Economia Futuro

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per una crescita inclusiva

FUT

ECONOMIA FUTURO è il corso che si propone di rispondere alle crisi del nostro tempo, che richiedono

Franco Poma, scomparso nel 2023, è stato docente di economia e diritto all’istituto superiore Casale di Vigevano. Autore di numerosi testi scolastici di economia politica e diritto, ha anche collaborato con diverse riviste economiche, sia italiane sia estere.

Orietta Vozzi, docente di di-

scipline giuridiche ed economiche, da diversi anni insegna in un ITC a indirizzo sportivo. È referente di progetti Erasmus e docente CLIL presso l’istituto nel quale insegna. È specializzata in didattica non formale.

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ECONOMIA POLITICA 2° biennio

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INTELLIGENZA ARTIFICIALE

EDUCAZIONE CIVICA secondo le NUOVE Linee guida

Percorsi didattici con attività pratiche che mirano ad approfondire i principali strumenti di IA generativa per favorirne un utilizzo critico e consapevole.

Aggiornamento e ampliamento dei nuclei tematici attorno ai quali si articolano le competenze e gli obiettivi di apprendimento: Costituzione, Sviluppo economico e sostenibilità, Cittadinanza digitale.

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Progetto di ricerca costante che mira a eliminare gli stereotipi di genere nei testi scolastici ponendo particolare attenzione alla scelta dei contenuti, a una valutazione iconografica ragionata e all’utilizzo di un linguaggio testuale inclusivo.

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Sviluppo di una cultura dell’inclusione attraverso contenuti accessibili e adeguati ai diversi stili di apprendimento.

Acquisizione delle competenze digitali e dell’alfabetizzazione informatica come aiuto all’inclusione sociale e alla cittadinanza attiva.

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Approccio educativo e formativo volto a favorire la conoscenza di sé, delle proprie attitudini e delle proprie capacità, oltre a sviluppare le competenze non cognitive e trasversali necessarie per le scelte del futuro.

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Percorsi incentrati sullo sviluppo di competenze relazionali che arricchiscono la consapevolezza del vissuto personale in relazione con la realtà circostante.

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L’organizzazione in unità Il volume comprende 8 unità tutte introdotte da conoscenze da apprendere, abilità da sviluppare, un caso reale per cominciare e una presentazione digitale dei prerequisiti necessari.

L’oggetto dell’economia politica In questo primo capitolo vengono introdotti i fondamenti dell’economia, partendo da una sua definizione capace di orientarci nel cammino che do- CAPITOLO Contenuti vremo percorrere insieme. Ci soffermiamo poi sulle classificazioni che si digitali del capitolo possono fare all’interno dell’economia e sul metodo d’indagine di questa e glossario disciplina, basato essenzialmente su modelli. Infine si analizzano i rapinglese. porti tra economia ed etica, la cui conoscenza è fondamentale per capire i problemi della nostra società, e i rapporti tra economia e attualità, per le conseguenze economiche provocate dai conflitti sulla vita quotidiana di ciascuno proprio nel momento in cui il mondo si stava riprendendo dalla crisi provocata dall’epidemia Covid.

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1 . 1 Che cosa studia l’economia politica? Per dare una risposta a questa domanda, riflettiamo sul fatto che al centro delle attività quotidiane dell’uomo c’è la necessità di conseguire il proprio benessere con i mezzi di cui egli dispone, colmando bisogni e risolvendo stati di insoddisfazione. A fronte di bisogni  umani numerosi, spesso risorgenti  e suscettibili di svilupparsi CAPITOLO all’infinito, le risorse sono, però, limitate o comunque disponibili in misura inferiore a quella necessaria a soddisfarli. Questo dato di fatto impone delle scelte su quali bisogni soddisfare e su quali mezzi utilizzare tra le diverse possibilità di impieghi alternativi delle risorse (vedi più avanti costo-opportunità). PER ESEMPIO 1  Possiamo quindi dare una prima risposta alla domanda iniziale.

I capitoli

2 L’oggetto dell’economia politica Gli operatori

Per cominciare Un concerto green

Da sempre è nota l’attenzione della band britannica Coldplay al legame tra sostenibilità e musica dal vivo e, anche recentemente, la band non si è smentita. Già un anno prima delle date 2024 previste in Italia, il complesso aveva dichiarato di voler tagliare le emissioni del 50% rispetto al tour precedente (a San Siro, Milano 2017). L’obiettivo è stato raggiunto. L’energia utilizzata per alimentare i concerti di luglio 2024 allo stadio Olimpico di Roma è stata prodotta principalmente da fonti rinnovabili, anche coinvolgendo il pubblico presente. Alcune aziende specializzate hanno installato intorno allo stadio turbine eoliche mobili, mentre all’interno alcuni gruppi di spettatori hanno generato energia pedalando su powerbike e altri hanno trasformato il proprio entusiasmo in energia per il palco, ballando o muovendosi scatenanati su tappeti cinetici posti sugli spalti, sotto ai loro piedi. Per contrastare lo spreco di acqua e l’uso delle bottigliette di plastica, all’interno dello stadio, sono stati predisposti punti di ricarica di acqua potabile e i rifiuti sono stati gestiti attraverso un rigoroso sistema di riciclaggio. Prima dell’inizio dei concerti, ai fan sono stati consegnati dei bracciali LED Contenuti per illuminare lo spettacolo, con la ridigitalichiesta del di restituirli a fine show, affinché potessero essere riutilizzati da una capitolo tappa alla successiva.. L’86% degli spete glossario tatori ha restituito i bracciali. inglese. I membri della band, consapevoli che i concerti avrebbero comunque avuto una carbon footprint significativa, si sono impegnati a supportare progetti ambientali, tra cui la semina di un nuovo albero per ogni biglietto venduto (280mila). Il messaggio? La musica può e deve lasciare un’impronta leggera nell’ambiente (indelebile quella nel cuore).

economici

In questo primo capitolo vengono introdotti i fondamenti dell’economia, partendo da una sua definizione capace di orientarci nel cammino che dovremo percorrere insieme. Ci soffermiamo poi sulle classificazioni che si Che cosa studierai in questa Unità Quali abilità acquisirai Questaall’interno Unità è dedicata alla conoscenza Saprai: possono fare dell’economia e sul metodo d’indagine di questa e alle funzioni dei protagonisti • spiegare come operano i diversi soggetti disciplina,delbasato essenzialmente su modelli dell’economia. Infine si analizzano i rapsistema economico: • l’operatore famiglie, perno dell’intero • riconoscere la funzione economica porti tra economia ed etica , la cui conoscenza è fondamentale per capire i sistema economico, dato che per soddisfarne delle famiglie i bisogninostra si costituiscesocietà, l’intero sistemae i rapporti ruolo dell’imprenditore problemi della trail economia e attualità, per le conseguenze • individuare nella produzione di beni e servizi • i consumi e i risparmi delle famiglie economiche provocate dai conflitti sulla vita quotidiana di ciascuno proprio nel moimprese, che produce e offre • l’operatore • spiegare in che cosa consiste la sul mercato i beni e i servizi responsabilità sociale dell’imprenditore mento in cui il mondo si stava riprendendo dalla crisi provocata dall’epidemia Covid. • le aree funzionali e la responsabilità

• essere consapevole del ruolo dello Stato

sociale delle imprese

nell’economia

1 . 1 Che cosa studia l’economia politica? L’oggetto dell’economia politica • l’operatore Stato, che soddisfa

i bisogni pubblici (difesa, sicurezza, giustizia, istruzione, salute e molti altri) finanziandosi attraverso le imposte.

• riconoscere i caratteri dell’economia mista RISPONDI

RIFLETTI

Quali operatori del sistema econo­ 4. Il coinvolgimento del pubblico con Per dare una risposta a questa domanda, riflettiamo sul fatto che al centro delle 1.mico atindividui nel brano? le powerbike e i tappetini aveva solo lo scopo di generare energia? Secondo te, 2. Quali strumenti sono stati utilizzati Stato nell’economia • il ruolo dellodell’uomo tività quotidiane la necessità conseguire il proprio benessere con i Capitoli di In questo primo capitolo vengono introdotti ic’èfondamenti dell’economia, quali responsabilità hanno le star nei per raggiungere l’obiettivo prefissato? nei diversi sistemi economici loro comportamenti virtuosi (o viziosi)? 1 L’operatore famiglie: consumo 3. Che cosa si intende per “carbon foot­ Motiva la tua risposta anche portando mezzi di cui egli dispone, colmando bisogni e risolvendo stati di insoddisfazione. e risparmio print?” partendo da una sua definizione capace di orientarci 2nel cammino che doaltri esempi concreti. L’operatore imprese: produzione Contenuti A fronte diPrerequisiti bisogni  umani numerosi, spesso risorgenti  e suscettibili di svilupparsi e responsabilità sociale vremo percorrere insieme. Ci soffermiamo poi sulle classificazioni che si In questa Unità acquisirai gli strumenti per interpretare queste e altre situazioni. 3 L’operatore Stato: funzioni edisponibili sistemi digitali del all’infinito, le risorse sono, però, limitate o comunque in misura inferiore a economici capitolo possono fare all’interno dell’economia e sul metodo questa quella necessaria a soddisfarli. Questod’indagine dato di fatto di impone delle scelte su quali bisoe glossario 84 85 gni soddisfare esu su modelli quali mezzi utilizzare le diverse possibilità alternadisciplina, basato essenzialmente . Infine si tra analizzano i rap- di impieghi inglese. tivi delle (vedi più avanti costo-opportunità). PERcapire ESEMPIO 1i  porti tra economia ed etica , la risorse cui conoscenza è fondamentale per Possiamo quindi dare una prima risposta alla domanda iniziale.

problemi della nostra società, e i rapporti tra economia e attualità, per le conseguenze economiche provocate daiL’economia conflittipolitica sulla studia vita quotidiana ciascuno proprio nel mo- di Economia l’attività deglidi uomini rivolta all’impiego razionale politica si stava riprendendo dalla crisi provocata dall’epidemia Covid. mento in cui il mondo risorse scarse per il soddisfacimento di bisogni numerosi e risorgenti. Economics

 Gli orientamenti più recenti dell’economia politica studiano anch

Le definizioni 1 Impieghi alternativi delle risorse principali sono evidenziate su fondino.

Economia politica Economics

A seconda delle situazioni in cui si trova un soggetto, il principio di razionalità può così esprimersi: • principio del massimo risultato: se un soggetto ha a disposizione una certa quantità di risorse e deve soddisfare determinati bisogni, le risorse devono essere usate in modo da massimizzare la sua soddisfazione. PER ESEMPIO

• principio del minimo mezzo: se un soggetto ha determinati bisogni da soddisfare e dispone di una certa quantità di risorse, queste ultime devono essere utilizzate nella minore quantità possibile. PER ESEMPIO

A seconda delle situazioni in cui si trova un soggetto, il principio di razionalità può

così Se una persona haesprimersi: contemporaneamente sia fame che  Bisogni risorgenti sete e possiede 2 euro solamente, può decidere se: : se un soggetto ha a disposizione Sono quei del massimo risultato unabisogni certache, quanti• principio 1. soddisfare il tà suodi bisogno di mangiare comprando un essere stati soddisfatti, risorse e deve soddisfare determinati bisogni, le risorse dopo devono essere usate in  Gli orientamenti più recenti dell’economia politica studiano anche le modalità di sviluppo sostenibile. tornano a manifestarsi a una panino al prezzo di 2 euro e rimandare il suo bisogno modo da massimizzare la sua soddisfazione. PER ESEMPIO distanzaLESSICO di tempo più di bere; 1 Impieghi alternativi delle risorse Il principio di razionalità o bisogni meno breve. sono principio : una sepersona unhasoggetto ha determinati da Tipici soddisfare Se contemporaneamente sia fame che  Bisogni risorgenti 2. soddisfare il•suo bisogno didel bereminimo comprandomezzo una bibita sete e possiede 2 euro solamente, può decidere se: Sono quei bisogni che, la fame essere edopo laessere sete, che una Appunto perché le risorse disponibili per il soddisfacimento dei bisogni sono 1. soddisfare bisogno di mangiare comprando un statiutilizzate soddisfatti, al prezzo di 2 euro e rimandare suo bisogno mangiare; e dispone di iluna certa di quantità diil suorisorse, queste ultime devono limitate, i soggetti economici devono, nel loro comportamento quotidiano, tornano asi manifestarsi a una panino al prezzo di 2 euro e rimandare il suo bisogno volta saziate ripresentano distanza di tempo più rispettare il principio di razionalità , che consiste nell’adottare unminore comportamento 3. utilizzare 1 euro per una pizzetta e 1 europossibile. per una di bere; nella quantità PER ESEMPIO o meno breve. Tipici sono 2. soddisfare il suo bisogno di bere comprando una bibita con le stesse modalità. ottimizzante, cioè nell’assegnare le scarse risorse disponibili al soddisfacimento la fame e la sete, che una bottiglia di acqua soddisfando entrambi i bisogni, alma prezzo di 2 euro e rimandare il suo bisogno di mangiare; dei bisogni, in modo da conseguire il massimo risultato con il minimo sforzo. volta saziate si ripresentano 3. utilizzare 1 euro per una pizzetta e 1 euro per una con le stesse modalità. in modo diverso da come avrebbe preferito. bottiglia di acqua soddisfando entrambi i bisogni, ma

Nei primi due casi il soggetto ha effettuato una scelta tra bisogni da soddisfare, nel terzo sui diversi impieghi delle risorse possedute.

L’economia politica studia l’attività degli uomini rivolta all’impiego razionale di risorse scarse per il soddisfacimento di bisogni numerosi e risorgenti.

A seconda delle situazioni in cui si trova un soggetto, il principio di razionalità può così esprimersi: • principio del massimo risultato: se un soggetto ha a disposizione una certa quantità di risorse e deve soddisfare determinati bisogni, le risorse devono essere usate in modo da massimizzare la sua soddisfazione. PER ESEMPIO 2 

in modo diverso da come avrebbe preferito.

Nei primi dueL’economia casi il soggettopolitica ha effettuato una scelta tradue casi il soggetto ha effettuato primi una scelta tradi fenomeni economici come le permette diNei comprendere le cause FACCIAMO IL PUNTO bisogni da soddisfare, nel terzo sui diversi impieghi delle Hai compreso l’argomento bisogni da soddisfare, nel terzo suiladiversi impieghirisorse delle possedute. se sai rispondere a queste Hai compreso l’argomento crisi finanziarie, disoccupazione, l’inflazione e la crescita economica. domande. risorse possedute. se sai rispondere a queste 1. Qual è l’oggetto di Ci aiuta a capire come funziona il sistema , come vengono prodotti i beni studio dell’economia 2 Il massimo risultato economico 3 Il minimo mezzo domande.

• principio del minimo mezzo: se un soggetto ha determinati bisogni da soddisfare e dispone di una certa quantità di risorse, queste ultime devono essere utilizzate nella minore quantità possibile. PER ESEMPIO 3 

Perché studiare economia politica?

politica?

Se una persona dispone di Se un ragazzo vuole acquie i servizi, quali fattori influenzano i prezzi estare l’occupazione. Fornisce inoltre 2. Quale limitegli trovastruil di 100 euro e ha bisogno di un nuovo amplificato1. Qual è l’oggetto consumatore quando sfamarsi e di vestirsi, dovrà re e dispone in totale di 500 desidera soddisfare i studio dell’economia menti per prendere decisioni più consapevoli nella nelle scelte destinare le sue risorse in euro, sceglierànostra il modello vita quotidiana,

L’economia politica permette di comprendere le cause di fenomeni economici come le crisi finanziarie, la disoccupazione, l’inflazione e la crescita economica. Ci aiuta a capire come funziona il sistema economico, come vengono prodotti i beni e i servizi, quali fattori influenzano i prezzi e l’occupazione. Fornisce inoltre gli strumenti per prendere decisioni più consapevoli nella nostra vita quotidiana, nelle scelte di consumo, di investimento e, in un futuro non lontano, di orientamento rispetto agli studi e al lavoro da intraprendere.

modo tale da soddisfare

suoi bisogni?

che soddisfi le sue esigenze

Se una persona ha contemporaneamente sia fame che sete e possiede 2 euro solamente, può decidere se: 1. soddisfare il suo bisogno di mangiare comprando un panino al prezzo di 2 euro e rimandare il suo bisogno di bere; 2. soddisfare il suo bisogno di bere comprando una bibita al prezzo di 2 euro e rimandare il suo bisogno di mangiare; 3. utilizzare 1 euro per una pizzetta e 1 euro per una bottiglia di acqua soddisfando entrambi i bisogni, ma in modo diverso da come avrebbe preferito.

Se una persona dispone di 100 euro e ha bisogno di sfamarsi e di vestirsi, dovrà destinare le sue risorse in modo tale da soddisfare entrambe le necessità, per cui acquisterà capi di abbigliamento del costo di soli 80 euro così da destinare la rimanenza all’acquisto del cibo.

Se un ragazzo vuole acquistare un nuovo amplificatore e dispone in totale di 500 euro, sceglierà il modello che soddisfi le sue esigenze al minor prezzo possibile, in modo da mantenere le risorse per acquistare benzina per la moto, andare al cinema e per le altre sue esigenze quotidiane.

PER ESEMPIO

mezzi di cui egli dispone, colmando bisogni e risolvendo stati di insoddisfazione. A fronte di bisogni  umani numerosi, spesso risorgenti  e suscettibili di svilupparsi all’infinito, le risorse sono, però, limitate o comunque disponibili in misura inferiore a quella necessaria a soddisfarli. Questo dato di fatto impone delle scelte su quali bisogni soddisfare e su quali mezzi utilizzare tra le diverse possibilità di impieghi alternativi delle risorse (vedi più avanti costo-opportunità). PER ESEMPIO 1  Possiamo quindi dare una prima risposta alla domanda iniziale.

MAPPA

Appunto perché le risorse disponibili per il soddisfacimento dei bisogni sono limitate, i soggetti economici devono, nel loro comportamento quotidiano, rispettare il principio di razionalità, che consiste nell’adottare un comportamento ottimizzante, cioè nell’assegnare le scarse risorse disponibili al soddisfacimento dei bisogni, in modo da conseguire il massimo risultato con il minimo sforzo.

Appunto perché le risorse disponibili per il soddisfacimento dei bisogni sono limitate, i soggetti economici devono, nel loro comportamento quotidiano, rispettare il principio di razionalità, che consiste nell’adottare un comportamento Che cosa studia l’economia politica? ottimizzante, cioè nell’assegnare le scarse risorse disponibili al soddisfacimento  Gli orientamenti più recenti dell’economia politica studiano anche le modalità di sviluppo sostenibile. Per dare una risposta a questa domanda, riflettiamo sul fatto che al centro delle atbisogni, ini modo da conseguire il massimo risultato con il minimo sforzo. tività quotidiane dell’uomo c’è la necessità di conseguire ildei proprio benessere con

PER ESEMPIO

L’economia politica studia l’attività degli uomini rivolta all’impiego razionale di risorse scarse per il soddisfacimento di bisogni numerosi e risorgenti.

In questo primo capitolo vengono introdotti i fondamenti dell’economia, partendo da una sua definizione capace di orientarci nel cammino che doContenuti vremo percorrere insieme. Ci soffermiamo poi sulle classificazioni che si digitali del capitolo possono fare all’interno dell’economia e sul metodo d’indagine di questa e glossario disciplina, basato essenzialmente su modelli. Infine si analizzano i rapinglese. porti tra economia ed etica, la cui conoscenza è fondamentale per capire i problemi della nostra società, e i rapporti tra economia e attualità, per le conseguenze economiche provocate dai conflitti sulla vita quotidiana di ciascuno proprio nel momento in cui il mondo si stava riprendendo dalla crisi provocata dall’epidemia Covid.

PER ESEMPIO

Il principio di razionalità politica? 1 1 . 1 Che cosa studia l’economia Ogni unità è divisa in capitoli. Per dare una risposta a questa domanda, riflettiamo sul fatto che al centro delle attività quotidiane dell’uomo c’è la necessità di conseguire il proprio benessere con i Il progetto per “uno studio mezzi di cui egli dispone, colmando bisogni e risolvendo stati di insoddisfazione. 1.1 A fronte di bisogni  umani numerosi, spesso risorgenti  e suscettibili di svilupparsi su due livelli” prevede una Il barice all’infinito, le risorse sono, però, limitate o comunque disponibili in misura inferiore a Il settore quaternario LESSICO 1 Impieghi alternativiQuesto delle risorse quella necessaria a soddisfarli. dato di fatto impone delle scelte su quali bisopagina di sinistra di testo riali (co Il principio di razionalità Per i servizi più avanzati, in particolare quelli della new economy, oggi si parla di setgni soddisfare e su quali mezzi utilizzare tra le diverse possibilità di impieghi alternai brevet tore quaternario. e una pagina di destra di tivi delle risorse (vedi più avanti costo-opportunità). PER ESEMPIO 1  Le impr In pochi anni la rivoluzione informatica ha determinato uno straordinario cambiaPossiamo quindi dare una prima risposta alla domanda iniziale. 2 Le voci di stituito mento nell’economia, come già avvenuto in passato in seguito alle grandi innovazio“servizio” dove si trovano una log 2 Il massimo risultato 3 Il minimo mezzo ni tecnologiche (ad esempio la all’impiego costruzione delle ferrovie). È in questoglossario settore che si sono Economia L’economia politica studia l’attività degli uomini rivolta razionale di  Gli orientamenti più recenti dell’economiamentre politica s 3  sviluppo occupazionale, con la completa digitalizelementi per l’inclusione e politica aprono le più ampie prospettive risorse scarse per il soddisfacimento di bisogni numerosidi e risorgenti. reperib Economics zazione dei economia processi politica? produttivi, come già avviene nell’industria 4.0 . molto numerose, Perché studiare per le eccellenze. Esempi, IL PUNTO come nei fili di una L’e-business. Il mondo è collegato da una rete FACCIAMO di informazioni, ra1 Impieghi alternativi delle risorse Il principio di razionalità affiancate anche gnatela (web = ragnatela). Il web ha rivoluzionato completamente l’attività di scambio Se una persona ha contemporaneamente sia fam approfondimenti, grafici, Il com 2 setenel e possiede 2 euro solamente, può decidere se fra gli operatori economici: il commercio elettronico ( e-business ) è stato decisivo dalla traduzione Appunto perché le risorse disponibili per il soddisfacimento dei bisogni sono 1. soddisfare il suo bisogno di mangiare compran Globalizzazione SIGLA Lo schema a fianco presenta l’economia come scienza delle scelte razionali fra usi mezzo 2 Il massimo risultato minimo lessico e domande in qui itinere processo di3 Ilglobalizzazione dell’economia, perché ha aperto le frontiere fra tutti i PaeGrazie alla capillare campagn LESSIC limitate, i soggetti economici devono, nel loro comportamento quotidiano, panino al prezzo di 2 euro e rimandare il suo bi Globalization ECONOMIA: SCIENZAin DELLE SCELTE RAZIONALI alternativi delle risorse disponibili. MAPPA  3 inglese dei mondo., che consiste nell’adottare un comportamento strittive, nonché agli aiuti e a di bere; rispettare il principiosi didel razionalità B2B Form rappresentano il “servizio” L’economia, dunque, è una scienza. Approfondiamo ora questo aspetto. 2. soddisfare il suo bisogno di bere comprando una b la pandemia (secondo govern soddisfare disponendo di Si sono ormai affermati i seguenti tipi di commercio elettronico (e-commerce). PER ottimizzante, cioè nell’assegnare le scarse risorse disponibili al soddisfacimento Comunità Perché studiare economia politica? principali termini. 20 al prezzo dita2 euro e rimandare il suoripresa bisogno ma fra ledi per verso una lenta nel  ESEMPIO dei bisogni, in modo da conseguire il massimo risultato con il minimo sforzo. alla pagina testuale. bisogni 3. utilizzare 1 euro per una pizzetta e 1 euro per (come risorse Scienze naturali e scienze sociali B2C leun

L’oggetto dell’economia politica

PER ESEMPIO

Economia politica Economics

1

CAPITOLO

PER ESEMPIO

1

CAPITOLO

UNITÀ

politica? entrambe , per non al minorlontano, prezzo possibile, di orientamento 3. Cherispetto cos’è il principioagli di consumo, e,cui inacquisterà unle necessità futuro Se una persona dispone di di investimento Se un ragazzo vuole acquicapi di abbiin modo da mantenere le di razionalità? gliamento del costo di soli risorse per acquistare ben2. Quale limite trova il 100 euro e studi ha bisogno di stare un nuovo amplificatoe al lavoro da intraprendere. 4. Come si esprime 80 euro così da destinare la zina per la moto, andare al nella pratica questo rimanenza all’acquisto del cinema e per le altre sue consumatore quando sfamarsi e di vestirsi, dovrà re e dispone in totale di 500 principio? cibo. esigenze quotidiane. desidera soddisfare i destinare le U1 sue risorse in euro, sceglierà il modello . Come funziona il sistema economico C1 L’oggetto dell’economia politica L’economia politica permette di comprendere le cause di fenomeni economici come le 20 suoi bisogni? 21 modo tale da che soddisfi le sue esigenze U1 Come funziona il sistema economico . C1 L’oggetto dell’economia politicasoddisfare crisi finanziarie, la disoccupazione, l’inflazione e la crescita economica. entrambe le necessità, per al minor prezzo possibile, 3. Che cos’è il principio (numerosi) Si assiste ormai tempo lea un deciso cambiamento nel comportamento dei consuma(limitate) le scuole, bottiglia di acqua soddisfando entrambi i bisog cui acquisterà capi abbiin naturali modo da da mantenere Ci aiuta a capire come funziona il sistemaAeconomico , come prodottidii beni di razionalità? seconda del vengono loro oggetto studio, leAscienze si delle distinguono in di fisiche Tuttavia, in questoreligiose) scenar seconda situazioni in soli cui siorisorse trova soggetto, il principio di razionalità può comporta uno gliamento del costo perun acquistare benin modo diverso da come avrebbe preferito. e i servizi, quali fattori influenzano i prezzi e l’occupazione. Fornisce inoltre gli strutori,dicon una forte accelerazione degli acquisti online, a esprime scapito dei negozi tradizionali. 4. Come si (chimica, fisica, astronomia ecc.) e sociali o umane (economia, psicologia 80 euro così dasociologia, destinare la zina per la moto, andare al spontane così esprimersi: dall’invasione russa dell’U nella pratica questo menti per prendere decisioni più consapevoli nella nostra vita quotidiana, nelle scelte C2C Nei primi due casi il soggetto ha effettuato una sce rimanenza si all’acquisto del dell’uomo, cinema e per le altre sue raggiunge Le prime studiano il mondo esterno, mentre ledel seconde squilibrio principio? massimooccupano risultato: seesigenze un soggetto di consumo, di investimento e, in un futuroecc.). non lontano, di orientamento rispetto agli accentuando incertezze • principio bisogni da soddisfare, nel terzo suile diversi impiegh cibo. quotidiane. ha a disposizione una certa quantiche non p sia come singolo sia nelle formazioni sociali cui fae parte. Per quanto riguarda in studi e al lavoro da intraprendere. tà  di di risorse deve risorse possedute. PLUSsoddisfare determinati bisogni, le risorse devono essere usate in

Dematerializzazione e new economy

conseguit Oggi la più importante risorsa strategica dell’economia è il capitale che umano porta ,a perché compiere l’inB2A particolare le scienze sociali, la realtà è cosìmodo complessa da impedire mente PER ESEMPIO 2  La prossima da massimizzare laalla suanostra soddisfazione. persona. In particolare, per i Paesi co 21 telligenza e la creatività sono fattori fondamentali per aumentare la produzione di beni di comprenderla nella sua totalità; da quiprincipio l’esigenza diminimo studiaremezzo l’attività da rivoluzione? scelte razionali del : se umana un soggetto ha determinati bisogni da soddisfare • sura significativa dalla Russi a disposizione della collettività. I sistemi economici sviluppati spostano sempre più la L’informazione 2 Il massimo risultato 3 Il minimo m diverse angolature: ad esempio, il diritto studia l’uomo sotto il profilo dei suoi rappore dispone di una certa quantità di risorse, queste ultime devono essere utilizzate I2B e le sanzioni imposte alla Ru L’importanza produzione dai beni fisici verso la fornitura di servizi basati su Iconoscenze immateriali persona IIIdispone di Se un ragazzo v ti con gli altri uomini e delle possibili trasgressioni alle norme chepossibile. lo Stato gli impone; alternativa alternativa II Se unaalternativa nella minore quantità PER ESEMPIO 3  dell’informazione di di moltestare forniture. ha bisogno un nuovo Ia constimoli elevatiderivanti contenuti di sapere (il caso tipico è quello del software informatico). 100 euro e ruzione la psicologia studia come le persone si comportano in risposta agli sfamarsi e di vestirsi, dovrà re e dispone in t dai meccanismi con cui opera la mente umana; sociologia studia i fenomeni Perchélastudiare economia politica?che ridestinare le sue risorse in euro, sceglierà guardano la società nel suo insieme, indagandone cause epermette gli effettidiincomprendere rapporto ai le cause di fenomeni economici come le L’economialepolitica modo tale da soddisfare che soddisfi le s singoli e ai gruppi sociali. LESSICO crisi finanziarie, la disoccupazione, l’inflazione e la crescita economica. entrambe le necessità, per al minor FACC prezzo

Le rubriche di approfondimento

U1 Come funziona il sistema economico . C1 L’oggetto dell’economia politica

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ario alla sono la

è svolto i apprompio per

IA ECONOM

EDUCAZIONE CIVICA

E ORIENTAMENTO

“Abbiamo nella testa un computer straordinariamente potente, non troppo veloce” Gli economici dell’agriagricola che rispetta l’ambiente, la bio- violente. menti perimpatti prendere piùrivolta consapevoli nella nostra vita quotidiana, nelle scelte Per L’economia politica è la scienza sociale che studia l’attivitàdecisioni dell’uomo L’Intelligenza artificiale (IA) hae1. conqu produce rispetto alla parte rimanenza all’acquisto del cinema per l stemisempre economici, tanto che si usa l’espressione new sferimento ingenti capitali da un continente all’al(Daniel di Kahneman) pol biologicadisono notevoli: diversità e il benessere animale, esclu- coltura di consumo, investimento e, in un futuro non lontano, di orientamento rispetto agli di primo piano nel panorama tecno cibo. esigenze quotid che serve per(net assicurare la a conseguire le risorse necessarie a soddisfare i suoi bisogni. economy o anche net economy da network) tro. I Inuovi strumenti informatici hannoderivano determinadef bias (pregiudizi) comportamentali da valutazioni distorteinnumerevoli di fatti e aziende agricoledasiintraprendere. convertono alla dendo l’utilizzo di prodotti chimici di più studi e al lavoro permeando settori e sussistenza alla popolazione per indicare l’impetuoso sviluppo delle relazioni a to la avvenimenti transizione da un’economia basataassumono sulla produla s che le persone spesso per semplificare il pesante apsintesi (pesticidi, erbicidi, concimi chi- coltivazione biologica, anche in risposta nostro modo di vivere e lavorare. Le e per ricostituiredella i mezzi di livello mondiale come conseguenza diffusiozioneproccio manifatturiera (old economy) a una economia sce logico-scientifico alle scelte. Esse sono dunque delle “scorciatoie men.condano in un terreno interdisciplinare, C1 L’oggettoproduzione. U1 Come funziona il sistema economico dell’economiaLa politica 20 alla crescente domanda da parte dei mici) e di organismi geneticamente parola deriva ne di tali nuovi strumenti. Ciò ha avuto significative basata suiche servizi e sulla (newerrori economy). La scarsità e la scienza delle scelte tali”, in alcuni casifinanza provocano di valutazione. Tale fenomeno può veri2. In c zione da discipline quali informatica sumatori consapevoli e attentiricadute a compiere modificati (OGM). “sopra” e “più” e, quindi, ficarsi anche in ambito economico. Esiste, infatti, una branca degli studi econosull’intera da società, determinando anche p logica formale, statistica, filosofia,illin Che mici, cosadenominata è cambiato indica ciòe che è disponibile Laviene scarsità nasce la dallo squilibrio fra le risorse disponibili e i bisogni scelte sostenibili e salutari. Sul terreno praticata fertilizzazio“finanza comportamentale”, che indaga i comportamenti dei cambiamenti negli stili di vita nei comportamenti raz mia e ricerca operativa. più rispetto a quanto mercati finanziari in cui chiave nelle decisioni le emozioni, il da impiegando soddisfare. concimi naturali, Internet ha velocizzato la assumono produzioneuneruolo gli scambi, L’esclusione di prodotti chimici la minone organica deiediversi operatoriin economici. Qu L’obiettivo principale dell’IA è3.repli contesto, le esperienze passate e le convinzioni degli operatori. strettamente necessario. con una notevole diminuzione dei costi di transacome ad esempio compost e letame. Per re produttività comportano un aumento mento umano e applicarlo alle tra ma origininumerosi della new economy zione, cioè i costi che gli operatori devono sostenere È la condizione cui a fronte diLe bisogni eRivoluzione costi diinproduzione, cosicché i prezzi favorire la situazione fertilità deltipica suolo della e limitare la deiumana,

ECONOMIA E REALTÀ

PLUS

E ORIENTAMENTO

Scegliere in economia senzacuirimanere Le nuove frontiere dell’economia Sostenibilità e agricoltura biologica L’Intelligenza artifi Hai acquisterà capi di abbiin modo da com m Ci aiuta a capire come funziona il sistema economico, come vengono prodotti i beni se acqu sai ri  Sovrappiù Possiamo quindi direèche: inglietrappola: i bias comportamentali diffusione delle moderne tecnologie in- inoltre di beni servizi in pochi secondi con una del costo di soli gliamento risorse per il sovraffollamento eL’enorme le pratiche L’agricoltura biologica una pratica evitando e i servizi, quali fattori influenzano i prezzi e l’occupazione. Fornisce stru- avvengono rivoluzionaria sull’ doman Eccedenza ciò che sinei sieuro così da destinare la zina per la mot formatiche ha causato profondi di mutamenti semplice digitazione su computer, come pure80il tra-

maggior i terziaustriale. ale (che vanzato, nformantifica.

sistemi in grado di risolvere problem

Ilgarantire processo ha avuto origine negli Stati Uniti negli per realizzare gli scambi di mercato. L’introduzione risorgenti, si trova enella necessità ottimizzare l’uso limitate risorse dispoindustriale al consumo sono piùdelle alti per un proliferazione di ciparassiti malattie, si di tività che tradizionalmente richiede Alleniamo l’EDUCAZIONE FINANZIARIA decenni delscelsecolo scorso e si è esteso sucdelle nuove tecnologie ha 3reso più 1)efficienti pro- edtoesemplifichi come la illustrato due esempi precedenti. L’economia occupa delle Iniziata in Inghilterra umano. Le sue potenzialità sono v Si formino in classe gruppi: il primo idefinisca in amreddito agli agricoltori.siultimi cerca nibili, di rispettare rotazionenei colturale e giusto cessivamente a tuttitra ièPaesi delemondo: soprattutcessi produttivi, non solo nei settori piùECONOM avanzati, ma ECONOMIA E perché REALTÀ EDUCAZIONE CIVICA bito economico-finanziario il bias comportamentale denominato “effettocome l’apprendi da compiti generici te razionali fra impieghi risorse: spiega così l’economia il 1760 il 1800 (e poi Per favorire ilsidiffondersi di questo setper conservare la biodiversità, si alternativi incentiva delle nelle aree più sviluppate si è registrata anche inincorniciamento”; quelli tradizionali alladefinisca produzione di 2) illegati secondo ed esemplifichi in ambito econonamento e la percezione, a quelli più gradualmente estesasiuna sistata anche definita bisogno to significa rinunciare tore,. Soddisfare incentivi e un finanziamenti per prola presenza di insetti utili e scienza predatoridelle na- scelte E ORIENTAMENTO E ORIENTAMENTO gnificativa accelerazione dellaPaesi) crescita economica, beni e servizi “maturi“, grazie alla possibilità di ridurre mico-finanziario il bias comportamentale denominato “effetto ancoraggiocare a scacchi, dimostrare teore agli altri grazie soddisfazione di un bisogno,muovere cioè “scegliere” ciò a cui siall’agricoltura deve rinunciare per la conversione turali,alla riducendo la necessità dialtro interventi gio”; 3) il terzo definisca ed esemplifichi in ambito economico-finanziario fino allo scoppio della crisi del 2008, dalla quale si i costi di produzione. Inoltre, l’informatizzazione dei scrivere poesie, guidare un’automob all’introduzione delle riuscire a realizzare l’obiettivo che ci sibiologica è proposti. sono previsti a livello europeo, fitosanitari. bias comportamentale denominato “effetto gregge”. Ciascun gruppo è cercato di uscire amacchine fatica neglia anni successivi; la processiilproduttivi ha richiesto ingenti investimenti care malattie. vapore, dà Anche in presenza dobbiamo sempre decidere tra più presentifisico mediante strumenti digitali propria ricerca in classe e al terVERSO uniti a campagne di sensibilizzazione edgrave Grande attenzione, infine, diè risorse riservataabbondanti, situazione di difficoltà nel 2020 sia in capitale sia inidonei capitale umano, per lala neorigine asopraggiunta un grandioso alternative. La stessa limitatezza del tempo disponibile ci impone una scelta fra le mine delle relazioni, con l’aiuto dell’insegnante di economia politica, si intavoli Impatto dell’IA sull’informatica: 1. Che aumenal benessere animale, garantendo con- educazione dei consumatoriaper causa della pandemia da Covid-19 potrebbe avere cessità di impiegare lavoro altamente qualificato. processo di trasformazione un confronto sulle modalità attraverso le quali i soggetti economici possono da svolgere. L’integrazione dell’IA ha rivoluzionat 2. Che effetti negativi crescita nel breve periodo. L’economia sta vivendo una fase di profondi mutache sulla della dizionidiverse di vitaattività adeguate agli animali da tare la consapevolezza dei benefici produzione. Nascono non essere intrappolati da tali fenomeni decisionali distorsivi. Essendocon le risorse suscettibili usi alternativi, ogni decisione tesa a imdell’informatica, favorendo l’evoluzi 3. Conf Carattere distintivo di prime questagrandi nuova fabbriche, forma di ormenti, che avranno ricadute sulla nostra vita di tutti essadioffre. allevamento, accessolimitate a spazi eaperti, le

IA

Approfondimenti, notizie storiche, opinioni di economisti ed esperti, documenti ufficiali. Ulteriori approfondimenti sono scaricabili online.

PLUS

Gli aspetti più recenti della disciplina, anche con riferimenti all’Agenda 2030. piegarle per un dato scopo implica la rinuncia a un impiego diverso. L’alternativa alla

Argomenti di educazione finanziaria, cittadinanza economica e approfondimenti critici sull’Intelligenza Artificiale completano il corso, zione di nuove tecnologie. ganizzazione economica è l’uso di che ha i giorni. Le transazioni, le informazioni e i movimenti migliorano le internet, comunicazioni PROFESSIONI E COMPETENZE FUTURO con sguardo alle professioni quale si rinuncia nel momento in cui si fa una certa scelta rappresenta il costo-opporsvincolato l’attività difra produzione e scambio di beni uno economici saranno contemporaneamente piùDEL sem-future. i diversi Paesi e grande

diret scam campi già esistenti La nostra mente, secondoanni gli studiosi, nonquali utilizza la Evoluzione statistica in di maniera 4. Pens plici, rapidi e sicuri. I prossimi ci diranno • Programmazione soft invece ragionamenti semplici e deterministici di causa e svilupposono frontierenaturale la nuovae privilegia economia sarà in grado di superare. matizza la irraziogenerazione di codice b ed effetto che spesso, però, generano errori di valutazione e scelte ne di interfacce e lo sviluppo di alg nali. In un mondo sempre più complesso e articolato diventa fondamenNella moderna tale lo studio della statistica, che sta alla base di alcuni profili professionali ottimizzando il processo di progra U1 Come funziona il sistema economico . C2 Il funzionamento del sistema economico molto richiesti nel mercato del lavoro: ad esempio, il data analyst, ossiadi sviluppo. Inolt organizzazione produttiva ducendo i tempi

e servizi da un luogo impulso fisico preciso perilaprirla al mertunità sopportato. riceve commercio cato globale: le operazioni di vendita e di acquisto Il problema riguarda non solo i singoli soggetti, ma anche le imprese e la collettività internazionale. nel suo insieme. PER ESEMPIO   Divisione del lavoro

4

54

IO

20

Scelte delle imprese e della collettività

colui che si occupa di analizzare e gestire i dati al fine di fornire alle imprese


L’operatore Stato

CAPITOLO

3

Sintesi

Mappa da completare

Ascolta e ripassa

Dopo aver ripassato i contenuti dell’Unità, completa la mappa inserendo correttamente gli elementi mancanti scelti tra i seguenti entrate • investimenti lordi • leve • obiettivi • politica fiscale • politica industriale • politica monetaria • produzione • redistribuzione • sistema collettivista • spese • Welfare State

3 . 1 Soggetti e funzioni dello Stato

In chiusura di capitolo

L’operatore Stato

CAPITOLO

3

L’operatore Stato comprende lo Stato propriamente detto, gli enti territoriali e gli altri enti centrali e locali; fornisce i beni e i servizi pubblici, assicura la redistribuzione del reddito e gli interventi per lo sviluppo.

Sintesi

Mappa da completare

Ascolta e ripassa

3 . 2 Entrate e spese dello Stato

OPERATORE STATO

trateStato provenienti prelievo fiscale. Le entrate sono costituite da imposte dirette e indirette, 3 . 1 Soggetti e funzioni dello contributi sociali ed entrate diverse. Tra le spese rientrano prestazioni sociali, consumi L’operatore Stato comprende lo Stato propriamente detto, gli enti territoriali e gli altri enti collettivi, interessi passivi, spese diverse e investimenti lordi. centrali e locali; fornisce i beni e i servizi pubblici, assicura la redistribuzione del reddito e gli interventi per lo sviluppo.

3 . 3 Dallo “Stato gendarme” al Welfare State Secondo 3 . 2 Entrate e spese dellosone Stato gli economisti classici i compiti dello Stato erano circoscritti alla difesa delle per­ e dei beni (Stato gendarme). Dal secondo dopoguerra la sfera d’azione dello Stato si

Per svolgere le sue funzioni lo Stato sostiene la spesa pubblica, che è finanziata dalle enè ampliata notevolmente, soprattutto in campo economico (Stato sociale o Welfare State). trate provenienti prelievo fiscale. Le entrate sono costituite da imposte dirette e indirette, In particolare, spetta allo Stato il compito di regolamentare l’economia per stimolare lo contributi sociali ed entrate diverse. Tra le spese rientrano prestazioni sociali, consumi sviluppo e correggere gli squilibri nella distribuzione del reddito. collettivi, interessi passivi, spese diverse e investimenti lordi. La realizzazione delle politiche di Welfare State ha negli anni determinato la crescita dell’indebitamento e la crisi fiscale e finanziaria che ha portato gli Stati a una revisione delle politiche di spesa per una maggiore efficienza.

3 . 3 Dallo “Stato gendarme” al Welfare State

Secondo gli economisti classici i compiti dello Stato erano circoscritti alla difesa delle per­ sone e dei beni (Stato gendarme). dopoguerra la sfera d’azione dello Stato si 3 . 4DalLasecondo politica economica è ampliata notevolmente, soprattutto in campo economico (Stato sociale o Welfare State). La politica economica persegue i suoi obiettivi (sviluppo del reddito, stabilità monetaria, In particolare, spetta allo Stato il compito di regolamentare l’economia per stimolare lo piena occupazione, equilibrio del cambio) attraverso diverse leve, tra cui la politica indusviluppo e correggere gli squilibri nella distribuzione del reddito. striale, fiscale e monetaria. La realizzazione delle politiche di Welfare State ha negli anni determinato la crescita dell’indebitamento e la crisi fiscale e finanziaria che ha portato gli Stati a una revisione delle politiche di spesa per una maggiore efficienza.

3 . 5 Il sistema liberista

Il sistema liberista è caratterizzato da libertà di iniziativa, proprietà privata dei mezzi di

produzione, non intervento dello Stato e decisioni decentrate. I problemi fondamentali 3 . 4 La politica economica(quali beni, come, per chi produrre) sono risolti automaticamente dal mercato, dove si crea La politica economica persegue i suoi obiettivi (sviluppo del reddito, stabilità monetaria, spontaneamente un equilibrio tra gli operatori. piena occupazione, equilibrio del cambio) attraverso diverse leve, tra cui la politica industriale, fiscale e monetaria.

3 . 6 Il sistema collettivista

Nel sistema collettivista è abolita la proprietà privata dei mezzi di produzione, che di­ ventano di proprietà statale. Le decisioni fondamentali sono assunte da un organo cen­ Il sistema liberista è caratterizzato di iniziativa, proprietà privata dei di risultati della pianificazione trale, da chelibertà pianifica l’intera attività economica. Datimezzi i pessimi produzione, non intervento dello Stato eèdecisioni I problemi fondamentali economica stato per decentrate. lo più abbandonato. (quali beni, come, per chi produrre) sono risolti automaticamente dal mercato, dove si crea spontaneamente un equilibrio tra gli operatori.

3 . 5 Il sistema liberista

3 . 7 Il sistema di economia mista

Per superare i limiti dei sistemi liberista e collettivista, e in seguito all’evoluzione dell’e­

3 . 6 Il sistema collettivista conomia occidentale, si è diffuso un modello di economia mista che prevede l’intervento Nel sistema collettivista è abolita la proprietà dei mezzi di produzione, di­ sociali. pubblico a tutela privata di un mercato efficiente e di equi che rapporti ventano di proprietà statale. Le decisioni fondamentali sono assunte da un organo cen­ trale, che pianifica l’intera attività economica. Dati i pessimi risultati della pianificazione economica è stato per lo più abbandonato. U2 Gli operatori economici . C3 L’operatore Stato: funzioni e sistemi economici

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3 . 7 Il sistema di economia mista

Per superare i limiti dei sistemi liberista e collettivista, e in seguito all’evoluzione dell’e­ conomia occidentale, si è diffuso un modello di economia mista che prevede l’intervento pubblico a tutela di un mercato efficiente e di equi rapporti sociali.

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U2 Gli operatori economici . C3 L’operatore Stato: funzioni e sistemi economici

In chiusura di unità

UNITÀ

1 USA, RUSSIA E ITALIA A CONFRONTO TRA MODELLI E SFIDE SULLA TUTELA DELLA SALUTE

Nel panorama globale, la tutela della salute rap­ presenta un tema di fondamentale importanza, con sistemi sanitari che assumono configurazio­ ni diverse a seconda del contesto socio­econo­ mico di ogni nazione. In quest’ottica, un’analisi comparativa tra i modelli adottati negli Stati Uni­ ti, in Russia e in Italia offre spunti interessanti per comprendere luci e ombre di ciascun approccio. Gli Stati Uniti si distinguono per un sistema sa­ nitario privato basato su assicurazioni, dove la copertura non è universale e circa il 10% della popolazione ne è priva. Il finanziamento avvie­ ne principalmente attraverso premi assicurativi, tasse e pagamenti diretti. Questo modello offre il vantaggio di un accesso rapido alle tecnolo­ gie innovative e una maggiore libertà di scelta del medico. Tuttavia, i costi elevati, le disparità nell’accesso alle cure e la mancanza di copertura per le persone senza assicurazione rappresenta­ no criticità evidenti. La Russia adotta un modello pubblico­privato con sistema sanitario universale. La copertura è garantita a tutti i cittadini, mentre il finanzia­ mento deriva da tasse e pagamenti diretti per alcuni servizi. Questo modello offre il vantaggio della copertura universale e di costi contenuti

Competenze attivate complessivamente per tutti i casi: • Comunicazione nella madrelingua • Competenze matematiche • Imparare a imparare • Imprenditorialità • Civiche e di cittadinanza • Espressione culturale

L’Italia presenta un modello pubblico nazionale con sistema sanitario universale. Anche in que­ sto caso, la copertura è garantita a tutti i citta­ dini. Il finanziamento avviene attraverso la fi­ scalità generale (le imposte) e i ticket per alcuni servizi. I punti di forza del sistema italiano inclu­ dono la copertura universale, l’accesso a cure di qualità e tempi di attesa ragionevoli per le cure di base. Tuttavia, l’aumento dei tempi di attesa per le visite specialistiche e le carenze infrastrut­ turali in alcune regioni rappresentano criticità da affrontare.

2. lo Stato tutte le aziende individuate, scegliete quella che pianificherebbe la produzione e il conin emodo da minimizzare l’inquinamento; dimostra di avere maggiore sensibilità sumo sociale un impatto positivo sugli stakeholder. 3. lo Stato cercherebbe di bilanciare la tutela • Mettete in luce i punti di forza e i punti di de­ dell’ambiente con la crescita economica e la giubolezza del distretto o del settore scelto. stizia sociale. • Ricercate i mercati di sbocco verso i quali si diri­ Abbina ora ai tre sistemi i seguenti provvedi­ ge la produzione delle aziende che avete scelto. menti. • Controllate se le aziende considerate pubbli­ cano anche il bilancio sociale. Preparate una presentazione o un video sull’a­ COMPITO DI REALTÀ zienda (o il settore o il distretto) scelta così da farla conoscere anche ai vostri compagni. UNA CLASSE PLASTIC FREE

1 DISTRETTI INDUSTRIALI. LE AZIENDE VIRTUOSE.

Fra i distretti industriali più noti, si citano quelli lanieri (Biella, Prato), della rubinetteria (Cusio, Val­ sesia, Lumezzane), dell’oreficeria (Valenza, Arez­ zo, Vicenza), delle piastrelle (Sassuolo), del mobile (Brianza, Bassano del Grappa), della concia (Arzi­ gnano, Solofra), dell’occhialeria (Pieve di Cadore),

1. Individua le parole chiave adatte per inserire dei titoletti ai paragrafi che presentano le esperienze dei tre Paesi e inseriscile al posto dei puntini di sospensione.

Gruppi

I PRINCIPALI DISTRETTI IN ITALIA 1 PIEMONTE Alba - Cuneo Alimentare Biella Tessile Casale Monferrato Industria del freddo Ivrea e Canavese Meccanica elettronica Novara - Oleggio Tessile, abbigliamento Valenza Oro e gioielleria

2. Rispondi alle seguenti domande: a. Quale tra i tre Paesi ha il primato del settore privato? b. Quale caratteristica del sistema liberista rico­ nosci nella descrizione del sistema sanitario americano? c. Come vengono finanziati i servizi sanitari in Italia? d. Quali differenze trovi tra il sistema sanitario italiano e quello russo? e. Quali sono i vantaggi e gli svantaggi dei tre sistemi sanitari.

3

3. Fai una breve ricerca sul sistema educativo e scolastico in vigore negli stessi tre Paesi (ti servirà anche per risolvere uno dei casi dell’esercizio successivo) e rifletti: anche in questo caso è rispecchiata l’impostazione generale dei tre diversi sistemi economici?

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6

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2 LOMBARDIA Brescia Produzione e lavorazione metalli Brianza Mobile e arredo, meccanica Castelgoffredo Calze Como Seta, tessile e abbigliamento Lumezzane Casalinghi, rubinetteria Vigevano Meccanico, calzaturiero

8 TOSCANA Tempi Arezzo Oreficeria Lucca Calzature Massa Carrara Marmo Prato Tessile 9 MARCHE Competenze-chiave Castelfidardo Articoli musicali di cittadinanza attivate Fabriano Carta Fermo - Macerata Calzature Pesaro e Urbino Mobile, robot Recanati - Osimo - Loreto Argenteria

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2 1

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3 TRENTINO-ALTO ADIGE Val di Cembra Porfido

Qual è la tua personale opinione?

Vicenza Gioielleria, oreficeria

4 FRIULI-VENEZIA GIULIA San Daniele Alimentare Livenza Mobile Trieste Caffè 5 VENETO Arzignano Concia Bassano del Grappa Mobili Pieve di Cadore Occhialeria Brenta (macroarea) Calzature Murano Vetro Montebelluna Calzature sportive Treviso Macchine utensili Valdagno - Thiene - Schio Tessile, abbigliamento

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L’inquinamento ambientale è un problema glo­ bale che rappresenta una seria minaccia per la salute umana e per l’ecosistema. Le sue cause includono l’emissione di gas serra, lo scarico di rifiuti industriali e agricoli, la deforestazione e del mobile imbottito (Bari), della maglieria (Carpi). Nella cartina (in basso), potete vedere il’utilizzo distrettidi combustibili fossili. Ecco alcune soluzioni che proporrebbero, rispet­ industriali divisi per regione. tivamente, Divisi in gruppi, secondo le indicazioni dell’in­ un governo liberista, uno collettivista e uno economia mista: segnante, ricercate quali sono le aziende di aun 1. lomag­ Stato lascerebbe al mercato la ricerca delle settore (o di una regione) che vi interessa soluzioni giormente, dando rilevanza, nella vostra ricerca, più efficienti, limitandosi a stabilire le normative alle imprese che promuovono la sostenibilità. Tra e a farle rispettare;

CASI PRATICI

per le cure di base. Tuttavia, liste di attesa per le visite specialistiche e carenze infrastrutturali in alcune aree rappresentano i principali svantaggi.

Competenze attivate

3

L’operatore Stato

Esercizi

• Imposte dirette • Imposte indirette • Contributi sociali • Entrate diverse

6 LIGURIA Savona Vetro-ceramica La Spezia Cantieristica nautica Ponente ligure Florovivaistico 7 EMILIA-ROMAGNA Bologna Macchine utensili Carpi Tessile Forlì - Cesena Calzature Langhirano Prosciutto Modena Ceramica Reggio Emilia Meccanica agricola Rimini Macchine utensili Sassuolo Piastrelle

Esercizi interattivi

Consolidiamo le conoscenze...

BILANCIO DELLO STATO SCELTA MULTIPLA • _________________ dei servizi pubblici 1. Completa l’affermazione la • Prestazioniscegliendo sociali • Crescita stabile dell’economia FUNZIONI frase corretta fra• quelle Consumiproposte. collettivi _________________ • _________________ del reddito Interessi passivi 1. Non sono entrate• dello Stato • Imposte dirette • _________________ a  i contributi sociali • Imposte indirette b  le imposte dirette _________________ • Contributi sociali c  gli investimenti netti • Entrate diverse • Sviluppo d  le imposte indirette BILANCIO • Stabilità monetaria 2. La difesa e l’ordine pubblico sono servizi _________________ DELLO STATO • Piena occupazione pubblici che soddisfano bisogni • Prestazioni sociali • Equilibrio del cambio a  primari • Consumi collettivi POLITICA _________________ b  collettivi ECONOMICA • Interessi passivi c  individuali • _________________ • _________________ d  di una parte della popolazione _________________ _________________ 3. Non fanno parte •delle spese dello Stato • _________________ • Sviluppo a  le prestazioni sociali b  le spese per interessi • Stabilità monetaria • Sistema liberista _________________ c  gli incassi tributari RUOLO • Piena occupazione • ____________________________ d  le spese per il personale DELLO STATO • Equilibrio • Sistema di economia mistadel cambio 4. La somma totale dei titoli pubblici che POLITICA ECONOMICA vengono emessi dallo Stato per far fronte ai disavanzi annuali di bilancio costituisce il RISPONDI ORA ALLE DOMANDE • _________________ a  deficit di bilancio • _________________ _________________ 1. Quali sono le principali funzioni dello Stato? b  debito pubblico • _________________ 2. In quale modo lo Stato può correggere le disuguaglianze nella distribuzione c  disavanzo pubblico dei redditi? d  avanzo pubblico • Sistema liberista RUOLO 3. Qual è la differenza tra le imposte dirette 5. e le imposte indirette? L’idea secondo cui lo Stato deve garantire • ____________________________ DELLO STATO solo la protezione delle persone e dei beni 4. Che cos’è • Sistema di economia mista il bilancio dello Stato? (difesa, ordine pubblico) e predisporre le 5. In che cosa consiste la politica economica? infrastrutture indispensabili alla collettività 6. Qual è il ruolo dello Stato in un sistema liberista? RISPONDI ORA ALLE DOMANDE (strade, ponti) è uno dei cardini del sistema 7. Come si può definire una economia mista? a  liberista 1. Quali sono le principali funzioni dello Stato? 8. Qual è il ruolo delle organizzazioni sindacali sistemi di economia mista? b nei collettivista 2. In quale modo lo Stato può correggere le disuguaglianze nella distribuzione c  di economia mista dei redditi? 139 d  di economia di intervento 3. Qual è la differenza tra le imposte dirette e le imposte indirette? 6. L’insieme degli interventi pubblici volti a 4. Che cos’è il bilancio dello Stato? favorire lo sviluppo delle imprese si chiama 5. In che cosa consiste la politica economica? a  politica fiscale b  politica di bilancio 6. Qual è il ruolo dello Stato in un sistema liberista? c  politica industriale 7. Come si può definire una economia mista? d  politica monetaria 8. Qual è il ruolo delle organizzazioni sindacali nei sistemi di economia mista? 7. Nel sistema collettivista le decisioni rilevanti per l’economia sono assunte 139 a  da organismi internazionali come l’ONU b  dai privati c  dai privati e dallo Stato, di comune accordo d  dallo Stato

c  concentrazione a  pianificazione b  regolamentazione d  integrazione

COMPLETAMENTI

2. Completa il brano inserendo i termini appropriati tra quelli proposti. bolla • depressive • fiducia • leve • mercato • privato • propulsive • pubblico • keynesismo • sfiducia • simili • depressive • privato • sfiducia • simili

Il ministro dell’indus europea deve fronteg che potrebbero aver tive sull’occupazione: ra di carbone, la seco microprocessori. Si rivolge per una con • il primo gli consiglia due imprese in diffic finanziamenti corrono licenziare i dipendent • il secondo gli sugge presa che produce m difficoltà sembrano d cipalmente a un calo e di chiudere la mini sostituito da altre fo destinata a calare, pre dipendenti disoccupa in altre attività produ

3. Associa le seguenti attività a un solo operatore tra quelli elencati e fornisci un esempio per ciascuna di esse. (Attenzione: non tutti gli operatori vanno inseriti.) 1. Famiglie 2. Imprese 3. Banche 4. Stato 5. Resto del mondo a. ___ Fornisce i servizi pubblici finanziandosi attraverso le imposte; crea le condizioni dello sviluppo economico; ridistribuisce il reddito b. ___ Coordinano e organizzano i fattori produttivi, assumendo il rischio di impresa con l’obiettivo di realizzare un profitto c. ___ Lavorano per le imprese e lo Stato, consumano beni e servizi, pagano le imposte e risparmiano una parte del reddito

U2 Gli operatori economici . C3 L’operatore Stato: funzioni e sistemi economici

• Incentivi all’adozione di tecnologie pulite da parte delle imprese. • Programmi di educazione ambientale.

Ognuno di voi scriva un racconto su una fami­ glia che deve prendere una difficile decisione su come spendere il proprio reddito. Nel racconto devono essere presenti riferimenti alle funzioni della famiglia in quanto operatore del sistema economico (vedi pag. 86). Scambiatevi i testi e cercate una soluzione al problema della famiglia, motivando la scelta e spiegando quale impatto avrà la loro decisione sull’economia.

• Sensibilizzare gli studenti sull’impatto am­ bientale dei rifiuti in plastica. GRUPPO 2 Creare una piccola impresa, sostenibile dal punto di vista economico e sociale, che si occupi: • della promozione e sensibilizzazione sull’uso della plastica; • del ritiro dei rifiuti in plastica nelle scuole del­ la zona; • di ogni altra idea in linea con il progetto iniziale. Organizzazione del lavoro

2 grandi gruppi eterogenei con possibilità di sottogruppi Tre ore scolastiche per l’organizzazione del lavoro più lavoro di gruppo da svolgersi in orario extrascolastico Un’ora per presentare il progetto al/la Dirigente scolastico/a (Ds) Comunicazione nella madrelingua Competenza digitale Imparare a imparare Civica e di cittadinanza Imprenditorialità Consapevolezza ed espressione culturale

10 UMBRIA Contesto Deruta Ceramica Perugia Abbigliamento in cashmere Nella tua scuola si produce una gran quantità di 11 LAZIO rifiuti di plastica. La maggior parte degli studenti Anagni Chimico-farmaceutica beve dalle bottigliette di plastica usa e getta, che Frosinone Chimica poi finiscono nei cestini della spazzatura e, in 12 ABRUZZO molti casi, nell’ambiente circostante. La scuola L’Aquila Farmaceutica non dispone di un sistema efficiente di riciclag­ Chieti – Vibrata Tessile gio e la sensibilizzazione sul tema della sosteni­ 13 CAMPANIA bilità ambientale è ancora agli inizi. Solofra Concia Grazie a un progetto finanziato dall’azienda lo­ 14 PUGLIA/BASILICATA cale Eco Friend, la vostra classe ha l’opportunità Bari - Matera Mobile imbottito Barletta Calzature Casarano - Tricase Calzature 144 U2 Gli operatori economici 15 CALABRIA Sibari - Bisignano Agroalimentare

GRUPPO 1 • Ridurre il consumo di bottiglie di plastica usa e getta nella scuola. • Promuovere la raccolta differenziata e il rici­ claggio della plastica.

NEL SISTEMA ECONOMICO. LAVORO IN COPPIA

Un’ora, in classe, tutti insieme: brainstorming sul progetto e divisione in gruppi. Due ore in classe, divisi nei due gruppi: discus­ sione su idee possibili e piste di lavoro. Entro la fine della lezione, si effettuerà una votazione, all’interno dei due gruppi, per la scelta dell’idea che si ritiene più efficace, fattibile, sostenibile e con un impatto sociale positivo. Eventuale divisione in ulteriori gruppi. Alla fine dell’ora, ogni gruppo consegnerà all’insegnante un verbale con la scelta dell’idea e la divisione dei compiti tra i componenti (“chi fa che cosa”). Il lavoro proseguirà in orario extrascolastico fino alla scadenza data dall’insegnante.

In questo tempo: • preparate delle presentazioni che, in un se­ condo momento, serviranno per coinvolgere e convincere i compagni di scuola a seguirvi e so­ stenervi in questo progetto. • Preparate un elevator pitch* da esporre al/alla DS e alla DSGA per ottenere un appuntamento in cui esporre compiutamente il vostro progetto e chie­ dere l’autorizzazione per diffonderlo nella scuola. • Una volta scelta la soluzione migliore, elabo­ rare un piano dettagliato per realizzarla, che con­ tenga: • un budget; • una timeline; • una strategia di comunicazione agli altri stu­ denti della scuola. • Identificate stakeholder e shareholder della scuola e preparate una comunicazione efficace. Un’ora in classe: verranno ascoltati tutti gli elevator pitch per scegliere i due più convincenti che andranno in Presidenza e nell’ufficio ammini­ strativo. Saranno i vostri portavoce a invitare DS e DSGA in classe a vedere le vostre presentazioni. * L’elevator pitch è una sintetica presentazione del pro­ getto da esporre nel più breve tempo possibile (quello di un viaggio in ascensore, cioè in circa 40­60 secondi), in un incontro occasionale (per le scale, in corridoio, a ricreazione).

Valutazione Ogni idea sarà valutata in base ai criteri esposti nella check list.

CHECKLIST di sviluppare un’idea imprenditoriale che pro­ muova la responsabilità sociale della comunità scolastica e possa contribuire a ridurre la quanti­ tà di rifiuti di plastica prodotti a scuola.

PUNTI fino a Efficacia: l’idea può contribuire concretamente a ridurre la quantità di rifiuti in plastica nella scuola?

2

Fattibilità: l’idea è realizzabile con le risorse e le competenze disponibili?

2

Consegna

Sostenibilità: l’idea è economicamente sostenibile nel lungo periodo?

2

Divisi in due gruppi (divisibili in sottogruppi) se­ condo le indicazioni dell’insegnante, discutete tra voi per elaborare un’idea realizzabile come indicato.

Impatto sociale: l’idea avrà un impatto positivo sulla comunità scolastica?

2

Comunicazione: la presentazione è efficace e coinvolgente?

2

TOTALE

/10

145

16 SICILIA Caltagirone – Santo Stefano di Camastra Ceramica Mazara del Vallo Pesca Pachino Ortofrutticoltura 17 SARDEGNA Sassari Sughero

143

U2 Gli operatori economici

Il CLIL UNIT

English listening

assets beni patents brevetti trademarks marchi registrati husbandry allevamento

1

2 SECTORS OF PRODUCTION

The factors of production are the resources of land, labour, capital and enterprise used to produce goods and services.

The three major sectors of production are: primary production, secondary production, terziary production.

1 . 1 Land

2 . 1 Primary production

Land includes not only the production site but the natural resources above or be­ low the surface, i.e. air, sunlight, trees, soil, minerals, oil, etc.

1 . 2 Capital Capital includes all man­made resources, monetary resources and other assets, such as tools, machinery and equipment, which are used to produce goods and services. Increases in the level of capital are called investment.

Intellectual capital Successful businesses rely upon non tangibles such as creativity, experience, entre­ preneurial spirit, and know­how. These components are collectively called ‘intellec­ tual capital’. Patents and trademarks are also considered intellectual capital whose value is indeterminable. It is almost impossible for competitors to duplicate intellec­ tual capital, making it one of the most desired and useful assets a business can own.

1 . 3 Labour Labour is the human input in the production process. A company’s output can be dependent on the number of labourers it has in the factory.

Human capital No company is fully automated; humans are involved in every business wheth­ er it is product or service based. The human capital of a company is the men and women working for the company with certain competences and skills that are learned mostly through higher education and training. One way to evaluate the success of a business is to see how well human capital is managed.

1 . 4 Entreprise This fourth factor of production is made up of entrepreneurs – the people who come up with innovative and original ideas for a business venture, involving ei­ ther goods or services. They combine the other three factors of production and their reward is the profit made from running the business.

READING COMPREHENSION

Digital tests

1 Read the text and decide if these sentences are true (T) or false (F). If there is not enough information, choose ‘doesn’t say’ (DS).

1 There are four factors of production. 2 Natural resources are included under the definition ‘land’. 3 Human capital is only important for service companies. 4 Capital refers only to the money needed to produce goods and services. 5 It is possible to calculate the exact value of intellectual capital. 6 Entrepreneurs always invest large amounts of money in a business venture.

538

U1 Production

In appendice una ricca sezione CLIL per affrontare alcuni argomenti di economia anche in lingua inglese. L’audio e gli esercizi completano la proposta didattica.

Production

1 FACTORS OF PRODUCTION

T      

F      

DS      

The primary sector refers to the extraction and production of raw materials from nature without any processing. Examples include mining, for­ estry, farming, fishing, and husbandry.

2 . 2 Secondary production The secondary sector refers to the transformation of raw materials into finished or semi­finished products. This includes the manufacturing of goods (textiles, clothing, etc.), building and construction, the generation of power (electricity) and the production of petrol.

2 . 3 Tertiary production

The tertiary sector of production refers to the provision of services and it is the sector which makes up the largest part of the economy in devel­ oped countries. Examples of tertiary production include: • personal services, such as medical services; • commercial services, such as transport, finance and insurance; • social services, such as social welfare, education, the police. The quaternary and quinary sectors are extensions of the tertiary sec­ tor. The quaternary sector refers to intellectual activities, such as ICT (in­ formation and communication technologies), consultancy and R&D (re­ search and development). The quinary sector is where the highest level of decisions are made in industry and government, including legislation. The interdependence between the sectors is known as the chain of production. It consists of the various stages involved in the production of a particular product, and each stage adds value to the end product.

READING COMPREHENSION

Digital tests

1 Read the text and complete the table.

SECTOR Primary Secondary Tertiary Quaternary Quinary

.. CASI PRATICI

Valerio Castronovo, «Il Sole­24 Ore»

ASSOCIAZIONE

• Introduzione di una carbon tax.

3 LE FUNZIONI DELLE FAMIGLIE

4. Tra parentesi i par

5. Esamina ciascun c

• Nazionalizzazione delle industrie inquinanti.

Ricordando quanto hai studiato in questa unità, quale potrebbe essere la posizione dei tre gover­ ni nei confronti dell’istruzione dei bambini e dei giovani?

PREPARATI ALLA PR

1. Quali sono le funzi 2. Perché normalmen processo distributivo? 3. Quali sono le entra 4. Che cosa si intend fiscale dello Stato”? (3 5. Sai definire la polit

Dopo l’esplosione nel 2008 della …………............. immobiliare e finanziaria che ha provocato la gra­ ve crisi economica che ancora ci troviamo ad af­ frontare, si è dissolta la ………….................... che dagli anni Ottanta si continuava a nutrire nelle capacità ………….................... e autoregolatrici del mercato. E se non si è tornati per questo a rimet­ tere sul piedistallo il …………...................., tal quale era prevalso nel secondo dopoguerra, ci si è chiesti tuttavia se non occorra far assegnamento ancora una volta, come negli anni Trenta del Novecento, sull’intervento ………….................... per rilanciare un’economia altrimenti acciaccata da più parti. La conclusione a cui approdano oggi gli studiosi ap­ pare tanto più condivisibile alla luce degli ultimi eventi: Stato e ………….................... non sono due polarità antitetiche e incompatibili da escludersi a vicenda, ma possono costituire di fatto delle valide ………….................... di un reale processo di svilup­ po. Purché i loro rispettivi paradigmi vengano de­ clinati in base a un rapporto equilibrato, alla pari, senza indebite reciproche prevaricazioni.

2 Gli operatori economici Verifica di fine Unità

UN PROBLEMA COMUNE DA RISOLVERE: L’INQUINAMENTO.

2 Gli operatori economici Verifica di fine Unità

• Comunicazione nella madrelingua • Competenze digitali • Imparare a imparare • Competenze civiche e di cittadinanza • Imprenditorialità • Consapevolezza ed espressione culturale

• Autorità di governo • Enti _________________ territoriali (Regioni, Province e Comuni) • Altri enti centrali e locali

140

2 SISTEMI ECONOMICI A CONFRONTO.

COMPRENSIONE

OPERATORE STATO

8. La fissazione da parte dello Stato del livello dei consumi, della produzione e degli investimenti si chiama

La parte finale dell’unità comprende due doppie pagine di verifica delle competenze con lettura ragionata di un testo, casi pratici e compiti di realtà.

UNITÀ

• Autorità di governo • Enti territoriali (Regioni, Province e Comuni) • Altri enti centrali e locali

Dopo aver ripassato i contenuti dell’Unità, completa la mappa inserendo correttamente gli elementi mancanti scelti tra i seguenti fiscale • politica entrate • investimenti lordi • leve • obiettivi • politica • _________________ deiindustriale servizi pubblici CAPITOLO collettivista • politica monetaria • produzione • sistema • Crescita stabile dell’economia• spese FUNZIONI• redistribuzione • Welfare State • _________________ del reddito

Per svolgere le sue funzioni lo Stato sostiene la spesa pubblica, che è finanziata dalle en-

• Sintesi ragionata divisa in paragrafi • Mappa per uno studio inclusivo • Esercizi su concoscenze e competenze

DEFINITION EXAMPLE the extraction or production of raw materials

WRITING 2 Write a short essay on production with reference to both services and goods. You should explain what is meant by the production process, factors of production and sectors of production, giving examples to illustrate your points.

539

5

1. Sistemi econom

L’inquinamento ambie rappresenta una seria per l’ecosistema. Le s di gas serra, lo scarico deforestazione e l’utili Ecco alcune soluzioni mente, un governo lib economia mista. • Lo Stato lascerebbe zioni più efficienti, lim e a farle rispettare. • Lo Stato pianifichere in modo da minimizza • Lo Stato cercherebb biente con la crescita

2. Crisi aziendali.


Indice UNITÀ

1

CAPITOLO

Come funziona il sistema economico

CONTENUTI DIGITALI

1 L’oggetto dell’economia politica 1.1 Che cosa studia l’economia politica?

18

Prerequisiti

20

Glossario inglese

.. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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Scegliere in economia senza rimanere in trappola: i bias comportamentali

20

EDUCAZIONE CIVICA E ORIENTAMENTO

.. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

1.2 Le parti dell’economia politica 1.3 Le leggi dell’economia 1.4 Etica ed economia

.. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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PLUS

Le funzioni e gli assi cartesiani

1.5 Salute, guerra ed economia EDUCAZIONE CIVICA

.. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

......................................................................................................................................................................

L’Agenda 2030

..........................................................................................................................................

23 24 26 28 29

Possiamo imparare dai nostri errori Videolezione

30 30

ECONOMIA E ORIENTAMENTO

L’Intelligenza artificiale: un’influenza rivoluzionario sull’informatica 32

CAPITOLO

SINTESI

34

MAPPA DA COMPLETARE

35

ESERCIZI

36

Esercizi interattivi

38

Glossario inglese

2 Il funzionamento del sistema economico 2.1 I soggetti economici 2.2 Il circuito economico

....................

.. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

PLUS

.. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

I flussi speziati del mercante di Venezia

2.3 Le attività dell’economia 2.4 Tre domande fondamentali 2.5 I settori produttivi 2.6 L’evoluzione storica dell’economia

.........................................................................................

.. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

....................................................................................................................................................................

...............................................................................................................................................................................................................

PLUS

.....................................................................................................................................

Sostenibilità e agricoltura biologica

EDUCAZIONE CIVICA ECONOMIA E REALTÀ

.............................

...........................................................

Due diverse versioni

43 46 48 48 50 51

53

La prossima rivoluzione? L’informazione L’importanza dell’informazione

54 Ascolta e ripassa

MAPPA DA COMPLETARE

57

ESERCIZI

58

Esercizi interattivi

60

Glossario inglese

60

Storia del pensiero economico e storia economica Perché bisogna conoscere la storia del pensiero economico

3 Le scuole economiche

.............................................................................................................................................................

3.1 L’evoluzione del pensiero economico 3.2 Il periodo frammentario: dalle origini al 1500 3.3 Il periodo pre-scientifico: 1500-1776 3.4 Il periodo scientifico: dal 1776 in poi

..........................................................................................................................

.. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

..............................................................................................................................

................................................................................................................................

PLUS

6

40

56

SINTESI

CAPITOLO

38

...........................................................................................................

Sistema economico e ambiente naturale Le nuove frontiere dell’economia

Ascolta e ripassa

INDICE

La Rivoluzione industriale

...................................................................................................................................................

60 61 62 63


3.5 La scuola classica PLUS

.. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Divisione del lavoro e aumento del sovrappiù

3.6 La scuola socialista 3.7 La scuola neoclassica

............................................................

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PLUS

La crisi del capitalismo attraverso la teoria del plusvalore

3.8 La scuola keynesiana PLUS

.. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

.. . . . . . . . . .

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Confronto tra scuola classica e neoclassica

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3.9 Le scuole della controrivoluzione neoliberista 3.10 La situazione attuale: la ricerca di nuovi modelli economici

..............................................................................

PLUS

L‘Urlo: il Manifesto TaxTheRich

................

.............................................................................................................................

“Non sei mai troppo piccolo per fare la differenza”: il movimento Fridays for future EDUCAZIONE CIVICA E ORIENTAMENTO Una scuola economica alternativa: l’economia civile

64

La figura di Adam Smith

65 66 66 67 68 69 70 71

Il paradosso del valore La Grande crisi del 1929-1932 John M. Keynes (1883-1946)

73

PLUS

.. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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UNITÀ

2

CAPITOLO

74 75

SINTESI

76

MAPPA DA COMPLETARE

77

ESERCIZI

78

VERIFICA DI FINE UNITÀ

80

Gli operatori economici

.................................................................................................................................................................................................................

1 L’operatore famiglie: consumo e risparmio 1.1 La funzione delle famiglie 1.2 I consumi delle famiglie 1.3 La legge di Engel

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...........................................................................................................................................................................................................................

PLUS

La ricchezza ci rende più felici? La legge di Engel applicata al marketing

..............................................................................................................................

ECONOMIA E REALTÀ

1.4 Il risparmio delle famiglie

...............................

................................................................................................................................................................................

Ascolta e ripassa

Esercizi interattivi

84

Prerequisiti

86

Glossario inglese

86

La famiglia italiana oggi

88

I consumi delle famiglie I grandi capitoli di spesa

88 89 89 90

Il risparmio delle famiglie: una risorsa preziosa per l’economia di un Paese

92

Il 2020: un anno particolare anche per il risparmio

93

La famiglia come impresa

EDUCAZIONE CIVICA E ORIENTAMENTO

.. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

PLUS

CAPITOLO

.. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Ascolta e ripassa

SINTESI

94

MAPPA DA COMPLETARE

95

ESERCIZI

96

Esercizi interattivi

98

Glossario inglese

98

La crescita delle imprese familiari Buone idee per ottimi profitti

2 L’operatore imprese: produzione e responsabilità sociale 2.1 L’imprenditore e l’impresa 2.2 Le funzioni dell’impresa

.. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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......................................................................................................................................................................................

La ristrutturazione del debito e i rischi di sovraindebitamento

100

EDUCAZIONE CIVICA E ORIENTAMENTO

........................................................................................................

101

7


2.3 Le imprese multinazionali

.. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

ECONOMIA E REALTÀ

Il crowdfunding

ECONOMIA E REALTÀ

L’outsourcing: rifornirsi all’estero

2.4 L’impresa cooperativa

Identikit delle PMI

ECONOMIA E REALTÀ PLUS

.. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

......................................................................................................................................................................................

I pericoli della contraffazione

Una rete di relazioni

..............................................................................

.............................................................................................................................................................................

2.6 La distribuzione commerciale

..........................................................................................................................................................

2.7 L’impresa e l’ambiente esterno ECONOMIA E REALTÀ

...........................................................

................................................................................................................................................................................................

2.5 Piccole e medie imprese PLUS

.. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

.....................................................................................................................................................

Negozi di prossimità vs negozi online

2.8 La responsabilità sociale dell’impresa

...........................................

......................................................................................................................

EDUCAZIONE CIVICA

Il work-life balance

ECONOMIA E REALTÀ

Il bilancio ambientale

.. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

.. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

ECONOMIA E REALTÀ Etica ed economia: tra profitto e responsabilità sociale

...............................................................................................................................................................................................

ECONOMIA E ORIENTAMENTO

Robot di magazzino e intelligenza artificiale

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106

Il valore economico delle infrastrutture Imprese multinazionali e imprese transnazionali La pianificazione fiscale delle multinazionali

106

Cooperazione e banca etica

107

La forza delle PMI

108

I distretti industriali: una realtà produttiva diversa

103 104

109 110 110 111 112 113 116 116

117

SINTESI

CAPITOLO

102

118

Ascolta e ripassa

MAPPA DA COMPLETARE

119

ESERCIZI

120

Esercizi interattivi

122

Glossario inglese

122

Stato e mercato insieme per lo sviluppo

3 L’operatore Stato:

funzioni e sistemi economici 3.1 Soggetti e funzioni dello Stato ECONOMIA E REALTÀ

..............................................................................................................

........................................................................................................................................................

Tutti abbiamo bisogno dei servizi pubblici

3.2 Entrate e spese dello Stato

...................

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3.3 Dallo “Stato gendarme” al Welfare State

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ECONOMIA E REALTÀ

Evasione: 83 miliardi di opportunità perdute

EDUCAZIONE CIVICA

Come si fa a creare una associazione

non profit?

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3.4 La politica economica 3.5 Il sistema liberista PLUS

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Ragioni storiche dell’intervento dello Stato

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La rivoluzione Thatcher: da Keynes al mercato libero

123 124 126 127 127 128

Il settore “non profit”

128 129

ECONOMIA E REALTÀ

...........................................................................................................................................................................

3.6 Il sistema collettivista

...............................................................................................................................................................................................

3.7 Il sistema di economia mista

Cuba: l’esperimento collettivista

ECONOMIA E REALTÀ

I Paesi scandinavi: un sistema di successo

SINTESI

8

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ECONOMIA E REALTÀ

...............................................................

............................

130 132 134

136

Il pensiero sociale cristiano Il golden power dopo la pandemia

138

Ascolta e ripassa

135

MAPPA DA COMPLETARE

139

ESERCIZI

140

VERIFICA DI FINE UNITÀ

142

INDICE

Esercizi interattivi


UNITÀ

3

CAPITOLO

Domanda e offerta

................................................................................................................................................................................................................................

1 La sfera della domanda 1.1 I bisogni economici

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Il marketing persuasivo: come trasformare l’ordinario in straordinario, il superfluo in indispensabile

146

Prerequisiti

148

Glossario inglese

148

La legge di Gossen

ECONOMIA E REALTÀ

...............................................

1.2 I beni economici 1.3 Ricchezza, patrimonio e reddito 1.4 L’utilità economica 1.5 L’equilibrio del consumatore mediante la funzione di utilità

..........................................................................................................................................................................................................................

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.........................................................................................................................................................................................................................

ECONOMIA E REALTÀ

Carrello della spesa salato

1.6 La curva di domanda PLUS

...........................................................................................

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Eccezioni alla legge della domanda

1.7 L’elasticita della domanda

150 152 154

Videolezione

156

L’equilibrio del consumatore mediante le curve di indifferenza Le curve di indifferenza

Nuovi stili di acquisto:

EDUCAZIONE CIVICA E ORIENTAMENTO

il consumo critico

.. . . . . . . . . . . . . .

149

.................................................................................................................

............................................................................................................................................................................

ECONOMIA E REALTÀ Cioccolata meno amara con il consumatore “razionalmente solidale“

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158 159 160

Videolezione

161 162 164

ECONOMIA E ORIENTAMENTO

Intelligenza artificiale e data center: domanda di energia alle stelle 166 ........

CAPITOLO

SINTESI

168

MAPPA DA COMPLETARE

169

ESERCIZI

170

Esercizi interattivi

172

Glossario inglese

2 La sfera dell’offerta 2.1 I fattori produttivi PLUS

.................................................................................................................................................................................

.................................................................................................................................................................................................................

Il ruolo del profitto

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2.2 La funzione di produzione PLUS

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Le economie di scala nell’industria

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2.3 Prodotto medio e prodotto marginale 2.4 L’equilibrio dell’imprenditore

....................................................................................................................

.............................................................................................................................................................

ECONOMIA E REALTÀ

Le fabbriche intelligenti

2.5 Il costo di produzione 2.6 La curva di offerta 2.7 L’equilibrio costi-ricavi 2.8 Il progresso tecnico

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EDUCAZIONE CIVICA E ORIENTAMENTO

human relations movement

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.........................................................................................................................................

Il costo del lavoro per unità di prodotto

SINTESI

172 175 176 177

Videolezione

178

Videolezione

178 179 180

Videolezione

182

Videolezione

184

Videolezione

186

Nuovi stili di produzione:

................................................................................................................................................................................

2.9 La produttività dell’impresa 2.10 Incentivi per giovani imprenditori PLUS

Ascolta e ripassa

........................................................................................

186 187 188 189 190

MAPPA DA COMPLETARE

191

ESERCIZI

192

VERIFICA DI FINE UNITÀ

194

Ascolta e ripassa

Esercizi interattivi

9


UNITÀ

4

CAPITOLO

Il mercato e le sue forme

..........................................................................................................................................................................

1 Il mercato, luogo dello scambio 1.1 Definizione di mercato

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1.2 Come si forma il prezzo di equilibrio

..............................................................................................................................

1.3 Spostamenti delle posizioni di equilibrio 1.4 Classificazione del mercato 1.5 Vari tipi di mercato PLUS

CAPITOLO

..........................................................................................

........................................................................................................

......................................................................................................................................................................

.............................................................................................................................................................................................................

Prezzi e valore dei beni: le forbici di Marshall

.................................................................

Prerequisiti

200

Glossario inglese

200 202

Videolezione

204

Videolezione

206 206 207

Sraffa e le nuove forme di mercato

SINTESI

208

MAPPA DA COMPLETARE

209

ESERCIZI

210

Esercizi interattivi

212

Glossario inglese

212

Le barriere all’entrata

214

Videolezione

2 Le forme di mercato

...........................................................................................................................................................................

2.1 Caratteri della concorrenza perfetta

.............................................................................................................................

2.2 Equilibrio dell’impresa in regime di concorrenza perfetta PLUS

La mano invisibile del mercato secondo Adam Smith

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2.3 Vantaggi e svantaggi della concorrenza perfetta

.......................................................................

PLUS

Il mercato contendibile

2.4 Il monopolio

....................................................................................................................................................................

..........................................................................................................................................................................................................................................

2.5 La formazione del prezzo nel monopolio 2.6 La discriminazione dei prezzi nel monopolio

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ECONOMIA E REALTÀ

Le leggi antimonopolio

.......................................................................................

........................................................................................................

Monopolio dell’IA: interviene l’Antitrust USA

2.7 Il monopsonio e il monopolio bilaterale 2.8 L’oligopolio

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Un mercato particolare

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ECONOMIA E REALTÀ L’industria automobilistica: un classico oligopolio

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2.9 Il duopolio PLUS

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Come la teoria dei giochi spiega l’oligopolio

EDUCAZIONE CIVICA E ORIENTAMENTO

2.10 La concorrenza monopolistica ECONOMIA E REALTÀ

Norme antitrust

Un’Autorità garante

SINTESI

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Il Giurì della pubblicità

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2.11 La concentrazione del mercato PLUS

215 216 217 218 220 222 224

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.....................................................................................................................................................

..................................................................................................................................................................................

226 226

La tutela della concorrenza e del mercato

Sfruttamento del lavoro nell’Ottocento

227 228 230 231 233 234 235 236 237 238

MAPPA DA COMPLETARE

239

ESERCIZI

240

VERIFICA DI FINE UNITÀ

242

INDICE

Cournot, lo studioso del monopolio

224

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PLUS

Ascolta e ripassa

Videolezione

ECONOMIA E ORIENTAMENTO

10

198

Ascolta e ripassa

Esercizi interattivi


UNITÀ

5

CAPITOLO

Reddito nazionale ed equilibrio

......................................................................................................................................................................................

1 La distribuzione del reddito 1.1 Teorie alternative sulla distribuzione PLUS

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..........................................................................................................................

Due teorie sulla distribuzione del reddito

1.2 Il salario 1.3 Il mercato del lavoro 1.4 Il profitto

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.................................................................................................................................................................................................................................................................

.......................................................................................................................................................................................................

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PLUS

Il salario minimo

1.5 L’interesse PLUS

.. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

......................................................................................................................................................................................................................................................

Il potere senza proprietà

1.6 La rendita 1.7 La distribuzione personale

..........................................................................................................................................................

........................................................................................................................................................................................................................................................

PLUS

..........................................................................................................................................................................

La rendita secondo Ricardo

1.8 La distribuzione territoriale 1.9 La distribuzione settoriale

..............................................................................................................................................

.. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

...........................................................................................................................................................................

246

Prerequisiti

248

Glossario inglese

248 249 250 250 252 253 254 255 256 258 259 260 260

ECONOMIA E REALTÀ

Distribuzione e redistribuzione del reddito in Italia

..................................................................

SINTESI

CAPITOLO

261 262

Come migliorò la condizione operaia La teoria malthusiana della popolazione Karl Marx, critico della società borghese La teoria classica e la teoria keynesiana dell’interesse Il livello del tasso di interesse Aumenta la distanza tra ricchi e poveri “Capitale e disuguaglianza” Povertà assoluta e povertà relativa Videolezione

Ascolta e ripassa

MAPPA DA COMPLETARE

263

ESERCIZI

264

Esercizi interattivi

266

Glossario inglese

2 Il reddito nazionale e la contabilità economica

.............................................................................................................................................................................................................................................

2.1 La contabilità economica nazionale ECONOMIA E REALTÀ

................................................................................................................................

Le rilevazioni dell’Istat

2.2 Il prodotto nazionale

..........................................................................................................

....................................................................................................................................................................................................

266 267 268

ECONOMIA E REALTÀ

Il mondo dell’economia non osservata

EDUCAZIONE CIVICA

Più tempo, meno ricchezza

EDUCAZIONE CIVICA

Il PIL è un buon indice dello sviluppo economico? 273

.. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

.......................................................................................

.............................................................................................................................................................................................................

EDUCAZIONE CIVICA E ORIENTAMENTO

oltre il PIL: l’indice BES

274

Il Prodotto nazionale non è tutto. Il discorso sul PNL di Robert Kennedy Il tempo? Ha più valore del PIL

Misurare il benessere

................................................................................................................................................................................................

Livello del reddito e qualità della vita

2.4 Il Bilancio economico nazionale EDUCAZIONE CIVICA

271

.

2.3 Il reddito nazionale

ECONOMIA E REALTÀ

269

.........................................

..................................................................................................................................................

La contabilità ambientale

.. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

275 277 278 279

Il Bilancio economico nazionale

ECONOMIA E ORIENTAMENTO L’impatto dell’IA su produttività e PIL: 280 un futuro di benessere o nuove disparità? .. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

SINTESI

282

MAPPA DA COMPLETARE

283

ESERCIZI

284

Ascolta e ripassa

Esercizi interattivi

11


CAPITOLO

3 L’equilibrio del sistema economico e l’intervento dello Stato

........................................................................................................................................

3.1 Il reddito nel periodo breve e nel periodo lungo

.. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Quando il prodotto effettivo è uguale al prodotto potenziale?

286

Glossario inglese

286

PLUS

.. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

3.2 La teoria neoclassica del reddito e dell’occupazione 3.3 La teoria keynesiana per l’occupazione ECONOMIA E REALTÀ

Valley Authority

.....................................................

.. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

3.4 ll principio del moltiplicatore

..............................................................................................................................................................

3.5 La politica keynesiana a sostegno della domanda 3.6 La teoria keynesiana del consumo

................................................................

.. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

3.7 La teoria keynesiana del risparmio

......................................................................................................................................

3.8 La teoria keynesiana degli investimenti 3.9 L’intervento dello Stato nell’economia

...............................................................................................................

...................................................................................................................

EDUCAZIONE CIVICA E ORIENTAMENTO L’impatto dei fattori ESG sugli investimenti: Social Bond e Green Bond

................................................................................................

ECONOMIA E REALTÀ

Whatever it takes

ECONOMIA E REALTÀ

La politica dei redditi e l’Accordo del 1993

3.10 Pro e contro l’intervento pubblico Il Welfare State

.. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

.. . . . . . . . . . . . . . . .

........................................................................................................................................

............................................................................................................................................

SINTESI

UNITÀ

6

CAPITOLO

288 290

Videolezione

Il New Deal e la Tennessee

.............................................................................................................................................................................................................................

ECONOMIA E REALTÀ

287

291 294 296 298 298 300 300 301

Videolezione

303 303 304 305

MAPPA DA COMPLETARE

307

ESERCIZI

308

VERIFICA DI FINE UNITÀ

310

.............................................................................................................................................................................................................

1 La moneta e la politica monetaria 1.1 Origini e funzioni della moneta 1.2 Vari tipi di moneta

...........................................................................

.....................................................................................................................................................

................................................................................................................................................................................................................

Gli sviluppi post‑keynesiani della teoria del consumo Gli investimenti nel capitale umano L’equilibrio del reddito nazionale

306

La moneta e il credito

Videolezione

Il debito pubblico in Italia

Ascolta e ripassa

Esercizi interattivi

314

Prerequisiti

316

Glossario inglese

316

Breve storia della moneta

318

ECONOMIA E REALTÀ

Vado in banca? No, uso lo smartphone: il mobile banking EDUCAZIONE CIVICA E ORIENTAMENTO

digitali: le truffe online ECONOMIA E REALTÀ

..................................................

.................................................................................................................................................................................................................

PLUS

.. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Che cosa sono i bitcoin?

.. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

1.5 La teoria quantitativa della moneta 1.6 Il mercato dei capitali

.. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

.. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

12

INDICE

319

Le insidie dei pagamenti

.................................................................................................................................................................................................

Quanto ci costa l’uso del contante?

1.3 I sistemi monetari 1.4 Il valore della moneta

.. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

320 321 322 322

Sistemi monetari nella storia

323 324 324

L’equazione di Cambridge


1.7 La domanda di moneta ECONOMIA E REALTÀ

.........................................................................................................................................................................................

Preferenza per la liquidità

1.8 L’offerta di moneta 1.9 L’equilibrio del mercato monetario

...........................................................................................

..............................................................................................................................................................................................................

327 328 332

L’analisi di Keynes: critica alla teoria quantitativa della moneta Gli aggregati monetari

334

La domanda di moneta secondo Keynes La disputa monetaristineokeynesiani

335

La controversia sulla politica monetaria

SINTESI

338

Ascolta e ripassa

MAPPA DA COMPLETARE

339

ESERCIZI

340

Esercizi interattivi

342

Glossario inglese

PLUS

Il sentiero verso l’equilibrio: variazione dei tassi di interesse

1.10 La politica monetaria ECONOMIA E REALTÀ

contro la crisi

CAPITOLO

.. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

326

.. . . . . .

...................................................................................................................................................................................................

Il quantitative easing, una ricetta

.. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

2 Il mercato dei capitali e la Borsa 2.1 Mercato monetario e mercato finanziario 2.2 La Banca d’Italia

.........................................................................................

....................................................................................................

............................................................................................................................................................................................................................

PLUS

Il Sistema della Riserva Federale (FED) in USA

PLUS

Il Sistema europeo delle banche centrali (SEBC)

.. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

.. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

2.3 Il sistema bancario italiano

.........................................................................................................................................................................

ECONOMIA E REALTÀ

L’E-banking

ECONOMIA E REALTÀ

Il rafforzamento patrimoniale delle banche

EDUCAZIONE CIVICA

Il credito al consumo

ECONOMIA E REALTÀ

Dal portafoglio al sistema economico

.. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

2.4 Le banche etiche e il microcredito

................

...................................................................................................................

..........................................

.......................................................................................................................................

EDUCAZIONE CIVICA E ORIENTAMENTO L’intermediazione finanziaria moralmente sostenibile: la banca etica

.. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

2.5 Il mercato finanziario

....................................................................................................................................................................................................

ECONOMIA E REALTÀ

333

Come opera il mercato finanziario

.. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

2.6 La Borsa valori

.....................................................................................................................................................................................................................................

342 344 345 347 348 349 350

351 352 353 354

356

2.8 La Borsa barometro dell’economia

358

EDUCAZIONE CIVICA

La finanza sostenibile

EDUCAZIONE CIVICA

Necessità di un’educazione finanziaria

ECONOMIA E ORIENTAMENTO

.. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

L’IA entra in banca

.. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

..................................................................................

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In Borsa con Internet

.. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

2.10 Il controllo sul mercato mobiliare: la Consob

.......................................................................................

ECONOMIA E REALTÀ

Gli hedge fund

ECONOMIA E REALTÀ

Le blue chips

SINTESI

359 360

Le Zero coupon, le irredimibili, le subordinate… e tutte le altre Gli indici di Borsa Che cos’è l’insider trading

361

2.9 Gli operatori di Borsa ECONOMIA E REALTÀ

Il mercato mobiliare

355

356

......................................................................................................................................

Il CICR La riforma bancaria del 1993 Gli accordi di Basilea

351

2.7 Gli strumenti finanziari trattati in Borsa

.............................................................................................................

Le funzioni della Banca d’Italia

.. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

.....................................................................................................................................................

362

La riforma della Borsa

363 364 364 365 366

MAPPA DA COMPLETARE

367

ESERCIZI

368

VERIFICA DI FINE UNITÀ

370

Ascolta e ripassa

Esercizi interattivi

13


UNITÀ

7

CAPITOLO

La dinamica del sistema economico 1 Il ciclo economico

............................................................................................................................................................................................

1.1 Definizione di ciclo economico PLUS

La Grande carestia

.......................................................................................................................................................

.. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

1.2 Le fasi del ciclo economico PLUS

..........................................................................................................................................................................

Può ripetersi il giovedì nero?

ECONOMIA E REALTÀ

Paura e panico

PLUS

Le teorie del ciclo economico

CAPITOLO

......................................................................................................................................

.....................................................................................................................................................................................................

Gli indici di fiducia

.. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

376

Glossario inglese

376 377 378 379 381 383 384 386 387

Le previsioni congiunturali

390

MAPPA DA COMPLETARE

391

ESERCIZI

392

Esercizi interattivi

394

Glossario inglese

2 L’inflazione

.........................................................................................................................................................................................................................................

ECONOMIA E REALTÀ

.....................................................................................................................................................................................

Drammaticamente vero

2.2 La misura dell’inflazione 2.3 L’inflazione in Italia 2.4 Le cause dell’inflazione 2.5 Gli effetti dell’inflazione

.. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

.....................................................................................................................................................................................

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ECONOMIA E REALTÀ

L’inflazione: un’ingiustizia silenziosa

ECONOMIA E REALTÀ

Indicizzazione e aspettative

ECONOMIA E REALTÀ

La stagflazione

2.6 Le politiche antinflazionistiche 2.7 La politica dei redditi

.. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

....................................................................................

.............................................................................................................................................

....................................................................................................................................................

...................................................................................................................................................................................................

ECONOMIA E REALTÀ

Inflazione e politica dei redditi: chi paga di più

EDUCAZIONE CIVICA E ORIENTAMENTO

contro i rischi inflazionistici

.......

Ascolta e ripassa

394 395 396 396 398 402 403 405 406 408 410

L’inflazione nel passato L’iperinflazione tedesca del 1923 Come si calcola la perdita di valore della moneta Inflazione e disoccupazione La rincorsa dei salari Il risparmio delle famiglie italiane in tempi di inflazione

410

I nuovi beni rifugio

.. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

411

SINTESI

412

MAPPA DA COMPLETARE

413

ESERCIZI

414

Esercizi interattivi

416

Glossario inglese

3 Il mercato del lavoro 3.1 Il mercato del lavoro PLUS

........................................................................................................................................................................

.......................................................................................................................................................................................................

La legge di Okun

ECONOMIA E REALTÀ

.............................................................................................................................................................................................

Il gender gap retributivo

3.2 La misura della disoccupazione 3.3 La disoccupazione in Italia 14

Prerequisiti

SINTESI

2.1 Definizione di inflazione

CAPITOLO

374

I cigni neri nell’economia

.. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

1.3 La politica anticiclica PLUS

........................................................................................................................................

.. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

EDUCAZIONE CIVICA E ORIENTAMENTO

di ieri e di oggi

...........................................................................

INDICE

..................................................................................................

....................................................................................................................................................

.. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

416 418 419 420 420

Ascolta e ripassa


3.4 Disoccupazione e tecnologia PLUS PLUS

................................................................................................................................................................

La nuova era si chiama istruzione Le teorie sulla disoccupazione

.......................................................................................................................

.. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

3.5 Le cause della disoccupazione

..........................................................................................................................................................

3.6 I rimedi contro la disoccupazione 3.7 Giovani e lavoro: l’orientamento

.. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

................................................................................................................................................

PLUS

L’indice di miseria

PLUS

Una ricetta contro la disoccupazione Giovani imprenditori

ECONOMIA E REALTÀ PLUS

......................................................................................................

.. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Una scuola migliore aumenta il PIL

................................................................................................................

Smart working, un nuovo modo di lavorare

ECONOMIA E REALTÀ PLUS

.. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Orientamento. Mettiti alla prova: quanto sei soft?

.................

...........................................

ECONOMIA E ORIENTAMENTO

Il dibattito sull’impatto dell’IA sul lavoro

UNITÀ

8

CAPITOLO

....................................................................................................................

422 423 424 424 426 427 427 429

Una garanzia per i giovani Il programma Garanzia Giovani (Youth Guarantee) I PCTO

429 431 432

433

SINTESI

434

MAPPA DA COMPLETARE

435

ESERCIZI

436

VERIFICA DI FINE UNITÀ

438

L’operatore resto del mondo

Il luddismo

423

.............................................................................................................................................

Ascolta e ripassa

Esercizi interattivi

442

Prerequisiti

444

Glossario inglese

1 Commercio internazionale e bilancia dei pagamenti

....................................................................................................................................................................................................................

1.1 La distribuzione internazionale delle risorse PLUS

L’autarchia

........................................................................................................................................................................................................................

1.2 La teoria dei vantaggi comparati PLUS

.. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Sviluppo del commercio internazionale

1.3 Critiche alla formulazione ricardiana PLUS

........................................................................................

.. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

............................................................................................................................

La teoria ricardiana spiegata da un Nobel

.................................................................................

1.4 Commercio internazionale e sviluppo economico PLUS

.. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

La moderna teoria del commercio internazionale Come si “rivitalizza” un prodotto maturo

...............................................

ECONOMIA E REALTÀ

1.5 Libero scambio e protezionismo

..........................

...............................................................................................................................................

Troppo poco, troppo tardi: il debito dei paesi poveri

444 444 446 447 448 450 451

.......................................................................................................................................................................................

.. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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EDUCAZIONE CIVICA E ORIENTAMENTO

1.9 La bilancia dei pagamenti

452 453 454 456 458

Made in Italy & Italian sounding 459 .

...............................................................................................................................................................................

Libero commercio, salute dell’economia

451

EDUCAZIONE CIVICA

1.6 Gli strumenti del protezionismo 1.7 La cooperazione commerciale internazionale 1.8 L’import-export italiano

Teorie post Ricardo

449

I dazi sulle piastrelle non sono protezionismo Dal protezionismo al libero scambio La World Trade Organization (WTO) Il commercio è la linfa dell’economia mondiale

460

PLUS

La battaglia culturale della bilancia dei pagamenti: té vs caffé 463

SINTESI

466

MAPPA DA COMPLETARE

467

ESERCIZI

468

.

Ascolta e ripassa

Esercizi interattivi

15


CAPITOLO

2 Il sistema monetario internazionale 2.1 Il mercato valutario e il cambio PLUS

Gli effetti della svalutazione sulla bilancia commerciale

2.2 I diversi regimi di cambio e i sistemi monetari PLUS

.. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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Il sistema di Bretton Woods

......................

.................................................................................

..............................................................................................................................................

2.3 I “fondamentali” del cambio 2.4 I movimenti internazionali dei capitali 2.5 Il Fondo Monetario Internazionale

..................................................................................................................................................................

....................................................................................................................

.....................................................................................................................................

PLUS

I diversi sistemi monetari nella storia

2.6 La Banca Mondiale PLUS

.. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Gli strumenti finanziari del FMI

ECONOMIA E REALTÀ

...............................................................................................................................

Gli interventi della Banca Mondiale

2.7 Il sistema monetario attuale ECONOMIA E REALTÀ

......................................................................................................

.......................................................

................................................................................................................................................................

Una sola moneta per il mondo

.........................................................................

SINTESI

CAPITOLO

470 473 474 475 476 480 480 481

La teoria della parità del potere d’acquisto Il Fondo Monetario Internazionale (FMI)

483 483 484 485 Ascolta e ripassa

MAPPA DA COMPLETARE

487

ESERCIZI

488

Esercizi interattivi

490

Glossario inglese

490

Le istituzioni comunitarie

3 L’UE e le altre organizzazioni internazionali

.. . . . . . . . . .

..................................................................................................................................................................................................

Il discorso di Robert Schumann che diede inizio al lungo processo di unificazione europea PLUS

.. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

3.2 L’Unione economica e monetaria

............................................................................................................................................

PLUS Composizione e competenze degli organi dell’Unione europea

.. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

3.3 L’euro, moneta unica europeaa PLUS

......................................................................................................................................................

Euro, la moneta per l’Europa

EDUCAZIONE CIVICA E ORIENTAMENTO

della dedollarizzazione

.. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

491 492 493 494

..................................................................................................................

I tassi dell’euromercato

495 497 498

ECONOMIA E REALTÀ

Next Generation EU e Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza PLUS

A Maastricht è nata l’unione politica dell’Europa

Euro vs dollaro: il fenomeno

...............................................................................................................................................................................................

3.4 La politica sociale dell’Unione europea

Le altre organizzazioni economiche internazionali

......................

............................................

ECONOMIA E ORIENTAMENTO

Il mondo dell’Intelligenza artificiale e la sfida europea

.. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

499

Le politiche e gli interventi dell’UE L’OCSE

500

501

SINTESI

502

MAPPA DA COMPLETARE

503

ESERCIZI

504

Esercizi interattivi

506

Glossario inglese

506

I modelli di sviluppo secondo Rostow, Lewis e Kindleberg

4 Sviluppo e sottosviluppo

........................................................................................................................................

4.1 Perché è importante lo sviluppo economico? PLUS

....................................................................................

L’influenza dei fattori non economici nello sviluppo

4.2 Gli inconvenienti dello sviluppo

.. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

...................................................................................................................................................

EDUCAZIONE CIVICA I costi nascosti degli allevamenti intensivi: un peso sull’economia

.. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

16

Dalla scarsità all’eccesso di dollari in Europa

482

486

3.1 La Comunità europea

CAPITOLO

Glossario inglese

470

INDICE

509 510 513

Ascolta e ripassa


4.3 Il sottosviluppo: caratteri e cause

Solo i ricchi bevono champagne

ECONOMIA E REALTÀ

Fame, un popolo di un miliardo di persone

PLUS

“Cose dell’Altro Mondo”

ECONOMIA E REALTÀ

515

....................................................................

517

.. . . . . . . . . . . . . . . . .

518

.. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Il debito dei Paesi poveri

4.4 Come uscire dal sottosviluppo? 4.5 I NIC e i BRICS

514

.. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

EDUCAZIONE CIVICA

519

.. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

520

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520

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PLUS Come uscire dalla spirale del sottosviluppo: due teorie a confronto

521

..................................................................................................................................................................................................

4.6 Gli aiuti ai Paesi poveri PLUS

Deterioramento delle ragioni di scambio

4.7 La globalizzazione PLUS

SINTESI

528

MAPPA DA COMPLETARE

529

ESERCIZI

530

VERIFICA DI FINE UNITÀ

532

1 Production

...................................................................................................................................................................................

.. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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...................................................................................................................................................................................................................................................

2 Economic systems and private sector 1. Types of economic systems 2. Private sector

..............................................

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UNIT

3 Banking and finance 1. Banking systems 2. Banking services 3. Payment methods

.........................................................................................................................................................................

.. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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UNIT

526

..............................................................................................

1. Factors of production 2. Sectors of production 3. Commerce 4. Trade 5. Industry 4.0

UNIT

525

............................................................

La globalizzazione e il suo impatto sull’ambiente 527

CLIL UNITS UNIT

524

.. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

4.8 La globalizzazione e i Paesi sottosviluppati

La crisi economica ha rallentato gli aiuti

523

....................................................................................

Effetti positivi e negativi della globalizzazione

ECONOMIA E REALTÀ

522

.. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Perché il reddito USA è più alto di quello europeo? I Millennium Goals

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4 The European Union

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1. Key events in the history of the EU 2. EU institution 3. Issues facing the EU 4. The EU and young people

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Indice dei lemmi • italiano 572 – Indice dei lemmi • inglese 574

536

Ascolta e ripassa

Esercizi interattivi

English listening

538 538

Digital tests

539

Digital tests

540

Digital tests

541

Digital tests

544 546 546

Digital tests

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Digital tests

564 564

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566 568 570

L’economia dell’Italia unita

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UNITÀ

1

Come funziona il sistema economico Che cosa studierai in questa Unità Questa unità è dedicata all’esame dei principi fondamentali dell’economia: • l’economia politica come scienza sociale

Quali abilità acquisirai Saprai: • inquadrare l’economia politica all’interno

• le modalità e i diversi metodi per giungere

• costruire e interpretare modelli economici • spiegare il funzionamento del sistema

e sue distinzioni

alla scoperta delle leggi economiche

• i soggetti, le attività e le relazioni

all’interno del sistema economico

• le domande fondamentali dell’economia • l’evoluzione storica dell’economia

e gli sviluppi del pensiero economico

Prerequisiti

delle scienze sociali e riconoscere le sue ripartizioni

economico

• riconoscere il ruolo dei diversi operatori economici

• collegare il pensiero degli economisti ai diversi contesti storici

Capitoli 1 L’oggetto dell’economia politica 2 Il funzionamento del sistema economico 3 Le scuole economiche

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Per cominciare L’economista ideale

Leggiamo alcune affermazioni di grandi economisti sulle qualità che deve possedere un buon economista: un insieme di caratteristiche diverse e, a volte, contrastanti che mostrano la complessità di questa disciplina. “Non è un buon economista chi sia niente altro che questo”. John Stuart Mill, in Principi di economia politica, 1845.

“Che cosa è un economista in mezzo al mondo di oggi, se non un ragionatore fra pazzi?” Giuseppe Prezzolini, dedicato a Luigi Einaudi, 1922.

“Il buon economista deve essere un matematico, uno storico, un uomo di Stato, un filosofo, in qualche maniera. Deve comprendere i simboli e parlare in parole. Egli deve contemplare il particolare in termini del generale, e trattare l’astratto e il concreto nello stesso giro di pensiero. Deve studiare il presente alla luce del passato, per riuscire a costruire il futuro. Nessuna parte della natura dell’uomo o delle sue istituzioni deve restare totalmente fuori dal suo sguardo. Deve essere propositivo e disinteressato allo stesso tempo: solitario e incorruttibile come un artista, ma talvolta così vicino alla terra come un politico”. John M. Keynes, dedicato ad Alfred Marshall, in The Economic Journal, 1924.

“… e vorrei che anche gli economisti, insieme ai libri di teoria, scrivessero storie di fatti e di dottrine e non dimenticassero, nelle ore di ozio, i piccoli fatti utili, talvolta più delle grosse statistiche di massa, ad illuminare la storia economica”. Luigi Einaudi in una lettera di auguri a Benedetto Croce, 1951.

“Il microbiologo studia i microbi, ma egli non è un microbo, l’economista studia la vita economica delle società, ed egli stesso è un membro di una di queste società”. Paolo Sylos Labini, Saggio sulle classi sociali, 1979.

RISPONDI 1. Quali sono le qualità che deve possedere un buon economista? 2. Sai spiegare la prima affermazione? 3. Secondo te, chi sono i pazzi a cui si riferisce la seconda frase?

RIFLETTI 1. Le caratteristiche che John M. Keynes cerca nel buon economista ti sembrano

contradditorie se sono presenti in una stessa persona? Motiva la tua risposta anche portando degli esempi concreti. 2. Sylos Labini mette in luce una profonda differenza tra il microbiologo e l’economista. Quale? A tuo avviso, in quale modo l’economista potrebbe essere influenzato nelle sue osservazioni dal fatto di appartenere alla società che è oggetto delle sue analisi?

In questa Unità acquisirai gli strumenti per interpretare queste e altre situazioni.

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1

CAPITOLO

L’oggetto dell’economia politica In questo primo capitolo vengono introdotti i fondamenti dell’economia, partendo da una sua definizione capace di orientarci nel cammino che doContenuti vremo percorrere insieme. Ci soffermiamo poi sulle classificazioni che si digitali del capitolo possono fare all’interno dell’economia e sul metodo d’indagine di questa e glossario disciplina, basato essenzialmente su modelli. Infine si analizzano i rapinglese. porti tra economia ed etica, la cui conoscenza è fondamentale per capire i problemi della nostra società, e i rapporti tra economia e attualità, per le conseguenze economiche provocate dai conflitti sulla vita quotidiana di ciascuno proprio nel momento in cui il mondo si stava riprendendo dalla crisi provocata dall’epidemia Covid.

1 . 1 Che cosa studia l’economia politica? Per dare una risposta a questa domanda, riflettiamo sul fatto che al centro delle attività quotidiane dell’uomo c’è la necessità di conseguire il proprio benessere con i mezzi di cui egli dispone, colmando bisogni e risolvendo stati di insoddisfazione. A fronte di bisogni  umani numerosi, spesso risorgenti  e suscettibili di svilupparsi all’infinito, le risorse sono, però, limitate o comunque disponibili in misura inferiore a quella necessaria a soddisfarli. Questo dato di fatto impone delle scelte su quali bisogni soddisfare e su quali mezzi utilizzare tra le diverse possibilità di impieghi alternativi delle risorse (vedi più avanti costo-opportunità). PER ESEMPIO 1  Possiamo quindi dare una prima risposta alla domanda iniziale. Economia politica Economics

L’economia politica studia l’attività degli uomini rivolta all’impiego razionale di risorse scarse per il soddisfacimento di bisogni numerosi e risorgenti.

Il principio di razionalità Appunto perché le risorse disponibili per il soddisfacimento dei bisogni sono limitate, i soggetti economici devono, nel loro comportamento quotidiano, rispettare il principio di razionalità, che consiste nell’adottare un comportamento ottimizzante, cioè nell’assegnare le scarse risorse disponibili al soddisfacimento dei bisogni, in modo da conseguire il massimo risultato con il minimo sforzo. A seconda delle situazioni in cui si trova un soggetto, il principio di razionalità può così esprimersi: • principio del massimo risultato: se un soggetto ha a disposizione una certa quantità di risorse e deve soddisfare determinati bisogni, le risorse devono essere usate in modo da massimizzare la sua soddisfazione. PER ESEMPIO 2  • principio del minimo mezzo: se un soggetto ha determinati bisogni da soddisfare e dispone di una certa quantità di risorse, queste ultime devono essere utilizzate nella minore quantità possibile. PER ESEMPIO 3 

Perché studiare economia politica? L’economia politica permette di comprendere le cause di fenomeni economici come le crisi finanziarie, la disoccupazione, l’inflazione e la crescita economica. Ci aiuta a capire come funziona il sistema economico, come vengono prodotti i beni e i servizi, quali fattori influenzano i prezzi e l’occupazione. Fornisce inoltre gli strumenti per prendere decisioni più consapevoli nella nostra vita quotidiana, nelle scelte di consumo, di investimento e, in un futuro non lontano, di orientamento rispetto agli studi e al lavoro da intraprendere.

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U1 Come funziona il sistema economico . C1 L’oggetto dell’economia politica


PER ESEMPIO

 Gli orientamenti più recenti dell’economia politica studiano anche le modalità di sviluppo sostenibile.

1 Impieghi alternativi delle risorse

LESSICO

Se una persona ha contemporaneamente sia fame che sete e possiede 2 euro solamente, può decidere se: 1. soddisfare il suo bisogno di mangiare comprando un panino al prezzo di 2 euro e rimandare il suo bisogno di bere; 2. soddisfare il suo bisogno di bere comprando una bibita al prezzo di 2 euro e rimandare il suo bisogno di mangiare; 3. utilizzare 1 euro per una pizzetta e 1 euro per una bottiglia di acqua soddisfando entrambi i bisogni, ma in modo diverso da come avrebbe preferito.

 Bisogni risorgenti

Nei primi due casi il soggetto ha effettuato una scelta tra bisogni da soddisfare, nel terzo sui diversi impieghi delle risorse possedute.

2 Il massimo risultato

3 I l minimo mezzo

Se una persona dispone di 100 euro e ha bisogno di sfamarsi e di vestirsi, dovrà destinare le sue risorse in modo tale da soddisfare entrambe le necessità, per cui acquisterà capi di abbigliamento del costo di soli 80 euro così da destinare la rimanenza all’acquisto del cibo.

Se un ragazzo vuole acquistare un nuovo amplificatore e dispone in totale di 500 euro, sceglierà il modello che soddisfi le sue esigenze al minor prezzo possibile, in modo da mantenere le risorse per acquistare benzina per la moto, andare al cinema e per le altre sue esigenze quotidiane.

Sono quei bisogni che, dopo essere stati soddisfatti, tornano a manifestarsi a una distanza di tempo più o meno breve. Tipici sono la fame e la sete, che una volta saziate si ripresentano con le stesse modalità.

FACCIAMO IL PUNTO Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

1. Qual è l’oggetto di studio dell’economia politica? 2. Quale limite trova il consumatore quando desidera soddisfare i suoi bisogni? 3. Che cos’è il principio di razionalità? 4. Come si esprime nella pratica questo principio?

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Lo schema qui a fianco presenta l’economia come scienza delle scelte razionali fra usi alternativi delle risorse disponibili. MAPPA  L’economia, dunque, è una scienza. Approfondiamo ora questo aspetto.

Scienze naturali e scienze sociali A seconda del loro oggetto di studio, le scienze si distinguono in fisiche o naturali (chimica, fisica, astronomia ecc.) e sociali o umane (economia, sociologia, psicologia ecc.). Le prime studiano il mondo esterno, mentre le seconde si occupano dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali  di cui fa parte. Per quanto riguarda in particolare le scienze sociali, la realtà è così complessa da impedire alla nostra mente di comprenderla nella sua totalità; da qui l’esigenza di studiare l’attività umana da diverse angolature: ad esempio, il diritto studia l’uomo sotto il profilo dei suoi rapporti con gli altri uomini e delle possibili trasgressioni alle norme che lo Stato gli impone; la psicologia studia come le persone si comportano in risposta agli stimoli derivanti dai meccanismi con cui opera la mente umana; la sociologia studia i fenomeni che riguardano la società nel suo insieme, indagandone le cause e gli effetti in rapporto ai singoli e ai gruppi sociali. Possiamo quindi dire che: L’economia politica è la scienza sociale che studia l’attività dell’uomo rivolta a conseguire le risorse necessarie a soddisfare i suoi bisogni.

La scarsità e la scienza delle scelte La scarsità nasce dallo squilibrio fra le risorse disponibili e i bisogni da soddisfare.

PER ESEMPIO

È la situazione tipica della condizione umana, in cui a fronte di bisogni numerosi e risorgenti, ci si trova nella necessità di ottimizzare l’uso delle limitate risorse disponibili, come illustrato nei due esempi precedenti. L’economia si occupa delle scelte razionali fra impieghi alternativi delle risorse: si spiega così perché l’economia è stata anche definita scienza delle scelte. Soddisfare un bisogno significa rinunciare alla soddisfazione di un altro bisogno, cioè “scegliere” ciò a cui si deve rinunciare per riuscire a realizzare l’obiettivo che ci si è proposti. Anche in presenza di risorse abbondanti, dobbiamo sempre decidere tra più alternative. La stessa limitatezza del tempo disponibile ci impone una scelta fra le diverse attività da svolgere. Essendo le risorse limitate e suscettibili di usi alternativi, ogni decisione tesa a impiegarle per un dato scopo implica la rinuncia a un impiego diverso. L’alternativa alla quale si rinuncia nel momento in cui si fa una certa scelta rappresenta il costo-opportunità sopportato. Il problema riguarda non solo i singoli soggetti, ma anche le imprese e la collettività nel suo insieme. PER ESEMPIO 

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Scelte delle imprese e della collettività Un’impresa, usando le stesse risorse, sceglie se produrre 100 televisori oppure 120 computer: se la scelta ricade sui computer, i 100 televisori sono il costo-opportunità sopportato. Un Comune, impiegando le stesse risorse, sceglie se costruire una scuola o un presidio medico.

U1 Come funziona il sistema economico . C1 L’oggetto dell’economia politica


MAPPA

LESSICO

ECONOMIA: SCIENZA DELLE SCELTE RAZIONALI soddisfare

disponendo di

bisogni (numerosi)

risorse (limitate)

comporta uno squilibrio che porta a compiere

 Formazioni sociali Comunità intermedie fra le persone e lo Stato (come le famiglie, le scuole, le comunità religiose); si sviluppano spontaneamente per raggiungere obiettivi che non possono essere conseguiti da una sola persona.

scelte razionali

E ORIENTAMENTO

EDUCAZIONE CIVICA

alternativa I

alternativa II

alternativa III

Scegliere in economia senza rimanere in trappola: i bias comportamentali

FACCIAMO IL PUNTO

“Abbiamo nella testa un computer straordinariamente potente, non troppo veloce” (Daniel Kahneman)

1. Perché l’economia politica può essere definita come la scienza delle scelte?

I bias (pregiudizi) comportamentali derivano da valutazioni distorte di fatti e avvenimenti che le persone spesso assumono per semplificare il pesante approccio logico-scientifico alle scelte. Esse sono dunque delle “scorciatoie mentali”, che in alcuni casi provocano errori di valutazione. Tale fenomeno può verificarsi anche in ambito economico. Esiste, infatti, una branca degli studi economici, denominata “finanza comportamentale”, che indaga i comportamenti dei mercati finanziari in cui assumono un ruolo chiave nelle decisioni le emozioni, il contesto, le esperienze passate e le convinzioni degli operatori.

Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

2. In che cosa consiste il principio di razionalità? 3. Quale rapporto c’è tra bisogni e risorse?

Alleniamo l’EDUCAZIONE FINANZIARIA

Si formino in classe 3 gruppi: 1) il primo definisca ed esemplifichi in ambito economico-finanziario il bias comportamentale denominato “effetto incorniciamento”; 2) il secondo definisca ed esemplifichi in ambito economico-finanziario il bias comportamentale denominato “effetto ancoraggio”; 3) il terzo definisca ed esemplifichi in ambito economico-finanziario il bias comportamentale denominato “effetto gregge”. Ciascun gruppo presenti mediante idonei strumenti digitali la propria ricerca in classe e al termine delle relazioni, con l’aiuto dell’insegnante di economia politica, si intavoli un confronto sulle modalità attraverso le quali i soggetti economici possono non essere intrappolati da tali fenomeni decisionali distorsivi.

PROFESSIONI E COMPETENZE DEL FUTURO La nostra mente, secondo gli studiosi, non utilizza la statistica in maniera naturale e privilegia invece ragionamenti semplici e deterministici di causa ed effetto che spesso, però, generano errori di valutazione e scelte irrazionali. In un mondo sempre più complesso e articolato diventa fondamentale lo studio della statistica, che sta alla base di alcuni profili professionali molto richiesti nel mercato del lavoro: ad esempio, il data analyst, ossia colui che si occupa di analizzare e gestire i dati al fine di fornire alle imprese o alle Pubbliche amministrazioni informazioni utili per prendere decisioni e definire strategie. Attraverso un confronto in classe e un’opportuna ricerca individua i prerequisiti richiesti per lo svolgimento di tale professione.

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1 . 2 Le parti dell’economia politica All’interno dell’economia politica si possono fare importanti classificazioni.

La distinzione tra microeconomia e macroeconomia Questa distinzione si basa sulla natura dei soggetti studiati. Microeconomia Microeconomics

La microeconomia studia il comportamento di singole unità, cioè di operatori economici. Nel suo campo di indagine rientra, ad esempio, lo studio del comportamento di un singolo consumatore o di un singolo imprenditore.

Macroeconomia Macroeconomics Aggregato economico Economic aggregate

La macroeconomia, invece, si occupa dei grandi aggregati economici, ossia degli insiemi di grandezze omogenee, come il reddito nazionale , i consumi e i risparmi globali; oppure dei gruppi di soggetti che presentano comportamenti economici comuni, come i consumatori, gli imprenditori, i risparmiatori ecc. PER ESEMPIO 1 

Microeconomia e macroeconomia non sono due rami separati dell’economia, ma piuttosto due metodi di analisi che si integrano a vicenda. In particolare, la macroeconomia utilizza i risultati della microeconomia e quindi i due metodi non si contrappongono, ma si compensano e devono essere impiegati contemporaneamente per conoscere meglio i problemi economici. Si passa dalla microeconomia alla macroeconomia aggregando i dati economici, cioè sommando le grandezze individuali ed esaminandole nel loro insieme. I dati aggregati sono importanti per studiare il comportamento di un settore dell’economia o dell’intero sistema economico o i fenomeni che si manifestano in un certo periodo di tempo.

La distinzione tra economia positiva ed economia normativa L’attività rivolta al soddisfacimento dei bisogni può essere studiata sia dal punto di vista del comportamento reale dei diversi soggetti, sia dal punto di vista di come essi dovrebbero comportarsi per raggiungere determinati fini. Economia positiva Positive economics Economia normativa Normative economics

L’economia si distingue quindi in economia positiva (“scienza di quello che è”), che studia la realtà economica così come si presenta, e in economia normativa (“scienza del dover essere”), che indica le norme di condotta che si devono osservare per raggiungere determinati obiettivi. PER ESEMPIO 2 

La parte più importante del ramo normativo dell’economia è costituita dalla politica economica, che studia gli interventi dello Stato nell’economia per il raggiungimento di certi obiettivi di interesse generale. PER ESEMPIO 3 

La distinzione tra economia statica ed economia dinamica Rispetto al fattore tempo, distinguiamo: Economia statica Static economics Economia dinamica Dynamic economics

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l’economia statica, che studia i fenomeni economici nell’ipotesi (irrealistica) che la situazione economica non subisca variazioni nel tempo. Essa fornisce un’immagine della realtà così come si presenta in un certo istante, come fosse rappresentata in una foto; l’economia dinamica, che studia i fenomeni economici nelle loro variazioni nel tempo, come fosse ripresa in un video. PER ESEMPIO 4  U1 Come funziona il sistema economico . C1 L’oggetto dell’economia politica


PER ESEMPIO

1 Microeconomia e macroeconomia

LESSICO

Se si studia come reagisce una singola famiglia all’aumento del prezzo del pane, l’indagine rientra nel campo della microeconomia; se invece si studia la reazione dell’insieme delle famiglie italiane all’aumento dei prezzi dei pasti consumati fuori casa, l’indagine rientra nel campo della macroeconomia.

 Reddito nazionale Valore totale dei beni e servizi finali prodotti in un anno da un certo sistema economico. È un importante indicatore del processo di crescita economica di un determinato Paese.

 Inflazione Aumento generalizzato e continuo del livello dei prezzi, cioè diminuzione prolungata nel tempo del valore o potere di acquisto della moneta.

2 Economia positiva ed economia normativa Se si studia come varia la domanda di benzina all’aumento del prezzo della stessa, l’indagine rientra nel campo dell’economia positiva; se invece si vuole capire come lo Stato deve intervenire per evitare che l’aumento dei prezzi incida eccessivamente sulla spesa delle famiglie più povere, l’indagine rientra nel campo dell’economia normativa.

3 La politica economica

MAPPA

Fra gli obiettivi della politica economica ricordiamo la lotta alla disoccupazione e all’inflazione, la realizzazione dello sviluppo economico, il raggiungimento di una più equa distribuzione del reddito fra tutti i soggetti dell’economia.

FACCIAMO IL PUNTO Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

1. Come possiamo individuare i diversi rami dell’economia sulla base dello scorrere del tempo?

4 Economia statica ed economia dinamica Se si studia come un lavoratore risponde oggi all’offerta di un aumento della paga per ogni ora lavorata in più, l’indagine rientra nel campo dell’economia statica; se invece si studia la reazione dei lavoratori del settore industriale alle variazioni dei salari nell’ultimo decennio, l’indagine rientra nel campo dell’economia dinamica.

2. Quali parti dell’economia studiano i fenomeni basandosi sul numero di soggetti coinvolti? 3. Che cosa studia la politica economica?

ECONOMIA POLITICA in base alla natura microeconomia

macroeconomia

in base al comportamento positiva

studiano comportamenti di singole unità

comportamenti di aggregati economici

normativa studiano

la realtà così com'è

in base al tempo statica

dinamica studiano

la realtà come dovrebbe essere per raggiungere dati obiettivi

una situazione in un dato istante

una situazione nel tempo

secondo la politica economica

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1 . 3 Le leggi dell’economia La ricerca economica porta alla scoperta delle leggi economiche, che esprimono i modi nei quali l’uomo tende a comportarsi nelle diverse situazioni. Alla formulazione di tali leggi si può giungere attraverso due metodi diversi: il metodo deduttivo e il metodo induttivo. Si tratta di due procedimenti, di due cammini diversi che la mente umana segue per giungere a scoprire la verità.

PLUS Possiamo imparare dai nostri errori

Tutte le scienze mirano infatti alla formulazione di leggi scientifiche cioè di affermazioni che enunciano il modo in cui si manifesta un certo fenomeno, chiarendo le cause che lo determinano. La scienza ha infatti lo scopo di spiegare i fatti osservati (fenomeni), utilizzando un metodo di ricerca e formulando le leggi che li governano.

Caratteri delle leggi economiche Come espressione di una scienza sociale e non esatta, le leggi economiche presentano due caratteristiche molto particolari: • si riferiscono a realtà molteplici nelle quali operano variabili difficilmente riducibili alle condizioni semplificate di un esperimento di laboratorio, come avviene per la verifica delle leggi fisiche; • i comportamenti economici dipendono da motivazioni complesse, su cui si fonda l’agire di ciascuno o di un’intera collettività, soltanto in parte prevedibili e quantificabili; • infine, non dimentichiamo, che, nel tempo, le attività economiche tendono a modificarsi, basti pensare all’evoluzione delle tecniche di produzione (ad esempio metodi, materie prime, macchinari) o al mutare dei gusti e dei bisogni dei consumatori. Di conseguenza, le leggi economiche hanno natura probabilistica ed esprimono tendenze che possono anche essere smentite dalla realtà. Per questo motivo, si tende a distinguere le leggi economiche da quelle scientifiche, sebbene in nessun campo delle scienze esistono spiegazioni definitive, perché ogni fenomeno può essere ulteriormente spiegato da una nuova teoria che tenga presenti esperienze o concetti scientifici nuovi. PER ESEMPIO 1 

Le due strade del metodo scientifico: un processo circolare. La relazione tra diversi fenomeni può essere formulata con due metodi differenti. Il metodo deduttivo, che consiste nel partire da affermazioni generali (ipotesi), giungendo alla spiegazione di un fenomeno mediante lo svolgimento di deduzioni logiche successive. PER ESEMPIO 2  Il metodo induttivo, che si basa invece sull’osservazione di numerosi casi particolari e sulla successiva classificazione dei casi uniformi, arrivando per tale via alla formulazione di leggi generali. PER ESEMPIO 3  L’economia politica, come del resto le altre scienze, usa entrambi i metodi: si può anzi dire che la ricerca scientifica consiste in un processo circolare in cui i due procedimenti vengono usati insieme. Ciò perché la conoscenza non si esaurisce nella formulazione di una legge definitiva, ma procede continuamente in base ai nuovi elementi che la realtà offre allo studioso. MAPPA 

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U1 Come funziona il sistema economico . C1 L’oggetto dell’economia politica


PER ESEMPIO

1 Provvisorietà delle leggi scientifiche La fisica offre un esempio tipico della provvisorietà delle leggi scientifiche. Nel corso del XVII secolo le osservazioni di Copernico e di Galileo hanno smentito la teoria tolemaica che riteneva il Sole in movimento attorno alla Terra, e nella metà del XX secolo Einstein ha corretto la stessa teoria copernicana.

2 Il metodo deduttivo 1) Affermazione generale: tutti gli studenti della classe terza frequentano le lezioni di economia politica alle 11:00. 2) Affermazione generale: Benedetta è una studentessa della classe terza. 3) Conclusione: Benedetta frequenta le lezioni di economia politica alle 11:00.

3 Il metodo induttivo

MAPPA

1) Osservazione: ho visto 10 studenti della classe terza entrare in palestra alle 12:00. 2) Osservazione: tutti e 10 gli studenti che ho osservato indossavano la tuta.

3) Conclusione: probabilmente tutti gli studenti della classe terza indossano la tuta durante l’ora di scienze motorie.

dal generale al particolare METODO DEDUTTIVO parte da AFFERMAZIONI GENERALI effettua deduzioni logiche

e arriva ad

e arriva alla spiegazione dei

classifica i casi uniformi FENOMENI parte dai METODO INDUTTIVO dal particolare al generale

FACCIAMO IL PUNTO Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

1. Qual è la caratteristica principale delle leggi economiche rispetto alle leggi fisiche? 2. Che cosa si intende per “processo circolare” riferito all’indagine economica?

27


I modelli economici I fenomeni economici vengono sostanzialmente studiati in tre fasi: • si osservano i comportamenti; • si scelgono il metodo e gli indicatori per misurarli; • si costruisce un modello che possa rappresentare l’andamento del fenomeno. I modelli economici sono rappresentazioni semplificate del comportamento dei vari operatori che aiutano a capire il funzionamento del sistema economico e compiere previsioni economiche corrette, mettendo in relazione due grandezze. Così è possibile, ad esempio, misurare come varia il consumo di cioccolata di un soggetto (prima grandezza) al variare del suo prezzo (seconda grandezza). La semplificazione deriva dal fatto che non si considerano tutte le variabili che agiscono nel sistema economico, ma solo quelle considerate importanti per comprendere il fenomeno esaminato. E infatti, analizzando il comportamento di quel consumatore di cioccolata, non viene presa in considerazione la circostanza che egli non ne è l’unico consumatore − ve ne sono certamente numerosi altri − perché l’esemplificazione che considera un solo soggetto può essere sufficiente a dare un’idea del fenomeno. I modelli si presentano come schemi espressi in forma matematica, solitamente espressi tramite equazioni e possono essere rappresentati graficamente con il sistema degli assi cartesiani. Nelle funzioni sono presenti due variabili: una dipendente che rappresenta il fenomeno che desidero spiegare (nel nostro caso il consumo di cioccolata) e l’altra indipendente che è quella che determina l’andamento della prima (il suo prezzo).

1 . 4 Etica ed economia Fin dal suo apparire come scienza, verso la fine del XVIII secolo, l’economia politica è apparsa strettamente legata all’etica , che si occupa della condotta dell’uomo in rapporto a un ideale di giustizia e di onestà. Fin dal 1890 Alfred Marshall aveva scritto, riassumendo una lunga tradizione scientifica, che «l’economista, al pari di chiunque altro, si deve occupare degli scopi finali dell’uomo».

I giudizi di valore

Giudizio di valore Value judgement

Nel corso degli anni Trenta del secolo scorso un importante economista inglese, Lionel Robbins, sostenne la tesi che economia ed etica vanno tenute distinte: l’economista non deve occuparsi di giudizi morali, ma limitarsi a studiare la realtà nei suoi aspetti oggettivi. Secondo questa posizione i giudizi di valore sono estranei all’economia, che deve studiare come i soggetti impiegano effettivamente i mezzi scarsi al soddisfacimento dei loro bisogni, senza preoccupazioni di ordine morale

La dimensione sociale e politica Oggi si è invece sempre più convinti che l’economista deve essere attento alle dimensioni sociali e politiche dei problemi, non essendo accettabili comportamenti soggettivi tesi esclusivamente alla massimizzazione dell’interesse personale. Gli economisti si rendono conto che l’economia si impoverisce irrimediabilmente se viene distaccata dalle sue radici, costituite dall’uomo e dai suoi bisogni. PER ESEMPIO 1  Nel 2003, l’economista indiano Amartya Kumar Sen (premio Nobel per l’economia nel 1998) sosteneva che dare più attenzione all’etica arricchisce l’economia del benessere; così come lo studio dell’etica può trarre beneficio da un maggiore contatto con l’economia. PER ESEMPIO 2 

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U1 Come funziona il sistema economico . C1 L’oggetto dell’economia politica


PLUS

Le funzioni e gli assi cartesiani

Videolezione

Il piano cartesiano è un sistema di riferimento formato da due rette perpendicolari e orientate che si intersecano tra loro in un punto detto origine e indicato dalla lettera O. La retta orizzontale o asse delle x è chiamata ascissa; a partire dall’origine O, ha un orientamento positivo e rappresenta la variabile indipendente. La retta verticale o asse delle y è chiamata ordinata; a partire dall’origine O, ha un orientamento positivo e rappresenta la variabile dipendente. Per rappresentare graficamente un modello economico: • si parte dalla funzione che esprime il legame tra due variabili y = f (x), y rappresenta la variabile dipendente, x rappresenta la variabile indipendente, ciò significa che, assegnando un valore a x, si può ricavare il corrispondente valore di y applicando la relazione che li lega, ossia: y = f (x) ad esempio y = 2x; • si costruisce una tabella a due colonne cominciando dalla colonna delle x, nella quale vengono riportati i valori che può assumere la variabile indipendente;

x 1 2 3

y

• mediante la funzione, si calcolano i valori della variabile dipendente y e si annotano in corrispondenza del valore della x considerato;

x 1 2 3

y (2x1) 2 (2x2) 4 (2x3) 6

• si riportano i dati sul grafico mediante i seguenti passaggi: • si assegna un’unità di misura per ciascun asse; • si riportano sull’asse delle ascisse i valori della variabile x; • si riportano sull’asse dell’ordinata i corrispondenti valori della variabile y • si segna un punto per ogni coppia di valori x,y; • si uniscono tutti i punti tracciando una retta.

LESSICO  Etica Ramo della filosofia che si occupa dei comportamenti degli uomini, individuando i criteri per distinguere le loro scelte in buone e giuste e in cattive e ingiuste, confrontandole a un modello ideale di comportamento. Si tratta quindi di un insieme di norme che regolano i rapporti umani, giudicando i comportamenti propri e altrui in relazione al bene e al male.

7 6 5 4 3 2 1 0

PER ESEMPIO

FACCIAMO IL PUNTO 1 La dimensione sociale dell’economia Il processo di distribuzione del reddito nazionale fra i soggetti che hanno concorso a produrlo non è solo un fatto tecnico, regolato da principi rigidi, ma vi sono, viceversa, alcune finalità, come un’equa distribuzione del reddito fra le classi sociali, che devono essere rispettate. Allo stesso modo, il problema della scarsità non può più essere considerato un problema individuale, bensì collettivo, in quanto legato alla sopravvivenza del pianeta e delle future generazioni.

2 L’economia del benessere Garantire l’accesso a un’istruzione e a un’assistenza sanitaria di qualità per tutti, indipendentemente dalla loro situazione socioeconomica, può ridurre le disuguaglianze di opportunità e migliorare il benessere generale della società.

Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

1. Qual è il procedimento generalmente usato per studiare i fenomeni economici?

2. Come si costruisce un modello economico? 3. Sapresti rappresentare un modello con un grafico cartesiano?

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1 . 5 Salute, guerra ed economia La drammatica crisi pandemica da Covid-19 che ha investito l’Italia e il resto del mondo ha avuto un impatto profondo e duraturo sull’economia globale, mettendo ulteriormente in luce l’interconnessione tra salute e benessere economico. Nel 2020, la produzione ha subito un calo drastico, causando una recessione di portata senza precedenti a livello mondiale. Lockdown, restrizioni e debolezza congiunturale hanno determinato una drammatica crisi economica  con il crollo di interi settori economici, principalmente quelli legati al turismo, al commercio e ai servizi di trasporto. Di conseguenza, si è verificata una significativa perdita di posti di lavoro: in Italia, nel

L’Agenda 2030 EDUCAZIONE CIVICA

Un impegno a migliorare il presente e salvaguardare il futuro dell'umanità.

L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile è un piano d’azione globale approvato all’unanimità e adottato da tutti i 193 Paesi membri delle Nazioni Unite nel 2015 per condividere l’impegno a garantire un presente e un futuro migliore al nostro Pianeta e alle persone che lo abitano. Si compone di 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (Sustainable Development Goals) da raggiungere entro il 2030, con 169 traguardi specifici (target) e impegni per gli Stati membri.

Gli obiettivi del piano d’azione Gli obiettivi sono interconnessi e indivisibili, nel senso che si devono realizzare unitariamente, in relazione alle tre dimensioni dello sviluppo sostenibile: crescita economica, inclusione sociale, tutela ambientale. Attraverso un’agenda politica vasta e universale, i leader del mondo si sono impegnati in un’azione comune per realizzare gli obiettivi individuati, anche se poi sarà ciascun governo a decidere quali opportune strategie di sviluppo sostenibile inserire nelle proprie politiche e come realizzarle a livello nazionale.

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I 17 obiettivi possono sintetizzarsi nelle Cinque P, che rappresentano altrettante aree chiave di intervento dell’Agenda 2030: • Persone: sconfiggere la povertà e la fame, garantire dignità e uguaglianza a tutte le persone, in modo che ogni essere umano possa realizzare il proprio potenziale con dignità in un ambiente sano; • Pace: promuovere società pacifiche, giuste e inclusive: libere dalla paura e dalla violenza; • Pianeta: proteggere le risorse naturali e il clima, attraverso produzioni e consumi consapevoli, e la gestione sostenibile delle risorse, adottando misure urgenti riguardo al cambiamento climatico, in modo da soddisfare i bisogni delle generazioni presenti e di quelle future; • Prosperità: assicurare prosperità economica e lavoro dignitoso, operando in modo che il progresso economico, sociale e tecnologico avvenga in armonia con la natura; • Partnership: realizzare gli obiettivi attraverso una collaborazione globale per lo sviluppo soste-

U1 Come funziona il sistema economico . C1 L’oggetto dell’economia politica


2020, il numero di occupati è diminuito di circa 800.000 unità, con un tasso di disoccupazione che ha raggiunto i massimi degli ultimi decenni. Le misure di contenimento della pandemia hanno determinato una significativa riduzione del reddito delle famiglie, penalizzando maggiormente i giovani, le donne, i lavoratori autonomi, i lavoratori precari, i lavoratori non qualificati. L’emergenza ha amplificato le gravi disuguaglianze già presenti in Italia, approfondendo ancora di più il divario tra le famiglie, tra i lavoratori protetti e quelli a termine e tra le diverse aree del Paese. Per contrastare l’emergenza, il governo italiano, con il sostegno dell’Unione europea, ha implementato un piano di aiuti di ampia portata per imprese e famiglie, determinando però un forte aumento del debito pubblico , che ha superato il 150% del PIL.

nibile, basata su uno spirito di solidarietà globale, concentrato in particolare sui bisogni dei più poveri e dei più vulnerabili e con la partecipazione di tutti i Paesi. I primi tre obiettivi da raggiungere sono i seguenti. 1. Sconfiggere la povertà: porre fine a ogni forma di povertà nel mondo. 2. Sconfiggere la fame: porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimen-

tare, migliorare la nutrizione, promuovere un’agricoltura sostenibile. 3. Assicurare salute e benessere per tutti e per tutte le età.

Lotta alla fame e alla povertà Tutti gli impegni dell’Agenda 2030 sono ambiziosi e richiedono un’azione collettiva da parte di tutte le componenti della società. Per raggiungere gli obiettivi, è necessario un impegno globale da parte di governi, imprese, società civile e singoli cittadini.

LESSICO  Crisi economica L’economia non si sviluppa in modo lineare, ma a periodi di espansione seguono periodi di depressione. Quando l’espansione raggiunge il suo apice, si ha un punto di svolta, che viene chiamato tecnicamente “crisi”, a cui segue una fase di depressione.

 Debito pubblico Somma totale dei debiti contratti dallo Stato per far fronte alle spese sostenute ogni anno per raggiungere i suoi fini (pubblica istruzione, sicurezza nazionale, giustizia ecc.). Lo Stato si procura le entrate necessarie emettendo titoli del debito pubblico (BOT, CCT) che vengono sottoscritti dai risparmiatori dietro versamento di moneta.

VERSO LE COMPETENZE 1. In che cosa consiste l’Agenda globale per lo sviluppo sostenibile? 2. Quali sono le tre dimensioni dello sviluppo sostenibile? 3. Per quali ragioni un’educazione di qualità può giovare al benessere dei popoli? 4. Perché la tutela del clima richiede la più ampia cooperazione possibile in ambito internazionale? 5. A tuo parere la crescita economica e la tutela ambientale sono obiettivi compatibili?

VERSO LA CONSAPEVOLEZZA Quali scelte consapevoli possiamo fare come consumatori e come cittadini per contribuire alla realizzazione di questi obiettivi?

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Grazie alla capillare campagna vaccinale e al successivo allentamento delle misure restrittive, nonché agli aiuti e ai ristori erogati dai governi che si sono susseguiti durante la pandemia (secondo governo Conte e governo Draghi), l’economia italiana si è avviata verso una lenta ripresa nel 2021, facendo nuovamente registrare una crescita del PIL. Tuttavia, in questo scenario di ripresa, si è inserita la crisi bellica innescata dall’invasione russa dell’Ucraina, che ha aggravato e rallentato la crescita, accentuando le incertezze economiche in tutta Europa.

E ORIENTAMENTO

ECONOM

IA

In particolare, per i Paesi come l’Italia, che prima del conflitto dipendevano in misura significativa dalla Russia per gas e petrolio e dall’Ucraina per il grano, la guerra e le sanzioni imposte alla Russia, e le distruzioni in Ucraina, hanno provocato l’interruzione di molte forniture. In questo modo intere catene di approvvigionamento si

L’Intelligenza artificiale: un’influenza rivoluzionaria sull’informatica L’Intelligenza artificiale (IA) ha conquistato un ruolo di primo piano nel panorama tecnologico odierno, permeando innumerevoli settori e trasformando il nostro modo di vivere e lavorare. Le sue radici affondano in un terreno interdisciplinare, traendo ispirazione da discipline quali informatica, neuroscienze, logica formale, statistica, filosofia, linguistica, economia e ricerca operativa. L’obiettivo principale dell’IA è replicare il ragionamento umano e applicarlo alle macchine, creando sistemi in grado di risolvere problemi e svolgere attività che tradizionalmente richiedevano l’intervento umano. Le sue potenzialità sono vaste e spaziano da compiti generici come l’apprendimento, il ragionamento e la percezione, a quelli più specifici come giocare a scacchi, dimostrare teoremi matematici, scrivere poesie, guidare un’automobile o diagnosticare malattie. Impatto dell’IA sull’informatica: L’integrazione dell’IA ha rivoluzionato diversi ambiti dell’informatica, favorendo l’evoluzione e l’integrazione di nuove tecnologie. Evoluzione di campi già esistenti • Programmazione e sviluppo software: l’IA automatizza la generazione di codice base, la creazione di interfacce e lo sviluppo di algoritmi specifici, ottimizzando il processo di programmazione e riducendo i tempi di sviluppo. Inoltre, l’IA facilita la risoluzione di problematiche software, diminuendo il tempo necessario per il debugging. • Cybersecurity: l’IA analizza grandi volumi di dati in tempo reale, identificando anomalie e comportamenti sospetti che potrebbero indicare un attacco informatico. Questo permette di rilevare e contrastare le minacce in modo più rapido ed efficace. L’IA è inoltre impiegata per identificare e mitigare le vulnerabilità sfruttabili dagli hacker.

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• Data science: l’IA automatizza la raccolta di dati, l’analisi di immagini e l’analisi di dati in tempo reale. Grazie all’apprendimento automatico, l’IA identifica correlazioni e modelli nei dati che potrebbero sfuggire all’osservazione umana. Nascita di nuovi campi dell’informatica L’IA ha dato vita a nuove branche dell’informatica, introducendo approcci innovativi per affrontare problemi complessi. • Visione artificiale: questa branca riproduce artificialmente la vista umana, creando un modello approssimato del mondo reale a partire da immagini bidimensionali. L’obiettivo non si limita alla “vista” della macchina, ma mira all’estrazione di informazioni per prendere decisioni consequenziali. Un sistema di visione artificiale integra componenti ottiche, elettroniche e meccaniche per acquisire, registrare ed elaborare immagini. L’elaborazione permette il riconoscimento di caratteristiche specifiche per diverse finalità di controllo, classificazione e selezione. Un problema classico è il riconoscimento di oggetti o attività all’interno di immagini, un compito che può essere complesso in contesti non specifici. • Elaborazione del linguaggio naturale (NLP): questa branca combina la linguistica e l’informatica per creare macchine in grado di comprendere e

U1 Come funziona il sistema economico . C1 L’oggetto dell’economia politica


sono interrotte ostacolando la produzione e il commercio di un’ampia gamma di beni e costringendo i Paesi europei a diversificare l’acquisto energetico. Le imprese maggiormente energivore sono state le prime a subire gli effetti del conflitto soprattutto nelle regioni del Nord Italia, ma ben presto la crisi si è diffusa, causando un aumento dell’inflazione e una conseguente riduzione del potere d’acquisto delle famiglie. La crisi ha aggravato le disuguaglianze tra famiglie. La diminuzione forzata del consumo di beni non di prima necessità durante il lockdown ha provocato un aumento del risparmio per la frazione ricca della popolazione, mentre per le famiglie in condizioni povertà (lavoratori a basso reddito, occasionali o precari, disoccupati) le difficoltà si sono accentuate a causa delle chiusure di aziende e per le minori opportunità di lavoro.

generare testi in linguaggio naturale. Lo scopo è rendere la tecnologia capace di “comprendere” il contenuto dei documenti e le loro sfumature, estraendo informazioni e idee con precisione, classificando e categorizzando i documenti stessi. La complessità intrinseca del linguaggio umano rende questo processo difficile e articolato, suddividendolo in fasi simili a quelle dell’elaborazione di un linguaggio di programmazione: analisi lessicale, analisi grammaticale, analisi sintattica e analisi semantica. • IA generativa: questa tipologia di IA ge-

nera automaticamente testi o contenuti multimediali in base a specifiche richieste. Tra i modelli più noti vi sono ChatGPT, Copilot, Claude, Perplexity. L’IA generativa ha potenziali applicazioni in diversi settori, tra cui sviluppo software, marketing, moda, editoria, predizione della struttura proteica e scoperta di farmaci. Adattato da https://vitolavecchia.altervista.org/ che-cose-e-impatto-dellintelligenzaartificiale-ia-in-informatica/

LEGGI E RIFLETTI

• Quali sono, secondo te, i principali cambiamenti determinati dall’IA nella nostra vita quotidiana? • Per quali ragioni è necessario adottare un approccio multidisciplinare al fine di comprendere l’IA? • Quali sono le potenzialità e i rischi dell’automobile a guida autonoma?

METTITI ALLA PROVA

• Cerca in Internet alcuni esempi di IA generativa. • Crea una tabella in formato digitale, inserendo per ogni sistema la denominazione (ad esempio ChatGBT) e i tipi di contenuti che possono essere generati (ad esempio testi, immagini, video, brani musicali). • Confronta i risultati ottenuti dalla tua ricerca con i tuoi compagni di classe.

PROFESSIONI E COMPETENZE DEL FUTURO Il prompt engineer si occupa di: • allenare gli algoritmi che stanno alla base dei sistemi di IA; • fornire descrizioni, contesti, vincoli e regole specifiche, ai sistemi di IA generativa così che essi possano restituire risposte altrettanto precise. Discuti con la tua classe sul seguente interrogativo: la capacità di utilizzare in modo efficace i sistemi d’intelligenza artificiale generativa può costituire un elemento importante da far emergere nell’elaborazione di un curriculum e/o durante un colloquio di lavoro dopo il conseguimento del diploma rilasciato dalla scuola secondaria di secondo grado? Motiva la tua opinione.

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CAPITOLO

1

L’oggetto dell’economia politica Sintesi

Ascolta e ripassa

1 . 1 Che cosa studia l’economia politica?

L’economia politica è una scienza sociale e si occupa dell’attività dell’uomo rivolta all’impiego razionale di risorse scarse per il soddisfacimento dei bisogni, che sono illimitati e risorgenti. Per poter soddisfare i propri bisogni i soggetti si devono comportare razionalmente, in modo da conseguire il massimo risultato con il minimo sforzo. Quando le risorse sono impiegate per raggiungere uno scopo, è necessario rinunciare al raggiungimento di altri scopi. Si chiama costo-opportunità l’alternativa migliore a cui si rinuncia quando si fa una determinata scelta.

1 . 2 Le parti dell’economia politica

Le più importanti classificazioni all’interno dell’economia sono le seguenti. Microeconomia - Macroeconomia. La microeconomia studia il comportamento delle singole unità economiche (ad esempio il singolo consumatore, il singolo imprenditore); la macroeconomia studia il comportamento dei grandi aggregati, come tutti i consumatori, tutti gli imprenditori visti nel loro insieme. Economia positiva - Economia normativa. L’economia positiva studia la realtà economica così come si presenta in concreto; l’economia normativa studia i comportamenti necessari per raggiungere determinati fini. La parte più importante dell’economia normativa è costituita dalla politica economica, che studia gli interventi dello Stato nell’economia per il raggiungimento di obiettivi di carattere generale. Economia statica - Economia dinamica. L’economia statica studia i fenomeni economici nell’ipotesi che non si verifichino variazioni nel tempo; l’economia dinamica studia i fenomeni economici tenendo conto delle variazioni che subiscono al passare del tempo.

1 . 3 Le leggi dell’economia

La ricerca scientifica ha come oggetto la formulazione di leggi scientifiche che riguardano il modo di manifestarsi dei fenomeni, rispetto alle cause che li determinano. Dato che l’economia è una scienza sociale le leggi economiche hanno natura probabilistica e possono anche essere smentite dalla realtà. Per scoprire le leggi scientifiche si seguono fondamentalmente due metodi: metodo deduttivo (ipotesi → ragionamento logico → spiegazione del fenomeno); metodo induttivo (osservazione dei casi → classificazione → formulazione della legge). L’economia combina entrambi i metodi per costruire modelli economici, ovvero rappresentazioni semplificate del comportamento dei vari operatori, finalizzati a capire il funzionamento del sistema economico.

1 . 4 Etica ed economia

Intorno al 1930 Lionel Robbins aveva sostenuto che l’economia non deve preoccuparsi dei giudizi di valore, dunque di considerazioni etiche, ma deve solo studiare come i soggetti impiegano i mezzi scarsi per soddisfare i propri bisogni. Diversamente da queste posizioni, ormai superate, oggi si ritiene invece che l’economia debba prendere in considerazione l’aspetto etico delle sue scelte nel rispetto dei valori universali e dei diritti umani.

1 . 5 Salute, guerra ed economia

Salute e economia sono in stretta connessione come ha dimostrato la grave crisi pandemica da Covid-19 che ha provocato un calo drastico della produzione mettendo in crisi l’economia di molti Paesi, soprattutto nel Terzo mondo. Nei Paesi sviluppati alcune categorie sono state particolarmente penalizzate: i giovani, le donne, i lavoratori autonomi, i lavoratori precari. In Italia l’emergenza ha amplificato le gravi disuguaglianze già presenti, approfondendo il divario tra le famiglie, tra i lavoratori protetti e quelli a termine e tra le diverse aree del Paese.

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U1 Come funziona il sistema economico . C1 L’oggetto dell’economia politica


Mappa da completare Dopo aver ripassato i contenuti dell’Unità, completa la mappa inserendo correttamente gli elementi mancanti scelti tra i seguenti crisi economica • debito pubblico • economia dinamica • economia normativa • modelli economici • politica • principio di razionalità • risorse • sociale PROBLEMA DELLE SCELTE

_____________ (scarse)

BISOGNI (illimitati)

Microeconomia Macroeconomia

Economia positiva ECONOMIA POLITICA _________________

Economia statica _________________ LEGGI ECONOMICHE (metodo deduttivo/metodo induttivo)

ETICA ED ECONOMIA

_________________

ECONOMIA E SALUTE

• Dimensione _______ • Dimensione _______

RISPONDI ORA ALLE DOMANDE 1. Perché nasce il problema economico? 2. In che cosa consiste il problema della scarsità? 3. Che cosa studia l’economia positiva? 4. Quale natura hanno le leggi economiche? 5. Qual è la relazione tra etica ed economia?

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CAPITOLO

1

L’oggetto dell’economia politica Esercizi

Esercizi interattivi

Consolidiamo le conoscenze... SCELTA MULTIPLA

4. L’obiettivo di raggiungere una maggior equità nella distribuzione della ricchezza rientra nella

1. Il problema economico nasce dallo squilibrio fra

a  economia positiva b  economia normativa c  economia dinamica d  economia statica

1. C ompleta l’affermazione scegliendo la frase corretta fra quelle proposte. a  beni limitati e servizi abbondanti b  risorse scarse e bisogni molteplici e risorgenti c  bisogni limitati e risorse abbondanti d  servizi scarsi e beni abbondanti

5. Fra le seguenti discipline è una scienza fisica a  la chimica b  l’economia

c  il diritto d  la psicologia

6. Il problema della scarsità delle risorse riguarda

2. Il metodo deduttivo consiste nel ragionamento logico, partendo ad all’esame di conoscenze già acquisite ma sperimentate come false b  dall’esame di alcuni fenomeni inconsueti per stabilire l’eccezione alla regola cd all’osservazione di numerosi casi particolari per spiegare un dato fenomeno d  da principi generali per spiegare un fenomeno particolare 3. Fra le seguenti discipline è considerata una scienza sociale a  l’economia b  la fisica c  la chimica d  l’astronomia

a  solo le aree povere del Terzo mondo b  solo i Paesi extraeuropei privi di petrolio c  tutti gli operatori economici d  solo i disoccupati privi di reddito 7. La parte dell’economia che studia il comportamento degli operatori economici individuali si chiama a  microeconomia b  macroeconomia c  economia statica d  economia dinamica 8. Per effetto della pandemia Covid-19 in Italia sono aumentati a  gli investimenti b  i risparmi

c  i consumi d  le vendite

ASSOCIAZIONE

2. Completa la tabella sui principi economici. CONCETTO

DEFINIZIONE Ottenere la massima soddisfazione possibile dall’uso di una data quantità di risorse Assegnare le scarse risorse disponibili al soddisfacimento dei bisogni, in modo da conseguire il massimo risultato con il minimo sforzo Soddisfare il bisogno utilizzando meno risorse possibile

1. Principio di razionalità   2. Principio del minimo mezzo   3. Principio del massimo risultato

ASSOCIAZIONE

COMPLETAMENTI

1. risparmio , reddito  2. prezzo delle mele , consumo  3. ore di studio , voto  4. valore della produzione , numero operai  5. investimenti , tassi di interesse  6. costo della stoffa , prezzo dei vestiti  7. numero di tavoli , capienza clienti 

alternativi • bene • consumo • costoopportunità • economia • investimento • risorse • scelta • sistema • soggetti

3. Associa le variabili dipendenti (D) e le indipendenti (I) ai seguenti casi.

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4. Completa il brano inserendo i termini appropriati tra quelli proposti.

Se una certa quantità di risorse viene impiegata per produrre un determinato …………........... , non potrà essere utilizzata per produrne altri. Se un

U1 Come funziona il sistema economico . C1 L’oggetto dell’economia politica


contadino coltiva grano, dovrà rinunciare al valore di tutti i raccolti …………........... che avrebbe potuto ottenere al posto del grano. La produzione di un bene implica necessariamente una minore quantità di altri beni cui si rinuncia. Se si passa a considerare il ………............ economico nel suo insieme, la scelta di fondo si pone in termini di …………........... , cioè di possibilità alternative nella produzione, ad esempio, di missili o di ospedali. Se, infatti, le …………........... vengono impiegate prevalentemente nell’industria pesante o degli armamenti, il costo di questa ………….......... per la collettività è dato dalla mancata produzione di beni di consumo o di altri servizi socialmente utili (ospedali, case, scuole ecc.).

PREPARATI ALLA PROVA ORALE

5. Tra parentesi i paragrafi di riferimento. 1. Che cosa studia l’economia politica? (1.1)

2. Che cosa si intende per costo-opportunità? (1.1) 3. Che cos’è la politica economica? (1.2) 4. Di che cosa si occupa la macroeconomia? E la microeconomia? (1.2) 5. Le leggi economiche esprimono certezze assolute? (1.2) 6. Quale differenza esiste fra il metodo deduttivo e il metodo induttivo? (1.3) 7. Che cosa si intende per modello economico? E come si può rappresentare? (1.3) 8. Robbins era d’accordo con Marshall in merito al problema della separazione tra economia ed etica? (1.4) 9. Esistono legami stretti tra l’economia e la salute? (1.5) 10. E tra l’economia e l’etica? (1.2 e 1.5)

... per sviluppare le competenze CASI PRATICI

6. Esamina ciascun caso e fornisci delle soluzioni o rispondi motivando. 1. Metodi di indagine economica. Analisi di marketing Supponi che una società multinazionale intenda lanciare sul mercato un nuovo tipo di cellulare, molto innovativo e frutto di diversi mesi di studi, che hanno richiesto ingenti investimenti. Dà perciò incarico a un esperto di analizzare le ultime tendenze del mercato, per quanto riguarda sia le funzioni sia le caratteristiche esteriori del nuovo prodotto.

1. Tenendo conto che il target principale degli acquirenti è rappresentato dai giovani, dato che l’uso del nuovo cellulare richiede spiccate conoscenze digitali, quale metodo di indagine dovrebbe seguire l’esperto di marketing?

2. Costo-opportunità. Questione di scelta Immagina di avere due ore libere nel pomeriggio due volte a settimana e di poter scegliere tra due attività: fare un corso di lingue, iscriverti a un corso di musica (o di una disciplina sportiva, cucina, altro…).

1. Quale attività sceglieresti? 2. Dopo aver analizzato i benefici di entrambe le possibilità, definisci qual è il costo-opportunità della tua scelta.

3. Metodi di indagine economica. Analisi… ricreative La Dirigente scolastica desidera regolamentare le modalità di svolgimento della ricreazione e utilizzo del bar della scuola, affinché tutto si svolga in modo maggiormente ordinato, rispetto alla situazione attuale. Si forma una commissione composta da docenti e studenti allo scopo di elaborare una o più proposte da sottoporre all’approvazione del Collegio dei Docenti.

1. Descrivete la situazione attuale utilizzando il metodo deduttivo o quello induttivo o entrambi. 2. Proponete se fare un’unica lunga ricreazione o se spezzettarla in più ricreazioni brevi. Quale metodo di indagine intendete seguire per fare la proposta che maggiormente rappresenti tutti gli studenti? Formulate la proposta in termini di orario e regolamentazione.

4. La nuova economia. Economia etica • Fornisci degli esempi concreti di come, dando più attenzione all’etica secondo le analisi dell’economista bengalese Amartya Kumar Sen, sia possibile arricchire

l’economia del benessere in campo di istruzione; ambiente; sicurezza e dignità del lavoro; infine, spiega quali potrebbero essere i vantaggi.

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2

CAPITOLO

Il funzionamento del sistema economico

Contenuti In questo capitolo si analizzano il ruolo dei soggetti economici (famiglie, digitali del imprese, banche, Stato, resto del mondo) e le loro specifiche attività (procapitolo e glossario duzione, distribuzione, consumo, risparmio, investimento), evidenziando inglese. relazioni e interconnessioni. Si esaminano poi i vari settori produttivi e, nella parte finale, si traccia un profilo dell’evoluzione storica dei sistemi economici, con particolare riguardo alla situazione attuale e alle prospettive future.

2 . 1 I soggetti economici Il sistema economico è l’insieme dei soggetti che interagiscono tra loro per procurarsi i beni e i servizi necessari a soddisfare i propri bisogni all’interno di un complesso di → Unità 2, cap. 3 regole, conoscenze tecnico-scientifiche, influenze storico-culturali. Un sistema economico si compone quindi sia di elementi soggettivi (persone), sia di elementi oggettivi (organizzazioni, attrezzature, tecniche produttive). I soggetti economici, chiamati anche operatori economici sono: famiglie, imprese, Stato e resto del mondo, a cui si aggiungono le banche, per l’importante funzione di intermediazione che svolgono tra gli altri soggetti. Produzione, consumo e risparmio sono le principali attività economiche svolte dai soggetti economici: vediamo come essi si muovono all’interno del sistema economico.

Famiglie Famiglia Household

Dal punto di vista economico, sono considerate famiglie non solo i nuclei legati da rapporti di parentela, ma anche le persone singole e le convivenze che costituiscono centri autonomi di spesa (ad esempio conventi, comunità terapeutiche, case di riposo ecc.). Le famiglie: • consumano beni e servizi per il soddisfacimento dei loro bisogni; • risparmiano per finanziare i consumi futuri (e garantirsi così una certa sicurezza per l’avvenire); • lavorano per le imprese e lo Stato, allo scopo di procurarsi i mezzi necessari alle loro esigenze di consumo e di risparmio. Le famiglie sono quindi centro di consumo e risparmio. MAPPA 1 

Imprese Sono unità di produzione residenti nel Paese e molto diverse tra loro. Possono essere: individuali o societarie (ossia formate da più proprietari); private o pubbliche a seconda che appartengano a privati o a enti pubblici; di produzione diretta o indiretta, a seconda Impresa che producano beni destinati alle famiglie o a altre imprese per successive lavorazioni. Firm Le imprese: • acquistano i fattori produttivi necessari (lavoro dalle famiglie, materie prime o macchinari da altre imprese); Profitto Profit

• vendono sul mercato i beni e servizi al fine di conseguire un profitto, che si realizza quando i ricavi sono maggiori dei costi. Le imprese sono quindi un centro di produzione e di scambio. MAPPA 2 

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U1 Come funziona il sistema economico . C2 Il funzionamento del sistema economico


MAPPA 1

 Nel sistema economico interagiscono diversi soggetti, tra cui le famiglie.

FAMIGLIE che cosa si intende

quali attività svolgono

MAPPA 2

persone che convivono a vario titolo

lavorano

consumano

risparmiano

IMPRESE possono essere

individuali o societarie pubbliche o private

quali attività svolgono

acquistano fattori della produzione

producono

vendono

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Banche Sono imprese speciali, che trattano un bene particolarmente importante nelle economie moderne, la moneta. Esse raccolgono risparmio da chi ne ha in eccesso e lo prestano a chi ne ha bisogno. Le principali attività che le banche svolgono nel sistema economico sono quindi: • la raccolta del risparmio dalle famiglie; • l’erogazione di finanziamenti alle imprese che necessitano di fondi da impiegare nell’acquisto dei fattori produttivi. Le banche sono quindi istituzioni che svolgono una funzione di intermediazione finanziaria fra le famiglie e le imprese. Pagano un interesse ai depositanti e ricevono un interesse più elevato dalle imprese a cui concedono i prestiti. MAPPA 1 

Stato Con il nome di Stato vengono designati gli organi dell’amministrazione centrale e locale che assicurano i servizi pubblici, come la pubblica istruzione, la difesa, la giustizia, l’ordine pubblico, il servizio postale, i lavori pubblici ecc. MAPPA 2  I servizi pubblici sono finanziati mediante il prelevamento di imposte  e tasse  dalle famiglie e dalle imprese e – quando queste non sono sufficienti a finanziare la speSpesa sa pubblica – ricorrendo a prestiti presso i privati; l’ammontare di questi prestiti copubblica stituisce il debito pubblico.

Public expenditure

I sistemi economici reali hanno sperimentato diverse forme di partecipazione dello Stato alle attività di produzione e distribuzione della ricchezza, dal minimo di partecipazione negli Stati liberali dell’Ottocento, al massimo di intervento nei Paesi socialisti → Unità 2, del Novecento, alle forme intermedie delle economie miste dei Paesi industrializzati cap. 3 occidentali. Questo argomento verrà approfondito più avanti.

Resto del mondo Con l’espressione “resto del mondo” si intende l’insieme dei sistemi economici con i quali il nostro è collegato. Ogni sistema economico, infatti, è un’economia aperta, ossia in rapporto di scambio con tutto il mondo. Nessun sistema economico nazionale è isolato, infatti, ma tutti i sistemi sono in rapporto fra loro. Non c’è Paese, per quando grande, che possa produrre al suo interno tutto ciò di cui ha bisogno; non è cioè possibile realizzare un regime di autarchia , ossia di totale indipendenza dall’esterno. Al contrario, esiste una fitta rete di accordi che regolano gli scambi commerciali tra i Paesi, soprattutto importazioni ed esportazioni.

2 . 2 Il circuito economico

PLUS Due diverse versioni

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I soggetti economici interagiscono in stretto rapporto fra loro: le imprese producono beni e servizi che vendono ai consumatori, ma per produrre devono dipendere da altre imprese, per approvvigionarsi di materie prime, macchinari e semilavorati. Le famiglie dipendono dalle imprese, in quanto acquistano i beni e i servizi prodotti da queste, e forniscono loro lavoro; le imprese a loro volta dipendono dalle famiglie, perché senza la vendita dei beni alle famiglie non è possibile dar corso a nuovi processi di produzione. Le banche raccolgono risparmi dalle famiglie e fanno prestiti alle imprese. Lo Stato U1 Come funziona il sistema economico . C2 Il funzionamento del sistema economico


produce i servizi pubblici che servono alle famiglie e alle imprese, ottenendo dalle famiglie e dalle imprese, attraverso il prelievo fiscale , le risorse necessarie per finanziarli. Infine, ogni sistema economico è in stretto rapporto con il resto del mondo, attraverso le importazioni e le esportazioni di beni e servizi. MAPPA 3  Come si vede, nel sistema economico si realizza uno stretto intreccio fra gli operatori, un complesso sistema di relazioni dove ciascun soggetto si interfaccia con tutti gli altri.

LESSICO  Imposte Tributi pagati allo Stato e agli altri enti pubblici dai contribuenti (famiglie e imprese) per il godimento di servizi pubblici generali. Sono commisurate alla capacità contributiva.

MAPPA 1

 Tasse BANCHE

ruolo ricoperto

quali attività svolgono

imprese di intermediazione finanziaria

MAPPA 2

Tributi pagati allo Stato e agli altri enti pubblici come corrispettivo di prestazioni particolari richieste dal singolo contribuente. Sono da corrispondere solo a fronte di un servizio prestato dietro specifica richiesta.

concedono prestiti

raccolgono risparmio

STATO

Indipendenza economica di uno Stato dall’estero, ottenuta mediante la produzione all’interno di tutto ciò di cui ha bisogno, eliminando quindi ogni necessità di importazione.

 Prelievo fiscale

è composto da eroga

organi dell’amministrazione centrale e locale

 Autarchia

si finanzia mediante

spesa pubblica

imposte e tasse

È l’insieme dei tributi, cioè delle imposte, delle tasse e dei contributi sociali versati allo Stato. Costituisce la sua maggior fonte di entrata e garantisce il funzionamento dei servizi pubblici.

debito

provvede a

MAPPA 3

erogazione di servizi

FACCIAMO IL PUNTO

funzionamento dello Stato

Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

1. Che cos’è un sistema economico?

RESTO DEL MONDO

Importazioni

accordi commerciali

STATO

2. Quali sono i soggetti che ne fanno parte?

Esportazioni

3. Quali attività svolgono famiglie e imprese? 4. Come si finanzia lo Stato? 5. Che ruolo ha la banca?

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I flussi dell’economia Per capire le relazioni fra gli operatori economici si usa uno schema semplificato, chiamato circuito economico, che collega le famiglie, le imprese, le banche, lo Stato e il resto del mondo. Nelle moderne economie gli scambi hanno sempre una contropartita finanziaria: i beni e i servizi vengono acquistati contro il pagamento di una somma di denaro, il lavoro prestato nell’impresa viene remunerato con un salario, i servizi prestati dallo Stato hanno come contropartita le imposte pagate in denaro, e così via. I movimenti di moneta, di beni o di servizi tra gli operatori economici sono chiamati flussi: in particolare, i flussi monetari riguardano i movimenti di moneta, i flussi reali riguardano i movimenti di beni e servizi (comprese le prestazioni lavorative). Le famiglie traggono la propria capacità di acquisto dal reddito  che ottengono partecipando all’attività produttiva: si capisce, quindi, come sia importante che a esse affluisca un reddito dignitoso, perché in caso contrario si ritrovano con un potere d’acquisto limitato e, quindi, non sono in grado di acquistare i prodotti realizzati dalle imprese, con gravi conseguenze economiche, soprattutto con l’aumento della disoccupazione. Gli economisti parlano di flusso circolare del reddito, per mettere in evidenza che la spesa è possibile solo se si dispone di reddito, e la spesa a sua volta costituisce un reddito per chi la percepisce. La rappresentazione del circuito economico è piuttosto complicata. È opportuno quindi procedere per gradi, partendo da uno scenario molto semplice e facendo entrare, uno dopo l’altro, i diversi attori.

Le famiglie e le imprese Immaginiamo un’economia molto semplificata in cui operano solo le famiglie e le imprese. Il settore delle famiglie fornisce lavoro alle imprese (flusso reale) e riceve come contropartita i salari (flusso monetario). Il settore delle imprese offre i beni e i servizi (flusso reale) e riceve come contropartita le somme pagate per l’acquisto dei beni e servizi (flusso monetario). Come si vede dal grafico, i flussi reali e i flussi monetari sono gli uni la contropartita degli altri. MAPPA 1 

Le famiglie, le imprese e le banche Facciamo ora entrare in scena le banche, che svolgono l’importante funzione dell’intermediazione finanziaria. Se il reddito delle famiglie è sufficientemente alto, una parte di esso viene risparmiata e depositata in banca. Su tali depositi le banche corrispondono un interesse (passivo) commisurato alla durata e all’importo del deposito. Dato che le famiglie non chiedono tutte contemporaneamente il rimborso dei prestiti, le banche possono effettuare a loro volta prestiti alle imprese, che così possono finanziarsi. Le banche ricevono un interesse (attivo) dalle imprese per i finanziamenti erogati; questo interesse è ovviamente più alto di quello che le banche pagano alle famiglie, dato che le banche sostengono dei costi di gestione e devono anche realizzare un profitto. MAPPA 2 

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LESSICO

Marco Polo, il celebre viaggiatore veneziano, al suo ritorno dall’Oriente portò con sé un tesoro inestimabile: spezie esotiche, ricercate e pregiate come l’oro in quel tempo. A Venezia, queste spezie erano considerate un vero e proprio lusso, ambite dai più ricchi e raffinati cittadini. Nonostante non fosse il produttore diretto delle spezie – le aveva acquistate da mercanti orientali – Marco Polo ne divenne il principale distributore nella Serenissima*. In questo modo, si innescava un flusso reale: le spezie, beni fisici, passavano dal mercante veneziano ai consumatori finali, ovvero i nobili e i borghesi che desideravano arricchire le proprie cucine e i propri banchetti. Contemporaneamente a questo flusso di beni, si generava un flusso monetario: i veneziani pagavano Marco Polo in ducati d’oro, la moneta corrente dell’epoca. Questo scambio tra beni e denaro rappresentava la base del commercio, un meccanismo economico fondamentale che si ripeteva in ogni transazione. Ma la storia non si ferma qui. I profitti

MAPPA 1

PLUS

I flussi speziati del Mercante di Venezia derivanti da questo fiorente commercio spinsero Marco Polo a organizzare nuove spedizioni in Oriente. Per finanziare queste imprese, egli si rivolse a una banca veneziana, ottenendo un prestito. Questo è un esempio chiaro di intermediazione finanziaria. La banca, mettendo a disposizione il denaro di altri depositanti, permetteva a Marco Polo di investire in nuove avventure commerciali. In cambio del prestito, Marco Polo si impegnava a restituire alla banca il capitale iniziale, maggiorato dagli interessi, una volta tornato dalle sue esplorazioni. Questo meccanismo, noto come credito, è alla base del funzionamento del sistema bancario e ha consentito, nel corso dei secoli, lo sviluppo di molte attività economiche.

 Reddito Flusso di moneta ottenuto da un individuo, ma anche da una collettività o dall’intera economia nazionale, in un dato periodo di tempo, in genere un anno.

* Serenissima: il nome è riferito alla città di Venezia e deriva dall’appellativo che si attribuiva ai dogi veneziani. Venne poi passato alla città perché, grazie alla sua prosperità, rimase forte e serena fino al 1700 nonostante l’espansione turca e i commerci seguiti alla scoperta dell’America.

prezzi di beni e servizi acquistati dalle famiglie beni e servizi venduti alle famiglie FAMIGLIE

IMPRESE lavoro

FACCIAMO IL PUNTO Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

salari

MAPPA 2

flussi reali

risparmi

FAMIGLIE

flussi monetari

1. Che cos’è un sistema economico?

finanziamenti

2. Perché, riferendosi alle imprese e alle famiglie, si parla di flusso circolare del reddito?

BANCHE

interessi

IMPRESE

interessi

3. Perché anche le banche vengono inserite tra gli operatori di un sistema economico?

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Le famiglie, le imprese e lo Stato

Salario Salary Tassa Tax

Redistribuzione del reddito Redistribution of income

Lo Stato produce beni non destinati alla vendita, ma offerti alla collettività come servizi pubblici. Vediamo ora come esso opera. Cominciamo con l’esaminare i rapporti fra lo Stato e le famiglie. Per fornire i servizi pubblici, lo Stato ha bisogno del lavoro delle famiglie (flusso reale), in quanto deve disporre delle prestazioni dei dipendenti pubblici (insegnanti, magistrati, carabinieri, ambasciatori, impiegati delle imposte, medici del servizio sanitario ecc.). A questi lavoratori lo Stato corrisponde un salario (flusso monetario), determinato in base agli accordi sindacali. A loro volta, le famiglie pagano allo Stato le imposte, le tasse e i contributi sociali (flusso monetario). I contributi sociali sono costituiti da somme che le famiglie e le imprese versano allo Stato per assicurare le prestazioni sociali ai lavoratori (pensioni, assegni familiari, indennità di disoccupazione, indennità in caso di malattia o infortuni sul lavoro). Lo Stato, poi, fornisce alle famiglie i servizi pubblici (flusso reale). Come meglio vedremo più avanti, lo Stato attraverso il prelievo fiscale (in base alla capacità contributiva di ciascuno) e la prestazione di servizi pubblici (pubblici, previdenziali e assistenziali) svolge anche una funzione di redistribuzione del reddito a favore dei cittadini più bisognosi (si pensi alle pensioni sociali, ai sussidi di disoccupazione, all’assistenza sanitaria ecc.). MAPPA 1  Consideriamo ora i rapporti fra lo Stato e le imprese. Le imprese vendono allo Stato beni e servizi: ad esempio, lo Stato acquista i banchi e le sedie usate dagli studenti in una classe, ha fatto costruire la scuola ecc. (flusso reale), beni a fronte dei quali ha dovuto pagare un prezzo (flusso monetario). Lo Stato preleva dalle imprese le imposte, le tasse e i contributi sociali (flusso monetario) e fornisce alle imprese i servizi pubblici (strade, ferrovie, porti ecc.), necessari perché queste svolgano il loro compito (flusso reale). Lo Stato può anche trasferire risorse alle imprese, soprattutto se queste versano in situazione di crisi, sotto forma di contributi alla produzione o di esenzioni fiscali.

Il resto del mondo Entra ora in scena l’ultimo attore, il resto del mondo. I rapporti fra le varie economie si sono molto intensificati negli ultimi decenni, dato che il commercio internazionale ha avuto un enorme sviluppo. Quando un’economia esporta beni e servizi prodotti all’interno, riceve in cambio un flusso di valuta estera, così come quando importa beni e servizi dall’estero ha come contropartita l’uscita di moneta nazionale. Anche il turismo internazionale gioca un ruolo importante nel rendere interdipendenti i vari sistemi, come pure i movimenti di capitali fra i diversi Paesi. MAPPA 2 

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MAPPA 1

salari

prezzi di beni e servizi

lavoro

beni e servizi

imposte e tasse

imposte e tasse

FAMIGLIE contributi sociali

contributi sociali

prestazioni sociali

trasferimenti

servizi pubblici

servizi pubblici

flussi monetari

MAPPA 2

flussi reali

IMPRESA

STATO

FLUSSI REALI E MONETARI DEL SISTEMA ECONOMICO

importazioni valuta nazionale turismo

RESTO DEL MONDO

esportazioni valuta estera importazioni valuta nazionale turismo

salari lavoro prezzi beni e servizi

FAMIGLIE

risparmi interessi passivi

BANCHE

salari lavoro prestazioni sociali

investimenti interessi attivi

prezzi STATO

beni e servizi tributi

tributi e contributi

servizi

turismo

contributi

IMPRESE

Acquisto di beni strumentali

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2 . 3 Le attività dell’economia In tutti i sistemi economici vengono svolte alcune attività fondamentali, il cui scopo ultimo è la creazione di beni e servizi destinati a soddisfare i bisogni dell’uomo. Le principali attività economiche, che corrispondono ad altrettante sfere o funzioni dell’economia, sono le seguenti.

Produzione Production

1. Produzione. È il processo attraverso il quale si utilizzano le risorse (fattori produttivi) per ottenere altri beni, che a loro volta vengono consumati direttamente (beni di consumo) oppure servono per produrne altri (beni strumentali) attraverso una catena più o meno lunga il cui ultimo anello è sempre necessariamente un bene di consumo.

La produzione permette di accrescere l’utilità dei beni impiegati sia nel caso in cui vengano trasformati in beni più utili, sia nel caso in cui non si alterano le proprietà dei materiali impiegati, ma tramite il processo produttivo, le si rende più utili. PER ESEMPIO  La produzione viene classificata in diversi settori a seconda dell’oggetto. Ne parliamo → par. 2.5 più avanti in questo capitolo. Il prodotto ottenuto costituisce una nuova ricchezza che, sotto forma di reddito, deve essere ripartita fra tutti i soggetti che hanno concorso a produrla: • ai lavoratori spetterà il salario; • alle banche che hanno prestato denaro spetteranno gli interessi; • ai proprietari dei fattori naturali (materie prime, terra ecc.) spetterà una rendita. Una quota elevata affluirà allo Stato sotto forma di imposte, tasse e contributi previdenziali; ciò che rimane è il profitto netto dell’imprenditore. Salario, interesse, rendita e profitto sono gli elementi che costituiscono il reddito. Distribuzione Distribution

Il problema della distribuzione del reddito ha un’importante dimensione sociale ed è da sempre argomento rilevante nella scienza economica in termini sia di analisi teorica che di politica economica. Infatti, tra i diversi gruppi che concorrono alla produzione possono nascere conflitti circa i criteri di equità in base ai quali il reddito prodotto viene distribuito. Il reddito, una volta distribuito, viene utilizzato prevalentemente per acquistare beni e servizi, mentre la parte che non viene utilizzata per il consumo costituisce il risparmio. MAPPA 1  2. Consumo. Consiste nell’utilizzazione, da parte delle persone e delle famiglie, dei beni e dei servizi per soddisfare direttamente i bisogni. 3. Risparmio. È l’atto con cui si rinuncia a un consumo presente per ottenere un maggior consumo nel futuro.

→ Unità 3, Il risparmio delle famiglie può essere finalizzato a diversi obiettivi. Ne parleremo. In amcap. 1 bito produttivo, invece, molto spesso il risparmio si traduce in investimento. 4. Investimento. È l’atto con il quale l’impresa destina le risorse risparmiate all’acquisto di beni strumentali che si aggiungono a quelli già esistenti, o li sostituiscono se presentano segni di logoramento o di obsolescenza .

L’investimento può anche essere finalizzato al miglioramento del capitale umano , attraverso un più approfondito addestramento professionale e, in generale, l’educazione e l’istruzione dei lavoratori.

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Come cresce l'utilità di un bene Trasformare un pezzo di legno in una sedia ne accresce senz’altro l’utilità, così come mescolare farina ed altri ingredienti per produrre una pizza aumenta l’utilità della farina. L’utilità di un bene (ad esempio, l’olio di oliva) si accresce anche trasportandolo da un luogo in cui è prodotto in quantità elevata (ad esempio, in Italia) in un altro che invece ne è privo (in Norvegia).

LESSICO  Obsolescenza Invecchiamento tecnico dei macchinari causato dal progresso della scienza e della tecnica.

 Capitale umano È costituito dall’accumulazione, nel tempo, di competenze e abilità da parte dei lavoratori (a differenza del capitale fisico, composto dagli impianti e dai macchinari presenti nell’impresa). L’aumento delle capacità professionali dei lavoratori si traduce in miglioramenti nella qualità del lavoro, con ricadute positive sulla produttività.

MAPPA 1

PER ESEMPIO

In sintesi, il funzionamento di un sistema economico si può rappresentare mediante il seguente schema, in cui compaiono le più importanti “parole chiave” dell’economia: sono questi i concetti intorno a cui lavorano operatori economici ed economisti. MAPPA 2 

REDDITO che cos'è flusso di ricchezza che affluisce a una famiglia in un dato periodo di tempo fonte

utilizzo

FACCIAMO IL PUNTO

MAPPA 2

lavoro > salario

capitale > interesse

PRODUZIONE

terra > rendita

crea

impresa > profitto

RICCHEZZA

consumo

che viene

risparmio o investimento

DISTRIBUITA COME REDDITO è utilizzata come

consumo

risparmio

investimento può essere in

beni capitali (macchinari, impianti)

capitale umano (istruzione professionale)

Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

1. Quali sono le principali attività economiche che svolgono i soggetti del sistema economico? 2. Quale rapporto c’è tra la produzione e il reddito? 3. Perché la distribuzione del reddito è un argomento lungamente dibattuto? 4. Che cosa si intende per capitale umano? 5. Sai fare degli esempi di investimento?

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2 . 4 Tre domande fondamentali Per la soluzione dei problemi economici le società si organizzano in sistemi, che sono formati dall’insieme di istituzioni, leggi, attività e valori che costituiscono la cornice delle decisioni economiche. Ogni sistema economico, qualunque sia il suo assetto istituzionale, deve risolvere i problemi della produzione, della distribuzione e del consumo, che possono essere sintetizzati nei seguenti tre interrogativi fondamentali.

Le domande fondamentali • Quali beni e servizi produrre, e in quali quantità? Dato che le risorse sono scarse, è necessario stabilire un ordine di priorità tra i bisogni da soddisfare. PER ESEMPIO 1  • Come produrre i beni e i servizi? Occorre scegliere fra i diversi metodi di produzione, sia a livello microeconomico (singola impresa), sia a livello macroeconomico (insieme delle imprese). PER ESEMPIO 2  • Per chi devono essere prodotti i beni e i servizi? È questo il problema della distribuzione, che consiste nelle decisioni relative alla scelta dei destinatari dei prodotti. PER ESEMPIO 3 

Risposte differenziate Le risposte a questi problemi fondamentali variano in relazione all’assetto giuridico-politico in cui è organizzato il sistema economico, in quanto le forme, gli scopi e i destinatari della produzione e del consumo sono diversi nel sistema liberista, nel sistema collettivista e nel sistema misto. Tali diversi sistemi dipendono dal diverso ruolo svolto dallo Stato nell’economia: ne → Unità 2, cap. 3 parleremo nell’Unità dedicata a questo importante argomento. MAPPA 1 

2 . 5 I settori produttivi Nell’attività produttiva si distinguono tre settori: agricoltura, industria e servizi. L’agricoltura, detta anche settore primario, comprende tutte le attività connesse ai processi naturali legati alla terra, come la coltivazione dei fondi agricoli, l’allevamento del bestiame, lo sfruttamento delle foreste, la pesca e l’acquacoltura. Recentemente, molte aziende agricole hanno intrapreso il cammino verso la coltivazione biologica, un’attività che salvaguarda l’ambiente e la qualità della vita degli animali. L’industria, detta anche settore secondario, comprende le attività di trasformazione dei beni provenienti, direttamente o indirettamente, dalla terra. Comprende diversi comparti: in quello manifatturiero rientrano tutte le attività di trasformazione di materie prime e semilavorati in prodotti finiti (industrie alimentari, tessili, meccaniche, chimiche, metallurgiche ecc.); quello estrattivo comprende l’estrazione dal suolo di materie prime, come petrolio, minerali, gas metano ecc.; il settore delle costruzioni, infine, realizza case, strade, dighe, ospedali, scuole ecc. I servizi, che costituiscono il settore terziario, comprendono le imprese che non producono beni materiali, ma offrono prestazioni come il trasporto, il commercio, il credito, le assicurazioni, i servizi della Pubblica amministrazione ecc. Fanno parte di questo settore anche i servizi resi dai liberi professionisti (medici, avvocati, ecc.): si tratta della produzione di beni immateriali. Una parte di tali servizi è fornita dalle imprese private (servizi privati); un’altra parte è fornita dallo Stato (servizi pubblici). Alcuni di questi ultimi non hanno un prezzo di mercato, essendo forniti a tutti i cittadini e finanziati, come si è detto, con le imposte. Lo schema a pagina seguente evidenzia i principali servizi privati e pubblici. MAPPA 2 

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U1 Come funziona il sistema economico . C2 Il funzionamento del sistema economico


PER ESEMPIO

1 Che cosa produrre

2 Come produrre

È disponibile un certo capitale da investire nell’impresa, con il quale si possono acquistare macchinari, materie prime e lavoro per ottenere il prodotto finito. Si deve stabilire se produrre scarpe, abiti o altri beni, e in quale quantità. Ma chi deve fare questa scelta?

Il responsabile della produzione, dopo aver scelto quali beni produrre, deve decidere se occupare un elevato numero di lavoratori utilizzando una quantità limitata di macchinari, oppure occupare un numero minore di lavoratori, aumentando però gli investimenti nei macchinari. Come è ovvio, i criteri di scelta sono diversi e, anche qui, si pone la questione: chi deve operare tali scelte?

3 Per chi produrre

MAPPA 1

Si dovrà scegliere se produrre beni per lo Stato o per il mercato, se offrirli al mercato nazionale o internazionale, se scegliere un prodotto di alta qualità da vendere al segmento più ricco della popolazione o un prodotto di qualità media da offrire alla generalità dei consumatori. Ma a chi spetta fissare i criteri di scelta?

priorità dei bisogni

metodo di produzione

che cosa produrre

come produrre

? per chi produrre

distribuzione

MAPPA 2

FACCIAMO IL PUNTO Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

I SERVIZI vengono forniti da enti privati

pubblici

nei seguenti settori

nei seguenti settori

alle imprese

assicurazioni trasporti consulenza pubblicità marketing informatica

alle famiglie

credito assicurazioni trasporti consulenza istruzione turismo spettacolo sport

destinabili alla vendita

non destinabili alla vendita

poste ferrovie nettezza urbana televisione

pubblica istruzione ordine pubblico difesa nazionale sanità pubblica previdenza sociale

1. Quali sono i problemi fondamentali a cui ogni sistema economico deve trovare una risposta? 2. Quali sono le variabili dalle quali dipendono le soluzioni a tali problemi? 3. A quale problema risponde la distribuzione? 4. Quali sono le attività comprese nei tre diversi settori dell’economia?

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Il processo di terziarizzazione dell’economia Il settore che oggi impiega il maggior numero di lavoratori e contribuisce in maggior misura alla produzione del reddito nazionale è quello terziario: il processo di terziarizzazione dell’economia è un carattere tipico della moderna società postindustriale. In essa assumono notevole rilievo, accanto ai servizi del comparto tradizionale (che comprendono soprattutto il commercio e i trasporti), i servizi del comparto avanzato, che riguardano i settori del credito, delle assicurazioni, del marketing, dell’informatica, delle telecomunicazioni, dell’istruzione, della medicina, della ricerca scientifica.

2 . 6 L’evoluzione storica dell’economia Nelle diverse epoche storiche le società si sono organizzate diversamente per risolvere i problemi economici fondamentali. Illustriamo soltanto per cenni quelle più lontane da un punto di vista storico.

Economia primitiva Nelle società primitive, l’economia è legata a ciò che è strettamente necessario alla sopravvivenza (economia di sussistenza). Le principali attività economiche sono la caccia e pesca.

Economia schiavistica Le prime imprese produttive nascono nel mondo greco-romano, dove il lavoro è svolto dagli schiavi ai quali viene dato solo il necessario per vivere mentre i padroni si approSovrappiù priano del sovrappiù , utilizzandolo spesso in consumi improduttivi (ad esempio per Surplus le feste). I primi scambi avvengono verso la fine del Medioevo tra città e campagne. Interrogativi circa la distribuzione della ricchezza e il rispetto delle libertà individuali vengono posti da grandi filosofi quali Platone e Aristotele.

Economia mercantile

Rivoluzione industriale Industrial revolution

Dal Basso Medioevo sino alla prima metà del ’700 le città si ingrandiscono e si organizzano importanti attività artigianali. Nascono le prime banche e, con le scoperte geografiche, il commercio internazionale. Inizia la formazione degli Stati nazionali (Inghilterra, Francia, Olanda) che origina una estesa legislazione sulla produzione e il commercio, al fine di aumentare la ricchezza e quindi la potenza del Paese. È la Rivoluzione industriale  del XVIII secolo a segnare la differenza con il passato e ad aprire la strada alle economie moderne. MAPPA 

Economia capitalistica L’economia capitalistica nasce come conseguenza della Rivoluzione industriale ed è caratterizzata dall’introduzione nell’attività produttiva di nuove macchine (telai meccanici e macchine a vapore), nuove fonti di energia (carbon fossile), nuovi mezzi di trasporto (ferrovie).

Divisione del lavoro Division of labour

Di seguito gli elementi che la contraddistinguono. • Innovazioni tecnologiche. Si sviluppa il commercio su scala mondiale, che rende disponibili nuovi beni non solo alle classi più agiate, ma anche a quelle intermedie. L’agricoltura si trasforma in senso capitalistico, espellendo i contadini dalla campagna, e ciò allarga il mercato interno perché i contadini, trasformati in lavoratori salariati, devono acquistare sul mercato i beni di prima necessità. Il progressivo miglioramento delle tecnologie viene favorito da una sempre più accentuata divisione del lavoro .

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LESSICO

PLUS

Sostenibilità e agricoltura biologica L’agricoltura biologica è una pratica agricola che rispetta l’ambiente, la biodiversità e il benessere animale, escludendo l’utilizzo di prodotti chimici di sintesi (pesticidi, erbicidi, concimi chimici) e di organismi geneticamente modificati (OGM). Sul terreno viene praticata la fertilizzazione organica impiegando concimi naturali, come ad esempio compost e letame. Per favorire la fertilità del suolo e limitare la proliferazione di parassiti e malattie, si cerca di rispettare la rotazione colturale e per conservare la biodiversità, si incentiva la presenza di insetti utili e predatori naturali, riducendo la necessità di interventi fitosanitari. Grande attenzione, infine, è riservata al benessere animale, garantendo condizioni di vita adeguate agli animali da allevamento, con accesso a spazi aperti,

evitando il sovraffollamento e le pratiche violente. Gli impatti economici dell’agricoltura biologica sono notevoli: sempre più aziende agricole si convertono alla coltivazione biologica, anche in risposta alla crescente domanda da parte dei consumatori consapevoli e attenti a compiere scelte sostenibili e salutari. L’esclusione di prodotti chimici e la minore produttività comportano un aumento dei costi di produzione, cosicché i prezzi al consumo sono più alti per garantire un giusto reddito agli agricoltori. Per favorire il diffondersi di questo settore, incentivi e finanziamenti per promuovere la conversione all’agricoltura biologica sono previsti a livello europeo, uniti a campagne di sensibilizzazione ed educazione dei consumatori per aumentare la consapevolezza dei benefici che essa offre.

 Sovrappiù Eccedenza di ciò che si produce rispetto alla parte che serve per assicurare la sussistenza alla popolazione e per ricostituire i mezzi di produzione. La parola deriva da “sopra” e “più” e, quindi, indica ciò che è disponibile in più rispetto a quanto strettamente necessario.

 Rivoluzione industriale Iniziata in Inghilterra tra il 1760 e il 1800 (e poi gradualmente estesasi agli altri Paesi) grazie all’introduzione delle macchine a vapore, dà origine a un grandioso processo di trasformazione della produzione. Nascono le prime grandi fabbriche, migliorano le comunicazioni fra i diversi Paesi e grande impulso riceve il commercio internazionale.

 Divisione del lavoro Nella moderna organizzazione produttiva ogni lavoratore si specializza in una fase di lavorazione: ciò aumenta la resa del lavoro. Nasce da qui la necessità degli scambi, dato che ognuno deve acquistare dagli altri quello che gli è necessario ma che non è in grado di produrre.

EVOLUZIONE STORICA DELL’ECONOMIA

• Caccia e pesca • Economia di sussistenza

ECONOMIA SCHIAVISTA

ECONOMIA MERCANTILE

Civiltà greca e romana

Da Basso Medioevo a prima metà del ’700

• Lavoro svolto dagli schiavi • Sovrappiù non investito • Primi scambi tra città e campagne

• Nascono le città e le prime banche • Attività artigianali • Scoperte geografiche

RIVOLUZIONE INDUSTRIALE

ECONOMIA PRIMITIVA

ECONOMIA CAPITALISTA

ECONOMIA NEOCAPITALISTA

Fino alla fine della II Guerra Mondiale

Dalla fine della II Guerra Mondiale in poi

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• Classi sociali antagoniste. Nel sistema sono presenti tre categorie di soggetti: i lavoratori, che offrono la propria forza-lavoro ma non hanno la proprietà dei mezzi Imprenditore di produzione; gli imprenditori, che dispongono dei mezzi di produzione, organizzaEntrepreneur no l’impresa e promuovono la ricerca tecnologica; i proprietari delle risorse naturali (materie prime, fonti di energia), che cedono tali risorse agli imprenditori perché siano trasformate in prodotti finiti. Si attua una netta separazione fra il lavoro e la proprietà dei mezzi di produzione, che appartengono ai capitalisti. • Divario fra le classi sociali. Cresce il gap  tra capitalisti e lavoratori, i quali vengono pesantemente sfruttati (nelle fabbriche dell’800 venivano largamente impiegati donne e fanciulli, con bassi salari e orari di lavoro estenuanti in ambienti malsani). • Accumulazione capitalistica. I settori produttivi (industria e agricoltura) si sviluppano notevolmente, grazie alle innovazioni rese possibili dal progresso tecnico. Il sovrappiù viene direttamente reimpiegato nel processo produttivo: mentre nei sistemi precedenti lo scopo del processo produttivo era il consumo spesso improduttivo (come il mantenimento della servitù, la costruzione di palazzi, l’acquisto di beni di lusso), ora nel sistema capitalistico il fine fondamentale è l’accumulazione per lo sviluppo. MAPPA 1 

Economia neocapitalistica

Automazione Automation

Nell’ultima fase, iniziata dopo la Seconda Guerra Mondiale si affermano le grandi imprese, che necessitano di capitali sempre più ingenti, impiegati per finanziare investimenti a elevato contenuto tecnologico: il lavoro dell’uomo viene in parte sostituito da impianti capaci di autoregolarsi (automazione ). Si sviluppa una tendenza all’abbattimento delle barriere commerciali e finanziarie fra gli Stati, con la creazione di mercati a scala continentale o mondiale. La domanda di beni e servizi non è però in grado di assicurare la continua espansione delle imprese; si possono verificare cioè periodiche crisi, con vistosi fenomeni di disoccupazione. Questa fase è caratterizzata dall’ascesa delle grandi imprese multinazionali in cui la dissociazione tra proprietà azionaria e gestione aziendale, dà vita al capitalismo manageriale. Mentre i mercati sono spesso dominati da poche grandi imprese (oligopoli), il settore dei servizi acquista un’importanza sempre maggiore: nasce e si sviluppa rapidamente il settore quaternario, con servizi avanzati e la cosiddetta new economy. La produzione di beni fisici lascia il posto a servizi immateriali basati sul sapere e sull’informazione. Diminuiscono gli occupati nell’industria mentre cresce la richiesta di personale nei servizi e nel settore quaternario. La risorsa produttiva più importante è il capitale umano capace di gestire le informazioni, traducendole in prodotti immateriali, come il software. Intelligenza e creatività diventano fattori chiave per la crescita economica. La significativa accelerazione dello sviluppo nell’attuale fase neocapitalistica dell’economia, e il frequente ripetersi di emergenze ambientali con gravi episodi di inquinamento delle acque e dell’atmosfera, hanno reso più evidente il rapporto di interdipendenza fra economia e ambiente: siamo così divenuti consapevoli della possibilità che lo sviluppo incontrollato dell’economia mondiale possa compromettere l’equilibrio ecologico e l’ecosistema del nostro pianeta. Per la prima volta, nel settembre 2015, tutti i 193 Paesi membri delle Nazioni Unite hanno approvato all’unanimità l’Agenda 2030 , un programma d’azione globale, di portata e rilevanza senza precedenti, finalizzato a sradicare la povertà, proteggere il pianeta e garantire la prosperità e la pace. MAPPA 2 

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U1 Come funziona il sistema economico . C2 Il funzionamento del sistema economico


MAPPA 1

ECONOMIA CAPITALISTA elementi

MAPPA 2

Innovazioni tecnologiche

Divisione del lavoro

Lavoro salariato

Antagonismo tra classi sociali

Divario tra classi sociali

Accumulazione capitalista

LESSICO

ECONOMIA NEOCAPITALISTA

 Gap Parola inglese che indica divario, differenza.

caratteristiche

 Automazione Periodiche crisi

Ascesa multinazionali

Capitalismo manageriale

Problema ambientale

EDUCAZIONE CIVICA

Sistema economico e ambiente naturale Gli studi più recenti hanno inquadrato l’attività economica in una visione ecologica, in cui l’insieme degli operatori fa parte di un sistema uomo-natura, e precisamente di un ecosistema, in cui tutte le variabili sono interdipendenti. Solo da pochi anni, purtroppo, si presta attenzione al fatto che l’uomo esplica la sua attività in un ambiente naturale che deve essere salvaguardato e trasmesso integro alle generazioni future. Sino a un passato non molto remoto, l’attività economica si è svolta in un ambiente prevalentemente rurale con una popolazione in crescita lenta, che non ha avuto molte possibilità di incidere sulla disponibilità delle risorse o alterare il paesaggio naturale. Da circa un secolo, invece, l’economia è prevalentemente industriale, e l’industria impone cambiamenti veloci e spesso incontrollabili. La popolazione mondiale è cresciuta a ritmi esponenziali, occupando sempre più intensamente gli spazi abitabili. Tutti i giorni dobbiamo fare i conti con un inquinamento crescente, la riduzione delle risorse naturali, la dimensione smisurata delle grandi metropoli, una disuguale distribuzione delle ricchezze, un progressivo degrado della qualità di vita. In poche parole, sono ora notevolmente accresciute sia la complessità sia l’instabilità dei sistemi economici.

Si è ora consapevoli che lo sviluppo dell’economia deve essere compatibile con l’ambiente. Distruggere l’ambiente naturale per realizzare uno sviluppo di breve periodo è contro l’interesse dell’umanità. Ogni aumento di reddito è illusorio, se comporta una perdita permanente di ricchezze naturali. La difesa dell’equilibrio ambientale deve essere un obiettivo fondamentale della politica economica, perché nel tempo giova al benessere di tutti. Per quanto riguarda i rapporti fra sistema economico e ambiente, si sta gradualmente diffondendo un atteggiamento responsabile che sostiene la necessità di trovare un ragionevole mix fra la libertà di iniziativa e la salvaguardia dell’ambiente, avviando rapidamente l’economia sui binari di uno sviluppo compatibile con l’ambiente. Tra gli strumenti individuati, la riduzione, in un prossimo futuro, dell’utilizzo delle risorse materiali inquinanti a favore di quelle immateriali più rispettose dell’ambiente (questa tendenza è conosciuta come “dematerializzazione dell’economia”); tra queste assumono una notevole importanza l’elettronica, l’informatica e le biotecnologie. A tali principi si è ispirata ampiamente l’Agenda 2030 per il raggiungimento di specifici obiettivi, sui quali ci soffermeremo nel corso di questo volume.

Sostituzione del lavoro umano con attività eseguite da apparecchiature capaci di autoregolarsi e di svolgere compiti diversi. Negli ultimi anni il termine ha assunto significati più ampi, indicando la nuova prospettiva dei robot programmabili e della fabbrica completamente automatizzata.

 Agenda 2030 Programma d’azione adottato all’unanimità dai 193 Paesi membri delle Nazioni Unite con la risoluzione n. 70/1 del 15 settembre 2015.

FACCIAMO IL PUNTO Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

1. Quali caratteristiche dell’economia schiavistica la distinguono da quella primitiva? 2. Quali sono le caratteristiche dell’economia dei grandi Stati nazionali che si formano dopo il Medioevo? 3. Quali furono le premesse della nascita del sistema capitalista? 4. Quali sono le caratteristiche che lo contraddistinguono? 5. Come nasce il neocapitalismo?

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Il settore quaternario Per i servizi più avanzati, in particolare quelli della new economy, oggi si parla di settore quaternario. In pochi anni la rivoluzione informatica ha determinato uno straordinario cambiamento nell’economia, come già avvenuto in passato in seguito alle grandi innovazioni tecnologiche (ad esempio la costruzione delle ferrovie). È in questo settore che si aprono le più ampie prospettive di sviluppo occupazionale, con la completa digitalizzazione dei processi produttivi, come già avviene nell’industria 4.0 . L’e-business. Il mondo è collegato da una rete di informazioni, come nei fili di una ragnatela (web = ragnatela). Il web ha rivoluzionato completamente l’attività di scambio fra gli operatori economici: il commercio elettronico (e-business) è stato decisivo nel Globalizzazione processo di globalizzazione dell’economia, perché ha aperto le frontiere fra tutti i PaeGlobalization si del mondo. Si sono ormai affermati i seguenti tipi di commercio elettronico (e-commerce). PER ESEMPIO 

Si assiste ormai da tempo a un deciso cambiamento nel comportamento dei consumatori, con una forte accelerazione degli acquisti online, a scapito dei negozi tradizionali. PLUS La prossima rivoluzione? L’informazione L’importanza dell’informazione

Dematerializzazione e new economy Oggi la più importante risorsa strategica dell’economia è il capitale umano, perché l’intelligenza e la creatività sono fattori fondamentali per aumentare la produzione di beni a disposizione della collettività. I sistemi economici sviluppati spostano sempre più la produzione dai beni fisici verso la fornitura di servizi basati su conoscenze immateriali con elevati contenuti di sapere (il caso tipico è quello del software informatico).

ECONOMIA E REALTÀ

Le nuove frontiere dell’economia L’enorme diffusione delle moderne tecnologie informatiche ha causato profondi mutamenti nei sistemi economici, tanto che si usa l’espressione new economy o anche net economy (net da network) per indicare l’impetuoso sviluppo delle relazioni a livello mondiale come conseguenza della diffusione di tali nuovi strumenti. Ciò ha avuto significative ricadute sull’intera società, determinando anche cambiamenti negli stili di vita e nei comportamenti dei diversi operatori economici.

Le origini della new economy Il processo ha avuto origine negli Stati Uniti negli ultimi decenni del secolo scorso e si è esteso successivamente a tutti i Paesi del mondo: soprattutto nelle aree più sviluppate si è registrata una significativa accelerazione della crescita economica, fino allo scoppio della crisi del 2008, dalla quale si è cercato di uscire a fatica negli anni successivi; la situazione di grave difficoltà sopraggiunta nel 2020 a causa della pandemia da Covid-19 potrebbe avere effetti negativi sulla crescita nel breve periodo. Carattere distintivo di questa nuova forma di organizzazione economica è l’uso di internet, che ha svincolato l’attività di produzione e scambio di beni e servizi da un luogo fisico preciso per aprirla al mercato globale: le operazioni di vendita e di acquisto

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di beni e servizi avvengono in pochi secondi con una semplice digitazione su computer, come pure il trasferimento di ingenti capitali da un continente all’altro. I nuovi strumenti informatici hanno determinato la transizione da un’economia basata sulla produzione manifatturiera (old economy) a una economia basata sui servizi e sulla finanza (new economy).

Che cosa è cambiato Internet ha velocizzato la produzione e gli scambi, con una notevole diminuzione dei costi di transazione, cioè i costi che gli operatori devono sostenere per realizzare gli scambi di mercato. L’introduzione delle nuove tecnologie ha reso più efficienti i processi produttivi, non solo nei settori più avanzati, ma anche in quelli tradizionali legati alla produzione di beni e servizi “maturi“, grazie alla possibilità di ridurre i costi di produzione. Inoltre, l’informatizzazione dei processi produttivi ha richiesto ingenti investimenti sia in capitale fisico sia in capitale umano, per la necessità di impiegare lavoro altamente qualificato. L’economia sta vivendo una fase di profondi mutamenti, che avranno ricadute sulla nostra vita di tutti i giorni. Le transazioni, le informazioni e i movimenti economici saranno contemporaneamente più semplici, rapidi e sicuri. I prossimi anni ci diranno quali frontiere la nuova economia sarà in grado di superare.

U1 Come funziona il sistema economico . C2 Il funzionamento del sistema economico


PER ESEMPIO

Il baricentro della produzione di ricchezza si sposta così dai beni materiali (come materie prime e macchine) verso i beni immateriali (come i brevetti , i diritti d’autore  e i servizi alle persone e alle imprese). Le imprese si dematerializzano, il loro patrimonio più importante è costituito dall’informazione, che consente di agire sul mercato attraverso una logica di rete. Le risorse di base dell’impresa sono le idee innovative, mentre i capitali sono diventati, nelle economie sviluppate, una risorsa reperibile con una facilità senza precedenti nella storia dell’umanità.

Il commercio elettronico SIGLA

TIPOLOGIA

SOGGETTI

ESEMPIO

B2B

Business to business

Da impresa a impresa

Acquisto di materie prime

B2C

Business to consumers

Da impresa a consumatore

Amazon

C2C

tra i consumatori Consumers to consumers Scambi finali

B2A

Business to Administration

(vaccini) a Da impresa venditrice a Pfizer Ministero Pubblica amministrazione della Salute

Intra business

Tra diverse sedi di una stessa azienda

I2B

Vinted, Subito

LESSICO  Industria 4.0 Utilizzo di una grande quantità di dati e informazioni per il governo della produzione, divenuta automatizzata e interconnessa grazie allo sviluppo delle tecnologie digitali. Il suffisso 4.0 evoca la quarta rivoluzione industriale promossa dal computer, dopo quelle avvenute grazie all’energia del carbone, del vapore e alla produzione in massa con la catena di montaggio.

 Brevetto Diritto riconosciuto all’autore di un’invenzione adatta a un’applicazione industriale. Il brevetto viene tutelato a livello internazionale da un’apposita normativa.

 Diritto d’autore Diritto riconosciuto all’autore di opere dell’ingegno (letterarie, musicali, figurative, cinematografiche) a cui la legge assicura protezione a livello internazionale.

FACCIAMO IL PUNTO Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

1. Quali attività vengono comprese nel settore quaternario? 2. Quali grandi cambiamenti ha determinato la rivoluzione informatica nell’economia?

VERSO LE COMPETENZE 1. Che cosa distingue la new economy dalla old economy? 2. Che cosa si intende per mercato globale? 3. Confrontati con i tuoi compagni e con amici e familiari che hanno fatto esperienza diretta di acquisti online: sai indicare vantaggi e svantaggi di questa modalità di scambio? 4. Pensa alla situazione verificatasi a seguito della pandemia: le vendite online per chi sono risultate di aiuto?

3. Che cos’è l’e-business? 4. Perché il capitale umano è considerato oggi la più importante risorsa strategica dell’economia?

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CAPITOLO

2

Il funzionamento del sistema economico

Sintesi

Ascolta e ripassa

2 . 1 I soggetti economici

Il sistema economico è l’insieme dei soggetti che interagiscono tra loro per procurarsi i beni e i servizi necessari a soddisfare i propri bisogni. Nel sistema economico operano i seguenti soggetti (o operatori) economici: . le famiglie, che consumano, risparmiano, lavorano per le imprese e per lo Stato; . le imprese, che acquistano i fattori produttivi (materie prime, lavoro) e producono beni e servizi; . le banche, che raccolgono il risparmio delle famiglie e finanziano le imprese; . lo Stato, che fornisce i servizi pubblici e preleva le imposte; . il resto del mondo, che importa dal nostro Paese beni, capitali e servizi ed esporta nel nostro Paese beni, capitali e servizi.

2 . 2 Il circuito economico

Gli operatori economici interagiscono tra loro e questi rapporti di scambio generano flussi reali (beni e servizi) e flussi monetari. Il circuito economico è uno schema semplificato di funzionamento del sistema. . Le famiglie forniscono lavoro alle imprese (flusso reale) e ricevono salari (flusso monetario). . Le banche raccolgono il risparmio dalle famiglie ed erogano prestiti alle imprese. . Lo Stato eroga servizi per la collettività (flusso reale) e riceve imposte e tasse da famiglie e imprese (flusso monetario). . I rapporti commerciali con il Resto del mondo determinano flussi reali e flussi monetari in entrata e in uscita.

2 . 3 Le attività dell’economia

Con l’obiettivo creare beni e servizi atti a soddisfare i bisogni gli operatori economici svolgono le seguenti attività o funzioni dell’economia: 1. produzione; 2. consumo; 3. risparmio; 4. Investimento.

2 . 4 Tre domande fondamentali

Ogni sistema economico, qualunque sia il suo assetto istituzionale, deve risolvere i problemi della produzione, della distribuzione e del consumo ovvero deve stabilire: 1. quali beni e servizi produrre; 2. come produrre i beni e i servizi e in quale quantità; 3. per chi produrre.

2 . 5 I settori produttivi

L’attività produttiva viene classificata in tre settori: primario, secondario e terziario. Il primario comprende l’agricoltura, l’allevamento e la pesca, il secondario l’industria e il terziario i servizi, sia pubblici che privati. Nelle economie più sviluppate il terziario è il settore che occupa il maggior numero di lavoratori.

2 . 6 L’evoluzione storica dell’economia

L’economia è soggetta a una continua evoluzione storica. Nelle varie epoche le diverse società si sono date forme di organizzazione differenti per risolvere i propri problemi economici. Si è passati così dalle economie antiche (di sussistenza e schiavistica) a quelle mercantili, fino a quelle capitalistiche. Oggi, nella fase del neocapitalismo, caratterizzata da periodi di instabilità, è sempre più evidente che l’attività economica deve essere compatibile con l’ecosistema del nostro pianeta e deve essere fondata sullo sviluppo del capitale umano.

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U1 Come funziona il sistema economico . C2 Il funzionamento del sistema economico


Mappa da completare Dopo aver ripassato i contenuti dell’Unità, completa la mappa inserendo correttamente gli elementi mancanti scelti tra i seguenti consumo • imprese multinazionali • monetari • servizi • sistema • Stato • terziarizzazione dell’economia Famiglie Imprese _________________ ECONOMICO

SOGGETTI ECONOMICI

Banche _________________

Flussi _________

Resto del mondo

Flussi reali Flussi di reddito

CIRCUITO ECONOMICO Produzione

Flussi di spesa

Distribuzione ATTIVITÀ ECONOMICHE (O FUNZIONI)

_________________ Risparmio

Agricoltura (Settore primario) Industria (Settore secondario)

Investimento SETTORI PRODUTTIVI

_________________ (Settore terziario) EVOLUZIONE STORICA DELL’ECONOMIA

• ECONOMIA PRIMITIVA (dal 12000 a.C. al 1000 a.C.) • ECONOMIA SCHIAVISTICA (dal 1000 a.C. al 1000 d.C.) • ECONOMIA MERCANTILE (dal 1000 al 1750) • ECONOMIA CAPITALISTICA (dal 1750 al 1950) • ECONOMIA NEOCAPITALISTICA (dal 1950 a oggi)

RISPONDI ORA ALLE DOMANDE 1. Quali sono le funzioni dei diversi soggetti economici? 2. Sai descrivere il funzionamento del circuito famiglie-imprese? 3. Qual è la differenza tra flusso monetario e flusso reale? 4. In che cosa consiste l’attività di produzione? 5. Quali sono i settori produttivi?

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Il funzionamento del sistema economico

CAPITOLO

2

Esercizi

Esercizi interattivi

Consolidiamo le conoscenze... SCELTA MULTIPLA

1. C ompleta l’affermazione scegliendo la frase corretta fra quelle proposte. 1. I soggetti che acquistano i fattori produttivi per produrre beni e servizi da vendere sul mercato allo scopo di realizzare un profitto costituiscono l’operatore a  famiglie b  imprese

c  banche d  resto del mondo

4. Il processo attraverso il quale si utilizzano le risorse per ottenere beni e servizi si chiama a  produzione b  investimento

c  distribuzione d  consumo

5. Il processo attraverso il quale le famiglie utilizzano i beni e i servizi per soddisfare i loro bisogni si definisce a  produzione b  distribuzione

c  consumo d  risparmio

2. Non rientra tra le funzioni che le banche svolgono

6. La parte di reddito non impiegata nel consumo costituisce

a  finanziarsi mediante il prelievo di imposte b  raccogliere il risparmio delle famiglie, delle imprese e dello Stato c  f inanziare le imprese per l’acquisto dei fattori produttivi d  intermediare il credito tra famiglie e imprese

a  la distribuzione b  l’investimento

3. L’operatore “resto del mondo” comprende i rapporti di scambio tra

a  produzione b  consumo

a  la nostra famiglia e tutte le altre famiglie italiane bu n’impresa italiana e tutte le altre imprese italiane c  i residenti in Italia e i residenti nell’UE d  i residenti in Italia e i residenti negli altri Paesi

8. Nell’economia capitalistica lo scopo del processo produttivo è

c  il risparmio d  la produzione

7. Il processo attraverso il quale il prodotto viene ripartito fra i soggetti che hanno concorso a produrlo è detto c  distribuzione d  risparmio

a  il consumo improduttivo b  l’accumulazione per lo sviluppo c  il risparmio finanziario d  la tutela ambientale

ASSOCIAZIONE

2. Completa la tabella. CONCETTO

DEFINIZIONE Centro di produzione e di scambio Centro di consumo e risparmio

Flusso Banca Settore terziario Investimento Si sviluppa dal XIII al XVIII secolo, si formano i grandi Stati nazionali, le nuove tecniche di navigazione danno impulso alle scoperte geografiche con lo sviluppo del commercio internazionale

1. Economia mercantile 2. Impresa 3. Famiglia 4. Movimenti di moneta, di beni o servizi tra operatori economici 5. Atto con il quale l’impresa destina le risorse

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risparmiate all’acquisto di beni strumentali 6. Svolge una funzione di intermediazione finanziaria tra famiglie e imprese 7. Comprende le imprese che non producono beni materiali, ma offrono prestazioni di servizi

U1 Come funziona il sistema economico . C2 Il funzionamento del sistema economico


PREPARATI ALLA PROVA ORALE

3. Tra parentesi i paragrafi di riferimento. 1. Quali sono gli operatori del sistema economico? (2.1) 2. Qual è il ruolo svolto dalle imprese? (2.1) 3. Come funziona il circuito economico? (2.1) 4. Sai esporre il circuito famiglie-bancheimprese? (2.2) 5. Sai definire l’attività di produzione? (2.3) 6. Che cosa si intende per investimento? (2.3)

7. A quali domande deve rispondere ogni sistema economico? (2.4) 8. Quali attività produttive vengono comprese nel settore terziario? (2.5) 9. Quali sono i servizi non destinabili alla vendita? (2.5) 10. Quando nasce l’economia mercantile? (2.6) 11. Perché è importante il sovrappiù nell’economia capitalistica? (2.6) 12. Sai delineare i caratteri principali del capitalismo post-industriale? (2.6)

... per sviluppare le competenze INDIVIDUA IL SETTORE ECONOMICO

4. Identifica il settore economico a cui appartengono le attività descritte. ATTIVITÀ

SETTORE

Cucinare pasti in un ristorante. Programmare un sito web per un’azienda automobilistica. Coltivare le fragole nell’orto. Realizzare tessuti per arredamento.

CASI PRATICI

5. Esamina ciascun caso e fornisci delle soluzioni o rispondi motivando. 1. Distribuzione del reddito. Una famiglia fortunata La famiglia del tuo migliore amico possiede una casa dove abita e una casa al mare che viene data in locazione nel periodo estivo. Inoltre, recentemente, i genitori hanno ereditato da un lontano parente una casa in centro che tramite un’agenzia immobiliare daranno in locazione per i prossimi 5 anni. Il padre è un geometra che lavora in proprio, la mamma è un’insegnante. Proprio ieri hanno vinto una cospicua somma di denaro alla lotteria con la quale pensano di acquistare un’auto nuova.

1. Determina le diverse fonti di reddito e il patrimonio della famiglia. 2. Nel caso che stai esaminando, non è descritta un’ulteriore fonte di reddito. Quale? 3. Continua, secondo la tua fantasia, la descrizione della famiglia, inserendo anche la fonte di reddito mancante

2. I flussi. Una mattina piena di impegni Dopo aver letto le situazioni descritte qui a fianco, prendendo spunto dall’esempio proposto, individua: • il flusso monetario FM o il flusso reale FR che si realizza e la sua direzione; • l’operatore economico dei soggetti implicati. prezzo libro FM

Famiglia (Caterina)

Impresa (Libreria) libro FR

1. Caterina compra un libro alla Libreria scolastica. 2. Presso la Banca Etica, Paolo deposita i suoi risparmi, il titolare della pizzeria Mangiafuoco chiede un prestito per ampliare i locali. 3. Benedetta lavora come insegnante presso una scuola pubblica. Anita è una sua alunna. 4. Chiara lavora in una clinica privata, dove Antonio è ricoverato. 5. Federico compra una tenda da campeggio da Decathlon. 6. Francesco lavora per il Servizio Sanitario Nazionale e Maria è una sua paziente.

