Il nostro tempo dalle storie alla Storia

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Dal Novecento a oggi
Guida al metodo di studio: percorso facilitato per ogni lezione
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Raccontare la storia”: la storia vista da vicino
Studiafacile: schede per il ripasso e la preparazione all’esame
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Dal Novecento a oggi
Guida al metodo di studio: percorso facilitato per ogni lezione
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Raccontare la storia”: la storia vista da vicino
Studiafacile: schede per il ripasso e la preparazione all’esame
A fine Ottocento, e nei primi decenni del Novecento, avviene una rapida crescita industriale in Europa. Tuttavia le fabbriche producono pochi beni di consumo, destinati alle famiglie. I settori che stimolano lo sviluppo industriale sono soprattutto tre: i trasporti (produzione di treni, binari, navi, motori); l’ampliamento delle città; le guerre coloniali e la corsa agli armamenti, che fanno crescere la domanda di armi ed equipaggiamenti militari.
In nessun Paese lo sviluppo industriale è omogeneo. Questo significa che, nel territorio di ogni Stato, vi sono zone industrializzate e altre no. Il fenomeno è particolarmente evidente in Italia.
Infatti le fabbriche si trovano quasi soltanto nel cosiddetto «triangolo industriale», ossia nell’area compresa fra le città di Torino, Milano e Genova. Questo squilibrio nello sviluppo economico determina un’emigrazione interna, illustrata dalla carta.
Osserva le carte ed esegui le attività.
da 20 000 a 45 000 da 45 000 a 75 000 da 75 000 a 100 000 oltre 100 000
a. Trascrivi i nomi dei Paesi presenti sulla carta 1. Parti da quello con la maggiore produzione di ferro e ghisa e procedi in ordine decrescente.
1830:
1910:
b. Quale Paese sviluppa di più le sue industrie, raddoppiando la produzione di ferro e ghisa tra il 1850 e il 1910?
c. Quali sono le principali direzioni dell’emigrazione interna italiana a inizio Novecento? Indica tutte le risposte corrette.
Da nord a sud. Da sud a nord. Dal Veneto al Piemonte e alla Lombardia.
Dal Piemonte al Veneto. Da nord verso Roma. Da sud e dal centro verso Roma.
Trieste Venezia Aosta Torino Genova Firenze Ancona Bologna Perugia L’Aquila Campobasso Napoli Cagliari Potenza Catanzaro Palermo Bari ROMA Milano Trento CARTA 2 L’EMIGRAZIONE INTERNA IN ITALIADurante la Prima guerra mondiale, i combattimenti si svolgono su tre fronti:
• sul fronte occidentale, la Germania combatte contro la Francia e la Gran Bretagna;
• sul fronte orientale, la Russia deve sostenere gli attacchi della Germania e dell’Austria-Ungheria;
• l’Italia è impegnata sul fronte meridionale, contro l’Austria.
Principali operazioni militari (1915)
Battaglie
Battaglie navali
Stati dell’Intesa e alleati
Imperi centrali e alleati
Operazioni austro-tedesche sul fronte orientale
Invasione austro-bulgara della Serbia
Tentativo dell’Intesa di conquista dei Dardanelli
Fronti a fine anno
Offensive austro-tedesche (1916)
Offensive dell’Intesa
Fronte orientale a fine anno
CARTA 3
I FRONTI NEGLI ANNI 1915-1916
Malgrado le offensive continue, per quasi tre anni i fronti della Grande guerra rimangono pressoché immobili. Nessun esercito ha la forza di sfondare le difese nemiche. Il 1917, però, è l’anno della svolta: crolla la Russia; gli Stati Uniti entrano in guerra, dando un contributo decisivo alla vittoria dell’Intesa; le truppe italiane sono travolte a Caporetto.
Passo di Resia 1507
Passo dello Stelvio 2758
Passo del Tonale 1883
Passo della Mendola 1363
Passo del Brennero 1375
Vetta d’Italia 2912
Arche
Cristallo 3221
1636 1970
Le Tofane 3243
M. Coglians 2780
1360 Marmolada 3343
M. Nero 2245
Fiera di Primiero
M. Grappa
il Montello 371
M. Calvario
M. Santo
Osserva la carta 4 ed esegui le attività.
a. Accanto a ciascuna data, indicata nella legenda della carta, scrivi a quale avvenimento si riferisce.
24 maggio 1915:
24 ottobre 1917:
b. Individua e cerchia Caporetto sulla carta.
c. Quale fiume scorre lungo il fronte, nei pressi di Caporetto?
d. Lungo quale fiume l’esercito italiano riesce ad arrestare l’avanzata austriaca, dopo la disfatta di Caporetto?
e. Quale monte sorge nei pressi del nuovo fronte, formatosi nel novembre 1917?
Nel 1922, con la marcia su Roma, il fascismo va al potere. La marcia dei fascisti è un’iniziativa violenta e minacciosa. Tuttavia non si tratta di un vero colpo di Stato, perché il re Vittorio Emanuele III potrebbe facilmente sventare la minaccia, facendo intervenire l’esercito. Invece il sovrano incarica Mussolini di formare il governo: per l’Italia comincia il ventennio fascista, che porterà la dittatura e le leggi razziali, la guerra e l’occupazione nazista.
Zone in cui si affermò inizialmente il fascismo La marcia su Roma
Il nostro tempo è il tuo nuovo corso di storia in tre volumi:
Il Medioevo, L’età moderna, Dal Novecento a oggi
Ogni volume è affiancato da un Atlante storico. Completa il corso lo Studiafacile, con sintesi semplificate e attività Verso l’esame di Stato.
Le unità
Il profilo storico è suddiviso in unità. Ogni unità si apre con quattro rubriche di inquadramento:
• Il personaggio: una figura simbolo del periodo trattato;
• Il tempo: gli eventi principali sulla linea del tempo;
• Lo spazio: una carta storica che fissa gli eventi nello spazio;
• La fonte: una voce importante dell’epoca.
Le lezioni
Le unità sono divise in lezioni proposte sempre su doppia pagina a fronte:
• ogni paragrafo è introdotto da una sintesi dei contenuti essenziali;
• ogni lezione si chiude con Studia con metodo, esercizi che ti aiutano a studiare in modo semplice e autonomo.
In questo tuo nuovo libro la storia è narrata in modo coinvolgente nella scheda
Raccontare la storia, dove viene proposto e illustrato un episodio storico memorabile, alla luce degli sviluppi storici più generali (“Dalle storie alla Storia”).
Nel corso dei volumi troverai frequenti spunti di riflessione legati ai temi dell’educazione civica e numerose schede su diversi aspetti della vita, della cultura e della società del passato:
• La donna nella storia
• Storia e arte
• Vita quotidiana
• Scienza e tecnica
Il nostro tempo prevede materiali per lo studio in tre diversi momenti:
• esercizi per verificare se hai capito nelle singole lezioni;
• mappe e sintesi per il ripasso;
• attività per lo sviluppo delle competenze storiche a fine unità.
Il volume contiene:
• sintesi per il ripasso di tutto il corso in forma di domanda-risposta, in carattere ad alta leggibilità;
• temi e attività per la preparazione al colloquio d’esame
Nelle pagine sono inserite le seguenti icone, che indicano la presenza e il tipo di contenuti digitali disponibili sul libro.
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Lettura espressiva delle rubriche Raccontare la storia
La funzione Alta Accessibilità degli soddisfa pienamente le esigenze della didattica inclusiva. Le funzionalità di base del servizio di ALTA ACCESSIBILITÀ:
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Esercizi
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A narchico p. 80
Arma bianca p. 102
Autarchia p. 166
Aventino p. 162
Ayatollah p. 322
Belligerante p. 102
Borsa nera p. 297
Borsa valori p. 13
Brevettata p. 14
Brogli p. 162
Calendario russo p. 136
Caste p. 62
Censimento p. 34
Centrali idroelettriche p. 10
Concilio p. 345
Confino p. 162
Cooperative p. 158
Cooperative p. 80
Debito dello Stato p. 154
Decimazione p. 114
Deputato p. 86
Disertori p. 136
Dogane p. 380
Enciclica p. 345
Enciclica p. 46
Energie rinnovabili p. 434
Epurazioni p. 188
Estrema Destra p. 204
Ghetti p. 268
Ghisa p. 8
Golpe p. 348
Governo monocolore p. 394
Governo tecnico p. 406
Granata p. 102
Hippie p. 373
Inflazione p. 154
Inflazione p. 441
Infrastrutture p. 12
Irredentisti p. 98
Isis p. 422
Kulako p. 132
L ager p. 206
Latifondo p. 80
Lavori stagionali p. 86
Lega p. 8
Linea Maginot p. 236
Ministro degli Interni p. 84
Monopolio p. 13
Nipponico p. 264
Pandemia p. 438
Partito democratico p. 184
Pogrom p. 212
Politica protezionistica p. 80
Pope p. 134
Popolo curdo p. 422
Prestiti agevolati p. 86
Processo farsa p. 188
Prodotto interno lordo p. 392
Profughi p. 276
Pulizia etnica p. 355
Rappresaglie p. 260
Razionamento p. 102
Razza ariana p. 204
Reddito procapite p. 392
Referendum p. 298
Reich p. 204
Religione induista p. 62
Repubblicani p. 184
Resistenza p. 236
Rivoluzione culturale p. 314
Sanzioni economiche p. 322
Sanzioni economiche p. 441
Scià p. 322
Serrata p. 166
Settore terziario p. 368
Sindacati p. 42
Sit in p. 316
Socialismo p. 42
Società capitalistica p. 42
Società multinazionali p. 326
Stato fantoccio p. 236
Stato satellite p. 232
Sviluppo sostenibile p. 434
Talebani p. 419
Totalitario p. 206
Tribunale penale internazionale p. 355
Guglielmo Marconi (1874 -1937) non segue una carriera scolastica normale, ma si forma da autodidatta. I suoi interessi scientifici sono rivolti all’analisi delle onde elettromagnetiche che attraversano lo spazio, sulle quali concentra gli studi e gli esperimenti. È convinto che queste onde possano essere utilizzate per trasmettere segnali radio, permettendo di realizzare comunicazioni senza fili. Ha passato da poco i vent’anni quando lancia, attraverso una finestra di casa, il primo segnale radio. I progressi sono rapidi e spettacolari: nel 1901 segnali radio inviati dalla Cornovaglia, in Inghilterra, sono ricevuti e decifrati nell’isola di Terranova, in Canada, a tremila chilometri di distanza.
L’apparecchio trasmittente di Marconi rivela ben presto utilizzazioni pratiche molto importanti. Ad esempio, permette di inviare l’SOS, il messaggio con cui le navi possono richiedere aiuto quando si trovano in difficoltà. Tra gli altri, devono la loro salvezza al radiotelegrafo i settecento naufraghi scampati all’affondamento del Titanic, il celebre transatlantico inglese affondato in seguito all’urto con un iceberg. Ormai conosciuto in tutto il mondo, nel 1909, Marconi riceve il premio Nobel «a riconoscimento del contributo dato allo sviluppo della telegrafia senza fili». I suoi studi, insieme a quelli di altri scienziati, pongono le basi per la realizzazione della radio, avvenuta nei primi anni Venti.
L’Inghilterra è il primo Paese industriale al mondo Bessemer inventa
Vedi
carta 1: I Paesi
Marconi al telegrafo mentre, il 12 dicembre 1901, invia il primo segnale radio oltre oceano.
Verso la fine degli anni Trenta, lo scrittore austriaco Stefan Zweig, ricordando la figura del nonno, affermò di non averlo mai visto muoversi spinto dalla fretta. La fretta è tipica del mondo moderno, di un mondo che ha cambiato i ritmi di vita e ha messo a disposizione dell’uomo mezzi di comunicazione e di trasporto infinitamente più rapidi di quelli tradizionali.
La fretta non solo era considerata inelegante, ma era in realtà inutile, poiché in quel saldo mondo borghese, con le sue innumerevoli cautele, non accadeva mai nulla di improvviso. Il ritmo della nuova velocità non si era ancora diffuso dalle macchine, dall’automobile, dal telefono dalla radio edall’aeroplanofinonell’uomo:iltempoel’etàavevanoaltre misure.
Stefan Zweig, Il mondo di ieri. Ricordi di un europeo.
I tre canali navigabili e i due trafori alpini realizzati
Tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento l’Europa gode di un periodo di pace e di benessere, denominato Belle époque . I grandi centri urbani vengono abbelliti e dotati di più efficienti mezzi di trasporto.
Con l’espressione francese Belle époque (bella età) si indica un periodo della storia europea posto tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, fino allo scoppio della Prima guerra mondiale. Questo ottimistico appellativo fu sicuramente meritato per molti aspetti, poiché le nazioni più progredite del continente godettero in quell’età di un benessere mai conosciuto in precedenza Innanzitutto la Belle époque fu un periodo di pace, che permise di concentrare gli sforzi produttivi su beni destinati alle esigenze della popolazione più che a quelle degli eserciti. L’ industria, favorita dall’abbondanza di capitali e dall’introduzione di numerose migliorie tecniche, aumentò la capienza dei suoi stabilimenti e moltiplicò la produzione. Le città furono abbellite e i loro abitanti poterono usufruire di illuminazione elettrica, di mezzi di trasporto di massa a trazione prima animale poi a motore. Cominciarono a circolare le prime automobili. Accanto all’alta borghesia di imprenditori e banchieri si formò una piccola borghesia di impiegati, insegnanti, commercianti, i cui redditi consentivano di vivere un’esistenza relativamente confortevole. Anche gli operai ottennero considerevoli miglioramenti grazie all’aumento dei salari e a una riduzione degli orari di lavoro. La progressiva estensione del diritto di voto (negato però alle donne) e del diritto all’istruzione resero possibile la partecipazione delle classi inferiori alla vita politica e sociale e contribuirono a rafforzare la democrazia. Infine, la scienza e la tecnica compirono in quegli anni progressi formidabili, dando l’illusione che l’umanità potesse raggiungere qualsiasi traguardo.
Il miglioramento delle condizioni di vita e i progressi della tecnica e della scienza diffondono un generale ottimismo e fanno pensare che l’umanità si sia incamminata sulla strada di un progresso inarrestabile.
I miglioramenti nei diversi ambiti diffusero un forte ottimismo e alimentarono una visione del mondo più vivace e spensierata. Si ebbe in quel periodo, so-
prattutto nelle grandi città europee, ma anche negli Stati Uniti, un fiorire di locali pubblici (teatri, caffè, sale da ballo) e nacquero le prime sale cinematografiche. Le vie cittadine, fornite di nuovi sistemi di illuminazione elettrica, erano rallegrate da manifesti pubblicitari coloratissimi, da vetrine illuminate, da grandi magazzini ricchi di merci di ogni tipo. Le tendenze della moda cominciarono e influenzare l’abbigliamento non solo dei ceti più abbienti ma anche della media e piccola borghesia. I pericoli e le preoccupazioni del passato sembravano essere stati lasciati definitivamente alle spalle.
Simbolo di questa epoca di progresso e di ottimismo sono le esposizioni universali della tecnica, che si tengono nelle principali città europee e statunitensi.
