Pepper LETTURE 3

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S . Restauri

Scuola nel Parco

LETTURE

S . Restauri

3 e la Scuola nel Parco

LETTURE

Contenuti digitali del volume

82 Sulla ruota per conoscere... IL TESTO POETICO

STORIE IN POESIA

83 Un libro per terre lontane

84 La lite

85 I libri

86 La zanzara

87 Notte fumetto

88 Ascolta il vento

89

90 CAROSELLO DELLE PAROLE INCANTATE

91 Sulla ruota per conoscere... IL TESTO INFORMATIVO

STORIE PER INFORMARE

92 Una scoperta straordinaria

93 Il rispetto delle regole

94 Troppa plastica!

95

STORIE DA LONTANO

96 Viaggio a Kalleby

98 Io sono Malala

99 Paura di non farcela

100 A scuola con la neve

CAROSELLO DELLE PAROLE INCANTATE

STORIE DI NOTTI E SONNI

107 Becco per aria

108 Le statuine

109 Il pisolino di Tobia

110 Dormi bene, orsacchiotto

111 Il mangiaincubi

112

STORIE DI GIORNI SPECIALI

114 Per piacere

115 Inseparabili

116 Tu e io

117 Un bullo

118 Un bambino al mare

119 Il grande faggio

120 Fantastici libri

121 Noi da grandi

STORIE DI STAGIONI

122 Ecco l’autunno!

123 Cadono le foglie

124 L’autunno della piccola oca

125 La neve

126 Sul ghiaccio

127 L’inverno è qua!

128 Primavera a Parigi

129 Che cos’è l’arcobaleno?

130 Il cielo a primavera

131 La casetta sull’albero

132 Scarpe di sabbia

INSERTO COMPRENSIONE

133 Impariamo a comprendere

Comprendere le inferenze

134 Gli intrusi

135 Corrispondenza testo e immagini

136 Senso proprio e senso figurato

137 Causa, effetto

138 Riconoscere una storia

139 Leggere le immagini

140 Dentro il testo

141 Ragionare per comprendere

Comprendere la realtà

142 Messaggi sullo schermo

143 Indicazioni per viaggiare

144 Ricette

145 Regolamenti

146 Programma di viaggio

147 Visite turistiche

Comprendere per studiare

148 Studiare con metodo

150 Spezzare il testo

152

Dividere in sequenze

154 La titolazione

156 Evidenziare o sottolineare

158 Cancellare

160

Prendere appunti

162 Riassumere

164 Fare mappe o schemi

166 Illustrare

167

Fare una scaletta

DI NUOVO INSIEME!

Un nuovo anno scolastico si apre davanti a noi, come le pagine di un libro mai letto, piene di promesse e avventure. Il nostro magico Parco dei divertimenti risplende di aspettative e sorprese! Pepper, Nestor, Ninella, Rubì e Luna vi aspettano per condividere nuove storie e tante stimolanti attività. Agli amici del Parco che già conoscete, quest’anno si aggiunge Teodora, la tartaruga del “Carosello delle parole incantate”. Su questa giostra speciale vivrete avventure interattive alla scoperta del magico mondo delle parole.

PRIMO GIORNO DI SCUOLA

– Sei emozionata? – chiese a Elisa la nonna Mariuccia entrando nel cortile della scuola. – Vedrai che andrà tutto bene.

– Tu adesso vattene! – rispose la nipote, che si vergognava di arrivare accompagnata come una piccola di prima.

– Guarda! C’è Prisca! Vado da lei.

– Vengo anch’io, così saluto la signora Puntoni.

Prisca aveva i ricci spettinati e il colletto di traverso.

Sua madre invece era elegantissima, come al solito, senza un capello fuori posto.

Salutò la nonna Mariuccia: – Mi creda, signora, quando è uscita di casa mia figlia non era così in disordine.

A Elisa, invece, Prisca piaceva esattamente così com’era.

Era la sua amica del cuore.

La folla spingeva su per la scalinata di marmo.

– Dai nonna, vattene adesso! – supplicò Elisa.

– Vado, vado – disse la nonna Mariuccia un po’ offesa.

– Me lo racconterai a pranzo com’è questa nuova maestra.

Bianca Pitzorno, Ascolta il mio cuore, Mondadori

LEGGO COMPRENDO E

Collega ogni personaggio alla caratteristica corrispondente.

Elisa

Prisca

La nonna Mariuccia

La madre di Prisca

È elegantissima e ben curata.

Ha i capelli spettinati e il colletto di traverso.

Si vergogna di andare a scuola accompagnata.

Un po’ offesa, se ne va dopo aver accompagnato la nipote a scuola.

LA SIGNORINA DOLCEMIELE

La maestra, la signorina Dolcemiele, aveva ventitré o ventiquattro anni e un bellissimo, pallido viso con occhi azzurri e capelli castano chiaro. Era così snella e fragile da dare l’impressione che, se fosse caduta, sarebbe andata in mille pezzi, come una statuina di porcellana.

Betta Dolcemiele era mite e tranquilla, non alzava mai la voce e sorrideva di rado, ma aveva la rara capacità di farsi amare al primo sguardo dai propri alunni. Sembrava che capisse perfettamente quanto i bambini piccoli si sentano smarriti e spaventati quando, per la prima volta, vengono radunati in una classe. Dal viso della signorina Dolcemiele emanava uno strano calore, particolarmente intenso quando parlava a un bambino confuso e pieno di nostalgia per la propria casa.

Roald Dahl, Matilde, Salani Editore

LEGGO COMPRENDO E

Numera le caratteristiche della signorina Dolcemiele secondo l’ordine in cui compaiono nel testo.

Capiva i bambini piccoli.

Era snella e fragile. Aveva ventitré o ventiquattro anni e un viso bellissimo e pallido.

Sorrideva di rado ma riusciva a farsi amare dai propri alunni.

QUANTE COSE VEDRAI!

Congratulazioni! Oggi è il tuo giorno, sei in cammino verso luoghi importanti. Cammina, vai avanti!

Hai cervello nella testa, hai piedi nelle scarpe.

Puoi andare dove vuoi, da qualunque parte.

Sei solo. Sai quello che sai. Sei TU che decidi dove andrai.

Studierai le strade. Studiale con attenzione. – Quella non fa al caso mio – dirai talvolta con decisione.

Con la tua testa piena di cervello e le tue scarpe piene di piedi, sei troppo sveglio per prendere una strada che non ti persuada

Potresti non trovarne nessuna che ti va.

In tal caso è chiaro: lascia subito la città.

Ed è tutta una scoperta camminare all’aria aperta.

Oh, quante cose vedrai! Vedrai scenari mozzafiato!

Percorrerai la tua strada in salita! E volerai alto

insieme a chi scala la vetta più ardita

Non resterai indietro perché sai accelerare.

Sorpasserai il gruppo e sarai tu a guidare.

Ovunque volerai, sarai sempre il migliore.

Ovunque andrai, vincerà il tuo valore.

Eccetto quando non ti riuscirà, perché a volte ti capiterà.

LEGGO COMPRENDO E

Rispondi sul quaderno.

• Qual è il messaggio principale del testo?

• Che cosa dovresti fare nel caso ti ritrovassi in una situazione che non ti persuade?

Mi dispiace dirlo, ma sono frequenti, ahimè, le cadute e gli impigli: può accadere anche a te.

Puoi trovare l’impiglio in un ramo irto e basso, mentre gli altri vanno oltre e ti piantano in asso.

Verrai giù dall’impiglio facendoti male e potrai andare incontro a un crollo totale.

E nel mezzo di un crollo non hai voglia di scherzare!

Cercare l’uscita è una strada in salita! Ce la farai?

Sì, ce la farai certamente (garantito al novantotto e tre quarti per cento).

Sposterai le montagne!

Così che ti chiami Biagio, Grimilde o Giasone, sei in cammino verso luoghi importanti.

Dr. Seuss, Oh, quante cose vedrai!, Mondadori

SULLE TRACCE EMOZIONI DELLE

Nel testo vengono descritte diverse situazioni ed emozioni. Completa le frasi con l’emozione corretta.

• Quando non sai quale strada scegliere, puoi sentirti .

• Se trovi un ostacolo che ti blocca, potresti sentirti .

• Quando riesci a superare una sfida, ti senti sicuramente

VOLO TRA LE PAROLE arte e immagine

Persuadere: convincere con le parole.

Ardita: che richiede coraggio.

Impiglio: ostacolo, blocco.

Irto: spinoso, pungente.

PARLO DI ME

Immagina di essere in cammino verso un luogo importante. Sul quaderno, disegna e descrivi quello che vedi e come ti senti.

LO SCHERZO DEL MAESTRO QUINTO

Siamo stati in palestra con Capitan Quinto per le nostre due ore di ginnastica. Abbiamo giocato e ci sono stati vari incidenti: Gianluca ha perso una maglia, Marco si è fatto un livido. Capitan Quinto ha scherzato dicendo che non ci porterà più in palestra.

Alla fine della lezione, Lorenzo è stato mandato dalla bidella per una chiave. Marco era ancora negli spogliatoi e non ha notato che Lorenzo si era allontanato. Uscendo dalla palestra, Capitan Quinto ci ha contato: eravamo diciannove, anziché venti. Il maestro ha chiuso la porta e ha detto: – Lorenzo sarà ancora dentro... Così impara a cambiarsi in fretta, la prossima volta.

Nessuno ha creduto che il maestro avrebbe abbandonato uno di noi. Marco ci ha creduto e si è agitato, chiamando Lorenzo e battendo sulla porta.

Alla fine, il maestro ha rivelato a Marco che Lorenzo era già in classe. Abbiamo dovuto confermare anche noi. Marco si è dimostrato un vero compagno, capace di preoccuparsi e di aiutare un amico.

Stefano Bordiglioni, Il capitano e la sua nave, Einaudi Ragazzi

LEGGO COMPRENDO E

Indica con una X se l’affermazione è vera (V) o falsa (F).

• Nelle ore di ginnastica, tutti gli studenti si sono divertiti senza problemi. V F

• Lorenzo è stato lasciato in palestra dal maestro come punizione. V F

• Tutti i bambini, tranne Marco, sapevano dove si trovava Lorenzo. V F

SULLE TRACCE EMOZIONI DELLE

Immagina di essere

Marco nel momento in cui scopre lo scherzo del maestro. Come ti sentiresti? Racconta.

UN GIOCO MERAVIGLIOSO!

È tutto il pomeriggio che Federico se ne sta laggiù, all’ombra di un melo. È sdraiato a pancia in giù, tutto assorto nella lettura di un librone con le pagine un po’ ingiallite che ha trovato nel solaio della nonna. È un libro di avventure, di grandi imprese e fantastiche peripezie.

Federico è affascinato.

Trema, palpita, si inquieta, si spaventa, sorride, si entusiasma, ammira, esulta, scoppia a ridere, sospira, si spazientisce, borbotta, applaude, approva...

Torna in sé quando sente i nonni che lo chiamano per la cena. Il pomeriggio è passato senza che se ne accorgesse.

Federico ha scoperto il gioco della lettura, un gioco straordinario, meraviglioso, a cui si può giocare tutta la vita.

Anne-Marie Dalmais, Leggi e gioca, Arnoldo Mondadori

LEGGO COMPRENDO E

Rispondi sul quaderno.

• Dove si trova Federico mentre legge il libro?

• Che tipo di libro sta leggendo Federico?

• Quale scoperta fa Federico quel pomeriggio?

LEGGO IMMAGINO E

arte e immagine

Immagina una scena presente nel libro di Federico e disegnala sul quaderno. Può essere un momento di avventura o di esplorazione.

LA MONTAGNA PIÙ ALTA

Lucas, convinto di essere nato per volare, passava ore a osservare uccelli e aerei. Tentò di farsi delle ali e ogni anno chiedeva a Babbo Natale proprio un paio di ali.

Al compleanno, dopo aver espresso il solito desiderio, la mamma gli diede un libro. Inizialmente confuso, Lucas lo lesse in giardino e poi continuò a leggere senza sosta. Creò una montagna di libri, su cui si sedeva per leggere. Diventò famoso e iniziò a ricevere visitatori che volevano ammirare la sua montagna.

I libri permettevano di viaggiare in Paesi lontani e scoprire storie sorprendenti. Lucas capì che, sebbene non volasse fisicamente, la sua immaginazione sì, poteva volare. Riusciva a spiccare il volo… ogni volta che leggeva.

Rocio Bonilla, La montagna di libri più alta del mondo, Valentina Edizioni

LEGGO COMPRENDO E

Scrivi la lettera corrispondente alla parola mancante.

Lucas passava ore a 1 . Ogni anno, chiedeva a 2 un regalo speciale:

3 . Al suo compleanno, ricevette un regalo inaspettato: un 4

Questo dono lo portò a creare una 5 e a diventare un grande lettore.

1 A. leggere

2 A. Babbo Natale

3 A. un computer

4 A. libro

5 A. montagna di libri

B. giocare

C. osservare uccelli e aerei

B. genitori C. insegnanti

B. ali per volare C. un telescopio

B. giocattolo

B. tenda

C. pallone

C. collezione di giocattoli

TRA LE FIABE

Il trasloco è il momento in cui si spostano oggetti da una casa all’altra. Spesso per farlo si usano degli scatoloni.

In una biblioteca, questi scatoloni sono pieni di libri. Per agevolare il riordino, si scrive sugli scatoloni il contenuto, per esempio etichette con “Fiabe”, “Paura”, “Amore”, “Scienze”, “Risate”. Gli oggetti sparsi vengono raccolti in scatoloni etichettati come “Cose varie”.

Quando la biblioteca di Locunto di Sopra si spostò a Locunto di Sotto, la bibliotecaria Nene trovò, fra gli scaffali, molti oggetti strani. Nello scatolone delle “Cose varie” mise oggetti come un sacchetto di zecchini d’oro finti, un flauto, una pelle d’asino, una mela rossa, un pisello, una rapa…

Nella nuova biblioteca, colorata e luminosa, i libri per bambini erano già sistemati. Si doveva però scoprire da dove venissero tutti gli oggetti raccolti. Mimi, vedendo lo scaffale delle fiabe, capì che gli oggetti appartenevano a quelle storie. Mise la mela in “Biancaneve e i sette nani”, la zucca in “Cenerentola”, il pisello in “La principessa sul pisello”, la rapa in “La rapa gigante”.

Emanuela Bussolati, Dove è finita la mia zucca?, Rrose Sélavy

LEGGO COMPRENDO E

Rispondi sul quaderno.

• Dove si svolge la storia?

• Qual è il personaggio principale della storia?

• Che cosa contiene lo scatolone delle “Cose varie” arrivato nella biblioteca di Locunto di Sotto?

• Mimi dove sistema questi oggetti?

STORIE DI CUORE

PER GIULIA

Oggi è il compleanno di Giulia. Sul foglio scrivo la lista di tutti i regali che vorrei farle: una bella bici, un vestito, un pallone, un canarino…

Cerco nei cassetti e trovo solo due euro e venticinque centesimi. Che cosa posso comprare? Niente! Scoraggiato, mi chiudo in camera mia. E all’improvviso mi viene un’idea fantastica. Impugno matite e pennelli e comincio a creare un’opera d’arte per Giulia. Su un foglio stendo il rosso e il blu, i suoi colori preferiti, e molto giallo. Dopo dieci minuti i miei vestiti sono completamenti imbrattati, il pavimento è ricoperto di macchie e il mio capolavoro è un disastro. Per fortuna, mi viene un’altra idea: una torta di compleanno! Vado in cucina e in una grande ciotola mescolo con entusiasmo farina, zucchero, latte e poi aggiungo tante cose, perché sia la migliore torta del mondo. Dopo venti minuti, la cucina sembra un campo di battaglia. La pasta cola dal soffitto e la mamma mi costringe a fare le pulizie.

LEGGO COMPRENDO E

Rispondi sul quaderno.

• Quali erano i regali che Andrea voleva comprare per Giulia?

• Perché Andrea decide di fare un disegno per Giulia?

• Che cosa accade nella cucina di Andrea?

• Che cosa vorrebbe costruire nel garage?

• Giulia come reagisce al regalo di Andrea?

Ma per fortuna, mentre strofino e lavo, ecco un’altra idea! Mi precipito in garage. Armato di martello, cacciavite, sega, tavole di legno, decido di costruire una bellissima libreria per Giulia. Però... BANG! Mi prendo a martellate le dita. Mia sorella mi prende in giro. Papà mi rimprovera. Mamma pure. Coperto di pittura, bende e cerotti, esco di casa.

Appena mi vede, Giulia esclama: – Andrea, il tuo costume è il più originale di tutti! Non ho portato nessun regalo: le do un bacio sulla guancia. Ecco, questo è il mio regalo di compleanno. Giulia dice: – Andrea... è la più bella sorpresa del mondo!

Gilles Tibo - Bruno St-Aubin, Che sorpresa, Andrea!, Il Castoro

PARLO DI ME

Qual è stato il più bel regalo di compleanno che hai ricevuto? E quello che hai donato? Disegnali e descrivili brevemente. arte e immagine

Regalo ricevuto

Regalo donato

LE PAROLE GIUSTE

Quando Daniel perse la matita nuova di Titti, lei si arrabbiò. – Tu... mascalzone! – strillò.

La mamma, accigliata, le disse: – Titti, cerca di essere meno maleducata. Di’ piuttosto “ladruncolo sconsiderato”!

“Dove trovo le parole?” pensò Titti.

– Mamma, tu dove trovi le parole che ti servono? –chiese Titti.

La mamma si mise a ridere. Qualche volta è difficile anche per gli adulti.

– Leggo molto e riempio il mio cervello di parole –rispose la mamma. – E ricordati di non perdere la calma, altrimenti perdi anche le parole e parli a vanvera! – aggiunse, sorridendo.

In cucina, Titti prese un dizionario e iniziò a leggere, scoprendo nuove parole.

Durante la cena, Titti chiese il sugo con prepotenza.

La mamma cercò la parola giusta: – Smettila di essere così...

– Aggressiva – disse Titti, soddisfatta. – Adesso sei tu che hai perso le parole, mamma!

Bel Mooney, Uffa! Non lo trovo, Mondadori

Indica con una X.

• Che cosa significa “parlare a vanvera”?

Parlare senza pensare a ciò che si dice.

Parlare bene di qualcuno.

Parlare senza essere ascoltati.

SULLE TRACCE EMOZIONI DELLE

Cerchia l’emoji adatta ai personaggi in alcuni momenti del racconto.

• Titti quando si rivolge a Daniel:

• La mamma mentre cerca la parola giusta:

• Titti quando suggerisce la parola alla mamma:

SALVATAGGIO IN MONTAGNA

Era il mese di gennaio e mi trovavo al rifugio Contrin, sotto la Marmolada. Nella notte, un metro di neve fresca si aggiunse alla vecchia.

Il mattino seguente, passeggiando in quello spettacolo meraviglioso, passai davanti a un cespuglio coperto di neve e udii uno strano rumore. Mi avvicinai.

Sotto il cespuglio c’era una piccola caverna. All’entrata, un musino mi guardava: era un piccolo di capriolo, rimasto bloccato dalla neve. Bisognava portarlo via, altrimenti sarebbe morto. Gli parlai con dolcezza e vidi che non aveva paura di me. Dopo avergli legato delicatamente le zampette con una corda, me lo misi a tracolla. Il capriolo stava fermo, sentivo il suo cuore che pulsava forte.

Quando fui vicino al paese mi fermai, lo posai a terra e gli slegai le zampette. Il capriolo non fuggì subito: fece una piccola corsa, poi tornò indietro e pose il suo musino tra le mie ginocchia. Era il suo modo di dirmi “grazie”.

Ezio Franceschino, La valle più bella del mondo, Vita e Pensiero

Il narratore o la narratrice è colui/colei che racconta la storia.

LEGGO COMPRENDO E

Indica con una X se l’affermazione è vera (V) o falsa (F).

• Il narratore si trovava in un rifugio di montagna. V F

• La montagna era senza neve. V F

• Il narratore ha salvato un cucciolo di cervo. V F

• Dopo essere stato liberato, l’animale è fuggito immediatamente. V F

UNA SCORTA DI BACI

Quest’anno Zeb va al campo estivo al mare. Prima di partire, la mamma cuce il nome di Zeb sui vestiti. Vedendo il suo nome sul pigiama, Zeb capisce che dovrà dormire al campo estivo senza i genitori.

– Non ti preoccupare – gli dice il papà. – Ti stiamo preparando una scorta di baci.

Mamma e papà “stampano” un bacino su alcuni foglietti, li piegano e li mettono in una scatola di latta. I foglietti sembrano tante caramelle.

Arriva il giorno della partenza. – Ecco la tua scorta di baci.

Ci sono baci sufficienti per tutti i giorni – dice il papà.

Mamma e papà accompagnano Zeb alla stazione. Lì Zeb incontra le altre zebre che partono per il campo. Nessuno fa attenzione a Zeb.

LEGGO COMPRENDO E

Metti in ordine le sequenze del racconto, numerando.

Arrivato al mare, Zeb non ha più bisogno delle baciocaramelle.

Zeb si prepara per il campo estivo.

Mamma e papà preparano una scatola di baciocaramelle per Zeb.

Zeb condivide le sue baciocaramelle con le altre zebre.

SULLE TRACCE EMOZIONI DELLE

Come cambiano le emozioni di Zeb nel corso del racconto?

Completa.

Prima di partire Zeb è .

Dopo aver ricevuto la scatola di baciocaramelle dai genitori, Zeb è

Arrivato al mare, Zeb è .

Quando il treno si mette in moto, Zeb saluta i suoi genitori. In treno, le maestre distribuiscono le coperte e i cuscini. Dopo un po’, Zeb ha voglia di un bacio. Aspetta che le luci vengano spente, poi apre la scatola di “baciocaramelle”. Sotto la coperta, Zeb appoggia il foglietto alla guancia. Gli scende una lacrima. Questa volta gli servono due baci.

Una piccola zebra è triste e piange. Zeb le offre un baciocaramella: – Apri questo foglietto e mettilo sulla guancia – le dice.

Tutte le zebre vorrebbero un baciocaramella.

Zeb distribuisce buona parte della sua scorta. Le zebre si addormentano.

Il giorno dopo, Zeb viene svegliato dalle altre zebre: – Guarda, si vede il mare! Siamo arrivati!

Tutte le zebre vogliono fare colazione con Zeb. Zeb non ha più bisogno della sua scatola e la regala a una piccola zebra. Ora Zeb vuole chiacchierare e giocare con i suoi nuovi amici.

Chi è la piccola zebra a cui Zeb regala la scatola? Come si chiama?

Utilizzerà la scatola di Zeb? In che modo? Immagina e racconta sul quaderno.

Michel Gay, Zeb e la scorta di baci, Babalibri

IL CUORE DI SARA

Sara aveva un cuore grande. Lo portava con sé dappertutto:

sullo scuolabus, a scuola, al parco giochi, anche in bicicletta. Sara sapeva che il suo cuore grande non l’avrebbe mai abbandonata, ma desiderava che non fosse così pesante.

Una mattina, alla fermata del bus, vide un bambino fluttuare nell’aria.

– Che cosa stai facendo, lassù? –chiese Sara.

– Il mio cuore è troppo leggero – rispose il bambino.

Sara lo seguì mentre veniva portato via dal vento. Il bambino si fermò su una collina ai bordi di una città.

Sara lo aiutò ad alzarsi.

– Succede sempre così, quando c’è vento. Il mio cuore vuole volare via – spiegò il bambino.

Si sedettero sulla collina. Sara legò con un nastro i loro due cuori.

Il bambino sorrise. Poi, insieme, si avviarono verso la città.

Peter Carnavas, Il cuore grande di Sara, Valentina Edizioni

LEGGO COMPRENDO E

Completa le frasi con le parole mancanti. Scegli fra: città • fermata • leggero • collina • fluttuava • nastro

Fluttuare: ondeggiare. VOLO TRA LE PAROLE

• Una mattina, alla dell’autobus, Sara vide un bambino che nell’aria a causa del suo cuore troppo .

• Seduti su una , Sara e il bambino legarono i loro cuori con un . Poi si diressero verso la .

UN INCONTRO STRAORDINARIO

È domenica ed è l’ultimo giorno dai nonni in Sicilia. Elisa, Paolo e Sara sono sulla canoa, a qualche metro dalla riva.

– Attenzione! – avverte Elisa. – Ci siamo allontanati.

– Remiamo a destra, presto... – suggerisce Paolo.

Il vento si alza, portando la canoa al largo.

– È inutile remare verso la spiaggia! – urla Paolo.

– Noooo! – grida Sara.

– Stai tranquilla, abbiamo i giubbotti –dice Elisa. D’improvviso, il mare si calma e la canoa sobbalza, come sollevata. Elisa, Paolo e Sara vedono forme agili che scivolano via, poi due musi appuntiti emergono dall’acqua.

– I delfini! – esclama Paolo.

– Delfini, per favore, aiutateci a tornare a casa – dice Sara.

I delfini sospingono la canoa verso riva.

Elisa, Sara e Paolo gridano di gioia e i delfini li ricambiano con sorrisi e balzi fuori dall’acqua.

Roberta Grazzani, Nonno Tano, Il Battello a Vapore

LEGGO COMPRENDO E

Rispondi sul quaderno.

