4ª 1ª
Settimana
Antologia L’angolo lettura L’angolodella del test
IL TEST INIZIALE Per iniziare ti proponiamo un test per valutare le tue conoscenze. Buona fortuna! 1 Nelle seguenti frasi sono presenti 10 errori di ortografia, individuali e correggili. a) b) c) d)
Non anno voluto ascoltarmi e ora ne piangono le conseguenze. Perché ami poco la canpagna? Avresti potuto accompagniarmi in vacanza. Il nuovo ingeniere è molto più competente di tutti queli che lo hanno precieduto. Vai ha comprare la torta per la festa a sorpresa di Giuglia? Lei non immaggina gniente. PUNTI
____/10
2 Nelle coppie di parole scritte in corsivo cancella quella scritta scorrettamente. a) b) c) d)
Ho ordinato la torta dal pasticciere/pasticcere. Come secondo vorrei una sogliola/soliola. Mi pare che sogniate/sognate ad occhi aperti. Ho misurato la superfice/superficie. PUNTI
____/4
3 C o Q? Alcune delle parole elencate sono scritte con la C al posto della Q e viceversa. Correggile e quando la grafia è corretta scrivi “esatto”. a) b) c) d)
Trancuillo Perquotere Cuadrifoglio Alcuno
................................................. ................................................. .................................................
e) Cuintale f) Quccia g) Soccuadro
................................................. ................................................. .................................................
................................................. PUNTI
____/7
4 Nelle frasi che seguono alcuni monosillabi sono stati sottolineati. Alcuni richiedono l’accento, altri no. Correggi quelli che ritieni errati. a) Stefano non mi da mai una carezza. b) Franca e piena di se, mentre il marito dovrebbe avere più fiducia in se stesso. c) La tua scrivania e quella la; qui lavoro io. PUNTI
____/8
5 Nelle seguenti espressioni usa i troncamenti e le elisioni corrette. Quando è necessario, metti l’apostrofo. a) uno zainetto b) santo Francesco c) nessuno attore
................................................. .................................................
d) una anfora e) suora Beatrice
................................................. .................................................
................................................. PUNTI
4
____/5
3ª 1ª Settimana
L’angolo del lettura test L’angolo della
6 Nel testo che segue sono state omesse la punteggiatura e le maiuscole. Correggi. quando l’estate finisce per molti è come se l’idea stessa del viaggio perdesse senso a pochi verrebbe in mente per esempio di prendere una nave e di andarsene su un’isola a ottobre o a novembre ma voltando le spalle alle consuetudini più radicate si possono fare scoperte emozionanti PUNTI
____/8
7 Indica se le parti del discorso elencate sono variabili (V) o invariabili (I). V a) b) c) d) e)
I
Avverbio Aggettivo Nome Interiezione Congiunzione
V f) g) h) i)
I
Verbo Preposizione Pronome Articolo PUNTI
____/9
8 Scrivi l’articolo indeterminativo dinanzi ai seguenti nomi, poi volgili al plurale e falli precedere dall’articolo partitivo (come nell’esempio). es. un panino → dei panini a) b) c)
lettore DVD → eretico → .................... cellulare →
....................
..................................
....................
.................................. ..................................
d) e) f)
amica → pneumatico → .................... casa →
....................
..................................
....................
.................................. .................................. PUNTI
____/6
9 Tra i seguenti avverbi riconosci quelli di tempo e sottolineali. Oggi – Dentro – Domani – Neppure – Inoltre – Mai – Certamente – Recentemente – Dappertutto PUNTI
____/9
10 Sottolinea e analizza i pronomi nelle seguenti frasi. a) Molti hanno letto l’ultimo bestseller di Camilleri. ........................................................................................... b) Le ho assicurato il mio apprezzamento. ............................................................................................................. c) Silvano è un uomo che pensa solo a se stesso. ........................................................................................... PUNTI
____/3
11 Cerchia i verbi transitivi e sottolinea quelli intransitivi. Accadere – Regalare – Sviluppare – Rinviare – Divenire – Scrivere – Andare – Vincere – Partire PUNTI
____/9
5
1ª Settimana
L’angolo del lettura test L’angolo della
12 Distingui le congiunzioni coordinanti (C) e quelle subordinanti (S). C a) b) c)
S
Qualora Nemmeno Quando
C d) e) f)
S
Ossia Invece Finché PUNTI
____/6
13 Distingui le voci verbali di forma attiva (A) e quelle di forma passiva (P). A a) b) c) d)
Avessero visto Deciderebbe Fu deciso Andrei
P
A e) f) g) h)
P
Furono partiti Sarà sentito Essere visto Sarebbe tornato PUNTI
____/8
14 Analizza le seguenti forme verbali indicando di ciascuna modo, tempo, forma, persona e numero (come nell’esempio). es. ero visto → ind. imperf. passivo 1a pers. sing. a) b) c) d) e) f)
Hanno detto Sarete sentiti Fosti vista (Che) fossero nati Giungerebbe Avranno ascoltato
............................................................................................................................................................... ............................................................................................................................................................... ............................................................................................................................................................... ............................................................................................................................................................... ............................................................................................................................................................... ...............................................................................................................................................................
PUNTI
____/6
15 Trasforma le seguenti voci verbali da attive a passive o viceversa, mantenendo inalterati modo, tempo, persona e numero (come nell’esempio). es. furono applauditi → applaudirono a) b) c) d)
Erano ammirate Aver detto Essere visti Furono ascoltati
............................................................................................................................................................... ............................................................................................................................................................... ............................................................................................................................................................... ............................................................................................................................................................... PUNTI
6
____/4
1ª Settimana
L’angolo del lettura test L’angolo della
16 Leggi il testo seguente e sottolinea i quattro sinonimi presenti. Alla fine della giornata il padre del mio amico rincasava stanco, anzi stremato. Che fosse affaticato si capiva dall’espressione tirata, dal nervosismo che mostrava ai figli. Ciò che lo rendeva esausto era quel lavoro duro e poco remunerativo che era costretto a fare: girare in lungo e in largo la provincia per cercare di vendere, spesso inutilmente, rubinetterie di scarsa qualità. PUNTI
____/4
17 Le parole sottolineate nelle seguenti frasi, possono essere usate in altri contesti con un significato diverso. Scrivi per ognuna di esse una frase in cui la stessa parola abbia un significato diverso. a) Ho chiesto ai miei alunni di fare una carta fisica della Germania entro martedì. ...............................................................................................................................................................................................................................
b) Per fare il progetto di ristrutturazione mi occorre una pianta della casa. ............................................................................................................................................................................................................................... PUNTI
____/2
18 Scrivi sei nomi composti con il verbo porta. a) b) c)
d) e) f)
....................................................................... ....................................................................... .......................................................................
....................................................................... ....................................................................... ....................................................................... PUNTI
____/6
19 Indica da quale parola derivano le seguenti serie di parole. a) acquatico, acquazzone, sciacquare, annacquare, acquoso b) cartolina, cartaceo, incartare, cartomante, cartina, cartiera
................................................................ ................................................................ PUNTI
____/2
20 Indica, riportandole nella seguente tabella, quali espressioni tra quelle indicate useresti parlando con il tuo insegnante (I) e quali parlando con i tuoi amici (A). I a) b) c) d) e) f) g)
Non capire un’acca Non comprendere del tutto Tipi Persone Una magra figura Essere in ansia Fare un casino
A
I h) i) j) k) l) m) n)
A
Mi piace un sacco Confondersi Avere una fifa blu Vado in tilt Un risultato non buono Mi piace moltissimo Toppare PUNTI
____/14
7
1ª Settimana
L’angolo del test
21 Correggi gli errori di lessico presenti nelle seguenti frasi, sottolineando la parola errata e scrivendo nello spazio accanto quella corretta. a) Le indagini hanno cercato di stabilire il dinamismo dell’incidente. ........................................................................ b) Mio fratello è un orgoglioso: vorrebbe avere lui tutte le cose, anche le mie. .................................................. c) Ormai siamo ben concisi nei nostri propositi. ......................................................................................................................... PUNTI
____/3
22 Scegli l’opzione corretta tra quelle indicate. a) Le parole primitive sono formate solo da:
d) CASSAPANCA è una parola:
radice e desinenza
derivata
prefisso e radice
composta
b) La parola ANFITEATRO significa:
e) Il BUCO NERO è:
costruzione aperta usata per spettacoli
un corpo celeste denso
spettacolo teatrale
una voragine molto grossa
c) Il TRICIPITE è:
f) La MONARCHIA è:
un muscolo del braccio
il governo di una sola persona
un legamento
la forma di governo più diffusa oggigiorno PUNTI
____/6
PUNTI
____/5
23 Scrivi un sinonimo e un contrario per ciascun termine. sinonimo a) b) c) d) e)
Semplice Raffinato Pieno Amicizia Odio
contrario
.....................................................
.....................................................
.....................................................
.....................................................
.....................................................
.....................................................
.....................................................
.....................................................
.....................................................
.....................................................
