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Il nostro tempo dalle storie alla

#PROGETTOPARITÀ equilibri
Storia
Studiafacile
Sin tesi semplificate per l’ interrogazione e il ripasso
Temi e attività per la preparazione all’esame di Stato Il piacere di apprendere Gruppo Editoriale ELi
Pier Giorgio Viberti Giorgio Olmoti

Il nostro tempo

dalle storie alla Storia

Studiafacile

• Sintesi semplificate per l’ interrogazione e il ripasso

• Temi e attività per la preparazione all’esame di Stato

Gruppo Editoriale ELi Il piacere di apprendere

Coordinamento redazionale: Marco Mauri

Redazione e coordinamento: Matteo Gorla, Roberto Rustico

Art direction: Enrica Bologni

Impaginazione: Andrea Guarneri multimedia

Ricerca iconografica: Roberto Rustico

Cartografia: Archivio Principato

Immagine di copertina: Alamy

Il nostro tempo Volume 1 con Atlante storico

1 + Storia antica + Studiafacile

ISBN 978-88-6706-536-3

Il nostro tempo Volume 1 con Atlante storico

1 + Storia antica + Educazione civica + Studiafacile eBook+

ISBN 978-88-6706-537-0

Il nostro tempo Volume 1 con Atlante storico

1 + Storia antica + Studiafacile eBook+

Prima edizione: gennaio 2023

Printed in Italy

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VERSO L’ESAME DI STATO

VOLUME
SEMPLIFICATE Unità 1 Dall’impero romano ai Germani 7 Unità 2 Bizantini e Longobardi 11 Unità 3 La nascita dell’Islàm 15 Unità 4 La Chiesa e Carlo Magno 19 Unità 5 L’impero diviso e i nuovi invasori 23 Unità 6 Il sistema feudale 27 Unità 7 Il risveglio dell’occidente dopo il Mille 31 Unità 8 Chiesa, Impero e Stati nazionali 35 Unità 9 I comuni contro l’Impero 39 Unità 10 Viaggiare e combattere per la fede 43 Unità 11 Le eresie e gli ordini mendicanti 45 Unità 12 La crisi del Trecento 47 Unità 13 Il favoloso Oriente 50 Unità 14 L’Europa alla fine del Medioevo 51 Unità 15 L’Italia del Rinascimento 53
1 SINTESI
STORIA E LETTERATURA 1. La peste devasta Costantinopoli 58 STORIA E GEOGRAFIA 2. Una visita alla Mecca 61 STORIA E GEOGRAFIA 3. Le strane creature del lontano Oriente 63 STORIA E ARTE 4. La vita di san Francesco illustrata da Giotto 65 STORIA E ARTE 5. La basilica di san Marco a Venezia 67 INDICE ©Principato
Unità 1 Le antiche civiltà americane 69 Unità 2 L’Europa scopre il mondo 73 Unità 3 Riforma protestante e controriforma cattolica 77 Unità 4 L’Europa nel Cinquecento 81 Unità 5 Asia e Africa nel Cinquecento 85 Unità 6 L’Europa nel Seicento 89 Unità 7 Società e scienza nel Seicento 93 Unità 8 Il secolo dei Lumi 96 Unità 9 L’Europa nel Settecento tra guerre e riforme 99 Unità 10 Il Settecento, un secolo di rivoluzioni 102 Unità 11 La Rivoluzione francese 105 Unità 12 Dal trionfo di Napoleone alla Restaurazione 109 Unità 13 Inizia il Risorgimento italiano 113 Unità 14 Italia ed Europa nel secondo Ottocento 117 Unità 15 L’america nell’Ottocento 121 Unità 16 L’a ermazione dell’industria 123 VERSO L’ESAME DI STATO STORIA E LETTERATURA 1. Il primo incontro fra gli Indios americani e Cristoforo Colombo 129 STORIA E GEOGRAFIA 2. Al rogo! Al rogo! 131 STORIA E GEOGRAFIA 3. La città di Istanbul nel Settecento 133 STORIA E LETTERATURA 4. I viaggi di Gulliver 135 STORIA E LETTERATURA 5. Marzo 1821 137 ©Principato
VOLUME 2 SINTESI SEMPLIFICATE
VOLUME 3 SINTESI SEMPLIFICATE Unità 1 La seconda rivoluzione industriale 139 Unità 2 La nascita della società moderna 143 Unità 3 I continenti extraeuropei a fine secolo 146 Unità 4 L’Italia giolittiana 148 Unità 5 La Prima guerra mondiale 150 Unità 6 La rivoluzione russa 153 Unità 7 Il fascismo in Italia 156 Unità 8 Stati Uniti e Unione Sovietica nel primo dopoguerra 159 Unità 9 Fascismo e nazismo negli anni Trenta 163 Unità 10 La Seconda guerra mondiale 165 Unità 11 La sconfitta delle dittature 167 Unità 12 Il secondo dopoguerra 169 Unità 13 La fine dell’età coloniale 172 Unità 14 Dalla guerra fredda al disgelo 177 Unità 15 La società del benessere e l’Unione Europea 181 Unità 16 L’Italia repubblicana 185 Unità 17 Speranze e timori del nuovo millennio 189 Unità 18 L'incerto futuro 193 VERSO L’ESAME DI STATO PRIMA PROVA – LA SECONDA GUERRA MONDIALE 1 STORIA Sintesi della Seconda guerra mondiale 196 2 ITALIANO Primo Levi, Se questo è un uomo 198 3 GEOGRAFIA Danzica 200 4 SCIENZE Il mito della razza 202 5 ARTE Genbaku no Ko no Zõ 203 6 EDUCAZIONE CIVICA Il giorno della memoria 205 SECONDA PROVA – LE FERITE DELL’AMBIENTE 1 ITALIANO Luca Mercalli, Lettera della madre Terra 207 2 GEOGRAFIA Lago d’Aral 209 3 SCIENZE Cambiamento climatico: di chi è la responsabilità? 213 4 ARTE E IMMAGINE Monumento alla memoria di coloro che salvarono il mondo 215 ©Principato
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UNITÀ 1

DALL’IMPERO ROMANO AI GERMANI (PP. 1-30)

1 Che cosa fu l’anarchia militare del III secolo?

Fu un periodo in cui i generali si contesero il potere e lottarono tra loro, indebolendo l’Impero. Le conseguenze di questa situazione furono drammatiche: i confini, scarsamente difesi, divennero insicuri, l’economia decadde rapidamente, le istituzioni persero prestigio e valore.

2 Quali furono le cause della crisi dell’Impero romano?

L’elevato costo delle guerre costrinse lo Stato ad aumentare le tasse mandando in rovina i piccoli proprietari terrieri. La miseria e le epidemie provocarono un forte calo della popolazione.

3 Dove nacque il Cristianesimo e da quali categorie di persone fu accolto con particolare favore?

Il Cristianesimo nacque in Palestina. Questa nuova religione concedeva a tutti gli uomini la speranza di una salvezza ultraterrena e perciò fu accolta con particolare favore dai poveri e dagli umili. Gli insegnamenti di Gesù, il suo fondatore, sono raccolti nei Vangeli. Il Cristianesimo si diffuse rapidamente e i suoi seguaci fondarono un’organizzazione chiamata Chiesa.

4 Perché i cristiani furono perseguitati dagli imperatori?

Il cristiani furono perseguitati perché si rifiutavano di compiere sacrifici agli dei della religione romana e perché non riconoscevano l’imperatore come dio. Pur condannati alla clandestinità e sottoposti alle persecuzioni imperiali, rimasero fedeli al loro credo.

5 Che cosa fece Diocleziano per impedire le lotte per la successione al trono?

Nel tentativo di regolarizzare la successione al trono, Diocleziano assegnò

il governo a due Augusti, a cui dovevano succedere due Cesari. Sotto il suo regno si ebbe la più terribile persecuzione dei cristiani.

7 SINTESI SEMPLIFICATE
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6 Costantino mantenne le riforme di Diocleziano o fece scelte diverse?

Costantino compì scelte radicalmente diverse da quelle di Diocleziano. Accentrò nuovamente il potere e portò la capitale in oriente, a Costantinopoli, l’antica Bisanzio. Concesse inoltre libertà di culto a cristiani.

7 Di che cosa si occupò principalmente il Concilio di Nicea?

Nel Concilio ebbe parte preponderante il dibattito sulla natura di Gesù Cristo. Alla fine prevalse la tesi secondo cui Gesù aveva natura sia divina sia umana.

8 Chi minacciava i confini dell’Impero?

I confini dell’Impero, indeboliti dalle continue guerre civili, erano minacciati dai Parti a oriente e dai Germani a nord-est. Il pericolo divenne ancor più grave quando dall’Asia centrale giunsero in Europa le orde degli Unni, temibilissimi guerrieri.

9 Quando e da chi furono abbattute per la prima volta le frontiere dell’Impero?

I Visigoti, spinti dagli Unni, ottennero di rifugiarsi nei territori dell’Impero d’Oriente, ma poi, entrati in conflitto con l’imperatore Valente, lo sconfissero e lo uccisero nella battaglia di Adrianopoli.

10 Quali furono gli ultimi eventi accaduti nell’Impero romano d’Occidente?

Gli Unni invasero l’Italia, ma il loro capo, Attila, si ritirò dopo aver incontrato il papa Leone I. Nel 476 fu deposto Romolo Augustolo, l’ultimo imperatore romano.

11 Quando ebbe inizio il Medioevo e che cosa si intendeva con questa parola?

Con la caduta dell’Impero romano d’Occidente iniziò una nuova era storica, il Medioevo, destinata a durare per circa un millennio. La parola fu usata per la prima volta dagli intellettuali italiani del XV secolo. Secondo loro, dopo la grande civiltà classica greco-romana e la nuova civiltà rinascimentale che stava iniziando, vi era stata un’età di decadenza: il Medioevo.

8 IL NOSTRO TEMPO 1 UNITÀ 1 - DALL'IMPERO ROMANO AI GERMANI
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12 Perché la battaglia di Teutoburgo ebbe una grande importanza storica?

Perché quella sconfitta subita dall’esercito romano a opera dei Germani bloccò l’avanzata di Roma verso nord. Alcuni pensano che se Roma avesse conquistato e colonizzato quelle terre, le invasioni germaniche non sarebbero poi avvenute.