• Dove si trovano Elisa, Paolo e Sara?

Che cosa pensi abbiano imparato

• Che cosa causa l’allontanamento della canoa dalla riva?

• Quali animali appaiono e come aiutano i bambini?

• Come si sentono Elisa, Paolo e Sara alla fine del racconto?

Elisa, Paolo e Sara da questa esperienza?

Il racconto realistico è un testo narrativo. Narra fatti accaduti o che potrebbero accadere nella realtà.

I personaggi sono persone o animali

realmente esistiti o che potrebbero esistere nel mondo reale.

Il personaggio più importante è il protagonista

Gli altri sono personaggi secondari

Il racconto realistico può essere suddiviso in tre parti:

• inizio

• svolgimento

• conclusione

RACCONTO REALISTICO

Il tempo di solito è indicato con precisione.

I fatti possono avvenire nel presente o nel passato e sono generalmente narrati nell’ordine cronologico in cui si sono svolti.

I fatti narrati nel racconto realistico si svolgono in luoghi reali o verosimili.

COME UN INSETTO SOTTO LA LENTE

La sedia di fronte alla scrivania della preside era di plastica rossa, con gambe di metallo nero.

Alec ripensò a quanto gli sembrava grande in classe prima e a quanta paura aveva avuto all’inizio! Ora la sedia era perfetta per lui.

La preside era sempre uguale: capelli castani con sfumature grigie, maglia e camicetta (a volte giacca e camicetta) e una collana di piccole perle.

Portava occhiali senza montatura, con lenti spesse che ingrandivano i suoi occhi castani.

Quando lo guardava così, Alec si sentiva un insetto sotto una lente.

Sapeva che non doveva sorridere né parlare per primo. Così aspettò.

La preside incrociò le braccia sulla scrivania.

Parlò lentamente, a voce bassa: – Alec, Alec, Alec... che dobbiamo fare?

Quando disse “fare”, inarcò le sopracciglia.

In passato la preside lo aveva sgridato, aveva puntato l’indice contro di lui. Questo suo nuovo modo di fare era una novità.

Andrew Clements, Il club dei perdenti, Rizzoli

Il testo narrativo realistico racconta storie che sono accadute o che potrebbero accadere nella realtà.

Indica gli elementi principali del racconto.

• Personaggi

• Luogo

• Tempo

• Fatto principale

LEGGO COMPRENDO E

Allo sguardo della preside, Alec si sente “come un insetto sotto la lente”. Che cosa significa?

Spiega con parole tue.

LEGGO ANALIZZO E

La sequenza è un pezzetto del racconto, come il tassello di un puzzle.

Mettendo insieme

tutti i tasselli, uno dopo l’altro, scopriamo l’intera storia.

LEGGO ANALIZZO E

Sottolinea le sequenze del racconto con i colori indicati. Osserva l’esempio.

Alice diventa parte della famiglia.

Alice aspetta la padroncina. La narratrice e Alice trascorrono del tempo insieme.

Alice viene rimproverata amichevolmente.

Alice si rilassa. Le riflessioni personali della narratrice.

LA GATTA ALICE

Ci sono riuscita: Alice, la mia gatta randagia, è diventata definitivamente una di famiglia

Ho dovuto battagliare un po’ con papà, ma alla fine l’ho spuntata.

Adesso, quando arrivo a casa da scuola, mi aspetta dietro la porta.

Ha capito l’ora in cui torno, e appena infilo la chiave nella toppa, fa un miagolio e si corica sul dorso.

Allora io mi chino, le accarezzo la pancia e le dico: – Ciao Alice, come stai?

Lei, prontamente, si rimette dritta sulle zampe e inizia a strusciarsi contro le mie gambe.

Getto lo zaino in un angolo e la prendo in braccio. È così calda e morbida, mi piace posare una guancia

sulla sua testa e le chiedo: – Hai combinato guai, oggi?

Attenta a non rovinare i mobili! Non voglio bisticciare con papà.

Alice si agita tra le mie braccia, poi posa la testa sul mio cuore e comincia a ronfare.

Da quando c’è Alice, mi faccio tante domande. Mi chiedo fino a quando vivrà, per esempio. Mi chiedo perché mi guarda mentre leggo e studio.

Magari i gatti non pensano, ma sono sicura che sentono l’affetto che abbiamo per loro, quindi sono certa che Alice percepisce la tenerezza che provo per lei.

Angelo Petrosino, Un amico Internet per Valentina, Piemme Junior

LEGGO ANALIZZO E

Osserva le immagini e metti in ordine le sequenze del racconto, numerando.

AMICHE INSEPARABILI

Io e Ellie ci siamo conosciute in classe prima. Siamo state amiche fin dal primo giorno di scuola, quando la maestra ci ha fatto sedere allo stesso banco. Ricordo quel giorno come fosse ieri.

Cercavo di parlare con Ellie, che però era timida e non voleva. All’intervallo, ho cominciato a fare “pattinaggio sul ghiaccio” con le dita, sulla superficie del banco: è quando fai un segno della pace capovolto e lasci scivolare le dita sul ripiano. Ellie mi ha osservato. Poi ha iniziato a pattinare con le dita anche lei.

Qualche minuto dopo ci stavamo entrambe esibendo in figure a otto dita su tutto il banco.

Da lì in poi siamo state inseparabili.

Rachel Jaramillo Palacio, Il libro di Charlotte. A wonder story, Giunti

LEGGO ANALIZZO E

Rispondi.

• Chi sono i due personaggi del racconto?

• In quale luogo si svolge?

• In quale momento?

LEGGO COMPRENDO E arte e immagine

Che cosa fanno le due amiche sul banco? Disegna.

UN TENERO ANIMALETTO

Io non ho fratelli né sorelle e nemmeno animali domestici. Però abbiamo una topina grigia che ogni mattina troviamo sulla stufa della cucina. La stufa serve a scaldare la casa ma è appena tiepida, così la topina non si brucia.

Mia madre brontola perché la stufa non può funzionare bene, con la topina. Io, invece, sono contenta della sua compagnia. Le do briciole e pezzettini di noci.

Una volta, una vicina è venuta a casa nostra. Mia madre era preoccupata che potesse vedere la topina. Continuava a dirle: – Sciò! Sciò!

Anch’io non ero tranquilla. Dopo che la vicina se n’è andata, mia madre si è infuriata, non voleva più tenere la topina. Io ero preoccupata che potesse succedere qualcosa alla mia piccola amica.

Poi, abbiamo saputo che la vicina si era trasferita e mi sono sentita sollevata.

Pierre Louki, Un papà pazzesco, Piccoli

LEGGO ANALIZZO E

Rispondi sul quaderno.

• Dove è ambientato il racconto?

• Quale evento crea preoccupazione nei personaggi?

• Quale evento tranquillizza la narratrice?

Colora le barre a lato del testo con i colori indicati nel riquadro.

Nel racconto realistico è possibile distinguere tre momenti.

Inizio: presenta i personaggi e la situazione di partenza.

Svolgimento: racconta gli avvenimenti.

Conclusione: spiega come finisce la storia.

DI MATTINA…

– La mattina, intorno alle sette e mezza, a casa mia tutti diventano matti – dice Roberto. Ed è vero.

A quell’ora, Anna cerca il quaderno di lingua o l’astuccio o il libro di lettura. Non li trova mai. La mamma fruga come una disperata nei cassetti alla ricerca del suo rossetto, degli occhiali e della patente, che dovrebbero essere proprio lì, ma, guarda caso, non sono mai dove dovrebbero essere. In questo trambusto, Roberto cerca di farsi dare i soldi per la merenda di mezza mattina, ma la mamma risponde sempre: – No. Se ti do i soldi, ti compri la gomma da masticare e questa non è una merenda seria! E mentre Anna strilla che la colpa di tutto è di Roberto che apre sempre la sua scrivania, il papà scalpita accanto alla porta, facendo roteare le chiavi della macchina e gridando: – Adesso me ne vado per davvero! Chi vuole un passaggio si spicci!

Christine Nöstlinger, L’invenzione del signor Bat(man), Salani

LEGGO ANALIZZO E

Collega ogni personaggio all’azione corrispondente.

Anna Roberto La mamma Il papà

I personaggi del racconto realistico sono persone o animali del mondo reale. Il/La protagonista è il personaggio principale, gli altri sono personaggi secondari.

Cerca affannosamente gli oggetti personali ogni mattina.

Minaccia di andarsene se gli altri non si sbrigano.

Chiede i soldi per comprare la merenda. Non trova i materiali per la scuola.

UN MERLO!

Passato il canale, Tonino pedalava forte verso la casa della zia. Una radice sporgente gli fece perdere l’equilibrio, e cadde con la bicicletta addosso. Un uccello emise

un grido che sembrava canzonatorio, poi volò via.

“Quell’uccello mi prende in giro” pensò Tonino, mettendosi a riparare la bici.

L’uccellino tornò e questa volta fece un suono leggero.

Tonino lo imitò e l’uccello rispose con la stessa nota.

Tonino cambiava nota e l’uccellino seguiva ogni variazione.

Poi volò su un gelso.

“Un merlo!” capì Tonino, riconoscendolo dal volo e dal colore. Provò a chiamarlo e l’uccellino rispose.

Poi, con un frullo d’ali, sparì nella campagna, avvolta dalle prime ombre della sera.

Tonino rimase a guardare il cielo, pensieroso. Mentre sistemava la bici, il pensiero del merlo gli tornava in mente. “Chissà dove va, quando scompare così,” si chiese, spingendo la ruota con una mano per vedere se girava senza problemi. Il pensiero lo distraeva, ma la sensazione di essere stato parte di qualcosa di più grande, anche solo per quei pochi minuti, gli dava un senso di pace.

Mario Lodi, Il permesso, Einaudi

LEGGO ANALIZZO E

Sul quaderno, disegna una mappa del percorso di Tonino inserendo tutti i luoghi:

• il canale che Tonino ha superato;

• la casa della zia;

I luoghi del racconto realistico sono quelli della vita quotidiana.

• il punto in cui Tonino è caduto a causa della radice sporgente;

• il gelso su cui l’uccellino si è posato.

UNA BRUTTA GIORNATA

Stuart si era appena svegliato e già sapeva che quella sarebbe stata una brutta giornata. Era il primo giorno

nella nuova scuola, quindi aveva già una discreta quantità di cose di cui preoccuparsi.

E adesso ci mancava questa: pantaloni di un verde tipo “pugno in un occhio” e una camicia con dei cowboy.

Gli altri bambini si sarebbero rotolati a terra dalle risate, vedendolo vestito in quel modo.

Un momento... ma lui aveva il mantello, adesso!

Se l’era fatto fare la settimana prima, cucendo insieme con la spillatrice una certa quantità di cravatte.

Stuart emise un sospiro. S’infilò gli orrendi pantaloni e l’ancor più orrenda camicia e si avvolse intorno il mantello. Nessuno avrebbe potuto vedere che cosa indossava sotto.

Sara Pennypacker, Stuart va a scuola, Mondadori Junior

LEGGO ANALIZZO E

Inserisci sulla linea del tempo le parole mancanti. Scegli fra: camicia • giorno • pantaloni • cravatte • mantello • scuola

Mattina presto

Stuart è preoccupato per il suo primo

nella nuova . Subito dopo

La preoccupazione aumenta vedendo i verdi e la con i cowboy.

Alcuni momenti dopo

Stuart si ricorda di avere il mantello, confezionato cucendo alcune . Prima di uscire di casa

Stuart indossa il per nascondere l’abbigliamento sgradito. Il tempo del racconto realistico di solito è indicato in maniera precisa o si può desumere dalla narrazione.

UN’ESPERIENZA FORTE!

Dopo un grande temporale, il lunedì era bellissimo e a scuola eravamo tutti fuori. Il sole scaldava e si sentiva odore di mare. Ero con la mia maglietta gialla e viola. Letizia e Cristiano mi chiamarono per mostrarmi qualcosa di speciale.

Dietro la palestra, trovammo una pozzanghera enorme con qualcosa di verde e gelatinoso. Letizia lo toccò e mi invitò a fare lo stesso, ma mi limitai a guardare. – Hai paura? – mi sfidò Cristiano. – Mi fa un po’ schifo, ma non ho paura – dissi.

Nel racconto realistico, i fatti sono spesso narrati in ordine cronologico.

Cristiano e Letizia mi convinsero a fare qualcosa di divertente: saltare nella pozzanghera. Chiudendo gli occhi, saltai e sollevai un’onda d’acqua, sentendo gli urli di gioia dei miei amici. La mia maglietta rimase pulita, e camminai nell’acqua come fossi in spiaggia. Era davvero bello! – Basta ora, se no prendi freddo – mi fermarono.

Ero sorpreso che si preoccupassero per me. I due mi guardarono e scossero la testa.

Forte quell’esperienza! Mi ero sentito meno perfettino e più bambino.

Annalisa Strada, Il bambino perfetto, Giunti

LEGGO COMPRENDO E

Metti in ordine le sequenze del racconto, numerando.

Letizia e Cristiano convinsero il bambino a fare un salto nella pozzanghera.

Il bambino si sentì più bambino dopo l’esperienza.

Il bambino saltò nella pozzanghera.

Letizia toccò qualcosa di verde e gelatinoso nella pozzanghera.

Cristiano e Letizia trovarono una pozzanghera enorme dietro la palestra.

Saltellando felice fra le attrazioni del Parco, Perla non si accorge di perdere il suo prezioso medaglione. Aiutala a ritrovarlo!

Scrivi una frase utilizzando le iniziali delle parole scritte in verticale.

Osserva l’esempio. Le seguenti parole ti aiuteranno. affascinanti • Marco • luoghi • Sara • amici • Pietro

PARTENZA

PROVA 1

PROVA 2

Cambia la posizione delle lettere per ottenere altre parole di senso compiuto.

Osserva l’esempio.

on vventurarti ulle nde cena

cane lago olmo asso strano sano dono arco

PROVA 3

Riordina le lettere e scrivi la parola corrispondente alla definizione.

L È un frutto: È un animale:

Passa da una parola all’altra cambiando una lettera nella casella colorata. Osserva l’esempio.

MANO a VISO

CANE a CODA

DA UNA PAROLA ALL’ALTRA

Scrivi una brevissima storia in cui tutte le parole iniziano con la stessa lettera. Osserva l’esempio.

S

PICCOLE STORIE

Dino disegna dei draghi dispettosi.

Scegli una lettera dell’alfabeto e prova a descriverti con parole che iniziano tutte con quella lettera.

DESCRIVITI!

Luna, la volpe bianca, ti aspetta nel “Labirinto delle Parole” con nuovi enigmi linguistici. Risolvili e troverai la via d’uscita!

Per superare il ponte, devi risolvere alcuni indovinelli.

• Non è né liquido né solido, ma si gonfia come un palloncino. È il g

• Non parla ma dice tutto. Non cammina ma viaggia nel mondo. È la le–t a.

• Cambia colore in autunno e cade dolcemente a terra. È la gl–a.

Ora sei in una grotta. Per illuminarla, completa le frasi con i contrari.

• Se non è giorno, allora è

• L’opposto di triste è

• Se non è pesante, allora è .

Eccoti a un bivio! Per scegliere la strada giusta, riordina le lettere e scrivi la parola.

• NOMA

• AREM

• OPRAT

La giraffa Ninella e la farfalla Rubì guidano un gruppetto di bambini e bambine attraverso il verde rigoglioso del parco. – Oggi vi racconterò una storia che vi farà riflettere! –esclama Ninella con un grande sorriso.

Greta

Greta non è sempre stata famosa per la sua determinazione ambientalista. Prima di protestare davanti al parlamento svedese, era una ragazza schiva e timida. La questione ambientale, però, le interessava da quando era bambina.

A scuola, le raccomandazioni su come risparmiare risorse la incuriosirono e chiese perché fossero necessarie. Le fu spiegato che le attività umane possono causare cambiamenti climatici, e questo la preoccupò profondamente. Notò che gli adulti intorno a lei non sembravano preoccuparsi altrettanto di questa grave questione. Greta cominciò a nutrire un interesse particolare per l’ambiente.

Valentina Camerini, La storia di Greta. Non sei troppo piccolo per fare cose grandi, De Agostini

arte e immagine

Disegna e descrivi tre modi in cui cerchi di aiutare l’ambiente.

CAROSELLO

Benvenuti e benvenute

nel magico mondo del “Carosello

delle Parole incantate”!

Oggi raccontiamo la storia di PINOCCHIO

Pinocchio ha incontrato molte parole durante il suo viaggio.

Aiutalo a trovare i sinonimi di queste parole. Indica con una X.

• Coraggioso: audace timido

• Bugiardo: falso sincero

• Felicità: correttezza gioia

• Amico: compagno nemico

La Fata ha regalato a Pinocchio una scatola magica che forma i contrari delle parole.

Prova anche tu!

Collega ogni parola al suo contrario.

I sinonimi sono parole con significati simili.

triste oscuro luminoso fine silenzioso felice inizio rumoroso

I contrari sono parole con significati opposti.

Marco, a scuola, non vorrebbe mai andare. Suo papà è già al lavoro, la mamma è pronta per uscire e lo chiama dalla cucina: – Marco, esci dal bagno e vieni a fare colazione! Sbrigati!

Sì, la colazione: una tazza di latte sempre troppo bollente e i biscotti.

A Marco piacciono i biscotti, ma preferisce mangiarli guardando la TV, non di corsa per poi uscire subito. Così rimette a posto lo spazzolino, beve un sorso d’acqua e torna in camera sua per vestirsi.

E lì sono dolori. Perché, non si sa come mai, la mattina tutte le camicie sono difficili da abbottonare, i pantaloni sono troppo stretti, tutti i maglioni pungono e le scarpe non riesce mai ad allacciarle.

– Sbrigati a bere il tuo latte! – gli dice la mamma. E poi:

– Dov’è finita la tua sciarpa?

Dove sia finita la sciarpa, Marco non lo sa.

Alberto Rebori, Il ritorno del piccolo re, Mondadori

Immagina e disegna sul quaderno la camera di Marco.

Indica con una X se l’affermazione è vera (V) o falsa (F).

• Marco è entusiasta all’idea di andare a scuola la mattina. V F

• Marco preferirebbe fare colazione guardando la TV. V F

• La madre di Marco è già al lavoro quando lo chiama per fare colazione. V F

Completa con le parole mancanti.

Tutte le mattine, le camicie sono difficili da , i sono troppo , i pungono, le scarpe non si , la non si trova.

SULLA RUOTA PER CONOSCERE… IL RACCONTO FANTASTICO

favola

La favola è un racconto fantastico in cui i protagonisti sono animali parlanti. La favola contiene una morale, cioè un insegnamento.

La fiaba è un racconto fantastico ricco di elementi magici fiaba

RACCONTO fantastic

OMITo

Il mito è un racconto antichissimo che spiega l’origine dell’Universo, della Terra, degli elementi naturali.

leggenda

La leggenda è un racconto fantastico nato per dare una spiegazione ai fenomeni naturali

pp.

CHE SORPRESA!

La stanza della nonna e la mia erano al quinto piano: per noi topi si trattava di una vera scalata, ma per fortuna non incontrammo nessuno, perché gli ospiti dell’albergo preferivano usare l’ascensore. Arrivato in cima, corsi verso la camera della nonna.

Le sue scarpe erano fuori della porta, in attesa di essere lucidate.

Bruno mi seguiva. – E ora che facciamo? – chiese.

A un tratto vidi avvicinarsi una cameriera. – Presto! –incitai Bruno. – Nascondiamoci nelle scarpe!

Io saltai in una scarpa e Bruno nell’altra, ma la cameriera si chinò per prendere le scarpe e infilò la mano dentro la mia. Le diedi un morso.

Lei lanciò un urlo fortissimo. Lasciò cadere le scarpe e scappò.

La nonna aprì la porta. – Che succede qui? – chiese.

Mi precipitai nella stanza, seguito da Bruno.

– Chiudi la porta, nonna, presto!

La nonna vide solo due topolini sulla moquette.

– Ti prego, nonna, chiudi la porta – ripetei.

La nonna capì che il topo parlava con la mia voce.

Cominciò a tremare. Credo stesse per svenire.

In qualche modo riuscì a chiudere la porta.

Poi ci prese e ci depose sul tavolo. – Povero piccolo tesoro! Che cosa ti hanno fatto?

– Mi hanno trasformato in un topo – risposi.

– Com’è successo? E dov’è ora la strega?

– Nonna, non si tratta di una sola strega. Ce ne sono a centinaia! L’albergo ne è pieno!

Roald Dahl, Le streghe, Salani

LEGGO ANALIZZO E

Rispondi sul quaderno.

• Chi sono i personaggi?

• Dove si trovano?

• Che cosa succede?

LEGGO IMMAGINO E

Che cosa potrebbe succedere, in seguito?

Immagina e racconta sul quaderno.

LEGGO COMPRENDO E

Rispondi sul quaderno.

• Dove si trovava il palazzo di gelato?

• Chi ha leccato le zampe di un tavolo fino a farlo crollare?

LEGGO IMMAGINO E

Se potessi aggiungere un personaggio al racconto, chi sarebbe e quale ruolo avrebbe? Immagina e racconta sul quaderno.

IL PALAZZO DI GELATO

Una volta, a Bologna, fecero un palazzo di gelato proprio sulla Piazza Maggiore.

Il tetto era di panna montata, il fumo dei comignoli di zucchero filato, i comignoli di frutta candita. Tutto il resto era di gelato: le porte di gelato, i muri di gelato, i mobili di gelato.

Un bambino piccolissimo si era attaccato a un tavolo e gli leccò le zampe una per una, finché il tavolo gli crollò addosso con tutti i piatti, e i piatti erano di gelato al cioccolato, il più buono.

Una guardia del Comune si accorse che una finestra si scioglieva. I vetri erano di gelato alla fragola e si squagliavano in rivoletti rosa.

– Presto! – gridò la guardia. – Più presto ancora!

E giù tutti a leccare più presto, per non lasciar andare perduta una sola goccia di quel capolavoro.

– Una poltrona! – implorava una vecchiettina. – Chi me la porta?

Un generoso pompiere corse a prenderle una poltrona di gelato alla crema e pistacchio. Fu un gran giorno, quello, e per ordine dei dottori nessuno ebbe il mal di pancia.

Gianni Rodari, Favole al telefono, Einaudi Ragazzi

ERETHIS E IL DRAGO ROSSO

Il cavaliere Erethis aveva già sfidato due volte il grande Drago Rosso che terrorizzava i contadini uccidendo gli animali e bruciando il grano.

Per la terza volta, Erethis si avvicinò al bestione infuriato e lo colpì con la sua spada incantata. La magia, però, non sembrava sufficiente: la spada si spezzò come un rametto e l’eroe, per la terza volta, fu costretto a fuggire.

Dopo che il drago si fu allontanato, Erethis tornò sul luogo della sfida. Si appoggiò al tronco di una quercia e qualcosa lo punse. Era l’artiglio del drago: si era spezzato ed era rimasto conficcato nel legno, come un chiodo. Erethis ebbe un’idea. Staccò l’artiglio e corse al castello. Svegliò l’artigiano delle armi e gli chiese di fissare l’artiglio su un’asta, in modo da ottenere una lancia.

Con la nuova arma, Erethis ferì il Drago Rosso a una zampa, penetrando le squame senza sforzo. Il drago urlò di dolore, poi spiegò le ali e volò via, guaendo come un cagnolino.

Stefano Bordiglioni, Nel mondo dei draghi, Einaudi Ragazzi

LEGGO ANALIZZO E

Rispondi sul quaderno. INIZIO

• Chi è il protagonista della storia?

• Quale problema deve affrontare?

SVOLGIMENTO

• Con quale arma Erethis affronta il drago nelle prime tre sfide?

• Come si concludono queste sfide?

• A quale nuova arma ricorre Erethis?

CONCLUSIONE

• Come si conclude l’ultima sfida?

LAURA NEI LIBRI

Laura leggeva molto a letto, prima di dormire. Leggeva a pancia in giù, con la testa fuori dal letto, o metteva il libro in fondo al letto e si stendeva con i piedi sul cuscino. Se la storia era avventurosa, si agitava, cambiava continuamente posizione. Se era emozionante, restava immobile, muovendo solo gli occhi. Con storie paurose, si stringeva nel lenzuolo.

Leggeva fino a tardi, nonostante i genitori la chiamassero. – Ancora un minuto, finisco la pagina – diceva Laura, finché il sonno vinceva e il libro le cadeva dalle mani.

Un giorno iniziò un libro sulle avventure di un ragazzo di campagna. Il padre, cacciatore, voleva disfarsi di alcuni cuccioli di cane appena nati. Nonostante le suppliche del figlio, procedette con il suo piano.

LEGGO ANALIZZO E

Laura, leggendo, sperava in un salvataggio. Quando il padre gettò i cuccioli nell’acqua,

Laura si agitò e strappò le pagine del libro dalla tensione.

Poi fu come se un vortice la tirasse dentro il libro.

Si trovò davanti ai cuccioli che annegavano e al ragazzo piangente.

Si tuffò, salvò i piccoli e li consegnò al ragazzo. Insieme, convinsero il padre a regalare i cuccioli a chi li avrebbe amati.

Mario Lodi, La bambina che entrava nei libri, Edizioni Sonda

Quale parte del racconto ha le caratteristiche del testo fantastico? Evidenziala.