24 Nelle seguenti frasi compare la parola razionale. Sottolinea quelle in cui il termine è usato correttamente. a) b) c) d) e) f) g)
L’uomo è un essere razionale. Questo quartiere è stato progettato in modo razionale. Il cane di mio zio è di razza razionale. La meccanica razionale è una materia che si studia all’università. 1 è un numero razionale. Il razionale è la porzione di cibo consigliata dal dietologo per ogni singolo pasto. L’intelligenza razionale è un tipo di intelligenza. PUNTI
8
____/3
1ª Settimana
L’angolo del test
25 Scegli quali sono i possibili significati della parola primitivo. Attenzione! C’è più di una risposta corretta. a) Relativo all’inizio della civiltà umana o alla preistoria. b) Termine di significato elementare che non è definito ma è usato per costruire altri termini più complessi. c) Risultato sportivo di prestigio ottenuto in una gara. d) Individuo vissuto nell’epoca greca nel III secolo a.C. e) Vino di colore rosso rubino intenso. f) Aggettivo riferito a concetti matematici (es. il punto è un concetto primitivo). g) Aggettivo riferito a cibi di particolare raffinatezza (es. in quel ristorante servono piatti primitivi primitivi). PUNTI
____/3
26 Leggi con attenzione il seguente testo e rispondi alle domande. II legno, il ferro e la pietra Il Medioevo è il mondo del legno. Il legno è allora il materiale universale. È tuttavia sovente un legno di qualità mediocre, comunque un legno i cui pezzi sono di dimensioni modeste e mediocremente lavorati. Le grandi assi tutte di un pezzo che servono alla costruzione degli edifici, degli alberi delle navi, alla carpenteria, difficili a tagliarsi e a modellarsi, sono materiali cari. Il legno, con i prodotti della terra, è una materia così preziosa nel Medioevo che diviene il simbolo dei beni terreni. Il legno costituisce assai presto per l’Occidente medievale anche uno dei principali materiali di esportazione, richiesto dal mondo musulmano, dove, come si sa, l’albero era invece (salvo nelle foreste del Libano e del Maghreb) piuttosto raro. Il legno fu il più grande viaggiatore del Medioevo occidentale. Altro prodotto di esportazione verso l’Oriente, dall’epoca carolingia, è il ferro, o piuttosto le spade, spade franche che abbondano nelle fonti musulmane dell’Alto Medioevo. Ma qui si trattava di un prodotto di lusso, lavorato, frutto dell’abilità dei fabbri barbarici, esperti in tecniche metallurgiche venute, attraverso la steppa, dall’Asia centrale, mondo dei metalli. Il ferro, all’opposto del legno, era raro nell’Occidente medievale. Nulla dimostra meglio il valore del ferro nel Medioevo dell’attenzione che vi presta san Benedetto. Nella sua Regula monachorum consacra un intero articolo, alla cura che i monaci devono avere delle ferramenta, dell’attrezzatura in ferro posseduta dal monastero. Però il materiale che nel Medioevo compete con il legno non è il ferro, che fornisce in generale solo un contributo in quantità debole − lame degli arnesi, chiodi, guarnizioni di ferro, tiranti e catene che rinforzano i muri − ma la pietra. Il legno e la pietra, questa è la coppia di materiali base della tecnica medievale. Gli architetti d’altronde sono nello stesso tempo carpentarii et lapidarii, carpentieri e muratori. Anzi la pietra per lungo tempo è un lusso in confronto al legno. Dall’XI secolo in poi il grande impulso della costruzione, fenomeno essenziale dello sviluppo economico medievale, consiste spesso nel sostituire una costruzione di legno con una costruzione di pietra: questo si verifica per le chiese, per i ponti, per le case. La pietra a paragone del legno è un materiale nobile. Avere una casa in pietra è segno di ricchezza e di potenza. Dio e la Chiesa, i signori nei loro castelli sono i primi ad avere dimore di pietra, ma possederne una diventa ben presto simbolo dell’ascesa sociale dei borghesi più ricchi. (Adattato da Il “bel” Medioevo, Jacques Le Goff , Einaudi scuola)
9
1ª Settimana
L’angolo del test
a) A quale categoria testuale appartiene il testo che hai appena letto? 1. Novella
3. Saggio storico
2. Articolo
4. Diario di viaggio
b) Di quali materiali si parla nel testo? ..................................................................................................................................................................................................................................
c) Completa la tabella, indicando per cosa sono utilizzati i seguenti materiali. Armi
Ponti
Chiese
Navi
Edifici
Chiodi
Case
Spade Guarnizioni
a) Legno b) Ferro c) Pietra
d) Di che cosa è simbolo il legno nel mondo medievale? 1. Vita
3. Natura
2. Beni terreni
4. Fede
e) Perché il legno per l’Occidente medievale è diventato uno dei principali materiali d’esportazione? 1. Perché era richiesto dai musulmani ed era raro fuori dall’Europa 2. Perché era più prezioso dell’oro
3. Perché si trovava in tutto il mondo 4. Perché era stato usato per la croce di Cristo
f) Qual è l’altro prodotto di esportazione verso l’Oriente a partire dall’epoca carolingia? 1. I cereali
3. Le spezie
2. L’oro
4. Le spade
g) Perché in Oriente il ferro era un prodotto di lusso? 1. Perché era stato inventato da poco
3. Perché era più resistente del legno
2. Perché era raro
4. Perché ne parla San Benedetto
h) A partire da quale epoca si verifica un forte impulso all’uso della pietra nelle costruzioni? 1. Dall’XI secolo d.C.
3. Dall’inizio del Medioevo
2. Dall’XI secolo a.C.
4. Fin dalle origini dell’umanità
i) Perché i borghesi più ricchi tendono a possedere dimore in pietra? 1. Perché è più facile da trovare del legno
3. Perché anche le chiese sono di pietra
2. Perché è più economica del legno
4. Perché è un segno di ricchezza e potenza
j) Quale di questi oggetti non è realizzato in ferro? 1. Armi
3. Guarnizioni
2. Chiodi
4. Albero (della nave)
1) meno di 88 punti COMPETENZE DA MIGLIORARE 2) da 88 a 104 punti COMPETENZE DA POTENZIARE 3) da 105 a 123 punti COMPETENZE DI LIVELLO MEDIO 4) da 124 a 143 punti COMPETENZE DI LIVELLO MEDIO-ALTO 5) da 144 a 160 punti COMPETENZE DI LIVELLO ALTO
10
PUNTI
PUNTI TOTALI
____/10
____/160
1ª Settimana
L’angolo storico-geografico
ORIENTARSI NEL TEMPO Saper collocare gli avvenimenti nel tempo è una delle competenze fondamentali dello storico. È, perciò, importante avere un punto di riferimento da cui partire per determinare un “prima” e un “dopo”. Nel mondo occidentale si usa come riferimento la nascita di Cristo (anno 0). Gli anni che seguono questo evento si indicano con la sigla d.C. (dopo Cristo), mentre quelli che lo precedono con a.C. (avanti Cristo). Il crollo del muro di Berlino, per esempio, avviene sul finire del XX secolo, esattamente nel 1989 d.C., cioè 1989 anni dopo la nascita di Cristo. Per convenzione i secoli si indicano con i numeri romani. Ma fai attenzione! I secoli d.C. iniziano sempre dall’anno 1 e finiscono con l’anno 0, mentre quelli a.C. iniziano sempre dall’anno 0 e terminano sempre con l’anno 1. Esempio secolo I secolo VII secolo XII secolo XVIII secolo
a.C. inizio/fine 100 – 1 700 – 601 1200 – 1101 1800 – 1701
d.C inizio/fine 1 – 100 601 – 700 1101 – 1200 1701 – 1800
1 Inserisci le seguenti date sulla linea del tempo: la distanza tra due linee corrisponde a 100 anni. 800 a.C. / 200 d.C. / 700 d.C. / 250 a.C. / 950 d.C. / 450 a.C./ 600 a.C. / 900 a.C. a.C.
d.C.
........ ........ ........ ........ ........ ........ ........ ........ ........ ........
0
........ ........ ........ ........ ........ ........ ........ ........ ........ ........
2 Individua le affermazioni false e correggile riscrivendole nello spazio sottostante. a) Un uomo nasce nel 1330 a.C e muore nel 1390 a.C. ...................................................................................................................................................................................................................................
b) Una donna vive per 50 anni, dal 1660 d.C. al 1710 d.C. ...................................................................................................................................................................................................................................
c) Un uomo nasce nel 557 d.C. e muore nel 499 d.C. ...................................................................................................................................................................................................................................
d) Una donna vive per 65 anni, dal 211 a.C. al 276 a.C. ...................................................................................................................................................................................................................................
3 Quando inizia un secolo? Quando finisce? Scrivi le date di inizio e fine negli appositi spazi. Inizio a) b) c) d)
Fine
XIII secolo a.C. V secolo a.C. XV secolo d.C. XXI secolo d.C.
11
1ª Settimana
L’angolo storico-geografico
ORIENTARSI NELLO SPAZIO Orientarsi significa conoscere con precisione la nostra posizione rispetto ad un punto di riferimento: questo ci permette di scegliere dove muoverci nello spazio terrestre. Stabilire dove si trova il Nord è il primo fondamentale passo da compiere. A questo proposito, l’osservazione della natura e delle stelle nonché gli strumenti inventati dall’uomo possono rivelarsi molto utili: l’osservazione del Sole, della Stella Polare, del muschio sugli alberi oppure la consultazione della bussola, il cui ago indica sempre il Nord. Una volta stabilito dove si trova il Nord, potremo facilmente collocare gli altri punti cardinali che non sono noti solo con i nomi di Sud, Est e Ovest.
