Signore e non assocerò nessuno al mio Signore. Conveniva che entrando nel tuo giardino dicessi: «Così Allah ha voluto! Non c’è potenza se non in Allah!». Sebbene tu mi veda inferiore a te nei beni e nei figli può darsi che presto il mio Signore mi dia qualcosa di meglio del tuo giardino e che invii dal cielo una calamità contro di esso riducendolo a nudo suolo, o che l’acqua che irriga scenda a tale profondità che tu non possa più raggiungerla».

Fu distrutto il raccolto [dell’uomo ingiusto], ed egli si torceva le mani per quello che aveva speso: i pergolati erano distrutti. Diceva: «Ah! Se non avessi associato nessuno al mio Signore!». E non ci fu schiera che potesse essergli d’aiuto contro Allah ed egli stesso non poté aiutarsi. Ché in tal caso [spetta] ad Allah, il Vero, la protezione. Egli è il migliore nella ricompensa e nel [giusto] esito.

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SEZIONE 5 UMANITÀ, ARRIVO! Il testo si sofferma su alcuni peccati che il cattivo credente compie e sulla corretta risposta che riceve da parte del buon credente. Gli errori in questione sono tre: ERRORE 1: l’arroganza verso il prossimo

L’uomo ingiusto si sente superiore al suo compagno perché dispone di più sostanze e ha una discendenza più numerosa. L’altro gli risponde: “Ma Sha’ Allah”, “così Dio ha voluto”. Tale formula indica che questa presunta superiorità non deriva da lui, ma da Dio; Dio potrebbe modificare la condizione a vantaggio del suo vicino. Non c’è alcun merito umano in questo. ERRORE 2: l’ingratitudine nei confronti di Dio

I musulmani sono consapevoli che la loro fede può apparire legata a un mondo passato, ma affermano che probabilmente ciò avviene perché in Occidente, nella vita di ogni giorno, la religione non è più un elemento dominante.

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Quando il primo uomo dice “se mi si condurrà al mio Signore, certamente troverò qualcosa di meglio che questo giardino” si dimostra irriconoscente nei confronti del dono ricevuto, a proposito del quale dovrebbe dire, invece, “al-hamdu li-llah”, “la lode a Dio”. Si pensi che questa riconoscenza è così forte nell’Islam, che la risposta “la lode a Dio” è utilizzata in automatico alla domanda: “Come stai?”. Anche se ammalato, perfino gravemente, il musulmano risponde in questo modo. Ora, a parte il fatto che in genere la cultura araba considera indelicato iniziare la conversazione parlando subito dei problemi e dei fatti propri, è interessante notare che primaria è l’accettazione del dono. Uno ti chiede come stai e tu rispondi: “Intanto sono vivo, grazie a Dio”. Poi, nel discorso si lascerà gradualmente spazio a quello che potrebbe andare meglio...


Unità 29

Approfondendo l’Islam

ERRORE 3: la sconsideratezza di fronte a Dio

La frase del primo uomo: “Non credo che tutto questo possa giammai perire” (cioè “non penso che quello che ho possa venir meno”) è una negazione del modo di pensare islamico. Questo eccesso di sicurezza è inconcepibile per il Corano. In arabo quando si parla al futuro si aggiunge sempre l’espressione “In sha’ Allah”, “se Dio vuole”. Finita la scuola, andrò a casa, “se Dio vuole” (se non vuole, a casa non ci si arriva). L’estate prossima andrò al mare, “se Dio vuole”... e così via. Tutto ciò che riguarda l’uomo è relativo e connesso alla volontà di Allah, il Dio. Il suo nome è invocato anche quando si compie un’azione, sia pure banale, come spartire il cibo a tavola. Il buon credente nella parabola ricorda la piccolezza dell’uomo. Dio può revocare quello che ha concesso in ogni momento: “Può darsi che Egli invii dal cielo una calamità contro il tuo giardino!”. Così la parabola si conclude con l’invito a non considerare nulla, né se stessi, né altri, come al posto di Dio. L’incontro con una visione così radicale delle cose forse può sorprendere. Può comunque essere un invito a riflettere sul fatto che la vita e il futuro sono in mano dell’uomo solo fino ad un certo punto.

Una calligrafia che riporta l’espressione araba In shâ’

AD DOMEST ICARE LE PAROLE

TOCCA A TE Con il consiglio di un tuo compagno o conoscente di fede islamica cerca una ricetta tipica di un paese islamico. Confronta la ricetta con le norme Halal (cibi consentiti) e Haram (cibi non consentiti).

Allah.

“Dio non giudica basandosi sulle vostre apparenze o sul vostro fisico, ma scandaglia il vostro cuore e osserva il vostro operato” (Maometto).

SALAMELECCHI

I saluti accompagnati da complimenti o inchini ossequiosi possono essere definiti in italiano salamelecchi. Tale termine deriva dall’arabo as-salamu alay-kum, la pace sia su di voi, saluto molto caro al mondo islamico. Oggi tali saluti sono percepiti dagli occidentali come esageratamente cerimoniosi e quindi l’espressione scherzosa “basta coi salamelecchi” equivale a dire “basta con i convenevoli”.

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30

APPROF ONDENDO L'INDUISMO

“Nell’induismo gli uomini scrutano il mistero divino e lo esprimono con la inesauribile fecondità dei miti e con i penetranti tentativi della filosofia; cercano la liberazione dalle angosce della nostra condizione sia attraverso forme di vita ascetica, sia nella meditazione profonda, sia nel rifugio in Dio con amore e confidenza” (Nostra Aetate, n.2)

L’Induismo in sintesi

Leggi i seguenti dati, ti serviranno per le attività proposte.

FONDATORE

Non si conoscono fondatori particolari.

LIBRO

Sono molti: i più antichi sono i Veda (“conoscenza”).

RITI INIZIAZIONE

Si diventa membri al momento della nascita.

MATURITÀ RELIGIOSA

Mediante una cerimonia a 12 anni, per i ragazzi.

PREGHIERA

Il modo di pregare viene chiamato Puja. Si prega spesso nelle case private.

FESTE

Diverse in onore alle varie divinità: Saraswati, Puja, Holi, Durga Puja, Divali.

FEDE/OBBLIGHI

Vivere rispettando il Dharma e ottenere l’unione con l’Assoluto (Brahman). Alcuni rinunciano a tutto, vivendo di ascesi.

Molti sono i luoghi meta di pellegrinaggio, legati ai fiumi, PELLEGRINAGGIO soprattutto il Gange. Il più famoso pellegrinaggio al fiume ha per meta la città di Benares. VITA DOPO LA MORTE

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Raggiungere l’Assoluto liberandosi dalla reincarnazione.


Unità 30

Ecco a voi… l’Induismo Come puoi aver intuito, l’Induismo è una religione complessa data da un insieme di credenze tradizioni e culti. Rovesciando la classe ti vogliamo condurre a costruire con un lavoro di gruppo il sapere attraverso il web – sotto la supervisione del tuo insegnante – in una prospettiva di confronto tra Religione cattolica e Induismo. Potete realizzare una presentazione digitale (PowerPoint, Prezi, Powtoons) oppure un cartellone o un lapbook tenendo conto di toccare i seguenti punti: da dove deriva il termine “Induismo”? quali sono le caratteristiche principali di questa religione?

Approfondendo l’Induismo

ROVESCIAMO LA CLASSE

FONTI Il sito dell’unione induista italiana: hinduism.it PAROLE CHIAVE Approfondisci mediante le fonti citate il significato di questi termini: Maya; Samsara; Karma; Reincarnazione; Dharma; Trimurti. DIALOGO IN AZIONE Quali sono gli aspetti su cui può esserci dialogo tra un cattolico e un induista? Quali sono invece gli aspetti più distanti tra queste due religioni?