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3

CAPITOLO

Le scuole economiche Questo capitolo presenta le scuole economiche, cioè le correnti di pensiero che nel corso dei secoli hanno caratterizzato lo studio della scienza economica. Partendo dalle origini, si esamineranno le tesi delle scuole più antiche fino ad arrivare alle tendenze attuali, caratterizzate dall’assenza di una teoria dominante e da una notevole vivacità della ricerca scientifica. L’economia politica infatti è una disciplina in continua evoluzione, che si rinnova per interpretare al meglio la realtà in cui viviamo.

Contenuti digitali del capitolo e glossario inglese.

3 . 1 L’evoluzione del pensiero economico L’attività economica è inseparabile da ogni azione umana, e perciò è presente fin dalla più remota antichità. Invece, lo sforzo scientifico rivolto alla formulazione delle leggi che la regolano è piuttosto recente: inizia infatti dal momento in cui si è capito che l’attività dell’uomo in campo economico obbedisce a leggi che possono essere formulate, partendo dall’osservazione del concreto comportamento umano.

La storia del pensiero economico studia l’evoluzione del pensiero degli studiosi nel tempo, nel loro sforzo di osservare la realtà e mettere a punto strumenti di analisi idonei a interpretarla.

Scuole economiche e realtà PLUS Storia del pensiero economico e storia economica Perché bisogna conoscere la storia del pensiero economico

Gli economisti vengono abitualmente raggruppati in scuole, caratterizzate da una certa omogeneità di posizioni nell’affrontare i problemi della realtà economica. Ciò si capisce facilmente, se si pensa che gli economisti sono sempre condizionati dalle correnti di pensiero dominanti nella società in cui operano.

Tre periodi La storia del pensiero economico può essere suddivisa in tre principali periodi: • periodo frammentario, dalle origini fino al 1500; • periodo pre-scientifico, dal 1500 al 1776; • periodo scientifico, dal 1776 in poi.

3 . 2 Il periodo frammentario: dalle origini al 1500 Si tratta di un periodo definito come “frammentario” perché in quegli anni non esistono studiosi che trattano in modo specifico il problema economico. Le notizie relative all’economia si trovano sparse nelle opere di storici, moralisti, filosofi ecc., sotto forma di cenni frammentari, in vari contesti. Esso si suddivide, a sua volta, in due diversi periodi.

Antichità In questa fase, i grandi filosofi greci indagano anche sui problemi economici. Platone sosteneva la comunione dei beni materiali per togliere ai singoli l’ambizione di arricchirsi a spese degli altri. Era favorevole all’abolizione della proprietà privata e a una distribuzione egualitaria dei beni fra le diverse famiglie. Aristotele, invece, riconosceva che il desiderio di arricchimento individuale poteva stimolare l’iniziativa economica. A lui si devono i primi studi sulla formazione del valore dei beni e l’analisi del problema del giusto prezzo.

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U1 Come funziona il sistema economico . C3 Le scuole economiche


 L'economia politica è una disciplina in continua evoluzione studiata da diverse scuole economiche.

Medio Evo Il pensiero di Aristotele, viene interpretato alla luce del cristianesimo da Tommaso d’Aquino. Gli ideali del pensiero medievale sono espressi nella sua opera, Summa Theologica. Le scelte economiche sono subordinate alle direttive della morale cattolica. Ad esempio, il prestito a interesse è considerato usura  e pertanto vietato.

3 . 3 Il periodo pre-scientifico: 1500 -1776

LESSICO  Usura Prestito di denaro a tassi di interesse molto più alti di quelli di mercato, in modo da approfittare della situazione di bisogno di chi richiede il prestito.

In questi anni, gli autori trattano specificamente i problemi economici, anche se ancora in assenza di un metodo scientifico. Tale periodo comprende: il mercantilismo e la fisiocrazia.

Mercantilismo Contesto storico. È questo il periodo in cui si formano i grandi Stati Nazionali (la Francia di Luigi XIV, la Spagna di Carlo V, l’Inghilterra di Enrico VIII) e i sovrani cercano di affermare il proprio potere e arricchire lo Stato. L’economia viene svincolata dalla sua subordinazione all’etica e alla teologia per diventare strumento della politica dei sovrani e ricerca dei modi per rendere più ricco, più potente e più popoloso lo Stato. In questo periodo si intensificano le scoperte geografiche che aprono l’Europa a straordinarie fonti di materie prime e a un afflusso di metalli preziosi. Da un punto di vista tecnico, i progressi scientifici dell’epoca preparano un terreno fertile su cui poi si svilupperà la Rivoluzione industriale.

FACCIAMO IL PUNTO Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

1. Perché il primo periodo è chiamato frammentario? 2. Quali differenze riscontri tra il pensiero economico di Platone, Aristotele e Tommaso d’Aquino?

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Protezionismo Protectionism

Jean-Baptiste Colbert è il capo dell’Amministrazione centrale dello Stato sotto Re Luigi XIV, Re Sole. Egli suggerisce al sovrano una politica commerciale basata sulle esportazioni e sul protezionismo , di estendere e sfruttare i possedimenti coloniali, di regolamentare la produzione e i commerci, incrementare l’afflusso di metalli preziosi e di controllare l’economia del Paese.

L’insolito aumento di oro e argento provoca, in breve tempo, problemi inflazionistici, spingendo i filosofi economisti, come ad esempio Jean Bodin, a indagare anche sul valore della moneta.

Fisiocrazia Contesto storico. Si sviluppa nella seconda metà del secolo XVIII, nella Francia dei filosofi illuministi , attorno alla scuola di Quesnay. La sua opera, Le Tableau Modello Économique, è il primo esempio di modello economico sulla produzione e distribuzione economico del reddito globale, dove si enuncia per la prima volta il concetto di equilibrio econoEconomic mode mico  che collega le classi sociali fra loro. Secondo il pensiero di Quesnay il compito dell’economia è scoprire le leggi naturali che stanno alla base della produzione e della distribuzione dei beni. Il rispetto di queste leggi è da solo sufficiente ad assicurare equilibrio e benessere, pertanto l’intervento dello Stato viene considerato inopportuno: solo la natura produce ricchezza in quanto è in grado di moltiplicare i beni. L’agricoltura è considerata l’unica attività che può fornire beni di consumo senza intaccarne la fonte.

La metodologia utilizzata dalla scuola fisiocratica rappresenta un grande passo avanti, in quanto evidenzia le interdipendenze tra produzione e distribuzione del prodotto netto dell’agricoltura fra le tre grandi classi sociali.

3 . 4 Il periodo scientifico: dal 1776 in poi L’idea di sintetizzare i flussi di prodotto fra le classi sociali secondo il metodo sviluppato da Quesnay apre la strada a nuove strategie di indagine. La metodologia impiegata dalla scuola fisiocratica, infatti, introduce la moderna modellistica economica , che consente di studiare realtà complesse attraverso una loro drastica semplificazione. A partire dal Tableau, le basi teoriche dell’economia si irrobustiscono mediante l’analisi sistematica dei fatti e la successiva elaborazione secondo il metodo scientifico. Su queste basi, in periodi e contesti diversi, si sviluppano ulteriori scuole fino ad arrivare ai giorni nostri. Questo periodo comprende: • la scuola classica; • la scuola socialista; • la scuola neoclassica; • la scuola keynesiana; • le scuole della controrivoluzione neoliberista: la scuola monetarista e la scuola dell’offerta fino gli sviluppi più recenti.

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U1 Come funziona il sistema economico . C3 Le scuole economiche


PLUS

La Rivoluzione industriale A partire dalla metà del ’700 si avvia in Inghilterra un processo, noto come Rivoluzione industriale, che si estende gradualmente ad altri Paesi, come Germania, Francia, Stati Uniti. Caratterizza tale processo l’introduzione di nuove macchine nella produzione (macchine tessili, macchine a vapore), l’utilizzazione di nuove fonti di energia (carbon fossile), l’impiego di nuove forme di trasporto (ferrovia e piroscafo). Si verificano, in tutti i Paesi interessati, due fenomeni che avranno molta importanza nella storia successiva: • la nascita della fabbrica, dove, sotto la direzione dell’imprenditore, si svolge l’attività produttiva; • l’urbanesimo, cioè l’aumento rapido della popolazione nelle città con la conseguente disponibilità di un gran numero di lavoratori. Con la Rivoluzione industriale si ha il definitivo passaggio dalla società mercantile alla società capitalista. Diverse cause hanno favorito l’affermarsi di una trasformazione dei modi di produzione, così radicale da essere definita “rivoluzione”. In primo luogo, nel corso del Settecento si introducono nuovi sistemi di coltivazione in agricoltura, che la trasformano in senso capitalistico. Si formano nelle campagne ingenti risorse finanziarie, disponibili a essere investite nella nascente industria; le innovazioni introdotte in agricoltura rendono inoltre disponibile una grande quantità di manodopera, pronta a essere impiegata nell’industria. In secondo luogo, si allarga il mercato interno, per il rapido aumento della popolazione, dovuto alla accresciuta disponibilità di risorse alimentari. Infine, nel periodo 1760-1780 si intensificano le invenzioni, soprattutto nel campo della tessitura, con la conseguenza di una notevole riduzione dei costi di produzione.

James Hargreaves e Richard Arkwright mettono a punto macchine per filare e per tessere azionate da motori ad acqua; Edmund Cartwright inventa il telaio meccanico, che aumenta enormemente la produttività dell’industria tessile; James Watt brevetta la macchina a vapore (1782), che trova efficace impiego nei trasporti con la “locomotiva a vapore” di George Stephenson (1814), oltre che nell’industria siderurgica e meccanica. L’organizzazione del lavoro ne risulta profondamente modificata: in precedenza prevaleva il lavoro a domicilio prestato da numerose famiglie contadine che lavoravano per conto di un mercante, oppure il lavoro dell’artigiano, che produceva su commissione dei propri clienti. Con la nascita dell’impresa manifatturiera, che impiega in un solo luogo di lavoro centinaia di operai, scompaiono le vecchie forme di lavoro. La fabbrica usa macchine azionate dalla forza motrice del vapore e lavoratori salariati, per produrre beni che offre sul mercato. Le condizioni di lavoro sono degradanti: orari estenuanti, sfruttamento dei fanciulli, condizioni ambientali malsane. Sono diffuse malattie infantili, alcolismo, epidemie. Periodiche crisi di sovrapproduzione gettano nella disperazione i lavoratori, che perdono il posto di lavoro. Lo Stato non interviene, ma è uno spettatore passivo delle condizioni di vita del proletariato. Solo dopo la metà del XIX secolo la situazione sociale migliora, grazie alla costituzione dei sindacati a difesa dei lavoratori e all’introduzione di una legislazione a tutela dei cittadini più deboli. Sta di fatto, tuttavia, che in pochi decenni (dal 1770 al 1850) il contributo dell’agricoltura alla formazione della ricchezza scende dal 45 al 20%, quello del settore manifatturiero sale dal 24 al 34% e quello del commercio dal 13 al 21%, facendo dell’Inghilterra il primo Paese industriale della storia.

RISPONDI 1. Come mai una trasformazione dei modi di produzione è definita rivoluzione? 2. Come cambia la concezione mercantilista nel passaggio a quella capitalista? 3. Come cambia l’organizzazione del lavoro rispetto alle tecniche tradizionali? 4. Quali li aspetti positivi e quali i negativi di questo cambiamento nella produzione? CONSAPEVOLEZZA E CITTADINANZA 1. Facendo riferimento alle tue conoscenze (giornali, televisioni, discussioni in famiglia) rispetto alle condizioni di lavoro attuali, pensi che in Italia e nel mondo si possa definire superato il problema del degrado e dello sfruttamento di lavoratori e dei bambini? 2. Si parla spesso di sicurezza del lavoro e morti bianche. Ricerca il significato di quest’ultima espressione.

LESSICO  Protezionismo Politica commerciale rivolta a contrastare la concorrenza estera in modo da sostenere i prodotti nazionali.

 Illuminismo Movimento filosofico, politico, sociale e culturale nato in Francia e diffusosi in tutta Europa nel XVIII secolo. Si proponeva di “illuminare” la mente degli uomini, ottenebrata dall’ignoranza e dalla superstizione, avvalendosi della ragione e dei progressi della scienza.

 Equilibrio economico Situazione in cui il sistema economico funziona in modo armonico, i prezzi sono stabili e i mercati operano in modo soddisfacente, per cui nessun operatore ha un particolare interesse a modificare le sue scelte.

 Modellistica economica Insieme delle tecniche per la costruzione, la verifica e l’applicazione di modelli in economia e nelle altre scienze sociali.

FACCIAMO IL PUNTO Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

1. Quali suggerimenti da Colbert al sovrano? 2. Quale conseguenza negativa deriva dall’eccessiva affluenza di metalli preziosi dalle colonie? 3. Perché i fisiocratici considerano inopportuno l’intervento dello Stato nelle questioni economiche?

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3 . 5 La scuola classica Contesto storico. Si fa risalire la nascita di questa scuola all’uscita, nel 1776, dell’opera di Adam Smith La Ricchezza delle Nazioni. È un periodo storico caratterizzato da profondi rivolgimenti in campo politico ed economico: nell’ultimo quarto del secolo XVIII, infatti, si realizza una singolare accelerazione nella storia della società moderna. A Philadelphia la Dichiarazione di Indipendenza delle colonie sancisce l’esistenza di diritti inalienabili dell’uomo; in Inghilterra si compie la Rivoluzione industriale, che imprime una svolta nella storia del mondo.

PLUS La figura di Adam Smith

Adam Smith è considerato il fondatore della scuola classica e, a ragione, viene definito come il padre dell’economia politica. Egli imprime forza alle basi teoriche dell’economia mediante l’analisi sistematica dei fatti e la successiva rielaborazione con il metodo scientifico.

Smith era convinto, infatti, che i fenomeni sociali avessero proprie leggi da scoprire → cap. 1.3 non solo per mezzo dell’osservazione (metodo induttivo), ma anche del ragionamento logico (metodo deduttivo). In Smith, come negli altri economisti classici, emerge chiaramente la convinzione Capitalismo che il capitalismo  nascente costituisse un elemento di rottura irreversibile rispetCapitalism to al passato. Nei sistemi precedenti era preminente la finalità di soddisfare i consumi delle classi ricche; nel sistema capitalistico, invece, mediante l’accumulazione e la trasformazione del sovrappiù  in capitale, è possibile accrescere la produzione a beneficio di tutta la popolazione. Tra i fattori della produzione, oltre alla terra cara a Quesnay, si introducono il capitale e il lavoro. Si afferma l’importanza della divisione del lavoro. MAPPA 1  La scuola classica amplia l’ordine naturale dei fisiocratici, con un ordine economico razionale e spontaneo per il quale l’individuo, perseguendo il proprio interesse individuale, con il suo agire, senza realmente volerlo, promuove anche quello della società, guidato da una mano invisibile, che tende a un fine che, inizialmente, non faceva parte delle sue intenzioni. Dal convincimento dell’esistenza di un ordine naturale, deriva la prescrizione che lo Stato deve astenersi dall’intervenire nell’economia. Di qui derivano il motto “laissez faire, laissez passer ” e il liberismo economico, che la scuola classica contrappone al protezionismo dei mercantilisti. Altri esponenti della scuola classica sono: • David Ricardo, il quale, pur condividendo i principi del liberismo, intuisce elementi di crisi nel capitalismo a causa dei crescenti contrasti fra le classi sociali. Riconduce il valore dei beni e degli strumenti della produzione al lavoro necessari a produrli, introducendo così la teoria del valore-lavoro; • Jean Baptist Say, secondo il quale «l’offerta crea la propria domanda». A lui si deve l’elaborazione della teoria degli sbocchi, nella quale afferma che non si possono verificare crisi di sovrapproduzione, in quanto l’offerta di beni e servizi crea automaticamente la propria domanda: a fronte di una maggior produzione di beni, viene distribuito nel sistema un maggior reddito sotto forma di retribuzione dei fattori, e ciò fa crescere la domanda. Il sistema tende dunque spontaneamente all’equilibrio  fra quantità prodotte e quantità domandate e al pieno impiego delle risorse. MAPPA 2 

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U1 Come funziona il sistema economico . C3 Le scuole economiche


MAPPA 1

LESSICO DIVISIONE DEL LAVORO

permette

MAGGIORE PRODUTTIVITÀ

quindi

MAGGIORE PRODUZIONE

da investire ACCUMULAZIONE

cioè che permette

MAGGIORE RICAVO

 Capitalismo Sistema economico caratterizzato dalla proprietà privata dei mezzi di produzione, in cui la scelta dei beni da produrre spetta ai consumatori e le decisioni economiche vengono assunte dai singoli operatori.

 Sovrappiù

PLUS

Divisione del lavoro e aumento del sovrappiù Secondo Adam Smith l’allargamento dei mercati favorisce la divisione del lavoro e l’introduzione di nuove macchine, che veicolano nel sistema il progresso tecnologico. L’aumento della produzione, che ne è la logica conseguenza, consente un aumento del sovrappiù, che viene ripartito fra le classi sociali in base alle forze della concorrenza; aumentando il sovrappiù, è possibile accentuare ulteriormente la divisione del lavoro e introdurre macchine ancor più innovative; di conseguenza, il tenore di vita della popolazione migliora. Smith ricorda che, prima della rivoluzione industriale, nella fabbricazione degli spilli ciascun lavoratore eseguiva tutte le operazioni che portavano dalla trasformazione del laminato all’ottenimento dello spillo. In tal modo ogni spillettaio non riusciva a produrre più di 20 spilli al giorno. Suddividendo il lavoro in una

serie di operazioni elementari, affidate ciascuna a un singolo lavoratore (uno trafila il metallo, un altro raddrizza il filo, un terzo lo taglia, un altro fa le punte, un altro fabbrica la capocchia, un altro ancora pulisce il prodotto, e infine un ultimo lavoratore lo inscatola) si ottiene uno straordinario aumento di produzione. Mentre nel sistema di produzione pre-capitalistico 10 operai non potevano produrre più di 200 spilli al giorno, ora gli stessi operai possono produrre più di 48 000 spilli al giorno (la produzione è aumentata di 240 volte!). Smith osserva che la divisione del lavoro è possibile solo quando il mercato è sufficientemente esteso. Per estendere il mercato – condizione necessaria per aumentare il volume di produzione dell’impresa – occorre sviluppare i sistemi di trasporto e comunicazione e, soprattutto, abolire tutti i vincoli al commercio.

RISPONDI 1. Sapresti spiegare in che cosa consiste la divisione del lavoro? 2. Qual è una condizione essenziale affinché si possa realizzare? 3. Secondo Smith, l’aumento del sovrappiù è considerato un vantaggio o uno svantaggio? Motiva la tua risposta.

MAPPA 2

CONSAPEVOLEZZA E CITTADINANZA 1. Quali svantaggi a livello personale procura un’eccessiva divisione del lavoro? 2. Prova ad analizzare i vantaggi che potrebbe arrecare al sistema economico un’equilibrata divisione del lavoro. PRODUZIONE genera

beni e servizi OFFERTA

retribuzione dei fattori REDDITO

equilibrio DOMANDA

CONSUMO

RISPARMIO

È il prodotto netto espresso in termini fisici, una volta detratta dal prodotto complessivo la parte che deve essere impiegata per ripristinare le condizioni di partenza del processo produttivo.

 Laissez faire Principio che sostiene il non intervento dello Stato nell’economia, in base alla convinzione che il sistema economico operi spontaneamente sempre al meglio e sia in grado di autoregolarsi, adattandosi alle nuove situazioni che si verificano sul mercato.

 Equilibrio economico Situazione in cui il sistema economico funziona in modo armonico, i prezzi sono stabili e i mercati operano in modo soddisfacente, per cui nessun operatore ha un particolare interesse a modificare le sue scelte.

FACCIAMO IL PUNTO Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

1. Perché, secondo Smith, il capitalismo segna una fase nuova rispetto al passato? 2. Quale importante trasformazione avviene in Inghilterra in quel periodo? 3. In quale modo influenza il pensiero della scuola classica?

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3 . 6 La scuola socialista Contesto storico. Nella prima metà dell’800 si assiste a un rapido mutamento dei rapporti sociali conseguente all’affermarsi della Rivoluzione industriale e al diffondersi dei suoi effetti. L’ottimismo di fondo della scuola classica non poteva mancare di suscitare reazioni in rapporto all’osservazione della realtà economica reale.

La più importante di tali reazioni – tanto per lo straordinario apporto scientifico, quanto per il richiamo che il suo pensiero ha esercitato negli ultimi centocinquant’anni – è l’opera di Karl Marx. La critica al sistema capitalistico. L’analisi economica di Marx poggia su una visione sociologica secondo la quale sono i rapporti di produzione a determinare una certa struttura sociale. Tutti gli eventi di tipo spirituale, comprese le convinzioni filosofiche e religiose, sono sempre determinati da fatti materiali che dipendono dai mutamenti delle strutture e delle tecniche produttive di un dato momento storico. Gli uomini, i quali vivono e producono in una data società, si trovano a muoversi entro «determinati rapporti necessari e indipendenti dalla loro volontà», che sono i rapporti di produzione propri di una determinata fase dello sviluppo storico. Per illustrare questo concetto, definito materialismo storico, Marx ricorre alla famosa affermazione che il mulino a mano crea la società feudale e quello a vapore la società capitalista. La lotta di classe. Per la loro posizione rispetto ai rapporti di produzione, e non per propria volontà, le classi sociali sorte dall’affermazione della rivoluzione industriale (capitalisti e proletariato ), sono, fondamentalmente antagoniste. Per questo motivo, tra la classe dei lavoratori e quella dei capitalisti è inevitabile il conflitto: è questa la lotta di classe, che porterà al superamento definitivo del sistema capitalista che comunque attraversa già crisi di sovrapproduzione, per l’enorme aumento dell’offerta di merci a fronte della scarsità della domanda. La dittatura del proletariato. Quando poi il processo di concentrazione della ricchezza giungerà allo stadio finale, e a un gruppo ristrettissimo di super capitalisti si opporrà l’immensa schiera dei diseredati, si avrà un movimento rivoluzionario che porterà alla dittatura del proletariato, per giungere infine a una società senza classi e senza antagonismi. Allora, «gli strumenti di produzione saranno centralizzati nelle mani dello Stato, cioè del proletariato costituito in classe dirigente».

3 . 7 La scuola neoclassica Contesto storico. Nasce e si diffonde tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento sotto l’influenza del pensiero politico liberale. Cerca di fornire un’immagine armoniosa del sistema capitalista, da contrapporre alla visione marxista che si stava diffondendo in Europa.

Negli anni 1871-1874 appaiono contemporaneamente le opere di tre studiosi, Karl Menger (austriaco), Stanley Jevons (inglese), Léon Walras (francese), che indipendentemente fra loro elaborano un nuovo metodo di indagine che dà origine a una scuola, nota come scuola marginalista.

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U1 Come funziona il sistema economico . C3 Le scuole economiche


PLUS

LESSICO

La crisi del capitalismo attraverso la teoria del plusvalore

 Proletariato

Critiche alla teoria del plusvalore. La teoria del plusvalore di Marx è stata oggetto di numerose critiche nel corso del tempo. È stata ritenuta una semplificazione eccessiva della realtà economica, che non tiene in considerazione il ruolo organizzativo dell’imprenditore, il rischio di impresa e l’innovazione nella creazione di valore. Ciononostante, rimane un punto di riferimento importante per la critica del capitalismo e offre una chiave di interpretazione per comprendere le disuguaglianze sociali e le dinamiche di potere nell’economia globale.

Per spiegare la crisi definitiva del capitalismo, Marx elabora la teoria del plusvalore. Per Marx il valore di una merce è determinato dalla quantità di lavoro socialmente necessario per produrla. Ciò significa che il valore di un bene non dipende dal suo prezzo di mercato, ma dal tempo e dall’impegno impiegati per realizzarlo. Il plusvalore rappresenta quindi la differenza tra il valore prodotto da un lavoratore nel corso di una giornata lavorativa e il salario che riceve in cambio. Possiamo quantificarlo nella porzione di lavoro non pagata che il capitalista ottiene dal lavoratore e di cui si appropria. Il plusvalore realizzato sotto forma di profitto viene utilizzato dal capitalista per reinvestire nell’impresa in macchinari e tecnologie che aumentano la produttività del lavoro. Questo significa che l’operaio produce di più nello stesso tempo, ma il suo salario rimane uguale, mentre la quota di plusvalore aumenta. Questo meccanismo pro­ voca una crescente disuguaglianza tra capitalisti e lavoratori che Marx reputa insostenibile. Inevitabilmente, essa porterà al conflitto di classe e alla rivoluzione socialista, che determineranno la fine del capitalismo e della società borghese.

Insieme dei lavoratori dipendenti che prestano la loro forza-lavoro dietro un salario, privi della proprietà dei mezzi di produzione e di qualsiasi altra ricchezza, ma dotati soltanto della capacità di generare prole (da cui il loro nome).

 Il Quarto Stato di Giuseppe Pellizza da Volpedo celebra l’affermarsi delle classi popolari.

Come si genera il plusvalore Durata della giornata di lavoro in ore

PROFITTO PRODUZIONE

1 2 3

equivale al

Salario pagato dal lavoratore

genera maggiore

LAVORO

CAPITALE

4 5

retribuito

non retribuito

SALARIO DI SUSSISTENZA

PLUS VALORE

6

Lavoratore

7 8 9 10

Plus valore che va al capitalista

reinvestito in

FACCIAMO IL PUNTO Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

1. Sai spiegare in che cosa consiste il materialismo storico?

2. Secondo Marx quale sarà la causa del superamento definitivo del sistema capitalista? (vedi PLUS) 3. Da che cosa è determinato l’antagonismo tra le classi sociali?

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Nel giro di dieci anni, essi sostituiscono l’analisi classica macroeconomica centrata sulla produzione per concentrare l’attenzione sull’analisi microeconomica, cioè sul comportamento del singolo consumatore o del singolo produttore. Successivamente, nel 1890 Alfred Marshall, fondatore della Scuola di Cambridge, rafforza la posizione nel suo testo Principi di economia (il manuale di economia politica più usato nelle università fino alla metà del XX secolo).

→ Unità 3, cap. 2.3

→ Unità 3, cap. 1.4

PLUS Il paradosso del valore

Egli concentra la sua attenzione sullo studio dell’equilibrio definito come posizione che l’individuo raggiunge quando riesce a massimizzare la sua soddisfazione e che pertanto non ha più interesse a modificare. Egli elabora la teoria, secondo la quale un soggetto economico compie un’azione soltanto se il sacrificio iniziale gli appare minore della soddisfazione iniziale e persiste nell’azione fino a quando l’incremento di sacrificio non supera l’incremento di soddisfazione. Questo principio viene applicato sia nella teoria del consumo che nella produttività dei fattori della produzione o nel lavoro. Tutta la teoria si basa sul concetto di utilità marginale, cioè l’utilità connessa al consumo di una unità aggiuntiva di bene che diventa la misura del valore dei beni: i beni hanno un valore in quanto sono utili, cioè nella misura in cui servono a soddisfare un bisogno dell’uomo. Tale valore è tanto più elevato quanto maggiore è la scarsità dei beni. Riguardo la distribuzione, la soluzione è nell’armonia del sistema. Le varie forme di reddito (salari, profitti, rendite ) sono giustificate in quanto remunerazione dei contributi dei fattori produttivi alla produzione. I fattori produttivi (terra, lavoro, capitale) si sostituiscono così alle classi sociali, eliminando ogni motivazione conflittuale. Infatti, poiché ogni fattore produttivo viene remunerato secondo il suo contributo alla produzione, non si può parlare di sfruttamento del lavoro da parte del capitale. La tradizionale ripartizione in classi sociali (lavoratori, capitalisti, proprietari terrieri) della scuola classica e del marxismo viene quindi abbandonata. Leon Walras in Svizzera e l’italiano Vilfredo Pareto della Scuola di Losanna enunciano la teoria dell’equilibrio economico generale con la quale si perviene a una sintesi generale, che riassume in un sistema di relazioni interdipendenti le posizioni di equilibrio di tutti gli operatori: consumatori, imprenditori, fornitori di beni e di servizi, risparmiatori. Il valore dei beni è determinato dall’equilibrio tra domanda e offerta.

3 . 8 La scuola keynesiana Contesto storico. L’ottimismo di fondo delle teorie tradizionali fu profondamente sconvolto dalla Grande crisi del 1929-32, sviluppatasi in tutto l’Occidente, che colpì soprattutto i Paesi più progrediti. L’ingente quantità di merci rimaste invendute e i milioni di lavoratori rimasti disoccupati smentirono in modo clamoroso la legge di Say considerata come la colonna portante della teoria dell’equilibrio. John Maynard Keynes, nella sua famosa opera Teoria generale dell’occupazione, interesse e moneta del 1936, respinge la legge di Say, che considerava la piena occupazione del lavoro e degli altri fattori produttivi una costante del sistema economico, e introduce il concetto di equilibrio di sottoccupazione  come situazione più comunemente producibile. PLUS La Grande crisi del 1929-1932 John M. Keynes (1883-1946)

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Secondo Keynes, al crescere del reddito, i consumi crescono in modo meno che proporzionale; per mantenere quindi un certo volume di occupazione, è necessario che si effettuino investimenti pubblici sufficienti ad assorbire la differenza fra produzione totale e consumi totali. U1 Come funziona il sistema economico . C3 Le scuole economiche


MAPPA

Da qui la necessità di un intervento dello Stato a sostegno della domanda globale, che ha come conseguenza un aumento dei consumi e degli investimenti, e quindi dell’occupazione. Keynes suggerisce di finanziare le spese pubbliche anche in disavanzo (deficit spending), attraverso il collocamento di titoli del debito pubblico presso i ri→ Unità 5, cap. 2.6 sparmiatori e gli istituti di credito. Se invece la situazione generale presenta un eccesso di domanda rispetto l’offerta con probabile aumento generalizzato dei prezzi (inflazione), lo Stato dovrà intervenire con misure atte a diminuire la quantità di moneta in circolazione. → Unità 6.2 Molti governi hanno adottato nel secondo dopoguerra politiche keynesiane, allo scopo di fronteggiare situazioni di squilibrio e di disoccupazione. Non sono mancati certamente risultati positivi, almeno fino alla fine degli anni ’60 del secolo scorso. Ma il sopraggiungere della grave crisi degli anni ’70 del secolo scorso (di cui l’aumento notevole del prezzo delle fonti di energia, soprattutto del petrolio, fu una delle cause) ha messo in discussione la validità della teoria keynesiana e gli stessi fondamenti della scienza economica. MAPPA  insufficienza dei consumi rispetto alla produzione porta a equilibrio di sottoccupazione

LESSICO  Salari - Profitti Rendite Per produrre i beni le imprese impiegano i fattori produttivi – cioè lavoro, capitale e risorse naturali – che vengono remunerati rispettivamente con il salario, che affluisce ai lavoratori per la loro opera; con il profitto, che va agli imprenditori per il capitale investito e per la loro attività di coordinamento; e con la rendita, che remunera i proprietari delle risorse naturali.

 Sottoccupazione Situazione in cui l’occupazione è inferiore a quella che il sistema potrebbe assorbire. Si verifica anche quando un lavoratore svolge un’attività inadeguata al suo titolo di studio, oppure per un tempo inferiore a quello ritenuto normale.

quindi è necessario intervento dello Stato sostegno della domanda per ottenere aumento dei consumi

tramite

EQUILIBRIO DI PIENA OCCUPAZIONE

tramite

aumento degli investimenti

PLUS

Confronto tra scuola classica e neoclassica LE DUE SCUOLE: IN COMUNE

LA SCUOLA NEOCLASSICA: DIFFERENZE

Le leggi economiche dipendono dalla natura del comportamento umano, per cui hanno una validità universale.

Fa frequente ricorso alla matematica, a grafici e tabelle, cercando di avvicinare l’economia alle scienze esatte.

Per scoprire le leggi del comportamento economico il metodo deduttivo, è più vantaggioso di quello induttivo.

Studia l’equilibrio generale del sistema economico a partire dagli equilibri parziali (equilibrio del consumatore, equilibrio dell’impresa, equilibrio del mercato) analizzando il comportamento dei singoli soggetti.

Il mercato di libera concorrenza (laissez faire) crea spontaneamente un equilibrio di piena occupazione.

Critica la tradizionale teoria del valore-lavoro, sostituendola con la nuova teoria del valoreutilità. Cioè l’utilità che il singolo consumatore attribuisce ai singoli beni.

FACCIAMO IL PUNTO Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

1. Qual è la rivoluzione metodologica dell’analisi neoclassica? 2. Come viene misurato il valore dei beni dalla scuola marginalistica? 3. Come viene superata la lotta di classe dai neoclassici?

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3 . 9 Le scuole della controrivoluzione neoliberista Contesto storico. All’inizio degli anni ’80 del secolo scorso, la maggior parte dei Paesi industriali era afflitta da un grave problema: un’elevata inflazione associata a stagnaStagnazione zione , cioè a un ristagno dell’economia. La presenza contemporanea di questi due Stagnation fattori viene chiamata stagflazione (stagnazione più inflazione).

Si fa strada una controrivoluzione neoliberista, nata da un gruppo di economisti che ipotizzava che le cause della crisi fossero da ricondurre all’eccessivo intervento dello Stato nell’economia. Secondo questi studiosi il continuo ricorso alle politiche keynesiane da parte dei governi aveva prodotto guasti enormi, e in particolare: • un alto debito pubblico per sostenere la spesa pubblica; • gli investimenti pubblici avevano in parte sostituito gli investimenti privati considerati più efficienti perché motivati dalla ricerca del profitto; • le politiche monetarie a sostegno della domanda avevano determinato aumento dei prezzi, con dannose distorsioni nei mercati e nella distribuzione del reddito, senza risolvere, nel lungo periodo, il problema della disoccupazione. Le correnti neoliberiste erano convinte che il sistema economico fosse tendenzialmente in equilibrio di piena occupazione, proprio al contrario di quanto pensava Keynes. All’interno di tali correnti si possono individuare i seguenti due importanti indirizzi.

La scuola monetarista Secondo questo movimento, che fa capo a Milton Friedman e ai suoi allievi dell’Università di Chicago, la causa dell’inflazione va fatta risalire alla banca centrale , costretta a emettere un’eccessiva quantità di moneta per finanziare i disavanzi pubblici. Secondo questa visione, la banca centrale deve adottare sempre una politica restrittiva quando occorra difendere il potere d’acquisto della moneta; l’occupazione tornerà ad aumentare quando, debellata l’inflazione, le forze di mercato saranno in grado di provocare la ripresa dell’economia. Tuttavia, vi sarà sempre un livello “fisiologico” di → Unità 7, par. 3.1 disoccupazione normale in un sistema economico complesso come l’attuale.

La scuola dell’offerta (supply-side economics) Secondo questa scuola, sviluppatasi negli anni ’70 del secolo scorso negli Usa e della quale Arthur Laffer è uno dei maggiori esponenti, è l’offerta che crea la domanda (legge degli sbocchi) e quindi è l’attività produttiva delle imprese a rivestire un ruolo dominante (al contrario di quanto sosteneva la teoria keynesiana, orientata al sostegno della domanda). Ne consegue che, per garantire un’adeguata crescita del sistema, lo Stato deve limitare il suo intervento nell’economia, ridurre i vincoli sulle imprese (deregulation ), tagliare la spesa pubblica, contenere l’imposizione fiscale sulle imprese per consentire maggiori investimenti e far aumentare l’occupazione e il reddito nazionale. Questa impostazione è stata adottata negli stati Uniti durante la presidenza Reagan.

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U1 Come funziona il sistema economico . C3 Le scuole economiche


3 . 10 La situazione attuale:

LESSICO

la ricerca di nuovi modelli economici

Oggi manca una teoria generale in grado di interpretare in modo univoco i fenomeni economici; ciò a causa dell’estrema complessità delle economie e delle realtà sociali contemporanee. Inoltre, fra gli economisti odierni, c’è una certa presa di distanza dalle ideologie e pochi credono all’esistenza di un metodo valido per qualsia­si tipo di ricerca economica. Esistono, purtuttavia, differenti approcci e posizioni. Le due correnti principali possono essere riassunte dal seguente schema. MAPPA  Il maggior disaccordo fra gli economisti moderni verte sul ruolo dello Stato e del mercato, soprattutto a causa della preoccupazione che l’assenza dell’intervento pubblico possa consegnare il secondo ai gruppi privati più forti, che dispongono di poteri decisionali capaci di orientare la produzione delle imprese. Sono molti gli economisti che, da qualche decennio, diffidano di un mercato destinato a soddisfare prevalentemente i bisogni delle classi sociali più ricche o delle aree geografiche più forti. Un filone di ricerca economica, in questo senso, riguarda la cosiddetta economia sociale che si contrappone all’economia tradizionale – spesso focalizzata unicamente sul profitto e sulla massimizzazione della crescita – ponendo invece l’accento sulla centralità dell’essere umano e sulla tutela dell’ambiente.

 Stagnazione Situazione prolungata di stasi dell’economia, con mancanza di crescita e prospettive di sviluppo a breve e medio termine. È una situazione che tende a perdurare per lungo tempo.

 Banca centrale Istituto posto al centro del sistema finanziario, con compiti di emissione della moneta e controllo del credito. È responsabile del funzionamento del sistema creditizio, con l’obiettivo primario di combattere l’inflazione.

 Deregulation Riduzione dei vincoli legislativi e amministrativi che ostacolano l’attività d’impresa. In Italia tali vincoli sono spesso designati con l’espressione giornalistica “lacci e lacciuoli”.

Si è manifestata negli ultimi trent’anni in diverse attività e filoni perseguiti da economisti sparsi in tutto il mondo. Ne ricordiamo solo alcuni.

Muhammad Yunus

MAPPA

Economista bengalese, premio Nobel per la pace nel 2006, fondatore della Grameen Bank, la banca che ha rivoluzionato il modo di concedere prestiti, attraverso l’istituto del microcredito. Esso prevede la possibilità per le persone povere e senza garanzie, che pertanto hanno difficoltà di accesso al credito bancario, di ottenere prestiti di modesta entità per avviare piccole attività imprenditoriali.

NEOKEYNESIANI

NEOLIBERISTI

Instabilità del sistema

Stabilità del sistema

L’intervento pubblico è necessario per correggere i fallimenti del mercato

L’intervento pubblico è dannoso, perché il regolatore dell’economia è il mercato

FACCIAMO IL PUNTO Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

1. In quale modo le relazioni interdipendenti determinano l’equilibrio economico generale? 2. In che cosa consiste la “rivoluzione” keynesiana? 3. Quali interventi dovrebbe effettuare lo Stato, secondo la ricetta keynesiana, per ottenere un equilibrio di piena occupazione?

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Amartya Sen Economista indiano, premio Nobel per l’economia nel 1998, ha dato un contributo fondamentale alla teoria economica nell’ambito dell’economia del benessere e dello sviluppo umano. Il suo pensiero si distingue per l’attenzione rivolta alla dimensione umana dell’economia, superando la visione tradizionale incentrata esclusivamente sulla crescita economica. Su questa linea, introduce il concetto di “capacità” che si riferisce a ciò che le persone sono realmente in grado di fare e di essere, tenendo conto sia della differenza qualitativa degli obiettivi, che ciascun individuo possiede, sia delle differenti posizioni sociali. Nella riflessione sociale, sostiene Sen, è la giustizia ad avere la priorità: “la capacità di una persona è la sua libertà sostanziale”. La prospettiva delle capacità coincide quindi con una prospettiva di libertà: la capacità che un soggetto ha di compiere una determinata cosa equivale alla libertà che il soggetto ha di fare quella determinata cosa.

Daniel Kahneman Psicologo ed economista israeliano, considerato il padre della finanza comportamentale, premio Nobel per l’economia nel 2002 “per avere integrato risultati della ricerca psicologica nella scienza economica, specialmente in merito al giudizio umano e alla teoria delle decisioni in condizioni d’incertezza”. Il suo tentativo di rendere operativa una misurazione di felicità oggettiva, ha messo in dubbio il concetto di razionalità alla base dei processi decisionali, ribaltando i presupposti che avevano dominato l’economia per decenni, come la definizione di homo oeconomicus , che cerca di ottenere la massima soddisfazione con il minimo mezzo. Per Kahneman le scelte sono dominate dalla ricerca della felicità, ma questa non trova misurazione quando si utilizza il Pil come indice della ricchezza e del benessere di una nazione.

Kremer, Banerjee e Duflo

→ Per l’Agenda 2030, si rimanda al capitolo 1.4

La lotta alla povertà è stata al centro delle analisi di Michael Kremer, Abhijit Banerjee ed Esther Duflo, che grazie al loro lavoro hanno ricevuto nel 2019 il premio Nobel per l’economia. Nella loro ricerca hanno sostenuto la necessità di analizzare i comportamenti concreti dei poveri con esperimenti condotti sul campo, a prescindere dalle teorie generali. Per questa ragione sono noti come economisti sperimentali. PER ESEMPIO  La risposta più completa e maggiormente condivisa è venuta nel 2015, quando tutti i Paesi dell’Onu hanno firmato l’Agenda 2030, consapevoli che le sfide che l’umanità si trova ad affrontare, come i cambiamenti climatici, la disuguaglianza sociale e l’esaurimento delle risorse naturali, richiedono un ripensamento urgente e condiviso dei modelli economici dominanti da parte di tutti i Paesi del mondo.

Il Manifesto degli economisti Di recente, in Italia, 134 economisti, docenti nelle università italiane più prestigiose, attraverso un Manifesto, hanno lanciato un allarme sulla situazione economica: negli ultimi quattro decenni, in molti Paesi, tra cui il nostro, si è assistito a un forte aumento delle disuguaglianze economiche. In Italia, ad esempio si è registrata una crescente concentrazione dei patrimoni: lo 0,1% più facoltoso degli italiani possiede oggi circa il 9% della ricchezza netta nazionale, mentre nel 1995 ne possedeva il 5%. Secondo gli economisti aderenti, diminuire le disuguaglianze non è solo un’esigenza di equità sociale, ma una necessità per lo sviluppo economico del Paese. La crescita delle disuguaglianze è, infatti, un fenomeno profondamente nocivo per l’economia, che comporta perdite non trascurabili di efficienza e produttività, ulteriormente aggravate dall’approssimarsi di un catastrofico “punto di non ritorno climatico”. Inoltre, il perdurare delle disuguaglianze mette a rischio la coesione sociale.

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U1 Come funziona il sistema economico . C3 Le scuole economiche


PER ESEMPIO

LESSICO

Economisti sperimentali Michael Kremer, in uno studio pionieristico riguardante la frequenza e il rendimento scolastico degli scolari in Kenya, ha messo in luce che donare libri o aumentare il numero dei maestri non ha un grande impatto sull’istruzione dei bambini, rispetto a quello di programmi di sverminazione e lotta ai parassiti. I vermi intestinali

sono molto diffusi in alcune zone povere e possono essere trattati a basso costo. Le cure contro i parassiti non solo aumentano significativamente i livelli di istruzione ma hanno effetto anche sui bambini non trattati e producono benefici sanitari ed economici di lungo periodo, soprattutto in campo occupazionale.

 Homo oeconomicus Soggetto ideale che agisce solo in base al principio di razionalità nel perseguire esclusivamente i propri interessi individuali, massimizza il suo benessere personale, utilizzando al meglio le risorse disponibili.

FACCIAMO IL PUNTO Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

PLUS

L’Urlo: il Manifesto TaxTheRich Nel maggio 2024, in Italia, un gruppo di 134 economisti, docenti nelle più importanti Università italiane, ha lanciato una proposta che è una sorta di Manifesto contro la disuguaglianza (definito Urlo per sottolineare la gravità del momento in analogia con il famoso quadro di Munch) che consiste nell’introdurre un prelievo fiscale più equo per lo 0,1% più ricco della popolazione italiana, sulla base di un’agenda fiscale innovativa, denominata “TaxTheRich”. L’incremento del prelievo è finalizzato: • ad aumentare l’equità del sistema fiscale, contrastando la crescente disuguaglianza di ricchezza; • a garantire la sostenibilità delle finanze pubbliche, reperendo nuove risorse per finanziare investimenti pubblici nella lotta alla povertà; • a stimolare la domanda interna attraverso una ridistribuzione della ricchezza; • a ridurre le disparità sociali. Per realizzare concretamente l’aumento del prelievo fiscale, gli economisti propongono di introdurre un’imposta progressiva sui patrimoni, tassare le rendite finanziarie, una maggiore trasparenza sui

patrimoni di grandi imprese e miliardari e infine, ovviamente, maggiore contrasto all’elusione e all’evasione attraverso l’utilizzo di paradisi fiscali.

1. Perché nella ricerca attuale di nuovi modelli economici non si riesce più a formare dottrine e interpretazioni univoche? 2. Qual è il punto sul quale maggiormente si avverte il distacco tra le varie dottrine economiche? 3. Amartya Sen e Muhammad Yunus provengono entrambi da Paesi non lontani fra loro. Quali sono le loro idee? Ti sembrano distanti tra loro o presentano similitudini? 4. Qual è il contenuto del Manifesto degli economisti?

CONSAPEVOLEZZA E CITTADINANZA Osserva il quadro di Munch e analizza le emozioni che trasmette. In quale modo, a tuo avviso, nonostante siano passati più di 100 anni dalla sua creazione, può rappresentare anche i giorni nostri?

5. Qual è stato (ed è tuttora) il contributo dato dai giovani del Friday For Future alla sostenibilità?

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Fridays For Future In conclusione di questo lungo percorso sul pensiero economico è giusto ricordare che il cammino verso un’economia sostenibile è iniziato non solo grazie al contributo di grandi economisti, ma anche grazie all’impegno di milioni di attivisti, studenti delle scuole superiori, che in tutto il mondo hanno dato vita ai Fridays For Future (FFF). Il movimento Fridays for Future, nato da un’iniziativa individuale di Greta Thunberg nel 2018, ha catalizzato l’attenzione globale sulla crisi climatica e le sue implicazioni per il pianeta. Le proteste studentesche, caratterizzate da mobilitazioni pacifiche e messaggi chiari, hanno avuto un impatto significativo sia sulla coscienza sociale, che sull’economia reale. Hanno contribuito ad accelerare la transizione verso un modello più sostenibile e responsabile che operi al servizio delle persone e del pianeta, garantendo un futuro prospero per le generazioni presenti e future.

PLUS

“Non sei mai troppo piccolo per fare la differenza”: il movimento Fridays for future Il movimento Fridays For Future potrebbe definirsi come uno sciopero mondiale pacifico e spontaneo nato dall’azione solitaria di una giovane svedese, Greta Thunberg, e diventato in pochi anni una vera rivoluzione culturale, sociale, economica e politica. Le origini del movimento risalgono all’agosto del 2018, quando, ancora quindicenne, Greta decise di non entrare a scuola per diverse settimane per protestare davanti al parlamento svedese contro la mancanza di azioni concrete rispetto alla crisi climatica. Da allora, ogni venerdì, Greta ha continuato la sua protesta insieme ad altri giovani studenti che con il passare dei giorni si sono uniti a lei. La sua battaglia individuale si è diffusa man mano in altre città, diventando una protesta collettiva. Con la nascita dell’hashtag #FridaysForFuture, presto diventato virale, migliaia di studenti hanno iniziato a organizzare manifestazioni in tutto il mondo in favore del clima, sempre di venerdì. La prima protesta globale, dopo quella del 20 agosto 2018, risale al 15 marzo 2019 e vi presero parte 1700 studenti in oltre 100 Paesi. I ragazzi di Fridays for future chiedono il diritto al futuro, un futuro che rischia di essere compromesso dalle gravi conseguenze del riscaldamento globale e dall’aumento nell’atmosfera della concentrazione di gas serra prodotti dalle attività dell’uomo. I manifestanti dicono “basta false promesse” e chiedono azioni concrete per incentivare il passaggio a energie rinnovabili e ridurre i consumi privati per non compromettere il loro futuro. Per attirare l’attenzione dei potenti della Terra, Greta Thunberg ha fatto una traversata transoceanica in barca a vela per parlare, a New York, al summit dei rappresentanti delle Nazioni Unite. Ha incontrato Papa Francesco e invitato 4 milioni di giovani a unirsi a lei nel 2019 in quella che è stata definita la più grande manifestazione per il clima. Il movimento è riuscito a sensibilizzare l’opinione pubblica al punto di ottenere un accordo sulla prima legge europea per il clima da parte dell’Europarlamento e del Consiglio Ue. Il movimento è attivo anche in Italia: con circa 150 gruppi di coordinamento locale, centinaia di migliaia di followers

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su Instagram e Facebook. A livello locale, si sono aggiunte altre richieste a quelle globali come, ad esempio, l’aumento dei fondi destinati alla scuola, all’università e alla ricerca per promuovere la sostenibilità e garantire il futuro delle nuove generazioni. RISPONDI A tuo avviso, che cosa nel movimento dei FFF ha suscitato così tanto interesse da riuscire a ottenere l’attenzione e raggiungere alcuni importanti traguardi? CONSAPEVOLEZZA E CITTADINANZA 1. Sul sito del Consiglio europeo, www.consilium.europa. eu/it/ nella pagina dedicata ai cambiamenti climatici, puoi trovare molte informazioni sulla normativa europea sul clima. Fai una scheda degli obiettivi che si è posta l’Ue e l’Italia in particolare. 2. Il movimento FFF è attivo anche in Italia. Cerca sui social quali iniziative promuove e se è presente anche nella località in cui vivi.

U1 Come funziona il sistema economico . C3 Le scuole economiche


Una scuola economica alternativa: l’economia civile

E ORIENTAMENTO

EDUCAZIONE CIVICA

“È legge dell’universo che non si può far la nostra felicità senza far quella degli altri” (Antonio Genovesi) L’economia civile è una forma di economia di mercato non capitalista che pone la socialità umana al centro delle relazioni economiche. L’espressione “economia civile” appare per la prima volta nel 1753, quando l’Università di Napoli istituisce la prima cattedra al mondo di economia. Ne diviene titolare Antonio Genovesi, la cui opera più importante si intitola, appunto, Lezioni di economia civile. Al concetto di “mano invisibile” di Adam Smith, Genovesi sostituisce quello di “tessuto visibile” delle virtù civiche perché – egli afferma - “quando in una nazione vacillano i fondamenti della fede etica, neppure quelli dell’economia e della politica possono stare saldi”. I caratteri specifici dell’economia civile risultano pertanto i seguenti: • al centro del mercato e dell’impresa c’è la persona (nelle sue molteplici sfaccettature: cittadino, consumatore, risparmiatore, investitore) e non l’individuo; • oltre all’accumulazione del profitto, delle ricchezze e delle rendite finanziarie è necessario attribuire valore anche ad altri beni, come i beni relazionali, i beni comuni e i beni di gratuità; • l’economia a cui conferire maggior vigore è quella reale, privilegiando anche orientamenti sociali nelle imprese e forme di mutualità e cooperazione tra esse; • appare fondamentale restituire spazio alle vocazioni delle persone, a cominciare da quella lavorativa; • occorre superare la contrapposizione Stato e Mercato, essendoci bisogno di un terzo soggetto collettivo, la comunità, luogo ideale per fare scelte etiche e partecipare in maniera fattiva.

Alleniamo la CITTADINANZA ECONOMICA

Tra i temi cari all’economia civile vi è quello dell’importanza dei beni comuni, come ad esempio l’acqua. Si formino in classe 3 gruppi: 1) il primo raccolga dati e informazioni a sostegno della natura esclusivamente pubblica dell’acqua; 2) il secondo raccolga dati e informazioni a sostegno della natura pubblica e privata dell’acqua; 3) il terzo raccolga dati e informazioni a sostegno della natura di commodity (cioè di merce) dell’acqua. Ciascun gruppo presenti mediante idonei strumenti digitali la propria ricerca in classe e al termine delle relazioni, con l’aiuto dell’insegnante di economia politica, si intavoli un confronto che conduca a una definizione condivisa del bene economico “acqua”.

PROFESSIONI E COMPETENZE DEL FUTURO L’economia civile propone come ideale modello d’impresa quello delle cooperative di comunità, che hanno per oggetto la produzione di beni e servizi nell’interesse di tutti i membri del territorio e della comunità di riferimento. Rifletti in classe su tale forma imprenditoriale e individuane gli elementi di successo potenziale in termini di Persone, Pianeta, Profitto (3P).

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CAPITOLO

3

Le scuole economiche Sintesi

Ascolta e ripassa

3 . 1 L’evoluzione del pensiero economico

La storia del pensiero economico studia la sua evoluzione nel tempo. Gli economisti sono raggruppati in scuole in base a una certa omogeneità delle loro posizioni; la storia del pensiero può essere divisa in tre periodi: frammentario, pre-scientifico, scientifico.

3 . 2 Il periodo frammentario: dalle origini al 1500

È chiamato così perché manca di studiosi che si occupano di economia in modo specifico, ma sono gli storici e i filosofi che includono osservazioni economiche nelle loro opere. Comprende due periodi: antichità e Medio Evo.

3 . 3 Il periodo pre-scientifico:1500 -1776

Si diffonde il mercantilismo, secondo cui la potenza di uno Stato deriva dal commercio e dalla disponibilità di oro e argento. I mercantilisti sostenevano una politica commerciale basata sulle esportazioni, sul protezionismo e sui dazi doganali. La fisiocrazia teorizzava che l’agricoltura fosse la sola fonte di ricchezza; sosteneva l’esistenza di un ordine naturale, che rendeva dannosi i tentativi dello Stato di regolare l’economia. Essa si sviluppò in Francia ed ebbe in F. Quesnay il suo maestro, che nel Tableau Économique (1758) formulò il primo modello economico sulla produzione e distribuzione del reddito globale.

3 . 4 Il periodo scientifico: dal 1776 in poi

A partire dalla scuola fisiocratica, nascono nei periodi successivi: la scuola classica; la scuola socialista; la scuola neoclassica; la scuola keynesiana; le scuole della controrivoluzione neoliberista: la scuola monetarista e la scuola dell’offerta.

3 . 5 La scuola classica

Ebbe inizio con la pubblicazione della Ricchezza delle Nazioni di A. Smith (1776) e si sviluppò sino alla metà del XIX secolo. Sostiene l’esistenza un ordine naturale (mano invisibile) che spinge il soggetto a promuovere il benessere sociale agendo nel proprio interesse.

3 . 6 La scuola socialista

Essa mise in discussione le basi teoriche di quella classica; il suo massimo esponente (K. Marx) sosteneva che il capitalismo si fondava sullo sfruttamento del proletariato e che sarebbe stato superato dalla lotta di classe per realizzare la dittatura del proletariato e una società senza classi.

3 . 7 La scuola neoclassica

La scuola neoclassica sosteneva il ruolo fondamentale della domanda, che dipende dall’utilità/rarità dei beni. Nel libero mercato i fattori produttivi sono remunerati in base al loro contributo alla produzione e, quindi, il mercato assicura spontaneamente un equilibrio di pieno impiego dei fattori produttivi e l’intervento dello Stato è dannoso.

3 . 8 La scuola keynesiana

La Grande crisi del 1929-32 aveva smentito l’ottimismo dei neoclassici. Per Keynes esisteva un equilibrio di sottoccupazione, che andava superato con l’intervento dello Stato a sostegno della domanda globale finanziato dalla spesa pubblica anche in disavanzo. (rivoluzione keynesiana).

3 . 9 Le scuole della controrivoluzione neoliberista

Per la scuola neoliberista la crisi è causata dall’intervento dello Stato sul sistema economico.

3 . 10 La situazione attuale: la ricerca di nuovi modelli economici

Oggi si ricercano nuovi modelli per interpretare la complessità dei fenomeni e trovare soluzioni rispettose della società e dell’individuo.

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U1 Come funziona il sistema economico . C3 Le scuole economiche


Mappa da completare Dopo aver ripassato i contenuti dell’Unità, completa la mappa inserendo correttamente gli elementi mancanti scelti tra i seguenti J. Bodin • Medio Evo • Fisiocrazia • K. Marx • marginalista • neoliberista • scuola classica • scuola keynesiana • sociale

Antichità PERIODO FRAMMENTARIO _________________

PERIODO PRESCIENTIFICO (1500-1776)

Mercantilismo

_________________

_________________

F. Quesnay

_________________

A. Smith

Scuola socialista

_________________

Scuola neoclassica (o _________________) PERIODO SCIENTIFICO (dal 1776)

_________________

Scuole della controrivoluzione _________________

Ricerca di nuovi modelli

• K. Menger • S. Jevons • L. Walras J. M. Keynes Scuola monetarista Scuola dell’offerta Economia __________

RISPONDI ORA ALLE DOMANDE 1. Quali sono le scuole del periodo pre-scientifico? 2. Sai indicare i principali esponenti della scuola classica? 3. Qual è la funzione dello Stato secondo Keynes? 4. Quali sono le scuole della controrivoluzione neoliberista? 5. In quale direzione si orienta attualmente la ricerca in campo economico?

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CAPITOLO

3

Le scuole economiche Esercizi Consolidiamo le conoscenze...

SCELTA MULTIPLA

9. La possibilità di un equilibrio di sottoccupazione è sostenuta da

1. Per i mercantilisti è importante

a  François Quesnay (1694-1774) b  Adam Smith (1723-1790) c  Karl Marx (1818-1883) d  John M. Keynes (1883-1946)

1. Completa l’affermazione scegliendo la frase corretta fra quelle proposte. a  rendere più potente e popolato lo Stato b  favorire la produzione agricola c  abbandonare le colonie possedute d  aumentare le importazioni 2. La scuola mercantilista si afferma a  tra il 1500 e il 1750 b  tra il 1200 e il 1500 c  tra il 1750 e il 1776 d  dopo il 1776 3. La scuola fisiocratica si afferma a  tra il 1500 e il 1750 b  tra il 1758 e il 1776 c  tra il 1776 e il 1851 d  dopo il 1851 4. È estraneo ai principi della fisiocrazia a  incoraggiare l’attività agricola b  rispettare l’ordine economico naturale c  non regolamentare l’attività economica d  incoraggiare la produzione industriale 5. La scuola classica si afferma a  tra il 1500 e il 1750 b  tra il 1758 e il 1776 c  tra il 1776 e il 1851 d  dopo il 1851 6. Secondo la scuola classica a  lo Stato non deve intervenire in economia b  lo Stato deve intervenire in economia c  il protezionismo favorisce l’economia d  lo Stato deve incentivare e monopolizzare il commercio con le colonie 7. La tesi dell’ineluttabilità della lotta di classe, che porta al superamento definitivo del sistema capitalista, era sostenuta da a  Adam Smith (1723-1790) b  David Ricardo (1772-1823) c  Karl Marx (1818-1883) d  John M. Keynes (1883-1946) 8. Secondo Marx esistono due classi sociali antagoniste, costituite da a  operai e impiegati b  lavoratori e capitalisti c  credenti e non credenti d  contadini e cittadini

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Esercizi interattivi

10. Secondo Keynes, in presenza di sottoccupazione, lo Stato deve intervenire nell’economia per a  sostenere la domanda globale b  assicurare condizioni concorrenziali c  tutelare gli imprenditori d  assicurare elevati risparmi 11. Secondo gli esponenti della scuola monetarista la Banca centrale a  deve adottare politiche espansive b  deve finanziare sempre il disavanzo pubblico c  deve adottare politiche per difendere il potere d’acquisto d  non deve controllare l’inflazione

PREPARATI ALLA PROVA ORALE

2. Tra parentesi i paragrafi di riferimento. 1. Quali periodi si possono distinguere nella storia del pensiero economico? (3.1) 2. Quali sono i compiti dello Stato secondo i mercantilisti? (3.3) 3. Su quali problemi si concentrò in particolare l’analisi della scuola fisiocratica? (3.3) 4. Perché, secondo gli economisti classici, lo Stato non deve intervenire nell’economia? (3.5) 5. Perché è importante il sovrappiù nell’analisi degli economisti classici? (3.5) 6. Che cos’è il materialismo storico? (3.6) 7. In che cosa consiste la lotta di classe? (3.6) 8. Quali sono le idee fondamentali della scuola neoclassica? (3.7) 9. Perché secondo la scuola marginalista il sistema economico è armonico? (3.7) 10. Perché secondo Keynes lo Stato deve intervenire in economia? (3.8) 11. In che cosa consiste la controrivoluzione neoliberista avviata da Milton Friedman? (3.9) 12. Quali sono i capisaldi della cosiddetta supply-side economics? (3.9) 13. Che cosa si intende per economia sociale? Sai citare qualcuno dei suoi esponenti? (3.10) 14. Che cos’è il microcredito? (3.10) 15. Che cosa si intende per economia circolare? Sai citare qualcuno dei suoi esponenti? (3.10)

U1 Come funziona il sistema economico . C3 Le scuole economiche


... per sviluppare le competenze CASI PRATICI

3. Esamina ciascun caso e fornisci delle soluzioni o rispondi motivando. 1. Rivoluzione industriale. Macchina-treno-nave-aereo Il frate francescano, filosofo e scienziato inglese Roger Bacon (1214 - 1292 circa) in De secretis operibus artis et naturae, nella seconda metà del 1200, scriveva: “Arriveremo a costruire macchine capaci di spingere grandi navi a velocità più forti che un’intera schiera di rematori e bisognose soltanto di un pilota che le diriga. Arriveremo a imprimere ai carri incredibili velocità senza l’aiuto di alcun animale. Arriveremo a costruire macchine alate, capaci di sollevarsi nell’aria come gli uccelli”.

1. Partendo da questa visionaria affermazione, e scegliendo una tra le diverse “macchine” di cui parla Bacon, spiega attraverso quali tappe la sua affermazione si è dimostrata vera. Per svolgere questo compito: • studia le tappe del pensiero e del progresso economico esposte nel capitolo 3 e in particolare le innovazioni alla produzione introdotte dalle rivoluzioni industriali; • fai opportune ricerche in rete sull’evoluzione del mezzo di locomozione che hai scelto. Infine, prepara un’infografica che presenti il tuo lavoro alla classe.

2. Rivoluzione industriale. Una tavola rotonda impossibile Immagina una conferenza a cui partecipano alcuni economisti riguardo il significato, in termini economici, della parola VALORE, riferita al valore dei beni. Sono presenti Vilfredo Pareto, Adam Smith, Karl Marx, Karl Menger, David Ricardo, Alfred Marshall, Léon Walras, Stanley Jevons, Nella tavola rotonda prevista durante la conferenza, alcuni economisti, che condividono ricerche e conclusioni, siederanno vicini.

1. Riflettendo su quanto studiato in questo capitolo rispondi alle seguenti domande: • Quali economisti staranno seduti vicino? • Quali definizioni ciascuno (o a gruppi di interesse) verranno fornite sul valore dei beni?

3. Intervento dello Stato nel pensiero economico. Una commissione improbabile Viene composta e convocata urgentemente una commissione di economisti per discutere su un problema, che sta affliggendo il sistema economico: un diffuso e continuo rialzo dei prezzi. Viene chiesto un parere sulle possibili cause e su possibili strategie per risolvere la situazione. Sono convocati: Adam Smith, Jean Bodin, John Maynard Keynes, Milton Friedman, Arthur Laffer, J. Baptist Say. Uno di loro comunica che non parteciperà perché ritiene inutile aver costituito la commissione. Gli altri si riuniscono e discutono tra loro comunicando la propria opinione.

1. Riflettendo su quanto studiato in questo capitolo, rispondi alle seguenti domande: • Chi sarà il “grande assente” alla commissione e quali ragioni addurrà? • Quale sarà il contributo che ciascun economista darà ai lavori della commissione?

4. Interazione fra realtà e pensiero economico. L’influsso della storia sugli economisti Come avrai letto nelle pagine di questo capitolo, si possono portare numerosi esempi di interazione tra fatti storici e storia del pensiero economico. Così come rilevante è anche l’influenza delle idee filosofiche e in generale degli orientamenti culturali sugli interessi degli economisti (pensa alla scuola fisiocratica nata nel clima dell’Illuminismo).

• Alla luce di questa premessa, individua quali grandi avvenimenti o quali fenomeni o situazioni accaduti in questo nuovo millennio hanno influenzato o determinato nuove fasi dell’economia. • Puoi scrivere un testo oppure costruire uno schema o una tabella.

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UNITÀ

1 Come funziona il sistema economico Verifica di fine Unità

• Comunicazione nella madrelingua • Imparare a imparare • competenze civiche e di cittadinanza • consapevolezza ed espressione culturale

Smith osserva che la divisione del lavoro è possibile solo quando il mercato è sufficientemente esteso. Per estendere il mercato – condizione necessaria per aumentare il volume di produzione dell’impresa – occorre sviluppare i sistemi di trasporto e comunicazione e soprattutto abolire tutti i vincoli al commercio.

1 LA DIVISIONE DEL LAVORO

1. Individua le parole chiave del testo e spiegane il significato.

COMPRENSIONE Competenze attivate

Secondo Adam Smith l’allargamento dei mercati favorisce la divisione del lavoro e l’introduzione di nuove macchine, che veicolano nel sistema il progresso tecnologico. L’aumento della produzione, che ne è la logica conseguenza, consente un aumento del sovrappiù, che viene ripartito fra le classi sociali in base alle forze della concorrenza; aumentando il sovrappiù, è possibile accentuare ulteriormente la divisione del lavoro e introdurre macchine ancor più innovative; di conseguenza il tenore di vita della popolazione migliora.

2. Rispondi alle seguenti domande: a. Quali sono, secondo Smith, le condizioni necessarie per favorire la divisione del lavoro? b. Quali conseguenze porta all’interno del sistema economico? c. Qual è l’esempio utilizzato da Smith per illustrare l’impatto della divisione del lavoro sulla produttività? d. In che modo la divisione del lavoro influenza il tenore di vita della popolazione, secondo Smith? 3. Trasforma in una mappa concettuale quanto espresso nel brano sul legame tra divisione del lavoro, progresso tecnologico e aumento del sovrappiù, secondo Adam Smith. Nel 1936 uscì Tempi moderni, un film diretto e interpretato da Charlie Chaplin che, in chiave comica, descrive le alienazioni della modernità e in particolare il conflitto uomo-macchina. Attraverso le vicende un operaio, costretto quotidianamente a ripetere gli stessi gesti meccanici all’interno di una fabbrica, si esplorano le frustrazioni provocate dalla catena di montaggio. 4. Fai una ricerca sulla storia narrata dal film e cercane qualche spezzone significativo.

Smith ricorda che, prima della rivoluzione industriale, nella fabbricazione degli spilli ciascun lavoratore eseguiva tutte le operazioni che portavano dalla trasformazione del laminato all’ottenimento dello spillo. In tal modo ogni spillettaio non riusciva a produrre più di 20 spilli al giorno. Suddividendo il lavoro in una serie di operazioni elementari, affidate ciascuna a un singolo lavoratore (uno trafila il metallo, un altro raddrizza il filo, un terzo lo taglia, un altro fa le punte, un altro fabbrica la capocchia, un altro ancora pulisce il prodotto, e infine un ultimo lavoratore lo inscatola) si ottiene uno straordinario aumento di produzione. Mentre nel sistema di produzione pre-capitalistico 10 operai non potevano produrre più di 200 spilli al giorno, ora gli stessi operai possono produrre più di 48 000 spilli al giorno (la produzione è aumentata di 240 volte!).

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U1 Come funziona il sistema economico

5. Rifletti e rispondi: a. Quali sono i potenziali limiti o svantaggi di una spinta eccessiva alla divisione del lavoro? b. Quali implicazioni sociali e psicologiche ne scaturiscono? c. Secondo te, oggi, il lavoro è cambiato? Come?


CASI PRATICI Competenze attivate complessivamente per tutti i casi. • Comunicazione nella madrelingua • Competenze logico matematiche • Competenza digitale • Imparare a imparare • Civiche e di cittadinanza • Imprenditorialità

1 ATTIVITÀ ECONOMICHE, SETTORE

QUATERNARIO. UNA NUOVA BICICLETTA

Gianni ha messo in vendita online la propria bicicletta usata, perché vuole sostituirla con una nuova dalle prestazioni migliori. Dopo una settimana ha ricevuto diverse richieste sia via mail sia tramite contatti telefonici. • Di che tipologia di scambio si tratta? • In quale genere di economia si inserisce questo scambio? • Quali elementi, secondo te, avrà considerato Gianni nel dare risposta ai suoi interlocutori? • Quali vantaggi/svantaggi vedi in un’attività del genere? • Ti è mai capitato di realizzare una simile esperienza personalmente o tramite qualcuno della tua famiglia? Quali sono i siti (o i luoghi fisici nel luogo dove risiedi) in cui si pratica l’economia circolare?

2 LE TRE DOMANDE DELL’ECONOMIA.

UN’AVVENTURA, QUATTRO AMICI E TRE DOMANDE

Immagina di essere bloccato per due settimane su un’isola deserta con quattro amici e un bambino, che è il fratellino di uno di voi. Fino a qualche anno fa, sull’isola c’era una zona attrezzata per il campeggio libero, ma ormai è in disuso da molti anni. Per la vostra sopravvivenza, avete a disposizione solo le risorse naturali dell’isola, il contenuto dei vostri zainetti, le lenze da pesca e le vostre abilità individuali. L’isola offre una fonte di acqua dolce, un vecchio bungalow danneggiato, alcune vecchie pentole, oltre ad altri oggetti abbandonati e rovinati dalle intemperie. Naturalmente i vostri cellulari non hanno campo. Dividetevi in gruppi da quattro o cinque persone secondo le indicazioni dell’insegnante e affrontate questa avventura, rispondendo insieme alle tre domande fondamentali dell’economia. Per ognuna di esse, vi sono delle indicazioni da seguire (che potete eventualmente integrare) 1. Che cosa produrre? Identificate i beni e servizi essenziali per la sopravvivenza di 14 giorni.

2. Come produrre? Decidete come produrre i beni e servizi che avete identificato. Questa fase necessita di una valutazione delle vostre abilità individuali, delle risorse disponibili e delle tecnologie a vostra disposizione. 3. Per chi produrre? Decidete come distribuire i beni e servizi prodotti. Domandatevi quale criterio intendete seguire (In parti uguali? Secondo i bisogni di ciascuno? Dando priorità a chi è più fragile? Altro…). Dopo aver discusso tra voi, redigete una relazione che riassuma le vostre risposte alle tre domande. Avete a disposizione la prima ora. Durante la seconda ora, ogni gruppo esporrà alla classe la soluzione trovata e insieme discuterete sulle scelte adottate da ciascun gruppo.

3 LE LEGGI ECONOMICHE. LE DUE STRADE DEL METODO SCIENTIFICO

Individua a quale metodo tra induttivo e deduttivo, appartengono i due ragionamenti in tabella. Completala con altri due esempi a tua scelta per ciascun metodo. METODO …....…

METODO …....…

Premessa 1: tutti i cani sono mammiferi Premessa 2: Scotch è un cane. Conclusione: Scotch è un mammifero

Premessa: se nevica, le piste da sci sono aperte. Osservazione: le piste da sci sono aperte Conclusione: deve aver nevicato.

Rispondi: Perché il metodo di ricerca delle leggi dell’Economia politica usa entrambi i metodi?

4 L’ECONOMIA SOCIALE. IL MICROCREDITO Divisi in piccoli gruppi, approfondite che cos’è il microcredito e perché svolge un’importante funzione all’interno del sistema finanziario e produttivo in Italia e nel mondo Il vostro lavoro dovrà toccare i seguenti aspetti: • le origini del microcredito: scopo, fondatore, prime banche che lo hanno concesso • la diffusione nel mondo: dove è più diffuso, quali risultati ha raggiunto, come si finanzia, un esempio reale di azienda sorta grazie ad esso • la diffusione in Italia: chi può ottenerlo, come può essere utilizzato, a quanto ammonta, un esempio reale. I risultati della vostra ricerca confluiranno in una presentazione che verrà illustrata alla classe.

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UNITÀ

1 Come funziona il sistema economico Verifica di fine Unità

5 IL RUOLO DELLO STATO NEL PENSIERO

ECONOMICO. DAL MERCANTILISMO ALLA CONTRORIVOLUZIONE NEOLIBERISTA

Dopo aver studiato la storia del pensiero economico, ti sarai reso conto che il tema da sempre al centro degli interessi degli studiosi nel corso dei secoli riguarda il ruolo che lo Stato deve ricoprire all’interno del sistema economico. Per fissare bene ciò che hai appreso, ti viene chiesto di realizzare una presentazione che illustri l’evoluzione del pensiero economico a partire dal periodo del mercantilismo fino alla controrivoluzione neoliberista. Per svolgere questo compito: • Scegli il tipo di applicazione che intendi usare (Power Point, Canva, Prezi, altro). • Utilizzando il libro di testo come guida, ricerca sul web ulteriori informazioni che possono aiutarti a chiarirti le idee. • Ricorda che non ti viene chiesto di fare un riassunto, ma di realizzare un’infografica, perciò il tuo lavoro dovrà essere correlato da opportune immagini e contenere degli elementi che possano rendere visivamente il tuo lavoro (diversi, colori, caratteri, altro…). • Salva e conserva con cura il tuo lavoro, perché nel corso del triennio di studio dell’economia politica, ti tornerà spesso molto utile!

6 LA DIFFUSIONE DEL PENSIERO SOCIALISTA. IL QUARTO STATO

Torna a esaminare il quadro di Pellizza da Volpedo riportato a pag. 67. L’avrai già visto molte volte perché è importante sia per la storia dell’arte, sia per la storia sociale del nostro Paese. • Mediante opportune ricerche, approfondisci il suo significato, dato che è uno dei simboli della nostra storia: celebra infatti l’affermazione di una nuova classe sociale, che chiede diritti sino ad allora negati. • Il titolo Il Quarto Stato fa riferimento al proletariato, contrapposto ai tre “stati” che esistevano prima della Rivoluzione francese. Nota in particolare che la marcia dei lavoratori è guidata anche da una donna con un bambino in braccio: perché, secondo te, è stata inserita questa figura? • Mostra il quadro ad amici o parenti e chiedi loro di indicarti, immediatamente e senza pensarci troppo, qual è la figura, tra le tante in marcia, che colpisce di più. • In classe, confrontati con i tuoi compagni per stabilire qual è la figura maggiormente evocata nel vostro sondaggio.

COMPITO DI REALTÀ PER PROMUOVERE EQUITÀ E SOSTENIBILITÀ Gruppi

Gruppi da 3 o 4 persone secondo le indicazioni dell’insegnante

Tempi

Un’ora per presentare e organizzare il lavoro e per dividersi in gruppi (la durata di questa fase può variare, secondo le esigenze specifiche della classe); più lavoro di gruppo in orario extrascolastico (se svolto a scuola, si suggeriscono due ore scolastiche) Due ore scolastiche per la presentazione alla classe del proprio lavoro e debriefing

Competenze

1. Comunicazione nella madrelingua 2. Competenza digitale 3. Imparare a imparare 4. Competenza sociale e civica 5. Consapevolezza ed espressione culturale

Durante lo studio delle teorie economiche, siete rimasti particolarmente colpiti dall’impatto che alcuni movimenti e organizzazioni non governative (ONG) riescono ad avere su Stati e opinione pubblica nella lotta alle disuguaglianze e allo sfruttamento indiscriminato delle risorse del pianeta. Volete approfondire l’argomento insieme ai vo-

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U1 Come funziona il sistema economico

stri compagni e vedere se anche voi potete fare qualcosa di utile. Consegna • Fate in classe una ricerca su quali sono le principali ONG o movimenti che si occupano di lotta alle disuguaglianze e di difesa dell’ambiente. Tempo 40’


Questi alcuni suggerimenti: Oxfam, Emergency, Save the children, ActionAid, Fridays For Future, Terre des hommes, WWF… • Dividetevi in gruppi secondo le indicazioni dell’insegnante. Tempo 15’ • Ogni gruppo sceglierà un movimento o una ong ricercando sui rispettivi siti o su motori di ricerca, la storia, il campo di intervento, le iniziative realizzate e tutto ciò pensate sia utile. Non dimenticate di verificare se sia prevista o meno la collaborazione (non solo economica) per semplici cittadini. • Preparate una presentazione digitale utilizzando l’applicazione che preferite (potrà es-

sere anche un video) per illustrare in classe l’organizzazione scelta. Il lavoro potrà essere svolto anche a casa in un lasso di tempo stabilito dall’insegnante oppure a scuola se attrezzata. N.B. Nel caso vogliate utilizzare Power point o Prezi o Canva, il numero delle parole da inserire in ciascuna slide non potrà essere superiore a 20 e in ogni slide deve essere presente almeno una figura. Nel caso vogliate realizzare un video, non potrà essere una semplice ripresa di una persona che espone l’argomento, ma deve avere contenuti variati (esempio: spezzoni di filmato con commento).

CHECK LIST Nella presentazione avete inserito:

Fino 1 o 2 punti per ogni risposta affermativa

la storia del movimento (fondatore, anni, luogo,…)

1

Il campo di intervento

1

Iniziative realizzate e numero di persone coinvolte

2

link a eventuali siti e social dove sono presenti

1

Eventuali titoli o contenuti di articoli significativi apparsi sui media

1

In caso di presentazione: limitato uso di testo e molte illustrazioni o parole chiave In caso di video: presenza di contributi diversi

2

Tutti hanno dato il proprio contributo Avete lavorato nel rispetto delle opinioni di tutti e in caso di divergenze vi siete accordati serenamente

0,5 0,5

Avete rispettato i tempi e consegnato il lavoro entro l’orario stabilito

1

TOTALE PUNTEGGIO

/10

83


UNITÀ

2 Gli operatori economici Che cosa studierai in questa Unità Questa Unità è dedicata alla conoscenza e alle funzioni dei protagonisti del sistema economico: • l’operatore famiglie, perno dell’intero

sistema economico, dato che per soddisfarne i bisogni si costituisce l’intero sistema

• i consumi e i risparmi delle famiglie • l’operatore imprese, che produce e offre sul mercato i beni e i servizi

• le aree funzionali e la responsabilità sociale delle imprese

• l’operatore Stato, che soddisfa

i bisogni pubblici (difesa, sicurezza, giustizia, istruzione, salute e molti altri) finanziandosi attraverso le imposte.

Quali abilità acquisirai Saprai: • spiegare come operano i diversi soggetti dell’economia

• riconoscere la funzione economica delle famiglie

• individuare il ruolo dell’imprenditore nella produzione di beni e servizi

• spiegare in che cosa consiste la

responsabilità sociale dell’imprenditore

• essere consapevole del ruolo dello Stato nell’economia

• riconoscere i caratteri dell’economia mista

• il ruolo dello Stato nell’economia nei diversi sistemi economici

Prerequisiti

Capitoli 1 2 3

84

L’operatore famiglie: consumo e risparmio L’operatore imprese: produzione e responsabilità sociale L’operatore Stato: funzioni e sistemi economici


Per cominciare Un concerto green

Da sempre è nota l’attenzione della band britannica Coldplay al legame tra sostenibilità e musica dal vivo e, anche recentemente, la band non si è smentita. Già un anno prima delle date 2024 previste in Italia, il complesso aveva dichiarato di voler tagliare le emissioni del 50% rispetto al tour precedente (a San Siro, Milano 2017). L’obiettivo è stato raggiunto. L’energia utilizzata per alimentare i concerti di luglio 2024 allo stadio Olimpico di Roma è stata prodotta principalmente da fonti rinnovabili, anche coinvolgendo il pubblico presente. Alcune aziende specializzate hanno installato intorno allo stadio turbine eoliche mobili, mentre all’interno alcuni gruppi di spettatori hanno generato energia pedalando su powerbike e altri hanno trasformato il proprio entusiasmo in energia per il palco, ballando o muovendosi scatenanati su tappeti cinetici posti sugli spalti, sotto ai loro piedi. Per contrastare lo spreco di acqua e l’uso delle bottigliette di plastica, all’interno dello stadio, sono stati predisposti punti di ricarica di acqua potabile e i rifiuti sono stati gestiti attraverso un rigoroso sistema di riciclaggio. Prima dell’inizio dei concerti, ai fan sono stati consegnati dei bracciali LED per illuminare lo spettacolo, con la richiesta di restituirli a fine show, affinché potessero essere riutilizzati da una tappa alla successiva.. L’86% degli spettatori ha restituito i bracciali. I membri della band, consapevoli che i concerti avrebbero comunque avuto una carbon footprint significativa, si sono impegnati a supportare progetti ambientali, tra cui la semina di un nuovo albero per ogni biglietto venduto (280mila). Il messaggio? La musica può e deve lasciare un’impronta leggera nell’ambiente (indelebile quella nel cuore).

RISPONDI

RIFLETTI

1. Quali operatori del sistema econo­ mico individui nel brano?

4. Il coinvolgimento del pubblico con le powerbike e i tappetini aveva solo lo scopo di generare energia? Secondo te, quali responsabilità hanno le star nei loro comportamenti virtuosi (o viziosi)? Motiva la tua risposta anche portando altri esempi concreti.

2. Quali strumenti sono stati utilizzati per raggiungere l’obiettivo prefissato? 3. Che cosa si intende per “carbon foot­ print?”

In questa Unità acquisirai gli strumenti per interpretare queste e altre situazioni.

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1

CAPITOLO

L’operatore famiglie: consumo e risparmio

Contenuti In questo capitolo viene esaminato il ruolo dell’operatore famiglie, il più digitali del importante del sistema economico. Sono approfondite le principali fun­ capitolo e glossario zioni svolte da questo operatore, cioè consumo e risparmio, senza trascu­ inglese. rarne il ruolo come fornitore di lavoro alle imprese e allo Stato e come pagatore di imposte allo Stato. Di tali funzioni vengono analizzate le determinanti sia economiche, sia psicologiche, con particolare riguardo al risparmio delle famiglie, fon­ te principale degli investimenti.

1 . 1 La funzione delle famiglie Il principale operatore del sistema economico è costituito dalle famiglie, dato che da esse e per esse il sistema stesso si costituisce e opera. L’operatore famiglie comprende non solo i nuclei familiari veri e propri, ma anche le comunità o convivenze (ad esempio un convento o una comunità terapeutica) e i sin→ cap. 1.2 gle, poiché tali soggetti agiscono sul mercato in modo del tutto simile a quello delle famiglie. MAPPA  PLUS La famiglia italiana oggi

Le decisioni delle famiglie hanno un notevole impatto sull’economia: i consumi determinano il livello dell’attività produttiva delle imprese, mentre il risparmio è la fonte principale del loro finanziamento.

Solo grazie al risparmio delle famiglie le imprese possono effettuare gli investimenti, che costituiscono il motore dello sviluppo economico.

Flussi in entrata e in uscita Il lavoro che le famiglie prestano alle imprese e allo Stato è remunerato con il salario; i salari costituiscono la quota delle entrate di gran lunga più importante delle famiglie nei Paesi industrializzati. Le famiglie forniscono anche risparmi alle imprese e allo Stato, per i quali percepiscono interessi sotto forma di rendite (se, ad esempio, possiedono titoli di Stato come BOT e CCT) o di dividendi (se possiedono azioni di società commerciali). Le famiglie ricevono altresì dallo Stato trasferimenti in denaro (ad esempio pensioni) e in servizi (ad esempio cure sanitarie gratuite). Come vedremo più dettagliatamente in seguito, le famiglie distribuiscono il proprio reddito in consumi, risparmi e imposte.

Le scelte delle famiglie Nello svolgimento delle loro funzioni, le famiglie devono prendere le seguenti decisio­ ni fondamentali. • Che cosa e quanto consumare? È il problema quotidiano della famiglia, che lo risol­ ve tenendo presenti le priorità nei suoi bisogni e il vincolo rappresentato dal reddito disponibile. • Quanto e come lavorare? La decisione influenza il reddito disponibile, dato che un maggior lavoro può aumentare il reddito e quindi il tenore di vita della famiglia. • Quanto e come risparmiare? La famiglia deve decidere quale parte del reddito va ac­ cantonata per consumi futuri, e come utilizzare il risparmio, decidere, ad esem­

pio se investire in depositi bancari, o in titoli pubblici e privati o nell’acquisto di beni reali, come vedremo più oltre. 86

U2 Gli operatori economici . C1 L’operatore famiglie: consumo e risparmio


MAPPA

 Le decisioni di consumo e risparmio delle famiglie hanno un notevole impatto sull'economia.

L'OPERATORE FAMIGLIA svolge le funzioni di

fornire fattori produttivi a Stato e imprese

consumare beni e servizi

pagare i tributi allo Stato

riceve

risparmiare

FACCIAMO IL PUNTO

in cambio di beni e servizi pubblici

trasferimenti dallo Stato

lavoro

in cambio di

salari

imprenditorialità

in cambio di

profitti

capitali

in cambio di

interessi

Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

1. Quali soggetti comprende l’operatore famiglie? 2. Quali sono le decisioni che le famiglie devono prendere come operatori del sistema economico?

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1 . 2 I consumi delle famiglie Attualmente le famiglie spendono in media la maggior parte del loro reddito in consumi, mentre la parte restante è dedicata al risparmio.

Beni durevoli Durable goods

PLUS I consumi delle famiglie I grandi capitoli di spesa

La spesa complessiva per consumi risulta dall’acquisto dei seguenti tipi di beni: • beni durevoli, di durata poliennale, come i mobili, gli elettrodomestici, i gioielli; • beni semidurevoli, di durata inferiore ai precedenti, come i vestiti e le calzature; • beni non durevoli, utilizzabili una sola volta, come i generi alimentari, i combustibi­ li, i prodotti igienici; • servizi, come le spese di affitto per la casa, di trasporto, di telefono. Nel secolo scorso, le spese delle famiglie per generi alimentari e bevande occupavano il primo posto, seguite dalle spese per l’abitazione. Attualmente queste ultime sono salite al primo posto, seguite dalle spese per generi alimentari e bevande e dalle spese per trasporti e comunicazioni. Ciò perché all’aumentare del reddito cambia la destina­ zione della spesa familiare. Nel corso del tempo i consumi delle famiglie sono considerevolmente aumentati.

Tuttavia, la nostra società (definita come società dei consumi ) non è in grado di as­ sicurare a tutti un livello di vita dignitoso: persistono ancora ampie fasce di povertà in mezzo a una società caratterizzata dai consumi di massa. Secondo l’Istat , nel 2023, le famiglie in povertà assoluta si attestavano all’8,5% del to­ tale delle famiglie residenti (erano l’8,3% nel 2022), corrispondenti a circa 5,7 milioni di individui (9,8%; quota pressoché stabile rispetto al 9,7% del 2022). → Unità 4, A queste, che vivono in stato di “parziale o assoluta indigenza” si devono ancora ag­ par. 5.3 giungere circa 2,4 milioni di famiglie a rischio povertà.

1 . 3 La legge di Engel Come sono cambiati i consumi delle famiglie italiane? Se confrontiamo i consumi at­ tuali con quelli, poniamo, del 1970, notiamo che la quota di reddito destinata all’acqui­ sto di alimentari si è più che dimezzata; mentre risultano notevolmente aumentate le quote destinate all’abitazione e ai consumi di elettricità, all’arredamento, ai trasporti e comunicazioni (spese per l’acquisto e la manutenzione dell’auto, spese telefoniche ecc.), alla ricreazione e cultura (comprendente gli spettacoli e i divertimenti in genere). Andamento dei consumi. Questo andamento è del tutto logico: quando il reddito di una famiglia aumenta, la quota (cioè la percentuale) di spesa destinata ai consumi alimentari diminuisce, in quanto una volta soddisfatto il bisogno primario del cibo, il maggior reddito viene destinato ai consumi di beni e servizi meno essenziali. Ciò vale anche per i consumi di un Paese e nei confronti statistici fra Paesi con diversi li­ velli di reddito: i Paesi poveri destinano ai consumi alimentari una quota più elevata del proprio reddito rispetto a quelli ricchi. Questo diverso andamento dei consumi alimentari rispetto ai consumi non alimenta­ ri è noto come legge di Engel, dal nome di Ernst Engel, statistico tedesco che la eviden­ ziò in un’opera apparsa nel 1857.

Secondo la legge di Engel quando aumenta il reddito, la quota di spesa destinata all’acquisto di generi alimentari diminuisce, mentre aumenta la quota di spesa destinata all’acquisto di beni non essenziali. PER ESEMPIO 

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U2 Gli operatori economici . C1 L’operatore famiglie: consumo e risparmio


PER ESEMPIO

PLUS

La ricchezza ci rende più felici? Avere molto denaro per poter comprare tutto ciò che vogliamo ci rende più felici? In base agli studi più recenti sembra di no, perché non esiste una proporzionalità tra l’aumento del reddito e la felicità goduta. Già Aristotele l’aveva capito. Adam Smith, il padre dell’economia politica, riteneva falsa l’idea che i ricchi siano più felici. Ecco il suo ragionamento: dato che la capacità di godere dei beni ha evidenti limiti fisiologici, il ricco può consumare poco più del povero e anzi ha in genere maggiori preoccupazioni: è in ansia per i suoi beni, è invidiato dai suoi concittadini e spesso invecchia solo e deluso. Descriveva il desiderio di ricchezza come un’illusione, seppure capace di «mantenere in moto costante l’industria del genere umano». In uno studio del 1974 l’economista americano Richard Easterlin aveva avanzato l’ipotesi che la felicità fosse indipendente dalla ricchezza: le sue indagini evidenziano che all’aumentare del reddito anche la felicità fino a un certo punto aumenta; oltre, la felicità non mostra alcuna relazione all’aumentare del reddito; in molti casi sembra addirittura diminuire. Il binomio “maggiore ricchezza = maggiore felicità” vale solo a livelli di reddito molto

bassi; al di sopra di quei livelli un incremento del reddito aggiunge poco alla felicità: gli americani che rientrano nella fascia di reddito medio (titolari di redditi familiari da 50 a 90 mila dollari) hanno un livello di felicità quasi identico a quello degli americani ricchi. Si parla oggi di “paradosso di Easterlin” per dire che la ricchezza quando supera un certo livello può generare infelicità. Più recentemente Daniel Kahneman (Nobel per l’economia 2002) ha trovato conferma che tra ricchezza e felicità non c’è una relazione molto stretta. Con i suoi collaboratori ha scoperto che i soggetti che guadagnano di più impiegano molto più tempo in attività associate a sensazioni negative, che provocano tensione e stress: passano molto più tempo sul luogo di lavoro e sui mezzi di trasporto per raggiungerlo e più frequentemente sono depressi, in stato di ansietà e di tensione. In conclusione: a maggior ricchezza corrisponde maggior fiducia in se stessi, un aumento dell’autostima, ma la felicità dipende da altri fattori, come la solidità dei nostri rapporti con gli altri, la nostra salute e quella dei nostri cari, l’affetto da cui siamo circondati, la qualità e quantità del nostro tempo libero.

LESSICO  Società dei consumi Società ad alto tenore di vita, caratterizzata da elevati consumi. Oggi l’espressione ha assunto connotati negativi, in relazione alla ricerca di beni materiali sempre nuovi e sofisticati, non corrispondenti a bisogni effettivi.

 Istat Sigla dell’Istituto nazionale di statistica, con sede in Roma. Fondato nel 1926 e poi riorganizzato nel 1989, è la principale fonte di dati sui maggiori aggregati statistici nazionali, e cioè prezzi, produzioni, consumi, investimenti, importazioni ed esportazioni.

Spesa e reddito Una famiglia ha registrato nell’ultimo anno un aumento di reddito pari al 10%, passando da 30 mila a 33 mila euro. La sua spesa per consumi alimentari è nel frattempo passata da 10 mila a 10,6

mila euro, aumentando del 6%, mentre i consumi non alimentari sono passati da 20 mila a 22,4 mila euro, aumentando dell’11,2%. Si è così verificata la legge di Engel.

ECONOMIA E REALTÀ

La legge di Engel applicata al marketing La Legge di Engel rappresenta uno strumento prezioso per le aziende che vogliono segmentare il mercato in modo efficace e sviluppare strategie di marketing mirate alle diverse fasce di reddito. Le aziende dividono il mercato in gruppi omogenei basandosi sul reddito disponibile. Questo permette di identificare le esigenze e i comportamenti d’acquisto specifici di ogni gruppo. Una volta segmentato il mercato, le aziende possono creare prodotti e servizi “su misura” per ogni fascia di reddito: • per le fasce di reddito più basse, si concentrano su beni di prima necessità: prodotti essenziali, come alimenti di base, abbigliamento economico e servizi di prima necessità, • per le fasce di reddito medio, si offrono beni di consumo durevole: prodotti come elettrodomestici, automobili e arredamento, spesso con diverse fasce di prezzo per soddisfare le diverse esigenze; • per le fasce di reddito più alte, si sviluppano beni di lusso, prodotti di alta gamma, enfatizzando qualità, design e prestigio da status symbol.

FACCIAMO IL PUNTO Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

1. Che cosa ottengono le famiglie in cambio dei fattori produttivi prestati alle imprese? 2. Come si modificano i consumi al variare del reddito?

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1 . 4 Il risparmio delle famiglie Il risparmio è costituito dalla parte di reddito non spesa per i consumi: i soggetti rinunciano a consumare una parte del reddito per poter aumentare il loro benessere futuro. Perciò il risparmio si può anche considerare come un consumo differito nel tempo: si risparmia oggi per avere un maggior benessere domani. PER ESEMPIO 1 

Motivazioni del risparmio Diverse sono le motivazioni del risparmio: le famiglie risparmiano per essere mag­ giormente attrezzate ad affrontare i rischi di un futuro incerto, per assicurarsi risorse per la vecchiaia, per costituire un patrimonio da lasciare ai figli ecc. MAPPA 1  Ai fini dello sviluppo, il risparmio ha un’importanza strategica, dato che i risparmi, come già si è detto, finanziano gli investimenti.

Le scelte delle famiglie: la destinazione del risparmio PLUS La famiglia come impresa

Le famiglie, una volta stabilito l’ammontare del risparmio, devono decidere in quale forma investirlo. Esse si trovano di fronte a un problema di scelta, in quanto il risparmio può incanalarsi verso due diverse destinazioni: acquisto di beni e attività finanziarie, come vediamo nello schema a fianco. MAPPA 2  Le attività finanziarie sono costituite dalla moneta, dai conti correnti e altri depositi bancari o postali, dai titoli pubblici, dalle obbligazioni, dalle azioni, dai fondi comu­ ni di investimento ecc. Il risparmio in beni reali è costituito dalla proprietà diretta di aziende, case, metalli preziosi come oro e argento, monete da collezione ecc. Nei periodi di inflazione, se un bene è acquistato per il suo valore intrinseco perché rite­ nuto, cioè, un valore sicuro contro la perdita di valore della moneta, è detto bene rifugio  (è il caso dell’oro, di diamanti, quadri d’autore, mobili di antiquariato ecc.). PER ESEMPIO 2 

Dove va il risparmio finanziario? Nella scelta dei suoi investimenti finanziari il rispar­ miatore cerca di realizzare gli obiettivi di liquidità , redditività , sicurezza . Nes­ suna attività finanziaria è in grado di assicurare contemporaneamente tutti questi Attività obiettivi, in quanto le attività più liquide sono anche quelle che rendono meno, men­ finanziarie Financial tre le attività meno liquide possono rendere molto ma sono anche più rischiose. Liquidità Liquidity

assets

Secondo la propria personale inclinazione al rischio, ciascun risparmiatore programmerà il suo portafoglio finanziario in modo da ottenere il mix desiderato fra le esigenze di liquidità e quelle di redditività. I risparmiatori con maggior propensione al rischio ridurranno gli acquisti di titoli a red­ dito fisso (come le obbligazioni o i Buoni del Tesoro) privilegiando quelli di attività fi­ nanziarie più rischiose (come le azioni di società), nella speranza di rendimenti più alti. Dove si indirizza il risparmio? Come evidenziato nello schema a fianco, nelle moder­ ne economie, il risparmio delle famiglie si indirizza prevalentemente verso le banche, operatore che svolge la funzione di intermediazione del credito , e verso la Borsa, per l’acquisto di titoli privati e pubblici. Nelle economie arretrate il risparmio non viene generalmente impiegato nell’acquisto di attività finanziarie, ma spesso detenuto in forma liquida o accumulato in beni reali improduttivi (come oro e gioielli). Questo fenomeno, negativo per l’economia, è chia­ mato tesaurizzazione.

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U2 Gli operatori economici . C1 L’operatore famiglie: consumo e risparmio


Una famiglia con un reddito annuale di 30 mila euro spende per consumi ogni anno 24 mila euro, risparmiando così 6 mila euro; questa somma viene depositata in banca nella prospettiva di accumulare un capitale utile per far fronte ai bisogni familiari che si presenteranno in futuro.

MAPPA 1

PER ESEMPIO

2 Risparmio e investimenti

1 Risparmio nel tempo

Una famiglia ha risparmiato in un certo anno 10 mila euro, di cui 8 mila sono depositati in banca (investimento in attività finanziarie) e 2 mila impiegati per l’acquisto di monete da collezione (investimento in beni reali).

definizione

per fare

rinuncia al consumo presente

investimenti

per maggiore benessere in futuro

 Redditività

aumento di capacità produttive

accumulazione del capitale

aumento del consumo futuro

MAPPA 2

Bene caratterizzato da un valore intrinseco che dura nel tempo, non essendo soggetto a deprezzamento nel caso in cui la moneta perda valore. Attitudine di un’attività patrimoniale a essere trasformata in denaro contante (o liquido) senza perdita di valore. Un investimento è liquido quando è facilmente convertibile in denaro (ad esempio un BOT); non lo è, se tale facilità non esiste (ad esempio un macchinario industriale).

che portano ad

POSSIBILI UTILIZZI DEL RISPARMIO scelti tra liquidità risparmio finanziario

 Bene rifugio

 Liquidità

RISPARMIO

beni rifugio

LESSICO

con questi

obiettivi

redditività sicurezza

attraverso

Borsa

banche

finanziamento a

prestiti a

imprese

imprese famiglie

Indica la capacità di un investimento finanziario di produrre reddito, e viene misurata dal rapporto tra il reddito ottenuto e il capitale impiegato. Dipende da vari elementi, in particolare dal tasso di interesse sui capitali e dal regime fiscale a cui tale reddito è sottoposto.

 Sicurezza Riguarda la possibilità che un titolo venga effettivamente rimborsato alla sua scadenza. Essa è alta nei titoli a elevata liquidità, come i titoli di Stato, bassa nei titoli a bassa liquidità, come le azioni. Maggiore è la liquidità di un investimento finanziario, minore è il rischio per l’investitore.

 Intermediazione del credito Attività svolta dalle banche, e in genere dagli enti creditizi e finanziari, autorizzati ad agire da tramite tra chi offre capitali, e cioè le famiglie che risparmiano, e chi li domanda, e cioè le imprese, che li richiedono per effettuare gli investimenti necessari all’attività produttiva.

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Il risparmio delle famiglie italiane Il risparmio delle famiglie italiane, a partire dal secondo dopoguerra, è sempre stato molto alto, collocandosi ai massimi livelli mondiali (dopo il Giappone, il nostro Paese ha la più elevata propensione al risparmio familiare). Va tuttavia osservato che negli ul­ timi trent’anni la quota di risparmio rispetto al reddito disponibile ha presentato una tendenza alla diminuzione, passando dal 18% nel 1990 al 6,3% del 2023, con una co­ stante accelerazione a partire dallo scoppio della crisi del 2008, dalla quale non siamo ancora usciti. Ciò si spiega con la contrazione del reddito disponibile delle famiglie, alla quale si somma l’alto tasso di disoccupazione che ancora affligge la nostra economia. Tuttavia, segnali positivi di ripresa del risparmio vengono individuati dall’ISTAT rela­ tivamente ai primi trimestri del 2024, con un aumento della propensione al risparmio delle famiglie che si è attestata intorno al 9,5%. Infine, vanno segnalate le notevoli disparità regionali nel tasso di risparmio tra le di­ verse regioni d’Italia. Al Nord si registrano i valori più alti, mentre al Sud e nelle Isole i più bassi. Questo divario è dovuto a fattori socioeconomici strutturali, come il divario di reddito e il diverso livello di occupazione. I DATI PARLANO 

E ORIENTAMENTO

EDUCAZIONE CIVICA

Il risparmio delle famiglie: una risorsa preziosa per l’economia di un Paese “Se aggiungi poco al poco, ma lo farai di frequente, presto il poco diventerà molto” (Esiodo) L’Italia tra il 2011 e il 2022, secondo gli studi di Banca d’Italia e Istat, ha aumentato la propria ricchezza pro capite (da 144.000 euro a 176.000 euro), anche se meno di altri Paesi europei quali Francia (da 124.000 euro pro capite a 213.000 euro) e Germania (da 94.000 euro a 211.000 euro pro capite). L’Italia ha mantenuto alti i propri livelli di risparmio, anche se erosi dal peso dell’inflazione e della tassazione, mostrando però in prospettiva un pericolo di carattere allocativo: la

più parte delle famiglie italiane non si affida a una consulenza professionale, esponendo così i propri patrimoni al rischio di impoverimento e vulnerabilità. Con una “propensione al risparmio” del 10 per cento circa siamo ancora un Paese di grandi risparmiatori, che deve però imparare a utilizzare queste risorse non semplicemente “tesaurizzandole” per i periodi bui che possono prospettarsi, ma impiegandole per la crescita e lo sviluppo personale e comunitario.

Alleniamo l’EDUCAZIONE FINANZIARIA

I giovani sono soggetti economici che credono nel valore del risparmio? Preparate in classe un sondaggio da somministrare a tutti gli alunni della scuola, che indaghi la propensione al risparmio degli intervistati, le ragioni che favoriscono oppure ostacolano il risparmio nonché le forme di risparmio maggiormente adottate. Con l’aiuto dell’insegnante di Economia politica, elaborate i dati raccolti e, mediante opportuni mezzi digitali di presentazione, illustrateli alla comunità scolastica, organizzando una conferenza sul tema del risparmio tra gli adolescenti.

PROFESSIONI E COMPETENZE DEL FUTURO Il risparmio se ben gestito diventa doppiamente prezioso, poiché meno vulnerabile e più duraturo. Scopri quali profili professionali possono aiutare le famiglie a gestire al meglio i propri risparmi e, con l’ausilio del docente orientatore della tua classe, organizza un incontro, in presenza o a distanza, con tali figure professionali per comprenderne i compiti, i percorsi formativi e gli sviluppi di carriera.

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U2 Gli operatori economici . C1 L’operatore famiglie: consumo e risparmio


I DATI PARLANO

Variazioni del risparmio in Italia Osserviamo l’andamento del tasso di risparmio dal 2017 al primo trimestre 2024:

24

Reddito disponibile lordo (sc. destra) Reddito disponibile lordo (sc. destra) Propensione al risparmio (sc. sinistra)

16

19

8

14

0

9

-8

4

2017

2018

2019

2020

Dal grafico si può notare che la capacità delle famiglie italiane di risparmiare è sempre stata al di sotto del 9%, fatta eccezione per il biennio pandemico, il 2020-2021, nel quale a causa delle restrizioni imposte ai cittadini e alle stesse attività commerciali, la propensione all’accantonamento era tornata a salire fino al 15,6% e al 13,6%. In particolare, nel 2023, nonostante il reddito disponibile delle famiglie fosse aumentato del 4,7%, una consistente crescita dei prezzi ha determinato un aumento del 6,5% della spesa per i consumi e una conseguente contrazione della propensione al risparmio, che si è attestato al 6,3%, valore più basso in Italia dal 1995. Un’inversione di tendenza si è registrata nel 1° trimestre del 2024, ultimo dato disponibile nel grafico. Confrontiamo ora come è variata nel tempo la distribuzione del risparmio tra le varie forme di investimento finanziario, prendendo come riferimento un passato recente, gli anni 2023 e 2020, e uno remoto, l’anno 1970. Oggi le famiglie detengono minori risorse in forma liquida (biglietti e monete, conti correnti bancari e postali, titoli pubblici a breve termine) rispetto al passato, mentre è aumenta la quota detenuta in azioni

2021

2022

2023

2024

-16

e partecipazioni, cioè in titoli rappresentativi della proprietà di imprese (capitale di rischio); inoltre sono aumentati gli accantonamenti per assicurazioni e fondi previdenziali. Le scelte su come ripartire il risparmio sono state influenzate, in questi anni, da diversi fattori, tra i quali va menzionato l’aumento dei tassi di interesse che ha reso più attraenti i titoli di Stato e ha spinto alcune famiglie a ridurre la quota di risparmio depositata in banca. Infatti l’aumento dell’inflazione ha eroso il potere di acquisto del risparmio e spinto le famiglie a cercare investimenti con rendimenti superiori al tasso di inflazione. Inoltre una cresciuta educazione finanziaria ed una maggiore consapevolezza del rapporto rischio/beneficio, alle quali ha contribuito l’espandersi della figura professionale del consulente finanziario, ha aiutato le famiglie a gestire al meglio i propri risparmi e ad ampliare le possibilità di investimento. Infine, il clima di incertezza sulla sostenibilità delle pensioni negli anni futuri ha spinto un maggior numero di persone a stipulare assicurazioni ed altri prodotti finanziari in grado di fornire delle rendite in futuro atte a sostituire od integrare le pensioni.

PLUS

Il 2020: un anno particolare anche per il risparmio Secondo i dati Istat e Banca d’Italia, nel 2020, nella fase acuta della pandemia da Covid-19, il risparmio degli italiani è notevolmente aumentato, sia a causa dell’emergenza sanitaria che ha spinto le famiglie ad accantonare risorse per far fronte a difficoltà future, come la perdita del lavoro (è questo il fenomeno del risparmio precauzionale), sia perché il lockdown ha diminuito le occasioni di

consumo, portando il tasso di risparmio annuo al 15,6% (dall’8,0% del 2019), il massimo storico degli ultimi due decenni. L’aumento della propensione al risparmio è durata poco, però. Già nell’anno successivo è ricominciata la discesa. a causa di vari fattori tra cui l’aumento dell’inflazione, che ha eroso il potere d’acquisto delle famiglie e l’incertezza economica legata alla guerra in Ucraina.

FACCIAMO IL PUNTO Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

1. Perché le famiglie risparmiano?

2. Quali destinazioni può avere il risparmio? 3. Quali caratteristiche cercano le famiglie nella forma di risparmio scelto?

93


CAPITOLO

1

L’oggetto dell’economia politica Sintesi

Ascolta e ripassa

1 . 1 La funzione delle famiglie

L’operatore famiglie comprende i nuclei familiari, le comunità o convivenze (conventi, co­ munità terapeutiche ecc.) e i single, Le famiglie svolgono le seguenti funzioni: . forniscono lavoro alle imprese e allo Stato, ottenendo in cambio un reddito;

. . .

consumano beni e servizi impiegando parte del reddito per soddisfare i loro bisogni; risparmiano rinunciando a consumi presenti per soddisfare maggiori consumi futuri; pagano le imposte allo Stato per ottenere servizi pubblici.

Le scelte di consumo e di risparmio delle famiglie hanno un impatto decisivo sull’eco­ nomia, in quanto i consumi determinano il livello dell’attività di produzione, mentre i risparmi sono la fonte del finanziamento delle imprese.

1 . 2 I consumi delle famiglie

La spesa delle famiglie in consumi riguarda l’acquisto di: . beni durevoli;

. . .

beni semidurevoli; beni non durevoli; servizi.

Nel corso del tempo i consumi delle famiglie sono considerevolmente aumentati, tra que­ sti la quota maggiore va alle spese per l’abitazione, seguite da quelle per alimentari, tra­ sporti e comunicazioni. Tuttavia, va ricordato che anche nelle società ricche una fascia relativamente ampia di cittadini vive in condizioni di povertà; il loro numero è ulteriormente aumentato a causa della crisi economica.

1 . 3 La legge di Engel

La legge di Engel afferma che all’aumentare del reddito delle famiglie la quota di spesa per l’acquisto di generi alimentari diminuisce, mentre aumenta la quota di spesa desti­ nata all’acquisto di beni non essenziali. Ciò vale anche nel confronto tra Paesi con diversi livelli di reddito: i Paesi poveri spendono in consumi alimentari una quota più elevata del reddito nazionale rispetto ai Paesi ricchi.

1 . 4 Il risparmio delle famiglie

Il risparmio è la parte di reddito che non viene spesa per i consumi. Il risparmio delle famiglie è fondamentale per lo sviluppo, perché finanzia gli investimenti. I risparmi delle famiglie italiane, tradizionalmente molto elevati, possono essere impiegati in attività finanziarie (depositi bancari e postali, titoli pubblici e privati) o in beni reali (oro, gioielli, immobili). In periodi di inflazione aumentano gli acquisti di beni rifugio, ritenuti una difesa contro la perdita di valore della moneta. Le famiglie italiane detengono oggi, rispetto al passato, una minore quota di risparmio.

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U2 Gli operatori economici . C1 L’operatore famiglie: consumo e risparmio


Mappa da completare Dopo aver ripassato i contenuti dell’Unità, completa la mappa inserendo correttamente gli elementi mancanti scelti tra i seguenti beni durevoli • comunità • consumo • lavoro • nuclei familiari • profitti • reddito • risparmio • single • tesoreggiamento • trasferimenti dello Stato • _________________ • _________________ • _________________

OPERATORE FAMIGLIE

fornisce

• _________________ • Imprenditorialità • Capitali • Tributi

in cambio di

• Salari • _________________ • Interessi • _________________

_______________________

_______________________

_______________________

BENI NON ALIMENTARI

BENI ALIMENTARI

legge di Engel

ATTIVITÀ FINANZIARIE

• Depositi bancari e postali • Titoli pubblici e privati

BENI REALI

• Case • Aziende • Oro • Diamanti

RISPONDI ORA ALLE DOMANDE 1. Quali sono le funzioni dell’operatore famiglie? 2. Da che cosa è formato il reddito delle famiglie? 3. Come viene speso il reddito delle famiglie? 4. Che cosa sostiene la legge di Engel? 5. In che cosa consistono le attività finanziarie delle famiglie? 6. Che cosa sono i beni reali? 7. Quali variabili influenzano i consumi?

95


CAPITOLO

1

L’operatore famiglie

Esercizi Consolidiamo le conoscenze...

Esercizi interattivi

SCELTA MULTIPLA

CANCELLA L’INTRUSO

1. Non rientra nelle funzioni della famiglia

Esempio: m argherita, rosa, iris, mela → Fiori Intruso → mela

a  il pagamento di dividendi b  il consumo c  il risparmio d  il pagamento di imposte

1. Consumo, risparmio, lavoro, imposte 2. Liquidità, redditività, sicurezza, operatività 3. Stato, banche, Borsa, beni rifugio 4. Salari, interessi, trasferimenti, proprietà

2. Non fanno parte dell’operatore famiglie

ASSOCIAZIONE

1. Completa l’affermazione scegliendo la frase corretta fra quelle proposte.

a  le piccole imprese familiari b  i conventi maschili c  le persone singole d  le famiglie monoreddito 3. Non è un bene durevole a  un elettrodomestico b  un gioiello c  un abito d  un autoveicolo 4. Costituisce la spesa per un servizio a  l’affitto di un appartamento b  l’acquisto di un gioiello c  l’acquisto di un abito d  l’acquisto di generi alimentari 5. Il risparmio familiare impiegato nell’acquisto di titoli del debito pubblico, di azioni e obbligazioni, di quote di fondi comuni è un investimento in a  beni reali b  investimenti produttivi c  beni rifugio d  attività finanziarie 6. Negli investimenti finanziari che le famiglie possono effettuare, gli obiettivi di liquidità, redditività e sicurezza sono a  tendenzialmente incompatibili b  sempre compatibili c  compatibili solo nelle economie chiuse d  compatibili solo nelle economie aperte 7. Il risparmio accumulato nell’acquisto di beni reali improduttivi invece che avviato all’acquisto di attività finanziarie dà luogo al fenomeno della a  tesaurizzazione b  intermediazione c  sottoccupazione d  sovraproduzione

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2. Indica a cosa si riferiscono i termini rimasti.

3. Scegli dall’elenco proposto. (Una definizione non è definita.) 1.Beni semidurevoli 2. Beni immateriali 3. Beni durevoli 4. Beni non durevoli 5. Beni rifugio 6. Servizi a. ___ Sono prestazioni che si esauriscono nello stesso tempo in cui sono prestati, come una visita medica, un servizio di trasporto, una rappresentazione teatrale b. ___ Hanno una certa durata nel tempo, come ad esempio una camicia o un paio di calze c. ___ Sono utili per molto tempo, come ad esempio un’automobile o una collana di perle d. ___ Si possono usare una sola volta, come la benzina o il latte e. ___ Vengono acquistati per il loro valore intrinseco

PREPARATI ALLA PROVA ORALE

4. Tra parentesi i paragrafi di riferimento. 1. Qual è la funzione delle famiglie? (1 .1)

2. Che cosa ricevono le famiglie in cambio delle imposte pagate allo Stato? (1 .1) 3. Quali decisioni devono prendere le famiglie per soddisfare i loro bisogni? (1 .1) 4. Quali tipi di beni acquistano le famiglie? (1.2) 5. Perché la nostra viene chiamata “società dei consumi”? (1.2) 6. Secondo la legge di Engel qual è l’effetto dell’aumento del reddito sui consumi? (1.3) 7. Che cosa esprime la legge di Engel? (1.3) 8. In quale modo si applica la legge di Engel a livello internazionale? (1.3) 9. Quali sono le motivazioni del risparmio? (1.4) 10. La tesaurizzazione è un fenomeno positivo per lo sviluppo economico? (1.4) 11. Verso quali destinazioni si può incanalare il risparmio delle famiglie? (1.4)

U2 Gli operatori economici . C1 L’operatore famiglie: consumo e risparmio


... per sviluppare le competenze CASI PRATICI

5. Esamina ciascun caso e fornisci delle soluzioni o rispondi motivando. 1. Reddito, consumi e risparmi. Il caso della famiglia Rossi La famiglia del signor Rossi, composta dalla moglie e da due figli, ancora adolescenti ha un reddito annuale al netto delle imposte di 60mila euro. Esso deriva dal lavoro prestato per 54mila euro, da interessi su depositi bancari per 2mila euro e dal canone di locazione per un appartamento dato in affitto per 4mila euro. Nell’arco dell’anno sono stati spesi 50mila euro per l’acquisto di beni di consumo e 2mila euro per i beni durevoli (tra l’altro, è stato sostituito il frigorifero). Sono stati risparmiati 8 mila euro, depositati in banca.

1. Quali potrebbero essere le motivazioni al risparmio della famiglia Rossi, avendo due figli adolescenti? 2. Se la famiglia si aspettasse un considerevole aumento di reddito nel prossimo futuro, come varierebbero verosimilmente i suoi consumi? 3. Se nell’anno successivo il suo reddito aumenta del 10% e il consumo di beni alimentari aumenta del 6%, si verifica la legge di Engel per la famiglia Rossi?

2. Tipologie di consumo. Il relax della famiglia Rossi Durante le feste natalizia, la famiglia Rossi si rilassa. Mentre i figli sono al cinema con gli amici, i genitori vanno a ritirare la macchina nuova che avevano ordinato, fanno rifornimento, acquistano due paia di scarpe e tornano a casa, ricordandosi di passare al supermercato a fare la spesa.

1. Indica quali tipi di beni hanno consumato i componenti della famiglia Rossi

3. Risparmio e investimento. Il risparmio della famiglia Rossi Mentre sono a tavola e consumano la cena, il sig. Rossi chiede un parere alla moglie circa l’opportunità o meno di utilizzare il risparmio che hanno depositato in banca per fare un investimento. Avendo ancora dei figli adolescenti, decidono di essere prudenti e investire in modo sicuro.

1. Quale tipo di investimento consiglieresti loro?

4. Risparmio e investimento. Un consulente… improvvisato Un amico del sig. Rossi, reso partecipe del progetto di risparmio, gli propone un buon investimento (a parer suo), assicurandogli che è sicuro e molto redditizio. Inoltre, in caso di bisogno, potrà essere velocemente riconvertito in denaro. Tornato a casa ne discute con i familiari. I figli, ricordando la lezione di economia politica appena studiata, affermano con sicurezza che il consiglio ricevuto denota scarsa conoscenza del mercato finanziario.

1. Da che cosa lo deducono i figli? 2. Quale caratteristica del risparmio misura la velocità di riconvertire l’investimento in denaro?

5. Le funzioni economiche delle famiglie. Una saggia decisione Il sig. Bianchi ha una piccola impresa di componenti per strumenti di precisione. Da tre anni in qua, gli affari vanno bene e il suo profitto annuale è stato di circa 80 mila euro nei primi due anni e per l’anno in corso, prevede di realizzarne 98mila. Pensa sia arrivato il momento di ampliare la produzione e decide di acquistare un macchinario costoso (35mila euro) che gli permetterà di aumentare di un terzo la produzione. Vive da solo, non ha molte esigenze.

1. A quanto ammonterà il profitto dell’anno in corso? 2. Come viene definito il tipo di finanziamento che intende effettuare? 3. In quale modo il sig. Bianchi fornisce fattori produttivi?

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2

CAPITOLO

L’operatore imprese: produzione e responsabilità sociale

Contenuti In questo capitolo studiamo il ruolo dell’impresa, soffermandoci sulle inter­ digitali del pretazioni più recenti delle sue funzioni. Approfondita la rilevanza strategica capitolo e glossario delle innovazioni tecniche, analizziamo i rapporti fra l’impresa e i mercati. inglese. Esaminiamo poi alcuni aspetti particolari (imprese multinazionali, coopera­ tive) per arrivare alla realtà della piccola e media impresa (PMI), assai importante in Italia. Concludiamo con l’esame di due delicati problemi: i rapporti fra impresa e ambiente e la responsabilità sociale dell’impresa nei confronti dei soggetti con cui viene a contatto.

2 . 1 L’imprenditore e l’impresa L’operatore imprese è costituito da tutte le unità economiche che producono e offrono sul mercato beni e servizi. Vari tipi di impresa. La categoria comprende soggetti molto diversi fra loro: ne fan­ no parte non soltanto i grandi complessi industriali (FCA, ENI, Pirelli, Telecom, Barilla ecc.), ma anche le microunità di produzione (un albergatore, un coltivatore diretto, un produttore di serramenti e così via). L’impresa  esercita la sua attività attraverso l’organizzazione di persone e di cose, e crea valore accrescendo l’utilità dei beni che utilizza: infatti, essa trasforma i fattori produttivi in un prodotto finito dotato di un’utilità maggiore di quella che avevano i fattori impiegati nel processo produttivo.

Ciclo produttivo Productive cycle

L’insieme delle operazioni necessarie a trasformare i fattori produttivi in prodotto finito prende il nome di ciclo produttivo.

Le decisioni dell’impresa L’organo decisionale dell’impresa è l’imprenditore, alla cui capacità sono affidati i compiti organizzativi, oggi di particolare rilievo per la soluzione dei problemi dell’oc­ cupazione e dello sviluppo. Compito dell’impresa è decidere che cosa produrre, quanto produrre e con quali metodi produrre: nel corso di questa unità ci renderemo conto che l’imprenditore deve prendere decisioni, cioè risolvere il problema economico della produzione, consisten­ te nel coordinamento dei fattori produttivi (risorse naturali, lavoro e capitale), nell’organizzazione delle loro prestazioni e nell’assunzione del rischio d’impresa .

Gli obiettivi dell’impresa Lo scopo dell’attività imprenditoriale è il conseguimento del massimo profitto.

PLUS La crescita delle imprese familiari

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Le teorie più recenti hanno individuato altri obiettivi, come l’aumento del fatturato o l’aumento delle dimensioni dell’impresa. Ma non ci sono dubbi sul fatto che, special­ mente nei periodi di crisi economica, la massimizzazione del profitto rimanga l’obietti­ vo principale. Sempre, naturalmente, nel rispetto dell’ambiente e dei diritti fondamen­ tali delle persone, come vedremo parlando della responsabilità sociale dell’impresa. La complessità dell’impresa moderna. L’impresa moderna è una realtà molto com­ plessa e in continua evoluzione: deve affrontare e risolvere una serie di problemi, che spaziano dalla progettazione di prodotti e tecnologie efficienti all’organizzazione anche amministrativa del processo produttivo , dalla commercializzazione del U2 Gli operatori economici . C2 L’operatore imprese: produzione e responsabilità sociale


 L'impresa esercita la sua attività attraverso l'organizzazione di persone e di beni.

MAPPA

prodotto ottenuto al reperimento delle fonti di finanziamento e dei fat­ tori della produzione, dai rapporti con il personale a quelli con la clien­ tela, con i fornitori e gli organi della Pubblica amministrazione. Essa inoltre interagisce con tutti i diversi mercati e operatori dell’economia, sia a livello nazionale che internazionale, come è evidenziato dallo schema qui sotto. MAPPA 

CONSUMATORI

Pubblica amministrazione

LESSICO  Impresa Combinazione di persone e di beni con finalità produttive. È una nozione più ampia di quella di azienda prevista dall’articolo 2555 del Codice civile.

 Rischio d’impresa LAVORATORI

Insieme dei rischi che l’imprenditore affronta quando si organizza per produrre beni e servizi.

 Processo produttivo Mercato dei beni di consumo

Mercato del lavoro IMPRESA

Mercato dei beni di produzione e dei servizi

FORNITORI

Mercato finanziario (o dei capitali)

Mercati esteri

Insieme delle operazioni per mezzo delle quali le risorse primarie (come le materie prime) vengono trasformate con l’impiego di altre risorse materiali (le macchine) o immateriali (il lavoro e l’energia) in prodotti finali.

RISPARMIATORI

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2 . 2 Le funzioni dell’impresa L’impresa è costituita da un insieme di centri operativi, operanti in modo diverso a seconda delle funzioni svolte. Esse sono: • funzione produttiva, che riguarda la produzione dei beni e dei servizi offerti sul mercato; • funzione commerciale, che consiste nell’acquisto dei fattori produttivi, nell’ana­ lisi dei mercati di sbocco (ricerche di marketing ) e nella vendita sul mercato dei prodotti; • funzione di ricerca e sviluppo (R&S), che riguarda lo studio delle innovazioni nei pro­ cessi produttivi e nei prodotti; • funzione amministrativa, che gestisce l’intero sistema economico-finanziario; • funzione logistica, che si occupa della gestione dei movimenti dei prodotti, al fine di ottimizzare il flusso dei materiali, riducendo i costi sostenuti nelle fasi di stoccaggio, lavorazione e trasporto; • funzione del personale, che riguarda la gestione delle risorse umane che vengono impiegate nell’impresa. PLUS Buone idee per ottimi profitti

L’insieme dei centri operativi aziendali deve operare in armonia, per raggiungere i fini comuni dell’impresa. Il management  deve realizzare un gioco di squadra che, valo­ rizzando le capacità dei singoli, abbia come obiettivo lo sviluppo globale dell’impresa. MAPPA 

La funzione ricerca e sviluppo (R&S): le innovazioni tecnologiche Dal punto di vista dell’intero sistema economico, le innovazioni tecniche giocano un ruolo fondamentale nel processo di sviluppo, con effetti in tutti i settori dell’economia. L’impresa è competitiva sul mercato se è capace di ottenere risultati di eccellenza su tre fronti oggi considerati essenziali: • qualità, intesa come la capacità di adeguarsi prontamente alle esigenze del cliente per poterle soddisfare nel modo migliore possibile; • produttività, cioè riduzione dei costi aziendali; Innovazione • innovazione, nei tre aspetti di innovazione di processo, di prodotto e di commer­ Innovation cializzazione. Infatti le innovazioni possono essere: • innovazioni di processo, se riguardano le fasi del ciclo produttivo: una diversa orga­ nizzazione del lavoro o degli impianti può determinare un significativo incremento in termini di efficienza di una tecnica di produzione già esistente (ad esempio, un aumento della quantità di prodotto nell’unità di tempo); • innovazioni di prodotto, se riguardano la creazione di un nuovo modello o la modifi­ ca o il miglioramento di un prodotto già esistente (ad esempio dando al prodotto un nuovo design o utilizzando materiali migliori) così da ampliare la gamma produttiva dell’azienda e soddisfare maggiormente i clienti o conquistare nuovi mercati; • innovazione di mercato, se riguardano il marketing e le strategie di vendita, diver­ sificando i canali di distribuzione o le strategie di vendita o di coinvolgimento dei clienti (ad esempio creando anche vendite online o nuovi servizi per migliorare l’of­ ferta).

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U2 Gli operatori economici . C2 L’operatore imprese: produzione e responsabilità sociale


MAPPA

PROFITTO

Obiettivi aziendali

Produzione

Vendita e marketing

Progettazione

Contabilità e finanza

Magazzinaggio e trasporti

Gestione delle risorse umane

Funzione produttiva

Funzione commerciale

Funzione R&S

Funzione amministrativa

Funzione logistica

Funzione del personale

E ORIENTAMENTO

EDUCAZIONE CIVICA

La ristrutturazione del debito e i rischi di sovraindebitamento “Chi si indebita rinuncia alla sua libertà e si prepara mille mortificazioni” (Benjamin Franklin) Per sovraindebitamento si intende la situazione in cui un soggetto economico non è più in grado di far fronte ai propri obblighi finanziari a causa di un eccessivo carico debitorio. Ciò , in genere, lo espone a rischi giuridico-economici (pignoramenti, procedure concorsuali, maggiori costi finanziari di accesso al credito), reputazionali (perdita di credibilità) e psicologici (stress mentale e di qualità di vita). Per attenuare i rischi da sovraindebita-

mento, soprattutto se particolarmente onerosi, è importante considerare tempestivamente l’attività di ristrutturazione del debito, ossia un processo finanziario in cui debitore e creditore rinegoziano i termini originali del debito con l’obiettivo principale di rendere la situazione di crisi più gestibile, evitando il default attraverso interventi quali l’estensione del termine di rimborso, la riduzione del tasso di interesse o del capitale, la conversione del debito.

Alleniamo l’EDUCAZIONE FINANZIARIA

Il sovraindebitamento provoca molteplici conseguenze. Dividete la classe in due gruppi, affinché il primo gruppo individui – dopo un’opportuna ricerca e un doveroso confronto – gli effetti microeconomici dell’eccessiva esposizione debitoria, mentre il secondo gruppo – con le medesime modalità operative - identifichi gli effetti macroeconomici di tale fenomeno. Si presentino poi in classe, dinanzi all’insegnante di Economia politica, due infografiche riepilogative delle attività svolte.

PROFESSIONI E COMPETENZE DEL FUTURO Il problema del sovraindebitamento per le imprese richiede la presenza di figure professionali versatili in grado di rispondere adeguatamente alle sfide poste dalla realizzazione di efficaci politiche di ristrutturazione del debito. Quali competenze, a tuo avviso, devono possedere questi professionisti e in quali discipline occorre una specifica specializzazione per poter affrontare a 360 gradi le crisi aziendali? Confrontati con i tuoi compagni di classe per delineare, in maniera dettagliata, il profilo professionale richiesto per simili situazioni emergenziali delle aziende.

LESSICO  Marketing Insieme delle attività svolte dall’impresa per orientare le scelte dei consumatori in modo da massimizzare le vendite.

 Management Insieme delle attività riguardanti la formazione e l’esecuzione di decisioni per raggiungere i fini aziendali. Esse coinvolgono molti soggetti, quindi il termine indica anche i responsabili delle funzioni di coordinamento e di indirizzo. Le posizioni di più alta responsabilità sono spesso designate come top management.

FACCIAMO IL PUNTO Hai compreso l’argomento se sai rispondere a questa domanda.

1. Quali sono le decisioni più importanti che l’imprenditore deve prendere nello svolgimento della sua attività?

101


• L’impegno in R&S è oggi imponente: basti pensare a ciò che in termini di ricerca sta dietro ai nuovi prodotti (telefoni cellulari, videocamere, computer, nuovi materiali, biotecnologie, telematica, microelettronica, robotica, nuove fonti di energia, farma­ ci e apparecchiature biomedicali ecc.) per rendersi conto dell’importanza di questa funzione aziendale. MAPPA 

La funzione amministrativa Nella sua attività di coordinamento delle risorse umane e materiali in vista della produzione, l’impresa deve costantemente tenere sotto controllo la situazione economica e patrimoniale, in modo da rendersi conto dei risultati conseguiti.

Bilancio aziendale Balance sheet

Contabilità di impresa. Alla funzione amministrativa compete la gestione del siste­ ma informativo dell’impresa, tramite la tenuta di una rigorosa contabilità, basata sulle scritture contabili previste a norma di legge, che è lo strumento indispensabile per la stesura del bilancio aziendale. Dato che l’imprenditore realizza le entrate solo dopo la vendita del prodotto, mentre deve anticipare i costi per l’acquisizione dei fattori produttivi (costi delle materie pri­ me, del lavoro, degli immobili e dei macchinari ecc.), per svolgere la sua attività ha bi­ sogno di anticipazioni di denaro, cioè di capitale finanziario.

Le fonti di finanziamento Le fonti di finanziamento dell’impresa possono essere di due tipi: interne ed esterne.

PLUS Il valore economico delle infrastrutture

Le fonti di finanziamento interne comprendono il capitale proprio, detto anche capitale di rischio, in quanto sottoposto alle incertezze connesse al rischio d’impresa e l’autofinanziamento, costituito dagli utili prodotti dall’impresa e reinvestiti nella stessa. Le fonti di finanziamento esterne sono costituite dai capitali ottenuti a credito (princi­ palmente dalle banche), a breve o a lungo termine. Il credito a breve termine (aperture di credito in conto corrente, sconto di cambiali, an­ ticipazioni bancarie) fornisce le risorse per far fronte alle spese correnti (dette anche spese di esercizio), come l’acquisto delle materie prime e il pagamento degli stipendi. PER ESEMPIO 1 

Il credito a medio-lungo termine finanzia invece gli investimenti in strutture produtti­ ve, cioè gli impianti e le attrezzature costituenti il capitale fisso. Questo tipo di finan­ ziamento è fornito, oltre che dagli istituti di credito, dall’emissione di obbligazioni  e da prestiti garantiti con mutui ipotecari. PER ESEMPIO 2 

2 . 3 Le imprese multinazionali Le imprese multinazionali sono grandi aziende che svolgono la loro attività produttiva in diversi Stati del mondo, pur essendo unica la strategia di gestione. La loro affermazione è stata resa possibile dall’enorme progresso tecnologico e dal­ la liberalizzazione del commercio internazionale, realizzatisi nel secondo dopoguerra. Oligopolio Le multinazionali costituiscono in genere un mercato di oligopolio : dotate di ingen­ Oligopoly ti capitali e di elevate capacità tecniche, producono la maggior parte dei beni di largo → Unità 4, consumo e, di conseguenza, è molto alta la loro partecipazione al commercio mondia­ le (oltre il 40% del commercio mondiale è costituito da scambi intrafirm, cioè fra filiali degli stessi gruppi multinazionali). Il ruolo della casa-madre. Alla casa-madre sono riservate le decisioni strategiche (come ad esempio la suddivisione delle fasi di lavorazione fra i diversi centri produttivi,

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U2 Gli operatori economici . C2 L’operatore imprese: produzione e responsabilità sociale


MAPPA

LESSICO INVESTIMENTI IN RICERCA E SVILUPPO

 Obbligazione

portano

di processo

maggiore produttività

innovazioni

di prodotto

maggiore qualità

che generano

di mercato

incremento delle vendite

maggiore sviluppo economico

 Oligopolio

nei confronti di

PER ESEMPIO

produzione

consumi

prezzi

occupazione

esportazioni

1 Il credito a breve termine

2 Il credito a lungo termine

Un’azienda che produce scarpe deve rifornirsi di pellame da un fornitore, il quale richiede il pagamento di 100.000 euro entro 30 giorni dalla consegna. Per far fronte a questa esigenza di liquidità immediata per acquistare il pellame, il titolare dell’impresa si rivolge alla sua banca presentando una richiesta di finanziamento a breve termine di 100.000 euro con durata del finanziamento a 60 giorni.

Una società per azioni con un capitale sociale di 20 milioni di euro ha emesso obbligazioni per un importo di 4 milioni, rimborsabili fra dieci anni. L’importo netto verrà utilizzato per l’acquisto di un nuovo macchinario che consentirà di diminuire notevolmente i costi di produzione. Si tratta di un credito a lungo termine ottenuto da una fonte di finanziamento esterna.

Il crowdfunding ECONOMIA E REALTÀ

Strumento finanziario che rappresenta la quota di un debito della società emittente. È rimborsabile a una scadenza prestabilita e frutta un interesse periodico fisso o indicizzato (se tiene conto del tasso di inflazione). Gli obbligazionisti sono quindi creditori della società, e non partecipano al rischio d’impresa.

Il crowdfunding, in italiano finanziamento collettivo, è un modo innovativo di raccogliere fondi per progetti di vario tipo, come ad esempio, prodotti creativi (film, progetti musicali) iniziative sociali o startup. In pratica, invece di rivolgersi a un singolo investitore o a una banca, chi ha un’idea promuove una campagna attraverso i social media, e altri canali, per raggiungere il maggior numero di potenziali sostenitori ai quali chiede di contribuire con una piccola somma di denaro. Le persone interessate possono contribuire con una donazione, spesso in cambio di una ricompensa come, ad esempio, un prototipo del prodotto o un ringraziamento pubblico. A volte ai donatori viene proposto di ricevere una quota di partecipazione e diventare in soci dell’azienda in cambio del loro investimento. Se la somma richiesta viene raggiunta entro la scadenza, il progetto viene finanziato e può essere realizzato. In caso contrario, i fondi raccolti vengono generalmente restituiti ai donatori. Il crowdfunding permette a chiunque di realizzare la propria idea, così anche i progetti più piccoli possono trovare finanziamento. Anche per i finanziatori vi è un vantaggio in quanto distribuiscono il rischio su numerosi progetti, diversificando l’investimento. Tra gli esempi di successo, va senz’altro citato il film del 2018 nominato al premio Oscar, Loving Vincent, interamente finanziato mediante crowdfunding.

Forma di mercato in cui l’intera offerta è concentrata nelle mani di poche grandi imprese, che possono accordarsi per fissare il prezzo di mercato.

FACCIAMO IL PUNTO Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

1. Quali sono i principali centri operativi all’interno di un’azienda? 2. Perché l’investimento in R&S è determinante per il futuro di un’impresa? 3. Quali sono le principali fonti di finanziamento per un’impresa?

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PLUS Imprese multinazionali e imprese transnazionali

la scelta delle fonti di finanziamento), mentre la produzione viene in gran parte effet­ tuata nelle filiali situate all’estero, in particolare in alcuni Paesi in via di sviluppo dove il costo del lavoro è più basso. Investimenti all’estero. La costituzione di una multinazionale richiede il trasferimento di ingenti capitali in altri Paesi, e per questa ragione gli economisti sono soliti misurare il fe­ nomeno con la quantità degli investimenti diretti all’estero effettuati da un singolo Paese. Le multinazionali più importanti sono statunitensi, anche se numerose sono quelle europee e giapponesi.

La forza delle multinazionali: le ragioni di un successo

PLUS La pianificazione fiscale delle multinazionali

L’affermazione delle multinazionali è dovuta a diverse ragioni illustrate nella pagina a fianco. MAPPA  Esistono anche difficoltà sia per i Paesi ospitanti, soprattutto quelli in via di sviluppo (PVS), sia per la multinazionale. PER ESEMPIO  In sintesi, bilanciando vantaggi e svantaggi da ambo le parti, le multinazionali potreb­ bero avvantaggiare un’economia in via di sviluppo, anche se la storia insegna che non di rado si è verificato uno sfruttamento a danno dei Paesi più poveri.

ECONOMIA E REALTÀ

L’outsourcing: rifornirsi all’estero Non si riflette mai abbastanza sul fatto che le scarpe Nike o Reebok, pagate profumatamente in Italia, sono state prodotte per pochi dollari da una fabbrica indonesiana, cinese o coreana (una rivista economica calcola in meno di 2 euro il prezzo incassato dalla fabbrica orientale per ogni paio di scarpe). L’enorme differenza fra il costo di produzione e il prezzo di vendita spiega gli altissimi profitti conseguiti da molte multinazionali. Le grandi imprese dei Paesi ricchi hanno convenienza ad affidare a imprese localizzate nei Paesi poveri l’intera produzione o intere fasi della stessa. Il fenomeno, noto come outsourcing, è collegato alla grande disponibilità di lavoro qualificato nei Paesi sottosviluppati. Negli ultimi anni, ad esempio, la Swiss Air ha decentrato a Mumbai i propri servizi contabili, la Marzotto ha trasferito in Tunisia e Marocco una quota rilevante delle sue attività produttive, la Saab ha affidato all’estero la gestione dei propri servizi informatici. Intorno alle grandi imprese si forma così una costellazione di imprese medie e piccole che producono su commessa delle grandi, e che possono trovarsi in diverse parti del mondo. L’outsourcing si è affermato negli USA nell’ultimo quarto del secolo scorso, durante la crisi che colpì molti settori, in particolare quello automobilistico al fine di alleggerire i bilanci aziendali, appesantiti

dall’esagerato sviluppo dei settori complementari al core-business (cioè l’attività principale dell’impresa) e per ridurre i costi, liberando risorse da investire nelle attività strategiche dell’impresa. La grande impresa affida sempre più spesso a terzi la produzione fisica dei beni, mantenendo all’interno le funzioni considerate più importanti (ricerca e sviluppo, finanza, distribuzione, pubblicità). Dato che oggi hanno più importanza i fattori immateriali della produzione rispetto a quelli materiali, molti sostengono che la globalizzazione ha determinato un progressivo processo di dematerializzazione dell’economia.

VERSO LE COMPETENZE 1. Sai definire la pratica dell’outsourcing? 2. Quando e perché si è affermato questo fenomeno? 3. Perché questo fenomeno è molto diffuso nella moderna economia? 4. Quali funzioni vengono normalmente affidate a terzi? 5. Quali funzioni sono invece mantenute all’interno dell’impresa?

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MAPPA

LESSICO IL SUCCESSO DELLE MULTINAZIONALI

 Trasferimenti intraaziendali

VANTAGGI PER LE IMPRESE MULTINAZIONALI

VANTAGGI PER I PAESI OSPITANTI

riduzione dei rischi le imprese possono compensare le perdite registrate in alcuni Paesi con i guadagni conseguiti in Paesi con congiuntura favorevole

le tecnologie in uso nella grande impresa possono diffondersi gradualmente all’intero sistema economico, favorendone così la modernizzazione

allargamento dei mercati di vendita la produzione su larga scala consente l’utilizzazione di tecnologie avanzate e la diminuzione dei costi unitari

più occasioni di lavoro e quindi più reddito

Flussi di prodotti finiti, di semilavorati o di materie prime fra unità della stessa multinazionale residenti in Paesi diversi. Si effettuano allo scopo di razionalizzare la produzione o a seguito di una pianificazione fiscale tesa a minimizzare le imposte a carico dell’impresa.

 Esternalità positive: si verificano quando la produzione o il consumo di un bene o servizio specifico generano un vantaggio su una terza parte che non è direttamente coinvolta nella produzione o nel consumo di quel bene o servizio. Ne sono esempi la creazione di infrastrutture oppure la vaccinazione (protegge chi la fa e anche la collettività), così come l’istruzione.

impiego di lavoro a basso costo nei Paesi in via di sviluppo a bassi salari, per l’alta disoccupazione e per la debolezza delle organizzazioni sindacali

PER ESEMPIO

vantaggi fiscali grazie a sistemi impositivi diversi nei vari Paesi, le multinazionali realizzano dei trasferimenti intraaziendali , in modo da ridurre il carico fiscale complessivo, attribuendo maggiori utili alla filiale che opera nello Stato dove le imposte sono basse, e un minor utile alla casa-madre, che opera nello Stato dove sono più alte

Difficoltà per i PVS e per le multinazionali I Paesi poveri sono spesso politicamente instabili, scarseggiano delle esternalità positive  che riducono i costi generali, come la presenza di infrastrutture; la forza lavoro è scarsamente qualificata; non dispongono di mercati in grado di

assorbire la produzione. Il peso economico delle multinazionali in Paesi deboli (spesso con PIL inferiore ai loro bilanci annuali) potrebbe consentirgli di eludere le leggi che tutelano i lavoratori e la normativa fiscale.

Esternalità Externality

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2 . 4 L’impresa cooperativa L’impresa cooperativa è un particolare tipo di impresa in cui più persone si associano allo scopo di ottenere, dalla gestione in comune di un’attività economica, beni di consumo, possibilità di lavoro o prestazioni di servizi a condizioni più vantaggiose di quelle offerte dal mercato.

PLUS Cooperazione e banca etica

A differenza dell’impresa capitalistica, che ha come scopo diretto il profitto, l’impresa cooperativa mira ad assicurare un certo vantaggio ai soci. Il vantaggio che deriva ai soci non risiede nella percezione di utili, ma nel fruire, nell’ambito in cui opera la cooperativa, di condizioni migliori di quelle offerte dal mercato: può consistere in un risparmio di spesa (come nelle cooperative di con­ sumo ed edilizie) o in un maggior guadagno (come nelle cooperative agricole o di lavoro). PER ESEMPIO  La cooperazione nelle sue diverse forme si è sviluppata per iniziativa dei ceti sociali più deboli e si è gradualmente diffusa in tutti i Paesi industrializzati, in parti­ colare in Italia, dove le cooperative godono di agevolazioni fiscali.

2 . 5 Piccole e medie imprese Nei vari settori produttivi operano imprese di dimensioni molto diverse: dalla piccola impresa dell’artigiano che svolge la sua attività da solo o con pochissimi collaboratori, alla grande impresa, come la Ferrero o la Pirelli, che occupa migliaia di lavoratori e realizza un fatturato  di diversi miliardi di euro.

PLUS La forza delle PMI

In generale, le grandi imprese operano prevalentemente nei settori produttivi che ri­ chiedono investimenti a elevata tecnologia (meccanico, metallurgico, chimico, elet­ tronico), mentre le piccole e medie imprese operano prevalentemente nei settori pro­ duttivi che richiedono minori investimenti (tessile, calzature, abbigliamento, edilizia, mobili, distribuzione commerciale). In Italia, accanto a poche grandi imprese, operano moltissime piccole e medie imprese (PMI). Ciò non favorisce l’introduzione delle maggiori innovazioni tecnologiche, per­ ché solo le imprese di grandi dimensioni sono in grado di svolgere costose attività di ricerca e sviluppo, che permettono all’impresa di affrontare la concorrenza delle mul­ tinazionali che dominano nel mercato internazionale. Nello schema a fianco, sono illustrati i vantaggi che presenta ciascuna forma di im­ presa (rispetto alle dimensioni). MAPPA  La Commissione Europea, con raccomandazione recepita dal Ministero delle Attività produttive (ora delle Imprese e del made in Italy), ha definito PMI quelle con meno di 250 occupati e un fatturato annuo non superiore a 50 milioni di euro. Nell’ambito della categoria delle PMI sono piccole imprese quelle che hanno meno di 50 occupati e un fatturato annuo inferiore a 10 milioni di euro e microimprese quelle che hanno meno di 10 occupati e un fatturato annuo non superiore a 2 milioni di euro.

Unione europea e aiuti alle PMI Per incentivare l’introduzione di tecnologie che aiutino le PMI ad affrontare la concor­ renza internazionale, anche l’Unione europea ha elaborato diversi programmi di in­ tervento. Fra tutti, ricordiamo il Programma CRAFT (Cooperation Research Action for Technology), che promuove la cooperazione tra imprese per attività di ricerca e svilup­ po. Il programma prevede la possibilità di finanziamento nei settori delle tecnologie industriali, delle politiche ambientali, dell’agricoltura e della pesca.

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PER ESEMPIO

LESSICO

Tipi di cooperative Una cooperativa di consumo ha lo scopo di far ottenere ai soci i beni (alimentari, abbigliamento ecc.) a un prezzo inferiore a quello di mercato; una cooperativa edilizia ha lo scopo di promuovere la costruzione di abitazioni che vengono assegnate ai soci a prezzi convenienti; una cooperativa di credito ha lo scopo di fornire ai soci servizi bancari a condizioni più favorevoli di quelle generalmente praticate dalle altre banche;

una cooperativa agricola (si pensi a una cantina sociale) ha lo scopo di favorire la trasformazione e la commercializzazione di beni prodotti dai soci; una cooperativa di produzione e lavoro, costituita da lavoratori che prestano la loro attività nei più diversi campi (piccola pesca, pulizia di stabilimenti, manutenzione di impianti e altri servizi alle imprese o alle famiglie) ha lo scopo di favorire l’inserimento lavorativo degli associati.

 Fatturato Ammontare complessivo delle vendite realizzate in un anno da una impresa. Si calcola moltiplicando le unità vendute per il prezzo di listino, deducendo gli eventuali sconti accordati. Sinonimo di volume di affari, serve come indice per valutare la dimensione dell’impresa.

La Commissione Europea, con raccomandazione recepita dal nostro Ministero delle Attività produttive, ha definito PMI quelle con meno di 250 occupati e un fatturato annuo non superiore a 50 milioni di euro. Nell’ambito della categoria delle PMI sono piccole imprese quelle che hanno meno di 50 occupati e un fatturato annuo inferiore a 10 milioni di euro e microimprese quelle che hanno meno di 10 occupati e un fatturato annuo non superiore a 2 milioni di euro.

MAPPA

PLUS

Identikit delle PMI

I VANTAGGI DELLE IMPRESE

GRANDE IMPRESA

PICCOLA IMPRESA

Uso più razionale delle risorse grazie a una più efficiente divisione del lavoro

Controllo diretto del titolare sulla gestione

Maggiore possibilità di innovazioni tecnologiche

Rapido adattamento ai gusti dei consumatori

Ottenimento di maggiori sconti negli acquisti di materiali

Occupazione di “nicchie” di mercato trascurate dalla grande impresa

Condizioni di finanziamento più favorevoli

Minori dimensioni del capitale di rischio

Accesso più facile al mercato internazionale

Possibilità di utilizzare le “economie esterne” dei distretti

FACCIAMO IL PUNTO Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

1. Che cosa sono le multinazionali? 2. Quali sono i principali vantaggi per una multinazionale relativamente alle incombenze fiscali?

3. Quale tipo di impresa è tipicamente italiana? 4. Che tipo di vantaggio traggono i soci delle cooperative?

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I distretti industriali Distretto industriale Industrial district

PLUS I distretti industriali: una realtà produttiva diversa

La concentrazione, in determinate aree, di numerose PMI con forte specializzazione produttiva ha dato origine ai distretti industriali, costituiti da un insieme di imprese, in genere di piccola e media dimensione, ubicate in un territorio circoscritto, specializzate in una o più fasi del processo produttivo e integrate mediante una rete complessa di interrelazioni di carattere economico e sociale. Si tratta di un fenomeno tipicamente italiano. I distretti industriali esistono in mol­ ti Paesi avanzati, ma in Italia si sono affermati più che altrove: una recente ricerca ha infatti individuato oltre 200 distretti, che sviluppano circa il 40% della produzione e dell’occupazione dell’intero settore industriale. Sono sorti spontaneamente ponen­ do le PMI che operano nel loro ambito in grado di competere con le grandi imprese multinazionali. I distretti industriali specializzati si sono rivelati molto dinamici, an­ che grazie alla politica degli enti locali che ha saputo creare una idonea rete di servizi (scuole professionali, formazione degli adulti, infrastrutture).

Imprese innovative: le startup Le startup sono imprese neonate caratterizzate da forte connotazione innovativa. Dopo l’elaborazione di un nuovo prodotto o di una nuova tecnologia da lanciare sul mercato, la startup predispone un business plan sulla cui base procede alla ricerca di investitori. Questi possono operare tramite fondi apportando capitale di rischio (venture capitalist), istituti di credito o investitori di capitali propri (angel investor). Particolarmente innovative sono le imprese create da giovani, con una specifica for­ mazione universitaria, capaci di creare nuove imprese in settori di mercato caratteriz­ zati da tecnologie all’avanguardia.

ECONOMIA E REALTÀ

I pericoli della contraffazione Sulle bancarelle, e ora sempre più frequentemente anche online, ci imbattiamo spesso in offerte molto allettanti: prodotti Dolce & Gabbana, Prada, Gucci, Nike e tanto altro a prezzi stracciati. Siamo tentati di comprarli, senza pensare ai gravi danni che i prodotti contraffatti recano al nostro Paese, in termini di reddito nazionale, entrate fiscali e posti di lavoro. Ciò perché l’industria legale produce e vende meno di quanto farebbe in assenza di falsificazioni, impiegando così meno lavoratori. Il mercato illegale produce gravissimi danni all’economia del Paese e a tutti i suoi abitanti i quali, ignari di ciò, sono tentati di acquistare illudendosi di fare un “buon SETTORE

affare”! Vediamo nella tabella sotto i danni prodotti dal mercato illegale. Le imprese illegali non pagano tasse sulle vendite e neppure i contributi previdenziali ai lavoratori (incrementando il cd. lavoro “nero”). In Europa solo nel campo dei vestiti e accessori si distruggono 26 miliardi di euro di ricchezza complessiva e oltre 360 mila posti di lavoro. L’Italia, leader nella produzione europea (vanta circa il 50% del totale), vede svaporare quasi 5 miliardi di PIL e 80 mila posti di lavoro, per non contare le tasse e i contributi evasi. Lo stesso accade nel campo degli articoli sportivi

RICCHEZZA PERSA in euro

POSTI DI LAVORO PERSI

Europa

vestiti e accessori

26 miliardi

360 mila

Italia

vestiti e accessori

5 miliardi

80 mila

Europa

articoli sportivi

500 milioni

2.800

Italia

articoli sportivi

53 milioni

400

DANNI INDIVIDUALI Italia Paese maggior produttore (50% del totale) Italia Paese maggior produttore (20% del totale)

Fonte: UAMI, Osservatorio europeo sulla violazione dei diritti di proprietà intellettuale

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U2 Gli operatori economici . C2 L’operatore imprese: produzione e responsabilità sociale


LESSICO

Una rete di relazioni richieste di un mercato, sia nazionale sia internazionale, sempre più interessato alle “novità”, anche in questi settori tradizionali, che gli economisti, fino a pochi anni fa, definivano “maturi”, in quanto privi di possibilità di innovazione e prospettive di sviluppo. Alcuni settori, in particolare, hanno registrato notevoli successi grazie all’introduzione di un design particolarmente ricercato, che ha contribuito a dare un tangibile “valore aggiunto” a prodotti tecnicamente ormai stabili: è il caso delle rubinetterie, dei mobili, degli articoli per la cucina ecc. Il contratto di rete. L’Unione europea, individuando nelle PMI l’asse portante dell’economia, ha adottato nel 2009 lo Small Business Act, che prevede l’introduzione del contratto di rete , allo scopo di aumentarne la competitività sul mercato. Con questo strumento le imprese, indipendentemente dalla dimensione, dal luogo di attività e dalla forma giuridica, possono realizzare obiettivi comuni, incrementando la loro capacità innovativa. Non nasce un soggetto giuridico autonomo e distinto dalle imprese contraenti e ciascuna mantiene la sua indipendenza. La collaborazione permette di dividere una serie di costi, accedere a finanziamenti agevolati, fruire di agevolazioni fiscali, condividere know how.

contraffatti: palloni, racchette, skateboard, scarponi da sci, attrezzature da palestra, accessori per il fitness e il tempo libero. La perdita a livello di Unione europea è di mezzo miliardo di euro e 2.800 posti di lavoro, e per l’Italia 53 milioni di euro e 400 posti di lavoro in meno. Il nostro Paese è infatti il maggior produttore europeo di scarponi, racchette, bilancieri e altri articoli sportivi, con oltre il 20% della produzione totale. Il danno è subìto maggiormente dalle piccole imprese, perché in Italia i dipendenti nella filiera  verticale di abbigliamento e

articoli sportivi (e in genere di tutti i settori produttivi) sono molto numerosi e lavorano in aziende di piccole dimensioni. Ma il danno sostanziale lo subisce l’intera collettivà, in quanto il mercato della contraffazione favorisce la disoccupazione, causa una forte diminuzione di entrate pubbliche (evasione fiscale e contributiva) che si traduce in minori risorse per i servizi e per le pensioni. Dobbiamo capire che il “falso” danneggia tutti. Per evitare danni, tutti dobbiamo fare scelte più responsabili.

PLUS

La forza dei distretti si basa sulla messa in comune delle conoscenze tecniche, veicolata anche mediante specifici canali di formazione (importantissime sono in questo contesto le scuole professionali): nascono così nell’area distrettuale rapporti di collaborazione basati sulla reciproca fiducia, che favoriscono la ricerca di forme di coordinamento, e ciò aumenta l’efficienza  complessiva dell’area interessata. In definitiva, le singole unità produttive si riconoscono nei valori e negli interessi del distretto creando una rete di relazioni fra le imprese operanti con prontezza e flessibilità in modo da rispondere spontaneamente alle richieste del mercato. Così se una piccola impresa del distretto della rubinetteria non è in grado di procedere alla fase di cromatura (una delle fasi del processo produttivo), viene assicurata la possibilità di sostituirla con un’altra impresa in grado di svolgere la medesima attività nel più breve tempo possibile. I settori maturi. Il punto di forza di tali distretti è di operare in settori, come l’abbigliamento, la pelletteria, l’oreficeria, l’occhialeria, i materiali per l’edilizia, la meccanica leggera, il mobilio, l’arredamento ecc., che dispongono di una manodopera molto qualificata in grado di soddisfare le

VERSO LE COMPETENZE 1. Calcola quanti sono in totale i posti di lavoro persi con la contraffazione in Italia e in Europa? 2. Quali altri danni produce alla collettività?

VERSO LA CONSAPEVOLEZZA 1. Avevi mai riflettuto sulle conseguenze che comporta un acquisto del genere? 2. Pensi che conoscere questi dati possa rendere tutti più responsabili e diminuire gli acquisti illegali?

 Efficienza La singola impresa è efficiente quando, a parità di quantità prodotta, minimizza i costi: si tratta dell’applicazione del principio di razionalità alla produzione.

 Contratto di rete Istituito con legge n. 33/2009 (modificato dall’art. 42 della legge n. 122/2010), è il contratto, stipulato con atto pubblico o scrittura privata autenticata, con cui più imprese, allo scopo di accrescere la propria competitività, concordano un programma comune impegnandosi a scambiare risorse industriali e umane, innovazioni tecnologiche e informazioni. Le imprese in rete godono di particolari agevolazioni fiscali.

 Filiera Insieme delle attività che concorrono alla produzione, distribuzione e commercializzazione di un prodotto, dalla sua creazione iniziale alla sua utilizzazione finale.

FACCIAMO IL PUNTO Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

1. Che cosa sono i distretti industriali? 2. Qual è l’incidenza economica dei distretti industriali nella realtà italiana? 3. Che cos’è una startup? 4. Come si finanziano le startup?

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2 . 6 La distribuzione commerciale La distribuzione commerciale è costituita dall’insieme delle attività organizzate che consentono il passaggio dei prodotti finiti dal produttore al consumatore. Infatti l’impresa, ottenuto il prodotto attraverso il processo produttivo, lo mette a di­ sposizione del consumatore, che ne è l’utilizzatore finale. Il caso italiano. Nel settore della distribuzione commerciale – molto importante, se si pensa che in Italia occupa oltre 3 milioni di persone – convivono realtà molto diffe­ renziate: il settore della grande distribuzione (supermercati, ipermercati, punti ven­ dita specializzati, hard discount) ha una quota di mercato che supera il 40% del tota­ le, mentre la quota restante è coperta dai negozi tradizionali. La situazione italiana è molto diversa da quella dei principali Paesi europei, dove il settore della grande distri­ buzione supera l’80%. Negli ultimi anni è aumentato il grado di concorrenza fra i di­ versi punti di vendita, e ciò ha determinato il risultato positivo di un aumento abba­ stanza contenuto dei prezzi al dettaglio. Da non dimenticare, la distribuzione online, che riduce le distanze fra produttore e clien­ te: essa comporta vantaggi per il consumatore, che può ottenere a domicilio ciò che gli serve, e a prezzi inferiori, perché si riducono i costi di intermediazione e di pubblicità.

2 . 7 L’impresa e l’ambiente esterno L’impresa è un sistema complesso, in costante interazione con la realtà circostante, in grado di influenzarla e di esserne a sua volta influenzata. Gli organi decisionali dell’impresa, per poter compiere le scelte strategiche e operati­ ve, devono interpretare correttamente l’ambiente esterno, cioè tutti quegli elementi e quelle relazioni in grado di influenzare l’impresa e che da essa possono venire in­ fluenzati, e trarne tutte le necessarie informazioni. Nell’ambiente esterno la maggiore rilevanza è data da tutti quei soggetti che a vario titolo sono in contatto con l’azienda. Li possiamo dividere in due diversi gruppi relati­ vi a due tipologie di relazioni con l’impresa: • il gruppo degli stakeholder : è costituito da soggetti che sono portatori di interessi legati alle performance dell’impresa. Pertanto vi rientrano da una parte i fornitori, i clienti, le banche, i lavoratori dipendenti o collaboratori interessati alle prestazioni dell’azienda per mantenere relazioni economiche durature; dall’altra persone legate da interessi locali, come, ad esempio, i residenti di aree limitrofe o le istituzioni lo­ cali che vengono in contatto con l’impresa. PER ESEMPIO 1  • il gruppo degli shareholder : è costituito da chi è proprietario di almeno una quota della società, quindi, ha un interesse finanziario alla sua redditività. Nel caso di so­ cietà per azioni, lo shareholder è l’azionista. Può essere una persona fisica, un’a­ zienda o un’istituzione. PER ESEMPIO 2  Nello schema a fianco, sono indicati i diversi ambienti in cui l’impresa è inserita e a cui deve sapersi adattare soprattutto quando questi sono in rapida evoluzione. MAPPA  L’habitat dell’impresa. Si possono distinguere i seguenti ambienti che costituiscono quello che potremmo definire l’habitat dell’impresa: • ambiente tecnologico, riguardante lo stato delle conoscenze tecnico-scientifiche esi­ stenti, con grande influenza sulle innovazioni tecniche (know-how) che l’impresa può adottare;

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U2 Gli operatori economici . C2 L’operatore imprese: produzione e responsabilità sociale


2 Shareholder

Si pensi ad una tavola calda situata a pochi metri di distanza da un’azienda che fornisce pasti ai lavoratori di quell’azienda. Lo stesso dicasi per un negozio di articoli per lo sci nelle vicinanze di un impianto di risalita.

Molti fondi pensione investono parte del denaro dei propri iscritti in azioni di diverse società, diventando così shareholder di molte aziende. Lo stesso dicasi per le banche che acquistano azioni di altre aziende.

MAPPA

PER ESEMPIO

LESSICO

1 Stakeholder

L'IMPRESA E IL SUO AMBIENTE

Ambiente politico-legislativo

normativa fiscale, istituzionale, PA

Ambiente socio-culturale

cultura, istruzione, formazione

Ambiente economico

livello di sviluppo del sistema-paese

Ambiente tecnologico

acquisizione di know how

Mercati di acquisizione

IMPRESA

acquisto di input necessari alla produzione

Mercati di sbocco

 Stakeholder Persone o entità che hanno interessi di vario genere (economici, sociali, ambientali o altro) nell’attività di un’azienda e che possono essere influenzati dalle sue decisioni o che, viceversa, possono influenzare l’azienda stessa. Esempi: clienti, dipendenti, fornitori, comunità locali, istituzioni, organizzazioni non governative (ONG), ecc.

 Shareholder Coloro che detengono le azioni: sono quindi proprietari di una quota del capitale della società e hanno diritto a una quota degli utili. Il loro interesse primario è finanziario: vogliono che l’azienda generi profitti, in modo da aumentare il valore delle loro azioni e ottenere dividendi.

vendita a imprese e consumatori

ECONOMIA E REALTÀ

Negozi di prossimità vs negozi online La distribuzione in Italia è uscita dalla pandemia profondamente trasformata, accelerando un processo di trasformazione già in atto nel settore della distribuzione in Italia. L’e-commerce, prima in crescita costante, ha registrato un’impennata, modificando radicalmente le abitudini di acquisto degli italiani. La necessità di limitare gli spostamenti ha spinto milioni di italiani a fare la spesa online, scoprendo la comodità di ricevere i prodotti direttamente a casa. L’e-commerce ha infatti favorito la nascita di nuovi modelli di business, come il click&collect, che permette di ordinare online e ritirare in negozio, e i marketplace, piattaforme che mettono in contatto venditori e acquirenti. Nonostante la forte concorrenza dell’e-com­merce, i negozi di prossimità hanno dimostrato una notevole capacità di adattamento. Molti hanno integrato i canali online, creando siti

web e profili social per promuovere i propri prodotti e servizi. Altri hanno stretto partnership con le piattaforme di delivery per offrire consegne a domicilio. Nella maggior parte dei casi, i negozi di prossimità hanno puntato sulla personalizzazione dell’esperienza d’acquisto, offrendo consulenza e assistenza ai clienti, e sulla valorizzazione dei prodotti artigianali. Sempre più consumatori mostrano una spiccata preferenza per i prodotti locali e a chilometro zero, valorizzando le piccole imprese e le filiere corte. L’e-commerce e i negozi di prossimità non sono più in competizione, ma possono coesistere e integrarsi, offrendo ai consumatori una vasta gamma di opzioni e soddisfando le loro esigenze in modo sempre più efficace.

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• ambiente economico, relativo al livello di sviluppo del sistema-paese  (che può es­ sere più o meno evoluto) e all’andamento congiunturale dell’intera economia a se­ conda della fase ciclica attraversata (espansione o depressione); • ambiente socio-culturale, costituito dall’insieme dei valori e delle competenze diffu­ si nella società, i conflitti sociali, i livelli di cultura, il sistema scolastico ecc., che in­ fluenzano i comportamenti dei soggetti coinvolti nella vita aziendale; • ambiente politico-legislativo, costituito dal quadro normativo istituzionale, dalla normativa fiscale sulle imprese, dall’efficienza della Pubblica amministrazione, ecc.; Esternalità positive e negative. Per operare, infatti, l’impresa ha bisogno di un ambien­ te esterno in cui esista o si possa sviluppare una cultura d’impresa, che presuppone uno spazio organizzato e umanizzato, e cioè: Infrastrutture • la presenza di infrastrutture , essenziali per creare una moderna economia, come Infrastructures ad esempio: reti di distribuzione dell’energia, strade, porti, ferrovie, telecomunica­ zioni, case, scuole, ospedali;

• la disponibilità di risorse lavorative, capaci di fornire alle imprese il necessario ap­ porto fisico e intellettuale, fattore primario di ogni attività produttiva. È facile capire perché le imprese si concentrano in certe aree e non in altre. Infatti, per produrre, esse hanno bisogno di: • mercati di acquisizione, cioè di altre imprese vicine, che le riforniscano di quanto serve alla produzione; • mercati di sbocco, cioè di altre imprese e di consumatori finali che acquistino i loro prodotti; • mercati finanziari, cioè di un sistema bancario e finanziario, capace di fornire i fi­ nanziamenti necessari alla produzione; • mercati del lavoro, cioè di un sistema scolastico efficiente, che fornisca personale dotato delle necessarie capacità professionali. A proposito di queste risorse gli economisti parlano di esternalità: in particolare, si hanno esternalità positive quando all’esterno dell’azienda esistono gli elementi che rendono possibile l’attività dell’impresa; esternalità negative quando tali elementi mancano o scarseggiano. PER ESEMPIO 

2 . 8 La responsabilità sociale dell’impresa I costi sociali Per comprendere i rapporti reciproci fra il sistema produttivo e l’ambiente osserviamo lo schema qui a fianco: il sistema produttivo riceve dall’ambiente naturale le risorse necessarie per produrre e vi immette i rifiuti scaricando sull’ambiente costi altissimi, destinati ad aumentare sempre più. Infatti, quanto più si incrementano la produzione e i consumi, tanto più l’ambiente naturale cede risorse e viene degradato dai rifiuti che riceve. MAPPA  Un’impresa, che inquina esercitando esternalità negative su altri soggetti (diseconomie esterne), altera il rapporto fra i costi di produzione dell’impresa e i costi sociali sopportati dalla collettività: si ha cioè un mercato non efficiente. Eliminare queste inefficienze giustifica l’intervento pubblico con interventi come, ad esempio, una tassa su attività inquinanti, l’obbligo di adottare misure basate su incentivi

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U2 Gli operatori economici . C2 L’operatore imprese: produzione e responsabilità sociale


Un’impresa che produce cartone per imballaggi trae vantaggio da una rete di trasporti stradali e ferroviari ben organizzata, da una scuola professionale e da corsi di specializzazione che addestrino al meglio i lavoratori, da una Pubblica amministrazione solida ed efficiente che sia all’effettivo servizio del cittadino e delle imprese. Queste esternalità positive consentono rilevanti economie di gestione, e quindi un risparmio di costi che non nasce

MAPPA

PER ESEMPIO

LESSICO

Esternalità positive e negative all’interno dell’impresa. Per contro, un ambiente tanto inquinato da provocare malesseri che incidono negativamente sulla produttività del lavoro per l’alta incidenza delle assenze per malattia, oppure una serie di incidenti provocati dalla cattiva manutenzione delle strade svantaggiano l’impresa. Queste esternalità negative provocano aggravi di costo che possono ridurre, anche notevolmente, la capacità dell’impresa di restare sul mercato.

FATTORI PRODUTTIVI

Lavoro

Capitale

Ambiente naturale (aria-acqua-suolo)

 Sistema-paese Insieme degli elementi economici e sociali che caratterizzano un determinato contesto economico, come le vie di comunicazione e il sistema scolastico. Tali elementi, in rapporto di stretta interdipendenza, condizionano lo sviluppo del Paese.

 Infrastrutture Beni non utilizzati direttamente nel processo produttivo, ma senza i quali non è possibile la produzione (ponti, ferrovie, linee elettriche e telematiche, acquedotti ecc.). Il loro insieme si chiama anche capitale fisso sociale.

FACCIAMO IL PUNTO Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

Produzione Rifiuti Consumo

1. Quale differenza c’è tra stakeholders e shareholders? 2. Come definiresti le esternalità?

genera

+ consumi

+ rifiuti

+ degrado ambientale

+ produzione provoca

− risorse

impoverimento dell'ambiente

3. Che relazione c’è tra l’impresa e l’ambiente? 4. Che cosa sono i mercati di acquisizione e di sbocco?

EDUCAZIONE CIVICA

Il work-life balance La ferma volontà di vivere la propria vita in modo sempre più sostenibile e responsabile è una tendenza che accomuna un italiano su due e che si sta radicando sempre di più anche in ambito professionale, con impatti ed effetti inevitabili sulle aziende. È lo scenario che emerge da una ricerca di Deloitte (“Il cittadino consapevole: comportamenti virtuosi in azienda per raggiungere un successo sostenibile”), secondo la quale un addetto su tre conferma come la propria organizzazione abbia già avviato un percorso di transizione verso la definizione di un paradigma di sostenibilità che sia guidato da uno scopo e la sua conseguente integrazione nella mission e nella strategia aziendale.

Uno scenario sempre più definito, quello che descrive lo studio, che chiama le imprese (e il loro management) a rispondere alle precise sollecitazioni dei propri dipendenti rispetto a temi quali la flessibilità e il work-life balance (equilibrio tra tempi di lavoro e vita privata) e a sviluppare di conseguenza la propria operatività quotidiana attorno ai concetti di innovazione e di sostenibilità, non solo ambientale ma anche economica e sociale. L’opinione dell’Innovation Leader di Deloitte in Italia: “Le aziende italiane hanno iniziato a trasformare e ridefinire i modelli di business sulla base di una più forte e sinergica interrelazione tra strategia e obiettivi, in una logica di sostenibilità agganciata all’innovazione”.

113


e disincentivi, come ad esempio ecotasse , diritti di discarica, concessione di marchi di qualità ecologica (eco-etichette) ecc. Questo nuovo atteggiamento è preferibile, in quan­ to molte imprese hanno oggi capito che il rispetto dell’ambiente è un investimento, in grado di assicurare ritorni positivi in termini di aumento di competitività. Obiettivi ecologici dell’impresa. L’impresa moderna considera fra i suoi obiettivi una corretta gestione dell’ambiente; è infatti nel suo stesso interesse: • minimizzare l’uso di risorse scarse come le materie prime e l’energia;

• ridurre gli scarti e i rifiuti; • progettare i beni in funzione del loro possibile riciclo a fine uso. Ciò riduce l’impatto ambientale dei processi produttivi e può contribuire a ridurre i costi. Inoltre l’adozione di tecnologie più pulite premia le imprese sul mercato, dove si conquistano una immagine eco-compatibile, molto importante agli occhi di consumatori oggi assai sensibili al problema ambientale.

Un nuovo approccio: l’ambiente come risorsa In passato prevaleva la convinzione che la politica ambientale comportasse costi ele­ vati per le imprese, con grave danno per l’occupazione. La tesi tradizionale è illustrata dallo schema a fianco. MAPPA 1  L’esperienza ha però dimostrato che dove è stata adottata una severa politica ambien­ tale non è diminuita la competitività, che anzi si è accresciuta: oggi si ritiene che la politica ambientale favorisca il commercio internazionale, produca profitti e rafforzi la competitività. La nuova posizione si può rappresentare mediante lo schema a fianco. MAPPA 2 

La Responsabilità Sociale d’Impresa (RSI) A livello dell’intera collettività, l’assunzione di una Responsabilità Sociale d’Impresa (RSI) da parte delle aziende assicura una maggiore coesione sociale, un elevato livel­ lo di tutela ambientale e il rispetto dei diritti fondamentali dei lavoratori e degli altri componenti della società civile. Anche in Italia si sta diffondendo sempre più la convinzione che la creazione di valore da parte dell’impresa debba avvenire nel rispetto di altri valori fondamentali. Tra questi, assume particolare rilevanza quello dello sviluppo sostenibile, che soddisfa i bisogni del presente senza precludere alle future generazioni la possibilità di soddisfare i propri. La misura dell’impatto complessivo dell’attività aziendale sulla socieà civile è indicata nel bilancio sociale dell’impresa, un documento in cui l’azienda comunica periodicamente gli esiti della sua attività, non limitandosi ai soli aspetti finanziari e contabili. Oltre all’impatto ambientale, il bilancio sociale può contenere informazioni riguar­ danti le relazioni con: • i lavoratori (condizioni di lavoro, salute e sicurezza, formazione, pari opportunità); • i clienti: soddisfazione del cliente, tutela dei consumatori, pratiche di marketing e comunicazioni etiche; • i fornitori: etica degli approvvigionamenti, rispetto dei diritti umani e dell’ambiente nella filiera produttiva. La redazione del bilancio sociale è un processo volontario, ma può apportare nu­ merosi benefici all’impresa, come, ad esempio, il miglioramento della reputazione e dell’immagine aziendale e rafforzare le relazioni con gli stakeholder.

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U2 Gli operatori economici . C2 L’operatore imprese: produzione e responsabilità sociale


Esistono diverse certificazioni aziendali che possono dimostrare l’impegno di un’impresa verso la Responsabilità Sociale d’Impresa (RSI). Le più diffuse a livello internazionale sono: • ISO 26000: si tratta di uno standard volontario che fornisce li­ nee guida per la gestione della RSI. Non è una certificazione di per sé, ma può essere utilizzata come base per implementare un sistema di gestione RSI e ottenere altre certificazioni;

MAPPA 1

PER ESEMPIO

• SA8000: certifica il rispetto degli standard sociali internazio­ nali, come il divieto del lavoro minorile e lo sfruttamento la­ vorativo. PER ESEMPIO 

LESSICO

Sostenibilità e quotazioni L’Università Bocconi di Milano ha analizzato i bilanci contabili delle imprese che compongono lo S&P 500 (l’indice borsistico Standard & Poor’s, che riguarda le 500 aziende statunitensi a maggiore

capitalizzazione), riscontrando che le imprese più attente ai temi della sostenibilità ambientale e della responsabilità sociale sono premiate con una quotazione di Borsa più alta.

POLITICA AMBIENTALE

 Ecotassa Tassa ecologica, introdotta con lo scopo di favorire tecnologie e prodotti puliti e disincentivare i consumi più inquinanti. Le ecotasse cercano di indirizzare le imprese verso uno sviluppo sostenibile, cioè attento agli interessi delle generazioni future.

comporta più costi e minore competitività provoca

FACCIAMO IL PUNTO

diminuzione delle esportazioni e deficit di bilancia commerciale

MAPPA 2

diminuzione dell'occupazione

RISPETTO DELL'AMBIENTE

Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

quindi

migliora

provoca

DANNO SOCIALE

SVILUPPO ECONOMICO provoca

Aumento della competitività comporta Aumento dell'occupazione

1. Quale rapporto c’è tra sviluppo e ambiente?

2. Come è cambiato l’atteggiamento da parte degli imprenditori nei confronti della sostenibilità e dell’ambiente? 3. Perché la sostenibilità può diventare una risorsa per l’impresa? 4. Che cos’è il bilancio sociale d’impresa? Quali vantaggi produce?

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ECONOMIA E REALTÀ

Il bilancio ambientale Nell’ambito di una riorganizzazione produttiva più rispettosa dell’ambiente le decisioni strategiche delle imprese devono tener conto non solo dei costi inerenti all’attività produttiva, ma anche dei costi sociali di tipo ambientale. In termini economici, ciò equivale a dire che le esternalità negative relative all’impatto ambientale dell’attività produttiva devono essere internalizzate nel calcolo dei prezzi dei beni e servizi prodotti. Per internalizzare i costi del degrado ambientale, molte imprese d’avanguardia hanno volontariamente elaborato una speciale contabilità ambientale, che per ogni azienda analizza i flussi di energia e di materie prime in entrata e in uscita. Lo schema di tali flussi è il seguente: • INPUT: energia - risorse idriche - materie prime;

• OUTPUT: prodotti finali - emissioni liquide - emissioni in atmosfera, scarti, rifiuti. Il risultato finale della contabilità ambientale è il bilancio ambientale, che certifica lo “stato di salute ambientale” dell’impresa, offrendo una serie di informazioni sull’evoluzione eco-compatibile della sua attività. Il bilancio ambientale ha due specifiche funzioni: • controllare il comportamento dell’impresa sotto il profilo del rispetto dell’ambiente; • informare l’opinione pubblica sull’impatto am­ bientale dell’attività di impresa. Questi bilanci sono ormai diffusi nei maggiori Paesi industrializzati. Nella grande maggioranza dei casi le imprese più attente ai problemi ambientali sono anche quelle che ottengono i migliori risultati economici.

VERSO LE COMPETENZE 1. Perché molte imprese hanno deciso di internalizzare i costi del degrado ambientale? 2. Qual è la funzione del bilancio ambientale? 3. Trovi corretta l’affermazione che le imprese più attente all’ambiente ottengono i risultati economici migliori? Motiva la tua risposta. 4. Visita il sito Internet di una grande azienda che conosci e scopri se redige il bilancio ambientale e quali informazioni contiene.

ECONOMIA E REALTÀ

Etica ed economia: tra profitto e responsabilità sociale Gli anni ’70 del secolo scorso segnarono un punto di svolta nel panorama accademico, con l’emergere di un nuovo campo di studi: l’etica applicata all’economia. Pubblicazioni pionieristiche e la nascita di riviste specializzate come il “Journal of Business Ethics” posero le basi per un’analisi critica del comportamento economico alla luce di principi morali. Al centro di questo dibattito si trovava il ruolo dell’etica nel mondo degli affari. Si sosteneva che un comportamento etico non solo fosse un dovere sociale, ma fosse anche nel miglior interesse delle imprese stesse. Un’azienda che instaura rapporti corretti con dipendenti, clienti e fornitori, costruisce un’immagine solida e duratura, massimizzando i profitti nel lungo periodo. La presa di coscienza di questa interdipendenza tra etica e successo economico ha portato alla

diffusione di codici etici aziendali per stabilire le norme di comportamento da seguire, promuovendo pratiche come prezzi onesti, rispetto per l’ambiente e sostegno allo sviluppo sociale. L’etica non si ferma ai vertici aziendali, ma coinvolge anche i dipendenti. I codici etici definiscono le loro responsabilità individuali, richiedendo onestà, rifiuto di doni e uso corretto dei beni aziendali. Un contributo fondamentale a questo dibattito è arrivato da Amartya Sen, premio Nobel per l’economia nel 1998. Sen ha proposto un nuovo paradigma economico, basato sulla “capacità di agire” degli individui. Secondo questa visione, il benessere non si misura solo dal profitto materiale, ma dalla possibilità di realizzare il proprio potenziale umano. Razionalità, onestà e solidarietà non sono valori contrastanti, ma elementi essenziali per un’economia davvero prospera e giusta.

VERSO LE COMPETENZE 1. Quale evento segnò l’avvio del dibattito sul rapporto fra economia ed etica? 2. Che cosa prevedono i codici etici? 3. A chi si rivolgono? 4. Qual è stato il contributo dato al dibattito da Amartya Sen?

VERSO LA CONSAPEVOLEZZA Quale rapporto c’è tra l’economia etica e l’economia del benessere?

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U2 Gli operatori economici . C2 L’operatore imprese: produzione e responsabilità sociale


E ORIENTAMENTO

ECONOM

IA

Robot di magazzino e intelligenza artificiale Negli ultimi anni la robotica, grazie a sistemi basati sull’intelligenza artificiale, ha fatto passi da giganti nel settore della logistica. Molto utilizzati sono i robot da magazzino, macchine autonome composte da due parti: • la macchina stessa, specializzata per un singolo compito; • il software che la controlla. Alcuni robot sono progettati esclusivamente per trasferire materiale; altri possono riorganizzare il magazzino, spostando intere scaffalature per creare uno spazio più efficiente. L’evoluzione della robotica nel settore della logistica è in gran parte dovuta all’introduzione di sensori sofisticati, che dotano i robot della capacità di navigare in modo indipendente all’interno dei locali di deposito. Si tratta di innovazioni che non si limitano al mero trasporto di merci. I robot attuali sono in grado di eseguire una varietà di compiti che rendono il processo di gestione degli ordini molto più efficiente. L’ascesa della robotica di magazzino può essere attribuita all’esplosione dell’e-commerce negli ultimi anni, che ha notevolmente incrementato la domanda per queste tecnologie. Di fatto, l’aumento degli acquisti online ha portato a una richiesta di spedizioni più veloci da parte dei consumatori, mettendo

sotto pressione i magazzini e i centri di distribuzione. Di conseguenza, la necessità di movimentare le merci dagli scaffali alle aree di spedizione in tempi sempre più brevi è diventata imperativa. La robotica di magazzino, grazie all’impiego di avanzate soluzioni software e hardware che utilizzano l’intelligenza artificiale, permette di accelerare e semplificare il processo di evasione degli ordini, rispondendo efficacemente alle esigenze del mercato attuale. Adattato da https://www.agendadigitale.eu/culturadigitale/robot-di-magazzino-cosa-sono-e-come-laicambia-il-lavoro-in-azienda

LEGGI E RIFLETTI

• Come può essere definito un robot? • Per quali ragioni il diffondersi dell’e-commerce ha determinato una serie di innovazioni nell’organizzazione del magazzino? • Quale ruolo può assumere, a tuo parere, l’intelligenza artificiale nella logistica del futuro?

METTITI ALLA PROVA

• Cerca in Internet informazioni relative all’evoluzione storica della logistica. • Crea un’infografica in formato digitale (ad esempio puoi utilizzare Canva) che rappresenti gli sviluppi più recenti della logistica. • Discuti con i tuoi compagni di classe sull’impatto ambientale della distribuzione delle merci e della sua possibile riduzione nell’ottica di una logistica sostenibile.

PROFESSIONI E COMPETENZE DEL FUTURO Il responsabile della logistica sostenibile è una figura professionale che si occupa di gestire e controllare la catena di approvvigionamento e distribuzione dell’impresa, seguendo principi di sostenibilità economica, sociale e ambientale. Dopo aver cercato in Internet informazioni relative al responsabile della logistica sostenibile, individua le principali competenze che occorre sviluppare per poter ricoprire questo ruolo professionale.

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CAPITOLO

2

L’operatore imprese

Sintesi

Ascolta e ripassa

2 . 1 L’imprenditore e l’impresa

L’operatore imprese è costituito dalle unità economiche che producono e offrono sul mer­ cato beni e servizi per conseguire un profitto. L’impresa trasforma i fattori produttivi in prodotti finiti dotati di un’utilità maggiore rispetto ai fattori impiegati. Organo decisionale dell’impresa è l’imprenditore che assume il rischio di impresa. L’impresa opera su diversi mercati, sia nazionali sia internazionali.

2 . 2 Le funzioni dell’impresa

L’impresa moderna svolge numerose e complesse funzioni attraverso i suoi centri operativi specializzati. Le principali funzioni aziendali sono: . funzione produttiva: produzione dei beni e servizi da offrire sul mercato; . funzione commerciale: acquisto dei fattori produttivi e vendita dei prodotti; . funzione R&S: innovazioni di processo e di prodotto che aumentano l’efficienza; . funzione amministrativa: controllo del sistema economico-finanziario; . funzione logistica: gestione dei movimenti dei prodotti; . funzione del personale: gestione delle risorse umane. Oggi la funzione R&S ha un ruolo fondamentale per la competitività dell’impresa. I centri ope­ rativi aziendali devono coordinarsi in modo efficace per raggiungere gli obiettivi dell’impresa.

2 . 3 Le imprese multinazionali

Le imprese multinazionali sono grandi aziende che operano in Stati diversi secondo la strategia di gestione decisa dalla casa madre. Hanno filiali anche nei Paesi sottosviluppati, dove il costo del lavoro è molto basso. La presenza di multinazionali può giovare allo svi­ luppo di un Paese, ma può anche condizionare negativamente la politica degli Stati.

2 . 4 L’impresa cooperativa

L’impresa cooperativa è un’azienda che ha l’obiettivo di fornire ai soci beni e servizi a condizioni migliori di quelle di mercato. Per questo le cooperative, che si sono sviluppate a partire dalla metà dell’Ottocento, godono di un trattamento fiscale favorevole.

2 . 5 Piccole e medie imprese

Le piccole e medie imprese (PMI) sono, in base ai parametri vigenti, quelle con meno di 250 occupati e un fatturato annuo non superiore a 50 milioni di euro; il panorama impren­ ditoriale italiano si caratterizza anche per la presenza dei distretti industriali, aree circo­ scritte in cui operano in modo integrato le aziende di una filiera produttiva.

2 . 6 La distribuzione commerciale

La distribuzione commerciale è l’insieme delle attività che consentono il passaggio dei beni e servizi dal produttore ai consumatori finali. In Italia il panorama della distribuzione è molto variegato per la presenza di negozi tradizionali accanto alla grande distribuzione. Sta crescen­ do distribuzione online, che riduce il numero degli intermediari tra produttore e consumatore

2 . 7 L’impresa e l’ambiente

L’impresa moderna è un sistema che interagisce con l’ambiente esterno, costituito da due categorie di soggetti. Nella prima rientrano i portatori di interesse (stakeholder) che sono dipendenti, fornitori, clienti, banche e altri investitori, amministrazioni pubbliche ecc. La seconda è quella di coloro che detengono quote del capitale (shareholder). L’habitat dell’impresa è costituito dall’ambiente tecnologico, economico, socio-culturale e politico-legislativo.

2 . 8 La responsabilità sociale dell’impresa

L’impresa moderna si caratterizza per un approccio responsabile alle ricadute della sua at­ tività (esternalità) sull’ambiente e la società. Questo approccio si definisce responsabilità sociale di impresa (RSI) e viene documentato dal bilancio sociale.

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U2 Gli operatori economici . C2 L’operatore imprese: produzione e responsabilità sociale


Mappa da completare Dopo aver ripassato i contenuti dell’Unità, completa la mappa inserendo correttamente gli elementi mancanti scelti tra i seguenti ambiente esterno • ciclo produttivo • distribuzione online • funzione R&S • funzione logistica • imprese cooperative • multinazionali • profitto • reddito • sviluppo sostenibile OPERATORE IMPRESE

produce e offre

attua

BENI E SERVIZI

per conseguire

__________________________

__________________

PICCOLE E MEDIE IMPRESE (PMI)

__________________

• Funzione produttiva • Funzione commerciale • ___________________ • Funzione amministrativa • ___________________ • Funzione del personale

• Vantaggi • Svantaggi Distretti industriali

IMPRESE COOPERATIVE

DISTRIBUZIONE COMMERCIALE

Settore tradizionale

Negozi

Grande distribuzione

• Supermercati • Ipermercati • Discount

__________________

interagisce con

AMBIENTE ESTERNO

RESPONSABILITÀ SOCIALE DI IMPRESA

Bilancio sociale Certificazioni

RISPONDI ORA ALLE DOMANDE 1. Qual è l’obiettivo dell’impresa? 2. Come si definiscono le imprese multinazionali? 3. Che cos’è un distretto industriale? 4. Che cosa si intende per responsabilità sociale dell’impresa? 5. In che cosa consiste il bilancio sociale dell’impresa?

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CAPITOLO

2

L’operatore imprese

Esercizi Consolidiamo le conoscenze...

SCELTA MULTIPLA

1. Completa l’affermazione scegliendo la frase corretta fra quelle proposte. 1. Non rientra fra i compiti dell’operatore impresa a  il conseguimento del profitto b  l’organizzazione dei fattori produttivi c  l’assunzione del rischio di impresa d  le decisioni di politica economica 2. È una forma di finanziamento interno all’impresa a  l’autofinanziamento b  l’emissione di obbligazioni c  l’anticipazione bancaria d  lo sconto di cambiali 3. Per un albergo situato davanti a una bella spiaggia non costituisce esternalità positiva: a  un’apprezzata scuola alberghiera b  la facilità delle vie di accesso cu na raffineria che inquina con l’acqua di scarico d  l’offerta di concerti della banda musicale cittadina 4. È esternalità positiva per un’impresa che produce apparecchi televisivi a  un’apprezzata scuola di elettrotecnici b  la difficoltà delle vie di accesso c  la mancanza di ingegneri specializzati d  una legislazione complessa e inefficiente 5. Secondo la teoria tradizionale, l’obiettivo fondamentale dell’imprenditore è massimizzare a  le vendite b  il profitto c  il capitale sociale d  il numero delle filiali 6. L’introduzione di un nuovo modello di telefono cellulare costituisce una innovazione a  di processo b  di prodotto c  esclusivamente tecnica d  esclusivamente economica 7. Una fonte di finanziamento dell’impresa è l’autofinanziamento, che consiste in a  utili non distribuiti e reinvestiti b  emissione di obbligazioni c  emissione di azioni d  ricorso al credito bancari 8. Non fa parte degli obiettivi primari di un’impresa multinazionale a  il conseguimento di vantaggi fiscali b  la riduzione dei rischi

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Esercizi interattivi

c  l’impiego di lavoro a basso costo d  lo sviluppo del Paese ospitante

COMPLETAMENTI

2. Completa il brano inserendo i termini appropriati tra quelli proposti. consumi • crisi • divisioni • grandi • moltiplicazione • piccole • produzioni • recessioni • riorganizzazione • sviluppo Anche se il modello di …………..................... industriale basato sui distretti non sia un’esclusiva italiana, esso ha trovato nel nostro Paese le condizioni ide­ ali per la sua affermazione sin dagli anni Settanta del secolo scorso, contemporaneamente alle pri­ me avvisaglie di …………..................... della grande impre­ sa: essendo venute meno le condizioni di crescita della domanda di mercato, abbondanza di risorse e stabilità monetaria sulle quali si era basato lo sviluppo industriale degli anni Sessanta, le grandi imprese riscontrarono notevoli difficoltà nel man­ tenere le proprie strategie di crescita. Molte di esse intrapresero una profonda …………..................... sia avvian­ do azioni di decentramento produttivo sia sfrut­ tando le potenzialità della specializzazione e della …………..................... del lavoro tra imprese di uno stesso settore. Contemporaneamente, si registrò un pro­ cesso di crescita di un tessuto di …………..................... im­ prese di origine artigiana, fortemente radicate con la produzione tradizionale di aree geografiche ri­ strette, che raggiunse gradualmente rilevanti quo­ te di mercato in …………..................... di nicchia. da Wikipedia

ASSOCIAZIONE

3. Associa le seguenti funzioni a una sola attività tra quelle elencate e fornisci un esempio per ciascuna di esse. (Attenzione: non tutte le funzioni vanno inserite e alcune vanno inserite due volte.) 1. Funzione produttiva 2. Funzione distributiva 3. Funzione commerciale 4. Funzione R&S 5. Funzione fiscale 6. Funzione amministrativa 7. Funzione logistica 8. Funzione del personale a. ___ Gestisce le risorse umane, con particolare riguardo all’impiego ottimale del lavoro b. ___ Sperimenta nuove strategie di commercializzazione del prodotto c. ___ Gestisce i movimenti dei prodotti allo scopo di minimizzare i costi di stoccaggio e di trasporto

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d. ___ Gestisce la produzione allo scopo di ridurre i rischi tecnici e. ___ Studia le innovazioni da introdurre nel processo produttivo per migliorare la qualità del prodotto f. ___ Gestisce il sistema economico-finanziario dell’impresa, cura la contabilità, reperisce i finanziamenti g. ___ Si occupa dell’acquisto dei fattori produttivi e della vendita dei prodotti

PREPARATI ALLA PROVA ORALE

4. Tra parentesi i paragrafi di riferimento. 1. È corretta la tesi secondo cui l’impresa

persegue unicamente l’obiettivo del massimo profitto? (2.1) 2. Di che cosa si occupa la funzione logistica? (2.2) 3. Che cos’è l’impresa multinazionale? (2.3) 4. Quali sono i vantaggi e gli svantaggi di un Paese sottosviluppato che ospita una multinazionale? (2.3) 5. Quali sono i rapporti che si instaurano fra il sistema produttivo e l’ambiente? (2.7) 6. Esiste un conflitto fra sviluppo economico e tutela dell’ambiente? (2.7) 7. Che cos’è la responsabilità sociale dell’impresa? (2.8) 8. Che cos’è il bilancio sociale dell’impresa? (2.8)

... per sviluppare le competenze CASI PRATICI

5. Esamina ciascun caso e fornisci delle soluzioni o rispondi motivando. 1. Le funzioni aziendali. Per cominciare Tre amici con la passione della sartoria decidono di unire le proprie forze e risorse per intraprendere una attività di produzione di capi di abbigliamento. Pensano di avviare una società in cui ciascuno di loro si occuperà di una funzione specifica.

1. A quale funzione fa riferimento chi si dovrà occupare di reperire i fondi per iniziare l’attività? 2. Quali alternative potrà proporre? 3. Chi, invece, si occuperà del reperimento dei materiali per la produzione e della successiva commercializzazione come dovrà agire? 4. Se la società operasse in un distretto industriale quali vantaggi potrebbe trarne?

2. Sostenibilità. Cura per la persona e per l’ambiente Unilever è una multinazionale che produce e commercializza prodotti per la cura della persona, l’igiene domestica e l’alimentazione. Già da tempo ha adottato una serie di iniziative per migliorare la sostenibilità: si è impegnata nel ridurre l‘impatto ambientale dei suoi prodotti e ha lanciato un programma per aumentare l’efficienza energetica e utilizzare fonti rinnovabili di energia. Sempre nella propria catena di fornitura, il brand lavora per garantire la diversità e l’inclusività nei propri stabilimenti, con iniziative volte a promuovere la parità di genere e l’empowerment femminile.

Fai una breve ricerca sulla storia di questo brand ed esamina le iniziative di sostenibilità di Unilever e il loro impatto sull’azienda e sui suoi stakeholder. 1. Quali sono gli obiettivi di sostenibilità di Unilever? 2. In che modo Unilever integra la sostenibilità nelle sue strategie aziendali? 3. Quali sono stati i risultati delle iniziative di sostenibilità di Unilever?

3. Ricerca & sviluppo. Il caso di Netflix Netflix ha iniziato la sua attività, nel 1997 offrendo a 6$ il noleggio di DVD per posta. L’azienda però stentava a decollare, così Hastings, il suo creatore, decise di passare a una formula ad abbonamento mensile senza limiti. Con questa nuova proposta Netflix esplose. Successivamente ha sviluppato algoritmi di raccomandazione sofisticati che suggeriscono agli utenti film e serie TV in base alle loro abitudini di visione. L’azienda ha anche investito nella produzione di contenuti originali, come la pluripremiata serie “House of Cards”.

1. Quale funzione ha realizzato con grande successo? 2. Quali tipi di innovazioni riconosci nei vari passaggi della storia di Netflix?

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3

CAPITOLO

L’operatore Stato: funzioni e sistemi economici

Contenuti In questo capitolo si esamina il ruolo dello Stato, le fonti di finanziamento digitali del della sua attività (imposte e contributi), le voci principali della spesa capitolo e glossario pubblica. Studieremo poi in modo sintetico le diverse articolazioni della inglese. politica economica (politica industriale, fiscale, monetaria) per giungere infine all’esame dei compiti dello Stato nei sistemi economici storicamente realizzati: sistema liberista, sistema collettivista, sistema di economia mista.

3 . 1 Soggetti e funzioni dello Stato L’operatore Stato comprende i seguenti soggetti: • lo Stato propriamente detto, costituito dalle autorità di governo, a cui sono affidate le più importanti decisioni di politica economica; • gli enti territoriali, e cioè Regioni, Province e Comuni; • gli altri enti centrali e locali a cui sono affidati compiti di interesse generale, soprat­ tutto in campo sanitario, previdenziale e assistenziale. I compiti istituzionali dello Stato riguardano: • la produzione dei servizi pubblici; • la garanzia di una crescita stabile dell’economia; • la redistribuzione del reddito. MAPPA 

Produzione dei servizi pubblici I servizi pubblici soddisfano i bisogni pubblici  (difesa, ordine pubblico, giustizia, istruzione, salute ecc.). Trattandosi di beni e servizi che non passano per il mercato, sono definiti come “non destinabili alla vendita”. Non hanno un prezzo, essendo forniti gratuitamente a tutti i cittadini (in alcuni casi i beneficiari possono essere chiamati a contribuire in parte alle spese sostenute per la loro produzione, come avviene per le tasse scolastiche, i ti­ cket sanitari ecc.). L’attività dello Stato rivolta alla produzione dei servizi pubblici necessari a soddisfare i bisogni pubblici è l’oggetto di studio nel volume del quinto anno. In tutti i sistemi economici lo Stato fornisce beni e servizi che il mercato non è in grado di fornire, in quanto avvantaggiano l’intera collettività e non possono essere limitati a coloro che possono pagarli.

Garanzia di una crescita stabile dell’economia Il mercato è instabile, perché in economia a fasi di espansione seguono fasi di depres­ sione (ciclo economico). Ciò può avere conseguenze negative sullo sviluppo e sull’oc­ cupazione. Lo Stato ha un ruolo importante nel creare le condizioni di una crescita equilibrata. PLUS Stato e mercato insieme per lo sviluppo

Esso deve fissare le regole, valide per tutti, entro cui si svolge la competizione econo­ mica; garantire la qualità dei beni e servizi consumati; tutelare la sicurezza dei lavora­ tori; impedire l’inquinamento ambientale; combattere monopoli e trust per assicurare condizioni di concorrenza e trasparenza nei mercati; favorire la ripresa nella fase bas­ sa del ciclo economico con adeguati interventi.

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 Lo Stato fornisce alla collettività beni e servizi che il mercato non è in grado di offrire.

Il mercato, con la sua logica della domanda e dell’offerta, è un motore fondamentale per l’economia. Tuttavia, ci sono alcuni servizi che, per loro natura, non possono essere efficacemente o equamente offerti dal mercato privato. È qui che entra in gioco lo Stato, che interviene per garantire il benessere collettivo e colmare le lacune del mercato. Ad esempio, alcuni servizi, come la difesa nazionale, la giustizia o l’illuminazione pubblica, sono considerati beni pubblici puri: sono non rivali (il consumo di uno non diminuisce quello di un altro) e non escludibili (è difficile impedire a qualcuno di usufruirne). Il mercato, da solo, non ha incentivi a produrli in quantità sufficiente, poiché sarebbe difficile individuare chi ne beneficia ed esigerne il pagamento del prezzo. Vi sono poi attività economi-

MAPPA

ECONOMIA E REALTÀ

Tutti abbiamo bisogno dei servizi pubblici che che possono generare effetti positivi non solo per chi ne usufruisce ma per la società tutta (esternalità positive) e che quindi lo Stato ha interesse a rendere accessibili a chiunque. I servizi pubblici sono quindi pilastri fondamentali dell’economia e della società: • promuovono la crescita economica, creando una popolazione più istruita e in grado di contribuire allo sviluppo tecnologico e all’innovazione, grazie all’istruzione; • incrementano l’efficienza, facilitando gli scambi commerciali attraverso infrastrutture moderne; • garantiscono l’equità, assicurando l’accesso a tutti a servizi essenziali, quali ad esempio, la sanità; • contribuiscono al benessere sociale, migliorando la qualità della vita e promuovendo la coesione sociale.

LESSICO  Bisogni pubblici Sono avvertiti dai singoli in quanto membri di una collettività (perciò sono detti anche bisogni collettivi) e sono soddisfatti dallo Stato e dagli altri enti pubblici.

STATO

è composto da

Organi istituzionali

Enti territoriali

svolge i compiti di

Enti previdenziali e assistenziali

Produzione di servizi pubblici

Garanzia di stabilità ed equilibrio

Redistribuzione del reddito

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Redistribuzione del reddito Il mercato può provocare disuguaglianze intollerabili in una moderna società, perché i soggetti più disagiati, spesso privi di lavoro, non dispongono di redditi sufficienti a sod­ disfare i loro bisogni. Lo Stato deve garantire a tutti uno standard minimo di vita e perciò redistribuisce la ricchezza fra i cittadini, tassando i redditi più alti e trasferendone una parte ai soggetti ti­ tolari di redditi più bassi (inabili, disoccupati, pensionati ecc.). È perciò giusto salvaguardare l’intervento dello Stato a scopo di solidarietà, per pro­ teggere le fasce più deboli della popolazione. Naturalmente l’intervento dello Stato deve essere efficiente, rivolto a utilizzare le scarse risorse disponibili per aiutare solo chi ha veramente bisogno. PER ESEMPIO 

3 . 2 Entrate e spese dello Stato Per svolgere le sue numerose e complesse funzioni, lo Stato deve disporre di risorse, che ottiene dalle famiglie e dalle imprese attraverso il prelievo fiscale (imposte dirette e indirette) e parafiscale  (contributi sociali). Il circuito famiglie-imprese-Stato. Il circuito che collega famiglie, imprese e Stato si può così rappresentare come nella pagina a fianco. MAPPA 1 

Le entrate Imposta diretta Direct tax Imposta indiretta Indirect tax

Le entrate dello Stato sono costituite da: • imposte dirette, che vengono versate dalle famiglie e dalle imprese in relazione al loro reddito (IRPEF, IRES) o al loro patrimonio (IMU); • imposte indirette, che vengono riscosse dallo Stato nel momento in cui si effettua­ no scambi sul mercato (IVA, Imposte di fabbricazione sugli oli minerali, ecc.); • contributi sociali, costituiti da quote pagate dai lavoratori e dalle imprese per fini previdenziali e assicurativi; • entrate diverse, costituite da redditi di capitale e da vendite di beni e servizi forniti dalla Pubblica amministrazione. MAPPA 2  I DATI PARLANO 

Le spese Le spese dello Stato sono costituite da: • prestazioni sociali, che comprendono i costi della sanità, della previdenza e dell’assi­ stenza, costituenti la quota più importante della spesa pubblica; • consumi collettivi, costituiti dalle spese per il funzionamento delle attività e dei ser­ vizi prestati dallo Stato; • interessi passivi, che lo Stato deve pagare ai sottoscrittori del nostro debito pubblico; • spese diverse, che comprendono una serie di costi sostenuti dallo Stato, non rien­ tranti nelle voci precedenti;

PER ESEMPIO

• investimenti lordi, destinati alla formazione di nuovi mezzi di produzione, come in­ frastrutture, edifici, impianti, beni strumentali diversi.

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Interventi sociali e debito pubblico In Italia negli ultimi due decenni del secolo scorso una serie di interventi sociali a pioggia, rivolti indistintamente a molte categorie di beneficiari determinarono crescenti disavanzi di bilancio,

che portarono il debito pubblico italiano dal 58% del PIL (1980) al 121% (1996). La situazione divenne insostenibile, creando così le premesse della crisi che si sarebbe verificata negli anni successivi.

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MAPPA 1

LESSICO

IL CIRCUITO FAMIGLIE-IMPRESE-STATO

 Prelievo parafiscale

Imposte e contributi flusso monetario

STATO FAMIGLIE

IMPRESE

Prelevamenti a carico dei datori di lavoro e dei lavoratori versati a enti previdenziali (INPS e INAIL) per finanziare la loro attività a favore dei lavoratori.

flusso reale

MAPPA 2

Servizi pubblici

IMPOSTE

IMPOSTE DIRETTE colpiscono direttamente la ricchezza, già esistente (patrimonio) o nel momento in cui si produce (reddito)

I DATI PARLANO

IMPOSTE INDIRETTE colpiscono indirettamente la ricchezza, nel momento in cui viene spesa o trasferita

IRPEF

Imposta sul reddito delle persone fisiche: imposta globale (colpisce l’insieme dei redditi), personale (si riferisce alla persona), progressiva (aumenta più che proporzionalmente al reddito).

IRES

Imposta sul reddito delle società: imposta proporzionale che si applica, con differenti modalità di determinazione, ai redditi delle società di capitali residenti, delle società cooperative, degli enti pubblici e privati residenti e delle società di ogni tipo non residenti.

ALTRE

IMU, IRAP, imposta sostitutiva ecc.

IVA

Imposta sul valore aggiunto: imposta indiretta generale sugli scambi, plurifase (si applica a ogni fase del ciclo produttivo), proporzionale con aliquote differenziate, neutra (cioè indipendente dal numero di trasferimenti che si verificano nel processo produttivo) e trasparente (cioè facilmente determinabile).

ALTRE

Accise, imposta di fabbricazione, sugli affari, di successione ecc.

LE IMPOSTE DEL NOSTRO SISTEMA TRIBUTARIO Altre imposte indirette 5,4% Imposte di fabbricazione 6,7% Imposte sugli affari 5,2%

IRPEF 40,6 Imposte dirette 53,5% del totale Imposte indirette 46,5% del totale IRES 7,1

IVA 29,2

Imposta sostitutiva 1,8 Altre imposte dirette 4,0

FACCIAMO IL PUNTO Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

1. Quali sono i compiti istituzionali dello Stato? 2. Qual è il ruolo dello Stato nella politica economica? 3. Come reperisce le risorse per far fronte alla spesa pubblica? 4. Sono sufficienti a coprire il fabbisogno?

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3 . 3 Dallo “Stato gendarme” al Welfare State Per gli economisti classici, lo Stato non doveva intervenire nell’attività economica, ma soltanto garantire: → Unità 1, • la protezione delle persone e dei beni (difesa, ordine pubblico, giustizia);

Capitolo 3.4

• l’offerta di beni pubblici indispensabili alla collettività (come strade, ponti, canali ecc.). Essendo preminente l’attività connessa alla difesa delle persone e dei beni, questa concezione è stata definita dello Stato gendarme , ed ha caratterizzato la politica dei governi liberali dell’800. Successivamente i governi hanno notevolmente accresciuto il loro ruolo nell’economia e dal secondo dopoguerra, anche sotto l’influenza del pensiero keynesiano, oltre alle funzioni riconosciute dagli economisti classici, si ritengono di competenza dello Stato: • l’attuazione di una politica di regolamentazione economica  per stimolare la crescita; • l’assicurazione dei diritti della persona (istruzione, formazione professionale, servi­ zio sanitario gratuito o semi-gratuito); • l’intervento per correggere gli squilibri nella distribuzione del reddito (pensioni so­ ciali, assegni di disoccupazione, invalidità ecc.); • la protezione dell’ambiente, con interventi nell’interesse delle generazioni future (sviluppo sostenibile).

Stato del benessere Welfare State

Con riferimento all’ampio spazio accordato agli interventi a favore dei cittadini più deboli è stata coniata in Inghilterra l’espressione Welfare State, da noi tradotta con Stato del benessere o più frequentemente Stato sociale.

La crisi fiscale del Welfare State

Lo Stato del benessere ha bisogno di ingenti risorse per finanziare i suoi interven­ ti in campo economico e sociale. La spesa pubblica è conseguentemente aumentata sempre di più, mentre le entrate dello Stato non sono state sufficienti a garantirne il finanziamento. Le imposte sono già notevolmente elevate e risulta difficile aumentarle ulteriormente. Evasione In Italia è inoltre problematico colpire l’evasione fiscale , purtroppo molto diffusa in fiscale larghi strati della società. Tax evasion A causa della crisi fiscale e finanziaria dello Stato, negli ultimi anni del secolo scorso, l’Italia ha iniziato un percorso di revisione e contenimento della spesa pubblica, anche nota con il nome di spending review, attraverso un aumento dell’efficienza dei servizi resi dallo Stato e una razionalizzazione della spesa per acquisti di beni e servizi. La sfida delle società industrializzate oggi è di aiutare in modo efficiente chi ha effettivamente bisogno, salvaguardando lo spazio del mercato di concorrenza.

Il ricorso al settore non profit Recentemente, anche per alleggerire la spesa pubblica nel settore della solidarietà e del sociale, si cerca di favorire con incentivi fiscali e un’adatta normativa tutte quelle iniziative di volontariato, sempre più numerose anche in Italia. Esse possono raggiungere gli stessi scopi dello Stato sociale, ma a costi molto più bas­ si, dato che vengono svolte dallo spontaneo operare di libere associazioni di cittadini. Le agevolazioni fiscali sono accordate sia in relazione alla particolare funzione socia­ le svolta dal settore non profit, soprattutto nei confronti delle categorie più deboli, sia per il risparmio nella spesa pubblica che esso consente di realizzare.

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ECONOMIA E REALTÀ

Evasione: 83 miliardi di opportunità perdute L’evasione fiscale in Italia rappresenta un problema enorme con ripercussioni dirette sulla vita di tutti noi. Nel 2024, si stima che siano andati persi ben 83 miliardi di euro a causa dell’evasione. Una cifra così elevata che da sola basterebbe a coprire l’intero ammontare degli interessi sul nostro debito pubblico. Ma che cosa significa concretamente perdere 83 miliardi di euro? È come se togliessimo un pezzo enorme dal budget di una famiglia: meno soldi per il cibo, per le bollette, per le vacanze. Allo stesso modo, lo Stato, con 83 miliardi di euro in meno, ha meno risorse per finanziare servizi essenziali come la scuola, la sanità e le pensioni. Le conseguenze dell’evasione sono molteplici e gravi: • Riduzione dei servizi pubblici. Meno entrate significano meno soldi per investire in scuole, ospedali e infrastrutture. • Distorsione del mercato. Chi evade le tasse può offrire prezzi più bassi, mettendo in difficoltà le imprese che operano nel rispetto delle regole. • Aumento del debito pubblico. Per colmare il gap causato dall’evasione, lo Stato potrebbe essere costretto a indebitarsi ulteriormente, con conseguenze negative per le future generazioni. • Aumento delle tasse per gli onesti. Per compensare le perdite dovute all’evasione, lo Stato potrebbe essere tentato di aumentare l’imposizione fiscale per chi paga regolarmente, creando un circolo vizioso. I progressi ci sono, ma la strada è ancora lunga. Grazie alla digitalizzazione, i controlli fiscali sono diventati più efficaci e l’evasione è diminuita negli ultimi anni, ma la strada per combatterla è ancora lunga e richiede un impegno costante da parte di tutti. Fonte: Alessandro Barbera, La Stampa, 15 marzo 2024. Testo adattato e ridotto.

VERSO LE COMPETENZE 1. Perché alcune persone decidono di evadere le tasse? 2. Quali sono le conseguenze dell’evasione fiscale per la società nel suo complesso? 3. Come si può combattere l’evasione fiscale? 4. Qual è il ruolo dei cittadini nella lotta all’evasione? 5. Ti è mai capitato di acquistare qualcosa o andare in pizzeria con gli amici senza che l’esercente vi rilasci lo scontrino fiscale? 6. Chi è danneggiato da questa omissione? 7. Qual è, secondo te, l’atteggiamento corretto da assumere in queste situazioni? Condividete le vostre esperienze e riflettete.

LESSICO  Stato gendarme È così chiamato uno Stato che limita i suoi compiti alla difesa contro i nemici esterni e alla sicurezza nazionale, con preclusione a ogni intervento di tipo sociale. Ha avuto realizzazione nel tardo ’700, per esempio nella Prussia di Federico II. È chiamato anche guardiano notturno, come chi in una fabbrica non partecipa all’attività, solitamente diurna, ma si limita a controllare la sicurezza.

 Regolamentazione economica Insieme di leggi in campo economico promulgate a sostegno di una crescita del sistema come gli interventi per l’occupazione o la stabilità monetaria.

 Evasione fiscale Occultamento doloso di tutto o di parte del reddito per pagare un’imposta inferiore a quella dovuta o non pagarla affatto; sono casi tipici l’omessa dichiarazione, la diminuzione del reddito dichiarato, la simulazione di passività fittizie.

EDUCAZIONE CIVICA

Come si fa a creare una associazione non profit? Costituire un’associazione non profit in Italia è un processo accessibile e relativamente facile, ma richiede alcuni passaggi fondamentali. Innanzitutto, è necessario riunire almeno tre soci fondatori che condividano un obiettivo comune. Successivamente, si definiscono gli scopi dell’associazione, si sceglie un nome distintivo e si redigono lo statuto, il documento ufficiale che regola il funzionamento dell’organizzazione, e l’atto costitutivo.

Si procede quindi alla registrazione presso l’Agenzia delle Entrate che rilascerà il codice fiscale dell’associazione. Infine, sarà necessario aprire un conto in banca intestato all’associazione. Le associazioni non profit possono beneficiare di diverse agevolazioni fiscali, come l’esenzione dalle tasse sul reddito o la possibilità di offrire deduzioni fiscali ai donatori. Sono assoggettate al regime Iva ed è richiesta la tenuta della contabilità.

FACCIAMO IL PUNTO Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

1. Quali sono i caratteri del cosiddetto Stato gendarme? 2. Quali conseguenze ha portato la crisi fiscale in Italia?

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PLUS Il settore “non profit”

Questo settore, caratterizzato da motivazioni etiche e culturali, e che si occupa di atti­ vità assai varie – dall’assistenza agli anziani e ai tossicodipendenti alla cooperazione con i Paesi poveri, dall’ecologia al recupero di edifici storici – è chiamato anche terzo settore , perché si colloca a un livello intermedio tra settore pubblico (primo settore) e il settore privato (secondo settore), cioè tra Stato e mercato.

3 . 4 La politica economica Politica economica Economic policy

Per raggiungere i suoi obiettivi di politica economica (sviluppo del reddito, stabilità monetaria, piena occupazione, equilibrio dei conti con l’estero), lo Stato dispone di tre strumenti, che utilizza come leve. • Politica industriale: che consiste nell’insieme di interventi pubblici attuati allo sco­ po di creare le condizioni necessarie allo sviluppo delle imprese. Serve principal­ mente ad orientare lo sviluppo industriale e sostenere lo sviluppo delle imprese.

Politica fiscale Fiscal policy

• Politica fiscale (detta anche politica di bilancio): che consiste nella manovra delle entrate e delle spese pubbliche per fini di politica economica a seconda degli obiet­ tivi specifici che di volta in volta si desidera perseguire. Sarà oggetto di studio nel quinto anno.

• Politica monetaria: che consiste nel variare la quantità di moneta in circolazione nello Stato, a seconda della congiuntura economica in cui può trovarsi il sistema economico e degli obiettivi da raggiungere (ad esempio il contenimento dell’infla­ zione, il sostegno all’occupazione, crisi settoriali). La conoscenza di questi fenomeni → Unità 6, verrà approfondita successivamente. MAPPA  Capitolo 1

Politica monetaria Monetary policy

3 . 5 Il sistema liberista I sistemi economici reali hanno sperimentato diverse forme di partecipazione dello Stato alle attività di produzione e distribuzione della ricchezza, dal minimo di parteci­ pazione negli Stati liberali dell’Ottocento al massimo di intervento nei Paesi socialisti del Novecento, e alle forme intermedie delle economie miste dei Paesi industrializzati occidentali.

Sistema economico Economic system

In tutti i sistemi economici, le risorse scarse devono essere distribuite in modo efficiente fra i diversi impieghi alternativi.

Come già sappiamo, ogni sistema economico deve rispondere alle tre domande fonda­ mentali che riguardano la scelta dei beni e dei servizi da produrre al suo interno (qua→ Unità 1, li beni produrre?), la scelta dei metodi di produzione e delle risorse da utilizzare (come par. 2.4 produrre?), come distribuire i beni e i servizi prodotti (per chi produrre?). Vediamo ora come a queste domande si è risposto nei sistemi economici liberisti, nei sistemi col­ lettivisti e, infine, nei sistemi di economia mista. → Unità 1, Il sistema liberista si basa su una serie di principi, elaborati dagli esponenti della Capitolo 3 scuola classica, a cominciare dall’economista scozzese Adam Smith.

Fondamentale è il principio della libertà di iniziativa privata, secondo cui ciascun soggetto è libero di intraprendere ogni iniziativa ammessa dalla legge e di decidere in modo autonomo quale risposta dare alle tre domande sopra poste.

128

U2 Gli operatori economici . C3 L’operatore Stato: funzioni e sistemi economici


LESSICO

PLUS

Ragioni storiche dell’intervento dello Stato In Italia l’intervento pubblico nell’economia è stato molto più esteso che negli altri Paesi. Le ragioni di tale fenomeno sono le seguenti. • Salvataggio delle grandi imprese in crisi: la crisi economica del 1929-32 aveva causato il fallimento di numerose imprese, provocando un enorme aumento della disoccupazione. Per arrestare questo processo, lo Stato nel 1933 istituì l’IRI, dotandolo di risorse pubbliche, con il compito di salvare le grandi imprese industriali e le grandi banche in difficoltà. Imprese e banche sono così entrate nell’ambito pubblico, e soltanto da qualche decennio sono state riportate nell’ambito privato. • Ritardo nello sviluppo capitalistico: in Italia lo sviluppo si è realizzato in

ritardo rispetto agli altri Paesi europei, e ciò ha richiesto interventi massicci dello Stato a sostegno dell’industria: in molti settori il processo di industrializzazione si è avviato solo grazie al capitale pubblico (ciò per la scarsità del capitale privato e la bassa propensione al rischio  di molti imprenditori). • Predominanza di idee non favorevoli al libero mercato: l’allargamento dell’intervento pubblico è stato stimolato dalla presenza di correnti di pensiero (come la dottrina sociale cristiana, il corporativismo , il keynesismo, il marxismo), i cui principi sono stati non di rado strumentalizzati dai partiti per allargare il loro potere sulle imprese, allo scopo di ottenere vantaggi economici e politici.

 Terzo settore Complesso degli enti privati che, senza scopo di lucro, promuovono e realizzano attività di interesse generale mediante forme di azione volontaria e gratuita per fornire beni servizi a categorie fragili. Il campo d’azione è vasto: tutela dell’ambiente, animazione culturale, assistenza.

 Propensione al rischio Attitudine dell’imprenditore ad affrontare il rischio d’impresa, che può portare anche alla perdita dell’intero capitale investito. Il rischio legittima il profitto, che premia l’imprenditore quando soddisfa la domanda del mercato ed è un importante indice dell’efficienza dell’impresa.

MAPPA

 Corporativismo Sistema economico con l’obiettivo di superare gli antagonismi fra lavoratori e datori di lavoro, subordinandoli agli interessi nazionali. I diversi settori dell’economia sono governati da corporazioni, formate da rappresentanti dei lavoratori e degli imprenditori, cui sono affidati poteri decisionali su costi e prezzi.

POLITICA ECONOMICA

Politica industriale

Politica fiscale

Politica monetaria

Obiettivi: • orientare lo sviluppo industriale • creare le condizioni per lo sviluppo delle imprese

Obiettivi: • assicurare la piena occupazione • attuare la redistribuzione dei redditi • stabilizzare l’economia

Obiettivi: • combattere l’inflazione • stabilizzare il cambio estero • favorire lo sviluppo

Strumenti: • sgravi fiscali • prestiti agevolati • interventi antitrust

Strumenti: • manovra delle entrate e delle spese pubbliche

Strumenti: • manovra del tasso di riferimento • operazioni di mercato aperto

FACCIAMO IL PUNTO Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

1. In che cosa consiste la politica economica? 2. Quali strumenti utilizza la politica economica per perseguire i suoi obiettivi?

129


Figura centrale del sistema è l’imprenditore, che persegue il massimo profitto assumen­ dosi il rischio della produzione . I consumatori, d’altra parte, sono liberi di scegliere i prodotti offerti dagli imprenditori, i quali devono produrre i beni richiesti dal mercato. La libertà di iniziativa presuppone la proprietà privata dei mezzi di produzione (im­ pianti industriali, capitali, attrezzature agricole ecc.) e dei beni di consumo finalizzati a soddisfare direttamente i bisogni. Liberismo Il liberismo sostiene l’astensione dello Stato da ogni intervento nell’economia (lais­ Liberism sez faire), riducendo al minimo l’attività economica pubblica. Lo Stato deve solo pre­ occuparsi di salvaguardare il quadro istituzionale, cioè di assicurare l’ordine pubblico, difendere le frontiere nazionali e amministrare la giustizia (Stato Gendarme), con­ → par. 3.3 sentendo la realizzazione automatica dell’ordine economico per effetto dell’azione spontanea delle forze del mercato. In particolare, lo Stato non deve: • cercare di modificare la distribuzione del reddito che si realizza nel mercato, perché ogni suo intervento sarebbe dannoso; • modificare d’autorità i prezzi che si formano in seguito alla libera concorrenza fra le imprese perché questi sono i più convenienti per il consumatore. Infatti se lo Stato fissasse dei prezzi inferiori a quelli di mercato, le imprese non riuscirebbero a copri­ re i costi e cesserebbero la produzione; oppure alimenterebbero un “mercato nero” a prezzi più elevati dei precedenti, perché illegale; • sovvenzionare con denaro pubblico le imprese in difficoltà perché, se lo facesse, sottrarrebbe risorse ai settori più efficienti, distruggendo posti di lavoro. MAPPA 1  In questo sistema le decisioni sono decentrate: ciascun soggetto (le imprese e le fa­ miglie) partecipa al mercato attraverso decisioni che riflettono le singole domande e offerte di beni e servizi. Poiché i prezzi di mercato esprimono i punti di equilibrio fra domanda e offerta, essi agiscono come segnali per gli imprenditori, che non devono produrre né più, né meno di quanto i consumatori richiedono. I prezzi sono quindi gli strumenti per l’allocazione ottima  delle risorse nel sistema. Osserva lo schema di funzionamento del sistema liberista qui a fianco. MAPPA 2  Nel sistema liberista, dunque, i problemi economici fondamentali sono risolti dal mercato, che coordina le azioni di tutti i soggetti, indipendenti fra loro, creando un equili­ brio spontaneo tra i diversi operatori.