LEGGO IMMAGINO E

Che cosa succede dopo che i cuccioli vengono regalati a persone capaci di amarli? Continua e concludi il racconto sul quaderno. Fai entrare un nuovo personaggio.

LA CITTÀ AL CONTRARIO

Nelle città normali le mamme dicono ai loro figli: – Basta! Sono stufa di questo disordine! Non voglio più vedere giocattoli in giro, guai a voi se prima di andare a letto non li rimettete tutti a posto. Altrimenti domani niente gita.

Ma a Oirartnoc le mamme non sopportavano l’ordine e gridavano ai loro figli: – Basta! Sono stufa di quest’ordine! Guai a voi se prima di andare a letto non mettete tutto fuori posto. Altrimenti, domani niente gita.

Allora i bambini della città al contrario si precipitavano a mettere tutto in disordine: automobiline sotto il cuscino, cuscino nel trenino, trenino sotto il pigiama, i pezzi di puzzle nelle scarpe, scarpe nella cartella, cartella nell’astuccio, astuccio sotto la cesta… – Oh, finalmente! – approvavano le mamme. – Ma questo disordine deve durare, intesi? Guai a voi se domani rimettete tutto a posto.

Vivian Lamarque, Mettete subito in disordine!, Einaudi Ragazzi

LEGGO ANALIZZO E

Rispondi sul quaderno. INIZIO

• Dove è ambientato il racconto?

• Chi sono i personaggi principali?

SVOLGIMENTO

• Perché le richieste dei genitori di Oirartnoc sono diverse da quelle rivolte solitamente ai bambini?

• Come reagiscono i bambini alle istruzioni ricevute?

CONCLUSIONE

• Come si conclude il racconto?

IL GATTO CON I PATTINI

Un giorno, il panettiere del paese andò in pensione e partì per un lungo viaggio. Prima di partire, lasciò un regalo a ognuno dei suoi tre figli. A Ignazio donò il vecchio furgone. A Pancrazio lasciò il basso tuba. A Topazio regalò un gatto con i pattini. Ignazio e Pancrazio si lamentarono, non sapendo che farsene di un vecchio furgone e di un basso tuba. Topazio non disse niente. Pensò al suo gatto con i pattini, che peraltro non pattinava ma dormiva sempre.

Un giorno, una compagnia di artisti arrivò in paese: tre acrobati con i capelli rossi, due clown con le parrucche verdi, un giocoliere calvo e un mangiafuoco con una lunga barba.

Il capo della compagnia, saputo del gatto con i pattini, fece a Topazio una proposta: – Se tu e il gatto preparerete uno spettacolo divertente, vi pagherò molto bene.

Topazio accettò. C’era, però, un problema: il gatto aveva i pattini ma non ci sapeva andare. L’unico suo talento era dormire. Topazio provò a convincere il gatto a pattinare, ma si sa: convincere un gatto è impossibile.

Il giorno dello spettacolo, la piazza era piena. Appena iniziata l’esibizione, il gatto scivolò contro il cannone che sparava torte, causando un finimondo: le torte finirono sull’equilibrista e l’equilibrista sul mangiafuoco, che sputò una fiammata sul clown, il cui cappello prese fuoco. Il secondo clown, cercando di spegnere il fuoco, finì contro la macchina dello zucchero filato, e dalla macchina uscirono parrucche rosa che caddero sulle teste delle signore. Dopo un silenzio glaciale, il pubblico… scoppiò in un applauso mai sentito prima! Sono passati anni. Topazio e il suo gatto si esibiscono ancora, girando per i paesi con il loro furgoncino. Il gatto ha imparato a fare il giro della morte sui pattini a rotelle, ma non ha ancora un nome.

Carla Anzile, Il gatto con i pattini a rotelle, La Spiga Gallucci

LEGGO COMPRENDO E

LEGGO IMMAGINO E

Metti in ordine le sequenze del racconto, numerando. Dopo un silenzio glaciale, il pubblico scoppiò in un applauso mai sentito prima.

Arrivò il giorno dello spettacolo: la piazza era piena.

1 Il panettiere partì e fece un regalo a ognuno dei suoi figli: a Topazio regalò un gatto con i pattini.

Topazio accettò di esibirsi nello spettacolo con il suo gatto.

Una compagnia di artisti arrivò in paese. Il gatto scivolò contro il cannone che sparava torte, causando un finimondo.

Che nome daresti al gatto con i pattini? Perché?

LE BRACCIA DI ROSINA

– Mi fate giocare? – chiedeva Rosina dal bordo del campo.

– Non è un gioco da bambine – rispondevano i compagni, dando calci al pallone.

Lei, però, non si rassegnava. Lo chiedeva ogni volta che giocavano. Un giorno, siccome in una squadra mancava un giocatore, dissero a Rosina: – E va bene, gioca. Mettiti là, all’ala.

– Ah no, io voglio giocare in porta.

– In porta? Neanche per idea!

Con quel vestito bianco, era chiaro che non si sarebbe tuffata. – Solo da portiere – insistette Rosina. – Portiere o niente.

Pur di completare la squadra dovettero rassegnarsi e, come previsto, lei non si tuffò mai. Eppure non riuscirono a segnarle un gol.

Con le braccia Rosina arrivava ovunque, fino all’angolino dei pali.

Non doveva tuffarsi né muoversi: le sue braccia raggiungevano il pallone in ogni punto. Ma, più che braccia, erano tentacoli: le aveva infatti elastiche, capaci di allungarsi per metri.

I compagni scongiurarono Rosina di far parte della squadra: con lei in porta, non avrebbero mai incassato un gol!

Marcello Argilli, Menù di cento storie, Editori Riuniti

LEGGO COMPRENDO E

Indica con una X se l’affermazione è vera (V) o falsa (F).

• Rosina desiderava giocare a calcio. V F

• I compagni ritenevano Rosina troppo brava per loro. V F

• Rosina riusciva a parare ogni tiro. V F

• Dopo averla vista giocare, i compagni non volevano che Rosina facesse il portiere. V F

Un tempo i lupi erano tanti e i boschi sembravano piccoli per ospitarli. Ma poi un lupo mangiò la nonna di Cappuccetto Rosso e i cacciatori uccisero quasi tutti i lupi. Ne rimasero pochi e i boschi sembrarono troppo grandi per loro.

Un giorno un bambino di nome Mauro rovesciò tutta la minestra di verdura sulla biancheria stesa dell’inquilina di sotto. Questa, arrabbiata, minacciò: – Dirò al lupo che venga a prenderti!

Ma poiché il lupo non arrivava, Mauro decise di andargli incontro nel bosco. Saltò fuori il lupo e chiese a Mauro: – Possiamo giocare che tu eri un bambino cattivo e io ero il lupo che ti mangiava?

– Per fare questo gioco però ci vogliono altri bambini, cattivi davvero – ribatté Mauro. Ritornò in città e si mise a spiare nelle case, ma non trovava bambini abbastanza cattivi.

A uno era nata una sorellina, a un altro avevano proibito di tenere in casa il gatto, a un terzo avevano staccato la TV, perché non la vedesse. Mauro dovette accontentarsi.

Li portò nel bosco. Il lupo insegnò loro a ululare alla luna e così protestavano contro le sorelle spuntate nelle culle, i gatti nelle piazze, i finti guasti del televisore…

Piccolo lupo li seguiva scodinzolando: ora il bosco non gli sembrava più troppo grande!

Donatella Ziliotto, Bestie rare, Fatatrac

Chi sono i personaggi del racconto? Sottolinea in nel testo.

Quali sono i luoghi del racconto? Sottolinea in nel testo.

In quale tempo si svolge il racconto?

Sottolinea in gli elementi realistici e in quelli fantastici.

SULLA RUOTA PER CONOSCERE… LA FIABA

La fiaba è un racconto fantastico ricco di elementi magici

I luoghi, talvolta non ben definiti, sono spesso misteriosi.

Ci sono personaggi reali come principi, principesse e cavalieri, e personaggi magici come streghe, orchi, nani, gnomi, fate. Il/La protagonista deve spesso superare prove difficili. Può essere ostacolato dall’antagonista

In soccorso del/della protagonista può intervenire un aiutante o un oggetto magico

fiaba

Il tempo, in genere non ben definito, è un passato molto lontano.

Nella fiaba possiamo individuare tre parti:

• inizio: si presentano i personaggi, il luogo e il tempo.

• svolgimento: si raccontano le difficoltà e le prove del protagonista.

• conclusione: si conclude la vicenda, con un lieto fine.

LEGGO IMMAGINO E

CAPPUCCETTO GIALLO

Al piano terra del grattacielo più alto della città, vive Cappuccetto Giallo. La mamma ha preparato per Cappuccetto una bella mantellina di maglia gialla, morbida come le piume di un canarino. Cappuccetto attira molti canarini sul balcone con le briciole di pane ed è diventata loro amica. I canarini la accompagnano nel traffico cittadino, quando Cappuccetto Giallo va a far visita alla nonna. Attraversare la città può essere pericoloso… Un lupo in auto invita Cappuccetto Giallo a salire, ma i canarini creano confusione al semaforo, bloccano il traffico e permettono a Cappuccetto di proseguire indisturbata.

Dopo la visita alla nonna, Cappuccetto Giallo torna a casa riflettendo sulle storie che accadevano una volta, come quella di Cappuccetto Rosso. Ora lei non teme più il lupo, sa di poter contare sull’aiuto dei suoi amici canarini.

Bruno Munari, Cappuccetto Rosso Verde Giallo Blu e Bianco, Einaudi Ragazzi

Come immagini il lupo in auto nel traffico cittadino? Disegnalo e descrivilo con tre parole.

• Il lupo è , , . arte e immagine

IL GATTO CON GLI STIVALI

Un povero mugnaio, morendo, lasciò ai suoi tre figli il poco che possedeva: al maggiore il mulino, al secondo un asino, al minore un gatto.

Il più giovane, pur ritenendo ingiusta la divisione, tacque. “Che cosa posso fare con un gatto?” si chiese.

Ma il gatto, sorprendentemente, parlava. Esortò il giovane a non lamentarsi e gli chiese di procurargli un cappello con la piuma e degli stivali, per potersi presentare con eleganza alla nobiltà. Quindi promise al giovane che lo avrebbe fatto diventare ricco.

Incredulo, il ragazzo spese i suoi risparmi per soddisfare la richiesta dell’animale. Vestito elegantemente, il gatto cacciò una lepre.

Quindi si recò a corte e regalò la lepre al re, a nome del “suo signore, il marchese di Carabas”, impressionando tutti a palazzo.

Alcuni giorni dopo, il gatto organizzò un piccolo inganno. Sapeva quale strada il re percorreva

abitualmente con la carrozza. In corrispondenza di un fiume, fece spogliare il ragazzo e, al passaggio del re, gridò aiuto, presentando il giovane come il marchese di Carabas. Il re, colpito, fornì al ragazzo abiti nobili.

Con un’altra astuzia, il gatto convinse i contadini a dichiarare che le loro terre appartenevano al “marchese di Carabas“, impressionando ulteriormente il re. Infine, il gatto ingannò un orco, potente mago capace di trasformarsi in animali, che spaventava gli abitanti del castello. Sfidò l’orco a trasformarsi in un topo.

L’orco accettò, diventò un topo e il gatto lo catturò, liberando il castello dal tiranno. Il ragazzo e il gatto furono accolti al castello.

Grazie all’ingegno del gatto, il giovane conobbe la principessa. I due si innamorarono e da allora vissero insieme, felici e ricchi.

Leggiamo una fiaba!, RBA

LEGGO ANALIZZO E

Rispondi sul quaderno.

INIZIO

• Quali personaggi vengono presentati, all’inizio?

• Che cosa lascia il mugnaio ai suoi tre figli?

SVOLGIMENTO

• Che cosa chiede il gatto al giovane?

• Quali inganni escogita il gatto per aiutare il giovane?

CONCLUSIONE

• Come si conclude la fiaba?

LEGGO RIFLETTO E

Come valuti il comportamento del gatto e i suoi stratagemmi per aiutare il giovane?

MASHA E L’ORSO

C’erano una volta un nonno e una nonna con una nipotina di nome Masha.

Un giorno, Masha andò con le sue amiche a raccogliere funghi e bacche nel bosco. Masha si allontanò dal gruppo e si perse. Vide una casa ed entrò. La casa apparteneva a un orso. Quando l’orso tornò, disse a Masha che non l’avrebbe più lasciata andare via e che doveva cucinare per lui. Masha cercò un modo per scappare. Un giorno chiese all’orso di portare dei pasticcini ai nonni.

– Metterò i pasticcini in questo cesto, ma non aprirlo e non mangiare i pasticcini. Io ti terrò d’occhio da quella quercia! –disse Masha.

Masha preparò un cesto con i pasticcini e si nascose lì dentro. L’orso si fermò per mangiare un pasticcino, ma Masha, nascosta nel cesto, lo rimproverò: – Orso, ti vedo! Non toccare i pasticcini! Giunto al villaggio, l’orso bussò alla porta dei nonni, ma i cani lo spaventarono e scappò.

Il nonno e la nonna trovarono Masha nel cesto e la abbracciarono.

dal web

LEGGO COMPRENDO E

Metti in ordine le sequenze del racconto, numerando.

L’orso bussò alla porta dei nonni, ma i cani lo spaventarono e scappò.

Masha si perse ed entrò nella casa dell’orso. L’orso le disse che doveva restare con lui.

Masha chiese all’orso di portare dei pasticcini ai nonni e si nascose nel cesto. Un giorno, Masha andò con le sue amiche nel bosco.

I nonni trovarono Masha nel cesto e la abbracciarono.

MILLE SCUDI A SPECCHIO

Tanto tempo fa, la principessa Sabbiadoro faceva i castelli di sabbia più belli del regno. Rimase orfana e il regno attirò l’attenzione di molti reali vicini. Alcuni offrirono i propri figli in matrimonio, ma lei rifiutò. Doveva preoccuparsi della difesa del regno, minacciato da nemici che stavano per accerchiarlo.

In quel periodo, tra pensieri di amore e di guerra, la principessa si ricordò di un giovane apprendista specchiaio incontrato a Venezia. E il giorno della festa del regno, durante la premiazione delle sculture di sabbia, lo ritrovò: l’opera vincitrice era proprio quella del giovane veneziano. Purtroppo, dopo quell’evento, il giovane ritornò a Venezia e la principessa Sabbiadoro tornò ai suoi pensieri d’amore e di guerra. Anzi, d’amore e specchi, e da ciò nacque l’idea di difendere il regno con mille scudi a specchio, realizzati dallo specchiaio veneziano. Furono proprio gli scudi a mettere in fuga i nemici: vedendo la propria immagine riflessa durante l’attacco, venivano colti da paura e dubbi, e infine rinunciavano alla guerra.

Barbara Pumhösel, La principessa Sabbiadoro, Giunti

LEGGO COMPRENDO E

Colora solo le affermazioni vere.

A Venezia, la principessa aveva incontrato un apprendista panettiere.

La principessa ebbe l’idea di difendere il regno con mille scudi a specchio.

Sabbiadoro ricorse alla magia per creare gli scudi.

L’idea degli scudi non funzionò e il regno fu conquistato.

C’era una volta un boscaiolo che abitava vicino a un fiume. Era povero e aveva molti figli da sfamare.

Un giorno, dalle acque del fiume uscì un grande luccio: tra i denti teneva tre sassolini.

– Sono sassolini magici – disse il luccio. – Questo ha il potere di procurare tutti i cibi che si desiderano, quest’altro di regalare ricche armature, quest’altro ancora di dare vestiti e oggetti preziosi. Tu, però, puoi scegliere un solo sassolino. Riportami domani i due sassolini che non ti interessano. A casa, il boscaiolo raccontò quanto gli era accaduto.

– Voglio il primo sassolino – disse la moglie. – Così avremo sempre da sfamarci.

– Vogliamo il secondo! – urlarono i figli. – Così diventeremo forti guerrieri.

– Vogliamo il terzo! – gridarono le figlie. – Così saremo belle ed eleganti.

Il pover’uomo cercò di mettere d’accordo gli uni e le altre, ma inutilmente. La mattina dopo, disse al luccio:

– Ti restituisco tutti i sassolini. Non li voglio perché hanno portato la discordia nella mia famiglia.

– Sei proprio onesto e saggio. Per premio te li regalo tutti e tre – rispose il luccio, e scomparve.

Enciclopedia della fiaba, Principato

Chi è il protagonista della storia?

Quali sono i tre poteri magici dei sassolini? Sottolineali nel testo con tre colori diversi. Perché il boscaiolo restituisce i sassolini?

Quali riflessioni suggerisce la conclusione della fiaba?

SULLA RUOTA PER CONOSCERE… LA FAVOLA

La favola è un breve racconto fantastico con animali parlanti

La favola contiene una morale, cioè un insegnamento.

FAVOLA

Scrittura, pp. 111-112

Gli animali parlanti sono i personaggi principali delle favole.

Rappresentano i vizi e le virtù degli umani.

Il tempo della favola è indefinito

LA CAPRA E IL LEONE

Una volta, una vecchia capra fece tardi al pascolo. Era troppo lenta per tornare al villaggio e iniziò a cercare un riparo per la notte. Trovò una caverna, ma era la tana di un leone. Sorpresa ma astuta, la capra decise di affrontarlo.

Il leone vide la capra avanzare senza paura e le chiese chi fosse.

– Sono la regina delle capre – rispose lei. – Ho già mangiato cento tigri e venticinque elefanti. Ora sono alla ricerca di dieci leoni da divorare.

Spaventato, il leone chiese alla capra di poter fare un ultimo bagno prima di essere mangiato. La capra acconsentì e il leone fuggì.

Più tardi, il leone incontrò uno sciacallo e gli raccontò dello strano animale visto nella caverna: – Sembrava una capra, con grandi occhi verdi e una barbetta bianca. Ma non aveva paura di nulla. Cercava leoni da divorare e voleva mangiare anche me. Ho fatto giusto in tempo a scappare.

L’astuto sciacallo suggerì di verificare bene di quale animale si trattasse: sperava di poter fare una bella cenetta.

Il leone e lo sciacallo tornarono quindi insieme alla caverna. Quando la capra li vide, rimproverò lo sciacallo: – Ti avevo chiesto di tornare con dieci leoni, invece me ne porti solo uno!

Il leone pensò che lo sciacallo avesse voluto ingannarlo. I due iniziarono a litigare. La capra ne approfittò, corse fuori dalla tana e tornò a casa.

Enciclopedia della favola, a cura di Gianni Rodari, Editori Riuniti

LEGGO COMPRENDO E

Metti in ordine le sequenze del racconto, numerando.

La capra disse al leone che voleva divorare dieci leoni. Il leone incontrò uno sciacallo. Tornarono insieme alla caverna.

Alla ricerca di un rifugio per la notte, la capra entrò nella tana di un leone.

Lo sciacallo e il leone iniziarono a litigare. La capra scappò e tornò a casa.

Il leone chiese di poter fare un bagno e fuggì.

La capra finse di rimproverare lo sciacallo per avergli portato un solo leone.

Indica con una X se l’affermazione è vera (V) o falsa (F).

• La capra era andata volontariamente nella tana del leone per sfidarlo. V F

• Il leone non capì che la capra era astuta. V F

• La capra aveva effettivamente mangiato cento tigri e venticinque elefanti. V F

• Lo sciacallo era sinceramente interessato ad aiutare il leone. V F

LA TARTARUGA E LA LEPRE

Una tartaruga e una lepre discutevano su chi, tra loro due, fosse la più veloce. Decisero di sfidarsi.

Fissarono un giorno, un punto di partenza per la gara e presero il via. La lepre, che sapeva di essere più veloce, non si preoccupò e pensò di fermarsi per fare un pisolino. La tartaruga, consapevole della sua lentezza, non cessò di correre. Passò davanti alla lepre che dormiva, si avvicinò al traguardo e lo superò per prima. Con la costanza, si può ottenere molto!

Esopo

LA CICALA E LA FORMICA

In una limpida giornata d’inverno, una formica portò fuori dalla tana alcuni chicchi di grano per farli asciugare al sole. Una cicala affamata pregò la formica di darle qualche chicco.

– Perché vieni da me a chiedere cibo? – chiese la formica. – Non hai fatto una provvista, durante l’estate?

– Beh – confessò la cicala, – l’estate l’ho passata cantando.

– Se l’estate l’hai passata cantando, l’inverno lo puoi passare ballando. Non ci si può solo divertire!

Esopo

LEGGO COMPRENDO E

Sottolinea la morale in ognuna delle due favole.

GIOVANNINO PERDIGIORNO

C’era una volta uno strano paese con novantanove casette. Ogni casetta aveva un giardinetto con un cane, che abbaiava ogni volta che vedeva qualcuno degli abitanti delle altre novantotto casette.

Con tutto quell’abbaiare, gli abitanti erano diventati un po’ sordi e parlavano pochissimo; del resto non avevano mai avuto grandi cose da dire. Alla fine, si misero ad abbaiare come i loro cani.

Giovannino Perdigiorno visitò il paese e consigliò di mandare i cani a caccia e fare una festa da ballo. Il sindaco gli rispose abbaiando.

Giovannino concluse che il peggior malato è quello che crede di essere sano, e se ne andò.

Gianni Rodari, Favole al telefono, Einaudi Ragazzi

LEGGO IMMAGINO E

Giovannino Perdigiorno ti invita a vivere un’altra avventura in questo strano paese. Racconta con l’aiuto delle domande.

• Che cosa succede, ora, nello strano paese?

• Incontrate altri personaggi? Quali?

• Come cambierà la vita degli abitanti dopo questo episodio?

Un giorno la volpe invitò la cicogna a pranzo. Le offrì un gustoso brodetto in un piatto basso e largo. La cicogna poté solo inumidirsi la punta del becco, mentre la volpe pulì tutto in un momento.

La cicogna non disse nulla, ringraziò e invitò la volpe a pranzo per il giorno seguente. Il giorno dopo, la volpe si ritrovò puntuale a casa della cicogna. Il profumo che si sentiva faceva venire l’acquolina in bocca. Ma, entrata nella sala da pranzo, si vide offrire il cibo in una bottiglia dal collo lungo e stretto.

– Prendine a tuo piacere – disse cordialmente la cicogna. E ficcando il lungo e sottile becco nella bottiglia, terminò il cibo, mentre alla volpe si torcevano le budella per la fame.

Esopo, Storie di animali, L’isola che non c’è

Scrivi se le situazioni della favola sono reali (R) o irreali (I).

• Esistono volpi e cicogne.

• Le cicogne hanno un becco lungo e sottile.

• Volpi e cicogne si invitano a pranzo.

• Volpi e cicogne comunicano con le parole.

Scrivi una didascalia (breve frase) per ogni disegno.

IL MITO SULLA RUOTA PER CONOSCERE…

Il mito è un racconto antichissimo che spiega l’origine dell’Universo, della Terra, degli elementi naturali.

Il tempo non è definito, ma il racconto si svolge in un passato molto lontano.

I luoghi sono indefiniti, non precisati.

I personaggi sono divinità, esseri dotati di poteri magici o elementi della natura.

MITO

LA TERRA

Milioni di anni fa la Terra era brulla, piatta e popolata solo di giganti: enormi bestioni goffi e generosi.

Vivevano molto a lungo, ma non potevano riprodursi. Così, a un certo momento, si sentirono tutti vicini alla morte.

In una notte di luna piena si diedero appuntamento presso le grandi acque e decisero di ringraziare la Terra che li aveva ospitati generosamente per tanti millenni, regalandole i loro corpi.

Fu così che i dentoni dei giganti divennero alte montagne, i loro occhi azzurri diventarono laghi, le loro profonde gole vulcani. E i fiumi sono le lacrime versate dai giganti per il dispiacere di abbandonare l’amata Terra.

Cristina Sironi, L’omino di cristallo, Campanotto

LEGGO COMPRENDO E

Chi sono i protagonisti di questo mito?

In che cosa si trasformano i loro corpi?

LEGGO IMMAGINO E

VOLO TRA LE PAROLE arte e immagine

Sul quaderno, disegna un paesaggio che rappresenti la trasformazione descritta nel mito. Includi le montagne, i laghi, i vulcani, le colline e i fiumi.

Brulla: senza vegetazione.

UN MITO MAYA

Mille e mille anni fa, dopo aver creato la Terra, gli dèi la popolarono di uccelli, giaguari, cervi e serpenti. Questi animali però lanciavano solo gridi e non sapevano parlare.

Così gli dèi provarono a creare un umano. Lo fecero di fango, ma videro che non andava bene: non aveva forza, cadeva giù, e alla prima pioggia si sciolse.

Scolpirono allora dei fantocci in legno che stavano in piedi e assomigliavano all’uomo, ma non avevano anima e neppure cervello. Gli dèi li distrussero.

Il sole stava per sorgere quando quattro animali (il gatto, il coyote, il pappagallo e il corvo) portarono agli dèi una pannocchia matura di mais. Gli dèi macinarono i chicchi con una pietra, poi impastarono la farina con l’acqua del mare e fecero una creatura con muscoli robusti.

Finalmente la loro opera era perfetta: l’umano aveva anima, forza, cervello e anche una voce per ringraziare gli dèi.

