Pepper LETTURE 2

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S . Restauri

Scuola nel Parco

LETTURE

S . Restauri

2 e la Scuola nel Parco

LETTURE

72 Le voci delle emozioni

74 Nel mare, che bello! 75 Filastrocca dell’albero

76 Facciamo la differenza! 77 Rispetto per l’ambiente 78 L’albero dei desideri

79 Vivere in campagna 80 L’intruso

STORIE DI STAGIONI

La danza della neve

Piove dappertutto

Inverno in città

Cibo per uccellini

Primavera dispettosa

Mattino al mare

Estati nel mondo

INSERTO COMPRENSIONE

Impariamo a comprendere

Comprendere immagini complesse

Comprendere parole sconosciute

Il linguaggio figurato

Il linguaggio figurato

Le parole bersaglio

Leggere le frasi: le parole bersaglio

Leggere le frasi: i connettivi

Cercare “appigli” nel testo

Cercare “appigli” nel testo VERSO L’ INVALSI

Alla ricerca di Peter Pan

BENTORNATE e BENTORNATI !

Un nuovo anno scolastico si apre davanti a noi, pieno di promesse e avventure. Il nostro magico Parco dei divertimenti è pronto a ospitarvi per un altro viaggio entusiasmante! Quest’anno, agli amici e alle amiche del Parco che già conoscete, si aggiunge la volpe Luna Curiosa, astuta e con un talento per la risoluzione di enigmi, Luna vi accoglierà nel “Labirinto delle Parole”. Qui nasconderà indovinelli e rompicapi che dovrete risolvere per trovare la via d’uscita. Che ne dite? Iniziamo?

NELLA VALIGIA

Leggi ad alta voce.

Un giorno, arrivò uno strano animale con una grossa valigia.

– Ciao! Che cosa c’è nella tua valigia? – chiese un abitante del bosco, molto curioso.

– Ci sono: una tazza da tè, un tavolo, una sedia di legno, una capanna di legno con una piccola cucina. Devo preparare il tè, è casa mia. Adesso scusatemi, ho viaggiato a lungo. Devo riposarmi.

Gli animali si scambiarono sguardi di meraviglia.

– C’è solo un modo per scoprire che cosa contiene la valigia.

La romperemo – propose un abitante del bosco. La ruppe e…

– Visto? Una tazza e una vecchia foto. Ci ha mentito! – disse.

– No, aveva detto che c’era una tazza! – rimproverò un altro.

L’animale straniero si svegliò.

– Mi dispiace di aver rotto la tua valigia. L’abbiamo aggiustata meglio che potevamo. Spero ti piaccia – disse l’animale che aveva proposto di aprirla.

– Perfetta – rispose lo straniero. – C’è solo un problemino: ci servono altre tazze.

Chris Naylor-Ballesteros, Cosa c’è nella tua valigia?, Terre di Mezzo Editore

LEGGO COMPRENDO E

Indica con una X.

• Lo strano animale aveva una valigia: per portare il suo pranzo. per portare i suoi giochi. per portare una tazza da tè, un tavolo, una sedia e una capanna.

• Mentre lo straniero dormiva, gli altri animali: cantarono una canzone. giocarono a nascondino. aprirono la valigia.

QUATTRO MATERIE

SCOLASTICHE

Che cos’è la geografia?

La geografia

è dove stanno gli amici, le strade per le bici, i posti felici.

Che cos’è la storia?

La storia

sono i giochi di ieri, i ricordi leggeri lasciati sui sentieri.

Che cos’è la grammatica?

La grammatica

è fare filastrocche, far festa con le bocche senza sentirsi sciocchi.

L’aritmetica

siamo io più te più tutti, i belli insieme ai brutti, le radici più le foglie più i frutti.

Roberto Piumini, Io mi ricordo quieto patato…, Nuove Edizioni Romane

LEGGO COMPRENDO E

Indica con una X se l’affermazione è vera (V) o falsa (F).

• La geografia parla di ricordi leggeri. V F

• La grammatica permette di leggere filastrocche e di divertirsi con le parole. V F

• La storia è dove stanno gli amici. V F

PARLO DI ME

Qual è la tua materia preferita? Come la descriveresti? Racconta.

OGGETTI DI SCUOLA

Siamo entrati nella scuola attraverso le finestre aperte. Le aule erano tutte blu per la luce della Luna.

Volevo mostrare ad Anselmo che posto tranquillo può essere, una scuola.

Ma poi mi sono accorto di una cosa: i banchi non erano vuoti. C’erano sedute le lettere dell’alfabeto.

– Presto comincerà il nuovo anno – ha detto una di loro.

– Speriamo che quest’anno non ci capiti un bambino come Francesco della prima E – ha detto un’altra. – Dimenticava sempre di mettermi.

In un’altra aula, due libri confabulavano tra loro.

– A pagina 10 ho ancora una ditata di cioccolato dell’anno scorso – si lamentava uno.

– Io sono rimasto un’intera giornata in una cartella con un barattolo di colla – ha detto un altro.

– Avete idea di quante volte, cascando di mano a uno di loro, dallo spavento mi si è fulminata una lampadina? – è intervenuto un mappamondo.

Giovanna Zoboli - Simona Mulazzani, Anselmo va a scuola, Topipittori

LEGGO COMPRENDO E

Completa le frasi.

Pensa a un altro oggetto della classe (una lavagna, una sedia, un pennarello…) e immagina che cosa direbbe se potesse parlare. Racconta.

• Le aule erano illuminate dalla luce della .

• Sedute ai banchi c’erano le .

• Un libro aveva una ditata di a pagina 10.

IL NUOVO COMPAGNO

Questa mattina la maestra ci ha detto: – Verrà un amico da lontano. Si chiama Emmanuel. Dobbiamo accoglierlo bene e fargli festa. Eravamo tutti curiosi di vederlo.

Emmanuel, all’inizio, se ne stava silenzioso. Quando ha provato a parlare, Emmanuel ha sbagliato tutte le parole e allora noi abbiamo riso, ma la maestra ci ha rimproverato: – Immaginate di andare in un Paese lontano, dove tutti parlano un’altra lingua: non sbagliereste anche voi?

La maestra ci ha spiegato che Emmanuel viene da una terra bellissima che si chiama Africa. Là il Sole è più grande e più caldo che da noi. Là ci sono le giraffe, le zebre, le gazzelle, i leoni e gli elefanti.

Nicoletta Bertelle - Maria Loretta Giraldo, Un nuovo amico di Anna, Edizioni San Paolo

SULLE TRACCE EMOZIONI DELLE

arte e immagine

Come ti saresti sentito/a al posto di Emmanuel quando i compagni ridono? Cerchia la emoji adatta. Come si sarà sentito Emmanuel quando la maestra racconta del Paese da cui proviene? Rappresenta la sua emozione con un disegno. Usa colori adatti.

educazione CIVICA

IL LIBRO‐ALBERO

C’era una volta un libro che si ricordava di essere stato un albero e d’autunno perdeva le pagine. In poco tempo ingiallivano e scricchiolavano sotto i piedi. Bisognava perciò fare in fretta a ricopiare le pagine su fogli nuovi, ma il bibliotecario per fortuna sapeva le parole di quel libro quasi tutte a memoria ed era svelto a riscriverle prima che venisse l’inverno. Ricopriva pagine e pagine di scrittura. In primavera, riuniva i fogli sui quali aveva copiato le parole del libro-albero e li rivestiva con una bella copertina.

Guido Quarzo, Storie di strani libri, Il Capitello

Pensa ad altri oggetti che potrebbero “trasformarsi”, come il libro-albero. Che cosa succederebbe se una matita o una sedia si ricordasse di essere stata un albero? Immagina e disegna sul quaderno. arte e immagine

Disegna sul quaderno una scena del racconto.

LEGGO IMMAGINO E
LEGGO COMPRENDO E

UN LEONE IN BIBLIOTECA

Un giorno un leone entrò in una biblioteca. Andò con passo felpato verso l’angolo lettura dei bambini e si mise a dormire. La signorina iniziò a leggere con voce tremante.

Il leone ascoltò tutte le storie, poi i bambini cominciarono a uscire. Una bambina disse al leone: – È ora di tornare a casa.

Il leone, deluso, fece un ruggito molto forte: raaaaaahhhhrrrrrr... La capo-bibliotecaria, la signorina Brontolini, si arrabbiò per il baccano. Il leone, tutto triste, si avviò verso l’uscita.

Il giorno dopo il leone tornò puntuale in biblioteca, aiutò a spolverare le enciclopedie con la sua coda ed ebbe il permesso di ruggire solo se c’era un buon motivo per farlo, per esempio per attirare l’attenzione nel caso un bambino si fosse fatto male.

Michelle Knudsen, Un leone in biblioteca, Nord-Sud Edizioni

LEGGO COMPRENDO E

Indica con una X.

• Dove entrò il leone, un giorno?

In un supermercato. In una scuola. In una biblioteca.

LEGGO IMMAGINO E

Immagina di essere in una biblioteca e di vedere entrare un animale (diverso da un leone).

Quale animale sarebbe? Che cosa farebbe? Racconta.

• Che cosa fece quando i bambini finirono di ascoltare le storie?

Ballò.

Fece un ruggito molto forte. Lesse un libro.

UN MILIONE DI LIBRI

Quando Albertina tornò a casa, trovò una vecchietta che mangiava rumorosamente zuppa di coda di bue. La vecchietta si presentò: disse di essere la sua bis-bis-bisnonna e di chiamarsi nonna Huld.

Nonna Huld raccontò ad Albertina che era stata mandata via dall’ospizio perché aveva scambiato la ricetta di un esplosivo con quella delle frittelle, causando un incendio. Fuori della casa sostava un furgone pieno di scatole. Contenevano libri. Albertina si sentiva felice all’idea di avere tutti quei libri. In breve tempo, gli ometti portarono dentro le scatole e iniziarono ad allestire le librerie, mettendo i libri al loro posto. Nonna Huld salutava ogni libro come se fosse un vecchio amico.

Leifsson,

LEGGO COMPRENDO E

Per ogni momento del racconto, cerchia l’emozione di Albertina.

• Quando Albertina tornò a casa, trovò una vecchietta che mangiava rumorosamente zuppa di coda di bue.

• Albertina si sentiva felice all’idea di avere tutti quei libri.

Thorarinn
La folle biblioteca di nonna Huld, Salani Editore

I LIBRI FANNO “ECCIÙ!”

Una volta, nella biblioteca di un piccolo paese, i libri iniziarono a starnutire uno dopo l’altro.

Prima un libro colorato con tante finestrelle, poi un vecchio dizionario. La mattina seguente, tutti i libri erano raffreddati e starnutivano senza sosta.

La povera bibliotecaria correva da uno scaffale all’altro per asciugare le pagine bagnate. La situazione diventò così seria che la bibliotecaria decise di chiudere la biblioteca. Appese un cartello che avvisava tutti del grande raffreddore dei libri. I bambini e le bambine, però, erano curiosi e qualcuno chiese di poter entrare lo stesso nella biblioteca.

I libri, lasciati al buio e al silenzio, erano di cattivo umore. Litigavano persino sulle pagine da usare come fazzoletti!

Solo Fuffer, il gatto della bibliotecaria, era sopravvissuto al contagio.

Michela Guidi, Ecciù! La biblioteca ha il raffreddore, Feltrinelli Kids

LEGGO IMMAGINO E

Sei tu il dottore/la dottoressa dei libri!

Immagina che i libri della biblioteca abbiano ognuno un problema diverso. Descrivi sul quaderno i piccoli malanni e le cure adatte.

IL LIB(E)ROSCAMBIO

C’era una volta una scuola speciale, un luogo dove i libri erano i più cari amici dei bambini e delle bambine.

In questa scuola si organizzava “Il giorno del Lib(e)roscambio”, nel quale si poteva scambiare un libro con un altro.

La scuola custodiva un segreto: nello scaffale numero 7 della biblioteca viveva Frossy, un piccolo serpente. Frossy era timoroso di mostrarsi e non partecipava alla festa del Lib(e)roscambio.

Durante la cerimonia conclusiva, il preside Barbarigo si avvicinò allo scaffale numero 7, chiamò Frossy e gli propose uno scambio di libri. Frossy, accarezzato e accolto dai bambini e dalle bambine, accettò di scambiare un libro con il preside.

Frossy. Gli alunni della Classe IV C della Scuola Primaria di Montorio al Vomano, Galaad Edizioni

LEGGO COMPRENDO E

Rispondi sul quaderno.

SULLE TRACCE EMOZIONI DELLE

• Perché Frossy non partecipa alla giornata di festa?

• Perché è importante l’atteggiamento dei bambini e delle bambine verso Frossy?

Hai mai avuto paura di partecipare a un evento, come succede a Frossy? Come hai superato la paura? Racconta.

UN NUOVO AMICO

Da bambina andavo sempre a giocare ai giardini pubblici e chiedevo ai gruppetti di ragazzi: – Posso giocare con voi? – No, tu no!

Finché, un giorno, un ragazzino più grande venne da me e chiese: – Sai giocare a pallone? Siamo quattro contro cinque, ci serve un giocatore in più. Non sapevo niente di pallone. Ma se ci giocavano tutti, non doveva essere così difficile.

– Sono bravissima! – risposi.

E cominciai a correre dietro la palla, tirando calci qua e là.

Alla fine della partita il ragazzino si avvicinò: – Come ti chiami? – domandò, ancora con il fiatone. – Margherita. – Va bene, Margherita. Da oggi giochi con noi. A pallone sei un macello, però almeno sei simpatica. Comunque, io mi chiamo Aldo.

Aldo fu il mio primo vero amico.

Sarah Rossi, Margherita Hack, esploratrice delle stelle, Edizioni EL

LEGGO COMPRENDO E

Metti in ordine le sequenze del racconto, numerando. Poi racconta la storia.

SAI GIOCARE A PALLONE?

ANNA FURIOSA

C’era una volta una bambina che si chiamava Anna e aveva un problema: si infuriava sempre.

Quando si arrabbiava, le sue guance diventavano rosse come pomodori. I capelli, di solito lisci come seta, si rizzavano e lanciavano scintille.

E gridava, pestava i piedi per terra e tirava pugni. I bambini dicevano: – È veramente impossibile giocare con Anna!

Un giorno, Anna arrivò al parco con un tamburo e non era furiosa, perché scaricava la sua rabbia battendo allegramente sullo strumento. I bambini applaudirono: – Come suoni bene il tamburo! –dissero, e lo pensavano davvero.

Anna sentì che gli altri bambini volevano giocare con lei e fu felice. Da quel giorno dimenticò quello che faceva quando era furiosa.

Christine Nöstlinger, Anna è furiosa, Piemme

LEGGO COMPRENDO E

Collega ogni frase al disegno corrispondente. Scrivi i numeri.

1 Anna portò al parco un tamburo.

2 I bambini applaudirono sentendo Anna suonare il tamburo.

3 Anna fu felice perché gli altri bambini volevano giocare con lei.

SENZA AMICI

A Gianni piaceva la nuova casa. Gli piacevano anche i nuovi vicini, ma gli spiaceva che non ci fosse nessun ragazzo della sua età con cui giocare. Un giorno, sentì il rumore di una scavatrice a motore.

– Vedi quella scavatrice? Sta costruendo la cantina della mia casa!

Gianni si voltò per capire chi stesse parlando: era un bambino, proprio della sua età.

– Magnifico! – esclamò Gianni, felice. – La tua casa sarà vicino alla mia, così potremo giocare insieme tutti i giorni.

– Certamente – rispose il nuovo bambino. – Giocheremo e diventeremo amici.

Kathryn Jackson, 365 storie, Mondadori

LEGGO COMPRENDO E

Completa con le parole mancanti. Scegli fra:

vicini • scavatrice • casa • amici • cantina • bambino • giocare

A Gianni piacevano la nuova e i nuovi , ma gli spiaceva che non ci fosse nessun ragazzo della sua età. Un giorno, sentì il rumore di una

– Quella scavatrice sta costruendo la della mia casa! Gianni si voltò e vide un della sua età.

– La tua casa sarà vicino alla mia, così potremo insieme tutti i giorni – disse Gianni.

– Certamente – rispose il nuovo bambino. – Giocheremo e diventeremo .

INSIEME È PIÙ BELLO

Per una settimana di fila, prima di uscire, la mamma mi ha detto: – Gioca con il gatto.

Ci ho provato, ma il mio gatto, dopo essersi divertito qualche minuto con una pallina legata al filo, è stanco e va a dormire. Allora mi sono messo a pensare: “Quando uno è da solo, che cosa fa?”. Ecco risolto il problema: non restare da solo!

Come mai non ci avevo pensato prima?

Probabilmente i miei compagni di scuola sono soli come me.

– Pronto? Antonio, quando ci vediamo? – Pronto? Claudio, abbiamo deciso insieme ad Antonio e Danilo di vederci domani alle quattro. – Allora Giacomo, vieni con noi?

– Ok, vengo con mia sorella e se giochiamo agli indiani lei sarà la squaw.

Quando la mamma e il papà sono tornati dal lavoro, ho raccontato che il giorno dopo avrei visto i compagni di scuola per giocare con loro.

Roberto Denti, Ti piace la tua faccia?, Edizioni EL

LEGGO COMPRENDO E

Rispondi sul quaderno.

• Che cosa pensa il bambino, dopo aver giocato con il gatto?

• Con chi decide di giocare il bambino?

• Quale gioco organizzano i bambini per il giorno dopo?

FORTUNATA!

Fortunata era una giovane gabbiana che viveva con gli amici gatti. Il gatto Diderot cercava nei libri un modo per insegnarle a volare. Fortunata però non voleva volare, voleva essere un gatto.

Un giorno, lo scimpanzè Mattia la chiamò “uccellaccio” e disse che i gatti la stavano ingannando e che volevano mangiarla. Fortunata si sentì molto triste.

Zorba, il gatto nero grande e grosso, cercò di consolarla: – Ti abbiamo curata fin da quando sei uscita dall’uovo e ti vogliamo gabbiana. Sentiamo che anche tu ci vuoi bene, che siamo la tua famiglia. Con te abbiamo imparato a rispettare e amare un essere diverso. Zorba promise a Fortunata che le avrebbe insegnato a volare. Camminavano insieme. Il gatto leccava la testa della gabbianella, lei lo abbracciava con un’ala.

Luis Sepúlveda, Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare, Salani Editore

LEGGO COMPRENDO E

Indica con una X se l’affermazione è vera (V) o falsa (F).

• Fortunata voleva imparare a volare. V F

• I gatti volevano che Fortunata diventasse come loro. V F

• Zorba e Fortunata erano amici. V F

educazione CIVICA

Conoscere il principio di uguaglianza nella consapevolezza che le differenze possono rappresentare un valore quando non si trasformano in discriminazioni. Aiutare, singolarmente e in gruppo, coloro che presentino qualche difficoltà per favorire la collaborazione tra pari e l’inclusione di tutti.