ECONOMIA E REALTÀ

La rivoluzione Thatcher: da Keynes al mercato libero

130

Alla fine degli anni ‘70, il Regno Unito era in ginocchio a causa di una profonda crisi economica. L’industria, soprattutto quella pesante, era invecchiata e inefficiente, sostenuta a fatica da uno Stato sempre più indebitato. L’inflazione galoppava, erodendo il potere d’acquisto delle famiglie, mentre la disoccupazione cresceva a dismisura, minacciando la coesione sociale. Di fronte a questo scenario, l’alternanza al potere tra laburisti e conservatori, che aveva caratterizzato gli anni precedenti senza portare soluzioni significative, si rivelò insufficiente, così come le ricette keynesiane. La vittoria di Margaret Thatcher nel 1979 segnò una svolta radicale nella politica economica britannica. La Thatcher basò la sua azione di governo sulla teoria della “trickle down economy”, ovvero sulla convinzione che tagliando le tasse ai più ricchi si sarebbe stimolata la crescita economica, con benefici che sarebbero poi “filtrati” a tutta la società.

Per realizzare questo obiettivo, le principali linee guida della sua politica economica si concentrarono su azioni di governo molto incisive. Attraverso una rigorosa politica monetaria e una drastica riduzione della spesa pubblica, si cercò di ridurre l’inflazione e ripristinare la fiducia degli investitori, mentre, nel contempo, una politica fiscale di tipo espansivo, riduceva le aliquote fiscali a beneficio, soprattutto, di imprese e ceti più abbienti. Si avviò un vasto programma di privatizzazioni delle imprese pubbliche, dalla British Telecom alle compagnie aeree, con l’obiettivo di aumentare l’efficienza e la competitività dell’economia, mentre, con interventi di politica industriale, si favorì la chiusura delle imprese non competitive, incentivando gli investimenti nel settore più dinamico e innovativo dei servizi. Naturalmente queste iniziative risultarono molto impopolari per gran parte della popolazione e suscitarono un forte dissenso nei sindacati

U2 Gli operatori economici . C3 L’operatore Stato: funzioni e sistemi economici


MAPPA 1

 Rischio della produzione

prevede

libertà di iniziativa privata

IMPRENDITORE funzioni

MAPPA 2

LESSICO

SISTEMA LIBERISTA

proprietà privata dei mezzi di produzione

astensione dello Stato da interventi nell’economia

LO STATO non deve

pianifica

redistribuire il reddito

si assume il rischio

influire sui prezzi di mercato

ottiene il profitto

finanziare imprese in difficoltà

FAMIGLIE

MERCATO DI CONCORRENZA Prezzi di equilibrio

partecipano al mercato scegliendo quali beni o servizi domandare per il consumo

che organizzarono vari scioperi in tutto il Regno Unito, ma il governo, che considerava i sindacati come i principali responsabili di gran parte dei problemi economici del Paese, reagì emanando una serie di leggi restrittive che ne limitavano fortemente il potere e il campo di azione. La politica economica di Margaret Thatcher ha lasciato

IMPRESE partecipano al mercato scegliendo quali beni o servizi offrire per la vendita

Per produrre i beni e i servizi l’imprenditore organizza i fattori produttivi affrontando il rischio che il capitale investito non sia adeguatamente remunerato o addirittura sia in tutto o in parte perduto. Si distinguono due tipi di rischio: il rischio tecnico (un macchinario difettoso interrompe la produzione) e il rischio economico (i prodotti non trovano compratori).

 Allocazione ottima Situazione in cui le risorse scarse, dato un certo sistema dei prezzi, sono impiegate nel modo migliore: le imprese massimizzano i profitti e i consumatori massimizzano l’utilità. Ciò si realizza perché i prezzi sono indicatori della scarsità relativa. Non esistono situazioni migliori, nel senso che non si può migliorare la situazione di un soggetto senza peggiorare quella di un altro.

un’impronta indelebile sulla storia del Regno Unito, ma la sua eredità è controversa Se da un lato ha contribuito a risollevare l’economia britannica e a rafforzare il suo ruolo sulla scena internazionale, dall’altro ha accentuato le disuguaglianze sociali e ha provocato un forte impatto sulle comunità più deboli.

RISPONDI

1. Quali sono state le principali cause della crisi che attraversava il Regno Unito negli anni ’70? 2. Per quale motivo, secondo la Thatcher, tagliando le tasse ai più ricchi si sarebbero avvantaggiate anche le classi sociali più deboli? 3. Secondo te, per quale motivo l’alternativa Thatcher: venne considerata una svolta epocale? 4. In che cosa consiste la ricetta Thatcheriana? 5. Per quale motivo la Thatcher è ancora oggi considerata una figura controversa? 6. Immagina di essere un cittadino britannico negli anni ‘70: descrivi la tua situazione e le tue preoccupazioni.

APPROFONDISCI Dopo opportune ricerche, confronta le politiche economiche dei laburisti e dei conservatori dell’epoca (anni ’70) con quelle attuali. Per approfondire la figura di Margaret Thatcher: vedi il film The Iron Lady, diretto da Phyllida Lloyd e interpretato magistralmente da Meryl Streep (premio l’Oscar come miglior attrice protagonista).

131


Limiti del sistema Il sistema liberista non ha mai avuto realizzazione integrale, anche se i diversi Paesi occidentali si sono largamente ispirati ai suoi principi. Molti critici hanno osservato che il sistema in esame non difende le categorie più deboli, quelle dei lavoratori.

Sindacato Trade union

→ Unità 1, par. 3.8

Nel corso del XIX secolo, il lavoro in generale, e in particolare quello femminile e mi­ norile, è stato sfruttato dagli imprenditori tesi al conseguimento del massimo profitto; la concorrenza li spingeva a utilizzare la loro forza economica, imponendo ai lavorato­ ri orari estenuanti e condizioni di lavoro al limite della sopportabilità. Solo il formarsi di una diversa coscienza sociale e l’affermarsi dei sindacati  hanno consentito una efficace difesa dei lavoratori e una tutela della loro dignità. Del resto la distribuzione di un maggior reddito alle classi lavoratrici, avvenuta specialmente nel corso del XX secolo, non ha penalizzato gli imprenditori, che hanno visto allargarsi la possibilità di assorbimento dei loro prodotti. Come avremo occasione di vedere successivamente, l’astensione dello Stato nell’eco­ nomia può determinare situazioni di gravi crisi del sistema: famosa è la Grande crisi del 1929-32, originatasi negli Stati Uniti e poi propagatasi nei Paesi europei. Negli ultimi anni, come si è visto, si è affermato in Italia e in altri Paesi l’ideologia del neoliberismo, che sostiene la necessità di una drastica riduzione dell’intervento dello Stato nell’economia, lasciando al mercato il compito di principale regolatore del sistema.

3 . 6 Il sistema collettivista Le teorie collettiviste, ispirate specialmente all’elaborazione scientifica di Karl → Unità 1, Marx, sorsero come reazione al liberismo economico, responsabile di aver determi­ par. 3.6 nato nei Paesi, che per primi si erano ispirati ai suoi principi, una intollerabile si­ tuazione di sfruttamento di una massa di lavoratori che possedeva solo la propria capacità di lavoro (proletariato) da parte di una minoranza che disponeva del capi­ tale (capitalisti). Proprietà pubblica dei mezzi di produzione. Secondo le teorie collettiviste, la soddisfa­ zione dei bisogni dell’intera collettività deve prevalere sugli interessi individuali. È necessario, quindi, che le decisioni di politica economica siano assunte dallo Stato: ciò si realizza abolendo la proprietà privata dei mezzi di produzione, che devono diventare di proprietà pubblica. Inoltre è lo Stato, quale rappresentante della collettività, che deve rispondere alle tre domande fondamentali dell’economia; il meccanismo dei prezzi, che consente l’accu­ mulazione di ingenti profitti nel sistema liberista, deve subire significative limitazioni, intese a favorire le classi più povere. Interesse privato e interesse pubblico. Nelle formulazioni estreme l’interesse priva­ to viene totalmente subordinato a quello pubblico, e ciascuno lavora alle dipendenze dello Stato. La figura dell’imprenditore, che si assume i rischi dell’impresa, viene so­ stituita da quella del funzionario dello Stato, dominato a sua volta dal partito unico. La scomparsa del profitto dovrebbe portare, secondo il pensiero dei propugnatori di questo sistema, a una società senza classi, in cui a ciascuno va distribuito il prodotto secondo i rispettivi bisogni.

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Le scelte fondamentali della politica economica vengono effettuate dal governo centrale, a opera dei detentori del potere politico e, in vista del conseguimento dell’interesse collettivo, la libertà di scelta dei soggetti privati subisce serie limitazioni. MAPPA 1 

La pianificazione economica

MAPPA 1

Nel sistema collettivista le risposte alle tre domande fondamentali sono date attraverso la pianificazione economica, ossia la programma­ zione centralistica dei consumi, della produzione e degli investimen­ ti; essa detta regole che le famiglie e le imprese devono obbligatoria­ mente osservare. La pianificazione – già impiegata massicciamente in Unione Sovietica – ha in passato consentito di raggiungere alcuni obiettivi giudicati prioritari, attraverso i famosi “piani quinquennali”. Ciò avveniva comprimendo i consumi, ma i sacrifici dovevano essere accettati, secondo i sostenitori di tale sistema, in vista della costruzio­ ne di una società più giusta. Osserva lo schema di funzionamento del sistema collettivista qui sot­ to. MAPPA 2 

LESSICO  Sindacato Associazione di lavoratori nata con lo scopo di tutelare gli interessi economici e professionali delle varie categorie. Esistono anche i sindacati dei datori di lavoro, che nella contrattazione collettiva costituiscono la controparte dei lavoratori.

SISTEMA COLLETTIVISTA prevede

interesse privato subordinato a interesse pubblico

abolizione della proprietà privata nei mezzi di produzione

pianificazione centrale dell’economia

quindi

quindi

quindi

a ciascuno secondo i rispettivi bisogni

la produzione diventa pubblica

riduzione delle libertà individuali

MAPPA 2

FACCIAMO IL PUNTO Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

FAMIGLIE

le famiglie devono osservare la programmazione di consumo decisa dallo Stato per loro

STATO Pianificazione e prezzi pubblici

1. Quali sono i caratteri del sistema liberista? IMPRESE

le imprese devono osservare la programmazione in merito a produzione e investimenti

2. Da che cosa deve astenersi lo Stato in questo sistema? 3. Quale soggetto risolve i problemi del sistema economico? 4. Quali sono i limiti di questo sistema?

133


Limiti del sistema Il risultato è stato la burocratizzazione dell’economia, la mancanza di incentivi ai miglioramenti tecnologici, il ristagno della produttività e in generale una modesta qualità dei prodotti. Collettivismo Collectivism

I gravi difetti del collettivismo. Il sistema collettivista ha dimostrato di non saper re­ alizzare gli obiettivi che i suoi teorici avevano previsto; quando si è attuato, le libertà fondamentali dell’uomo sono state sacrificate con l’instaurazione di un totalitarismo politico teso a regolare tutte le manifestazioni della vita umana. Accanto a un mercato ufficiale, con offerta di beni a prezzo politico  (ma in quantità spesso molto inferio­ re alla domanda), si è formato un mercato parallelo a prezzi assai più elevati di quelli fissati dalle autorità. Sono così venuti meno gli obiettivi di giustizia sociale  che era­ no la principale ragione d’essere delle economie pianificate. Il sistema collettivista – che prima del 1989 era diffuso nei Paesi dell’Europa dell’Est, oltre che in Cina, Corea del Nord, Vietnam e Cuba – è stato abbandonato in Europa e altrove. Le pressioni interne per una maggior democrazia e il peggioramento delle condizioni di vita, conseguenze di una pianificazione rigidamente centralizzata, han­ no determinato il collasso dell’Unione Sovietica e la sua sostituzione con una serie di repubbliche indipendenti. Anche nei Paesi ex satelliti sono stati rapidamente ab­ bandonati i principi del collettivismo. Nella stessa Cina, che si presenta come l’ultima grande economia collettivistica, sono stati introdotti elementi significativi di econo­ mia di mercato. Attualmente gli unici Paesi che si possono riconoscere nel sistema collettivista, anche se con sensibili differenze tra loro, sono la Corea del Nord e Cuba.

3 . 7 Il sistema di economia mista Sia il sistema liberista che quello collettivista presentano gravi inconvenienti, soprat­ tutto sotto il profilo del rispetto della personalità umana dei diversi soggetti dell’eco­ nomia. La presa di coscienza di tali difetti ha spinto molti pensatori e uomini politici ad apprestare i correttivi capaci di eliminare le distorsioni tipiche di queste due forme estreme di economia. Le crisi cui è soggetta un’economia non regolata da interventi statali hanno diffuso l’opinione che uno sviluppo regolare e continuo del sistema economico può essere garantito solo da una serie di interventi dello Stato. Il sistema di economia mista prende perciò anche il nome di economia di intervento. Elevata spesa pubblica. Caratteristica del sistema di economia mista è l’elevato livel­ lo della spesa pubblica, che generalmente si colloca intorno al 50% del PIL: ai livelli più bassi si collocano gli USA e il Giappone, ai più alti i Paesi scandinavi, che hanno anche i più alti livelli di protezione sociale (sanità, pensioni, assegni di disoccupa­ zione ecc.). Nelle economie miste i rapporti fra imprenditori e forze lavoratrici (relazioni sindacali ) sono disciplinati da una normativa intesa a tutelare i lavoratori, che sono la parte contrat­ tuale più debole. Le organizzazioni sindacali partecipano alla determinazione degli obiet­ tivi della politica economica, insieme alle altre protagoniste della vita del Paese. In questo sistema assumono notevole rilievo, insieme al capitale privato, le forze poli­ tiche e i gruppi sociali; l’intervento dello Stato è importante, a livello macroeconomi­ co, nella soluzione dei problemi della produzione e del consumo.

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ECONOMIA E REALTÀ

Cuba: l’esperimento collettivista L’esperienza collettivista a Cuba è stata un elemento centrale della storia e dell’identità nazionale dell’isola caraibica. A partire dalla Rivoluzione Cubana del 1959 guidata da Fidel Castro, Che Guevara e altri, il governo ha implementato una serie di politiche volte a costruire una società socialista, caratterizzata da una forte enfasi sull’uguaglianza, la solidarietà e la proprietà collettiva dei mezzi di produzione. Lo Stato ha assunto un ruolo di controllo totale, determinando i prezzi, allocando le risorse e pianificando l’intera produzione. Questo modello ha portato alla nazionalizzazione di aziende, terreni agricoli e abitazioni, affidandone la gestione a cooperative o enti statali. Uno dei pilastri del modello cubano è stato l’impegno per l’uguaglianza sociale, concretizzatosi nell’offerta gratuita di istruzione e assistenza sanitaria a tutta la popolazione. Questo approccio ha contribuito a ridurre significativamente le disuguaglianze e a migliorare la qualità della vita dei cubani. Per consolidare il potere e preservare i principi della rivoluzione, il governo ha introdotto, però, severe limitazioni alla libertà di espressione e all’iniziativa economica, reprimendo qualsiasi forma di dissenso e ostacolando lo sviluppo del settore privato. A causa delle inefficienze dell’economia pianificata e del blocco economico statunitense, i cubani hanno spesso dovuto affrontare la scarsità di beni di consumo e le carenze nei servizi. L’economia cubana è diventata fortemente dipendente dagli aiuti sovietici, rendendola più vulnerabile dopo il crollo dell’Unione Sovietica nel 1991. Negli ultimi anni, Cuba ha avviato un processo di riforme economiche che ha portato all’apertura verso il mercato e all’ampliamento del settore privato. Tuttavia, molte delle caratteristiche del sistema socialista sono ancora presenti, e il governo mantiene un controllo significativo sull’economia.

LESSICO  Prezzo politico Prezzo inferiore al costo di produzione. Lo Stato lo applica nei casi in cui ritiene utile favorire la produzione di determinati beni e servizi, da offrire sottocosto in vista di un interesse collettivo.

 Giustizia sociale Sistema in cui ognuno riceve il necessario per soddisfare i suoi bisogni e quelli della sua famiglia in modo da attenuare le disuguaglianze che si formano sul libero mercato.

 Relazioni sindacali Insieme di relazioni che regolano i rapporti giuridici fra i datori di lavoro e i lavoratori subordinati e le rispettive organizzazioni (sindacati). Riguardano problemi, come i livelli retributivi, l’organizzazione del lavoro, le condizioni ambientali, ecc. Nell’impresa sono gestite dal settore delle risorse umane.

RISPONDI

1. Quali erano i valori di fondo della Rivoluzione cubana? 2. Per quali motivi la popolazione cubana ha subito per molto tempo la carenza di alcuni beni e servizi? 3. Quali caratteristiche del sistema cubano ricalcano gli elementi del sistema collettivista che hai studiato?

APPROFONDISCI Divisi in gruppi di interesse, approfondite questi aspetti dell’esperienza cubana: • Il ruolo di Che Guevara nella rivoluzione • Le relazioni tra Cuba e l’Unione Sovietica • L’impatto del blocco economico statunitense • La cultura e l’identità nazionale • Il ruolo delle donne

FACCIAMO IL PUNTO Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

1. Quali sono i caratteri del sistema collettivista? 2. Quale è il ruolo dello Stato in questo sistema?

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PLUS Il pensiero sociale cristiano

PLUS Il golden power dopo la pandemia

Programmazione delle spese. Questo intervento avviene oggi prevalentemente con la programmazione pluriennale della spesa pubblica e con una politica fiscale diretta non solo ad assicurare entrate allo Stato, ma anche a condizionare positivamente l’at­ tività produttiva e la redistribuzione del reddito. Per quanto riguarda l’Italia, si deve osservare che la presenza dello Stato nell’econo­ mia è stata caratterizzata, specialmente in passato, da una grande espansione delle imprese pubbliche  e da un eccesso di assistenzialismo, consistente nella protezione accordata anche a soggetti non realmente bisognosi, spesso determinata da motivi di consenso elettorale. Dopo l’esperienza della grave crisi provocata dalla pandemia e dai recenti conflitti, si riconosce oggi allo Stato il compito di intervenire per la protezione delle persone e per assicurare a tutti una vita dignitosa, condizione primaria perché lo stesso mercato possa funzionare. MAPPA 1  Economia sociale di mercato. Oggi è largamente condivisa l’idea che lo Stato deve la­ sciare ai privati la gestione delle imprese, limitandosi a regolare il mercato e mirare i suoi interventi assistenziali solo a favore di chi ha realmente bisogno (malati, disoc­ cupati, invalidi).

Lo Stato deve operare all’insegna di una economia sociale di mercato, in grado di garantire equità ed efficienza al sistema. In questo quadro convivono Stato e mercato, ciascuno con propri compiti e al servizio di un’organizzazione che ha al centro le famiglie (ossia i cittadini). Lo Stato ha quindi un compito complementare al mercato: i sistemi più efficienti sono quelli in cui l’intervento pubblico aiuta il mercato a funzionare meglio. Ai nostri giorni sembra dissolta la fiducia che sino a pochi anni fa si nutriva nelle capacità pro­ pulsive e autoregolatrici del mercato. Stato e mercato non sono due polarità antiteti­ che che si escludono a vicenda, ma le leve di un reale processo di sviluppo. Osserva lo schema di funzionamento del sistema di economia mista qui a fianco. MAPPA 2 

ECONOMIA E REALTÀ

I Paesi scandinavi: un sistema di successo

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Il sistema misto nei Paesi scandinavi, comprendendo tra essi Norvegia, Svezia, Finlandia e, seppur con alcune differenze, la Danimarca, ha avuto una storia e un’influenza significativamente diversa rispetto ad altre regioni del mondo. Esso rappresenta un modello di sviluppo economico e sociale di grande successo, che combina un’elevata qualità della vita con una forte competitività a livello internazionale. L’elemento chiave del sistema misto scandinavo è il ruolo dello Stato che interviene attivamente nell’economia per garantire l’equità e la coesione sociale, infatti l’obiettivo di ridurre le disuguaglianze rappresenta un fattore centrale del modello scandinavo. Ciò si traduce in politiche fiscali progressive, sistemi di previdenza sociale generosi e una forte attenzione alla distribuzione del reddito. I Paesi nordici sono noti, infatti, per i loro efficienti sistemi di welfare che offrono ai cittadini una vasta gamma di

servizi pubblici in diversi ambiti: trasporti pubblici, istruzione gratuita di alta qualità, assistenza sanitaria universale e un sistema pensionistico generoso. Come si finanzia il welfare? Nei Paesi nordici le imposte sono alte e progressive, con un basso livello di evasione fiscale. Inoltre, pur essendo economie di mercato, molte imprese sono di proprietà statale e spesso reinvestono i profitti nel sistema di welfare. Tuttavia, questo modello non è esente da sfide, legate soprattutto alla globalizzazione, all’invecchiamento della popolazione e alla necessità di garantire la sostenibilità a lungo termine dei sistemi di welfare. Infatti per aumentare la competitività e l’efficienza dell’economia, negli ultimi decenni, si sono avviate numerose riforme, come ad esempio alcune liberalizzazioni nel settore di imprese legate a servizi e finanze o l’innalzamento dell’età pensionabile e dei contributi previdenziali.

U2 Gli operatori economici . C3 L’operatore Stato: funzioni e sistemi economici


MAPPA 1

LESSICO SISTEMA MISTO

 Impresa pubblica

prevede

elevata spesa pubblica

proprietà sia privata che pubblica dei mezzi di produzione

assistenza e sussidi imprese pubbliche

sviluppo del reddito stabilità monetaria

POLITICA ECONOMICA obiettivi

di tipo industriale

piena occupazione

monetaria

equilibrio conti con l'estero

MAPPA 2

lo Stato interviene nell’economia

fiscale

STATO Politica economica

MERCATO Prezzi di equilibrio FAMIGLIE

• assicura il quadro istituzionale • fornisce i servizi pubblici • definisce le regole del mercato • combatte i monopoli • tutela l’ambiente • garantisce l’equità sociale

Impresa gestita dallo Stato o da un altro ente pubblico. Può operare con finalità privatistiche, cioè per la realizzazione di un profitto, o sociali, per la produzione di beni e servizi da vendersi a prezzi più bassi di quelli di mercato o per l’assorbimento della disoccupazione in un’area sottosviluppata.

IMPRESE

• assicura l’incontro delle libere scelte dei soggetti • garantisce l’efficienza • assicura l’ottima allocazione delle risorse

RISPONDI 1. Il sistema misto presenta alcuni elementi sia del sistema liberista che di quello collettivista. Quali caratteristiche del sistema scandinavo riconduci all’uno o all’altro sistema? 2. Quali elementi permettono ai cittadini scandinavi di usufruire di un sistema di Welfare così efficiente? 3. La maggior parte dei Paesi europei, seppur con alcune differenze tra loro, adotta un sistema economico misto. Pensando alla situazione italiana, quali elementi comuni e quali differenze riconosci? APPROFONDISCI Divisi in gruppi di interesse, scegliete uno dei Paesi Nordici e approfondite un aspetto specifico del suo sistema misto, come il sistema educativo, il mercato del lavoro o le politiche ambientali. Completate il vostro lavoro con la creazione di un’infografica da presentare alla classe.

FACCIAMO IL PUNTO Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

1. Che cos’è l’economia sociale di mercato? 2. Come interviene lo Stato nel sistema misto? 3. Perché nel sistema misto, il bilancio dello Stato è spesso in disavanzo?

137


CAPITOLO

3

L’operatore Stato

Sintesi

Ascolta e ripassa

3 . 1 Soggetti e funzioni dello Stato

L’operatore Stato comprende lo Stato propriamente detto, gli enti territoriali e gli altri enti centrali e locali; fornisce i beni e i servizi pubblici, assicura la redistribuzione del reddito e gli interventi per lo sviluppo.

3 . 2 Entrate e spese dello Stato

Per svolgere le sue funzioni lo Stato sostiene la spesa pubblica, che è finanziata dalle entrate provenienti prelievo fiscale. Le entrate sono costituite da imposte dirette e indirette, contributi sociali ed entrate diverse. Tra le spese rientrano prestazioni sociali, consumi collettivi, interessi passivi, spese diverse e investimenti lordi.

3 . 3 Dallo “Stato gendarme” al Welfare State

Secondo gli economisti classici i compiti dello Stato erano circoscritti alla difesa delle per­ sone e dei beni (Stato gendarme). Dal secondo dopoguerra la sfera d’azione dello Stato si è ampliata notevolmente, soprattutto in campo economico (Stato sociale o Welfare State). In particolare, spetta allo Stato il compito di regolamentare l’economia per stimolare lo sviluppo e correggere gli squilibri nella distribuzione del reddito. La realizzazione delle politiche di Welfare State ha negli anni determinato la crescita dell’indebitamento e la crisi fiscale e finanziaria che ha portato gli Stati a una revisione delle politiche di spesa per una maggiore efficienza.

3 . 4 La politica economica

La politica economica persegue i suoi obiettivi (sviluppo del reddito, stabilità monetaria, piena occupazione, equilibrio del cambio) attraverso diverse leve, tra cui la politica industriale, fiscale e monetaria.

3 . 5 Il sistema liberista

Il sistema liberista è caratterizzato da libertà di iniziativa, proprietà privata dei mezzi di produzione, non intervento dello Stato e decisioni decentrate. I problemi fondamentali (quali beni, come, per chi produrre) sono risolti automaticamente dal mercato, dove si crea spontaneamente un equilibrio tra gli operatori.

3 . 6 Il sistema collettivista

Nel sistema collettivista è abolita la proprietà privata dei mezzi di produzione, che di­ ventano di proprietà statale. Le decisioni fondamentali sono assunte da un organo cen­ trale, che pianifica l’intera attività economica. Dati i pessimi risultati della pianificazione economica è stato per lo più abbandonato.

3 . 7 Il sistema di economia mista

Per superare i limiti dei sistemi liberista e collettivista, e in seguito all’evoluzione dell’e­ conomia occidentale, si è diffuso un modello di economia mista che prevede l’intervento pubblico a tutela di un mercato efficiente e di equi rapporti sociali.

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U2 Gli operatori economici . C3 L’operatore Stato: funzioni e sistemi economici


Mappa da completare Dopo aver ripassato i contenuti dell’Unità, completa la mappa inserendo correttamente gli elementi mancanti scelti tra i seguenti entrate • investimenti lordi • leve • obiettivi • politica fiscale • politica industriale • politica monetaria • produzione • redistribuzione • sistema collettivista • spese • Welfare State

OPERATORE STATO

FUNZIONI

• Autorità di governo • Enti territoriali (Regioni, Province e Comuni) • Altri enti centrali e locali

• _________________ dei servizi pubblici • Crescita stabile dell’economia • _________________ del reddito _________________

• Imposte dirette • Imposte indirette • Contributi sociali • Entrate diverse

_________________

• Prestazioni sociali • Consumi collettivi • Interessi passivi • _________________

_________________

• Sviluppo • Stabilità monetaria • Piena occupazione • Equilibrio del cambio

_________________

• _________________ • _________________ • _________________

BILANCIO DELLO STATO

POLITICA ECONOMICA

RUOLO DELLO STATO

• Sistema liberista • ____________________________ • Sistema di economia mista

RISPONDI ORA ALLE DOMANDE 1. Quali sono le principali funzioni dello Stato? 2. In quale modo lo Stato può correggere le disuguaglianze nella distribuzione dei redditi? 3. Qual è la differenza tra le imposte dirette e le imposte indirette? 4. Che cos’è il bilancio dello Stato? 5. In che cosa consiste la politica economica? 6. Qual è il ruolo dello Stato in un sistema liberista? 7. Come si può definire una economia mista? 8. Qual è il ruolo delle organizzazioni sindacali nei sistemi di economia mista?

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CAPITOLO

3

L’operatore Stato

Esercizi

Esercizi interattivi

Consolidiamo le conoscenze... SCELTA MULTIPLA

1. C ompleta l’affermazione scegliendo la frase corretta fra quelle proposte. 1. Non sono entrate dello Stato a  i contributi sociali b  le imposte dirette c  gli investimenti netti d  le imposte indirette 2. La difesa e l’ordine pubblico sono servizi pubblici che soddisfano bisogni a  primari b  collettivi c  individuali d  di una parte della popolazione 3. Non fanno parte delle spese dello Stato a  le prestazioni sociali b  le spese per interessi c  gli incassi tributari d  le spese per il personale 4. La somma totale dei titoli pubblici che vengono emessi dallo Stato per far fronte ai disavanzi annuali di bilancio costituisce il a  deficit di bilancio b  debito pubblico c  disavanzo pubblico d  avanzo pubblico 5. L’idea secondo cui lo Stato deve garantire solo la protezione delle persone e dei beni (difesa, ordine pubblico) e predisporre le infrastrutture indispensabili alla collettività (strade, ponti) è uno dei cardini del sistema a  liberista b  collettivista c  di economia mista d  di economia di intervento 6. L’insieme degli interventi pubblici volti a favorire lo sviluppo delle imprese si chiama a  politica fiscale b  politica di bilancio c  politica industriale d  politica monetaria 7. Nel sistema collettivista le decisioni rilevanti per l’economia sono assunte a  da organismi internazionali come l’ONU b  dai privati c  dai privati e dallo Stato, di comune accordo d  dallo Stato 8. La fissazione da parte dello Stato del livello dei consumi, della produzione e degli investimenti si chiama

140

c  concentrazione a  pianificazione b  regolamentazione d  integrazione

COMPLETAMENTI

2. Completa il brano inserendo i termini appropriati tra quelli proposti. bolla • depressive • fiducia • leve • mercato • privato • propulsive • pubblico • keynesismo • sfiducia • simili • depressive • privato • sfiducia • simili Dopo l’esplosione nel 2008 della …………............. immobiliare e finanziaria che ha provocato la gra­ ve crisi economica che ancora ci troviamo ad af­ frontare, si è dissolta la ………….................... che dagli anni Ottanta si continuava a nutrire nelle capacità ………….................... e autoregolatrici del mercato. E se non si è tornati per questo a rimet­ tere sul piedistallo il …………...................., tal quale era prevalso nel secondo dopoguerra, ci si è chiesti tuttavia se non occorra far assegnamento ancora una volta, come negli anni Trenta del Novecento, sull’intervento ………….................... per rilanciare un’economia altrimenti acciaccata da più parti. La conclusione a cui approdano oggi gli studiosi ap­ pare tanto più condivisibile alla luce degli ultimi eventi: Stato e ………….................... non sono due polarità antitetiche e incompatibili da escludersi a vicenda, ma possono costituire di fatto delle valide ………….................... di un reale processo di svilup­ po. Purché i loro rispettivi paradigmi vengano de­ clinati in base a un rapporto equilibrato, alla pari, senza indebite reciproche prevaricazioni. Valerio Castronovo, «Il Sole-24 Ore»

ASSOCIAZIONE

3. Associa le seguenti attività a un solo operatore tra quelli elencati e fornisci un esempio per ciascuna di esse. (Attenzione: non tutti gli operatori vanno inseriti.) 1. Famiglie 2. Imprese 3. Banche 4. Stato 5. Resto del mondo a. ___ Fornisce i servizi pubblici finanziandosi attraverso le imposte; crea le condizioni dello sviluppo economico; ridistribuisce il reddito b. ___ Coordinano e organizzano i fattori produttivi, assumendo il rischio di impresa con l’obiettivo di realizzare un profitto c. ___ Lavorano per le imprese e lo Stato, consumano beni e servizi, pagano le imposte e risparmiano una parte del reddito

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PREPARATI ALLA PROVA ORALE

4. Tra parentesi i paragrafi di riferimento. 1. Quali sono le funzioni dello Stato? (3 .1) 2. Perché normalmente lo Stato interviene nel processo distributivo? (3.1) 3. Quali sono le entrate dello Stato? (3.2) 4. Che cosa si intende con l’espressione “crisi fiscale dello Stato”? (3.3) 5. Sai definire la politica economica? (3.4)

6. Per quali ragioni il volontariato può essere di aiuto allo Stato sociale? (3.3) 7. Qual è il ruolo riconosciuto allo Stato nel sistema liberista? (3.5) 8. Quali sono i caratteri del sistema collettivista? (3.6) 9. Per quali motivi i sistemi collettivisti non hanno retto alla loro applicazione pratica? (3.6) 10. Che cosa si intende per economia sociale di mercato? (3.7)

... per sviluppare le competenze CASI PRATICI

5. Esamina ciascun caso e fornisci delle soluzioni o rispondi motivando. 1. Sistemi economici a confronto. Un problema, tre soluzioni L’inquinamento ambientale è un problema globale che rappresenta una seria minaccia per la salute umana e per l’ecosistema. Le sue cause includono l’emissione di gas serra, lo scarico di rifiuti industriali e agricoli, la deforestazione e l’utilizzo di combustibili fossili. Ecco alcune soluzioni che proporrebbero, rispettivamente, un governo liberista, uno collettivista e uno a economia mista. • Lo Stato lascerebbe al mercato la ricerca delle soluzioni più efficienti, limitandosi a stabilire le normative e a farle rispettare. • Lo Stato pianificherebbe la produzione e il consumo in modo da minimizzare l’inquinamento. • Lo Stato cercherebbe di bilanciare la tutela dell’ambiente con la crescita economica e la giustizia sociale.

Abbina ai tre sistemi i seguenti provvedimenti: nazionalizzazione delle industrie inquinanti, introduzione di una carbon tax, incentivi all’adozione di tecnologie pulite da parte delle imprese, programmi di educazione ambientale. Rifletti Quale potrebbe essere l’approccio di questi tre sistemi nei confronti dell’istruzione dei bambini e dei giovani?

2. Crisi aziendali. Una consulenza necessaria Il ministro dell’industria di uno Stato dell’Unione europea deve fronteggiare due gravi crisi aziendali, che potrebbero avere notevoli conseguenze negative sull’occupazione: la prima riguarda una miniera di carbone, la seconda una società che produce microprocessori. Si rivolge per una consulenza a due economisti: • il primo gli consiglia di erogare ingenti sussidi alle due imprese in difficoltà, dato che senza ulteriori finanziamenti corrono il rischio di dover chiudere e licenziare i dipendenti; • il secondo gli suggerisce invece di finanziare l’impresa che produce microprocessori, dato che le sue difficoltà sembrano di breve periodo (dovute principalmente a un calo temporaneo della domanda) e di chiudere la miniera, dato che il carbone viene sostituito da altre fonti di energia e la domanda è destinata a calare, prevedendo interventi a favore dei dipendenti disoccupati per favorirne il reinserimento in altre attività produttive.

1. Quale di questi due suggerimenti ti sembra più valido? 2. È giusto che lo Stato intervenga nelle crisi aziendali? 3. Fa bene lo Stato a investire grandi capitali in settori in gravi difficoltà strutturali? 4. In quale ramo della politica economica rientra l’attività del ministro? 5. Se cessano le difficoltà dell’azienda di microprocessori, il finanziamento pubblico deve continuare?

141


UNITÀ

2 Gli operatori economici Verifica di fine Unità

COMPRENSIONE Competenze attivate • Comunicazione nella madrelingua • Competenze digitali • Imparare a imparare • Competenze civiche e di cittadinanza • Imprenditorialità • Consapevolezza ed espressione culturale

1 USA, RUSSIA E ITALIA A CONFRONTO TRA MODELLI E SFIDE SULLA TUTELA DELLA SALUTE

Nel panorama globale, la tutela della salute rap­ presenta un tema di fondamentale importanza, con sistemi sanitari che assumono configurazio­ ni diverse a seconda del contesto socio-econo­ mico di ogni nazione. In quest’ottica, un’analisi comparativa tra i modelli adottati negli Stati Uni­ ti, in Russia e in Italia offre spunti interessanti per comprendere luci e ombre di ciascun approccio. Gli Stati Uniti si distinguono per un sistema sa­ nitario privato basato su assicurazioni, dove la copertura non è universale e circa il 10% della popolazione ne è priva. Il finanziamento avvie­ ne principalmente attraverso premi assicurativi, tasse e pagamenti diretti. Questo modello offre il vantaggio di un accesso rapido alle tecnolo­ gie innovative e una maggiore libertà di scelta del medico. Tuttavia, i costi elevati, le disparità nell’accesso alle cure e la mancanza di copertura per le persone senza assicurazione rappresenta­ no criticità evidenti. La Russia adotta un modello pubblico-privato con sistema sanitario universale. La copertura è garantita a tutti i cittadini, mentre il finanzia­ mento deriva da tasse e pagamenti diretti per alcuni servizi. Questo modello offre il vantaggio della copertura universale e di costi contenuti

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U2 Gli operatori economici

per le cure di base. Tuttavia, liste di attesa per le visite specialistiche e carenze infrastrutturali in alcune aree rappresentano i principali svantaggi. L’Italia presenta un modello pubblico nazionale con sistema sanitario universale. Anche in que­ sto caso, la copertura è garantita a tutti i citta­ dini. Il finanziamento avviene attraverso la fi­ scalità generale (le imposte) e i ticket per alcuni servizi. I punti di forza del sistema italiano inclu­ dono la copertura universale, l’accesso a cure di qualità e tempi di attesa ragionevoli per le cure di base. Tuttavia, l’aumento dei tempi di attesa per le visite specialistiche e le carenze infrastrut­ turali in alcune regioni rappresentano criticità da affrontare. 1. Individua le parole chiave adatte per inserire dei titoletti ai paragrafi che presentano le esperienze dei tre Paesi e inseriscile al posto dei puntini di sospensione. 2. Rispondi alle seguenti domande: a. Quale tra i tre Paesi ha il primato del settore privato? b. Quale caratteristica del sistema liberista rico­ nosci nella descrizione del sistema sanitario americano? c. Come vengono finanziati i servizi sanitari in Italia? d. Quali differenze trovi tra il sistema sanitario italiano e quello russo? e. Quali sono i vantaggi e gli svantaggi dei tre sistemi sanitari. 3. Fai una breve ricerca sul sistema educativo e scolastico in vigore negli stessi tre Paesi (ti servirà anche per risolvere uno dei casi dell’esercizio successivo) e rifletti: anche in questo caso è rispecchiata l’impostazione generale dei tre diversi sistemi economici? Qual è la tua personale opinione?


del mobile imbottito (Bari), della maglieria (Carpi). Nella cartina (in basso), potete vedere i distretti industriali divisi per regione. Divisi in gruppi, secondo le indicazioni dell’in­ segnante, ricercate quali sono le aziende di un settore (o di una regione) che vi interessa mag­ giormente, dando rilevanza, nella vostra ricerca, alle imprese che promuovono la sostenibilità. Tra tutte le aziende individuate, scegliete quella che dimostra di avere maggiore sensibilità sociale e un impatto positivo sugli stakeholder. • Mettete in luce i punti di forza e i punti di de­ bolezza del distretto o del settore scelto. • Ricercate i mercati di sbocco verso i quali si diri­ ge la produzione delle aziende che avete scelto. • Controllate se le aziende considerate pubbli­ cano anche il bilancio sociale. Preparate una presentazione o un video sull’a­ zienda (o il settore o il distretto) scelta così da farla conoscere anche ai vostri compagni.

CASI PRATICI Competenze attivate complessivamente per tutti i casi: • Comunicazione nella madrelingua • Competenze matematiche • Imparare a imparare • Imprenditorialità • Civiche e di cittadinanza • Espressione culturale

1 DISTRETTI INDUSTRIALI. LE AZIENDE VIRTUOSE.

Fra i distretti industriali più noti, si citano quelli lanieri (Biella, Prato), della rubinetteria (Cusio, Val­ sesia, Lumezzane), dell’oreficeria (Valenza, Arez­ zo, Vicenza), delle piastrelle (Sassuolo), del mobile (Brianza, Bassano del Grappa), della concia (Arzi­ gnano, Solofra), dell’occhialeria (Pieve di Cadore),

I PRINCIPALI DISTRETTI IN ITALIA 1 PIEMONTE Alba - Cuneo Alimentare Biella Tessile Casale Monferrato Industria del freddo Ivrea e Canavese Meccanica elettronica Novara - Oleggio Tessile, abbigliamento Valenza Oro e gioielleria

3 5

2 1

2 LOMBARDIA Brescia Produzione e lavorazione metalli Brianza Mobile e arredo, meccanica Castelgoffredo Calze Como Seta, tessile e abbigliamento Lumezzane Casalinghi, rubinetteria Vigevano Meccanico, calzaturiero

8 TOSCANA Arezzo Oreficeria Lucca Calzature Massa Carrara Marmo Prato Tessile 9 MARCHE Castelfidardo Articoli musicali Fabriano Carta Fermo - Macerata Calzature Pesaro e Urbino Mobile, robot Recanati - Osimo - Loreto Argenteria

4

7

6

8

9 10 11

17

12 13

14

10 UMBRIA Deruta Ceramica Perugia Abbigliamento in cashmere

15

11 LAZIO Anagni Chimico-farmaceutica Frosinone Chimica

16

3 TRENTINO-ALTO ADIGE Val di Cembra Porfido 4 FRIULI-VENEZIA GIULIA San Daniele Alimentare Livenza Mobile Trieste Caffè 5 VENETO Arzignano Concia Bassano del Grappa Mobili Pieve di Cadore Occhialeria Brenta (macroarea) Calzature Murano Vetro Montebelluna Calzature sportive Treviso Macchine utensili Valdagno - Thiene - Schio Tessile, abbigliamento

Vicenza Gioielleria, oreficeria 6 LIGURIA Savona Vetro-ceramica La Spezia Cantieristica nautica Ponente ligure Florovivaistico 7 EMILIA-ROMAGNA Bologna Macchine utensili Carpi Tessile Forlì - Cesena Calzature Langhirano Prosciutto Modena Ceramica Reggio Emilia Meccanica agricola Rimini Macchine utensili Sassuolo Piastrelle

12 ABRUZZO L’Aquila Farmaceutica Chieti – Vibrata Tessile 13 CAMPANIA Solofra Concia 14 PUGLIA/BASILICATA Bari - Matera Mobile imbottito Barletta Calzature Casarano - Tricase Calzature 15 CALABRIA Sibari - Bisignano Agroalimentare 16 SICILIA Caltagirone – Santo Stefano di Camastra Ceramica Mazara del Vallo Pesca Pachino Ortofrutticoltura 17 SARDEGNA Sassari Sughero

143


UNITÀ

2 Gli operatori economici Verifica di fine Unità

2 SISTEMI ECONOMICI A CONFRONTO.

UN PROBLEMA COMUNE DA RISOLVERE: L’INQUINAMENTO.

L’inquinamento ambientale è un problema glo­ bale che rappresenta una seria minaccia per la salute umana e per l’ecosistema. Le sue cause includono l’emissione di gas serra, lo scarico di rifiuti industriali e agricoli, la deforestazione e l’utilizzo di combustibili fossili. Ecco alcune soluzioni che proporrebbero, rispet­ tivamente, un governo liberista, uno collettivista e uno a economia mista: 1. lo Stato lascerebbe al mercato la ricerca delle soluzioni più efficienti, limitandosi a stabilire le normative e a farle rispettare; 2. lo Stato pianificherebbe la produzione e il consumo in modo da minimizzare l’inquinamento; 3. lo Stato cercherebbe di bilanciare la tutela dell’ambiente con la crescita economica e la giustizia sociale. Abbina ora ai tre sistemi i seguenti provvedi­ menti.

• Nazionalizzazione delle industrie inquinanti. • Introduzione di una carbon tax. • Incentivi all’adozione di tecnologie pulite da parte delle imprese. • Programmi di educazione ambientale. Ricordando quanto hai studiato in questa unità, quale potrebbe essere la posizione dei tre gover­ ni nei confronti dell’istruzione dei bambini e dei giovani?

3 LE FUNZIONI DELLE FAMIGLIE NEL SISTEMA ECONOMICO. LAVORO IN COPPIA

Ognuno di voi scriva un racconto su una fami­ glia che deve prendere una difficile decisione su come spendere il proprio reddito. Nel racconto devono essere presenti riferimenti alle funzioni della famiglia in quanto operatore del sistema economico (vedi pag. 86). Scambiatevi i testi e cercate una soluzione al problema della famiglia, motivando la scelta e spiegando quale impatto avrà la loro decisione sull’economia.

COMPITO DI REALTÀ UNA CLASSE PLASTIC FREE Gruppi

2 grandi gruppi eterogenei con possibilità di sottogruppi

Tempi

Tre ore scolastiche per l’organizzazione del lavoro più lavoro di gruppo da svolgersi in orario extrascolastico Un’ora per presentare il progetto al/la Dirigente scolastico/a (Ds)

Competenze-chiave di cittadinanza attivate

Comunicazione nella madrelingua Competenza digitale Imparare a imparare Civica e di cittadinanza Imprenditorialità Consapevolezza ed espressione culturale

Contesto Nella tua scuola si produce una gran quantità di rifiuti di plastica. La maggior parte degli studenti beve dalle bottigliette di plastica usa e getta, che poi finiscono nei cestini della spazzatura e, in molti casi, nell’ambiente circostante. La scuola non dispone di un sistema efficiente di riciclag­ gio e la sensibilizzazione sul tema della sosteni­ bilità ambientale è ancora agli inizi. Grazie a un progetto finanziato dall’azienda lo­ cale Eco Friend, la vostra classe ha l’opportunità

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U2 Gli operatori economici

di sviluppare un’idea imprenditoriale che pro­ muova la responsabilità sociale della comunità scolastica e possa contribuire a ridurre la quanti­ tà di rifiuti di plastica prodotti a scuola. Consegna Divisi in due gruppi (divisibili in sottogruppi) se­ condo le indicazioni dell’insegnante, discutete tra voi per elaborare un’idea realizzabile come indicato.


GRUPPO 1 • Ridurre il consumo di bottiglie di plastica usa e getta nella scuola. • Promuovere la raccolta differenziata e il rici­ claggio della plastica. • Sensibilizzare gli studenti sull’impatto am­ bientale dei rifiuti in plastica. GRUPPO 2 Creare una piccola impresa, sostenibile dal punto di vista economico e sociale, che si occupi: • della promozione e sensibilizzazione sull’uso della plastica; • del ritiro dei rifiuti in plastica nelle scuole del­ la zona; • di ogni altra idea in linea con il progetto iniziale. Organizzazione del lavoro Un’ora, in classe, tutti insieme: brainstorming sul progetto e divisione in gruppi. Due ore in classe, divisi nei due gruppi: discus­ sione su idee possibili e piste di lavoro. Entro la fine della lezione, si effettuerà una votazione, all’interno dei due gruppi, per la scelta dell’idea che si ritiene più efficace, fattibile, sostenibile e con un impatto sociale positivo. Eventuale divisione in ulteriori gruppi. Alla fine dell’ora, ogni gruppo consegnerà all’insegnante un verbale con la scelta dell’idea e la divisione dei compiti tra i componenti (“chi fa che cosa”). Il lavoro proseguirà in orario extrascolastico fino alla scadenza data dall’insegnante.

In questo tempo: • preparate delle presentazioni che, in un se­ condo momento, serviranno per coinvolgere e convincere i compagni di scuola a seguirvi e so­ stenervi in questo progetto. • Preparate un elevator pitch* da esporre al/alla DS e al/alla DSGA per ottenere un appuntamento in cui esporre compiutamente il vostro progetto e chie­ dere l’autorizzazione per diffonderlo nella scuola. • Una volta scelta la soluzione migliore, elabo­ rare un piano dettagliato per realizzarla, che con­ tenga: • un budget; • una timeline; • una strategia di comunicazione agli altri stu­ denti della scuola. • Identificate stakeholder e shareholder della scuola e preparate una comunicazione efficace. Un’ora in classe: verranno ascoltati tutti gli elevator pitch per scegliere i due più convincenti che andranno in Presidenza e nell’ufficio ammini­ strativo. Saranno i vostri portavoce a invitare DS e DSGA in classe a vedere le vostre presentazioni. * L’elevator pitch è una sintetica presentazione del pro­ getto da esporre nel più breve tempo possibile (quello di un viaggio in ascensore, cioè in circa 40-60 secondi), in un incontro occasionale (per le scale, in corridoio, a ricreazione).

Valutazione Ogni idea sarà valutata in base ai criteri esposti nella check list.

CHECKLIST PUNTI fino a Efficacia: l’idea può contribuire concretamente a ridurre la quantità di rifiuti in plastica nella scuola?

2

Fattibilità: l’idea è realizzabile con le risorse e le competenze disponibili?

2

Sostenibilità: l’idea è economicamente sostenibile nel lungo periodo?

2

Impatto sociale: l’idea avrà un impatto positivo sulla comunità scolastica?

2

Comunicazione: la presentazione è efficace e coinvolgente?

2

TOTALE

/10

145


UNITÀ

3

Domanda e offerta Che cosa studierai in questa Unità Questa Unità è dedicata all’esame delle principali attività economiche: • il consumo di beni e servizi da parte

delle famiglie, che impiegano il reddito per la soddisfazione dei loro bisogni

• la produzione di beni e servizi da parte delle imprese, che impiegano le risorse disponibili per ottenerli e offrirli sul mercato • le determinanti della domanda,

con particolare riferimento ai prezzi di mercato e al reddito dei consumatori

• le determinanti dell’offerta, che a sua volta dipende dai prezzi dei fattori produttivi e dallo stato della tecnologia

• L’analisi si conclude con la costruzione

Quali abilità acquisirai Saprai: • descrivere il concetto di bene economico • riconoscere la differenza tra ricchezza, patrimonio e reddito

• capire le scelte del consumatore in base all’utilità

• capire il concetto di margine in ambito economico

• capire le dinamiche della domanda e dell’offerta

• riconoscere i fattori della produzione

e il loro impiego nel processo produttivo

• descrivere e calcolare i costi di produzione • trasferire dati in tabelle e costruire i relativi grafici

delle curve di domanda e offerta, al fine di determinare il prezzo di equilibrio

Capitoli Prerequisiti

146

1 La sfera della domanda 2 La sfera dell’offerta


Per cominciare L’aumento del prezzo della pasta

Recentemente, nel mercato alimentare si è verificata un’anomalia che ha immediatamente attirato l’attenzione delle associazioni dei consumatori. A fronte di una sensibile diminuzione del costo del grano grezzo, del 30% circa, il prezzo al dettaglio della pasta di grano duro è aumentato del 58% circa e, considerando che il grano costituisce l’unico ingrediente di cui è composta la pasta, il fenomeno è sembrato, almeno apparentemente, inspiegabile. Calcolando che in Italia una famiglia media di quattro persone consuma circa 8 chili di pasta al mese, l’aumento del prezzo, vicino al 38%, ha immediatamente destato l’allarme delle Associazioni dei consumatori, le quali hanno sottolineato come la pasta sia in Italia l’ingrediente principale sulle nostre tavole, tanto da essere considerato un bene primario. La risposta all’anomalia dell’aumento di prezzo a fronte della diminuzione dei costi di produzione viene direttamente dall’Associazione degli agricoltori italiani, intervenuta mettendo in evidenza come la diminuzione del prezzo del grano pagato ai produttori, unito all’aumento dei costi di produzione per gli agricoltori tra sementi, fertilizzanti, gasolio, abbia reso questa attività poco attraente per gli agricoltori che potrebbero ritrovarsi a produrre in perdita. Il rischio è dunque che non ci sia più alcuna redditività nel produrre grano in Italia, con il conseguente abbandono della campagna e le gravi ripercussioni dal punto di vista economico, sociale, ambientale e paesaggistico in molte zone del nostro Paese.

RISPONDI

RICERCA

1. In relazione a quanto hai appreso studiando i settori produttivi (Unità 1), a quale settore fa riferimento il brano?

1. Quanta superficie in ettari è dedicata alla coltivazione di cereali in Italia.

2. In relazione a quanto hai appreso studiando il sistema economico (Unità 2), quali soggetti sono interessati da questa vicenda e che cosa rappresentano nel sistema economico? Quali sono i flussi che li legano? 3. Considerando quanto hai appena letto, quali sono gli elementi necessari alla produzione del grano?

2. Quante sono le aziende agricole dedicate a questo settore. 3. Da dove proviene il grano impiegato nei pastifici (solo dall’Italia o anche di importazione?). 4. Qual è il prezzo medio del grano al quintale oggi.

RIFLETTI

4. Quale rischio viene segnalato dall’Associazione degli agricoltori a seguito del crollo del prezzo del grano?

1. Quale legame esiste tra l’aumento del prezzo della pasta e il processo di produzione?

5. Perché l’aumento del prezzo della pasta costituisce un’anomalia e non un semplice rialzo di prezzo come a volte avviene nel mercato?

2. A tuo avviso, quali ripercussioni potrebbero aversi nel nostro Paese se si verificasse un abbandono delle campagne e dell’agricoltura?

In questa Unità acquisirai gli strumenti per interpretare queste e altre situazioni.

147


1

CAPITOLO

La sfera della domanda Questo capitolo studia il ruolo dell’operatore famiglie nell’attività quotiContenuti diana volta all’acquisizione di beni e servizi utili al soddisfacimento dei digitali del propri bisogni. Partendo dall’esame delle varie nozioni di utilità (totale e capitolo e glossario marginale) si giungerà allo studio dell’equilibrio del consumatore. Infine, inglese. attraverso l’esame delle variazioni della quantità domandata al variare del prezzo del bene, si perverrà alla formulazione della curva di domanda del mercato.

1 . 1 I bisogni economici Ciascuno, in ogni momento della vita, desidera disporre dei mezzi che gli consentono di soddisfare i suoi bisogni: se, ad esempio, in questo momento ho fame, so che posso saziare il mio appetito disponendo di un’adeguata quantità di cibo. Possiamo quindi introdurre la seguente definizione. Il bisogno economico è una sensazione di insoddisfazione che l’individuo cerca di eliminare acquistando beni e servizi. L’uomo avverte una serie infinita di bisogni; ma sa che i beni con cui può soddisfarli sono limitati. L’attività economica è una lotta incessante contro la scarsità delle risorse a fronte di una molteplicità di bisogni da soddisfare.

PLUS La legge di Gossen

Nella grande varietà di bisogni che avvertiamo, ci rendiamo conto che una parte di essi, benché vitali per ogni persona, non sono suscettibili di valutazione economica (respirare, essere stimato, fare movimento all’aria aperta, ecc.). Altri bisogni hanno invece implicazioni economiche (bisogno di mangiare, vestirsi, avere una casa, fare una vacanza ecc.). L’economia si occupa di questi ultimi.

Caratteristiche dei bisogni I bisogni presentano le seguenti caratteristiche: • illimitatezza: non si può porre un limite certo ai bisogni umani, anzi essi con il tempo tendono a moltiplicarsi al migliorare del tenore di vita. Non sempre però risponPubblicità dono a esigenze razionali dell’uomo: spesso è infatti la pubblicità a creare esigenze Advertising che altrimenti non sarebbero avvertite; • saziabilità: a mano a mano che il bisogno viene soddisfatto, la sua intensità decresce finché non viene completamente soddisfatto (legge di Gossen); • soggettività : i bisogni variano da persona a persona e, per la stessa persona, a seconda del tempo e del luogo; • risorgenza: il bisogno, una volta saziato, risorge a distanza più o meno breve di tempo; • complementarietà : i bisogni umani si presentano secondo diverse combinazioni, e quindi non possono essere soddisfatti singolarmente. Ad esempio il bisogno di mangiare comporta il sorgere del bisogno di bere, di disporre di stoviglie ecc.; • comparabilità: non potendo soddisfarli tutti, è necessario mettere i bisogni da soddisfare su una scala in ordine di importanza. MAPPA 

Classificazione dei bisogni I bisogni possono essere classificati in diversi modi. In relazione alla loro importanza, si distinguono in: • primari, che riguardano le necessità fondamentali della vita (mangiare, bere, vestirsi) e devono essere soddisfatti con carattere di assoluta priorità;

148

U3 Domanda e offerta . C1 La sfera della domanda


LESSICO  Soggettività I bisogni variano da persona a persona e, per la stessa persona, in base al tempo e al luogo. Un non fumatore non prova affatto il bisogno di fumare, ma anche un fumatore a volte non ne avverte il bisogno.

 Complementarietà Il soddisfacimento di un bisogno ne fa nascere subito altri collegati. Se sono invitato a una festa, devo presentarmi con un l’abito adatto; se gusto un piatto prelibato, devo abbinarlo a un vino pregiato.

 Una parte dei bisogni che gli individui avvertono hanno implicazioni economiche

MAPPA

perché suscettibili di valutazione: l’economia si occupa di questi.

BISOGNI ECONOMICI caratteri

ECONOMIA E REALTÀ

illimitati

saziabili

soggettivi

risorgenti

complementari

comparabili

Il marketing persuasivo: come trasformare l’ordinario in straordinario, il superfluo in indispensabile Esiste una scienza molto sofisticata, un mix di psicologia e sociologia che cerca di capire i bisogni latenti, spesso inespressi, dei consumatori e trasformarli in desideri ardenti, creando nelle persone un bisogno talmente pressante da farlo sembrare una questione di sopravvivenza. Si tratta del marketing persuasivo, una branca del marketing che si concentra sull’utilizzo di tecniche psicologiche e linguistiche per influenzare le decisioni d’acquisto dei consumatori. L’obiettivo non è tanto informare, quanto convincere gli individui a scegliere un prodotto o un servizio specifico attraverso esperienze emotive (famiglie felici, testimonial di successo) o sensoriali (l’aroma nell’acqua è diventata non solo una scelta salutare

ma anche un accessorio di stile, un’affermazione dell’essere al passo con i tempi). Le aziende cercano di suscitare sensazioni positive (gioia, sicurezza, ecc.) o negative (paura, senso di inadeguatezza) per spingere il consumatore all’azione. È una tecnica che non si basa, infatti, solo sulla razionalità, ma anche sulle emozioni. Il marketing persuasivo è uno strumento potente che, se utilizzato in modo etico, può portare notevoli benefici non solo alle aziende. La campagna “Real Beauty", ad esempio, ha sfidato gli standard di bellezza imposti dai media, promuovendo l’accettazione di sé e la diversità. L’impatto sociale è stato enorme e ha contribuito a suggerire una diversa percezione della bellezza nel mondo.

VERSO LA CONSAPEVOLEZZA Attività di classe: condividete in classe le vostre esperienze. 1. Avete mai sperimentato su voi stessi il marketing persuasivo? 2. Quale desiderio si è trasformato in una necessità? 3. Su quali emozioni ha fatto leva? 4. Vi siete mai sentiti manipolati dalla pubblicità?

FACCIAMO IL PUNTO Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

1. Che cos’è un bisogno economico? 2. Quali caratteri ha un bisogno? 3. Che cosa distingue un bisogno da una semplice necessità non considerata dall’economia? 4. Come si possono classificare i bisogni?

149


• secondari, che riguardano il soddisfacimento di esigenze più evolute, e sono collegati allo sviluppo della società. Per questo sono anche chiamati bisogni di civiltà, e vengono soddisfatti dopo i bisogni primari (lettura di libri e giornali, ascolto di musica, divertimenti ecc.). In relazione ai soggetti che li avvertono, si distinguono in: • individuali, se sono sentiti dai soggetti in quanto singoli, indipendentemente dalla loro appartenenza alla società; • collettivi, quando sono avvertiti dai soggetti in quanto membri di un aggregato sociale. Dei bisogni collettivi fanno parte i bisogni pubblici, soddisfatti dallo Stato perché di rilevanza generale (difesa nazionale, pubblica istruzione, comunicazioni stradali e ferroviarie, giustizia, ordine pubblico). MAPPA 1  PER ESEMPIO 1 

1 . 2 I beni economici Il concetto di bene economico si presenta strettamente collegato a quello di bisogno: si definisce bene, infatti, qualsiasi mezzo ritenuto idoneo a soddisfare un bisogno economico. Per essere considerate beni economici, le cose devono presentare i requisiti dell’utilità, → par. 1.4 cioè essere idonee a soddisfare un bisogno economico e della scarsità, cioè essere limitate rispetto al fabbisogno e quindi avere un prezzo. Non sono pertanto beni economici le cose disponibili in quantità praticamente illimitata, come l’aria o la luce del sole: queste si dicono beni liberi.  MAPPA 2 

Il valore dei beni liberi Va tuttavia osservato che i beni liberi (l’aria, l’acqua, le foreste, la flora, la fauna) costituiscono l’ambiente naturale in cui vive l’uomo: la qualità della vita di ogni società ne è direttamente influenzata e quindi a ragione questi beni rientrano nel campo di indagine dell’economia (e delle altre scienze, sia naturali sia sociali). Oggi è diffusa la consapevolezza che i beni liberi non si possono più considerare disponibili in quantità illimitata, come si pensava in passato: l’intera sopravvivenza dell’umanità è minacciata dall’inquinamento, dallo sfruttamento indiscriminato delle risorse minerarie, dalla deforestazione e dalla desertificazione di intere aree. I beni liberi, pur non avendo un valore di scambio, hanno un alto valore di uso per tutti; pertanto, vanno tutelati come elementi essenziali per la nostra stessa sopravvivenza anche se non hanno, per ora, un valore economico.

Beni materiali e servizi (beni immateriali) I beni economici vengono distinti in beni materiali e servizi (beni immateriali). I servizi sono costituiti da prestazioni personali: rientrano quindi in questa categoria non solo i servizi professionali prestati singolarmente dai privati (quelli del commerciante, dell’assicuratore, del parrucchiere, del tassista e così via), ma anche quelli prestati alla collettività dallo Stato (servizi pubblici).

Classificazione dei beni I beni economici si possono classificare secondo diversi punti di vista. Riguardo alla loro funzione, i beni possono essere: • di consumo, se producono una utilità diretta per il consumatore. In questa categoria rientrano i generi alimentari, il vestiario, gli elettrodomestici, e così via. Per questo vengono anche denominati beni finali; • strumentali (detti anche beni intermedi, o fattori produttivi): comprendono i beni che non vengono direttamente consumati, bensì utilizzati per la produzione di altri beni. PER ESEMPIO 2 

150

U3 Domanda e offerta . C1 La sfera della domanda


MAPPA 1

BISOGNI ECONOMICI classificazione in base all’importanza

in base ai soggetti

primari

secondari

individuali

collettivi se soddisfatti dallo Stato

Beni individuali e collettivi

LESSICO

Se sento il bisogno di mangiare perché ho fame o di comprarmi una felpa nuova perché mi piace molto, avverto dei bisogni come persona singola (bisogni individuali). Se invece sento il bisogno di muovermi in sicurezza sulle strade, oppure di un sistema sanitario efficiente avverto dei bisogni collettivi, non come singolo cioè, ma come membro della società.

 Beni liberi

MAPPA 2

PER ESEMPIO 1

pubblici

Sono i beni molto abbondanti in natura, disponibili in quantità tale da soddisfare completamente i bisogni corrispondenti. Non hanno valore di mercato essendo disponibili in quantità pressoché illimitata.

BENI caratteri utilità

FACCIAMO IL PUNTO scarsità per cui hanno un

PER ESEMPIO 2

prezzo

Beni di consumo e strumentali È un bene di consumo il forno nella cucina di una famiglia. È un bene strumentale il forno di una pasticceria.

Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

1. Quali sono i requisiti dei beni economici? 2. È possibile attribuire un valore ai beni liberi? 3. Oggi è ancora possibile affermare che i beni liberi sono disponibili illimitatamente? 4. Come si possono classificare i beni? 5. Sei in grado di fare degli esempi di beni immateriali? 6. A chi si rivolgono rispettivamente i beni finali e quelli strumentali?

151


Riguardo la modalità di soddisfacimento dei bisogni, i beni si distinguono in: • durevoli, se nel corso del tempo prestano una serie di servizi al soggetto (abiti, automobili, elettrodomestici, impianti industriali ecc.). Se impiegati nel processo produttivo, come nel caso di un macchinario industriale, questi beni, detti beni strumentali, costituiscono il capitale fisso  dell’impresa, perché possono essere utilizzati più volte; • non durevoli, se la loro utilità si esaurisce al momento dell’impiego (alimenti, materie prime, combustibili ecc.). Se impiegati nel processo produttivo, come nel caso delle materie prime e dei combustibili, questi beni costituiscono il capitale circolante  dell’impresa. PER ESEMPIO 1  Riguardo la loro disponibilità nel tempo, i beni si possono classificare in: • presenti, se possono essere usati immediatamente per il soddisfacimento dei bisogni; • futuri, se invece saranno disponibili, con un ragionevole grado di certezza, soltanto in un periodo successivo. PER ESEMPIO 2  Riguardo i loro rapporti reciproci, i beni si distinguono in: • complementari, se due o più beni si devono usare insieme per soddisfare un bisogno, come l’automobile e la benzina, o un elettrodomestico e la corrente elettrica; • concorrenti, se per il soddisfacimento di un bisogno il soggetto può scegliere fra diversi beni. Vino e birra, burro e margarina, automobile e treno, possono essere fra di loro sostituibili perché soddisfano lo stesso bisogno. PER ESEMPIO 3  Queste classificazioni sono contemporaneamente applicabili a tutti i beni; in altre parole, ogni bene rientra in ciascuna classificazione sopra richiamata. Un computer in funzione presso un’impresa è nel contempo un bene strumentale, durevole, presente, individuale e complementare (nei confronti dell’energia che consuma). MAPPA 

1 . 3 Ricchezza, patrimonio e reddito Per ricchezza si intende l’insieme dei beni economici a disposizione di un soggetto o dell’intera collettività, cioè l’insieme delle risorse, dei beni e dei servizi atti a soddisfare i bisogni. A seconda che si riferisca a una persona fisica o giuridica privata oppure a soggetti di diritto pubblico, la ricchezza si distingue in privata o pubblica. Quando si riferisce all’intera collettività nazionale, si definisce ricchezza nazionale.

Distinzione tra patrimonio e reddito Ricchezza Wealth

La ricchezza può essere analizzata secondo due aspetti distinti. • In primo luogo è possibile considerare la ricchezza in un determinato momento nel tempo, cioè sotto l’aspetto statico (per esempio, al 31 dicembre 2024). In questo caso, siamo di fronte al concetto di patrimonio. Il patrimonio può consistere in terreni (patrimonio fondiario), in fabbricati (patrimonio immobiliare), in denaro, azioni, obbligazioni, titoli diversi (patrimonio mobiliare).

• Se invece si fa riferimento alla ricchezza percepita dal soggetto nell’arco di un periodo di tempo, cioè sotto l’aspetto dinamico (di solito un anno), come risultato dell’attività economica svolta, siamo di fronte a un flusso di beni che prende il nome di Reddito reddito. Il reddito può provenire dal lavoro (dipendente o autonomo), dal capitale inIncome vestito, o da immobili locati. PER ESEMPIO 4  La ricchezza sotto l’aspetto statico si considera come un fondo , mentre sotto l’aspetto dinamico si considera come un flusso . Il reddito prodotto che non viene utilizzato per il consumo prende il nome di risparmio, si accumula nel tempo e si trasforma in patrimonio. PER ESEMPIO 5 

152

U3 Domanda e offerta . C1 La sfera della domanda


PER ESEMPIO

LESSICO

1 Beni durevoli e non durevoli

 Capitale circolante

In una famiglia sono beni durevoli un frigorifero o una lavatrice acquistati per la propria casa, è un bene non durevole il cibo che consuma per nutrirsi. In un’impresa è durevole un macchinario, è non durevole la materia prima utilizzata nell’attività produttiva.

È costituito dai beni a uso singolo che nel processo produttivo perdono la loro identità e vengono incorporati nel prodotto, come le materie prime, i combustibili, i semilavorati ecc.

2 Beni presenti e futuri È un bene presente un PC o un televisore che utilizziamo ogni giorno per le nostre necessità di lavoro o di svago. È un bene futuro l’affitto che periodicamente nel tempo percepiamo per un immobile dato in locazione.

 Capitale fisso

3 Beni complementari e concorrenti

 Fondo (o stock)

È costituito dai beni a uso ripetuto, la cui utilità si estende nel tempo, come gli impianti, le attrezzature, i fabbricati industriali. È un insieme di valori calcolati in un dato momento.

MAPPA

Sono beni complementari il computer e la tastiera, la lavatrice e il detersivo. Sono beni concorrenti il tè e il caffé, l’olio di semi e l’olio d’oliva.

È un insieme di valori, che si muovono in una certa direzione lungo un arco di tempo, e si traduce necessariamente in aumento o diminuzione di un fondo.

BENI classificazione in base a rapporti reciproci

percezione beni

servizi

complementari

modalità di consumo durevoli

PER ESEMPIO

 Flusso

non durevoli

disponibilità

concorrenti

presenti

futuri

funzione di consumo finali

strumentali di produzione

4 Il patrimonio

5 Patrimonio e reddito

Il patrimonio è ciò che si possiede al netto dei debiti. Una famiglia, proprietaria di un appartamento del valore di 200 mila euro e di obbligazioni per 80 mila euro, con un mutuo da pagare di 100 mila euro, ha un patrimonio di 180 mila euro. Lo stesso vale per un’azienda, una banca, un ente, anche se in questi casi il calcolo è molto più complesso.

Se sono proprietario di una seconda casa in una località di villeggiatura o di un terreno agricolo in una pianura fertile, questi beni fanno parte del mio patrimonio. Se decido di dare in locazione la seconda casa, oppure di affittare il terreno agricolo, questi beni mi forniscono un reddito. Mentre i due beni immobili costituiscono un fondo, il reddito che mi deriva dalla loro titolarità è un flusso.

Il reddito Se una persona ogni mese percepisce un salario di 1.400 euro, l’affitto di un appartamento dato in locazione per 400 euro e 100 euro di interessi su un deposito bancario, il suo reddito mensile è di 1.900 euro.

FACCIAMO IL PUNTO Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

1. Quali requisiti devono avere i beni per essere considerati economici? 2. Che cosa sono i servizi?

3. In base a quali caratteristiche vengono classificati i beni? 4. In particolare, rispetto ai rapporti reciproci, quali diversi beni possiamo incontrare? 5. Qual è la differenza tra reddito e patrimonio? 6. Da che cosa è composta la ricchezza dell’intera collettività nazionale?

153


1 . 4 L’utilità economica Il concetto di utilità in economia Nel linguaggio degli economisti, l’utilita è l’attitudine, vera o presunta, di un bene a soddisfare un bisogno. A differenza del suo significato in linguaggio corrente (utile = vantaggioso), in economia un bene è utile quando è considerato idoneo a soddisfare un bisogno: in questo senso, è “utile” anche una sigaretta (malgrado i danni alla salute che provoca), se si desidera fumarla. Non si considerano, quindi, valutazioni di ordine morale. L’utilità è soggettiva, perché varia da individuo a individuo, e variabile perché lo stesso bene non ha la stessa utilità in tutte le circostanze e in qualunque momento. → Unità 1, Secondo gli economisti della scuola marginalista, l’utilità è misurabile perché percap. 3 mette al consumatore di verificare il livello di soddisfazione raggiunto man mano che consuma il bene. Per poterla misurare, è necessario introdurre l’ipotesi che ciascun bene sia divisibile in dosi uguali. In questo modo avremo: • l’utilità iniziale cioè l’utilità ottenuta da un soggetto dal consumo della prima dose del bene; Utilità marginale Marginal utility

• l’utilità marginale  cioè la variazione di utilità ottenuta da un soggetto dal consumo di una unità aggiuntiva dello stesso bene. L’intera teoria dell’utilità poggia su una nozione di natura psicologica, così enunciata da un autorevole esponente della scuola marginalista: «La grandezza dell’intensità di un piacere decresce progressivamente sino alla sazietà, se soddisfiamo detto piacere in modo continuo e ininterrotto» (legge di Gossen). Ciò significa che l’utilità marginale è decrescente perché man mano che il soggetto consuma il bene, il bisogno diminuisce gradualmente di intensità fino al momento in cui l’individuo è sazio e l’utilità marginale è pari a zero. Pertanto la prima dose di bene per il soggetto che lo consuma ha un’utilità elevata che decresce mentre consuma le dosi successive. Introduciamo ora un’altra importante definizione. L’utilità totale è la somma dell’utilità delle singole dosi. Al crescere delle dosi disponibili di un bene, anche l’utilità totale cresce, ma per incrementi via via decrescenti, a causa della legge di Gossen appena enunciata. I DATI PARLANO 1 

Le curve di utilità Rappresentiamo ora con due curve l’andamento dell’utilità marginale e di quella totale relativa ai sorsi di acqua bevuti alla fontanella. Se indichiamo sull’asse delle ordinate l’utilità marginale e sull’asse delle ascisse le successive dosi di bene, nell’ipotesi che le dosi siano piccolissime, avremo la rappresentazione dell’utilità marginale illustrata di seguito nella figura A. Analogamente, possiamo tracciare la curva di utilità totale. Riportando sull’asse delle ordinate l’utilità totale, e su quello delle ascisse la quantità, avremo l’andamento illustrato nella figura B. I DATI PARLANO 2  MAPPA 

154

U3 Domanda e offerta . C1 La sfera della domanda


I DATI PARLANO

Videolezione

1 La dinamica dell’utilità

Se nel corso di una gita in mountain bike avverto una gran sete, il primo sorso d’acqua che bevo a una fontana ha per me un’utilità molto alta, il secondo ha un’utilità minore, e così di seguito, fintanto che continuare a bere non ha nessuna utilità, perché la mia sete è completamente soddisfatta. Anzi, un ulteriore sorso mi darebbe solo fastidio, avendo per me una utilità negativa.

LESSICO  Marginale In economia indica sempre una dose o un elemento aggiuntivo agli ultimi considerati.

Riportiamo l’esempio della gita in mountain bike in una tabella. Ci aiuterà a capire la dinamica dell’utilità. Utilità marginale e utilità totale in funzione del variare delle dosi disponibili Quantità (sorsi di acqua) Utilità marginale Utilità totale I 25 50 II 15 40 III 8 48 IV 5 53 V 3 56 VI 2 58 VII 1 59

2 Le curve di utilità La curva di utilità marginale: • decresce dapprima molto rapidamente, sino a intersecare l’ascissa quando viene raggiunta la sazietà; • aldilà di tale valore, sull’ordinata registra un valore negativo provocato dal settimo sorso d’acqua bevuto controvoglia;

La curva di utilità totale: • esce dall’origine degli assi in quanto a una quantità nulla di bene, si associa una utilità totale pari a zero; • cresce dapprima molto rapidamente, per presentare poi incrementi via via decrescenti, diventa parallela all’asse delle ascisse quando il bisogno è completamente soddisfatto per poi cambiare direzione e scendere quando l’ulteriore sorso di acqua è stato bevuto controvoglia.

Fig. A

Fig. B

Utilità marginale Utilità marginale

A

Quantità Quantità

0

MAPPA

0

A

Utilità totale Utilità totale

B

0

Quantità Quantità

0

B

FACCIAMO IL PUNTO Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

UTILITÀ

1. Sai definire a che cosa si riferisce l’utilità di un bene?

può essere iniziale

marginale

totale

2. Quali caratteri presenta l’utilità? caratteri

soggettiva

variabile

misurabile decrescente

3. Per quale motivo l’utilità marginale ha un andamento decrescente?

155


1 . 5 L’equilibrio del consumatore mediante la funzione di utilità

Il consumatore razionale Il soggetto economico si comporta razionalmente quando impiega i mezzi di cui dispone, in modo tale da massimizzare la sua soddisfazione. Pertanto, il consumatore acquisterà le quantità di beni necessarie al soddisfacimento dei suoi bisogni in modo da ottenere la massima utilità possibile. Quando raggiunge questa posizione, il consumatore si dice in equilibrio. Vediamo alcuni esempi di come opera concretamente il consumatore. Per esaminare un modello di comportamento razionale del consumatore, supponiamo che: • una persona abbia a sua disposizione redditi crescenti (ad esempio euro 300, 500, 800) da ripartire tra diversi bisogni; • il prezzo unitario delle dosi dei beni A, B, C, idonei a soddisfare quei bisogni, sia uguale (ogni dose euro 100); • l’utilità marginale di detti beni sia quella illustrata nella tabella. I DATI PARLANO (TABELLA A)  Dato che il prezzo di ciascuna dose di bene è 100, questa persona agirà razionalmente se, disponendo di: • un reddito di 300, acquisterà due dosi di A e una di B; PLUS L’equilibrio del consumatore mediante le curve di indifferenza

• un reddito di 500, acquisterà tre dosi di A e due di B; • un reddito di 800, acquisterà quattro dosi del bene A, tre del bene B e una del bene C. È facile dimostrare che, a ciascuno dei tre livelli di reddito considerati, qualsiasi combinazione diversa da quella indicata determinerebbe una riduzione dell’utilità totale (UT) del consumatore. Quindi, nell’ipotesi in cui il prezzo delle singole dosi dei beni sia uguale, il soggetto economico ripartirà il reddito disponibile in modo da uguagliare le utilità marginali dei beni da acquistare. L’uguaglianza delle utilità marginali implica che l’ultima unità di reddito spesa in ogni bene dia al consumatore la medesima utilità.

L’utilità marginale ponderata È però evidente che l’ipotesi per la quale beni diversi abbiano prezzi uguali è assai lontana dalla realtà: per chiunque è infatti impossibile immaginare che un paio di scarpe abbia lo stesso prezzo di un kg di arance o di un’automobile! Da questo indiscutibile dato di fatto, discende che il raffronto con un’unità di moneta tra le utilità delle singole dosi di beni aventi prezzo diverso è impossibile senza che venga istituito preventivamente uno strumento in grado di ponderare le rispettive utilità marginali con i singoli prezzi. In questo ci viene in aiuto il calcolo dell’utilità marginale ponderata. L’utilità marginale ponderata è data dal rapporto tra l’utilità marginale del bene e il prezzo dello stesso bene. I DATI PARLANO (TABELLA B)  Per calcolare l’utilità marginale ponderata delle singole frazioni di un bene, è allora necessario dividere l’utilità della dose considerata per il prezzo del bene in questione. Così procedendo per tutte le singole dosi di tutti i beni considerati, cioè dividendole per il prezzo del rispettivo bene, si otterrà un quadro reale e completo delle preferenze del consumatore rispetto i beni considerati.

156

U3 Domanda e offerta . C1 La sfera della domanda


I DATI PARLANO

Il consumatore razionale

Videolezione

Tab. A - Variazione dell’utilità marginale nell’ipotesi in cui i prezzi unitari delle dosi siano uguali Dosi Gradi di utilità marginale Bene A Bene B I

100

Bene C

90

75

II

90

80

70

III

80

75

65

IV

75

70

50

V

70

65

40

VI

65

50

30

VII

50

40

20

Reddito 300 euro SCELTA UTILITÀ bene A 100 + bene A 90 + bene B 90 = TOT. 280 utilità

SPESA 100 + 100 + 100 = 300 spesa

Totale euro 100 x 3 = euro 300 spesa complessiva

L’utilità marginale comparata Immaginiamo ora che i beni della tabella sopra abbiamo prezzi diversi. Per esempio la dose del bene A ha prezzo unitario 10; il bene B prezzo unitario 5, il bene C prezzo unitario 4. Le utilità marginali ponderate saranno allora come segue. Tab. B - Variazione dell’utilità marginale ponderata nell’ipotesi in cui i prezzi unitari delle dosi siano diversi Dosi Gradi di utilità marginale ponderata* Bene A Bene B Bene C I

10,00

18,00

II

9,00

16,00

17,50

III

8,00

15,00

16,25

IV

7,50

14,00

12,50

V

7,00

13,00

10,00

VI

6,50

10,00

7,50

VII

5,00

8,00

5,00

Combinazione ottimale: C+B+C+C+B+B+B+B+C+A+B+C = 1A + 6B + 5C Costo per ciascun bene: 1 x 10 + 6 x 5 + 5 x 4 = euro 10 + 30 + 20 Spesa totale euro 60

18,75

Il soggetto economico è ora in equilibrio se, disponendo di un reddito di 60, acquista una dose del bene A, sei dosi del bene B e cinque dosi del bene C, perché in corrispondenza di tali quantità acquistate le utilità marginali ponderate sono uguali e massima l’utilità totale.

* I valori delle colonne si ottengono dividendo i gradi di utilità marginale (Tab. A) per i rispettivi prezzi. Per esempio, la I dose del bene A, ha una utilità marginale pari a 100, che diviso per 10 (prezzo della dose) dà una utilità marginale pari a 10; la II dose del bene A ha una utilità marginale pari a 90, che diviso per 10 (prezzo della dose) dà una utilità marginale pari a 9 e così via per tutte le successive dosi del bene A. Analogamente si procede per il bene B e il bene C, dividendo le singole dosi di entrambi i beni per 5 (prezzo del bene B) e per 4 (prezzo del bene C).

FACCIAMO IL PUNTO Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

1. Quando un bene è considerato utile da un punto di vista economico? 2. Quali sono le caratteristiche dell’utilità? 3. Perché l’utilità marginale ha un andamento decrescente? 4. Sapresti completare i calcoli dell’esempio con un reddito a disposizione di 500 e 800 euro?

157


La legge del comportamento del consumatore Si può allora enunciare la seguente legge del comportamento del consumatore.

PLUS Le curve di indifferenza

Per ottenere la massima soddisfazione da un reddito limitato, il consumatore deve ripartire il suo reddito fra i vari beni in modo da uguagliare le utilità marginali ponderate dei beni stessi (legge del livellamento delle utilità marginali ponderate).

L’equilibrio del consumatore può esprimersi in modo semplice e sintetico utilizzando → Unità 1, il linguaggio matematico. Ricordiamo che il ricorso alla matematica per esprimere le par. 3.8 leggi economiche è tipico della scuola neoclassica, detta anche austriaca o matematica, proprio per il frequente ricorso a questo linguaggio. Se chiamiamo: u1, u2, u3, ..., un le utilità marginali dei beni; p1, p2, p3, ..., pn i prezzi di mercato dei beni stessi, il consumatore sarà in equilibrio se: u1 u u u = 2 = 3 = ... = n p1 p2 p3 pn Come si vede dalla tabella B della pagina precedente che riporta le variazioni dell’utilità marginale ponderata nell’ipotesi in cui i prezzi unitari delle dosi siano diversi: l’individuo raggiunge la massima soddisfazione attraverso l’uguaglianza delle utilità marginali ponderate dei beni considerati. Da questa posizione il consumatore tende a non allontanarsi, dato che massimizza la soddisfazione dei suoi bisogni, avendo impiegato in modo razionale il suo reddito disponibile.

158

“Consumiamo ogni giorno senza pensare, senza accorgerci che il consumo sta consumando noi e la sostanza del nostro desiderio. È una guerra silenziosa e la stiamo perdendo” (Zygmunt Bauman)

E ORIENTAMENTO

EDUCAZIONE CIVICA

Nuovi stili di acquisto: il consumo critico

Il consumo critico o consapevole rappresenta un modo alternativo di acquistare beni e servizi, poiché il consumatore orienta le proprie scelte in base a precisi criteri di sostenibilità ambientale, sociale ed economica. Ciò non significa rinunciare alla qualità dei beni e servizi acquistati: al contrario essa risulterà potenziata, dal momento che il consumatore non sarà spinto a comprare soltanto dal prezzo o dalle mode, ma saprà riconoscere come componente essenziale della qualità dei prodotti la loro modalità di produzione e commercializzazione. Il consumo critico pertanto è un consumo lento, meditato, organizzato e attento; esso si contrappone a quello compulsivo, veloce, istintivo e poco lungimirante. Potremmo dire che il consumo consapevole muove la mente e il cuore dei consumatori e non soltanto la loro pancia. Tra i molteplici esempi di tale forma di consumo si può annoverare il mercato dei prodotti sfusi o alla spina e zero waste, ossia un mercato che promuove uno stile di vita volto a ridurre l’impatto ambientale, e conseguentemente quello economico-sociale,

U3 Domanda e offerta . C1 La sfera della domanda

mediante l’acquisto di beni privi di imballaggi, considerando che ogni anno vengono prodotti oltre 170 kg di rifiuti da packaging per abitante in UE. Al fine di avviare percorsi di consumo sostenibile, critico e consapevole di vera economia circolare diventa centrale il ruolo dei consumatori. Anche il tuo!


ECONOMIA E REALTÀ

Carrello della spesa salato Nonostante l’inflazione sia rientrata nella media europea a fine 2023, sono i salari che non crescono a incidere sul bilanciamento dei consumi e del reddito. Le famiglie perdono potere d’acquisto, tant’è che nel 2024 una su tre dichiara di vivere peggio rispetto all’anno precedente. Gli stipendi reali  sono diminuiti del 7,3%. Secondo Christian Centonze, analista di Niq, “Ci sono due grandi gruppi di consumo in Italia: le famiglie con figli sotto i 24 anni che vivono in casa e le famiglie mature, composte da membri di un’età superiore ai 55 anni che hanno figli fuori casa. In Italia non esistono famiglie con figli ad alta disponibilità di reddito: la quasi totalità è in difficoltà. Il primo gruppo è calante sia dal punto di vista dei consumi sia da quello demografico. Il secondo è invece in ascesa”. In questo contesto, il 96% dei consumatori italiani e il 93% di quelli europei ha cambiato il modo di fare la spesa per cercare di risparmiare. La metà degli italiani segue puntualmente la lista delle cose necessarie, per eliminare

il superfluo, e sceglie di acquistare prodotti in promozione. Il 63% è attento agli sprechi, il 68% limita le occasioni di svago e tempo libero. Riprendendo i gruppi di riferimento, significative le differenze tra le famiglie con figli e quelle mature: le prime prediligono la praticità, e diminuiscono l’acquisto di prodotti freschi come frutta e verdura, mentre le seconde sono più attente alla salute e alla qualità. Il benessere è però una prerogativa alla quale gli italiani, in generale, non vogliono rinunciare. Nel carrello della spesa entrano sempre più prodotti “salutari”, come prodotti senza zucchero, proteici, integratori e sostitutivi delle proteine animali.

LESSICO  Stipendi reali Indicano la quantità di beni che il lavoratore può acquistare con la sua retribuzione.

FACCIAMO IL PUNTO Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

1. In quale modo il consumatore riesce a ottenere la massima utilità? 2. Quale operazione è necessario fare per comparare tra loro beni con prezzi diversi? 3. In quale modo il consumatore raggiunge la massima soddisfazione nel ripartire il reddito tra beni con prezzi diversi?

Alleniamo la CITTADINANZA ECONOMICA La classe viene divisa in 3 gruppi, affinché si possa svolgere la seguente ricerca: 1. il primo gruppo raccoglierà dati e informazioni sulla situazione del mercato degli sfusi e zero waste nell’Unione europea; 2. il secondo gruppo raccoglierà dati e informazioni sulla situazione del mercato degli sfusi e zero waste in Italia; 3. il terzo gruppo raccoglierà dati e informazioni sulla situazione del mercato degli sfusi e zero waste nella propria Regione. Ciascun gruppo presenterà mediante idonei strumenti digitali la propria ricerca in classe e al termine delle relazioni, con l’aiuto dell’insegnante di economia politica, si potrà intavolare un confronto tra sostenitori e oppositori di tale forma di consumo, mettendone in evidenza pro e contro.

PROFESSIONI E COMPETENZE DEL FUTURO Secondo il quadro europeo delle competenze per la sostenibilità (GreenComp), è necessario comprendere e risolvere insieme le crisi del nostro tempo, potenziando i valori, il pensiero sistemico, l’alfabetizzazione al futuro e la capacità di azione. In particolare, il consumo critico opera in quest’ultimo ambito (capacità d’azione) sia a livello individuale sia a livello collettivo. Organizzate come classe una concreta iniziativa di consumo critico e presentatela nell’ambito delle attività di orientamento sul sito o sui social della scuola.

159


1 . 6 La curva di domanda La domanda → Unità 1, Abbiamo sinora analizzato il comportamento del consumatore seguendo l’analisi neocap. 3 classica. È facile osservare che essa presenta un elevato grado di astrattezza, dato che la scuola marginalista, basandosi sulla possibilità di misurare l’utilità, mostra una scarsa adesione alla realtà. I più recenti metodi di analisi cercano quindi un maggior grado di concretezza. Anche se i presupposti teorici rimangono all’origine della ricerca, oggi essa si basa soprattutto sulla verifica empirica  delle leggi economiche relative al comportamento dei consumatori.

La domanda è la quantità di un bene (o di un servizio) che un soggetto è disposto ad acquistare a un dato prezzo in un dato momento e in un dato luogo. Si tratta, in questo caso, di domanda individuale. La somma di più domande individuali considerate nel loro insieme forma la domanda collettiva o domanda aggregata. Nella moderna analisi della domanda, è stato riservato un ampio spazio allo studio dell’influenza dei prezzi e del reddito del consumatore sulla quantità domandata. Ci soffermiamo quindi a esaminare in modo particolare il ruolo di tali fattori oggettivi, anche se ne esistono altri che sono in grado di influenzare la domanda di un bene.

I fattori che influenzano la domanda La domanda (D) di un bene dipende principalmente: • dal prezzo vigente sul mercato (p1); • dal reddito del consumatore (Y); • dal prezzo degli altri beni (p2, p3, ... pn); • dai gusti e dalla pubblicità (G). Il concetto può essere espresso con la seguente funzione: D1 = f (P1, Y, p2, p3, ..., pn , G)

La domanda in funzione del prezzo di un bene Tra i fattori che influenzano la domanda, il principale è certamente il prezzo dei beni. Come varia la quantità domandata di un bene al variare del suo prezzo? È un fatto di comune osservazione che la domanda di un bene diminuisce all’aumentare del suo prezzo e viceversa. Riportiamo nella tabella di pagina seguente le domande di tre soggetti in corrispondenza dei diversi prezzi di mercato. I DATI PARLANO  In base all’esempio numerico si può esprimere quindi la seguente legge della domanda. All’aumentare del prezzo di un bene, ferme restando le altre grandezze che influiscono sulla domanda, la quantità domandata diminuisce, e viceversa.

Si tratta quindi di una funzione inversa. Rappresentiamo graficamente la variazione della domanda collettiva dell’esempio al variare del prezzo del bene. I DATI PARLANO  Carattere della curva di domanda è l’istantaneità, in quanto essa descrive la variazione immediata della quantità domandata al variare del prezzo del bene, fermi restando tutti i rimanenti fattori (reddito disponibile, gusti del consumatore ecc.). È questa un’applicazione tipica della clausola “ceteris paribus” (a parità di altre condizioni). Due eccezioni a questa legge sono costituite dai beni inferiori e dai beni di extra lusso, la cui domanda non scende all’aumentare del loro prezzo, ma anzi in alcuni casi addirittura aumenta.

160

U3 Domanda e offerta . C1 La sfera della domanda


I DATI PARLANO

Videolezione

La domanda in funzione del prezzo del bene

 Verifica empirica

Scheda di domanda individuale e di domanda collettiva al variare del prezzo Prezzo unitario

Domanda individuale Soggetto A Soggetto B Soggetto C

1000

Domanda collettiva A+B+ C

180

LESSICO

100

120

2000

90

90

100 100

160

110

350

300

400

3000

70

60

90

70

140

80

300

210

4000

50

30

70

50

130

70

250

150

5000

30

10

40

40

100

60

170

100

6000

10

0

20

30

50

50

80

80

7000

-

0

10

20

20

40

30

60

Processo finalizzato ad accettare o respingere una teoria attraverso l’osservazione della realtà. In economia si tratta di convalidare le leggi economiche alla luce dei comportamenti reali dei diversi operatori di mercato.

Domanda collettiva rispetto al prezzo unitario

Domanda collettiva

400

300

200

100

0 1000

2000

3000

4000

5000

Prezzo unitario

6000

7000

PLUS

Eccezioni alla legge della domanda Non sempre la domanda varia inversamente al prezzo; in alcuni casi si verificano delle eccezioni. I casi più importanti sono dati da beni che sono tipicamente consumati dai soggetti più poveri e dai soggetti più ricchi. I beni dei poveri. La prima anomalia è nota come il paradosso di Giffen. L’economista inglese Robert Giffen, (1837-1910), osservò che «un aumento del prezzo del grano incide largamente sul reddito delle famiglie più povere, onde queste sono costrette a ridurre il consumo della carne e di altri farinacei più costosi e a consumare più grano, questo essendo il cibo che possono ottenere più a buon mercato». In pratica, una famiglia povera che mangia pane e patate tutta la settimana e solo la domenica può permettersi di acquistare pollo, all’aumento del prezzo delle patate e del pane, non avrà più abbastanza denaro per il pollo della domenica e consumerà pane e patate anche la domenica. I beni dei ricchi. Un’altra importante anomalia è nota con il nome di effetto di Veblen. Thorstein Veblen (1857-1929), economista statunitense, nel libro La teoria della classe agiata (1899) analizzò il comportamento delle famiglie americane ricche. Per esse l’acquisto di beni costosi è uno status symbol e quindi

all’aumentare del prezzo dei beni da ostentare ne acquistano di più. Il fenomeno si verifica nei gruppi sociali più elevati, dove i consumatori possono trarre soddisfazione non solo dalle qualità intrinseche di un bene, ma anche dall’elevato prezzo pagato per ottenere il bene stesso. In altre parole, il soggetto acquista pellicce, brillanti, orologi e profumi più costosi per ostentare la propria ricchezza. Quindi, il consumatore aumenterà i propri acquisti al crescere del prezzo, mentre sposterà la sua domanda verso beni ritenuti più prestigiosi a ogni diminuzione del prezzo del bene. RISPONDI 1. Qual è l’anomalia che entrambi i beni descritti presentano rispetto alla legge di mercato? 2. A tuo parere l’anomalia è causata dalla medesima ragione per entrambi i beni? Motiva la risposta. 3. Sai fornire altri esempi di beni di Giffen e di Veblen?

161


La domanda in funzione del reddito Se il reddito del soggetto aumenta, anche i suoi consumi tendono ad aumentare. La quantità domandata del bene è quindi funzione diretta del reddito. Questa regola generale subisce però delle eccezioni. Si supponga che un certo bisogno del consumatore sia già completamente soddisfatto a un certo livello di reddito; se quest’ultimo aumenta, difficilmente aumenterà il consumo di quel bene che lo soddisfa, soprattutto se si tratta di un bene di prima necessità. PER ESEMPIO 1 

La domanda in funzione del prezzo degli altri beni La domanda di un bene è anche collegata ai prezzi dei suoi beni concorrenti e complementari. PER ESEMPIO 2  Si può generalizzare questa osservazione come segue. Nel caso dei beni concorrenti la domanda di un bene è funzione diretta del prezzo del bene concorrente, quindi essa aumenta se aumenta il prezzo del bene principale. Nel caso dei beni complementari, invece, la domanda di un bene è funzione inversa del prezzo dell’altro bene, quindi essa diminuisce se aumenta il prezzo del bene principale. PER ESEMPIO 3 

La domanda in funzione dei gusti del consumatore e della pubblicità Per quanto riguarda i gusti, data l’estrema difficoltà che si incontra nel misurare in modo oggettivo un elemento soggettivo, cioè che varia tra i diversi consumatori, si → Unità 4, preferisce considerarli come residui non spiegati, mentre per quanto riguarda la pubpar. 3.8 blicità, data la sua significativa incidenza nella vita contemporanea, ne tratteremo in seguito sotto un profilo generale.

1 . 7 L’elasticità della domanda Il concetto di elasticità è stato elaborato da A. Marshall per misurare come varia la domanda alle variazioni di prezzo del bene o di altri fattori. L’elasticità della domanda può essere calcolata in riferimento al prezzo del bene, al prezzo degli altri beni e al reddito del consumatore.

L’elasticità rispetto al prezzo La reazione del consumatore al variare del prezzo non è uguale per tutti i beni. Alcuni di essi, come quelli di prima necessità, continuano a essere richiesti pressoché in ugual misura anche dopo un aumento dei prezzi. PER ESEMPIO 4  Il caso dei beni alimentari. A livelli di reddito molto elevati le variazioni di prezzo dei prodotti alimentari non fanno variare la domanda, mentre a livelli di reddito meno elevati ciò può avvenire, specialmente ove esistano beni concorrenti (ad esempio un aumento di prezzo delle carni rosse potrebbe dirottare la domanda verso le carni bianche, come il pollame). Altri beni invece si comportano in modo opposto: a una piccola variazione in aumento dei prezzi, corrisponde una caduta nella quantità domandata. PER ESEMPIO 5 

162

U3 Domanda e offerta . C1 La sfera della domanda


MAPPA PER ESEMPIO

INFLUENZANO LA DOMANDA fattori soggettivi

fattori oggettivi prezzo

reddito

funzione inversa

funzione diretta

gusti e pubblicità

prezzo di altri beni concorrenti

complementari

funzione diretta

funzione inversa

1 La domanda in funzione del reddito Essere diventato più ricco, non mi fa aggiungere tre cucchiaini di zucchero al caffè, o più sale nell’insalata. In ogni caso, a livelli di reddito sempre maggiori, il consumatore modificherà le proprie abitudini di spesa abbandonando la domanda di beni inferiori per dedicarsi all’acquisto di beni normali e superiori.

2 La domanda in funzione del prezzo degli altri beni Se, fermo restando il prezzo del vino, aumenta il prezzo della birra, molto probabilmente la domanda di vino tenderà a crescere, perché il consumatore sostituirà il vino alla birra.

3 Beni concorrenti e complementari Se aumenta il prezzo delle moto e degli scooter, i consumatori tenderanno ad acquistarne di meno a favore, ad esempio, delle biciclette elettriche. Caleranno quindi sia la domanda di moto e scooter sia degli articoli a essi complementari come ad esempio i caschi da moto, mentre aumenterà la domanda di biciclette elettriche e gli articoli a esse complementari come ad esempio i caschetti da bici.

4 Beni di prima necessità Il pane, la pasta, il riso, il sale da cucina continuano a essere richiesti nella stessa quantità dai consumatori, anche quando il loro prezzo aumenta. Probabilmente la domanda di questi beni tende a diminuire solo quando il prezzo supera un certo livello.

5 Beni non di prima necessità Se il prezzo del biglietto del cinema aumenta, verosimilmente molti potenziali spettatori potrebbero rinunciare all’acquisto.

FACCIAMO IL PUNTO Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

1. Che cosa si intende per domanda? 2. Come varia la domanda al variare del prezzo? 3. Quali altri fattori influiscono sulla quantità domandata di beni e servizi?

163


L’elasticità della domanda è il rapporto tra la variazione percentuale della quantità domandata del bene e la variazione percentuale del suo prezzo. La misura dell’elasticità rispetto al prezzo (Ep) si ottiene quindi secondo la seguente formula: Ep =

variazione % della quantità domandata variazione % del prezzo

A seconda del valore assunto dall’elasticità, la domanda può essere: • elastica, quando la variazione percentuale della domanda è superiore alla variazione percentuale del prezzo; • rigida rispetto al prezzo, nel caso contrario; • neutrale rispetto al prezzo, se la variazione percentuale della domanda è uguale alla variazione percentuale del prezzo. Riportiamo nella tabella di pagina seguente alcuni esempi di calcolo di elasticità della domanda rispetto al prezzo e costruiamo i relativi grafici. I DATI PARLANO  Rapporto tra elasticità e prezzo. Ma da che cosa dipende l’elasticità delle curve di domanda dei beni? L’elasticita rispetto al prezzo dipende da molti fattori, come la natura o l’utilizzo del bene domandato, il livello del reddito, la forza dell’abitudine del consumatore, la disponibilità di beni concorrenti e così via. PER ESEMPIO 1 

L’elasticità rispetto al prezzo dei beni concorrenti e complementari Il coefficiente di elasticità incrociata misura la variazione della domanda in relazione al variare del prezzo dei beni concorrenti e complementari. PER ESEMPIO 2  Il calcolo dell’elasticità incrociata nell’esempio citato ha lo scopo di stabilire l’entità delle ripercussioni dell’aumento del prezzo della benzina sulla domanda di tali servizi. L’elasticità incrociata, indicata con Ex, si calcola come segue: variazione % della quantità domandata Ex = variazione % del prezzo del bene corrente (o complementare)

ECONOMIA E REALTÀ

Cioccolata meno amara con il consumatore “razionalmente solidale” La felicità non si può comprare, la cioccolata sì. Mentre la mangiamo, ne desideriamo ancora perché la cioccolata fa aumentare i livelli di alcuni neurotrasmettitori che inducono le sensazioni di piacere e di benessere. Un segreto oscuro e amaro si nasconde, però, nei cioccolatini e nelle tavolette che acquistiamo spensierati e che accomuna tutti i cibi a base di cacao. Riguarda i bambini. Un’indagine svolta in Costa d’Avorio e in Ghana dal Centro di ricerca dell’Università di Chicago ha svelato che il lavoro minorile nella catena di produzione del cacao è in continuo aumento. Sono quasi un milione e seicentomila i bambini e i minori tra i 5 e i 17

164

U3 Domanda e offerta . C1 La sfera della domanda

anni che lavorano nell’industria del cacao in Africa. Bambini sfruttati, a cui è impedito di frequentare la scuola, costretti a un lavoro ad alto rischio che comporta l’utilizzo di strumenti pericolosi, il trasporto di carichi pesanti e l’esposizione a pesticidi e fertilizzanti impiegati per la coltivazione delle piante di cacao. Nascosto in molti prodotti di importazione c’è un sistema economico mondiale che imposta la sua crescita sullo sfruttamento dei lavoratori nei luoghi dove si trovano le materie prime: un esempio per tutti è proprio la filiera del cacao. Mentre la maggior parte dei coltivatori di cacao in Africa vive con meno di un dollaro al giorno, l’industria del cacao genera 100 miliardi di dollari all’anno, senza essere in grado


I DATI PARLANO

Elasticità della domanda in funzione del variare del prezzo del bene Variazione % del prezzo 10% 10% 10%

Variazione % della domanda 30% 5% 10%

Coefficiente di elasticità 3,0 0,5 1,0

Tipo di domanda elastica rigida neutrale

La domanda in base all’elasticità Domanda elastica

Domanda rigida

Domanda neutrale

Prezzo

Prezzo

Prezzo

P P₁

P P₁

P P₁

O

Q

Q₁

La variazione di domanda di circa il 30% è espressa dal segmento Q-Q1 e risulta proporzionalmente maggiore dell’aumento di prezzo.

PER ESEMPIO

O

Quantità

QQ₁

La variazione di domanda di circa il 5% è espressa dal segmento Q-Q1 e risulta proporzionalmente minore dell’aumento di prezzo.

1 Rapporto tra elasticità e prezzo Se il bene domandato è il sale, il consumatore che lo acquista per uso alimentare non ne aumenterà il consumo se scende di prezzo, né lo ridurrà se il prezzo aumenta (la sua domanda è rigida). Se invece la domanda di sale proviene da un’impresa chimica che lo usa come materia prima industriale, o da una società autostradale che lo sparge sulla carreggiata per impedire la formazione di ghiaccio nei periodi invernali, la situazione è diversa

O

Quantità

QQ₁

Quantità

La variazione di domanda è espressa dal segmento Q-Q1 e risulta proporzionalmente identica all’aumento di prezzo del 10%.

(il sale potrebbe essere sostituito da un bene concorrente, ad esempio, sabbia).

2 L’elasticità rispetto al prezzo dei beni concorrenti e complementari Un notevole aumento del prezzo della benzina comporta una caduta nella domanda di automobili. Probabilmente, i consumatori si rivolgeranno ad altri servizi sostitutivi, come i mezzi pubblici o le auto elettriche.

di eliminare lo sfruttamento del lavoro minorile dalle proprie filiere e garantire ai coltivatori di cacao un reddito dignitoso. Sono sempre di più, però, i consumatori che razionalmente si dimostrano solidali, che cercano un mercato diverso, disposti a pagare un prezzo più alto pur di trovare nell’etichetta la dicitura SLAVE FREE, l’ingrediente fondamentale della cioccolata che genera benessere per chi la produce e per chi la consuma. Razionalmente e solidalmente.

RISPONDI

1. I prezzi dei prodotti del mercato equo solidale sono più alti di quelli delle marche commerciali. A che cosa corrisponde la maggiorazione di prezzo? 2. Che cosa vuol dire nel testo l’espressione “consumatori che diventano razionalmente solidali”? 3. Come ti farebbe sentire l’acquisto di un bene equo solidale?

165


L’elasticità rispetto al reddito Al variare del reddito, in aumento o in diminuzione, il consumatore può aumentare o diminuire in modo diverso la domanda di singoli beni o di gruppi di beni, e ciò perché il coefficiente di elasticità rispetto al reddito varia in riferimento ai diversi beni. PER ESEMPIO  Per il calcolo di questo coefficiente si pone a raffronto la variazione percentuale della quantità domandata e la variazione percentuale del reddito che ha originato l’aumento di domanda. Esso è quindi dato dal seguente rapporto: Er =

variazione % della quantità domandata variazione % del reddito

Analogamente a quanto accade alla elasticità rispetto al prezzo (Ep), a seconda del valore assunto dall’elasticità rispetto al reddito (Er), la domanda può essere: • elastica, se Er > 1; • rigida, se Er < 1;

E ORIENTAMENTO

ECONOM

IA

• neutrale (o a elasticità unitaria), se Er = 1. MAPPA 

Intelligenza artificiale e data center: domanda di energia alle stelle La rivoluzione tecnologica si sta ormai facendo spazio in ogni settore, dalle grandi aziende fino alla vita privata. Ma qual è l’ingrediente principale che sta permettendo all’intelligenza artificiale di espandersi in ogni aspetto della nostra vita? Un enorme numero di dati che vengono integrati e analizzati grazie a delle strutture specializzate, denominate data center, che hanno un forte impatto sulla domanda di energia elettrica, pari al 10% annuo fino al 2030. Considerato questo aumento, occorre affrontare un problema non indifferente: dovrebbe essere chiaro che stiamo andando incontro a un futuro dove la fornitura di energia elettrica tradizionale non sarà più sufficiente a soddisfare la domanda. Se questo può preoccupare, dall’altra parte le soluzioni di energia rinnovabile potrebbero arrivare in soccorso. Per ottenere una maggiore efficienza dei data center, considerando l’impatto dei calcoli sempre più massicci legati all’intelligenza artificiale, sono fondamentali anche sistemi di raffreddamento. Basti pensare che i centri che adottano tecnologie di raffreddamento all’avanguardia, possono ridurre notevolmente il consumo energetico. Nonostante le incertezze relative all’intelligenza artificiale, non ci sono dubbi sul suo impatto rivoluzionario. Un aumento dell’utilizzo di energia può spaventare, ma facendo un bilancio i benefici continuano a superare i rischi, ancora di più se verranno sfruttate energie rinnovabili. Adattato da https://www.we-wealth.com/content/ai-datacenter-domanda-di-energia-cresce

166

U3 Domanda e offerta . C1 La sfera della domanda


FACCIAMO IL PUNTO

Se ad esempio un aumento del reddito del 5% ha determinato un aumento dei consumi di generi alimentari e bevande del 2%, il coefficiente di elasticità risulta pari a 0,4 (Er). Se invece, lo stesso aumento di reddito genera un aumento del consumo degli stessi beni pari al 4%, il coefficiente di elasticità salirà allo 0,8%.

MAPPA

PER ESEMPIO

Il coefficiente di elasticità

Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

1. Che cosa si intende per elasticità della domanda? 2. Quali fattori influenzano l’elasticità della domanda rispetto al prezzo? 3. Che cosa misura il coefficiente di elasticità incrociata?

DOMANDA rispetto al prezzo e al reddito può essere

neutrale

rigida

elastica

E=1

E<1

E>1

LEGGI E RIFLETTI

• Quali sono gli aspetti più rilevanti dell’attuale rivoluzione tecnologica? • Per quali ragioni si prevede un aumento della domanda di energia elettrica nei prossimi anni? • Quali sono, a tuo parere, le possibili fonti di energia rinnovabile utilizzabili per soddisfare l’aumento della domanda?

METTITI ALLA PROVA

• Cerca nel web alcuni dati recenti sull’utilizzo di energia da parte dei sistemi di Intelligenza Artificiale. • Scegli un ambito geografico da analizzare (ad esempio italiano/europeo/globale). • Utilizzando uno strumento di presentazione digitale (ad esempio Canva), crea un’infografica per rappresentare i dati selezionati.

PROFESSIONI E COMPETENZE DEL FUTURO Dopo aver cercato in rete informazioni relative al manager della sostenibilità, individua le possibili tappe di un percorso formativo finalizzato a ricoprire questo ruolo professionale (percorsi di specializzazione tecnica post diploma-ITS Academy, studi universitari, stage lavorativi). Il manager della sostenibilità è responsabile dello sviluppo di iniziative che riducono l’impatto ambientale delle imprese. Ciò include la gestione delle risorse naturali, la riduzione delle emissioni di gas serra, il riciclo e la gestione dei rifiuti.

167


CAPITOLO

1

La sfera della domanda

Sintesi

Ascolta e ripassa

1 . 1 I bisogni economici

Il bisogno economico è una sensazione di insoddisfazione che l’individuo supera procurandosi beni e servizi. Caratteristiche dei bisogni sono l’illimitatezza, la saziabilità, la soggettività, la risorgenza, la complementarietà e la comparabilità. I bisogni economici si distinguono in primari e secondari, individuali e collettivi.

1 . 2 I beni economici

I beni economici sono i mezzi idonei a soddisfare i bisogni; presentano i requisiti di utilità e scarsità e, quindi, hanno un prezzo. Si distinguono: a seconda della funzione, in beni di consumo e beni strumentali; riguardo alla durata nel tempo, in beni durevoli e beni non durevoli; riguardo alla disponibilità nel tempo, in beni presenti e beni futuri; riguardo ai reciproci rapporti, in beni concorrenti e beni complementari.

1 . 3 Ricchezza, patrimonio e reddito

La ricchezza è l’insieme dei beni economici a disposizione di un soggetto o della collettività. Il patrimonio è la ricchezza misurata in un preciso momento (aspetto statico). Il reddito è il flusso di ricchezza che un soggetto percepisce in un periodo di tempo, per es. un anno (aspetto dinamico).

1 . 4 L’utilità economica

L’utilità economica è l’attitudine dei beni economici a soddisfare i bisogni umani. Essa è soggettiva e variabile da un soggetto all’altro e a seconda dei diversi momenti. In economia è fondamentale l’utilità marginale, che è la variazione di utilità derivante dal consumo di una dose aggiuntiva e decresce all’aumentare della quantità disponibile del bene. L’utilità totale, invece, è crescente sino a quando il bisogno è completamente soddisfatto.

1 . 5 L’equilibrio del consumatore mediante la funzione di utilità

Secondo l’analisi marginalista il consumatore è in equilibrio quando è in grado di ripartire il suo reddito nell’acquisto dei diversi beni in modo da uguagliare le utilità marginali ponderate (legge di livellamento delle utilità marginali ponderate).

1 . 6 La curva di domanda

La domanda di un bene è la quantità che un soggetto è disposto ad acquistare a un certo prezzo, in un dato momento e luogo; varia in funzione di numerosi fattori: il prezzo del bene, i prezzi dei beni concorrenti e complementari, il reddito disponibile, i gusti del consumatore e l’influenza della pubblicità. In base alla legge della domanda al variare del prezzo, la quantità domandata varia in senso inverso; è funzione inversa del prezzo.

1 . 7 L’elasticità della domanda

L’elasticità della domanda è data dal rapporto tra la variazione percentuale della quantità domandata e la variazione percentuale del prezzo; la domanda può essere rigida, elastica o neutrale rispetto al prezzo; l’elasticità della domanda, che è largamente impiegata in economia, si può misurare anche rispetto al prezzo dei beni concorrenti e complementari, e al reddito del consumatore.

168

U3 Domanda e offerta . C1 La sfera della domanda


Mappa da completare Dopo aver ripassato i contenuti dell’Unità, completa la mappa inserendo correttamente gli elementi mancanti scelti tra i seguenti beni concorrenti • beni economici • bisogni • consumo • elasticità • ponderate • prezzo • risorgenti • illimitati _______________________

• _ ______________ • saziabili • soggettivi • _ ______________ • complementari • comparabili

si soddisfano con

• primari • secondari • individuali • collettivi

_______________________

• utili • scarsi • hanno un _______

• beni materiali • servizi

UTILITÀ

Utilità totale

Utilità marginale

EQUILIBRIO DEL CONSUMATORE Legge del livellamento delle utilità marginali _______________________

FUNZIONE DELLA DOMANDA rispetto al_______________________

CURVA DELLA DOMANDA

______________________________________

rispetto al reddito DOMANDA RIGIDA

DOMANDA NEUTRALE

DOMANDA ELASTICA

RISPONDI ORA ALLE DOMANDE 1. Come si definiscono l’utilità totale e l’utilità marginale? 2. Che cosa sono i servizi? 3. Che cosa si intende per funzione della domanda? 4. Sai tracciare il grafico della curva di domanda? 5. Che cos’è l’elasticità rispetto al reddito? 6. Sai fare un esempio di un bene a domanda elastica? E a domanda rigida?

169


CAPITOLO

1

La sfera della domanda

Esercizi Consolidiamo le conoscenze...

SCELTA MULTIPLA 1. Completa l’affermazione scegliendo la frase corretta fra quelle proposte. 1. Il bisogno relativo alla necessità di una rete di trasporti efficiente per gli abitanti di una località, si dice a  individuale b  collettivo

c  selettivo d  marginale

2. Nonostante abbia mangiato un sandwich a merenda, a pranzo sono nuovamente affamato e ho bisogno di un buon pasto. Quale caratteristica specifica presenta questo bisogno? a  illimitatezza b  saziabilità

c  complementarietà d  risorgenza

3. La domanda di pane è a  elastica b  molto elastica

c  rigida d  neutrale

4. Fa parte dei beni strumentali a  il forno di zia Anna b  un pasto al ristorante c  una materia prima d  la macchina del caffè del bar sotto casa 5. Il consumatore è in equilibrio quando sono uguali a  le utilità marginali ponderate b  le curve medie del grafico c  le utilità medie ponderate d  le utilità 6. La domanda di un bene aumenta se a  diminuisce il prezzo del bene concorrente b  aumenta il prezzo del bene complementare c  diminuisce il suo prezzo d  aumenta il suo prezzo 7. Se per soddisfare un bisogno si può scegliere fra due beni diversi, essi sono a  durevoli b  strumentali c  complementari d  concorrenti 8. È quella parte della ricchezza che sotto varie forme viene percepita periodicamente dalle famiglie a  reddito b  patrimonio c  denaro d  risparmio

170

U3 Domanda e offerta . C1 La sfera della domanda

Esercizi interattivi

CANCELLA L’INTRUSO 2. Indica a che cosa si riferiscono i termini rimasti. Esempi: margherita, rosa, iris, mela → Fiori Intruso → mela 1. Iniziale, marginale, complementare, totale 2. Fondiario, mobiliare, immobiliare, interesse 3. Statico, dinamico, sistema, flusso 4. Crescente, soggettiva, variabile, misurabile 5. Individuale, collettiva, rigida, morbida

ASSOCIAZIONE 3. Associa la definizione scegliendola dall’elenco proposto. 1. reddito 2. domanda 3. patrimonio 4. beni concorrenti 5. beni strumentali 6. bisogni pubblici 7. Beni complementari a. ___Due beni che soddisfano lo stesso bisogno. b. ___Due beni che generalmente si consumano insieme c. ___Beni che vengono utilizzati per produrre altri beni d.___Bisogni che vengono soddisfatti dallo Stato e. ___Ricchezza posseduta in un dato momento f. ___Flusso di ricchezza percepita periodicamente g. ___Quantità di un bene o di un servizio che un soggetto è disposto ad acquistare a un dato prezzo in un dato momento e luogo

PREPARATI ALLA PROVA ORALE 4. Tra parentesi i paragrafi di riferimento.

1. In quali diversi modi è possibile classificare i bisogni economici? (1 .1) 2. Come viene definito un bene secondo la particolare visione dell’economia? (1.2) 3. In che cosa si differenziano i concetti di patrimonio e di reddito? (1.3) 4. Che differenza c’è fra il concetto di utilità come viene inteso in economia e come invece è considerato nel linguaggio comune? (1.4) 5. Per quale motivo è importante il concetto di utilità marginale? (1.5) 6. Come si rappresenta graficamente la legge della domanda? (1.6) 7. Quali sono le principali eccezioni alla legge della domanda? (1.6) 8. Come varia la domanda di un bene al variare del suo prezzo?(1.6) 9. Come varia la domanda di un bene al variare del prezzo di un bene concorrente? (1.6)


... per sviluppare le competenze CASI PRATICI 5. Esamina ciascun caso e fornisci delle soluzioni o rispondi motivando. 1. Utilità. Un pranzo in… economia

Oggi, durante il pranzo, ti è tornata in mente la lezione di economia fatta in classe. Mentre divoravi la porzione di lasagne che avevi nel piatto, hai pensato che quando torni da scuola sei sempre molto affamato. Per golosità, ne hai preso un secondo piatto e nonostante ti sentissi sazio, con uno sforzo, hai finito la mezza porzione che era rimasta nella teglia, affinché non si sprecasse. Man mano che gustavi il tuo pranzo, mentalmente assegnavi a ogni boccone un livello di utilità; così, aperto il quaderno di Economia, hai trascritto tutto in una tabella da cui hai poi ricavato alcuni grafici.

1. Dividi ciascuna porzione consumata in quattro parti (dosi). Quante parti hai consumato? 2. Attribuisci a ciascuna parte l’utilità corrispondente, cioè la tua soddisfazione. È sempre la stessa per tutto il pasto? 3. Calcola l’utilità totale che ottieni man mano che mangi le dosi di ogni porzione. 4. Riporta i dati in una tabella a tre colonne: dose – utilità marginale – utilità totale. 5. Costruisci il grafico dell’utilità marginale e quello dell’utilità totale. Come incide l’utilità marginale dell’ultima dose sull’utilità totale?

2. Elasticità della domanda. Destini… incrociati

Alcuni anni fa il quotidiano inglese The Times registrò un aumento delle vendite del 20% a seguito del taglio del prezzo, che era passato da 40 a 30 pence a copia. La più importante vittima del ribasso fu un giornale concorrente il Daily Telegraph (i due quotidiani avevano lo stesso target di lettori, i conservatori inglesi), che registrò un decremento nelle vendite pari al 10%.

1. Calcola il valore dell’elasticità rispetto al prezzo del giornale. Di che tipo di bene si tratta? 2. Che tipo di rapporto hanno tra loro The Times e il Daily Telegraph? 3. Calcola l’elasticità incrociata. Che cosa misura questo indice?

3. Reddito e domanda. Il carrello della spesa

Le famiglie X e Y, composte entrambe da 5 persone, percepiscono un reddito rispettivamente una il doppio dell’altra. Ipotizza le percentuali di reddito che ciascuna destina alla spesa di beni alimentari.

1. Sono uguali? 2. Sono una il doppio dell’altra? 3. Sono diverse? Motiva le tue risposte.

4. Classificazione dei beni. Il viaggio di istruzione

Devi fare la valigia per un viaggio di istruzione con la tua classe e decidi in modo razionale che cosa portare. Compila la tabella indicando quali oggetti porterai con te. Beni complementari Beni concorrenti Beni primari Beni secondari Beni durevoli Beni non durevoli

171


2

CAPITOLO

La sfera dell’offerta In questo capitolo esaminiamo il ruolo dell’operatore impresa, prendendo in considerazione l’attività dell’imprenditore, dall’acquisizione dei fattori produttivi (terra, lavoro, capitale) all’ottenimento del prodotto finito (beni e servizi). Attraverso lo studio della funzione di produzione arriveremo a definire l’equilibrio dell’imprenditore, da cui deriva la formazione della curva di offerta del mercato. Si esamina infine il ruolo del progresso tecnico, essenziale per aumentare l’efficienza produttiva.

Contenuti digitali del capitolo e glossario inglese.

2.1 I fattori produttivi Studiamo ora come operano i soggetti che offrono sul mercato i beni e i servizi prodotti. Nel linguaggio economico produzione è qualsiasi attività diretta a creare o ad accrescere l’utilità dei beni e dei servizi. In economia il concetto di produzione ha un contenuto più ampio di quello del linguaggio comune: l’attività produttiva non consiste solo nella trasformazione diretta della materia, cioè nel fatto che il prodotto finito assume una forma diversa da quella dei materiali impiegati (come ad esempio la trasformazione del filato in tessuto e del tessuto nell’abito; oppure la produzione di un’automobile utilizzando materiali diversi). Infatti, il valore di un bene può essere accresciuto anche in modo indiretto, cioè mendiante trasformazioni nello spazio e nel tempo. Rientra infatti nel concetto di produzione indiretta anche la commercializzazione  e il trasporto del bene, in quanto la trasformazione nello spazio può accrescerne l’utilità; come è produzione la trasformazione nel tempo, quando ne accresce l’utilità: ne sono esempi l’immagazzinamento del grano dopo il raccolto, la conservazione del vino ai fini dell’invecchiamento. PER ESEMPIO  MAPPA 1 

L’imprenditore e il ciclo produttivo Imprenditore Entrepreneur

L’attività produttiva richiede tempo per essere esercitata, e implica una serie di operazioni poste in essere dall’imprenditore. L’insieme delle operazioni necessarie a produrre un bene prende il nome di ciclo produttivo: esso va dall’acquisto dei fattori produttivi al prodotto finito. Il compito di organizzare la produzione è assunto dall’imprenditore, sul quale grava la responsabilità di scegliere il ramo di attività, decidere la dimensione dell’impresa, acquistare i fattori della produzione, stabilire quali e quanti beni produrre sulla base della situazione di mercato presente e di quella prevista per il futuro. A queste scelte è connesso un forte margine di rischio, sia di carattere tecnico (un impianto difettoso interrompe un processo produttivo), sia di carattere economico (il prodotto rimane invenduto). MAPPA 2 

I fattori produttivi: la terra, il lavoro e il capitale L’imprenditore combina i fattori produttivi per ricavare un prodotto finito la cui utilità è più elevata di quella ottenuta sommando l’utilità dei singoli fattori. Fattori produttivi Factors of production

Tradizionalmente i fattori produttivi vengono raggruppati in tre categorie: • la terra (detta anche natura), che comprende le risorse naturali di un territorio, e quindi non solo la superficie coltivabile, come potrebbe sembrare da una interpretazione restrittiva del termine.

172

U3 Domanda e offerta . C2 La sfera dell’offerta


Trasformazione nello spazio e nel tempo

LESSICO

Trasportare pomodori dalla Campania, dove sono disponibili in quantità eccessiva rispetto agli abitanti di quella regione, al Piemonte, dove difficilmente vengono coltivati, significa accrescere l’utilità dei pomodori (ricordiamo che l’utilità è funzione inversa della quantità domandata). L’invecchiamento del vino in una cantina, dentro botti di legno, fa acquistare valore al vino.

MAPPA 1

PER ESEMPIO

 La produzione è l’attività diretta a creare o accrescrere l’utilità dei beni e dei servizi.

 Commercializzazione Passaggio dei prodotti finiti dal produttore al consumatore (intermediari commerciali, confezionamento, trasporto e deposito).

PRODUZIONE classificazione

MAPPA 2

attività diretta a creare o accrescere l’utilità di beni e servizi

diretta beni

indiretta servizi

trasformazione nel tempo

trasformazione nello spazio

IMPRENDITORE

decide che cosa come quanto per chi

si assume il rischio

acquista e organizza i fattori della produzione

tecnico

economico

problemi nel processo produttivo

squilibrio tra costi e ricavi

produrre

173


Essa fornisce alla produzione un insieme di materie (petrolio, acqua, altre fonti energetiche) e di condizioni ambientali (come i fattori climatici e meteorologici) che rendono possibile la produzione; • il lavoro, che consiste nell’attività dell’uomo finalizzata alla realizzazione del ciclo produttivo. Le risorse umane sono la prima e più importante ricchezza di un’impresa o di un Paese. Sono costituite dall’accumulazione di abilità, capacità professionali, motivazioni delle persone. Le spese sostenute per migliorare le capacità produttive delle persone (per l’istruzione, l’addestramento professionale, la prevenzione delle malattie) sono chiamate investimenti in capitale umano. Le risorse umane disponibili in un certo momento sono il risultato degli sforzi sostenuti per aumentare le conoscenze (il cosiddetto know-how ) e le motivazioni attraverso l’educazione e l’istruzione professionale; • il capitale, che comprende tutti i beni prodotti in passato e attualmente impiegati a scopi produttivi. Si distingue in capitale fisso (impianti, macchinari, attrezzi, infrastrutture) e capitale circolante (materie prime, semilavorati, prodotti intermedi.

La capacità imprenditoriale e lo Stato A queste tre categorie, gli indirizzi teorici più recenti affiancano altri due tipi di fattori produttivi: la capacità imprenditoriale, che è esplicata dall’imprenditore nella promozione delle combinazioni produttive; e l’attività statale, che assicura il quadro istituzionale (difesa nazionale, ordine pubblico, giustizia ecc.); secondo un orientamento ormai largamente condiviso, lo Stato deve regolare la vita economica per promuoverne lo sviluppo. Dalla combinazione dei fattori produttivi impiegati (input ) l’imprenditore ottiene il prodotto finito  (output ), che vende sul mercato ottenendo un ricavo. Questo consente all’impresa di ricostituire i mezzi di produzione, per dare avvio a un nuovo ciclo produttivo. Così l’imprenditore potrà acquistare nuove materie prime, energia, lavoro, remunerando di nuovo i proprietari, i lavoratori, i capitalisti, pagare nuove imposte allo Stato. MAPPA 1 

Il compenso dei fattori produttivi L’impiego combinato dei fattori produttivi consente di ottenere il prodotto; pertanto, a ciascun fattore produttivo spetta un compenso per il contributo apportato all’accrescimento di utilità connesso alla produzione. Così: • alla terra compete la rendita; • al lavoro il salario; • al capitale l’interesse; • alla capacità imprenditoriale il profitto; • allo Stato le imposte. L’imprenditore si procura i fattori produttivi (terra, lavoro e capitale) e per farlo dovrà sostenere dei costi, che diventano i compensi dei soggetti che forniscono i fattori. MAPPA 2 

La differenza fra i ricavi ottenuti dalla vendita dei prodotti e i costi sostenuti per remunerare i fattori produttivi e pagare le imposte costituisce il profitto, riconosciuto all’imprenditore per la sua opera di coordinazione dei fattori produttivi, di organizzazione dell’impresa e di assunzione del rischio.

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U3 Domanda e offerta . C2 La sfera dell’offerta


MAPPA 1

beni

 Know-how fattori della produzione INPUT

vengono trasformati nel

prodotto OUTPUT

classificazione

servizi

classificazione

terra

lavoro

capitale

MAPPA 2

fisso

circolante

imprenditore

Stato

promuove e organizza i fattori della produzione

assicura i servizi e promuove lo sviluppo

Insieme delle conoscenze tecniche (teoriche e pratiche) che costituiscono il patrimonio di un’azienda (o di un settore produttivo o di Paese) e che ne consentono il funzionamento ottimale.

 Input-output Termini inglesi che significano rispettivamente la quantità di fattori immessi nel processo produttivo e il prodotto ottenuto dallo stesso processo.

 Prodotto finito Soggetti

Fattore prestato

Remunerazione

Proprietari

Terra

Rendita

Lavoratori

Lavoro

Salario

Capitalisti

Capitale

Interesse

Imprenditori

Organizzazione

Profitto

Stato

Servizi pubblici

Imposte

Il ruolo del profitto PLUS

LESSICO

In un’economia di mercato  il profitto svolge un ruolo cruciale. Ce ne rendiamo conto se pensiamo alle sue funzioni. • Il profitto è un incentivo, in quanto senza la prospettiva del profitto, nessun imprenditore investirebbe i suoi capitali nel processo produttivo: non avrebbe cioè nessuna convenienza a sopportare rischi (magari perdendo in tutto o in parte il capitale investito) se non avesse la speranza di realizzare dei guadagni. • Il profitto è un segnale, in quanto comunica quali sono i beni e i servizi maggiormente desiderati dai consumatori. Per esempio se i produttori di computer con particolari performance di connettività realizzano alti profitti perché nel mercato è alta la domanda di questi beni, altri imprenditori, anch’essi desiderosi di realizzare alti profitti, entrano in questo particolare mercato e offrono ai consumatori computer analoghi per soddisfarne la domanda.

• Il profitto è una remunerazione, perché compensa gli imprenditori che soddisfano in modo efficiente i bisogni dei consumatori. • Il profitto consente l’autofinanziamento, per la parte di utili non distribuita, ma reimpiegata all’interno dell’impresa, in modo da effettuare così nuovi investimenti senza chiedere prestiti o nuovi apporti di capitale.

È il risultato finale del processo produttivo, che va dall’acquisto dei fattori produttivi all’ottenimento, appunto, del prodotto finito (ciclo produttivo), pronto per essere offerto sul mercato e venduto al consumatore.

 Economia di mercato Modello di economia in cui l’iniziativa privata degli imprenditori coesiste con l’intervento dello Stato nella vita economica.

FACCIAMO IL PUNTO Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

1. In che cosa consiste la produzione? 2. Qual è il ruolo dell’imprenditore nell’attività produttiva? 3. Quali sono i fattori della produzione? 4. Qual è il ruolo dello Stato nella produzione? 5. Perché il profitto è importante nell’economia di mercato?

175


2.2 La funzione di produzione Nello svolgimento della sua attività, l’imprenditore è chiamato a effettuare numerose scelte, tra queste quanto è conveniente produrre e come produrre, cioè come combinare i fattori produttivi in modo da ottenere la massima produzione. Funzione di produzione Function of production

La funzione di produzione  esprime il rapporto fra la quantità di fattori produttivi impiegati (input) e il prodotto ottenuto (output).

Rapporto tra produzione e aumento di tutti i fattori: le dimensioni dell’impresa Quanto produrre? Come è facile intuire, all’aumento dei fattori impiegati, aumenta anche la quantità di prodotto ottenuto. Immaginiamo, come esempio, di studiare la funzione di produzione del grano all’aumentare delle dimensioni di un’azienda agricola. Se aumentano tutti i fattori produttivi impiegati (terra, lavoro, concime, attrezzi agricoli), anche la quantità di grano aumenta. È importante conoscere qual è l’aumento percentuale del grano quando tutti i fattori produttivi aumentano di una certa percentuale. Tale rapporto è detto rendimento di scala . Se raddoppiamo, o triplichiamo, le quantità dei fattori produttivi impiegati, si possono creare tre distinte situazioni: • la produzione di grano raddoppia o triplica (rendimento di scala costante); • la produzione di grano aumenta in misura più che proporzionale (rendimento di scala crescente) • la produzione di grano aumenta in misura meno che proporzionale (rendimento di scala decrescente). I casi più interessanti sono il secondo e il terzo: nel secondo caso si hanno economie di scala, nel terzo diseconomie di scala. MAPPA 

Rapporto tra produzione e aumento di un fattore: i rendimenti decrescenti Come produrre? Vediamo ora che cosa accade quando si aumenta la quantità di un solo fattore produttivo, mentre resta invariata la quantità dei rimanenti fattori. PER ESEMPIO  È questa una legge che si verifica in tutti i settori, seppure in modo diverso. Tale regola è nota con il nome di legge dei rendimenti decrescenti. Questa legge può esprimersi nel grafico qui accanto, che rappresenta la variazione del prodotto totale al variare del fattore produttivo, nel nostro esempio il concime. I DATI PARLANO 

176

U3 Domanda e offerta . C2 La sfera dell’offerta


MAPPA

LESSICO

RENDIMENTI DI SCALA

 Funzione Una variabile y è funzione di un’altra variabile x (o di più variabili x1, x2, … xn) quando esiste un legame che fa corrispondere a ogni valore di x (x1,x2, … xn) un solo valore di y. → Unità 1, capitolo 1

classificazione costanti

crescenti

decrescenti

la produzione cresce PROPORZIONALMENTE ai fattori impiegati

la produzione cresce PIÙ CHE PROPORZIONALMENTE ai fattori impiegati

la produzione cresce MENO CHE PROPORZIONALMENTE ai fattori impiegati

 Rendimento di scala Relazione fra l’aumento dei fattori impiegati in un processo produttivo e la corrispondente variazione di quantità prodotta.

Rendimenti decrescenti Se aumentiamo la quantità di concime, ferme restando le quantità dei rimanenti fattori, il grano ottenuto aumenta ma per incrementi sempre minori; finché, arrivati a un certo punto, l’impiego di ulteriori dosi di concime farà persino diminuire il grano ottenuto (per inquinamento del suolo). Se così non fosse, da un dato appezzamento di terreno si potrebbe ottenere tutto il grano necessario a sfamare il mondo intero, semplicemente aumentando la quantità di concime.

I DATI PARLANO

PER ESEMPIO

diseconomia di scala

La legge dei rendimenti decrescenti Se la quantità di concime è uguale C1, il prodotto totale è uguale a P1. Se aumentiamo di una doP se la quantità di concime, C2, il prodotto totale aumenta a P2. Se continuiamo ad aumentare il concime nella dose successiva di C3, il prodotto totale aumenta in quantità sempre minori fino alla dose di concime C4, quando addirittura inizia a diminuire per inquinamento del suolo.

P₄ P₃

4

3

P = f (C) P = Prodotto totale

2

P₂ P₁

Videolezione

C = Fattore produttivo concime

1

Prodotto totale aggiunto da ogni nuova dose di concime Dose aggiuntiva di concime

0

C₁

C₂

C₃

C₄

C

PLUS

Le economie di scala nell’industria Nella produzione industriale sono possibili notevoli economie di scala. In generale, un aumento delle dimensioni dell’impresa comporta una riduzione dei costi per unità di prodotto, perché la capacità produttiva aumenta in misura più che proporzionale rispetto ai costi di impianto. Le economie di scala sono spiegate dai seguenti fenomeni che si verificano quando le imprese aumentano le proprie dimensioni: • possibilità di realizzare una maggior divisione del lavoro; • standardizzazione dei prodotti; • integrazione dei processi produttivi, con riduzione delle spese di impianto e dei costi di gestione; • impiego di risorse inutilizzate, che si manifesta quando l’impresa diversifica la produzione. Il sintomo più evidente dell’operare delle economie di scala si riscontra nella tendenza alla concentrazione delle attività industriali, nella ricerca cioè di una dimensione ottima che assicuri l’efficienza

produttiva, o che comunque migliori la produttività. La diversificazione della produzione consente sinergie (collaborazione tra più settori produttivi in modo che il rendimento globale sia superiore alla somma delle singole attività), perché una nuova attività dell’impresa utilizza risorse per le quali si è già sostenuto e coperto un costo. In particolare l’espansione in altri settori o attività consente l’utilizzo di knowhow già esistente, oppure di acquisirlo per utilizzarlo nei settori in cui l’impresa è già operante. RISPONDI 1. Che cosa sono le economie di scala? 2. Perché sono una scelta conveniente per il ciclo produttivo? 3. Che cosa sono le sinergie? ELABORA Online trovi molti esempi di imprese che compiono economie di scala. Scegline una di tuo interesse e realizza una scheda per illustrarne le caratteristiche.

FACCIAMO IL PUNTO Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

1. Che cosa esprime la funzione della produzione? 2. Che cosa dice la legge dei rendimenti decrescenti?

177


2.3 Prodotto medio e prodotto marginale Risulta evidente che l’imprenditore per raggiungere un ottimo livello di produttività, dovrà operare una meticolosa scelta di quali fattori impiegare e in quale proporzione, in modo da ottenere il massimo rendimento. Dedichiamoci allora ai meccanismi di scelta ottimale dei fattori produttivi, introducendo due nuovi concetti che si applicano quando varia la quantità impiegata di un fattore, ferme restando le quantità impiegate degli altri due fattori. Nell’esempio del grano, questa volta considereremo di variare il fattore lavoro del quale calcoleremo la produttività nelle tre forme nelle quali si esprime: totale, media e marginale. Diamo alcune definizioni. Si definisce prodotto totale tutta la produzione ottenuta con una data quantità del fattore considerato. Si definisce prodotto medio (o produttività media) di un fattore il rapporto tra il prodotto totale ottenuto e la quantità di fattore utilizzato. Si definisce prodotto marginale (o produttività marginale) l’incremento registrato dal prodotto totale in corrispondenza dell’impiego di una unità aggiuntiva del fattore impiegato. Costruiamo ora una tabella riportando nella prima colonna le quantità di fattore produttivo impiegato (supponiamo unità di lavoratori), e nelle colonne successive il prodotto totale, il prodotto medio e il prodotto marginale (espressi in quintali di grano). I DATI PARLANO  Costruiamo le curve del prodotto medio e di quello marginale. I DATI PARLANO 

2.4 L’equilibrio dell’imprenditore La combinazione ottima dei fattori produttivi L’imprenditore è in equilibrio quando massimizza il livello di prodotto ottenuto, avendo a disposizione una certa quantità di capitale da impiegare nell’acquisto dei fattori produttivi. Per ottenere la massima quantità di prodotto, l’imprenditore dovrà impiegare il suo capitale in modo che l’ultimo euro speso nell’acquisto di ciascun fattore dia il medesimo prodotto marginale. Siccome i fattori produttivi non hanno prezzo unitario uguale (si pensi al costo del concime rapportato al costo del lavoro), l’imprenditore deve tenere conto delle rispettive differenze di prezzo “ponderando”, ossia rapportando, le produttività marginali ai relativi costi. Si può quindi concludere che la combinazione ottima dei fattori produttivi, cioè quella che massimizza il prodotto, corrisponde al punto in cui vi è uguaglianza fra le produttività marginali dei diversi fattori, rapportate ai prezzi di acquisto dei fattori stessi (legge del livellamento delle produttività marginali ponderate).

178

U3 Domanda e offerta . C2 La sfera dell’offerta


I DATI PARLANO

Videolezione

Prodotto medio e prodotto marginale

Andamento del prodotto totale, medio e marginale al variare di un fattore produttivo Prodotto totale Prodotto marginale Prodotto medio Dosi fattore PT Pmg Pm produttivo Ottenuto con la Variazione di Rapporto tra PT e fp quantità di fp PT impiegando fp impiegato impiegato un’unità di fp in più 1 60 60 − 2 130 65 70 3 210 70 80 4 340 85 130 5 450 90 110 6 510 85 60 7 560 80 50 8 600 75 40 9 540 60 −60 NB: per calcolare il Pmg (prodotto marginale), corrispondente alla seconda unità di fp (fattore produttivo) impiegato, devi sottrarre dal PT (prodotto totale) della seconda unità il PT della prima unità. Analogamente, per calcolare il Pmg della

terza unità di fp, sottrai dal PT della terza unità, il PT della seconda unità e così via. Quindi, se passiamo da 1 a 2 unità di lavoro, l’incremento del prodotto totale è pari a 70; da 2 a 3, l’incremento è pari a 80, e così via.

Le curve del prodotto medio e di quello marginale Nella prima fase il prodotto marginale cresce rapidamente, facendo crescere anche il prodotto medio. Il prodotto marginale raggiunge il massimo e poi decresce, fino a intersecare la curva del prodotto medio. In seguito il prodotto marginale decresce rapidamente, facendo diminuire, anche se più lentamente, il prodotto medio. Il punto di incontro delle due curve coincide quindi con il massimo della curva del prodotto medio.

Prodotto

CURVE DEL PRODOTTO MEDIO E DEL PRODOTTO MARGINALE Prodotto medio

Prodotto marginale O

Fattore produttivo

ECONOMIA E REALTÀ

Le fabbriche intelligenti La fabbrica automobilistica guidata dall'intelligenza artificiale non è pura fantasia, ma rappresenta una realtà sempre più vicina. Aziende come Tesla, BMW e molte altre stanno investendo massicciamente in tecnologie di produzione intelligenti. L’IA è in grado di coordinare in modo impeccabile tutti gli elementi della produzione, dalla progettazione alla consegna. Vediamo come l’IA combina i fattori della produzione. • Capitali: l’IA ottimizza l'investimento in macchinari e attrezzature, massimizzando il ritorno sull'investimento. • Lavoro: l’IA automatizza le attività ripetitive e pericolose, liberando i lavoratori per svolgere compiti più complessi e creativi.

• Terra: l’IA ottimizza l’utilizzo dello spazio produttivo, riducendo gli sprechi e aumentando l’efficienza. • Imprenditorialità: l’IA analizza una vasta gamma di dati per prendere decisioni informate e migliorare continuamente i processi. L’IA solleva importanti problemi etici: primo tra tutti il pericolo della disoccupazione di massa, soprattutto per le mansioni ripetitive e a basso valore aggiunto, accentuando le disparità economiche esistenti, ma anche i problemi di eccessivo consumo di risorse naturali. Infine, considerando la mole di dati che elabora, crea seri problemi di privacy e di sicurezza cibernetica. Sostituirà l’intelligenza umana? Tutt’altro: più intelligenza artificiale? Più intelligenza umana necessaria.

FACCIAMO IL PUNTO Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

1. A che cosa serve calcolare la produttività media e quella marginale? 2. Come si calcolano il prodotto medio e quello marginale? 3. Che cosa significa “ponderare” un valore? 4. Qual è la combinazione ottima dei fattori produttivi?

179


2.5 Il costo di produzione La determinazione dei costi di produzione è importante ai fni del calcolo della quantità di prodotto da offrire sul mercato. La maggior parte di essi riguardano la remunerazione dei fattori produttivi ceduti da terzi, dietro esborso di denaro da parte dell’impresa che li acquista. Le somme pagate rappresentano un costo esplicito in senso contabile.

I costi impliciti: il costo-opportunità Vi possono anche essere delle situazioni in cui qualche fattore è già di proprietà dell’impresa. Quest’ultimo rappresenta per l’azienda un costo implicito perché non comporta un esborso di denaro per l’acquisto di quel fattore (come nei casi di costi espliciti), bensì alla scelta di non destinare il fattore posseduto a usi alternativi, quali ad esempio la cessione ad altri. Nell’ambito dei costi di produzione, il loro utilizzo nel ciclo produttivo costituisce un costo implicito in quanto non comporta un esborso, bensì rappresenta una mancata opportunità di entrata che si sarebbe potuta realizzare se fossero stati ceduti a terzi È il caso dei costi-opportunità che possiamo definire come il guadagno a cui l’imprenditore rinuncia utilizzando risorse proprie nella produzione invece di cederle a terzi in cambio di un esborso in denaro. PER ESEMPIO 1 

I costi espliciti Ci occupiamo ora dei costi che comportano un esborso di denaro e che costituiscono la maggior parte dei costi che sopporta l’impresa. Il calcolo dei costi di produzione è importante per la determinazione della quantità di prodotto da offrire sul mercato. Il costo totale è l’insieme delle spese sopportate dall’imprenditore per attuare il processo produttivo. Il costo totale comprende i costi fissi e i costi variabili. Si definiscono costi fissi quelli che non variano al variare della quantità prodotta e sono sostenuti dall’impresa anche quando la produzione è pari a zero. Nel lungo periodo, però, quando è necessario ad esempio introdurre un nuovo impianto, o prendere in affitto un nuovo magazzino, i costi fissi aumentano di una quantità fissa. Presentano, pertanto, un tipico andamento a gradino, come si vede nella Figura A della pagina a fianco. I DATI PARLANO  I costi fissi incidono notevolmente sul costo unitario di ciascun prodotto, perché vanno sostenuti anche quando l’impresa non produce niente. PER ESEMPIO 2  Si definiscono costi variabili quelli che variano in funzione della quantità prodotta. Si pensi al costo d’acquisto delle materie prime, alle spese per l’energia, i combustibili, la manodopera ecc. PER ESEMPIO 3  Sono nulli quando la produzione è pari a zero: la curva dei costi variabili esce quindi dall’origine. Essi aumentano all’aumentare della produzione, all’inizio lentamente, più rapidamente dopo un certo punto. Il loro andamento è rappresentato nella Figura B della pagina a fianco. I DATI PARLANO  I costi totali sono quindi costituiti dalla somma dei costi fissi e dei costi variabili. Per ottenere la curva dei costi totali quindi basta sommare le due curve dei costi fissi e dei costi variabili. Tale curva è rappresentata nella figura C a fianco. I DATI PARLANO 

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U3 Domanda e offerta . C2 La sfera dell’offerta


PER ESEMPIO

1 Costi-opportunità

Se l’imprenditore possiede un locale e decide di adibirlo a magazzino dell’azienda invece di darlo in locazione a terzi, da un lato risparmia sul costo del canone di locazione che dovrebbe sostenere l’azienda per il magazzino. Da un punto di vista contabile, non sopporta un costo esplicito (come sarebbe se dovesse prenderlo in locazione), ma deve sostenere un costo implicito pari al mancato guadagno per non averlo locato ad altri.

2 Costi fissi

I DATI PARLANO

Durante il lockdown seguito al primo periodo dell’epidemia da Covid-19, in cui le attività commerciali restavano chiuse per evitare il diffondersi del contagio, i ristoranti, pur non essendo in attività, dovevano comunque sostenere i costi fissi, come per esempio: gli interessi passivi sui mutui ottenuti dalle banche, i canoni di affitto e di locazione, le quote di ammortamento degli impianti, gli stipendi. Non dovevano invece sostenere i costi variabili, come ad esempio il costo delle materie prime.

3 Costi variabili

Una gelateria che apre la sua attività nel mese di aprile, decide inizialmente di produrre 100 gelati al giorno. Necessita quindi di materie prime, quali latte, zucchero, frutta fresca e cialde, adeguate alla quantità prevista e che rappresentano, per l’imprenditore, i costi variabili. Durante l’estate, i clienti aumentano e la domanda è tale da dover triplicare le materie prime, e, di conseguenza, i costi variabili. In inverno, la domanda di gelati cala notevolmente: l’impresa riduce la quantità di materie prime da acquistare e, di conseguenza, i costi variabili.

I costi espliciti

Videolezione

ANDAMENTO ANDAMENTO DEICOSTI COSTIFISSI FISSI DEI Costifissi fissi Costi

AA

ANDAMENTO ANDAMENTO DEICOSTI COSTIVARIABILI VARIABILI DEI Costivariabili variabili Costi

BB

EE CC AA

1. Che cosa sono i costi-opportunità?

Quantità Quantità

COSTOTOTALE TOTALE COSTO

(costifissi fissi++costi costivariabili) variabili) (costi

CC

Costototale totale Costo

Costivariabili variabili Costi

AA 00

Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

DD BB

00

Costi Costi

FACCIAMO IL PUNTO

Costifissi fissi Costi

Quantità Quantità

00

Quantità Quantità

La curva C, che rappresenta il costo totale, parte sulla retta dell’ordinata nel punto A pari ai costi fissi, e corrispondenti sull’ascissa a quantità O, da cui partono i costi variabili, perché, ricordiamo, i costi fissi vengono sopportati anche a produzione O.

2. Come si modificano i costi fissi nel lungo periodo? 3. Puoi fare alcuni esempi di costi fissi sostenuti dalla tua scuola? 4. E di costi variabili? 5. Nel caso di chiusura temporanea dell’impresa e quindi di produzione zero, si azzerano anche i costi di produzione?

181


Costo medio e costo marginale Il concetto di costo totale di produzione permette l’introduzione di due importanti nozioni: quella di costo medio e di costo marginale. Il costo medio (detto anche costo unitario) è dato dal rapporto fra il costo totale e il numero delle unità prodotte. Dato che il costo totale è composto dai costi fissi più i costi variabili, il costo medio risulta dal rapporto tra il costo totale e la quantità prodotta: costo medio =

costo totale quantità prodotta

cioè: costo medio = costo totale : quantità prodotta Il costo marginale è dato dal costo dell’ultima unità prodotta, ossia dalla variazione di costo totale che si realizza aumentando la produzione di una unità di prodotto. Esso si calcola sottraendo dal costo totale ottenuto con una quantità aggiuntiva di prodotto, il costo totale precedente. L’esempio numerico in tabella chiarisce i due concetti ora introdotti. I DATI PARLANO 1 

L’andamento delle curve Rappresentiamo graficamente i due costi e analizziamo le curve. I DATI PARLANO 2  Si notino i livelli del costo medio e del costo marginale nella fase iniziale. Entrambi per un tratto diminuiscono all’aumentare della quantità prodotta, per poi risalire. Perché diminuiscono? Il costo medio diminuisce per effetto della ripartizione: • dei costi fissi su una quantità maggiore di prodotti; • dei costi variabili per la legge della produttività marginale. Ma la diminuzione del costo medio diventa più modesta non appena comincia a salire il costo marginale, fino ad arrivare al punto minimo dopo il quale anche il costo medio comincia a salire. Il punto minimo è detto anche punto di fuga perché rappresenta il prezzo minimo al quale il prodotto può essere venduto senza andare in perdita. Osserviamo che il costo medio è minimo quando i due costi sono uguali (nel nostro caso in corrispondenza alla produzione di 7 unità). Le due curve si intersecano, come si vede nella figura qui a fianco, nel punto di minimo del costo medio. Perché i costi medio e marginale risalgono? Perché la ripartizione dei costi fissi non basta più a compensare l’aumento dei costi variabili.

2.6 La curva di offerta Come fa l’imprenditore a determinare la quantità da produrre e offrire? La quantità offerta viene determinata dall’imprenditore tenendo conto di due grandezze: il costo marginale e il prezzo di mercato. In particolare, l’imprenditore estende la produzione e quindi l’offerta fino al punto in cui il costo marginale, crescente, uguaglia il prezzo di mercato: più alto è il prezzo di mercato, maggiore è la quantità offerta.

182

U3 Domanda e offerta . C2 La sfera dell’offerta


I DATI PARLANO

1 Costo medio e costo marginale

Videolezione

Andamento del costo medio e del costo marginale al variare della quantità prodotta Quantità prodotta Q

Costi fissi

Costi variabili CV

Costi totali CT

Costo medio CM = CT/Q

2 3 4 5 6 7 8 9

500 500 500 500 500 500 500 500

226 301 360 430 532 704 940 1300

726 801 860 930 1032 1204 1440 1800

363 267 215 186 172 172 180 200

Costo marginale CMg = CTn - CTn-1 − 75 59 70 102 172 236 360

Ad esempio il costo marginale relativo a 3 quantità prodotte, pari a 75, si calcola sottraendo dal costo totale che si ottiene producendo una quantità di 3 (801) il costo totale sostenuto producendo un prodotto in meno, cioè 2 prodotti (726). E così via, tutti i successivi costi marginali si calcolano sottraendo il nuovo CT dal CT precedente.

2  Le curve del costo medio e del costo marginale

Costo marginale

Costi

FACCIAMO IL PUNTO Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

1. Quali sono i costi che compongono il costo totale? 2. Perché il costo medio diminuisce con l’aumentare della produzione? 3. A che cosa serve calcolare il costo marginale? 4. In quale situazione si realizza la migliore combinazione dei fattori produttivi? 5. Perché le curve del costo medio e costo marginale dapprima scendono e poi risalgono?

Costo medio O

MAPPA

Quantità

COSTI DI PRODUZIONE possono essere costi espliciti

costi impliciti

sono costi contabili costi fissi

costi variabili

costi-opportunità

insieme formano costo totale

non c’è esborso di denaro

possiamo ricavare costo medio

costo medio minimo

costo marginale

rappresenta

rappresenta

rappresenta

il rapporto tra costo totale e quantità

il prezzo minimo al quale vendere senza perdita

il costo di un’unità di prodotto in più

punto di fuga

183


La legge dell’offerta Possiamo quindi esprimere la seguente legge dell’offerta. All’aumentare del prezzo di un bene, la quantità offerta aumenta, e viceversa. L’offerta è quindi funzione diretta del prezzo. Quando il prezzo di mercato sale, l’imprenditore cerca di offrire una maggiore quantità di bene. PER ESEMPIO 1  L’offerta di mercato di un bene è data naturalmente dalla somma delle quantità offerte da tutti i produttori ai singoli prezzi.

L’adeguamento della produzione: l’elasticità dell’offerta La reazione dell’imprenditore al variare dei prezzi dei beni non è sempre uguale, ma dipende dalla capacità dell’impresa di adeguare prontamente la quantità prodotta alle variazioni dei prezzi. Si capisce infatti che non è facile reperire in ogni circostanza i fattori produttivi necessari ad aumentare la produzione. PER ESEMPIO 2  La reazione dell’imprenditore è misurata dall’elasticità dell’offerta, che indica di quanto varia la quantità offerta al variare del prezzo di mercato. Indicando con E l’elasticità dell’offerta, essa si ottiene mettendo in rapporto la variazione percentuale della quantità offerta e la variazione percentuale del prezzo, cioè: E=

variazione % della quantità offerta variazione % del prezzo

A seconda del valore assunto dall’elasticità, l’offerta può essere: • elastica, se E > 1; • rigida, se E < 1; • neutrale, se E = 1.

I tempi di offerta (periodo breve e periodo lungo) Nell’adeguare la produzione, e quindi l’offerta, al variare della domanda è necessario distinguere il periodo breve dal periodo lungo. Nel periodo breve l’impresa non riesce a mutare il proprio assetto produttivo generale (dimensione, impianti ecc.) e potrà intervenire solo sui costi variabili, in particolare sul fattore lavoro (straordinario) e sul capitale circolante (materie prime, semilavorati, energia ecc.). Pertanto l’offerta sarà più rigida. Nel periodo lungo l’adattamento riguarderà anche gli investimenti nel capitale fisso (edifici, impianti, macchine ecc.), pertanto l’offerta sarà più elastica.

2.7 L’equilibrio costi-ricavi Come fa l’imprenditore a raggiungere l’equilibrio tra costi e ricavi? Per avere una visione globale dell’andamento dell’azienda, l’imprenditore deve sempre controllare l’andamento dei costi di produzione e dei ricavi. Il grafico che segue consente di confrontare le funzioni di costo totale e di ricavo totale allo scopo di identificare il break-even point (punto di pareggio). I DATI PARLANO  Esso indica la quantità prodotta che deve essere venduta affinché, a un determinato prezzo, il ricavo totale copra esattamente i costi: in questa situazione l’impresa non ha né utili né perdite. Tra i costi è compresa la remunerazione del capitale investito. Oltre quel punto l’impresa potrà realizzare un profitto.

184

U3 Domanda e offerta . C2 La sfera dell’offerta


PER ESEMPIO

1 La legge dell’offerta Si pensi a un coltivatore che, al crescere del prezzo delle patate, pone a coltura nuove terre, o a un industriale che, quando aumenta il prezzo di mercato, continua a incrementare la quantità prodotta, anche se l’impresa si trova nella fase dei costi crescenti.

Se misuriamo sull’asse delle ascisse la quantità offerta del bene e sull’asse delle ordinate il suo prezzo, la curva di offerta può essere rappresentata come nella figura qui a fianco. Al prezzo OP la quantità offerta sarà OQ; se il prezzo aumenta a OR, la quantità offerta salirà a OS.

FACCIAMO IL PUNTO Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

CURVA DI OFFERTA Prezzo

1. A quali condizioni l’imprenditore decide l’opportuna quantità da produrre e offrire?

R P

2. Qual è il contenuto della legge dell’offerta?

O

Q

S

Quantità

4. C’è una differenza tra breve e lungo periodo nel determinare il grado di elasticità dell’offerta?

2 L’elasticità dell’offerta

I DATI PARLANO

Durante la pandemia da Covid-19, nonostante che il prezzo di alcuni prodotti fosse aumentato a dismisura (ad esempio dei disinfettanti per le mani e delle mascherine) non era facile reperire i materiali con i quali produrli, pertanto nei negozi scarseggiavano.

L’equilibrio costi-ricavi Osserviamo che nel grafico ricompare la curva del costo totale che abbiamo illustrato nella figura a pagina 181. Essa risulta dalla somma dei costi fissi e dei costi variabili. I costi totali non partono dell’origine in quanto, ricordiamo, essi devono essere sostenuti anche a produzione zero. Vendendo la quantità OA l’impresa ottiene un ricavo BA, sufficiente a coprire solo i costi fissi. Per coprire anche i costi variabili, la quantità prodotta e venduta dovrà salire a OC che assicura un ricavo DC che copre il costo totale. (Perché copre anche i costi totali? Perché in quel punto la curva dei ricavi incrocia quella del costo totale). Prima di raggiungere il punto di pareggio D (breakeven point) l’impresa produce in perdita (area grigia). Ma aumentando la produzione da OC a OE i ricavi salgono a FE in grado di coprire il costo totale assicurando anche un margine di profitto (area azzurra).

3. E quella della domanda? → capitolo 1

5. E per l’elasticità della domanda? → capitolo 1

Videolezione Ricavi e costi

AREA DI PERDITA, PUNTO DI PAREGGIO E AREA DI PROFITTO PER L’IMPRESA F

Ricavo totale Area di profitto

Break-even point Area di perdita

Costo totale

D Costi variabili

B

Costi fissi O

A

C

E

Quantità prodotta

185


2.8 Il progresso tecnico La scienza ha compiuto enormi progressi in tutti i settori. Per quanto riguarda in particolare l’economia, gli avanzamenti della tecnica hanno prodotto miglioramenti continui nei metodi produttivi, consentendo il raggiungimento di livelli di produttività superiori alle previsioni più ottimistiche. Il concetto di progresso tecnico prende le mosse dalla nozione di tecnologia, che è l’insieme delle conoscenze relative alla produzione che si concretizzano in nuovi metodi di produzione, nuovi prodotti, nuove tecniche organizzative, direzionali e di mercato. Investire sulla tecnologia significa migliorare la capacità dell’impresa di ottenere la massima quantità di prodotti dalle risorse impiegate, realizzando un’efficienza tecnologica che permette profitti maggiori. L’efficienza può realizzarsi sia ricavando quantità maggiori di prodotto dalle stesse risorse impiegate, sia mantenendo gli stessi livelli di produzione ma impiegando risorse in quantità minori. In entrambi i casi si realizza un eccellente equilibrio tra i costi di realizzazione di un prodotto e il profitto che se ne ricava. Al primo affermarsi della rivoluzione industriale, il progresso tecnico è stato per lo più frutto dell’iniziativa individuale di inventori particolarmente capaci. Secondo Joseph A. Schumpeter (1883-1950) si ha progresso, quando un soggetto di particolari capacità rompe gli equilibri preesistenti e rivoluziona l’ambiente in cui opera (imprenditore innovatore). Diversamente, oggigiorno, il progresso tecnico è spesso frutto di ricerche di équipe,

186

“Il problema non è quello della malattia di una società avida, è quello dell’avidità di una società malata” (Elton Mayo)

E ORIENTAMENTO

EDUCAZIONE CIVICA

Nuovi stili di produzione: human relations movement La celebre frase di Elton George Mayo, psicologo e sociologo australiano dell’inizio del secolo scorso, pone l’accento sul tema di un certo tipo di offerta che deve cambiare per sanare una situazione di forte alienazione e scarsa partecipazione produttiva di tutte le componenti aziendali. Distante dalla filosofia taylorista e fordista della produzione, Mayo condusse i suoi primi studi sul problema del turnover presso una filatura di Philadelphia: in tale occasione constatò che lo sviluppo di un forte spirito di gruppo, abbinato ad autonomia e responsabilità, aumentava la produttività. Nel 1927 venne chiamato agli Stabilimenti Hawthorne della Western Electric Company per svolgere indagini sulle modalità produttive di tale impresa e, dagli esiti sorprendenti di tali ricerche, derivò quello che denominiamo Human Relations

U3 Domanda e offerta . C2 La sfera dell’offerta

Movement. Mayo e la sua équipe individuarono due gruppi di lavoratori e li fecero partecipare a una serie di test che comportavano per uno di essi delle modifiche produttive concernenti l’aumento dell’intensità dell’illuminazione, la riduzione dell’orario lavorativo, l’introduzione di piccole pause, nonché una serie di incentivi alla produzione. Il risultato, ossia l’effetto Hawthorne, fu inatteso e rivoluzionario: l’offerta produttiva aumentava poiché aumentava la soddisfazione dei dipendenti, che si percepivano come persone e non come semplici ingranaggi di una “catena di montaggio” e, per di più, venivano investiti di responsabilità, autonomia e partecipazione. Il Movimento delle Relazioni Umane di Mayo appare pertanto come il trionfo di una leadership illuminata, capace di creare ambienti di lavoro fisici e relazionali belli e stimolanti.


condotte da personale altamente specializzato. Il costo di tali ricerche è elevatissimo, e ciò spiega la concentrazione del progresso tecnologico nei Paesi ricchi. Tuttavia, l’elemento creativo individuale è sempre fondamentale, come prova, ad esempio, il ruolo svolto da Bill Gates, fondatore di Microsoft, nella rivoluzione dei computer o di Elon Musk nella produzione della Tesla.

2.9 La produttività dell’impresa Se il profitto è un indicatore sintetico dell’andamento dell’impresa, in quanto risulta dalla differenza fra tutti i ricavi e tutti i costi, la nozione di produttività riveste un carattere più propriamente tecnico, in quanto è legata all’efficienza del processo produttivo. La produttività totale è il rapporto fra il volume della produzione totale e la quantità dei fattori produttivi che hanno contribuito a realizzarla. L’impresa è tanto più efficiente quanto più alto è il volume della produzione e ridotta la quantità dei fattori impiegati per ottenerla. Se invece la produttività è calcolata in rapporto a un solo fattore, ad esempio il lavoro o il capitale, si ha la produttività parziale. Se la produzione è rapportata al numero di lavoratori che hanno contribuito a ottenerla, si parla di produttività del lavoro: essa aumenta se, aumentando le ore lavorate, il valore della produzione cresce in misura maggiore rispetto ai costi salariali aggiuntivi. Se, invece, la produzione viene rapportata al capitale impiegato, si ha la produttività del

Alleniamo la CITTADINANZA ECONOMICA

Fai una ricerca su due famosi leader aziendali del passato: Adriano Olivetti e Steve Jobs. Descrivine – documentandoti opportunamente - il modello di leadership ed esprimi le ragioni della tua preferenza verso l’uno o l’altro in classe, sotto la guida dell’insegnante di economia politica.

PROFESSIONI E COMPETENZE DEL FUTURO Secondo il quadro europeo delle competenze di imprenditorialità (EntreComp), occorre potenziare tre aree (Idee e Opportunità, Risorse e Azione) interconnesse tra loro. Individua un’idea imprenditoriale a tuo parere vincente e identifica il suo grado di creatività e innovazione nonché il know-how (conoscenze, abilità e competenze) necessario per la sua realizzazione. Riassumi i risultati dell’attività svolta, realizzando un’infografica da presentare in classe.

187


capitale: essa aumenta se, aumentando il capitale investito nell’impresa, il valore della produzione cresce in misura maggiore rispetto al costo dell’investimento aggiuntivo. MAPPA 1 

L’interdipendenza dei fattori produttivi La nozione di produttività, assai utile per l’impiego operativo, presenta non poche difficoltà di calcolo: esse derivano dal fatto che ciascun processo produttivo richiede l’uso contemporaneo dei diversi fattori, fra loro interdipendenti, e risulta difficile attribuire a ciascuno di essi una quota precisa dell’aumento della produttività globale. PER ESEMPIO 

Come aumentare la produttività: la combinazione ottimale La produttività è il risultato di molte forze, la sintesi finale di un insieme di cause che interagiscono: si dice a questo proposito che essa deriva da sinergie, cioè forze diverse che si influenzano positivamente a vicenda. Fra le cause che aumentano la produttività si segnalano: • miglioramenti nell’organizzazione del processo produttivo, che consentono di utilizzare meglio le risorse; • nuovi investimenti che consentono l’introduzione di innovazioni che incorporano il progresso tecnico; • maggior efficienza del lavoro, che si ottiene mediante una più elevata formazione professionale; • incremento della flessibilità del lavoro , che ne permette un miglior utilizzo; • ampliamento dei mercati di vendita, per realizzare economie di scala. MAPPA 2 

2.10 Incentivi per giovani imprenditori Il Testo Unico 185/2000, per quanto ormai datato, resta una legge fondamentale per l'imprenditoria giovanile in Italia. Esso prevede due tipi di agevolazioni, una rivolta all’autoimprenditorialità (nuove imprese di piccole dimensioni), e l’altra all’autoimpiego (lavoro autonomo e microimpresa ). Gli incentivi del primo tipo riguardano le nuove imprese di piccola dimensione costituite in forma societaria, composte in maggioranza sia numerica sia di capitali da giovani tra i 18 e i 35 anni e localizzate nelle aree svantaggiate del Paese. Il panorama degli incentivi nazionali e regionali operativi nel 2024 per i giovani imprenditori in Italia è variegato e in continua evoluzione. Si tratta di piani di finanziamento a tassi agevolati o a fondo perduto per aiutare i giovani a sviluppare nuovi progetti di impresa o a sostenere concreti quelle esistenti. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha una propria agenzia per lo sviluppo di progetti imprenditoriali, che si chiama Invitalia. Questo organismo da impulso alla crescita economica, puntando sui settori strategici per lo sviluppo e l’occupazione; è impegnato nel rilancio delle aree di crisi e opera soprattutto nel Mezzogiorno. Si occupa della gestione degli incentivi nazionali che favoriscono la nascita di nuove imprese e start-up. Finanzia i progetti, rivolgendosi agli imprenditori con concreti piani di sviluppo. Offre servizi alla Pubblica amministrazione per accelerare la spesa dei fondi comunitari e nazionali e per la valorizzazione dei beni culturali.

188

U3 Domanda e offerta . C2 La sfera dell’offerta


MAPPA 1

PRODUTTIVITÀ

rapporto tra volume di produzione e quantità di fattori produttivi impiegati

tutti i fattori impiegati

un solo fattore

totale

parziale

Volume produzione Quantità fattori produttivi impiegati

Volume produzione Fattore impiegato

PROFITTO

PER ESEMPIO

differenza tra ricavi e costi

calcolo

efficienza del processo produttivo

andamento dell’impresa

La produttività

LESSICO

Nel calcolo della produttività del lavoro è facile rendersi conto che l’accrescimento di produttività non dipende solo dal miglioramento delle capacità del lavoratore, ma è anche frutto delle innovazioni tecniche,

che dipendono dalla quantità di capitale investito nel processo produttivo; mentre la produttività del capitale dipende, a sua volta, dal progresso tecnico e dalla professionalità del lavoro.

 Flessibilità del lavoro Adeguamento del lavoro alle necessità dell’impresa per ridurre i costi di produzione. Si realizza ad esempio riducendo l’orario di lavoro, spostando il lavoratore nei vari reparti, esternalizzando fasi del processo produttivo.

 Microimpresa Impresa caratterizzata da un organico con meno di 10 dipendenti e da un fatturato annuo non superiore a 2 milioni di euro.

MAPPA 2

PLUS

Il costo del lavoro per unità di prodotto Il costo del lavoro per unità di prodotto (CLUP) è il rapporto fra il salario medio e la produttività media del lavoro. Se, ad esempio, in un mese un lavoratore produce in media 30 unità di prodotto, e il suo salario mensile lordo è di 1.800 euro, il CLUP per ogni unità di prodotto ammonta a 60 euro (che diventano quasi il doppio(che diventano quasi il doppio tenendo conto di imposte, contributi e oneri sociali).

Il CLUP dipende da due variabili: l’ammontare del salario e la produttività del lavoro. Aumenta all’aumentare del salario e diminuisce all’aumentare della produttività del lavoro, e viceversa. È possibile diminuire il CLUP migliorando l’organizzazione del lavoro e introducendo innovazioni tecniche. Il CLUP è un importante indicatore per tenere sotto controllo l’inflazione, che potrebbe essere determinata da un aumento dei salari a cui non corrisponde un adeguato aumento della produttività.

FACCIAMO IL PUNTO Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

1. Quando aumenta la produttività del lavoro? 2. Come si può aumentare la produttività del lavoro?

Efficienza del lavoro Economie di scala

permettono

aumento della produttività

riduzione dei costi di produzione

riduzione dei prezzi

maggior benessere collettivo

Innovazione tecnologica

189


CAPITOLO

2

La sfera dell’offerta

Sintesi

Ascolta e ripassa

2 . 1 I fattori produttivi

È produzione qualsiasi attività finalizzata a creare o accrescere l’utilità dei beni e dei servizi, quindi non solo la trasformazione diretta, ma anche la trasformazione indiretta nello spazio e nel tempo. Il ciclo produttivo è l’insieme delle operazioni necessarie alla produzione, che l’imprenditore realizza combinando i fattori produttivi per ricavare il prodotto finito, che ha un’utilità maggiore di quella dei fattori impiegati. Tradizionalmente, i fattori produttivi sono terra (natura), lavoro e capitale.

2 . 2 La funzione di produzione

La funzione di produzione è il rapporto fra la quantità dei fattori produttivi impiegati (input) e il prodotto (output).

2 . 3 Prodotto medio e prodotto marginale

Il prodotto medio (o produttività media) di un fattore della produzione è il rapporto tra il prodotto totale ottenuto e la quantità di fattore utilizzato. Il prodotto marginale (o produttività marginale) è l’incremento registrato dal prodotto totale in corrispondenza dell’impiego di un’unità aggiuntiva di fattore produttivo.

2 . 4 L’equilibrio dell’imprenditore

L’imprenditore raggiunge l’equilibrio quando massimizza il prodotto, in corrispondenza della combinazione ottima dei fattori produttivi: in quel punto vi è uguaglianza fra le produttività marginali dei diversi fattori, rapportate al loro prezzo di mercato (legge delle produttività marginali ponderate).

2 . 5 Il costo di produzione

Per produrre beni e servizi, l’imprenditore sostiene dei costi. Il costo totale è la somma dei costi fissi e dei costi variabili. Sulla base del costo totale si calcola il costo medio (costo totale/quantità prodotta) e il costo marginale (costo di un’ulteriore unità di prodotto).

2 . 6 La curva di offerta

In base alla legge dell’offerta all’aumentare del prezzo del bene, la quantità offerta aumenta, e viceversa: l’offerta è funzione diretta del prezzo. A seconda della reattività dell’offerta al variare del prezzo, essa può essere elastica, rigida, neutrale.

2 . 7 L’equilibrio costi-ricavi

Il punto di pareggio (o break-even point) corrisponde alla quantità di prodotto che deve essere venduta perché i ricavi siano uguali ai costi. Oltre il punto di pareggio l’impresa ottiene un profitto.

2 . 8 Il progresso tecnico

Il progresso tecnico è l’insieme delle innovazioni tecnologiche che portano all’introduzione di nuovi metodi produttivi, nuove tecniche organizzative e di mercato consentendo maggiore efficienza attraverso l’incremento della quantità prodotta o la riduzione dei costi.

2 . 9 La produttività dell’impresa

La produttività è un indice di efficienza dell’impresa. La produttività totale è data dal rapporto fra la produzione totale e l’insieme dei fattori produttivi impiegati. La produttività parziale è invece la produttività di un singolo fattore produttivo (capitale o lavoro).

2 . 10 Incentivi per giovani imprenditori

Per incentivare i giovani a “mettersi in proprio”, diversi soggetti pubblici e privati (Unione europea, Stato, Regioni, Camere di commercio, banche) predispongono piani di finanziamento per i neoimprenditori, allo scopo di aiutarli nella difficile fase dell’inizio della loro attività.

190

U3 Domanda e offerta . C2 La sfera dell’offerta


Mappa da completare Dopo aver ripassato i contenuti dell’Unità, completa la mappa inserendo correttamente gli elementi mancanti scelti tra i seguenti costi variabili • elasticità • lavoro • prodotto marginale • prodotto finito • rendimenti • servizi • trasformazione • Fattori produttivi • Terra • _ ____________________ • Capitale • Capacità imprenditoriale • Stato

__________________________

FUNZIONE DI PRODUZIONE Legge dei _________________ decrescenti

BENI

PRODUZIONE

_____________________

maggiore utilità

____________________

EQUILIBRIO DELL’IMPRENDITORE Legge del livellamento delle produttività marginali ponderate

COSTI DI PRODUZIONE

CURVA DELL’OFFERTA

________________________ DELL’OFFERTA

OFFERTA RIGIDA

OFFERTA NEUTRALE

OFFERTA ELASTICA

RISPONDI ORA ALLE DOMANDE 1. Quali sono i fattori produttivi? 2. Sai descrivere la funzione di produzione? 3. Che cosa afferma la legge dei rendimenti decrescenti? 4. Come si definisce la funzione di produzione? 5. Che andamento ha la curva dell’offerta?

191


CAPITOLO

2

La sfera dell’offerta

Esercizi

Esercizi interattivi

Consolidiamo le conoscenze... SCELTA MULTIPLA 1. Completa l’affermazione scegliendo la frase corretta fra quelle proposte.

ASSOCIAZIONE 2. A che cosa corrispondono le definizioni date? Riempi la prima colonna.

1. Per l’imprenditore, il blocco improvviso di un sistema computerizzato rientra nel

CONCETTO

a  rischio tecnico b  rischio economico c  rischio naturale d  rischio esplicito 2. Il rapporto fra la quantità di fattori produttivi impiegati e il prodotto ottenuto è espresso dalla funzione a  del consumo b  di preferenza dell’imprenditore c  dell’equilibrio d  di produzione 3. Il costo totale di produzione è dato dalla a  differenza fra costi fissi e costi variabili b  somma dei costi di capitale e lavoro c  differenza fra il profitto dell’imprenditore e le imposte pagate allo Stato d  somma dei costi fissi e dei costi variabili 4. Se la quantità di fattori produttivi impiegati aumenta del 5% e il prodotto ottenuto aumenta pure del 5%, si hanno rapporti di scala a  crescenti b  costanti

c  decrescenti d  esponenziali

5. L’incremento di prodotto totale dovuto a una dose aggiuntiva di fattore produttivo si chiama a  prodotto medio b  prodotto marginale c  costo medio d  costo marginale 6. Non variano al variare della quantità prodotta a  i costi totali c  i costi variabili

b  i costi fissi d  i costi marginali

7. Il costo medio raggiunge il minimo quando a  è uguale al costo marginale b  il costo marginale è al minimo c  i costi fissi sono uguali ai costi variabili d  i costi variabili sono decrescenti 8. Il break-even point a  non varia se varia il prezzo di vendita b  varia solo se variano i costi fissi c  si realizza quando la curva dei ricavi incrocia la curva dei costi fissi d  si realizza quando la curva dei ricavi incrocia la curva dei costi totali

192

U3 Domanda e offerta . C2 La sfera dell’offerta

DEFINIZIONE Esprime il rapporto fra la quantità di fattori produttivi impiegati e il prodotto ottenuto Incremento registrato dal prodotto totale in corrispondenza dell’impiego di una unità aggiuntiva del fattore impiegato Punto nel quale vi è uguaglianza fra le produttività marginali dei diversi fattori, rapportate ai prezzi di acquisto dei fattori stessi Prezzo minimo al quale il prodotto può essere venduto senza andare in perdita All’aumentare del prezzo di un bene, la quantità aumenta Variazione dell’offerta uguale alla variazione del prezzo Arco di tempo nel quale l’impresa riesce a modificare solo i costi variabili Capacità dell’impresa di produrre la massima quantità di prodotti dalle risorse impiegate

PREPARATI ALLA PROVA ORALE 3. Tra parentesi i paragrafi di riferimento. 1. Che cosa si intende per produzione? (2.1) 2. Quali sono i fattori produttivi? (2.1)

3. Perché il profitto può essere considerato un incentivo nel sistema economico? (2.1) 4. Che cosa dice la legge dei rendimenti decrescenti? (2.2) 5. Qual è l’andamento delle curve del prodotto medio e marginale? (2.3)


6. Quando l’imprenditore è in equilibrio? (2.4) 7. Possono esserci situazioni in cui aumentano anche i costi fissi oltre ai costi variabili ?(2.5) 8. Quali differenze presentano costi fissi e costi variabili nel breve e nel lungo periodo? (2.6) 9. Come si rappresentano graficamente il costo medio e il costo marginale? (2.5)

10. Qual è l’andamento della curva di offerta? (2.6) 11. Che cosa rappresenta per l’imprenditore il break-even point? (2.7) 12. Che cos’è la produttività del lavoro? (2.9) 13. Sei in grado di individuare una politica aziendale diretta a incrementare la produttività del lavoro? (2.9)

... per sviluppare le competenze CASI PRATICI 4. Esamina ciascun caso e fornisci delle soluzioni o rispondi motivando. 1. Costi di produzione. Giardiniere o robot?

Per curare il giardino di un albergo della dimensione di 500 mq, il proprietario deve scegliere tra due possibilità: • assumere 2 giardinieri: uno specializzato per la cura di piante e siepi e uno per la rasatura periodica del prato; • assumere un solo giardiniere specializzato ed acquistare un robot tagliaerba.

1. Ipotizza che il costo complessivo del giardiniere per la rasatura del prato sia di 150 euro per ogni intervento e che, in media durante l’anno, questa vada eseguita due volte al mese. Cerca su internet il costo di un robot idoneo a operare su un giardino di quella metratura e calcola la soluzione più conveniente per l’albergo. Non dimenticare di includere, oltre al costo di acquisto del robot, anche il suo ammortamento, pari al 10% per 10 anni.

2. Costi e break-even point. Le tazze al punto di pareggio

Una piccola azienda produce e vende tazze di ceramica. I costi fissi mensili dell’azienda sono di 2000 euro, mentre il costo variabile per ogni tazza prodotta è di 5 euro. L’azienda vende ogni tazza a 15 euro.

1. Calcola il punto di pareggio in termini di numero di tazze che l’azienda deve vendere ogni mese per coprire tutti i costi e rappresentalo graficamente. 2. Spiega brevemente che cosa rappresenta il break-even point.

3. La combinazione dei fattori della produzione. La produttività di un’azienda agricola

Un’azienda agricola produce agrumi utilizzando due fattori della produzione: un terreno di 10 ettari e il lavoro. A fronte di un aumento della domanda, l’’azienda decide di aumentare la produzione. La terra non può essere aumentata nel breve termine, pertanto l’azienda incrementa progressivamente il numero di lavoratori per vedere come varia la produzione totale di agrumi.

1. Calcola la produttività media del lavoro (PML) in corrispondenza di ciascun numero di lavoratori indicato nella tabella. 2. Calcola la produttività marginale del lavoro (PMgL) per ogni lavoratore che man mano viene aggiunto ed inseriscile nella colonna corrispondente. 3. Rispondi: in quale momento si osserva che la produttività marginale inizia a decrescere? 4. Spiega il fenomeno della produttività marginale decrescente dei fattori della produzione sulla base dei dati che hai calcolato. Numero di lavoratori

Pt grano (in q.)

1 2 3 4 5 6 7 8

50 120 180 220 250 270 280 285

Produttività Produttività media del marginale lavoro del lavoro

193


UNITÀ

3 Domanda e offerta Verifica di fine Unità

COMPRENSIONE Competenze attivate • Comunicazione nella madrelingua • Competenze digitali • Imparare a imparare • Competenze civiche e di cittadinanza • Imprenditorialità • Consapevolezza ed espressione culturale

1 IL TOYOTISMO, OVVERO “FARE DI PIÙ CON MENO” E “JUST IN TIME”

Il toyotismo è un metodo di produzione nato in Giappone negli anni ’50. Si basa su una filosofia totalmente innovativa rispetto la tecnica in voga in quegli anni – catene di montaggio e produzione di scala – e che aprì la strada a un’efficienza produttiva diversa rispetto quella diffusa da Fredrick Taylor e Henry Ford nei primi anni del ’900. Negli anni successivi alla fine della seconda guerra mondiale, il Giappone attraversava una forte crisi economica, causata tra l’altro, da una diffusa scarsità delle risorse che impediva alle imprese di restare al passo con la crescente domanda della ricostruzione post bellica. Così all’interno dell’azienda automobilistica Toyota, nacque l’idea del ’’fare di più con meno’’, cioè di sviluppare una tecnica che permettesse di utilizzare le risorse disponibili nel modo più produttivo possibile. L’obiettivo era di incrementare drasticamente la produttività della fabbrica ed eliminare il più possibile sprechi ed errori. Si effettuarono dunque investimenti per dotare gli operai di un’elevatissima capacità professionale e si incrementò l’automazione dei macchinari. Questa nuova tecnica determinò cambiamenti notevoli sull’intero sistema d’impresa: venne rivalutata la figura dell’operaio, a cui fu dato un ruolo attivo all’interno dell’impresa, potendo anche intervenire sulla produzione stessa e modificarne l’andamento. Ciascun operaio, in questo modo, era in grado di sorvegliare e gestire più macchinari ed intervenire allo stesso tempo su diversi procedimenti produttivi, spezzando la tecnica, diffusissima a quei tempi, della catena di montaggio. Nacque, all’interno della fabbrica, un nuovo clima di fiducia tra il personale e si attenuarono le gerarchie, favorendo il confronto sulle tecniche di produzione tra tutti i dipendenti. Ciascuno poteva essere ascoltato e proporre miglioramenti. Un altro cardine del toyotismo, fu la politica del just in time: niente scorte in magazzino e giacenze di materiale in fabbrica, ma risposta imme-

194

U3 Domanda e offerta

diata alla domanda proveniente dal mercato. La produzione, secondo il toyotismo, non si basava più sull’offerta, ma sulla domanda proveniente dal mercato. Questo modo di produrre fu definito pull in contrapposizione ai sistemi tradizionali detti push, basati su programmi di produzione fissati in un tempo precedente e, quindi, inevitabilmente destinati a invecchiare senza rispecchiare l’effettiva domanda. L’obiettivo centrale è di progettare un processo produttivo capace di raggiungere i risultati in modo semplice, e senza muda, cioè spreco. 1. Individua le parole chiave e spiegane il significato. 2. Rispondi alle seguenti domande. a. In quale contesto si è sviluppato il toyotismo? b. Quale profondo cambiamento portò la Toyota nelle tecniche di produzione rispetto alle tecniche del tempo? c. A che cosa era finalizzata la formazione di alto livello per tutti gli operai? d. Nell’ambito del processo produttivo, qual è la grande differenza tra il lavoro di un operaio Toyota e quello di un operaio di una catena di montaggio? 5. Fai una ricerca sul taylorismo e il fordismo e prepara una scheda comparativa tra queste tecniche e il toyotismo. 6. Se tu fossi un imprenditore, quale tecnica preferiresti adottare? Motiva la tua risposta. 7. Illustra mediante delle slide in Power Point o un’infografica la differenza tra il sistema pull e push. Ricorda di usare soprattutto immagini e parole chiave, e poco testo.


CASI PRATICI Competenze attivate complessivamente per tutti i casi

estendono a 400 nel mese di settembre, quando si concludono i lavori per realizzare una nuova piscina per le terapia in acqua e viene assunto un nuovo terapista.

• Comunicazione nella madrelingua • Competenze matematiche • Imparare a imparare • Competenze civiche e di cittadinanza • Imprenditorialità

1. Calcola il coefficiente di elasticità della domanda di massaggi sportivi rispetto al prezzo e il coefficiente di elasticità dell’offerta di pacchetti riabilitativi nei due periodi considerati. 2. Motiva il diverso grado di elasticità dell’offerta nei due periodi considerati.

1 FATTORI CHE INFLUENZANO

3 REDDITO E CONSUMI. MODIFICA

Una pubblicazione su un’autorevole rivista scientifica a proposito degli effetti benefici sull’organismo derivanti dall’assunzione regolare di avocado (Effetto del consumo di avocado sui fattori di rischio delle malattie cardiovascolari: Una revisione sistematica e una meta-analisi. Cereus, 24 febbraio 2024) viene ripresa e rilanciata da numerosi organi di stampa. Anche una popolare trasmissione televisiva di cucina dedica una puntata per diffondere ricette a base di questo frutto.

Durante un periodo di gravi ristrettezze economiche, una famiglia riduce la qualità del cibo e consuma essenzialmente pasta, pane, uova e legumi in scatola, limitando il consumo di carne e altri cibi più costosi a una volta a settimana. Inoltre, rinuncia ad attività di svago e anche alle consuete vacanze estive, così che, dovendo restare in città nei mesi più caldi, i genitori provvedono a iscrivere i figli alla piscina comunale. Dopo un anno, una proposta di lavoro qualificato fa superare le difficoltà e permette alla famiglia di migliorare il tenore di vita.

LA DOMANDA. I BENEFICI DELL’AVOCADO

1. Ipotizza quali effetti possono prodursi sul mercato relativamente alla domanda e al prezzo. L’aumento della domanda offre ai produttori di avocado l’opportunità di alzare i prezzi? 2. Un’eventuale variazione della domanda, a tuo avviso, è da ritenersi causata da fattori oggettivi o soggettivi o da entrambi? Motiva la tua risposta. 3. Svolgi una piccola ricerca per trovare casi simili già accaduti nel mercato. Verifica se si tratta di beni connessi ad altri (complementari o concorrenti) e, nel caso, analizzane gli effetti complessivi.

2 ELASTICITÀ DELL’OFFERTA. LE OFFERTE DI UN CENTRO FISIOTERAPICO

Nel listino prezzi di un centro fisioterapico, una seduta di massaggio sportivo da 40 minuti costa 50 euro. In una settimana, di media, 80 clienti usufruiscono del servizio. Per promuovere l’attività, nel mese di gennaio la società lancia una promozione e abbassa il prezzo a 40 euro. I clienti aumentano e la domanda passa a 120 unità. Nello stesso centro, ogni mese, vengono offerti 200 pacchetti tra terapie riabilitative in acqua e noleggio di dispositivi medici. Per ciascun pacchetto viene rimborsata dalla Regione al centro la somma di 150 euro. Dal 1 gennaio, il rimborso della Regione al centro aumenta a 200 euro così che il centro trova conveniente ampliare l’offerta e, per il momento, aumenta il numero di dispositivi medici da noleggiare a 240 disponibili già dal mese di febbraio. Si

DEL CONSUMO DI UNA FAMIGLIA

1. Descrivi come si sono modificati i consumi della famiglia nelle due diverse situazioni.

4 COSTI E PUNTO DI PAREGGIO. LA CASA VACANZA

Considera una piccola casa vacanza per due persone che applica una tariffa di 270 euro per notte. 1. Completa la tabella relativa ai costi e ai ricavi. 2. Calcola il costo variabile, il costo medio, il costo marginale, la quantità minima di notti utile a ottenere un profitto dalla sua attività. 3. Calcola il break-even point e rappresentalo graficamente. 4. Indica le zone di perdite e quelle di profitto che si potrebbero realizzare. 5. Perché non è necessario fornirti nessun costo oltre al costo totale? Costo Costo Costo Costo Costo Ricavo Notti totale fisso variabile medio marginale 0

360

1

450

2

600

3

810

4

1080

5

1500

195


UNITÀ

3 Domanda e offerta Verifica di fine Unità

5 GRAFICI DELLA DOMANDA Rappresenta con tre diversi grafici l’andamento della domanda di tre beni a tua scelta: uno a domanda rigida, uno a domanda flessibile e uno a domanda neutrale, motivando le ragioni della scelta.

6 CURVE DI DOMANDA INDIVIDUALI

Consumo di gelati nel mese di luglio nel chiosco “G & G gelati e granite” della spiaggia Prezzo Francesco Emilio Giada Sara Domanda cono aggregata 1 30 100 2

12

8

E AGGREGATA

10

Nel mese di luglio quattro amici, Francesco, Emilio, Giada e Sara, in vacanza al mare, per rinfrescarsi si concedono un gelato al chiosco della spiaggia. Completa la seguente tabella e rappresenta graficamente le curve individuali di domanda e quella aggregata.

Gruppi eterogenei, da 3 o 4 alunni ciascuno

Tempi

2 ore scolastiche

Competenze-chiave di cittadinanza attivate

Comunicazione nella madrelingua Competenza matematica Competenza digitale Imparare a imparare Consapevolezza ed espressione culturale

196

U3 Domanda e offerta

10 1

3. Quale modifica nei consumi potrebbe realizzarsi su quel tratto di spiaggia?

Gruppi

Ricordi che in classe, prima di affrontare lo studio della domanda di mercato, avete studiato la teoria dell’utilità marginale che ora potrebbe aiutarti per decidere quali criteri seguire nell’acquisto. Chiami alcuni compagni e insieme mettete in pratica ciò che avete imparato durante la lezione di Economia politica.

1

40

2. A quale categoria di beni appartiene il gelato?

LA FESTA DI CAPODANNO

Budget: 250 euro.

10

Adesso rispondi alle domande: 1. Come varia la domanda in funzione del prezzo?

COMPITO DI REALTÀ

Nella palestra della tua scuola si terrà una festa di Capodanno. Ogni classe si occuperà di un aspetto della festa. Alla tua classe spetta il compito di trovare addobbi e luci per decorare la “sala” e la terrazza, i compagni ti chiedono di compilare per loro una scheda con l’elenco degli acquisti da fare corredata da immagini e prezzi. Per la scelta si affidano a te e al tuo buon gusto, l’acquisto vero e proprio lo faranno loro personalmente sulla base delle scelte che hai riportato sulla scheda.

90

4


Consegna • •

Dividetevi in piccoli gruppi secondo le indicazioni dell’insegnante. Ogni gruppo sceglierà un negozio che abbia un catalogo on line, nel quale siano presenti foto e descrizione della merce con relativi prezzi (ad esempio Leroy Merlin, Ikea, Amazon, altro…). Tempo: 15’ Accordatevi tra voi su cosa acquistare, compilando una tabella come quella proposta nel libro a pagina 157 che riporti l’utilità di ciascuna merce. Fate le vostre scelte coerentemente a quanto studiato in modo da ottenere la massima utilità possibile con la somma a vostra disposizione. Tempo: 50’ Alla fine del vostro lavoro, presentate un’infografica, che illustri le vostre proposte inserendo per ciascun prodotto da acquistare una piccola immagine trovata sul sito e il relativo prezzo. Ricordatevi di inserire anche la spesa totale. Tempo: 20’ L’infografica verrà presentata alla classe durante la lezione successiva oppure inviata all’insegnante, secondo le sue indicazioni. Prima di concludere il lavoro, controllate la check list.

CHECK LIST Fino 1 o 2 punti per ogni risposta affermativa Avete dato a ciascun prodotto un’utilità concordata tra voi inserito le vostre scelte nella tabella.

1

Vi siete ricordati di ponderare le utilità con i rispettivi prezzi.

1

Avete deciso gli acquisti coerentemente alla tabella e ricordandovi di scalare i rispettivi prezzi dall’importo totale.

2

Avete rispettato il vostro vincolo di bilancio.

1

Avete preparato un’infografica coerente, esteticamente piacevole, intuitiva e di facile consultazione.

2

Vi siete ricordati di fare il totale dei costi preventivati.

1

Tutti hanno dato il proprio contributo.

0,5

Avete lavorato nel rispetto delle opinioni di tutti e in caso di divergenze vi siete accordati serenamente.

0,5

Avete rispettato i tempi e consegnato il lavoro entro l’orario stabilito.

1

TOTALE PUNTEGGIO

/10

197


UNITÀ

Il mercato e le sue forme Che cosa studierai in questa Unità Questa Unità è dedicata alla conoscenza del mercato e delle sue forme: • il concetto di mercato come luogo dello scambio

• l’equilibrio tra la domanda e l’offerta e gli spostamenti dalla posizione di equilibrio

• i vari tipi di mercato e la loro

classificazione; le forme di mercato

• i mercati puri: concorrenza perfetta e monopolio

• i mercati intermedi: oligopolio, duopolio e concorrenza monopolistica

• i presupposti teorici delle diverse forme di mercato, vantaggi e svantaggi

• la formazione del prezzo e l’equilibrio del mercato

4

Quali abilità acquisirai Saprai: • definire il concetto di mercato e classificarlo

• distinguere le diverse forme di mercato e i relativi caratteri

• descrivere come si forma il prezzo

di equilibrio nelle diverse forme di mercato

• individuare i price maker e i price taker • individuare le regole che determinano il massimo profitto per l’imprenditore

• delineare il concetto di sovranità del consumatore

• spiegare la nozione di mercato contendibile • calcolare la concentrazione del mercato • individuare l’importanza di norme antitrust nei mercati oligopolistici

• la concentrazione del mercato Capitoli Prerequisiti

198

1 Il mercato, luogo dello scambio 2 Le forme di mercato


Per cominciare La battaglia dei giganti: Windows vs macOS

Da decenni la scelta tra Windows e macOS infiamma il dibattito tra gli utenti. Questa rivalità ha plasmato l’industria informatica, con due colossi che competono per dominare il mercato. Invece di una guerra sui prezzi, Microsoft e Apple hanno puntato sulla differenziazione. Microsoft ha reso Windows accessibile a un vasto pubblico, offrendo diverse versioni e un’ampia compatibilità. Apple, invece, ha posizionato macOS come un prodotto premium, focalizzato su design, integrazione e un’esperienza utente più raffinata. Entrambe le aziende hanno utilizzato diverse strategie per conquistare e fidelizzare i clienti. Bundle, abbonamenti e promozioni hanno giocato un ruolo chiave. Microsoft ha spesso incluso Office con Windows, mentre Apple ha legato macOS a servizi come iCloud. Windows ha dominato il mercato consumer e aziendale grazie alla sua versatilità e alla vasta rete di produttori; macOS, invece, si è concentrato su un pubblico più esigente, conquistandosi una forte posizione nel settore creativo e professionale. L’emergere di nuovi dispositivi e modelli di business ha costretto entrambi i giganti a innovare costantemente. La compatibilità con hardware e software di terze parti e l’integrazione con ecosistemi più ampi sono diventate cruciali per mantenere la competitività. Nonostante il dominio di Windows e macOS, il mercato evolve rapidamente. L’ascesa di sistemi operativi open source e l’integrazione sempre più stretta tra dispositivi (smartphone, tablet ecc.) pongono nuove sfide ai due giganti. La rivalità tra Windows e macOS è un esempio classico di come la competizione possa portare all’innovazione e soddisfare le esigenze di un pubblico diversificato. Sebbene il futuro sia imprevedibile, una cosa è certa: la battaglia per la supremazia nel mondo dei sistemi operativi continuerà ad alimentare accese discussioni e a guidare l’evoluzione tecnologica.

RISPONDI

RIFLETTI

1. In quale modo le due aziende si sono differenziate nel mercato?

1. Netflix e Amazon Prime Video sono i leader nel settore dello streaming, ma devono fare i conti con l’ingresso di nuovi player come Disney+, HBO Max e Apple TV+.

2. Quali strategie utilizzano per fidelizzare i propri clienti? 3. Quali sono le sfide che i due giganti devono fronteggiare?

2. Quali altri competitori potrebbero insidiare Windows e MacOS? Fai una ricerca online e rispondi.

In questa Unità acquisirai gli strumenti per interpretare queste e altre situazioni.

199


1

CAPITOLO

Il mercato, luogo dello scambio

Contenuti digitali del capitolo e glossario inglese.

In questo capitolo si definisce il concetto di mercato, inteso come luogo d’incontro fra la domanda e l’offerta, passando poi a studiare come il prezzo di equilibrio si forma per azione delle forze spontanee che agiscono sul mercato. Esamineremo infine i caratteri principali delle diverse forme di mercato, sia concorrenziali (concorrenza perfetta) sia non concorrenziali (monopolio, oligopolio, concorrenza monopolistica), che verranno approfondite in dettaglio nel capitolo seguente.

1 . 1 Definizione di mercato Lo scambio e il prezzo Nei moderni sistemi economici, dove si realizza la divisione del lavoro, i beni e i servizi necessari a soddisfare i bisogni sono ottenuti mediante lo scambio fra i diversi operatori: nessun soggetto è autosufficiente, dato che opera in un settore infinitamente piccolo del sistema produttivo e dipende dagli altri per la sua stessa sopravvivenza. L’attività di scambio avviene nel mercato, dove si intesse un’ampia rete di relazioni economiche che collega coloro che offrono i beni e i servizi con coloro che li domandano. Dall’insieme di tali relazioni scaturiscono i prezzi, che – come vedremo – sono segnali assai importanti in quanto capaci di orientare la quantità e la qualità della produzione.

Il mercato Mentre nel linguaggio ordinario per “mercato” intendiamo un luogo fisico definito, dove avvengono le contrattazioni dei beni, in economia il significato del termine è molto più ampio. Il mercato è l’insieme dei venditori e dei compratori che intendono acquistare e vendere determinati beni e servizi. Dalla definizione si capisce che il mercato è costituito dall’offerta e dalla domanda collettive, che risultano, cioè, dalla somma delle offerte e delle domande individuali. Il mercato non si identifica quindi in un particolare luogo geografico, ma si riferisce ad aree assai vaste, che possono estendersi a tutto il mondo (si pensi ai mercati del petrolio, dell’oro, del grano ecc., che comprendono operatori di diversi Paesi). Il mercato non implica la presenza fisica degli operatori, che possono risiedere anche in luoghi molto lontani e venire in contatto tramite telefono oppure online. MAPPA 1 

I servizi pubblici È da notare che non tutte le transazioni che caratterizzano una moderna economia passano per il mercato. I servizi della Pubblica Amministrazione, ad esempio, vengono offerti alla collettività a un prezzo che non passa attraverso il meccanismo del mercato. Essi possono essere → Unità 2, finanziati dall’intera collettività mediante le imposte, offerti e goduti dai singoli cittacap. 3 dini, talvolta senza pagare alcun prezzo; oppure pagando un corrispettivo inferiore al loro costo effettivo. PER ESEMPIO  MAPPA 2 

200

U4 Il mercato e le sue forme . C1 Il mercato, luogo dello scambio


MAPPA 1

 Nel mercato avvengono le relazioni economiche tra coloro che offrono beni e servizi e coloro che li domandano.

MERCATO luogo dell’incontro venditori imprese/ lavoratori

compratori consumatori/ imprese dove si formano

esprimono

LA DOMANDA

I PREZZI

L’OFFERTA

MAPPA 2

esprimono

BENI E SERVIZI sono offerti attraverso Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

finanziati con

prezzi imposte

PER ESEMPIO

FACCIAMO IL PUNTO

P.A.

MERCATO

tasse

I servizi offerti dalla Pubblica Amministrazione Rientrano nella prima categoria la difesa nazionale contro eventuali nemici esterni, la tutela dell’ordine pubblico interno, l’amministrazione della giustizia completamente finanziate tramite le imposte; rientrano nella seconda categoria, ad esempio, la frequenza

alla scuola superiore o l’Esame di Stato, i cui costi vengono coperti in piccola parte dalle tasse scolastiche o le tasse di Esame pagate da chi effettivamente usufruisce del servizio, e in gran parte mediante le imposte pagate da tutti i cittadini.

1. Che cosa si intende, in senso economico, con la parola “mercato”? 2. Quali sono i soggetti che operano nel mercato? 3. Esistono transazioni che non passano attraverso il mercato?

201


1 . 2 Come si forma il prezzo di equilibrio La legge della domanda e dell’offerta Prezzo di equilibrio Equilibrium price

Per capire come si forma il prezzo di equilibrio sul mercato, è opportuno richiamare le nozioni studiate nell’unità precedente, dedicate rispettivamente all’esame del comportamento del consumatore (domanda) e dell’imprenditore (offerta). Allora abbiamo appreso che la domanda individuale di un bene è funzione inversa del prezzo, mentre l’offerta individuale di un bene è funzione diretta del prezzo. Quando il prezzo sale, i consumatori domandano una minore quantità di bene, e l’opposto accade quando il prezzo diminuisce. Per i produttori è vero il contrario: se il prezzo aumenta aumentano l’offerta, se il prezzo cala la diminuiscono.

L’equilibrio di mercato → Unità 3 Fino a questo momento abbiamo visto che le curve collettive, tanto di domanda che di offerta, hanno lo stesso andamento delle curve individuali: è crescente la curva collettiva di offerta, mentre la curva collettiva di domanda è decrescente; esse si incontreranno in un certo punto, le cui coordinate forniranno la quantità e il prezzo di equilibrio. Nella figura qui a fianco compaiono una generica curva di offerta e una generica curva di domanda. Dal loro incontro scaturisce il prezzo di equilibrio, pari a OP e la quantità di equilibrio, pari Equilibrio a OQ. Al prezzo OP, si realizza quindi l’equilibrio di mercato. I DATI PARLANO 1 

di mercato Market equilibrium

L’azione degli automatismi di mercato Che cosa accade se, in un certo momento, il prezzo che si forma sul mercato è diverso dal prezzo di equilibrio? Rispondiamo a questa domanda utilizzando per semplicità il grafico qui a fianco. I DATI PARLANO 2  Si possono verificare due situazioni: • il prezzo di mercato è superiore al prezzo di equilibrio (passa da OP a OR) la quantità offerta corrispondente aumenta (passa da OQ a OM), mentre la quantità domandata diminuisce (da OQ a OH): mercato non in equilibrio per eccesso di offerta. I venditori pur di vendere il prodotto si fanno concorrenza tra loro spingendo il prezzo di mercato verso il basso, finché non raggiunge il livello di equilibrio; • il prezzo di mercato è inferiore al prezzo di equilibrio (passa da OP a OS): la quantità domandata corrispondente aumenta (da OQ a ON), mentre la quantità offerta diminuisce (da OQ a OL): mercato non in equilibrio per eccesso di domanda. In questo caso sono i compratori a farsi concorrenza tra loro, spingendo il prezzo di mercato verso l’alto finché di nuovo non si ristabilisce l’equilibrio. Nel mercato agiscono, quindi, delle forze automatiche che, in ogni momento, tendono ad assicurare l’adeguamento del prezzo di mercato al prezzo di equilibrio, spingendolo verso il basso (eccesso di offerta) o verso l’alto (eccesso di domanda).

Periodo breve e periodo lungo Periodo breve / Periodo lungo Short run / Long run

La nozione di equilibrio deve essere collegata a quella di tempo: affinché le forze riequilibranti possano funzionare, sarà necessario un certo lasso di tempo. Al riguardo, occorre distinguere l’equilibrio di periodo breve, relativo a un lasso di tempo tanto limitato da non permettere di variare le attrezzature esistenti per adeguarle alla domanda, dall’equilibrio di periodo lungo, in cui tale adeguamento è invece possibile. Naturalmente, questo tempo varia a seconda dei beni considerati. PER ESEMPIO  Possiamo quindi dire che quanto più è breve il periodo considerato, tanto più il prezzo dipende dall’intensità della domanda; quanto più è lungo il periodo, tanto più il prezzo dipende dal costo di produzione.

202

U4 Il mercato e le sue forme . C1 Il mercato, luogo dello scambio


I DATI PARLANO

1 L’equilibrio di mercato

Videolezione

Le curve collettive di domanda e di offerta (come quelle individuali) sono curve istantanee, perché descrivono il comportamento dei consumatori e dei produttori alle diverse alternative di prezzo che si possono formare sul mercato in un certo preciso momento. Prezzi

Offerta

Prezzi

Offerta

P

P

Domanda Quantità Domanda

Q

O

Nella tabella cheOsegue abbiamo riportato un ipotetico esempio numerico di formazione Q Quantità del prezzo di equilibrio e costruito il grafico corrispondente ai valori espressi in tabella. Il prezzo di equilibrio è 1600, che uguaglia la quantità domandata e la quantità offerta. Prezzo di mercato 1000

Quantità offerta 200

Quantità domandata 1200

1200

400

800

1400

500

650

1600

600

600

1800

800

500

2000

1200

300

Prezzi

2 Gli automatismi del mercato R Prezzi

R

Eccesso di offerta

P S

P S

PER ESEMPIO

O

O

Offerta

Eccesso di offerta

Offerta

Domanda

Eccesso di domanda L H

Q

Quantità Domanda

M N

Eccesso di domanda L H

Q

M N

Quantità

FACCIAMO IL PUNTO Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

1. Come si forma il prezzo di equilibrio nel mercato? 2. Che cosa si intende per equilibrio di mercato? 3. Come agiscono le “forze automatiche del mercato” ? 4. Perché è necessario distinguere l’equilibrio di breve e lungo periodo?

L’offerta nel breve e lungo periodo Un coltivatore agricolo, che gestisce anche un banco di frutta, porta ogni giorno al mercato 100 kg di mele. Dopo qualche tempo, la loro qualità è così apprezzata che non riesce a soddisfare interamente la domanda dei compratori. Il venditore, non potendo aumentare la quantità offerta, può aumentare il prezzo di vendita, certo che – dato l’aumento della domanda – riuscirà ugualmente a vendere tutta la sua frutta. Come si vede, nel periodo

breve il prezzo dipende dall’intensità della domanda. Visto l’andamento positivo della domanda, il coltivatore decide di mettere a coltura nuovi terreni; ciò gli consente di produrre e offrire sul mercato una maggiore quantità di mele. Nel periodo lungo, quindi, il prezzo dipende dal costo di produzione (costo del terreno, dei fertilizzanti e degli anticrittogamici, del lavoro ecc.).

203


1 . 3 Spostamenti delle posizioni di equilibrio Dato che l’equilibrio di mercato scaturisce dall’incontro delle curve di domanda e di offerta, è evidente che ogni loro spostamento determina una nuova situazione di equilibrio. Vediamole singolarmente.

Spostamenti della curva di domanda In generale, la curva di domanda subisce spostamenti nei seguenti casi: • quando varia il reddito dei consumatori, che richiedono una maggior quantità di beni se il loro reddito aumenta e una minor quantità di beni se diminuisce; • quando variano i prezzi dei beni concorrenti e complementari: nel caso dei beni concorrenti la variazione nel prezzo di un bene provoca una variazione nello stesso senso della domanda dell’altro bene, mentre nel caso dei beni complementari la variazione nel prezzo di un bene provoca variazioni in senso inverso della domanda dell’altro bene; • quando cambiano i gusti dei consumatori, che variano frequentemente nel tempo. Quando la domanda aumenta, la sua curva si sposta verso destra; quando invece la domanda diminuisce, la sua curva si sposta verso sinistra

Spostamenti della curva dell’offerta Anche l’offerta si sposta quando si verificano eventi che modificano i costi di produzione, come ad esempio l’introduzione di importanti innovazioni tecniche o concessioni di sgravi fiscali , che li diminuiscono, oppure inasprimenti nel costo del lavoro o nelle tasse, che invece li aumentano. Possiamo quindi dire che ogni volta che si verificano riduzioni di costi, l’offerta aumenta e quindi la sua curva si sposta verso destra; se invece si verificano aumenti di costi, l’offerta cala, e la curva si sposta verso sinistra. I DATI PARLANO 

Equilibrio di breve e di lungo periodo Mentre nel breve periodo le curve di domanda e di offerta non sono soggette a spostamenti, nel lungo periodo esse si possono spostare, determinando un nuovo prezzo di equilibrio. PER ESEMPIO 1 

I prezzi, segnali del mercato Il meccanismo dei prezzi funziona in modo da rendere compatibili i comportamenti degli operatori (venditori e compratori), consentendo la miglior allocazione delle risorse  scarse verso usi alternativi. I prezzi agiscono cioè come dei segnali di scarsità e di abbondanza, e costituiscono un delicato sistema di comunicazione in cui le scelte indipendenti dei diversi soggetti tendono a equilibrarsi fra loro. Ciò spiega l’abitudine degli economisti di paragonare i prezzi di mercato a dei semafori, che regolano i comportamenti degli operatori: quando in un settore i prezzi aumentano, il “semaforo” dà via libera agli investimenti; quando invece i prezzi diminuiscono, gli investimenti tendono a reagire come a un segnale di stop. PER ESEMPIO 2 

204

U4 Il mercato e le sue forme . C1 Il mercato, luogo dello scambio


I DATI PARLANO

Videolezione

VARIAZIONE PREZZO DI EQUILIBRIO Se…

il prezzo di equilibrio…

a causa della variazione di…

la domanda aumenta

aumenta

la domanda diminuisce

diminuisce

reddito, prezzo dei beni complementari e concorrenti, variazione del gusto dei consumatori

l’offerta aumenta

diminuisce

l’offerta diminuisce

aumenta

costi di produzione, sgravi o inasprimenti fiscali, innovazioni tecnologiche, costo del lavoro, ecc.

Rappresentazione grafica dell’equilibrio Si immagini, ad esempio, che la moda faccia aumentare, a parità di altre condizioni, la domanda di un bene. Si ha allora la situazione raffigurata nel grafico A: la nuova posizione di equilibrio comporta un prezzo e una quantità più elevati della precedente posizione di equilibrio. Naturalmente, se la domanda di un bene diminuisce, la nuova posizione di equilibrio comporterà un prezzo e una quantità di equilibrio più bassi.

Prezzi Offerta

Prezzi

A

Nuova posizione di equilibrio R

P

Domanda 2

P

R

Domanda 1

Nuovo equilibrio per riduzione dei costi Immaginiamo ora uno spostamento della curva di offerta in seguito a una riduzione di costi. A parità di altre condizioni, si avrà un nuovo punto di equilibrio, come indicato nel grafico B. Prezzi A Come si vede chiaramente dal grafico, il nuovo punto di equiOfferta quantità librio comporta un prezzo minore e una maggiore scambiata.

O

Q

Prezzi

Quantità

R

O

B

Offerta 1 Offerta 2

Nuova posizione

Nuovo equilibrio per aumento dei costi di equilibrio

PER ESEMPIO

Se, invece, la curvaR di offerta si sposta verso sinistra, in seguito Domanda 2 a un aumento dei costi di produzione, al nuovo punto di equiP librio corrisponderà un prezzo maggiore e una minore quantità Domanda 1 scambiata. Come si vede dai grafici, lo spostamento di una (o diQuantità entrambe) O Q R le curve determina una nuova posizione di equilibrio.

1 Il periodo breve varia da prodotto a prodotto Se per produrre un televisore occorrono 10 giorni (ciclo produttivo), il breve periodo è inferiore a 10 giorni; se invece per produrre una bicicletta ne occorrono 5, il breve periodo è inferiore a 5 giorni. Come già sappiamo, nel periodo breve l’offerta non può essere aumentata (offerta rigida) e quindi la domanda determina il prezzo di equilibrio; nel periodo lungo l’offerta può essere aumentata (offerta elastica) e quindi anche l’offerta concorre insieme alla domanda a determinare il prezzo di equilibrio.

Nuova posizione di equilibrio

R

Domanda

O

Q

settore e si dirigono verso altri impieghi, determinando una diversa allocazione delle risorse disponibili. Se, viceversa, aumenta la domanda di un bene, si mette in moto il processo inverso, con la conseguenza di maggiori investimenti nel settore considerato. 0

S

Quantità

LESSICO  Sgravio fiscale Agevolazione accordata a categorie di contribuenti, sollevate in tutto o in parte dal pagamento di un’imposta.

 Allocazione Quantità delle risorse È la distribuzione delle risorse, costituisce un problema centrale in economia: riguarda l’efficiente ripartizione delle risorse scarse tra i diversi usi alternativi.

2 Prezzi: segnali di mercato Se diminuisce la domanda di un certo bene, il suo prezzo tende a diminuire, e ciò segnala agli imprenditori che è meno conveniente offrire quel bene: gli investimenti produttivi diminuiscono in quel 0

P

Quantità

205


1 . 4 Classificazione del mercato Si possono distinguere diversi tipi di mercato, a seconda delle caratteristiche prese di volta in volta in considerazione. Le classificazioni più importanti sono indicate nella tabella. I DATI PARLANO  All’interno dei mercati considerati si possono operare ulteriori distinzioni come, ad esempio, all’interno del mercato dei beni si parla di mercato dell’oro, mercato del caffé, mercato dell’automobile o dei veicoli industriali e così via.

1 . 5 Vari tipi di mercato Senza entrare nei dettagli, che verranno sviluppati nel prossimo capitolo, possiamo anticipare che si possono distinguere varie forme di mercato sulla base delle seguenti caratteristiche: • numero dei venditori: uno, pochi, tanti; piccoli, grandi; • numero dei compratori uno, pochi, tanti; piccoli, grandi; • dimensioni delle imprese: grandi, piccole; • omogeneità del prodotto: molto, poco o affatto differenziato; • circolazione di informazioni: trasparenza od opacità del mercato; • modalità di entrata o uscita di nuove imprese nel mercato: presenza o assenza di barriere di vario tipo; • modalità di formazione del prezzo: influenzare o subire il prezzo. In base a queste caratteristiche, si distinguono due diverse tipologie di mercato: Concorrenza perfetta Perfect competition Monopolio Monopoly Monopsonio Monopsony Oligopolio Oligopoly Concorrenza monopolistica Monopolistic competition

PLUS Sraffa e le nuove forme di mercato

206

• le forme di mercato pure, alle quali appartengono la concorrenza perfetta e il monopolio; • le forme di mercato intermedie, alle quali appartengono oligopolio, duopolio, monopsonio e concorrenza quasi perfetta (anche detta concorrenza monopolistica).

Modelli teorici La concorrenza perfetta e il monopolio assoluto sono situazioni di mercato quasi impossibili nella realtà. Ciò a causa delle condizioni molto restrittive che le qualificano: si avvicinano alla concorrenza perfetta alcuni mercati di prodotti agricoli, di prodotti industriali molto semplici; come pure è rara nella realtà una situazione di monopolio assoluto. Perché allora studiamo queste due forme di mercato, nonostante siano quasi irrealizzabili in pratica? Le analizziamo, perché costituiscono forme estreme di mercato, e i mercati reali possono presentare elementi concorrenziali ed elementi monopolistici a seconda delle diverse situazioni. In altre parole, si tratta di modelli teorici utili per capire le situazioni concrete e ci aiutano a studiare le forme di mercato intermedie più frequentemente riscontrabili nella realtà.

U4 Il mercato e le sue forme . C1 Il mercato, luogo dello scambio


PLUS

Prezzi e valore dei beni: le forbici di Marshall I prezzi esprimono il valore dei beni in termini di moneta. Se, ad esempio, il prezzo di un’auto è di 20.000 euro, tale è il suo valore espresso in termini monetari. Il problema di spiegare il valore dei beni è sempre stato centrale nell’analisi economica. Gli economisti hanno elaborato due teorie contrapposte per provare a risolverlo: • secondo la scuola classica, il valore dei beni dipende dal costo di produzione, cioè dal lavoro necessario a produrli (la produzione dei beni si ottiene infatti attraverso il concorso del lavoro e dei fattori produttivi, che a loro volta incorporano il lavoro che è servito a produrli); • secondo la scuola marginalista, il valore dei beni dipende dalla loro utilità marginale, che decresce all’aumentare della quantità disponibile del bene.

I DATI PARLANO

L’economista inglese Alfred Marshall, verso la fine dell’Ottocento, ha gettato un ponte fra le due diverse teorie del valore e ha così risolto una secolare controversia, distinguendo fra periodo breve e periodo lungo. Secondo Marshall nel periodo breve il valore dei beni dipende dall’utilità, e quindi dalla domanda; mentre nel periodo lungo dipende dal costo di produzione, quindi dall’offerta.

Beni e servizi scambiati

Rapporti internazionali

Ampiezza Quantità

 Beni di investimento Beni intermedi e finali impiegati nel processo produttivo per ottenere altri beni, come le matrie prime, i semilavorati, ecc.

 Mercato del lavoro È l’insieme dei meccanismi con i quali la domanda e l’offerta di lavoro si incontrano per fissare il salario. Si tratta di un mercato con caratteristiche particolari, in quanto la contrattazione avviene attraverso i sindacati dei lavoratori e quelli dei datori di lavoro.

 Mercato dei capitali

Scrive Marshall: «Discutere se il valore sia governato dall’utilità o dal costo di produzione sarebbe altrettanto ragionevole quanto discutere se, di un paio di forbici, sia la lama superiore o quella inferiore che taglia un foglio di carta». L’immagine è chiara nel mostrare che l’utilità, espressa dalla domanda, e il costo di produzione, espresso dall’offerta, “lavorano insieme” nel determinare il prezzo di equilibrio. Il merito di Marshall è l’aver corretto l’analisi statica dei marginalisti con un’analisi dinamica che risolve il problema tenendo conto del tempo.

CLASSIFICAZIONE DEI MERCATI IN RELAZIONE A MERCATO

LESSICO

OPERATORI

Beni di consumo

beni acquistati dai consumatori finali (famiglie)

Beni di investimento 

beni intermedi o finali impiegati nel processo produttivo (imprese)

Mercato del lavoro 

offerta di lavoro (famiglie) e domanda di lavoro (imprese)

Mercato dei capitali 

prestiti, finanziamenti, azioni, ecc. (banche, Borsa)

Mercato chiuso

imprese senza rapporti con i mercati esteri

Mercato aperto

imprese in comunicazione con i mercati di altri Paesi

Mercato locale

in aree circoscritte del Paese

Nazionale

nel territorio di uno Stato

Globale

operatori di diversi Paesi

Ingrosso

da produttori a grossisti a dettaglianti

Dettaglio

da dettaglianti a consumatori

È l’insieme delle negoziazioni di prestiti e di finanziamenti alle imprese. Vi ricorrono non solo gli imprenditori che necessitano di finanziamenti, ma anche gli acquirenti di beni di consumo durevoli (come la casa) e lo Stato, che contrae prestiti per fronteggiare i deficit di bilancio.

FACCIAMO IL PUNTO Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

1. Quando si determina uno spostamento delle curve dell’offerta? 2. E nelle curve della domanda? 3. Come è possibile distinguere le varie forme di mercato? 4. Quali sono le forme di mercato intermedie? 5. Per quale motivo la concorrenza perfetta e il monopolio sono dei modelli teorici?

207


CAPITOLO

1

Il mercato, luogo dello scambio Sintesi

Ascolta e ripassa

1 . 1 Definizione di mercato

Nei moderni sistemi economici i beni e i servizi necessari a soddisfare i bisogni si ottengono mediante lo scambio che si realizza nel mercato. Il mercato è costituito dall’insieme di venditori e compratori che intendono scambiare beni e servizi. Alcuni servizi (servizi pubblici) non vengono scambiati attraverso il mercato, ma vengono offerti alla collettività dalla Pubblica Amministrazione a fronte del pagamento delle imposte o di un corrispettivo inferiore al costo effettivo.

1 . 2 Come si forma il prezzo di equilibrio

L’incontro delle curve di domanda e di offerta determina il prezzo e la quantità di equilibrio. Nel mercato agiscono delle forze automatiche che, in ogni momento, tendono ad adeguare il prezzo di mercato al prezzo di equilibrio, spingendolo verso il basso (eccesso di offerta) o verso l’alto (eccesso di domanda). Nel periodo breve i prezzi sono influenzati prevalentemente dalla domanda, nel periodo lungo prevalentemente dai costi di produzione.

1 . 3 Spostamenti delle posizioni di equilibrio

Nel tempo le curve di domanda e di offerta possono spostarsi per il variare delle condizioni economiche. In tal caso si avrà necessariamente uno spostamento anche della posizione di equilibrio. I prezzi sono dei segnali di scarsità o abbondanza che assicurano l’ottima allocazione delle risorse disponibili.

1 . 4 Classificazione del mercato

In relazione al tipo di beni e servizi scambiati si hanno: . mercato dei beni di consumo - mercato dei beni di investimento - mercato del lavoro mercato dei capitali. In relazione ai rapporti internazionali si distingue: . mercato chiuso - mercato aperto. In relazione alla sua ampiezza si ha la classificazione: . mercato internazionale / nazionale / locale. In relazione alle quantità scambiate abbiamo: . mercato all’ingrosso - mercato al dettaglio.

1 . 5 Vari tipi di mercato

Si possono distinguere varie forme di mercato in base alle seguenti caratteristiche: . il numero dei venditori; . il numero dei compratori; . le dimensioni delle imprese; . l’omogeneità del prodotto; . la circolazione di informazioni: trasparenza od opacità del mercato; . la presenza o meno di barriere all’entrata e all’uscita; . la modalità di formazione del prezzo: influenzare o subire il prezzo. Le forme di mercato rientrano in due tipologie: . le forme di mercato pure, alle quali appartengono la concorrenza perfetta e il monopolio; . le forme di mercato intermedie, alle quali appartengono oligopolio, duopolio, monopsonio e concorrenza quasi perfetta (o concorrenza monopolistica).