13 Quali erano le principali attività economiche dei Germani?

L’attività più importante dei Germani era la pastorizia, ma praticavano anche l’agricoltura. Essi erano ottimi artigiani nella lavorazione di oggetti in metallo, soprattutto armi, Non conoscevano la scrittura e nemmeno la moneta, perciò ricorrevano al baratto.

14 Come era composta la società longobarda?

Era divisa in tre classi: i nobili, che sedevano nel consiglio dei capi; gli uomini liberi dalla nascita, che formavano la massa di guerrieri; gli uomini semiliberi, a cui erano assegnati i lavori manuali. Le donne godevano di notevole rispetto.

15 Che tipo di religione praticavano?

La religione dei Germani era legata principalmente alle forze della natura e aveva un carattere cupo e violento. Il re degli dei era Wotan, conosciuto anche con il nome di Odino. Al suo fianco stavano le valchirie, donne che sceglievano i guerrieri destinati a morire in battaglia. Wotan era padre di altre divinità quali Thor, dio del tuono e delle tempeste, guerriero invincibile, e di Baldur, o Balder, dio del Sole.

16 Che cosa si intende con l’espressione «regni romano-germanici»?

Alcune popolazioni germaniche si stabiliscono all’interno dell’Impero d’Occidente e vi fondano dei regni, che furono chiamati romano-germanici perché la loro popolazione era formata da una maggioranza romana e da una minoranza dominante costituita da Germani. La convivenza fra le due etnie non fu facile a causa delle differenze culturali e religiose e per la diversa posizione sociale.

9 SINTESI SEMPLIFICATE
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17 Quali furono i principali regni romano-germanici?

I principali regni romano-germanici furono quelli degli Ostrogoti in Italia, dei Visigoti nella penisola iberica, dei Burgundi tra la Svizzera e la valle del Rodano, dei Franchi nella Gallia e dei Vandali nell’Africa settentrionale.

18 Chi era Teodorico?

Teodorico, re degli Ostrogoti, conquistò l’Italia e fondò un Regno che non dipese più dall’Impero romano d’Oriente. Egli raccolse le leggi latine in un editto che porta il suo nome. Gli Ostrogoti, però, rimasero liberi di seguire le loro consuetudini in fatto di diritto.

19 Perché il tentativo da lui effettuato di favorire l’integrazione fra Ostrogoti e Latini fallì?

L’imperatore d’Oriente cominciò a perseguitare gli ariani, perciò Teodorico, che era ariano come il suo popolo, reagì perseguitando i cattolici. Fu così che il tentativo di integrazione fra Ostrogoti e Latini compiuto da Teodorico fallì.

20 Quali furono le ragioni della crescente potenza dei Franchi?

I Franchi si integrarono meglio con i Latini perché furono i primi Germani a convertirsi al cattolicesimo. Il re Meroveo ingrandì il suo regno e lo estese fino a comprendere tutta la Gallia. Questa regione fu da allora chiamata Francia.

10 IL NOSTRO TEMPO 1
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UNITÀ 1 - DALL'IMPERO ROMANO AI GERMANI

UNITÀ BIZANTINI E LONGOBARDI (PP. 31-56) 2

1 Che cosa permise all’Impero d’Oriente di resistere a lungo, anche dopo la caduta dell’Impero d’Occidente?

L’Impero d’Oriente mantenne un’economia prospera, caratterizzata da un’agricoltura fiorente e da un artigianato di alto livello, ma furono soprattutto i commerci ad arricchire lo Stato. Questa ricchezza gli permise di mantenere un forte esercito, in grado di difenderlo dalle invasioni. La capitale Costantinopoli, poi, era praticamente imprendibile.

2 Perché l’Impero romano d’Oriente fu chiamato bizantino?

Perché si distaccò progressivamente da Roma e dall’Occidente e finì per modificare in maniera sostanziale la sua cultura, che andò allontanandosi sempre più dal modello latino per assumere un carattere greco e orientale.

3 In che modo Giustiniano salì al potere?

Giustiniano proveniva da una famiglia di contadini, ma suo zio, Giustino, aveva fatto carriera nell’esercito ed era diventato imperatore. Fu Giustino a chiamarlo a corte e a farne il suo erede.

4 Quale fu il grande progetto politico di Giustiniano?

La ricostruzione dell’Impero romano. Per realizzarlo i suoi generali sconfissero i regni del Vandali, dei Visigoti e degli Ostrogoti.

5 Quali furono i limiti di questo progetto?

In primo luogo indebolì le frontiere orientali dell’Impero e mise a dura prova la sua economia. In ogni caso si trattava di un progetto irrealizzabile perché in Occidente la situazione era ormai definitivamente cambiata in seguito all’ingresso dei popoli germanici. L’antico mondo romano non esisteva più.

11 SINTESI SEMPLIFICATE
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6 Che cos’era il Corpus iuris civilis ?

Un nuovo codice voluto da Giustiniano per riordinare la gran massa di leggi, spesso ripetute o contraddittorie, che si erano andate accumulando nel corso di una lunghissima tradizione, soprattutto durante l’Impero romano. Il progetto di riordino fu affidato al giurista Triboniano.

7 Come viene definito il sistema di governo attuato da Giustiniano?

Questo sistema viene definito “cesaropapismo”, e significa che l’imperatore concentrava nelle proprie mani sia il potere politico, sia quello religioso.

8 Chi erano i Longobardi?

Un popolo germanico proveniente dalla Svezia. Sotto la guida del re Alboino, essi conquistarono l’Italia settentrionale e centrale. Alboino fece di Pavia la capitale del Regno d’Italia, di cui si proclamò sovrano.

9 Come fu spartita l’Italia fra Longobardi e Bizantini?

I Bizantini mantennero il possesso delle zone costiere e delle isole, che potevano essere rifornite dal mare. Inoltre rimase sotto il loro controllo una fascia di territorio posto fra Ravenna e Roma, comprendente la Romagna, l’Umbria e il Lazio.

I Longobardi raggiunsero anche l’Italia meridionale, dove fondarono i ducati di Spoleto e di Benevento, rimasti pressoché indipendenti dal potere centrale del sovrano.

10 Quali furono i rapporti che i Longobardi stabilirono con la popolazione latina?

I Longobardi, che avevano avuto ben pochi rapporti con la civiltà romana, si dimostrarono più selvaggi e violenti degli altri popoli germanici. Essi trattarono la popolazione sottomessa come una massa di schiavi.

12 IL NOSTRO TEMPO 1 UNITÀ 2 - BIZANTINI E LONGOBARDI
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11 Come era organizzata la società longobarda?

La società longobarda era organizzata per la guerra ed era suddivisa in gruppi di famiglie chiamati fare o sippe . In questa società gli unici uomini liberi erano gli arimanni, guerrieri e cacciatori. La donna si trovava in una condizione sottomessa ed era sottoposta al mundio, cioè al potere assoluto del padre e poi del marito.

12 Che cos’era l’Editto di Rotari e che cosa prevedeva?

Nel 643 il re Rotari emanò un editto che da lui prese nome e che fu la prima legge scritta dei Longobardi. L’editto introdusse un importante cambiamento delle regole antiche. In particolare, proibì la faida, che fu sostituita dal guidrigildo, cioè un risarcimento in denaro per il reato commesso.

13 Quale fu il rapporto fra i Longobardi e la religione cattolica?

Quando giunsero in Italia i Longobardi erano ariani, ma la regina Teodolinda favorì la loro conversione al cattolicesimo. Questo contribuì in modo decisivo ad accelerare il processo di integrazione fra Longobardi e Italici.

Più tardi un altro sovrano, Liutprando, compì un altro passo nella direzione di una più stabile convivenza fra il Regno longobardo e la Chiesa. Nel 728 egli donò al pontefice Gregorio II alcuni castelli attorno alla città di Roma, il più importante dei quali era situato nella località di Sutri.

13 SINTESI SEMPLIFICATE
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14 Quali furono gli elementi che indebolirono il Regno longobardo?

Il Regno longobardo non riuscì mai a consolidarsi in maniera efficace e definitiva, poiché il comportamento indipendente dei duchi sottraeva al re una buona parte del territorio e delle risorse economiche e militari. Un altro elemento di debolezza era costituito dai difficili rapporti con la Chiesa.

I sovrani longobardi, infatti, non rinunciarono mai completamente alla possibilità di estendere i loro possedimenti invadendo i territori della Chiesa.

Il papa Stefano II chiese l’aiuto del re dei Franchi, Pipino il Breve, il quale scese in Italia e sconfisse Astolfo, il re longobardo.

15 Come ebbe fine il Regno longobardo?

Desiderio, il successore di Astolfo, riprese gli attacchi contro i territori controllati dalla Chiesa finché il papa Adriano I chiese nuovamente l’aiuto dei Franchi. Carlo Magno discese in Italia e, nel 774, inflisse ai Longobardi una sconfitta decisiva, quindi si impadronì del loro Regno.

14 IL NOSTRO TEMPO 1
UNITÀ 2 - BIZANTINI E LONGOBARDI ©Principato

VERSO L’ESAME

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1. La peste devasta Costantinopoli

Nel 541 d.C. una terribile pestilenza colpì l’Impero d’Oriente, provocando un numero impressionante di vittime, soprattutto nella capitale Costantinopoli. Il romanzo da cui è tratta la pagina seguente riferisce quegli eventi attraverso la testimonianza di un anonimo domestico di Antonina, moglie del grande generale bizantino Belisario. Nelle sue parole si scorge non solo il terrore, ma soprattutto lo stupore di un uomo alle prese con una realtà spaventosa, nei confronti della quale è assolutamente impreparato.

Orbene, quello fu l’anno della peste, che era della specie detta bubbonica1 . Non aveva più provocato una tale rovina da almeno mille anni, quando lo storico Tucidide ne descrisse l’imperversare ad Atene. C’è una stretta connessione tra guerra e malattia. Secondo me non è soltanto la contaminazione provocata dai combattimenti - cadaveri insepolti, acquedotti distrutti, trascuratezza nelle condizioni igieniche del popolo - a far nascere la malattia, ma sono anche le emozioni suscitate dalla guerra a indebolire gli animi e a rendere i corpi suscettibili a ogni agente fisico malsano. La peste è una malattia che allibisce i medici, colpisce o risparmia in modo imperscrutabile e presenta dei sintomi orribili.

