Un'avventura pericolosa

Page 1

PERICOLOSA Un’avventura

Storie per crescere
Il piacere di apprendere Gruppo Editoriale ELi
Roberto Melchiorre

Questo racconto appartiene a

per crescere
Storie
................................

Ispirato a una storia vera

Un’avventura pericolosa

Direttore di collana: Mariagrazia Bertarini

Testi: Roberto Melchiorre

Art Director: Letizia Pigini

Redazione: Francesca Bugiolacchi

Correzione di bozze: Micaela Di Trani

Progetto grafico: Romina Duranti, Valentina Mazzarini

Illustrazioni: Giovanni Da Re

Impaginazione: Carmen Fragnelli

Responsabile di produzione: Francesco Capitano

© 2023 La Spiga - Gruppo Editoriale ELi Via Brecce 100

60025 Loreto (AN)

Tel. +39 071750701

info@gruppoeli.it

www.alberodeilibri.com

Stampa: Tecnostampa – Pigini Group Printing Division Loreto – Trevi 23.83.401.0

ISBN 978-88-468-4398-2

Tutti i diritti riservati. È assolutamente vietata la riproduzione totale o parziale di questa pubblicazione, così come la sua trasmissione sotto qualsiasi forma o qualunque mezzo, senza l’autorizzazione della casa editrice ELI – La Spiga.

La casa editrice ELI – La Spiga usa carta certificata FSC per le sue pubblicazioni. È un’importante scelta etica, poiché vogliamo investire nel futuro di chi sceglie ed utilizza i nostri libri sia con la qualità dei nostri prodotti sia con l’attenzione all’ambiente che ci circonda.

Un piccolo gesto che per noi ha un forte significato simbolico. Il marchio FSC certifica che la carta usata per la realizzazione dei volumi ha una provenienza controllata e che le foreste sono state sottratte alla distruzione e gestite in modo corretto.

PERICOLOSA Un’avventura

Il piacere di apprendere Gruppo Editoriale ELi

indice

cap. 1 • Buongiorno ragazzi! p. 5

cap. 2 • Inizia la pericolosa avventura! p. 10

cap. 3 • Il clima che cambia p. 17

cap. 4 • Nirval e Lalit p. 24

cap. 5 • Attraversare il Trishuli p. 29

cap. 6 • L’autostop p. 36

cap. 7 • Finalmente a scuola! p. 42

cap. 8 • Il viaggio di ritorno p. 48

cap. 9 • L’incidente p. 54

cap. 10 • Di corsa in ospedale! p. 62

cap. 11 • La famiglia si riunisce p. 70

cap. 12 • Nell’ufficio del preside p. 78

cap. 13 • Tutti all’assemblea! p. 83

cap. 14 • La raccolta delle firme p. 91

cap. 15 • Vittoria! p. 100

Schede operative p. 102

Buongiorno ragazzi!

«Per tutte le cime dell’Himalaya! Kamal, svegliati! Si è fatto tardi!» gridò come tutte le mattine il signor Sagar. Erano appena le sei, ma i lavori da sbrigare in fattoria erano tanti e il tempo a disposizione sempre poco. Il ragazzo avrebbe dormito volentieri ancora per un’oretta, ma non poteva negare il suo aiuto al padre. Da quando il fratello maggiore si era arruolato nell’esercito, toccava a lui dare una mano, almeno nei lavori meno faticosi: raccogliere le uova e i cetrioli maturi, dare da mangiare alle galline e alle capre, sistemare le patate nei sacchi di iuta e il formaggio nelle apposite ceste; tutta merce che una volta la settimana il signor Sagar andava a vendere al mercato di Gajuri, la città più vicina al villaggio montano di Kumpur.

5 Capitolo 1

Qualche volta gli toccava anche mungere la femmina di yak. Era un grosso, peloso bovino con delle grandi corna, che da dieci anni dava alla famiglia di Kamal latte in abbondanza per la produzione di un burro assai apprezzato da quelle parti.