Elio Giacone, Miti e leggende sulle origini del mondo e dei suoi abitanti, Gaia Edizioni

LEGGO COMPRENDO E

Indica con una X.

• Perché l’umano di fango non andava bene?

Perché aveva troppa forza.

Perché non aveva forza.

Perché sapeva già parlare.

• Che cosa mancava ai fantocci di legno creati dagli dèi?

La capacità di muoversi.

L’anima e il cervello.

La forza.

• Chi portò agli dèi il mais per creare l’umano perfetto?

Il gatto, il coyote, il pappagallo e il corvo.

Il pappagallo e il corvo. Gli uccelli e i giaguari.

TUONI E FULMINI

Nei tempi antichissimi non esisteva ancora il furto. Non c’erano ladri. Ma un giorno accadde che un fratello e una sorella rubarono una pelle secca di renna e una pietra focaia che appartenevano a dei loro compagni.

Appena commisero il furto, i due ladri furono presi dalla paura di essere scoperti e pensarono di trasformarsi, per non essere riconosciuti.

– Trasformiamoci in lupi o in altri animali – disse la sorella.

– Potrebbero prenderci e anche ucciderci – disse il fratello. – È meglio che ci trasformiamo in Tuono e in Fulmine e ci nascondiamo tra le nuvole.

I due ladri si trasformarono subito nel Tuono e nel Fulmine, e salirono in cielo con le cose che avevano rubato.

Quando tuona e fulmina, ciò avviene perché il fratello agita la pelle secca di renna mentre la sorella fa scaturire scintille dalla pietra focaia.

Raffaele Pettazzoni, UTET

LEGGO ANALIZZO E

I popoli antichi, non riuscendo a capire l’origine del tuono e del fulmine, hanno pensato a una storia: reale. fantastica. umoristica.

LEGGO COMPRENDO E

Che cosa rubarono il fratello e la sorella del racconto? Perché pensarono di trasformarsi?

All’inizio di tutto, Cielo e Terra non esistevano. C’era solo un immenso uovo, e dentro l’uovo cresceva Pangu, il creatore. Dopo diciottomila anni, Pangu ruppe il guscio e uscì.

La chiara dell’uovo diventò il Cielo, il tuorlo la Terra.

Pangu rimase con i piedi piantati al suolo e la testa fra le nuvole, per evitare che chiara e tuorlo si mescolassero. Dopo altri diciottomila anni, finalmente Cielo e Terra si fermarono: ormai erano molto lontani e il corpo di Pangu era lungo altrettanto.

Lo sforzo terribile, però, lo uccise.

Dal suo corpo nacquero le montagne, dai suoi muscoli i campi, dalla barba e dai capelli le stelle e le comete. Dalla sua voce nacque il vento, dal suo sangue i fiumi. Dai pidocchi che aveva sul corpo, infine, nacquero gli umani e gli animali.

Francesca Lazzarato - Vinicio Ongini, L’uomo che amava i draghi, Mondadori

Rispondi.

• Chi è il protagonista del mito?

• Che cosa diventò la chiara dell’uovo?

Come nacquero gli uomini e gli animali, secondo questo mito?

Collega ogni elemento naturale alla parte del corpo di Pangu da cui proviene.

fiumi muscoli

stelle e comete sangue campi voce

vento barba e capelli

SULLA RUOTA PER CONOSCERE…

La leggenda è un racconto fantastico nato per dare una spiegazione ai fenomeni naturali

LA LEGGENDA

I personaggi sono persone, animali, piante o elementi della natura personificati.

LEGGENDA

I luoghi sono indefiniti, non precisati.

Il tempo non è definito, ma il racconto si svolge in un passato molto lontano.

PERCHÉ I PESCI SONO MUTI

Una volta sulla Terra tutto era silenzio. Gli animali non facevano versi, le acque scorrevano e i venti soffiavano, ma senza far rumore. Nemmeno gli umani parlavano. Un giorno, il dio del canto cominciò a suonare l’arpa e ogni creatura sulla Terra si mise in ascolto. Così fecero il vento, l’acqua e gli alberi. Il dio del cielo ordinò di scegliere il linguaggio preferito. Tutte le creature scoprirono il modo più adatto di sibilare, ronzare, abbaiare o ruggire. Gli umani appresero tutti i suoni prodotti dall’arpa del dio e impararono a cantare meglio degli stessi uccelli.

I pesci furono più sfortunati. Vedevano tutte le creature che aprivano e chiudevano la bocca ma, essendo sott’acqua, non potevano udire nulla. Comunque, decisero di comportarsi come gli altri. Perciò possiamo vedere che i pesci aprono e chiudono la bocca, ma senza produrre alcun suono.

Jacques Cousteau, Il mare delle leggende, Fabbri Editore

LEGGO COMPRENDO E

Colora il quadratino in rosso se l’affermazine è falsa, in verde se è vera.

Prima dell’intervento del dio del canto, il mondo era pieno di suoni e voci. Il dio del canto suonava l’arpa. Gli umani impararono a cantare.

I pesci furono in grado di scegliere il proprio linguaggio, come gli altri animali. La leggenda spiega perché i pesci aprono e chiudono la bocca.

LA PRINCIPESSA DEL SOLE

C’era una volta un potente imperatore, padre di un’unica figlia. La principessa era bella come un fiore di primavera, ma nessun principe riusciva a piacerle: – Mi piace soltanto il Sole – ripeteva. – Quand’è così, puoi andare e sposarti il Sole, ma non tornarmi davanti agli occhi – disse un giorno l’imperatore, e la cacciò di casa.

La povera principessa si incamminò per andare dal Sole. In cima a una montagna incontrò una vecchina, che le domandò: – Che cosa cerchi, fanciulla?

La principessa raccontò di sé e di come fosse stata cacciata di casa. La vecchina ascoltò con simpatia, poi disse: – Bene, fanciulla mia! Il Sole è mio figlio e te lo darò in marito. Ma ricordati che se vuoi restare con lui, non devi mai guardarlo in viso.

La principessa promise. Per molto tempo mantenne la sua promessa, poi la curiosità cominciò a tormentarla: “Perché non dovrei guardare in faccia mio marito?”, pensava.

La vecchina intuì che la principessa era inquieta: – Posso darti un consiglio. Metti un bicchiere d’acqua davanti a tuo marito e guardalo appena si rispecchia nel bicchiere. Ma ricordati di non fissarlo a lungo. La principessa fece come le aveva detto la donna. Quando il Sole tornò a casa, dopo il tramonto, gli mise davanti un bicchiere d’acqua e ci guardò dentro. Nel bicchiere le apparve il viso di un uomo così bello e amabile che le mancò il respiro.

La principessa continuò a guardare quel viso, finché il marito se ne accorse.

Il Sole divenne furioso e la cacciò. La povera principessa si allontanò piangendo, ma non andò lontano. Quando fu arrivata in un campo, il Sole ebbe compassione di lei e la trasformò in una pianta con un grande fiore giallo. E da quel giorno il fiore giallo si volta continuamente dalla parte del Sole: per questo gli uomini lo hanno chiamato “girasole”.

Enciclopedia della favola, a cura di Gianni Rodari, Editori Riuniti

LEGGO IMMAGINO E

Immagina che la principessa, dopo essere stata trasformata in girasole, scopra di avere un potere speciale. Come lo usa? Racconta sul quaderno.

LEGGO COMPRENDO E

Metti in ordine le sequenze del racconto, numerando.

La principessa fu trasformata in un girasole.

L’imperatore allontanò di casa la principessa.

La principessa promise di non guardare il Sole in viso, poi la curiosità crebbe.

La principessa disse al padre che era innamorata solo del Sole.

La principessa guardò il Sole attraverso il bicchiere d’acqua. Fu scoperta e allontanata.

La madre del Sole diede il Sole in sposo alla principessa, ma le raccomandò di non guardarlo.

Molto tempo fa, la spiga di grano aveva centinaia di chicchi che crescevano lungo lo stelo, dalla radice alla cima.

Un giorno, passando davanti a un campo di grano, una donna strappò una manciata di spighe per ripulire il vestito del suo bambino, che si era sporcato di fango.

In quel momento passava di là il dio della natura, che disse: – Voi sprecate il grano che vi ho regalato!

D’ora in poi il suo stelo non porterà più chicchi.

Gli uomini, allora, si misero a supplicarlo: se avesse fatto sparire tutti i chicchi, quanta gente sarebbe andata a letto a pancia vuota! E poi, doveva pensare anche ai polli, poverini, che non avevano fatto nulla di male e sarebbero morti di fame, senza colpa.

Alla fine il dio, impietosito, ascoltò le preghiere degli uomini: prese uno stelo e lo sgranò fin quasi alla cima, dove rimase solo un ciuffetto di chicchi.

Così nacque la spiga del grano come la conosciamo oggi.

F. Lazzarato, Storie di foglie, di fiori, di frutti (leggenda della Germania), Mondadori

Qual è il luogo in cui si svolge la vicenda?

Qual è il tempo della leggenda?

Che cosa vuole spiegare questa leggenda?

Sottolinea nel testo: inizio, svolgimento, conclusione.

SULLA RUOTA PER CONOSCERE… IL TESTO DESCRITTIVO

Descrivere significa creare l’immagine di qualcosa usando le parole, come in una fotografia “scritta”.

La descrizione nasce da un’attenta osservazione di ciò che ci circonda: persone, animali, oggetti, luoghi.

Osservando bene, possiamo cogliere tutti i particolari di un elemento, proprio come fa una macchina fotografica. Scrittura, pp. 113-121

TESTO DESCRITTIVO

Descrivere non significa solo osservare. Possiamo usare i nostri cinque sensi per cogliere la realtà che vogliamo rappresentare con le parole.

LA STREGA ARTEMISIA

Artemisia era una strega tutta sbagliata. Una vera strega deve essere alta e magra, con il naso a uncino.

Lei, invece, era bassa, cicciottella e aveva un bel naso a patata. Una vera strega è vestita di nero, ha il cappello a punta e puzza. Lei, invece, portava vestiti colorati, un bel cappellino di lana e aveva un buon odore.

Ma, soprattutto, una vera strega è cattiva, detesta i bambini. Lei, invece, era gentile e i bambini le piacevano tantissimo. Ecco perché andava male a scuola!

Descrivere una persona o un personaggio (reale o immaginario) significa dare tutte le informazioni che riguardano il suo aspetto fisico, l’abbigliamento, il carattere e il comportamento.

– Non ha ancora imparato a usare il suo paiolo magico! –disse una strega.

– Non sa preparare l’intruglio bavoso che fa crescere la barba! – aggiunse un’altra.

E così Artemisia fu cacciata dalla scuola. Prese il suo paiolo sottobraccio e se ne andò in cerca di un lavoro.

Trovò un posto come aiutante a “Il ratto affumicato”, una vecchia locanda per streghe.

La cuoca, che era anziana, le insegnò tutte le sue ricette.

– Il segreto per fare un buon brodo di lumache è aggiungere un rospo. E la frittata di lombrichi viene bene solo con le uova marce! – diceva. – Sicuro! – rispondeva Artemisia, ma poi faceva a modo suo: al posto delle lumache metteva le patate e al posto dei lombrichi gli spaghetti fini fini. E niente uova marce!

La cuoca non se ne accorse mai, era più orba di una talpa, ma era convinta che i buoni piatti fossero merito della bravura della sua aiutante. Così un giorno le disse: – Cara Artemisia, ormai sono troppo vecchia per questo lavoro, ti lascio la mia locanda. Buona fortuna! Artemisia si sentì un po’ triste, ma anche felice di avere tutta la cucina per sé.

Roberto Pavanello, Il paiolo di Artemisia, Piemme

LEGGO COMPRENDO E

Nel testo, evidenzia in la descrizione di una vera strega e in la descrizione della strega Artemisia.

Completa le descrizioni in tabella.

Aspetto fisico

Abbigliamento

Carattere

Che cosa le piace fare

UNA VERA STREGA ARTEMISIA

IL BARBIERE

Questo barbiere era un uomo basso e largo di spalle, completamente calvo dalla fronte fino alla nuca, con un collo spesso e una faccia grassottella.

Di persona era robusto ma non grasso. Nel suo viso, di un uniforme colore bruno, erano notevoli gli occhi, tondi e grandi, con un bianco molto visibile, dotati di uno sguardo chiaro, interrogativo, stupito, forse ironico.

Aveva il naso piccolo e la bocca larga ma senza labbra; nei rari sorrisi, la bocca scopriva due file di denti rotti e scuri. Nel mento, profondamente ripiegato, aveva una fossetta strana.

La sua mano era di una leggerezza e destrezza rare.

LEGGO COMPRENDO E

Sottolinea in l’aspetto fisico del barbiere.

VOLO TRA LE PAROLE

Destrezza: capacità di fare qualcosa in modo rapido e preciso.

Scrivi il testo sul quaderno sostituendo alcune parole con i loro contrari. Poi disegna questa diversa versione del barbiere.

basso alto largo stretto robusto esile spesso sottile grassottella magra tondi allungati grasso smilzo bruno chiaro ironico severo grandi piccoli chiaro scuro rotti intatti piccolo grande larga stretta profondamente leggermente scuri chiari calvo capellone

Alberto Moravia, Racconti romani, Bompiani

RITRATTI

1 Mia zia era una donna esile, delicata. Aveva quarant’anni e un viso ovale, sottile; il corpo snello, giovanile.

Calzava graziose scarpe blu. Ma aveva l’aspetto fragile di chi abbia combattuto per tutta la vita contro una malferma salute.

Archibald Joseph Cronin, E le stelle stanno a guardare, Bompiani

2 Alto, magro, brizzolato, elegante come sempre, con gli occhi scintillanti di una luce frenetica attraverso le lenti cerchiate di vera tartaruga.

Mario Soldati, 44 novelle per l’estate, Mondadori

3 Nell’ingresso stava seduto un uomo gigantesco, pesante, grosso, sudato; con un collo corto e robusto, una camicia aperta e un grigio abito trasandato, la pelle della testa color cuoio, enormi mascelle, una bocca piena di denti, occhi sottili, sfuggenti, dietro le spesse lenti di un paio di occhiali di ferro.

Archibald Joseph Cronin, E le stelle stanno a guardare, Bompiani

4 Il direttore si chiama signor Stanislao ed è un uomo secco secco e lungo lungo, con due gran baffoni scuri che quando s’arrabbia gli treman tutti, con una zazzera di capelli neri che gli vengon in avanti appiccicati alle tempie e che gli danno l’aria di un grand’uomo, ma dei tempi passati.

Tibor Déry, Niki. Storia di un cane, Feltrinelli

LEGGO COMPRENDO E

Osserva i ritratti e scrivi il numero corrispondente.

Sul quaderno, descrivi fisicamente, con pochi tratti, una persona che conosci bene. Segui la traccia suggerita dai testi che hai letto.

IL FOX TERRIER

Si presentò di sera. Per quanto si poteva distinguere nella penombra, era un fox terrier.

Il corpo snello era coperto da un pelo liscio, senza macchie. Solo le orecchie erano color nocciola, con un tratto più scuro. Il disegno non era lo stesso nelle due orecchie: dall’orecchio sinistro il tratto scuro si allungava sulla fronte; a destra invece si spingeva verso la nuca e il collo, fin dove i cani portano di solito il collare, e qui si allungava in un quadrato abbastanza regolare. Il cane aveva due grandi occhi luminosi e un nasino nero ugualmente brillante.

L’ingegnere stette lì con pazienza e la bestiola, seduta sulle zampe dietro, la testa in su, sosteneva con fermezza il suo sguardo. – Allora, che c’è? – disse l’ingegnere, alla fine.

Al suono di quella voce, in cui dovette sentir simpatia, il cane si alzò e andò dietro all’uomo; poi tornò davanti, si drizzò e gli poggiò le zampe sulle ginocchia.

Tibor Déry, Niki. Storia di un cane, Feltrinelli

LEGGO COMPRENDO E

Metti in ordine le sequenze del racconto, numerando.

Il cane si alzò e seguì l’ingegnere.

L’ingegnere osservò il cane.

Il cane si presentò di sera.

Il cane andò davanti all’uomo e gli poggiò le zampe sulle ginocchia.

L’ingegnere disse: – Allora, che c’è?

Osservando un animale, molti particolari possono attirare la nostra attenzione: l’aspetto, il modo di muoversi e di camminare, le abitudini, il carattere.

PLATERO

Platero è un asinello piccolo, peloso, dolce, tanto soffice che si direbbe di ovatta e senza ossa. È tenero e delicato. Solo il riflesso dei suoi occhi è duro come frammenti di cristallo nero. È fatto di acciaio, ma ha anche l’argento che gli ha dato la luna. È anche asciutto e forte come una pietra.

Lo lascio sciolto e va per il prato e accarezza con il muso tiepido, toccandoli appena, i piccoli fiori rosa, celesti, gialli…

Viene a me rullando, quasi sorridente.

Mangia tutto quello che gli do: gli piacciono molto le arance, i mandarini, l’uva e i fichi.

LEGGO COMPRENDO E

Chi è Platero?

Sottolinea in rosso le frasi in cui è descritto.

Quali paragoni (similitudini) ci sono nella descrizione? Sottolineali in verde.

Che cosa fa Platero nel prato?

Che cosa mangia?

LEGGO SCRIVO E

Descrivi un animale, seguendo la seguente traccia:

• aspetto (grandezza, colore, occhi…);

• comportamento;

• vissuto (devi far capire la tenerezza o l’amicizia o la bellezza o la docilità…).

Juan Ramón Jiménez, Platero e io, Nuova Accademia

DELICATO COME UN ELEFANTE

Chiudi gli occhi e immagina di essere in un posto caldissimo. Poi vedi qualcosa avvicinarsi a te, sembra un’enorme nuvola grigia. L’erba inizia a tremare. La terra si scuote e vibra.

La grande nuvola diventa sempre più vicina. Ora sta cambiando forma. Stai a guardare mentre le crescono le gambe e una piccola coda.

Vedi una testa con orecchie gigantesche e penzolanti, e un naso lungo lungo che si gira e si arrotola. È un elefante: uno degli animali più grandi del mondo.

L’elefante ti sembra grande come una montagna. All’inizio hai paura: è così grande e tu invece sei così piccolo... Ma poi ti accorgi che, anche se è enorme e pesante, appoggia delicatamente ogni zampa, facendo attenzione a non schiacciare gli altri piccoli animali che si trovano sul suo cammino.

Ora si ferma. I suoi grandi occhi scuri ti guardano con gentilezza. Poi allunga verso di te la sua proboscide rugosa e ti fa cenno di arrampicartici sopra. Lentamente e con delicatezza, ti alza e poi ti adagia con attenzione sulla cima della sua larga schiena ispida. Ti senti al sicuro e sai che anche le creature più piccole lo sono.

Kate Petty, Ancora Immaginastorie. Storie da leggere ai bambini per infondere emozioni, tranquillità e sicurezza, Crealibri

• Perché anche le creature più piccole sono al sicuro? LEGGO COMPRENDO E

Rispondi sul quaderno.

• Perché l’erba inizia a tremare e la terra vibra?

LA CASA DELLE BAMBOLE

Ed ecco la casa delle bambole, di un verde spinacio scuro e lucido.

I due camini, piccoli e solidi, incollati sul tetto, erano dipinti di rosso e bianco e la porta, di un giallo scintillante, sembrava una caramella mou.

Le quattro finestre (finestre vere!) erano divise in riquadri.

Era una casina perfetta, davvero perfetta!

Le bambine Burnell non avevano mai visto niente di simile.

Tutte le stanze erano tappezzate. C’erano quadri alle pareti, dipinti su carta, con vere cornici.

Sontuosi tappeti rossi ricoprivano il pavimento di tutte le stanze; sedie di velluto rosso in salotto; la stufa con i fornelli, una credenza con tanto di piattini e una grossa brocca.

Katherine Mansfield, Tutti i racconti, Mondadori

Per descrivere un oggetto, occorre indicare forma, dimensioni, colore, funzione, caratteristiche particolari.

arte e immagine

Immagina una casa delle bambole e descrivila sul quaderno con l’aiuto delle domande. Poi disegnala.

• Di che colore è?

• Come sono le porte e le finestre?

• Che tipo di mobili e decorazioni ci sono?

LA PIAZZA

Invasa dalla nebbia, la piazza gli si aprì a un tratto innanzi, con la facciata della chiesa da un lato, davanti gente parlottante e tutte intorno piccole bottegucce, dalle quali uscivano deboli luci e odore di caldarroste e di castagnaccio.

Si udivano suoni lievi e diversi: un’incudine battuta senza forza, un pianto sommesso di bambino, una buona notte e un arrivederci scambiati fra due uomini in fondo a un portico invisibile…

Giorgio Bassani, Cinque storie ferraresi, Einaudi

Anche se non sei stato/a in questa piazza, puoi riuscire a posizionare correttamente gli elementi: ti aiutano gli indicatori spaziali nominati nel testo.

ANALIZZO E

Sottolinea in gli indicatori spaziali e in gli elementi della piazza nominati nel testo.

Disegna la piazza. Attenzione: colloca gli elementi nella giusta posizione! LEGGO CREO E arte e immagine

LEGGO

I Draghi della Fortuna sono creature dell’aria e del calore e, nonostante le loro poderose dimensioni, sono lievi e leggeri come nuvole d’estate.

Per questo non hanno alcun bisogno di ali per volare. Nuotano nelle brezze del cielo come i pesci nell’acqua del mare.

Visti dalla Terra assomigliano a dei lampi che guizzano più lentamente del solito.

Ma la loro caratteristica più meravigliosa è il canto.

La loro voce è come il rintocco di una grande campana d’oro, e quando parlano piano è come se si udisse quella campana suonare in lontananza.

Chi ha avuto la ventura di udire una volta il loro canto non lo dimentica per tutto il resto della vita e da vecchio ne racconta ancora ai suoi nipotini.

Michael Ende, La storia infinita, Longanesi

La caratteristica dei draghi è: il loro aspetto terrificante. il loro canto meraviglioso. il loro modo di sputare fuoco. il loro carattere dolce.

La descrizione è: soggettiva. oggettiva. rara. incomprensibile.

La descrizione contenuta nel testo utilizza: personificazioni. termini scientifici. paragoni. ripetizioni.

I dati utilizzati sono: visivi, uditivi. gustativi, olfattivi. tattili, gustativi. uditivi, tattili.

SULLA RUOTA PER CONOSCERE…

Il testo poetico usa le parole in modo particolare per raccontare una storia, descrivere soggetti reali o immaginari, esprimere stati d’animo ed emozioni.

Il testo poetico è scritto in versi: ogni riga della poesia è un verso. Le strofe sono gruppi di versi separati da uno spazio bianco.

La rima è la ripetizione dello stesso suono nelle parole finali di due versi.

TESTO

POETICO

IL TestO POETICO

Il linguaggio della poesia è particolare. Il poeta sceglie accuratamente le parole per esprimere stati d’animo e dare ritmo alla composizione.

UN LIBRO PER TERRE LONTANE

Non esiste Veliero che come un Libro

Possa rapirci in Terre lontane

Né eleganti Desideri che possano correre

E impennarsi come una Pagina di Poesia

È questo il viaggio che persino il più povero

Potrà intraprendere senza il peso del Pedaggio –

Tanto è economica la Carrozza

Che trasporta l’anima degli Umani.

Emily Dickinson

VOLO TRA LE PAROLE

Veliero: nave con la vela. Pedaggio: tassa richiesta per passare in un certo luogo.

LEGGO COMPRENDO E

Indica con una X

• Secondo la poesia, che cosa possiamo fare con un libro?

Viaggiare lontano. Saltare. Correre.

• A che cosa vengono paragonati i libri?

A carrozze. Ad aeroplani. A biciclette.

• Chi può fare il viaggio di cui parla la poesia?

Solo i ricchi. Solo i marinai. Tutti.

LA LITE

Ce ne siamo dette e ce le siamo date.

Botte da orbi

parole infuocate.

E adesso, ansanti coi pugni serrati mi chiedo perché ci siamo picchiati. Mi sono scordato qual era il motivo. Era mio o era tuo quel gesto cattivo?

lo voglio soltanto riavere il mio amico perciò apri i pugni senti quello che dico:

La rima è la ripetizione dello stesso suono nelle parole finali di due versi.

– Anche se di ragioni ne ho un sacco e una sporta la sai una cosa?

Che non me ne importa.

Janna Carioli, Io cambierò il mondo, Fatatrac

LEGGO ANALIZZO E

Da quanti versi è formata la poesia?

Da quante strofe?

Continua tu a colorare nello stesso modo i versi che fanno rima.

LEGGO COMPRENDO E

Sul quaderno, disegna:

• il litigio descritto all’inizio della poesia;

• i due ragazzi che fanno pace.

I LIBRI

I libri sono una specie di alberi ricoperti di foglie che al posto delle primavere contengono racconti.

I personaggi restano lì addormentati finché un giorno qualcuno apre il libro, comincia a leggere e i personaggi si alzano, stirano i loro vestiti e si mettono a lavorare:

C’era una volta una principessa dalle trecce color turchese, C’era uno specchio d’acqua e c’era un marinaio inglese.

Maria José Ferrada, Il segreto delle cose, Topipittori

Nelle poesie spesso vengono attribuiti a cose e oggetti caratteristiche e comportamenti umani. Questa immagine poetica si chiama personificazione.