In origine, verso la fine dell’anno precedente, l’infezione era arrivata dalla Cina in una balla di tappeti consegnata a un mercante di Pelusio, in Egitto. Egli si era ammalato, ma non si era riconosciuta la natura della malattia perché i suoi primi sintomi sono sempre leggeri e non sono accompagnati dalla febbre.

Aveva poi infettato i colleghi mercanti e la sua famiglia prima che fossero comparsi i caratteristici tumori che danno il nome alla malattia. Subito si verificarono migliaia di casi a Pelusio; di lì il morbo si di use verso occidente ad Alessandria e oltre, e verso settentrione, in Palestina. In primavera le navi del grano portarono la peste a Costantinopoli dove si trovava la mia padrona2 e io con lei. Infatti le navi del grano brulicano sempre di topi che sono esposti all’infezione e ne portano in giro i semi nel pelo. Quei topi delle navi di grano contagiarono i topi dei moli del Corno d’Oro3, una colonia molto numerosa, e questi, a loro volta, contagiarono i topi di fogna, così l’infezione si di use per tutta la città. Dapprima non ci furono più di dieci casi, ma ben presto erano un centinaio, poi un migliaio e poi, nel pieno dell’estate, dieci o ventimila al giorno. Di solito i tumori si formavano sul ventre, ma anche sotto le ascelle e, in certi casi, dietro le orecchie. Negli stadi più avanzati della malattia insorgeva una gran varietà di sintomi. Alcuni ammalati cadevano in un coma profondo. Acconsentivano a mangiare, bere e compiere le altre azioni abituali, adatte al loro stato - sempre che avessero degli amici o degli schiavi abbastanza fedeli da curarli - ma si comportavano come sonnambuli, non riconoscevano nessuno, non si rendevano conto di nulla, restavano passivi e perfettamente inconsapevoli del trascorrere del tempo. Altri, invece, venivano presi da un violento delirio; questi dovevano venire legati ai letti, altrimenti si sarebbero messi a correre per le strade facendo schiamazzi o strillando che in casa loro c’era il

58 IL NOSTRO TEMPO 1 STORIA E LETTERATURA
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diavolo. In altri casi ancora non si sentiva nessun genere di dolore e la morte giungeva tranquillamente come nella vecchiaia. Spesso il corpo era interamente piagato da pustole della grandezza di un pisello e si vomitava sangue; quando si presentava uno di questi sintomi, la morte era alle porte. Molti restavano completamente immuni dalla malattia, anche tra i medici e i portantini che avevano a che fare con centinaia o migliaia di malati o morti; mentre altri che, ai primi allarmi, si erano rifugiati sulle colline di Tracia4 e vivevano lì, immersi nell’aria pura e lontano da ogni contatto con gli altri uomini, morivano ugualmente.

Prima che la peste raggiungesse il culmine della sua potenza, i morti venivano ancora sepolti secondo il rito usuale e ciascuna famiglia disponeva dei propri cari. Ma ben presto divenne impossibile attenersi alla pietà nei confronti dei defunti e, durante la notte, vecchie tombe venivano scoperchiate per fare posto a nuovi inquilini. Infine in migliaia di famiglie, persino in quelle dei cittadini più ricchi, tutti quanti erano o morti o fuggiti e i cadaveri abbandonati si decomponevano insepolti. [...] Al culmine della pestilenza morivano più di 20.000 persone al giorno.

1. peste ... bubbonica: così chiamata perché produce dei bubboni, ossia delle tumefazioni delle ghiandole linfatiche, e apre ferite purulente sul corpo.

2. la mia padrona: Antonina, moglie di Belisario, il grande generale al servizio di Giustiniano.

d’Oro: insenatura che ospitava il porto di Costantinopoli.

59 VERSO L’ESAME
1. La peste devasta Costantinopoli Robert Graves, Belisario 3. Corno
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4. Tracia: la regione posta all’estremità sudorientale della Penisola Balcanica, a nord e a ovest di Costantinopoli.

Comprensione del testo

1 Rispondi alle domande.

a. Qual è la connessione esistente tra la guerra e la malattia?

b. Da dove arrivò la peste e come fu trasportata in Egitto?

c. Come giunse a Costantinopoli?

d. Quali segni lasciava sul corpo?

e. Quante vittime mieteva ogni giorno, nel momento della sua massima di usione?

f. Come si comportavano le persone che ne erano colpite?

g. Come venivano seppelliti i morti?

Lavora sul testo

2 Sottolinea i passi più importanti del testo, quindi, utilizzando le parti sottolineate, scrivi un riassunto che non superi le 15 righe.

60 IL NOSTRO TEMPO 1
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2. Una visita alla Mecca

Malcom X, pseudonimo del politico statunitense Malcom Little (1925-1965), si convertì all’Islàm e fondò un importante movimento per il riconoscimento dei diritti dei neri americani. Fu assassinato durante un comizio in circostanze mai chiarite. La descrizione di un suo viaggio alla Mecca, qui riportata, è contenuta nell’opera Autobiografia di Malcom X.

Quando arrivammo, la Mecca mi sembrò antica come il tempo. L’automobile procedeva lentamente attraverso le stradette tortuose, piene di negozi da tutti e due i lati, mentre si vedevano dappertutto autobus, automobili e camion carichi di migliaia di pellegrini provenienti da ogni parte del mondo.

Ci fermammo brevemente in un posto dove mi stava aspettando un Mutawaƒ1 . Portava la papalina bianca e la lunga, candida tunica che avevo visto all’aeroporto; era un arabo basso dalla pelle bruna che si chiamava Muhammad e non sapeva neanche una parola d’inglese.

Parcheggiammo vicino alla Grande Moschea, facendo le nostre abluzioni2 e poi entrammo. C’erano così tanti pellegrini, sdraiati, a sedere, che dormivano, pregavano o passeggiavano, tanto da dare l’impressione che fossero tutti uno sopra l’altro. [...]

Seguii il Mutawaƒ portando in mano i sandali. Poi vidi la Kaaba3, un’enorme pietra nera4 nel mezzo della Grande Moschea. Intorno ad essa passeggiavano migliaia e migliaia di pellegrini in preghiera, gente di ambo i sessi, di tutte le dimensioni, le forme, i colori e le razze del mondo.

Conoscevo la preghiera che deve dire il pellegrino quando i suoi occhi si posano per la prima volta sulla Kaaba. Tradotta suona così: «Oh Allah, Tu sei la pace, e la pace deriva da Te. Salutaci, o Signore, con la pace». Quando il pellegrino entra nella Moschea dovrebbe cercare, se è possibile, di baciare la Kaaba, ma se la folla gli impedisce di avvicinarsi, allora basta che la tocchi e se non è possibile neanche quello, deve alzare la mano e gridare «Takbir!» (Allah è grande). Io non riuscii ad accostarmi più di una decina di metri dalla Kaaba «Takbír!». Là nella Casa di Allah mi sentii come intorpidito.

Il mio Mutawaƒ mi guidava tra la folla dei pellegrini che pregavano, cantavano e giravano sette volte intorno alla Kaaba. Alcuni erano rattrappiti e incartapecoriti5 dall’età e la loro era una vista che non si dimentica.

Quelli che non potevano muoversi erano trasportati da altri: tutti avevano sul volto la luce della

61 VERSO L’ESAME
2. Una visita alla Mecca ©Principato
STORIA E GEOGRAFIA

fede. Dopo il settimo giro intorno alla Kaaba pronunciai due Rak’a6 prostrandomi con la faccia sul pavimento. Alla prima genuflessione, pronunciai il verso del Corano: «Egli è il solo e unico Dio», e alla seconda: «Voi miscredenti, vi dico che non adoro quello che voi adorate...». Mentre facevo le mie genuflessioni, il Mutawaƒ teneva lontani i pellegrini per impedire che mi calpestassero. Malcom X, Autobiografia di Malcom X

1. Mutawaf : una guida.

2. abluzioni: lavaggi rituali, e ettuati per purificare il corpo.

3. Kaaba: edificio in muratura di forma cubica posto al centro del sacro recinto della Mecca, la città santa dei musulmani.

4. enorme pietra nera: l’espressione è impropria perché confonde la pietra nera venerata dai seguaci dell’Islàm

Comprensione del testo

1 Rispondi alle domande.

a. Dove si trova la Kaaba?

con la Kaaba, cioè l’edificio cubico in cui la pietra è incastonata. La Kaaba è ricoperta di un velo di seta nera, trapuntato da ricami d’ora e d’argento.

5. incartapecoriti: con la pelle secca e grinzosa.

6. rak’a: preghiera rituale che il fedele musulmano recita prosternandosi verso la Mecca.

b. Che cosa fanno l’autore e la sua guida prima di entrare nella moschea?

c. Che cosa dovrebbe fare il pellegrino quando entra nella moschea?

d. E se non ci riesce?

e. Quante volte i pellegrini girano attorno alla Kaaba?

f. Che cosa fa l’autore dopo aver completato l’ultimo giro?

Scrittura libera

2 La pietra nera è probabilmente un piccolo meteorite caduto dal cielo. Scrivi, su questo tema, un racconto di fantasia in cui immaginerai di essere un pastore vissuto moltissimo tempo fa in un piccolo villaggio dell’Arabia. All’improvviso, una notte, una scia luminosa attraversa il cielo e…

62 IL NOSTRO TEMPO 1
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1UNITÀ LE ANTICHE CIVILTÀ AMERICANE (PP. 1-26)

1 Quando fu popolato il continente americano e perché poi rimase isolato? Durante le ere glaciali il livello dei mari si abbassò. In conseguenza di questo abbassamento, alcune zone prima coperte dal mare emergono. In epoca preistorica, fra i 30.000 e i 12.000 anni fa, lo stretto di Bering, che separa l’Asia dall’America, era una lingua di terra che collegava i due continenti. E fu di qui che i primi uomini, provenienti dall’Asia, penetrarono in America. Dopo l’ultima glaciazione il livello dei mari si alzò e la terra che collegava l’Asia e l’America fu sommersa. Il continente americano rimase così isolato.

2 Quali civiltà fiorirono in America prima di Cristoforo Colombo?

Prima dell’arrivo di Cristoforo Colombo, nella parte centrale e meridionale del continente americano fiorirono splendide civiltà, come quelle dei Maya, degli Aztechi e degli Inca.

3 In quali ambienti fisici si svilupparono queste civiltà?

Contrariamente ad alcune grandi civiltà del passato, quelle americane sorsero in ambienti poco favorevoli. A causa dell’isolamento, l’America non poté disporre di alcuni importanti prodotti agricoli e di alcuni animali domestici.