Gli animali della fattoria, dai polli alle galline, dai conigli alle capre, dai cani ai gatti, avevano un nome, attribuito dal padrone di casa in persona, un compito al quale teneva molto perché convinto che dal nome dipendesse il destino dell’animale. La femmina di yak, tanto per fare un esempio, che il signor Sagar aveva ricevuto in regalo da uno zio che viveva in Tibet, era stata chiamata Udara, che in nepalese vuol dire “generoso”.

«Sbrigati a fare colazione figliolo, io intanto mi avvio».

Così, con gli occhi ancora gonfi di sonno, dopo aver messo sotto i denti qualche biscotto di farina d’orzo e bevuto un bicchiere di latte, il ragazzo raggiungeva il padre nella fattoria non distante dalla loro abitazione: un piccolo terreno, che si arrampicava sul ripido fianco della montagna, con al centro una costruzione di legno, terra e lamiere, poco più di una baracca, che fungeva da deposito degli attrezzi e da stalla.

6 Capitolo 1

Non è facile fare l’agricoltore in Nepal, il Paese disteso ai piedi delle spettacolari vette della catena montuosa dell’Himalaya, dove la metà del territorio si trova a più di quattromila metri d’altitudine. Non è semplice, infatti, coltivare una terra impervia, accidentata e che, tra l’altro, dà frutti assai poveri, tali da non ripagare la fatica necessaria per farli maturare. Senza il contributo degli animali sarebbero stati guai. Tuttavia, la famiglia di Kamal non si lamentava mai e in casa regnava sempre un clima sereno.

«Siano lodati gli dèi delle montagne!» esclamava il padre ogni volta che rientrava nella baracca con un cesto pieno di ortaggi, di mele, di uova o di ricotta ancora calda, dispensando sorrisi e carezze. Mentre il ragazzo e suo padre erano intenti nei loro lavori, li raggiungeva Chandra, la sorellina di Kamal, una bambina paffutella di appena sette anni, tre in meno del fratello, che ogni mattina lo inseguiva per andare a salutare Śāvaka, che in nepalese vuol dire “cucciolo”. Era una capretta di qualche mese, tutta bianca, ma con un musetto nero nero, che, appena la vedeva, le scodinzolava intorno felice come fa un cagnolino. Poi si inseguivano a vicenda facendo un gran baccano, svegliando così tutti gli animali della stalla.

7 Buongiorno ragazzi!

«Smettila Chandra! Ogni mattina la solita storia.Vai a prepararti piuttosto! Tra poco tuo fratello avrà terminato di sbrigare le sue faccende e ti raggiungerà» le raccomandava suo padre con un tono a metà tra l’arrabbiato e il divertito.

Verso le sette del mattino Kamal era di nuovo a casa dove l’aspettavano la mamma Mara e Chandra, già pronta per affrontare la lunga e faticosa giornata.

8
Capitolo 1

«Vi scongiuro, fate attenzione!» ripeteva più volte la mamma ai ragazzi, consegnando loro la colazione avvolta in un tovagliolo di carta. «Lo dico soprattutto a te che sei il più grande: non perdere mai di vista la tua sorellina».

Poi, mano nella mano, i due ragazzi imboccavano un sentiero di campagna, accompagnati dallo sguardo velato d’ansia della mamma e inseguiti, almeno per un centinaio di metri, da Kim, un mastino del Tibet, il cane che faceva la guardia alla stalla e a tutta la famiglia, tanto grosso e minaccioso d’aspetto quanto pacifico e giocherellone.

9 Buongiorno ragazzi!

Inizia la pericolosa avventura!

Era sempre in questo modo che i due ragazzi iniziavano il loro quotidiano, avventuroso e pericoloso viaggio per raggiungere la scuola. Dovevano percorrere molti chilometri tra la fitta vegetazione, attraversare il fiume Trishuli salendo sopra una traballante e sgangherata cabina che scorreva su due sfilacciati e arrugginiti cavi di ferro, raggiungere la via principale, fare l’autostop con la speranza di essere caricati su qualche mezzo di passaggio per giungere finalmente a scuola. Non potevano impiegarci più di tre ore, perché le lezioni iniziavano alle dieci in punto.