Nell’Induismo il tilaka, o pundra, è un segno colorato caratteristico posto sulla fronte per indicare l’appartenenza a una specifica tradizione religiosa.

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SEZIONE 5 UMANITÀ, ARRIVO!

La rappresentazione degli dei TOCCA A TE Ganesha è una delle rappresentazioni di Dio più conosciute e venerate. Ricerca il motivo per cui viene rappresentato in questo modo e quali simbologie sono collegate.

L’Induismo è una religione monolatrica, panteista e allo stesso tempo politeista. Le varie divinità sono in realtà un emanazione dello stesso principio divino il Brahaman. Le tre principali divinità Bhrama, Vishnu e Shiva sono rispettivamente: “Colui che dà origine a tutto”, “Colui che conserva” e “Colui che porta via”. Già qui puoi notare l’idea circolare dell’esistenza e, in filigrana, il concetto di reincarnazione. Fa’ una ricerca e prova a riconoscere le tre divinità in questa immagine:

L’Induismo e le strade diverse

Un noto personaggio dei Simpson, Apu, è di fede induista.

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Tra i testi che compongono la vastissima letteratura dell’Induismo, la Bhagavadgita (il “canto del sublime”) occupa un posto di rilievo. Essa rappresenta una sintesi delle varie dottrine che animano l’India e può costituire uno spunto importante per la riflessione sulla finalità della vita. Ora, mentre cominciamo a raffigurare il contenuto centrale del testo, chiediamoci come potrà esso delineare le linee principali della visione induista della realtà. Con enigmi? No. Con astratti dibattiti? Nemmeno... leggi il fumetto che ti proponiamo.


Unità 30

Approfondendo l’Induismo

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SEZIONE 5 UMANITÀ, ARRIVO!

Shri Krishna è una delle rappresentazioni di Krishna (come bambino): fin da questa tenera età egli manifestò i suoi immensi poteri.

Il carro di Arjuna, guidato da Krisna. Sullo sfondo un testo della Bhagavadgl-ta-.

Cominciamo a fare chiarezza: i protagonisti della nostra storia sono l’eroe Arjuna e il suo auriga, che si scopre essere nientemeno che Krishna, incarnazione del dio Vishnu... (infatti è azzurro). Arjuna è alle prese con una scelta difficile: dato che nell’esercito avversario intravvede dei suoi parenti, si chiede se debba combattere o meno. Ma attenzione: il suo non è solo un interrogativo personale, bensì un problema religioso universale. Infatti, nell’Induismo per fare il proprio dovere è necessario rispettare l’ordine eterno, chiamato Dharma, una legge che regola ogni cosa, dall’universo alla vita del singolo. Tuttavia, nel fare il proprio dovere di guerriero Arjuna rischia di uccidere dei familiari. Ha dunque paura di offendere nuovamente il Dharma, che esige rispetto per la famiglia. Inoltre, egli teme, uccidendo, l’effetto del karma, la conseguenza negativa delle proprie azioni nelle successive rinascite. La soluzione proposta da Krishna è sorprendente per un occidentale: Arjuna deve combattere. Le considerazioni che sostengono questo parere sono: è meglio compiere quello che appartiene al proprio ruolo, che fare ciò che appartiene al ruolo di altri; l’importante è che un’azione non sia fatta per motivi personali e sbagliati; nell’Induismo nessuno muore veramente in virtù della reincarnazione: l’anima (atman) è immortale. Naturalmente, quella narrata nella storia della Bhagavadgītā è una situazione limite: l’Induismo non incoraggia l’omicidio. Eppure, questo invito a compiere lo svadharma, il proprio dovere, richiama la divisione della società indiana nelle famose caste, cioè in gruppi sociali rigidi, invalicabili.

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Unità 30

Approfondendo l’Induismo

Il sistema delle caste

Tale sistema delle caste ha ricevuto, a ragione, feroci critiche per i seguenti motivi: i gruppi erano ereditari: lo stare in alto nella scala sociale non dipendeva dal merito, ma dalla nascita (viene comunque da chiedersi se ciò sia del tutto assente nella società occidentale); tale sistema escludeva totalmente una categoria detta degli “intoccabili”: una visione religiosa che esclude qualcuno dalla società è poco accettabile; il raggruppamento per gruppi di persone dava origine ad una piramide (in senso verticale) in cui a godere dei benefici erano quelli in alto, di qui il problema delle discriminazioni verso le caste inferiori, giustamente proibite dalla Costituzione indiana del 1948. A fronte di tutti questi limiti evidenti, tuttavia, possiamo notare che le varie “caste” intercettano altrettante diverse propensioni umane: chi dimostra calma e una certa attitudine al pensiero (Brahmini, cioè i sacerdoti); chi possiede fierezza o eroismo e l’attitudine al comando (Kshatriya, cioè i guerrieri); chi mostra operosità e creatività manuale (Vaishya, cioè gli artigiani e i commercianti); chi ha bisogno che si mostri loro cosa fare (Shudra, cioè i servitori).

Il termine “paria”, solitamente tradotto come “intoccabili”, sarebbe più correttamente da tradurre con il vocabolo “oppressi”.

FILO ROSA Donna sesso debole? «Chiamare la donna sesso debole è una calunnia; è un’ingiustizia dell’uomo nei confronti della donna. Se per forza si intende la forza bruta, allora sì, la donna è meno brutale dell’uomo. Se per forza s’intende la forza morale, allora la donna è infinitamente superiore all’uomo. Non ha maggior intuizione, maggior abnegazione, maggior forza di sopportazione, maggior coraggio? Senza di lei l’uomo non potrebbe essere. Se la nonviolenza è la legge della nostra esistenza, il futuro è con la donna. Di tutti i mali di cui l’uomo si è reso responsabile, nessuno è così degradante, disgustoso

e brutale come l’abuso, da parte sua, della parte migliore dell’umanità – per me il sesso femminile, non il sesso debole. È il più nobile dei due, perché oggi ancora è l’incarnazione del sacrificio, della sofferenza silenziosa, dell’umiltà della fede e della consapevolezza [...]. Dio ha accordato alla donna più che all’uomo la forza della non-violenza. Essa è tanto più efficace perché è silenziosa. Le donne sono le naturali messaggere del vangelo della nonviolenza, se soltanto si rendono conto della loro elevata condizione». (Mahatma Gandhi)

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SEZIONE 5 UMANITÀ, ARRIVO!

TOCCA A TE

Il celebre scrittore americano Mark Twain scrisse della città sacra di Varanasi: “Essa è più vecchia della storia, più vecchia della tradizione, più della leggenda e sembra due volte più antica di tutto questo messo insieme”.

Ricordi un particolare riferimento all’acqua in altre grandi religioni del mondo? Quali le somiglianze e le differenze?

AD DOMEST ICARE LE PAROLE

AVATAR

Forse ti è capitato di vedere il film Avatar, il cui protagonista è un ex marine invalido che controlla mentalmente una forma di vita in un pianeta chiamato Pandora. Non molti sanno che avatar è un termine originario dell’induismo e indica una delle manifestazioni (letteralmente discese) delle divinità, in particolare di Vishnu. Oggi il termine è utilizzato anche nell’informatica: designa il personaggio virtuale che ti rappresenta nei profili social oppure nei videogame.

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Unità 30

Approfondendo l’Induismo

Il simbolo dell’Om

Il simbolo dell’Om, presente in gran parte delle grandi religioni orientali, è per l’induismo una delle espressioni più sacre. Formato visivamente dall’unione di due caratteri antichi, esso è considerato anche nella sua valenza di suono, un suono primordiale che ha dato origine alla creazione, la quale è interpretata proprio come stessa manifestazione. L’Om viene spesso recitato pregando, aprendo i testi sacri o dando inizio a un rito. Caratteristica è la modalità “nasale” con sui il suono, molto prolungato, è declamato dai monaci, i quali ritengono che tale connotazione sonora richiami il “ronzio” sotteso all’esistenza dell’universo intero . Questo sacro simbolo è anzi per l’induismo “la sola cosa eterna” esistente.

