Prontuario_regole e formule 3

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P R O NT U A R I O Regole di

ITALIANO e MATEMATICA con

INGLESE

3


i n dic e mate matica Il valore posizionale delle cifre___________________________________________ L’addizione____________________________________________________________ La sottrazione_________________________________________________________ La moltiplicazione______________________________________________________ La tavola pitagorica____________________________________________________ La divisione___________________________________________________________ Moltiplicazioni e divisioni per 10, 100, 1000_________________________________ Le frazioni_____________________________________________________________ Frazioni decimali e numeri decimali_______________________________________ Rette, semirette, segmenti______________________________________________ Gli angoli_____________________________________________________________ Simmetria e traslazione_________________________________________________ I poligoni_____________________________________________________________ Perimetro e area_______________________________________________________ Le unità di misura convenzionali__________________________________________ Peso lordo, peso netto, tara______________________________________________ Il problema: i dati______________________________________________________ La domanda: le parole chiave____________________________________________ Le domande___________________________________________________________

4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22

ITA LIANO C, G, SC_______________________________________________________________ QU, CU, CQU__________________________________________________________ Le sillabe______________________________________________________________ L’accento e l’apostrofo__________________________________________________ L’uso dell’H____________________________________________________________ La punteggiatura_______________________________________________________ Il discorso diretto e il discorso indiretto____________________________________ Il nome_______________________________________________________________ I nomi primitivi e derivati________________________________________________ I nomi alterati • I nomi composti e collettivi________________________________ Gli articoli_____________________________________________________________ Le preposizioni_________________________________________________________ Gli aggettivi qualificativi • Gli aggettivi possessivi___________________________ I verbi________________________________________________________________ L’avverbio_____________________________________________________________ La frase minima e le espansioni__________________________________________ La produzione di un testo________________________________________________ La progettazione di un testo • La struttura del testo_________________________ Come si scrive un testo__________________________________________________

24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42

ING LE SE ________________________________________________________ 43


matematica REGOLE DI:

aritmetica

contare senza errori

relazioni e misure capire i collegamenti

spazio e figure osservare e interpretare

problemi

3


Nu m er i

IL VALORE POSIZIONALE DELLE CIFRE

Il nostro sistema di numerazione è: p osizionale perché le cifre hanno un valore diverso a seconda del posto che occupano nel numero; d ecimale perché le quantità si raggruppano per gruppi di 10. migliaia

centinaia

decine

unità

k

h

da

u

1 u = 1 1 da = 10 1 h = 100 1 k = 1000 1 k = 10 h = 100 da = 1000 u er leggere un numero intero di 4 cifre, si legge P la parte delle migliaia, si dice la parola “mila”, poi si legge il numero formato dalle ultime 3 cifre. 9865 mila 9 865 nove mila ottocentosessantacinque Le cifre sono: 0, 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9. I numeri sono infiniti e sono formati da cifre: ad esempio, 6708 è un numero formato dalle cifre 6, 7, 0, 8.

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Nu m er i

L’ADDIZIONE 3245 + 727 + 5516 = 9488

k h da u 2 14 5 + 7 2 7+ 5 5 1 6= ––––––––– 94 8 8 13

addendi somma o totale

+ +

er eseguire la prova dell’addizione, si cambia l’ordine P degli addendi. Se il risultato delle due addizioni è uguale l’operazione è giusta. ADDIZIONE

PROVA

k h da u 4 5 7 8+ 3 1 3 2= ––––––––– 7 7 1 0

k h da u 3 1 3 2+ 4 5 7 8= ––––––––– 7 7 1 0

L’addizione è sempre possibile.

ggiungendo 0 a un numero, il numero non cambia. A Il numero 0 è detto elemento neutro dell’addizione. 15 + 0 = 15 L ’addizione si può eseguire solo tra elementi dello stesso tipo.

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Nu m er i

LA SOTTRAZIONE 5900 – 3742 = 2158

k h da u 58 9 90 1 0 – 3 7 4 2= –––––––––– 2 1 5 8

minuendo sottraendo resto o differenza

er eseguire la prova della sottrazione, si esegue P un’addizione. Al risultato si aggiunge il sottraendo. Se il risultato dell’addizione è uguale al minuendo, l’operazione è giusta. SOTTRAZIONE

PROVA (addizione)

h da u 5 7 4– 2 6 1= ––––––– 3 1 3

h da u 3 1 3+ 2 6 1= ––––––– 5 7 4

on i numeri naturali la sottrazione è possibile C solo quando il minuendo è maggiore del sottraendo.

ogliendo 0 a un numero, il numero non cambia. T Il numero 0 è detto elemento neutro della sottrazione. 11 – 0 = 11 L a sottrazione si può eseguire solo tra elementi dello stesso tipo.

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Nu m er i

LA MOLTIPLICAZIONE Con il moltiplicatore di una cifra 12 x 5 = 60

Con il moltiplicatore di due cifre 12 x 23 = 276

da u 1 2x 1 5= ––––– 6 0

h da u 1 2 x 2 3= ––––– 3 6 2 4 0 ––––––– 2 7 6

moltiplicando (1° fattore) moltiplicatore (2° fattore) prodotto

prodotto parziale zero segnaposto prodotto

er eseguire la prova della moltiplicazione, si cambia P l’ordine dei fattori. Se il risultato finale di entrambe le moltiplicazioni è uguale, l’operazione è giusta. MOLTIPLICAZIONE k h da u 7 8x 1 6= –––––––– 4 6 8 7 8 0 –––––––––– 1 2 4 8

PROVA k h da u 1 6x 7 8= –––––––– 1 2 8 1 1 2 0 –––––––––– 1 2 4 8

La moltiplicazione si può eseguire con qualsiasi numero. Moltiplicando un numero per 0, si ottiene 0.