NORD SETTENTRIONE MEZZANOTTE
OVEST OCCIDENTE PONENTE
EST ORIENTE LEVANTE
SUD MERIDIONE MEZZOGIORNO
4 Osserva con attenzione l’immagine e completa in modo opportuno le seguenti affermazioni. a) b) c) d) e) f)
In Liguria si parla di Riviera di Levante, cioè collocata a ......................................................................................... Il Ponentino è un vento leggero che spira da ................................................................................................................ Le regioni settentrionali di un paese si trovano a ........................................................................................................ L’Estremo Oriente si trova a ...................................................................................................................................................... I due sinonimi di Ovest sono .................................................................................................................................................... Una casa esposta a Mezzogiorno “guarda” verso .....................................................................................................
12
1ª Settimana
L’angolo storico-geografico
MERIDIANI E PARALLELI La Terra è una sfera leggermente schiacciata in corrispondenza dei Poli (Polo nord e Polo sud). Le semicirconferenze immaginarie che collegano i due poli sono detti MERIDIANI. Il meridiano fondamentale, di riferimento, è quello di Greenwich (dal nome di una località nei pressi di Londra). In totale i meridiani sono 360, 180 a est e 180 a ovest del Meridiano di Greenwich, tutti con la medesima lunghezza. Per mezzo di essi si misura la longitudine. Ci sono poi delle circonferenze immaginarie che corrono parallele tra loro in senso orizzontale, i PARALLELI. Il parallelo di riferimento è l’Equatore che divide la terra in due emisferi: l’emisfero Boreale o nord, e l’emisfero Australe o sud. In totale i paralleli sono 180, 90 a nord e 90 a sud dell’Equatore. Per mezzo di essi si misura la latitudine. L’insieme dei Meridiani e dei Paralleli forma il RETICOLATO GEOGRAFICO, una rete di linee immaginarie che permette di localizzare un punto sulla superficie terrestre, attraverso le coordinate geografiche (ad esempio, Roma ha coordinate 41° e 53’ nord e 12° e 30’ est). La terra non è solo idealmente percorsa dal reticolato geografico, ma anche da 24 fusi orari che la suddividono in altrettante zone.
5 La seguente rappresentazione presenta alcuni errori: correggili dove ritieni opportuno, utilizzando gli appositi spazi. MERIDIANI POLO NORD
a)
d)
..........................................
..........................................
TROPICO
b)
..........................................
PARALLELI EMISFERO NORD
c)
e)
..........................................
..........................................
6 Indica se le seguenti affermazioni sono VERE o FALSE. a) È corretto parlare di longitudine Nord e Sud.
V
F
b) I paralleli sono 180, 90 a Est e 90 a Ovest.
V
F
c) L’emisfero sud è detto “Australe”.
V
F
d) L’equatore è il parallelo di riferimento.
V
F
13
1ª Settimana
L’angolo storico-geografico
LE RAPPRESENTAZIONI DELLO SPAZIO Mappe e carte geografiche Per raffigurare la realtà in cui vive, l’uomo ricorre a delle rappresentazioni grafiche (mappe e carte geografiche) che presentano queste tre caratteristiche fondamentali: sono ridotte, simboliche e approssimate. a) Ridotte: rappresentano la realtà riducendola. Per fare ciò utilizzano una SCALA DI RIDUZIONE: ad es. utilizzare una scala 1:10.000 significa che ogni centimetro sulla carta corrisponde a 10.000 centimetri (100 m = 0,1 km) nella realtà. In base alla scala di riduzione si possono distinguere: PIANTE O MAPPE:
riduzione fino a 1:10.000
CARTE TOPOGRAFICHE:
riduzione tra 1:10.000 e 1:100.000
CARTE COROGRAFICHE:
riduzione tra 1:100.000 e 1:1.000.000
CARTE GEOGRAFICHE:
riduzione oltre 1:1.000.000
7 Osserva attentamente la scala di riduzione, 1 cm sulla carta corrisponde a:
a) b) c) d)
20.000 m cioè 20 km 1.200.000 cm cioè 12 km 200.000 cm cioè 2.000 m = 2 km 200.000 km
8 In base alla scala di riduzione, di quale tipo di carta si tratta? ...................................................................................................................................................................................................................................
14
1ª Settimana
L’angolo storico-geografico
b) Simboliche: rappresentano e interpretano la realtà utilizzando simboli.
9 Cosa rappresentano i simboli di questa legenda? a) Luoghi di interesse, mezzi di trasporto e luoghi di svago b) Luoghi di svago ed edifici pubblici c) Centri di culto, mezzi di trasporto e luoghi di svago d) Edifici pubblici e luoghi di interesse
Museo
Traghetto
Metro
Immersione
Autobus
Funivia
Balneabilità
Panorama
Bici
c) Approssimate: non riproducono fedelmente la realtà che è molto più complessa, ma ne costituiscono solo una rappresentazione parziale degli elementi ritenuti più importanti per quella tipologia di mappa o carta. Inoltre rappresentano la realtà tridimensionale in due sole dimensioni.
10 Cosa vuole porre in rilievo questo planisfero?
a) b) c) d)
Il reticolato geografico La disposizione dei continenti Gli oceani I rilievi
15
1ª Settimana
L’angolo del lessico
L’USO DEL VOCABOLARIO Il vocabolario o dizionario della lingua italiana è uno strumento fondamentale per leggere e scrivere correttamente. Esso può esserci utile per non commettere errori di ortografia o per comprendere il significato di parole a noi sconosciute. Il dizionario contiene tutte le parole della lingua italiana, disposte in ordine alfabetico. L’insieme della parola e del suo significato è chiamato voce e si articola in diverse parti. Il vocabolo vero e proprio, solitamente in grassetto, è il lemma. Si tratta della forma base della parola: per i sostantivi è il singolare, per gli aggettivi è il maschile singolare, mentre per i verbi è l’infinito. Il testo che segue ogni lemma è la glossa, che si articola in diverse parti: • la prima è solitamente l’etimologia, cioè la spiegazione dell’origine della parola, posta generalmente fra parentesi quadre; • quindi viene specificata la funzione grammaticale del vocabolo, solitamente in forma abbreviata. Lo scioglimento delle abbreviazioni è indicato all’inizio del dizionario; fra le abbreviazioni più comuni ricordiamo s. per sostantivo; v. per verbo; agg. per aggettivo; avv. per avverbio ecc. Ricorda che una stessa parola può svolgere diverse funzioni in base al contesto in cui si trova: per esempio il vocabolo forte può essere aggettivo, avverbio o sostantivo; • successivamente può essere segnalata la presenza di eventuali forme irregolari e infine viene indicato il significato della parola. Si tratta ovviamente della parte più lunga e articolata della voce, dal momento che un vocabolo può avere numerosi significati diversi. Ciascun significato è preceduto da un numero progressivo e può essere introdotto da alcune abbreviazioni, indicanti l’ambito in cui il vocabolo è solitamente usato con quel particolare significato (es. l’abbreviazione music. precederà il significato di parole usate in ambito musicale; scient. in ambito scientifico e così via); • infine la glossa può chiudersi con l’indicazione di alcuni esempi e l’indicazione di sinonimi, contrari e alterati.
Ecco l’esempio di una voce del dizionario, in cui vengono evidenziate le parti di cui abbiamo appena parlato: grèco (lemma) agg. e s. m. (funzione grammaticale) [dal lat. Graecus, gr. Γραικός] (etimologia) (pl. m. -ci; dei vini e dei vènti anche -chi). 1. agg. Della Grecia, come regione geografica, comprendente all’incirca la parte meridionale della penisola balcanica, con le isole che la circondano: le coste g., l’arcipelago greco. Più spesso, della Grecia come nazione storica, e quindi del suo popolo, della sua storia, della sua civiltà: a. Con riferimento alla Grecia antica: le colonie g. dell’Italia meridionale; l’alfabeto g.; i dialetti g.; antichità greche; storia, filosofia g.; la mitologia g.; arte, scultura g. (in questo senso, l’agg. può essere sostituito talvolta da ellenico, peraltro d’uso più letterario e di sign. più ristretto, in quanto tende a contrapporsi a ellenistico). Anche per indicare caratteri proprî della civiltà greca antica: finezza g.; viso, profilo, naso g., conforme ai canoni della statuaria greca. b. Della Grecia medievale, quasi solo con riferimento alla Grecia vera e propria in quanto conservi una qualche individualità nell’ambito dell’Impero di Costantinopoli (mentre tutto ciò che si riferisce, in senso più ampio, alla cultura greca di quell’epoca s’indica piuttosto col termine bizantino). c. Nella storia del cristianesimo, Chiesa g., sia quella «ortodossa» separatasi in seguito allo scisma d’Oriente (volendo precisare, Chiesa greco-ortodossa o greco-scismatica; e parimenti clero, prete greco-scismatico), sia quella rimasta fedele a Roma ma di rito orientale (Chiesa greco-unita; clero greco-unito). d. Con riferimento alla Grecia moderna: la rivoluzione g. del 1821; lingua greca (ma, volendo distinguere la moderna dall’antica, lingua neogreca o neoellenica o greca moderna).