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U4 Il mercato e le sue forme . C1 Il mercato, luogo dello scambio


Mappa da completare Dopo aver ripassato i contenuti dell’Unità, completa la mappa inserendo correttamente gli elementi mancanti scelti tra i seguenti dettaglio • aperto • ampiezza • barriere • chiuso • dimensioni • esclusive • duopolio • monopolio • monopolistica • oligopolio • pure _________________

MERCATO

_________________

DOMANDA

Domanda = offerta

OFFERTA

_________________ _________________

CLASSIFICAZIONE DEL MERCATO

CARATTERISTICHE DEL MERCATO

ai beni/servizi scambiati

• beni di consumo • lavoro • beni di investimento • capitali

ai rapporti internazionali

• _ _____________

all’_________________

• locale

alle quantità scambiate

• all’ingrosso

• _ _____________

in base

• numero degli operatori • _ ____________________ • omogeneità del prodotto

_________________ FORME DI MERCATO INTERMEDIE

• nazionale

• mondiale

• al _ _____________

• ____________ all’ingresso • trasparenza/opacità • modi di formazione del prezzo

• concorrenza perfetta • _ ________________ • _ __________________________ • duopolio • monopsonio • concorrenza _ ________________

RISPONDI ORA ALLE DOMANDE 1. Che cosa si intende per offerta di mercato? 2. Quali sono le caratteristiche di un mercato? 3. Quando un mercato si dice aperto? 4. Quali sono i caratteri del monopolio? 5. Che cosa si intende per mercato di monopsonio?

209


CAPITOLO

1

Il mercato, luogo dello scambio Esercizi Consolidiamo le conoscenze...

SCELTA MULTIPLA 1. Completa l’affermazione scegliendo la frase corretta fra quelle proposte. 1. Se le ciliegie costano 3 euro al kg, i consumatori ne domandano 100 quintali, mentre i produttori ne offrono 80, in futuro il prezzo delle ciliegie a  subirà un aumento b  avrà un andamento costante c  avrà un andamento casuale d  subirà una diminuzione 2. All’aumento della domanda, rimanendo costante l’offerta, la nuova posizione di equilibrio comporta a  un prezzo e una quantità più alti b  un prezzo più alto e una quantità più bassa c  un prezzo più basso e una quantità più alta d  un prezzo e una quantità più bassi 3. Quando la domanda di un bene rimane costante e l’offerta aumenta, il nuovo equilibrio comporta a  un prezzo più basso e una quantità più alta b  un prezzo più alto e una quantità più bassa c  un prezzo e una quantità più alti d  un prezzo e una quantità più bassi 4. Quale tra le seguenti transazioni non passa per il mercato. a  una scuola materna c  una palestra b  una ludoteca d  un teatro 5. Quale tra i seguenti caratteri non serve per identificare le forme di mercato a  trasparenza del mercato b  omogeneità del prodotto c  reddito degli operatori d  barriere di entrata e uscita 6. Concorrenza perfetta e monopolio assoluto sono a  assai frequenti b  molto rare, quasi impossibili c  frequenti solo nei Paesi sviluppati d  frequenti solo nel settore industriale 7. In relazione all’ampiezza del mercato, quale dei seguenti non fa parte dell’elenco a  mercato neutro b  mercato locale

c  mercato nazionale d  mercato globale

8. È una forma di mercato pura a  l’oligopolio b  la concorrenza perfetta

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c  il duopolio d  il monopsonio

Esercizi interattivi

ASSOCIAZIONE 2. Associa la definizione scegliendola dall’elenco proposto. (Attenzione non tutti i termini vanno inseriti.) 1. Utilità marginale 2. Oligopolio 3. Duopolio 4. Monopsonio 5. Monopolio assoluto 6. Concorrenza monopolistica 7. Concorrenza perfetta a. ___Molti venditori, un solo compratore, incertezza nella determinazione del prezzo, prodotto omogeneo, difficoltà di ingresso per nuove imprese b. ___Pochi venditori, molti compratori, potere dei venditori nella formazione del prezzo, difficile l’ingresso di nuove imprese, frequente nella realtà c. ___Molti venditori e compratori, prodotto omogeneo, prezzo determinato dal mercato, libertà di entrare e uscire dal mercato, molto raro nella realtà d.___Un solo venditore, molti compratori, prodotto unico, potere del venditore nel determinare il prezzo, ingresso impedito a nuove imprese e. ___Numerosi venditori e compratori, prodotto differenziato, potere dei venditori di fissare entro certi limiti il prezzo, possibilità per nuove imprese di entrare nel mercato, molto frequente nella realtà

PREPARATI ALLA PROVA ORALE 3. Tra parentesi i paragrafi di riferimento. 1. Come si definisce il mercato? (1 .1)

2. Che cosa si intende con le espressioni domanda e offerta collettive? (1.1) 3. Quando un mercato si dice aperto? (1.4) 4. Perché i prezzi sono considerati i “semafori” del mercato? (1.3) 5. Come agiscono le forze automatiche che assicurano l’equilibrio? (1.2) 6. Quali sono le cause che fanno spostare la curva di domanda di un bene? (1.3) 7. Come si sposta l’offerta all’aumentare dei costi di produzione? (1.3) 8. Quali forme di mercato si è soliti evidenziare nello studio dell’economia? (1.4) 9. Perché concorrenza perfetta e monopolio assoluto sono forme di mercato assai rare nella realtà? (1.4) 10. Quali sono gli elementi che caratterizzano le diverse forme di mercato? (1.4)

U4 Il mercato e le sue forme . C1 Il mercato, luogo dello scambio


... per sviluppare le competenze CASI PRATICI 4. Esamina ciascun caso e fornisci delle soluzioni o rispondi motivando. 1. I l prezzo di equilibrio nel breve e nel lungo periodo. Uno smartphone innovativo Nel breve periodo le curve di domanda e di offerta solitamente non sono soggette a spostamenti. Nel lungo periodo, invece, sia la domanda che l’offerta possono variare. Immaginiamo ora che per effetto di una innovazione tecnologica si verifichi nel lungo periodo un consistente aumento dell’offerta di cellulari di nuova generazione.

1. Come mai la domanda e l’offerta nel breve periodo non variano? 2. Come si determina il prezzo di equilibrio nel breve periodo? 3. Come si determina il prezzo di equilibrio nel lungo periodo? 1. Se la domanda restasse costante, come varierebbe il prezzo di equilibrio? 2. Se invece immaginiamo che per effetto di limiti all’importazione di un componente di tali cellulari l’offerta diminuisse, ferma restando la domanda, quale sarebbe il nuovo prezzo di equilibrio?

2. I l prezzo di equilibrio nel breve e nel lungo periodo. Barche più… leggere (o più pesanti) Poniamo che in un Paese vengano modificati i criteri per gli importi delle tasse annuali sulle imbarcazioni da diporto. Saranno esentate dal pagamento della tassa tutte le imbarcazioni al di sotto dei 14 metri, rimangono invariati gli importi per quelle fino a 34 metri, mentre vengono innalzati quelli per barche di lunghezza superiore.

1. Come si sposteranno le curve della domanda e dell’offerta nel breve e nel lungo periodo? 2. Ci saranno variazioni nel prezzo di equilibrio nel breve e nel lungo periodo? 3. Utilizzando dati di partenza a scelta, rappresenta graficamente gli spostamenti.

3. Il prezzo dei beni come segnale. Un vecchio gioco Mettendo a posto la tua stanza, hai trovato un vecchio videogioco prodotto in Italia che aveva ancora il prezzo riportato sulla scatola. Ti stupisci di quanto sia calato il prezzo nel giro di pochi anni; oggi il gioco è ancora in vendita, ma costa poco più della metà del suo prezzo originale. Proponi a tuo fratello che ha undici anni di fare una partita, ma non è interessato perché, come quasi tutti i suoi amici, ne ha già uno simile di una marca di importazione che recentemente ha invaso il mercato offrendo giochi più accattivanti.

1. Quali motivi hanno determinato il calo del prezzo? 2. Quale tipo di messaggio manda all’impresa che lo produce? 3. Dovendo classificare il tipo di mercato rispetto all’oggetto, a quale tipo/i di mercato iscriveresti questo?

211


2

CAPITOLO

Le forme di mercato In questo capitolo si studiano le forme di mercato. Partendo dalle forme Contenuti pure come il mercato di concorrenza perfetta e il monopolio utili per medigitali del glio comprendere il funzionamento dei mercati reali, verranno quindi esacapitolo e glossario minati i mercati intermedi, in particolare l’oligopolio e la concorrenza moinglese. nopolistica, le forme di mercato attualmente più diffuse nella realtà. Per ogni forma di mercato, si esamineranno i requisiti che caratterizzano il tipo di mercato, la determinazione dell’equilibrio dell’impresa nel breve e nel lungo periodo, i vantaggi e gli svantaggi per i consumatori e il sistema economico generale. Infine, si analizzerà l’influenza del marketing e della pubblicità nel mercato. Vediamo innanzitutto i mercati puri: la concorrenza perfetta e il monopolio.

2 . 1 Caratteri della concorrenza perfetta La concorrenza perfetta è la forma di mercato caratterizzata dall’offerta di un prodotto omogeneo e da un alto numero di venditori e compratori di piccole quantità, nessuno dei quali è in grado di influire sulla formazione del prezzo.

Presupposti teorici della concorrenza perfetta Perché un mercato possa definirsi di concorrenza perfetta è necessaria la presenza contemporanea dei seguenti requisiti: • atomizzazione del mercato: consiste nella presenza, sul mercato, di un alto numero di operatori di piccole dimensioni, in modo che nessuno di essi possa influenzare il prezzo. Operano quindi molte imprese, ciascuna delle quali offre una piccola quantità di prodotto, alla presenza di molti compratori, nessuno dei quali in grado di condizionare il mercato. Ogni variazione nella quantità domandata e nella quan→ capitolo tità offerta da ciascun operatore, cioè, non è in grado di modificare il prezzo del proprecedente al dotto (e di spostare le curve della domanda e dell’offerta). Il venditore, così come il par. 1.3 compratore, sono price taker  (dall’inglese letteralmente “colui che prende”, cioè colui che subisce il prezzo). PER ESEMPIO 1  • omogeneità del prodotto: i beni offerti da tutte le imprese di un settore sono identici. PER ESEMPIO 2  Se infatti un produttore riesce a imprimere al suo prodotto caratteri differenziali (anche soltanto esteriori, come colore, tipo di involucro ecc.), subentrano elementi che non si configurano come concorrenza perfetta; PER ESEMPIO 3  • unicità di prezzo: sul mercato vige un solo prezzo per ciascun tipo di prodotto che non viene influenzato dal comportamento degli operatori (legge di indifferenza dei prezzi, detta anche legge di Jevons); PER ESEMPIO 4  • perfetta mobilità dei fattori produttivi, liberi di muoversi in risposta alle diverse sollecitazioni del mercato. Ciò comporta: PLUS Le barriere all’entrata

• la libertà di contrattare per ogni operatore che può liberamente spostarsi sia dal punto di vista geografico che settoriale; • l’assenza di barriere all’entrata , nel senso che le imprese possono entrare e uscire dal mercato, secondo la loro convenienza (mercato contendibile). PER ESEMPIO 5  • trasparenza del mercato: ogni operatore, sia esso venditore o compratore, è perfettamente informato sulle condizioni della domanda e dell’offerta. PER ESEMPIO 6  La concorrenza perfetta ha scarse possibilità di realizzarsi nei mercati reali, perché è molto difficile la contestuale presenza di tutti questi requisiti. PER ESEMPIO 7 

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U4 Il mercato e le sue forme . C2 Le forme di mercato


 Ogni forma di mercato presenta dei requisiti caratteristici e ha modalità diverse

PER ESEMPIO

per raggiungere l’equilibrio nel breve e lungo periodo.

1 Atomizzazione del mercato In un mercato rionale, l’assenza occasionale di uno dei banchi della frutta o di un cliente abituale non provoca alterazioni nei prezzi.

2 Omogeneità del prodotto Il grano venduto dagli agricoltori, generalmente, non presenta differenze significative in termini di qualità, dimensione dei chicchi, colore, o qualsiasi altra caratteristica che possa far distinguere un prodotto dall’altro.

3 Prodotto non omogeneo Un banco del mercato che, unico tra tutti, offre gratuitamente la consegna a domicilio della spesa, non può considerarsi in concorrenza perfetta, perché il prodotto offerto (non solo nel suo aspetto fisico, ma anche come servizi aggiuntivi) non è più omogeneo rispetto al resto del mercato.

4 Unicità del prezzo Se un venditore alzasse il prezzo di vendita del proprio prodotto, rimarrebbe con la merce invenduta, perché gli acquirenti si rivolgerebbero agli altri venditori (si ricorda che il prodotto è omogeneo); se, viceversa, provasse ad abbassare il prezzo per attirare più clienti, a fine giornata si troverebbe con un incasso minore di quello che avrebbe potuto realizzare mantenendo il prezzo unitario.

sul mercato e iniziare a offrire i propri prodotti. Allo stesso modo, i compratori possono rivolgersi al mercato e al venditore che preferiscono.

6 Trasparenza del mercato Se un compratore non conoscesse i prezzi vigenti sul mercato, potrebbe essere indotto ad acquistare un prodotto a un prezzo più elevato. Se in una strada turistica dove si vendono allo stesso prezzo gli stessi souvenir un venditore esponesse la merce nell’unico negozio senza vetrina, avrebbe scarse possibilità di vendere anche praticando prezzi più bassi, perché i compratori non sono informati della sua presenza.

7C oncorrenza perfetta nella realtà Il mercato mondiale che più si avvicina alle condizioni di concorrenza perfetta è quello dei prodotti agricoli (mercato del riso, del frumento, del mais); tuttavia anche in questo settore tendono ad affermarsi produttori di grandi dimensioni capaci di influenzare i prezzi di mercato.

LESSICO  Price taker Soggetto che non è in grado di influenzare il prezzo e deve subire l’influenza di chi ha il potere di decidere cioè, di fatto, accetta il prezzo esistente, al contrario del price maker che con le sue decisioni può determinare una variazione del prezzo di mercato.

 Barriere all’entrata Serie di difficoltà che l’impresa deve affrontare per entrare in un nuovo mercato a causa dei sistemi di protezione attuati dalle imprese già presenti (accordi per fissare i prezzi di vendita, brevetti protettivi ecc.). In assenza di barriere il mercato è contendibile.

5 Barriere di entrata/uscita Per un agricoltore, è possibile cambiare liberamente il prodotto da coltivare oppure spostarsi in altro mercato per vendere la merce; così come, per un nuovo agricoltore, vi è libertà di affacciarsi

213


Nonostante ciò, lo studio di questo tipo teorico di mercato è importante, in quanto ci aiuta a capire i problemi fondamentali che l’impresa deve affrontare per vendere i suoi prodotti in competizione con le altre imprese. È stato giustamente osservato che il mercato elettronico online potrebbe realizzare situazioni che si avvicinano alla concorrenza perfetta: il consumatore può confrontare i prezzi e i prodotti, riducendo le distanze fra produttore e consumatore, con una sensibile diminuzione dei prezzi di intermediazione e di pubblicità. Si riducono le barriere all’ingresso nel mercato di nuove imprese, perché si riduce la soglia minima di capitali necessaria (è risaputo il caso di alcune attività imprenditoriali – come la Apple – che hanno iniziato in un garage per poi avere un’espansione enorme). Inoltre, il commercio elettronico aumenta la trasparenza del mercato, assicurando entro certi limiti l’unicità di prezzo: di fatto facilita enormemente la ricerca del miglior prodotto al miglior prezzo.

2 . 2 E quilibrio dell’impresa

in regime di concorrenza perfetta

Come abbiamo detto, in regime di concorrenza perfetta l’imprenditore non ha il potere di modificare il prezzo di mercato, ma può solo variare la quantità offerta per diminuire i costi di produzione. Quindi per massimizzare il profitto globale e raggiungere l’equilibrio, può solo intervenire sulle dimensioni dell’impresa: l’imprenditore offre allora la quantità di prodotto che, dati il prezzo di mercato e i costi, rende maggiore il profitto, cioè la differenza fra ricavi e costi. Il problema per l’imprenditore diventa, così, stabilire qual è la dimensione ottima dell’impresa in relazione alla quantità da produrre: la soluzione è diversa a seconda della variabile tempo, cioè della lunghezza del periodo di tempo considerato.

Periodo breve e periodo lungo

→ Unità 3.2 → 2.1 legge di

indifferenza dei prezzi o legge di Jevons

Nel periodo breve (cioè l’intervallo di tempo durante il quale non è possibile modificare la dimensione dell’impresa), per aumentare la produzione non si può cambiare la struttura produttiva, ad esempio costruendo nuovi impianti, ma solo utilizzare nel modo migliore quella esistente per aumentarne la produttività. Ricordiamo che aumentando la quantità prodotta, diminuisce il costo medio perché si distribuiscono più efficacemente i costi fissi. Possiamo allora dire che l’impresa espande la sua produzione finché il costo dell’ultima unità prodotta (costo marginale) è uguale al ricavo il quale, a sua volta, è uguale al prezzo. In tal modo si ottiene la massimizzazione del profitto. Nel periodo lungo, invece, l’impresa può modificare la sua struttura produttiva, mettendo in funzione nuovi impianti. Nel regime di concorrenza perfetta, non esistono barriere all’entrata, quindi nuove imprese potranno entrare nel mercato, attratte dagli alti profitti. Ciò provoca, però, un aumento dell’offerta complessiva e la conseguente diminuzione del prezzo.

L’uscita dal mercato: il punto di fuga Questo processo continua fino a quando il prezzo non scende al livello del costo medio minimo. Dopo questo punto, i costi di produzione diventano superiori al prezzo di mercato: l’impresa produce in perdita ed è costretta ad abbandonare il mercato. L’impresa il cui costo medio minimo uguaglia il prezzo di mercato è detta impresa marginale, perché se il prezzo scendesse ulteriormente, l’impresa prima o poi sarebbe costretta a uscire dal mercato per non incorrere nel fallimento. I DATI PARLANO 

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U4 Il mercato e le sue forme . C2 Le forme di mercato


LESSICO

I DATI PARLANO

PLUS

La mano invisibile  del mercato secondo Adam Smith

 Mano invisibile

degli uomini politici che applicarono le sue teorie nell’azione di governo. Considerava il mercato come un meccanismo capace di assicurare il massimo benessere per la collettività e di correggere i propri errori. Negli anni Trenta del secolo scorso, con l’affermarsi delle grandi imprese industriali, si cominciò a dubitare dei fondamenti della libera concorrenza, perché ci si rese conto che era un modello troppo distante dalla realtà; fu allora che le più recenti analisi dell’oligopolio e della concorrenza monopolistica aprirono nuove vie per la comprensione delle reali situazioni di mercato.

Fino ai primi decenni del ’900 la concorrenza perfetta era considerata dagli economisti la situazione di mercato prevalente, e la sola capace di assicurare il massimo vantaggio all’intera collettività. Già Adam Smith, fondatore della scuola classica, aveva sostenuto che quando un soggetto, in gara con tutti gli altri, persegue il suo interesse individuale, avvantaggia automaticamente tutta la collettività, come se fosse guidato da una benefica mano invisibile. Da qui la preferenza accordata a questa forma di mercato dagli economisti classici, che la studiarono precisandone con rigore i requisiti. L’economista scozzese Adam Smith pubblicò nel 1776 La Ricchezza delle Nazioni (An Inquiry into the Nature and Causes of the Wealth of Nations), che influenzò profondamente lo sviluppo della teoria economica, plasmando il pensiero sia degli studiosi successivi, sia

Espressione usata da Adam Smith per indicare che la ricerca del vantaggio individuale si traduce automaticamente in vantaggio per l’intera collettività, come se l’agire del singolo fosse guidato da una benefica forza esterna. Proprio per questo, secondo gli economisti classici è dannoso qualsiasi intervento dello Stato nell’economia.

La rappresentazione grafica dell’equilibrio nel breve periodo Al problema del raggiungimento dell’equilibrio nel breve periodo è possibile dare anche una soluzione grafica. Osserviamo il grafico: Costo medio, costo marginale e prezzo P

Costo marginale Costo medio

M R

Prezzo S

T L

O

Videolezione

V

Q

Sono rappresentate le curve dei costi medi e dei costi marginali (→ Unità 3, par. 2.5) e la retta del prezzo OP. Quest’ultima ha andamento rettilineo, in quanto nel mercato di libera concorrenza il prezzo è un dato costante, non modificabile dalla singola impresa e corrisponde al ricavo marginale. La dimensione ottima dell’impresa corrisponde alla produzione OQ: infatti, solo producendo tale quantità il costo marginale è uguale al prezzo. Vediamo perché. Se l’impresa si fermasse al punto V, realizzerebbe il massimo profitto unitario (pari a LM, essendo i costi pari a VL e il prezzo di vendita pari a VM). Ma, attenzione si tratta un profitto unitario e non globale e, come

Area del profitto totale Area del costo totale Quantità

sappiamo, all’imprenditore interessa realizzare il massimo profitto globale, e non quello unitario. Calcoliamo allora il profitto globale. In corrispondenza della produzione OQ, il costo unitario medio è pari a SQ; ciò significa che il costo totale è OQST. Per ottenere il profitto globale, basta sottrarre dal ricavo totale (OQRP) i costi totali. Come si vede, l’area del profitto è rappresentata da TSRP. Che cosa significa tutto questo procedimento? Dimostra come, in una situazione di concorrenza perfetta, il prezzo di mercato determina, unitamente al costo marginale, la quantità di prodotto offerta dall’impresa.

FACCIAMO IL PUNTO Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

1. Quali sono i caratteri della concorrenza perfetta? 2. Quali variabili deve considerare l’imprenditore per determinare la dimensione dell’impresa che gli permette di ottimizzare il profitto? 3. Che cosa si intende per impresa marginale? 4. Come si individua il punto di fuga? 5. In concorrenza perfetta, da che cosa è determinato il prezzo di vendita?

215


2 . 3 Vantaggi e svantaggi della concorrenza perfetta La discussione sulla bontà del regime di concorrenza perfetta ha diviso gli economisti.

I vantaggi Secondo i suoi sostenitori, i vantaggi della concorrenza perfetta sono i seguenti: • massimizzazione del volume della produzione, con vantaggio dei consumatori la cui domanda viene sempre soddisfatta, in quanto nel lungo periodo il prezzo di mercato tende al costo; inoltre, i consumatori detengono la sovranità del mercato, perché è la domanda che crea i presupposti dell’attività produttiva; • migliore allocazione delle risorse, per evitare di essere espulsi dal mercato, gli imprenditori ricercano la più efficiente combinazione dei fattori produttivi e il massimo volume di produzione di beni e servizi possibile; • trasparenza: in un mercato perfettamente competitivo, i consumatori hanno accesso a tutte le informazioni necessarie per prendere decisioni di acquisto consapevoli; • assenza di potere di mercato: nessuna singola impresa è in grado di influenzare il prezzo di mercato, escludendo così situazioni di monopolio o oligopolio che possono portare a prezzi più alti e una minore scelta per i consumatori; Barriere • assenza di barriere all’entrata: permette di aumentare il numero di imprese che all’entrata operano nel mercato a beneficio dei consumatori. Barriers to entry

Gli svantaggi

Le critiche si basano in particolare sulle seguenti osservazioni: • il prezzo di mercato non tende al costo di produzione, perché buona parte dei costi sono a carico della collettività. Si pensi agli enormi danni provocati dalla concentrazione industriale, che gravano sull’intera popolazione; • le preferenze individuali difficilmente coincidono con quelle della collettività: ammessa l’esistenza della sovranità del consumatore, può accadere che le sue scelte spingano le imprese a produrre beni superflui e dannosi (tipici della società dei consumi), trascurando i beni utili alla collettività (scuole, ospedali, centri culturali ecc.); Sovranità del • la sovranità del consumatore  è illusoria: le imprese, con diverse tecniche promoconsumatore zionali (fra queste la pubblicità ha un ruolo preminente), trasformano il consumaConsumer tore in un soggetto passivo, giungendo addirittura a creare bisogni fittizi e talvolta sovereignty

dannosi, come il consumo di alcoolici e sigarette;

→ Unità 1.3 • le forze spontanee del mercato non portano automaticamente alla piena occupazione dei fattori produttivi. La realtà ha smentito la legge degli sbocchi di Say (secondo cui le crisi di disoccupazione sono impossibili);

MAPPA

• la libera concorrenza non può assicurare la giustizia sociale, in quanto consente ai soggetti economicamente più forti di agire secondo i propri personali interessi, accentuando le ingiustizie nella distribuzione della ricchezza. MAPPA  DIVERSITÀ DI VEDUTE SULLA CONCORRENZA PERFETTA

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vantaggi secondo i suoi sostenitori

svantaggi secondo i suoi critici

• massimizza il volume della produzione • consente la miglior allocazione delle risorse • garantisce l’indipendenza degli operatori • assicura la libertà politica dei cittadini

• scarica sulla collettività parte dei costi di produzione • produce beni superflui a scapito di beni utili • non esiste la sovranità del consumatore • non garantisce la piena occupazione dei fattori produttivi • non assicura la giustizia sociale

U4 Il mercato e le sue forme . C2 Le forme di mercato


LESSICO

PLUS

Il mercato contendibile Si ha un mercato contendibile quando non esistono barriere all’entrata e all’uscita, e quindi le imprese hanno pieno accesso al mercato. Perché vi siano tali caratteristiche occorre la contemporanea presenza di queste condizioni: • le imprese che vogliono entrare nel mercato non devono essere svantaggiate rispetto a quelle che già vi operano: ciò significa che i nuovi entranti devono aver accesso alle stesse tecnologie, alle medesime informazioni e agli stessi prezzi degli input produttivi (materie prime, componenti, forza lavoro, energia, risorse finanziarie ecc.) disponibili per le aziende già sul mercato; • non vi devono essere sunk costs (“costi che affondano”), cioè costi non recuperabili quando l’impresa decide di uscire dal mercato, per cui non viene penalizzata da oneri eccessivi e può realizzare in larga misura il valore degli investimenti; • l’impresa deve poter stare sul mercato anche per un tempo breve, effettuando scorrerie competitive, del tipo hit and run (mordi e fuggi). Situazione tipica In presenza di queste condizioni, le imprese di grandi dimensioni che già operano nel mercato non possono imporre prezzi troppo alti, nel timore che entrino nel mercato altri concorrenti; il prezzo tenderà quindi ad avvicinarsi a quello della concorrenza perfetta. Infatti, se le grandi imprese fissassero prezzi superiori a quelli di concorrenza perfetta, nuovi concorrenti entrerebbero nel mercato approfittando della situazione, e potrebbero facilmente sottrarre alle imprese già operanti consistenti quote di mercato. Inoltre, non essendoci costi all’uscita dal mercato, le nuove imprese potrebbero ritirarsi non appena le condizioni del mercato lo rendessero opportuno, per esempio quando le grandi imprese già presenti abbassano a loro volta i prezzi (strategie di hit and run). Comportamento dei competitori La situazione descritta incentiva le nuove imprese a correre i rischi di un’entrata nel mercato, perché è evidente che, male che vada, sarà sempre possibile uscire da quel mercato recuperando il capitale investito, così da destinarlo ad altri impieghi. Si comprende tuttavia che la sola minaccia di una evenienza di questo tipo indurrà le

imprese operanti sul mercato a mantenere bassi i prezzi e a produrre nel modo più efficiente possibile, per mantenere bassi i costi, sfruttando tutte le economie di scala e ogni nuova tecnologia a loro disposizione. In generale, quanto minori sono i costi di uscita, tanto più contendibile sarà il mercato. Quanto più contendibile è il mercato, tanto più le imprese che vi operano saranno costrette a operare in condizioni simili a quelle della concorrenza perfetta. Se per entrare in un mercato un’impresa deve investire 20 milioni di euro, e quando ne esce può recuperarne 8, i cosìdetti sunk costs sono di 12 milioni di euro. Le situazioni reali Nella realtà solo pochi mercati soddisfano pienamente le condizioni del mercato contendibile. In molti settori, infatti, le imprese già presenti sul mercato hanno accessi privilegiati alle risorse e i costi di uscita sono spesso ingenti. Inoltre, nella maggioranza dei casi, le imprese già operanti sul mercato hanno la possibilità di variare i propri prezzi più rapidamente di quanto sia necessario a una nuova impresa per entrare nel mercato, impedendo di fatto le strategie di hit and run. Facciamo l’esempio di un’impresa di trasporto passeggeri con pullman che intende avviare un nuovo servizio su una linea già servita da un’altra grande impresa, convinta che in caso di insuccesso potrà uscire da quel mercato e utilizzare i suoi mezzi di trasporto su un’altra linea, recuperando così in gran parte il costo dell’investimento. Se l’impresa già operante sul mercato in condizioni di monopolio decide di abbassare i prezzi delle corse perché teme l’entrata sul mercato della nuova potenziale concorrente, il mercato è contendibile. Come si vede, in tale situazione il prezzo si abbassa, sino ad avvicinarsi al prezzo di libera concorrenza. RISPONDI 1. Quando un mercato è contendibile? 2. In un mercato contendibile, che cosa succederebbe se le grandi imprese fissassero prezzi superiori a quelli di concorrenza perfetta? 3. Che cosa sono i sunk costs? 4. Sono diffusi i mercati contendibili nella vita reale?

 Sovranità del consumatore Capacità del consumatore di orientare, con le sue scelte di spesa, le scelte di investimento delle imprese. Secondo il pensiero degli economisti classici e neoclassici tale situazione si realizza unicamente nel mercato di libera concorrenza.

Mercato contendibile Contestable market

FACCIAMO IL PUNTO Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

1. Quali sono i vantaggi della concorrenza perfetta? 2. Perché non è considerata una forma di mercato reale? 3. Quali sono le conseguenze dell’assenza di barriere nella concorrenza perfetta? 4. Perché la sovranità dei consumatori da alcuni è considerata solo illusoria?

217


2 . 4 Il monopolio Il monopolio è la forma di mercato caratterizzata dall’offerta di un prodotto unico e difficilmente sostituibile da parte di un’unica grande impresa che si rivolge a numerosi compratori di piccole dimensioni. Il mercato di monopolio presenta quindi caratteristiche diametralmente opposte a quelle della concorrenza perfetta: infatti l’offerta di un certo prodotto, per il quale non esistono sostituti, è concentrata interamente in una sola impresa, mentre la domanda è frazionata fra numerosi compratori. I caratteri del monopolio sono quindi i seguenti: • c’è una sola grande impresa che controlla la produzione e la vendita di un certo prodotto; PER ESEMPIO 1  • la domanda è suddivisa fra un elevato numero di compratori, indipendenti fra loro e in competizione per il prodotto; PER ESEMPIO 2  • non esistono prodotti concorrenti, in quanto il prodotto è considerato insostituibile dal consumatore; PER ESEMPIO 3  • esistono barriere all’entrata che impediscono ad altre imprese di entrare nel mercato e che possono essere di vario tipo. PER ESEMPIO 4 

Una forma di mercato rara Queste condizioni sono talmente restrittive da rendere oggi molto rara la presenza continuativa di questo regime nei mercati reali. In passato, quando i trasporti e le comunicazioni erano più difficili, si poteva più facilmente verificare in alcuni mercati la contemporanea presenza di tutte queste condizioni PER ESEMPIO 5 . I mercati reali possono solo presentare forme intrise di elementi monopolistici, come vedremo in seguito (oligopolio, concorrenza monopolistica), ma raramente casi di monopolio assoluto.

Vari tipi di monopolio Rispetto all’origine, si possono avere tre tipi di monopolio.

• Monopoli naturali, derivanti dal possesso esclusivo di particolari risorse o di un input essenziale. PER ESEMPIO 6  • Monopoli legali, creati da una legge che riserva in esclusiva la produzione e l’offerta di un bene allo Stato o a un altro ente pubblico o privato. PER ESEMPIO 7  • Monopoli di fatto, quando tutta l’offerta è concentrata nelle mani di un’unica impresa, che si è imposta sul mercato dopo aver eliminato le imprese rivali grazie alla sua capacità di innovazione tecnologica. Si tratta di imprese di grandi dimensioni in grado da sole di soddisfare tutta la domanda di mercato, producendo a costi inferiori rispetto a quanto farebbero i concorrenti. PER ESEMPIO 8  Rispetto alla natura dell’impresa, si possono avere due tipi di monopolio.

• Monopolio pubblico, quando il monopolista è lo Stato (o altro ente pubblico) che assume questo ruolo per motivi sociali se è spinto dall’esigenza di fornire alla popolazione servizi ritenuti essenziali a prezzi particolarmente favorevoli per renderli accessibili a tutti. In questi casi i prezzi sono inferiori ai costi di produzione e vengono finanziati nella maggior parte dal prelievo fiscale; oppure per motivi fiscali se è spinto dall’esigenza di ottenere un’entrata, come nel caso dei tabacchi e delle lotterie. In questo caso, il prezzo di vendita è superiore ai costi sostenuti per produrlo. • Monopolio privato, se lo scopo è trarre maggior profitto. MAPPA 

218

U4 Il mercato e le sue forme . C2 Le forme di mercato


PER ESEMPIO

1 Unica impresa

LESSICO

In una impervia località sciistica, c’è solo un unico grande impianto di risalita che permette in poco tempo di raggiungere le piste da sci.

 Brevetto industriale

2 Elevato numero di compratori Molti sciatori sono attirati da quelle piste per l’ottima organizzazione dell’impianto che, grazie ad un’innovativa tecnologia, permette di raggiungere in pochi minuti numerose piste ben collegate tra loro e di tutte le difficoltà.

3 Unico prodotto Non ci sono altri impianti di risalita per raggiungere quelle piste né altre località sciistiche nel raggio di 100 km.

4 Barriere in entrata La conformità del luogo non permette la costruzione di altri impianti.

5 Monopolio temporaneo Si pensi al caso della produzione e della vendita di un bene che sia il risultato di un’importante innovazione tecnologica, come ad esempio il primo computer; si è trattato comunque di un monopolio temporaneo, in quanto destinato a essere riassorbito in breve tempo dalla concorrenza degli altri imprenditori.

6 Monopolio naturale

MAPPA

Un’impresa proprietaria di una sorgente termale dotata di specifiche proprietà terapeutiche o un artista apprezzato per le sue qualità uniche o un calciatore di straordinario talento che tutte le squadre vorrebbero. Anche il settore ferroviario

può essere considerato un monopolio naturale in cui è più efficiente avere un solo operatore, perché la duplicazione delle infrastrutture (come ad esempio, i binari, stazioni, ecc.) sarebbe economicamente insostenibile. Fino al 2012, anno in cui l’azienda Italo-NTV ha cominciato la sua attività, le Ferrovie dello Stato avevano il monopolio del servizio ferroviario.

Diritto riconosciuto all’inventore di godere e sfruttare economicamente un’invenzione idonea a un’applicazione industriale, come ad esempio un nuovo metodo o un nuovo processo di lavorazione, un macchinario, un utensile, un dispositivo meccanico.

 Diritto d’autore Diritto patrimoniale che consiste nel diritto esclusivo di sfruttamento economico di opere dell’ingegno di carattere creativo.

7 Monopolio legale La vendita di sigarette è un esempio di monopolio pubblico, mentre sono un monopolio privato i brevetti industriali  o i diritti d’autore  che permettono la valorizzazione esclusiva di un’opera dell’ingegno ad un solo soggetto a cui la legge conferisce tale diritto.

8 Monopolio di fatto Negli anni ’90 del secolo scorso, con il sistema operativo Windows, Microsoft ha conquistato una quota di mercato quasi totale nel settore dei sistemi operativi per personal computer. La sua capacità di innovare e di integrare software e hardware ha reso difficile per i concorrenti competere.

FACCIAMO IL PUNTO Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

1. Quali sono i caratteri del monopolio? 2. Quali tipi di barriere può presentare? 3. In base alla natura, quali tipi di monopolio possono verificarsi? 4. Perché alcuni monopoli sono esercitati dallo Stato?

TIPI DI MONOPOLIO

si distinguono

naturali

secondo l’origine

secondo la natura

possono essere

possono essere

legali

di fatto

pubblici

privati

219


2 . 5 La formazione del prezzo nel monopolio Ricavi e prezzi nel monopolio Mentre per quanto riguarda i costi dell’impresa monopolistica non vi sono differenze sostanziali rispetto a quelli sostenuti dall’impresa concorrenziale, dal lato dei ricavi le differenze fra le due situazioni sono rilevanti. Infatti, in regime di concorrenza perfetta il prezzo è un dato immodificabile: esso resta costante anche quando la singola impresa aumenta la quantità offerta. Il suo ricavo totale si ottiene moltiplicando il prezzo di vendita unitario per la quantità venduta. Non è così, invece, per l’impresa monopolistica: dato che l’imprenditore controlla l’intera offerta del bene, egli si rende conto che un aumento della quantità venduta è possibile solo se è disposto a ridurre il prezzo di vendita. Non potendo determinare entrambe le variabili, prezzo e quantità, al monopolista si aprono due alternative: • determinare il prezzo di vendita del prodotto; in questo caso, il prezzo solitamente è alto e saranno i compratori a stabilire la quantità da acquistare, in relazione alla legge di domanda; • determinare la quantità venduta; in questo caso il prezzo viene fissato dal mercato, cioè dai compratori e solitamente è più basso. Mentre nella concorrenza perfetta l’impresa è price taker (ossia il prezzo è dato dal mercato e non modificabile dall’impresa), nel monopolio, al contrario, l’impresa è price maker  (dall’inglese letteralmente “colui che fa il prezzo”) ma deve scegliere la combinazione prezzo-quantità in grado di massimizzare il profitto.

Il punto di Cournot → Unità 3, Questa decisione sarà influenzata dal grado di elasticità della domanda di mercato. par. 1.7 Mentre nella concorrenza perfetta il ricavo marginale  è uguale al prezzo (ricordiamo la legge di indifferenza di Jevons, per cui la quantità offerta non influisce sul prezzo di vendita), nel monopolio il ricavo marginale è inferiore al prezzo di vendita, perché per ogni aumento di produzione il monopolista deve essere disposto ad abbassare il prezzo. → Unità 3, Esaminiamo insieme la ragione e capiamo il perché. capitolo 1 Il monopolista è l’unico sul mercato a rispondere all’intera domanda del bene e noi sappiamo che la domanda decresce rispetto al prezzo, per cui: ogni unità in più offerta determina la diminuzione del prezzo non solo dell’unità in più, ovviamente, ma di tutta la quantità offerta. PER ESEMPIO  Ne consegue che il ricavo marginale (cioè quello dato dall’ulteriore unità venduta) sarà sempre più basso del prezzo e il monopolista avrà convenienza a espandere la produzione fintanto che il ricavo marginale sarà uguale al costo marginale (cioè il costo dell’ulteriore unità prodotta). Se espandesse ancora la produzione, il prezzo scen derebbe ulteriormente e il costo marginale supererebbe il ricavo marginale. PLUS Cournot, lo studioso del monopolio

220

Possiamo allora affermare che il monopolista raggiunge l’equilibrio quando il volume di produzione comporta un ricavo marginale uguale al costo marginale . È questo il punto di Cournot, dal nome dell’economista francese che diede formulazione matematica al problema del monopolista I DATI PARLANO 

U4 Il mercato e le sue forme . C2 Le forme di mercato


PER ESEMPIO

Punto di Cournot

I DATI PARLANO

Rappresentazione grafica del prezzo di equilibrio in monopolio

LESSICO

Se la quantità offerta è di 10 pezzi, il prezzo di vendita è 50 euro, il ricavo totale è di 500 euro. Se l’offerta sale a 11 pezzi, il prezzo diminuisce a 49 e il ricavo totale diventa (11 × 49) 539 euro, con un ricavo

Nella figura sotto è rappresentata la formazione del prezzo in regime di monopolio: per semplicità la curva di domanda di mercato e quella del ricavo marginale sono state rappresentate come rette. La curva di domanda di mercato coincide con la curva del ricavo medio, cioè con il rapporto fra ricavo totale e quantità venduta. Per quanto sopra detto, il ricavo marginale presenta costantemente valori meno elevati del ricavo unitario. (→ Unità 3, par. 2.5) Prezzo di equilibrio Le curve dei costi sono analoghe a quelle già studiate (→ Unità 3, par. 2.5). Le vediamo nel grafico qui sotto: la posizione di equilibrio dell’impresa è individuata dal punto di Cournot, ossia dal punto A, in

marginale (539 − 500) di 39. Se l’offerta aumenta ancora a 12 pezzi, il prezzo calerà a 48 ed il ricavo totale a (12 × 48) 576 euro, con un ricavo marginale (576 − 539) di 37. E così via.

corrispondenza dell’intersezione della curva del costo marginale e del ricavo marginale: la quantità prodotta e venduta sarà OQ e il prezzo OP, uguale a QT (T infatti si trova sulla linea del ricavo unitario medio). Dato che il costo è QS (S si trova sulla curva del costo unitario medio), il profitto unitario è TS. Costi totali, ricavo totale, profitto totale. I costi totali sono dati dall’area OQSV (quantità prodotta OQ × costo unitario QS); il ricavo totale dall’area OQTP (quantità prodotta OQ × prezzo unitario OP); il profitto totale, pari alla differenza fra l’area del ricavo totale e quella del costo totale, dall’area VSTP (quantità prodotta OQ × profitto unitario TS).

L’EQUILIBRIO DELL’IMPRESA MONOPOLISTICA

Prezzi, ricavi e costi

P

Costo marginale T

Costo medio B

Z V

Profitto totale

Soggetto che con le sue decisioni può determinare una variazione del prezzo di mercato (cioè, di fatto, impone il prezzo); al contrario il price taker non è in grado di influenzare il prezzo e deve accettare quello esistente.

 Ricavo marginale Variazione del ricavo totale in corrispondenza dell’aumento di un’unità di prodotto venduta. In regime di concorrenza perfetta, dato che il prezzo di vendita non varia al variare della quantità venduta, il ricavo marginale è sempre uguale al prezzo.

 Costo marginale Costo dell’ultima unità prodotta, uguale alla variazione del costo totale connessa all’aumento di un’unità di prodotto. Alla determinazione del costo marginale concorrono solo i costi variabili, in quanto i costi fissi non aumentano all’aumentare della quantità prodotta.

Costo totale

S A Ricavo marginale

O Q Punto di Cournot

 Price maker

H

Domanda (ricavo medio)

Quantità

Videolezione

Confronto con la concorrenza perfetta È interessante raffrontare la situazione ora esaminata con quella che si sarebbe determinata in regime di concorrenza perfetta. In quest’ultimo caso, l’equilibrio coincide con l’incontro fra la curva del costo marginale e quella del ricavo unitario medio (prezzo): cioè nel punto B del grafico. Questo punto determina la quantità di equilibrio (OH) e il prezzo di equilibrio (OZ). La presenza di posizioni monopolistiche origina quindi una situazione di svantaggio per i consumatori e per l’intera collettività: infatti i consumatori si trovano a disporre di una quantità di beni inferiore a quella che si avrebbe in regime di concorrenza perfetta, e per questi beni devono pagare un prezzo maggiore.

221


2 . 6 La discriminazione dei prezzi nel monopolio Prezzi multipli Il monopolista, per aumentare il suo profitto globale può adottare la politica dei prezzi multipli che consiste nell’immettere nel mercato lo stesso prodotto a condizioni e prezzi diversi. Questo a seconda se il prodotto viene offerto: • variando l’aspetto esteriore; PER ESEMPIO 1  • suddividendo i consumatori in gruppi a seconda della loro condizione; PER ESEMPIO 2  • praticando prezzi più bassi in base alle unità acquistate a chi acquista maggiori quantità; PER ESEMPIO 3  • immettendo lo stesso prodotto in tempi differenti; PER ESEMPIO 4  • come operazione di marketing per penetrare nel mercato. PER ESEMPIO 5 

Usi sociali della discriminazione dei prezzi Non sempre la politica dei prezzi multipli ha lo scopo di aumentare il profitto del monopolista. A volte può essere attuata da chi offre un bene o un servizio per scopi sociali: • per consentire anche ai meno abbienti di ottenere gli stessi beni o servizi, nonostante i loro bassi livelli di reddito. PER ESEMPIO 6  • oppure per incentivare l’acquisto di beni o servizi con esternalità positive. PER ESEMPIO 7 

La rendita del consumatore Rendita del consumatore Consumer rent

La politica dei prezzi multipli si collega al concetto di rendita del consumatore, data dalla differenza fra il prezzo che i consumatori sono disposti a pagare per ottenere un certo bene e il prezzo effettivo del bene. Essa corrisponde alla soddisfazione che un consumatore ricava dall’aver acquistato il bene desiderato a un prezzo inferiore a quello che sarebbe stato disposto a pagare. I DATI PARLANO 

Svantaggi del monopolio Il regime di monopolio è stato generalmente considerato con sfavore per i gravi danni che provoca al sistema economico. I principali svantaggi sono i seguenti: • riduce l’offerta del prodotto, compromettendo lo sviluppo dell’occupazione e del reddito; • provoca l’aumento dei prezzi, danneggiando soprattutto i consumatori più poveri; • consente elevati profitti ai monopolisti, causando gravi sperequazioni nella distribuzione della ricchezza;

PLUS La tutela della concorrenza e del mercato

222

• può creare gravi problemi alle autorità politiche, impotenti a controllare i grandi gruppi tesi al raggiungimento dei propri interessi; • diminuisce l’efficienza del sistema, in quanto l’imprenditore opera in un mercato non concorrenziale, senza alcuno stimolo a migliorare l’organizzazione produttiva. Per questi inconvenienti le leggi dei diversi Paesi combattono la diffusione dei monopoli. U4 Il mercato e le sue forme . C2 Le forme di mercato


PER ESEMPIO

1 Suddivisione per confezione o categoria Si pensi a un libro stampato contemporaneamente in edizione di lusso, venduto a un prezzo elevato, in edizione normale venduto a prezzo più basso e in edizione economica a un prezzo ancora più basso; oppure a uno spettacolo teatrale o a una partita di calcio in cui i biglietti di ingresso hanno prezzi differenziati a seconda del posto occupato dallo spettatore.

FACCIAMO IL PUNTO 5 Suddivisione per politiche di marketing

Il prezzo di ingresso a un museo in base alla categoria alla quale si appartiene (studenti, pensionati, residenti, turisti).

Un’impresa che vuole entrare in un nuovo mercato o nel momento del lancio di un nuovo prodotto pratica prezzi particolarmente bassi per alzarli quando il mercato è stato conquistato.

3 Suddivisione per quantità

6 Scopo sociale

È molto comune nei supermercati, la pratica dell’acquisto 3 × 2 che premia il consumatore che acquista maggiori quantità di prodotto applicando un prezzo di vendita inferiore di 1/3.

Un abbonamento per i trasporti a prezzi agevolati per gli studenti o per i lavoratori pendolari.

2 Suddivisione per condizione

1. Come si determina il prezzo nel monopolio? 2. Che cosa indica il punto di Cournot? 3. Che cos’è la politica dei prezzi multipli? 4. Che cos’è la rendita del consumatore? 5. Perché nel monopolio il prezzo di equilibrio si determina in modo diverso dalla concorrenza perfetta?

7 Esternalità positiva Alcuni Comuni riservano tariffe agevolate nei parcheggi alle autovetture ibride o elettriche, alle quali è riconosciuto un ridotto impatto ambientale, per incentivarne la diffusione.

4 Suddivisione per tempistica L’ingresso all’anteprima di un film o alla presentazione del libro appena pubblicato da un famoso scrittore.

I DATI PARLANO

Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

La rappresentazione grafica della rendita del consumatore Graficamente, la rendita del consumatore si può rappresentare come mostra la figura A. Se il prezzo di mercato è OP, l’area OQRP rappresenta la spesa del consumatore; l’area soprastante indica la somma che i consumatori sarebbero stati disposti a spendere per acquistare la quantità OQ di bene, anche a un prezzo superiore a OP. L’area in colore più scuro rappresenta appunto la rendita del consumatore. Se il monopolista presenta sul

Prezzo

mercato il prodotto con caratteristiche Videolezione differenziate, riesce ad aumentare ricavi e profitti catturando diversi tipi di consumatori: i più ricchi, disposti a pagare prezzi elevati, e i meno ricchi che non acquisterebbero il prodotto se non a basso prezzo. Nella figura B abbiamo supposto l’esistenza di tre diversi prezzi per un prodotto in sostanza simile: l’area tratteggiata rappresenta il maggior ricavo del monopolista, ottenuto a spese della rendita del consumatore.

Prezzo

A

S

Area di rendita del consumatore

P

O

R

Ricavo del monopolista Domanda

Q

Quantità

Maggiori ricavi del monopolista differenziando il prezzo

B Residue aree di rendita del consumatore

R

R

P

O

Domanda N M

Q

Quantità

223


Le leggi antimonopolio ECONOMIA E REALTÀ

La prima legge antimonopolio risale al 1890 (Sherman Act negli Stati Uniti); per la Comunità europea norme antimonopolistiche sono già contenute nei Trattati istitutivi della CECA e della Comunità europea (artt. 65-66 e 85-86). L’Italia si è dotata, seppure con un certo ritardo, di una disciplina antimonopolistica con la legge 10 ottobre 1990 n. 287 (Norme per la tutela della concorrenza e del mercato), dove vengono recepiti i principi del Trattato CEE che vieta intese restrittive della libertà di concorrenza (art. 2), l’abuso di posizione dominante  (art. 3) e le concentrazioni di imprese  restrittive della libertà di concorrenza (art. 6). Questi principi valgono anche per le imprese pubbliche e a prevalente partecipazione statale (art. 8). A garanzia della libertà di concorrenza, e con ampi

compiti di vigilanza sul rispetto della normativa antitrust, è stata istituita un’Autorità garante della concorrenza e del mercato, con sede a Roma e composta da un Presidente e due membri che durano in carica sette anni non rinnovabili. Essa ha il potere di controllare gli accordi tra imprese per limitare la concorrenza, comminare multe a quelle che traggono profitto dalla loro posizione dominante sul mercato, vagliare le norme legislative che regolano i mercati, suggerendo al Governo eventuali modifiche. A livello comunitario la concorrenza è anche tutelata dall’azione della Commissione europea: il Commissario alla concorrenza può far dichiarare illegali le norme approvate dai singoli Stati, quando creano discriminazioni attraverso l’erogazione di sussidi pubblici a favore di imprese nazionali.

E ORIENTAMENTO

ECONOM

IA

Monopolio dell’IA: interviene l’Antitrust USA L’intelligenza artificiale sta facendo parlare molto di sé, per ovvi motivi. Sin dal suo apparire, infatti, l’IA è stata oggetto di sguardi molto interessati da parte delle grandi aziende. Un interesse il quale, però, rischia di tramutarsi in una situazione di monopolio, rendendone ancora più problematica la gestione. Per cercare di evitare pericoli in tal senso, ora si sta muovendo anche l’Autorità Antitrust degli Stati Uniti. È stato il suo responsabile a sottolineare con forza la necessità che le autorità di regolamentazione procedano a un esame urgente e approfondito del settore per evitare la formazione di potenziali e pericolosi monopoli. Dal rilascio di ChatGPT da parte di OpenAI, le grandi aziende tecnologiche hanno dato vita a una vera e propria competizione, tesa ad assicurarsi partnership multimiliardarie con alcune delle più promettenti aziende di AI e, in particolare, con quelle che stanno costruendo modelli e applicazioni basati su tale tecnologia. Tra quelle che si sono distinte in tal senso Microsoft, che ha effettuato ingenti investimenti in OpenAI, assicurandosi i diritti sulla sua proprietà intellettuale e sui suoi profitti. Mentre Amazon ha risposto varando accordi con la rivale Anthropic. Collaborazioni tali da dimostrare in maniera esauriente il grande interesse delle Big Tech per il settore e da aprire potenziali rischi per la concorrenza. Sarà quindi necessario un adeguato intervento dell’Antitrust per evitare l’ennesimo monopolio, in un ambito di così grande rilievo. Adattato da https://www.cybersecurityup.it/i-nostriblog/blog/2-news-cyber-security/616-monopolio-ai-interviene-l-antitrust-usa

224

U4 Il mercato e le sue forme . C2 Le forme di mercato


LESSICO  Abuso di posizione dominante Comportamento anticoncorrenziale delle imprese, per acquisire posizioni di predominio sul mercato a danno dei consumatori, come accordi tra le imprese per imporre prezzi minimi o limitare la produzione.

 Concentrazioni di imprese

 L’Agcm è un’autorità indipendente che svolge la sua attività e prende decisioni in piena autonomia rispetto al potere esecutivo.

Accordi tra le imprese per cercare di dominare il mercato limitando la concorrenza; possono preludere a fusioni fra imprese dello stesso settore produttivo, fino a giungere a forme monopolistiche di mercato.

LEGGI E RIFLETTI

• Quali sono le funzioni delle Autorità Antitrust presenti nei vari Stati? • Che cosa significa l’espressione “Big Tech”? • Quali sono i potenziali rischi del monopolio dell’IA?

METTITI ALLA PROVA

• Cerca in Internet informazioni sui più diffusi sistemi di IA generativa (ad esempio quelli finalizzati alla creazione di testi, immagini, video). • Identifica le imprese che hanno la proprietà di tali sistemi e che li hanno sviluppati. • Crea una tabella in formato digitale nella quale confrontare i sistemi di IA che hai individuato. Indica nella tabella: – la denominazione (ad esempio DALL-E); – il tipo di attività di IA generativa (ad esempio creazione di immagini); – l’impresa di riferimento (ad esempio OpenAI).

PROFESSIONI E COMPETENZE DEL FUTURO Il funzionario presso l’Agenzia delle dogane e dei monopoli è una figura professionale dotata di competenze giuridiche, economiche e finanziarie, che svolge attività di supporto ai processi amministrativi, gestionali ed organizzativi dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli. Cerca informazioni in rete sui concorsi promossi dall’Agenzia delle dogane e dei monopoli. Quali sono i requisiti di ammissione e quali competenze professionali sono richieste dai bandi di concorso per diventare funzionari? Quali sono possibili evoluzioni di questa professione riconducibili all’utilizzo dei sistemi di IA?

225


Dopo aver studiato le forme di mercato pure, affrontiamo ora le forme di mercato intermedie.

2 . 7 Il monopsonio e il monopolio bilaterale Oltre al caso del monopolio dell’offerta, può verificarsi anche quello del monopolio della domanda, come avviene nel monopsonio. Il monopsonio è una forma di mercato in cui un bene prodotto da molte imprese di piccole dimensioni è acquistato da una sola grande impresa. PER ESEMPIO 1  In tali condizioni è sempre il compratore a influenzare il prezzo, pertanto è il price maker. Egli, nonostante la sua forza contrattuale lo porterebbe ad imporre il prezzo più basso possibile, non riuscirà mai a ottenere un prezzo inferiore al costo di produzione, altrimenti l’impresa produrrebbe in perdita e sarebbe costretta a ritirarsi dal mercato. Questa forma di mercato non riveste tuttavia grande interesse teorico ed è molto rara nella realtà, diversamente dal monopolio bilaterale che, seppur non frequente, riveste maggior interesse perché è presente in un settore decisivo: il mercato del lavoro. Il monopolio bilaterale è una forma di mercato contrassegnata dalla presenza di monopolio dal lato dell’offerta e di monopsonio dal lato della domanda. Per l’esistenza di questo mercato è necessario che il bene scambiato non sia né offerto né richiesto da altri contraenti.

Un rapporto di forza PLUS Sfruttamento del lavoro nell’Ottocento

A differenza di quanto accade nel monopolio, non si può tracciare in questo caso né una curva di domanda né una curva di offerta: ciascun contraente cerca di imporre all’altro le proprie condizioni; prevarrà il contraente maggiormente dotato di abilità, resistenza, capacità di persuasione ecc. PER ESEMPIO 2 

2 . 8 L’oligopolio L’oligopolio è una forma di mercato caratterizzata dalla presenza di poche grandi imprese che offrono un prodotto omogeneo o differenziato, mentre la domanda è frazionata fra una molteplicità di consumatori. L’oligopolio è molto diffuso: si incontra frequentemente nei settori manifatturieri in cui il progresso tecnico rende possibili significative economie di scala, che si possono realizzare solo in imprese di grandi dimensioni. In oligopolio, contrariamente a quanto si verifica in concorrenza perfetta, le imprese sono in grado di: • influenzare con il loro comportamento il prezzo di mercato, che non è più un dato immodificabile, bensì una delle variabili strategiche dell’oligopolista; le imprese competono tra loro ma sono in numero ridotto rispetto al regime di concorrenza perfetta, quindi il loro potere di fissare il prezzo è di gran lunga superiore; • escludere dal mercato potenziali concorrenti, per le ingenti spese iniziali necessarie ad allestire impianti di grandi dimensioni: vi sono quindi barriere all’entrata; • prevedere i comportamenti delle imprese concorrenti, e regolarsi di conseguenza secondo la strategia adottata: il mercato è contrassegnato dall’interdipendenza fra il comportamento delle diverse imprese.

226

U4 Il mercato e le sue forme . C2 Le forme di mercato


PER ESEMPIO

1 Monopsonio

LESSICO

Si pensi al caso di una grande impresa industriale, che acquista semilavorati o parti finite del prodotto da molte piccole e medie imprese specializzate, che non troverebbero altra domanda sul mercato; oppure al caso di una grande multinazionale che acquista caffè o banane da molti piccoli produttori. In entrambe le situazioni la grande impresa concentra l’intera domanda, mentre l’offerta è distribuita su una molteplicità di soggetti.

 Leader

2 Monopolio bilaterale

 Sciopero

Il caso più importante di monopolio bilaterale si presenta sul mercato del lavoro, quando l’offerta e la domanda sono concentrate in due opposte organizzazioni sindacali. Le organizzazioni dei datori di lavoro (Confindustria, Confagricoltura, Confcommercio, Confartigianato) e i sindacati dei lavoratori (CGIL, CISL, UIL e UGL) si pongono come monopolisti, e la soluzione che verrà data al conflitto dipende dai rapporti di forza esistenti. Un ruolo determinante sarà giocato dal livello di organizzazione del sindacato,

dalle capacità dei leader , dal grado di coesione dei suoi membri, dalla capacità di resistere alla controparte negli scioperi  e nelle serrate .

PLUS

Astensione dal lavoro per esercitare pressione sul datore di lavoro allo scopo di conseguire un miglioramento economico o normativo. È un diritto costituzionalmente riconosciuto al singolo lavoratore.

 Serrata

Un mercato particolare Un esempio di monopolio bilaterale si può trarre dal mercato dell’antiquariato: un collezionista che si specializza in certi oggetti di una determinata epoca (per esempio un appassionato d’arte che raccolga dipinti di un paesaggista del ’700) può presentarsi in un mercato come richiedente esclusivo di tali opere. D’altra parte, chi possiede un oggetto unico nel suo genere (un paesaggio del ’700 di quel dato

Capo riconosciuto di un’organizzazione (partito politico, sindacato, impresa, movimento culturale) capace di esercitare una leadership, cioè una funzione di guida o di comando.

pittore) si configura come unico offerente. Ciò che è importante rilevare è che nel monopolio bilaterale non si può dare una soluzione determinata al problema della formazione del prezzo di mercato (che nel caso del mercato del lavoro è il salario), contrariamente a quanto avviene in regime di concorrenza perfetta e di monopolio. Vale invece la soluzione caso per caso, in relazione ai rapporti di forza fra i due contraenti.

Chiusura degli stabilimenti decisa dall’impresa, con conseguente rifiuto di corrispondere la retribuzione ai lavoratori. È una misura di ritorsione padronale contro le astensioni prolungate dal lavoro create dagli scioperi.

FACCIAMO IL PUNTO Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

1. Quali sono i caratteri del monopsonio? 2. Come si forma il prezzo nel monopolio bilaterale?

227


Vari tipi di oligopolio A seconda del grado di omogeneità del prodotto, si ha: • oligopolio differenziato, quando i beni, anche se sostituibili fra loro, presentano caratteristiche diverse a seconda dei produttori; PER ESEMPIO 1  • oligopolio indifferenziato, quando il prodotto offerto è sostanzialmente identico, e per i consumatori è indifferente preferire il prodotto di un oligopolista rispetto a quello dell’altro. PER ESEMPIO 2 

Le grandi imprese oligopolistiche A seconda dei rapporti fra le diverse imprese operanti sul mercato, si possono avere: • oligopoli collusivi: in questo caso, tipico delle situazioni di oligopolio indifferenziato, le imprese – allo scopo di conseguire profitti più alti – concordano in modo espresso o tacito di non farsi concorrenza. In tal caso il prezzo di mercato si avvicina a quello che si forma in regime di monopolio; • oligopoli non collusivi: in questa situazione, tipica dell’oligopolio differenziato, le imprese adottano strategie di lotta (in genere basate sulla riduzione dei prezzi) per ampliare la propria quota di mercato. Il prezzo di equilibrio si avvicina allora a quello che si forma nel mercato di libera concorrenza; • oligopoli misti: sul mercato opera un’impresa leader di grandi dimensioni e altre imprese di dimensioni minori (le imprese c.d. followers). La grande impresa fissa il prezzo in modo da massimizzare il profitto, lasciando alle altre imprese la quota residuale di mercato. Il prezzo di mercato sarà vicino a quello che si forma in regime di monopolio quando le imprese minori hanno una piccola quota di mercato; sarà invece più vicino a quello di concorrenza, se le imprese minori controllano una quota di mercato rilevante. MAPPA 

Formazione del prezzo Da quanto si è detto è evidente come non sia facile stabilire una regola generale per fissare l’equilibrio dell’impresa nel mercato oligopolistico. Molto dipende dalla struttura del mercato, dalla concentrazione dell’industria, dalle quote di controllo, dagli accordi espliciti o taciti fra imprese. I prezzi, comunque, sono relativamente stabili, si parla infatti di oligopolio come mercato “fix price”; per spiegarlo, si può fare ricorso tra l’altro alla curva di domanda “ad angolo”. I DATI PARLANO 

ECONOMIA E REALTÀ

L’industria automobilistica: un classico oligopolio

228

L’industria automobilistica rappresenta un classico esempio di oligopolio: poche grandi aziende, come Toyota, Volkswagen, General Motors e Ford, dominano il mercato globale. Questa struttura di mercato è caratterizzata da una forte interdipendenza strategica tra i concorrenti. Di conseguenza, pur competendo attivamente, le imprese tendono a mantenere prezzi relativamente stabili nel tempo. Ogni decisione di prezzo incide significativamente sulle strategie degli altri attori del mercato: un’azienda che abbassasse drasticamente i prezzi rischierebbe di innescare una pericolosa guerra dei prezzi, con potenziali conseguenze negative per tutti i concorrenti in termini di margini di profitto. Al contrario, un aumento generalizzato dei prezzi potrebbe allontanare i consumatori e danneggiare

U4 Il mercato e le sue forme . C2 Le forme di mercato

la reputazione del settore. Per evitare queste dinamiche destabilizzanti, le imprese oligopolistiche cercano di differenziare i propri prodotti, puntando su modelli, tecnologie e servizi innovativi. In questo modo, possono competere non solo sul prezzo, ma anche su altri fattori che influenzano le scelte d’acquisto dei consumatori. Un recente esempio di questa tendenza alla stabilità dei prezzi si è verificato in seguito all’aumento dei costi delle materie prime e alla carenza di semiconduttori. Nonostante queste significative sfide, le grandi case automobilistiche hanno preferito assorbire una parte dei costi aggiuntivi, piuttosto che trasferirli immediatamente sui consumatori finali. Questa scelta strategica conferma la natura “fix price” dell’oligopolio automobilistico.


Si pensi al caso dell’automobile: i modelli delle stesse “fasce” soddisfano gli stessi bisogni, ma sono diversi per alimentazione, dimensione, linea, colore, accessori. Soprattutto in questi mercati gli imprenditori differenziano

I DATI PARLANO

MAPPA

PER ESEMPIO

1 Oligopolio differenziato i loro prodotti attraverso il ricorso alla pubblicità. È una forma di mercato assai frequente, che si ritrova ad esempio nel settore del trasporto aereo, delle compagnie telefoniche, dei grandi elettrodomestici ecc.

2 Oligopolio indifferenziato Sono esempi di oligopolio indifferenziato il mercato del cemento, dell’acciaio, della benzina, dello zucchero, così come quello dei cereali.

TIPI DI OLIGOPOLIO si distinguono in base

all’omogeneità del prodotto

ai rapporti tra le imprese

formazione del prezzo

possono essere

possono essere

sarà

indifferenziati < omogeneità

collusivi

simile al monopolio

differenziati > omogeneità

non collusivi

simile alla concorrenza perfetta

misti

variabile in base alle quote di mercato

Rappresentazione grafica. La curva di domanda ad angolo. Supponiamo che, in un certo momento, l’oligopolista che produce la quantità OQ, venduta al prezzo QK, immagini di aumentare il prezzo di vendita. Se teme che i suoi concorrenti non lo seguano, e lascino inalterato il loro prezzo, tale aumento del prezzo comporterebbe per lui una forte riduzione della domanda: ciò significa che a sinistra dell’attuale prezzo QK egli prevede una domanda elastica, in quanto pensa che i compratori si rivolgerebbero alla concorrenza. Se l’oligopolista immagina, invece, di diminuire il prezzo, dovrà temere che gli altri concorrenti facciano altrettanto, spinti dalla preoccupazione di perdere quote di mercato. Quindi, secondo l’oligopolista, anche un rilevante calo di prezzo non provocherebbe un adeguato aumento di domanda: a destra dell’attuale prezzo la domanda sarebbe quindi più rigida. La curva di domanda dell’oligopolista nasce dunque dalla combinazione di due curve di domanda, di differente inclinazione, come si vede nella figura. Se l’oligopolista si trova nel punto K, come ipotizzato, la domanda è rappresentata dalla spezzata LKM: da qui la denominazione di curva di domanda ad angolo (o a gomito). Dal grafico si vede chiaramente che la domanda “fa angolo” sul prezzo attuale, perché le altre imprese reagirebbero in modo diverso qualora l’oligopolista aumentasse il prezzo oppure lo diminuisse. Gli economisti qualificano questa curva

Prezzo L P

O

K Posizione di equilibrio

Q M Quantità

di domanda come congetturale, in quanto non fondata su effettive reazioni del mercato, ma sulle reazioni che l’impresa ipotizza come realizzabili qualora decidesse di variare il prezzo del bene offerto: congetture probabilmente molto vicine alla realtà. Fino a quando le previsioni dell’oligopolista sulle reazioni delle imprese concorrenti non cambiano, egli non modificherà quindi il suo prezzo. Ciò spiega perché, anche nell’oligopolio, i prezzi tendono a stabilizzarsi.

229


Strategie di vendita nell’oligopolio In regime di oligopolio gli imprenditori usano diverse strategie per migliorare il loro “posizionamento” nel mercato. Esse possono basarsi su due politiche. • Politica dei prezzi (price competition). Questa strategia consiste nel ridurre i prezzi, allo scopo di eliminare gli avversari: si possono praticare prezzi predatori, cioè inferiori ai costi dei concorrenti, per costringerli a uscire dal mercato. • Politiche non basate sui prezzi (non-price competition). Fra esse la più importante è la pubblicità, anche se è frequente il ricorso ad altre strategie promozionali, come la creazione di reti di assistenza al cliente, la concessione di premi ai consumatori più fedeli (per esempio attraverso la raccolta di punti o prove di acquisto), la dilazione dei termini di pagamento ecc. I DATI PARLANO 

2 . 9 Il duopolio Una forma particolare di oligopolio è data dal duopolio. Duopolio Duopoly

Il mercato di duopolio si realizza quando due sole grandi imprese offrono la totalità di un bene o di un servizio, e la domanda di tale bene o servizio è frazionata fra un elevato numero di compratori.

Formazione del prezzo Anche in questo caso la soluzione da darsi al problema della formazione del prezzo di mercato è indeterminata. Di fatto si possono presentare due diverse situazioni che esaminiamo di seguito.

Scontro fra duopolisti Nel duopolio ciascun imprenditore vuole diventare il leader del mercato e, pertanto, attua politiche intese ad allontanare dal mercato l’altro concorrente.

Pubblicità Advertising

Questa situazione, studiata particolarmente dall’economista inglese Arthur L. Bowley, è fondamentalmente instabile, e sfocia in una forma di monopolio. Ogni duopolista attuerà politiche concorrenziali, basate sulla politica dei prezzi (price competition) o su politiche non basate sui prezzi (non-price competition) – fra di esse è importante la pubblicità – allo scopo di eliminare l’avversario. Il duopolista più debole uscirà dal mercato, e da quel momento il vincitore potrà alzare i prezzi di vendita. Può accadere che l’oligopolista sconfitto, o un altro gruppo concorrente, ritornino sul mercato attirati dagli alti margini di profitto del vincitore. Si inizia così una nuova fase, che porterà o a una nuova situazione di concorrenza fra i duopolisti, o a una forma di mercato in cui un duopolista è satellite dell’altro.

Accordo fra duopolisti Un duopolista è satellite dell’altro, che è il leader del mercato. Questa situazione, già studiata da Cournot, è fondamentalmente stabile: il prezzo di mercato sarà tale da assicurare a ciascun duopolista un profitto giudicato adeguato. In generale si può dire allora che in regime di duopolio le due imprese possono scegliere di farsi la guerra, finché una delle due esce sconfitta dal mercato e l’altra diventa monopolista, oppure possono raggiungere un accordo (espresso o tacito) per spartirsi i mercati di vendita. In quest’ultimo caso l’impresa leader domina di fatto il mercato.

230

U4 Il mercato e le sue forme . C2 Le forme di mercato


I DATI PARLANO

PLUS

Come la teoria dei giochi spiega l’oligopolio L’interdipendenza fra le imprese che operano nel mercato oligopolistico ha spinto gli economisti a elaborare dei modelli particolarmente divertenti, anche se complessi, per spiegare il comportamento dell’oligopolista. Come già sappiamo, la strategia attuata da ciascuna impresa dipende strettamente dalle opinioni che i suoi dirigenti si fanno sulle reazioni delle altre imprese alle loro mosse. Interessanti in questo senso sono i contributi degli economisti che hanno applicato all’oligopolio la teoria dei giochi, elaborata dal matematico John von Neumann e dall’economista Oskar Morgenstern. Come indica il titolo della loro opera fondamentale Teoria dei giochi e comportamento economico, l’oligopolio è studiato con riferimento alle possibilità di lotte, collusioni, tentativi di corruzione, e così via. In generale, possiamo dire che l’impresa oligopolistica può scegliere una di queste due strategie: • fare la guerra alle altre imprese, avvalendosi di ribassi dei prezzi, campagne pubblicitarie aggressive ecc., allo scopo di sottrarre clienti ai rivali; • fare accordi con le altre imprese, allo scopo di concordare prezzi remunerativi, dividersi i mercati ecc. L’analogia fra le strategie degli oligopolisti e certi giochi è evidente, soprattutto con quelli che richiedono particolari abilità tattiche (scacchi, poker), che sono in parte simili alle strategie militari e diplomatiche. La teoria dei giochi offre modelli matematici che rappresentano le strategie dei singoli oligopolisti, ciascuno dei quali deve tener conto delle reazioni delle altre imprese operanti sul mercato. Illustriamo qui il famoso dilemma del prigioniero, modello applicato ai mercati oligopolistici per illustrare

l’interdipendenza fra le imprese. Due complici, A e B, sono arrestati per un crimine commesso insieme e messi in due celle separate (questo particolare è importante, perché non possono comunicare tra loro). Il giudice che li interroga offre loro tre possibilità: • un prigioniero confessa il reato e collabora col giudice, mentre l’altro nega: in questo caso chi collabora è messo in libertà, mentre chi nega dovrà scontare 5 anni di reclusione; • entrambi i prigionieri negano: in questo caso saranno condannati a una pena lieve, per esempio 2 anni, perché le prove non sono schiaccianti; • entrambi i prigionieri ammettono la loro colpevolezza: in questo caso sono condannati a 3 anni di reclusione. A seconda di ciò che scelgono di fare, gli anni di reclusione di A e B possono schematizzarsi nella seguente tabella: Prigioniero B Prigioniero A confessa confessa

3 anni per A 3 anni per B

0 anni per A 5 anni per B

non confessa

5 anni per A 0 anni per B

2 anni per A 2 anni per B

Si dimostra che la strategia migliore è che entrambi confessino, perché in tal caso nessuno dei due rischia 5 anni di carcere; ciò perché ogni giocatore ha paura di essere tradito dal complice. Solo l’accordo di non confessare può evitare pene più elevate, ma, data l’impossibilità di accordarsi non potendo i prigionieri comunicare tra loro, ciascuno dei due ha interesse a confessare per evitare la condanna a 5 anni di carcere.

Principio del costo pieno e mark-up Gli studi riguardanti i mercati oligopolistici hanno evidenziato che il prezzo viene spesso stabilito – proprio per l’impossibilità di ricorrere al confronto fra costo marginale e ricavo marginale – utilizzando il principio del costo pieno. In base a questo principio il prezzo di mercato si ottiene aggiungendo ai costi unitari (lavoro, materie prime, energia), di più facile determinazione, una percentuale per la copertura dei costi fissi (macchinari, impianti, spese generali) e un’altra percentuale, detta mark-up, come margine di profitto. Tale margine è tanto più alto quanto minore è l’elasticità della domanda e quanto più è elevato il “grado di monopolio”, cioè quanto più è ridotto il numero di imprese presenti sul mercato. Questa semplice regola pratica si esprime con la seguente formula: P = c + cq + cq’ = c (1 + q + q’)

non confessa

P = prezzo di vendita c = costo diretto q = percentuale destinata a coprire i costi fissi q’ = percentuale di ricarico come margine di profitto. Applichiamo la formula al caso di un’impresa che per produrre un frigorifero sostiene i seguenti costi: costo diretto c = € 400 (lavoro, materie prime, ecc.) costi fissi q = 40% dei costi diretti margine di profitto q’ = 50% del costo diretto Il prezzo di vendita sarà: P = 400 + (400 × 0,40) + (400 × 0,50) = = 400 × (1 + 0,40 + 0,50) = = 400 + 160 + 200 = = € 760 Questo procedimento di decisione del prezzo è normale per un’impresa leader e comunque molto diffuso, nella pratica, in questo tipo di mercato.

FACCIAMO IL PUNTO Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

1. Quale differenza esiste tra un oligopolio differenziato e uno indifferenziato? 2. Che cosa deve considerare un oligopolista prima di prendere decisioni strategiche? 3. Quali sono politiche che l’oligopolista può praticare per eliminare altre aziende concorrenti? 4. Sai spiegare il principio del prezzo pieno?

231


Il ruolo della pubblicità nei mercati oligopolistici La pubblicità gioca un ruolo essenziale nei mercati oligopolistici, essendo lo strumento principale utilizzato dalle imprese per differenziare prodotti in gran parte simili e aumentare la rigidità della domanda. La pubblicità non ha infatti ragion d’essere nella concorrenza perfetta, in quanto il prodotto è omogeneo; come pure nel monopolio, in quanto l’impresa è l’unica fornitrice del prodotto. Caratteri della pubblicità. La pubblicità può far leva sulle caratteristiche effettive del prodotto, oppure solo su aspetti esteriori, o ancora creare bisogni che si basano su fattori emotivi. Nelle moderne economie gli investimenti pubblicitari sono molto significativi: in Italia si aggirano intorno all’1% del PIL, ma negli USA tale quota è molto più elevata. I settori che spendono di più in pubblicità sono l’automobilistico, l’alimentare, l’abbigliamento, gli alcolici, i prodotti di bellezza. Diverse forme di pubblicità. È opportuno distinguere una pubblicità informativa da una pubblicità aggressiva. La prima svolge un ruolo positivo perché facilita le scelte del consumatore, facendogli conoscere le caratteristiche dei prodotti, soprattutto nel caso di nuovi beni. Secondo i suoi sostenitori, la pubblicità consente di realizzare due benefici: una maggiore informazione ai consumatori e un aumento delle vendite. L’atteggiamento consumistico. Secondo i suoi detrattori, la pubblicità limita la sovranità del consumatore, spingendolo ad acquistare beni non necessari alimentando il consumismo , cioè l’eccesso di consumi indotti dalla pubblicità. Per proteggere i consumatori, sono state introdotte leggi che proibiscono la pubblicità aggressiva. Imprese e organizzazioni professionali dei pubblicitari (i cosiddetti “creativi”) si impongono inoltre codici di comportamento, allo scopo di limitare i danni derivanti dalla pubblicità non veritiera.

Il marketing nei mercati oligopolistici Nelle imprese oligopolistiche (ma anche nella concorrenza monopolistica) assume un ruolo di particolare importanza il marketing, costituito dall’analisi dei mercati di sbocco allo scopo di massimizzare le vendite del prodotto. Attraverso questa attività l’impresa valuta i bisogni dei consumatori studiandone le abitudini di acquisto, e cerca di soddisfarli offrendo il prodotto più adatto al mercato. In sintesi, con questa tecnica l’oligopolista cerca di individuare i bisogni del consumatore per soddisfarli allargando la propria quota di mercato. Ciascun mercato è suddiviso in diversi segmenti: ad esempio, il mercato dell’auto comprende una vastissima gamma di autovetture, raggruppabili in segmenti a seconda della cilindrata (piccola, media, alta), del comfort e delle caratteristiche tecniche (2 porte, 4 porte, 5 porte, monovolume, fuoristrada ecc.). Ogni impresa soddisfa i bisogni di uno o più segmenti di mercato, producendo i beni e i servizi che incontrino la domanda dei consumatori. Deve cioè offrire il prodotto al prezzo che massimizza le vendite, distribuirlo nel posto giusto, attraverso una promozione adatta. In ogni caso, scopo del marketing è definire il target dell’azienda (cioè a quali segmenti di mercato deve rivolgersi) e il tipo di offerta da effettuare, in relazione alle 4P del marketing mix (Product, Price, Place, Promotion). Nelle imprese di maggiori dimensioni l’attività di marketing è molto complessa e sofisticata. Studia le motivazioni di acquisto dei consumatori, la validità del prodotto in confronto con quello delle imprese concorrenti, le politiche promozionali e pubbli-

232

U4 Il mercato e le sue forme . C2 Le forme di mercato


citarie, le strutture commerciali ecc. I risultati delle ricerche forniscono preziose informazioni, che consentono l’elaborazione di una valida strategia di mercato, di grande aiuto all’impresa per il raggiungimento dei suoi obiettivi.

Le coalizioni industriali Si parla di coalizione industriale quando poche grandi imprese oligopoliste stipulano accordi più o meno duraturi per realizzare una politica comune diretta a conservare o accrescere il loro potere di controllo del mercato, con l’obiettivo fondamentale di massimizzare il profitto.

LESSICO  Consumismo Acquisto di quantità crescenti di beni di consumo, spesso a scapito di esigenze fondamentali dell’uomo, come l’istruzione e la salute. Fenomeno tipico indotto dalla pubblicità e da modelli di consumo di massa associati al prestigio e al successo.

Il Giurì della pubblicità

E ORIENTAMENTO

EDUCAZIONE CIVICA

“La pubblicità è vendere vento, ma è proprio questo vento che fa girare il mulino” (Marcel Bleustein-Blanclet) Il Giurì della pubblicità è un organo di autodisciplina del settore pubblicitario, gestito dall’Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria (IAP), che è un’organizzazione indipendente volta a garantire che la pubblicità in Italia sia veritiera, corretta e rispettosa dei diritti dei consumatori. Il Giurì, composto da esperti di diritto e professionisti del settore della comunicazione, svolge un ruolo cruciale nel mantenimento di standard elevati

Alleniamo l’EDUCAZIONE FINANZIARIA

nel settore pubblicitario, proteggendo i consumatori da pubblicità ingannevoli e promuovendo la fiducia nel sistema pubblicitario; inoltre, esso offre sul piano procedurale un’alternativa efficiente e autoregolamentata alle controversie giudiziarie. L’azione del Giurì si estende anche alla comunicazione di tipo economico-finanziario, settore nevralgico e delicatissimo per la tutela degli interessi dei consumatori/risparmiatori.

Ricercate il provvedimento n. 2 del 30/01/2023 del Giurì della pubblicità e analizzate in classe a piccoli gruppi la vicenda sottoposta all’attenzione dell’organismo di tutela nonché le ragioni della sua decisione.

Siete d’accordo con le motivazioni del Giurì della pubblicità rispetto al caso di specie? Nei suoi panni avreste assunto una posizione differente? Motivate le vostre risposte e riportatele, in classe a gruppi, all’insegnante di economia politica.

PROFESSIONI E COMPETENZE DEL FUTURO

al processo di ideazione e commercializzazione di un prodotto, in particolare in quest’epoca di forte digitalizzazione comunicativa? Quale potrebbe essere l’identikit dell’economista che si occupa di marketing?

Dietro buone pubblicità e campagne di promozione vincenti ci sono professionisti del marketing competenti e creativi. Quale contributo, a tuo avviso, può dare il possesso di solide basi economiche

233


Contenuto degli accordi Gli accordi fra queste imprese possono riguardare le quote di produzione, i prezzi, la ripartizione delle zone di vendita, come pure le modalità di acquisto delle materie prime, la suddivisione delle spese pubblicitarie, l’adozione di politiche comuni per impedire l’ingresso di nuove imprese nel mercato.

2 . 10

La concorrenza monopolistica

Concorrenza o monopolio La presenza di elementi tipici della concorrenza perfetta e del monopolio dà ragione dell’accostamento di due termini antitetici (“concorrenza” e “monopolio”) nella denominazione che è stata data a una forma di mercato molto diffusa: la concorrenza monopolistica. La concorrenza monopolistica è la forma di mercato caratterizzata dall’offerta di un prodotto differenziato da parte di numerose imprese nei confronti di una domanda frazionata tra numerosi compratori in assenza di barriere di entrata e uscita dal mercato.

Prodotti differenziati I beni offerti dalle imprese presentano quindi agli occhi dei consumatori qualità diverse, tanto che ogni imprenditore dispone, attraverso la differenziazione dell’offerta  , di una clientela legata al suo prodotto. Viene meno l’unicità di prezzo di mercato tipico della concorrenza perfetta, in quanto il cliente è disposto a pagare di più un bene, se lo ritiene superiore agli altri. La superiorità del bene può essere solo presunta: i consumatori non hanno una conoscenza perfetta del mercato, perché, a differenza della concorrenza perfetta, manca il requisito della trasparenza, pertanto possono essere persuasi dalla pubblicità a comprare beni di cui non hanno bisogno o a pagare un prezzo più alto per un prodotto con particolari caratteristiche, che in realtà potrebbe anche non avere. In generale, le differenze non riguardano tanto la qualità intrinseca del bene, quanto l’aspetto esteriore e le caratteristiche dell’offerta, come la presentazione dei prodotti, l’ubicazione dell’azienda, l’assistenza post-vendita, le agevolazioni di pagamento e così via.

Dove opera la concorrenza monopolistica Questa forma di mercato è assai diffusa nel settore industriale, soprattutto nei comparti soggetti alla moda (abbigliamento, calzature, mobili) in cui è facile diversificare il prodotto e non esistono barriere all’entrata, per le limitate dimensioni delle imprese. Si riscontra pure nel settore dei servizi professionali (ad esempio tra i dentisti, gli avvocati, i commercialisti, gli ingegneri ecc.), così come nelle piccole e medie aziende commerciali. I casi tipici sono costituiti dai negozi che esercitano il commercio al minuto (alimentari, abbigliamento, ecc.) e dai pubblici esercizi (bar, ristoranti). Ogni venditore al dettaglio ha una cerchia di clienti che, per motivi di abitudine, vicinanza, simpatia o altro acquista determinati prodotti anche quando il loro prezzo è superiore a quello della grande distribuzione. PER ESEMPIO  MAPPA 

La formazione del prezzo: il prezzo di equilibrio La concorrenza monopolistica è una forma di mercato più complessa e multiforme della concorrenza perfetta.

234

U4 Il mercato e le sue forme . C2 Le forme di mercato


LESSICO

Le coalizioni consentono rilevanti vantaggi per le imprese: riduzione dei costi di produzione, maggiori capacità di investimento, più ampie possibilità di introdurre innovazioni tecniche. Questi accordi collusivi  portano generalmente a una perdita di benessere per l’intera collettività, e per questo vengono sanzionati dalla legislazione antimonopolistica. Gli accordi, detti anche sindacati industriali, possono dare vita a: • cartelli, se le singole imprese, operanti nello stesso ramo produttivo, mantengono la propria identità giuridica, che comporta autonomia amministrativa e tecnica: le imprese coordinano la politica commerciale, stabiliscono i prezzi di vendita, la quantità prodotta, le rispettive quote di mercato; • trust, se l’attività delle imprese aderenti è coordinata da un unico organismo centrale che ha potere

deliberativo e agisce a nome di tutto il gruppo; può riguardare aziende simili (concentrazione  orizzontale) o tra loro in rapporto di complementarità (concentrazione verticale); • holding, se si tratta di una società che non produce beni o servizi ma detiene il capitale azionario delle imprese produttive, potendo così determinare la politica aziendale di tutto il gruppo. Si distingue l’holding finanziaria se non svolge attività di produzione o scambio di beni o servizi, che sono riservate alle società possedute (ad esempio Exor, l’holding che controlla la Fiat Chrysler Automobiles) e l’holding operativa, se invece svolge attività di produzione o scambio (ad esempio Mediobanca, che possiede quote di molte imprese, come Assicurazioni Generali, RCS) ed eroga servizi finanziari alle imprese.

È una forma di mercato molto diffusa fra le piccole imprese, anche se negli ultimi decenni l’affermazione dei supermercati ne ha progressivamente ridotto il numero: si pensi ai negozi di generi alimentari, ciascuno dei quali normalmente può trarre vantaggio dalle caratteristiche che lo differenziano rispetto agli altri negozi

 Differenziazione dell’offerta Strategia adottata dall’impresa in regime di concorrenza monopolistica per dimostrare che il suo prodotto è migliore di quello dei concorrenti. Si applica quando i prodotti sono molto simili (come i detersivi o i dentifrici). Può consistere in semplici modificazioni del design del prodotto, in confezioni particolarmente attraenti, nella notorietà di una marca conosciuta.

 Accordo collusivo Accordo tra diverse imprese per limitare la libera concorrenza e massimizzare il profitto. Può essere esplicito se l’accordo tra le imprese è palese, implicito se le imprese, nelle loro politiche commerciali, si comportano come se l’accordo fosse esplicito.

 Concentrazione

La concorrenza monopolistica

MAPPA

PER ESEMPIO

ECONOMIA E REALTÀ

Norme antitrust

della stessa zona: per la localizzazione, l’estetica dei locali, la capacità di attrazione dell’insegna, la simpatia e l’abilità dei commessi, la razionalità dell’esposizione dei prodotti. Tutti questi elementi consentono al venditore di alzare i prezzi, pur nei limiti della concorrenza degli altri negozi della zona.

Può essere orizzontale se diverse imprese che svolgono un’attività produttiva simile sono riunite in un unico organismo centrale che agisce a nome del gruppo; verticale se le singole imprese si occupano delle diverse fasi di un processo produttivo.

CONCORRENZA MONOPOLISTICA presenta i seguenti caratteri tanti venditori tanti compratori

stesso prodotto ma differenziato

libertà di entrata e uscita dal mercato

molte imprese competono per gli stessi acquirenti

le imprese subiscono la concorrenza delle novità dello stesso tipo di prodotto

le imprese si inseriscono nel mercato finché c’è possibilità di trarre profitto • vantaggio per i consumatori: più concorrenza • svantaggio per i venditori: subiscono maggiore concorrenza

FACCIAMO IL PUNTO Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

1. Quali possibili strategie possono mettere in campo i duopolisti?

2. Quale ruolo riveste la pubblicità nelle forme di mercato intermedie?

235


L’esistenza di diversi prezzi per lo stesso bene fa venir meno la regola dell’uguaglianza fra prezzo e costo marginale, che vale per la concorrenza perfetta. Anzi, il fatto che i prezzi siano diversi da impresa a impresa, pur entro una fascia ristretta (grosse differenze determinerebbero spostamenti di domanda), fa sì che la posizione di equilibrio dell’imprenditore sia piuttosto simile a quella del monopolista: anche in regime di concorrenza monopolistica, il massimo profitto per l’imprenditore si realizza quando il costo marginale è uguale al ricavo marginale.

2 . 11

La concentrazione del mercato

Per chiudere l’argomento delle forme di mercato, ci soffermiamo su un aspetto cruciale che le accomuna tutte: la concentrazione del mercato. La concentrazione del mercato è un indicatore che descrive in quale misura la produzione o le vendite di un bene o servizio sono concentrate nelle mani delle imprese. Misurare la concentrazione è importante perché, quando è elevata, conferisce alle imprese dominanti un significativo potere di mercato. Per misurarla si usa calcolare il coefficiente di concentrazione, cioè la percentuale di vendite realizzate dalle maggiori imprese presenti sul territorio. Maggiore è la percentuale, minore è il numero delle imprese presenti: il monopolio, ad esempio, ha un rapporto di concentrazione del 100%, mentre la concorrenza perfetta vicina allo 0%. PER ESEMPIO  Un mercato altamente concentrato è quello dominato da poche grandi imprese con le conseguenze che abbiamo già esaminato, mentre in un mercato poco concentrato la produzione è distribuita tra molte imprese di dimensioni simili. Va comunque sottolineato che un certo grado di concentrazione può essere desiderabile: ad esempio, le economie di scala possono portare a una riduzione dei costi di produzione e, di conseguenza, a prezzi più bassi per i consumatori. Tuttavia, un eccesso di concentrazione può causare inefficienze e portare a una riduzione del benessere sociale, perché le imprese dominanti sono in grado di fissare prezzi superiori ai costi marginali, riducendo il benessere dei consumatori, senza contare che una minore concorrenza solitamente comporta una minore varietà di prodotti e servizi disponibili sul mercato. Spesso un’eccessiva concentrazione del mercato è dovuta ad accordi tra le grandi imprese per realizzare una comune politica di mercato allo scopo di aumentare i propri profitti. Ne esistono numerosi esempi: accordi su quote di produzione, prezzi, zone di vendita, adozione di politiche comuni per impedire l’ingresso di nuove imprese. L’accordo può dare vita a diverse forme di coalizioni: cartelli, se ogni impresa conserva la propria identità; trust, se un organo centrale agisce in nome del gruppo; holding, se una società capogruppo non produce beni o servizi ma detiene le azioni di imprese produttive, determinando la politica industriale dell’intero gruppo. In sintesi, accordi e coalizioni offrono rivalenti vantaggi alle imprese spesso a danno dei consumatori. Norme antitrust. È evidente che questi fenomeni limitano le condizioni concorrenziali di mercato e realizzano un regime molto simile al monopolio. Le imprese aumentano i loro profitti, spesso rinunciando a introdurre le innovazioni tecnologiche che possono abbassare i costi di produzione e di conseguenza i prezzi di vendita. Questi accordi collusivi portano generalmente a una perdita di benessere per l’intera collettività, e per questo vengono sanzionati dalla legislazione antimonopolistica.

236

U4 Il mercato e le sue forme . C2 Le forme di mercato


PER ESEMPIO

La concentrazione del mercato Un bene venduto da due sole imprese, di dimensioni simili, avrà un coefficiente di concentrazione ad esempio del 45% e 55%. Vuol dire che l’impresa A ha venduto il 45% del totale delle unità vendute, l’impresa B il 55%. Se si trattasse di un monopolio, l’azienda Alfa avrebbe un rapporto di concentrazione del 100%. Nel caso di un mercato di concorrenza perfetta composto da 100 imprese, ciascuna avrebbe un rapporto dell’1%; se fossero 200, sarebbe dello 0,5% e così via.

PLUS

Un’Autorità garante La concorrenza monopolistica presenta, seppure attenuati, gli stessi inconvenienti del monopolio: il consumatore è spinto ad acquistare i beni a un prezzo superiore a quello di libera concorrenza, persuaso a farlo dall’impiego di tecniche promozionali, in particolare della pubblicità, che può creare bisogni inesistenti. In molti Paesi, e anche in Italia, sono sorte numerose Unioni di consumatori per aiutare a distinguere i caratteri essenziali del prodotto dalle lusinghe di una pubblicità ingannevole, diretta a condizionare in modo emotivo le scelte dei consumatori. In Italia la legge 287 del 1990 ha affidato all’Autorità garante della concorrenza e del mercato (detta Antitrust) il compito di vietare la pubblicità ingannevole: a essa possono rivolgersi le associazioni

di consumatori, le imprese concorrenti e i consumatori stessi perché ne sia vietata la continuazione e ne vengano eliminati gli effetti. La legge definisce “ingannevole” la pubblicità che “in qualunque modo, compresa la sua presentazione, induce in errore e, a causa del suo carattere ingannevole, può pregiudicare il comportamento economico delle persone, ovvero ledere un concorrente”. La stessa legge inoltre fa assoluto divieto di utilizzare la pubblicità subliminale, cioè che opera sotto la soglia della coscienza (quando ad esempio il messaggio, incluso nel singolo fotogramma di un film, per la velocità di scorrimento della pellicola non è avvertito coscientemente dal soggetto, ma registrato dalla sua memoria). Si tratta di una subdola manipolazione della coscienza, gravemente lesiva delle libertà del cittadino.

TABELLA RIASSUNTIVA DELLE FORME DI MERCATO Mercato Caratteri

Concorrenza Monopolio perfetta assoluto

Monopsonio

Oligopolio

Concorrenza monopolistica

molti

uno

molti

pochi

molti

Numero molti compratori

molti

uno

molti

molti

Carattere del prodotto

omogeneo

unico

omogeneo

omogeneo o differente

differente

Chi determina il prezzo

mercato

venditore

incerto

venditori

venditori ma con limiti

Ingresso di nuove imprese

libero

impedito

impedito

difficile

libero

Frequenza

rara

rara per rara imprese private

frequente

molto frequente

Numero venditori

FACCIAMO IL PUNTO Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

1. Quali differenze ci sono tra la concorrenza monopolistica e la concorrenza perfetta?

2. Perché la concorrenza monopolista è una forma di mercato complessa? 3. Quali accordi possono realizzarsi tra le imprese? 4. Per i consumatori, è più vantaggiosa una bassa o un’alta concentrazione del mercato?

237


CAPITOLO

2

Le forme di mercato Sintesi

Ascolta e ripassa

2 . 1 Caratteri della concorrenza perfetta

Il mercato di concorrenza perfetta è caratterizzato principalmente da: presenza di molte imprese, ciascuna delle quali offre una piccola quantità di prodotto; omogeneità di beni e servizi offerti dalle singole imprese; unicità di prezzo per ciascun tipo di bene e di servizio.

2 . 2 Equilibrio dell’impresa in regime di concorrenza perfetta

Nel periodo breve l’impresa è in equilibrio quando massimizza il profitto totale, cioè quando il costo marginale uguaglia il ricavo marginale, cioè il prezzo. Nel periodo lungo, dato che entrano nel mercato concorrenti attratti dagli extraprofitti, le imprese devono limitarsi al profitto normale, cioè la copertura dei costi. Quando il prezzo di mercato scende al di sotto del costo medio minimo (punto di fuga), l’impresa deve uscire dal mercato.

2 . 3 Vantaggi e svantaggi della concorrenza perfetta

La concorrenza perfetta offre i seguenti vantaggi principali: massimizza la produzione, riducendo i prezzi; consente l’allocazione efficiente delle risorse; assicura l’indipendenza dei soggetti economici. Essa presenta i seguenti svantaggi principali: scarica sulla collettività parte dei costi di produzione; spinge a produrre beni superflui a scapito di quelli utili, creando bisogni fittizi; non garantisce la piena occupazione dei fattori produttivi.

2 . 4 Il monopolio

Nel monopolio un solo venditore offre tutto il prodotto, mentre la domanda è frazionata fra numerosi compratori. A seconda dell’origine si hanno monopoli naturali, legali e di fatto. A seconda della natura dell’impresa il monopolio è pubblico o privato.

2 . 5 La formazione del prezzo nel monopolio

Il monopolista stabilirà la quantità da produrre che gli assicura il massimo profitto totale (punto di Cournot); sarà in equilibrio quando il ricavo marginale uguaglierà il costo marginale.

2 . 6 La discriminazione dei prezzi nel monopolio

Per aumentare il profitto, il monopolista può attuare la politica dei prezzi multipli, differenziando il prodotto.

2 . 7 Il monopsonio e il monopolio bilaterale

Nel monopsonio un bene prodotto da molte piccole imprese è acquistato da un solo compratore. Nel monopolio bilaterale operano un solo venditore e un solo compratore.

2 . 8 L’oligopolio

Nell’oligopolio l’offerta è concentrata in poche grandi imprese e la domanda è frazionata fra molti consumatori. A seconda del grado di omogeneità del prodotto l’oligopolio può essere differenziato in differenziato. A seconda dei rapporti fra le imprese si ha: oligopolio collusivo, oligopolio non collusivo e oligopolio misto.

2 . 9 Il duopolio

Nel duopolio due imprese offrono tutto il prodotto a molti compratori. Le due imprese possono battersi per la leadership (e allora una delle due uscirà dal mercato) o spartirsi il mercato.

2 . 10 La concorrenza monopolistica

In questo mercato numerosi produttori offrono a molti compratori prodotti differenziati ma facilmente sostituibili.

2 . 11 La concentrazione del mercato

La concentrazione del mercato è un indicatore che descrive in quale misura la produzione o le vendite di un bene o servizio sono concentrate nelle mani delle imprese.

238

U4 Il mercato e le sue forme . C2 Le forme di mercato


Mappa da completare Dopo aver ripassato i contenuti dell’Unità, completa la mappa inserendo correttamente gli elementi mancanti scelti tra i seguenti breve • concorrenza monopolistica • giustizia sociale • lungo • miglior allocazione • mobilità • molti compratori • monopsonio • oligopolio • prodotto • superflui • unicità • molti produttori di piccole dimensioni • omogeneità del _________________ • _________________ di prezzo per ciascun prodotto; • trasparenza del mercato • perfetta _________________ dei fattori produttivi • assenza di barriere all’entrata

CARATTERISTICHE DEL MERCATO CONCORRENZA PERFETTA

Nel periodo ____________: Cma = Rma = P

EQUILIBRIO DELL’IMPRESA

VANTAGGI • massimizza il volume della produzione • _______________________ delle risorse • garantisce l’indipendenza degli operatori • assicura la libertà politica dei cittadini

MONOPOLIO

ALTRI MERCATI NON CONCORRENZIALI

Nel periodo ____________: Cma = Cme = Rma = P SVANTAGGI • scarica costi sulla collettività • produzione beni _______________ • non garantisce la piena occupazione dei fattori produttivi • non assicura la _____________________

CARATTERISTICHE DEL MERCATO

• un solo venditore • _____________________

EQUILIBRIO DELL’IMPRESA

Punto di Cournot: Cma = Rma

________________________

• molti venditori • un solo compratore

________________________

• pochi venditori di grandi dimensioni • molti compratori

________________________

• molti venditori • molti compratori • prodotti facilmente sostituibili

RISPONDI ORA ALLE DOMANDE 1. Quando l’impresa è in equilibrio nel mercato di concorrenza perfetta? 2. Quali sono i vantaggi della concorrenza perfetta? 3. Quando l’imprenditore è in equilibrio in regime di monopolio? 4. Quali critiche vengono normalmente rivolte al monopolio? 5. Come si definisce il regime di duopolio? 6. Sai definire il regime di concorrenza monopolistica?

239


CAPITOLO

2

Le forme di mercato Esercizi

Esercizi interattivi

Consolidiamo le conoscenze... SCELTA MULTIPLA 1. Completa l’affermazione scegliendo la frase corretta fra quelle proposte. 1. Non è un elemento della concorrenza perfetta a  la differenziazione del prodotto b  il mercato atomizzato c  l’unicità di prezzo d  la trasparenza di mercato 2. Perfetta mobilità dei capitali significa a  libertà dei lavoratori di cambiare impresa b  assenza di barriere all’entrata di nuove imprese c  conoscenza dei prezzi da parte di ogni operatore d  possibilità di ogni investitore di impiegare liberamente i suoi capitali 3. L’impresa il cui costo medio minimo uguaglia il prezzo di mercato è detta impresa a  pubblica b  cooperativa c  normale d  marginale 4. In concorrenza perfetta l’impresa con costo marginale superiore al prezzo deve a  aumentare il prezzo di vendita b  aumentare la produzione c  ridurre la produzione d ridurre il ricavo marginale 5. Nel modello di monopolio il punto di Cournot assicura all’impresa a  il profitto più alto b  il costo medio più basso c  il costo totale più basso d  il ricavo più alto 6. La presenza di monopolio dal lato dell’offerta e di monopsonio dal lato della domanda si chiama a  oligopolio collusivo b  duopolio c  oligopolio non collusivo d  monopolio bilaterale 7. Si ha rendita del consumatore quando il prezzo è a  superiore al reddito del consumatore b  inferiore al prezzo che il consumatore è disposto a pagare c  inferiore al costo di produzione d  superiore al prezzo che il consumatore è disposto a pagare

240

8. Se poche grandi imprese che offrono un prodotto omogeneo si accordano, si ha un a  monopolio legale b  oligopolio collusivo c  oligopolio non collusivo d  duopolio 9. Quando due sole imprese offrono la totalità del prodotto, e la domanda è frazionata fra numerosi compratori, si ha a  duopolio b  oligopolio c  concorrenza monopolistica d  monopolio bilaterale 10. Quando una società non realizza prodotti, ma detiene le azioni delle imprese produttive, potendo così determinare la politica aziendale di tutto il gruppo si ha a  un trust b  un cartello

c  un monopsonio d  una holding

COMPLETAMENTI 2. Completa il brano inserendo i termini appropriati tra quelli proposti. alti • bassi • economie • entrata • finali • iniziali • marchi • potenziali • titolarità • uscita Con la locuzione “barriere all’ _____________” gli economisti fanno riferimento agli ostacoli che possono impedire l’entrata di una nuova impresa in un determinato mercato. Quattro sono le principali fonti delle barriere all’entrata. In primo luogo, i più _____________ costi di produzione per le imprese già operanti sul mercato, derivanti ad esempio dal possesso di una notevole quota di mercato ovvero dal conseguimento di importanti _____________ di scala. In secondo luogo, barriere all’entrata possono derivare dalla fedeltà dei consumatori a prodotti e _____________ già noti. In terzo luogo, barriere all’entrata possono derivare dalla _____________ di diritti sulle materie prime, sulla tecnologia di produzione oppure sui punti vendita da parte di imprese già esistenti. Infine, una barriera che talora può essere insormontabile è la disponibilità di ingenti capitali. Per alcune produzioni la quantità di risorse da investire per impiantare una nuova impresa è molto ingente e così si riduce drasticamente il numero dei _____________ entranti soltanto a poche imprese di grandi dimensioni.

U4 Il mercato e le sue forme . C2 Le forme di mercato

Virginio Schiavetti, Le parole de “Il Sole 24 Ore”


ASSOCIAZIONE 3. A ssocia la definizione, scegliendola dall’elenco proposto. (Attenzione: non tutte le definizioni vanno inserite.) 1. Concorrenza perfetta 2. Monopolio 3. Monopsonio 4. Duopolio 5. Oligopolio 6. Concorrenza monopolistica a. ___Due imprese offrono tutto il prodotto, la domanda è frazionata fra molti compratori, le imprese possono combattersi o accordarsi b. ___Sono presenti molte imprese di non

grandi dimensioni, dotate di un certo potere di mercato in quanto possono aumentare i prezzi c. ___Molti compratori e molti venditori, mercato trasparente, prezzo unico, beni omogenei, perfetta mobilità dei fattori produttivi d. ___Poche grandi imprese dotate di notevole potere di mercato offrono tutto il prodotto, la domanda è frazionata, la pubblicità ha un ruolo importante e. ___Una sola grande impresa offre la totalità del prodotto, mentre la domanda è frazionata fra numerosi compratori

PREPARATI ALLA PROVA ORALE 4. Tra parentesi i paragrafi di riferimento. 1. Quando è in equilibrio l’impresa in regime di concorrenza perfetta? (2.2) 2. Che cos’è il punto di fuga? (2.2) 3. Quali elementi caratteristici presenta il regime di monopolio? (2.4) 4. Quali diversi tipi di monopoli ricordi? (2.4) 5. Come si forma il prezzo in regime di monopolio assoluto? (2.5) 6. In che cosa consiste la discriminazione dei prezzi in regime di monopolio? (2.6)

7. Perché il monopolio è generalmente considerato con sfavore? (2.6) 8. Che cosa si intende per monopolio bilaterale? (2.7) 9. Che cosa si intende per oligopolio? (2.8) 10. Sai indicare gli elementi distintivi della concorrenza monopolistica? (2.10) 11. In quali regimi di mercato si fa frequente ricorso alla pubblicità? (2.8 e 2.10) 12. Che cosa si intende per potere di mercato? (2.11)

... per sviluppare le competenze CASI PRATICI 5. Esamina ciascun caso e fornisci delle soluzioni o rispondi motivando. 1. M ercato contendibile. Marcia indietro Un’impresa ha investito 50 milioni di euro in macchinari e terreni in un particolare mercato, ma alcuni anni dopo decide di uscirne, temendo un drastico calo della domanda dei suoi prodotti. Dalla vendita ricava 40 milioni di euro, quel mercato è contendibile?

2. F orme di mercato intermedie. Un ristorante in espansione Flavio gestisce un ristorante in una zona universitaria, con un menù variegato e un’atmosfera accogliente e originale per differenziarsi dai numerosi concorrenti

3. C oncentrazione del mercato. Un’isola, due supermercati Su un’isola ci sono 2 supermercati che si contendono il mercato.

1. A quanto ammontano i costi non recuperabili, che costituiscono una barriera all’uscita? 2. Quale termine è utilizzato per definire i costi non recuperabili? 3. Perché quel mercato sia contendibile, a quanto deve ammontare il ricavo dalla vendita dei macchinari e dei terreni? 1. In quale tipo di mercato si colloca? 2. Da quali elementi puoi desumerlo? 3. Quali sono le principali sfide che Flavio deve affrontare in questo tipo di mercato? 4. Che cosa può fare per conquistare nuovi clienti? 5. Per massimizzare il profitto, fino a quando può estendere la sua attività? 1. Calcola il rapporto di concentrazione del mercato. 2. Di quale forma di mercato si tratta? 3. Quali diverse strategie potrebbero porre in atto?

241


UNITÀ

4 Il mercato e le sue forme Verifica di fine Unità

COMPRENSIONE Competenze attivate • Comunicazione nella madrelingua • Imparare a imparare • Competenze civiche e di cittadinanza

1 LIBERALIZZAZIONE DELLE LICENZE DEI TAXI

Con una sentenza storica, nel luglio 2024, la Corte Costituzionale ha dichiarato illegittimo il blocco al rilascio di nuove licenze per taxi e NCC, una misura che limitava da anni l’ingresso di nuovi operatori nel settore. La decisione, che fa seguito alle numerose lamentele di utenti e amministrazioni locali, apre le porte a un profondo rinnovamento del mercato dei trasporti pubblici non di linea. … I giudici della Consulta hanno infatti dichiarato illegittimo l’articolo 10-bis, c. 6, del D.l. n.135/2018 che prevedeva la creazione di un registro informatico nazionale delle imprese del settore bloccando, nell’attesa, l’ingresso di nuovi operatori. Il decreto vietando il rilascio di nuove autorizzazioni alla licenza per il servizio taxi ha permesso per oltre cinque anni «all’autorità amministrativa di alzare una barriera all’ingresso dei nuovi operatori», di fatto compromettendo «la possibilità di incrementare la già carente offerta degli autoservizi pubblici non di linea». … Si legge nella sentenza che è rimasta del tutto inascoltata la preoccupazione dell’Autorità garante delle concorrenza e del mercato che già aveva espresso allarme per la mancata concessione, sottolineando che «l’ampliamento dell’offerta dei servizi pubblici non di linea risponde all’esigenza di far fronte ad una domanda elevata e ampiamente insoddisfatta». … La sentenza ha suscitato reazioni contrastanti. Da un lato, le associazioni dei consumatori e le amministrazioni locali accolgono con favore la decisione, sottolineando l’importanza di un mercato più competitivo e di un servizio più efficiente. Dall’altro lato, le associazioni dei tassisti esprimono forti perplessità, temendo un aumento della concorrenza sleale e una precarizzazione del lavoro. L’aumento dell’offerta potrebbe portare a una diminuzione della qualità del servizio, sostengono, con veicoli meno sicuri e conducenti meno qualificati. Inoltre, l’incremento del traffico causato dal numero maggiore di taxi

242

U4 Il mercato e le sue forme

in circolazione, potrebbe avere un impatto negativo sull’ambiente per l’aumento di emissioni ed aggravare la congestione nelle grandi città. … Secondo Andrea Giuricin, docente di Economia dei Trasporti all’Università Milano Bicocca e uno dei massimi esperti in Italia che fa ricerca sul campo, «aumentare il numero delle licenze è una soluzione di breve periodo. Bisogna fare una riforma complessiva del settore che andrebbe completamente liberalizzato come in altre parti del mondo». Rispetto all’obiezione dei tassisti circa le enormi cifre che hanno speso per acquistare le licenze, l’economista osserva come, nella maggior parte dei casi, «i Comuni hanno rilasciato le licenze gratuitamente ai tassisti, che in un secondo tempo le hanno rivendute profumatamente ad altri colleghi» proprio approfittando del blocco al rilascio di nuove autorizzazioni. Fonte: Amabile su La Stampa, 20 luglio 2024; Landolfi, Nuti su Il Sole-24Ore, 17 dicembre 2023. Testo adattato e ridotto

1. Individua le parole chiave adatte per inserire dei titoletti ai paragrafi che presentano le conseguenze della liberalizzazione delle licenze e inseriscile al posto dei puntini di sospensione. 2. Rispondi alle seguenti domande. a. Qual è il contenuto della sentenza della Corte Costituzionale? b. Quale posizione aveva preso l’Autorità garante della concorrenza sul mancato rilascio di licenze? c. Per quale motivo erano state bloccate le licenze per così tanti anni? d. Quali conseguenze aveva creato il blocco? e. Chi può trarre beneficio dalla sentenza e chi, invece, ne è svantaggiato? f. Quali sono le ragioni degli uni e degli altri? g. Quale tipo di mercato si era creato tra i tassisti con oggetto le licenze? Sapresti riconoscerne i caratteri? h. Quale autorevole parere ha espresso il prof. Giuricin? 3. Immagina di essere uno di quei tassisti che ha acquistato la licenza a caro prezzo. Scrivi una lettera per esporre le tue ragioni e chiedere una maggiore offerta di trasporti soprattutto quando vi è un’alta affluenza di visitatori (turismo, fiere, eventi ecc). 4. Immagina di essere il sindaco di una città con una carenza cronica di taxi. Scrivi una lettera per esporre le tue ragioni al Ministero dei trasporti.


DIFFERENZE/IN COMUNE 1 Compila la seguente tabella, indicando i punti in comune e le differenze tra la concorrenza monopolistica e la concorrenza perfetta e il monopolio. CONCORRENZA MONOPOLISTICA VS CONCORRENZA PERFETTA

CONCORRENZA MONOPOLISTICA VS MONOPOLIO

IN COMUNE C.M.

C.P.

C.M.

M.

DIFFERENZE

2 Completa la seguente tabella, indicando il ruolo dell’imprenditore nella formazione del prezzo nelle diverse forme di mercato, aggiungendo motivazioni od osservazioni in merito. IMPRENDITORE

FORMA DI MERCATO

OSSERVAZIONI

PRICE TAKER O PRICE MAKER

Concorrenza perfetta

PT

È stabilito dal…

Tendenzialmente PM

Dipende dal…

Monopolio Oligopolio Concorrenza monopolistica Monopsonio Monopolio bilaterale

Dipende dalla…

1 Rispondi.

LAVORIAMO SUI GRAFICI A A

P P 400 400 300

D

O

D

O

a. Che cosa rappresenta il grafico A? b. Qual è il prezzo di equilibrio? c. In quale quantità di domanda e di offerta si raggiunge il prezzo di equilibrio? d. A che cosa corrispondono i prezzi 150, 200 e 300?

200 300 150 200 100 150

B B

5. Costruisci una tabella che rappresenti il prezzo di equilibrio indicato dal grafico.

100 O

50

100

150

200

Q

O

50

100

150

200

Q

Prezzo 200 Prezzo S C 200 S C

6. Immagina ora una situazione in cui, in conseguenza di una efficace campagna pubblicitaria, aumenti la domanda del bene considerato. Come varierà il prezzo di equilibrio? 7. A causa di scarsità improvvisa delle materie prime, aumentano i costi di produzione. Come varierà il prezzo di equilibrio? 8. Rappresenta graficamente le nuove situazioni.

100

R

100 50

R

2 Rispondi. F F

G

50 O

L

M

G N

Quantità

O

L

M

N

Quantità

a. Che cosa rappresenta il grafico B? b. Che cosa rappresentano rispettivamente 20, 50 e 100? c. Che cosa rappresentano rispettivamente le aree 20 GNO, 50 FMO, 100 RLO, 100 SCR? d. Che cosa accadrebbe se il monopolista fissasse il prezzo a 100, senza differenziare i prezzi?

243


UNITÀ

4 Il mercato e le sue forme Verifica di fine Unità

CASI PRATICI Competenze attivate complessivamente per tutti i casi • Comunicazione nella madrelingua • Competenze matematiche • Imparare a imparare • Competenze civiche e di cittadinanza • Imprenditorialità

1 DUOPOLIO. CAPACITÀ PERSUASIVE Rileggi il brano in apertura di Unità. Immagina di essere il rappresentante di una delle due aziende e di incontrare casualmente il responsabile informatico di una grande società. Scrivi un elevator pitch* per convincerlo ad acquistare il tuo sistema operativo. * Vedi Verifica di fine Unità 2 p. 145

2 R ENDITA DEL CONSUMATORE. LA PASSIONE PER I FUMETTI

Immagina di essere un grande appassionato di fumetti. La tua curva di domanda individuale per i fumetti è lineare e descritta dall’equazione: Q 10 quantità di fumetti che acquisti mensilmente P 5 prezzo di una pubblicazione in euro Supponiamo che il prezzo di mercato del fumetto aumenti a 7 euro. 1. Rappresenta graficamente la tua curva di domanda. 2. Calcola la quantità di fumetti che acquisterai a questo prezzo. 3. Calcola la tua spesa totale per i fumetti. 4. Calcola la tua rendita del consumatore. 5. Spiega economicamente che cosa rappresenta la rendita del consumatore in questo caso specifico. 6. Che cosa accadrebbe alla tua rendita del consumatore se il prezzo dei fumetti aumentasse a 10 euro?

3 U NA RARA FORMA DI MERCATO. GITA AL MARE

Durante le vacanze estive in una località di mare, vuoi acquistare alcuni souvenir da portare ai tuoi amici. Vorresti portare un regalo a tutti, una calamita colorata con motivi marini; quindi è necessario trovare un negozio che abbia buoni prezzi. Ti suggeriscono di andare sul lungomare dove ce ne

244

U4 Il mercato e le sue forme

sono molti. In mezzo alla folla di turisti in cerca di souvenir, li giri tutti per trovare quello più conveniente, ma scopri che hanno tutti le stesse calamite allo stesso prezzo. Entri in un negozio con l’idea di trattare sul prezzo e ottenere uno sconto. Rispondi. 1. Quali caratteristiche hanno gli operatori di questo mercato? 2. Come si differenzia il prodotto offerto da ciascuno? 3. Otterrai lo sconto? Motiva la tua risposta. A fine ottobre, la scuola organizza un campo scuola sportivo proprio nella stessa località dove eri stato/a quest’estate. Vi partecipi volentieri e decidi di acquistare altre calamite, questa volta per la tua famiglia. Senza perdere tempo, durante il tempo libero, ti rechi direttamente nella solita strada, ma scopri che i negozi non espongono più calamite, bensì sciarpe colorate. Non giri troppi negozi, immagini già che abbiano tutte gli stessi prezzi. Non provi neppure a chiedere lo sconto. Rispondi. 1. Com’è possibile che in pochi mesi i negozi abbiano cambiato attività? 2. Quale forma di mercato hai incontrato?

4 L ’EQUILIBRIO DELL’IMPRESA IN REGIME

DI MONOPOLIO. UN RAGAZZO IN GAMBA, MA… NON TROPPO

Luca, studente di ingegneria, ha inventato degli accessori per la cura degli animali domestici in grado di fornire automaticamente le giuste razioni di cibo fresco e di acqua comandandoli a distanza tramite smartphone. Vuole sfruttare la sua idea e ottenere il massimo profitto possibile. Pur agendo da monopolista (si è affrettato a brevettare l’idea), sa che se invade il mercato con il suo prodotto, sarà costretto ad abbassare il prezzo, pertanto decide di cominciare producendo solo 1000 unità. Per ogni pezzo venduto, il ricavo è di 50 euro, mentre il costo per realizzarlo è pari a 20 euro. Rispondi. 1. A che cosa corrispondono 50 e 20 euro? 2. Luca ha calcolato la giusta quantità per ottimizzare il profitto o deve variarla? Motiva la tua risposta.


3. Che cosa accadrebbe se estendesse ancora la produzione? 4. Un’azienda, visto il successo ottenuto dal ragazzo, decide di produrre lo stesso prodotto. È possibile per l’azienda intraprendere questa strada? Motiva la risposta 5. Quale tipo di barriere dovrebbe superare?

COMPITO DI REALTÀ UN PCTO COINVOLGENTE Gruppi

Gruppi eterogenei, da 3 o 4 alunni ciascuno

Tempi

2 ore scolastiche

Competenzechiave di cittadinanza attivate

1. Comunicazione nella madrelingua 3. Competenza matematica 4. Competenza digitale 5. Imparare ad imparare 7. imprenditorialità 8. Consapevolezza ed espressione culturale

Siete stati coinvolti in un’attività di PCTO con degli ex studenti della vostra scuola che stanno per lanciare una nuova impresa rivolta ai teenager. Il loro obiettivo è creare un prodotto che soddisfi al meglio i bisogni e i gusti della vostra generazione. Collaborerete con loro per: • comprendere le esigenze e le preferenze dei futuri clienti; • determinare prezzo e quantità del prodotto; • definire la strategia di lancio più efficace.

Consegna Dividetevi in piccoli gruppi secondo le indicazioni dell’insegnante. Ogni gruppo sceglierà una delle seguenti forme di mercato in cui opererà la loro azienda: • concorrenza perfetta; • monopolio; • oligopolio; • concorrenza monopolistica. Descrivete brevemente le caratteristiche del mercato scelto: • numero di concorrenti; • facilità o difficoltà di ingresso nel mercato; • tipologia di prodotto (differenziato o omogeneo); • potere sui prezzi; • comportamento dei consumatori. Ideate un prodotto innovativo che possa inserirsi nel mercato selezionato (può essere un prodotto fisico oppure un app a vostra libera scelta). Descrivete il prodotto, le sue caratteristiche e cosa ne determinerebbe il successo in quel tipo di mercato. Stabilite il prezzo del prodotto in base alla forma di mercato scelta (fate attenzione a questo punto, perché il prezzo potrebbe variare a seconda della forma di mercato). Stabilite una strategia di lancio (ricordate che per alcune forme di mercato, marketing e pubblicità sono essenziali). Decidete quale tipo di distribuzione avrà (negozi fisici, online, grande distribuzione…). Il vostro lavoro confluirà in una presentazione che verrà illustrata a un ipotetico investitore – l’insegnante – che valuterà la completezza e l’accuratezza del vostro lavoro.

CHECK LIST

Avete scelto la forma di mercato e descritto le caratteristiche Avete scelto il prodotto da inserire nel mercato e lo avete descritto Il prodotto scelto è innovativo nelle sue caratteristiche o, se già in commercio, è accattivante e avete spiegato perché può avere successo Avete previsto la quantità da produrre* motivando la scelta Il prezzo che avete stabilito rispecchia la tipologia di mercato scelta* Avete descritto il piano di marketing, cioè come intendete promuovere la vendita di questo prodotto e farlo conoscere (pubblicità) La presentazione rispecchia tutti i punti precedenti, viene illustrata alla classe in modo convincente Tutti hanno dato il proprio contributo Avete lavorato nel rispetto delle opinioni di tutti e in caso di divergenze vi siete accordati serenamente Avete rispettato i tempi e consegnato il lavoro entro l’orario stabilito dall’insegnante TOTALE PUNTEGGIO

Fino 1 o 2 punti per ogni risposta affermativa 1 0,5 1 1 2 1 2 0,5 0,5 0.5 /10

*Se vi trovate in difficoltà su questo punto, tornate alle pagine del testo che descrivono la formazione del prezzo per ciascuna forma di mercato e/o il criterio con cui determinare la quantità da produrre.

245


UNITÀ

Reddito nazionale ed equilibrio Che cosa studierai in questa Unità Questa Unità è dedicata alla conoscenza del reddito come fonte, modalità di distribuzione e nella contabilità nazionale; l’equilibrio del reddito e i suoi impieghi: • le diverse forme di reddito: salario, profitto, interesse e rendita

• le varie forme di distribuzione del reddito • le definizioni di Prodotto nazionale, Reddito nazionale e Prodotto interno lordo

5

Quali abilità acquisirai Saprai: • definire il salario nominale, il salario reale, il costo del lavoro

• chiarire la differenza tra profitto normale ed extraprofitto

• interpretare le differenze tra le varie forme di distribuzione del reddito

• definire i concetti di Prodotto nazionale, Reddito nazionale e PIL

• la nozione di Bilancio economico

• confrontare la teoria neoclassica e la teoria

• il reddito nel periodo breve e nel periodo

• distinguere tra breve periodo e lungo

nazionale lungo

• l’equilibrio del reddito nazionale secondo Say e Keynes

• le teorie keynesiane su consumo, risparmio e investimento

keynesiana sull’equilibrio

periodo, equilibrio di sottoccupazione e sovraoccupazione

• definire il concetto di moltiplicatore del reddito

• individuare il ruolo dello Stato nel sistema economico

• l’intervento dello Stato nel sistema economico

Prerequisiti

Capitoli 1 2 3

246

La distribuzione del reddito Il reddito nazionale e la contabilità economica L’equilibrio del sistema economico e l’intervento dello Stato


Per cominciare I numeri della disuguaglianza

“Se i 5 uomini più ricchi al mondo spendessero 1 milione di dollari al giorno, ci vorrebbero 476 anni per esaurire la loro ricchezza complessiva. Se la ricchezza dei 5 miliardari più ricchi continuasse a crescere allo stesso ritmo osservato nel corso degli ultimi cinque anni, entro un decennio avremmo il primo trilionario della storia dell’umanità. Ai ritmi attuali, ci vorrebbero invece più di due secoli (230 anni) per portare l’incidenza della povertà globale sotto l’1%. A livello globale gli uomini detengono una ricchezza superiore di 105.000 miliardi dollari a quella delle donne. Tale differenza è equivalente a 4 volte la dimensione dell’economia statunitense. Per una donna che lavora nella sanità o nel sociale ci vogliono 1.200 anni per guadagnare quanto percepisce mediamente, in un anno, l’AD di una delle 100 imprese più grandi della lista Fortune. Sette tra le dieci più grandi multinazionali al mondo hanno un AD miliardario o un miliardario tra i propri azionisti di riferimento. Le grandi imprese alimentano le disuguaglianze quando si servono del proprio potere per comprimere i salari e allocare i profitti verso i super-ricchi. Tra luglio 2022 e giugno 2023, per ogni 100 dollari di profitto generati da 96 tra le maggiori imprese del mondo, 82 dollari sono affluiti agli azionisti. La corresponsione di tali benefici avvantaggia in modo sproporzionato i ricchi, perché la proprietà azionaria è fortemente concentrata al vertice della piramide distributiva. Si tratta di risorse che si sarebbe potuto investire a favore dei lavoratori (ad esempio aumentandone i salari) o in nuovi processi produttivi finalizzati a ridurre le emissioni di carbonio.” Il potere delle imprese deprime i salari, causando una perdita di 1.500 miliardi di dollari per 791 milioni di lavoratori in due anni, colpendo in modo sproporzionato le donne e le persone razzializzate, e contribuendo al contempo al cambiamento climatico. Inoltre, invade il settore pubblico, mercificando i servizi essenziali e approfondendo le disuguaglianze. Infine, le imprese si adoperano per l’elusione fiscale, riducendo il gettito fiscale e deprivando di risorse i governi, soprattutto nel Sud del mondo. Fonte: Rapporto Oxfam 2024: https://oi-files-d8-prod.s3.eu-west-2.amazonaws.com/s3fs-public/2024-01/ Davos%202024%20Methodology%20Note.pdf

CONCENTRAZIONE DELLA RICCHEZZA NEL NORD GLOBALE E NEL RESTO DEL MONDO Quota della ricchezza dei miliardari globali

74,2

25,8

Quota dei miliardari globali

65,0

35,0

Quota della ricchezza globale

69,3

30,7

20,6

Quota della popolazione mondiale 0

79,4 20

Nord globale

40

60

80

100

Resto del mondo

Fonte: Calcoli di Oxfam sulla base dei dati della lista Forbes dei miliardari e del Global Wealth Report 2023 di UBS-Credit Suisse

RISPONDI 1. In quale modo la ricchezza e il reddito sono distribuiti sul nostro pianeta? 2. La discriminazione con la quale viene distribuito il reddito è solo geografica? 3. Distribuendo l’82% dei dividendi agli azionisti, a che cosa si rinuncia? 4. Perché questa incredibile concentra-

zione di ricchezza contribuisce al cambiamento climatico e all’impoverimento della Terra?

RIFLETTI

1. I patrimoni dei più ricchi del mondo superano il PIL di molti Paesi. Fate una ricerca on line sui primi 10 imprenditori più ricchi e i 10 PIL più bassi della Terra. Confrontate i dati e discutetene tra voi.

In questa Unità acquisirai gli strumenti per interpretare queste e altre situazioni.

247


1

CAPITOLO

La distribuzione del reddito In questo capitolo passiamo in rassegna i vari tipi di reddito: il salario che remunera il lavoro, il profitto che è il reddito percepito dall’imprenditore per Contenuti l’attività di organizzazione dei fattori produttivi, l’interesse che è il compendigitali del capitolo so riconosciuto a chi ha prestato capitali, la rendita che è il reddito che affluie glossario sce ai proprietari di beni strumentali non riproducibili. inglese. Prenderemo anche in esame i diversi tipi di distribuzione (funzionale, personale, territoriale, settoriale), con particolare riferimento ad alcuni dati quantitativi relativi al nostro Paese, dove le disuguaglianze sono grandi e un numero significativo di famiglie vive ancora sotto la soglia di povertà, mentre un’equa distribuzione del reddito tra i vari soggetti operanti nel sistema economico è indispensabile all’equilibrio della società.

1 . 1 Teorie alternative sulla distribuzione

Un dibattito aperto: rilevanza del problema distributivo Il problema della distribuzione del reddito è sempre stato al centro di un acceso dibattito: per gli aspetti politici e sociali a esso connessi. Si può dire che è il tema più rilevante e più controverso dell’economia. Per distribuzione del reddito si intende il modo in cui il flusso di ricchezza prodotto in un sistema economico viene ripartito fra i soggetti che hanno collaborato a produrlo. È evidente come la questione sia legata a ragioni di giustizia sociale e possa alimentare tensioni all’interno della società e del dibattito politico. Una forte disuguaglianza può portare a instabilità politica e a un aumento dei conflitti sociali: molti ritengono che occorra una distribuzione del reddito più equa, poiché questo garantisce a tutti i cittadini le stesse opportunità di benessere; altri sostengono che una distribuzione più ineguale possa invece stimolare la crescita economica e l’innovazione. Per spiegare la distribuzione del reddito, si sono succedute nella storia del pensiero economico diverse teorie: • le teorie sociali, che studiano come il reddito si distribuisce fra le classi sociali (capitalisti, lavoratori, proprietari terrieri) concentrando l’attenzione sul sovrappiù; • la teoria funzionale, che sposta l’attenzione dalle classi sociali ai fattori della produzione, negando l’esistenza di un sovrappiù. È anche dall’elaborazione di queste teorie, che l’espressione “distribuzione del reddito” ha assunto significati differenti e prodotto diversi tipi di analisi, come sintetizzato nella tabella che segue: ANALISI Distribuzione funzionale Distribuzione personale Distribuzione territoriale Distribuzione settoriale

CONTENUTO Riguarda la ripartizione del reddito fra i titolari dei fattori produttivi che hanno concorso a produrlo. Riguarda la ripartizione del reddito fra i membri di una collettività. Considera le differenze nei livelli di reddito fra diverse aree geografiche (le varie regioni di un Paese, i singoli Stati UE ecc.). Si riferisce ai redditi che affluiscono agli occupati nei tre settori produttivi (agricoltura, industria, servizi).

Il focus del presente capitolo sarà principalmente sulle prime due analisi, strumenti di fondamentale importanza per la progettazione di interventi pubblici finalizzati a migliorare il benessere collettivo, a stimolare la crescita economica e a garantire l’equilibrio macroeconomico. Tra gli strumenti più frequentemente utilizzati in tale ambito figurano le imposte progressive , i trasferimenti monetari, la regolamentazione dei mercati e le politiche attive del lavoro (che esamineremo nei prossimi capitoli). Cominciamo dalla distribuzione funzionale, cioè la ripartizione del reddito fra i titolari dei fattori produttivi che hanno concorso a produrlo.

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 La distribuzione del reddito, cioè il modo in cui la ricchezza prodotta viene ripartita tra i diversi soggetti, è legata anche a ragioni di giustizia sociale.

PLUS

Due teorie sulla distribuzione del reddito Teorie sociali. Comprendono la teoria classica e la teoria neokeynesiana. Entrambe si basano sul concetto di sovrappiù o prodotto netto che consiste, lo ricordiamo, nella maggior quantità di prodotto ottenuto rispetto alla quantità dei mezzi di produzione impiegati per ottenerlo. Queste teorie sono dette “sociali” in quanto tengono conto del contesto storico e istituzionale e studiano come il reddito si distribuisce fra le classi sociali (capitalisti, lavoratori, proprietari terrieri), secondo il principio in base al quale una di esse ottenga il prodotto netto residuo, una volta pagate tutte le altre. Teoria funzionale, messa a punto dagli

economisti neoclassici. Secondo questa teoria non esiste il sovrappiù: l’attenzione si sposta dalle classi sociali ai fattori della produzione. Tutto ciò che è prodotto viene imputato ai contributi forniti dai fattori della produzione. La distribuzione del prodotto fra i fattori produttivi è governata da rigide leggi di mercato: la domanda di ogni fattore è data dalla sua produttività marginale, cioè dall’incremento della produzione dovuto a una unità aggiuntiva di fattore produttivo. Secondo questi economisti in un mercato concorrenziale tutti i fattori produttivi (e in particolare il lavoro) sono pienamente occupati, purché il loro costo non ecceda la loro produttività marginale.

LESSICO  Imposta progressiva Tipo di imposta in cui l’aliquota (cioè la percentuale) cresce all’aumentare della base imponibile.

FACCIAMO IL PUNTO Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

1. Che cosa si intende per distribuzione del reddito? 2. Che cosa prende in considerazione l’analisi della distribuzione funzionale?

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1 . 2 Il salario Il salario è la remunerazione che il lavoratore riceve per il lavoro prestato alle imprese o allo Stato. Nel linguaggio ordinario viene chiamato salario la retribuzione degli operai e stipendio quella degli impiegati; in economia, invece, il termine comprende le retribuzioni di tutti i lavoratori dipendenti, comprese quelle di impiegati e dirigenti, seguendo una tradizione che risale ai classici inglesi. Il salario può essere corrisposto: • a tempo, se è commisurato alla durata della prestazione lavorativa (un tanto al giorno, alla settimana, al mese); • a cottimo, se è commisurato alla quantità di lavoro effettuato (un tanto al numero di beni prodotti). Rispetto al potere di acquisto dei salari si distinguono: • i salari nominali (o monetari), costituiti dalla quantità di moneta che il lavoratore riceve in una unità di tempo; • i salari reali, commisurati alla quantità di beni e servizi che il lavoratore può acquistare sul mercato. I salari nominali coincidono con i salari reali quando il livello dei prezzi non varia nel tempo, cioè quando il sistema è caratterizzato da stabilità monetaria. Se, invece, il potere di acquisto della moneta subisce una diminuzione nel tempo, per esempio a causa di inflazione, viene meno la coincidenza fra i valori del salario nominale e del salario reale. Il salario reale, quindi, dipende dal livello del salario nominale e dall’indice dei prezzi dei beni al consumo. Il salario reale si ottiene dividendo i salari nominali per l’indice dei prezzi al consumo: salario reale =

salario nominale

PER ESEMPIO 

MAPPA 1 

indice dei prezzi al consumo

Il costo del lavoro Il salario netto del lavoratore si ottiene sottraendo dal salario lordo le seguenti voci: • trattenute fiscali, costituite dalle imposte a carico del lavoratore che sono versate al fisco direttamente dall’imprenditore (che funge da sostituto d’imposta ); • oneri sociali, a favore degli enti previdenziali e assistenziali (INPS, INAIL) per pensioni, malattia, invalidità, disoccupazione, versati direttamente dall’imprenditore, anche per conto del lavoratore. I DATI PARLANO 

1 . 3 Il mercato del lavoro Nel mercato del lavoro si incontrano la domanda di lavoro, effettuata dalle imprese e dallo Stato, e l’offerta di lavoro, effettuata dai lavoratori. Oggi è radicalmente mutata la situazione di mercato e la contrattazione collettiva dei salari avviene preva→ Unità 4, lentemente in regime di monopolio bilaterale, e quindi assumono particolare rilievo i par. 2.7 rapporti di forza tra le contrapposte organizzazioni dei lavoratori e degli imprenditori. Infatti in tale mercato la contrattazione avviene su base collettiva, tra i sindacati che rappresentano i lavoratori e quelli che rappresentano le imprese. I sindacati dei lavoratori in Italia si distinguono in confederali (CGIL, CISL, UIL, UGL) e autonomi; le più importanti associazioni dei datori di lavoro sono la Confindustria, la Confcommercio, la Confagricoltura, la Confartigianato. MAPPA 2 

250

U5 Reddito nazionale ed equilibrio . C1 La distribuzione del reddito


Se in un anno il salario nominale di un lavoratore dipendente è aumentato del 10%, passando da 1.500 a 1.650 euro mensili, ma nello stesso periodo i prezzi dei beni di consumo sono aumentati del 2%, il salario reale del lavoratore è aumentato solo dell’8%.

 Sostituto d’imposta Soggetto che paga l’imposta direttamente allo Stato, sostituendosi al contribuente e operando poi la ritenuta alla fonte sul compenso corrisposto

MAPPA 1

PER ESEMPIO

LESSICO

Salari nominali e reali

SALARIO

può essere corrisposto

I DATI PARLANO

a tempo

può essere calcolato in termini

a cottimo

reali

Le componenti del salario Per l’impresa, il costo del lavoro risulta molto più alto del salario netto percepito dal lavoratore (quasi il doppio), essendo costituito dalla somma delle seguenti componenti: +

salario netto (al lavoratore) trattenute fiscali (allo Stato)

= SALARIO LORDO + oneri sociali a carico dell’imprenditore (allo Stato) =

MAPPA 2

nominali

COSTO DEL LAVORO

Domanda di lavoro

FACCIAMO IL PUNTO

Offerta di lavoro

IMPRENDITORI

LAVORATORI

1. Da che cosa dipende il salario reale? 2. A che cosa si riferisce il salario nominale?

MERCATO DEL LAVORO

Sindacati Confindustria Confcommercio Confagricoltura Confartigianato

Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

Sindacati CGIL, CISL, UIL, UGL Sindacati autonomi

3. Quali sono gli elementi che compongono il salario? 4. Come si calcola il salario netto?

251


La contrattazione collettiva determina la quota di reddito nazionale destinata ai salari e ai profitti. In mancanza di accordo, il contrasto fra lavoratori e imprenditori può sfociare in uno sciopero, indetto dai sindacati a sostegno delle loro richieste. Esso è dannoso sia per l’economia nazionale, perché porta a una diminuzione della produzione, sia per i lavoratori, che perdono il salario per la durata dell’astensione dal lavoro. La decisione di ricorrere allo sciopero deve perciò essere presa dopo un’attenta valutazione dei vantaggi e degli svantaggi, soprattutto con riferimento alle sue ricadute sociali.

PLUS Come migliorò la condizione operaia La teoria malthusiana della popolazione Karl Marx, critico della società borghese

I contratti stipulati dai sindacati dei lavoratori e dalle associazioni imprenditoriali hanno validità per tutti i lavoratori, anche se non iscritti al sindacato (art. 41 Cost.).

Due livelli di contrattazione Sono previsti due livelli di contrattazione: • collettiva, che si riferisce normalmente a un solo settore (metalmeccanico, chimico, tessile ecc.), stabilendo il quadro generale della contrattazione con scadenza biennale per la parte retributiva e quadriennale per la parte normativa (orario di lavoro, ferie ecc.); • aziendale, nell’ambito della singola impresa, dove è possibile derogare in melius rispetto alla contrattazione collettiva, nel senso che il sindacato può ottenere solo miglioramenti rispetto a quanto stabilito nella contrattazione collettiva. Gli accordi fra singolo lavoratore e singolo imprenditore sono possibili solo nelle piccole aziende e nei contratti che riguardano i dirigenti.

1 . 4 Il profitto Il profitto è il reddito percepito dall’imprenditore per la sua attività di organizzazione e gestione dell’impresa. È costituito dalla differenza tra i ricavi e i costi di produzione. Dato che il profitto è ciò che rimane all’imprenditore dopo aver pagato i salari, gli interessi e le rendite, esso ha natura residuale.

Profitto normale ed extraprofitto Seguendo una classificazione introdotta da Alfred Marshall, si può distinguere tra: • profitto normale , che è la parte del costo di produzione che spetta all’imprenditore per la sua attività di organizzazione: è perciò il livello di reddito al di sotto del quale egli rinuncia a svolgere la sua attività; • extraprofitto , che è l’eccedenza fra il ricavo realizzato dalle vendite e il costo di produzione (comprensivo del profitto normale): esso è percepito dall’imprenditore in situazioni di mercato particolarmente favorevoli.

Composizione del profitto Il profitto normale si può teoricamente distinguere nei seguenti elementi costitutivi: • profitto come salario di direzione, che remunera l’attività organizzativa dell’imprenditore; • profitto come interesse sui capitali investiti, che remunera i capitali investiti nel processo produttivo; • profitto come premio per il rischio, che remunera l’imprenditore per il rischio affrontato. PER ESEMPIO  MAPPA 

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U5 Reddito nazionale ed equilibrio . C1 La distribuzione del reddito


PLUS

Il salario minimo

LESSICO

Il salario minimo rappresenta una misura economica di fondamentale importanza, in quanto definisce una retribuzione oraria al di sotto della quale nessun lavoratore dipendente può essere remunerato. Questa soglia, fissata per legge, mira a garantire un tenore di vita dignitoso a tutti i lavoratori e a ridurre le disuguaglianze economiche. Gli effetti economici del salario minimo sono oggetto di numerosi studi empirici, i cui risultati, non sempre univoci, alimentano un vivace dibattito tra le forze politiche. L’eventuale introduzione di un salario minimo rappresenta infatti una scelta di politica economica complessa, i cui effetti sull’occupazione, sull’inflazione e sulla distribuzione del reddito richiedono un’attenta valutazione dei costi e dei benefici, al fine di conciliare gli obiettivi di equità sociale con le esigenze di efficienza economica. L’equità sociale. Primariamente, il salario minimo mira a garantire a tutti i lavoratori una retribuzione dignitosa, ovvero sufficiente a soddisfare i bisogni essenziali e a partecipare attivamente alla vita sociale. In questo modo, si intende contrastare le eccessive disuguaglianze distributive e promuovere una maggiore coesione ed equità sociale.

A livello globale, la garanzia di un salario minimo stimolerebbe i consumi delle famiglie lavoratrici e quindi sosterrebbe la crescita economica e contribuirebbe a combattere il lavoro sommerso, disincentivando le imprese a ricorrere a forme di lavoro irregolari con retribuzioni al di sotto della soglia legale. L’efficienza economica. Alcuni economisti sostengono invece che l’introduzione del salario minimo non sia una scelta ottimale perché potrebbe determinare una riduzione dell’occupazione, in quanto le imprese potrebbero essere indotte a licenziare lavoratori o a rinunciare a nuove assunzioni a fronte dei maggiori costi del lavoro. Inoltre, l’aumento dei costi di produzione così determinato potrebbe ridurre la competitività delle imprese a livello internazionale verso quei Paesi dove i costi del lavoro sono più bassi, compromettendone così la capacità di esportare e di investire. L’aumento della propensione al consumo delle famiglie dei lavoratori potrebbe, inoltre, determinare un aumento dell’inflazione. Il salario minimo rappresenta quindi una misura complessa, i cui effetti dipendono da una molteplicità di fattori che richiedono un’attenta valutazione dei costi e dei benefici.

 Profitto normale Compenso che spetta all’imprenditore per la sua attività di organizzazione del processo produttivo. Se il prezzo di mercato scende sotto il costo medio di produzione, l’imprenditore lavora in perdita e deve rinunciare alla sua attività.

 Extraprofitto È costituito dalla differenza fra il prezzo di mercato e il costo medio di produzione (che già incorpora il profitto normale); si realizza quando la congiuntura generale e le favorevoli condizioni di mercato consentono di ottenerlo.

VERSO LA CONSAPEVOLEZZA

Elementi costitutivi del profitto

FACCIAMO IL PUNTO

Un imprenditore ha investito un capitale di 2 milioni di euro in un’attività nel settore automotive, realizzando in un certo anno un’eccedenza fra i ricavi e i costi di 300 mila euro. Se valuta il suo compenso per l’attività di direzione in 60 mila euro l’anno, gli interessi sul capitale investito in 80 mila euro e il premio per il rischio in 100 mila euro, il profitto normale è di 240 mila euro, l’extraprofitto è di 60 mila euro.

MAPPA

PER ESEMPIO

Voi che cosa ne pensate? Avviate una discussione in classe sul tema del salario minimo.

Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

1. Quali sono i meccanismi che regolano il mercato del lavoro? 2. Che cosa rappresenta il profitto? 3. Qual è la differenza tra profitto normale ed extra profitto?

PROFITTO

si distingue in profitto normale

extra profitto

remunera l’imprenditore per

organizzazione

rischio

capitale investito

4. Che cosa si intende remunerare con il profitto? 5. Da quali elementi è composto il profitto?

253


Obiettivi dell’impresa moderna Secondo molti studiosi, la moderna impresa a forma societaria non punta a realizzare il massimo profitto, ma a massimizzare il fatturato , pianificando nel tempo la distribuzione dei dividendi in modo da soddisfare gli azionisti. Quindi, il profitto tende a divenire la sola retribuzione per il rischio affrontato dagli azionisti finanziatori, dato che l’attività direzionale è affidata a un management stipendiato che ha, nei confronti → Unità 2, par. 2.1 dell’impresa, un potere senza proprietà. Prende il nome di saggio di profitto il rapporto percentuale fra il profitto e l’ammontare del capitale investito nell’impresa. MAPPA  PER ESEMPIO 1 

Il profitto come indicatore di efficienza Il suo calcolo assume una certa rilevanza in molti problemi di confronto nel tempo e nello spazio. Come già sappiamo, il profitto è un importante indicatore economico di efficienza. Rappresenta quindi un incentivo, che spinge gli imprenditori a esplorare nuove possibilità, migliorare l’efficienza dell’impresa, introdurre migliori tecno→ Unità 2, cap. 2, par. 1 logie.

1 . 5 L’interesse Interesse Interest

L’interesse è il compenso corrisposto da chi prende a prestito una somma di denaro a chi gli concede il prestito. Può anche essere definito come il prezzo pagato per l’uso temporaneo del risparmio (prezzo d’uso del capitale). L’interesse viene normalmente espresso in percentuale su base annua. Il tasso di interesse è dato dal rapporto fra la somma pagata a titolo di interessi e la somma prestata. PER ESEMPIO 2 

Interesse nominale e interesse reale Solitamente, il tasso di interesse viene concordato in termini monetari (o nominali): pertanto, in presenza di inflazione, il mutuante riceve a titolo di interessi (e anche di rimborso del capitale, alla scadenza del prestito) una quantità di moneta che può aver subìto le conseguenze dell’inflazione. Da qui la necessità di distinguere l’interesse nominale dall’interesse reale, che tiene conto del diminuito potere di acquisto della moneta. PER ESEMPIO 3  Per questo, in momenti di tensione inflazionistica i tassi di interesse aumentano, altrimenti i mutuanti incorrerebbero in perdite notevoli. È opportuno distinguere i due elementi ideali costitutivi del tasso di interesse: PLUS La teoria classica e la teoria keynesiana dell’interesse

• l’interesse netto, o puro, che è la remunerazione che il mutuante riceve dal mutuatario  per l’uso del risparmio, che tende a essere uguale per i vari tipi di prestito; • l’assicurazione, per il rischio del mutuante di non vedersi restituire alla scadenza le somme prestate: questa parte varia in relazione alla solvibilità  del mutuatario, alla durata del prestito, alle attese circa la stabilità del valore della moneta.

Il livello del tasso di interesse PLUS Il livello del tasso di interesse

254

Il livello del tasso di interesse dipende dai seguenti fattori: • necessità del creditore di difendersi dall’inflazione, cioè dalla perdita di valore reale; • durata del prestito, in quanto più lontana è la sua data di scadenza, maggiore è il rischio che il debitore non restituisca il capitale ricevuto; U5 Reddito nazionale ed equilibrio . C1 La distribuzione del reddito


MAPPA

 Fatturato

PROFITTO

FATTURATO

è il compenso che spetta all’imprenditore per la sua attività, dato dalla differenza tra i ricavi e i costi di produzione

ammontare totale dei ricavi generati da un’azienda in un determinato periodo (ad esempio, un anno). È la somma di tutti i soldi incassati dalla vendita di prodotti o servizi

denaro rimasto dopo aver pagato tutte le spese misura la redditività dell’azienda e la sua capacità di generare valore nel tempo

PER ESEMPIO

LESSICO

PROFITTO VS FATTURATO

tutto il denaro incassato indica la dimensione dell’attività e la capacità di generare vendite

1 Saggio di profitto Se il capitale impiegato in un’impresa è di 10 milioni di euro e il profitto è stato di un milione, il saggio di profitto sarà: p=

1 10

Soggetti che intervengono nel contratto di mutuo: il primo presta una somma di denaro al secondo, che si impegna a rimborsarla, oltre agli interessi, nei tempi e alle condizioni stabilite. Capacità del debitore di pagare il debito alla scadenza. È il principale elemento che va considerato per valutare il credito da concedere al potenziale debitore.

2 Tasso di interesse Se per ottenere in prestito la somma di 10.000 euro, si devono pagare ogni anno per interessi 600 euro, il tasso di interesse sarà: 600 l= = 0,06 ossia 6% 10.000 Ciò significa che ogni 100 euro di capitale ricevuto a prestito comporta il pagamento di 6 euro all’anno a titolo di interessi.

3 Interesse nominale e reale Un risparmiatore ha depositato in banca la somma di 200.000 euro al tasso nominale del 3%. Se nel corso di un anno il livello dei prezzi è aumentato del 2%, il tasso reale di interesse è uguale all’1%.

Il potere senza proprietà PLUS

 Mutuante/ Mutuatario

 Solvibilità

= 10%

La teoria tradizionale, secondo la quale l’impresa ha l’obiettivo primario di massimizzare il profitto, è stata criticata negli anni Trenta del secolo scorso da una nuova teoria, secondo la quale la grande impresa a forma societaria, guidata da manager specializzati che la dirigono

Ammontare delle vendite di beni e servizi realizzato durante un esercizio contabile (in genere un anno) da una impresa. Detto anche volume di affari, è un elemento fondamentale per conoscere la consistenza economica di una impresa. Il termine deriva da fattura, dato che il fatturato coincide con la somma delle fatture emesse durante l’esercizio.

senza averne la proprietà, non ha più solo l’obiettivo di massimizzare il profitto (comunque necessario per remunerare gli azionisti), ma anche quello di aumentare il volume delle vendite, cioè le dimensioni dell’impresa, da cui dipendono fondamentalmente i compensi dei dirigenti.

FACCIAMO IL PUNTO Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

1. Ai giorni nostri, vi è maggior attenzione al profitto o alla remunerazione? 2. Che cosa rappresenta l’interesse? 3. Qual è la differenza tra interesse nominale e reale ? 4. Da quali fattori dipende l’ammontare dell’interesse?

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• solvibilità del debitore, nel senso che nel caso di debitori di provata correttezza commerciale vengono applicate condizioni più favorevoli, cioè tassi di interesse più bassi; • importo del prestito, perché a maggiore somma prestata corrisponde un rischio più alto per il creditore. Come si determina il tasso di interesse? Il tasso di interesse di equilibrio è determinato dall’incontro della domanda e dell’offerta di prestiti. La domanda di prestiti è funzione inversa del tasso di interesse: decresce quando aumenta il tasso di interesse, e viceversa; ha quindi lo stesso andamento della domanda di qualsiasi bene. L’offerta di prestiti è funzione diretta del tasso di interesse: decresce quando diminuisce il tasso di interesse, e viceversa; ha quindi lo stesso andamento dell’offerta di qualsiasi bene. Il tasso di interesse di equilibrio è determinato dall’intersezione delle due curve, nel punto in cui la domanda è uguale all’offerta, esattamente come avviene per qualsiasi altro bene. Il prezzo che si forma sul mercato non dipende per tali beni dal costo di produzione, ma è determinato esclusivamente dalle variazioni della domanda. I DATI PARLANO 

1 . 6 La rendita Rendita Rent

La rendita indica il reddito che affluisce ai proprietari di beni strumentali non riproducibili (come un terreno, una miniera, una sorgente ecc.) e quindi disponibili in quantità fissa, non suscettibile di aumento. La rendita si distingue in assoluta e differenziale. La rendita differenziale è stata studiata soprattutto da Ricardo (1817), e al suo nome è legato il concetto stesso di rendita, anche se non vanno trascurati gli scritti di Malthus sulla natura della rendita, in particolare di quella fondiaria.

La rendita assoluta e differenziale La rendita assoluta compete ai titolari di beni non riproducibili e disponibili in quantità limitata, pertanto più il bene è scarso più la rendita assoluta è alta. Se l’offerta è uguale o superiore alla domanda, non c’è rendita assoluta. PER ESEMPIO 1  La rendita differenziale trova motivazione nella diversa fertilità dei suoli coltivati, oppure nella diversa distanza di un immobile dai punti di interesse, con conseguenti diversi costi di trasporto. PER ESEMPIO 2  Si calcola sottraendo dalla rendita del terreno con maggiore fertilità (o immobile con migliore posizione) la rendita dei beni meno fertili (o degli immobili più periferici). PER ESEMPIO 3 

La quasi-rendita marshalliana Un tipo particolare di rendita è quello connesso a beni strumentali che solo temporaneamente non sono riproducibili: si pensi ai beni capitali impiegati da un’impresa (ad esempio a un macchinario nuovo, disponibile sul mercato in pochi esemplari), che le consentono di realizzare per un certo periodo dei profitti elevati, ma temporanei in quanto anche le imprese concorrenti potranno successivamente introdurre gli stessi macchinari. In questo caso, i profitti realizzati hanno la natura di una rendita temporanea (chiamata anche quasi-rendita o rendita marshalliana, perché Marshall per primo l’ha individuata). MAPPA 

256

U5 Reddito nazionale ed equilibrio . C1 La distribuzione del reddito


I DATI PARLANO PER ESEMPIO

Beni a offerta perfettamente rigida Nella figura qui a fianco si è rappresentata la formazione del prezzo di un bene disponibile in quantità fissa, e quindi a offerta perfettamente rigida. Quando la domanda aumenta, la curva di domanda viene trasposta verso l’alto, e il prezzo di equilibrio passa da OB a OC. Come si vede facilmente, l’aumento di domanda determina un aumento del prezzo che passa da OB a OC, indipendentemente dal costo di produzione, mentre la quantità offerta rimane fissa a OA. Si noti che in caso di una diminuzione della domanda opera il meccanismo contrario: il prezzo di mercato diminuisce, ferma restando la quantità offerta. In questo caso si parla di rendita negativa.

Prezzi Offerta C

Domanda 1 B

O

Domanda 2 A

Quantità

1 Rendita assoluta Molti acquirenti desiderano acquistare un immobile situato in un quartiere esclusivo, ma in quella zona ci sono pochissimi appartamenti in vendita. Essendo la domanda superiore all’offerta, il prezzo di quei pochi appartamenti disponibili è più elevato che in altre zone con maggiore disponibilità di appartamenti.

2 Rendita differenziale I turisti sono disposti a pagare un prezzo più alto per alloggi (hotel, B&B, ecc.) ubicati nel centro storico di una città o in prossimità delle fermate della metro utili per raggiungere punti di interesse, piuttosto che scegliere sistemazioni più economiche ma periferiche.

Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

1. Che cosa rappresenta la rendita?

3 Calcolo della rendita differenziale

2. Quali tipi di rendita esistono ?

Il terreno A produce 20 q. di olive; il terreno B 12. Rendita differenziale del terreno A: 20-12=8. Oppure il B&B del centro offre stanze a 120 euro a notte; quello in periferia a 80 euro. Rendita differenziale del B&B centrale: 120-80= 40

MAPPA

FACCIAMO IL PUNTO

3. A quali beni si riferisce la quasi rendita?

RENDITA

rendita assoluta

rendita differenziale

quasi rendita

compenso per un bene scarso e irriproducibile a fronte di una elevata domanda

compenso aggiuntivo per il maggior valore del bene

rendita temporanea per un bene solo temporaneamente non riproducibile

257


1 . 7 La distribuzione personale Affrontiamo ora la distribuzione personale del reddito, che prende in considerazione la ripartizione del reddito fra i membri di una collettività.

La ripartizione della ricchezza nazionale Ciascuna persona può percepire allo stesso tempo diversi tipi di reddito: salario in quanto lavoratore, profitto in quanto imprenditore, interessi in quanto risparmiatore, rendite in quanto titolare di proprietà, come terre e immobili. È quindi importante sapere come la ricchezza nazionale viene suddivisa fra i singoli componenti della collettività. La distribuzione personale del reddito indica la ripartizione del reddito fra le persone o le famiglie, qualunque sia la fonte da cui proviene. In tutte le società la distribuzione del reddito presenta un grado di disuguaglianza più o meno marcato in funzione della diversità dei patrimoni posseduti, delle condizioni socioeconomiche e delle capacità professionali di ciascuno.

Disuguaglianze e intervento dello Stato Per stimare la distribuzione personale del reddito e le sue variazioni nel tempo, l’Istat e la Banca d’Italia effettuano periodiche indagini campionarie . Da esse risulta che in Italia la distribuzione dei redditi è molto disuguale. Una spiegazione della disuguaglianza si trova nella maggiore concentrazione della ricchezza nel nostro Paese: secondo una stima della Banca d’Italia, il 5% per cento delle famiglie italiane più ricche possiede circa il 46 % della ricchezza netta totale. L’analisi della distribuzione del reddito chiarisce, inoltre, che la disuguaglianza è molto più marcata nel Mezzogiorno rispetto al Centro-Nord: ciò conferma una nota tendenza dell’economia, secondo cui la concentrazione personale del reddito è più elevata nelle aree meno ricche. PLUS Aumenta la distanza tra ricchi e poveri “Capitale e disuguaglianza”

I DATI PARLANO

Povertà assoluta e povertà relativa

Trasferimenti dello Stato Si ritiene generalmente che il benessere di una società dipenda non solo dall’aumento del reddito nazionale, ma anche dalla sua equa distribuzione fra tutti i cittadini. Poiché le forze del mercato non realizzano spontaneamente un’equa distribuzione della ricchezza, lo Stato interviene a fini redistributivi, per migliorare la distribuzione: ciò avviene attraverso trasferimenti alle categorie sociali più svantaggiate (pensioni sociali, indennità di disoccupazione; indennità di accompagnamento per gli invalidi ecc.) ed altri interventi, volti alla redistribuzione del reddito, come, ad esempio, l’imposizione fiscale progressiva. I DATI PARLANO  Videolezione

Come si misura la distribuzione del reddito Per poter confrontare diverse distribuzioni del reddito nel tempo (per lo stesso Paese in due diversi anni) e nello spazio (fra diversi Paesi, nello stesso anno), risulta molto utile uno strumento statistico noto come curva di Lorenz. Si costruisce graficamente indicando sull’asse delle ascisse la percentuale delle famiglie, e sull’asse delle ordinate la percentuale di reddito percepito. Ipotizziamo due casi estremi, che non si verificano nella realtà. Nel primo caso, il reddito è distribuito in modo perfettamente ugualitario: il 10% delle famiglie riceve il 10% del reddito; il 20% delle famiglie riceve il 20% del reddito, e così via. Questo caso è rappresentato, nel grafico a fianco, dalla retta OZ (retta di equidistribuzione). Nel secondo

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caso, anche questo del tutto ipotetico, tutto il reddito è concentrato in una sola famiglia, pertanto la distribuzione del reddito è rappresentata dalla retta OVZ. Nei casi reali, invece, la curva di Lorenz assume una forma intermedia tra le situazioni estreme, come si vede indicato dai diversi punti che, nel grafico, rappresentano le seguenti situazioni: Punto A: il 20% delle famiglie ha il 5% del reddito; Punto B: il 40% delle famiglie ha il 15% del reddito; Punto C: il 60% delle famiglie ha il 30% del reddito; Punto D: l’80% delle famiglie ha il 55% del reddito. Quanto più è ampia l’area compresa tra le rette OZ e OABCDZ, tanto maggiore sarà la concentrazione dei redditi in

U5 Reddito nazionale ed equilibrio . C1 La distribuzione del reddito


LESSICO

PLUS

La rendita secondo Ricardo Secondo Ricardo gli uomini all’inizio misero a coltura solo le terre migliori, da cui ricavavano prodotti agricoli che vendevano a un prezzo che rappresentava il solo rimborso del costo di produzione, e cioè il compenso per il capitale e il lavoro impiegati. Quindi, in questa prima fase la rendita non esisteva. Con l’aumento della popolazione – dato che dalle terre già coltivate non si poteva ottenere un aumento del prodotto per l’operare della legge dei rendimenti decrescenti – fu necessario estendere la coltivazione alle terre meno buone, sia perché meno fertili, sia perché più lontane dai mercati di vendita: in queste terre il costo di produzione è naturalmente più elevato. Se per fornire il mercato diventa necessario anche il prodotto delle terre meno fertili, è il suo costo di produzione che determina il prezzo di vendita dell’intero raccolto (perché in regime di libera concorrenza opera la legge di Jevons, o del prezzo unico). I proprietari dei terreni meno fertili ricavano dalla vendita unicamente il rimborso dei costi, mentre gli altri proprietari conseguiranno un extra-guadagno, avendo ottenuto lo stesso prodotto a prezzi inferiori. Questo extra-guadagno costituisce la rendita. La rendita si chiama appunto “differenziale” perché nasce dalla differenza fra i costi di produzione: essa decresce a misura che si passa dal terreno più fertile al terreno meno fertile, oppure dal terreno più vicino

 Indagine campionaria Procedimento statistico che consiste nell’osservare una piccola parte dell’intera popolazione (campione) per ottenere informazioni che si possono estendere all’intera popolazione (universo). La validità delle informazioni ottenute dipende dalla rappresentatività del campione.

 Indice di Gini È un indicatore che misura quanto concentrati sono i redditi in un certo numero di persone. Vale zero quando i redditi sono distribuiti in modo perfettamente uguale fra i soggetti, e 100 quando invece vi è massima disuguaglianza.

alla città a quello più lontano. Nella terra meno fertile, o più lontana dal centro di consumo, l’imprenditore non gode di alcuna rendita, in quanto il prezzo di mercato è uguale al costo di produzione. Questa terra è detta marginale. Accanto alla rendita fondiaria, dovuta alla diversa fertilità dei suoli o alla loro diversa posizione rispetto ai mercati di vendita, vanno ricordate la rendita edilizia, che riguarda le aree edificabili in relazione alla loro posizione nel territorio cittadino, e la rendita mineraria, il cui valore dipende dai costi di estrazione del minerale, variabile a seconda della profondità e dalla distanza dal mercato dei giacimenti.

RISPONDI 1. Per quale motivo è il costo di produzione delle terre meno fertili a determinare il prezzo di vendita? 2. Da che cosa determinata la rendita, secondo Ricardo? gruppi ristretti della popolazione. L’area tra le due rette rappresenta l’area della disuguaglianza, dalla quale possiamo calcolare l’indice della disuguaglianza o indice di concentrazione di Gini . Attraverso un procedimento matematico complesso, si calcolano le differenze dei redditi in grandezze comprese tra 0 e 1. Se l’indice è uguale a 0, tutte le famiglie percepiscono lo stesso reddito (massima uguaglianza). Se è uguale a 1 (area OVZ), tutto il reddito è concentrato in una sola famiglia, mentre le altre hanno un reddito nullo (massima disuguaglianza). Più è vicino a 0, più la distribuzione dei redditi è omogenea, più si avvicina a 1 più aumenta la disuguaglianza.

100 80

Percentuale di reddito Retta di equidistribuzione

60

Area della 40 disuguaglianza 20 O

Z

A 20

D

Distribuzione effettiva

C

B 40

Curva di Lorenz

60

80

V 100

Percentuale di famiglie

259


1 . 8 La distribuzione territoriale La distribuzione territoriale del reddito riguarda le differenze nel livello dei redditi fra le diverse regioni di un Paese (oppure, a scala internazionale, fra i diversi Paesi del mondo). Per quanto riguarda l’Italia, le ricerche evidenziano che le regioni meridionali e insulari presentano un prodotto pro capite inferiore alla media nazionale, mentre le regioni settentrionali mostrano un valore più elevato. Le distanze fra le diverse regioni italiane sono rilevanti, e non accennano a diminuire. Perciò la riduzione del divario fra aree ricche e aree povere resta un obiettivo prioritario della nostra politica economica. Si osservi che, seppure le regioni meridionali abbiano gradualmente aumentato il loro reddito, il tasso di sviluppo economico resta comunque inferiore rispetto al Centro-Nord. Le cause del divario fra i redditi delle regioni sono sostanzialmente le seguenti: • la diversa struttura produttiva: nelle regioni del Centro-Nord sono più diffusi l’industria e il terziario avanzato, che fanno registrare un maggior reddito per occupato rispetto all’agricoltura; • la diversa percentuale dei disoccupati rispetto alla popolazione: nelle regioni settentrionali tale percentuale è più bassa, e ciò spiega in gran parte il più elevato reddito pro capite.

1 . 9 La distribuzione settoriale I settori dell’attività economica → Unità 1, L’attività economica, come già abbiamo visto, viene tradizionalmente suddivisa in tre settori: par. 2.5 • primario che comprende le attività connesse ai processi naturali (agricoltura, allevamento, pesca, ecc.);

• secondario che comprende le attività industriali in molteplici forme; • terziario che comprende la prestazione di servizi da parte di privati e della Pubblica Amministrazione A questi tre settori aggiungiamo il settore quaternario che rappresenta un’evoluzione più recente, nata con l’esplosione delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione. A differenza dei beni materiali prodotti negli altri settori, i prodotti del quaternario sono spesso servizi, informazioni o idee con alto valore aggiunto: le attività quaternarie richiedono elevati livelli di istruzione e specializzazione, generando un valore aggiunto significativamente maggiore rispetto ai settori tradizionali. La distribuzione settoriale del reddito mette in evidenza la diversa partecipazione di ciascuno dei tre settori (primario, secondario e terziario) alla formazione del reddito nazionale. In tutti i Paesi industrializzati il prodotto dell’agricoltura aumenta a un ritmo inferio→ Unità 2, re a quello dei settori extra-agricoli. Cioè in armonia con la legge di Engel, secondo cui par. 1.3 all’aumentare del reddito tende a restringersi la quota destinata ai consumi alimentari.

Aumenta la quota dei servizi Con il trascorrere del tempo sia la quota di prodotto sia l’occupazione sono molto diminuite nel settore primario (agricoltura), a fronte di un rilevante aumento nel settore terziario (servizi). La quota di prodotto fornita dall’agricoltura, come pure la percentuale di addetti, sono indici significativi del grado di sviluppo economico di un Paese: nei Paesi industrializzati esse sono basse, e tendono a diminuire sempre più all’aumentare del prodotto pro capite. PER ESEMPIO 

260

U5 Reddito nazionale ed equilibrio . C1 La distribuzione del reddito


LESSICO

ECONOMIA E REALTÀ

Distribuzione e redistribuzione del reddito in Italia

 Reddito primario

Il sistema di tasse e benefici ha tre obiettivi fondamentali: • finanziare la produzione di beni e servizi pubblici; • redistribuire il reddito in modo da conseguire una maggiore equità; • proteggere le persone dal rischio di povertà e di esclusione sociale. Il reddito primario, guadagnato sul mercato prima dell’intervento pubblico, è normalmente caratterizzato da un elevato grado di disuguaglianza, che dipende dalle differenti dotazioni individuali e familiari di risorse (e rispettivi rendimenti) e dalle disuguali opportunità di occupazione e di impiego dei capitali. L’intervento pubblico aumenta il reddito delle famiglie più fragili erogando trasferimenti monetari e lo diminuisce a quelle più ricche prelevando contributi sociali e imposte (da qui il nome di trasferimenti). Le politiche determinano una maggiore equità se, come accade normalmente, i trasferimenti e il prelievo riducono le distanze fra i redditi disponibili delle famiglie. In Italia, la stima della disuguaglianza del reddito primario, rappresentata dall’indice di Gini (vedi pagina 259), secondo l’ultimo dato disponibile (anno 2023), è pari a 47,1% Dopo i trasferimenti e il prelievo, la disuguaglianza del reddito disponibile risulta significativamente inferiore, pari a 31,7%: l’intervento pubblico riduce quindi la disuguaglianza di 15,5 punti percentuali. La disuguaglianza dei redditi primari è significativamente più alta nel Mezzogiorno (47,9%) rispetto al Centro (42,2%) e al Nord (44,5%). L’effetto redistributivo dei trasferimenti e del prelievo è relativamente più importante nel Mezzogiorno, dove determina una riduzione della disuguaglianza di 16,9 punti percentuali. La disuguaglianza del reddito disponibile tra le aree geografiche riflette quella del reddito primario, ma con distanze più contenute.

Reddito guadagnato sul mercato prima dell’intervento pubblico, dato dalla somma dei redditi da lavoro, da capitale e da gestione d’impresa.

 Reddito lordo Reddito primario più i trasferimenti pubblici, incluse le pensioni.

 Reddito disponibile Reddito lordo al netto dei contributi sociali e delle imposte sui redditi.

Fonte: https://www.istat.it/wp-content/uploads/2024/03/ Redistribuzione-reddito-in-Italia-2023.pdf

DISTRIBUZIONE TERRITORIALE DEL REDDITO IN ITALIA PRIMA E DOPO L’INTERVENTO PUBBLICO (anno 2023)

FACCIAMO IL PUNTO

Disuguaglianza (indice di Gini x 100) Nord

Centro Mezzogiorno

Italia

REDDITO PRIMARIO (A)

44,5

42,2

47,9

47,1

REDDITO LORDO (B)

34,1

32,2

35,4

36,3

REDDITO DISPONIBILE (C)

29,4

28,0

31,0

31,7

Effetto dei trasferimenti (B−A)

−10,4

−10,1

−12,5

−10,8

Effetto del prelievo (C−B)

−4,7

−4,1

−4,4

−4,6

Effetto dei trasferimenti e del prelievo (C−A)

−15,2

−14,2

−16,9

−15,5

PER ESEMPIO

Fonte: FaMiMod, modello di microsimulazione delle famiglie (lstat).

Quota agricoltura e servizi sul PIL Nel decennio 1861-1870, in Italia la quota dell’agricoltura nel prodotto interno lordo (PIL) era del 54,4%; nel decennio 19411950 era ancora del 33,7%; oggi è pari al 2,2%. La quota dei servizi era del 26,9% nel decennio 1861-1870, del 32,0% nel decennio 1941-1950, del 72,1% oggi.

Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

1. Che cosa indica la distribuzione personale del reddito?

2. Quali sono le cause del divario fra i redditi delle diverse regioni di uno stesso Paese? 3. Quando la concentrazione personale del reddito in una determinata zona è elevata, che cosa significa? 4. Come si distribuisce il reddito tra i diversi settori economici nei Paesi industrializzati.

261


CAPITOLO

1

La distribuzione del reddito Sintesi

Ascolta e ripassa

1 . 1 Teorie alternative sulla distribuzione

La distribuzione del reddito è il modo in cui il reddito prodotto dal sistema è ripartito tra i soggetti che hanno partecipato alla sua formazione, una questione centrale dell’economia. Le varie teorie che affrontano l’argomento si classificano in: teorie sociali che si concentrano sul sovrappiù; teoria funzionale, che sposta l’attenzione sui fattori della produzione.

1 . 2 Il salario

Il salario è ciò che si riceve per il lavoro prestato. Può essere: a tempo se commisurato alla durata della prestazione lavorativa; a cottimo, se è commisurato alla quantità di lavoro effettuato. Il salario nominale corrisponde alla quantità di moneta pagata, il salario reale è invece misurato in termini di potere di acquisto.

1 . 3 Il mercato del lavoro

Domanda e offerta di lavoro si incontrano nel mercato del lavoro; la contrattazione collettiva tra i sindacati dei lavoratori e quelli degli imprenditori determina il livello dei salari.

1 . 4 Il profitto

Il profitto è il reddito che compete all’imprenditore per la sua attività di organizzazione e gestione dell’impresa. Il saggio di profitto è il rapporto percentuale fra il profitto e l’ammontare del capitale investito nell’impresa.

1 . 5 L’interesse

L’interesse è il compenso che spetta a chi dà a prestito un capitale. Il tasso di interesse è dato dal rapporto tra la somma pagata a titolo di interesse e la somma prestata. Si distingue l’interesse nominale (o monetario) dall’interesse reale, che tiene conto delle variazioni del potere d’acquisto della moneta.

1 . 6 La rendita

La rendita è il reddito che affluisce ai proprietari di beni non riproducibili e quindi disponibili in quantità fissa. Il prezzo di mercato di tali beni dipende esclusivamente dalle variazioni della domanda. La rendita si distingue in rendita differenziale (o ricardiana) e rendita assoluta.

1 . 7 La distribuzione personale

La distribuzione personale del reddito indica il modo in cui reddito è ripartito fra i soggetti, indipendentemente dalla fonte. In Italia le disuguaglianze sono tuttora considerevoli. Una serie di indagini indica che negli ultimi decenni la distanza tra ricchi e poveri è aumentata, creando ovunque vaste aree di povertà. Gli economisti concordano sul fatto che il benessere di una società non dipende solo dal livello del reddito, ma anche dalla sua equa distribuzione ed è compito dello Stato deve intervenire con trasferimenti a favore dei ceti svantaggiati.

1 . 8 La distribuzione territoriale

La distribuzione territoriale riguarda la ripartizione del reddito fra le diverse aree di un Paese, oppure fra i diversi Stati del mondo. Le differenze fra le diverse regioni italiane sono notevoli e non accennano a diminuire. La riduzione del divario fra le regioni settentrionali e quelle meridionali è un obiettivo prioritario della nostra politica economica.

1 . 9 La distribuzione settoriale

La distribuzione settoriale riguarda partecipazione dei tre settori (settori primario, secondario e terziario) alla formazione del reddito. Nei Paesi sviluppati tende a diminuire la quota prodotta dall’agricoltura e crescere quella dei servizi.

262

U5 Reddito nazionale ed equilibrio . C1 La distribuzione del reddito


Mappa da completare Dopo aver ripassato i contenuti dell’Unità, completa la mappa inserendo correttamente gli elementi mancanti scelti tra i seguenti a cottimo • capitale • denaro prestato • funzionale • personale • prezzo • profitto • reale • rendita • settoriale

Lavoro

TIPO DI REDDITO

Imprenditore

_______________

_________________

Interesse

Beni non riproducibili

_______________

remunera

• a tempo • _ ________________ _________________ • nominale • _ ________________

DISTRIBUZIONE DEL REDDITO

_________________

fra i titolari dei fattori produttivi

_________________

fra i membri della collettività

_________________

fra i settori produttivi

RISPONDI ORA ALLE DOMANDE 1. Che cosa si intende per distribuzione personale del reddito? 2. Qual è la differenza tra salario nominale e salario reale? 3. Che cos’è la rendita assoluta? 4. Come si è modificata la distribuzione territoriale del reddito negli ultimi anni? 5. Quali settori producono la quota maggiore di reddito nei Paesi sviluppati?

263


CAPITOLO

1

La distribuzione del reddito Esercizi Consolidiamo le conoscenze...

SCELTA MULTIPLA 1. Completa l’affermazione scegliendo la frase corretta fra quelle proposte.

c  marshalliana d  agricola

1. Se al salario netto si sommano le trattenute fiscali e gli oneri sociali a carico del lavoratore si ottiene

a  il lavoro manuale b  il lavoro industriale c  l’elaborazione dei dati d  l’insieme dei dirigenti

a  il costo del lavoro b  il salario lordo c  il salario nominale d  il salario reale 2. È considerato un trasferimento dello Stato a  il salario di un dipendente statale b  la rendita marshalliana c  l’indennità di disoccupazione d  il trasporto di un ferito 3. Un risparmiatore deposita in banca la somma di 10.000 euro al tasso del 3%; dopo un anno ottiene un interesse di a  150 euro b  200 euro c  250 euro d  300 euro 4. Se un avvocato con studio in una via centrale di Milano percepisce per la sua attività professionale un reddito annuo di 160 mila euro, il suo è un reddito a  da lavoro b  da capitale c  misto d  da attività imprenditoriale 5. Il reddito che affluisce ai proprietari di beni strumentali non riproducibili si chiama a  salario b  profitto c  interesse d  rendita 6. La rendita che compete ai titolari di beni non riproducibili ogni volta che la domanda è superiore all’offerta si chiama rendita a  assoluta b  differenziale c  edilizia d  marshalliana 7. La rendita che nasce dalla diversa fertilità dei suoli oppure dalla diversa distanza dei terreni coltivati dai mercati di vendita si chiama a  assoluta b  differenziale

264

Esercizi interattivi

8. Il settore quaternario riguarda:

9. Nei Paesi industrializzati la quota di reddito prodotta dall’agricoltura: a  resta costante da un anno all’altro b  aumenta a un ritmo maggiore rispetto ai settori extra-agricoli c  equivale quello degli altri settori d  aumenta a un ritmo minore rispetto ai settori extra-agricoli

COMPLETAMENTI 2. Completa il brano inserendo i termini appropriati tra quelli proposti. equità • fattori • impiego • lavoro • meccanismi • mercato • reddito • ricchezza • ripartizione L’imposizione fiscale e il sistema previdenziale sono i due principali meccanismi attraverso i quali il _____________ viene redistribuito. Il sistema previdenziale, in particolare, redistribuisce il reddito tra popolazione attiva e pensionati. Si parla propriamente di redistribuzione e non di distribuzione, poiché tali meccanismi modificano la distribuzione del reddito determinata dalle forze di _____________ nel momento della produzione. La struttura produttiva nonché il gioco della domanda e dell’offerta determinano il livello del reddito dei fattori produttivi. Quando si parla di distribuzione del reddito, quindi, si fa riferimento a questa seconda accezione e, in particolare, alla _____________ del reddito tra i diversi _____________ determinata dai metodi di produzione e dalle forze di mercato. Tutti gli altri meccanismi che modificano tale ripartizione operano invece a livello redistributivo. Ciò significa che alcuni soggetti vedono il proprio reddito ridursi per effetto dell’azione di tali _____________, mentre altri soggetti, i più bisognosi, vedono il loro reddito aumentare. In questo modo il sistema economico tenta di migliorare il proprio grado di _____________, riducendo, almeno in parte, i più gravi squilibri di reddito fra i soggetti che ne fanno parte. Virginio Schiavetti, Le parole de “Il Sole 24 Ore”

U5 Reddito nazionale ed equilibrio . C1 La distribuzione del reddito


ASSOCIAZIONE 3. Associa i seguenti termini a una sola delle definizioni elencate. (Attenzione: non tutti i termini vanno inseriti.) 1. Interesse 2. Reddito 3. Extraprofitto 4. Profitto 5. Salario 6. Risparmio 7. Rendita 8. Quasi rendita a. ___Prezzo per l’uso del capitale b. ___Relativa a beni strumentali che solo

PREPARATI ALLA PROVA ORALE 4. Tra parentesi i paragrafi di riferimento. 1. Che cosa si intende con l’espressione “distribuzione del reddito”? (1.1) 2. Quali tipi di analisi sono state elaborate per classificare la distribuzione del reddito? (1.1) 3. Che cos’è il salario? (1.2) 4. Come avviene la contrattazione sul mercato del lavoro? (1.3)

temporaneamente non sono riproducibili c. ___Reddito dell’imprenditore per la sua attività di organizzazione dell’impresa d.___Remunerazione ricevuta dal lavoratore per il lavoro prestato e. ___Reddito che affluisce ai proprietari dei beni strumentali non riproducibili f. ___Differenza fra il prezzo di mercato e il costo medio di produzione 5. In quale modo viene calcolato il tasso reale di interesse? (1.5) 6. A quali soggetti affluisce la rendita? (1.6) 7. Quali tipi di beni danno origine, per la loro stessa natura, alla rendita differenziale? (1.6) 8. Su quali elementi si basa la distribuzione personale del reddito? (1.7) 9. Quali sono i settori nei quali viene tradizionalmente suddivisa l’economia? (1.9)

... per sviluppare le competenze CASI PRATICI 5. Esamina ciascun caso e fornisci delle soluzioni o rispondi motivando. 1. P rofitto ed extraprofitto. Una produzione

redditizia

Un imprenditore riesce a vendere a 100 euro un prodotto il cui costo unitario medio è pari a 70 euro. Il profitto normale – che remunera l’imprenditore per la sua attività di organizzazione – pari a 15 euro, è già compreso nel costo medio di produzione. 2. La rendita. Universitari fuori sede

Finita la scuola e affrontato con successo l’Esame di Stato, ti sei iscritto a una università lontana da casa. Fortunatamente sei in buona compagnia: anche le tue due migliori amiche si devono trasferire nella stessa città e decidete di trovare un appartamento con tre stanze da letto per dividere le spese di affitto e vivere in compagnia. Livia è partita per prima e ha già visitato alcuni appartamenti. Vi scrive, infatti: “Ho trovato tre appartamenti che vanno bene per noi. Sono identici, ma hanno costi differenti. La rata mensile dei tre appartamenti è rispettivamente di 1500 euro, 1800 euro e 2500 euro. Quest’ultimo è proprio a fianco dell’Università. Ho saputo che tra pochi mesi,

1. Qual è l’extraprofitto? 2. Qual è il profitto totale dell’imprenditore? 3. Per quale possibile ragione l’imprenditore ha realizzato l’extraprofitto? 4. Se l’imprenditore ha investito nella sua azienda un capitale di 1.000 euro, quale sarà il saggio di profitto?

sarà ultimata la costruzione di un edificio di fronte a quello da 2500 euro, destinato ad alloggi per universitari. Chissà se costeranno di meno…”. 1. Quale tipo di reddito producono ai rispettivi proprietari i tre appartamenti? 2. Come ti spieghi la differenza di prezzo dei tre appartamenti? 3. Calcola la rendita differenziale dell’appartamento accanto all’Università rispetto agli altri due. 2500 – 1500 = 1000 euro; 2500 – 1800 = 700 euro 4. Hanno ragione a pensare che l’anno prossimo anche l’appartamento da 2500 euro costerà di meno? 5. Attualmente che tipo di reddito produce? 6. Quali caratteristiche ha?

265


2

CAPITOLO

Il reddito nazionale e la contabilità economica

Contenuti

Vedremo ora la funzione della contabilità economica nazionale, che consente digitali del capitolo di calcolare importanti aggregati, come il prodotto nazionale e il reddito nae glossario zionale. Passeremo poi a illustrare il documento di sintesi, e cioè il Bilancio inglese. economico nazionale, che evidenzia l’insieme delle risorse e degli impieghi dell’intero sistema economico; esso costituisce la fotografia di un Paese, dato che dal livello delle risorse deriva la possibilità di consumare e di investire, e quindi di far crescere il Paese stesso.

2 . 1 La contabilità economica nazionale Dalla micro alla macroeconomia

Finora abbiamo trattato prevalentemente i problemi della microeconomia, i cui equilibri riguardano i singoli operatori economici nelle loro attività di consumo e risparmio (famiglie) o di produzione e investimento (imprese), individuando i punti di equilibrio nella formazione del prezzo nei singoli mercati. Dobbiamo ora passare alla trattazione del sistema economico nel suo insieme, cioè alla macroeconomia, che analizza le relazioni tra le grandezze aggregate, i consumI complessivi delle famiglie e delle Amministrazioni pubbliche, il PIL, gli investimenti, le importazioni e le esportazioni.

La contabilità nazionale Per conoscere le dinamiche economiche di un Paese, è utile conoscerne la contabilità generale. Contabilità economica nazionale National income accounting

La contabilità economica nazionale è costituita da un insieme di conti che descrivono in forma quantitativa l’attività di un sistema economico in un certo periodo di tempo (normalmente un anno). Essa si basa sulla raccolta e registrazione dei dati relativi al flusso di scambi fra gli operatori del sistema (famiglie, imprese, Stato, Resto del mondo). Con la contabilità economica nazionale è possibile calcolare il valore dei diversi aggregati, allo scopo di: • conoscere la struttura e l’evoluzione dell’attività economica di un sistema nel tempo; • confrontare i risultati di un sistema economico con gli altri nello spazio. Nessuna politica economica sarebbe possibile senza il supporto di una contabilità economica nazionale capace di fornire una sintesi quantitativa della struttura economica di un Paese.

L’affermazione della contabilità nazionale L’affermazione della contabilità nazionale è dovuta principalmente a due fattori: • gli economisti si sono resi conto che solo la conoscenza delle grandezze dell’economia consente di fare scelte efficaci di politica economica; • il progresso della ricerca ha permesso di elaborare dati statistici sufficientemente attendibili sui diversi fenomeni economici. I principi fondamentali della contabilità nazionale sono stati elaborati durante la seconda guerra mondiale, sotto la spinta degli studi di Keynes e di Leontief. Negli anni seguenti diversi Paesi introdussero sistemi di contabilità nazionale (in Italia essa è stata avviata nel 1947); ben presto, con l’accentuarsi delle relazioni economiche e politiche fra i diversi Stati, si è sentita la necessità di una standardizzazione dei conti. La standardizzazione dei conti consiste nell’unificazione delle classificazioni e dei metodi di calcolo usati nei diversi Paesi, al fine di consentire corretti confronti internazionali e il coordinamento delle politiche economiche nazionali dei vari Stati.

266

U5 Reddito nazionale ed equilibrio . C2 Il reddito nazionale e la contabilità economica


 La contabilità economica nazionale consente di analizzare l’andamento degli aggregati del sistema economico, tra cui i consumi, nel tempo e nello spazio.

LESSICO ECONOMIA E REALTÀ

Le rilevazioni dell’Istat Per arrivare alla formulazione sintetica dei conti economici nazionali, l’Istat (Istituto Nazionale di Statistica) compie sistematicamente rilevazioni molto analitiche: il valore di ogni aggregato  (consumi, risparmi, investimenti, produzione, esportazioni, importazioni) è ottenuto sommando tutti i consumi, i risparmi ecc. delle singole unità. Perciò, dai dati della contabilità nazionale è possibile conoscere, ad esempio, come è distribuita la spesa fra i vari tipi di consumo

 Aggregato (generi alimentari, vestiario, abitazione, trasporti, svago e cultura ecc.), oppure come sono distribuiti gli investimenti tra l’edilizia abitativa e le costruzioni industriali, e così via. L’Istat, ente dotato di personalità giuridica alle dirette dipendenze del Governo, è attualmente regolato dalla legge n. 332/1989. La sua importante attività consiste nella continua raccolta, elaborazione e pubblicazione dei principali dati demografici, economici e sociali relativi al nostro Paese.

Grandezza economica che risulta dalla somma dei valori individuali che si manifestano nell’attività economica. Gli aggregati della contabilità nazionale sono, ad esempio, il prodotto nazionale, il reddito nazionale, i consumi ecc.

FACCIAMO IL PUNTO Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

1. Quali fattori hanno favorito l’affermarsi della contabilità nazionale? 2. Qual è lo scopo della standardizzazione dei conti?

267


2.2

Il prodotto nazionale

Gli aggregati più importanti calcolati dalla contabilità nazionale sono due: il prodotto nazionale, che vediamo ora, e il reddito nazionale, di cui ci occuperemo nel prossimo paragrafo. Prodotto nazionale lordo (PNL) Gross national product (GNP)

Il prodotto nazionale lordo (PNL) è costituito dalla somma dei valori monetari di tutti i beni e servizi finali prodotti in un anno, sia all’interno sia all’estero, dagli operatori residenti in un determinato Paese. Per somma dei valori monetari di tutti i beni e servizi finali si intende la somma di tutti i beni e servizi finali moltiplicati per i rispettivi prezzi.

Il calcolo del PNL Nel calcolo del PNL si considerano solo i beni  e i servizi finali . I beni integralmente distrutti o integrati durante il processo produttivo – come le materie prime (integrate) e i combustibili (distrutti) – non possono entrare nel calcolo, altrimenti verrebbero conteggiati due volte: una volta come prodotto finale della lavorazione, e una seconda volta in quanto incorporati nel valore del prodotto che hanno contribuito a creare. Per evitare le duplicazioni dal calcolo vanno esclusi i beni  e i servizi intermedi . PER ESEMPIO  MAPPA 

Beni e servizi pubblici. Per i beni e i servizi prodotti dallo Stato sorge il problema della loro valutazione, dato che non hanno un prezzo di mercato (essendo offerti gratuitamente senza un corrispettivo diretto). Nella contabilità nazionale, il loro valore è uguagliato – in base a una convenzione necessaria, seppure non esente da elementi di arbitrarietà – alla somma degli stipendi pagati ai dipendenti pubblici impiegati nella loro produzione. Sono invece esclusi dal calcolo del PNL tutti quei servizi prodotti senza un rapporto economico formale, come ad esempio il volontariato, lo scambio del fai da te, le mance, l’economia domestica o la produzione per l’autoconsumo (un piccolo orto per le necessità della famiglia). Si parla in questo caso di economia informale. Lo stesso dicasi per la cosiddetta economia sommersa , parte anch’essa della più ampia categoria dell’ economia non osservata  per la quale rimandiamo alla rubrica a fianco.

PLUS Il Prodotto nazionale non è tutto.

MAPPA

PER ESEMPIO

Il discorso sul PNL di Robert Kennedy

Beni intermedi e beni finali Se, per esempio, una certa quantità di farina viene impiegata da una panetteria per ottenere il pane da mettere in vendita, nel computo del PNL entra solo il valore finale del pane. Invece la farina che viene acquistata da una famiglia per preparare il pane che poi consumerà, viene conteggiata. Nel primo caso, la farina è un bene intermedio incorporato nella produzione di un bene finale (il pane) destinato successivamente alla vendita; nel secondo, è un bene finale perché destinato al consumo.

BENE INTERMEDIO

destinato alle

IMPRESE

al fine della

PRODUZIONE

e successiva VENDITA

CONSUMO

268

per il proprio

FAMIGLIE

destinato alle

BENE FINALE

U5 Reddito nazionale ed equilibrio . C2 Il reddito nazionale e la contabilità economica

diventa


ECONOMIA E REALTÀ

Il mondo dell’economia non osservata La cosiddetta economia non osservata è costituita dalle attività produttive di mercato che, per motivi diversi, sfuggono all’osservazione diretta. Secondo le Nazioni Unite vi rientrano:: • l’economia sommersa che è composta da una serie di attività legali ma non dichiarate soprattutto a fini fiscali, quali ad esempio le mance, i fitti delle case non registrati, e il lavoro nero , ossia il lavoro non dichiarato prestato da studenti, pensionati, casalinghe, dipendenti pubblici e privati che fanno un doppio lavoro, immigrati non registrati, con la conseguente elevata evasione fiscale e contributiva; • l’economia illecita (o criminale), che comprende le attività perseguite dalla legge, come il contrabbando, i traffici illeciti, la prostituzione, lo spaccio di stupefacenti; • l’economia familiare (o informale), che è costituita da scambi non rilevati dalle statistiche ufficiali, in quanto non passano per il mercato (servizi prestati nell’ambito familiare, coltivazioni per consumo familiare, lavori “fai da te”, scambi in natura, scambi non dichiarati in sede fiscale). A che cosa serve effettivamente stimare questa componente? Quando l’economia sommersa è così estesa da creare una vera e propria “economia parallela”, quantificare il fenomeno permette di avere un’idea anche dell’entità dell’evasione fiscale, che, riducendo il gettito tributario, trasferisce ingiustamente sui soggetti dell’economia regolare i costi dei servizi pubblici e della protezione sociale. Inoltre, per quanto riguarda il lavoro nero, la mancata registrazione dell’attività produttiva, può avere

ripercussioni sulla qualità e la sicurezza del lavoro, come spesso vediamo nella cronaca. Misurare questo fenomeno può contribuire anche a definire politiche del lavoro efficaci che garantiscano i lavoratori I danni causati dall’economia illecita. L’attività illegale produce una lunga serie di danni: priva l’economia legale di risorse, abbassa le prospettive di sviluppo del Paese, diminuisce la produttività del lavoro e fa aumentare i prezzi dei beni di consumo. Inoltre, dal momento che l’impresa illegale non paga imposte, danneggia anche il sistema legale, violando le regole del mercato di concorrenza. Uno sgradevole primato. L’Italia occupa il primo posto, fra i Paesi industrializzati, per il livello dell’economia sommersa. Secondo una stima dell’OCSE, il sommerso in Italia raggiunge il 30% del PIL; esso è elevato in alcuni Paesi (Spagna, 23%; Belgio e Portogallo, 20%) e molto più basso in altri (Germania, 10%; Stati Uniti, 8%; Gran Bretagna, 5%). Il peso dell’economia criminale. Se­ condo il Sistema Europeo dei Conti nazionali (SEC 2010)  il Prodotto interno lordo (PIL) deve comprendere l’intera attività economica di un Paese, tenendo conto sia dell’economia legale sia di quella illegale. Pertanto dal 2014, nei nuovi calcoli eseguiti dalla Banca d’Italia e dall’Istat rientrano lo spaccio di droga, la prostituzione e il contrabbando, mentre ne sono esclusi i reati “violenti”, come i furti, le estorsioni, le rapine e l’usura. Fonte: ISTAT, L’economia non osservata nei conti nazionali https://www.istat.it/it/ files/2023/10/Report-ECONOMIA-NONOSSERVATA-2021.pdf

LESSICO  Beni e servizi finali e intermedi I beni e i servizi intermedi vengono impiegati per ottenere i beni finali, mentre i beni e i servizi finali sono utilizzati direttamente per soddisfare un bisogno: un filato è un bene intermedio, il tessuto che si ottiene è un bene finale; un rilievo tecnico è un servizio intermedio, la consulenza che lo comprende è un servizio finale.

 Economia sommersa Insieme di attività che sono volontariamente celate alle autorità fiscali, previdenziali e statistiche.

 Economia non osservata Attività produttive di mercato che, per motivi diversi, sfuggono all’osservazione diretta. Comprende: l’economia sommersa, l’economia illecita e l’economia familiare o informale.

 Lavoro nero Lavoro non dichiarato ai fini fiscali e contributivi, e perciò non rilevato nelle statistiche ufficiali sull’economia di un Paese.

 Sistema Europeo dei Conti Nazionali (SEC 2010) È uno schema di contabilità nazionale predisposto dall’Ufficio statistico dell’Unione europea, sulla base del sistema dei conti nazionali elaborati dall’ONU per rendere confrontabili i dati di contabilità nazionale dei diversi Paesi.

VERSO LE COMPETENZE

1. A che cosa si deve l’espressione “economia non osservata”? 2. Che cosa comprende l’economia sommersa non osservata? 3. Da che cosa è costituita l’economia familiare? 4. Quali sono i principali danni dell’economia sommersa? 5. In che cosa consiste il lavoro nero?

VERSO LA CONSAPEVOLEZZA

1. Perché è importante misurare l’economia sommersa? 2. Secondo te, chi si avvantaggia e chi invece è danneggiato dal lavoro nero e dagli affitti non dichiarati? 3. Hai mai sperimentato tentativi di evasione tributaria (ad esempio scontrini non rilasciati)?

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È possibile calcolare il PNL impiegando due diversi sistemi.

Calcolo mediante la somma dei valori monetari Dato che i beni e i servizi finali prodotti sono eterogenei fra loro (automobili, televisori, libri, pane, pomodori, servizi alberghieri, lezioni, visite mediche ecc.), vanno ricondotti a una misura comune, quindi: per calcolare il PNL è necessario moltiplicare le quantità prodotte per i rispettivi prezzi, e sommare successivamente i valori monetari ottenuti.

Calcolo mediante la somma dei valori aggiunti Il calcolo può basarsi anche sul valore aggiunto . Il PNL si può infatti ottenere anche sommando, per ciascuna impresa, la differenza fra il valore dei beni finali che vende (fatturato dell’impresa) e quello dei beni intermedi che ha acquistato dalle altre imprese durante il processo produttivo. Questa differenza, che prende il nome di valore aggiunto, misura l’incremento di valore che le singole imprese aggiungono nei vari passaggi del processo produttivo che portano al prodotto finale destinato alla vendita. In sintesi, il PNL si può ottenere: • come somma dei valori dei beni e servizi finali; • come somma dei valori aggiunti. PER ESEMPIO 

Il Prodotto nazionale netto Ammortamento Depreciation

Prodotto nazionale netto (PNN) Net national product (NNP)

Per tener conto del logorio dei beni durevoli (sia sotto il profilo tecnico, sia sotto quello economico), è necessario calcolare le quote di ammortamento,  atte a ricostituire il valore dei beni capitali quando questi siano giunti al termine della loro vita produttiva. Se dal Prodotto nazionale lordo si detraggono gli ammortamenti, si ha il Prodotto nazionale netto (PNN): PNL – ammortamenti = PNN

Il Prodotto nazionale ai prezzi di mercato Se all’interno del Prodotto nazionale (lordo o netto) si comprendono anche le imposte indirette, avremo il Prodotto nazionale (lordo o netto) ai prezzi di mercato.

Il Prodotto nazionale al costo dei fattori

PLUS Il tempo? Ha più valore del PIL

Se dal Prodotto nazionale (lordo o netto) ai prezzi di mercato si detraggono le imposte indirette e si sommano i contributi alla produzione  si ha il Prodotto nazionale (lordo o netto) al costo dei fattori. Quest’ultima espressione deriva dal fatto che il suo valore si distribuisce ai fattori che hanno contribuito alla produzione, sotto forma di salari, profitti, interessi, rendite. Il Prodotto nazionale (lordo o netto) al costo dei fattori si ottiene quindi come segue: PN ai prezzi di mercato – imposte indirette + contributi alla produzione = PN al costo dei fattori

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U5 Reddito nazionale ed equilibrio . C2 Il reddito nazionale e la contabilità economica


PER ESEMPIO

Il valore aggiunto

LESSICO

Per calcolare il valore aggiunto di una sedia, il cui prezzo di vendita è 130 euro, vanno considerati tutti i costi sostenuti per produrla, cioè l’acquisto di beni intermedi e la manodopera necessaria.

 Valore aggiunto

BENI E SERVIZI INTERMEDI

PREZZO IN EURO

Differenza tra il valore della produzione di beni e servizi e il valore dei costi intermedi sostenuti a fronte di tale produzione in vendita a 100 euro.

Legno

Materia principale

30

Tessuto

Rivestimento

15

 Ammortamento

Vernice

Finitura

10

Chiodi, viti, colla

Per l’assemblaggio

5

Energia elettrica

Per le macchine

5

Manodopera assemblaggio

Salario dei lavoratori

40

Processo economicocontabile con cui si ripartono su più anni i costi delle immobilizzazioni tecniche (macchinari, impianti), sostenuti in un certo anno ma produttivi per diversi anni (costi pluriennali).

TOTALE

105

 Contributi alla produzione

Prezzo di vendita 130 euro − Costi affrontati

105 euro =

Valore aggiunto

25 euro

Trasferimenti dallo Stato o da organismi internazionali (come l’Ue) a imprese operanti in particolari settori (ad esempio, l’agricoltura), per assicurare ai produttori attivi in tali settori un reddito sufficiente; possono anche essere erogati a imprese che operano in aree sfavorite da particolari congiunture economiche, allo scopo di promuovere gli investimenti industriali.

EDUCAZIONE CIVICA

Più tempo, meno ricchezza Se vogliamo mettere in discussione i criteri di valutazione del successo ottenuto attraverso la crescita del PIL, potremmo evidenziare che questo modello di sviluppo ha portato a diverse conseguenze negative. • Aumento delle disuguaglianze: il divario tra ricchi e poveri si è ampliato in modo preoccupante. • Stress e insicurezza: il sovraccarico di lavoro e la precarietà hanno un impatto negativo sulla salute mentale e fisica delle persone. • Minor tempo per la vita privata: le persone hanno sempre meno tempo da dedicare alla famiglia, agli amici e alle proprie passioni. Un modello alternativo è possibile? Reich, un ex ministro americano ora professore ad Harvard, sottolinea che questo scenario non è inevitabile. Paesi come quelli scandinavi hanno dimostrato la possibilità di riuscire a conciliare crescita economica e benessere

sociale, investendo in formazione, innovazione e politiche sociali. Per invertire questa tendenza, è necessario un profondo cambiamento culturale. Dobbiamo ripensare il nostro concetto di successo, che non può essere ridotto al mero accumulo di ricchezza. Dobbiamo riconoscere che il tempo è una risorsa preziosa e che la qualità della vita non si misura solo in termini economici.

FACCIAMO IL PUNTO Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

1. Che cosa si intende per Prodotto nazionale lordo? 2. Qual è la differenza tra beni intermedi e beni finali? 3. Che cosa dobbiamo sottrarre al Prodotto nazionale lordo per ottenere quello netto? 4. In quali modi si può calcolare il prodotto nazionale?

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Il Prodotto interno lordo (PIL) Dal Prodotto nazionale lordo va distinto il Prodotto interno lordo (PIL) oggi molto usato nella contabilità delle organizzazioni internazionali. Il Prodotto interno lordo (PIL) è il valore, ai prezzi di mercato, dei beni e servizi finali prodotti in un anno dalle unità economiche che operano nel territorio di un determinato Paese, sia che appartengano a residenti, sia che appartengano a stranieri. Questo aggregato esprime in termini monetari l’attività produttiva, la cui definizione avviene da noi secondo gli schemi SEC Sistema Europeo dei Conti nazionali, in vigore dal 1995 e adottati in tutti i Paesi comunitari. Anche nel calcolo del PIL, così come già osservato nel Prodotto nazionale lordo, i beni considerati sono sempre quelli finali e non gli intermedi, per evitare duplicazioni.

La differenza tra PNL e PIL Come si deduce dalla sua stessa denominazione, il PIL non considera la nazionalità degli operatori ma il territorio entro cui avviene la produzione: • il PNL considera la produzione effettuata solo dai residenti del Paese considerato, ma ovunque essa venga realizzata; • il PIL considera la produzione effettuata solo all’interno del Paese considerato, ma realizzata da chiunque (residenti o stranieri).

Il Prodotto interno netto e il PIL pro capite Analogamente al PNL, se si detrae dal PIL l’ammortamento, ossia la perdita di valore dello stock di capitale esistente, si perviene al Prodotto interno netto: PIL – ammortamento = Prodotto interno netto Nei confronti internazionali fra Paesi viene spesso considerato il PIL pro capite. Il PIL pro capite si calcola dividendo il PIL per il numero di abitanti di ciascun Paese. L’unità di misura comunemente usata è il dollaro, considerato al cambio alla data del confronto. Poiché il corso dei cambi raramente rispecchia le parità dei poteri di acquisto  delle monete all’interno dei Paesi confrontati, i risultati ottenuti sono largamente approssimati. A parte questa distorsione di carattere monetario, resta il fatto che il PIL pro capite da solo non è sufficiente a indicare il livello di sviluppo di un Paese e, ancor meno, il benessere e la qualità della vita di cui godono i suoi abitanti. Indicatore

Definizione

Che cosa misura

Differenze chiave

PNN (Prodotto nazionale netto)

Reddito generato dai fattori produttivi di proprietà dei residenti di un Paese, sia all’interno che all’estero, al netto degli ammortamenti.

Contribuzione dei residenti di un Paese alla produzione globale, indipendentemente da dove avviene.

Esclude la produzione di imprese straniere all’interno del Paese, ma include la produzione di imprese nazionali all’estero.

PNL (Prodotto nazionale lordo)

Valore di tutti i beni e servizi finali prodotti dai fattori produttivi di proprietà dei residenti di un Paese in un determinato periodo, all’interno e all’estero.

Attività economica generata dai residenti di un Paese, indipendentemente da dove avviene.

Simile al PNN, ma include gli ammortamenti.

PIL (Prodotto interno lordo)

Valore di tutti i beni e servizi finali prodotti all’interno dei confini di un Paese in un determinato periodo.

Attività economica all’interno del Paese, indipendentemente dalla nazionalità dei produttori.

Include la produzione di imprese straniere all’interno del Paese, ma esclude la produzione di imprese nazionali all’estero.

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U5 Reddito nazionale ed equilibrio . C2 Il reddito nazionale e la contabilità economica


EDUCAZIONE CIVICA

Il PIL è un buon indice dello sviluppo economico?

LESSICO

Il Prodotto interno lordo, tanto globale che pro capite, è un indice molto usato nei confronti, a livello nazionale e internazionale, sia nello spazio sia nel tempo. Se ad esempio si vuole confrontare la quantità di beni e servizi prodotti in due diversi Paesi, poniamo l’Italia e la Francia, in un dato anno, si usa di norma il PNL; come pure si usa il PIL pro capite per indicare il grado di sviluppo di un Paese nel tempo, come ad esempio se si vuole confrontare la quantità di beni e servizi in media a disposizione di un italiano in due diversi anni. Il PIL è importante, ma non dice tutto.

 Parità dei poteri di acquisto

Si deve osservare che questo indicatore economico, pur offrendo molte informazioni sullo stato di salute di un Paese, non dà alcuna informazione su fattori negativi come l’aumento delle disuguaglianze, il consumo di risorse non rinnovabili, l’inquinamento, la diffusione della criminalità. Se infatti inquinamento e criminalità aumentano, aumenta anche la produzione di depuratori e di sistemi antifurto, che fanno certamente aumentare il PIL, ma non il benessere delle persone.

Indicatori alternativi per la misura del benessere. L’economista indiano Amartya Sen (1933-vivente), premio Nobel nel 1998, ha proposto un indice di sviluppo sostenibile, consistente

nell’affiancare al PIL pro capite una serie di altri indicatori come quelli che riguardano l’autosufficienza alimentare, la possibilità di lavorare, viaggiare, istruirsi, partecipare alla vita sociale e politica del proprio Paese, in breve la capacità di scegliere il proprio destino e non subirlo passivamente. Per Kaushik Basu (1952-vivente), economista indiano, il progresso reale di una nazione va misurato non solo sulla base della crescita del PIL, ma anche in relazione all’aumento del reddito dei più poveri. Per le ragioni qui esposte sono stati

introdotti nuovi strumenti di misurazione del benessere in grado di tener conto di fenomeni che incidono notevolmente su questo aspetto, come i divari di reddito fra i cittadini, lo stato di salute dell’ambiente, il livello di istruzione, le aspettative di vita. L’ONU ha così proposto l’uso dell’Human Development Index (HDI), che si fonda su elementi

quali la disuguaglianza, l’aspettativa di vita, la conoscenza (anni di istruzione) e il reddito pro capite. L’indice, calcolato nel 2020 per 189 Paesi, ha avuto un’ampia diffusione in tutto il mondo. Per quanto riguarda l’Italia, a partire dal 2013, è stato istituito un nuovo indicatore, il Benessere Equo e Sostenibile (BES) con l’obiettivo di superare i limiti del PIL e di offrire uno strumento ulteriore, che valuti con un’analisi più ampia e accurata del benessere della società, lo sviluppo del Paese. Il BES, infatti,

fornisce una visione multidimensionale della crescita e del progresso, misurando non solo gli aspetti economici, ma anche quelli sociali e ambientali. Ogni anno, dal 2016, i suoi 12 indicatori devono essere allegati al Documento di Economia e Finanza (il documento con cui il governo relaziona sulle politiche poste in atto e gli obiettivi raggiunti nell’anno passato) per orientare le politiche e dare conto di grandezze non solo economiche che valutino il benessere dei cittadini e la sostenibilità delle scelte di politica economica. Anche l’approvazione dell’Agenda 2030, diventata operativa dal 2016, ha portato l’attenzione aldilà degli indicatori tradizionali come unica misura del progresso. Il benessere delle persone, la qualità dell’ambiente e l’equità sociale sono fattori altrettanto importanti. Un PIL in crescita, ma ottenuto a scapito dell’ambiente o dell’equità, non è sostenibile a lungo termine, per questo l’Agenda prevede 17 obiettivi da raggiungere entro 2030. Per l’Agenda 2030, si rimanda a pag. 512.

VERSO LE COMPETENZE

1. Il PIL globale o pro capite è una misura corretta del benessere di un Paese? 2. Quali sono i fattori che il PIL non considera? 3. Quali sono i suggerimenti di Amartya Sen per superare i limiti del PIL? 4. Qual è l’indice proposto dall’ONU? 5. Che cosa produce ogni anno l’Istat per quanto riguarda l’Italia? 6. Quale documento dell’ONU del 2016 ha fissato obiettivi di sviluppo sostenibile?

VERSO LA CONSAPEVOLEZZA Considera i pareri di Amartya Sen e di Kaushik Basu su come andrebbe misurato il benessere di una nazione. Concordi con la loro visione? Pensi che si possano utilizzare altri indici, come ad esempio il numero dei medici su 1.000 abitanti o l’indice di scolarizzazione, per misurare il benessere?

Teoria che spiega l’andamento dei cambi fra le monete di due diversi Paesi in base alle variazioni dei prezzi interni, con la conseguenza che la perdita di potere di acquisto all’interno di un Paese causata dall’inflazione deprezza il cambio. Il metodo che ne deriva è applicato per effettuare corretti confronti fra i Paesi di tutto il mondo.

FACCIAMO IL PUNTO Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

1. Che cosa si intende per Prodotto interno lordo? 2. Che cosa lo differenzia dal Prodotto nazionale lordo? 3. Che cosa indica il PIL pro capite e come si calcola? 4. Perché il PIL pro capite non è considerato un dato sufficiente nella misurazione dello sviluppo di un Paese?

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2 . 3 Il reddito nazionale Mentre il prodotto nazionale riguarda l’aspetto della produzione, il reddito nazionale è relativo a quello della distribuzione del prodotto fra i soggetti che hanno concorso a produrlo: è quindi formato da tutti i redditi che affluiscono ai portatori dei fattori produttivi, e cioè da salari, profitti, interessi, rendite. Reddito nazionale (RN) National income (NI)

Il reddito nazionale (RN) è costituito dall’insieme di tutti i redditi guadagnati dai soggetti residenti in un certo Paese in un determinato anno. PER ESEMPIO 

Confronto tra il prodotto e il reddito nazionale: due diversi punti di vista Non rientrano nel calcolo del reddito nazionale le pensioni, i sussidi di disoccupazione, invalidità ecc. in quanto non costituiscono corrispettivi dei fattori produttivi, ma semplici trasferimenti di reddito da coloro che hanno pagato le imposte a coloro che li hanno percepiti; si evita, in tal modo, un doppio conteggio. Come si vede, il prodotto nazionale e il reddito nazionale riguardano la stessa grandezza, ma considerata da due diversi punti di vista: • il primo concetto, il prodotto nazionale, si riferisce alla creazione della nuova ricchezza; • il secondo, il reddito nazionale, alla ripartizione del reddito fra i fattori produttivi che hanno reso possibile tale creazione. I due valori non coincidono perfettamente nei sistemi economici aperti, cioè in rapporti di scambio con altri Paesi, come nel caso di chi produce il reddito in un Paese ma è residente in un altro. Si pensi al caso di un dirigente italiano (cioè residente in Italia) che lavora a Londra per una multinazionale inglese, i cui guadagni sono contabilizzati nel reddito nazionale italiano e non nel prodotto nazionale italiano, bensì in quello britannico. Si noti tuttavia che normalmente le due espressioni sono usate con lo stesso significato di ricchezza prodotta ogni anno nel Paese, anche per il fatto che i valori dei due diversi aggregati tendono a coincidere.

Reddito disponibile e reddito nazionale Sottraendo dal reddito nazionale quella parte di reddito che si deve versare allo Stato a titolo di imposte dirette  e il risparmio delle imprese (profitti non distribuiti) e aggiungendo i trasferimenti alle famiglie (pensioni e sussidi) si ottiene il reddito disponibile.

Esportazioni/ importazioni Export/imports

Il reddito disponibile è costituito dall’insieme delle risorse a disposizione delle famiglie per il consumo e il risparmio. Il reddito nazionale è uguale alla somma dei seguenti aggregati: = consumi (privati e pubblici); •C = investimenti (privati e pubblici); •I (XM) = saldo della bilancia commerciale (esportazioni − importazioni). • Pertanto l’equazione del reddito nazionale è la seguente: Y = C + I + (X – M)

La composizione del reddito nazionale Esaminiamo le singole voci. • Consumi. Rappresentano la quota del reddito nazionale impiegata direttamente per il soddisfacimento dei bisogni. Si distinguono in privati (alimentari, vestiario, televisori, autoveicoli ecc.) e pubblici (difesa, istruzione, amministrazione della giustizia, ordine pubblico, servizi sanitari ecc.).

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“ Si dovrebbe pensare più a far bene che a star bene: e così si finirebbe anche a star meglio” (Alessandro Manzoni)

E ORIENTAMENTO

EDUCAZIONE CIVICA

Misurare il benessere oltre il PIL: l’indice BES

Il PIL di un Paese è la misura della sua ricchezza, ma presenta alcuni limiti significativi quando si tratta di misurare il benessere complessivo della popolazione. Esso, infatti, non tiene conto della distribuzione del reddito, delle condizioni di salute, della situazione dell’ambiente, della qualità delle relazioni sociali e istituzionali delle persone. Per questo motivo in Italia è stato sviluppato l’indice di Benessere Equo e Sostenibile (BES), il quale tiene conto di 12 domini (salute, istruzione

e formazione, lavoro e conciliazione dei tempi di vita, benessere economico, relazioni sociali, politica e istituzioni, sicurezza, benessere soggettivo, paesaggio e patrimonio culturale, ambiente, ricerca e innovazione, qualità dei servizi), suddivisi in oltre 150 indicatori, che offrono una visione più completa e sfaccettata del reale progresso di una società, contribuendo a costruire politiche pubbliche più efficaci per la promozione di un benessere duraturo per tutti i cittadini.

LESSICO  Imposte dirette Sono quelle che colpiscono direttamente la ricchezza nel momento in cui si produce (reddito) o quella già esistente (patrimonio), come nel caso dell’Irpef e dell’Ires o dell’Imu.

Alleniamo la CITTADINANZA ECONOMICA

Si formino in classe 5 gruppi che, attraverso il sito dell’ISTAT, analizzino i Rapporti BES relativi all’ultimo decennio, suddividendosi un biennio ciascuno. Ogni gruppo, con l’aiuto dell’insegnante di economia politica, prepari dei grafici che illustrino gli andamenti dei macro-indicatori di dominio BES relativi agli anni ricercati, così da poterne tracciare l’andamento dell’ultimo decennio.

PROFESSIONI E COMPETENZE DEL FUTURO Ispirandoti al celebre discorso sul PIL di Robert Kennedy all’Università del Kansas il 18 marzo 1968, reperibile nei contenuti digitali, scrivi a tua volta un breve discorso, della durata massima di 3 minuti, sull’efficacia dell’indice BES. Esponi, unitamente ai tuoi compagni di classe e dinanzi al docente orientatore, il discorso preparato, potenziando le competenze di pubblic speaking e di critical thinking, importanti per agire in maniera autonoma e sicura.

FACCIAMO IL PUNTO

PER ESEMPIO

Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

Reddito nazionale Immaginiamo che in un sistema economico il prodotto nazionale, costituito dal valore di tutti i beni e i servizi finali prodotti in un anno, sia pari a 1.800 miliardi di euro (offerta globale). La ricchezza così prodotta viene distribuita agli operatori che hanno concorso alla produzione, in relazione all’apporto di ciascuno; essi possono così disporre di risorse (domanda globale), da impiegare in consumi e investimenti, poniamo, per 1.500 miliardi e in risparmi per 300 miliardi.

1. Da che cosa è composto il reddito nazionale? 2. Quali voci fanno parte del reddito nazionale? 3. Che cosa va detratto e sommato per calcolare il reddito nazionale netto?

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• Investimenti. Sono costituiti dai beni che vengono impiegati per la produzione di altri beni, come gli impianti, i macchinari, le scorte. Queste ultime sono costituite dai beni prodotti, ma non utilizzati nel corso dell’anno. Accanto agli investimenti privati, vanno considerati quelli pubblici, effettuati cioè dallo Stato (strade, ponti, opere ferroviarie, ospedali, università, infrastrutture varie). • Saldo della bilancia commerciale. Può essere attivo o passivo, come vedremo più avanti. Se è attivo il Paese ha accumulato riserve valutarie , se è passivo si è indebitato verso l’estero. Inoltre, nel primo caso il reddito nazionale è superiore al prodotto nazionale, nel secondo caso è inferiore. Se la bilancia commerciale è in pareggio, il reddito nazionale coincide con il prodotto nazionale.

Reddito a prezzi correnti e a prezzi costanti Finora ci siamo sempre riferiti al reddito nazionale considerandolo ai suoi prezzi correnti, cioè moltiplicando le quantità dei beni e servizi finali, prodotte in un dato anno, per i rispettivi prezzi (di quell’anno) e facendo la somma. Nel caso, invece, lo si voglia calcolare per verificare se, nel corso di un periodo, i beni e i servizi a disposizione di un Paese siano aumentati o diminuiti, il confronto è possibile solo se è effettuato a prezzi costanti, perché è necessario annullare gli effetti dell’inflazione che, diversamente, aumentando i prezzi dei beni, potrebbe indurre a pensare ad un aumento della produzione. Il reddito nazionale a prezzi costanti si ottiene moltiplicando le quantità dei beni e servizi finali prodotte nell’anno per i prezzi di un altro anno, detto anno base, e sommando i valori così ottenuti.

Limiti degli aggregati Pur indispensabili per conoscere la realtà economica di un Paese, gli aggregati della contabilità nazionale presentano seri limiti. I principali sono: • non tengono conto delle attività che non passano per il mercato: per esempio il lavoro di una casalinga non è contabilizzato (ma se la casalinga decide di assumere una collaboratrice domestica fa aumentare il reddito nazionale); • non tengono conto – se non in modo convenzionale – dell’economia sommersa → Economia principalmente il lavoro nero. Questo fenomeno, caratterizzato dall’assunzione irnon osservata regolare di manodopera, coinvolge spesso categorie fragili come studenti e pensiop. 269 nati, così come persone con un secondo impiego. I datori di lavoro, eludendo gli obblighi fiscali e contributivi, sottraggono risorse allo Stato e pregiudicano i diritti dei lavoratori; • non consentono di valutare il benessere della collettività, perché il PIL può aumentare, ma nel contempo la qualità della vita può diminuire. Da un punto di vista individuale, la pressione a produrre sempre di più può portare a un aumento dello stress lavorativo, della competitività e dell’alienazione sociale. Da un punto di vista sociale, può aumentare la disuguaglianza concentrando la ricchezza in mano a pochi e alimentare tensioni sociali. Senza contare che un’economia in rapida crescita può → Contabilità ambientale portare ad uno sfruttamento eccessivo delle risorse naturali che compromette la sap. 279 lute dell’ambiente e la qualità della vita delle future generazioni; • sono frutto di convenzioni, soprattutto per quanto riguarda la valutazione dei servizi pubblici: dato che il calcolo del loro valore è commisurato alla retribuzione dei dipendenti pubblici, basta un aumento della retribuzione di questi ultimi, cui non corrisponda un aumento della produttività del loro lavoro, per far crescere il prodotto nazionale, senza un corrispondente aumento di benessere per la collettività.

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U5 Reddito nazionale ed equilibrio . C2 Il reddito nazionale e la contabilità economica


ECONOMIA E REALTÀ

Livello del reddito e qualità della vita Il livello di benessere di una collettività non dipende solo dalla quantità di beni materiali consumati, ma anche da una serie di elementi che difficilmente possono essere valutati in moneta, pur influenzando il

grado di soddisfazione dei bisogni: ambiente, tempo libero, stato di salute, istruzione ecc. L’aumento del benessere non è il semplice risultato dell’aumento del reddito pro capite, anche se questo può costituire, almeno in prima approssimazione, una misura utile per confrontare economie fra loro non molto diverse. Gli studiosi hanno elaborato altri indici, che tengono conto dei caratteri socio-culturali della popolazione, come ad esempio: • la speranza di vita alla nascita, che indica il numero di anni che, in media, può vivere un neonato; • il grado di istruzione media dei cittadini, sovente misurato dal tasso di scolarizzazione (rapporto fra coloro che frequentano la scuola e il totale degli individui soggetti all’obbligo scolastico); • il numero dei locali di abitazione per ogni persona; • i consumi pro capite di proteine ani-

mali, quindi la qualità dell’alimentazione individuale; • il numero dei medici per 1.000 abitanti; • il numero di apparecchi radio e televisivi, telefoni, giornali; • la quantità di energia consumata; • il livello dei servizi pubblici e delle infrastrutture; • i livelli di inquinamento.

LESSICO  Riserva valutaria Quantità di oro, di valute estere e di crediti internazionali a disposizione delle autorità monetarie di un Paese per garantire eventuali prestiti ottenuti all’estero o per far fronte a eccedenze delle importazioni sulle esportazioni.

Le ricerche combinano quindi indicatori quantitativi e indicatori socio-culturali e ambientali, per elaborare attendibili scale di misurazione della qualità della vita, accettate e diffuse a livello internazionale. Vediamoni alcuni. L’indice di Sviluppo Umano (ISU) è uno degli indici più noti e utilizzati a livello internazionale. Combina tre dimensioni principali: salute, istruzione e PIL pro capite. Happy Planet Index (HPI), invece, è un indice che misura il benessere umano in relazione al suo impatto ambientale. L’Indicatore di Progresso Vero (IPV) si pone l’obiettivo di misurare il progresso effettivo di una società, tenendo conto di aspetti economici, sociali e ambientali.

VERSO LE COMPETENZE

1. Il reddito pro capite basta da solo a stabilire il livello di benessere di una collettività? 2. L’aumento del benessere dipende solo dall’aumento del reddito? 3. Quali altri elementi influenzano il grado di soddisfazione dei bisogni?

VERSO LA CONSAPEVOLEZZA

1. Quali sono, secondo te, gli indici socio-culturali più importanti? 2. Prova a riflettere sull’influenza che un ambiente salubre ha sul tuo benessere personale.