COMPRENDO E

Rispondi sul quaderno.

• Che cosa fanno i personaggi quando iniziamo a leggere il libro?

• Che cosa fanno i personaggi dei libri quando nessuno li legge?

Quali personaggi sono menzionati nella poesia? Sottolineali.

LA ZANZARA

Senza violenza o impazienza lei ronza

nella stanza, veemenza, virulenza, irruenza, svolazza a zonzo:

L’allitterazione è la ripetizione di suoni o gruppi di suoni uguali in più parole.

imprudenza, anzi incoscienza, demenza, nell’azzurra sera, essere senza la zanzariera. Roberto Piumini

LEGGO ANALIZZO E

La poesia utilizza i verbi “ronza” e “svolazza” per descrivere il movimento della zanzara. Per ogni soggetto, scrivi tre verbi che ne descrivano il movimento. Osserva l’esempio.

• Il vento autunnale

• Un temporale estivo

• Un treno che attraversa la campagna

• Una farfalla in giardino soffia, sussurra, volteggia

NOTTE FUMETTO

Tic, tic, tic: cade una goccia d’acqua e bagna il pavimento.

BII, bll, bll: questo invece è il cielo che bolle da far spavento.

Schh, schh, schh: scivola cera calda lungo la candela.

Tac, tac, tac: gocce di temporale, brividi lungo la schiena.

Frr, frr, frr: il vento sbatte un ramo contro la mia finestra.

Uhh, uhh: ulula come un lupo questa notte di tempesta.

È una notte fumetto, piena di rumori: son sveglio e mi giro nel letto, ma è meglio che essere fuori.

Stefano Bordiglioni, Quante zampe ha il Coccofante?, Emme Edizioni

Le onomatopee sono parole che imitano i suoni e i rumori della realtà.

LEGGO ANALIZZO E

Quali onomatopee sono presenti nella poesia? Sottolineale.

LEGGO COMPRENDO E

Rispondi sul quaderno.

• Che effetto hanno i rumori sulla persona che racconta?

• Perché la notte viene definita “notte fumetto”?

ASCOLTA IL VENTO

STORIE IN POESIA

Sussurra: sono forte come un masso che rotola dalla montagna.

Mi sussurra: ti spingo indietro come un palloncino alto e libero nel cielo.

Mi sussurra: volo alto e potente come un’aquila in cielo.

Mario Lodi, La natura nelle poesie di adulti e bambini, Editrice Piccoli

La similitudine paragona due elementi che hanno una caratteristica in comune.

È introdotta da “come”, “pare”, “sembra.”

LEGGO ANALIZZO E

Sottolinea le similitudini presenti nella poesia con tre colori diversi. Poi, per ognuna, spiega con parole tue che cosa vuole comunicare il poeta.

1 2 3

Per ogni elemento, scrivi una similitudine che lo descriva.

• Il sole

• Il mare

• La neve

Oggi Ninella, accompagnata dall’inseparabile Rubì, ha con sé un libro voluminoso, pieno di storie. Ninella ne sceglie una: la storia di un albero che racconta la vita di un fiume. I bambini e le bambine, seduti in cerchio, sono pronti ad ascoltare.

E l albero raccontò il fiume...

L’albero raccontò di quello che il fiume aveva visto oltre gli argini verdi, oltre le grandi città: raccontò dei pioppi, tutti disposti in lunghe file a perdita d’occhio. Raccontò di acque lente, silenziose, di spiaggette ghiaiose e di isolotti fitti di cespugli, di piccole dune presso la riva con gli arbusti radi e secchi, la sabbia e le cavallette rosse. Raccontò di grandi barconi, larghi, piatti e neri, di robusti ponti di ferro e di cemento, su cui passavano ininterrottamente le automobili e, a intervalli, fischiando forte, i treni; e poi di imponenti tralicci, pitturati di bianco e di rosso, che portavano la corrente elettrica verso terre lontane.

Raccontò anche di grasse chiazze di petrolio e di tante altre sporcizie che arrivavano a inquinare e a ferire il fiume. Lui, anche se grande e forte, non ce la faceva più a ripulirsi, ormai era ammalato.

P. Benvenuti, Storie di piccoli bambini, Nuove Edizioni Romane

VOLO TRA LE PAROLE

A perdita d’occhio: fin dove può arrivare la vista.

Imponenti: grandi.

Tralicci: torri formate da una struttura in metallo.

Rispondi sul quaderno.

• Che cosa ti ha colpito di più nella storia raccontata dall’albero?

• Perché pensi sia importante prendersi cura dei nostri fiumi e della natura?

• Se tu fossi un albero nato vicino a un fiume, che cosa ti piacerebbe raccontare del corso d’acqua?

CAROSELLO

Benvenuti e benvenute

nel magico mondo

del “Carosello delle

Parole incantate”!

Oggi raccontiamo

la storia de I TRE PORCELLINI

Collega ogni parola-chiave al significato corrispondente.

Ozioso

Astuto

Robusta

Ingannare

Feroce

Molto aggressivo.

Che non ama lavorare, pigro.

Trarre qualcuno in errore.

Forte e resistente.

Capace di trovare soluzioni ingegnose.

Sul quaderno, scrivi una frase per ognuna delle parole-chiave, utilizzandola in un contesto diverso da quello della fiaba.

Per ognuna delle parole-chiave, scrivi un sinonimo (S) e un contrario (C).

• Ozioso: (S) (C)

• Astuto: (S) (C)

• Robusta: (S) (C)

• Ingannare: (S) (C)

• Feroce: (S) (C)

SULLA RUOTA PER CONOSCERE… IL TESTO

INFORMATIVO

Il testo informativo fornisce informazioni su argomenti di diverso tipo: storia, geografia, scienze, ambiente, natura…

Il linguaggio è specifico, chiaro, preciso.

Spesso il testo è accompagnato da:

• disegni, fotografie, grafici, tabelle che aiutano a comprendere meglio;

• didascalie, brevi scritte che accompagnano le immagini e forniscono informazioni su di esse.

TESTO

INFORMATIVO

Ha una struttura precisa:

• il titolo indica l’argomento che sarà trattato nel testo;

• è spesso suddiviso in paragrafi, parti di testo che trattano argomenti legati al tema generale.

UNA SCOPERTA STRAORDINARIA

Il 24 dicembre 1994 a Combe d’Arc, in Francia, è stata scoperta una grotta paleolitica con circa seicento pitture e incisioni rupestri.

Tre archeologi sono penetrati all’interno di un cunicolo e hanno ritrovato una straordinaria grotta, ricoperta di centinaia di pitture rupestri.

Vi erano raffigurati soprattutto animali: bisonti, bufali, renne e, particolare più curioso di tutti, una quarantina di rinoceronti ricoperti di una folta lanugine.

La grotta si presentava con una successione di grandi gallerie e di spaziose “sale” e conservava sul suolo tracce di attività umane e un centinaio di resti di orsi.

da La Repubblica

LEGGO COMPRENDO E

Quale argomento tratta questo testo?

Dove avviene la scoperta? Quando?

Da chi viene fatta?

Quali sono le caratteristiche della grotta scoperta?

LEGGO SCRIVO E

Le risposte ti aiutano a ricordare le informazioni e a fissare la scaletta delle informazioni del testo. Copia le risposte sul quaderno e, tenendole davanti a te, ripeti a voce alta.

IL RISPETTO DELLE REGOLE

A vivere con gli altri ci aiutano le regole. Ci sono tante regole da rispettare, facili o difficili, in tutti i luoghi dove si sta insieme.

Per strada: rispettare il semaforo, le piste ciclabili, i segnali stradali… e altro. Se un automobilista andasse contro senso o un bambino attraversasse la strada con il semaforo rosso, potrebbero succedere cose gravi.

A scuola: arrivare in orario, portare l’occorrente, rispettare maestri e compagni… e altro. Se un maestro o una maestra non rispettasse il suo orario o un bambino facesse merenda durante le ore di scuola, ci sarebbe un grave disordine e si combinerebbe poco.

Nei posti di lavoro: ci sono orari, indumenti, modi di comportarsi adeguati ai vari lavori. Se un ferroviere non andasse a lavorare, la postina non consegnasse la posta… ci sarebbe un grande caos.

Nel mondo dello sport: ogni sport ha le sue regole e tutti quelli che lo praticano devono rispettarle, altrimenti… interviene l’arbitro o l’allenatore.

Amnesty International, Per scoprire gli altri intorno a noi, Notes

DISCUSSIONE CLASSE IN

Che cosa potrebbe succedere se nessuno, in classe, rispettasse le regole? Proponi alla tua classe almeno una regola utile per tutti e tutte e confrontala con quella dei compagni e delle compagne.

PARLO DI ME

Qual è la regola della tua scuola che ti piace di più? E quella che ti piace di meno? E in famiglia? C’è qualche regola da rispettare nella tua famiglia? Racconta sul quaderno.

TROPPA PLASTICA!

Ti sei mai chiesto di che cosa sono fatte le cose? Alcune di carta, come questo libro. Altre di legno, metallo o vetro. Ma molte sono di plastica.

La plastica ha forme, dimensioni e colori vari.

A volte è flessibile, altre volte rigida, grande come uno scivolo o piccola come un bottone. 150 anni fa la plastica non esisteva, si usavano materiali come legno o metallo. Poi fu inventata.

– Fantastica! – si disse, e si cominciò a usare la plastica ovunque.

Ma c’è un problema.

Una foglia cade e si decompone in alcuni mesi perché è biodegradabile. Un torsolo di mela si decompone in otto settimane, la carta in quattro.

La plastica, invece, se finisce nell’ambiente resta lì per anni. Non si biodegrada. È utile perché è robusta e dura a lungo, ma crea problemi se arriva dove non dovrebbe. Diventa pericolosa per gli animali, inquina il suolo e le acque.

Dobbiamo ridurre la quantità di plastica. Riutilizziamola, ricicliamola, anche con creatività!

Neal Layton, Un pianeta pieno di plastica, Editoriale Scienza

VOLO TRA LE PAROLE

Biodegradabile: che si può degradare, cioè decomporre in sostanze più semplici e meno inquinanti.

LEGGO COMPRENDO E

Rispondi.

• Con quali materiali venivano costruiti gli oggetti prima dell’invenzione della plastica?

• Quale caratteristica della plastica crea problemi all’ambiente?

La vita nei fiumi è diversa nelle varie parti del mondo. Molti fiumi nascono in montagna, l’acqua fresca e pulita precipita a valle e i pesci che vi vivono sono in grado di nuotare contro impetuose correnti; man mano che la corrente rallenta, si trovano specie diverse di pesci e di insetti in grado di costruirsi un rifugio; quando il fiume raggiunge la pianura diventa lento, profondo, ampio, melmoso e ricchissimo di vita.

I fiumi che si trovano nelle zone calde della Terra hanno una temperatura costante e brulicano di pesci, rettili e anfibi, alcuni dei quali raggiungono dimensioni enormi. In Africa, in Sudamerica e in Asia troviamo alcuni tra i più grandi pesci d’acqua dolce della Terra. Tutti diventano più pesanti di una persona. Tartarughe gigantesche si crogiolano al sole e i rettili più grandi del mondo – alligatori, coccodrilli – nuotano tutti nelle acque tropicali.

David Lambert, L’atlante degli animali per ragazzi, San Paolo Edizioni

L’argomento dell’esposizione riguarda:

la vita dei fiumi. i fiumi.

i fiumi più lunghi della Terra.

i fiumi con più portata d’acqua.

Quale immagine, aiuterebbe la comprensione del testo?

Un disegno della Terra con tutti i fiumi.

Un disegno di un planisfero con le zone nominate nel testo colorate.

Un disegno degli animali nominati nel testo.

Un disegno con le zone climatiche della Terra.

Nell’esposizione c’è: un’affermazione. informazioni con spiegazioni. spiegazioni e conclusioni. esposizione di argomenti.

ora che hai conosciuto

i diversi tipi di testo, per le prossime letture, indica di volta in volta, in alto alla pagina, di che testo si tratta. Per la prima, ti ho aiutato io!

VIAGGIO A KALLEBY

Lontano lontano, sperduta nella campagna tra colli verdi e tondeggianti, sorge la città di Kalleby.

Kalleby non è molto grande, anzi, in realtà non è neppure una vera e propria città. Non è che una manciata di piccole case e fattorie sgangherate raccolte attorno a un laghetto per le anatre.

Inoltre Kalleby ha un’unica strada, che non è nemmeno una vera e propria strada, bensì poco più di un viottolo sabbioso pieno di buche. Quando piove le buche si riempiono d’acqua che sprizza e spruzza da tutte le parti ogni volta che una carrozza o una macchina passa cigolando. Kalleby ha un solo negozio, che in compenso vende di tutto: dalle calze, ai coperchi per le pentole, ai lecca-lecca.

E non è finita. In questo negozietto caldo e accogliente come la cucina di una nonnina, sempre odoroso di caffè, sapone e mele, si può addirittura comprare un sacco di grano o un prosciutto affumicato.

Ma anche se Kalleby non è molto grande, e la strada è poco più di un viottolo sabbioso pieno di buche, in questa cittadina ci sono tantissime cose belle.

Per prima cosa, c’è un’infinità di giardini con tanti alberi, panchine bianche e lucide, cicogne di plastica che dondolano di qua e di là quando tira vento.

Poi c’è il laghetto delle anatre e i mucchi di fieno giallo che ogni estate si riempiono di nidi di passeri.

C’è il torrente pieno di pesci e di strani animali.

C’è la scuola con il maestro Sakarias e il grande spiazzo verde della fiera, dove quasi ogni estate arriva il luna park con tanto di bancarelle.

E poi, naturalmente, ci sono gli abitanti e i bambini di Kalleby. Non dobbiamo assolutamente dimenticarli: infatti senza di loro Kalleby sarebbe una cittadina triste e noiosa.

Ole Lund Kirkegaard, Albert, Ugo Mursia Editore

LEGGO COMPRENDO E

Rispondi.

• Che cos’è Kalleby?

• Che cosa si può comprare nel negozio di Kalleby? Sottolinea in blu nel testo.

• Quali sono le cose belle di Kalleby? Sottolinea in verde nel testo.

Trova nel testo le parole corrispondenti alle definizioni e scrivile.

• Negozio piccolo e accogliente.

• Molto danneggiate, malconce.

• Si riempiono d’acqua quando piove.

LEGGO IMMAGINO E arte e immagine

Scegli una delle cose belle di Kalleby: come la immagini? Sul quaderno, scrivi una breve descrizione e disegnala.

IO SONO MALALA

Io sono Malala. Il giorno in cui tutto è cambiato era martedì 9 ottobre 2012. Quella mattina raggiungemmo lo stretto vicolo vicino a Haji Baba Road. Eravamo in tensione, ma io, da brava studentessa, non ero preoccupata. La nostra scuola non aveva un’insegna e la porta in ottone che si apriva nel muro nascondeva il nostro mondo speciale. Appena entrate, ci toglievamo il velo, poi correvamo su per la scala. In cima, c’era una terrazza con le porte delle aule.

La scuola era stata fondata da mio padre. Avevamo lezione sei mattine alla settimana e io ero iscritta alla nona classe: studiavamo chimica, grammatica e scrivevamo racconti in inglese. Difficile immaginare che qualcuno potesse vedere in questo una minaccia. Eppure, fuori c’erano i talebani. Loro pensano che le ragazze non possano andare a scuola.

Malala Yousafzai, Io sono Malala, Garzanti

DISCUSSIONE CLASSE IN

In alcuni Paesi del mondo, ancora oggi, l’istruzione impartita alle ragazze è ostacolata e considerata una minaccia. Che cosa ne pensi? Confrontati con i compagni e le compagne.

ALCUNI DIRITTI FONDAMENTALI DEI BAMBINI E DELLE BAMBINE

• Diritto al gioco.

• Diritto al cibo.

• Diritto ad avere una casa.

• Diritto alla salute e al benessere psicofisico.

• Diritto all’educazione.

• Diritto a crescere in una famiglia.

PAURA DI NON FARCELA

Viki è venuto in Italia dall’Albania. A Viki piace molto leggere e conosce già un po’ di italiano.

La scuola in Italia non è così diversa da quella in Albania, dove Viki viveva prima.

Come a Lezhe, la sua città, alla fine delle lezioni tutti

i bambini si mettono in fila nell’atrio e aspettano che qualcuno venga a prenderli. All’uscita, Viki riconosce zio Arben da lontano, per i suoi capelli neri e folti.

Va a prenderlo a scuola in bicicletta.

Appena Viki torna a casa, la mamma gli dà un bacio e zia Blerta gli prende lo zaino.

– Hai mangiato, tesoro? – chiede la mamma.

– Sì, sì.

– E le maestre come sono? – chiede zia Blerta. – Sono...

La mamma nota che Viki ha gli occhi pieni di lacrime.

– Mamma, ho paura di non farcela. Non capisco quello che dicono le maestre. E i bambini italiani parlano così in fretta che non riesco a capire nemmeno le parole semplici.

– Ma tesoro, è solo il primo giorno di scuola…

Fabrizio Gatti, Viki che voleva andare a scuola, Rizzoli

LEGGO COMPRENDO E

Rispondi sul quaderno.

• Da quale Paese viene Viki?

• Che cosa ama fare?

• Quale momento della scuola in Italia è simile alla scuola di Lezhe?

• Perché Viki ha paura di non farcela nella scuola italiana?

• Come reagisce la mamma quando vede che Viki è triste e preoccupato?

A SCUOLA CON LA NEVE

È arrivato a scuola con i capelli pieni di ghiaccio, le guance arrossate dal freddo, gli occhi lucidi, ma anche con un bel sorriso.

Il preside della scuola gli ha scattato una foto e quell’immagine ha fatto il giro del mondo.

Quel bambino si chiama Wang Manfu, ogni mattina percorre a piedi quattro chilometri e mezzo per arrivare a scuola, nella campagna cinese.

Anche se il termometro segna 9 gradi sotto zero, il piccolo Wang non indossa né sciarpa né guanti. Manfu è stato soprannominato “Fiocco di neve”.

Come lui, in Cina molti bambini non riescono a seguire la scuola perché abitano nei poverissimi villaggi di campagna. “Fiocco di neve” ha un sogno: andare all’università di Pechino.

dal web

LEGGO RIFLETTO E

Se potessi inviare un messaggio di incoraggiamento a Wang Manfu, che cosa gli diresti? Scrivi sul foglietto.

educazione CIVICA

LEGGO IMMAGINO E

Immagina di dover affrontare il viaggio di Wang Manfu per andare a scuola. Come ti prepareresti e che cosa porteresti con te? Racconta sul quaderno.

PARLO DI ME

Wang Manfu ha un sogno. E tu? Qual è il tuo sogno più grande e perché è importante, per te?

Conoscere il principio di uguaglianza nella consapevolezza che le differenze possono rappresentare un valore quando non si trasformano in discriminazioni. Salvaguardare i diritti dei bambini e delle bambine.

Passeggiando tra le varie attrazioni del Parco, Perla perde il suo amato libro delle fiabe.

Aiutala a ritrovarlo!

PARTENZA

PROVA 1

Risolvi il “crucifiabe”.

1 Oggetto magico che, se strofinato, esaudisce i desideri.

2 Perde una scarpina a mezzanotte.

3 Il frutto che fa addormentare Biancaneve.

4 Il ragazzo che non vuole crescere.

5 Il colore del cappuccio di Cappuccetto.

PROVA 2

Risolvi gli indovinelli.

• Sta in casa nei giorni belli, esce sempre nei giorni brutti.

• Ha i denti ma non morde.

• Ha la coda ma non gliela puoi tirare.

• D’inverno è spoglio, d’estate è vestito.

Risolvi il rebus “fiabesco”.

PROVA 3

ARRIVO

Immagina di avere un amico immaginario/un’amica immaginaria (può essere un animale, un supereroe/una supereroina, un oggetto parlante…). Completa la scheda, poi descrivilo/a.

• Nome dell’amico/a:

• Aspetto:

• Potere speciale:

• Avventura che vorresti vivere con lui/lei:

UN AMICO IMMAGINARIO

Hai trovato una macchina del tempo. Dove decidi di andare? Nel passato o nel futuro? Completa la scheda, poi racconta il tuo viaggio.

LA MACCHINA DEL TEMPO

• Destinazione temporale:

• Personaggi incontrati:

• Come torno a casa:

Oggi Luna ti propone alcuni indovinelli. Risolvili per trovare la via d’uscita! Se vuoi verificare la correttezza delle soluzioni, controlla a fondo pagina.

• Tutti lo possono aprire, ma nessuno lo sa chiudere.

U O

• Si spoglia solo quando fa freddo.

A B

• Tu prima apri la porta e poi entri, lei prima entra e poi apre la porta.

C E

• Più è nera, più è pulita.

L V A

• Qualche volta si tuffa ma non si bagna.

P R R E

• Più lo guardi e meno lo vedi. S

SOLUZIONI: uovo, albero, chiave, lavagna, portiere, sole

Ninella e Rubì accompagnano un gruppetto di bambini e bambine sorridenti attraverso il verde rigoglioso del Parco. – Adesso vi racconterò la storia di alcuni alberi. Rispettateli SEMPRE! – dice Ninella.

Il ciliegio

In una folta chioma a pois una gara puoi avvistare. Becchi e dita che si muovono svelti. Macchie rosse ovunque, su nasi, piume, magliette. Chi l’avrà vinta, dunque, nel fogliame: il più ghiotto dei merli o la più furba delle manine?

Valentina Levrini - Irene Penazzi, Un anno tra gli alberi, Terre di Mezzo Editore

Che cosa faresti su questo ciliegio?

Disegna su un foglio.

arte e immagine arte e immagine

Il pioppo

Neve? Cotone? Morbido pelo?

Si sente qualcosa cadere, soffice soffice come una carezza sul cuore.

Sono i semi portati dal vento, volano via, volano altrove, verso speranze, vite nuove.

Valentina Levrini - Irene Penazzi, Un anno tra gli alberi, Terre di Mezzo Editore

Che cosa faresti su questo pioppo?

Disegna su un foglio.

CAROSELLO PAROLE

Benvenuti e benvenute

nel magico mondo

del “Carosello delle

Parole incantate”!

Oggi raccontiamo

la storia de LA BELLA

E LA BESTIA

Se durante il racconto dell’insegnante senti parole di cui non conosci il significato, scrivile nella scatola.

Cerca sul dizionario il significato delle parole nella scatola e scrivilo sul quaderno.

Come sono la Bella e la Bestia all’inizio della fiaba? Come cambiano?

Descrivili con tre aggettivi.

la Bestia

Prima

Dopo

la Bella

Prima

Dopo

Un giorno arrivò nella nostra scuola Petra, una bambina del circo, da pochi giorni in città.

Una ventina di anni fa una bambina straniera era una rarità di cui noi ci vantavamo con i coetanei delle altre sezioni. La maestra Iride sapeva che Petra si sarebbe fermata solo un paio di mesi. Iride era una maestra eccezionale e si chiese come quel tempo potesse diventare un’esperienza utile, sia per Petra sia per noi. Così quella prima mattina ci fece disegnare il circo. Alla fine incollammo i disegni su un cartellone su cui scrivemmo: “Benvenuta Petra!”.

Lei aggiunse alcune parole nella sua lingua: non conosceva l’italiano. Il giorno dopo, la maestra arrivò in classe accompagnata da un clown che, sotto il braccio, teneva un libro scritto in italiano e sloveno. Allora scoprimmo che Petra aveva scritto sul cartellone: “Che bello essere qui con voi”.

Annalisa Borghese, Popotus

Indica con una X.

• Chi era Petra?

Una maestra. Una bambina del circo. Un clown.

• Perché i compagni si vantavano di Petra con le altre sezioni?

Perché era l’unica bambina straniera.

Perché era una maestra eccezionale.

Perché sapeva fare le magie.

Indica con una X se l’affermazione è vera (V) o falsa (F).

• Petra rimase nella scuola italiana per molti anni. V F

• Petra riusciva a esprimersi in italiano. V F

• La classe realizzò per Petra un cartellone con alcune parole in sloveno. V F

Scrivi su un foglio un breve messaggio a Petra per manifestarle comprensione e accoglienza.

BECCO PER ARIA

All’inizio non c’era nulla, tranne un uccello, Becco per aria. Le sue ali creavano una musica bellissima, ma nessuno la sentiva perché non c’era nessuno.

Una notte, Becco per aria domandò chi ci fosse oltre la notte nera. Ovviamente, nessuno rispose.

Allora diede alcune beccate nel cielo, toc toc, e fece due buchi.

– C’è qualcuno? – gridò.

Ma dall’altra parte, dove c’era la luce, non rispose nessuno.

Deluso, Becco per aria volò via.

Dall’altra parte c’era un grande albero. Il grande albero scoprì i due buchi e vi infilò un ramo, creando una corrente d’aria che scompigliò le piume dell’uccello. Becco per aria si svegliò. – C’è qualcuno? – chiese.

– Sono solo io, i miei rami – rispose l’albero.

– Ciao, e benvenuto – disse Becco per aria.

Questo semplice saluto fece sentire entrambi meno soli.

Arrivò il momento in cui decisero di non essere più divisi.

Da allora, l’uccello canta tra i rami dell’albero, e i buchi nel cielo rimangono come testimoni della loro unione. Gli uomini li chiamano… Luna e Sole.