4 Quale fu la conseguenza dell’isolamento dal resto del mondo?

Il continente americano, pur ricco di prodotti agricoli sconosciuti nel vecchio mondo (patata, mais, pomodoro, peperone), non conobbe alimenti fondamentali per la dieta umana come il grano, l’orzo e il riso. Scarso fu l’aiuto dato all’uomo dagli animali. In assenza del cavallo e del bue, il più utile fu il lama, diffuso sulla catena andina. Inoltre, i popoli americani non conobbero strumenti come la ruota e l’aratro e un metallo come il ferro.

69 SINTESI SEMPLIFICATE
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5 Dove vivevano i Maya e quali erano le loro attività economiche?

La più antica delle civiltà americane era quella dei Maya, fiorita nella penisola dello Yucatan e nell’attuale Guatemala. A partire dal 300 a.C. questo popolo fondò le prime città. L’economia dei Maya si basava principalmente sul commercio e sull’agricoltura. Il prodotto più coltivato era il mais, accompagnato da cotone, fagioli, cacao e zucche.

6 Quali erano le conoscenze e le attività artistiche di questa civiltà?

I Maya eccellevano nella matematica e nell’astronomia. Conoscevano la scrittura, che si componeva di figure e simboli detti “glifi”. Il loro sistema di scrittura è stato paragonato ai geroglifici egizi. I Maya calcolavano l’anno solare con grande precisione. Il loro sistema di calcolo era basato sulla combinazione di soli tre segni. Uno di questi rappresenta lo zero.

7 Qual era la loro religione?

Adoravano numerose divinità. I Maya costruirono piramidi dove effettuavano sacrifici umani per ingraziarsi gli dei.

8 I Maya costituirono uno stato unitario?

I Maya non costituirono mai uno stato unito, ma diedero vita a una serie di città-stato indipendenti. Le più potenti fra queste sottomisero le città più deboli, creando delle confederazioni spesso in lotta tra loro. Durante il IX secolo, tuttavia, questo sistema subì una rapida decadenza. La popolazione abbandonò i centri urbani e si spostò altrove.

70 IL NOSTRO TEMPO 2
UNITÀ 1 - LE ANTICHE CIVILTÀ AMERICANE ©Principato

9 Come era costituita la società maya?

A capo della società maya vi era un re. Egli non solo esercitava il potere politico e militare, ma era considerato come un mediatore fra gli uomini e gli dei. Al suo fianco vi era una potente aristocrazia formata dai sacerdoti. Il loro compito era quello di interpretare, attraverso la lettura delle stelle, la volontà degli dei. Subito dopo venivano i capi militari, i funzionari che si occupavano dell’amministrazione e gli scribi. La maggioranza della popolazione era costituita da contadini, artigiani e commercianti.

10 Chi erano gli Aztechi e dove vivevano?

Erano un popolo nomade proveniente da nord. Essi crearono un vasto impero sull’altopiano del Messico. La loro capitale era Tenochtitlán (dove oggi si trova Città del Messico). Di qui, forti di una efficiente organizzazione militare, si espansero nelle terre circostanti, sottomettendo con le armi le popolazioni locali. I popoli vinti erano costretti a pagare dei tributi, che talvolta erano costituiti da vittime da sacrificare agli dei. Tenochtitlán sorgeva in mezzo alle acque ed era attraversata da numerosi canali. Le case erano costruite su palafitte e i palazzi più ricchi avevano giardini.

11 Come era composta la loro società?

La società azteca aveva una forma piramidale: in cime vi era il re, seguito dai nobili e dai sacerdoti.

Poi venivano i guerrieri, una classe privilegiata che possedeva molte terre e non pagava i tributi. Seguivano i commercianti e gli artigiani; al livello più basso stavano i contadini e gli schiavi.

71 SINTESI SEMPLIFICATE
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12 Come era la loro religione?

Gli Aztechi veneravano forze della natura come l’acqua, la terra e il fuoco; elementi del paesaggio, come monti e fiumi; fenomeni naturali, come il fulmine e la pioggia, e ancora diversi animali e piante. Il dio Quetzalcoatl era considerato padre della civiltà.

13 Dove vivevano gli Inca?

A partire dal XIII secolo gli Inca costruirono un impero nell’America meridionale, fra la catena delle Ande e l’Oceano Pacifico. Il territorio non era ospitale, ma essi riuscirono ugualmente a dar vita a una raffinata civiltà.

14 Che caratteristiche aveva la loro economia?

Era basata essenzialmente sull’agricoltura (mais, patata, quinoa), ma importante era anche l’allevamento (lama). Gli Inca eccellevano nel tessile e nella lavorazione di oro e argento.

15 Come facevano a comunicare su un territorio così montuoso?

Gli Inca furono abilissimi ingegneri, capaci di realizzare grandi opere idrauliche e un’imponente rete stradale. Su queste strade viaggiavano i corrieri che portavano i messaggi anche a lunga distanza.

16 Come era organizzato lo stato?

Tutte le terre appartenevano all’imperatore, che le distribuiva fra i sudditi.

Gli Inca non conoscevano la scrittura.

17 Che religione praticavano?

Gli Inca credevano in molti dei e li associavano a fenomeni della natura.

Il dio creatore era chiamato Viracocha, il creatore della Terra e di tutti gli esseri viventi. Inti invece era il dio del Sole, che proteggeva l’imperatore e la sua famiglia.

72 IL NOSTRO TEMPO 2
UNITÀ 1 - LE ANTICHE CIVILTÀ AMERICANE ©Principato

UNITÀ L’EUROPA SCOPRE IL MONDO (PP.

27-58) 2

1 Che cosa rese possibili le esplorazioni attraverso gli oceani?

L’Oceano Atlantico non era mai stato esplorato perché le navi antiche non erano adatte ad affrontare le sue acque tempestose. Sul conto di questo mare erano nate leggende che lo volevano popolato da mostri terribili. La caravella, ideata dai Portoghesi nel Quattrocento, era una nave solida e maneggevole, in grado di affrontare con successo le acque dell’oceano. In questo periodo furono realizzati anche altri strumenti molto utili alla navigazione.

2 Perché l’Oriente esercitava un grande fascino sugli Europei?

Ad attrarre sovrani, mercanti e marinai a intraprendere viaggi tanto pericolosi verso mondi lontani fu soprattutto il richiamo del favoloso Oriente. Molti testi, tra cui il libro di Marco Polo, Il Milione, raccontavano che l’Oriente (cioè l’India e la Cina) possedeva sterminate ricchezze. Si narrava che laggiù ci fossero splendide città, dove si vendevano pietre preziose, tessuti di seta ricamati d’oro e soprattutto spezie. Un secondo motivo fu la ricerca dell’oro.

3 Quale nazione diede inizio alle esplorazioni sulle rotte atlantiche?

Fu il piccolo regno del Portogallo a lanciarsi per primo all’avventura negli oceani e nei mari sconosciuti. Il re Enrico il Navigatore si impegnò per dotare la sua flotta di tutti gli strumenti utili a questo scopo. Le spedizioni Portoghesi puntano sempre più a sud, lungo le coste africane. I commerci con le popolazioni locali portano in Europa pepe, avorio, schiavi neri e polvere d’oro.

4 Quale terra volevano raggiungere i Portoghesi e perché?

I Portoghesi volevano raggiungere le Indie per acquistare direttamente dai paesi produttori, a un prezzo inferiore la seta, le spezie e le porcellane cinesi.

5 In quale modo pensavano di poter giungere alla loro meta?

I Portoghesi pensavano di raggiungere le Indie circumnavigando l’Africa. Bartolomeo Diaz arrivò fino all’estremità meridionale del continente africano,

73 SINTESI SEMPLIFICATE
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che fu poi chiamato “Capo di Buona Speranza”. Dieci anni dopo Diaz, un altro navigatore portoghese, Vasco de Gama, raggiunse l’India e ritornò in Europa con un carico di spezie.

6 Quale terra voleva raggiungere Colombo, e in quale modo?

Convinto che la Terra avesse una forma sferica, il genovese Cristoforo Colombo pensò di poter arrivare alle Indie navigando verso occidente.

7 Chi diede a Colombo i mezzi per tentare di realizzare il suo progetto?

I sovrani spagnoli, Ferdinando il Cattolico e Isabella di Castiglia, permisero a Colombo di realizzare il suo progetto mettendogli a disposizione tre navi.

Il 12 ottobre 1492 il navigatore genovese sbarcò sul nuovo continente.

8 Come si comportarono gli Spagnoli con le popolazioni locali?

Appena sbarcati, gli Spagnoli presero possesso delle nuove terre in nome del loro re. Gli indigeni furono utilizzati come schiavi e costretti a convertirsi al cattolicesimo.

9 Chi si rese conto che le terre raggiunta da Colombo non erano le Indie?

Colombo era convinto di essere giunto in Cina, ma nuove esplorazioni misero in luce una realtà diversa. Fu il fiorentino Amerigo Vespucci a rendersi conto fra i primi che le terre raggiunte da Colombo facevano parte di un nuovo continente, che in suo onore fu poi chiamato America.

10 In che modo la spedizione di Magellano dimostrò la sfericità della Terra?

Ferdinando Magellano con cinque navi spagnole compì la circumnavigazione della Terra.

Dopo aver attraversato tre oceani – l’Atlantico, il Pacifico e l’Indiano – l’unica nave superstite ritornò in Spagna. Fu, questa, la dimostrazione definitiva della rotondità della Terra.

11 Quali spedizioni si diressero verso la parte settentrionale del continente?

Nell’intento di trovare una via più breve verso le Indie, altri navigatori andarono alla ricerca di un passaggio che collegasse a nord l’Oceano Atlantico e il Pacifico.

Il passaggio non fu trovato, ma le loro spedizioni fecero conoscere l’esistenza delle terre dell’America settentrionale. Fra i marinai impegnati in queste esplorazioni vi furono gli italiani Giovanni Caboto e Giovanni da Verrazzano.

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UNITÀ 2 - L’EUROPA SCOPRE IL MONDO ©Principato

12 In che cosa consiste la colonizzazione attuata dagli Europei in America?

La colonizzazione consistette nel trasferimento di Europei in America e nello sfruttamento delle risorse naturali e umane del nuovo continente. Inoltre si ebbe il passaggio delle terre scoperte sotto il governo degli Europei, che introdussero stili di vita e leggi di tipo europeo.