16
1ª Settimana
L’angolo del lessico
2. Locuz. particolari: a. Calendario g., quello in uso nell’antica Grecia, che comprendeva 12 mesi lunari, formati alternativamente di 29 o 30 giorni, in tutto quindi 354, con l’aggiunta periodica (non uniforme nelle varie città-stato) di un mese supplementare, detto embòlimos, per far coincidere l’anno lunare con l’anno solare; con altro senso, il calendario giuliano conservato dalla Chiesa greca (e dalle altre dell’Oriente europeo) fino ad anni recenti, e ancor oggi in alcuni monasteri greci. Per calende g., croce g., fieno g., fuoco g., pece g., v. sotto i rispettivi sost.; «i» greco, altra denominazione dell’ipsilon, cioè della lettera y dell’alfabeto latino corrispondente a υ dell’alfabeto greco. b. Alla greca, come locuz. avv. o aggettivale, al modo dei Greci: vestire alla greca; per il costrutto detto accusativo alla greca, v. accusativo. Con altra accezione, in legatoria, cucitura alla greca, v. cucitura, n. 2, e anche grecare, grecaggio. 3. s. m. a. (f. -a) Abitante della Grecia (antica o moderna), nativo della Grecia: i G. di Sparta, di Corinto. b. La lingua greca: il g. antico, il g. moderno (o neogreco); anche senza determinazione aggettivale, quando la distinzione si deduce facilmente dal contesto: parla bene il g. (moderno); studiare il g. (antico); professore di latino e greco in un liceo. c. Vento di nord-est, detto anche vento g. o grecale (v.), e la direzione da cui esso spira; in composizione: g.-levante, g.-tramontana, i venti intermedi tra greco e levante o tra greco e tramontana. d. Nome di numerosi vitigni, in parte noti fin dall’antichità, come il g. del Vesuvio o di Tufo, che dà grappoli giallo-dorati, sovente doppi, da cui si ottengono buoni vini bianchi da pesce dai nomi famosi (Falerno, Lacrima Christi ecc.). Talora, anche forma ellittica per indicare genericam. il vino g., proveniente cioè dalla Grecia, o anche vini di produzione locale: ella fece venire greco e confetti e fé dar bere a Andreuccio (Boccaccio); greco di Bianco, pregiato vino bianco di limitata produzione nel territorio di Bianco (in prov. di Reggio Calabria), di alta gradazione alcolica, che con l’invecchiamento si fa corposo, rotondo e vellutato, con forte profumo di arancio. e. G. duro: nome, nel Lazio, di un marmo saccaroide bianco antico, tenace, a grana grossa, proveniente prob. dalla Grecia. G. fine: varietà simile al marmo apuano. ◆Dim. grechétto, grechino; spreg. grecùccio; pegg. grecàccio: tutti riferiti per lo più alla lingua e allo studio di essa, oppure alle persone (per usi partic. di grechetto, v. la voce) (alterati). (Da www.treccani.it/vocabolario)
1 Aiutandoti con il vocabolario, indica il lemma, il corretto significato e la funzione grammaticale delle parole sottolineate nel seguente brano. Pechino, l’immensa capitale del più popoloso impero del mondo, che da migliaia d’anni si erge, al par di Roma, come sfida al tempo, a poco a poco s’immergeva fra le tenebre. Le immense cupole a scaglie azzurre dai riflessi dorati dei giganteschi templi buddisti; i tetti gialli dal lampo accecante degli sterminati palazzi della corte imperiale; i mille ghirigori di porcellana del tempio dello spirito marino che racchiude le tre incarnazioni del filosofo Lao Tse; i candidi marmi del tempio del cielo; le tegole verdi del tempio della filosofia; la foresta immensa di guglie e d’antenne sostenenti mostruosi draghi dorati cigolanti alla brezza; le punte arcuate di metallo dorato delle torri, dei bastioni, delle muraglie enormi della città interdetta, scomparivano fra le brume della sera. (Da I figli dell’aria, E. Salgari) a) capitale
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e) ghirigori
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b) poco
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f) che
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c) buddisti
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g) antenne ➜ ..........................................................................
d) della
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h) cigolanti ➜ ..........................................................................
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1ª Settimana Cesare: Claudia: Cesare: Claudia: Cesare:
L’angolo del latino
Salve discipula! Cosa? Ego tibi salutem dico. Ma che lingua parli? Latino naturalmente!
Che cos’è il latino? Si tratta di una lingua parlata a Roma e nelle sue terre di conquista, a partire almeno dal VI secolo a.C. Questo linguaggio, nel corso dei secoli, si è modificato e ha dato origine a molte moderne lingue europee, come l’italiano, il francese, lo spagnolo, il rumeno ecc. Ovviamente l’italiano moderno presenta molte differenze con il latino, fra cui alcune importanti differenze di pronuncia: • i dittonghi ae ed oe si pronunciano semplicemente “e” (es. la parola latina caelum, che in italiano significa cielo, si pronuncia “celum”); • il gruppo ti, quando non è accentato ed è seguito da vocale, si pronuncia “zi” (es. la parola latina avaritia, che in italiano significa avidità, si pronuncia “avarizia”); • il gruppo ph si pronuncia “f” (es. la parola latina philosophia, che in italiano significa filosofia, si pronuncia “filosofia”).
QUANTITÀ E ACCENTO Per leggere e capire correttamente il latino, bisogna conoscere anche il concetto di quantità vocalica. Quest’ultima è la durata del suono con cui viene pronunciata una vocale, che perciò potrà essere breve (ă; ĕ; ĭ; ŏ; ŭ) o lunga (ā; ē; ī; ō; ū). La quantità vocalica regola la posizione dell’accento e può modificare il significato delle parole. Infatti la regola dell’accento latino afferma che possono essere accentate solo la penultima e la terzultima sillaba di una parola. L’accento cade sulla penultima sillaba, se è lunga, sulla terzultima, se è breve (es. la parola latina matrōna, che in italiano significa “signora”, si legge “matróna”, ma la parola geometrĭa, che significa appunto “geometria”, in latino si legge “geométria”). ATTENZIONE: Una sillaba è breve se presenta una vocale breve, mentre è lunga quando presenta una vocale lunga o un dittongo. Una sillaba può essere lunga indipendentemente dalla quantità vocalica, se inizia e finisce con una consonante (es. la penultima sillaba di an-cĭl-la è lunga, anche se la i è breve). Claudia: Ah, ma allora è facile! È inutile che la fai tanto lunga: ho già capito tutto! Queste cose potevano sembrare difficili 50 anni fa; oggi siamo molto più svegli! Cesare: Mi fa piacere che il latino ti sembri così facile, ma le differenze con l’italiano sono molte di più di quelle che ti ho appena spiegato. Per esempio, pensi di sapere come si indicano in latino il soggetto e i complementi? Claudia: Ma sì, me l’avevi già spiegato l’anno scorso in grammatica italiana: soggetto e complementi hanno delle posizioni diverse all’interno della frase e sono preceduti da articoli e preposizioni, che ci aiutano a capirne la funzione. È così in italiano, ma anche in spagnolo, francese, inglese…
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1ª Settimana
L’angolo del latino
Cesare: Mi spiace, ma devo deluderti. In latino la situazione è decisamente diversa. Gli articoli non esistono e le preposizioni sono molto meno usate. Per differenziare un complemento dall’altro si modifica la terminazione della parola. L’insieme di tutti i modi in cui è possibile modificare una parola, in base alla funzione svolta, è detto declinazione. In latino esistono 5 declinazioni, ognuna delle quali è divisa in 6 casi, a ciascuno dei quali corrisponde una precisa funzione sintattica.
Caso
Funzione svolta
Nominativo
Soggetto (chi o cosa svolge l’azione espressa dal predicato). Es. Lucia è andata a prendere il pane.
Genitivo
Complemento di specificazione (risponde alla domanda di chi? di che cosa?). Es. Marco è andato a casa di Luca.
Dativo
Complemento di termine (risponde alla domanda a chi? a che cosa?). Es. Giulio ha fatto un regalo a Marta.
Accusativo
Complemento oggetto (risponde alla domanda chi? che cosa?). Es. Massimo ha conosciuto Marina.
Vocativo
Complemento di vocazione (la persona, l’animale o la cosa a cui ci si rivolge nel discorso diretto). Es. Francesco, vai a prendere il pane!
Ablativo
Complemento di mezzo (con che cosa? con quale mezzo?), di causa (perché?), di modo (in quale modo?), di stato in luogo (dove?) e molti altri.
Come in italiano, anche in latino esistono solo 2 numeri, singolare e plurale, mentre i generi sono 3; oltre al maschile e al femminile esiste anche il neutro, usato per gli oggetti inanimati.