FACCIAMO IL PUNTO Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

1. A che cosa serve calcolare il reddito nazionale a prezzi costanti? 2. Come si calcola il reddito nazionale a prezzi costanti? 3. Quali sono i principali limiti degli aggregati della contabilità nazionale? 4. Perché calcolare il PIL non consente una valutazione affidabile del benessere di una comunità?

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2 . 4 Il Bilancio economico nazionale La contabilità nazionale trova la sua sintesi nel Bilancio economico nazionale, prospetto che accoglie i dati relativi al reddito nazionale di un Paese, evidenziando l’insieme delle risorse e l’insieme degli impieghi del sistema economico.

La Relazione generale In Italia i valori sono contenuti nella Relazione generale sulla situazione economica del Paese, che il Governo presenta annualmente al Parlamento; essa riassume l’andamento dell’intero sistema economico; vi si trovano i dati relativi: • alla produzione dei singoli settori (agricoltura, industria e terziario); • il modo in cui il valore della produzione è stato ripartito fra i portatori dei fattori produttivi (lavoratori, imprenditori, capitalisti, titolari di rendite); • come il prodotto è stato impiegato per i consumi; • qual è il valore delle importazioni, delle esportazioni e degli investimenti privati e pubblici.

Il prospetto del Bilancio Esso accoglie in entrata le risorse disponibili, costituite da quanto si è prodotto all’interno del Paese (PIL) e da quanto si è importato dall’estero; in uscita gli impieghi, ossia i consumi finali privati e pubblici, gli investimenti privati e pubblici e le esportazioni. Il Bilancio economico nazionale (come si vede dallo schema a pagina seguente, che fornisce i rispettivi valori percentuali tratti dagli ultimi dati disponibili), riassume in poche cifre i caratteri più importanti dell’economia italiana. Lo schema a pagina seguente evidenzia l’uguaglianza fondamentale relativa all’offerta e alla domanda di beni e servizi finali. MAPPA 2 

Formazione delle risorse Vediamo come si formano le risorse. Per la maggior parte esse provengono dalla produzione interna, realizzata attraverso il lavoro e le capacità imprenditoriali degli Italiani. La parte restante proviene dalle importazioni, che in una certa quantità sono direttamente consumate dagli Italiani (si pensi alle banane, al caffè, alle auto straniere ecc.) ma in notevole quantità servono a fornire l’energia, le materie prime e i beni e servizi intermedi all’industria manifatturiera e all’agricoltura, che le utilizzano per ottenere i prodotti finali destinati sia ai consumi interni sia alle esportazioni. Le risorse vengono impiegate per quasi i 2/3 nei consumi finali (alimentari, vestiario, spese per la casa, per la salute, per i trasporti ecc.); una parte è investita (per migliorare strutture produttive e infrastrutture), la parte rimanente viene esportata. MAPPA 2 

Un quadro significativo dell’economia Il Bilancio economico nazionale offre un quadro esauriente dell’economia di un Paese: da esso si vede che quanto maggiore sarà l’ammontare delle risorse, tanto più alta sarà la possibilità di consumare e di investire. → Unità 8 Nei Paesi più poveri, come vedremo, le risorse sono scarse e vengono quasi completamente impiegate nei consumi, mentre gli investimenti sono appena sufficienti a sostituire gli impianti e i macchinari logorati nel processo produttivo; nei Paesi più ricchi, invece, i consumi – pur elevati – assorbono solo una parte delle risorse, permettendo la formazione di cospicue quote di risparmio, che finanziano gli investimenti produttivi.

278

U5 Reddito nazionale ed equilibrio . C2 Il reddito nazionale e la contabilità economica


MAPPA 1

SCHEMA DEL CONTO ECONOMICO DELLE RISORSE E DEGLI IMPIEGHI PIL

+

IMPORTAZIONI

=

CONSUMI

+

MAPPA 2

RISORSE

INVESTIMENTI

+

ESPORTAZIONI

IMPIEGHI

IL CONTO ECONOMICO DELLE RISORSE E DEGLI IMPIEGHI DELL’ECONOMIA ITALIANA (2023) Prodotto interno lordo (PIL) o Valore aggiunto 75,71%

Consumi finali 58,00% RISORSE DISPONIBILI 100%

Importazioni 24,29%

Investimenti 16,70% Esportazioni 25,30%

EDUCAZIONE CIVICA

La contabilità ambientale Secondo quanto riferisce il WWF in un documento presentato in una Conferenza a Bruxelles, il 70% della crescita annuale del PIL deriva da attività dannose all’ambiente. In Gran Bretagna, ad esempio, è stato calcolato che mentre il PIL è cresciuto nel periodo 1950-2020 del 300%, è sensibilmente diminuito il benessere sociale, a causa dell’aumento dell’inquinamento, del pendolarismo, della criminalità e del danno ambientale complessivo. È noto che l’attività produttiva, per sua stessa natura, comporta la dispersione di una grande quantità di rifiuti, che gradualmente distruggono le risorse ambientali. Un comportamento responsabile deve evitare danni irreversibili, lasciando un pianeta ancora in grado di sostenere le generazioni future.

VERSO LE COMPETENZE

Da qui l’esigenza di studiare un nuovo sistema di contabilità nazionale, che tenga conto anche degli aspetti relativi allo sfruttamento delle risorse naturali: la contabilità ambientale consiste appunto nella contabilizzazione degli effetti dell’attività economica sull’ambiente, allo scopo di elaborare indici in grado di misurare il benessere sociale.

1. Quanta parte della crescita annuale del PIL è dannosa per l’ambiente? 2. All’aumentare del PIL aumenta sempre il benessere sociale? 3. Quali sono le cause della correlazione negativa fra aumento del PIL e aumento del benessere sociale? 4. In che cosa consiste la contabilità ambientale? 5. Quali comportamenti tieni per proteggere l’ambiente in cui vivi?

FACCIAMO IL PUNTO Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

1. A che cosa serve il Bilancio economico nazionale ? 2. Da dove provengono le risorse del Paese? 3. In quale modo vengono utilizzate queste risorse?

279


PLUS Il Bilancio economico nazionale

La conoscenza della consistenza e dell’evoluzione delle voci della contabilità nazionale consente la formulazione di critiche e di giudizi basati sui dati reali dell’economia. Non è facile familiarizzarsi con strumenti che a volte risultano complessi e di non semplice lettura; tuttavia, l’educazione di ogni cittadino alle cifre fondamentali della contabilità nazionale è condizione indispensabile per l’effettiva partecipazione di ciascuno alla vita pubblica. I DATI PARLANO 

Ripartizione del reddito La contabilità nazionale riassume in un prospetto, detto Conto dell’utilizzazione del reddito, la ripartizione del reddito nazionale distinguendo tra consumi e risparmi. Questi gli ultimi dati disponibili. Conto dell’utilizzazione del redditto nazionale Consumi e risparmi Redditto nazionale lordo

1.791 Totale

Consumi nazionali Risparmio nazionale lordo

1.791

1.374 417 Totale

1.791

Fonte: Istat “Conti economici nazionali”, vari anni

E ORIENTAMENTO

ECONOM

IA

Dai dati sopra riportati si nota che nel 2023 il risparmio nazionale lordo eccede gli investimenti fissi lordi per 20 miliardi. Ciò significa che una quota del nostro risparmio, pari appunto a 20 miliardi, è stata usata per finanziare gli investimenti di ana altri Paesi.

L’impatto dell’IA su produttività e PIL: un futuro di benessere o nuove disparità? In un suo contributo scientifico, intitolato “The Simple Macroeconomics of AI”, Daron Acemoğlu, uno degli economisti più citati al mondo, esamina le implicazioni economiche dei recenti sviluppi dell’intelligenza artificiale. Utilizzando un modello economico preciso, egli analizza come l’IA può sia automatizzare i compiti sia collaborare con i lavoratori, e cerca di capire come questi cambiamenti influenzeranno l’economia nel suo insieme. Gli effetti macroeconomici dell’IA sono complessi e variabili. Sebbene l’IA possa aumentare la produttività e il PIL, i benefici saranno probabilmente moderati e dipenderanno dalla capacità di automatizzare compiti complessi e creare nuovi compiti utili. Sarà cruciale adottare un approccio equilibrato che massimizzi i benefici della produttività aumentata, mentre si dovranno affrontare proattivamente i rischi di disuguaglianza e manipolazione. Le politiche di formazione continua per i lavoratori, insieme a una regolamentazione attenta e lungimirante, saranno essenziali per assicurare che la rivoluzione digitale sia inclusiva e benefica per tutti. Il futuro dell’IA è promettente, ma richiede una gestione saggia e responsabile per realizzare a pieno il suo potenziale. Adattato da https://www.agendadigitale.eu/industry-4-0/ limpatto-dellia-su-produttivita-e-pil-un-futuro-dibenessere-o-nuove-disparita/

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U5 Reddito nazionale ed equilibrio . C2 Il reddito nazionale e la contabilità economica


I DATI PARLANO

Il conto economico delle risorse e degli impieghi I valori delle risorse e degli impieghi in Italia dal 1980 al 2023 sono riportati nella tabella seguente (miliardi di euro). Conto economico delle risorse e degli impieghi Aggregati

1980 (lire)

2010 (euro)

2019 (euro)

2021 (euro)

2023 (euro)

RISORSE Prodotto interno lordo Importazioni Totale

338.743 92.852 431.595

1.548,8 442,2 1.991,0

1.787,2 422,9 2.210,1

1.782,0 540,2 2.322,2

1.791,0 574,6 2.365,6

IMPIEGHI Consumi nazionali – delle famiglie – collettivi Investimenti fissi lordi Esportazioni Totale

212.488 57.307 84.664 77.136 431.595

928,6 335,0 312,7 414,7 1.991,0

1.075,4 336,2 321,2 477,3 2.210,1

1.021,8 361,1 357,1 582,2 2.322,2

1.046,4 327,6 396,7 594,9 2.365,6

Fonte: Istat “Conti economici nazionali”, vari anni

LEGGI E RIFLETTI

In quali modi l’IA può contribuire ad aumentare il PIL? Per quali ragioni è importante assicurare una rivoluzione digitale inclusiva?

METTITI ALLA PROVA

Cerca in Internet un grafico che rappresenti l’andamento del PIL negli ultimi dieci anni. Cerca in Internet informazioni sulle previsioni dell’aumento del PIL connesse all’IA. Crea un file Word o un Documento di Google contenente il grafico e le altre informazioni ottenute, poi inserisci le tue considerazioni personali sul possibile andamento del PIL nei prossimi anni.

PROFESSIONI E COMPETENZE DEL FUTURO La competenza personale, sociale e capacità di imparare a imparare consiste nella capacità di riflettere su sé stessi, di gestire efficacemente il tempo e le informazioni, di lavorare con gli altri in maniera costruttiva, di mantenersi resilienti e di gestire il proprio apprendimento e la propria carriera. Per far fronte all’incertezza che caratterizza la rivoluzione digitale è importante conoscere le proprie strategie di apprendimento preferite, sviluppando le competenze per cercare le occasioni di istruzione, formazione e carriera. 1. Cerca in Internet la Raccomandazione del Consiglio dell’Unione Europea del 22 maggio 2018 relativa alle competenze chiave per l’apprendimento permanente. 2. Approfondisci la parte del documento relativo alla competenza personale, sociale e capacità di imparare a imparare. 3. Crea una presentazione multimediale nella quale descrivi le possibili strategie per sviluppare tale competenza in preparazione all’Esame di Stato e al tuo futuro professionale.

281


CAPITOLO

2

Il reddito nazionale e la contabilità economica

Sintesi

Ascolta e ripassa

2 . 1 La contabilità economica nazionale

La contabilità economica nazionale è costituita da un insieme di conti che descrivono in forma quantitativa l’attività di un sistema economico in un certo periodo di tempo (normalmente un anno). Scopo della contabilità nazionale è la descrizione quantitativa dell’attività economica di un Paese, per conoscerne la struttura e l’evoluzione nel tempo. Per favorire i confronti fra i diversi Paesi, e per coordinare le politiche economiche nazionali, è in corso un processo di standardizzazione dei conti, che consiste nell’unificazione dei metodi e delle procedure di calcolo.

2 . 2 Il prodotto nazionale

La contabilità nazionale viene impiegata per il calcolo di importanti grandezze che “fotografano” la situazione economica di un Paese. Tra queste grandezze, la principale è il Prodotto nazionale lordo (PNL), che è la somma dei valori di tutti i beni e i servizi finali ovunque prodotti in un anno dagli operatori di un certo Paese. Si può calcolare come somma di valori monetari o come somma dei valori aggiunti. Per passare dal Prodotto nazionale lordo al Prodotto nazionale netto (PNN) occorre detrarre gli ammortamenti. A seconda che il prodotto nazionale comprenda o meno le imposte indirette, si ha la nozione di Prodotto nazionale ai prezzi di mercato oppure di Prodotto nazionale al costo dei fattori. Il Prodotto interno lordo (PIL) è il valore, a prezzi di mercato, dei beni e servizi prodotti in un anno dagli operatori nazionali ed esteri che operano all’interno del Paese. Il PIN (prodotto interno netto) si calcola sottraendo gli ammortamenti e PIL pro capite si ottiene dividendo il PIL per il numero di abitanti di un dato Paese.

2 . 3 Il reddito nazionale

Il Reddito nazionale (RN) è costituito dall’insieme di tutti i redditi guadagnati dai soggetti residenti in un certo Paese in un certo anno. L’equazione del Reddito nazionale è: Y = C + I + (X − M) dove Y è il reddito nazionale, C i consumi privati e pubblici, I gli investimenti privati e pubblici, X le esportazioni e M le importazioni.

2 . 4 Il Bilancio economico nazionale

Il Bilancio economico nazionale è il prospetto che espone i dati relativi al reddito nazionale di un Paese, evidenziando le risorse e gli impieghi. Questi, in un’economia aperta, hanno origine sia all’interno sia all’esterno del Paese. Il Conto delle risorse e degli impieghi definisce l’identità di base, secondo cui: Totale delle risorse = (PIL + Importazioni)

282

Totale degli impieghi (Consumi + Investimenti + Esportazioni)

U5 Reddito nazionale ed equilibrio . C2 Il reddito nazionale e la contabilità economica


Mappa da completare Dopo aver ripassato i contenuti dell’Unità, completa la mappa inserendo correttamente gli elementi mancanti scelti tra i seguenti duplicazioni • importazioni • investimenti • reddito disponibile • sistema economico • valore aggiunto CONTABILITÀ ECONOMICA NAZIONALE Insieme dei conti che descrivono un ____________________________________________ AMMORTAMENTI PRODOTTO NAZIONALE LORDO PRODOTTO NAZIONALE NETTO + redditi verso l’estero − redditi dall’estero

PRODOTTO NAZIONALE NETTO AL COSTO DEI FATTORI

− imposte indirette + contributi alla produzione

PRODOTTO INTERNO NETTO PRODOTTO INTERNO LORDO AMMORTAMENTI REDDITO NAZIONALE − imposte dirette − risparmio delle imprese + trasferimenti

BILANCIO ECONOMICO NAZIONALE

Totale delle risorse PIL + ____________________

____________________ ____________________

EQUAZIONE DEL REDDDITO NAZIONALE Y = C + I + (X − M)

Totale degli impieghi CONSUMI + ____________________ + ESPORTAZIONI

RISPONDI ORA ALLE DOMANDE 1. Che cos’è la contabilità economica nazionale?

4. Che cos’è il reddito disponibile?

2. Come si definiscono gli ammortamenti?

5. Quali sono le voci del Bilancio economico nazionale?

3. Come si definisce il reddito nazionale?

283


CAPITOLO

2

Il reddito nazionale e la contabilità economica

Esercizi Consolidiamo le conoscenze...

SCELTA MULTIPLA 1. Completa l’affermazione scegliendo la frase corretta fra quelle proposte. 1. L’insieme dei conti che riguardano l’attività economica di un Paese si chiama a  annuario statistico italiano b  contabilità dell’Azienda-Italia c  bilancio annuale dello Stato d  contabilità economica nazionale 2. L’apporto al PNL dei beni e servizi prodotti dallo Stato è valutato in base a  ai loro prezzi valutati al costo dei fattori b  alla somma degli stipendi pagati ai dipendenti pubblici c  alla somma delle imposte dirette pagate dai cittadini d  ai loro prezzi di mercato 3. Per passare dal Prodotto nazionale lordo (PNL) al Prodotto nazionale netto (PNN) occorre a  aggiungere gli ammortamenti b  sottrarre gli ammortamenti c  aggiungere le imposte indirette d  sottrarre le imposte indirette 4. Per determinare il Prodotto nazionale lordo (PNL) ai prezzi di mercato occorre aggiungere al PNL al costo dei fattori la differenza fra i contributi alla produzione e a  le imposte indirette b  le imposte dirette c  il valore aggiunto d  gli ammortamenti 5. Il reddito nazionale risulta dalla somma di a  consumi e investimenti b  consumi, investimenti, esportazioni c  consumi, investimenti, importazioni d  consumi, investimenti, saldo commerciale 6. Il prospetto che accoglie i dati relativi al reddito nazionale, evidenziando l’insieme delle risorse e degli impieghi del sistema economico, viene chiamato a  tavola delle interdipendenze settoriali b  Bilancio economico nazionale c  saldo della bilancia dei pagamenti d  conto della produzione lorda vendibile 7. Le risorse disponibili nel Paese, come figurano nel Bilancio economico nazionale, vengono impiegate nelle seguenti voci a  consumi + investimenti + importazioni

284

Esercizi interattivi

b  consumi + investimenti − importazioni c  consumi + investimenti + esportazioni d  consumi + investimenti – esportazioni 8. Se in un Paese gli aggregati, misurati in milioni di euro, hanno i seguenti valori: consumi = 60.000, investimenti = 15.000, importazioni = 25.000, esportazioni = 20.000, il reddito nazionale è pari a a  70.000 euro b  75.000 euro c  95.000 euro d  100.000 euro 9. Il totale delle risorse disponibili in un dato Paese risulta da a  PIL – importazioni b  PIL + esportazioni c  PIL – esportazioni d  PIL + importazioni

COMPLETAMENTI 2. Completa il brano inserendo i termini appropriati tra quelli proposti. esportazioni • famiglie • importazioni • impieghi • imprese • internazionale • maggiore • nazionale • risorse • servizi • esterno • interno • estero • uguale • paragonabile Il Bilancio economico _____________, detto anche Conto economico delle risorse e degli _____________, è un prospetto sintetico che contiene da un lato le _____________ di cui il Paese dispone in un determinato periodo (normalmente un anno), dall’altro l’impiego che delle stesse è stato fatto. Una parte delle risorse, cioè di beni e servizi, è stata prodotta all’_____________ (Prodotto interno lordo o PIL); un’altra parte è provenuta dall’esterno (_____________). Gli impieghi sono in parte interni, in parte esterni al Paese. Gli impieghi interni comprendono i beni e i servizi acquistati dalle famiglie (consumi delle famiglie); i beni e i servizi acquistati dalla Pubblica amministrazione per produrre i _____________ pubblici (spesa pubblica); e i beni di produzione acquistati dalle _____________ (investimenti). Gli impieghi esterni riguardano gli acquisti di beni e servizi nazionali da parte dell’operatore Resto del mondo (esportazioni). Il totale delle risorse è esattamente _____________ al totale degli impieghi: un Paese, infatti, non può impiegare altro che le risorse effettivamente disponibili.

U5 Reddito nazionale ed equilibrio . C2 Il reddito nazionale e la contabilità economica


ASSOCIAZIONE 3. Associa la definizione scegliendola dall’elenco proposto. (Attenzione: non tutte le espressioni vanno inserite.) 1. Prodotto nazionale lordo 2. Beni intermedi 3. Duplicazioni 4. Produzione lorda vendibile 5. Prodotto nazionale netto 6. Reddito nazionale 7. Reddito disponibile 8. Prodotto nazionale netto ai prezzi di mercato 9. Prodotto nazionale al costo dei fattori a. ___Si ottiene dal Prodotto nazionale lordo togliendo gli ammortamenti b. ___Insieme dei redditi (salari, profitti, interessi, rendite) guadagnati dai residenti in un certo Paese in un certo anno c. ___Risorse a disposizione delle famiglie che vengono destinate al consumo e al risparmio d.___Somma di tutti i beni e i servizi finali prodotti in un anno dagli operatori residenti in un certo Paese e. ___Prodotto nazionale netto comprensivo delle imposte indirette

f. ___Beni impiegati per ottenere il prodotto finale g. ___Valore di tutti i beni prodotti in un anno dalle imprese, dalle famiglie e dallo Stato

PREPARATI ALLA PROVA ORALE 4. Tra parentesi i paragrafi di riferimento. 1. Che cos’è la contabilità economica nazionale? (2.1) 2. Come si definisce il PNL? 2.2) 3. Che cosa si intende con l’espressione produzione lorda vendibile? (2.2) 4. Che cosa sono gli ammortamenti? (2.2) 5. Che cos’è il PIL? (2.2) 6. Come si definisce il reddito nazionale? (2.3) 7. Da quali aggregati risulta composto il reddito nazionale? (2.3) 8. Da che cosa sono costituite le risorse che sono disponibili nel Bilancio economico nazionale? (2.4) 9. Come vengono impiegate le risorse disponibili? (2.4) 10. Come si forma il risparmio nazionale? (2.4)

... per sviluppare le competenze CASI PRATICI 5. Esamina ciascun caso e fornisci delle soluzioni o rispondi motivando. 1. P IL nominale e reale. Un semplice esercizio

di macroeconomia

Supponi che nell’anno 2023 siano stati venduti 95 kg di mele e 55 Kg di arance al prezzo di 3 euro/kg per entrambi i frutti. L’anno seguente, sono stati venduti 120 Kg di mele e 50 di arance a prezzi invariati. Nel 2025, sono state vendute le stesse quantità di frutta, ma al prezzo di 3,50 euro/kg. Calcola il PIL nominale di tutti e tre gli anni e il PIL reale degli ultimi due. 2. R eddito nazionale lordo.

Ibride italiane all’estero

Un’azienda italiana produce autovetture ibride che vende sia sul mercato interno che all’estero. Nel corso di un anno, i ricavi totali ammontano a 100 milioni di euro. Di questi, 30 milioni provengono dalle esportazioni verso la Francia, mentre 70 milioni sono realizzati in Italia. L’azienda paga salari ai suoi dipendenti per un valore complessivo di 50 milioni di euro. Inoltre, deve versare allo Stato imposte per 10 milioni di euro e distribuire dividendi agli azionisti per 5 milioni di euro.

1. Calcola il PIL nominale di tutti e tre gli anni. 2. Calcola il PIL reale del terzo anno. 3. Qual è stato l’andamento del sistema economico nei 3 anni? 4. Che cosa si intende per PIL a prezzi correnti e a prezzi costanti? 5. Quale tra i due indicatori ti sembra più utile per misurare la crescita di un Paese?

1. Come si calcola il Reddito nazionale lordo relativo al nostro Paese? 2. Calcola il contributo dell’azienda citata al RNL in Italia.

285


3

CAPITOLO

L’equilibrio del sistema economico e l’intervento dello Stato

Contenuti

digitali del Vengono qui confrontate la teoria neoclassica del reddito e dell’occupacapitolo zione e la teoria keynesiana, che ha criticato la tesi secondo cui il sistema e glossario inglese. si trova sempre in equilibrio di piena occupazione. Approfondiremo poi la prescrizione keynesiana che attribuisce alla spesa pubblica il compito, in caso di crisi, di intervenire a sostegno della domanda aggregata, per finire con le critiche attuali contro gli eccessivi interventi dello Stato nell’economia, ritenuti causa dell’aumento del debito pubblico e di inflazione. Vengono inoltre approfonditi i concetti di consumo, risparmio e investimento, che abbiamo già imparato a riconoscere come attività fondamentali dell’economia, il cui scopo ultimo è la produzione di beni e servizi per il soddisfacimento dei bisogni della società.

3 . 1 Il reddito nel periodo breve e nel periodo lungo Analisi di periodo breve e di periodo lungo Il livello di equilibrio del reddito nazionale, essenziale per il benessere della collettività, può essere studiato secondo due ottiche diverse: nel periodo breve e nel periodo lungo. Nel periodo breve la capacità produttiva del sistema è data e non può essere aumentata; il problema è quindi quello di utilizzare nel modo migliore la capacità produttiva esistente. Rientra in questa analisi, ad esempio, lo studio delle cause che determinano il livello ottimale di utilizzo degli impianti e delle forze di lavoro disponibili in un certo momento. Nel periodo lungo le capacità produttive possono essere aumentate, e quindi questa analisi studia come il sistema economico si sviluppa nel tempo. I problemi affrontati sotto questo profilo riguardano l’accumulazione del capitale , il ruolo del progresso tecnico, l’addestramento di manodopera qualificata ecc., essenziali per la crescita dell’economia.

Reddito nazionale effettivo e potenziale Per un’analisi di periodo breve dobbiamo ricordare quanto abbiamo appreso studiando la funzione microeconomica di produzione: la quantità prodotta di un bene (output) dipende dalla quantità di fattori produttivi impiegati (input). Utilizzo degli impianti. Se consideriamo, ad esempio, un’impresa siderurgica, possiamo distinguere due differenti concetti di prodotto: il prodotto potenziale, che è dato dalle tonnellate di acciaio ottenibili in un anno nel caso in cui l’impianto venisse utilizzato a pieno ritmo, e il prodotto effettivo, che invece è costituito dalle tonnellate di acciaio effettivamente prodotte dall’impianto. Si intuisce facilmente che il prodotto effettivo è al massimo uguale al prodotto potenziale: ma normalmente è inferiore, a causa di una serie di fattori che possono impedire la piena utilizzazione dell’impianto stesso (caduta della domanda, insufficiente disponibilità di materie prime, scioperi ecc.). Impiego dei fattori produttivi. Il medesimo schema di ragionamento può essere applicato a livello macroeconomico: il reddito nazionale – che corrisponde alla quantità di beni e servizi prodotti dall’intera economia – dipende dalla quantità di fattori produttivi impiegati. Analogamente a quanto avviene a livello microeconomico, il livello del reddito nazionale è funzione diretta della quantità dei fattori impiegati (cioè cresce al crescere della quantità di fattori produttivi).

286

U5 Reddito nazionale ed equilibrio . C3 L’equilibrio del sistema economico e l’intervento dello Stato


 Il maggiore o minore equilibrio del reddito nazionale nel lungo periodo dipende da come le capacità produttive possono essere aumentate.

PLUS

Quando il prodotto effettivo è uguale al prodotto potenziale? Il prodotto effettivo è il valore di tutti i beni e servizi finali che i soggetti operanti all’interno di uno Stato sono riusciti a produrre in un determinato periodo, convenzionalmente un anno. Il prodotto potenziale è invece il valore dei beni e dei servizi finali che i soggetti operanti all’interno del territorio nazionale potrebbero produrre se fosse realizzata la condizione del pieno impiego delle risorse produttive (capitale e lavoro) disponibili. Ma quando si verifica una tale circostanza? Forse quando la forza lavoro è interamente occupata? O quando tutti gli impianti sono attivi giorno e notte

e la produzione segue un ciclo continuo di 365 giorni? No, perché nella realtà un tale caso non potrebbe mai verificarsi. Più che potenziale, un prodotto definito da questa ipotesi sarebbe irreale. Potenziale è invece quel prodotto che si ha quando viene realizzata la migliore delle ipotesi possibili, quando cioè i disoccupati sono senza lavoro perché lo vogliono, ossia quando la disoccupazione è frizionale. E quando tutti gli impianti sono utilizzati secondo la loro piena capacità, che non significa al loro limite di rottura.

LESSICO  Accumulazione del capitale Processo in base al quale una parte del prodotto ottenuto viene destinata all’accrescimento del capitale che verrà impiegato nella produzione futura. Si realizza quando, dopo aver reintegrato il capitale consumato nella produzione, ciò che rimane è investito per accrescere la produzione futura.

Virginio Schiavetti, Le parole de “Il Sole 24 Ore”

FACCIAMO IL PUNTO Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

1. A quali diverse considerazioni perviene l’analisi dell’equilibrio del reddito nazionale nel breve e nel lungo periodo?

287


La funzione aggregata della produzione La relazione funzionale fra il reddito nazionale e le quantità di fattori produttivi prende il nome di funzione macroeconomica (o aggregata) della produzione. Possiamo dire che il reddito nazionale potenziale (detto anche reddito di piena occupazione) è quello che la collettività può produrre quando tutti i fattori produttivi sono impiegati, mentre il reddito nazionale effettivo è quello realmente prodotto nel periodo considerato. Anche a livello macroeconomico il reddito nazionale effettivo può, al massimo, raggiungere il valore del reddito nazionale potenziale. L’analisi del reddito nazionale quindi: • nel periodo breve indaga le cause che determinano il livello del reddito effettivo, nel presupposto che la capacità produttiva sia data e non possa essere aumentata; • nel periodo lungo si occupa invece delle cause che determinano il livello del reddito potenziale, nel presupposto che la capacità produttiva possa essere aumentata. MAPPA 

La capacità produttiva utilizzata Nelle analisi economiche, per misurare il grado di utilizzo dei fattori produttivi, soprattutto a livello di singoli settori, si fa largo impiego del rapporto fra il reddito effettivo e il reddito potenziale. Se indichiamo con Y il reddito effettivo, e con Yp il reddito potenziale, il rapporto Y/ Yp misurerà in termini percentuali il grado di utilizzo dei fattori produttivi. grado di utilizzo dei fattori produttivi = Y PER ESEMPIO  Yp

3 . 2 La teoria neoclassica del reddito e dell’occupazione Equilibrio spontaneo di piena occupazione Secondo la teoria neoclassica, un sistema in regime di libera concorrenza raggiunge in modo automatico la piena occupazione dei fattori produttivi. Tale situazione di equilibrio è assicurata dalla flessibilità dei prezzi, che, fluttuando, realizzano l’uguaglianza fra la domanda e l’offerta dei beni in tutti i mercati e, conseguentemente, l’uguaglianza fra la domanda globale e l’offerta globale. L’equilibrio, che si raggiunge spontaneamente in ogni momento, assicura l’uguaglianza del reddito effettivo e del reddito potenziale, con la piena occupazione di tutti i fattori produttivi, in particolare del lavoro, cioè: Y = Yp

La legge di Say La posizione dei classici e dei neoclassici è riassunta dalla legge di Say, dal nome dell’economista francese che la formulò nel Traité d’économie politique del 1803. La legge di Say, detta anche legge degli sbocchi, sostiene che “l’offerta crea sempre la propria domanda”. Ciò significa che non sono possibili crisi di sovraproduzione  globale, ma solo, eventualmente, squilibri parziali di alcuni settori che però le forze automatiche del mercato tenderanno a riassorbire. Si tratta, pertanto, di squilibri settoriali e temporanei. A livello globale, un’eventuale sovraproduzione di un settore, ad esempio, agricolo, verrebbe compensata da un altro settore in sottoproduzione , ad esempio edilizio, assicurando, tra i vari settori, la piena occupazione dei fattori produttivi e l’uguaglianza tra reddito potenziale ed effettivo.

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U5 Reddito nazionale ed equilibrio . C3 L’equilibrio del sistema economico e l’intervento dello Stato


Quindi grazie a salari e prezzi flessibili (cioè suscettibili di variare in risposta alle diverse situazioni di mercato) la piena occupazione dei fattori produttivi, in particolare del lavoro, è assicurata. In caso di reddito effettivo minore del potenziale, causato, ad esempio, da disoccupazione, i lavoratori in cerca di occupazione si accontenterebbero di un salario più basso pur di lavorare, mentre gli imprenditori, dal canto loro, troverebbero conveniente assumere nuovi lavoratori, finché la disoccupazione verrebbe assorbita. In tal modo aumenterebbe la produzione effettiva fino a eguagliare quella potenziale. Da quanto sopra si capisce che, secondo la visione tradizionale, il livello del reddito nazionale raggiunge sempre il valore più elevato consentito dalle risorse disponibili, in quanto le forze di mercato tendono spontaneamente a realizzarlo. Secondo gli economisti classici ogni intervento dello Stato è dannoso, dato che ci sono forze automatiche che spingono il sistema verso l’equilibrio.

LESSICO  Sovraproduzione Squilibrio tra offerta e domanda, derivante da un eccesso della prima sulla seconda.

 Sottoproduzione Produzione di beni inferiore alla quantità richiesta dal mercato o consentita dai mezzi di produzione.

Un eccessivo ottimismo: la critica di Keynes

MAPPA

La Grande crisi del 1929-1932 doveva però scuotere dalle fondamenta l’ottimismo di questa posizione: la presenza di milioni di disoccupati bastò a smentire la legge degli sbocchi. Allora, si cominciò a pensare che la piena occupazione non fosse una caratteristica necessaria all’equilibrio del sistema economico: sulla base di queste considerazioni, Keynes contestò vigorosamente le posizioni tradizionali.

ANALISI DEL REDDITO NAZIONALE per il

BREVE PERIODO

LUNGO PERIODO

miglior utilizzo della capacità produttiva esistente

miglioramento generale delle capacità produttive

da reddito effettivo a reddito potenziale

incremento del reddito potenziale

PER ESEMPIO

FACCIAMO IL PUNTO Reddito potenziale ed effettivo Se nel settore dell’industria calzaturiera il reddito effettivo Y è pari 9 miliardi di euro, mentre il reddito potenziale Yp è pari a 10 miliardi, il grado di utilizzo dei fattori produttivi è pari al 90%.

Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

1. Che cosa indicano il reddito effettivo e quello potenziale? 2. Che rapporto c’è nel calcolare il reddito effettivo e potenziale tra i due periodi?

289


3 . 3 La teoria keynesiana per l’occupazione L’analisi di Keynes parte da quattro punti fondamentali: 1. i salari sono rigidi verso il basso; 2. l’equilibrio del reddito è solitamente di sottoproduzione; 3. la domanda crea l’offerta e non il contrario; 4. lo Stato deve intervenire per sostenere la domanda.

Rigidità dei salari Nella realtà, osserva Keynes, i salari non sono flessibili, ma rigidi verso il basso, in quanto i sindacati dei lavoratori non accettano una diminuzione dei salari al di sotto di un certo minimo e, se i salari non diminuiscono, le imprese non assumono. Ma anche supponendo che i rappresentanti dei lavoratori accettassero una diminuzione dei salari, questa porterebbe a due possibili conseguenze: • potrebbe realizzarsi una diminuzione della domanda dei beni, quindi, a seguire, una diminuzione della produzione e, di conseguenza, il licenziamento dei lavoratori; • oppure si determinerebbe un fenomeno di deflazione  ossia una diminuzione del livello generale dei prezzi (per la concorrenza fra imprenditori, particolarmente vivace nelle fasi di crisi), che renderebbe meno conveniente per gli imprenditori espandere la produzione. In ogni caso non si raggiungerebbe l’uguaglianza tra reddito potenziale ed effettivo.

Equilibrio di sottoccupazione Keynes osserva, tra l’altro, che una diminuzione dei salari non favorisce necessariamente nuove assunzioni, in quanto gli imprenditori potrebbero essere indotti a ridurre comunque la produzione in caso di aspettative pessimistiche sul futuro dell’economia. L’equilibrio di piena occupazione (che per la teoria tradizionale era la situazione normale) rappresenta per Keynes solo un caso particolare, difficilmente realizzabile autonomamente nella realtà, e possibile solo a fronte di interventi a sostegno della do→ punto 4 manda, espressamente posti in essere dalle autorità preposte alla politica economica. Si può sintetizzare nella mappa a fianco la sequenza causale, che sta alla base dell’impostazione classica e della prima parte della critica keynesiana. MAPPA 

La domanda crea l’offerta Infatti, Keynes sposta l’attenzione dall’offerta alla domanda, rovesciando completamente la legge di Say: gli imprenditori investono e producono sulla base delle loro aspettative future sulla domanda. Se si aspettano una domanda debole, rimanderanno gli investimenti: se non sono sicure di riuscire a vendere ciò che producono, le imprese non produrranno di più, ma licenzieranno i lavoratori, i quali non avranno reddito per acquistare beni e servizi. La domanda di conseguenza diminuirà e con essa la produzione, provocando ulteriori disoccupati… e così via, in un circolo vizioso, che blocca l’economia in una situazione di sottoccupazione causata di una domanda aggregata insufficiente. Per interrompere il circolo vizioso e assicurare il pieno impiego dei fattori produttivi, in particolare del lavoro, secondo Keynes occorre agire sulla domanda aggregata . Quando la domanda aggregata e l’offerta aggregata  sono uguali, il reddito è in equilibrio. Come già abbiamo visto, la situazione di equilibrio non comporta

290

U5 Reddito nazionale ed equilibrio . C3 L’equilibrio del sistema economico e l’intervento dello Stato


MAPPA

Teoria neoclassica

riduzione dei salari reali

aumento dell’occupazione

aumento della produzione

reddito effettivo = reddito potenziale

equilibrio di piena occupazione

la produzione non aumenta

reddito effettivo < reddito potenziale

equilibrio di sotto occupazione

DISOCCUPAZIONE Critica keynesiana alla teoria classica

Salari costanti, rigidi verso il basso diminuzione dei salari

l’occupazione non aumenta diminuzione della domanda

diminuzione della produzione

ECONOMIA E REALTÀ

Il New Deal e la Tennessee Valley Authority Franklin D. Roosevelt fu eletto presidente degli Stati Uniti nel 1932, nel momento peggiore della Grande crisi: la produzione industriale dimezzata, il commercio e gli investimenti crollati, la disoccupazione senza precedenti (15 milioni di disoccupati). Roosevelt si impegnò nel rilancio dell’economia con il New Deal (Nuovo Corso). Venne approvato un esteso piano di lavori pubblici, furono regolati i rapporti di lavoro, con la fissazione di minimi salariali e orari massimi. Venne varato anche un piano assistenziale con l’erogazione di sussidi e la creazione di posti di lavoro. Per rilanciare la domanda delle classi più povere fu approvato un vasto programma di legislazione sociale, seguito da una riforma del sistema fiscale. La Tennessee Valley Authority. Nel 1933 venne creata la Tennessee Valley Authority (TVA), che è stata la realizzazione più significativa del New Deal. Scopo del nuovo ente era quello di provvedere alla regolazione delle acque e delle condizioni di navigabilità del fiume Tennessee attraverso la costruzione di un sistema di dighe, che creò 40.000 nuovi posti di lavoro e 9 bacini artificiali per la produzione idroelettrica a tariffe contenute, che diede impulso ai consumi privati e industriali.

i metodi di coltivazione. L’accresciuta produttività dell’agricoltura e la disponibilità di energia a buon mercato avviò un processo di sviluppo destinato a durare nel tempo e a consolidare le iniziative più valide. Anche l’industria crebbe, grazie a una politica di incentivazione. Fu favorita la crescita di imprese medio-piccole, capaci di meglio rispondere alla domanda locale. Successivamente fu incentivato il turismo, grazie a interventi sull’ambiente e alla creazione di parchi e riserve naturali. Una volta avviato il processo di sviluppo, l’intervento pubblico fu progressivamente ridotto per dare spazio all’iniziativa privata. Gli effetti del New Deal – anticipatori della rigorosa trattazione keynesiana del 1936 – furono molto positivi. Si deve guardare a questa esperienza per capire quello che lo Stato può fare per migliorare le condizioni di vita di un’area depressa.

LESSICO  Deflazione Diminuzione del livello generale dei prezzi (situazione diametralmente opposta all’inflazione). Si verifica nelle fasi di contrazione del sistema ed è quindi associata a una riduzione dell’attività economica, con produzione e reddito in calo.

 Domanda aggregata (o globale) È costituita dall’insieme dei beni e servizi richiesti dalla collettività sul mercato.

 Offerta aggregata (o globale) È costituita dall’insieme dei beni e servizi prodotti dalle imprese e offerti sul mercato in base alla stima che le imprese fanno della domanda.

Il rilancio dello sviluppo. L’agricoltura potè disporre di energia a basso costo, che permise un rapido rinnovamento della conduzione dei fondi. Molto giovò anche una campagna di informazione e di addestramento in collaborazione con le università locali per aggiornare

291


necessariamente, la piena occupazione dei fattori produttivi: se la domanda di lavoro delle imprese è minore dell’offerta di lavoro, infatti, vi è disoccupazione. Nel linguaggio degli economisti, il sistema è in equilibrio di sottoccupazione. Y < Yp

Equilibrio del sistema economico In un sistema economico la quantità di beni e servizi prodotti in un certo anno, moltiplicata per i rispettivi prezzi, costituisce il Prodotto nazionale lordo, e ciò rappresenta l’offerta globale. Questo valore viene distribuito ai titolari dei fattori della produzione (lavoro, capitale, fattori naturali), come remunerazione per la loro partecipazione all’attività produttiva (salario, profitto, interesse, rendita). Il totale di queste remunerazioni costituisce il Reddito nazionale lordo, che viene impiegato per la domanda di beni e servizi, e rappresenta la domanda globale. Da quanto detto, si capisce che nell’analisi keynesiana è il livello del reddito nazionale che, trascinato dalla domanda aggregata, determina i livelli di occupazione, e non viceversa, come riteneva il pensiero tradizionale. Si può così sintetizzare la sequenza causale, che sta alla base dell’impostazione keynesiana: MAPPA 

L’intervento dello Stato In un sistema economico con elevata disoccupazione, in assenza di forze spontanee capaci di rimediarvi, solo l’intervento dello Stato per aumentare la domanda aggregata può far conseguire la piena occupazione. Se gli investimenti privati sono carenti, deve intervenire lo Stato aumentando la spesa pubblica mediante opportune misure di politica economica che permettano di riassorbire la disoccupazione, creando posti di lavoro. L’intervento dello Stato, dunque, sarà focalizzato sulla domanda globale e non sull’offerta globale cara a Say, mediante investimenti che possano stimolare la propensione (cioè l’attitudine) al consumo della collettività. La propensione media al consumo è il rapporto fra i consumi globali e il reddito globale, cioè la quota di reddito che la collettività devolve al consumo. La propensione marginale al consumo è invece il rapporto fra l’incremento del consumo e l’incremento del reddito, sempre riferiti alla collettività. → par. 3.8 Come vedremo più diffusamente in seguito, Keynes affida quindi all’intervento pubblico un compito fondamentale: a differenza dell’opinione dominante fino agli anni Trenta del secolo scorso (secondo cui lo Stato doveva unicamente assicurare il quadro istituzionale), Keynes attribuisce ai poteri pubblici il compito attivo di intervenire per il raggiungimento dell’equilibrio di piena occupazione.

Il deficit spending Questo obiettivo è tanto importante che lo Stato, secondo Keynes, non deve temere di indebitarsi nei confronti dei privati: le entrate dello Stato possono ben essere inferiori alle spese, se ciò ha come risultato il conseguimento della piena occupazione. La politica economica keynesiana, anzi, suggerisce di ricorrere al debito pubblico (deficit spending) nella fase di depressione , al fine di sostenere la domanda globale insufficiente. Viene così meno un postulato dell’economia tradizionale, cioè il pareggio costante del bilancio statale. L’obiettivo dell’assorbimento della disoccupazione può esigere che il bilancio dello Stato, anche per lunghi periodi, sia in deficit. I DATI PARLANO  PER ESEMPIO 

292

U5 Reddito nazionale ed equilibrio . C3 L’equilibrio del sistema economico e l’intervento dello Stato


MAPPA

domanda aggregata

I DATI PARLANO

Quando la domanda aggregata aumenta, le imprese sono incentivate a produrre di più per soddisfarla

reddito nazionale

LIVELLI DI OCCUPAZIONE

aumenta il reddito necessario a remunerare i fattori produttivi

le imprese hanno bisogno di più lavoratori, quindi l’aumento della domanda aggregata “trascina” verso l’alto il livello di produzione e, di conseguenza, l’occupazione

Come si calcola la propensione al consumo I valori della propensione media al consumo (cme) possono essere calcolati applicando la seguente formula: C cme = Y mentre quelli della propensione marginale al consumo (cma) si ottengono con la formula seguente:

ΔC ΔY

dove ΔC rappresenta l’incremento del consumo e ΔY l’incremento del reddito. Nella tabella qui sotto sono stati riportati gli ipotetici valori dei consumi e del reddito nazionale relativi a una serie di anni.

Consumi, reddito nazionale, propensione media e marginale al consumo

PER ESEMPIO

Anno

Reddito nazionale

 Depressione Fase del ciclo economico caratterizzata da una brusca e prolungata diminuzione della produzione industriale, accompagnata da disoccupazione, inutilizzazione degli impianti, diminuzione degli investimenti e fallimenti delle imprese.

Videolezione

cma =

Consumi finali

LESSICO

Propensione al consumo Media

Marginale

1

800

1.000

0,80

2

900

1.200

0,75

0,50

3

980

1.400

0,70

0,40

4

1.010

1.500

0,67

0,30

5

1.030

1.600

0,64

0,20

FACCIAMO IL PUNTO Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

1. Che cosa sostiene Say nella sua teoria sull’equilibrio? 2. Quali sono i quattro punti con cui Keynes smonta la teoria di Say? 3. Come si raggiunge l’equilibrio generale secondo Keynes? 4. Qual è il ruolo dello Stato secondo i due economisti?

Propensione al consumo

Se in un certo anno un Paese ha un reddito nazionale pari a 2.000 miliardi e consumi globali pari a 1.600 miliardi, la sua propensione media al consumo è pari a 0,80 (valore che si ottiene dividendo i consumi globali per il reddito nazionale, cioè 1.600 : 2.000). Se nell’anno successivo il reddito nazionale aumentasse a 2.200 miliardi e i consumi globali a 1.700 miliardi, la sua propensione marginale al consumo sarebbe pari a 0,50 (valore che si ottiene dividendo l’incremento dei consumi globali 1700 − 1600 per l’incremento del reddito nazionale 2200 − 2000, cioè 100 : 200).

293


3 . 4 ll principio del moltiplicatore Un sistema con risorse inutilizzate Si supponga ora di partire da una situazione di equilibrio di sottoccupazione, cioè con macchinari inutilizzati e forza lavoro disoccupata. L’intervento dello Stato per stimolare la domanda si traduce in investimenti finalizzati a dare un reddito ai disoccupati e ciò potrà avvenire in due modi: dando sussidi ai disoccupati oppure promuovendo l’esecuzione di opere pubbliche in cui assumerli.

Effetti positivi di una spesa autonoma L’incremento di reddito determinato da una spesa autonoma (così chiamata perché aggiuntiva e indipendente dal consumo o dal reddito esistenti) si distribuirà fra i portatori dei fattori produttivi (imprenditori, capitalisti e lavoratori), i quali spenderanno in consumi una parte del reddito ricevuto, secondo la propria propensione al consumo. La domanda in questo modo aumenterà e le imprese, per farvi fronte, dovranno aumentare la produzione determinando nuovi aumenti di reddito e nuove spese autonome e così via secondo un processo di crescita che continuerà fino a quando vi saranno ancora risorse inutilizzate. È questo il cosiddetto moltiplicatore  del reddito keynesiano che fa aumentare il reddito nazionale di un multiplo rispetto agli investimenti effettuati, generando maggiore occupazione. Il moltiplicatore del reddito (o moltiplicatore keynesiano) è un intervento per il quale da un investimento iniziale si genera un processo a catena che porta ad un aumento del reddito nazionale assai maggiore dell’investimento iniziale e che dipende dalla propensione marginale al consumo. MAPPA 

Il principio del moltiplicatore In un sistema di sottoccupazione, segnato da disoccupazione lo Stato decide di realizzare un’autostrada per implementare la domanda aggregata con un 1 miliardo di euro destinato alle imprese che la costruiranno. L’incremento della spesa pubblica determina un aumento diretto del reddito nazionale pari all’ammontare dell’investimento che verrà suddiviso tra operai, ingegneri e proprietari delle aziende coinvolte nel progetto, i quali vedranno così aumentare il loro reddito. Questa variazione di reddito, li indurrà ad aumentare i loro consumi (un’auto nuova, una vacanza, ecc.) secondo la propria propensione al consumo. Per soddisfare l’aumentata domanda di beni e servizi, altre imprese aumenteranno la produzione assumendo nuovi lavoratori. Quest’ultimi riceveranno uno stipendio e, a loro volta, aumenteranno i propri consumi, generando un ulteriore aumento della domanda. Questo processo si ripete a catena, creando un effetto moltiplicativo: l’investimento iniziale di 1 miliardo di euro genera un aumento del reddito nazionale superiore a 1 miliardo. Vediamolo in cifre. L’investimento per la costruzione di un’autostrada è di 10 miliardi di euro. Questo incremento di spesa si concretizza in pagamenti di salari, profitti, rendite e interessi, che fanno aumentare il reddito di 10 miliardi. Una parte di questo nuovo reddito verrà risparmiata, mentre un’altra parte, che possiamo supporre pari al 75% (se la propensione media al consumo del sistema è pari a 0,75) sarà di nuovo spesa nell’acquisto di beni di consumo. Questa nuova spesa genererà ulteriore reddito, per l’ammontare di 7,5 miliardi. Il processo di accrescimento del reddito continua: ancora una volta, infatti, una parte di reddito (pari al 75% di 7,5 miliardi) verrà consumata, e così via. L’accrescimento finale del reddito nazionale è pari alla somma dell’investimento iniziale, più tutte le successive spese per consumi. I DATI PARLANO 

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MAPPA

MOLTIPLICATORE KEYNESIANO

EQUILIBRIO DI SOTTO OCCUPAZIONE

INTERVENTO DELLO STATO

disoccupazione

lavori pubblici

AUMENTO REDDITI DELLE FAMIGLIE

AUMENTO DELL’ OCCUPAZIONE

AUMENTO DELLA DOMANDA

AUMENTO DELLA PRODUZIONE

propensione al consumo

I DATI PARLANO

sussidi

Videolezione

La formula del moltiplicatore È possibile pervenire alla formula del moltiplicatore partendo dall’equazione fondamentale del reddito nazionale, cioè: Y=C+I

(1)

dove i simboli hanno il significato già noto. Ipotizziamo ora che i consumi siano una frazione costante del reddito, assumano cioè la forma: C = cY (2) dove c è la propensione media al consumo. Ciò significa che a ogni livello del reddito, i consumi sono pari a una frazione data del reddito, e che a ogni incremento dello stesso corrisponde un incremento proporzionale dei consumi. Se ora sostituiamo la seconda equazione nella prima, avremo: Y = cY + I

(3)

che, mediante semplici passaggi algebrici, dà: 1 Y= I (4) 1−c

La formula (4) dice che, in situazione di equilibrio, il reddito è pari al prodotto fra gli 1 , che prende investimenti (I) e il fattore 1−c il nome di moltiplicatore (K), per cui: K=

1 1−c

PER ESEMPIO Supponiamo che in un sistema economico la propensione al consumo sia pari a 0,75 (come abbiamo detto sopra, ciò significa che il 75% del reddito viene impiegato in consumi). In tale sistema il moltiplicatore è uguale a 4. Infatti: K=

1 1 1 = = =4 1 − c 1 − 0,75 0,25

Pertanto, un investimento pari a 10 miliardi di euro determinerà, in quel sistema, un incremento del reddito pari a 40 miliardi di euro.

LESSICO  Moltiplicatore Rapporto tra la variazione del reddito nazionale e la variazione della spesa autonoma che ne è la causa. In generale, il termine moltiplicatore si usa per indicare le conseguenze amplificate prodotte da una determinata causa.

FACCIAMO IL PUNTO Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

1. Qual è la situazione di partenza sulla quale Keynes innesta il meccanismo del moltiplicatore? 2. In quale modo lo Stato può contribuire a raggiungere il reddito potenziale? 3. Che cosa si intende per spesa autonoma? 4. Quali conseguenze ha nel sistema economico l’aumento di reddito delle famiglie? 5. Che cosa potrebbe accadere se il sistema non fosse in sottoccupazione?

295


Che cosa succede se il sistema non si trova in sottoccupazione? Se invece il sistema non si trova in sottoccupazione perché i fattori della produzione sono occupati, le imprese, a fronte di un aumento della domanda e non potendo aumentare la produzione (non trovando nuovi fattori da impiegare) aumenteranno i prezzi di vendita, provocando una spinta inflazionistica che Keynes definisce vuoto inflazionistico. Questa situazione può crearsi anche quando l’indisponibilità riguarda un solo fattore (ad esempio, carenza di manodopera specializzata, oppure di una materia prima di importazione) e impedire l’aumento della produzione.

3 . 5 La politica keynesiana a sostegno della domanda Dall’analisi del moltiplicatore si deduce facilmente che la crescita del reddito nazionale dipende da due elementi: • la propensione al consumo; • gli investimenti privati e pubblici.

Interventi per far crescere la domanda Quindi, per ottenere un aumento del reddito nazionale è possibile agire sulle seguenti leve: • aumentare la propensione al consumo: ciò si può conseguire attraverso redistribuzioni di reddito a favore delle classi meno abbienti, che presentano una elevata propensione al consumo; o mediante leggi che riducano le imposte sui consumi o che facilitino le vendite a rate o il credito al consumo ; • accrescere il livello degli investimenti del settore privato concedendo sgravi fiscali o agevolazioni creditizie; • aumentare la spesa pubblica , sia incrementando gli investimenti (cioè attuando una politica di opere pubbliche, ossia investendo in strade, ponti, attrezzature portuali ecc.), sia accrescendo i consumi di servizi pubblici (istruzione, sanità ecc.). Gli interventi del primo tipo hanno come risultato un aumento del moltiplicatore; quelli del secondo e del terzo tipo aumentano invece gli investimenti. Le autorità preposte alla politica economica hanno la possibilità di manovrare una di queste leve (la scelta dipende dagli obiettivi da conseguire e dal quadro economico generale) allo scopo di accrescere la domanda aggregata, e di conseguenza il reddito nazionale. MAPPA 

Consumi e risparmio La spesa per consumi delle famiglie e la spesa per investimenti da parte delle imprese sono le componenti che formano la domanda aggregata: esse dipendono, rispettivamente, dalle decisioni dei diversi operatori del sistema economico. Le famiglie, dalla partecipazione al processo produttivo, ottengono un reddito che viene utilizzato in parte per l’acquisto dei beni e servizi necessari al soddisfacimento dei bisogni, in parte accantonata a scopo prudenziale per essere usata in futuro e che costituisce il risparmio. Le imprese invece destinano il risparmio per finanziare gli investimenti in nuovi macchinari e in nuovi stabilimenti industriali e ricevono dalle banche una parte dei capitali necessari per acquistare i beni strumentali desiderati (oppure offrono azioni e obbligazioni in Borsa). Le imprese effettuano gli investimenti per ottenere un aumento dei profitti. Gli investimenti dipendono, quindi, dalle previsioni degli imprenditori sui profitti attesi. Tali previsioni sono legate, a loro volta, alle aspettative  sulla domanda futura e alla propensione al rischio  degli imprenditori.

296

U5 Reddito nazionale ed equilibrio . C3 L’equilibrio del sistema economico e l’intervento dello Stato


MAPPA

LESSICO SOSTEGNO ALLA DOMANDA AGGREGATA

AUMENTARE LA PROPENSIONE AL CONSUMO

redistribuzione del reddito a favore di classi meno abbienti

progressività dell’ imposizione

facilitare il consumo • basse imposte sul consumo • Iva • vendite a rate • credito al consumo

AUMENTO DEL MOLTIPLICATORE

FAVORIRE INVESTIMENTI PRIVATI

fiscalizzazione degli oneri sociali agevolazioni creditizie alle imprese

 Credito al consumo

AUMENTARE LA SPESA PUBBLICA

opere pubbliche

aumento interventi dei servizi pubblici

• servizi sociali • istruzione • sanità pubblica

AUMENTO DEGLI INVESTIMENTI

Crediti concessi ai consumatori, dietro un rimborso rateale, per l’acquisto di beni di consumo durevole (come elettrodomestici o auto).

 Spesa pubblica Insieme di erogazioni monetarie effettuate dallo Stato e dagli altri enti pubblici per soddisfare bisogni collettivi.

 Aspettative Valori attesi di una variabile economica, cioè previsioni effettuate sul valore che assumerà in un momento successivo a quello in cui la previsione è formulata.

 Propensione al rischio Dato che il profitto dipende da eventi incerti, l’imprenditore può anche incorrere in perdite; la sua capacità di “scommettere sul futuro” varia quindi in funzione della sua psicologia, della sua valutazione sulle prospettive future della sua attività, in particolare sul livello del profitto atteso.

FACCIAMO IL PUNTO Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

1. Quali sono gli Interventi che lo Stato può realizzare per far crescere la domanda? 2. Per quale motivo per aumentare la domanda è necessario anche redistribuire il reddito? 3. Che cosa sono la propensione al consumo e al risparmio? Come variano al variare del reddito?

297


Confronto tra teoria neoclassica e teoria keynesiana Le politiche keynesiane sono in netto contrasto con quelle neoclassiche. Secondo quest’ultime, infatti, le famiglie decidono prioritariamente l’ammontare del risparmio che è tanto più alto quanto maggiore è il tasso di interesse. Anche le decisioni di investimento degli imprenditori dipendono dal tasso di interesse: quanto più è basso, tanto maggiore è l’investimento. Pertanto, se il tasso di interesse è alto, i risparmiatori sono indotti a risparmiare, mentre gli imprenditori sono scoraggiati dall’investire, e viceversa. Secondo i neoclassici, il tasso di interesse è il prezzo dei capitali, e ne assicura l’equilibrio, cioè l’uguaglianza: RISPARMIO = INVESTIMENTI Per Keynes, invece, il risparmio e l’investimento dipendono da variabili diverse: il risparmio dipende dal livello del reddito, l’investimento dalle aspettative di profitto degli imprenditori e dal tasso di interesse. Vediamo separatamente le teorie keynesiane su consumo, risparmio e investimenti.

3 . 6 La teoria keynesiana del consumo Secondo Keynes il consumo non dipende dal tasso di interesse, come ritenevano i neo­classici, ma dal livello del reddito. Le posizioni dei neoclassici e di Keynes si possono così sintetizzare: MAPPA 1  Osserva Keynes che «di norma e in media gli uomini sono disposti ad accrescere il loro consumo con l’aumentare del reddito, ma non tanto quanto è l’aumento del loro reddito». Ciò significa che: • il consumo è una funzione crescente del reddito, cioè cresce all’aumentare del reddito;

• il consumo cresce in modo meno che proporzionale all’aumentare del reddito, cioè a un dato aumento del reddito corrisponde un aumento dei consumi più moderato.

PLUS Gli sviluppi post‑keynesiani della teoria del consumo

La teoria keynesiana del consumo afferma che al crescere del reddito aumentano anche i consumi, ma in misura meno che proporzionale rispetto al reddito. I DATI PARLANO 

3 . 7 La teoria keynesiana del risparmio Risparmio come reddito non consumato

Dato che il risparmio è reddito non consumato, è facile capire che le variabili che determinano i consumi sono le stesse che determinano i risparmi. → par. 3.5 Quindi, ricordando quello che è stato detto finora, si ha: e 3.6 • secondo i classici e i neoclassici il risparmio è funzione crescente del tasso di interesse: all’aumentare di tale tasso aumentano i risparmi, attratti dalla maggiore remunerazione del capitale; • secondo Keynes il risparmio è funzione crescente del reddito: infatti, al crescere del reddito, i risparmi aumentano in misura più che proporzionale rispetto al reddito. Le due posizioni si possono sintetizzare nello schema che presentiamo a pagina seguente, dove: MAPPA 2  • S è il risparmio; • i il tasso di interesse; • Y il reddito. Quindi secondo la teoria tradizionale è il tasso di interesse che determina il livello del risparmio; secondo Keynes, invece, i risparmi dipendono dal livello del reddito.

298

U5 Reddito nazionale ed equilibrio . C3 L’equilibrio del sistema economico e l’intervento dello Stato


MAPPA 1

FUNZIONI DEL CONSUMO

I DATI PARLANO

C = C(i) secondo i neoclassici

Videolezione

Rappresentazione grafica della teoria del consumo

all’aumento del reddito in quanto la propensione marginale al consumo è decrescente. Tre ipotesi A seconda del livello del reddito si possono avere tre distinte situazioni: • i consumi sono maggiori del reddito (C > Y): in questo caso le famiglie si indebitano per finanziare i propri consumi. Nel grafico di pagina precedente, se il reddito è OS = OA, il segmento AD rappresenta il risparmio negativo; • i consumi sono uguali al reddito (C = Y): in questo caso non si ha formazione di risparmio. Nel grafico di pagina precedente, si ha tale situazione quando il reddito è OT; • i consumi sono inferiori al reddito (C < Y): in questo caso si ha formazione di risparmio. Se il reddito è OV, il segmento VC rappresenta i consumi e il segmento CF il risparmio.

La dinamica della propensione marginale al consumo, e conseguentemente di quella al risparmio, all’aumentare del reddito, può evidenziarsi con un semplice esempio numerico. Nella tabella qui sotto sono stati riportati nelle prime tre colonne valori ipotetici del reddito, del consumo e del risparmio, mentre nelle ultime due colonne sono stati calcolati i valori della propensione marginale al consumo (cma) e al risparmio (sma). Come si nota, le serie dei consumi, del risparmio e del reddito aumentano contemporaneamente; ma mentre i consumi aumentano meno che proporzionalmente all’aumentare del reddito, i risparmi aumentano in misura più che proporzionale all’aumentare del reddito. Quindi, la propensione marginale al consumo diminuisce e quella al risparmio aumenta all’aumentare del reddito. Pertanto, a ogni incremento di reddito la collettività spende in beni di consumo una frazione di reddito gradualmente minore, come indicato nel grafico. La retta a 45° che esce dall’origine degli assi indica tutti i punti in cui il consumo è esattamente uguale al reddito (perché ogni punto sulla retta ha la stessa distanza dagli assi cartesiani che riportano i livelli dei consumi e del reddito). Il grafico esprime la funzione keynesiana del consumo, secondo cui il consumo (C) aumenta all’aumentare del reddito (Y), ma in misura meno che proporzionale rispetto Y reddito

MAPPA 2

C = C(Y) secondo Keynes

PER ESEMPIO Se a una famiglia affluisce un reddito annuo di 30.000 euro, si possono verificare tre diverse situazioni: a) i suoi consumi annuali sono pari a 32.000 euro: la famiglia si deve indebitare per 2.000 euro all’anno; b) i suoi consumi annuali sono pari a 30.000 euro: la famiglia non fa debiti e non risparmia. c) i suoi consumi annuali sono pari a 26.000 euro: la famiglia risparmia 4.000 euro all’anno.

cma sma C S propensione propensione consumo risparmio marginale consumo marginale. risparmio

1.000

900

100

1.200

1.050

150

0,750

0,250

1.400

1.190

210

0,700

0,300

Consumi C=Y F

1.600

1.320

280

0,650

0,350

1.800

1.440

360

0,600

0,400

Consumi

C

D A O

45°

S

T

V

Reddito

FUNZIONI DEL RISPARMIO

S = S(i) secondo i neoclassici

S = S(Y) secondo Keynes

299


Teoricamente il risparmio totale è la somma del risparmio delle famiglie, delle imprese e dello Stato, secondo il seguente schema: MAPPA  Attualmente nella realtà italiana, il risparmio proviene quasi esclusivamente dalle famiglie; il risparmio delle imprese si è attestato a livelli piuttosto bassi a causa degli scarsi profitti, e ora tende a diminuire ulteriormente per effetto della crisi economica. Nel nostro Paese non si ha formazione di risparmio pubblico, in quanto le spese correnti superano sistematicamente le entrate correnti, creando uno dei maggiori debiti pubblici dei Paesi industrializzati.

3 . 8 La teoria keynesiana degli investimenti La seconda componente della domanda aggregata – oltre alla spesa per consumi già esaminata – è costituita dalla spesa per investimenti. Gli investimenti sono costituiti dalle somme impiegate per aumentare i beni capitali durevoli (come macchinari, impianti, opere pubbliche ecc.), utilizzati nel processo produttivo allo scopo di ottenere una quantità di beni e servizi maggiore di quella impiegata. Gli investimenti possono essere effettuati da imprese private o dallo Stato per produrre i servizi pubblici e si possono classificare come segue: • investimenti fissi, costituiti dal capitale impiegato per l’acquisto di attività immobilizzate che servono per più cicli produttivi (macchinari, impianti ecc.); • investimenti in scorte , costituiti dal capitale destinato all’acquisto dei beni da impiegare nel processo produttivo (materie prime, semilavorati, prodotti intermedi); • investimenti immateriali, costituiti da acquisti di brevetti, diritti d’autore, spese per ricerca e sviluppo ecc.

PLUS Gli investimenti nel capitale umano L’equilibrio del reddito nazionale

Investimenti nel capitale umano. Sono costituiti da spese per istruzione e formazione che aumentano notevolmente la produttività del lavoro. Il movente degli investimenti e il rischio di impresa. Gli investimenti privati sono il frutto delle autonome scelte dell’imprenditore. Gli investimenti delle imprese dipendono dalle previsioni effettuate dagli imprenditori: essi sono in funzione dei ricavi attesi, e quindi in definitiva sono i profitti a costituire il movente degli investimenti. L’elemento rischio è connesso a qualsiasi atto di investimento: l’imprenditore deve perciò stimare una serie di eventi futuri, in base a elementi scarsamente noti e suscettibili di cambiamento. Da qui la prevalenza di elementi soggettivi su quelli oggettivi nelle decisioni di investimento: per questo Keynes ha chiamato gli stimoli all’investimento spiriti animali, intendendo con ciò affermare che le motivazioni all’investimento sono un insieme di elementi razionali e irrazionali.

3 . 9 L’intervento dello Stato nell’economia

→ punto 4, Come anticipato, per gli economisti classici l’intervento pubblico nell’economia dopar. 3.3 veva essere ridotto al minimo, dato che per questi studiosi allo Stato competeva solo lo svolgimento di quelle attività che non potevano essere svolte dai privati (difesa nazionale, ordine pubblico, giustizia, costruzione di opere pubbliche). Con la Grande crisi → Unità 2, (1929-32) si afferma una nuova concezione del ruolo dello Stato, avviato dalle critiche par. 3.4 alle teorie tradizionali per opera di Keynes. Oggi anche i seguaci del neoliberismo  riconoscono che lo Stato deve garantire il quadro generale di ordine giuridico-sociale entro il quale si svolge la libera iniziativa economica dei privati. In tutti i Paesi a economia di mercato lo Stato è un protagonista della vita economica, insieme alle famiglie e alle imprese. Tutti concordano che uno Stato moderno debba garantire il benessere dei cittadini e offrire loro i servizi essenziali, come la sanità e l’istruzione, salvaguardare l’ambiente e favorire la concorrenza e tutelare i consumatori.

300

U5 Reddito nazionale ed equilibrio . C3 L’equilibrio del sistema economico e l’intervento dello Stato


MAPPA

LESSICO

IL RISPARMIO TOTALE

 Neoliberismo Risparmio delle famiglie Risparmio delle imprese

Risparmio privato

+

Risparmio pubblico

=

RISPARMIO TOTALE

E ORIENTAMENTO

EDUCAZIONE CIVICA

L’impatto dei fattori ESG sugli investimenti: Social Bond e Green Bond

Dottrina economica contemporanea che si ispira ai principi del liberismo, rivalutando il ruolo del mercato e della libera concorrenza, e sostenendo un limitato intervento dello Stato nell’economia. Per i suoi sostenitori lo Stato deve solo assicurare condizioni concorrenziali, combattendo le formazioni monopolistiche.

“Non c’è sostenibilità sociale senza sostenibilità ambientale” (David Boyd) I fattori ESG (Environmental, Social, Governance) stanno diventando sempre più cruciali nelle decisioni di investimento, poiché offrono opportunità per finanziare progetti con impatti positivi sul piano sociale e ambientale. Tra gli strumenti finanziari che contribuiscono alla costruzione di un mondo più sostenibile, mantenendo performance economiche competitive, troviamo Social Bond e Green Bond, titoli di debito emessi per raccogliere capitali destinati ad affrontare sfide sociali (accesso a servizi essenziali, creazione di alloggi a prezzi accessibili, miglioramento delle condizioni lavorative, promozione dell’inclusione sociale) o a sostenere progetti aventi un impatto positivo sull’ambiente (produzione di energie rinnovabili, efficienza energetica, riduzione delle emissioni di gas serra, protezione della biodiversità).

Alleniamo l’EDUCAZIONE FINANZIARIA

Provate a simulare, a gruppi, la creazione di un portafoglio di investimento che combini Social Bond e Green Bond da proporre a un trentenne, che ha un impiego a tempo indeterminato e guadagna circa 100.000 euro lordi all’anno; è proprietario di una casa, presa col mutuo (per il quale deve restituire un residuo di 120.000 euro) e di un’auto elettrica; l’investitore ha una forte coscienza ambientalista e una propensione all’impegno sociale, tanto che fa attività di volontariato. Ciascun gruppo, con l’aiuto dell’insegnante di economia politica, identifichi gli obiettivi dell’investimento nonché il volume e la struttura del portafoglio.

PROFESSIONI E COMPETENZE DEL FUTURO Una delle professioni del futuro legate agli investimenti social e green è quella dell’ESG Analyst. Tale figura professionale potrebbe avere un impatto significativo sul modo in cui vengono allocati e gestiti i capitali, promuovendo il cambiamento positivo nelle imprese e nella società. Quali competenze e qualifiche, a tuo parere, deve possedere l’analista ESG? Dopo un’opportuna ricerca, confrontati con il docente orientatore e con il suo aiuto cerca di comprendere se potresti percorrere questa strada in futuro.

FACCIAMO IL PUNTO Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

1. Da quali variabili dipende il risparmio secondo i neoclassici e secondo Keynes? 2. Quale variabile viene presa in considerazione dagli imprenditori sull’opportunità di fare nuovi investimenti?

301


Le finalità dell’intervento pubblico Secondo la classificazione di R.A. Musgrave, economista statunitense di origini tedesche del 900, l’intervento dello Stato è volto essenzialmente a perseguire tre finalità: • redistributiva, che realizza sia obiettivi di equità nella distribuzione della ricchezza, che di stimolo alla domanda perché permette di aumentare la propensione al consumo che, ricordiamo, è decrescente rispetto al livello del reddito, quindi più alta → par. 3.6 nelle famiglie con reddito più basso le quali, al crescere del reddito, aumentano i consumi in misura maggiore rispetto le famiglie a reddito alto; • allocativa, che realizza obiettivi di efficienza nel mercato fornendo beni e servizi che il mercato non è in grado di offrire in modo efficiente, come ad esempio la difesa nazionale, l’ordine pubblico, le strade ecc., e regolando il mercato con leggi e regolamenti che tutelano i consumatori e l’ambiente; • di stabilizzazione, che realizza obiettivi di equilibrio e sviluppo, promuovendo occupazione e ripresa economica nelle fasi di recessione e combattendo l’inflazione nelle fasi espansive dei cicli economici, per una crescita economica sostenibile. PER ESEMPIO 

Gli strumenti dell’intervento pubblico → Unità 4, Le modalità e i fini dell’intervento pubblico nell’economia sono studiati dalla politica par. 3.4 economica (come già accennato).

La politica economica consiste nell’insieme degli interventi dello Stato per supplire alle inefficienze del libero mercato, allo scopo di raggiungere determinati obiettivi di interesse generale. Gli strumenti della politica economica sono i seguenti. La politica industriale consiste nell’insieme di interventi pubblici attuati allo scopo di creare le condizioni necessarie allo sviluppo delle imprese. La politica fiscale (o politica di bilancio) consiste nella manovra del bilancio dello Stato, attraverso le sue componenti (entrate e spese pubbliche), per fini di politica economica. → par. 3.6 Come abbiamo visto, se si aumenta la spesa pubblica, si sostiene la domanda aggregata e, attraverso l’azione del moltiplicatore, aumenta il reddito nazionale. Se invece si aumentano le imposte, diminuisce il reddito disponibile e quindi cala la domanda di beni di consumo (quest’ultima manovra è utile per combattere l’inflazione, come vedremo più avanti).

La politica monetaria consiste nel controllare le variabili monetarie mediante l’uso di particolari strumenti, come la quantità di moneta in circolazione, il livello del tasso di interesse, l’offerta di moneta, la quantità di credito. La politica monetaria nel nostro Paese è attuata dalla Banca d’Italia, in stretta coordinazione con la Banca centrale europea (BCE) e si propone di variare la quantità di moneta in circolazione in base agli obiettivi da raggiungere, quali, ad esempio, mantenere la stabilità monetaria, sollecitare la ripresa economica o contenere l’inflazione. La politica dei redditi consiste nella promozione di accordi fra le parti sociali (sindacati dei lavoratori e sindacati degli imprenditori) per frenare la crescita dei salari e dei prezzi al fine di combattere l’inflazione.

302

U5 Reddito nazionale ed equilibrio . C3 L’equilibrio del sistema economico e l’intervento dello Stato


PER ESEMPIO

Finalità e strumenti dell’intervento pubblico Funzione allocativa: costruzione di infrastrutture, regolamentazione dei trasporti pubblici, tutela dell’ambiente; funzione redistributiva: imposta sul reddito progressiva, sussidio di disoccupazione,

pensioni; funzione di stabilizzazione: politiche fiscali espansive in periodi di recessione, politiche monetarie restrittive in periodi di inflazione.

ECONOMIA E REALTÀ

Whatever it takes Il 26 luglio 2012, nel mezzo della crisi del debito sovrano europeo, l’allora Governatore della Banca Centrale Europea Mario Draghi tenne un discorso alla Global Investment Conference di Londra, un forum di investitori e dirigenti d’azienda, sul ruolo delle banche centrali e della BCE nell’evitare il riacutizzarsi di una crisi. Il discorso rimase famoso, tra l’altro, per la frase «Whatever it takes» (in italiano «Tutto ciò che è necessario» o anche «Costi quel che costi») destinata a

essere ricordata e spesso ripresa in molti discorsi; voleva significare che la BCE avrebbe fatto appunto «tutto il necessario» per salvare l’euro da eventuali processi di speculazione. La locuzione, pronunciata in inglese dato il contesto, fu poi ripresa in molti discorsi in Europa e non solo, per affermare e rassicurare sul ruolo delle banche centrali, e su quello della BCE, nell’evitare il riacutizzarsi di una crisi.

ECONOMIA E REALTÀ

La politica dei redditi e l’Accordo del 1993 Un momento realmente cruciale della politica dei redditi in Italia è rappresentato dall’Accordo del 1993, siglato dalle parti sociali (sindacati e Confindustria) e dal Governo Amato. Questo patto, concluso in un periodo di inflazione elevata e debito pubblico crescente, segnò una svolta decisiva nel panorama economico italiano , introducendo una stagione di moderazione salariale e di contenimento dell’inflazione. Lo scopo dell’accordo era di invertire la tendenza fino ad allora prevalente, puntando su una crescita economica sostenibile, sulla stabilità dei prezzi e un adeguamento dei salari al costo della vita. Le principali misure previste dall’accordo riguardavano: • moderazione salariale: i sindacati

si impegnarono a limitare l’aumento dei salari, al fine di contenere i costi per le imprese e ridurre la pressione inflazionistica, con l’obiettivo di evitare spirali inflazionistiche e di garantire un potere d’acquisto stabile ai lavoratori; • politica fiscale espansiva: il Governo si impegnò a sostenere la crescita economica attraverso una politica fiscale espansiva, basata su investimenti pubblici e sgravi fiscali per le imprese. L’Accordo del 1993 ebbe un impatto significativo sull’economia italiana. Da un lato, contribuì a stabilizzare i prezzi e a ridurre il debito pubblico. Dall’altro, favorì la crescita economica e la creazione di nuovi posti di lavoro.

FACCIAMO IL PUNTO Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

1. Quali sono le finalità dell’intervento pubblico nell’economia? 2. Quai sono gli strumenti della politica economica?

303


È questo uno strumento di politica economica in cui lo Stato non è il soggetto principale, ma svolge un ruolo di promozione e di sostegno. Lo Stato a sua volta si impegna a controllare i prezzi dei servizi pubblici destinabili alla vendita (tariffe elettriche, ferroviarie, autostradali ecc.) e a contenere le aliquote delle imposte sui consumi . Le scelte di politica economica competono agli organi che rappresentano la volontà popolare (Parlamento e Governo), nel rispetto degli obblighi che il nostro Paese ha verso gli altri Stati membri della UE, in particolare nel campo della politica monetaria. MAPPA  Lo schema visualizza il modo di operare della politica economica per il conseguimento degli obiettivi. Esso evidenzia che: • le finalità e gli obiettivi sono decisi dal Parlamento, che rappresenta la collettività;

• la scelta degli strumenti di politica economica compete al Governo.

3 . 10 Pro e contro l’intervento pubblico Limite di validità delle ricette keynesiane. Fin verso il 1970 le politiche economiche keynesiane, attuate dai governi di tutti i Paesi sviluppati, hanno assicurato uno straordinario processo di crescita, riuscendo a stabilizzare il ciclo economico e a garantire elevati livelli occupazionali. Va però osservato che le ricette keynesiane hanno valore soltanto quando vi è sottoutilizzo degli impianti e delle forze di lavoro, cioè durante le fasi di depressione dell’economia; se vengono protratte nel tempo, impiegandole anche quando tutta la capacità produttiva è impegnata (cioè durante la fase di espansione), fanno aumentare il debito pubblico e creano inflazione. Debito pubblico e inflazione. Dato che le politiche keynesiane in Italia sono state applicate per stimolare la domanda aggregata anche durante le fasi di espansione, nel corso degli anni ’80 del secolo scorso i prezzi sono notevolmente aumentati e la spesa pubblica si è enormemente dilatata. Per finanziarla si è fatto ricorso sistematico al debito pubblico, che è costantemente cresciuto: intorno al 1990 l’indebitamento dello Stato italiano era pari al valore dell’intero Prodotto interno lordo, e negli anni successivi ha raggiunto livelli ancora più elevati (oggi arriva al 160%) anche a seguito delle enormi spese che lo Stato ha dovuto affrontare a causa della pandemia Covid-19. L’alta inflazione e i deficit di bilancio accumulatisi negli anni 1970-90 hanno messo in crisi la legittimità dell’intervento pubblico nell’economia. Gli economisti hanno individuato nell’enorme dilatazione della spesa pubblica la perdita di competitività del nostro sistema economico, perché lo Stato ha gestito in modo inefficiente le ingenti risorse sottratte all’economia privata.

PLUS Il debito pubblico in Italia

304

Critiche a Keynes. L’intervento pubblico è stato criticato soprattutto dai sostenitori dell’economia dell’offerta (supply side economics), che ha i suoi principali esponenti in Arthur Laffer e Lester Thurow. Essi ripropongono la legge di Say, chiedono sgravi fiscali e incentivi per stimolare l’offerta, e respingono l’eccessiva regolamentazione del mercato del lavoro, che impedisce il funzionamento dei meccanismi concorrenziali (deregulation). Ciononostante, la grande crisi finanziaria del 2008 che dagli Stati uniti è dilagata a macchia d’olio nei mercati occidentali ha messo nuovamente in discussione i modelli economici neoliberisti dominanti, evidenziando i limiti di un approccio esclusivamente basato sui mercati. Inoltre la necessità di sostenere l’economia durante una crisi sanitaria senza precedenti ha portato molti governi a adottare politiche fiscali espansive, tipiche dell’approccio keynesiano. U5 Reddito nazionale ed equilibrio . C3 L’equilibrio del sistema economico e l’intervento dello Stato


LESSICO

ECONOMIA E REALTÀ

Il Welfare State Con l’espressione Welfare State (Stato sociale o Stato del benessere) si intende un sistema sociale, in cui lo Stato garantisce a tutti i cittadini un livello minimo di reddito e l’accesso a servizi (come l’abitazione, la salute, l’istruzione ecc.) ritenuti socialmente irrinunciabili. La sua data di nascita risale all’approvazione da parte del Parlamento inglese del Piano Beveridge, dal nome dell’economista che nel 1942 stilò un famoso rapporto contenente la proposta di una serie di interventi per proteggere l’individuo dalla miseria e dai rischi delle moderne condizioni di vita. L’episodio più rilevante fu il varo in Inghilterra (1948) del servizio sanitario gratuito, poi adottato da molti Paesi. Lo strumento principale del Welfare State è il sistema della sicurezza sociale, finanziato mediante una imposizione fiscale progressiva, tale da attuare una radicale redistribuzione del reddito fra le classi sociali. Si tratta, in sostanza, di una diversa concezione del ruolo dello Stato, che deve impegnarsi per realizzare un’uguaglianza sempre più sostanziale. La crisi economica degli anni ’70 del secolo scorso ha riaperto drammaticamente il dibattito sullo Stato sociale, che ha causato una crescita enorme della spesa pubblica, senza che a loro volta le entrate pubbliche potessero essere ulteriormente aumentate. Il risultato è una crescita incontrollata

dei deficit pubblici, che mette in crisi le basi del sistema (crisi fiscale dello Stato). Secondo la spiegazione neoliberista, la crisi dello Stato sociale è dovuta al crescere delle aspettative dei cittadini, che ha favorito una cultura del diritto all’assistenza. Poiché tutti domandano protezione allo Stato, con enormi sprechi di risorse, la spesa pubblica aumenta a dismisura, mentre il prelievo fiscale non può più essere aumentato, in quanto è già causa dell’insofferenza dei contribuenti. La soluzione consiste nel trovare un giusto equilibrio fra Stato e mercato: il peso dell’intervento statale va ridotto, ampliando il ruolo del mercato. Ma vanno rafforzati l’efficienza dell’intervento pubblico e l’impegno solidaristico nei confronti di chi ha veramente bisogno. La garanzia di un reddito minimo, allo scopo di assicurare a tutti i cittadini l’accesso ai servizi essenziali, è stata affermata dall’Agenda globale per lo sviluppo sostenibile, che ha elaborato una serie di obiettivi, approvati il 25 settembre 2015 all’unanimità dagli Stati membri dell’Onu, che si sono impegnati a raggiungerli entro il 2030 (Agenda 2030). Nel caso specifico il riferimento è l’obiettivo 8 (Incentivare una crescita economica duratura, inclusiva e sostenibile, un’occupazione piena e produttiva e un lavoro dignitoso per tutti).

VERSO LE COMPETENZE

Colpisce determinati prodotti nel momento della loro immissione sul mercato. Le più importanti sono l’IVA e le imposte di fabbricazione (o accise), che colpiscono gli oli minerali, le bevande alcoliche e altri beni, come l’energia elettrica.

FACCIAMO IL PUNTO Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

1. A quali altri obiettivi può essere veicolato l’intervento dello Stato oltre che a sostenere la domanda? 2. Dopo aver studiato questo capitolo, sapresti dire che cosa si intende per equilibrio del sistema economico? 3. Su quali argomentazioni si basano le critiche alle ricette keynesiane?

1. Che cosa è il Welfare State? 2. Quali proposte erano contenute nel Piano Beveridge? 3. Come viene finanziata la sicurezza sociale? 4. In che modo i neoliberisti spiegano la crisi dello Stato sociale? 5. Esiste una soluzione alla crisi dello Stato sociale? 6. Esponi le tue osservazioni sugli obiettivi e i limiti dello Stato sociale.

MAPPA

 Imposta sui consumi

PARLAMENTO

GOVERNO POLITICA ECONOMICA

FINALITÀ

STRUMENTI

Redistributiva

Allocativa

Stabilizzazione

equità

efficienza

equilibrio e sviluppo

Politica industriale

Politica monetaria

Politica fiscale

Politica dei redditi

305


CAPITOLO

3

L’equilibrio del sistema economico e l’intervento dello Stato

Sintesi

Ascolta e ripassa

3 . 1 Il reddito nel periodo breve e nel periodo lungo

Nel periodo breve il problema economico consiste nell’utilizzare in modo ottimale le risorse disponibili; nel periodo lungo, invece, dato che le risorse produttive si possono incrementare, si studia come il sistema si sviluppa.

3 . 2 La teoria neoclassica del reddito e dell’occupazione

Secondo i neoclassici in libera concorrenza il sistema raggiunge automaticamente la piena occupazione dei fattori produttivi. Questa teoria è sintetizzata dalla legge di Say (o legge degli sbocchi), secondo cui l’offerta crea la propria domanda, e la flessibilità di prezzi e salari assicura l’equilibrio del mercato.

3 . 3 La teoria keynesiana per l’occupazione

Secondo la teoria keynesiana il sistema economico è normalmente in equilibrio di sottoccupazione. Per assicurare la piena occupazione dei fattori produttivi è necessario l’intervento dello Stato a sostegno della domanda aggregata attraverso la spesa pubblica (deficit spending).

3 . 4 Il principio del moltiplicatore

L’incremento della spesa pubblica determina un aumento diretto del reddito nazionale pari all’ammontare dell’investimento. Il moltiplicatore del reddito (o moltiplicatore keynesiano) è il coefficiente, che indica quante volte aumenta il reddito nazionale in conseguenza di un investimento iniziale. Il suo valore è tanto più alto quanto maggiore è la propensione al consumo della collettività.

3 . 5 La politica keynesiana a sostegno della domanda

Lo Stato deve sostenere la domanda aggregata, quando i consumi e gli investimenti privati non bastano per la piena occupazione dei fattori produttivi. La spesa pubblica ha il compito di colmare la differenza fra il reddito di piena occupazione e quello di sottoccupazione.

3 . 6 La teoria keynesiana del consumo

Secondo Keynes i consumi dipendono dal livello del reddito e non da quello del tasso di interesse: al crescere del reddito aumentano anche i consumi, ma in misura meno che proporzionale.

3 . 7 La teoria keynesiana del risparmio

Dato che il risparmio è reddito non consumato, le variabili che determinano i consumi sono le stesse che determinano i risparmi: il risparmio è funzione crescente del reddito.

3 . 8 La teoria keynesiana degli investimenti

La spesa per investimenti è la seconda componente della domanda aggregata. Possono essere effettuati da imprese private o dallo Stato e riguardare beni capitale (investimenti fissi), scorte di materie prime e beni intermedi, beni immateriali e capitale umano. Dipendono dalla propensione al rischio dell’imprenditore.

3 . 9 L’intervento dello Stato nell’economia

Lo Stato deve assolvere le seguenti funzioni: redistributiva, allocativa e di stabilizzazione attraverso la politica economica, che si articola in politica industriale, politica fiscale, politica monetaria e dei redditi.

3 . 10 Pro e contro l’intervento pubblico

L’intervento dello Stato ha portato all’aumento del deficit del bilancio pubblico, che ha provocato crescita del debito pubblico e inflazione. I teorici dell’economia dell’offerta hanno criticato le politiche keynesiane perché alterano il meccanismo del mercato concorrenziale, limitano la libertà delle imprese e riducono la produzione.

306

U5 Reddito nazionale ed equilibrio . C3 L’equilibrio del sistema economico e l’intervento dello Stato


L’equilibrio del sistema economico e l’intervento dello Stato

Mappa da completare Dopo aver ripassato i contenuti dell’Unità, completa la mappa inserendo correttamente gli elementi mancanti scelti tra i seguenti dannoso • politica economica • politica monetaria • propensione al consumo • propensione al risparmio • offerta aggregata • sottocupazione • sviluppo economico • teoria keynesiana • teoria neoclassica EQUILIBRIO DEL SISTEMA ECONOMICO _____________________

_____________________

Y = YP

Y < YP

• reddito effettivo = reddito potenziale • equilibrio di piena occupazione • l’intervento dello Stato è _______________

• reddito effettivo < reddito potenziale • equilibrio di _____________________ • lo Stato deve sostenere la domanda aggregata

MODI PER SOSTENERE LA DOMANDA AGGREGATA

aumentare la _____________________

aumentare gli investimenti privati

aumentare la spesa pubblica

EQUILIBRIO DEL REDDITO NAZIONALE

Y=C+I posizione di equilibrio

Y>C+I squilibrio deflazionistico

Y<C+I squilibrio inflazionistico

POLITICA ECONOMICA

• funzione redistributiva • funzione allocativa • funzione di stabilizzazione

POLITICA FISCALE

PIENA OCCUPAZIONE STABILITÀ MONETARIA

_____________________ POLITICA DEI REDDITI POLITICA INDUSTRIALE

obiettivi _____________________ _____________________

RISPONDI ORA ALLE DOMANDE 1. In che cosa consiste la critica di Keynes alla teoria neoclassica?

3. In che modo lo Stato può sostenere la domanda aggregata?

2. Perché secondo Keynes è necessario l’intervento dello Stato?

4. Quali sono gli obiettivi della politica economica? 5. Quali sono gli strumenti della politica economica?

307


CAPITOLO

3

L’equilibrio del sistema economico e l’intervento dello Stato

Esercizi Esercizi interattivi

Consolidiamo le conoscenze... SCELTA MULTIPLA 1. Completa l’affermazione scegliendo la frase corretta fra quelle proposte. 1. Se un Paese ha un reddito effettivo di 10 miliardi di euro, a fronte di un reddito potenziale di 12,5 miliardi, il suo grado di utilizzo dei fattori produttivi è pari a a  80% b  90%

c  100% d  125%

2. Il raggiungimento automatico della piena occupazione dei fattori produttivi è una delle tesi della teoria a  neoclassica b  keynesiana

c  marxista d  fisiocratica

3. Secondo Keynes per assicurare il pieno impiego dei fattori produttivi occorre a  diminuire l’imposizione fiscale b  aumentare le esportazioni c  diminuire l’intervento dello Stato d  sostenere la domanda aggregata 4. Se in un anno i consumi di un Paese sono pari a 1.200 miliardi e il reddito nazionale è pari a 1.500 miliardi, la propensione media al consumo è pari a a  0,80 b  1,25

c  0,45 d  1,70

5. Secondo gli economisti classici sia il risparmio sia gli investimenti dipendono dal a  livello del reddito b  tasso di interesse

c  profitto atteso d  moltiplicatore

6. La teoria keynesiana del consumo afferma che, al crescere del reddito, i consumi rispetto al reddito a  aumentano in misura più che proporzionale b  diminuiscono in misura meno che proporzionale c  diminuiscono in misura più che proporzionale d  aumentano in misura meno che proporzionale 7. Gli investimenti effettuati dagli imprenditori aumentano quando a  aumenta la domanda b  aumentano i tassi di interesse c  aumenta il costo del lavoro d  aumentano le imposte

308

8. Un vuoto inflazionistico provoca a  un aumento dei prezzi b  una diminuzione dei prezzi c  un aumento degli investimenti d  una diminuzione dei risparmi 9. Se la propensione media al consumo è pari a 0,75 la propensione media al risparmio sarà a  0,25 b  0,50

c  0,85 d  1,00

10. È estraneo alla politica di sostegno della domanda globale a  aumentare la propensione al consumo b  aumentare la propensione al risparmio c  aumentare gli investimenti pubblici d  aumentare gli investimenti privati

COMPLETAMENTI 2. Completa il brano inserendo i termini appropriati tra quelli proposti. capitale • banca • costi • futuri • interesse • confrontare • conviene • media • presenti • ricavi • investimento • frutti • interesse Supponiamo che un certo progetto di _____________ dia nel tempo, ad esempio nei prossimi 15 anni, determinati frutti; e supponiamo che questo progetto abbia oggi certi costi. Vale la pena di lanciarsi in questa avventura? Per saperlo dobbiamo _____________ i frutti futuri con i costi ___________. Allora, elenchiamo sulla carta i frutti futuri (sono calcoli da fare a tavolino, perché naturalmente i frutti futuri possono essere solo ipotizzati), facciamo la somma e confrontiamola con i costi _____________. Per fare questo calcolo dobbiamo tenere presente l’elemento tempo. I _____________ sono sopportati oggi, mentre i _____________ ci saranno solo nel futuro. E il tempo è denaro: il tempo ha un prezzo, e questo prezzo è il tasso di _____________ . E allora i frutti futuri devono essere riportati al presente, con un’operazione di “sconto” perfettamente analoga a quella che fa la _____________ quando sconta delle cambiali. Ebbene, quel particolare tasso di interesse che rende uguali i frutti futuri e i costi presenti si chiama “efficienza marginale del _____________”. Essa va raffrontata con il tasso di interesse di mercato, quello che l’imprenditore paga per procurarsi i capitali necessari. L’investimento _____________ solo se il primo è superiore al secondo.

U5 Reddito nazionale ed equilibrio . C3 L’equilibrio del sistema economico e l’intervento dello Stato


pubbliche, per conseguire fini di politica economica c. ___Consiste in accordi tra rappresentanti di lavoratori e di imprenditori per controllare l’aumento dei salari e dei prezzi allo scopo di combattere l’inflazione d.___Consiste nel controllo di variabili come la quantità di moneta in circolazione, i tassi di interesse e la quantità del credito per assicurare la stabilità monetaria e. ___All’aumentare del reddito il consumo aumenta, ma in misura meno che proporzionale rispetto al reddito f. ___Un investimento dello Stato provoca un procedimento a catena che genera un incremento del reddito nazionale g. ___Rapporto fra l’incremento del reddito e l’incremento del risparmio

ASSOCIAZIONE 3. Associa i seguenti termini alle definizioni. (Attenzione: non tutti i termini vanno inseriti.) 1. Moltiplicatore keynesiano 2. Politica monetaria 3. Politica fiscale 4. Teoria keynesiana del consumo 5. Politica dei redditi 6. Equilibrio di sottoccupazione 7. Equilibrio di sovraoccupazione 8. Propensione marginale al consumo 9. Propensione marginale al risparmio 10. Deflazione a. ___Reddito effettivo inferiore al reddito potenziale b. ___Consiste nella manovra del bilancio dello Stato, agendo sulle entrate e sulle spese

7. Quali sono le componenti fondamentali della domanda aggregata? (3.6) 8. Quali sono le variabili che, secondo i neoclassici e secondo Keynes, determinano il risparmio? (3.7) 9. Che cosa si intende per “spirito animale” riferito all’attitudine degli imprenditori a investire? (3.8) 10. Quali sono le finalità dell’intervento dello Stato nell’economia? ? (3.9) 11. Quali sono le critiche alle politiche keynesiane in relazione all’intervento dello Stato? (3.10)

PREPARATI ALLA PROVA ORALE 4. Tra parentesi i paragrafi di riferimento. 1. Che cosa si intende per capacità produttiva inutilizzata? (3.1) 2. Che cosa esprime la legge di Say? (3.2) 3. È possibile secondo Keynes un equilibrio non di piena occupazione? (3.3) 4. Quali sono le critiche di Keynes alla teoria degli sbocchi riguardo l’occupazione? (3.3) 5. Come si spiega il principio del moltiplicatore? (3.4) 6. In che cosa consiste la politica keynesiana della spesa pubblica? (3.5)

... per sviluppare le competenze CASI PRATICI 5. Esamina ciascun caso e fornisci delle soluzioni o rispondi motivando. 1. G li investimenti. Un finanziamento interessante

Una giovane imprenditrice valuta l’opportunità di rilevare un albergo in prossimità di un parco di divertimenti molto frequentato. Si rivolge alla banca per accedere a un finanziamento al tasso del 3%. Il consulente finanziario la informa che potrà godere di sgravi fiscali.

1. Quali considerazioni oggettive farà l’imprenditrice? 2. Quali considerazioni soggettive accompagneranno le precedenti? 3. Quali finalità intende perseguire lo Stato concedendo la possibilità degli sgravi fiscali?

2. I l moltiplicatore keynesiano. Un periodo difficile

Un Paese ad alta tassazione sta attraversando una fase di recessione economica. La domanda aggregata è bassa, le imprese riducono la produzione e l’occupazione diminuisce. Il Governo decide di intervenire per stimolare l’economia e far ripartire la crescita.

1. Il reddito nazionale effettivo è in equilibrio? 2. Come interverrebbero i neoclassici in una situazione del genere? 3. Come interverrebbe Keynes? 4. Sarebbe possibile ottenere risultati nel breve periodo? Motiva la risposta. 5. Quali provvedimenti si potrebbero adottare?

309


UNITÀ

5 Reddito nazionale ed equilibrio Verifica di fine Unità

COMPRENSIONE Competenze attivate • Comunicazione nella madrelingua • Competenze di comunicazione nelle lingue straniere • Imparare ad imparare • Competenze civiche e di cittadinanza

1 L’INDICE DI SVILUPPO UMANO L’Indice di Sviluppo Umano (ISU), o Human Development Index (HDI), è un indicatore di sviluppo macroeconomico che costituisce una modalità diversa di valutazione del benessere di una nazione, perché tiene conto, oltre che del PIL pro-capite, anche di altri fattori della società, tra cui la speranza di vita alla nascita, il quantitativo di calorie alimentari disponibili pro-capite, la disponibilità di acqua potabile, il tasso di alfabetizzazione e il tasso di scolarizzazione della popolazione, l’accesso ai servizi sanitari e il grado di libertà politica. … L’introduzione dell’ISU ha rappresentato il passaggio importante dai limiti posti alla base della concezione tradizionale di sviluppo considerato come crescita economica all’idea che lo sviluppo debba essere considerato come un processo che non si esaurisce nella sfera economica. Prendendo ad esempio i casi Uruguay e Arabia Saudita, l’ISU ha dimostrato l’evidenza che, ad alti livelli di reddito, non corrisponde per forza un adeguato livello di sviluppo umano. Infatti, ad esempio, nonostante il livello di reddito dell’Uruguay sia inferiore a quello dell’Arabia Saudita, le persone in Uruguay hanno un’aspettativa di vita più lunga, il tasso di alfabetizzazione delle donne è più alto e la popolazione gode di maggiori libertà rispetto al Paese arabo. … Nel 1990 Mahbub ul Haq, economista e politico pakistano, cercò, attraverso lo Human Development Index, di “spostare il focus dello sviluppo economico dal PIL alle politiche di sviluppo incentrate sulla persona”. Con questo proposito, formò un gruppo di esperti, che ottenne il supporto di Amartya Sen, economista e accademico indiano, nonché Premio Nobel per l’economia nel 1998. … L’Indice di Sviluppo Umano si avvale di 4 indicatori, che vengono elaborati in indici dimensionali per poterli sommare tra loro: 1. l’aspettativa di vita alla nascita: rappresenta la durata media di vita attesa per un neonato in

310

U5 Reddito nazionale ed equilibrio

base ai tassi di mortalità registrati nell’anno considerato (Indice di aspettativa di vita); 2. gli anni medi di istruzione ricevuta dagli individui dai 25 anni in su; l’Indice di Istruzione 3. anni attesi di scuola, ovvero gli anni medi di istruzione che un bambino al primo anno di scuola si aspetta di ricevere in base ai tassi di iscrizione correnti; 4. GNI, cioè il Reddito nazionale lordo pro-capite a parità di potere d’acquisto. Questi indicatori vengono utilizzati per formare gli indici dimensionali appena esposti, i quali saranno infine combinati per il calcolo dell’HDI. Fonte: Studi Banca del Fucino. Ridotto e adattato.

1. Individua le parole chiave adatte per inserire dei titoletti ai paragrafi che presentano l’indice ISU e inseriscile al posto dei puntini di sospensione. 2. Cerca la traduzione in lingua inglese dei quattro indicatori utilizzati per elaborare gli indici dimensionali. 3. Che cosa sono gli indici dimensionali? 4. Costruisci in una mappa concettuale su quanto espresso nel brano. 5. Quali differenze cogli tra l’ISU e il PIL? Secondo la tua opinione, qual è il più utile per capire la situazione di un Paese? 6. Su Wikipedia, alla voce Stati per indice di sviluppo umano, è presente una lista completa degli Stati con l’indicazione degli incrementi o dei decrementi degli indicatori. Gli Stati sono divisi in quattro gruppi in base al quartile di appartenenza: molto alto, alto, medio, o basso. Indicane almeno 3 per ciascun gruppo. Poi, individua l’Italia e indica il gruppo al quale appartiene e che tipo di variazione ha avuto nell’anno di riferimento.

2 LE BUCHE DI KEYNES “Se il Tesoro si mettesse a riempire di biglietti di banca vecchie bottiglie, le sotterrasse ad una profondità adatta in miniere di carbone abbandonate, e queste fossero riempite poi fino alla superficie con i rifiuti della città, e si lasciasse all’iniziativa privata… di scavar fuori di nuovo i biglietti…, non dovrebbe più esistere disoccupazione e, tenendo conto degli effetti secondari, il reddito reale e anche la ricchezza in capitale della collettività diverrebbero probabilmente assai maggiori di quanto sono attualmente”.


RISPONDI 1. Queste parole sono di John Maynard Keynes. Riconosci i vari passaggi del processo del moltiplicatore? 2. Sapresti individuare nel brano le espressioni che ti riportano alla spirale virtuosa?

3. Secondo te, quale significato ha inteso dare Keynes alle miniere abbandonate e al sotterrare bottiglie piene di denaro? Se non sai rispondere, puoi fare una ricerca su questa provocatoria frase di Keynes.

ANALISI DI UN GRAFICO Dal grafico è possibile trarre dei dati che riguardano le famiglie italiane in un lasso di tempo che va dal 2017 al primo trimestre del 2024. Il reddito disponibile delle famiglie nel primo trimestre

24

2024 è aumentato del 3,5% rispetto al trimestre precedente, mentre la spesa per consumi finali è cresciuta dello 0,5%. Osservalo con attenzione e rispondi.

Spesa per consumi

Reddito disponibile lordo

Propensione al risparmio

16

19

8

14

0

9

-8

4

2017

2018

2019

2020

2021

2022

2023

2024

-16

Dati ISTAT 2024

1. In termini nominali, come è variato il reddito disponibile nel primo trimestre 2024 rispetto al trimestre precedente? 2. La propensione ai consumi e quella al risparmio sono aumentate di conseguenza?

3. Come ti spieghi questo fenomeno? 4. Che cosa è successo alle variabili economiche nell’anno 2020. Che spiegazioni puoi dare?

COMPLETAMENTO 1. Completa la tabella indicando le modalità di calcolo del PNL e del PIL, secondo il modello indicato nella prima riga. CALCOLO DEL PNL E DEL PIL A valori monetari

Somma dei beni e servizi finali moltiplicati per i rispettivi prezzi

A prezzi costanti A prezzi correnti A prezzi costanti A i prezzi di mercato A l costo dei fattori

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UNITÀ

5 Reddito nazionale ed equilibrio Verifica di fine Unità RISPONDI

CASI PRATICI Competenze attivate complessivamente per tutti i casi • Comunicazione nella madrelingua • Competenze logico matematiche • Competenza digitale • Imparare ad imparare • Civiche e di cittadinanza • Imprenditorialità

Che differenza corre tra la propensione media e quella marginale al risparmio? Tra le entrate, vi è anche un trasferimento. Qual è? Il termine “trasferimento” indica uno spostamento. Che cosa significa se riferito al sistema economico?

2 PROPENSIONE AL CONSUMO E AL

RISPARMIO. FACCIAMO I CONTI AL PAESE

1 DISTRIBUZIONE FUNZIONALE DEL

REDDITO. UNA FAMIGLIA PREVIDENTE

Una famiglia è composta dai genitori, i tre figli e la nonna. Il padre è un insegnante, la mamma è psicologa e lavora di mattina presso un consultorio privato; entrambi integrano lo stipendio svolgendo attività in proprio e, grazie ai buoni consigli di un consulente finanziario, la famiglia sta accumulando in banca i risparmi che consentiranno ai tre figli, una volta finita la scuola, di affrontare gli studi universitari. La nonna percepisce una pensione di anzianità e mensilmente riscuote l’affitto dagli inquilini a cui ha dato in locazione la sua vecchia casa. In coppia con un/a compagno/a: 1. riepilogate i redditi della famiglia allargata in una tabella, specificando il soggetto percipiente, il tipo di reddito e ipotizzando le somme mensili; calcolate il reddito totale della famiglia; 2. calcolate, considerando congrui valori, la propensione media al risparmio. L’anno seguente, un aumento di stipendio del 10% per entrambi i genitori fa crescere il reddito complessivo. 3. Calcolate il nuovo reddito totale e la propensione marginale al consumo e del risparmio.

Nel 2024 in un Paese si sono registrati i seguenti dati di contabilità nazionale (in miliardi di euro): • risparmio nazionale lordo 373,2 • consumi privati 1075,4 • consumi pubblici 336,2 • reddito lordo disponibile 1784,8 Per analizzare la reale situazione economica del Paese e attuare una serie di interventi di politica economica, si vogliono conoscere le quote delle seguenti voci sul reddito lordo disponibile: • risparmio nazionale lordo; • consumi globali; • consumi privati; • consumi pubblici. RISPONDI 1. Quali elementi influiscono sulla propensione al consumo delle famiglie? 2. Perché nei periodi di grave incertezza aumentano i risparmi delle famiglie? 3. Come si definiscono i consumi privati? 4. Che cosa comprendono i consumi pubblici? 5. Che cos’è il risparmio nazionale lordo?

COMPITO DI REALTÀ UN MOLTIPLICATORE PER TUTTI Gruppi

5 o 6 piccoli gruppi, secondo le indicazioni dell’insegnante

Tempi

Un’ora per rivedere tutti insieme il contributo di Keynes alla politica economica, per organizzare il lavoro e dividersi in gruppi (la durata di questa fase può variare, secondo le esigenze specifiche della classe); più lavoro di gruppo in orario extrascolastico (se svolto a scuola, si suggeriscono due ore scolastiche) Due ore per la presentazione alla classe del proprio lavoro e debriefing

Competenze

Comunicazione nella madrelingua Competenza digitale Imparare a imparare Competenza sociale e civica Consapevolezza ed espressione culturale

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U5 Reddito nazionale ed equilibrio


Il Comune della vostra città ha deciso di dedicare una strada a John Maynard Keynes ed ha invitato alcuni studenti della vostra scuola a partecipare alla manifestazione dedicata alla presentazione del progetto, chiedendo loro di contribuire con una presentazione sulle principali teorie del grande economista britannico. CONSEGNA La vostra classe ha aderito all’iniziativa. A voi il compito di preparare la presentazione. ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO Tutti insieme, in classe • mettete a fuoco quanto avete appreso sul contributo di Keynes alla politica economica, ripassando insieme con l’insegnante; • dividetevi in piccoli gruppi secondo le indicazioni dell’insegnante che stabilisce la data di consegna dei lavori; • ogni gruppo sceglierà uno dei seguenti argomenti: 1. breve biografia di Keynes e il contesto nel quale ha elaborato le sue teorie, mettendo in luce in particolare la Grande Crisi seguita al crollo della Borsa del 1929 durante la presidenza Roosevelt; 2. teorie neoclassiche su risparmio, consumo e investimento; 3. teoria keynesiana sul consumo, dedicando una piccola parte al calcolo della propensione al consumo*; 4. teoria sul risparmio e sugli investimenti, dedicando una piccola parte al calcolo della propensione al risparmio*; 5. moltiplicatore Keynesiano (opzionale: calcolo del moltiplicatore); 6. critiche rivolte alle ricette keynesiane. * è possibile accorpare i gruppi 3 e 4.

• e svolgerà il tema richiesto, anche inserendo, se presenti, titoli di articoli di giornale o di saggi inerente all’argomento trattato (si raccomanda l’inserimento di articoli in particolare al gruppo 6). Se la scuola ha a disposizione un laboratorio informatico, è possibile svolgere tutto il lavoro in classe, diversamente la fase che segue può essere svolta a casa. A casa, il gruppo Ogni gruppo organizza il lavoro da svolgere che dovrà essere pronto entro la data prevista dall’insegnante. Tutte le presentazioni dovranno contenere una slide finale che, attraverso una mappa, riassuma il contenuto della presentazione. Tutti insieme, in classe Ogni gruppo espone il proprio lavoro e condivide la mappa con tutti i compagni di classe inviandola o caricandola su una piattaforma comune. DEBRIEFING Dopo essersi confrontati sul lavoro svolto (eventuali difficoltà o curiosità soddisfatte emerse durante l’attività), si può far seguire una discussione sul seguente tema: dopo aver studiato e approfondito il tema del moltiplicatore, è possibile ragionare sul questo principio applicandolo alla propria modalità di partecipazione alle attività didattiche? Ad esempio: quali conseguenze produrrebbe un investimento iniziale del tipo: prestare più attenzione in classe ed avere maggiore concentrazione nello studio a casa. Quale meccanismo a catena, anche su aspetti non inerenti strettamente il percorso scolastico si potrebbe generare? Si potrebbe applicare anche ad altre attività che svolgi? (attività sportiva, volontariato ecc.).

CHECK LIST Punteggio fino a Nella presentazione avete inserito il contenuto richiesto.

Da 0 a 3

Nella presentazione avete inserito contenuto ulteriore rispetto al libro di testo.

Da 0 a 1

Nella presentazione avete inserito eventuali titoli o contenuti di articoli significativi apparsi sui media attinenti.

Da 0 a 1

C’è un limitato uso di testo, sono presenti illustrazioni o parole chiave.

0,5

Nella presentazione è presente una mappa dell’argomento ed è stata inviata o resa disponibile ai compagni di classe.

1,5

La presentazione è chiara ed esaustiva.

2

Tutti hanno dato il proprio contributo ed avete lavorato nel rispetto delle opinioni di tutti e in caso di divergenze vi siete accordati serenamente rispettando i tempi stabiliti.

1

TOTALE PUNTEGGIO

……./10

313


UNITÀ

6

La moneta e il credito Che cosa studierai in questa Unità Questa Unità è dedicata alla conoscenza della moneta, della politica monetaria che concorre a determinare l’equilibrio del sistema economico e del mercato dei capitali, che comprende il mercato creditizio e il mercato finanziario: • il concetto di sistema monetario • la definizione di moneta, individuandone

valori e funzioni • i concetti di domanda e offerta di moneta nel sistema economico • Il ruolo della Banca d’Italia e le funzioni della Banca centrale europea (BCE) • Il ruolo di intermediazione finanziaria delle banche e le operazioni bancarie • La nozione di politica monetaria: gli obiettivi e i canali attraverso i quali si realizza • La definizione del tasso ufficiale di riferimento e degli altri strumenti di politica economica • la nozione di mercato monetario e mercato finanziario • Gli operatori e gli strumenti finanziari • Il ruolo della Borsa e della Consob Prerequisiti

Quali abilità acquisirai Saprai: • illustrare le funzioni della moneta • riconoscere il ruolo del sistema bancario • individuare le competenze della Banca

d’Italia e della Banca centrale europea • riconoscere il ruolo della politica monetaria per il raggiungimento dell’equilibrio generale del sistema economico • riconoscere e interpretare i macrofenomeni economici nazionali e internazionali connessi al funzionamento del mercato monetario e finanziario • individuare le funzioni fondamentali della banca e della Borsa, per assicurare liquidità al sistema economico mediante l’attività di finanziamento dell’economia • distinguere il mercato monetario dal mercato finanziario • individuare i diversi strumenti finanziari • riconoscere il ruolo della Borsa valori e della Consob

Capitoli 1 La moneta e la politica monetaria 2 Il mercato dei capitali e la Borsa

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Per cominciare L’Italia verso una società sempre più digitale: il caso dei pagamenti

Uno studio approfondito condotto nel 2024 da The European House-Ambrosetti ha tracciato un quadro dettagliato dell’evoluzione dei pagamenti in Italia. Se da un lato emerge un crescente interesse verso i pagamenti digitali, dall’altro persiste un forte attaccamento al contante, rivelando che la transizione verso la “cashless society” è ancora in divenire. L’indagine ha messo in luce come l’80% degli esercenti, pur offrendo il pagamento in contanti, abbia integrato soluzioni digitali per rispondere alle richieste della clientela. Questa scelta non è dettata solo da una mera adesione alle nuove tecnologie, ma da un’esigenza concreta: oltre il 50% degli intervistati ha registrato un amento delle vendite dopo l’introduzione dei pagamenti digitali. Un dato ancor più significativo è la stima delle potenziali perdite di clientela in assenza di pagamenti digitali: si parla di una media del 26%, con picchi superiori al 60% in settori come l’alimentare e l’ospitalità alberghiera. Nonostante i benefici evidenti, l’adozione dei pagamenti digitali incontra ancora delle resistenze culturali e operative. Se da un lato la percezione di maggiore sicurezza è un fattore trainante, dall’altro il 20% degli esercenti considera ancora il contante il metodo di pagamento più sicuro, rivelando una certa diffidenza verso le nuove tecnologie. Oltre ai vantaggi economici, i pagamenti digitali offrono un contributo significativo alla sostenibilità ambientale. L’Italia si posiziona al secondo posto in Europa per le emissioni di CO2 legate ai pagamenti in contante, con un impatto ambientale non trascurabile. Al contrario, i pagamenti digitali presentano un’impronta di carbonio inferiore del 21%.

1. Che cos’è il cashless?

5. A tuo parere, perché gli esercenti hanno ancora una resistenza all’uso del pagamento digitale?

2. Quali motivazioni hanno spinto alcuni esercenti a passare al cashless?

RIFLETTI

3. Qual è il mezzo di pagamento ritenuto più sicuro dalla maggioranza degli esercenti?

1. Il pagamento digitale consente di tracciare tutti i pagamenti. Quali vantaggi vedi in questa caratteristica?

RISPONDI

4. Perché il pagamento cashless è considerato “amico” dell’ambiente?

In questa Unità acquisirai gli strumenti per interpretare queste e altre situazioni.

315


1

CAPITOLO

La moneta e la politica monetaria Dopo aver spiegato la nozione di moneta, le sue funzioni e i valori con i quali la si può considerare, si delineano i tipi di moneta presenti nell’attuale sistema monetario a carta moneta inconvertibile. Si illustrano poi i concetti di domanda e di offerta di moneta, soffermandosi sulla formazione dell’equilibrio nel mercato monetario. Infine, si affronterà la politica monetaria, individuandone obiettivi, strumenti ed effetti.

Contenuti digitali del capitolo e glossario inglese.

1 . 1 Origini e funzioni della moneta Il sistema del baratto Nei moderni sistemi economici i beni vengono prodotti per il mercato e destinati al consumo, che costituisce il fine di ogni attività economica. Nelle economie primitive la situazione era diversa, perché i singoli nuclei familiari erano caratterizzati da una spiccata autosufficienza produttiva, e gli scambi venivano effettuati con il sistema del baratto: ogni bene veniva cioè scambiato con altri beni e, quindi, ciascun bene aveva un prezzo in termini di ogni altro bene. Presso i popoli dell’antichità vennero usati diversi beni come intermediari degli scambi, a seconda delle abitudini e delle necessità dei popoli stessi: il bestiame (il termine pecunia viene da pecus, cioè bestiame), le pelli, il sale, il grano, il bronzo, e così via. Le economie industriali sono oggi altamente specializzate, nel senso che ogni unità si dedica solo alla produzione di un bene (più spesso di una sua singola fase). È naturale che con il procedere della divisione del lavoro si renda necessario un intermediario, costituito dalla moneta , in grado di facilitare gli scambi. MAPPA 

Inconvenienti del baratto Il baratto è fonte di gravi inconvenienti, in quanto: • richiede la coincidenza fra i bisogni dei compratori e dei venditori: chi vuol scambiare, ad esempio, cavalli contro buoi, deve trovare chi sia disposto a cedere buoi per ottenere cavalli; rende difficili gli scambi a causa dell’indivisibilità dei beni: se sul mercato si scam• biano due cavalli per un bue, diventa impossibile cedere un solo cavallo al soggetto che dispone di buoi; implica la conoscenza di una serie innumerevole di ragioni di scambio: nel caso in • cui non vi sia la coincidenza tra i bisogni di venditore e compratore, diventa necessario operare diversi scambi fino ad arrivare al baratto desiderato, calcolando a ogni passaggio la ragione di scambio, cioè il prezzo di ciascun bene in termini di tutti gli altri beni, attraverso calcoli complessi.

Vantaggi di alcuni metalli In teoria, qualunque bene potrebbe essere considerato un bene neutro e fungere da moneta; in realtà, però, solo i metalli possono assolvere pienamente alle funzioni monetarie, grazie alle seguenti particolari caratteristiche: • si conservano nel tempo; • sono facilmente trasportabili; • presentano un valore stabile; • sono divisibili, cioè possono essere suddivisi, senza perdere valore.

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U6 La moneta e il credito . C1 La moneta e la politica monetaria


LESSICO  Moneta Bene impiegato come mezzo di scambio per acquistare beni e servizi. Il termine deriva dalla dea Giunone Moneta (dal lat. mone¯re = ammonire), che aveva il suo tempio sul Campidoglio accanto alla Zecca che coniò i primi denari romani.

 Moneta-merce Moneta il cui valore intrinseco è pari a quello fissato per legge, come ad esempio una moneta d’oro il cui valore legale è uguale al valore dell’oro contenuto. Dopo la prima guerra mondiale la moneta-merce è stata sostituita dalla moneta cartacea inconvertibile, priva di valore intrinseco, ma garantita dalla stabilità di valore nel tempo.

 Potere liberatorio

 Anche nei mercati medievali la moneta si sviluppò come mezzo per facilitare gli scambi.

Capacità della moneta cartacea di estinguere tutti i tipi di debiti, dato che per legge non può essere rifiutata dal creditore.

Queste caratteristiche sono presenti contemporaneamente solo in alcuni metalli (oro, argento, rame, bronzo): perciò, fin dai tempi antichi, furono questi i metalli impiegati come moneta (moneta-merce ).

MAPPA

In tempi a noi più vicini alla moneta-merce si è sostituita la moneta cartacea, cui lo Stato conferisce potere liberatorio  illimitato, pertanto non può mai essere rifiutata.

ECONOMIA PRIMITIVA

BENE

Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

1. Qual è la differenza tra l’economia primitiva e le moderne economie relativamente allo scambio? 2. Quali sono gli inconvenienti del baratto?

BENE Baratto

ECONOMIA BASATA SULLA DIVISIONE DEL LAVORO

BENE

FACCIAMO IL PUNTO

BENE

3. Quali beni venivano impiegati come intermediari degli scambi? 4. Perché alcuni metalli sono in grado di assolvere le funzioni monetarie in modo soddisfacente? 5. In che cosa consiste il potere liberatorio della moneta cartacea?

Scambio monetario

317


Le funzioni della moneta La moneta svolge le seguenti funzioni: • è mezzo di scambio: è una merce neutra, accettata con fiducia come intermediario negli scambi, superando gli inconvenienti del baratto; • è misura del valore: attraverso il prezzo, permette di valutare oggettivamente il valore dei singoli beni e di confrontarli tra loro; è riserva di valore: dato che è un bene non deperibile, consente di trasferire nel tem• PLUS Breve po la ricchezza, creando un ponte tra il presente e il futuro; storia della • è mezzo legale di pagamento: estingue obbligazioni anche al di fuori dello scambio moneta (pagamento di tributi, risarcimento di un danno ecc.). Affinché la moneta assolva a queste funzioni, occorre che sia accettata da tutti, sia cioè facilmente convertibile in altri beni: questa caratteristica della moneta prende il Liquidità nome di liquidità. MAPPA  Liquidity

1 . 2 Vari tipi di moneta I diversi mezzi di pagamento

Nei moderni sistemi economici, il mezzo di pagamento con il più elevato grado di liquidità sono le banconote stampate dalla Banca di emissione, in quanto tale moneta deve essere accettata per legge: per questo è detta moneta legale . Non è questo l’unico tipo di moneta esistente: ve ne sono altri, dotati di un minor grado di liquidità. I mezzi di pagamento, oltre alla carta-moneta, sono: • la moneta bancaria, che è originata dalle banche, a fronte di un deposito in denaro o un’apertura di credito. Come meglio vedremo in seguito, chi ha disponibilità presso una banca può emettere assegni e ordinare bonifici bancari. La pratica dei pagamenti mediante assegni bancari ordinari, una volta molto diffusa, negli ultimi tempi, è stata in parte sostituita da altri mezzi bancari (ad esempio i bonifici ordinari e istantanei) che sono di facile utilizzo mediante l’home banking  disponibile anche dai telefoni cellulari. Rimane ancora molto diffuso, per somme di entità rilevante, l’uso degli assegni circolari che vengono emessi dalla banca su richiesta di un correntista, impegnandola a pagare a un certo beneficiario una data somma di denaro che la banca direttamente trattiene dal conto di colui che deve effettuare il pagamento. PER ESEMPIO 1  • la moneta commerciale, che è costituita dalle cambiali emesse dai privati. La cambiale è un titolo di credito dotato di una particolare tutela giuridica: chi acquista dei beni può pagare mediante una cambiale, che consiste in una promessa (o un ordine) di pagare la somma dovuta entro un certo termine. Il prenditore della cambiale può a sua volta girarla ad altri, oppure scontarla presso una banca. Quest’ultima operazione gli consentirà di ricevere il valore attuale  del suo credito, cioè la somma scritta sulla cambiale diminuita di una percentuale (sconto), che la banca trattiene a titolo di remunerazione e spese; • la moneta elettronica, che consiste nel trasferimento di potere di acquisto mediante la registrazione elettronica di istruzioni nella memoria di un calcolatore, in cui sono inseriti i numeri dei conti correnti da addebitare o accreditare. I sistemi di pagamento funzionano ormai tutti in modalità contactless che non richiede l’utilizzo fisico della carta di credito per effettuare le transazioni potendo anche solo avvicinare la propria carta o il proprio telefono (se abilitato ai pagamenti) ad apparecchiature elettroniche per la lettura e la trasmissione dei dati, chiamate Pos (dall’inglese Point of sale, cioè punto di vendita). PER ESEMPIO 2 

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U6 La moneta e il credito . C1 La moneta e la politica monetaria


MAPPA

FUNZIONI DELLA MONETA

PER ESEMPIO

serve come mezzo di scambio

misura del valore

riserva di valore

mezzo legale di pagamento

è una merce neutra senza valore intrinseco

è un’unità di misura che definisce il valore dei beni

permette di trasferire ricchezza nel tempo

è accettata universalmente

LESSICO

1 Assegno circolare Francesco acquista un appartamento e paga il venditore mediante un assegno circolare che, in quanto emesso direttamente dalla banca, offre maggiori garanzie di solvibilità rispetto a un assegno bancario .

2 Vantaggi del contactless

ECONOMIA E REALTÀ

Il contactless non richiede l’inserimento fisico della carta di credito dotata di banda magnetica o microchip nel lettore, ma basta avvicinarla al dispositivo di pagamento per pagare l’acquisto. Le procedure di pagamento sono così molto veloci, con grandi vantaggi anche dal punto di vista igienico.

Moneta avente corso legale nello Stato, costituita dalle banconote (biglietti di banca); è dotata di potere liberatorio, a differenza della moneta bancaria e della moneta commerciale che può essere rifiutata dal creditore.

 Home banking

Vado in banca? No, uso lo smartphone: il mobile banking La banca, un tempo legata agli sportelli fisici, è ora comodamente a portata di mano. Grazie alle app bancarie, che è possibile installare sul proprio dispositivo, si possono gestire le proprie finanze in qualsiasi momento e luogo, direttamente dallo smartphone. In perfetta sicurezza, infatti, è possibile tenere sempre sotto controllo la situazione del proprio conto corrente e delle carte di credito e, attivando notifiche push, essere avvisati di eventuali movimenti sospetti sul conto; è possibile ricaricare in tempo reale carte prepagate, effettuare ricariche telefoniche, nonché operazioni bancarie comuni quali il pagamento delle bollette e i bonifici in modo semplice e veloce. Per evitare intrusioni da parte di hacker, le banche utilizzano sofisticati sistemi di sicurezza per proteggere i propri server e rilevare eventuali attività sospette. Tutte le informazioni sensibili, come i numeri di conto e le password, vengono criptate, rendendole illeggibili in caso di intercettazione; inoltre, le

 Moneta legale

app bancarie e i sistemi operativi dei dispositivi vengono aggiornati periodicamente per correggere eventuali vulnerabilità e introdurre nuove funzionalità di sicurezza. Da qualche anno, poi, è anche possibile caricare la propria carta di credito sullo smartphone e procedere ai pagamenti contactless tramite smartphone semplicemente accostando il cellulare al POS senza bisogno di esibire la carta di credito che può restare tranquillamente a casa in un cassetto. “POS” è l’acronimo di Point of Sale e indica il terminale presente nel punto vendita che permette di effettuare pagamenti, avvicinando la carta al lettore contactless, il quale legge le informazioni sulla carta, (numero, data di scadenza, codice di sicurezza, ecc.) e le invia alla banca del cliente per verificare la disponibilità del fondo e autorizzare la transazione. Se la transazione è autorizzata, il POS stampa lo scontrino e il denaro viene trasferito dal conto del cliente a quello del venditore.

Funzionalità presente su tutti i conti correnti che permette di effettuare operazioni bancarie da terminali che rendono possibile il collegamento diretto del cliente con l’istituto di credito.

 Valore attuale Valore al momento presente di una somma che sarà disponibile solo a una data futura certa. Si ottiene applicando lo sconto commerciale.

FACCIAMO IL PUNTO Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

1. Come definiresti la moneta?

2. Quali caratteristiche deve possedere un bene per poter fungere da moneta? 3. Quali funzioni svolge la moneta?

319


Quest’ultima forma di pagamento presuppone la diffusione di agevoli strumenti di pagamento, tra i quali: • la carta di credito, che permette al titolare, in base a un rapporto contrattuale con la banca, di fare prelievi in contanti o acquisti presso esercizi convenzionati con pagamento differito; • la carta di debito, che permette al titolare, in base a un rapporto contrattuale con la banca, di fare prelievi in contanti o acquisti presso esercizi convenzionati con pagamento addebitato immediatamente sul conto corrente sul quale la carta è appoggiata. • la carta prepagata, che viene rilasciata dopo il versamento anticipato di una somma e utilizzata, nei limiti della somma depositata, per prelevare contante o effettuare pagamenti che vengono immediatamente addebitati. L’utilizzo della moneta elettronica garantisce la tracciabilità  dei pagamenti effettuati e costituisce un prezioso strumento per la lotta all’evasione fiscale. MAPPA 

“Non ti fidare, ragazzo mio, di quelli che promettono di farti ricco dalla mattina alla sera. Per il solito, o sono matti o imbroglioni!” (Carlo Collodi)

E ORIENTAMENTO

EDUCAZIONE CIVICA

Le insidie dei pagamenti digitali: le truffe online

I pagamenti digitali, modalità comode e veloci di adempimento contrattuale, comportano diverse insidie, in particolare legate alle truffe online. Le principali forme di truffe legate ai pagamenti digitali sono: il phishing, basato sull’invio di email che sembrano provenire da istituzioni finanziarie o altre imprese affidabili che attraverso dei link rinviano a falsi siti web per rubare le credenziali di accesso, i

dati della carta di credito o altre informazioni sensibili; lo smishing e il vishing, fenomeni che sfruttano rispettivamente gli SMS e le chiamate vocali per ingannare le vittime, fingendosi banche o altre organizzazioni, al fine di carpire dati privati; utilizzo di malware, ossia software dannosi che possono infettare dispositivi e reti, per appropriarsi illegalmente di informazioni finanziarie e dati di pagamento.

Alleniamo l’EDUCAZIONE FINANZIARIA

Dopo esservi documentati come classe su una modalità di truffa denominata “Schema Ponzi”, elaborate un decalogo per difendersi dai rischi delle truffe online e presentatelo, con l’ausilio dell’insegnante di Economia politica, alla comunità locale (ad esempio presso biblioteche o università del tempo libero cittadine), al fine di sensibilizzare sul tema della sicurezza informatica gli anziani e le persone meno esperte di tecnologia, spesso bersaglio di azioni ingannevoli di natura digitale.

PROFESSIONI E COMPETENZE DEL FUTURO Sul fronte della prevenzione e della repressione dei crimini informatici opera in Italia la Polizia Postale e delle Comunicazioni, ossia una divisione specializzata della Polizia di Stato. Prepara con la tua classe, e la supervisione del docente orientatore, una serie di domande per realizzare un’intervista alla sezione locale della Polizia Postale, al fine di comprendere i compiti e le modalità di accesso a tale ruolo istituzionale.

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U6 La moneta e il credito . C1 La moneta e la politica monetaria


MAPPA

LESSICO

TIPOLOGIA DI MONETA

moneta legale • banconote • moneta metallica

moneta bancaria • bonifici • assegni

 Tracciabilità

moneta commerciale

moneta elettronica

cambiali

• carte di credito • carte di debito • prepagate • altro

ECONOMIA E REALTÀ

Quanto ci costa l’uso del contante? Ogni anno si celebra in Europa il No cash day, per sensibilizzare i cittadini a limitare l’uso del denaro contante nelle transazioni commerciali, a favore dei sistemi di pagamento elettronico: la consegna è di non usare contanti nei pagamenti effettuati durante la giornata. Molti Paesi promuovono l’iniziativa di sostenere l’e-payment, anche per piccoli pagamenti. In Italia il pagamento elettronico stenta ancora ad affermarsi: un recente sondaggio indica che nel nostro Paese la preferenza per i pagamenti cash è motivata dalla convinzione di controllare meglio le spese (39%), dalla semplicità d’uso (29%) e dalla velocità dei pagamenti (12%). I sostenitori del No cash day sottolineano i seguenti aspetti negativi dell’uso del contante: • alti costi di gestione della mo­ne­ta: ogni anno nell’area euro vengo­no sostituite quasi 10 milioni di ban­conote logorate; • facilità di pagamenti in nero: l’uso del contante diminuisce la tracciabilità  dei pagamenti e ciò favorisce l’evasione; • pericoli per la salute e l’igiene: le banconote sono veicolo di batteri potenzialmente pericolosi (negli USA nel 90% delle banconote si riscontra presenza superficiale di cocaina); • rischio sicurezza: ogni anno in Europa si registrano quasi 2mila rapine in banca, che potrebbero diminuire con meno contante in circolazione; • incentivo a comportamenti criminali: ogni anno si riconoscono oltre 72mila banconote false (il biglietto più contraffatto è il taglio da 20 euro, con il 54% del totale dei falsi individuati in circolazione).

Nei Paesi sviluppati la percentuale di biglietti e monete sul totale della liquidità tende a diminuire nel tempo: ciò per effetto del continuo diffondersi della moneta bancaria (assegni) e della moneta commerciale (cambiali) per i pagamenti di una certa entità e della moneta elettronica per i piccoli acquisti. Per quanto riguarda in particolare il costo legato alla gestione della moneta, una recente indagine della Banca d’Italia (“Il costo sociale degli strumenti di pagamento”, 2020), calcola un costo per l’uso del contante di 7,4 miliardi di euro (pari allo 0,44% del PIL). Notiamo infine che durante il periodo di clausura legato al Covid-19 l’utilizzo dei pagamenti elettronici è enormemente aumentato, registrando un incremento pari a quello dei dieci anni precedenti, come si apprende dall’elaborazione condotta da Federdistribuzione – associazione delle imprese che operano nei settori innovativi del commercio, come ipermercati, supermercati, grandi magazzini, discount, cash and carry, online ecc. – sui dati relativi al comparto alimentare (durante il periodo considerato le vendite degli altri settori sono drasticamente diminuite).

Possibilità di ricostruire la storia dell’oggetto di cui si parla. Riferito a un prodotto indica l’origine dei materiali usati, la storia della sua realizzazione e le modalità della sua distribuzione; riferito a uno strumento finanziario indica la possibilità di individuare la relazione fra il mezzo di pagamento impiegato e il rapporto economico intercorso tra i soggetti coinvolti nella transazione, che giustifica il pagamento.

FACCIAMO IL PUNTO Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

1. Quali sono i diversi tipi di moneta? 2. Quale differenza c’è tra carta di debito e carta di credito? 3. Come funzionano le carte prepagate?

321


1 . 3 I sistemi monetari Il sistema monetario è costituito dall’insieme delle monete che circolano in un Paese, unitamente alle norme giuridiche che ne regolano la circolazione. Dal punto di vista storico si sono succeduti tre diversi sistemi monetari: • sistemi monetari metallici, in cui circola moneta metallica; se la base monetaria è costituita da un solo metallo (oro o argento), il sistema è monometallico; il sistema monometallico a base aurea, chiamato gold standard, è stato adottato per la prima volta dalla Gran Bretagna nel 1816 e si è gradualmente esteso ad altri Paesi (Germania, 1871; Russia, 1896; U.S.A., 1900), finché fu abbandonato allo scoppio della prima guerra mondiale: il grave cataclisma economico e monetario costrinse tutti i Paesi ad adottare il sistema monetario cartaceo a moneta inconvertibile.

PLUS Sistemi monetari nella storia

Se invece l’unità monetaria si basa contemporaneamente su un dato peso d’oro e un dato peso d’argento, il sistema è bimetallico; venne adottato in Francia nel 1803, a causa soprattutto della scarsità di oro che ne rendeva difficile l’impiego come base monetaria esclusiva, ma venne abbandonato perché scarsamente praticabile; • sistemi monetari a cambio aureo, in cui circolano biglietti convertibili in oro; in questi sistemi l’oro scompare dalla circolazione effettiva, anche se le monete che circolano sono ancorate all’oro, che diventa così una moneta ideale di riferimento. Il sistema si è realizzato, nel corso degli anni ’20 del secolo scorso; • sistemi a carta moneta inconvertibile, in cui i biglietti non sono convertibili in oro, in quanto la quantità di moneta in circolazione viene stabilita dallo Stato, indipendentemente dalle riserve di oro possedute. Adesso ci soffermiamo sul terzo sistema, che è quello tutt’ora in vigore.

Il sistema a carta moneta inconvertibile Questo sistema è caratterizzato dal fatto che la quantità di moneta in circolazione è stabilita dalle autorità monetarie in relazione alle esigenze dell’economia: la moneta non ha alcun valore intrinseco , e il suo potere liberatorio, cioè la capacità della moneta cartacea di estinguere tutti i tipi di debiti, dipende dall’autorità che esercita il potere politico.

I biglietti a corso legale I biglietti hanno quindi corso legale, e la loro accettazione in pagamento è obbligatoria all’interno dello Stato (biglietti a corso forzoso). In effetti, non è più necessario un rapporto tra la moneta cartacea e l’oro, ma tra la quantità di moneta circolante e la quantità di beni e servizi che si scambiano nel sistema economico. Infatti, oggi la moneta vale per ciò che permette di acquistare; se una moneta è capace di mantenere nel tempo il suo potere di acquisto, gli operatori economici l’accettano con fiducia anche se non è più convertibile in oro.

1 . 4 Il valore della moneta

Quando parliamo di valore della moneta, possiamo affrontare il discorso sotto diversi punti vista, a seconda che lo si voglia esaminare in base al suo: • valore intrinseco, che è dato dal valore del metallo o della carta impiegati e i relativi costi di produzione; • valore nominale, che è dato dal valore stampato sulla banconota o coniato sul metallo; • valore di cambio, che è dato dal prezzo espresso in moneta nazionale delle monete estere; • valore reale, che è dato dalla quantità di beni e servizi che è possibile acquistare in un determinato momento con una data quantità di moneta e che esprime, pertanto, il potere di acquisto della moneta.

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U6 La moneta e il credito . C1 La moneta e la politica monetaria


Valore della moneta e prezzi Il valore reale della moneta ci aiuta a comprendere che più elevati sono i prezzi, minore è la quantità di beni e servizi che possiamo comprare con una certa quantità di denaro. Dal momento che tutti i beni e servizi sono espressi in termini di prezzi, anche il valore della moneta si deve esprimere in termini di prezzi. Se i prezzi dei beni aumentano, il valore della moneta diminuisce, e viceversa. Pertanto, il valore della moneta uguaglia il reciproco del livello generale dei prezzi: Vm = 1 PER ESEMPIO  MAPPA  P

LESSICO  Valore intrinseco Valore che un bene possiede in sé, indipendentemente da quello che si forma sul mercato per effetto dell’incontro tra domanda e offerta. Nel caso specifico della moneta, esso è dato dalle spese necessarie alla creazione della stessa moneta o banconota, quindi il valore del metallo o della carta impiegati e i relativi costi di produzione.

Indice generale dei prezzi e valore della moneta Se nel corso di un anno, l’indice generale dei prezzi passa da 1,00 a 1,04 − cioè la moneta perde il 4% del suo valore − il suo valore (o potere di acquisto) diminuisce approssimativamente del 4%. 100 Vm = = 0,4 104

MAPPA

PER ESEMPIO

dove Vm è il valore della moneta, e P è l’indice generale dei prezzi.

VALORI DELLA MONETA

intrinseco

legale

reale

di cambio

valore del materiale

valore espresso oppure coniato

potere di acquisto: quantità di beni che si possono acquistare

valore in moneta nazionale di una valuta estera

FACCIAMO IL PUNTO Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

PLUS

Che cosa sono i bitcoin? Il bitcoin è una moneta digitale creata nel 2009, generata e di­ stri­ buita da una rete digitale, senza una banca o un’autorità centrale che la emetta; il suo valore è unicamente determinato dalla domanda e dall’of­ ferta sul mercato, quindi dal fatto che molti soggetti l’accettino come mezzo di scambio. Questa criptovaluta si può trasferire via Internet mediante dispositivi elettronici quali smartphone a chi ha un “indirizzo bitcoin”, usando una speciale tecnologia detta blockchain. Sua caratteristica è l’alta volatilità. Oltre al bitcoin esistono molte altre criptovalute (fra tutte va citata quella nota come Libra, creata nel 2019 da Face­book), il cui uso si va diffondendo nel mondo.

1. Che cosa vogliono dire le espressioni: “biglietti a corso legale” e “biglietti a corso forzoso”?

Anche se non sono mancate critiche riguardo a questo nuovo tipo di monete, molti le apprezzano per la loro tracciabilità, che può efficacemente contrastare l’economia criminale, e per la maggior sicurezza in termini di igiene. Tanto che un importante istituto di ricerca, il Royal Institute of Technology di Stoccolma, prevede la scomparsa della moneta di carta nel giro di pochi anni.

2. In quale sistema monetario, la moneta non ha alcun valore intrinseco? 3. È possibile che la stessa banconota abbia un valore nominale e uno reale diversi tra loro?

323


1 . 5 La teoria quantitativa della moneta Origini della teoria Teoria quantitativa della moneta Quantitative theory of money

→ Unità 1, cap. 3.3

La teoria quantitativa della moneta venne formulata nel 1911 da Irving Fisher, ma il merito principale della scoperta risale a Jean Bodin (1569), che ricercò le cause del notevole aumento dei prezzi verificatosi in Europa dopo la scoperta dell’America. Secondo questa teoria, un aumento della quantità di moneta in circolazione produce un aumento proporzionale del livello generale dei prezzi, da cui deriva una diminuzione del valore della moneta, se restano invariate le altre grandezze economiche. La teoria quantitativa della moneta può esprimersi attraverso l’equazione di Fisher, detta anche equazione degli scambi. Essa si basa su di una identità contabile, in sé semplice ed evidente, secondo cui in ogni periodo deve realizzarsi sul mercato la seguente uguaglianza:

QUANTITÀ TOTALE DI MONETA

VALORE DELLE MERCI SCAMBIATE

che corrisponde al

LIVELLO DEI PREZZI

Da cui deriva che un aumento della quantità di moneta genera un aumento del livello dei prezzi e, quindi, una diminuzione del valore reale (potere d’acquisto) della moneta.

AUMENTO DELLA QUANTITÀ TOTALE DI MONETA

AUMENTO DEL LIVELLO DEI PREZZI

che comporta una

DIMINUZIONE DEL VALORE DELLA MONETA

DIMINUZIONE DELLA QUANTITÀ TOTALE DI MONETA

DIMINUZIONE DEL LIVELLO DEI PREZZI

che comporta un

AUMENTO DEL VALORE DELLA MONETA

Significato della teoria quantitativa: quantità di moneta e prezzi PLUS L’equazione di Cambridge

Secondo Fisher, l’equazione dello scambio non si deve interpretare solo come un’identità contabile (che si verifica necessariamente e immediatamente): essa ha anche un importante significato causale, per cui la relazione proporzionale fra quantità di moneta e livello dei prezzi tende a verificarsi compiutamente nel lungo periodo; nel breve periodo V e Q non variano, ma aumentando la quantità di moneta in circolazione (M) si verifica sempre un aumento nel livello generale dei prezzi (P). I DATI PARLANO 

1 . 6 Il mercato dei capitali Le famiglie, le imprese e lo Stato, per poter effettuare gli scambi sul mercato, devono disporre di moneta. La domanda e l’offerta di moneta avvengono nel mercato dei capitali, che comprende due settori distinti, anche se interdipendenti: il mercato monetario e il mercato finan→ Cap. 2.1 2.6 ziario (di ciascuno di essi ci occuperemo dettagliatamente nel prossimo capitolo).

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I DAT PARLANO

La teoria quantitativa della moneta: quantità di moneta e velocità di circolazione Se indichiamo con M la quantità di moneta esistente e con V la velocità di circolazione della moneta, cioè il numero di volte che nell’unità di tempo la moneta in media svolge la sua funzione (cioè i suoi passaggi di mano), la quantità totale di moneta disponibile è MV. Il valore delle merci scambiate può ottenersi moltiplicando la quantità di beni e servizi scambiati nell’unità di tempo per il livello generale dei prezzi: se con Q indichiamo la quantità scambiata e con P il livello generale dei prezzi, il valore delle merci scambiate (valore complessivo delle transazioni nell’unità di tempo) sarà PQ. L’equazione di Fisher Pertanto, l’equazione di Fisher può scriversi: MV = PQ MV da cui deriva: P= Q Si vede chiaramente che il livello generale dei prezzi P dipende da tre grandezze: Moneta, Velocità e Quantità di moneta in circolazione. Esso è direttamente proporzionale alla quantità di moneta disponibile (MV) e inversamente proporzionale alla quantità di beni e servizi scambiati (Q). Il valore della moneta Data la relazione esistente fra indice dei prezzi e valore della moneta, è possibile esprimere quest’ultimo come segue: Q Vm = MV Si ricava quanto esposto nella tabella che puoi vedere qui sotto.

PER ESEMPIO Se in un sistema economico si compiono ogni giorno scambi per 100 miliardi, le transazioni possono avvenire o con l’impiego di 100 miliardi in moneta oppure solo con 50 miliardi, se ogni unità monetaria svolge la sua funzione di intermediaria negli scambi in media due volte oppure ancora con 10 miliardi, se ogni unità monetaria svolge la sua funzione 10 volte al giorno. Velocità di circolazione della moneta La velocità di circolazione della moneta è data dal numero di volte che la moneta, in media, è scambiata nell’unità di tempo. La quantità totale di moneta disponibile dipende quindi non solo dalla moneta emessa, ma anche dalla sua velocità di circolazione

SE LA QUANTITÀ DI MONETA IN CIRCOLAZIONE

ALLORA IL VALORE DELLA MONETA

aumenta

diminuisce

diminuisce

aumenta

FACCIAMO IL PUNTO Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

1. Sai spiegare la teoria di Fisher? 2. Perché, secondo Fisher, un aumento della quantità totale della moneta ne fa diminuire il valore?

325


Mercato monetario e mercato finanziario → cap. 2.1

Il mercato monetario riguarda la domanda e l’offerta di moneta nel breve termine, mentre il mercato finanziario riguarda le operazioni a medio e lungo termine.

Nel mercato monetario, la domanda di moneta proviene sia da privati, come gli imprenditori che necessitano di capitale circolante per l’impresa, sia dallo Stato, che emette BOT per finanziare i ricorrenti deficit di cassa. L’offerta proviene invece dalla banca di emissione e dal sistema bancario, che raccoglie il risparmio di famiglie e imprese. Nel mercato finanziario, la domanda di moneta proviene sia da privati, come le imprese per finanziare gli investimenti, sia dallo Stato per finanziare i deficit di bilancio, sia dalle famiglie per finanziare l’acquisto di beni durevoli, come la casa. L’offerta invece proviene dai risparmiatori che acquistano in Borsa azioni, obbligazioni e titoli pubblici, dalle banche e dagli altri intermediari finanziari che gestiscono i risparmi loro affidati dalla clientela. Come avviene in tutti gli altri mercati dei beni e dei servizi, anche nel mercato dei capitali l’incontro tra domanda e offerta di moneta determina il prezzo di equilibrio, cioè il tasso di interesse, che è il prezzo per l’uso dei capitali. MAPPA 

1 . 7 La domanda di moneta Per effettuare gli scambi i soggetti devono disporre di una certa quantità di moneta, direttamente spendibile sul mercato. Domanda di moneta Demand for money

La domanda di moneta è la quantità di reddito che il singolo o l’intera collettività detengono in forma liquida.

→ Unità 2, La liquidità, come abbiamo già definito, rappresenta la facilità con cui un bene o cap. 1.4 un’attività possono essere convertiti rapidamente in denaro contante senza subire significative perdite di valore. In questo senso, la domanda di moneta indica la quantità di denaro, sia contante che depositato in conti correnti, che gli individui e le imprese desiderano detenere per far fronte alle loro necessità di spesa. Il reddito, inteso come la remunerazione complessiva di un individuo o di una famiglia, può essere destinato a diverse finalità: il consumo immediato, il risparmio o il pagamento delle tasse. La parte di reddito destinata al consumo rappresenta, di fatto, la domanda di moneta. Più essa aumenta, meno si risparmia. È importante sottolineare che detenere semplicemente denaro, come nel famoso esempio dei soldi nascosti sotto il materasso, non costituisce di per sé una forma di risparmio, perché è improduttivo. Il risparmio, infatti, implica l’allocazione delle risorse in attività che generano un rendimento nel tempo, nonché crescita e sviluppo per l’intero sistema economico, come, ad esempio, l’acquisto di titoli di Stato o di partecipazione a società per azioni. PLUS In una parola, il risparmio implica investimenti. L’analisi Per questi motivi, indagare sulla “preferenza per la liquidità” diventa fondamentale per di Keynes: comprendere i comportamenti economici degli individui e delle imprese, nonché per critica alla teoria formulare politiche economiche efficaci. quantitativa Una forte preferenza per la liquidità, ad esempio, può indicare un clima di incertezza della moneta economica e scoraggiare gli investimenti.

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MAPPA

MERCATO DEI CAPITALI MERCATO MONETARIO breve termine domanda di moneta

offerta di moneta

proviene da

proviene da banche di emissione

imprese

Stato

per

per

finanziamento capitale circolante

finanziamento deficit di cassa

sistema bancario

risparmio delle famiglie e delle imprese

MERCATO FINANZIARIO lungo termine domanda di moneta

offerta di moneta

proviene da

proviene da

imprese

famiglie

Stato

per

per

per

finanziamento investimenti

finanziamento beni durevoli

finanziamento deficit di bilancio

risparmiatori

banche

FACCIAMO IL PUNTO Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

1. Quali sono le principali differenze tra il mercato monetario e il mercato finanziario? 2. Che cosa si intende per liquidità? 3. Che cos’è la domanda di moneta? 4. Perché è importante indagare sulla “preferenza per la liquidità”?

ECONOMIA E REALTÀ

Preferenza per la liquidità Secondo Keynes i soggetti preferiscono detenere la ricchezza in forma liquida per i seguenti motivi: • motivo delle transazioni, dato che imprese e consumatori detengono riserve in contanti per far fronte ai pagamenti al loro verificarsi; • motivo speculativo, dato che una certa disponibilità di liquidi consente di approfittare di occasioni collegate all’andamento della borsa; • motivo precauzionale, in quanto i mezzi liquidi possono servire per far fronte a spese improvvise e ad acquisti vantaggiosi.

I soggetti possono rinunciare alla liquidità solo quando nei mercati vige un alto tasso di interesse.

In ogni caso la quantità di moneta detenuta in forma liquida è : • in relazione diretta al reddito; • in relazione inversa al tasso di interesse di mercato.

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1 . 8 L’offerta di moneta

In ogni momento i diversi operatori economici dispongono di moneta che utilizzano per l’acquisto di beni e di servizi. Offerta di moneta Money supply

L’offerta di moneta è data dalla quantità totale di moneta esistente in un certo momento a disposizione degli operatori del sistema economico. È pari alla somma tra la moneta legale e la moneta bancaria MAPPA 

L’offerta di moneta è quindi la quantità di moneta in circolazione. Essa dipende principalmente dalle decisioni della Bce che la determina, aumentandola o diminuendola, in base alla situazione e agli obiettivi di politica economica che de→ par. 1.9 sidera raggiungere, come vedremo). PER ESEMPIO  L’offerta di moneta proviene agli operatori dai seguenti soggetti: Stato, banca di emissione, sistema bancario, settore estero.

Stato La Zecca dello Stato è la struttura che produce monete divisionali in metallo (nichel, acciaio), di piccolo taglio e quindi adatte agli scambi minuti. Il contributo della moneta divisionale all’offerta di moneta è molto modesto: le monete hanno corso legale, ma limitatamente a piccole somme (per pagamenti di grosse somme possono essere rifiutate).

Banca di emissione In ogni Paese, l’Istituto di emissione, chiamato anche Banca centrale, immette moneta legale nel sistema bancario secondo precise norme giuridiche finalizzate a regolare l’offerta di moneta e a controllare la circolazione monetaria. Nell’UEM (area euro) le Banche centrali dei Paesi membri sono vincolate alle decisioni della Banca centrale europea (BCE). Esistono due diversi modi in cui le banche ordinarie possono ottenere moneta dalla Banca centrale: • attraverso le anticipazioni di cassa, che sono accrediti in conto corrente effettuati dalla Banca centrale a favore delle banche stesse su cui queste pagano un interesse; • attraverso il risconto, che consiste nella cessione alla Banca centrale di cambiali, che le banche hanno ottenuto dalla propria clientela, mediante sconto cambiario . Il tasso di interesse praticato dalla Banca centrale nell’operazione di risconto delle cambiali è collegato al tasso ufficiale di riferimento (Tur) , determinato dalla BCE, che è il tasso di interesse con il quale la Banca centrale finanzia le banche. Dai media, viene anche chiamato costo del denaro, perché sulla base di questo tasso, le banche stabiliscono l’interesse da praticare ai propri clienti quando prestano loro denaro e influisce su molte grandezze finanziarie. Questo tasso, detto tasso libero, si forma aggiungendo al Tur un margine che serve a coprire sia i costi dell’operazione legati all’attività della banca, che il rischio di eventuale insolvenza del cliente (cioè mancata restituzione del denaro prestato). Si concretizza nel profitto che la banca intende realizzare. Se, ad esempio, la Bce fissa il Tur al 2% annuo, le banche ordinarie nei confronti dei propri clienti applicheranno una differenza del 3%. Il tasso libero praticato dalle banche quando prestano denaro ai propri clienti sarà quindi del 5%. Variare il tasso di riferimento significa, di conseguenza, variare il tasso libero praticato dalle banche ordinarie ai clienti. Se il costo del denaro (cioè il Tur) aumenta, le

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U6 La moneta e il credito . C1 La moneta e la politica monetaria


banche praticheranno ai clienti un tasso di interesse più alto, diminuendo, di fatto, la quantità di denaro in circolazione (perché una percentuale maggiore di denaro verrà inghiottita a causa dell’interesse più alto praticato). Viceversa, se il costo del denaro diminuisce, aumenterà la quantità di moneta in circolazione.

Sistema bancario Le banche assolvono all’importante funzione dell’intermediazione creditizia, che consiste nel raccogliere depositi dalle famiglie e nel fare prestiti alle imprese.

MAPPA

I depositanti hanno la facoltà di prelevare le somme versate, anche per intero e senza preavviso se si tratta di depositi non vincolati (depositi a vista). Pertanto, la banca deve trattenere una certa scorta di moneta (riserva libera), allo scopo di far fronte alle eventuali richieste di rimborso della clientela. Le banche ordinarie devono versare alla Banca centrale una parte dei depositi sulla base di un coefficiente di riserva obbligatoria, fissato dalla stessa Banca centrale: esso rappresenta un efficace strumento che la Banca centrale può utilizzare per regolare il volume della moneta in circolazione, mentre la quota di depositi non destinata alle riserve (quella libera e quella obbligatoria) viene utilizzata dalla banca ordinaria per operazioni attive (cioè per prestiti alla clientela). Dalle operazioni attive, la banca trae profitto (grazie alla differenza tra il Tur e il tasso praticato ai clienti).

moneta legale

circolante (banconote e monete metalliche)

moneta bancaria

depositi bancari

OFFERTA DI MONETA

QUANTITÀ DI MONETA IN CIRCOLAZIONE

LESSICO  Sconto cambiario È il contratto con il quale una banca anticipa l’ammontare di una cambiale non ancora scaduta, addebitando una percentuale (tasso di sconto) e altre provvigioni dietro la cessione del credito stesso.

 Tasso ufficiale di riferimento (Tur) È il tasso a cui la BCE concede prestiti alle altre banche. Sulla sua base viene determinato sia il tasso di interesse che le banche ordinarie applicano ai clienti, sia il tasso interbancario, che si applica ai prestiti tra banche.

PER ESEMPIO

FACCIAMO IL PUNTO Variazione della quantità di moneta In una situazione di crisi e recessione, caratterizzata da bassa domanda, pochi investimenti e crescente disoccupazione, sarà obiettivo della politica economica stimolare l’economia immettendo moneta per sostenere la domanda, favorire l’occupazione e dare il via alla spirale virtuosa del moltiplicatore keynesiano. Diversamente, in una congiuntura caratterizzata da un eccesso di domanda rispetto all’offerta che sfocia in inflazione, sarà importante diminuire la quantità di moneta in circolazione per raffreddare la domanda e contenere l’aumento dei prezzi.

Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

1. Che cosa rappresentano la base monetaria, la domanda di moneta e l’offerta di moneta? 2. Quali sono i canali dell’offerta di moneta? 3. Perché il Tur viene anche chiamato costo del denaro?

329


Creazione di moneta bancaria. Vediamo come l’ammontare del coefficiente di riserva obbligatoria può influire sulla quantità di moneta in circolazione. Supponiamo che la riserva totale (riserva libera più riserva obbligatoria) sia pari al 10% dei depositi. Se una banca ha ricevuto dai clienti depositi pari a 100 milioni di euro, deve trattenerne 10 e può utilizzare i rimanenti 90 per effettuare prestiti. La moneta ritornata in circolazione (90 milioni) viene a sua volta impiegata per effettuare pagamenti di uguale importo. Gli operatori economici che hanno ricevuto questi pagamenti, dopo un certo periodo di tempo, possono depositarli presso la stessa o un’altra banca. Questa, dopo aver accantonato il 10% come riserva, pari a 9 milioni di euro, può prestarne i rimanenti 81. Ricomincia un nuovo giro: deposito  accantonamento della riserva  prestito PER ESEMPIO 1 

Ecco come il sistema bancario riesce ad espandere, da un deposito iniziale, l’offerta di moneta (cioè l’insieme di circolante e depositi). Va da sè che, quando varia il coefficiente di riserva obbligatoria, si modifica anche l’entità di moneta creata. Se aumenta il coefficiente, nel sistema circola meno moneta; se il coefficiente diminuisce, circola maggiore moneta. PER ESEMPIO 2  I DATI PARLANO  L’insieme delle riserve (obbligatoria e volontaria) e del denaro circolante costituisce la base monetaria. La base monetaria non va confusa con l’offerta di moneta che invece è data dalla somma di circolante e depositi bancari. MAPPA  L’offerta di moneta è maggiore della base monetaria perché comprende i depositi bancari che rappresentano una quota maggiore delle riserve.

Settore estero Il settore estero è costituito dall’insieme dei rapporti che si allacciano fra gli operatori nazionali e il Resto del mondo.

MAPPA

PLUS Gli aggregati monetari

Come meglio approfondiremo più avanti, i rapporti con l’estero influenzano l’offerta di moneta. Questo assunto può essere chiarito con alcuni esempi. PER ESEMPIO 3  Quando si attiva il settore estero. In un’unione monetaria, come quella creata dai Paesi della zona euro, se le importazioni e le esportazioni avvengono all’interno della zona stessa, l’offerta di moneta in aumento per le esportazioni in un Paese è compensata dalla corrispondente diminuzione dell’offerta di moneta nel Paese importatore: quindi la quantità di euro in circolazione nel sistema rimane tendenzialmente stabile. Il canale estero di creazione di moneta si attiva invece nei rapporti tra i Paesi UEM (Unione economica e monetaria) e i Paesi esterni all’Unione.

OFFERTA DI MONETA

BASE MONETARIA

è composta da

è composta da

depositi bancari non vincolati

330

circolante

circolante

U6 La moneta e il credito . C1 La moneta e la politica monetaria

riserva obbligatoria

riserva volontaria


PER ESEMPIO

1 Creazione di moneta bancaria

LESSICO

Il ciclo si può ripetere, in teoria, all’infinito; un deposito iniziale di 100 milioni di euro può generare, teoricamente, la seguente sequenza:

 Moltiplicatore dei depositi

100

10 (riserve) 90 (prestito)

9 (riserve) 81 (prestito)

deposito iniziale

8,1 (riserve) 72,9 (prestito)

7,29 (riserve) 65,61 (prestito)

quantità di moneta finale ... 1.000

Detto anche moltiplicatore del credito, è il processo di creazione di moneta bancaria da parte delle banche di credito ordinario, sulla base dei depositi iniziali dei risparmiatori costituiti da moneta legale.

...

Cioè un deposito iniziale di 100 milioni di euro crea in teoria moneta bancaria per altri 900 milioni: la quantità finale di moneta, 1.000 milioni di euro, risulta dalla somma del deposito iniziale e dei depositi derivati, secondo la formula del moltiplicatore dei depositi .

2 Variazione del coefficiente di riserva obbligatoria Supponiamo che la Banca centrale aumenti il coefficiente di riserva obbligatoria dal 10 al 20%, allo scopo di ottenere una riduzione della circolazione monetaria. Il moltiplicatore del credito, che originariamente era pari al 10% (cioè 1 : 0,10), ora si riduce al 5% (cioè 1 : 0,20), e ciò dimezza la capacità del sistema di creare moneta. L’opposto accade naturalmente se la

Banca centrale diminuisce la percentuale di riserva obbligatoria per promuovere un aumento della circolazione. Se, ad esempio, il coefficiente di riserva obbligatoria diminuisce dal 10 al 5%, il moltiplicatore del credito, che originariamente era pari al 10%, ora aumenta al 20% (cioè 1 : 0,05) e ciò raddoppia la capacità del sistema di creare moneta.

3 Pagamenti in valuta estera

I DATI PARLANO

Quando un esportatore italiano viene pa­ gato in valuta straniera, supponiamo in dollari, può detenere il corrispettivo in valuta o scambiarlo contro euro; in entrambi i casi aumenta la quantità di moneta in circolazione all’interno. Così pure se uno straniero acquista dei Buoni del Tesoro pagandoli in valuta estera, immette nuova moneta nel nostro sistema economico:

anche in questo caso si determina un aumento dell’offerta di moneta. Si ha invece una diminuzione dell’offerta di moneta nel caso dell’importazione di beni dall’estero, in quanto il corrispettivo in moneta è sottratto alla circolazione interna e andrà ad aumentare la circolazione del sistema economico che ha esportato nel nostro Paese.

Il moltiplicatore dei depositi Da un punto di vista matematico, la sequenza è analoga a quella che abbiamo studiato a proposito del moltiplicatore keynesiano. Utilizzando il medesimo procedimento allora descritto, si perviene alla seguente formula: A = 1 D, nel nostro caso: 1 × 100 = 1.000 r 0,1 dove A è la quantità totale di moneta creata dal deposito iniziale D, r la percentuale di riserva e 1/r è il moltiplicatore dei depositi. L’intero processo di creazione di moneta bancaria dipende dalla disponibilità di moneta legale e dai rapporti che

intercorrono tra la Banca centrale, che emette tale moneta, e le banche ordinarie. La Banca centrale è chiamata anche “banca delle banche” poiché non ha rapporti diretti con le famiglie e le imprese, ma solo con le banche ordinarie. Queste a loro volta, con i rapporti che intrattengono con famiglie e imprese, contribuiscono alla determinazione della quantità di moneta in circolazione. Come si vede dalla formula, più basso è il livello del coefficiente di riserva obbligatoria, più elevato è il moltiplicatore dei depositi e, quindi, maggiore è la capacità del sistema bancario di creare moneta.

→ Unità 5, par. 3.4

FACCIAMO IL PUNTO Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

1. Come funziona il meccanismo del moltiplicatore dei depositi?

2. A che cosa servono le riserve?

331


1 . 9 L’equilibrio del mercato monetario L’equilibrio che si forma sul mercato della moneta non è dissimile da quello che si forma in tutti gli altri mercati, in cui le variazioni di prezzo garantiscono l’equilibrio fra domanda e offerta. Nel mercato monetario la funzione equilibratrice è svolta dal tasso di interesse, che è il prezzo per l’uso del capitale.

Mercato monetario Monetary market

Per capire come si forma l’equilibrio del mercato monetario, dobbiamo rifarci a quanto abbiamo già illustrato nei due paragrafi precedenti dedicati rispettivamente allo studio delle funzioni di domanda e di offerta di moneta.

Domanda e offerta di moneta

→ par 1.7 Riprendendo quanto spiegato in precedenza, ricordiamo che, secondo Keynes, sia la domanda di moneta per il motivo delle transazioni (far fronte alle spese ordinarie) che per il motivo precauzionale (far fronte alle spese impreviste) dipende dal livello PLUS del reddito; mentre la domanda di moneta per il motivo speculativo  (trarre vantagLa domanda di moneta gio dai movimenti delle borse) è in funzione del tasso di interesse. secondo Keynes

L’offerta di moneta, invece, è determinata dalle autorità monetarie, che dispongono di efficaci mezzi di controllo diretto e indiretto della quantità di moneta in circolazione. Pertanto, l’offerta di moneta viene assunta come un dato, indipendente dai meccanismi di mercato. MAPPA  I DATI PARLANO 

I DATI PARLANO

La disputa monetaristineokeynesiani

ipsum

La domanda di moneta può essere sintetizzata dalla formula: Md = M (Y, i) che indica che la domanda di moneta è in funzione del livello di reddito Y e dai tassi di interesse i. Se supponiamo dato fisso un certo livello di reddito, la domanda di moneta dipende solo dal tasso Tasso di interesse di interesse: essa aumenta al diminuire del tasso di interesse, e vi­ce­versa. Pertanto, la domanda di moneta può essere rappresentata da una curva decrescente, come quella mostrata nella figura A. L’offerta di moneta, in quanto determinata dalle autorità monetarie, viene considerata come un dato indipendente dai meccanismi di mercato e quindi rappresentata mediante una retta Operpendicolare, come si vede nella figura B.

Tasso di interesse

Eccesso di offerta Tasso di interesse Tasso di interesse

C

A

A

A

Tasso di interesse

B

Se ora riuniamo in un solo grafico (C) le funzioni di domanda e di offerta di moneta, troviamo che domanda e offerta si uguagliano in corrispondenza del tasso di interesse di equilibrio, rappresentato O Domanda A Offerta di moneta OB della figura C. di moneta dal segmento

TassoTasso di interesse di interesse

B

B

Tasso di interesse

C

Offerta di moneta

B

P

F O

Da che cosa dipendono la domanda e l’offerta di moneta

Eccesso di domanda D

A

G

O

332

B

Quantità di moneta O

Domanda Domanda di moneta di moneta

O

O

A

Offerta A Offerta di moneta di moneta

Tasso di interesse

di interesse U6 La moneta e il credito . C1 La moneta Tasso e la politica monetaria C Offerta Offerta di moneta di moneta

C

O

P

Domanda di moneta

A Quantità di moneta


MAPPA

LESSICO DOMANDA DI MONETA

OFFERTA DI MONETA

per

motivo delle transazioni

dipende da

motivo precauzionale

motivo speculativo

dipende da

Lorem ipsum dipende da

livello del reddito

tasso di interesse

autorità monetarie

PLUS

 Beni reali

Dom di mo

O

Tasso di interesse Eccesso di offerta

C

B

P

F O

Motivo che spinge i risparmiatori a detenere denaro in forma liquida per poter approfittare delle occasioni di acquistare titoli azionari e obbligazionari collegate all’andamento della borsa e alle loro previsioni sull’andamento futuro del corso dei titoli. Comprendono una vasta gamma di beni, tutti caratterizzati dalla loro consistenza fisica, e per questo indicati anche come “beni tangibili”, dal settore delle materie prime a Tasso di interesse quello degli immobili, dalla produzione di enerai servizi di pubblica utilità, dalla proprietà diretta di aziende al possesso di metalli preziosi, come oro, argento, monete da collezione.

Il sentiero verso l’equilibrio: variazione dei tassi di interesse Vediamo ora che cosa accade quando il tasso di interesse sul mercato monetario è superiore a quello di equilibrio (figura a lato). Se in un certo momento il tasso di interesse (OC) è superiore al tasso di equilibrio (OB), la moneta domandata è inferiore alla moneta offerta (OD < OA). In questo caso, i detentori di liquidità in eccesso cercheranno di liberarsene, acquistando beni reali  oppure obbligazioni; l’aumento della domanda di beni reali determina o un aumento della produzione e, quindi, del reddito, oppure un aumento dei prezzi dei beni (ci occuperemo di questi effetti quando parleremo dell’inflazione). L’aumento della domanda di obbligazioni determina un aumento nelle quotazioni dei titoli stessi, e pertanto una diminuzione del loro rendimento, cioè del tasso di interesse. Il risultato di questo meccanismo è che il tasso di interesse di mercato tende all’equilibrio, con domanda e offerta di moneta ritornate al medesimo livello. Il contrario si verifica quando il tasso di interesse di mercato è inferiore a quello di equilibrio. Se il tasso vigente sul mercato fosse OF, la moneta domandata sarebbe superiore a quella offerta (OG > OA). In tal caso, gli operatori cercheranno di accrescere la propria

 Motivo speculativo

Eccesso di domanda D

A

G

Quantità di moneta

liquidità, diminuendo gli acquisti di beni e di titoli obbligazionari. Si verificherà una diminuzione della domanda di beni e di titoli, con conseguenze opposte a quelle finora ricordate. Per azione di queste forze il tasso di interesse di mercato tende all’equilibrio, che corrisponde al punto di intersezione (P) fra la curva di domanda e la curva di offerta di moneta.

FACCIAMO IL PUNTO Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

1. Come si può definire il tasso di interesse? 2. Qual è la funzione del tasso di interesse nel mercato monetario? 3. Quali fattori influenzano la domanda di moneta? 4. Da che cosa dipende l’offerta di moneta?

333


1 . 10 La politica monetaria Ci occupiamo ora della politica monetaria, che – governando la quantità di moneta in circolazione – riveste una grande importanza nell’economia per gli effetti che produce nel sistema economico. Politica monetaria Monetary policy

La politica monetaria è costituita dall’insieme delle decisioni assunte dalle autorità monetarie per regolare l’offerta di moneta (aumentandola o diminuendola) in vista del raggiungimento degli obiettivi della politica economica.

Il ruolo della politica monetaria si può sintetizzare nello schema a lato. MAPPA 1  Lo schema indica che la politica monetaria utilizza l’offerta di moneta per raggiungere fondamentali obiettivi di politica economica. La Banca di emissione ha a sua disposizione una serie di strumenti in grado di far variare l’offerta di moneta, adattandola al livello necessario per il raggiungimento di → par. 1.9 obiettivi considerati prioritari. e cap. 2 Infatti essa ha il monopolio dell’emissione legale e, perciò, può regolare direttamente la quantità di moneta in circolazione, attraverso il controllo della base monetaria.

Gli strumenti della politica monetaria Esaminiamo singolarmente i diversi strumenti a disposizione delle autorità monetarie per regolare l’offerta di moneta nel sistema economico, in senso espansivo (aumentando la quantità di moneta) o restrittivo (diminuendo la quantità di moneta). Sono utilizzati dalla Banca d’Italia in applicazione delle decisioni di politica monetaria adottate dalla Banca centrale europea (BCE). Essi sono i seguenti. • Operazioni di mercato aperto, eseguite dalle singole Banche centrali nazionali, in base a decisioni prese dalla Bce, che consistono nell’acquisto (politica espansiva) o → rubrica Il Quantitative nella vendita (politica restrittiva) di titoli di Stato presenti sul mercato. Nel primo easing caso si otterrà un aumento dell’offerta di moneta, nel secondo una diminuzione. Tra queste le più importanti sono le operazioni pronti contro termine (p/t), attraverso cui la BCE finanzia regolarmente i sistemi bancari nazionali. Esse consistono in un doppio contratto di compravendita di titoli o attività finanziarie entro un breve arco temporale: un acquisto di titoli a pronti (in contanti) da rivendere a termine allo scopo di impiegare liquidità, oppure una vendita di titoli a pronti da riacquistare a termine per raccogliere liquidità. • Manovra del coefficiente di riserva obbligatoria: consiste nelle variazioni delle quote di depositi liquidi che la banca deve detenere sotto forma di riserva, rispetto ai depositi totali della clientela, allo scopo di garantire la solvibilità della → par. 1.8 banca nei confronti dei depositanti. Se il coefficiente aumenta, si limita la quantità di moneta in circolazione, e viceversa. A questo strumento, molto usato in passato, oggi si ricorre raramente. • Manovra sul Tur: come abbiamo visto, il Tur è il costo di riferimento per le banche quando prendono a prestito denaro dalla Banca centrale. Questo costo si ripercuote sui tassi di interesse che le banche applicano ai loro clienti (tassi liberi), rendendo i prestiti più o meno costosi a seconda delle variazioni del tasso di riferimento. Un suo aumento rende i prestiti meno convenienti, scoraggiando le richieste e riducendo la liquidità in circolazione, viceversa una sua diminuzione → par. 1.8 provoca un incremento degli investimenti e dei consumi, favorendo la crescita economica. MAPPA 2 

334

U6 La moneta e il credito . C1 La moneta e la politica monetaria


MAPPA 1 POLITICA MONETARIA

Strumenti • manovra del tasso di riferimento • operazioni di mercato aperto • variazione della riserva obbligatoria

Offerta di moneta

Obiettivi di politica economica • stabilità dei prezzi • equilibrio dei cambi • sviluppo del reddito

Il quantitative easing (in italiano “allentamento quantitativo”) è una misura di politica monetaria espansiva attuata dalla Banca centrale per rilanciare l’economia di un Paese. Consiste nella creazione di moneta da parte della Banca centrale e nella sua iniezione, mediante operazioni di mercato aperto, nel sistema finanziario ed economico. Nella pratica il quantitative easing si realizza con l’acquisto sul mercato, da parte della Banca centrale, di attività finanziarie (soprattutto titoli di Stato) stampando moneta. L’iniezione di una grande liquidità sul mercato tiene bassi i tassi di interesse spingendo le famiglie ad aumentare i consumi, con la possibile conseguenza di far ripartire l’economia. Questa politica è stata seguita dalla Federal Reserve americana nel 2009,

MAPPA 2

ECONOMIA E REALTÀ

Il quantitative easing, una ricetta contro la crisi e in seguito dalla Banca d’Inghilterra e dalla Banca del Giappone in momenti di gravi crisi. Interventi di quantitative easing sono stati attuati dal 2015 da Mario Draghi, Presidente della Banca centrale europea (BCE), per rilanciare l’economia dell’Eurozona, facendo scendere i tassi di interesse e il costo del debito dei diversi Paesi. Nel marzo 2020, in piena epidemia Covid-19, in condizioni economiche drammaticamente peggiorate rispetto alle previsioni, la BCE ha avviato un nuovo programma di acquisti, da affiancare al quantitative easing: il PEPP (Pandemic Emergency Purchase Programme), finalizzato a sostenere l’economia dell’Eurozona travolta dal Coronavirus. Si tratta di un programma di acquisto di titoli sia del settore pubblico sia del settore privato, dal valore complessivo di 750 miliardi di euro.

FACCIAMO IL PUNTO Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

1. Quali sono gli obiettivi e gli strumenti della politica monetaria? 2. Che cosa sono le operazioni di mercato aperto? 3. Quale rapporto c’è tra il Tur e l’interesse praticato dalle banche?

STRUMENTI DELLA POLITICA MONETARIA

OPERAZIONI DI MERCATO APERTO

MANOVRA DEL COEFFICIENTE DI RISERVA OBBLIGATORIA

espansiva

restrittiva

espansiva

restrittiva

acquisto

vendita

diminuzione

aumento

MANOVRA DEL TUR espansiva

restrittiva

diminuzione

aumento

335


Politica monetaria espansiva e restrittiva La politica monetaria può essere espansiva o restrittiva. È espansiva se è finalizzata all’aumento della base monetaria e, quindi, dell’offerta di moneta; è restrittiva se ha lo scopo di diminuire l’offerta di moneta. Se durante una recessione si intende stimolare l’economia, la Banca centrale può adottare una politica monetaria espansiva che, mettendo a disposizione degli operatori una maggior quantità di moneta, fa aumentare la domanda aggregata e quindi l’occupazione. Se, invece, durante una fase di espansione si adotta una politica monetaria restrittiva, diminuisce la quantità di moneta a disposizione, si riduce la domanda e di conseguenza diminuiscono gli investimenti e le tensioni inflazionistiche che si creano quando l’offerta aggregata ha difficoltà a soddisfare la domanda. MAPPA 1 

Effetti della politica monetaria Una politica monetaria espansiva avrà come effetto un aumento reale del reddito, a cui segue l’aumento della domanda che a sua volta stimolerà un aumento della produzione di beni e servizi Una politica monetaria restrittiva è diretta a combattere l’inflazione, ossia a impedire la crescita puramente nominale del reddito nelle fasi di “surriscaldamento” dell’economia. Tuttavia, se praticata in modo eccessivo, determinerà una riduzione del reddito reale, ossia della produzione e dell’occupazione. PER ESEMPIO 

Manovre monetarie e reddito nazionale Le manovre monetarie costituiscono quindi uno strumento fondamentale per la regolazione dell’attività economica, perché la liquidità del sistema consente alle imprese di realizzare gli investimenti produttivi e aumentare così il reddito nazionale. L’influenza delle manovre monetarie sul livello del reddito nazionale è indiretta, in quanto esse agiscono sulla domanda di investimenti (che come sappiamo è una componente della domanda globale), che, a sua volta, determina il livello del reddito. La sequenza si realizza così: MAPPA 2 

Ecco gli effetti dei due tipi di manovra: • una manovra monetaria espansiva aumenta la liquidità del sistema, la quale può indurre le imprese a effettuare maggiori investimenti. L’aumentata domanda di beni strumentali provoca a sua volta un aumento del reddito nazionale; • una manovra monetaria restrittiva produce gli effetti opposti: la domanda di investimenti diminuisce, con la conseguente diminuzione della produzione e del reddito nazionale. Si noti però che la manovra espansiva non produce sempre un aumento della domanda di investimenti. Infatti, se le prospettive future sono pessimistiche e il tasso di interesse è relativamente elevato, gli imprenditori non aumentano gli investimenti nonostante la manovra monetaria espansiva. Questa situazione si può verificare con una certa frequenza: le imprese non attingono al credito, in quanto non effettuano gli investimenti a causa delle pessimistiche previsioni per il futuro. La politica monetaria restrittiva, viceversa, riesce a realizzare i suoi obiettivi con rapidità ed efficacia: se in un certo momento le autorità monetarie attuano una politica monetaria restrittiva allo scopo di combattere l’inflazione, i risultati si realizzano in breve tempo. La manovra monetaria provoca dunque effetti asimmetrici: quando è espansiva, i suoi risultati possono essere modesti e realizzarsi in tempi lunghi; quando è restrittiva,

336

U6 La moneta e il credito . C1 La moneta e la politica monetaria


i suoi effetti sono rapidi, ma possono verificarsi effetti collaterali negativi non voluti. In ogni caso si tratta di una manovra difficile, di cui non è possibile valutare tutte le conseguenze. Nella tabella seguente, sono riassunti gli interventi di politica economica che i diversi operatori (Bce e Banca d’Italia) devono realizzare per variare la quantità di moneta in circolazione (in aumento o in diminuzione). Si precisa che gli strumenti possono essere impiegati tutti insieme o anche singolarmente, a seconda del tipo di intervento che richiede la situazione. AUMENTO DELLA MONETA (manovra espansiva)

DIMINUZIONE DELLA MONETA (manovra restrittiva)

Bce

Diminuzione del Tur

Aumento del Tur

Banca d’Italia

Diminuzione riserva obbligatoria

Aumento riserva obbligatoria

Banca d’Italia

Acquisto titoli sul mercato

Vendita titoli sul mercato

MAPPA 1

I diversi effetti della politica monetaria, combinata alle altre mano→ Unità 7, vre che la politica economica prevede nelle diverse fasi dell’economia, cap. 1.3 sarà oggetto della prossima Unità.

PLUS La controversia sulla politica monetaria

EFFETTI DELLA POLITICA MONETARIA Espansiva POLITICA MONETARIA

aumenta l’offerta di moneta

aumenta la domanda aggregata

Aumento del reddito

diminuisce l’offerta di moneta

diminuisce la domanda aggregata

Diminuzione del reddito

MAPPA 2

PER ESEMPIO

Restrittiva

FACCIAMO IL PUNTO

Politica restrittiva in inflazione Nel 2023, La Bank of England aveva rafforzato l’orientamento restrittivo della politica monetaria a causa dei livelli inflazionistici non in linea con i propri obiettivi, lasciando invariato il tasso di riferimento, al 5,25%. Ad agosto 2024, invece, in risposta al calo

dell’inflazione, ha effettuato un primo taglio al 5%, rafforzando poi l’orientamento espansionistico nel mese di dicembre, quando il livello di inflazione è sceso sotto al livello programmato del 2%, attestandosi all’1,7% e permettendo un ulteriore taglio del tasso al 4,75%.

EFFETTI DELLA MANOVRA MONETARIA SUL REDDITO

Manovra monetaria

Variazioni di liquidità

Domanda di investimenti

REDDITO NAZIONALE

Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

1. Quali sono le conseguenze della politica espansiva?

2. In quali casi è consigliata una politica restrittiva? 3. Perché si parla di effetti asimmetrici per le due manovre (espansiva e restrittiva)?

337


CAPITOLO

1

La moneta e la politica monetaria Sintesi

Ascolta e ripassa

1 . 1 Origini e funzioni della moneta

Nelle economie primitive gli scambi si fondavano sul baratto; in quelle moderne si basano sulla moneta, che svolge funzioni essenziali per l’economia: mezzo di scambio, misura del valore, riserva di valore e mezzo legale di pagamento.

1 . 2 Vari tipi di moneta

Oltre alle banconote (moneta legale), esistono altri mezzi di pagamento: la moneta bancaria, creata dalle banche (assegni, bonifici), la moneta commerciale, costituita dalle cambiali, e la moneta elettronica (carte di credito e di debito).

1 . 3 I sistemi monetari

Il sistema monetario è costituito dall’insieme della moneta che circola in un Paese e dalle norme giuridiche per regolarne la circolazione. I sistemi monetari si distinguono in: . sistemi monetari metallici (mono e bimetallici); . sistemi monetari a cambio aureo; . sistemi monetari a carta moneta inconvertibile, in cui vige il corso forzoso.

1 . 4 Il valore della moneta

Il valore della moneta si definisce: . intrinseco se corrisponde al suo valore materiale; . nominale, che è quello impresso sulle banconote; . di cambio, se è espresso in termini di un’altra moneta; . reale o potere di acquisto che corrisponde alla quantità di beni e servizi che con la moneta si possono comprare: se i prezzi aumentano, questo cala e viceversa.

1 . 5 La teoria quantitativa della moneta

La teoria quantitativa della moneta afferma che un aumento della quantità di moneta in circolazione produce un aumento dei prezzi e, quindi, una diminuzione del suo valore.

1 . 6 Il mercato dei capitali

Domanda e offerta di moneta si incontrano nel mercato dei capitali che si articola in . mercato monetario per il periodo breve; . mercato finanziario per il periodo lungo.

1 . 7 La domanda di moneta

La domanda di moneta è la parte di reddito detenuta in forma liquida. Dato che il reddito può essere destinato al consumo e al risparmio, la parte di reddito destinata al consumo rappresenta di fatto la domanda di moneta.

1 . 8 L’offerta di moneta

L’offerta di moneta è la quantità totale di moneta a disposizione del sistema economico (moneta legale più moneta bancaria); viene regolata dalle decisioni della BCE sul tasso ufficiale di riferimento.

1 . 9 L’equilibrio del mercato monetario

Il tasso di interesse è il prezzo per l’uso del denaro: il mercato monetario è in equilibrio quando domanda e offerta di moneta sono uguali in corrispondenza del tasso di interesse di equilibrio.

1 . 10 La politica monetaria

È l’insieme delle misure di politica economica finalizzate a regolare l’offerta di moneta per raggiungere degli obiettivi prefissati; sono strumenti della politica monetaria: le operazioni di mercato aperto, la manovra sul coefficiente di riserva obbligatoria e quella sul tasso ufficiale di riferimento (TUR). Può essere: . espansiva per aumentare la moneta in circolazione e stimolare l’economia; . restrittiva per ridurre la circolazione monetaria per combattere l’inflazione.

338

U6 La moneta e il credito . C1 La moneta e la politica monetaria


Mappa da completare Dopo aver ripassato i contenuti dell’Unità, completa la mappa inserendo correttamente gli elementi mancanti scelti tra i seguenti equilibrio • carta moneta • diretta • inversa • monometallismo • moneta bancaria • moneta elettronica • nominale • reale • riserva • scambio MONETA

FUNZIONI

Mezzo di ____________

Misura del valore

____________ di valore

Mezzo di ____________

TIPI DI MONETA

moneta legale

_____________________

moneta commerciale

moneta elettronica

SISTEMI MONETARI

sistemi monetari metallici

intrinseco

sistemi monetari a cambio aureo

sistemi a ___________________ inconvertibile

VALORE DELLA MONETA

biglietti a corso legale

_____________________

DOMANDA DI MONETA Md = M (Y, i) • in funzione _____________ del tasso di interesse • in funzione _____________ del reddito

di cambio

_____________________

OFFERTA DI MONETA fissata dalle autorità monetarie: • Stato • sistema bancario • banca di emissione • settore estero

_______________ DEL MERCATO MONETARIO domanda di moneta = offerta di moneta

RISPONDI ORA ALLE DOMANDE 1. Che cos’è il potere di acquisto?

4. Da che cosa dipende la domanda di moneta?

2. Che cos’è la moneta commerciale?

5. Da che cosa dipende l’offerta di moneta?

3. In che cosa consiste il sistema monetario a cambio aureo?

6. In quale modo lo Stato contribuisce all’offerta di moneta?

339


CAPITOLO

1

La moneta e la politica monetaria Esercizi Consolidiamo le conoscenze...

SCELTA MULTIPLA 1. Completa l’affermazione scegliendo la frase corretta fra quelle proposte. 1. La moneta non svolge la funzione di a  mezzo di scambio b  misura di valore c  riserva di valore d  consumo improduttivo 2. La moneta commerciale è costituita dall’insieme a  delle cambiali b  degli assegni bancari c  degli assegni circolari d  dei prelievi bancomat 3. La teoria quantitativa della moneta sostiene che il livello generale dei prezzi dipende dalla a  quota di moneta detenuta in forma liquida b  velocità di circolazione della moneta c  quantità dei beni scambiati d  quantità di moneta in circolazione 4. Le monete metalliche sono emesse dalla a  Banca d’Italia b  Zecca dello Stato c  Banca centrale europea d  Tesoreria del Ministero del tesoro 5. Non è un soggetto che offre moneta a  lo Stato b  la Banca di emissione c  il sistema delle imprese d  il sistema bancario 6. Nel mercato monetario l’equilibrio fra domanda e offerta di moneta è assicurato dal a  tasso di interesse b  reddito reale c  reddito nominale d  moltiplicatore 7. Le decisioni delle autorità monetarie per regolare l’offerta di moneta allo scopo di raggiungere gli obiettivi di politica economica prendono il nome di a  politica monetaria b  politica finanziaria c  politica economica d  politica fiscale 8. L’organo che in Italia attua la politica monetaria e creditizia gestita dalla BCE è a  il Comitato interministeriale per il credito e il risparmio (CICR)

340

Esercizi interattivi

b  il Sistema europeo di banche centrali (SEBC) c  la Banca d’Italia d  il Ministero dell’economia e delle finanze 9. Per combattere l’inflazione, si dovrà attuare a  una politica monetaria espansiva b  una politica monetaria restrittiva c  un rifinanziamento delle banche d  un’emissione di moneta straordinaria 10. Quando diminuisce la quota di riserva obbligatoria, si vuole a  aumentare la quantità di moneta in circolazione b  diminuire la quantità di moneta in circolazione c  aumentare il Tur d  diminuire il Tur

COMPLETAMENTI 2. Completa il brano inserendo i termini appropriati tra quelli proposti. cambiale • civica • civile • civiltà • contante • trasparenza • educazione • elettronica • elettronici • pagamenti • sommersa • sviluppo La tracciabilità dei _______________ attraverso l’uso di strumenti diversi dal contante è considerata cruciale per avviare un’efficace lotta all’economia _______________, che spazia dall’evasione alla criminalità organizzata. L’utilizzo di pagamenti tracciabili, cioè l’impiego della moneta elettronica, è considerato il termometro della _______________ economica di un Paese, che ci indica quando in quel Paese ci sono le condizioni per uno _______________ economico moderno. L’idea è semplice: lo sviluppo economico è il risultato della miscela tra buone regole – tra cui quelle che garantiscono e sviluppano la _______________ – e la fiducia. Nei Paesi in cui esistono buone regole e fiducia i pagamenti _______________ sono diffusi; al contrario nei Paesi in cui il rispetto delle regole e l’educazione _______________ sono scarsi si preferisce il _______________. L’Italia è un Paese che presenta tutte e tre le caratteristiche negative: scarsa osservanza delle regole, ______________ civica carente, largo uso del contante. Il termometro segna il cattivo stato di salute della nostra civiltà economica.

U6 La moneta e il credito . C1 La moneta e la politica monetaria

Donato Masciandaro, «Il Sole 24 Ore» con adattamenti.


PREPARATI ALLA PROVA ORALE 3. Tra parentesi i paragrafi di riferimento. 1. Quali sono le funzioni della moneta? (1.1)

2. Che cos’è la moneta elettronica e per quale motivo se ne consiglia la diffusione? (1.2) 3. Da che cosa dipende il valore della moneta? (1.4) 4. Quali sono le relazioni fondamentali evidenziate dalla teoria quantitativa della moneta? (1.5) 5. Che differenza passa fra il mercato monetario e il mercato finanziario? (1.6) 6. Che cosa si intende per domanda di moneta e offerta di moneta? (1.7 e 1.8)

7. In che modo le banche “creano” moneta? (1.8) 8. Quando il mercato monetario è in equilibrio? (1.9) 9. Quali sono gli obiettivi fondamentali della politica monetaria? (1.10) 10. Con quali strumenti la Banca centrale può immettere moneta? (1.8 e 1.10) 11. Perché il Tur viene considerato un valore di riferimento? (1.8) 12. Quali sono gli effetti che produce la politica monetaria? (1.10)

... per sviluppare le competenze CASI PRATICI 4. Esamina ciascun caso e fornisci delle soluzioni o rispondi motivando. 1. Valori della moneta. Un regalo di compleanno Per il compleanno di una vostra compagna di scuola, avete raccolto 120 euro per farle un regalo. Caterina e Chiara vanno ad acquistarlo in un centro commerciale; per comodità, non si portano il contante, useranno la carta di credito. Devono decidere se comprare un braccialetto d’argento, oppure un profumo, o un biglietto per un concerto o un poster con una bella cornice. Girano per negozi, confrontando i prezzi, paragonano le varie alternative. Alla fine optano per il braccialetto e lo acquistano. Caterina osserva che l’anno precedente con la stessa somma avrebbero potuto aggiungere anche un ciondolo.

1. Quali funzioni della moneta si sono realizzate durante la scelta del regalo e il successivo acquisto? 2. Quale valore si è modificato nei 120 euro spesi l’anno precedente e in quello corrente? 3. Quale tipo di moneta è stata utilizzata per l’acquisto? Quali vantaggi offre rispetto al pagamento in contanti?

2. La velocita di circolazione della moneta. Un’economia dinamica…meno dinamica La velocità di circolazione della moneta è costituita dal numero di volte che un biglietto di banca viene in media scambiato nell’unità di tempo. L’evidenza statistica dimostra che in un’economia molto dinamica la velocità di circolazione è alta e tende a crescere nel tempo, il contrario accade in un’economia stazionaria. Dato che la quantità di moneta in circolazione non dipende solo da quanta moneta viene emessa, ma anche dalla sua velocità di circolazione, in un’economia dinamica minore è la quantità di moneta necessaria al funzionamento del sistema rispetto a un’economia stazionaria.

1. Se nell’economia dinamica si manifestasse un’improvvisa decelerazione del reddito, per effetto ad esempio di una grave epidemia o di un grande disastro naturale, con la conseguente caduta della velocità di circolazione della moneta, quali provvedimenti dovrebbero prendere i responsabili della politica monetaria per quanto riguarda la quantità di moneta da emettere? 2. Potrebbe essere una soluzione risolutiva agire solo sul moltiplicatore dei depositi? 3. Pensi che la diffusione della moneta elettronica possa influenzare la velocità di circolazione della moneta?

3. Offerta di moneta. Investimenti condivisi Nel mese di febbraio 2025, due fratelli ricevono in eredità la somma di 100mila euro ciascuno che versano in due conti correnti aperti appositamente. A metà aprile dello stesso anno decidono entrambi di acquistare Titoli di Stato a 18 mesi: il maggiore ne acquista per 70mila euro, lasciando il rimanente sul conto; il secondo fratello ne acquista per 40mila, lasciandone depositati 60mila.

1. Le decisioni di investimento dei due fratelli hanno delle implicazioni più ampie per la politica monetaria del Paese? 2. A quanto ammonta la domanda di moneta dei due fratelli a marzo? A maggio, dopo l’operazione finanziaria attuata, la domanda di moneta è variata o è rimasta la stessa? 3. Dopo un anno il maggiore vende 20mila euro dei suoi titoli al fratello e acquista un’auto. La sua domanda di moneta è variata? E l’offerta di moneta del Paese?

341


2

CAPITOLO

Il mercato dei capitali e la Borsa Questo capitolo approfondisce la distinzione fra mercato monetario e mercato finanziario e delinea i profili degli operatori che vi operano. EsaContenuti digitali del mina la fisionomia del sistema bancario italiano, con particolare riguardo capitolo alle funzioni della Banca d’Italia dopo la creazione del Sistema europeo e glossario inglese. di banche centrali (SEBC). Infine, delinea le caratteristiche del mercato finanziario, precisando il ruolo degli operatori di questo particolare mercato, dedicando spazio alla funzione della Borsa come luogo di raccolta del risparmio per il finanziamento delle imprese.

2 . 1 Mercato monetario e mercato finanziario Il ruolo della moneta è fondamentale per il finanziamento dell’attività produttiva: le banche e gli altri intermediari finanziari indirizzano il credito verso le imprese, contribuendo a determinare il livello di attività e, quindi, il reddito dell’intero sistema.

Il ruolo determinante della moneta Da ciò si capisce che il settore reale e il settore monetario sono strettamente connessi, contrariamente alla tesi neoclassica secondo cui la moneta era “neutrale”, cioè non esercitava una sostanziale influenza sulle grandezze reali. Nel mercato della moneta, si realizza l’incontro tra quegli operatori che dispongono di una quantità di moneta in esubero rispetto al fabbisogno e coloro che invece hanno necessità di moneta perché sono in disavanzo rispetto al proprio fabbisogno. Pertanto possiamo dire che: il mercato della moneta è costituito dall’incontro della domanda e dell’offerta di moneta. Nel mercato della moneta agiscono soggetti diversi, con funzioni differenti anche se strettamente interdipendenti. Il loro operare è regolato da precise norme giuridiche, necessarie per la delicatezza dei meccanismi connessi alla gestione della moneta, che ha ripercussioni di estrema importanza nell’economia di un Paese. Si distinguono due diversi mercati: il mercato monetario e il mercato finanziario. MAPPA 

Il mercato monetario Il mercato monetario (o creditizio) riguarda le operazioni a breve termine e si svolge principalmente ad opera delle banche che permettono l’incontro tra risparmiatori e imprese. Carattere distintivo di questo mercato è quindi il breve termine, ossia la breve durata temporale delle singole operazioni (al massimo 18 mesi) ed è essenzialmente costituito dai depositi a vista e a breve termine e dall’erogazione di crediti a breve termine. I suoi titoli tipici sono l’assegno, la cambiale e i titoli di Stato a breve termine (BOT). PER ESEMPIO 1 

Il mercato finanziario Il mercato finanziario, invece, riguarda le operazioni a medio e a lungo termine, ed è soprattutto relativo al finanziamento dei programmi di investimento delle imprese e dello Stato. Il mercato finanziario comprende dunque le erogazioni di crediti a lungo termine, le azioni, le obbligazioni, i titoli a lunga scadenza del debito pubblico (BTP, CCT). PER ESEMPIO 2-3 

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 Il mercato monetario riguarda le operazioni a breve termine, il mercato finanziario quelle

PER ESEMPIO

MAPPA

a medio e lungo termine.

MERCATO DELLA MONETA

MERCATO MONETARIO

MERCATO FINANZIARIO

operazioni a breve termine (massimo 18 mesi)

operazioni a medio (18 mesi-5 anni) e a lungo termine (oltre i 5 anni)

FACCIAMO IL PUNTO 1 Operazione a breve termine: un finanziamento ponte Un’impresa ha bisogno di una somma di denaro per far fronte a un pagamento urgente e richiede un finanziamento a

breve termine (ad esempio, 30 giorni) a una banca.

2 Operazione a medio termine: emissione di un bond aziendale a 5 anni Una società emette obbligazioni con una scadenza di 5 anni per finanziare un progetto di espansione. Gli investitori acquistando queste obbligazioni prestano

denaro all’azienda in cambio del pagamento di un interesse periodico e della restituzione del capitale alla scadenza.

3 Operazione a lungo termine: sottoscrizione di un piano pensionistico Un lavoratore decide di versare regolarmente una parte del proprio stipendio in un piano pensionistico. L’obiettivo è

costituire un capitale da riscuotere al momento della pensione, con un orizzonte temporale che può superare i 20 anni.

Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

1. Quali sono le differenze tra il mercato monetario e quello finanziario? 2. Qual è la durata temporale delle operazioni nel mercato monetario? 3. Quali sono i titoli negoziati nel mercato monetario? 4. Quali sono i titoli a lunga scadenza del debito pubblico?

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I soggetti del mercato monetario e finanziario Nei due mercati sono attivi i seguenti operatori: famiglie, imprese, Stato e banche. L’offerta. Tra gli operatori offrono denaro in entrambi i mercati: • le famiglie, che realizzano la quasi totalità del risparmio e lo impiegano in depositi bancari o postali, oppure lo investono in azioni, obbligazioni e altre attività finanziarie;

• le banche, che svolgono la funzione di intermediazione creditizia, sotto il controllo della Banca centrale o altra autorità di sorveglianza. Questo operatore comprende anche altre istituzioni finanziarie (fondi comuni di investimento, società finanziarie), che raccolgono risparmio da chi ne ha in eccesso e lo prestano a chi ne ha bisogno. La domanda. In particolare, nel mercato monetario, domandano denaro: • le imprese, che finanziano gli investimenti nel capitale circolante  attraverso il credito a breve termine erogato dalle banche o con altri strumenti come ad esempio lo sconto delle cambiali;

• le famiglie che non riescono a soddisfare i propri bisogni; • lo Stato, inteso come Pubblica Amministrazione o come amministrazione periferica, che in caso di momentanei deficit di cassa si finanzia attraverso speciali istituti di credito (Cassa Depositi e Prestiti ) oppure attraverso le banche. Nel mercato finanziario, domandano denaro: • le famiglie, che finanziano l’acquisto di beni durevoli, come ad esempio la casa, accedendo a prestiti (mutui) a lunga scadenza;

• le imprese, che finanziano gli investimenti nel capitale fisso  attraverso il credito a lungo termine fornito dalle banche e da altri intermediari finanziari, oltre che con l’emissione di azioni e obbligazioni; • lo Stato, inteso come amministrazione centrale, che si finanzia attraverso l’emissione dei titoli del debito pubblico (sottoscritti dalle banche o dai privati). A questi soggetti, va aggiunto il Resto del mondo, operatore a cui si riferisce l’insieme delle transazioni economiche fra residenti e non residenti nel nostro Paese. Parleremo → Unità 8, dell’attività posta in essere da questo operatore più avanti. cap. 1 Lo schema che vedete a lato esprime la connessione esistente tra il settore monetario e il settore reale. MAPPA 

2 . 2 La Banca d’Italia La Banca d’Italia è un’autorità indipendente con un ruolo centrale nel sistema economico italiano. La sua missione è quella di garantire la stabilità monetaria, vigilare e promuovere un sistema finanziario efficiente e contribuire alla crescita sostenibile del Paese.

Le origini La Banca d’Italia ha attraversato un lungo percorso storico, adattandosi ai cambiamenti economici e sociali del Paese. Nel 1861, anno dell’unificazione d’Italia, gli istituti di immissione erano sei (riferibili ai maggiori Stati in cui era diviso il Paese), diventati tre nel 1896 (Banca d’Italia, Banco di Napoli e Banco di Sicilia). Nel 1926 si arrivò al completo monopolio dell’emissione affidata esclusivamente alla Banca d’Italia, ed insieme la funzione di vigilanza sull’intero sistema bancario, con divieto di svolgere la normale attività bancaria. Dal 1936 la Banca d’Italia è diventata un istituto di diritto pubblico e il suo capitale suddiviso fra numerosi partecipanti (casse di risparmio, istituti di credito di diritto pubblico, istituti di previdenza e di assicurazione).

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MAPPA

DALLE GRANDEZZE MONETARIE...

MERCATO MONETARIO

FAMIGLIE BANCHE offrono denaro

domandano denaro

LESSICO  Capitale circolante/ Capitale fisso

famiglie

imprese

Stato

per

per

per

acquisto di beni di consumo

investimenti capitale circolante

deficit momentanei della PA ... ALLE GRANDEZZE REALI

MERCATO FINANZIARIO domandano denaro famiglie

imprese

Stato

per

per

per

acquisto di beni durevoli

investimenti capitale fisso

deficit di bilancio

PLUS

Il Sistema della Riserva Federale (FED) in USA Ci soffermiamo ora sulla struttura della Banca di emissione degli Stati Uniti, sia per l’importante ruolo che il dollaro svolge nell’economia mondiale, sia perché rappresenta un precedente che può essere confrontato con il Sistema europeo di banche centrali (SEBC) che, nell’Unione europea, ha il compito di gestire l’euro, la moneta comune. A differenza delle banche di emissione degli altri Paesi, che sono istituti singoli, il Sistema della Riserva Federale (Federal Reserve System, FED) è costituito da una rete nazionale di 12 Banche distrettuali, che fanno capo al Consiglio dei governatori (che si riunisce a Washington). Il Consiglio è formato da 7 governatori, nominati dal Presidente degli Stati Uniti, che restano in carica 14 anni. Le 12 Banche distrettuali hanno sede a Boston, New York, Philadelphia, Cleveland, Richmond, Atlanta, Chicago, St. Louis, Minneapolis, Kansas City, Dallas e San Francisco. Ciascuna è contrassegnata da un numero d’ordine progressivo che distingue i 12 distretti. Ciascuna banconota americana riporta una lettera (dalla A alla L), collegata al nome della città, capitale del distretto della FED. Per esempio, la A corrisponde al distretto di Boston, la B a quello di New York,

la C a quello di Philadelphia, e così via. Il Presidente di ciascun distretto ha a sua disposizione uno staff di economisti specializzati nello studio dell’economia locale, e tre categorie di consiglieri, che rappresentano gli interessi, rispettivamente, delle istituzioni bancarie, dei commercianti e industriali, degli agricoltori. La FED gode di completa indipendenza dal Governo: sin dalla sua fondazione, avvenuta nel 1913, si è affermato il principio della netta separazione fra l’organo che assume le decisioni di spesa (cioè il Governo) e l’organo che controlla l’offerta di moneta (la FED). Le più importanti decisioni di politica monetaria sono assunte da una commissione federale di 12 membri, il Federal Open Market Committee (FOMC), costituito dai 7 membri del Consiglio dei governatori (Board of Governors), dal presidente della Federal Reserve Bank of New York, e, a rotazione, dai presidenti di 4 Banche distrettuali. Negli Stati Uniti opera un numero altissimo di banche commerciali, ben 11.200; di queste solo il 40% fa parte della FED, dato che l’ammissione richiede la presenza di particolari requisiti dimensionali. Le azioni di ciascuna Banca distrettuale sono detenute dalle banche commerciali che operano nel distretto.

Il capitale circolante è costituito dai beni a uso singolo che nel processo produttivo perdono la loro identità e vengono incorporati nel prodotto, come le materie prime, i combustibili, i semilavorati ecc.; il capitale fisso è costituito dai beni a uso ripetuto, la cui utilità si estende nel tempo, come gli impianti, le attrezzature, i fabbricati industriali.

 Cassa Depositi e Prestiti Istituto finanziario che fa prestiti allo Stato e alle Amministrazioni locali, oltre a partecipare al capitale di rischio delle imprese considerate strategiche per lo sviluppo dell’economia nazionale. Controllato dal Ministero dell’economia e delle finanze, si finanzia attraverso la raccolta del risparmio postale, oltre che con l’emissione di obbligazioni.

FACCIAMO IL PUNTO Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

1. Quali sono i soggetti che offrono denaro nei mercati dei capitali? 2. Quali sono i soggetti che domandano denaro nei mercati monetari? 3. Quali sono i soggetti che domandano denaro nei mercati finanziari?

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Organi della Banca d’Italia Il massimo organo esecutivo dell’istituto è il Governatore che presiede il Consiglio superiore nominato dall’Assemblea generale dei partecipanti. PLUS Le funzioni della Banca d’Italia

Il Governatore è nominato, con decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del Presidente del Consiglio, previa deliberazione del Consiglio dei ministri, sentito il parere del Consiglio superiore della Banca d’Italia. Questa procedura rivela la ricerca di un equilibrio fra il Governo, organo politico, e il Consiglio superiore della Banca d’Italia, organo tecnico, dato che rende necessario un accordo, nel rispetto delle competenze e dell’autonomia di ciascuno.

Compiti della Banca d’Italia Prima dell’entrata in funzione dell’Unione economica e monetaria (UEM) la Banca d’Italia aveva il compito principale di regolare la circolazione monetaria della lira nel modo seguente: • emissione dei biglietti a corso legale, senza vincolo di copertura in oro o in divise estere; • difesa del cambio della lira, intervenendo sul mercato delle divise estere per stabilizzare il corso della nostra moneta; • assunzione di decisioni di politica monetaria, per il controllo della circolazione della moneta (manovra del tasso ufficiale di sconto, detto oggi tasso di riferimento, variazioni del coefficiente di riserva obbligatoria ecc.). Attualmente queste funzioni sono passate alla Banca centrale europea (BCE), mentre le seguenti sono gestite ancora dalla Banca d’Italia: • attività di vigilanza sul sistema bancario e sugli altri intermediari del mercato dei capitali, attraverso l’esercizio dei poteri di sorveglianza e controllo: le direttive della Banca d’Italia sono vincolanti in materia di credito (ad esempio per quanto riguarda la concessione di prestiti superiori a un certo ammontare); • funzioni di Tesoreria dello Stato, in quanto incassa le entrate dello Stato e paga le sue spese; • elaborazione della Relazione del Governatore e del Bollettino economico trimestrale, una ricca fonte di informazioni sui fenomeni monetari e creditizi in Italia e nel mondo.

Coordinamento con la BCE Con l’istituzione del Sistema europeo di banche centrali (SEBC o Eurosistema ), la Banca centrale europea (BCE) gestisce in modo autonomo e uniforme la politica monetaria in tutti i Paesi dell’area euro . La moneta legale viene emessa dalle singole banche centrali nazionali (in Italia, la Banca d’Italia), che devono però osservare le disposizioni impartite dalla BCE, alla quale spetta il compito di fissare i quantitativi da mettere in circolazione (controllo della base monetaria). Secondo quanto stabilito dal Trattato di Maastricht, gli obiettivi della politica monetaria sono, in primo luogo, il mantenimento della stabilità dei prezzi e, in subordine, il sostegno alle politiche economiche generali nell’area dell’euro. Nel perseguimento di questi obiettivi, la BCE e le Banche centrali nazionali devono restare indipendenti dalle istituzioni e dagli organi comunitari, dalle autorità nazionali e da qualsiasi altro organismo economico e politico.

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Dal 1° gennaio 1999, con l’entrata in vigore dell’Unione economica e monetaria (UEM), è profondamente cambiato il ruolo delle Banche centrali dei singoli Paesi aderenti. La politica monetaria dell’UEM è ora affidata al Sistema europeo delle banche centrali (SEBC), composto dalla Banca centrale europea (BCE) e dalle Banche centrali nazionali dei Paesi membri, secondo lo schema. La BCE si compone di due organi decisionali (Consiglio direttivo e Comitato esecutivo) ed è assistita da un organo consultivo (Consiglio generale dei governatori). Il Consiglio direttivo, presieduto dal Presidente della BCE, assume le più importanti decisioni di governo della Banca. È formato dai governatori delle Banche centrali nazionali dell’UEM e dai membri del Comitato esecutivo, e ha il compito di decidere la politica monetaria dell’Unione. Il Comitato esecutivo è formato dal presidente, dal vice presidente della BCE e da quattro membri nominati dai Governi degli Stati membri. Attua la politica monetaria come definita dal Consiglio direttivo, fornendo le opportune istruzioni alle Banche centrali nazionali. Il Consiglio generale è formato dal presidente, dal vice presidente e dai governatori delle Banche centrali nazionali di tutti Sistema europeo di banche centrali

PLUS

Il Sistema europeo delle banche centrali (SEBC)

Banche centrali nazionali

i Paesi che fanno parte dell’Unione europea; ha pertanto la stessa composizione del Consiglio direttivo, più i governatori dei Paesi che sono rimasti fuori dall’Eurozona o sono in attesa di ammissione. Ha funzioni di consulenza, raccolta di informazioni statistiche, definizione delle procedure per la fissazione dei tassi di cambio fra euro e monete nazionali dei nuovi Paesi comunitari. La BCE è responsabile della gestione della politica monetaria, uniforme in tutti i Paesi appartenenti alla zona euro; essa viene attuata dalle singole Banche centrali. I compiti di vigilanza sul sistema creditizio e finanziario all’interno dei singoli Stati sono assegnati alle istituzioni nazionali designate a questo compito (in Italia, la Banca d’Italia). L’emissione di moneta legale compete alle Banche centrali, nell’ambito dei quantitativi fissati dalla BCE, mentre il conio della moneta divisionale è affidato alle varie zecche nazionali. La banconota euro è uguale in tutti i Paesi partecipanti, salvo una piccola zona riservata all’identificazione del Paese emittente. I tagli sono da 5, 10, 20, 50, 100 e 200 euro. Le monete metalliche – che presentano un lato comune e uno diverso per ogni singolo Paese – sono otto, da un centesimo a due euro.

LESSICO  Eurosistema Detto anche SEBC (Sistema europeo di banche centrali), comprende la BCE e le banche centrali nazionali dei Paesi membri che hanno introdotto l’euro. Vi partecipano quindi le banche centrali nazionali dei Paesi dell’area euro. È governato dal Consiglio direttivo e dal Comitato esecutivo della BCE.

 Paesi dell’area euro Fanno parte dell’area euro i seguenti Paesi: Austria, Belgio, Cipro, Croazia, , Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Portogallo, Slovacchia, Slovenia, Spagna.

BCE BANCA CENTRALE EUROPEA

FACCIAMO IL PUNTO Presidente nominati di comune accordo fra gli Stati membri Consiglio direttivo

Comitato esecutivo

Banche centrali nazionali: attuano le direttive del Comitato esecutivo

Il simbolo della moneta unica europea di fronte alla sede della BCE a Francoforte. Il logo richiama la “E” di Europa, con le due barre orizzontali (glifo) a simboleggiare la stabilità alla quale tende la politica economica comunitaria. Le dodici stelle circostanti rappresentano i vari Paesi dell’Unione.

Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

1. Quali sono le funzioni della Banca d’Italia? 2. Con quale procedura è nominato il Governatore della Banca d’Italia? 3. Come sono mutati i compiti della Banca d’Italia dopo la creazione della Banca centrale europea? 4. Quali sono gli obiettivi stabiliti a Maastricht?

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2 . 3 Il sistema bancario italiano PLUS Il CICR

Il sistema bancario italiano comprende tutti gli organismi che operano nel settore della raccolta del risparmio e dell’erogazione del credito, secondo l’organigramma a fianco. MAPPA  Al vertice vi sono le autorità monetarie e creditizie, a cui compete il governo della moneta e del credito, alla base le aziende operative, ossia le banche.

Importanza del controllo della moneta: le autorità creditizie In tutti i sistemi economici contemporanei, il controllo della moneta è un’espressione della sovranità dello Stato e, quindi, esiste sempre un rapporto tra l’autorità di governo e la banca di emissione. Anche negli Stati Uniti, dove la Federal Reserve gode di una piena autonomia dall’esecutivo, il vertice della banca (il Consiglio dei governatori) è di nomina presidenziale. In Italia le autorità creditizie sono: • il Ministro dell’economia e delle finanze è l’organo politico-amministrativo che presiede alla gestione delle entrate e delle spese pubbliche, emette i titoli del debito pubblico e gestisce la raccolta postale. È presidente di diritto del CICR; • il CICR è un organo collegiale che fissa l’indirizzo politico nel settore del credito e a cui la legge bancaria affida “la tutela del risparmio”. È composto dal Ministro dell’economia e delle finanze, dai ministri con competenza in settori rilevanti per l’economia e dal Governatore della Banca d’Italia; • la Banca d’Italia è l’organo tecnico di attuazione della politica creditizia e monetaria gestita in modo uniforme dalla Banca centrale europea (BCE) per tutti i Paesi aderenti all’Unione monetaria; stampa le banconote secondo le disposizioni e le quote stabilite dalla stessa BCE. Inoltre, la Banca centrale è l’organo di vigilanza sulle banche ordinarie: essa le autorizza, ricorrendone le condizioni, all’esercizio del credito, le iscrive in un apposito albo, ne disciplina l’attività con regolamenti, le sottopone a ispezioni.

Le banche ordinarie Le banche ordinarie svolgono un ruolo cruciale nell’economia, agendo come intermediari finanziari tra chi ha risparmi da investire e chi necessita di capitali per finanziare i propri progetti. Attraverso la raccolta di depositi sotto forma di conti correnti, libretti di risparmio o altro, le banche mettono a disposizione risorse per erogare prestiti alle famiglie, ad esempio per mutui o prestiti personali (credito al consumo) e alle imprese come, ad esempio, prestiti per investimenti o finanziamenti per il capitale circolante (credito alla produzione). Questo processo permette di allocare in modo efficiente le risorse finanziarie nell’economia. Quando una banca eroga un prestito, in realtà crea nuova moneta. Questo perché → cap. il denaro prestato, viene depositato in un altro conto corrente, aumentando così la precedente, quantità di moneta in circolazione e diventando uno strumento di politica monetaria par. 1.10 attraverso la riserva obbligatoria.

Le operazioni bancarie Le operazioni delle banche ordinarie, quindi, si concretizzano principalmente in due attività: • operazioni passive come, ad esempio il deposito che è un contratto mediante il quale un soggetto deposita del denaro in una banca, che ne acquista la proprietà, e al contempo la impegna a restituire la somma quando il soggetto la richiede.

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MAPPA

LESSICO

IL SISTEMA BANCARIO ITALIANO

 E-banking

AUTORITÀ MONETARIE E CREDITIZIE • Ministro dell’economia e delle finanze • CICR

BANCA D’ITALIA

SEBC (Sistema europeo di banche centrali)

Banche ordinarie imprese che esercitano il credito autorizzate dalla Banca d’Italia e sottoposte alla sua vigilanza

Società per azioni

Banche popolari

Banche di credito cooperativo

Filiali di banche estere

Sistema che attraverso particolari codici di identificazione permette al cliente di operare a distanza sui rapporti bancari di cui è intestatario, e di ottenere un’ampia gamma di informazioni sul suo conto corrente.

 Trading online Sistema che, tramite il computer, permette di collegarsi al sito della banca e accedere a vari servizi, come la compravendita di titoli o l’accesso alla situazione del portafoglio.

ECONOMIA E REALTÀ

L’E-banking I primi timidi passi dell’e-banking  in Italia risalgono al 1998, ma è con il 1999 che si assiste a una vera e propria esplosione dell’interesse per i servizi bancari online e per il trading online . Con la diffusione della new economy, l’e-banking si è affermato definitivamente, consentendo di effettuare da casa operazioni in tempo reale, come i pagamenti delle utenze, i bonifici, l’accreditamento di stipendi e pensioni, l’adempimento degli obblighi tributari e previdenziali. L’e-banking rappresenta una delle più importanti trasformazioni del settore finanziario degli ultimi decenni. L’erogazione di servizi bancari attraverso canali elettronici, infatti, ha trasformato

profondamente il rapporto tra banche e clienti, portando a una serie di vantaggi in termini di efficienza, accessibilità e inclusione finanziaria. In particolare, i ridotti costi di gestione dovuti alla drastica riduzione di sedi fisiche, hanno dato la possibilità di offrire ai clienti tassi di interesse più competitivi e commissioni più basse. L’e-banking, inoltre, ha promosso l’inclusione facilitando l’accesso ai servizi finanziari per ampie fasce della popolazione anche in aree poco servite dalle filiali tradizionali, sebbene abbia evidenziato il rischio di un’esclusione digitale per coloro, soprattutto gli anziani, che non hanno le competenze o gli strumenti necessari per utilizzare i servizi online.

FACCIAMO IL PUNTO Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

1. Come è articolato il sistema bancario italiano? 2. Quali sono i compiti del CICR? 3. Quali funzioni svolge la Banca d’Italia? 4. Qual è il ruolo delle banche?

349


Si tratta pertanto di una raccolta di denaro presso i risparmiatori dietro il pagamento di un interesse passivo (per la banca). Il tipo di deposito più frequente è il conto PLUS corrente che consiste in un contratto in virtù del quale la banca si impegna a comLa riforma piere alcune operazioni (pagamenti e riscossioni) dietro sua indicazione; bancaria del 1993 • operazioni attive mediante le quali il denaro raccolto viene concesso in prestito dietro il pagamento di un interesse attivo, (per la banca) da parte del beneficiario. Le principali forme di prestito sono le anticipazioni bancarie, le aperture di credito, lo sconto delle cambiali, i mutui. Il tasso di interesse attivo è determinato da una combinazione di fattori, tra i quali il più importante è il tasso ufficiale di riferimento (Tur) che rappresenta il costo opportunità → cap. 1, par. 1.10 del denaro per le banche. Il Tur, influenzato dalle politiche monetarie della Banca centrale, costituisce la base sulla quale le banche costruiscono i propri tassi di prestito. Nella determinazione del tasso da applicare ai clienti, si aggiungono al Tur altri elementi, quali il premio per il rischio di credito, i costi operativi e il margine di profitto.

Banche commerciali e banche di investimento

PLUS Gli accordi di Basilea

In base alla loro attività le banche si possono classificare in due tipologie: le banche commerciali, dette anche banche retail, sono gli istituti di credito privati che svolgono la tradizionale funzione di raccogliere le risorse finanziarie presso la clientela (famiglie e imprese) per erogarle alla stessa a titolo di credito. Le banche di investimento (investment bank), dette anche banche d’affari, non raccolgono risparmio, ma offrono servizi di consulenza alle imprese, per esempio accompagnandole a finanziarsi in Borsa o sul mercato delle obbligazioni; queste banche possono anche fare trading sui mercati finanziari o gestire grandi patrimoni privati. PER ESEMPIO 

ECONOMIA E REALTÀ

Il rafforzamento patrimoniale delle banche

350

Le ricorrenti crisi finanziarie – e in particolare quella iniziata nel 2008, originata dalle insolvenze legate ai mutui subprime , che ha comportato prima il default  di alcune grandi banche e poi la crisi dei debiti sovrani  dovuta in gran parte all’impegno degli Stati per salvare dal fallimento altre grandi banche – hanno diffuso a livello mondiale il timore delle conseguenze sistemiche della crisi di alcuni Stati con elevato debito pubblico e dei possibili effetti di contagio sugli altri Stati. Da qui la necessità di introdurre regole per garantire la stabilità, in particolare del sistema bancario, rendendo le banche sempre più capaci di controllare i rischi connessi ai crediti concessi alla clientela. Si è così diffusa la convinzione che un aumento dei requisiti minimi di capitalizzazione delle banche serva a garantire la stabilità dei sistemi anche in situazioni di grave crisi. A tale scopo i governatori delle Banche centrali dei dieci Paesi più industrializzati alla fine del 1974 hanno istituito il Comitato di Basilea per la supervisione bancaria, che ha definito l’obbligo delle banche di accantonare risorse per aumentarne la solidità. Nuove procedure per la concessione dei crediti. Le banche, per non incorrere in perdite dovute all’insolvenza dei loro clienti, possono concedere crediti solo dopo aver valutato la clientela in base alla rischiosità di ciascun richiedente, utilizzando particolari procedure. Viene cioè introdotta una

standardizzazione nella valutazione del credito, nel senso che non sarà la filiale della banca a stabilire, attraverso contatti personali, i massimali dello scoperto di un’impresa che richiede credito, ma il credito verrà concesso in base a un rating, cioè a un giudizio sulla capacità dell’azienda di restituire il prestito, legato alla sua capacità di generare reddito nel futuro. Possibili effetti sulle PMI. Sono diffusi i timori per i possibili effetti negativi sulle PMI, che potranno incontrare maggiori difficoltà nell’accesso al credito bancario (il problema è particolarmente grave per l’Italia, in cui il 95% delle imprese ha meno di 10 addetti). La nuova procedura potrebbe tuttavia avvantaggiarle e stimolarle a migliorare i loro sistemi di pianificazione finanziaria, con l’indicazione degli obiettivi da raggiungere, predisponendo sistemi gestionali più aggiornati. Stress test. La Banca centrale europea (BCE), in collaborazione con le Banche centrali nazionali, esegue periodicamente particolari esami “sotto sforzo” (i termini sono mutuati dalla prassi clinica) sulle maggiori banche dell’Unione europea per valutarne la capacità di resistenza nelle situazioni di stress, cioè nell’ipotesi di scenari economici negativi, come una recessione. Si basano sui bilanci delle singole banche, tenute, in caso di patrimonio insufficiente, a effettuare aumenti di capitale.

U6 La moneta e il credito . C2 Il mercato dei capitali e la Borsa


PER ESEMPIO

LESSICO

Banche retail e investment banks Una retail bank opera presso la clientela privata prestando diversi servizi, come la gestione dei conti correnti, il finanziamento del credito al consumo, la concessione di mutui ipotecari a chi acquista la casa ecc., finanziandosi attraverso la raccolta di fondi da una base diffusa di risparmiatori. È questa la tradizionale attività bancaria rivolta a un pubblico vasto e indifferenziato, con lo svolgimento di un elevato

numero di operazioni di ammontare unitario medio-piccolo. Una investment bank si occupa invece di attività come la consulenza in operazioni di fusione, scissione, incorporazione e acquisizioni di società, come pure dell’emissione e del collocamento di titoli (azioni e obbligazioni) sul mercato per conto di società commerciali e istituzioni pubbliche.