13 Che cosa fu il Trattato di Tordesillas?

Per evitare un conflitto tra la Spagna e il Portogallo, le nazioni che per prime vevano realizzato le esplorazioni geografiche, venne firmato il trattato di Tordesillas. Questo trattato divideva le terre appena scoperte in due zone d’influenza: quelle occidentali furono assegnate alla Spagna, quelle orientali al Portogallo.

14 Come avvenne la conquista dell’impero azteco e perché risultò così facile?

La effettuò in soli tre anni il conquistador Hernán Cortés, alla guida di una banda di soldati di ventura. L’uso dei cavalli, delle corazze e della polvere da sparo (tutte cose sconosciute agli Indios) consentì agli Spagnoli di sconfiggere gli Aztechi, nonostante questi ultimi fossero in numero nettamente superiore. Cortés, che disponeva soltanto di 550 uomini, raggiunse e conquistò Tenochtitlán, una città magnifica che, con i suoi 100 000 abitanti, era una delle più grandi del mondo.

15 Chi conquistò l’impero inca?

Poco dopo la conquista del Messico, anche il Perù fu conquistato. Protagonisti dell’impresa furono Francisco Pizzarro e Diego de Almagro. Il sovrano inca, Atahualpa, fu fatto prigioniero e poi ucciso, e tutto l’impero passò nelle mani degli Spagnoli.

16 In che modo la Spagna sfruttò le risorse delle terre conquistate?

La Spagna iniziò subito a sfruttare le risorse del continente americano. Gli Indios furono impiegati nelle ricchissime miniere d’argento. Per lavorare nelle piantagioni di canna da zucchero furono invece fatti giungere dall’Africa schiavi neri. La possibilità di un rapido arricchimento indusse migliaia di Spagnoli a emigrare nelle colonie.

17 Quale atteggiamento tenne la Chiesa di fronte alle popolazioni indigene?

La Chiesa cattolica operò per convertire gli Indios. A questo scopo furono fondate delle missioni affidate a domenicani, francescani e gesuiti. Alcuni

75 SINTESI SEMPLIFICATE
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religiosi, fra cui il frate Bartolomeo de Las Casas, denunciarono le condizioni tremende in cui i colonizzatori tenevano le popolazioni locali.

I gesuiti fondarono le riduzioni, comunità in cui gli Indios erano trattati umanamente e protetti dalle prepotenze dei funzionari spagnoli. In questi villaggi non esisteva la schiavitù.

18 In che modo il colonialismo portoghese si differenziava da quello spagnolo?

In Oriente, i Portoghesi vennero in contatto con stati abbastanza forti, perciò non tentarono di conquistare vasti territori, ma organizzarono un’ampia rete commerciale. Si impadronirono di alcuni porti in cui affluivano le merci locali, che venivano poi trasportate in Europa.

19 Come avvenne la scoperta del Brasile?

Il Brasile fu scoperto casualmente dal navigatore portoghese Antonio Cabral, durante un viaggio verso le Indie. Inizialmente il Brasile non ebbe una grande importanze economica poiché non ospitava civiltà ricche ed evolute.

20 Quali furono i rapporti tra i Portoghesi e la Cina?

I Portoghesi imposero il monopolio sul commercio con l’Oriente. Essi stabiliscono buoni rapporti con la Cina e ottennero da quell’imperatore il possesso del porto di Macao. I gesuiti furono i primi sacerdoti cattolici a essere accolti in Cina.

21 Che cosa si intende per “scambio biologico”?

Nel nostro continente arrivarono prodotti agricoli sconosciuti e dall’Europa giunsero in America prodotti che prima non vi si trovavano. Tra i prodotti agricoli più preziosi giunti dall’America vi furono il mais, la patata, il pomodoro e il cacao. Fra gli animali giunsero in Europa il tacchino e il merluzzo.

22 Che effetti ebbe sulle popolazioni americane l’arrivo degli Europei?

In seguito all’arrivo degli Europei la popolazione del continente americano diminuì in maniera rapida e massiccia. Le cause del fenomeno furono le guerre scatenate dagli Spagnoli, i maltrattamenti inflitti agli Indios e soprattutto le malattie portate dai colonizzatori.

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UNITÀ 2 - L’EUROPA SCOPRE IL MONDO ©Principato

VERSO L’ESAME

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1. Il primo incontro fra gli Indios americani e Cristoforo Colombo

Lo sbarco di Cristoforo Colombo in America costituì un evento senza precedenti: due mondi, completamente all’oscuro l’uno dell’altro, si trovarono di fronte all’improvviso. Così, nel suo diario di viaggio, il navigatore genovese descrive il primo incontro con i «selvaggi».

Io, per accattivarmi la loro simpatia, diedi loro alcuni berretti rossi e poche biglie di vetro che si mettevano al collo e altre cianfrusaglie di poco valore, delle quali furono molto contenti, che era un piacere vederli.

Si avvicinavano a nuoto alle nostre barche, ci portavano pappagalli e gomitoli di cotone e molte altre cose, che noi barattavamo con palline di vetro e sonagli. Erano tutti nudi come quando erano nati. Non mi parve che nessuno avesse più di trent’anni, erano di bell’aspetto, con i corpi armoniosi. Di colorito sono né bianchi né neri. Alcuni si tingono di bianco, altri di rosso, altri del colore che trovano; alcuni si dipingono la faccia, altri tutto il corpo, altri soltanto gli occhi, altri il naso.

Non posseggono armi né le conoscono; ho mostrato loro le spade e si sono tagliati, perché le a erravano per il filo.

Non conoscono il ferro, i loro arpioni sono lunghe aste di legno con in cima un dente di pesce. Devono essere ottimi servitori e di buon ingegno, poiché ripetevano tutto quello che dicevamo. dal Diario di bordo di Cristoforo Colombo

129 VERSO L’ESAME
STORIA E LETTERATURA
Castello d’Albertis di Genova, rilievo di una delle caravelle di Cristoforo Colombo.
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1. Il primo incontro fra gli Indios americani e Cristoforo Colombo

Scrittura libera

Ma gli Indios che cosa pensarono durante quel primo incontro con gli Europei? Non lo sappiamo, perché non ci è giunta la loro testimonianza. Un grande scrittore sudamericano, Gabriel García Márquez, ha provato a immaginare quale impressione fecero loro quegli strani individui sbarcati dalle navi spagnole. Di questo racconto riportiamo le prime righe. Continua tu il racconto, mettendoti nei panni di un indio che assiste all’evento.

Erano arrivati certi forestieri che parlottavano una strana lingua. Avendo visto che gli andavamo incontro per riceverli, nuotando intorno alle loro imbarcazioni, si arrampicarono sugli alberi delle loro navi e si gridavano gli uni agli altri: guardate come sono ben fatti, come sono armoniosi i loro corpi e come sono di bell’aspetto.

130 IL NOSTRO TEMPO 2
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STORIA E GEOGRAFIA

2. Al rogo! Al rogo!

L’esecuzione delle presunte streghe costituiva uno spettacolo seguito dal popolo con festosa partecipazione, come oggi si segue una partita di calcio. Il testo seguente è tratto da un romanzo di Sebastiano Vassalli, che descrive questa insana forma di “divertimento”.

L’episodio è ambientato nell’inverno del 1610. Nel villaggio di Zardino succedono cose strane: animali che si ammalano e muoiono; bambine che improvvisamente perdono la voce; segni indecifrabili tracciati sulla neve. Ci può essere una sola spiegazione: in paese c’è una strega…

Antonia è una trovatella, allevata da una famiglia di contadini. È laboriosa e ubbidiente, ma anche un po’ strana: le piace passeggiare da sola, non si sposa, fa amicizia con un vagabondo. È lei la strega? Denunciata al tribunale dell’Inquisizione, è arrestata, torturata, processata, condannata a morte. All’alba i soldati vengono a prelevarla, per portarla sul luogo dove sarà bruciata sul rogo. E in paese nessuno vuole perdersi lo «spettacolo».

C’era la carrozza: un cocchio chiuso, piuttosto malandato. Antonia vi venne issata da quegli stessi soldati che erano saliti a prenderla in cella e dovette sedersi nell’unico posto libero, al fianco di uno sconosciuto vestito di grigio e con la testa rasata che era l’aiutante del boia.

Antonia guardò fuori, attraverso il finestrino. Vide i busti e i profili dei soldati che cavalcavano di fianco alla carrozza, e la folla lungo il percorso: i pugni alzati, le facce stravolte con le bocche spalancate a insultare e maledire e a invocare la morte, la sua morte! […]

Si incontravano, quasi ad ogni passo, comitive dirette al dosso dell’albera, che andavano laggiù per vedere bruciare la strega […]

Al sopraggiungere della carrozza i carri si facevano da parte, mentre quelli che ci stavano sopra gridavano: – La strega! Arriva la strega! – e i cani abbaiavano anche loro più forte che potevano, i ragazzi facevano girare su due mani certi strumenti di legno detti raganelle, che si fabbricavano apposta per produrre frastuono, gli uomini agitavano filze di barattoli, le donne e i vecchi gesticolavano, gridavano con gli altri: – La strega! C’è la strega! A morte! Al rogo!

Avvicinandosi la riva del Sesia1 , sugli incroci con le strade secondarie e negli slarghi comparvero i primi venditori di vino e bibite, di pesci fritti, d’angurie. I campi in prossimità delle strade brulicavano2 di carri, di cavalli, di bambini che si rincorrevano e giocavano a nascondersi, di adulti che si erano fermati lì, e mangiavano e bevevano e aspettavano di godersi da lontano quel gran spettacolo del rogo della strega che tanto – gli era stato detto – si sarebbe visto per molte miglia3 tutt’attorno; non era il caso di arrivare fin sotto il dosso, dove certamente la folla era così fitta che poi, anche ad essere vicini, si finiva per non vedere niente! Meglio stare un po’ più lontani e un po’ più comodi.

Arrivavano da ogni parte della bassa4 e anche dalle città: da Novara, da Vercelli, da Gattinara; con le famiglie, con gli amici, con i vecchi di casa, con i bambini, con i carri carichi di vino e cibarie

131 VERSO L’ESAME
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2. Al rogo! Al rogo!

per far baldoria, e stare in allegria, e festeggiare la fine dell’estate. Non erano gente sanguinaria, né malvagia. Al contrario, erano tutti brava gente: la stessa brava gente laboriosa che nel nostro secolo a olla gli stadi, guarda la televisione, va a votare quando ci sono le elezioni, e, se c’è da fare giustizia sommaria5 di qualcuno, la fa, senza bruciarlo, ma la fa; perché quel rito è antico come il mondo e durerà finché ci sarà il mondo.