Martine Laffon - BettyBone, Becco per aria, Gribaudo

LEGGO COMPRENDO E

Cancella la parola sbagliata.

• Becco per aria voleva scoprire che cosa ci fosse oltre il buio della notte/la luce del giorno

• Diede alcune beccate nel cielo e qualcuno/nessuno rispose con un toc toc.

• Becco per aria fu svegliato dai rami dell’albero/dal soffio del vento.

• Becco per aria e l’albero decisero di separarsi/rimanere uniti

• L’uccello e l’albero si trasformarono nella Stella/Luna e nel Sole.

LE STATUINE

C’era una volta una bambina di nome Fulvia, che viveva in una casa con un grande giardino, pieno di fiori, alberi e statuine. Amava giocare lì con le sue bambole, ma odiava riordinare i giocattoli, la sera. La mamma le raccontò che le statuine giocavano di notte con i giocattoli lasciati fuori e nascondevano sempre qualcosa prima dell’alba. La mattina seguente, Fulvia notò la mancanza della sua bambola preferita. La mamma raccontò l’altra parte della storia.

Le spiegò che, lasciando sulle scale dei dolcetti per le statuine, queste non avrebbero preso i suoi giochi.

Quella sera, Fulvia raccolse i giochi e lasciò dei biscotti ai piedi delle scale. La mattina dopo ritrovò la bambola e promise di riordinare i giocattoli ogni sera.

Nonno, mi racconti una fiaba? Storie della buonanotte, Gribaudo

LEGGO COMPRENDO E

Rispondi sul quaderno.

• Dove si trovano le statuine?

• Che cosa dice la mamma a Fulvia, a proposito delle statuine?

• Perché la mamma ricorre a questo racconto?

SULLE TRACCE EMOZIONI DELLE

Leggi e cerchia l’emoji corrispondente all’emozione vissuta da Fulvia nei due momenti del racconto.

• Fulvia viveva in una casa con un grande giardino, pieno di fiori, alberi e statuine.

• La mamma le raccontò che le statuine giocavano di notte con i giocattoli lasciati fuori e nascondevano sempre qualcosa prima dell’alba.

IL PISOLINO DI TOBIA

Il topolino Tobia abita giù in cantina. Oggi ha deciso di fare un pisolino, ma... BRRZZZ! CRRR!

Mamma mia, che cosa succede? Chi fa questo baccano? Pare che di sopra stia passando un bulldozer. Tobia sale al primo piano. Ah, è solo la signora Strofinacci con l’aspirapolvere!

Ma... BING! BANG! BUM!

Mamma mia, che cosa succede ora? Sembra un trasloco! Al secondo piano, scopre il signor Dormiveglia che chiude le persiane.

Poi... PUM! PUM! PUM!

Sembra esserci un’intera squadra di calcio al terzo piano!

Ma è solo Luigina che palleggia.

SCREEK! SCREEK!

Un rumore strano... Un fantasma?

Tobia corre al quarto piano: è la signorina

Rosa sulla sedia a dondolo. E ora... un rumore sul tetto. È la pioggia!

Un uccellino bagnato pigola sul comignolo: – Ah, come vorrei essere un topolino!

Starei all’asciutto nella mia cantina e potrei farmi certe belle dormite…

Raccontini strampalati e divertenti, Einaudi Ragazzi

LEGGO IMMAGINO E

Quale altro rumore potrebbe sentire Tobia dalla cantina? Racconta sul quaderno.

LEGGO COMPRENDO E

Osserva le immagini e scrivi le didascalie.

DORMI BENE, ORSACCHIOTTO

L’orsacchiotto si prepara alla nanna. Si toglie i calzoncini con le mele e indossa il pigiamino con le stelle.

Prima di dormire, ascolta una fiaba e una ninna nanna.

Riceve cinque bacetti e beve l’ultimo sorso d’acqua. Infila i calzini da notte color rosso ciliegia e si mette a letto.

Ma l’orsacchiotto non ha sonno. Scivola dal letto, sale sulla scala di libri, arriva alla finestra e osserva la luna che illumina il mondo. Dalla finestra, vede la signora Rosa addormentata. Al confine del prato c’è lo spaventapasseri, che è suo amico. Un palloncino vola con una lettera attaccata: la scoprirà domani. Il circo è arrivato, si vedono i carrozzoni colorati e un piccolo pony. L’orsacchiotto pensa alle avventure del giorno dopo.

Immagina di essere un pirata in cerca di tesori. Forse l’asinello lo andrà a trovare e insieme faranno visita alla signora Rosa. Se piove, giocherà nel fienile, dove ha raccolto tante cose.

Ora è scesa la notte. L’orsacchiotto chiude gli occhi. Nel cielo c’è ancora la luna e finalmente si addormenta.

Quint Buchholz, Dormi bene, orsacchiotto mio, Beisler Editore

LEGGO COMPRENDO E

Rispondi sul quaderno.

• Che cosa indossa l’orsacchiotto prima di andare a dormire?

• Chi sono gli amici dell’orsacchiotto?

• Quali avventure immagina di vivere l’orsacchiotto, il giorno dopo?

Sul quaderno, illustra il momento corrispondente alla frase evidenziata nel testo.

arte e immagine

IL MANGIAINCUBI

È notte fonda. Tutti dormono? No, Nicola urla, spaventato da un incubo.

La mamma arriva, ancora assonnata, e lo abbraccia dicendo: – È passato... cerca di dormire. Poi torna a letto. Ma poco dopo, Nicola grida di nuovo per l’incubo.

La mattina, Nicola sta benone; la mamma, invece, è così insonnolita che le si chiudono gli occhi.

– Lo so io che cosa ci vuole! – esclama la mamma.

La sera, sul letto di Nicola c’è un pacco con un biglietto: “Brutti sogni? Notti bianche? Bimbi ansiosi? Mamme stanche? D’ora in poi ci penso io! Tengo a bada i brutti sogni, mostri, draghi, piovre e ragni. Sperimentami e vedrai che dormirai bene. Il mio nome è Paolopío”.

Nicola sorride vedendo il mangiaincubi.

PARLO DI ME

Rispondi sul quaderno.

• Se avessi un brutto incubo che ti sveglia di soprassalto, che cosa faresti per cercare di calmarti?

• Se ricevessi un regalo misterioso, come il mangiaincubi, con quale atteggiamento lo accoglieresti?

Quella notte, un incubo arriva… Da sotto il letto spunta una zampa con artigli lunghissimi. La zampa si allunga sulla coperta, ma il mangiaincubi interviene. Spalanca la bocca e... GNAM GNAM! Inghiotte l’incubo in un boccone. Nella cameretta tutto è tranquillo. Nicola dorme come un ghiro, tenendo stretto il suo mangiaincubi.

Raccontini strampalati e divertenti, Einaudi Ragazzi

DELLE

SULLE TRACCE EMOZIONI

Cerchia l’emoji corrispondente all’emozione vissuta da Nicola in alcuni momenti della storia.

• Nicola urla spaventato da un incubo.

• La mamma lo abbraccia dicendo: – È passato...

• Nicola riceve il mangiaincubi.

Quel giorno il sole aveva fatto un gran bel lavoro. In cielo non era passata nemmeno una piccola nuvola e lui aveva donato tutti i suoi raggi caldi alla terra e al mare.

Mentre tramontava, grande e rosso, vide un bambino piangere.

– Perché piangi? – chiese il sole. Il bambino temeva i mostri notturni e lo pregò di non andarsene. Il sole, che non conosceva la notte, cercò di rassicurarlo, parlando della bellezza delle stelle e della poesia della luna. Tuttavia, il bambino era spaventato dai mostri dei suoi incubi: fantasmi, una strega che lo imprigionava in una ragnatela, qualcuno che lo rapiva.

– Di giorno li vedo solo in televisione. Non mi fanno niente perché sono dentro la scatola e con il telecomando li posso mandare via, ma di notte escono e mi inseguono – diceva il bambino.

Mentre il sole esitava, la luna insisteva per comparire perché era il suo turno. Il sole disse al bambino di raggiungerlo e gli spiegò: – Con la fantasia puoi fare tutto. Il bambino, pedalando la sua bici, volò verso il sole. Da allora, ogni notte, sognò avventure meravigliose. Non aveva più tempo né voglia di guardare la televisione e dimenticò i mostri.

Mario Lodi, Paura della notte, Giunti

Indica con una X.

• Perché il bambino piangeva?

Perché aveva perso il suo giocattolo.

Perché aveva paura dei mostri notturni.

Perché era felice di vedere il sole tramontare.

• Che cosa fece il sole per cercare di consolare il bambino?

Si nascose dietro le montagne.

Raccontò al bambino della bellezza della notte.

Invitò il bambino a guardare la televisione.

• Che cosa fece il bambino, alla fine?

Continuò a guardare la televisione.

Iniziò a osservare le comete.

Iniziò a sognare belle avventure e superò la paura.

Descrivi un’esperienza personale in cui la fantasia o l’immaginazione ti ha aiutato a superare un momento difficile.

Scrivi il seguito della storia, concentrandoti sulle avventure notturne del bambino con la sua bicicletta volante. Che cosa scopre?

PER PIACERE

Ogni bambino merita attenzione, ma fa richieste in continuazione.

Gli altri non sempre sanno ascoltare, allora un consiglio vi voglio dare.

Conosco due magiche parolette

che le domande rendon perfette:

se qualcosa volete ottenere, ricordate di dire “PER PIACERE”.

Maestra, voglio quel libretto!

Finora l’ha letto solo Gigetto.

Che succede, voglio vedere, se ti dico “PER PIACERE”.

Ehi! Nonno, vuoi giocare?

Vieni, presto, senza aspettare.

Che succede, voglio vedere, se ti dico “PER PIACERE”.

Non scordare le parolette

che le domande rendon perfette:

se qualcosa volete ottenere, ricordate di dire “PER PIACERE”.

Sara Agostini, Le sei storie delle paroline magiche, Gribaudo

LEGGO CREO E

Realizzate un cartellone “ContaParole gentili”. Tracciate una X a ogni utilizzo e, alla fine dell’anno scolastico, contate quante volte le avete usate.

CONTAPAROLE GENTILI

Grazie

Posso

Per piacere

Ti aiuto

INSEPARABILI

Eravamo fatte l’una per l’altra. Due piccole scarpe che facevano corse, saltavano ostacoli, ballavano senza sosta… Eravamo INSEPARABILI.

Ma un giorno una di noi si è rotta. Così siamo finite in un cassonetto della spazzatura e da lì in un camion per la raccolta dei rifiuti, che ci ha portato via. Dicevo a quelle persone che non potevano dividerci, ma non mi hanno ascoltata e sono rimasta sola. Però è successo il miracolo: sono stata separata dagli altri oggetti insieme a un calzino verde. Ci hanno lavati e rimessi a nuovo per farci diventare un regalo. E così io e il mio nuovo compagno, calzino verde, siamo arrivati a Rita, facendo ciò per cui eravamo stati creati: il calzino vestire un piede, io calzarlo. Rita, con l’aiuto della sua stampella, ha imparato a fare corse, saltare ostacoli, ballare senza sosta... Ora io e calzino verde vegliamo sui sogni di Rita e siamo INSEPARABILI.

Mar Pavón, Inseparabili, Fatatrac

LEGGO COMPRENDO E

Rispondi sul quaderno.

• Chi racconta la storia?

• All’inizio del racconto, quali oggetti sono inseparabili?

• Alla fine del racconto, quali oggetti sono inseparabili?

• Chi è Rita?

DISCUSSIONE CLASSE IN

Secondo te, perché è stato scelto il racconto che hai letto per celebrare una giornata così importante quale il giorno della memoria? Parlane con i compagni e le compagne.

TU E IO

Un giorno è arrivata impetuosa quella raffica di vento.

Tu e io fino ad allora eravamo stati inseparabili. Compagni di viaggio e di avventure. Non capivamo bene che cosa ci fosse successo.

Io guardavo te e tu guardavi me, ma non eravamo

più gli stessi. Io facevo fatica a riconoscere te.

Tu avevi perso le tue strisce che ti rendevano unico.

Io avrei voluto ricostruirti, farti tornare come prima.

Ma tu continuavi a dirmi che era inutile, che saremmo stati per sempre diversi. Poi, in un attimo, veloce come quel vento gelido, mi è tornato alla mente quando è capitato anche a me di cambiare.

– I cambiamenti fanno parte della vita, a volte feriscono e lasciano cicatrici profonde, il segreto è accettarli.

E così tu, ascoltando queste parole, hai compreso che potevamo riconoscerci di nuovo, perché l’importante è rimanere insieme, anche se diversi. Tu e io siamo ancora inseparabili, compagni di viaggio e di avventure.

Evelyn Daviddi, Tu e io, Fatatrac

SULLE TRACCE EMOZIONI DELLE

arte e immagine

Ti è mai capitato di vivere un cambiamento improvviso? Racconta, poi illustra le tue emozioni.

educazione CIVICA

Conoscere il principio di uguaglianza nella consapevolezza che le differenze possono rappresentare un valore quando non si trasformano in discriminazioni. Aiutare, singolarmente e in gruppo, coloro che presentino qualche difficoltà per favorire la collaborazione tra pari e l’inclusione di tutti.

UN BULLO

La creatura mi insegue. È un misto tra Frankenstein e uno zombie. E in mano ha un coltellaccio da macellaio.

– Tanto ti piglio – ringhia. – Lo sai che ti piglio!

Io corro, corro, ma è come stare su un tapis roulant, di quelli da palestra: corri, corri e non arrivi mai da nessuna parte. All’improvviso il mostro è sopra di me. Mi ha preso. Sta per farmi del male.

– Voi due, che state combinando? Lo sapete che non si corre nel corridoio?

La voce è quella della bidella. Il mostro, sentendola, si ferma. Il mostro è Gabriele della quinta B. In mano non ha un coltello, ma un righello. Anch’io mi fermo, vicino alla bidella.

– Ognuno nella propria classe! – ordina la bidella.

Per questa volta me la sono cavata. Ma la prossima?

Sono passate due settimane da quel giorno in cui la mia intera vita è cambiata, e andare a scuola, ormai, è diventato un problema.

Guido Sgardoli, Un bullo… 100 libri!, Conad

VOLO TRA LE PAROLE

Tapis roulant: nastro trasportatore simile alla scala mobile, ma senza gradini.

PARLO DI ME

Ti è mai capitato di assistere a una scena di bullismo? Che cosa hai fatto?

DISCUSSIONE CLASSE IN

Come ti saresti comportato/a se fossi stato/a il protagonista del racconto? Annota i tuoi pensieri e le tue emozioni sul quaderno. Poi confrontali con quelli dei compagni e delle compagne.

UN BAMBINO AL MARE

Conosco un bambino così povero che non ha mai veduto il mare:

a Ferragosto lo vado a prendere, in treno a Ostia lo voglio portare.

– Ecco, guarda – gli dirò, – questo è il mare, pigliane un po’!

Col suo secchiello, fra tanta gente, potrà rubarne poco o niente:

ma con gli occhi che sbarrerà il mare intero si prenderà.

Cento Gianni Rodari. Cento storie e filastrocche. Cento illustratori, Einaudi Ragazzi

PICCOLI GUARDIANI E GUARDIANE

DELLA TERRA:

TOCCA A VOI!

PARLO DI ME

Quali comportamenti “positivi” adotti quando sei al mare? Completa.

Non lascio i rifiuti in spiaggia, non butto rifiuti in mare, evito di pescare i pesci piccoli con il retino,

educazione CIVICA

Secondo te, che cos’altro possiamo fare, al mare, per avere acqua pulita? Confrontati con i compagni e le compagne.

Riconoscere, con riferimento all’esperienza, che alcune risorse naturali (acqua, alimenti…) sono limitate e ipotizzare comportamenti di uso responsabile, mettendo in atto quelli alla propria portata.

IL GRANDE FAGGIO

A quel punto raggiungevano il grande faggio, dove potevano riposarsi in pace. Quell’albero, così lontano da casa, aveva delle fronde tanto folte e ricche da offrire riparo dalla pioggia d’inverno e dal sole d’estate. Non era come tutti gli altri: dal terreno, alla base del tronco, spuntavano delle grosse radici, che sembravano uscire alla ricerca di una boccata d’aria o di un pezzettino d’azzurro.

Andrea e Nico vi si sdraiavano in mezzo, con la schiena per terra; mentre tenevano le gambe appoggiate a quegli strani rami striscianti sull’erba, si sentivano bene. Era un posto tutto loro, una specie di luogo protetto, magico, dove potevano parlare di tutto e dove tutto diventava importante. Un posto dove sentirsi grandi.

Luigi Ballerini, L’estate di Nico, Giunti Junior

Scrivi le cinque “regole verdi” che ritieni più importanti per difendere la Terra. Poi confrontati con i compagni e le compagne.

FANTASTICI LIBRI

Morris Lessmore amava le parole, le storie e i libri. La sua vita era un libro che scriveva lui stesso, ogni giorno, una pagina dopo l’altra. Un giorno, però, il cielo si oscurò e tutto volò via, anche la sua casa. Così Morris cominciò a vagare e continuò a farlo, per molto tempo. Poi arrivò una sorpresa. Invece di guardare in basso, come ormai era sua abitudine, Morris Lessmore alzò lo sguardo. Sopra di sé vide una ragazza che volteggiava appesa a un festoso gruppo di libri volanti. La ragazza lasciò cadere un libro, e il libro invitò Morris a seguirlo. Lo condusse in un posto straordinario, dove molti libri si erano fatti il nido. Morris entrò e udì il brusio tenue di mille storie diverse. Un libro volò e atterrò sul suo braccio, in attesa di essere letto.

Fu così, tra questi libri, che la nuova vita di Morris ebbe inizio.

LEGGO ANALIZZO E

Sottolinea l’alternativa corretta.

• Il racconto che hai appena letto è realistico/fantastico.

• Il protagonista è Morris/un libro.

• L’ultima parte del racconto è ambientata all’interno/all’esterno di una biblioteca.

LEGGO COMPRENDO E

Con l’aiuto del dizionario, scrivi il significato delle seguenti parole.

• Vagare:

• Volteggiare:

• Brusio:

• Tenue:

William Joyce, I fantastici libri volanti di Mr. Morris Lessmore, Rizzoli

NOI DA GRANDI

Tu che disboschi l’Amazzonia intera e in auto non ti allacci la cintura.

Tu che col cane, se nessuno vede, lasci la sua cacca sul marciapiede.

Tu che butti la carta del gelato e dici a me che son maleducato.

Tu che le regole le rispetta il fesso e che consumi tutto il mondo adesso.

Tu che abbandoni il gatto a Ferragosto per andare in vacanza ad ogni costo.

Ti senti forte grande furbo e sveglio ma io da uomo sarò molto meglio perché anche se comandi e sai parlare io da te non ho niente da imparare.

Janna Carioli, I sentimenti dei bambini, Mondadori

Come puoi cambiare le tue abitudini per contribuire a un futuro più sostenibile? Disegna o scrivi sul quaderno.

Osserva l’esempio.

PRIMA DOPO

ECCO L’AUTUNNO!

L’autunno è già arrivato! I giorni diventano sempre più brevi.

Ai deboli raggi del sole, le foglie degli alberi brillano di macchie giallo-dorate e rosso-ruggine.

Le foglie appassiscono, rinsecchiscono e cadono a terra compiendo dei lenti cerchi.

Quando soffia il vento autunnale, gli alberi rimangono con i rami spogli, eretti contro il cielo.

Il sole offre meno luce e calore.

Magda Szederjei, Orme, piste e tracce. Animali dei boschi e dei prati, Teti

LEGGO COMPRENDO E

Il testo descrive gli alberi in tre modi diversi. Completa le didascalie e disegna.

Ai deboli raggi del sole, le foglie degli alberi brillano di macchie giallo-dorate e rosso-ruggine.

Le foglie appassiscono, Quando soffia il vento, gli alberi rimangono arte e immagine

CADONO LE FOGLIE

Una montagna morbida e scricchiolante insieme che il vento d’autunno si diverte a disfare.

Vi affondo le ginocchia ed ecco… pare il mare, o una torta fragrante color di cioccolata, una croccante fetta di pane e marmellata. Oro brunito e miele, marrone grigio e bruno son le foglie d’ottobre che adesso, crepitando, mandando un acre odore, già diventano fumo.

Kathryn Jackson, Storie per tutte le stagioni, Mondadori

LEGGO COMPRENDO E

Rispondi sul quaderno.

• Che cosa fa il vento d’autunno con le foglie?

• Quali colori sono menzionati nella poesia per descrivere le foglie di ottobre?

• Che cosa succede alle foglie alla fine della poesia?

LEGGO IMMAGINO E

Immagina di essere una foglia d’autunno che cade dall’albero. Scrivi sul quaderno un breve racconto che descriva la tua avventura. Le domande-stimolo ti aiuteranno.

• Dove ti porta il vento?

• Che cosa vedi mentre voli verso il suolo?

• Che cosa provi quando tocchi terra?

• Qual è la tua destinazione finale?

L’AUTUNNO DELLA PICCOLA OCA

Com’è felice la Piccola Oca, per tutta l’estate cresce e gioca, si tuffa, si diverte a fare il bagno, trascorre le giornate nello stagno.

Intanto il tempo passa e soffia il vento, le foglie sono rosse, è un cambiamento.

Il sole dorato continua a brillare ma l’oca non ha voglia di giocare, si sente nel cuore una malinconia e non riesce proprio a cacciarla via.

Le sembra di avere qualcosa da fare. Ma cosa? Se lo deve ricordare!

Elli Woollard, L’autunno della Piccola Oca, Emme Edizioni

LEGGO COMPRENDO E

Rispondi.

• Secondo te, perché l’oca non ha più voglia di giocare?

• A che cosa si riferisce il cambiamento?

• Perché si sente la malinconia?

LEGGO IMMAGINO E

Secondo te, che cosa non ricorda la Piccola Oca?

LA NEVE

C’era una volta un taglialegna a cui piaceva tanto la neve. Ogni volta che nevicava, passava ore a guardare i fiocchi. Un giorno uscì mentre nevicava fitto fitto, con l’ascia sulle spalle e un bastone robusto per aiutarsi nel cammino. Il buon uomo camminò e camminò nella distesa bianca e non si accorse che stava scendendo la sera. Solo quando la luce sparì del tutto, si rese conto di essersi perso.

Il taglialegna aveva un po’ paura, ma strinse con forza il bastone e proseguì.

A un tratto, scorse in lontananza un grosso cinghiale: si nascose dietro una roccia e aspettò che l’animale se ne andasse. Il taglialegna era stanco e spaventato. Avrebbe voluto che dal buio comparisse un elfo o una fata gentile, per riportarlo a casa. Sapeva però che queste cose succedono solo nelle fiabe. Quando era quasi senza forze, notò un filo di fumo. Con sorpresa, si accorse che era arrivato alla sua casetta. Entrò, si buttò sul letto e si addormentò, contento che a volte non solo le fiabe finiscano bene.

Nonno, mi racconti una fiaba? Storie della buonanotte, Gribaudo

LEGGO ANALIZZO E

Dividi il testo in inizio, svolgimento, conclusione. Colora la barra.

Sul quaderno, scrivi una frase per riassumere ognuna delle tre parti.

SUL GHIACCIO

Era inverno. Tutto era gelato. Una bambina pattinava sul ghiaccio. La superficie ghiacciata rifletteva un pallido sole, che intiepidiva il paesaggio invernale.

All’improvviso... Crak! Crrrak! Shhhh!

In un punto vicino alla riva, il ghiaccio era meno spessa: la crosta sottile si ruppe e la bambina si trovò immersa nell’acqua gelida.

Lo spavento e il dolore per l’improvvisa caduta la fecero rimanere quasi senza fiato. – Aiuto! – urlò, con la voce quasi soffocata dal terrore.

– Aiuto, aiuto! – urlò più forte, mentre cercava con le braccia di appoggiarsi ai frantumi del ghiaccio, che non la sorreggeva più.

Rose Selarose, Diana e la grande nevicata, Dami

SULLE TRACCE EMOZIONI DELLE

Rispondi sul quaderno.

• Secondo te, come si sentiva la bambina prima dell’incidente sul ghiaccio?

• Quali sono le sue emozioni subito dopo essere caduta?

• Ti è mai capitato di vivere un’esperienza di grande paura? Che cosa è successo?

LEGGO IMMAGINO E

Come pensi si sia conclusa la vicenda? Racconta sul quaderno.

L’INVERNO È QUA!

Signori miei, son qua! Sono il solito inverno che ripiglia il governo finché la primavera tornerà.

Non porto novità; con la solita neve comincerò tra breve a decorare tutta la città.

In rosso tingerò ogni punta di naso: non fate troppo caso se qualche volta vi pizzicherò…

Il freddo servirà, come tante altre cose un poco aspre e penose, a rafforzar nei cuori la bontà.

Lina Schwarz, Il libro dei bimbi, Bemporad & Figlio Editori

LEGGO RIFLETTO E

Secondo te, che cosa vuole comunicare la poetessa con questa poesia? Spiega con parole tue.

PRIMAVERA A PARIGI

La primavera arrivò d’un tratto, in aprile, a Parigi.