5x0=0

oltiplicando un numero per 1, si ottiene il numero stesso. M Nella moltiplicazione l’1 è l’elemento neutro. 5 x 1 = 5

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Nu m er i

la tavola pitagorica

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X

0

1

2

3

4

5

6

7

8

9

10

0

0

0

0

0

0

0

0

0

0

0

0

1

0

1

2

3

4

5

6

7

8

9

10

2

0

2

4

6

8

10

12

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16

18

20

3

0

3

6

9

12

15

18

21

24

27

30

4

0

4

8

12

16

20 24 28 32 36 40

5

0

5

10

15

20

25

6

0

6

12

18

24 30 36 42 48 54 60

7

0

7

14

21

28

8

0

8

16

24

32 40 48 56 64 72 80

9

0

9

18

27

36 45

10

0

10

20 30 40 50 60 70 80 90 100

35

30 35 40 45

50

42 49 56 63 70 54 63

72

81

90


Nu m er i

dividendo

LA DIVISIONE

divisore

36 : 5 = 7 resto 1

quoziente

er eseguire la prova della divisione, si esegue P una moltiplicazione: si moltiplica il quoziente per il divisore e al risultato si aggiunge il resto. Se il risultato finale è uguale al dividendo, l’operazione è giusta. PROVA DIVISIONE 2 2x 8= 179 : 8 = 22 ––––––– 1 7 6 19 3 1 7 6+ 3= ––––––– 1 7 9

ividendo un numero per 1, si ottiene il numero stesso. D 17 : 1 = 17

ividendo un numero per se stesso, si ottiene sempre 1. D 17 : 17 = 1 Quando il dividendo è 0, il risultato è sempre 0.

0:7=0

ividere un numero per zero è impossibile. D 7 : 0 = impossibile oltiplicazioni e divisioni sono operazioni inverse: M la moltiplicazione può essere usata come prova della divisione. 55 : 5 = 11 Prova: 11 x 5 = 55

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Nu m er i

MOLTIPLICAZIONI e divisioni PER 10, 100, 1000 oltiplicare un numero per 10, 100, 1000 M vuol dire aumentare rispettivamente di 10, 100, 1000 volte il suo valore.

er moltiplicare per 10, si aggiunge P uno zero al moltiplicando. 7 x 10 = 70

er moltiplicare per 100, si aggiungono P due zeri al moltiplicando. 7 x 100 = 700

er moltiplicare per 1000, si aggiungono P tre zeri al moltiplicando. 7 x 1000 = 7000 ividere un numero per 10, 100, 1000 D vuol dire diminuire rispettivamente di 10, 100, 1000 volte il suo valore. er dividere per 10, 100, 1000 P si devono togliere rispettivamente 1, 2, 3 zeri dal dividendo partendo dallo zero delle unitĂ .

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Nu m er i

LE FRAZIONI Frazionare significa dividere in parti uguali.

NON è una frazione.

È una frazione. gni parte di un intero diviso O in parti uguali si chiama unità frazionaria.

1 ––– 6

numeratore (indica quante parti sono state considerate) 3 ––– 4

linea di frazione (divide il numeratore dal denominatore)

denominatore (indica in quante parti uguali è stato diviso l’intero) L a frazione complementare è quella frazione che, unita alla frazione data, forma l’intero. 3 5 2 ––– + ––– = ––– 5 5 5

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Nu m er i

FRAZIONI DECIMALI E NUMERI DECIMALI L e frazioni decimali sono frazioni che hanno come denominatore 10, 100, 1000… L e frazioni decimali possono essere trasformate in numeri decimali. Nei numeri decimali si mette la virgola dopo le unità per separare la parte intera da quella decimale. parte intera parte decimale 6 ––– = 0,6 10 Parte intera

k 1

12

h 2

da 3

u 7

,

Parte decimale

d 8

c 1


Sp azi o e fig ure

RETTE, SEMIRETTE, SEGMENTI L a retta è una linea che non cambia mai direzione ed è infinita. L a semiretta è una linea che non cambia mai direzione, ha un inizio, ma non una fine. I l segmento è una linea che non cambia mai direzione, ha un inizio e una fine. Retta

Semiretta

Segmento

Verticale Orizzontale Obliqua/o

Le rette possono essere: p erpendicolari: incontrandosi, formano quattro angoli retti.

p arallele: mantengono sempre la stessa distanza e, di conseguenza, non si incontrano mai.

i ncidenti: incontrandosi, formano due angoli ottusi e due angoli acuti.

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Sp azi o e fig ure

GLI ANGOLI

L ’angolo è la parte di spazio compresa tra due semirette che hanno la stessa origine. Le semirette sono i lati dell’angolo. ampiezza lato vertice L ’ampiezza degli angoli si misura in gradi. Lo strumento per misurare l’ampiezza degli angoli è il goniometro.