EDUCAZIONE CIVICA

Il credito al consumo Ascoltiamo spesso delle pubblicità molto allettanti, tipo «Compra subito, comincerai a pagare fra un anno» oppure «Il rimborso avverrà in 36 comodissime rate mensili». Questi annunci pubblicizzano il credito al consumo, promosso da banche o da società finanziarie e rivolto a consumatori che in questo modo hanno la possibilità di ottenere subito il bene o il servizio dilazionandone il pagamento nel tempo. Il credito al consumo è concesso sotto forma di dilazione di pagamento a persone fisiche per l’acquisto di beni durevoli (come l’auto, gli elettrodomestici, l’arredamento della casa) o anche per finanziare viaggi e vacanze. Molti consumatori sono attirati da queste offerte, per il vantaggio di poter disporre immediatamente del

bene a fronte di un pagamento ritardato nel tempo. È necessario, però, prestare attenzione: spesso il costo dell’operazione risulta molto più alto rispetto all’acquisto in contanti. Quando si compra un bene con questo sistema (ad esempio un’auto), vengono conteggiate spese (commissioni, costi di apertura pratica ecc.), oltre all’interesse sul prestito concesso, che fanno aumentare anche di molto la spesa. Per calcolare il costo globale di questa forma di finanziamento è stato elaborato un utile indicatore di costo: il TAEG (Tasso annuo effettivo globale), che comprende tutti i costi dell’operazione, incluse le spese di apertura del contratto. È dunque questo indicatore che occorre valutare prima di effettuare un acquisto rateale.

 Mutui subprime Prestiti concessi a un soggetto che non può accedere ai tassi di interesse di mercato, in quanto ha avuto in precedenza problemi di insolvenza nella sua storia di debitore.

 Default Insolvenza di un’istituzione o di un intero Paese per il mancato rimborso di una quota di capitale o il mancato pagamento di una rata di interesse.

 Debito sovrano Debito degli Stati che presentano una precaria condizione dei conti pubblici che, unita a una scarsa competitività dell’economia nazionale, rendono incerta la capacità di ripagare il debito accumulato.

ECONOMIA E REALTÀ

Dal portafoglio al sistema economico Il conto corrente, strumento bancario apparentemente semplice, rivela una complessità intrinseca che lo rende un pilastro fondamentale del sistema economico moderno, un ponte tra risparmio e investimento. Vediamo quale viaggio potrebbero fare 10. 000 euro depositati su un conto corrente: non appena vengono versati, la banca ne trattiene una percentuale come riserva obbligatoria, poniamo ad esempio 1.000 euro. Per i restanti 9.000 euro, si aprono diversi scenari. Scenario 1. La banca utilizza i depositi per erogare prestiti a famiglie e imprese che li utilizzano per acquistare case, avviare nuove attività o finanziare progetti di espansione. I 9.000 euro disponibili vengono prestati, ad esempio, a un imprenditore che li usa per acquistare un macchinario per la sua azienda. Il venditore, a sua volta, deposita in

banca i 9.000 euro ottenuti, la quale concede un nuovo prestito con la somma rimanente (decurtata della riserva). Questo processo si ripete ancora: con i 1.000 euro iniziali, il risparmiatore contribuisce alla creazione di nuove ricchezze e posti di lavoro. Scenario 2. La banca utilizza la somma per acquistare titoli di Stato, con i quali lo Stato finanzia il debito pubblico necessario per erogare i servizi pubblici. Il risparmiatore, così, indirettamente, mediante i soldi depositati, contribui­ sce a sostenere, ad esempio, sanità, istruzione o infrastrutture. Scenario 3. La banca investe la somma in un fondo comune di investimento. Il gestore del fondo utilizzerà la somma per acquistare azioni di diverse società. Il risparmiatore indirettamente partecipa alla proprietà di molte aziende.

FACCIAMO IL PUNTO Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

1. Quali sono le operazioni passive e quali quelle attive delle banche? 2. Quale rapporto c’è tra il tasso ufficiale di riferimento e il tasso libero praticato dalle banche?

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2 . 4 Le banche etiche e il microcredito Le banche etiche sono istituti di credito che operano sul mercato monetariofinanziario con l’obiettivo di promuovere uno sviluppo economico e sociale sostenibile. A differenza delle banche tradizionali, fanno una selezione “etica” (dall’inglese “ethical screening”) sugli investimenti e non finanziano attività considerate dannose per l’ambiente, la società o i diritti umani. È bene specificare, che le banche etiche non sono enti no profit che fanno beneficienza, ma banche vere e proprie che investono il denaro dei propri clienti alla ricerca di un profitto rispettoso dell’ambiente e dei diritti umani. Tra le caratteristiche che definiscono una banca etica, al primo posto si trova proprio una rigorosa selezione degli investimenti: le banche etiche investono il denaro dei loro clienti solo in progetti che rispondono a criteri etici e sociali ben definiti, quali, ad esempio, l’impatto ambientale, l’impatto sociale, così come la governance aziendale. I clienti possono scegliere il campo da sostenere a cui destinare i propri risparmi. PER ESEMPIO  Un altro obiettivo delle banche etiche è quello di garantire ai clienti trasparenza sugli investimenti che verranno effettuati e sulla gestione del risparmio, in particolare escludendo gli impieghi del denaro in settori che, anche se maggiormente remunerativi, non sono considerati etici (ad esempio i fondi di investimento che comprendono azioni di aziende implicate in produzione o compravendita di armamenti, o aziende inquinanti). Per quanto riguarda la selezione dei clienti, il risparmiatore è sempre identificato e non esistono forme di deposito al portatore: si escludono, in tal modo, investimenti che abbiano come scopo il riciclaggio di denaro. Spesso le banche etiche hanno la forma giuridica di cooperative o di fondazioni, il che significa che i clienti hanno un ruolo attivo e democratico (“una persona, un voto”, indipendentemente dal numero di azioni possedute) nella gestione della banca e possono esprimersi anche, ad esempio, su aspetti relativi alle politiche e alla regolamentazione dei livelli massimi e minimi di retribuzione dei dirigenti, oltre che sulla definizione delle politiche di investimento.

Il microcredito Il microcredito nasce per rimediare a una profonda disuguaglianza insita da molti anni nel mondo finanziario: il 20% della popolazione ha accesso al 95% del credito globale, mentre al rimanente 80% della popolazione mondiale non resta che il 5% del credito. Questa situazione rende “invisibili” agli occhi delle banche miliardi di persone, soprattutto nel Sud del mondo, che non hanno la possibilità di accedere al credito. Questa esclusione è dovuta ai rigidi criteri di solvibilità richiesti dalle banche, che spesso non tengono conto delle specificità delle economie informali e delle condizioni di vita delle popolazioni più povere. Le banche concedono prestiti solamente a quelle persone o a quelle imprese che dimostrano con garanzie reali  di essere in grado di restituirli entro una scadenza certa. La nascita. Nel 1976, su intuizione di un economista bengalese, Muhammad Yunus, viene fondata la Grameen Bank con lo scopo di creare dei servizi di microfinanza in Bangladesh e in India e avviare la pratica del microcredito. Da allora questa pratica si è diffusa in molti Paesi nel mondo, compresa l’Italia. Come funziona. Il microcredito consiste nella concessione di prestiti di importo modesto senza richiedere garanzie patrimoniali da parte di intermediari finanziari a

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U6 La moneta e il credito . C2 Il mercato dei capitali e la Borsa


PER ESEMPIO

persone che non riescono ad accedere alle normali linee di credito bancario. Il prestito è finalizzato prevalentemente alla realizzazione di piccole attività di impresa o al consolidamento di attività già esistenti o, in alcuni casi, a risolvere gravi questioni familiari. Si caratterizza per i bassi tassi di interesse, con la restituzione delle somme tramite rate ridotte su base temporale frazionata (spesso settimanale), che non gravano in maniera pressante sui richiedenti. Per tutta la durata del finanziamento, ai clienti viene offerta una serie di servizi integrati che rientrano in categorie non finanziarie, come ad esempio, servizi di assistenza, di monitoraggio e tutoraggio, per sostenere e contribuire al successo dell’impresa finanziata.

LESSICO  Garanzia reale Diritto attribuito ad un creditore, in caso di insolvenza da parte del debitore, di soddisfarsi su un determinato bene con preferenza su tutti gli altri eventuali creditori: i più comuni sono l’ipoteca e il pegno.

Investimenti banca etica Riguardo l’attenzione per l’impatto ambientale, vengono finanziati progetti che promuovono le energie rinnovabili, l’efficienza energetica, la tutela della biodiversità; per quanto riguarda l’impatto sociale, vengono supportate iniziative che favoriscono l’inclusione

sociale, la cooperazione, la promozione della cultura e dell’educazione; per quanto riguarda la governance aziendale, si preferiscono aziende che rispettano i diritti dei lavoratori, applicano politiche di trasparenza e responsabilità sociale.

“Scegliere è soprattutto una espressione rigorosa ed effettiva dell’etica” (Søren Kierkegaard)

E ORIENTAMENTO

EDUCAZIONE CIVICA

L’intermediazione finanziaria moralmente sostenibile: la banca etica La banca etica rappresenta un modello di istituzione finanziaria che pone al centro della sua azione la sostenibilità, la moralità e il benessere collettivo, offrendo un’alternativa concreta e responsabile di intermediazione creditizia. Tale banca si impegna a fornire informazioni chiare e dettagliate sulle proprie operazioni finanziarie, utilizzando la rendicontazione sociale come strumento di trasparente comunicazione contabile; essa, inoltre, esclude dal finanziamento settori

considerati “dannosi” (produzione di armi, gioco d’azzardo, energia nucleare e attività che violano i diritti umani) per sostenere realtà e progetti dal positivo impatto ambientale, sociale ed economico (produzione di energie rinnovabili, agricoltura biologica, attività di microcredito, finanziamenti agevolati per piccole imprese e cooperative); tutti gli stakeholders interni ed esterni di Banca Etica partecipano, sulla base al proprio ruolo, alle sue scelte operative e strategiche.

Alleniamo l’EDUCAZIONE FINANZIARIA

Dopo aver guardato il film “The banker” (USA 2020), analizzate – a gruppi - la pellicola, sintetizzando la sua trama, evidenziando le tematiche in essa presenti e descrivendo i principali personaggi. Quindi, redigete per il sito o il giornale della scuola una breve recensione, sotto la supervisione del docente di Economia politica, ed esprimete un giudizio etico sul film.

PROFESSIONI E COMPETENZE DEL FUTURO Esistono o dovrebbero esistere, a tuo parere, profili professionali operanti in campo etico e morale per le aziende nel contesto odierno, caratterizzato de rapide innovazioni tecnologiche, cambiamenti sociali e sfide globali? Discutine in classe, anche con il docente orientatore, al fine di valutare la possibile integrazione dell’etica e dell’economia a supporto di un futuro maggiormente equo e sostenibile.

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2 . 5 Il mercato finanziario Il processo di innovazione finanziaria, particolarmente vivace negli ultimi anni, ha molto attenuato i confini fra il mercato monetario e il mercato finanziario. Fra i due mercati non esiste oggi una netta distinzione, tanto che molti economisti sostengono trattarsi di un unico mercato dei capitali, dove si domanda e si offre moneta. Vediamo perché. → par. 2.1 Ricordiamo quanto già anticipato all’inizio di questo capitolo. Il mercato finanziario è il luogo fisico o virtuale nel quale avvengono le operazioni a medio e a lungo termine, soprattutto relative al finanziamento dei programmi di investimento delle imprese e dello Stato.

I soggetti del mercato finanziario Il mercato finanziario è alimentato dalle famiglie che intendono investire durevolmente i loro risparmi nel medio e nel lungo termine, acquistando azioni, obbligazioni, titoli pubblici a lunga scadenza. La domanda. A questo mercato attingono, come già sappiamo: • le imprese che si rivolgono a questo mercato per il finanziamento degli investimenti per il capitale fisso;

• lo Stato per il finanziamento dei deficit di bilancio; • le famiglie, per il finanziamento degli acquisti di beni durevoli (come, ad esempio, la casa). L’offerta. I soggetti che necessitano di capitali a medio-lungo termine possono ottenerli, oltre che direttamente dai singoli risparmiatori, anche attraverso i seguenti canali: Borsa • ricorso ai risparmiatori tramite il mercato ufficiale della Borsa, come è il caso delle Stock grandi imprese in forma societaria che emettono azioni e obbligazioni, e dello Staexchange to che emette titoli pubblici. Questo sistema è conveniente quando i prestiti sono di entità considerevole, perché altrimenti i costi da sostenere per il finanziamento risulterebbero molto alti;

• ricorso agli intermediari finanziari, come è il caso delle piccole e medie imprese per il finanziamento delle loro iniziative produttive e delle famiglie che vogliono acquistare la casa di abitazione.

Il credito a lungo termine Il credito a lungo termine è solitamente incorporato in speciali titoli di credito (azioni, obbligazioni, titoli pubblici poliennali), facilmente trasferibili sul mercato mobiliare ; ciò consente la loro rapida trasformazione in moneta, in caso di bisogno. L’incontro della domanda e dell’offerta avviene attraverso l’intermediazione di particolari operatori, fra cui assume grande importanza la Borsa. Generalmente, nella contrattazione dei titoli, si parla di due tipi di mercati: • mercato primario: mercati in cui è possibile comprare titoli al momento dell’emissione;

PLUS Il mercato mobiliare

354

• mercato secondario: in cui è possibile comprare titoli da coloro che li hanno già acquistati. Si suddivide ulteriormente in: mercati regolamentati, come la Borsa, dove sono presenti operatori qualificati e i titoli vengono negoziati seguendo regole standardizzate; mercati non regolamentati, in cui non vige una disciplina riconosciuta, e quindi sono caratterizzati da un minor grado di trasparenza e sicurezza rispetto a quello garantito dalla Borsa. MAPPA  U6 La moneta e il credito . C2 Il mercato dei capitali e la Borsa


MAPPA

LESSICO MERCATO MOBILIARE

 Mercato mobiliare

può essere

primario

secondario

si negoziano

può essere

titoli di nuova emissione

regolamentato

non regolamentato

il più importante è

si negoziano

Borsa valori

titoli già emessi

Complesso delle negoziazioni di titoli rappresentativi di capitali di rischio (mercato azionario) e di prestiti a medio e lungo termine (mercato obbligazionario). Si divide in mercato primario, dove avviene la prima emissione dei titoli, e mercato secondario, dove si svolgono le contrattazioni dei titoli già emessi.

ECONOMIA E REALTÀ

Come opera il mercato finanziario Nel mercato finanziario vengono scambiati prodotti finanziari, come azioni, obbligazioni, valute, prestiti ipotecari, titoli assicurativi, derivati. Le contrattazioni avvengono attraverso terminali telematici: si tratta quindi di un mercato virtuale. Gli Stati emettono titoli di debito pubblici per ottenere risorse destinate a finanziare disavanzi di bilancio oppure opere pubbliche; le banche e le imprese emettono azioni per finanziare gli investimenti. I titoli sono scambiati tra privati, società e fondi e

possono subire oscillazioni di prezzo in base alla situazione degli emittenti o dell’economia in generale. Le oscillazioni di valore dei titoli sono non regolamentato il risultato di una massa di operazioni tanto ampia da non poter essere dominata da nessun soggetto, anche se gli operatori possono essere influenzati dai “sentimenti” diffusi fra i grandi investitori, come ad esempio la situazione di stabilità di un governo o le voci di mercato (rumors) che possono scatenare il panico o alimentare speranze per il futuro.

FACCIAMO IL PUNTO Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

1. Quali sono i soggetti che operano nel mercato finanziario dal lato della domanda? 2. Quali sono i canali a disposizione dei soggetti che necessitano di finanziamenti a medio-lungo termine? 3. Che differenza c’è tra mercato primario e mercato secondario?

VERSO LE COMPETENZE 1. Perché il mercato finanziario è un mercato virtuale? 2. Per quali ragioni gli Stati emettono titoli pubblici? 3. Perché le imprese emettono le azioni? 4. Da che cosa dipendono le oscillazioni di valore dei titoli?

4. Sai fare un esempio di mercato regolamentato? 5. Che cos’è un mercato non regolamentato?

355


2 . 6 La Borsa valori I mercati finanziari non sono più luoghi fisici dove si incontrano gli operatori per contrattare i titoli, bensì piattaforme online in cui le contrattazioni avvengono per via telematica, garantite da un sistema informatico che consente la comunicazione tra le diverse sale operative autorizzate a negoziare. La Borsa valori è il mercato in cui avvengono le contrattazioni relative ai titoli di credito a lungo termine, sia pubblici che privati, e che si occupa della gestione dei mercati mobiliari. Si parla di Borsa merci, se in essa si contrattano merci di largo mercato, e di Borsa valori o più semplicemente Borsa, se in essa si contrattano titoli o valute. La Borsa valori di Milano è gestita da Borsa Italiana S.p.A. con una piattaforma di negoziazione completamente elettronica per azioni, obbligazioni e altri strumenti finanziari. Questo sistema, dal 2007, è integrato nel più ampio network del London Stock Exchange Group.

Funzioni della Borsa La Borsa è uno strumento indispensabile in un’economia moderna per trasferire liquidità dai soggetti che effettuano risparmi ai soggetti che hanno necessità di mezzi liquidi: le grandi imprese, ammesse alla quotazione di Borsa, possono emettere azioni e obbligazioni per finanziare investimenti produttivi, così come lo Stato può emettere titoli pubblici per far fronte ai deficit di bilancio. In particolare, la Borsa: • ai risparmiatori offre la possibilità di diversificare il risparmio finanziario operando scelte fra i titoli quotati, secondo individuali “scelte di portafoglio”; • alle imprese offre un efficiente canale per procurarsi liquidità, in aggiunta a quelli che abbiamo già esaminato, e cioè l’autofinanziamento (profitti non distribuiti e reimpiegati nel processo produttivo) e il ricorso al credito a breve e a medio-lungo termine, fornito dalle banche; • allo Stato consente l’afflusso del risparmio, attraverso la vendita di titoli pubblici. Inoltre, si occupa dell’organizzazione, gestione e vigilanza dei mercati mobiliari. La Borsa ha una competenza specifica: • nell’organizzazione e gestione dei mercati finanziari; • nella disciplina per l’ammissione nel mercato delle società emittenti; • nell’informazione e comunicazione; • nella vigilanza del mercato. Data l’importanza del ruolo che assume nel sistema economico, è necessario che la Borsa sia efficiente sotto l’aspetto sia qualitativo che quantitativo, e trasparente nel fornire, all’interno del mercato del risparmio, informazioni veritiere e rappresentare una garanzia per tutti i soggetti che vi operano, in particolare per i piccoli risparmiatori.

2 . 7 Gli strumenti finanziari trattati in Borsa Nella Borsa vengono trattati diversi tipi di titoli, o strumenti finanziari: Azioni • azioni, emesse da società commerciali; sono titoli a reddito variabile, in quanto il loro Shares rendimento, detto dividendo, non è fisso nel tempo, ma dipende dalle decisioni degli or-

gani sociali (consiglio di amministrazione e assemblea degli azionisti) circa la quantità

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U6 La moneta e il credito . C2 Il mercato dei capitali e la Borsa


dei profitti da distribuire e quella da reinvestire nell’impresa. Le azioni rappresentano una quota del capitale sociale delle società. • obbligazioni, emesse da società commerciali ed enti pubblici; sono invece titoli a reddito fisso, in quanto fruttano un rendimento fisso in termini nominali (per esempio, il 4% annuo). Le obbligazioni sono rappresentative di un debito dell’emittente verso i sottoscrittori. • titoli del debito pubblico, emessi dallo Stato. BOT Buoni Ordinari del Tesoro; sono titoli di Stato, emessi a scadenza inferiore all’anno (da 1 a 12 mesi); sono privi di cedole e sono emessi a un valore inferiore a quello di rimborso; il rendimento è generato dalla differenza tra il prezzo pagato all’acquisto e quello che si otterrà alla scadenza. BTP

Buoni del Tesoro Poliennali; sono titoli di Stato a reddito fisso con cedola emessa a cadenza semestrale; hanno una durata compresa tra 3 e 30 anni.

CTZ

Certificati del Tesoro Zero coupon; sono titoli di Stato con scadenza a 18 e a 24 mesi, privi di cedole ed emessi a un valore inferiore a quello di rimborso; il rendimento è generato dalla differenza tra il prezzo pagato all’acquisto e quello che si otterrà alla scadenza.

CCT Certificati di Credito del Tesoro; sono titoli obbligazionari a medio e lungo termine, soggetti a indicizzazione delle cedole, legata al rendimento dei BOT a 6 mesi.

Solo per una parte di questi titoli sono previsti rendimenti variabili (obbligazioni e titoli indicizzati  per proteggere il rendimento dall’inflazione). Accanto a questi, vi sono altri strumenti finanziari più recenti.

I fondi comuni di investimento Sono portafogli di titoli gestiti da società di gestione del risparmio (SGR) che raccolgono risparmi per investirli in titoli azionari e obbligazionari nell’interesse e per conto dei sottoscrittori, ai quali viene riconosciuta la proprietà di un determinato numero di “parti” o “quote” del fondo stesso. I risparmiatori hanno così il vantaggio di poter affidare la loro liquidità a società di gestione specializzate, in grado di conoscere meglio il mercato: per l’ampia disponibilità di capitali resa possibile dalla raccolta di risorse presso un gran numero di risparmiatori, esse possono operare scelte di portafoglio, diversificando l’investimento su un’ampia gamma di titoli, con il vantaggio di diminuire il rischio degli investimenti. I fondi favoriscono lo sviluppo del risparmio, consentendo anche ai piccoli risparmiatori un accesso meno rischioso al mercato borsistico. I fondi aperti sono caratterizzati dalla libertà di entrata e di uscita, ossia di acquisto e di vendita delle quote del fondo; il valore di tali quote si ottiene dividendo il valore dell’intero portafoglio, calcolato ai prezzi di mercato, per il numero delle quote complessivamente sottoscritte. I fondi chiusi, invece, sono caratterizzati dalla invariabilità del capitale sociale per finanziare le piccole e medie imprese, che hanno maggiori difficoltà di accesso al mercato finanziario. Gli investimenti nei fondi chiusi non possono essere liquidati prima di un certo periodo minimo (5-13 anni). I fondi SICAV  (società di investimento a capitale varaibile) presentano una struttura simile a quella dei fondi comuni, con la differenza che con la Sicav il risparmiatore diventa azionista della società di investimento e può quindi esercitare il diritto di voto: ciò gli consente un controllo sulla società che è invece escluso negli altri fondi comuni.

Obbligazioni Bonds

LESSICO  Titolo indicizzato Titolo il cui valore è ancorato a un indice dei prezzi, in modo da tener costante nel tempo il valore reale. I casi tipici sono i titoli di Stato e le obbligazioni, che ancorano il tasso di interesse e il valore di rimborso a un parametro, come l’indice dei prezzi al consumo.

 SICAV Particolari società che, mediante l’emissione di azioni, raccolgono risparmio da investire poi in valori mobiliari. Sono società a capitale variabile perché quando le azioni vengono rimborsate il capitale diminuisce in modo proporzionale, mentre quando vengono sottoscritte il capitale aumenta. Anche il valore nominale delle azioni varia, essendo pari al rapporto tra il patrimonio netto e il loro numero.

FACCIAMO IL PUNTO Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

1. Quali sono i soggetti che si rivolgono al mercato finanziario? 2. Che cos’è il mercato mobiliare? 3. Quali sono le funzioni della Borsa? 4. Quali sono gli strumenti finanziari trattati in Borsa?

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I fondi pensione Sono strumenti previdenziali collettivi che forniscono ai sottoscrittori (dipendenti di aziende o membri di intere categorie professionali) un capitale o una rendita vitalizia da liquidarsi all’atto del pensionamento. Possono investire in obbligazioni (in particolare titoli di Stato) e, a determinate condizioni, anche in azioni. In Italia questi fondi, autorizzati a operare sul mercato dei capitali con criteri privatistici, sono stati introdotti piuttosto recentemente con lo scopo di erogare prestazioni previdenziali integrative del sistema pensionistico pubblico. Fondi La vigilanza, oltre che alla Consob, spetta anche alla Commissione di Vigilanza sui pensione fondi Pensione (COPIV) Pension funds

Gli strumenti derivati Si tratta di strumenti finanziari il cui valore non è autonomo ma deriva dal prezzo futuro di un’attività reale sottostante, come una materia prima quale grano, petrolio, ecc., oppure di un’attività finanziaria come nel caso di azioni, obbligazioni, tassi di cambio, indici, ecc. Il termine “derivato” indica questa dipendenza. In pratica, si tratta di una scommessa sul valore futuro di un certo titolo o bene. I principali strumenti derivati sono i future, le option, i warrant e gli swap. I future sono contratti bilaterali standardizzati che contengono l’impegno a comprare o vendere un dato titolo a una data prestabilita a un prezzo prefissato diverso da quello in vigore al momento della stipula del contratto. Hanno lo scopo di ridurre il rischio. PER ESEMPIO 1  Le option sono contratti a cui viene attribuito, previo pagamento di un premio, il diritto di acquistare (call option) o di vendere (put option) una data quantità di attività (titoli, valute estere, futures, tassi di interesse, merci) a un prezzo e a una scadenza prefissati nel contratto. Esistono vari tipi di option e non tutti sono trattati dalla Borsa. PER ESEMPIO 2 

PLUS Le Zero coupon, le irredimibili, le subordinate… e tutte le altre

I warrant sono titoli emessi da società o banche che conferiscono il diritto di acquistare azioni entro una certa scadenza a un prezzo prefissato. Dei derivati fanno parte anche gli swap che sono contratti personalizzati tra due parti, di solito imprese o banche, che consentono loro di scambiare flussi di pagamenti secondo scadenze e regole stabilite dalle parti stesse. È uno strumento finanziario spesso negoziato fuori Borsa direttamente tra le parti interessate.

2 . 8 La Borsa barometro dell’economia Come per ogni altro bene presente sul mercato, il prezzo delle azioni (detto quotazione) è funzione della domanda e dall’offerta. La quotazione di Borsa dipende da una serie di fattori, difficilmente quantificabili, attinenti sia alla situazione dell’impresa emittente, sia alle condizioni economiche generali. Fra i primi segnaliamo: il valore intrinseco dell’azione, dipendente dal valore del patrimonio della società; la capacità di profitto dell’impresa, commisurata ai dividendi pagati negli anni precedenti; le prospettive di profitto, collegate soprattutto alla

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U6 La moneta e il credito . C2 Il mercato dei capitali e la Borsa


PER ESEMPIO

1 I future Per capire l’utilità di questi contratti, si considerino questi due casi: • un investitore istituzionale (il gestore di un fondo pensioni, una società di assicurazione ecc.) sa che, fra due mesi, avrà la disponibilità di 100 milioni di euro da investire e prevede che nello stesso termine i corsi delle azioni saliranno. Non avendo subito a disposizione la somma, non può approfittare dei corsi attualmente favorevoli. Può però concludere un contratto a termine, pagando una piccola percentuale (per esempio il 3%) del prezzo al momento della stipulazione, e il resto a due mesi, quando avrà i fondi disponibili. In tal modo egli ha reso certe, in anticipo, le condizioni del suo investimento, riducendone il rischio. Naturalmente, se i corsi delle azioni, dopo i due mesi, saranno scesi, l’investitore avrà una perdita, mentre guadagnerà se le azioni avranno un prezzo superiore, poniamo, del 10% rispetto al prezzo bloccato iniziale (il suo guadagno sarà in questo caso del 7%);

• una società finanziaria, che ha un portafoglio formato da ingenti quantità di azioni, si preoccupa di proteggersi contro un eventuale ribasso delle quotazioni. Può concludere un contratto di vendita a termine, con riferimento all’attuale indice di Borsa. Alla scadenza, se l’indice è inferiore, ritirerà la differenza, se l’indice è superiore la verserà. Da questi esempi si vede chiaramente che la funzione di questi contratti è di hedging, ossia di “copertura” contro i rischi di un andamento sfavorevole delle quotazioni. Ciò non toglie che, in realtà, siano contratti rischiosi, perché se si sbagliano le previsioni si hanno perdite anziché vantaggi.

2 Le option Supponiamo che il contraente di un contratto di option paghi all’emittente il premio di un euro per ciascun titolo a fronte della facoltà di acquistare o vendere 10.000 titoli al prezzo di 10 euro ciascuno. Se alla scadenza del contratto i titoli sono quotati a un prezzo più alto, per esempio 12 euro, il sottoscrittore avrà interesse a dichiararsi acquirente, esercitando l’opzione e guadagnando la differenza tra la

EDUCAZIONE CIVICA

La finanza sostenibile

quotazione (12 euro) e il prezzo contrattato aumentato del premio (cioè 10 euro + 1 euro), e cioè un euro per ciascun titolo. Il suo guadagno totale sarà di 10.000 euro. Se invece il prezzo del titolo è sceso a 7 euro, al sottoscrittore conviene non esercitare il suo diritto di acquisto, limitando così la sua perdita al premio versato: in questo caso la sua perdita totale sarà di 10.000 euro.

I Green bond, conosciuti anche come le obbligazioni verdi, sono nuovi strumenti finanziari che servono a finanziare in parte o in tutto progetti a tutela dell’ambiente, come quelli relativi a energie rinnovabili, efficienza energetica, prevenzione e controllo dell’inquinamento, trasporti puliti, gestione sostenibile dei rifiuti e delle risorse idriche, edilizia eco-compatibile, climate change. Tali strumenti sono funzionali al raggiungimento degli obiettivi previsti dall’Agenda globale per lo sviluppo sostenibile (Agenda 2030), che gli Stati aderenti all’ONU si sono impegnati a raggiungere entro il 2030.

FACCIAMO IL PUNTO Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

1. Che cosa sono gli strumenti derivati? 2. Come funzionano gli swap? 3. Che differenza c’è tra call e put option? 4. In quale modo l’andamento della Borsa ci rivela la salute dell’economia?

L’ambiente è infatti uno dei tre “pilastri fondamentali” (oltre all’economia e alla società), dichiarati fra loro interconnessi e indivisibili. Gli obiettivi interessati sono i seguenti. 13. Lotta contro il cambiamento climatico: promuovere azioni, a tutti i livelli, per combattere il cambiamento climatico. 15. Vita sulla terra: proteggere, ripristinare e favorire un uso sostenibile dell’ecosistema terreste, gestire le foreste in modo sostenibile, contrastare la desertificazione, arrestare e far retrocedere il degrado del terreno e fermare la perdita di diversità biologica.

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PLUS Gli indici di Borsa

redditività prevista nel futuro. Anche il quadro economico generale in cui opera l’impresa esercita una notevole influenza sulle quotazioni: in particolare, sono importanti la stabilità economica e politica, le previsioni relative al futuro, la liquidità generale del sistema e, infine, i fattori emotivi, che spesso prevalgono su quelli reali, influendo, di conseguenza, su una maggiore o minore volatilità  dei titoli. La Borsa reagisce ai contenuti della legge di stabilità , alle variazioni del cambio, alle tensioni sociali, alle indiscrezioni (anche se prive di fondamento), alle possibili crisi di governo. Per queste ragioni, spesso si dice che la Borsa è il barometro dell’economia e della politica di un Paese: quando prevale la fiducia le quotazioni salgono e, nel gergo borsistico, si dice che il mercato è dominato dal “toro” ; quando invece prevale il pessimismo domina l’“orso” .

Riduzione del rischio Qualsiasi tipo di investimento comporta una serie di rischi per l’investitore, naturalmente variabili a seconda del tipo: è molto alto per gli investimenti in azioni, tende a ridursi per gli investimenti in fondi comuni di investimento, è ancora più basso per gli investimenti in obbligazioni o in titoli di Stato. Per ridurre il rischio di subire forti perdite sul capitale investito è consigliabile diversificare le attività finanziarie presenti nel proprio portafoglio titoli , nel senso che le risorse vanno ripartite fra i vari tipi di impieghi, in modo che le eventuali perdite registrate in un settore siano compensate dai guadagni realizzati in altri. PLUS Che cos’è l’insider trading

Harry Markowitz, economista statunitense premio Nobel 1990, ne distinse le due componenti in rischio sistemico, dovuto a mutamenti significativi dei mercati, e in rischio specifico, che riguarda l’andamento economico di una singola società o di un singolo settore in cui si è effettuato l’investimento.

EDUCAZIONE CIVICA

Necessità di un’educazione finanziaria La complessità del mondo finanziario impone a ogni cittadino di acquisire una conoscenza minima degli strumenti impiegati quotidianamente nelle operazioni di Borsa: l’educazione finanziaria non ci serve per diventare abili investitori (perché come sappiamo ogni investimento non è esente da rischi), ma per poterci comportare da investitori consapevoli in occasione delle scelte che dobbiamo fare per noi e per le nostre famiglie, da come investire i nostri risparmi fino alla conoscenza delle prestazioni degli strumenti offerti dal mercato. Una conoscenza più approfondita dei concetti di base ci aiuta a prendere le decisioni importanti in modo più consapevole.

VERSO LE COMPETENZE 1. A tuo avviso, lo studio dell’economia politica ha ampliato le tue conoscenze del mondo della finanza? 2. Sapresti individuare quali sono i rischi connessi all’acquisto di titoli in Borsa? 3. Tra i vari strumenti finanziari, sapresti indicare quali sono più rischiosi e quali meno? 4. Sapresti spiegare quali sono i meccanismi di controllo sui mercati finanziari?

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U6 La moneta e il credito . C2 Il mercato dei capitali e la Borsa


LESSICO

E ORIENTAMENTO

ECONOM

IA

L’IA entra in banca L‘intelligenza artificiale sta rivoluzionando il settore bancario, imponendo un cambio di paradigma nelle modalità operative e gestionali delle istituzioni finanziarie. Questa trasformazione non è esente da sfide, in primo luogo quella della governance dell’IA che ruota attorno alla gestione dei dati e degli algoritmi. In Italia, il monitoraggio degli algoritmi e dei controlli rappresenta una realtà in continua evoluzione e necessita di competenze specifiche per essere gestito efficacemente. La figura del Chief Data Officer emerge dunque con rinnovata importanza nell’era dell’IA, diventando un punto di riferimento chiave nella definizione delle strategie aziendali. I dati costituiscono infatti il vero fondamento dei sistemi di intelligenza artificiale e il loro trattamento richiede alti livelli di responsabilità e attenzione poiché scelte errate sull’utilizzo dei dati possono avere conseguenze etiche e sociali molto rilevanti. Infatti, senza un governo del dato, le decisioni degli strumenti di IA potrebbero

violare la privacy, discriminare, manipolare e disinformare. L’introduzione delle nuove tecnologie nelle istituzioni finanziarie ha avuto effetti dirompenti e continuerà a portare importanti cambiamenti negli anni a venire, il merito sarà soprattutto delle nuove tecnologie di IA. Questi cambiamenti non solo rinnoveranno il modo di ottenere profitti delle banche ma anche la loro organizzazione del lavoro. Gli strumenti di IA, infatti, sembrerebbero in grado di estendere le capacità umane mediante la loro abilità di comprensione, apprendimento, e capacità di ragionare. Sul fronte delle competenze, queste tecnologie stanno spostando ulteriormente i confini del cambiamento e si discuterà non soltanto di nuove competenze in ambito digitale, ma anche di nuove capacità d’interazione e di pensiero critico per tutte le varie aree della banca. Adattato da https://www.agendadigitale. eu/sicurezza/lai-entra-in-banca-i-nodi-di-governance-e-competenze/

LEGGI E RIFLETTI

• Che cosa si intende per “algoritmo”? • Quali tipi di dati deve gestire la banca nello svolgimento della propria attività? • Per quali ragioni un funzionario di banca deve sviluppare competenze di interazione e pensiero critico?

 Volatilità Oscillazioni delle quotazioni di un titolo rispetto alla sua media; più è alta, più l’investimento è rischioso. Un’elevata volatilità rende difficili le previsioni sulle quotazioni future del titolo, perché il prezzo tende a manifestare forti oscillazioni nel tempo.

 Legge di stabilità È il principale strumento di politica economica, con ricadute immediate sulla vita quotidiana dei cittadini: fissa le entrate e le spese pubbliche, le imposte, gli stipendi dei dipendenti pubblici, i finanziamenti per i lavori pubblici, ecc.

 Toro - Orso Il “toro” (bull) indica una fase di rialzo delle quotazioni di Borsa, mentre l’“orso” (bear) indica un periodo di ribasso.

 Portafoglio titoli Insieme delle attività mobiliari detenute da un soggetto in un determinato momento. La sua composizione varia in relazione agli scopi perseguiti dagli operatori (ottenere un reddito più elevato o aumentare il valore dei titoli).

METTITI ALLA PROVA

• Predisponi una serie domande da rivolgere a un funzionario di banca circa le più recenti evoluzioni della sua professione. • Individua una persona disponibile a rispondere alle domande e realizza l’intervista. • (In alternativa alla proposta precedente: simula in classe l’intervista, mediante un role play). • Realizza un breve video relativo all’intervista.

PROFESSIONI E COMPETENZE DEL FUTURO Il Chief Data Officer definisce, sviluppa e implementa i metodi attraverso i quali l’impresa acquisisce, gestisce e governa i dati. Cerca inoltre di identificare nuove strategie per sfruttare i dati in modo creativo. Dopo aver cercato in rete informazioni relative al Chief Data Officer, individua le principali competenze professionali e trasversali che occorre sviluppare per poter ricoprire questo ruolo.

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2 . 9 Gli operatori di Borsa Nel mercato borsistico intervengono tre gruppi di operatori: • venditori stabili, costituiti dalle imprese e dal Tesoro, che vendono i titoli allo scopo di procurarsi finanziamenti; compratori stabili, formati dai soggetti che acquistano titoli per investire la propria • liquidità, e cioè dalle famiglie (presso le quali si forma la quasi totalità del risparmio) e dagli investitori istituzionali, organizzazioni che investono sistematicamente nel mercato mobiliare (banche, compagnie di assicurazione, enti previdenziali, fondi comuni di investimento, fondi pensione, società finanziarie); • speculatori , cioè coloro che operano in Borsa con frequenti contrattazioni per realizzare guadagni speculativi, derivanti dalla differenza fra il prezzo di acquisto e quello di vendita. La speculazione può essere al rialzo o al ribasso: nella prima, lo speculatore che ha acquistato a termine le azioni, realizza un guadagno se il nuovo prezzo è superiore a quello stabilito alla stipulazione del contratto; nella seconda, il venditore vende titoli assumendo l’impegno di consegnarli alla scadenza: se la quotazione scende, egli guadagna la differenza fra i due prezzi.

La speculazione “pulita” La speculazione “pulita” contribuisce alla funzionalità della Borsa, perché: • essendo esercitata da società di intermediazione che conoscono bene il mercato finanziario, si indirizza verso i titoli maggiormente affidabili, orientando i piccoli risparmiatori verso gli investimenti meno rischiosi; • facilita il collocamento dei titoli di nuova emissione, regolandone l’offerta nel tempo e impedendo che la grande quantità offerta ne deprezzi il corso. La riforma della Borsa, abolendo i vecchi contratti a termine allo scoperto e sostituendoli con i futures e le options, ha cercato di restituire alla speculazione la sua funzione, che è quella di livellare i prezzi nel tempo e di stabilizzare il mercato.

La speculazione “sporca” PLUS La riforma della Borsa

Le leggi inoltre hanno sempre combattuto (non sempre con successo) la speculazione “sporca” (aggiotaggio ), che consiste nella diffusione di notizie false allo scopo di determinare variazioni artificiose dei corsi. Oggi una nuova normativa, nota come “Market abuse ” o “manipolazione del mercato”, ha introdotto pene ancora più severe per chi si rende colpevole di questo reato. MAPPA 

Gli istituti di assicurazione Nel mercato finanziario operano anche organismi diversi da quelli tipici del mercato monetario. Tra gli intermediari finanziari non bancari, assumono un’importanza particolare gli istituti di assicurazione. Mediante il contratto di assicurazione l’assicuratore, dietro pagamento di un premio, si obbliga a rivalere l’assicurato, entro i limiti convenuti, del danno prodotto da un sinistro, ovvero a pagare un capitale o ad assicurare una rendita al verificarsi di un evento attinente alla vita umana. Copertura del rischio: l’assicurato sostituisce a un rischio futuro e incerto un costo certo. L’assicurazione si è potuta affermare perché molti rischi (incendio, grandine, naufragio, malattia, morte ecc.), benché imprevedibili in singoli casi, si possono valutare in termini probabilistici, con gli strumenti della matematica attuariale , se si considera un numero sufficientemente grande di casi.

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U6 La moneta e il credito . C2 Il mercato dei capitali e la Borsa


MAPPA

LESSICO GLI OPERATORI DELLA BORSA

venditori stabili

compratori stabili

sono

sono

imprese Tesoro cercano finanziamenti

 Speculatore

speculatori

sono

effettuano

famiglie investitori istituzionali

società di intermediazione

aggiotaggio (market abuse)

investono il risparmio

facilitano il collocamento dei titoli

diffusione di false notizie per manipolare il mercato

ECONOMIA E REALTÀ

In Borsa con Internet Gli utenti di Internet possono investire il loro risparmio nelle Borse internazionali senza muoversi da casa. La maggior parte delle banche, come molte SIM, consentono infatti alla propria clientela di acquistare o vendere titoli con un semplice click, riducendo notevolmente il costo di intermediazione, cioè l’onere legato alle operazioni di compravendita dei titoli. Chi è correntista di un istituto di credito che ha attivato il trading on line può investire in tempo reale collegandosi con un sito web finanziario, tramite l’uso di codici e password riservati; una volta collegati con il sito, si può accedere al portale di compravendita ed effettuare direttamente le operazioni desiderate. I risparmiatori che intendono negoziare titoli via Internet possono avvalersi dell’assistenza di siti che forniscono servizi differenziati: dalle quotazioni delle società alle informazioni su tutte le Borse mondiali, dalle serie storiche delle quotazioni alle analisi tecniche. Le banche, che offrono il servizio di trading on line, forniscono anche informazioni on line: i loro uffici studi compilano dei reports che si concludono con l’avviso buy o sell. È però necessaria una sicura preparazione da parte dell’utente, per utilizzare in modo critico le informazioni disponibili ed evitare di correre rischi superiori a quelli sempre insiti nelle operazioni di Borsa. Si può investire 24 ore al giorno, ogni

giorno dell’anno, sia perché, date le differenze di fuso orario nel mondo, ci sono quasi sempre Borse internazionali aperte, sia perché, in caso di ordini su Borsa chiusa, questi possono venire registrati per essere inviati al mercato al momento della riapertura. Si calcola che entro qualche anno il volume degli affari attraverso Internet supererà quello dei tradizionali sportelli bancari.

VERSO LE COMPETENZE 1. È possibile fare investimenti dalla propria casa? 2. Che cosa sono i costi di intermediazione? 3. Ci sono orari vincolanti per effettuare le operazioni on line?

Soggetto che acquista titoli per rivenderli a breve sperando in rapidi profitti. Corre un rischio elevato ed è soggetto a perdite se non fa previsioni corrette sui prezzi futuri. Si differenzia dal cassettista, che fa un investimento duraturo.

 Aggiotaggio Reato consistente nella diffusione di notizie false, errate e tendenziose allo scopo di influenzare le quotazioni dei titoli, e trarne indebito vantaggio.

 Market abuse Manipolazione dei mercati finanziari che provocano danni agli investitori. Si tratta di una pratica illecita che si realizza quando, approfittando di informazioni confidenziali, si altera il meccanismo di formazione dei prezzi degli strumenti finanziari (insider trading) o si divulgano informazioni false, ingannevoli o tendenziose (aggiotaggio).

 Matematica attuariale Sezione della matematica che studia le operazioni finanziarie relative a eventi di natura probabilistica, con l’obiettivo di misurare la probabilità del loro verificarsi.

363


Raccolta dei premi e investimenti Le imprese di assicurazione dispongono di ingenti capitali liquidi, dato che i premi sono pagati dagli assicurati a determinate scadenze, mentre l’impresa assicuratrice sostiene i costi relativi ai contratti solo se si verificano certe condizioni (la morte dell’assicurato, il sinistro ecc.). Le imprese sono quindi obbligate per legge a investire in attività fruttifere per fronteggiare i rischi futuri. I maggiori investimenti degli istituti di assicurazione sono costituiti da immobili, obbligazioni e titoli di Stato (o garantiti dallo Stato). Ciò perché questi ultimi sono sicuri e di facile realizzo: in genere le legislazioni dei diversi Paesi limitano gli investimenti in azioni, perché giudicati troppo rischiosi. Perciò – dato che gli istituti assicurativi detengono rilevanti riserve tecniche e matematiche  per far fronte ai loro obblighi futuri verso i titolari di polizze assicurative  o pensioni integrative  – si deve tener conto dei loro interventi, sovente massicci, nel mercato finanziario. In questi casi, la vigilanza, oltre che alla Consob, spetta anche all’Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni (IVASS).

2 . 10 Il controllo sul mercato mobiliare: la Consob Istituita nel 1974, la Commissione nazionale per le società e la Borsa (Consob) ha il compito istituzionale di controllare il mercato mobiliare italiano, e in particolare di vigilare sul corretto andamento dell’attività della Borsa e di richiedere alle società quotate informazioni precise ed esaurienti sull’andamento della gestione. La sua attività è rivolta alla tutela degli investitori, all’efficienza e alla trasparenza del mercato.

ECONOMIA E REALTÀ

Gli hedge fund Gli hedge fund sono fondi speculativi che si caratterizzano per l’uso di tecniche e strumenti di gestione avanzati, basati su modelli matematici molto sofisticati. Sono contraddistinti dal numero ristretto dei soci partecipanti, dall’elevato investimento minimo richiesto e dall’investimento nel fondo di una quota rilevante di capitale da parte dei gestori. Gli hedge fund presentano ingenti rischi per l’investitore, ma danno anche la possibilità di realizzare guadagni molto elevati. Una tipica operazione effettuata dagli hedge fund è la vendita allo scoperto, operazione finanziaria nota anche come short selling, consistente nella vendita di strumenti finanziari nel mercato dei derivati (futures e options) in genere non posseduti con successivo riacquisto, nel presupposto che il prezzo di riacquisto sia inferiore al prezzo incassato inizialmente dalla vendita. Nella storia economica si ricorda il fallimento del Long-term capital

management (LTCM), fondato nel 1994 dai premi Nobel 1997, il canadese Myron Scholes (1941-vivente) e l’americano Robert Merton (1944-vivente). Grazie al meccanismo da loro elaborato, nei primi due anni di vita l’LTCM aveva aumentato dell’80% il suo capitale iniziale. Tuttavia nel 1998, con un andamento ribassista della Borsa americana, il fondo aveva praticamente azzerato la sua liquidità, con gravi perdite per i partecipanti. In generale gli investitori di questi fondi aggressivi pagano una commissione di gestione annua (pari al 2-3%) e un’altra commissione legata al risultato conseguito (pari a circa il 20%). Per il loro carattere vengono spesso chiamati “finanza creativa”.

VERSO LE COMPETENZE 1. Quali sono le caratteristiche degli hedge fund? 2. Quali sono le operazioni tipiche degli hedge fund? 3. Che cosa sono le vendite allo scoperto? 4. Come sono calcolate le commissioni a carico del cliente? 5. Cerca di approfondire le vicende dell’LTCM. 6. Quali conclusioni puoi trarre dalla triste fine di quel fondo?

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U6 La moneta e il credito . C2 Il mercato dei capitali e la Borsa


Alla Consob spetta il compito di valutare i requisiti che una società deve presentare per l’ammissione alle quotazioni di Borsa: • capacità di generare ricavi, con reali prospettive di crescita per il futuro; • pubblicazione e deposito degli ultimi tre bilanci annuali; • capitalizzazione di mercato prevedibile pari a una soglia minima; • diffusione delle azioni fra numerosi azionisti; • deposito del bilancio di esercizio in corso e dei piani dei due successivi; • trasparenza nella contabilità e nell’assetto societario.

Vendite allo scoperto La speculazione finanziaria internazionale ha pesantemente contribuito ad aggravare la crisi dell’economia mondiale iniziata nel 2008, dopo lo scoppio della bolla dei mutui subprime. Nella fase di incertezza economica gli speculatori trovano il terreno ideale per realizzare ingenti guadagni scommettendo su un ribasso del corso dei titoli, attraverso vendite allo scoperto , cioè vendite di titoli presi a prestito, puntando sulle tendenze ribassiste del mercato. Quando queste vendite sono effettuate in dosi massicce da grandi investitori come gli hedge fund , si verificano ulteriori diminuzioni dei corsi, con il risultato di deprimere ancora di più la Borsa e l’intero sistema economico oggetto dell’attacco speculativo. Per questa ragione le autorità di Borsa, come la Consob, cercano di contrastare le operazioni di questo genere.

ECONOMIA E REALTÀ

Le blue chips Questa espressione si usa nel gioco del poker, per indicare i gettoni blu (blue chips) che rappresentano la posta di valore più alto. Nel gergo borsistico essa si riferisce alle principali società quotate, le cui azioni vengono considerate particolarmente solide e affidabili. In tempi normali queste azioni hanno alte quotazioni e distribuiscono dividendi elevati e costanti. Ma le vicende delle imprese, come è noto, subiscono inevitabili alti e

bassi, sovente legati alle variazioni dei gusti dei consumatori o a repentini cambiamenti tecnologici. La Rolls-Royce, ad esempio, era una blue chip fino a pochi mesi prima del fallimento avvenuto nel 1971; la stessa sorte è capitata alla Chrysler e alla Continental Illinois negli anni ’80 del secolo scorso, e alla Parmalat nel 2003. Ciò dimostra che nell’investimento di Borsa è sempre connaturato un certo margine di rischio.

VERSO LE COMPETENZE 1. Che cosa sono le blue chips nel linguaggio borsistico? 2. Da dove deriva questo nome? 3. Si può eliminare il fattore rischio dagli investimenti di Borsa?

LESSICO  Riserve tecniche / Riserve matematiche Accantonamenti tipici delle società di assicurazione per coprire i rischi attinenti alla loro attività.

 Polizza assicurativa Scrittura privata attestante la stipulazione del contratto di assicurazione e contenente le condizioni generali dell’accordo e i rapporti contrattuali tra le parti.

 Pensione integrativa Si costituisce mediante versamenti volontari effettuati per assicurare l’integrazione del trattamento pensionistico.

 Vendita allo scoperto Operazione finanziaria consistente nel vendere titoli senza averne la proprietà, con l’obiettivo di riacquistarli a breve a un prezzo inferiore.

 Hedge fund Si distinguono per le tecniche di gestione molto sofisticate e la consistenza del patrimonio necessario alla partecipazione.

FACCIAMO IL PUNTO Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

1. Chi sono i soggetti che operano in Borsa? 2. Perché nelle crisi finanziarie guadagnano soprattutto gli speculatori?

3. Come si distingue la speculazione “pulita” da quella “sporca”? 4. Qual è il ruolo della Consob? 5. Come mai anche gli istituti assicurativi sono presenti nel mercato finanziario?

365


CAPITOLO

2

Il mercato dei capitali e la Borsa Sintesi

Ascolta e ripassa

2 . 1 Mercato monetario e mercato finanziario

Il mercato della moneta comprende: il mercato monetario che riguarda il credito a breve termine; il mercato finanziario costituito dalle operazioni a medio-lungo termine.

2 . 2 La Banca d’Italia

È un’autorità indipendente che vigila sul sistema creditizio e ha funzione di tesoreria dello Stato. Nell’ambito del SEBC svolge le funzioni di banca di emissione.

2 . 3 Il sistema bancario italiano

Le autorità creditizie al vertice del sistema bancario italiano sono il Ministro dell’economia e delle finanze, il CICR (Comitato interministeriale per il credito e il risparmio) e la Banca d’Italia. Le banche ordinarie svolgono il ruolo di intermediari tra i soggetti che dispongono di capitali e quelli che li necessitano: famiglie (credito al consumo) e imprese (credito alla produzione). Con le operazioni passive le banche raccolgono denaro, con quelle attive erogano prestiti.

2 . 4 Le banche etiche e il microcredito

Le banche etiche sono istituti bancari che mirano a promuovere lo sviluppo economico e sociale sostenibile selezionando gli investimenti da effettuare sulla base delle loro ricadute positive. Il microcredito nasce per contrastare l’esclusione di ampie fasce sociali dal mercato del credito, promuovendo la concessione di piccoli prestiti a soggetti deboli privi di garanzie patrimoniali.

2 . 5 Il mercato finanziario

È il luogo fisico o virtuale in cui si svolgono le operazioni a medio e a lungo termine relative al finanziamento dei programmi di investimento delle imprese e dello Stato.

2 . 6 La Borsa valori

La Borsa è il mercato regolamentato in cui si contrattano gli strumenti finanziari. Ha la funzione di favorire l’incontro fra l’offerta e la domanda di capitali.

2 . 7 Gli strumenti finanziari trattati in Borsa

In Borsa vengono negoziati i seguenti strumenti finanziari: le azioni e le obbligazioni emesse da società commerciali; i titoli del debito pubblico (BOT, BTP, CTZ, CCT); le quote di fondi comuni e fondi pensione; gli strumenti derivati, il cui valore è determinato dal prezzo futuro di un’attività sottostante (i più importanti sono i future, le option, i warrant e gli swap).

2 . 8 La Borsa barometro dell’economia

Le quotazioni di Borsa non dipendono solo dall’andamento del soggetto emittente, ma anche da quello più generale dell’economia e, quindi, la Borsa è considerata il barometro dell’economia perché il suo andamento risente della maggiore e minore fiducia degli operatori economici.

2 . 9 Gli operatori di Borsa

In Borsa operano venditori stabili (imprese e Stato), compratori stabili (famiglie e investitori istituzionali) e speculatori, che realizzano frequenti contrattazioni per lucrare sulla differenza tra il prezzo di acquisto e quello di vendita.

2 . 10 Il controllo sul mercato mobiliare: la Consob

La Commissione nazionale per le società e la Borsa (Consob) ha il compito istituzionale di controllare il mercato mobiliare italiano, e in particolare di vigilare sul corretto andamento dell’attività della Borsa.

366

U6 La moneta e il credito . C2 Il mercato dei capitali e la Borsa


Mappa da completare Dopo aver ripassato i contenuti dell’Unità, completa la mappa inserendo correttamente gli elementi mancanti scelti tra i seguenti compratori stabili • mercato finanziario • mercato monetario • obbligazioni • option • swap • venditori stabili MERCATO DELLA MONETA

_____________________

_____________________

credito a breve termine

credito a medio/lungo termine BORSA VALORI

TITOLI TRATTATI

OPERATORI DI BORSA

• azioni • ________________________ • titoli di debito pubblico

• venditori stabili • ________________________ • speculatori

FONDI COMUNI DI INVESTIMENTO

fondi aperti

fondi chiusi

fondi pensione

STRUMENTI DERIVATI

futures

_________________

warrants

swap

ISTITUTI DI ASSICURAZIONE

raccolgono dagli assicurati i premi pagati durante il contratto

costituiscono ingenti riserve per far fronte ai loro impegni futuri verso gli assicurati

RISPONDI ORA ALLE DOMANDE 1. Quali sono i titoli trattati in borsa? 2. Qual è la differenza fra un’azione e una obbligazione? 3. In Borsa chi sono i venditori stabili? 4. Quali sono i diversi tipi di fondi di investimento? 5. Qual è la differenza tra un fondo chiuso e un fondo aperto? 6. Qual è la funzione degli strumenti derivati? 7. Perché gli istituti assicurativi operano nel mercato finanziario?

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CAPITOLO

2

Il mercato dei capitali e la Borsa Esercizi Consolidiamo le conoscenze...

SCELTA MULTIPLA 1. Completa l’affermazione scegliendo la frase corretta fra quelle proposte. 1. Il carattere distintivo del mercato monetario è costituito dal a  lungo termine delle operazioni b  breve termine delle operazioni c  finanziamento degli investimenti fissi d  finanziamento delle piccole imprese 2. Il carattere distintivo del mercato finanziario è costituito dal a  finanziamento del capitale circolante delle imprese b  finanziamento del credito al consumo c  breve termine delle operazioni d  lungo termine delle operazioni 3. Nel nostro ordinamento non rientra tra le funzioni affidate alla Banca d’Italia a  la fissazione degli obiettivi di politica economica b  la vigilanza sul sistema bancario c  le funzioni di Tesoreria dello Stato d  l’emissione di moneta legale, secondo le disposizioni della BCE 4. Non sono negoziati in Borsa i seguenti tipi di titoli: a  azioni b  obbligazioni c  assegni bancari e circolari d  titoli di Stato 5. La principale funzione della Borsa è di a  far affluire il risparmio a imprese e Stato b  concedere prestiti a breve termine alle imprese c  dare consulenza finanziaria alle imprese d  concorrere a combattere l’inflazione 6. Marco Bianchi ha acquistato obbligazioni della British Telecom; ha operato quindi sul a  mercato finanziario b  mercato monetario c  mercato delle valute d  mercato azionario 7. La vigilanza sull’attività della Borsa spetta a  alla Consob b  alla Banca d’Italia c  al Ministero dell’economia e delle finanze d  alla Banca centrale europea

368

Esercizi interattivi

8. Il dividendo è a  la parte di profitto non distribuita agli azionisti b  la quotazione di Borsa di un’obbligazione c  la quotazione di Borsa di un’azione d  il reddito percepito su ogni azione 9. Il valore di mercato di un’azione è dato a  dal valore della quota al momento del rimborso b  dal dividendo incassato nell’ultimo esercizio c  dal valore nominale indicato sul titolo d  dalla quotazione giornaliera del titolo 10. Il grado di rischio si riduce se si investe la propria liquidità a  in titoli che in passato hanno dato un alto a rendimento b  in un solo titolo a breve scadenza c  diversificando il più possibile il portafoglio d  in titoli di Stato a breve scadenza

COMPLETAMENTI 2. Completa il brano inserendo i termini appropriati tra quelli proposti. acquirente • alienante • attività • derivati • future • passate • passività • prezzo • titoli • azionari • volume Futures e options sono i due più importanti componenti della grande famiglia degli strumenti _____________. Essi traggono origine dalla necessità degli investitori di coprirsi contro i rischi di impreviste variazioni dei prezzi. La loro principale caratteristica, infatti, è di consentire di fissare oggi il _____________ di un’attività che verrà acquistata soltanto in futuro. Hanno una storia antica, e si usarono dapprima nelle transazioni di beni reali; narra la leggenda che Talete se ne servì per la prima volta per assicurarsi l’opzione su un raccolto di olive. Soltanto negli anni ’70 del secolo scorso nacquero i financial futures, ossia i futures aventi a oggetto lo scambio futuro di _____________ finanziarie: valute, azioni, titoli di Stato, indici di Borsa e così via. Più vecchie dei financial futures sono le options, contratti sempre stipulati per consegna futura dell’attività sottostante, ma che differiscono dai futures per la possibilità lasciata all’_____________ del contratto di non eseguire la compravendita futura. Egli deciderà di dare seguito all’impegno se l’andamento dei prezzi sarà stato tale da rendergli conveniente l’operazione e viceversa.

U6 La moneta e il credito . C2 Il mercato dei capitali e la Borsa

Risparmio & Famiglia, «Il Sole 24 Ore».


ASSOCIAZIONE 3. Associa la definizione scegliendola dall’elenco proposto. (Attenzione: non tutti i termini vanno inseriti.)

contraenti al momento del contratto h. ___Il contratto dà il diritto, dietro pagamento di un premio, di acquistare o vendere una certa quantità di attività a un prezzo e a una scadenza prefissati

1. Azioni 2. Obbligazioni 3. Titoli del debito pubblico 4. Mercato monetario 5. Fondi comuni di investimento 6. Future 7. Option 8. Warrant 9. Banche etiche

PREPARATI ALLA PROVA ORALE 4. Tra parentesi i paragrafi di riferimento.

a. ___Dove le imprese finanziano gli investimenti nel capitale circolante b. ___Attuano una rigorosa selezione degli investimenti a cui destinare i finanziamenti c. ___Titoli di credito emessi da società, che fruttano un interesse fisso stabilito all’atto dell’emissione d. ___Sono obbligazioni emesse dallo Stato per finanziare i deficit di bilancio e. ___Rappresentano quote del capitale sociale f. ___Opzioni emesse da una società che danno il diritto ad acquistare una certa quantità delle sue azioni a un prezzo predeterminato g. ___Contratti a termine di acquisto o vendita per futura consegna a un prezzo stabilito dai

1. Quali sono i soggetti che domandano finanziamenti nel mercato monetario? (2.1) 2. Quali sono le funzioni che attualmente spettano alla Banca d’Italia? (2.2) 3. Quali sono le operazioni attive e passive delle banche? (2.4) 4. Quali sono le caratteristiche delle banche etiche? (2.5) 5. Quali sono le funzioni della Borsa? (2.7) 6. Quali tipi di titoli sono trattati in Borsa? (2.8) 7. Che cosa sono i fondi comuni di investimento? (2.8) 8. Perché gli istituti di assicurazione vengono inclusi fra gli intermediari finanziari? (2.9) 9. Chi sono gli operatori di Borsa? (2.9) 10. Qual è il ruolo della Consob? (2.10)

... per sviluppare le competenze CASI PRATICI 5. Esamina ciascun caso e fornisci delle soluzioni o rispondi motivando. 1. Rendimento delle obbligazioni. Un risparmiatore prudente Un risparmiatore intende investire 100 mila euro in obbligazioni emesse da una società quotata, valore nominale 100 al tasso del 3%. Sapendo che il prezzo di collocamento sul mercato è di 98, determina: • il tasso effettivo di rendimento; • il numero di obbligazioni che potrà acquistare.

1. Se le obbligazioni fossero state emesse alla pari, quale sarebbe stato il tasso effettivo di rendimento e quante obbligazioni avrebbe potuto acquistare? 2. Nel caso in cui le obbligazioni fossero state emesse sopra la pari a 101 euro, quale sarebbe stato il tasso effettivo di rendimento e quante obbligazioni avrebbe potuto acquistare?

2. Mercato dei capitali. Due imprenditori in cerca di finanziamenti Durante un convegno organizzato da Confindustria, due imprenditori del settore alimentare hanno richiesto la consulenza di un esperto finanziario specializzato in agroalimentare. Il primo, alla guida di una grande società per azioni, ha sollevato la questione di reperire finanziamenti per ampliare la propria attività e integrare la produzione con una rete distributiva. Il secondo, titolare di una PMI (piccola media impresa), ha chiesto delucidazioni sulla possibilità di scontare alcune cambiali a breve termine per far fronte a un imminente pagamento, valutando l’opportunità di questa operazione nel contesto attuale del mercato.

1. Quale consiglio potrebbe ricevere il primo imprenditore? 2. Perché il momento potrebbe essere favorevole o meno per scontare le cambiali? 3. Quale altra possibilità si potrebbe prospettare in alternativa? 4. A quali mercati si dovranno rivolgere i due imprenditori?

369


UNITÀ

6 La moneta e il credito Verifica di fine Unità

COMPRENSIONE Competenze attivate • Comunicazione nella madrelingua • Competenze di comunicazione nelle lingue straniere • Imparare a imparare • Competenze civiche e di cittadinanza

1 NUOVO TAGLIO DEI TASSI La Banca centrale europea taglia ancora i tassi di 25 punti base: quello sui depositi passa da 3,75% a 3,50%, quello sui rifinanziamenti principali, per l’aggiustamento tecnico causato dal nuovo quadro operativo, scende al 3,65% dal 4,25% e per lo stesso motivo il tasso sui prestiti marginali cala a 3,90% dal 4,50%. La Bce “resta determinata ad assicurare il ritorno dell’inflazione all’obiettivo del 2%, (ndr) in modo tempestivo”: per questo “manterremo i tassi a livelli sufficientemente restrittivi per tutto il tempo necessario a questo scopo”, ha detto la presidente dell’Eurotower Christine Lagarde durante la conferenza stampa dopo la riunione del Consiglio direttivo. “Non ci impegniamo verso alcun percorso dei tassi d’interesse”. Il taglio dei tassi è stata “una decisione presa all’uSE TU…

nanimità”, ha aggiunto Lagarde, spiegando che le stime sull’inflazione diffuse oggi sono invariate rispetto alle ultime cinque, un dato che rassicura sull’andamento dei prezzi e che ha contribuito alla decisione di ridurre i tassi.

Rispondi alle seguenti domande 1. La BCE taglia i tassi: è una buona notizia per l’economia? 2. Che cosa significa tagliare i tassi? 3. Che tipo di manovra ha fatto la BCE? 4. Se ci fosse l’intenzione di rafforzare gli effetti del taglio dei tassi, quale altri strumenti avrebbero a disposizione le autorità monetarie? 5. Perché la BCE ha preso questa decisione? 6. Quali sono le possibili conseguenze? 7. A tuo avviso, ci sono dei rischi in questa manovra? 8. Che cosa si intende con l’espressione “effetti asimmetrici” delle manovre? 9. Quali sono i rapporti tra BCE e banche centrali? 10. Quali obiettivi sono stati fissati a Maastricht in tema di politica comune?

… in quale situazione ti troveresti dopo i tagli?

avessi un mutuo stessi per acquistare una casa avessi degli investimenti fossi un investitore avessi delle cambiali

2 TOO BIG TO FAIL Dopo il caso clamoroso della Lehman Brothers, la banca d’affari statunitense che con il suo fallimento nel settembre 2008 aggravò pesantemente la crisi finanziaria mondiale, il Comitato di Basilea ha compilato una lista delle banche di interesse sistemico, cioè delle banche il cui eventuale fallimento potrebbe destabilizzare l’intero sistema finanziario (too big to fail = troppo grandi per fallire). Sono raggruppate sotto la sigla SIFI (Systemically Important Financial Institutions), e sono soggette a rigorosi parametri di capitalizzazione  per consentire loro di far fronte a crisi impreviste, in modo tale che nei momenti di difficoltà non danneggino il sistema finanziario, esponendo a pesanti perdite il bilancio pubblico e danneggiando i risparmiatori.

370

U6 La moneta e il credito

1.COMPRENSIONE DEL TESTO 1. Quando una banca è definita di “interesse sistemico”? 2. Che cosa significa la locuzione “too big to fail”? 3. A che cosa serve controllare i parametri di capitalizzazione?

2.VERSO LE COMPETENZE 1. Dopo opportuna ricerca rispondi alle seguenti domande: 2. Che cos’è il Comitato di Basilea 3. Che cosa è successo alla banca statunitense Lehman Brothers? 4. Hai avuto notizia di qualche banca in difficoltà?

 Parametri di capitalizzazione Sono i requisiti patrimoniali delle banche, introdotti dal Comitato di Basilea per valutare la solidità dei singoli istituti bancari.


COMPLETAMENTO 1. Completa la tabella scrivendo le definizioni di: RISPARMIO DOMANDA DI MONETA OFFERTA DI MONETA BASE MONETARIA DEFINIZIONE

COMPOSTA DA:

Ora inserisci nella colonna centrale il segno di comparazione che lega i due termini di ciascuna coppia scegliendolo tra i tre seguenti: < > =

per risollevare le sorti dell’economia mondiale dopo i disastri del Coronavirus; non sono addirittura mancati coloro che l’hanno sostenuta come primo esperimento su scala mondiale.

Base monetaria

Domanda di moneta

Domanda di moneta

Offerta di moneta

1. A tuo parere quali conseguenze positive e negative potrebbe avere una tale politica?

Risparmio

Domanda di moneta

CASI PRATICI Competenze attivate complessivamente per tutti i casi • Comunicazione nella madrelingua • Competenze logico matematiche • Competenza digitale • Imparare a imparare • Civiche e di cittadinanza • Imprenditorialità • Consapevolezza ed espressione culturali

1 MANOVRA MONETARIA ESPANSIVA. DENARO PIOVUTO DAL CIELO Nel 1969 Milton Friedmann, economista statunitense della scuola di Chicago e premio Nobel per l’economia nel 1976, lanciò una provocazione sostenendo che per far uscire un’economia dalla depressione si poteva ricorrere a un rimedio estremo: gettare soldi da un elicottero (fuor di metafora: mettere denaro direttamente nelle tasche dei cittadini o accreditarlo nei loro conti correnti), oppure tagliare drasticamente le tasse: questo denaro “piovuto dal cielo” avrebbe potuto far aumentare considerevolmente i consumi spingendo l’economia su un sentiero di sviluppo. Alcuni economisti hanno fatto riferimento a quella provocazione, nota come helicopter money,

2. In particolare, come peserebbe sull’entità del nostro debito pubblico? 3. Questa misura fantasiosa di Friedmann ricorda il paradosso delle famose buche di Keynes, qui riportato: “Se il Tesoro si mettesse a riempire di biglietti di banca vecchie bottiglie, le sotterrasse a una profondità adatta in miniere di carbone abbandonate, … e si lasciasse all’iniziativa privata… di scavar fuori di nuovo i biglietti di banca…, non dovrebbe più esistere disoccupazione e, tenendo conto degli effetti secondari, il reddito reale e anche la ricchezza in capitale della collettività diverrebbero probabilmente assai maggiori di quanto sono attualmente”. 4. Quali punti in comune ritrovi analizzando gli effetti delle due manovre?

2 DOMANDA DI MONETA. FACCIAMOCI I CONTI IN TASCA

Lo stipendio mensile di Benedetta è di 2500 euro e viene impiegato nel modo seguente: 700 euro per la rata del mutuo relativo al suo appartamento, 100 euro per i pagamenti rateali dell’autovettura, 1000 euro per acquisti di beni nel mese, 100 euro di assicurazione della macchina, 250 euro tenuti nel portafoglio, 250 euro versati in conto corrente, 100 euro in un piano di accumulo di fondi pensionistici. 1. Quale sarà la domanda di moneta? 2. Qual è l’ammontare del risparmio?

371


UNITÀ

6 La moneta e il credito Verifica di fine Unità

3 MOLTIPLICATORE DEI DEPOSITI. UN PREMIO… MOLTIPLICATO

Con la vostra classe avete partecipato a un concorso per la creazione del miglior logo e del miglior spot pubblicitario per un’azienda sostenibile e avete vinto il primo premio costituito da un importo complessivo di 20mila euro. Dato che in classe siete 20, ciascuno di voi ha a disposizione 1000 PASSAGGI

DEPOSITI

PRESTITI

euro. La metà di voi, decide di aprire un conto corrente bancario. Cinque studenti depositano l’intera somma, tutti gli altri ne depositano 800 euro ciascuno e ne spendono 200 in beni di consumo. 1. Una volta depositata la somma, chi ne è il proprietario? 2. Calcola il totale del deposito e compila la seguente scheda del moltiplicatore di moneta. RISERVA OBBLIGATORIA

MONETA CREATA

1 2 3 4 5 6

LAVORO COOPERATIVO COME SI MUOVONO LE AZIENDE NELLA BORSA ITALIANA? UNA RICERCA LUNGA DUE MESI. Le imprese hanno bisogno di investimenti e per acquisire i fattori necessari alla produzione possono ricorrere a diverse fonti di finanziamento. Tra queste, enorme importanza riveste l’emissione di azioni, che avviene attraverso la Borsa. Un’altra importante funzione della Borsa è quella di dare ai risparmiatori la possibilità di impiegare i propri risparmi in forme più o meno durevoli, in alternativa agli impieghi più tradizionali come il deposito bancario. 1. Dividetevi in gruppi, secondo le indicazioni dell’insegnante.

2. Ogni gruppo scelga un’azienda italiana quotata in Borsa: fate opportune ricerche online per informarvi su attività, ammontare del capitale, settore produttivo, fatturato, numero dei dipendenti, impronta al carbonio e sostenibilità. 3. Ogni martedì o mercoledì controllate l’andamento della “vostra” azienda cercando le quotazioni on line o nei quotidiani economici. 4. Seguitene le vicende per due mesi e realizzate un dossier sull’andamento dell’impresa. 5. Oltre alle azioni, ha anche emesso obbligazioni? I risultati confluiranno in una presentazione che verrà illustrata alla classe. Almeno tre slide verranno per fare l’identikit dell’impresa, l’ultima slide sarà dedicata all’andamento del titolo in Borsa.

COMPITO DI REALTÀ NESSUNA PAURA: VE LO SPIEGHIAMO NOI! Gruppi

Piccoli gruppi, secondo le indicazioni dell’insegnante

Tempi

Un’ora per rivedere tutti insieme quanto avete studiato sulla domanda e offerta di moneta, per organizzare il lavoro e dividersi in gruppi (la durata di questa fase può variare, secondo le esigenze specifiche della classe); più lavoro di gruppo in orario extrascolastico (se svolto a scuola, si suggeriscono due ore scolastiche) Due ore per la presentazione alla classe del proprio lavoro e debriefing

Competenze

Comunicazione nella madrelingua Competenza digitale Imparare a imparare Competenza sociale e civica Consapevolezza ed espressione culturale

372

U6 La moneta e il credito


Quest’anno svolgete le attività di PCTO presso una banca vicino alla vostra scuola. La vostra guida ha le idee molto chiare sul lavoro da proporvi. Da qualche tempo, la banca ha ricevuto numerose telefonate di reclamo e ascoltato alcuni clienti allo sportello lamentarsi perché non riescono ad accedere ai servizi online. Un po’ per l’età, un po’ per la scarsa alfabetizzazione digitale si vedono costretti a venire di persona in banca per eseguire operazioni che potrebbero svolgere tranquillamente da casa. ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO Tutti insieme, in classe • mettete a fuoco quanto avete appreso sulle banche ripassando insieme con l’insegnante quanto avete studiato; • dividetevi in piccoli gruppi secondo le indicazioni dell’insegnante che stabilisce la data di consegna dei lavori; • ogni gruppo sceglierà uno dei seguenti argomenti: 1. che cos’è l’home banking: quali servizi on line offre la banca e, soprattutto, come accedervi; 2. che cosa è possibile fare con lo smartphone: come usare l’applicazione del telefono per poter gestire il conto ovunque ci si trovi e per fare acquisti lasciando il portafogli a casa. Un gruppo si occuperà dei commercianti. Dopo aver letto il brano in apertura di unità (vedi pag. 315), create uno spot oppure un video o una infografica, che spieghi in modo convincente ai commercianti come l’uso del contactless è sicuro, igienico, ed incentiva gli acquisti. Un gruppo realizzerà un’infografica o una presentazione accattivante che spieghi ai clienti qual è il “circuito del risparmio” ovvero il percorso che

fa il denaro risparmiato dalle famiglie, depositato in banca e investito, mettendo in luce il legame tra economia finanziaria ed economia reale. Un gruppo sceglierà una banca realmente esistente e , dopo aver scoperto quali investimenti sostenibili realizza, preparerà una presentazione per illustrarne l’attività alla classe. CONSEGNA Create delle infografiche o un video o una presentazione (a vostra scelta) con i quali spiegate in modo molto semplice e mediante immagini che accompagnino le vostre parole uno degli argomenti appena elencati. Se la scuola ha a disposizione un laboratorio informatico, è possibile svolgere tutto il lavoro a scuola, diversamente l’attività può essere svolta a casa.

A casa, il gruppo Ogni gruppo organizza il lavoro da svolgere che dovrà essere pronto entro la data prevista dall’insegnante. Tutte le presentazioni dovranno contenere una slide finale che, attraverso una mappa, riassuma il contenuto della presentazione. Tutti insieme, in classe Ogni gruppo presenterà alla classe il lavoro svolto, condividendolo sulla LIM ed eventualmente stampando le infografiche per appenderle in classe. DEBRIEFING Dopo esservi confrontati sul lavoro svolto (eventuali difficoltà o curiosità soddisfatte emerse durante l’attività), si può far seguire uno scambio di esperienze sulle interazioni con le banche e sull’utilizzo degli strumenti bancari di pagamento.

CHECK LIST Punteggio fino a Nell’infografica (o presentazione o video) avete inserito il contenuto richiesto.

Da 0 a 3

Il lavoro è esteticamente piacevole, chiaro nel trasmettere il messaggio e cattura l’attenzione.

1

C’è un limitato uso di testo, sono presenti illustrazioni o parole chiave.

1

Nella presentazione è presente la slide finale con una mappa dell’argomento.

Da 0 a 2

La presentazione è chiara ed esaustiva.

2

Tutti hanno dato il proprio contributo e avete lavorato nel rispetto delle opinioni di tutti e in caso di divergenze vi siete accordati serenamente rispettando i tempi stabiliti.

1

TOTALE PUNTEGGIO

……./10

373


UNITÀ

7

La dinamica del sistema economico Che cosa studierai in questa Unità Questa Unità è dedicata alla conoscenza del ciclo economico e delle politiche anticicliche; segue la trattazione dell’inflazione e del problema della disoccupazione: • le fasi del ciclo economico • i diversi tipi di ciclo economico • le conseguenze negative della depressione economica

• le politiche anticicliche per contrastare la depressione e favorire la crescita

• le cause e gli effetti dell’inflazione • le politiche antinflazionistiche da attuare per contrastarla

• il mercato del lavoro • l’occupazione e le cause della disoccupazione

Quali abilità acquisirai Saprai: • individuare i diversi tipi di ciclo economico • distinguere le fasi del ciclo ed esporne la dinamica

• spiegare come funziona la politica anticiclica

• illustrare il fenomeno dell’inflazione • spiegare come se ne misura l’intensità • individuarne i diversi tipi di inflazione • individuare le cause e gli effetti dell’inflazione

• distinguere i diversi mezzi per contrastarla • riconoscere il mercato del lavoro • individuare i diversi tipi di disoccupazione • riconoscere le cause della disoccupazione e gli strumenti per combatterla

• i mezzi favorire l’occupazione Capitoli Prerequisiti

374

1 Il ciclo economico 2 L’inflazione 3 Il mercato del lavoro


Per cominciare Donne pagate meno degli uomini? Una risposta da Premio Nobel

Claudia Goldin, storica dell’economia ed economista del lavoro presso l’Università di Harvard, ha vinto il premio Nobel per l’economia 2023 grazie alle sue ricerche pionieristiche sul divario di genere nel mondo del lavoro. Si legge nelle motivazioni al premio che le sue ricerche hanno contribuito a far “progredire la nostra comprensione degli esiti del mercato del lavoro femminile”. La sua analisi, che spazia su due secoli, ci mostra come la situazione delle donne lavoratrici sia cambiata nel tempo, svelando le radici profonde delle disuguaglianze che ancora oggi persistono. Goldin ha scoperto che, contrariamente a quanto si possa pensare, la partecipazione delle donne al mercato del lavoro non è sempre correlata alla crescita economica: prima dell’industrializzazione, infatti, erano molto più numerose le donne che risultavano occupare posti di lavoro. Con la terziarizzazione dell’economia, invece, fattori come i marriage bar, ovvero le leggi che limitavano l’accesso al lavoro per le donne sposate, e le aspettative sociali hanno giocato un ruolo fondamentale nel tenere le donne ai margini del mondo del lavoro. Molte donne della generazione degli anni ’50 del secolo scorso sottostimavano le proprie prospettive di carriera nel pianificare la propria istruzione, poiché basavano le stime sulle posizioni lavorative ricoperte dalle loro proprie madri. Le aspettative delle donne hanno cominciato a convergere con quelle degli uomini solo negli anni ’70. È solo a partire da questo momento che le donne sono diventate più propense a perseguire l’istruzione superiore e, nei Paesi ad alto reddito, le donne oggi spesso superano gli uomini nel livello di istruzione. Attualmente, nonostante i progressi, le donne continuano a guadagnare meno degli uomini e a essere sottorappresentate in posizioni di leadership. La ricercatrice ha evidenziato come la maternità sia uno dei principali fattori che contribuiscono a questo divario, con le donne che spesso vedono rallentare la loro carriera dopo la nascita di un figlio. Le scoperte di Goldin hanno importanti implicazioni per le politiche pubbliche. Per ridurre il gender gap, è necessario intervenire su più fronti: promuovere politiche di conciliazione vita-lavoro, combattere gli stereotipi di genere, garantire pari opportunità a uomini e donne e raggiungere la gender pay equality, la parità retributiva, obiettivo che pare ancora lontano in mancanza di azioni positive che la promuovano. Fonte: Econopoly, Il Sole-24Ore, 12 ottobre 2023. Testo ridotto e adattato.

RISPONDI

1. Con quali motivazioni è stato assegnato il premio Nobel per l’economia a Claudia Goldin? 2. Quali sono, secondo Claudia Goldin, le principali ragioni che hanno tenuto le donne ai margini del mondo del lavoro? 3. Quali sono, secondo Claudia Goldin, le principali cause della disparità di genere e del divario salariale nel contesto lavorativo? 4. Spiega il significato delle seguenti due frasi che compaiono nel brano: “le donne sono sottorappresentate in

posizioni di leadership”, “le aspettative sociali hanno giocato un ruolo fondamentale nel tenere le donne ai margini del mondo del lavoro” e fornisci un tuo personale parere.

RIFLETTI 1. Il Premio Nobel è stato conferito a Claudia Goldin nel 2023 sulla base di studi effettuati nei mesi precedenti, quindi in tempi relativamente recenti. A tuo avviso, le sue conclusioni sono ancora attuali o, anche se sono passati solo pochi anni, hanno inciso e contribuito a modificare la situazione?

In questa Unità acquisirai gli strumenti per interpretare queste e altre situazioni.

375


1

CAPITOLO

Il ciclo economico Questo capitolo illustra un carattere essenziale delle economie moderne, il ciclo economico, caratterizzato dall’avvicendarsi di periodi di espansioContenuti digitali del ne dell’economia, a cui seguono necessariamente periodi di contrazione. capitolo Vengono spiegati i diversi tipi di ciclo, approfondendone le singole fasi e glossario inglese. (espansione, crisi, depressione, ripresa), con il richiamo dei loro caratteri più salienti. Si presentano successivamente le diverse teorie (esogene, endogene, esogene-endogene) che cercano di individuarne le cause. Si conclude con la definizione della politica anticiclica, attuata dallo Stato per prevenire i gravi danni provocati dalla depressione.

1 . 1 Definizione di ciclo economico

In tutte le epoche l’economia ha conosciuto l’alternarsi di fasi di prosperità e fasi di ristagno: in una società agricola, ad esempio, cattivi raccolti o eventi come le guerre o le catastrofi naturali potevano determinare anche lunghi periodi di crisi; come, al contrario, un lungo periodo di prosperità poteva essere la conseguenza di buone annate agricole o di un prolungato periodo di pace. Osserviamo in generale che il prodotto nazionale non si sviluppa in modo uniforme e regolare nel tempo, ma aumenta in misura consistente in certi periodi, mentre in altri è stazionario o addirittura diminuisce. Ciclo economico Business cycle

L’espressione ciclo economico indica il susseguirsi di fasi alterne di espansione e di contrazione dell’attività economica di un Paese. Il ciclo nelle economie industriali. Negli ultimi due secoli, tuttavia, il ciclo economico ha assunto caratteri peculiari, diversi da quelli del passato: la sua relativa regolarità e le sue manifestazioni (i cicli pur non essendo mai uguali fra di loro, presentano caratteristiche simili) hanno persuaso gli economisti che il ciclo economico è un fenomeno tipico del sistema capitalista, nato dalla Rivoluzione industriale. La grande mole di dati statistici accumulati nel tempo per le varie economie (soprattutto USA) consentono oggi di individuare diversi tipi di ciclo, che spesso si sovrappongono, complicando il lavoro di ricerca e diagnosi degli economisti.

Diversi tipi di ciclo Anche se i cicli sono irregolari, nel senso che si ripetono con caratteri spesso diversi, si possono tuttavia distinguere a seconda della loro durata in: • cicli brevi, detti anche cicli di Kitchin (dal nome dell’economista inglese che li ha individuati): durano dai 2 ai 4 anni e sono causati soprattutto dalle variazioni delle scorte  presso le imprese; • cicli propriamente detti, chiamati anche cicli di Juglar (dal nome dell’economista francese che per primo li ha studiati): hanno una durata variabile da 4 a 10 anni e comprendono diverse fasi, che esamineremo nel corso di questa unità; • cicli lunghi, detti anche cicli di Kondratieff (dal nome dell’economista russo che li ha scoperti): durano 50-60 anni e condizionano i cicli più brevi che si verificano durante il loro periodo. La concomitanza di più cicli nelle fasi espansive o depressive ne amplifica sensibilmente gli effetti. MAPPA 

376

U7 La dinamica del sistema economico . C1 Il ciclo economico


ESPANSIONE

PICCO

DEPRESSIONE

RECESSIONE

MAPPA

 Il ciclo economico è un fenomeno tipico del sistema capitalista, nato con la Rivoluzione industriale.

LESSICO

LA DURATA DEI CICLI ECONOMICI

 Scorte Cicli di KITCHIN

Cicli di JUGLAR

Cicli di KONDRATIEFF

cicli brevi dai 2 ai 4 anni

cicli brevi dai 4 ai 10 anni

cicli lunghi dai 50 ai 60 anni

Materie prime, semilavorati e prodotti finiti conservati in magazzino per essere utilizzati in caso di bisogno. La loro quantità dipende dall’andamento del mercato e dai costi che l’impresa deve sostenere per il loro mantenimento.

PLUS

La Grande carestia La siccità, un fenomeno climatico apparentemente semplice, ha il potere di sconvolgere le economie più robuste. Basti pensare alla Grande carestia che colpì la Francia alla fine del XVIII secolo, contribuendo in modo determinante allo scoppio della Rivoluzione francese. Una serie di inverni rigidi, seguiti da estati eccezionalmente calde e secche, portarono a una grave carestia. I raccolti fallirono su larga scala, causando un’impennata dei prezzi del pane, alimento base per la popolazione. La mancanza di cibo causò malnutrizione e malattie diffuse, indebolendo ulteriormente la popolazione già provata dalle condizioni di vita precarie. L’aumento dei prezzi dei beni di prima necessità erose il potere d’acquisto delle masse popolari, in particolare dei contadini e degli operai urbani. La crescente insoddisfazione per le condizioni di vita e la percezione di ingiustizia

sociale sfociarono in rivolte e proteste, così lo Stato francese, già indebitato a causa delle guerre e delle spese della corte, fu costretto a intervenire per far fronte alla crisi, aggravando ulteriormente la situazione finanziaria. La crisi economica, unita alla disuguaglianza sociale e alla debolezza del regime monarchico, creò le condizioni ideali per un’esplosione rivoluzionaria. L’incapacità del re Luigi XVI di far fronte alla crisi e di attuare riforme significative alimentò il risentimento popolare e accelerò la caduta della monarchia. Altri esempi storici: • La carestia del 1315-1317: conosciuta come “La Grande carestia”, colpì gran parte dell’Europa, causando una grave crisi economica e demografica. • La carestia in Irlanda nel XIX secolo: causata dalla dipendenza dalla patata e da una malattia che distrusse i raccolti, portò a una massiccia emigrazione e a una grave crisi umanitaria.

VERSO LA CONSAPEVOLEZZA Come è possibile spiegare il legame che si è prodotto in Francia tra siccità e rivoluzione?

FACCIAMO IL PUNTO Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

1. Che cosa sono i cicli economici? 2. Quando il ciclo economico ha assunto una certa regolarità? 3. Quali fattori stanno alla base dei cicli brevi (o di Kitchin)? 4. Qual è la durata del ciclo di Kondratieff?

377


Fattori di disturbo Lo studio della dinamica delle fluttuazioni cicliche richiede la rimozione preliminare dei fattori di disturbo che possono oscurare la reale meccanica del ciclo. Questi fattori sono costituiti dai fatti accidentali  (di natura del tutto casuale) e dai movimenti stagionali (che possono avere durata più breve, mensile o addirittura giornaliera). PER ESEMPIO  Movimenti stagionali. Questi sono particolarmente importanti. Ogni anno, ad esempio nel mese di dicembre, si verificano notevoli aumenti nelle vendite a causa delle feste natalizie, così come nel mese di agosto si affollano i luoghi di villeggiatura. È possibile eliminare con opportuni strumenti statistici l’incidenza stagionale, e ottenere il dato destagionalizzato che permette di conoscere l’andamento reale del fenomeno.

1 . 2 Le fasi del ciclo economico

Gli economisti suddividono il ciclo economico in quattro fasi. Per facilitarne la comprensione, nel grafico è stato costruito un ciclo ideale. Sull’asse delle ascisse è segnato il tempo, mentre sull’asse delle ordinate è riportato il prodotto nazionale. I DATI PARLANO  Il grafico mostra l’andamento teorico di un ciclo economico, evidenziando le quattro Espansione fasi tipiche di espansione, crisi, depressione e ripresa. Expansion Depressione Depression Ripresa Recovery

La fase di espansione

Nel grafico, dal punto A al punto B, è caratterizzata da un rilevante aumento degli investimenti che, attraverso l’azione del moltiplicatore, si traducono in una crescita più che proporzionale del PIL e della domanda. → Unità 5 Le buone prospettive inducono le imprese a effettuare nuovi investimenti per incrementare la produzione: assumono nuovi lavoratori, aumentano le proprie scorte, effettuano nuovi investimenti, sostituendo gli impianti obsoleti, le banche concedono credito con tassi di interesse favorevole. In un clima di generale ottimismo, attraverso un processo che si autoalimenta, la disoccupazione diminuisce e la domanda continua a crescere. L’espansione, però, non può durare in perpetuo, anzi sviluppa in sé le forze che la portano a una inversione della congiuntura . Infatti, finché le imprese riescono a soddisfare la domanda con un volume di produzione sufficiente, l’economia cresce e con essa il reddito, ma non appena il sistema diventa di piena occupazione e non vi sono più fattori disponibili per aumentare ulteriormente la produzione, l’eccesso di domanda rispetto l’offerta genera un inesorabile e generale aumento dei prezzi: l’inflazione.

La fase della crisi È l’inversione della congiuntura che apre la fase della crisi (punto B del grafico). Le autorità monetarie, allo scopo di contenere l’inflazione, prendono provvedimenti di natura restrittiva atti a deprimere la domanda globale. Le banche, che nella fase di espansione avevano concesso crediti con una certa facilità, tendono a restringerli e a elevare i tassi di interesse. Ciò può cogliere di sorpresa le imprese, che nella fase del boom si erano indebitate oltre i normali limiti prudenziali, soprattutto le industrie produttrici di beni di investimento. Inoltre, si acuiscono le speculazioni di Borsa: le quotazioni azionarie tendono a diminuire, iniziando a diffondere sentimenti di sfiducia fra gli operatori Comincia a diffondersi il panico, anche perché alcune imprese, colpite dalla drastica diminuzione di liquidità, falliscono.

378

U7 La dinamica del sistema economico . C1 Il ciclo economico


PER ESEMPIO I DATI PARLANO

LESSICO

Fattori di disturbo Sono fatti accidentali sia eventi naturali, come un terremoto, un’inondazione, una frana ecc., sia decisioni di natura politica, come la chiusura di un mercato di esportazione a causa di una guerra o l’interruzione di un flusso turistico a causa della diffusione di un’epidemia. Questi eventi possono

avere significative ripercussioni sulla dinamica del ciclo economico: in Italia, nel 2020, per contrastare il Covid-19 sono state adottate drastiche misure di distanziamento sociale, che hanno comportato la chiusura di interi comparti produttivi, con gravi conseguenze sullo sviluppo del PIL.

La dinamica del ciclo economico Prodotto nazionale

Crisi B Depressione

C

Semionda

Evento non prevedibile, che si verifica per effetto del caso, ma comunque in grado di influenzare l’andamento dell’economia. Ne sono esempi una prolungata siccità che compromette i raccolti agricoli, oppure la perdita di un importante mercato di esportazione a causa dell’introduzione di restrizioni doganali.

 Congiuntura

Espansione

A

 Fatto accidentale

Trend

Ripresa

Semionda

Andamento dell’economia valutato in base a grandezze di vario genere, come la produzione, l’occupazione, i consumi, gli investimenti, le esportazioni ecc. Può riferirsi all’intero sistema, a singoli settori o a particolari aree geografiche.

Tempo Ciclo economico

PLUS

Può ripetersi il giovedì nero? Fra tutte le crisi economiche, la Grande crisi del 1929-32 è certamente la più nota per i suoi effetti devastanti: negli Stati Uniti e in Germania, i Paesi più colpiti, la produzione industriale si ridusse in pochi anni del 50%. La crisi esplose quasi contemporaneamente in tutti i Paesi industrializzati: negli Stati Uniti si manifestò con una rovinosa caduta della Borsa, avvenuta giovedì 24 ottobre 1929 (“giovedì nero”), che provocò l’improvviso impoverimento di milioni di americani. La crisi, estesa a tutta l’Europa, si aggravò a causa sia delle politiche economiche adottate dai governi, sia del sistema aureo (Gold standard) rigidamente applicato, incapace di assicurare la liquidità necessaria ai pagamenti internazionali. Ogni Paese pensò di limitare i danni della crisi svalutando la propria moneta e fissando limiti alle importazioni dall’estero. Ciò provocò un effetto boomerang, perché ciascun Paese cercava di difendersi, con il risultato di una brusca caduta del commercio internazionale. Gli economisti si chiedono oggi se crisi paragonabili a quella ora ricordata si possano ancora ripetere. Come

spesso accade in economia, la risposta non è univoca. Per alcuni, non solo sono ancora possibili gravi crisi, ma queste possono addirittura essere peggiori del passato. Secondo l’economista americano H. P. Minsky (1919-1996), ad esempio, l’economia moderna è particolarmente fragile a causa dell’elevata intermediazione finanziaria e della grande mobilità dei capitali sulla scena internazionale con speculatori che operano su mercati ormai globali. La finanziarizzazione dell’economia, cioè il prepotente sviluppo dell’attività finanziaria a livello internazionale, è la causa primaria delle ricorrenti crisi nelle economie industrializzate. Per altri economisti, invece, l’uso degli strumenti keynesiani di stabilizzazione ha accresciuto la stabilità dei sistemi, rendendoli maggiormente capaci di assorbire le tensioni dell’economia reale. Secondo questi studiosi una politica anticiclica è capace di stabilizzare il ciclo e ridurre i rischi di crisi. La grave crisi finanziaria iniziata nel 2007 e propagatasi rapidamente alle economie reali sembra però smentire l’eccessiva fiducia nelle capacità degli strumenti di stabilizzazione del ciclo.

FACCIAMO IL PUNTO Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

1. Quali sono i fattori di disturbo nell’analisi dei cicli? 2. Quali sono i due punti di inversione di congiuntura? Descrivili. 3. Quali sono le caratteristiche dell’espansione e della depressione? 4. Quali sono i fattori che incidono e rendono tra loro diversi i cicli?

379


La fase di depressione Dal punto B al punto C. Gli elementi di sfiducia già affiorati nel punto di svolta superiore, cioè nel periodo di passaggio fra l’espansione e la depressione, si diffondono nel sistema: le imprese più deboli scompaiono dal mercato, e anche quelle più sane incontrano delle difficoltà, sia a causa della diminuzione della domanda e dell’accumularsi delle scorte, sia in relazione al costo del lavoro, che è aumentato in misura considerevole nella fase di espansione. Le imprese, quindi, diminuiscono gli autofinanziamenti, a seguito della diminuzione dei profitti e delle più difficili situazioni di liquidità. La domanda, che per parte sua aveva alimentato la fase di espansione, tende ora a contrarsi; soprattutto i consumi di beni durevoli diminuiscono, in relazione ai maggiori risparmi che le famiglie tendono ad accantonare per far fronte alla crisi. Gli investimenti diminuiscono sempre di più, come conseguenza della contrazione della domanda e dell’aumento degli interessi che gli imprenditori devono pagare alle banche per ottenere i finanziamenti. Le aspettative degli imprenditori e del pubblico si fanno sempre più pessimistiche, e di conseguenza cadono le quotazioni di Borsa dei titoli azionari. I lavoratori in cerca di prima occupazione hanno sempre maggiori difficoltà a entrare nel mercato del lavoro e, anche una parte degli occupati perde il posto di lavoro. Il PIL diminuisce.

La fase di ripresa Questa fase corrisponde al punto C del grafico di pagina precedente ed è quella che, segna una nuova inversione della congiuntura. Anche la contrazione dell’attività economica non può durare all’infinito: a un certo punto gli imprenditori si accorgono che la produzione è scesa al di sotto delle possibilità di assorbimento della domanda e nel sistema comincia a diffondersi qualche segnale di ottimismo. Gli interessi bancari nell’ultima fase della depressione sono scesi e e questo può rappresentare un incentivo per gli imprenditori a effettuare investimenti (in misura timida all’inizio, e poi via via con sempre maggiore sicurezza). L’intervento pubblico a fini anticiclici può ulteriormente aiutare il sistema a uscire dalla depressione: le autorità monetarie prendono provvedimenti di natura espansiva finalizzati a incrementare gli investimenti e a stimolare la domanda. Nuovi investimenti in impianti e nel settore edilizio richiedono l’impiego di lavoratori e materiali: il sistema è pronto per una nuova fase di espansione. MAPPA 

Il diverso carattere dei cicli I cicli economici reali non presentano un andamento lineare e semplice come quello schematizzato: può così accadere che durante la fase di depressione vi sia qualche parziale recupero, che però non è in grado di determinare un’inversione di tendenza; come pure può accadere che durante la fase di espansione vi siano delle cadute, seguite però da un rapido recupero. Inoltre, la durata dei cicli è variabile.

Sta di fatto che nessun ciclo economico storicamente verificatosi è identico agli altri: diverse sono le cause che possono averlo generato, come diverse possono essere le misure da adottare per attenuare le conseguenze negative di una crisi. Ciò perché i caratteri di un ciclo variano in funzione di numerosi fattori: l’intensità del processo di innovazione industriale, le caratteristiche del Paese considerato, il suo grado di integrazione nell’economia mondiale ecc.

Ciclo, trend, congiuntura, ristagno e recessione Il termine ciclo (che deriva dal greco kyclos = cerchio) allude al fatto che lo sviluppo economico di un Paese non è costante, ma passa attraverso fasi che presentano caratteristiche ricorrenti.

380

U7 La dinamica del sistema economico . C1 Il ciclo economico


MAPPA

CICLI ECONOMICI fasi di

ESPANSIONE

CRISI

DEPRESSIONE

RIPRESA

in un clima di

in un clima di

in un clima di

in un clima di

ottimismo e fiducia

sorpresa e panico

sfiducia e pessimismo

timido ottimismo

caratterizzato da

caratterizzato da

caratterizzato da

caratterizzato da

• Diminuzione prezzi delle materie prime • Diminuzione tassi di interessi • Aumento degli investimenti • Aumento del reddito • Aumento delle scorte • Aumento della domanda • Aumento dei prezzi

• Diminuzione della domanda • Borse in calo • Aumento dei tassi di interesse • Imprese esposte ai debiti in difficoltà

• Le imprese piccole falliscono • Aumento della disoccupazione • Domanda debole • Diminuzione degli investimenti e dei prezzi • Cadono le quotazioni di Borsa dei titoli azionari • Cominciano a diminuire i tassi di interesse

• I prezzi bassi stimolano la domanda • La discesa dei tassi di interesse spinge gli investimenti • Le imprese aumentano la produzione • Interventi di politica monetaria espansiva

ECONOMIA E REALTÀ

Paura e panico Secondo Charles Kindleberger, illustre economista del Massachusetts Institute of Technology (MIT), le crisi finanziarie si verificano nei punti più elevati del ciclo economico, e rappresentano quindi sia il culmine del periodo di espansione sia l’inizio della fase discendente del ciclo. Nel suo libro Euforia e panico. Storia delle crisi finanziarie Kindleberger esamina numerose crisi, da quella nota come “Bolle di sapone” della South Sea a Londra del 1719, alla Grande crisi del 1929. Per l’economista, le crisi sono determinate dall’alternarsi nell’attività speculativa di fasi di maniacale ottimismo a fasi di acceso pessimismo e panico. La speculazione può riguardare i più diversi beni: quando inizia la “fase maniacale” della speculazione, le persone si disfano della moneta e contraggono debiti per acquistare attività reali o finanziarie non liquide. Le banche, di solito, alimentano l’euforia con l’espansione dei crediti (come avvenne nella fase precedente il crollo del 1929 negli Stati Uniti). Non appena si diffonde la consapevolezza della fragilità delle basi economiche su cui si fonda l’ottimismo o

un evento modifica le aspettative, prevalgono paura e isterie. La maggioranza degli operatori si disfa dei beni accumulati in un clima di panico collettivo. Anche se ogni successione di eventi ha la propria storia che non si ripete – soprattutto durante le grandi crisi finanziarie – Kindleberger ritiene che le crisi abbiano sempre origine da uno shock esterno, come una guerra, buoni o cattivi raccolti, innovazioni tecnologiche ecc. Dalle ricerche di Kindleberger e dagli studi successivi, risulta che i comportamenti irrazionali sono frequenti in tutte le epoche storiche. Non è perciò da escludere la possibilità di nuove crisi finanziarie, che oggi possono essere anche più gravi del passato, per le strette connessioni tra i mercati finanziari dei singoli Paesi e la reciproca influenza. È quindi da condividere l’opinione di Kindleberger secondo cui occorre un’autorità monetaria internazionale capace di stabilizzare e controllare le tendenze speculatrici che compromettono uno sviluppo equilibrato dell’economia.

VERSO LE COMPETENZE 1. In quale modo lo stato d’animo influisce sulle fasi dell’economia? 2. In che modo si manifesta la “fase maniacale” della speculazione finanziaria? 3. Sai fare degli esempi reali in cui shock esterni hanno causato grosse crisi finanziarie?

381


Il punto di partenza e di arrivo di ogni ciclo è diverso: in un’economia in espansione la situazione tende a migliorare rispetto al passato. Nel grafico di pag. 363 è stata tracciata una retta tratteggiata che rappresenta sinteticamente l’andamento dell’economia. Essa prende il nome di trend (o tendenza), ed è crescente a indicare il progressivo sviluppo delle economie industrializzate. Con il termine congiuntura si indica, invece, il punto del ciclo in cui il sistema si trova in un certo momento: si parla di congiuntura favorevole nelle fasi di espansione e di congiuntura sfavorevole nelle fasi di recessione o depressione. Il termine ristagno designa una situazione negativa che dura a lungo nel tempo, con un sistema economico (i cui fattori produttivi sono largamente sottoccupati) incapace di trovare la via della ripresa. È questa la fase di depressione vera e propria, da cui gli economisti distinguono la recessione, che è un netto rallentamento del tasso di crescita in prossimità del punto di svolta superiore.

Le cause del ciclo economico Le cause delle fluttuazioni cicliche sono state spiegate in diversi modi dagli economisti. Da un punto di vista storico, esse si possono classificare in tre categorie: • spiegazioni esogene, se sono relativi all’ambiente fisico, come ad esempio la variazione nei tassi di natalità, ai conflitti sociali, e così via. La più nota è la teoria delle macchie solari di Jevons; • spiegazioni endogene, se si riferiscono a fattori interni al sistema economico la più nota è la teoria dei cicli dei reinvestimenti, la quale sostiene che l’origine dei cicli si debba ricercare nella concentrazione di investimenti produttivi in alcuni periodi rispetto ad altri; • spiegazioni esogene-endogene, se sono costituite da combinazioni delle due spiegazioni precedenti. Oggi le spiegazioni del ciclo economico sono prevalentemente di tipo endogenoesogeno: i cicli risultano dalla combinazione di fattori esterni e interni al sistema.

MAPPA

La maggior parte degli economisti ritiene che il sistema capitalistico abbia proprio al suo interno meccanismi destabilizzanti, che producono il ciclo economico. È pur vero che fattori di tipo esogeno possono avere un’influenza rilevante nello scatenare il ciclo (si pensi a una grave pandemia, a una serie di cattivi raccolti o a conflitti politici), ma la configurazione del ciclo sarà sempre collegata alla natura del sistema economico che condiziona le scelte degli operatori. MAPPA 

382

CAUSE DELLE FLUTTUAZIONI CICLICHE

ENDOGENE

ESOGENE

MISTE

derivano da

derivano da

derivano da

fattori esterni

fattori interni

fattori interni

ad esempio

ad esempio

macchie del sole

rimpiazzi

U7 La dinamica del sistema economico . C1 Il ciclo economico


I cigni neri nell’economia di ieri e di oggi

E ORIENTAMENTO

EDUCAZIONE CIVICA

“La logica del cigno nero rende ciò che non si sa molto più importante di ciò che si sa” (Nassim Nicholas Taleb) I “cigni neri”, secondo la definizione data da Nassim Nicholas Taleb nel suo libro The Black Swan: The Impact of the Highly Improbable del 2007, sono eventi assolutamente imprevedibili che generano impatti significativi sul piano economico. Gli elementi che caratterizzano un cigno nero sono la sua “rarità”, le sue enormi conseguenze economiche e finanziarie e la sua “prevedibilità retrospettiva” nel momento

in cui a posteriori si analizzano le sue cause e i suoi effetti. Nell’economia di ieri e di oggi, i cigni neri rappresentano dei momenti cruciali, poiché da sempre svelano la vulnerabilità dei sistemi finanziari, complessi e volatili, costringendo la società a prepararsi al loro ciclico avvento, nella speranza che a partire dalle esperienze fatte si possa imparare a costruire un sistema economico più resiliente.

Alleniamo l’EDUCAZIONE FINANZIARIA

Il fenomeno dei cigni neri è interconnesso con quello delle bolle speculative (periodi di aumento rapido e spesso irrazionale dei prezzi di alcuni asset, seguiti da un loro crollo altrettanto rapido), rappresentando a volte reciprocamente le cause e altre volte gli effetti del loro insorgere. In classe, dividendovi in gruppi e facendovi aiutare dall’insegnante di economia politica, provate a realizzare una linea del tempo per mettere in ordine cronologico i fenomeni dei cigni neri e delle bolle speculative. Fate seguire poi una discussione, al fine di comprendere le cause e le conseguenze economiche di tali avvenimenti.

PROFESSIONI E COMPETENZE DEL FUTURO Esistono, a tuo parere, competenze e strategie che possono aiutare le persone a gestire e affrontare le crisi economiche? Quali riesci a individuare? Rispondi alle domande con l’ausilio del docente orientatore e proponi esempi di applicazione pratica delle stesse, al fine di saper gestire l’impatto di una crisi economica nella tua quotidianità futura.

383


PLUS

Le teorie del ciclo economico Spiegazioni esogene Sino agli anni della Grande crisi (1929-32) gli economisti hanno respinto l’idea che nel sistema economico si potessero verificare crisi di sovrapproduzione: l’opinione dominante riteneva – sulla scorta della teoria classica che si riassumeva nella legge di Say – che in ogni momento il sistema fosse in equilibrio di piena occupazione . Se si verificavano in alcuni settori delle deviazioni, queste erano corrette da meccanismi automatici. Si pensava, quindi, che la disoccupazione fosse sempre un fenomeno transitorio, dovuto al livello troppo alto del costo del lavoro. Spiegazioni endogene La convinzione di una sostanziale stabilità nello sviluppo dell’economia ha spinto gli studiosi neoclassici a ricercare le cause scatenanti del ciclo al di fuori del sistema economico: sono queste le spiegazioni esogene del ciclo. Le teorie esogene fanno riferimento a fattori relativi all’ambiente fisico, a variazioni nei tassi di natalità, ai conflitti sociali, e così via. La più nota di queste teorie è quella proposta da William S. Jevons (1835-1882), conosciuta come teoria delle macchie solari, secondo la quale la causa delle perturbazioni va appunto ricercata nelle macchie solari che provocano «una periodica variazione climatica che interessa tutto il mondo». Un’altra teoria esogena, che ha avuto una certa importanza nello sviluppo del pensiero economico, è quella che fa riferimento alla psicologia, in particolare alle ricorrenti ondate di ottimismo e di pessimismo: l’eccesso di ottimismo determina le condizioni perché la realtà smentisca l’eccessiva fiducia nelle possibilità di sviluppo del sistema, originando così la fase depressiva. Questo filone interpretativo risale a John S. Mill (18061873), e ha avuto il suo ultimo insigne rappresentante in Arthur C. Pigou, secondo cui le ondate di ottimismo e di pessimismo agiscono come amplificatori di impulsi prodotti da fattori autonomi (come ad esempio guerre, epidemie, cattivi raccolti, scioperi ecc.). Le teorie esclusivamente endogene sono pochissime; fra di esse la più nota è la teoria dei cicli dei reinvestimenti. Questa teoria sostiene che l’origine dei cicli si debba ricercare nel fatto che i capitali investiti, pur avendo una vita produttiva di diversa durata, possono dare luogo a un addensamento dei rimpiazzi  in certi periodi, mentre in altri periodi il ritmo delle sostituzioni può essere molto meno intenso. Questo alternarsi di periodi di febbrile attività ad altri in cui i rinnovi sono piuttosto scarsi spiega il ciclo economico. Questa tesi però non è stata provata, in quanto le verifiche statistiche hanno dimostrato che i rimpiazzi tendono invece a distribuirsi nel tempo in modo piuttosto omogeneo, in relazione all’utilizzazione tecnica ed economica degli impianti. Essa da sola non è dunque in grado di spiegare il ciclo economico.

384

Spiegazioni esogene-endogene Oggi le spiegazioni del ciclo economico sono prevalentemente di tipo endogeno-esogeno: i cicli risultano dalla combinazione di fattori esterni e interni al sistema. Storicamente , il ciclo economico è stato spiegato dalle seguenti teorie: • teorie monetarie: il ciclo è la conseguenza della politica monetaria (talvolta sbagliata) della Banca centrale, essendo determinato prevalentemente dalle variazioni dell’offerta di moneta; • teorie del sottoconsumo: la concentrazione dei redditi nelle mani delle classi più ricche non consente alla domanda di espandersi in modo da assicurare sbocchi sufficienti alla produzione industriale; • teorie della sovracapitalizzazione: gli eccessivi investimenti aumentano l’offerta di prodotti al punto che la domanda non è in grado di assorbirla, tanto che le imprese devono rallentare la produzione, avviando così la fase recessiva; • teorie politico-sociali, secondo le quali il ciclo è causato da fenomeni sociali e politici ed è collegato alla distribuzione del reddito e ai conflitti fra le diverse classi sociali, in particolare fra imprenditori e lavoratori: quando i sindacati sono deboli, le imprese realizzano alti profitti che promuovono l’espansione; quando al contrario i sindacati sono forti, i salari aumentano, mentre diminuiscono i profitti e quindi gli investimenti, determinando l’inversione del ciclo;

U7 La dinamica del sistema economico . C1 Il ciclo economico


LESSICO  Equilibrio di piena occupazione Situazione teorizzata dagli economisti classici in cui tutti i fattori produttivi, in particolare il lavoro, risultano pienamente occupati grazie all’azione di meccanismi automatici; eventuali periodi di disoccupazione sono solo temporanei.

 Rimpiazzo Sostituzione dei macchinari fisicamente esauriti oppure economicamente obsoleti con modelli nuovi e più efficienti, il cui impiego consente di diminuire i costi di produzione e di ottenere prodotti più moderni e competitivi.

 Ciclo elettorale • teorie elettorali, secondo cui il ciclo dipende dalle scadenze elettorali (ciclo elettorale  o politico), in quanto in prossimità delle elezioni il partito al governo promuove l’occupazione espandendo la spesa pubblica o riducendo le tasse per ottenere più voti e conservare il potere; questa teoria porterebbe ad ammettere l’esistenza di cicli economici distinti per ogni Paese, dato che diverse sono le scadenze

elettorali, ma l’esperienza mostra che, attualmente, il ciclo economico tende invece a essere internazionale; • teorie reali, di derivazione keynesiana, che analizzano in particolare il mercato dei beni, accordando minore attenzione al ruolo della moneta. Nessuna di queste teorie, tuttavia, è in grado, da sola, di spiegare le fluttuazioni cicliche dell’economia.

Secondo alcuni economisti le fasi di espansione tendono a coincidere con i periodi pre-elettorali, dato che i governanti ricorrono alla spesa pubblica per aumentare il consenso e restare in carica, mentre le fasi di depressione tendono a coincidere con i periodi post-elettorali.

TEORIE DEL CICLO ECONOMICO

Teorie esogene

Teorie endogene fanno riferimento a fenomeni interni al sistema economico

fanno riferimento a eventi esterni al sistema economico sono

combinazione di fenomeni ed eventi esterni e interni al sistema sono

la principale è

Teoria delle macchie solari

Teoria delle ondate di ottimismo/pessimismo

sviluppata da

sviluppata da

William Jevons

Teorie miste

John S. Mill

Arthur C. Pigou

Teoria dei cicli dei reinvestimenti

Teorie monetarie Teorie del sottoconsumo

Teorie politico-sociali

Teorie elettorali Teorie reali

Teorie della sovracapitalizzazione

385


1 . 3 La politica anticiclica La politica anticiclica è costituita da un insieme di strumenti predisposti dallo Stato per attenuare le onde del ciclo economico. Essa viene attuata per evitare i gravi danni delle depressioni.

Costi economici e sociali della depressione Le depressioni, infatti, comportano alti costi sociali ed economici. Sotto il profilo economico, periodi prolungati di depressione determinano la sottoutilizzazione dei fattori produttivi, in particolare la disoccupazione del fattore lavoro. La parziale utilizzazione dei fattori produttivi ha come conseguenza diretta la diminuzione del prodotto nazionale: la società nel suo insieme subisce cioè una perdita, che verrà recuperata solo molto faticosamente. Sotto il profilo sociale, i danni della depressione sono ancora maggiori: la disoccupazione colpisce le famiglie dei lavoratori, e cioè i soggetti meno protetti, causando una sofferenza che non può trovare riscontro nelle statistiche. I gravi disagi che i singoli e le famiglie devono affrontare possono avere, in certi casi, ripercussioni incontrollabili sulla stessa stabilità politica del sistema. Si capisce quindi facilmente come i diversi governi abbiano adottato una politica anticiclica, e cioè abbiano predisposto un insieme di strumenti per attenuare le onde del ciclo economico. Come si vede nella figura qui a lato la politica anticiclica tende a stabilizzare la crescita economica: nella fase di espansione è diretta a evitare una crescita puramente nominale del reddito; nella fase depressiva è diretta a evitare il sottoutilizzo della capacità produttiva. Senza politica anticiclica l’andamento del ciclo sarebbe ABCD (linea tratteggiata); con la politica anticiclica l’andamento sarà Abcd (linea continua), più vicino alla linea del trend, che rappresenta la crescita ideale, costante ed equilibrata, del reddito. I DATI PARLANO 

Gli strumenti anticiclici Ci sono tre strumenti da implementare per aiutare il sistema a stabilizzarsi. Secondo le indicazioni già avanzate da Keynes nella Teoria generale, essi sono: la politica della spesa pubblica, la politica monetaria e creditizia, la politica fiscale.

Politica della spesa pubblica → Unità 5,

par. 3.5

La politica della spesa pubblica, che abbiamo già studiato, permette di evitare (o attenuare) le crisi assicurando un volume di domanda tale da assorbire l’offerta globale. Keynes suggerisce di integrare la spesa privata, insufficiente, con la spesa pubblica, la quale va ad aggiungersi alla spesa privata (la spesa pubblica deve cioè avere carattere aggiuntivo e non sostitutivo della spesa privata). La spesa pubblica deve essere diretta alla costituzione di infrastrutture (capitale fisso sociale) e cioè alla costruzione di strade, ponti, porti, case, scuole ecc. Per l’azione dei meccanismi cumulativi  di espansione (moltiplicatore), la spesa iniziale produce un aumento della spesa privata, per cui la domanda globale aumenta di un multiplo della spesa finanziata dallo Stato. La spesa pubblica comporta un deficit di bilancio dello Stato (deficit spending), da finanziarsi mediante un aumento dell’offerta di moneta, che non avrebbe effetti inflazionistici (dato che nella fase di depressione vi sono fattori produttivi non utilizzati, il suo effetto sarebbe un aumento della produzione).

386

U7 La dinamica del sistema economico . C1 Il ciclo economico


I DATI PARLANO

LESSICO

Effetti della politica anticiclica Reddito nazionale

y₁ y₂

D

Trend

d y₁ Senza politica anticiclica

c B b

0

A

C

y₂ Con politica anticiclica

Tempo

 Meccanismo cumulativo Processo che si autoalimenta fino a raggiungere un effetto multiplo rispetto alla spinta iniziale. Tali meccanismi operano, per esempio, nei casi del moltiplicatore del reddito, che misura il rapporto tra la variazione del reddito e quella della spesa, e del moltiplicatore dei depositi, che misura il rapporto tra la moneta creata dalle banche e il deposito iniziale.

PLUS

Gli indici di fiducia Oggi si fa spesso ricorso a particolari indicatori per prevedere se un’economia in crisi crescerà nell’immediato futuro, oppure per capire se un’economia già in espansione manterrà il suo livello di crescita nel tempo. Per questi scopi previsionali viene elaborato un indice della fiducia dei consumatori (consumer confidence index), un indicatore molto significativo per sistemi economici in cui la domanda aggregata è la principale determinante del livello di attività economica. L’indice misura le prospettive dell’economia, dato che i consumi dipendono da come le famiglie valutano la loro situazione economica attuale e la sua possibile evoluzione futura. Il più noto di tali indici a livello internazionale è il Consumer index, costruito sulla base di indagini svolte su un campione

rappresentativo di 5 mila famiglie americane. Esso misura la fiducia dei consumatori sulle prospettive dell’economia e sulla propria situazione economica e finanziaria, in base a domande riguardanti le condizioni attuali dell’economia e le aspettative sull’andamento del proprio reddito per i prossimi sei mesi. Molti Paesi hanno adottato propri indici, elaborati da istituti di ricerca pubblici o privati. Sono pure molto diffusi gli indici dei responsabili degli acquisti (Purchasing Managers’ Indexes), basati sulle previsioni dei direttori degli acquisti di imprese operanti in un certo settore o in una certa area relative alle prospettive di acquisto delle imprese, in miglioramento o peggioramento rispetto agli acquisti del mese precedente.

FACCIAMO IL PUNTO Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

1. Quali sono le cause delle fluttuazioni che caratterizzano il ciclo economico? 2. Quali sono le conseguenze economiche e sociali della depressione? 3. Quali sono le modalità di intervento da parte dello Stato per uscire dalla depressione? 4. Che cosa si intende per politica anticiclica? 5. Quali sono gli obiettivi della politica anticiclica nella fase di espansione?

387


Politica monetaria e creditizia → Unità 6, cap. 2

La politica monetaria e creditizia, sulla quale ci siamo già ampiamente soffermati, consiste nel controllo della quantità di moneta in circolazione, allo scopo di assicurare la stabilità dei prezzi. È da notare che attualmente la manovra del tasso di riferimento e le operazioni di mercato aperto – strumenti tipici della politica monetaria e creditizia – sono largamente utilizzate a fini anticongiunturali.

Politica fiscale La politica fiscale consiste nell’utilizzo della leva fiscale a fini anticiclici.

MAPPA

Nelle fasi di depressione lo Stato deve adottare politiche di sostegno della domanda → cap. 2, globale, diminuendo le tasse, non preoccupandosi di accumulare deficit di bilancio; par. 3.4 nelle fasi di espansione, deve invece aumentare le entrate fiscali, sia per colmare i deficit accumulati, sia per impedire un eccesso negli investimenti, che può avere effetti inflazionistici. La politica fiscale suggerita da Keynes, e largamente adottata a partire dalla fine delPLUS la seconda guerra mondiale da parte di tutti i Paesi industrializzati, contrastava netLe previsioni congiunturali tamente con le prescrizioni della teoria tradizionale, che aveva uno dei suoi capisaldi fondamentali nel mantenimento del pareggio del bilancio dello Stato .

POLITICHE ANTICICLICHE da attuare in caso di ESPANSIONE

DEPRESSIONE

con l’obiettivo di

con l’obiettivo di

contenere la domanda

sostenere la domanda

attraverso la

POLITICA DELLA SPESA PUBBLICA

POLITICA MONETARIA O CREDITIZIA

interventi

interventi

ESPANSIONE nessun intervento

388

DEPRESSIONE realizzazione di opere pubbliche durevoli (es. edilizia) per favorire l’occupazione. La spesa grava sul debito pubblico

ESPANSIONE manovra restrittiva per diminuire la q. di moneta in circolazione: aumento di TUR e del coefficiente di riserva obbligatoria, operazioni di mercato aperto (vendita)

U7 La dinamica del sistema economico . C1 Il ciclo economico

DEPRESSIONE manovra espansiva per aumentare la q. di moneta in circolazione: diminuzione del TUR e del coefficiente di riserva obbigatoria, operazioni di mercato aperto (acquisto)


Contenimento della spesa pubblica. Dall’inizio degli anni Ottanta del secolo scorso, tuttavia, in relazione all’aggravarsi del problema dell’inflazione e degli enormi deficit di bilancio accumulati in seguito alle politiche monetarie espansive dei decenni precedenti, tutti i Paesi hanno adottato provvedimenti di contenimento della spesa pubblica.

PER ESEMPIO

Spesso gli Stati trovano conveniente applicare più strumenti insieme per rendere maggiormente produttiva la manovra. Viene così adottata la cosiddetta policy mix che combina la politica monetaria e quella fiscale insieme. PER ESEMPIO  MAPPA 

LESSICO  Bilancio dello Stato Documento contabile in cui sono elencate, secondo criteri prescritti dalla legge, le entrate e le spese relative all’attività finanziaria dello Stato in un periodo di tempo determinato, in genere un anno.

Policy mix Nei primi anni successivi all’adozione dell’euro come moneta unica per alcuni Paesi europei dell’Unione economica e monetaria, si verificò un rallentamento dell’economia che venne recuperato grazie a una politica monetaria espansiva mentre negli Stati membri veniva realizzata una politica fiscale restrittiva.

FACCIAMO IL PUNTO POLITICA FISCALE interventi ESPANSIONE manovra restrittiva per diminuire la q. di moneta in circolazione: aumento delle imposte e delle tasse

DEPRESSIONE manovra espansiva per aumentare la q. di moneta in circolazione: diminuzione di tasse e imposte per lasciare più denaro per il consumo

Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

1. Quali sono le modalità di intervento per contenere l’inflazione?

2. Quale ruolo ricopre la spesa pubblica per incoraggiare la ripresa economica?

389


CAPITOLO

1

Il ciclo economico Sintesi

Ascolta e ripassa

1 . 1 Definizione di ciclo economico

L’andamento dell’economia non è lineare: l’alternarsi di fasi di espansione a contrazione dell’attività economica costituisce il ciclo economico. A seconda della durata si distinguono: . cicli brevi (cicli di Kitchin) di 2-4 anni; . cicli propriamente detti (cicli di Juglar) di 4-10 anni; . cicli lunghi (cicli di Kondratieff) di 50-60 anni. Per studiare l’andamento del ciclo è necessario eliminare l’influenza dei fattori di disturbo, come i fatti accidentali e i movimenti stagionali.

1 . 2 Le fasi del ciclo economico

Ogni ciclo economico si compone di quattro fasi: espansione, crisi, depressione e ripresa. Nella fase di espansione aumentano investimenti, reddito, occupazione e prezzi. Quando tutti i fattori disponibili sono occupati e non si può aumentare la produzione si ha un’inversione di tendenza con la crisi e la successiva depressione, caratterizzata da calo della domanda, fallimento delle imprese più deboli, diminuzione degli investimenti, disoccupazione e minore produzione. Quando la produzione è ormai insufficiente a soddisfare la domanda si diffonde un certo ottimismo tra gli imprenditori che ricominciano a investire, favoriti dalla discesa dei prezzi e dei tassi di interesse, e si avvia la ripresa. Alle cause delle fluttuazioni cicliche dell’economia sono state date spiegazioni; . esogene, se riferite a fattori esterni all’economia (teoria delle macchie solari di Jevons); . endogene, se riferite a fattori interni (la teoria dei cicli dei reinvestimenti); . esogene-endogene, se riferite a fattori sia esterni sia interni all’economia, che sono oggi le spiegazioni più seguite dagli economisti.

1 . 3 La politica anticiclica

La politica anticiclica è l’insieme degli interventi pubblici attuati allo scopo di attenuare le onde del ciclo economico stabilizzando la crescita economica. Gli strumenti della politica anticiclica sono: . la politica della spesa pubblica, che riguarda la manovra delle entrate e delle spese dello Stato; . la politica monetaria e creditizia, che riguarda la quantità totale di credito da concedere alle imprese o, in varia forma, alle famiglie; . la politica fiscale, che riguarda la modulazione della leva fiscale a fini anticiclici.

390

U7 La dinamica del sistema economico . C1 Il ciclo economico


Mappa da completare Dopo aver ripassato i contenuti dell’Unità, completa la mappa inserendo correttamente gli elementi mancanti scelti tra i seguenti brevi • cause • crisi • lunghi • depressione • endogene • esogene • politica economica • politica monetaria e creditizia • trend CICLO ECONOMICO

TIPI DI CICLO

CICLI ____________ (o di Kitchin)

CICLI PROPRIAMENTE DETTI (o di Juglar)

CICLI ____________ (o di Kondratieff)

2-4 anni

4-10 ANNI

50-60 anni

FASI DEL CICLO ECONOMICO

ESPANSIONE

_____________________

RIPRESA

_____________________

______________ DEL CICLO ECONOMICO

SPIEGAZIONI ____________________

SPIEGAZIONI ____________________

SPIEGAZIONI ESOGENE-ENDOGENE

Fattori esterni all’economia

Fattori interni (teoria dei cicli dei reinvestimenti)

Insieme di fattori interni ed esterni al sistema

POLITICA ANTICICLICA

POLITICA DELLA SPESA PUBBLICA

___________________________ ___________________________

POLITICA FISCALE

RISPONDI ORA ALLE DOMANDE 1. Sai esporre i caratteri dei diversi tipi di ciclo? 2. Quali sono le fasi del ciclo economico? 3. Quali sono i fenomeni caratteristici della fase di depressione? 4. Come si utilizza la politica fiscale ai fini anticiclici? 5. Perché è necessaria la politica anticiclica?

391


CAPITOLO

1

Il ciclo economico Esercizi

Esercizi interattivi

Consolidiamo le conoscenze... SCELTA MULTIPLA 1. Completa l’affermazione scegliendo la frase corretta fra quelle proposte.

a  fiscale b  della spesa pubblica c  monetaria e creditizia d  dei redditi

1. Il ciclo propriamente detto, noto anche come ciclo di Juglar, ha una durata variabile

10. L’insieme di strumenti predisposti per attenuare le onde del ciclo economico costituisce la politica

a  da 2 a 3 anni b  da 3 a 5 anni

c  da 4 a 10 anni d  da 10 a 20 anni

2. Nella fase di espansione del ciclo economico le scorte a  variano in modo casuale b  rimangono inalterate c  diminuiscono d  aumentano 3. Nella fase di depressione del ciclo economico il livello generale dei prezzi a  diminuisce b  aumenta c  varia in modo casuale d  varia in relazione al cambio estero 4. Il momento di passaggio tra la fase di espansione e la fase di depressione si chiama a  crisi b  trend

c  semionda d  ripresa

5. Nella fase di espansione del ciclo economico la domanda di beni e servizi a  aumenta b  diminuisce c  resta inalterata d  ha un andamento casuale 6. Nella fase di depressione i consumi di beni durevoli a  aumentano b  diminuiscono c  sono insensibili alle fasi del ciclo d  hanno andamento casuale 7. La modifica delle imposte per stabilizzare il ciclo economico rientra nella politica a  fiscale b  creditizia

c  monetaria d  dei redditi

8. In caso di insufficienza della domanda globale un aumento degli investimenti pubblici rientra nella politica a  dei redditi b  monetaria

c  creditizia d  fiscale

9. L’utilizzo del bilancio dello Stato a fini anticiclici rientra nella politica

392

a  monetaria b  creditizia

c  anticiclica d  fiscale

COMPLETAMENTI 2. Completa il brano inserendo i termini appropriati tra quelli proposti. alto • basso • breve • costanti • crescita • correnti • fattori • innovazioni • massimo • minimo • prodotto • ripresa Durante il ciclo economico cambia il ritmo di _____________ dell’attività dell’intero Paese, che viene di norma misurata dal prodotto nazionale, calcolato a prezzi _____________. Punto di partenza del ciclo può essere considerato il prodotto nazionale di un anno qualunque. Rispetto al trend, che rappresenta la linea di sviluppo tendenziale dell’economia, il _____________ mostra un andamento irregolare: a una rapida crescita segue un rallentamento e quindi una caduta; a questa, dopo che si è toccato il fondo, succede di nuovo la ripresa e così via in un continuo saliscendi intorno al trend. Gli economisti distinguono quattro fasi del ciclo: l’espansione, detta anche boom, fino a un punto di _____________; la crisi, nel punto più _____________ del ciclo; la depressione fino al successivo punto di minimo; la _____________, che si realizza quando il prodotto ricomincia a crescere. Quanto dura un ciclo economico, ossia il raggiungimento di due punti di minimo o di massimo consecutivi? Si individua un ciclo _____________, che dura 2-4 anni; un ciclo normale, che dura 4-10 anni, un ciclo lungo, che dura 50-60 anni. La durata del ciclo non è identica sempre e ovunque, ma varia in funzione di numerosi _____________ , le tecniche di produzione, l’intensità _____________, il grado di integrazione dell’economia mondiale.

ASSOCIAZIONE 3. Associa la definizione scegliendola dall’elenco proposto. 1. cicli di Kitchin 2. cicli di Juglar 3. crisi 4. depressione 5. espansione 6. ripresa 7. punto di inversione (da espansione a crisi)

U7 La dinamica del sistema economico . C1 Il ciclo economico


a. ___Produzione in calo, Borse leggermente in calo, calo della domanda. b. ___Aumento del reddito, degli investimenti e dei prezzi. c. ___Caduta delle quotazioni dei titoli azionari in Borsa, le piccole imprese falliscono. d.___Le imprese aumentano la produzione, la domanda risale. e. ___La domanda supera l’offerta. f. ___Hanno una durata variabile da 4 a 10 anni. g. ___Sono causati soprattutto dalle variazioni delle scorte presso le imprese.

PREPARATI ALLA PROVA ORALE 4. Tra parentesi i paragrafi di riferimento. 1. Che cosa si intende per ciclo economico? (1.1) 2. Qual è la causa delle fluttuazioni di lungo

periodo secondo Schumpeter? (1.1) 3. Quali sono le fasi del ciclo economico? (1.2) 4. Che cosa avviene in fase di espansione? (1.2) 5. Quali sono i fenomeni tipici che si verificano nelle fasi di depressione? (1.2) 6. Quali sono le principali spiegazioni esogene del ciclo economico? (1.3) 7. Perché i neoclassici sostengono che le cause del ciclo sono esterne al sistema economico? (1.3) 8. Quali sono i danni economici e sociali di una fase prolungata di depressione? (1.4) 9. Come opera la politica della spesa pubblica a fini anticiclici? (1.4) 10. Come può essere utilizzata la politica monetaria a fini anticiclici? (1.4) 11. In che cosa consiste la politica fiscale? (1.4)

... per sviluppare le competenze CASI PRATICI 5. Esamina ciascun caso e fornisci delle soluzioni o rispondi motivando. 1. Misure anticicliche per la ripresa economica. Uscire dalla crisi In una fase di grave depressione le autorità di un Paese (Governo e Parlamento) decidono di adottare misure anticicliche per favorire la ripresa. Dato che nel sistema considerato la spesa privata viene ritenuta insufficiente ad assicurare un volume adeguato di produzione (perché i consumi delle famiglie sono decisamente diminuiti) il Governo sceglie di ricorrere alla politica della spesa pubblica, poiché le misure di altro tipo si sono rivelate inefficaci.

1. Che cosa suggerirebbe Keynes per uscire dalla crisi? 2. Perché la spesa pubblica deve avere carattere aggiuntivo e non sostitutivo? 3. Dove va indirizzata la spesa pubblica? 4. Come agisce il moltiplicatore keynesiano? 5. Questo aumento della spesa può avere effetti inflazionistici?

2. Misure anticicliche. Una pericolosa euforia L’economia di uno Stato sta attraversando una fase di grande ottimismo ed euforia. I consumi delle famiglie sembrano non avere fine, la domanda aumenta e la moneta circola velocemente. Le imprese incrementano la produzione e investono acquistando scorte. Alcune imprese decidono di fare investimenti in capitale fisso. Tutti contenti, allora? No, il Governo è preoccupato e sta studiando come intervenire.

1. In quale fase del ciclo si trova il Paese? 2. È una fase positiva o negativa per il sistema economico? 3. Che cosa teme il Governo? 4. Quali misure ti senti di consigliare?

3. Misure anticicliche. Deficit di bilancio Nei primi anni della prima presidenza Clinton (primi anni ‘90), il neo Presidente degli Stati Uniti si trovò a fronteggiare una situazione di grave deficit nel bilancio pubblico. Per risanare i conti pubblici, venne intrapresa una politica fiscale fortemente restrittiva.

1. Quali interventi saranno stati messi in atto per ridurre il deficit di bilancio? 2. Quali correttivi saranno stati apportati per evitare di comprimere consumi e investimenti e portare il Paese in recessione?

393


2

CAPITOLO

L’inflazione Questo capitolo è dedicato all’inflazione, uno dei pericoli maggiori dell’economia contemporanea. Dopo aver affrontato il problema della misura dell’inflazione, ne vengono delineate le cause e gli effetti e si approfondiscono le conseguenze dannose sul risparmio e sulla distribuzione del reddito. Nell’ultima parte verranno illustrati i contenuti delle politiche antinflazionistiche, differenziate a seconda del tipo di inflazione, con particolare riguardo alla politica dei redditi.

Contenuti digitali del capitolo e glossario inglese.

2 . 1 Definizione di inflazione Se in un sistema economico non vi è stabilità della moneta, non si può risolvere nessun altro problema importante dell’economia (disoccupazione, ristagno produttivo, instabilità dei cambi). Storicamente è accaduto che molti Paesi industrializzati abbiano sofferto di aumenti molto elevati dei prezzi, anche per lunghi periodi di tempo: si capisce quindi facilmente che l’obiettivo della stabilità monetaria non è facile da realizzare. Inflazione Inflation

L’inflazione è il processo di aumento continuo e generale del livello dei prezzi dei beni e dei servizi in un dato periodo di tempo con conseguente perdita del potere di acquisto della moneta. Perché si possa parlare di inflazione, pertanto, l’aumento deve essere continuo, cioè prolungato nel tempo, e generale, cioè non essere limitato a un certo settore, ma riguardare l’intera economia del Paese. Qualunque sia la causa dell’inflazione, l’aumento dei prezzi dipende da un aumento eccessivo della massa di moneta in circolazione rispetto ai beni prodotti (il termine inflazione deriva infatti dal latino inflare = gonfiare), cioè dal verificarsi di uno squilibrio fra flussi monetari e flussi reali: la moneta in circolazione aumenta oltre i limiti rappresentati dai bisogni degli scambi, generando un aumento persistente del livello generale dei prezzi. Va comunque detto, che un livello contenuto di inflazione (inferiore al 2%) è considerato fisiologico e a volte può servire da stimolo per gli imprenditori attratti dalla prospettiva di un aumento del prezzo di vendita dei prodotti.

Il fenomeno della deflazione Deflazione Deflation

Va invece considerata negativamente la deflazione, che consiste in una diminuzione generalizzata e prolungata del livello generale dei prezzi. Come l’inflazione, ha effetti negativi sul sistema economico perché deriva da un calo della domanda globale spesso provocato da difficoltà economiche delle famiglie: è segno che il Paese sta attraversando una fase di recessione, una fase che, per le imprese, si traduce in minori entrate, rallentamento dell’attività produttiva e, nel sistema, calo dell’occupazione. Il termine non va confuso con reflazione, che indica invece un moderato ritorno all’inflazione dopo un periodo di deflazione. Quest’ultima normalmente si verifica quando la Banca centrale immette nel sistema una maggiore quantità di moneta che genera una ripresa economica. MAPPA 

394

U7 La dinamica del sistema economico . C2 L’inflazione


MAPPA

 L’inflazione determina un aumento continuo e generalizzato dei prezzi, con perdita del potere di acquisto della moneta.

INFLAZIONE

DEFLAZIONE

REFLAZIONE

aumento continuo e generale del livello dei prezzi

diminuzione continua e generale del livello dei prezzi

ritorno all'inflazione dopo un periodo di deflazione

ECONOMIA E REALTÀ

Drammaticamente vero Per capire come l’inflazione possa completamente destabilizzare l’economia e la vita quotidiana delle persone, può essere interessante conoscere alcuni episodi talmente strabilianti da non sembrare veri. Invece sono drammaticamente veri. Nel periodo di iperinflazione in Germania dopo la Prima guerra mondiale, succedevano cose davvero incredibili. Nel 1923, la situazione economica era così drammatica che la gente portava i soldi in carretti e sacchi invece che nei portafogli. Un aneddoto racconta di un uomo che aveva appena comprato un caffè e, mentre lo stava sorseggiando, il prezzo del prossimo caffè era già aumentato.

In quei giorni, i prezzi raddoppiavano letteralmente in poche ore. Le persone venivano pagate due volte al giorno e correvano immediatamente a spendere i soldi prima che perdessero valore. Si racconta che era più conveniente utilizzare le banconote come carta da parati piuttosto che come mezzo di scambio, tanto rapidamente perdevano valore. Un esempio particolarmente eclatante: nel novembre 1923, un pane che costava 100 miliardi di marchi tedeschi una settimana prima, poteva costare 200 miliardi di marchi la settimana successiva. Era letteralmente più economico bruciare i soldi per scaldarsi che comprare legna da ardere.

FACCIAMO IL PUNTO Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

1. In che cosa consiste il fenomeno dell’inflazione? 2. Quali caratteristiche deve avere l’aumento dei prezzi perché possa essere considerato “inflazione”?

395


Il tasso di inflazione Per sua natura, l’inflazione è un fenomeno dinamico, collegato al trascorrere del tempo; il grado di inflazione si misura valutando il tasso di incremento nel tempo di un Indice indice dei prezzi  opportunamente prescelto.

dei prezzi Price index

Il tasso di inflazione è la variazione percentuale del livello generale dei prezzi in un periodo determinato (in genere un anno). Così, se l’inflazione in un anno è stata del 3%, significa che nel corso di quell’anno i prezzi sono aumentati del 3%: in quell’anno occorrono cioè 103 euro per comprare ciò che un anno prima si comprava con 100 euro.

Vari tipi di inflazione In base all’intensità del fenomeno, si distinguono diversi tipi di inflazione: • inflazione strisciante, se l’aumento dei prezzi, lento e costante, è inferiore al 5% l’anno; • inflazione galoppante, se l’aumento dei prezzi è superiore al 20-30% l’anno; • iperinflazione, se i prezzi aumentano in modo vertiginoso e incontrollabile. PER ESEMPIO 

2 . 2 La misura dell’inflazione Indici dell’inflazione Per misurare l’inflazione si possono usare diversi indici, che vengono calcolati dall’Istat: • indice dei prezzi all’ingrosso, cioè quelli percepiti dal venditore in occasione di transazioni commerciali fra imprese; • indice Nic, che tiene conto dei prezzi al consumo, cioè quelli relativi a tutte le transazioni intercorrenti nella collettività fra le imprese e le famiglie. Questo indice è quello che viene preso come riferimento nella scelta delle politiche economiche da realizzare; • indice Foi, che tiene conto del costo della vita, che differisce dal precedente per una diversa composizione del paniere della spesa, in quanto tiene conto dei consumi di una famiglia-tipo che percepisce un reddito da lavoro dipendente; I DATI PARLANO  • indice armonizzato dei prezzi al consumo (IAPC) , che è stato introdotto nel 2016 per avere una misura comune per comparare la variabilità dei prezzi nell’intera zona euro. È calcolato per ciascun Paese comunitario dal rispettivo Istituto nazionale di statistica sulla base di metodologie comuni; • un altro indice è costituito dal deflatore del PIL, detto anche indice dei prezzi impliciti della contabilità nazionale, dato, per un certo anno, dal rapporto fra il PIL valutapar. 2.3 to a prezzi correnti e il PIL calcolato a prezzi costanti.

→ Unità 5,

2 . 3 L’inflazione in Italia Per illustrare in modo realistico l’intensità del fenomeno inflazionistico, faremo uso dell’indice dei prezzi al consumo (indice NIC), secondo una prassi largamente consigliata dagli economisti. Nel grafico a pagina 399 (I DATI PARLANO 1 ) sono riportati i tassi di variazione annua dei prezzi al consumo in Italia per il periodo 1972-2023. Si nota facilmente dalla figura, che il tasso di inflazione è notevolmente alto nel periodo 1973-1985, anni in cui raggiunge livelli paragonabili a quelli dell’immediato secondo dopoguerra, causati dalle vicende belliche che ridussero enormemente la capacità produttiva del settore industriale.

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U7 La dinamica del sistema economico . C2 L’inflazione


PER ESEMPIO I DATI PARLANO

Iperinflazione

LESSICO

Negli anni 1989-90 in Brasile e in Argentina il tasso di inflazione si aggirava intorno al 2.000%. Più recentemente, nel 2008, nello Zimbawe l’inflazione ha assunto valori talmente alti, da sfiorare l’inverosimile, tanto che il Governo ha smesso di stampare dollari zimbabwiani, adottando come valute di riferimento il rand sudafricano e il dollaro statunitense.

 Indice dei prezzi Indicatore sintetico dell’andamento dei prezzi. In Italia viene calcolato dall’Istituto Nazionale di Statistica (Istat).

 Indice dei prezzi Indice armonizzato dei prezzi al consumo (IACP)

Come si costruiscono i numeri indice dei prezzi. Il paniere Il numero indice dei prezzi esprime il livello medio dei prezzi, relativo a un certo paniere di beni, rispetto al livello medio degli stessi prezzi in un determinato periodo di riferimento, preso come anno base. Per costruire un numero indice dei prezzi non si può calcolare semplicemente la media di tutte le variazioni dei prezzi dei beni considerati, perché le famiglie spendono di più nell’acquisto di certi beni (come la carne o il pane) e meno per l’acquisto di certi altri beni (come gli stuzzicadenti o i tovaglioli di carta). È necessario perciò dare a ogni variazione di prezzo un diverso “peso”, in relazione all’importanza dei diversi beni nei consumi. Ad esempio, non si tiene conto solo delle variazioni dei prezzi della carne, ma anche della sua incidenza nel totale dei consumi delle famiglie. Le variazioni dei prezzi si calcolano confrontando i prezzi del paniere di un certo anno con quelli di un anno-base. Supponiamo che in un certo anno il paniere costi 1.050 euro, mentre nell’anno-base costava 1.000. La variazione del livello dei prezzi si calcola mediante la seguente proporzione: 1.000 : 100 = 1.050 : x

Risolvendo si ha: x = 105 Possiamo allora dire che la variazione del livello dei prezzi, ossia il tasso di inflazione, è pari al 5%. Come è composto il paniere. Il paniere utilizzato dall’Istat per il calcolo della variazione dell’indice dei prezzi al consumo comprende nel 2024 1915 prodotti, ciascuno con caratteri ben precisi (qualità, tipo, modello ecc.) in modo da rappresentare i beni maggiormente acquistati dai consumatori. Se un prodotto è sostituito da altri, viene automaticamente rimpiazzato con un prodotto analogo, in modo che non si verifichino distorsioni sui prezzi. Ogni mese vengono effettuate oltre 1 milione di rilevazioni. Nel paniere entrano beni di largo uso, compresi quelli tecnologicamente avanzati, come auto ibride ed elettriche, sushi take away, consegna pasti a domicilio ecc. Ciò per tener conto dell’evoluzione delle abitudini degli italiani, della loro tendenza a spendere non solo per l’alimentazione e i bisogni essenziali, ma anche per i viaggi, gli spettacoli, la cultura e il tempo libero.

Indice sviluppato per rendere confrontabile la misura dell’inflazione a livello europeo. È calcolato in relazione a un paniere di beni e servizi che considera sia le particolarità di ogni singolo Paese, sia elimina le regole comuni per la ponderazione dei beni che lo compongono.

FACCIAMO IL PUNTO Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

1. Che cosa indica il tasso di inflazione? 2. Perché la deflazione è da considerarsi negativamente nel sistema economico? 3. Perché è stato creato un ulteriore indice, cioè l’IAPC?

397


PLUS L’inflazione nel passato L’iperinflazione tedesca del 1923 Come si calcola la perdita di valore della moneta

Negli anni ’90 l’inflazione è stata riportata gradualmente sotto controllo, grazie all’impegno del Paese a reciderne le radici (costituite soprattutto dall’espansione del debito pubblico e dalla indicizzazione dei salari, che li faceva crescere automaticamente all’aumentare dei prezzi con gli scatti della scala mobile ). Tuttavia il tasso di inflazione in Italia nel periodo esaminato è rimasto generalmente più alto che negli altri principali Paesi industriali, come risulta dalla tabella e dal grafico nella pagina a fianco. PER ESEMPIO 1  PER ESEMPIO 2  I DATI PARLANO 2-3 

2 . 4 Le cause dell’inflazione Diverse sono le cause dell’inflazione; queste cause possono agire singolarmente o congiuntamente. Purtroppo, quando agiscono congiuntamente, è in genere difficile stimare il diverso contributo di ciascuna all’aumento dei prezzi. Nonostante queste difficoltà, è fondamentale cercare di individuare i fattori specifici da cui ha origine l’inflazione, perché le politiche antinflazionistiche devono tener conto delle diverse possibili cause che l’hanno determinata.

Inflazione da eccesso di moneta → Unità 6, È questa la spiegazione monetarista, che individua la causa dell’inflazione nell’eccespar. 1.5 so di emissioni monetarie rispetto al livello richiesto dal volume delle transazioni. Ciò corrisponde alla formula della teoria quantitativa della moneta, secondo cui – essendo costanti la velocità di circolazione della moneta (V) e la quantità delle transazioni (Q) – ogni aumento della quantità di moneta in circolazione (M) determina un aumento dei prezzi (P). Dato che il sistema, secondo i monetaristi, tende all’equilibrio di piena occupazione, ogni eccesso di moneta si scarica necessariamente sui prezzi, perché l’offerta di beni e servizi è già al massimo della sua potenzialità.

L’inflazione per i monetaristi dipende esclusivamente dagli errori delle banche centrali che espandono esageratamente l’offerta di moneta. → par. 2.5 Anticipiamo che, per contenere l’inflazione provocata da un eccesso di moneta, sarà necessario adottare una politica monetaria restrittiva.

Inflazione da domanda

PER ESEMPIO 1

L’inflazione da eccesso di domanda si verifica quando la quantità di moneta in circolazione è in eccesso rispetto ai beni prodotti; ciò determina un vuoto inflazionistico, che viene colmato da un aumento generalizzato dei prezzi.

398

Potere di acquisto della moneta La variazione del livello dei prezzi, misurata dal tasso annuo di inflazione, è anche una misura del potere di acquisto della moneta. Se il potere di acquisto rimane stabile nel tempo, una moneta è considerata “forte”; se si riduce piuttosto rapidamente, è considerata “debole”. Nel periodo preso in considerazione dal grafico di pagina seguente, la perdita di potere di acquisto della lira – quindi il suo indebolimento – ha avuto un andamento più rapido dalla fine degli anni

U7 La dinamica del sistema economico . C2 L’inflazione

Settanta alla metà degli anni Ottanta del secolo scorso, per presentare poi fluttuazioni più contenute. Dal momento dell’introduzione dell’euro, invece, l’inflazione nazionale è stata “agganciata” all’andamento europeo, con variazioni percentuali molto limitate.


I DATI PARLANO

1 L’andamento dell’inflazione in Italia

L’ANDAMENTO DELL’INFLAZIONE IN ITALIA (valori %) 21,2

19,1 17

16,8

17,8

17

16,5

14,8 12,1

14,6 10,8 9,2

10,8

5,9

6,3 6,5 6,3 4,7 5

5,9 5,2

4,5

4

5,4 3,8

2

2 1,7 2,6

2,7 2,6 2,8 1,9

2 2,1 1,8

3,3

0,8 1,6

3,3

3,3

1,2

0,2 0,1

-0,1

1,3 1,2 0,6

1,9

0,1 -0,2

19 72 19 7 19 3 74 19 75 19 76 19 77 19 78 19 79 19 80 19 81 19 82 19 83 19 84 19 85 19 86 19 87 19 88 19 89 19 90 19 9 19 1 92 19 93 19 94 19 95 19 96 19 9 19 7 98 19 99 20 00 20 01 20 02 20 0 20 3 04 20 05 20 06 20 07 20 08 20 09 20 10 20 11 20 12 20 13 20 14 20 15 20 16 20 17 20 18 20 19 20 20 20 21 20 22 20 23

5,6

11,6

1973 - 74

Guerra arabo-israeliana 1° shock petrolifero

1979 - 80

Crisi iraniana 2° shock petrolifero

1985 - 86

Controshock petrolifero. Crolla il prezzo del greggio

1992 - 93

1999

Abolizione della scala mobile. Accordo sul costo del lavoro

Ingresso nella zona euro

2002

Introduzione dell’euro

2008

Inizio crisi economica

2012 - 20

Diminuzione del prezzo delle materie prime

2020

Covid-19

2 L’andamento in percentuale dei prezzi al consumo nei principali Paesi industriali PAESI

1985 1990 1995 2000 2005 2010 2015 2020 2022 2023 2024

Stati Uniti Canada Giappone Germania Francia Regno Unito Italia Media UE

3,5 4,0 2,0 2,2 5,8 6,1 9,2 6,2

5,4 4,8 3,1 2,7 3,5 9,5 6,5 5,7

2,8 2,2 – 0,1 1,8 1,7 3,4 5,4 3,0

3,4 3,4 2,7 2,1 – 0,6 – 0,3 2,1 1,4 1,8 1,5 2,7 1,9 2,6 2,0 2,3 1,9

1,6 1,8 – 0,7 1,2 1,7 3,3 1,6 1,6

0,1 1,1 0,8 0,1 0,1 0,1 0,1 0,1

1,2 0,7 0,0 0,4 0,5 1.0 – 0,1 0,3

6,4 6,3 3,5 8,5 5,8 9,2 11,6 9,1

3,9 3,8 2,5 6,0 5,7 5,1 5,9 6,3

2,5 2,5 3,0 1,6 1,2 2,2 1,3 1,8

3 L’inflazione in Europa nel triennio 2022-2024 % 25

2022

20

2023

Meccanismo che adegua automaticamente la retribuzione del lavoratore alle variazioni del costo della vita, mediante il calcolo delle variazioni dei prezzi al consumo di un prefissato paniere di beni e servizi. Lo scopo del meccanismo della scala mobile è quello di salvaguardare il potere di acquisto dei salari dei lavoratori.

FACCIAMO IL PUNTO

10

Austr

ia Belg io Croa zia Cipro Esto nia Finla ndia Fran cia Germ ania Grec ia Irland a Italia Letto nia Litua nia Luss emb urgo Malt a Paes i Bas si Porto gallo Slov acch ia Slov enia Spag na Area euro Bulg Repu aria bblic a Ce ca Danim arca Ungh eria Polo nia Rom ania Svez Unio ia ne E urop ea

5

Fonte: elaborazione su dati Commissione europea

PER ESEMPIO 2

 Scala mobile

2024

15

0

LESSICO

Quando i nostri nonni avevano la nostra età Nel 1965 una “500” costava circa 400 mila lire, un “Maggiolino” Volkswagen il doppio, molti giovani cavalcavano la “Vespa” con prezzi da 100 a 200 mila lire. In quasi tutte le case c’era il frigorifero, che costava dalle 50 alle 60 mila lire, mentre il televisore era meno diffuso anche per il suo costo elevato (circa 150 mila lire). Un quotidiano costava 50 lire, un caffè 25 lire, la carne raggiungeva le 1.700 lire al chilo, un affitto medio si aggirava sulle 40 mila lire mensili e un appartamento di 100 metri quadri costava dai 5 ai 10 milioni di lire. Gli italiani aspiravano a uno stipendio mensile di 200 mila lire (al quale arrivavano in pochi).

Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

1. Qual è la causa dell’inflazione secondo i monetaristi? 2. Secondo la teoria quantitativa della moneta che cosa accade a ogni aumento della quantità di moneta in circolazione? 3. Da che cosa è causata l’inflazione da domanda? 4. Intravedi un legame tra essa e una fase del ciclo economico che hai studiato nel precedente capitolo?

399


È questa la spiegazione keynesiana, che ritiene l’inflazione determinata da un eccesso della domanda globale rispetto l’offerta globale in un sistema di piena occupazione. Quando, invece, esistono capacità produttive inutilizzate (ad esempio, materie prime da impiegare o lavoratori disoccupati da assumere), un aumento della domanda pro→ cap. 1.2 voca una crescita dell’occupazione senza riflessi apprezzabili sui prezzi. Come già accennato descrivendo la fase dell’espansione all’interno della dinamica del ciclo economico, quando i fattori produttivi sono pienamente occupati, un eccesso di domanda rispetto all’offerta provoca un aumento generalizzato dei prezzi, in quanto le imprese, nel tentativo di accaparrarsi i lavoratori e le materie prime, offrono salari e prezzi più elevati, diffondendo nel sistema la spinta al rialzo dei prezzi. Anche qui opera il meccanismo classico della domanda e dell’offerta: l’eccesso di domanda rispetto all’offerta fa aumentare i prezzi, e tale aumento è tanto più elevato quanto più alta è la differenza fra domanda aggregata e offerta aggregata. Per contenere l’inflazione provocata da eccesso di domanda si dovrà attuare una serie combinata di politiche monetaria e fiscale di tipo restrittivo, come vedremo più diffu→ par. 2.5 samente più avanti in questo capitolo.

Inflazione da costi L’inflazione da costi si determina quando aumentano i costi di produzione (lavoro e materie prime) e gli imprenditori, che non intendono rinunciare ai loro margini di profitto, di conseguenza aumentano i prezzi di vendita. Solitamente, gli aumenti riguardano o il prezzo delle materie prime o, più frequentemente, il costo del lavoro, tramite gli aumenti salariali richiesti dai lavoratori agli imprenditori. L’aumento del costo del lavoro. Possiamo dire che questo tipo di inflazione, quando dipende dall’aumento del costo del lavoro, riflette il conflitto fra i diversi gruppi sociali nella distribuzione del reddito: i lavoratori vogliono un salario più alto e gli imprenditori, per salvaguardare il margine di profitto a cui non intendono rinunciare, per tutta risposta alzano i prezzi dei beni offerti. In sostanza, possiamo dire che all’origine dell’inflazione da costi vi è quindi una competizione tra imprenditori e lavoratori allo scopo di ottenere una quota maggiore di reddito. Naturalmente la possibilità di aumentare i prezzi dipende dal regime di mercato in cui le imprese operano, per questo motivo tale tipo di inflazione viene detto anche inflazione da potere di mercato . Se infatti le imprese operano in regime di concorrenza perfetta, i prezzi di vendita non possono essere aumentati; se invece operano in un mercato oligopolistico, le imprese possono aumentare i prezzi di vendita. Spirale salari-prezzi-salari. Dato che nei mercati reali prevalgono forme oligopolistiche, si verifica facilmente la seguente situazione: a ogni aumento dei costi di produzione (salari o materie prime), gli imprenditori trasferiscono sui prezzi di vendita questi maggiori costi, innescando la spirale salari-prezzi-salari.

aumento dei salari

aumento dei prezzi

aumento dei salari

aumento dei prezzi

aumento dei salari

… e così via

Effetti benefici di un aumento di produttività. Un modo per neutralizzare gli effetti dei più elevati costi del lavoro (e delle materie prime) consiste nello sforzo inteso ad aumentare la produttività: se gli aumenti dei costi sono uguali agli aumenti di produttività, le imprese possono anche non aumentare i prezzi. Infatti, per contenere l’inflazione provocata dall’aumento dei costi del lavoro, si ricorre alla politica dei redditi, → par. 2.5 come vedremo più diffusamente in seguito. PER ESEMPIO 1 

PLUS Inflazione e disoccupazione

400

U7 La dinamica del sistema economico . C2 L’inflazione


L’inflazione importata

LESSICO

Una causa di inflazione, sempre collegata agli aumentati costi di produzione, riguarda in particolare i Paesi che intrattengono intense relazioni commerciali con l’estero: è questa l’inflazione importata, che può colpire soprattutto quei Paesi, come l’Italia, la cui economia è prevalentemente di trasformazione di materie prime importate.

 Potere di mercato

Questo genere di inflazione è molto difficile da combattere, dato l’elevato grado di dipendenza dei Paesi industrializzati dal Resto del mondo. PER ESEMPIO 2 

L’inflazione da profitti L’inflazione da profitti deriva dall’aumento dei prezzi causato dagli imprenditori allo scopo di aumentare la propria quota di profitto.

PER ESEMPIO

Solo in tempi recenti gli economisti hanno individuato come causa dell’inflazione, il comportamento degli imprenditori che, in previsione di variazioni dell’equilibrio economico, cercano di modificare la distribuzione del reddito a proprio favore. PER ESEMPIO 3 

1 Produttività e aumento dei costi del lavoro Se in un anno la produttività del lavoro aumenta, poniamo, del 3%, e il costo del lavoro aumenta nella stessa misura, il costo del lavoro per unità di prodotto resta invariato. La produttività totale è il rapporto tra il volume della produzione totale e la quantità dei fattori produttivi che hanno contribuito a realizzarla. L’impresa è tanto più efficiente quanto maggiore è il volume della produzione e minore la quantità dei fattori impiegati per ottenerla. Quando la produttività è calcolata in rapporto a un solo fattore, ad esempio il lavoro o il capitale, si ha la produttività parziale. Se la produzione

è rapportata al numero di lavoratori che hanno contribuito a ottenerla, si ha la produttività del lavoro: essa aumenta se, aumentando le ore lavorate, il valore della produzione cresce in misura maggiore rispetto ai costi salariali aggiuntivi. Se, invece, la produzione è rapportata al capitale impiegato, si ha la produttività del capitale: essa aumenta se, aumentando il capitale investito nell’impresa, il valore della produzione cresce in misura maggiore rispetto al costo dell’investimento aggiuntivo.

Capacità dell’impresa di decidere il prezzo dei beni e servizi offerti sul mercato. È massimo per le imprese che operano in condizioni di monopolio (per questa ragione sono sottoposte al controllo delle autorità antitrust); è elevato, seppure con limiti, per le imprese che operano nei mercati oligopolistici e di concorrenza imperfetta; è nullo per le imprese che operano in regime di concorrenza perfetta (in base alla legge di Jevons, detta anche legge di indifferenza dei prezzi).

 Pressione fiscale È il rapporto tra la somma complessiva dei tributi pagati dai contribuenti e il reddito nazionale. La pressione fiscale sul profitto è il rapporto tra i tributi pagati dall’impresa e il profitto realizzato dalla stessa.

2 Inflazione importata Nel periodo 1972-1985, a seguito del rincaro del prezzo del petrolio e delle materie prime, questa componente inflazionistica ha interessato in particolare il nostro Paese, generando una spirale che risultò molto difficile da controllare (vedi grafico

a pagina 399). Nel 2021, con lo scoppio della guerra in Ucraina, vi è stata un’impennata del prezzo di alcune materie prime che ha contribuito all’aumento dell’inflazione in quell’anno.

3 Inflazione da profitti Gli imprenditori giocano di anticipo aumentando i prezzi di vendita dei prodotti per far fronte a nuovi aggravi di costi, quali, ad esempio: richieste di aumenti salariali, previsto aumento della pressione fiscale  sui profitti, aumento dei tassi di interesse praticati dalle banche agli investimenti delle imprese.

Pressione fiscale Tax burden

401


PLUS La rincorsa dei salari

Anche questo tipo di inflazione, come quella da costi, è il sintomo di tensioni irrisolte all’interno dell’economia, perché con questo meccanismo gli imprenditori si servono dell’inflazione per neutralizzare in anticipo possibili variazioni nella distribuzione del reddito.

L’inflazione da squilibri settoriali Questo tipo di inflazione, detta anche inflazione strutturale, si verifica a causa della diversa dinamica dei settori industriali avanzati e di quelli tradizionali. Come è noto, lo sviluppo economico è contrassegnato da diversi ritmi di crescita nei diversi settori produttivi. Alcuni settori sono più dinamici e realizzano notevoli aumenti di produttività, che consentono la corresponsione di più elevati salari reali. Le imprese dei settori stazionari, invece, non realizzano elevati aumenti di produttività, dato il grado relativamente basso di tecnologia impiegata. In questi ultimi settori, ogni aumento salariale si trasferisce immediatamente in corrispondenti aumenti dei prezzi, visto che la produttività non aumenta oppure tende ad aumentare in misura limitata. Le organizzazioni sindacali premono, a questo punto, per far sì che gli aumenti salariali concessi dai settori più dinamici si estendano anche agli altri settori; il successo dell’azione sindacale sarà seguito da un aumento dei prezzi generalizzato a tutti i settori. L’inflazione da squilibri settoriali deriva dal propagarsi degli aumenti salariali dai settori a più alta produttività a quelli stazionari. I DATI PARLANO  L’inflazione provocata dagli squilibri settoriali si può combattere, come vedremo, solo attraverso una migliore allocazione delle risorse nei vari settori.

L’inflazione da fisco Anche l’aumento delle imposte può provocare inflazione; infatti se lo Stato aumenta i tributi prelevati sulla ricchezza prodotta, i soggetti colpiti cercano di trasferirne il costo su altri soggetti: le imprese aumentano il prezzo dei beni offerti sul mercato e i lavoratori, a loro, volta reagiscono chiedendo aumenti salariali. Se poi aumentano le imposte indirette , come l’IVA, il trasferimento sul prezzo finale è immediato. Per contenere questo tipo di inflazione sarà necessario rivedere in senso espansivo la politica fiscale. Ricordiamo ancora, perché è un concetto che è bene sia molto chiaro, che le diverse cause di inflazione esaminate in questo paragrafo agiscono spesso contemporaneamente, in un intreccio non facile da sciogliere. MAPPA 

2 . 5 Gli effetti dell’inflazione Gli effetti dell’inflazione sono molto negativi per l’intero sistema economico. Vediamo quali ricadute provoca per i diversi soggetti.

Danni per i lavoratori In presenza di inflazione i singoli prezzi non aumentano in modo uniforme, ma presentano una grande variabilità, con gravi conseguenze nella ripartizione del reddito. Se i prezzi e i salari variassero tutti nella medesima proporzione, non sorgerebbero sperequazioni: se, ad esempio, tanto i salari che i prezzi di tutti i beni e servizi aumentassero del 10%, non varierebbero le posizioni relative dei soggetti.

402

U7 La dinamica del sistema economico . C2 L’inflazione


I DATI PARLANO

LESSICO

Se i lavoratori dei settori, ad esempio, delle nanotecnologie e del biomedicale ottengono aumenti salariali del 5%, giustificati dall’alta produttività di questi due comparti produttivi, molto probabilmente i lavoratori di altri settori caratterizzati da minore produttività (tessile, mobile ecc.) reclameranno aumenti salariali analoghi, che si trasferiranno immediatamente sui prezzi.

 Imposte indirette

MAPPA

Squilibri settoriali

Colpiscono le manifestazioni mediate (o indirette) della capacità contributiva, ossia quegli atti (consumi di beni e servizi, trasferimenti, scambi ecc.) che consentono di desumere l’esistenza di un reddito o di un patrimonio.

LE CAUSE DELL’INFLAZIONE

INFLAZIONE DA ECCESSO DI MONETA

INFLAZIONE DA DOMANDA

INFLAZIONE DA COSTI

INFLAZIONE IMPORTATA

errori nella determinazione della quantità di moneta da introdurre nel sistema economico

domanda superiore all’offerta in un sistema di piena occupazione

aumento dei costi di produzione (materie prime, lavoro)

aumento dei prezzi di materie prime che provengono dall’estero svalutazione del tasso di cambio

INFLAZIONE DA PROFITTI

INFLAZIONE DA SQUILIBRI SETTORIALI

ricerca di maggiore profitto da parte degli imprenditori

l’aumento salariale di settori altamente produttivi si propaga a settori stazionari nella produzione

INFLAZIONE DA FISCO aumento di imposte e tasse (ad esempio IVA o accise)

ECONOMIA E REALTÀ

L’inflazione: un’ingiustizia silenziosa L’inflazione è un fenomeno economico che colpisce in modo differenziato i diversi gruppi sociali, provocando profonde ripercussioni agendo come un potente strumento di redistribuzione del reddito e della ricchezza. Essa si diffonde principalmente mediante tre canali. 1. Consumi. Non tutti i prezzi crescono nella stessa misura e non tutti gli individui hanno lo stesso paniere di consumi. L’eterogeneità tra i bisogni dei consumatori fa sì che l’inflazione subita sia molto diversa tra le persone. Si stima che in Italia le classi di reddito più basse spendano oltre il 70 per cento del reddito in beni essenziali (alimentari, casa e utenze, finora maggiormente colpiti dalla crescita dei prezzi) contro il meno del 50 per cento delle classi più abbienti. L’inflazione subita dai poveri è stata quindi di venti punti percentuali più alta di quella sostenuta dai ceti più benestanti.

2. Formazione del reddito. Salari, pensioni e altri benefici pubblici si adeguano con ritardo e in maniera incompleta all’aumento dei prezzi, mentre i lavoratori autonomi riescono più facilmente ad adeguare il proprio reddito al livello dei prezzi. Un lasso di tempo che permette all’inflazione di esercitare pesanti effetti distributivi. 3. Ricchezza e livello di indebitamento. L’inflazione erode il valore della moneta e dei risparmi, penalizza i creditori e avvantaggia i debitori. Gli anziani, che godono di maggiori risparmi e di mutui già estinti, sono tra i più colpiti, mentre i giovani con mutui a tasso fisso vedono allentarsi il peso del debito. Secondo una recente analisi, il canale dei consumi è il meno rilevante dal punto di vista degli effetti ridistributivi dell’inflazione, a differenza del canale del reddito e quello della ricchezza: sono infatti i giovani e le famiglie di mezza età, tipicamente detentori di importanti mutui ipotecari, a soffrire meno.

FACCIAMO IL PUNTO Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

1. Qual è la spiegazione che i monetaristi danno dell’inflazione? 2. Quando si verifica l’inflazione da eccesso di domanda? 3. Come si determina la spirale salari-prezzi-salari? 4. Sai fare un esempio di inflazione importata? 5. Quali Paesi sono più esposti al rischio dell’inflazione importata? 6. Che cos’è l’inflazione strutturale?

403


La realtà però è differente perché l’impatto sociale non è omogeneo, ma concentrato su: • chi percepisce redditi fissi, perché, a fronte di prezzi che aumentano continuamente, i salari nominali (cioè l’importo in cifre) vengono ricontrattati solo periodicamente e, quindi, i salari reali subiscono una riduzione (quantità di beni che è possibile acquistare con quella somma). Quando poi vengono riconosciuti gli aumenti salariali, una parte di essi vengono assorbiti dalla maggiore tassazione che ne deriva (ricordiamo che in Italia, l’imposta è progressiva, cioè all’aumentare del reddito, aumenta → Unità 5, la percentuale, aliquota, destinata al fisco); par. 3.5

• sulle fasce sociali più deboli, perché la propensione al consumo è più alta tra coloro che percepiscono redditi bassi, dove, cioè, pressoché tutta la ricchezza percepita viene spesa senza margini di risparmio; PER ESEMPIO 1  • su coloro che hanno una bassa “capacità di copertura”, cioè di porre in atto meccanismi difensivi contro l’inflazione. È questo, in particolare, il caso dei pensionati, che non possono difendersi dall’inflazione al momento del rinnovo dei contratti: ciò spiega perché, generalmente, le pensioni restano “indicizzate” all’inflazione; • sui titolari di reddito variabile, come ad esempio imprenditori, commercianti, liberi professionisti o artigiani possono, invece, rispondere all’aumento del livello generale dei prezzi, adattando i prezzi dei beni o le tariffe delle prestazioni offerti. In un primo momento, pertanto, non sembrano subire le conseguenze dannose dell’inflazione. Con il passare del tempo, però, se l’inflazione continua a salire o rimane costante, anche queste categorie risultano svantaggiate, perché subiscono la diminuzione della domanda di chi non ha più lo stesso salario reale e non può più permettersi lo stesso livello di consumo.

Danni per i risparmiatori e i creditori L’inflazione danneggia i risparmiatori e i creditori, mentre favorisce i debitori. I percettori di redditi fissi (portatori di titoli di Stato, piccoli risparmiatori, titolari di assicurazioni e vitalizi non indicizzati) godono di redditi che restano nominalmente invariati, e non si adeguano all’erosione del potere di acquisto della moneta. PER ESEMPIO 2  La perdita di valore della moneta: • scoraggia il risparmio. Soprattutto se il tasso di inflazione è più alto del tasso di interesse sul deposito o delle obbligazioni, i risparmiatori indirizzeranno il proprio risparmio su investimenti non finanziari ma di tipo reale, come ad esempio immobili, terreni, oro i cui prezzi, in virtù dell’aumento delle domanda, salgono considerevolmente;

• rallenta gli investimenti. L’incertezza sull’andamento dei prezzi, e dell’economia nel suo complesso, impedisce alle imprese un corretto calcolo economico, perché aumentano le difficoltà di previsione e programmazione, e ciò deprime il livello degli investimenti.

Danni per le finanze pubbliche Anche la finanza pubblica subisce gravi perturbazioni: se è vero che, inizialmente, l’inflazione alleggerisce l’onere del debito pubblico, è anche vero che presto i tassi di interesse crescono a un livello superiore alla stessa inflazione, perché scontano, oltre all’inflazione, l’instabilità che si diffonde nel sistema. Inoltre, l’apparato fiscale non è in grado di ottenere subito entrate adeguate alle spese pubbliche gonfiate dall’inflazione. Infine, l’inflazione provoca un’ingiusta redistribuzione del carico fiscale.

404

U7 La dinamica del sistema economico . C2 L’inflazione


PER ESEMPIO

1 Impatto sociale dell’inflazione In una famiglia che percepisce un reddito mensile di 2.000 euro e che riesce a risparmiare ogni mese 100 euro (cioè il 5% del reddito), l’impatto dell’inflazione al 5% erode completamente il risparmio, perché la propensione al consumo passa dal 95% al 100%. Un’analoga famiglia che però percepisce un reddito mensile di 4.000 euro e ne risparmia 1.000, con l’inflazione al 5%, pur spendendo di più per l’aumento dei prezzi, conserverà, anche se in misura ridotta, la propensione al risparmio.

2 Il vantaggio dei debitori Se nel corso di un anno l’inflazione raggiunge il 5%, il titolare di un’obbligazione che frutta il 3% registra una perdita

(interesse reale negativo) del 2%. Se invece l’inflazione è del 5% e l’obbligazione frutta il 5%, il potere di acquisto del capitale investito dopo un anno è esattamente uguale al potere di acquisto che aveva un anno prima, al momento dell’investimento (interesse reale nullo).

Lo svantaggio dei creditori Nel mese di gennaio Tizio presta 15 mila euro a un amico, affinché possa acquistare una macchina, con l’impegno da parte di quest’ultimo, di restituirli il 31 dicembre. Nel mese di dicembre, subito dopo la restituzione della somma prestata, anche Tizio decide di acquistare la stessa autovettura, ma scopre che ora costa 16 mila euro.

ECONOMIA E REALTÀ

Indicizzazione e aspettative Quando è in atto un processo inflazionistico possono operare dei meccanismi che propagano l’inflazione nel tempo; fra questi i più importanti sono l’indicizzazione dei salari e le aspettative dei consumatori. Vediamoli più in dettaglio. Indicizzazione dei salari. Con questo meccanismo i salari variano automaticamente al variare dei prezzi al consumo (l’indicizzazione è infatti un meccanismo di adeguamento automatico di una grandezza economica alle variazioni di un’altra). L’obiettivo è garantire ai lavoratori di mantenere costante il potere di acquisto dei salari a fronte di un aumento dei prezzi, che tende invece a eroderlo. Quando morde l’inflazione, quindi, i salari aumentano in modo automatico, ma ciò porta a un aumento dei prezzi dei beni, innescando così una spirale di aumento prezzi-salari-prezzi. Questo meccanismo di indicizzazione era vigente in Italia dal 1975 al 1983 (conosciuto come “scala mobile”, prevedeva la revisione automatica trimestrale dei salari monetari in base al tasso di inflazione), ma fu

VERSO LE COMPETENZE

definitivamente soppresso con gli accordi del luglio 1992. Aspettative dei consumatori. Anche le previsioni sul futuro andamento dei prezzi giocano un ruolo importante sulla propagazione dell’inflazione. Se i consumatori, sulla base dell’esperienza passata, si aspettano un aumento dei prezzi nel futuro, molto probabilmente anticiperanno i loro acquisti per evitare di pagare più avanti prezzi maggiori. Ma a fronte dell’aumentata domanda le imprese, a loro volta, aumenteranno i prezzi di vendita dei loro prodotti, a causa del normale gioco tra domanda e offerta. Il risultato è appunto l’inflazione, provocata in ultima analisi dai timori dei consumatori. Il circolo vizioso delle aspettative si interrompe solo quando un evento esterno introduce una rottura con il passato, o almeno porta un elemento di novità o percepito come tale da consumatori e imprese: è quello che, ad esempio, è avvenuto in Italia con la soppressione della scala mobile.

1. In che cosa consiste l’indicizzazione dei salari? 2. Qual è lo scopo dell’indicizzazione dei salari? 3. Perché le aspettative dei consumatori possono influenzare i prezzi? 4. Come si interrompe il circolo vizioso delle aspettative? 5. Quale effetto hanno le aspettative sul tuo comportamento di consumatore? 6. Se sei un frequentatore di librerie, come reagiresti all’aspettativa di una diminuzione del prezzo dei libri?

FACCIAMO IL PUNTO Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

1. In quale modo l’inflazione altera la distribuzione dei redditi nel sistema economico? 2. Quali soggetti, a tuo avviso, possono trarre vantaggio dall’inflazione? 3. Quali, invece, ne sono danneggiati?

405


Il peso delle aliquote  sui percettori di redditi fissi aumenta, perché l’aumento del reddito monetario, che lascia sostanzialmente invariato il reddito reale, è colpito da imposte progressive più elevate, dato che rientra in scaglioni di reddito più alti (fenomeno del fiscal drag); mentre il carico fiscale di industriali e commercianti, favoriti dagli aumenti dei prezzi, può anche risultare alleggerito. Il danno maggiore è subìto dai lavoratori dipendenti, che sono soggetti a ritenuta mensile alla fonte, mentre vengono favoriti gli altri redditi tassati con un anno di ritardo, quando il valore del debito tributario risulta ridotto in termini reali per effetto dell’inflazione. PER ESEMPIO 

Danni per la competitività internazionale Oltre ai gravi problemi sul piano sociale, perché determina un’ingiusta redistribuzione del reddito, l’inflazione riduce la competitività  delle esportazioni: infatti se i prezzi all’interno aumentano, i costi dei prodotti, a loro volta, aumenteranno con il risultato di una riduzione delle esportazioni.

PLUS Il risparmio delle famiglie italiane in tempi di inflazione

Per restituire competitività alle esportazioni si potrebbe ricorrere alla svalutazione  del cambio della moneta, ma tale misura fa aumentare i prezzi delle importazioni e, quindi, i costi di produzione delle imprese che importano le materie prime e i beni intermedi. Ciò comporta un’ulteriore crescita dei prezzi e quindi nuova inflazione. Questa situazione può indurre un’ulteriore svalutazione della moneta, innescando un circolo vizioso. MAPPA 

ECONOMIA E REALTÀ

La stagflazione

406

Nei regimi non concorrenziali le imprese possono trasferire sui prezzi dei beni e dei servizi prodotti gli aumenti dei costi (come già sappiamo, in regime di libera concorrenza l’impresa non può modificare il prezzo di vendita); inoltre, quando la conflittualità nelle imprese è elevata, queste ultime rallentano gli investimenti, per cui anche la produzione e l’occupazione ristagnano. Il risultato è allora stagnazione associata a inflazione, cioè stagflazione (dall’inglese stagnation e inflation): il termine è relativamente nuovo, perché rispecchia una situazione che si è venuta a creare per la prima volta solo negli anni ’70 del secolo scorso. In precedenza, i periodi di ristagno dell’attività economica erano caratterizzati da una diminuzione dei prezzi, essendo la domanda inferiore all’offerta di beni e servizi. Non era ipotizzabile, quindi, un aumento dei prezzi in periodi di depressione. In Italia la stagflazione si è manifestata in modo acuto dopo lo shock petrolifero del 1973, che ha determinato rincari dei prezzi, diminuzione della domanda e riduzione della produzione. Nel 1975, ad esempio, il PIL è diminuito del 3%, mentre l’inflazione ha raggiunto il valore del 17%. Secondo alcuni economisti la stagflazione dipende in gran parte dal mercato del lavoro: i contratti collettivi prevedono aumenti retributivi anche nelle fasi di depressione. Secondo altri, invece, dipende dal mercato delle materie prime, controllato da oligopoli che

U7 La dinamica del sistema economico . C2 L’inflazione

aumentano i prezzi indipendentemente dal ciclo dell’attività economica. Non è facile uscire dalla stagflazione: se infatti si combatte l’inflazione con politiche monetarie restrittive, può ridursi l’attività produttiva; se invece si sostiene la produzione con politiche espansive, l’inflazione può addirittura aumentare. L’unico modo per uscirne è accettare dei sacrifici gravosi: i soggetti danneggiati dagli aumenti dei prezzi devono limitare le loro rivendicazioni economiche e concorrere all’aumento della produttività.

Il decreto “austerity” del 1973 aveva imposto le domeniche senza auto per contrastare gli effetti dello schock petrolifero.


Immaginiamo un lavoratore dipendente che ha registrato in un anno un aumento salariale pari al 6%, passando da 15mila euro a 15,9mila euro. Se l’inflazione è stata in quell’anno proprio del 6%, il suo salario reale è rimasto invariato, pur in presenza di un aumento del salario nominale.

L’aumento del reddito nominale (cui non corrisponde un aumento reale) fa però rientrare il suo reddito di lavoro in uno scaglione di reddito più alto, fatto che comporta ad esempio il passaggio dall’aliquota del 23 a quella del 27%, con un corrispondente aumento delle imposte che il lavoratore deve pagare.

 Aliquota Percentuale che si applica all’imponibile per determinare l’imposta. Se l’aliquota è costante, l’imposta è proporzionale; se è crescente, l’imposta è progressiva; se è decrescente, l’imposta è regressiva.

 Competitività

MAPPA

PER ESEMPIO

LESSICO

Reddito reale e reddito nominale

Capacità di un’impresa, di un settore produttivo o di un sistema economico di vendere i beni e i servizi offerti, resi attraenti dai loro prezzi o dalla loro qualità.

GLI EFFETTI DELL’INFLAZIONE SULLA DISTRIBUZIONE DEL REDDITO

 Svalutazione LAVORATORI DIPENDENTI

LAVORATORI AUTONOMI

PENSIONATI

• diminuzione del potere di acquisto del salario • fiscal drag • forte impatto sui ceti deboli

• inizialmente nessun effetto • pagamento delle imposte posticipato • a medio termine risentono del calo della domanda

• diminuzione del potere di acquisto della pensione

In generale indica la diminuzione del valore di un bene. Riferita alla moneta significa riduzione del suo valore in termini di altre monete, come conseguenza di un atto ufficiale del Governo o per effetto del mercato, secondo il gioco della domanda e dell’offerta.

GLI EFFETTI DELL’INFLAZIONE SUL CREDITO

CREDITORI

DEBITORI

• soffrono la perdita del potere di acquisto della somma prestata

• restituiscono una somma con minore potere di acquisto

GLI EFFETTI DELL’INFLAZIONE SULLA PRODUZIONE

IMPRESE

• inizialmente nessun effetto Seguono: • difficoltà nel fare previsioni • minori investimenti • minore competitività nel mercato estero

FINANZA PUBBLICA

• aumento della spesa pubblica

FACCIAMO IL PUNTO Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

1. Quali effetti ha l’inflazione sulla finanza pubblica?

2. In che cosa consiste il fiscal drag? 3. Quale effetto ha l’inflazione sulla competitività di un Paese? 4. Che cosa accade se un Paese ricorre alla svalutazione della moneta per aumentare la competitività delle esportazioni?

407


2 . 6 Le politiche antinflazionistiche Per le ingiustizie che genera, ma soprattutto per le gravi distorsioni strutturali che determina nel sistema economico (in particolare nell’allocazione delle risorse), l’inflazione va combattuta con decisione.

I vantaggi temporanei, che questo o quel gruppo sociale può sperare di ricavarne, a lungo andare si dimostrano illusori per l’aggravarsi della situazione economica generale. La lotta all’inflazione è uno dei compiti prioritari della politica economica di un Paese. I rimedi possibili sono numerosi, e variano a seconda delle cause che hanno originato l’inflazione.

Lotta all’inflazione da eccesso di moneta: controllo della base monetaria

→ Unità 6, par. 2.5

Se l’inflazione è determinata da un eccesso di moneta, la Banca centrale dovrà controllare la base monetaria e adottare una politica restrittiva ricorrendo agli strumenti della politica monetaria, ossia al rialzo del tasso di riferimento e a operazioni di mercato aperto. La riduzione del medio circolante, secondo i monetaristi, è sufficiente ad arrestare l’inflazione, dato che, a loro avviso, essa è originata da errori di gestione della politica monetaria.

Lotta all’inflazione da domanda Questo tipo di inflazione è causato da un eccesso di domanda rispetto all’offerta. Quindi, l’inflazione da domanda si combatte adottando un insieme di politiche tendenti a ridurre l’eccesso della domanda globale sull’offerta globale. Come già sappiamo, l’aumento dei prezzi causato da tale squilibrio si verifica in situazione di piena occupazione (se i fattori produttivi non sono pienamente impiegati, un aumento della domanda sull’offerta provoca solo un aumento di occupazione). Poiché la domanda globale è composta dai consumi, dagli investimenti e dalla spesa pubblica, la politica antinflazionistica deve agire su queste componenti della domanda. Le politiche di intervento, secondo i keynesiani, devono porsi i seguenti obiettivi: • contenimento dei consumi, che si può realizzare mediante un aumento del prelievo fiscale (cioè un inasprimento delle imposte), fatti però salvi i redditi più bassi; PER ESEMPIO 1 

• riduzione degli investimenti, attuata mediante una politica creditizia restrittiva (ad esempio rialzo del tasso di riferimento); ciò non esclude che speciali programmi di investimento possano continuare a godere di un credito agevolato; • controllo della spesa pubblica, allo scopo di contenere gli sprechi e l’inefficienza, promuovendo soltanto quelle spese che sono destinate alla realizzazione di validi programmi sociali. Come si vede, l’inflazione da domanda si combatte con diverse combinazioni di politiche fiscali e monetarie: l’aumento delle imposte (o il contenimento della spesa pubblica) si devono accompagnare a una politica monetaria restrittiva al fine di ridurre la domanda aggregata.

Lotta all’inflazione da costi Questo tipo di inflazione si combatte frenando, per quanto possibile, l’aumento dei costi di produzione (che, come sappiamo, si trasferiscono sui prezzi di vendita). Il problema si presenta in particolare per il costo del lavoro, per le rilevanti implicazioni sociali connesse alla dinamica retributiva. Di fronte a un aumento del costo del

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U7 La dinamica del sistema economico . C2 L’inflazione


lavoro, è possibile intervenire per favorire gli aumenti di produttività (mediante l’introduzione di nuovi metodi produttivi), o mediante una politica dei redditi (vedi paragrafo successivo) per frenare la crescita → par. 2.7 dei salari e dei profitti. PER ESEMPIO 2 

Lotta all’inflazione importata L’inflazione causata dall’aumento dei costi delle importazioni (inflazione importata) è molto difficile da combattere, dato l’elevato grado di dipendenza dei Paesi industrializzati dal Resto del mondo. Una terapia potrebbe consistere nel tentativo di selezionare le importazioni, scoraggiando quelle non necessarie, colpendole per esempio con alti dazi doganali . È da ricordare che una tale politica non sarebbe possibile nell’ambito dell’UE, data l’abolizione delle barriere doganali interne; e non è consigliabile neppure nei confronti dei Paesi extra-comunitari, perché danneggia l’espansione del commercio mondiale e soprattutto i Paesi in via di sviluppo. Inoltre, i provvedimenti restrittivi delle importazioni si ripercuotono (effetto boomerang) sulle esportazioni del Paese che li ha adottati. La migliore terapia contro l’inflazione importata consiste oggi nel sostegno al cambio dell’euro nei confronti di dollaro e yen; infatti la maggior parte delle importazioni da Paesi esterni all’Eurozona sono pagate in quelle due monete; è anche importante ottenere contratti in euro con i Paesi fornitori di materie prime, come il petrolio, oggi pagato in dollari.

LESSICO  Dazi doganali Imposte indirette che colpiscono i beni e i servizi importati dall’estero (attualmente non vengono più applicati sulle merci esportate o in transito). Il dazio è ad valorem se commisurato a una certa percentuale del valore della merce importata, specifico se calcolato in base alla quantità della merce importata. A seconda degli scopi, si classificano in fiscali, se hanno il fine di procurare un’entrata al fisco, e protettivi, se invece mirano a proteggere una produzione nazionale.

Lotta all’inflazione da profitti Lo strumento per combattere questo tipo di inflazione è ancora oggi la politica dei redditi, che è tuttavia di difficile applicazione nei confronti dei profitti.

PER ESEMPIO

Una scorciatoia potrebbe essere rappresentata dal blocco dei prezzi, che tuttavia non ha mai dato risultati apprezzabili. Il blocco dei prezzi. In passato si riteneva di poter combattere efficacemente l’inflazione mediante il blocco dei prezzi, o “calmiere”. La concreta esperienza fatta in un gran numero di Paesi ha però dimostrato l’inefficacia di questa misura. I limiti di tale strumento sono principalmente due: in primo luogo nei sistemi a economia di mercato è molto difficile realizzare un controllo efficiente dei prezzi; inoltre, i costi di lungo periodo di una tale politica sono molto elevati: può accadere che le imprese, per ricostituire i margini di profitto, elevino notevolmente i prezzi non appena i controlli siano stati aboliti.

FACCIAMO IL PUNTO Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

1. Come si può arginare l’inflazione da domanda? 2. Che cos’è la politica dei redditi?

1 Contenimento dell’inflazione da domanda

2 Inflazione da profitti e politica dei redditi

Per tenere sotto controllo l’inflazione, nel corso del 2023 la BCE ha più volte aumentato i tassi di interesse che applicano ai prestiti concessi alle banche commerciali, così da ridurre la quantità di moneta in circolazione e ridurre la domanda, per poi abbassarli l’anno seguente a seguito del rientro dell’inflazione ai livelli previsti.

Negli anni ’90, l’Italia ha sperimentato una serie di accordi tra Governo, sindacati e imprese per agganciare eventuali aumenti salariali all’aumento di produttività dei lavoratori e allo stesso tempo contenendo prezzi di vendita e profitti dell’impresa.

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Lotta all’inflazione da squilibri settoriali L’inflazione da squilibri settoriali può essere combattuta, infine, attraverso una più efficiente distribuzione delle risorse nei vari settori, associata a un’autodisciplina dei lavoratori che si realizza mediante accordi fra le parti sociali. Alla luce delle analisi svolte fin qui risulta chiaro quanto sia importante la collaborazione fra tutti gli operatori del sistema economico allo scopo di combattere insieme l’inflazione, dato che le forme di difesa a livello individuale, o per gruppi separati o contrapposti, servono più a rinviare la soluzione del problema che ad affrontarlo concretamente. MAPPA 

Le indicizzazioni: un rimedio contro l’inflazione Quando, poi, l’inflazione viene accettata come una realtà ineliminabile, perché impotenti a combatterla direttamente, si cercano dei rimedi difensivi in occasione della stipula di determinati contratti; il rimedio più diffuso è l’indicizzazione: salari, mutui, obbligazioni, contratti di fornitura, titoli pubblici a lunga scadenza vengono “agganciati” all’inflazione, facendo riferimento all’indice dei prezzi al consumo, ai tassi di interesse a breve ecc. L’indicizzazione riduce i danni dell’inflazione solo per chi può avvalersene e, una volta diffusa nel sistema, finisce per perpetuare il processo di perdita di valore della moneta, rendendo più difficile il rientro dall’inflazione.

2 . 7 La politica dei redditi L’obiettivo della stabilità monetaria si raggiunge anche mediante la politica dei redditi, che consiste essenzialmente in una integrazione delle politiche monetarie e fiscali allo scopo di combattere l’inflazione o di evitarne l’insorgenza. Politica dei redditi Income policy

La politica dei redditi è l’accordo fra le parti sociali al fine di limitare l’aumento dei prezzi, attraverso il contenimento dei salari, dei profitti e degli altri redditi, che vanno mantenuti in limiti compatibili con la stabilità monetaria. La politica dei redditi si realizza dunque stabilendo un legame fra i salari e la produttività: se tanto i salari che la produttività aumentano nella stessa misura, le imprese non hanno aggravio di costi, e quindi i margini di profitto restano immutati a parità di prezzo di vendita. Ovviamente, un accordo di questo tipo presuppone che le parti sociali (lavoratori e imprenditori) considerino soddisfacente l’attuale distribuzione del reddito. Se invece una delle due parti non si ritiene soddisfatta e intende aumentare la propria quota, la politica dei redditi viene rifiutata in quanto viene percepita come una misura finalizzata alla conservazione della situazione esistente.

ECONOMIA E REALTÀ

Inflazione e politica dei redditi: chi paga di più Così come è stata qui delineata, la politica dei redditi si presenta come una autolimitazione delle rivendicazioni delle diverse categorie sociali al fine di evitare la morsa dell’inflazione. Si vede però chiaramente che sono i lavoratori che devono sopportare il carico maggiore per la realizzazione di una politica di questo tipo, anche per il fatto che la dinamica salariale è molto più facilmente controllabile di quella dei profitti. Per questa ragione la politica dei redditi non è sempre

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U7 La dinamica del sistema economico . C2 L’inflazione

accettata dai sindacati. In linea di principio, si può osservare che i lavoratori possono dimostrarsi disposti ad accoglierla se essa è affiancata da altri provvedimenti di salvaguardia, come per esempio: • l’uso della leva fiscale per colpire l’evasione e i redditi più alti; • la riduzione del carico fiscale e previdenziale sui salari; • il controllo degli altri tipi di reddito, in particolare profitto e rendita.


MAPPA

LE POLITICHE ANTIFLAZIONISTICHE

INFLAZIONE DA ECCESSO DI MONETA

INFLAZIONE DA DOMANDA

INFLAZIONE DA COSTI

INFLAZIONE IMPORTATA

INFLAZIONE DA PROFITTI

INFLAZIONE DA SQUILIBRI SETTORIALI

INFLAZIONE DA FISCO

politica monetaria restrittiva

• politica monetaria restrittiva • politica fiscale restrittiva • riduzione spesa pubblica

politica dei redditi

difficile da contenere

• politica dei redditi • prezzi calmierati

accordi fra le parti sociali

politica fiscale espansiva

I nuovi beni rifugio contro i rischi inflazionistici

E ORIENTAMENTO

EDUCAZIONE CIVICA

“Sempre pronto ad una buona idea e ad un antico vino” (Bertold Brecht) I beni rifugio sono investimenti che tendenzialmente mantengono il loro valore o addirittura lo incrementano durante periodi di instabilità economica, spesso di carattere inflazionistico. Tradizionalmente tali beni sono rappresentati da oro, immobili, opere d’arte, ma negli ultimi anni anche da criptovalute e beni di lusso collezionabili (orologi, automobili). Tra gli investimenti di tale tipo una categoria particolarmente interessante è quella dei vini di pregio. Essi presentano le seguenti caratteristiche: sono prodotti

in quantità limitate aumentando in tal modo il rapporto domanda/prezzo; migliorano anzi “invecchiano” con il tempo; e hanno un mercato globale sul piano geografico e diversificato sul piano merceologico. La loro importanza economica e finanziaria è comprovata anche dalla presenza di vere e proprie “borse del vino” (come ad esempio, Liv-ex, Berry Bros. & Rudd’s BBX, Cavex), ossia mercati organizzati dove vengono comprati e venduti vini pregiati in modo efficiente, informato e sicuro.

FACCIAMO IL PUNTO Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

1. Che cosa sono gli squilibri settoriali e come di possono limitare? 2. Che cos’è l’indicizzazione dei salari?

Alleniamo l'EDUCAZIONE FINANZIARIA

Per combattere l’inflazione sono necessarie “ricette”, ossia politiche economiche mirate, che tengano conto delle sue cause e dei suoi effetti. Dividete la classe in quattro gruppi e ciascuno rediga il proprio “menù antinflazione” in cui ogni portata rappresenta una strategia economica per combattere tale fenomeno. Quindi, i menù verranno illustrati alla classe in presenza dell’insegnante di economia politica, e mediante una modalità di voto digitale si decreti la proposta “gastroeconomica” migliore.

PROFESSIONI E COMPETENZE DEL FUTURO L’EntreComp (European Entrepreneurship Competence Framework) fornisce un quadro di riferimento utile per sviluppare le competenze necessarie a identificare e gestire investimenti che possano proteggere dai rischi dell’inflazione. Competenze quali la creatività, la gestione del rischio, la pianificazione finanziaria, l’iniziativa e la valutazione costante possono guidare gli investitori nell’individuazione di beni rifugio efficaci. Sai indicare per ciascuna di queste competenze un esempio concreto di attività che rappresenti la ricerca del giusto bene rifugio contro i rischi inflazionistici? Rifletti e confrontati con la classe e il docente orientatore.

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CAPITOLO

2

L’inflazione Sintesi

Ascolta e ripassa

2 . 1 Definizione di inflazione

L’inflazione è un processo di aumento continuo e generale del livello generale dei prezzi. La deflazione, invece, è il fenomeno causato dalla diminuzione del livello generale dei prezzi. Si definisce tasso di inflazione la variazione percentuale del livello dei prezzi in un periodo determinato, di solito un anno. A seconda dell’intensità, l’inflazione è: . strisciante, se l’aumento è inferiore al 5% annuo; . galoppante, se l’aumento è superiore al 20-30%; . iperinflazione, se l’aumento dei prezzi è incontrollabile.

2 . 2 La misura dell’inflazione

Per misurare l’inflazione si possono impiegare i seguenti indici: . indice dei prezzi all’ingrosso; . indice Nic che considera i prezzi al consumo (quelli relativi alle transazioni tra le imprese e le famiglie); . indice Foi, calcolato sulla base dei consumi di una famiglia-tipo che percepisce un reddito da lavoro dipendente . indice armonizzato dei prezzi al consumo (IAPC), comune all’Eurozona.

2 . 3 L’inflazione in Italia

In Italia il tasso di inflazione è stato particolarmente alto nel periodo 1973-1985, anni in cui raggiunge livelli paragonabili a quelli dell’immediato secondo dopoguerra. Negli anni ’90 l’inflazione è stata riportata gradualmente sotto controllo contenendo il debito pubblico e abolendo indicizzazione dei salari. Tuttavia, il tasso di inflazione in Italia resta ancora più alto che negli altri principali Paesi industriali.

2 . 4 Le cause dell’inflazione

L’inflazione può essere causata: . da eccesso di moneta dovuto a errori delle Banche centrali; . da eccesso di domanda rispetto alla quantità di beni prodotti; . da costi se l’aumento dei costi di produzione si trasferisce sui prezzi; . dall’aumento di prezzo delle materie prime importate; . da profitti se deriva dall’aumento i margini di profitto; . da squilibri settoriali (o strutturale) se gli aumenti salariali dei settori a più alta produttività si trasferiscono a quelli stazionari; . da fisco, quando l’aumento dei tributi si trasferisce sui prezzi.

2 . 5 Gli effetti dell’inflazione

L’inflazione danneggia i titolari di redditi fissi (lavoratori e pensionati), i risparmiatori e i creditori. Provoca danni alle imprese e alle finanze pubbliche. Scoraggia il risparmio e gli investimenti. determina un’ingiusta redistribuzione del carico fiscale. Infine, riduce la competitività delle esportazioni.

2 . 6 Le politiche antinflazionistiche

Le politiche contro l’inflazione sono diverse a seconda delle sue cause: . una politica monetaria restrittiva per l’inflazione da eccesso di moneta; . la riduzione di consumi, investimenti e spesa pubblica per quella da domanda; . l’inflazione importata è difficile da controllare nell’economia globalizzata; . per l’inflazione da costi e da squilibri settoriali si attua una politica dei redditi.

2 . 7 La politica dei redditi

La politica dei redditi consiste nell’accordo fra le parti sociali per frenare l’aumento dei prezzi attraverso il contenimento dei salari, dei profitti e degli altri redditi, allo scopo di combattere insieme l’inflazione. I salari, in particolare, non devono aumentare più della produttività.

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U7 La dinamica del sistema economico . C2 L’inflazione


Mappa da completare Dopo aver ripassato i contenuti dell’Unità, completa la mappa inserendo correttamente gli elementi mancanti scelti tra i seguenti deflazione • Foi • imprese • investitori • inflazione strisciante • misure • politica monetaria espansiva • politica monetaria restrittiva • risparmiatori • spesa pubblica INFLAZIONE TIPI DI INFLAZIONE

_____________________ < 5%

Inflazione galoppante 20-30%

Iperinflazione > 30%

______________ DELL’INFLAZIONE

Indice dei prezzi all’ingrosso

Indice ______________ (consumi di una famiglia tipo)

Indice Nic

Indice armonizzato dei prezzi al consumo

CAUSE DELL’INFLAZIONE

Inflazione da eccesso di moneta

Inflazione da eccesso di domanda

Inflazione da costi

Inflazione da profitti

Inflazione da squilibri settoriali

Inflazione da fisco

EFETTI DELL’INFLAZIONE

Danni per i lavoratori

Danni per i __________

Danni per i creditori

Danni per le __________

Danni per le finanze pubbliche

POLITICHE ANTINFLAZIONISTICHE

____________________________

Riduzione di consumi, investimenti e __________________________

Politica dei redditi

RISPONDI ORA ALLE DOMANDE 1. Sai definire l’inflazione? 2. Perché il mercato di oligopolio favorisce l’inflazione? 3. Qual è la spiegazione monetarista dell’inflazione? 4. In quale modo nasce l’inflazione da domanda? 5. Perché l’inflazione danneggia i creditori?

413


CAPITOLO

2

L’inflazione Esercizi

Esercizi interattivi

Consolidiamo le conoscenze... SCELTA MULTIPLA 1. C ompleta l’affermazione scegliendo la frase corretta fra quelle proposte.

ASSOCIAZIONE 2. Associa le espressioni della tabella con una sola delle definizioni che seguono.

1. Nel 2010 i prezzi al consumo sono aumentati in Italia dell’1,5%; ciò significa che, in media, un bene che nel 2009 costava 1.000 euro, nel 2010 costa a  985 euro c  1.015 euro b  1.000 euro d  1.030 euro

Da eccesso di moneta

2. Il periodo in cui in Italia si sono registrati i valori di inflazione più alti va a  dal 1965 al 1972 c  dal 1986 al 1994 b  dal 1973 al 1985 d  dal 1994 al 2001 3. Un’inflazione del 3% è detta a  inflazione strisciante b  inflazione galoppante c  iperinflazione d  deflazione 4. Quando l’inflazione dipende dal comportamento degli imprenditori che vogliono aumentare la differenza fra i ricavi totali e i costi totali, si ha inflazione da a  domanda c  profitti b  costi d  squilibri settoriali 5. Per Keynes l’inflazione dipende da un eccesso a  dei costi delle materie prime b  della domanda globale sull’offerta globale c  dell’offerta globale sulla domanda globale d  dei costi del lavoro 6. L’investimento finanziario più efficace per difendersi dall’inflazione è quello in a  titoli di Stato c  titoli indicizzati b  obbligazioni d  derivati 7. L’inflazione derivante da eccesso di moneta si combatte attraverso a  una politica monetaria restrittiva b  una politica monetaria espansiva c  la riduzione dei consumi d  la riduzione degli investimenti 8. L’accordo fra imprenditori e lavoratori allo scopo di combattere l’inflazione si chiama politica a  industriale b  della spesa pubblica c  fiscale d  dei redditi 9. Un aumento della produttività del lavoro inferiore all’aumento dei salari favorisce a  l’inflazione c  il risparmio b  la deflazione d  gli investimenti

414

INFLAZIONE

CAUSE

RIMEDI

Da domanda Da offerta Da costi Importata Da profitti Da squilibri settoriali Da fisco Cause 1. Aumento del costo del lavoro superiore all’aumento della produttività 2. Aumento del prezzo delle materie prime soprattutto energetiche, come il petrolio 3. Aumento del prezzo di vendita dei prodotti per aumentare i profitti 4. Errori della Banca centrale che aumenta eccessivamente l’offerta di moneta 5. Domanda globale > di offerta globale 6. Diversa dinamica dei salari nei settori avanzati e in quelli tradizionali 7. Aumento delle imposte, che si trasferisce sull’aumento dei prezzi Rimedi 8. Politica dei redditi ed eventualmente blocco dei prezzi 9. Selezionare le importazioni, limitando quelle non essenziali 10. Riduzione dei consumi, degli investimenti e della spesa pubblica 11. Politica dei redditi e interventi per aumentare la produttività 12. Più efficiente distribuzione delle risorse tra i diversi settori 13. Riduzione delle imposte 14. Politica monetaria restrittiva

PREPARATI ALLA PROVA ORALE 3. Tra parentesi i paragrafi di riferimento. 1. Che cos’è l’inflazione? (2.1)

2. Quali caratteri dei moderni sistemi economici favoriscono l’inflazione? (2.1)

U7 La dinamica del sistema economico . C2 L’inflazione


3. Come si misura l’inflazione? (2.2) 4. Come nasce l’inflazione secondo la spiegazione monetarista? (2.3) 5. Che cosa si intende con il termine inflazione da domanda? (2.3) 6. In quale modo l’aumento dei costi influisce sull’inflazione? (2.3) 7. Come opera la spirale salari-prezzi-salari? Perché si verifica? (2.3) 8. Che cosa si intende per inflazione da profitti? Come si contrasta? (2.3)

9. Quali sono le categorie più danneggiate dall’inflazione? (2.4) 10. Quali sono i danni che l’inflazione provoca al sistema economico? (2.4) 11. Perché l’inflazione scoraggia il risparmio? (2.4) 12. Con quali strumenti si contrasta l’inflazione da domanda? (2.5) 13. Perché risulta sempre difficile combattere l’inflazione importata? (2.5) 14. Che cos’è la politica dei redditi? (2.6)

... per sviluppare le competenze CASI PRATICI 4. Esamina ciascun caso e fornisci delle soluzioni o rispondi motivando. 1. Danni dell’ inflazione sui creditori. Un investimento sfortunato Un risparmiatore nel 1980 ha depositato in banca la somma di 2 milioni di lire, che gli ha fruttato un interesse di 150 mila lire.

1. Qual è l’interesse reale fruttato dal deposito, sapendo che in quell’anno l’inflazione è stata del 21,2%? 2. In termini assoluti, a quanto ammonta la perdita subita? 3. In periodi di forte inflazione è più conveniente depositare capitali in banca a interesse fisso, oppure investirli ad esempio nell’acquisto di azioni di una buona società?

2. Cause e tipi di inflazione. L’inflazione da coltan Il coltan (contrazione di columbite-tantalite) è un minerale, di solito di colore nero metallico che viene estratto all’80% nella Repubblica Democratica del Congo, estremamente prezioso, essenziale per il funzionamento dei nostri smartphone e ampiamente utilizzato nell’industria elettronica, informatica e automobilistica. La sua estrazione però è spesso associata a condizioni di sfruttamento dei lavoratori e norme di sicurezza inesistenti. Nei primi anni 2000, c’è stato il boom dei dispositivi elettronici e questo ha causato un’impennata nei prezzi del coltan che è passato dai 15 euro al kg fino ai 180 euro al kg con una paga per gli operai di circa 0,18 centesimi al kg.

1. Che effetti ha provocato l’aumento del prezzo del coltan sui prodotti che lo contengono, considerando che la vendita è gestita da poche aziende straniere che operano in regimi oligopolistici?

3. Politiche antinflazionistiche. Tutti pazzi per le Birobicolor Un’impresa di penne a biro molto popolari tra i bambini della primaria, la Bricolor, produce 30mila penne al mese, le Birobicolor, che vende a 5 euro ciascuna. Il costo di produzione mensile è di circa 70mila euro. Dopo una serie di scioperi e contrattazioni tra i vertici dell’azienda e le sigle sindacali, il costo di produzione delle Birobicolor sale a 100mila euro, di conseguenza anche il prezzo di vendita aumenta a 7.00 euro. Sulla scia dell’azienda Bricolor, anche in altre aziende della zona che operano in diversi settori, nascono rivendicazioni sindacali nonostante alcune di esse siano in una fase statica della propria crescita.

1. Analizza il tipo di inflazione che porta all’aumento di prezzo delle penne. 2. Che tipo di inflazione rischia di propagarsi nel mercato? 3. Quali soluzioni riesci a individuare per combattere l’inflazione che sta prendendo piede nel Paese? 4. Dopo gli accordi tra le categorie viene applicata la politica dei redditi, che aumenta la produttività e diminuisce il costo medio. Nel frattempo, il prodotto diventa di moda e raddoppia la domanda. Peccato che l’impresa sia al massimo della propria capacità produttiva. Descrivi il nuovo fenomeno.

415


3

CAPITOLO

Il mercato del lavoro

Dopo aver individuato le grandezze del mercato del lavoro, viene definito il Contenuti concetto di disoccupazione con le sue tipologie, cause ed effetti. A seguire, digitali del ne vengono spiegate le modalità di misurazione statistica e di interpretacapitolo e glossario zione dei relativi dati. Viene poi affrontato il problema delle contrapposte inglese. spiegazioni sull’origine della disoccupazione da parte dei monetaristi e dei Disoccupazione neokeynesiani, per giungere, nella parte finale, all’esame dei possibili rimedi. Unemployment

3 . 1 Il mercato del lavoro

Il mercato del lavoro comprende le relazioni che si instaurano tra chi cerca un impiego e offre il proprio lavoro in cambio di un salario e le imprese che domandano lavoro da impiegare nel processo produttivo. Così come nel mercato dei beni e servizi, anche il mercato del lavoro si realizza con l’incontro tra la domanda (rappresentata dalle imprese) e l’offerta (rappresentata dai lavoratori) di lavoro. Quindi, ogni volta che si parla di queste grandezze in senso generale, ci si riferisce a grandezze aggregate e in particolare alla domanda e all’offerta di lavoro. Le definiamo così: Domanda di lavoro: quantità di posti di lavoro necessaria alle imprese per svolgere l’attività produttiva. Offerta di lavoro: quantità di lavoratori disposti a ricoprire, dietro retribuzione, un posto di lavoro.

Le forze di lavoro In Italia, le statistiche sul mercato del lavoro sono fornite dall’Istituto nazionale di statistica (Istat), che comprende nelle “forze di lavoro” (popolazione attiva) le persone di almeno 15 anni di età che si trovano nelle seguenti condizioni: • occupati: persone che hanno lavorato anche per poche ore nei trenta giorni precedenti; • disoccupati: coloro che non svolgono attività lavorativa, suddivisi a loro volta in: - disoccupati in senso stretto, se hanno perduto un posto di lavoro e ne cercano un altro; - persone in cerca di prima occupazione, cioè persone che cercano un lavoro senza avere mai lavorato in precedenza. • Il resto della popolazione fa parte degli inattivi. MAPPA  Nel 2020, nei Paesi dell’Unione europea i disoccupati erano circa 16 milioni (il 6,7% della forza lavoro). Nel 2024, ultimo dato disponibile, erano 13,027 milioni (il 6,4% della forza lavoro), un dato solo leggermente in flessione rispetto a quattro anni prima. Da questi dati drammatici, si capisce come la disoccupazione sia il problema principale che affligge oggi le nostre economie e quale sia la ragione per la quale è necessario monitorarla costantemente.

Occupazione e disoccupazione Studiando dati e statistiche, si è osservato che in tutti i Paesi nelle fasi espansive del ciclo l’occupazione non cresce più come è sempre avvenuto in passato. I dati recenti indicano che: Quando diminuisce la produzione, cala notevolmente l’occupazione, ma quando la produzione riprende, l’occupazione non aumenta in modo altrettanto significativo.

416

U7 La dinamica del sistema economico . C3 Il mercato del lavoro


 Nel mercato del lavoro si realizza l'incontro tra la domanda (imprese) e l'offerta (lavoratori) di lavoro.

Secondo la maggior parte degli economisti, il sistema economico oggi non è più in grado di garantire una crescita capace di assorbire tutta la forza lavoro disponibile, specie in assenza di flessibilità  del mercato del lavoro. La disoccupazione provoca un enorme spreco di risorse.

I costi della disoccupazione

MAPPA

La disoccupazione produce gravi danni, in termini sia economici sia sociali: • causa la perdita di prodotto per l’intera economia, che produce una quantità inferiore di beni e servizi rispetto a quanto sarebbe nelle sue possibilità. Le famiglie dei disoccupati devono rinunciare ai salari e ridurre il loro livello di vita. Lo Stato deve pagare le indennità di disoccupazione e contestualmente riceve un minor gettito fiscale a causa del minor reddito prodotto; FORZA LAVORO

INATTIVI

comprende OCCUPATI

DISOCCUPATI

parte della popolazione che ha un impiego

coloro che hanno un'età compresa tra i 15 e i 64 anni che non hanno un impiego e lo cercano per esempio • coloro che hanno perso il lavoro • chi è in cerca di prima occupazione

LESSICO  Flessibilità in entrata / in uscita Nel mondo del lavoro la flessibilità è l’attitudine a cambiare mansioni e posto di lavoro nell’arco della vita lavorativa. Per le aziende consiste nella facilità di variare il numero dei dipendenti a seconda delle necessità produttive, senza complicate procedure. Con flessibilità in entrata si intende la possibilità di assumere nuovi lavoratori senza complessi iter amministrativi, mentre con flessibilità in uscita si indica l’insieme delle norme che regolamentano la possibilità delle aziende, in caso di riorganizzazione o crisi, di ridurre il personale.

coloro che hanno meno di 15 anni, coloro che non hanno un lavoro e non desiderano averlo per esempio casalinghe, studenti, pensionati, inabili al lavoro

417


• causa ingenti costi indiretti: la perdita permanente di abilità professionale e capacità lavorativa da parte di chi è disoccupato da lungo tempo rappresenta infatti un grave danno per l’intera comunità; • mina anche la salute fisica e mentale di coloro che la subiscono: studi recenti evidenziano che essa aumenta la morbilità  e la mortalità  (anche il numero di suicidi aumenta al di sopra dei livelli di norma); è stata rilevata, inoltre, una correlazione significativa tra disoccupazione e livelli di criminalità. Non vanno dimenticati neppure i pericoli per le istituzioni politiche: il lavoro, insieme a una più equa distribuzione del reddito, è condizione irrinunciabile per una democrazia sostanziale.

Tipi di disoccupazione La disoccupazione può essere: • congiunturale, se si verifica durante la fase depressiva del ciclo, quando diminuisce la domanda di beni e servizi. Questo tipo di disoccupazione può essere contrastata → par. 1.3 con le politiche anticicliche di stabilizzazione, di cui ci siamo occupati; • frizionale, se risulta dai processi di aggiustamento del mercato del lavoro, ed è costituita sia dai lavoratori che si spostano da un impiego all’altro, sia dai “nuovi entranti” (per esempio, un giovane appena diplomato che cerca lavoro). È detta anche fisiologica, perché l’evoluzione delle tecniche organizzative dà origine a spostamenti di lavoratori tra le diverse attività; inoltre, i giovani impiegano un certo tempo a trovare un’occupazione adeguata agli studi effettuati. In passato si riteneva che questo tipo di disoccupazione si aggirasse intorno al 2-3% della forza lavoro. Oggi, aumentati il livello di mobilità  dei lavoratori e l’istruzione, può aggirarsi intorno al 5%. Un’economia che presenti solo disoccupazione frizionale viene normalmente considerata di pieno impiego; • strutturale, quando deriva da cambiamenti fondamentali nella struttura dell’economia, che riducono in modo permanente la domanda di lavoro in certi settori produttivi o in certe aree geografiche. Il mercato non richiede più determinate abilità professionali, a causa, per esempio, di cambiamenti tecnologici che introducono nuove macchine, oppure per l’irreversibile declino di attività ormai superate, o ancora per una diversa distribuzione del lavoro. Ne è un esempio il calo dell’occupazione nell’industria siderurgica a seguito della riduzione della domanda di acciaio, o dell’automazione degli impianti, o del trasferimento della produzione nei Paesi in via di sviluppo. → par. 3.4 Una parte consistente della disoccupazione strutturale è una forma di disoccupazione tecnologica, in quanto originata dall’automazione dei processi produttivi.

PLUS

La legge di Okun

418

L’economista americano Arthur Okun (19291979), sulla base di analisi statistiche relative al sistema economico degli Stati Uniti, ha osservato che un innalzamento della produzione non porta a una corrispondente crescita dell’occupazione; in altri termini il tasso di crescita della produzione e il tasso di crescita dell’occupazione sono legati da un rapporto che non è proporzionale. Nel caso di una riduzione della produzione, il numero dei disoccupati cresce in modo più che proporzionale. Se, ad esempio, il prodotto nazionale diminuisce del 2% (ossia passa da 100 a 98), il tasso di disoccupazione aumenta di un punto, passando dal 5% al 6%: ciò significa un

aumento di un quinto (ossia del 20%) nel numero complessivo dei disoccupati. Poiché la relazione è abbastanza stabile, è possibile prevedere di quanto diminuirà la produzione quando aumenta il numero dei disoccupati. La legge di Okun è perciò comunemente usata per misurare i costi della disoccupazione in termini di prodotto nazionale e per previsioni congiunturali a partire dai dati sull’occupazione delle forze di lavoro. È stato osservato che il metodo di Okun funziona bene nei Paesi in cui il mercato del lavoro è libero (USA, Regno Unito, Germania), mentre vale solo approssimativamente in Paesi come l’Italia, dove il mercato del lavoro è maggiormente regolamentato.

U7 La dinamica del sistema economico . C3 Il mercato del lavoro


LESSICO

ECONOMIA E REALTÀ

Il gender gap retributivo Negli ultimi tre anni sono stati fatti molti passi avanti per migliorare l’equità retributiva e superare soprattutto il gap di genere. Tuttavia, i risultati raggiunti non consentono ancora di depennare il tema retributivo dalle priorità nella gestione delle risorse umane. L’inclusione continua a giocare un ruolo di primo piano, anche perché valori come la diversità, l’equità e l’inclusione (DEI) per i lavoratori influiscono sulla decisione di rimanere o meno all’interno di un’azienda. I numeri italiani dicono che il 24% (28% uomini e 19% delle donne) dei lavoratori pensa che negli ultimi 3 anni la gender pay equality sia migliorata e anche le politiche DEI siano migliorate per il 27% (29% uomini e 25% donne). Se il 35% afferma di non aver mai partecipato all’interno dell’azienda a iniziative per favorire le politiche DEI, il 33% ha partecipato a staff training, il 18% a eventi di sensibilizzazione, il 12,4% afferma che la propria azienda ha attuato una revisione dei dati demografici aziendali per identificare aree di miglioramento. Una delle vie per migliorare l’equità retributiva, che sta diventando un tema

sempre più importante, è sicuramente la trasparenza. Il Parlamento europeo con l’approvazione della direttiva sulla trasparenza salariale ha posto fine al cosiddetto “segreto retributivo”, per dotare i lavoratori e le lavoratrici dei mezzi necessari per far valere il loro diritto alla parità di retribuzione tra uomini e donne per uno stesso lavoro o per un lavoro di pari valore attraverso una serie di misure vincolanti. La mancanza di trasparenza retributiva è stata individuata come uno dei principali ostacoli all’eliminazione del divario retributivo di genere. Le certificazioni sicuramente stanno aiutando a individuare le problematiche e a impostare percorsi strutturati per risolverle. In Italia, con la legge 162/2021 è stata introdotta la certificazione di genere. Secondo i dati ADP, in Italia, si sente ancora sottopagato il 48% delle donne. Non solo: in Italia il 43% dei dipendenti (50% degli uomini e il 36% delle donne) ha ottenuto un incremento medio dello stipendio pari al 5,5%: gli uomini affermano che la loro retribuzione è aumentata del 5,8%, rispetto al 5,2% delle donne.

 Morbilità Rapporto tra i giorni di malattia registrati in un certo periodo di tempo e il numero delle persone esposte al rischio di ammalarsi. Si può calcolare sia per l’intera collettività, sia in relazione a determinate classi di età, sia riguardo ai diversi settori produttivi.

 Mortalità Rapporto tra il numero dei morti in un certo anno e il totale della popolazione. Si può calcolare anche in relazione a determinate classi di età: in tal caso il rapporto va calcolato tra il numero dei morti di una certa età e la popolazione della stessa età.

 Mobilità Disponibilità dei fattori produttivi a spostarsi tra settori o tra aree in funzione della loro remunerazione. La mobilità orizzontale riguarda il passaggio del lavoratore da un’unità produttiva a un’altra, la mobilità verticale il passaggio da un livello all’altro nell’ambito della stessa struttura gerarchica.

VERSO LE COMPETENZE 1. Com’è la situazione italiana relativa all’equità retributiva secondo i dati dell’ADP Research Institute? 2. Perché è importante porre fine al cosiddetto “segreto retributivo”?

FACCIAMO IL PUNTO Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

1. Da chi è composta la forza lavoro di un Paese? 2. Quali soggetti sono compresi nella voce disoccupati e quali tra gli inattivi? 3. Quali sono i danni prodotti dalla disoccupazione? 4. Quali possibili fenomeni determinano i diversi tipi di disoccupazione?

419


3 . 2 La misura della disoccupazione Ci soffermiamo ora su alcuni parametri statistici che misurano la dimensione del fenomeno occupazionale.

Tasso di disoccupazione Il tasso di disoccupazione è definito come il rapporto fra il numero dei disoccupati  (persone in cerca di occupazione) e il totale della forza lavoro (popolazione attiva). Avremo pertanto: numero di disoccupati Tasso di disoccupazione = ------------------------------------------------ forze di lavoro

Il tasso di occupazione Il tasso di occupazione è dato, invece, dal rapporto fra il numero degli occupati  e la popolazione totale. Risulta: numero di occupati Tasso di occupazione = ------------------------------------------ popolazione

Il tasso di attività Il tasso di attività è dato dal rapporto fra le forze di lavoro  e il totale della popolazione. Si ha quindi: forze di lavoro Tasso di attività = ------------------------------------------ popolazione

Tasso di inattività Il tasso di inattività è dato dal rapporto fra gli inattivi e il totale della popolazione. Si ha quindi: numero di inattivi Tasso di inattività = ------------------------------------------------ popolazione

3 . 3 La disoccupazione in Italia Il tasso di attività in Italia ha registrato una marcata tendenza alla diminuzione a partire dagli anni ’70 del secolo scorso.