Sebbene Anna cercasse di continuare a portare il bel cappotto che le aveva fatto la signora Fernand, presto si accorse che era diventato troppo pesante. Era una delizia andare a scuola a piedi in queste mattinate splendenti di sole e, poiché i parigini aprivano le finestre per fare entrare l’aria tiepida, ne uscivano ogni sorta di odori interessanti che si mischiavano al profumo di primavera. Anna si sentì avvolgere da deliziosi profumi di caffè, pane appena sfornato, cipolle rosolate per la colazione. Con l’avanzare della primavera, non solo le finestre, ma anche le porte si aprivano, e mentre percorreva le strade inondate di sole, intravedeva l’interno in penombra di caffè e negozi, che per tutto l’inverno erano stati chiusi.

Judith Kerr, Quando Hitler rubò il coniglio rosa, Fabbri

LEGGO ANALIZZO E

Completa la tabella relativa al testo che hai appena letto.

Personaggi

Luogo

Tempo

Vicenda

CHE COS’È L’ARCOBALENO?

Quando l’aria è ancora bagnata perché la pioggia se n’è appena andata le mille gocce sospese nel cielo formano insieme una specie di velo.

Nel velo passa la luce del sole e vi si formano sette colori: sette colori dell’arcobaleno fanno un bell’arco nel cielo sereno.

Roberto Piumini, Filastrocche dei perché, Arnoldo Mondadori Editore

LEGGO ANALIZZO E

Completa la tabella relativa alla poesia che hai appena letto.

Quante strofe?

Quanti versi?

Quali parole sono in rima?

Che cosa vuole comunicare il poeta?

SULLE TRACCE EMOZIONI DELLE

Ti è mai capitato di vedere un arcobaleno? Quali emozioni hai provato?

Racconta sul quaderno.

IL CIELO A PRIMAVERA

Il cielo a primavera è sempre uno spettacolo bellissimo e immenso.

Non è mai uguale: a volte ci passano le nuvole, altre volte è limpido e nitido. Ci sono giorni in cui, specialmente dopo una tempesta di pioggia e vento, il cielo diventa azzurro brillante, senza una nuvola né piccola né grande.

Un giorno era proprio così e io, disteso sul prato a pancia in su, lo guardavo: era tutto di un azzurro intenso, come il colore di certi fiorellini che spuntano in marzo nei prati.

Mario Lodi, Il cielo che si muove, Edizioni EL

LEGGO ANALIZZO E

Dividi il testo in tre sequenze, sottolineando con i colori indicati. Per ogni sequenza, scrivi una frase che ne riassuma il contenuto.

Prima sequenza

Seconda sequenza

Terza sequenza

LEGGO COMPRENDO E

Indica con una X la coppia di sinonimi corretta.

• Nitido: limpido, pulito. fresco, pungente.

LA CASETTA SULL’ALBERO

Daniele era in vacanza e ogni giorno se ne andava in giro con gli Scatenati a far scorribande in bici per i viottoli della montagna. Nuotavano, pescavano i gamberi di fiume e raccoglievano funghi.

Però mancava qualcosa per rendere più emozionante

la vita nei boschi. L’idea gli venne di notte e trovò che fosse geniale.

Una mattina, Daniele aspettò Mafalda, che come al solito arrivava sulla mountain bike, e le disse: – Senti, non ti andrebbe di costruire una casetta su un albero?

La ragazzina spalancò i suoi occhi neri e diede una scossa alle treccine. – È un’idea fantastica! – esclamò. – Andiamo a dirlo agli altri!

Com’era prevedibile, il progetto fu accolto con grande entusiasmo da tutti.

LEGGO COMPRENDO E

Rispondi sul quaderno.

• Quale idea venne in mente a Daniele?

• L’idea di Daniele fu accolta dagli amici?

• Secondo te, chi sono gli “Scatenati”?

PARLO DI ME

Ti piacerebbe avere una casetta sull’albero? Immagina di poterla realizzare: descrivila e disegnala sul quaderno. arte e immagine

SCARPE DI SABBIA

Lungo la spiaggia ho trovato scarpe di sabbia.

Le ho infilate per camminare.

Sono entrato nel mare.

Ho levato le scarpe di sabbia e infilato pantofole d’acqua per camminare.

Sono uscito dal mare. Ho levato pantofole d’acqua.

Ho infilato

scarpe di sabbia per andare

lungo la spiaggia.

Roberto Piumini, Quieto Patato, Nuove Edizioni Romane

In coppia, scrivete la poesia sul quaderno sostituendo “sabbia” con un’altra parola. Per creare le rime, potete cambiare anche altre parole.

LEGGO CREO E

IMPARIAMO A COMPRENDERE

È importante imparare a comprendere bene i testi che leggiamo.

e a ragionare!

Certo!

Dobbiamo esercitarci a comprendere anche i significati nascosti

Solo così impareremo a studiare con metodo!

GLI INTRUSI

Riscaldiamoci con degli esercizi che ci faranno riflettere!

Leggi con attenzione le frasi. In ognuna, trova e cancella con una X la parola intrusa.

• Quando esco a fare la spesa vecchia con il nonno, vedo per la strada tanti negozi.

• Non posso venire alla festa del tuo compleanno gentile, perché non sto bene.

• Ogni anno, a Natale, rivedo con gioia i miei amici stanchi di Milano.

Leggi con attenzione il testo. Cancella con una linea la frase intrusa.

Stefania e Frizzi capitarono davanti alla casa di una strega. Dalla casa uscì una vecchietta che li accolse allegramente, porgendo loro la sua calda mano e le invitò a entrare in casa. Era la prima volta che Stefania e Frizzi stringevano la mano a una strega. Saltarono allegramente sull’albero e con una veloce piroetta scesero a capofitto sul cespuglio di spine. Loro accettarono e rimasero sorprese nel vedere la magia della strega.

Anna Paola Arisi Rota, La strega Frittellona, La Spiga

Ora rileggi il testo e illustralo.

CORRISPONDENZA TESTO E IMMAGINI

Leggi il testo. Poi indica con una X l’immagine che corrisponde alla descrizione. Giacomo tutti i giorni va al campo da calcio per allenarsi. È un ragazzo alto e robusto, con i capelli corti e castani, ha sempre lo sguardo sereno. Il suo colore preferito è il rosso, come la sua divisa.

Avrebbe tanto voluto avere anche il pallone rosso, ma non era disponibile. I suoi calzini sono di tanti colori, ma lui preferisce sempre indossare quelli rossi. L’unica cosa che non è rossa nel suo abbigliamento è la maglia: infatti è blu.

SENSO PROPRIO E SENSO FIGURATO

Ci sono parole che vengono usate in senso proprio, altre in senso figurato.

Leggi, osserva, rifletti.

La pioggia cade sopra i tetti. Il vento ha creato una pioggia di foglie.

senso proprio senso figurato

Per ogni frase scritta con linguaggio figurato, scrivine una con linguaggio proprio.

• Dimmi tutto, vuota il SACCO!

• Siamo in un MARE di guai!

Leggi il testo e sottolinea le espressioni scritte con linguaggio figurato.

Chiara amava sognare a occhi aperti e aveva sempre la testa tra le nuvole. Per questo finiva spesso nei guai e iniziava lei stessa a essere stanca di questa situazione, ma non sapeva che pesci prendere! Osservava con curiosità Lisa, che era un fulmine a eseguire gli esercizi di matematica, e Pino, che riusciva a saltare spesso l’interrogazione di scienze: lui era una volpe.

Poi c’era Ginevra, che aveva un cuore d’oro. Da chi avrebbe dovuto prendere ispirazione per cambiare? Non ne aveva idea!

Però ormai era con le spalle al muro e doveva assolutamente prendere una decisione.

Ora spiega a voce il significato proprio delle espressioni che hai sottolineato.

CAUSA, EFFETTO

Leggi con attenzione il testo. Poi rileggilo una seconda volta e sottolinea in rosso le cause e in blu di effetti.

Quella sera aveva nevicato tantissimo, perciò le scuole il giorno dopo sarebbero rimaste chiuse. Le automobili che circolavano per la strada rischiavano di sbandare, perché sotto la neve si era formato un copioso strato di ghiaccio. Tutti avevano i riscaldamenti accesi perché faceva molto freddo. Dai tetti pendevano grossi blocchi di ghiaccio che rischiavano di cadere a terra perché erano molto pesanti.

Un grosso e vecchio albero era caduto, perciò a casa di Filippo era tutto buio perché era saltata l’energia elettrica.

Quella nevicata fu ricordata dagli abitanti di Forest per molto tempo.

Per ogni affermazione, indica con una X se è vera (V) o falsa (F).

• Il paese si chiamava Forest. V F

• Gli alunni non sarebbero andati a scuola il giorno dopo. V F

• Tutte le automobili circolavano senza problemi. V F

• Non tutti avevano i riscaldamenti accesi. V F

• Faceva molto freddo. V F

• Blocchi di ghiaccio pendevano dai tetti. V F

• Un albero aveva fatto saltare l’energia elettrica. V F

RICONOSCERE UNA STORIA

Leggi i testi. Poi indica con una X quale dei due corrisponde a una storia.

C’erano una volta due bambini uniti da un forte legame. Volevano trovare un posto lontano da tutti. Allora costruirono un razzo.

Si misero subito in viaggio, passarono per molte stelle e pianeti, finché non videro il pianeta che cercavano. C’erano molti ostacoli per raggiungerlo, ma una forte e calda luce rassicurante proveniente da una grande stella li guidò. Erano quasi arrivati, vedevano il pianeta avvicinarsi, così, presi dalla gioia, misero il turbo, ma successe qualcosa…

C’erano una volta due bambini uniti da un forte legame. Volevano trovare un posto lontano da tutti. Allora costruirono un razzo.

Si misero subito in viaggio, passarono per molte stelle e pianeti, finché non videro il pianeta che cercavano. C’erano molti ostacoli per raggiungerlo, ma una forte e calda luce rassicurante proveniente da una grande stella li guidò. Erano quasi arrivati, ma... qualcosa iniziò a bloccarli. Era un pianeta vicino che voleva attirarli a sé. I due bambini, così, iniziarono a spingere i loro corpi nella direzione opposta a quella del pianeta e, quando le loro forze si unirono, sentirono come uno strappo: si erano liberati! Quando atterrarono sul pianeta dei loro desideri, capirono che quello sarebbe stato il loro rifugio.

Come puoi capire se si tratta di una storia?

Ogni storia ha una struttura narrativa: un inizio, uno svolgimento (o sviluppo: è la parte centrale) e una conclusione

Ogni storia ha poi degli elementi ben precisi: luogo, tempo, personaggi, un problema da risolvere, i fatti, la soluzione al problema.

LEGGERE LE IMMAGINI

Osserva le immagini e, per ogni affermazione, indica con una X se è vera (V) o falsa (F).

• Tutte le figure sono triangoli. V F

• Tutti i triangoli sono azzurri. V F

• Ogni triangolo è azzurro. V F

• Non tutti sono triangoli. V F

• Almeno uno è un triangolo giallo. V F

• Solo uno è azzurro. V F

• Ogni figura ha tre angoli. V F

• Non tutte le figure sono colorate. V F

Osserva l’immagine e, per ogni affermazione, indica con una X se è vera (V) o falsa (F).

• Tutte indossano scarpe da ginnastica. V F

• Solo una indossa la camicia. V F

• Ciascuna ha una borsa. V F

• Non tutte hanno la coda. V F

• Non tutte hanno i pantaloni. V F

• Almeno una ha la maglia a righe. V F

• Neanche una ha le scarpe non da ginnastica. V F

DENTRO IL TESTO

Leggi il testo con attenzione.

Quel giorno il sole aveva fatto un gran bel lavoro.

Prevedi il testo: fatti un’idea di che cosa accadrà. Poi leggi il rigo successivo.

In cielo non era passata nemmeno una piccola nuvola e lui aveva donato tutti i suoi raggi caldi alla terra e al mare. Molti fiori ne avevano approfittato per sbocciare: le violette nascoste nei fossi, le margherite dei prati e anche qualche ranuncolo giallo.

Sai che cos’è un ranuncolo? Se non lo sai, rileggi il testo e rifletti: di che cosa sta parlando l’autore?

Nel mare aveva giocato con le onde a far scintille di luce e i pesciolini d’argento si erano divertiti un mondo. E ora che la sua giornata stava per finire, il sole era diventato grande e rosso e si preparava a tramontare dietro le solite montagne, per andare a illuminare altre terre e altri mari.

Mario Lodi, Paura della notte, Giunti

Indica con una X

• Se il sole aveva fatto un gran bel lavoro, significa che: aveva piovuto. non c’era stata neanche una nuvola. c’erano state delle nuvole, ma non aveva piovuto.

• Il ranuncolo è: un filo d’erba. un insetto. un tipo di pianta.

• Perché il sole era diventato grande e grosso?

Perché era stanco.

Perché stava per tramontare.

Perché era contento.

RAGIONARE PER COMPRENDERE

A sei anni avevo molta fantasia e pochi amici. Non uscivo spesso di casa e preferivo stare nella mia cameretta a disegnare. Ogni giorno, quando tornavo da scuola, mangiavo velocemente e poi mi rinchiudevo nella mia stanza, prendevo la matita e mi divertivo a fare ritratti. Prima facevo uno schizzo, poi lo ripassavo, aggiungevo i particolari, e infine lo coloravo con matite o acquerelli.

Il mio primo successo l’avevo ottenuto alla Scuola dell’Infanzia, facendo il ritratto di me stesso: occhiali, capelli rossi e grandi orecchie.

– Che bello! Ti somiglia moltissimo! – aveva detto la maestra Teresa, appoggiandomi una mano sulla testa, per farmi una carezza. Così, incoraggiato dal suo elogio, avevo iniziato a farne una lunga serie.

Rita Poggioli, Il mio amico Scarabò, Il Mulino a Vento Leggi il testo con attenzione.

Per alcune affermazioni ti basterà rileggere il brano. Per altre, invece, dovrai fare un ragionamento.

Per ogni affermazione, indica con una X se è vera (V) o falsa (F).

• Secondo la maestra Teresa, il protagonista era bravo a disegnare. V F

• L’unico successo della sua vita il protagonista lo ha avuto alla Scuola dell’Infanzia. V F

• Il protagonista mangia velocemente per fare i compiti e poi disegnare. V F

• A sei anni il protagonista amava trascorrere il suo tempo insieme agli amici. V F

• Il protagonista ha le orecchie piccole. V F

• Nel testo la parola “elogio” significa “complimento”. V F

• Nel testo la parola “serie” si riferisce ai disegni. V F

MESSAGGI SULLO SCHERMO

Impariamo a comprendere i testi che riguardano aspetti della realtà presentati attraverso una situazione problematica

Nestor sta giocando al suo videogioco preferito. A un certo punto il dispositivo si blocca e sullo schermo si visualizza questo testo:

Per ottenere il livello successivo devi cumulare delle ricompense, ossia dei gettoni. Entra nella “modalità ricompensa” e metti da parte i tuoi gettoni. Se superi il livello, in automatico accumuli 3 gettoni.

Se impieghi meno tempo del previsto, ottieni il doppio dei gettoni del livello. Se, all’interno del livello, riesci a trovare una cassaforte, triplichi i gettoni.

Per comprendere il testo apparso sullo schermo di Nestor è necessario suddividerlo in diverse frasi:

Per ottenere il livello successivo devi cumulare delle ricompense, ossia dei gettoni.

Entra nella “modalità ricompensa” e metti da parte i tuoi gettoni.

Se superi il livello, in automatico accumuli 3 gettoni.

Se impieghi meno tempo del previsto, ottieni il doppio dei gettoni del livello. Se, all’interno del livello, riesci a trovare una cassaforte, triplichi i gettoni.

Prova a rispondere sul quaderno.

• In che cosa consiste la ricompensa?

• Se si supera il livello, che cosa accade?

• Quanti gettoni si ottengono se si impiega meno tempo?

• Con la cassaforte che cosa accade?

INDICAZIONI PER VIAGGIARE

Nestor deve fare un viaggio aereo. Prova a leggere i dati che sono riportati sul suo biglietto e cerchia con i colori indicati.

Data del viaggio • Luogo di partenza • Luogo di arrivo • Orario di partenza • Numero del volo • Numero del sedile • Nome del passeggero • Compagnia aerea

carta d’imbarco carta d’imbarco

Questa volta Nestor deve andare a trovare Ninella. Può viaggiare solo di pomeriggio e impiegare il minor tempo possibile senza fare cambio di treno. Osserva e completa.

RAVENNA – ARGENTA

Partenza Arrivo Cambi Durata Treno 10:40 12:10 14:25 15:12 17:12 19:12 11:24 12:50 15:09 15:50 17:50 19:50 –

• Nestor può prendere il treno n° delle , che parte da e arriva a Argenta alle ore

00:38 00:38 00:38

Regionale 17610

Regionale 17614

Regionale 17620

Regionale 17622

Regionale 17628

Regionale 17632

RICETTE

Nestor sta preparando una torta per il compleanno di Pepper. Leggi con attenzione la ricetta.

Prendere 4 uova e dividere la parte rossa dai bianchi. Montare a neve i bianchi. Aggiungere ai rossi 100 grammi di zucchero e mescolare bene. Unire i rossi con i bianchi e mescolare bene. Aggiungere un cucchiaio di olio. Versare lentamente mezzo kg di farina e mescolare energicamente. Infine aggiungere il lievito e mescolare ancora. Prendere un recipiente rotondo, ungerlo con l’olio, aggiungere il composto e cuocerlo a 180° per 25 minuti.

Nella dispensa Nestor ha i seguenti ingredienti: 1 kg di farina, 6 uova, 500 grammi di zucchero, 1 litro di latte e l’olio. Rispondi.

• Nestor può fare la torta per Pepper? Perché?

• In che modo può risolvere il problema?

Metti in ordine le sequenze per preparare la torta, numerando.

Montare a neve i bianchi.

Prendere un recipiente rotondo, ungerlo con l’olio, aggiungere il composto e cuocerlo a 180° per 25 minuti.

Aggiungere un cucchiaio di olio. Versare lentamente mezzo kg di farina e mescolare energicamente.

Prendere 4 uova e dividere la parte rossa dai bianchi.

Aggiungere ai rossi 100 grammi di zucchero e mescolare bene. Unire i rossi con i bianchi e mescolare bene.

Infine aggiungere il lievito e mescolare ancora.

REGOLAMENTI

Leggi il regolamento di una biblioteca.

Il materiale prelevato dagli scaffali, dopo il prestito o la consultazione, deve obbligatoriamente essere riposizionato nell’area preposta.

È consentita la riproduzione dei documenti della biblioteca per motivi di studio.

Ogni utente può tenere in prestito non più di tre volumi contemporaneamente.

Il prestito ha la durata massima di un mese.

Nel ricevere in prestito il materiale, l’utente è tenuto a conservarlo e a restituirlo nelle medesime condizioni in cui lo ha ricevuto. È severamente vietato scrivere, anche in modo non indelebile, sui libri della biblioteca.

È assolutamente vietato mangiare, bere e parlare a voce alta.

Gli arredi utilizzati dovranno essere mantenuti in ordine.

Osserva e colora in rosso i quadratini delle immagini che NON corrispondono al regolamento.

PROGRAMMA DI VIAGGIO

Leggi con attenzione il programma di un viaggio a Venezia.

✱ Ritrovo dei partecipanti sul luogo convenuto alle ore 7.00, sistemazione in pullman e partenza per Venezia.

✱ Soste lungo il percorso, se necessario.

✱ Arrivo in mattinata e partenza in battello per la festa veneziana.

✱ Pranzo libero.

✱ Pomeriggio a Venezia in libertà, con possibilità di un giro in gondola facoltativo (non incluso nella quota).

✱ Ore 18.00 circa incontro con l’accompagnatore e partenza in battello.

✱ Rientro in bus in sede previsto in tarda serata.

Indica con una X.

• Quanti mezzi di trasporto verranno sicuramente utilizzati per questo viaggio?

Uno. Due. Tre.

• È possibile per i partecipanti mangiare al ristorante?

Sì. No.

Non è specificato nel programma.

• Nel pomeriggio i partecipanti potranno partecipare alla festa?

Sì. No.

Non è specificato nel programma.

• Chi può fare il giro in gondola? Tutti.

Solo chi paga il biglietto aggiuntivo. Nessuno.

• A che ora è previsto l’arrivo al punto in cui sono partiti la mattina?

Alle 18:00.

Alle 23:00.

In tarda serata.

VISITE TURISTICHE

Nestor è a Roma e vuole visitare il Colosseo utilizzando il percorso più veloce, più economico e più semplice. Leggi le tre possibilità e illustra il mezzo di trasporto adatto a Nestor.

In autobus

Durata del trasferimento: 10-12 minuti da Roma Termini.

• Le linee 38 e 75 partono dalle aree settentrionali di Roma. Da sud, gli autobus 175 e 271 portano al Colosseo.

• Il Colosseo ha una fermata dedicata in Piazza del Colosseo, proprio di fronte all’ingresso.

• Gli altri autobus disponibili sono i numeri 3, 8, 40, 60, 23, 30.

• I biglietti hanno un prezzo di 1,50 € e sono validi per 75 minuti.

In metropolitana

Durata del trasferimento: 5 minuti da Roma Termini.

• Il sito storico dispone di una stazione della metropolitana dedicata: Colosseo. Raggiungendola, ti troverai proprio di fronte all’Anfiteatro Flavio.

• Delle tre linee A, B e C, la stazione Colosseo si trova sulla linea B.

• Sali su questa linea da Roma Termini o da qualsiasi altra stazione della città.

• I biglietti hanno un prezzo di 1,80 € e sono validi per 75 minuti.

In tram

Durata del trasferimento: da 2 a 4 minuti da Roma Termini.

• Basta salire a bordo dei tram della linea 3 o 8. La fermata del tram di Piazza del Colosseo si trova proprio davanti al Colosseo.

• Una volta timbrato, il biglietto è valido per 100 minuti e costa 1,90 €.

STUDIARE CON METODO

Leggi con attenzione per imparare a studiare con metodo.

1 Spezzare il testo

Dividi il testo in “blocchi”.

2 Dividere in sequenze

Dividi il testo in piccole sequenze.

3 Titolazione

Dai un “titolo” a ogni sequenza.

4 Evidenziare o sottolineare Evidenzia (o sottolinea) le frasi più importanti.

5 Cancellare

Elimina le parti di testo che sono meno importanti.

6 Prendere appunti

Utilizza dei post-it o scrivi i tuoi appunti ai margini del testo.

7 Riassumere

Sintetizza il testo.

9 Illustrare

Se necessario, fai dei disegni che ti aiutino a ricordare meglio.

8 Fare mappe o schemi

Crea degli schemi o delle mappe visive.

10 Fare una scaletta

Crea una “scaletta”, cioè un elenco ordinato di parole-chiave che ti possano aiutare a ricordare meglio.

• Tra quelli che hai letto, quali metodi utilizzi già?

• Quali di questi metodi funziona meglio per le tue esigenze?

• Quale vorresti sperimentare?

• Quale tra questi metodi è sicuro che non utilizzerai?

• Quali consigli daresti ai tuoi compagni e alle tue compagne? Perché?

DICO LA MIA

1 SPEZZARE IL TESTO

Spezzare un testo è un’operazione che ti permette di concentrarti man mano su di esso, senza avere fretta di conoscerlo e approfondirlo tutto insieme. Se si tratta di un testo narrativo, la divisione è in introduzione, svolgimento, conclusione

Vuoi provare? Osserva prima l’esempio attentamente.

C’era una volta una bambina che viveva in una grande città con pochi alberi e non aveva mai visto l’autunno d’oro della campagna.

Qui puoi già ricavare dei dati utili: personaggi, tempo, luoghi.

Quando ne sentiva parlare, domandava a suo padre: – Ma è proprio d’oro?

– D’oro, d’oro – rispondeva il padre.

E la bambina pensava: “Una volta andrò dove c’è l’autunno d’oro; prenderò un po’ di quell’oro e mi comprerò 365 bambole, una per ogni giorno dell’anno!”.

Finalmente una domenica suo padre la portò nei boschi. La bambina guardava incantata gli alberi dorati. Per tutta la giornata camminò nel bosco d’oro, giocando con le foglie, i funghi e gli scoiattoli.

In questa parte si svolgono i fatti e il problema viene presentato e anche risolto.

Era così contenta che si dimenticò delle bambole. perché ogni singola foglia le pareva più bella di tutte le bambole della Terra.

Gianni Rodari, Giochi nell’URSS, Einaudi

Qui la vicenda si conclude.

Ora tocca a te! Leggi il testo e dividilo in tre parti, colorando la barra laterale nei rispettivi colori. Poi sottolinea come indicato le seguenti informazioni.

Personaggi Tempo Luoghi Problema Soluzione Fatti Conclusione

Il sole viaggiava in cielo, allegro e glorioso sul suo carro di fuoco, gettando i suoi raggi in tutte le direzioni, con grande rabbia di una nuvola di umore temporalesco, che borbottava: – Sciupone, mano bucata, butta via, butta via i tuoi raggi, vedrai quanti te ne rimangono.

Nelle vigne ogni acino d’uva che maturava sui tralci rubava un raggio al minuto, o anche due; e non c’era filo d’erba o ragno o fiore o goccia d’acqua, che non si prendesse la sua parte.