La dimostrazione più spettacolare di questa visione ottimistica fu data dalle esposizioni universali, eventi che avevano al tempo stesso la natura di fiere commerciali e di mostre scientifico-culturali. Le prime furono organizzate a partire dalla metà del XIX secolo, ogni quattro-cinque anni, nelle principali città europee e statunitensi. In queste occasioni venivano presentate le invenzioni più recenti e i migliori prodotti delle industrie dei vari Paesi. L’esposizione durava alcuni mesi e attirava moltissimi visitatori. La prima esposizione internazionale (o universale) si tenne a Londra nel 1851; la seconda, ospitata da Parigi nel 1855, fu visitata da oltre 5 milioni di persone. Un’altra esposizione si tenne a Parigi nel 1889 per celebrare il centenario della Rivoluzione. Per quell’evento fu costruita la Tour Eiffel, un’enorme torre di acciaio, alta 300 metri, che porta il nome del suo costruttore. Questa torre sarebbe poi diventata il simbolo della città. Anche l’ Italia ospitò rassegne di questo tipo, ma non altrettanto importanti. Nel 1911, in occasione del cinquantenario dell’unità d’Italia, Torino e Roma ospitarono rispettivamente un’esposizione di carattere scientifico e industriale e una mostra artistica e regionale.
Fissa i concetti sul testo
1. Sottolinea sulle pagine le risposte alle domande.
a. In quale periodo fiorì la Belle époque?
b. Quali innovazioni facilitarono gli spostamenti all’interno delle città?
c. In che modo i miglioramenti materiali influirono sulla mentalità della gente?
d. In che cosa consistevano le esposizioni universali?
Verifica la comprensione
Manifesto che pubblicizza l’Esposizione Universale di Parigi, tenutasi nel 1889. Per l’occasione, furono terminati i lavori di costruzione della Torre Eiffel divenuta subito uno dei simboli della capitale francese.
2. Indica se le seguenti affermazioni sono vere o false.
a. Durante la Belle époque il settore industriale registrò un notevole sviluppo. V F
b. In questo periodo le maggiori potenze europee si combatterono costantemente. V F
c. I miglioramenti del tenore di vita riguardarono anche la piccola borghesia e gli operai. V F
d. In molti Paesi europei le donne ottennero il diritto di voto.
e. La Belle époque fu un fenomeno che riguardò gran parte del pianeta.
Il momento dei saluti e del congedo di emigranti in procinto di salire sulla nave che li porterà oltreoceano (1890).
La Belle époque è un fenomeno tipicamente urbano; nelle campagne europee l’aumento della popolazione genera povertà e costringe milioni di persone a emigrare in cerca di lavoro.
Il flusso migratorio, che comprende moltissimi Italiani, si dirige in prevalenza verso gli Stati Uniti.
Il benessere di cui alcuni ceti sociali godettero durante la Belle époque, tuttavia, non riguardava tutti gli strati della popolazione e tutte le aree del continente. Accanto alla vita gioiosa e brillante che si poteva scorgere nel centro delle grandi città, se ne poteva incontrare un’altra ben diversa nelle periferie e soprattutto nelle campagne In queste ultime l’aumento della popolazione riduceva le risorse a disposizione delle famiglie, costrette a suddividere le loro terre fra numerosi figli. Ne derivava una condizione di miseria che provocò un fenomeno imponente e drammatico: l’emigrazione. Milioni di persone lasciarono l’Europa e si diressero verso altri Paesi in cerca di lavoro. Si calcola che nel complesso circa 30 milioni di Europei abbandonarono il continente.
Il giornalista Gian Antonio Stella ha raccolto in un suo libro una serie di giudizi formulati sugli immigrati italiani da quotidiani, riviste, uomini politici e funzionari pubblici dei Paesi che li ospitarono, in particolare degli Stati Uniti. Riportiamo i titoli con cui Stella sintetizza i testi citati. La lettura di questi scritti suscita una forte emozione, poiché fornisce di quella povera gente un ritratto impietoso. Tale ritratto, se da un lato coglie alcuni aspetti reali, dall’altro evidenzia un atteggiamento che sconfina facilmente nel razzismo.
• La popolazione più sporca mai incontrata (The dangerous classes of New York, USA 1872)
• I peggiori rifiuti d’Europa (New He.rald, USA, 12-12-1872)
• Mendicanti per professione e per piacere (New York Times, USA 26-9-1878)
• Fannulloni invadenti come locuste (Australian Workman, Australia, 24-10-1890)
• Sono difficili da inserire, come gli slavi e gli unni (Missionary Rewue of the World, USA dicembre 1904)
• Sono gli ultimi a imparare l’inglese (Century Magazine, USA 1904)
• Credono che un bagno sia una brutta parola (New York Times, USA, 14-10-1905)
• Felici di sguazzare nella spazzatura (New York Times, USA, 14-10-1906)
• Assassini dopo due bicchieri (New York Times, 14-5-1909)
• Detentori del record di criminalità (Harper’s Weekly, USA, 8-5-1909)
• Ritardati mentali, abbassano lo standard americano (Reports of the immigration Commission, USA 1911)
• Mandrie di ignoranti viziosi (Reports of the immigration Commission, USA 1919)
• Povere bestie, potrà l’America darvi l’intelligenza? (Saturday Evening Post, USA 16-6-1923)
Dalla fine dell’Ottocento ai primi quindici anni del Novecento una forte ondata migratoria si dirige dall’Europa orientale e dall’Italia verso l’America e l’Australia.
Il fenomeno dell’emigrazione non era nuovo per l’Europa. A partire dalla metà dell’Ottocento, infatti, milioni di persone lasciarono il nostro continente per recarsi in America. Fu però nei decenni a cavallo tra la fine dell’Ottocento e i primi quindici anni del Novecento che tale fenomeno raggiunse la sua dimensione massima. Allora non furono più Inglesi, Tedeschi, Scandinavi e Irlandesi a emigrare, come in precedenza, ma furono soprattutto i Polacchi, gli Ebrei dell’Europa orientale e soprattutto gli Italiani. Circa 14 milioni di nostri connazionali lasciarono la patria in questo periodo: oltre 5 milioni tra il 1876 e il 1900 e oltre 8 milioni tra il 1901 e il 1915. I Paesi verso cui si dirigeva questo flusso erano soprattutto gli Stati Uniti, l’Argentina, il Brasile e l’Australia. Ad attenderli, quale che fosse la meta prescelta, era una vita durissima. Questi nuovi migranti incontrarono difficoltà ben maggiori rispetto a quelli che li avevano preceduti. Innanzitutto perché non conoscevano le lingue locali (inglese, spagnolo, portoghese), ma più ancora perché il loro livello culturale era assai modesto. Questa condizione di inferiorità li costrinse ad accettare lavori faticosi e poco retribuiti. Per proteggersi, essi formarono delle comunità locali con altri compatrioti, ma ciò contribuì a isolarli ulteriormente dal resto della società.
Fissa i concetti sul testo
1. Sottolinea sulle pagine le risposte alle domande.
a. Perché tra la fine dell’Ottocento e i primi anni del secolo seguente si ebbe un impoverimento della popolazione delle campagne?
b. A quali popoli appartenevano gli emigranti che lasciarono l’Europa tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento?
c. Quali erano i Paesi verso cui si dirigevano?
Fotografia di immigrati europei con i loro poveri bagagli ammassati sulla nave The Imperator, attraccata a un molo di New York (1913).
2. Completa il testo inserendo le parole sotto riportate. tedeschi • 8 • 5 • Argentina
• linguistiche • orientale
Circa milioni di Italiani emigrarono tra il 1876 e il 1900 e oltre milioni tra il 1901 e il 1915. I Paesi verso cui si dirigeva questo flusso erano soprattutto gli Stati Uniti, l’ , il Brasile e l’Australia. L’integrazione dei nuovi arrivati fu più difficile rispetto agli immigrati , irlandesi, scandinavi, sia per ragioni , sia perché il loro livello culturale era molto scarso. In questa seconda fase, oltre agli Italiani, emigrarono numerose persone provenienti dall’Europa
3. Sottolinea, tra gli aggettivi sotto riportati, quelli che venivano attribuiti agli immigrati italiani in America. simpatici
• violenti
• fannulloni
• volonterosi
• sporchi
• intelligenti
• socievoli
• criminali
• ignoranti
• generosi
• bestiali
Lega: materiale che si ottiene fondendo un metallo con altri elementi, per fargli acquisire proprietà e caratteristiche specifiche.
Ghisa: materiale composto da ferro e carbone. Parti in ghisa le possiamo trovare nelle pentole, nelle stufe, in alcune componenti idrauliche.
L’ingegnere inglese Bessemer trova il modo di produrre l’acciaio con un sistema economico, ricavandolo dalla ghisa. L’uso dell’acciaio si diffonde rapidamente nella costruzione di ferrovie, ponti e armi. Nella seconda metà dell’Ottocento la costruzione delle strade ferrate, delle locomotive e delle navi spinse verso continue innovazioni nella produzione dei materiali in ferro. Questi materiali dovevano essere sempre più resistenti, per poter sopportare pesi enormi e reggere all’usura.
Un’alternativa al ferro era costituita dall’acciaio. Questa lega era conosciuta da tempo, ma produrla costava molto. Perciò era usato solo per fabbricare piccoli oggetti, come i coltelli o alcuni pezzi delle armi. Nel 1856, però, un ingegnere inglese di nome Henry Bessemer trovò un metodo più economico, che consentiva di ricavare l’acciaio dalla ghisa
In pochi decenni l’acciaio, proprio perché resistente, elastico e duraturo, sostituì la ghisa e il ferro. Era impiegato nella costruzione di rotaie, ponti, pilastri di palazzi, navi, cannoni. Le ferrovie e l’esercito furono i principali acquirenti di questo materiale. In tutta Europa e negli Stati Uniti le compagnie ferroviarie sostituirono i vecchi binari in ferro con quelli in acciaio, molto più resistenti. Le rotaie d’acciaio, infatti, potevano durare sei volte di più di quelle in ferro.
Produzione di acciaio dei maggiori Paesi mondiali (in tonnellate.
Maestranze di lavoratori nel 1877durante la costruzione del Ponte di Brooklyn che attraversa l’East River a New York.
Con l’aumento della produzione di acciaio, l’industria pesante diventa il settore più importante dell’economia e comincia la seconda rivoluzione industriale.
Grazie soprattutto all’acciaio, verso il 1880 cominciò una nuova fase dell’economia, definita seconda rivoluzione industriale per distinguerla dalla prima rivoluzione industriale, che si era avviata un secolo prima. Nella seconda rivoluzione industriale lo sviluppo non si basava più sull’industria tessile e non era più organizzato in imprese di dimensione familiare, come era stato all’inizio dell’Ottocento. Ora il settore produttivo più importante era la cosiddetta industria pesante, fondata sulla produzione di materiali in acciaio: era un tipo d’industria grande per la quantità degli oggetti prodotti, per la dimensione degli stabilimenti e per il numero degli operai occupati La seconda rivoluzione industriale fu caratterizzata da un rapporto sempre più stretto fra il mondo della produzione e quello della scienza. Furono infatti le grandi scoperte scientifiche a rendere possibile lo sviluppo dell’industria.
La Germania e gli Stati Uniti adottano le nuove tecnologie di produzione dell’acciaio e in pochi anni superano l'industria siderurgica inglese.
La Germania e gli Stati Uniti in pochi anni affiancarono e poi superarono l’Inghilterra, patria dell’industria, nella classifica dei Paesi più industrializzati. Questo risultato fu reso possibile da due fattori:
1. Tedeschi e Americani accettarono le nuove tecnologie con maggior convinzione rispetto agli Inglesi; questi ultimi avevano sistemi di produzione antiquati, risalenti all’inizio del secolo, ed erano poco disponibili a sostituirli con macchine più efficienti;
2. in Germania e negli Stati Uniti gli industriali capirono che, per accrescere la produzione e diminuire i costi, era necessario concentrare le fabbriche Si resero conto che, al posto della piccola officina con pochi dipendenti, bisognava fondare industrie di grandi dimensioni con migliaia di operai.
Fissa i concetti sul testo
1. Sottolinea sulle pagine le risposte alle domande.
a. Quale fu l’innovazione portata da Bessemer nella produzione dell’acciaio?
b. Quale fu il settore produttivo più importante nella seconda rivoluzione industriale?
c. Perché in Germania e negli Stati Uniti vi fu una concentrazione delle fabbriche?
L’interno di una fonderia della famiglia tedesca Krupp, destinata a diventare la prima industria nella lavorazione dell’acciaio (1912 circa).
2. Indica se le seguenti affermazioni sono vere o false.
a. L’alternativa al ferro fu costituita dalla ghisa. V F
b. Bessemer riuscì a ricavare l’acciaio dalla ghisa. V F
c. Nella seconda rivoluzione industriale il settore più importante fu quello tessile. V F
d. Tedeschi e Americani utilizzarono le nuove tecnologie più degli Inglesi. V F
Centrali idroelettriche: centrali che producono energia elettrica sfruttando la spinta dell’acqua in caduta, la quale aziona i generatori.
Il forte sviluppo industriale è dovuto anche alla capacità di padroneggiare una nuova fonte di energia: l’elettricità. La costruzione delle centrali idroelettriche permette di produrre grandi quantità di energia, che viene portata nelle case, nelle fabbriche e nelle ferrovie.
Il forte sviluppo industriale non sarebbe stato possibile senza l’uso di nuove fonti di energia. Nella seconda metà dell’Ottocento l’uomo imparò a produrre e utilizzare l’energia elettrica.
L’applicazione immediata fu nell’ illuminazione, con l’invenzione della lampadina a incandescenza fatta dall’americano Thomas Edison (1879). Poco dopo i fratelli olandesi Philips iniziarono la produzione in serie di lampade a incandescenza.
Parigi fu la prima città a essere illuminata con lampadine elettriche. Negli ultimi decenni del secolo furono messe in funzione centrali idroelettriche e costruite reti di distribuzione della corrente. Fu così possibile portare l’energia elettrica nelle case: si diffuse il consumo domestico. Inizialmente a scopo di illuminazione e poi per azionare gli elettrodomestici: apparecchi elettrici che l’industria cominciò a produrre per facilitare la vita e il lavoro di casa.
L’energia elettrica si dimostra utile non solo per l’illuminazione, ma anche per muovere macchine utensili e per far viaggiare i treni.
Diverse ricerche condussero allo sviluppo dei motori elettrici, di cui furono fornite le macchine utensili (macchine che svolgono un lavoro, come trapani, torni, frese, pialle).
Il motore elettrico mostrò inoltre di essere adatto nei trasporti. Anche in questo settore la Germania si collocò all’avanguardia. All’Esposizione Universale di Berlino del 1879 una locomotiva elettrica trasportava i visitatori all’interno della fiera.
Alla sfida l’Inghilterra rispose con la prima linea ferroviaria elettrica, che compiva un percorso turistico lungo la spiaggia di Brighton. Poco dopo impiegò la trazione elettrica nelle ferrovie urbane e sotterranee di Londra.
Un’altra fonte energetica fondamentale per l’industria è il petrolio. Noto da tempo, solo nella seconda metà dell’Ottocento si impara a sfruttarne le proprietà per alimentare i motori a scoppio e i macchinari delle fabbriche.