SORRISI CONTAGIOSI

Laura e la zia trascorrono la giornata insieme. Zia Giusi ha sempre tante fantastiche cose da insegnare!

– Piccola mia, vuoi imparare come si coccola il cuore?

A Laura l’idea piace molto.

– Ciò che piace al cuore sono i sorrisi e le risate –continua la zia. – Scriviamo in un quaderno la lista delle cose che ci rendono felici.

Poi zia Giusi ha un’idea fantastica: fino a sera proveranno a distribuire sorrisi e felicità. Appena escono di casa si imbattono nel signor Scontroso, che non fa altro che brontolare. Lo salutano con la mano e gli sorridono: il signor Scontroso smette all’istante di essere arrabbiato.

La felicità è contagiosa! Laura ha capito: se vogliamo condividere gioia e speranza con gli altri, dobbiamo spalancare le porte dei nostri cuori ai sorrisi.

Maria Mercè Conangla - Jaume Soler, Coccole per il cuore, Pon Pon Edizioni

LEGGO COMPRENDO E

Indica con una X se l’affermazione è vera (V) o falsa (F).

• Laura e zia Giusi scrivono una lista delle cose che rendono felici. V F

• Il signor Scontroso resta arrabbiato anche dopo che Laura e la zia gli sorridono. V F

• Laura capisce che sorridere può rendere felici. V F

DELLE

SULLE TRACCE EMOZIONI

arte e immagine

Secondo te, come può essere un “cuore coccolato”? Disegnalo.

LA COSA PIÙ IMPORTANTE

Un giorno, nel bosco di Pratorosso, ci fu un’accesa discussione fra gli animali.

Il coniglio diceva: – La cosa più importante è avere orecchie lunghe, per accorgersi subito di ogni rumore sospetto.

– Non è vero – disse la giraffa. – La cosa più importante è il collo lungo, per arrivare alle foglie anche quando l’erba è secca.

– Non sono d’accordo – disse il riccio. – La cosa più importante sono gli aculei. Chi ha gli aculei è sicuro e protetto.

– Ma che cosa dite?! – intervenne l’elefante. –

La cosa più importante è essere grandi e avere una bella proboscide.

– Forse tutte le cose che avete sono importanti –spiegò il gufo saggio.

– Tutte?! – dissero gli altri, in coro.

– No, non tutte insieme! – precisò il gufo. –OGNUNO di voi ha qualcosa di importante!

Antonella Abbatiello, La cosa più importante, Fatatrac

PARLO DI ME

Qual è la cosa più importante che hai tu? Perché è importante, secondo te? Racconta.

educazione CIVICA

Conoscere il principio di uguaglianza nella consapevolezza che le differenze possono rappresentare un valore quando non si trasformano in discriminazioni. Aiutare, singolarmente e in gruppo, coloro che presentino qualche difficoltà per favorire la collaborazione tra pari e l’inclusione di tutti.

IL TRASLOCO

La casa si stava svuotando a poco a poco. Nella stanza di Gianni le tende non c’erano più e dai vetri sporchi si intravedeva un grande albero verde.

Niente più letto, tavolo, sedia, scaffale con i giochi e i libri.

Gianni si sentiva molto triste. Era come se gli avessero tolto i vestiti, i capelli, la pelle.

Quegli uomini gli portavano via tutta la sua casa e la mettevano in un furgone enorme, senza finestre.

Chi gli ridarà la stanza sul cortile?

Chi guarderà il passerotto sui rami del suo albero?

Gianni si sedette a terra e rannicchiò le gambe, stringendo le ginocchia con le braccia.

Che cosa fa un bambino quando si sente disperato? Gianni lo era e non sapeva come fare per mandar giù quel mostro nero che gli stringeva la gola.

Lucia Tumiati, Il mio amico invisibile, Giunti

PARLO DI ME

Hai mai cambiato casa? Com’è stata questa esperienza o, se non l’hai vissuta, come pensi che possa essere? Racconta.

LEGGO COMPRENDO E

Metti in ordine le sequenze del racconto, numerando.

UN AMICO SPECIALE

“Sarà di certo un giorno da ricordare” pensa Eva mentre percorre a testa alta via dei Fagiani, con un cagnolino al guinzaglio. Il cane assomiglia un po’ a un bassotto, un po’ a un volpino e un po’ a un barboncino. Il suo pelo è marrone sul davanti, bruno chiaro nel mezzo e rosso bruno dietro. La punta della buffa coda attorcigliata è nera come la pece.

– Ciao Eva! – esclama la giornalaia. – Da quando hai un cane?

– Da oggi! – risponde Eva, raggiante. – L’abbiamo preso al canile e adesso è tutto mio! Lo porto a spasso perché conosca la città.

Bobby zampetta accanto a Eva. Il cagnolino è di ottimo umore e annusa curioso l’ingresso delle abitazioni.

LEGGO COMPRENDO E

Completa le frasi.

• Il cane di Eva ha il pelo marrone sul , bruno chiaro nel e rosso bruno .

• La coda del cane di Eva è attorcigliata e la punta è come la pece.

• Il cane di Eva si chiama

Colora Bobby secondo la descrizione contenuta nel testo.

PICCOLE GRANDI AZIONI

Quando entri nel nostro Parco, diventi un “Piccolo Guardiano o una Piccola Guardiana della Terra”! Ricorda sempre di esplorare il Parco rispettando le regole, per proteggere la natura e scoprire i suoi segreti senza danneggiarla.

Questo albero rappresenta le azioni che possiamo compiere per proteggere l’ambiente. Coloralo. arte e immagine

I frutti simboleggiano i benefici che la Terra trae dalle azioni rispettose dell’ambiente.

Il tronco rappresenta la forza dell’energia rinnovabile.

Le radici rappresentano le fondamenta delle buone pratiche ambientali, per esempio Ridurre, Riutilizzare e Riciclare.

Le foglie rappresentano le piccole azioni quotidiane che proteggono il nostro pianeta.

Indica tu un’altra buona pratica per proteggere la natura:

arte e immagine

Disegna la mappa di un quartiere “verde”. Non deve essere un disegno dettagliato: puoi tracciare solo i profili di case, strade, parchi, scuole. Aggiungi il verde e tutto ciò che pensi faccia bene alla nostra amica Terra.

PICCOLI GUARDIANI E GUARDIANE DELLA TERRA: TOCCA A VOI!

Scrivi un elenco di azioni che puoi realizzare per vivere in modo più sostenibile. Poi prova a metterle in pratica nel corso di una settimana.

insieme CI PENSIAMO...

Racconta ai compagni e alle compagne la tua settimana di “Piccolo guardiano/ Piccola guardiana della Terra”. Poi confrontatevi sulle azioni più importanti per proteggere il pianeta.

STORIE DA LONTANO

TIE ZHU

Tie Zhu aveva nove anni. Tra i suoi compagni di scuola c’era Su, un bambino che a volte faceva il prepotente.

Un giorno, Su cominciò a prendere in giro Tie Zhu, chiamandolo con nomignoli buffi.

Tie Zhu si sentì triste e arrabbiato, ma raccolse tutto il suo coraggio e si avvicinò lentamente a Su. Guardandolo negli occhi, Tie Zhu gli disse che non era giusto prendere in giro gli altri. Spiegò che il suo nome era molto importante per lui: significava “colonna di ferro”, simbolo di forza e bontà.

– Ciò che conta – concluse Tie Zhu, – è essere gentili e fare le cose giuste.

Su rimase senza parole. Rimase solo, in mezzo al cortile.

Elena Bozzola, Io sono Tie Zhu e vivo in Cina, Touring Junior

LEGGO COMPRENDO E

Completa le frasi con le parole mancanti. Scegli fra: gentili • triste • giuste • arrabbiato

• Su prese in giro Tie Zhu facendolo sentire e .

LEGGO RIFLETTO E

• Tie Zhu disse che è importante essere e fare le cose . E tu, che cosa diresti a un bambino o a una bambina che si comporta come Su? Racconta.

CIVICA

ANDARE VIA

Io, Enaiatollah, via da Nava non ci sarei mai voluto andare. Il mio paese era fatto benissimo.

Non era tecnologico, non c’era energia elettrica. Per fare luce usavamo le lampade a petrolio e le stelle, tantissime. Per risparmiare petrolio, certe notti mangiavamo all’aperto sotto la luna.

La mia casa era fatta così: una stanza per tutti

dove si dormiva, una stanza per gli ospiti e un angolo per fare il fuoco e cucinare.

Al secondo piano c’era un magazzino per il cibo degli animali.

Fuori, una seconda cucina, perché d’estate la casa non diventasse ancora più calda, e un cortile grandissimo con meli, ciliegi, melograni, peschi, albicocchi e gelsi.

I muri erano spessi più di un metro, di fango. Avevamo una mucca e due pecore, e i campi

dove coltivavamo il grano, che poi portavamo a macinare al mulino.

Questa era Nava, e non avrei mai voluto andare via.

Fabio Geda, Nel mare ci sono i coccodrilli.

Storia vera di Enaiatollah Akbari, B.C. Dalai Editore

LEGGO COMPRENDO E

Rispondi sul quaderno.

• Qual è il nome del paese da cui viene Enaiatollah?

• Quali frutti crescevano nel cortile della sua casa?

• Quali animali aveva la sua famiglia?

PARLO DI ME

Disegna sul quaderno un tuo luogo speciale. arte e immagine

LEGGO IMMAGINO E

Se tu fossi nel villaggio di Masha, che cosa ti piacerebbe fare durante l’inverno?

MASHA

Mi chiamo Masha. Vivo in un villaggio in mezzo al bosco.

D’inverno qui da noi nevica. Fa freddo, ma i bambini amano l’inverno perché si può sciare, pattinare sul ghiaccio e andare sulla slitta.

Oggi ho messo la bambola sulla slitta e l’ho portata al Circolo del villaggio. Indovinate che cosa stavano facendo là dentro?

Immagina e scrivi sul quaderno un’altra breve avventura di Masha.

Uno spettacolo di burattini!

Mi sono piaciuti così tanto che ho raccontato tutto ai miei, quando sono tornata a casa.

Kyoko Matsuoka, Amici nel mondo, Fatatrac

MALAIKA

Quando Malaika entrò nella sua nuova classe, tutti i bambini la guardarono. Malaika cercò di non sembrare preoccupata, ma un po’ lo era. Era arrivata in città qualche mese prima. Aveva visto che lì c’erano pochi bambini con la pelle scura come la sua.

La maestra disse a tutti: – Malaika viene dalla Tanzania. Poi le mostrò dove sedersi: vicino a una bambina di nome Chiara, che aveva i capelli color del grano e grandi trecce. Durante la ricreazione, tutti corsero per andare in cortile, ma Malaika rimase seduta. Chiara si era fermata, e la guardava. Chiara disse a Malaika che le piacevano molto le sue treccine.

Quando finì la ricreazione, Chiara tornò e si sedette di nuovo accanto a lei. Malaika guardò Chiara e si sentì meglio. Gli occhi di Chiara erano dolci e tranquilli.

Beatrice Masini, Amici per sempre, Einaudi Ragazzi

LEGGO COMPRENDO E

Metti in ordine le sequenze del racconto, numerando.

La maestra presentò Malaika alla classe, dicendo che veniva dalla Tanzania.

Quando Malaika entrò nella sua nuova classe, tutti i bambini la guardarono.

Finita la ricreazione, Chiara si sedette accanto a Malaika.

Chiara disse a Malaika che le piacevano le sue treccine.

Malaika rimase seduta al suo posto durante la ricreazione.

educazione CIVICA

Conoscere il principio di uguaglianza nella consapevolezza che le differenze possono rappresentare un valore quando non si trasformano in discriminazioni. Aiutare, singolarmente e in gruppo, coloro che presentino qualche difficoltà per favorire la collaborazione tra pari e l’inclusione di tutti.

LEGGO COMPRENDO E

Rispondi sul quaderno.

ISMAEL

Chiamatemi Ismael. La mia mamma veniva dalle sabbie del deserto. Il mio papà era un pescatore che viveva vicino al mare. Quando avevo due anni, è nata la mia prima sorellina. Poi, quando avevo cinque anni, è nata la seconda.

Quando è nata la seconda sorellina, la nostra casa vicino al mare è diventata più grande.

Tutti gli amici di papà sono venuti e, in una notte illuminata dalla luna, hanno costruito una nuova stanza.

Hanno usato mattoni, calce e un tetto verde ondulato. La stanza era bianca, sia dentro sia fuori.

Per alcuni anni, noi bambini abbiamo dormito tutti insieme lì, su materassi di paglia e stuoie.

Quando sono cresciuto, ho avuto il mio letto “da grande”. Allora, quella stanza bianca è diventata la stanza delle ragazze.

Francesco D’Adamo, Storia di Ismael che ha attraversato il mare, De Agostini

• Chi è il narratore della storia?

• Da dove veniva la mamma di Ismael?

• Che cosa faceva il papà di Ismael?

• Quanti anni aveva Ismael quando è nata la seconda sorellina?

A SCUOLA IN GIAPPONE

Paolo cominciò la scuola in Giappone.

Aveva portato con sé delle pantofole e un paio di scarpe da ginnastica. All’entrata, i maestri e i compagni lo salutarono con sorrisi e inchini.

Paolo si mise le pantofole e sorrise.

I maestri e i compagni non parlavano molto l’italiano, quindi usavano gesti per farsi capire.

Portarono Paolo in uno sgabuzzino pieno di scope e stracci. Gli mostrarono come si pulisce.

Paolo pensò che fosse un gioco o uno scherzo.

Ma poi vide che anche i maestri e gli altri bambini prendevano scope e stracci. Andarono tutti insieme in aula e iniziarono a pulirla, cantando e ridendo.

In Giappone, spiegò l’insegnante di italiano, non sono i bidelli a pulire le aule, ma i maestri e i bambini. Paolo si impegnò tanto, anche se non era abituato a pulire. I suoi nuovi amici giapponesi lo aiutarono e non lo criticarono.

Emanuela Nava, Dall’India il respiro dei bambini del mondo, Laksmi Edizioni

LEGGO COMPRENDO E

Indica con una X.

• Paolo che cosa portò con sé, il primo giorno di scuola?

Un libro.

Delle pantofole. Una penna.

• I maestri e i compagni come salutarono Paolo?

Con un applauso. Con sorrisi e inchini.

Con un ballo.

Disegna sul quaderno

arte e immagine

la scuola in Italia e la scuola in Giappone. Fai attenzione alle differenze.

LEGGO COMPRENDO E

Completa le frasi.

LA SEDIA VUOTA

C’era una sedia vuota in classe. Un giorno, un bambino di nome Ahmet si è seduto lì.

Ahmet è un rifugiato: viene da un Paese lontano, in guerra.

Era un giovedì mattina. La signora Khan, la preside, ci ha presentato Ahmet. Ha detto che Ahmet era nuovo e sperava che noi fossimo gentili con lui.

Tutti in classe sono stati in silenzio. La signora Sanders ha accompagnato Ahmet alla sua sedia. Io ho pensato: “È difficile essere il nuovo arrivato in una classe”. Ho deciso di diventare amico di Ahmet e di chiedere ai miei amici, Josie, Tom e Michael, di essere gentili con lui.

Durante la giornata, tutti guardavano Ahmet di nascosto. Lui era timido, ma a volte ci guardava anche lui. In cortile, alcuni bambini dicevano che Ahmet era diverso da noi perché era un rifugiato. Ma io sapevo una cosa: volevo diventare suo amico.

Onjali Q. Raúf, Il ragazzo dell’ultimo banco, La Nuova Frontiera Junior

• Ahmet è un , venuto da un Paese lontano, in guerra.

• Un mattina, la signora Khan lo ha presentato alla classe.

• Tutti in classe sono stati in .

• Durante la giornata, tutti guardavano Ahmet di .

• Ahmet era , ma a volte guardava gli altri bambini.

educazione CIVICA

Conoscere il principio di uguaglianza nella consapevolezza che le differenze possono rappresentare un valore quando non si trasformano in discriminazioni. Aiutare, singolarmente e in gruppo, coloro che presentino qualche difficoltà per favorire la collaborazione tra pari e l’inclusione di tutti.

LE STELLE

Mi chiamo Yakov. Ho tre sorelle: Sarah, Rivka e Fanny; io sono il più grande. Tutti i giorni accompagno le mie sorelline al parco. Io amo leggere e ho una vera passione per lo spazio. Voglio fare l’astronauta.

Nel frattempo, costruisco navicelle spaziali con i barattoli di conserva e i vasetti di yogurt.

Un giorno, mentre sono al parco con le mie sorelle, qualcosa – o meglio qualcuno –attira la mia attenzione: due graziosi piedini dentro dei sandali rossi. È una bambina della mia età: sta leggendo un libro sullo spazio!

Poi lei alza gli occhi, neri come due piccoli asteroidi, e allora mi vede. È così che faccio la conoscenza di Aïcha. Insieme passiamo le ore a parlare dello spazio. Ben presto diventiamo amici inseparabili, come due stelle gemelle.

Jacques Goldstyn, Le stelle, La Nuova Frontiera Junior

LEGGO COMPRENDO E

Sottolinea nel testo le risposte usando gli stessi colori delle domande.

• Chi è il protagonista della storia?

• Che cosa vuole fare da grande?

• Come diventano amici Yakov e Aïcha?

LEGGO IMMAGINO E

Sul quaderno, disegna Yakov e Aïcha mentre esplorano lo spazio insieme. Aggiungi pianeti, stelle e la loro navicella spaziale. arte e immagine

CHE MERAVIGLIA

IL MONDO!

Quando Alice si mise in viaggio, credeva che “Paese delle meraviglie” fosse il soprannome della Terra. Sapeva infatti che la Terra sta nel cielo come un giardino tra le stelle, un immenso giardino con oceani blu, continenti verdi e grandi deserti giallo ocra. Ma sapeva soprattutto che questo splendido pianeta era abitato da milioni di meraviglie: i bambini e le bambine. Ogni bambino, ogni bambina è una meraviglia assoluta!

Cosicché, quando Alice si mise in viaggio, non aveva affatto l’impressione di lasciare il suo paese, dato che andava a trovare i bambini e i bambini, l’avrete certamente notato, non sono mai degli stranieri. Possono avere la pelle rosa o nera o di altri colori, possono salutarvi strofinandovi il naso, facendovi la linguaccia o dandovi un bacio, possono essere ricchi o poveri, ma avranno sempre pronta una scorciatoia per il vostro cuore.

Mario Lodi - Daniele Novara, Alice nel paese dei diritti, Sonda

Disegna sul quaderno i bambini e le bambine che Alice incontra nel suo viaggio, mettendo in risalto le diverse caratteristiche descritte nel testo.

educazione CIVICA

arte e immagine

Conoscere il principio di uguaglianza nella consapevolezza che le differenze possono rappresentare un valore quando non si trasformano in discriminazioni. Salvaguardare i diritti dei bambini e delle bambine.