– C’è la strega! Arriva la strega! A morte! Al rogo!

S. Vassalli, La chimera

1. Sesia: fiume che scorre nel Vercellese e nel Novarese, dove il romanzo è ambientato.

2. brulicavano: erano pieni di persone e animali che si muovevano confusamente.

3. miglia: il miglio è una misura di distanza, variabile secondo le epoche e i luoghi. Corrisponde a 1400-1600 metri.

Comprensione del testo

Indica se le seguenti affermazioni sono vere o false.

4. bassa: le campagne di pianura.

5. giustizia sommaria: la punizione del presunto colpevole di un delitto senza sottoporlo a processo o, comunque, senza dargli la possibilità di difendersi in modo adeguato.

a. Le gente che si accalca lungo la strada assiste in silenzio al passaggio della carrozza che trasporta la condannata. V F

b. La gente del paese, che conosce Antonia, non crede alla sua colpevolezza. V F

c. La gente che cammina lungo la strada si reca ad assistere all’esecuzione di Antonia. V F

d. Tra queste persone non vi sono bambini, perché lo spettacolo non sarebbe adatto a loro. V F

e. La gente si porta dietro cibo e bevande, come se andasse a una festa. V F

f. La folla che si avvia verso il luogo dell’esecuzione viene da diversi paesi dei dintorni. V F

g. Coloro che vanno ad assistere all’esecuzione sono tutte persone malvagie. V F

h. Anche oggi la voglia di fare giustizia sommaria attrae le folle. V F

i. L’esecuzione avverrà mediante impiccagione. V F

Scrittura libera

Riscrivi il testo immaginando che l’atteggiamento della folla verso Antonia sia completamente diverso. Potrai, volendo, immaginare un colpo di scena che cambi il finale.

132 IL NOSTRO TEMPO 2
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1UNITÀ LA SECONDA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE (PP.

1-30)

1 Che cosa fu la Belle époque ?

La Belle époque (bella età) fu un periodo della storia europea posto tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, fino allo scoppio della Prima guerra mondiale. Durante questi anni le nazioni più progredite godettero di una fase di pace e prosperità. I grandi centri urbani furono abbelliti e dotati di più efficienti mezzi di trasporto; nacquero numerosi locali pubblici per il divertimento dei cittadini. I salari crebbero e si ebbe un allargamento del diritto di voto.

Il miglioramento delle condizioni di vita e i progressi della tecnica e della scienza diffusero un generale ottimismo e fecero pensare che l’umanità si fosse incamminata sulla strada di un progresso inarrestabile.

2 Per quale scopo furono organizzate le esposizioni universali?

Le esposizioni universali avevano al tempo stesso la natura di fiere commerciali e di mostre scientifico-culturali. In queste occasioni venivano presentate le invenzioni più recenti e i migliori prodotti delle industrie dei vari Paesi. La prima Esposizione Internazionale (o Universale) si tenne a Londra nel 1851. In occasione dell’esposizione universale del 1889, a Parigi fu costruita la Tour Eiffel.

3 Da che cosa fu determinato il fenomeno dell’emigrazione?

Mentre nei centri urbani si diffondeva un tenore di vita più elevato, nelle campagne la popolazione viveva in una condizione di miseria. Per sfuggire alla fame, milioni di persone lasciarono l’Europa e si diressero verso altri Paesi in cerca di lavoro. Si calcola che nel complesso circa 30 milioni di Europei abbandonarono il continente. Il fenomeno non era nuovo, ma in questo periodo fu più massiccio e riguardò nuovi soggetti: Polacchi, Ebrei dell’Europa orientale e soprattutto Italiani.

4 Quali caratteristiche ebbe la seconda rivoluzione industriale?

Verso il 1880 cominciò una nuova fase dell’economia, definita seconda rivoluzione industriale.

Nella seconda rivoluzione industriale lo sviluppo non si basava più

139 SINTESI SEMPLIFICATE
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sull’industria tessile e non era più organizzato in imprese di dimensione familiare. Ora il settore produttivo più importante era la cosiddetta industria pesante, fondata sulla produzione di materiali in acciaio: era un tipo d’industria grande per la quantità degli oggetti prodotti, per la dimensione degli stabilimenti e per il numero degli operai occupati.

Alla base di questo nuovo sistema produttivo vi fu la scoperta dell’ingegnere inglese Bessemer, che permise di ricavare l’acciaio dalla ghisa. Con l’acciaio si costruirono strade ferrate, ponti, locomotive, navi e cannoni. Per accrescere la produzione e diminuire i costi si procedette alla fondazione di industrie di grandi dimensioni con migliaia di operai.

5 Quali nuove fonti energetiche contribuirono allo sviluppo industriale di questa fase?

Il forte sviluppo industriale fu accompagnato dall’uso di nuovi tipi di energia: l’energia elettrica e il petrolio. L’elettricità trovò applicazione in numerosi campi, dall’illuminazione, grazie alle lampadine a incandescenza, agli elettrodomestici, dai motori elettrici delle macchine utensili ai treni. Per produrla e utilizzarla, negli ultimi decenni del secolo furono messe in funzione centrali idroelettriche e costruite reti di distribuzione della corrente.

Un’altra fonte energetica fondamentale per l’industria fu il petrolio, di cui nella seconda metà dell’Ottocento si imparò a sfruttare le proprietà per alimentare i motori a scoppio e i macchinari delle fabbriche.

6 In quali Stati si sviluppò maggiormente la seconda rivoluzione industriale?

La seconda rivoluzione industriale modificò la classifica dei Paesi più industrializzati. L’Inghilterra perse il primato, mentre la Francia mantenne una buona posizione. Al loro fianco arrivarono Stati Uniti e Germania.

7 Quali nuove istituzioni finanziarie e industriali si svilupparono in questo periodo?

Per realizzare impianti industriali di grandi dimensioni occorrevano adeguati capitali, che solo le banche potevano fornire. A questo scopo nacquero le banche d’affari, che raccoglievano denaro dai risparmiatori e lo prestavano alle industrie.

Alcune aziende si trasformarono in società per azioni, suddividendo la loro proprietà fra gli azionisti. Le azioni potevano essere acquistate o vendute alla

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UNITÀ 1 - LA SECONDA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE ©Principato

borsa valori.

I settori più importanti furono dominati da aziende gigantesche, che, dopo aver eliminato la concorrenza, operavano in regime di monopolio, imponendo i loro prezzi. Talvolta sul mercato rimanevano alcuni gruppi molto potenti, che si accordano tra loro per realizzare maggiori profitti.

8 Quali nuovi mezzi di trasporto furono inventati e prodotti in questo periodo?

La seconda metà dell’Ottocento è caratterizzata da un numero impressionante di invenzioni, alcune delle quali riguardano i mezzi di locomozione. Fra questi vi furono la bicicletta e soprattutto l’automobile. Gli ingegneri Diesel e Benz inventarono nuovi motori, Henry Ford produsse le prime automobili in serie. In Italia Giovanni Agnelli fondò la FIAT. Nei primi anni del Novecento i fratelli Wright costruirono il primo esemplare di aereo e nello stesso periodo il tedesco Zeppelin realizzò un grande dirigibile.

9 Quali invenzioni resero possibili le comunicazioni a distanza?

Straordinari progressi nel campo della comunicazione furono compiuti grazie al telegrafo dell’americano Morse e soprattutto al telefono, inventato dall’italiano Meucci ma sfruttato economicamente dall’angloamericano Bell. Un’altra straordinaria invenzione fu messa a punto nel 1895 dall’italiano Guglielmo Marconi. Con un apparecchio radio di sua invenzione, riuscì a inviare segnali Morse per mezzo delle onde elettromagnetiche: nasceva la comunicazione a distanza senza l’uso dei cavi. Nel 1901 Marconi fu in grado di trasmettere messaggi telegrafici tra Europa e America attraverso le onde radio.

Alcuni scienziati americani perfezionarono l’invenzione di Marconi, costruendo i primi apparecchi radio che trasmettevano la voce a distanza. Le trasmissioni radiofoniche su vasta scala si effettuarono dopo il 1920.

10 Quali furono le altre grandi invenzioni dell’epoca?

Nell’Ottocento si realizzarono altre importanti invenzioni nel campo delle comunicazioni quali il fonografo, inventato dall’americano Edison (1876), che riproduceva la voce umana e i suoni, e il cinema inventato dai fratelli Lumière.

Una delle principali invenzioni fu il frigorifero, che risolse un problema fondamentale per l’alimentazione, quello della conservazione del cibo.

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Di questo stesso periodo sono altre due innovazioni importantissime per l’alimentazione: l’impiego di conservanti alimentari e il perfezionamento delle tecniche di conservazione dei cibi nelle scatole metalliche chiuse ermeticamente.

11 Che cosa fu il positivismo?

I grandi progressi scientifici diffusero la convinzione che, grazie alla scienza, l’uomo potesse dominare la natura, per metterla al suo servizio.

Il padre di questa idea fu il francese Auguste Comte (1798-1857), il fondatore del positivismo, una filosofia attenta alle esperienze concrete, alle applicazioni pratiche della conoscenza.

12 E l’evoluzionismo?

In questo ambito si affermò la corrente scientifica dell’evoluzionismo, fondata dal naturalista inglese Charles Darwin. Egli sostenne che tutte le forme viventi, dall’uomo agli animali alle piante, non sono fisse e immutabili, ma si trasformano in continuazione, adattandosi all’ambiente, che opera una selezione naturale. Anche l’uomo è il risultato di trasformazioni avvenute milioni di anni fa, quando i nostri antenati si distinsero dalle scimmie con l’acquisizione della posizione eretta e della capacità di comunicare con la parola.

I libri di Darwin furono condannati dalla Chiesa perché negavano che l’uomo fosse stato creato da Dio nella sua forma attuale.

142 IL NOSTRO TEMPO 3
UNITÀ 1 - LA SECONDA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE ©Principato

2

UNITÀ LA NASCITA DELLA SOCIETÀ MODERNA (PP.