Il petrolio era noto da millenni, ma non si era mai trovato un modo di utilizzarlo come fonte di energia. Nel mondo antico lo si era impiegato unicamente per produrre farmaci, per illuminare gli ambienti e anche come arma per incendiare navi ed edifici. Del resto la quantità disponibile era modesta perché questo liquido viscoso e infiammabile raramente affiora alla superficie.
La “scoperta” del petrolio come fonte di energia risale alla seconda metà dell’Ottocento. Da allora esso entrò in concorrenza con il carbone e divenne, insieme all’elettricità, il motore della nuova economia industriale. Utilizzato per alimentare il motore a scoppio delle auto e i macchinari dell’industria, da esso la moderna chimica ricavò prodotti di grande utilità, soprattutto nel settore tessile con la produzione di vari tipi di fibre sintetiche.
1. Sottolinea sulle pagine le risposte alle domande.
a. Quale fu la prima applicazione dell’energia elettrica?
b. In quale settore fu utilizzata l’energia elettrica, oltre che per l’illuminazione?
c. A quando risale la scoperta del petrolio come fonte di energia?
2. Indica la risposta corretta alle domande seguenti.
a. In quale periodo fu prodotta per la prima volta l’energia elettrica?
Prima metà dell’Ottocento.
Seconda metà dell’Ottocento.
b. Chi inventò la lampadina a incandescenza?
I fratelli Philips.
Thomas Edison.
c. Quali fonti di energia furono alla base della seconda rivoluzione industriale?
Carbone e petrolio.
Energia elettrica e petrolio.
La vignetta satirica della rivista americana Vanity Fair mostra una festa tenuta dalle balene dopo la scoperta dei giacimenti petroliferi: la produzione di petrolio rende superflua la caccia alle balene per ricavare l’olio.
Il primo pozzo di petrolio scavato nel 1901 a Jennings nello Stato americano della Louisiana.
LE PAROLE DELLA STORIA
Infrastrutture: le strutture o gli impianti indispensabili per realizzare altre attività economiche.
L’industria inglese viene superata da quelle tedesca e americana. L’apertura di alcuni canali velocizza i commerci marittimi.
La seconda rivoluzione industriale modificò la classifica dei Paesi più industrializzati. L’Inghilterra e la Francia mantennero una buona posizione ma furono superate da Stati Uniti e Germania. Anche la Russia e l’Italia iniziarono a creare grandi industrie del ferro, dell’acciaio, della chimica.
Il commercio internazionale ebbe una crescita senza precedenti. Tale incremento fu favorito dai progressi della navigazione e dall’apertura di numerosi canali che accorciavano le distanze. Il più importante fu il canale di Suez tra Mediterraneo e Mar Rosso che, evitando alle navi di circumnavigare l’Africa, permette di abbreviare considerevolmente il percorso fra l’Asia e l’Europa. L’opera, realizzata dal francese Ferdinand de Lesseps su progetto dell’ingegnere italiano Luigi Nigrelli, fu inaugurata il 17 novembre 1869
Prima rivoluzione industriale Seconda rivoluzione industriale
Periodo Fine Settecento-inizio Ottocento Ultimi decenni dell’Ottocento
Le date della storia
apertura del canale di Suez.
Aree di sviluppo Inghilterra
Industria prevalente Tessile
Inghilterra, Francia, Germania e altri Paesi europei; Stati Uniti, Giappone
Siderurgica, chimica, meccanica
Proprietà Piccoli imprenditori Grandi società, società per azioni
Capitali Privati
Capitali forniti dalle banche e dal mercato azionario
Energia Carbone Elettricità e petrolio
Nascono le banche d’affari, che prestano agli imprenditori il denaro necessario e investono quello dei risparmiatori.
Le occasioni offerte dallo sviluppo e dalla diffusione di nuove tecniche nell’industria e nei trasporti stimolarono la domanda di denaro da investire. L’industria pesante, infatti, richiedeva capitali ancora maggiori rispetto a quelli necessari alle fabbriche di inizio Ottocento: tali quantità di denaro potevano essere raccolte solo da una banca, non da singoli imprenditori. I maggiori banchieri organizzarono allora banche d’affari, cioè banche che si occupavano di investire grandi capitali nell’industria. Esse raccoglievano denaro dai piccoli risparmiatori e dai grandi ricchi, poi lo prestavano alle industrie per realizzare le infrastrutture (ferrovie, strade, porti).
Alcune aziende si trasformano in società per azioni, ossia suddividono la loro proprietà fra gli azionisti. Le azioni possono essere acquistate o vendute alla borsa valori.
Molte grandi aziende si trasformarono in società per azioni, ossia in società la cui proprietà era frazionata fra persone. Ognuna di esse era proprietaria di una certa quantità di azioni, ossia possedeva “un pezzo” dell’azienda. Queste azioni potevano essere acquistate o vendute alla borsa valori, un mercato finanziario appositamente dedicato a tali operazioni. Il valore delle azioni non era fisso, ma variava, a seconda dei profitti generati dall’azienda.
Alcuni settori sono dominati da aziende gigantesche che, dopo aver eliminato la concorrenza, impongono i loro prezzi. Talvolta sul mercato rimangono alcuni gruppi molto potenti, che si accordano tra loro.
La forte concorrenza messa in atto dai vari soggetti finì per stroncare le aziende più deboli, portandole al fallimento o costringendo i loro proprietari a cederle ad altri imprenditori. Questo fenomeno ridusse il numero di imprese e diede a quelle sopravvissute una forza sempre maggiore in virtù della loro estensione. Alcune di queste, essendo rimaste praticamente padrone del mercato, poterono imporre il loro monopolio, stabilendo liberamente i prezzi per loro più vantaggiosi. A subirne un danno furono ovviamente i consumatori, che non avevano alternativa: o acquistare a quei prezzi, o rinunciare alle merci. In altri casi non si giunse a questa situazione estrema, ma a dominare il mercato rimasero poche grandi aziende, le quali, per massimizzare i profitti, anziché farsi concorrenza stipularono accordi segreti per mantenere artificiosamente alti i prezzi.
Fissa i concetti sul testo
1. Sottolinea sulle pagine le risposte alle domande.
a. Quali nazioni affiancarono e superarono l’Inghilterra nella produzione industriale?
b. Qual era la funzione delle banche d’affari?
c. Dove venivano acquistate e vendute le azioni delle aziende?
d. Chi era più danneggiato dalla presenza di monopoli industriali?
Borsa valori: edificio in cui si comprano o si vendono titoli finanziari (azioni, obbligazioni) e merci.
Monopolio: situazione in cui un particolare settore del mercato è dominato da una sola impresa.
La vignetta satirica rappresenta la Standard Oil, impresa detentrice del monopolio nel settore petrolifero. Con i suoi tentacoli la piovra attira e divora tutto attorno a sé.
Verifica la comprensione
2. Rispondi alle domande.
a. Che canale collega l’Oceano Indiano e il Mediterraneo?
b. Che canale collega l’Oceano Atlantico e l’Oceano Pacifico?
c. Chi realizzò il progetto del canale di Suez?
Brevettata: il brevetto è un documento, rilasciato dall’autorità competente, nel quale si riconosce a una persona di aver inventato un determinato prodotto e le si attribuisce il diritto di sfruttarlo per un certo numero di anni.
Nuovi mezzi di locomozione: biciclette e automobili
La seconda metà dell’Ottocento è caratterizzata da un numero impressionante di invenzioni, alcune delle quali riguardano i mezzi di locomozione (bicicletta, automobile). Nascono le prime grandi aziende automobilistiche.
Il dirigibile Zeppelin in una stazione nei pressi di Berlino (1915).
A fine Ottocento, nacque la moderna bicicletta, grazie a due invenzioni. La prima consistette nell’applicare al pedale la catena di trasmissione, che consentì di montare due ruote di diametro uguale; la seconda invenzione furono gli pneumatici di gomma, introdotti dallo scozzese Dunlop nel 1888. Applicati alle ruote della bicicletta, favorivano lo scorrimento del veicolo sulla strada. A quel punto la bicicletta cominciò ad affermarsi in tutto il mondo come mezzo di trasporto popolare. Nel 1876 un ingegnere tedesco, Nikolaus August von Otto, inventò il primo motore a combustione interna alimentato a gas oppure a benzina. Nel 1892 l’ingegnere franco-tedesco Diesel brevettò un nuovo motore, che da lui prese nome. Poco dopo il tedesco Benz costruì i motori a benzina, mentre l’americano Henry Ford realizzava la sua prima automobile e apriva una fabbrica per produrne tanti esemplari. In Italia, nel 1899, Giovanni Agnelli fondò la FIAT. In meno di vent’anni dall’invenzione dell’auto, era sorta una nuova industria destinata a grande sviluppo. Per il momento, però, l’automobile restava un bene di lusso
Nei primi anni del Novecento vengono costruite nuove macchine volanti, come il dirigibile e l’aeroplano, che migliorano decisamente le prestazioni delle mongolfiere.
L’uomo aveva imparato l’arte del volo alla fine del Settecento, inventando i palloni volanti o mongolfiere. Si trattava però di mezzi fragili e di scarsa utilità, perché non era possibile dare loro una direzione precisa quando erano in volo.
Per questo motivo l’uso restò limitato, finché nel 1900 il tedesco Zeppelin realizzò un grande dirigibile, costruito intorno a un’armatura rigida. Esso permetteva di sollevare anche pesi consistenti e poteva muoversi nella direzione voluta. Alcuni esemplari entrarono in servizio per il trasporto sia di passeggeri sia di merci. Intanto era nato il suo concorrente, l’aeroplano: il primo esemplare venne costruito negli Stati Uniti dai fratelli Wright (1903). Di lì a poco gli aerei saranno utilizzati nelle operazioni militari della Prima guerra mondiale.
Straordinari progressi nel campo della comunicazione sono compiuti grazie al telegrafo dell’americano Morse e soprattutto al telefono, inventato dall’italiano Meucci.
Un contributo allo sviluppo delle comunicazioni derivò dall’invenzione del telegrafo, ideato nel 1837 dall’americano Morse Questo strumento trasmette impulsi elettrici brevi , cioè i punti (•) e lunghi, cioè le linee (—), separati da intervalli di tre lunghezze diverse. Un codice apposito, detto codice Morse, permette di trasformare questi segnali in parole. Grazie al telegrafo, fu possibile trasmettere messaggi a distanza via cavo. Il primo settore in cui se ne fece grande uso fu quello ferroviario. A fianco dei binari furono posate le linee telegrafiche, su cui correvano informazioni preziose per il traffico e lo smistamento dei convogli ferroviari. Non appena fu trovato un rivestimento di protezione dei cavi, una linea del telegrafo fu posta sul fondo dell’Oceano Atlantico, così da unire l’Europa all’America (1866). Collegate agli studi sull’elettricità, in breve tempo si susseguirono altre invenzioni. Il successo del telegrafo convinse diversi scienziati ad applicarsi per realizzare un sistema di trasmissione della voce via cavo. Un italiano emigrato a New York, Antonio Meucci, costruì nel 1857 un rudimentale apparecchio capace di trasmettere e ricevere la voce, ma non riuscì a far riconoscere la propria invenzione, che fu invece brevettata nel 1876 negli Stati Uniti dall’inglese Graham Bell
Guglielmo Marconi riesce a inviare segnali Morse attraverso le onde elettromagnetiche che si muovono nell’aria, e quindi senza il supporto di fili. Da questa invenzione discende l’invenzione della radio.
Nei sistemi di comunicazione, un’altra straordinaria invenzione fu messa a punto nel 1895 dall’italiano Guglielmo Marconi. Con un apparecchio radio di sua invenzione, riuscì a inviare segnali Morse per mezzo delle onde elettromagnetiche: nasceva la comunicazione a distanza senza cavi. Nel 1901 fu in grado di trasmettere messaggi telegrafici tra Europa e America attraverso le onde radio Intanto alcuni scienziati americani perfezionarono l’invenzione di Marconi, costruendo i primi apparecchi radio che trasmettevano la voce a distanza.
Fissa i concetti sul testo
1. Sottolinea sulle pagine le risposte alle domande.
a. Per quali motivi sono ricordati Henry Ford e Giovanni Agnelli?
b. In che modo funziona il telegrafo?
c. Quali erano le caratteristiche dell’apparecchio radio inventato da Marconi?
2. Indica le invenzioni di cui furono autori i seguenti personaggi.
• fratelli Wright: aereo
• Dunlop:
• Benz:
• Morse:
• Meucci:
• Marconi:
Alexander Graham Bell effettua la prima telefonata a lunga distanza, da Chicago a New York, nel 1892.Antonio Meucci, nato il 13 aprile 1808 a Firenze, da una famiglia di modesta condizione, è un uomo geniale e inquieto. Possiede discrete nozioni di fisica, che ha appreso a scuola, ma non è uno scienziato. Pur avendo studiato all’Accademia di Belle Arti, non è neppure un artista.
La sua specialità è quella di risolvere problemi pratici, concreti. Al Teatro della Pergola, dove lavora in qualità di attrezzista, si dedica con grande successo ad approntare i complicati macchinari necessari per le scene e acquisisce una notevole esperienza in campo tecnico. Quando un impresario cubano giunge a Firenze per scritturare una compagnia teatrale da far recitare nella sua isola, Meucci e la moglie Ester vengono assunti anch’essi: lui come ingegnere e disegnatore delle scene, lei come sarta e costumista.
A Cuba la collaborazione prosegue felicemente per quindici anni, ma poi, scaduto il contratto, Meucci si trova praticamente disoccupato. È forse per riempire il tempo a disposizione che comincia a compiere strani esperimenti. Venuto a conoscenza delle teorie del medico tedesco Franz Anton Mesmer, che curava i suoi pazienti con l’elettricità, decide di verificare l’attendibilità di questa teoria. E allora, per caso, avviene la grande scoperta.
Un giorno gli si presenta un conoscente che soffre di dolori alla testa. Meucci lo fa accomodare in una stanza e gli mette sulle labbra una linguetta metallica. La linguetta è posata su una striscia di sughero ed è collegata mediante un filo a una serie di batterie collocate in un laboratorio, a diversi metri di stanza. Poi Meucci torna nel laboratorio e attiva le batterie. A un tratto, con sua immensa sorpresa, sente un grido uscire dal filo. Il grido è quello emesso dal paziente, colpito dalla leggera scarica elettrica. Attratto dall’imprevedibile fenomeno, l’inventore ripete l’esperimento. Questa volta, però, prega la sua “cavia” di parlare mentre l’operazione si svolge. Ed ecco come lo stesso Meucci ricorda ciò che accade in seguito: «Al momento che il suddetto individuo parlò, ricevetti il suono della parola, non distinta, come un mormorio, un suono inarticolato».
tricità, decide di verificare l’attendibilità di questa teoria. E allora, per caso, avviene la dal filo. Il grido è quello emesso dal paziente, colpito dalla leggera scarica elettrica. stesso Meucci ricorda ciò che accade in seguito: «Al momento che il suddetto indiviinarticolato».
L’anno dopo lascia Cuba e si reca con la moglie a New York, dove lavora al perfezionamento del miracoloso congegno, che chiama “telettrofono”.