Holi, la festa dei colori

Holi si celebra nei giorni che precedono la luna piena del mese di Phalguna (febbraio-marzo). Questa festa segna l’inizio della primavera, rievoca racconti presenti nelle Scritture e, sin dall’antichità, costituisce un momento in cui tutte le norme sociali sono sovvertite. Originariamente legata all’agricoltura, Holi è anche un’occasione per festeggiare i primi raccolti dopo l’inverno. La celebrazione avviene nel corso di due giornate; il primo giorno si compie un falò con richiami al significato dei miti associati alla festività, quindi alla vittoria del bene sul male. Il secondo giorno è dedicato interamente al puro divertimento. La comunità intera, senza distinzioni di alcun genere, classe o religione, scende per le strade e si sbizzarrisce in giochi esuberanti; ci si lanciano polveri o acqua colorate (pratica questa arrivata anche in Italai); si danza e si canta insieme e si scambiano ghiotti dolcetti.

La cosiddetta “Altalena Gigante” di Bangkok affonda le sue radici storiche proprio nell’induismo.

L’usanza ormai giunta anche a noi di festeggiare con lo “scoppio” di polveri colorate viene proprio dalla festa di Holi.

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APPROF ONDENDO IL BUDDHISMO

“Nel buddhismo, secondo le sue varie scuole, viene riconosciuta la radicale insufficienza di questo mondo mutevole e si insegna una via per la quale gli uomini, con cuore devoto e confidente, siano capaci di acquistare lo stato di liberazione perfetta o di pervenire allo stato di illuminazione suprema per mezzo dei propri sforzi o con l’aiuto venuto dall’alto” (Nostra Aetate, n. 2)

Il Buddhismo in sintesi

Leggi i seguenti dati, ti serviranno per le attività proposte.

FONDATORE

Siddharta Gautama Shakya, detto il Buddha, principe indiano, vissuto circa 500 anni prima di Cristo.

LIBRO

Tripitaka (“tre canestri”).

RITI INIZIAZIONE

Non esiste al riguardo un rito particolare.

MATURITÀ RELIGIOSA

I giovani, verso i vent’anni, vivono come monaci per un periodo temporaneo (da alcuni mesi a due/tre anni).

PREGHIERA

Non ci sono preghiere dirette a Dio. Buddha è considerato solo un maestro, ma si venerano le sue immagini. La meditazione permette di staccarsi dal mondo per raggiungere il Nirvana (salvezza, vera conoscenza, liberazione).

FESTE

Wesak (la festa più importante, celebra nascita, illuminazione e Nirvana del Buddha), festa del dente, festa dell’acqua.

FEDE/OBBLIGHI

5 precetti per i laici; 10 per i monaci. Vivere gli insegnamenti del Buddha (le “4 nobili verità”); raggiungere il Nirvana. Si eseguono pellegrinaggi in vari luoghi legati

PELLEGRINAGGIO alla vita e predicazione del Buddha VITA DOPO LA MORTE

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La salvezza è raggiungere il Nirvana liberandosi dal ciclo continuo delle rinascite (Samsara).


Unità 31

Ecco a voi… il Buddhismo Una delle più diffuse e più antiche al mondo è il Buddhismo. Rovesciando la classe ti vogliamo condurre a costruire con un lavoro di gruppo il sapere attraverso il web – sotto la supervisione del tuo insegnante – in una prospettiva di confronto tra Religione cattolica e Buddhismo. Realizza una presentazione digitale (PowerPoint, Prezi, Powtoons) oppure un lapbook cercando di toccare almeno i seguenti punti: Buddhismo: una “religione senza Dio”. storia di Buddha e significato del termine; le quattro nobili verità; l’ottuplice sentiero; l’idea di uomo nel Buddhismo; le principali correnti interne al Buddhismo; presenta sinteticamente il monachesimo buddhista; testi e luoghi sacri del Buddhismo; riconosci le differenze tra le statue del Buddha e del Budai.

Approfondendo il Buddhismo

ROVESCIAMO LA CLASSE

FONTI Il sito dell’unione buddhista italiana: buddhismo.it PAROLE CHIAVE Approfondisci mediante le fonti citate il significato di questi termini: Karma; Nirvana; Reincarnazione nel Buddhismo; Theravada - Mahayana - Vajrayana. DIALOGO IN AZIONE Quali sono gli aspetti su cui può esserci dialogo tra un cattolico e un buddhista? Quali sono invece gli aspetti più distanti tra queste due religioni?

La struttura buddhista di Tawang, in India.

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SEZIONE 5 UMANITÀ, ARRIVO!

Quattro stili di vita

Secondo il Buddhismo la rinuncia non consiste nel liberarsi delle cose di questo mondo, ma nell’accettare che esse manchino.

Il Buddhismo ha degli interessanti esempi per definire le direzioni che ciascuno può prendere nella sua esistenza. Il fascino di questa saggezza consiste anche nella modalità con cui essa è proposta: non si dice mai (o quasi) “Tu devi fare così”, o “Evita quell’altra cosa”. Questo sarebbe un modo di parlare occidentale. Il Buddha si esprime diversamente: “Se fai questo, succede questo; se fai quest’altro, questa è la sua conseguenza”. A te la scelta. Un altro aspetto da considerare, per avvicinarsi ai testi orientali è questo: la conoscenza delle cose non è mai un gioco puramente teorico. Ha una finalità pratica: se uno legge un brano di un testo sacro, ma non si regola di conseguenza, è “come un pastore che conta le vacche altrui” (Dhammapada, 19). Il Canestro dei Discorsi del Buddha definisce quattro modi diversi di vivere, tipici dell’uomo. Per ciascuno di essi suggerisce un’immagine, che va ad esprimerne le varie dinamiche. Da qui partiremo. Dunque abbiamo, come simboli:

UNA COPPA DI LIQUIDO DOLCE, MA VELENOSO:

UNA FIASCA DI ZUCCA PIENA DI AMARO VELENO:

BENE PRESENTE E MALE FUTURO

MALE PRESENTE E MALE FUTURO

UN MEDICINALE DAL GUSTO ORRENDO:

UN DOLCE SQUISITO CHE FA ANCHE BENE:

MALE PRESENTE E BENE FUTURO

BENE PRESENTE E BENE FUTURO

Il primo stile di vita è BENE PRESENTE E MALE FUTURO. È come

Alcune cose nella vita sembrano un bene lì per lì, ma poi fanno male.

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un liquido dolce e invitante che però ti avvelena. È lo stile di chi cerca il piacere adesso, ma non pensa alle conseguenze del suo atteggiamento. L’ espressione tipica di questo modo di vivere potrebbe essere: “Che c’è di male?”. Questo stile porta a vivere con una certa leggerezza e a fare il male senza rimorso. Ci si sente abbastanza soddisfatti di sé. Ma una vita centrata sul solo piacere conduce alla rovina. Se si insegue solo il piacere, si dovrà passare di desiderio in desiderio. Gli altri dovranno essere funzionali ai propri bisogni. E il trattare gli altri come un oggetto scaverà un solco tra se stessi e il mondo. Oltre che una forma lenta di auto-distruzione, questo stile comporta, alla lunga, anche una certa solitudine.


