Albert Einstein
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E. Lampacrescia | Osservare & comprendere
La gioia nell’osservare e nel comprendere è il dono più bello della natura.
• La didattica metafonologica
giocare con parole, sillabe e fonemi alla scuola dell’infanzia
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Eugenio Lampacrescia
Osservare & comprendere Bisogni educativi speciali nell’Infanzia
• La didattica
metafonologica
giocare con parole, sillabe e fonemi alla scuola dell’infanzia
Eugenio Lampacrescia
Osservare & comprendere Bisogni educativi speciali nell’Infanzia
• La didattica metafonologica giocare con parole, sillabe e fonemi alla scuola dell’infanzia
Osservare & comprendere di: Eugenio Lampacrescia Coordinamento redazionale: Maria Letizia Maggini Responsabile di produzione: Francesco Capitano Progetto grafico e impaginazione: Curvilinee Foto: Shutterstock - Archivio ELI © 2018 ELI s.r.l. B.P. 6 – 62019 Recanati – Italia Tel. +39 071750701 Fax +39 977851 info@elionline.com www.elionline.com ISBN 978-88-536-2709-4 Tutti i diritti riservati. È assolutamente vietata la riproduzione totale o parziale di questa pubblicazione, così come la sua trasmissione sotto qualsiasi forma o con qualunque mezzo, senza l’autorizzazione della casa editrice ELI. Stampa Tecnostampa – Pigini Group Printing Division Loreto – Trevi 19.83.308.0
Indice Introduzione. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5 SEZIONE 1 Didattica metafonologica sillabica (dai 4 anni). . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 15 • Step 1: La sintesi sillabica. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 16 • Step 2: La segmentazione sillabica. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 21 • Step 3: Discriminazione di coppie minime (parole) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 63 • Step 4: Individuazione di rime. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 64 • Step 5: Discriminazione di coppie minime (non parole). . . . . . . . . . . . . . . . . . 76 • Step 6: Riconoscimento di sillaba iniziale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 77 • Step 7: Produzione di parole con una sillaba data. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 89 SEZIONE 2 Didattica metafonologica fonemica (dai 5/6 anni) • Step 1: I suoni della nostra lingua. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 90 • Step 2: Riconoscimento di suono iniziale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 113 • Step 3: Riconoscimento di suono finale. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 135 • Step 4: Le delezioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 146 • Step 5: La fusione fonemica. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 147 • Step 6: La segmentazione fonemica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 152 • Step 7: Fluidità verbale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 155 Conclusione. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 157 Prove di verifica ���������������������������������������������������������������������������������������������������������������158
Introduzione Per poter imparare a leggere e scrivere sono diversi i prerequisiti richiesti e che vengono messi in gioco, alcuni dei quali decisamente più importanti di altri. In questo libro ci soffermeremo su quelli metafonologici che rappresentano la competenza metalinguistica irrinunciabile che guida l’apprendimento di queste abilità strumentali. Partiamo, allora, da un primo dato fondamentale. Per poter leggere e scrivere senza problemi è necessario che il bambino non presenti disturbi del linguaggio. Ma quali disturbi del linguaggio, visto che ne esistono di diversi tipi? Vi sono, infatti, difficoltà che coinvolgono: • gli aspetti pragmatici, cioè le competenze comunicative e relazionali e come dice Austin, “il come fare cose con le parole” • gli aspetti legati al lessico, cioè al vocabolario in comprensione e/o in produzione • la struttura morfo-sintattica, cioè la frase, sempre in comprensione e/o produzione • e infine l'ambito fonetico e fonologico