Dopo una ventina di minuti di cammino, tutte le mattine, Kamal e Chandra incrociavano a un bivio del sentiero Hari e Mina, fratello e sorella

10 Capitolo 2

che frequentavano la stessa scuola, anche se iscritti in classi diverse.

Hari aveva sedici anni, mentre Mina quattordici, ed erano ormai degli esperti del tragitto che conduceva fino alla città. Il loro passo, infatti, era assai più deciso di quello di Kamal e Chandra, anche se prestavano sempre la massima attenzione a non allontanarsi troppo dai due compagni di viaggio più piccoli.

Hari e Mina ottenevano quasi sempre dei buoni voti, soprattutto perché non erano costretti a lavorare. Il loro papà era uno sherpa dell’Himalaya, una guida d’alta montagna che seguiva le spedizioni degli alpinisti stranieri che, sempre più numerosi, si arrampicavano sulle cime più alte e impervie del mondo. A casa lo si vedeva raramente, in compenso guadagnava abbastanza per far studiare i figli.

Hari sognava di diventare un medico, mentre la sorella Mina era sicura che un giorno avrebbe fatto la maestra. Il motivo era semplice: le piacevano molto i bambini, e questo lo si capiva anche dalla sua premura nei confronti di Chandra e Kamal.

«Avete fatto i compiti?» chiese subito dopo averli salutati.

11 Inizia la pericolosa avventura!

«Quasi tutti» rispondeva il più delle volte Kamal.

«Che cosa vuol dire... quasi?» domandava Mina.

«Ero troppo stanco ieri» si lamentava il ragazzo. «Quando sono tornato da scuola ho dovuto aiutare papà a pulire la stalla. Terminata la cena ho aperto il libro di inglese, ma mi si chiudevano gli occhi».

«Anche tu hai dovuto lavorare?» chiese a Chandra.

«No, ma mi si chiudevano lo stesso» disse la bambina, strizzando in modo buffo gli occhi e mimando un colpo di sonno.

Tutti scoppiarono a ridere, tranne Kamal.

«Oggi c’è anche l’interrogazione d’inglese» si lamentò il ragazzo che, tra i quattro, aveva i voti peggiori.

«Qual era il compito da fare?» chiese Hari.

«Dovevo imparare a memoria una canzone dei Beatles. La prof ha la fissa dei Beatles!»

«Scommetto che si tratta di Here comes the Sun».

«Sì! Come fai a saperlo?»

«L’ha fatta imparare anche a noi per farci riflettere sul rapporto tra il tempo atmosferico e le emozioni» disse Mina.

12 Capitolo 2

«Ora la cantiamo insieme» intervenne Hari.

«Così almeno ne impari qualche strofa» e iniziò a intonarla.

Here comes the sun, doo, doo, doo, doo

Here comes the sun, and I say… It’s all right

Little darling, it’s been a long cold lonely winter

Little darling, it feels like years since it’s been here

Here comes the sun, doo, doo, doo, doo

Here comes the sun, and I say

It’s all right

Little darling, the smile’s returning to their faces

Little darling, it seems like years since it’s been here

Here comes the sun, doo, doo, doo, doo

Here comes the sun, and I say

It’s all right

Sun, sun, sun, here it comes

Sun, sun, sun, here it comes

Little darling, I feel that ice is slowly melting

Little darling, it seems like years since it’s been clear

Here comes the sun, doo, doo, doo, doo

Here comes the sun, and I say… It’s all right

13 Inizia la pericolosa avventura!

Le loro voci – compresa quella di Chandra che, per la verità, si limitava a emettere qualche suono con la bocca – riecheggiavano allegre e sembrava che anche gli uccelli accompagnassero con il loro canto quello dei ragazzi.

Poi arrivò, improvviso, dal cielo un boato, uno scoppio, come quello di un colpo di cannone. Il bel tempo e il sole, cantati dai Beatles, lasciarono il posto a un cielo grigio, cupo e minaccioso.

«Questo non ci voleva!» esclamò preoccupato Hari.

«Dobbiamo trovare un riparo» aggiunse Kamal.

14 Capitolo 2

Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.