31-54)

1 In che modo cambiò la società tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento?

In questo periodo la società cambiò volto. L’aumento della popolazione, iniziato nel Settecento proseguì anche nel secolo successivo. Nel complesso, l’incremento demografico avvenuto tra 1850 e 1900 fece sì che gli abitanti della Terra passassero da circa 1 miliardo e 100 milioni a più di un miliardo e mezzo.

Le distanze si accorciarono poiché i viaggi divennero sempre più rapidi grazie ai progressi nei trasporti ferroviari e marittimi. Le comunicazioni, con l’invenzione del telegrafo elettrico, permisero di scambiare messaggi da una parte all’altra della Terra in poche ore. Alcune grandi città crebbero ancora e, data la loro estensione, furono dotate di efficienti trasporti urbani.

Un miglioramento delle condizioni economiche degli abitanti delle città ebbe come conseguenza un aumento dei consumi, anche di beni non essenziali. Nacque così la società che si è soliti definire “dei consumi”.

2 Che cosa chiedevano le donne nella nuova società?

Le donne non potevano votare, né avere posti di rilievo nella società, perciò cominciarono a richiedere la parità di diritti con l’uomo. Dapprima in Inghilterra e poi in altri Paesi europei, nacquero associazioni di donne che si battevano per ottenere il diritto di voto (chiamato anche «suffragio»). Per questo motivo furono chiamate «suffragette». La loro azione fu contrastata duramente, ma ottennero anche qualche successo. Il primo Stato al mondo a riconoscere il suffragio femminile fu la Nuova Zelanda, nel 1893. In Europa, la Finlandia riconobbe il suffragio femminile nel 1906.

3 Come nacque lo sport moderno?

Sul finire dell’Ottocento nacque lo sport moderno. Le discipline più seguite furono il calcio, il ciclismo e l’automobilismo. Nel 1882 il barone francese Pierre de Coubertin manifestò il proposito di ridare vita ai giochi olimpici. Le olimpiadi moderne sarebbero state aperte a qualsiasi atleta, di qualsiasi classe sociale, purché avesse le necessarie qualità sportive. Inoltre i partecipanti non avrebbero ricevuto alcun compenso.

143 SINTESI SEMPLIFICATE
©Principato

Il 6 aprile 1896 si tenne ad Atene l’inaugurazione dei nuovi giochi, destinati a ripetersi ogni quattro anni.

4 In che modo i lavoratori cercarono di opporsi allo sfruttamento della società capitalistica?

All’inizio del Novecento le condizioni degli operai erano drammatiche: non esistevano tutele sanitarie né l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro, e i bambini erano ancora sottoposti a fatiche eccesive. Tuttavia i lavoratori acquisirono la consapevolezza che per modificare lo stato delle cose avrebbero dovuto organizzarsi. Per portare le loro idee nei Parlamenti, essi si organizzarono in partiti politici e, per difendere i loro interessi economici, crearono i sindacati. Al fine di sostenere le loro richieste, i sindacati fecero spesso ricorso allo sciopero.

Il partito che più di ogni altro rappresentò i lavoratori fu quello socialista, il cui obiettivo era il raggiungimento dell’uguaglianza sociale, cioè la creazione di una società in cui tutti potessero godere delle stesse condizioni culturali ed economiche.

5 Quali diverse correnti si svilupparono all’interno del pensiero socialista?

All’interno del socialismo, c’erano due gruppi: uno riformista e uno rivoluzionario. I rivoluzionari, guidati da Karl Marx, volevano realizzare, anche con l’uso della violenza, una società nella quale non ci fosse più lo sfruttamento dei lavoratori. Sarebbe nata così la società comunista, dove la proprietà privata è abolita perché le terre e le fabbriche appartengono a tutti, cioè sono in comune.

I riformisti, invece, ritenevano che bisognasse lottare per ottenere riforme che gradualmente migliorassero le condizioni di vita e di lavoro degli operai. Essi fondarono partiti e sindacati che richiedevano una maggiore istruzione per gli operai e una più efficace assistenza sociale per malattie, infortuni e vecchiaia.

Tra le forze che si opponevano al capitalismo c’erano anche gli anarchici, che si differenziavano dai socialisti perché non si limitavano a pretendere una maggiore giustizia sociale, ma volevano abbattere lo Stato. Essi perseguivano il loro obiettivo mediante gli scioperi e gli attentati contro uomini politici e sovrani.

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UNITÀ 2 - LA NASCITA DELLA SOCIETÀ MODERNA ©Principato

6 Su quali principi si fondava la dottrina sociale del cattolicesimo?

La Chiesa cattolica avvertì la necessità di proporre ai lavoratori un programma alternativo a quello socialista. Nell’enciclica Rerum novarum, del 1891, papa Leone XIII definì la dottrina sociale della Chiesa. La società capitalistica era accettata, invece il socialismo veniva condannato. L’enciclica, però, condannava anche i risvolti negativi del capitalismo, e invitava i cattolici a organizzarsi sul piano politico e sindacale, sia per contrastare l’avanzata del socialismo tra il popolo, sia per correggere i difetti del capitalismo.

7 In che modo si svolse l’azione dei sindacati?

La crescita degli iscritti ai sindacati permise a queste organizzazioni di acquistare una notevole forza. Gli imprenditori accettarono di discutere con esse vari aspetti riguardanti le condizioni di lavoro.

Le associazioni operaie si unirono per moltiplicare la loro forza. In Italia nacquero le Camere del lavoro, che svolgevano il compito di ufficio di collocamento e di assistenza. Nel 1906 venne fondata la «Confederazione generale del lavoro».

8 Anche in Italia vi fu un partito socialista?

In Italia, tra il 1880 e il 1890, si verificarono agitazioni e scioperi di contadini e di operai, in particolare nella Pianura padana. A Genova nell’agosto 1892 venne fondato il Partito socialista italiano, per opera di Filippo Turati e di Anna Kuliscioff.

Il nuovo partito si collocava nell’area riformista ed era favorevole a un graduale miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro della classe operaia, da raggiungersi con le conquiste sindacali.

145 SINTESI SEMPLIFICATE
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VERSO L’ESAME

©Principato

PRIMA PROVA

La Seconda guerra mondiale

1. Storia: Sintesi della Seconda guerra mondiale

2. Italiano: Primo Levi, Se questo è un uomo

3. Geografia: Danzica

4. Scienze: Il mito della razza

5. Arte: Genbaku no Ko no Zõ

6. Educazione civica: Il giorno della memoria

1 STORIA

Sintesi della Seconda guerra mondiale

Il 1° settembre 1939 le truppe della Germania nazista invasero la Polonia, dando avvio a quello che sarebbe divenuto il più sanguinoso conflitto mai combattuto dall’umanità: la Seconda guerra mondiale. In breve tempo altre nazioni scesero in campo e le operazioni militari si estesero, sia pur con diversa intensità, su tutti i continenti e su tutti i mari. Le vittime furono decine di milioni e per la prima volta i caduti civili superarono quelli militari: grandi centri urbani furono rasi al suolo dai bombardamenti, due città giapponesi – Hiroshima e Nagasaki – scomparvero nel fuoco delle atomiche, milioni di persone persero la vita nei Lager tedeschi.

La guerra si presentò fin dall’inizio come uno scontro fra sistemi politici e ideologie completamente diversi: da una parte le dittature aggressive della Germania nazista, dell’Italia fascista e del Giappone, dall’altra le democrazie di Francia, Inghilterra e Stati Uniti, alleate per l’occasione all’Unione Sovietica di Stalin. A rendere più atroce il conflitto fu l’azione attuata dal nazismo per annientare la popolazione ebraica residente in Europa. Nei campi di lavoro e di sterminio che rapidamente sorsero nel nostro continente, i Tedeschi uccisero sei milioni di Ebrei, a cui si aggiunse un numero quasi uguale di altre vittime (oppositori politici del nazismo, prigionieri di guerra, Testimoni di Geova e zingari). Dal conflitto nacque un mondo diverso: diverso perché più libero e democratico, ma anche perché l’Europa perse definitivamente la sua supremazia politica, economica e militare. A sostituirla nel ruolo di guida mondiale furono gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica.

196 IL NOSTRO TEMPO 3
©Principato
I binari del treno che portavano i detenuti al campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau, in Polonia.

Comprensione del testo

a. Quale evento diede avvio alla Seconda guerra mondiale?

b. Perché questa guerra è stata de nita mondiale?

c. Quali eventi causarono la maggior parte delle vittime civili?

d. Quali diversi sistemi politici si scontrarono in questa guerra?

e. Quali e quante furono le vittime dei Lager tedeschi?

f. Perché si può dire che da questo con itto nacque un mondo diverso?

ALLENATI PER L’ESAME

Riprendi le risposte date alle domande precedenti e utilizzale per comporre un breve testo scritto, che ripeterai oralmente fino a quando sarai in grado di esporlo con sicurezza.

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PRIMA PROVA: La Seconda guerra mondiale ©Principato

Introduzione al testo

Lo scrittore torinese Primo Levi (31 luglio 1919 – 11 aprile 1987) fu catturato il 13 dicembre 1943 dai fascisti mentre operava con una squadra di partigiani in Val d’Aosta. Essendo di stirpe ebraica, fu consegnato ai Tedeschi, che lo internarono nel campo di lavoro di Buna, all’interno del Lager di Auschwitz. Liberato dalle truppe russe, riuscì con un viaggio avventuroso a tornare a Torino dalla sua famiglia.

Chimico di professione, Levi pubblicò dopo la guerra il libro Se questo è un uomo, in cui raccontava la sua esperienza come prigioniero nel campo di concentramento. L’opera si a ermò come uno dei testi più importanti fra quelli dedicati alla Shoah ed ebbe milioni di lettori in tutto il mondo. La poesia qui riportata è posta come introduzione al libro.

Se questo è un uomo

Voi che vivete sicuri nelle vostre tiepide case, voi che trovate tornando a sera il cibo caldo e visi amici: Considerate se questo è un uomo che lavora nel fango che non conosce pace che lotta per mezzo pane che muore per un sì o per un no. Considerate se questa è una donna, senza capelli e senza nome senza più forza di ricordare vuoti gli occhi e freddo il grembo come una rana d’inverno. Meditate che questo è stato: vi comando queste parole. Scolpitele nel vostro cuore stando in casa andando per via, coricandovi, alzandovi.

Ripetetele ai vostri figli. O vi si sfaccia la casa, la malattia vi impedisca, i vostri nati torcano il viso da voi.