– Lascia, lascia che tutti ti derubino: vedrai come ti ringrazieranno, quando non avrai più niente da farti rubare.

Il sole continuava allegramente il suo viaggio, regalando raggi a milioni, a miliardi, senza contarli.

Solo al tramonto contò i raggi che gli rimanevano: e, guarda un po’, non gliene mancava nemmeno uno!

La nuvola, per la sorpresa, si sciolse in grandine. Il sole si tuffò allegramente nel mare.

Gianni Rodari, Favole al telefono, Einaudi

Rispondi sul quaderno.

• Secondo te, perché la nuvola aveva l’umore temporalesco?

• Secondo te, perché il sole continuava allegramente il suo viaggio?

• Perché la nuvola si sciolse in grandine?

• Perché il sole si tuffò nel mare allegramente?

2 DIVIDERE IN SEQUENZE

Per dividere un testo in sequenze devi considerare che ogni sequenza è una porzione di testo che sviluppa un argomento, ed è autonoma; c’è un cambio di sequenza ogni volta che cambiano un personaggio, un luogo, la narrazione o il tempo della storia.

Vuoi provare? Osserva prima l’esempio attentamente.

C’era una volta, in una cantina, un anziano topolino di nome Dip.

Dip era uno dei topi più anziani del suo gruppo ed era molto rispettato dai topi più giovani, che lo osservavano con ammirazione.

Inizio della vicenda: vengono presentati il tempo, il luogo e il personaggio.

Un giorno Dip, ormai stanco, decise che era arrivato il momento di mettersi da parte e quindi pensò che uno tra i topi più giovani avrebbe dovuto prendere il suo posto.

Nel gruppo, Dip aveva il compito di andare in avanscoperta per procurare il cibo per tutti. Per Dip quindi la scelta non era semplice: doveva individuare, tra i pochi topi che possedevano le caratteristiche richieste, uno solo che avrebbe dovuto mettere a repentaglio la propria vita.

Dip trascorse diversi giorni senza mangiare e senza dormire, perché non sapeva chi scegliere.

Un giorno, mentre leggeva il giornale, gli venne un’idea geniale: avrebbe finto di andare a cercare del cibo e si sarebbe fatto accompagnare, di volta in volta, da uno solo dei giovani topi, per capire quale fosse il più adatto. E così fece.

Presentazione del personaggio. Presentazione del problema. Descrizione del problema.

Cambiamento nel tempo della storia. Soluzione al problema.

Ora tocca a te! Dividi il testo in sequenze. Utilizza delle linee orizzontali come hai visto a p. 152.

Nashville e la sua famiglia vivevano a Pelledoca, in una casa appollaiata tra i rami del più grande albero di pecan della città.

L’albero era in cima a un’alta collina e la collina dominava quel paesino piccolo e perfetto, dove splendeva sempre il sole, i prati erano ben curati e gli uomini camminavano impettiti come cigni nei loro completi grigi.

La casa sull’albero di pecan, però, era spesso avvolta da una fitta nebbia, simile all’alone grigiastro di un vecchio livido, e così gli anziani del paese, seduti sotto i portici delle villette con le loro tazze di tè, ne facevano un gran parlare.

Michelle Cuevas, Il desiderio speciale di Nash, DeA

Rispondi sul quaderno.

• In quante sequenze hai diviso il testo?

• Che cosa cambia tra una sequenza e l’altra?

• Leggi l’ultima sequenza. Secondo te, perché gli anziani parlavano tanto della casa sull’albero?

Ora completa la tabella: indica con una X se riesci o no a ricavare informazioni leggendo il testo.

Poi spiega a voce.

I personaggi

Il luogo

Il tempo

Il problema

La soluzione

Sì No

3 LA TITOLAZIONE

Una volta che hai diviso un testo, puoi usare la tecnica della “titolazione”, che consiste nel dare un titolo alle varie sezioni che hai ricavato.

Vuoi provare? Osserva prima l’esempio attentamente.

Il regolamento scolastico prevede che gli alunni si impegnino a seguire le indicazioni dei docenti accompagnatori e non debbano mai allontanarsi dai compagni e dai docenti senza aver dato comunicazione a questi ultimi.

Tutti i partecipanti devono avere un comportamento corretto e responsabile, relazionandosi con cortesia e disponibilità con docenti e compagni.

È importante rispettare il programma e gli orari previsti.

Tutti sono tenuti a rispettare l’ambiente, inteso sia come paesaggio naturale sia come strutture (pullman, musei…).

Docenti come punto di riferimento.

Avere un comportamento corretto.

Rispetto dell’organizzazione della gita.

Si consiglia di evitare di portare i dispositivi digitali. La scuola non risponderà di eventuali danni o smarrimenti.

Indica con una X se l’affermazione è vera (V) o falsa (F).

• La scuola vieta di portare il cellulare. V F

• Gli alunni possono stare senza i docenti. V F

• Vanno rispettati gli spazi che si occupano. V F

• Tutti devono mostrare disponibilità e rispetto. V F

Rispetto degli spazi. Utilizzo dei dispositivi.

Ora tocca a te! Leggi le istruzioni di un gioco per bambini. Suddividi il testo come ritieni opportuno, numera ogni sezione, poi assegna un titolo a ognuna.

Il seguente gioco non è adatto ai bambini di età inferiore ai tre anni perché contiene piccole parti che potrebbero essere ingerite.

Si raccomanda di leggere integralmente il seguente foglietto di istruzioni.

Prima di rimuovere le linguette che sigillano la confezione, accertarsi che non ci siano parti danneggiate.

Rimuovere quindi tutte le linguette di sigillo.

Ogni pezzo che compone il gioco è dotato di un supporto di sicurezza. Per poter utilizzare il gioco è necessario liberare i vari pezzi dai supporti di sicurezza.

Il gioco, in tutte le sue parti, non va messo a contatto né con liquidi né con fonti di calore.

Rispondi.

• Perché un bambino di due anni non può usare questo gioco?

• Se metto il gioco sopra a un termosifone, che cosa succede?

• Quanti e quali sistemi di protezione ha il gioco?

Hai mai letto le istruzioni di un tuo gioco?

Prova!

4 EVIDENZIARE O SOTTOLINEARE

Imparare a sottolineare è un’operazione semplice ma che richiede molto esercizio, perché è necessario capire ciò che è importante trattenere e ciò che invece non deve essere considerato.

Vuoi provare? Osserva prima l’esempio con attenzione.

Leggi prima il testo geografico che parla del paesaggio nel riquadro blu. Poi soffermati sulle parti sottolineate nel riquadro verde.

Il paesaggio è l’insieme degli elementi che caratterizzano una determinata area e che permettono di definirla.

Esistono diversi tipi di paesaggi, che possiamo distinguere in paesaggi di terra e paesaggi di acqua.

I paesaggi di terra hanno caratteristiche diverse a seconda dell’altitudine

alla quale si trovano rispetto al livello del mare. Sono la montagna, la collina e la pianura.

I paesaggi di acqua sono il mare, il fiume e il lago.

Le caratteristiche del paesaggio sono determinate dal clima, cioè dall’insieme delle condizioni atmosferiche e dalle temperature.

Dal clima dipendono anche la flora (l’insieme delle piante che vivono in una certa zona) e la fauna (l’insieme delle specie animali che vivono in un dato territorio).

Il paesaggio è l’insieme degli elementi che caratterizzano una determinata area e che permettono di definirla. Esistono diversi tipi di paesaggi, che possiamo distinguere in paesaggi di terra e paesaggi di acqua.

I paesaggi di terra hanno caratteristiche diverse a seconda dell’altitudine

alla quale si trovano rispetto al livello del mare. Sono la montagna, la collina e la pianura.

I paesaggi di acqua sono il mare, il fiume e il lago.

Le caratteristiche del paesaggio sono determinate dal clima, cioè dall’insieme delle condizioni atmosferiche e dalle temperature.

Dal clima dipendono anche la flora (l’insieme delle piante che vivono in una certa zona) e la fauna (l’insieme delle specie animali che vivono in un dato territorio).

Ora tocca a te! Leggi il testo e sottolinea le parti più importanti. Aiutati con i suggerimenti nel riquadro.

Le montagne sono nate milioni di anni fa a causa dei movimenti della crosta terrestre e in seguito all’eruzione di alcuni vulcani.

La crosta terrestre è formata da placche tettoniche che si muovono a causa delle spinte interne alla Terra. A volte i movimenti sono stati così violenti, che alcune parti della crosta terrestre si sono sollevate: sono nate le montagne di origine tettonica. Per questo tra le rocce dei monti, come sulle Dolomiti, sono stati trovati fossili di conchiglie e di pesci: si tratta di montagne che si sono formate per sollevamento del fondale marino. In altri casi il magma, la roccia fusa proveniente dall’interno della Terra, è fuoriuscito dalle spaccature del terreno, si è raffreddato, solidificato e accumulato. Così hanno avuto origine i vulcani, montagne a forma di cono. Alcuni sono ancora attivi, altri sono spenti e sono considerati montagne di origine vulcanica.

• Soffermati sulle due origini delle montagne e sottolineale subito.

• Poi vai sulla prima origine e sottolinea perché si chiama così.

• Controlla se in questa sezione ci sono altre informazioni necessarie.

• Ora vai sulla seconda origine e sottolinea perché si chiama così.

• Infine controlla anche qui se ci sono altre informazioni necessarie

5 CANCELLARE

Se non vuoi sottolineare, puoi provare a fare un’operazione inversa, cioè cancellare le parti che non credi siano utili

Vuoi provare? Osserva prima l’esempio con attenzione. Leggi il testo scientifico che parla degli animali nel riquadro arancione.

Poi soffermati sulle parti cancellate nel riquadro giallo.

Gli animali rappresentano il regno più numeroso degli esseri viventi e la scienza che studia le forme di vita del regno animale è la zoologia.

Gli animali abitano tutte le zone del pianeta, anche le più inospitali, e hanno forme e strutture diverse.

Vivono nelle profondità oceaniche, nelle foreste, nelle grotte, nelle città..., volano, strisciano, camminano, saltano, nuotano e hanno il corpo ricoperto di peli, piume, squame oppure corazzato.

Gli scienziati hanno diviso gli animali in due grandi gruppi: i vertebrati, animali che hanno uno scheletro interno; gli invertebrati, animali senza lo scheletro interno.

Gli animali rappresentano il regno più numeroso degli esseri viventi e la scienza che studia le forme di vita del regno animale è la zoologia.

Gli animali abitano tutte le zone del pianeta, anche le più inospitali, e hanno forme e strutture diverse.

Vivono nelle profondità oceaniche, nelle foreste, nelle grotte, nelle città..., volano, strisciano, camminano, saltano, nuotano e hanno il corpo ricoperto di peli, piume, squame oppure corazzato.

Gli scienziati hanno diviso gli animali in due grandi gruppi: i vertebrati, animali che hanno uno scheletro interno; gli invertebrati, animali senza lo scheletro interno.

Ora rileggi con attenzione solo le parti non cancellate, poi racconta in classe.

Ora tocca a te! Leggi il testo che parla degli stati della materia e cancella le parti meno importanti. Aiutati con i suggerimenti nel riquadro.

La materia può presentarsi in “stati” differenti: solido, liquido, gassoso.

I solidi, come una bottiglia, un giocattolo, un mattone, hanno una forma ben precisa e occupano sempre lo stesso spazio anche se vengono spostati o messi in una posizione differente. I solidi hanno volume e forma propri.

I liquidi, come l’acqua, il succo d’arancia, il latte, prendono la forma del contenitore in cui sono messi. Se li versi su un tavolo, si allargano; se sposti del latte da una tazza a un bicchiere, lo spazio che il latte occupa è sempre lo stesso ma cambia la forma.

I liquidi hanno volume proprio, ma non hanno una forma propria.

I gas, come l’aria, non stanno mai fermi e cercano sempre di occupare più spazio possibile.

Se buchi un palloncino, il gas che ne esce si diffonde per tutta la stanza e, se ci sono le finestre aperte, esce anche all’esterno.

I gas non hanno né forma né volume propri.

Ora rileggi con attenzione e completa la tabella con le definizioni.

Gli stati della materia

• Prima di cancellare le parti che pensi non siano necessarie, rifletti sull’argomento.

In questo caso devi considerare che in alcune parti del testo ci sono tanti esempi e devi scegliere se riportarli tutti o considerarne solo alcuni.

• Ricordati di cancellare le ripetizioni

6 PRENDERE APPUNTI

Prendere appunti è un’attività personale. Ognuno/a di noi prende appunti come crede. È importante però che vengano sempre “appuntate” le informazioni importanti.

Vuoi provare? Osserva prima l’esempio.

Leggi il testo informativo che descrive come si nutrono gli animali, poi gli appunti nei post-it.

Gli animali si nutrono di altri esseri viventi. In base a ciò che mangiano si distinguono in erbivori, carnivori e onnivori.

Gli erbivori si nutrono di vegetali. Sono erbivori il cavallo, la mucca, la pecora, il coniglio. Anche l’ape è un erbivoro, perché succhia il nettare, che è un prodotto vegetale.

Gli erbivori comprendono alcuni uccelli che si nutrono prevalentemente di semi, come il canarino e la gallina, i quali sono detti granivori.

Sono granivori anche alcuni mammiferi come il criceto, lo scoiattolo e il ghiro.

I carnivori si nutrono di carne. Sono carnivori il leone, la tigre, il giaguaro, la volpe...

Sono carnivori uccelli come l’aquila e il gufo, rettili come i serpenti e quasi tutti i pesci. I carnivori comprendono alcuni uccelli che si nutrono soprattutto di insetti, come la rondine, i quali sono detti insettivori.

Gli onnivori sono quegli animali che si nutrono sia di vegetali sia di animali, come l’orso, il maiale e l’uomo.

Erbivori: si nutrono di vegetali.

Erbivori: cavallo, mucca, pecora, coniglio, ape.

Granivori: si nutrono di semi. Granivori: alcuni uccelli, il criceto, lo scoiattolo, il ghiro.

Insettivori: si nutrono di insetti, come ad esempio Onnivori: mangiano vegetali e animali. Sono l’orso, il maiale, l’uomo.

Carnivori: si nutrono di carne.

Carnivori: aquila, gufo, rettili, alcuni uccelli.

Ora tocca a te! Leggi il testo e prendi degli appunti nei post-it.

Per ricostruire la storia della Terra e degli esseri viventi che per primi l’hanno popolata, gli studiosi hanno avuto a disposizione solo alcuni reperti.

La località dove vengono trovati i reperti viene chiamata sito archeologico

Gli specialisti che si dedicano allo studio di questi reperti sono molti.

Il geologo studia le caratteristiche delle rocce e del terreno per ricostruire la storia della Terra.

Il paleontologo studia i resti di animali e di esseri umani del passato lontanissimo per ricostruire

il loro aspetto fisico.

Il paleobiologo e il paleobotanico studiano i resti di animali e piante per ricostruire la loro evoluzione, cioè il lento cambiamento in tempi lunghissimi.

Il paleoantropologo, sulla base dei diversi reperti, cerca di raccontare come può essere stata la vita degli uomini primitivi.

Ogni esperto studia in modo approfondito il reperto di sua competenza.

Per ricostruire in modo completo come poteva essere l’ambiente, o come si svolgeva la vita in quel determinato luogo, è fondamentale che tutti gli esperti si confrontino tra loro e mettano in relazione le fonti che hanno trovato.

7 RIASSUMERE

Riassumere un testo è una delle strategie più utili per comprenderlo se sai riassumere un testo, è probabile che tu lo abbia compreso!

Vuoi provare? Osserva prima l’esempio. Leggi il testo nel riquadro verde e poi il suo riassunto nel riquadro rosa.

La Terra, come tutti gli altri pianeti, alla sua origine era una massa di materia incandescente. Aveva l’aspetto di un’enorme palla infuocata.

Nel corso di centinaia di migliaia di anni la superficie cominciò a raffreddarsi e a solidificarsi, formando la crosta terrestre. Il materiale incandescente continuava a emergere dalle viscere della Terra attraverso le profonde spaccature. Il raffreddamento della crosta e la diminuzione delle eruzioni vulcaniche crearono immense nuvole cariche di pioggia. L’acqua che si riversò sulla Terra diede origine agli oceani. Quando si diradarono le piogge, dalle acque cominciarono a emergere le terre, che sembravano grandi isolotti. L’atmosfera si arricchì di ossigeno e si formò uno strato di ozono che sarebbe stato indispensabile per proteggere le future forme di vita dai raggi ultravioletti del Sole.

La Terra inizialmente era una massa di materia incandescente.

Nel corso del tempo la superficie cominciò a raffreddarsi e a solidificarsi: si formò così la crosta terrestre. Materiale incandescente continuava a fuoriuscire dalle spaccature.

Il raffreddamento della crosta e la diminuzione delle eruzioni vulcaniche crearono nuvole cariche di pioggia che, riversandosi sulla Terra, diedero origine agli oceani.

Le piogge diminuirono ed emersero le terre. Grazie all’ossigeno, si formò uno strato di ozono indispensabile per proteggersi dai raggi ultravioletti del Sole.

Rispondi sul quaderno.

• A che cosa serve l’ozono?

• Come si formarono gli oceani?

• Come si formò la crosta terrestre?

• Come era la Terra inizialmente?

• Che cosa fuoriusciva dalla crosta terrestre?

Ora tocca a te! Riassumi il testo tenendo conto che le informazioni fornite dalle parti evidenziate sono indispensabili.

I dinosauri erano rettili che nell’Era secondaria popolavano tutti gli ambienti del nostro pianeta: la terra, i mari e l’aria.

Erano di dimensioni molto varie. Alcuni erano piccoli (delle dimensioni di un pollo) e veloci, altri grandi (fino a 30 metri di lunghezza) e lenti. Si differenziavano anche per l’alimentazione e le abitudini: alcuni erano erbivori, altri carnivori; alcuni vivevano in gruppi, altri erano solitari. I resti fossili ci permettono di ricostruire solo alcuni aspetti dei dinosauri. Non possiamo sapere se emettevano suoni, di che colore erano, in quale modo cacciavano; è persino difficile distinguere dai resti un maschio da una femmina. Dalle orme che hanno lasciato è stato possibile però stabilire con sicurezza che alcuni erano bipedi, altri camminavano su quattro zampe, altri alternavano le due andature.

Sul quaderno, crea una tabella con le caratteristiche dei dinosauri: dimensioni, alimentazione, abitudini, andature.

8 FARE MAPPE O SCHEMI

Per comprendere meglio un testo puoi realizzare delle mappe o degli schemi

Vuoi provare? Osserva prima l’esempio. Leggi il testo che parla dei nomi, poi guarda come viene trasformato in mappa.

I nomi sono parole che hanno la funzione di indicare ciò che ci circonda. I nomi possono indicare persone, cose o animali. Le “cose” comprendono anche i vegetali, i sentimenti, gli ambienti e i fenomeni atmosferici.

Il nome comune indica una persona, un animale o una cosa in generale e si scrive con la lettera minuscola. Il nome proprio indica come si chiama una persona, un animale o una cosa e si scrive con la lettera maiuscola.

I nomi di persona e di animale possono essere di genere maschile o di genere femminile.

Il nome può essere singolare, quando indica una sola persona, animale o cosa. Può essere plurale quando indica più persone, animali o cose.

Può anche essere invariabile quando ha la stessa forma sia per il singolare sia per il plurale.

Gruppo Ricerca e Sperimentazione

Didattica, Nuvola 3, La Spiga

Indicano ciò che ci circonda.

I NOMI

• di persona

• di animale

• di cosa

• propri

Possono essere:

• comuni

• maschili

• femminili

Sul quaderno, prova a trasformare la mappa in uno schema. Puoi vedere un esempio di schema sulla pagina successiva.

• singolari

• plurali

• invariabili

Ora tocca a te! Leggi il testo, poi completa la mappa osservando i colori.

II verbi indicano le azioni compiute o subite da persone, animali o cose. Il verbo è formato da una radice, che indica il significato del verbo, e da una desinenza, che indica chi compie l’azione e se l’azione avviene nel presente, nel passato o nel futuro.

I verbi si suddividono in tre gruppi in base alla desinenza all’infinito.

Possiamo avere quindi i verbi che appartengono alla prima coniugazione con desinenza in -are, quelli che appartengono alla seconda coniugazione con desinenza in -ere e infine quelli che appartengono alla terza coniugazione con desinenza in -ire.

Gruppo Ricerca e Sperimentazione Didattica, Nuvola 3, La Spiga

Indicano: Si suddividono in: 1a 2a 3a

Sono formati da: • • I VERBI con desinenza con desinenza con desinenza

Prova a ripetere ad alta voce seguendo lo schema.

I verbi azioni compiute o subite da persone, animali o cose radice: il significato del verbo desinenza: chi compie l’azione e il tempo tre gruppi: 1a -are 2a -ere 3a -ire

9 ILLUSTRARE

Illustrare alcuni elementi del testo può esserti utile per comprenderlo meglio.

Vuoi provare? Osserva prima l’esempio. Leggi con attenzione il problema di matematica.

Per una festa vengono acquistate 8 confezioni di acqua minerale.

In ogni confezione ci sono 6 bottiglie di acqua.

Quante bottiglie di acqua vengono acquistate?

• Illustriamo 1 confezione di acqua.

Se visualizzi questo dato del problema, ti sarà più semplice capire quale operazione devi eseguire, visto che sai che le confezioni consegnate sono 8.

Ora prova tu. Leggi il testo e decidi che cosa illustrare.

Per realizzare un cartellone Leo e Lucia hanno a disposizione 2 barattoli di pennarelli.

In ogni barattolo ci sono 12 pennarelli.

Quanti pennarelli hanno Leo e Lucia?

• Illustro

Ora prova a risolvere i problemi sul quaderno. Ti risulta più semplice?

10 FARE UNA SCALETTA

Fare una scaletta significare elencare tutte le sequenze che sono necessarie per comprendere un testo.

Vuoi provare? Osserva prima l’esempio.

Testo

Per verificare se una divisione è corretta, fai la prova con l’operazione inversa, cioè la moltiplicazione.

Moltiplica il quoto per il divisore e ottieni il dividendo.

Se la divisione ha resto, moltiplica il quoziente per il divisore, poi aggiungi il resto.

Scaletta

• Per verificare se una divisione è corretta, fai la moltiplicazione.

• Moltiplica il quoto per il divisore e ottieni il dividendo.

• Se la divisione ha resto, moltiplica il quoziente per il divisore.

• Aggiungi il resto.

Ora prova tu! Leggi il testo e completa la scaletta.

Testo

L’addizione è l’operazione che ci permette di mettere insieme due o più quantità o di aggiungere una quantità a un’altra. Il segno è + e si legge più. I termini sono: addendo, addendo, somma o totale.

Scaletta

• L’addizione

• Il segno

• I termini

ARRIVEDERCI

BAMBINE

! ARRIVEDERCI BAMBINI !

Eccoci alla fine di questo incredibile viaggio durato tre anni!

Siamo un po’ tristi perché ora ci lasceremo, ma anche tanto felici perché insieme abbiamo CONOSCIUTO un sacco di cose belle!

E lo abbiamo fatto DIVERTENDOCI… che è il modo migliore per imparare e RICORDARE !

Noi ci ricorderemo di sicuro di tutti e tuttE voi! Fate altrettanto! Il nostro Parco è sempre aperto!

Responsabile editoriale: Mafalda Brancaccio

Redazione: Gaia La Magra, Nadia Negri

Responsabile di produzione: Francesco Capitano

Progetto grafico e impaginazione: A come Ape di Alessia Zucchi

Supervisione grafica: Carmen Fragnelli

Illustrazioni: Francesca Galmozzi, Daisy Ingrosso, Manuela Leporesi, Lucia Mongioj, Sara Ugolotti

Copertina: A come Ape di Alessia Zucchi

Ricerca iconografica: Paola Rainaldi

Referenze iconografiche: Shutterstock

Stampa: Tecnostampa – Pigini Group Printing Division Loreto – Trevi 25.84.022.0

Per esigenze didattiche i testi sono stati quasi tutti ridotti e/o adattati. L’editore è a disposizione degli aventi diritto tutelati dalla legge per eventuali e non volute omissioni o errori di attribuzione.

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Produrre un testo scolastico comporta diversi e ripetuti controlli a ogni livello, soprattutto relativamente alla correttezza dei contenuti. Ciononostante, a pubblicazione avvenuta, è possibile che errori, refusi, imprecisioni permangano. Ce ne scusiamo fin da ora e vi saremo grati se vorrete segnalarceli al seguente indirizzo: redazione@elionline.com

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EquiLibri • Progetto Parità è un percorso intrapreso dal Gruppo Editoriale ELi, in collaborazione con l’Università di Macerata, per promuovere una cultura delle pari opportunità rispettosa delle differenze di genere, della multiculturalità e dell’inclusione.

Si tratta di un progetto complesso e in continuo divenire, per questo ringraziamo anticipatamente il corpo docente e coloro che vorranno contribuire con i loro suggerimenti al fine di rendere i nostri testi liberi da pregiudizi e sempre più adeguati alla realtà.

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Una serie di otto cartoni animati con simpatici personaggi attraverso i quali educare i bambini e le bambine al benessere psico-fisico e in particolare a una corretta alimentazione.

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