In questo periodo Ester si ammala e Meucci, per poter comunicare con lei, utilizza il telettrofono che collega il suo laboratorio con la stanza da letto in cui giace l’inferma.
Ormai l’idea di un apparecchio che trasmetta la voce a distanza è al centro delle attenzioni di diversi inventori. Meucci è in anticipo, però non possiede il denaro per brevettare il suo congegno. Trova le risorse per depositare un brevetto temporaneo, di durata biennale, meno costoso di quello vero e proprio, ma alla fine deve rinunciare. A peggiorare la situazione è un incidente che gli capita mentre viaggia su un traghetto da New York a Staten Island: un’esplosione che avviene sulla nave lo ferisce e lo costringe all’inattività per vari mesi. Le difficoltà economiche si aggravano ulteriormente.
Le discussioni e le dispute legali si protrasserobenoltrelamortediMeucci,finoaquello che può essere considerato il momento conclusivo della controversia. Nel 2002, infatti, il Congresso degli Stati Uniti si pronunciò inviaufficialeedefinitiva:l’invenzionedel telefono è da attribuirsi ad Antonio Meucci.
Del resto, prima di brevettare l’invenzione, deve poterla provare su un impianto adatto. Si rivolge allora alla Western Union di New York, un’azienda attiva nel settore delle comunicazioni, per ottenere il permesso di sperimentare il telettrofono sulle sue linee telegrafiche. Ottenuta una promessa in tal senso, invia le carte del progetto e il prototipo, ma non riceve risposta. Chiede di avere indietro i disegni, ma viene a sapere che sono andati smarriti. Ed ecco, nel marzo del 1876, la tremenda sorpresa: l’ingegnere scozzese Graham Bell presenta all’Ufficio Brevetti di Washington la domanda di brevetto per un telefono del tutto simile al suo. Il sospetto che Meucci sia vittima di una truffa non tarda a farsi strada. Infatti Bell è consulente della Western Union, e forse quei disegni non sono andati affatto smarriti… Meucci reagisce reclamando i suoi diritti. Ne nasce una complessa causa legale in cui la stampa e l’opinione pubblica si dividono pro e contro i due contendenti. La causa procede con lentezza e dopo alterne vicende, nel 1887, si conclude con un verdetto che uno storico italo-americano, Giovanni Schiavo, definirà «uno dei più lampanti errori giudiziari negli annali della giustizia americana». La sentenza sostiene che il telefono di Bell non è copiato e quindi il brevetto concesso al suo autore è valido. Sconfitto e amareggiato, Meucci muore due anni dopo.
Manifesto pubblicitario della prima proiezione di 10 brevi pellicole girate dai fratelli Lumière, avvenuta il 28 dicembre 1895 a Parigi; tra le pellicole figurava anche quella intitolata L’innaffiatore innaffiato (L’arroseur arrosé).
L’americano Edison inventa il fonografo, che permette di riprodurre la voce umana, il francese Daguerre sviluppa il procedimento della fotografia, i fratelli Lumière fanno conoscere il cinema al pubblico.
Nell’Ottocento si realizzarono altre importanti invenzioni nel campo delle comunicazioni. Con il fonografo, inventato dall’americano Edison (1876), fu possibile la riproduzione della voce umana e dei suoni.
Intanto, già dal 1835, il francese Daguerre aveva sviluppato un nuovo metodo per fissare le immagini su lastre sensibili alla luce. Erano i primi passi della fotografia. A metà Ottocento furono realizzati i primi servizi fotografici, come ad esempio durante la guerra di Crimea (1854-1856).
All’Esposizione Universale di Parigi del 1900 una folla di visitatori affluiva nel salone delle feste, richiamata da uno schermo su cui scorrevano immagini in movimento proiettate da una macchina ottica. Veniva in tal modo fatta conoscere al grande pubblico l’invenzione dei fratelli Lumière: il cinema
Il nuovo linguaggio di immagini di lì a poco avrebbe prodotto storie di ogni tipo, capaci di catturare l’interesse di milioni di spettatori.
Nel settore chimico sono effettuate alcune invenzioni importantissime, come la gomma sintetica, la bachelite, le fibre sintetiche e i fertilizzanti chimici.
La chimica era la più giovane delle scienze, in quanto solo nel Settecento ne erano state individuate le leggi fondamentali.
Tra Ottocento e Novecento i chimici realizzarono numerosi nuovi prodotti. Il primo fu la gomma sintetica, ricavata non da un albero come nel caso della gomma naturale, ma tramite un processo chimico.
Il secondo fu una materia plastica inventata dallo scienziato Baekeland, da cui derivò il nome di bachelite dato al prodotto
Essa fu usata soprattutto come isolante nei materiali elettrici. Furono poi fabbricate le fibre sintetiche, ossia filamenti plastici utilizzati in sostituzione del cotone e della lana per produrre capi di abbigliamento. Anche l’agricoltura beneficiò dei progressi della scienza, grazie all’invenzione dei fertilizzanti chimici
Lo svedese Alfred Nobel perfeziona l’uso della nitroglicerina, scoperta dall’italiano Sobrero, e inventa la dinamite.
Altre scoperte cambiarono il modo di fare la guerra, con la preparazione degli esplosivi ad alto potenziale. Fu lo svedese Alfred Nobel a perfezionare l’uso della nitroglicerina (scoperta dall’italiano Ascanio Sobrero a metà Ottocento), confezionando un prodotto chiamato dinamite (1867). Grazie alla sua invenzione, Nobel mise insieme una fortuna e, prima di morire, stabilì che la sua ricchezza fosse utilizzata per distribuire ogni anno 5 premi a chi avesse reso «i maggiori servizi all’umanità» nei campi della fisica, chimica, medicina, letteratura e per favorire la pace fra i popoli. La dinamite e altri nuovi, potenti esplosivi furono inizialmente impiegati nelle miniere e nelle cave, ma ben presto attirarono l’attenzione dell’industria militare, che li utilizzò per costruire armi sempre più micidiali
Si hanno numerose innovazioni per la conservazione dei cibi, come il frigorifero e i conservanti alimentari; sono inoltre perfezionate le tecniche di conservazione dei cibi in scatola.
Un buon numero degli apparecchi elettrici presenti nelle nostre case fu inventato oltre un secolo fa. All’Esposizione Universale di Vienna del 1883 vennero esibiti fornelli da cucina, stufe, scaldaletti e altre macchine elettriche, costruite per uso domestico.
Una delle principali invenzioni fu il frigorifero, che risolse un problema fondamentale per l’alimentazione, quello della conservazione del cibo. Di colpo sistemi antichi basati sulla salatura o sull’essiccazione dei cibi appar vero superati: si potevano ora trasportare a lunga distanza grandi quantità di alimenti e mantenerli freschi per lunghi periodi, prima di consumarli.
A quell’epoca i frigoriferi erano usati dalle industrie che esportavano cibi, in particolare la carne. Non esisteva ancora, invece, il piccolo frigorifero a uso familiare, cioè l’elettrodomestico che oggi tutti abbiamo in casa. Di questo stesso periodo sono altre due innovazioni importantissime per l’alimentazione, tuttora largamente usate: l’impiego di conservanti alimentari e il perfezionamento delle tecniche di conservazione dei cibi nelle scatole metalliche chiuse ermeticamente
Fissa i concetti sul testo
1. Sottolinea sulle pagine le risposte alle domande.
a. Che cos’è la bachelite?
b. Chi inventò la dinamite?
c. Quali metodi di conservazione del cibo furono inventati, oltre al frigorifero?
2. Indica gli autori delle seguenti invenzioni.
• fonografo:
• fotografia:
• cinema: ©Principato
Alla fine dell’Ottocento la medicina fece scoperte straordinarie come mai si erano avute in passato. Fu così possibile prevenire e guarire malattie un tempo incurabili.
La scoperta dell’infi nitamente piccolo
Nella seconda metà dell’Ottocento le ricerche di due scienziati, il francese Louis Pasteur e il tedesco Robert Koch, portarono alla scoperta dei batteri, che sono causa di infezioni e malattie.
Nel 1911 furono scoperte le vitamine e la loro funzione insostituibile nell’alimentazione umana. Il nome “vitamina” significa proprio che alcune microscopiche sostanze (le ammine) sono indispensabili alla vita.
La medicina cominciava a indagare quel mondo infinitamente piccolo popolato di microrganismi, come le cellule, i batteri e i virus, in cui risiede il segreto della vita, della malattia e della morte.
Bere latte senza pericolo
I risultati delle ricerche scientifiche migliorarono anche l’alimentazione. Ad esempio si scoprì che il latte contiene batteri nocivi, che possono provocare infezioni. Per rendere il latte un alimento sano e innocuo, Pasteur inventò un metodo (chiamato pastorizzazione, dal nome del suo inventore) che consiste nel riscaldarlo fino a una certa temperatura e poi raffreddarlo velocemente. In questo modo si uccidono i batteri senza distruggere le sostanze nutritive contenute nel latte.
Nell’Ottocento una delle malattie più temute era il colera. Si tratta di una malattia intestinale che provoca forti dolori e che, a quell’epoca, portava spesso alla morte. È una malattia estremamente contagiosa, che scatena terribili epidemie, con moltissime vittime. Per questo motivo il colera, nell’Ottocento, incuteva un terrore paragonabile a quello della peste nel Medioevo. Soltanto nel 1854, grazie alle ricerche dell’italiano Filippo Pacini, si scoprì che la malattia è provocata da un batterio. Nel 1883 Robert Koch mise a punto un vaccino contro la terribile malattia. Nel 1896 fu trovato anche un vaccino efficace contro il tifo, un’altra malattia contagiosa molto diffusa.
Nella lotta contro il colera, all’opera degli scienziati si affiancò quella degli amministratori delle città, che realizzarono piani di risanamento. Infatti il colera è provocato soprattutto da acqua o cibi infetti, in cui è presente il batterio responsabile della malattia. Le epidemie erano causate dalla contaminazione tra l’acqua usata per bere e gli scarichi delle fogne.
Tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX, in molte città europee fu costruita una rete di tubi in ceramica per lo scarico delle fogne, collegati con grandi canali sotterranei di raccolta delle acque di rifiuto. Al tempo stesso furono installate tubazioni per l’acqua potabile. La netta separazione tra tubature dell’acqua potabile e condutture delle fogne scongiurò il pericolo di bere acqua infetta.
Ovviamente trascorse molto tempo prima che fossero completate tutte le opere necessarie. All’inizio del XX secolo si videro i risultati: le città furono meno esposte alle malattie; colera, tifo e un gran numero di altre infezioni portate dall’acqua diminuirono fino a scomparire quasi del tutto.
Uno scienziato inglese, Charles Darwin, scopre che tutti gli esseri viventi si trasformano in continuazione per adattarsi all’ambiente. In questo scenario si affermò una nuova teoria scientifica, chiamata evoluzionismo. Ne fu autore il naturalista inglese Charles Darwin Egli sostenne un’idea per quei tempi rivoluzionaria: tutte le forme viventi, dall’uomo agli animali alle piante, non sono fisse e immutabili, ma si trasformano in continuazione, adattandosi all’ambiente. L’ambiente, secondo Darwin, opera una selezione naturale: ciò significa che, all’interno di una specie, soprav vivono gli individui con le caratteristiche più adatte all’ambiente. Questi individui trasmettono i loro caratteri ereditari ai discendenti, garantendo così la continuità della specie. Gli individui meno adatti, invece, muoiono oppure non riescono ad avere discendenti. La selezione naturale opera anche condannando all’estinzione le specie non più adatte all’ambiente. I dinosauri, ad esempio, si estinsero perché incapaci di adattarsi al cambiamento climatico.
Anche l’uomo è il risultato di trasformazioni avvenute milioni di anni fa, quando i nostri antenati si distinsero dalle scimmie con l’acquisizione della posizione eretta e, successivamente, della capacità di comunicare con la parola.
Darwin elaborò questa teoria in occasione di un lungo viaggio intorno al mondo, compiuto in nave. Nelle isole Galápagos (situate nell’Oceano Pacifico, al largo dell’Ecuador) vide animali simili a creature preistoriche, come le gigantesche tartarughe tipiche di quelle isole. Questo incontro lo fece riflettere sulle forme della vita. Si convinse che la vita è una continua lotta tra le sfide dell’ambiente e le capacità degli esseri di rispondere. Ogni forma di vita, secondo Darwin, si trasforma (cioè si evolve: di qui il termine evoluzionismo), passando da forme più semplici e primitive a forme più complesse. Darwin espose queste idee in due libri, L’origine delle specie (1859) e L’origine dell’uomo (1871). In quest’ultima opera egli sostiene che anche l’uomo è frutto di un’evoluzione, in quanto discenderebbe dalle scimmie antropomorfe. In realtà, oggi sappiamo che sia queste ultime sia l’uomo discendono da un antenato comune, e quindi i gorilla e gli scimpanzé non sono nostri “padri” o nostri “nonni”, ma piuttosto dei “cugini ”. Gli antenati dell’uomo modificarono progressivamente le loro caratteristiche in relazione all’ambiente, sviluppando in milioni di anni caratteristiche e abilità nuove, come la posizione eretta e la comunicazione tramite la parola
Lo scienziato tedesco Albert Einstein, premio Nobel per la fisica e profondo conoscitore dell’energia nucleare, dedica la sua vita alla causa della pace.
La vita di Einstein (1879-1955) fu segnata dal fatto di essere ebreo. All’avvento del nazismo ( p. 206), infatti, fu costretto a lasciare la Germania, dove era nato, per stabilirsi negli Stati Uniti. Fisico di fama internazionale, nel 1921 ricevette il premio Nobel per aver scoperto i fotoni, elementi di energia da cui sono costituite le radiazioni luminose. I suoi studi lo portarono successivamente ad approfondire la conoscenza dell’energia nucleare. Allo scoppio della Seconda guerra mondiale collaborò alla costruzione della bomba atomica americana, per anticipare la Germania, a sua volta impegnata nelle ricerche per la produzione di questa arma. Tuttavia, dopo aver visto gli effetti terribili delle atomiche lanciate sul Giappone ( p. 266), sostenne la necessità di abbandonare le armi nucleari e divenne un appassionato sostenitore del pacifismo
Einstein elabora la teoria della relatività, che rivoluziona la fisica tradizionale. In base a questa teoria, il tempo e lo spazio non sono sempre uguali a se stessi, ma sono soggetti a variazioni.
Albert Einstein fu lo scienziato più importante del suo tempo. La teoria della relatività, di cui fu autore, rivoluzionò completamente il campo della fisica. In base a questa teoria, poi confermata da successive prove scientifiche, l’Universo è formato da quattro dimensioni: alle tre ben note – lunghezza, larghezza e altezza (lo spazio) – se ne deve aggiungere una quarta, il tempo. In questo Universo a quattro dimensioni, il tempo e lo spazio non sono valori assoluti, ma relativi (di qui il termine di “relatività”) e tali da influenzarsi reciprocamente. Per semplificare, possiamo dire che il tempo scorre a velocità diverse a seconda del sistema di riferimento in cui si trova l’osservatore
Fissa i concetti sul testo
1. Sottolinea sulle pagine le risposte alle domande.
a. Che cosa sosteneva la teoria evoluzionistica di Darwin?
c. Da chi discenderebbe l’uomo, secondo Darwin?
d. Che cosa convinse Einstein della necessità di abbandonare le armi nucleari?
e. Da che cosa dipende lo scorrere del tempo?