Tra le cause che hanno determi­nato la sua discesa si ricordano: • l’invecchiamento della popolazione, che ha fatto aumentare il numero degli anziani, riducendo quello dei soggetti in età di lavoro sul totale; • gli atteggiamenti diffusi nella società: molti giovani proseguono gli studi rimandando il loro ingresso nel mercato del lavoro; • la diminuzione degli addetti all’agricoltura, che ha determinato il ritiro dal lavoro di molti occupati. MAPPA  Osserviamo i seguenti dati Istat relativi all’anno 2023 e 2024 (dati in migliaia):

420

Anno

Occupati

Disoccupati

Forze di lavoro

Popolazione

2023 2024

23.580 24.080

1.947 1.558

25.527 25.638

58.997 58.997

U7 La dinamica del sistema economico . C3 Il mercato del lavoro


Gli occupati. Dal 1960 al 2023 il terziario ha recuperato molti posti di lavoro, soprattutto nelle amministrazioni pubbliche, nei trasporti e nei settori più innovativi: servizi alle imprese, intermediazione finanziaria, informatica e telecomunicazioni ecc. La diminuzione degli occupati in agricoltura negli anni, dovuta a fatto→ par. 3.3 ri strutturali, mostra segnali di rallentamento. Negli ultimi anni, infatti, si registra un ritorno dei giovani all’agricoltura i quali, dopo essersi formati con studi specifici, fanno dei propri sforzi un incentivo per migliorare l’impatto ambientale, sociale ed economico della propria attività.

LESSICO  Disoccupati Persone tra i 15 e i 64 anni di età non occupate che hanno effettuato almeno un’azione attiva di ricerca di lavoro nelle quattro settimane precedenti la settimana di riferimento e sono disponibili a lavorare nelle due settimane successive.

I disoccupati. Il grafico riporta il tasso di disoccupazione in Italia a partire dal 1980 al 2024. I DATI PARLANO  Se i dati vengono disaggregati per aree, si nota che la disoccupazione non colpisce nella stessa misura tutto il Paese, ma è molto più alta al Sud rispetto al Nord. La disoccupazione inoltre colpisce soprattutto i giovani e le donne: la disoccupazione femminile è molto più alta rispetto a quella maschile.

 Occupati Persone in età lavorativa (15 anni e oltre) che dichiarano di avere un’occupazione oppure di aver effettuato una o più ore di lavoro.

 Forze di lavoro Totale delle persone occupate e di quelle in cerca di occupazione (disoccupati, persone in cerca di prima occupazione e altre persone in cerca di occupazione).

Il problema della disoccupazione giovanile è, insieme al problema della rinascita del Sud, una vera e propria emergenza nazionale.

MAPPA

L’immigrazione e l’occupazione. Negli ultimi decenni, in Italia, si è e osservata una crescente difficoltà nel reperire manodopera per occupazioni considerate faticose o poco qualificate, che non richiedono un percorso formativo specifico.

MERCATO DEL LAVORO IN ITALIA POPOLAZIONE TOTALE 58. 997.000 Popolazione attiva 25.638.000 Attivi occupati 24.080.000

Popolazione inattiva 33.359.000

Disoccupati 1.558.000

Giovani (< 15 anni) 12,1

Altri inattivi 21,3

Tasso di disoccupazione in Italia (valori %)

9,9 8,5

9,1

11,4

12,1 10,6

10,6

12,7

11,9

11,7

11,2

10,6 10,0

9,6

9,1

9,6 8,7

8,6

6,1

6,7

7,8

8,4 8,4

19

82 19 83 19 84 19 85 19 86 19 87 19 88 19 89 19 90 19 91 19 92 19 93 19 94 19 95 19 96 19 97 19 98 19 99 20 00 20 01 20 02 20 03 20 04 20 05 20 06 20 07 20 08 20 09 20 10 20 11 20 12 20 13 20 14 20 15 20 16 20 17 20 18 20 19 20 20

6,7

81

80

10,3

11,8

7,7

7,6

19

10,3

11,5 11,1 10,1 11 10,9

11,6 11,6 11,7

6,5

24

11,1

12

20

12,5 12

19

I DATI PARLANO

Dati Istat 2024

421


Si tratta, in particolare, di mansioni stagionali nei settori agricoli, dell’assistenza agli anziani e dei servizi domestici. Da oltre trent’anni, tale carenza ha attirato in Europa e in Italia, in particolare, un massiccio afflusso di lavoratori stranieri in cerca di un’opportunità per migliorare le proprie condizioni di vita e integrarsi nella società ospitante, colmando il vuoto lavorativo lasciato dagli italiani.

Il labour mismatch Secondo recenti analisi, circa i 2/3 della disoccupazione italiana è dovuta al labour mismatch  tra domanda e offerta di lavoro: in certi mercati ci possono essere posti di lavoro vacanti e disoccupazione in altri mercati. Questo tipo di disoccupazione è dovuta sia a squilibri territoriali, sia a squilibri tra offerta e domanda di determinate figure professionali: perciò è importante un maggior collegamento tra scuola e mondo del lavoro. Vi è poi il parziale rifiuto da parte dei lavoratori italiani di accettare lavori non qualificati o non graditi, che vengono offerti agli immigrati.

3 . 4 Disoccupazione e tecnologia Le conseguenze delle innovazioni tecnologiche sull’occupazione sono state molto dibattute nella storia del pensiero economico, e ancora oggi rappresentano una questione cruciale.

PLUS Il luddismo

In Inghilterra, all’inizio dell’Ottocento, il movimento dei luddisti ritenne che l’introduzione delle macchine causasse disoccupazione e tentò di salvaguardare i posti di lavoro distruggendole. Oggi la rapidissima evoluzione tecnologica in corso, in particolare l’automazione, la rivoluzione informatica e delle telecomunicazioni, le possibili applicazioni della intelligenza artificiale, pongono seri problemi di ordine occupazionale, stimolando ricerche e dibattiti sul tema. Secondo molti studiosi il progresso tecnico nel breve periodo contribuisce ad accrescere la disoccupazione, dato che i rilevanti aumenti di produttività comportano un risparmio di lavoro; ma nel lungo periodo può ridurla, perché sarà necessario assumere nuovi lavoratori per produrre nuove macchine e nuovi prodotti. Le innovazioni tecnologiche possono infatti avere effetti contrapposti: rendere inutili molti lavoratori, che sono sostituiti da macchine più efficienti, e creare nuovi posti di lavoro, che sono indotti, direttamente o indirettamente, dalle innovazioni. In generale, però, secondo alcuni economisti, l’effetto netto risulta favorevole, perché il saldo dell’occupazione nel lungo termine sarà positivo.

Nuovi posti di lavoro Sembra possibile creare nuovi posti di lavoro sia nei settori industriali innovativi, sia nel settore dei servizi. Gli ambiti di attività non mancano: lavori a domicilio, cura della persona, assistenza sociale, custodia del patrimonio culturale, iniziative ambientali, smaltimento dei rifiuti e riciclo di materiali, sostegno alle piccole e medie imprese, attività per il tempo libero e ricreative. Molte di queste attività sono sviluppate dal settore “non profit” che, accanto al volontariato, si è dimostrato in grado di creare anche veri e propri posti di lavoro. Per le situazioni in cui, invece, il problema dell’occupazione non trova soluzioni e non si riesce a creare nuove opportunità di lavoro, una strada percorribile potrà essere quella di ridurre la durata della giornata lavorativa dei lavoratori, per creare nuove opportunità di lavoro.

422

U7 La dinamica del sistema economico . C3 Il mercato del lavoro


PLUS

La nuova era si chiama istruzione Alcune persone sono preoccupate perché credono che al mondo ci sia un numero limitato di posti di lavoro, e che per ogni posto venuto meno ci sia qualcuno che resta nei guai, senza altre opportunità. Fortunatamente, il sistema economico non funziona in questo modo: l’economia è un sistema ampio e interconnesso, nel quale ogni risorsa resasi libera diventa disponibile per un’altra area per la quale sia più preziosa. Il risultato è che si produce di più, e così la qualità media complessiva della vita, a lungo termine, migliora. Mentre in ambito economico una situazione generale di peggioramento − una recessione o una depressione − determina ciclicamente una perdita di posti di lavoro, gli spostamenti risultanti dalla tecnologia hanno avuto come esito, semmai, la creazione di posti nuovi. In un sistema economico in evoluzione le categorie professionali cambiano continuamente. La grande maggioranza delle 501 categorie professionali ora documentate dall’Ufficio per il censimento statunitense non esisteva nemmeno cinquant’anni fa. Anche se non siamo in grado di prevedere quali saranno le nuove categorie del futuro, esse risponderanno soprattutto a esigenze che oggi ancora non conosciamo, nell’ambito

dell’istruzione, dei servizi sociali e del tempo libero. In futuro sarà più importante che mai un’istruzione che stimoli a risolvere i problemi. L’istruzione è la preparazione migliore per sapersi adattare a un mondo che cambia. Man mano che il sistema economico muterà, le persone e le aziende con una formazione adeguata saranno proiettate in un continuo miglioramento. Il prezzo che la società sarà disposta a pagare per il professionismo andrà aumentando, e dunque il mio consiglio è di dotarsi di un’istruzione tradizionale e poi di continuare a studiare: di continuare, cioè, per tutta la vita ad acquisire nuovi interessi e nuove specializzazioni. Molta gente si troverà costretta ad abbandonare i settori più affini alle proprie attitudini, ma ciò non significa che le sue attuali conoscenze perderanno valore. Significa, invece, che le persone e le aziende dovranno essere disposte a reinventarsi, probabilmente più di una volta. I governi e le aziende potranno contribuire alla formazione e all’aggiornamento dei lavoratori; tuttavia saranno i singoli individui che, alla fine, dovranno assumersi le principali responsabilità circa la propria istruzione.

PLUS

 Labour mismatch Presenza simultanea di disoccupazione e posti di lavoro vacanti, perché le imprese richiedono competenze diverse da quelle offerte (dall’inglese mismatch = discrepanza). Può dipendere da cause istituzionali (mancanza di informazioni, inefficienza del collocamento), territoriali (residenza dei disoccupati in aree diverse da quelle in cui i posti sono vacanti) o formative (mancanza di figure professionali adeguate).

 Collocamento Funzione tesa a disciplinare l’avviamento al lavoro di persone in cerca di prima occupazione o disoccupate. In Italia si è passati dalla gestione pubblica del collocamento a una sua progressiva liberalizzazione.

Bill Gates, La strada che porta a domani, Mondadori, Milano.

Le teorie sulla disoccupazione Secondo Keynes la domanda di lavoro non dipende dal livello dei salari, che sono rigidi verso il basso, ma dall’insufficienza della domanda globale: le previsioni sul profitto dipendono dalle prospettive di vendita sul mercato. Se le previsioni sono positive, le imprese assumono; se sono pessimistiche, licenziano. La disoccupazione quindi è involontaria, nel senso che i disoccupati sono disposti a lavorare, ma manca il lavoro. Per combattere la disoccupazione, occorre stimolare la domanda attraverso adeguate politiche espansive, come per esempio: • favorire gli investimenti offrendo agevolazioni fiscali e creditizie; • creare occupazione attraverso la spesa pubblica. Secondo i monetaristi, l’incontro della domanda e dell’offerta di lavoro determina il prezzo di equilibrio, cioè il salario, che uguaglia domanda e offerta di lavoro.

LESSICO

La disoccupazione è sempre volontaria e si crea quando i lavoratori rifiutano salari giudicati troppo bassi per l’interferenza dei sindacati, che impediscono le diminuzioni del salario necessarie a ristabilire la piena occupazione. Per ristabilire la piena occupazione è sufficiente: • liberalizzare il mercato del lavoro; • evitare di versare indennità consistenti e prolungate ai disoccupati. Qualsiasi intervento dello Stato per ridurre la disoccupazione è controproducente perché provoca solo inflazione senza aumentare l’occupazione in modo stabile. Secondo Arthur Laffer la disoccupazione è causata da un eccessivo carico fiscale. La disoccupazione si vince sostenendo l’offerta delle imprese tramite la riduzione delle imposte e l’abolizione dei vincoli posti alle imprese (norme sul collocamento , sul controllo della qualità a tutela dei consumatori, sulla tutela ambientale ecc.).

FACCIAMO IL PUNTO Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

1. Quali sono i parametri statistici che misurano la dimensione dell’occupazione? 2. Spiega quali sono le possibili cause che hanno determinato il calo dell’occupazione in Italia. 3. Quali sono i soggetti maggiormente colpiti dalla disoccupazione in Italia? 4. Perché il labour mismatch influisce sulla disoccupazione?

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3 . 5 Le cause della disoccupazione La disoccupazione può essere il risultato di situazioni diverse, sia congiunturali, sia strutturali.

Disoccupazione congiunturale La disoccupazione congiunturale è quella legata alla diminuzione della domanda che si verifica nella fase depressiva del ciclo. Le imprese devono in tal caso ridurre la produzione e l’occupazione, altrimenti finiscono con l’accumulare perdite insostenibili, che le costringono a uscire dal mercato.

Disoccupazione strutturale La disoccupazione strutturale si manifesta quando un intero settore produttivo deve sopportare costi di produzione troppo elevati, tali da porlo fuori mercato perché non più concorrenziale. Ciò avviene, per esempio, nei confronti delle imprese soggette a una forte concorrenza estera. È questo il caso della produzione di certi prodotti intermedi, i cui impianti si stanno spostando dai Paesi avanzati verso i Paesi in via di sviluppo, come oggi avviene nel settore dell’acciaio, del petrolio, dei concimi chimici. Nel commercio, è strutturale la disoccupazione che, nelle economie avanzate, ha origine dalla crisi dei piccoli esercizi che vengono sostituiti dalla grande distribuzione (supermercati e ipermercati).

Disoccupazione tecnologica La disoccupazione tecnologica è quella determinata dalle innovazioni tecniche, come la meccanizzazione in agricoltura o l’automazione nell’industria. MAPPA 1  Si accetta comunemente che nel breve periodo il cambiamento tecnologico possa provocare la perdita di posti di lavoro, mentre sugli effetti di lungo periodo il dibattito è ancora aperto: secondo alcuni economisti la riduzione di posti di lavoro determinata dalle innovazioni sarà compensata da nuove assunzioni in comparti innovativi; secondo altri, invece, si andrà verso un costante declino nel numero dei posti di lavoro.

3 . 6 I rimedi contro la disoccupazione Strategie anti disoccupazione Negli ultimi anni sono emerse due diverse strategie per combattere la disoccupazione. La prima, di impostazione neokeynesiana, suggerisce di espandere l’occupazione attraverso politiche macroeconomiche di sostegno della domanda. La seconda, di ispirazione monetarista, individua le determinanti principali della disoccupazione nelle rigidità istituzionali dei mercati (del lavoro, dei beni, dei servizi e dei capitali); di conseguenza, suggerisce di rendere flessibile il mercato del lavoro e di aumentare la competitività del sistema migliorando le infrastrutture, riducendo la pressione fiscale  e contributiva , promuovendo la formazione. Per combattere la disoccupazione si possono dunque impiegare strumenti diversi. Ricordiamo gli interventi considerati più rilevanti.

Sostegno della domanda: aumento della domanda globale Quando la disoccupazione dei lavoratori si associa a sottoimpiego di altre risorse produttive presenti nel sistema (impianti, prodotti intermedi ecc.) lo Stato deve intervenire

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U7 La dinamica del sistema economico . C3 Il mercato del lavoro


per aumentare la domanda aggregata. È questa la classica ricetta keynesiana, che punta sugli investimenti pubblici e sulla politica dei redditi per contrastare possibili effetti inflazionistici.

Sostegno dell’offerta: incentivi alle imprese Le imprese creano lavoro e assicurano prospettive di sviluppo se operano in un ambiente favorevole, in un clima di fiducia e in un quadro macroeconomico stabile. Spingono le imprese ad assumere personale i seguenti interventi: • concessione di agevolazioni creditizie e fiscali alle imprese capital saving (cioè che impiegano molto lavoro rispetto al capitale); • riduzione del cuneo fiscale , cioè l’incidenza degli oneri sociali che aumentano il costo del lavoro; • creazione di un quadro legislativo certo (soprattutto in ambito fiscale), fatto di poche leggi, ma chiare, eque e rispettate; • aumento della flessibilità del lavoro, per poter adeguare la forza lavoro alle necessità dell’impresa (flessibilità dell’orario di lavoro, part-time, varie forme di lavoro a termine);

MAPPA 1

• ricostituzione di un dialogo fecondo fra industria e ricerca, per favorire l’innovazione, dato che la sfida tecnologica dei prossimi anni si vince aumentando il numero dei prodotti avanzati che riusciremo a produrre. MAPPA 2 

TIPI DI DISOCCUPAZIONE

LESSICO  Pressione fiscale Rapporto fra la somma complessiva delle entrate tributarie e contributive e il reddito nazionale. Al numeratore del rapporto vengono posti tutti i tributi pagati dai contribuenti, e cioè le entrate coattive della finanza pubblica (imposte dirette e indirette, tasse e contributi, contributi sociali).

 Pressione contributiva Detta anche pressione parafiscale, è il rapporto fra il totale dei contributi sociali pagati coattivamente dai lavoratori e dagli imprenditori agli enti previdenziali e il reddito nazionale.

 Cuneo fiscale Differenza fra i costi sostenuti dal datore di lavoro e il reddito percepito dal lavoratore. È il costo per le imposte sul lavoro (dirette e indirette) e per i contributi previdenziali e sociali che l’impresa sostiene per ciascun dipendente.

può essere

MAPPA 2

FACCIAMO IL PUNTO CONGIUNTURALE

STRUTTURALE

TECNOLOGICA

per diminuzione della domanda nella fase depressiva

aumento dei costi di produzione tale da porre un settore fuori mercato

automazione che sostituisce il lavoro umano

RIMEDI CONTRO LA DISOCCUPAZIONE ricetta keynesiana

ricetta monetarista

SOSTEGNO ALLA DOMANDA

SOSTEGNO ALL'OFFERTA

• investimenti pubblici • politica dei redditi

• agevolazioni creditizie e fiscali • riduzione del cuneo fiscale • flessibilità del lavoro

Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

1. Che cosa si intende per disoccupazione congiunturale? 2. Che cos’è la disoccupazione strutturale? 3. E la disoccupazione tecnologica? 4. Quali sono le strategie per combattere la disoccupazione secondo l’impostazione keynesiana e quella monetarista? 5. Come si possono sostenere la domanda e l’offerta in modo da agire sull’occupazione?

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3 . 7 Giovani e lavoro: l’orientamento Miglioramenti nel mercato del lavoro e necessità di interventi urgenti Il lavoro è la principale risorsa di cui dispone un sistema economico. Fra gli interventi suggeriti per migliorare il mercato del lavoro, i più importanti riguardano: • una migliore formazione professionale per superare la disoccupazione giovanile, affinché le capacità dei lavoratori siano adeguate alle realtà economiche di oggi; • un sistema di formazione permanente lungo l’intero arco della vita del lavoratore. Oggi anche le qualifiche rilasciate dalle scuole non bastano più: molte tecnologie attuali diventeranno obsolete prima che si concluda l’arco della vita professionale di chi entra ora nel mondo del lavoro. È necessario disporre di centri di riqualificazione che facilitino il trasferimento dei lavoratori dai settori in declino ai settori in espansione, oltre a fornire una formazione professionale di base più flessibile; • il superamento del divario di genere, che, nonostante i progressi compiuti negli ultimi anni, rimane ancora una questione cruciale e complessa sia per quanto riguarda la distribuzione dei posti di responsabilità, sia per la differenza di retribuzione percepita a parità di ruoli e di lavoro svolto.

Superare la disoccupazione giovanile: formazione e orientamento In Italia la disoccupazione giovanile, cioè il numero dei disoccupati di età compresa tra i 15 e i 24 anni, è fra le più alte dei Paesi occidentali: siamo ai primi posti della classifica europea, insieme a Grecia e Spagna. Il fenomeno – vera emergenza nazionale – è esploso durante la crisi pandemica, raggiungendo livelli drammatici. Il Rapporto Eures per la gioventù del 2024 rivela dati preoccupanti riguardanti la demografia, l’istruzione e l’occupazione, evidenziando in modo particolare: • la riduzione demografica dei giovani; • il fenomeno della fuga di cervelli; • la precarietà lavorativa; • la disuguaglianza territoriale. La crisi demografica. L’Italia sta affrontando una grave crisi demografica, caratterizzata da un drastico calo del numero di giovani. Negli ultimi vent’anni, il Paese ha perso quasi 3,5 milioni di giovani sotto i 35 anni, registrando una diminuzione percentuale di oltre il 20%. Questo fenomeno sta svuotando il nostro Paese di una risorsa fondamentale per il futuro, come le nuove generazioni. PLUS Una garanzia per i giovani Il programma Garanzia Giovani (Youth Guarantee)

La fuga di cervelli. Il fenomeno della fuga di cervelli dall’Italia si sta aggravando in modo allarmante. Ogni anno circa 18mila giovani laureati scelgono di trasferirsi all’estero per cercare fortuna, registrando un incremento del 281% rispetto a dieci anni prima. Questo esodo di talenti è strettamente connesso a un contesto lavorativo sempre più instabile, caratterizzato da un alto tasso di precariato che coinvolge oltre il 40% dei giovani sotto i 35 anni. Questa situazione di incertezza e discontinuità lavorativa rende difficile per i giovani costruire un futuro professionale solido nel nostro Paese. I DATI PARLANO  La precarietà lavorativa. Il contesto lavorativo in cui si affacciano i giovani non riesce a offrire loro un lavoro stabile e ben remunerato, bensì è caratterizzato da contratti precari, salari bassi e scarse prospettive di crescita, evidenziando un fallimento strutturale nell’affrontare le sfide del mercato del lavoro contemporaneo.

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PLUS

L’indice di miseria Arthur Okun (1928-1980), economista americano ha proposto l’istituzione di un indice di miseria (detto anche indice di sofferenza o anche indice di infelicità), basato sulla somma del tasso di disoccupazione e del tasso di inflazione. Viene impiegato per redigere una classifica – assai poco invidiabile – dei Paesi del mondo per i quali i due dati statistici sono disponibili. Ogni anno infatti l’agenzia Bloomberg diffonde i risultati di una ricerca, che indica gli Stati destinati a diventare più poveri nell’arco dell’anno. Dall’ultima pubblicazione risulta che i

Paesi più “miserabili” sono Venezuela, Iran e Argentina. Questo metodo, molto semplice ma anche rozzo, è stato molto criticato, soprattutto perché le analisi economiche hanno evidenziato che la disoccupazione ha un’influenza molto più negativa sulla vita delle persone rispetto all’inflazione, e quindi l’indice sottovaluta l’infelicità attribuibile alla disoccupazione rispetto a quella attribuita all’inflazione. Tuttavia, quando per un Paese la somma delle due variabili ha un valore elevato, le popolazioni vivono in uno stato di sostanziale malessere.

I DATI PARLANO

PLUS

Una ricetta contro la disoccupazione In occasione del Convegno “10 Nobel per il futuro”, tenutosi alcuni anni fa a Milano, il premio Nobel per l’economia Wassily Leontief (1905-1999) ha esposto una sua teoria per combattere la disoccupazione. Nel presupposto che l’applicazione di tecnologie sempre più labour-saving (cioè che impiegano sempre maggiori quantità di capitali e meno lavoro) provocherà un calo nella domanda di lavoro, il grande economista, preoccupato dell’aumento del divario tra le classi più ricche e quelle più povere che vivono essenzialmente di salario, propone i seguenti due rimedi: • un’integrazione fra il meccanismo dei mercati concorrenziali e un sistema di trasferimento della ricchezza basato sull’offerta di servizi pubblici gratuiti, come la sanità, l’istruzione, la previdenza;

• la graduale trasformazione dei lavoratori in azionisti delle imprese, che grazie al minor costo del lavoro potrebbero diventare più competitive e produrre così maggiori redditi, che potrebbero essere ridistribuiti ai lavoratori-azionisti. Con questa seconda innovazione, essi diventerebbero percettori di redditi misti (da lavoro e da capitale). L’aumento dei redditi provenienti dal risparmio dei lavoratori potrebbe compensare i minori salari (i profitti d’impresa potrebbero aumentare perché la compartecipazione dei lavoratori ai risultati dell’impresa avrebbe come conseguenza un aumento della produttività e dei profitti aziendali). A conferma della bontà di questa proposta, Leontief citava le acquisizioni del controllo del capitale azionario di diverse imprese americane da parte dei lavoratori dipendenti.

Quanto costa la fuga dei cervelli? Secondo un servizio di Milena Gabbanelli per il “Corriere della Sera”, tra il 2011 e il 2021 sono almeno 1,3 milioni i 18-34enni emigrati in Paesi della Ue e in Gran Bretagna. Per ogni giovane straniero che sceglie di vivere da noi, ci sono 17 italiani che abbandonano il Paese. Un esodo che ricorda molto gli anni ’50 e ’60, ma se al tempo a emigrare erano esclusivamente italiani con una istruzione medio-bassa, nei dieci anni presi in considerazione sono circa 390 mila i laureati che hanno lasciato l’Italia. Secondo le stime dell’Ocse la formazione di un diplomato costa allo Stato 77 mila euro, quella di un laureato 164 mila euro,

quella di un dottore di ricerca 228 mila euro. I cervelli in fuga – stimano Valentina Magri e Francesco Pastore nel saggio “Gioventù bloccata” – ci costano 4,5 miliardi di euro all’anno: «Uno spreco di risorse per il sistema di istruzione italiano, che si accolla i costi e cede i benefici all’estero».

FACCIAMO IL PUNTO Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

1. In quali modi la tecnologia influisce sull’occupazione? 2. Perché a lungo termine la tecnologia è un fattore favorevole per l’occupazione? 3. Quali sono le diverse cause dalla disoccupazione? 4. Quali diverse strategie possono essere intraprese per contrastare la disoccupazione? 5. Quali risorse o attività possono essere impiegate per favorire l’occupazione?

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Le disparità territoriali. Le disparità territoriali all’interno dell’Italia aggravano ulteriormente questo problema. Il Sud, in particolare, soffre di tassi di disoccupazione giovanile molto più elevati rispetto al Nord e di salari medi annuali significativamente inferiori. Queste condizioni economiche sfavorevoli limitano fortemente le opportunità dei giovani meridionali di trovare un lavoro stabile e ben remunerato, compromettendo così la loro qualità di vita e le loro prospettive future.

Il ruolo dell’istruzione Per rendere più competitiva la nostra economia e vincere la sfida della crescita, è necessario migliorare l’istruzione e la formazione professionale, entrambe essenziali per innalzare la produttività del nostro sistema. Una leva determinante è la scuola, dove si formano le capacità e le competenze che aiuteranno i giovani a inserirsi nel mondo del lavoro. Essa svolge una fondamentale attività di orientamento , al fine di indirizzarli alle specializzazioni più richieste dal mercato ed evitare il labour mismatch. Una buona formazione scolastica e universitaria, infatti, è la migliore premessa per un soddisfacente inserimento nel mondo del lavoro. Negli ultimi anni sono state introdotte diverse riforme della scuola italiana, e altre sono attese in futuro. Molte innovazioni riguardano proprio il maggior contatto tra lo studio e l’ambiente di lavoro: questa vicinanza può essere rafforzata con sistemi che integrino teoria e pratica, combinando lezioni in aula ed esperienze in azienda. In quest’ambito ha suscitato molto interesse il sistema dei percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento (PCTO)  che ha sostituito il sistema dell’Alternanza Scuola Lavoro: si tratta di un modello in cui le scuole dialogano con le imprese e i professionisti del territorio per offrire nuovi percorsi formativi, in grado di formare e orientare i ragazzi in una maniera più completa e operativa.

PLUS I PCTO

Gli studenti possono così fare esperienza, acquisire competenze e soft skills , trovare ispirazione su come orientarsi verso il futuro. Per valorizzare il percorso fatto, ciascuno studente non deve tralasciare di creare il proprio portfolio, documentando le esperienze significative vissute, le competenze acquisite e spiegando come il percorso abbia contribuito a determinare la strada post diploma da intraprendere. Tutte queste informazioni, a cura degli studenti stessi, confluiscono poi, sotto forma di presentazione, in un progetto digitale da illustrare alla Commissione durante l’Esame di Stato. Al superamento dell’Esame di Stato, insieme con il diploma, viene consegnato il “Curriculum della studentessa e dello studente”, in cui sono indicate le competenze, le conoscenze e le abilità anche professionali acquisite, le attività culturali, artistiche, musicali, sportive e di volontariato, svolte sia in ambito extra-scolastico che in quello dei PCTO, più altre eventuali certificazioni conseguite, ai fini dell’orientamento e dell’accesso al mondo del lavoro, così come previsto dalle Linee guida per l’orientamento.

Investire in istruzione È bene ricordare poi che investire in istruzione e formazione rende: molti studi dimostrano che la laurea, soprattutto nei momenti di crisi, è una garanzia contro la disoccupazione. Lo stesso vale per gli altri studi più avanzati, come i master  post-laurea e la specializzazione di alto livello. Chi è in possesso di queste qualifiche, tra l’altro guadagna, mediamente più di coloro che hanno diplomi di livello inferiore.

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LESSICO

ECONOMIA E REALTÀ

Giovani imprenditori Diverse Regioni italiane hanno approvato leggi che favoriscono il decollo di attività imprenditoriali da parte dei giovani. Anche se le singole Regioni, nell’ambito della propria autonomia, prevedono modalità di volta in volta diverse, si osserva in generale che i giovani tra i 18 e i 35 anni (limite esteso a 40 se si tratta di lavoratori licenziati o in mobilità, di portatori di handicap, lavoratori agricoli ecc.) possono ottenere contributi a fondo perduto in conto capitale e in conto interessi per avviare la propria attività. Già molti giovani hanno colto queste opportunità e avviato promettenti iniziative in vari settori.

In alcune Regioni sono riconosciute particolari agevolazioni creditizie alle iniziative imprenditoriali femminili, alle imprese che utilizzano nuove tecnologie, ai progetti di recupero e riciclaggio dei rifiuti oppure di risparmio energetico o idrico. Ricordiamo che negli Stati Uniti hanno avuto notevole successo i business incubators, finanziati da enti pubblici e privati, con lo scopo di sostenere la formazione di iniziative imprenditoriali giovanili. Sono collegati alle università e hanno già dato origine a migliaia di aziende, che hanno creato oltre centinaia di migliaia di posti di lavoro, in parte anche nel settore “non profit”.

VERSO LE COMPETENZE 1. In che modo le Regioni aiutano i giovani imprenditori? 2. A quali imprese sono riservate alcune particolari agevolazioni? 3. Che cosa sono i “business incubators”? 4. Hai qualche esperienza di giovani che hanno dato vita a un’attività produttiva? Pensi che siano stati aiutati da enti pubblici o privati nella loro nuova avventura? Prova a immaginarti giovane imprenditore: quali ostacoli temi di dover affrontare? Ritieni di avere spirito imprenditoriale?

PLUS

Una scuola migliore aumenta il PIL Mario Draghi, già Governatore della Banca d’Italia dal 2006 al 2011 e della Banca centrale Europea (BCE) dal 2011 al 2019, è stato Presidente del Consiglio dei ministri dal febbraio 2021 al settembre 2023. In molte occasioni ha richiamato la necessità di una valida formazione dei giovani per aumentare la produttività del sistema. Queste le sue parole quando era ancora Governatore della Banca d’Italia. “Occorre proseguire nella riforma del sistema di istruzione con l’obiettivo di innalzare i livelli di apprendimento, che sono tra i più bassi del mondo occidentale anche a

parità di spesa per studente. Troppo ampi restano i divari interni al Paese. Tra Sud e Nord, tra scuole della stessa area, anche nella scuola dell’obbligo. Nelle università è desiderabile una maggiore concorrenza tra atenei, che porti a poli di eccellenza in grado di competere nel mondo; è ancora basso nel confronto internazionale il numero complessivo dei nostri laureati. Secondo valutazioni dell’OCSE, il distacco del sistema educativo italiano dalle migliori pratiche mondiali potrebbe implicare a lungo andare un minor tasso di crescita del PIL fino a un punto percentuale”.

 Orientamento Attività di informazione, svolta in genere da enti pubblici ma anche da società private, per indirizzare i giovani verso le professioni più richieste sul mercato del lavoro.

 Percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento (PCTO) Percorsi progettati e attuati attraverso convenzioni tra scuole e imprese, ordini professionali o enti pubblici, disponibili ad accogliere gli studenti per periodi di apprendimento in una situazione lavorativa.

 Soft skills Competenze che aiutano gli individui ad adattarsi e ad assumere atteggiamenti positivi in modo da riuscire ad affrontare efficacemente le sfide poste dalla vita professionale e quotidiana.

 Master Corso di specializzazione di durata variabile, con lo scopo di approfondire o ampliare le conoscenze apprese durante gli studi universitari. Può essere attivato da un’università, che al termine rilascia il relativo titolo accademico, o da privati che promuovono corsi postlaurea o post-diploma.

429


Avere competenze ampie e solide, inoltre, è un “paracadute” che può essere molto utile per riqualificarsi nella vita lavorativa: i cambiamenti del mercato o delle politiche produttive, le novità tecnologiche, gli imprevisti sempre possibili nel mondo del lavoro possono essere affrontati più agevolmente, se si è in possesso di abilità e competenze continuamente aggiornate, per disporre di maggiori strumenti per adattarsi a un mondo in perpetuo cambiamento. I DATI PARLANO 

Il superamento del divario di genere (gender gap) Nonostante le donne abbiano conquistato maggiori spazi nel mondo del lavoro e nella società, persistono significative disuguaglianze che si manifestano in diversi ambiti.

MAPPA

Le donne, pur rappresentando una percentuale significativa della forza lavoro, sono ancora sotto rappresentate nei ruoli dirigenziali e percepiscono stipendi mediamente inferiori rispetto ai colleghi uomini. Inoltre, le donne sono più frequentemente occupate in lavori a tempo parziale o precari, con minori possibilità di carriera. La difficoltà di conciliare vita lavorativa e familiare rappresenta il principale ostacolo per le donne. Le responsabilità domestiche e di cura dei figli ricadono ancora in modo sproporzionato sulle spalle delle donne, costringendole spesso al part time, limitando di fatto le loro opportunità di carriera e di realizzazione professionale. Infine, sono anche gli stereotipi di genere profondamente radicati nella nostra società a influenzare le scelte di vita delle donne e degli uomini, limitando le aspirazioni e le opportunità delle prime. Per ridurre il divario di genere è necessario un impegno congiunto da parte di istituzioni, imprese e società civile. Un passo in avanti verso la parità salariale si è realizzato con la legge della trasparenza sui salari, ma si attendono ancora azioni positive  per promuovere l’accesso delle donne ai ruoli dirigenziali MAPPA 

INIZIATIVE PER L’OCCUPAZIONE GIOVANILE obiettivi

SOSTENERE L'OCCUPAZIONE GIOVANILE minacce

INVESTIRE NELLA FORMAZIONE

SUPERARE IL GENDER GAP

attraverso

attraverso

labour mismatch calo demografico fuga dei cervelli

attività di orientamento

PCTO

formazione permanente

portfolio

precarietà lavorativa disparità territoriale

430

U7 La dinamica del sistema economico . C3 Il mercato del lavoro

parità retributiva

trasparenza retributiva

azioni positive


I DATI PARLANO

LESSICO

I Neet in Italia Un dramma che affligge un po’ tutti i Paesi europei è quello dei Neet, cioè i giovani fra i 15 e 29 anni che non studiano, non cercano lavoro e non frequentano corsi di formazione. La buona notizia è che in Italia i Neet sono in netto calo. L’Istat certifica che, anche prendendo la fascia d’età più ampia, quella tra i 15 e i 34 anni, il numero dei Neet al termine del 2023 era di 2,1 milioni, in

calo di quasi un milione rispetto ai picchi del 2018 e, complice la pandemia, del 2020 (erano ancora 3.155.000 nel primo trimestre del 2021). L’incidenza dei Neet tra i 15-34enni è diminuita dal 24,6 al 18% tra il 2018 e il 2023. La cattiva notizia è che questi dati, nonostante il calo, registrano comunque l’Italia al terzo posto in Europa per percentuale di Neet, dietro soltanto a Grecia e Romania.

 Azioni positive Misure preferenziali volte alla rimozione degli ostacoli che di fatto impediscono la realizzazione di pari opportunità e sono dirette a realizzare l’uguaglianza sostanziale tra uomini e donne nel mondo del lavoro.

ECONOMIA E REALTÀ

Smart working, un nuovo modo di lavorare Si è affermata, in Italia e in altri Paesi, una nuova modalità di lavoro, che restituisce alle persone un’ampia autonomia nelle scelte degli spazi, degli orari e degli strumenti da utilizzare, a fronte di una maggiore responsabilizzazione del lavoratore sugli obiettivi da realizzare. È lo smart working (in italiano “lavoro agile”), riconosciuto dall’art. 18 della legge n. 81/2017. Nasce da un accordo tra dipendente e datore di lavoro, e la sua caratteristica è di non prevedere vincoli di orario o di luogo di lavoro: la prestazione si può infatti svolgere in parte all’interno dell’azienda e in parte in un altro luogo scelto dal dipendente, che non è necessariamente la sua abitazione. Vantaggi per le parti. Lo smart working presenta notevoli vantaggi: da un lato consente alla persona di conciliare meglio i suoi tempi di vita e di lavoro, dall’altro aumenta la sua produttività (anche del 15%, secondo i calcoli dell’Osservatorio sullo smart working del Politecnico di Milano). A ciò si aggiunga anche un importante beneficio dal punto di vista dell’ambiente, se si pensa ai minori spostamenti in auto o in treno per raggiungere il luogo di lavoro, con la conseguente riduzione di emissioni nocive. L’opportunità di lavorare da casa può rappresentare la soluzione ottimale specie per le donne, che spesso si trovano in grandi difficoltà a conciliare il ruolo di madre con quello di lavoratrice.

L’impegno delle imprese. Per favorire questa nuova forma di lavoro molte imprese hanno messo a disposizione dei dipendenti le dotazioni tecnologiche necessarie,, a partire da PC, tablet, smartphone, SIM aziendali, piattaforme per riunioni virtuali. L’intera organizzazione aziendale si è dovuta adeguare, strutturando il lavoro per obiettivi. Sono stati avviati anche numerosi corsi di formazione, sia specifici sullo smart working, sia sulla gestione delle risorse, sulla cyber security e sulla digitalizzazione dei processi aziendali. Si noti che a norma di legge il datore di lavoro è responsabile della sicurezza e del buon funzionamento degli strumenti tecnologici assegnati al lavoratore per lo svolgimento del lavoro. Non mancano però gli svantaggi. Tra questi il principale è un possibile senso di isolamento e il distacco dall’organizzazione e la difficoltà a separare i tempi dedicati al lavoro da quelli della vita privata. Entrambi però potrebbero essere affievoliti nel caso in cui il lavoratore scegliesse di lavorare in luoghi diversi dalla propria abitazione, ma comunque vicino a casa. Uno sguardo al futuro. Un’indagine del Politecnico di Milano indica che lo smart working si diffonderà sempre di più in futuro. Secondo gli ultimi dati disponibili quasi il 50% dei dipendenti lavora in questa modalità e si supererà il 60% nel giro di qualche anno.

VERSO LE CONOSCENZE

1. In che cosa consiste lo smart working? 2. Come si sono dovute riorganizzare le imprese? 3. Quali sono i vantaggi di questa nuova forma di lavoro? 4. Quali sono gli svantaggi?

VERSO LE COMPETENZE

1. Perché sono importanti i corsi di formazione organizzati dalle imprese? 2. Quali sono le prospettive per il futuro? 3. Immaginandoti lavoratore o lavoratrice del futuro, ti piacerebbe lavorare da remoto o preferiresti farlo nei locali della tua azienda?

FACCIAMO IL PUNTO Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

1. Quali sono le aree di miglioramento per l’occupazione giovanile?

2. Perché la fuga dei cervelli danneggia il nostro Paese? 3. Ch cosa sono le soft skills? 4. Quali diverse strategie possono essere intraprese per superare il divario di genere?

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PLUS

Orientamento. Mettiti alla prova: quanto sei soft? Riportiamo qui un test di autovalutazione sulle soft skills proposto da Alma Laurea, un consorzio interuniversitario che mette in comunicazione il mondo universitario con quello professionale. Attraverso questo test è possibile formarsi un’idea iniziale delle proprie abilità trasversali, per valutare se qualche aspetto ha bisogno di essere rafforzato o curato con maggiore attenzione. Le abilità traversali o soft skills sono spesso valutate dalle aziende ai fini di un potenziale impiego (la cosiddetta employability): è bene quindi conoscerle e cercare di migliorarle. Autonomia - È la capacità di svolgere i compiti assegnati senza bisogno di una costante supervisione, facendo ricorso solo alle proprie risorse. Fiducia in se stessi - È la consapevolezza del proprio valore, delle proprie capacità e delle proprie idee al di là delle opinioni degli altri. Flessibilità / Adattabilità - Significa sapersi adattare a contesti lavorativi mutevoli, essere aperti alle novità e disponibili a collaborare con persone che hanno punti di vista diversi dal proprio. Resistenza allo stress - È la capacità di reagire positivamente alla pressione lavorativa, mantenendo il controllo della situazione e rimanendo focalizzati sulle priorità, senza trasferire su altri le proprie eventuali tensioni. Capacità di pianificare e organizzare - È la capacità di realizzare idee, identificando obiettivi e priorità e, tenendo conto del tempo a disposizione, pianificarne il processo, organizzandone le risorse. Precisione / Attenzione ai dettagli - È l’attitudine a essere diligenti e attenti a ciò che si fa, curando i particolari e i

dettagli del proprio lavoro per raggiungere il risultato finale. Capacità di apprendere in maniera continuativa - È la capacità di riconoscere le proprie lacune e le proprie aree di miglioramento, attivandosi per acquisire e migliorare sempre più le proprie conoscenze e competenze. Capacità di conseguire obiettivi - È l’impegno, la capacità, la determinazione che si mette nel conseguire gli obiettivi assegnati, per riuscire a raggiungerli e, se possibile, a superarli. Abilità nel gestire le informazioni - Consiste nella capacità di acquisire, organizzare e riformulare efficacemente dati e conoscenze provenienti da fonti diverse, per uno scopo definito. Intraprendenza / Spirito di iniziativa - È la capacità di sviluppare idee e di saperle organizzare in progetti dei quali si persegue la realizzazione, mostrandosi anche disponibili a correre eventuali rischi per riuscirci. Capacità comunicativa - È la capacità di trasmettere e condividere in modo chiaro e sintetico idee e informazioni con tutti i propri interlocutori, di ascoltarli e di confrontarsi efficacemente con loro. Attitudine al Problem solving - È un approccio al lavoro che, identificandone le priorità e le criticità, permette di individuare le migliori soluzioni possibili ai problemi. Attitudine al Team working - È la disponibilità a lavorare e collaborare con gli altri, avendo il desiderio di costruire relazioni positive tese al raggiungimento del compito assegnato. Capacità di leadership - È la capacità di condurre, motivare e trascinare gli altri verso mete e obiettivi ambiziosi, creando un clima di consenso e fiducia.

VERSO LA CONSAPEVOLEZZA 1. Leggi con attenzione la definizione di ogni abilità e assegnati un voto da un minimo di 1 a un massimo di 5 per ciascuna di esse, compilando la tabella che segue. 2. Rifletti: che cosa potresti fare per acquisire le competenze che ti sembra di non possedere o che cosa potresti fare per implementare quelle che già possiedi? 3. Discutete in classe: quando lavorate in gruppo, fate squadra? Emerge qualcuna delle attitudini sopra descritte? ABILITÀ TRASVERSALE Autonomia Fiducia in se stessi Flessibilità / Adattabilità Resistenza allo stress Capacità di pianificare e organizzare Precisione / Attenzione ai dettagli Capacità di apprendere in maniera continuativa Capacità di conseguire obiettivi Abilità nel gestire le informazioni Intraprendenza / Spirito di iniziativa Capacità comunicativa Attitudine al Problem solving Attitudine al Team working Capacità di leadership

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COME POTREI MIGLIORARLA

U7 La dinamica del sistema economico . C3 Il mercato del lavoro

VOTO


E ORIENTAMENTO

ECONOM

IA

Il dibattito sull’impatto dell’IA sul lavoro Le posizioni degli economisti sull’intelligenza artificiale utilizzata nell’ambito lavorativo sono diverse. Innanzitutto bisogna distinguere tra gli effetti dell’IA sulla crescita e la produttività e gli effetti sulla diseguaglianza. Gli effetti sulla crescita dipendono dalla valutazione di due grandezze difficilmente quantificabili: quante sono le occupazioni umane sostituibili con IA e quanti risparmi sui costi si realizzano effettivamente.. Secondo l’economista Philippe Aghion, l’IA, diversamente dalle tecnologie precedenti, non solo migliora la produttività del lavoro umano, ma migliora anche la capacità stessa di produrre nuove idee. Diversa è l’opinione di Daron Acemoglu, economista esperto degli incentivi che muovono le nuove scoperte tecnologiche. Il punto è che la “direzione” delle nuove scoperte tecnologiche non è casuale, ma è condizionata dalle istituzioni (governi, imprese e sindacati).

La direzione può essere di due tipi: sostitutiva della forza lavoro umana o complementare a essa (cioè una innovazione che aiuta gli uomini a essere più produttivi sul lavoro senza sostituirli). Acemoglu ritiene che l’IA sia tendenzialmente sostitutiva del lavoro umano, non produce nuove idee originali e non avrà grandi effetti sulla crescita. Tutti però sono d’accordo che un effetto sulla diseguaglianza ci sarà: sulla base degli studi relativi alla sostituzione dei lavoratori a opera della tecnologia, si è rilevato che alcune occupazioni “routinarie” e ripetitive vengono sostituite, ma tendenzialmente il lavoro non scompare del tutto, sono i salari a soffrirne di più: vengono favoriti i lavori manuali o quelli di concetto che sono difficilmente sostituibili. Adattato da https://www.ilfoglio.it/tecnologia/2024/06/08/ news/complementare-o-sostitutiva-il-dibattito-sull-impatto-dell-ia-sul-lavoro--6621767/

LEGGI E RIFLETTI

• L’IA è in grado, secondo di te, di produrre nuove idee? • Quali sono i rischi per l’occupazione secondo i sostenitori dell’IA sostitutiva? • Quali sono le possibili conseguenze, derivanti dall’introduzione dell’IA, per la distribuzione del reddito?

METTITI ALLA PROVA

• Cerca in Internet dati recenti sull’impatto dell’IA sul mercato del lavoro a livello internazionale. • Crea un’infografica in formato digitale relativa ai dati raccolti (puoi utilizzare, ad esempio, Canva), specificando la fonte. • Confronta il tuo elaborato con quello dei tuoi compagni di classe. Emergono differenze significative sui dati raccolti e rappresentati nell’infografica?

PROFESSIONI E COMPETENZE DEL FUTURO

L’alfabetizzazione in materia di IA (AI literacy) è l’insieme delle competenze che consentono di comunicare e collaborare in modo consapevole, critico, responsabile e produttivo con i sistemi di intelligenza artificiale. • Cerca in Internet il quadro europeo delle competenze digitali (DigComp 2.2). • Individua nel documento alcuni esempi significativi di “alfabetizzazione” in materia di IA. • Crea una presentazione (puoi utilizzare, ad esempio, Power Point o Presentazioni Google) nella quale indichi le conoscenze, abilità e attitudini che ritieni più importanti per il tuo futuro professionale. Motiva le tue scelte.

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CAPITOLO

3

Il mercato del lavoro Sintesi

Ascolta e ripassa

3 . 1 Il mercato del lavoro

Il mercato del lavoro è formato dalle relazioni tra i soggetti (imprese) che offrono e quelli che domandano lavoro (lavoratori). Le forze di lavoro comprendono occupati, disoccupati e inattivi. Dato che il sistema economico non è più in grado di garantire una crescita in grado di assorbire tutta la forza lavoro disponibile, la disoccupazione è il principale problema delle economie moderne. Essa ha elevati costi economici e sociali in quanto causa perdita di prodotto e di competenze professionali.

3 . 2 La misura della disoccupazione I parametri statistici che riguardano la disoccupazione sono: . il tasso di disoccupazione dato dal rapporto tra numero dei disoccupati e il totale della forza lavoro; . tasso di occupazione dato dal rapporto tra numero degli occupati e popolazione; . il tasso di attività dato dal rapporto tra le forze di lavoro e il totale della popolazione; . il tasso di inattività dal rapporto fra gli inattivi e il totale della popolazione.

3 . 3 La disoccupazione in Italia

In Italia il tasso di attività ha registrato una marcata tendenza alla diminuzione a partire dagli anni ’70 del secolo scorso per varie cause, tra le quali l’invecchiamento della popolazione e la diminuzione degli addetti in agricoltura. La disoccupazione è maggiore al Sud, tra i giovani e le donne.

3 . 4 Disoccupazione e tecnologica

Gli effetti dello sviluppo tecnologico sull’occupazione sono controversi: per alcuni economisti il progresso fa crescere la disoccupazione, per altri invece nel lungo periodo esercita effetti positivi anche sull’occupazione, soprattutto nei settori più innovativi.

3 . 5 Le cause della disoccupazione Possono essere diverse: . se è congiunturale dipende dal calo della domanda e si presenta nelle fasi depressiva del ciclo; . se è strutturale riguarda un settore che ha perso competitività; . se è tecnologica è determinata dalle innovazioni tecniche.

3 . 6 I rimedi contro la disoccupazione

I campi di intervento per la lotta alla disoccupazione riguardano: . il sostegno della domanda mediante l’aumento degli investimenti pubblici; . le misure mirate a favorire le imprese (agevolazioni creditizie, fiscali e flessibilità del lavoro).

3 . 7 Giovani e lavoro: l’orientamento

Per rendere il mercato del lavoro più efficiente occorre puntare a: migliorare la formazione professionale; rendere la formazione un processo permanente; superare il divario di genere. In Italia la disoccupazione giovanile è una vera e propria emergenza ed è aggravata da fenomeni come la fuga dei cervelli e la precarietà lavorativa.

. . .

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U7 La dinamica del sistema economico . C3 Il mercato del lavoro


Mappa da completare Dopo aver ripassato i contenuti dell’Unità, completa la mappa inserendo correttamente gli elementi mancanti scelti tra i seguenti attività • disoccupazione • strutturale • divario di genere • enti pubblici • formazione professionale • imprese • lavoratori • occupazione MERCATO DEL LAVORO ___________________

___________________

MISURA DELLA DISOCCUPAZIONE

tasso di ____________

tasso di ____________

tasso di ____________

tasso di ____________

TIPI DI DISOCCUPAZIONE

Disoccupazione congiunturale

Disoccupazione frizionale

Disoccupazione ___________________

Disoccupazione tecnologica

RIMEDI CONTRO LA DISOCCUPAZIONE

Sostegno della domanda globale con investimenti pubblici

Interventi a favore delle imprese

Interventi per la ___________________ ___________________

Interventi per superare il ___________________

RISPONDI ORA ALLE DOMANDE 1. Perché il problema dell’occupazione è importante nelle moderne economie? 2. Quali sono i maggiori costi della disoccupazione? 3. Come si combatte la disoccupazione secondo i monetaristi? 4. Come si combatte la disoccupazione secondo gli economisti keynesiani? 5. Sai definire la disoccupazione strutturale? 6. Come si calcola il tasso di disoccupazione?

435


CAPITOLO

3

Il mercato del lavoro Esercizi

Consolidiamo le conoscenze... SCELTA MULTIPLA 1. Completa l’affermazione scegliendo la frase corretta fra quelle proposte. 1. La disoccupazione che deriva da cambiamenti fondamentali nella struttura dell’economia si dice a  congiunturale b  frizionale

c  tecnologica d  strutturale

2. La disoccupazione che si verifica durante la fase depressiva del ciclo si chiama a  strutturale b  frizionale

c  tecnologica d  congiunturale

3. È frizionale la disoccupazione che raggiunge il livello del a  4-5%

b  7-8%

c  9-10% d  12-15%

4. Il tasso di occupazione è dato dal rapporto fra il numero degli occupati e a  la forza lavoro b  la popolazione totale c  la popolazione attiva d  il numero delle persone in cerca di occupazione 5. Il rapporto fra forza lavoro e popolazione dà il a  tasso di attività b  tasso di occupazione c  tasso di disoccupazione d  tasso di inattività 6. La popolazione attiva comprende a  gli attivi occupati e i disoccupati b  solo gli attivi occupati c  gli attivi occupati e i disoccupati in senso stretto d  gli attivi occupati e le persone in cerca di prima occupazione 7. Secondo Keynes la domanda di lavoro da parte delle imprese dipende dal livello a  dei salari b  della disoccupazione c  delle vendite attese d  delle importazioni 8. Secondo i monetaristi è un rimedio contro la disoccupazione a  la riduzione del cuneo fiscale b  l’aumento delle imposte c  la politica dei redditi d  il labour mismatch 9. Secondo i keynesiani non è un rimedio contro la disoccupazione

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Esercizi interattivi

a  aumentare la spesa pubblica b  aumentare gli investimenti c  aumentare le imposte d  diminuire le imposte

COMPLETAMENTI 2. Completa il brano inserendo i termini appropriati tra quelli proposti. attività • crisi • diplomati • disoccupazione • formazione • inferiore • istruzione • lavoro • mancanza • mercato • occupazione • presenza • studio • sviluppo • tasso L’investimento in _____________ consente in generale una migliore riuscita sul mercato del _____________. Il _____________ di occupazione è infatti fortemente correlato con il titolo di _____________: i giovani laureati risultano occupati per circa l’80% mentre quelli che possiedono solo la licenza elementare risultano occupati per circa il 45%. Il tasso di _____________ delle giovani laureate rimane al di sotto di quello dei coetanei maschi, per scelte di vita diverse o anche perché le ragazze tendono a laurearsi in indirizzi (quale quello letterario) che trovano forti difficoltà di assorbimento nel _____________ del lavoro. Il possesso di un titolo di studio superiore non sempre basta a garantire dal rischio di _____________. In periodi di _____________ economica, come l’attuale, la difficoltà di trovare un’occupazione è grande per tutti i giovani che si affacciano sul mercato del lavoro, anche per i giovani laureati: costituisce un handicap per tutti la _____________ di esperienza professionale. Per entrambi i sessi e in tutte le ripartizioni geografiche, la quota dei disoccupati di lunga durata (oltre un anno) è, per i laureati, inferiore rispetto ai coetanei con titolo di studio meno elevato. In definitiva all’aumentare del livello di _____________ cresce la probabilità di trovare un lavoro e di conservarlo.

ASSOCIAZIONE 3. Associa i soli tassi corretti del primo elenco con una sola definizione del secondo e completa la tabella. Non tutte le espressioni elencate sono corrette. Tasso di Tasso di Tasso di

U7 La dinamica del sistema economico . C3 Il mercato del lavoro


1. Tasso di occupazione 2. Tasso di attività 3. Tasso di lavoro 4. Tasso di disoccupazione 5. Tasso di impiego

a. Rapporto tra il numero dei disoccupati e il totale della forza lavoro b. Rapporto tra il numero degli occupati e la popolazione totale c. Rapporto tra le forze di lavoro e la popolazione totale d. Rapporto tra la popolazione totale e il numero degli occupati

PREPARATI ALLA PROVA ORALE 4. Tra parentesi i paragrafi di riferimento. 1. Da chi è composta la forza lavoro di un paese? (3.1) 2. Che cosa succede all’occupazione nelle fasi di espansione e di ripresa? (3.1) 3. Quali sono i tipi di disoccupazione? (3.1) 4. Quali effetti produce la disoccupazione nel sistema economico e nella società? (3.1) 5. Come viene calcolato il tasso di disoccupazione con riferimento a un certo anno? (3.2) 6. A che cosa è dovuta la riduzione del tasso di attività in Italia? (3.3) 7. Qual è stato l’andamento del tasso di disoccupazione in Italia negli ultimi anni? (3.3) 8. Quali sono le possibili conseguenze del progresso tecnologico sulla disoccupazione? (3.4)

9. Sei in grado di individuare le cause della disoccupazione? (3.5) 10. In quale direzione si deve agire secondo i keynesiani per combattere la disoccupazione? (3.6) 11. Quali attività è possibile intraprendere per migliorare il mercato del lavoro? (3.6) 12. Quali sono le criticità rilevate dal Rapporto 2024 riguardo l’occupazione giovenile? (3.7) 13. Quali sono gli investimenti che sarebbe opportuno realizzare per favorire l’occupazione giovanile? (3.7) 14. Perché la formazione permanente è ritenuta un fattore decisivo per l’occupazione? (3.7) 15. Perché a scuola si dedicano tante ore ed energie all’orientamento e ai PCTO? (3.7)

... per sviluppare le competenze CASI PRATICI 5. Esamina ciascun caso e fornisci delle soluzioni o rispondi motivando. 1. Il mercato del lavoro in italia. La misura della disoccupazione In Italia nel 2015 gli occupati erano 22,465 milioni, i disoccupati 3,033 milioni, la forza lavoro 25,498 milioni, su una popolazione di 60,441 milioni di abitanti. Dopo aver definito che cosa rappresentano i rispettivi tassi e aver fatto gli opportuni calcoli, rispondi.

1. Che cosa sono il tasso di occupazione e quello di disoccupazione? E a quanto ammontano? 2. E il tasso di attività? 3. Confronta ora i dati ottenuti con gli stessi relativi all’anno 2024 riportati a pag. 420, e scrivi il testo di un breve servizio con il quale il Tg della sera informa i cittadini sull’andamento del fenomeno della disoccupazione negli ultimi anni.

2. La forza lavoro. Quattro amici al bar Una domenica sera, a causa di un prolungato ritardo dei treni annunciato alla stazione, quattro ragazzi che non si conoscono tra loro, si siedono al tavolino di un bar e, per passare il tempo, cominciano a parlare del motivo per il quale sono in procinto di prendere quel treno. L’indomani è lunedì e tutti si preparano ad affrontare la settimana Francesco ha lezione all’università, vive con la propria famiglia e tra lezioni, studio e tirocinio ormai non ha più possibilità di lavorare, infatti è più di un anno che ha lasciato il suo lavoro. Andrea, dopo la scuola ha frequentato un corso professionalizzante e lavora già da un anno in un’impresa meccanica.

Mattia sta cercando lavoro perché, dopo aver lavorato per due anni in una piccola sartoria, è rimasto senza lavoro: il suo datore di lavoro, non reggendo più la concorrenza delle grandi catene, ha chiuso l’attività. Viola è laureata in Pedagogia e sta cercando lavoro in uno studio professionale o presso una scuola. 1. I quattro ragazzi sono tutti parte della forza lavoro del Paese? 2. Prendendo come riferimento il mondo del lavoro, individua per ciascuno di essi la categoria alla quale appartiene. 3. Quale ulteriore suddivisione è possibile operare tra Mattia e Viola?

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UNITÀ

7 La dinamica del sistema economico Verifica di fine Unità

COMPRENSIONE Competenze attivate • Comunicazione nella madrelingua • Competenza digitale • Imparare a imparare • Competenze civiche e di cittadinanza

1 NUOVO TAGLIO DEI TASSI Confcommercio: “Il calo dell’inflazione è un segnale di speranza per l’economia” Con queste parole, nel mese di ottobre 2024, il direttore dell’Ufficio Studi di Confcommercio, Mariano Bella, ha commentato i dati preliminari dell’Istat sui prezzi al consumo. Ecco il suo commento: “il rallentamento dell’inflazione rilevato a settembre, superiore alle nostre stime, è un segnale di speranza per la possibilità di performance dell’economia nei mesi autunnali meno stagnanti rispetto a quanto rilevato in estate. In un contesto in cui la fiducia delle famiglie mostra segnali di miglioramento il permanere di una dinamica dei prezzi molto contenuta, soprattutto per quei beni e servizi acquistati con maggior frequenza, potrebbe agevolare il trasferimento del recupero della capacità reddituale sui consumi”… “Miglioramento del contesto che potrebbe essere favorito anche da un atteggiamento più “coraggioso” da parte della BCE. Anche alla luce dei significativi rientri dell’inflazione rilevati in altri grandi Paesi europei, Francia e Spagna, si rende sempre più urgente l’avvio di una politica monetaria in grado sia di stimolare la crescita della domanda delle famiglie sia di migliorare la capacità d’investimento delle imprese”.

Analisi del testo 1. Quale significato ha l’espressione mesi autunnali meno stagnanti presente nel testo? 2. A che cosa si riferisce Mariano Bella, parlando di segnali di speranza? 3. Facendo riferimento alle fasi del ciclo economico che hai studiato, in quale fase ti sentiresti di collocare l’economia così come descritta nel brano? 4. Da quali espressioni l’hai desunto? 5. Che cosa si intende con l’espressione il permanere di una dinamica dei prezzi molto contenuta? 6. Nel testo, quale precisazione rispetto ai consumi permette di agevolare il recupero della capacità reddituale sui consumi? 7. Che cosa auspica Mariano Bella con la seguente espressione tratta dal testo: un atteggiamento più “coraggioso” da parte della BCE?

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U7 La dinamica del sistema economico

Rispondi alle seguenti domande, rifacendoti a quanto hai appreso in questa Unità 1. L’inflazione scende ancora: è una buona notizia per l’economia? 2. Quali azioni sono indice di maggiore fiducia da parte dei cittadini? 3. Perché attraverso il contenimento dei prezzi può realizzarsi un recupero della capacità reddituale sui consumi? 4. Quale tipo di interventi potrebbe compiere la BCE se accogliesse l’invito di Mariano Bella? 5. Se in presenza di inflazione lo stipendio nominale di un lavoratore rimane invariato, in che senso è possibile sostenere che il lavoratore subisce una diminuzione reale del suo stipendio?

2 IL GENDER GAP.

L’OCCUPAZIONE FEMMINILE

Negli ultimi anni sono stati fatti molti passi avanti per migliorare l’equità retributiva e superare soprattutto il gap di genere. L’inclusione, infatti, continua a giocare un ruolo di primo piano, anche perché valori come la diversità, l’equità e l’inclusione (DEI) per i lavoratori influiscono sulla decisione di rimanere o meno all’interno di un’azienda. I numeri italiani dicono che il 24% dei lavoratori (media tra il 28% degli uomini e il 19% delle donne) pensa che negli ultimi 3 anni la gender pay equality sia migliorata e anche le politiche DEI siano migliorate per il 27% (cioè per il 29% degli uomini e il 25% delle donne). Se il 35% afferma di non aver mai partecipato all’interno dell’azienda a iniziative per favorire le politiche DEI, il 33% ha partecipato a staff training, il 18% a eventi di sensibilizzazione, il 12,4% afferma che la propria azienda ha attuato una revisione dei dati demografici aziendali per identificare aree di miglioramento. Una delle vie per migliorare l’equità retributiva che sta diventando un tema sempre più importante è sicuramente la trasparenza. Il Parlamento europeo con l’approvazione della direttiva sulla trasparenza salariale ha posto fine al cosiddetto “segreto retributivo”, per dotare i lavoratori e le lavoratrici dei mezzi necessari per far valere il loro diritto alla parità di retribuzione tra uomini e donne per uno stesso lavoro o per un lavoro di pari valore attraverso una serie di misure vincolanti. La mancanza di trasparenza retributiva è stata individuata come uno dei principali ostacoli


all’eliminazione del divario retributivo di genere. Le certificazioni sicuramente stanno aiutando a individuare le problematiche e a impostare percorsi strutturati per risolverle. In Italia, con la legge 162/2021 è stata introdotta la certificazione di genere. Secondo i dati ADP Research Institute, in Italia, si sente ancora sottopagato il 48% delle donne. Non solo: in Italia il 43% dei dipendenti (media tra il 50% degli uomini e il 36% delle donne) ha ottenuto un incremento medio dello stipendio pari al 5,5%: gli uomini affermano che la loro retribuzione è aumentata del 5,8%, rispetto al 5,2% delle donne.

Comprensione del testo 1. Che cosa si intende per gender gap?

VERSO LE COMPETENZE 1. Vai alla pagina Ufficio stampa del sito italiano dell’ADP Research Institute (https://it.adp.com/ chi-siamo/ufficio-stampa.aspx) e scegli un argomento che ti interessa. Prepara una presentazione o un’infografica da illustrare ai tuoi compagni. 2. Il Consiglio europeo ha adottato nuove norme sulla trasparenza retributiva il 24 aprile 2023 ponendo fine al cosiddetto “segreto retributivo”. Approfondisci il contenuto della direttiva cercandola sul sito istituzionale del Consiglio europeo, alla voce Trasparenza retributiva nell’UE oppure su altri siti dedicati al tema. Prepara una presentazione o un’infografica su quanto hai letto mettendo in evidenza il contenuto delle nuove norme. In particolare: • i principali obiettivi della direttiva;

2. Che cosa sono le “politiche DEI”?

• in quale modo sarà operativa;

3. Che cosa si intende per equità retributiva? 4. Qual è stato, per anni, un ostacolo all’eliminazione del divario di genere?

• c ome verranno risarcite le vittime di discriminazione retributiva e come saranno sanzionati i datori di lavoro che non rispettano le norme.

COMPLETAMENTO 1. Facendo riferimento al capitolo 1.2, completa la tabella descrivendo, ove presenti, la posizione, le attività e la percezione di ciascun operatore. ESPANSIONE ed euforia da acquisto FAMIGLIE Ottimismo Elevata domanda di beni e servizi IMPRESE

CRISI

DEPRESSIONE

RIPRESA

Calo della produzione…

STATO

Politica monetaria espansiva…

BANCHE

Discesa dei tassi..

2. Facendo riferimento al capitolo 2.4, completa la tabella indicando se, in una congiuntura segnata da insistente inflazione: • ti troveresti in una situazione di vantaggio o di svantaggio; • quale sarebbe la tua scelta nel caso tu dovessi compiere una delle azioni descritte in tabella. Se tu...

… in quale situazione ti troveresti?

avessi un mutuo a tasso variabile avessi un mutuo a tasso fisso avessi delle cambiali a scadenza un anno avessi acquistato una macchina a rate avessi degli investimenti obbligazionari avessi prestato del denaro Se tu...

…quale scelta compiresti?

dovessi scegliere come investire il tuo risparmio dovessi scegliere tra mutuo fisso o variabile per l’acquisto della casa dovessi pagare una macchina in contanti o a rate

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UNITÀ

7 La dinamica del sistema economico Verifica di fine Unità

CASI PRATICI Competenze attivate complessivamente per tutti i casi • Comunicazione nella madrelingua • Competenze logico matematiche • Competenza digitale • Imparare a imparare • Civiche e di cittadinanza • Imprenditorialità • Consapevolezza ed espressione culturali

1 EFFETTI DELL’INFLAZIONE SU UNA

PICCOLA AZIENDA. UNA SCELTA AMARA PER DOLCI SORPRESE

“Dolci Sorprese” è una pasticceria a conduzione familiare che produce torte artigianali da tre generazioni. Negli ultimi anni, l’azienda ha goduto di un discreto successo, grazie alla qualità dei suoi prodotti e alla fedeltà dei clienti. Tuttavia, di recente, proprio quando l’azienda si accingeva a investire e ampliare l’offerta offrendo ai clienti la possibilità di gustare i prodotti nel locale aggiungendo tavolini e assumendo camerieri, si trova ad affrontare una serie di sfide legate all’improvviso aumento dei costi di produzione e non solo. A causa della carenza di manodopera specializzata e affidabile, i proprietari sono stati costretti ad aumentare i salari dei propri dipendenti per motivarli a non cercare lavoro altrove. Inoltre, l’energia elettrica e il gas naturale, necessari per la produzione e la conservazione dei dolci, hanno registrato un forte incremento dei prezzi. Infine, sempre più supermercati e grandi catene di distribuzione stanno lanciando sul mercato dolci freschi a prezzi più competitivi. I proprietari sono molto preoccupati e temono di dover chiudere l’azienda.

Rispondi 1. Aumentare i prezzi dei prodotti, potrebbe essere una valida strategia? Scrivi almeno una ragione favorevole e una contraria a questa soluzione e poi esprimi la tua personale opinione. 2. Quali strategie potrebbe adottare l’azienda per far fronte a questa situazione? 3. A tuo avviso, le caratteristiche dell’azienda (dimensione, settore di attività, altro) sono fattori che la rendono vulnerabile alle conseguenze dell’inflazione? 4. Quali politiche economiche potrebbero essere adottate dal Governo per mitigare gli effetti dell’inflazione sulle piccole imprese?

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U7 La dinamica del sistema economico

2 CICLI ECONOMICI. L’OMBRA SUI PANNELLI SOLARI

L’azienda “Sole” produce pannelli solari di alta gamma. Negli ultimi cinque anni, ha vissuto un periodo di forte crescita, grazie all’aumento della domanda di energia sostenibile e all’investimento in nuove tecnologie per la produzione. Tuttavia, negli ultimi mesi, l’azienda ha iniziato a notare un rallentamento delle vendite. Per contrastare l’inflazione, le autorità monetarie hanno aumentato i tassi di interesse, rendendo più costosi i prestiti per le famiglie e le imprese. I bonus concessi per l’adeguamento energetico non sono più stati rinnovati e chiedere un prestito per l’installazione è diventato più costoso. Anche le imprese hanno difficoltà a fare investimenti vista l’incertezza generale e il rallentamento dell’economia che presenta una diminuzione del Pil e dell’occupazione. Solo i tassi di interesse sono in aumento.

Rispondi 1. In quale fase del ciclo economico si trova l’economia nazionale? 2. Da quali indicatori si può dedurre? 3. Quali indicatori suggeriscono la fase precedente? 4. Quali sono le possibili cause del rallentamento delle vendite dell’azienda? 5. Quali strategie potrebbe adottare l’azienda per affrontare questa situazione? 6. Quali sono i possibili impatti di queste decisioni sull’azienda stessa e sui suoi dipendenti?

3 MISURA DELL’INFLAZIONE. IL PANIERE La composizione del paniere di beni e servizi selezionati per misurare il tasso e l’incidenza dell’inflazione, viene aggiornato di anno in anno in relazione alle abitudini di spesa e agli usi dei consumatori. Conoscerne la composizione nei diversi anni è molto interessante perché fornisce un immagine dei cambiamenti intervenuti nel corso degli anni nella nostra società. Scegli tra i diversi panieri che si sono realizzati dal 1928 ad oggi in Italia, almeno 8 beni che ti sembrano particolarmente caratteristici dell’epoca in cui sono stati inseriti motivando il perché della tua scelta e scrivendo un tuo commento su ciascuno di essi. Per trovare i panieri anno per anno digita su un motore di ricerca: Istat Evoluzione paniere 1928 - 2024 Per saperne di più, consulta il sito: https://www. istat.it/news-dati-alla-mano/storia-del-paniere-storia-degli-italiani/


COMPITO DI REALTÀ LAVORIAMO SUL TERRITORIO Gruppi

Piccoli gruppi, secondo le indicazioni dell’insegnante

Tempi

Un’ora per rivedere tutti insieme quanto avete studiato sul lavoro giovanile, per organizzare il lavoro e dividersi in gruppi; più lavoro di gruppo in orario extrascolastico Due ore per la presentazione alla classe del proprio lavoro e debriefing

Comunicazione nella madrelingua Competenza digitale a imparare Competenze Imparare Competenza sociale e civica Imprenditorialità Consapevolezza ed espressione culturale Nella sede del Comune della vostra città è al lavoro una squadra di consulenti del lavoro incaricata di sviluppare un progetto per ridurre il tasso di disoccupazione giovanile. I consulenti hanno chiesto di essere affiancati da un gruppo di studenti per definire, insieme con loro, un piano concreto di interventi da realizzare sul territorio. Il frutto del lavoro andrà presentato a potenziali finanziatori (per esempio amministrazioni locali, imprese, fondazioni) nella sala consiliare.

CONSEGNA Realizzate una presentazione efficace per illustrare un progetto a favore dell’occupazione giovanile sul vostro territorio a potenziali finanziatori (per esempio amministrazioni locali, imprese, fondazioni) e una bozza di volantino. ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO Tutti insieme, in classe Presentazione del lavoro da svolgere, data di consegna e organizzazione della prima fase. Ripercorrete insieme l’ultimo paragrafo del capitolo 3 dell’Unità studiata. PRIMA FASE. Analisi del contesto Separatamente o insieme, secondo le indicazioni dell’insegnante, cercate le informazioni

necessarie: • dati sulle caratteristiche del mercato del lavoro locale, aziende presenti, ecc.; • competenze richieste dalle imprese e le difficoltà incontrate dai giovani nella ricerca di lavoro, con la stessa modalità del punto precedente; • analisi delle politiche attive del lavoro già esistenti e della loro efficacia. • Questa fase può essere svolta attraverso ricerche on line, interviste a persone inserite nel contesto lavorativo, indagini sul territorio. Divisi in gruppi, in classe (o a casa)

SECONDA FASE. Progettazione di interventi Alla luce di quanto emerso nella prima fase: • identificate almeno tre azioni concrete per migliorare l’occupabilità dei giovani (es. corsi di formazione, orientamento, creazione di incubatori d’impresa, PCTO orientativi). Le azioni non vanno solo enunciate, ma anche almeno sommariamente, descritte; • individuate il target di riferimento (a chi volete rivolgervi? es. a giovani neodiplomati, ecc.). TERZA FASE. Consegna Elaborate una presentazione efficace per illustrare il progetto a potenziali finanziatori (es. amministrazioni locali, imprese, fondazioni). Preparate un elevator pitch. Inventate uno slogan con cui promuovere la campagna di formazione che state realizzando. Realizzazione della bozza di volantino informativo. Tutti insieme, in classe Ogni gruppo presenterà alla classe il lavoro effettuato condividendolo sulla LIM ed eventualmente stampando il volantino. DEBRIEFING Dopo essersi confrontati sul lavoro svolto (eventuali difficoltà o curiosità soddisfatte emerse durante l’attività), si può far seguire uno scambio di esperienze sulle vostre interazioni con i soggetti cui vi siete rivolti.

CHECK LIST Punteggio fino a Nella presentazione avete inserito il contenuto richiesto e sono presenti almeno tre azioni concrete. Il lavoro è esteticamente piacevole, chiaro nel trasmettere il messaggio e cattura l’attenzione. Lo slogan è originale e accattivante. Il volantino cattura l’attenzione ed è esteticamente piacevole.

Da 0 a 3 1 1 Da 0 a 2

L’elevator pitch è esposto in non più di 30’ ed è convincente e persuasivo.

1

La presentazione a voce è chiara ed esaustiva.

1

Tutti hanno dato il proprio contributo e avete lavorato nel rispetto delle opinioni di tutti e in caso di divergenze vi siete accordati serenamente rispettando i tempi stabiliti.

1

TOTALE PUNTEGGIO

……./10

441


w

UNITÀ

8

L’operatore resto del mondo Che cosa studierai in questa Unità Questa Unità è dedicata alla conoscenza delle relazioni fra l’Italia e il resto del mondo, ai fondamenti del commercio internazionale, alle modalità di funzionamento del sistema monetario internazionale e ai temi dell’Unione europea, alle conseguenze della globalizzazione sui Paesi ricchi e sui Paesi poveri: • la divisione internazionale delle risorse • i vantaggi del commercio internazionale • il liberismo e il protezionismo • il contenuto della bilancia dei pagamenti • il mercato dei cambi • la stabilità finanziaria internazionale • l’Unione economica e monetaria europea • l’euro, moneta comune dell’Europa • le due facce dello sviluppo • lo sviluppo sostenibile • il problema del sottosviluppo economico • le origini e gli effetti della globalizzazione Prerequisiti

Quali abilità acquisirai Saprai: • illustrare il funzionamento del sistema monetario internazionale

• spiegare il ruolo dell’Italia nel commercio internazionale

• distinguere i diversi regimi di cambio • spiegare il funzionamento dell’Unione economica e monetaria (UEM)

• inquadrare le diverse istituzioni comunitarie

• individuare i problemi dello sviluppo • spiegare i benefici dello sviluppo sostenibile

• identificare le cause della povertà di alcune zone del mondo

• illustrare il circolo vizioso del sottosviluppo

Capitoli 1 2 3 4

442

Commercio internazionale e bilancia dei pagamenti Il sistema monetario internazionale L’UE e le altre organizzazioni internazionali Sviluppo e sottosviluppo


Per cominciare Bono Vox: la “voce” del debito

Bono Vox, il carismatico frontman degli U2, è da decenni una delle figure più note a livello internazionale nell’attivismo per i diritti umani e lo sviluppo sostenibile. La campagna per la cancellazione del debito, alla quale Bono ha dedicato gran parte del suo impegno, nasce dalla consapevolezza che il peso di un debito insostenibile impedisce ai Paesi in via di sviluppo di investire in sanità, istruzione e infrastrutture, condannando intere popolazioni alla povertà. Negli anni ’90, Bono si unì ad altre personalità, e organizzazioni della società civile per lanciare la campagna “Jubilee 2000”, che chiedeva la cancellazione del debito dei Paesi più poveri entro la fine del millennio. La campagna ebbe un enorme successo, mobilitando milioni di persone in tutto il mondo e costringendo i governi e le istituzioni finanziarie internazionali a confrontarsi con questa questione. Grazie all’impegno di Bono e di tanti altri, la campagna per la cancellazione del debito ha ottenuto importanti risultati. Nel 1996, i Paesi del G7 adottarono l’Iniziativa in favore dei Paesi poveri altamente indebitati (HIPC), che prevedeva la cancellazione parziale o totale del debito per i Paesi più poveri e in difficoltà. Successivamente, l’iniziativa è stata ampliata e rafforzata, consentendo a molti Paesi di alleggerire il peso del debito e di investire in progetti di sviluppo, un successo ottenuto e condiviso da Bono con migliaia di attivisti, organizzazioni non governative e cittadini comuni che si sono mobilitati per raggiungere questo obiettivo e sensibilizzare l’opinione pubblica. Tuttavia, nonostante questi progressi, molti Paesi si trovano tuttora a far fronte a un carico di debito insostenibile, che limita le loro possibilità di crescita e di emergere dalla povertà. Il problema del debito rimane ancora oggi una delle maggiori sfide per lo sviluppo dei Paesi più poveri.

RISPONDI

RIFLETTI

2. Che cos’è il Jubilee 2000?

1. Ci sono miliardi di persone che vivono in situazione di povertà estrema. Quali sono secondo te le cause di questa fortissima disuguaglianza?

1. Quali motivazioni hanno spinto Bono a dar vita alla campagna per la cancellazione del debito? 3. Quali risultati hanno ottenuto Bono e gli altri promotori rispetto alla cancellazione del debito? 4. Perché una campagna di questo genere diventa ancora più importante con il contributo di personaggi famosi come Bono Vox?

2. Quando un grande personaggio prende una posizione così forte, si mobilita l’opinione pubblica. Possono anche i “piccoli” gesti di ciascuno fare la differenza?

In questa Unità acquisirai gli strumenti per interpretare queste e altre situazioni.

443


1

CAPITOLO

Commercio internazionale e bilancia dei pagamenti

Contenuti

digitali del Una volta affermato il ruolo del commercio internazionale nell’economia capitolo moderna, in questo capitolo vengono esaminate le principali teorie che lo e glossario inglese. spiegano, approfondendo in particolare la teoria dei vantaggi comparati e i suoi sviluppi successivi. Si dà poi un’informazione quantitativa sull’import-export italiano e si analizza il contenuto delle principali voci della nostra bilancia dei pagamenti, soffermandosi infine sulle attuali tendenze del commercio mondiale e sui suoi probabili sviluppi futuri.

1 . 1 La distribuzione internazionale delle risorse

I protagonisti del sistema economico che abbiamo trattato finora sono le famiglie, le imprese e lo Stato. Per completare il discorso cominciato nelle prime Unità, dobbiamo allargare la nostra analisi oltre i confini nazionali e introdurre l’operatore resto del mondo. In una economia aperta , ogni Paese scambia liberamente beni, servizi e capitali con il resto del mondo. PER ESEMPIO 1  Commercio internazionale International trade

Il commercio internazionale è costituito dall’insieme degli scambi di beni e servizi fra soggetti che appartengono a Stati diversi. Esso permette alle nazioni di espandere il proprio mercato in altri Paesi offrendo le merci a un prezzo più vantaggioso che se fossero prodotte al loro interno. Le importazioni sono l’insieme dei beni e servizi che un Paese acquista dal resto del mondo. Le esportazioni sono l’insieme dei beni e servizi prodotti dal Paese e venduti al resto del mondo. La quantità di beni esportati in cambio di una determinata quantità di beni importati prende il nome di rapporto o ragione di scambio. PER ESEMPIO 2 

Perché esiste il commercio internazionale? Diversa distribuzione geografica delle risorse.

Il commercio internazionale è spiegato dal fatto che le risorse naturali e le capacità produttive sono in genere distribuite in modo disuguale nelle diverse realtà geografiche.

PLUS

L’autarchia

444

L’autarchia è una politica commerciale che si propone di rendere un Paese il più possibile indipendente dall’estero, limitando al massimo le importazioni e sostituendole con prodotti interamente fabbricati all’interno, allo scopo di sottrarre il Paese alle ricorrenti fluttuazioni del commercio internazionale. Sebbene la sua prima proposta risalga al XIX secolo, fu introdotta solo nel 1935 dall’Italia fascista e qualche anno dopo dalla Germania nazista. Si

è trattato di una politica che i governi autoritari adottarono per difendersi dalla penetrazione dall’estero di idee democratiche e per proteggere dalla concorrenza estera l’industria nazionale, che li sosteneva. Oggi questa politica è completamente abbandonata: nessun Paese è in grado di produrre tutti i beni di cui ha bisogno e, soprattutto, non ha interesse a farlo, poiché questa scelta condanna i Paesi che l’adottano alla povertà e all’inefficienza produttiva.

U8 L’operatore resto del mondo . C1 Commercio internazionale e bilancia dei pagamenti


 Il commercio internazionale permette ai Paesi di espandere il proprio mercato.

PER ESEMPIO

Le risorse naturali dei diversi Paesi sono molto diverse: alcuni possono produrre beni proprio perché dispongono di un insieme di risorse naturali (clima, fertilità della terra, disponibilità di materie prime, fonti energetiche e risorse minerarie ecc.) che sono scarse o non presenti in altri. PER ESEMPIO 3  Non solo le risorse naturali, anche le capacità produttive sono molto differenziate: ogni Paese ha un determinato patrimonio di mezzi di produzione derivante dalla sua storia, che lo rende idoneo a certe produzioni più che ad altre. PER ESEMPIO 4 

Materie prime Commodities

1 Economia aperta L’Italia è un’economia aperta, di trasformazione, che importa materie prime, energia, semilavorati per produrre ed esportare prodotti finiti. Il grado di apertura di una economia è misurato dal rapporto fra la media della quota delle importazioni e delle esportazioni sul reddito nazionale.

2 Le ragioni di scambio Variano nel tempo: se in un certo anno un Paese esporta un camion contro 100 tonnellate di riso la ragione di scambio è di 1 : 100 (il camion vale cento volte una tonnellata di riso). Se, successivamente, il

camion si scambia contro 150 tonnellate di riso, la ragione di scambio è di 1 : 150, è cioè migliorata per chi produce camion e peggiorata per chi produce riso.

3 Diversa distribuzione delle risorse Anche se fosse possibile coltivare e produrre il caffè in Italia, risulta certamente più conveniente acquistarlo dai Paesi dell’America Centrale, che sono

universalmente conosciuti per le estese piantagioni di caffè e, invece, in Italia impiegare anche quei terreni per la produzione di agrumi oppure di olive.

LESSICO  Economia aperta È l’economia in rapporto di scambio con il resto del mondo, cioè con l’insieme dei sistemi economici con i quali è collegata.

4 Diversa distribuzione delle capacità produttive Si pensi alla Germania, che è ricca di una tradizione industriale e di un patrimonio di conoscenze tecnologiche di prim’ordine; e per converso all’Argentina,

che − disponendo di grandi estensioni di terreno − ha maggiormente sviluppato le sue potenzialità nel campo dell’agricoltura e dell’allevamento.

445


Ogni Paese, essendo fornito di una differente dotazione di risorse, produce i vari beni a costi diversi: i costi sono comparativamente più bassi per quei beni la cui produzione è favorita da una maggior dotazione di risorse, e viceversa. I vantaggi del commercio internazionale derivano dal fatto che ogni Paese può specializzarsi nelle produzioni nelle quali impiega minori risorse degli altri e perciò di per sé più vantaggiose e acquistare dagli altri Paesi le produzioni che al proprio interno risultano più costose e con maggiori costi-opportunità . Tutto ciò assicura un guadagno a tutti i Paesi che entrano nel mercato internazionale e favorisce l’interdipendenza economica fra tutti i popoli del mondo. Ogni economia è più o meno strettamente integrata con tutte le altre, e perciò le scelte di ciascuna influenzano e sono a loro volta influenzate da quelle di tutte le altre. Il seguente schema illustra il meccanismo operativo del commercio internazionale: ESPORTAZIONI per cui si realizza

Nei vari Paesi vi sono DIVERSE DOTAZIONI DI RISORSE O DI CAPACITÀ PRODUTTIVE

che rendono più conveniente, per ciascun Paese

LA VENDITA DEI BENI PRODOTTI CON MINORI RISORSE

LA SPECIALIZZAZIONE NELLE PRODUZIONI CHE IMPIEGANO MINORI RISORSE per cui si realizza

COMMERCIO INTERNAZIONALE L’ACQUISTO DEI BENI PRODOTTI CON MAGGIORI COSTI IMPORTAZIONI

1 . 2 La teoria dei vantaggi comparati La teoria di Ricardo

L’economista inglese David Ricardo (1772-1823) formulò nel 1817 la teoria dei vantaggi comparati (nota anche come teoria dei costi comparati), che illustra i vantaggi che i diversi Paesi possono trarre dallo scambio internazionale. Ricardo formulò un modello che si basa sulle seguenti ipotesi: • nel mercato interno i fattori produttivi (capitale e lavoro) sono perfettamente trasferibili, mentre nel mercato internazionale la mobilità dei fattori produttivi è nulla; • il costo dei beni è misurato in termini di tempo di lavoro necessario a produrli; • i costi di trasporto sono considerati nulli. Tali ipotesi rispecchiano la situazione di mercato di concorrenza perfetta studiata dalla scuola classica (l’assunzione che il costo dei beni sia espresso in termini del lavoro necessario a produrli risponde alla teoria classica del valore). PER ESEMPIO 

Il paradosso ricardiano L’esempio non è molto realistico (per motivi climatici è improbabile che l’Inghilterra possa produrre vino a costi inferiori del Portogallo), ma è utile per illustrare il paradosso  ricardiano. Infatti la teoria di Ricardo afferma che, pur avendo un vantaggio assoluto nella produzione sia del vino sia del tessuto, all’Inghilterra conviene importare vino prodotto a costi maggiori in Portogallo, e a questo Paese conviene rinunciare alla produzione di tessuti per acquistarli, in cambio del vino prodotto, dall’Inghilterra, dato che ciò che conta non è un confronto fra i costi assoluti, ma un confronto fra i costi comparati delle due coppie di beni.

446

U8 L’operatore resto del mondo . C1 Commercio internazionale e bilancia dei pagamenti


PLUS

Sviluppo del commercio internazionale Il volume del commercio internazionale è considerevolmente aumentato, soprattutto nel periodo che va dalla fine della seconda guerra mondiale, in cui è cominciata la liberalizzazione  degli scambi, agli anni 1973-74, cioè sino allo scoppio della crisi petrolifera. In questo arco di tempo, furono gradualmente eliminate le restrizioni commerciali introdotte nel periodo fra le due guerre: in particolare a partire dal 1950 il commercio internazionale si è sviluppato a tassi medi assai più elevati della produzione mondiale: ciò significa che l’interdipendenza fra Paesi è oggi notevolmente più profonda che in passato: si tratta del fenomeno noto come “globalizzazione dei mercati”. La crisi petrolifera (1973- , sopraggiunta in un momento di difficoltà per l’economia mondiale, colpita anche da un’alta inflazione, comportò da parte di tutti i Paesi l’adozione di misure protezionistiche, allo scopo di arginare i crescenti deficit nei confronti dei Paesi produttori di petrolio. Dal 1980 fino all’inizio della crisi del 2008,

il commercio internazionale è aumentato in media del doppio dell’aumento del PIL: per ogni punto percentuale di crescita del PIL il commercio internazionale è cresciuto del 2%. Dallo scoppio della crisi del 2008 e sino al 2019, invece, ha subìto un significativo rallentamento, pur continuando ad aumentare in linea con l'incremento del PIL. Nel 2020, come conseguenza diretta della pandemia che ha colpito la quasi totalità dei Paesi del mondo, il commercio internazionale ha subìto un declino senza precedenti (pari all’8,7), per poi riprendersi negli anni successivi. PER ESEMPIO

La crisi pandemica Nel 2020 il commercio internazionale è molto diminuito, sia per l’inasprimento delle relazioni USA-Cina, sia a causa del rapido processo di sviluppo industriale della Cina, che si è resa meno dipendente dall’importazione di beni intermedi, sia soprattutto per le conseguenze della pandemia.

LESSICO  Costo-opportunità Alternativa a cui si rinuncia nel momento in cui si fa una determinata scelta: produrre un certo bene, ad esempio, implica la rinuncia a produrne altri, dato che le risorse sono limitate e suscettibili di usi alternativi.

 Liberalizzazione Insieme di misure adottate dai governi per attuare il liberismo economico, consistente nella rimozione dei vincoli che limitano la concorrenza. L’entrata nel mercato di nuovi competitori avvantaggia i consumatori, perché possono scegliere i beni e i servizi più convenienti, con un miglioramento della qualità dei prodotti acquistati.

 Paradosso Affermazione apparentemente assurda o illogica, tale da contraddire il buon senso, ma la cui logicità si può dimostrare in base al ragionamento.

FACCIAMO IL PUNTO

PER ESEMPIO

Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

Teoria dei costi comparati 1 Supponiamo che due Paesi, Inghilterra e Portogallo, presentino la situazione di costi (espressi in giornate di lavoro per produrre un’unità di bene) evidenziata nella seguente tabella: Paesi

Vino

Tessuto

Inghilterra

2

1

Portogallo

3

9

Si nota dalla tabella che l’Inghilterra, nel

nostro esempio, gode di un vantaggio assoluto nella produzione di entrambi i beni, in quanto i costi di produzione sono inferiori a quelli sostenuti dal Portogallo. Invece, per quanto riguarda i vantaggi comparati, l’Inghilterra ha un maggiore vantaggio nella produzione di tessuto, in quanto una unità di tessuto ha un costo pari a 1/2 unità di vino; mentre il Portogallo ha un maggiore vantaggio nella produzione del vino, in quanto una unità di tessuto ha un costo pari a 3 unità di vino.

1. Che cosa si intende per economia aperta? 2. Da quali esigenze nasce il commercio internazionale? 3. Perché per un Paese potrebbe essere più conveniente acquistare all’estero beni che è in grado di produrre?

447


Se i due Paesi si scambieranno vino (prodotto in Portogallo) contro tessuti (prodotti in Inghilterra) la quantità di giornate lavorative complessive dedicate da entrambi per produrre una determinata quantità dei due beni sarà in ogni caso inferiore alla quantità di giornate lavorative che, per produrre quella stessa quantità, dovrebbero dedicare se lo facessero ciascuno per proprio conto, ossia in regime di autarchia. PER ESEMPIO 1  Sulla base dell’esempio numerico riportato qui sotto, è possibile sintetizzare la teoria ricardiana del commercio internazionale. Secondo la teoria dei vantaggi comparati lo scambio di prodotti fra diversi Paesi è conveniente quando esiste una differenza nei costi comparati di produzione, qualunque sia il livello dei costi assoluti.

Il principio del libero scambio La teoria di Ricardo sta alla base dei principi del libero scambio (liberismo) nei rapporti internazionali. Dati i vantaggi oggettivi che, per tutti i Paesi, nascono dalla “specializzazione” e dalla “divisione internazionale del lavoro”, le barriere commerciali fra Stati sono nocive all’economia e contrarie all’interesse generale.

1 . 3 Critiche alla formulazione ricardiana La formulazione ricardiana presenta alcuni lati deboli, puntualizzati dalla successiva evoluzione del pensiero economico. Le critiche alla teoria dei vantaggi comparati riguardano i seguenti punti essenziali. 1. Costanza dei costi di produzione. Il modello ricardiano presuppone che i costi di produzione siano costanti, indipendentemente dalla quantità prodotta dei singo li beni. La realtà è però in continuo movimento, e ciò comporta variazioni più o meno rapide nella struttura dei costi di produzione. Paesi che in passato godevano di vantaggi comparati in certi ambiti, li hanno persi per acquistarne in altri settori.

PER ESEMPIO

PER ESEMPIO 2 

1 Teoria dei costi comparati 2 Per produrre 10 unità di vino e 10 unità di tessuto l’Inghilterra, da sola, deve impiegare 30 giornate (20 + 10) e il Portogallo 120 giornate (30 + 90). In totale i due Paesi possono produrre, in regime di autarchia, 20 unità di vino e 20 di tessuto con un costo complessivo di 150 giornate (30 + 120). Se invece l’Inghilterra si limita a produrre 20 unità di tessuto impiegherà solo 20 giornate di lavoro e il Portogallo produrrà 20 unità di vino con sole 60 giornate. Perciò la stessa quantità complessiva di prodotto

INGHILTERRA PORTOGALLO giorni di lavoro giorni di lavoro 10 10 90 10 20 30 20 30 120 APPLICANDO LA TEORIA DEI COSTI COMPARATI 20 20 0 20 0 60 40 20 60

quantità Tessuto Vino TOTALE Tessuto Vino TOTALE GIORNI

448

(20 unità di vino e 20 di tessuto) si può ottenere con un totale di 80 giornate contro le 150 necessarie in regime di autarchia. Dunque, l’Inghilterra avrà un vantaggio a esportare tessuti e a importare vino; mentre al Portogallo converrà esportare vino e importare tessuti. L’Inghilterra si specializzerà nella produzione dei tessuti, mentre il Portogallo si specializzerà nella produzione del vino. Totale giorni di lavoro

U8 L’operatore resto del mondo . C1 Commercio internazionale e bilancia dei pagamenti

100 50 150 giorni 20 60 80 giorni


PER ESEMPIO

PLUS

La teoria ricardiana spiegata da un Nobel Paul A. Samuelson, premio Nobel dell’economia, apprezzò molto la formulazione ricardiana dei vantaggi comparati. In un suo scritto affermò che «se le teorie, come le ragazze, potessero partecipare ai concorsi di bellezza, non vi sarebbe alcun dubbio che la teoria dei vantaggi comparati riceverebbe il primo premio, per l’eleganza della sua struttura logica». Ecco come il grande economista statunitense la spiegava ai suoi allievi. «Supponiamo che una donna sia al tempo stesso la migliore avvocatessa e la migliore dattilografa della città. Non pensate che essa si specializzerà nella pratica legale, lasciando la dattilografia a un segretario? Come potrebbe permettersi di sottrarre tempo prezioso l’attività legale, dove il suo vantaggio comparato è molto grande, per svolgere un’attività di dattilografa nella quale essa è certo efficiente, ma non ha un vantaggio comparato? Guardiamo ora la stessa situazione dal punto di vista del segretario. Questi è meno efficiente dell’avvocatessa in entrambe le attività, dattilografia e pratica legale: ma il suo svantaggio relativo è minore nel campo della dattilografia. Relativamente parlando, il segretario ha un vantaggio comparato nello scrivere a macchina. Lo stesso vale per gli Stati. Supponiamo ad esempio che gli Stati Uniti producano

generi alimentari con un terzo della manodopera occorrente in Europa, e vestiario con la metà. Diremo allora che gli USA hanno un vantaggio comparato nella produzione alimentare e uno svantaggio comparato nell’abbigliamento; e questo nonostante il fatto che gli Stati Uniti risultino in assoluto più efficienti in entrambi i settori. In modo analogo, l’Europa avrà un vantaggio comparato nell’abbigliamento. La chiave di questo concetto sta nella parola “comparato”: la quale implica che ogni Paese ha al tempo stesso un sicuro vantaggio in alcuni beni e un sicuro svantaggio in altri.»

2 Teoria dei costi comparati 3 Si pensi al caso dell’Italia, che in passato esportava prevalentemente prodotti agricoli e, successivamente, si è trasformata in Paese esportatore di prodotti industriali; oppure al Giappone, che fino

all’epoca moderna aveva un’economia prevalentemente rurale e che in pochi decenni si è specializzato nella produzione e nell’esportazione di prodotti ad alto contenuto tecnologico.

FACCIAMO IL PUNTO Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

1. Quali sono, secondo Ricardo, i vantaggi che i diversi Paesi possono trarre dal commercio internazionale? 2. In che cosa consiste il paradosso ricardiano?

449


2. Mobilità dei fattori produttivi. Il modello di Ricardo, basato su perfetta mobilità interna e immobilità internazionale dei fattori, non rispecchia la realtà di oggi: fattori come il lavoro specializzato e i capitali fissi limitano la mobilità interna, mentre lavoro e capitali si muovono liberamente a livello internazionale (con qualche restrizione sulla manodopera relativamente ai flussi migratori). 3. Insufficienza della teoria del valore-lavoro . Il valore dei beni non dipende solo dal lavoro incorporato, come sostengono i classici, ma anche dal costo degli altri fattori necessari alla produzione (in particolare il capitale).

PLUS Teorie post Ricardo

4. La critica di List e i Paesi sottosviluppati. Già Friedrich List (1789-1846), economista della scuola storica tedesca, aveva criticato la libertà di commercio e la specializzazione del lavoro, perché favorivano i Paesi “primi arrivati” allo sviluppo industriale e penalizzavano gli altri. Inoltre, mentre i Paesi sviluppati sono specializzati in prodotti industriali ad alto contenuto tecnologico (industria meccanica, farmaceutica, elettronica ecc.), i Paesi sottosviluppati godono di un vantaggio comparato nei settori tradizionali (agricoltura, industria tessile, artigianato ecc.), caratterizzati da un minor valore aggiunto. Questo divario nello sviluppo tra Paesi così diversi condanna i Paesi più poveri a una situazione di sottosviluppo irreversibile, in quanto i rendimenti dell’agricoltura e degli altri settori a bassa tecnologia sono difficilmente crescenti, a differenza di quanto avviene nel settore industriale. Se si attuasse rigidamente a livello internazionale la specializzazione del lavoro, verrebbe stabilita la definitiva dipendenza dei Paesi sottosviluppati dai Paesi sviluppati. Il processo di industrializzazione dei primi risulterebbe quindi ostacolato, anziché favorito, dal commercio internazionale.

1 . 4 Commercio internazionale e sviluppo economico Tutti gli osservatori concordano nell’affermare che il commercio internazionale esercita effetti positivi sullo sviluppo economico, anche se non mancano inconvenienti.

I vantaggi del commercio internazionale L’economista inglese Dennis Robertson (1890-1963) ha definito con grande efficacia il commercio internazionale come un “generatore di sviluppo”. Questa affermazione si basa sulla capacità del commercio di: 1. ottimizzare l’allocazione delle risorse a livello globale: grazie alla specializzazione del lavoro , ogni Paese può concentrarsi sulla produzione dei beni e servizi in cui è più efficiente, sfruttando al meglio le proprie risorse e competenze. La specializzazione consente di realizzare economie di scala  significative, aumentando la produttività e abbassando i costi di produzione. Di conseguenza, i consumatori a livello mondiale possono beneficiare di prezzi più competitivi e di una maggiore varietà di prodotti. PER ESEMPIO  2. Favorire l’integrazione economica e sociale dei popoli. I Paesi sono sempre più connessi tra loro attraverso flussi di beni, servizi, capitali e informazioni. Questa interconnessione favorisce la crescita economica nonché la diffusione di tecnologie e si manifesta in diverse forme.

PLUS Libero commercio, salute dell’economia

450

• Interdipendenza commerciale: lo scambio di beni e servizi tra Paesi è alla base dell’economia globale. Il commercio internazionale non riguarda solo prodotti manufatti, ma anche servizi come il turismo, le assicurazioni, i trasporti e i servizi finanziari. • Interdipendenza finanziaria: i mercati finanziari globali sono strettamente integrati, con flussi di capitali che si muovono liberamente tra i Paesi. Investimenti diretti, crediti bancari e movimenti di portafoglio sono solo alcuni esempi di come i capitali attraversano le frontiere nazionali. U8 L’operatore resto del mondo . C1 Commercio internazionale e bilancia dei pagamenti


PLUS

La moderna teoria del commercio internazionale Anche in tempi recenti gli economisti hanno confutato le tesi di Ricardo, proponendo teorie alternative che esaminiamo ora in forma sintetica La teoria di Heckscher-Ohlin afferma che ogni Paese esporta i beni che vengono prodotti impiegando più intensamente il fattore produttivo relativamente più abbondante e importa i beni che vengono prodotti impiegando più intensamente il fattore produttivo relativamente più scarso. Secondo la teoria del ciclo del prodotto il commercio internazionale dipende dalla fase attraversata dai prodotti più importanti: i Paesi tecnologicamente avanzati esportano prodotti

nuovi; quando i prodotti entrano nella fase dello sviluppo, vengono fabbricati ed esportati anche dagli altri Paesi industrializzati; nella fase della maturità i beni sono prodotti ed esportati dai Paesi sottosviluppati. Secondo le nuove teorie del commercio internazionale (il cui maggior esponente è l’economista americano Paul Krugman, Nobel 2008), il commercio internazionale è il risultato di due forze: le diverse dotazioni dei Paesi, che danno luogo al vantaggio comparato (come sostenuto da Ricardo), e le economie con rendimenti di scala, che forniscono un incentivo addizionale alla specializzazione e spiegano il ruolo dominante delle multinazionali.

ECONOMIA E REALTÀ

Come si rivitalizza un prodotto maturo Quando un prodotto entra nella fase della maturità – cioè nel momento critico in cui può perdere quote di mercato e la produzione spostarsi nei Paesi più arretrati – il produttore, che di solito risiede in un Paese tecnologicamente avanzato, può cercare di “rivitalizzarlo”, allo scopo di mantenere il vantaggio che ha acquisito nei mercati di esportazione. L’esempio tipico di questa strategia è costituito dal mercato dell’automobile. Nelle fasi

prossime alla maturità di un modello il produttore svolge normalmente un’intensa attività di ricerca per migliorarlo, apportando modifiche come una estetica più accattivante, una maggiore sicurezza sulla strada, la garanzia di minori consumi e inquinamento. Ciò può rilanciare la domanda da parte dei Paesi importatori, consentendo all’azienda di mantenere la quota già acquisita nel commercio internazionale.

LESSICO  Valore-lavoro Secondo i classici, il valore di un bene dipende dal costo del lavoro impiegato per la sua produzione.

 Specializzazione del lavoro Suddivisione dell’attività produttiva in modo che ciascuna unità di lavoro sia applicata a una sola fase dell’attività, allo scopo di massimizzare la produzione. Il termine ha lo stesso significato di divisione del lavoro.

 Economia di scala Vantaggi connessi alla diminuzione del costo di una unità di prodotto ottenuta all’aumentare della dimensione degli impianti e del volume della produzione.

FACCIAMO IL PUNTO Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

PER ESEMPIO

1. Quali critiche sono state mosse a Ricardo?

Allocazione delle risorse Per acquisire una maggior efficienza produttiva si possono ridurre le varietà dei prodotti dei singoli impianti (specializzazione orizzontale), oppure favorire l’introduzione di innovazioni nel processo produttivo (specializzazione verticale).

2. In che senso il commercio internazionale è stato definito un generatore di sviluppo? 3. Come si manifesta l’interdipendenza finanziaria tra i Paesi?

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Gli svantaggi del commercio internazionale La rinuncia a sviluppare certi settori, in ossequio al principio della divisione internazionale del lavoro, può comportare gravi rischi per lo Stato che l’adotta. Il Paese dipenderebbe dall’estero e, in caso di crisi internazionale (si pensi a una guerra), vedrebbe compromessa la sua stessa libertà politica. PER ESEMPIO 1  Lo svantaggio principale è legato al rischio, per i Paesi meno ricchi di risorse, di sviluppare una forte dipendenza dall’estero facendo salire il debito nei confronti dei Paesi dai quali importano. Questo rischio è tanto più elevato quanto maggiori sono gli squilibri tra importazioni ed esportazioni, riflettendosi, pertanto soprattutto nelle relazioni dei Paesi con un basso grado di sviluppo con quelli più sviluppati. Inoltre, le implicazioni dell’interdipendenza economica sono molteplici: se da un lato essa rappresenta una grande opportunità, dall’altro comporta il rischio che crisi economiche, eventi politici, shock esogeni e squilibri commerciali di un Paese possano propagarsi rapidamente a livello globale, scatenando eventi a catena in tutti gli altri. PER ESEMPIO 2  MAPPA 

1 . 5 Libero scambio e protezionismo Le politiche relative al commercio internazionale si ispirano, a seconda delle restrizioni imposte agli scambi, ai principi del liberismo o del protezionismo. Il liberismo (o libero scambio) riconosce piena libertà agli operatori di importare ed esportare; è quindi una politica commerciale che non sottopone a restrizioni il commercio internazionale. Il protezionismo, al contrario, è una politica commerciale di sostegno ai produttori nazionali, che si realizza attraverso l’imposizione di restrizioni all’entrata di prodotti stranieri.

I danni del protezionismo La scuola classica sosteneva la piena libertà di commercio, convinta che tutti i Paesi avrebbero tratto vantaggio dalla libera circolazione dei beni e dei servizi. Considerava invece dannoso il protezionismo perché: • penalizza i consumatori, che pagano più cari prodotti che si potrebbero ottenere dall’estero a minor prezzo; • impedisce la concorrenza fra imprese, e ciò fa venir meno la migliore allocazione delle risorse a livello mondiale.

Quando il protezionismo è ammissibile Nel corso del tempo, alcuni economisti hanno però espresso la convinzione che nei seguenti casi il protezionismo fosse necessario. 1. Protezione dell’industria nascente. Dato che i ritmi di sviluppo sono diversi, è necessario che il Paese meno sviluppato protegga l’industria giovane attraverso barriere doganali. Solo quando tale industria è sufficientemente irrobustita, e in grado di affrontare la concorrenza internazionale, possono essere rimosse le misure protezionistiche.

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U8 L’operatore resto del mondo . C1 Commercio internazionale e bilancia dei pagamenti


PER ESEMPIO

1 Svantaggio della specializzazione della produzione Si consideri un Paese che si specializzi in produzioni particolari e non si sviluppi in altri settori, come per esempio la siderurgia e l’industria pesante, oppure l’agricoltura.

2 Interdipendenza dei Paesi

MAPPA

Un grande evento economico-finanziario che si verifica in un importante Paese industriale ha ripercussioni immediate sui suoi diretti vicini e indirette su tutto il sistema internazionale. Si pensi, ad esempio, a una brusca inversione del ciclo

economico negli Stati Uniti, che determina la caduta della domanda sul mercato internazionale.

COMMERCIO INTERNAZIONALE presenta VANTAGGI ottimizza l’allocazione delle risorse specializzazione del lavoro

EDUCAZIONE CIVICA

economie di scala

SVANTAGGI

favorisce l’integrazione economica e sociale commerciale

finanziaria

scambio di beni e servizi

movimenti di capitali (investimenti, crediti)

eccessiva interdipendenza

crisi globali

soprattutto per Paesi poveri di risorse e tecnologie

propagarsi di eventi dannosi (crisi, eventi politici, shock esogeni)

Troppo poco, troppo tardi: il debito dei Paesi poveri

FACCIAMO IL PUNTO

considerato povero perché ha un reddito inferiore a 1,90 dollari al giorno. L’analisi evidenzia che oltre il 50 per cento delle persone povere (593 milioni) non ha elettricità e gas per cucinare; quasi il 40 per cento dei poveri non ha accesso all’acqua potabile e ai servizi igienici; più del 30 per cento delle persone povere è privato contemporaneamente di cibo, combustibile per cucinare, servizi igienici e alloggio.

1. Perché lo sviluppo dei Paesi a economia arretrata risulterebbe ostacolato, anziché favorito, dal commercio internazionale?

Uno studio del Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo (Undp) intitolato, Avoiding: too little, too late (“Troppo poco, troppo tardi”) rivela che la crisi degli Stati più poveri è tornata a essere ad alto rischio: senza un intervento urgente si rischia la catastrofe umanitaria, con emigrazioni incontrollate e guerre. Sarebbero 54 i Paesi in via di sviluppo che necessitano di una riduzione urgente del debito pubblico, pena una imminente catastrofe umanitaria, ondate migratorie epocali e guerre di vario tipo: 25 sono nella regione sub sahariana, 10 nell’America Latina e nei Caraibi. I dati antecedenti alla pandemia e dell’impennata inflazionistica mostrano che 1,2 miliardi di persone in 111 Paesi vivono in condizioni di povertà multidimensionale acuta. Questo dato è quasi il doppio del numero di chi è

Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

2. Perché l’interdipendenza dei Paesi può costituire allo stesso tempo un vantaggio e uno svantaggio? 3. Sai citare un caso in cui una crisi nata in un Paese si è propagata a livello internazionale?

453


2. Difesa della piena occupazione. L’adozione di una politica liberista da parte dei Paesi meno sviluppati potrebbe compromettere il raggiungimento della piena occupazione. Lo Stato può adottare una politica di difesa dell’industria nazionale, con effetti benefici sull’occupazione del lavoro. 3. Tutela dell’indipendenza del Paese. In caso di crisi internazionale (si pensi a una guerra), il Paese che dipende dall’estero vedrebbe compromessa la sua stessa libertà politica. PLUS I dazi sulle piastrelle non sono protezionismo

4. Lotta al dumping  praticato da imprese straniere. Il dumping consiste nel vendere sottocosto un prodotto in un mercato estero, rifacendosi con un prezzo più alto all’interno. Quando la concorrenza estera è stata eliminata, l’impresa che l’ha praticato può aumentare i prezzi di vendita, anche all’estero. Di fronte a questi tentativi di invasione commerciale da parte di imprese straniere è giusto imporre un dazio a protezione dell’industria nazionale. PER ESEMPIO 1  MAPPA 

1 . 6 Gli strumenti del protezionismo Il protezionismo si realizza attraverso un insieme di misure che penalizzano l’ingresso di prodotti stranieri. Rispetto alle modalità con cui esso si realizza, esistono due forme di protezionismo, uno di tipo tradizionale e un altro chiamato nuovo protezionismo.

Protezionismo tradizionale Il protezionismo nella sua forma più tradizionale comprende: • i dazi doganali (detti anche tariffe doganali), costituiti da tributi pagati sui prodotti importati dall’estero. Se il dazio è commisurato alla quantità di merce straniera che entra nel territorio nazionale (ad esempio: 10 euro per ogni quintale di merce) è detto specifico; se invece è commisurato al valore (ad esempio: il 10% del valore dei beni importati) è detto ad valorem. I dazi doganali possono essere fiscali, se si propongono come obiettivo il conseguimento di entrate fiscali; protettivi, se hanno invece lo scopo di scoraggiare l’entrata di prodotti stranieri nel territorio nazionale; misti, se i due obiettivi concorrono. I dazi accrescono il prezzo dei beni importati, riducendone così la quantità introdotta e favorendo i produttori nazionali, perché ne rafforzano la posizione oligopolistica; PER ESEMPIO 2  • i contingenti di importazione, mediante i quali le autorità politiche fissano unilateralmente le quantità massime di beni da importare. È questa la forma più rigida di controllo degli scambi internazionali, in quanto i contingenti vengono fissati indipendentemente dalla domanda, parte della quale resta insoddisfatta (nel caso dei dazi doganali tutta la domanda è soddisfatta, purché si adatti a pagare un prezzo più alto). Di norma i contingenti di importazione si applicano introducendo un sistema di licenze di importazione , in forza del quale l’importazione è subordinata al rilascio di un’autorizzazione dell’autorità amministrativa.

Nuovo protezionismo Il nuovo protezionismo è costituito dalle seguenti pratiche: • sussidi statali all’industria nazionale, per consentirle di abbassare i prezzi, sia all’interno, sia all’esportazione. Essi possono consistere in agevolazioni creditizie, sgravi fiscali, accollo parziale di oneri sociali sui salari, restituzione di imposte dovute sulle esportazioni ecc., che si risolvono in riduzioni dei costi di produzione; PER ESEMPIO 3  • restrizioni volontarie, frutto di negoziazioni bilaterali; PER ESEMPIO 4 

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U8 L’operatore resto del mondo . C1 Commercio internazionale e bilancia dei pagamenti


PER ESEMPIO

1 Interdipendenza

LESSICO

Si immagini un’impresa automobilistica giapponese che intenda entrare nel mercato europeo. Il successo di questa iniziativa appare assai problematico, dato che occorre vincere la concorrenza di altre case automobilistiche già ben affermate sul mercato e in grado di soddisfare interamente la domanda. L’azienda giapponese può allora ricorrere al dumping, vendendo il suo prodotto a un prezzo molto basso, anche al di sotto del costo di produzione. Attratti dalla convenienza i consumatori europei cominceranno ad acquistare l’auto giapponese, finché gradualmente il nuovo marchio si affermerà nel mercato. Una volta raggiunta

 Dumping

una certa quota di mercato, l’azienda potrà allineare i suoi prezzi a quelli della concorrenza. A questo punto i profitti potranno pareggiare le perdite subite nella fase della penetrazione nel nuovo mercato.

MAPPA

2 Dazi doganali Per capire come funziona un dazio protettivo, immaginiamo che in Italia il prezzo all’ingrosso di un apparecchio TV di produzione nazionale sia di 400 euro, mentre un televisore con le stesse caratteristiche può essere importato dal Giappone a 360 euro. Se il Governo italiano impone un dazio del 20% sui beni che entrano nel territorio nazionale, all’importatore italiano l’apparecchio TV giapponese viene a costare 432 euro. Ai consumatori italiani conviene a questo punto acquistare il prodotto italiano a prezzo

minore. Anche le imprese italiane meno efficienti possono quindi collocare la loro produzione sul mercato interno, aumentando così la produzione nazionale.

3 Sussidi statali

4 Restrizioni volontarie

Per ridurre i costi di produzione, lo Stato concede agevolazioni creditizie, sgravi fiscali, accollo parziale di oneri sociali sui salari, restituzione di imposte dovute sulle esportazioni ecc.

Negli ultimi anni, sono state negoziate restrizioni volontarie all’esportazione di alcuni prodotti cinesi negli Stati Uniti, al fine di mitigare le tensioni tra i due Stati ed evitare l’imposizione di dazi ancora più elevati.

Politica commerciale consistente nel vendere all’estero a prezzi più bassi di quelli praticati sul mercato nazionale; se il suo obiettivo è quello di distruggere l’industria di un Paese per poi esportare in condizioni di monopolio, si ha il dumping predatorio. È una pratica proibita dagli accordi commerciali internazionali, che hanno introdotto sanzioni per gli Stati che la praticano.

 Licenza di importazione Documento che autorizza l’importazione di un bene, rilasciato su domanda dell’importatore, e indicante le sue generalità, la qualità e la quantità della merce importata, il suo valore, il Paese di origine, la dogana presso cui avviene l’operazione. Con questo strumento lo Stato può controllare la quantità e la qualità dei beni importati.

a volte può essere utile

SVANTAGGI DEL PROTEZIONISMO per

per

consumatori

imprese

perché

perché

gli stessi beni, se importati, costerebbero meno di quelli nazionali

ne limita la partecipazione al mercato internazionale

proteggere nuove imprese non ancora in grado di affrontare la concorrenza internazionale

difendere la piena occupazione nei Paesi in via di sviluppo

tutelare l’indipendenza economica del Paese in caso di conflitti

455


PLUS Dal protezionismo al libero scambio

• esasperazione delle formalità burocratiche, che consiste nell’ostacolare l’ingresso dei prodotti importati sottoponendoli a pesanti impedimenti giuridici e amministrativi, con motivazioni tecniche, sanitarie, ecologiche ecc. o richiesta di particolari standard produttivi allo scopo prevalente di difendere l’industria nazionale; PER ESEMPIO  • svalutazioni competitive, consistenti nell’abbassare il cambio valutario di un Paese per rendere più concorrenziali le sue esportazioni e meno competitive le sue importazioni. MAPPA 

1 . 7 La cooperazione commerciale internazionale Dopo la fine della Seconda guerra mondiale, la maggior parte dei Paesi industrializzati, pur riconoscendo alcuni vantaggi legati alle pratiche protezionistiche, si è orientata verso una politica di libertà commerciale, nella certezza che gli scambi, e in generale la cooperazione economica internazionale, costituiscano fattori di progresso per tutti i popoli.

Dal GATT alla WTO Allo scopo di favorire la liberalizzazione del commercio mondiale, dopo un lungo lavoro preparatorio avviato dalle Nazioni Unite, nel 1947 è stato istituito il GATT (General Agreement on Tariffs and Trade). L’organismo – a cui hanno inizialmente aderito 23 Paesi, fra cui l’Italia – si prefiggeva lo scopo di: • liberalizzare il commercio internazionale;

PLUS La World Trade Organization (WTO)

• armonizzare le politiche commerciali dei Paesi aderenti. Per raggiungere questi obiettivi, il GATT ha promosso numerose riunioni internazionali, chiamate round. Per rendersi conto dei risultati raggiunti, basti pensare che le protezioni tariffarie, pari al 40% del valore dei beni importati nel 1947, quando è stato creato il GATT, erano scese al 2% nel 2005. Nell’Uruguay Round , iniziato nel 1986, si è stabilito di ridurre le tariffe sui prodotti industriali di oltre un terzo, di liberalizzare i prodotti agricoli e di estendere a molti campi prima esclusi (agricoltura, servizi, proprietà intellettuale, salvaguardia dell’ambiente) l’accordo internazionale sulle tariffe. All’inizio del 1995 il GATT si è trasformato nella WTO (World Trade Organization), una struttura permanente specializzata dell’ONU, con sede a Ginevra, per la collaborazione commerciale nel mondo e, in particolare, fra Paesi sviluppati e Paesi sottosviluppati. La World Trade Organization (WTO) ha il compito di vigilare sulla libertà degli scambi commerciali, nella prospettiva di una gestione mondiale dei problemi del sottosviluppo.

Obiettivi della WTO Gli obiettivi della WTO sono: • regolare con norme vincolanti gli scambi mondiali, eliminando le barriere doganali residue; • assicurare il rispetto di questa normativa, mediante un sistema arbitrale che intervenga in caso di violazione; • intervenire in modo che la libertà commerciale risulti compatibile con la tutela dell’ambiente. Inoltre si dovrà affrontare il problema del rapporto tra il commercio internazionale e la salvaguardia degli standard sociali (fino a che punto le produzioni che si avvantaggiano di un costo del lavoro molto basso perché privo di oneri sociali possono mettere a rischio i posti di lavoro “socialmente protetti” nei Paesi avanzati?).

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U8 L’operatore resto del mondo . C1 Commercio internazionale e bilancia dei pagamenti


Differenze tra GATT e WTO

LESSICO

Contrariamente a quanto avveniva con il GATT, che era un semplice accordo fra Stati, la WTO è un’istituzione permanente dotata di un potere di sanzione, nel senso che un Paese da essa sanzionato deve uniformarsi alla decisione e non potrà mettere in atto misure di repressione unilaterale contro un altro Paese.

 Uruguay Round

L’OCSE

FACCIAMO IL PUNTO Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

1. Quali sono gli strumenti che utilizza il protezionismo? 2. Perché la scelta del protezionismo non è vantaggiosa?

Standard produttivi I componenti delle auto importate negli Stati Uniti devono rispondere a particolari requisiti di qualità e sicurezza sulla base di normative federali particolarmente rigide.

3. Per quale ragione fu istituito il GATT e perché è stato successivamente sostituito dalla WTO? 4. Quali sono gli obiettivi dell’OCSE?

MAPPA

PER ESEMPIO

L’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, (OCSE), è un’organizzazione internazionale che riunisce i principali Paesi sviluppati del mondo. Nata nel 1961, ha l’obiettivo di promuovere politiche economiche e sociali, che favoriscano la crescita economica sostenibile, il benessere e il progresso dei suoi membri. Conduce studi approfonditi su temi economici, sociali e ambientali, fornendo dati e analisi comparate tra i Paesi membri che confluiscono in raccomandazioni mirate a influenzare le decisioni dei governi di tutto il mondo. È un luogo di dialogo e confronto di idee tra governi, esperti e rappresentanti della società civile che facilita la cooperazione tra i Paesi membri e sostiene lo sviluppo economico dei Paesi non membri.

Ciclo di negoziati commerciali iniziato nel 1986 a Punta del Este (Uruguay) allo scopo di regolamentare il commercio internazionale (dazi, proprietà intellettuale, accesso ai mercati). Si concluse a Marrakesh (Marocco) nel 1994 con la firma degli accordi per la creazione della WTO.

GLI STRUMENTI DEL PROTEZIONISMO

PROTEZIONISMO TRADIZIONALE

NUOVO PROTEZIONISMO

possono essere

possono essere

Dazi

Contingentamento

possono essere

possono essere

specifici

ad valorem

fiscali

protettivi

se commisurati

se commisurati

con lo scopo di

con lo scopo di

alla quantità

al valore

procurare un’entrata

scoraggiare le importazioni

sussidi statali restrizioni volontarie eccessive formalità svalutazioni competitive

457


1 . 8 L’import-export italiano L’economia italiana è prevalentemente di trasformazione, cioè importa materie prime, semilavorati, energia che impiega nel processo produttivo per produrre ed esportare prodotti finiti. Il suo grado di apertura è quindi molto elevato.

Il grado di apertura di una economia è misurato dal rapporto fra la media della quota delle importazioni e delle esportazioni sul reddito nazionale. I più elevati gradi di apertura si riscontrano nei sistemi che esportano notevoli quantità di materie prime, come l’Arabia Saudita; oppure in quelli, di non grandi dimensioni, che operano nel settore della trasformazione con imprese dotate di alti livelli di efficienza, come il Belgio, l’Olanda ecc.; minori gradi di apertura sono invece riscontrabili in economie di più vaste dimensioni, dotate di materie prime e di un grande mercato interno (un esempio tipico sono gli Stati Uniti), oppure in economie arretrate scarsamente integrate nel commercio internazionale. Come detto in precedenza l’economia italiana, che è trasformatrice (importa dall’estero non solo per soddisfare i consumi interni, ma per produrre i beni da esportare all’estero), ha un notevole grado di apertura, come gran parte dei Paesi dell’Unione europea: i suoi rapporti commerciali si estendono infatti a tutti i Paesi del mondo. Conseguenze di un elevato grado di apertura. Un Paese con un elevato grado di apertura è particolarmente soggetto all’influenza di shock esterni, come l’aumento del prezzo delle materie prime, le crisi internazionali, le brusche variazioni nel mercato dei cambi. I DATI PARLANO 

Che cosa importiamo, che cosa esportiamo Import-export italiano. Risulta molto elevato l’interscambio commerciale sia con i Paesi dell’UE, sia con gli USA, la Cina e i Paesi dell’OPEC. I Paesi dell’OPEC (compresi negli altri Paesi non UE) sono i nostri principali fornitori di energia. Il resto dell’interscambio è rivolto ai Paesi in via di sviluppo (PVS), e ai Paesi dell’America Latina.

I nostri principali partner commerciali sono, nell’ordine, la Germania, la Francia e gli Stati Uniti, seguiti dalla Svizzera e dal Regno Unito.

PLUS Il commercio è la linfa dell’economia mondiale

458

Importazioni. Fra le voci più significative delle importazioni italiane figurano le fonti energetiche, i mezzi di trasporto, i prodotti minerari e in metallo, i prodotti chimici e gli apparecchi elettronici. Esportazioni. Al primo posto delle esportazioni figurano le macchine e gli apparecchi meccanici (punto di forza del nostro export), particolari prodotti in metallo, i prodotti tessili e dell’abbigliamento (all’avanguardia nel mondo) e i mezzi di trasporto ad alta tecnologia. Il nostro export è molto avanzato per il design ma, se si escludono alcune produzioni di eccellenza, è concentrato nei settori tradizionali (prodotti tessili e abbigliamento, calzature, mobili ecc.), a basso e medio contenuto tecnologico; risulta debole nei settori più innovativi, caratterizzati da alta tecnologia. Ciò genera preoccupazione, perché i beni a basso contenuto tecnologico sono facilmente imitabili da parte degli altri Paesi. Sulle nostre esportazioni incombe infatti il rischio di subire la concorrenza in termini di prezzo da parte dei Paesi in via di sviluppo, dove il costo del lavoro è molto basso. Sostegno alle nostre esportazioni. Il compito di promuovere le nostre esportazioni, oltre ad altre importanti funzioni, è stato affidato a un apposito organismo, ICE (Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane) , che svolge la sua attività con particolare attenzione alle piccole e medie imprese. U8 L’operatore resto del mondo . C1 Commercio internazionale e bilancia dei pagamenti


I DATI PARLANO

LESSICO

Il grado di apertura dell’Italia Il grado di apertura dell’Italia rispetto al resto del mondo è illustrato dalla tabella seguente: Import-export come quota del PIL e grado di apertura dell’Italia Esportazioni PIL 19,0

Grado di apertura

1990

Importazioni PIL 19,4

2000

26,9

25,7

26,3

2010

28,5

26,7

27,6

2020

25,9

29,5

25,2

Anni

19,2

Fonte: Relazione generale sulla situazione economica del Paese, vari anni

 Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane (ICE) Istituto fondato nel 1926, opera a sostegno del commercio con l’estero (importazioni ed esportazioni) e degli investimenti sia italiani all’estero che dall’estero in Italia. Offre servizi di consulenza e assistenza alle imprese italiane che operano nel commercio internazionale.

Made in Italy & Italian sounding

E ORIENTAMENTO

EDUCAZIONE CIVICA

“Roma è la capitale del mondo” (J.W. Goethe) Con l’espressione “Made in Italy” si comprendono tutti quei prodotti contraddistinti da alta qualità, pregevole artigianalità e attenzione ai dettagli. Il “Made in Italy” è particolarmente forte nei settori della moda e del lusso, del design di pregio, dell’automotive di alto livello e dell’alimentazione di qualità. La tutela del “Made in Italy” è fortemente legata al controllo del fenomeno denominato

“Italian sounding”, ossia la pratica consistente nell’utilizzare parole e immagini che evocano l’Italia in riferimento a prodotti, in particolare di natura alimentare, che non sono effettivamente italiani. Al fine di proteggere l’economia italiana, risulta necessario educare i consumatori al rispetto delle norme in materia di segni distintivi dei veri prodotti “Made in Italy” e sulle certificazioni di autenticità.

FACCIAMO IL PUNTO Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

Alleniamo la CITTADINANZA ECONOMICA

Si formino in classe due gruppi: il primo analizzi, mediante un’opportuna ricerca, il fenomeno dell’”Italian sounding food” nel mondo nell’ultimo quinquennio e l’altro raccolga informazioni relativamente al medesimo periodo sull’export di prodotti dell’agroalimentare “Made in Italy”. Ogni gruppo prepari una breve presentazione multimediale e la illustri in classe. Con la guida dell’insegnante di economia politica ogni gruppo cerchi i punti di contatto tra i dati presentati, al fine di comprendere nel profondo la correlazione esistente tra i due fenomeni analizzati.

PROFESSIONI E COMPETENZE DEL FUTURO Il commercio con l’estero si configura come un settore dinamico che richiede una vasta gamma di competenze tecnico-economiche, linguistiche e digitali, per gestire efficacemente le operazioni internazionali. Con l’aiuto del docente orientatore prova a individuarle nel dettaglio, precisando quali percorsi formativi sarebbe utile mettere in campo per raggiungerle.

1. Quali sono le caratteristiche dell’interscambio commerciale dell’Italia?

2. Come si misura il grado di apertura di un’economia? 3. Quali sono per un Paese le conseguenze di un elevato grado di apertura della sua economia? 4. In quali settori si concentra l’export italiano?

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Dove va il commercio mondiale? L’economia mondiale si è andata polarizzando attorno a tre grandi aree di sviluppo, che rappresentano oggi i tre pilastri del commercio internazionale. 1. L’area degli USA, che comprende anche Canada e Messico e gran parte degli Stati dell’America Latina. 2. L’area dell’UE, che attrae le economie dei Paesi dell’Europa dell’Est e delle coste afro-asiatiche del Mediterraneo. 3. L’area del Giappone e delle “tigri asiatiche”, che hanno rapidamente colmato il gap che le divideva dai Paesi industrializzati. Qui è in grande trasformazione la Cina, un gigante di quasi 1,4 miliardi di abitanti che, specie attraverso Hong Kong e Shanghai, intreccia sempre più stretti rapporti con il resto del mondo.

Queste tre grandi aree, ciascuna dotata di una propria moneta, rispettivamente dollaro, euro e yen (con una più larga penetrazione mondiale del dollaro come moneta di riserva internazionale), hanno tra loro intensi rapporti commerciali e finanziari. Ne → par. 2.7 parleremo nel prossimo capitolo.

1 . 9 La bilancia dei pagamenti → Unità 5, Allo stesso modo in cui la contabilità nazionale aiuta a capire il funzionamento dell’epar. 2.1 conomia dell’intero Paese, così la bilancia dei pagamenti aiuta a capire le relazioni economiche fra il nostro Paese e il resto del mondo. Un esame della bilancia dei paBilancia dei gamenti fornisce importanti notizie sulla domanda e l’offerta di moneta determinata pagamenti dagli scambi internazionali di merci, capitali e servizi. Balance of payments

Una “foto” dell’economia di un Paese La bilancia dei pagamenti è un documento contabile redatto dalla Banca d’Italia su base mensile che registra le transazioni economiche relative a risorse reali (beni e servizi) e finanziarie (attività o passività finanziarie) intervenute tra i residenti di un Paese e i non residenti. La bilancia dei pagamenti si basa sul principio della partita doppia, in quanto ogni transazione origina due distinte registrazioni di uguale importo ma di segno contrario. I DATI PARLANO  È un documento essenziale per capire il funzionamento di un’economia, capace com’è di fotografare i rapporti economici di un Paese con il resto del mondo. Dal suo esame si può comprendere, ad esempio, qual è la forza produttiva di un Paese, la sua capacità di esportare ciò che produce, come pure la sua capacità di attirare capitali dall’estero e la misura in cui i residenti investono il loro risparmio in altri Paesi. Essa può trovarsi in attivo se il valore delle esportazioni supera quello delle importazioni; in pareggio se i due valori sono uguali; in passivo (o deficit) se il valore delle importazioni supera quello delle esportazioni.

Struttura della bilancia dei pagamenti La bilancia dei pagamenti è costituita dalle seguenti sezioni: 1. conto corrente; 2. conto capitale; 3. conto finanziario; 4. errori e omissioni.

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U8 L’operatore resto del mondo . C1 Commercio internazionale e bilancia dei pagamenti


I DATI PARLANO

LESSICO

Il metodo della partita doppia nella bilancia dei pagamenti Sotto il profilo contabile, la bilancia dei pagamenti accoglie registrazioni tenute secondo il metodo della partita doppia: ogni operazione è iscritta due volte, una dal lato delle entrate e l’altra dal lato delle uscite. La voce del saldo che si somma alle entrate o alle uscite per uguagliarle rappresenta il risultato (passivo o attivo) della bilancia dei pagamenti. Convenzionalmente si segnano in attivo i flussi monetari in entrata e in passivo i flussi monetari in uscita. Il saldo della bilancia dei pagamenti Dato che ogni transazione dà luogo a un’iscrizione all’attivo e a un’altra al passivo di uguale importo, la somma di tutte le registrazioni all’attivo deve essere

uguale alla somma di tutte le registrazioni al passivo. Il valore del saldo si dovrà quindi ricercare nel suo significato economico e non contabile: e ciò si può fare calcolando i saldi parziali delle diverse sezioni della bilancia dei pagamenti. Significato economico dei saldi parziali Così calcolato il saldo della bilancia commerciale è utile per sapere se le esportazioni sono o no maggiori delle importazioni (saldo commerciale ); il saldo della bilancia turistica ci dice se e in quale misura questa voce ha contribuito alle nostre entrate valutarie; il saldo dei movimenti finanziari ci illumina sulla dinamica della posizione creditoria e debitoria del Paese nei confronti dell’estero.

Attivo (entrate)

 Saldo commerciale è positivo (avanzo commerciale) quando il valore delle esportazioni supera il valore delle importazioni: l’economia nazionale è in grado di soddisfare la domanda di beni e servizi con la produzione interna; è negativo (disavanzo commerciale) quando il valore delle importazioni supera il valore delle esportazioni: l’economia nazionale dipende in parte dalla produzione estera.

Passivo (uscite) Conto corrente

• Esportazioni di beni • Proventi di noli attivi e di assicurazioni relative a trasporti internazionali • Proventi per il turismo straniero in Italia • Proventi dall’estero per l’utilizzo di brevetti, diritti d’autore ecc. • Interessi e dividendi su capitali investiti all’estero • Stipendi pagati a residenti da imprese e soggetti esteri • Rimesse degli emigrati italiani

• Importazioni di beni • Pagamenti di noli passivi e di assicurazioni relative a trasporti internazionali • Spese per il turismo italiano all’estero • Pagamento di royalties su brevetti esteri, diritti esteri d’autore ecc. • Interessi e dividendi su capitali stranieri investiti in Italia • Stipendi pagati all’estero da soggetti italiani • Rimesse degli immigrati stranieri • Contributi pagati a UE, ONU ecc. • Sovvenzioni ai Paesi poveri

Conto capitale • Vendita all’estero di brevetti, diritti di proprietà intellettuale • Investimenti di Fondi strutturali UE

• Acquisto all’estero di brevetti, diritti di proprietà intellettuale • Donazioni di beni capitali ai Paesi poveri Conto finanziario

• Vendita di imprese italiane a non residenti • Investimenti esteri in titoli nazionali (azioni, obbligazioni, derivati) • Diminuzione dei crediti o aumento dei debiti bancari italiani sull’estero • Aumenti delle riserve ufficiali

• Acquisti di imprese all’estero • Investimenti di italiani in titoli esteri (azioni, obbligazioni, derivati) • Aumento dei crediti bancari o diminuzioni di debiti bancari italiani sull’estero • Diminuzione delle riserve ufficiali

FACCIAMO IL PUNTO Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

1. Che cos’è la bilancia dei pagamenti? 2. Come vengono registrate le transazioni nella bilancia dei pagamenti?

461


Conto corrente Current Account Bilancia commerciale Trade Balance

Il conto corrente include le operazioni che ricorrono ogni anno con l’estero e che incidono sul reddito del Paese. Comprende i seguenti conti: • bilancia commerciale (o conto merci), che considera il solo interscambio di merci, registra all’attivo le esportazioni e al passivo le importazioni; • conto servizi, che recepisce gli scambi di servizi: i trasporti (per esempio spese di spedizione di merci), i viaggi all’estero (per turismo o affari), altri servizi (finanziari, assicurativi, alle imprese); • conto redditi, in cui sono compresi i flussi da e verso l’estero dei redditi di capitale (incassi di residenti connessi alla detenzione di attività finanziarie estere o pagamenti a non residenti connessi alla detenzione di attività finanziarie italiane) e di lavoro (salari e stipendi ricevuti da non residenti); • trasferimenti unilaterali correnti, come i versamenti di contributi alle organizzazioni internazionali, gli aiuti ai Paesi in via di sviluppo non costituiti da beni capitali (perché in tal caso andrebbero nel conto capitale) e le rimesse  degli emigrati.

Conto capitale Capital Account

Conto finanziario Financial Account

Il conto capitale registra i trasferimenti unilaterali di beni capitali (come gli investimenti di fondi UE, o le donazioni di attrezzature ai Paesi poveri: ad esempio la costruzione di un ospedale) e i movimenti dei capitali intangibili (o immateriali, come la proprietà di diritti d’autore, brevetti, marchi). Il conto finanziario registra gli investimenti all’estero. È formato dai seguenti capitoli: • investimenti diretti , che riguardano l’acquisto di imprese all’estero; • investimenti di portafoglio, dove vengono registrate le transazioni finanziarie relative a titoli azionari e obbligazionari tra residenti e non residenti (come per esempio l’acquisto da parte di un italiano di azioni di una società americana o di titoli di Stato italiani da parte di un fondo pensione canadese);

→ Unità 6, • strumenti derivati, che comprendono le transazioni relative a tali strumenti finanpar. 3.6 ziari, tenuti separati dagli investimenti di portafoglio in quanto particolarmente rischiosi;

• altri investimenti, dove vengono registrati i crediti commerciali (che nascono dalle transazioni internazionali di merci e servizi per cui non c’è stato ancora il pagamento, oppure il pagamento è stato anticipato ma mancano ancora i movimenti dei beni), i prestiti (che riguardano appunto i prestiti ricevuti o effettuati con una controparte all’estero, come nel caso di un’impresa italiana che si indebita con una banca estera) e i depositi; • variazione delle riserve ufficiali (dette anche “riserve valutarie”), che comprende le attività in valute diverse dall’euro detenute in contropartita da non residenti nell’area della moneta unica (è un conto della Banca centrale che riflette i movimenti del conto corrente e del conto finanziario). PER ESEMPIO 1  Quando il Paese esporta più capitali di quanti ne importi il conto finanziario è negativo, perché le esportazioni di capitali originano un pagamento (sono registrate col segno –), mentre le importazioni originano un incasso (sono registrate col segno +). Il contrario avviene nel conto corrente. Il conto errori e omissioni comprende sia gli errori di rilevazione sia le mancata segnalazione di un investimento all’estero (omissioni).

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U8 L’operatore resto del mondo . C1 Commercio internazionale e bilancia dei pagamenti


PER ESEMPIO

Secondo la Banca d’Italia, almeno metà dell’importo di questo ultimo conto maschera le esportazioni di capitali, in particolare i proventi di esportazioni di cui non è stato comunicato l’incasso e dato che la somma dei conti precedenti (conto corrente, capitale e finanziario) in base ai principi della partita doppia devono essere in teoria uguali a zero, è necessaria una voce che aiuti a registrare il pareggio. PER ESEMPIO 2 

1 Variazione delle riserve ufficiali Se un imprenditore italiano vende una partita di scarpe a un importatore americano, questi pagherà la merce ricevuta in dollari, che l’esportatore italiano cambierà in euro. I dollari entrati in

Italia affluiranno alle riserve ufficiali già esistenti e serviranno agli importatori italiani in cambio di euro per effettuare il pagamento in dollari della merce importata.

2 Errori e omissioni

PLUS

Sono errori se nelle registrazioni si sono verificati errori di calcolo e di registrazione. Sono omissioni quando, ad esempio, un esportatore italiano ha ottenuto, come pagamento delle merci esportate, un terreno all’estero su cui costruirà una

nuova fabbrica, oppure se ha utilizzato i proventi per costituire una joint venture (casi che accadono frequentemente con gli operatori dell’Europa dell’Est), verrà a mancare il relativo flusso finanziario e ciò aumenterà l’importo di questo conto.

LESSICO  Rimesse Trasferimenti di valori da un luogo a un altro. Le rimesse degli emigrati riguardano l’invio di denaro alle famiglie d’origine da parte di lavoratori residenti all’estero.

 Investimenti diretti Riguardano l’acquisizione di partecipazioni, che possono essere di controllo o minoritarie, di imprese estere oppure la costituzione di filiali all’estero di imprese italiane, con il carattere della durata nel tempo e il coinvolgimento di chi ha effettuato l’investimento.

 Joint venture Accordo di collaborazione fra imprese per realizzare progetti richiedenti ingenti finanziamenti. È frequente nell’attività economica internazionale per l’aggiudicazione di appalti pubblici. La cooperazione tra imprese si concretizza nella formazione di un gruppo, guidato da un’impresa capogruppo.

La battaglia culturale della bilancia dei pagamenti: tè vs caffè La storia economica è disseminata di aneddoti che, seppur apparentemente banali, rivelano meccanismi complessi e interconnessioni inaspettate tra fenomeni economici e sociali. Uno di questi casi riguarda il ruolo del caffè e del tè nella bilancia dei pagamenti inglese del XVIII secolo. In quel periodo, l’Inghilterra era una potenza economica in ascesa, ma la sua crescente passione per il caffè stava generando un significativo squilibrio nella sua bilancia dei pagamenti. L’importazione massiccia di caffè dalle colonie, nelle Indie orientali, stava creando un deficit commerciale, ovvero un eccessivo saldo negativo tra le importazioni e le esportazioni. Di fronte a questa situazione, la Compagnia delle Indie orientali, che gestiva il commercio con le colonie, ideò una strategia innovativa: promuovere il consumo del tè come alternativa al

caffè. Il tè, anch’esso prodotto nelle colonie, presentava diversi vantaggi: più economico da produrre e da trasportare, si prestava a essere commercializzato come una bevanda più raffinata e salutare. Con una sapiente campagna pubblicitaria, la Compagnia riuscì a trasformare le abitudini di consumo degli inglesi. Il tè, da bevanda esotica e costosa, divenne rapidamente la bevanda nazionale, soppiantando gradualmente il caffè, diffondendosi anche nel resto d’Europa. Questa svolta nei consumi ebbe un impatto significativo sulla bilancia dei pagamenti inglese. La riduzione delle importazioni di caffè, combinata con l’aumento delle esportazioni di tè, contribuì a riequilibrare la bilancia commerciale. Questa “guerra” commerciale tra caffè e tè ha lasciato un’impronta indelebile nella cultura inglese: l’ora del tè!

FACCIAMO IL PUNTO Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

1. Di quali sezioni si compone la bilancia dei pagamenti? 2. Conto corrente e bilancia commerciale indicano lo stesso documento? 3. Quali voci comprende il conto redditi della sezione conto corrente? 4. Che cosa sono i trasferimenti unilaterali correnti?

463


Posizione netta sull’estero La bilancia dei pagamenti è redatta secondo il sistema della partita doppia, pertanto il conto corrente misura il saldo dei conti con l’estero di un Paese: • se il suo saldo è attivo, il Paese produce più di quello che consuma; • se il saldo è passivo, il Paese produce meno di quello che consuma. I saldi parziali che via via si accumulano nella bilancia dei pagamenti determinano la posizione netta del Paese verso l’estero, indicando se esso si trova nella situazione di: • creditore netto, ossia possiede più attività all’estero rispetto ai debiti oppure • debitore netto, ossia ha più debiti verso l’estero rispetto alle attività. Nel primo caso, il Paese accumula crediti verso il resto del mondo; nel secondo caso, accumula debiti. In entrambe le situazioni devono intervenire le autorità monetarie nazionali per compensare lo squilibrio nei confronti dell’estero, così da riportare la bilancia in pareggio. MAPPA 1  Si noti che nelle riserve valutarie  nette che la Banca centrale utilizza nei suoi interventi sulla bilancia, è incluso l’oro, che per convenzione viene considerato un’attività sull’estero, come se fosse un titolo denominato in moneta estera. Risulta così evidente che quando il saldo della bilancia dei pagamenti è positivo, le riserve valutarie aumentano, mentre diminuiscono quando il saldo valutario è negativo. La posizione netta del Paese verso l’estero è quindi data dal saldo delle attività e delle passività con l’estero degli operatori residenti (famiglie, imprese, Stato, banche e Banca centrale). Le voci sono le stesse del conto finanziario, e comprendono quindi investimenti diretti, investimenti di portafoglio, strumenti derivati, altri investimenti e riserve.

MAPPA 1

Da quanto esposto sinora, risulta quindi evidente come la bilancia dei pagamenti sia uno strumento fondamentale per analizzare la situazione economica di un Paese, in particolare per valutarne la solidità finanziaria e la capacità di far fronte agli shock esterni. Infatti, mentre una posizione netta creditoria rafforza la valuta nazionale e attrae investimenti esteri, una posizione netta debitoria rende il Paese più vulnerabile alle crisi finanziarie internazionali. MAPPA 2 

per esempio

si avranno

conseguenze valutarie

AVANZO

ESP > IMP

• > crediti • < debiti verso l’estero

Versamento di valuta nelle riserve

DISAVANZO

IMP > ESP

• < crediti • > debiti verso l’estero

Prelievo di valuta dalle riserve

SALDO Bilancia dei pagamenti

per esempio

464

si avranno

conseguenze valutarie

U8 L’operatore resto del mondo . C1 Commercio internazionale e bilancia dei pagamenti


MAPPA 2

I CONTI CON L’ESTERO DELL’ITALIA SECONDO LA CONTABILITÀ UE

LESSICO Conto merci

• Importazioni • Esportazioni

Conto servizi Conto corrente

Conto capitale

BILANCIA DEI PAGAMENTI

Conto finanziario

• Turismo • Trasporti • Assicurazioni • Noli • Diritti d’autore • Royalties

Conto redditi

• Interessi • Stipendi

Trasferimenti unilaterali

• Contributi a UE, ONU ecc. • Sovvenzioni ai Paesi poveri • Rimesse degli emigrati

Trasferimenti unilaterali

Fondi UE (entrate) Doni ai Paesi poveri (uscite)

Attività intangibili

Trasferimenti di beni immateriali: brevetti, marchi, diritti d’autore ecc.

Investimenti diretti

Acquisto di imprese estere

Investimenti di portafoglio

Acquisto di azioni e obbligazioni estere

Strumenti derivati

Acquisto di futures, warrants, options

Altri investimenti

• Accensione di prestiti • Concessione di prestiti • Depositi

Variazione riserve valutarie

• Movimenti di valute diverse dall’euro • Variazioni riserve auree

Errori e omissioni

Mezzi di pagamento internazionali, come valute estere, oro, crediti internazionali a disposizione delle autorità monetarie di un Paese per garantire eventuali prestiti ottenuti all’estero o per far fronte a eccedenze delle importazioni sulle esportazioni. Le riserve valutarie dei Paesi che fanno parte dell’Unione economica e monetaria (UEM) sono gestite dalla Banca centrale europea (BCE).

FACCIAMO IL PUNTO Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

Investimenti diretti Investimenti di portafoglio

POSIZIONE NETTA SULL’ESTERO

 Riserve valutarie

Strumenti derivati Altri investimenti Riserve valutarie

FORMAZIONE DI STOCK

1. Che cosa viene registrato nella sezione del conto finanziario? POSITIVI / NEGATIVI

2. Quando il saldo del conto finanziario è negativo? 3. A che cosa si riferisce la voce investimenti diretti? 4. Da che cosa si ricava la posizione netta sull’estero?

465


CAPITOLO

1

Commercio internazionale e bilancia dei pagamenti

Sintesi

Ascolta e ripassa

1 . 1 La distribuzione internazionale delle risorse

Il commercio internazionale è l’insieme degli scambi fra soggetti residenti in Paesi diversi. Nasce dalla diversa distribuzione delle risorse naturali e delle capacità produttive fra i vari Paesi, e ciò rende tutti i popoli del mondo interdipendenti.

1 . 2 La teoria dei vantaggi comparati

Secondo la teoria dei vantaggi comparati di Ricardo, un Paese ha convenienza a specializzarsi nella produzione di beni nei settori, dove gode di un vantaggio comparato maggiore, e a importare beni prodotti nei settori, dove il vantaggio è minore.

1 . 3 Critiche alla formulazione ricardiana

La teoria dei vantaggi comparati è stata criticata perché presuppone: . costanza dei costi di produzione, che invece possono variare; . mobilità dei fattori produttivi all’interno del Paese e immobilità all’esterno; . che il valore dipenda solo dal lavoro, mentre dipende anche dal costo degli altri fattori produttivi.

1 . 4 Commercio internazionale e sviluppo economico

Il commercio internazionale ha effetti positivi sullo sviluppo, favorendo l’ottima allocazione delle risorse, l’integrazione economica e sociale attraverso l’interdipendenza economica. Tuttavia, la dipendenza dall’estero è un rischio per i Paesi meno sviluppati.

1 . 5 Libero scambio e protezionismo

Il liberismo (o libero scambio) è la politica che assicura la libertà dei commerci; il protezionismo, invece, limita l’import di prodotti stranieri per tutelare quelli nazionali. Può essere ammissibile in caso di: . protezione dell’industria nascente; . difesa della piena occupazione; . tutela dell’indipendenza del Paese; . lotta al dumping.

1 . 6 Gli strumenti del protezionismo

Esistono due forme di protezionismo: . il protezionismo tradizionale (dazi doganali, contingenti alle importazioni); . il nuovo protezionismo (sussidi statali, restrizioni alle importazioni, eccesso di burocrazia, svalutazioni competitive).

1 . 7 La cooperazione commerciale internazionale

Per liberalizzare e regolare il commercio internazionale, dopo la fine della Seconda guerra mondiale, nasceva il GATT, che si è poi trasformato in una struttura permanente dotata di poteri regolamentari e sanzionatori: la WTO.

1 . 8 L’import-export italiano

L’Italia è ha un’economia di trasformazione con elevato grado di apertura internazionale. I suoi maggiori partner commerciali sono i Paesi dell’UE e i Paesi industrializzati dell’OCSE. Il commercio mondiale si concentra in tre aree di sviluppo: quella degli USA, dell’UE e quella delle tigri asiatiche.

1 . 9 La bilancia dei pagamenti

I rapporti economici dell’Italia con il resto del mondo sono sintetizzati nella bilancia dei pagamenti che è il documento contabile dal quale si desume la posizione netta del Paese sull’estero.

466

U8 L’operatore resto del mondo . C1 Commercio internazionale e bilancia dei pagamenti


Mappa da completare Dopo aver ripassato i contenuti dell’Unità, completa la mappa inserendo correttamente gli elementi mancanti scelti tra i seguenti avanzo • disavanzo • nuovo • pareggio • protettivi • protezionismo • resto del mondo • specifici • svantaggi • tradizionale • vantaggi IL COMMERCIO INTERNAZIONALE Insieme degli scambi fra un Paese e il ________________________________ ______________ • ottima allocazione delle risorse • integrazione economica e sociale

______________ • rinuncia a sviluppare dei settori economici • dipendenza dall’estero

POLITICHE COMMERCIALI LIBERISMO

___________________

Liberalizzazione degli scambi

Protezionismo ______________

World Trade Organization (WTO)

Dazi • ______________ • ad valorem • fiscali • ______________ • misti

______________ protezionismo

Contingenti di importazione

• Sussidi all’industria nazionale • Formalità doganali • Svalutazioni competitive

BILANCIA DEI PAGAMENTI Conto corrente

Conto capitale

Conto finanziario

Errori o omissioni

Bilancia in _______________

Bilancia in _______________

Bilancia in _______________

Le riserve valutarie diminuiscono

Le riserve valutarie restano immutate

Le riserve valutarie aumentano

RISPONDI ORA ALLE DOMANDE 1. Che cos’è il commercio internazionale? 2. Quali sono i vantaggi e gli svantaggi del commercio internazionale? 3. Perché il commercio internazionale contribuisce allo sviluppo? 4. Quali sono gli strumenti del protezionismo? 5. Sai definire i contenuti della bilancia dei pagamenti?

467


CAPITOLO

1

Commercio internazionale e bilancia dei pagamenti

Esercizi

Esercizi interattivi

Consolidiamo le conoscenze... SCELTA MULTIPLA

1. Completa l’affermazione scegliendo la frase corretta fra quelle proposte. 1. La teoria ricardiana dei vantaggi comparati si basa anche sull’ipotesi che a  siano considerati nulli i costi dei trasporti b  il valore dei beni sia misurato dal costo del capitale impiegato per produrli c  nel mercato interno i fattori produttivi non siano trasferibili d  nel mercato internazionale i fattori produttivi siano trasferibili 2. L’agenzia permanente dell’ONU specializzata nel favorire la liberalizzazione del commercio internazionale e la cooperazione fra Paesi si chiama a  FAO (Food and Agriculture Organization) b  OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) c  ICE (Istituto per il Commercio Estero) d  WTO (World Trade Organization) 3. Sono uno strumento tipico del nuovo protezionismo a  i contingenti all’importazione b  i dazi doganali protettivi c  i sussidi statali all’industria d  i dazi doganali fiscali 4. L’insieme delle transazioni economiche che intercorrono tra i residenti e il resto del mondo è registrato nella a  bilancia delle riserve ufficiali b  posizione netta sull’estero c  bilancia commerciale d  bilancia dei pagamenti 5. Il conto che registra all’attivo le esportazioni e al passivo le importazioni di merci si chiama a  conto finanziario b  bilancia commerciale c  conto servizi d  conto redditi 6. La rimessa di un immigrato in Italia alla sua famiglia di origine viene registrata nel a  conto corrente b  conto capitale

c  conto finanziario d  conto economico

7. Un investimento che riguarda l’acquisto di un’impresa all’estero viene registrato nel capitolo a  investimenti di portafoglio

468

b  t rasferimenti di capitale c v ariazione delle riserve ufficiali d  i nvestimenti diretti 8. Un trasferimento unilaterale di capitali, come ad esempio il finanziamento della costruzione di una scuola primaria in un Paese in via di sviluppo, viene registrato nel conto a  corrente b  capitale

c  finanziario d  servizi

9. La bilancia dei pagamenti accoglie registrazioni tenute secondo il metodo della a p artita semplice bp artita doppia

c  partita unilaterale d  partita finanziaria

10. Vendere all’estero a prezzi più bassi che nel proprio Paese è applicare la politica del a  dazio b  dumping c  vantaggio comparato d  contingente relativo

COMPLETAMENTI

2. Completa il brano inserendo i termini appropriati tra quelli proposti. capacità • comparati • essenziali • internazionali • inutili • lungo • maggiori • minori • nazionali • produrre La nozione di vantaggi _____________ è molto importante per spiegare perché un Paese produca determinati beni e non altri. Spiega inoltre perché gli scambi commerciali _____________ assumono determinate direzioni e non altre. Il vantaggio comparato consiste nella maggiore abilità di un Paese a produrre uno specifico bene rispetto alla _____________ di produrlo di un altro Paese. Tale maggiore abilità consente al primo Paese di _____________ un determinato bene con un costo inferiore rispetto a quello che dovrebbe sostenere il secondo Paese; in altre parole, il singolo Paese tende a produrre in più quei beni per i quali utilizza _____________ risorse di quelle che sarebbero necessarie a un altro Paese per produrre gli stessi beni. Questa logica spiega la ragione per cui i Paesi si specializzano in determinate produzioni. Il vantaggio comparato nel breve periodo si può considerare dato; nel _____________ periodo, invece, può cambiare, in particolare in seguito a iniziative del Governo volte a spingere determinate produzioni ritenute _____________ per la crescita del Paese.

U8 L’operatore resto del mondo . C1 Commercio internazionale e bilancia dei pagamenti


ASSOCIAZIONE

3. Associa le definizioni della seconda colonna a uno degli organismi elencati ed inseriscili nella prima colonna. Completa la terza colonna con la data della nascita e, nel caso non esistano più, con quella della chiusura o trasformazione specificandone il motivo. 1. URAGUAY ROUND 2. GATT 3. OCSE 4. WTO ORGANISMO

OBIETTIVI promuovere politiche economiche e sociali che favoriscano la crescita economica sostenibile, il benessere e il progresso dei suoi membri passare dal protezionismo alla liberalizzazione del commercio internazionale armonizzando le politiche commerciali dei Paesi aderenti regolare con norme vincolanti gli scambi mondiali soprattutto tra paesi sviluppati e in via di sviluppo, eliminando le barriere doganali residue ridurre le tariffe sui prodotti industriali, liberalizzare i prodotti agricoli, estendere gli accordi sulle tariffe a maggiori settori

PREPARATI ALLA PROVA ORALE

4. Tra parentesi i paragrafi di riferimento. 1. Perché il commercio internazionale presenta caratteri particolari rispetto al commercio interno? (1.1) 2. Che cosa afferma la teoria ricardiana dei vantaggi comparati? (1.2) 3. Su quali ipotesi si basa la teoria ricardiana? (1.2) 4. Quali critiche furono rivolte alla teoria dei costi comparati? (1.3) 5. Perché il commercio internazionale favorisce lo sviluppo economico? (1.4) 6. Per quali ragioni la scuola classica sosteneva il libero scambio? (1.5)

NASCITA

7. In che cosa consiste il protezionismo? (1.5) 8. Quali sono gli strumenti tipici del protezionismo tradizionale? (1.6) 9. Quali strumenti utilizza il nuovo protezionismo per scoraggiare le importazioni? (1.6) 10. Quando è stata creata la WTO e quali scopi si prefigge con la sua attività? (1.7) 11. Quale sostanziale differenza intercorre tra il GATT e il WTO? (1.7) 12. È elevato il grado di apertura della nostra economia? (1.8) 13. Che cos’è la bilancia commerciale? (1.9) 14. Di quali parti si compone la bilancia dei pagamenti di uno Stato? (1.9)

... per sviluppare le competenze CASI PRATICI

5. Esamina il caso e fornisci delle soluzioni o rispondi motivando. 1. Il grado di apertura. Due anni fortunati

Un imprenditore, che vuole conoscere come è variato il grado di apertura dell’Italia rispetto al resto del mondo negli anni in cui la su azienda ha realizzato il miglior fatturato, ha a disposizione i seguenti dati, espressi in miliardi di euro: Anno Importazioni

Esportazioni

PIL

2015

441,20

490,85

1.654,21

2024

502,22

547,33

1.723,19

Aiutalo nel calcolo e rispondi.

1. Qual è il grado di apertura dell’Italia nel 2015 e nel 2024? 2. Come è variato il grado di apertura dell’Italia nel periodo considerato? 3. Qual è il saldo della bilancia commerciale nel 2015? 4. Considerando che le transazioni sono state effettuate in dollari, in caso di saldo negativo, come verrà saldato? 5. Dove sono stati registrati i movimenti di merce effettuati negli anni considerati? 6. Dove è stata registrata la variazione della riserva valutaria?

469


2

CAPITOLO

Il sistema monetario internazionale Contenuti In questo capitolo introduciamo i fondamenti del mercato valutario, dedigitali del scrivendo le forze che determinano il livello dei cambi e i sistemi di pacapitolo gamento internazionale. Tracciamo quindi la storia degli accordi monetari e glossario inglese. internazionali, con particolare riferimento agli accordi di Bretton Woods e all’attività degli organismi creati per assicurare un sistema dei cambi ordinato e stabile (Fondo Monetario Internazionale, Banca Mondiale). Infine, esaminiamo i caratteri del sistema monetario attuale.

2 . 1 Il mercato valutario e il cambio Ogni transazione internazionale origina uno scambio fra moneta nazionale e moneta straniera. In ciascun Paese entrano valute e divise estere (le valute sono banconote, mentre le divise sono titoli di credito, come gli assegni e le cambiali) in relazione alle operazioni di esportazione, ai noli, al turismo; contemporaneamente escono valute e divise estere per il pagamento delle importazioni, per il pagamento dei noli a compagnie straniere, e così via. Per rendere possibile il commercio internazionale, quindi, è necessario che la moneta di ciascun Paese venga accettata come mezzo di pagamento anche Convertibilità all’estero, cioè assicurarne la convertibilità. Valuta Currency

Convertibility

Mercato valutario Currency market

Il mercato valutario L’insieme delle operazioni di compravendita delle valute straniere prende il nome di mercato valutario (detto anche mercato delle valute). Nel mercato valutario avvengono le operazioni di acquisto e di vendita delle monete straniere. Per ogni valuta si incontrano una domanda e un’offerta, che determinano (se il mercato è perfettamente libero, cioè non controllato dalle autorità monetarie) il cambio.

Il cambio Il cambio può essere definito come la quantità di moneta nazionale necessaria per ottenere una unità di moneta estera. Il tasso di cambio indica il rapporto tra le due valute. PER ESEMPIO 1  Come in ogni altro mercato, la domanda e l’offerta di valuta estera sono in funzione del cambio: la domanda è funzione inversa del cambio, nel senso che diminuisce quando il cambio aumenta, mentre l’offerta è funzione diretta del cambio, nel senso che varia nella stessa direzione del cambio. Se in un certo momento la domanda di una moneta estera è superiore all’offerta, il cambio tende a salire; se invece l’offerta di valuta supera la domanda, il cambio scende. PER ESEMPIO 2 

La speculazione sui cambi L’instabilità del cambio può sollecitare la speculazione, cioè acquisti e vendite di grandi quantità di valuta per trarre profitto dalle variazioni dei cambi. L’attività di speculazione potrebbe anche avere una funzione stabilizzatrice. Se per esempio si acquista una moneta straniera quando il suo corso è basso rispetto a quello di equilibrio, ciò potrebbe contribuire a elevarne il corso, e viceversa. L’esperienza dimostra, però, che nella realtà l’attività speculativa crea gravi problemi.

470

U8 L’operatore resto del mondo . C2 Il sistema monetario internazionale


PER ESEMPIO

 Nel mercato valutario si svolgono le operazioni di compravendita delle valute straniere.

1 Cambio

Tasso di cambio Exchange rate

Se per ottenere i 100 dollari necessari per un acquisto in valuta statunitense, dobbiamo sborsare 109 euro, significa che il cambio dollaro-euro (USD/EUR) è di 1.09 euro per ogni dollaro: quindi il tasso di cambio è 1,09/1 cioè 1,09, mentre il tasso di cambio euro-dollaro (EUR/USD) è di 1/1,09 cioè 0,92.

2 Mercato valutario Se in Europa aumentano le importazioni di prodotti americani, vi sarà una maggiore domanda di dollaro rispetto

all’euro e il tasso di cambio dell’euro rispetto al dollaro aumenterà.

FACCIAMO IL PUNTO Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

1. Qual è l’importanza del mercato valutario? 2. Che cos’è la convertibilità di una moneta? 3. Come possiamo definire il cambio e il tasso di cambio?

471


Il mercato dei cambi Il mercato dei cambi è formato da due segmenti: gli operatori con l’estero, che domandano e offrono divise per le normali operazioni con il resto del mondo, e gli speculatori, che traggono guadagni dalle oscillazioni dei cambi. Quest’ultimo segmento acquista un’importanza sempre maggiore: è stato calcolato che dell’enorme cifra trattata ogni giorno nel mercato mondiale dei cambi meno del 5% riguarda il commercio estero, il 15% gli investimenti e ben l’80% i movimenti speculativi. PER ESEMPIO 1 

La manovra dei cambi Le autorità monetarie cercano di contrastare le ondate speculative mediante la manovra dei cambi, allo scopo di assicurarne la stabilità nel tempo. La manovra si concretizza in una serie di interventi finalizzati ad avvicinare il cambio effettivo al cambio di equilibrio, cioè a quello che uguaglia in modo stabile la domanda e l’offerta di valute.

Deprezzamento Depraciation Apprezzamento Appreciation

Svalutazione Devaluation

Quando il cambio sale, le autorità monetarie intervengono vendendo valuta estera, che attingono dalle riserve: così il corso dei cambi tende a scendere. In caso contrario, le autorità acquistano valuta estera, e ciò fa risalire il cambio. Deprezzamento e apprezzamento. Se il corso del cambio, nonostante gli interventi della Banca centrale, si muove costantemente nella stessa direzione, lo squilibrio non è temporaneo ma stabile, e pertanto si impone una revisione del livello del cambio: se il nuovo livello è superiore a quello precedente (si richiede cioè più moneta nazionale in cambio della moneta estera) si ha deprezzamento (o svalutazione del cambio); in caso contrario, si verifica apprezzamento (o rivalutazione del cambio). Inflazione e svalutazione. Se in un Paese vi sono forti tensioni inflazionistiche, che si riflettono in un aumento continuo dei prezzi, anche una parità difesa dalle autorità monetarie deve essere abbandonata. Ciò perché i residenti trovano più conveniente acquistare i beni all’estero, pagandoli in moneta nazionale (facendo così aumentare le importazioni), mentre gli stranieri acquisteranno le merci del Paese colpito dall’inflazione in misura minore di prima (e ciò fa diminuire le esportazioni). Per il gioco della domanda e dell’offerta di valuta straniera, il suo corso sale in termini di moneta nazionale. Quando le riserve valutarie si rivelano insufficienti a sostenere la moneta nazionale, le autorità monetarie devono rinunciare alla precedente parità e procedere alla svalutazione del cambio , riconoscendo che la moneta nazionale ha un valore più basso, sia rispetto alle merci, sia rispetto alle monete straniere. MAPPA 

Perché occorre un sistema monetario internazionale? Gli operatori con il resto del mondo hanno bisogno di disporre della liquidità internazio­ nale  necessaria a far fronte ai pagamenti. Una parte delle divise occorrenti agli importatori è fornita dagli esportatori, tramite l’intermediazione del sistema bancario; il resto deve essere pagato in una valuta capace di assolvere alle funzioni classiche della moneta (mezzo di pagamento, misura dei valori, riserva dei valori) e perciò liberamente accettata dagli operatori internazionali. La regolazione del mercato valutario e dei rapporti monetari fra Stati è assicurata da accordi internazionali, che mirano ad assicurare la stabilità dei cambi. Il sistema monetario internazionale è costituito dall’insieme degli accordi, degli strumenti e delle istituzioni che regolano il mercato dei cambi allo scopo di assicurarne la stabilità.

472

U8 L’operatore resto del mondo . C2 Il sistema monetario internazionale


Per molti aspetti è simile alla speculazione in Borsa. Se si prevede, ad esempio, che il cambio euro/dollaro salirà in futuro, gli speculatori acquistano oggi euro per rivenderli in futuro quando il cambio sarà

MAPPA

PER ESEMPIO

LESSICO

1 La speculazione sui cambi aumentato e realizzare così un guadagno. Ciò farà aumentare oggi il cambio e lo farà scendere in futuro, svolgendo così un’azione di stabilizzazione del cambio  nel tempo.

VARIAZIONE DEL TASSO DI CAMBIO AUMENTA

DIMINUISCE

aumenta la quantità di moneta nazionale per avere un’unità di moneta estera

diminuisce la quantità di moneta nazionale per avere un’unità di moneta estera

Deprezzamento della moneta

Apprezzamento della moneta

diminuiscono le importazioni troppo costose

aumentano le esportazioni maggiore competitività

aumentano le importazioni più convenienti

AUMENTA LA COMPETITIVITÀ

diminuiscono le esportazioni minore competitività

DIMINUISCE LA COMPETITIVITÀ

PLUS

Gli effetti della svalutazione sulla bilancia commerciale In caso di persistenti saldi passivi della bilancia dei pagamenti, le autorità monetarie devono ricorrere alla svalutazione del cambio. La svalutazione di una moneta può comportare l’aumento delle sue esportazioni e la diminuzione delle sue importazioni (e infatti questa era una manovra utilizzata ampiamente in passato): la svalutazione avrà un effetto positivo sulla bilancia dei pagamenti solo se il Paese è in grado di ridurre le importazioni e aumentare le esportazioni. In caso contrario, l’aumento del prezzo dei beni importati può generare inflazione, destando la spirale svalutazione-inflazione-svalutazione, con un continuo aumento dei prezzi interni e la totale perdita del vantaggio competitivo. La svalutazione, tuttavia, modifica solo lentamente i flussi commerciali: nei

mesi immediatamente successivi alla svalutazione, le esportazioni aumentano lentamente, come scende lentamente la quantità di merci importate. Subito dopo la svalutazione si verifica normalmente un peggioramento temporaneo della bilancia commerciale, in quanto gli acquirenti esteri hanno bisogno di una minore quantità di moneta nazionale per acquistare la stessa quantità di beni che acquistavano prima della svalutazione. In seguito a una svalutazione, quindi, in un primo tempo la bilancia commerciale non registra un vantaggio immediato; perché la svalutazione produca i suoi effetti e la bilancia commerciale migliori, devono passare alcuni mesi, in modo che la crescita delle esportazioni – stimolata dal loro minor prezzo – permetta di compensare il rincaro delle importazioni.

 Svalutazione del cambio Quando il cambio effettivo si allontana stabilmente dal livello di equilibrio, cioè il cambio che uguaglia la domanda e l’offerta di valuta, si impone una revisione del livello del cambio: se il nuovo livello è superiore a quello precedente (si richiede una maggior quantità di moneta nazionale per acquistare una unità di moneta estera), si ha svalutazione del cambio (o deprezzamento del cambio).

 Liquidità internazionale Disponibilità di mezzi di pagamento per regolare i rapporti commerciali e finanziari tra un Paese e il resto del mondo; essi sono costituiti da oro, valute estere (soprattutto euro e dollari, ma anche yen, sterline, franchi svizzeri), e dai diritti speciali di prelievo (DSP) del Fondo Monetario Internazionale.

 Stabilizzazione del cambio In generale la stabilizzazione è un meccanismo che consente di rendere stabile nel tempo il valore di determinate variabili economiche. Nel caso dei cambi, serve a impedire che le fluttuazioni del cambio allontanino il cambio effettivo da quello di equilibrio.

FACCIAMO IL PUNTO Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

1. Quali caratteristiche ha il mercato dei cambi? 2. Che cosa, all’interno del mercato valutario, genera speculazione?

473


2 . 2 I diversi regimi di cambio e i sistemi monetari La trattazione dei diversi sistemi di pagamento internazionale richiede la conoscenza dei caratteri dei diversi sistemi di cambio. Esistono infatti quelli a cambi fissi e altri a cambi flessibili. I cambi sono fissi quando esiste un unico rapporto di cambio fra ciascuna coppia di monete, determinato dai rispettivi contenuti in oro. I cambi sono flessibili quando non rispettano una parità ufficiale, ma dipendono unicamente dalla domanda e dall’offerta di divise estere.

Sistema a cambi fissi → Unità 6, Il regime a cambi fissi si è realizzato fino al 1914, mediante il sistema del gold standard. par. 1.3

Caratteri del gold standard. Le caratteristiche del gold standard sono: Regime a cambi fissi Fixed rate system

• la stabilità dei cambi, che possono oscillare entro limiti molto ristretti, detti “punti dell’oro”; • l’esistenza di correttivi automatici, che, in caso di oscillazione dei cambi, riportano spontaneamente il cambio al livello di equilibrio. L’abbandono del gold standard. Per la rigidità dovuta allo strettissimo legame con l’oro, il regime del gold standard non sopravvisse alla bufera determinata dalla prima guerra mondiale. Venne sospesa la convertibilità in oro delle monete in quasi tutti gli altri Stati, dato che la riserva aurea posseduta in ciascuno di essi era insufficiente nel sostenere la propria domanda di moneta in circolazione. Alla fine della prima guerra mondiale, infatti, la sterlina e il dollaro, che avevano fissato una parità con l’oro e pertanto erano convertibili, divennero le principali valute di riserva delle banche centrali di tutto il mondo. Cominciò a diffondersi il gold exchange standard che, pienamente regolamentato solo successivamente con gli accordi di Bretton Woods del 1944, affidava esclusivamente al dollaro, cioè agli Stati Uniti, il compito di mantenere la parità con l’oro.

PLUS Dalla scarsità all’eccesso di dollari in Europa

474

Con il gold exchange standard cessa il diritto di coniazione e fusione dei privati, che venne riservato esclusivamente alle Banche centrali. Le monete non erano più convertibili in oro, ma potevano essere convertite in divise estere di Paesi la cui moneta era convertibile in oro, cioè dollari. Scostamenti dalla parità. Questo sistema, pur basandosi su cambi fissi, non presentava la stessa rigidità del gold standard. Le valute potevano fluttuare entro margini ristretti rispetto alla parità aurea. Per mantenere questi margini, le Banche centrali intervenivano sul mercato valutario utilizzando le proprie riserve. Solo in caso di squilibri persistenti si procedeva a una svalutazione ufficiale. La piena convertibilità del dollaro in oro lo elevò a riserva valutaria mondiale, sostituendo in gran parte l’oro nelle casse delle Banche centrali. Questa funzione di “moneta di riserva” conferiva al dollaro un ruolo centrale nei pagamenti internazionali, riservando solo agli Stati Uniti la possibilità di effettuare transazioni utilizzando la propria moneta.

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PLUS

Il sistema di Bretton Woods Il sistema elaborato a Bretton Woods si basava sulla convertibilità del dollaro: • ciascun Paese doveva dichiarare la parità della propria moneta rispetto al dollaro, impegnandosi a mantenerla entro un margine di oscillazione dell’1%; • gli Stati Uniti si assumevano l’obbligo di cambiare i dollari in oro al prezzo fisso di 35 dollari per oncia di metallo fino. In questo modo, le riserve delle Banche centrali dei Paesi aderenti erano costituite principalmente da dollari, facendo di questa moneta la valuta di riferimento mondiale, e della Federal Reserve statunitense una specie di banca di emissione a cui riferire la liquidità dell’economia dell’intero pianeta. Data la convertibilità del dollaro all’oro, il sistema di Bretton Woods è stato definito anche dollar exchange standard. Lo squilibrio tra riserve e circolante A lungo andare, si creò un crescente squilibrio fra la quantità di dollari esistente nei Paesi industrializzati e la quantità di oro posseduta dagli USA, anche perché la massa di dollari che si trovava fuori dagli USA era molto superiore alla quantità di oro custodita a Fort Knox, che costituiva le riserve auree statunitensi. Se i possessori di dollari ne avessero chiesto la conversione in base alla parità ufficiale (35 dollari l’oncia), gli USA non sarebbero stati in grado di convertire in oro neppure il 20% del totale; nel 1971 (anno in cui gli USA dichiararono unilateralmente l’inconvertibilità del dollaro in oro) circolavano all’estero 53,3 miliardi di dollari,

mentre le riserve auree degli USA non ammontavano neanche a 10 miliardi di dollari. Il sistema monetario internazionale, creato a Bretton Woods, era praticamente insostenibile: gli USA non potevano più difendere il prezzo dell’oro in termini di dollari, né conseguentemente convertire in oro gli eurodollari sulla base delle parità concordate. Nell’agosto 1971 il Presidente Nixon fu costretto a dichiarare l’inconvertibilità del dollaro in oro, sancendo così la fine ufficiale del sistema di Bretton Woods. Il periodo successivo è stato caratterizzato da ricorrenti crisi monetarie, che hanno originato una catena di svalutazioni in diversi Paesi del mondo con conseguenze molto negative sia nei Paesi in via di sviluppo, sia in quelli industrializzati.

FACCIAMO IL PUNTO Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

1. Come si determina il rapporto di cambio nei sistemi a cambio fisso? 2. Quali sono le caratteristiche del gold standard? 3. Quali fattori determinarono l’abbandono del gold standard? 4. Qual era la peculiarità del gold exchange standard?

475


Con gli anni, però, crebbe lo squilibrio fra la quantità di dollari esistente nei Paesi industrializzati e la quantità di oro posseduta dagli USA al punto che quest’ultimi, nel 1971, dichiararono unilateralmente l’inconvertibilità del dollaro in oro. Il sistema dei cambi fissi cedette il passo a un sistema di cambi flessibili, con le valute libere di fluttuare sul mercato.

Pochi anni dopo, nel 1979, gli Stati membri della CEE posero un limite alla libertà di fluttuazione delle proprie monete, siglando l’accordo che portò alla nascita del Sistema Monetario Europeo (lo Sme), che fissava una banda massima di oscillazione del 2,25%. L’obiettivo era di ridurre la volatilità dei cambi ed ottenere una stabilità dei cambi tra le valute della Comunità e, di conseguenza, mantenere la stabilità dei prezzi all’interno di ciascun Paese. Lo Sme viene considerato il primo passo verso l’istituzione di una moneta unica che, introdotta dall’UE nel 1999 come moneta di conto, entrò effettivamente in circolazione il 1° gennaio 2002 in 12 Stati, sostituendo le valute nazionali. MAPPA 1 

Sistema a cambi flessibili (o fluttuanti) Regime a cambi flessibili Flexible exchange rate system

Nel regime a cambi flessibili, i cambi non rispettano una parità ufficiale, ma dipendono unicamente dalla domanda e dall’offerta di divise estere. La situazione è tipica dei sistemi monetari cartacei a corso legale, caratterizzati dalla mancanza dell’obbligo della convertibilità. Nel sistema dei cambi flessibili il cambio è libero di fluttuare in relazione al variare della domanda e dell’offerta di valute estere, dipende cioè dalle contrattazioni che avvengono nel mercato dei cambi. Fluttuazione libera. Se il cambio dipende unicamente dalla domanda e dall’offerta, in quanto le Banche centrali non intervengono nel mercato, si ha una fluttuazione libera. MAPPA 2 

Fluttuazione amministrata. In genere, tuttavia, le autorità monetarie intervengono abitualmente nel mercato dei cambi, specialmente allo scopo di ridurre i danni derivanti al Paese da operazioni speculative. In questo caso si ha una fluttuazione amministrata dalle Banche centrali. MAPPA 3  In questo sistema la Banca centrale interviene quando la valuta è sottoposta a oscillazioni troppo forti, vendendo o acquistando moneta nazionale o estera, e attenuando così la volatilità del cambio. MAPPA 4 

2 . 3 I “fondamentali” del cambio Si usa il termine fondamentali (dall’inglese “fundamentals”, parola di origine latina, con il significato di “ciò che sta alla base”) per indicare le variabili più importanti che determinano il cambio di una moneta.

Da che cosa dipende il cambio? Come per ogni altro bene, il corso del cambio deriva dall’incontro della domanda e dell’offerta di una certa moneta. La domanda di moneta di un Paese dipende dalla domanda dei suoi beni, servizi e investimenti, effettuata dal resto del mondo. Ciò perché i relativi pagamenti devono essere fatti nella sua moneta nazionale. L’offerta di moneta di un Paese dipende, invece, dalle sue importazioni di beni e di servizi, e dai suoi investimenti all’estero.

476

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MAPPA 1

TIMELINE DEI SISTEMI MONETARI INTERNAZIONALI 1944

1944 - 1971

1971

1971 - in vigore

1979 - 1998

2002

GOLD STANDARD

ACCORDI BRETTON WOODS

GOLD ECHANGE STANDARD

Inconvertibilità del dollaro in oro. Fine dei cambi fissi

Inizio dei cambi flessibili

SISTEMA MONETARIO EUROPEO

MONETA UNICA EUROPEA

Posero fine al periodo di anarchia monetaria in cui la convertibilità non era più assicurata

Convertibilità solo con dollaro e sterlina, uniche monete con parità aurea

Accordi tra Stati della CEE per contenere le oscillazioni tra le monete

L’Euro entra in circolazione tra 12 Stati dell’UE

Parità aurea stabilita dai Paesi, cioè il prezzo della valuta espresso in quantità di oro

GUERRE MONDIALI

1870 - 1914

MAPPA 3

MAPPA 2

CAMBI FISSI

CAMBI FLESSIBILI

ESPORTATORI

MERCATO DEI CAMBI

IMPORTATORI

Offrono divise estere

CAMBIO DI EQUILIBRIO

Domandano divise estere

ESPORTATORI

BANCA CENTRALE

IMPORTATORI

Offrono divise estere

Domandano divise estere

FACCIAMO IL PUNTO

MAPPA 4

MERCATO DEI CAMBI

Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

1. Quando e perché venne sospesa la convertibilità del dollaro?

SISTEMI DI CAMBIO FISSI

FLESSIBILI

rapporto di parità

oscillazioni

Unico rapporto di cambio fra ciascuna coppia di monete

2. Quali erano gli obiettivi dello Sme?

LIBERI

AMMINISTRATI

Dipendono da domanda e offerta nel mercato dei cambi

Le oscillazioni sono soggette a interventi correttivi delle autorità monetarie

3. Quali caratteristiche hanno i sistemi a cambio fisso e flessibile? 4. Quali differenze ci sono tra il sistema fluttuante libero e quello amministrato?

477


Come avviene per tutti i beni, anche il prezzo di una moneta, e cioè il suo cambio, aumenta quando aumenta la domanda, e diminuisce quando aumenta l’offerta. Il prezzo che uguaglia domanda e offerta è detto cambio di equilibrio. I DATI PARLANO  I fattori determinanti. Quali sono i fondamentali  che determinano il cambio di equilibrio? Il cambio è influenzato da numerosi fattori, i più importanti dei quali sono: • la situazione della bilancia dei pagamenti, dato che un suo persistente deficit comporta esborsi monetari verso l’estero, che indeboliscono la valuta nazionale; • il tasso di inflazione, perché se l’inflazione è più alta all’interno rispetto agli altri Paesi, la valuta inflazionata si deprezza rispetto alle altre; • il differenziale nei tassi di interesse, dato che gli investimenti sono attirati nei Paesi dove, a parità di rischio, è più alto il tasso di interesse che remunera i capitali investiti; • l’aumento della produttività, che comporta una diminuzione dei costi di produzione e favorisce le esportazioni; • la sicurezza degli investimenti: viene domandata con fiducia la moneta di un Paese in espansione, con prezzi stabili, esportazioni differenziate e competitive. In esso gli investimenti esteri sono attirati dal “fattore porto sicuro” (safe-haven factor), perché i capitali investiti in quel Paese non corrono rischi eccessivi; • l’aspettativa di guadagni in conto capitale, che si possono realizzare quando nel sistema aumenta il reddito e l’occupazione, e l’inflazione è sotto controllo; • l’andamento ciclico, che condiziona la produzione e l’occupazione, e consente di prevedere con buona approssimazione l’evoluzione futura dell’economia.

PLUS La teoria della parità del potere d’acquisto

I fondamentali determinano il cambio di equilibrio, che perciò assume il significato di un indice sintetico dello stato dell’economia di un Paese, dato che ne sintetizza i rapporti con tutti i sistemi che fanno parte del resto del mondo. La volatilità dei cambi. Poiché l’andamento di un’economia dipende sia dal ciclo economico sia dalla politica economica, è evidente l’influenza esercitata sul cambio dalla credibilità dei responsabili della politica economica: un Governo apprezzato nei mercati internazionali per la sua capacità di condurre una politica economica rigorosa giova alla stabilità della moneta. Governi deboli e facilmente soggetti a crisi possono accentuarne la volatilità. Nel breve periodo, sotto la spinta della speculazione che guadagna sulle loro oscillazioni, i cambi sono sensibili a qualsiasi evento reale o fattore psicologico: è ormai esperienza quotidiana la rapida variazione dei cambi in risposta a eventi come la pubblicazione di statistiche sull’occupazione, gli sviluppi della situazione politica, la notizia di nuove imposte, una decisione della Banca centrale ecc. PER ESEMPIO  Nel lungo periodo, tuttavia, sono i fondamentali del cambio a giocare un ruolo determinante. Per quanto riguarda l’Italia va osservato che l’introduzione dell’euro ha molto contribuito a ridurre la volatilità della moneta. I FONDAMENTALI CHE DETERMINANO IL CAMBIO prendono in considerazione

la situazione della bilancia dei pagamenti

478

il tasso di inflazione

il differenziale nei tassi di interesse

l’aumento della produttività

la sicurezza degli investimenti

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l’aspettativa di guadagni in conto capitale

l’andamento ciclico


I DATI PARLANO

LESSICO

Come si determina il cambio di equilibrio Il cambio valutario di equilibrio rappresenta il punto in cui la domanda e l’offerta di una valuta si eguagliano sul mercato dei cambi. È come un prezzo di equilibrio in qualsiasi altro mercato: quando la quantità domandata è uguale a quella offerta, il prezzo (in questo caso, il tasso di cambio) rimane stabile. Il cambio di equilibrio è influenzato da: • fattori economici: ad esempio, tassi di interesse, inflazione, crescita TASSO DI CAMBIO

economica, bilancia dei pagamenti; • fattori politici: ad esempio, stabilità politica, elezioni, cambiamenti di governo; • eventi imprevisti: ad esempio, crisi finanziarie, disastri naturali, conflitti geopolitici. Per rappresentare graficamente il cambio di equilibrio, poniamo la quantità di valuta sull’asse delle ascisse, mentre sull’asse delle ordinate poniamo il tasso di cambio.

IL CAMBIO DI EQUILIBRIO

 Fondamentali Nel linguaggio economico per fondamentali dell’economia si intendono quegli indicatori che sintetizzano la situazione economica di un Paese, dato che si riferiscono a quelle grandezze, come il cambio, il PIL, l’occupazione, i consumi, l’inflazione, gli investimenti ecc., che devono essere valutate per capirne l’effettiva situazione.

Offerta di valuta (esportazioni)

Cambio di equilibrio E

Domanda di valuta (importazioni)

DOMANDA E OFFERTA DI VALUTA ESTERA

PER ESEMPIO

La curva della domanda è generalmente decrescente. Indica che all’aumentare del tasso di cambio (il prezzo della valuta), la quantità domandata diminuisce. La curva della offerta è generalmente crescente. Indica che all’aumentare

del tasso di cambio, la quantità offerta aumenta. Il punto di equilibrio è il punto in cui le due curve si intersecano e rappresenta il tasso di cambio di equilibrio.

Volatilità dei cambi Negli ultimi anni si è verificato più volte il caso che la notizia di contrasti tra i ministri delle finanze dell’UE abbia danneggiato il corso dell’euro, e che

indiscrezioni sulle buone prospettive di crescita dell’economia americana abbiano determinato l’aumento del corso del dollaro.

FACCIAMO IL PUNTO Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

1. Quali sono i fattori che determinano il cambio di equilibrio? 2. Perché questi fattori indicano, seppur in modo sintetico, lo stato dell’economia di un Paese? 3. Quali sono le conseguenze della volatilità dei cambi?

479


2 . 4 I movimenti internazionali dei capitali La globalizzazione finanziaria Mobilità dei capitali Capital mobility

Negli ultimi anni è enormemente cresciuta la mobilità dei capitali, per effetto della liberalizzazione dei mercati e della diffusione delle nuove tecnologie telematiche. Si è realizzata una globalizzazione finanziaria, anche grazie alla rimozione degli ostacoli di ordine politico-economico che in passato impedivano la libera circolazione dei capitali. Le transazioni internazionali  per movimenti di capitale sono ormai preponderanti: si calcola che nel mercato mondiale oltre il 98% delle compravendite di valute sia originato da movimenti di capitale. Il differenziale dei tassi di interesse. In generale i capitali affluiscono dove possono ottenere il rendimento più elevato: quando sale il tasso di interesse, aumentano i capitali che affluiscono in un Paese, viceversa quando i tassi diminuiscono. Sono determinanti anche le aspettative degli operatori sui futuri livelli dei cambi. Queste spiegano i movimenti speculativi di capitali (hot money), che vengono investiti nelle valute di cui si attende l’apprezzamento (che verranno vendute ad apprezzamento avvenuto per realizzare il guadagno speculativo). I principali fattori che spiegano i movimenti internazionali di capitale sono i differenziali dei tassi di interesse tra i Paesi e le aspettative sui futuri livelli dei tassi di cambio. I movimenti di capitale. I flussi internazionali di capitale sono determinati anche dalle scelte delle imprese. La globalizzazione dei mercati stimola le imprese a effettuare investimenti produttivi anche in altri Paesi. Le imprese così si internazionalizzano, dato che gli investimenti dipendono dalla redditività attesa nei diversi Paesi. L’influenza sul cambio. Poiché, come abbiamo visto, i movimenti di capitale giocano un ruolo determinante nella domanda e offerta di moneta, il cambio di equilibrio ne sarà profondamente influenzato.

2 . 5 Il Fondo Monetario Internazionale Nel periodo fra le due guerre mondiali i rapporti economici internazionali incontrarono gravi ostacoli, soprattutto di natura politica. Tutti i Paesi, a partire dall’inizio degli anni ’20, adottarono una politica protezionistica, con grave danno per le possibilità di sviluppo. La seconda guerra mondiale, poi, sconvolse il sistema degli scambi internazionali, già pesantemente compromessi dalla Grande crisi del 1929-32. Per ovviare a questa situazione, verso la fine della seconda guerra mondiale (luglio 1944) vennero presi a Bretton Woods accordi finalizzati a: → par. 2.2 • regolare i rapporti monetari fra i diversi Stati, come abbiamo visto in precedenza in questo capitolo;

• promuovere la pace attraverso rapporti economici internazionali fondati sulla cooperazione. PLUS Il Fondo Monetario Internazionale (FMI)

480

Il sistema prevedeva un meccanismo di pagamenti multilaterale , che ha funzionato dal 1946 al 1971. Per realizzare questi obiettivi vennero creati due importanti organismi, il Fondo Monetario Internazionale (FMI) e la Banca Internazionale per la Ricostruzione e lo Sviluppo (BIRS), più nota con il nome di Banca Mondiale.

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PLUS

I diversi sistemi monetari nella storia Nello schema che segue sono riportati i diversi sistemi di cambio che si sono succeduti nella storia, con un sintetico richiamo alle loro caratteristiche principali. SISTEMA MONETARIO

CARATTERISTICHE

Sistema aureo (1890-1914)

• Le monete sono definite in rapporto all’oro • Le monete sono convertibili in oro all’interno dei Paesi (diritto di coniazione e fusione) • Riequilibrio automatico della bilancia dei pagamenti

Sistema a cambio aureo (1922)

• Le riserve bancarie sono in oro e in divise (sterline e dollari convertibili in oro) • L’oro scompare dalla circolazione interna • Convertibilità esterna in lingotti d’oro

Crisi del 1929

• Determina il corso forzoso delle monete cartacee

Dollar exchange standard • Cambi fissi (margine di fluttuazione ± 1%) (1946-1971) • Le monete sono definite in rapporto al dollaro • Le monete sono convertibili in dollari, ma solo il dollaro è convertibile in oro • Le riserve delle banche centrali sono in oro e in dollari • Il dollaro diventa moneta di riferimento nelle transazioni internazionali Fine del sistema • Le riserve auree americane sono insufficienti a Dollar exchange standard garantire la conversione dei dollari in oro (15 agosto 1971) • Cessazione della convertibilità dei dollari in oro, ma il dollaro resta la principale moneta di riferimento (dollar standard) Sistema attuale

• Libera fluttuazione delle monete • La liquidità internazionale si basa su tre monete forti (dollaro, euro, yen oltre allo yuan in alcune aree) • Il dollaro rimane la moneta di riserva più importante delle Banche centrali • I cambi non sono ancorati all’oro, che ha un suo particolare mercato • I cambi sono determinati dalla legge della domanda e dell’offerta • Le oscillazioni dei cambi a breve sono largamente causate dalla speculazione • I cambi nel lungo periodo dipendono dai fondamentali

LESSICO  Transazioni internazionali Accordi fra due o più parti residenti in Stati diversi allo scopo di creare o trasferire un diritto, come l’acquisto, la vendita, l’affitto, il prestito o altre forme di trasferimento di beni in cambio di denaro o di altri beni.

 Meccanismo di pagamenti multilaterale Insieme di norme e di procedure che consentono ai Paesi aderenti di compensare i reciproci debiti e crediti regolando solo i saldi finali, che possono essere calcolati sia su base bilaterale fra ogni coppia di Paesi, o su base multilaterale, cioè calcolando, per ogni Paese aderente, un saldo risultante dalla somma di tutte le operazioni a debito e a credito effettuate dal singolo Paese con tutti gli altri, senza che ogni operazione sia regolata contestualmente alla sua esecuzione.

FACCIAMO IL PUNTO Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

1. Che cosa si intende per globalizzazione finanziaria? 2. Che cosa intendevano realizzare gli accordi presi a Bretton Woods? 3. Qual è la funzione del FMI?

481


Il Fondo Monetario Internazionale (FMI), previsto negli accordi di Bretton Woods, è entrato in funzione nel 1946 e ha sede a Washington. Vi aderiscono praticamente tutti i Paesi del mondo. Ogni Paese aderente versa una quota, rapportata al volume del proprio commercio estero e del proprio reddito nazionale. Scopo fondamentale del FMI è quello di assicurare, con la collaborazione di tutti gli Stati membri, un sistema ordinato e stabile dei cambi, concedendo crediti ai Paesi in disavanzo di bilancia dei pagamenti, a condizione che si impegnino a riequilibrare i loro conti con l’estero.

Queste finalità vengono raggiunte mediante cessioni in valuta ai Paesi membri, a 2-3 anni, per consentire loro di far fronte a squilibri temporanei delle bilance dei pagamenti (diritti di prelievo).

L’azione positiva del FMI L’introduzione dei diritti speciali di prelievo e di altre forme di credito ha notevolmente giovato al commercio internazionale, in quanto ha contribuito ad alimentare la liquidità mondiale in un periodo in cui l’oro e le valute di riserva si sono dimostrati insufficienti ad assicurare uno sviluppo regolare all’interscambio mondiale.

I nuovi compiti del FMI La globalizzazione della finanza ha rafforzato i legami fra i Paesi del mondo: le turbolenze che si verificano anche in aree lontane hanno notevoli ripercussioni in tutte le economie, anche in quelle geograficamente molto distanti. Per questa ragione, è stato riconosciuto a questo organismo un ruolo strategico quale istituzione garante della stabilità finanziaria internazionale: per assicurare le sue funzioni di prevenzione delle crisi sono stati infatti rafforzati i suoi poteri di sorveglianza sulle condizioni finanziarie dei singoli Paesi.

2 . 6 La Banca Mondiale Gli accordi di Bretton Woods prevedevano anche l’istituzione di un organismo di credito internazionale, da affiancare al FMI, con lo scopo di concedere prestiti a lunga scadenza alle economie sottosviluppate, per favorire un più efficiente sfruttamento delle risorse economiche di questi Paesi al fine di elevarne le condizioni di vita. Questo organismo è la Banca Internazionale per la Ricostruzione e lo Sviluppo (BIRS), più comunemente nota con il nome di Banca Mondiale. La Banca Mondiale ha sede a Washington e il suo capitale è versato dai Paesi membri del FMI.

Gli scopi della Banca Mondiale La Banca Mondiale integra il FMI, in quanto concede prestiti a lunga scadenza ai Paesi in via di sviluppo finanziando progetti nei settori ritenuti strategici per mettere in moto un processo di sviluppo autonomo (trasporti, energia elettrica, industria, agricoltura). Come già abbiamo visto, invece, il FMI accorda aiuti limitati nel tempo soltanto per compensare squilibri ritenuti passeggeri nella bilancia dei pagamenti degli Stati associati.

482

U8 L’operatore resto del mondo . C2 Il sistema monetario internazionale


LESSICO

PLUS

Gli strumenti finanziari del FMI Esaminiamo ora le principali facilitazioni di credito predisposte da questa organizzazione allo scopo di accrescere la liquidità internazionale. Diritti di prelievo (drawing rights). Sono le prime forme di credito create dal FMI: si tratta di accordi bilaterali fra le Banche centrali dei Paesi con difficoltà di bilancia dei pagamenti e il FMI con i quali esse ottengono valuta estera (soprattutto dollari) cedendo moneta nazionale, ma impegnandosi a riacquistarla entro un certo termine. Diritti speciali di prelievo (special drawing rights). Si tratta di facilitazioni automatiche, entrate in vigore nel 1970. Esse sono registrate in un conto

speciale, aperto dal FMI ai Paesi membri: quelli che hanno avanzi nella bilancia dei pagamenti versano al FMI una parte delle loro riserve valutarie, e i Paesi in deficit possono prendere a prestito le somme necessarie a far fronte alle loro difficoltà valutarie. In sostanza, è questo un sistema di crediti multilaterali, introdotto allo scopo di creare un nuovo strumento di liquidità internazionale sganciato dal dollaro. I diritti speciali di prelievo hanno circolazione limitata, in quanto possono essere impiegati solo dalle Banche centrali dei Paesi aderenti, e quindi costituiscono una moneta di conto , e non una vera e propria moneta.

 Moneta di conto Unità monetaria non coniata, ma usata come moneta ideale per determinare il valore di scambio di beni e servizi. Serve per l’emissione di prestiti o come mezzo di regolamento tra Banche centrali e organismi internazionali, quando si vogliono neutralizzare le oscillazioni nei tassi di cambio.

ECONOMIA E REALTÀ

Gli interventi della Banca Mondiale La Banca Mondiale ha messo al centro delle sue azioni la lotta alla povertà, ampliandone i contenuti, ricordando che povertà non vuol dire soltanto un reddito insufficiente, ma anche mancanza di istruzione, condizioni sanitarie minime, costrizione dei diritti umani, assoggettamento a guerre e oppressione, inefficienza e corruzione del settore pubblico. La povertà, dice uno studio della Banca Mondiale, significa “non avere potere, non avere voce, essere vulnerabili, avere paura”. La Banca ha modificato i suoi interventi: nel 1980 il 21% dei prestiti andava a progetti nel settore dell’elettricità, oggi questo genere di investimenti sono notevolmente ridotti, mentre sono più che quadruplicati quelli rivolti all’istruzione, alla sanità, alla nutrizione. È ancora lunghissima la strada da percorrere per raggiungere gli obiettivi di riduzione della povertà che la

comunità internazionale si è posta, fra cui il dimezzamento della percentuale della popolazione mondiale che vive in condizioni di estrema indigenza (meno di un dollaro al giorno). In tempi più recenti la Banca ha messo l’accento sulla riduzione della povertà nelle aree più povere, promuovendo la creazione di piccole imprese e finanziando iniziative per l’educazione, lo sviluppo sostenibile e la salvaguardia dell’ambiente, considerati fattori essenziali per la crescita economica. In un’epoca in cui molti Paesi hanno raggiunto una ricchezza senza precedenti, quasi la metà della popolazione mondiale vive con meno di 2 dollari al giorno. Il numero dei bambini che muoiono prima di raggiungere i 5 anni di età è cinque volte superiore nei Paesi poveri che in quelli ricchi. Alessandro Merli, «Il Sole 24 Ore».

VERSO LE COMPETENZE

1. Qual è l’obiettivo primario della Banca Mondiale? 2. Sai indicare i caratteri della povertà secondo la Banca Mondiale? 3. Come sono cambiati gli interventi della Banca Mondiale?

VERSO LA CONSAPEVOLEZZA

1. A tuo giudizio sono corretti gli obiettivi che oggi si pone la Banca Mondiale? 2. Ti sembra giusto che si debba puntare soprattutto sull’istruzione e sulla sanità? 3. La ricchezza mondiale è molto concentrata in pochi Paesi e la povertà è molto diffusa. Che cosa faresti per rendere il mondo più giusto?

FACCIAMO IL PUNTO Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

1. Che cosa sono i diritti di prelievo? 2. In quale modo la Banca Mondiale integra l’azione del FMI? 3. Chi sono i soggetti che detengono il capitale della Banca Mondiale?

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L’aiuto alle imprese private. Nel 1956 la Banca Mondiale ha promosso la costituzione dell’International Finance Corporation (IFC), che ha lo scopo di incoraggiare la costituzione e lo sviluppo di iniziative private nelle aree meno sviluppate dei Paesi membri. Suo carattere distintivo è il finanziamento di imprese private, mentre la Banca Mondiale concede prestiti soprattutto ai governi. L’aiuto ai Paesi poverissimi. L’altra affiliata della Banca Mondiale, l’International Development Association (IDA), istituita nel 1959, ha lo scopo di promuovere gli investimenti produttivi nei Paesi poverissimi, utilizzando un fondo alimentato dai contributi dei Paesi ricchi. La Banca Mondiale si finanzia anche emettendo obbligazioni e svolge anche un’utile attività di raccolta di dati statistici e una funzione di informazione riguardo alla popolazione mondiale, all’economia e alla situazione ecologica del nostro pianeta. MAPPA 1 

2 . 7 Il sistema monetario attuale Dopo il crollo del sistema fondato a Bretton Woods, la Comunità internazionale cerca faticosamente (e purtroppo con molti insuccessi) di sottrarsi all’instabilità dei cambi determinata dalla fluttuazione libera delle monete sul mercato valutario. Anche gli sforzi compiuti dagli organismi dell’Unione europea si inquadrano in questa prospettiva.

Dollaro, euro, yuan, yen Venuto meno il ruolo speciale del dollaro convertibile, dal punto di vista valutario si sono costituite aree distinte, formate grosso modo come segue: • il continente americano è dominato dal dollaro, che pure è presente in misura notevole in altre aree (come il bacino del Mediterraneo) ed è ancora oggi la principale moneta di riserva; • l’Europa ha visto prima il predominio del marco tedesco e ora dell’euro; • infine, l’area del Pacifico è dominata dallo yuan cinese e dallo yen giapponese. Il futuro sembra comunque caratterizzato da un sistema multipolare in cui si impiegano diverse monete internazionali . MAPPA 2 

Perché queste monete sono forti? Queste monete (dollaro, euro, yuan, yen) sono attualmente le monete “forti” del commercio mondiale, sia perché sono relativamente più stabili delle altre, sia perché ciascuna ha alle proprie spalle sistemi economici di prima grandezza, con operatori presenti su tutti i mercati del mondo. La quota del dollaro nel commercio internazionale – pur essendo predominante – tende a scendere, mentre tende a salire la quota dell’euro. È convinzione generale che la formazione di aree monetarie organizzate contribuisca a stabilizzare il sistema monetario internazionale. Esso peraltro dovrà essere riformato per frenare la speculazione sui cambi e tenere in maggior conto le necessità dei Paesi sottosviluppati. Infatti anche le monete forti, in regime di cambi flessibili, sono soggette a fluttuazioni che possono essere artificiosamente ampliate da ondate speculative, originate da movimenti dei capitali finanziari.

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U8 L’operatore resto del mondo . C2 Il sistema monetario internazionale


MAPPA 1

CREDITI INTERNAZIONALI PER PAESI IN DIFFICOLTÀ attraverso BANCA MONDIALE o BIRS Banca Internazionale per la Ricostruzione e lo Sviluppo

FMI Fondo Monetario Internazionale

IFC International Finance Corporation

IDA International Development Association

concedono Prestiti a lungo termine ai governi per la crescita economia di Paesi in via di sviluppo

Prestiti per sostenere iniziative private in aree meno sviluppate dei Paesi membri

Prestiti a breve termine per squilibri passeggeri nei Paesi associati

LESSICO

ECONOMIA E REALTÀ

Una sola moneta per il mondo Vasti consensi (ma anche numerose critiche) ha ricevuto la proposta avanzata dal premio Nobel Robert A. Mundell – riprendendo un’idea già avanzata da Keynes – di creare una moneta unica a livello mondiale. Secondo questo economista inizialmente si dovrebbero conservare le quattro valute forti (dollaro, euro, yuan, yen), per evitare gli effetti psicologici relativi alla rinuncia alla moneta nazionale, legandole però con un tasso di cambio fisso. La politica monetaria a livello mondiale dovrebbe essere affidata a un organismo internazionale,

formato dai rappresentanti della Federal Reserve, della Banca centrale europea e della Banca del Giappone, con il compito di fissare un target sull’inflazione a livello mondiale. Nella fase finale del progetto, una sola moneta circolerebbe in tutto il mondo. I vantaggi di un’unica moneta internazionale sono evidenti: i rischi connessi al cambio diminuirebbero, i costi di transazione fra le imprese sarebbero abbattuti, come pure maggiore sarebbe l’accessibilità ai mercati finanziari con i connessi minori costi di emissione per il debito pubblico e privato.

VERSO LE COMPETENZE

MAPPA 2

1. Quale proposta è stata avanzata da Robert Mundell per riformare il sistema monetario internazionale? 2. In che modo si dovrebbe sviluppare la fase inziale per evitare gli effetti psicologici della riforma? 3. Quale organismo internazionale dovrebbe gestire la politica monetaria? 4. Secondo te, quali sono i vantaggi di di una moneta unica a livello mondiale? Se osserviamo gli attuali conflitti tra Stati, quali grandi problemi vanno risolti prima di giungere a questo traguardo? 5. Quali vantaggi ti potrebbe offrire a livello individuale l’utilizzo di una simile moneta unica?

si basa sul regime dei cambi fluttuanti tra DOLLARO

Zona Europa

Usa, Autralia

YUAN Cina

 Moneta internazionale Moneta che viene accettata da tutti i Paesi del mondo per la fiducia che viene riposta nella sua economia e nella stabilità del suo valore nel tempo. La sua introduzione è stata proposta per i notevoli vantaggi che presenta: ridotti rischi connessi al cambio, minori costi di transazione per le imprese, maggior accessibilità ai mercati finanziari, minori costi di emissione per il debito pubblico.

FACCIAMO IL PUNTO Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

1. Che cosa prevede l’attuale sistema monetario?

ATTUALE SISTEMA MONETARIO

EURO

Prestiti per promuovere investimenti privati in Paesi molto poveri

YEN Giappone

2. Sei in grado di individuare i fattori che hanno imposto dollaro, euro, yuan e yen come monete “forti” del commercio mondiale?

Area del Pacifico

485


CAPITOLO

2

Il sistema monetario internazionale

Sintesi

Ascolta e ripassa

2 . 1 Il mercato valutario e il cambio

Il mercato valutario è costituito dall’insieme delle operazioni di compravendita delle valute straniere. Il cambio è la quantità di moneta nazionale necessaria per acquistare una unità di moneta estera e il tasso di cambio è il rapporto tra le due valute Il sistema monetario internazionale è l’insieme degli accordi, degli strumenti e delle istituzioni che regolano il mercato dei cambi per assicurarne la stabilità dei cambi.

2 . 2 I diversi regimi di cambio e i sistemi monetari I sistemi di cambio possono essere: . a cambi fissi, se viene stabilito un unico rapporto di cambio tra ciascuna coppia di mo.

nete; a cambi flessibili, se il cambio è libero di fluttuare.

2 . 3 I “fondamentali” del cambio

Se la domanda e l’offerta di moneta sono uguali, il cambio è in equilibrio; se la domanda di una moneta supera l’offerta, il cambio si apprezza, viceversa si deprezza in caso contrario. I cambi variano in relazione a eventi sia reali sia psicologici, che costituiscono i fondamentali del cambio. I fattori economici (la situazione della bilancia dei pagamenti, il tasso di inflazione ecc.) e psicologici che determinano il cambio di una moneta sono detti fondamentali del cambio.

2 . 4 I movimenti internazionali dei capitali

La liberalizzazione dei mercati e la diffusione delle tecnologie dell’informazione sono state il motore della globalizzazione finanziaria con la crescita esponenziale dei movimenti di capitale, che si spiegano con i differenziali dei tassi di interesse e con le aspettative sui futuri livelli dei cambi.

2 . 5 Il Fondo Monetario Internazionale

Il sistema di Bretton Woods è stato il meccanismo di pagamenti multilaterale (basato sulla parità con il dollaro e sulla sua convertibilità) in vigore dal 1946 al 1971. In seguito, per regolare il sistema dei cambi per vennero creati il Fondo monetario internazionale e la Banca mondiale. Il FMI concede crediti ai Paesi in disavanzo con la bilancia dei pagamenti.

2 . 6 La Banca Mondiale

La Banca Mondiale concede prestiti a lunga scadenza ai Paesi in via di sviluppo per finanziare progetti strategici per avviare un processo di crescita economica.

2 . 7 Il sistema monetario attuale

È basato sulla libera fluttuazione dei cambi. Si sono costituite tre aree, dominate da quattro monete “forti”: il dollaro predomina nel continente americano e in alcune altre aree; l’euro è la moneta “forte” in Europa; lo yuan e lo yen prevalgono nell’area del Pacifico.

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Mappa da completare Dopo aver ripassato i contenuti dell’Unità, completa la mappa inserendo correttamente gli elementi mancanti scelti tra i seguenti • Banca mondiale • fluttuanti • sistemi • valute straniere • variabili • = • > • < • regimi Scambi in __________________________

MERCATO VALUTARIO

fissi ______________ DI CAMBIO flessibili

DOMANDA _____ OFFERTA

cambio in equilibrio

DOMANDA _____ OFFERTA

cambio si apprezza

DOMANDA _____ OFFERTA

cambio si deprezza

• FMI • ____________________ SISTEMA MONETARIO ATTUALE (regime di cambi ________________)

Area del dollaro (America) Area dell’euro (Europa) Area dello yuan e dello yen (Area del Pacifico)

RISPONDI ORA ALLE DOMANDE 1. Da che cosa è costituito il mercato valutario? 2. Quali sono i “fondamentali” del cambio? 3. Sai definire il tasso di cambio? 4. Qual è la differenza tra cambi fissi e cambi flessibili? 5. Quali sono le monete “forti” nel sistema monetario attuale?

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CAPITOLO

2

Il sistema monetario internazionale

Esercizi Consolidiamo le conoscenze...

SCELTA MULTIPLA

1. Completa l’affermazione scegliendo la frase corretta fra quelle proposte. 1. L’insieme delle operazioni di compravendita di valute straniere costituisce il a  mercato bancario b  mercato monetario c  mercato valutario d  mercato finanziario 2. Il cambio di equilibrio di una moneta è quello che a  uguaglia la domanda e l’offerta b  viene fissato dalla legge c  massimizza le riserve auree d  massimizza le esportazioni 3. L’insieme degli accordi che regolano il mercato dei cambi per assicurarne la stabilità costituisce il a  sistema monetario internazionale b  sistema delle bilance dei pagamenti c  sistema creditizio internazionale d  sistema delle Banche centrali 4. Nel gold standard i cambi delle monete sono a  fluttuanti, perché seguono il prezzo dell’oro b  fluttuanti, perché dipendono dall’inflazione c  fissi, perché determinati dai contenuti in oro d  fissi, perché determinati dai poteri di acquisto 5. Quando le monete nazionali non sono direttamente convertibili in oro, ma in divise estere a loro volta convertibili in oro, si ha il a  gold standard b  gold exchange standard c  sistema a cambi flessibili d  sistema a cambi fluttuanti 6. Sul livello del cambio i “fondamentali” svolgono un ruolo determinante nel a  breve periodo b  lungo periodo c  caso di due Paesi industrializzati d  caso di due Paesi sottosviluppati 7. Secondo gli accordi di Bretton Woods le riserve valutarie dei Paesi aderenti al sistema erano costituite da a  dollari non convertibili in oro b  dollari convertibili in oro c  diverse monete convertibili in oro d  oro in lingotti

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Esercizi interattivi

8. L’inconvertibilità del dollaro in oro venne dichiarata unilateralmente nel a  1979 b  1999 c  2002 d  1971 9. È un organismo nato con lo scopo di concedere prestiti a lunga scadenza alle economie sottosviluppate: a  La Banca Mondiale (BIRS) b  Il Fondo Monetario Internazionale (FMI) c  La International Developping Bank (IDB) d  LA International Finance Corporation (IFC) 10. Gli organismi creati a Bretton Woods furono a  Il WTO e il GATT b  Il GATT e il FMI c  La Banca Mondiale e il FMI d  A Bretton Woods fu prevista la creazione di un solo organismo che però non fu mai realizzato 11. Lo Yuan è la moneta in circolazione in a  Cina b  Giappone c  tutto il sud est asiatico d  è una moneta virtuale del mercato valutario asiatico

COMPLETAMENTI

2. Completa il brano inserendo i termini appropriati tra quelli proposti. apprezza • apprezzamento • bilancia • consumi • corrente • crescente • deprezzamento • esportazioni • estera • fondamentali • importa • importazioni • monete • nazionale Il cambio tra le diverse ____________________ dipende da vari fattori ____________________. Tra gli altri, sono particolarmente importanti: 1) l’andamento della ____________________ dei pagamenti: un Paese che ____________________ più di quanto esporta vede emergere un deficit nel conto ____________________ della sua bilancia dei pagamenti, deficit che deve essere finanziato acquistando moneta ____________________, e ciò deprezza il cambio; 2) il tasso di inflazione: un tasso ____________________ di inflazione interna rispetto a quella dell’estero rende meno competitive le merci nazionali per le ____________________, con effetti negativi sul cambio; 3) il differenziale tra i tassi di interesse: se aumenta questo differenziale

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tra due monete si produce un ____________________ della moneta che garantisce una remunerazione maggiore; 4) l’aumento della produttività: un Paese con una solida struttura industriale, commerciale, finanziaria e tecnologica attira i capitali destinati agli investimenti. Questo processo produce un apprezzamento della valuta del Paese.

ASSOCIAZIONE

3. Associa le definizioni della seconda colonna a uno dei sistemi monetari elencati. Non tutti i sistemi vanno inseriti. 1. Gold exchange standard 2. Gold standard 3. Sistema dei cambi amministrati 4. Sistema a cambi flessibili 5. Sistema dei cambi fissi a. ___ Le oscillazioni sono soggette ad interventi correttivi delle Banche centrali b. ___ I cambi sono fissi e sono determinati dal contenuto in oro di ciascuna coppia di monete c. ___ Le monete non sono convertibili in oro, ma in divise di Paesi la cui moneta è convertibile in oro d. ___ Il cambio è libero di fluttuare in relazione al variare della domanda e dell’offerta di valuta estera

PREPARATI ALLA PROVA ORALE

4. Tra parentesi i paragrafi di riferimento. 1. Quale rapporto c’è tra variazione del tasso di cambio e competitività del Paese? (2.1) 2. Che cos’è il mercato valutario? (2.1) 3. Che cosa si intende per sistema monetario internazionale? (2.1) 4. Quali sono i possibili regimi di cambio? (2.2) 5. In che cosa consiste il regime dei cambi flessibili? (2.2) 6. Quando la fluttuazione del cambio si dice “amministrata”? (2.2) 7. Quali sono i fondamentali del cambio? (2.3) 8. Come si determina il tasso di cambio di equilibrio? (2.3) 9. Quali sono i fattori che spiegano i movimenti internazionali dei capitali? (2.4) 10. Che cosa sono i differenziali dei tassi di interesse tra i Paesi? (2.4) 11. Che cosa si intende per globalizzazione finanziaria? (2.4) 12. Quali sono i compiti del FMI? (2.5) 13. Quali sono gli obiettivi della Banca Mondiale? (2.6) 14. Quali differenti interventi vengono realizzati dall’IFC e dall’IDA? (2.6) 15. Quali caratteri presenta oggi il sistema monetario internazionale? (2.7)

... per sviluppare le competenze CASI PRATICI

5. Esamina ciascun caso e fornisci delle soluzioni o rispondi motivando. 1. Organismi internazionali. Consigli a un ministro

Immagina di essere il consigliere economico del Ministro dell’economia di un Paese africano in via di sviluppo, il cui Governo ha stanziato un importante investimento per costruire un canale irriguo per fertilizzare un’area particolarmente arida del Paese.

1. A quale istituzione internazionale dovrebbe rivolgersi quel Ministro? 2. A quali scopi vengono concessi questi prestiti? 3. Nel caso fosse un’impresa privata ad assumersi il compito della costruzione, a chi potrebbe rivolgersi per avere un finanziamento che potrebbe permetterle di intraprendere il lavoro?

2. Tasso di cambio. Viaggio in Inghilterra

Paolo sta per partire per un viaggio a Londra. Ha risparmiato 1000 euro e vorrebbe cambiarli in sterline inglesi.

1. Considerando che con il tasso di cambio odierno, 1 euro equivale 0,85 sterline, quante sterline potrà cambiare Paolo, considerando che la banca italiana applica una commissione dell’1%? 2. Al rientro in Italia, Paolo vuole recuperare in euro la somma che non ha speso, e cioè 320 sterline. La commissione applicata dalla banca londinese è di 1,5% il tasso di cambio non è variato. Quanti euro porterà a casa?

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3

CAPITOLO

L’UE e le altre organizzazioni internazionali

Contenuti

Dopo aver sinteticamente richiamato le tappe del cammino culminato digitali del capitolo nella realizzazione dell’Unione europea, in questo capitolo si illustrano i e glossario meccanismi e le ragioni che hanno portato all’introduzione dell’euro, la inglese. moneta unica europea che dal 2002 sostituisce le singole valute nazionali. Nella parte finale viene esaminato il ruolo delle organizzazioni economiche internazionali che hanno come obiettivo la cooperazione di tutti i Paesi del mondo per lo sviluppo economico e sociale.

3 . 1 La Comunità europea Il movimento federalista L’idea dell’Europa unita è molto antica, risale addirittura al Medioevo. Questa idea è stata riproposta in Italia nel 1941, nel periodo più buio del secondo conflitto mondiale, da Ernesto Rossi, Eugenio Colorni e Altiero Spinelli, allora al confino nell’isola di Ventotene per la loro attività antifascista. Con il Manifesto per l’Europa unita e libera, noto come Manifesto di Ventotene, quegli uomini lungimiranti posero le basi del Movimento federalista europeo, che molto ha contribuito alla diffusione in Italia di una coscienza europea.

La CECA Con il Trattato di Parigi del 1951, sei Paesi (Francia, Germania, Italia, Belgio, Olanda e Lussemburgo) misero in comune le risorse allora considerate fondamentali, il carbone e l’acciaio, per creare la CECA (Comunità europea del carbone e dell’acciaio), primo esperimento di gestione sovranazionale e premessa alla fondazione della Comunità economica europea. Scopo di questa prima organizzazione era la costituzione di un mercato comune delle due materie prime allora indispensabili allo sviluppo, che prevedeva l’abolizione dei dazi nazionali interni e l’istituzione di una tariffa doganale comune nei confronti degli altri Paesi.

La CEE Gli stessi Paesi aderenti alla CECA costituirono, con i Trattati di Roma firmati il 25 marzo 1957, la Comunità economica europea (CEE), che prevedeva la creazione di un mercato comune senza frontiere, caratterizzato dalla libera circolazione  di merci, persone e capitali, anche in vista dell’unione politica. Gli obiettivi della CEE erano così delineati: • creazione di un’unione sempre più stretta fra i popoli europei, da realizzarsi mediante l’abbattimento delle barriere fra Stati; • coordinamento delle politiche monetarie dei Paesi membri per prevenire gli squilibri delle bilance dei pagamenti; • miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro mediante la promozione dello sviluppo economico e sociale; • salvaguardia della pace e della libertà.

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Con il Trattato di Maastricht il mercato unico si è trasformato in una Unione economica e monetaria (UEM).

PLUS

Il discorso di Robert Schumann che diede inizio al lungo processo di unificazione europea Robert Schumam, Ministro degli Esteri francese, il 9 Maggio 1950 pronunciò un memorabile discorso che diede via al lungo processi di unificazione dell’Europa. Ne presentiamo qui alcuni passaggi. “La pace mondiale non potrà essere salvaguardata se non con sforzi creativi, proporzionali ai pericoli che la minacciano. Il contributo che un’Europa organizzata e vitale può apportare alla civiltà è indispensabile per il mantenimento di relazioni pacifiche… L’Europa non è stata fatta: abbiamo avuto la guerra. L’Europa … sorgerà da realizzazioni concrete che creino anzitutto una solidarietà di fatto. L’unione delle nazioni esige l’eliminazione del contrasto secolare tra la Francia e la Germania. A tal fine, il governo francese propone di concentrare immediatamente l’azione su un punto limitato ma decisivo. Il governo francese propone di mettere l’insieme della produzione franco-tedesca di carbone e di acciaio sotto una comune Alta Autorità, nel quadro

di un’organizzazione alla quale possono aderire gli altri paesi europei. La fusione della produzioni di carbone e di acciaio assicurerà subito la costituzione di basi comuni per lo sviluppo economico, prima tappa della Federazione europea, e cambierà il destino di queste regioni che per lungo tempo si sono dedicate alla fabbricazione di strumenti bellici di cui poi sono state le vittime. La solidarietà di produzione in tal modo realizzata farà sì che una qualsiasi guerra tra la Francia e la Germania diventi materialmente impossibile. La creazione di questa potente unità di produzione, aperta a tutti i Paesi che vorranno aderirvi, getterà le fondamenta reali della loro unificazione economica. […] Questa proposta, mettendo in comune le produzioni di base e istituendo una nuova Alta Autorità, le cui decisioni saranno vincolanti per la Francia, la Germania e i Paesi che vi aderiranno, costituirà il primo nucleo concreto di una Federazione europea indispensabile al mantenimento della pace.”

LESSICO  Libera circolazione Gli accordi di libero scambio fra i Paesi comunitari includono non solo l’abbattimento dei dazi doganali, ma anche la riduzione delle barriere non tariffarie, la reciproca apertura di servizi (trasporti e telecomunicazioni, finanza, appalti pubblici), la protezione della tutela geografica dei prodotti alimentari, la condivisione del mercato del lavoro.