Attenzione! L’ampiezza di un angolo NON dipende dalla lunghezza dei lati.

Un angolo può essere:

acuto: misura meno di 90°

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retto: misura 90°

ottuso: misura più di 90°


Sp azi o e fig ure

SIMMETRIA E TRASLAZIONE L ’asse di simmetria è una retta che divide la figura in due metà che si sovrappongono piegando la figura lungo l’asse stesso. L’asse di simmetria può essere:

verticale

orizzontale

obliquo

Ogni figura può avere 0, 1, 2 o più assi di simmetria.

NON ha assi di simmetria.

Ha 4 assi di simmetria.

L a traslazione è lo spostamento di una figura su un piano. La freccia che indica lo spostamento si chiama vettore di traslazione.

vettore

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Sp azi o e fig ure

I POLIGONI I poligoni sono figure piane delimitate da una linea chiusa spezzata semplice. Il vertice è il punto in cui si incontrano due lati. Il lato è uno dei segmenti che chiudono il poligono. L’angolo è la parte di spazio compreso tra due lati. L’altezza è il segmento che parte da un vertice e cade perpendicolarmente sul lato opposto. La diagonale è il segmento che unisce due lati non consecutivi. diagonale

angolo

altezza lato

vertice I poligoni si possono classificare in base al numero dei lati. 3 lati triangolo 4 lati quadrilatero 5 lati pentagono 6 lati esagono 7 lati ettagono 8 lati ottagono 9 lati ennagono 10 lati decagono I poligoni regolari hanno tutti i lati e tutti gli angoli uguali.

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Sp azi o e fig ure

PERIMETRO E AREA I l perimetro è la misura del contorno di una figura piana. Per calcolare il perimetro di un poligono si devono sommare le misure dei lati.

L ’area è la misura della superficie di una figura piana. Per calcolare l’area non si possono utilizzare le misure lineari, ma occorre usare come unità di misura una figura piana.

ATTENZIONE A NON CONFONDERE MAI PERIMETRO E AREA!

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100 m

10 m

decametro dam 1m

metro m 0,1 m

decimetro dm

10 l

decalitro dal 1l

l

litro 0,1 l

decilitro dl 0,01 l

centilitro cl 0,001 l

millilitro ml

0,01 m

0,001 m

centimetro millimetro cm mm

1g

grammo g

1000 kg

0,1 g

0,01 g

10 kg

decigrammo centigrammo dg cg

100 kg

0,001 g

milligrammo mg

1 kg • 1000 g

0,1 kg • 100 g

0,01 kg • 10 g

Megagrammo (quintale) (miriagrammo) chilogrammo ettogrammo decagrammo Mg kg hg dag

Il chilogrammo è l’unità fondamentale delle misure di peso (o massa). Anche il grammo ha i suoi sottomultipli.

100 l

ettolitro hl

Il litro è l’unità fondamentale delle misure di capacità.

1000 m

chilometro ettometro km hm

Il metro è l’unità fondamentale delle misure di lunghezza.

M isu re

LE UNITà DI MISURA CONVENZIONALI


M isu re

PESO LORDO, PESO NETTO, TARA

peso netto peso del contenuto

+

tara peso del contenitore vuoto

=

peso lordo peso totale del contenitore con la merce

peso netto + tara = peso lordo peso lordo – tara = peso netto peso lordo – peso netto = tara Attenzione! Per eseguire operazioni tra pesi, questi devono ­essere sempre espressi nella stessa unità di misura. Se non lo sono, bisogna fare un’equivalenza. Fare un’equivalenza significa esprimere la stessa lunghezza, la stessa capacità o lo stesso peso con una diversa unità di misura. 1 dam = 10 m

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Prob lem i

IL PROBLEMA: i dati I dati

I dati del problema sono le informazioni numeriche contenute nel problema. Per risolvere un problema devi riconoscere i dati utili per rispondere alla domanda.

I dati inutili

alvolta nel testo ci sono dati numerici che non servono T per risolvere il problema: sono i dati inutili. Li puoi individuare leggendo con attenzione il testo e chiedendoti: “Questo dato mi serve per rispondere alla domanda?”.

I dati nascosti

alvolta i dati non sono espressi chiaramente, ma possono T essere individuati. Sono “nascosti” in alcune parole che indicano quantità (doppio, mese, dozzina, paio, decina…).

Per capire il problema devi: evidenziare i dati utili (espliciti o nascosti); trascriverli; spiegare che cosa indicano. Il pasticciere Pino ha comperato 6 (dato utile) dozzine (dato nascosto) di uova per fare 20 (dato inutile) torte. Quante uova ha comperato in tutto? Dati utili 6 = numero delle dozzine di uova acquistate dozzina = 12

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Prob lem i

LA DOMANDA: LE PAROLE CHIAVE alvolta nella domanda ci sono delle parole chiave T che ti aiutano a individuare l’operazione da eseguire. Addizione Quanto in tutto? Quanto complessivamente? Sottrazione Quanto è rimasto? Quanto in più? Quanto in meno? Qual è la differenza? Quanto manca? Quanto di resto? Moltiplicazione Quanto in tutto? Quanto complessivamente? Attenzione: le domande della moltiplicazione possono essere uguali a quelle dell’addizione! Divisione Quanto a ciascuno? Quanti in ciascun gruppo? Quanti gruppi si possono fare?