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introduzione -
In molti casi queste aree del linguaggio e della comunicazione sono interessate contemporaneamente e possono essere definiti disturbi specifici del linguaggio se non vi sono altre compromissioni (comorbidità) a livello sensoriale, neurologico, cognitivo ed anche a livello emotivo-relazionale e deprivazione socio-culturale. Vi sono poi tutti i problemi relativi ai parlatori tardivi, a come riconoscere quelli che manifesteranno un disturbo del linguaggio e, tra questi, quelli che potranno avere difficoltà nell’apprendimento della letto-scrittura. Si capisce, già da subito, quanto importante sia un’attività di prevenzione ed intervento precoce, che deve cominciare già dalla scuola materna, attraverso l’osservazione libera e strutturata con le attività di screening e gli eventuali e successivi approfondimenti diagnostici. Queste azioni educative e preventive permettono di rilevare precocemente tali disturbi, specie quelli fonologici, che rappresentano l’indicatore di rischio più significativo per problematiche scolastiche relative all’apprendimento della lettoscrittura. Bisogna compiere, però, una ulteriore scrematura. Quando noi parliamo di disturbi della letto-scrittura possiamo riferirci agli:
--APPRENDIMENTI IMPLICITI --APPRENDIMENTI ESPLICITI
I primi sono quelli che si riferiscono alla capacità procedurale, cioè ai processi “bassi” di decodifica e transcodifica, praticamente alla capacità di leggere e scrivere. I secondi alla capacità dichiarativa e argomentativa, cioè ai processi “alti” come la comprensione di quello che si legge e alla capacità di scrivere, come quando si esprime in forma scritta un proprio pensiero o si fa un riassunto. La scelta di campo di questo libro è, quindi, di soffermarsi sugli apprendimenti impliciti e sui pre-requisiti linguistici da acquisire già alla scuola dell’infanzia e che sono imprescindibili per apprendere la strumentalità della letto-scrittura. Di tutti gli ambiti linguistici sopra descritti, la fonologia e di conseguenza i possibili disturbi e disordini fonologici, sono di fondamentale importanza. Le competenze fonologiche permettono di leggere e scrivere, in quanto la letto-scrittura, sul versante procedurale, è una competenza che si basa sulle abilità fonologiche e non di tipo semantico. Le prime verranno successivamente asservite alle seconde in quanto la lettura, così come la scrittura, passa attraverso i processi impliciti, specie nelle prime fasi di apprendimento, per divenire competenza esplicita, comprensiva e argomentativa. 6
Comorbidità: presenza contemporanea di diverse patologie o disturbi
- Un esempio banale è rappresentato dal fatto che noi riusciamo a leggere e a scrivere stringhe come: AL CATAMPO STRASI LA PRISTA Non diversamente siamo capaci di leggere: OGGI È UNA BELLA GIORNATA L’unica differenza è che la prima stringa è senza significato e per leggerla utilizziamo un processo completamente di decodifica fonologica, mentre per la seconda, essendo abili lettori, utilizziamo subito un accesso lessicale recuperando anche il significato. Ma possiamo fare questo solo perché quelle parole le abbiamo incontrate così tante volte nella lettura/scrittura che ci è facile leggerle e scriverle in modo diretto. Se ci imbattessimo, pur da abili lettori, in una parola nuova come, ad esempio, “deidroepiandrosterone” torneremmo ad usare un accesso fonologico. Va da sé che il bambino che apprende la lettura necessita inizialmente di utilizzare la via fonologica per costruirsi via via un lessico letto e scritto che permetta di utilizzare sempre di meno questa via di lettura. Le brevi considerazioni sin qui fatte ci permettono di riflettere anche su quale metodo didattico sia più rigoroso per l’apprendimento della letto-scrittura e di come, in ogni caso, sia irrinunciabile un passaggio relativo alla ricodifica fonologica. Resta ora da definire cosa differenzia la fonetica dalla fonologia.