Unità 31

Approfondendo il Buddhismo

Il secondo stile è MALE PRESENTE E MALE FUTURO. È come

un liquido dal gusto orrendo, che fa anche male. Ci si può chiedere: “Ma a chi può venire in mente di berlo?”. Ebbene, ci sono persone che sono profondamente scontente di sé e degli altri. Che nutrono rancore nei confronti di tutti, che si mortificano, si macerano... ma non riescono ad essere diversi, né migliori di quelli che criticano. L’autocommiserazione è la loro occupazione preferita e la loro frase tipica è: “Non è colpa mia”, e (sottovoce) “Certo che quello...!”. Questo stile porta comunque a fare il male, perché si è incapaci di migliorare... Nonostante il brontolare contro i propri desideri - e quegli degli altri - si perde contro di essi. Ma il male fatto produce rimorso e anche un certo disgusto verso se stessi. Ecco perché è male adesso, oltre che dopo.

Il terzo stile è MALE PRESENTE E BENE FUTURO. Il simbolo

rende l’idea: uno sciroppo schifoso ma salutare. È il modo di vivere di chi fa sì le cose giuste, ma con grande fatica. È, insomma, chi accetta di fare il bravo ragazzo, la brava ragazza, segretamente chiedendosi: “Ma perché proprio io?”. Insomma, dietro a questo stile si cela chi non avrebbe proprio ricevuto un carattere splendido, nonostante le apparenze, e quindi gli capita di avere rimpianti. Questo tipo di persone a volte si sente nemico di sé, o in guerra con sé. Ma il Buddhismo ritiene che queste persone percorrano comunque la strada che fa costruire qualcosa di duraturo nella vita e nelle relazioni. Ecco perché il loro traguardo è la felicità. È interessante notare come la saggezza orientale non consideri, tuttavia, solo il traguardo, ma anche la partenza, il carattere che si è ricevuto, la fatica che si fa. Anche se il consiglio è, forse, di arrivare al quarto stile di vita.

Alcune cose nella vita fanno male al presente e rendono anche peggiore il futuro.

Alcune cose nella vita sembrano un male lì per lì, ma poi fanno bene.

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SEZIONE 5 UMANITÀ, ARRIVO!

Alcune cose nella vita sono un bene sempre, mentre le si vive nel presente e anche nelle conseguenze future che esse portano.

Il quarto modo di vivere è BENE PRESENTE E BENE FUTURO. È un dolce che non solo è speciale, ma fa pure bene. Subito in noi nasce la domanda: “Ma esiste un dolce così?”. Qualcuno diceva che nella vita ciò che piace “o è peccato o fa ingrassare”. Il Buddhismo, invece, ritiene possibile questo stile. È il modo di vivere di chi non ritiene particolarmente gravoso fare il bene o rinunciare ad alcune cose. Il modo di dire di questi eletti è: “Non è poi così difficile”. (Il terzo stile risponde: “Sì, per te...”). Ma non importa: terzo e quarto stile arrivano al medesimo risultato. Per entrambi c’è un mondo celeste. O forse qui il Buddhismo è “furbo” e vuole indicare il quarto modo come un traguardo. Lo stile di chi si allena a fare il bene e a rinunciare al superfluo, fino a che queste cose risultino naturali.

SCHEMA RIASSUNT IVO modo

immagine

cosa cerca

cosa fa

stato psicologico

conseguenza dopo la morte

BENE PRESENTE E MALE FUTURO

Coppa di liquido dolce, ma velenoso.

Libero piacere.

Il male senza rimorso.

Inconsapevolezza.

Rovina.

MALE PRESENTE E MALE FUTURO

Fiasca di zucca piena di amaro veleno.

Penitenza, che però non riesce a distaccare dal piacere.

Il male con rimorso.

Autocommiserazione e mortificazione.

Rovina

MALE PRESENTE E BENE FUTURO

Medicinale disgustoso.

Per natura inclinato al desiderio; solo con fatica e tormento tende alla santità.

Il bene con fatica.

Fatica (e talvolta rimpianto).

Mondo celeste.

BENE PRESENTE E BENE FUTURO

Dolce gradevole e salutare.

Per natura non inclinato al piacere (se non raramente).

Il bene con soddisfazione e volentieri.

Serenità.

Mondo celeste.

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Unità 31

Approfondendo il Buddhismo

La bandiera buddhista

I sei colori della bandiera buddhista furono scelti per la loro corrispondenza ai colori che la tradizione vuole emanassero dal corpo del Buddha quando raggiunse l’illuminazione: il blu dai capelli; il giallo oro dall’epidermide; il rosso da carne e sangue; il bianco dalle ossa e dai denti; il rosa-arancione dal palmo delle mani, dai talloni e dalle labbra; infine i cinque colori insieme a formare una colorazione indescrivibile brillante. La bandiera si compone pertanto di cinque bande colorate verticali, disposte nell’ordine detto, più una banda che riporta orizzontalmente gli stessi colori, nello stesso ordine, dall’alto al basso. Quanto al significato, il blu simboleggia la compassione verso tutti gli esseri, la benevolenza e lo spirito di pace; il giallo la Via di mezzo, lontana dagli estremi; il rosso i doni della pratica; il bianco la purezza e l’emancipazione; il rosa-arancione la saggezza del Buddha-Dharma; la sesta striscia presenta i colori orizzontalmente per indicare la loro completa fusione.

AD DOMEST ICARE LE PAROLE

TOCCA A TE Spesso vengono confusi: quale dei due è il Buddha e quale il Budai? Che differenza c’è tra i due?

ZEN

Alcune linee di prodotti - dallo smartphone al tablet, fino agli arredamenti e alla moda - vengono definite nelle campagne pubblicitarie come zen, quando sono caratterizzate da una certa elegante semplicità. Lo zen è, tuttavia, in origine il buddhismo giapponese. La sua nascita viene fatta risalire ad un discorso che Buddha tenne ai suoi discepoli.

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APPROF ONDENDO IL CONF UCIANESIMO

“La Cina è sempre stata un punto di riferimento di grandezza. Un grande Paese, ma più che un Paese, una grande cultura, con una saggezza inesauribile” (Papa Francesco, intervista ad Asia Times)

Il Confucianesimo in sintesi

Leggi i seguenti dati, ti serviranno per le attività proposte.

FONDATORE

Kung-fu-tzu (Confucio), vissuto verso il 500 a.C.

LIBRO

I cinque King: il libro dei mutamenti, il libro degli Annali, il libro dei canti, il libro dei riti, gli annali di primavera e di autunno. I quattro Shu: i dialoghi di Confucio con i suoi discepoli, la grande dottrina, la via del mezzo, il Mencio.

RITI INIZIAZIONE

Non esiste al riguardo un rito particolare.

MATURITÀ RELIGIOSA

Non esiste al riguardo un rito particolare.

PREGHIERA

È una filosofia di vita, quindi non esistono vere e proprie preghiere dedicate a Confucio.

FESTE

Festa della primavera, festa delle lanterne, festa di Confucio.

FEDE/OBBLIGHI

Esaltazione della lealtà familiare, il culto degli antenati, il rispetto degli anziani da parte dei giovani, la sottomissione della moglie al marito, proponendo la famiglia come base di un governo ideale.

PELLEGRINAGGIO Molto frequentato è il tempio di Confucio a Pechino. VITA DOPO LA MORTE

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Non vi è una dottrina sulla vita dopo la morte.


Unità 32

Ecco a voi… il Confucianesimo Rovesciando la classe ti vogliamo condurre a costruire, con un lavoro di gruppo, il sapere attraverso il web – sotto la supervisione del tuo insegnante – in una prospettiva di confronto tra Religione cattolica e Confucianesimo. Potete realizzare una presentazione digitale (PowerPoint, Prezi, Powtoons) oppure un cartellone o un lapbook tenendo conto di toccare i seguenti punti: chi era Confucio? quali sono le principali divinità di questa religione? che cos’è il Li? Quale influenza porta nella cultura e nella società? in quali paesi nel mondo è più diffusa questa religione? quali sono le principali virtù elogiate dal Confucianesimo? quali sono i principali luoghi di culto? presenta alcune tradizioni, usi e costumi che derivano da questa religione.