Rappresenta nella cartolina il tuo “mondo ideale”.

Disegnalo e descrivi le persone, gli animali, l’ambiente, le attività che lo rendono “speciale”.

PARTENZA

La coniglietta Perla ha trovato un carillon, ma... improvvisamente la musica si ferma!

Aiuta Perla a riaccendere la musica.

Scrivi la parola che ha una relazione con quelle elencate.

coda • latte • morbido • fusa • artigli La parola è ruote • sedile • manubrio • pedali • campanello La parola è

PROVA 1

Cambia una lettera e ottieni due parole diverse.

Mescola le lettere e scrivi un’altra parola.

• AMOR • PERA

ARRIVO

PROVA 3

PROVA 2

Immagina di avere una pianta magica.

IMMAGINA…

• Che aspetto ha?

• Che cosa può fare di speciale?

• Scrivi una breve avventura con la tua pianta magica.

Immagina di possedere un robot e che il robot sia tuo amico.

• Come si chiama il robot?

• Che cosa sa fare?

Immagina di andare sulla Luna.

• Che cosa vorresti vedere o fare, lì?

• Scrivi una breve avventura con il tuo amico robot. arte e immagine

• Descrivi in breve la tua avventura lunare. Poi disegnala.

La giraffa Ninella e la farfalla Rubì accompagnano i bambini e le bambine attraverso il Parco.

Arrivano in un’area giochi con le altalene e uno scivolo. – Ora vi racconto una storia sull’importanza del riciclo! –annuncia Ninella.

Ascolta la lettura. Poi completa il fumetto nell’immagine.

Pandora

Pandora viveva da sola in una terra piena di cose rotte. Con quello che gli altri avevano buttato via, si era costruita una bella casetta. Faceva rinascere gli oggetti persi e dimenticati.

Nessuno andava mai a trovarla. Un giorno, però, qualcuno cadde dal cielo: era un uccellino, anche lui rotto, ma Pandora non sapeva come aggiustarlo. Lo sistemò per tenerlo al sicuro durante la notte. L’uccellino guarì e iniziò a volare, portando doni da Paesi lontani. Ogni giorno tornava. Un giorno, però, non si presentò. Pandora era sola, ma una mattina si svegliò con il sole caldo e il cinguettio degli uccellini. Nella terra rinata, ritrovò anche il suo amico.

Victoria Turnbull, Pandora, Terre di Mezzo Editore

RICICLARE È IMPORTANTE PERCHÉ

Riporta sul “Diario della natura” le attività di riciclo che realizzi nel corso di una settimana. Scrivi o disegna. Dai spazio alla creatività e inventa attività di riciclo uniche!

IL DIARIO DELLA NATURA

Materiali Attività Riflessioni

Lunedì Martedì Mercoledì

Giovedì Venerdì Sabato Domenica

Luna, la volpe bianca, ti invita nel suo misterioso “Labirinto delle Parole”. Per uscire, dovrai risolvere i giochi linguistici che troverai lungo il cammino!

Risolvi e avanza.

Ho baffi, fiuto fino e sento odor di topolino. Posso unirmi ai 44. Sì lo sai: io sono...

Non mi tolgo mai il pigiama e non dormo sopra un letto. Ho la coda e la criniera ma un cavallo, sai, non sono…

Sono piccola e leggera, volo di fiore in fiore, porto il miele nell’alveare. Sono...

Qual è la cosa che cresce quando prende più aria, ma scoppia se ne prende troppa?

Risolvi ed esci dal labirinto.

Soluzione

Soluzione

Oggi Luna è un po’ stanca e lascia un messaggio ai bambini e alle bambine. Riordina le lettere e scrivi.

O R V R E I N U G O N I R O I L E B R O

Soluzione
Soluzione

Leggi il testo. Poi indica con una X.

Mi chiamo Momar e vivo a Dakar, la capitale del Senegal. Oggi io e la mia famiglia andiamo a trovare mio cugino

Dudù, che abita in un villaggio di Casamance.

Durante il viaggio ho guardato i baobab.

Come sembravano tristi, così contorti e solitari!

A Casamance, invece, ritrovo l’allegria del villaggio. I bambini e le bambine ci fanno un sacco di feste e Dudù ci viene incontro.

Mamma e papà vanno subito a fare acquisti da Samba, il sarto.

I suoi vestiti sono famosi per i colori, le stoffe, i modelli.

Dudù e io decidiamo di costruire un camion; Dudù è bravissimo

a creare i giocattoli e io cerco di imitarlo, ma il suo camion

è molto più bello del mio.

Graziella Favaro - Mariangela Giusti, Un libro lungo un mondo, Giunti

• Dove vive Momar?

In un villaggio a Casamance.

A Dakar, la capitale del Senegal.

In una città nel sud del Senegal.

Indica con una X.

• Che cosa nota Momar?

COME

TI SENTI?

Il contrasto fra i baobab tristi e l’ambiente festoso del villaggio.

Il contrasto fra la città di Dakar e il villaggio di Casamance.

La differenza fra il lavoro di suo cugino Dudù e quello di Samba, il sarto.

Secondo te, che cosa può rappresentare il baobab, nel racconto di Momar?

CON LA VARICELLA

Qualche mese fa ho avuto la varicella. La mamma doveva andare a scuola, così sono rimasta con la nonna. – Facciamo una sorpresa alla mamma, prepariamo una bella pizza! – ha proposto.

Siamo andate in cucina, abbiamo impastato farina e lievito ed è venuta fuori una palla tonda. L’abbiamo appoggiata sul tavolo e siamo andate a leggere un libro.

Quando la mamma è tornata, appena ha visto la cucina ha urlato: – Che cos’è questa roba?

La pasta per la pizza era scoppiata e i brandelli erano finiti sui muri, sul pavimento, sugli armadietti...

Forse la nonna aveva messo troppo lievito!

La nonna ha detto: – Che cosa vuoi che sia?

Viene via in un attimo.

La mamma è diventata ancora più furiosa.

Allora la nonna se n’è andata senza dire una parola, ma sono sicura di averla sentita ridacchiare mentre apriva la porta.

Anna Vivarelli, La nonna di Elena, Feltrinelli Kids

LEGGO COMPRENDO E

Metti in ordine le sequenze del racconto, numerando. Poi racconta la storia.

La mamma ha trovato la cucina in disordine e si è arrabbiata.

La nonna ha proposto di fare una pizza.

La pasta per la pizza è scoppiata.

SBAGLIANDO SI IMPARA!

Questa mattina dovevamo modellare

gli animaletti con la creta e Filippo ha detto: – Ma io non sono capace!

– Come fai a esserne sicuro se non ci provi? –gli ha chiesto la maestra Giovanna.

Intanto Marta si è messa a piangere. Marta piange sempre quando deve fare qualcosa di nuovo, perché ha paura di sbagliare.

Allora la maestra ci ha spiegato che per imparare bisogna sbagliare.

– Eh sì, cari miei, lo dice anche il proverbio.

Giuseppe ci ha raccontato che quando stava imparando ad andare sui pattini, certe volte cadeva e tutti noi ridevamo. Ma lui, invece di arrabbiarsi, faceva finta di essere un pagliaccio e ci faceva ridere ancora di più, così tutti noi pensavamo che era simpatico.

Questa era la sua tattica!

Nicoletta Bertelle - Maria Loretta Giraldo, Un nuovo amico di Anna, Edizioni San Paolo

LEGGO COMPRENDO E

Indica con una X.

• Filippo:

pensa di non essere capace di modellare la creta. si mette a piangere. pensa che per imparare bisogna sbagliare.

• Giovanna è: un’alunna. una maestra.

la bambina amica di Marta.

Che cosa dice il proverbio citato dalla maestra?

Il racconto realistico narra fatti reali o verosimili, che potrebbero accadere nella realtà.

IL SUPPLENTE

Il maestro era malato, perciò avevano chiuso la scuola.

Un lunedì mattina, il sindaco comunicò che sarebbe arrivato un supplente.

Vicino all’ingresso, vedemmo qualcuno parcheggiare un’automobile dalla forma bizzarra: l’auto aveva delle lanterne al posto dei fanali e un clacson a forma di pera. Il nuovo maestro scese. Era piuttosto giovane.

Aveva baffi che sembravano un manubrio di bicicletta e un cappello con la piuma.

Nel testo narrativo ci sono i:

PERSONAGGI

CHI?

PROTAGONISTA

Maestro supplente

PERSONAGGI

SECONDARI

• Sindaco

• Maestro malato

• Alunni

Il maestro batté le mani e tutti entrammo in classe, in silenzio. Con un gesto rapido lanciò il cappello, che andò ad appendersi all’attaccapanni. Poi si sedette sull’angolo della cattedra... e raccontò “Alice nel Paese delle Meraviglie”. Questo maestro raccontava meravigliosamente, senza leggere, come se improvvisasse. Quindi ci parlò degli astri e delle stelle: sembrava una luminosa notte d’estate. Quel giorno il tempo passò senza annoiarci, neanche per un secondo.

Michel Piquemal, Il maestro magico, Ape Junior

LEGGO COMPRENDO E arte e immagine

Metti in ordine le sequenze del racconto, numerando. Il maestro lanciò il cappello sull’attaccapanni.

Un’auto dalla forma bizzarra parcheggiò di fronte alla scuola.

Il supplente batté le mani e gli studenti entrarono in classe.

Il supplente parlò degli astri e delle stelle.

Il supplente raccontò “Alice nel Paese delle Meraviglie”.

LEGGO IMMAGINO E

Disegna sul quaderno la scena del racconto che ti è piaciuta di più e inserisci un personaggio che vorresti far apparire nella storia.

MENTRE TU DORMI…

Siamo in una grande città: al calar della sera si accendono le luci dei lampioni. Poi, a poco a poco, nelle case, le finestre si chiudono e le luci si spengono. Tutti vanno a dormire... Ma non tutti dormono. Molte persone lavorano anche di notte. In una panetteria, il fornaio prepara dolci e biscotti per rallegrare la colazione di adulti e bambini. I grandi camion della nettezza urbana portano al deposito i rifiuti raccolti durante il giorno. In altre zone della città ci sono molte persone, come i poliziotti e gli autisti dei treni, che lavorano di notte per garantire ai cittadini importanti servizi.

N. Nannicini, in Per nuovi traguardi, di Rosa Dattolico, Ardea Editrice

• La storia del testo narrativo si svolge in un:

• I luoghi delle storie possono essere reali o immaginari.

LEGGO COMPRENDO E

Rispondi sul quaderno.

• Che cosa fanno i fornai durante la notte?

• Che cosa fanno i camion della nettezza urbana?

DA SOLA

Nel pomeriggio, la mamma si ricorda che manca il sale ed esce per comprarlo.

– Starò via solo pochi minuti – dice a Valentina. –Non aprire a nessuno e per nessuna ragione.

– Stai tranquilla, ti aspetterò nella mia camera –risponde Valentina.

Se ci pensa bene, è la prima volta che resta da sola. Mentre è nella sua camera, ascolta il silenzio della casa. È un silenzio come quello che c’è di notte, quando tutti dormono. Beh, non proprio come quello. Di notte lei sa che nel letto accanto c’è Luca, il suo fratellino, e che i suoi genitori sono nella loro camera. Adesso, invece, in casa non c’è nessuno.

Anzi no, c’è Mery. Valentina si avvicina alla sua cesta, l’accarezza e la gatta comincia a fare le fusa. Con il suo ron ron, Mery scaccia tutte le paure di Valentina.

Ann De Bode - Rien Broere, Papà cambia casa, Ega

LEGGO COMPRENDO E

Metti in ordine le sequenze del racconto, numerando.

Valentina si avvicina a Mery, la sua gatta. La mamma va a comprare il sale.

Valentina ascolta il silenzio della casa.

SULLE TRACCE EMOZIONI DELLE

Cerchia le emoji che rappresentano le emozioni di Valentina.

I VIAGGI DI FEDERICO

Suo nonno era stato macchinista delle ferrovie, suo padre faceva il rappresentante, sua madre ogni giorno andava a insegnare in una scuola della provincia. I genitori partivano, tornavano, ripartivano, e lui restava a casa, per giunta con il nonno che raccontava di tutte le città nelle quali era stato con il locomotore. Naturale, quindi, che Federico, fra tutto quel parlare di viaggi, sognasse di fare da grande un mestiere che permettesse anche a lui di vedere il mondo. Intanto, in attesa di diventare aviatore, ambasciatore, inviato speciale o esploratore, viaggiava con la fantasia. Apriva l’atlante, andava con il dito su e giù per la carta geografica d’Italia e sognava a occhi aperti di arrivare nelle città che toccava.

Marcello Argilli, Una storia al giorno, De Agostini

LEGGO IMMAGINO E

Con l’aiuto delle domande, immagina e descrivi sul quaderno un viaggio verso un luogo che hai sempre sognato di visitare. Può essere un posto reale o inventato.

• Dove ti porta il tuo viaggio?

• Come raggiungi questa destinazione?

Con quale mezzo?

• Che cosa fai una volta arrivato/a?

• Come ti senti durante il viaggio?

Descrivi le tue emozioni.

CON IL NONNO

Leggi il racconto. Per ogni frase evidenziata, sottolinea il verbo in se è al tempo passato, in se è al presente, in se è al futuro.

Dopo cena, la mamma di Arturo disse:

– Arturo, è ora di andare a letto – Beato te che ti distendi e dormi – disse il nonno. Io invece non riesco mai ad addormentarmi. Da giovane sì, prendevo sonno facilmente!

– Ti leggerò il mio libro, così ti addormenterai subito.

Arturo lesse il titolo: – Libro di avventure per il nonno che non ha sonno – e cominciò. Dopo poche pagine, nonno e nipote dormivano profondamente.

Francesco Altan, Il nonno non ha sonno, Edizioni EL

LEGGO COMPRENDO E

Come si conclude il racconto?

Indica con una X.

La storia del testo narrativo si svolge in un:

QUANDO? TEMPO

AL MUSEO

Oggi la maestra ci ha portato al museo a vedere i quadri. Siamo entrati, con ordine, in una grande sala.

La maestra ha detto: – Qui potete ammirare alcuni dei quadri più famosi del mondo.

Ma subito un guardiano ha sgridato Alcide perché toccava un quadro. Dopo questa interruzione, la maestra ha continuato a spiegare e noi abbiamo iniziato a scivolare sul pavimento liscio. Tutti giocavano, tranne Alcide, che era davanti a un quadro con torta e frutta. Lo guardava incantato, con l’acquolina in bocca.

Il guardiano è arrivato e ha detto alla maestra se non le sembrava il caso di portarci via. Uscendo, Alcide si è avvicinato al guardiano con il quadro sottobraccio, dicendo di volerlo comprare.

Non ci siamo mai divertiti tanto! La maestra però non sembrava soddisfatta. Forse i quadri non le piacciono.

Jean-Jacques Sempé - René Goscinny, I divertimenti di Nicola, Emme Edizioni

LEGGO COMPRENDO E

Completa la linea del tempo. Scrivi al posto giusto: Partenza dal museo. • Arrivo del guardiano. • I bambini giocano sul pavimento. Arrivo al museo. Introduzione della maestra. Interruzione del guardiano.

LEGGO COMPRENDO E

Che cosa dice il guardiano ad Alcide e alla maestra? Completa.

Dove si svolge il racconto? Indica con una X.

educazione CIVICA

Identificare nel proprio ambiente di vita gli elementi che costituiscono il patrimonio artistico e culturale, materiale e immateriale, anche con riferimento alle tradizioni locali, ipotizzando semplici azioni

MIA SORELLA LOTTA

INIZIO

La mamma ci ha portati dal dentista perché Lotta aveva una carie. – Se fai la brava, ti regalo 25 centesimi – le ha detto.

SVOLGIMENTO

Abbiamo aspettato Jonas e Lotta nella sala d’aspetto.

Poi Lotta è uscita e la mamma le ha chiesto: – Che cosa ha fatto il dentista?

– Ha tolto un dente. Non ho pianto – ha risposto Lotta.

– Brava! Eccoti i 25 centesimi – ha detto la mamma.

– Sanguina? – ho chiesto io. Lotta ha aperto la bocca, ma non mi sembrava che le mancasse un dente.

– Non l’ha tolto! – ho esclamato.

– Sì invece... a Jonas – ha risposto lei.

CONCLUSIONE

Poi sono usciti Jonas e il dentista, che ha detto:

– La signorina Lotts si è rifiutata di aprire la bocca.

Astrid Lindgren, Lotta Combinaguai, Mondadori

LEGGO COMPRENDO E

Rispondi sul quaderno.

Il testo narrativo si sviluppa in tre fasi:

INIZIO: si presentano i personaggi, il tempo e il luogo del racconto.

SVOLGIMENTO: si narrano i fatti.

CONCLUSIONE: si racconta come finisce la storia.

• Come ha reagito la mamma quando ha saputo che Lotta non ha pianto?

• In realtà, come si è comportata Lotta con il dentista?

A quale parte del racconto si riferiscono le risposte? Colora il quadratino.

IN CIMA ALLA COLLINA

– Nonno, possiamo salire sulla collina lungo quel sentiero? – chiese Luca.

– Mmm... Va bene, ma tornate tra due ore, arriverà un temporale. Si sente dall’odore del vento – rispose il nonno.

– Ok, torniamo per le cinque. Promesso! Luca corse dai cugini. Voleva arrivare in cima alla collina, fino alla roccia. Gli piaceva camminare sulle pietre, scavalcare rami e buche, evitare spine e ragnatele. In cima, il panorama era bellissimo.

– Corriamo attraverso i girasoli? – propose Mimma, indicando un campo poco lontano da loro.

– Va bene, ma veloci! – disse Luca.

– Io raccolgo i semi, aspettatemi! – gridò Federico.

Ecco il primo tuono. Quando arrivarono sulla cima, un lampo attraversò il cielo. Poi, tante gocce.

– Dai, muovetevi! – disse Pepe.

Poco dopo i bambini, inzuppati, suonarono alla porta del nonno.

Federica Buglioni - Emanuela Bussolati, Il club dei cuochi segreti, Editoriale Scienza

Questo è un racconto realistico. Perché?

LEGGO COMPRENDO E

Dove si svolge la storia? Disegna sul quaderno la collina in base alla descrizione del testo.

arte e immagine

CIVICA EDUCAZIONE

L’ACQUA È PREZIOSA!

C’era una volta una piccola goccia d’acqua di nome

Goccia. Viveva in un laghetto. Un giorno incontrò un’altra goccia, Onda. Onda amava viaggiare. – Vieni con me – disse Onda. – Ti mostrerò il mondo meraviglioso dell’acqua!