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I Paesi aderenti Al Trattato istitutivo, sottoscritto nel 1957 da Francia, Germania, Italia, Belgio, Olanda e Lussemburgo, hanno poi aderito Gran Bretagna, Irlanda e Danimarca (1973), Grecia (1981), Spagna e Portogallo (1986). L’ingresso di Austria, Finlandia e Svezia nel 1995 ha allargato la Comunità, oggi Unione europea, a quindici Paesi. Il 1° maggio 2004 sono entrati a far parte dell’Unione dieci “nuovi Paesi”: Polonia, Slovacchia, Lituania, Lettonia, Estonia, Malta, Repubblica Ceca, Slovenia, Ungheria e Cipro. Nel 2007 si sono aggiunte Romania e Bulgaria, e nel 2013 la Croazia. Hanno presentato domanda di adesione, pertanto sono ufficialmente candidati: Albania, Bosnia ed Erzegovina, Georgia, Macedonia del Nord, Moldavia, Montenegro, Serbia, Turchia, Ucraina. Nel 2016, a seguito di un referendum, la Gran Bretagna è uscita dalla UE. Con il Trattato di Maastricht (1992) gli Stati membri hanno creato una nuova entità politico-economica, l’Unione europea (UE), in cui circola l’euro, la moneta unica europea. L’Unione europea ha lo scopo di promuovere la coesione  economica e sociale tra gli Stati membri, mediante la creazione della cittadinanza europea e di uno spazio senza frontiere interne da realizzarsi attraverso l’adozione di una moneta unica.

PLUS Le istituzioni comunitarie

Per il funzionamento dell’Unione europea sono stati istituiti alcuni organismi rappresentativi degli Stati membri, tra i quali: il Consiglio europeo, la Commissione europea, il Consiglio dei ministri, il Parlamento europeo, la Corte dei conti e la Corte di giustizia. Essi hanno composizione e funzioni diverse, come vedremo a pagina seguente.

3 . 2 L’Unione economica e monetaria Dal 1° gennaio 1993 tutte le barriere interne di carattere doganale e amministrativo sono cadute e l’Unione europea è divenuta uno spazio senza frontiere, in cui è assicurata la libera circolazione delle persone, delle merci, dei servizi e dei capitali.

Il Trattato di Maastricht PLUS A Maastricht è nata l’unione politica dell’Europa

Il Trattato firmato a Maastricht (Olanda) nel 1992 ha impegnato i Paesi aderenti a trasformare il mercato unico in una Unione economica e monetaria (UEM) che abbia come obiettivi «una crescita sostenibile, non inflazionistica e che rispetti l’ambiente; un elevato grado di convergenza dei risultati economici; un elevato livello di occupazione e di protezione sociale; il miglioramento del tenore di vita dei cittadini; la coesione economica e sociale; la solidarietà tra gli Stati membri». Contenuti del Trattato. Per realizzare questi obiettivi il Trattato prevede:

• una politica comune nei settori della produzione agricola, della pesca e dei trasporti; • il rafforzamento della coesione economica e sociale; • la promozione della ricerca e dello sviluppo tecnologico; • lo sviluppo di reti transeuropee; • un’economia di mercato aperta e concorrenziale, nel rispetto degli interessi dei consumatori. Il diagramma nella pagina a fianco evidenzia gli effetti macroeconomici del mercato unico attualmente in atto. MAPPA 

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LESSICO  Coesione Con la locuzione “coesione economica e sociale” si indica la riduzione delle disparità strutturali tra le regioni dell’Unione europea. Fin dal Trattato di Roma (1957), l’Europa ha ricercato una maggior coesione interna attraverso una pluralità di interventi finanziari, in particolare quelli organizzati nei Fondi strutturali e nel Fondo di coesione.

ORGANO

COMPOSIZIONE

COMPETENZE

Consiglio europeo

Capi di Governo, assistiti dai Ministri degli esteri

Definizione degli indirizzi politici generali

Commissione europea

Membri nominati di comune accordo dagli Stati aderenti

Funzioni esecutive, di vigilanza e di proposta legislativa

Consiglio dei ministri

Ministri degli Stati aderenti

Funzioni legislative

Parlamento europeo

Eletto a suffragio universale diretto dai cittadini europei; i suoi membri sono organizzati in gruppi di parlamentari di uguale tendenza ideologica

Poteri legislativi in concertazione con la Commissione europea. Controlla la Commissione e approva il bilancio comunitario

Corte dei conti

Membri nominati dal Consiglio dei ministri

Poteri di controllo delle entrate e delle spese dell'Unione

FACCIAMO IL PUNTO

Corte di giustizia

Membri nominati di comune accordo fra gli Stati aderenti

Annulla gli atti giudicati incompatibili con la legislazione comunitaria

Comitato economico e sociale

Rappresentanti dei diversi gruppi sociali, nominati dal Consiglio dei ministri

Funzioni consultive sulle proposte della Commissione europea

1. Quali sono state le tappe fondamentali che hanno portato alla nascita dell’Unione europea?

Comitato delle Regioni

Rappresentanti delle collettività locali

Funzioni consultive su temi di interesse locale

Banca europea per gli investimenti

Consiglio di amministrazione costituito da un membro per ogni Paese dell’Unione, oltre a un rappresentante della Commissione europea

Finanzia progetti per migliorare le telecomunicazioni, tutelare l’ambiente, favorire la competitività delle imprese

MAPPA

PLUS

Composizione e competenze degli organi dell’Unione europea

Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

2. Quali importanti traguardi sono stati raggiunti mediante il Trattato di Roma? 3. Con quali obiettivi è stato approvato il Trattato di Maastricht?

MERCATO UNICO

Eliminazione delle barriere interne

AUMENTO DELLA CONCORRENZA

Liberalizzazione del mercato dei capitali

RIDUZIONE DEI COSTI DI PRODUZIONE Aumento degli investimenti

Riduzione dei prezzi AUMENTO DEL PIL

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3 . 3 L’euro, moneta unica europea Lo SME Il primo passo verso la creazione di una moneta unica europea è stato fatto con l’istituzione dello SME (Sistema monetario europeo), entrato in vigore nel 1979. Il suo scopo era la stabilità dei prezzi all’interno dei diversi Paesi e la stabilità dei cambi tra le monete della Comunità.

Dallo SME all’UEM Come unità monetaria lo SME adottava l’ECU (European Currency Unit), moneta di riferimento, moneta cioè non effettivamente circolante e il cui valore era determinato da tutte le monete nazionali della Comunità, in proporzione al peso di ciascuna economia. Erano ammesse oscillazioni nei cambi fra le monete dei Paesi aderenti, ma solo entro limiti prefissati da “bande di oscillazione” intorno alle parità centrali.

Costituzione dell’UEM

Unione monetaria Monetary union

Il Trattato di Maastricht ha accelerato il cammino verso l’integrazione economica con la decisione di introdurre una moneta unica europea, a fondamento dell’Unione economica e monetaria (UEM).

Nell’UEM circola soltanto l’euro, che dal 1° gennaio 2002 sostituisce negli Stati dell’area euro  le monete nazionali (vedi box nella pagina seguente). L’euro è emesso dalla → Unità 6, Banca centrale europea (BCE), responsabile della politica monetaria nell’UEM. par. 2.2

Perché una moneta unica? Le ragioni principali che hanno spinto alla creazione della moneta unica sono le seguenti: • innanzitutto i Paesi comunitari, pur costituendo la prima area economica del mondo, non avevano una posizione monetaria adeguata a questa realtà, perché nel commercio internazionale prevalevano dollaro e yen, le cui politiche monetarie derivavano da situazioni e interessi diversi da quelli europei. La moneta unica consente oggi all’Europa di trattare su un livello di parità con i suoi concorrenti (Stati Uniti, Giappone, Cina); • vi è poi una ragione ancora più importante: un mercato comune non può consolidarsi se non si trasforma in un sistema economico unitario. Fino a quando gli Stati della Comunità hanno avuto ciascuno una propria moneta e politiche monetarie diverse, con differenti tassi di inflazione, ci sono state continue fluttuazioni dei cambi, svalutazioni competitive  e rivalutazioni, spostamenti speculativi di capitali ecc. che hanno causato turbolenze nel mercato delle merci, dei servizi e dei capitali. La creazione della moneta unica ha eliminato definitivamente all’interno dell’Unione: • le distorsioni dei prezzi dovute alle fluttuazioni dei cambi; • le rendite finanziarie dovute ai differenziali dei tassi di interesse; • la distorsione nell’allocazione delle risorse dovuta alle politiche competitive dei tassi di interesse praticate dalle diverse banche centrali; • le svalutazioni competitive del cambio fra Paesi, per favorire le esportazioni; • l’instabilità economica che deriva alle imprese dalle aspettative riguardo alle diverse politiche monetarie.

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PLUS

Euro, la moneta per l’Europa Dal 1° gennaio 2002 l’euro è diventato la nuova moneta dell’Europa: le banconote e le monete hanno corso legale, indipendentemente dallo Stato emittente, in tutti i Paesi dell’UEM, che sono ad oggi 20. Il sistema monetario basato sull’euro – la cui adozione va considerata come la più importante transizione monetaria della storia – ha inciso profondamente nella vita quotidiana di quasi 400 milioni di cittadini europei. Disegni simbolici. I disegni impressi sulle banconote sono ispirati al tema “Età e stili d’Europa". Le banconote raffigurano stili architettonici tipici di sei diverse epoche della storia dell’arte europea: architettura classica, romanica, gotica, rinascimentale, barocca e del ferro-vetro (Ottocento). I soggetti sono incentrati su tre principali elementi: finestre, portali e ponti. Sul fronte delle banconote sono riprodotti le finestre e i portali, che simboleggiano lo spirito di apertura e di cooperazione che anima i Paesi europei. Vi figurano anche le dodici stelle dell’Unione europea, che rappresentano la volontà di coesione dell’Europa contemporanea. Sul retro è rappresentato un ponte, negli stili delle diverse epoche della storia europea, a simboleggiare la volontà di favorire i contatti con il resto del mondo. Le sei banconote. Le banconote si distinguono sia per il colore dominante, sia per la dimensione, in rapporto al valore. I colori e gli stili delle banconote sono i seguenti: € 5 grigio, stile classico; € 10 rosso, stile romanico; € 20 blu, stile gotico; € 50

arancione, stile rinascimentale:; € 100 verde, stile barocco; € 200 giallo-marrone, stile del ferro-vetro. Le banconote, realizzate non in carta ma in fibra di cotone, presentano caratteristiche di sicurezza tali da proteggerle dalla contraffazione. Ogni banconota riporta, oltre alla sigla della BCE, il logo della Banca emittente (in Italia, la Banca d’Italia). Le banconote prodotte dalle diverse Banche centrali sono identiche, ma è possibile identificare le singole produzioni attraverso la lettera che apre la sequenza di numerazione impressa su ogni biglietto: l’Italia, per esempio, ha la lettera S. Ecco le lettere attribuite agli altri Paesi: L Finlandia, M Portogallo, N Austria, P Olanda, R Lussemburgo, T Irlanda, U Francia, V Spagna, X Germania, Y Grecia, Z Belgio. Le monete. Le monete si differenziano per dimensione, peso, materiale, spessore e colore. Per facilitarne l’uso ai non vedenti, ciascuna presenta un bordo differente. Su una delle due facce della moneta è riprodotto un disegno comune a tutti i Paesi dell’euro (che riporta la configurazione geografica della UE). La seconda faccia raffigura invece un simbolo collegato all’identità nazionale dei singoli Paesi (per l’Italia, ad esempio, la moneta da un euro riporta un noto disegno di Leonardo, e quella da due euro un ritratto di Dante). Il simbolo grafico dell’euro (€) si riferisce all’iniziale della parola Europa, e le linee parallele simboleggiano l’obiettivo principale della BCE: la stabilità della moneta.

LESSICO  Area euro Detta anche “Eurozona” (oppure, con un’espressione giornalistica, “Eurolandia”), è costituita dall’insieme degli Stati membri dell’Unione europea che hanno adottato l’euro come valuta ufficiale, abbandonando quindi le rispettive monete nazionali.

 Svalutazione competitiva Riduzione del valore della moneta e conseguente aumento del cambio (cioè della quantità di moneta nazionale necessaria per acquistare un’unità di moneta estera) in modo da aumentare la competitività internazionale del Paese: l’effetto che si ottiene è infatti la riduzione del prezzo in moneta estera dei beni esportati, e contemporaneamente l’aumento del prezzo in moneta nazionale dei beni importati.

VERSO LE CONOSCENZE 1. Quali sono gli oggetti rappresentati sulle banconote ? 2. Oltre all’importo, che cos’altro differenzia tra loro le banconote? 3. Quali sono i soggetti rappresentati sulle monete emesse in Italia?

VERSO LE COMPETENZE 1. Che significato hanno i ponti raffigurati sulle banconote? 2. Quale significato leggi nella scelta di inserire, oltre al colore i diversi stili architettonici per differenziare tra loro le banconote? 3. Ricordando quanto studiato nell’Unità 6 (politica monetaria), perché il segno di stabilità è collegato alla BCE?

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I parametri di convergenza Con l’introduzione dell’euro il problema della stabilità monetaria non riguarda più ogni singolo Stato, ma l’intera area comunitaria. Per questa ragione sono affidate alla Banca centrale europea (BCE) le funzioni di emettere la moneta unica e di sovraintendere alla politica monetaria, che prima erano esercitate dalle singole banche centrali. Soprattutto, per gli stessi motivi, sono stati previsti alcuni stringenti criteri finanziari, che i singoli Stati sono tenuti a osservare, per evitare che una eccessiva spesa pubblica possa destabilizzare il sistema attraverso un incontrollato aumento dei prezzi. MAPPA 1  Tali criteri sono contenuti nel Trattato di Maastricht che, nel 1992, ha stabilito i parametri delle rispettive finanze che i Paesi membri dell’UEM devono tenere sotto controllo con: • bilanci pubblici in equilibrio: il rapporto disavanzo/PIL deve essere inferiore al 3% (si deve tendere all’equilibrio fra entrate e spese); • riduzione del debito pubblico: il rapporto debito/PIL deve essere inferiore al 60% o tendere a quel livello; • bassa inflazione: l’aumento dei prezzi non deve superare il 2% circa. I parametri di convergenza fanno parte del patto di stabilità che lega i Paesi membri dell’UEM e che serve a garantire la solidità della moneta comune. A seguito della crisi economica del 2008, è stata chiesta agli Stati dell’Eurozona una più rigida osservanza di tali parametri. Nel 2012, con l’approvazione del Fiscal compact è stato introdotto l’obbligo di conseguire il pareggio di bilancio. Per l’Italia, si è trattato di apportare una sostanziale modifica all’art. 81 della Costituzione, che invece prevedeva la possibilità di approvare anche i bilanci in deficit, in forza della quale non potrà più essere approvato un bilancio in deficit tranne in casi eccezionali di congiunture sfavorevoli. L’osservanza di tali criteri è stata in gran parte sospesa in tempi di pandemia: la Commissione europea ha introdotto una serie di interventi per sostenere le spese straordinarie degli Stati, con misure innovative come la creazione del Next Generation EU, in cui rientrano le norme per la ripresa e la resilienza, conosciute come Recovery Fund. PLUS I tassi dell’euromercato

Il Sistema europeo di banche centrali (SEBC)

Con la costituzione dell’UEM è stato istituito il Sistema europeo di banche centrali (SEBC), che dirige collegialmente la politica monetaria dell’Unione (l’argomento è sta→ Unità 6, to ampiamente affrontato) e agisce in grande autonomia sia dai Governi nazionali sia par. 2.2 dalle istituzioni comunitarie. È composto dalla Banca centrale europea (BCE) e dalle banche centrali nazionali: ha l’obiettivo di assicurare la stabilità dei prezzi nell’UEM, di fissare il tasso ufficiale di riferimento, sorvegliare il cambio dell’euro con le altre monete, preparare l’ingresso nell’UEM degli Stati membri che ancora non ne fanno parte. Governo della moneta. Il SEBC ha il governo effettivo della moneta, perché a esso compete di autorizzare l’emissione di banconote e orientare i tassi di interesse bancari: suo è infatti il compito di controllare la quantità di moneta in circolazione. La BCE è l’unica responsabile della gestione della politica monetaria, che è condotta in modo uniforme nei Paesi che compongono l’area dell’euro. La stabilità dei prezzi è misurata dall’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IAPC) relativo all’intera area dell’euro: le decisioni della BCE si basano cioè su valutazioni che riguardano l’area dell’euro nel suo complesso e non i singoli Paesi, i quali non sempre hanno rispettato i parametri di convergenza. MAPPA 2 

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MAPPA 1

PARAMETRI DI CONVERGENZA RIDUZIONE DEL DEBITO PUBBLICO

CONTENUTO TASSO DI INFLAZIONE

Il rapporto disavanzo/PIL deve essere inferiore al 3% (si deve tendere all’equilibrio fra entrate e spese)

Il rapporto debito/PIL deve essere inferiore al 60% o tendere a quel livello

L’aumento dei prezzi non deve superare il 2% circa

MAPPA 2

BILANCI PUBBLICI IN EQUILIBRIO

SEBC SISTEMA EUROPEO DELLE BANCHE CENTRALI ha il compito di dirigere collegialmente la politica monetaria dell’Unione è formato da BCE Banca Centrale Europea

Banche Centrali Nazionali

ha come obiettivi assicurare la stabilità dei prezzi nell’UEM

fissare il tasso ufficiale di riferimento

sorvegliare il cambio dell’euro con altre monete

preparare l’ingresso nell’UEM di nuovi Paesi che chiedono di aderire

E ORIENTAMENTO

EDUCAZIONE CIVICA

Euro vs dollaro: il fenomeno della dedollarizzazione “Il denaro spesso costa troppo” (Ralph Waldo Emerson) Il fenomeno della “dedollarizzazione”, iniziato con il distacco del dollaro dall’oro negli anni ’70, nell’ultimo decennio si è intensificato e infatti si assiste a una graduale riduzione dell’utilizzo della valuta statunitense come principale moneta negli scambi finanziari, economici

e commerciali. Secondo le stime del FMI, nel 2023 l’utilizzo del dollaro come unità monetaria principale è sceso a poco meno del 60% con un calo del 20%, a favore di altre valute quali l’euro a poco più del 20% e allo yuan cinese al 7%.

Alleniamo l’EDUCAZIONE FINANZIARIA

Si formino in classe due gruppi: il primo analizzi, mediante un’opportuna ricerca, l’andamento dell’euro nell’ultimo quinquennio e l’altro raccolga informazioni sull’andamento del dollaro statunitense con riferimento allo stesso periodo. Ogni gruppo prepari un grafico riassuntivo con i dati raccolti e lo commenti in classe, alla presenza dell’insegnante di economia politica, al fine di comprendere lo stato di salute monetaria delle due economie comparate.

PROFESSIONI E COMPETENZE DEL FUTURO Il Forex (Foreign Exchange) è il mercato in cui avvengono tutte le negoziazioni aventi per oggetto le differenti valute. In esso operano trader e broker: conosci quali sono i loro compiti e su quali conoscenze, abilità e competenze fondano il loro agire? Con l’ausilio del docente orientatore prova a tracciare tali profili professionali e verifica se possiedi delle inclinazioni naturali verso tali attività lavorative.

FACCIAMO IL PUNTO Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

1. Qual era la funzione dell’ECU? 2. Quali sono state le principali ragioni che hanno spinto alla creazione della moneta unica? 3. Quali sono i parametri di convergenza stabiliti a Maastricht? 4. Perché sono stati introdotti? 5. Che cosa ha introdotto il Fiscal compact? 6. Quali sono i compiti del Sistema europeo di banche centrali?

497


3 . 4 La politica sociale dell’Unione europea Squilibri regionali Gli obiettivi che l’UE si è prefissata riguardano anche la riduzione degli squilibri fra Paesi ricchi e Paesi poveri. Infatti all’interno dell’Unione, il reddito pro capite dei Paesi ricchi supera di ben 4-5 volte quello dei Paesi poveri. Prima dell’allargamento, le aree più povere si trovavano specialmente in Grecia e in Portogallo, ma anche in Spagna e nell’Italia meridionale. Attualmente le aree di maggiore povertà si concentrano nei Paesi dell’Est.

Fondi strutturali Per ridurre gli squilibri, l’Unione europea ha creato i seguenti Fondi strutturali : • Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), creato allo scopo di ridurre gli squilibri regionali, stimolare la creazione di nuove imprese e la formazione di nuovi posti di lavoro; • Fondo sociale europeo (FSE), istituito per sostenere interventi di formazione professionale, di riconversione dei lavoratori e di assunzione di giovani; • Fondo europeo di orientamento e garanzia (FEOGA), che agisce per il miglior amento della produzione e commercializzazione in agricoltura;

PLUS Le politiche e gli interventi dell’UE

• Fondo per lo sviluppo e la coesione (FSC), con il compito di finanziare progetti in materia di ambiente e reti transeuropee nel settore dei trasporti. MAPPA 

Finanziamento di progetti I progetti da realizzare con finanziamenti dei fondi strutturali sono generalmente definiti per obiettivi; i principali di questi sono: • sviluppo delle regioni povere di infrastrutture; • riconversione di aree industriali in declino; • lotta alla disoccupazione, specie giovanile e femminile; • adattamento dei lavoratori ai mutamenti dei sistemi di produzione.

La politica economica internazionale Dal punto di vista delle relazioni internazionali, dal 1992 l’Unione ha introdotto nei propri accordi commerciali o di cooperazione con Paesi terzi una clausola che indica il rispetto dei principi democratici e dei diritti umani come elemento essenziale del rapporto bilaterale. Il mancato rispetto di questa clausola prevede diverse sanzioni dalla sospensione temporanea della cooperazione fino all’imposizione di un embargo commerciale. PER ESEMPIO 

PER ESEMPIO

PLUS L’OCSE

498

UE e rispetto dei diritti umani Nella convenzione di Cotonou, che lega l’UE a 78 Paesi in via di sviluppo, tra i settori indicati come prioritari dall’Accordo comune, si segnalano democrazia e diritti umani; rispetto e parità di genere; migrazione e mobilità; sviluppo e crescita economica sostenibili; cambiamenti climatici; sviluppo umano e sociale; pace e sicurezza.

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MAPPA

LESSICO FONDI STRUTTURALI

 Fondi strutturali

FESR Fondo europeo di sviluppo regionale

FSE Fondo sociale europeo

FEOGA Fondo europeo di orientamento e garanzia

FSC Fondo per lo sviluppo e la coesione

finanzia progetti di start up e formazione per ridurre squilibri regionali

finanzia progetti nel settore della formazione professionale

finanzia interventi nel settore dell’agricoltura

finanzia progetti nel settore dei trasporti

Costituiscono uno strumento per favorire la crescita e l’occupazione riducendo il divario tra le regioni più ricche e quelle meno sviluppate.

 Next Generation EU Strumento di ripresa e rilancio economico introdotto dall’Unione europea per risanare le perdite causate dalla pandemia.

 Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR)

ECONOMIA E REALTÀ

Programma con cui il Governo intende gestire i fondi del Next generation EU.

Next Generation EU e Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza Durante il periodo pandemico, la Commissione europea, il Parlamento europeo e i leader dell’UE hanno concordato un piano di ripresa per aiutare i Paesi dell’Unione a riparare i danni economici e sociali causati dall’emergenza sanitaria. L’intento è stato di contribuire a gettare le basi per rendere le economie e le società dei Paesi europei più sostenibili e resilienti, preparati alle sfide e alle opportunità della transizione ecologica e digitale. Sostanzialmente, un investimento sul futuro dell’Europa e degli Stati membri per ripartire dopo l’emergenza pandemica. Con l’avvio del periodo di programmazione 2021-2027, attraverso lo strumento finanziario temporaneo Next Generation EU  sono stati stanziati 750 miliardi di euro per stimolare una “ripresa sostenibile, uniforme, inclusiva ed equa” e che, insieme ai finanziamenti dell’Unione per altri 1074 miliardi di euro, rappresentano il più grande pacchetto mai finanziato dall’UE per stimolare l’economia. L’Italia, Paese considerato da tutti come il più colpito dalla pandemia, ha potuto beneficiare di 191,5 miliardi di euro. Di questo ammontare, 122,6 milioni di euro sono prestiti, che il nostro Paese dovrà restituire nel tempo all’Ue, mentre la restante parte (68,9 milioni) sono sovvenzioni.

L’intera iniziativa della Commissione europea si è strutturata su tre pilastri: • sostenere gli Stati membri per investimenti e riforme; • rilanciare l’economia dell’UE incentivando l’investimento privato; • trarre insegnamento dalla crisi. In questo contesto, grazie all’utilizzo dei fondi europei di Next Generation EU, si è inserito il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNNR) , un insieme di azioni e interventi disegnati per superare l’impatto economico e sociale della pandemia e costruire un’Italia nuova, dotandola degli strumenti necessari per affrontare le sfide ambientali, tecnologiche e sociali di oggi e di domani. Il Piano si articola in sette Missioni, che rappresentano le aree “tematiche” strutturali di intervento. • Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo. • Rivoluzione verde e transizione ecologica. • Infrastrutture per una mobilità sostenibile. • Istruzione e ricerca. • Inclusione e coesione. • Salute. • RePowerEu.

FACCIAMO IL PUNTO Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

1. Quali sono i punti fondamentali della politica sociale dell’UE? 2. Qual è la funzione dei fondi strutturali? 3. A quali principi di base si ispira la politica estera dell’Unione?

499


PLUS

Le altre organizzazioni economiche internazionali Ci soffermiamo ora sulle organizzazioni economiche che hanno come scopo la cooperazione per lo sviluppo. Della WTO, che opera per la liberalizzazione del commercio mondiale, abbiamo già parlato.

→ cap. 1, par. 8

L’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) riunisce i Paesi industrializzati del mondo. Si propone di favorire la crescita dell’economia dei Paesi membri, stimolare gli investimenti nei Paesi in via di sviluppo, promuovere l’espansione del commercio mondiale, tutelando gli interessi dei Paesi in via di sviluppo. L’OCSE raggiunge i suoi scopi sia attraverso studi sia attraverso un’attività di consulenza presso i governi dei Paesi aderenti. L’EFTA (European Free Trade Association) è stata costituita nel 1960 per creare una zona di libero scambio fra i Paesi europei che non avevano aderito alla CEE. Ne fanno parte oggi soltanto Norvegia, Islanda e Svizzera, dato che gli altri Paesi hanno ottenuto l’ingresso nell’UE. A differenza della UE, l’EFTA è solo un’associazione di libero scambio, senza scopi di ordine politico. L’OPEC (Organization of Petroleum Exporting Countries) è l’organizzazione dei principali Paesi

esportatori di petrolio, fondata nel 1960. Si tratta di un cartello fra i Paesi produttori di petrolio, nato per negoziare con le compagnie petrolifere gli aspetti relativi alla produzione di petrolio. Ne fanno parte: Arabia Saudita, Venezuela, Iraq, Iran, Libia, Emirati Arabi Uniti, Algeria, Nigeria, Ecuador, Gabon, Angola, Guinea Equatoriale e Repubblica del Congo. Il MERCOSUR (Mercado Común del Sur) è un accordo stipulato nel 1995 fra Brasile, Argentina, Uruguay, Paraguay e Venezuela per la costituzione di un’unione doganale fra questi Paesi. L’ASEAN (Association of South East Asian Nations) costituita nel 1967, riunisce diversi Stati emergenti, come Myanmar, Singapore, Vietnam, Filippine, Indonesia, Brunei e Thailandia oltre ai Paesi del Pacifico, come l’Australia, la Nuova Zelanda e il Cile per formare una vastissima area di cooperazione economica. L’APEC (Asia-Pacific Economic Cooperation) riunisce vari Paesi che si affacciano sul Pacifico (Stati Uniti, Canada, Messico, Cile, Giappone, Cina, Taiwan, Hong Kong, Corea del Sud, Filippine, Indonesia, Malesia, Singapore, Thailandia, Brunei, Australia, Nuova Zelanda, Papua Nuova Guinea). L’ILO (International Labour Organization), affiliato all’ONU e con sede a Ginevra, ha lo scopo di indirizzare agli Stati aderenti raccomandazioni per migliorare le condizioni dei lavoratori. A questo fine elabora tra l’altro progetti in materia di prevenzione degli infortuni, orari di lavoro, pari opportunità ecc.

La FAO (Food and Agriculture Organization), fondata nel 1945, ha sede a Roma. Questa organizzazione dell’ONU, a cui partecipano quasi tutti i Paesi del mondo, si propone di migliorare le condizioni di vita delle popolazioni dei Paesi sottosviluppati, soprattutto mediante la promozione del progresso tecnico-produttivo in agricoltura e nelle principali produzioni alimentari. Questa organizzazione presta assistenza ai Governi, soprattutto nel campo della programmazione economica per lo sviluppo.

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E ORIENTAMENTO

ECONOM

IA

Il mondo dell’Intelligenza artificiale e la sfida europea Crescita economica, innovazione e competitività sono tre obiettivi sui quali l’Unione europea dovrà focalizzarsi in futuro. In questo scenario l’Intelligenza Artificiale si distingue come una tecnologia con un grande potenziale in grado di rispondere a queste esigenze e rafforzare la posizione dell’UE sulla scena globale. Tuttavia, per sfruttare al massimo questo potenziale, è essenziale adottare un quadro normativo armonizzato e un approccio aperto verso l’IA. Come ha affermato Marcus Reinisch (Meta Europe): “L’IA è una delle tecnologie più rivoluzionarie che abbiamo mai visto, che ha un impatto su di noi individualmente, come cittadini europei e su quello che facciamo in numerosi settori, ad esempio nel campo della scienza. Ma ha anche un impatto macroeconomico perché ogni passo avanti nella produttività e nella tecnologia crea nuove spinte alla produttività. E questo è un grande problema per l’Europa che è in ritardo rispetto a Paesi come gli Stati Uniti e la Cina sul fronte della produttività. Per l’Europa è quindi fondamentale abbracciare questa nuova tecnologia sfruttandola al meglio per il benessere dei suoi cittadini, per la produttività, ma anche per la sua sovranità. È davvero un elemento chiave e questo richiede che l’Europa si apra all’IA e pensi davvero ai contributi chiave che possano dare i suoi talenti, perché questo porterà davvero l’Europa a uno stadio successivo, rendendola una regione forte, in grado di competere con le altre nazioni del mondo”. Secondo Reinisch,

dunque, nessuna tecnologia attuale possiede un potenziale maggiore dell’IA per migliorare la competitività dell’Unione europea nel contesto globale. Molti sviluppatori e ricercatori in Europa stanno già utilizzando modelli di IA per innovare e sviluppare nuove applicazioni. Questo utilizzo dimostra l’importanza di un ecosistema normativo europeo forte, in grado di creare un terreno fertile per l’innovazione. Adattato da https://stream24.ilsole24ore.com/video/economia/ ai-mondo-intelligenza-artificiale-e-sfida-europea/AGBuM5D

LEGGI E RIFLETTI

• Per quali ragioni l’IA può svolgere un ruolo importante per la crescita economica, l’innovazione e la competitività? • Quali sono i possibili utilizzi dell’IA per garantire il benessere dei cittadini europei? • Che cosa si intende per “ecosistema normativo europeo”?

METTITI ALLA PROVA

• Consulta il sito istituzione dell’Unione europea (https://european-union.europa.eu/index_it), e il sito di Eurostat (https://ec.europa.eu/eurostat). • Cerca dei dati significativi relativi all’impatto economico dell’IA. • Realizza un’infografica in formato digitale (puoi utilizzare, ad esempio, Canva).

PROFESSIONI E COMPETENZE DEL FUTURO Lavorare per l’UE può significare svariate possibilità di carriera, a seconda del proprio profilo. L’Ufficio Europeo di selezione del personale fa riferimento a uno specifico documento (Quadro delle competenze disponibile al link https://eu-careers.europa.eu/it/documents/epsos-competency-framework) che definisce le competenze ritenute essenziali per svolgere efficacemente una qualsiasi funzione presso le istituzioni e gli organi dell’UE. Compila il tuo Curriculum Vitae in formato europeo creando il tuo profilo EUROPASS. Puoi farlo facilmente utilizzando il seguente link: https://europass.europa.eu/it.

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CAPITOLO

3

L’UE e le altre organizzazioni internazionali

Sintesi

Ascolta e ripassa

3 . 1 La Comunità europea

L’integrazione europea è cominciata con la creazione della CECA (Comunità europea del carbone e dell’acciaio) per mettere in comune due risorse strategiche per lo sviluppo. Con il Trattato di Roma (1957), sottoscritto inizialmente Francia, Germania, Italia, Belgio, Olanda e Lussemburgo, nasceva la Comunità economica europea (CEE): uno spazio per la libera circolazione di persone, merci e capitali. Il processo di integrazione è continuato per arrivare a 27 Stati membri che, con il Trattato di Maastricht del 1992, hanno creato una nuova entità politico-economica: l’Unione europea (UE).

3 . 2 L’Unione economica e monetaria

Il Trattato di Maastricht impegnava gli Stati membri alla creazione di uno spazio economico che comprendesse anche l’Unione economica e monetaria con effetti positivi per lo sviluppo.

3 . 3 L’euro, moneta unica europea

Il primo passo verso l’unione monetaria si è realizzato con la creazione dello SME (Sistema monetario europeo), che introdusse l’ECU (European currency unit), una moneta scritturale. Con il Trattato di Maastricht nasceva l’euro, la moneta unica circolante nei Paesi dell’Unione economica e monetaria che per garantirne la stabilità sono tenuti a rispettare i parametri di convergenza: . bilanci in equilibrio; . riduzione del debito pubblico; . bassa inflazione. La gestione della politica monetaria spetta al il Sistema europeo di banche centrali (SEBC), e alla Banca centrale europea (BCE).

3 . 4 La politica sociale dell’Unione europea

L’UE è impegnata attivamente per ridurre gli squilibri nello sviluppo delle varie regioni del suo territorio finanziando, impiegando i fondi strutturali, progetti di sviluppo definiti per obiettivi. In ambito internazionale ha individuato nel rispetto dei principi democratici e dei diritti umani l’elemento discriminante nei rapporti bilaterali con i Paesi terzi.

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U8 L’operatore resto del mondo . C3 L’UE e le altre organizzazioni internazionali


Mappa da completare Dopo aver ripassato i contenuti dell’Unità, completa la mappa inserendo correttamente gli elementi mancanti scelti tra i seguenti Banca centrale europea • CEE • fondi strutturali • gestione • libera circolazione • parametri • valute Tappe dell’integrazione

TRATTATO DI MAASTRICHT

___________________ ___________________ (merci, persone, capitali)

• CECA • _________________ • Unione europea a 27

___________________ di convergenza

UNIONE ECONOMICA E MONETARIA

Sistema europeo di Banche centrali

___________________ ___________________

POLITICA SOCIALE

• _________________ • Finanziamenti a progetti • Cooperazione

RISPONDI ORA ALLE DOMANDE 1. Quali sono state le tappe dell’integrazione europea? 2. Che cosa ha stabilito il Trattato di Maastricht? 3. Quali sono le funzioni del Sistema europeo delle Banche centrali? 4. E quelle della Banca centrale europea? 5. Su che cosa si basa la politica sociale europea?

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CAPITOLO

3

L’UE e le altre organizzazioni internazionali

Esercizi Consolidiamo le conoscenze...

SCELTA MULTIPLA

1. Completa l’affermazione scegliendo la frase corretta fra quelle proposte. 1. Il Trattato di Roma del 25 marzo 1957, costitutivo della Comunità economica europea, fu sottoscritto dai seguenti Paesi fondatori a  Francia, Germania, Italia, Belgio, Olanda, Lussemburgo b  Francia, Germania, Austria, Grecia, Italia, Spagna c  Francia, Germania, Italia, Olanda, Grecia, Svezia d  Francia, Italia, Belgio, Danimarca, Svezia, Olanda 2. Nell’Unione europea la funzione legislativa è esercitata in modo non esclusivo a  dal Consiglio dei ministri b  dal Comitato delle Regioni c  dalla Commissione europea d  dalla Corte dei conti 3. Le norme emesse dal Consiglio dei ministri che hanno la natura di leggi comunitarie si chiamano a  regolamenti b  direttive

c  decisioni d  raccomandazioni

4. La Banca centrale responsabile della politica monetaria nell’Unione economica e monetaria (UEM) è la a  Commissione europea bB anca dei regolamenti internazionali c B anca centrale europea (BCE) dB anca d’Italia 5. Il Trattato di Maastricht ha stabilito che il rapporto debito/PIL non può superare il a  30% b  40%

c  50% d  60%

6. L’euro, che dal 1° gennaio 2002 sostituisce nell’area dell’UEM le singole monete nazionali, è stato introdotto con il Trattato di a  Londra (1946) b  Parigi (1951)

c  Roma (1957) d  Maastricht (1992)

7. La stabilità dei prezzi all’interno dell’Unione europea è misurata a  dal deflatore del PIL b  dall’indice del costo della vita c  dall’indice dei prezzi all’ingrosso d  dall’indice armonizzato dei prezzi al consumo

504

Esercizi interattivi

8. Non rientra fra i parametri di convergenza da osservarsi dai Paesi membri dell’UEM a  la riduzione del debito pubblico b  l’equilibrio dei conti pubblici c  la stabilità monetaria d  la riduzione della disoccupazione 9. Non è un parametro di convergenza a  contenuto tasso di pressione fiscale b  contenuto tasso di inflazione c  bilanci pubblici in equilibrio d  riduzione del debito pubblico 10. Autorizzare l’emissione di banconote e orientare i tassi di interesse bancari spetta: a  esclusivamente alle banche centrali b  alle banche centrali e alla BCE c  esclusivamente alla BCE d  alla banca unitaria UEM

COMPLETAMENTI

2. Completa il brano inserendo i termini appropriati tra quelli proposti. cambiale • contante • euro • guadagno • imprese • interno • moneta • Paesi • pagamento • potere • prezzo • transazione • variazioni I vantaggi dell’Unione monetaria sono numerosi. Ad esempio, con una _____________ unica i viaggiatori all’interno dell’UEM non hanno bisogno di cambiare denaro, perdendo su ogni _____________ come accadeva prima dell’introduzione dell’euro. I benefici sono rilevanti soprattutto per le piccole imprese, perché i pagamenti e i trasferimenti fra _____________ membri sono diventati più rapidi e affidabili, nonché meno onerosi. Per le imprese e per i consumatori una moneta unica significa la fine delle incertezze sul _____________ di vendita delle merci. In passato, infatti, le _____________ improvvise dei cambi potevano cancellare margini di _____________ nel giro di poche ore. Per le _____________, grandi e piccole, è diventato ora più facile operare in tutta la zona dell’ _____________ e non solo nel proprio Paese. Il fatto che i prezzi dei beni e dei servizi vengano fissati in una sola moneta ha incrementato considerevolmente l’effetto competitivo del mercato _____________, con grande vantaggio per l’Unione nel suo complesso. In questo modo la moneta unica ha contribuito a stimolare la crescita e l’occupazione.

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ASSOCIAZIONE

3. Associa le definizioni della seconda colonna a uno dei Trattati elencati e inseriscile nella prima colonna. Nella terza colloca la relativa data. 1. Trattato di Parigi 2. Trattato di Roma 3. Trattato di Maastricht Ha istituito l’Unione economica e monetaria (UEM), in cui circola l’euro, moneta unica europea Ha dato vita alla CECA, primo esperimento di gestione sopranazionale delle risorse energetiche e premessa alla fondazione della Comunità economica europea Ha dato origine alla Comunità economica europea (CEE), con la crea­zione di un mercato comune che garantiva la libera circolazione di persone, merci e capitali

PREPARATI ALLA PROVA ORALE

4. Tra parentesi i paragrafi di riferimento. 1. Quale Trattato istituì la Comunità economica europea? (3.1) 2. Quali erano gli obiettivi della CEE? (3.1) 3. Quale tipo di coesione si prefigge di raggiungere l’Unione europea? (3.2) 4. Quali sono gli obiettivi del Trattato di Maastricht? (3.3) 5. Quali sono i vantaggi della moneta unica? (3.3)

6. Che cos’è il Sistema europeo di banche centrali (SEBC)? (3.3) 7. Quali sono gli obiettivi del SEBC? (3.3) 8. Quali sono i parametri di convergenza? (3.3) 9. Quali ripercussioni ha avuto l’approvazione del Fiscal compact sulla normativa italiana? (3.3) 10. Come si pone l’UE nei confronti del commercio internazionale? (3.4)

... per sviluppare le competenze CASI PRATICI

5. Esamina ciascun caso e fornisci delle soluzioni o rispondi motivando. 1. La sicurezza delle banconote in euro. Vera o falsa?

Un tuo amico, che ha ricevuto una banconota da 20 euro, teme che sia falsa e ha chiesto il tuo aiuto per cercare di stabilire se è vera o contraffatta. Per dare al tuo amico il consiglio più appropriato consulta anche il sito: https://www.ecb.europa.eu/euro/ banknotes/ac/html/index.it.html

2. I parametri di Maastricht. Euro si o no?

Immagina che uno degli Stati membri dell’Unione europea stia valutando l’adozione dell’euro. Negli ultimi anni, il Paese ha registrato una crescita economica sostenuta, ma ha dovuto affrontare anche alcune sfide legate all’aumento della spesa pubblica per far fronte a una serie di eventi imprevisti (es. pandemia, calamità naturali). Il Paese presenta: • un tasso di inflazione leggermente superiore alla media dei tre Paesi UE con maggiore stabilità dei prezzi; • un rapporto tra disavanzo pubblico e PIL del 2,9%, molto vicino alla soglia del 3% stabilita dai parametri di Maastricht. Il rapporto debito pubblico/PIL è del 58%, leggermente

1. Se, nonostante tutto, il tuo amico pensa che quella banconota sia falsa, chi deve informare? Perché? 2. A chi si può rivolgere per accertare l’autenticità della banconota? Dopo aver letto la rubrica di pag. 495 ti senti di poter rassicurare il tuo amico, rispondendo a queste domande. 3. Quali materiali sono stati adottati per proteggere la moneta dai falsari? 4. Quali accorgimenti sono stati utilizzati nel processo di fabbricazione per ulteriore sicurezza? al di sotto della soglia raccomandata del 60%. Il Paese è fortemente a favore dell’adozione dell’euro, in quanto ritiene che ciò porterebbe numerosi benefici in termini di stabilità economica e maggiore integrazione nel mercato unico europeo, però parte dell’opinione pubblica è preoccupata di eventuali tagli alla spesa pubblica. Dopo aver ripassato i parametri di convergenza introdotti dal trattato di Maastricht, rispondi. 1. Quali sono le possibili soluzioni che il Governo potrebbe adottare per rispettare i parametri di Maastricht e procedere con l’adozione dell’euro? 2. Quali sono i pro e i contro di ciascuna opzione?

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4

CAPITOLO

Sviluppo e sottosviluppo

Dopo aver delineato il concetto di sviluppo economico, definito come aumento della quantità di beni e servizi disponibili, vengono presentati alcuni modelli capaci di spiegare il processo di sviluppo nei Paesi sviluppati e nei Paesi sottosviluppati. Il capitolo illustra poi la situazione economica e sociale dei Paesi poveri, in cui la popolazione deve ogni giorno frontegSviluppo giare il problema della fame, per concludere con l’esame degli interventi economico necessari ad affrontare i gravi problemi del sottosviluppo.

Economic development

Contenuti digitali del capitolo e glossario inglese.

4 . 1 Perché è importante lo sviluppo economico? Crescita e sviluppo non sono sinonimi Nonostante spesso si utilizzino come sinonimi, crescita e sviluppo non sono la stessa cosa. Il livello di crescita di un sistema economico si valuta utilizzando il concetto di prodotto pro capite, perché misura la quantità di beni e servizi mediamente a disposizione di ciascun componente la collettività o sul valore del PIL. Naturalmente, il PIL, pro capite o intero, deve essere calcolato a prezzi costanti, in modo da depurarlo dall’influenza della perdita del potere di acquisto della moneta. Per calcolare il grado di crescita, è necessario sottrarre dal Pil dell’anno in corso il PIL dell’anno precedente e dividere per il PIL in corso. Lo sviluppo umano è invece un concetto complesso e multidimensionale, che richiede l’analisi di una vasta gamma di indicatori e non si limita a considerare solo la dimensione economica rappresentata dal PIL. Il grado di sviluppo di un Paese deve considerare, infatti, anche la dimensione sociale ed ambientale, valutando il grado di sviluppo in base al raggiungimento o meno di alcuni standard ritenuti fondamentali, quali la speranza di vita alla nascita, l’alfabetizzazione, la distribuzione del reddito.

L’indice di sviluppo umano (ISU) Infatti, nonostante il Prodotto interno lordo (PIL) e, di conseguenza, il reddito pro capite vengano considerati due importanti indicatori di sviluppo, entrambi presentano diversi limiti. In particolare, il PIL valuta la capacità produttiva di un Paese senza essere in grado di misurare il livello di benessere generale di una popolazione, mentre il reddito pro capite, essendo una semplice media, non tiene conto di come il reddito nazionale sia distribuito all’interno del Paese “ingannandoci” perché si tratta di un valore medio. PER ESEMPIO  Per ovviare a questa immagine, per alcuni versi distorta, della realtà, alcuni economisti hanno pensato di affiancare la misura del PIL ad altri indicatori di sviluppo, quali ad esempio il grado di distribuzione della ricchezza, il livello di protezione sociale dei cittadini, il tasso di occupazione, il grado di istruzione e di progresso tecnico. Da questa esigenza, si è diffuso l’utilizzo di un indicatore più complesso, l’indice di sviluppo umano (ISU), che aspira a misurare il benessere di una collettività considerando, oltre agli indicatori economici, gli aspetti umani dello sviluppo. L’ISU, elaborato dal Programma per lo sviluppo dell’Organizzazione delle Nazioni Unite (UNDP)  e utilizzato dal 1990, comprende i seguenti fattori: • sanitari, come speranza di vita alla nascita  e la mortalità infantile;

506

U8 L’operatore resto del mondo . C4 Sviluppo e sottosviluppo


I DATI PARLANO

PER ESEMPIO

Indicatori economici e sociali classificano i Paesi in base al loro grado di sviluppo.

LESSICO

“L’inganno della media” In una nota poesia di un secolo fa intitolata La Statistica, Trilussa, poeta, autore, giornalista noto per le sue composizioni in dialetto romanesco, definiva la statistica come quella cosa per cui se qualcuno mangia un pollo e qualcun altro no, in media hanno mangiato mezzo pollo ciascuno. Così, se in un Paese la ricchezza è concentrata nelle mani di pochi grandi latifondisti (come, ad esempio, in alcuni Stati dell’America Latina), la misura del reddito pro capite non rispecchia la reale condizione economica della popolazione.

 Programma per lo sviluppo dell’Organizzazione delle Nazioni Unite (UNDP)

Come si misura il grado di alfabetizzazione? Come si misura esattamente il grado di alfabetizzazione per calcolare l’ISU? La misurazione dell’alfabetizzazione per l’ISU si basa tipicamente su indagini campionarie condotte a livello nazionale. Queste indagini includono domande progettate per valutare la capacità di una persona di leggere e scrivere un semplice testo. In particolare si misurano: • tasso di alfabetizzazione degli adulti, cioè la percentuale della popolazione adulta (di solito a partire dai 15 anni) in grado di leggere e scrivere un semplice testo;

• anni medi di scolarità: cioè il numero medio di anni di istruzione formale completati da una persona adulta; • tasso di iscrizione scolastica cioè la percentuale di bambini di età scolare iscritti a scuola. Questi diversi indicatori vengono combinati in un unico indice di istruzione, che a sua volta contribuisce al calcolo dell’ISU. Il metodo esatto di combinazione può variare nel tempo e tra le diverse agenzie che calcolano l’ISU, ma in generale si cerca di dare un peso adeguato a ciascuno degli indicatori.

I suoi obiettivi sono la lotta alla povertà, lo sviluppo sostenibile, la prevenzione delle crisi. Per sconfiggere la povertà il Programma sostiene i Paesi poveri nell’elaborare strategie di sviluppo sostenibili a lungo termine, svolgendo un ruolo chiave nell’attuazione dell’Agenda 2030, assumendo il compito di garantire la realizzazione dei suoi obiettivi.

 Speranza di vita alla nascita Numero di anni che, in media, può vivere un neonato; questo indice viene spesso assunto come un indicatore della qualità della vita di una società.

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• culturali come il tasso di alfabetizzazione degli adulti e gli anni previsti di istruzione; I DATI PARLANO  • economici come il reddito nazionale lordo (GNI) pro capite (in termini di parità di potere d’acquisto in dollari USA) che tiene conto del suo effettivo potere di acquisto L’ISU viene calcolato come media geometrica dei tre indici e varia tra 0 e 1. Applicando questo indice, si ottiene una graduatoria mondiale del benessere sensibilmente diversa da quella basata solo sul PIL (o il reddito pro capite); infatti negli ultimi anni, si sono collocati al primo posto nella classifica ISU Stati come Norvegia, Australia, Nuova Zelanda e Islanda. Si tratta di Paesi, che nella graduatoria dei Paesi più ricchi sono lontani dalle prime posizioni, ma che sono in grado di assicurare ai cittadini tutele sociali e uno stile di vita di livello molto alto. MAPPA 1 

La dimensione internazionale dello sviluppo Come vedremo, la dimensione internazionale dello sviluppo evidenzia un aspetto cruciale della globalizzazione: il crescente divario economico e sociale tra i Paesi ricchi e quelli poveri. Mentre le economie avanzate dispongono di risorse, infrastrutture e sistemi di welfare consolidati, molte nazioni in via di sviluppo faticano a garantire i servizi di base come istruzione, sanità e sicurezza alimentare. Questo squilibrio è radicato in una serie di fattori storici, economici e politici che rendono complesso il processo di crescita sostenibile che analizzeremo nei prossimi paragrafi.

Il livello di sviluppo: la nomenclatura Per analizzare e comprendere queste differenze, gli economisti hanno sviluppato una serie di categorie che consentono di classificare i Paesi in base al loro livello di sviluppo.

Crescita economica Economic growth

Queste tengono conto di indicatori economici e sociali, come il PIL pro capite, il tasso di crescita economica, l’indice di sviluppo umano (ISU), la dipendenza da aiuti esteri e la vulnerabilità a shock esterni. I Paesi possono classificarsi come segue. Paesi sviluppati. Sono quegli Stati caratterizzati da economie avanzate, elevati redditi pro capite, welfare efficiente e un alto indice di sviluppo umano. Generalmente presentano un settore dei servizi (settore terziario) più avanzato rispetto gli altri settori che fornisce più ricchezza rispetto a quello industriale (settore secondario). Paesi in via di sviluppo (PVS). È un termine generico che indica tutti i Paesi con un’economia in via di industrializzazione o pre-industriale e quindi fortemente basata sul settore agricolo, e che presentano un livello di sviluppo economico e sociale inferiore a quello dei Paesi industrializzati.

PLUS I modelli di sviluppo secondo Rostow, Lewis e Kindleberg

508

Paesi meno sviluppati (PMS). Sono un sottoinsieme dei PVS e rappresentano i Paesi più poveri, privi di indipendenza economica e con le maggiori difficoltà di sviluppo. Si trovano soprattutto, ma non solo, nell’Africa subsahariana e si caratterizzano per un reddito pro capite molto basso, vulnerabilità economica e politica elevata (sono spesso teatro di guerre civili o scontri etnici), scarso rispetto dei diritti umani e dell’infanzia, sfruttamento dei lavoratori, e, in generale, un basso livello di sviluppo umano. I Paesi meno sviluppati hanno accesso esclusivo a talune misure di sostegno internazionale e, in particolare nei settori dell’aiuto allo sviluppo e del commercio.

Attualmente sono 47 i Paesi che figurano nell’elenco dei Paesi meno sviluppati, che viene riesaminato ogni tre anni. MAPPA 2  U8 L’operatore resto del mondo . C4 Sviluppo e sottosviluppo


MAPPA 1

CRESCITA ECONOMICA

SVILUPPO

in base al

in base al

reddito pro capite

Indice dello Sviluppo Umano ISU

che si calcola sul

che si calcola sulla base di

MAPPA 2

PIL Numero abitanti del Paese

Aspettativa di vita

Livello di istruzione

CLASSIFICAZIONE DEI PAESI IN BASE AL LIVELLO DI SVILUPPO ECONOMICO

PAESI SVILUPPATI

PAESI IN VIA DI SVILUPPO

PAESI MENO SVILUPPATI

caratterizzati da

caratterizzati da

caratterizzati da

ISU elevato Prevalenza settore terziario

Scarsa distribuzione del reddito Prevalenza settore agricolo Pre-industrializzazione

ISU molto basso Senza indipendenza economica Dipendono dagli aiuti internazionali

L’influenza dei fattori non economici nello sviluppo PLUS

Reddito pro capite

Lo sviluppo economico dipende da molti fattori, sia economici sia non economici: essi lo influenzano e ne sono a loro volta profondamente influenzati. Particolarmente importanti sono i fattori di natura non economica: pensiamo ad esempio alla positiva influenza sullo sviluppo di un ordinamento giuridico giusto ed efficiente, di un ambiente protetto e rispettato, del consenso e della

VERSO LA CONSAPEVOLEZZA 1. Secondo la tua opinione, in quale modo i tre fattori di natura non economica evidenziati da Abramovitz influiscono sullo sviluppo? 2. Ne vorresti aggiungere altri che a tuo avviso possono favorire lo sviluppo?

pace sociale, che sono parte viva della storia di un Paese. Di grande importanza sono anche la qualità e la coerenza dell’azione politica. In proposito, è significativa l’osservazione di Moses Abramovitz (1912-2000), studioso statunitense dei problemi dello sviluppo, il quale affermò che per spiegare lo sviluppo economico aveva quasi sempre dovuto far ricorso a fattori non economici.

FACCIAMO IL PUNTO Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

1. Qual è la differenza tra crescita economica e sviluppo? 2. Perché l’indice reddito pro capite potrebbe trarci in inganno sul livello di sviluppo di un Paese? 3. Quali sono i criteri su cui si basa lo sviluppo? 4. Quali sono le differenze che sono alla base dei tre diversi livelli di sviluppo?

509


4 . 2 Gli inconvenienti dello sviluppo Il processo di sviluppo delle moderne economie ad alto livello di sviluppo è caratterizzato da alcune contraddizioni: se da un lato crea un indiscutibile benessere, dall’altro può dar luogo a effetti indesiderati. Tra le conseguenze negative che lo sviluppo economico comporta ricordiamo ad esempio: • le crisi cicliche, che alternano periodi di espansione a periodi di crisi e depressione nel sistema economico; • la formazione di aree di povertà anche all’interno di Paesi che presentano comunque un elevato livello di crescita economica; • la mancanza di occupazione, soprattutto per coloro che non hanno una formazione specifica; • l’indiscriminato sfruttamento del pianeta con i gravissimi problemi connessi, come ad esempio l’esaurimento delle risorse naturali, la siccità, la deforestazione, lo scioglimento dei ghiacciai; PER ESEMPIO 1  • il paradossale squilibrio tra un’abbondante offerta di beni privati destinati al consumo (che, ai giorni nostri, spesso si traduce in spreco) da un lato e, dall’altro, una grave carenza nell’offerta di servizi pubblici che non permette alle classi meno abbienti l’accesso a diritti fondamentali. PER ESEMPIO 2 e 3  Per sanare alcune delle distorsioni sopra esemplificate, è necessario che l’iniziativa pubblica intervenga allo scopo di modificare l’ambiente economico.

Correzione degli squilibri La programmazione economica. In relazione allo squilibrio nei consumi, ad esempio, spetta all’iniziativa statale intervenire per favorire lo sviluppo dei servizi pubblici (sanità, istruzione, assistenza e sicurezza sociale ecc.), così come, in presenza di congiunture sfavorevoli del ciclo economico, porre in atto le misure di politica economica che abbiamo già studiato e che qui ricordiamo sinteticamente.

La programmazione economica è lo strumento con il quale lo Stato organizza razionalmente i suoi interventi in economia, allo scopo di migliorarne l’evoluzione spontanea. La programmazione esplicita: • gli obiettivi che la comunità intende raggiungere; • le politiche da attuare per raggiungere gli obiettivi; • gli strumenti necessari alla realizzazione di tali politiche. Gli strumenti della programmazione sono: • la politica monetaria e creditizia; • la politica della spesa pubblica; • la politica fiscale.

Lo sviluppo sostenibile Equilibrio tra crescita economica e benessere planetario.

Per quanto riguarda, invece, il problema dell’esaurimento delle risorse naturali e dell’inquinamento ambientale, è emersa una crescente consapevolezza dei limiti del modello di crescita economica tradizionale e della necessità di uno sviluppo sostenibile , che tenga sempre conto anche delle problematiche ambientali.

510

U8 L’operatore resto del mondo . C4 Sviluppo e sottosviluppo


Questa nuova visione propone un percorso di sviluppo che soddisfi i bisogni del presente senza compromettere la capacità delle future generazioni di soddisfare i propri. Lo sviluppo sostenibile si fonda su tre pilastri interconnessi. 1. Sostenibilità ambientale: preserva le risorse naturali, riduce l’inquinamento e mitiga i cambiamenti climatici. Implica una gestione efficiente delle risorse, l’adozione di tecnologie pulite e la promozione di un’economia circolare.

LESSICO  Sviluppo sostenibile Sviluppo capace di soddisfare i bisogni delle generazioni presenti senza compromettere il soddisfacimento dei bisogni delle generazioni future. È dunque uno sviluppo in grado di assicurare un reddito sostenibile, quello cioè che si può ottenere senza intaccare la dotazione delle fonti naturali da cui deriva.

2. Sostenibilità sociale: promuove l’equità sociale, la giustizia e l’inclusione. Si concentra sulla riduzione delle disuguaglianze, della disparità di genere, sul rispetto e la promozione dei diritti umani e in particolare dei diritti delle bambine e dei bambini, dei lavoratori, sulla costruzione di comunità sostenibili.

PER ESEMPIO

3. Sostenibilità economica: garantisce una crescita economica duratura e inclusiva, capace di soddisfare i bisogni delle generazioni presenti e future. Implica la creazione di nuovi modelli di business sostenibili, l’investimento in capitale umano e l’adozione di politiche fiscali che promuovano la sostenibilità. PER ESEMPIO 4  MAPPA 

1 Esaurimento delle risorse L’allevamento intensivo degli animali destinati al macello, contribuisce enormemente ai cambiamenti climatici e

all’effetto serra; è causa di deforestazione, spreco d’acqua e alla degradazione del suolo, dell’acqua e dell’aria.

2 Spreco Secondo un’indagine di Waste Watcher (un osservatorio internazionale che raccoglie dati sullo spreco di cibo), in Italia

lo spreco del cibo nelle case vale 6,48 miliardi di euro e oltre 9 miliardi di euro quello nelle filiere, in un anno.

3 Carenza di servizi pubblici essenziali In Italia le insufficienti risorse destinate alla Sanità creano, presso il Servizio Sanitario Nazionale, lunghe liste di attesa

per esami medici per la prevenzione di gravi malattie che invece sono eseguiti in tempi regolari nelle strutture private.

4 Sviluppo sostenibile

MAPPA

Lo sviluppo di un’area arretrata non è sostenibile se, accanto agli investimenti industriali, mancasse una serie di esternalità capaci di supportare la crescita: pensiamo alla formazione tecnica che

può fornire una scuola, alla tutela della salute che è offerta da un sistema ospedaliero efficiente, a una rete stradale e ferroviaria che faciliti i trasporti.

PROBLEMI CONNESSI ALLO SVILUPPO

Crisi cicliche

Politica monetaria

Disoccupazione

Squilibrio tra offerta privata e pubblica

Sfruttamento delle risorse non sostenibile

correggibili mediante

correggibile mediante

PROGRAMMAZIONE ECONOMICA

PROGETTI DI SOSTENIBILITÀ

con gli strumenti della

di tipo

Politica della spesa pubblica

Politica fiscale

ambientale

sociale

economico

511


Obiettivi, di Sviluppo Sostenibile Sustainable Development Goals

Ricordiamo anche in queste pagine che nel 2015, i paesi membri delle Nazioni Unite hanno adottato l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, che include 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG). Questi obiettivi, interconnessi e indivisibili, coprono una vasta gamma di tematiche, dalla povertà e la fame alla salute, all’istruzione, all’uguaglianza di genere, all’energia pulita e alle città sostenibili. Per affrontare problemi transnazionali come i cambiamenti climatici e la perdita di biodiversità, è necessaria la massima cooperazione a livello globale tra tutti i Paesi così da realizzare una convergenza di intenti e trovare l’equilibrio tra le esigenze della produzione e la necessità di preservare le risorse naturali, promuovendo investimenti verdi, sostenendo l’innovazione nella ricerca di energie rinnovabili, introducendo tasse che vadano a colpire le aziende più inquinanti e incentivando comportamenti sostenibili.

Una sostenibilità a tutto tondo La ricerca della sostenibilità si allarga anche al rispetto della vita umana, in tutti i suoi aspetti.

MAPPA

Le politiche pubbliche e i governi devono essere riorientate verso il rispetto dei diritti dei lavoratori, opporsi e combattere strenuamente ogni forma di schiavitù sul lavoro ed in particolare eliminare ogni forma di sfruttamento dei minori ed intraprendere azioni positive per raggiungere la parità di genere e l’inclusione. Collaborazioni tra governi, imprese e società civile sono essenziali per affrontare questa sfida globale. Per i governi, questo significa promuovere leggi che garantiscano condizioni di lavoro dignitose, l’accesso all’assistenza sanitaria e all’istruzione per tutti, e combattere le disuguaglianze che alimentano la povertà e l’esclusione sociale. Per le imprese, significa adottare pratiche etiche e trasparenti, rispettare i diritti umani lungo tutta la catena di approvvigionamento e investire in comunità locali. Per la società civile tutta, significa riconoscere che la sostenibilità ambientale e la giustizia sociale sono strettamente interconnesse e impegnarsi a proteggere l’ambiente perché sono proprio le comunità più vulnerabili a dipendere maggiormente dalle risorse naturali. L’obiettivo che sembra essere il più lontano e il più difficile da raggiungere rimane il superamento della povertà estrema dei Paesi meno sviluppati (PMS), dove vi sono popolazioni che vivono con meno di 2 dollari al giorno. MAPPA  Al sottosviluppo, vero dramma del XXI° secolo, dedichiamo queste ultime pagine del libro. LO SVILUPPO SOSTENIBILE si basa su tre pilastri

512

SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE

SOSTENIBILITÀ SOCIALE

SOSTENIBILITÀ ECONOMICA

che promuove

che promuove

che promuove

efficiente gestione delle risorse adozione di tecnologie pulite promozione di economia circolare

equità sociale rispetto dei diritti umani partià di genere inclusione

crescita economica duratura e inclusiva modelli di business sostenibili investimenti nel capitale umano soddisfacimento di bisogni presenti e futuri

U8 L’operatore resto del mondo . C4 Sviluppo e sottosviluppo


EDUCAZIONE CIVICA

I costi nascosti degli allevamenti intensivi: un peso sull’economia Gli allevamenti intensivi, pur rappresentando una componente importante del settore agricolo, nascondono una serie di costi che vanno ben oltre quelli direttamente legati alla produzione. Questi costi, spesso trascurati, finiscono per gravare sull’intero sistema economico, generando impatti negativi a lungo termine. Uno dei principali costi associati agli allevamenti intensivi è la degradazione ambientale. L’allevamento di un gran numero di animali in spazi ristretti genera ingenti quantità di rifiuti organici, che possono contaminare le acque superficiali e sotterranee con conseguenti costi elevati per la bonifica dei siti contaminati e per la depurazione delle acque. Inoltre, per creare pascoli e coltivare mangime sono in atto deforestazioni che incidono negativamente sui servizi ecosistemici, come l’impollinazione e la regolazione del clima, che sono fondamentali per l’economia senza contare la dispersione di fertilizzanti, le emissioni di metano e ammoniaca prodotte dal bestiame che contribuiscono all’effetto serra e all’acidificazione dei suoli. A queste pesanti conseguenze economiche, si aggiungono poi le crudeli condizioni degli allevamenti intensivi che compromettono fortemente il benessere degli animali considerati solo per l’impatto economico che producono, ignorando qualunque esigenza che essi possono avere. Senza contare che l’uso massiccio di antibiotici che vengono somministrati favorisce lo sviluppo di batteri resistenti,

rendendo più difficili e costose le cure per le infezioni negli esseri umani. La consapevolezza di questa pratica di allevamento provoca sempre più diffusamente reazioni negative nell’opinione pubblica e conduce un numero sempre maggiore di persone ad astenersi dal consumo della carne. Per continuare a consumare carne senza produrre un impatto così fortemente negativo, sarebbe auspicabile promuovere modelli di produzione agricola più rispettosi dell’ambiente e del benessere animale, come l’agricoltura biologica e l’allevamento estensivo, investendo in ricerca e sviluppo e promuovendo politiche pubbliche che sostengano queste alternative più sostenibili.

VERSO LE CONOSCENZE 1. Perché l’allevamento intensivo danneggia l’ambiente? 2. In quale modo la deforestazione incide sull’ecosistema? 3. Che cosa si intende per allevamento estensivo?

VERSO LA CONSAPEVOLEZZA 1. Qual è la tua opinione rispetto alle modalità di allevamento degli animali? 2. Ti è mai capitato di visitare un allevamento intensivo? 3. Hai mai visitato un allevamento estensivo con pratiche rispettose del benessere degli animali?

DISCUSSIONE IN CLASSE Secondo voi, gli allevamenti sostenibili sono possibili anche se comportano costi maggiori?

FACCIAMO IL PUNTO Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

1. Quali inconvenienti possono crearsi nei Paesi ad alto livello di sviluppo? 2. Quali misure potrebbero essere prese per correggere gli squilibri legati alle fluttuazioni cicliche? 3. Che cosa rende sostenibile lo sviluppo ambientale? 4. Quali sono le grandi sfide per il raggiungimento di una completa sostenibilità?

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4 . 3 Il sottosviluppo: caratteri e cause Allarghiamo il nostro orizzonte, per considerare le aree in cui si concentra la povertà del mondo e in cui il tema dello sviluppo economico si può affrontare solo in termini di sottosviluppo. L’immagine della coppa di champagne nella pagina accanto può darci un’idea immediata della disuguale distribuzione del reddito.

I caratteri del sottosviluppo Esaminiamo i caratteri ricorrenti che il sottosviluppo economico presenta.

PER ESEMPIO

Basso livello del prodotto pro capite. Nonostante questa grandezza, non sia la migliore per accertare la situazione economia di un Paese (come abbiamo visto in apertura di → par. 4.1 questo capitolo) viene di solito usata come indice  per paragonare il grado di sviluppo di un sistema economico. PER ESEMPIO 1  Ineguale distribuzione del reddito all’interno dei Paesi. Nei Paesi a basso livello di reddito pro capite la ricchezza è concentrata in poche mani, mentre larghe masse della popolazione vivono nella povertà più assoluta. Le statistiche sulla distribuzione dei redditi all’interno dei singoli Paesi, in particolare per quelli sottosviluppati, sono piuttosto scarse. Secondo i dati più recenti si può tuttavia affermare che la distribuzione del reddito è più equa nei Paesi ricchi che nei Paesi poveri. Mancanza di accumulazione. La non autosufficienza economica fa sì che le attività produttive del Paese non consentono di ottenere valori del PIL che permettano il soddisfacimento dei bisogni essenziali della popolazione. Ne consegue, pertanto, che la mancanza di risorse (un surplus del PIL) impedisce l’accumulazione necessaria ad avviare un processo di sviluppo del Paese. PER ESEMPIO 2  Prevalenza dell’attività agricola. Nei Paesi poveri oltre il 60% della popolazione è occupato nel settore agricolo e nelle attività connesse all’agricoltura. Ciò comporta almeno due conseguenze particolarmente gravi: in primo luogo, la loro economia dipende quasi esclusivamente dall’andamento dei raccolti, e quindi è soggetta al rischio delle condizioni meteorologiche e delle fluttuazioni dei prezzi; in secondo luogo, la bassa produttività che caratterizza l’agricoltura di queste aree non permette l’ottenimento di risorse addizionali da impiegare per avviare il processo di sviluppo.

1 Livello reddito pro capite Il divario è enorme: se prendiamo in esame due realtà che possono essere considerate come rappresentative dei Paesi sviluppati e dei Paesi sottosviluppati, e cioè gli USA e il Burundi, constatiamo che il rapporto fra il livello dei loro prodotti pro capite è pari a circa 205 che sale addirittura a 270 se il confronto viene fatto tra la Svizzera e il Burundi.

2 Accumulazione non possibile Se in un Paese i bisogni di un equivalgono a 100 e il PIL è pari a 120, è possibile utilizzare il surplus di 20 per investimenti che favoriscono la crescita; ma se il PIL si ferma a 60, non solo manca l’accumulazione necessaria alla crescita, ma il Paese deve addirittura dipendere dall’estero per il soddisfacimento dei bisogni o lasciare i bisogni non soddisfatti.

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U8 L’operatore resto del mondo . C4 Sviluppo e sottosviluppo


LESSICO

EDUCAZIONE CIVICA

Solo i ricchi bevono champagne La distribuzione a coppa di champagne è un’espressione utilizzata in economia e nelle scienze sociali per descrivere l’enorme disuguaglianza di reddito o di ricchezza, in cui una piccola percentuale della popolazione detiene un’ampia proporzione di ricchezza, mentre la maggioranza ne possiede una percentuale molto inferiore. Il termine è stato reso popolare da un rapporto del Programma di Sviluppo delle Nazioni Unite (UNDP) del 1992, in cui si osservava che la distribuzione della ricchezza nel mondo era altamente disuguale e si pensò di rendere più percettibile l’informazione attraverso un’immagine che evidenziasse la disuguaglianza di reddito e le sue conseguenze sulla popolazione. L’immagine scelta fu quella di una coppa di champagne (o piramide rovesciata), in cui la parte superiore larga rappresenta l’élite ricca che detiene la maggior parte della ricchezza, mentre il gambo stretto rappresenta il resto della popolazione che ne ha molto meno. Infatti nella coppa di champagne, la parte superiore del bicchiere è larga e contiene la maggior parte del contenuto, a simboleggiare la parte più ricca della popolazione che controlla una quota significativa della ricchezza o del reddito totale, mentre il gambo è lungo e stretto e rappresenta la maggior parte delle persone che possiedono solo una frazione del patrimonio, con molti in basso che guadagnano poco o addirittura quasi nulla in termini relativi. Questa metafora visiva ci aiuta a comprendere come, in molte società, la ricchezza sia concentrata nelle mani

di pochi, creando un forte divario tra ricchi e poveri Ad esempio, se l’1% più ricco della popolazione possiede il 50% dei beni e il 50% inferiore solo il 5%, la visualizzazione di una coppa di champagne mostrerebbe un’ampia “coppa” per l’1%, mentre lo stelo è sottile, a indicare una ricchezza limitata tra i gruppi a basso reddito. La metafora è particolarmente appropriata, giacché solo chi è o ricco può permettersi di bere tranquillamente champagne, che è un prodotto molto costoso Il termine è spesso usato a livello globale, ma può anche descrivere le economie nazionali. Ricordiamo che la distribuzione diseguale può essere rappresentata graficamente anche attraverso la curva di Lorenz, che mostra come la ricchezza si accumula progressivamente manmano che si considera una percentuale sempre maggior della popolazione, come abbiamo visto nell’Unità 5 par. 1.7.

 Indice Strumento statistico usato per misurare le dimensioni di una grandezza economica, allo scopo di esprimerne in sintesi le variazioni quantitative nel tempo e nello spazio. Nasce da un rapporto tra due quantità dello stesso fenomeno in un dato momento, o tra le entità dello stesso fenomeno in tempi diversi, di cui una viene assunta come base.

DISTRIBUZIONE A COPPA DI CHAMPAGNE I PIÙ RICCHI

Ogni banda orizzontale rappresenta equamente 1/5 della popolazione mondiale

I PIÙ POVERI

Popolazione Ricchezza mondiale mondiale 20% più ricco 82,7% Secondo 20% 11,7% Terzo 20% 2,3% Quarto 20% 1,9% 20% più povero 1,4%

VERSO LE CONOSCENZE 1. A che cosa equivale la parte superiore (rossa, nell’immagine)? 2. Quando e da chi è stata introdotta questa immagine? 3. Ti ricordi quale forma assume la curva di Lorenz in casi di forte disuguaglianza? Se non sai rispondere a questa domanda, vai a pag. 259 prima di fornire la tua risposta. 4. Il materiale con cui è fatta la coppa, il cristallo, ti pare una scelta obbligata oppure suggerisce qualche altra metafora?

VERSO LE COMPETENZE 1. Potendo usare solo due colori e quindi dividere la coppa solo in due parti, come divideresti il bicchiere? 2. Perché questa coppa è considerata una metafora? 3. Quale descrizione delle economie nazionali fornisce la coppa di champagne?

FACCIAMO IL PUNTO Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

1. Quali sono i caratteri che definiscono il sottosviluppo? 2. Quali conseguenze ha la mancanza di accumulazione?

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Disoccupazione nascosta. Mentre nei Paesi sviluppati si è registrata una notevole diminuzione della mano d’opera impiegata nel settore agricolo, e un corrispondente significativo e rapido aumento di quella impiegata nell’industria e nel terziario, caratterizzati da una più elevata produttività, nei Paesi sottosviluppati la percentuale di lavoratori impiegati nei settori agricoli è rimasta pressoché stazionaria. Nel settore primario sono spesso occupati lavoratori quasi del tutto improduttivi: ciò significa che il prodotto agricolo non diminuirebbe, anche nel caso in cui tali lavoratori fossero distolti da questa attività. Il fenomeno è noto col nome di disoccupazione nascosta: ciò perché la produttività di questi lavoratori è praticamente nulla e, quindi, possono essere considerati disoccupati. Bassa produttività del lavoro. Essa costituisce la causa del basso reddito pro capite, che caratterizza le economie sottosviluppate. A sua volta, l’insufficiente produttività del lavoro è conseguenza della scarsità di investimenti, dovuta all’inadeguata formazione di capitale. Il lavoro si combina con impianti e tecniche primitive e, quindi, la sua produttività è scarsa. Inoltre, la scarsa produttività del lavoro non consente l’accumulazione di capitale, che è possibile solo quando la produzione è eccedente rispetto al consumo necessario alla sopravvivenza. Alto tasso di crescita demografica con numero di nascite superiore alle possibilità di istruzione e formazione del Paese: nei Paesi sottosviluppati il tasso di analfabetismo è ancora molto elevato ed è in parte causa della scarsa potenzialità produttiva del Paese. Inoltre, ricordiamo che esiste una relazione inversa fra tasso di sviluppo del reddito pro capite e incremento demografico. Consumo indirizzato alla sussistenza della popolazione, salvo le esigue fasce di popolazione ad elevato reddito e, ovviamente, una bassa formazione di risparmio. Mancanza di una classe imprenditoriale che abbia la capacità di dar vita a iniziative industriali aggravato dalla carenza di infrastrutture e dalla mancanza di investimenti. MAPPA 

Le cause del sottosviluppo Il sottosviluppo è un fenomeno complesso, con radici storiche, politiche, economiche e sociali profonde che si intrecciano tra loro. Non esiste una singola causa, infatti, ma un insieme di fattori che interagiscono tra loro, creando un circolo vizioso difficile da spezzare. Colonialismo. Tra le ragioni storiche, la prima è certamente il fenomeno del colonialismo a cui si attribuisce una forte responsabilità per l’impronta indelebile lasciata nei Paesi in via di sviluppo. In particolare si sottolinea come durante il periodo del colonialismo, sia stata realizzata una enorme estrazione di risorse sfruttando la manodopera locale a basso costo e senza provvedere alla formazione di una cultura imprenditoriale locale. Infatti, venuti meno i rapporti di forza che avevano permesso in passato lo sfruttamento delle colonie, all’indipendenza politica non ha fatto seguito l’indipendenza economica, per cui continua lo sfruttamento dei Paesi poveri da parte di quelli sviluppati. Monocolture. Da un punto di vista economico, si ritiene che il sistema coloniale abbia imposto una rigida divisione del lavoro tra Paesi sviluppati e Paesi in via di sviluppo, relegando questi ultimi a fornitori di materie prime (rame, zinco, cotone, caffé, cacao ecc.) a basso costo e spesso sotto forma di monocoltura, mentre i primi hanno sempre più migliorato la loro capacità di produrre manufatti industriali. Debito con i Paesi ricchi. Le economie basate sulla pratica della monocoltura hanno indebolito le strutture produttive locali e favorito la dipendenza dai mercati esteri, rendendo i Paesi poveri sempre più dipendenti da quelli ricchi con i quali hanno con-

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U8 L’operatore resto del mondo . C4 Sviluppo e sottosviluppo


MAPPA

I CARATTERI DEL SOTTOSVILUPPO

Basso livello del prodotto pro capite

Mancanza di accumulazione

Ineguale distribuzione del reddito all’interno dei Paesi

Disoccupazione nascosta

Bassa produttività del lavoro

Prevalenza dell’attività agricola

Consumo indirizzato alla sussistenza

Alto tasso di crescita demografica

Carenza di infrastrutture

Mancanza di una classe imprenditoriale

ECONOMIA E REALTÀ

Fame, un popolo di un miliardo di persone Riportiamo qui di seguito parte di un intervento di Jacques Diouf, sino alla fine del 2019 direttore generale della FAO. Nelle sue parole si coglie il dramma di questo flagello, che interpella le coscienze delle persone che vivono nella parte ricca del mondo. «Se si pensa ai milioni di vite umane stroncate o segnate dalla fame cronica non c’è dubbio che la fame sia moralmente inaccettabile. L’apporto calorico insufficiente e le carenze di vitamine e minerali essenziali costano ogni anno la vita a più di cinque milioni di bambini; costano ai nuclei familiari nel mondo in via di sviluppo più di 220 milioni di anni di vita produttiva; costano alle economie dei Paesi in via di sviluppo miliardi di dollari. Perdite di tali dimensioni costituiscono chiaramente un ostacolo significativo per gli sforzi nazionali di sviluppo. I costi del mancato avvio di provvedimenti immediati ed efficaci che riducano la fame nel mondo sono, dunque, sbalorditivi. Per quanto sia alto, il costo della fame non ha però stimolato un’azione sufficientemente efficace per combatterlo. Secondo le ultime stime della FAO, il numero

delle persone che soffrono la fame è aumentato nel corso degli ultimi cinque anni, e ora ammonta a circa un miliardo di persone. Le previsioni non sono, tuttavia, interamente fosche, anzi ci sono segni di speranza. Più di 30 Paesi in via di sviluppo hanno dimostrato che un progresso rapido è possibile. Con una popolazione complessiva di più di 2,2 miliardi di persone – quasi la metà della popolazione del mondo in via di sviluppo – questi Paesi hanno ridotto la denutrizione del 25%. In termini morali, il solo affermare che ogni cinque secondi un bambino muore in seguito alla fame e alla malnutrizione dovrebbe essere sufficiente a dimostrare che non possiamo permettere il perdurare di questo flagello. In termini economici, l’argomento non è meno convincente. La domanda non è se possiamo permetterci di intraprendere l’azione urgente necessaria per raggiungere gli obiettivi posti dal Vertice mondiale sull’alimentazione, cioè ridurre della metà entro il 2030 la cifra complessiva delle persone che soffrono la fame. La domanda è se possiamo permetterci di non farlo.»

VERSO LE CONOSCENZE 1. Quali sono le conseguenze tragiche della fame nel mondo? 2. Sono sufficienti le azioni intraprese per ridurre questa piaga? 3. Si è raggiunto qualche risultato positivo nella lotta alla fame?

VERSO LE COMPETENZE 1. Secondo te, perché è molto alto “il costo della fame”? 2. La riduzione delle disuguaglianze all’interno dei Paesi può contribuire a combattere la fame? 3. La lotta al cambiamento climatico è essenziale per assicurare ai poveri la sicurezza alimentare?

FACCIAMO IL PUNTO Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

1. Che cos’è la disoccupazione nascosta?

2. Che cosa si intende per consumo indirizzato alla sussistenza? 3. Perché la mancanza di una classe imprenditoriale è uno dei più grossi impedimenti alla crescita economica dei Paesi a basso sviluppo? 4. Quali sono i danni provocati dal colonialismo nei Paesi ospitanti? 5. Perché la divisione del lavoro ha fortemente danneggiato i Paesi poveri? 6. Che cos’è la monocoltura?

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→ ECONOMIA tratto, negli anni, un enorme debito del quale difficilmente si libereranno. Proprio per E REALTÀ Il debito dei questa ragione diverse voci autorevoli si sono levate per chiedere un condono genePaesi poveri ralizzato del debito stesso, a cominciare da Papa Francesco. Quest’ultimo dal 1999 ha avviato una campagna per l’azzeramento del debito dei Paesi del Terzo mondo, con particolare riguardo alla drammatica situazione dell’Africa. Situazione politica e sociale. In molti casi, i Paesi più poveri sono martellati da frequenti conflitti interni, in particolare guerre civili, colpi di Stato, a loro volta alimentati dai bassi livelli di reddito e dalla stagnazione economica, ai quali si aggiunge la corruzione che devia le risorse pubbliche verso interessi privati, ostacolando lo sviluppo economico e sociale. MAPPA 

I flussi migratori La difficile situazione economica e demografica dei Paesi poveri ha generato massicce correnti migratorie verso i Paesi ricchi. Questi ultimi, a causa della propensione della propria forza lavoro ad accettare soltanto lavori qualificati, hanno bisogno, per far funzionare le loro economie, di immigrati disposti a fare i lavori più umili. Ciò è particolarmente vero per l’Italia, interessata anche da un calo delle nascite e da un rapido invecchiamento della popolazione. Immigrati e mercato del lavoro. I critici della società multirazziale affermano che l’immigrazione riduce il benessere dei Paesi di arrivo. È difficile essere d’accordo con una simile affermazione, in quanto gli immigrati non competono con i nostri lavoratori, poco inclini a esercitare le mansioni a cui i primi possono aspirare. La disponibilità degli immigrati ad accettare i lavori meno qualificati migliora quindi, anziché peggiorare, il funzionamento del mercato del lavoro nei Paesi di accoglienza. Naturalmente va combattuta ogni forma di clandestinità, che spesso si associa allo sfruttamento dell’immigrato e al lavoro illegale (lavoro nero), parte cospicua dell’economia sommersa.

PLUS

“Cose dell’Altro Mondo”

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In “Cose dell’Altro Mondo”, film diretto da Francesco Patierno, un’Italia apparentemente ordinaria viene sconvolta da un evento straordinario: la misteriosa scomparsa di tutti gli stranieri residenti nel Paese. Questa sparizione improvvisa e inspiegabile getta nel caos la vita quotidiana, mettendo a nudo le fragilità e i pregiudizi della società italiana, in particolare nei confronti dell’immigrazione. Il film segue le vicende di tre personaggi principali: un industriale settentrionale razzista ma

profondamente dipendente dalla manodopera straniera, un poliziotto romano cinico e disilluso e una giovane maestra elementare che si trova a dover affrontare un mondo improvvisamente privo di diversità. Il finale di “Cose dell’Altro Mondo” è aperto, lasciando allo spettatore il compito di riflettere sulle conseguenze dell’evento e su come la presenza degli stranieri, spesso demonizzata e strumentalizzata, sia in realtà fondamentale per il funzionamento della nostra società.

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MAPPA

LE CAUSE DEL SOTTOSVILUPPO ragioni STORICHE

ECONOMICHE

SOCIALI

• Iniqua divisione del lavoro • Monocolture • Debito con i Paesi ricchi

• Conflitti interni • Stagnazione economica • Scarsi investimenti • Corruzione

COLONIALISMO caratterizzato da Sfruttamento di risorse e manodopera senza formare una classe imprenditoriale

hanno provocato POVERTÀ E DIPENDENZA ECONOMICA

ECONOMIA E REALTÀ

Il debito dei Paesi poveri L’evoluzione del commercio internazionale fra Paesi sviluppati e Paesi sottosviluppati è in gran parte responsabile dei forti disavanzi nelle bilance dei pagamenti dei Paesi poveri, i quali sono conseguentemente gravati da un pesante indebitamento nei confronti dei Paesi più ricchi. Il debito estero dei Paesi in via di sviluppo censiti dalla Banca Mondiale è aumentato considerevolmente. Per i sistemi economici poveri il servizio del debito (costituito dagli interessi sul capitale preso a prestito e dalle quote di ammortamento) diventa spesso un peso insopportabile. D’altra parte, l’elevato fabbisogno di importazioni, dovuto alla scarsa disponibilità interna, rende necessaria l’acquisizione all’estero di una grande quantità di beni. La debolezza delle esportazioni di beni primari, tuttavia, fa sì che i Paesi poveri non possano contare molto sui proventi derivanti dalle esportazioni. Necessità di capitali stranieri. I Paesi sottosviluppati hanno necessità di ricorrere ai capitali stranieri per finanziare le iniziative di sviluppo. La situazione debitoria di questi Paesi è diventata insostenibile quando, all’inizio degli anni ’80 del secolo scorso, i tassi di interesse sono aumentati e la stagflazione in

molti Paesi industrializzati ha ridotto le importazioni dai Paesi poveri. Ne è conseguita una spaventosa crisi finanziaria. I termini di rimborso del debito sono stati allungati, vincolando per molti anni i Paesi più sfavoriti al pagamento di somme ingenti per i loro precari bilanci. La possibilità per i Paesi indebitati di sostenere nel prossimo futuro il servizio del debito è strettamente legata alla stabilità dei cambi fra le monete utilizzate nel commercio internazionale, al contenimento dei tassi di interesse e alla stabilità della crescita economica sia nei Paesi poveri, sia nei Paesi industrializzati. L’esplosione del debito globale Per far fronte ai gravi danni prodotti dal Coronavirus tutti i Paesi del mondo, sia quelli ricchi sia quelli poveri, si sono pesantemente indebitati per finanziare le spese sanitarie e venire in aiuto alla popolazione largamente impoverita anche allo scopo di creare stimoli per la ripresa. Le economie avanzate sono riuscite a far fronte al servizio del debito, anche perché la politica monetaria ha tenuto bassi i tassi di interesse, e quindi il costo del debito. Per molte economie arretrate, invece, il debito è diventato insostenibile, e corrono un alto rischio di cadere in default.

PER ESEMPIO Nel 2020 diversi Paesi sono andati in default sul debito: Argentina, Ecuador, Libano, Suriname, Zambia e Belize (poi di nuovo nel 2021), seguiti da Sri Lanka, Ghana, Malawi e Ucraina nel 2022. In quello stesso anno anche la Bielorussia e la Russia sono andate in default, in questo caso però a causa delle sanzioni dell’Occidente e non per la loro incapacità di rimborsare il proprio debito pubblico con l’estero.

Servizio del debito Debt service

FACCIAMO IL PUNTO Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

1. In quale modo la situazione politica e sociale può essere un impedimento allo sviluppo? 2. Perché i flussi migratori non sono una minaccia nel nostro sistema produttivo, ma una risorsa?

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Circolo vizioso della povertà Vicious circle of poverty

Sottosviluppo Underdevelopment

PLUS Perché il reddito USA è più alto di quello europeo? I Millennium Goals

4 . 4 Come uscire dal sottosviluppo? Il circolo vizioso della povertà determinato dalle situazioni descritte finora, condanna le economie povere a rimanere in una condizione sostanzialmente stazionaria. Lasciati a sé stessi, i Paesi sottosviluppati non sono in grado di dare avvio a un autonomo processo di sviluppo. Molto spesso accade che i capitali, seppure scarsi, che si formano in questi Paesi, siano investiti all’estero alla ricerca di rendimenti più elevati; in tal modo, i Paesi poveri si trovano immersi, senza possibilità di uscirne, nella spirale del sottosviluppo. Tale spirale, che è stata analizzata in tutte le sue implicazioni da Gunnar Myrdal e Ragnar Nurkse, può essere sintetizzata nello schema della pagina a fianco. MAPPA 

4 . 5 I NIC e i BRICS Negli ultimi decenni, le condizioni di vita in alcuni tra i Paesi in via di sviluppo sono migliorate: la vita media è aumentata, la mortalità infantile è diminuita, molte malattie infettive sono quasi scomparse, anche il reddito pro capite è cresciuto.

I Paesi di nuova industrializzazione Con la sigla NIC (Newly Industrializing Countries) si designa un gruppo di Paesi dell’Asia sud orientale e dell’area del Pacifico (Corea del Sud, Singapore, Taiwan, Thailandia, Malesia, Indonesia, Filippine) che hanno registrato negli ultimi anni una rapida crescita dell’occupazione e del reddito, collocandosi fra i Paesi più dinamici dell’export mondiale.

Il basso costo del lavoro, dovuto all’abbondanza di manodopera, ha consentito un rapido aumento delle esportazioni e un considerevole sviluppo del reddito. Per la loro aggressività commerciale, questi Paesi sono anche chiamati “le tigri d’Oriente”. Secondo molti osservatori, altri Paesi (Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa), designati come BRICS, hanno realizzato politiche di crescita ed espansione economica che, in un futuro non lontano, potrebbero permettere loro di dominare la scena mondiale. Quali processi produttivi sono stati realizzati per ottenere questa crescita? Si tratta di nazioni ricche di risorse naturali ma spesso povere di tutele sociali. L’abbondante manodopera, disposta a lavorare a salari minimi e in condizioni precarie, ha attirato l’interesse delle multinazionali. Queste ultime, alla ricerca di profitti sempre maggiori, hanno trasferito la produzione in questi Paesi, sfruttando un bacino di lavoratori privi di diritti e, talvolta, persino dell’età minima per lavorare. Questo fenomeno, noto come delocalizzazione, ha trasformato radicalmente il panorama economico globale. Le aziende hanno così potuto offrire prodotti a prezzi competitivi, ma a scapito dei diritti dei lavoratori, spesso costretti a condizioni di lavoro disumane. Il contrasto tra il basso costo di produzione e il prezzo finale del prodotto evidenzia le profonde disuguaglianze del sistema economico internazionale. Non è un caso che alcuni brand, rinunciando alla delocalizzazione e allo sfruttamento, propongano merce a prezzi più elevati. Si rivolgono a consumatori informati e sensibili, disposti a investire in prodotti realizzati nel rispetto dell’ambiente e dei diritti dei lavoratori. Le aziende che scelgono di non delocalizzare inviano un messaggio chiaro: la crescita economica non può prescindere dalla salvaguardia dei diritti umani e dell’ambiente. Questa scelta rappresenta un’alternativa concreta al modello economico dominante, dimostrando che è possibile conciliare profitto e sostenibilità e costitu→ par. 4.2 isce un invito ai Paesi emergenti a intraprendere un percorso di sviluppo sostenibile, in linea con gli obiettivi dell’Agenda 2030.

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MAPPA

IL CIRCOLO VIZIOSO DEL SOTTOSVILUPPO BASSI INVESTIMENTI

SCARSITÀ DI CAPITALI

BASSA PRODUTTIVITÀ DEL LAVORO

BASSA CAPACITÀ DI RISPARMIO

BASSA PRODUZIONE

LETTURA DELLO SCHEMA Partendo dal basso livello del reddito che non consente la formazione del risparmio e quindi di investimenti produttivi, ne consegue una bassa produttività, che non permette significativi aumenti del reddito. L’origine della spirale è quindi il basso livello di reddito, cioè la povertà.

PLUS

BASSO LIVELLO DEL REDDITO

Come uscire dalla spirale del sottosviluppo: due teorie a confronto Sulla strategia da adottare per dare avvio al processo di sviluppo vi sono state molte discussioni teoriche. In questa sede ci limitiamo a ricordare due teorie contrapposte, che hanno per lungo tempo diviso gli studiosi. La teoria di Nurkse La prima, nota col nome di teoria dello sviluppo equilibrato, è stata proposta da Ragnar Nurkse. Questa teoria afferma che gli investimenti industriali, effettuati per dare avvio al processo di sviluppo, non devono essere concentrati in un solo settore, ma si devono realizzare in numerosi settori diversi. L’impianto di un’impresa isolata, per quanto grande, non può giovare allo sviluppo economico del Paese. È invece indispensabile procedere alla costituzione simultanea di diverse imprese in vari settori, in modo da aumentare sensibilmente il potere di acquisto e l’occupazione. PER ESEMPIO Non giova, secondo Nurkse, effettuare massicci investimenti in un solo grande impianto, come ad esempio un porto marittimo o un’acciaieria, perché se nell’area mancano un tessuto produttivo adeguato e un capitale umano dotato delle capacità necessarie al successo dell’iniziativa, alla

lunga l’investimento non promuoverà lo sviluppo. La teoria di Hirschman La seconda teoria, diametralmente opposta alla precedente, è nota col nome di teoria dello sviluppo squilibrato. Secondo il suo principale esponente, Albert O. Hirschman, lo sviluppo equilibrato comporta spese tanto ingenti da non poter essere sostenute da un Paese sottosviluppato; inoltre, anche nel caso in cui sia possibile realizzare un massiccio investimento in una regione, si avrebbero in definitiva aree autosufficienti, incapaci di trasmettere l’impulso di sviluppo al resto del Paese. È quindi opportuno concentrare gli investimenti in alcuni settori-chiave, che a loro volta potranno determinare l’avvio del processo di crescita in tutto il Paese. PER ESEMPIO A parere di Hirschman un robusto investimento in un settore trainante, come ad esempio una fabbrica di autobus in un Paese che vuole sviluppare l’industria turistica o un cantiere navale in un altro Paese che vuole creare una rete di collegamenti marittimi, potrebbe propiziare la crescita economica di una vasta area, creando un indotto che favorisce l’occupazione e lo sviluppo.

FACCIAMO IL PUNTO Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

1. Quali livelli di sviluppo hanno i Paesi NIC e BRICS? 2. Sai ripercorrere tutte le tappe del circolo vizioso della povertà?

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l blocco dei BRICS si è progressivamente ampliato, dando vita, nel gennaio 2024, al “BRICS plus”.

PLUS La crisi economica ha rallentato gli aiuti

Questo nuovo raggruppamento, che include anche Iran, Arabia Saudita, Egitto, Emirati Arabi ed Etiopia, rappresenta oggi una forza economica dirompente a livello globale. La quota della ricchezza totale generata dal “BRICS plus” è salita nel 2024 al 37,3% prospettando una crescita del 38,5% nel 2028. La rapida crescita economica dei Paesi BRICS e BRICS plus sta ridefinendo gli equilibri economici e geopolitici internazionali, offrendo nuove opportunità di investimento e commercio, mettendo i tradizionali centri di potere di fronte a nuove sfide. L’espansione del gruppo ha innescato un processo di riconfigurazione dell’ordine mondiale, stimolando la formazione di nuove alleanze regionali e sfidando l’egemonia delle potenze occidentali del G7 , in particolare l’egemonia commerciale degli USA. Tuttavia, le diverse realtà politiche ed economiche dei Paesi membri rendono incerta la coesione del gruppo e la definizione di obiettivi comuni. Il G7 è un gruppo informale di sette delle economie più sviluppate al mondo che si riunisce annualmente per discutere di questioni economiche, politiche e sociali globali e per trovare soluzioni comuni a problemi come la crescita economica, il cambiamento climatico, la sicurezza internazionale e lo sviluppo sostenibile. Ne fanno parte: Canada, Francia, Germania, Giappone, Italia, Regno Unito e Stati Uniti.

4 . 6 Gli aiuti ai Paesi poveri In questo capitolo abbiamo affrontato il tema del sottosviluppo e osservato che mentre le economie avanzate dispongono di risorse, infrastrutture e sistemi di welfare consolidati, molte nazioni in via di sviluppo faticano a garantire i servizi di base come istruzione, sanità e sicurezza alimentare. Gli aiuti internazionali verso i Paesi poveri rappresentano quindi uno strumento cruciale per ridurre la povertà e favorire lo sviluppo economico e sociale a livello globale. Questi aiuti, conosciuti anche come “cooperazione allo sviluppo”, includono programmi finanziati dai Governi, dalle organizzazioni internazionali e dalle ONG per migliorare le condizioni di vita nelle aree più svantaggiate del mondo. Abbiamo già trattato della remissione del debito, ora concentriamo l’attenzione sui progetti e le tipologie di aiuto.

Gli organismi internazionali L’ONU. Il principale organismo che si occupa di cooperazione internazionale con progetti di promozione e sviluppo è sicuramente l’Organizzazione delle Nazioni Unite che, attraverso agenzie specializzate come il Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo (UNDP), per l’infanzia (UNICEF) e l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), coordina gli sforzi internazionali per raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG). La Banca mondiale. Per finanziare progetti di sviluppo e favorire un miglior sfruttamento delle risorse finalizzato ad elevare le condizioni di vita nei Paesi poveri, ope→ cap. 2.7 in ra la Banca Internazionale della ricostruzione e lo sviluppo (BIRS), nota come Banca questa Unità Mondiale, che ha messo al centro delle sue azioni la lotta alla povertà in senso globale. I suoi interventi non sono finalizzati solo ad aumentare il reddito pro capite, ma mirano a combattere la mancanza di istruzione, il lavoro minorile, la disparità di genere, l’inefficienza e la corruzione del settore pubblico. Parallelamente ad alcune ONG, ma con la forza di un organismo pubblico, finanzia progetti per la creazione di piccole

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imprese promuovendo uno sviluppo sostenibile riguardo l’ambiente e i diritti umani. Organizzazioni non governative. Le ONG internazionali operano a livello globale e si concentrano su temi specifici come la salute, l’educazione, i diritti umani. Esempi: Medici Senza Frontiere, Oxfam, Save the Children.

Tipi di aiuti internazionali Le principali forme di aiuto sono gli aiuti economici, quelli tecnici e gli aiuti umanitari, ognuno con obiettivi specifici. Aiuti economici. Questi fondi, spesso sotto forma di prestiti a tassi agevolati o di donazioni, aiutano i Paesi a finanziare progetti di infrastrutture, come la costruzione di scuole, ospedali, strade e reti elettriche, che sono essenziali per uno sviluppo stabile e duraturo. La Banca Mondiale e il Fondo Monetario Internazionale (FMI) sono due attori fondamentali in questo settore, fornendo supporto finanziario e consigli sulle riforme economiche. Anche l’Unione europea e altre organizzazioni regionali offrono aiuti consistenti per sostenere progetti di sviluppo in Africa, Asia e America Latina. Aiuti tecnici. Oltre ai fondi, molti Paesi beneficiano anche di assistenza tecnica, ovvero di conoscenze, competenze e tecnologie avanzate fornite da esperti internazionali. Questa forma di aiuto include il supporto nella formazione di personale locale, lo sviluppo di competenze nei settori della salute, dell’istruzione e della governance, nonché l’implementazione di nuove tecnologie per migliorare la produzione agricola o l’accesso all’acqua potabile. La collaborazione con università e istituzioni

LESSICO  G7 Gruppo informale di sette delle economie più sviluppate al mondo che si riunisce annualmente per discutere di questioni economiche, politiche e sociali globali e per trovare soluzioni comuni a problemi come la crescita economica, il cambiamento climatico, la sicurezza internazionale e lo sviluppo sostenibile.

 Beni primari Beni indispensabili alla vita, come il cibo, il vestiario, la casa dove vivere ecc. Nel commercio internazionale l’espressione qualifica i prodotti agricoli e le materie prime esportate allo stato naturale, che saranno trasformate in semilavorati o prodotti finiti una volta importate nei Paesi industrializzati.

PLUS

Deterioramento delle ragioni di scambio I Paesi più poveri esportano prevalentemente beni primari  (prodotti agricoli e minerari). L’esportazione di tali prodotti presenta elementi di debolezza che si possono così elencare: • la domanda e l’offerta di beni primari hanno una bassa elasticità rispetto al prezzo, cioè anche se il prezzo diminuisce, la loro domanda aumenta di poco (vedi Modulo 3, par. 1.7); • la domanda da parte dei Paesi sviluppati presenta notevole rigidità rispetto al reddito, cioè non aumenta anche se il reddito dei Paesi importatori aumenta di molto;

• l’offerta può subire diminuzioni improvvise per cause naturali (siccità, gelate, alluvioni, tempeste tropicali ecc.); • le esportazioni sono sovente concentrate in pochi prodotti I prezzi dei beni primari, esportati prevalentemente dai Paesi poveri, hanno subìto un declino progressivo, mentre i prezzi dei prodotti industriali, esportati prevalentemente dai Paesi ricchi, sono gradualmente aumentati. Quindi, i Paesi industrializzati, con una certa quantità delle loro esportazioni, sono stati in grado di acquistare una quantità sempre maggiore di beni primari.

FACCIAMO IL PUNTO Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

1. Quali sono i principali organismi istituzionali che sostengono la cooperazione internazionale? 2. Qual è il contributo che viene dato dalle ONG nel panorama della cooperazione internazionale? 3. Quali sono le diverse tipologie di aiuto internazionale?

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di ricerca internazionali permette ai Paesi che ne beneficiano di rafforzare le proprie capacità interne e di diventare più autosufficienti nel lungo termine. Aiuti umanitari. Quando i Paesi poveri affrontano emergenze come disastri naturali, conflitti o epidemie, gli aiuti umanitari forniscono risorse essenziali e immediato soccorso alle popolazioni colpite. Le organizzazioni internazionali, come l’ONU, la Croce Rossa e diverse ONG, forniscono cibo, acqua, cure mediche e rifugi temporanei. Inoltre, lavorano per garantire la sicurezza e la protezione delle comunità vulnerabili, anche in situazioni di crisi prolungata. MAPPA 

4 . 7 La globalizzazione Fin dall’antichità più remota erano relativamente frequenti gli scambi di prodotti fra i diversi Paesi del mondo conosciuto; tuttavia, è solo negli ultimi due decenni del XX secolo che i rapporti commerciali e finanziari a livello mondiale si sono così intensificati da diventare una caratteristica dell’economia moderna. Si chiama globalizzazione il fenomeno di crescita progressiva delle relazioni e degli scambi a livello mondiale, il cui effetto finale è una decisa convergenza economica e culturale tra tutti i Paesi del mondo.

Interdipendenza fra i Paesi Nell’economia globalizzata ogni attività economica può essere esercitata con le stesse modalità in qualsiasi parte del mondo: la produzione tende a realizzarsi dove i costi sono più bassi e i beni e i servizi prodotti sono venduti a prezzi più alti. Le moderne tecnologie della comunicazione e dei trasporti hanno consentito una forte integrazione degli scambi commerciali internazionali e una crescente interdipendenza fra tutti i Paesi del mondo: la conseguenza di questo processo è che ciò che avviene in un Paese si ripercuote su tutti gli altri Paesi, anche i più lontani. La speculazione finanziaria  è in grado di spostare in pochi minuti enormi quantità di denaro, talvolta di molto superiori ai bilanci di uno Stato di media grandezza: per avere un’idea, si pensi che i trasferimenti di capitali speculativi sono stimati in circa 15 volte l’ammontare dei pagamenti di beni e servizi scambiati a livello internazionale.

La difesa del lavoro I lavoratori dei Paesi occidentali, soprattutto quelli non qualificati, ne risultano gravemente danneggiati: un bene prodotto, ad esempio, in Italia deve competere con lo stesso tipo di prodotto fabbricato in Paesi dove non vige la nostra normativa, e quindi il costo del lavoro è molto più basso, perché non rispetta gli standard minimi di sicurezza o si impiegano materie prime di qualità inferiore. Le attività produttive e, di conseguenza, i posti di lavoro si trasferiscono dove i costi sono più contenuti, con perdita di lavoro nel nostro Paese; la produzione e la distribuzione si localizzano in Paesi diversi per godere delle migliori condizioni fiscali, pagando i tributi dove più conviene. Un prodotto può essere costituito da una numerosa serie di componenti, fabbricati e venduti in diversi Paesi del mondo. PER ESEMPIO 

Globalizzazione e democrazia Con la globalizzazione la forza dei mercati tende a prevalere sulle istituzioni politiche nazionali. Mentre fino a un recente passato il potere del capitale incontrava dei limiti nelle istituzioni politiche nazionali, oggi le forze del capitalismo internazionale condizionano

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MAPPA PER ESEMPIO

LESSICO

GLI AIUTI INTERNAZIONALI ECONOMICI

TECNICI

UMANITARI

caratterizzati da

caratterizzati da

caratterizzati da

Prestiti e donazioni per progetti duraturi

Formazione e sviluppo di conoscenze, competenze e tecnologie avanzate

Soccorso e aiuti alla popolazione in casi di catastrofi naturali

per realizzare

per realizzare

per realizzare

Infrastrutture (strade, scuole, ospedali)

Rafforzare capacità interne e diventare indipendenti

Garantire protezione e sicurazza

da parte di

da parte di

da parte di

Banca Mondiale FMI e UE

Università Istituti di ricerca

ONU, ONG Croce Rossa

Delocalizzazione Gli enormi progressi compiuti nella telematica e l’abbattimento delle barriere commerciali consentono a una multinazionale, ad esempio, di avere il centro di produzione nelle Filippine o in Thailandia (dove il costo del lavoro è molto basso per la scarsa protezione sociale dei lavoratori), i laboratori di ricerca a Londra (per avvalersi dell’alto livello della ricerca

scientifica inglese), la sede decisionale a New York (per utilizzare le alte professionalità manageriali lì disponibili), la direzione finanziaria in Svizzera e le direzioni commerciali sparse nei centri di consumo più importanti. I responsabili dei diversi settori possono collegarsi in videoconferenza, permettendo così all’azienda di agire come un organismo unitario.

 Speculazione finanziaria Attività svolta da soggetti che impiegano capitali, spesso ingenti, per ottenere guadagni dalle fluttuazioni di mercato nel breve periodo (investimenti in azioni, obbligazioni, valute estere ecc.). Questi investimenti sono altamente rischiosi: se le previsioni sono corrette, l’attività speculativa comporta guadagni, se sono sbagliate, perdite. Speculazione deriva dal latino speculare, cioè esplorare, guardare lontano: il compito era affidato agli speculatores, che costituivano un reparto speciale per ogni legione.

PLUS

Effetti positivi e negativi della globalizzazione La globalizzazione – spesso chiamata anche mondializzazione – è un fenomeno tipico del nostro tempo: consiste nell’enorme intensificazione degli investimenti e degli scambi a livello mondiale, con la diretta conseguenza di una sempre maggiore interdipendenza delle economie dei diversi Stati nazionali. Il processo è iniziato molti secoli fa, ma è a partire dagli anni Settanta del secolo scorso che ha subìto una significativa accelerazione, resa possibile dalla grande diffusione delle nuove tecnologie, specie nel campo della telematica, che hanno spinto verso modelli di produzione e di consumo più uniformi e convergenti in tutto il mondo. Il fenomeno si riferisce principalmente all’economia, ma in realtà comprende ogni aspetto dalla vita sociale e culturale. Aspetti positivi. La velocità delle comunicazioni a grandi distanze e la rapida circolazione delle informazioni hanno creato opportunità di sviluppo per Stati sino ad ora condannati alla povertà: la contrazione della distanza spazio-tempo e la riduzione dei costi per i consumatori finali hanno spesso consentito la diminuzione dei prezzi finali grazie all’incremento della

concorrenza su scala planetaria. Anche la crescita degli scambi fra aree ricche e aree povere potrebbe infatti stimolare un afflusso degli investimenti verso le aree meno dotate di capitali e favorire una tendenziale riduzione del divario economico fra i Paesi sviluppati e Paesi in via di sviluppo. Aspetti negativi. La sovranità nazionale risulta notevolmente ridotta, dato che i governi hanno perso gran parte delle leve di controllo dell’economia: la forza dei mercati prevale sulle istituzioni politiche nazionali, anche perché le imprese multinazionali generano flussi di ricchezza di tali dimensioni che i singoli Stati non sono più in grado di governare. All’interno dei singoli Stati è molto aumentata la disuguaglianza, dato che il lavoro non qualificato subisce la concorrenza dei lavoratori dei Paesi poveri, dove i prodotti sono fabbricati a costi più bassi, mentre il lavoro altamente qualificato viene pagato a livelli sempre più elevati. In tutti i Paesi, ricchi e poveri, la povertà convive a fianco della ricchezza più sfrenata, e ciò alla lunga provoca instabilità sociale. A ciò si aggiunga un intenso sfruttamento delle risorse naturali, che hanno portato a un grave degrado ambientale.

FACCIAMO IL PUNTO Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

1. Quali sono le cause che hanno portato alla globalizzazione? 2. Quale rapporto c’è tra globalizzazione e democrazia?

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le politiche economiche e monetarie nazionali e ciò può compromettere i fondamenti democratici, su cui si basano le istituzioni politiche dei singoli Paesi. Se i Governi perdono le leve di controllo dell’economia, può essere compromessa la vita democratica di un Paese. Dato che i flussi da governare hanno dimensioni che superano le capacità di intervento dei singoli Governi, aumenta l’instabilità dei mercati e si riduce la sovranità dei singoli Stati.

Globalizzazione e divari di reddito Nei Paesi più globalizzati sono aumentati i divari nella distribuzione del reddito fra i lavoratori con mansioni direttive e i lavoratori con mansioni esecutive. L’economia di mercato, mentre genera disuguaglianze sempre più vistose fra i lavoratori con diversa qualifica, tende a livellare verso il basso i salari dei lavoratori con mansioni esecutive: un fenomeno questo che si registra ormai a livello mondiale. Gli strati più deboli della popolazione sono molto penalizzati, e aumenta enormemente la forbice fra i ricchi e i poveri: una recente ricerca evidenzia che nei Paesi industrializzati il salario orario medio dei lavoratori con mansioni esecutive negli ultimi venti anni è diminuito di oltre il 20%, mentre chi esercita funzioni direttive ha migliorato nettamente le sue condizioni economiche con un conseguente aumento delle disuguaglianze sociali.

4 . 8 La globalizzazione e i Paesi sottosviluppati Il nostro tempo è caratterizzato da un acceso dibattito sui vantaggi e gli svantaggi della globalizzazione, avversata profondamente dai critici del capitalismo e osannata dai sostenitori del mercato di libera concorrenza. Come già sappiamo, le moderne tecniche informatiche e telematiche consentono di fabbricare beni e servizi dove i costi di produzione sono più bassi, e di vendere i medesimi dove i prezzi sono più alti: il mondo è diventato un grande mercato, dominato da poche grandi imprese multinazionali che operano in mercati oligopolistici, con la possibilità di praticare politiche aggressive per realizzare i profitti più elevati possibile.

Cause della globalizzazione L’intensificarsi degli scambi internazionali è dovuto a una serie di cause, di cui le principali sono: • la liberalizzazione del commercio internazionale, iniziata verso la metà del secolo scorso con l’abbattimento dei dazi doganali e delle altre restrizioni (tariffarie e non tariffarie); • la maggior facilità di trasferimento delle merci da un continente all’altro, grazie alle moderne tecnologie che hanno notevolmente ridotto i costi dei trasporti; • il progresso tecnologico soprattutto in campo informatico, che ha trasformato il mondo in un “villaggio globale”, dove le comunicazioni sono rapide e poco costose; • la distribuzione del reddito più ineguale nei Paesi sviluppati, dato che i lavoratori non qualificati subiscono la concorrenza dei lavoratori stranieri a basso costo a causa della delocalizzazione  di molte imprese, mentre i professionisti più qualificati (pensiamo solo alle superstar del calcio, della moda e del cinema) beneficiano di un mercato globale che spesso supervaluta enormemente i loro talenti.

Globalizzazione e sviluppo Studi recenti hanno evidenziato che i Paesi maggiormente globalizzati (Cina, Corea del Nord, Filippine) hanno registrato nell’ultimo decennio tassi di crescita elevati, mentre i Paesi meno globalizzati (Egitto, Indonesia, Myanmar, Messico e Turchia) hanno raggiunto tassi di sviluppo sensibilmente minori.

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La globalizzazione dunque può essere una leva per promuovere lo sviluppo dei Paesi che dispongono già di un terreno favorevole, in quanto sono usciti dal circolo vizioso del sottosviluppo. In generale, possiamo osservare che senza la globalizzazione la quota di popolazione mondiale che vive sotto la soglia definita dalla Banca Mondiale di “estrema povertà” (meno di un dollaro al giorno) si sarebbe accresciuta notevolmente. Nel processo di globalizzazione non mancano tuttavia delle ombre, sottolineate dal recente dibattito, che ha investito anche importanti istituzioni sopranazionali, come l’ONU, e che si possono così riassumere: • protrarsi della dipendenza economica dei Paesi poveri dai Paesi ricchi, per l’endemica incapacità delle economie più sfavorite di far fronte agli impegni assunti in sede internazionale per la restituzione dei debiti contratti;

MAPPA

• sempre maggiore sfruttamento delle risorse non rinnovabili, con conseguente degrado dell’ambiente naturale: come è noto, proprio in molti Paesi sottosviluppati il mancato rispetto delle norme di protezione ambientale ha creato i maggiori problemi, danneggiando spesso in modo irreparabile la salute dei cittadini. MAPPA 

LESSICO  Delocalizzazione Politica delle imprese consistente nel trasferire interamente o in parte la produzione in altri Stati per ridurre i costi di produzione (soprattutto il costo del lavoro) e guadagnare in competitività. Oggi molti governi adottano una politica fiscale più favorevole e snelliscono la burocrazia allo scopo di attirare imprese straniere.

LE CAUSE DELLA GLOBALIZZAZIONE

Liberalizzazione del commercio internazionale

Paesi con manodopera a basso costo

Facilità di trasporto delle merci

Alto grado di tecnologia informatica

ECONOMIA E REALTÀ

La globalizzazione e il suo impatto sull’ambiente L’intensificarsi degli scambi com­ mercia­li globali, alimentato dalla liberalizzazione dei mercati, ha innescato una corsa allo sfruttamento delle risorse naturali su scala planetaria. I Paesi in via di sviluppo, spesso sotto pressione per accedere ai mercati internazionali e ottenere finanziamenti, si trovano a privilegiare l’esportazione di materie prime, con conseguenze devastanti per gli ecosistemi. Deforestazione, degrado del suolo e perdita di biodiversità sono solo alcune delle facce di questa medaglia. L’Agenda 2030 delle Nazioni Unite ha lanciato un appello urgente per contrastare il cambiamento climatico, ma tradurre questi obiettivi in azioni concrete si scontra con

numerosi ostacoli. La costruzione di un si­stema giuridico globale che regoli efficacemente la globalizzazione è un’impresa complessa, ostacolata dalla difesa della sovranità nazionale da parte degli Stati e dalla difficile conciliazione di interessi economici, politici e ambientali spesso divergenti. Le imprese multinazionali, operando in un contesto normativo frammentato, rappresentano un’ulteriore sfida. Il diritto internazionale delle imprese non impone obblighi ambientali stringenti, lasciando ai singoli Stati il compito di legiferare. Tuttavia, alcuni progressi sono stati fatti, come l’introduzione di clausole ambientali negli accordi commerciali internazionali.

VERSO LE COMPETENZE 1. Che cosa spinge i PVS ad avere comportamenti ad alto impatto ambientale? 2. Quali sono le responsabilità delle grandi imprese multinazionali nello sfruttamento indiscriminato delle risorse? 3. Quali sono gli ostacoli che impediscono una rapida elaborazione di un sistema giuridico globale che regoli efficacemente la globalizzazione?

FACCIAMO IL PUNTO Hai compreso l’argomento se sai rispondere a queste domande.

1. A chi ha portato vantaggi la globalizzazione? 2. Quali svantaggi ha portato la globalizzazione?

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CAPITOLO

4

Sviluppo e sottosviluppo

Sintesi

Ascolta e ripassa

4 . 1 Perché è importante lo sviluppo economico?

La crescita di un sistema economico si misura sulla base dell’aumento prodotto pro capite. Tuttavia, lo sviluppo è il risultato di molti fattori, economici e non economici, e non solo dell’incremento del Pil. Per questo si preferisce misurarlo impiegando l’Indice di sviluppo umano (Isu), che considera anche fattori sanitari e culturali (speranza di vita, scolarizzazione ecc.).

4 . 2 Gli inconvenienti dello sviluppo

Nelle economie moderne il processo di sviluppo ha anche degli effetti indesiderati: crisi cicliche, squilibri nella crescita, tra l’offerta di beni e quella di servizi pubblici, indiscriminato sfruttamento delle risorse naturali. È necessario promuovere lo sviluppo sostenibile secondo un modello di economia circolare che assicuri i diritti e il futuro delle prossime generazioni.

4 . 3 Il sottosviluppo: caratteri e cause

Il sottosviluppo presenta i seguenti caratteri: . il basso livello del prodotto pro capite determina una carenza di accumulazione e di investimenti anche per la mancanza di una classe imprenditoriale; . il reddito è distribuito in modo diseguale e il consumo è indirizzato alla sussistenza; . prevale l’attività agricola con una bassa produttività del lavoro; . il tasso di crescita demografica è elevato. Il sottosviluppo è la somma di numerose cause storiche, politiche, economiche e sociali; tra queste le conseguenze del colonialismo, i limiti delle economie fondate sulla monocultura, l’indebitamento verso i Paesi ricchi e i flussi migratori.

4 . 4 Come uscire dal sottosviluppo?

Gli aspetti del sottosviluppo si sommano fino a produrre un circolo vizioso che impedisce alle economie di crescere.

4 . 5 I NIC e i BRICS

Alcuni tra i Paesi in via di sviluppo sono riusciti, da alcuni anni, ad avviare un processo di crescita con il miglioramento delle condizioni di vita. Sono i NIC (Newly Industrializing Countries), Paesi dell’Asia sudorientale e dell’area del Pacifico e i BRICS (Brasile, Cina, India e Sud Africa) cui si sono aggiunti recentemente (Iran, Arabia Saudita, Egitto, Emirati Arabi ed Etiopia).

4 . 6 Gli aiuti ai Paesi poveri

Gli aiuti internazionali ai Paesi poveri sono fondamentali per ridurre la povertà e sono finanziati da organizzazioni internazionali, Governi e ONG. Possono essere aiuti economici, tecnici o umanitari.

4 . 7 La globalizzazione

La globalizzazione è fenomeno prodotto dall’intensificarsi dei flussi di merci, capitali, informazioni a livello planetario, finendo per imporre gli stessi modelli culturali ed economici di tutto il mondo. L’interdipendenza tra i Paesi accentua le sperequazioni nella distribuzione del reddito, l’instabilità dei mercati e riduce la sovranità economica dei singoli Stati, nonché i diritti dei lavoratori.

4 .8 La globalizzazione e i Paesi sottosviluppati Il dibattito sui vantaggi e gli svantaggi della globalizzazione resta aperto. In sintesi, si può dire che la globalizzazione può favorire lo sviluppo solo in quei Paesi che si sono affrancati dal circolo vizioso della povertà, purché ciò non si traduca nel protrarsi delle condizioni di sfruttamento e di dipendenza economica.

528

U8 L’operatore resto del mondo . C4 Sviluppo e sottosviluppo


Mappa da completare Dopo aver ripassato i contenuti dell’Unità, completa la mappa inserendo correttamente gli elementi mancanti scelti tra i seguenti aiuti economici • cause • circolo vizioso • crisi cicliche • elevata natalità • indesiderati • ISU • PIL SVILUPPO ECONOMICO

Fattori economici

Fattori non economici

Effetti _______________

_______________

_______________

• _________________ • squilibri • consumo di risorse

SVILUPPO SOSTENIBILE

SOTTOSVILUPPO

_______________

• storiche • politiche • sociali • economiche

• basso prodotto pro capite • reddito ineguale • bassi consumi • mancanza di accumulazione • bassa produttività del lavoro • prevalenza dell’attività agricola • _________________

_____________________ DELLA POVERTÀ

• Organizzazioni internazionali • ONG • Governi

• aiuti tecnici • _____________________ • aiuti umanitari

RISPONDI ORA ALLE DOMANDE 1. Qual è la differenza tra PIL e ISU come indicatori dello sviluppo? 2. Come si possono classificare i Paesi in base allo sviluppo economico? 3. Che differenza c’è tra sviluppo economico e sviluppo sostenibile? 4. Che cosa significa “mancanza di accumulazione”? Quali sono gli effetti di questo fenomeno?

529


CAPITOLO

4

Sviluppo e sottosviluppo

Esercizi Consolidiamo le conoscenze...

Esercizi interattivi

SCELTA MULTIPLA

COMPLETAMENTI

1. Completa l’affermazione scegliendo la frase corretta fra quelle proposte.

2. Completa il brano inserendo i termini appropriati tra quelli proposti.

1. Lo sviluppo di un sistema economico si misura utilizzando come indice sintetico il a  bilancio economico nazionale b  prodotto nazionale lordo c  prodotto nazionale netto d  PIL pro capite

Banca • civile • deboli • disuguaglianze • economia • europea • forti • globalizzazione • partecipazione • politica • volto

2. Durante il colonialismo nei Paesi sottosviluppati a  sono state estratte risorse formando una cultura imprenditoriale locale b  sono state estratte risorse senza formare una cultura imprenditoriale locale c  è stato esportato il modello democratico d  sono state costruite scuole di formazione aiutando concretamente la popolazione ad uscire dal sottosviluppo 3. Nella restituzione dei prestiti ricevuti i Paesi poveri sono spesso in difficoltà a far fronte al “servizio del debito”, che comprende a  le quote di ammortamento più gli interessi b  le quote di ammortamento meno gli interessi c  solo le quote di ammortamento del debito d  solo gli interessi sul debito 4. La domanda di beni primari da parte dei Paesi sviluppati è rispetto al reddito degli stessi Paesi a  elastica b  assolutamente elastica c  neutrale d  rigida 5. Il fattore principale per spiegare i movimenti internazionali dei capitali, che assumono con la globalizzazione dimensioni sempre più rilevanti, è costituito dai differenziali dei tassi di a  interesse c  importazione b  occupazione d  investimento 6. Rispetto ai Paesi ricchi, nei Paesi poveri la distribuzione del reddito fra le persone e le famiglie è normalmente a  meno concentrata c  più ugualitaria b  più concentrata d  meno ugualitaria 7. L’istituto finanziario internazionale creato allo scopo di concedere prestiti a lunga scadenza ai Paesi poveri per dare avvio a un processo autonomo di sviluppo è a  la BIRS c  il FMI b  la BCE d  la WTO

530

Presentata come la possibile soluzione alle ____________________ nel mondo, la globalizzazione ha innescato nell’ultimo decennio anche processi fortemente antidemocratici, penalizzando gli strati più ____________________ della popolazione mondiale. Nei processi di globalizzazione c’è qualcosa di drammatico, la mancanza di ____________________ democratica. Decisioni di estrema importanza per noi e per i nostri figli sono state prese nel corso dei decenni da poche migliaia di persone in tutto il mondo, dislocate a Washington (Banca Mondiale), Basilea (Banca dei regolamenti internazionali), Bruxelles (Unione ____________________), Francoforte (____________________ centrale europea). Se davvero volessimo realizzare una globalizzazione dal ____________________ umano, è ora che la base formata da quei cittadini del mondo per i quali la democrazia vive di partecipazione e di rappresentanza comincino a farsi sentire. L. Gallino, Globalizzazione e disuguaglianze, Laterza, Bari.

ASSOCIAZIONE

3. Associa le definizioni. (Attenzione: non tutte le espressioni vanno inserite) 1. Sviluppo sostenibile 2. Sviluppo equilibrato 3. Sostenibilità ambientale 4. Sostenibilità sociale 5. Sostenibilità economica a. _____ Promuove l’equità sociale, la giustizia e l’inclusione. Si concentra sulla riduzione delle disuguaglianze, della disparità di genere, sul rispetto e la promozione dei diritti umani ed in particolare dei diritti delle bambine e dei bambini, dei lavoratori, sulla costruzione di comunità sostenibili. b. _____ Garantisce una crescita economica duratura e inclusiva, capace di soddisfare i bisogni delle generazioni presenti e future. Implica la creazione di nuovi modelli di business sostenibili, l’investimento in capitale umano e l’adozione di politiche fiscali che promuovano la sostenibilità.

U8 L’operatore resto del mondo . C4 Sviluppo e sottosviluppo


c. _____ Sfruttamento delle risorse capace di soddisfare i bisogni delle generazioni presenti senza compromettere il soddisfacimento dei bisogni delle generazioni future.

d. _____ Preserva le risorse naturali, riduce l’inquinamento e mitiga i cambiamenti climatici. Implica una gestione efficiente delle risorse, l’adozione di tecnologie pulite e la promozione di un’economia circolare.

PREPARATI ALLA PROVA ORALE

4. Tra parentesi i paragrafi di riferimento. 1. Quale differenza c’è tra crescita economica e sviluppo? (4.1) 2. Perché lo sviluppo economico ha una dimensione internazionale? (4.1) 3. Come è possibile classificare i Paesi rispetto al livello di sviluppo economico raggiunto? (4.1) 4. In che cosa consiste e come si realizza programmazione economica? (4.2) 5. Quali sono i pilastri dello sviluppo sostenibile? (4.2) 6. Quali sono i caratteri del sottosviluppo? (4.3) 7. Sai descrivere come opera il circolo vizioso del sottosviluppo? (4.3)

8. Quali sono le cause del sottosviluppo? (4.3) 9. Quali sono gli organismi deputati all’aiuto dei Paesi poveri? (4.4) 10. Quali sono le forme di aiuto che è possibile realizzare a favore dei Paesi poveri? (4.4) 11. Per quali motivi l’economia tende oggi a diventare sempre più globalizzata? (4.5) 12. La globalizzazione porta reali vantaggi ai Paesi poveri? (4.6) 13. Quali sono le possibili conseguenze negative della globalizzazione? (4.6) 14. In quale modo la globalizzazione potrebbe diventare un pericolo per la democrazia? (4.6)

... per sviluppare le competenze CASI PRATICI

5. Esamina ciascun caso e fornisci delle soluzioni o rispondi motivando. 1. Cause del sottosviluppo. Cacao amaro

La Costa d’Avorio è da decenni il primo produttore mondiale di cacao. Questo prodotto rappresenta la spina dorsale della sua economia, fornendo un’importante fonte di reddito per milioni di piccoli agricoltori. Tuttavia, l’eccessiva dipendenza da questa singola coltura ha portato con sé una serie di vulnerabilità che impediscono a questo Paese a realizzare una crescita economica e progredire nello sviluppo.

1. Alla luce di quanto hai studiato in questo capitolo, individua e descrivi: • quali possono essere le criticità che incontra; • quali possibili opportunità può trovare per migliorare la situazione;

2. Distribuzione della ricchezza. Quale coppa rappresenta l’Italia

Pur appartenendo al gruppo dei Paesi sviluppati, in Italia esistono molte persone che vivono in condizioni di povertà assoluta soprattutto nel meridione e nelle isole. Secondo i dati diffusi nel 2024 dalla Caritas Italiana, nel 2023 il 9,8% della popolazione, un residente su dieci, vive in uno stato di povertà assoluta. Complessivamente risultano in uno stato di povertà assoluta 5 milioni 752mila residenti, per un totale di oltre 2 milioni 234mila famiglie. A loro si aggiungono le persone che vivono in una condizione di rischio di povertà e/o esclusione sociale: si tratta complessivamente di circa 13milioni 391mila persone, pari al 22,8% della popolazione.

1. Rifletti su quanto hai studiato, consulta il libro di testo e rispondi: 2. Come spieghi la differente distribuzione di ricchezza nel nostro Paese? 3. Ricerca dati più aggiornati sulla povertà assoluta e la distribuzione del reddito tra classi sociali. La situazione è migliorata o si è acuita? 4. Leggi a pagina 515 la “coppa di champagne” che visualizza la disuguaglianza e calcola la forma che potrebbe assumere una coppa in Italia.

531


UNITÀ

8 L’operatore resto del mondo Verifica di fine Unità

COMPRENSIONE

Competenze attivate • Comunicazione nella madrelingua • Competenze di comunicazione nelle lingue straniere • Imparare ad imparare • Competenze civiche e di cittadinanza

1 LA REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO HA UN PIANO La Repubblica Democratica del Congo (RDC), nonostante le immense risorse naturali e agricole, soffre di una grave insicurezza alimentare. Il Paese, con un potenziale agricolo in grado di nutrire un quarto della popolazione mondiale, importa ancora gran parte del cibo di cui ha bisogno. Il problema non è la mancanza di risorse, ma la loro gestione. Decenni di instabilità politica, conflitti e infrastrutture carenti hanno ostacolato lo sviluppo del settore agricolo. Tuttavia, il governo congolese, sostenuto da organizzazioni internazionali, ha lanciato un ambizioso programma decennale per trasformare l’agricoltura in un motore di crescita economica e sviluppo sociale. Le sfide difficoltà sono molteplici: a cominciare dalla carenza di infrastrutture. La mancanza di strade, ferrovie e sistemi di irrigazione limita l’accesso ai mercati e la produttività agricola. Manca una reale capacità imprenditoriale, infatti La popolazione rurale, che costituisce la maggior parte della forza lavoro agricola, ha bisogno di formazione e accesso al credito per migliorare le proprie pratiche agricole. Inoltre, un ambiente imprenditoriale incerto e una corruzione diffusa scoraggiano gli investimenti. “Non abbiamo più tempo per parlare di potenziale, dobbiamo agire con urgenza”, dice Nicolas Kazadi, Ministro delle Finanze della Repubblica Democratica del Congo. È arrivato il momento di cambiare rotta: per diversificare la nostra economia dobbiamo fare affidamento sulla nostra risorsa più affidabile e più sostenibile, che è l’agricoltura e l’agroindustria”. Per troppo tempo, l’economia congolese ha puntato quasi esclusivamente sullo sfruttamento delle risorse minerarie, trascurando il potenziale dell’agricoltura. La sfida dell’agricoltura si basa su tre pilastri. Investimenti in infrastrutture: Costruzione di strade, ferrovie e sistemi di irrigazione per collegare le zone rurali ai mercati e migliorare la produttività.

532

U8 L’operatore resto del mondo

Riforma della governance: Creazione di un ambiente imprenditoriale più favorevole, lotta alla corruzione e semplificazione delle procedure per gli investimenti. Sostegno all’imprenditoria agricola: Fornire formazione agli agricoltori, facilitare l’accesso al credito e promuovere la creazione di cooperative agricole. L’obiettivo finale è ambizioso: aumentare la produzione alimentare per sfamare la popolazione congolese, ridurre le importazioni e generare ricchezza e occupazione. Il successo di questa strategia dipenderà dalla capacità del governo di attuare le riforme necessarie, dall’impegno del settore privato e dalla cooperazione con i partner internazionali. Fonte: Euronews. Testo adattato e ridotto

Comprensione del testo 1. Dalla lettura di questo brano, emerge una contraddizione per quanto riguarda l’economia del Congo. La sapresti individuare ? 2. Quali criticità hanno ostacolato lo sviluppo del settore agricolo? 3. Perché il Congo per molti anni non ha investito sul settore agricolo e agro alimentare? 4. Su che cosa si basa il progetto di sviluppo elaborato?

Verso le competenze Dopo opportuna ricerca rispondi alle seguenti domande. 1. Da molti anni, il Congo si è affrancato dal Belgio raggiungendo una piena indipendenza politica. Si può dire che abbia raggiunto anche l’indipendenza economica? Motiva la tua risposta. 2. A tuo avviso, per quale motivo il Congo si è dedicato solamente all’estrazione dei minerali, trascurando il settore agricolo per il quale è costretto ad importare? 3. A quali organismi potrebbe rivolgersi per trovare finanziamenti che permettano di realizzare il programma di sviluppo? Banca Mondiale, FMI, FCI. 4. Entra nel dettaglio. Immagina di essere un inviato dell’ONU e proponi almeno due progetti concreti a lungo termine e/o a breve termine (es. una strada, una cooperativa per la condivisione di attrezzi…) che potrebbero essere realizzati indicando anche a quali organismi poter chiedere il finanziamento.


CASI PRATICI

Competenze attivate complessivamente per tutti i casi • Comunicazione nella madrelingua • Competenze logico matematiche • Competenza digitale • Imparare ad imparare • Civiche e di cittadinanza • Imprenditorialità • Consapevolezza ed espressione culturali

1 TEORIA DEI COSTI COMPARATI.

DIVIDIAMOCI IL LAVORO E CAVALCHIAMO LE ONDE In California, un imprenditore di nautica produce in un anno 1000 surf o in alternativa 300 barche a vela Optimist. In Italia, in Versilia, un imprenditore nautico produce in un anno 500 surf o in alternativa 500 Optimist. 1. Quali sono i costi opportunità che vengono sopportati da ciascuno? 2. Quali sarebbero le possibilità di produzione complessiva di surf e Optimist in un anno se non si accordassero tra loro? 3. Quale accordo commerciale converrebbe loro stipulare? 4. Quale sarebbe la produzione complessiva in questo caso?

2 DEPREZZAMENTO DELLA MONETA E

COMMERCIO CON L’ESTERO. CINA E ITALIA Un’azienda italiana produce tessuti di alta qualità e li esporta in Cina con pagamenti in l’euro dove un’azienda cinese realizza capi di abbigliamento utilizzando tessuti importati dall’Italia e li vende sul mercato interno cinese. in valuta yuan (¥). Il tasso di cambio iniziale è 1 € = 8 ¥ Mentre l’Italia mantiene un tasso di inflazione stabile, la Cina sperimenta un aumento significativo dell’inflazione causata da un aumento dei costi interni di produzione. Descrivi:

3 I PARAMETRI DI MAASTRICHT.

IL CASO DELLA GRECIA Negli anni precedenti l’introduzione dell’euro, la Grecia ha intrapreso un percorso per aderire all’Unione Economica e Monetaria (UEM) e adottare la moneta unica. Per far ciò, il Paese ellenico ha dovuto rispettare i rigorosi parametri di Maastricht, che fissavano limiti precisi in termini di debito pubblico, deficit pubblico, inflazione e tassi di interesse. Nonostante l’apparente rispetto dei parametri iniziali, negli anni successivi all’ingresso nell’euro è emerso che la Grecia aveva manipolato i dati relativi al proprio debito pubblico e al deficit. Questa frode ha mascherato una situazione finanziaria ben più grave di quanto dichiarato, mettendo a rischio la sostenibilità del debito greco e, di conseguenza, l’intera stabilità dell’eurozona. Ricerca sul web e rispondi. 1. Quali sono le cause che hanno portato la Grecia a manipolare i dati e a non rispettare i parametri di Maastricht nel lungo periodo? 2. Quali sono state le conseguenze della crisi greca sull’Unione Europea e sull’euro? 3. Quali misure avrebbero potuto essere adottate per prevenire questa crisi e rafforzare il meccanismo di controllo dei parametri di Maastricht? 4. Come si è evoluta la situazione della Grecia dopo la crisi?

1. quali costi potrebbero essere aumentati; 2. l’impatto dell’inflazione cinese sugli scambi all’interno del Paese e con gli scambi con l’estero; 3. quali provvedimenti potrebbe prendere la banca Centrale cinese per contrastare l’inflazione; 4. quali impatti avrebbero tali provvedimenti nei rapporti commerciali della Cina con l’estero.

533


UNITÀ

8 L’operatore resto del mondo Verifica di fine Unità

4 LA BCE. LE MISSIONI PER I CITTADINI

EUROPEI Il sito ufficiale della Banca centrale europea (BCE) riporta una serie di informazioni sugli obiettivi perseguiti e sull’attività svolta dall’istituzione a favore dei cittadini europei. Oltre a un approfondimento sulla sua “missione”, vi troverai una ricca serie di dati riguardanti gli interventi che compie questo organismo a favore dell’economia europea (ad esempio vigilanza sulla sicurezza cibernetica, interventi di politica monetaria…). Discutine con il tuo compagno di banco e insieme preparate una scheda sui due interventi che

insieme valutate come essere i più interessanti. Presentateli alla classe e discutetene sotto la guida dell’insegnante.

5 IL COMMERCIO INTERNAZIONALE.

IL PUNTO DELLA SITUAZIONE Entra nel sito della Banca d’Italia e ricerca il testo dell’ultima Relazione annuale all’assemblea dei partecipanti (le “Considerazioni finali” vengono lette dal Governatore il 31 maggio di ogni anno). All’interno del documento esamina la sezione relativa al commercio internazionale. Dopo aver letto il testo con attenzione, sintetizza il contenuto riempiendo la seconda colonna della tabella:

Le tendenze del commercio internazionale L’andamento congiunturale del mercato delle materie prime La dinamica delle esportazioni Dell’UE La particolare posizione dell’Italia Le prospettive per il futuro Ora crea una tabella i nella quale inserire i seguenti movimenti, individuando in quale settore della Bilancia dei pagamenti appartengono, e facendo attenzione a distinguere i movimenti attivi da quelli passivi: • stipendio pagato a residente in Italia da impresa estera; • vendita all’estero di brevetto; • donazione per la ricostruzione di una scuola a Gaza;

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U8 L’operatore resto del mondo

• • • • • • •

acquisto di una impresa in Germania; spese di italiani in turismo all’estero; spese di turisti stranieri in Italia; rimessa di italiano emigrato all’estero; rimessa all’estero di immigrato in Italia; acquisto di azioni di imprese estere; stipendi pagati all’estero da soggetti italiani.

Aggiungine tu almeno uno per ogni settore.


COMPITO DI REALTÀ IL MONDO IN CLASSE Gruppi

Gruppi da 4 persone, secondo le indicazioni dell’insegnante

Tempi

Un’ora per presentare e organizzare il lavoro e dividersi in gruppi (la durata di questa fase può variare, secondo le esigenze specifiche della classe); più lavoro di gruppo in orario extrascolastico (se svolto a scuola, si suggeriscono due o tre ore scolastiche) Due ore per la presentazione alla classe del proprio lavoro e debriefing

Competenze

Comunicazione nella madrelingua Competenza matematica Competenza digitale Imparare a imparare Competenza sociale e civica Consapevolezza ed espressione culturale

Dopo aver studiato come si misura il grado di sviluppo dei Paesi nel mondo, siete rimasti colpiti da come il mondo sia diviso tra coloro che hanno problemi per “il troppo” e coloro che non hanno nulla. Siete ormai consapevoli di questa realtà e delle cause che l’hanno esacerbata. Accogliete l’invito dell’insegnante a realizzare una mostra nell’atrio della scuola sul grado di sviluppo di alcuni Paesi del mondo. Organizzazione del lavoro Tutti insieme, in classe 1. Dividetevi in squadre da 4 persone, secondo le indicazioni dell’insegnante. 2. Ciascuna squadra sceglierà un Paese per ciascun gruppo di Paesi secondo la classifica ISU (ISU molto alto, alto, medio e basso), in tutto

quattro Paesi per ogni squadra. Nessun gruppo deve lavorare su un Paese già scelto da un altro gruppo. 3. Consultate Wikipedia alla voce “Stati per indice di sviluppo umano” o altri siti che vi paiono utili a realizzare il vostro lavoro. 4. Per ciascun Paese, preparate un’infografica che contenga una breve descrizione del grado di sviluppo dei Paesi rispetto ai quattro indici. Ricordatevi che un’infografica contiene molte immagini e poche parole! L’infografica dovrà dare un’idea suggestiva delle condizioni dei quattro Paesi scelti ed essere… graficamente bella. 5. Fate la somma dei PIL dei quattro Paesi che avete scelto (ricordatevi che devono appartenere a diversi livelli di ISU). Ora dividete il PIL per il numero complessivo di abitanti dei quattro Paesi. Che cosa avete trovato? 6. Comparate l’indice che avete calcolato, con il reddito pro capite di ciascun Paese. Che cosa ne pensate? 7. Inserite questo calcolo nella vostra presentazione e comparatelo con quello calcolato dagli altri team. 8. llustrate alla classe in digitale il vostro lavoro mediante presentazione Power point delle infografiche. 9. Al termine discutete tra voi sugli indicatori impiegati nel calcolo dell’ISU. Ne vorreste aggiungere altri? 10. Su indicazione dell’insegnante, le infografiche potranno essere stampate e appese nel corridoio dove è la vostra classe, o in altra parte della scuola.

La valutazione verrà fatta secondo la seguente checklist. Nell’infografica:

fino a 1 o 2 punti per ogni risposta affermativa

Avete scelto un Paese per ciascun gruppo.

2

Avete trovato informazioni significative sul Paese.

2

Avete limitato uso di testo e molte illustrazioni o parole chiave.

1

La presentazione alla classe è stata chiara e avvincente.

2

Avete calcolato il reddito pro capite del vostro gruppo di Paesi.

1

Tutti hanno dato il proprio contribuito.

0,5

Avete lavorato nel rispetto delle opinioni di tutti e in caso di divergenze vi siete accordati serenamente.

0,5

Avete rispettato i tempi e consegnato il lavoro entro l’orario stabilito. TOTALE PUNTEGGIO

1 ……./10

535


CLIL UNITS UNIT

1

Production 1 FACTORS OF PRODUCTION 1.1 Land 1.2 Capital 1.3 Labour 1.4 Entreprise 2 SECTORS OF PRODUCTION 2.1 Primary production 2.2 Secondary production 2.3 Tertiary production 3 COMMERCE 3.1 Warehousing, transport, distribution and logistics 3.2 Insurance and banking 3.3 Marketing and advertising 4 TRADE 4.1 Domestic or home trade 4.2 Foreign or international trade 4.3 E-commerce 4.4 M-commerce 5 INDUSTRY 4.0 5.1 AI 5.2 Computer-aided technologies 5.3 RFID technology 5.4 QR code 5.5 IIoT

UNIT

2

Economic systems and private sector 1 TYPES OF ECONOMIC SYSTEMS 1.1 Planned economy 1.2 Free market economy 1.3 Mixed economy 2 PRIVATE SECTOR 2.1 Sole traders 2.2 Partnerships 2.3 Cooperatives 2.4 Limited liability companies 2.5 Franchises 2.6 Multinationals 2.7 Startups

536


UNIT

3

Banking and finance 1 BANKING SYSTEMS 1.1 Types of banks 1.2 Ethical banking 1.3 Central banks 2 BANKING SERVICES 2.1 Business banking 2.2 Types of cards 2.3 Digital banking 3 PAYMENT METHODS 3.1 Open account 3.2 Payment in advance 3.3 Bank transfer

UNIT

4

The European Union 1 KEY EVENTS IN THE HISTORY OF THE EU 2 EU INSTITUTIONS 2.1 The three branches of the EU 3 ISSUES FACING THE EU 3.1 Immigration and refugee crisis 3.2 COVID-19 pandemic 3.3 The war between Russia and Ukraine 4 THE EU AND YOUNG PEOPLE 4.1 Studying 4.2 Working 4.3 Everyday life and travelling

537


UNIT

1

Production

1 FACTORS OF PRODUCTION The factors of production are the resources of land, labour, capital and enterprise used to produce goods and services.

English listening

1 . 1 Land

assets beni patents brevetti trademarks marchi registrati husbandry allevamento

Land includes not only the production site but the natural resources above or below the surface, i.e. air, sunlight, trees, soil, minerals, oil, etc.

1 . 2 Capital Capital includes all man-made resources, monetary resources and other assets, such as tools, machinery and equipment, which are used to produce goods and services. Increases in the level of capital are called investment.

Intellectual capital Successful businesses rely upon non tangibles such as creativity, experience, entrepreneurial spirit, and know-how. These components are collectively called ‘intellectual capital’. Patents and trademarks are also considered intellectual capital whose value is indeterminable. It is almost impossible for competitors to duplicate intellectual capital, making it one of the most desired and useful assets a business can own.

1 . 3 Labour Labour is the human input in the production process. A company’s output can be dependent on the number of labourers it has in the factory.

Human capital No company is fully automated; humans are involved in every business whether it is product or service based. The human capital of a company is the men and women working for the company with certain competences and skills that are learned mostly through higher education and training. One way to evaluate the success of a business is to see how well human capital is managed.

1 . 4 Entreprise This fourth factor of production is made up of entrepreneurs – the people who come up with innovative and original ideas for a business venture, involving either goods or services. They combine the other three factors of production and their reward is the profit made from running the business.

READING COMPREHENSION

Digital tests

1 Read the text and decide if these sentences are true (T) or false (F). If there is not enough information, choose ‘doesn’t say’ (DS).

1 There are four factors of production. 2 Natural resources are included under the definition ‘land’. 3 Human capital is only important for service companies. 4 Capital refers only to the money needed to produce goods and services. 5 It is possible to calculate the exact value of intellectual capital. 6 Entrepreneurs always invest large amounts of money in a business venture.

538

U1 Production

T      

F      

DS      


2 SECTORS OF PRODUCTION The three major sectors of production are: primary production, secondary production, terziary production.

2 . 1 Primary production The primary sector refers to the extraction and production of raw materials from nature without any processing. Examples include mining, forestry, farming, fishing, and husbandry.

2 . 2 Secondary production The secondary sector refers to the transformation of raw materials into finished or semi-finished products. This includes the manufacturing of goods (textiles, clothing, etc.), building and construction, the generation of power (electricity) and the production of petrol.

2 . 3 Tertiary production The tertiary sector of production refers to the provision of services and it is the sector which makes up the largest part of the economy in developed countries. Examples of tertiary production include: • personal services, such as medical services; • commercial services, such as transport, finance and insurance; • social services, such as social welfare, education, the police. The quaternary and quinary sectors are extensions of the tertiary sector. The quaternary sector refers to intellectual activities, such as ICT (information and communication technologies), consultancy and R&D (research and development). The quinary sector is where the highest level of decisions are made in industry and government, including legislation. The interdependence between the sectors is known as the chain of production. It consists of the various stages involved in the production of a particular product, and each stage adds value to the end product.

READING COMPREHENSION

Digital tests

1 Read the text and complete the table.

SECTOR Primary Secondary Tertiary Quaternary Quinary

DEFINITION EXAMPLE the extraction or production of raw materials

WRITING 2 Write a short essay on production with reference to both services and goods. You should explain what is meant by the production process, factors of production and sectors of production, giving examples to illustrate your points.

539


3 COMMERCE time gap lasso di tempo wholesalers grossisti retailers dettaglianti

Commerce is a general term for the sale, purchase and distribution of goods and services. It encompasses all the activities which are involved in this process of moving goods from a production centre to the point of purchase. The auxiliary services, or aids to trade, which facilitate commerce include:

3 . 1 Warehousing, transport, distribution and logistics Warehouses are needed to store goods during the time gap between production and the transportation and distribution to intermediaries, retailers or customers as appropriate. The logistics department is fundamental in managing this movement of goods and using the most suitable mode of transport, as well as the flow of information and other resources.

3 . 2 Insurance and banking A great deal of risk is involved in every aspect of commerce so insurance is vital to cover for any possible losses or damage, while banks provide the necessary funds and financial services to do business.

3 . 3 M arketing and advertising The sale of products and services is possible only if the consumer knows of their existence so marketing and advertising are used to understand consumers’ interests and to raise awareness through promotional activities and adverts.

READING COMPREHENSION

Digital tests

1 Read the text and choose the correct option. 1 Commerce includes… A the exchange of goods and services. B the production of goods and services. C the production and exchange of goods. 2 The point of purchase is the place where a product is… A manufactured. B sold to the end customer. C warehoused. 3 The logistics department is important for… A understanding consumer demand.

B the efficient internal organisation of a company. C the promotion of a company’s image. 4 Marketing and advertising aid commerce because… A they make a product known to a wide audience. B they help finance other areas of commerce. C they reduce the need for intermediaries.

VOCABULARY 2 Find out what the people engaged in each auxiliary service are called. Use a dictionary to help you.

1 trade 2 transport 3 distribution 4 insurance

540

U1 Production

trader ____________________ ____________________ ____________________

5 advertising 6 banking 7 warehousing 8 market research

____________________ ____________________ ____________________ ____________________


4 TRADE Trade is the act of buying and selling goods and services either for domestic markets or international markets through importing and exporting.

IMPORTS

EXPORTS

Products that are brought into a country from the global market.

Products that are sold from their country of origin on the global market.

4 . 1 Domestic or home trade This is the buying and selling of goods within a country from a producer to a consumer usually through wholesalers and retailers. Wholesalers buy goods at cost price from producers and sell them to retailers (i.e. supermarkets, department stores, specialised shops or online stores), who then resell the goods to consumers at a higher price. The price of the goods increases at every point of trade.

commodity merce in bulk all’ingrosso

4 . 2 F oreign or international trade This is the exportation and importation of goods and services between different countries. It can be done directly between a company and the final customer, or through the use of intermediaries. Commodities can also be exchanged between different countries. A commodity is a physical substance, usually in bulk, such as food, grains, metals, petroleum, gasoline, heating oil and natural gas, which can be traded on a commodity exchange. The price of a commodity may fluctuate according to supply and demand, i.e. the amount of the product that is available and the needs of consumers.

READING COMPREHENSION

Digital tests

1 Read the text and match the two halves of the sentences. 1 Trade 2 A wholesaler 3 A retailer 4 An end consumer 5 The price of products

a  b  c  d  e 

sells products to end consumers. increases at each stage. buys products at retail price. buys products at cost price. is the act of buying and selling goods.

2 Read the text again and answer these questions. 1 What is home trade? 2 How is it different from foreign trade? 3 What is wholesale trade?

4 Who is the retail trade customer? 5 Give an example of foreign trade.

541


4 . 3 E-commerce Electronic commerce or e-commerce is business conducted over the Internet. This includes the selling of every possible kind of product, as well as the downloading of software, music, films and so on. E-commerce is not limited to the sale of physical goods but extends to the services and financial sectors too. Hotels, airlines, phone companies, insurance firms, credit card companies and banks offer millions of customers the ease of doing business and carrying out all their transactions online. Electronic commerce has opened new markets for vendors, large and small, including those from developing countries: Amazon, Rakuten and Zalando are e-commerce giants with customers all over the world, but there are thousands of small businesses that operate successfully on national or even local levels.

E-commerce operates in the following categories:

B2B This category is made up of companies doing business with each other. For example, a supplier selling parts to a car manufacturer or a company selling its software programmes and assistance to businesses.

C2C

B2C This is the category most people have in mind when they think about e-commerce. It is where a business sells goods and services to the general public. The websites typically use online catalogues and shopping cart software.

542

U1 Production

This refers to the transactions between individuals who buy and sell online on one of the many digital marketplaces available. Payment systems, like PayPal, mean it is easy and safe for people to send and receive money online.

C2B Consumers offer projects, products or services to a company. Upwork is an example of a website which brings consumers and companies together for this kind of transaction. Blogs and forums, where the author has a link back to an online business and receives a commission for any business, are another example.


4 . 4 M-commerce M-commerce is a subset of e-commerce and refers to the buying and selling of goods and other transactions using a mobile device like a phone, while s-commerce, or social commerce, is a type of e-commerce that takes place entirely on social media. With m-commerce, consumers can download a specific app, usually very intuitive and easy to use, or visit the company’s website as usual. Location tracking through the phone’s inbuilt GPS means that location-relevant offers are easy to find, and companies can promote specific offers with push notifications.

READING COMPREHENSION 1 Read the texts on page 542 and answer these questions. 1 What kind of products and services are sold through e-commerce? 2 How has e-commerce changed trade? 3 What is the definition of m-commerce? 4 What advantages does it have over

e-commerce? 5 What is the difference between B2C and C2C? 6 Which websites do you know that are part of each category?

SPEAKING 2 In pairs, complete the table with the advantages and disadvantages of e-commerce for a business and for a customer. Use these ideas to help you get started.

speed • choice • fraud • cost • shipping • competition • payment systems • data analysis

ADVANTAGES

DISADVANTAGES

BUSINESS

CUSTOMER Wide choice of products from all over the world

CRITICAL THINKING 3 Compare your ideas with the rest of the class and discuss these questions. 1 Overall, are there more advantages or disadvantages of e-commerce? 2 Why do some people prefer regular commerce to e-commerce? 3 How do you see the future of e-commerce? How easy do you think it will be for small businesses to stay competitive? 4 What do you think the future is for High Street shops and shopping centres?

WRITING 4 Write a short essay on the benefits and risks of e-commerce for a customer. Use examples from your personal experience to support what you say.

543


5 INDUSTRY 4.0 We are currently living through the fourth industrial revolution which is transforming all aspects of business. Building on the incredible changes and developments made thanks to the advances in computers, the Internet and information technology of the third industrial revolution, Industry 4.0 is reinventing the way in which companies design, manufacture and distribute their products and services. With artificial intelligence at its heart, it is creating connected and intelligent systems which enhance productivity, flexibility and efficiency.

5.1 A I Artificial intelligence – the simulation of human intelligence processes by machines – is used widely in industry. Smart factories use AI in their production and logistics processes for things like advanced robotics which reduce the need for human involvement. However, the application of AI is not limited to the manufacturing industry. Areas like design, finance, administration and customer service use AI, in particular generative AI, which can create text, images and other media.

5.2 C omputer-aided technologies Computer-aided technologies is a term used to indicate the use of computer technology to assist with the ideation, design, analysis and manufacturing of products. Two of the most well-known applications are CAD and CAM, although there are many others including CAE (computer-aided engineering) and CIM (computer-integrated manufacturing). CAD, short for computer-aided design, creates 2D drawings and 3D models and is used, for example, by designers, architects and engineers. The software allows the user to rotate the model in any direction and to edit and instantly make changes to the design. It is widely employed in the automotive and aerospace industries, as well as architectural design. CAM stands for computer-aided manufacturing and refers to computer applications which control the machine tools used to produce high-quality parts. Its benefits include precise control, a more efficient and faster production process and less waste of raw materials.

5.3 R FID technology RFID stands for Radio Frequency Identification and it is a versatile technology for identifying, tracking and auditing items. The two components of a RFID system are tags and readers. Tags are the very tiny, data-carrying transponders which are attached to an item. These tags can be self-adhesive, heat- and water-resistant, embedded on credit cards, wrist bands or key rings. Readers are the devices used for the collection of the data and can be connected to a computer or POS terminal, for example. These readers collect the data without direct contact with the tag: it is sufficient for it to be within a certain distance. In addition, multiple tags can be read at the same time, unlike barcodes which have to be read one at a time. This fast, contactless reading of data increases speed and efficiency, keeping costs lower and providing accurate, real-time information. The applications for this technology are multiple and include ticket systems for public transport, motorway toll payment systems, manufacturing process checks, distribution chain, stock and inventory control and security and safety inspections.

544

U1 Production


5 . 4 QR codes The Quick Response code, usually shortened to QR code, is a two-dimensional barcode which can be read faster than a traditional barcode and also has a much greater storage capacity. It was originally invented for use in the automobile industry to keep track of vehicles during production. Its uses in business and industry include traceability, picking, inventory management, document management and admission control and it can be found in all areas from a manufacturing plant, to a retail outlet, warehouse or pharmacy. Recently, its use has become extremely common in consumer advertising and marketing. These black and white squares of code are placed everywhere: on adverts and bus shelters, in magazines, stores and even restaurant menus. A potential customer can use their smartphone camera or an app to scan the code and will be taken directly to a company website, for example, with more product information, discounts or special offers.

5 . 5 IIoT The industrial Internet of things is a central part of Industry 4.0. Using technology such as RFID tags and sensors, all the physical things in a smart factory, such as machinery, equipment and robots, can provide real-time data about their condition, performance or location. The advantages of IIoT range from being able to quickly change and redesign products to running a smoother supply chain and preventing downtime of equipment.

5 . 6 AR systems Augmented reality is used in areas like maintenance, service, training and safety, as well as commerce. It refers to an immersive and interactive experience where digital content is superimposed onto a real environment, such as a piece of equipment or a product, using smart glasses or a mobile device. With these systems, users can be trained on various skills such as customer service or emergency situations.

READING COMPREHENSION 1 Read the texts and answer these questions. 1 What are the main characteristics of Industry 4.0? 2 Why does AI reduce the need for human involvement? 3 How does CAD software help a designer? 4 What are two essential elements for a RFID system? 5 What benefits does IIoT bring to a manufacturer? 6 How can an AR system be used to improve safety?

CRITICAL THINKING 2 Discuss these questions in small groups. 1 What do you think will be the next developments in Industry 4.0? 2 Can Industry 4.0 help towards a more sustainable future? 3 What effects has Industry 4.0 had on our everyday lives? Which areas have been affected the most? Are the changes always positive? 4 Why do you think some people are against the idea of AI and machine learning?

545


UNIT

2

Economic systems and private sector

1 T YPES OF ECONOMIC SYSTEMS

English listening

Today, there are three major economic systems: planned economy, free market economy and mixed economy. They basically differ according to the amount of intervention from a country’s government in economic activity and how much it controls economic decisions.

1.1 P lanned economy

Karl Marx (1818-1883) German-born philosopher, political theorist and economist, best known for his works The Communist Manifesto and Das Kapital.

This kind of economy, also known as a command economy, represents the maximum intervention of a government in its country’s economy. The factors of production are owned by the government which is responsible for all decisions regarding production (land, labour and capital) and distribution. It establishes which goods will be produced, the quantity and their price rather than relying on the market forces of supply and demand. Socialism and communism are associated with a centrally planned economy. In fact, countries such as the ex-USSR and other Eastern European countries used to follow this model before moving towards the mixed economy model in the 1990s. Today, some countries which follow a planned economy system to some extent are Cuba and North Korea.

1 . 2 F ree market economy This kind of economic system is also called the capitalist or laissez-faire system. Classical economists, such as Adam Smith with his notion of the ‘invisible hand’, were great advocates of the laissez-faire system which is in favour of minimal government intervention. Unlike the planned economy model where the government is in control, under the free market system it is the private sector which organises economic activity. Resources are privately owned and decisions regarding production, distribution and price are determined by the factors of supply and demand. However, it has to be said that a true free market economy with no government intervention whatsoever does not exist. Nations such as the USA which follow the free market model do still have some degree of government involvement, for example the regulation of certain industries.

When supply and demand are equal, the market is in equilibrium. The amount of goods supplied is exactly the same as the amount of goods demanded and everyone (individuals, firms, or countries) is satisfied with the economic condition. Any change in either the supply or demand curves will change this situation. If the price is above the equilibrium, there is a surplus of the product while if it is below, there is a shortage. In the real marketplace equilibrium can only ever be reached in theory, so prices change constantly in relation to fluctuations in demand and supply.

546

U2 Economic systems and private sector


1 . 3 Mixed economy The mixed economy system, as the name implies, is a combination of the characteristics of both the free market and planned economy models. No exact formula exists since countries can adopt more or fewer elements of the two systems, and therefore can be closer to the ideal of private ownership and capitalism or more towards public ownership and socialism. However, both the private sector and public sector have a role in the economic decisions regarding the country. Production is mainly within the private sector which is free to operate following the price mechanism of supply and demand, although the state or government monitors market forces and may intervene with fiscal or monetary policies. The public sector, on the other hand, is generally responsible for providing many essential services such as education and healthcare.

Examples of the public sector in a mixed economy.

READING COMPREHENSION

Digital tests

1 Read the texts and tick which economic system(s) these sentences refer to. Planned Free market Mixed 1 Capitalism is a form of this economic model.    2 Communism follows this economic system.    3 Government intervention is absent or minimal.    4 Consumer demand determines the price of a product.    5 Education and healthcare are provided by the public sector.    6 Many countries changed to this model at the end of the last century.    7 Resources are not privately owned.    8 Governments can intervene and regulate economic activity.   

CRITICAL THINKING 2 In small groups, look at the statements. Decide if they represent an advantage or disadvantage and for which economic system.

1 Public and private sectors work together. advantage / mixed economy 2 Everybody can afford to consume goods and services as prices are under control. 3 The gap between rich and poor increases. 4 There may be unnecessary government interference. 5 Entrepreneurship and innovation are encouraged because people can easily set up their own business. 6 There is less freedom and choice for citizens. 7 Large private companies can easily monopolise the market. 8 There is a low level of unemployment as the government aims to provide employment for everyone.

547


2 PRIVATE SECTOR The private sector is composed of different kinds of business organisations which are run by individuals or groups, usually with the aim of making a profit. These organisations vary in size and structure from one-person businesses to SMEs (small and medium enterprise) and multinationals.

sole trader imprenditore, ditta individuale

2.1 S ole traders A sole trader or single ownership company is a business that is owned by one person who has total control of the business, although it may have one or more employees. It is the most common form of ownership in the United Kingdom. To set up as a sole trader is an easy and inexpensive procedure, which can be done without any specialist services, as it basically involves setting up a bank account and informing the tax office. As the owner, all the profit belongs to the sole trader and the business affairs are private so no competitor can access records of trader’s earnings. Sole traders, however, are often successful because they can offer better customer service (e.g. repair specialists), they can be sensitive to the needs of customers and, as sole decision-makers, they can react more quickly to customers’ demands. Many customers may also prefer to meet and deal with the owner face-to-face and, being part of their community, a sole trader has the advantage of being more involved with local people, in local events and even in local politics. On the other hand, a sole trader is liable for any debts that their business incurs. This means any or all money that the owner has invested could be lost thus leading to bankruptcy. In addition, it can be difficult to raise finance as banks may not be willing to lend large sums due to the small size of the business. Sole traders cannot always take advantage of economies of scale, such as buying in bulk or having the same discounts as larger businesses.

READING COMPREHENSION 1 Read the text and answer these questions. 1 What is a sole trader? 2 What advantages are there to being a sole trader? 3 What potential financial difficulties can a sole trader face? 4 Why are sole traders often successful?

548

U2 Economic systems and private sector


2 . 2 Partnerships In a partnership two or more people own and share the costs and risks of a business. It is common for professionals in the service industry, like doctors, dentists and lawyers, to go into partnership. Two types of partnership exist:

UNLIMITED PARTNERSHIP The partners are all responsible for running the business and they have unlimited liability for any debts.

unlimited liability responsabilità illimitata drawn up stilato expertise competenza

LIMITED PARTNERSHIP There are the general partners who are responsible for running the business, and then one or more ‘sleeping partners’ who invest financially in the business but do not deal with its daily management and are liable only for the money they invest in the business.

A contract is normally drawn up to state the type of partnership, how much capital each party has contributed and how profits and losses will be shared. However, there can still be disputes over other aspects like making decisions and the balance of work done by the partners which can put stress on the partnership. The advantages, on the other hand, are that one partner’s expertise can complement the other’s and more capital can give rise to more opportunities.

READING COMPREHENSION 1 Read the text and answer these questions. 1 What is a partnership? 2 In what kinds of sectors are partnerships common? 3 Who is a sleeping partner? 4 What could be the disadvantages of a partnership? 5 What are the benefits?

2 . 3 Cooperatives Cooperatives, or co-ops for short, are people-centred organisations that are owned, managed and used by their members, who provide the capital and share profits and liability. Ideally the members believe more in ethical values like honesty, openness and social responsibility than in making profits. All members take an active role in the organisation. When decisions need to be made, each member has the right to one vote regardless of how much money they have invested. As a means of reducing unemployment and helping underdeveloped communities, governments often give subsidies, low interest loans, tax relief and other assistance to co-ops. Difficulties that co-ops may face include long decision-making processes, because of the ‘one member one vote’ system, and problems raising finance as banks are not as willing to lend them money since coops do not have making a profit as their primary objective.

READING COMPREHENSION

Digital tests

1 Read the text and match the two halves of the sentences. 1 Cooperatives are 2 Making a profit is 3 All members are 4 Co-ops often 5 Banks are sometimes

a  reluctant to help co-ops financially. b  run democratically by their members. c  not usually the primary aim of a co-op. d  receive government help. e  involved in making decisions about the co-op.

549


2 . 4 L imited liability companies

board of directors consiglio di amministrazione

A limited liability company (LLC) or joint-stock company is a business enterprise formed by a minimum of two shareholders, but is a separate entity for both legal and tax purposes. The company’s finances are separate from the personal finances of their shareholders. This means that shareholders can lose the money they have invested in the company, but their personal assets are not at risk. The capital of a limited liability company is divided into shares. Profits are usually distributed to shareholders in the form of dividends unless they are retained within the business as working capital. Management decisions are made by either a director or board of directors, who may also be shareholders. In the UK, the main types of limited companies are: • private limited companies (Ltd): They cannot offer shares to the public and they cannot be quoted on the Stock Exchange. • public limited companies (Plc): They must have at least two shareholders and a share capital of at least £50,000 before they can trade. They can be quoted on the Stock Exchange.

AstraZeneca plc is an Anglo-Swedish pharmaceutical and biotechnology company.

Lush Retail Ltd. sells vegan and vegetarian soaps, shampoos, bath bombs, fragrances and other cosmetics.

JD Sports Fashion plc. is a sportswear, fashion clothing and accessory retailer.

READING COMPREHENSION 1 Read the text and answer these questions. 1 What is a limited liability company? 2 Where does the finance come from? 3 What financial risks do shareholders run? 4 How is this different to a sole trader or partnership? 5 What is a dividend?

550

U2 Economic systems and private sector

6 What happens to the part of profits that are not distributed to shareholders? 7 Who makes the management decisions in an LLC? 8 What is the difference between a private limited company and a public limited company?


2 . 5 Franchises Franchising is an agreement in which an entrepreneur or group of partners buys a licence to use an established business’s brand and trade secrets. This gives the partners – the franchisees – the opportunity to enter a business, especially in highly competitive industries, without having to build a brand or invent new services or products. The franchisee takes advantage of the success of an established business while the franchisor can get a quicker return on investment. The franchise agreement between the parties sets out how the business should be run, with some degree of flexibility, as well as the exact definition of the licence, such as the particular geographical area and length of time it covers. There is no set way to buy a licence. It can be paid for through an initial fee, ongoing management fees, a percentage of the franchisee’s turnover, purchase of goods from the franchisor or a combination of these.

ADVANTAGES • Reduction of risk for their investment • Better prices on supplies because the franchise company can purchase goods and supplies in bulk and pass on the savings to the individual franchise units • Management help and training • Promotion thanks to the franchisor’s existing corporate image, brand awareness and advertising

sets out stabilisce fee quota ongoing continue turnover fatturato

DISADVANTAGES • Initial fees can be high • Limited freedom and flexibility (e.g. shop layout, promotions etc.) • Overall profits are lower

READING COMPREHENSION 1 Read the text and answer these questions. 1 What is franchising? 2 Why would an entrepreneur want to open a franchise? 3 What are the advantages for the franchisor? 4 What limits can there be to a licence?

5 What ways are there to pay for a franchise? 6 What do franchisors usually provide for franchisees? 7 Why do you think there is less financial risk for opening a franchise compared to setting up other forms of business?

INTERNET RESEARCH & SPEAKING 2   Find out about one franchise business and prepare a short presentation. Include: • the location of the company headquarters; • when it was founded; • how long it has been offering franchise opportunities;

• the sector; • the number of franchisees; • which countries they are located in.

551


2.6 M ultinationals A multinational corporation (MNC) has its headquarters in one country but has branches or owns companies in many different countries. Examples of multinationals are car manufacturers like Toyota, oil companies like Exxon Mobil, technology companies like HP, Apple and Google and food and drink companies like Coca-Cola. The structure of an MNC can vary but often there is a holding company which completely owns or has the controlling interest in subsidiaries in other countries. Multinationals are able to avoid tax and trade barriers, since they can locate parts of their operations in countries which have low corporation tax rates or fewer barriers for allowing outside companies to enter the market. They can also take advantage of lower resource costs, such as raw materials and labour, in order to lower their operating costs and be able to offer cheaper goods and services. For this reason, multinationals are likely to locate their operations in LDCs (Least Developed Countries). Then, by diversifying sales in different markets, they are able to widen their market share and increase profits. Their size also means that they have significant power and influence in the countries where their operations are located.

In 2023, the award for No. 1 Best Workplace ™ was won by DHL Express for Europe and by Cisco for the UK.

There has been much controversy over multinationals and the question of ethical business practices, and opinion is divided as to whether they are beneficial or harmful to the host countries.

ADVANTAGES • creation of jobs and a skilled workforce • investment of capital and technology in the host country • payment of taxes to the host country

DISADVANTAGES • low wages and poor conditions for workers • exploitation of the environment • strong influence over foreign governments • destruction of local businesses

READING COMPREHENSION 1 Read the text and answer these questions. 1 Define a multinational corporation. 2 What other examples of multinationals can you think of? 3 Where do multinationals generally manufacture their products and why?

4 What are the advantages for a multinational company? 5 What are the benefits for the manufacturing country? And what about the disadvantages?

CRITICAL THINKING 2 Discuss these questions in pairs. 1 Is the economy of Italy based on big multinationals? 2 In which countries do a lot of multinationals have their headquarters? Why do you think that is?

552

U2 Economic systems and private sector

3 Are you in favour of multinationals or against them? Justify your opinion. 4 Do you think the number of multinationals will increase or decrease in the future? Why?


2 . 7 Startups A startup is a company that is in the first stages of its operation, usually with a unique or innovative product or service. What distinguishes a startup from any other business is the plan to rapidly develop and expand. The initial finance usually comes from the entrepreneur who has conceived and developed the product or service, and their family members or friends. Further finance to develop and expand the business often comes from an angel investor. An angel investor, or seed funder, is a high-net worth individual that isn’t risk-averse and is looking for an investment with a high rate of return. The history of companies like Amazon and Apple, which both started in garages to become huge tech giants, are well-known but the truth is that startups have a high rate of failure. It is estimated that only around 11% are successful, so angel investors are aware that they risk losing all their investments if the startup fails. Many angel investors are located in Silicon Valley, California, and invest in startups connected to the Internet, technology and AI. To have a good chance at success, the entrepreneur or team involved in the startup needs to be extremely passionate, knowledgeable and committed to put in hours and hours of work into developing their idea. Furthermore, they need to be convinced that their product or service fulfills a particular need or want in a unique way and that the potential market is big enough to give the business room for rapid growth.

The potential of startups: When it was founded in 2008, Airbnb was a simple way to rent out air mattresses to make extra money. Today it is a global platform for booking accommodation.

READING COMPREHENSION 1 Read the text and complete these sentences. 1 Startups differ from other businesses because… 2 Initial financial support can come from… 3 Angel investors are interested in investing in startups because… 4 The success rate of startups… 5 The risk for an angel investor is… 6 Startup entrepreneurs have to have…

CRITICAL THINKING 2 Discuss these questions in small groups. 1 What kind of person do you have to be and what skills do you need to be a startup entrepreneur? 2 Apart from the possibility of making huge profits, what could be the motivation for angel investors? 3 Why do you think so many angel

investors are located in Silicon Valley? 4 Do you think the Italian legislation for simplified limited companies is a good way to encourage young people to start a business? 5 What else could the government do to support new businesses?

553


UNIT

3

Banking and finance

1 BANKING SYSTEMS Banking can be defined as the activity of accepting or borrowing money from clients, whether individuals or companies, and then lending out this money to other individuals or companies in order to earn a profit. All countries need a secure and regulated banking system to facilitate economic development and growth.

English listening

1.1 T ypes of banks There are many types of banks and financial institutions in existence which vary depending on their structure, customer base and services. • Central banks These are responsible for the monetary policy and financial affairs of a country. They have the mandate to regulate and oversee other banks and usually provide the banknotes and coins in circulation. • Retail banks These deal with individual customers and small businesses. They concentrate on mass market products such as current and savings accounts, mortgages, loans and credit and debit cards. These banks are also known as High Street banks because they have branches in busy shopping areas. • Commercial banks These deal with business clients, and they offer foreign currency accounts and exchange, lines of credit and guarantees for international trade, payment processing, loans for business development and expansion. • Investment banks This kind of bank does not take deposits but works with companies and investment mar-

kets, for example by underwriting the issue of stocks or bonds and advising on merger and acquisition processes. • Building societies These are mutual financial institutions, which means that they are owned by their members. In the past their main business was savings accounts and mortgages, although now most have diversified and offer similar services to banks. • Postal savings banks These are operated in conjunction with the national postal system of a country. When they were first introduced, they only offered savings accounts, however nowadays most of them offer complete banking services. • Digital-only banks These are banks which do not have any physical ‘bricks and mortar’ branches, but operate exclusively online and with apps. Sometimes they can have better deals such as higher interest rates on savings accounts.

READING COMPREHENSION Read the texts and answer these questions. 1 Why is a banking system important for a country? 2 Which kind of bank issues banknotes and coins? 3 What is the difference between a retail and a commercial bank?

554

U3 Banking and finance

4 Which kind of bank would a company interested in increasing its capital use? 5 What could be a benefit of a digital-only bank? 6 What risks are there if High Street banks continue to close their branches?


1 . 2 Ethical banking As more and more consumers have started changing their lifestyles and thinking about their social and environmental responsibilities, the number of people choosing an ethical bank over conventional, profit-driven banks has increased considerably over the last few years. • Ethical banks An ethical bank offers the same services as a traditional bank and it is regulated by the same authorities that control traditional banks. How it differs is in its policies, which have underlying moral and ethical principles, and in the transparency of its actions. Loans are not given where the money will be used, for example, for the production of weapons or the exploitation of child labour. They also issue many microloans to help small businesses. The banks themselves only invest in, and offer investments in, funds and businesses that reflect their environmental, sustainable, social and ethical values. • Islamic banking Islamic banking is a kind of ethical banking system, as it embodies qualities of fairness and equity. According to sharia law, making money from money is forbidden, so Islamic banks do not apply interest and instead make their money through trade and investments. These investments can only be in areas allowed by Islamic law, so areas such as gambling and alcohol are not permitted. The risk of profit and losses is also shared between the bank and the borrower. It is popular with both Muslim and non-Muslim customers and, according to financial experts, is quite stable in times of financial crisis. • Credit Unions A credit union is a not-for-profit financial cooperative that is owned and operated by its members. Given that the aim of a credit union is to serve its members rather than make a profit, it can be considered as an ethical form of banking. Its members, for example, get reduced fees, higher interest rates on savings and more affordable loans. To join a credit union, you normally have to belong to the organisation it represents or live in the area it serves. • ESG investing ESG investing is when individuals, financial institutions and companies invest in funds that give priority to the three criteria of environment, social and governance. A company’s ESG score show how well it addresses the risks and concerns of environmental, social and governance issues. This can be shown, for example, by a commitment to alternative energy or including human rights issues like diversity, equity and inclusion in the corporate strategy.

READING COMPREHENSION Read the texts and complete these sentences. 1 Recently there has been an increase in ____________________________________________________________ 2 Ethical banks differ from traditional banks because _______________________________________________ 3 Ethical investments are made in ___________________________________________________________________ 4 Islamic banks follow… and therefore do not ______________________________________________________ 5 Islamic banks are not allowed to invest ___________________________________________________________ 6 Credit unions are a form of ethical banking because ______________________________________________

555


1.3 C entral banks A central bank is responsible for its country’s financial affairs and monetary system. It is generally believed that a central bank can carry out its role if it remains independent from, and uninfluenced by, any political regime. The principal functions of a central bank are: • to oversee monetary policy; • to maintain price stability by controlling inflation; • to manage the production and distribution of the nation’s currency; • to support the nation in times of crisis to prevent its banking system from failing; • to manage interest rates; • to serve as a banker for other banks.

The Bank of England

Bank of England

The central bank of the United Kingdom, known as the ‘Old Lady’ of Threadneedle Street, was founded in 1694 to act as the bank for the Government and to handle its debts. It has been independent since 1997, after 50 years of nationalisation. Today, its two core purposes are to maintain monetary stability and financial stability. In order to maintain price stability, the Bank’s aim is to keep the annual rate of inflation at 2% – the target rate set by the Government – and each month it sets the official Bank interest rate, independently of any Government influence. The Bank also is responsible for maintaining financial stability, that is the public trust and confidence in the general financial system as well as the institutions and markets, which has become even more important since the 2007-2010 financial crisis. The Bank’s Prudential Regulation Authority (PRA) regulates individual financial firms, while its Financial Policy Committee (FPC) works to prevent or reduce any future financial crises. The Bank of England issues the nation’s banknotes but not its coins, which are produced by the Royal Mint.

READING COMPREHENSION

Digital tests

Read the texts on these pages and decide if these sentences are true (T) or false (F). If there is not enough information, choose ‘doesn’t say’ (DS). 1 One method of maintaining price stability is to control inflation. 2 The Bank of England used to be a nationalised Bank. 3 The UK Government decides bank interest rates together with the Bank of England. 4 All of the Federal Reserve is located in the US capital city.a 5 The US banking system is largely controlled by the Federal Reserve. 6 There are many criticisms of the Federal Reserve’s monetary policy. 7 Eurozone member states no longer have national central banks. 8 The national central banks of EU member states have to follow the guidelines for monetary policy issued by the ECB. 9 The Eurosystem is responsible for making sure payment systems operate efficiently.

556

U3 Banking and finance

T  

F  

DS  

    

    

    


The Federal Reserve

The Federal Reserve System The Federal Reserve System, also known as the Federal Reserve or simply ‘the Fed’, is the central bank of the United States, founded by Congress in 1913. It consists of a central governmental agency – the Board of Governors – in Washington D.C. and twelve Regional Federal Reserve Banks located in major cities throughout the United States, each responsible for a specific geographical area and with one or two branches. The Federal Reserve’s role is to: • conduct the nation’s monetary policy; • promote the stability of the financial system and reduce systemic risks; • monitor and regulate financial institutions; • promote a safe and efficient payment system; • support consumer protection and community development.

European Central Bank Unlike other central banks, the European Central Bank, established in 1998 and situated in Frankfurt, is not responsible for the banking and financial matters of a single nation, but rather a group of nations. When the first eleven EU member states – and nine others at later stages – adopted the Euro as their single currency, they no longer had monetary sovereignty. However each maintained its own central bank and together these now comprise the Eurosystem together with the ECB. The European System of Central Banks, on the other hand, includes the ECB and all the national central banks of EU member states whether or not they have adopted the Euro. According to EU treaty, the basic tasks of the Eurosystem are, among others: • to maintain price stability; • to define and implement monetary policy; • to conduct foreign exchange operations; • to promote the smooth operation of payment systems; • to manage foreign reserves of the Eurozone countries.

SPEAKING Do some further research on one of the above central banks and prepare a short presentation (3-5 minutes). Include these points: • its foundation and organisational structure; • its main roles and responsibilities;

• any criticisms of its operations, for example, during the latest financial crisis.

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2 BANKING SERVICES 2 . 1 Business banking Any kind of business, from a sole trader to a large multinational, needs a bank or even several banks and their services to handle their financial needs and enable them to trade efficiently. A business account for a sole trader helps keep business and personal finances separate, for example, while a company has access to foreign currency and short- or long-term finance. Many banks also offer financial advice and guidance, especially for startups and SMEs. day-to-day quotidiane

Types of accounts • Current account This is used by companies for the day-to-day financial transactions of making and receiving payments. − Payments can be made by withdrawing cash from a branch or a cash machine or by writing a cheque, although these have mainly been replaced by more efficient and quicker automatic payments or credit and debit cards. − Direct debits are when the bank is authorised to take payment directly from the account to pay bills such as utility bills. − Standing orders are similar but are fixed, regular payments. − A company can also give instructions for a credit or bank transfer which is when payments are made directly to another current account, for example, to pay a supplier. The company can also receive payments in this way. There are normally bank charges for all these transactions. To keep track of these movements, banks supply regular account statements, which can also be consulted online. • Deposit account A deposit or savings account usually pays interest and it may be necessary to give advance warning before withdrawing funds. Nowadays, they are not so widely used as companies may have few surplus funds to deposit or they will invest in other financial products and investment schemes. • Foreign currency account Clients who trade internationally can have accounts with their bank in different currencies, which can resolve problems connected with fluctuations in exchange rates.

READING COMPREHENSION Read the texts on these pages and answer these questions. 1 What is the difference between a current account and a deposit account? 2 Why are cash and cheques no longer so popular? 3 What is the advantage of standing orders and direct debits for an account holder? 4 When are bank transfers used? 5 Why are overdrafts only a short-term financing solution? 6 What financing solutions do banks offer for medium- and long-term capital?

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U3 Banking and finance

7 Why might a company need finance from a bank? 8 What advantages does a leasing agreement have for a company? 9 What kind of goods are leasing agreements usually for? 10 How can factoring help a company’s financial situation? 11 Does factoring have any disadvantages for a company? 12 How do factoring and forfeiting differ?


Financing • Overdraft This is an agreement where the client is allowed to spend more money than is actually in the account, often called ‘going into the red’. As overdrafts are normally subject to high interest rates and heavy bank charges, they are really only a short-term solution to cover emergency situations and temporary lack of funds.

foreclose on pignorare upfront in anticipo outstanding da saldare

• Loans Unlike overdrafts, loans are a more suitable means for short- and medium-term financing. They can be granted, for example, to expand a business or to cover a period of difficulty. They are subject to either a fixed or variable interest rate and have to be paid back within the agreed time. • Mortgages A mortgage is a way of obtaining long-term capital to buy a property, business premises or other type of real estate. The typical term for a mortgage is between 15 and 30 years. The property serves as collateral and if the borrower stops paying, the lender can foreclose on the property. • Leasing This is a method of purchasing equipment, machinery or other assets without having to pay the full amount upfront. The company pays a fee to the bank or finance company for a fixed period of time which allows the use of the equipment. Additional advantages are that these payments are often tax-deductible and the agreement can include the free maintenance or replacement with updated models. Leasing opportunities are now also offered directly by companies such as car manufacturers and office equipment suppliers. • Factoring This is an international trade financing mechanism which helps a client deal with the cash flow problems caused by the delay between issuing an invoice and being paid. The client sells his outstanding invoices, with short-term payment conditions, to a bank or finance company – the factor – which advances the client the cash, minus a fee. The factor then assumes the collection of the debt. • Forfeiting This is a similar concept to factoring, but it deals with capital goods, commodities or high value merchandise and is used when the payment conditions are long term, from six months to several years.

VOCABULARY Find the English equivalent to these words and expressions in the texts on these pages. 1 conto corrente 2 filiale 3 assegno 4 addebito diretto 5 ordine permanente 6 bonifico bancario 7 estratto conto

____________________ ____________________ ____________________ ____________________ ____________________ ____________________ ____________________

8 conto deposito ____________________ 9 conto estero ____________________ 10 fido ____________________ 11 tasso di interesse ____________________ 12 commissioni bancarie ____________________ 13 prestito ____________________ 14 mutuo ipotecario ____________________

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2 . 2 Types of cards Most banks and other financial institutions issue different types of cards which can be used to withdraw money from a cash machine (ATM), to make payments, for example in shops, restaurants and petrol stations, without having to use cash, and for online purchases. The use of these cards, for both small and large amounts, is extremely widespread and cash is now used less and less often as many countries move towards a cashless economy. Most cards today are contactless, where users simply need to place their card near a reader which uses NFC (Near Field Communication) technology to allow the two devices to connect and transfer information. Alternatively, they can be inserted in a card reader and used with a PIN (Personal Identification Number). For online purchases it is usually necessary to enter the card holder’s name, card number, expiry date and the CCV (card code verification) number.

CASH POINT (ATM) CARD

This card is used to withdraw cash and access the other services at a cash machine. It has to be used in conjunction with a PIN.

DEBIT CARD

With this card, normally combined with a cash point card, the amount used to make a purchase is immediately deducted from the customer’s bank account.

CREDIT CARD

This card gives credit, usually up to a pre-approved amount, to make purchases and then the borrowed amount has to be repaid. The customer receives a monthly statement and can pay off the whole balance immediately or in instalments, with the application of interest.

PRE-PAID CARD

An amount of money is loaded onto the card which is then used as a regular debit or credit card. When the amount on the card has been used up, it is impossible to continue using the card until it has been topped up which makes it safe if it is stolen.

READING COMPREHENSION 1 Read the texts and answer these questions. 1 What can cards be used for and how are they replacing cash? 2 What is NFC technology? 3 What information from a card do you need for online purchases? 4 What information can you store on a digital wallet? 5 How do you make a payment with a mobile wallet? 6 What are the main benefits of using a digital wallet?

CRITICAL THINKING 2 In small groups, discuss the advantages and disadvantages of the different types of cards for these people. Then decide which person would benefit the most/least from a digital wallet. • a 15-year-old student, living at home, who does not have a bank account • a university student, living away from home, who has a student loan • a business woman who travels internationally for work • a retired factory worker who lives on a state pension, and only has minimal savings

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U3 Banking and finance


2 . 3 Digital banking Digital banking allows private customers and businesses to manage their bank accounts online. They can carry out traditional banking operations like checking bank statements, paying bills and transferring funds, but it is also possible to have access to other services such as loan applications, financial products and stock market investments. These internet banking services are provided by both ‘bricks and mortar’ banks and digital-only banks in basically the same manner. With a traditional bank, customers have the opportunity to go into a branch personally, which can be useful for more complex matters, while everything must obviously be carried out online with a digital-only bank. There are various security measures for accessing your account and then for confirming the transactions, such as a password, OTP (one-time password), fingerprint or facial recognition.

ADVANTAG ES • 24/7 availability: You can access your account and related services whenever and wherever you want. • No wasted time: There is no need to waste time going into a branch and waiting in a long queue. • Real time: You can immediately access updated financial statements and check your account balance. • Cost-effective: Account costs with digital-only banks are usually less than for a traditional account. • Environmentally-friendly: There is no need for the bank or the client to print and send documents and statements as it is all stored electronically.

DISADVANTAGES • Security issues: Online banking operations are secure thanks to encryption techniques and biometric technology but there still may be a risk. • Identity theft: There is a risk of your identity and bank details being stolen and used fraudulently. • Lack of contact: For some people, the lack of personal contact can be a problem and they prefer being able to speak to someone directly about their account matters. • Computer illiteracy: Digital banking and online only accounts are not suitable for those who are not good or confident at using computers nor, obviously, for those with limited or no access to electronic devices and Internet.

READING COMPREHENSION

Digital tests

Read the text and match the two parts of the sentences. There are two extra endings that you do not need. 1 Digital banking is aimed 2 Traditional banks offer online banking 3 By downloading a bank app you can 4 Online transactions are 5 Traditional accounts may 6 Not having to print documents means

a  at user-friendly features. b  carry out financial transactions from your mobile phone. c  fewer people go into bank branches. d  as one of their services. e  at both private and business customers. f  online banking is environmentally-friendly. g  have more bank charges than online ones. h  protected by several security measures.

CRITICAL THINKING Discuss these questions in pairs. 1 Do you think digital banking and digital-only banks are more popular with the younger or older generation? Why? 2 What are the advantages and disadvantages of a cashless economy? Will cash ever disappear completely?

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3 PAYMENT METHODS One of the biggest risks with international trade is payment, especially when dealing with new clients or a new market. Ideally, an exporter would like payment as soon as an order has been placed or before the goods are dispatched. On the other hand, an importer would prefer to delay payment at least until the goods have been received if not until they have been resold in order to generate sufficient income. This means that payment methods which are more secure for the exporter are riskier for the importer and vice versa. In order to find an appropriate payment method, the seller must first research the market and local trading conditions, including the economic and political situation, as well as the importer’s credit standing. Then it is possible for the seller to balance their risks against customer requirements or expectations and to negotiate the most desirable method for both parties.

3 . 1 Open account

creditworthy solvibile

With an open account, the seller is extending credit to the buyer as goods and documents are shipped and delivered before payment is due, which is usually agreed to take place within 30, 60 or 90 days of the invoice date. Given that the goods are received in advance of any payment, it is obviously the most advantageous option for the buyer and the least secure for the seller. For this reason these conditions are normally only granted to established clients, with a favourable payment history and that are considered to be creditworthy. Regular customers may be offered credit on a periodic basis, such as quarterly, in which case the seller will send a statement of account with details of the transactions of that period and any amounts owing.

3 . 2 Payment in advance At the other end of the scale is payment in advance, the most secure for the seller, which involves taking payment before goods are dispatched. However, it is not widely used in international trade because buyers rarely accept this type of condition. There are two methods which are mainly used for small orders or new customers:

CWO (Cash with Order) The buyer pays in full at the moment of placing the order, usually by bank transfer as it is so immediate.

COD (Cash on Delivery) The goods are paid for when a carrier delivers them and the invoice to the buyer’s door, otherwise they are not released.

READING COMPREHENSION

Digital tests

3 Read the texts about these two payment conditions and decide if these sentences are true (T) or false (F).

T 1 Both open accounts and payments in advance are the least secure forms of payment for exporters.  2 An open account is a form of credit given by the seller to the buyer.  3 It is very unlikely that a new client will be given open account terms.  4 With payment in advance, the buyer is in a more secure position than the seller.  5 CWO means that the seller receives the customer’s payment together with the order.  6 With COD, a buyer can take delivery of the goods and then pay for them. 

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U3 Banking and finance

F      


3 . 3 Bank transfer A bank transfer, also called wire transfer, bank giro credit or credit transfer, is the most frequent and quickest system for international payments. The buyer instructs their bank to transfer the relevant sum of money directly from their bank account to the seller’s bank account. The process is secure and fast for both parties involved. The information in a bank transfer includes: • the names of the issuing and beneficiary banks; • the buyer’s and the seller’s bank accounts; • the currency; • the amount to be transferred and usually a reference to the invoice number to make it easier for the seller to trace the details in his bank statement. The two banks involved will normally charge fees for the service, and sometimes if intermediary banks are used in the process, they will also demand payment for their involvement.

COMMON ACRONYMS SWIFT stands for ‘Society for Worldwide Interbank Financial Telecommunications’. This organisation provides a network for secure communications between banks around the world. Each bank connected to the system has a unique code made up of 8 to 11 alphanumeric characters, commonly called a BIC (Bank Identifier Code) code. IBAN stands for ‘International Bank Account Number’. This is a code of up to 34 alphanumeric characters which identify the country, the bank, the branch and the account number where a transfer is to be made. SEPA stands for Single Euro Payments Area and it is a system to simplify euro payments by credit transfer and direct debit. It has harmonised standards and improved the efficiency and competitiveness of the European economy. There are 36 members which include several non-EU countries.

READING COMPREHENSION In pairs, look at the above example of a bank transfer confirmation and find this information. 1 the amount due 2 the currency 3 the name and country of the seller’s bank 4 what the payment refers to

_______________________ _______________________ _______________________ _______________________

SPEAKING Now discuss these questions. 1 Why do you think bank transfers are so widely used by businesses? 2 Do you think they are also common for private banking customers? Why/Why not? 3 Can you think of any situations of when bank transfers are useful for private individuals?

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UNIT

4

The European Union

1 K EY EVENTS IN THE HISTORY OF THE EU

The history of the EU can be traced through its treaties which establish the rules and relationship between the EU and its member countries. They are usually named after the place where the agreements were signed.

English listening

European Coal and Steel Community Following a proposal by Robert Schuman, France’s Foreign Minister, to merge the production of European coal and steel, the European Coal and Steel Community was formed between Belgium, Germany, France, Italy, Luxembourg and the Netherlands. Coal and steel were the raw materials needed for war, so managing their production was a way to prevent one nation from building weapons without the others knowing about it.

Other key moments and events in the history of the EU.

Elections European citizens voted for the first time to elect their representatives in the European Parliament. Since then, the elections have been held every five years.

When did the various countries join the EU? 1957: Belgium, Federal Republic of Germany, France, Italy, Luxembourg, Netherlands 1973: Denmark, Ireland, United Kingdom* 1981: Greece – 1986: Portugal, Spain 1995: Finland, Austria, Sweden 2004: Estonia, Lativa, Lithuania, Malta, Poland, Slovakia, Slovenia, Czech Republic, Hungary, Cyprus 2007: Bulgaria, Romania – 2013: Croatia Candidates for accession: Albania, North Macedonia, Montenegro, Serbia, Türkiye, Ukraine, Moldova, Bosnia and Herzegovina member of the Eurozone * The UK withdrew from the EU in 2020.

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U4 The European Union

Schengen Agreement Treaty of Rome With this agreement, the cooperation between the six countries was extended to include other economic areas and the European Economic Community was formed.

This agreement allowed the gradual introduction of people being allowed to cross EU borders without having their passports checked. There are 27 countries that form the Schengen area.

European flag

Erasmus

The European Union’s institutions began to use the European flag, with its blue background and 12 gold stars.

The Erasmus programme was established to help young Europeans study in another EU country.


Maastricht Treaty

Treaty of Amsterdam

Treaty of Lisbon

This treaty, signed by 12 nations, formally replaced the EEC and created the European Union. It also started the process for the creation of a central banking system and single European currency. Parliament was given more power in decision making and the governments of EU member states governments could cooperate in more areas.

This made the necessary changes to prepare the EU for enlargement with new member states and to ensure the EU functioned efficiently and democratically, with transparent decisionmaking.

This treaty made the EU even more democratic and more efficient, clarifying the powers which belong to the EU, which to the EU member countries and which are shared. It introduced the formal procedure, Article 50, for a country to leave the EU. Treaty of stability

Treaty of Nice Again, this treaty was to reform the various institutions so that the EU could function efficiently with the new members.

This treaty, signed by members of the Eurozone, established the European Stability Mechanism. This organisation replaced earlier EU funding programmes and is designed to act as a permanent source of financial assistance for member states in financial difficulty.

The euro

Brexit

The euro coins and notes became the legal currency in 12 EU countries. Others followed in later years and 20 countries now use the euro.

The UK’s withdrawal from the EU, the first country to do so, official (see page 311). NextGenerationEU The temporary €750 billion recovery package was set up to support economic recovery after the Covid-19 pandemic.

READING COMPREHENSION

Digital tests

1 Read the information on these pages and match the dates to the facts. 1 1957 2 1985 3 1992 4 2002 5 2004 6 2020

a b c d e f

 the free movement of people started  ten new countries joined the EU  the first time a country left the EU  the creation of the European Union  12 countries started using the euro  the creation of the European Economic Community

2 Now answer these questions. 1 Who was Robert Schuman and what did he propose? 2 When did European citizens first get the opportunity to have a say in EU politics? 3 Apart from the creation of the EU, why was the Treaty of Maastricht important? 4 What importance did the Treaty of Lisbon have for Brexit? 5 What is the main difference in the funding established by the Treaty of Stability and NextGenerationEU? 6 How many countries are interested in joining the EU?

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2 EU INSTITUTIONS The 27 EU member states, with over 448 million EU citizens, vary in size, language, cultural identity, traditions, religion and economy. For example, Malta is the smallest in terms of population and size of the country; Germany has the largest population; France is the largest county by size; the GDP per capita is higher in Denmark than it is in Greece. But what unites all these member states are democratic values, the belief in freedom and equality, respect for human dignity and respect for human rights. This is why the motto of the EU is ‘United in diversity’. The EU is based on the rule of law, with all agreements and treaties democratically approved by all the EU member states, with several institutions and bodies that take decisions and shape EU policies.

2 . 1 The three branches of the EU Legislative The legislative branch of the European Union is formed by the European Parliament and the Council of the European Union. Together they approve new EU laws which have been proposed by the Commission, and decide the EU budget. The European Parliament also has supervisory powers, for example approving the nomination of the members and President of the Commission. It is the only EU institution where the members are elected directly by the public. There are 705 MEPs from the EU member states. Within parliament, the MEPs sit together as political groups – there are currently seven – rather than in groups according to nationality. The Council, on the other hand, is not composed of fixed members as such but each meeting is attended by the national minister from each EU member state for the policy under discussion. This means that if the meeting is discussing, for example, environmental issues, the national ministers for the environment will attend.

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U4 The European Union


Executive The European Commission, based in Brussels and Luxembourg, is the executive branch of the EU and it is made up of one commissioner from each EU member state, who serves a 5-year term. The President of the Commission assigns specific policy areas – such as the environment, education or energy – to each commissioner. The Commission represents the interests of the EU as a whole. It proposes new laws to Parliament and the Council, manages the EU’s budget, enforces EU law and represents the EU internationally, for example, by negotiating agreements with other countries.

Judicial The Court of Justice is the judicial branch of the EU. Situated in Luxembourg, it is divided into three courts: the Court of Justice, the General Court and the Civil Service Tribunal. There is one judge for each EU member state, together with eight impartial advocates-general. These are all appointed for a term of six years. The Court of Justice is responsible for making sure EU law is applied in the same way in all member states and that they all comply with the obligations set out in the Treaties. It also reviews the legality of the acts carried out by the various institutions of the European Union.

INTERNET RESEARCH & WRITING Do some further research about one of the principal EU institutions. Then write a short essay (about 20 lines), including these points: • • • •

its composition, including important current members; its key functions and responsibilities; its decision-making processes; any recent controversial issues or decisions.

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3 ISSUES FACING THE EU One of the aims of the EU is for its member states to work together for peace and prosperity. However there are some issues and problems that have plagued the EU over the last couple of decades.

3 . 1 Immigration and refugee crisis

put a strain messo a dura prova furlough cassa integrazione

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U4 The European Union

Between 2004 and 2013, the EU increased in size by 13 countries, many of them former communist nations. And today, there are several countries in various stages of applying for EU membership. Whilst many see this enlargement as positive, others criticise the decision to accept new member states, even if they qualify and satisfy the criteria set by the EU. Supporters see the advantages of these new economic and political alliances to create the world’s largest single market. Opponents feel that many of the new member states could be an economic burden, given their much lower GDP per head, and that the EU decision-making process could become more complicated. They also argue that there would be a huge influx of immigrants, looking for employment opportunities and a better standard of living in established EU member states. The increase in illegal immigration in the EU, frequently from countries like Syria, Tunisia, Ivory Coast and Guinea, is problematic and the migrant reception centres, like those in Lampedusa and Sicily, are overcrowded and cannot cope with the number of arrivals. Between 2021 and 2022, for example, there was an 18% increase in irregular border crossings, by land and sea. The EU needs to deal more efficiently with this influx of immigrants and, more importantly, it has to stop the human traffickers involved in their transport in order to reduce the tragedies and number of deaths that have been recently registered in the Mediterranean Sea. The refugee crisis, with hundreds of thousands of arrivals from the Middle East, has put a strain on the relations between EU member states. They are finding it increasingly difficult to act unilaterally regarding the influx of refugees and the idea of continuing to allow open borders between member states. This crisis has also given rise to issues regarding the welfare system and labour market; because if a migrant is given citizenship in one EU country, he or she would then be free to move anywhere within the EU, claiming benefits or looking for work in that country. However, questioning this right would mean questioning the key essence of the EU – that of the single market.


3 . 2 COVID-19 pandemic The global pandemic of COVID-19 was an enormous issue for the EU and the rest of the world. Although European leaders reacted quickly to protect their citizens through lockdowns and vaccinations, and by implementing furlough schemes to help those unable to work, it has led to an unprecedented fall in the economy. The EU’s €750 billion recovery fund has been financed by joint debt for the first time and will be the focus of EU economic policy for some years to come. There has been a rise in right-wing populist parties across Europe who, with their nationalist, Eurosceptic and anti-immigration views, try to appeal to ordinary people. These parties are winning increasingly large number of seats in national parliaments and also in the European parliament. The far-right Identity and Democracy group, which unites right-wing MEPs from all EU member countries in the European Parliament, aims to become one of the biggest and most important parties and wants to reshape and reform the Union, for example with a tougher approach on immigration and a softer approach to climate policies in order to protect jobs and industry.

3 . 3 The war between Russia and Ukraine The Russian invasion of Ukraine has created a humanitarian catastrophe. As well as the tragic deaths of thousands of military personnel and civilians, it is thought that at least 14 million people have fled their homes since the beginning of the war. Around 6 million of these refugees have now been recorded across the EU, not only in countries near to the Ukrainian border but in Germany, the Czech Republic and in Italy. Apart from the effects of migration, the war has had severe economic consequences for Europe due to big increases in fuel and food prices.

READING COMPREHENSION Read the texts and answer these questions. 1 How many new countries joined the EU between 2004 and 2013? 2 What is the positive outcome of this expansion? 3 What fears do some people have about new member states joining the EU? 4 Why are illegal border crossings a problem for the EU? 5 What could be the problem with open borders and refugees in the EU? 6 What did EU leaders do well during the pandemic and what is the challenge ahead? 7 What direction do people’s political views seem to be heading? 8 What is the Identity and Democracy group? 9 What are their aims? 10 What are the main consequences for the EU of Russia’s invasion of Ukraine?

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4 T HE EU AND YOUNG PEOPLE The EU is important for the lives of young EU citizens, whether they can already vote in the European parliament elections or not, whether they know anything about how the EU works or not, whether they are interested in the EU or not.

4.1 S tudying The EU supports education and training, and currently is focusing energy on encouraging young people, especially girls, to study STEM subjects in order to be prepared for the future. One of the extra-curricular projects or courses you have taken part in at school might have been funded with money from the European Union. You can apply to take part in an Erasmus+ programme while at secondary school or university, which gives the opportunity of a period of academic study or vocational training in another country. It is also possible to complete a degree course in another EU country, under the same conditions as national citizens.

4.2 W orking As an EU citizen, you have the right to live and work in another EU country and the EURES (European Employment Services) website contains a lot of information and help, as well as thousands of job opportunities. You can use the Europass CV and other documents to make applying for jobs within Europe easier (see page 275). Grants and loans from NextGenerationEU funds are available for apprenticeships and for young entrepreneurs in order to make a stronger and more resilient Europe.

4 . 3 E veryday life and travelling Your everyday life is affected by decisions that have been made in the EU, things like everyone’s new phone has a USB Type-C charging port meaning you need fewer cables, or the protection of your online data, or your rights as a member of the LGBTQ+ community. You can travel freely within the EU with just your national identity card and no border checks within the Schengen countries. When you’re in another EU country, you don’t pay roaming charges for your mobile phone and, if it’s a Eurozone country, you don’t have to exchange money to get a different currency so you can easily compare prices to know how expensive something is.

READING COMPREHENSION & SPEAKING Read the texts and discuss these questions in pairs. 1 Are you old enough to vote in the European parliament elections? Do you think it is important to take part in this way? 2 What examples are there in the text of EU decisions affecting people’s lives? Can you think of other examples? 3 What are the advantages if you want to travel? 4 Have you taken part in an extra-curricular course? What was it about? Do you know where the funding came from? 5 Does your school take part in Erasmus+ projects? Is this something you would be interested in doing in the future? 6 What is the EURES website and how is it useful? Would you consider working short-term or long-term in another EU country? Why/Why not?

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U4 The European Union


READING COMPREHENSION The young people below all want to do EU youth volunteer. Decide which opportunity (A-H) would be the most suitable for each person (1-5). 1  Julia loves nature and cycling and would love to be involved in an environmental project that leaves the world a better place. She knows a bit about plants and animals as her family are farmers, but she would really like to learn more about the sea. 2  Carlton loves taking things apart, understanding how they work and then putting them back together again. Our modern throw-away culture makes him really angry, because it is a waste of money and it is terrible for the environment. 3  Nikita loves meeting new people and spending time outdoors on her skateboard, but there isn’t anywhere safe and cool for her to hang out with her friends as she lives in a very big city where everybody lives too far away. 4  Serge is very artistic and would love to be involved in a community project maybe with an element of performance in it. His family were refugees from former Yugoslavia in the 1990s, so he would like to work with people in a similar situation. 5  Zoe would really like to volunteer and has lots of creative and practical skills because she sometimes helps out in her family’s graphic design company. For that reason, she would find it difficult to spend any time away from home.

EU youth volunteer opportunities A Repair café, Estonia Are you good with your hands and keen to help the planet? Then the repair café might be the volunteering opportunity for you. It aims to show people the negative impact of throwing things away instead of repairing them. People can bring their broken appliances to a community-based open workshop, and using the tools provided, learn how to fix them with volunteers.

E Animal shelters, Lithuania Would you like to help build new animal shelters in Klaipeda in Lithuania and promote volunteering in animal shelters at the same time? The project is open to Lithuanian and foreign students interested in animal welfare and keen to get involved in a worthwhile volunteering project. It offers a great first step for people considering working with animals in the future.

B Community Drama, Ireland Are you good with people and like performing or set designing? Then you might be interested in volunteering for a community drama project. The project was born to help stop asylum seekers in Newbridge in Kildare County from feeling socially excluded. Its aim is to create and implement a theatre program through drama workshops and produce a final performance for the local community.

F Organic farming, Poland Are you interested in where food comes from and developing a better relationship with it? This project aims to change the unhealthy eating habits of young people and help people to set up their own organic farms and gardens. As part of the project, you will grow produce in a greenhouse, which will be made available for young locals and visitors to pick and harvest.

C Skate park, Belgium Are you skateboard or BMX crazy? Would you like to meet like-minded young people? Then why not come and help create a park for skateboards and BMX in the local neighbourhood. It will be not only the place to practise sport activities, available for all, but also a place to hang out together and build a sense of community. D Free shop, Latvia Have you heard of our ‘free shop’ initiative launched by volunteers in Latvia? It is a shop where people meet once a week and bring all the things that they no longer need and try to find the things that they do need. These can be clothing, books, and household goods. Volunteers are needed to help run the shop, sort and display the goods – no experience needed.

G Recovering coastline, Italy Help raise awareness about environmental protection by creating cycle paths and footpaths, cleaning beaches and replanting native tree species in southern Italy. The main aim of the project is to recover the natural coastal area nearby the urban centres of Trani and Barletta. No experience is necessary, just a love of nature and a willingness to work hard. H Volunteer online Do you want to volunteer but can’t really go anywhere? Does your free time fall at odd hours? Then try online volunteering. All you need is a computer, and a good Internet connection. Depending on your skills, you could design flyers, maintain a website, answer emails, translate texts, edit videos, manage social networking activities, give advice, do online research, or write code for software.

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Indice dei lemmi

Italiano A Abuso di posizione dominante 225 Accordo collusivo 235 Accumulazione del capitale 287 Agenda 2030 53 Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane (ICE) 459 Aggiotaggio 363 Aggregato 267 Aliquota 407 Allocazione delle risorse 205 Allocazione ottima 131 Ammortamento 271 Area euro 495 Aspettative 297 Autarchia 41 Automazione 53 Azioni positive 431

B Banca centrale 71 Barriera all’entrata 213 Bene rifugio 91 Beni di investimento 207 Beni e servizi finali e intermedi 269 Beni liberi 151 Beni primari 523 Beni reali 333 Bilancio dello Stato 389 Bisogni pubblici 123 Bisogni risorgenti 21 Brevetto 55 Brevetto industriale 219

C Capitale circolante/capitale fisso 153, 345 Capitale fisso 153 Capitale umano 47 Capitalismo 65 Cassa Depositi e Prestiti 345 Ciclo elettorale 385 Coesione 493 Collocamento 423 Commercializzazione 173 Competitività 407 Complementarietà 149 Concentrazione 235

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Indice dei lemmi

Concentrazioni di imprese 225 Congiuntura 379 Consumismo 233 Contratto di rete 109 Contributi alla produzione 271 Corporativismo 129 Costo-opportunità 447 Costo marginale 221 Credito al consumo 297 Crisi economica 31 Cuneo fiscale 425

D Dazi doganali 409 Debito pubblico 31 Debito sovrano 351 Default 351 Deflazione 291 Delocalizzazione 527 Depressione 293 Deregulation 71 Differenziazione dell’offerta 235 Diritto d’autore 55, 219 Disoccupati 421 Divisione del lavoro 51 Domanda aggregata 291 Dumping 455

E E-banking 349 Economia aperta 445 Economia di mercato 175 Economia di scala 451 Economia non osservata 269 Economia sommersa 269 Ecotassa 115 Efficienza 109 Equilibrio di piena occupazione 385 Equilibrio economico 63 Esternalità positive 105 Etica 29 Eurosistema 347 Evasione fiscale 127 Extraprofitto 253

F Fatto accidentale 379 Fatturato 107, 255 Filiera 109 Flessibilità del lavoro 189 Flessibilità in entrata/ in uscita 417

Flusso 153 Fondamentali 479 Fondo (o stock) 153 Fondi strutturali 499 Formazioni sociali 23 Forze di lavoro 421 Funzione 177

G G7 523 Gap 53 Garanzia reale 353 Giustizia sociale 135

H Hedge fund 365 Home banking 319 Homo oeconomicus 73

I Illuminismo 63 Imposta progressiva 249 Imposta sui consumi 305 Imposte 41 Imposte dirette 275 Imposte indirette 403 Impresa 99 Impresa pubblica 137 Indagine campionaria 259 Indice 514 Indice armonizzato dei prezzi al consumo (IACP) 397 Indice dei prezzi 397 Indice di Gini 259 Industria 4.0 55 Inflazione 25 Infrastrutture 113 Input-output 175 Intermediazione del credito 91 Investimenti diretti 463 Istat 89

J Joint venture 463

K Know-how 175

L Labour mismatch 423 Laissez faire 65 Lavoro nero 269


Leader 227 Legge di stabilità 361 Libera circolazione 491 Liberalizzazione 447 Licenza di importazione 455 Liquidità 91 Liquidità internazionale 473

M Management 101 Mano invisibile 215 Marginale 155 Market abuse 363 Marketing 101 Master 429 Matematica attuariale 363 Meccanismo cumulativo 387 Meccanismo di pagamenti multilaterale 481 Mercato dei capitali 207 Mercato del lavoro 207 Mercato mobiliare 355 Microimpresa 189 Mobilità 419 Modellistica economica 63 Moltiplicatore 295 Moltiplicatore di depositi 331 Moneta di conto 483 Moneta 317 Moneta internazionale 485 Moneta legale 319 Moneta-merce 317 Morbilità 419 Mortalità 419 Motivo speculativo 333 Mutuante/Mutuatario 255 Mutui subprime 351

N Neoliberismo 300 Nex Generation UE 499

O Obbligazione 103 Obsolescenza 47 Occupati 421 Offerta aggregata 291 Oligopolio 103 Orientamento 429

P Paradosso 447 Parità di poteri d’acquisto 273 Paesi dell’area euro 347 Pensione integrativa 365

Percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento (PCTO) 429 Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) 499 Polizza assicurativa 365 Portafoglio titoli 361 Potere di mercato 401 Potere liberatorio 317 Prelievo fiscale 41 Prelievo parafiscale 125 Pressione contributiva 425 Pressione fiscale 401, 425 Prezzo politico 135 Price maker 221 Price taker 213 Processo produttivo 99 Prodotto finito 175 Profitto normale 253 Programma per lo sviluppo dell’Organizzazone delle Nazioni Unite (UNDP) 507 Proletariato 67 Propensione al rischio 129, 297 Protezionismo 63

R Redditività 91 Reddito 43 Reddito disponibile 261 Reddito lordo 261 Reddito nazionale 25 Reddito primario 261 Redistribuzione del reddito 43 Regolamentazione economica 127 Relazioni sindacali 135 Rendimento di scala 177 Ricavo marginale 221 Rimesse 463 Rimpiazzo 385 Rischio della produzione 131 Rischio d’impresa 99 Riserva valutaria 277, 465 Riserve tecniche/ Riserve matematiche 365 Rivoluzione industriale 51

S Salari-Profitti-Rendite 69 Saldo commerciale 461 Scala mobile 399 Sciopero 227 Sconto cambiario 329 Scorte 377 Serrata 227 Sgravio fiscale 205

Shareholder 111 SICAV 357 Sicurezza 91 Sindacato 133 Sistema Europeo dei Conti Nazionali (SEC 2010) 269 Sistema-paese 113 Società dei consumi 89 Soft skills 429 Soggettività 149 Solvibilità 255 Sostituto d’imposta 251 Sottoccupazione 69 Sottoproduzione 289 Sovranità del consumatore 217 Sovrappiù 51, 65 Sovraproduzione 289 Specializzazione del lavoro 451 Speculatore 363 Speculazione finanziaria 525 Speranza di vita alla nascita 507 Spesa pubblica 297 Stabilizzazione del cambio 473 Stagnazione 71 Stakeholder 111 Stato gendarme 126 Stipendi reali 159 Svalutazione 407 Svalutazione competitiva 495 Svalutazione del cambio 473 Sviluppo sostenibile 511

T Tasse 41 Tasso ufficiale di riferimento (Tur) 329 Terzo settore 129 Titolo indicizzato 357 Toro-Orso 361 Tracciabilità 321 Trading online 349 Transazioni internazionali 481 Trasferimenti intraziendali 105

U Uruguay Round 457 Usura 61

V Valore aggiunto 271 Valore attuale 319 Valore intrinseco 323 Valore-lavoro 451 Vendita allo scoperto 365 Verifica empirica 161 Volatilità 361

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Indice dei lemmi

Inglese Nella versione eBook+ selezionando il termine inglese è possibile accedere a una finestra con la spiegazione in lingua del termine stesso.

A Aggregato economico Economic aggregate 24 Ammortamento Depreciation 270 Apprezzamento Appreciation 472 Attività finanziarie Financial assets 90 Automazione Automation 52 Azioni Shares 356

B Barriere all’entrata Barriers to entry 216 Beni durevoli Durable goods 88 Bilancia commerciale Trade balance 462 Bilancia dei pagamenti Balance of payments 460 Bilancio aziendale Balance sheet 102

Collettivismo Collectivism 134 Commercio internazionale International trade 444 Concorrenza monopolistica Monopolistic competition 206 Concorrenza perfetta Perfect competition 206 Consumo Consumption 26 Contabilità economica nazionale National income accounting 266 Conto capitale Capital Account 462 Conto corrente Current Account 462 Conto finanziario Financial Account 462 Convertibilità Convertibility 470 Crescita economica Economic growth 508

D Deflazione Deflation 394 Depressione Depression 378 Deprezzamento Depraciation 472

E Economia dinamica Dynamics economics 24 Economia normativa Normative economics 24 Economia politica Economics 20 Economia positiva Positive economics 24 Economia statica Static economics 24 Equilibrio di mercato Market equilibrium 202 Espansione Expansion 378 Esportazioni/ importazioni Exports / imports 274 Esternalità Externality 105 Evasione fiscale Tax evasion 126

F Famiglia Household 38 Fattori produttivi Factors of production 152 Fondi pensione Pension funds 358 Funzione di produzione Production function 176

G

Borsa Stock exchange 354

Disoccupazione Unemployment 416

Giudizio di valore Value judgement 28

C

Distretto industriale Industrial district 108

Globalizzazione Globalization 54

Capitalismo Capitalism 63

Distribuzione Distribution 46

I

Ciclo economico Businness cycle 376

Divisione del lavoro Division of labour 50

Imposta diretta Direct tax 124

Ciclo produttivo Productive cycle 98

Domanda di moneta Demand of money 326

Imposta indiretta Indirect 124

Circolo vizioso della povertà Vicious circle of poverty 520

Duopolio Duopoly 230

Imprenditore Entrepreneur 52, 172

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Indice dei lemmi


Impresa Firn 38 Indice dei prezzi Price index 396 Inflazione Inflation 394 Infrastrutture Infrastructures 112

P Periodo breve / Periodo lungo Short run / Long run 202 Politica dei redditi Income policy 410 Politica economica Economic policy 128

Ripresa Recovery 378 Rivoluzione industriale Industrial revolution 50

S Salario Salary 43

Innovazione Innovation 100

Politica fiscale Fiscal policy 128

Interesse Interest 254

Politica monetaria Monetary policy 128, 334

Sindacato Trade union 132

L

Pressione fiscale Tax burden 401

Sistema economico Economic system 128

Liberismo Liberism 130

Prezzo di equilibrio Equilibrium price 202

Sottosviluppo Underdevelopment 520

Liquidità Liquidity 90, 318

Prodotto nazionale lordo (PNL) Gross national product (GNP) 267

Sovranità del consumatore Consumer sovereignty 216

M Macroeconomia Macroeconomics 24 Materie prime Commodities 445 Mercato contendibile Contestable market 217 Mercato monetario Monetary market 332 Mercato valutario Currency market 470 Microeconomia Microeconomics 24 Mobilità dei capitali Capital mobility 480 Modello economico Economic model 62 Monopolio Monopoly 206 Monopsonio Monopsony 206

Prodotto nazionale netto (PNN) Net national product (NNP) 270 Produzione Production 46 Profitto Profit 38 Protezionismo Protectionism 62 Pubblicità Advertising 148, 230

R Reddito Income 152 Reddito nazionale (RN) National income (NI) 273 Redistribuzione del reddito Redistribution of income 44 Regime a cambi fissi Fixed exchange rate system 474

Servizio del debito Debt service 519

Sovrappiù Surplus 50 Spesa pubblica Public expenditure 40 Stagnazione Stagnation 70 Stato del benessere Welfare State 126 Svalutazione Devaluation 472 Sviluppo economico Economic Development 506

T Tassa Tax 43 Tasso di cambio Exchange rate 471 Teoria quantitativa della moneta Quantitative theory of money 324

U

Regime a cambi flessibili Flexible exchange rate system 474

Unione monetaria Monetary union 494

Rendita del consumatore Consumer rent 222

Utilità marginale Marginal utility 154

Offerta di moneta Money supply 328

Rendita Rent 256

V

Oligopolio Oligopoly 102, 206

Ricchezza Wealth 152

Valuta Currency 470

O Obiettivi di Sviluppo Sostenibile Sustainable Development Goals 512

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Coordinamento redazionale: Marco Mauri Responsabile editoriale: Martina Mirabella Redazione: Vittoria Tesi Art director: Enrica Bologni Progetto grafico: Enrica Bologni Impaginazione: Grazia Lospennato, Edistudio Copertina: Enrica Bologni Ricerca iconografica: Maria Grazia Ferri Disegni: Alberto Catenacci Immagini di copertina: Shutterstock Le rubriche Educazione civica e orientamento e EconomIA e orientamento sono state curate, rispettivamente, da Stefania Rotundo e Luisa Broli. Referenze iconografiche: Shutterstock, Alamy Tutte le altre immagini provengono dall’Archivio Principato. Per le riproduzioni di testi e immagini appartenenti a terzi, inserite in quest’opera, l’editore è a disposizione degli aventi diritto non potuti reperire, nonché per eventuali non volute omissioni e/o errori di attribuzione nei riferimenti. Contenuti digitali Realizzazione: bSmart labs, ITG Torino, Vittorio Soana Prima edizione: febbraio 2025 Printed in Italy © 2025 - Proprietà letteraria riservata. È vietata la riproduzione, anche parziale, con qualsiasi mezzo effettuata, compresa la fotocopia, anche ad uso interno o didattico, non autorizzata. Le fotocopie per uso personale del lettore possono essere effettuate nei limiti del 15% di ciascun volume dietro pagamento alla SIAE del compenso previsto dall’art. 68, commi 4 e 5, della legge 22 aprile 1941 n. 633. Le riproduzioni per finalità di carattere professionale, economico o commerciale o comunque per uso diverso da quello personale, possono essere effettuate a seguito di specifica autorizzazione rilasciata da CLEARedi (Centro licenze e autorizzazioni per le riproduzioni editoriali), corso di Porta Romana 108, 20122 Milano, e-mail autorizzazioni@clearedi.org e sito web www.clearedi.org. L’editore fornisce – per il tramite dei testi scolastici da esso pubblicati e attraverso i relativi supporti nel sito www.gruppoeli.it materiali e link a siti di terze parti esclusivamente per fini didattici o perché indicati e consigliati da altri siti istituzionali. Pertanto l’editore non è responsabile, neppure indirettamente, del contenuto e delle immagini riprodotte su tali siti in data successiva a quella della pubblicazione, dopo aver controllato la correttezza degli indirizzi web ai quali si rimanda.

Casa Editrice G. Principato Via G.B. Fauché 10 - 20154 Milano

www.gruppoeli.it e-mail: info@gruppoeli.it

La casa editrice attua procedure idonee ad assicurare la qualità nel processo di progettazione, realizzazione e distribuzione dei prodotti editoriali. La realizzazione di un libro scolastico è infatti un’attività complessa che comporta controlli di varia natura. È pertanto possibile che, dopo la pubblicazione, siano riscontrabili errori e imprecisioni. La casa editrice ringrazia fin da ora chi vorrà segnalarli a: Servizio clienti Principato e-mail: info@gruppoeli.it

Stampa: Tecnostampa - Pigini Group Printing Division - Loreto - Trevi 24.85.133.0P


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