Approfondendo il Confucianesimo

ROVESCIAMO LA CLASSE

FONTI Per svolgere la ricerca puoi usare enciclopedie libere e portali su web – sotto la supervisione del tuo insegnante – ma ricordati di verificare le fonti. PAROLE CHIAVE Approfondisci mediante le fonti trovate il significato di questi termini: Li; Rén; Xiao; Zhengming. DIALOGO IN AZIONE Quali sono gli aspetti su cui può esserci dialogo tra la fede cattolica e il Confucianesimo? Quali sono invece gli aspetti più distanti tra queste due religioni?

Cerca su Google Maps alcuni templi e luoghi sacri legati alla figura di Confucio da mostrare in classe.

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SEZIONE 5 UMANITÀ, ARRIVO!

Confucio e i lavori di gruppo

I principi del Confucianesimo sono molto considerati in alcuni ambienti lavorativi.

Il tempio cinese di Wenmiao nel contesto urbano di Shanghai.

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Il Confucianesimo è caratterizzato da una profonda riflessione sul rapporto che sussiste tra l’individuo e la società. Ora, nel nostro caso forse si riveleranno più utili i suggerimenti che si riferiscono ad una questione specifica: come si fa a far funzionare un gruppo? È una questione importante anche nel mondo del lavoro ed è considerata con crescente interesse soprattutto da chi guida un gruppo. Supponi di essere il dirigente di una azienda: come far sì che i dipendenti arrivino in orario? Forse ti verrà in mente di piazzarti all’ingresso e di annotare i nomi di quelli che, arrivando tardi, saranno sanzionati. Funzionerà ma, ovviamente, non potrai essere particolarmente amato, non più di un insegnante che per far studiare distribuisca quattro a destra e a manca... Inoltre, dovrai essere all’ingresso piuttosto spesso: “quando il gatto non c’è...”, recita un noto proverbio. Come far sì che la puntualità diventi quindi spontaneamente automatica? Come far diventare la cortesia o l’impegno cose comuni? Questo è il tipo di questioni in cui il Confucianesimo può essere d’aiuto. Il fatto è che in un gruppo non è affatto scontato che ciascuno dia il meglio di sé. Molti, nonostante i proclami iniziali, saranno tentati di fare i propri comodi. Proviamo, per l’appunto, a fare un esempio che ti possa riguardare. Pronto?


Unità 32

Approfondendo il Confucianesimo

Un esempio scolastico

Allora: un insegnante ha creato i famigerati gruppi di studio e vi ha appioppato una ricerca. Non solo ti ha messo in un gruppo dove non ci sono i tuoi fidi alleati, ma ti ha addirittura nominato capogruppo. Tragedia! Ci si trova a casa di un compagno dai genitori tolleranti, poi uno comincia: “Hai sentito di quello o di quella...”. Un po’ di gossip, un pizzico di distrazione... e poca voglia di lavorare! Il problema è che tu sei capogruppo. Potresti: tentare di ricordare che se non si fa il lavoro, ci si becca tutti un bel cinque... ma è brutto far la parte del rompiscatole e le “minacce” non creano di certo un bel clima; dividere il lavoro in parti e chi non fa si arrangia... ma la prof vuole che tutto sia pronto; potresti sacrificarti e fare tu la parte di tutti, ma non è giusto lavorare così e magari alla fine dover anche dividere la ricompensa. Il Confucianesimo direbbe che in questo gruppo mancano una vera motivazione e un vero leader. Una vera guida tirerebbe fuori un lavoro eseguito qualche anno prima, ben fatto e fattibile, come esempio. Un lavoro tutto sommato all’altezza del gruppo. La guida indicherebbe una pista di lavoro nuova, anche un po’ fantasiosa, trovando dei piccoli incarichi adatti ai suoi collaboratori.

“Il vero signore è simile ad un arciere: se manca il bersaglio cerca la causa di questo in se stesso” (Confucio).

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SEZIONE 5 UMANITÀ, ARRIVO!

Ecco un vero leader

TOCCA A TE Analizza uno dei tanti attuali web influencer, magari della tua età: possiede questi requisiti indicati dal Confucianesimo?

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Come è fatto, in breve, il leader descritto dal Confucianesimo? Esso possiede le seguenti qualità: Jen (“umanità”): è ben disposto verso chi ha accanto e non tratta gli altri da incapaci; Chun Tzu (“nobiltà d’animo”): è maturo, ha carisma e non si vanta a sproposito; Li (“metodo appropriato”): sa come comportarsi, come relazionarsi e coinvolgere gli altri; sa come impiegare il tempo produttivamente; Te (“potere”): è autorevole e nessuno mette in discussione le sue mosse, perché ha dato prova di saper lavorare bene; Wen (“arte”): ha quel non so che in più... di artistico, musicale, geniale. Insomma, un leader fatto così diventa un trascinatore, un vero influencer. Il gruppo da lui formato è forte, è un gusto lavorarci insieme. Nel nostro gruppo, si arriva a dire, siamo forti e stiamo facendo qualcosa di “figo”!


Unità 32

Approfondendo il Confucianesimo

Le caratteristiche di un tale leader possono incutere soggezione: chi le possiede veramente tutte? È chiaro che questo è un ritratto ideale. Dobbiamo e possiamo solo tendere a queste caratteristiche quando siamo responsabili di qualcosa e quando ci muoviamo in relazioni complesse. Ma è importante notare che laddove il gruppo crea un senso di appartenenza a qualcosa di valido, quando c’è un “noi” coinvolto in sfide interessanti, molti obblighi non devono essere ripetuti. In alcuni studi grafici, ad esempio, non c’è nessun capo con l’orologio in mano. Tutti arrivano presto, anche prima, perché il lavoro che si sta facendo è importante. L’obiettivo di un dirigente, per il Confucianesimo, è creare un’azienda con una identità efficiente, in modo tale che chi inizia a lavorarci capisca: “Qui si arriva presto. Siamo così”.

“Noi” prima di ”io”

Si deve creare una mentalità positiva. E per far questo il noi deve venire prima dell’io. Si pensi che, a differenza della nostra prassi occidentale, in Cina il cognome precede sempre il nome. Prima c’è il gruppo - la famiglia in questo caso - poi ci sono io. Il gruppo, se ben guidato, ha grande forza. In alcune classi studiare è naturale. In altre no. Ci sono leader positivi e negativi. Ci sono gli influencer e i follower, ma l’importante è che chi influenza abbia titolo per farlo e chi segue sappia cosa o chi sta seguendo. Di chi è addirittura a capo di una nazione, Confucio dice:

Un rito religioso presso la scuola confuciana di Jeonju in Corea del Sud.

Una rappresentazione scenica In una parco della provincia di Shandong raffigurante Confucio mentre istruisce i suoi discepoli.

«Se si guida con le leggi e si mantiene l’ordine con i castighi, il popolo si asterrà dalla colpa, ma non avrà coscienza alcuna; se si guida con la virtù e si mantiene l’ordine per mezzo della morale, il popolo, allora, avrà coscienza».

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APPROF ONDENDO IL T AOISMO

Nel 2016 a Taiwan si è svolto un importante convegno tra cristiani e taoisti che ha prodotto un documento intitolato “Cercando insieme la verità”.

Il Taoismo in sintesi

Leggi i seguenti dati, ti serviranno per le attività proposte.

FONDATORE

Lao-Tsu (“antico maestro”) nato, secondo la tradizione, nel 604 a.C. da nobile famiglia.

LIBRO

Tao-Te-Ching (sulla legge universale e i suoi effetti).

RITI INIZIAZIONE

Non esiste al riguardo un rito particolare.