2. Completa il testo inserendo le parole sotto riportate. ereditari • estinzione • selezione • ambiente • specie
L’ , secondo Darwin, opera una naturale: ciò significa che, all’interno di una , sopravvivono gli individui con le caratteristiche più adatte all’ambiente. Questi individui trasmettono i loro caratteri ai discendenti, garantendo così la continuità della specie. La selezione naturale opera anche condannando all’ le specie non più adatte all’ambiente.
Completa i testi inserendo le parole opportune, che sceglierai fra quelle proposte.
illuminazione • salari • capitali • industriale
Negli ultimi decenni dell’Ottocento e nei primi anni del secolo successivo l’Europa conosce un forte sviluppo economico. La disponibilità di e le innovazioni tecnologiche permettono una crescita della produzione . Crescono anche l’occupazione nelle fabbriche e i , mentre si riduce l’orario di lavoro. Le città sono abbellite e dotate di e di mezzi di trasporto a motore. Vengono aperti numerosi locali pubblici (teatri, caffè, sale da ballo) e gli abitanti conducono una vita più brillante. Questo periodo storico è detto Belle époque .
Il dramma dell’emigrazione
modesta • povertà • inserimento • Italiani
Tra la fine dell’800 e l’inizio del secolo successivo, nelle campagne europee l’aumento della popolazione genera e costringe milioni di persone a emigrare in cerca di lavoro. Il flusso migratorio, che comprende moltissimi , si dirige in prevalenza verso gli Stati Uniti. Questa nuova ondata di migranti incontra difficoltà di molto gravi perché ha una preparazione culturale molto .
La seconda rivoluzione industriale
pesante • binari • acciaio • seconda
Verso la fine dell’Ottocento, in Europa sorgono grandi industrie che producono . L’acciaio è usato per costruire treni, e ponti. Questo materiale è fabbricato in grandi stabilimenti, in cui lavorano migliaia di operai.
Le fabbriche di prodotti in acciaio formano l’industria , che si sviluppa soprattutto in Inghilterra, Francia, Germania e Stati Uniti. Questo fenomeno è chiamato rivoluzione industriale per distinguerlo da quello sviluppatosi a fine Settecento in Inghilterra.
aeroplano • dinamite • telefono • cinema • lampadina • radio
Nella seconda metà dell’Ottocento viene prodotta e utilizzata l’energia elettrica, che trova diverse applicazioni. Fra queste, una delle più importanti è l’invenzione della , per opera di Edison. L’elettricità è applicata anche alle ferrovie, dove cominciano a viaggiare i treni elettrici.
L’altra grande fonte di energia è il petrolio, usato per l’illuminazione pubblica e privata e per muovere i motori delle auto e i macchinari dell’industria. A fine Ottocento è inventata l’automobile e, nel 1903, i fratelli Wright compiono il primo volo a bordo di un . Avvengono enormi progressi nel campo delle comunicazioni, grazie al telegrafo (inventato da Morse) e al messo a punto dall’italiano Meucci nel 1876 e, qualche anno più tardi, brevettato dall’inglese Bell. Nel 1895 l’italiano Guglielmo Marconi costruisce un apparecchio , con il quale riesce a comunicare a grandissima distanza. Nell’anno 1900 i fratelli Lumière proiettano immagini in movimento: nasce il . Nel campo della chimica, le invenzioni più importanti sono quelle delle fibre sintetiche per confezionare abiti e della , inventata da Nobel nel 1867.
Darwin ed Einstein rivoluzionano la scienza
ambiente • relatività • assoluti • evoluzionismo
L’inglese Charles Darwin fu autore della teoria dell’ , secondo la quale tutte le forme viventi si trasformano per adattarsi
all’ .
Anche la nostra specie si è evoluta nel corso di milioni di anni.
Si deve allo scienziato tedesco Albert Einstein la formulazione della teoria della , secondo la quale lo spazio e il tempo non sono valori , ma dipendono dal sistema di riferimento preso in considerazione quando vengono osservati e misurati.
Seconda rivoluzione industriale
- periodo: seconda metà dell’Ottocento
- nazioni coinvolte: Stati Uniti, Germania, Inghilterra, Francia
- organizzazione
produttiva: industria pesante, concentrazione delle fabbriche
- prodotti: acciaio, materie plastiche
- fonti energetiche: elettricità e petrolio
- organizzazione
finanziaria: banche, mercato azionario
Nuove invenzioni
- trasporti: bicicletta, automobile, dirigibile, aereo
- comunicazioni: telegrafo, telefono, radiotelegrafo
- divertimenti: cinema, fotografia
- alimentazione: frigorifero, conservanti, cibo in scatola
- chimica: bachelite, fibre sintetiche, dinamite
- evoluzionismo (Darwin): le specie viventi, anche l’uomo, si trasformano per adattarsi all’ambiente
- relatività (Einstein): lo spazio e il tempo sono valori relativi, che possono variare a seconda del contesto in cui avviene la misurazione
Una casalinga americana mostra orgogliosa il suo “inscatolatore” per la casa (1925). Giovani operai lavorano in una fabbrica di lattine a Baltimora (1909).1. Osserva la cartina di p. 3, quindi rispondi alle seguenti domande.
a. Tra quali Paesi il traforo del Frejus facilita i collegamenti? Francia e Svizzera. Francia e Germania. Francia e Italia.
b. Tra quali Paesi il traforo del Sempione facilita i collegamenti? Italia e Svizzera. Italia e Austria. Francia e Spagna.
c. Quale dei tre canali navigabili segnati in cartina è più utile per i collegamenti tra continenti diversi? Canale di Kiel. Canale di Corinto. Canale di Suez.
d. Quale dei tre canali, invece, è utile per i commerci nel Nord Europa? Canale di Kiel. Canale di Corinto. Canale di Suez.
2. Completa le seguenti definizioni inserendo la parola opportuna.
a. Le centrali producono energia sfruttando la spinta dell’acqua in caduta.
b. La è un materiale composto di ferro e carbone.
c. Il è un documento che riconosce a una persona il diritto di sfruttare in esclusiva la sua invenzione.
d. La è il luogo in cui si svolge la compravendita delle azioni finanziarie.
e. Il è una situazione di mercato caratterizzata dalla presenza di una sola impresa produttrice.
3. Indica se le seguenti affermazioni sono vere o false.
a. La Belle époque fu un fenomeno di estensione mondiale.
b. Durante questo periodo si diffuse un benessere mai raggiunto prima.
c. La Belle époque corrisponde a un periodo di pace.
d La produzione industriale fu rivolta soprattutto alle esigenze degli eserciti.
e. In questo periodo i salari e gli stipendi registrarono una crescita.
f. Sempre in questo periodo, le donne ottennero quasi dovunque il diritto di voto.
g. Le esposizioni universali erano, al tempo stesso, fiere commerciali e mostre scientifico-culturali.
h. La Torre Eiffel fu costruita in occasione dell’Esposizione Universale di Londra del 1851.
4. Completa la tabella, che riepiloga le informazioni più importanti sull’emigrazione europea tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del secolo successivo.
Numero di emigranti dall’Europa
Numero di emigranti dall’Italia
Altri Paesi europei in cui vi fu una forte emigrazione
Principale destinazione degli emigranti
Altre destinazioni
Principali difficoltà degli emigranti negli Stati Uniti
5. Indica con una crocetta la parola adatta a completare correttamente le seguenti frasi.
a. La seconda rivoluzione industriale ebbe luogo: agli inizi dell’Ottocento. nella seconda metà dell’Ottocento.
b. Essa si sviluppò principalmente: in Inghilterra. negli Stati Uniti.
c. Il settore più convolto fu quello: siderurgico. tessile.
d. Il materiale maggiormente impiegato fu: l’acciaio. il cotone.
e. Le fabbriche erano di dimensioni: piccole. grandi.
f. Le principali fonti energetiche furono: la legna e il carbone. l’elettricità e il petrolio.
g. I capitali utilizzati erano: dei proprietari. delle banche.
Stabilisci legami tra cause ed effetti
6. Per ogni causa, indica l’esatta conseguenza.
1. Bessemer inventa un modo economico per produrre l’acciaio, perciò
2. Le industrie, estendendosi, hanno bisogno di grandi capitali, perciò
3. Vengono effettuati numerosi progressi nel campo dei trasporti, perciò
4. Si ha una forte concentrazione delle fabbriche, perciò
5. Darwin scopre che tutte le specie viventi si trasformano, perciò
A. devono ricorrere ai prestiti delle banche
B. diminuiscono i costi di gestione
C. si sviluppa l’industria siderurgica
D. i viaggi diventano più rapidi
E. anche l’uomo è il frutto dell’evoluzione e non della creazione
7. Completa la tabella, indicando – per ogni immagine – a quale invenzione si riferisce, chi ne fu l’autore e in che anno o periodo (ad esempio: fine Ottocento, prima metà dell’Ottocento ecc.). La tabella è avviata.
Trasporti
Radiotelegrafo,
1. Inserisci nella tabella le informazioni mancanti.
Invenzione
telegrafo a fili
Meucci
Diesel
pneumatici di gomma
Inventore Nazionalità dell’inventore
Marconi
dirigibile
Edison
fotografia
aereo
fratelli Lumière
Nobel
2. In classe, ripassate le Lezioni 5 e 6, dedicate alle invenzioni. Poi ognuno di voi sceglierà uno dei campi sotto indicati e ripeterà oralmente agli altri ciò che ha appreso.
Invenzioni:
a. legate ai mezzi di trasporto;
b. legate ai sistemi di comunicazione;
c. legate alla riproduzione di voci e immagini.
3. La più grande “invenzione” dei tempi moderni fu, in un certo senso, la “scoperta” della velocità. Una serie di congegni di vario tipo, realizzati nel giro di pochi anni, permise di viaggiare e comunicare con una rapidità prima sconosciuta. Secondo alcuni, questa possibilità fu una conquista che migliorò straordinariamente la vita dell’umanità, ma non mancano voci di dissenso. Secondo altri, infatti, questa velocità può stordirci e farci perdere il senso vero e più profondo della vita, costringendoci a una rincorsa senza fine e senza meta.
Esprimi in un breve testo scritto la tua opinione a tale proposito.
EDUCAZIONE CIVICAA partire dal secolo scorso, la pubblicità assume un ruolo importante sia come informazione per il consumatore sia come incentivo ai consumi. A inizio Novecento, molti artisti sono chiamati a ideare manifesti che pubblicizzano diversi prodotti o avvenimenti.
Pierre de Frédy, barone di Coubertin, (1863 1937), appartiene a una ricca e colta famiglia parigina, i cui antenati risalgono addirittura alla Roma rinascimentale. Nella sua carriera scolastica mostra interesse soprattutto per la pedagogia, una disciplina che analizza i fini e i metodi dell’educazione dei giovani. Agli studi affianca una forte passione per la vita all’aria aperta e per l’attività sportiva. Lo sport, a suo avviso, è in grado di offrire un valido supporto alla formazione della personalità umana. Ed è proprio dalla congiunzione di questi due interessi che nasce l’idea alla cui realizzazione dedica il resto della sua vita: far rinascere la manifestazione che segnò uno dei momenti più alti della civiltà greca, le Olimpiadi.
Nel giugno del 1894 ha finalmente la possibilità di enunciare il suo programma durante un congresso tenutosi alla Sorbona, la prestigiosa università di Parigi. La proposta da lui avanzata ottiene un vasto consenso e De Coubertin viene nominato presidente del Comitato Olimpico Internazionale (CIO). Dopo due anni di lavoro frenetico, il suo sogno diventa realtà: ad Atene, il 6 aprile 1896, il re Giorgio I di Grecia, davanti a una cornice suggestiva, apre ufficialmente i primi giochi olimpici dell’era moderna. A quella edizione altre ne seguono, con cadenza quadriennale. De Coubertin lascia nel 1925 la presidenza del CIO, ma le Olimpiadi, ormai, sono diventate parte della storia contemporanea e il loro cammino non sarà più fermato.
Nel giugno del 1894 ha finalmente la possibilità di enunciare il suo program
Il papa Leone XIII chiarì la dottrina sociale della Chiesa in un documento intitolato Rerum novarum (Delle cose nuove), pubblicato nel 1891. Il testo qui riportato, tratto da questo documento, esprime il giudizio negativo del pontefice sia sulle classi più ricche, che sfruttano i proletari, sia sui socialisti, le cui idee sono considerate portatrici di disordine e di scontri sociali.
In questo secolo un piccolissimo numero di persone molto ricche ha imposto alla infinita moltitudine dei proletari un dominio quasi schiavistico. A rimedio di questi mali, i socialisti, attizzando nei poveri l’odio ai ricchi, pretendono si debba abolire la proprietà, e far di tutti i patrimoni un patrimonio comune. Con questa trasformazione della proprietà da personale in collettiva, e con l’eguale distribuzione degli utili e degli agi tra i cittadini, credono che il male sia radicalmente riparato. Ma questa via, invece di risolvere le contese, non fa che danneggiare gli stessi operai.
Censimento: operazione di ricerca con cui uno stato acquisisce dati sul numero di abitanti e su diverse caratteristiche della popolazione (lavoro, reddito, istruzione…). In Italia i censimenti iniziarono nel 1861 e da allora si ripetono ogni dieci anni.
La popolazione europea continua a crescere e sul nostro continente, il più densamente popolato, vive un quarto della popolazione mondiale.
Tra il 1870 e il 1900, in Europa ci fu un forte incremento demografico, grazie soprattutto al miglioramento generale delle condizioni di vita. Pur essendo il più piccolo dei continenti, l’Europa nel 1900 era il più densamente popolato, con circa un quarto della popolazione mondiale. L’Asia ne ospitava oltre la metà (ogni due abitanti della Terra, uno viveva nel continente asiatico), ma la crescita demografica procedeva a ritmi più lenti. Le cifre riguardanti l’Africa sono incerte, perché in questo continente a fine Ottocento non si svolgevano ancora indagini statistiche né censimenti di popolazione. Nel complesso l’incremento demografico avvenuto tra 1850 e 1900 fece sì che gli abitanti della Terra passassero da circa 1 miliardo e 100 milioni a più di un miliardo e mezzo.
I progressi nei trasporti marittimi e ferroviari permettono spostamenti più rapidi, mentre il telegrafo consente comunicazioni fra luoghi lontanissimi.
Gli uomini stavano anche imparando a comunicare tra loro più rapidamente e intensamente che in passato. Viaggiare sulle grandi distanze era diventato più facile grazie ai progressi dei trasporti La rete ferroviaria, sempre più estesa, univa luoghi lontanissimi tra loro. Per esempio, dopo il completamento della ferrovia Transiberiana, nel 1904, si poteva andare da Mosca a Vladivostok (nella Siberia orientale, di fronte al Giappone) in due settimane. Il tempo dei viaggi per mare tra Europa e America si poteva misurare in settimane e non più in mesi. Lo scavo del canale di Suez ( p. 12) avvicinò in maniera considerevole i grandi Paesi asiatici (India, Cina, Giappone) all’Europa. I piroscafi a vapore solcavano i mari a una velocità notevolmente superiore a quella consentita dai velieri. Con il telegrafo elettrico, scambiare messaggi da una parte all’altra della Terra era questione di ore. Tutte queste realtà, appena un secolo prima, sarebbero sembrate fantascienza.