Goccia era timida ma molto curiosa. Così le due gocce iniziarono un viaggio straordinario.

La loro prima tappa fu un fiume. – L’acqua del fiume dà vita a tante creature – disse Onda, indicando i fiori che crescevano lungo la riva.

Le due amiche percorsero tutto il fiume e arrivarono al mare. Poi, in un giorno caldo e soleggiato, evaporarono e salirono in cielo, trasformandosi in nuvole. Guardando in basso videro i fiumi, i laghi e gli oceani. – Tutto è connesso – spiegò Onda. – E noi contribuiamo a mantenere questo equilibrio. L’acqua è preziosa! Dopo qualche tempo, le due gocce iniziarono a scendere di nuovo sulla terra, come pioggia. Percorsero ancora molta strada in corsi d’acqua piccoli e grandi. Infine, Goccia e Onda tornarono al laghetto.

LEGGO COMPRENDO E

Indica con una X se l’affermazione è vera (V) o falsa (F).

• Goccia e Onda viaggiarono lungo un fiume. V F

• Durante il viaggio, Goccia e Onda si trasformarono in nuvole. V F

• La pioggia non fa parte del ciclo dell’acqua. V F

PICCOLI GUARDIANI

E GUARDIANE

DELLA TERRA:

TOCCA A VOI!

arte e immagine

Come usi l’acqua, nella tua vita di tutti i giorni? Racconta.

Prova a evitare gli sprechi d’acqua nel corso di un’intera settimana.

Disegna qui le tue azioni da “Piccolo Guardiano/ Piccola Guardiana della Terra”.

Mercoledì

Lunedì

Giovedì

Martedì

Sabato

Domenica

Venerdì

insieme CI PENSIAMO...

Alla fine della settimana, racconta ai compagni e alle compagne quali comportamenti hai adottato per risparmiare acqua. Confrontatevi sugli impegni che tutti/e dovremmo prendere per non sprecare questa risorsa.

La musica della Giostra dell’alfabeto si è fermata. Un bel mistero… Aiuta Perla a riaccenderla!

Risolvi il cruciverba.

1 Si trova al parco giochi, è… scivoloso!

2 Va su e giù nel Parco dei Divertimenti.

3 Si illuminano di notte nel cielo.

4 Gira su sé stessa ed è panoramica.

5 Piccolo specchio d’acqua.

6 Va veloce e fischia.

7 Lo riceve chi vince una gara.

PARTENZA

PROVA 1

PROVA 2

Trova la strada per uscire dal labirinto. Raccogli le lettere e forma la parola.

PROVA 3

Riordina le lettere, scrivi le parole e… tornerà la musica nel Parco!

PERSONAGGI FANTASTICI

• Immagina un animale fantastico, che non esiste nel mondo reale. Descrivi il suo aspetto: colore, dimensioni, caratteristiche (ali, code...).

• Racconta dove vive l’animale, che cosa mangia, che cosa ama fare durante la giornata.

• Dai un nome al tuo animale fantastico.

• Immagina che nel tuo quartiere viva un supereroe o una supereroina. Descrivilo/a: come si chiama, quali superpoteri ha, come è vestito/a.

• Immagina una storia in cui il supereroe o la supereroina salva il quartiere da un problema.

• I vicini come reagiscono all’azione eroica? Disegna sul quaderno.

Oggi vi racconterò una storia speciale – dice Ninella ai bambini e alle bambine. – Una storia che parla di amicizia, avventura, fantasia, immaginazione…

La sedia blu

Un giorno Bruscolo e Botolo passeggiavano nel deserto.

– Non c’è molta gente – disse Bruscolo.

– È un vero deserto – precisò Botolo, che amava la precisione.

A un certo punto Bruscolo disse: – Oh, guarda laggiù, c’è qualcosa di nuovo.

Bruscolo indicò una macchia blu in lontananza. Quando si avvicinarono, scoprirono una sedia.

– È una sedia – disse Bruscolo.

– È una sedia blu – precisò Botolo.

– Mi piacciono molto le sedie – dichiarò Bruscolo. – Una sedia è qualcosa di magico. Si può trasformare in una slitta, un camion dei pompieri, un’automobile, un elicottero o qualsiasi cosa si muova o voli.

– Sì – approvò Botolo. – Una sedia è anche molto pratica. Puoi usarla nei circhi – e Botolo poggiò la sedia sul naso, riuscendo a non farla cadere. Bruscolo, non volendo essere da meno, disse: – Dimentichi gli equilibristi – e montò sulla sedia.

Non lontano, un dromedario guardava con severità gli esercizi dei due amici. Si avvicinò e strillò: – Che cosa state combinando?

Dove credete di essere, al circo?

Bruscolo cadde dalla sedia. Boom, patatrac, fine del gioco.

– Una sedia – disse ancora il dromedario – è fatta per sedersi… –e si sedette deciso.

– Andiamocene – disse Bruscolo all’amico. – Questo cammello non ha nessuna immaginazione.

– Oltretutto non è neanche un cammello, è un dromedario. Ha una gobba sola – aggiunse Botolo, che amava la precisione.

Claude Boujon, La sedia blu, Babalibri

LEGGO COMPRENDO E

Leggo e comprendo.

• Chi sono Bruscolo e Botolo?

• Che cosa vedono i due amici?

Metti in ordine le sequenze della storia, numerando.

Bruscolo e Botolo trovano una sedia nel deserto.

Botolo dice che la sedia è magica.

Bruscolo dice che la sedia può trasformarsi.

Botolo sale sulla sedia e cade.

LEGGO IMMAGINO E

La sedia blu può trasformarsi in diversi oggetti magici. Scegline due fra i seguenti. Poi disegnali e per ognuno scrivi una breve storia.

slitta • camion dei pompieri • ambulanza • automobile da corsa • elicottero • aereo • scrivania • banco di un negozio

L’oggetto magico

L’oggetto magico

La storia arte e immagine

La storia

Luna, la volpe bianca, ti invita nel misterioso “Labirinto delle Parole” per un’altra sfida!

Leggi le sillabe, forma sei parole e scrivile.

Aiuta la volpe Luna a raggiungere gli amici dello staff. Trova il percorso seguendo le parole scritte correttamente.

SOQQUADRO

Leggi il testo. Poi rispondi.

Ho trascorso un pomeriggio fantastico in compagnia di Maribel, la mia amica peruviana. Mi ha parlato del mare del Perù e di sua nonna.

Maribel ha anche molti ricordi delle sue zie e delle sue cugine, delle feste passate insieme a loro.

Mi ha mostrato alcune fotografie: c’era quella della nonna, una donnina con gli occhi e i capelli nerissimi, quella delle due zie che sono rimaste in Perù, e una foto della sua mamma. Lei dice che la sua terra è bellissima, ma che anche l’Italia lo è, anche se non la conosce ancora bene.

Sonia Coloru, Ogni giorno un giorno nuovo, Edizioni EL

• Chi è Maribel?

• Di quale Paese parla Maribel?

• Maribel con chi ha passato le feste?

Esegui e rispondi.

• Descrivi l’aspetto della nonna di Maribel.

• Che cosa pensa Maribel dell’Italia?

• Nomina due persone della famiglia di Maribel che sono rimaste in Perù.

Immagina e scrivi sul quaderno una breve storia su una delle feste della famiglia di Maribel, in Perù.

COME TI SENTI?

IL PICCOLO PIANETA

In un angolo dell’universo, c’è un pianeta piccolo come la testa di uno spillo. Su questo pianeta vivono solo Plik e Pluk. Plik vive a nord, costruisce cose strane come una casa senza tetto e un letto con le ali. Pluk vive a sud, esplora il cielo con il suo telescopio, disegnando mappe e dando nomi alle stelle.

Un giorno, Plik inventa un oggetto con le ruote. Girando il pianeta con la sua bicicletta, incontra Pluk.

Pluk mostra a Plik l’universo attraverso il telescopio e gli indica una costellazione a forma di ruota, la “ruota dell’amicizia”. Plik e Pluk si avventurano insieme verso stelle e asteroidi, volando sul mezzo a pedali.

Attraversano la “ruota dell’amicizia” e raccolgono una polvere dorata. Atterrano vicino alla casa di Plik, dove Pluk si ferma a dormire. La casa è senza tetto e mostra un cielo stellato mai visto prima.

Daniele Movarelli, Il pianeta piccolo piccolo, Gallucci - La Spiga

LEGGO COMPRENDO E

Chi sono i personaggi del racconto? Scrivi i nomi. Poi, per ognuno, spiega a voce ciò che ama fare.

LEGGO IMMAGINO E

Dove vivono i due personaggi? Disegna sul quaderno una mappa del pianeta. arte e immagine

IL BAULE VOLANTE

Il baule uscì da una finestra aperta, con Eddy e Lilli a cavalcioni. Era un baule magico: volava e atterrava proprio dove volevano i passeggeri! I due topini si trovarono sopra l’oceano. Dall’alto videro una piccola isola rotonda e verde. Quando furono più vicini, ecco apparire montagne alte, con i fianchi ricoperti di alberi e le cime a punta. Tra le montagne si notava la schiuma della Grande Cascata, che si gettava in un lago azzurro e calmo.

Eddy disse: – Ascolta, baule magico! Voglio che ci porti vicino alla Cascata, dove cresce l’Erba del Topo.

Subito il baule si lanciò tra le cime delle montagne e i topolini cominciarono a sentire il profumo dell’Erba del Topo. Finalmente il baule atterrò sul prato dove cresceva l’erba più buona del mondo, proprio vicino alla Grande Cascata.

Eddy e Lilli si guardarono soddisfatti: erano arrivati!

Erwin Moser, Eddy Spaccanoce, Emme Edizioni

LEGGO COMPRENDO E Rispondi.

• Chi sono i protagonisti del racconto?

• Dove atterra il baule volante alla fine del viaggio?

Com’è l’isola che i topi vedono dall’alto?

Disegnala sul quaderno. arte e immagine

CELESTE CENERENTOLA

Celeste viveva con la matrigna e due sorellastre. La matrigna le ordinava di fare le faccende e le sorellastre la deridevano. Celeste desiderava vedere i colori dei cieli del mondo e parlava del suo sogno a mamma Liu, che veniva dalla Cina.

Un giorno, mamma Liu invitò Celeste a una festa a palazzo. Le sorellastre e la matrigna dissero che Celeste non aveva abiti adeguati per una festa. Mamma Liu, allora, confezionò per lei un abito di seta blu e delle babbucce d’argento. Celeste si recò al palazzo, uscì nel parco e alzò gli occhi per guardare il cielo. Vide un funambolo.

Era già mezzanotte, Celeste doveva rientrare. Fuggì, ma perse una babbuccia. Il funambolo trovò la babbuccia e, il giorno dopo, andò a cercare Celeste. Lei salì sulla fune e se ne andò con lui.

Si dice che ora Celeste viva felice nel palazzo del funambolo, che era, in realtà, un principe. Annamaria Gozzi, Celeste Cenerentola, Gallucci - La Spiga

LEGGO COMPRENDO E

5. La matrigna. Collega il nome del personaggio all’immagine corrispondente, numerando.

1. Il funambolo.

2. Celeste.

3. Le sorellastre.

4. Mamma Liu.

LEGGO COMPRENDO E

Metti in ordine le sequenze del racconto, numerando.

Celeste viveva con le due sorellastre e la matrigna.

A mezzanotte, Celeste corse via, ma perse una babbuccia.

Mamma Liu confezionò per Celeste un abito e delle babbucce.

Celeste fu invitata a una festa a palazzo.

Il funambolo trovò la babbuccia.

Celeste salì sulla fune e se ne andò con il funambolo.

Il funambolo andò a cercare Celeste.

Celeste andò a una festa. Nel parco vide un funambolo.

Ora racconta la storia in sequenza a un compagno o una compagna.

La casa di Celeste Il palazzo della festa Il parco del palazzo arte e immagine

LEGGO IMMAGINO E

Disegna la “mappa” con i principali luoghi del racconto.

LA CICALA SI AMMALA

Sotto l’ulivo, in riva al mare, la cicala racconta storie così belle che perfino le formiche si fermano ad ascoltare.

Un giorno, però, un vento freddo soffia dal mare e avvolge l’ulivo. In un batter d’occhio la cicala si ammala.

Arriva l’ape e chiede: – Che cosa succede?

Una formica spiega: – La cicala ha il mal di gola, l’influenza e il raffreddore!

– ETCIÙ, ETCIÙ, ETCIÙ!

– Io ho la soluzione! – dice l’ape, e lascia cadere in bocca alla cicala una goccia di miele dorato.

Le formiche costruiscono un letto di petali per la cicala, il bruco le porta una foglia come coperta e il ragno le tesse una sciarpa leggerissima.

– Che buodo! Grazie abici, bi seddo già boldo beglio! –sorride la cicala. – Dobadi vi raccoddo uda storia duova!

Chiara Carminati, Storie piccole, Franco Cosimo Panini

LEGGO COMPRENDO E

Indica con una X se l’affermazione è vera (V) o falsa (F).

• L’ape aiuta la cicala dandole del miele dorato. V F

• Un bruco porta alla cicala una foglia da usare come coperta. V F

• Le formiche tessono una sciarpa. V F

• La cicala promette di raccontare una storia quando starà meglio. V F

IL DITO MAGICO

Mi ripetevo che non avrei mai più puntato il Dito Magico su nessuno... dopo quello che era capitato alla mia maestra, la signora Winter. Povera signora Winter. Una volta eravamo in classe, stavamo facendo gli esercizi di ortografia.

– Alzati in piedi – mi ha detto, – e dimmi come si scrive “ciliegia”.

– Facile – ho detto io. – C, I, G, L, I, E, G, I, A.

– Sei una bambina stupidina! – ha detto la signora Winter.

– Non sono una bambina stupidina – ho ribattuto io. – Sono una bambina molto simpatica!

– Vai subito nell’angolo! – ha detto la signora Winter.

Mi sono arrabbiata e ho puntato il Dito Magico sulla signora Winter. Volete sapere che cosa è successo? Le sono spuntati dei baffi neri e lunghi. Tutta la classe moriva dal ridere.

E quando si è voltata per scrivere sulla lavagna, abbiamo visto che le era cresciuta anche una coda!

Roald Dahl, Il dito magico, Salani

LEGGO COMPRENDO E

Indica i due personaggi del racconto e completa lo schema.

Personaggio

Emozione vissuta dal personaggio

Parte del racconto da cui emerge questa emozione

IL BRUTTO ANATROCCOLO

Era estate in campagna. Un’anatra stava covando le sue uova. Finalmente le uova si ruppero e i piccoli anatroccoli uscirono. L’ultimo ad aprirsi fu l’uovo più grande: da lì sbucò un anatroccolo molto brutto.

Nel pollaio, tutti beffeggiavano il brutto anatroccolo, persino i suoi fratelli. Stanco di essere preso in giro, il brutto anatroccolo fuggì oltre la siepe, finendo in una grande palude. Passò l’inverno da solo, lottando contro il freddo. Quando arrivò la primavera, raggiunse un giardino pieno di fiori profumati. Qui vide tre bellissimi cigni muoversi con eleganza su uno specchio d’acqua. Desiderava unirsi a loro, nonostante la sua bruttezza, e si avvicinò.

Ma, guardandosi riflesso nell’acqua, vide che anche lui era diventato un magnifico cigno. Il cigno, una volta brutto anatroccolo, fu felice e orgoglioso della sua trasformazione.

dal web

Il protagonista del racconto è il brutto anatroccolo.

Gli antagonisti sono gli animali del pollaio, che lo deridono.

LEGGO COMPRENDO E arte e immagine

Nelle fiabe, esiste spesso un “oggetto magico” che aiuta il protagonista a superare gli ostacoli. Inventa un oggetto in grado di aiutare il brutto anatroccolo nella sua trasformazione. Sul quaderno, disegna l’oggetto e descrivi i suoi poteri magici.

Conoscere il principio di uguaglianza nella consapevolezza che le differenze possono rappresentare un valore quando non si trasformano in discriminazioni. Aiutare, singolarmente e in gruppo, coloro che presentino qualche difficoltà per favorire la collaborazione tra pari e l’inclusione di tutti.

UN ELEFANTE SULL’ALBERO

Tornando dal lavoro, trovai casa mia circondata di gente. Guardai meglio e vidi il mio elefante,

Dailan Kifki, dormire su un albero molto alto. Mamma era preoccupata: – Hai visto che disastro?

Te l’avevo detto di portare quell’elefante allo zoo!

– Ma da dove è spuntato quest’albero così alto? – chiesi.

– Quell’albero così alto è il tuo famoso fagiolo –singhiozzò la mamma.

Avevo chiesto a Dailan di fare la guardia e nel frattempo il fagiolo era cresciuto a una velocità supersonica! Cominciai a pensare a come far scendere l’elefante.

María Elena Walsh, Elefantasy, La Nuova Frontiera Junior Completa.

LEGGO COMPRENDO E

Personaggi: chi?

In questo racconto

Possono essere persone, animali o cose. La mamma, .

Tempo: quando? È il tempo in cui avvengono i fatti. Tornando dal . Luoghi: dove?

Sono i luoghi o gli ambienti in cui si svolge la storia. La dove vivono la protagonista e la mamma.

Fatti: che cosa succede? Sono le azioni compiute dai personaggi e ciò che accade nella storia.

La protagonista scopre che dorme sulla cima di un albero.

Leggi il testo. Poi rispondi.

Una sera, un vecchio campanile decise di fare una passeggiata. Dopo pochi passi calò una fitta nebbia, il campanile si perse per le strade della città e si trovò a camminare in campagna. Vide un bel pollaio e si sistemò proprio lì a fianco.

Le galline erano contente. Si sentivano più importanti e di giorno, invece di razzolare nel prato, camminavano in fila. In cambio dell’ospitalità, i contadini chiesero al campanile di suonare le campane ogni volta che una gallina faceva le uova. Così, se per caso vi capita di passare da quelle parti e sentite suonare le campane, preparatevi a mangiare una frittata.

Ambrogio Borsani, Animali fenomenali, Einaudi Scuola

• Che cosa fece, una sera, il vecchio campanile?

• Dove decise di stabilirsi?

Indica con una X se l’affermazione è vera (V) o falsa (F).

• Il campanile si perse perché iniziò a piovere. V F

• Dopo essersi perso, il campanile si ritrovò in una città sconosciuta. V F

• Le galline furono contente di avere un campanile vicino al pollaio. V F

Rispondi.

• Quale fu l’accordo tra i contadini e il campanile?

Leggi il testo. Poi completa.

Basile aveva un potere magico. Per Basile, che aveva spesso la testa fra le nuvole, era molto, molto comodo avere un potere magico.

Quando, per esempio, dimenticava a scuola il diario, gli bastava dire: – Testa a spilli. Occhio a palla. Naso che balla. I suoi capelli, dritti come spaghetti, si rizzavano sulla testa.