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introduzione -
Fonetica e Fonologia --
Nell’apprendimento del linguaggio si è sempre data grande importanza agli studi sullo sviluppo lessicale e sintattico, in quanto gli aspetti fonetici e fonologici sembravano essere limitati ad abilità di tipo articolatorio che maturava via via in modo naturale per modificazioni anatomo-funzionali. Negli ultimi trent’anni gli studi in ambito linguistico, neuropsicologico e logopedico, separando per fini descrittivi ed anche diagnostico-terapeutici - lo sviluppo dei vari domini (lessico, morfo-sintassi, semantica, pragmatica), hanno focalizzato l’attenzione su come anche gli aspetti fonologici sono processi complessi e come essi influenzano lo sviluppo degli altri domini linguistici. Tali reciproche influenze ci dicono come ogni divisione non consenta di pensare che il linguaggio si sviluppi in modo compartimentato. L’analiticità, ha però, un indubbio valore soprattutto per chi si occupa di problemi che riguardano la comunicazione anche nei suoi risvolti pedagogici e didattici, in quanto permette, in molti casi, di valutare ambiti più specifici e di mirare conseguentemente l’intervento educativo. Come afferma Umberta Bortolini (1998): “l’acquisizione della fonologia è un campo particolarmente promettente per lo studio dello sviluppo del linguaggio. Infatti, le descrizioni strumentali possono fornire indicazioni dettagliate sugli aspetti articolatori ed acustici della parola, mentre le teorie linguistiche offrono un insieme di principi descrittivi ed esplicativi tratti dall’analisi di centinaia di lingue. È possibile quindi specificare il comportamento fonologico del bambino con grande precisione e trattare il suo sviluppo in termini di principi evidenti sia nel comportamento linguistico che nei processi di cambiamento linguistico”. Andando alle definizioni e agli ambiti di studio possiamo dire che la fonologia è la parte della linguistica che studia i fonemi che compongono le parole di una lingua e il modo in cui si aggregano tra loro. Più analiticamente si è soliti suddividere la fonologia in: • fonematica, che si occupa dello studio dei suoni come unità funzionali distintive (i fonemi, intesi come classe astratta di foni); • fonetica, che si occupa dello studio dei suoni come produzioni foniche (i foni). Si definisce fonetica articolatoria quella che si interessa di come sono prodotti i suoni e di fonetica acustica o psicoacustica quella che studia le proprietà fisiche del suono e il modo in cui esso viene percepito. 8
Fono: la realizzazione pratica dei fonemi. Da ciò si evince che i foni sono sempre in numero maggiore dei fonemi. Ad esempio, il fonema /S/ viene pronunciato in modo diverso nelle varie inflessioni dialettali, ma il nostro sistema fonologico è in grado di riconoscerlo sempre come /S/
- Fonetica e Fonologia "Il fonema è la minima unità fonologica di una data lingua, avente la proprietà di distinguere, mediante sostituzione, due significati diversi, non suscettibile di essere analizzata in unità minori e successive e identificata dalla sua opposizione con le altre unità minime fonologiche della stessa lingua" (Berruto 1974). Per stabilire se un fono è o non è un fonema, il criterio più semplice è quello di verificare se esistono delle coppie di parole che sono diverse solo per la presenza di un fono nella stessa posizione (coppia minima). Un esempio di coppia minima è pollo/bollo. In questo caso il tratto distintivo della sonorità della /b/ in contrasto con la non sonorità della /p/ consente di dire che sono fonemi della lingua italiana in quanto la loro sostituzione produce un cambiamento nel significato. Ogni fonema è costituito dalla presenza contemporanea di un certo numero di tratti distintivi che rappresentano le caratteristiche articolatorie e acustiche che permettono di differenziare un fonema dall’altro. Essi sono in numero chiuso e limitato, ma combinandosi tra loro danno origine a un numero elevato di fonemi. Alcuni tratti sono classificati come pertinenti quando permettono l’opposizione di due o più fonemi tra di loro. Ad esempio, nella /f/ e nella /v/ il tratto distintivo pertinente è quello della sonorità, in quanto è l’unico tra gli altri condivisi tra i due fonemi (consonanticità, continuità, anteriorità) che ne garantisce la distinzione. La /v/ è infatti sonora, ma non la /f/.