1 Scrivi l’esatta pronuncia delle seguenti parole latine. Oltre alle regole già riportate sopra, ricorda che k si pronuncia come la “c” di cane, h corrisponde a una leggera aspirazione e y si pronuncia “i” (es. Karthago = “Cartago”). Physicus Pigritia Zephyrus Aegyptus Aetas
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Puellae Facetia Praeda Abundantia Sapientia
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2 Segna correttamente l’accento sulle seguenti parole latine. Incōla; philosophĭa; incĕrtus; cadĕre; dicĕre; pŭdor; amīcus; Latīnus; epistŭla; timēre
3 Abbina correttamente il caso al complemento e all’esempio corretti, come nell’esempio. Attenzione! L’ablativo può essere abbinato a più di un complemento. es. f) 2–C a) Nominativo
1. Complemento di termine
A) Paolo sposerà Francesca.
b) Genitivo
2. Complemento di mezzo
B) Giulia mangia il suo panino.
c) Dativo
3. Complemento di stato in luogo
C) Taglia lungo i contorni con le forbici.
d) Accusativo
4. Soggetto
D) La torta della nonna è buonissima.
e) Vocativo
5. Complemento di specificazione
E) Ho consegnato la lettera a Fabiana.
f) Ablativo
6. Complemento di causa
F) L’autostrada era bloccata per il traffico.
7. Complemento di vocazione
G) Martino, passami il sale!
8. Complemento oggetto
H) A Milano vivono molte persone.
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2ª
Settimana
Antologia L’angolo della lettura Il testo narrativo
SITÀ EROSITÀ GENERO DIGEN TODI GESTO UNAGES UN Mentre Tom è irrequieto e ribelle, Rebecca Thatcher, detta Becky, è una bambina tranquilla, studiosa e molto curiosa. Un giorno, approfittando della momentanea assenza del maestro, comincia a sfogliare un libro che l’uomo tiene sotto chiave nel cassetto della cattedra. Tutti gli alunni muoiono dalla curiosità di sapere di cosa si tratti (è un libro di Anatomia). Accidentalmente Becky strappa una preziosa pagina incisa e colorata; ben presto il maestro si accorge dell’accaduto. – Chi ha strappato questo libro? Nessuno fiatò. Se fosse caduto uno spillo, lo si sarebbe udito. Il silenzio continuò; il maestro scrutò una faccetta dopo l’altra, cercando le tracce della colpa. – Benjamin Rogers, hai strappato tu il libro? Un diniego. Un nuovo silenzio. – Joseph Harper, sei stato tu? Un altro diniego. L’inquietudine di Tom divenne sempre e sempre più grande a causa della lenta tortura di quell’indagine. Il maestro osservò le file dei ragazzi, rifletté un momento, poi si rivolse alle bambine: – Amy Lawrence? Uno scuotimento di testa. – Gracie Miller? Lo stesso segno di negazione. – Susan Harper, sei stata tu a fare questo? Un altro diniego. La bambina che veniva dopo era Becky Thatcher. Tom stava tremando dalla testa ai piedi, sia per l’agitazione, sia perché si rendeva conto di quanto la situazione fosse disperata. – Rebecca Thatcher – (Tom sbirciò il viso della bambina; era bianco di terrore) – hai strappato tu... no, guardami in faccia – (ella alzò entrambe le mani, come per supplicare) – sei stata tu a strappare questo libro? Un’idea scoccò fulminea nella mente di Tom. Egli balzò in piedi e urlò: – Sono stato io! La scolaresca fissò perplessa colui che aveva osato quell’incredibile follia. Tom rimase immobile per un momento, chiamando a raccolta le sue scombussolate facoltà; ma, quando si fece avanti per subire il castigo, lo stupore, la gratitudine, l’adorazione che splendettero su di lui sprizzando dagli occhi della povera Becky parvero sufficienti a ripagarlo di cento frustate. Ispirato dallo splendore del suo stesso gesto, egli subì, senza un solo lamento, la più spietata fustigazione che fosse mai stata inflitta anche dal signor Dobbins; e accolse, sempre con indifferenza, un’altra crudeltà:
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2ª Settimana
L’angolo della lettura
l’ordine di restare in aula per due ore dopo il termine delle lezioni; sapeva infatti chi lo avrebbe aspettato là fuori al termine della prigionia, a sua volta senza trovare l’attesa una tediosa perdita di tempo. Tom si coricò, quella sera, progettando la vendetta contro Alfred Temple; infatti, non senza vergogna e pentimento, Becky gli aveva detto tutto, non dimenticando neppure il proprio tradimento1; ma anche il desiderio di vendetta dovette ben presto cedere il posto a riflessioni più piacevoli e il ragazzo si addormentò, infine, con le ultime parole di Becky che gli indugiavano, meravigliose, nell’orecchio: – Tom, come hai potuto essere così nobile? (Da Le avventure di Tom Sawyer, M. Twain)
1 tradimento: Tom in pre cedenza era stato ingius tamente punito per un guaio co mbinato da Alfred Tem ple di cui Becky era stata testimon e. Al momento dell’indiv idu azi one del responsabile, Becky no n aveva rivelato che la co lpa era di Alfred, per paura di ess ere accusata a sua volta de l da nn o al libro del maestro.
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2ª Settimana
L’angolo della lettura
Il testo narrativo Come dice il nome stesso, questa tipologia di testo si pone l’obiettivo di narrare, cioè di raccontare, una vicenda. Ecco in breve gli “ingredienti essenziali” che lo caratterizzano. 1. La vicenda: può essere vera, verosimile o fantastica e si può suddividere in varie fasi, ciascuna con una funzione specifica.
FASI 1. Antefatto (facoltativo) 2. Situazione di partenza 3. Fatto centrale 4. Conclusione (EPILOGO) 5. Conseguenze (facoltative)
FUNZIONI situazione che precede la vicenda. avvio della vicenda. svolgimento della vicenda. conclusione della vicenda. eventi successivi alla conclusione.
Attenzione! L’antefatto e le conseguenze non sempre sono rintracciabili all’interno di un testo narrativo. Inoltre, la vicenda può essere narrata da un narratore interno, che racconta i fatti in prima persona (punto di vista personale) o da un narratore esterno, che parla in terza persona (punto di vista impersonale). Es.“In quel momento di difficoltà, abbracciai con forza il mio amico” (narratore interno). “In quel momento di difficoltà, i due amici si abbracciarono con forza” (narratore esterno). 2. I personaggi: veri, verosimili o fantastici animano la vicenda con ruoli a volte ben definiti (protagonista, antagonista, aiuto protagonista ecc.). 3. I luoghi: veri, verosimili o fantastici in cui si svolge la vicenda e agiscono i personaggi. 4. Il tempo: la vicenda può essere narrata seguendo l’ordine cronologico degli eventi (fabula), oppure seguendo un ordine “inventato” che non corrisponde a quello cronologico in cui si è svolta la vicenda (intreccio). Due sono le strategie più utilizzate per rendere interessante un intreccio: A. Il flashback: si tratta di un vero e proprio “tuffo nel passato” e consiste nel raccontare un episodio avvenuto prima di quello in cui si svolge la narrazione. Es. Mentre si parla della vita di un grande chef noto in tutto il mondo, si torna alla sua infanzia narrando l’origine della sua passione per la cucina. B. L’anticipazione: si narra la conclusione prima dell’inizio della vicenda. Es. Si descrive la scena del delitto di un’anziana signora benestante prima delle vicende e delle motivazioni che hanno portato l’assassino a compiere il crimine stesso.
1 Il protagonista del racconto è: a) Becky b) il maestro
c) Tom d) la scolaresca
2 Il narratore è: a) interno alla vicenda b) né interno né esterno alla vicenda
c) esterno alla vicenda ma talvolta racconta in prima persona d) esterno alla vicenda
3 La vicenda è narrata: a) seguendo un ordine cronologico (fabula) b) ricorrendo all’anticipazione
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c) ricorrendo al flashback d) secondo un ordine non cronologico (intreccio)
2ª Settimana
L’angolo della lettura
Analisi e comprensione del testo
4 Il luogo dove si svolge la vicenda è: a) del tutto fantastico b) non definito
c) vero o verosimile d) reale e indicato con il nome proprio di una località
5 Chi è il signor Dobbins? a) Il padre di Becky b) Un collega del maestro
c) Il padre di Tom d) Il maestro
6 Quali sentimenti prova Becky per Tom? Indica con SÌ le risposte esatte e con NO quelle sbagliate. SENTIMENTO a) b) c) d) e) f)
SÌ
NO
Vergogna Stupore Risentimento Delusione Gratitudine Adorazione
7 Cosa vuole sottolineare l’espressione di inizio brano “Se fosse caduto uno spillo, lo si sarebbe udito”? a) La volontà degli alunni di non rivelare il colpevole b) Un clima di assoluto silenzio
c) Un’atmosfera carica di ironia d) Un clima di silenzio e tranquilla attesa
8 Indica con una ✘ se le seguenti affermazioni sono VERE o FALSE. a) Il maestro si dirige subito verso Tom, ignorando i compagni, convinto che sia il responsabile. V
F
b) Il maestro si rivolge prima alle bambine poi ai bambini.
V
F
c) Il maestro infligge a Tom due diverse punizioni.
V
F
d) Tom accoglie i castighi con indifferenza.