Gli occhi neri come il carbone si spalancavano. Il nasino all’insù si muoveva da destra a sinistra e da sinistra a destra.

Allora, immediatamente, il diario compariva.

Basile faceva così anche quando la mamma gli chiedeva di andare a comprare il pane o di mettere in ordine la stanza.

Insomma, essere maghi è una gran bella comodità!

Véronique M. Le Normand, Basile a Topolandia, Feltrinelli Kids

• Quando dimenticava il diario a scuola, Basile diceva: – Testa a . Occhio a

Naso che .

• Quando Basile pronunciava la formula magica, i capelli diventavano come

Indica con una X se l’affermazione è vera (V) o falsa (F).

• Basile era un bambino distratto. V F

• Gli occhi di Basile erano neri come il carbone. V F

• I capelli di Basile erano ricci. V F

Rispondi.

• In quali situazioni Basile usa il potere magico?

COME TI SENTI?

LE VOCI DELLE EMOZIONI

Quindi Luisa partiva per sempre, e non per una breve vacanza come al solito.

Mauretta aveva letto tanti libri. A volte nei libri trovava delle espressioni strane che la facevano un po’ pensare. “Si è sentito mancare la terra sotto i piedi...”, che cosa significava?

Pensandoci bene, aveva capito che lo scrittore voleva dire che un personaggio si era sentito dentro un grande scombussolamento, come un terremoto.

Ora le sembrava che anche sotto di lei la terra si fosse messa a sussultare e le sembrava di stare per cadere sul pavimento da un momento all’altro. Ma come, la sua amica partiva! La lasciava per non tornare più (o quasi).

E lei sarebbe rimasta sola. Non riusciva a crederci veramente. Per questo le gambe le tremavano.

Lia Levi, L’amica di carta, Sinnos Editrice

Ti è mai capitato di sentirti “mancare la terra sotto i piedi”?

In quale occasione? Racconta.

Disegna questo momento.

LEGGO COMPRENDO E

Rispondi a voce.

• Perché Mauretta si sentì come se la terra tremasse sotto i piedi?

arte e immagine

PARLO DI ME

arte e immagine

Prova a comunicare ognuno dei seguenti pensieri con un disegno.

Completa il “Diario delle emozioni”.

Data

Oggi mi sento così

Perché mi sento così?

Disegno la mia emozione. Che cosa ho imparato, oggi, sulle mie emozioni?

Lunedì Mercoledì Venerdì Martedì Giovedì Sabato Domenica

LEGGO COMPRENDO E

NEL MARE, CHE BELLO!

Quando il pesce salmone ebbe tre anni, il suo maestro, il Grande Salmone, gli disse: – Domani mattina scenderemo lungo il fiume, verso il mare. Giunsero al mare. Era grande e infinitamente profondo. E c’erano pesci, tanti pesci grandi e piccoli, di tante forme e di tanti colori. Il fondo del mare era meraviglioso. Nuotarono vicino a un grande polpo e da lontano videro un pesce spada. Più in basso, tra i sassi, viveva una grande quantità di alghe, spugne e coralli. Si avvicinarono alla costa e videro conchiglie, molluschi e aragoste. Tutto il paesaggio era affascinante, con pesci strani, cavallucci marini e stelle di mare, ostriche, frotte di pesci, coralli rossi e gialli... Fantastico! Era la vita del mare.

Maria Rius, Josep M. Parramón, La vita nel mare, La Scuola

Completa la mappa. Puoi scrivere o disegnare. IL GIOVANE

Il mare era…

Sul fondo del mare vide…

Più vicino alla costa vide… C’erano tanti pesci…

FILASTROCCA DELL’ALBERO

Albero abbraccio e respiro del mondo

Strade radici che arrivano in fondo

Chissà da dove arriva il tuo suono

Suono che parla di un cuore buono

Chissà da dove arriva il tuo canto

Canto di foglie, che vibra d’incanto

Mentre ti ascolto, ti parlo e ti penso

E il mio discorso diventa denso:

Tieniti stretto a questa terra

Cresci più libero che in una serra

Afferra il cielo, portalo a noi

Tendi i tuoi sogni più in alto che puoi

E se qualcuno ti vuole strappare

Tu vienimi a chiamare.

Sabrina Giarratana, Amica Terra, Fatatrac

CI PENSIAMO...

insieme

Prova a rispondere alle domande con i compagni e le compagne.

Poi scrivi in breve le risposte che avete trovato insieme.

• Perché gli alberi sono importanti per il nostro pianeta?

• Che cosa possiamo fare per proteggere gli alberi?

educazione CIVICA Mettere in atto comportamenti alla propria portata che riducano l’impatto negativo delle attività quotidiane sull’ambiente. Riconoscere, con riferimento all’esperienza, che alcune risorse naturali sono limitate e ipotizzare comportamenti di uso responsabile, mettendo in atto quelli alla propria portata.

FACCIAMO LA DIFFERENZA!

I media ci dicono ogni giorno che il mondo è in pericolo: molte specie viventi si stanno estinguendo, i ghiacciai dei Poli si sciolgono, le temperature e il livello del mare aumentano… Queste notizie possono creare molta ansia. Ma spaventarsi non serve. Quello che possiamo fare è informarci e vivere in modo meno inquinante. Le azioni individuali sembrano troppo piccole per produrre cambiamenti. Ma unite ad altre, e poi ad altre ancora, creano effetti positivi sempre più grandi. Insieme siamo forti. Ognuno di noi può fare la propria parte. Nessuno è troppo piccolo per non poter fare la differenza.

Tessa Wardley, Il manuale dell’eco-eroe, Slow Food Editore

LEGGO IMMAGINO E

Inventa la storia di una piccola azione che riesce a produrre un grande risultato. Puoi scrivere o disegnare.

Storia di una piccola azione

Qualcuno un giorno fece questa piccola azione…

Molte persone pensarono che fosse giusta. Allora…

Alla fine successe che…

educazione CIVICA

Mettere in atto comportamenti alla propria portata che riducano l’impatto negativo delle attività quotidiane sull’ambiente. Riconoscere, con riferimento all’esperienza, che alcune risorse naturali sono limitate e ipotizzare comportamenti di uso responsabile, mettendo in atto quelli alla propria portata.

RISPETTO PER L’AMBIENTE

Con le auto e le moto, invadono boschi, prati, spiagge. Danneggiano gli alberi, strappano i fiori, disturbano gli animali selvatici, spargono cartacce di plastica e, infine, se ne vanno lasciando un tappeto di rifiuti.

Ma il cittadino, con il suo comportamento, può anche realizzare un’efficace salvaguardia dell’ambiente. Tutti possono dare il buon esempio: non lasciamo rifiuti sul terreno, non danneggiamo gli animali innocui, rispettiamo le altre forme di vita…

Ogni giorno possiamo fare qualcosa. La difesa del paesaggio dipende in gran parte da noi. Giuseppe Barbieri, Noi toscani, Sansoni Sul quaderno, crea un collage che rappresenti il tuo impegno per proteggere il pianeta. Segui le indicazioni.

1 Procurati materiali di riciclo, per esempio vecchi giornali e riviste.

2 Taglia e organizza i pezzi del collage.

3 Componi il tuo “eco-collage”.

4 Mostra e spiega l’eco-collage ai compagni e alle compagne.

educazione CIVICA Mettere in atto comportamenti alla propria portata che riducano l’impatto negativo delle attività quotidiane sull’ambiente. Riconoscere, con riferimento all’esperienza, che alcune risorse naturali sono limitate e ipotizzare comportamenti di uso responsabile, mettendo in atto quelli alla propria portata. arte e immagine

STORIE DELLA NATURA
LEGGO CREO E

L’ALBERO DEI DESIDERI

Noi alberi non siamo dei gran chiacchieroni. Sappiamo fare cose straordinarie, ma parlare con le persone non è il nostro forte. Di noi si sente solo il mormorio delle foglie. Mi chiamano Rubra, e tu puoi fare lo stesso. Ma per molto tempo mi hanno chiamato “l’albero dei desideri”.

L’origine di questo nome risale a quando ero poco più che un seme. È una lunga storia.

Ogni anno, il primo giorno di maggio, la gente mi addobba con biglietti, carte, striscioline di tessuto, nastrini e, a volte, calzini. Ognuna di queste offerte rappresenta un sogno o un desiderio.

Che li appendano, li lancino o li leghino con un nastro, sono tutti auspici per qualcosa di bello.

Katherine Applegate, L’albero dei desideri, Mondadori

LEGGO COMPRENDO E

Indica con una X se l’affermazione è vera (V) o falsa (F).

• Gli alberi fanno cose straordinarie. V F

• Il nome “l’albero dei desideri” fu dato a Rubra quando diventò molto grande. V F

• Il primo giorno di maggio, le persone decorano Rubra con biglietti e nastrini che rappresentano i loro desideri. V F

LEGGO CREO E

arte e immagine

Disegna sul quaderno il tuo “albero dei desideri”.

VIVERE IN CAMPAGNA

Paolino abita in una casa isolata, una vecchia fattoria con la facciata gialla e il portone ad arco. Il padre e la madre di Paolino lavorano la terra. Hanno una stalla con tante mucche, un trattore e altre macchine agricole. Hanno due cani, sei gatti, cento galline e tacchini, anatre, un gallo e due pavoni. E un cavallo.

Sotto il portone e nella stalla ci sono tanti nidi di rondini. Le rondini volano tutto il giorno in cerca di insetti. Gli insetti stanno nell’erba, e quando Paolino aiuta suo padre a falciarla, gli insetti volano via e le rondini si buttano in picchiata a ingoiarli.

A Paolino piacciono gli animali della fattoria, sono i suoi amici: porta loro il cibo, pulisce le mangiatoie. Ma la cosa più bella è quando sale in groppa al cavallino e galoppa nel bosco e nei prati.

Mario Lodi, Bambini e cannoni, Einaudi Ragazzi

LEGGO COMPRENDO E

Rispondi sul quaderno.

• Dove abita Paolino?

• Quali animali ci sono nella fattoria?

• In che modo Paolino aiuta il padre?

• Qual è l’attività preferita di Paolino?

Disegna sul quaderno la fattoria di Paolino. arte e immagine

VOLO TRA LE PAROLE

Arruffato: con il pelo in disordine, scompigliato.

LEGGO RIFLETTO E

Rispondi sul quaderno.

L’INTRUSO

Orsetto non aveva mai visto un orso come quello. Si alzò sulle zampe e ruggì: – Grrrrrr!

L’orso scappò via, tutto arruffato. Orsetto pensò di allontanarlo per sempre e seguì le sue tracce. Leo, lo scoiattolo, chiese a Orsetto che cosa cercasse.

– Un orso arruffato – rispose Orsetto.

Leo chiese: – Come si chiama?

– Boh, non lo so – rispose Orsetto.

Leo suggerì che avrebbero potuto essere amici dell’orso, ma Orsetto non fu d’accordo: quell’orso era un intruso.

Poi Orsetto incontrò Nerone, il corvo, e gli parlò dell’orso arruffato. Nerone disse che prima di tutto Orsetto avrebbe dovuto conoscere l’orso e solo in seguito decidere se poteva essere o meno suo amico. Queste parole, finalmente, fecero riflettere Orsetto…

Waltraud Egitz, L’intruso. Storia di un orso arruffato, Bohem Press Italia

LEGGO IMMAGINO E

• Come ti saresti sentito/a al posto dell’orso arruffato?

• Che cosa avresti fatto se fossi stato/a al posto di Orsetto?

educazione CIVICA

Sul quaderno, disegna una scena in cui Orsetto e l’orso arruffato hanno superato la diffidenza e sono diventati amici. arte e immagine

Conoscere il principio di uguaglianza nella consapevolezza che le differenze possono rappresentare un valore quando non si trasformano in discriminazioni. Aiutare, singolarmente e in gruppo, coloro che presentino qualche difficoltà per favorire la collaborazione tra pari e l’inclusione di tutti.

Aiutare, singolarmente e in gruppo, coloro che presentino qualche difficoltà per favorire la collaborazione tra pari e l’inclusione di tutti.

IL VALORE

Un “valore” è una regola speciale che ci insegna a fare le cose giuste. È come avere una “bussola del cuore” che ci suggerisce i modi per essere gentili, amichevoli e corretti verso gli altri.

Per ogni immagine, scrivi il valore corrispondente. Scegli tra: amicizia • rispetto • gentilezza • onestà • responsabilità • coraggio

GRAZIE!

TUO?

NON HO PAURA

DEI FOLLETTI

C’era un ragazzo che non aveva paura di nulla, nemmeno dei folletti. Una notte, mentre cavalcava, incontrò un uomo su un pony bianco. L’uomo disse: – Devo salire sulla collina per una faccenda con i folletti. Tu non parlarne con nessuno. Il ragazzo, curioso, decise di seguirlo.

Arrivato in cima alla collina, il ragazzo vide il pony vicino a una spaccatura nella roccia. Si ricordò che quella era l’entrata della casa dei folletti e, non credendo a ciò che si diceva su di loro, prese una pietra e la gettò nel buco. La pietra tornò su velocemente e colpì il ragazzo con tanta forza da farlo rotolare giù per la collina.

Fu così che il ragazzo smise di andare in giro di notte. E come ci crede, ora, ai folletti!

Francesca Lazzarato, Mille anni di storie magiche, Edizioni EL

LEGGO COMPRENDO E

Metti in ordine le sequenze del racconto, numerando.

VADO DAI FOLLETTI.

TEMPORALE NEL LETTONE

A Franci piacciono tanto i temporali. Di giorno, però. Di notte un po’ meno. Prendiamo questa notte. È un lampo, un tuono o il rumore del vento a scuotere i vetri? Franci non lo sa. Sa solo che è sveglia, sola, nel buio e ascolta i rumori della notte. Franci è nervosa. All’improvviso, la porta si apre e lascia scivolare dentro un’ombra grande e scura. Un mostro! Ma no, i mostri non esistono... Forse. Nuovo lampo. Grande, questa volta, e fermo. È la luce che si accende.

– Franci, tesoro – dice papà. Franci gli butta le braccia al collo. Allora lui la prende in braccio come se fosse piccola e la porta di là, nel posto più bello del mondo, che è il lettone. Vicino al papà, Franci non ha più paura.

Beatrice Masini, in Per nuovi traguardi, di Rosa Dattolico, Ardea Editrice

LEGGO COMPRENDO E

Metti in ordine le sequenze del racconto, numerando. Il padre di Franci entra nella sua stanza.

Franci ascolta i rumori della notte.

Vicino al papà, la paura passa.

La porta si apre lentamente.

Indica con una X se l’affermazione è vera (V) o falsa (F).

• A Franci non piacciono i temporali di notte. V F

• Il temporale avviene di giorno. V F

• Franci si sente al sicuro quando è con il padre. V F

• Un mostro entra nella stanza di Franci. V F

NELLA CAPANNA

Qualcuno entrò nella capanna. La capretta drizzò le orecchie. Doveva essere sicuramente un’altra capretta. Sollevata, disse: – Bel temporale, eh?

– Sì... per fortuna ho trovato questo rifugio. La capra tirò un sospiro di sollievo. In realtà, quell’ombra indistinta era un lupo ghiotto di capre. Il boato di un tuono fece tremare la capanna e i due si strinsero.

– Ah, scusami, è che sono spaventata.

– Non importa, anch’io ho avuto paura.

– Ci assomigliamo molto, vero? Abbiamo avuto la stessa reazione – disse la capra.

– La prossima volta, perché non ci troviamo a mangiare, con il bel tempo? Domani a mezzogiorno, per esempio, davanti a questa capanna – propose il lupo.

– Ok. Ma se non ti riconosco dalla faccia?

– Già, per sicurezza diremo: “Sono chi ti è diventato amico in una notte di temporale”.

– D’accordo.

Nell’oscurità, prima dell’alba, le due ombre si salutarono agitando le zampe.

Che cosa sarebbe successo il giorno dopo?

Yuichi Kimura, In una notte di temporale, Salani Editore

LEGGO IMMAGINO E

Che cosa successe il giorno dopo?

Prova a immaginare un finale che ti piace e disegnalo sul quaderno.

NEL MONDO DEI SOGNI

Ogni notte si parte per uno strano viaggio. Alla partenza, devi fare un gesto segreto: uno sbadiglio dentro la mano aperta. Quando arriva il sonno, puoi cercare di resistere dicendo che hai fame oppure facendoti raccontare tre storie lunghe lunghe.

Ma poi, piano piano, gli occhi si chiudono e ti addormenti.

Nel mondo dei sogni si vivono molte avventure.

C’è una lepre che non ha paura del cacciatore...

C’è un mostro bruttissimo che balla la tarantella...

C’è un bambino che vola sopra le nuvole…

Ci sono sogni belli, sogni brutti e sogni così così. Al mattino, però, tutti quanti svaniscono.

Helme Heine, Viaggio nella notte, Edizioni EL

LEGGO COMPRENDO E

Rispondi.

• Che cosa succede quando il sonno arriva?

Collega ogni definizione alla soluzione corrispondente.

• Gesto segreto per iniziare il viaggio notturno.

• Ciò che si può fare per resistere al sonno.

• Destino dei sogni al mattino.

Farsi raccontare tre storie lunghe.

Sbadiglio dentro la mano aperta. Svaniscono.

VOLO TRA LE PAROLE

Si acciambellò: si sdraiò arrotolandosi a forma di ciambella.

LEGGO IMMAGINO E

UNA VISITA NOTTURNA

Durante una notte buia e tempestosa, Cristina, fra tutti i rumori del temporale, ne udì uno leggero, che si sentiva appena: veniva proprio dalla porta di casa. La aprì piano piano: una piccola creatura pelosa, tutta bagnata e sporca di fango, si intrufolò in casa.

– Miaaaaoo! – fece la creatura.

Cristina accarezzò il gatto sulla testa e lo grattò dolcemente dietro le orecchie. Aveva il pelo morbido e gli occhi intelligenti. Sicuramente aveva fame. Cristina intinse un dito nel latte e il gattino cominciò a succhiarlo.

Poi si acciambellò sulle ginocchia di Cristina e si addormentò.

Cristina Lastrego - Francesco Testa, Muao il gatto tigre, Piccoli

Immagina che Cristina incontri un altro amico. Completa usando la fantasia. Il nuovo amico di Cristina è (di quale animale si tratta?) e si chiama (indica il nome dell’animale)

Sul quaderno, scrivi un’avventura di Cristina con il nuovo amico. Segui lo schema.

INIZIO (Come inizia la giornata di Cristina? Come scopre il nuovo amico?)

SVOLGIMENTO (Che cosa succede a Cristina e al suo nuovo amico?)

CONCLUSIONE (Come finisce l’avventura?)