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introduzione -
I tratti pertinenti in un fonema possono essere più di uno. Ad esempio, tra i fonemi /m/ e /t/, sono la nasalità e la sonorità a permetterne la distinzione. La /m/ è nasale e sonora, ma non la /t/, mentre condividono entrambe il tratto dell’anteriorità. È comunemente utilizzata, a scopo descrittivo e classificatorio, una lista che varia tra gli 11 e i 22 tratti distintivi pertinenti binari. Il termine binario sta ad indicare che ogni tratto distingue due fonemi per la presenza (+) o l’assenza (-) di un determinato carattere che mette in opposizione un fonema con un altro e che dovrebbe permettere la loro classificazione in qualsiasi lingua.
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- Tratti distintivi
Tratti distintivi --
Ogni fonema può essere analizzato in un insieme di tratti distintivi che lo definiscono in opposizione a tutti gli altri fonemi: p
b
f
v
t
d
ts
dz
s
z
k
g
tƒ
dʒ
ƒ
m
n
ɲ
l
ʎ
r
l
w
sillabico
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conson.
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sonorante
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sonoro
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continuo
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nasale
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stridente
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laterale
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arretrato
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anteriore
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ril. ritardato
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coronale
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Il quadro sin qui sinteticamente delineato ci porta ad affermare che il bambino per poter pronunciare correttamente i fonemi deve possedere anzitutto una abilità fonologica, cioè comprendere, percepire, distinguere quelli che sono i tratti costitutivi di un suono. Se non possiede questa competenza articolerà male il fonema. Ad esempio se egli non percepisce il tratto “posteriore” del suono /k/, potrà tranquillamente anteriorizzarlo e dire /tasa/ al posto di /kasa/. In questo caso è facile aspettarsi in futuro che non solo leggerà /tasa/, ma scriverà anche nello stesso modo in cui parla. Difficoltà come queste sono chiamate anche errori di sistema. L’abilità fonologica è però anche competenza fonotattica, cioè capacità di mettere in sequenza coerente i suoni. In questo caso ci troviamo davanti ad errori di struttura quando una sequenza di suoni viene alterata (posposizioni, omissioni, aggiunte di fonemi). Ad esempio dire /ticarra/ al posto di /chitarra/ è una alterazione sequenziale di tipo fonologico. Errori di sistema e di struttura rappresentano l’indicatore di rischio linguistico più importante per future difficoltà di letto-scrittura. Andrebbero individuati e trattati entro i quattro anni per concludere il percorso riabilitativo entro il quinto anno di età, così da avere un “periodo finestra” di circa un anno prima dell’ingresso a scuola per sviluppare le abilità metafonologiche delle quali ci occuperemo in questo libro. Miglioramenti linguistici troppo a ridosso della scuola primaria vengono considerati come “apparenti”, nel senso che il bambino non li compie più nel linguaggio spontaneo, ma molto spesso li ripropone nella lettoscrittura.
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introduzione -
Meno problematico è, invece, il disturbo fonetico-articolatorio in cui il bambino non dice correttamente il suono, ma ne è consapevole in quanto i tratti distintivi dei suoni sono presenti, ma la difficoltà è solo nell’atto motorio dell’articolazione. Per cui, pur articolando male, egli è in grado di scrivere bene (anche se legge male). Questa differenziazione non è capziosa e spesso trae in inganno insegnanti e pediatri che per primi si accorgono delle difficoltà. Infatti nel primo caso il bambino potrebbe dire bene un fonema problematico in particolari posizioni nella parola o su ripetizione, mentre quello con disturbo articolatorio lo sbaglia sempre. Questa instabilità, di contro alla stabilità dell’errore, viene considerata impropriamente un elemento di non gravità. Vale la pena ricordare che le figure pedagogiche come gli insegnanti ed anche le figure mediche non sempre possiedono competenze specifiche per una diagnosi differenziale e una valutazione logopedica rimane l’indicazione più pertinente da fornire.
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