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Prob lem i

LE DOMANDE lcune volte nel problema puoi trovare due A o anche più domande.

Per rispondere alle domande: a volte sono sufficienti i dati contenuti nel testo; altre volte occorre utilizzare un dato trovato rispondendo alla prima domanda, come nell’esempio: Una signora ha comperato 6 confezioni di merendine. Ciascuna confezione contiene 8 merendine. Dopo una settimana sono rimaste 25 merendine. Quante merendine ha comperato la signora? Quante merendine sono state mangiate? volte per rispondere alla domanda del problema A non sono sufficienti i dati contenuti nel testo, ma occorre trovare un’informazione, che può essere, però, ricavata rispondendo a una domanda “nascosta”. Nel pollaio di Ida le 12 galline hanno deposto 3 uova ciascuna. Ida le raccoglie e le sistema in un cesto dove c’erano già altre 9 uova. Quante uova ci sono ora nel cesto? Con i dati a disposizione non puoi rispondere alla domanda. Prima occorre trovare quante uova sono state deposte dalle galline. La domanda nascosta è: Quante uova sono state deposte?

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italiano REGOLE DI: AFIA e R G O rol a ORT p e

o

re l rrett e v i scr odo co in m

MORFOLOGIA

che cosa sono e come cambiano le parole

SINTASSI

la funzione delle parole nella frase

produzione

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Orto grafi a

C, g, sc

C e G hanno: suono dolce quando sono seguite da E ed I (CE, CI, GE, GI); s uono duro quando sono seguite da A, O, U (CA, CO, CU, GA, GO, GU); s uono duro quando prima di E e I c’è l’H (CHE, CHI, GHE, GHI).

Le parole che terminano in CIA oppure GIA al plurale fanno: C IE, GIE se prima di CIA, GIA c’è una vocale; C E, GE se prima di CIA, GIA c’è una consonante. Non sono molte le parole che contengono i suoni CIE o GIE. Ad esempio: CIE: cielo, cieco, superficie, specie, deficienza, sufficienza, sufficiente, efficienza, braciere, artificiere, paciere, pasticciere, insufficienza, insufficiente, crociera, società, socievole. GIE: igiene, igienico, effigie. S CE si scrive sempre senza la I, tranne nelle parole usciere, scie, scienza, coscienza e loro derivati (scienziato, scientifico, coscienzioso, coscienziosamente, incoscienza, incosciente…).

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Orto grafi a

QU, CU, CQU Il gruppo QU è seguito sempre da una vocale. I l gruppo CU è seguito da una consonante. Ci sono alcune parole che fanno eccezione: cuore, cuoco, scuola, cuoio, scuoiare, cui, circuito, innocuo, arcuato, percuotere, scuotere, promiscuo, cuocere, cospicuo…

I l suono CCU si trova solo nella parola taccuino. Il suono QQU si trova solo nella parola soqquadro. Il suono CQU si trova: nella parola acqua e nei suoi derivati; nei verbi acquistare e acquisire, nelle parole acquisto, acquirente; in piacque, nacque, giacque.

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Orto grafi a

LE SILLABE

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La sillaba può essere formata da: una sola vocale (a / ce / ro); due o più vocali (uo / mo) una consonante e una vocale (ta / vo / lo) due o più consonanti e una vocale (a / strat / to) La divisione in sillabe segue queste regole: le consonanti doppie si dividono sempre: cap / pel / lo; le parole che contengono MB e MP si dividono in sillabe così: bam / bi / no; nel gruppo CQU la C si divide sempre dalla Q: ac / quaz / zo / ne; i suoni complessi BL, CL, FL, PL, BR, CR, DR, FR, GR, PR, TR non si dividono mai: ca / pri / no; i gruppi GNA, GNE, GNI, GNO, GNU, GLI, CHE, CHI, GHE, GHI, SCA, SCO, SCU, SCHE, SCHI, SCE, SCI non si dividono mai; la S non si divide mai dalla consonante che la segue: ri / spo / sta.


Orto grafi a

L’ACCENTO e L’APOSTROFO L ’accento indica la sillaba su cui cade la voce e che viene pronunciata con maggior forza. Accento sì

Accento no

è (verbo essere)

e (congiunzione)

dà (verbo dare)

da (preposizione)

dì (nome, parte del giorno)

di (preposizione)

là (avverbio)

la (articolo, pronome, nota musicale)

lì (avverbio)

li (pronome)

né (congiunzione)

ne (avverbio e particella pronominale)

sé (pronome)

se (congiunzione e particella pronominale)

sì (affermazione)

si (pronome e nota musicale)

tè (nome, bevanda)

te (pronome)

L ’apostrofo indica la caduta di una vocale o di una sillaba.

avanti alle parole che cominciano con vocale, D l’apostrofo è obbligatorio: negli articoli LO e LA e nelle preposizioni articolate; negli aggettivi QUELLO, BELLO, SANTO, ALCUNA, NESSUNA; con CI e NE.

L ’apostrofo è obbligatorio con: PO’, quando significa “poco”, DA’ quando significa “dai”, DI’ quando significa “dici”, FA’ quando significa “fai”, STA’ quando significa “stai”, VA’ quando significa “vai”.