Alcune grandi città crescono ancora e, data la loro estensione, vengono dotate di efficienti trasporti urbani.
Prima del 1870 la maggioranza degli Europei viveva in campagna: lavorava i campi a prezzo di grandi fatiche, era analfabeta e doveva obbedire ciecamente ai proprietari terrieri. Questa situazione cambiò alla fine dell’Ottocento, grazie allo sviluppo delle industrie, quando molti abitanti si trasferirono dalla campa
LE PAROLE DELLA STORIAgna alle città per cercare occupazione nelle fabbriche. Grandi centri urbani si formarono così in Europa, in America e in Asia. Per numero di abitanti e per l’insieme di fabbriche e di servizi, le grandi città stavano diventando autentiche metropoli. Il bisogno di provvedere al rapido spostamento di migliaia di uomini dalle loro case ai posti di lavoro stimolò il miglioramento dei trasporti urbani, realizzato con la costruzione di reti tramviarie che collegavano il centro alla periferia. Le principali metropoli (Londra, Parigi, New York, Chicago) alla fine dell’Ottocento furono dotate di linee metropolitane. È di questo periodo anche la fornitura su ampia scala di tutti quei servizi pubblici che oggi sono abituali: dall’illuminazione delle strade alla raccolta dei rifiuti, dalle fognature al rifornimento del gas e dell’acqua in ogni casa.
Un miglioramento delle condizioni economiche degli abitanti delle città ha come conseguenza un aumento dei consumi, anche di beni non essenziali.
I milioni di contadini trasferitisi in città erano costretti a uno stile di vita diverso da quello che conducevano in campagna. I salari erano bassi, tuttavia a poco a poco i consumi aumentarono. Nelle città, inoltre, viveva una borghesia (composta in gran parte da impiegati delle industrie e degli uffici pubblici) che guadagnava abbastanza da potersi permettere l’acquisto anche di beni non essenziali Stava nascendo la società dei consumi. Industria, commercio e agricoltura fornivano prodotti di consumo per le masse, dai fornelli a gas, che entrarono nelle case di molte famiglie operaie, alle biciclette, dalle lampadine ai fonografi, dalle arance alle banane, per citare due prodotti alimentari il cui consumo, fino a qualche decennio prima, era considerato un lusso per pochi.
Fissa i concetti sul testo
1. Sottolinea sulle pagine le risposte alle domande della lezione.
a. Qual era, nel Novecento, il continente più densamente popolato?
b. Perché, all’inizio del XX secolo, “le distanze si accorciano”?
c. Che cosa accadde nelle campagne alla fine dell’Ottocento?
d. Quali furono le prime città a essere dotate di linee metropolitane?
e. Come si chiamò la società caratterizzata da una grande quantità di acquisti?
Verifica la comprensione
2. Scrivi, accanto a ciascuna definizione, il nome corrispondente.
a. Il continente più popoloso della Terra:
b. Il continente più densamente popolato della Terra:
c. Il continente di cui non si dispongono dati sicuri:
Tra la fine dell’Ottocento e i primi quindici anni del Novecento la superficie e la popolazione delle città più importanti crebbero in maniera considerevole. Il fenomeno era dovuto alla nascita della grande industria e della grande finanza, che concentravano nei centri urbani un numero sempre maggiore di professionisti, commercianti, artigiani e operai.
Il cambiamento, però, non fu semplicemente quantitativo, ma anche e soprattutto qualitativo. Città come Londra, Parigi e New York, per citare le maggiori, cambiarono il loro aspetto – almeno nei quartieri del centro – assumendo un carattere più vivace e attraente. La città, ben più che in passato, offrì agli abitanti numerose occasioni per trascorrere piacevolmente il tempo libero. Incontri, svaghi, passeggiate, acquisti occuparono una parte crescente della giornata, e anche la popolazione femminile, costretta in passato a starsene rinchiusa in casa, partecipò numerosa alla vita mondana. Naturalmente questa atmosfera gioiosa riguardò solo chi aveva denaro e tempo libero, perciò le famiglie operaie ne furono escluse.
La città che, prima e più di ogni altra, conobbe questa trasformazione fu certamente Parigi. A fine Ottocento essa divenne la capitale europea più visitata dai turisti, spinti dalle molte attrattive che la città offriva: i palazzi antichi, i musei famosi, le ardite architetture moderne, come la Tour Eiffel, e le Esposizioni internazionali. I massicci interventi urbanistici voluti dal barone Haussmann verso la metà del secolo avevano abbattuto le vie strette e oscure del centro per lasciare spazio ad ampi boulevards, viali alberati percorsi da una folla elegante e da rapide carrozze. Ai lati di queste spaziose arterie una serie di palazzi di recente costruzione ospitavano negozi, banche, uffici, caffè, teatri, sale da ballo e tutto quanto poteva occorrere al pubblico per il lavoro e per il divertimento. Famosi in tutto il mondo divennero locali come il Moulin rouge (Mulino rosso), così chiamato per il mulino che campeggiava sul suo tetto. Qui nacque il cancan, un ballo molto veloce in cui si esibivano ballerine professioniste schierate in fila l’una a fianco dell’altra. Al Moulin rouge facevano concorrenza le Folies Bergère, che offrivano spettacoli di varietà, musiche e balletti.
Nella seconda metà dell’Ottocento Parigi divenne anche la capitale dei consumi, grazie soprattutto all’apertura dei primi grandi magazzini. Rispetto ai negozi tradizionali, i grandi magazzini costituivano un’innovazione totale. Vendevano merci di ogni tipo ed esponevano in vetrine ben illuminate i prodotti, con accanto i loro prezzi: un’autentica novità, questa, in quanto nei vecchi negozi la poca merce disposta nelle piccole e buie vetrine serviva a segnalare il tipo di esercizio commerciale e non a invogliare il cliente all’acquisto. Così, ad esempio, nei negozi di abbigliamento qualche pezzo di stoffa poteva rimanere in vetrina anche per anni, perché serviva solo per ricordare ai passanti che lì si vendevano tessuti e non altro. Il grande magazzino diede invece risalto ai suoi prodotti, sia curando ornamentali vetrine sia arredando gli interni con sfavillanti luci e colori. Tutto ciò serviva per richiamare un grande pubblico, attratto anche dai prezzi in media più bassi rispetto a quelli dei piccoli negozi.
I grandi magazzini modificarono il lavoro e i comportamenti della gente. La principale novità in fatto di consumi fu il trionfo degli abiti preconfezionati. Un tempo tutti i capi di abbigliamento, dal cappotto alle scarpe, erano fatti su misura: si acquistava la stoffa e poi si andava dal sarto che tagliava e cuciva l’abito. I grandi magazzini di Parigi modificarono per primi questa antica abitudine: presentarono abiti già confezionati, di taglie diverse, lavorati secondo lo stile di moda. Il cliente sceglieva il capo preferito e poteva uscire indossandolo.
Nelle sale luminose ed eleganti dei grandi magazzini di Parigi si vide uno spettacolo insolito per quei tempi e che fece gridare molti allo scandalo: tante donne, da sole o in compagnia di altre donne, si presentavano come acquirenti in un luogo pubblico. Prima di allora, era giudicato sconveniente per una donna mostrarsi in pubblico non accompagnata da un uomo, marito o fidanzato o padre. Chi lo faceva si attirava pesanti giudizi di disapprovazione.
Inizio della prima Olimpiade moderna.
Nasce lo sport moderno, che attrae le masse come protagoniste o come spettatrici. Le discipline più seguite sono il calcio, il ciclismo e l’automobilismo.
Un altro aspetto caratteristico della società moderna fu la nascita dello sport di massa. Sul finire dell’Ottocento nacque il calcio, in Inghilterra, gestito dalle prime società calcistiche, o club. Questa disciplina si diffuse rapidamente anche in Italia, dove il primo campionato nazionale fu disputato nel 1898. Vi parteciparono quattro squadre e fu vinto dal Genoa. L’invenzione della bicicletta fu alla base di un’altra disciplina sportiva: il ciclismo, che ebbe nel Tour de France e nel Giro d’Italia le sue competizioni più prestigiose. Grande successo di pubblico ottenne anche l’automobilismo, che pure era riservato a poche persone in grado di sopportare i costi elevatissimi delle prime autovetture da corsa. Solo in seguito, infatti, nacquero le scuderie automobilistiche che fornivano le auto ai piloti più abili. La prima grande competizione automobilistica, organizzata nel 1894, fu la ParigiRouen. In quella occasione, il bolide del vincitore realizzò la media stupefacente di 19 chilometri orari!
Il barone De Coubertin promuove la rinascita di un’antica istituzione del mondo greco: le Olimpiadi. La prima Olimpiade si svolge ad Atene nel 1896 e da allora questa manifestazione sportiva si ripete ogni quattro anni.
Cerimonia di apertura, allo Stadio Panathinaiko di Atene, delle prime Olimpiadi moderne, aprile 1896.
Nel 1882 il barone francese Pierre de Coubertin manifestò il proposito di «ristabilire su una base conforme alla vita moderna una grande e magnifica istituzione, i giochi olimpici». Egli volle però sottolineare subito la differenza che doveva caratterizzare la nuova istituzione rispetto a quella antica. Se alle Olimpiadi greche partecipavano solo i giovani dell’aristocrazia, quelle moderne sarebbero state aperte a qualsiasi atleta, di qualsiasi classe sociale, purché avesse le necessarie qualità sportive Inoltre i partecipanti non avrebbero ricevuto alcun compenso. Il 6 aprile 1896 si tenne ad Atene, davanti a 60 mila spettatori, l’inaugurazione dei nuovi giochi. La scelta della città voleva ovviamente sottolineare il collegamento fra le Olimpiadi moderne e quelle antiche. La prima edizione riscosse un successo clamoroso e fu deciso di rinnovare l’appuntamento olimpico ogni quattro anni. Alle Olimpiadi di Parigi (1900) gareggiarono per la prima volta anche le donne.
All’inizio del Novecento in Italia, come in tutta Europa, si manifesta un nuovo fenomeno: la passione per lo sport. Scherma e ciclismo, calcio e boxe coinvolgono gli Italiani, che cominciano a diventare tifosi dell’uno o dell’altro campione, dell’una o dell’altra squadra.
L’Italia aveva una grande tradizione nella scherma, considerata una disciplina indispensabile all’addestramento degli ufficiali dell’esercito.
Furono proprio i militari a organizzare le prime scuole di scherma e le prime competizioni internazionali. In questa specialità l’Italia conseguì numerosi successi nelle Olimpiadi. Intanto gli Italiani cominciavano a seguire le gare di uno sport nuovo, il ciclismo. Le strade non ancora asfaltate e le biciclette pesanti imponevano uno sforzo massacrante agli atleti. Alcune gare erano così lunghe che non potevano concludersi in un solo giorno. Una formula spettacolare fu inventata all’inizio del ‘900: la corsa ciclistica a tappe. Iniziarono i Francesi con il Tour de France (1903), seguiti dagli italiani con il Giro d’Italia (1909).
Il football (il nostro calcio) fu inventato dagli Inglesi nel 1863 e qualche decennio più tardi era già praticato in tutta Europa. Nel 1898 si disputò a Torino il primo campionato italiano, con la partecipazione di sole quattro squadre. Vinse il Genoa. Da allora il nostro campionato si disputò ogni anno, con una sola interruzione negli anni 1943 e 1944, a causa della guerra.
Anche la boxe, cioè il pugilato, fu importata dall’Inghilterra. Era un antico sport che si praticava a pugni nudi e senza regole. Gli Inglesi gli diedero regole: l’uso dei guantoni, la suddivisione dell’incontro in riprese (round) di tre minuti, la sconfitta decretata dal giudice quando un pugile, caduto a terra, non si rialza entro dieci secondi.
Lo sport divenne un autentico mestiere. Gli atleti erano pagati dalle società sportive, che si comportavano come vere industrie: stipendiavano i dipendenti, costruivano impianti, organizzavano campionati, vendevano pubblicità e fondavano giornali. Nel 1895 fu stampato a Milano il primo numero della Gazzetta dello sport, il più antico quotidiano sportivo d’Italia
1. Sottolinea sulle pagine le risposte alle domande.
a. Qual era la principale differenza fra le Olimpiadi moderne e quelle antiche?
b. Dove si tenne la prima Olimpiade moderna?
c. Quale fu la prima corsa ciclistica a tappe?
d. In quale Paese fu inventato il calcio?
e. Quale fu il primo giornale sportivo italiano?
2. Sottolinea le specialità sportive che nacquero tra la fine dell’800 e l’inizio del 900.
ciclismo • corsa • lotta libera • calcio
• lancio del disco
• pugilato • automobilismo
Una fotografia di ciclisti che partecipano al primo Giro d’Italia del 1909. Cartolina che pubblicizza un torneo nazionale di scherma, che si tiene a Torino nel maggio 1900.Domenica 24 maggio 1903, ore 3 e 30 del mattino. Una folla enorme è radunata lungo le strade di Versailles. Centomila persone sono giunte per ammirare le auto sportive, per vedere da vicino i piloti, per respirare l’odore del carburante, per udire il rombo dei motori.
Sono presenti le auto più potenti, i piloti più prestigiosi e titolati. Tra le autovetture spiccano la Panhard Levassor, accreditata di una velocità di 130 km/h, le Mors, capaci di raggiungere i 140 km di velocità massima, la Mercedes ricca di cavalli, le Renault, personalmente guidate dai due fondatori della fabbrica, Marcel e Louis. Non mancano neppure due Fiat, con piloti di classe come Vincenzo Lancia e Luigi Storero. Su ogni auto, accanto al pilota, siede un meccanico.
La partenza è prevista per le 3 e 30, ma il numero dei mezzi iscritti alla gara è talmente alto che occorre cambiare il regolamento: non più una partenza ogni due minuti, ma una al minuto. Ciò nonostante, l’ultimo concorrente parte tre ore dopo. La gara dovrà svolgersi in tre tappe: la prima, tutta francese, da Versailles a Bordeaux, la seconda da Bordeaux alla città spagnola di Vitoria, la terza dovrà concludersi a Madrid. Circa 1300 chilometri complessivi attendono mezzi e piloti.
Intanto, le partenze ravvicinate nascondono una grave insidia perché viene a mancare lo spazio necessario fra un mezzo e l’altro. Non solo, poiché l’ordine di partenza è stato stabilito con il sorteggio, alcune delle auto più potenti si trovano indietro e sono precedute da una schiera di veicoli assai meno veloci. Per questo sono costrette a lanciarsi in una serie interminabile di sorpassi.
L’esito disastroso della Parigi-Madrid portò all’attenzione dell’opinione pubblica il tema delle gare automobilistiche. Alla fine il problema fu risolto evitando di mettere una accanto all’altra macchine di potenza troppo diversa, diminuendo il numero degli iscritti e costruendo apposite piste. Grazie a questi provvedimenti, l’automobilismo non fu stroncato sul nascere, anzi poté avviarsi verso un glorioso futuro.