PAURA DEL BUIO

– Non riesco a dormire, ho paura. E ho sete, non posso dormire se ho sete. La luce, quella piccina, non spegnerla adesso, mamma.

– Ascolta, un segreto: quand’ero bambina, un mostro, di notte, mi metteva paura!

– Un mostro, davvero? Li hai visti anche tu e avevi paura?

– Così tanta che non volevo mai andare a dormire! Ma una sera ho deciso di guardarlo negli occhi. “Sei un mostro – gli ho detto – un orribile mostro! Hai i denti di legno! E i capelli sono cespugli di alghe bavose!

Al posto del naso hai un ramo spezzato. Eliche storte hai per orecchie! La tua pelle pare fatta con le gomme da buttare via. Caro mostro, fai spavento!”.

– E il mostro, mamma, che cosa ti ha detto?

– Il mostro mi ha guardato, poi si è fatto piccolino, è sparito dentro il buio e non l’ho rivisto più!

– Buonanotte, mamma... Buonanotte, mio mostrino...

Giusi Quarenghi, Mamme & mostri, Giunti

LEGGO COMPRENDO E

Disegna il mostro descritto nel racconto.

arte e immagine arte e immagine

SULLE TRACCE EMOZIONI DELLE

E tu, hai un tuo mostrino? Disegnalo.

Perla ha trovato un orologio antico. Improvvisamente, l’orologio si ferma.

Aiuta Perla a risolvere gli enigmi per rimettere in moto le lancette!

Metti ogni parola nella scatola giusta. Usa le frecce.

PARTENZA

Indica con una X la parola che completa la frase.

• Se potessi volare, viaggerei fino alla... e guarderei le stelle da vicino. scuola Luna cucina

• Durante l’esplorazione nella foresta, abbiamo scoperto una pianta che aveva foglie... lente rumorose profumate

Cerchia la parola collegata alla figura.

mela • gatto • arancia • uva • cane • verde • pesce • giallo • pollo • rosso gatto • coda • fiore • barca foglia • lettura • cane • bicicletta

PROVA 2
PROVA 3
PROVA 1
ARRIVO
FRUTTI
ANIMALI COLORI

Immagina una “giornata perfetta”.

UNA GIORNATA SPECIALE

Può essere un giorno di festa, il tuo compleanno, una festività che inventi tu… Descrivi questa giornata. Includi dettagli su che cosa hai fatto, con chi sei stato/a, che cosa hai mangiato...

La giraffa Ninella, con l’inseparabile Rubì, accoglie i bambini e le bambine: – Oggi vi racconto la storia di un giardiniere un po’ magico. Scriveva delle storie e le sue storie diventarono un albero…

Il giardiniere dei sogni

Una casetta ospitava un omino, con un buffo cappello, un nasone e una macchina da scrivere: un vecchio pezzo di ferro dalle lettere consumate, con cui l’omino scriveva le sue storie.

Una volta, l’omino prese una pagina appena scritta e la sotterrò nel suo piccolo pezzo di terra ben soleggiato. L’omino tornò lì, ogni giorno, alla stessa ora.

Dalla terra spuntò un albero bellissimo. Le sue foglie erano pagine scritte, piene di storie. L’omino raccolse le pagine, le cucì in un libro e decise di liberare le sue storie. Aprì la finestra e il libro spiccò il volo, battendo le pagine come ali.

Volò attraverso deserti e mari e arrivò in una biblioteca.

Lì un bambino trovò il libro. Lo sfogliò, iniziò a leggerlo e si trovò immerso in storie di burattini parlanti e cavalieri magici. Rimase con il libro fino a sera, assorbito dalla magia delle parole.

Claudio Gobbetti, Il giardiniere dei sogni, Sassi Junior

LEGGO COMPRENDO E

Metti in ordine le sequenze del racconto, numerando.

Il bambino trovò il libro nella biblioteca.

L’omino sotterrò una pagina e nacque un albero.

L’omino cucì le foglie dell’albero in cui erano scritte le storie e ne fece un libro. 1

L’omino liberò le storie facendo volare il libro.

Indica con una X.

• Il posto dove l’omino sotterrò le pagine era: una casetta. una terra soleggiata. una biblioteca.

• L’oggetto che l’omino usava per scrivere era: una matita. una macchina da scrivere. una penna d’oca.

• Il luogo in cui il libro arrivò, dopo aver spiccato il volo era: un castello. una scuola. una biblioteca.

SULLE TRACCE EMOZIONI DELLE

Rispondi.

• Quali emozioni pensi abbia provato l’omino nel momento in cui sotterrò la pagina? Perché?

• Quali emozioni pensi abbia provato l’omino vedendo l’albero?

Luna, la volpe bianca, ti invita a percorrere il misterioso “Labirinto delle Parole” per un’altra sfida!

Trova le parole nello schema e cerchiale.

Osserva l’esempio.

ACQUA • ARIA • SOLE • NATURA •

FIORI • BENESSERE • TERRA •

RISPETTO • ALBERO • RICICLO

Crea due catene di parole a partire da quelle indicate. La parola successiva deve iniziare con l’ultima lettera della precedente.

Tutte le parole devono essere legate alla natura!

ALBERO

TERRA

Trova e scrivi almeno tre parole che fanno rima con quelle indicate… e sarai fuori dal labirinto!

mare pera

Leggi il testo.

La lucertola Gonzilla era prepotente. Quando vedeva un’altra lucertola al sole esclamava: – Così mi rubi il sole! Vattene!

Le altre lucertole chiesero aiuto alla gazza Malibù.

Il giorno dopo, a mezzogiorno, Malibù tirò fuori una lente e fece in modo che un raggio di sole arrivasse dritto sulla testa della lucertola. Gonzilla strillò: – Il sole brucia!

Malibù nascose la lente e disse: – Ora il sole scalda solo te.

Per questo scotta!

Da allora, Gonzilla non fu più una lucertola prepotente.

Roberto Piumini, Mi leggi un’altra storia?, Einaudi Ragazzi

Metti in ordine le sequenze del racconto, numerando. Malibù concentrò un raggio di sole su Gonzilla.

Le altre lucertole chiesero aiuto a Malibù.

Gonzilla era prepotente.

Gonzilla smise di essere scortese con le altre lucertole.

Indica con una X se l’affermazione è vera (V) o falsa (F).

• La lucertola Gonzilla era gentile con le altre lucertole. V F

• La gazza Malibù usò una lente per aiutare Gonzilla ad allontanare le altre lucertole. V F

• Dopo l’intervento della gazza, Gonzilla continuò a comportarsi da prepotente. V F

Come cambiò il rapporto tra Gonzilla e le altre lucertole? Scrivi sul quaderno una nuova conclusione.

OTTO L’ORSACCHIOTTO

Otto, un orsacchiotto tedesco, ricorda la sua vita, che iniziò in Germania. Fu regalato a David, un bambino ebreo, che si divertiva a giocare con Otto e Oskar, un altro bambino.

Quando David venne portato via dai nazisti, Otto rimase con Oskar. Durante i bombardamenti, Otto si perse e fu trovato da Charlie, un soldato.

Otto diventò il portafortuna di Charlie. Dopo la guerra, Charlie portò Otto in America, dove l’orsacchiotto fu il giocattolo della figlia di Charlie. Otto passò poi tra le mani di varie persone, finendo nel negozio di un rigattiere. Un giorno Oskar, ormai anziano, riconobbe Otto nel negozio e lo comprò. La storia di Otto attirò l’attenzione dei media e Oskar ricevette una chiamata sorprendente da David, l’amico d’infanzia che credeva morto. Dopo tanto tempo, invece, i due amici si ritrovarono.

Tomi Ungerer, Otto. Autobiografia di un orsacchiotto, Mondadori

LEGGO RIFLETTO E

Su ogni foglia dell’albero della Memoria, scrivi un pensiero o una riflessione ispirati alla storia di Otto.

Giornata dei calzini spaiati

CALZINI AMICI

C’era una volta un vento allegro che amava scombussolare le cose. Gli piacevano soprattutto gli stendini pieni di calzini colorati: rossi, gialli, verdi, a strisce, a pois, a rombi, con gli orsetti, con le rane, con il buco... Li faceva svolazzare qua e là in un vero turbinio. I calzini si mescolavano e guardavano i nuovi compagni con timore e diffidenza. Quando mai un pois poteva fare amicizia con una stella? Ma presto anche i calzini si accorgevano di quanta allegria creasse la loro differenza e di quanto fosse bello avere come amico qualcuno diverso da sé. Il vento li osservava da lontano e, senza che nessuno lo vedesse, sorrideva.

dal web

1° venerdì di febbraio

LEGGO IMMAGINO E

Come si saranno sentiti i calzini quando il vento li ha mescolati tutti? Scrivi dal punto di vista di un calzino.

PARLO DI ME arte e immagine

Disegna sul quaderno uno dei tuoi calzini: usa colori vivaci. Poi scrivi che cosa lo rende speciale.

GRANDE GRANDE

Era il primo giorno di scuola.

Nell’aula, trovasti posto accanto a Paolo. Dopo un mese si erano formati i gruppetti, ma nessuno ti voleva. Ti sentivi invisibile. Ma non lo dicevi ai tuoi genitori.

A febbraio, cominciò il mese delle prese in giro. Angelica prendeva in giro tutti: anche Paolo perché portava gli occhiali, anche te perché eri un po’ più grande degli altri.

Non lo hai mai detto agli adulti. Crescevi ogni giorno, finché non diventasti così grande da sfondare il tetto della scuola. Prendesti

Angelica sul palmo della mano, chiedendo perché fosse cattiva. Angelica aveva paura e la sua risposta ti deluse. Capisti che non saresti diventata una bulla come lei. I bulli e le bulle sono soli, tu non lo eri.

Claudio Gobbetti - Michele Rizzardi, Grande grande grande, Sassi Junior

SULLE TRACCE EMOZIONI DELLE

Completa con le diverse emozioni provate dalla protagonista nei vari momenti della storia.

Primo giorno di scuola: la protagonista è orgogliosa e fiduciosa.

Primo mese di scuola: la protagonista è

Le prese in giro di Angelica: la protagonista

La protagonista diventa enorme

Conclusione: la protagonista

ACQUA SULLA TERRA

Perché il nostro pianeta è zuppo d’acqua? Forse l’acqua fu portata da blocchi di ghiaccio presenti nei meteoriti che caddero sulla Terra. Il ghiaccio si sciolse, formando le prime nuvole, e da lì piovve a dirotto, creando oceani e continenti. L’acqua iniziò a circolare: nuvole, pioggia, fiume, mare. Poi ancora nuvole dall’acqua del mare che, scaldata dal Sole, evapora.

Sai quanta acqua c’è sulla Terra? 1 234 milioni di miliardi di litri! La maggior parte è nel mare, ma è sempre la stessa acqua, in continuo movimento. L’acqua è fondamentale per l’esistenza degli esseri viventi. Anche noi siamo fatti per tre quarti di acqua. Sì: che tu ci creda o no, sei al 70% acqua.

James Carter, C’era una volta una Goccia d’acqua. La storia dell’acqua, Lapis

LEGGO COMPRENDO E

Indica con una X.

• Da dove potrebbe essere arrivata l’acqua presente sulla Terra?

Dai fiumi.

Dal mare.

Dai blocchi di ghiaccio contenuti nei meteoriti.

• Che cosa succede quando il Sole scalda il mare?

Si formano le piante.

Si formano le nuvole.

Si formano i fiumi.

educazione CIVICA

Riconoscere, con riferimento all’esperienza, che alcune risorse naturali (acqua, alimenti…) sono limitate e ipotizzare comportamenti di uso responsabile, mettendo in atto quelli alla propria portata.

È, NON È

Un’ombra lungo i muri scivola e scompare. Chi è?

Un rumore riempie la stanza, poi si placa. Che cos’è?

Un aeroplano? Una sedia? No... è Sara, mia sorella! Lei è così, resta immobile per ore, non parla, non ascolta, non guarda, spesso non partecipa ai giochi. Viaggia con i suoi pensieri, vive nel suo mondo, sola. È un rebus, un enigma, un labirinto. Sara si torce le dita, si tira i capelli, si graffia e si fa male... troppe emozioni che strabordano. A volte mi fa paura!

All’improvviso si calma, mi cerca, mi accarezza con il suo sorriso, mi stringe e mi soffoca d’affetto... un affetto infinito.

Sara non somiglia a nessuno. D’altronde, credi che esistano due pietre, due cani, due foglie o due persone uguali?

Marco Berrettoni Carrara, È non è, Kalandraka “Sara vive nel suo mondo”. Com’è questo mondo, secondo te? Racconta.

LEGGO RIFLETTO E

Scrivi un messaggio di amicizia a Sara.

Cara Sara

educazione CIVICA Rispettare ogni persona, secondo il principio di uguaglianza e di non discriminazione di cui all’articolo 3 della Costituzione. Aiutare, singolarmente e in gruppo, coloro che presentino qualche difficoltà per favorire la collaborazione tra pari e l’inclusione di tutti.

UN MONDO NUOVO

In principio la Terra era tutta sbagliata, renderla più abitabile fu una bella faticata.

Per passare i fiumi non c’erano ponti, non c’erano sentieri per salire sui monti.

Ti volevi sedere? Neanche l’ombra di un panchetto.

Cascavi dal sonno? Non esisteva il letto.

Per non pungersi i piedi, né scarpe né stivali.

Se ci vedevi poco, non trovavi gli occhiali.

Per fare una partita, non c’erano palloni mancavan la pentola e il fuoco per cuocere i maccheroni, anzi, a guardar bene, mancava anche la pasta. Non c’era niente di niente: zero più zero e basta.

C’erano solo gli uomini con due braccia per lavorare, e agli errori più grossi si poté rimediare.

Da correggere, però, ne restano ancora tanti: rimboccatevi le maniche, c’è lavoro per tutti quanti!

Gianni Rodari

LEGGO IMMAGINO E

Immagina di poter costruire un “paese ideale”. Come sarebbe? Racconta.

In questo paese c’è una “scuola ideale”.

Com’è? Disegnala sul quaderno. arte e immagine

educazione CIVICA

Mettere in atto comportamenti alla propria portata che riducano l’impatto negativo delle attività quotidiane sull’ambiente. Riconoscere, con riferimento all’esperienza, che alcune risorse naturali sono limitate e ipotizzare comportamenti di uso responsabile, mettendo in atto quelli alla propria portata.

LEGGO COMPRENDO E

PICCOLA GRANDE

LETTRICE

I genitori di Matilde e Michele, il signore e la signora Dalverme, si interessano poco ai loro figli, in particolare a Matilde. Questo atteggiamento è particolarmente crudele, dato che Matilde è una bambina geniale e sensibile. Per Matilde è difficile trovare sostegno e comprensione in casa. Questo rende il suo interesse per la lettura e l’apprendimento ancora più significativo e impressionante. Nonostante la sua giovane età, Matilde impara a leggere da sola e presto sviluppa una passione per i libri. Visita regolarmente la biblioteca, dove legge molti libri, assorbendo storie e avventure che arricchiscono la sua immaginazione e la sua comprensione del mondo.

Roald Dahl, Matilde, Salani Editore

Definisci Matilde con tre parole.

Matilde è

Se tu fossi un amico/un’amica di Matilde, che cosa le consiglieresti?

PARLO DI ME

Pensa a un libro che ti è piaciuto e racconta in breve di che cosa parla.

OGGETTI SCADUTI?

– Dove siamo? – chiese Etor.

– Shhh! Siamo nel Paese degli Oggetti Scaduti. Oggetti ancora buoni, buttati. Noi li curiamo e rivivono – spiegò Frip. – E tu chi sei? –chiese Frip.

– Sono Etor, un viaggiatore curioso. Questa

è la mia coperta di quando ero neonato.

È cresciuta con me, dalla nascita.

Mi ci nascondevo sotto quando ero piccolo e funziona ancora. Posso raccogliere qualcosa anch’io, fra tutti questi oggetti? – chiese Etor.

– Certo, benvenuto nel Paese delle Carabattole Salvate! – disse Frip, sorridendo. In quel mondo, potevi vedere cose buffe e meravigliose: lampioni fatti con voliere senza sbarre, pettina-erba costruiti con forchette per dolci, acchiappa-vento ricavati da vecchie lenzuola colorate.

Cristiana Pezzetta - Totore Nilo, Etor nel Paese delle Carabattole Salvate, Edizioni Arianna

arte e immagine

LEGGO IMMAGINO E

Scrivi sul quaderno la breve storia di un tuo oggetto “scaduto”: trasformalo e dagli una nuova vita. Poi disegna il tuo oggetto trasformato.

MAGICA STAGIONE

Una mattina d’autunno, Marta si svegliò e guardò fuori dalla finestra. Il cielo era di un azzurro intenso e gli alberi del parco componevano un incredibile mosaico di colori: giallo, arancione, rosso, marrone... Marta indossò il suo maglione più caldo e le scarpe da ginnastica. Corse fuori. Il vento fresco le scompigliava i capelli e faceva danzare le foglie come farfalle colorate.

Nel parco, Marta vide un piccolo scoiattolo che saltellava tra gli alberi. Teneva stretta tra le zampe una ghianda. Poi Marta notò qualcosa di brillante sul terreno. Era una grossa castagna, dalla buccia liscia e lucida. Marta la raccolse. Trovò anche pigne, bacche rosse e foglie di ogni forma e dimensione. Decise di raccoglierle e di portare tutto a scuola, per realizzare un grande collage dell’autunno.

All’improvviso sentì un leggero pizzicore sul naso. Guardò in alto e vide tanti piccoli fiocchi bianchi. Era la prima neve d’autunno!

LEGGO COMPRENDO E

Quali oggetti ha raccolto Marta durante la passeggiata?

Sottolineali nel testo.

AUTUNNO D’ORO

C’era una volta una bambina che viveva in una grande città con pochi alberi e non aveva mai visto l’autunno d’oro della campagna. Quando ne sentiva parlare, domandava a suo padre: – Ma è proprio d’oro? – D’oro, d’oro – rispondeva il padre.

E la bambina pensava: “Una volta andrò dove c’è l’autunno d’oro; prenderò un po’ di quell’oro e mi comprerò 365 bambole, una per ogni giorno dell’anno”.

Finalmente una domenica suo padre la portò nei boschi. La bambina guardava incantata gli alberi dorati. Per tutta la giornata camminò nel bosco d’oro, giocando con le foglie, i funghi e gli scoiattoli. Era così contenta che si dimenticò delle bambole, perché ogni singola foglia le pareva più bella di tutte le bambole della Terra.

Gianni Rodari

LEGGO RIFLETTO E

Perché l’autunno è d’oro? Prova a descriverlo sul quaderno con tre definizioni.

LEGGO COMPRENDO E

Rispondi sul quaderno.

• Che cosa scopre la bambina, camminando nel bosco?

• Perché la bambina dimentica le bambole?