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Orto grafi a

L’USO DELL’H H O, HAI, HA, HANNO si scrivono con l’H quando sono voci del verbo avere. Indicano: il possesso di qualcosa; una sensazione. Sono ausiliari di altri verbi, cioè servono per formare il tempo passato prossimo.

L’H NON si usa con: O (congiunzione) con significato di “oppure”. AI (preposizione) quando risponde alle domande: a chi? a che cosa? dove? quando? A (preposizione) quando risponde alle domande: a chi? a che cosa? dove? quando? a fare che cosa? come? ANNO (nome) quando indica un periodo di tempo.

L’H si usa nelle esclamazioni: Oh! Ahi! Ah! Ahimè! Uh! Ehi! Ohimè! Ahia!

AHIA!

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Orto grafi a

LA PUNTEGGIATURA L a punteggiatura serve a dare intonazione nella lettura e a segnare le pause del discorso. Segno

Nome

Quando si usa

Da ricordare

.

Punto

,

Indica una pausa lunga. Si usa per ­separare due frasi.

Dopo il punto ci vuole la lettera ­maiuscola.

Virgola

:

Indica una pausa breve. Si usa negli elenchi.

Dopo la virgola ci vuole la lettera minuscola.

Due punti

“” «» –

Si trovano sempre prima di un elenco o di una ­spiegazione e i­ ntroducono il ­discorso diretto.

Dopo i due punti ci vuole la lettera minuscola, tranne quando c’è la punteggiatura del discorso diretto.

Virgolette

Si usano per aprire e chiudere il ­discorso diretto.

Dopo le virgolette o la lineetta ci vuole la lettera maiuscola.

-

?

!

Lineetta Trattino

Si usa per unire due parole legate tra loro e per ­dividere una parola quando si va a capo.

Si mette al termine Punto interrogativo delle frasi che e ­ sprimono una d ­ omanda. Punto esclamativo

Si usa alla fine di frasi che esprimono meraviglia, ­stupore, sorpresa.

Dopo il punto interrogativo ci vuole la lettera maiuscola. Dopo il punto esclamativo ci vuole la lettera maiuscola.

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Orto grafi a

IL DISCORSO DIRETTO e IL DISCORSO INDIRETTO I l discorso diretto riporta esattamente le parole pronunciate dai personaggi. Il discorso diretto è evidenziato da questi segni di punteggiatura: : “................” : «................» : – ................ I l discorso indiretto non riporta le parole pronunciate dai personaggi, ma spiega ciò che è stato detto. I l discorso indiretto è introdotto dai verbi dire, esclamare, chiedere, domandare, rispondere, ribattere…, con le parole di collegamento DI, SE, CHE.

Nel discorso indiretto cambiano: la persona del verbo; i pronomi e gli aggettivi possessivi; gli aggettivi dimostrativi e gli avverbi. Discorso diretto Mio fratello mi ha chiesto: “Mi presti il pallone?” Federica domanda: «È tuo questo ombrello nel portaombrelli?» Io le ho risposto: – No, quell’ombrello non è mio.

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Discorso indiretto

Mio fratello mi ha chiesto di prestargli il pallone. Federica mi domanda se l’ombrello nel portaombrelli è mio.

Io le ho risposto

che non era il mio ombrello.


Mo rfo log ia

IL NOME I nomi indicano le persone, gli animali, le cose. Le cose comprendono anche le piante, i sentimenti, le sensazioni, gli ambienti, i fenomeni atmosferici.

Il nome può essere: c omune, se indica una persona, un animale, una cosa in generale: in questo caso si scrive con la lettera minuscola; p roprio, se indica il nome di una persona, di un animale, di una cosa: in questo caso si scrive con la lettera maiuscola. Il nome può essere: generale, se indica un gruppo di elementi (fiore); specifico, se indica un elemento particolare (margherita). Il nome può essere: concreto, se indica qualcosa che è percepibile con i sensi; a stratto, se indica qualcosa che non è percepibile con i sensi, come sentimenti, stati d’animo, concetti, virtù. Il nome può essere di genere: maschile (maestro); femminile (maestra); comune (insegnante). Il nome può essere: s ingolare, quando indica una sola persona, un solo animale, una sola cosa; p lurale, quando indica più persone, più animali, più cose.

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Mo rfo log ia

i nomi primitivi e derivati U n nome è primitivo quando non deriva da nessun altro nome. Dai nomi primitivi si formano i nomi derivati, alterati, composti. U n nome è derivato quando deriva da un nome primitivo, rispetto al quale ha un significato diverso. Nome primitivo

Nome derivato

fiore

fioriera

Per formare un nome derivato occorre aggiungere al nome primitivo una delle seguenti particelle: aio eria iere iera ile ista aro dis anza

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biglietto bigliettaio orologio orologeria pane paniere sale saliera ponte pontile giornale giornalista monte montanaro funzione disfunzione cittadino cittadinanza


Mo rfo log ia

I NOMI ALTERATI U n nome è alterato quando si riferisce a persone, animali o cose grandi, piccole, graziose, brutte… l l nome alterato si ottiene aggiungendo al nome il suffisso adatto. I falsi alterati, pur terminando come i nomi alterati, sono in realtà nomi primitivi e, quindi, non alterati (bottino, ­bottone…). Alterato Diminuitivo