Il traffico caotico non è l’unico ostacolo. La folla sterminata che segue la corsa non si limita a starsene ai bordi delle strade, ma spesso entra sulla carreggiata, senza rendersi conto delle difficoltà che crea ai piloti e del pericolo che corre. In queste condizioni la maggior parte dei sorpassi è fatta alla cieca, fidando nella sorte.
Se ne accorgono i piloti e gli spettatori: chi trova all’improvviso la sbarra abbassata di un passaggio a livello sul suo cammino, perde il controllo dell’auto che si capovolge e prende fuoco. Chi, sbalzato sulla strada, viene soccorso e portato in ospedale d’urgenza. Chi, per evitare un contadino sulla strada, va a sbattere contro un albero. Chi, per salvare un bambino sfuggito al controllo dei genitori, attraversa la strada mentre sopraggiunge un’auto e resta investito.
Chi perde la vita nello schianto contro un albero. Arrivati a Bordeaux, le notizie degli incidenti, che giungono a poco a poco, lasciano tutti sorpresi e angosciati. Il governo si riunisce d’urgenza e pone fine alla gara, che si conclude così a Bordeaux. Il bilancio finale di otto vittime – tre spettatori e cinque piloti – giustifica bene il soprannome di “corsa della morte”, con cui questa competizione sarà ricordata.
Sindacati: associazioni create allo scopo di difendere gli interessi economici dei lavoratori.
Società capitalistica: società fondata sul potere di chi possiede i capitali (la terra e le fabbriche).
Socialismo: dottrina politica finalizzata all’abolizione dei privilegi di classe e al raggiungimento dell’eguaglianza giuridica, sociale ed economica di tutti i cittadini.
All’inizio del Novecento le condizioni dei lavoratori sono ancora pesanti, ma essi comprendono che solo organizzandosi possono ottenere dei miglioramenti.
All’inizio del XX secolo, le condizioni di vita e di lavoro degli operai e dei contadini restavano pesanti. In tutti gli Stati europei, con l’eccezione dell’Inghilterra, l’orario di lavoro superava le 10 ore al giorno, per 6 giorni la settimana. Le ferie non erano previste o si limitavano a pochi giorni l’anno. Non esistevano la mutua e l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro. Molti bambini erano ancora costretti a lavorare, soprattutto nelle campagne. Tuttavia qualcosa di nuovo stava succedendo: la volontà dei lavoratori di modificare lo stato delle cose e la consapevolezza che, per riuscirci, bisognava organizzarsi
Le trasformazioni prodotte dalla società industriale accrescono la partecipazione dei cittadini alla politica; in particolare i lavoratori si associano e danno vita ai sindacati per difendere i loro interessi.
Nella prima parte dell’Ottocento, solo pochi individui benestanti si occupavano di politica. Rappresentavano gli interessi di piccoli gruppi sociali, come i proprietari terrieri, i nobili, gli amministratori dello stato, i giudici, i militari. Con le trasformazioni prodotte dallo sviluppo industriale, anche la politica cambiò. Milioni di persone cominciarono a unirsi per fare sentire le loro richieste e per essere rappresentate nei luoghi dove si prendevano le decisioni di interesse nazionale, come i comuni e il Parlamento. Operai, contadini, dipendenti pubblici, insegnanti parteciparono alle discussioni sui problemi generali. Per portare le loro idee nei Parlamenti, si organizzarono in partiti politici e, per difendere i loro interessi economici, crearono i sindacati Al fine di sostenere le loro richieste, i sindacati fecero spesso ricorso allo sciopero. Nella seconda metà dell’Ottocento il socialismo si diffuse sempre più, soprattutto fra i lavoratori della grande industria.
Un lavoratore durante lo sciopero, accanto alla famiglia. Nel Novecento, le tensioni sociali si acuirono e spesso si ricorse allo strumento dello sciopero.
Il socialismo si diffonde tra i lavoratori, che non sopportano le ingiustizie della società capitalistica.
Il pensiero socialista, nato nella prima metà dell’Ottocento, si diffuse sempre più nella seconda metà del secolo, grazie soprattutto all’azione di Carlo Marx , autore del programma della Prima Internazionale, un’associazione nata per la difesa dei lavoratori. Secondo tale programma, i lavoratori dovevano liberarsi dal predominio dei capitalisti, impadronirsi dei mezzi di produzione e dar vita a una collaborazione internazionale contro la guerra. Il socialismo, nelle sue varie forme, aveva come elemento comune la critica della società capitalistica e delle sue ingiustizie. L’obiettivo dei suoi seguaci era l’uguaglianza sociale, cioè la creazione di una società in cui tutti avessero uguale ricchezza e vivessero nelle stesse condizioni culturali ed economiche. Con la crescita dell’industrializzazione, milioni di lavoratori europei entrarono a far parte dei partiti socialisti e dei sindacati. L’aumento di iscritti fu maggiore nei Paesi più industrializzati, dove la classe operaia era divenuta il gruppo sociale più numeroso.
1. Sottolinea sulle pagine le risposte alle domande.
a. Qual era l’orario di lavoro degli operai all’inizio del Novecento?
b. Quale strumento di lotta fu usato dai sindacati?
c. Qual era l’obiettivo dei socialisti?
2. Indica se le seguenti affermazioni sono vere o false.
a. All’inizio del Novecento il lavoro dei bambini era stato completamente abolito.
b. I lavoratori non godevano dell ferie né della mutua. V F
c. I lavoratori fondarono dei partiti per migliorare le loro condizioni all’interno delle fabbriche.
d. I lavoratori fondarono i sindacati per portare le loro idee nei Parlamenti.
Giuseppe Pellizza da Volpedo, Il Quarto Stato (1895-1900). L’espressione “quarto stato” indica il proletariato: quarto dopo il clero, la nobiltà e la borghesia.
1 La folla che avanza compatta rappresenta l’unione dei lavoratori, pronti a far valere i loro diritti.
2 Una delle tre persone che guidano il gruppo è una donna che tiene in braccio un bimbo. Questa figura rappresenta da una parte la famiglia che lotta per sopravvivere, dall’altra il ruolo della presenza femminile nella nuova società.
3 La mano aperta della donna, sembra voler dire: «Così non ce la facciamo più».
4 Lo sfondo scuro richiama la memoria della vecchia società, con le sue ingiustizie; la luce in cui si muovono i lavoratori, soprattutto i tre che guidano il gruppo, simboleggia il mondo futuro verso cui si muove il proletariato.
Nel movimento socialista si evidenzia sempre più la distanza fra i rivoluzionari, seguaci di Karl Marx, e i riformisti, guidati da Eduard Bernstein.
All’interno del socialismo divennero sempre più evidenti le divisioni che fin dall’inizio ne avevano caratterizzato la storia. Le due correnti che si erano andate definendo – quella dei rivoluzionari e quella dei riformisti – finirono per distaccarsi sempre più, indebolendo la forza complessiva del movimento. Anziché collaborare a uno stesso progetto, i loro seguaci finirono spesso per scontrarsi e dare vita a forti polemiche. Da una parte, i rivoluzionari, fedeli alle idee di Karl Marx , erano convinti che gli squilibri della società capitalistica avrebbero inevitabilmente portato alla rivoluzione e quindi alla nascita del comunismo. Dall’altra, i riformisti, il cui esponente di maggior spicco fu il tedesco Eduard Bernstein, ritenevano che bisognasse lottare per ottenere riforme capaci di migliorare gradualmente le condizioni di vita e di lavoro degli operai. Essi impegnarono perciò i loro partiti e i loro sindacati nella ricerca di risultati concreti, come una maggiore istruzione per gli operai, l’ ingresso nei Parlamenti di rappresentanti della classe operaia, una più efficace assistenza sociale per malattie, infortuni e vecchiaia.
Gli uomini e i gruppi che abbandonarono l’idea della rivoluzione socialista furono chiamati in vari modi: oltre che riformisti, furono definiti revisionisti (perché sottoponevano a una revisione le teorie di Marx) o socialdemocratici (perché abbinavano socialismo e democrazia).
Gli anarchici si differenziano dai socialisti perché non si limitano a pretendere una maggiore giustizia sociale, ma vogliono abbattere lo Stato. Essi perseguono il loro obiettivo mediante gli scioperi e gli attentati contro uomini politici e sovrani.
Tra gli avversari del sistema capitalistico vi furono anche gli anarchici, la cui guida politica fu il russo Bakunin. Essi sognavano una società libera, senza lo Stato e senza la proprietà privata. Questa concezione li poneva in netto contrasto con i socialisti riformisti, che invece accettavano sia lo Stato sia la proprietà privata.
Con i marxisti vi erano differenze meno evidenti ma comunque significative: Marx, infatti, prevedeva il mantenimento dello Stato fino a quando non fosse realizzato completamente il comunismo. Inoltre, secondo Marx, la rivoluzione doveva essere attuata esclusivamente degli operai, mentre gli anarchici puntavano su un forte coinvolgimento dei contadini
Gli anarchici volevano realizzare il loro programma con due strumenti:
1. gli scioperi generali, cioè scioperi di tutti i lavoratori di tutte le categorie;
2. gli attentati contro persone simboliche della società che gli anarchici volevano abbattere (sovrani e capi di Stato)
Tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, ci fu una lunga catena di attentati compiuti dagli anarchici e da rivoluzionari contro personaggi di spicco. Morirono lo zar di Russia Alessandro II, il presidente della Repubblica francese, Marie François Sadi Carnot, il primo ministro spagnolo, Antonio Cánovas del Castillo, l’imperatrice d’AustriaUngheria Elisabetta (conosciuta come Sissi ), il re d’Italia Umberto I, il presidente degli Stati Uniti McKinley.
In seguito ai disordini avvenuti durante una manifestazione tenutasi il 1° maggio 1886 a Chicago, alcuni anarchici sono ingiustamente condannati a morte. Questa data simbolica diventa la festa dei lavoratori.
Il 1° maggio 1886, durante una manifestazione dei lavoratori a Chicago, scoppiarono dei disordini nel corso dei quali esplose una bomba che uccise diverse persone. Anche se non c’era nessuna prova, quattro anarchici furono accusati di aver messo l’ordigno e furono condannati a morte. In seguito a questi fatti drammatici, le azioni del movimento sindacale furono fortemente represse e rallentarono, ma nell’arco di due anni ripresero e divennero ancora più forti.
Dal 1888 si propose di ricordare il 1° maggio come giornata simbolica della lotta dei lavoratori. In tutti i Paesi del mondo, in questa data, i lavoratori cominciarono a scioperare. Oggi in Italia il 1° maggio è una festa nazionale
Fissa i contenuti sul testo
1. Sottolinea sulle pagine le risposte alle domande.
a. Quali erano i due gruppi in cui si divise il Partito socialista e che conseguenze provocò tale divisione?
b. Quali strumenti di lotta erano utilizzati dagli anarchici?
c. Che cosa intende ricordare la festa del 1° maggio?
Tra i vari attentati che insanguinano l’inizio del secolo scorso c’è anche quello contro il presidente degli Stati Uniti, William McKinley, a Buffalo, da parte dell’anarchico Leon Czolgosz (1901).
Lavoratori in corteo con striscione sfilano per le vie di Roma durante la manifestazione per il maggio (1945).
Verifica la comprensione
2. Scrivi il nome dei capi che guidarono i movimenti dei lavoratori sotto elencati.
• socialisti rivoluzionari:
• socialisti riformisti:
• anarchici:
Ritratto di papa Leone XIII (1810-1903), autore dell’enciclica Rerum Novarum, che affronta temi sociali.
La dottrina sociale della Chiesa riconosce il capitalismo, ma invita i datori di lavoro a evitare lo sfruttamento e a non cadere nell’esaltazione del denaro e del potere.
La Chiesa cattolica avvertì la necessità di proporre ai lavoratori un programma alternativo a quello socialista. Le organizzazioni socialiste cominciavano infatti ad avere molto seguito e ciò preoccupava la Chiesa, perché esse erano indifferenti alle questioni religiose. Il socialismo era nato dall’industrializzazione e dalla formazione della classe operaia. Perciò la Chiesa doveva proporre una sua teoria adeguata ai tempi, allo scopo di dialogare con gli operai e di conquistarli al Cattolicesimo
Nel 1891 papa Leone XIII pubblicò l’enciclica Rerum novarum, in cui definì la dottrina sociale della Chiesa. La società capitalistica era accettata, invece il socialismo veniva condannato. L’enciclica, però, condannava anche i risvolti negativi del capitalismo, come l’eccessivo sfruttamento dei lavoratori, la competizione economica portata al massimo livello, la caduta degli ideali religiosi a favore di valori puramente materiali, quali il denaro, il successo, il potere. Leone XIII inoltre invitava i cattolici a organizzarsi sul piano politico e sindacale, sia per contrastare l’avanzata del socialismo tra il popolo, sia per correggere i difetti del capitalismo.
I sindacati acquistano una notevole forza e gli imprenditori accettano di discutere con essi vari aspetti riguardanti le condizioni di lavoro.
Enciclica: lettera ufficiale che un papa scrive ai vescovi e a tutti i fedeli su argomenti di particolare rilievo. Le encicliche hanno come titolo le prime parole del testo.
In Germania, tra il 1882 e il 1913, gli operai salirono da 7 a 20 milioni; in Francia e in Inghilterra la crescita fu simile. Parallelamente, in molti Paesi europei si ebbe una crescita del numero delle organizzazioni sindacali e dei loro iscritti. Agli inizi del Novecento, in Inghilterra vi erano iscritti circa 4 milioni di lavoratori, in Germania circa 3 milioni. Anche in Italia l’aumento fu considerevole, soprattutto dopo che, nel 1889, il codice penale Zanardelli riconobbe il diritto di sciopero se esercitato senza “violenza o minaccia”.
Gli industriali, i grandi proprietari terrieri e i governi dovettero accettare la presenza organizzata dei lavoratori, discutendo con i rappresentanti sindacali la stesura dei contratti di lavoro. Ciò significa che le condizioni del lavoro (stipendio, orario, pause, ferie, diritti e doveri dei lavoratori e degli imprenditori) erano discusse e contrattate tra proprietari delle imprese e sindacati. Gli operai potevano usare l’arma dello sciopero per dare più forza alle loro richieste.
Le associazioni operaie si uniscono perché così possono moltiplicare la loro forza. In Italia nascono le Camere del lavoro, che svolgono il compito di ufficio di collocamento e di assistenza. Nel 1906 viene fondata la “Confederazione generale del lavoro”.
Inizialmente i sindacati erano tanti, divisi per mestieri. Molti sindacalisti, però, pensavano che fosse utile unificare le tante associazioni in una sola. L’Inghilterra fu il primo Paese in cui si raggiunse l’unità sindacale. Era il 1868, anno di fondazione del British Trade Union Congress (Congresso dell’unione dei mestieri inglesi). In Francia, i sindacati confluirono nel 1902 in un’unica associazione generale. In Italia, attorno al 1890, sorsero le prime Camere del lavoro. Erano associazioni che avevano come scopo prevalente il collocamento (ossia trovare un lavoro a chi ne era sprovvisto) e l’assistenza (per chi non poteva lavorare a causa di disoccupazione, malattia o vecchiaia). In pochi anni le Camere del lavoro si trasformarono in veri sindacati, che si occupavano di proteggere tutti gli interessi dei lavoratori. Il sindacato unitario fu fondato nel 1906 e si chiamò «Confederazione generale del lavoro» (CGL).