V
F
9 Collega la parola al sinonimo corrispondente. parola a) b) c) d)
Scrutare Diniego Perplesso Tedioso
sinonimo 1. 2. 3. 4.
Dubbioso Noioso Osservare attentamente Negazione
10 Completa l’esercizio, utilizzando anche le informazioni contenute nella presentazione del brano. 1) 2) 3) 4) 5)
Antefatto Situazione di partenza Fatto centrale Conclusione (epilogo) Conseguenze
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Il maestro si accorge della pagina strappata e indaga. ........................................................................................................................................................... ........................................................................................................................................................... ...........................................................................................................................................................
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2ª Settimana
L’angolo della scrittura
Come si scrive un testo narrativo? Consigli pratici Scrivere è un piacere, un passatempo, a volte un compito ma richiede comunque una tecnica, pertanto prova a dividere il lavoro in tre fasi. Attenzione ai consigli per ognuna di esse! FASI 1. PROGETTAZIONE
CONSIGLI a. Stabilire personaggi e luoghi della vicenda. b. Impostare a grandi linee l’inizio, lo svolgimento e la conclusione (una semplice elencazione costituita da una o due frasi riassuntive per ciascuna parte). c. Scegliere tra narratore esterno ed interno (narrazione in prima o terza persona). d. Stabilire l’ordine cronologico (fabula o intreccio?). Solitamente un intreccio risulta più avvincente ma più difficile da comporre di una fabula.
2. SCRITTURA
a. Attenzione all’utilizzo dei modi e dei tempi verbali. Per esempio: Quali tempi usare per azioni svolte nel passato? Quali modi per esprimere incertezza oppure un ordine? b. Adeguato uso degli indicatori temporali che danno i giusti tempi alla storia (prima, poi, il giorno seguente ecc.).
3. RILETTURA E REVISIONE
a. Controllo degli aspetti di correttezza formale (accenti, apostrofi, punteggiatura ecc.). b. Attenzione al rispetto delle fasi di progettazione (inizio, svolgimento…) e alla chiarezza espositiva. c. Controllo dei modi e dei tempi verbali anche in relazione alla scelta tra narratore interno e narratore esterno.
1 Leggi attentamente i percorsi di lavoro riportati di seguito, scegline uno e scrivi un breve testo narrativo che presenti le seguenti caratteristiche: • narratore esterno • presenza dell’intreccio con uso di flashback • ambientazione reale a) Due amici litigano furiosamente per colpa di una persona molto invidiosa ma poi fanno pace. b) Un cane in difficoltà viene salvato da una bambina che poi decide di adottarlo. c) Nelle vacanze estive due fratelli si iscrivono a un corso di vela e durante un’uscita al largo avvistano due meravigliosi delfini. .................................................................................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................................................................................. ..................................................................................................................................................................................................................................
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2ª Settimana
L’angolo della scrittura
2 Scrivi due brevi e semplici testi narrativi in cui Massimo, il protagonista, organizza scherzi in compagnia dell’amico Luca. Nel primo testo Massimo è il narratore interno mentre nel secondo testo il narratore esterno è Giulio, vicino di casa e compagno di classe di Massimo e Luca. La trama può essere la stessa per entrambi i testi. Testo 1 (narratore interno: Massimo) .................................................................................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................................................................................. ..................................................................................................................................................................................................................................
Testo 2 (narratore esterno: Giulio) .................................................................................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................................................................................. ..................................................................................................................................................................................................................................
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2ª Settimana
L’angolo della grammatica
L’ACCENTO Tutte le parole hanno l’accento (accento tonico), ma solo alcune hanno anche l’accento grafico, cioè scritto sulla parola stessa. Nella lingua italiana l’accento può essere acuto (come in sé) o grave (come in è). L’accento acuto si usa per le -e e -o chiuse, l’accento grave per le -e e -o aperte e per le vocali -a, -u, -i. L’accento grafico è obbligatorio: • sulle parole tronche (accentate cioè sull’ultima lettera) di due o più sillabe: sarò, libertà, città; • in alcuni monosillabi come ciò, già, giù, piè, più, può; • su alcuni polisillabi per distinguerli dai loro omografi: àncora/ancòra, bàlia/balìa; • in alcuni monosillabi (detti omografi) che, senza accento, potrebbero essere confusi con parole che hanno la stessa grafia. ATTENZIONE! Non bisogna confondere i seguenti monosillabi: - ché (forma abbreviata di perché): Prendi l’ombrello, ché piove. - che (pronome o congiunzione): Hai visto il libro che ho lasciato sul tavolo? - Dico che sei un campione! - né (congiunzione negativa): Né pane, né vino. - ne (avverbio o pronome): Te ne vai? - Che ne dici? - dà (verbo dare): Luca dà il libro a Lorenzo. - da (preposizione): Sono arrivato da tre ore. - dì (nome arcaico del giorno): Il dì e la notte. - di (preposizione): Il libro di Gaia. - là (avverbio di luogo): Paolo è là dietro. - la (articolo o pronome): Apparecchia la tavola. - Dov’è? Non la vedo! - lì (avverbio di luogo): Il diario di Christian è lì. - li (pronome): Li conoscete? - sé (pronome): Chi fa da sé, fa per tre! - se (congiunzione): Se piove, prendi l’ombrello. - sì (affermazione): Avete studiato? Sì. - si (pronome): Davide si lava in continuazione. - è (verbo essere): Dennis è un bravo ragazzo. - e (congiunzione): Mare e montagna. - tè (bevanda): Ha già bevuto il tè? - te (pronome): Te lo dico per l’ultima volta!
1 Metti l’accento o cancellalo (quando è necessario) nelle parole in corsivo. a) b) c) d) e) f) g) h) i) j)
E già stata venduta la casa dello zio di Giorgio. Il giorno è l’alternarsi di di e notte. Dì solito non gioco a calcio il sabato mattina. Ho deciso che ti interrogherò in storia! Non uscire senza ombrello che piove. Non ho portato ne gli sci ne il casco: come faccio a venire a sciare? Ne ho dato il mio parere ad Antonio proprio stamattina. Li ha portati di li! Oggi nessuno mi da una mano ad apparecchiare? Beatrice si lava i denti dopo ogni pasto.
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2ª Settimana
L’angolo della grammatica
2 In queste frasi mancano dieci accenti; inseriscili opportunamente. a) Riccardo e proprio un ragazzo problematico, mi da sempre del filo da torcere! b) Giovanni ha venduto la moto a un suo amico. c) Simona ha mandato Kevin li a prenderle un caffè. d) Non andare la, se non vuoi essere investito! e) Steve non ha portato ne i libri ne i quaderni.
f) Vieni con me al bar a prendere un te o una cioccolata? g) Ho saputo che Elena si e fidanzata con Mirko. h) Se sabato il tempo e bello andremo al mare. i) Cecilia ha dimenticato di nuovo di portare l’adesione e la quota per l’uscita a teatro. j) Franco e andato in cucina a lavare i piatti.
IL TRONCAMENTO E L’ELISIONE Il troncamento è la caduta di una vocale o di una sillaba alla fine di una parola (che può avvenire anche quando la parola successiva inizia per consonante). L’elisione è l’uso dell’apostrofo tra due parole (la prima deve finire per vocale e la seconda deve iniziare per vocale). Il troncamento è obbligatorio: 1) con dottore, signore, ingegnere, suora seguiti da un nome proprio: suor Giovanna, dottor Colombo; 2) con uno e i suoi composti (nessuno, qualcuno, ciascuno, alcuno ecc.): un libro, nessun altro; 3) con tale e quale e il verbo essere: qual è, tal è; 4) con quello, bello e santo: San Luca, quel cane. ATTENZIONE! Ci sono queste eccezioni (sono troncamenti che vogliono l’apostrofo!): 1) po’ (= poco); 2) cinque verbi all’imperativo: da’, di’, fa’, sta’, va’ (che stanno per dai, dici, fai, stai, vai). L’elisione è obbligatoria: 1) con gli articoli singolari una, lo, la e con le preposizioni articolate formate da lo e la: un’amicizia, l’ozio, dell’uomo, nell’indice ecc; 2) con alcuni aggettivi come bello/a, santo/a, questo/a, quello/a: Sant’Ugo, quest’anno, quell’erba; 3) in espressioni come mezz’ora, senz’altro, quattr’occhi… 4) con ci, dove e come davanti al verbo essere: c’è, dov’è, com’è. ATTENZIONE! Tutt’uno ma non tuttuno; tutt’oggi ma non tuttoggi; tutt’altro ma non tuttaltro; tuttora ma non tutt’ora.
3 In ogni frase ci sono due parole scritte come se fossero una parola sola. Riscrivi nell’apposito spazio le due parole distinte, separandole con l’apostrofo. a) b) c) d) e) f) g) h) i) j)
Giacomo e Luigi non sintendono molto di tablet. Mettiti daccordo con Gianluca sull’orario del vostro incontro. Gualtiero impiega più di mezzora al giorno per fare lo zaino. Nellarea di rigore il portiere può prendere la palla con le mani. Ho suggerito a Carlo di cercare unaltra soluzione. Questinverno la famiglia Rossi è andata a sciare tutti i weekend. Mia nonna ogni mattina va a Messa nella chiesa di SantAndrea. Ai piedi del Colosseo è stata ritrovata unantica iscrizione. Non mi sembra proprio una bellidea. Mattia senzaltro avrà un futuro come attore.