Suffisso

Nome

ello, ino, etto, icciolo

bambinello, tavolino, libretto, porticciolo

Vezzeggiativo

uccio, olo, otto

cavalluccio, figliolo, orsacchiotto

Accrescitivo

one, accione, acchione

gattone, omaccione, mattacchione

Dispregiativo

accio, astro, ucolo, uncolo, iciattolo

ragazzaccio, medicastro, poetucolo, mostriciattolo

I NOMI COMPOSTI E COLLETTIVI I nomi composti sono formati dall’unione di due o più parole: cassaforte, passaporto… I nomi collettivi sono nomi che, anche al singolare, indicano un insieme di elementi della stessa specie: tribù, mandria, pinacoteca… Se il nome collettivo è al singolare, il verbo deve essere al singolare: il branco di gnu attraversò il fiume.

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Mo rfo log ia

GLI ARTICOLI

L ’articolo è la parola che precede il nome. L’articolo può essere: determinativo; indeterminativo. li articoli determinativi indicano con precisione G persone, animali, cose, il loro genere e il loro numero. Singolare

Plurale

Maschile

il, lo

i, gli

Femminile

la

le

Gli articoli determinativi lo e la si apostrofano davanti ai nomi che iniziano per vocale. Gli articoli lo e gli si usano davanti ai nomi maschili che iniziano per GN, PN, PS, X, Y, Z e S seguita da consonante. li articoli indeterminativi indicano un nome in modo G indeterminato e ne segnalano il genere. Singolare

Maschile

un, uno

Femminile

una

L’articolo indeterminativo una si apostrofa davanti ai nomi femminili che iniziano per vocale. L’articolo uno si usa davanti ai nomi maschili che iniziano per GN, PN, PS, X, Y, Z e S seguita da consonante. L’articolo uno NON si apostrofa mai.

34


Mo rfo log ia

LE PREPOSIZIONI L e preposizioni si usano per collegare le parole di una frase e per stabilirne le relazioni.

Le preposizioni possono essere: semplici: sono di, a, da, in, con, su, per, tra, fra; a rticolate: sono formate dalla preposizione semplice + l’articolo. il

lo

la

i

gli

le

di

del

dello

della

dei

degli

delle

a

al

allo

alla

ai

agli

alle

da

dal

dallo

dalla

dai

dagli

dalle

in

nel

nello

nella

nei

negli

nelle

su

sul

sullo

sulla

sui

sugli

sulle

35


Mo rfo log ia

GLI AGGETTIVI QUALIFICATIVI

G li aggettivi qualificativi specificano le caratteristiche del nome e con questo concordano nel genere e nel numero. Gli aggettivi qualificativi possono essere di grado: p ositivo, quando esprimono semplicemente la qualità del nome (bello); comparativo, quando con l’aggettivo si vuole esprimere un paragone tra due elementi: di maggioranza (più bello di…); di minoranza (meno bello di…); di uguaglianza (bello come…, tanto bello quanto…); superlativo, quando esprimono la qualità del nome a livello massimo (bellissimo, super bello).

GLI AGGETTIVI POSSESSIVI G li aggettivi possessivi accompagnano il nome e indicano a chi appartiene una cosa, un animale, una persona. Aggettivi possessivi Maschile

Persona mio

Plurale

miei

Singolare mia

mie

tu

tuo

tuoi

tua

tue

egli (lui/lei)

suo

suoi

sua

sue

noi

nostro

nostri

nostra

nostre

voi

vostro

vostri

vostra

vostre

essi (loro)

loro

loro

loro

loro

io

Singolare

Femminile Plurale

Sono aggettivi possessivi anche PROPRIO e ALTRUI.

36


Mo rfo log ia

I VERBI I verbi indicano le azioni o un modo di essere del soggetto.

Per analizzare un verbo bisogna indicare: la coniugazione; il modo; il tempo; la persona.

uando i verbi sono espressi all’infinito hanno Q la desinenza in: - are (1ª coniugazione); - ere (2ª coniugazione); - ire (3ª coniugazione). I verbi essere e avere hanno coniugazione propria.

Il modo indica come l’azione si svolge. Il modo indicativo del verbo indica azioni certe, reali, già accadute, che stanno accadendo o che accadranno. I l tempo indica quando si svolge un’azione. I tempi del modo indicativo sono:

Tempi semplici presente

Tempi composti passato prossimo

passato remoto

trapassato remoto

imperfetto

futuro semplice

trapassato prossimo futuro anteriore

L a persona indica chi compie l’azione. Per indicare le persone dei verbi si usano i pronomi personali. Persona

1 2a 3a a

io

tu

Singolare

egli, ella, esso, essa

Plurale noi voi

essi, esse

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Mo rfo log ia

L’AVVERBIO G li avverbi servono per specificare meglio il significato di un verbo, di un aggettivo, di un altro avverbio. Sono invariabili perché non hanno né maschile né femminile né singolare né plurale.