LE FOGLIE GIALLE

In una poesia, la RIMA è il suono uguale delle parole a fine verso.

Ma dove ve ne andate, povere foglie gialle come farfalle spensierate?

verso

Venite da lontano o da vicino da un bosco o da un giardino? E non sentite la malinconia del vento stesso che vi porta via?

Trilussa

LEGGO COMPRENDO E

Rileggi attentamente la poesia, trova le parole che fanno rima e scrivile.

DISCUSSIONE CLASSE IN

Che cosa avete immaginato durante la lettura della poesia?

Provate a raccontare le immagini create dalle parole della poesia: “foglie gialle”, “farfalle spensierate”, “malinconia del vento”…

GIOCHI IN

AUTUNNO

Oggi con il nonno guardiamo il film di un cowboy adottato dagli indiani. – Basta ora! – urla lo sceriffo.

Lo sceriffo è nonna Alberta, quando fa la sua vociona da sceriffo.

La nonna mette un rastrello tra le mani del nonno e ci spinge fuori. – Bisogna spazzare le foglie secche! –ordina.

Le foglie si ammassano attorno al vecchio trattore arrugginito. Sono tutte lì, a tenersi strette contro il freddo dell’autunno, come se il motore girasse ancora.

Decido di trasformare il trattore in una capanna, usando rami e tendoni di plastica. È un grosso lavoro, ma… ecco fatto!

Con una capanna e una piuma in testa, mi trasformo anch’io in un’indiana.

Intravedo il nonno nel turbinio di foglie: si è messo un cappello da cowboy.

– Lucilla, giochiamo? – mi chiede.

Alex Cousseau, Lucilla Scintilla contro il bandito delle foglie secche, Sinnos Editrice

LEGGO COMPRENDO E

Indica con una X se l’affermazione è vera (V) o falsa (F).

• Lucilla e il nonno stanno facendo i compiti quando la nonna li interrompe. V F

• La nonna di Lucilla usa un rastrello per giocare.

• Lucilla trasforma il vecchio trattore arrugginito in una capanna.

V F

V F

LA DANZA DELLA NEVE

Sui campi e sulle strade silenziosa e lieve volteggiando, la neve cade.

Danza la falda bianca nell’ampio ciel scherzosa, poi sul terren si posa stanca.

In mille immote forme sui tetti e sui camini, sui cippi e sui giardini dorme.

Tutto d’intorno è pace; chiuso in oblio profondo, indifferente il mondo tace.

LEGGO RIFLETTO E

Descrivi l’inverno con i cinque sensi. Qual è il suono della neve?

Qual è l’odore dell’aria invernale? Scrivi le tue impressioni.

Udito

Vista

Tatto

Gusto

Olfatto

Ada Negri

PIOVE DAPPERTUTTO

Cielo grigio, tempo brutto

Piove piove dappertutto.

Fan la doccia i fiorellini

Nelle aiuole dei giardini

E, nell’orto, il seminato

Beve l’acqua d’un sol fiato.

Io, se piove, non mi cruccio

Vado a spasso col cappuccio.

Jolanda Colombini Monti

LEGGO COMPRENDO E Rispondi.

• Che cosa succede ai fiori, quando piove?

• Che cosa succede nell’orto?

PARLO DI ME

Una giornata di pioggia… si trasforma in una giornata di divertimento! Immagina e disegna sul quaderno che cosa indosseresti, che cosa faresti, come sarebbe il paesaggio intorno a te. arte e immagine

INVERNO IN CITTÀ

Le giornate sono sempre più corte, nel cielo grigio c’è un sole pallido che non riesce a scaldare, il buio arriva presto, fa freddo. Quando la temperatura scende sotto lo zero, gelano le pozzanghere, i laghetti e le fontane nei giardini. Devi coprirti bene per uscire, specialmente se nevica o tira vento.

Però, pensa che divertimento giocare con quel soffice tappeto bianco: costruire grandi pupazzi di neve, scivolare con uno slittino... Ma è ancora più bello se, quando sei stanco e infreddolito, torni a casa per scaldarti e per una bella merenda!

Nei giorni prima di Natale la città è bellissima: addobbi colorati pendono tra le case, le vetrine si riempiono di fiori, rami di vischio, agrifoglio e stelle rosse.

Elisa Prati, Il libro di… ambienti e stagioni, Giunti

LEGGO COMPRENDO E

Completa il testo con le parole mancanti. Scegli fra: scintillante • gelida • soffice • gioiosi • silenzio

L’inverno trasforma la città in un luogo . Quando nevica, le strade sono avvolte in un magico. La neve copre i marciapiedi e i tetti delle case. I bambini, avvolti in sciarpe e cappelli, giocano , mentre l’aria riempie i polmoni di freschezza invernale.

CIBO PER UCCELLINI

Durante l’inverno gli uccelli sono contenti di vedersi offrire, oltre a semi e nocciole, la maggior parte dei nostri avanzi di cibo.

Perciò non lasciare che nessuno butti via pezzetti di torta o biscotti, avanzi di pasta o riso cotto, frutta vecchia, patate...

Predisponi un piccolo ripiano per il cibo degli uccellini sul balcone o in un angolo del giardino.

Assicurati che sia fuori dalla portata di gatti famelici!

Gli uccelli identificheranno il tuo ripiano come una fonte di cibo sicura, perciò non dimenticare di continuare a mettere avanzi durante tutto l’inverno.

LEGGO COMPRENDO E

Rispondi sul quaderno.

• Che cosa possono mangiare gli uccellini in inverno?

• Perché è importante predisporre un ripiano per il cibo degli uccellini?

Che cos’altro potremmo fare per aiutare gli uccellini durante l’inverno? Parlane con i compagni e le compagne. insieme CI PENSIAMO...

Jacquie Wines, Il pianeta lo salvo io! In 101 mosse, EDT-Giralangolo

CAPODANNO CINESE

Per il Capodanno mio zio Chang, da buon cinese, prepara una cena super-buona. Non manca mai la zuppa di spaghetti, che devono essere lunghi, anzi lunghissimi.

Quando zio Chang li porta a tavola, esclama trionfante: – E con questi, a tutti e a tutte voi un augurio di lunga vita!

Ma il suo piatto forte è il dolce degli Otto Tesori, che contiene otto ingredienti.

Tutte queste ricette sono davvero difficili da realizzare. Con la verdura e la frutta, poi, zio Chang sa fare delle vere sculture. Quando eravamo ancora in Cina, per la fine dell’anno vecchio, che là se ne va tra gennaio e febbraio, lo zio metteva sul vassoio una coppia di aironi, un orso e un drago fiammeggiante.

E pensare che erano solo due frutti e qualche ciuffo di germogli di soia!

Benedetta Vitali, Un libro buono un mondo, Giunti

LEGGO COMPRENDO E

Rispondi sul quaderno.

• Qual è il piatto speciale che lo zio Chang prepara per il Capodanno?

• Perché gli spaghetti devono essere lunghi?

• Che cosa riesce a fare lo zio Chang con la verdura e la frutta?

PARLO DI ME

Se potessi aggiungere un nono tesoro al dolce di zio Chang, quale ingrediente sceglieresti e perché? Racconta.

QUESTO È L’INVERNO

Quando la Terra è fredda e dura, come un guerriero in armatura, quando si chiude nel ghiaccio e nel gelo, quando son nude le piante in cielo e le cornacchie sopra la neve

sembrano macchie sul tuo quaderno, questo è l’inverno.

Roberto Piumini

LEGGO CREO E arte e immagine

Quali immagini ha suscitato

la poesia nella tua mente?

La Terra fredda e dura, le piante nude, le cornacchie sulla neve...

Scegli un soggetto e disegnalo sul quaderno.

Usa tutta la tua creatività per riempire interamente un foglio con i colori e le forme dell’inverno.

AL PARCO

In un pomeriggio di primavera, Cora ha deciso di incontrare il suo amico

Ciccio al parco. Il sole splendeva e i fiori sbocciavano ovunque.

Cora e Ciccio si sono incontrati sotto l’albero più grande del parco. I suoi rami creavano una fresca ombra. Improvvisamente Cora ha starnutito. Ciccio ha pensato a un’allergia, considerato che si trovavano all’aperto, nella natura. Cora non era d’accordo, ma ha starnutito di nuovo.

Proprio in quel momento si è sentito un ronzio. Entrambi si sono girati e hanno visto uno sciame di api. Cora e Ciccio sono corsi via. Cora ha esclamato: – Madre natura ci ha appena detto di stare alla larga, mi sa!

Federica Principi, in Sfogliastorie, Il Capitello

LEGGO COMPRENDO E

Completa le frasi.

• Cora e Ciccio si sono incontrati sotto

• Quando hanno sentito un ronzio, i due amici si sono girati e hanno visto

• Alla fine, Cora e Ciccio dal parco.

CHI FA PRIMAVERA?

Macché rondini, macché fiori

macché insetti multicolori!

Macché sole, macché caldo macché prati verde smeraldo!

Vuoi sapere quand’è primavera?

Alza gli occhi al calar della sera... e se vedi nel cielo già scuro svolazzare un nero mantello puoi star certo che è un segno sicuro: primavera la fa un pipistrello!

Chiara Carminati, Poesie per aria, Topipittori

Che cosa, per te, annuncia l’arrivo della primavera? Un animale (come la farfalla), un oggetto (come l’aquilone) o un fenomeno naturale (come il canto degli uccellini)?

Sul quaderno, disegna il tuo simbolo di primavera, dagli un nome, poi racconta quali sensazioni o emozioni sono legate a questo simbolo.

UN BEL CANTO

A cosa ridono le stelle, i nuovi rami di fiori, le acque dei ruscelli?

Trovi il nome a tutti quei colori? Si richiamano l’un l’altro, come fratelli.

Primavera, si accendono i motori segreti del mondo, i cuori profondi dell’acqua, del vento.

Si rianima la canzone dell’aria e se anche tu alzi un bel canto si scioglie l’inverno di tutti i dolori.

Davide Rondoni, Le parole accese, Rizzoli

LEGGO IMMAGINO E

Rispondi.

• Quali immagini ti sono venute in mente leggendo la poesia?

• Quali colori associ alla primavera descritta nella poesia?

PRIMAVERA DISPETTOSA

Il 27 marzo con la maestra eravamo usciti in giardino a guardare la primavera e avevamo riempito due pagine di osservazioni fitte fitte.

– È primavera! Sentite che tepore?

E noi: – Sììì!!!

– Osservate i colori. Com’è l’erba nuova?

– Verde! – strillavamo.

Ma lei, che non era mai contenta: – E poi? E poi?

Quando, due giorni dopo, mi svegliai con la neve, pensai con soddisfazione che la maestra sulla primavera si era sbagliata. Avrei voluto dirglielo, ma lei quella mattina non venne e ci divisero tra una classe e l’altra. Io capitai con una maestra molto simpatica che ci portò in giardino e ci fece giocare con la neve per un’ora intera.

– E dopo dobbiamo scrivere? – le chiesi.

– Ma no, oggi c’è la neve, è vacanza!

Angela Nanetti, Mio nonno era un ciliegio, Einaudi Ragazzi

LEGGO COMPRENDO E

Indica con una X.

• Che cosa osservarono i bambini e le bambine in giardino?

I colori della primavera. La pioggia. Le nuvole.

• Che tempo fece due giorni dopo l’osservazione in giardino? Piovve. Ci fu il sole. Nevicò.

GIUGNO

Bambini a giugno, piedini a bagno, giorni di sogno col sole nel pugno.

Rondini in volo, caldo che torna, il sole in cielo ha la coda e le corna.

Sole leone, luna leonessa, stelle corone di una principessa.

Giorni più pieni, tu giocherai. Giugno che vieni non finire mai! Ma se finisci non mi rattristo, perché ho capito questo: se giugno è un sogno quando mi sveglio poi viene il meglio: LUGLIO!

Bruno Tognolini

LEGGO CREO E arte e immagine

Disegna tutti gli oggetti che ti fanno pensare all’estate.

MATTINO AL MARE

Era un caldo mattino di luglio. Nonna e nipotina si avviarono verso il mare. Camminarono fino a dove la roccia sprofondava nell’acqua.

– Voglio fare il bagno – disse la piccola, e attese un rifiuto dalla nonna, che però non venne. Allora la bambina si spogliò, lentamente. Immerse una gamba nell’acqua e disse: – È fredda.

– Nuota – le disse la nonna. – Sei ben capace di nuotare, Sofia!

– Ti sei dimenticata che io non ho mai nuotato nell’acqua profonda senza qualcuno accanto?

Perciò Sofia uscì dall’acqua e sedette sulla roccia accanto alla nonna. Il sole era ancora più alto. Tutta l’isola scintillava, e così pure il mare.

Tove Jansson, Il libro dell’estate, Iperborea

LEGGO IMMAGINO E

Scrivi sul quaderno un finale alternativo: che cosa sarebbe successo se Sofia avesse deciso di nuotare?

LEGGO COMPRENDO E

Metti in ordine le sequenze del racconto, numerando.

CALDO

Il sole da sopra si sporge di sotto

Il mondo si toglie il cappotto

L’estate rovescia colore arancione

Il mondo si toglie il maglione

Il caldo stordisce la pietra e la serpe

Il mondo si toglie le scarpe

E cammina scalza nel corpo che suda

La vita che è nuda

Bruno Tognolini

Completa la poesia. I suggerimenti tra parentesi ti aiuteranno.

La mia poesia d'estate

Estate: è tempo di (un’azione, per esempio “giocare”) sotto il cielo (un colore) , tanto luminoso e chiaro.

Il sole (un’azione, per esempio “splende”) alto nel cielo, fa caldo e tutto è così (un aggettivo, per esempio “bello”) In spiaggia vado a fare un castello, con la sabbia che è (un aggettivo) . L’acqua del mare è (un aggettivo) . Salto tra le onde, che bella (un nome di cosa) !

LEGGO CREO E

ESTATI NEL MONDO

In alcuni Paesi del mondo il solstizio d’estate e la stagione estiva vengono celebrati con festeggiamenti particolari.

Fuochi d’artificio sulla spiaggia

In Spagna, la notte di San Juan, il 23 giugno, è un’esperienza meravigliosa, soprattutto lungo la costa. Sulle spiagge vengono accesi i falò e si lanciano nel fuoco pezzetti di carta su cui sono scritti dei desideri.

VOLO TRA LE PAROLE

Solstizio d’estate: è il giorno più lungo dell’anno, con più ore di luce.

Danza attorno all’albero

In Svezia, la Festa di mezza estate è la seconda festa più importante dell’anno. Le persone ballano intorno a un palo per festeggiare la stagione estiva.

Le Feste Junine

Le Feste Junine sono diffuse in tutto il Brasile e celebrano la raccolta del mais, alimento fondamentale della dieta locale. Sono feste colorate con danze, musiche tipiche, gastronomia regionale e costumi speciali.

PARTY SUMMER

FESTEGGIA LA TUA ESTATE!

Completa la scheda per un evento speciale con i tuoi amici e le tue amiche.

TITOLO dell’EVENTO

DATA LUOGO

LISTA degli INVITATI

decorazioni

attività e giochi

menù

ricordini

musiche promemoria

Ti è piaciuto organizzare il ? PARTY

IMPARIAMO A COMPRENDERE

È importante imparare a comprendere...

... immagini!

... parole e frasi!

... interi testi!

Così affronteremo al meglio anche le prove Invalsi!

COMPRENDERE IMMAGINI

COMPLESSE

Osserva l’immagine e prova a descriverla completando la tabella.

Ora indica con una X.

• Che cosa fa il bambino al centro del disegno?

Regge l’ombrello.

Va in bici.

• Che cosa fa la bambina in primo piano?

Raccoglie le fragole.

Odora i fiori.

Sai che tutte le immagini raccontano una storia?

Luogo Tempo

Personaggi

Azioni dei personaggi

Altri elementi del disegno

• Quanti alberi ci sono?

Due. Quattro.

• Che cosa si vede sullo sfondo a sinistra?

Due alberi spogli.

Un arcobaleno.

• Che emozioni provano i personaggi?

Serenità. Tristezza.

Osserva attentamente l’immagine: è ricca di dettagli che possono generare confusione, vero?

Ferma il tuo sguardo solo su una parte dell’immagine.

Soffermati sui particolari e completa le tabelle. Osserva l’esempio.

Personaggi

Che cosa fanno i personaggi?

Personaggio

Che cosa fa il personaggio?

Personaggi

Che cosa fanno i personaggi?

Oggetti per terra

Bambina e maestro

LEGGERE PAROLE SCONOSCIUTE

Leggi le frasi e sottolinea le parole di cui non conosci il significato.

1. A Carnevale gli amici di mia sorella indossano vestiti stravaganti. A Carnevale è bello vestirsi in modo strano!

2. Paolo camminava vicino alla bambina e bisbigliava. A un certo punto la bambina gli ha chiesto di parlare più forte.

Prova a disegnare le due frasi, anche se ci sono parole di cui non conosci il significato.

Frase 1 Frase 2

Condividi i tuoi disegni con la classe spiegando che cosa hai illustrato.

Osservando e ascoltando i compagni e le compagne, hai avuto qualche informazione in più? Scrivi qui accanto.

Rifletti: ora conosci bene tutte le parole delle due frasi?

Sì. No. Non lo so.

Rileggi di nuovo le frasi e prova a cercare degli indizi che ti aiutino a capire meglio.

Come fai a capire il senso della frase se ci sono parole di cui non conosci il significato?

Scopriamolo insieme!

Analizziamo la prima frase.

1. A Carnevale gli amici di mia sorella indossano vestiti stravaganti

A Carnevale è bello vestirsi in modo strano!

• A che cosa si riferisce la parola stravaganti?

Alla sorella.

Ai vestiti.

• Chi indossa i vestiti stravaganti?

Gli amici della sorella.

La sorella e gli amici.

• Come si vestono gli amici?

• Con quale parola viene sostituita la parola stravaganti?

Perfetto. Strano.

• Hai capito ora che cosa significa vestirsi in modo stravagante?

Che cosa ti è stato utile? Puoi indicare più risposte.

Rispondere alle domande.

Rileggere tante volte.

Cercare altre parole che si avvicinano al significato della parola sconosciuta.

IMPARARE A COMPRENDERE

Analizziamo la seconda frase.

2. Paolo camminava vicino alla bambina e bisbigliava. A un certo punto la bambina gli ha chiesto di parlare più forte.

• Chi ha bisbigliato?

La bambina. Paolo.

• A chi ha bisbigliato?

A Paolo.

Alla bambina.

• Che cosa fa la bambina a un certo punto?

• Hai capito ora che cosa significa bisbigliare?

Che cosa ti è stato utile? Puoi indicare più risposte.

Rispondere alle domande.

Rileggere tante volte.

Cercare altre parole che si avvicinano al significato della parola sconosciuta.