MATURITÀ RELIGIOSA

Non esiste al riguardo un rito particolare.

PREGHIERA

Meditazione ed ascesi vengono praticate per liberarsi dalle passioni e dai desideri.

FESTE

Capodanno lunare, festa delle luci, festa della purificazione, festa dell’inizio dell’estate, feste relative alla nascita degli eroi.

FEDE/OBBLIGHI

Il fine principale è quello di estraniarsi dalle passioni ed immergersi nell’origine delle cose. L’uomo saggio deve fare il bene in modo inconscio e spontaneo. Infatti, il fare del saggio non è nient’altro che il “non fare”, cioè agire spontaneamente con azioni corrispondenti alla natura. Sono individuabili 5 proibizioni ed alcuni consigli.

Alcuni luoghi naturali sono considerati sacri, come isole o PELLEGRINAGGIO montagne: sono 5, in particolare, le montagne sacre, di cui la più famosa è il Thai-shan nello Shan-tung, meta di pellegrinaggi. VITA DOPO LA MORTE

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Solo l’anima superiore sopravvive dopo la morte. Dopo la morte si pensa che l’anima precipiti in basso nei domini dello Yin, dove sconta i suoi peccati prima di salire al cielo. L’inferno viene rappresentato come un luogo con 9 stadi di punizione.


Unità 33

Ecco a voi… il Taoismo Rovesciando la classe ti vogliamo condurre a costruire, con un lavoro di gruppo, il sapere attraverso il web – sotto la supervisione del tuo insegnante – in una prospettiva di confronto tra Religione cattolica e Taoismo. Realizzate una presentazione digitale (PowerPoint, Prezi, Powtoons) oppure un cartellone o un lapbook tenendo conto di toccare i seguenti punti: chi è il fondatore del Taoismo? che cos’è il Tao? quali sono le principali divinità emanazione del Tao? quali sono i luoghi di culto e le principali religioni legate al Taoismo? quali sono gli animali sacri a questa religione?

Approfondendo il Taoismo

ROVESCIAMO LA CLASSE

FONTI Per svolgere la ricerca puoi usare enciclopedie libere e portali su web – sotto la supervisione del tuo insegnante – ma ricordati di verificare le fonti. PAROLE CHIAVE Approfondisci mediante le fonti trovate il significato di questi termini: Daojia Daojiao; Xiao; Wuwei; Taijitu e Yin-Yang; Qi; Shen. DIALOGO IN AZIONE Quali sono gli aspetti su cui può esserci dialogo tra un cattolico e un taoista? Quali sono invece gli aspetti più distanti tra queste due religioni?

Il tempio taoista di Cebu, nelle Filippine.

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SEZIONE 5 UMANITÀ, ARRIVO!

Il Taoismo e l’arte del controsenso TOCCA A TE In occidente il drago è una figura quasi sempre negativa o assimilabile alle forze del male. Qual è la prospettiva orientale e taoista su questi animali leggendari? Prova a cercare quali sono gli animali protagonisti dell’astrologia popolare cinese.

Una leggenda antica racconta bene le differenze tra le principali religioni cinesi. Essa narra che Siddharta, Confucio e Lao-Tzu si trovarono un bel giorno di fronte a una giara piena di aceto (simbolo di vita). Ciascuno di essi vi intinse il dito e assaggiò: Confucio, che era un tipo pratico, lo trovò pungente; Buddha, in sintonia con il suo modo di intendere la realtà, lo trovò amaro; Lao-Tzu disse che, da un certo punto di vista, poteva anche essere dolce. Il modo alternativo di vedere le cose, ossia il gusto per ciò che è un po’ contradditorio, è tipico del Taoismo. Anche le tradizioni che descrivono il carattere del suo fondatore mostrano il lato originale e persino un po’ ruvido di questo pensiero. Sembra che Lao-Tzu non volesse nemmeno lasciare uno scritto suo. Contrariato per la resistenza con cui la gente guardava a ciò che gli sembrava essere semplicemente buon senso, si allontanò dalle sue terre, cavalcando un bufalo indiano. Mentre stava per uscire dal paese, in un valico verso il Tibet, una guardia cercò di trattenerlo, percependo il valore di chi ormai li abbandonava. Il vecchio saggio non tornò indietro, ma acconsentì almeno alla richiesta di lasciare un ricordo dei suoi insegnamenti. Egli scrisse, in tre giorni, un libricino che si può leggere in trenta minuti, il Tao Te Ching (“la via e la sua efficacia”), che può tenere impegnata la mente per una vita intera.

Un linguaggio a trigrammi

Esiste un testo che Lao-Tzu e Confucio, fondatori delle religioni sopra citate, sicuramente conobbero. È l’I Ching, il Libro dei Mutamenti. Esso veniva considerato dal popolo un testo quasi magico, per ottenere risposte valide per la propria vita. Le persone più colte, invece, vedevano in esso un testo di saggezza, poiché invitava a prendere le giuste direzioni nelle proprie scelte. Nel sistema di segni che lo compongono si considera Yang – (linea continua) e Yin - - (linea spezzata). Tali linee triplicate nelle varie combinazioni creano un linguaggio, che comprende otto segni fondamentali, detti trigrammi. Eccoli:

TOCCA A TE Osserva la bandiera della Corea del Sud e prova a riconoscere i segni in essa presenti.

elo ouoco lago cielo fuoco lago cielo fuoco lago tuono fuoco lago tuono fuoco lago tuono fuoco vento tuono fuoco vento tuono fuoco vento tuono acqua vento tuono acqua vento tuono acqua vento monte acqua vento monte acqua vento monte acqua terra monte acqua terra monte acqua terra monte terra monte terra monte terraterraterra

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Unità 33

Approfondendo il Taoismo

Fare, non fare, come fare

Un’idea del Taoismo che forse potrà essere utile alla nostra riflessione è chiamata Wuwei. L’espressione significa letteralmente “non fare” e può avere tre sfumature di significato diverse. Proveremo a coglierle partendo, per ciascuna, da un passo del Tao Te Ching.

1. Non fare troppo

“Tenendo in mano (un vaso) e riempiendolo, è meglio fermarsi per tempo [...] Ad opera compiuta, ritirarsi: questa è la via del cielo”. Se riempi un bicchiere, non puoi versarci dentro all’infinito: è ovvio. Bisogna, cioè, avere il senso del limite. Un bel dipinto ad un certo punto è completo: aggiungere altre pennellate va solo a rovinarlo. Allo stesso modo si può consigliare un amico, ma non si può sostituirsi a lui. Si può stare su un palco, ma rubare la scena è un’altra cosa. Si può scherzare su di una cosa. Ma a un certo punto lo scherzo prolungato diventa offesa. Un allenatore o un istruttore possono arrivare a ritenere di non aver ormai più nulla da insegnare al loro allievo. A quel punto si deve mandare l’apprendista da uno più bravo. Altrimenti si rovina ciò che si è prodotto di buono. Insomma, bisogna sapersi fermare. Ci vuole “senso dei tempi”, ma avviene a volte che alcuni artisti, ad esempio, smettono quando ormai sono solo la caricatura di se stessi.

“Fare troppo”, “non avere un limite” è considerato dal Taoismo come causa di molte delle sofferenze degli uomini.

Statua di Lao-Tzu nel tempio taoista di Guangzhou, in Cina.

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SEZIONE 5 UMANITÀ, ARRIVO! 2. Non fare per

“Creare ma non possedere, produrre ma non farci affidamento, far crescere ma non dominare: è questa la virtù oscura”. La virtù che spesso ignoriamo è il fare senza interesse. Un genitore deve crescere il proprio figlio perché ad un certo punto egli possa fare a meno di lui. È “brutale”, ma è reale. Non si possiede l’altro. Un gesto di amicizia non lo si deve fare perché anche l’altro risponda allo stesso modo. Certo, si eviterà la disparità, ma non si fa in modo tale che succeda qualcos’altro. Si fa e basta. Non ci sono calcoli. L’amore, poi, nella vita - e nella religione non è necessariamente corrisposto.