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Possono essere: d i modo: velocemente, magicamente, bene, male… d i tempo: sempre, mai, ieri, oggi, adesso, domani… d i luogo: qui, qua, lì, là, su, giù, davanti, dietro, vicino, lontano… d i negazione: non, no, nemmeno…


Sintas si

LA FRASE minima e le espansioni L a frase è un insieme di parole che, messe in un giusto ­ordine, esprimono un messaggio di senso compiuto. Nella frase deve essere sempre presente il verbo (o predicato). A ogni verbo (predicato) corrisponde una frase. Il predicato indica: l’azione che compie il soggetto (Aldo dorme); c om’è o che cos’è il soggetto (Pinocchio è simpatico. Pinocchio è un burattino). Per individuare il predicato bisogna porsi le domande: che cosa fa? che cosa succede? Il soggetto è: la persona, l’animale o la cosa che compie l’azione (Aldo dorme); la persona, l’animale o la cosa di cui si parla (Pinocchio è simpatico. Pinocchio è un burattino). Per individuare il soggetto bisogna porsi la domanda: chi fa l’azione? La frase minima è composta dal predicato e dal soggetto. Le espansioni arricchiscono la frase minima. L ’espansione diretta risponde alle domande: chi? che cosa? Non è introdotta da alcuna preposizione.

L e espansioni indirette sono introdotte quasi sempre dalle preposizioni. Possono essere: di specificazione (di chi? di che cosa?); di tempo (quando?); di luogo (dove?); di modo (come?); di mezzo (con che cosa?).

39


Prod uz ion e

LA PRODUZIONE DI UN TESTO

Un testo si scrive per: comunicare i propri pensieri: Mi piacerebbe tanto avere un cagnolino. Anzi forse preferirei una cagnolina.

r accontare un’esperienza, cioè qualche cosa che ci è accaduto: L’anno scorso al mare abbiamo visto un cagnolino che si era perso. Io ho pensato che fosse stato abbandonato.

esprimere i nostri sentimenti, stati d’animo…: Ero molto triste e arrabbiato al pensiero che qualcuno l’avesse abbandonato.

escrivere una persona, un animale, una cosa, d un ambiente: Era un bel cagnolino bianco e nero. Aveva gli occhietti vispi e la coda ritta come le orecchie. Era sulla riva del mare, nella zona dove c’erano le barche colorate tirate sulla spiaggia.

n arrare storie vere o fantastiche: Jack, un cagnolino vispo e simpatico, quando voleva uscire, per farlo capire al suo padrone, entrava nel ripostiglio e gli portava il guinzaglio.

40


Prod uz ion e

La progettazione di UN TESTO

Queste sono le tappe che devi seguire per scrivere un testo: leggere il titolo che ti indica di quale argomento parlare; fare la lista delle idee che il titolo ti suggerisce; ordinare le idee in modo logico e cronologico.

Schema per progettare un testo Pensa all’argomento, cioè il tema che devi trattare. Elenca le idee che ti suggerisce il titolo. Scrivi una scaletta, cioè ordina in modo logico e cronologico ciò che intendi raccontare. Rileggi la scaletta.

LA STRUTTURA DEL TESTO

er rendere chiaro e comprensibile il testo, devi suddividere P in tre parti le idee che hai sistemato nella scaletta, seguendo questo ordine: introduzione: è la parte che ti serve per presentare l’argomento e per far capire di che cosa parlerai; svolgimento: è la parte in cui svilupperai i punti della tua scaletta, raccontando, facendo commenti, descrivendo; conclusione: è la parte in cui puoi inserire un tuo commento finale.

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Prod uz ion e

COME SI SCRIVE UN TESTO cco dei suggerimenti che ti possono aiutare per scrivere E un testo. Utilizza la scaletta per visualizzare tutte le idee che il titolo ti ha suggerito. Non saltare da un argomento all’altro, ma cerca di esporre i diversi punti utilizzando un ordine cronologico e logico.

Collega tra di loro le frasi utilizzando le parole che indicano la successione temporale o la successione logica.

Utilizza la punteggiatura in modo appropriato. Usa le virgole per le pause brevi, il punto fermo e il punto e virgola per le pause piĂš lunghe. Evita di scrivere frasi molto lunghe.

Utilizza termini appropriati e cerca di variare il lessico, evitando le ripetizioni. Il dizionario è uno strumento molto utile per ricercare i sinonimi.

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i n dic e

INGLESE

IO E LA MIA FAMIGLIA • ME AND MY FAMILY_________________ 44 LUI È, LEI È • HE IS, SHE IS_______________________________________ 45 I NUMERI • NUMBERS____________________________________________ 46 LE MATERIE SCOLASTICHE • SCHOOL SUBJECTS____________ 47 LE STAGIONI • SEASONS_______________________________________ 48 CHE COSA MI METTO? • WHAT CAN I WEAR?________________ 49 LA MIA CASA • MY HOUSE_____________________________________ 50 LA MIA CAMERA DA LETTO • MY BEDROOM_________________ 52 DOV’è? • WHERE IS IT?_________________________________________ 53 IL VERBO AVERE • HAVE GOT__________________________________ 54 CHE ORE SONO? • WHAT TIME IS IT?__________________________ 55 I PASTI DELLA GIORNATA • THE MEALS OF THE DAY________ 56 Il mio viso • my face_________________________________________ 58 IL MIO CORPO • MY BODY_____________________________________ 59 LA MIA GIORNATA • MY DAY__________________________________ 60 DOMANDE E RISPOSTE • QUESTIONS AND ANSWErs________ 62

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Ing les e

IO E LA MIA FAMIGLIA ME AND MY FAMILY I am a little girl.