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2ª Settimana
L’angolo della grammatica
4 Nelle seguenti frasi c’è una coppia di parole che richiede un troncamento. Trascrivile facendo attenzione a non inserire l’apostrofo. a) b) c) d) e) f) g) h) i) j)
Nessuno ragazzo ha partecipato alle gare di atletica. Suora Elvira si occupa di ragazzi difficili. La cattedrale di Roma è dedicata a Santo Pietro. Mi ricordo ancora la merenda di mia nonna: del buono pane e salame. Ho trovato un buono uomo che mi ha aiutato a cambiare la gomma bucata. Dopo tanta pioggia, sembra finalmente arrivato il bello tempo. La montagna più alta degli Appennini è il Grande Sasso. Gennaro è proprio uno asino, non sa tradurre dal latino. Nessuno ostaggio sarà condannato a morte. Ciascuno ragazzo deve indossare maglietta gialla e pantaloncini blu.
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I GRUPPI DIFFICILI (CIE-CE, GIE-GE, GN-NI E LI-GLI) I suoni ce e ge in italiano si scrivono di solito senza la i, ma esistono alcune eccezioni: • gruppo -cie: cielo, cieco, specie, superficie, società, sufficienza, deficiente, pasticciere, crociera, lanciere, artificiere, braciere, bilanciere ecc; • gruppo -gie: effigie, archibugiere, formaggiera, gorgiera, igiene (e derivati), raggiera. In caso di dubbio è sempre consigliabile controllare sul vocabolario. Le parole che terminano in -cia/-gia conservano la i al plurale quando la i è accentata o quando il gruppo -cia/-gia è preceduto da vocale. Es. farmacia/farmacie; audacia/audacie; ma arancia/arance; provincia/province. Il suono gn contenuto in parole come gnomo, spugna, castagna, viene solitamente scritto senza i. Tuttavia questa regola non è sempre valida: infatti fanno eccezione le parole in cui la i è accentata, come compagnia, e i verbi terminanti in -gnare o -gnere, quando sono seguiti dalla desinenza -iamo (indicativo e congiuntivo presente, 1a pers. plur.), -iate (congiuntivo presente 2a pers. plur.), come accompagniamo, spegniate. ATTENZIONE! È possibile confondere il suono gn con il suono ni, contenuto in parole come macedonia, fandonia, comunione, geranio, genio e molte altre. In questi casi non esistono regole precise per capire quale sia la forma corretta, per cui è necessario ricorrere all’uso del vocabolario. Per evitare di confondere i gruppi -li e -gli, basta ricordare che -li si usa solo a inizio parola (lira, liuto ecc.); quando l’accento cade sulla i (cigolio, brontolio ecc.); nei nomi propri di persona (Rosalia, Attilio ecc., un’eccezione è Guglielmo); in alcune parole che si scrivono ancora con la grafia latina (umiliare, olio, esilio ecc.). In tutti gli altri casi si usa -gli (foglia, maglia, taglia, togliere ecc.).
5 Alcune di queste parole sono scritte in modo corretto, altre no. Sottolinea gli errori e riscrivi le parole correttamente. a) b) c) d) e)
Faccie Messaggero Superficie Roccie Socetà
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f) g) h) i) j)
Sufficenza Cieco Gielato Ciliegie Pasticcere
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2ª Settimana
L’angolo della grammatica
6 Forma il plurale delle seguenti parole. Singolare
Plurale
Singolare
a) Pronuncia
f) Frangia
b) Pancia
g) Grigia
c) Boccia
h) Roccia
d) Pelliccia
i) Valigia
e) Camicia
j) Egregia
Plurale
7 Completa le parole inserendo gn, gni o ni. a) b) c) d)
Accompa................are Ba................amo Ba................o Caro................a
e) f) g) h)
Novilu................o Co................o Fo................a Mi................era
i) j) k) l)
Giu................o I................orante Cra................o Ma................a
8 Alcune di queste parole sono scritte in modo corretto, altre no. Sottolinea gli errori e riscrivi le parole correttamente. a) b) c) d) e)
Folia Olio Maglione Palia Sveglia
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f) g) h) i) j)
Cornelia Molie Capigliatura Famiglia Familiare
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LE CONSONANTI DOPPIE In italiano non esistono regole fisse riguardanti il raddoppiamento delle consonanti. L’unico modo per capire quando una consonante va raddoppiata è rifarsi alla sua pronuncia: se la consonante viene pronunciata con un’intensità maggiore, allora è una consonante doppia. ATTENZIONE! È molto importante in italiano la distinzione delle consonanti doppie da quelle semplici; infatti la presenza o meno della doppia può modificare il significato di una parola (vedi per es. la coppia di parole pala-palla). Per evitare alcuni degli errori più comuni devi ricordare che: • la q non raddoppia mai. Unica eccezione a questa regola è la parola soqquadro, in tutti gli altri casi si usa il gruppo -cq (es. acqua); • la z non raddoppia quando si trova all’interno del gruppo zio, zia, zie (es. grazia, azione, spezie ecc.); • la b non raddoppia mai quando è seguita da -ile (es. amabile, rispettabile ecc.); • la g seguita da -ion… non raddoppia mai (es. ragioniere, stagionale ecc.).
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2ª Settimana
L’angolo della grammatica
9 Sottolinea la parola scritta in modo corretto. a) b) c) d) e)
Acquitrino/aqquitrino Imperdonabbile/imperdonabile Straziante/strazziante Guarigione/guariggione Fattoria/fatoria
f) g) h) i) j)
Ragione/raggione Affinché/afinché Cosicché/cosiché Pozione/pozzione Ciottoli/ciotoli
L’USO DELL’H La h è una “lettera muta”, cioè che non corrisponde a nessun suono particolare. Si usa in italiano solo in alcuni casi ben definiti: • per trasformare il suono dolce ce/ge/ci/gi nel suono duro che/ghe/chi/ghi (es. chiesa, ghiro ecc.); • per distinguere alcune forme del verbo avere: ho, ha, hanno, hai; • in alcune esclamazioni o interiezioni: ahi, ah, oh, be’ ecc; • in alcuni nomi geografici (es. Rho) e in alcuni cognomi (es. De Matthaeis); • in alcune parole straniere, entrate nella nostra lingua (es. hacker, hotel, flash ecc.).
10 Inserisci l’h solo dove è necessario. a) ...............o comprato delle caramelle per te. b) A...............imè, sono stato derubato! c) Luca è in g...............iro coi suoi cugini. d) Chi l’...............a più visto? e) Per la gita scolastica stiamo cercando un ...............otel economico. f) Quelle foto sono tutte scure perché non hai usato il flas................ g) ...............anno perso molti soldi in quell’operazione. h) L’...............o visto con i miei occhi. i) Mario è andato a vedere la partita di ...............ockey con gli amici. j) L’...............anno scorso Dennis si è trasferito in Grecia. k) ...............o mangiato nel ristorante di un famoso c...............ef. l) Siamo andati al centro commerciale e ...............o comprato due giacc...............e. m) A............... che bella idea una festa! C ............... iamiamo i nostri amici.
11 Leggi attentamente la frase “Ce l’hai presentato tu il ragazzo che hai salutato?”, e stabilisci se le seguenti affermazioni sono VERE o FALSE. a) Le parole ce e che hanno lo stesso significato.
V
F
b) L’unica differenza grafica fra che e ce è la presenza dell’h.
V
F
c) La pronuncia di che e ce è identica.
V
F
V
F
e) L’h in italiano può distinguere fra loro due parole, determinando una variazione di significato. V
F
d) L’h in italiano è completamente ininfluente, la sua assenza non può cambiare il significato di una parola.