Il simbolo del Taoismo, lo Yin-Yang.

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Lao-Tzu (o Laozi), antico filosofo e scrittore cinese, autore del Tao Te Ching, è il fondatore della religione taoista


Unità 33

Approfondendo il Taoismo

3. Non interferire

“Se vuoi chiudere qualcosa, devi aprirla. Se vuoi indebolirla, devi rafforzarla. Se vuoi farla cadere, devi alzarla. Se vuoi portarla via, devi donarla. Questo si chiama il primo barlume della saggezza: il molle e debole vince il duro e forte”. Qui si rivela tutto il gusto per la contraddizione del Taoismo. Se vuoi fermare una cosa devi …favorirla. Prendiamo un padre vede la propria figlioletta “cotta” di quello che a lui sembra essere uno “scemo”. L’istinto sarebbe di allontanare il soggetto. Ma se dice alla figlia una cosa del tipo: “Non lo devi più vedere!”, il tizio in questione non sarà più semplicemente un bellimbusto, sarà addirittura un bellimbusto proibito, e questo nella mente di una quattordicenne potrebbe essere il massimo. Forse è meglio lasciar fare... e vedere se la figlia ha cervello. Potrebbe anche “finire” in un mese. Ma se i due continuassero? A volte, lasciar perdere è la cosa migliore. Mettersi in mezzo è peggio. Certe mamme, talvolta, su WhatsApp creano incidenti giganteschi su episodi veramente marginali. Il Taoismo ha una certa fiducia che le cose possano andare a posto da sole, aspettando che la natura faccia il suo corso. Educare e crescere comportano rischi. L’unico onesto interrogativo che si pone di fronte a questa sfumatura del non intervenire è: fino a quando? E se la figlia del padre dell’esempio si mettesse insieme con un drogato? E se un compagno fosse veramente preso di mira da un bullo? In certi casi bisogna lasciar correre. In altri no.

TOCCA A TE

Avevi fatto caso che il logo di questa compagnia telefonica contiene un trigramma? Individuane il significato.

Il Parco montagnoso di San Qing, nella provincia cinese di Jiangxi, patrimonio UNESCO nel quale sono collocati diversi templi taoisti.

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34

APPROF ONDENDO IL SIKHISMO

Ugualmente anche le altre religioni che si trovano nel mondo intero si sforzano di superare, in vari modi, l’inquietudine del cuore umano proponendo delle vie, cioè dottrine, precetti di vita e riti sacri (Nostra Aetate, n. 2).

Il Sikhismo in sintesi

Leggi i seguenti dati, ti serviranno per le attività proposte.

FONDATORE

Guru Nanak Dev (1469-1539 d.C.).

LIBRO

Granth Sahib, considerato l’ultimo guru.

RITI INIZIAZIONE

Si diventa membri a tutti gli effetti della comunità (khalsa) con l’amrit, una sorta di battesimo. Anche il matrimonio è un momento di grande valore per l’individuo e per la famiglia.

MATURITÀ RELIGIOSA

Non esiste un’età predefinita per l’iniziazione (il battesimo, tra l’altro, non è obbligatorio).

PREGHIERA

La devozione a Dio si esprime con la meditazione del suo nome (nam) e il canto di inni (kirtan).

FESTE

Oltre ai giorni di nascita dei 10 guru, si festeggia la nascita della khalsa, il 13 aprile di ogni anno.

FEDE/OBBLIGHI

1) Ricordare il Creatore in ogni momento. 2) Fuadagnare lavorando onestamente. 3) Condividere il guadagno. Chi ha ricevuto il battesimo deve astenersi da carne, pesce e uova.

Il simbolo del Sikhismo

Molto importante è Harmandir Sahib, il Tempio

PELLEGRINAGGIO d’Oro ad Amritsar nel Punjab. VITA DOPO LA MORTE

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Obiettivo ultimo è sfuggire alla reincarnazione, diventando un tutt’uno con Dio.

Guru Nanak Dev il fondatore del Sikhismo


Unità 34

Ecco a voi… il Sikhismo Nonostante sia una religione relativamente recente, il Sikhismo conta circa 28 milioni di fedeli nel mondo, di cui un milione si trova al di fuori dell’India. In Italia la presenza dei sikh è maggiormente attestata nel nord del Paese. Ora, rovesciando la classe, ti vogliamo condurre a costruire con un lavoro di - sotto la supervisione del tuo insegnante gruppo il sapere attraverso il web - in una prospettiva di confronto tra Religione cattolica e Sikhismo. Potete realizzare una presentazione digitale (PowerPoint, Prezi, Powtoons) oppure un cartellone o un lapbook trattando i seguenti punti: la storia, in sintesi, dei 10 guru; punti di contatto o diversità con le religioni vicine, Induismo e Islam; l’importanza dell’uguaglianza sociale (si considerino, tra i vari aspetti, la parità tra generi, il rifiuto delle caste, il pasto comune nei templi); elementi di identità sikh, quali le 5 K e il simbolo dei sikh.

Approfondendo il Sikhismo

ROVESCIAMO LA CLASSE

FONTI Il sito del centro studi sulle nuove religioni cesnur.com. Il sito Sikhi Sewa Society: sikhisewasociety.org. Il servizio dei gesuiti per i rifugiati in Italia centroastalli.it. PAROLE CHIAVE Approfondisci mediante le fonti trovate il significato di questi termini:

Guru Nanak Khanda Gurdwara Khalsa

Langar Kesh, kangha, kara, kacha e kirpan Sikh Singh e Kaur

DIALOGO IN AZIONE Quali sono gli aspetti in comune tra la fede cattolica e il Sikhismo? Quali sono invece gli aspetti che differenziano maggiormente queste due religioni?

Il tempio di Harmandir Sahib

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LE VIE DELLA

BELLEZZA

di Don Maurizio Viviani

Il Giudizio finale di Michelangelo

Nella Cappella Sistina nella Città del Vaticano La Cappella Sistina prende il nome da Papa Sisto IV che nel 1480 volle costruire una grande Cappella per abbellire il palazzo dei papi in Vaticano. È un vero e proprio scrigno di opere d’arte. Due papi chiesero a Michelangelo (1475-1564) di affrescarla. Prima Papa Giulio II gli domandò (dal 1508 al 1512) di dipingere la volta che ha una superficie di oltre mille metri quadrati. Oltre vent’anni dopo Papa Paolo III lo invitò a realizzare l’affresco del Giudizio sulla parete di fondo della medesima Cappella. In quest’opera monumentale il pittore mostra tutto il suo genio, lavorando sui ponteggi in condizioni alquanto difficili, soprattutto durante la realizzazione dell’affresco del soffitto in cui dipinge, dentro una possente struttura architettonica, nove storie della Genesi. Nel suo insieme, la Cappella è una sintesi della Storia delMichelangelo Buonarroti, Giudizio finale, 1535-1541, Cappella Sistina, Città del Vaticano.

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la Salvezza che inizia dalla Creazione e si conclude con la venuta di Gesù Cristo alla fine dei tempi. Il Giudizio finale (1535-1541) è considerato il più grande capolavoro dell’arte occidentale. È una composizione straordinaria: ha grandi dimensioni (misura 13,70 per 12 metri) ed è affollata da ben trecento personaggi.