She is my grandma.

You are my parents!

44

You are my sister!

It is a bird!

He is my grandpa.

We are friends.

They are my sister and my brother.


Ing les e

LUI È, LEI È HE IS, SHE IS He is Tom. He is eight years old. He is from New York. She is Helen. She is nine years old. She is from London.

Forma affermativa

Forma negativa

Forma interrogativa

Short answers

He is Tom.

He isn’t Tom.

Is he Tom?

Yes, he is. No, he isn’t.

She is Helen.

She isn’t Helen.

Is she Helen?

Yes, she is. No, she isn’t.

45


Ing les e

yo

I NUMERI • NUMBERS

10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 ten

twenty

thirty

forty

fifty

sixty

seventy

ninety

46

eighty

a hundred


What’s your favourite subject?

Ing les e

LE MATERIE SCOLASTICHE SCHOOL SUBJECTS

Maths

Geography

P.E.

History

Science

Music

ICT

English

Art

Spanish

47


Ing les e

LE STAGIONI SEASONS SPRING In spring it’s warm and cloudy.

SUMMER

AUTUMN

WINTER

48

In summer it’s hot and sunny.

In autumn it’s windy and cloudy.

In winter it’s cold and snowy.


Ing les e

CHE COSA MI METTO? WHAT CAN I WEAR? SPRING • SUMMER

swimsuit

short

T-­shirt

sandals

cap

AUTUMN • WINTER

coat scarf

pullover

gloves

socks

shoes

49


Ing les e

LA MIA CASA

BATHROOM shower

mirror wardrobe bed BEDROOM fridge

cooker television sofa GARAGE

50

LIVING ROOM

chair

table KITCHEN


Ing les e Where do you live?

MY HOUSE

third floor I live in a flat on the second floor.

second floor

first floor

BLOCK OF FLATS

I live in a detached house.

DETACHED HOUSE

51


Ing les e

LA MIA CAMERA DA LETTO MY BEDROOM poster

lamp bed table toy box

chair There is: c’è – There are: ci sono In my bedroom there is a table. In my bedroom there are two beds.

Forma affermativa Forma negativa Forma interrogativa Short answers There is a table.

There isn’t a table.

Is there a table?

There are two beds.

There aren’t two beds.

Are there two beds?

52

Yes, there is. No, there isn’t. Yes, there are. No, there aren’t.


Ing les e

DOV’è? WHERE IS IT? on

under

behind

near

in

in front of

between

53


Ing les e

IL VERBO AVERE HAVE GOT I have got a new skateboard.

She has got a teddy bear.

You have got dirty T-shirts.

54

You have got a nice skirt.

It has got a black tail.

He has got a great bike.

We have got long hair.

They have got long necks.


Ing les e

CHE ORE SONO? WHAT TIME IS IT?

It’s one o’clock. It’s two o’clock. It’s three o’clock. It’s four o’clock.

It’s five o’clock.

It’s six o’clock. It’s seven o’clock. It’s eight o’clock.

It’s nine o’clock. It’s ten o’clock.

a quarter past three.

It’s eleven o’clock.

half past six

It’s twelve o’clock.

a quarter to ten.

the Sun

the Moon midday

midnight

55


Ing les e

I PASTI DELLA GIORNATA

BREAKFAST

cornflakes

milk

tea

toast

jam butter

yogurt

eggs

biscuits

sugar LUNCH

fruit lettuce

water chips meat

56

pasta

vegetables fish

bread


Ing les e

THE MEALS OF THE DAY DINNER

water

soup

rice cheese

pizza

ice cream

At one o’clock I have lunch. I eat meat and vegetables or pasta, fish and chips, bread and fruit. I drink water or orange juice.

57


Ing les e

Il mio viso my face eye hair nose

ear tooth

I have got short brown hair. I have got two eyes, two ears, one nose and one mouth.

In inglese alcuni nomi hanno solo la forma singolare (hair), anche se traducono parole che in italiano sono plurali (capelli), e perciò sono seguiti dal verbo al singolare. My hair is short • I miei capelli sono corti. Il plurale di tooth è teeth.

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Ing les e

IL MIO CORPO • MY BODY

shoulder

neck arm hand

finger leg

thumb

knee

toe

foot

Il plurale di foot è feet.

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Ing les e

LA MIA GIORNATA

60

get up

have breakfast

go to school

come back home

do the homework

read a book


Ing les e

MY DAY

watch TV

have dinner

play with friends

go to bed

What time do you get up? I get up at seven o’ clock. What time do you have dinner? I have dinner at eight o’ clock.

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Ing les e

DOMANDE E RISPOSTE What’s your name?

My name’s Tom.

How old are you?

I’m nine years old.

Where are you from?

I’m from London.

Is she your sister?

Are they your friends?

What’s your favourite subject?

What time is it?

62

Yes, she is.

No, they aren’t.

It’s Maths.

It’s seven o’clock.


Ing les e

QUESTIONS AND ANSWERS Where do you live?

Are there posters in your room?

Where is the cat?

What time do you have lunch?

I live in a flat.

Yes, there are.

It’s under the bed.

I have lunch at midday.

Have you got blue eyes?

Yes, I have.

Has he got brown hair?

No, he hasn’t.

What do you do in the afternoon?

I read a book.

63


Happy holidays! Have fun! 64


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