Primo Levi, Se questo è un uomo

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2 ITALIANO
©Principato
Ingresso al campo di Auschwitz, in Polonia.

Comprensione del testo

a. A chi si rivolge il poeta?

b. Dove si trovano l’uomo che “lavora nel fango” e la donna “senza capelli”?

c. Che cosa ordina l’autore a chi legge?

d. Che cosa augura a chi non obbedirà al suo “ordine”?

ALLENATI PER L’ESAME

Descrivi brevemente la figura di Primo Levi, quindi riassumi oralmente le parole con cui l’autore descrive la condizione umana nel Lager.

Ogni «giusto» o un suo discendente ha diritto di piantare un albero nel Parco dei giusti, che si trova a Gerusalemme

199 VERSO L’ESAME
PRIMA PROVA: La Seconda guerra mondiale ©Principato

SECONDA PROVA Le ferite dell’ambiente

1. Italiano: Luca Mercalli, Lettera della madre Terra

2. Geografia: Lago d’Aral

3. Scienze: Cambiamento climatico: di chi è la responsabilità?

4. Arte e immagine: Monumento alla memoria di coloro che salvarono il mondo

1 ITALIANO

Introduzione al testo

Luca Mercalli (Torino, 24 febbraio 1966) esperto di meteorologia, noto al pubblico per le sue partecipazioni ad alcune trasmissioni televisive, scrive, a nome del pianeta Terra, una lettera all’umanità. In questa lettera manifesta le sue preoccupazioni e sottolinea alcuni comportamenti assurdi della nostra specie, che rischia di pagare molto cari.

Lettera della madre Terra

Cari umani, non l’ho mai fatto prima, ma quest’anno ho deciso di scrivervi. Per voi inizia un nuovo anno, per me non ha importanza, di questi capodanni ne ho già visti quattro miliardi e mezzo. Duecentomila anni fa siete comparsi voi, autonominati Homo sapiens, ora siete diventati tantissimi, formicolate in sette miliardi e mezzo sulla mia pelle, mi pungete con trivelle per succhiarmi olio che io avevo sigillato in innocue vesciche, scavate gallerie per estrarmi preziosi elementi che poi buttate come rifiuti disperdendoli per sempre e avvelenandovi da soli, abbattete le foreste che mi coprono di una verde peluria, esaurite i pesci degli oceani e sterminate le creature della mia biosfera che ci ha messo tre miliardi di anni per evolversi; asfaltate, cementate, bruciate, fumate, inquinate qualsiasi cosa passi per le vostre mani, e da un secolo a questa parte sembra non abbiate più alcun rispetto per me, mi succhiate ogni forza e mi intossicate con i vostri gas, cambiate il clima, mi fate venir la febbre che fonde i ghiacci e aumenta il livello dei mari, mi riempite di plastica, una roba che avete inventato voi, senza curarvi di riciclarla come ogni cosa che faccio io. Mai nessuna specie aveva osato tanto e danneggiato così gravemente i miei processi vitali. […] Le vostre televisioni ridono e scherzano mentre io so oco e vomito: attenti, che un mio scrollone vi spazza via come fuscelli! Ricordatevi che io non ho bisogno di voi, ma voi avete bisogno di me. Un vostro scrittore, François Mauriac1, che avete premiato con il Nobel, ha detto: «È inutile per l’uomo conquistare la Luna, se poi finisce per perdere la Terra». Pensateci! Io che vedo più in là di voi, vi assicuro che per molti anni luce qui attorno non c’è posto migliore per vivere, cercate di conservarlo e di passare ancora qualche centinaio di migliaia

207 VERSO L’ESAME
SECONDA PROVA: Le ferite dell’ambiente ©Principato

d’anni insieme a me.

Ogni tanto infatti, quando non vi ammazzate o fate rumore con le vostre macchine, siete anche capaci di belle cose: ascolto con gioia la vostra musica, una novità dopo milioni di anni nei quali avevo udito solo il canto degli uccelli, osservo stupende interpretazioni della mia natura e delle mie stagioni – prima che cambiaste voi il clima – come la Primavera di un certo Botticelli, mi piace quando usate la mia pietra per costruire torri, teatri, templi, e ci sono storie che ascolto volentieri, composte con un metodo tutto vostro, unico a quanto ne so in buona parte di questa galassia, la poesia: mentre giro attorno al sole sorrido leggendo un tal Dante che parla del nostro gran dispensatore di energia come un carro che sbanda su una «strada che mal non seppe carreggiar Fetòn2».

Ecco, queste cose di voi mi divertono, e poi siete bravi a scoprire le leggi fisiche che mi fanno funzionare, a costruire apparecchi per comunicare lontano e far calcoli complessi, curare la vostra salute, generare energia con il sole senza a umicarmi. Ma accidenti, usatela bene questa conoscenza! È il vostro jolly: o saprete sbarazzarvi della stupidità, dell’arroganza, dell’indi erenza verso di me, e con un grande scatto evolutivo culturale farete della vostra civiltà un membro sostenibile del mio ambiente, oppure – l’ha scoperto uno di voi che si chiamava Darwin – l’evoluzione vi eliminerà perché non adatti, e io guarirò presto dalle vostre ferite. Però mi dispiacerebbe che dopo così tanta fatica per avervi fatto emergere falliste così miseramente. Vostra madre Terra.

Luca Mercalli, Non c’è più tempo. Come reagire agli allarmi ambientali

1. François Mauriac: scrittore francese (1885-1970), autore di romanzi e opere teatrali. Vincitore del Premio Nobel per la letteratura nel 1952.

2. Fetòn: personaggio della mitologia greca, era figlio di Helios, il dio del sole. Ottenuto dal padre il permesso di guidare il carro solare per un giorno, perse il controllo dei cavalli divini, che si avvicinarono troppo alla terra, provocando catastrofi. Zeus, re degli dei, intervenne colpendo Fetonte con un fulmine e lo precipitò nelle acque del fiume Eridano (il Po).

Comprensione del testo

a. Indica le parole di inizio e le parole nali del paragrafo in cui sono descritti gli errori compiuti dagli uomini.

b. Indica le parole di inizio e le parole nali del paragrafo in cui si presentano le buone doti possedute dall’umanità.

c. Indica le parole di inizio e le parole nali del paragrafo in cui si presenta l’ammonimento che la Terra rivolge agli uomini.

ALLENATI PER L’ESAME

Riassumi in non più di dieci righe il contenuto del testo, quindi esponi oralmente ciò che hai scritto.

208 IL NOSTRO TEMPO 3
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3 SCIENZE

Introduzione al testo

La comunità scientifica è concorde nell’a ermare che l’azione dell’uomo stia minacciando seriamente l’equilibrio ambientale del Pianeta, sottoponendo le specie viventi a un rischio sempre più elevato. Bisogna però essere obiettivi e ricordare che il cambiamento climatico non dipende solamente dall’inquinamento e dalle politiche dei vari Paesi. In parte questo fenomeno è causato anche da fattori che non possiamo ancora controllare e che rientrano nella natura delle cose.

Cambiamento climatico: di chi è la responsabilità?

Il cambiamento climatico non dipende in tutto e per tutto dall’azione dell’uomo e sono diversi coloro che si sono schierati negli ultimi tempi contro Greta Thunberg. Un esempio tutto italiano è dato dal professor Antonino Zichichi, che in Italia gode di notevole fama e credibilità. Egli ha a ermato che le parole dell’attivista svedese sono del tutto infondate e che le attività umane hanno un influsso sul cambiamento climatico che equivale al 5%. Il 95% invece sarebbe legato a fenomeni naturali legati al Sole, che noi non possiamo controllare.

La maggior parte della comunità scientifica però sostiene cose ben diverse e non a caso è stato lanciato l’allarme perché, se non facciamo nulla, in futuro si rischia l’estinzione. Le cause umane dei cambiamenti climatici esistono e se sugli influssi del sole non possiamo fare nulla, su tutto il resto abbiamo la possibilità di intervenire.

Le cause umane del cambiamento climatico

I cambiamenti climatici nel corso dei decenni sono stati diversi, ma nel 2019 la situazione si è fatta allarmante e ha raggiunto livelli che spaventano la comunità scientifica. Il problema attuale di maggior portata è rappresentato dal surriscaldamento globale e da tutte le conseguenze ad esso collegate: e etto serra, scioglimento dei ghiacci e via dicendo. All’origine di questi fenomeni troviamo un aumento considerevole di anidride carbonica nell’atmosfera, causato a sua volta proprio dall’inquinamento di industrie, automobili e attività umane in genere. È questa la vera grande causa del cambiamento climatico ed è su questo che possiamo ancora fare qualcosa prima che sia troppo tardi.

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SECONDA PROVA: Le ferite dell’ambiente ©Principato

Le conseguenze dei cambiamenti climatici

Le conseguenze dei cambiamenti climatici sono già sotto ai nostri occhi e sono destinate a peggiorare se i Governi non intraprendono delle misure d’emergenza per arginare questo fenomeno. Lo scioglimento dei ghiacci in Antartide, l’innalzamento del livello dei mari, l’acidificazione degli oceani che ha portato alla morte della Grande Barriera Corallina Australiana: queste sono solo alcune delle conseguenze del cambiamento climatico. A queste si aggiungono la progressiva desertificazione dovuta all’aumento delle temperature e la perdita della biodiversità che è già cominciata. Rischiamo di distruggere il nostro Pianeta ed è doveroso fare qualcosa per salvarlo.

https://www.informazioneambiente.it/cambiamento-climatico/

Comprensione del testo

a. Quali diverse teorie sono state elaborate dagli scienziati per spiegare l’innalzamento delle temperature sul nostro pianeta?

b. Quale delle due teorie gode del maggior sostegno fra gli scienziati?

c. Qual è, oggi, il problema ambientale più grave?

d. Da che cosa sono provocati fenomeni come l’e etto serra, lo scioglimento dei ghiacci, l’innalzamento dei mari, la progressiva deserti cazione e la morte della barriera corallina australiana?

e. In che cosa consiste la perdita di biodiversità?

ALLENATI PER L’ESAME

Approfondisci l’argomento sul manuale di geografia e acquisisci altre informazioni sul web, quindi scrivi un testo che, raccogliendo quanto hai appreso, esponga i problemi individuati e i possibili interventi per risolverli. Preparati a esporre oralmente il testo realizzato.

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©Principato

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