Gesù. È un Cristo trionfante, biondo e senza barba,

con un corpo poderoso. Il Messia incombe dall’alone dorato. Con un gesto imperioso richiama i morti dalla terra: i salvati saranno resi partecipi della salvezza nel Paradiso; i dannati saranno costretti per sempre tra le fiamme dell’Inferno. Attorno a Lui, è raffigurata sua Madre, la Vergine Maria, quasi nascosta sotto il suo poderoso braccio alzato.

I santi. In alto, gli angeli, dipinti senz’ali, porta-

no in gloria gli “strumenti della passione” di Gesù: la colonna della flagellazione, la corona di spine e la lancia. Molti santi hanno con sé gli strumenti del loro martirio, così da poter essere identificati. Al centro alcuni angeli suonano le trombe, risvegliando i morti per il Giudizio finale.

I dannati. I diavoli costringono i dannati a scen-

dere nell’Inferno, pieno di fuoco e zolfo. Sui loro volti si legge l’angoscia e la disperazione per un verdetto che ora è senza appello. Si riconosce Minosse che con la sua barca trasporta alcuni dannati, anch’essi con il volto pieno di angoscia.


SEZIONE 5 UMANITÀ, ARRIVO! COMPIT I DI REALTÀ OBIETTIVO FORMATIVO

Apprezzare gli elementi positivi in se stessi e nei propri compagni.

COMPIT O D I R E A LT À

UNICI E IRRIPETIBILI Tre anni sono volati. Ognuno di voi prenda un foglio scrivendo al centro il suo nome, non troppo grande da occupare tutto il foglio, né troppo piccolo da non essere letto. A turno passate il foglio al compagno alla vostra destra in modo che il foglio con il vostro nome a turni passi sotto le mani di tutti. Scrivete un grazie o una dedica, rivelando al vostro compagno di classe qualcosa della bellezza, gli aspetti positivi e delle qualità che avete ritrovato in lui o lei durante questi anni. SUGGERIMENT I Usate fogli A3. Non abbiate paura della tenerezza, di rivelare “il bello, il buono e il vero” presente in ogni compagno di classe. È l’ultima volta che siete tutti insieme in classe. Il prossimo anno avete destinazioni diverse: non rovinate il lavoro ricordando difetti o aspetti negativi. Se non trovate qualcosa di buono nell’altro probabilmente il problema non è in lui, ma nelle “lenti” che usate per guardarlo: scavate nel profondo ,anche se difficile da vedere. Il risultato del lavoro potrà restare come ricordo della tua classe da tenere appeso in camera per ricordare gli anni passati e, come allo specchio, vedere il bello che è in te.

VA L U T A Z I O N E Date un voto numerico da 1 a 5. Obiettivo 1: avete saputo rispettare la consegna e portare a termine il lavoro correttamente, rivelando qualcosa di “bello” in ognuno? [Competenza chiave n. 6 e 7]. Obiettivo 1

Obiettivo 2

Obiettivo 3

GRUPPO 1 GRUPPO 2 GRUPPO 3 GRUPPO 4

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SEZIONE 5 UMANITÀ, ARRIVO! V ERIF ICHIAMO 1. DIO E L’UOMO

“Nella religione ................................................. gli uomini scrutano il mistero divino e lo esprimono con la inesauribile fecondità dei miti e con i penetranti tentativi della filosofia; cercano la liberazione dalle angosce della nostra condizione sia attraverso forme di vita ascetica, sia nella meditazione profonda, sia nel rifugio in Dio con amore e confidenza”.

“Nella religione ................................................., secondo le sue varie scuole, viene riconosciuta la radicale insufficienza di questo mondo mutevole e si insegna una via per la quale gli uomini, con cuore devoto e confidente, siano capaci di acquistare lo stato di liberazione perfetta o di pervenire allo stato di illuminazione suprema per mezzo dei propri sforzi o con l’aiuto venuto dall’alto.”

Queste due frasi sono tratte dal documento conciliare Nostra Aetate e descrivono due importanti religioni del mondo, partendo dagli aspetti positivi. Quali sono?

2. LA BIBBIA E LE ALTRE FONTI

Questo brano tratto dalla Sura 19 detta Maryam parla di un evento raccontato anche nel Vangelo di Luca. Quale? Noi le inviammo il nostro Spirito, che le apparve in tutto simile ad un uomo. Essa disse: «Mi protegga da te il Misericordioso, se di Dio non sei timoroso!». Rispose: «Altro non sono che un messaggero del tuo Signore, per donarti un fanciullo puro». Essa disse: «Come avrò un figlio, se nessun uomo mi ha toccata, né sono una donna dissoluta?». Egli rispose: «Così vuole il tuo Signore, che dice: Questa è cosa facile per me. Faremo inoltre di lui un segno per gli uomini, un atto della nostra clemenza. È una cosa decretata!».

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Verifichiamo

3. IL LINGUAGGIO RELIGIOSO

Spesso si fa confusione tra due concetti: risurrezione e reincarnazione.

Risurrezione

Reincarnazione

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Inserisci nei quadrati giusti le religioni che credono nella risurrezione e quali invece nella reincarnazione. Quello che in Occidente viene inteso per reincarnazione è effettivamente così positivo nelle religioni dell’Oriente?

4. I VALORI ETICI E RELIGIOSI Era il 1986: con un’iniziativa promossa da Papa Giovanni Paolo II, molti leader religiosi mondiali si trovarono ad Assisi per dialogare e pregare insieme. Quale è stato il motivo della preghiera?

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A SCUOLA DI BENESSERE

CON LA CARTINA IN MANO Un ventaglio di percorsi

Sicuramente in questi mesi avrai potuto visitare le scuole secondarie di secondo grado presenti sul territorio, informandoti sull’offerta formativa che esse propongono. Molti sono i percorsi tra i quali puoi scegliere: Licei, Istituti Tecnici, Istituti Professionali, tutti della durata di cinque anni, o percorsi di Formazione e Istruzione Professionale di durata triennale o quadriennale. È molto importante cercare di capire quale sia il percorso che può davvero permetterti di fiorire e di dare fiato ai tuoi talenti. Consultando il sito www.orientamentoistruzione.it potrai reperire ulteriori e importanti informazioni per una scelta consapevole. Oltre ad una conoscenza dell’offerta formativa, però, è fondamentale, tenere presente altri importanti elementi. Ricorda innanzitutto una cosa: il percorso studi che andrai ad intraprendere deve starti bene come il vestito più bello che possiedi e che sicuramente ti valorizza!

ORA TOCCA A TE Nei riquadri colorati che trovi di seguito prova ad inserire quali sono i tuoi punti di forza (ciò che ti riesce bene, le tue potenzialità, le materie preferite) e i sogni che porti dentro.

Sono davvero bravo a...

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I sogni che p orto dentro sono...


di Davide Povolo - docente IRC e psicologo & Carlo Tonin - docente IRC ed educatore

Un ventaglio di percorsi Fatto ciò, tieni presente anche le seguenti strategie: potranno esserti utili per valutare ponderatamente le opportunità di formazione al termine del percorso della scuola secondaria di primo grado. • Dialoga con i docenti e i genitori chiedendo loro una fotografia delle tue attitudini e propensioni. • Confronta i piani di studio e prova a capire quali si avvicinano di più ai tuoi interessi e potenzialità. • Visita i vari istituti presenti sul territorio e ascolta le sensazioni che si fanno spazio dentro di te. • Fatti raccontare dagli amici più grandi, o dai ragazzi che trovi nelle attività di “scuola aperta”, la loro esperienza per valutarla alla luce di quello che senti e provi. Da ultimo, utilizzando l’immagine che trovi di seguito, prova a fare un monitoraggio delle scuole secondarie o percorsi di istruzione professionale presenti nel tuo territorio: è un primo passo per sondare quanto la tua comunità e quelle vicine ti offrono. Successivamente individua quali potrebbero essere i percorsi più affini ai tuoi sogni, competenze e abilità.

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