Nel 1892 Filippo Turati e Anna Kuliscioff fondano il Partito socialista italiano, di tendenza riformista.
Intanto, tra il 1880 e il 1890, agitazioni e scioperi di contadini e di operai, in particolare nella Pianura padana, dimostrarono la forza del movimento popolare. Il romagnolo Andrea Costa, che aveva organizzato alcuni tentativi insurrezionali di orientamento anarchico, presto repressi, abbandonò la pratica anarchicorivoluzionaria e si convertì al socialismo. Nel 1882, presentatosi alle elezioni, ottenne un seggio al Parlamento, primo esponente socialista a ricoprire questa carica. Erano le premesse della fondazione del Partito socialista italiano, avvenuta a Genova nell’agosto 1892 per opera di Filippo Turati, un intellettuale milanese, e della sua compagna, l’esule russa Anna Kuliscioff
Il nuovo partito era a favore di un miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro della classe operaia, con le riforme e con le conquiste sindacali.
Fissa i concetti sul testo
1. Sottolinea sulle pagine le risposte alle domande.
a. Quale fine si proponeva la dottrina sociale formulata dalla Chiesa?
b. Quali funzioni svolgevano le Camere del lavoro in Italia?
c. Quali furono i fondatori del Partito socialista italiano?
Il Partito socialista fondò un suo giornale, L’Avanti!, che sostenne le battaglie e fu protagonista della vita politica per quasi tutto il secolo.
Le date della storia
Fondazione del Partito socialista italiano.
2. Indica se le seguenti affermazioni sono vere o false.
a. La dottrina sociale della Chiesa era favorevole al socialismo. V F
b. L’enciclica Rerum novarum, pur accettando il capitalismo, gli rivolgeva alcune critiche. V F
c. Gli imprenditori non accettarono mai di confrontarsi con i sindacati. V F
d. Tutti i sindacati italiani confluirono nella Confederazione generale del lavoro. V F
Completa i testi inserendo le parole opportune, che sceglierai fra quelle proposte.
Le città crescono e aumentano i consumi
metropolitane • operai • consumi • Europa • Londra
Negli ultimi decenni dell’Ottocento la popolazione mondiale aumenta. Il continente con la maggiore crescita demografica è l’ .
Con lo sviluppo industriale, cresce il numero di : infatti molti contadini lasciano le campagne e si trasferiscono nelle città, per lavorare nelle fabbriche. Alcune città diventano molto grandi e sono chiamate metropoli: le maggiori sono , Parigi, New York e Chicago. Gli abitanti delle città godono di nuovi servizi pubblici, come le linee di tram e , le fognature e la fornitura di energia elettrica. Un miglioramento delle condizioni economiche degli abitanti delle città rende possibile uno stile di vita migliore e ha come conseguenza un aumento dei , anche di beni non essenziali.
automobilismo • Torino
• Olimpiade
• massa
• ciclismo
• società • atleti
Un aspetto caratteristico della società moderna è la nascita dello sport di . Nascono in questo periodo discipline sportive come il ciclismo, il calcio e l’ e continuano a essere praticate discipline antiche come la boxe, la scherma e l’atletica. Nel 1882 il barone francese Pierre de Coubertin manifesta il proposito di ridare vita a una grande istituzione sportiva del mondo greco: i giochi olimpici. Ad Atene, nel 1896 si tiene la prima moderna. Da allora questa manifestazione si ripete ogni quattro anni. Anche in Italia il pubblico si appassiona allo sport. Grande successo riscuote il , che ha la sua principale manifestazione nel Giro d’Italia. Altrettanto popolare è il calcio, la cui prima manifestazione a livello nazionale è il campionato disputatosi a
nel 1898. Lo sport moderno si differenzia da quello antico perché gli diventano professionisti e le sportive tendono ad assomigliare a vere e proprie industrie.
Le organizzazioni dei lavoratori
socialisti • italiano • anarchici • riformisti • Bakunin • rivoluzionari
Molti operai aderiscono ai partiti . Questi partiti si dividono in due correnti. I , che si ispirano alle idee di Karl Marx, sostengono la necessità di una rivoluzione capace di creare una società senza disuguaglianze, dove tutti i beni siano in comune (società comunista). Non tutti i socialisti, però, vogliono la rivoluzione. Alcuni socialisti sono . Ciò significa che chiedono cambiamenti graduali a favore dei lavoratori (diritto all’istruzione, all’assistenza per malattia o infortunio).
Oltre ai socialisti, anche gli combattono le ingiustizie del capitalismo. Il fondatore di questo movimento è il russo
. Gli anarchici utilizzano per la loro lotta politica gli attentati e gli scioperi generali. Nel 1892 nasce il Partito socialista , fondato da Filippo Turati e Anna Kuliscioff.
I sindacati e le associazioni cattoliche
socialismo • scioperi • cattolici • enciclica
• unitario • sindacati • malattia
I lavoratori cominciano a organizzarsi, per migliorare le loro condizioni di vita e di lavoro. Si associano in , che proclamano per ottenere riduzioni dell’orario di lavoro, paghe maggiori e assistenza in caso di e di vecchiaia. In Italia i primi sindacati sono le Camere del lavoro. Nel 1906 nasce un sindacato : la Confederazione generale del lavoro (CGL). Anche i si interessano al mondo del lavoro. Il papa Leone XIII scrive un’ (= lettera ai vescovi) intitolata Rerum novarum («Delle cose nuove»). Il papa condanna il , perché istiga all’odio tra le classi sociali, invece di invitarle alla collaborazione. Tuttavia critica anche certi aspetti della società industriale, in particolare lo sfruttamento dei lavoratori e l’affermazione di valori materiali, come il successo e il denaro.
aumento della popolazione in Europa e negli Stati Uniti
prime metropoli
miglioramento dei servizi pubblici (trasporti, illuminazione, raccolta rifiuti, fognature, gas e acqua)
Economia
miglioramento delle condizioni economiche
produzione in serie
pubblicità
società dei consumi
nascita dello sport moderno
nuova edizione delle Olimpiadi
lo sport assume carattere professionistico
in Italia hanno grande successo la scherma, l’automobilismo, il ciclismo e il calcio
nascita dei sindacati
rivendicazioni dei lavoratori
richiesta di miglioramenti salariali e di migliori condizioni di lavoro
nascita dei partiti dei lavoratori
socialisti riformisti anarchici socialisti rivoluzionari associazioni cattoliche
1. Osserva la carta geografica di p. 33 quindi indica se le seguenti affermazioni sono vere o false.
a. Nel 1900 nessun abitante dell’Africa, dell’Asia e dell’America latina ha un’aspettativa di vita superiore ai 45 anni.
b. Nel 1900 la speranza di vita di un cittadino italiano è di 55-65 anni.
c. Nel 1930 l’aspettativa di vita è cresciuta in tutta l’Asia.
d. Nel corso del Novecento la speranza di vita è cresciuta in Russia e nell’America latina.
e. Nel 1990 la speranza di vita di un Italiano è tra le più alte al mondo.
2. Indica accanto a ciascuna data, l’evento che vi si svolse. completamento della ferrovia Transiberiana • nascita del Partito socialista italiano • pubblicazione della Rerum novarum • svolgimento della prima Olimpiade moderna.
a. 1891:
b. 1892:
c. 1896:
d. 1904:
3. Indica con una crocetta il termine a cui si riferisce la definizione.
a. Operazione amministrativa attuata per calcolare il numero di abitanti di una nazione o di una città. censimento referendum
b. Moderna città di grandissime dimensioni. metropoli capitale
c. Associazione volta a difendere gli interessi dei lavoratori. partito sindacato
d. Astensione dal lavoro volta a ottenere miglioramenti di vario genereda parte di operai e/o impiegati. festività sciopero
e. Ideologia politica che si propone l’abbattimento dello Stato. anarchia capitalismo
4. Indica se le seguenti affermazioni sono vere o false.
a. Le “suffragette” si battevano perché fossero concessi più posti di lavoro alle donne.
b. La Gran Bretagna fu il primo stato a concedere il voto alle donne.
c. I sindacati tutelano i diritti dei lavoratori proclamando gli scioperi.
d. I socialisti europei si divisero in rivoluzionari e riformisti.
e. Gli anarchici si ispiravano alle idee di Karl Marx.
f. Il primo sindacato unitario italiano fu la Confederazione generale del lavoro, fondata nel 1906.
g. Con l’enciclica Rerum novarum, papa Leone XIII criticò i socialisti e difese tutti gli aspetti del sistema capitalistico.
h. Il proletariato è la classe sociale formata dai lavoratori più poveri.
5. Scrivi il nome dei personaggi storici a cui si riferiscono le seguenti definizioni.
Turati
• Marx
• Bernstein
a. Principale sostenitore del socialismo rivoluzionario:
b. Principale sostenitore del socialismo riformista:
c. Fondatore dell’anarchia:
d. Autore della Rerum novarum:
• Bakunin
• papa Leone XIII
e. Fondatore, insieme a Anna Kulisciof, del Partito socialista italiano:
6. Accosta alle cause sotto indicate le conseguenze che ne derivano.
1. Le grandi industrie attraggono manodopera dalle campagne
A. Aumentano i consumi
2. Migliorano le condizioni economiche della popolazione
3. Le donne non accettano di essere private dei diritti politici
4. Gli operai vogliono migliorare le loro condizioni di lavoro
5. I lavoratori vogliono costruire una società più giusta
B. Fondano i partiti socialisti
C. Aumenta la popolazione delle città
D. Leone XIII elabora la dottrina sociale del cattolicesimo
6. La Chiesa respinge il socialismo ma rifiuta anche gli aspetti più negativi del capitalismo
E. Fondano i sindacati
F. Lottano per ottenere il diritto di voto
1. Inserisci i nomi sotto riportati nella prima colonna della tabella. anarchici • cattolici (Leone XIII) • sindacati • socialisti rivoluzionari
Partiti politici, organizzazioni, ideologie
Che tipo di società volevano creare?
Una società in cui i lavoratori non fossero sfruttati
Una società senza proprietà privata dei mezzi di produzione
Una società senza proprietà privata e senza Stato
Una società in cui capitalisti e lavoratori potessero convivere pacificamente
Quali problemi volevano risolvere? Quali metodi usavano?
Aumentare i salari e migliorare le condizioni di lavoro
Sciopero
Eliminare le diseguaglianze sociali Rivoluzione violenta contro il sistema capitalistico
Eliminare le diseguaglianze sociali Scioperi generali e attentati contro figure rappresentative della società capitalistica
Eliminare lo sfruttamento dei lavoratori Organizzazioni politiche e sindacali in alternativa a quelle socialiste
2. Alcuni sostengono che il professionismo danneggi lo sport poiché ne inquina lo spirito ideale, legandolo a interessi non sempre chiari e nobili. In alcune discipline, poi, come ad esempio nel calcio, i guadagni degli atleti sono eccessivi e sproporzionati e suonano quasi come un’offesa nei confronti di chi svolge lavori meno spettacolari ma pur sempre indispensabili alla società. Altri ribattono che solo il professionismo permette agli atleti di perfezionarsi e di fornire prestazioni di alto livello. Se fossero costretti a svolgere altri lavori, essi dovrebbero necessariamente accontentarsi di risultati più modesti. L’entità dei compensi, poi, sarebbe adeguata all’interesse che le manifestazioni sportive suscitano tra i tifosi e al giro di affari che esse generano. Discuti le due tesi contrapposte in classe, mentre l’insegnante farà da moderatore del dibattito.
3. Leggi ad alta voce la scheda Racconta la storia (pp. 40-41), in cui si descrive una delle prime corse automobilistiche, la Parigi-Madrid. Dovrai cercare di fornire una lettura altamente espressiva, che sottolinei i momenti più drammatici degli eventi narrati.
L’ESAME DI STATO (Tipologia C. Comprensione e sintesi di un testo)
4. Riassumi il testo che hai appena letto in non più di quindici righe, ma descrivendo soltanto l’andamento generale della corsa.
La nascita dei primi sindacati diede avvio a una lotta per la difesa dei diritti dei lavoratori. Tale lotta ha conseguito risultati importantissimi nei Paesi più progrediti, ma restano ancora dei settori e delle realtà in cui la tutela del lavoro è insufficiente. Un esempio di tale situazione in Italia è laddove operano alcuni lavoratori stagionali addetti alla raccolta di prodotti agricoli. Spesso, il duro lavoro in cui mancano le condizioni di sicurezza non è adeguatamente pagato e tutelato.
Annamaria, 28 anni, italiana, racconta: «Ho una bimba di tre anni, sono sposata da sei. Raccolgo fragole, nocciole, castagne, insomma un po’ di tutto. Poi faccio pure le pulizie. Le castagne le raccolgo a Solofra, Montella, Nusco, Volturara Irpina. Le fragole a Battipaglia. Sei mai stato sotto le serre? Fa un caldo esagerato, si suda, non si respira, si sta sempre con la schiena abbassata. La pausa da noi dura dieci minuti. Poi, via, dall’alba fino a sera. Lungo il solco bisogna camminare veloce. E guai se inciampi. La mia vita? Di mattina parto da casa alle quattro e torno la sera col pulmino. Il pulmino però lo devo pagare, i soldi se li trattiene il padrone ogni mese. Le mie compagne arrivano dal Napoletano e dal Salernitano: Nola, Palma Campania, Sarno, san Giuseppe Vesuviano. Sulla nostra paga giornaliera al caporale1 spettano sei euro, per l’intermediazione. Guadagno 27 euro al giorno con contratto e 41 senza contratto2. Perché ci vado? Solo per fare i contributi3. E perché a fine raccolto il padrone ci regala due secchi di castagne a femmina».
http://www.migrantitorino.it
1. caporale: l’intermediario che recluta abusivamente i lavoratori.
2. senza contratto: la paga senza contratto consente all’imprenditore di evadere le tasse.
3. contributi: versamenti all’ente previdenziale per poter godere un giorno della pensione.
1. Oltre che alla raccolta di frutta, a quale altro lavoro si dedica la protagonista?
2. Perché il lavoro nelle serre è tanto faticoso?
3. Quanto dura la giornata lavorativa?
4. Chi è il caporale?
5. A quanto ammonta la paga giornaliera della protagonista?
6. Perché accetta un lavoro così duro?
In Italia le condizioni di lavoro non sono sempre adeguate e le tutele a volte non sono correttamente applicate. A dimostrarlo sono l’alto numero degli incidenti (anche mortali) nei settori dell’industria e dell’agricoltura, il fenomeno del caporalato, il mancato rispetto o addirittura l’assenza delle norme in favore dei lavoratori più deboli. Avvia una discussione con i tuoi compagni, cercando di individuare insieme a loro i provvedimenti che sarebbe opportuno prendere per evitare che simili situazioni si ripetano o si diffondano.