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2ª Settimana
L’angolo del lessico
SCIENZE DELLA TERRA I TERREMOTI Un terremoto, o sisma, è un’improvvisa vibrazione del terreno prodotta da una brusca liberazione di energia e tale energia si propaga in tutte le direzioni (come una sfera) sotto forma di onde, che vengono definite onde sismiche. Ma cos’è questa energia? Be’, è come immaginare di avere tra le mani un bastone di legno: se si inizia a piegare esso offre una resistenza al piegamento che si esprime sotto forma di energia elastica; le rocce si comportano nello stesso modo: cioè se una porzione di roccia inizia a deformarsi, essa offrirà una certa resistenza (che cambia a seconda del tipo di roccia), ma quando le forze che tengono insieme la roccia vengono superate da quelle che la deformano allora questa si spezza e si ha un brusco spostamento delle due parti che rilasciano l’energia che avevano accumulato durante la deformazione e ritornano in uno stato indeformato. Lo spostamento avviene sia verticalmente che orizzontalmente. Di solito queste rotture, ed i conseguenti spostamenti, si hanno lungo linee preferenziali chiamate faglie, il punto preciso da cui si propaga il terremoto è detto ipocentro, mentre lo stesso punto, portato in verticale sulla superficie terrestre, si chiama epicentro. Ma cosa sono queste faglie? Una faglia è sostanzialmente una frattura nel terreno, profonda anche vari chilometri, lungo la quale avvengono i movimenti del terreno stesso. Infatti una faglia non è altro che una linea di minore resistenza della roccia sottoposta a pressioni e quindi la rottura avviene sempre lungo questa linea. (Da www.geologia.com) Epicentro
Ipocentro
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L’angolo del lessico
I VULCANI I vulcani sono spaccature della crosta terrestre da cui fuoriescono materiali allo stato liquido, solido e gassoso. La fuoriuscita di questi materiali dipende esclusivamente dai movimenti che avvengono sotto la superficie terrestre: in pratica quando una zolla (detta anche placca, è l’elemento base che costituisce la crosta terrestre) si scontra con un’altra zolla, crea del magma, che tenderà a salire. Il magma è roccia fusa composta in massima parte da materiali allo stato liquido, da ossidi di silicio, alluminio, ferro, calcio, magnesio, potassio, sodio e titanio, minerali e da gas disciolti tra cui troviamo acqua, anidride carbonica, acido fluoridrico, acido cloridrico, idrogeno solforato. La sua temperatura si aggira intorno agli 800°C. Quando il magma ha perso la maggior parte del suo contenuto gassoso viene detto lava. Il termine tecnico che indica il vulcano nel suo complesso è edificio vulcanico e si compone di diverse parti, di cui le più importanti sono: il condotto principale, cioè la più grande fessura della crosta terrestre, dalla quale risale il magma; i condotti secondari, cioè fessure più piccole rispetto al condotto principale; il cratere camino, cioè l’apertura più grande, alla sommità di un vulcano; i crateri avventizi, cioè le varie aperture laterali, più piccole, lungo i fianchi del vulcano, da cui fuoriesce lava; il serbatoio magmatico, cioè una cavità della crosta terrestre in cui si raccoglie il magma. Ogni vulcano può trovarsi in quattro fasi di attività diversa: quiescenza, fase solfatarica, attività permanente moderata, eruzione. Lo stato di quiescenza e la successiva fase solfatarica corrispondono agli stadi successivi ad un’eruzione, ossia quando il vulcano è in una condizione di quiete e riposo. Durante queste fasi il vulcano può creare fumarole, geyser e produrre acque termali. Il fatto che un vulcano venga definito “spento” indica che è in uno stato di quiescenza, ma questo non vuol dire che non possa ricominciare a eruttare! L’attività permanente moderata corrisponde ad una fase caratterizzata da continue eruzioni, la quale può presentarsi sotto diversi gradi di intensità dal meno forte al più forte. Secondo l’Associazione Internazionale di vulcanologia, i vulcani attivi nel mondo sono circa 600 e sono collocati in quattro grandi aree. La prima è quella definita la cintura di fuoco e si trova nel Pacifico (isole Aleutine, Alaska, Montagne Rocciose e catena delle Cascate, America Centrale con la diramazione delle Antille e delle Galápagos, Ande, Antartide, Nuova Zelanda, isole del Pacifico occidentale, Giappone, Kamciatka) e nel centro del Pacifico (isole Hawaii). La seconda è quella delle regioni mediterranee e dell’Asia centromeridionale, lungo le catene recenti alpino-himalayane (montagne dell’Atlante, Italia centromeridionale, Grecia, Turchia, Caucaso, Iran, Tibet, isole della Sonda), alle quali si possono collegare i vulcani formatisi nelle zone rigide più antiche, ai margini delle catene (Alvernia, massicci ercinici della Germania, Deccan). La terza la troviamo nella zona artica, in Islanda, nelle isole Azzorre, nelle Canarie e lungo la dorsale del medio Oceano Atlantico. La quarta è in Africa Orientale, Arabia, Medio Oriente e sul fondo dell’Oceano Indiano. (Da www.focusjunior.it) 32
2ª Settimana
L’angolo del lessico
1 Dopo aver letto attentamente il brano, associa a ciascun termine il suo corretto significato, come nell’esempio. a) Sisma
1) frattura del terreno, lungo la quale si muove il terreno stesso.
b) Onde sismiche
2) proiezione dell’ipocentro sulla superficie terrestre.
c) Faglia
3) roccia fusa composta da materiali allo stato liquido e gassoso.
d) Ipocentro
4) la più grande fessura della crosta, dalla quale fuoriesce il magma.
e) Epicentro
5) fessure più piccole, dalle quali fuoriesce il magma.
f) Zolla/placca
6) aperture laterali, più piccole, lungo i fianchi del vulcano.
g) Magma
7) sinonimo di terremoto.
h) Lava
8) cavità della crosta terrestre in cui si raccoglie il magma.
i) Condotto principale
9) stadi successivi ad un’eruzione, quando il vulcano è in una condizione di quiete e riposo.
j) Condotti secondari
10) il punto da cui si propaga il terremoto.
k) Cratere camino
11) magma privato della sua parte gassosa.
l) Crateri avventizi
12) elemento base che costituisce la crosta terrestre.
m) Serbatoio magmatico
13) onde di energia prodotte da un terremoto.
n) Quiescenza e fase solfatarica
14) l’apertura più grande, alla sommità di un vulcano.
o) Attività permanente moderata
15) fuoriuscita di magma e altri materiali dall’edificio vulcanico.
p) Eruzione
16) fase caratterizzata da continue eruzioni.
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2ª Settimana
L’angolo del latino
LA 1ª DECLINAZIONE Cesare: Claudia: Cesare:
Allora cosa te ne pare? Lingua Latina difficilis non est. Certo, però ancora non ho capito bene come funzionano le declinazioni… Me le hai spiegate in modo troppo complicato! Forse hai ragione… Meglio fare qualche esempio: procediamo con ordine e analizziamo la prima declinazione.
Appartengono a questa declinazione i nomi che presentano -ae come terminazione del genitivo singolare e -ă al nominativo singolare. Sono soprattutto nomi di genere femminile, pochi maschili e nessun neutro. Ricorda che in latino, come abbiamo già detto, cambiando la desinenza delle parole, si modifica anche la loro funzione nella frase. Come esempio, ecco la declinazione della parola rosa.
CASO
Singolare Latino
Nominativo (soggetto) Genitivo (compl. di specificazione) Dativo (compl. di termine) Accusativo (compl. oggetto) Vocativo (compl. di vocazione) Ablativo (vari complementi)
Italiano
Plurale Latino
Italiano
rosă
la rosa, una rosa
rosae
le rose
rosae
della rosa
rosarum
delle rose
rosae
alla rosa
rosis
alle rose
rosam
la rosa, una rosa
rosas
le rose
rosă
o rosa!
rosae
o rose!
rosā
con la rosa, dalla rosa,…
rosis
con le rose, dalle rose,…
ATTENZIONE: come puoi vedere, alcuni casi sono esattamente uguali fra di loro, per tradurli correttamente dovrai prestare molta attenzione al contesto in cui si trovano. L’unica differenza fra nominativo/vocativo singo lare e ablativo singolare è la quantità della a, che è breve nei primi due casi e lunga nell’ultimo.
Claudia: Ok, credo di aver capito, ma è sempre così o ci sono delle eccezioni? Mi ricordo che ce n’erano sempre tantissime quando studiavo grammatica italiana… Cesare: In effetti qualche eccezione c’è anche in latino… Vediamo le principali.
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2ª Settimana
L’angolo del latino
• La parola familia, oltre al normale genitivo singolare in -ae, presenta un genitivo in -as, quando è accompagnata dalle parole pater (padre), mater (madre), filius (figlio) e filia (figlia): pater familias = padre di famiglia, mater familias = madre di famiglia ecc. • Esistono alcuni nomi che presentano solo la forma plurale, ma devono essere tradotti al singolare. Sono i cosiddetti pluralia tantum e i più diffusi sono: Athenae (Atene); Cannae (Canne); deliciae (delizia); divitiae (ricchezza); insidiae (insidia, trappola); nuptiae (nozze); Syracusae (Siracusa). • Ci sono anche alcuni nomi che hanno un diverso significato al singolare e al plurale: copia littera opera vigilia
abbondanza lettera dell’alfabeto opera veglia
truppe letteratura operai sentinelle
copiae litterae operae vigiliae
Altri sostantivi di prima declinazione molto diffusi sono: abundantia agricola dea discipula insula iustitia
abbondanza (solo sing.) agricoltore dea alunna isola giustizia (solo sing.)
magistra poeta prudentia (solo sing.) puella sapientia (solo sing.) victoria
maestra poeta prudenza ragazza sapienza vittoria
1 Traduci i seguenti termini in tutti i modi possibili. a) b) c) d)
Victoriarum Puellis Poetas Filiae
e) f) g) h)
Magistram Discipulă Insulā Deae
i) Agricolam j) Nautas
2 Completa correttamente la seguente tabella. Caso
Numero plurale
divitiarum dativo Syracusis iustitiam
Traduzione alle dee
plurale accusativo nominativo
Atene
prudentiae
3 Scegli l’alternativa corretta. a) Il sostantivo copiarum significa: 1. le truppe 2. delle truppe 3. delle abbondanze 4. abbondanza
b) Le vigiliae sono: 1. i giorni prima di Natale 2. gli accampamenti 3. le veglie 4. le sentinelle
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