Per comprendere il significato di parole sconosciute hai cercato degli indizi all’interno delle frasi.

IL LINGUAGGIO FIGURATO

Leggi la seguente frase, poi indica con una X.

Lucia ama ficcare il naso nel mio astuccio.

• Che cosa significa ficcare il naso?

Provocare fastidio.

Intromettersi, essere eccessivamente curiosi.

A volte si può parlare usando un linguaggio figurato, cioè fatto di figure, ovvero modalità diverse di dire qualcosa.

L’espressione ficcare il naso è figurata e vuol dire che qualcuno si intromette nelle cose di altri.

Sottolinea in ogni frase le espressioni figurate.

Ci vuole un pizzico di fortuna.

Paola è una donna di polso.

Gino non ha molto orecchio. La spiaggia è un forno. Rino è rimasto di sasso.

Confrontati con i compagni e le compagne su quali siano i significati delle espressioni che hai letto sopra. Poi spiega almeno due significati.

IL LINGUAGGIO FIGURATO

Prova a rappresentare con un disegno le seguenti frasi, che contengono un linguaggio figurato.

La nostra casa sorge ai piedi della montagna. Laura è una buona forchetta.

Analizziamo alcuni esempi di linguaggio figurato. Leggi e completa.

• Questo discorso non ha né capo né coda.

Immagina qualcosa che non abbia un capo, cioè un inizio, né una coda, cioè una fine. “Non avere né capo né coda” quindi significa

• Ci siamo chiariti: abbiamo parlato a quattr’occhi. Immagina due persone che parlano stando una davanti all’altra.

“Parlare a quattr’occhi” quindi significa

• Oggi mi sento a pezzi.

Immagina qualcosa fatto a pezzi e che prima non lo era.

“Sentirsi a pezzi” quindi significa

LE PAROLE BERSAGLIO

Per comprendere il significato di una frase o di un testo è importante riconoscere le parole più importanti

Leggi con molta attenzione.

Era un essere davvero terrificante, la sua testa era enorme e da essa uscivano direttamente due piedi piccolissimi. Per questo motivo non riusciva a camminare e se ne stava sempre nella sua caverna.

Henriette Bichonnier, Il mostro peloso, Edizioni EL

Cerca nel bersaglio le parole importanti e sottolineale nel testo.

avats s empre nella suacaver n a

Prova a rispondere, cercando di tenere in considerazione le parole importanti.

• Chi era terrificante?

• Perché se ne stava sempre nella sua caverna? essere terrificante , testa eno r m ,e p

• Che cosa aveva di particolare la sua testa?

Sul quaderno, disegna l’essere terrificante mettendo in evidenza le parole importanti.

LEGGERE LE FRASI: LE PAROLE BERSAGLIO

Leggi con molta attenzione.

C’era una volta un drago sputafuoco di nome Komodo. La gente aveva paura di lui e, quando arrivava, correva a nascondersi.

Donald Bisset, Storie di ogni tempo, Armando Editore

Cerca nel bersaglio le parole importanti e sottolineale nel testo.

aura, nascondersi drago sputafuoco

Prova a rispondere, cercando di tenere in considerazione le parole importanti.

• Chi aveva paura del drago?

• Chi si nascondeva?

• Quando si nascondeva? p

Disegna mettendo in evidenza le parole importanti.

LEGGERE LE FRASI: I CONNETTIVI

I connettivi sono come dei ponti per unire le frasi. Eccone alcuni!

dove siccome allora all’esterno dal momento che perciò giù prima di tutto pertanto mentre infine come anche prima in precedenza

Sottolinea i connettivi nelle seguenti frasi.

• Siccome avevo fame, ho mangiato tutti gli spaghetti.

• Ho bevuto troppo velocemente, perciò ho mal di pancia.

• Francesco è arrivato in classe mentre la maestra stava facendo l’appello.

• Prima ci siamo incontrati al parco, infine siamo andati a mangiare una pizza.

• Non ho visto nessuno dentro, all’esterno c’era solo Pino.

Completa le seguenti frasi con i connettivi adatti. Scegli tra: ora • invece • nel frattempo • dopo

• Giulio cucinava, la nonna leggeva un libro.

• Abbiamo visitato tutto il museo, siamo andati al cinema.

• Più tardi vengo da te, non riesco.

• Mi avevano detto che sarebbero venuti, non possono.

CERCARE “APPIGLI”

NEL

TESTO

Dai, scendi, senza appigli farai fatica ad arrivare in cima alla montagna!

Forse hai ragione, ho bisogno di appigli.

Disegna degli appigli per aiutare Nestor a salire in cima alla montagna.

Che cosa sono gli appigli nella lettura e nella comprensione di un testo? Indica con una X, poi spiega a voce.

Un aiuto.

Un problema.

Leggi la seguente frase. Il tuo “ostacolo” (cioè la parola di cui non conosci il significato) è scritto in rosso.

Andai celermente verso casa perché sentivo molto freddo, infatti stava per nevicare.

Analizziamo l’ostacolo e proviamo a superarlo.

OSTACOLO CELERMENTE

Riflettiamo: che cosa può aiutarti a comprendere il significato di questa parola? Aiutati con le seguenti domande.

• La parola stessa può aiutarti a comprendere meglio il suo significato?

• Se rileggi bene la frase, puoi capire meglio che cosa significa?

In questo caso puoi comprendere la parola celermente perché nella frase ci sono degli indizi: siccome fa freddo, devi andare verso casa velocemente.

Osserva come possiamo superare gli ostacoli.

CELERMENTE: analizziamo il contesto testo

Leggi la seguente frase. Il tuo ostacolo è scritto in rosso.

I bambini iniziarono a cicalare così tanto che li guardavamo in modo strano.

Analizziamo l’ostacolo e proviamo a superarlo.

Riflettiamo come abbiamo fatto sopra.

OSTACOLO CICALARE O

• La parola stessa può aiutarti a comprendere meglio il suo significato?

• Se rileggi bene la frase, puoi capire meglio che cosa significa?

In questo caso puoi comprendere la parola cicalare analizzando la parola stessa: cicalare cicala parlare a lungo e in modo noioso

Osserva come possiamo superare gli ostacoli.

CICALARE: analizziamo il significato della parola

O CT SP

CERCARE “APPIGLI”

NEL TESTO

Ricorda i simboli!

CT Cerca il significato analizzando il testo.

SP Cerca il significato analizzando la parola

Collega ogni parola al cartellino giusto.

troneggiare sciagura sfuriata scrutare sfilacciati amarezze abbagliare

Rifletti insieme ai compagni e alle compagne: provate a capire il significato delle parole che avete collegato al cartellino SP.

SP CT

Leggi il testo e colora gli ostacoli: in verde quelli CT , in azzurro quelli SP .

Si introdusse in un frutteto che si trovava lungo la via per sfamarsi con alcune mele. E, siccome erano dolci e mature e aveva molta fame, ne riempì la bisaccia .

Flavia Franco, Sulle rive del Tigri, Gruppo Editoriale Raffaello

Leggi il testo e colora gli ostacoli: in verde quelli CT , in azzurro quelli SP .

Il gufo Plop

Plop era un piccolo gufo che viveva con la mamma e il papà sulla cima di un albero altissimo. Plop era cicciottello, piumoso e aveva enormi occhi rotondi. Era, insomma, uguale a tutti i piccoli gufi, tranne che per una cosa. Plop aveva paura del buio. – Mamma, il buio mi fa paura – diceva sempre.

– Tu non puoi avere paura del buio – gli dissero la mamma e il papà. – I gufi non hanno mai paura del buio! Sono uccelli notturni.

– lo non voglio essere un uccello della notte! –borbottò Plop. – Voglio essere un uccello del giorno.

– Tu sei quello che sei – aggiunse con decisione mamma gufo.

– Appunto! – disse Plop. – E io sono uno che ha paura del buio.

Jill Tomlinson, Il gufo che aveva paura del buio, Feltrinelli

Ora copia gli ostacoli e analizzali.

LIBRI AMICI

Uno dei momenti più belli della mia vita fu quando scoprii una cesta di vimini con dentro più o meno cento volumi.

Quella cesta era in una stanzina che dava sui tetti.

Là mi chiudevo ogni giorno e tiravo su a uno a uno, con stupore, i libri dimenticati. Volumi slegati, scompagnati, unti, strappati, sgualciti, eppure pieni per me di ogni genere di sorprese, di meraviglie e di promesse, erano diventati miei amici: con loro trascorrevo il mio tempo libero. Non leggevo soltanto: fantasticavo, pensavo, rifabbricavo, tiravo a indovinare.

Per me quei libri erano tutti miei amici!

Barbara Fabiani - Antonella Mazzara, È come un gioco, La Spiga

1. La parola “volumi” (riga 3) con che cosa può essere sostituita?

A. Ceste.

B. Libri.

C. Pagine.

D. Taccuini.

Sul foglietto puoi scrivere o disegnare ciò che ti può aiutare a comprendere meglio il testo.

A caccia di indizi!

Per rispondere a questa domanda, devi andare avanti nella lettura. Vai alla riga 7 e cerca la risposta, sottolinea la parola e disegna vicino due impronte:

2. Perché i volumi erano “slegati, scompagnati, unti, strappati, sgualciti” (righe 8-9)?

A. Perché qualcuno li aveva maltrattati volontariamente.

B. Perché erano tanto vecchi e quindi erano stati “consumati”.

C. Perché nessuno li aveva usati e si erano rovinati.

D. Perché non piacevano a nessuno.

A caccia di indizi!

Per rispondere a questa domanda, devi tornare indietro nella lettura. Vai alla riga 7 e rifletti sulla parola “dimenticati”. Sottolinea la parola e disegna vicino le impronte.

3. Completa la tabella. Metti una X per ogni riga.

a) I libri erano conservati in una stanzina che dava sui tetti.

b) I libri venivano tirati su da dentro un baule.

c) I libri diventarono amici del protagonista.

d) Il narratore è un bambino.

e) Il protagonista trascorreva nella stanzina gran parte del suo tempo libero.

A caccia di indizi!

Vero Falso Non Specificato

Per completare la tabella, devi rileggere con attenzione alcune righe del testo:

a) righe 2-5 b) righe 6-7 c) righe 11-15 e) righe 11-12

Per la risposta d) non puoi consultare delle righe specifiche, ma rileggere con attenzione il testo e fare un ragionamento.

IL PRIMO CAMPEGGIO

E venne il giorno della grande prova, quello in cui i quattro “lupetti” dovevano montare la prima tenda della loro vita. Un po’ emozionati, aprirono i teli della tenda. Conficcati i paletti nel terreno, bisognava tirare le corde; ma fu proprio in quel momento che cominciò a piovere.

– Presto, presto! – gridò Fabrizio. – Altrimenti dovremo dormire sul bagnato!

Fabrizio è quello che conserva il sangue freddo anche nelle situazioni più difficili, ma quella volta tirò troppo la corda e i paletti schizzarono fuori come se fossero stati conficcati nel burro.

– Si può sapere che fai? – gridò uno di loro.

Ma nessuno rispose: gli amici erano sepolti sotto la tenda e si dibattevano freneticamente.

Fabrizio udiva le loro voci soffocate giungere da sotto la tenda.

– Mi pesti le mani!

– Alzati, mi schiacci la pancia!

– Mi soffochi! Lasciami libero almeno il naso!

Erano prigionieri di una tenda da campeggio resa pesante dalla pioggia torrenziale.

Così per quella notte i nostri lupetti dovettero rifugiarsi nella tenda degli amici, che erano stati più bravi nel montarla.

Antonio Lugli, Storielline

, Bulgarini

Sul foglietto puoi scrivere o disegnare ciò che ti può aiutare a comprendere meglio il testo.

1. Riordina le sequenze della storia.

Numera da 1 a 5.

Mentre la stavano montando iniziò a piovere.

I lupetti si rifugiarono nella tenda degli amici.

I lupetti dovevano montare la loro prima tenda.

Fabrizio tirò la corda e i paletti saltarono via.

Dentro la tenda gli amici discutevano.

A caccia di indizi!

Per ricostruire con precisione la storia, devi aver letto il testo almeno tre volte.

Dividi il testo nelle cinque sequenze. Scrivi a fianco del testo il numero di ogni sequenza.

2. Leggi le righe 10-11. Che cosa significa la frase: “Fabrizio è quello che conserva il sangue freddo anche nelle situazioni più difficili”?

A. Fabrizio mantiene sempre la calma.

B. Fabrizio è sempre agitato.

C. Fabrizio non mantiene mai la calma.

D. Fabrizio mantiene la calma solo nelle situazioni difficili.

A caccia di indizi!

Per rispondere correttamente a questa domanda devi soffermarti sulla parola “anche”, che ti farà capire in quali occasioni viene messo in atto il comportamento di Fabrizio.

3. Con quale termine puoi sostituire

la parola “burro” (riga 13)?

A. Cemento.

B. Latte.

C. Neve.

D. Ghiaccio.

A caccia di indizi!

Per rispondere correttamente a questa domanda devi ragionare sulle caratteristiche del burro e capire quale sia la più adatta.

4. Scegli il gruppo di sinonimi della parola “dibattevano” (riga 16).

A. Agitarsi, arrabbiarsi, picchiarsi.

B. Agitarsi, divincolarsi, stancarsi.

C. Agitarsi, divincolarsi, contorcersi.

D. Agitarsi, raffreddarsi, contorcersi.

A caccia di indizi!

Per rispondere a questa domanda, devi rileggere con attenzione le righe del testo da 17 a 21. Poi ragiona sul dialogo dei lupetti.

5. Perché i lupetti dovettero rifugiarsi nella tenda degli amici?

A. Perché erano stanchi e pioveva molto.

B. Perché la loro tenda non era pronta e pioveva molto.

C. Perché la tenda degli amici era più bella.

D. Non si può sapere.

A caccia di indizi!

Per rispondere a questa domanda, devi rileggere con attenzione le righe da 22 a 26.

ALLA RICERCA DI PETER PAN

1. Leggi il testo con attenzione. Incontrerai degli “ostacoli”, cioè parole di cui non conosci il significato: sottolineale.

Capitan Uncino urlava come un forsennato a bordo della sua nave: – Tu, Gambacorta, spazza il ponte. Branco di fannulloni… muovetevi! O vi butto in mare, vi do in pasto ai pescecani!

– Capitano, laggiù, guardate… quelle luci, l’isola di Peter Pan! – disse la vedetta porgendogli il binocolo.

– Ah, finalmente l’ho trovato! Peter Pan, hai i giorni contati! Puntiamo sull’isola, avanti!

Le scialuppe con i pirati a bordo approdarono in un punto dell’isola non molto distante dalla casa di Wendy, l’amica di Peter Pan. Capitan Uncino, approfittando del buio della notte, si diresse con i suoi uomini verso la casa della ragazza.

Spiando dalla finestra, scorsero i bambini riuniti, ma Peter non c’era…

– Dovrò cambiare il mio piano, ma non importa! Uomini, all’arrembaggio, catturiamo i bambini! – ordinò il Capitano, gridando.

Legati e imbavagliati, i bambini vennero trascinati sulle scialuppe e portati sulla nave. La piccola fata Campanellino, che svolazzava intorno alla finestra, aveva assistito impotente al rapimento dei bambini. Aspettò che Peter ritornasse e quando lo vide gli raccontò tutto d’un fiato quanto era accaduto… Che cosa fare?

James Matthew Barrie, Peter Pan, Mondadori

2. Sul quaderno, prova a superare gli ostacoli con le tecniche che già conosci.

3. Completa la tabella per individuare gli elementi fondamentali del testo.

Luogo Tempo

Personaggi

Problema

4. Completa. Aiutati rileggendo il testo sulla pagina precedente.

Capitan Uncino urlava come un forsennato a bordo della sua nave: – Tu, Gambacorta, spazza il ponte. Branco di fannulloni… muovetevi!

Se non avessero obbedito, li avrebbe buttati in . – Capitano, laggiù, guardate... quelle luci, l’isola di Peter Pan! – disse la vedetta porgendogli il binocolo. – Ah, finalmente l’ho trovato! Peter Pan, hai i giorni contati… Puntiamo sull’ , avanti!

Le scialuppe con i pirati a bordo approdarono in un punto dell’isola non molto distante dalla casa di Wendy, l’ di Peter Pan. Capitan Uncino, approfittando del buio della , si diresse con i suoi uomini verso la casa della ragazza.

Spiando dalla finestra, scorsero i riuniti, ma Peter non c’era… – Dovrò cambiare il mio piano, ma non importa! Uomini, all’arrembaggio, catturiamo i bambini! – ordinò il Capitano, gridando.

Legati e , i bambini vennero trascinati sulle scialuppe e portati sulla . La piccola fata Campanellino, che intorno alla finestra, aveva visto il rapimento dei bambini. Aspettò che Peter ritornasse e gli raccontò tutto d’un quanto era accaduto…

5. Come definiresti Capitan Uncino?

A. Tranquillo e amichevole.

B. Agitato e cattivo.

A caccia di indizi!

C. Impaziente e gentile.

D. Agitato e comprensivo.

Per rispondere a questa domanda, devi rileggere con attenzione le prime righe del testo, in cui viene presentato il personaggio. Poi ragiona sul dialogo.

6. Secondo te, perché la fata Campanellino non viene catturata?

A. Perché non è una bambina.

B. Perché era fuori della casa.

C. Perché era simpatica.

D. Non si può capire leggendo il testo.

A caccia di indizi!

Per rispondere a questa domanda, devi rileggere con attenzione la parte del testo in cui viene presentato questo personaggio e provare a ragionare.

7. Al testo manca una conclusione: scegli quale potrebbe essere quella giusta e arricchiscila di dettagli.

CONCLUSIONE 1

Peter Pan aveva molta paura di Capitan Uncino, così non sapeva se andare a liberare i bambini o aspettare che qualcuno andasse in loro aiuto…

CONCLUSIONE 2

Peter Pan non ci pensò due volte e, insieme a Campanellino, inventò un piano formidabile. Si sarebbe travestito da coccodrillo e…

Responsabile editoriale: Mafalda Brancaccio

Redazione: Gaia La Magra, Nadia Negri

Responsabile di produzione: Francesco Capitano

Progetto grafico e impaginazione: A come Ape di Alessia Zucchi

Supervisione grafica: Carmen Fragnelli

Illustrazioni: Francesca Galmozzi, Manuela Leporesi, Lucia Mongioj, Sara Ugolotti

Copertina: A come Ape di Alessia Zucchi

Ricerca iconografica: Paola Rainaldi

Referenze iconografiche: Shutterstock

Stampa: Tecnostampa – Pigini Group Printing Division Loreto – Trevi 25.84.018.0

Per esigenze didattiche i testi sono stati quasi tutti ridotti e/o adattati. L’editore è a disposizione degli aventi diritto tutelati dalla legge per eventuali e non volute omissioni o errori di attribuzione.

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